Magnete11

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IL MAGNETE

l tre Sindacati hanno deciso per il 16 aprile:

SCIOPERO NAZIONALE

Obiettivo: Nuovo Contratto di Lavoro - Migliori salari per allargare i consumi e potenziare il mercato interno - Le conseguenze del M. E. C. e la politica governativa

30.000 metallurgici di Sesto S. Giovanni si apprestano a scendere in lotta per portare il loro contributo essenziale alla azione generale della categoria, già mobilitata dalle centrali sindacali per il rinnovo del contratto Collettivo di Lavoro.

Il movimento è in atto, le rivendicazioni di fondo poste nel nuovo contratto sono maturate attraverso dibattiti in centinaia di assemblee ed emerse con forza nel corso di importanti lotte aziendali che qui a Seso culminarono 11 i luglio in un

potente sciopero unitario dei lavoratori metallurgici.

Migliori condizioni di vita e di lavoro, un congruo aumento dei salari e degli stipendi, nuove norme che stabiliscano la contrattazione della forza i lavoro nei suoi vari aspetti ( cottimi, incentivi, ecc.), la riduzione dell'orario di lavoro a parità salariale, eliminazione della assurda sperequazione fra salari maschili e femminili ( art. 37 della Costituzione ), nuovi principi disciplinari che eliminino ogni arbitrio padronale nell'a-

L'annuncio della riduzione dell'orario di lavoro a trenta ore per i turnisti e a trentadue per i normalisti per circa 1.300 o. perai, ha creato un enorme malcontento quindi uno stato di agitazione in tutto il complesso M. Marelli.

La cosa più grave è che questa situazione dovrebbe protrarsi fino al 29 agosto: questo dice il dottor Ferrini.

S'è tenuto a precisare inoltre che l'esame e di conseguenza le misure annunciate erano da ritenersi più che ottimistiche, lasciando chiaramente intendere che le cose potrebbero andare anche peggio.

A questo annuncio di situazione insostenibile da parte dei 1.300 operai ed operaie si deve aggiungere la riduzione a 40 ore settimanali della quasi totalità dello stabilimento

A di Sesto e anche per

lo stabilimento N di Crescenzago.

Alla domanda del perchè di tutto questo la risposta della Direzione M.

M. è stata questa « le vendite sono diminuite del 500;, in poche parole non si vendono i nostri apparecchi Radio e T.V.

Ora davanti a questi fatti, tralasciando i forti dubbi sulla verità di questa crisi sulle vendite, nascono molti interrogativi!

Quando gli apparecchi radio e TV si vendevano a tutto spiano, cioè quando era il tempo delle « vacche grasse» i guadagni dove sono andati a finire?

Con la riduzione dell'orario di lavoro non a uguale salario si intende forse risolvere la crisi?

Ed infine chi ha deciso che devono essere sempre gli operai a tirare la cinghia?

Si riduca l'orario di lavoro e uguale salario, si aumenti i !minimi di paga, si riducano i prezzi dei televisori e radio, si faccia una forte azione contro l'attuale governo per-

zienda e ristabiliscano le fondamentali libertà dei lavoratori e dei loro organismi di fabbrica secondo i precetti costituzionali.

Da questo quadro complessivo, anche se sommario emergono con chiarezza l'importanza economica e di principio delle questioni poste che rappresentano non solo l'esigenza di soddisfare ai bisogni immediati dei lavoratori, ma anche quella di far fare alla classe operaia un passo in avanti per il rafforzamento del suo potere nella fabbrica e nel paese.

E' da tempo che i lavoratori nel loro complesso, ( è oggi in corso una grande lotta dei tessili, degli statali ecc.) e i metallurgici in particolare, attendono il momento per dare battaglia su tutto il fronte al padronato, che, negli ultimi anni si era fatto aggressivo e più intollerante verso gli operai spremendoli di più, violando le più elementari libertà, umiliandoli e tentando di dividerli usando la logora arma della discriminazione del ricatto delle « commesse NATO » della minaccia del licenziamento o del declassamento, dei premi antisciopero ecc.

Oggi, che la resa dei conti sul piano sindacale sta per suonare, quale significato può avere- l'argomento padronale sulla sua impossibilità di fare concessioni perchè l'industria italiana si trova in fase recessiva?

Il fatto che vi siano alcune difficoltà in certi settori produttivi ( e non in tutti ) dovuti in grande misura allo scarso assorbimento di prodotti sul mercato, dimostra prima di tutto che la « crisi » è di sottoconsumo ed è determinata dal basso tenore di vita delle masse.

Un po' più di miliardi in circolazione nelle tasche dei lavoratori, e allora vedrete che il mercato italiano viene stimolato, i consumi crescono e così la produzione. E anzichè licenziare gli operai, o ridurre l'orario di lavoro a 30 e 32 ore decurtando il salario, come stà av‘enendo nel gruppo Magneti Marelli, non sarebbe più utile, portare l'orario nelle fabbriche a 40 ore pagandone 48?

Inoltre anzichè far soffocare la nostra economia nell'ambito del M. E. C., non ne Carreste vantaggio allargando i nostri scambi commerciali con tutti i paesi del mondo?

Ma questo non è il vostro ine.irizzo, e neppure quello del •• che vi sostiene. Voi monopolisti per i vostri sordidi interessi di classe e pur di mantenere il vostro dominio sul popolo state trascinando l'Italia in una pazzesca politica di avventure che è antioperaia, antisociale, antinazionale.

La politica che oggi esige la classe operaia e gli strati più larghi del popolo è un'altra ed è quella che si fonda su più alti salari, sulla distensione internazionale e sugli scambi commerciali con tutti i paesi, una politica di maggiori investimenti produttivi, per le 40 ore pate 48, per la parità salariale fra uomo e donna e così via.

E questa politica trova sempre più larghi consensi, perchè è l'unica che potrà finalmente spianare la strada al progresso sociale ed economico del paese.

I metallurgici italiani e di Sesto, sono consapevoli che la lotta da essi intrapresa è una parte importante di quella di tutti i lavoratori che si battono rer migliori condizioni di vita. Essi sanno per esperienza che per piegare la resistenza padronale e uscire vittoriosi occorre condurre un'azione a fondo ed essere uniti fino alla fine.

chè sia ridotto il canone di abbbonamento.

Questa è la strada per aprire nuove prospettive di vendita dei nostri articoli. su queste rivendicazioni si sta cimentando quell'unità indispensabile per vincere la battaglia. Alla M. Marelli le carte rimangono ancora in tavola, più che mai ci sono le rivendicazioni presentate dalla C.I., il rinnovo del contratto di lavoro, che potranno aprire nuove prospettive.

La parola è dunque alla lotta dei lavoratori.

Quando cesserà l'offensivo polpaggio alle portinerie.

Quando saranno messi in funzione i segnali sugli orologi.

Chi ha visto l'olio e l'aceto nell'insalata della mensa.

Quale dirigente ha parlato agli operai di relazioni umane il giorno che è stata distribuita la

busta paga contenente la liquidazione di febbraio.

Come hanno giudicato il dottor Marocchino gli operai e le operaie quando hanno saputo che la Commissione Interna è stata da lui avvisata delle trecento sospensioni solo negli ultimi minuti della giornata 18 marzo.

Chi crede di essere il signo Frattino?

Supplemento a IL SIDERURGICO Sesto S. Giovanni, APRILE 1959 LIRE DIECI
politica
Com unicato F. I. O. M. C. I. S. L. U. I. L. Sciopero Nazionale di 24 ore
ore 6 del giorno 16 aprile
ore 6 del 17
Per risolvere la „CRISI„
Rovesciare
la
padronale
Dalle
alle
Mi piacerebbe sapere

Dai REPARTI e dagli UFFICI

Un tentativo

Un tentativo pericoloso alla libertà delle C.I. è stato fatto in questi giorni dalla Direzione dello Stabilimento N. Si è cercato di impedire alla C.I. di annunciare in mensa la situazione venutasi a crearsi nella fabbrica dopo la decisione dei membri eletti della CISL di ritirarsi dalla C.I. per i motivi noti a tutti.

Il comunicato voleva informare i lavoratori della cosa e invitare fraternamente i membri eletti in C.I. a prendere il loro posto assegnato dalla fiducia dei lavoratori.

Come si vede, non vi era

pericoloso

niente di grave, anche se, implicitamente era una denuncia alla Direzione responsabile della situazione creatasi.

Questo atto deve far riflettere tutti i lavoratori compresi i dirigenti della CISL, se non si vuole peggiorare la situazione, anche perchè, pensiamo noi, il modo migliore di rispondere alla Direzione ed evitare interferenze è quello di battersi, uniti alle altre correnti sindacali, per risolvere i problemi che sono sul tappeto da anni.

Questo atto perpetrato dalla Direzione và respinto da tutti,

il diritto della C.I. di informare i lavoratori sulle questioni aziendali non può essere censurato da nessuno. Se la Direzione ha delle obiezioni o delle precisazioni non le mancano certamente i mezzi per farlo.

Si tratta quindi, se si hanno a cuore gli interessi dei lavoratori, uscire decisamente da questo incidente, che può solo avvantaggiare il padrone e presentarsi uniti alle lotte che la categoria dovrà intraprendere per il rinnovo del contratto di lavoro.

MONDO CATTOLICO

Gli avvenimenti politici di questi ultimi tempi hanno portato alla luce i forti contrasti che si agitano nel mondo cattolico, l'esistenza di una sinistra che contrapone una visione delle cose e una prospettiva di soluzione opposta alla maggioranza dei notabili.

La realtà delle fabbriche e delle campagne dova da anni in pieno potere democristiano si perpetua, una politica di autorità...

di sopraffazione da parte del padronato, che obbli ga i lavoratori ad un lavoro sempre più redditizio e intenso senza migliorare le condizioni economiche e sociali.

Le esigenze sempre più pressanti ed evidenti di una riforma sostanziale delle nostre strutture economiche, che viene sabotata e non trova attuazione hanno portato una parte dei dirigenti e vasti strati di popolazione ad orientamento cattolico a rivedere „.da loro posizione politico-sindacale.

Quale prospettiva apre ai lavoratori tutto ciò?

E' certo che la matura zione di una nuova coscienza nei cattolici frugando in parte le nebbie che ostacolavano una chiara visione dei problemi pone tutto lo schieramento dei lavoratori su una posizione di maggiore coscienza dei propri diritti e doveri. E' evidente a tutti ormai, che per migliorare le nostre condizioni di vita bisogna battere con la lotta il padronato, e più in generale è necessario per i lavoratori conquistare il posto che spetta loro nella direzione dello Stato. Ma come?

Con l'unità di tutti i lavoratori diciamo noi, unità che non deve far perdere i caratteri distintivi di ogni organizzazione, ma che deve permettere di presentare un fronte unico senza inclinatura al padronato.

Purtroppo ancora oggi all'azione delle organizzazioni cattoliche si rileva una forte diffidenza verso la sinistra si ha sempre paura che essa si muova per motivi inconfessabili, con la conseguen-

LA NOVITÀ

Montacarichi . . . e Ascensore

za che non si riesce a dare all'azione dei lavoratori una costanza, una iniziativa che sono indispensabili per ottenere dei successi contro un padronato ormai reintegrato in tutta la sua potenza e deciso a contrastare in tutto per tutto il passo ai lavoratori.

Oggi si ',chiede quindi ai cattolici uno sforzo per meglio capire le ragioni, i motivi storici e politici dell'esistenza dei movimenti di sinistra, per comprendere che la loro azione si inserisce nel tessuto nazionale come un indispensabile elemento di rinnovamento delle vecchissime strutture del nostro paese per dare finalmente alle classi lavoratrici il posto che loro spetta

Così sarebbe più facile per i cattolici rendersi conto, che gli ideali di lilibertà e democrazia non sono solo i loro ma sono perseguiti da anni con coerenza e tenacia da quelle forze che a torto ritengono come antidemocratiche"

La parola ai 'Partigiani

Tutti abbiamo ricevuto a domicilio il giornaletto padronale, e naturalmenmente abbiamo letto l'intervista. Signora Mo I in ari !

Non avendo molto spazio a disposizione ci soffermeremo solo su quel breve tratto della sua intervista che parla della primavera del 1945. In qualità di ex partigiani e patrioti sentiamo il dovere di dire qualcosa, deve sapere signora innanzitutto che sono stati gli anti fascisti a ridare un volto alla nostra Italia gettata nel fango, da tutti quelli per i quali lei sente tanta nostalgia.

Certamente lei non sentiva telefonate da quelli

che morivano in Germa. nia nei campi di Sterminio, forse nel periodo a lei favorito non ha sentito parlare di gente impiccata o fucilata per le strade per opera dei fascisti, cioè quelli che per venti anni hanno commesso atrocità bassezze di ogni genere, questi figuri messi in piedi e mantenuti da quelli per i quali lei sente tanta ammirazione e nostalgia.

Ci ricordiamo quando gli antifascisti erano schiaffeggiati nelle portinerie, le adunate, le sciarpe littorio, i briganti della Muti e Resega, ci ricordiamo anche quando il corpo di un partigiano

morto eroicamente è stato esposto su un motocarro nei pressi della mensa.

Ci ricordiamo del glorioso periodo insurrezionale come fosse oggi, quando i colpevoli, da eroi che erano stati, scappavano nelle fogne. Quelli che giravano armati anche alla M. Marelli non cercarono la avventura ma bensì volevano farla finita con quelli che avevano portato la Italia alla rovina.

La voglia o no signora, e colleghi intervistati, il 25 aprile ha segnato l'apice di una gloriosa epopea che nella storia rimarrà in eterno e non sarà certo offuscata da qualche nostalgico pidocchietto.

A quanto pare l'assicurazione antiinfortunistica ha fatto presente che sui motocarichi non si debbono trasportare persone. qui alla A la cosa è stata presa di petto per cui il manovale arriva con il carico al cancello del motocarichi lascia il carello indi sale e scende a piedi riprende il carrello al piano prestabilito quindi se ne va per i fatti suoi, così per i sollecitatori, così per gli addetti alla manutenzione così per tutti, si intende tutti gli operai o operaie, perchè tutti sanno che gli impiegati hanno a disposizione l'ascensore.

Ora qui si pone una

domanda!

Quante volte in un giorno vanno su e giù dalle scale i manovali, i sollecitatori, gli addetti alla manutenzione?

Come la mettiamo con questa gente, fra i quali, diamo piena garanzia non c'è nessuno che intende allenarsi per le prossime Olimpiadi, anche perchè tutti sanno che ad una certa età si resta tagliati fuori certe « competizioni ».

Ma bando agli scherzi perchè non si fa costruire un ascensore: chi sono gli operai, sono forse fatti di una pasta diversa. Si devono spendere dei soldi? Ebbene ci sono ! spendiamoli.

E ASSISTENZA

Certamente la cosa non può essere lasciata perdede, ed il fatto che più fa specie è che i soldi ricorrenti della vendita della Coca Cola non si vuole siano controllati e qui assistiamo ad un fatto e cioè « farsi belli con i soldi degli operai » è super fluo dire che la bella in questo caso è la Direzione della M. Marelli.

La domanda che si pone il lavoratore è questa, se non ci sono secondi fini, se veramente si è animati da un profondo senso assistenziale, perchè non

accettare che un controllo, più che altro una collaborazione onde voliare i molti casi di miseria di nostri dipendenti per i quali nulla è stato fatto, e che troppo si sono sentiti rispondere vedremo, verremo veder a casa sua ecc., poi non si vede più niente, tanto da far pensare che anche lì ci siano due bilance nel pesare i casi.

Concludiamo col dire che è ora che i nostri soldi vengano amministrati da noi, e non da chi ha nu basso scopo paternalistico.

CRONACA ENAL

perchè no! riprendiamo il problema del vino.

Tempo fa la C.I. è intervenuta presso l'ENAL con nuove proposte fornite da altre ditte vinicole allo scopo di diminuire il prezzo del vino da L. 40 portarlo a L. 35 alla bottiglietta.

Allora si sosteneva da parte dei dirigenti dell'ENAL che la cosa non era possibile perchè vi erano le spese (vetri rotti) ecc., naturalmente queste preoccupazioni in seguito si dimostrarono eccessive il prezzo del vino fu portato a L. 35.

Ultimamente la C.I. faceva presente all'enal che una ditta aveva offerto il vino a L. 5 in meno pur garantendone qualità e la

gradazione ; della proposta non si seppe nulla per un certo periodo, poco tempo fa finalmente si comunicava con un volantino che il vino sarebbe sceso a L. 30 alla Botti. questo ci fa piacere perchè favorisce i lavoratori.

Quello che però vogliamo precisare e che l'ENAL non deve speculare sui prodotti che conspmano i lavoratori, per fare altre attività che sono inerenti al sodalizio. Se si hanno bisogni di fondi questi si ricerchino in altre direzioni, meno che quella di incidere sui magri salari dei lavoratori.

Un'altra cosa e che i bilanci dell'Enal siano esposti agli albi murali in modo da conoscere meglio le attività svolte.

2 IL MAGNETE
Coca Cola .. .

O.Ferrnets

Da una conversazione con il Sindaco Abramo Oldrini

In un incontro tra il Sindaco e il vice-sindaco di Sesto con la M. M. e il comune di Milano, è stata accettata la proposta di prolungare subito il Metrò lino al Rondò di Sesto.

LA METROPOLITANA

Un interessante progetto

Ogni tempo, ogni situazione presuppone un aggiornamento tecnico in ogni campo della vita pubblica ed in ogni settore di essa si manifestano esigenze nuove rapportate al progresso generale di ogni ordine, tecnico e sociale.

Così la soluzione del problema dei trasporti urbani nelle grandi metropoli impegnate a fornire al cittadino mezzi rapidi e sufficienti per lo spostamento di masse interessate alla vita ed alle attività di grossi centri come Milano suggerisce di abbandonare il superato mezzo di trasporto alla superficie del suolo per usufruire del più idoneo sistema di comunicazione sotterraneo.

Il sempre maggiore sviluppo dell'uso dei mezzi motorizzati da parte di privati e di servizio pubblico e il grande sviluppo intensivo dei traffici, han. no certamente creato l'inconveniente maggiore per i servizi di superficie.

Questa situazione di fatto esiste a Milano e in altre Metropoli da molto tempo : nelle più importanti città europee ed extracontinente il problema è già stato affrontato, e in alcune di esse, da decenni.

In Italia si è affrontata la realizzazione dei trasporti sotterranei RomaOstia, badando più al decorativo e al pres,tigio che non alla pratica, per cui il risultato è stato tutt'altro che soddisfacente.

Milano - Sesto Monza

Il Metrò Milanese (MM) è stato improntato con criteri ben diversi anche se vi sono ancora grossi problemi da chiarire e da sviluppare.

Importa a noi Sestesi, al momento attuale dibattere la prospettiva che il servizio venga esteso oltre i confini di Milano ; venga prolungato sulla di-

dell'Amministrazione di rettiva SESTO-MONZA, al fine di sostituire l'attuale ormai superato ed inadeguato trasporto che congiunge circa 40 mila viaggiatori — media giornaliera — da MONZA-SESTO con Milano e viceversa.

A nostro parere, come sopraddetto, da un punto di vista tecnico, l'impostazione iniziale della M.M., è buona in quanto congiunge il Centro milanese con la zona industriale-sportiva facendo capolinea a 1 Piazzale Lotto e si presenta con l'altra testa sulla direttrice di sviluppo più conseguente ed interessante, la zona industriale di SESTOMONZA e la Brianza, zona destinata a diventare sempre più nel prossimo futuro satellite complementare della vita e degli interessi milanesi.

Rompere gli indugi

Ancora non vi sono idee e programmi precisi da parte del Comune e dei dirigenti della M.M. per il prolungamento oltre i confini della Città: solo per 150 m, e per ragioni di manovra, l'attuale pro. getto in corso prevede all'altezza dello stabilimento M. Marelli l'inoltro in territorio sestese.

Il buon senso, le evidenze di ordine sociale ed economiche, dovrebbero far superare gli indugi di ogni altro ordine, burocratico, campanilistico, amministrativo.

Abbiamo già detto, come il trasporto di masse consistenti, giova ai fini di assicurare introiti che determinano favorevolmente i bilanci di gestione.

Le masse sestesi e brianzole, masse a carattere di continuità non fluttuanti, perchè soggette ogni giorno a raggiungere Sesto o Milano per il lavoro diuturno, possono con la

loro entità assicurare, come avviene ora per l'ATM la parte più attiva della bilancia di gestione.

Pensiamo esistano quindi le ragioni che devono indurre i responsabili a rompere gli indugi e definire il piano di estensione ai centri di Sesto e Monza.

Costo: 10 miliardi

La prima di carattere amministrativo.

Non potrebbe la M.M. milanese varcare i confini del suo territorio secondo le leggi vigenti. E' necessario ottenere dagli organi governativi le relative concessioni ed il consenso delle Autorità Comunali dei territori extra urbani che si vogliono attraversare.

A questo scopo la soluzione che può ovviare alla prima difficoltà è la costituzione di una Società latere della M.M. cioè un Consorzio con SestoCinisello-Monza.

Difficoltà tecniche di attuazione non ne esistono : anzi, anche in relazione ai costi, la parte esterna si presenta in condizioni più favorevoli; non vi 'sono tanti servizi da spostare e situazioni da rivoluzionare. Il tracciato dal confine di Milano a Monza sotto questo punto di vista si può dire ideale.

Resta il problema del finanziamento e della sua impostazione il costo è previsto in 10 miliardi (1 miliardo circa ogni km. lineare).

Vi è la tendenza da qualche parte di voler abdicare la parte fondamentale degli enti pubblici a favore della iniziativa privata.

Non escludiamo che allo stato attuale delle cose il capitale privato debba contribuire in misura anche consistente ; riteniamo però che stante la natura

sociale del servizio, la parte determinante debba rimanere ai pubblici enti al fine di garantire le prerogative e le funzioni del servizio stesso.

Si deve evitare cioè che il servizio della Metropolitana diventi un mezzo di speculazione a danno degli utenti.

Sulrgrgomento sono già avvenuti degli scambi di idee fra i Comuni interessati: ne è uscito, sia pure allo stato embrionale, un indirizzo come sopra citato.

Abbiamo già detto che non sono solo i comuni sono interessati all' aggidrnamento ed allo sviluppo dei servizi di trasporto, ma anche lo Stato di Provincia.

Sarà compito quindi oltre che di vari consigli Comunali, dei parlamentari della zona e dei Consiglieri Provinciali, come del resto è già stato fatto

Milano Sesto Monza

dal Gruppo dei Consiglieri provinciali Comunisti, di sollecitare e vincere la indifferenza del Governo e della Amministrazione Provinciale di Milano. Siamo certi che la volontà delle popolazioni e l'azione degli enti interessati, nonchè il buon senso prevarranno, e che la M M. non rimarra un saggio dimostrativo.

I lavoratori sestesi hanno grande interesse a che il servizio di Metrò venga esteso anche alla loro città; per questo l'Amministrazione Comuniale fin dal 1956 ha avanzato la pratica al Ministero per l'autorizzazione del servizio.

Comunque, dal momento che il problema concernente Sesto e Monza è tuttora in discussione, sarà nostra premura informare tempestivamente i lavoratori non appena cose nuove 'verranno alla luce.

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IL MAGNETE 3
Sesto S. Giovanni per il prolungamento del Metrò

Tra le organizzazioni dei lavoratori e degli industriali

Le modifiche proposte al 16 Aprile: incontro per la parità salariale Contratto Nazionale

Il diritto alla parità salariale tra un uomo e donna è ormai universalmente riconosciuto. Da oltre due anni la Convenzione Internazionale n. 100 del BIT di Gineva è stata ratificata dal governo italiano, assumendo forza di legge.

Numerose sono le sentenze della Magistratura a Milano, a Torino, a Roma, a Firenze con le quali si è reso operante il principio sancito dall'art. 37 della Costituzione Repubblicana, imponendo ai padroni delle Fonderia Almara, della Carlo Erba, del Banco Ambrosiano, ecc. il pagamento degli arretrati sulle differenze di paga per le lavoratrici che eseguivano lavori uguali o di pari qualifica degli uomini. Una Commissione interconfederale composta da rappresentanti delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e della Confindustria ha lavorato per più di quattro mesi per esaminare il problema e unanimente CISL, CGIL e UIL hanno documentato l'inferiorità del salario femminile rispetto a quello maschile di qualifica uguale o corrispondente

Malgrado questa situazione di fatto, il padronato italiano resiste ostinatamente; ignorando ac-

cordi, sentenze e leggi di mantiene centinaia di migliaia di lavoratrici a condizioni di sottosalario rispetto agli altri lavoratori. Perchè il padronato persegue questa linea?

Il cccto è presto fatto, anche se approssimativo, certamente inferiore alla realtà. Ad esempio, a Sesto S. Giovanni nelle fabbriche metalmeccaniche lavorano circa 4.000 donne, operaie ed impiegate, le quali percepiscono in meno degli uomini di pari qualifica in media dalle 8 alle 10.0000 lire al mese. Questo rapido calcolo ci dà subito la cifra non disprezzabible di 3240 milioni di lire al mese che finiscono nelle tasche degli azionisti e dei padroni della Magneti Marelli, della Ercole Marelli, della Osva, ecc.

Il fatto che il peso delle donne nella produzione è andato aumentando in questi anni è che il loro lavoro ormai è indispensabile nelle fabbriche.

Quale altra ragione vi può essere, dunque, se non quella di aumentare profitti dei padroni, perchè esse continuino ad essere pagate meno degli altri lavoratori?

Nessuna altra ragione vi è nè vi può essere. I lavoratori « uomini » non so-

Pelle come i trust internazionali

lo non sarebbero danneggiati dalla conquista della parità salariale per le donne, ma al contrario verrebbe eliminata, oltre che, una delle più gravi forme di sfruttamento e di ingiustizia, che pesa sulla classe operaia, la possibilità di ricatto e di concorrenza che ha il patronato disponendo sul mercato di manodopera ad alto rendimento e a minor prezzo e si eleverebbe in tal modo il livello medio generale delle retribuzioni per tutti i lavoratori.

La lotta per la parità salariale incontra l'ostinata ingransigenza del padronato anche perchè mancano energiche misure governative che facciano rispettare la legge. A questo proposito esistono al Parlamento due progetti legge, uno appoggiato dalla CGIL e l'altro delle ACLI, che propongono misure per rendere operante la Convenzione n. 100 di Gineva.

E' chiaro però che per conquistare la parità salariale tra uomo e donna è indispensabile l'azione delle lavoratrici dei lavoratori, e la battaglia per il rinnovo del contratto di lavoro dei metallurgici è una occasione per conseguire sostanziali ulteriori passi avanti.

Vogliono condannare l'Italia al suicidio

« Ciò che va bene per la General Motors, va bene per il Paese ». Questo è uno degli stabili slogans della propaganda elettorale negli Stati Uniti. Attorno a questa affermazione si raccoglie e si esprime tutta la politica americana. Ci pare opportuno rilevarlo perchè le conseguenze di questa politica ricadono anche su di noi ed è quindi necessario sottolinearne il punto di partenza per derivarne la prospettiva.

La immediata prospettiva è per noi la installazione, nel Veneto e in Sardegna, di basi per il lancio di missili atomici.

Tremenda, tragica prospettiva dettata esclusivamente dall'ottusità politica e dal miserabile interesse di una classe dirigente in liquidazione.

Che cosa può, infatti, giustificare la decisione di installare le basi? Forse il momento politico?

Certo no. La situazione attuale è caratterizzata dalla ricerca, in buona o in malafede non ci interessa per ora, di una « sistemazione » internazionale, un equilibrio che consenta di preservare la pace.

In un mare di difficoltà la navicella di MacMillan è riuscita ad approdare al porto delle trattative. Molte obiezioni permangono, gli Stati Uniti, De Gaulle, Adenauer, hanno ciascuno una propria posizione che,

per inciso, rivela la ben scarsa volontà di trattare per risolvere; ciononostante un primo incontro avverrà 1 maggio a Ginevra.

E' quindi questo il momento per accentuare il ricorso alle armi di sterminio? Per acuire i contrasti, drammatizzare le iniz iative?

La risposta non può essere che negativa. Questo è il momento della buona volontà; ma allora qual'è la giustificazione alla decisione del governo Segni.

Gli strumenti della propaganda ufficiale sostengono l'opportunità di elevare il potenziale di rappresaglia per scoraggiare l «aggressore». Quindi i missili installati nelle basi italiane, dotati di testata termonucleare che rimane in possesso dei militari americani del pari installati sul nostro territorio, sono !a nostra politica di pace.

Noi ci sentiamo minacciati dai missili dell'e aggressore » e, per impedirgli di usarli, ne installiamo anche noi.

Ma il governo italiano ha respinto le proposte che ci furono fatte per evitare l'installazione dei missili e in Italia e nelle zone geografiche dell'« aggressore » più vicine al nostro Paese !

Come si concilia questo col conclamato bisogno di provvedere alla nostra difesa

Non si concilia affatto, la propaganda governativa mostra così la corda e allora si ricorre

NUOVE PROPOSTE

Elevare gli attuali minimi salariali di categoria con un avvicinamento delle retribuzioni femminili ( eguali in cifre per tutte le provincie e non assorbibili dai superminimi in atto) :

OPERAI — aumento orario.

Operaio specializzato L. 25,10 — Operaio qualificatao L. 22,50

Manovale specializzato L. 21,50 — Manovale comune L. 20. CATEGORIA SPECIALE ( aumento mensile )•

1.a categoria L. 7.400 — 2.a categoria L. 5.100.

IMPIEGATI ( aumento mensile ).

1.a categoria L. 9.900 — 2.a categoria L. 7.500 — 3.a categoria A L. 5.500 — 3.a categoria B L. 4.700.

IN MATERIA DISCIPLINARE

Art. 38 - Licenziamenti per mancanza.

Parte A - Licenziamento senza preavviso con indennità di dimissioni.

A titolo indicativo lieve insubordinazione ai superiori (omissis).

Parte B - Licenziamento senza preavviso e senza indennità.

A titolo indicativo non lieve insurbordinazione ai superiori; rissa nell'interno dei reparti di lavorazione (omissis).

NUOVE PROPOSTE

Modifica parziale del capitolo « provvedimenti disciplinari ».

Rispetto della libertà, della dignità di ogni lavoratori e dei diritti dell'organizzazione sindacale.

I provvedimenti disciplinari eventualmente adottati debbono essere portati a conoscenza dell'interessato e della Commissione Interna con la precisa indicazione della infrazione commessa.

Esemplificazione per operai, equiparati ed impiegati delle mancanze che possono essere punite.

Soppressione della possibilità, fin qui esistente, di licenziare senza indennità; limitazione ai casi di azioni che costituiscono delitto ai termini di legge, della possibilità di licenziare corrispondendo la sola indennità di dimissioni.

PER LE LAVORATRICI - CATEGORIE E QUALIFICHE

Art. 43 - Classificazione degli appartenenti alla categoria operai - donne ( omissis ).

I Cat. - Donne che compióno lavori caratteristici dell'operaio q.Jalificato maschile ( omissis).

Il Cat. - Donne che compiono lavori qualsiasi alle macchine o altri lavori al banco rum compresi nella terza categoria ( omissis ).

III Cat. - Donne che compiono lavorid i pulizia, di trasporto di natura leggera ( omissis).

NUOVE PROPOSTE

Parità retributiva, con una classificazione unica delle categorie.

In applicazione della Convenzione internazionale n. 100 del BIT.

Si propone di eliminare l'attuale qualificazione delle donne operaie e di parificare le qualifiche in questo modo:

— La classificazione delle donne di 1.a categoria a quelle degli operai qualificati ; La qualificazione delle donne di 2.a categoria a quelle dei manovali specializzati ;

ad un'altra giustificazione : «lo aggressore non è vicino, è lontano. E' dall'URSS, certamente dotata di potentissimi missili, che dobbiamo difenderci ».

Forse basterebbe richiamare alla memoria tutte le proposte avanzate dall'URSS per giunge. re al disarmo atomico generale. Comunque a dimostrare la falsità di quest'ultima argomentazione governativa basterà chiedersi se il missile può servire come arma da difesa. E la risposta non può essere che no, perchè le nostre basi per missili o sono uno strumento d'aggressione o servono esclusivamente da obiettivo per i missili avversari e, in un caso o nell'altro, determinano la distruzione del nostro Paese.

I monopoli, i potenti gruppi industriali hanno bisogno, essi, ma essi soli, della politica dei rnissil, della guerra fredda.

Essi, attraverso i loro governi, costringono alla militarizzazione delle economie, ai sacrifici imposti in nome della sacra difesa della civiltà occidentale, per allontanare le crisi cicliche del proprio sistema economico.

Queste le ragioni per le quali noi sentiamo l'urgenza e la importanza di batterci contro le « basi », fianco a fianco con chiunque intenda che la parola definitiva in questa lotta per la pace, spetta agli uomini semplici, ai popoli di tutto il mondo.

La classificazione delle donne di 3.a categoria a quelle di manovali comuni.

Revisione della definizione delle categorie e più adeguate loro esemplificazioni.

Costituzione di commissioni provinciali con compito di definire, nei casi di contestazione, l'assegnazione delle qualifiche e delle categorie ai singoli lavoratori.

RIDUZIONE DELL'ORARIO

Art. 6 - Orario di lavoro - Per ogni ora di lavoro compiuta dall'operaio oltre le 44 e fino alle 48 settimanali, l'azienda corrisponderà all'operaio stesso, in aggiunta alla sua retribuzione, il 2 per cento della sua paga base.

NUOVE PROPOSTE

Elevare la percenteuale dal 2 per cento al 4 per cento. Riduzione dell'orario senza riduzione di retribuzione, attraverso l'esame della durata del lavoro ( orari settimanali, ferie, ecc.) per raggiungere progressivamente le 40 ore settimanali.

IN MATERIA DI COTTIMI

Art. 16 - Regolamentazione del lavoro a cottimo.

NUOVE PROPOSTE

Le Commissioni Interne con l'intervento delle organizzazioni sindacali dei lavoratori debbono poter contrattare i sistemi di cottimo e le forme di retribuzione ad incentivo. Questi debbono essere tali da garantire ai lavoratori un guadagno crescente in relazione al maggior rendimento del lavoro.

L'utile di cottimo nen deve essere inferiore al 16 0 del minimo di paga base, anzichè all'attuale %. Questo minimo deve essere garantito in ogni caso al singolo operaio.

In tutti i casi di contestazione le Organizzazione sindacali debbono avere facoltà di intervento qualora le vertenze non siano composte tra Commissione Interna e direzione aziendale.

L'integrazione da corrispondere all'operaio durante il periodo di assestamento dovrà essere tale da garantirgli un guadagno complessivo non inferiore al 100 di quello medio.

SOSPENSIONE E RIDUZIONE DEL LAVORO

NUOVE PROPOSTE

Garanzia del salario con modalità da stabilire nel caso di riduzione dell'orario di lavoro non per causa del lavoratore.

Responsabile: SANTE VIOLANTE - Autorizzazione Tribunale di Monza N. 2219 - Tipog. G. Sono - Sesto S. G.

4 IL MAGNETE

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