MENTRE SI AGGRAVA IL PROBLEMA DELLA CASA
Sfitti a San Siro
41 alloggi IACP

La denuncia emersa nel corso di una manifestazione indetta dal SUNIA. Come funziona la legge sull'Equo canone? E il canone sociale? sempre più urgente la riforma e la democratizzazione dell'Istituto Autonomo case popolari.
Nei primi cinque mesi di applicazione della legge di Equo canone si è avuta una richiesta di sfratti pari a quella di tutto il 1977. A fine giugno sono diventati esecutivi a Milano, 900 sfratti di cui 98 nelle zone 17, 18 e 19 del decentramento comunale. A questi sfrattati, la maggior parte dei quali non sa ancora dove andare, a chi cerca casa in genere che risposte si danno?
È questo il più urgente degli interrogativi posti nel corso di una manifestazione tenutasi nel salone del CUZ di S. Siro, in piazzale Segesta, per iniziativa del SUNIA. Uno dei suoi rappresentanti, Rivolta, ha sottolineato come la mancanza di risposte concrete derivi in primo luogo da uno sviluppo distorto e speculativo dell'edilizia, che ha privilegiato la costruzione di alloggi di lusso, anzichè di quelli per i lavoratori.
Questa situazione va sempre più aggravandosi a causa della costante crescita di alloggi tenuti sfitti e dall'accumularsi di sfratti da eseguire. I cartelli "Affittasi" sono spariti, sostituiti da quelli "vendesi". E chi non ha soldi per comprare?
La legge 457 (Piano decennale per l'edilizia) approvata lo scorso anno tenta di dare una risposta a questa esigenza attraverso un rilancio programmato dall'edilizia e la costruzione di case che rispondano alle esigenze dei lavoratori, programmando gli interventi edilizi, sia attraverso l'erogazione di finanziamenti per la costruzione di
case economiche e popolari e per il risanamento del patrimonio abitativo degradato, sia affidando agli enti locali nuovi strumenti per il controllo dell'edilizia privata. Ma le prime case del piano saranno ultimate non prima di qualche anno. E intanto?
UNA LEGGE INAPPLICATA
Un'altra risposta sarebbe do-
PRESTO IN FUNZIONE
rihriramolle
vuta venire dalla legge 93, approvata nel marzo scorso, che avrebbe dovuto produrre l'effetto di mettere sul mercato migliaia di alloggi sfitti, ma che invece si è limitata a prorogare per brevi periodi un limitatissimo numero di sfratti, non dotando i comuni di strumenti per il censimento dello sfitto, ma prevedendo soltanto un aumento
delle tasse per i proprietari che tengono vuote le case (ma senza un censimento come sarà possibile individuarli?) e l'obbligo per le compagnie assicurative e per gli enti previdenziali di denunciare gli alloggi disponibili e di affittarli in via prioritaria agli sfrattati. Fino ad oggi però, ha detto Rivolta, non si ha notizia (segue a pag. 2)
(ex centro comunitario di Trenno)
Come ha votato la Zona 19
Sta per essere consegnata al Consiglio di Zona 19 la vecchia scuola elementare di Trenno completamente ristrutturata per farne un centro di iniziative socio-culturali.
La ristrutturazione di questa vecchia scuola di via Lampugnano 143, (che avrebbe comportato una spesa di oltre 300 milioni di lire) è un successo dell'azione del Consiglio di Zona ed un dato positivo per l'attuale amministrazione comunale, che ha fatte proprie le richieste della zona provvedendo agli investimenti necessari entro i termini per i quali si era impegnata.
La ristrutturazione è avvenuta secondo le indicazioni uscite dalle assemblee dei cittadini e dei giovani dell'intera zona. Il vecchio edificio, che era stato praticamente abbandonato. si presta ad una utilizzazione di tipo comunitario inter-quartiere. sia perchè sorge su una vasta area, che offre ampi spazi. sia per la sua ubicazione che lo rende utilizzabile oltre che da Trenno anche dal Gallaratese, da Lampugnano e dal QT 8. Trovandosi poi a cavallo tra l'area edificata ed il Parco di Trenno è anche collegabile anche a quest'ultimo.
Nei locali che un tempo erano adibiti a mensa sarà allestita la biblioteca. Poi vi saranno spazi per la vita di associazioni e di gruppi vari (nessuno dei quali però, per una decisione a suo tempo presa dal Consiglio di Zona, potrà avervi sede fissa). un salone per proiezioni, dibattiti, concerti, un salone che si pensa di far gestire direttamente dai pensionati.
Il centro sarà gestito da un Comitato di 14 cittadini, di cui 7 eletti dalle assemblee di quartiere, 4 nominati dal Consiglio di Zona, uno nominato dal distretto scolastico, uno nominato dal CUZ ed uno in rappresentanza degli operatori comunali.
Il centro culturale comunale
Dalla prima pagina
a San
nè che qualcuo di tali enti o compagnie abbia denunciato la disponibilità di alloggi vuoti, nè, tantomento, che ne abbia posto qualcuno a disposizione di chi è rimasto senza casa.
Perchè la proprietà preferisce mantenere gli alloggi sfitti?
Perchè è tanto difficile applicare una legge dello stato? Chi trae vantaggio da questa situazione?
É evidente che dietro a tutto questo vi è una volontà complessiva di rigettare indietro le conquiste che i lavoratori in questi ultimi anni hanno ottenuto sul problema della casa. Vi è la volontà della grande proprietà edilizia e degli speculatori di affossare la legge di Equo canone ed il Piano decennale per l'edilizia puntando, con un calcolo cinico, sul fatto che più sfratti e più alloggi sfitti ci saranno, più aumenterà il bisogno di case, più si allargheranno gli spazi per eludere i limiti imposti dall'equo canone, più sarà difficile spendere bene ed in fretta i soldi del Piano decennale, tanto più sarà facile sostenere che la soluzione del problema della casa potrà essere risolto soltanto da un rilancio dell'edilizia speculativa, senza alcun controllo pubblico.
È quindi urgente stroncare sin dal loro nascere tali manovre cominciando con l'introdurre alcune modifiche alla legge di Equo canone. L'attuale durata di 4 anni del contratto non salvaguarda a sufficienza gli inquilini. Bisogna introdurre il principio del rinnovo automatico limitando le possibilità di non rinnovo soltanto nei casi in cui sia riconosciuta al proprietario la necessità di disporre dell'alloggio per sè o per un proprio congiunto non oltre il secondo grado di parentela.
Per l'immediato, per dare una soluzione ai drammatici problemi degli sfrattati, il SUNIA chiede alla Regione Lombardia di spendere in fretta e bene i finanziamenti previsti del Piano decennale, ai prefetti di intervenire presso i proprietari di alloggi sfitti per ottenerne la disponibilità, ai comuni di formare delle Commissioni casa per il censimento per il controllo sull'obbligo di denuncia dello sfitto da parte di compagnie di assicurazione e di enti previdenziali, per formare un'anagrafe del patrimonio edilizio al fine di programmare gli interventi, per censire tutti gli alloggi sfitti pubblici e privati che siano.
IL RUOLO DELL'EDILIZIA PUBBLICA
È ovvio che per affrontare con serietà il problema della casa è importante il ruolo dell'edilizia pubblica, che però sembra a volte operare con criteri analoghi a quelli dell'edilizia privata. Nel solo quartiere di San Siro — secondo quanto denunciato nel corso della manifestazione dalla responsabile casa della sezione Bottini del P.C.I. — lo IACP tiene da tempo sfitti ben 41 appartementi, di due e tre locali, di cui alcuni sarebbero già in ordine e pronti per essere assegnati,
mentre altri sarebbero da ripristinare, cosa che peraltro l'Istituto sarebbe tenuto a fare per legge. Da parte sua il SUNIA, ha denunciato che l'assegnazione da parte dello IACP degli alloggi lasciati liberi sarebbe generalmente effettuata in modo poco chiaro e difficilmente controllabile.
Con l'applicazione del Piano decennale è previsto un notevole incremento dell'edilizia pubblica. Chi gestirà tale patrimonio? Non è possibile — ha detto Correra della segreteria provinciale del SUNIA — che di fronte ad una legge di stato che prevede il coinvolgimento delle Regioni la gestione sia poi affidata ad enti autonomi, quali gli istituti case popolari, dove tra l'altro la gestione è in pratica devoluta alle presidenze.
UN BILANCIO DELUDENTE
Il bilancio dell'attività degli
Istituti Autonomi Case Popolari è quanto mai deludente. Nonostante la democratizzazione — per altro non sempre attuata — dei consigli di amministrazione con l'immissione di rappresentanti dell'inquilinato e malgrado qualche tentativo di decentramento, la struttura e la pratica quotidiana degli IACP sono di fatto rimaste improntate ad una visione burocratica dei problemi.
Secondo il SUNIA non si può puntare al risanamento dei deficit di bilancio, al risanamento del patrimonio edilizio degradato affidando tali compiti agli IACP, la cui incapacità di gestire il loro patrimonio in modo corretto è evidenziato dal dissesto attuale.
Dal l° gennaio di quest'anno — ha ricordato Correra — ogni regione può discutere come gestire l'edilizia pubblica.
Finora nulla è stato fatto, ma è urgente avviare un dibattito serio e concreto che punti allo scioglimento degli IACP ed alla creazione di nuove strutture, non più autonome, che si configurino come strumenti tecnici delle Regioni e dei Comuni, cui dovrà essere trasferito il patrimonio edilizio pubblico, che attuino le scelte di politica della casa e del territorio, che siano espressione diretta dei consigli comunali e regionali, che permettano una gestione articolata del patrimonio, dando maggiori poteri alle sedi decentrate in materia di decisioni relative alle manutenzioni, ai servizi, al canone sociale, ecc.
IL CANONE SOCIALE
Su cosa fare degli IACP non è ancora stato discusso dal Consiglio regionale della Lombardia, che non ha neppure iniziato a discutere un progetto approvato dalla Giunta regionale sulla base di una piattaforma presentata nel 1977 dal SUNIA per il superamento della legge 513 e l'introduzione del canone sociale in tutte le case popolari della Lombardia.
Tali ritardi non giovano certamente all'efficienza degli istituti, nè a .spendere bene i fondi del
Piano decennale, nè a migliorare i rapporti con l'inquilinato.
A Milano, in particolare, l'assenza di tempestivi interventi legislativi da parte della Regione mette in pericolo le stesse conquiste degli assegnatari (canone sociale e decentramento) rischiando di aggravare la situazione deficitaria dell'istituto.
Il progetto approvato dalla Giunta regionale prevede un canone legato al reddito, l'introduzione dell'equo canone per gli inquilini con redditi che superino i limiti di revoca (che a loro volta dovrebbero essere portati dagli attuali 7-9 milioni a 12-15 milioni), la riduzione delle spese accessorie per gli assegnatari con redditi fino a due pensioni minime.
Accettando tale meccanismo, che adegua i canoni al reddito degli inquilini, il SUNIA per parte sua chiede che le riduzioni di canone siano immediate e che gli aumenti vengano scaglionati secondo quanto stabilisce la legge di Equo canone, che il meccanismo per il calcolo del canone parta da un costo base uguale per tutti, che si proceda ad una verifica di alcuni parametri della legge di equo canone poco rispondenti alle finalità dell'edilizia pubblica e che si vada ad una precisa normativa che garantisca agli assegnatari il controllo dei servizi e della manutenzione ordinaria.
Sarà così possibile avviare in modo serio una politica della casa che sconfigga le manovre della speculazione della grande proprietà edilizia.
Gian Piero Pagetti
UN INVITO AL CONSIGLIO DI ZONA
Mantenere gli impegni assunti
La questione di piazza Bonola e delle via Falk e Borsa
I pensieri, i concetti, detti; ridetti e ribattuti alla fine vengono a noia se non a nausea.
E allora conviene dire pane al pane con quel che segue: signori del Consiglio di Zona 19, che cosa ne vogliamo fare di piazza Bonola e delle vie Falck e Borsa?
Era stato promesso, dagli addetti ai lavori, il totale spianamento del piazzale e, come logica conseguenza, per giorni e giorni nei mesi passati grossi autocarri hanno scaricato terra su terra nel luogo.
Si era parlato di un decente piano di viabilità sia per i cittadini del Gallaratese G2 obbligati a lunghe inverosimili gincane per recarsi coi propri mezzi al lavoro, sia per gli automezzi dei Vigili del fuoco e della forza pubblica chiamati d'urgenza nel quartiere.
E cosa è avvenuto? Nei giorni scorsi un profondo trincerone con fossato è stato attuato a monte e a valle del miserando piazzale Bonola. Giusto: il polverone sollevato dai mezzi transitanti, ad onta dei divieti, era francamente insostenibile. Tuttavia la gente del quartiere sta pensando che non sia lontano il giorno in cui il piazzale possa essere trasformato ormai in poligono di tiro e ter-
reno di esercitazioni varie, e chissà quale altra diavoleria ... Si prega vivamente di smentire, signori del Consiglio di Zona 19, queste voci alquanto esasperate.
Ma smentire non basta: proporre e attuare, presto, rapidamente, qualcosa di positivo, di pratico per la sistemazione della Zona, dalla viabilità alla posizione del mercatino del sabato in via Falck.
Questo chiedono i cittadini del Gallaratese G2 al limite della civile sopportazione.
Oggi i lavori della MM in superficie appaiono ultimati da tempo: il presidente del C.d.Z. 19 nell'ottobre '78 in "milano 19" a pag. 7, aveva promesso per allora il suo intervento presso la società della AMNU e gli assessori competenti, onde attuare la sistemazione di piazza Bonola, di via Falck e di via Borsa.
Ci sembra, garbatamente, che sia venuto il momento di mantenere quelle promesse, per non deludere ulteriormente le giuste attese dei cittadini di uno dei più popolari e popolosi quartieri della nostra città.
Cronache familiari

Interpreti di queste cronache sono sempre gli stessi: mia moglie, 41 anni casalinga; mia figlia 20 anni universitaria; mio figlio 14 anni lo liceo scientifico; io, 43 anni impiegato; per voi tutti, del Gallaratese e non.
Fa un caldo boia, questo sabato di giugno. Dalla mia finestra vedo la fila delle auto che cercano di guadagnare il casello di Pero, per andare verso i laghi, i monti, la campagna.
Il mondo di sempre, di ogni fine settimana di tutte le estati della era dell'auto.
Eppure nelle prime due domeniche di questo mese qualcosa è successo. Secondo certi giornali, Corrierone compreso, dopo il 3 giugno c'era il pericolo dell'assenteismo, della scheda bianca e di quella annullata. Poi l'Italia è diventata il faro della civiltà elettorale europea dall'alto del suo 86 per cento di votanti.
"Guarda un pò la gente come è fatta mi vien da dire ad alta voce - sembra che la tempesta sia passata e oda gli augelli far festa..." Il mio riferimento poetico viene male interpretato dalla mia consorte che è seduta accanto a me sul
Via Carlo Dolci 38 Tel. 40.80.603
balcone, due mani impegnate a far di maglia e la "terza" a tenere accesa (ma come è possibile) la solita sigaretta. Per questo mi redarguisce: "Ma cosa ti aspettavi con tutto quello che hanno fatto per spaventarli: la svalutazione, la crisi energetica, il terrorismo. A proposito: hai notato come durante i giorni delle elezionni non ci siano stati atti terroristici? Che fine hanno fatto le "BR"?. Mi vien da pennsare che siano dietro l'angolo a raccogliere il raccolto della loro semina: più voti moderati, per spingere l'Italia indietro".
Mia figlia, l'universitaria, sta preparandosi ad uscire (ho sentito parlare del Ticino) ma fa in tempo ad intervenire: "Ve l'avevo detto io che Pannella avrebbe preso un sacco di voti, anche nel momento del- riflusso che spinge il privato a prevalere sul collettivo, il personale sul sociale".
Il liceale di seconda classe (malgrado tutto è stato promosso anche se dovrà imparare durante l'estate a distinguere Ulisse da Diabolik) interviene a sua volta per affermare: "Ma che sacco di voti! Lui ne voleva almeno il doppio di quelli che ha avutili!
Certamente il problema di capire perchè anche qui al Gallaratese ci siano stati meno voti alla sinistra, fughe verso il centro o verso la rosa radicale, è una realtà.
"Non hanno certo sbagliato ad ammazzare Moro: il risultato è stato positivo, per quelli che volevano far tornare le cose indietro, dopo l'avanzata del 1976". t un amaro commento della mia metà che non si è accorta di avere ac-
ceso la sigaretta numero trentatrè, mentre la trentadue è ancora quasi intera e accesa nel posacenere. E aggiunge: "Però qualcosa non ha funzionato anche nel PCI, non si sono accorti che la gente non capiva fino in fondo certe scelte, magari giuste, ma troppo difficili e impopolari. Bisogna mantenere più stretti legami con la gente, farsi capire sempre e non salire sul locomotore lasciando i vagoni fermi in stazione.
"Ma intanto dobbiamo ricercare di ritrovare l'unità di chi ha votato a sinistra, di tutti quelli che non hanno votato per cambiare le cose. E sono sempre tanti, molti di più di quanti ne vorrebbero Montanelli o Fanfani".
Il caldo oggi è opprimente: continuare a bere come una spugna, serve a poco. Eppure continua a ingurgitare ettolitri di bevande di ogni genere.
"E allora quando si parte per le vacanze? Qui non si respira più". t la protesta del più giovane membro della famiglia.
A fine di luglio, come al solito, ce ne andremo assieme a tutti i Colombo, i Rossi, i Bianchi, e gli Esposito del Gallaratese. Uniti nnella ricerca di uno spazio per il meritato riposo dopo un anno di lavoro.
Luca OrsenigoL'ingiustizia fiscale in Italia
Le tasse sulla busta e l'inflazione modificano la distribuzione del reddito nazionale
Lo strumento della tassazione è sempre servito, oltre che a fornire allo Stato i mezzi finanziari che gli servono, anche a ripartire il reddito nazionale tra le varie classi sociali. Per i lavoratori questo risultato in negativo si verifica oggi, più di ieri, perchè le aliquote di tassazione che gravano sugli imponibili dei redditi di lavoro restano ferme anche per decenni, mentre l'inflazione gonfia solo monetariamente le buste paga. Ciò avviene quando il costo della vita aumenta, di conseguenza scatta la scala mobile aumentando la contingenza, per mantenere appunto il precedente potere d'acquisto dei salari e pensioni. Ma a questo punto, a causa delle aliquote crescenti che colpiscono il reddito monetario, il prelievo fiscale sulle buste paga aumenta in misura maggiore rispetto all'inflazione; proprio perchè gli scatti della tassazione sono maggiori di quelli dell'inflazione. La conseguenza di questo meccanismo, rivendicato storicamente dal movimento popolare per colpire i redditi più alti, è che oggi tutti coloro che vivono di reddito da lavoro dipendente e per il quale la tassazione è prevista per legge alla fonte pagano le tasse in misura sempre maggiore, rispetto a quegli strati sociali che sono invece tenuti a dichiarare volontariamente i loro redditi, e per incentivarli a pagare le tasse godono di sostanziose esenzioni fiscali. Il risultato di questo stato di cose è l'ingiustizia sociale.
Secondo gli ultimi dati disponibili, risalenti alla dichiarazione dei redditi del 1975, le categorie sociali che hanno concorso a dichiarare allo Stato il reddito imponibile, sul quale si pagano appunto le tasse, sono stati i lavoratori dipendenti nella misura dell'81,4 per cento; i lavoratori autonomi (artigiani, professionisti, commercianti e agricoltori) per il 2,37%; i proprietari di case e terreni hanno concorso per il 3,59; i redditi d'impresa 1'8,47%; i redditi azionari e da capitali per il 4,16%. Riassumendo, nel 1975 i lavoratori hanno concorso alla dichiarazione dei redditi realizzati n.., 1974 nella misura dell'8 1,4%; tutte le altre categorie sociali avevano concorso con il 18 ,59%. Nel 1974 il reddito nazionale netto al costo dei fattori, escludendo cioè la ricostituzione dei capitali consumati, era stato di 78.715 miliardi di lire. Di questo il 68,6% era andato ai lavoratori dipendenti. Il restante 31,4% era andato a tutte le altre categorie sociali sopra citate. Come si può vedere qualche dubbio sullo squilibrio nella ripartizione del carico fiscale esisteva già nel 1975. Negli ultimi quattro anni le cose per i lavoratori sono cambiate in peggio.
LA DINAMICA DELLE TASSE
SU STIPENDI E PENSIONI
Un pensionato che nel 1976 aveva percepito 2 milioni di pensione (160 mila mensili) aveva pagato 58.000 lire di imposte. Oggi, a parità di potere d'acquisto della sua pensione, egli paga un'imposta annua di 124.000 lire. L'incremento del prelievo fiscale sul reddito del nostro pensionato, in questi tre anni, è quindi stato del 110%; mentre l'inflazione nello stesso periodo è stata del 31,2% secondo i dati ISTAT. Nel 1976. la paga media di un'operaio si aggirava intorno ai 4 milioni, sui quali era stato prelevato il 7,2% di imposta, per complessive 288 mila lire. Nel 1978, per conservare lo stesso potere d'acquisto, il salario di
questo operaio è diventato di 5.248.000; l'aliquota fiscale è perciò salita al 9,51% e il fisco ha così prelevato 499.000 lire sulla busta paga di questo operaio, cioè 211.000 in più.
Un impiegato di media qualifica che nel 1976 aveva percepito 6 milioni di stipendio, aveva pagato allo Stato 638.000 lire di imposte, cioè il 10,63%; nel 1978 il suo stipendio è salito a 7.8 72.000, l'aliquota è salita al 13,53%, pagando quindi un'imposta di 1.065.000 lire. Questo impiegato ha dunque pagato 427.000 in più.

A questo punto tralasciamo di considerare il parallelo aumento delle tasse indirette (l'IVA) che gravano sui consumi, le quali come tutti sanno non sono affatto scomparse. Del resto la stessa CISL milanese, con una sua recente indagine, ha denunciato un'aumento nell'ultimo anno del costo della vita di oltre il 15% e il fatto che "le autorità di governo e monetarie non si dimostrano in grado di tenere sotto controllo i prezzi".
Massimo Bordini, esperto fiscale della CGIL, ha dichiarato che "la mancata rivalutazione delle detrazioni e gli effetti monetari dovuti all'aumento dei prezzi hanno comportato nel 1978 un maggior prelievo sul lavoro dipendente di almeno 1.500 miliardi".
Si deve perciò amaramente constatare che il meccanismo della distribuzione del carico fiscale è ormai lasciato alle cieche leggi della dinamica dei prezzi e non più al legislatore.
gnità sociale e quindi sono uguali davanti alla legge"; art. 53 "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva".
Su questi problemi riguardanti l'uguaglianza dei diritti nei rapporti civili tra i cittadini e lo Stato vi è anche l'art. 28, che dice: "I funzionari e i dipendenti dello Stato... sono direttamente responsabili, secondo le leggi... degli att. compiuti in violazione di diritti".
D'altra parte, esististono anche le "esenzioni" fiscali di fatto che sono ormai storiche: ogni anno lo Stato rinuncia ad incassare quasi 2 mila miliardi di imposte sugli immobili. In conseguenza delle mancate rivalutazioni catastali dei valori delle case e dei terreni, i cui redditi sono appunto tassati in base alla loro sottovalutazione legale delle rendite catastali, inferiori del 45% per le case e dell'80% per i terreni, rispetto al loro reale valore di mercato. Certo, è notorio che gli uffici catastali non funzionano da troppi anni!
economico italiano.
CHE FARE?
Contro il crescente prelievo fiscale sulle buste paga e le pensioni, che gli economisti chiamano "fiscal drag",si è pronunciato anche il segretario della FLM Mattina, sostenendo che il movimento sindacale italiano dovrà portare avanti più decisamente la "vertenza fiscale" con il governo. La Federazione CGILCISL - UIL ha già dato la priorità alla richiesta di indicizzare il massimale delle 960.000 per i pensionati.
Ora, dopo la consultazione elettorale, pur tenendo conto delle molteplici difficoltà, la "vertenza fiscale" potrebbe e dovrebbe basarsi sulla richiesta di indicizzazione per tutti i lavo-
ratori del minimo imponibile esente; oppure sull'esonero della tassazione dei futuri scatti di contingenza. Impegnando, nel contempo, il nuovo governo a perseguire seriamente le attuali e massiccie evasioni fiscali. Ci rendiamo però conto che queste ipotesi resteranno pie illusioni, se esse non saranno sostenute da grandi e unitarie mobilitazioni di lavoratori, nel quadro della richiesta più generale di attuare profondi cambiamenti nella direzione del Paese. Si tratta insomma di sviluppare una pressione sociale e quindi politica per modificare i precedenti comportamenti classisti dei governi DC, anche allo scopo di allineare il carico fiscale in italia ai livelli europei.
Gianfranco Bassi
I REGALI FISCALI DI PANDOLFI E LA COSTITUZIONE
Un decreto della fine del 1977, del ministro delle Finanze, il DC Pandolfi, ha introdotto sostanziose esenzioni fiscali forfettenie a favore di alcune categorie di contribuenti. In base a questa legge che denuncia l'impotenza dello Stato a perseguire le evasioni, l'imponibile tassabile per i commercianti è oggi soltanto il 15% del loro reddito dichiarato, perciò 1'85% di esso non è soggetto a tassazione! Per gli albergatori e i proprietari di esercizi tale esenzione è del 75% e per i liberi professionisti l'esenzione è del 40%. Di fronte a questa "leggine" di Pandolfi cosa dire dei due articoli della Costituzione? Che recitano: art.
3 "Tutti i cittadini hanno pari di-
Eppure il ministro delle Finanze Pandolfi non ha mai perso una occasione per sottolineare il disavanzo e quindi le gravi necessità finanziarie dello Stato, lamentando che il gettito delle imposte dirette in Italia è troppo basso rispetto a quello degli altri paesi europei. Omettendo di precisare con la dovuta energia che questo rilievo non riguarda i lavoratori. Infatti, con gli attuali e perversi meccanismi fiscali, i lavoratori italiani sono quelli che oggi pagano le imposte più alte in Europa. In Francia e in Germania, ad es., i lavoratori che hanno carichi famigliari beneficiano di esenzioni fiscali che attenuano notevolmente la progressività delle aliquote di imposte sui salari. I lavoratori italiani, al contrario, hanno "goduto" di prelievi supplettivi sulle buste paga, per un prestito forzoso allo Stato, realizzato con i BOT (D.L. 11.10.76 n. 699 "blocco della contingenza" sui redditi da lavoro dipendente al di sotto e al di sopra di 8 milioni annui). Infine, nessun lavoratore ha evaso la decurtazione sul salario differito, realizzata con il blocco della contingenza sugli scatti di anzianità e sull'istituto della liquidazione di fine lavoro, in atto a partire dal febbraio 1977, al fine di contribuire ad evitare lo sfascio
EI Cantón del barbee IL CRAC
- Ciao! Allora ci sarà il cambio del cavallo come vuole Craxi?
- Perchè? EI voeur cór a San Sir?
- Ma no! Intende dire cambio del presidente del consiglio. Perchè? EI voeur fal lù?
- Questo non l'ha detto. Ha detto soltanto che non vuole più Andreotti.
Ah, hoo capì! EI voeur un governo senza i democristian.
Non hai capito niente. Gli andrebbe bene anche un monocolore democristiano, ma senza Andreotti. Magari con Piccoli, o Forlani, o Donat-Cattin...
- E perchè minga cónt el Fandani o el Scelba, gia ch'el gh'è. Cossa ch'el voeur? Tornà indree al quarantott?
Ma si tratterebbe soltanto di un governo di attesa.
- S'è' spetta cosse?... EI tram?...
- Ma no! Si tratterebbe di un governo da farsi in attesa delle elezioni regionali del prossimo anno.
- E poeu? Cosse che dovariumm spetta anmò? Hinn trent'ann che spettumm tra un governo balneare, un governo ponte e compagnia bella. Adèss ghe mancaria anca el governo d'attesa.
Ma vedi, in pratica le elezioni del ,re giugno non nanno risolto i problemi che c'erano prima e un qualche governo si deve pur fare per evitare il crac.
EI cosse?...
Il crac, ossia il fallimento.
- Hoo capì. Ma allora l'è minga assee cambià el cavali, se dev cambià anca el birocc. L'è minga assee cambià l'Andreotti cónt el Piccoli, o el Forlani o el Donat-Cattin. Se dev cambià tutt e fà un governo cont denter anca i operari. Dam a trà a mi: se fann come che el dis el Craxi ris'ciumm de fa crac-si; se invece fann come che disi mi riessum a fa crac-no. Ciao, te saludi.
el barbee
4 risposte ad Abbondanza
Recentemente il presidente dell'Istituto Autonomo Case Popolari di Milano, il socialista Nuccio Abbondanza, ha rilasciato un'intervista publicata su "il Giorno Casa", supplemento del quotidiano II Giorno di Milano.

Dalle sue dichiarazioni abbiamo tratto spqnto per rivolgere quattro domande a vari inquilini dell'istituto nella nostra zona e qui riportiamo sinteticamente le risposte che ci sono state date.
Parlando del problema complessivo della gestione dell'Istituto Abbondanza ha dichiarato che esso può essere ormai risolto soltanto con un effettivo decentramento degli uffici, tale da rendere più diretto il rapporto tra IACP ed inquilinato. Dato che a Milano sono già in funzione uffici decentrati dell'istituto abbiamo chiesto agli inquilini quali sono i loro rapporti con quello che esiste nella nostra zona.
"Nessuno" — è la risposta immediata di molti, poi qualcuno aggiunge — "Abbiamo pratiche in corso da 2 o 3 anni per le quali non abbiamo ancora avuto risposta". Una pensionata che abita a San Siro ci precisa che ci sono stati persino casi in cui i Vigili del Fuoco hanno dovuto intervenire d'urgenza per provvedere a eliminare situazioni di imminente pericolo "ma poi l'istituto non si è neppure sognato di prowedere alle necessarie riparazioni". "Si va una volta, ti ascoltano e niente — puntualizza un'altra — si torna una seconda volta, una terza, una quarta... alla fine si ricevono soltanto risposte poco gradevoli".
Un'inquilina di via Mar Jonio 3, sempre a San Siro, Ci precisa che ,lo stabile dove abita aveva il cortile pavimentato a mosaico, poi vicino ai tombini dei tasselli erano stati divelti dalle intemperie, gli inquilini avevano chiesto che si provvedesse alla riparazione, ma l'istituto anzichè sistemare i tasselli divelti ha tolto tutto il mosaico ed ha pavimentato il cortile con una gettata di cemento. Ancor più grave la situazione all'interno di singoli appartamenti. "Sono passati due anni — ci dice un inquilino — prima che si decidessero a venire a riparare il tetto, ed intanto io quando pioveva dovevo stare in casa con l'ombrello".
I CONSIGLI DI GESTIONE
Parlando dei rapporti con l'inquilinato Abbondanza, dopo aver precisato che la minaccia dello sfratto (fatta balenare in
Una fattoria come scuola
casi in cui la morosità non era giustificata dalle condizioni economiche dell'inquilino) comincia a darei suoi frutti consentendo all'istituto di recuperare una parte dei suoi crediti, ha detto che se in ogni quartiere gli assegnatari potessero discutere e decidere sulle manutenzioni, sul riscaldamento, se cioè potessero vedere dove vanno a finire i quattrini che vengono loro chiesti sicuramente maturerebbe un maggior senso di responsabilità e verrebbero a cadere gran parte dei motivi che alimentano la protesta di chi rifiuta di pagare o di chi si "autoriduce" l'affitto o le spese. Visto che nelle zone sono già in funzione i Consigli di gestione quale conto l'istituto tiene delle loro decisioni e delle loro indicazioni. La responsabile della commissione casa della sezione Bottini del P.C.I. di S. Siro precisa che in pratica i consigli di gestione esistono soltanto sulla carta, ma aggiunge che parte delle cause del loro scarso funzionamento deve essere fatta risalire agli stessi inquilini, che partecipano in misura assai ridotta, se non addirittura nulla, come spesso capita, e si mobilitano soltanto in casi eccezionali per fatti gravi che li coinvolgono personalmente (ad esempio la questione del riscaldamento l'inverno scorso a S. Siro) per poi disinteressarsi dell'andamento generale della gestione da parte dell'istituto. Una componente della Commissione ospitalità e cambio alloggi del Comitato di gestione della nostra zona ci informa che la sua commissione si riunisce una o due volte al mese per vagliare le domande. "Ma — conclude — la decisione definitiva spetta alla direzione dell'istituto, che non tiene alcun conto delle nostre indicazioni". Qualcun altro ci risponde "È appunto perchè sappiamo dove vanno a finire i nostri quattrini che reclamiamo!", senza però fornirci argomentazioni precise a sostegno di tale affermazione, ma lamentando il fatto che le lamentele degli inquilini non verrebbero ascoltate.
PIANO ANZIANI E PIANO GIOVANI
Parlando del piano di riorganizzazione dell'istituto Abbondanza ha fatto cenno ad una serie di iniziative tra cui un "piano anziani" che dovrebbe puntare ad una ridistribuzione degli alloggi in funzione dell'età e delle
esigenze degli inquilini. Come sono state sin qui accolte le richieste di anziani che chiedevano di trasferirsi in alloggi il piano terreno?
"Mia sorella lo ha ottenuto perchè lei stessa ne ha segnalato la disponibilità", ci risponde una interpellata. "Le domande raramente vengono soddisfatte in quanto, secondo lo IACP, non vi sarebbero alloggi disponibili", ci risponde qualcuno "Anche se — aggiunge qualche altro — a S. Siro vi sono 41 appartamenti dello IACP sfitti (di cui già la stampa cittadina ha ampiamente parlato), che l'istituto non si decide a risistemare ed ad assegnare".
Qui ritorna un altro degli argomenti toccati da Abbondanza, che sempre accennando al piano di ristrutturazione ha parlato anche di "piano giovani" per dare una casa a buon mercato alle giovani coppie. Quante di queste hanno trovato casa in un quartiere IACP della nostra zona?
"Quale piano giovani? — ci chiede con veemenza un nostro interlocutore apparentemente sulla trentina e aggiunge — lo per trovare casa ho dovuto andare con mia moglie fuori Milano, anche se i miei genitori abitano da anni nelle case popolari qui al Gallaratese!" Qualche altro aggiunge che vi sono giovani coppie che da anni vivono in casa dei genitori perchè l'istituto non assegna loro l'alloggio.
La nostra panoramica finisce qui anche per ragioni di spazio, ma non vorremmo chiudere l'argomento. Ci auguriamo che il presidente dello IACP di Milano voglia leggere con attenzione quanto abbiamo riportato. Se vorrà replicare saremo ben lieti di offrirgli spazio per farlo.
P.G.T.
La vita urbana ha mutilato il rapporto con la natura, in nome del benessere, dell'industrializzazione, a prezzo però di nevrosi, di angosce, di ignoranza sulla vita agricola.
Coscienti di tali carenze, le scuole milanesi organizzano, da anni, gite alle fattorie più vicine, per accostare i bambini e i ragazzi al dimenticato mondo rurale.
Apprendono così, che il latte non è un prodotto chimico, che i pomodori non nascono sottoterra, come le patate; che gli alimenti, che trovano pronti e confezionati nei supermercati, sono frutto di fatica e di lavoro, che non conosce orari, per il contadino.
Non è molto lontano l'episodio di quella bambina che, alla vista delle galline, urlò esterrefatta: "il pollo vestitor, abituata com'era a vederli spennati e pronti da cucinare.
Una delle mete preferite dalle scolaresche milanesi è la cascina Bellaria, adiacente al parco di Trenno. Abbiamo appreso da alcuni giornali locali che la sopravvivenza della fattoria, che da parecchio tempo assolve un ruolo didattico così importante, è in serio pericolo.
Questo centro agricolo, che ha 65 anni, ha goduto fino a due anni fa della completa disponibilità dei terreni circostanti (avu-
ti in subaffitto dalla ditta a cui il Comune aveva dato in un primo tempo l'appalto) dai quali traeva erba e fieno per il bestiame. Con l'apertura del parco, tale diritto è stato notevolmente ridotto, obbligando gli affittuari a sopprimere buona parte del bestiame per la conseguente mancanza di foraggio. Ma questo era solo l'inizio: l'anno scorso, anche quella piccola concessione residua, non è stata rinnovata. Da allora per la fattoria è la fame, un'agonia lenta. E pensare che il precedente accordo tra la cascina e l'Amministrazione rappresentava, anche per quest'ultima, un utile ai fini della manutenzione del parco. !nfatti, come apprendiamo dal mensile "Penisola" di febbraio, la concimazione letamica dei giardini, affidata in un primo tempo agli affittuai per una spesa globale di 800 lire al quintale, è stata poi delegata ad altri (che usano concime organico, ma di qualità più scadente) per un onere di 4500 lire al quintale, esclusa la manodopera per lo spandimento.
Tutto questo appare ingiustificato alla cittadinanza milanese, ormai avvezza alla politica del risparmio' dell'Amministrazione che impone tagli anche su opere di urgente necessità.
Marco GironiIl ministro della Pubblica Istruzione a nostre spese invia libri non richiesti
Piovono saggi "omaggio" di Pedini sulla scuola
Il collegio dei docenti della scuola media Gabrio Casati di via Ojetti, 5 ha deciso di rimandare i testi indietro.
Quanti ne sono stati spediti in tutto il paese?
Un "favore" agli autori e ad oscure case editrici che risparmiano anche i costi di distribuzione.
Un testo di saggistica viene considerato un buon successo se viene venduto (venduto non tirato) in diecimila copie. Se poi le copie "vendute" sono diciottomila, tante quante sono le scuole medie italiane, allora rischia di diventare un successone.
Poco importa se il preside e i docenti delle scuole non si sono mai sognati di richiederli; il ministero invia e basta.
L'uso dell'amministrazione centrale della Pubblica istruzione di acquistare per conto delle scuole presso le case editrici volumi che poi vengono recapitati ai vari istituti, sebbene regolamentato per legge, presenta aspetti oscuri e che si prestano ad operazioni sospette.
Come quella di cui è rimasta "vittima" la media statale di via Ugo Ojetti 54 che ha ricevuto tre libri: "Gli Stati Uniti nel secolo XX", di Ottavio Bada; "La Mongolia moderna", di Pietro Corradini; "Problemi e prospettive della Comunità europea", di Mario Pedini ed Achille Branchi.
Il collegio dei docenti di queto istituto ha deciso, dopo essersi riunito, di rispedire al ministero i tre costosi saggi. "Se è infatti ammissibile e comprensibile che il ministero faccia avere a sua spese testi informativi relativamente ai problemi della amministrazione nei suoi moltepliciaspetti — dice la cortese ma fermissima lettera degli insegnanti — è quantomeno arbitrario che lo stesso ministero, o i suoi funzionari, si arroghino il diritto di scegliere i saggi con cui rifornire le biblioteche scola-
La due giorni con lo Sport
al campo sportivo 25 Aprile.
Un bilancio certamente confortevole e che spero continuerà, ma la gestione di tutto questo, deve essere un grosso impegno da parte del C.d.Z.?
Stella, ho preso la contravvenzione ed ho pagato. Per concludere quali le prospettive future?
Si è parlato molto in questi due giorni di cosa fare l'anno prossimo.
stiche... Simili omaggi preferiremmo, sinceramente, non riceverne più".
Quante di queste pubblicazioni preziose sono state mandate? È una domanda cui vorremmo rispondesse la P.I.
Restano da aggiungere poche cose:
1) che quando fu deciso l'omaggio Mario Pedini, autore di uno dei libri era ancora ministro della Pubblica istruzione;
2) che con questo sistema la casa editrice risparmia le spese di distribuzione sul mercato libero che assorbono dal 40 al 45 per cento del prezzo di copertina 3) che questo è un modo come un altro per gabbare il contribuente e per finanziare case editrici (in questo caso la LAS, piazza Ateneo Salesiano 1, Roma) altrimenti condannate alla asfissia a cui, evidentemente si è molto legati.
Quarto, ma non ultimo punto, ricordiamo di aver letto alcuni giorni addietro che in una scuola statale di Milano (il II liceo artistico di piazza XXV Aprile) insegnanti e studenti abbiano lavorato e studiato per tutto lo scorso anno scolastico in condizioni umilianti e indegne di qualunque scuola che sia veramente tale, facendo lezione in quattro classi nella stessa aula, senza neppure i banchi. La risposta del ministero di fronte alle richieste di questa scuola è sempre la stessa: "mancano di fondi". E se iniziassimo a fare un po' di economia sulla diffusione, a carico dello Stato, dei libri di ex-ministri?
L'U.
Si è da poco conclusa la 3° edizione di "2 giorni con lo sport". Avviciniamo -Danilo Pasquini presidente del C.d.Z. per una valutazione globale dell'iniziativa.
Come la giudica complessi- . vamente?
Meglio degli altri anni, dal punto di vista organizzativo, anche se qualcosa non ha funzionatro, vi sono state dimenticanze non si è più potuto tenere il concerto finale come sperato.
C'è stata partecipazione?
Bravi sono stati gli amici che lavorano nella commissione Cultura-Sport e Tempo libero che con i limiti di tempo che hanno le persone che presentano lavoro volontario e con tutta l'inesperienza e anche le ... "individualità" che si riscontrano sempre anche in un lavoro che deve essere considerato collettivo sono riusciti a svolgere. È una macchina che si mette in moto; un gruppo di dieci - dodici persone che si dedica ogni anno a questa organizzazione.
Una considerazione: penso, come ho già avuto modo di dire in altre occasioni, che il lavoro volontario deve essere migliore di quello organizzato e pagato.
Bisogna che le persone che lavorano con noi sappiano che devono essere brave, e lo sono, ma soprattutto quello che danno deve essere visto professionalmente. In questa ottica non ci sarebbe stato l'errore del concerto e altre cose anche se marginali. lo stesso non avrei commesso l'errore di non chiedere alla vigilanza del verde (per ignoranza) il permesso per le riprese televisive dal Monte
Coloro che hanno fatto l'esperienza di questi tre anni pena sano che a partire dal prossimo i "2 giorni" potranno essere considerati la conclusione di un momento importante in cui l'attenzione sportiva tra i giovani, non solo della scuola dell'obbligo ma anche studenti delle medie superiori, ne abbiamo molti in zona, duri almeno da metà aprile a fine maggio. Tutte le domeniche, tutti i sabati ci si ritrova insieme per vivere insieme una vita diversa. lo spero poi che da qui all'anno prossimo con le società sportive con le quali stiamo cercando degli accordi e con l'amministrazione comunale si riuscirà a far partire quegli impianti sportivi che desideriamo costruire lungo la Via Cilea. Tra il Quartiere Gallaratese e il parco di Trenno il cui progetto è stato approvato dal C.d.Z. (vedi Milano 19 - dic. '77) e presentato come preprogetto all'Amm. Comunale. È stata fatta anche una bozza di convenzione approvata dal C.D.Z. e anche questa già presentata al Comune. Si tratta quindi di concretizzare tutto questo.
Al termine dell'anno scolastico 1978/79 l'Associazione genitori del quartiere San Siro ha organizzato, presso la scuola elementare di via Paravia, un incontro dibattito sull'educazione sessuale, con la partecipazine dell'equipe Mandelli - Confalonieri.

Il discorso è stato sviluppatosui nodi centrali del problema quindi: la sessualità dei bambini, come parlarne in Famiglia, che ruolo hanno la scuola e la società.
Ribadito che la sessualità da parte delle persone rimane il fatto di come educare i propri figli. I genitori sono i punti di riferimento, sono le persone che riescono ad influenzare le idee, gli atteggiamenti del bambino e di qui nasce il difficile atteggiamento da adottare, il tipo di rapporto, naturalmente il più chiaro e semplice, che ci sia da instaurare.
L'arco di tempo in cui sono molto importanti tali rapporti è dai 3 ai 6 anni (inconsci) e dai 10 ai 15 anni (consci), per cui verso gli 11 anni i ragazzi non desiderano parlare con i genitori dei rapporti sessuali, perchè non vogliono pensare che gli stessi genitori hanno dei rapporti.
Altri problemi vengono creati dai mass-media, che ci bombardano quotidianamente con i loro messaggi di sessualità, di mercificazione del corpo, nella pub-
blicità e nelle informazioni. Da questa analisi della situazione si è sviluppato un vivace e positivo dibattito tra i presenti all'assemblea.
Naturalmente noi consideriamo molto positivo questo fatto, perchè è nostro scopo sensibilizzare i cittadini ed in particolare i genitori sui temi non soltanto inerenti alla scuola, ma che riguardano anche la vita attorno ad essa. Quindi la nostra associazione si propone in futuro di svolgere altre iniziative che risultino positive e che riescano a coinvolgere tutti.
La partecipazione dal primo anno ad oggi è raddoppiata. Vengono coinvolte sempre più masse giovanili delle scuole elementari e medie. Quest'anno abbiamo avuto adesioni, non molte, di giovani delle zone limitrofe 18 e 20 interessati all'esperienza.
Quindi è da considerare positiva l'iniziativa?
Ormai possiamo considerare che questa sia una esperienza consolidata, una tradizione di questa zona che ha alle spalle una sua storia particolare: gli orti e le marcite di Figino e della Cascina Torrazza ieri, oggi, invece, tanta gente che ci abita con tanta voglia di stare insieme, giovani e non giovani; c'erano infatti molti genitori e non solo curiosi dell'andamento dei propri figli ma anche molti adulti che hanno assistito alle gare del sabato in piscina e la domenica
COME HA VOTATO LA ZONA 19

S. Siro - Harar
Figino
Lampugnano
Trenno
SEGGIO: Via Viscontini - Sez. 1107-1786-1890
QT 8
S. Siro
S. Leonardo (Gallaratese)
QG1-QG2 (Gallaratese)
Calce e mattoni
Professionalità, non sfruttamento giovanile o emarginazione femminile
Esami per diventare muratore: qui la pratica è d'uopo e una volta tanto tale necessità pare sia riconosciuta da tutti, per questo l'esame non consta soltanto di prove puramente teoriche ma anche di una fondamentale, pratica: il restauro della cascina S. Romano in via Trenno, attualmente sede di Italia Nostra di cui abbiamo ampiamente parlato (vedi Milano 19 maggio 1979). Il restauro dell'edificio è consistito nel ripararne il tetto, nel rifarne i vespai, nel corredarne la corte di panchine e tavolini in muratura. Partecipanti alla prova anche tre donne: tre ragazze già con il diploma di geometra, interessate ad ampliare il campo delle loro conoscenze nel settore. Ci rallegriamo naturalmente con giornalisti come Wladimiro Greco che sul "Giorno" parla della presenza all'esame di "tre ragazzette, che con ruvida grazia maneggiano la cazzuola, e 64 muratori... "Pare da tale espressione che le tre ragazze passando casualmente di lì abbiano di punto in bianco deciso di fermarsi a sostenere l'esame per muratore. Posto inoltre che fra i 64 muratori maschi vi erano anche, come spiega in seguito l'articolo, degli adolescenti, non si capisce come mai questi ultimi non siano stati a loro volta definiti "ragazzetti". Forse codesto termine, tra il patetico e il paternalistico, è ritenutro da chi perchè collaboratore di un grande quotidiano si ritiene facente parte dei linguisti eletti, adatto solo alle donne, onde esprimere tutta la loro doverosa fragilità e fatica nel compiere un lavoro notoriamente maschile. Sembra tuttavia logico ritenere che per manovrare una cazzuola, oltre ai muscolacci, che d'altronde non sono prerogativa di tutti gli uomini, occorra anche una buona dose di abilità, quindi intelligenza, fermeiia e lucidità. È sicuro che una donna che decide di superare gli esami per muratore sarà a conoscenza di tutta la presumibile diffidenza, perplessità, curiosità a cui va incontro perciò manovrerà la cazzuola più che con "ruvida grazia", con reale abilità pari a quella maschile, se non superiore, dato che l'abilità femminile, essendo più controllata, si concederà molte meno disattenzioni, pause, rilassamenti e anche meno giudizi sul vicino operato ma-
schile. Posto un doveroso accento sul, banalmente superficiale e scontato, tono di un tipico professionista della grande stampa, passiamo all'approfondimento dello spunto. Nella nostra zona infatti in via Paravia 63 ha sede I'EFMEC, secondo la propria definizione: "Ente formazione maestranze edili e complementari" costituito pariteticamente in base al contratto collettivo dell'edilizia, dalla Assimprendil e dalla Federazione Lavoratori Costruzioni CGIL, CISL, UIL.
L'ente è forse meglio conosciuto (anche per una lettera speditaci dai ragazzi che lo frequentano e per una polemica sollevata sul nostro giornale, in merito a problemi interni, da un assistente come il convitto edile di via Paravia, che oltre alla formazione nel campo edile offre vitto e alloggio ai ragazzi che vi vengono ammessi. Non è chiaramente un'opera di beneficenza. Il documento del sindacato a tale proposito specifica che la fondazione nasce intorno agli anni '50 come Convitto allievi delle arti edilizie e affini: "Questa fondazione, fin dall'inizio, non è concepita tanto come vera e propria scuola, quanto piuttosto come strumento per un'ambiziosa operazione di organizzazione dell'emigrazione dal sud al nord e dall'agricoltura ad un settore tra l'agricolo e l'industriale, quale è l'edilizia, in presenza di una forte domanda di lavoro legata al boom economico, a quello edilizio in particolare".
Attualmente la fondazione si incarica di una prima formazione per ragazzi che hanno conseguito la licenza media e per giovani di almeno 17 anni. Offre inoltre corsi di specializzazione a lavoratori già occupati nel campo edile e la possibilità agli stessi di completare i propri studi di cultura generale conseguendo il diploma di terza media. I giovani possono usufruire di vitto alloggio e strumenti di studio gratuiti: anche per chi frequenta i corsi serali vi sono facilitazioni. Ciò che ci pare rilevante è, sempre secondo il documento del sindacato, la odierna posizione della associazione degli imprenditori stranamente rivolta più che in passato a tolleare sprechi e inefficenze: "La
preoccupazione più Immediata degli Industriali appare quella di salvaguardare, anche a scapito dell'efficenza, le posizioni di potere acquisite nei vent'anni precedenti, nel corso del quali avevano esercitato una evidente egemonia culturale e politica sull'istruzione professionale, piuttosto che, quella di aderire a proposte dl modernizzazione che, per il fatto di essere avanzate dal sindacato e di innovare profondamente l'esistente, mettono in discussione il loro controllo sull'istituzione". Da ciò nasce la richiesta del sindacato di aggiornamento, contenimento delle spese e aumento della produttività della scuola. Le proposte della FLC in questo senso riguardano i corsi di prima qualificazione per l'avviamento al lavoro, per i quali sono previsti: diminuzione dato che vengono portati a due anni, il reclutamento di giovani non più soltanto del sud e un ulteriore avvicinamento degli allievi all'esperienza diretta del lavoro manuale. Anche rispetto ai corsi di qualificazione per i lavoratori già occupati nel settore edile sono state formulate proposte per rendere meno difficoltoso il conseguimento della specializzazione professionale e il recupero della cultura dell'obbligo. I corsi per lavoratori sono infatti serali e richiedono perciò oltre a una non indifferente capacità di resistenza alla stanchezza, un mezzo proprio e una certa libertà da impegni familiari. Per questo i corsi di specializzazione debbono divenire "un'intreccio tra la formazione professionale e le 150 ore, utilizzando, almeno parzialmente, l'orario di lavoro".
Riguardo alla amministrazione della scuola edile la FLC ipotizza una maggiore autonomia di questa dal convitto che grava notevolmente, soprattutto da un punto di vista finanziario, sulla prima, impendendone l'agibilità sul piano innovativo e formativo.
Una maggiore autonomia didattica della scuola edile permetterebbe un aumento dell'affluenza di giovani, soprattutto milanesi, e un rafforzamento professionale e tecnico con l'acquisizione e lo sviluppo di "precise competenze tecnico - edilizie e didattico - pedagogiche" che favorirebbero l'aggiornamento sulle continue evoluzioni nel settore.
P.R.
SENZA FARE FACILI PROMESSEOperare secondo le esigenze della zona
Approvato il programma del Dipartimento territorio - Verificare li lavoro con la realtà della ZonaAffrontare i problemi in modo responsabile - Un ruolo di sollecitazione per l'edilizia popolare - Necessaria una maggiore partecipazione
Attività, compiti, articolazione, programmazione e prospettive delle commissioni Casa, Pianificazione territoriale, Concessioni edilizie e manutenzioni sono stati oggetto di un approfondito esame da parte del Consiglio di Zona, nel corso della discussione sul programma del Dipartimento territorio della Zona 19, poi approvato all'unanimità.
Il documento - letto in apertura di seduta dal responsabile del dipartimento, il consigliere Dario Narratone, del gruppo socialista pone in rilievo come l'attuale fase del decentramento sia caratterizzata da un sempre maggior numero di competenze derivanti dall'applicazione delle delibere quadro, che in pratica attribuiscono ai Consigli di Zona la responsabilità di verificare complessi strumenti di pianificazione generale, il compito di formulare proposte pianificate per la Zona, nonchè gli impegni relativi al Demanio patrimoniale ed alle manutenzioni. Si tratta indubbiamente di una evoluzione positiva del decentramento, ma è altrettanto indubbio che questi nuobi nuovi compiti richiedono un sempre maggio impegno, sia di partecipazione, sia di scelte, sia di oculatezza nelle spese.
Già in occasione del dibattito sul programma del Dipartimento programmazioni economiche (su cui abbiamo riferito nel numer di maggio di Milano 19) era emersa con chiarezza la necessità metologica di procedere ad una costante verifica di compatibilità economica di tutte le proposte comportanti oneri contemplati nel bilancio di Zona od ad esso riferibili.
PROGRAMMAZIONE CONCERTATA
Questo modo di procedere deve essere posto alla base di tutti gli interventi operativi dei dipartimenti e delle commissioni, che a fronte di una domanda politica si trovano nella necessità di individuare glistrumenti tecnico-operativi esistenti o da attivare, con l'obbligo di una verifica di compatibilità economico - finanziaria, assumendo in tal modo una conduzione responsabile dei problemi.
In tal modo è garantita ad ogni dipartimento la possibilità di verificare in modo critico il significato del proprio lavoro in rapporto all realtà della zona ed alle esigenze emergenti.
Una programmazionedei lavori dei dipartimenti e delle relative commissioni — leggiamo nella proposta del Dipartimento Territorio della nostra zona — non può rinunciare, a questo punto, ad un esame approfondito della concertazione necessaria a tutti gli interventi ed alla articolazione delle attività delle singole commissioni per individuare la strutturazione di tutti i procedimenti di collaborazine interdisciplinare e di verifica, per garantire al tempo stesso la snellezza di procedimento del lavoro e l'aderenza alle caratteristiche di base.
Appare chiaramente che tale complessa realtà non può esser affrontata all'interno di un singolo dipartimento, ma deve esser composta in un momento che coinvolga sia i responsabili diretti ed i coordinatori dei singoli settori, sia le forze politiche presenti nella zona, ossia in momento di incontro tra l'Ufficio della presidenza e la Conferenza dei capigruppo.
I COMPITI DELLE COMMISSIONI
Passando poi alle specifiche competenze delle singole commissioni che compongono il Dipartimento territorio è stata posta in rilievo la necessità che la Commissione casa possa "rafforzare un proprio ruolo di logica competenza nel settore dell'edilizia popolare nelle tre fasi di promozione, di verifica programmatica e di sollecitazione delle fasi esecutive".
Per quanto si riferisce alla Commissione pianificazione territoriale da un lato essa continua il lavoro di routine consistente nell'esame delle richieste emergenti, delle pratiche correnti e del soddisfacimento delle scadenze periodiche della pianificazione decentrata. Dall'altro individua la necessità di rafforzare una ricerca di fondo mirante alla ricezione dei problemi presenti nel territorio ed alla verifica della consistenza degli strumenti urbanistici vigenti ed in formazione. Questo comporta una verifica dei piani di zona (ex legge 167), una precisazione del ruolo dei Piani di recupero, un processo di formazione dei piani di inquadramento operativo. l'individuazione di piani esecutivi nell'ambito del Piano Regolatore Generale, la gestione e la verifica del Piano Particolareggiato del Gallaratese, con la scelta delle priorità attuative nei settori dei servizi e della viabilità in rapporto con le esigenze emergenti.
Ed ancora problemi relativi al piano dei trasporti, (linee 90-91, aree di interscam bio, viabilità di zona), obiettivi e criteri informatori per la creazione del Parco Ovest, formulazione di un piano di recupero per le cascine.
La Commissione concessioni edilizie e manutenzioni, dal canto suo, è investita di nuove attribuzioni di maggior peso per quanto riguarda in particolare la gestione del patrimonio demaniale e le manutenzioni relative, pertanto necessiterebbe di una maggiore partecipazione dei cittadini, oggi, purtroppo, assai scarsa come ha lamentato il responsabile della commissione, il comunista Maurizio Grandi.
Considerando il demanio patrimoniale come una cospiqua risorsa sociale che interviene in misura notevolissima nella pianificazione e nella gestione del territorio si impone una razionalizzazione del lavoro della commissione separando quanto riguarda le concessioni edilizie da un'attività di indagine della consistenza patrimoniale, di pianificazione della sua utilizzazione e conservazione. Ciò comporta la necessità di attivare a fondo i rapporti con l'utenza, per una presa di coscienza del nuovo contesto in cui il problema viene a collocarsi con le delibere quadro. L'importante è operare con serietà e concretezza, parlando alla gente con lealtà e con schiettezza. Dicendo chiaramente ciò che si può e ciò che, anche se soltanto momentaneamente, non si può fare, senza fare promesse che non possono essere mantenute.
E Dì ANCHE . 1MINiSTRAToR6 Gin SE CREDE ()% APPLICARE AGLI
Sc.AwnNtai L'EQUo CANONE
Errata corrige
Errata corrige per li mio articolo su "Milano 19" N. 6 del Giugno 1979, pag. 10 "Meno sprechi più energia": - fine 2° colonna, inizio 3°, al posto di:

... Ciò significa che sostituire con:
Ciò non significa che ...
Grazie
F. Frontini
IL MERCATO DI VIA CHIARELLI COSTITUITA LA LEGA PENSIONATI SPI-CGIL GALLARATESE
Che ci sia ognun Io dice ove sia nessun Io sa
E gli altri dove sono?
Le organizzazioni dei pensionati che fanno capo alla CISL ed alla UIL non hanno ancora risposto all'appello per la costituzione nel quartiere di un organismo unitario - Di tale ritardo a subire le conseguenze potrebbero essere gli anziani.
Siamo orgogliosi di avere portato a termine, dopo qualche anno di intenso lavoro, il nostro intento di ufficializzare la Lega Pensionati SPI-CGIL nel quartiere Gallaratese, ma non siamo pienamente soddisfatti poichè ci rimane il rammarico di non aver potuto farlo unitamente alla CISL ed alla UIL. Non capiamo a fondo la posizione di questi due organismi nel quartiere, ossia non comprendiamo perchè al vertice nazionale si faccia in un modo ed alla base ci si comporti in modo diverso.
ri, per Democrazia Proletaria, ed Evasio Beduzzi, per il Partito Socialista Italiano. Tutti hanno espresso il loro vivo interesse e l'impegno di ogni partito di farsi carico del problema degli anziani, che finalmente è sentito da tutti i cittadini.
Il mercato rionale di via Chiarelli ha compiuto due anni. Questo centro commerciale studiato per un quartiere assolutamente privo di strutture e servizi, e realizzato secondo i criteri più moderni, lamenta oggi carenze e problemi veramente pesanti, già del resto ampiamente denunciati presso il Comune dagli esercenti, e tuttora rimasti irrisolti.
In effetti questa costruzione che viene a trovarsi chiusa tra gli edifici circostanti non ha un accesso diretto dalla strada che convogli agevolmente per il suo raggiungimento. Ne deriva che ancora oggi, nonostante il rodaggio di ben due anni di funzionamento, questa struttura è ancora sconosciuta a buona parte degli abitanti del quartiere gallaratese.
Si sente quindi del tutto pressante e indispensabile la necessità che nel piano di ristrutturazione delle strade, in via di attuazione, a seguito dell'ultimazione della vicina fermata MM nonchè del centro scolastico onnicomprensivo, venga attuato un piano di viabilità pratico e razionale che preveda e agevoli i collegamenti tra via Trenno, la fermata MM e il mercato di via Chiarelli. Qui è improrogabile la realizzazione di una rotatoria funzionale che consenta l'accesso diretto da un lato e l'uscita rapida dall'altro, eliminando tutti i giri viziosi attuali che consentono il raggiungimento del mercato solo a coloro che ne conoscono l'esistenza e ne usufruiscono quindi abitualmente. Poichè la funzione di questo mercato è quella di soddisfare le necessità di un approvvigionamento rapido e conveniente non solo agli abitanti dell'immediato circondario e servire quale punto di riferimento utile e conveniente a tutti i residenti nel quartiere, occorre che vengano pianiicate al più presto tutte le difficoltà riguardanti appunto il suo raggiungimento da parte sia degli acquirenti che dei mezzi di rifornimento.
Nel momento in cui ciò verrà realizzato i vantaggi saranno generalizzati e comuni e questi potranno modificare anche in termini di convenienza la questione prezzi.
Degno di nota è anche l'interesse dimostrato dagli esercenti del mercato al "parcheggio", al-
l'esterno della costruzione, di bancarelle ambulanti le quali potrebbero integrare l'attuale offerta di prodotti con tutti quegli articoli di cui non è prevista la vendita all'interno e che sono difficilmente rintracciabili in quartiere. Vedi ad esempio i fiori. Si tratterebbe di una cogestione sul tipo del mercato di piazza Wagner dove, grazie anche alla felice collocazione in luogo di grande passaggio, affluisce un gran numero di acquirenti, tra cui non pochi del nostro quartiere che vengono richiamati e sollecitati dalla varietà dei prodotti offerti.
Occorre quindi la volontà comune perché il mercato di via Chiarelli venga al più presto dotato delle strutture stradali di cui si è già detto, ne venga allargata l'offerta dei prodotti tramite la collaborazione con i venditori ambulanti (potrebbero essere quelli in attesa di posizione da parte della ripartizione commercio), al fine di arrivare a renderlo una struttura snella, comoda e del tutto utile e conveniente.
Anna BontempiCon questa premessa pensiamo di fare anche un ulteriore appello affinchè il discorso unitario non rimanga sempre sulla carta.
All'inaugurazione hanno preso la parola Danilo Pasquini, nella sua qualità di presidente del Consiglio di Zona 19, Luisa Temolo Introini, per il Partito Comunista Italiano, Enzo Porca-
A tutti ha risposto il segretario regionale del sindacato SPICGIL, Altiero Ferrari, che ringraziando tutti i presenti della sensibilità dimostrata verso i pensionati, ha ribadito che però le promesse non debbono restare lettera morta, che bisogna lavorare perchè esse vengano concretizzate.
La pensionistica oggi è nell'occhio del ciclone. La riforma così a lungo attesa è ancora lontana e le nostre rivendicazioni non devono essere abbandonate. Sarà necessario invece mobilitarci nuovamente, andare tutti ancora in piazza, assieme a tutti i lavoratori attivi, e convincere la controparte che siamo
una grande forza che, per questo non può più essere delusa. Molte conquiste sono state fatte in questi ultimi anni. La scala mobile e l'aggancio al salario, il minimo ottenuto con l'aumento del costo della vita, sono di per sè conquiste che ci pongono all'avanguardia in Europa. Molti ci chiedono: cosa vogliamo ancora? I centri geriatrici dove li mettiamo? Tutta la legge socio-sanitaria va applicata. L'assistenza domiciliare? Le strutture per il tempo libero? E magari, anche se più venali, le riduzioni per gli spettacoli, cinema e teatro di qualunque livello. E la semestrualità della scala mobile? Sulla scala mobile è doveroso spiegare il meccanismo. Il suo aumento viene pagato il primo gennaio di ogni anno, ma quello che percepiamo è frutto di un conteggio vecchio di 18 mesi, difatti viene calcolato sull'aumento del costo della vita dall'agosto al luglio degli anni precedenti. Ad esempio l'aumento percepito il primo gennaio 1979 si riferisce allo scatto di contingenza verificatosi dall'agosto 1977 al luglio 1978. Non solo ma per la maggior parte dei lavoratori il punto di contingenza è di 2.400 lire, mentre per noi pensionati è di 1.715 lire. Arriverà a 1.900 lire nel 1980? Come si può ben comprendere l'inflazione pesa essenzialmente sulla nostra categoria. E nostro dovere anche batterci per un minimo in senso assoluto, è un nostro diritto pretendere che la pensione erogata dopo 15 anni di contribuzioni non sia uguale a quella per 16, per 20 ed a volte anche per 30 anni di contribuzioni.
Se un pò di tempo fa mentre eravate in balcone ad annaffiare le piante ("Guarda Giuseppe, guarda che è finalmente spuntato il bocciolo...") avete incrociato lo sguardo con un tale che stava passando rasente alla vostra ringhiera, non crediate di aver avuto una insolita visione angelica, anche perchè di solito gli angeli non scendono dal cielo appesi a variopinti paracaduti.
Tempo fa infatti al Gallaratese sono arrivati i paracadutisti, raccogliendo nel campetto attorno alla Chiesa Regina Pacis (in via Uruguay) una piccola folla domenicale, un pò chiassosa e invadente. Chiamati dai preti? Scesi all'oratorio per caso? Non si sa.
Sotto un cielo plumbeo, su un occasionale palchetto, si dimenava un infaticabile speaker somigliante a un disck jokei all'americana di qualche radio privata. Costui invitava i presenti allo stupore collettivo per la magnificata abilità dei "Giovani leoni" del cielo, ma soprattutto pubblicizzava il paracadutismo descrivendolo come uno
sport accessibile a tutti e facilmente praticabile. Pare invece che per divenire "aquile" si debba essere in condizioni di salute più che buone (cuore a posto, nessun dente cariato, vista perfetta ecc.) ma soprattutto in ottime condizioni economiche dato che il paracadutismo è uno sport costoso, da elites in senso classico.
Non sappiamo se i vivaci richiami pro paracadutismo del filo americano speaker, abbiano avuto successo al Gallaratese, sta di fatto che già ci immaginiamo la signora Bellini tutta affaccendata a districare dalle proprie rose rampicanti, finalmente fiorite, il giovane, aitante pargolo semi - adulto della soprabitante famiglia Rossetti, il quale durante uno dei propri lanci prova col paracadute è rimasto appeso al balcone di sotto.
E ve lo immaginate il ragionier Rossetti che ogni pomeriggio alle 18,30 in punto viene sganciato sul balcone di casa da un aereo dell'azienda in cui lavora?
Niente più stressanti code in mac-
china, finiti i costretti corpo a corpo sugli autobus affollati, magari per qualche folata di vento in più nasceranno dei grovigli di paracaduti nei sereni cieli del Gallaratese e così anzichè triviali esclamazioni tipo: "Ma chi t'ha dato la patente?"... "Togliti dalla stiada!"... "Cazzo che nuvole!" Ma la cosa migliore sarebbe che finalmente si avrebbe giustizia: le precedenze non sarebbero più preda di smaliziati "corridori monzesi" poichè a dirigere il traffico interverrebbe direttamente Dio (il quale si sa ha l'appannaggio del firmamento) ed egli con la sua onniscenza e onnipotenza farebbe mediamente piombare a terra tutti i paracadutisti scorretti i quali non tenterebbero più di fare i furbi superando di folata gli altri. Insomma percorrendo in volo i cieli cittadini risolveremmo tutti i problemi stradali e inoltre, chissa ... essendo più vicini al Paradiso potremmo divenire tutti più buoni.
Kim
Con l'inaugurazione della Lega Pensionati del Gallaratese, in via Uruguay 11/2, abbiamo colmato un vuoto che esisteva nella Zona 19, che vantava già le Leghe di S. Siro, Lampugnano, Figino ed in parte di Trenno. Le prime tre di vecchia data, più recente quella di Trenno, che hanno sempre lavorato duramente per portare avanti tutti i problemi degli anziani. Problemi molto complessi, ma che con uno sforzoÜmaggiore di tutti gli iscritti si possono risolvere attraverso le nuove leggi, come la 382, la 883, la 16, interessando tutte le forze politiche e sociali che operano nella zona.

Non ci nascondiamo le difficoltà, ma queste non ci disarmano, anzi devono essere un maggior incentivo. Ma questi impegni saranno sempre più presi in considerazione quanti più saremo a far parte del sindacato, perchè amentando il nostro numero sempre maggiore sarà il nostro potere contrattuale.
Nino Bracchi della Federazione Provinciale e coordinatore della Zona 19 del SIP-CGIL
SPAZIO DONNA
È nato, è maschio!
E nato il primogenito, è maschio. Mamma, papà, i nonni e i parenti tutti sono felici. Il secondo figlio, se e quando arriverà, sarà anch'egli gradito.
Ma quando nascono due bambine la seconda delude sempre. Se in questa famiglia, poi, si era pensato di avere due figli facilmente si scantonerà dal programma per tentare di realizzare il terzo figlio: il maschio. E questo perché? Perché il maschio viene desiderato per il prestigio che egli dà alla famiglia, per ciò che egli realizzerà per la sua autorità. La femmina, quando è desiderata lo è, per dirlo con le parole di Elena
Gianini Belotti contenute nel libro "dalla parte delle bambine", in base a una scala di comodo:
- perché la femmina è più affettuosa (ecco il ricatto, al maschio non si chiederà mai altrettanto).
- perchè la femmina è carina e "civetta" (un "oggetto", una "cosa" con cui giocare)
- dà soddisfazione vestire la femmina (non vale per sè stessa, ma per il suo aspetto, non è la sua intelligenza che si apprezza, ma la sua bellezza)
- la femmina fa compagnia (nessuno si aspetta che un maschio faccia compagnia, appena può se ne va fuori di casa)
- aiuta nelle faccende domestiche (non solo non ci si aspetta che i maschi aiutino, ma gli viene impedito culturalmente e materialmente, in quanto sono destinati a ben altri traguardi).
Il piccolo/a neonato/ a dipende completamente dalla persona, solitamente la madre, che se ne prende cura e la madre si aspetta dall'uno o dall'altra un certo tipo di risposte, già codificate, cui il piccolo o la piccola debbono forzatamente sottostare.
Nella realtà esistono bambini/ e particolarmente voraci e altri / e che invece non lo sono affatto.
Poichè, però, è impropriamente creduto che la voracità sia da attribuirsi esclusivamente al maschio, vi è poca condiscendenza verso la voracità della bambina, considerata poco naturale e anomala e quindi questa viene sovente modificata, condotta entro limiti molto più "moderati".
Così come è accettato, naturalmente del tutto a sproposito, che il maschietto sporchi le mutandine molto di più che la bambina e sia più trasandato. Alla bambina ciò non viene quasi mai concesso, perchè deve imparare al più preso ad avere cura della propria persona che deve essere pulita e ordi-
nata al meglio. Come si addice, appunto, a una "brava bambina".
Le esigenze repressive nei confronti delle bambine sono infinite e tendono tutte a ingabbiare le sue naturali predisposizioni costituzionali. Quando una bambina ha un temperamento vivace e esuberante che la porta a sperimentare lo spazio intorno a sè con forza, rumorosità e grinta, questa viene ripetutamente richiamata a comportamenti più calmi tranquilli e remissivi a quei comportamenti insomma, che meglio corrispondono all'ideale femminile.
Il sesso della bambina fruisce di una sola attenzione, quella che tende a renderlo nascosto. Non viene privilegiato, come nel caso del sesso del maschietto di tutti quei nomignoli, vezzeggiativi, soprannomi che questo ha da sempre. Il sesso della bambina si vede solo di sfuggita e non si nomina e ciò per favorire l'acquisizione delI"'innato senso del pudore" (caratteristica che si vuole femminile).
Il sesso del maschietto caspita questo sì può godere del piacere della libertà: viene mostrato, guardato, apprezzato in tutte le sue manifestazioni: per sottolinearne la potenza, l'importanza e la "superiorità".
Nel caso della bambina, dunque, si nasconde, si ignora, non si tiene conto della sessualità perché essa dovrà essere vissuta passivamente. Mentre nel maschietto la sessualità è subito esaltata, fin dalla nascita, perchè la cultura vuole che essa, sinonimo di potenza, venga vissuta del tutto pienamente.
Anna BontempiTeatro in piazza
Successo di una iniziativa politico-culturale
LOTTO 65 - VIA PINEROLO (S. SIRO)
Un problema da risolvere presto
Lungaggini burocratiche, palleggi di responsabilità lasciano ancora aperto un problema che si va sempre aggravando
Una storia molto lunga. Tutto un discorso legato alla carenza di case, legato alla questione della cascina Cottica, a quella di via Gianicolo, così come a quella, molto confusa, di via Rembrandt. Sono già molti anni che continuiamo a parlarne a fare riunioni, ad avere incontri con le autorità competenti, ma ancora a nessun risultato si è pevenuti. Le molte delegazioni che si sono fatte ancora non hanno sbloccato la situazione. Non si capisce bene se manca la volontà politica di fare qualcosa, oppure se vi siano interessi particolari affinchè la situazione scoppi. Ma in che modo?
Via Pinerolo è ormai un problema molto sentito, al centro di una grossa discussione e causa di perplessità. Nulla è cambiato per gli inquilini che, se è pur vero che hanno ancora un tetto (o qualcosa che somiglia ad un tetto) sopra la testa, è anche vero che malgrado le lunghe lotte che hanno sosenuto, non hanno ancora ottenuto la ristrutturazione delle case.
Viene da chiedersi: perchè tutto cid? Si pensi solamente che se la situazione si fosse risolta tempo prima non avremmo avuto altri problemi tanto grossi, come quello della cascina Cottica.
Oggi, in verità, siamo già al limite della sopportazione, siamo stanchi di attendere! Molti mesi fa, per la precisione nel novembre 1977, vi fu uno stanziamento di 780 milioni di lire, come comunicato dalla stampa, ma poi tutto sfumò. Molte promesse sono state fatte agli interessati, ma ancora nulla, tutto come prima o quasi.
Nell'ultimo incontro che abbiamo avuto con l'assessore Gianfranco Rossinovich ci è stato assicurato che tutto si sarebbe sbloccato al più presto. Continuano a passare i mesi, ma ancora nulla di fatto, non solo ma nemmeno si parla di incominciare.
Nell'ultimissimo incontro, avvenuto il 18 aprile scorso, ci è stato detto che tutto era bloccato perchè mancava la fognatua e che pertanto sarebbe stata necessaria una prassi burocratica abbastanza lunga. Non è, per caso, che tutto questo discorso non sia altro che una presa in giro per gli stessi inquilini?
La situazione in questo momento sta per esplodere. Nelle due case in questione non è più possibile anda-
re oltre. La vecchia proprietà continua ad affittare i magazzini, mentre le case, tutte smantellate, sono meta di drogati, donnine di facili costumi ed invertiti, nonchè un deposito di materiali anche di provenienza illecita, ma, soprattutto, un deposito di immondizie, che, con l'attuale stagione estiva, con il caldo ché si prevede, potrebbe essere focolaio di malattie anche infettive.
A questo punto penso che sarebbe ora di finire di giocare a pingpong. Interpretando il pensiero,
molte volte espresso a ragione, dagli stessi inquilini, la cui grossa preoccupazione è il permanere di questo stato di cose, facciamo appello alle autorità competenti affinchè provvedano con tutta ugenza a dar corso ai lavori, ponendo fine a questa situazione. Soltando questo modo si farebbe una grande pulizia e si farebbe un passo avanti verso la soluzione di una situazione molto penosa per quanto riguarda la crisi della casa.
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Domenica 27 maggio, nel piazzale adiacente alla sezione del P.C.I. "E. Ragionieri", si è svolta una manifestazione del circolo della F.G.C.I. "Francesco Vinci" nell'ambito della campagna elettorale per le recenti elezioni politiche ed europee. Lo sforzo per organizzare questa ed altre iniziative che la F.G.C.I. ha proposto alla gente della zona è stato grande, ma è stato appagato dalla buona riuscita della manifestazione.
La giornata è cominciata nel pomeriggio con una serie di giochi per bambini e canzoni di lotta, che hanno visto una discreta partecipazione. Il "clou" della manifestazione è stato però nella serata, quando il collettivo teatrale "Baccador", un gruppo di giovani attori provenienti dall'esperienza dei corsi del Salone Pier Lombardo, ha proposto "Il vestito nuovo dell'imperatore", uno spettacolo per ragazzi interamente "costruito" dal collettivo stesso, dai testi, alle musiche, alla scenografia, alla regia, insomma tutto.
Il successo dello spettacolo è andato oltre le previsioni più ottismistiche e questo lo dobbiamo, oltre che alla capacità politica e organizzativa del circolo "F. Vinci", alla effettiva abilità del Baccador nel proporre in termini semplici, acutamente divertenti e perciò intelligenti, una forma di teatro di piazza, fertile terreno di tentativi ma non sempre di concreti successi.
A seguire lo spettacolo c'erano oltre un centinaio di persone, in gran parte bambini e ragazzi, che hanno dimostrato un grande entusiasmo.
Dopo lo spettacolo teatrale la compagna Silvia Paparo ha tenuto un comizio, chiudendo così la giornata politico - culturale organizzata dal circolo "F. Vinci".
Il bilancio della manifestazione è stato nettamente positivo anche per la concomitanza nel quartiere delle feste di "N.S.U." e del gruppo "1° Maggio"; questo dimostra come la F.G.C.I. possa e debba essere essenziale punto di riferimento per i giovani più di quanto non lo sia stata fino ad ora, continuando con più forza ad essere presente nella difficile realtà di quartiere, con la capacità politica e organizzativa che ha confermato, per aggregare ed educare alla lotta per cambiare la società, in barba ai santoni del riflusso e a chi non vuole che si vada avanti sulla strada del rinnovamento. Le difficoltà esistono e sono grandi, ma si possono e si devono abbattare, e questa giornata ne è stato un esempio piccolo ma emblematico e su questa strada bisogna andare avanti.

Bruno Maderna Ricordo di un musicista
E del maggio scorso la meravigliosa rappresentazione al Teatro alla Scala dell'opera LULU di Alban Berg nell'interpretazione del complesso del Teatro dell'Opera di Parigi diretto dal M° Pierre Boulez. In quella occasione, dopo anni di silenzio, un noto critico musicale del Corriere della Sera, accostava a livello di tale direttore d'orchestra M° Bruno Maderna, scomparso immaturamente il 13 novembre 1973 a Darmstadt a 53 anni condannato da un male incurabile. E stata una grande sorpresa ed anche soddisfazione, che qualcuno finalmente citasse questo grande talento musicale ingiustamente dimenticato, quasi fosse uscito dalle scene della musica italiana e internazionale in punta di piedi, in sordina, ironicamente come aveva sempre vissuto.
E doveroso ricordarlo oggi, a sei anni dalla scomparsa, poichè fu ed è un musicista Europeo ed internazionale, il "MAESTRO". Fino all'ultimo giorno in cui lo colse la morte, fu infaticabile come direttore ed ancor più come compositore. Uomo schivo e semplice pronto con la sua grossa mole al sorriso e all'ironia più sagace, si divertiva a fare la musica con estrema umiltà ed onestà. Non si sentiva direttore d'orchestra ma semplicemente un esecutore, un interprete fedele della musica e del suo autore. Di profonda cultura, la sua conoscenza spaziava dalla musica antica, all'opera alla musica contemporanea, dal jazz alla musica elettronica. Fu il primo dei giovani del suo tempo che con estrema facilità si dedicò alla musica nuova divulgandola e prestandosi ad eseguire anche la musica dei suoi amici e colleghi, dando così inizio ad una nuova scuola d'esperienza italiana a cui si ispirarono molti giovani compositori tra cui Bero e Nono. La sua profonda preparazione uscì dall'esperienza tra cui Berio e Nono. La sua profonda preparazione usci dall'esperienza di Darmstadt "Ferienkurse" i corsi fondati da S:Jinecke, assieme a Stockahausen, Boulez, Pousseur, Gazzelloni, Tudoir, Caskel, Cage, alla ricerca di una arte nuova, cori entusiasmo, pur parlando linguaggi diversi. Maderna fu il più generoso di tutti, tutti attinsero da lui fu l'allievo e il Maestro, l'uomo fedele all'ideale artistico, non pose mai limiti all'esecuzioni musicali come direttore
Libertà
interpretò soprattutto le composizioni degli amici o dei compositori meno fortunati senza discriminazione, forgiando e valorizzando sempre nuovi musicisti. La sua grandezza era la profonda conoscenza della musica avviandosi verso l'avanguardia senza dimenticare la storia, gli stili dell'arte antica. Gli era facile e congeniale ricreare musiche antiche e le sue composizioni più ardite tengono conto di questo, nell'invenzione di nuove sonorità con il gusto degli accostamenti strumentali, per il gusto d'inventare sonorità nuove ma con contenuti espressivi e mezzi tecnici tali solo dei grandi compositori del passato. La sua concezione moderna della musica legata ai sentimenti e all'espressione, lui uomo semplice ma raffinato veneziano, lo pongono fra i grandi d'ogni tempo. Iniziò come enfant prodige, ma dedicò lunghi studi alla musica, potendo così spaziare poi in ogni epoca o genere musicale. Fu il fondatore dello studio di Fonologia alla Rai di Milano (1955), mentre l'attività di direttore non conobbe sosta in tutto il mondo contemporaneamente ad una fertile attività di compositore. Non poneva limiti, ricercava pazientemente la perfezione musicale. Venne chiamato nel
1971 a dirigere l'Orchestra della Rai di Milano. In poco tempo, con un duro lavoro, condusse l'orchestra a diventare un centro di cultura e ad essere amato.

Sapeva di dover morire, ma combattè fino all'ultimo con grande forza d'animo con la sua musica, temeva forse con la morte di tradire la sua missione. Lasciò un vuoto incolmabile, ma ciò che fece e che rimane di lui nella musica farà testo negli anni futuri. Sembra quindi opportuno e augurabile che Bruno Maderna venga degnamente ricordato nelle prossime stagioni musicali della Provincia (in "Musica del nostro tempo') e quella della RAI-TV, inserendo alcune delle migliori composizioni del grande Maestro.
Piergiuseppe Corà
Bibliografia: Giacomo Manzoni - Bruno
Maderna
L. Pinzauti - A colloquio con Bruno Maderna
CHR. Bitter - Bruno Maderna, Dirigent und Komponist, In Memoriam
Librarsi nello spazio, come rondine sentirsi leggero da raggiungere: tutte le meraviglie del cielo. Sentirsi gazzella e correre con frenesia ansante, nella prateria, respirando l'aria frizzante. Guardare con lo sguardo bramoso, gli alberi intrecciarsi cere un tenero connubio, mentre l'animo s'accende d'entusiasmo, d'una già indicibile felicità. Tutt'intorno è fascino della natura, è un'armonia di musica, di pace, di libertà un paradiso dell'anima, un'infinita ebbrezza di gioventù indimenticabile.
Gian Franco FelicianiWit ta, icit°me/
Giancarlo Dordoni: le inquietudini e i sogni
Sopra: "Sogno"
1978-tecnica mista cm. 35x70
a destra: "Metropolis"
1979-Tecnica mista cm. 70x100
Giancarlo Dordoni vive e lavora a Milano, in via Cimabue. È nato a Milano nel giugno del '48, ha studiato dapprima in una scuola tecnico-artistica ed ha successivamente frequentato l'Accademia delle Belle Arti di Brera. È membro effettivo dell'A.I.A.P. (Associazione Italiana Artisti e Grafici Pubblicitari). Sue opere sono state esposte in varie gallerie milanesi. Fa parte della commissione cultura della zona 19. Attualmente sta lavorando a due mostre che terrà in Polonia dal 20 agosto al 2 settembre '79, su invito del Circolo degli Artisti di Cracovia. "Preso!"
L'opera del Dordoni ci appare colma di un simbolismo piuttosto tormentato, densa di significati che, oscuri al primo impatto, rivelano in seguito la ricerca approfondita dell'artista vero, scevra dal lirismo un po' superficiale e statico di immagini comuni. L'inquietudine che la percorre, sottile e penetrante, ci sembra adeguatamente espressa nelle linee movimentate, pur nel loro schematismo, delle figure geometricamente sviluppate, condensate le une con le altre.
In "Metropolis" l'angosciante alienazione cittadina è espressa in un caotico aggrovigliarsi di figure lontanamente umane, degradate per la maggior parte a ghigni risaltanti su un fondo di misteriosa presenza collettiva, intuibile più che apparente.
In "Sogno" la sfumata armonia di una natura stilizzata si pone in contrasto con frammenti di un cosmo lunare geometricamente fluttuanti. Nelle opere del Dordoni ci pare significativa e decisiva la scelta della tecnica mista, che appare rivolta intenzionalmente a spezzare una troppo facile scorrevolezza artistica nella quale particolari di rilievo potrebbero magari andare perduti. Ci auguriamo che la mostra del Dordoni in Polonia ottenga un doveroso consenso e speriamo di avere ancora in futuro l'occasione di ospitare opere dell'artista sul nostro giornale.
"Metropolis"AL GALLARATESE
Nuovo attentato a Battista Ferla
Capo infermiere del policlinico
Il 24 gennaio scorso, in via Appennini 41 nel nostro quartiere, due giovani armati avevano sparato alle gambe di Battista
Ferla di 52 anni, capo infermiere al Policlinico di via F. Sforza, attivista del sindacato ospedalieri CISL e iscritto alla DC. Il ferimento, allora firmato dalle "Squadre proletarie di combattimento per l'esercito di liberazione comunista", era seguito al processo che aveva visto il Ferla come testimone contro alcuni dipendenti del Policlinico aderenti all"'autonomia", accusati di aver provocato alcuni anni prima disordini nell'opedale. Il giudice Alessandrini aveva istruito il processo che si era concluso con quattro condanne da 4 a 6 mesi di carcere.
Il 6 giugno scorso. Battista Ferla è stato nuovamente vittima di un attentato; alle 23,30 una bomba è esplosa davanti alla porta del suo appartamento, provocando danni, ma fortunatamente senza vittime. Siamo andati a trovare il sign. Ferla a casa sua, anzitutto portandogli la solidarietà di MI 19 a Lui e alla sua famiglia, composta dalla moglie, un figlio studente di 18 anni e da una figlia di 22 già sposata. In casa Ferla tutti prendono, ormai, i sedativi, la moglie è molto angoscitata anche come madre. Ferla dopo averci illustrato i danni subiti nell'ultimo attentato ed espresso il suo rincrescimento per quelli subiti dal vicino ha voluto sottolinearci i
numerosi attestati di solidarietà pervenutegli da tutti i settori e anche dal vicinato. In particolare ci ha ricordato la solidarietà espressa da quei tre giovani del quartiere, che neppure lo conoscevano, alla sua famiglia, i quali la sera dell'attentato hanno presidiato per tutta la notte la sua casa ormai priva della porta d'ingresso, consentendo alla famiglia Ferla di riprendersi dal fortissimo schoc subito. Tutte queste attestazioni hanno condannato soprattutto questi metodi violenti.
Ferla ci ha poi parlato dell'assemblea di lavoratori tenutasi al Policlinico che ha condannato l'ultimo attentato e ci ha fatto leggere il volantino emesso dalla CISL ospedalieri, il quale ha evidenziato come "questo lavoratore che ha già duramente pagato e continua a pagare, in questo assurdo modo, la serietà, la coerenza e l'impegno con il quale si è sempre distinto come lavoratore e come attivista sindacale, preoccupato soprattutto di difendere i diritti dei lavoratori e al tempo stesso i diritti del malato".
CHI e BATTISTA FERLA?
Ferla ci ha poi parlato della sua vita e ci ha fatto vedere i suoi quaderni di disegno geometrico del 1942, quando a 15 anni frequentava la scuola "al-
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lievi" del T.T.B., per conseguire il diploma di fabbro. I fascisti, nel 1943, lo prelevarono in fabbrica e lo portarono alla sezione del fascio "Cantore", ove fu brutalmente percosso a lungo. Quella terribile esperienza lasciò in lui un grave trauma psichico, dal quale non si rimise più; da allora soffre di forti dolori alla testa che non le danno requie.
Successivamente Ferla, per realizzare il suo bisogno di dare un contributo sul piano sociale, entrò in un seminario francescano di Brescia. studiando sacerdozio per quattro anni, ma fu sconsigliato dai suoi superiori a pronunciare i voti, a causa della malferma salute. Nel 1953 entrò al Policlinico e nel 1968 le fu assegnato l'attuale alloggio di tre locali in via Appennini, tirato a specchio dalla signora Piera. La. porta d'ingresso verrà ripristinata a giorni e tutti i vetri rotti sono stati sostituiti. La casa è ritornata normale, ma non lo stato d'animo di questa famiglia e di quelle accanto.
IL CLIMA
IN OSPEDALE
A questo punto abbiamo cominciato a chiedere al signor Ferla, dopo le due molotov che anno incendiato il suo ufficio, poi le hanno sparato e ora la bomba; come spiega questo accanimento nei suoi confronti? "Be... al Policlinico non sono stato il solo ad essere il bersaglio di queste violenze, a diversi colleghi hanno incendiato la macchina. Al direttore della Farmacia dell'Ospedale, dr. Baccheca, nel 1977, hanno tentato persino di minargli la macchina, proprio quando doveva partire con tutta la famiglia, fortunatamente questo attentato falli".
Sign. Ferla, lei è stato accusato, da un volantino di queste "Squadre", di essere "il diretto responsabile dei numerosi licenziamenti, delle sospensioni,
milano 19
Mensile di informazione politica e cultura della Zona 19

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Direttore responsabile:
Libero Traversa
Redattori:
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Circolo Giulio Trevisani -
A.R.C.I.
Direzione - redazione - amministrazione: Via Appennini 41Milano Tel. 3539458
dei rapporti disciplinari awenuti negli ultimi tempi" e delle "sue deposizioni al processo contro i lavoratori del Policlinico". Egli ci ha risposto spiegandoci come, sino a 6 anni fà, il personale femminile del Policlinico era gestito dalle suore, le quali di fronte al degradare della situazione e al crescente assenteismo del personale, reclamavano dalla direzione dell'Ospedale i necessari provvedimenti per riportare il servizio alla normalità. Successivamente, le suore se ne andarono e la gestione del personale fu affidata alla Amministrazione ospedaliera. "Nell'estate scorsa, io ed altri due colleghi siamo stati nominati capiservizio con il compito di gestire il personale paramedico. Abbiamo tentato, dopo gli anni infuocati, di ripristinare alcune condizioni minime nella correttezza del rapporto di lavoro... Vedete, io non posso concepire che i lavoratori se ne vadano dopo solo 4 ore di lavoro, pur essendo pagati per 8". Ma, sign. Ferla, non vorrà sostenere che tutto il personale del Policlinico adotta questa abusiva autoriduzione dell'orario giornalierio di lavoro? "Nò assolutamente, questo fenomeno negativo riguardava soltanto una piccola minoranza; ma rappresentava una palese ingiustizia nei confronti della stragrande maggioranza degli altri lavoratori e un danno per i degenti. Perciò abbiamo dovuto intervenire, con i modi dovuti, per circoscrivere questo malcostume".
E IL SINDACATO?
Sign. Ferla, le Organizzazioni sindacali, di fronte a questi comportamenti abusivi, quali at-
teggiamenti avevano assunto e quali iniziative hanno sviluppato per risvegliare la coscienza dei lavoratori?
"Le Organizzazioni sindacali, da tempo, avevano perso prestigio presso i lavoratori. Il sindacato, nel passato, troppe volte si era dimostrato più sensibile agli equilibri politici e burocratici tra i vari partiti, che non verso gli interessi di fondo del Policlinico e quindi del servizio. Oggi, questi vecchi e negativi limiti appaiono superati nel sindacato; ma purtroppo, la situazione complessiva è talmente scaduta negli ospedali (con la deresponsabilizzazione, lassismo e assenteismo), che il sindacato troppe volte arranca nei suoi tentativi di recuperare un positivo rapporto con la generalità dei lavoratori ospedalieri; i quali da un lato sono sfiduciati, dall'altro hanno paura dei violenti. Sui degenti, inevitabilmente, ricadono le conseguenze di questa pesante situazione più generale".
Signor Ferla, torniamo ai problemi della sua famiglia e della casa dove abita; senta, esiste la paura tra i suoi vicini di casa, dopo l'ultimo attentato?
"Certo, esiste preoccupazione e anche paura per questi attentati, ma è anche cresciuta più decisa la condanna nei confronti di questi atti criminali. Per quanto riguarda la mia famiglia, devo dirvi, che non sopporto questi metodi di lotta politica; in particolare rigetto il metodo dell'ultimo attentato che coinvolge l'intera mia famiglia, oltre al vicinato, la quale non può assolutamente essere ritenuta responsabile delle mie scelte personali, per queste semplici ragioni questi atti sono doppiamente criminali!"
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