It MAGNETE
PERIODICO DEI LAVORATORI DELLA MAGNETI MARELLI
Direzione, Redazione, Amministrazione : Via G. E. Falck, 72
Direzione, Redazione, Amministrazione : Via G. E. Falck, 72
E' bastata la minaccia di uno sciopero di 24 ore per impegnare la Direzione della Magneti ad iniziare una trattativa con la nostra Commissione Interna.
E' un primo risultato, anche se dalle richieste avanzate dai rappresentanti dei lavoratori alla offerta fatta dal padronato in sede di trattative c'è ancora molta differenza. Occorre portare più a fondo l'azione se vogliamo veramente migliorare i salari secondo i bisogni dei lavoratori e le possibilità della Magneti.
La. C.I. ha richiesto il raddoppio del premio di produzione e un premio, una tantum di L. 10.000 da liquiadarsi a ferragosto. Come si vede dette richieste sono assai minime. La Direzione ha invece offerto una cifra assai più limitata che su per giù corrisponde ad un aumento mensile di L. 500-800 ad ogni lavoratore o lavoratrice secondo la qualifica. La C.I. ora fa le sue controproposte! Quali saranno? Noi crediamo che è giunto il momento per rivendicare un salario più adeguato ai reali bisogni dei lavoratori e che incida un pò di più sui profitti del padrone.
L'aumento della produzione di questi ultimi anni va dal 50 al 100% in più, in tutti i settori, e ciò è stato realizzato attraverso la trasformazione tecnologiche e agli accorgimenti organizzativi, che in ogni caso hanno aumentato la produttività con lo sforzo fisico e psichico dei lavoratori.
Oggi in 40 ore di lavoro si produce tanta produzione quanta due anni or sono si faceva in 60 ore.
L'aumento della ricchezza prodotta, il progresso tecnico deve trasformarsi in progresso sociale.
Nella nostra fabbrica
Anche le masse cattoliche chiedono una soluzione di sinistra
invece sembra che il progresso tecnico debba solo comportare più profitti al padrone, e bassi salari, tagli di cottimo e sconvolgimenti continui nei reparti
le questioni salariali e quelle più di fondo come le riduzione dello orario di lavoro a parità, la fine dei contratti a termine ecc.
Ci voleva tutta la improntitudine e l'ipocrisia dei dirigenti di destra della Democrazia Cristiana per fare un governo in unione con i fascisti. E non valgono gli appellativi: governo « amministrativo » o governo dovuto a stato di necessità, oppure la bella trovata che i voti dati dai fascisti non sono stati richiesti. La verità è che in Italia oggi governa ancora un governo dei
va la sua protesta a nome dei suoi numerosissimi lettori di ogni colore politico e invita i lavoratori alla lotta, all'azione perchè sia dato al più presto all'Italia il governo voluto dal popolo.
Questo si è chiesto nelle piazze, nelle officine, nelle campagne, il 25 Aprile e il 1° Maggio. Sono lavoratori che ricordano le grandi battaglie per la Liberazione nazionale e
produttivi, con trasferimenti in massa da uno stabilimento all'altro, declassamenti e, non di rado, sospensione di lavoratori e lavoratrici in interi reparti.
Quindi è giunto il momento di chiedere una maggior giustizia sia salariale, che la sistemazione definitiva delle maestranze con un'occupazione stabile, l'abolizione di contratti a termine ecc.
La riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario è il grosso problema che si impone già oggi, se vogliamo veramente guardare con fiducia all'avvenire.
Il padrone non ci darà niente di sua iniziativa, anche certe concessioni paternalistiche hanno fatto il suo tempo, oggi occorre dimostrare al padronato la ferma volontà dei lavoratori di risolvere e
Per le celebrazioni del 25 aprile e 1.o maggio imponenti manifestazioni hanno avuto luogo a Sesto San Giovanni, migliaia di lavoratori sono sfilati nei cortei per le vie cittadine.
grandi capitalisti che si regge con i voti degli eredi di voloro che gettarono l'Italia nel lutto e nella rovina dove milioni di lavoratori, di donne e di bambini morirono di stenti, di fame o sotto i bombardamenti, coloro che furono cacciati a furor di popolo.
quelle per il lavoro, esse sono il simbolo e la certezza d'un domani migliore per tutti.
Nella foto : un momento del comizio mentre parla il sindaco Oldrini - hanno inoltre parlato: l'on. Longo, l' on. Lombardi, l'avv. Ottolenghi e il sig.Bodrero.
Ecco il colore politico che si è voluto dare a questo governo: è una vergogna! Piuttosto che iniziare un molto timido tentativo di apertura a sinistra, e dare finalmente avvio ad alcune riforme di struttura, a finirla con il più vieto anticomunismo e antisocialismo, per aprire all'Italia un • periodo di nuovo patriottismo fatto di progresso civile e sociale; si è voluto non solo respingere le istanze che oramai salgono da ogni strato popolare e da tutta la sinistra italiana, ma persino umiliare le masse cattoliche che la soluzione di sinistra attendevano.
Il nostro giornaletto ele-
I nemici del popol i grandi capitalisti e i grandi agrari, odiano il 25 Aprile e il 10 Maggio, perchè l'uno significò la loro sconfitta nella guerra e segnò la fine della loro dittatura politica nel nostro Paese, e l'altro, il primo maggio, simboleggia l'unione internazionale di tutti i lavoratori sia di quelli oppressi e sfruttati in lotta per la loro definitiva emancipazione, sia di quelli già liberatisi.
Sono due date sacre che i lavoratori hanno quest'anno ricordano con rinnovato slancio combattivo perchè urge in Italia cambiare il governo con uno nuovo che i lavoratori ormai esigono, governo che renda finalmente operante la costituzione base essenziale per il rinnovamento economico, politico e sociale e pacifico dell'Italia.
Ogni qual volta si profila uno sciopero c'è chi, ad arte, fa circolare voci del tipo "... facciamo un piacere al padrone, ...la situazione della Radio-TV è preoccupante", e c o sì via.
Siccome alcuni in assoluta buona fede hanno prestato orecchio, vogliamo brevemente esporre i fatti come stanno e come devono essere interpretati.
Innanzitutto la produzione Radio-TV è tutt'altro che preoccupante dal momento che il mercato è ben lontano dall'essere saturo, per cui, se nei reparti interessati vi sono spostamenti è perchè la Direzione ha creduto op-
COMUNICATO
Le nuove Commissioni Interne, in modo unitario, hanno riproposto alla Direzione il problema dei passaggi di categoria che fu già ampiamente trattato e sostenuto dalle C. I. dell'anno passato. Ora che il problema è stato ripreso e dovrà essere portato avnnti sarebbe opportuno che gli interessati, tutti coloro i quali hanno chiesto il passaggio, non si limitassero a compilare il modulo apposito che si consegna al capo - reparto il quale, a sua volta, lo invia all'ufficio competente con rischio e pericolo di intralci e lunghissime remore come già è avvenuto, ma informassero anche le C.
I. i cui membri, nell'esercizio delle loro funzioni, terranno conto del nominativi, contribuendo così ad una maggiore riuscita.
Lavoratori
leggete é diffondete il vostro giornale unitario di fabbrica
portuno spostare l' asse della produzione.
Infatti nei reparti carpentieria, costruzione Radio, campioni, radio - professionali, ed altri ancora si effettuano ore straordinarie in gran numero lavorando persino nelle giornate festive.
Le conclusioni a cui si arriva è che' il complesso Magneti è in pieno ritmo di lavoro, che la Direzione intensifica determinate branche di la v o r o, per sfruttare momenti contingenti di mercato, facendo pesare sulle maestranze gli effetti negativi di questi spostamenti (le operaie ne sanno qualcosa!).
Il sig. Bernardi, capo officina della "N" - Operazioni di strozzinaggio
Oggi, ai lavoratori e elle Commissioni Interne sta di fronte un problema la cui soluzione è improrogabile: i Declassamenti.
Appellarsi verbalmente agli accordi senza passare all' azione, non vale un granché; la Direzione dimostra ampiamente di fregarsene e continua imperterrita nella pratica applicazione degli spostamenti a cui fanno seguito i declassamenti.
Lo spostamento solitamente viene segnalato dal Sig. Frattini o dal caporeparto alla lavoratrice, la quale, in molti casi, non solo deve prendere atto di un puro e semplice trasferimento da un reparto
all'altro, ma anche di un cambiamento di categoria con la 'diminuzione della paga che generalmente si aggira sulle 10-15 lire all'ora: questa operazione di strozzinaggio si pretende poi di regolarizzarla facendo firmare alla malcapitata lavoratrice una specie di accordo. Ma non è tutto. Le lavoratrici che vengono spostate da uno stabilimento all'altro, in aggiunta al declassamento debbono ascoltare i sermoni del nuovo capo-officina il quale non sempre
rimane nei limiti del rapporto di lavoro, sconfina, entra nel merito delle questioni strettamente private: infatti, più di una volta si sono viste lavoratrici uscire dall'ufficio del Sig. Bernardi, capo officina della « N », con le lacrime agli occhi.
Di fronte a questi odiosissimi fatti, per porre termine ad essi e tutelare le lavoratrici sotto ogni punto di vista bisogna uscire — come dicevamo sopra — dal terreno della -denuncia e passare all'azione.
I cottimisti di questo reparto, il giorno 15 aprile, si sdn visti pagare il cottimo sulla base del 23,85% anziché sulla base del 2829%.
E' facile immaginare cosa sia avvenuto in questo reparto al momento della costatazione: c'era chi parlava di protesta immediata, di sciopero; e via dicendo. Gli interessati alla « calma », visto la piega che stava prendendo il Rep., han fatto sapere che si trattava di un errore e che senz'altro « nel me-
se prossimo sarà liquidato un cottimo supplettivo ». « Scherzetto che non attacca più » hanno detto gli operai, « altre volte è successo così e, alla fin dei conti, chi ha fatto le spese siamo stati noi ». Quindi, gli operai del reparto Campioni, non solo chiedono un effettivo risarcimento ma anche che si faccia luce sul sistema dei cottimi sì da permettere loro di intervenire, eventualmente, prima di iniziare il lavoro.
Perché non si è dato nemmeno un biglietto agli operai della Magneti Muretti, per andare a vedere la Fiera Campionaria. '
Quanti sono quelli che credono alla storiella che facendo sciopero alla Magneti Marelli A. facciamo un piacere al "padrone".
Quanti milioni guadagna la Magneti A. per merito degli operai e tecnici, dei reparti grosse costruzioni Radio, Carpenteria Campioni, rep. Meccanica, Radio Professionale.
Perché non si dà ai capi reparto della Carpenteria, della Attrezzeria e del rep. Meccanica, la categoria che spetta loro di diritto.
Quanto costano alla Magneti A. certi consulenti tecnici?
Fino a quando può continuare la situazione esistente allo Stabilimento A. ?
Redazione « Magnete », con questa mia vorrei farvi una domanda che credo meriti una risposta, e cioè: perchè nel vostro giornale non scrivete qualcosa sugli « indipendenti? » Io ricordo con quali basse manovre i Sigg. Garbini, Pedrani, e Ghelli imbastirono la lista « indipendenti » - anziani. Ricordo che questi candidati si riunirono col beveplacito della Direzione durante le ore di lavoro; già da allora era chiaro che questi « indipendenti » non erano altro che l'espressione del padronato; so inoltre che sia in Commissione Interna che in Direzione il loro contegno è quello della continua ricerca di non dispiacere al padrone mettendo il bastone in mezzo alle ruote
Caro operaio, abbiamo ricevuto la tua lettera e l' abbiamo pubblicata integralmente (la firma l' abbiamo omessa per -r a g i o n i facilmente prevedibili) e cogliamo la occasione per dire ancora una volta che il giornaletto è a completa disposizione di chiunque, quale che sia il tema in oggetto. Tu ci chiedi "qualcosa sugli indipendenti". Veramente qualcosa abbiamo detto e non abbiamo esitato a denunciarli p e r quelli che erano durante il periodo delle elezioni delle Commissioni Interne. Non abbiamo insistito con la denuncia perchè siamo della convinzione che la maggioranza delle maestranze sa benissimo cosa si nasconde dietro l' eti-
(il Sig. Ghelli in modo particolare) di chi difende gli interessi dei lavoratori.
Ora mi chiedo perchè non smascherare questa gente, iniziando per esempio con una domanda: — E' vero che è aumentato lo stipendio del Sig. Ghelli da quando ha cambiato bandiera? Perchè questo Signore si è presentato come indipendente e invece è iscritto alla U.I.L.? — E infine ancora una domanda. — Chi può avere fiducia in questa gente? —, da parte mia sono convinto di una cosa, gli operai non dimenticano nè il passato nè il presente, o presto o tardi le carte si devono mettere in tavola ed allora non ci soranno « vie aperte ». Firmato.
chetta "indipendenti"; da altra parte non crediamo sia il caso di dedicare spazio ad un voltagabbana come Ghelli, il quale è finito miseramente nel brago come tutti i buoni a nulla che l'hanno preceduto sulla strada del compromesso.
Del s u o aumento non sappiamo nulla. Che sia iscritto alla U.I.L., lo sappiamo ora da te. Comunque quello che conta, è che i vari Ghelli sono stati eletti da parte di un certo numero di operai e impiegati, per cui è oltremodo necessario far capire a questi elettori c h e sono stati colti in buona fede, di aprire gli occhi in modo che alle prossime elezioni facciano giustizia della lista di comodo dei padroni.
Venerdì 29 u.s. ha avuto luogo alla palestra della scuola < Forlanini » l'attesa conferenza sulla M.M. tenuta dal Prof. Bottani, presidente della stessa.
Il Prof. Bottani ha intrattenuto i numerosi presenti su questioni essenzialmente di carattere tecnico, senza dubbio interessantissime, sorvolonda però il tema ,posto, e cioè:
" Le Metropolitana al Rondò? ".
Al riguardo si è limitato a dire che da un punto di vista tecnico il tratto Sesto-Monza non presenta difficoltà aggiungendo che non appena saranno precisate le questioni giuridiche e finanziarie procederanno subito per il tratto
M. Marelli-Rondò per i cui lavori si impiegherannò esattamente 4 mesi. Siccome la M.M. entrerà in funzione nel 1962 avremo tutto il tempo necessario per portare a termine i lavori tanto è vero che, ha affermato 'il Prof. Bottani, previo accordo cogli amministratori di Sesto, siamo entrati « abusivamente » per 200 metri cola stazione M. Marelli in territorio sestese„ appunto perchè è nostra intenzione arrivare al più presto al Rondò.
Siamo entrati c abusivamente » ha detto il Prof. in quanto il progetto della M.M. prevede l'ultima stazione alla M. Marelli.
E' su questo punto che i cittadini attendevano delucidazioni.
Infatti a tutti riesce inconcepibile come a Milano si sia potuto progettare la Linea I della M.M. troncata alla Marelli lasciando insoluto il tratto Marelli-Monza che interessa e viene percorso ogni giorno da svariate migliaia di lavoratori che affluiscono nella nostra Città e nella grande metropoli.
Dopo la relaziOne del Prof. Bottani è intervenu'o il, Sindaco della nostra Città, Abramo Oldrini, il quale, seppur brevemente, ha fatto il punto su alcune questioni fondamentali. Il Sindaco fra l'altro ha detto: « Per quanto riguarda il nostro Comune, da tempo ci siamo inseriti nella questione, partecipando alle discussioni preparatorie, offrendo il nostro contributo e la nostra collaborazione.
Siamo 40 g#0.sa, come è stato deciso nell'ultimo in-
contro con i responsabili del Comune di Milano ed il Prof. Bottani stesso, di discutere la forma di inserimento dal punto di vista finanziario e giuridico. Il nostro Comune — ha detto il Sindaco è nelle condizioni di poter direttamente garantire con i
mezzi il finanziamento della spesa occorrente per il tratto di 4 Km che interessa il nostro territorio. Abbiamo rinunciato ad impegnare il nostro bilanciò in altre opere interne al fine di mantenere la disponibilità necessaria per sostenere la nostra parte
in quest'opera così importante ed attuale. Inoltre, la proprietà e la gestione del servizio Metrò dovrebbe essere conservata ai pubblici Enti, Comuni é Provincie, al fine di garantire lo scopo sociale del servizio stesso; il percorso — ha concluso il nostro
Sindaco — dovrebbe essere interamente in galleria al fine di evitare altre separazioni della nostra Città, e pregiudizbnalmente si dovrebbe procedere con sollecitudine onde dare al più presto alla nostra Città questo servizio così sentito e necessario ».
Il prof. Bottani mentre parla ai convenuti.
alla presidenza il sindaco Oldrini, il vice - sindaco Cazzaniga e il prof. Cadioli
LA LEGGE 860 PREVEDE
Nel 1957 con i fondi della Provincia e mediante la concessione dell' area da parte del Comune, nasceva nella nostra città il nido - asilo interaziendale, costruito in collaborazione con l'ONMI. Il nido-asilo di via del Fante può ospitare circa 60 bambini dai O ai 3 anni. Il nido è una costruzione moderna, bella, luminosa, linda ed accogliente. I piccoli ospiti vi ricevono le cure di un personale non solo dotato di preparazione specializzata ma attento e sensibile.
E' questo nido una delle opere atte ad agevolare il duplice compito di molte donne: quello di lavoratrici e quello di madri.
La costruzione di questo primo nido interaziendale, al quale gli industriali stessi danno un con-
FUNZIONE D
tribolo, non è che un primo passo per la applicazione integrale della legge 860 sulla tutela della lavoratrice madre, legge che è andata in vigore nel '50. Ma la preoccupazione per i figli incustoditi, le esigenze di migliaia di lavoratrici di Sesto non si esauriscono nei 60 posti disponibili attualmente, tanto che impiegate ed operaie debbono ricorrere ad affidare i loro bimbi, piccolissimi, a terzi con una spesa mensile di 10-15 mila lire.
In proporzione al numero delle lavoratrici occupate, la nostra città, per legge, dovrebbe essere dotata di almeno 3 nidi-asilo interaziendali, che devono essere costruiti e resi funzionanti mediante il concorso degli industriali. Il Comune democratico, da
60 POSTI E' tempo, ho promesso la cessione del terreno occorrente ed aveva pensato ad un'altra area e nelle vicinanze della Ercole Marelli e nel rione Breda.
Perchè a dieci anni di distanza dell'entrata in vigord della legge per la tutela della maternità non si è ancora dato una soluzione al problema dell'assistenza ai figli delle lavoratrici ? Gli industriali hanno chiuso la legge in un cassetto, hanno rinnovato le maestranze con molte giovani ragazze, ed i problemi che comporta la maternità delle lavoratrici sono più comodi da risolvere magari attraverso i licenziamenti per matrimonio. La provincia, lo Stato. non si decidono ad intervenire con i, mezzi necessari e con la pres-
NSUFFICIENTE
sione verso gli industriali per il rispetto della legge. Chi deve dire l' ultima parola? Le lavoratrici. Quello della tutela dei loro figli è un diritto, è uno dei doveri principali di una società civile. E' questo uno degli aspetti del dibattito in corso fra le lavoratrici della nostra città, vicino ai problemi del salario, della parità, del lavoro stabile, di un governo che faccia gli interessi dei lavoratori. Da questo dibattito che rafforza la coscienza delle lavoratrici e le spinge a trovare in modo unitario la strada per l'affermazione dei loro diritti escono anche queste proposte per nuove soluzioni che rendano sempre più accessibile a tutte le interessate un servizio cosi indispenL sabile come il nido-asilo.
Una delle più costanti preoccupazioni dell'I.N.C.
A. è sempre stata quella di assistere i lavoratori infortunati sul lavoro che, per la carenza di misure di sicurezza che se verifica ancora in moltissime i ritmi di lavoro sempre più veloci che non ammettono la minima disattenzione da parte del lavoratore, raggiungono cifre altissime.
Basti pensare che da rilevazioni da noi effettuate (e del tutto documentabili) abbiamo potuto appurare che nella sola Sesto San Giovanni avvengono circa trecento infortuni sul lavoro ogni mese!!
Troppo spesso il numero degli infortuni verificatisi è sconosciuto agli stessi lavoratori, poichè l'opinione pubblica il più delle volte (ed anche nella maggior parte dei casi, purtroppo la organizzazione sindacale) si commuove e si indigna quando avviene un caso mortale, ma non dà importanza, ad esempio, allo schiacciamento o alla frattura di una mano o di un piede che, pur senza avere conseguenze troppo gravi, costringe il lavoratore a rimanere assente dal lavoro per più di un mese.
Ed i lavoratori spesso ritengono che per essere assistiti in caso di infortunio non sia necessario rivolgersi all' I.N.C.A., ma basti fidarsi dell' I.N.A.I.
L., l'Istituto Nazionale Assistenza Infortuni sul Lavoro. Non sarà mai ripetuto a sufficienza, invece, che una buona assistenza in caso di infortunio può essere fornita soltanto dal1.I.N.C.A., che può mettere a disposizione dei lavoratori, del tutto gratuitamente, medici specializzati per il controllo della
invalidità permanente riportata dall' infortunato.
L' I.N.A.I.L. infatti, che non sfugge a tutte le carenze degli istituti previdenziali italiani, giudica sempre in maniera fiscale, ed è assurdo che il lavoratore, avendone la possibilità, rinunci a far valere le proprie ragioni o il proprio punto di vista per mezzo dell'I.N.C.A. L'istituto di patronato della C.
G.I.L. può inoltre fornire la propria assistenza anche nel caso di infortuni non gravi che non danno luogo ad una invalidità permanente, controllando la liquidazione erogata dall'I.N.A.I.L. e svolgendo la pratica per l'accredito dei contributi figurativi spettanti al lavoratore per il periodo di assenza dal lavoro per infortunio e che servono anch'essi, una volta raggiunta l'età pensionabile, ad aumentare la pensione per vecchiaia o per invalidità erogata dall' I.N.P.S. Facciamo quindi appello, ancora una volta, ai lavoratori ed in particolare ai componenti delle commissioni interne, perchè segnalino all'I.N.C.A. (per Sesto San Giovanni all'Ufficio di Zona presso la Camera del Lavoro) tutti gli infortuni che avvengono nella loro fabbrica, perchè si rivolgano sempre all'I.N.C.A. per la trattazione delle pratiche nei confronti dell'I.N.A.I.L., e perchè segnalino anche la eventuale carenza di misure di sicurezza nella loro fabbrica affinchè C.A. e l'organizzazione sindacale possano intervenire, oltre che per l'assistenza, anche per la prevenizone degli infortuni sul lavoro.
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La manifestazione che si sarebbe poi realizzata nel Prima Maggio, fu decisa in linea di principio nel Congresso tenutosi a Parigi, nella famosa rue Petrelle, il 14 luglio 1889 — centenario della presa della Bastiglia — per la costruzione della Seconda Internazionale. Ne avevano presa la iniziativa Jules Guesde e Paolo Lafargue per il Partito Operaio Francese; erano presenti Guglielmo Liebnecht, Augusto Bebel e Clara Zetkin per il Partito Socialdemocratico Tedesco, Plekanov per gli emigrati russi, Andrea Costa per le correnti italiane.
In fine di seduta, su proposta di Lafargue, fu approvata una mozione la quale stabiliva che in un determinato giorno dell'anno sarebbe dovuta avvenire una manifestazione da parte dei lavoratori di tutto il mondo per la giornata lavorativa di otto ore, Era questa una delle più importanti rivendicazioni poste dagli operai, massacrati da lunghissimi disumani orari, che colpivano anche le donne ed i fanciulli; rivendicazione fero-
cemente ostacolata dal padronato.
Fu scelta la giornata del primo maggio perchè in questa data, nel 1886, oltre 50.000 operai, di Chicago erano scesi nelle piazze per rivendicare le otto ore di lavoro. La polizia aveva disperso a fucilate i dimostranti; u n a bomba era scoppiata, ad o p e r a, con probabilità, di provocatori; otto operai innocenti furono arrestati, processati e, senza alcuna prova, condannati alla forca.
La mozione votata dal Congresso parlava di una manifesazione per il primo maggio senza deliberare la ripetizione annuale e senza stabilire la forma della manifestazione, se mediante sospensione di lavoro o altrimenti. Fu la classe operaia che in ogni paese la volle ogni anno; volle che fosse celebrata col riposo; e creò così la « festa del lavoro »: una festa che essa dovette, nei primi anni, conquistare a prezzo di lotta e; spesso, di sangue. In Italia i. lavoratori festeggiano per la prima volta il Primo maggio nel
1890. Il governo, evidentemente non ha dato molto poso, l'auunciata manifestazione passò inosservata.
Ma dall'anno seguente provocazioni poliziesche, fucilate e cariche di cavalleria tentarono inutilmente di sopraffare la libera manifestazione. Con gli anni il padronato dovette riconoscere di fatto questa giornata; fu sua convenienza accoglierla nella normalità e nella legalità.
La festa dei lavoratori fu soppressa nel 1923 dal fascismo, che le sostituì il 21aprile, il Natale di Roma.
Però i lavoratori italiani, e soprattutto gli operai dei grandi centri industriali, compreso S e s t o, tentarono ancora di celebrarla, fin quando la reazione non rese ciò assolutamente impossibile; e al- lora il primo maggio, come giorno di fede e di speranza nella riscossa, fu celebrato clandestinamente e nelle carceri dove i migliori figli del, mondo del lavoro languivano.
Oggi — dal '45 — la Festa del Lavoro è ritornata all'aperto.