l'Italtel dalla crisi

Questo è l'impegno unitario emerso nel corso di una pubblica assemblea tenutasi nello stabilimento di piazza Zavattari, a S. Siro con la partecipazione di amministratori pubblici e di dirigenti politici e sindacali
Da quando, agli inizi dello scorso mese di maggio, circa la metà dei suoi dipendenti sono stati posti in Cassa integrazione guadagni, la ITALTEL (ex SITSiemens), che ha uno stabilimento anche nella nostra zona, in piazza Zavattari, a San Siro, stà attraversando un periodo di profonda crisi, che neppure l'accordo sottoscritto ad aprile dalla parti (organizzazioni sindacali e direzione aziendale) è sin qui riuscito a frenare.
Difatti lo sforzo per un risanamento ed un rilancio dell'azienda va ben al di là della volontà e delle effettive possibilità di intervento delle parti, per investire volontà e responsabilità responsabilità a più alto livello: della SIP, della STET ed in primo luogo del governo. Quest'ultimo nel sorso della vertenza aziendale si era impegnato a mettere in funzione tutti gli strumenti (cassa conguaglio, finanziamento SIP, piano delle telecomunicazioni) per un rilancio produttivo del settore, ma poi ha preferito scegliere la via più comoda dell'aumento delle tariffe.
Di fronte a tale situazione, che proietta inquietanti ombre sulle prospettive della produzione e dell'occupazione, il Consiglio di
Fabbrica della ITALTEL di Milano e Castelletto, unitamente alla F.L.M. (Federazione Lavoratori Metalmeccanici) Regionale Lombardia, alla F.L.M. territoriale di Milano ed alla F.L.M. Rho - San Siro, ha indetto un'assemblea aperta, che si è tenuta il 25 maggio scorso, presso lo stabilimento di piazza Zavattari con la partecipazione, oltre che di numerosissimi lavoratori dell'azienda, anche dell'on. Andrea Margheri, deputato del P.C.I. e membro della Commissione Industria della Camera dei Deputati, del dr. Mariani, vice presidente dell'Amministrazione provinciale di Milano, del Sig. Bogogna, funzionario dell'Assessorato al lavoro del Comune di Milano, del sindaco di Settimo Milanese Franco Cazzaniga, del sindaco di Cornaredo Placchi, del presidente del Consiglio di Zona 19 Danilo Pasquini, di Bellarossa per il P.S.I. e quale membro dell'Ufficio del Lavoro di Settimo Milanese, di Emilio Genovesi e Giorgio De Micelis del P.D.U.P., di Angelo Cipriani membro del direttivo nazionale di D.P., dell'ing. Arrigoni direttore dell'Ufficio provinciale del lavoro D.C., di membri dell'Ufficio segue in ultima
AL PIU' PRESTO NELLA NOSTRA ZONA
Un centro di accoglimento per tossIcodipendeni
Dovrà fornire assistenza socio-sanitaria ai tossicodipendenti ed alle loro famiglie ed essere momento di animazione e di propaganda culturale
Con la quasi totalità dei voti favorevoli su un ordine del giorno presentato dalla Commissione Igiene - sanità, il Consiglio di Zona 19 ha approvato la proposta avanzata dal gruppo di lavoro sulle tossico - dipendenze di istituire anche nella nostra circoscrizione un "Centro di primo accoglimento per tossicodipendenti", sulle basi di esperienze istituzionali analoghe già in atto in altre zone di Milano.
Tale centro dovrà essere collocato in locali comunali ad uso sociale, che potrebbero essere reperiti con una certa facilità e celerità, e dovrà rappresentare un momento di collegamento tra la struttura ospedaliera (ospedale S. Carlo) ed il territorio, fornendo assistenza socio - sanitaria ai tossicodipendenti ed alle loro famiglie per mezzo di operatori qualificati alle dipendenze del Comitato di Gestione della SUB - USSL n. 19.11 Centro, inol-
UN PO' DI TREGUA PER GLI ABITANTI
DI SAN SIRO
Chiusa la discoteca (solo per ferie?)
Non vorremmo si trattasse di una manovra della proprietà per eludere gli obblighi impostigli da un'ingiunzione comunale. La chiusura è avvenuta il giorno stesso di un incontro a Palazzo Marino
Con la partecipazione dei gruppi consiliari del P.C.I., del P.S.I., della D.C., del P.R.I., del P.L.I. e di D.P. nonchè del vice Segretario generale del Comune (in rappresentanza del Sindaco, impegnato in seduta di Consiglio per il riscatto dell'Azienda del gas) e del vice comandante dei Vigili Urbani (chiamato in un secondo tempo) si è tenuto il 17 giugno scorso a Palazzo Marino un incontro tra Consiglio di Zona 19, Comitato contro la discoteca ed amministrazione comunale sul problema della discoteca di via Ricciarelli.
Ha introdotto l'argomento il presidente del Consiglio di Zona 19, Danilo Pasquini, che ha ricordato le continue richieste del Consiglio di Zona stesso all'Amministrazione comunale perchè venisse posto termine ai gravi disagi provocati dalla discoteca agli abitanti del quartiere, da tempo denunciati dal Comitato contro la discoteca, nonchè l'ingiunzione dell'Assessore comunale alla Sanità Casali alla proprietà della discoteca di provvedere entro cinque giorni, pena la sospensione della licenza, di eliminare le cause di disturbo al sonno degli inquilini di via Ricciarelli 13.
te in via Ricciarelli, per il caos di auto intorno alla discoteca, si sarebbero viste costrette a chiedere rinforzi alla Pubblica Sicurezza a causa dell'atteggiamento minaccioso di frequentatori del locale.
A questo punto si è aperta una serrate e franca discussione sull'incompatibilità tra un tale tipo di discoteca e il sacrosanto diritto dei cittadini alla quiete, specie nelle ore notturne, ed è stata posta in rilievo la sensazione del Consiglio di Zona 19 (espressa dai capigruppo del P.C.I. e del P.S.I.) e degli abitanti del quartiere che l'Amministrazione comunale non abbia fatto tutto ciò che era possibile fare.
tre, potrà servire da nucleo di riferimento aggregativo del volontariato per la lotta contro le tossicodipendenze e da momento di animazione e di propaganda culturale.
Sono stati ricordati anche alcune carenze e strani comportamenti di singoli netturbini e Vigili Urbani, in parte forse dovuti, come il vice comandante della vigilanza urbana ha ritenuto doveroso precisare, al fatto che dopo la mezzanotte in città rimangano in servizio soltanto le pattuglie di intervento per incidenti stradali, le quali più volte intervenu-
La vicenda della P2 và assumendo sempre maggiori dimensioni. Ormai si ha la netta sensazione di trovarsi di fronte ad un'organizzazione supersegreta, legata da mille fili a tutti i centri di potere, alla quale stando agli elenchi pubblicati, avrebbero aderito uomini politici di quasi tutti i partiti (esclusi soltanto il PCI, il PdUP, D. P. ed il P R), generali, alti funzionari dello Stato, magistrati, editori, giornalisti banchieri, uomini delfahafinanza.
Certo, un nome in una lista non é di per sé una prova di colpevolezza, le responsabilità di ciascuno vanno meglio
Lo stesso vice capogruppo del P.C.I. a Palazzo Marino, Novarini, che nel maggio scorso aveva presentato in Consiglio Comunale un'interpellanza sulla discoteca di via Ricciarelli, si è dichiarato insoddisfatto per le lungaggini e gli ostacoli che si frappongono all'eliminazione di questa situazione di disagio e che sembrano dare corpo alle voci (raccolte dal Comitato e segnalate dallo stesso Novarini nella sua lettura alla Giunta) di possibili casi di corruzione di singoli vigili urbani o di netturbini.
Al termine dell'incontro, protratosi per circa due ore, è stato deciso che tutti i partiti politici presentino in Consiglio comunale una mozione unitaria che impegni e solleciti la giunta a stringere i tempi ed ad intervenire con tutti i mezzi segue in ultima
accertate e dimostrate, ma é necessario fare infima ed andare fino in fondo per colpire i colpevoli, rendere giustizia agli innocenti e, soprattutto ridare credibilità alle istituzioni.
Non vorremmo che alla fine tutto venisse insahhiato come spesso è avvenuto a partite dal 1947, quando (al ritorno di De Gasperi dal suo viaggio negli USA, che coincise con l'inizio della politica di discriminazione anticomunista) venne insahhiato il processo di epurazione avviato subito dopo la liberazione e vennero reitegrati nel grado e nell'incarico fitnzionari dello Stato compromessi con la dittatura fascista.
Forse non è un caso che Gelli sia un ex repubblichino.
Casa Albergo: perché rimane chiusa?
Tutti i giorni feriali mi reco alla Stazione della Metropolitana del San Leonardo molte volte a piedi, qualche volta in auto: ho notato così che vi è una strettoria a curve piuttosto pericolosa, specialmente nei giorni di nebbia (fortunatamente quest'anno il tempo è stato clemente, ma non sempre sarà così; occorrerebbe almeno qualche lampada allo iodio e che inoltre, sul retro della stazione, vi è una vasta area di parcheggio in condizioni miserevoli, oltre ad una parte a prato non utilizzabile.' l'area infatti, proprio nelle giornate piovose, in cui vi è maggior assembramento di auto, presenta addirittura delle zone a stagno. Dato che lungo la via di accesso vi sono numerosi e giusti divieti di sosta (dovuti proprio alla suddetta strettoria) mi chiedo come mai non si sia proceduto almeno ad un livellamento del terreno ed al diserbamento: non credo di pretendere troppo, dopo quello che è stato fatto per la stazione di Lampugnano; la Stazione del San Leonardo serve infatti, oltre che quest'ultimo quartiere, anche vaste zone di via Cilea e del limitrofo Pero. Passando e ripassando mi sono accorto della causa della strettoria: la Casa Albergo, ormai dimenticata ed abbandonata da tutti dopo le discussioni che ha provocato a suo tempo, anche in Consiglio di zona, prima per la sua costruzione e poi per la sua ubicazione.
La costruzione è quasi trapezoidale con tetto fortemente inclinato e la copertura è in costoso rame, quasi che la stessa sia stata costruita per zone estremamente nevose come la Val d'Aosta. Ad ogni modo è sempre lì, chiusa ed inaccessibile, e non risulta ancora occupata. La destinazione doveva essere quella di una casa albergo per s&identi e/o studenti lavoratori, ma sembra che non si trovi chi la gestisca, per i presunti pericoli che la stessa potrebbe presentare (diffusione della droga, idee "sovversive", difficoltà più propriamente economiche tra quanto può spendere uno studente e quanto può realizzare una gestione anche sovvenzionata ed inoltre diffiaoltà implicite per una corretta gestione. t_a Casa Albergo è sorta in una posizione quasi "concorrenziale" con la Fondazione Falk della Casa del Giovane che gestisce una analoga iniziativa e che da decenni non ha dato luogo a rimostranze da parte degli ahitanti del quartiere. Per concludere, si chiede al Consiglio di Zona, dato che si tratta di fondi pubblici inutilizzati, quali sono le proposte e le iniziative in corso affinchè questa Casa Albergo funzioni, perchè, delle necessità che essa funzioni, credo che tutti i cittadini del quartiere siano concordi.
Roberto TedeschiHandicappati: un po' di chiarezza
Nell'assemblea pubblica tenutasi presso la Scuola Media Casati il giorno 2.6.81 sul problema degli handicappati, sono state mosse pesanti accuse nei confronti della nostra scuola e nella persona della direttriche didattica.

La Giunta Esecutiva del Consiglio di Circolo Alex Visconti, appreso con_ dispiacere quanto asserito in malafede o con scarsa conoscenza di causa, in tale assemblea, ritiene doveroso rendere noto quanto segue.
ll nostro Consiglio di Circolo è sempre stato, all'unanimità, favorevole all'inserimento dei bambini portatori di handicap, nel passato, al presente e lo sarà nel futuro, e si è sempre mosso in tal senso anche con azioni che hanno coinvolto le forze sociali.
Possiamo altresì affermare che la Direzione Didattica condivide i nostri orientamenti e collabora ai nostri sforzi volti a che gli inserimenti siano supportati nel migliore dei modi.
A conferma di ciò (anche se la domanda di iscrizione è avvenuta oltre i termini stabiliti) il caso specifico denunciato, analogamente
a quanto avviene per tutti i casi di inserimento, sta seguendo la prassi preliminare durante la quale si prendono i dovuti contatti con il centro che sta seguendo il caso, col medico scolastico, con gli eventuali assistenti ed operatori sociali ecc.; contatti ritenuti indispensabili per un responsabile. e positivo inserimento.
Quanto sopra per chiarezza e perchè non rimanga alcun dubbio sui nostri sforzi affinchè i bambini portatori di handicap siano considerati uguali e non solo nella scuola.
Firmato la Giunta esecutiva e il Presidente del Consiglio di Circolo
AL CENTRO SOCIO-SANITARIO DI PIAZZALE SEGESTA
Si potrebbe adibire Luna Park una sala a palestra
Egregio direttore, desideriamo esprimere il più vivo ringraziamento e apprezzamento per l'articolo del Luna Park di San Siro apparso sul numero di aprile del Suo periodico.
Sul mondo affascianante colorato e allegro del luna park esistono due atteggiamenti nettamente distinti: quello di chi ricorda (la propria infanzia, la propria giovinezza) e quello di chi ha dimenticato (l'allegria, la gioia di vivere, la voglia di correre).
Per fortuna (non soltanto nostra che siamo interessati, ma di tutti) prevale ancora largamente il primo atteggiamento.
Naturalmente bisogna armonizzare questo desiderio di svago estemporaneo nel rispetto della tranquillità altrui e in questo senso come associazione ci battiamo per evitare al massimo, nell'organizzare i nostri parchi, rumori, fastidi e molestie a chiunque.
Abbiamo bisogno però di aiuto: in queste nostre città che tendono a diventare sempre più grigie abbiamo bisogno di trovare un minimo di attenzione di voglia di non semplificare troppo, di combattere la tendenza ad affrontare i problemi eliminandoli e non risolvendoli.
Grazie quindi a voi della vostra attenzione, grazie a tutti quelli che verranno aiutarci ad esser elemento positivo della città e del quartiere in armonia con tradizioni antichissime e belle.
Cordiali saluti.
Gastone Rampazzo
Il Museo delle cere
Egregio Direttore, ringraziamo vivamente per aver ricordato il nostro Museo nell'articolo apparso sul periodico "Milano 19" dell'aprile c.a., relativo allo scultore Mario Moretto: una critica sull'artista condotta con notevole intuito e maestria.
Preghiamo inoltre gradire le nostre congratulazioni per gli argomenti molto vari e interessanti trattati dal giornale.
Cordiali saluti ed auguri.
La Direzione del museo delle cere
Visitiamo il Centro Socio Sanitario di San Siro in P.le Segesta per fare il punto della situazione, a sei mesi dall'inizio del suo effettivo funzionamento.
Nella sala al piano terreno adibita ad incontri per gli anziani della Zona, troviamo con facilità persone che ci forniscono le notizie come utenti diretti: lasciate sul tavolo le carte della briscola, ci accompagnano nella palazzina a vedere quello che è il Centro a loro disposizione.
Oltre alle sale collocate a sinistra dell'ingresso, che non sono utilizzate dagli anziani perchè quella a piano terreno è in funzione di sala d'attesa per le assistenze o gli interventi infermieristici, oppure a sala di riunioni dopo le ore ventuno, l'altra al primo piano è poco fruibile per via della mancanza di collegamento idrico.
Questo inconveniente si lamenta anche per l'altra sala al primo piano, che nel giorno della nostra visita è ultra - affollata con funzione di sala da ballo. Infatti qualcuno ha portato la musica e... alè, ci si diverte un pochino.
Anche questo salone dicevamo è privo di acqua. Solo ridiscendendo alla saletta del piano terra, la prima che abbiamo visto, troviamo l'attrezzatura per un minimo di comfort: stanzino con il lavello, frigor per le bibite, e le altre attrezzature offerte da utenti un fornello elettrico, una moka, una teiera, poi un televisore dalle immagini ballonzolanti e una radio. Seduti al tavolo o sulle sedie che contornano il muro (non ce n'è una vuota) gli interpellati si dicono allarmati perchè gli addetti alla Sanità intendono allargarsi e vorrebbero utilizzare proprio quella unica sala in cui sarebbe loro consen-
tito rigovernare dopo il pasto, fornito da una scuola vicina. Secondo le persone presenti, senza quella saletta gli anziani non sarebbero più in grado di sciacquarsi una tazzina o un bicchiere, e temono di vedersi assegnare un locale in cantina, ma lo trovano non igienico nè confacente ai loro desideri.
Ci informiamo sulla gestione del Centro ed apprendiamo i nomi del Comitato, che trascriviamo: Di Lallo Domenico, presidente, poi Fernanda Caprara, Angelo Conca, Gariboldi Carla, Fernando Gruppioni, Giancarlo Giundani, Giuseppe Luini, Giovanni Pellegrini e Maria Vittoria Viola.
Questo Comitato si riunisce di solito ogni due settimane e con molta civiltà i nostri interlocutori ci invitano a sottolineare presso diloro e presso la pubblica opinione i motivi della contestazione ed i timori riguardo le decisioni future.
Milano 19 non solo è solidale con le istanze del Gruppo Anziani che frequenta quel Centro, ma vorrebbe anzi veder allargato il discorso proponendo di adibire una delle sale superiori a palestra. Guidati da personale specializzato anche gli anziani possono eseguire alcuni esercizi fisici utili e divertenti. Non è molto che abbiamo visto in un documentario televisivo delle nonnette deliziose in tuta e scarpe da tennis che marciavano, si passavano palloni di gomma o ruotavano attorno al locale a braccia alzate o facendo movimento ritmici. È vero, forse tutto ciò non accadeva in Italia. Però, a Milano, ci potrebbe anche essere un servizio comunale di questo tipo...
B. B.concessionario ERIBA-TAIGA - importatore Milano e Provincia ANDRÉ JAMET CAMPEGGIATORI, ATTENZIONE!
vi si è rotta la maniglia della roulotte? La serratura non funziona?
La piletta del lavello perde? Avete bisogno dei raccordi per il gas? Si è rotto l'oblò?
NIENTE PAURA, da noi troverete tutto!
HOBBISTI vi state costruendo il vostro camper e non trovate ciò che vi occorre?
PASSATE DA NOI risolverete i vostri problemi e se non abbiamo ciò che cercate, ve lo procureremo con rapidità.
— ai lettori di "MILANO 19" verrà praticato uno sconto speciale —
1877: nasce l'idea del decentramento
Ma passerà quasi un secolo perché venga attuata
di Gian Piero PAGETTISeconda puntata
Lo scandalo che aveva fatto cadere il primo sindaco di Milano, Antonio Beretta, si risolse come tanti altri scandali della storia d'Italia. Alle accuse avanzate dalla "Gazzetta di Milano" secondo cui per gli espropri dei terreni per la costruzione della Galleria il Comune aveva pagato all'assessore Marzorati, cognato del Beretta, mezzo milione di lire in oro, mentre altri proprietari erano stati compensati con Cartelle del Comune e con Buoni del Tesoro, la giunta reagì con una querela. Al processo che ne era seguito i querelanti erano stati condannati al pagamento delle spese; ma poi la situazione venne salvata dal re Vittorio Emanuele 11°, che, accogliendo l'invito rivoltogli dal Comune, il 15 settembre 1867 venne a Milano ad inaugurare l'edificio, ancora ben lungi dall'essere ultimato, esclamando: "Dicono che non si fanno più miracoli; ma questo è uno!", e raccogliendo così gli applausi dei cortigiani e delle persone "importanti" della città che gli stavano attorno. In verità di miracoloso rimase soltanto la durata dei lavori, che, iniziati nel 1863, si prolungarono fino al 1877, poco dopo che il progettista, l'architetto Mengoni, era precipitato da un'implacatura, su cui era salito per ammirare il suo capolavoro, sfracellandosi al suolo ufficialmente per disgrazia, ma a parere di molti suicida.
Unica conseguenza dello scandalo fu che il Beretta ed il Marzorati non vennero rieletti al Consiglio comunale nelle elezioni del 1868; ma la destra continuò ad occupare saldamente la poltrona di sindaco con un altro suo autorevole esponente, Giulio Belinzaghi, di mestiere industriale e banchiere, che su tale poltrona resterà ininterrottamente per 16 anni, fino al 1884, e poi vi ritornerà dal 1889 al 1892.
I ricchi continuavano così a mantenere il governo della città, dove però una nuova realtà andava maturando.
Nell'agosto del 1872, soltanto quattro anni dopo l'elezione del Belinzaghi a sindaco, uno sciopero paralizzò per quattro giorni le fabbriche a partire dagli stabilimenti della Suffert e dell'Elvetica. I padroni ne attribuirono la responsabilità ad agenti dell'Internazionale e cominciarono ad adottare misure di ritorsione contro gli operai che avevano scioperato accusandoli di attività "antipatriottica" secondo un'usanza (ormai tradizionale e già in uso a quei tempi) del padronato di contrabbandare per "supremi interessi della Patria" (con la P maiuscola, ovviamente) i meschini interessi delle loro tasche.
Milano si mangia la ciambella
Un anno dopo, nel 1873, il Consiglio comunale prese una decisione importante per lo sviluppo della città: deliberò l'aggregazione al Comune di Milano del Comune dei Corpi Santi, ossia di quella cintura di borghi
fuori le mura, che, come abbiamo già avuto modo di dire, cingeva la città come una ciambella attorno al buco. Non era una questione da poco, nè era certamente un regalo che i "cittadini" volevano fare ai "borghigiani".
Tutt'altro! Semmai era vero il contrario!
A Milano, "città murata", si pagava un alto dazio su tutto ciò che entrava. Appena fuori delle mura tale sistema impositivo non esisteva e tutto costava meno. Perciò il territorio dei Corpi Santi si era andato rapidamente popolando di industrie e di nuovi abitanti, giunti da altrove attratti dalle prospettive di lavoro che le nuove fabbriche andavano offrendo. Da qui il timore dei "cittadini" che i Corpi Santi, con i loro 6.400 ettari di estensione, finissero per soffocare ed annientare la città ed il suo territorio di meno di 800 ettari racchiuso dentro le mura.
Inoltre molti servizi cittadini (quali la Stazione centrale, che era stata inaugurata nel 1864 e che sorgeva dove ora c'è piazza della Repubblica, il Cimitero Monumentale, progettato nel 1863 dall'architetto Carlo Maciachini ed inaugurato nel 1866, il gasometro, la società degli omnibus ed i maggiori mercati) erano nel territorio dei Corpi Santi.
Nelle mura che cingevano la città si aprivano sedici varchi (l'Arco della Pace al Sempione, le porte Magenta, Genova, Ticinese, Lodovica, Vigentina, Romana, Vittoria, Venezia, Principe Umberto, Nuova, Garibaldi e Volta, i Tom boni di via Arena e di San Marco, il Macello pubblico e lo Scalo ferroviario) sorvegliati da dazieri impegnati, specie di notte, in una continua caccia ai contrabbandieri indaffarati a cercare di portare all'interno delle mura "cerchios" (barili di alcool), "grugnanti" (maiali), "pasquin pelos" (agnelli), "cervanti" (capretti), "cornuti" (buoi) o più genericamente "criolfa" (carne) evitando la "croeusa", il dazio, che aveva un'organizzazione complessa e dispendiosa. Perchè il Comune ne ricavasse tre milioni e duecentomila lire i cittadini ne dovevano sborsare più di sette. Tolte spese gli altri tre e rotti andavano al governo.
Nasce la polemica centro-periferia
In effetti una fusione era ormai necessaria ed inevitabile: le
due Milano non potevano continuare a coesistere separate da un muro, specie se volevano diventare la "Grande Milano" moderna ed europea che era già negli auspici di molti. Quello che fu sbagliato fu il metodo. Si procedette d'autorità, senza ricercare il consenso dei cittadini e tantomeno degli abitanti dei Corpi Santi, che ebbero l'impressione, non del tutto infondata, di essere vittime di un'aggressione da parte del centro.
"Finchè le tasse daziarie milanesi saranno lo spavento delle industrie ed un peso che opprime le minori classi sociali, finchè la enorme differenza che passa tra la vita economica in città e la stessa vita nè suburbi farà di questi ultimi il necessario asilo dei meno abbienti e fino a che i regolamenti pur giustificatissimi della città, che ha tutte le esigenze della ricchezza e del lusso, non saranno una minaccia al libero e minuto commercio che nei Corpi Santi è esercitato da migliaia e migliaia di individui, noi reputeremo sempre ingiustizia ed imprudenza il domandare questa annessione, che turberebbe infiniti interessi e porterebbe i maggiori suoi danni su quella parte della numerosissima popolazione suburbana che meno potrebbe sopportarli", scriveva un giornale nato apposta, "Il Giorno" (da non confondere con quello che si pubblica attualmente, che è nato nel 1965), iniziando una polemica centro - periferica, che in oltre cento anni ha avuto modo di evolversi, ma mai di sopirsi. Il Consiglio comunale venne allargato da sessanta ad ottanta consiglieri (tanti quanti sono anche ora) e dei venti nuovi seggi uno venne assegnato alla città
dentro le mura, che aveva raggiunto i 199 mila abitanti e che così aveva 61 seggi, mentre gli altri diciannove vennero assegnati ai Corpi Santi ed ai loro 63 mila abitanti.
Il decentramento messo in soffitta
I radicali (che ancora non avevano un Pannella, nè avevano inventato il digiuno al cappuccino, magari con brioches) chiesero subito l'istituzione di uno (o più) vicesindaco per il Circondario esterno (così veniva chiamato il territorio degli ex Corpi Santi in contrapposizione al Circondario interno racchiuso nelle mura), che fosse "sollecito interprete presso l'autorità centrale dei bisogni del sobborgo". Nasceva così l'idea del decentramento, che dovrà aspettare quasi un secolo (fino al 1968) per poter cominciare ad essere attuata.
Si chiedeva, per prima cosa, che fossero sistemate le strade, veri e propri tratturi che d'inverno si trasformavano in torrenti di fango, e migliorata la quasi inesistente illuminazione (a gas)). Richiesta che divenne ancor più pressante quarído nell'autunno del 1877 venne annunciata la spesa di centomila lire (di allora) per candelabri da porsi in piazza del Duomo. A tali richieste il sindaco, che era sempre il Belinzaghi, rispose che nel sobborgo esterno "ma mano che l'occasione si presenta, va estendendosi la trasformazione del sistema di manutenzione stradale invocata. Quanto all'illuminazione ammetto che il Circondario esterno sia più scarsamente illuminato, ma trovo ciò
naturale per mantenere quello stato di cose più decoroso e ricco che ovunque è proprio della parte centrale dei grandi Comuni, che soggiace a sacrifici maggiori; parmi che una differenza tra l'uno e l'altro circondario debba sempre sussistere e sarebbe un reale danno parificare il sobborgo nella larghezza dei servizi, quando ciò. dovesse condurre altresì la parificazione del tributo. Perchè il provvedere a questi bisogni è questione di denaro più che di vicesindato". Così l'idea del decentramento venne affossata o quanto meno messa in soffitta per quasi un secolo, mentre veniva teorizzata la concezione della periferia come un assieme di quartieridormitorio per le classi più povere, che sempre più venivano estromesse dal centro.
Il circondario esterno andò così sempre più sviluppandosi, anche se in modo caotico. Lo dimostrò il censimento del 1881, quando risultò che Milano aveva 321.839 abitanti alloggiati in 6.604 case con 82.930 abitazioni. Dal 1873 al 1881 mentre nel circondario interno erano state costruite 60 case, in quello esterno, benchè praticamente privo dei servizi essenziali, ne erano state costruite ben cinquecento, con un accrescimento della popolazione di 45 mila unità. La maggior parte degli abitanti di tale sobborgo erano operai e circa la metà erano immigrati, che avevano lasciato la vanga ed i campi per cercare lavoro nelle fabbriche. Iniziava così quel processo di urbanizzazione che è andato sempre più crescendo fino ai giorni nostri, specie nella zona a nord della città, alle spalle della stazione, dove industrie e commerci andavano trasferendosi lasciando la loro originaria fucina del sobborgo di porta Ticinese.
Si andava così attuando quella "spinta a nord" che avrebbe poi costituito la vasta zona industriale di Sesto San Giovanni e che, secondo esperti dell'epoca, era resa necessaria dall'impossibilità di espendersi a sud a causa "delle sterminate risaie tanto infette a ciò che hai di più prezioso, come l'aria, il clima e la salute". Tempi beati in cui l'aria non era ancora appestata dai fumi industriali o, peggio ancora, dai miasmi delle industrie petrolchimiche!
(2 - Continua. La prima puntata è stata pubblicata sul numero di giugno 1981)

Comunità alloggio per gli handicappati
Molto interesse e folta partecipazione di pubblico - soprattutto genitoriall'assemblea indetta dal Consiglio di Zona e che ha visto la partecipazione dell'Assessore all'Assistenza
Il giorno 2.6.81 alle ore 21 presso la Scuola Media "G. Casati" si è tenuta un'assemblea pubblica su alcune leggi riguardanti gli handicappati, indetta dal Consiglio di Zona 19 su proposta di un gruppo sorto all'interno della Commissione Igiene e Sanità che si occupa da vicino di questa problematica.

Sono stati invitati come relatori l'Assessore all'Assistenza Schemmari, la signora Cappellini dell'AIAS e il signor Fantini non vedente, esperto in leggi; presiedeva l'assemblea il dr, Moroni Coordinatore della Commissione Igiene e Sanità.
La partecipazione è stata notevole soprattutto da parte dei genitori dei ragazzi handicappati che sperimentando ogni giorni difficoltà, disillusioni, amarezze e l'isolamento che la loro situazione comporta, sono intervenuti con grosse aspettative di tipo concreto e in gran parte personalistico a cui l'assemblea non poteva né doveva certo rispondere.
Numerosi sono stati gli interventi da parte dei genitori che hanno messo in luce quali e quanti sono i problemi che ancor oggi anche nella nostra zona queste persone vivono. Alcuni di essi hanno denunciato le difficoltà o i rifiuti che nella nostra circoscrizione si incontrano per inserire il bambino con handicap nelle strutture pubbliche (es.: scuole materne, piscine ecc.).
Un buon numero di interventi riguardavano la legislazione vigente a favore degli handicappati. Si lamentava la mancata applicazione o addirittura ne si metteva in dubbio l'efficacia (vedi taxi e invalidità al 100%).
Da parte di tutti è emersa pressante l'esigenza di risolvere con urgenza due problemi fondamentali che riguardano il futuro di questi handicappati.
La società infatti in modo più o meno totale scarica questi ragazzi con i loro problemi sulla famiglia e la questione più grave è appunto quale sarà il futuro di queste persone quando la famiglia verrà a mancare. Il duplice aspetto di queste difficoltà consiste da un lato nella mancanza di "comunità alloggio" che costituirebbero un'efficace alternativa alla solitudine o all'isolamento in istituto e dall'altro nella inadeguata applicazione delle norme di legge che garantiscono il lavoro all'handicappato.
Tra i vari interventi un genitore ha portato l'esperienza positiva dell'inserimento a scuola della propria figlia mentre un'altra persona, il cui figlio è stato inse-
Far uscire le famiglie
La sera del 2 giugno, significativa questa data, sono stato invitato a partecipare ad un'assemblea di genitori indetta dal Cinsiglio di Zona presso la Scuola Media Casati, che tanto ha fatto in questo settore, sull'argomento dei portatori di handicaps.
Schemmari in questo senso, non certo per colpa sua personale, ha un po' deluso quelle che erano le aspettative di tutti, dichiarando che in tutta Milano, su 10 CTR previsti, attualmente ne sono in costruzione solo 3 e ha escluso la possibilità di costruirne uno nella nostra zona. Ha inoltre insistito molto sull'importanza di non demandare sempre tutto all'ente pubblico, sostenendo che se non si crea una coscienza di base su questi problemi da parte della popolazione, non ci si può certo illudere che l'ente pubblico, già gravato da altre questioni, possa mediante la costruzione di strutture pur tecnicamente valide, modificare la situazione di isolamento e dipendenza in cui queste persone ancora oggi si trovano.
Da 13 anni abito nel quartiere e non mi era mai pervenuto un invito simile, e lo stesso, oltre che con le abituali affissioni, l'ho avuto tramite un'amica: segno questo che, prima di tutto, occorre individuare le famiglie interessate e farle uscire, spesso, dal loro isolamento.
All'Assemblea erano presenti infatti un gruppo numeroso di genitori, di insegnanti, di rappresentanti delle Associazioni e di uomini politici del Consiglio di Zona e del Comune (non ne ho mai visti tanti in una riunione sui problemi degli handicappati).
Dopo un isolato inizio polemico l'assemblea ha affrontato gli argomenti in esame ed ho rilevato il grande desiderio di tutti i partecipanti di intervenire e di portare il loro contributo alla discussione.
mia esperienza familiare e sociale di padre di un figlio gravemente handicappato. Quello che però mi ha meravigliato è stata la grande serietà ed il contributo che ognuno ha portato all'assemblea, segno questo che, anche in questo settore, c'è stata una maturazione ed una fuoriuscita dall'ambito familiare di queste situazioni e di questi problemi, una presa di coscienza collettiva vera e propria, impensabile soltanto pochi anni fa.
rito in una scuola della nostra zona ne ha denunciato il fallimento perchè l'insegnante che avrebbe dovuto occuparsi di lui come di ogni altro alunno della sua classe ha delegato questo compito esclusivamente all'insegnante di sostegno.
In previsione dell'attuazione dell'U.S.S.L. il Consiglio di Zona, sentiti i diretti interessati e il gruppo che si occupa della problematica degli handicappati, ha rivolto all'assessore Schemmari una richiesta per la costruzione di un CTR nel nostro quartiere, che non avesse un compito esclusivamente riabilitativo e tecnico, ma anche una funzione di coordinamento e di informazione; che non badasse cioè solo all'aspetto sanitario, ma anche a quello sociale. La redazione
Tel. 3539458
Le ric di Anna ette I Sarde tonnate
Dosi per sei persone:
500 grammi di sarde, mezzo bicchiere di olio d'oliva, due limoni, una scatoletta di tonno, tre acciughe, una manciata di capperi, una manciata di prezzemolo, un uovo.
Togliere la lisca dalle sarde ed aprirle bene senza romperle. Lessarle e stenderle in un piatto grande.
Mettere nel frullino il tonno, i capperi, le acciughe, l'uovo, il sugo dei hmoni, l'olio ed il prezzemolo. Frullare il tutto, versare sulle sarde e mettere in frigo.
È un gustoso piatto freddo ottimo in questa stagione.
Buon appetito.
L'assessore ha però confermato che il comune sta rendendosi sempre maggiormente conto delle esigenze di queste persone tanto è vero che la linea "3" della metropolitana è già stata progettata senza barriere architettoniche e quindi accessibile, ai soggetti portatori di handicaps. L'assessore ha inoltre comunicato che il comune ha preso in considerazione la possibilità di costruire nella nostra città alcune comunità alloggio, però affinché queste siano avviate, a suo parere occorre innanzitutto del personale specializzato, per cui l'impegno del comune è ora rivolto in questa direzione.
Per concludere, nonostante l'assessore non abbia dato grosse speranze, l'assemblea ha avuto, secondo il gruppo, questi aspetti positivi:
È riuscita a coinvolgere un gran numero di genitori e ha fatto loro prendere coscienza che solo impegnandosi in prima persona è possibile accelerare il processo di inserimento delI'handicappato nella vita sociale.
Ha portato a conoscenza che esiste un gruppo impegnato attivamente nelle strutture pubbliche su cui fare affidamento.
Le strutture pubbliche e in particolare il nostro Consiglio di Zona, si sono resi conto di persona delle numerose esigenze e quindi sono chiamate ad un impegno maggiore;
Ultima nota positiva il fatto che è stato finalmente allargato il concetto di handicap (vedi: cardiopatici - emodializzati ecc.)
IL GRUPPO SI RITROVA TUTTI t PRIMI LUNEDI DEL MESE PRESSO IL CENTRO COMUNITARIO DI VIA LAMPUGNANO ALLE ORE 18.
Tralasciando le iniziative "ufficiali" riguardo alla sanità, ai residences ed al trasporto degli handicappati, ho rilevato che ciascuno, intervenendo, portava il suo contributo e la sua esperienza personale di questo settore, alcune volte, proprio perchè personale in contraddizione con i pensieri e le esperienze di altri genitori. Ho notato inoltre che ancora grande è la mancanza di informazione o la conoscenza parziale delle leggi, delle regolamentazioni e delle concessioni esistenti da parte dei genitori (figuriamoci dei non intervenuti). Anch'io, devo ammetterlo, se avessi partecipato al dibattito avrei portato solo la
Questa partecipazione non deve assolutamente andare dispersa e gli incontri, o presso la Commissione Sanità del Consiglio di Zona od in altre assemblee, devono mantenere vivo questo interesse per la sensibilizzazione e per la soluzione dei problemi degli handicappati. Certamente, dopo il primo entusiasmo, occorre, secondo me, affrontare i numerosi e complessi problemi del settore scegliendo argomenti prioritari e successivamente tutti graduarli, ma soprattutto discuterne uno o pochi per volta, al fine di consentire da una parte una sempre maggiore partecipazione e dall'altra di affrontarli e superarli con sempre maggiore serietà.
Anche il concetto di handicappato, che si va estendendo ai nefritici, ai diabetici, ai cardiopatici, ai traumatizzati da incidenti sul lavoro o stradali, ai paraplegici ed agli altri invalidi lo considero positivo ed è un segno che la sensibilizzazione di questi problemi e di queste nobili iniziative va seguita ed appoggiata da tutti i cittadini per far uscire dall'emarginazione sociale una vasta massa di persone e di famiglie.
Roberto Tedeschimarmitte originali nazionali ed estere
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Via Carlo Ravizza, 4FARE CULTURA E SPORT IN PERIFERIA
Riscoprire un modo di vivere assieme
Le proposte della Commissione Cultura Sport e Tempo Libero del Consiglio di Zona 19 per un programma che vada al di là di una semplice elencazione di spettacoli e di manifestazioni
Parlare di cultura, Sport, tempo libero in una zona periferica di una metropoli si distanzia enormemente dall'accezione normale di queste parole; non cultura come grande spettacolo, sport come agonismo, ma un unico significato per tutto: ritrovarsi riscoprire un modo di vivere assieme nelle vie e nelle piazze dove si svolge il quotidiano.
In questo senso devono andare e vanno le proposte che la commissione cultura sport tempo libero del Consiglio di Zona 19 ha elaborato sforzandosi, appunto, di pensare ad iniziative che ricreino l'abitudine dello stare insieme e cercando, nella zona, i luoghi fisici da adibire a questo compito.
Nasce da qui l'idea di un circuito di sale, sia private che pubbliche, con una programmazione di spettacoli di vario genere (cinema teatro musica) collegandosi sia all'attività dell'Amministrazione centrale, per esempio al circuito di Cinemetropoli della Provincia, sia all'attività spontanea esistente in zona sostenendo in questo modo l'iniziativa di base.
Si vuole però andare al di là di una semplice proposta di spettacoli che, ancora una volta, vedono il cittadino come oggetto e non soggetto dell'attività culturale.
Per questo, anche se il progetto è ancora solo abbozzato, si prevede la creazione di laboratori di vario genere che vadano incontro alla domanda, soprattutto della fascia giovanile della popolazione, di esprimere la propria creatività sia sul piano più strettamente intellettuale, sia nella riscoperta della propria corporalità che si esplica nella ricerca di nuova conoscenza dei linguaggi del corpo (yoga e filosofie ad esso connesse) ed anche nella rivalutazione della manualità.
A quest'ultimo proposito si è vagliata la possibilità di corsi di artigianato tenuti da anziani rivalutandone così l'utilità e la figura sociale; inoltre su questo tema si possono sviluppare iniziative di cooperative con giovani inserendole anche nel quadro di un intervento nel campo della tossicodipendenza.
Accanto a questa programma più legato all'ambito culturale vi sono alcune proposte per lo
sport. L'esperienze della "due giorni con lo sport" ha fatto rilevare la necessità di una presenza costante del Consiglio di Zona nel settore scolastico soprattutto per una attività di coordinamento delle singole iniziative delle scuole, per questo si è pensato a rinnovare la formula della manifestazione, dilatando i suoi limiti temporali per una attività continuativa in questo campo: si parlerà quindi di giornate con lo sport con una programmazione che tenga conto anche delle caratteristiche stagionali delle varie discipline. Tutto ciò in un fattivo rapporto con insegnanti e genitori ed associazioni sportive. Ruolo propositivo la commissione dovrà invece avere per quelle fasce di età tradizionalmente escluse dal discorso sportivo. Parlo qui soprattutto degli anziani, ma anche dei lavoratori e delle donne che spesso non possono frequentare i corsi a causa degli orari che non vanno incontro alle loro esigenze.
È chiaro come su queste cose si possa scrivere anche un libro,
ma i limiti dell'articolo impongono di porre in evidenza solo le linee essenziali e la scelta culturale di un lavoro di commissione non ancora del tutto compiuto e che, comunque, lascerà ampiò spazio alla sperimentazione dovendo svolgersi con la collaborazione dei cittadini e sulla base delle loro esigenze. Chiudo quindi augurandomi che si riesca ad ottenere l'attenzione e il confronto sulle proposto e sulle iniziative.
Antonella Tiraboschi
El canton del barbee
LE FERIE
Ciao! Allora andiamo in ferie?
Ehi! Te sarei minga anca ti vun della pi duu?
Cosa c'entra la P 2?
Te minga vist che tanti de quei che erenn in lista i hann mandaa in feri o in licenza?
Solo per allontanarli momentaneamente dai loro incarichi.
Momentaneament perchè hinn tucc de lor.
Cosa intendi dire?
Che se ghe fudess staa on qual operari l'avarevenn licenziaa sui duu pee, alter che mandali in ferì!
Ma cosa c'entrano gli operai?
Te gh'ee reson, gh'entrenn minga, ghe n'è nanca vun nella pi duu.
Comunque in ferie ci vanno non soltanto quelli della lista di -Gelli.
E già! Gh'hann mandaa anca el Forlani.
Alludi al fatto che ha lasciato la carica di presidente del Consiglio?
Appunto.
Ma è lui che si è dimesso.
Ma poeu l'haa tentaa de ritornà sul cadreghin.
E poi ha rinunciato all'incarico.
Si, domà quand che l'haa vist che ghe la faseva min-
ga.
Magari era proprio quello che voleva.
Chi? Lù?
E perchè no?
Perchè i democristian molenn mai el cadreghin se appena appena podenn tegnisell.
Eppure hanno accettato il principio che presidente del consiglio possa essere anche uno non del loro partito.
Hann accettaa domà perchè podevenn minga fann de men. E poeu...
E poi?
Hann dit che accettenn domà in via eccezional.
Beh,... è naturale ... Anche Colombo ...
Chi? EI Cristofor che l'haa scopert l'America?
Ma no! Vittorino, il vice segretario della DC.
Allora l'è vun che l'America l'haa trovada chi inscì, in Italia!
Comunque anche Colombo ha detto che la Democrazia Cristiana non accetta di farsi mettere in cassa integrazione.
Perchè? La ghe pias minga?
Si vede di no.
E allora perchè la dovarev piasegh ai operari?
Ma la cosa è diversa.
E già, perchè quand che metten in cassa i operari, lor, i democristian, ghe rimettenn nagott.
Volevo dire che qui si tratta di un partito.
De on partii o de on coverc?
Un coperchio? Perchè?
Perchè per tanti ann la DC l'haa tegnuu covert on mucc de porcarii. Te minga vist?...
Che cosa?
L'è staa assee che el coverc el se stringess on cicinin, che la Democrazia Cristiana la ciappass on poo men voti e subit s'è comincià a vedè el marsc che gh'era sott.

E allora? Cosa si dovrebbe fare?
Tirà via el coverc del tutt! Mandà, almen per on poo de temp, la Democrazia Cristiana in cassa integrazion, o almanch in feri.
E poi?
Ona volta via el coverc el sarà pussee facil fà nett, cavà via tutt el marsc. E, damm atrà a mi, sarà anca pussee facil mandà quei della pi duu o della pi trentott in ferì ... ma in galera! Ciao, te saludi! el barbee
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SU CONTINGENZA, INDENNITA' DI ANZIANTA', PENSIONI
Le proposte della CGIL
Il sindacato deve realizzare una politica contrattuale coerente con uin obiettivo di lotta all'inflazione, contribuendo alla realizzazione di questo obiettivo anche con unaproposta autonoma rivolta a programm.are la dinamica del costo del lavoro nei limiti prefissati di un tettoall'inflazione, ferma restando la salvaguardia del potere di acquisto delle retribuzioni. La realizzazione di questa politica è però condizionata dal fatto che il Governo dia le prove di un'azione governativa realmente efficace contro l'inflazione e contro la recessione.
La linea di responsabilità dei sindacati è indicata con chiarezza nel documento unitario presentato al Governo dalla Segreteria della Federazione CGILCISL - UIL il 15 maggio: "mantenere l'evoluzione del costo del lavoro, in tutti i suoi elementi costitutivi, entro i margini della difesa del potere d'acquisto, maggiorato alla produttivià passata e futura (mantenimento del costo del lavoro per unità di prodotto in termini reali)". Ma il sindacato ha diritto di rivendicare che questa sua linea di responsabilità sia collegata ad un alleggerimento dl prelievo fiscale sulle retribuzioni e a una riforma del sistema contributivo, che hanno contribuito a determinare una struttura insostenibile del costo del lavoro (l'ultimo scatto di contingenza, se misurato in retribuzione, va in busta paga per non più di 2/3 dell'aumento nominale; se calcolato incosto globale del lavoro — retribuzione lorda più contributi a carico delle imprese — va in busta paga per meno della metà).
Il sindacato ha diritto di fare valere i contributi che già hanno dato i lavoratori al sistema economico del Paese: la produttività è aumentata nell'indusria del 10% negli ultimi due anni, malgrado la crisi di interi settori industriali; il costo del lavoro per unità di prodotto è diminuito nel 1978, nel 1979 e più ancora nel 1980.
Di qui la proposta che formula il Sindacato, che è rivolta a realizzare una riforma complessiva del costo del lavoro.
Detassazione della contingenza
Gli aumenti retributivi netti nella retribuzione dei lavoratori conseguente alla scala mobile garantiscono oggi il potere d'acquisto grosso modo di due terzi della media delle retribuzioni, e lo garantiscono sempre meno, in particolare per l'applicazione di aliquote fiscali crescenti. Questi aumeti sono soggetti a un prelievo fiscale che riduce il valore netto della contingenza per le retribuzioni relativamente più elevate: cosicchè viene rovesciato il principio del valore egualitario del punto di contingenza.
Il sindacato propone una riforma generale dell'IRPEF che garantisca a tutti i lavoratori, in rapporto all'aumento del costo della vita, l'invarianza del prelie-
vo fiscale reale, e non il suo aumento come avviene oggi. Il sindacato propone nell'immediato, in vista di questa riforma, una misura di alleggerimento del prelievo fiscale sui punti futuri di contingenza; che realizzi due obiettivi: garantire e migliorare gli aumenti retributivi netti determinati dalla scala mobile, realizzando in busta paga il principio del punto unico uguale per tutti al netto oggi più elevato (fermo restando in tutte le sue parti il meccanismo della contingenza e della scala mobile, così come il valore nominale e attuale del punto di contingenza); ridurre in una certa misura il costo per le imprese dei punti futuri di contingena, attraverso una riduzione del prelievo fiscale, in modo da ridurre gli aumenti del costo del lavoro conseguenti alla contingenza e per tale via contribuire alla possibilità di contenere gli aumenti dei prezzi e dell'inflazione.
Quindi si propone: fermo restando l'attale valore nominale del punto, realizzare una manovra fiscale il cui effetto corrisponda all'eliminazione del prelievo dell'IRPEF sui punti futuri di contingenza. dall'81 fino a tutto 1'82, garantendo ai lavoratori una cifra unica netta effettivamente percepita in busta paga per ogni punto di contingenza, che sia vantaggiosa per tutti.
Può essere fatto l'esempio di fissare questa cifra in lire 1.800. Sul valore attuale del punto di contingenza — L. 2.389 — si paga per contributi sociali (7,8%)
L. 186, e per l'IRPEF (sulle retribuzioni che superano 5.000.000 l'anno, quindi 380.000 lire al mese, vale a dire quasi tutte) almeno L. 420 (corrispondente all'aliquota fiscale del 19%, che sale al 22% per le retribuzioni di oltre 6.000.000 l'anno, su su fino adoltre il 30%). Pertanto già per le retribuzioni di 380.000 lire al mese attualmente il punto netto di contingenza in busta paga è pari a L. 1.780. Pertanto la realizzazione di un punto unico in busta, attraverso la manovra fiscale, di L. 1.800, costituirebbe un vantaggio per quasi tutti i lavoratori, eliminerebbe una delle cause dell'appiattimento salariale (il valore della contingenza inversamente proporzionale al livello del salario a causa del prelievo fiscale) e contemporaneamente realizzerebbe un risparmio per le imprese, le quali pagherebbero solo il valore netto del punto di L. 1.800, più i contributi sociali a carico dell'azienda e del lavoratore che resterebbero immutati. Ciò fermo restando, per il riferimento alle voci retributive conteggiatee anche sulla contingenza e per il calcolo delle pensioni, il valore nominale del punto di contingenza in L. 2.389. Naturalmente, ove si realizzasse l'esempio citato, andrebbe indicata una clausola di salvaguardia per quei lavoratori che percepissero meno di 380.000 al mese.

L'onere dello Stato per questa operazione corrisponde alla rinuncia a future entrate supple-
mentari conseguenti all'inflazione (il prelievo sui punti futuri di contingenza) e al principio affermato nel piano triennale che le entrate reali dello Stato non debbono aumentare in conseguenza dell'inflazione.
Riforma dei contributi sociali
I contributi sono attualmente una tassa sul salario e sulla occupazione. Il sindacato rivendica che divengano una tassa su tutto il valore che il lavoro produce nell'azienda, cioè il valore della produzione meno il costo delle materie prime, semilavorati, componenti, materie ausiliarie, energia, ecc., impegnate nella produzione. Cioè un prelievo sul valore aggiunto, che favorisca quindi le imprese nelle quali è più alta la quota del lavoro direttamente realizzato nel processo produttivo e che sia così uno stimolo positivo per l'occupazione. La realizzazione di questa riforma esige un certo tempo: intanto si potrebbe realizzare una politica coerente di differenziazione dei contributi per favorire i settori che hanno più occupazione specifica, le aree ove è più necessario stimolare l'occupazione (il Mezzogiorno), le imprese di più piccole dimensioni.
Rivendicazioni contrattuali
Le rivendicazioni salariai per i rinnovi contrattuali, devono attuarsi alla loro scadenza, escludendo ogni ipotesi di rinvio. Secondo le indicazioni prima richiamate della Segreteria della Federazione Unitaria nel documento presentato al Governo e quelle elaborate nel convegno di Montecatini, vanno ricondotte a tre obiettivi: garantire il potere d'acquisto delle retribuzioni; recuperare al salario gli incrementi di produttività; garantire l'affermazione della qualità del lavoro.
Quest'ultimo obiettivo si realizza evidentemente attraverso uno sviluppo e una riforma dell'organizzazione del lavoro, in collegamento a un controllo e a un miglioramento dell'ambiente del lavoro e in generale delle condizioni di lavoro; ma per tale obiettivo di valorizzazione della professionalità è necessario anche uno specifico riconoscimento salariale.
Entro questa coerenza in linea generale della politica salariale, esistono gli spazi per autonome deliberazioni delle rivendicazioni di categoria che abbiano notevole portata anche sul piano delle retribuzioni.
Infatti la difesa del potere d'acquisto delle retribuzioni si peuò realizzare rivendicando aumenti retributivi, pari almeno al tasso d'inflazione previsto, per la quota di retribuzione non tutelata dalla contingenza. Valutando che l'aumento retributivo si deve adeguare ad un tasso d'inflazione previsto, pari almeno al 35-40% nei tre anni, e che
la parte di retribuzione non coperta dalla scala mobile è almeno grosso modo di 1/3, ne deriva l'esigenza e la possibilità di una incisiva rivendicazione di aumenti contrattuali che ricuperino mediamente il potere d'acquisto dell'intera retribuzione.
A questi aumenti si possono e si devono sommare gli incrementi retributivi rivolti alla professionalità. Il maggiore onere delle imprese per finanziare questi incrementi od altri tipi di rivalutazioni salariali, può essere coperto dal ricupero nelle retribuzioni di incrementi di produttività.
Anche in questo caso, una valutazione molto prudenziale, come quella che assume gli incrementi medi degli ultimi anni, dimostra che esiste uno spazio significativo per le rivendicazioni contrattuali.
L'utilizzazione di questi spazi per qualificate rivendicazioni salariali in relazione ai rinnovi contrattuali spetta naturalmente all'autonoma determinazione dei sindacati, relativamente ai contenuti qualitativi e quantitativi delle piattaforme: ma è tanto più efficace in quanto si richiama alla coerenza dell'impostazione complessiva delineata dalla Federazione Unitaria.
Questa linea va sostenuta sottolineando che essa esprime un atteggiamento di forte responsabilità dei sindacati. Proprio per questo si impone una verifica con il Governo, in una data intermedia fra i rinnovi contrattuali, entro la fine del 1982, sull'andamento dell'inflazione correlato all'andamento delle retribuzioni, al fine di adeguare eventualmente le norme fiscali e contributive all'esigenza di garantire il potere d'acquistc delle retribuzioni e soprattutto ei garantire l'attuazione del progetto di riforma fiscale che è stato proposto. Si pone inoltre una verifica
con le controparti imprenditoriali, al fine di una valutazione dell'andamento della produttività e dell'occupazione, che costituisca per il sindacato anche un riferimento per la contrattazione aziendale, il cui valore va ribadito sia negli elementi riferiti ai programmi aziendali e all'organizzazione del lavoro, sia al fine di corretti adeguamenti retributivi.
Le rivendicazioni sull'indennità di anzianità
Questa linea del sindacato è responsabile, ma ferma nell'affermazione del potere contrattuale dei lavoratori come nella difesa della parte di reddito che spetta ai lavoratori. In tale spirito, confermando le rivendicazioni elaborate a Montecatini sull'indennità di anzianità, è giusto sottolineare: lo stretto rapporto fra queste richieste e quelle sulle pensioni, che hanno un valore prioritario; la priorità delle rivendicazioni sull'indicizzazione futura della contingenza; la conseguente disponibilità a una transazione anche rilevante sulla rivendicazione relativa al pregresso, che ha minore valore di principio e presenta maggior costo immediato per le imprese.
Le rivendicazioni sulle pensioni
Le rivendicazioni elaborate a Montecatini per le pensioni (80% per 40 anni di anzianità, su una retribuzione che comprenda il livello finale della contingenza; miglioramenti dei minimi di pensione per i pensionatiche hanno 15 anni di contribuzione; trimestralizzazione della contingenza) vanno confermate come essenziali, anche in rapporto alle proposte qui presentate.
FIGUVATi CHE ANCHE GLI OPEVAI FANNO LA DIETA PUK3T I : LA DIETA"PUPJTI Di cokaIMG EIJZA"!"Questa esperienza mi fa sentir più sicura"
I corsi di alfabetizzazione nella nostra zona
"lo quest'anno sono andata per la prima volta a scuola. Per me è stata una cosa molto bella, perchè ora riesco a scrivere qualche parola e posso comunicare con le mie sorelle che stanno in Sicilia.
Però la cosa bellissima è quella che provo dentro di me, è una gioia che non posso descrivere.
Per questo cerco di migliorare la mia cultura e la mia preparazione. Questa esperienza mi fa sentire più sicura, mentre prima mi vergognavo di me stessa". Sono parole di Caterina, anni 28, allieva del corso di alfabetizzazione per adulti aperto da quest'anno nella nostra zona presso la scuola elementare di via Uruguaj, con sede dei corsi stessi presso la scuola media "Colorni" di via P. Uccello.
Nei primi giorni di giugno si sono svolti gli esami di licenza elementare per questi lavoratori che non possedevano alcun titolo di studio. Ci siamo rivolti alle insegnanti: Tina Piccardi e Mariarosa Vismara, per avere alcune informazioni sull'esperienza svolta.
D.) Come nascono questi corsi?
R.) I corsi per insegnare a leggere e a scrivere agli adulti ci sono sempre stati; a Milano erano gestiti dal Comune. La grande novità di quest'anno è racchiusa in una ordinanza ministeriale che li ha resi statali, unificandoli a livello nazionale e nchiedendo, per la conduzione dei corsi stessi, nuove figure professionali: insegnanti che avessero anni di esperienza nel settore della scuola elementare.
D.) Avete incontrato difficoltà passando da un insegnamento rivolto ai bambini a quello rivolto agli adulti?
R.) Complessivamente possiamo dire di no. Certo i due tipi di insegnamento e soprattutto di rapporto, con bambini ed adulti, conseguentemente il linguaggio da usare sono molto diversi. Gli adulti che si iscrivono al corso hanno un'esigenza precisa: imparare a leggere e a scrivere. Sta a noi dar loro questi strumenti in modo molto rigoroso sul piano tecnico - scientifico, ma sta soprattutto a noi stimolarli ad andar oltre creando le possibilità perchè possano "spendere" l'alfabeto che hanno appreso. Sono grosse conquiste sia la lettura dei cartelli stradali il sapersi orientare nella città, che comprendere finalmente cosa significa la busta paga; sia controfirmare l'assegno dello stipendio che compilare un vaglia o un telegramma. Ma tutto questo non basta ancora: al termine del corso ognuno deve essere anche socialmente diverso; non ha imparato solo a leggere scrivere, ma anche a saper ascoltare e a saper parlare, cioè a recepire dei messaggi e a formularne in prima persona. Il no-
Afi,t/ta
Sul Monte Stella è nato un orto botanico
stro obiettivo ultimo è quello alfabetizzazione sociale. di Certo le parole di Caterina esprimono tutto questo meglio delle nostre. Non intendiamo l'alfabetizzazione come un momento a sé stante, bensì inserito in un processo di emancipazione culturale che dovrebbe essere costante nella vita dell'adulto. Il vero obiettivo a lunga scadenza è dunque quello dell'educazione permanente.
D.) Anche gli obiettivi a breve termine che vi siete posti sono impegnativi; si possono raggiungere in un solo anno di corso?
R.) Possiamo rispondere sì per alcuni su cui influiscono la giovane età o le classi elementari già frequentate. Per chi invece parte senza alcun tipo di strumenti; occorre preventivare come minimo due anni di frequenza al corso.
D.) È possibile avere alcuni dati sui frequentanti? Età, lavoro, provenienza ....
R.) Il gruppo è formato da 11 donne e 11 uomini. L'età media si aggira sui quarant'anni. Sono per lo più operai metalmeccanici che usufruiscono delle 150 ore sindacali. Le casalinghe sono solo tre. Uno di loro è milanese, gli altri provengono da regioni del sud, ma vivono a Milano ormai da alcuni anni.
D.) Quali sono i progetti per il futuro?
R.) Personalmente desideriamo continuare questa esperienza che riteniamo positiva. Con altri insegnanti della Regione Lombardia impegnati nell'alfabetizzazione, abbiamo seguito per tutto l'anno un corso di formazione coordinato da Duccio Demetrio e da Clelia Moggi; tra alcuni giorni inizieremo un'analisi sul lavoro svolto quest anno e metteremo a punto argomenti, strumenti, proposte ecc. per la prosecuzione del lavoro nel prossimo anno. Ma ora vorremmo approfittare di questo primo contatto per fare una richiesta a "Zona 19".
D.) Siamo pronti ad ascoltare. Qual'è la richiesta?
R.) È una richiesta di collaborazione ai lettori di questo mensile, perchè facciano conoscere il nostro lavoro o almeno la nosta esistenza nella zona. Cerchiamo poi dei portavoce che giungano là dove può essere necessario, da coloro che possano essere interessati a conseguire la licenza elementare, e dicano che le iscrizioni sono aperte presso la scuola elementare di via Uruguaj.
I corsi, completamente gratuiti, si terranno in orario pomeridiano alla scuola di via Paolo Uccello. Un grazie in anticipo ai collaboratori; sono così poche le occasioni per farci conoscere che non possiamo che approfittarne!
Carola A. RadiceAcetosa, artemisia, assenzio, bardana, betulla, borsa del pastore, camomilla, celidonia, cicoria, convolvolo, edera, erba viperina, ginestrino, ippocastano, malva, mente, millefoglie, ortica, ortica bianca, parietaria, piantaggine, quercia, robinia, rosolaccio, salice bianco, sambuco, soffione, tiglio, verbasco, verbena, cinquefoglio, coda cavallina, dente di cane, edera terrestre, gramigna rossa, lingustro, meliloto, margheritina. Dove trovare tutte queste erbe e piante? Semplicissimo: qui, nella nostra zona, sul Monte Stella, sulla collinetta al QT 8 sorta dall'accumulo delle macerie delle case distrutte dalla seconda guerra mondiale e poi dei detriti, della terra degli scavi per le nuove case, per costruire qualcosa che la natura non aveva dato a Milano e per proporre un'idea diversa di città.
Da questa idea dell'architetto Bottoni è nato il Monte Stella, che ormai ha il suo posto nel profilo della città e tra le abitudini della gente.
La coincidenza tra la sua fortunata collocazione geografica in luogo aperto e ventoso, l'apporto di terreni e materiali di ri-
porto di provenienza e composizione diversissime e l'esistenza di aree in condizioni microclimatiche assai differenti hanno contribuito a fare di questa collinetta un ecosistema del tutto particolare, dove è possibile l'esistenza di numerosissime specie vegetali di interesse medicinale, con esigenze biologiche estremamente diverse tra di loro. Così oggi il Monte Stella permette di osservare allo stato naturale un numero di specie officinali eccezionale per l'estensione dell'ambiente in cui ciò avviene, costituendo quindi un laboratorio botanico, a disposizione in particolare degli studenti milanesi, che permette un approccio diretto ad una conoscenza del mondo vegetale e dei suoi equilibri, del tutto impossibile in situazioni "artificiali".
Per organizzare una passeggiata ecologica sulla "montagnetta" ci si può aiutare con la carta del "Percorso erboristico al Monte Stella", che il Consiglio di Zona 19 ha preparato e pubblicato con la consulenza scientifica del Centro di Medicina Tradizionale e con il generoso sostegno della Banca Popolare
di Milano, proprio per far conoscere e valorizzare questo patrimonio botanico.
Lo schema della mappa (per ora reperibile soltanto presso la sede del Consiglio di Zona in via Pogatschnig 34, ma che presto avrà una più larga diffusione) è quello classico delle guide per le escursioni in montagna: il disegno del Monte Stella, con il tracciato dell'itinerario "di fiore in fiore", contornato da trenta fotografie a colori di vegetali da identificare. Sul retro 38 schede con i nomi scientifici delle piante, la descrizione, le parti usate in erboristeria.
In fondo una nota avverte che, date le condizioni ambientali di inquinamento urbano in cui le piante sono cresciute, è assolutamente sconsigliato il loro uso medicinale. Sarà una delusione per gli erboristi, ma sarà anche una salvaguardia per conservare questo prezioso paradiso botanico naturale, la cui sopravvivenza è completamente affidata al rispetto che i cittadini sapranno averne.
IL CENTRO TEMPO LIBERO DI TRENNO MI
Una fucina di iniziative
Il Centro Tempo Libero di Trenno è stato costruito nel 1979 dal COMUNE di MILANO.
Situato nel parco di Trenno, su via Gorlini; il centro è aperto a tutti dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 19.
In occasione di iniziative particolari, feste, incontri corsi ecc. il centro rimane aperto anche fuori orario.
Il nostro intervento si muove essenzialmente su tre linee: offrire uno spazio accogliente e di aggregazione a coloro che frequentano il C.T.L.
Sono quindi a disposizione giochi da tavolo (scacchi, carte, domino ...), giochi per i più Piccoli, ping pong e il "grande gioco dell'urbanistica" con il quale si possono costruire casette, labirinti...
fornire agli utenti delle tecniche che permettano un uso costruttivo del tempo libero.
Abbiamo quindi organizzato:
- un corso di fotografia, che probabilmente verrà ripreso a settembre;
- un corso di modellismo che si sta svolgendo al Centro Comunitario;
- un laboratorio di artigiani in cui si impara a lavorare con cuoio, vimini, legno, perline e ogni materiale di recupero.
Data l'ubicazione del C.T.L.,
in un parco ed in una zona ancora in parte rurale, stiamo cercando di sviluppare un discorso sull'erboristeria e sulla coltivazione.
Abbiamo costruito un piccolo letto caldo (un cassone) in cui in marzo abbiamo seminato ed ora abbiamo un piccolo orto con carote, insalata, pomodori ... sono state piantate anche alcune piante medicinali, melissa, menta, maggiorana, boraggine....
Si è anche cercato di classificare le erbe medicinali presenti nel parco. Verrà prossimamente organizzata una mostra in cui saranno esposte le varie erbe e specificate le loro proprietà.
3) Una terza linea di intervento si rivolge principalmente agli organismi esistenti sul territorio.
Il primo interlocutore è il consiglio di zona con il quale si sta cercando di instaurare un rapporto sempre più stretto di collaborazione.
Per questa estate in collaborazione con il circolo A.R.C.I. Trevisani abbiamo preparato un programma di interventi nel parco che verrà presentato al C.d.Z. per l'approvazione il programma comprende una serie di interventi a livello culturale e ricreativo, quali concetti di musica barocca, rock, jazz, spettacoli di animazione teatrale, gio-

chi e danza popolare.
Abbiamo collaborato anche con le scuole sia per quanto riguarda feste di fine d'anno, sia per rapporti a lungo termine. Lo scorso anno siamo intervenuti settimanalmente nella scuola materna di via Lampugnano con attività di animazione di appoggio al programma delle insegnanti.
Quest'anno due classi della scuola media Casati hanno partecipato settimanalmente al laboratorio di artigianato e alla realizzazione dell'orto.
Un altro organismo privilegiato è il Centro Comunitario di via Lampugnano 145, che quest'anno ha sopperito alla nostra mancanza di grandi spazi al chiuso mettendoci a disposizione le sale del Centro e dandoci così la possibilità di poter realizzare le nostre attività senza problemi di spazio.
Altri organismi con cui siamo in contatto sono il SIMEE, il gruppo Sirio che ha organizzato al C.T.L. per giovedì 11 giugno un incontro di poesia dialettale, per finire anche alcuni gruppi musicali della zona usufruiscono del C.T.L. non avendo altri spazi a disposizione per suonare.
Gli animatori del C.T.L. Trenno
GUARDANDO ALLA MILANO DEL 2000
costruiretenendovivoNraccontostorico
di Danilo PASQUINIFin dai primi anni di vita del Consiglio di Zona si è aperto un dibatto sul futuro dei due borghi.
Si partiva dalla considerazione che essi rappresentavano, e rappresentano tutt'oggi, notevole interesse per alcune parti della loro struttura urbana; sia per la presenza di edifici chiaramente riconducibili ad epoche lontane; sia per alcuni pregevoli elementi architettonici, non toccati dagli interventi di riparazione succedutisi negli anni, che erano quindi un repertio interessante e forse anche inportante.
Si diceva che occorreva salvaguardare questi centri in due direzioni: evitare al massimo che i processi di espansione edilizia li investissero e li cancellassero per l'altezza delle nuove costruzioni, così come sono previsti alle normative delle leggi 167 e 865 che regolamentano l'edilizia economica e popolare; operare nella elaborazione dei piani (PRG, P10 e PR conseguenti) perchè venisse previsto e regolamentato il recupero e il restauro del nucleo storico dei borghi in modo da riproporre alla coscenza dei milanesi modelli, strutture, elementi costruttivi che, anche se desueti possono costituire parti di un racconto storico- del territorio milanese che non si può nè perdere nè interrom pere.
Questi principi furono affermati in diverse occasioni, che a più riprese si presentarono davanti ai pareri e alle proposte che il CdZ doveva esprimere o fare sia alla Amministrazione
Centrale, sia agli abitanti dei borghi, sia nella variante al piano regolatore per la zona 19 (fu approvato nel 1973 Consiglio di zona, quasi contestualmente alla variante del quartiere Gallaratese), sia nella variante al piano regolatore generale di Milano, adottato nel 1976 dal Consiglio Comunale e approvato dalla Regione Lombardia nel maggio 1980, il principio della salvaguardia e del recupero dei nuclei storici di Figino e di Trenno furono sanciti in via definitiva. Possiamo ricordare un fatto recente.
A Trenno siamo riusciti a spostare una nuova costruzione prevista a completamento del lotto 20 ex legge 167 che, se edificata dove era stata prevista, avrebbe sicuramente tolto di mezzo una villa antica. Giusta la pressione popolare e giusta la insistenza del Consiglio di Zona per ottenere questo. Ma i due borghi la insistenza del Consiglio di Zona per ottenere questo.
Ma i due borghi non hanno solo significato per questo. Sono "dentro" ad uno dei parchi più grandi che Milano si è data, proprio con il PRG del 1976, il
Un'isola da salvare nel verde
Trenno e Figino: due borghi rurali con centri storici di notevole pregio. Come arrivare al loro risanamento e recupero. 11 piano di insediamento produttivo.
I box al Gallaratese
tenzione straordinaria è possibile procedere con la concessione edilizia semplice, perchè non si superi la già esistente densità.
La strada per dare il via a questa operazione è dunque rappresentata da:
Stesura del piano particolareggiato della zona A. Individuazione degli stabili sui quali è possibile procedere e intervento di restauro e conservativo con la semplice concessione edilizia.
Accordo tra Consiglio di Zona e proprietari (singoli cittadini o società) per concordare ogni aspetto della possibile strategia di intervento (piano globale di intervento).
Consorzi tra proprietari in modo da avere maggior peso contrattuale.
Stabilire un regime di convenzione tra proprietari, Consiglio di Zona e Comune, in modo da realizzare rapidamente il pianoprogetto di recupero e individuare le eventuali modalità di finanziamento pubblico.
Analoga procedura la possiamo ricercare per altri due interventi nel territorio della zona.
Uno sempre a Trenno per la Zona Artigianale (PIP = Piano di insediamento produttivo) e l'altro per la realizzazione di Box interrati per autovetture al quartiere Gallaratese.
Su questa proposta di lavoro il Consiglio di Zona convocherà entro l'estate gli interessati: proprietari di case nei centri s torici dei due borghi, artigiani di Trenno e cittadini del Galiaratese che hanno richiesto la possibilità di nrealizzare in proprio box per le autovetture.
È necessario che l'edificazione di nuovi interventi residenziali sia preceduta da un vasto dibattito tra i soggetti primari: primi fra tutti i figinesi
Testo e disegni di Aldo MONZEGLIO
Figino, antico borgo rurale: ancor oggi isola nel verde agricolo, futuro Parco Urbano - Interurbano di Nord - Ovest.
Il suo intorno è interessato dal tracciato del canale a cielo aperto dell'Olona, dal tracciato della deviazione della strada Padana Superiore (che taglia a Nord Settimo Milanese), dal nuovo tracciato di penetrazione di via Novara.
Il suo nucleo storico è Zona omogenea B 219.4. Nella zona di espansione residenziale C 19.4 è previsto l'insediamento di 3.570 abitanti e la realizzazione di servizi e verde pubblico in aree di circa 98 mila metri quadrati.

L'edificazione degli interventi residenziali sulle aree destinate dal piano potrà assumere varie forme, questi disegni (1-2-3-4) ne indicano solo alcune, tra le innumerevoli possibili, del tutto immaginarie.
Lo scopo è di aprire un dibattito per capire se la collettività per mezzo delle istituzioni che la rappresentano, vorrà dare delle indicazioni alla progettazione esecutiva per dare "forma" al futuro assetto del borgo e, in caso affermativo, quale tipo di indicazioni dovranno essere date. Ma attenzione: la "forma" non precede. È conseguenza. È l'involucro (in questo caso edilizio -
urbanistico) che "veste" una serie di funzioni, si modella su una serie di esigenze che il cittadino ha saputo riconoscere ed esprimere.
L'intervento nel "borgo" isola tra campi agricoli e parco, che raddoppierà e oltre (per abitanti e volume costruito), in pochi anni una immagine plurisecolare, è occasione unica per tentare di organizzare un disegno unitario riconoscibile.
Affidare all'edificazione, sia pur cooperativa, di volta in volta lotti di terreno separati, con le banali regolette del tot volume, sulla tot superficie, con il tot stadard di servizi, non ci pare sufficiente. La prescritta tutela del nucleo antico, la presenza del "parco urbano ovest", il vivace interesse partecipativo degli abitanti meritano uno studio, una programmazione diversa: forse un piano particolareggiato anticipato nei tempi da un dibattito tra i soggetti primari interessati perchè il piano non sia un prodotto astratto d'ufficio sul quale discutere dopo, a cose fatte. I soggetti sono: 1) i Figinesi; 2) coloro che apettano una casa; 3) l'Ente pubblico (Consiglio di Zona e uffici del Piano); 4) le leggi economiche (banche, finanziamenti); 5) la tecnica (progettisti, architetti, urbanisti, ingegneri, ecc.).
parco ovest (che comprende quello di Trenno e arriva fino ai confini comunali). Per cui la loro conservazione e il loro recupero, insieme ad adeguati piani di espansione residenziale ed artigianale, assumono importanza non solo di mantenimento ma soprattutto di ricomposizione e di salvaguardia del territorio, là dove ancora non si è proceduto ad una massificante cementazione di ogni !uovo.
Esiste poi un problema che non è solo di Trenno e di Figino, ma che è più generale a Milano, è in tutto il paese: la casa.
C'è bisogno di case: case per giovani e per giovani coppie; case per anziani soli o riuniti a gruppi (comunità alloggio); case per lavoratori; case di maggiore accessibilità in relazione ai prezzi praticati per il loro acquisto o il loro affitto. Non è che Trenno e Figino possano da soli risolvere il problema della casa a Milano. Ma piani di zona di Trenno e Figino, insieme al piano di completamento edilizio del Gallaratese, rappresentano globalmente una capacità insediatoria di 10-12.000 abitanti nella zona 19, vale a dire la posiblità per 4.000 famiglie di trovare casa. Questo per la nuova edificazione.
Se ad essa uniamo le possibilità offerte dal recupero attraverso la ristrutturazione dei centri storici dei due borghi, si può ipotizare che circa 2-300 altre famiglie possono trovare casa.
Pensiamo allora che sia praticabile una seria iniziativa del Consiglio di Zona verso proprietari degli stabili antichi di Trenno e Figino. Una iniziativa che porti - attraverso l'uso delle leggi nazionali e regionali in merito e finanziamenti da esse previsti - a un piano globale di recupero delle case, con interventi di risanamento e anche di riconversione, in modo da arrivare da una parte alla ricostruzione urbano - architettonica dei due centri e dall'altra alla concreta realizzazione di alloggi. È possibile — all'interno di questa strategia — arrivare al convenzionamento tra proprietari e Amministrazione Comunale in modo da garantire l'accesibilità alla fruizione di queste case da parte dei lavoratori a reddito fisso.
Volendo andare oltre, si può addirittura ipotizzare che gli oneri di urbanizzazione da versare al Comune da parte dei proprietari degli stabili risanati, vengano o assegnati al bilancio del Consiglio di Zona per opere di sistemazione — strade, piazze, verde, campi gioco, fognature, ecc. — dei due borghi o che direttamente dai proprietari vengano "pagati" realizzando essi stessi quelle opere che abbiamo ricordato.
Ricordiamo ancora infine che i centri storici di Trenno e Figino proprio perchè indicati nella variante al Piano Regolatore Generale come zona A (= le parti di territorio delimitate come centro storico ed nuclei di interesse storico, artistico ed ambientale, come indicato dalla legge Regionale 51), godono della possibilità di questi interventi, che passano attraverso un piano particolareggiato (che bisogna fare presto), e che per gli interventi di restauro e di manu-
Ricordiamo che questo ultimo problema avrà bisogno di uno studio preciso sulla base delle indicazioni del piano particolareggiato del Gallaratese, in modo da garantire non solo la possibilità di realizzare box richiesti fino ad oggi, ma soprattutto di garantire un intervento che soddisfi — anche a tappe successive — le esigenze di tutti.
Ovviamente le modalità di convenzionamento per gli artigiani e per la realizzazione dei box al Gallaratese non saranno uguali a quelle del recupero dei due centri storici. Dovranno, comunque, tre interventi essere esaminati insieme dagli interessati e dal Consiglio di Zona, e tutto a breve termine.
Abbiamo voluto con questa nota informare cittadini di alcune possibilità di intervento concreto, in funzione sia del risanamento di situazioni ormai non più accettabili, sia di una riqualificazione del territorio urbano della zona. Se poi vediamo intorno a queste proposte convergere l'attenzione e la volontà degli interessati, pensiamo senza eccessive illusioni, ma con la speranza di arrivare alla corretta realizzazione, di avere trovato il modo per utilizzare bene le leggi dello Stato e della Regione Lombardia a fini sociali. L'impegno in questa direzione vuol dire che il Consiglio di Zona è attento alla domanda che viene dai quartieri della nostra circoscrizione. Vuol dire inoltre che mettendo insieme volontà e risorse è possibile migliorare l'assetto e l'aspetto complessivo della città, dare dimensione di vivibilità alla città, soprattutto nei quartieri periferici nei quali si gioca già da oggi il ruolo e il senso di Milano per il 2000.
Leggi dello Stato cui ricorrere per Piani di Recupero n° 457/1978 Artt. 25-28-30-31-3233 (Soggeti Ammissibilità - Definizioni - Consorzi - Agevolazioni Creditizie) n° 10/1977 Art. 13 (Inserimento nel programma pluriennale di attuazione)
Iniziata in Maggio, la scuola o corso di Modellismo presso il Centro Comunitario di Trenno, di cui si è già parlato in altro numero del nostro giornale, funziona come si sperava, a beneficio per ora di diciassette allievi che vanno dai 12 ai 50 anni.
È aperta il mercoledì e il venerdì in una sala appositamente attrezzata con già venti navi in cantiere, di modello della scuola stessa.
Gli attrezzi sono parecchi: tornio elettrico, sega a nastro a motore, sbasatrice, calandrina per laminare, tavoli da falegname con otto morsetti, trancia, mola smeriglio e un complesso di ordigni e ferri da meccanica.

L'impianto elettrico è stato congegnato dallo stesso Sig. Viezzoli, che conduce l'insegnamento, a norme CEI con corrente a massa regolare per garantire l'incolumità degli allievi, che fruiscono anche di piedistalli isolanti.
Ogni allievo ha una sua scatola in lamiera zincata fornita dall'insegnante per la conservazione degli oggetti personali di laboratorio.
Vediamo attorno modelli dimostrativi di vario tipo e in lavorazione: una caravella Santa Maria, un motoscafo cabinato, un veliero brigantino - goletta. Il quartiere può annoverare questa tra le sue iniziative più positive. Il corso durerà fino al 28 Luglio e la conclusione prevede una manifestazione espositiva con la consegna dei lavori finiti agli allievi neo - modellisti, dei quali indoviniamo la soddisfazione, cui si unirà quella del Sig. Viezzoli, lieto di trasmettere disinteressatamente le sue moltepici capacità.
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Il MERCATO COMUNALE di via Chiarelli 10 e in via Trenno 119. Tel. 30848683087404
"La donna incinta deve mangiare per due" ovvero: come un vecchio proverbio, un luogo comune, può nuocere ancora oggi allo stato fisico delle donne in attesa di un figlio.
La gravidanza, si sa, è un momento delicato per l'equilibrio psicofisico della donna, e come tale va trattato anche per quanto riguarda l'alimentazione. Infatti, l'influenza della nutrizione sull'andamento della gravidanza e sullo sviluppo del feto è scientificamente provata. Non è però la quantità, bensì la qualità del cibo che occorre curare con più attenzione: meglio mangia la futura madre, meglio si svolge la gestazione.
La gestante dovrebbe trovarsi all'inizio della gravidanza possibilmente intorno al suo peso ideale, stabilito in base all'età, all'altezza e al tipo di costituzione, e dovrebbe conservare tale peso durante i primi tre mesi. Dopo questo periodo l'aumento deve essere graduale, fino ad un massimo di circa 11 chilogrammi a termine gravidanza.
La gestante richiede una razione superiore di calorie, sia per la formazione dei nuovi tessuti e del feto, sia per l'aumento della sua massa sanguigna e del tessuto adiposo. L'aumento calorico di cui necessita è di circa 300 calorie giornaliere, da ripartire soprattutto tra sali minerali, vitamine e proteine.
Particolare importanza assumono in questo periodo le vitamine e sali minerali quali calcio e ferro.
Il calcio: la maggiore richiesta (di circa 300 mg) si ha nel terzo trimestre. Perciò una dieta ricca di latte e for-
maggi riesce a soddisfare questo bisogno supplementare.
Il ferro: costituisce sicuramente uno degli alimenti essenziali per il buon andamento della gravidanza; la richiesta è di circa 800 mg. al giorno. A partire dal secondo trimestre è quindi consigliabile aumentare il consumo di fegato, spinaci, tuorlo d'uovo, frutta e legumi secchi.
Per quanto riguarda le proteine è necessario un aumento di circa 30 grammi al giorno e conviene quindi seguire una dieta ricca di protidi (carne, uova, legumi ...).
Dosi più elevate sono consigliabili per le gestanti più giovani. Le ultime ricerche confermano inoltre che una giusta dose aggiuntiva di proteine nella dieta influenza positivamente il peso del bambino alla nascita.
Passando dalle carenze nutritive più comuni agli eccessi alimentari in gravidanza, che hanno offerto l'occasione di questo articolo, bal-
za evidente agli occhi di chi si occupa quotidianamente di dietetica, la diffusa diseducazione alimentare, che porta in molti casi anche ad aumenti di peso superiori, sin dall'inizio della gestazione, a 3 chilometri al mese. È anche evidente che se una donna è già obesa prima del concepimento, se pesa cioè oltre il 20% rispetto al suo peso ideale, una gravidanza non può che peggiorare di molto la sua condizione fisica, e per una semplice ragione. Essendo già grassa in partenza, si muoverà a fatica fin dai primi mesi, sprecando poche calorie, e continuerà inoltre l'alimentazione scorretta a cui è abituata.
L'ago della bilancia salirà quindi in modo molto rapido. Questo eccessivo aumento, oltre ad essere un fattore di rischio per l'andamento della gravidanza, può portare come conseguenza ad una obesità duratura e predisporre la donna a situazioni patologiche gravi.
Non bastano certo queste brevi note ad esaurire l'argomento.
Il loro compito, molto più modesto, è di mettere in guardia le donne sulla necessità di controllare meglio la propria alimentazione nei mesi che precedono la nascita del figlio.
Un momento importante, un argomento importante Che riprenderemo.
(Ringraziamo per le lettere pervenuteci, a cui abbiamo già provveduto a rispondere. Scriveteci ancora per chiarimenti e consigli ricordando, per vostra e nostra comodità, di specificare il vostro numero telefonico. Il nostro indirizzo è: CED, via Veniero 6 20148 Milano).
Dott. Rosangela Capriata del Centro di Educazione Dietetica
Chi 'volesse particolari chiarimenti può scrivere al CED c/o Milano 19 via Appennini, 101 / 13 o direttamente alla sua sede in via Veniero, 6
IL CONSULTORIO E IL "DOPO REFERENDUM"
Il "che fare" del domani
Tutti hanno fatto analisi e valutazioni sui due 'no' ai referendum abrogativi della legge 194. Anche noi donne, ed eravamo in tante, attorno al Consultorio ci abbiamo riflettuto a lungo ma vi risparmiamo le nostre valutazioni, se le aggiungessimo adesso sarebbe un po' come dire che anche noi dovevamo per forza dire la nostra. Parliamo invece d'altro, parliamo del 'giorno dopo' che è già oggi. Fin da quel lunedì sera di maggio tra di noi non c'è stata aria di 'grande vittoria' nè aria di 'grande sconfitta', c'è stata fin da subito molta sobrietà e consapevolezza. Per settimane durante la campagna referendaria ci eravamo incontrate, conosciute meglio, arricchite a vicenda, ci siamo liberate di complessi di inferiorità e abbiamo rimosso la barriera psicologica che ci impediva di parlare di vita, di valori ideali, di motivi esistenziali, in barba a tutti i presunti monopoli ideali, di motivi esistenziali, in barba a tutti i presunti monopoli intimidatori. Ci siamo anche scontrate, duramente, perchè non tutte stavamo dalla medesima parte per lo scontro, quando non era affidato a gente conosciuta venuta da fuori, è stato fecondo.
L'anello di congiunzione è stata una parola, detta e ridetta migliaia di volte, la parola prevenzione e siccome per noi le parole non sono slogan del momento che usiamo per vincere ma sono cose che a tutti costi intendiamo fare, allora adesso si incomincia da lì. Adesso voltiamo pagina e cerchiamo di cogliere i 'segni' del giorno dopo, i segni dell'oggi che è diverso dal ieri e lasciamo che dalla parola d'ordine 'prevenzione' nascano le cose.
Ma fare che?
Care amiche e care compa-
gne, cari amici e cari compagni, tutto è da fare. Per ora sembra irreversibile il non stancarsi mai ad ogni svolta di pagina di ricominciare sempre tutto da capo ma ogni volta si ricomincia da un gradino più in sù. Il mondo è pieno di scandali, di ingiustizie, di tragedie, di violenza e ogni giorno ci accorgiamo che qualcosa ci è stato tolto ma l'esproprio ha un punto d'arresto che è la presa di coscienza, quella di noi tutti, che è sempre più grande. Una tentazione però c'è ed è che siccome tutto non si può fare e il guasto nel mondo è troppo grande, allora la tentazione è di non fare niente. Ma forse sta per salire una nuova ondata di femminismo più maturo, ormai quasi adulto e noi ritorniamo ad essere donne che fanno nascere alcune cose, piccole ma molto concrete, che incidono e fanno crescere.
La sessualità e la vita
Ci siamo guardate in faccia in consultorio e abbiamo detto, allora questa parola prevenzione nominata cinquemilacinquecento cinquantacinque volte noi la facciamo? e come? Si, andremo nelle scuole, molto più di prima in virtù della legge nazionale 405, della legge 194 e della legge Regionale 44 e promuoveremo informazione e educazione sessuale con gli insegnanti, i genitori e con gli studenti. Ma l'informazione sessuale e contraccettiva non basta, rischia di essere una semplice trasmissione di dati e di liquidare ancora una volta il problema della sessualità come se bastasse garantire una buona pratica contraccettiva. Cosa ne sappiamo noi di come i giovani, oggi, vivono la loro sessualità?
Poco o niente sappiamo, parliamo per sentito dire, con frasi fatte. trite e ritrite.
Allora che fare?
Allora è nata l'iniziativa. Ci siamo ritrovate fra donne del comitato di gestione, alcune operatrici, qualcuna delle parrocchie, donne dei partiti, del comitato 194, dell'UDI, del Villaggio della Madre e del Fanciullo, insegnanti, casalinghe, altre donne, le valdesi erano assenti quella sera ma parteciperanno, e abbiamo dato il via al 'giorno dopo'. La decisione è di promuovere, a partire da settembre, fra tutte le donne della zone e non solo le donne, un dibattito grande e modesto ma profondo sul tema della sessualità, con le giovani e i giovani. Non sarà facile. C'è chi non sa da dove incominciare, c'è chi non è abituato a parlare con i giovani, ci sarà da stare molto attenti a non appiattire le diversità e la ricchezza del dibattito, ognuno dovrà essere libero di parlarne nell'abito che preferisce, quando vuole e come vuole e, il consultorio dovrà trovare il modo di fare da raccoglitore di tutto.
Per dare alla cosa un minimo di omogeneità di metodo abbiamo deciso di agganciare il discorso all'articolo 12 della Legge 194, l'articolo scabroso e tanto discusso dell'aborto delle minorenni. È impensabile proporre delle modifiche permissive o restrittive a questo articolo se non si parte da una riflessione allargata, collettiva sulla sessualità, assieme ai giovani. A noi è sembrato un buon inizio di prevenzione. La riforma sanitaria e il consultorio

Brutta cosa. Si rischia di passare con un rullo compressore sulla breve, travagliata, contraddittoria, ricca vita dei consultori. vi ricordate che si diceva alcuni
anni fà i consultori sono i primi servizi che già prefigurano la riforma sanitaria. Queste parole erano sulla bocca di tutti ma la riforma rischia di non riconoscere i consultori come figli suoi. Diventeranno ambulatori ginecologici o pentoloni omnicomprensivi senza più nessuna loro identità?
Noi, come comitato di gestione del consultorio facciamo parte del coordinamento cittadino e l'angoscia è grande ma abbiamo deciso di non rinunciare, se occorrerà, ad una lunga e dura battaglia. Salvare l'identità dei consultori vuol dire realizzare quella che sarà la medicina di base, territoriale, in modo tale che nel consultorio l'erogazione delle prestazioni del servizio ai singoli utenti rimanga, assolutamente, pari merito con il lavoro socializzante nelle scuole, nelle fabbriche, sul territorio o nel consultorio stesso. Inoltre occorre salvare ad ogni costo la partecipazione dell'utenza e delle realtà sociali alla programmazione e alla promozione del consultorio.
Per ora tutti ne parlano, nessuno sa niente, si fanno conferenze, commissioni e tonnellate di carta. Tutto è ancora possibile , certo è che nella zona 19 tutti, a partire dal consiglio di zona, si impegnano in questa battaglia.
La legge 180
e la chiusura dei manicomi
Sempre intorno al consultorio era nato un anno e mezzo fa 'il gruppo 180'. C'era imminente la
chiusura dei manicomi e la grande clamorosa assenza di strutture alternative. Qual'è la sorte dei cosiddetti 'ammalati mentali'? Qual'è la sorte delle famiglie che si vedono costrette a far fronte a problemi che oltrepassano le possibilità umane ed economiche? Le abbiamo già raccontate queste cose. Dopo averne parlato a lungo con operatori, politici, volontari il gruppo ha organizzato un cineforum al Gallaratese. Data l'assiduità e l'affluenza della gente c'è da dire che il problema tocca molti.
Nasce adesso l'esigenza nel gruppo 180 di fare un passo avanti.
A stretto contatto con il Centro Problemi Sociali di Zona (l'exCentro di Igiene Mentale) il gruppo promuoverà, a partire da settembre, una inchiesta nella zona 19 su come la popolazioneutenti diretti e non vive i servizi esistenti attualmente.
Si sta preparando un questionario da rivolgere a fasce di popolazione con lo scopo di migliorare le strutture rispetto ai bisogni e di continuare il lavoro di sensibilizzazione tra la gente su questo problema. Abbiamo chiesto al Consiglio di Zona un finanziamento affinchè questo lavoro non si basi più sul volontarismo ma su un volontariato organizzato e riconosciuto.
Questo è "il che fare" del giorno dopo.
Il Consiglio di zona 19 e l'ex Cinema Alpi
Lettera aperta ai cittadini
Con questo comunicato si vuole fare chiaro — una volta per tutte — sulla questione dell'ex Cinema Alpi e sui compiti del Consiglio di Zona in materia di sale per spettacolo.
Il Consiglio di Zona 19 non ha mai dato o espresso pareri positivi in merito alla trasformazione del Cinema Alpi in altro luogo di spettacolo;
Fin dal 1977 il Consiglio di Zona si era preoccupato di fare acquistare la struttura dalla Amministrazione Comunale; non fu possibile per mancanza di fondi;
Per più volte il Consiglio di Zona ha respinto - perchè in contrasto con le leggi e i regola-
menti vigenti - la autorizzazione ad eseguire i lavori di modifica interna dell'ex Cinema Alpi;
Il Consiglio di Zona non ha avvallato o accettato o approvato proposte di uso parziale (mattino, pomeriggio per 1 o 2 giorni la settimana) della nuova sala per spettacoli;
Il Consiglio di Zona con sua lettera del 25 novembre 1980 chiedeva che le autorità competenti prima di rilasciare la licenza per spettacolo e ballo esaminassero attentamente la questione esercitando la discrezionalità ammessa dalla legge della Repubblica Italiana n. 616 del 1977, articolo 19:
Il Consiglio di Zona con sua lettera del 14 aprile 1981, concordata con i rappresentanti del comitato contro la discoteca, ha chiesto alla Giunta Municipale di riprendere in mano la questione e di riesaminare il problema alla luce delle denunce dei cittadini del Comitato;

ll Consiglio di Zona ha chiesto al Prefetto, al Comando Centrale della Vigilanza Urbana, alla Pubblica Sicurezza di controllare i rumori molesti per gli abitanti vicini all'ex Cinema Alpi; gli schiamazzi notturni delle strade vicine, i parcheggi irregolari, l'esecuzione della pulizia notturna delle strade, di tutelare la tranquillità del Quartiere e l'incolumità dei cittadini;
In data 26 maggio 1981 il Consiglio di Zona sollecita ulteriormente le risposte della Giunta Municipale alla propria lettera del 14 aprile.
Qunto esposto rientra nei poteri e nei compiti del Consiglio di Zona.
Si ricorda che il Consiglio di Zona 19 è sempre al fianco dei cittadini, e opera come assem-
SCUOLA MATERNA DI VIA LAMPUGNANO
blea eletta per la risoluzione dei problemi che Si manifestano nella zona, ma nell'ambito delle leggi e dei regolamenti che lo hanno determinato.
Si ricorda quindi che la scelta di essere al fianco dei cittadini che vogliono migliorare la vita e la sua qualità nei quartieri; che essere al fianco di coloro che hanno bisogno di case popolari; che essere al fianco dei lavoratori della Italtel in lotta per il posto di lavoro; che costituire centri di assistenza per gli anziani; che lavorare per aumentare i servizi per la popolazione (Consultorio, biblioteche, Centro di primo accoglimento per tossico dipendenti, Centro Sociale, Scuole) non può essere fatto nè contro nè al di fuori della legge ma solo con buon senso, confronto e discussione democratica, volontà politica; mai sotto pressioni esasperanti, irrazionali, lesive anche della propria autonomia di scelta e di giudizio.
Il Consiglio di Zona 19 nel riconfermare il prioprio impegno per migliorare la vita nella zona e nella città, nel chiedere per questo la collaborazione di tutti i cittadini democratici, ribadisce con fermezza che non potrà più tollerare atti, affermazioni, parole contrarie al rispetto degli uomini, delle idee di cui sono portatori, degli impegni che quotidianamente affrontano non per sè stessi ma per tutta la collettività della zona.
Il Consiglio di Zona inoltre è disponibile — come sempre — a incontrare i cittadini per esaminare i problemi e insieme a loro individuare le strade legali per far valere i legittimi diritti sanciti dalla Costituzione Repubblicana.
Il Consiglio di Zona n. 19
Una festa per dirsi "arrivederci"
La scuola materna di via Lampugnano 153 ha chiuso il suo anno scolastico con una festa organizzata il 30 maggio scorso per iniziativa della direzione della scuola stessa in collaborazione con la cooperativa La Vittoria.
La manifestazione, alla quale hanno aderito, offrendo loro prodotti, la Centrale del Latte di Milano ed alcune ditte produtti ici di bibite e di gelati, si è aperta con una minimarcia non competitiva nel parco di Trenno, ai cui partecipanti la cooperativa La Vittoria ha offerto una medaglia. È poi continuata con una estemporanea di pittura e con giochi vari organizzati per i bambini e per iloro genitori, ai quali l'assessore comunale all'Educazione, Maria Luisa Sangiorgio, ha portato il saluto dell'amministrazione comunale. Quindi la festa si è conclusa, poco prima di mezzogiorno, con un arrivederci al prossimo anno.
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AL CENTRO COMUNITARIO DI TRENNO
Una serata di danze
classiche e moderne
Alla presenza di un folto e numeroso pubblico, fra cui vi erano il vice sindaco di Milano Elio Quercioli ed il presidente della Zona 19 Danilo Pasquini, il Centro Danza della scuola elementare Martin Luter King ha presentato la sera del 30 maggio scorso al Centro Comunitario di via Lampugnano 145, a Trenno, un saggio di danza classica e moderna a conclusione del suo anno scolastico.
Lo spettacolo, organizzato sotto il patrocinio della Cooperativa La Vittoria e del Consiglio di Zona 19, ha ottenuto un vasto consenso del pubblico, che ha più volte applaudito, anche a scena aperta, le giovani e brave allieve e l'unico giovanissimo ed altrettanto bravo allievo della coreografa Maria Luisa Panzetti, alla quale, al termine
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della serata, il vice sindaco Quercioli ed il presidente della Cooperativa La Vittoria, Luigi Colzani, hanno rispettivamente consegnato una medaglia ed una targa, quale giusto riconoscimento del lavoro da lei svolto. Medaglie sono state assegnate anche alle danzatrici ed all'unico giovane ballerino, mentre una coppa del Comunedi Milano è stata assegnata alla scuola.
Nel corso della manifestazione sono state raccolte offerte per oltre 300 mila lire, devolute all'Istituto Nazionale per lo studio e la cura dei tumori, e due poetesse, Anna Mele eDoris Canetti Consonni, hanno letto alcune lorc liriche, ottenendo calorosi applausi.
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"La vòita d'una dòna"
poesie romagnole di Giuliana Rocchi Amanda Editrice - 1980

Confessiamolo: siamo partiti avvantaggiati. Quando la rubrica televisiva "Si dice donna" ha presentato all'inizio di quest'anno il volume "La vita di una donna" accompagnato da un breve documentario con l'intervista all'autrice, noi che a nostra insaputa abbiamo raccolto durante l'infanzia un autentico patrimonio linguistico dialettale, abbiamo avuto la fortuna di comprendere gran parte del testo, gustarci le parole ad una ad una.
Spieghiamoci. Chi ha avuto nonni, zii, cugini con radici, ricordi, interessi in Emilia Romagna, seppure nati e residenti nell'ospitale Milano, ha potuto arricchirsi negli incontri festivi di parentela di questa parlata dalle cadenze, inflessioni, accenti intraducibili.
Il libro di Giuliana Rocchi è scritto in dialetto romagnolo, poichè per lei, che vive a Santarcangelo di Forlì, come dice l'introduzione, il dialetto è lingua prima, quella in cui si pensa, su cui si misurano i sentimenti e la vita, quella che la poetessa deve usare se vuoi dire esattamente le sue verità.
E che si tratta di verità vissute e sofferte, sublimate nella poesia ricca di ritmi e rime, lo si comprende subito dal titolo o scorrendo l'indice dei capitoli. Nelle molte liriche autobiografiche, pur parlando in prima persona e dipanando una sovente triste matassa di avvenimenti in cui è protagonista assieme ai suoi cari, nella Rocchi non vi è traccia di esibizione anzi vi è la capacità di tirarsi da parte nelle conclusioni, per di-
or
ventare "una donna", quella del titolo, che è una delle tante donne del popolo, provate da ininterrotte tragedie eppure calde, umanissime e fiere.
Di tragedie si tratta molto spesso, con lutti malattie e disgrazie, ma la poesia della Rocchi è leggera, elegante, sottilmente ironica, quasi allegra, come a scusarsi di dover trattare di fatti drammatici quando sarebbe bello parlar di cose serene, di pace, di vita felice.
Ma questa non c'è e ancor meno c'era al tempo e nella terra dove la Rocchi è stata bambina, e proprio dal tono di sereno distacco, di dignitosa consapevolezza, che prende valore e peso la denuncia sociale di cui i componimenti traboccano.
Negli avvenimenti più significativi, raccontati con accento schietto quasi decantato dal passagio del tempo, è tutto un susseguirsi di situazioni che ci fanno sentire partecipi e solidali, con l'autrice e la sua gente, forte e decisa nella lotta alla prepotenza padronale causa di tante evitabili sofferenze.
Ma oltre questo aspetto dei contenuti, giustamente messo in risalto dalle due presentatrici del volume, Rina Macrelli e Vaia Chiurlotto cui va il merito della pubblicazione, è ancora più entusiasmante riuscire a cogliere tutta la "robusta liquidità" della lingua in cui questi concetti sono espressi, con le sue sfumature, i sottintesi, i vocaboli che perdono anchenella più accurata traduzione.
In alcune pagine vi è l'eco della grande, eterna poesia; le parole si
cIRCOLO GIULIO ARCI TREVISANI
II CIRCOLO ARCI UISP GIULIO TREVISANI di Via Appennini n. 101,t3 informa che si sono aperte le iscrizioni per i CORSI DI NUOTO per l'anno 81/ 82 per ragazzi e ragazze di età compresa fra i 6 ed i 14 anni.
I corsi si terranno presso il CENTRO SCOLASTICO ONNICOMPRENSIVO di
Via Trenno n. 49 (MM Lampugnano) nei giorni di lunedì e giovedì dalle ore 17,30 alle ore 18,30. Per ulteriori informazioni telefonare al sig. CALDARA VINCENZO telefono 3532170 nelle ore dei pasti. Indicativamente il costo del corso di nuoto si aggira intorno alle 36.000 lire per un numero di 30 lezioni.
trasformano in armoniose evocazioni, anche nei soggetti più semplici. In quell'anno della grande nevicata (L'an de nivàun) e detto tuttocon l'immagine del padre (È mi bà) che era dapprima contento della sua cantina (ciòta) piena di legna (zòcch e sarmént) tanto da starsene tranquillo senza andare a spiare dalla finestra la fine dell'inverno, ma poi a lungo il freddo si trascinava e soddiava (È buféva), in casa si brucia l'ultimo ceppo e il pover'uomo sospira (è suspiréva...): in nove versi è tutta una storia di indigenza famigliare, più avanti meglio dettagliata con quel verso "e s'una rènga in trègg" attorno a un'aringa in tredici a mangiare, verso che è un capolavoro di sintesi. Nella poesia della Rocchi i personaggi hanno un risalto e un contorno che li fanno "vivi" proprio in virtù della descrizione spontanea, spumeggiante, spiritosa. Piena di brio è ricordato inverno del "nevone" bussa all'uscio sgangherato della loro casa. Nei versi a rima baciata, ottonari perfetti, prendono corpo persone e luoghi: il padre con la berrettaccia si sporge dalla finestrella e intanto fuori turbina il vento che fa mulinare la neve, il viandante che è fuori nella tormenta si dispera perchè non trova la strada, i bambini spaventati che spiano i suoi piedi attraverso il pertulio del gatto, e la vecchia nonna, descritta con due parole (l'era sàurda e la rugèva) che essendo sorda gridava, anzi ruggiva, di venir via dalla finestra, che potevano sparargli nella testa.
E dopo gli aspetti sociali e pittoreschi, scopriamo il lato del sentimento, che pur grande parte deve aver avuto in questa Vita di donna. A questo punto bisogna leggersi e capire nel testo originale "E ben dabon" (II bene quello vero) e "In amàur" (In amore), che sono liriche brevi, folgoranti, essenziali, senza una parola di troppo, vuoi perchè ritenuta superflua, vuoi per istintivo pudore.
Tutto il volume merita una lettura molto attenta e lo consigliamo vivamente, e intanto ci auguriamo che qualcuno abbia pensato di provvedersi anche della registrazione sonora in modo che si conservi ancheil suono dolce - brusco di questo linguaggio nel suo valor fonico, prima che vada disperso nell'appiattimento della parlata comune.
B. Buttafava
Questo minerale fa parte del terzo gruppo per importanza nella gemmologia.
Dal berillo si estrae il Berillio, elemento che serve per uso industriale.
La durezza è 7,5 - 8 nella scala di MOHS.
Le varietà come gemme sono:
Smeraldo: color verde Morganite: color rosa, rosa salmone.
Acquamarina: colore azzurro.
Eliodoro: colore giallo verde. Berillo aureo: colore giallo oro. Bixbiit: colore rosso uva spina.
Tali varietà sono indicate come berillo nobile.
Il berillo varietà smeraldo è conosciuto fin dai tempi più remoti. Il berillo è un comune minerale accessorio di vene granitiche. I giacimenti sono vari, notissimi per la varietà verde quelli della Columbia, dell'Alto Egitto, Degli Urali e Siberia, del Brasile, altri ritrovamenti in India, Pakistan, Rhodesia, Tanzania, Zambia, Transvaal, Mozambico, Australia, Norvegia. Dalla California e Madagascar provengono in genere i Berilli rosa (morganite), incolori e verdolini si trovano in Italia nelle druse cristallizzate del granito nell'isola d'Elba. Il berillo comune è opaco di colore grigio, verdastro raramente trasparente lo si trova nella pegmatite nelle alpi di Olgiasco e Sommafiume sul lago di Como, lo si trova a Craveggia e a Pizzo Marcio in Val Vigezzo.
In genere i berilli torbidi e gli smeraldi di cattiva qualità trovano applicazione nell'industria per ottenere il berillio, metallo assai prezioso per le sue qualità: più leggero dell'alluminio, difficilmente fusibile e resistente agli acciai e inalterabile all'aria.
Smeraldo
È questa la varietà più preziosa del berillo, di colore verde in diverse tonalità, è una delle preziosissime gemme. Le miniere più antiche sono quelle della Scizìa (Russia) e dell'Alto Egitto e vennero lavorate sin dai tempi dei faraoni.
La colorazione degli smeraldi si ritiene dovuta all'ossido di cromo.
Come per i rubini e gli zaffiri la colorazione ha una vasta gamma di intensità. Nello smeraldo la maggiore o minore intensità della tinta non è in funzione del giacimento.
L'accertamento della provenienza degli smeraldi è molto difficile comunque commercialmente non ha importanza. Negli smeraldi Russi si ha una tinta più intensa e nel verde si avverte la presenza del bleu, mentre negli smeraldi della Columbia anche se intensamente colorati si avverte un accenno al giallo.
Gli smeraldi sono difficilmente puri nella maggior parte dei casi sono ricchi di inclusioni che nuociono alla bellezza della gemma pur rimanendo sempre molto preziosa. La maggior produzione è dovuta alle miniere della Columbia e della Russia. Il novanta per cento degli smeraldi in commercio provengono dalla Columbia. Generalmente lo smeraldo viene tagliato in forme quadrate o rettangolari cercando sempre di far perdere meno peso possibile. Le pietre più torbide vengono tagliate a superficie curva, non sono rare le incisioni e i cammei sugli smeraldi.
Morganite
Dopo lo smeraldo è la più bella e pregiata varietà del berillo. È di colore rosa fior di pesco più o meno intenso. I principali giacimenti sono in California, Madagascar e Brasile. Bellissimi campioni di berillo rosa trovati all'isola d'Elba si trovano al museo mineralogico di Firenze. La colorazione è dovuta alla presenza di manganese e calcio. La durezza è 7 - 8. Il taglio di queste gemme è simile allo smeraldo e all'acquamarina.
Acquamarina
Il colore azzurro verdolino la rende simile al colore del mare ma molte di queste gemme sono assolutamente azzurre e fanno più pensare al colore del cielo. La colorazione di queste gemme preziose è dovuta all'ossido di ferro. I principali giacimenti di trovano in Brasile, Russia (Urali), Madagascar, India, Stati Uniti, Australia, Sud Africa. L'eame microscopico rende ben poco in quanto le gemme sono prive di difetti e non vi sono inclusioni. La produzione è notevole, il taglio è simile a quello dello smeraldo. Centro principale di taglio è 'dar Oberstein (Germania) e Rio de Janeiro.
Eliodoro
A questa varietà di berillo giallo verde, venne dato il nome di eliodoro dai tedeschi nel 1910, anno del suo rinvenimento.
In verità era già stata trovata in Brasile e nel Madagascar, ma il nome di eliodoro fu dato solo al berillo del Sud Africa in quanto, sottoposto ai raggi catodici, dava un effetto di particolare luminescenza. Al lato pratico la cosa non regge, perchè non è facile avere la possibilità di sottoporre le gemme ai raggi catodici. Pare che a contribuire agli effetti di luminiscenza sia la presenza di sostanze radioattive come impurità e in dosi tanto minime da sfuggire alle normali analisi chimiche. In conseguenza a ricerche geologiche pare che l'eliodoro sia dissimile dalle altre varietà del berillo, in quanto si pensa che sia venuto sulla terra tramite pioggia meteoritica.
Questa tesi è sostenuta in quanto non è mai stata trovata nè in superfici alluvionali nè in miniera, ma solo alle profondità di qualche piede, in soffici scagli di origine celesti e trovate in zone che costituiscono i centri meteoritici, in quanto sono stati trovati i più grossi meteoriti. Questi meteoriti analizzati hanno rivelato di essere costituiti principalmente da plebenda, il minerale entro il quale si trova l'uranio e il torio, elementi radioattivi. Per questo motivo l'eliodoro del Sud Africa è ritenuto radioattivo.
Berillo aureo
Gemma lucentissima di grande splendore, di colore giallo oro.
Generalmente priva di tnc$usioni è una gemma molto apprezzata specialmente in America, molto meno lo è sui mercati italiani in quanto è una gemma poco conosciuta. á
.minata dai ted è una vede* assai rara del b euna gemma magnif onseguanza della sua rarità.
IN VIA IAMPUGNANO Una nuova biblioteca
Una nuova Biblioteca Comunale è stata aperta presso il Centro Comunitario di Trenno in via Lampugnano 145, con orario dalle ore alle ore 20 di ogni giorni feriale, luso il sabato.
Con questa salgono tro le Biblioteche Comunali a al pubblico nella Zona 19, dove già da tempo sono in funzione quella di via Albenga 4, aperta dalle 14 alle 20 con sala di lettura, quella della rotonda di via Pogatschnig 34, aperte dalle 18 alle 20, e quella presso la Scuola Materna Gasati, in via Ojetti 13, pure aperta dalle 18 alle 20.
ATTIVITA' SPORTIVA NELLA SCUOLA
La minicichica diTrenno
Successo delle gare ciclistiche per bambini nell'ambito dei giochi della gioventù
Sotto il patrocinio del Consiglio di Zona 19 e la regia dell'U.S. Trenno, sono state organizzate, l'ultima domenica di maggio nel nostro quartiere, nell'ambito dei giochi della Gioventù, delle gare ciclistiche riservate ai bambini dagli 8 ai 12 anni.
Durante il pomeriggio, lungo i viali intorno alla stazione MM Bonola, un foltissimo pubblico ha applaudito e si è entusiasmato al carosello offerto dai mini - ciclisti che roteavano le gambette a perdifiato, cercando di "staccare" gli avversari.
Alcuni pedalavano con biciclette raffinatissime, sotto la guida di "padri direttori sportivi" e di madri "apprensive", altri pigiavano sui pedali di pesantissime biciclette da cross.
In tutti c'era una gran volontà di partecipazione e di divertimento, il risultato non aveva infatti una grande importanza.
CALENDARIETTO
Festa dell'Unità dal 27 Giugno al 5 Luglio nel prato di via Omodeo, per iniziativa della sezione DI VITTORIO del P.C.I..
La festa sarà aperta da una esibizione del corpo bandistico di Novate Milanese che percorrerà suonando le vie del quartiere. Seguiranno nei nove giorni spettacoli musicali con muisiche popolari cantate da Ivan Della Mea e da Mimma Caldirola, serate di ballo con orchestra e discoteca, dibattiti sulla donna e la medicina nel quartiere e nella città a cura di Anna Del Bo Boffino; su "la famiglia oggi è davvero in crisi?" a cura del Prof. Dino Origlia, docente di psicologia all'Università di Parma; sulla pace e sviluppo econopmico e sociale; su informazione sessuale proposta di legge P.C.I., P.S.I. e D.C.. Durante tutta la festa funzioneranno bar, ristorante e saranno organizzati spettacoli per bambini e giochi vari.
Dal 8 luglio al 12 luglio Festa dell'Unità della sezione Luglio '60 del P.C.I. - in Via Betti angolo Via Ojetti (Piazzale antistante la Chiesa SS. Martiri)
Durante la festa saranno organizzati giochi, spettacoli e dibattiti sulla politica interna, internazionale e sindacale. Funzioneranno bar e ristorante.
Un ringraziamento della U.S. Trenno
L'Unione Sportiva Trenno, che ha organizzato le gare ciclistiche nell'ambito delle manifestazioni della "Due Giorni con lo Sport" tenutasi nella nostra zona alla fine del mese di maggio scorso, ringrazia tutte le persone che hanno partecipato per la buona riuscita delle gare. Un particolare ringraziamento al signor Valentino Cozzi, responsabile regionale della sezione Giovanissimi, per il suo valido contributo. Nell'occasione sembra opportuno sottolineare il fatto che la U.S. Trenno è l'unica società sportiva in quartiere che non ha alcuna sponsorizzazione, ma che vive soltanto con i contributi dei propri soci.
PATTINAGGIO ARTISTICO
L'attività sportiva sta coinvolgendo in genere da un po' di anni tutte le famiglie italiane medie; le discipline sono ora numerose ed a volte anche sofisticate, ma per quanto riguarda la bicicletta in modo particolare, è confortante notare come questo mezzo ecologico, ambito dai nostri padri e nonni, rimanga, sempre cosi attuale.
Questi due giorni con lo sport hanno riscosso un vivo successo nella nostra zona anche se una maggiore propaganda ed una diffusione più capillare a livello scolastico avrebbe decuplicato il numero dei ragazzi.
Molti infatti non hanno potuto partecipare in quanto non informati o male informati. Peccato, speriamo in una maggiore sensibilizzazione degli adulti per la prossima volta.
F. TotaSport allegro ed armonioso
Il giorno 24 maggio in occasione della 5a edizione della "Due giorni con lo sport" della zona 19, si è svolta alla pista di pattinaggio di via Sironi - via Terzaghi, una lezione dimostrativa aperta a tutti i bambini, tenuta dalla nuova sociotà di pattinaggio artistico a rotelle "Maga". Pur essendo il primo anno in cui è stato inserito il pattinaggio nella manifestazione, i bambini iscritti sono stati circa 200, provenienti da tutte le scuole elementari e medie della zona. Durante queste lezioni le allenatrici hanno dimostrato ai bambini come sia allegro ed armonioso questo sport e ai genitori come sia completo, poichè sviluppa armoniosamente tufi i muscoli e affina le capacità fisiche e mentali.
Gli allenamenti, la partecipazione a gare più o meno importanti e tutte le esperienze derivanti da queste, portano il pattinatore/trice alla formazione completa.
Nel pattinaggio anche non partecipando a competizioni il bambino impara ad armonizzare tutti i movimenti del suo corpo, e per questo utilizza tutto ciò che gli viene insegnato, acquisendo inoltre orecchio per la musica, elemento importantissimo in questo sport.
La società "Maga" terrà dal mese di Ottobre 1981 dei corsi in alcune scuole elementari della zona.
Questi corsi saranno basati sui principi precedentemente esposti e inoltre verrà anche inserita mezz'ora di ginnastica (su due ore di corso) particolarmente adatta al pattinaggio, per garantire un apprendimento più facilitato e meno faticoso durante il corso.
I nostri corsi avranno dunque lo scopo di presentare il pattinaggio artistico su rotelle come sport importante e da inserire nelle scuole dove i bambini hanno bisogno di attività extra scolastiche.
Inoltre durante l'anno, verranno organizzate delle esibizioni di pattinaggio, in cui gli
stessi bambini dei corsi, dimostreranno ciò che hanno imparato seguendo le musiche e le coreografie dell'argomento prescelto per l'esibizione.
Tutto questo sarà organizzato dalle allenatrici della "società", sulla base delle loro precedenti esperienze di insegnamento nelle scuole elementari. Per informazioni più dettagliate sui corsi, vi consigliamo di interpellare nel mese di settembre, la società "Maga" tel. 4036385.
MAGA
Pattinaggio artistico a rotelle via Vacani 4, Milano
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Alla qualità provvede la Centrale del Latte di Milano
2° Torneo di Calcio G. Di Vittorio dal 26'6/81 al 4/7/81

Programma mini allievi (presso il campo Vedetta di Via Quarenghi)
26 /6 ore '18,30 Milano Quartiere/S. Leonardo ore 19,45 A.C. Vedetta/Gallaratese F.C. 67
28/6 ore 9,00 Gallaratese F.C. 67 /S. Romano ore 10,15 A.C. Vedetta/S. Leonardo
30 / 6 ore 18,30 Milano Quartiere /S. Romano ore 19,45 S. Leonardo /Gallaratese F.C. 67
2 /7 'ore 18,30 Milano Quartiere /Gallaratese F.C. 67 ore 19,45 S.Leonardo /S. Romano
Programma amatori (presso il campo Milano Quartiere di Via Quarenghi)
27/6 ore 18,30 A.R.C.I. - U.I.S.P. G. Trevisani Milano Quartiere ore 20,00 A.C. Pietro Gobetti /U.I.S.P. 31
29/6 ore 19,45 A.C. Pietro Gobetti /A.R.C.I.-U.I.S.P. G. Trevisani
1/7 ore 19,45 Milano Quartiere /U.I.S.P. 81
3/7 ore 19,45 Milano Quartiere /A.C. Piero Gobetti
4/7 ore 19,45 A.R.C.I.-U.I.S.P. G. Trevisani U.I.S.P. 81
Le squadre e il torneo sono assicurati da Zurigo Assicurazioni.
vendita al pubblico
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COPPE
Via Figino,17 PERO t Me) tel. 3530364
Poesia dialettale a Trenno
UNA SERATA CON ARCANO
Con la serata dell'undici giugno dedicata ad Arcano e alla sua poesia, si è chiusa l'annata sociale del Gruppo Sirio.
L'accademico Carmelo Abaleo ha presentato il Nostro poliedrico artista e la sua opera alla Capanna Rossa del Tempo Libero al Parco di Trenno, con il concorso della Cooperativa LA VITTORIA, alla presenza di numerosi intervenuti tra cui il presidente del Consiglio di Zona 19 Danilo Pasquini, che si è felicitato con il Gruppo per l'apporto culturale della sua attività.
Sono intervenuti gli attori filodrammatici Mario Perego, Fernanda Gadina e Giuliana Balzarini che hanno recitato diverse liriche particolarmente mordenti o nascostamente sentimentali, alcune inedite altre tolte dai volumi che Arcano ha fin qui pubblicato: Frattaj in milanes, Coriandoli e stelle filanti, EI gir del fumm, Cont'el coo int i nivol, La rossumada, Motti e detti milanesi, Barzellette in milanese, in ponta de cortell.
Offerta personalmente ad Arcano dallo scultore Francesco Jannotta, una spiritosa composizione in me-
Un artista al mese
La nonna pittrice
tallo e ... apparecchiature tecniche telefoniche ha ipotizzato il personaggio complesso ed esuberante ormai giustamente famoso nel quartiere e nella città.
Intervallo e chiusura della serata affidati al complesso musicale del Maestro Rossetti, con gli immancabili quattro salti in allegria.
Per la ripresa in settembre il Gruppo Sirio ha già messo in calendario la prima riunione per il giorno 11.9, serata di raduno il venerdì. In programma: collettiva estemporanea in Valcuvia per il 20, terza domenica di settembre. Partenza al mattino, visita alla località e pittura, colazione al sacco (tempo permettendo oppure presso locale privato a Cuvio), pomeriggio consegna ed esposizione.
All'ultimo lunedì di settembre, il 28, in ricordo della Socia recentemente scomparsa Maria A. Barbareschi Fino, è in preparazione una serata commemorativa presso una sala municipale da concordarsi. A tutti gli interessati verrà recapitato un invito.
L.P.
Una vita per un ideale
Un riconoscimento della sezione Bottini del P.C.I. ai suoi iscritti con più lunga militanza
In occasione della Festa de l'Unità svoltasi in piazzale Segesta, a San Siro, dal 18 al 21 giugno, la sezione Bottini del P.C.I. ha voluto dare un riconoscimento ai suoi iscritti con più lunga militanza di partito.
Targhe ricordo sono state consegnate ad Enrico Gaboli, ad Enrico Debona ed a Luigi Acquati, tutti iscritti al P.C.I. dal 1921, nonchè a Giovanni Beltrami, iscritto dal 1924.
Una quinta targa è stata consegnata a Rinaldo Greco, iscritto al P.C.I. dal 1943, quale riconoscimento dell'opera da lui svolta in tutti questi anni nel partito e nella sezione.
Antonietta Molda Bergamini, la più anziana socia del Gruppo Sirio, nel ricordo della nipote Anna Suffritti
Molda Antonietta Bergamini nacque a S. Felice sul Panaro (Modena) nel Marzo 1882.
A 22 anni si stabilì a Milano, dove, per completare la sua cultura, si iscrisse ad alcuni corsi (fra l'altro anche di disegno), ottenendo ottime votazioni, e poi fu assunta in diversi Uffici, dove fu sempre apprezzata per la sua solerzia e buona volontà.
Alla fine della 1a Guerra Mondiale divenne Segreteria del "Liceum" di Milano, una Associazione di Signore della nobiltà Milanese, che organizzava sovente riunioni culturali e mostre di quadri, che lei seguiva con particolare interesse.
Nel 1959 (aveva già superati 77 anni), fu colpita da broncopolmonite, che la ridusse quasi in fin di vita.
Durante la convalescenza, espresse il desiderio di avere dei colori, per occupare la lunga inerzia in cui era costretta, e che a lei pesava tanto.
Meravigliata della richiesta (non avendola mai vista nè disegnare, nè dipingere, pur sapendo che un poco lo aveva fatto negli anni giovanili), l'accontentai, curiosa di vederne i risultati.
Debbo precisare che la Zia sapeva suonare discretamente — ad orecchio — il piano, pur non avendo fatti seri studi, osservando però attentamente, nell'età adolescente, gli esercizi che il fratello, Maestro di Musica, faceva quando — studente del Conservatorio di Bologna — tornava a casa per le vacanze.
I primi esperimenti di pittura furono un poco deludenti, ma la Zia colla sua forte volontà e vitalità, non si scoraggiò, e proseguì, facendo sensibili progressi, arrivando — nel 1963 — ad ottenere nel suo luogo natale (S. Felice sul Panaro), di poter fare una Mostra Personale di pittura, ottenendo un buon risultato di consensi.
servavano gli altri Soci, tutti giovani, e parecchi anche giovanissimi, fra i quali lei, uitranovantenne, si tratteneva volontieri col suo brio ed entusiasmo.
L'ultima Mostra alla quale partecipò, fu quella del Maggio 1975, nei locali offerti — per tale scopo — dalla Biblioteca Comunale di Piazzale Accursio, e l'articolo apparso su "Ciao Milan" (del Giugno 1975), a firma del Prof. Lambros Dose che la citava in particolare, la ricolmò di entusiasmo e di gioia.

Era interessante e commovente vederla mentre si applicava alla sua pittura: non si lasciava distrarre e rispondeva a monosillabi a chi le chiedeva qualcosa.
L'estate 1975, per il caldo veramente eccezionale, fu per lei particolarmente gravoso, ma quando potei portarla per due settimane a S. Margherita Ligure, si riprese presto e bene, ritornando a Milano in condizioni buone.
a parenti e conoscenti, e tutti si congratulavano con lei per la sua lucidità e le buone condizioni fisiche.
Il 14 ottobre iniziò un quadretto piuttosto grande (da tempo ne faceva solo di misure ridotte), ma quello rimase incompiuto, perchè nel pomeriggio del giorno seguente, all'improvviso, dopo avermi chiamata, in pochi minuti cessò di vivere. Ricordo con tanta nostalgia il suo entusiasmo nell'ammirare i vasti panorami e le bellezze della natura, quando insieme trascorravamo le vacanze estive, che suddividevo fra mare e monti, e che poi ella si industriava di riprodurre con delicatezza di tinte e vivacità di scorci nei suoi quadri.
Anna Suffritti
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Queste Mostre furono ripetute anche per qualche anno, fintanto che la Zia potè recarsi a S. Felice ma che poi tralasciò, anche per la difficoltà del trasporto del materiale occorrente.
Era già però iscritta al "Gruppo Sirio", al quale andava sempre più interessandosi ed affezionandosi, partecipando con entusiasmo alle Mostre coi suoi lavoretti, lieta ed orgogliosa dei consensi chei viitatori lasciavano scritti sugli appositi quaderni, e riferentisi ai suoi dipinti. Partecipava volontieri alle inaugurazioni o premiazioni di dette Mostre, entuasiasta dell'accoglienza che sempre le ri-
Riprese — col solito entusiasmo — la preparazione dei suoi lavori a tempera che aveva tralasciati per qualche tempo.
Il 10 Ottobre ci recammo a Monza, fermandoci anche il giorno seguente, facendo visite
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dalla prima pagina

Italtel
del lavoro della federazione milanese del P.C.I. e di delegazioni dei Consigli di Fabbrica della Telettra, della G.T.E. e della Face Standard.
È stata un'assemblea vivace, affollata e partecipata, nel corso della quale sono state denunciate le inadempienze governative rispetto agli impegni assunti alla fine di marzo con la F.L.M. e con la Confederazione C.G.I.L.C.I.S.L. - U.I.L. nazionale, in quanto gli interventi previsti non sono stati attuati, per cui tutte le aziende manifatturiere e degli appalti si trovano ora di fronte al pericolo di una nuova crisi. Non solo, ma dei diversi strumenti necessari per realizzare gli investimenti il governo ha cominciato con il mettere in atto soltanto quello dell'aumento delle tariffe, su cui il movimento sindacale aveva espresso parere contrario, mentre non ha neppure avviato le necessarie iniziative (quale, per esempio, la creazione di un ente unico di gestione) per un riassetto istituzionale del settore, ne, tantomeno, ha attuato gli incontri, che erano stati fissati per la prima metà di maggio, con le organizzazioni sindacali nazionali per discutere i piani di settore, l'assetto istituzionale ed il ruolo della STET, le politiche industriali e degli appalti.
Di fronte a tale preoccupante situazione il movimento sindacale non ha mancato di dare una prima risposta (anche per preparare le prossime risposte generali) con lo sciopero e la manifestazione delle aziende private del settore delle telecomunicazioni (Face Standard,
G.T.E., Telettra, ecc.) effettuati il 22 maggio, e con la convocazione dell'assemblea di cui stiamo riferendo, indetta all'interno dell'ITALTEL proprio perchè questa situazione generale rende ancor più problematica la situazione interna di quest'azienda, dove, nonostante siano state fissate le date di verifica sull'accordo, su cassa integrazione guadagni, formazione, ecc., la direzione aziendale continua a riproporre un risanamento basato sulla mobilità e sul prepensionamento, ignorando quanto era stato stabilito dall'accordo aziendale, che escludeva iniziative di tale tipo in mancanza del confronto sul piano industriale strategico previsto per settembre.
Le preoccupazioni sull'applicazione dell'accordo nascono anche dalla non definita soluzione del rinnovamento della direzione ITALTEL, dai ritardi e dalle incertezze di chi ha la massima responsabilità pubblica del settore, ossia della STET e dei ministeri competenti.
Tale stato di incertezze si traduce in resistenze e ritardi nelle scelte operative quotidiane della direzione aziendale, per cui è necessario respingere nuove manovre di crisi che impediscano non soltanto soluzioni immediate, necessarie per difendere l'occupazione, ma anche lo sviluppo di questo importantissimo settore strategico, con grave danno sociale e nei rapporti economici interni ed internazionali.
Su tali posizioni e sulla richiesta di un incontro con la commissione interparlamentare per la riconversione industriale e programmi delle Partecipazioni
Statali le forze politiche intervenute hanno espresso la loro opinione concorde.
G.P.
Chiusa
disponibili per porre fine ai disagi creati nel quartiere dalla discoteca e per chiedere alle autorità di Pubblica Sicurezza ed al Prefetto di intervenire per porre fine agli schiamazzi notturni ed alle minacce da parte di frequentatori del locale e di prendere in considerazione la possibilità di sospendere l'attività del locale stesso.
Da parte sua il vice segretario generale del Comune si è impegnato ad ultimare al più presto, come da preciso incarico conferitogli dal sindaco, tutti i controlli (che a quanto ci riferiscono sono già stati avviati) per accertare se la proprietà della discoteca ha ottemperato all'ingiunzione dell'assessore alla Sanità, ed ha riferire al sindaco, che si è detto disponibile ad incontrare il Consiglio di Zona 19 ed il Comitato contro la discoteca per tirare le somme degli accertamenti effettuati. Il vice comandante dei Vigili Urbani, a sua volta, ha raccolto le denunce circostanziate presentate dal Comitato e si è impegnato a controllare personalmente i verbali delle pattuglie. Intanto dalla stessa sera dell'incontro a Palazzo Marino la discoteca è chiusa. Sulla porta in un primo tempo era stato apposto un cartello "chiuso per lavori", sostituito il giorno dopo da un altro con la scritta "chiuso per ferie". Ci auguriamo siano ferie che non abbiano fine, non vorremmo che si trattasse invece soltanto di un espediente della proprietà per eludere gli obblighi derivatigli dall'ingiunzione comunale.