L.avoratorePírelh
mensile degli operai e degli impiegati del gruppo Pirelli
L. 100
A cura del comitato di coordinamento nazionale del P.C.I.
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GOVERNO E POPOLO
Colpisce nel discorso che l'On. Moro ha pronunciato alle Camere per ottenere la fiducia al suo governo, l'ultima parte, indubbiamente la più sentita, la più vera, dove il presidente del Consiglio, libero dai complessi condizionamenti della lunga formulazione programmatica, 'ha ribadito la gravità della crisi italiana ed ha rivolto un appello al popolo chiedendo, comprensione, solidarietà e fiducia. Colpisce la denuncia impietosa, a volte aspra dei mali italiani, quando egli dice che da noi ogni cosa è, per ragioni profonde in discussione, che c'è sproporzione e incoerenza tra società civile, ricca di molteplici espressioni ed articolazioni, ed il sistema apprestato per farvi fronte e soddisfarle; che debole e intermittente è la nostra economia, stanca la vita politica, sintesi inadeguata e talvolta perfino impotente dell'insieme economico-sociale del paese; che una molteplicità di centri di comando si sono costituiti con la conseguenza di paralizzarsi a vicenda e di non riuscire a contenere ed incanalare l'incandescente materia sociale; che l'incertezza, la confusione, il disordine, l'inerzia, danno nell'insieme il senso di una generale impotenza a reggere all'urto delle cose troppo difficili; che a tutto questo si deve porre rimedio guardando, più che agli effetti, alle cause prossime remote.
Siamo grati all'On. Moro, cui diamo atto di una personale, sensibile, onestà politica, di aver detto cose che altri hanno sempre affogato nel trionfalismo ministeriale. Cose che il partito comunista, la sinistra italiana, il movimento operaio e popolare. le sue organizzazioni sindacali, hanno sempre saputo, le hanno denunciate, per cambiarle hanno lottato, e lottano ancora. E queste forze che costituiscono tanta parte di quel popolo che Moro chiede sia reciprocamente collegato, in modo reale e durevole profondamente solidale con il governo, senza di che, egli dice « siamo battuti in partenza », sono profondamente consapevoli della gravità dei mali che affliggono N paese
della responsabilità 'nazionale che si sono assunta dalla Resistenza ad oggi, da cui discende non soltanto la disposizione ma il diritto dei lavoratori di contribuire all'uscita dell'Italia dal « lungo tunnel » della crisi, affrontando in una giusta ripartizione i sacrifici necessari.
Essi sanno quanto siano profonde le ripercussioni dei mutati rapporti tra paesi ricchi e paesi poveri sulle economie dei paesi industrializzati e di riflesso su quelle dei paesi del terzo mondo 'non produttori di materie prime, sul sistema monetario sul sistema internazionale dei prezzi; soprattutto quanto siano deboli le difese del nostro sistema economico e produttivo costruito su una ipotesi di sviluppo che alla prima seria ventata si è dimostrata fragile, ingiusta, e sbagliata, rilevando altresì .una crisi specifica dell'Italia che è anche sociale e morale.
Nè i lavoratori si sono sottratti alla necessità di compiere delle scelte, di stabilire delle priorità sulle quali concentrare le risorse del paese, rifuggendo dai polveroni: nuova politica per l'energia, per l'agricoltura, per la casa, con riguardo particolare al Mezzogiorno; sviluppo della ricerca delle tecnologie moderne, conversioni produttive che ci aprano a nuovi mercati, serietà ed efficienza nell'apparato dello stato nei servizi, con tutto quello che ciò comporta di ristrutturazione delle aziende, di mobilità del personale, di abnegazione responsabilità sul lavoro.
Sono priorità che anche Moro ha indicato che tutti noi sappiamo essere almeno in parte le condizioni più realistiche per riequilibrare i nostri conti con l'estero il deficit del bilancio statale e per creare le basi di una nuova espansione. Quindi il discorso di Moro contiene senza dubbio elementi che meritano l'attenta considerazione nostra e di tutto il movimento dei lavoratori, ma anche un contributo
segue a pag. 2
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1975
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LAVORATORE PIRELLI
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Lotte di fabbrica e lotta generale
parlano i lavoratori a pag. 4-5
Contrattazione articolata a Settimo Torinese
Un numero
Anno II - N. 8/9 - Dicembre 1974 - Sped. in Abb. Post. - Gruppo III - 70%
I LAVORATORI DELLA PIRELLI BICOCCA alla Montedison Gas e all'ENEL di Milano
Nell'ambito delle azioni di lotta articolate a sostegno della vertenza generale su salario, occupazione e riforme, i lavoratori della Pirelli Bicocca hanno dato vita, venerdì 15 novembre, a due significative manifestazioni: delegazioni di massa si sono recate alla sede compartimentale lombarda dell'ENEL e alla Montedison-gas dove una rappresentanza del Consiglio di fabbrica ha avuto un incontro con le direzioni dei due enti, illustrando i contenuti dei due documenti che qui pubblichiamo.
DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DI FABBRICA DELLA PIRELLI BICOCCA SULLA CRISI DELL'ENERGIA ELETTRICA
Tutto il movimento dei lavoratori è oggi mobilitato, nel nostro Paese, per imporre una svolta decisiva in tema di politica economica, di difesa dei salari, di sviluppo dell'occupazione.
I prezzi dei generi di prima necessità e dei servizi essenziali sono da tempo sottoposti • ad una incontrollata spinta al rialzo che incide pesantemente sui bilanci familiari dei lavoratori in particolare e di tutti i cittadini.
Il movimento sindacale, nel porre la rivendicazione dell'unificazione del punto di contingenza e dell'aggancio delle pensioni più basse ai salari, intende venire ad un confronto col governo anche sul tema del prezzo dei servizi; è in questo ambito che si colloca una articolazione del movimento di lotta che vede i lavoratori impegnati a portare direttamente di fronte alle direzioni degli Enti pubblici interessati le loro richieste. Oggi i lavoratori della Pirelli Bicocca intendono in particolare investire la direzione compartimentale dell'ENEL della grave situazione che si è venuta a creare nel fondamentale settore della produzione e distribuzione dell'energia elettrica.
1' I 'ultima revisione delle tariffe elettriche è indiscriminata, pesante e non affronta il discorso delle agevolazioni concesse alla grande industria sul costo dell'energia, mentre grava con aumenti del 40-60010 sui consumi popolari.
2) Alla base dell'attuale crisi nell'approvvigionamento dell'energia ci sono i gravi ritardi subiti dal programma di investimenti delVENE_ ritardi che, iniziati assai prima che insorgessero le note difficoltà dovute alle richieste di garanzia di difesa dell'ambiente da parte degli Enti Locali, sono a maggior ragione
segue da pag. 1 critico, puntuale e severo, sui limiti, le contraddizioni e silenzi della lunga esposizione programmatica.
Sappiamo che la crisi non ci è caduta dal cielo; se in Italia si manifesta con particolare acutezza, ciò è dovuto ad una somma di scelte economiche, sociali e politiche profondamente sbagliate che hanno segnato per trent'anni la nostra vita nazionale e che la condizionano tutt'ora. Occorre quindi risalire alle cause e rimuoverle se vogliamo avviare un reale cambiamento. Lo stesso Moro afferma che agire sugli effetti di scelte errate non serve, ma che occorre guardare alle cause prossime e remote. Ebbene come si concilia questo giusto orientamento con il modo con cui si è formato il governo dove la « rotazione » degli incarichi ministeriali si è risolta con la rimozione di chi aveva tardivamente tentato strade di rinnovamento unitario ed antifascista; con l'esaltazione di un centro-sinistra che ha palesemente esaurito ogni capacità di progresso; con i silenzi sulle deviazioni del Sid; con l'elusione di precisi impegni sulla data di convocazione delle elezioni regionali del 75; con l'immissione nel governo di quell'On. Lima di cui due giorni prima il parlamento aveva concesso l'autorizzazione a procedere per ben quattro richieste dell'autorità giudiziaria?
Abbiamo colto certamente l'accento diverso che Moro ha usato nel trattare i! tema del rapporto tra maggioranza e Partito Comunista: non un rifiuto di principio al diritto dei comunisti di proporsi al governo del paese ma un rifiuto politico destinato a protrarsi in tempi lunghi. E' dunque possibile e realistico procedere ad un'opera profonda di rinnovamento e di risanamento del paese, con il richiesto concorso del più ampio contributo e consenso popolare, senza che questo si esprima con il concorso
ingiustificati oggi che la recente legge sulla localizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica è stata varata con l'approvazione degli Enti Locali stessi.
L'Enel non sembra decisa a servirsi di questo nuovo strumento legislativo mentre impianti in fase di avanzata realizzazione subiscono gravi ritardi. A questi dati si sommano inadempienze pesanti nel campo della ricerca di nuovi sistemi di generazione e di approvvigionamento, mentre il progetto governativo di limitare le forniture di energia elettrica al Paese è di per sè indicativo della gravità della situazione.
La politica dell'energia sin qui seguita dall'ENEL ha poi gravi ripercussioni sulla situazione dei settori di produzione di cavi elettrici e dell'elettromeccanica pesante che risentono da tempo in termini di discesa dell'occupazione, immobilismo degli indirizzi produttivi e smantellamento di impianti dell'assenza di un indirizzo nuovo ed espansivo in questo comparto essenziale dell'economia nazionale.
Di fronte a questa situazione i lavoratori intendono portare avanti con la massima decisione la lotta per far rientrare l'iniqua decisione di aumento indiscriminato delle tariffe elettriche e per spingere l'ENEL ad adempiere pienamente ai compiti che, come ente pubblico, le competono.
Per giungere a questi risultati occorre che muti l'atteggiamento delle autorità pubbliche nei confronti delle proposte e delle iniziative del movimento dei lavoratori.
Si tratta di una nuova logica a cui anche l'ENEL è chiamato ad adeguarsi, entrando nel merito sui problemi della revisione del sistema tariffario e delle linee di politica energetica sin qui seguite.
In caso contrario l'ENEL si assumerà tutta la responsabilità del peso di una crescente mobilitazione che saprà trovare forme e mo-
attivo e positivo della più grande forza popolare e costituzionale oggi all'opposizione?
Le nostre preoccupazioni non sono del resto soltanto politiche. Nel programma economico, di cui apprezziamo certi indirizzi sono contenute indicazioni che possono tradursi in risultati contrari alla espressa volontà di rinnovamento. La questione dei « due tempi » — prima la manovra monetaria finanziaria per sanare i deficit della bilancia dei pagamenti e del bilancio statale, poi la ripresa dello sviluppo — non ci convince, anche perchè gli orientamenti dell'On. Colombo lasciano intravedere una spiccata preferenza per la prima fase come manovra per rilanciare con scarsi marginali cambiamenti il vecchio meccanismo, lasciando al futuribile l'ipotesi di una nuova espansione qualitativamente diversa.
Così come la questione delle compatibilità, rigidamente formulata, può preludere ad una « punizione » a senso unico e cioè verso i redditi da lavoro.
Ecco dunque un ampio campo di iniziativa di lotta per il movimento operaio e popolare oer il nostro partito. posizioni preconcette, consapevoli siamo che senza il nostro contributo non si rinnova niente ma anzi aumenterebbero i pericoli per la situazione economica e sociale e per la stessa democrazia. Siamo invece animati dalla ferma volontà di cogliere quanto di positivo v'è negli indirizzi del governo Moro di tradurli con la partecipazione democratica sempre più ampia, con l'azione la proposta positiva, con l'articolazione delle iniziative, in fatti concreti che rompano con i troppi errori del passato, avviino un nuovo tipo di sviluppo, costruiscano una autentica svolta democratica.
Tutto ciò reclama in tutto il movimento sindacale e politico un più intenso rapporto con le masse e una nuova capacità di analisi
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menti di lotta sempre più incisivi ed articolati sino al raggiungimento di concreti e tangibili risultati nel più breve tempo possibile. Milano, 15-11-1974
ESTRATTO DEL DOCUMENTO DEL CONSIGLIO DI FABBRICA DELLA PIRELLI-BICOCCA SUL PROBLEMA DEL SERVIZIO DISTRIBUZIONE
GAS A MILANO ...I lavoratori della Pirelli Bicocca intendono investire la direzione dell'Azienda Gas della MONTEDISON dei problemi gravi che esistono nel settore.
I lavoratori ritengono ingiustificato il recente aumento delle tariffe del gas, disgiunto com'è da qualsiasi prospettiva concreta di razionalizzazione del servizio nell'area milanese. A parere dei lavoratori occorre che l'aumento della tariffa sia limitato solo ai consumi superiori al consumo medio di una famiglia e che si vada in tempi stretti ad una trattativa su questo tema tra MONTEDISON e sindacati sull'esempio di quanto già accaduto in altre città.
I lavoratori ritengono indispensabile una risistemazione di tutto il servizio del gas, che veda un consorzio di Enti locali entrare a gestire le linee di sviluppo del settore, in direzione dell'introduzione generalizzata del metano e del superamento degli attuali ristrettissimi margini di disponibilità per nuovi allacciamenti.
In questo quadro è necessario che il Comune di Milano superi i gravi ritardi sin qui verificatisi su questi problemi; è necessario che l'Ente locale assuma decisamente l'iniziativa per un miglioramento decisivo del servizio. I lavoratori non mancheranno di far sentire con tutta forza la loro voce anche in quella sede, per giungere in tempi brevi ad un avvio di soluzione.
Milano, 15-11-1974
di elaborazione e di lotta che sappia collegare l'avanzamento della condizione dei lavoratori a nuove prospettive nella produzione, nella distribuzione, nella amministrazione pubblica e queste alla creazione delle risorse necessarie in una visione unitaria dei problemi di cui il movimento operaio e popolare deve essere protagonista essenziale e non subalterno. Lo sciopero del quattro dicembre conforta con la sua significativa mobilitazione queste attese; l'On. Moro può essere certo che la fiducia « provvisoria e condizionata » che ha chiesto al popolo italiano non sarà nè attesa 'passiva nè manifestazione di rabbia impotente, ma una iniziativa permanente di milioni di uomini che hanno dimostrato di essere e si propongono come nuova classe dirigente del paese.
LavoratorePireli
Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 15481 del 29 Aprile 1974
Redazione: sezione L. Temolo, viale Sarca, 181 - 20126 Milano
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Stampa: ORMAgrafica, Via Funia, 8 - Roma
Derettore responsabile: Roberto Nardi
Redattore capo: Pietro Anelli
Comitato di redazione: Pietro Anelli, Aido Luciani, Aldo Pace
Segretaria di redazione: Gabriella Bonvini
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a cura di ANIELLO SANTANIELLO operaio dell'azienda meccanica Pirelli di Cinisello Balsamo
Lotta di fabbrica e lotta generale
Lo scontro in atto nel paese per la vertenza generale, è di natura economica e politica. Esso coinvolge milioni di lavoratori, perciò assume in questo particolare momento politico, le caratteristiche di uno scontro di classe.
Le piattaforme aziendali, in questo momento, possono giocare un ruolo molto importante se gestite in modo che la lotta per queste assuma un ruolo propulsore e non deviatore dalla lotta per la vertenza generale.
Il CDF dell'Azienda Meccanica di Cinisello in luglio, dopo aver preparato la piattaforma aziendale che verteva essenzialmente:
1° - su garanzia di guadagno di cottimo pari al 96% di rendimento, cioè il 90% della somma che si guadagnerebbe rendendo al 100%;
2° - inquadramento minimo per i lavoratori di produzione in la categoria, livello E;
rale sulla contingenza, è gestita in modo tale da dare vigoria alla stessa vertenza generale, dibattendo i problemi di fabbrica.
Sul problema della coesistenza tra vertenza generale e lotta di fabbrica, abbiamo rivolto alcune domande agli operai dell'azienda meccanica.
BOIOCCHI, operaio
D. « Cosa ne pensi dell'attuale scontro politico e come uscirne? »
UN IMPIEGATO
D. « Cosa ne pensi dell'attuale momento politico? »
R. « La vertenza generale per i suoi punti qualificanti e per i milioni di lavoratori interessati è un banco di prova per le capacità di direzione politica della classe operaia ».
D. « Cosa ne pensi della coesione tra lotta generale e lotta aziendale? »
Notizie in breve:
LA RISPOSTA DEI LAVORATORI
DELLA PIRELLI BICOCCA
ALL'ATTENTATO FASCISTA DI SAVONA
Venerdì 22 novembre gli operai del turno C del dipartimento Cavi, alla Pirelli Bicocca, hanno effettuato una fermata dal lavoro di 30 minuti come ferma risposta antifascista al grave atto criminale perpetrato a Savona dai terroristi fascisti. All'azione di lotta immediata, messa in atto dai lavoratori dei reparti 3111, 3113, 3114, 3116, si è manifestata l'adesione politica e lo sdegno unanime di tutti i lavoratori della fabbrica.
3° - istituzione di un premio fisso « non legato a nessuna forma di incentivo » per i lavoratori impiegati e QS, pari a lire 30.000. Tale premio deve assorbire gli aumenti di merito individuali ma non le « fasce di garanzia » e deve essere rivalutato a partire dal l'-1-'76 nella stessa misura dei guadagni di cottimo e, a sua volta, non deve essere assorbito da eventuali passaggi di categoria; ebbe degli incontri con la direzione, in cui questa, mostratasi disponibile, fissava degli incontri per settembre sui punti specifici della piattaforma.
A settembre, al primo incontro che doveva trattare sulle qualifiche, la direzione rispondeva dichiarandosi disponibile a passare un solo operaio di 1a categoria, assumendo nel contempo un atteggiamento provocatorio su tutti gli altri punti della piattaforma.
A questa posizione intransigente i lavoratori, appena venuti a conoscenza, rispondevano con la lotta proclamando mezz'ora di sciopero. Il CDF convocava a sua volta una assemblea per spiegare ulteriormente l'atteggiamento della direzione, facendo seguire un programma di sciopero tuttora in atto di due ore settimanali.
Questa lotta proclamata in presenza della vertenza gene-
R. « L'attacco al potere d'acquisto dei lavoratori da parte della borghesia, è un banco di prova per le future lotte della classe operaia. La risposta da parte delle organizzazioni sindacali con la piattaforma generale, trasforma l'attacco borghese in attacco proletario. Pur tenendo conto che questa trasformazione è dovuta anche al contenuto altamente qualificante della piattaforma come pensioni, contingenza e occupazione ».
D. « Cosa ne pensi della coesistenza tra lotta generale e lotta aziendale? »
R. « La lotta per la vertenza aziendale serve per la sua caratteristica di contatto immediato con i lavoratori a dare maggiore incisività alla lot ta per la vertenza generale. Pertanto è auspicabile che vengano generalizzate le vertenze aziendali ».
MAGNANI, operaio
D. « Cosa ne pensi di questo particolare momento politico-sindacale? »
R. « Oggi assistiamo in questa fase di scontro politico, ad una presa di posizione anti unitaria da parte di gruppi conservatori con lo scopo di spingere le forze progressiste del sindacato e i partiti di sinistra ad una lotta isolata. Pertanto la vertenza generale per i suoi punti unificanti serve anche da freno a questo tentativo ».
D. « Cosa ne pensi della coesistenza fra lotta generale e lotta aziendale? »
R. « Ritengo positiva la coesistenza tra lotta per la vertenza generale e per la vertenza aziendale anche se maggior impegno va speso per la vertenza generale ».
R. « Questo intreccio non mi sembra molto capito dai lavoratori. In particolare non mi sembra che i lavoratori abbiano capito a fondo la durezza dello scontro a cui ci siamo avviati con la vertenza generale. Pertanto coinvolgendoli direttamente sui problemi di fabbrica si riesce a farli lottare con maggior decisione dando così un apporto alla vertenza generale.
POLITICA ED ECONOMIA
la rivista edita dal Centro studi di politica economica del PCI
Sommario
Il fascicolo contiene i seguenti articoli:
Giorgio Amendola ! La crisi economica mondiale e l'Italia
Eugenio Peggio Crisi economica, ragioni di scambio e cooperazione internazionale
Giuseppe Boffa I paesi socialisti di fronte all'inflazione
Guido Manzone In minoranza le tesi neomalthusiane a Bucarest
Luigi Conte / I prezzi agricoli nella Cee
Eutimio Tiliacos La svolta nella politica economica britannica
Francesco Pistoiese Investimenti e costi dell'energia nucleare
Luciano Soriente La politica dei prezzi in Italia: un bilancio sconcertante
Gianni Di Stefano Una analisi del settore commerciale in Italia
Pio La Torre Nuove scelte per la politica degli incentivi
Lina Tamburrino Minacce per il Mezzogiorno
Gianni Simula L'impero Sindona: ascesa e crollo Nicola Gallo Potere economico e istituzioni contributo al dibattito
Gianfranco Polillo / Alcune considerazioni sui limiti della politica monetaria
Seguono: il consueto panorama, le recensioni e segnalazioni, la documentazione e le note polemiche di E Roggi sulla divisione sociale del lavoro, di E. Tiliacos sui problemi dei prezzi petroliferi.
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La contrattazione articolata alla Pirelli di Settimo Torinese
Il Consiglio di fabbrica della Pirelli pneumatici di Settimo Torinese, su richiesta del giornale Lavoratore Pirelli » intende aprire un dibattito su alcuni aspetti dell'organizzazione del lavoro. Sottoponiamo alla discussione il testo di tre accordi recentemente firmati dall'Esecutivo del C.D.F., accordi che hanno suscitato la discussione tra le varie forze sindacali e politiche.
Riteniamo però indispensabile che il dibattito si allarghi affinchè possano emergere eventuali errori o limiti e soprattutto perchè si possa iniziare a portare avanti a livello di gruppo una strategia comune da contrapporre alla riorganizzazione, spesso tumultuosa, che la Direzione porta avanti nelle fabbriche.
Chiediamo quindi a tutti i consigli di fabbrica, alle organizzazioni sindacali, ai partiti politici di esprimere attraverso le pagine di « Lavoratore Pirel~
ACCORDO n° 1 (Trafile 8")
All'inizio della riunione sono state lette ed approvate le tabelle di cottimo n° 1358, 1359, 1360, 1361, 1362, 1363, 1364 e 1365 che definiscono le composizioni delle squadre della trafila 8", confermano i tempi base delle operazioni, il tipo di rotazione e le mansioni che gli Addetti Trafile » devono svolgere. Inoltre è stato chiarito che:
la maturazione della 1° categoria degli addetti trafila inizierà dal primo giorno di applicazione del sistema di rotazione e quindi dalle nuove tabelle di cottimo (1° Ottobre '74); sarà assorbito contemporaneamente il compenso di mansione F 2 e il premio speciale stivatori;
EDITORI RIUNITI
li » un loro giudizio su questi accordi affinchè da questo confronto possano emergere indicazioni valide per il lavoro futuro.
L'accordo riguardante le TRAFILE rappresenta un passo importante verso l'egualitarismo salariale: in seguito all'applicazione della rotazione, che praticamente elimina i ruoli individuali del carrellista, dello stivatore, del mescolatorista etc., si è creato l'Addetto trafila. Per tutti è prevista la 10 categoria con conseguente cottimo di 1'.
Il carico di lavoro totale rimane invariato ma equamente distribuito tra i vari componenti della squadra. E' stata rivendicata inoltre la meccanizzazione dell'operazione di stivatura, tecnicamente realizzabile. (Per ora siamo in fase di sperimentazione).
L'accordo sui JOLLY (Addetti alle sostituzioni) deriva dalla necessità di avere il pie-
no controllo della mobilità della forza-lavoro in quelle lavorazioni a squadra ove la mancanza di un addetto comporta la fermata di una macchina, pregiudicando le lavorazioni a valle. Prima dell'accordo gli operai venivano spostati dai lavori individuali ai lavori a squadra. Questo comportava una continua contrattazione da parte del delegato in termini di: disponibilità dell'operaio, accertamento dei reali motivi dello spostamento, controllo delle garanzie salariali etc. Questa situazione lasciava al padrone margini di ricatto, di clientelismo, di paternalismo etc.
3) L'accordo del reparto BAMBURY (mescole) sintetizza un po' le posizioni del Consiglio di fabbrica sull'organizzazione del lavoro: rotazione, allargamento del contenuto mansionario (alle mescole alcuni lavori di produzione si intrecciano con la manutenzione), cottimo collettivo. pause.
parte dei lavoratori, sarà fissata una prossima riunione per le conclusioni.
ACCORDO n° 2 (Jolly)
Si istituisce nell'ambito dei Centri di Produzione la mansione dell'operaio Jolly (o riserva), allo scopo di coprire le punte di assenteismo, quando queste si verificano, mentre la percentuale media di assenteismo deve essere coperta normalmente con l'organico di ciascun reparto. Le caratteristiche delle persone designate a svolgere la nuova mansione sono:
A) CARATTERISTICHE PROFESSIONALI: capacità, disponibilità a svolgere la maggior parte delle lavorazioni, in particolare:
Tutte le mansioni delle squadre ad eccezione di quelle dei macchinisti di 1° Super.
Mansioni individuali dove l'assenza degli addetti pregiudica il normale flusso di lavorazione.
Sarà integrata la preparazione professionale in modo da consentire l'inserimento di
per tutte le ore lavorate, rivalutabile annualmente con la percentuale di variazione media delle curve.
Le garanzie di cottimo decadono quando l'interessato lascia la mansione (sia per propria volontà che per abolizione della mansione stessa).
ACCORDO n° 3 (Bambury)
A) Accoglimento richieste di maggiori pause in alcuni posti di lavoro: Addetti 34" confezioni impasti in caso di emergenza sui By 2-3-4 garanzie di tempi di ciclo non inferiori a 4'. Dosatura gomma confezione impasti al By 6, garanzie di tempi di ciclo non inferiori a 6'30".
Addetti silos neri, rotazione (e non sostituzione) nell'arco del turno dell'operaio addetto, con altro operaio nel caso in cui tre By lavorino contemporaneamente con nero fumo.
B) Saranno fatte le valutazioni per la verifica del contenuto mansionale per le seguenti lavorazioni: Addetto al Roller-Die. Addetto alla sala soluzioni.
De Jaco I socialisti
CRONACA INEDITA
DELL'UNITA' D'ITALIA
Grandi opere - pp. 832 - 32 tavole f.t. - L. 12.000
Presentato sotto forma di un originale collage di documenti dell'epoca, lettere, articoli, memorie, uno dei periodi più complessi, tumultuosi e drammatici che vide la nascita e l'affermazione del movimento socialista italiano.
Agosti La Terza Internazionale
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I VOLUME (1919.1923)
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La storia della più grande organizzazione comunista mondiale ricostruita sulla base di uno sfoglio sistematico di materiale d'archivio e fonti di stampa: l'elaborazione politica e ideale dell'Internazionale comunista nella sua fase iniziale — ancora vivo Lenin — in cui essa si afferma come grande centro di orientamento e di organizzazione di milioni di lavoratori.
Fortebraccio I nodi al pettine
CORSIVI 1974
prefazione di Giorgio Napolitano • illustrazioni di Gal Fuori collana pp. 200 16 tavole a colori f.t. • L. 2.000
queste persone nelle diverse lavorazioni, senza pregiudicare il rendimento qualitativo e quantitativo della produzione.
Dovranno essere disponibili a spostarsi in tutte le lavorazioni su richiesta dei capi designati alla loro gestione, in qualsiasi momento del turno.
Le lavorazioni nelle quali saranno utilizzati i Jolly, sono elencate nell'allegato.
di RINASCITA
Sarà pubblicato il CONTEM-
PORANEO su
Ruolo e strategia SINDACALE
Processo di unità
RAPPORTI FRA SINDACATI E
Partiti
Politica Economica
Istituzioni
gli operai che, a seguito dell'istituzione delle mansioni di « Addetto Trafila », lasciano definitivamente le trafile per difficoltà personali, saranno adibiti a mansioni di categoria almeno pari a quella che lasciano;
rimane confermato l'impegno della Società a procedere nel programma di meccanizzazione della stivatura fasce;
le velocità di trafilatura delle attuali fasce CN 54, vengono confermate e saranno adottate anche per la trafilatura di quelle del P3; agli addetti trafila sarà garantito, in caso di spostamento per cambio tipo fascia, un lavoro di pari categoria.
E' stata consegnata ai rappre-
sentanti dei lavoratori la bozza delle tabelle di cottimo per la trafilatura dei fianchi sulle trafile 6", con indicate le composizioni delle squadre, le modalità di lavoro con la rotazione degli « Addetti Trafile » nelle diverse mansioni e le relative categorie di lavoro.
Dopo l'esame delle tabelle da'
B) PERSONE INTERESSATE: le persone saranno definite nominativamente e nel numero di 10 operai per turno.
Sarà cura dei capi designati ad effettuare il più possibile la rotazione delle persone nei diversi posti di lavoro.
CATEGORIA DELLA MANSIONE: l° SUPER TRATTAMENTO DI COTTIMO: quota fissa di L, 320 all'ora
C) Per quanto riguarda gli addetti confezione mescole e impasti al By e cioè: Mescolatoristi, Roller-Die, Dosatori gomma, Addetti al Batch-Off, esclusi quindi Banburisti, il cottimo, fermo restando le categorie degli attuali posti di lavoro, sarà liquidato con una quota oraria uguale per tutti che, al rendimento medio delle squadre By (R. 107%) questa è di L. 259 all'ora e deriva dalla media delle seguenti quote orarie (compresi gli attuali compensi di mansione, che vengono assorbiti):
Addetto al Batch-OffL. 233 + 15 di C.M. F2
Dosatori di gomma - lire 233 + 17.50 C.M. F2
Addetti al mescolatore 84" o roller-die - L. 261.
Per determinare le quote orarie agli altri rendimenti si calcolerà il 99°/o delle varie quote orarie della curva di 1a categoria, arrotondandole all'unità.
D) In caso di dimissioni di operai addetti ai controlli rapidi mescole (al Servizio Qualità) sarà data precedenza, per la sostituzione, agli operai del Reparto Mescole.
Una nuova raccolta dei corsivi di Mario Melloni, apparsi sull'e Unità » di quest'anno. Una impareggiabile galleria di personaggi e di fatti del giorno, illustrata dalle taglienti caricature di Gal, in cui il lettore ritroverà il gusto acre e caustico della battuta del Fortebraccio migliore. A Melloni è stato assegnato quest'anno il premio « Forte dei Marmi ».
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di VITO BASILICO
Mutua Pirelli e riforma sanitaria
Quando presso la gran parte delle grandi industrie italiane il paternalismo costituiva una scelta precisa per una « politica del personale », alla Pirelli si costituì il Servizio Sanitario Aziendale: eravamo nel 1902
Il maggior sfruttamento dei lavoratori si accompagnò per decenni ad una vantata politica sanitaria della Società, che appariva non solo a Milano e nei comuni delle province vicine (da cui veniva attinta la manodopera) ma in Italia, una caratteritica altamente positiva di un padrenato illuminato.
Quanto nel 1943 la legge estese a livello nazionale il diritto ci' tutti i lavoratori alla cura delle malattie, la Pirelli riuscì a mantenere il «suo» Servizio Sanitario e continuò a non versare una sola lira alle casse dell'INAM perchè diceva di assolvere in proprio ai bisogni a cui quei fondi erano destinati. Così fino al 196768, non solo alla Pirelli, ma alla FIAT, alla Montedison e così via, si continuava senza scosse nell'equivoca posizione di aziende fuori dalla legge istitutiva dell'INAM e custodi uniche, senza controllo alcuno, della buona salute dei loro dipendenti e dei relativi familiari.
Alla Pirelli poi, a differenza di altre grandi aziende, il Servizio Sanitario non discriminava operai da impiegati, non finiva con la fine del rapporto di lavoro, ma seguiva il lavoratore ed anche i familiari, per tutta la vita. Non aveva limiti nel!a fornitura gratuita di tutti i medicinali, assicurava altre prestazioni che l'INAM non riconosceva e pagava indennità di malattia nella stessa busta paga della mesata a cui si riferiva.
entrare con rappresentanze tra loro paritetiche « consultivamente » in una commissione che discute, conosce, suggerisce e niente di più. Valeva anche qui la politica del « gattopardo »: cambiare quel tanto che basta e che tutto resti come prima. Ma dopo quei primi segni, dovevano venire presto maturando in Italia spinte ben più robuste perchè dal Ministero del Lavoro si dovesse chiedere di porre fine alle mutue fuori dalla legge istitutiva dell'INAM. Si doveva passare in tempi stretti 2+ d una contrattazione sindacale per realizzare o l'assorbimento nell'INAM o la delega INAM alla singola mutua per una gestione decentrata e concordata di quei fondi previsti dalla legge istitutiva.
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Articolo: LA STRUTTURA DEL SALARIO ALLA PIRELLI - N° 7
Lav. Pirelli
Pag. 5: i. colonna - 33a riga sotto la foto: invece di ...che tra venti anni (nel 1944)... / leggasi: ...che tra venti anni (nel 1994).
Pag. 5: 2` colonna - la riga:* Invece di _il cottimo degli impiegati... / leggasi: ...il cottimo degli operai. Ci scusiamo inoltre con i lettori per il fatto che, sempre nello stesso articolo, sono state omesse, in corrispondenza delle colonne e delle righe della tabella delle retribuzioni mensili, le lettere dell'alfabeto e i numeri ai quali continuamente ci si riferisce nel testo. Riteniamo comunque che tale dimenticanza non abbia impedito la comprensione dell'articolo.
Alla Pirelli i conti dovevano certamente tornare, e non solo sul piano politico per quell'aria di paternalismo che rendeva sempre difficile lo sciopero rivendicativo, contrattuale o politico, ma anche sul piano più strettamente economico. E' noto, infatti, che le minori assenze per malattia (rispetto alle medie INAM per l'industria) si realizzavano con un gruppo di medici fiscali che si intrecciavano nei compiti e nell'indagine sulle condizioni di salute, anche in rapporto allo specifico posto di lavoro e addirittura alla mansione.
Da qui veniva un risparmio anche in termini di minore occupazione. Il tutto si estese via via dal primo stabilimento della « Brusada » alla Bicocca, per coprire tutte le altre unità della provincia di Milano.
Solo nel 1963 si cominciò a cogliere il primo frutto di una presa di coscienza del fenomeno da parte di molti lavoratori, aiutati a crescere in senso critico dall'insistente iniziativa del PCI e del sindacato maggioritario (erano ancora gli anni della divisione sindacale). Fu appunto nel 1963 che la Pirelli sentì di dover venire a patti con un antico modo di condurre la Mutua, tutta finalizzata alla produzione; è allora infatti che consente ai tre sindacati di
Nel 1969 nelle Pirelli di Milano e provincia, cioè su tutta l'area coperta dalla vecchia mutua paternalistica si contratta e si realizza un primo salto qualitativo: la gestione diventò mista (anche se la Pirelli si conservò la maggioranza) con poteri del sindacato di decisione in comune su tutti i terreni, dal bilancio, agli accordi nuovi coi medici, gli ospedali e così via. Quella contrattazione si realizzò nel 1969, quando già maturavano le prime traduzioni in lotta di quella politica delle riforme di struttura che il PCI portò avanti nella sua politica per molti anni.
La riforma sanitaria entrò fra quelle riforme tra le quali si puntò l'attenzione e la lotta, diventate unitarie (promosse dai sindacati, ancora distinti ma oramai avviati a unità tra loro). Se è vero che allora il passaggio senz'altro nel carrozzone INAM non convinceva nessun lavoratore della Pirelli perchè avrebbe rappresentato un salto indietro nei trattamenti, in quello stesso periodo la FIAT sceglieva di sciogliere la propria « MALF » (Mutua Aziendale Lavoratori FIAT) per passare all'INAM tutte le competenze, mantenendo le condizioni di miglior favore con una formula di integrazione locale in parallelo.
Da noi si conservò invece il « bene » p il « male » di quella vecchia condizione. Pure avendo chiaro cl-,e nel nuovo Statuto veniva conquistato un reale potere di intervento dei lavoratori, si sapeva che sulla politica delle assenze (col medico fiscale che decide sulla ripresa del lavoro, al posto del medico curante senza poteri) le cose sarebbero difficilmente mutate almeno nel breve periodo. Il sindacato puntò allora sulla conquista di poteri di gestione, su un processo di trasformazioni « dall'interno » di un'esperienza nuova tutta da fare. Dal 1969 partì la presa di coscienza della « non monetizzazione » della salute, si incominciò a livello di massa l'elaborazione di una politica sanitaria che metteva al primo posto la prevenzione e poi la cura e la riabilitazione.
Nel dicembre 1972 la Regione Lombardia vara la legge regionale n. 37, specifica per la medicina preventiva dei Comuni che anticipa la formazione delle Unità sanitarie locali, nuclei della riforma. Nel giugno del 1973 il nostro partito porta un grosso contributo a livello nazionale con la presentazione del suo progetto di legge per la riforma sanitaria. Perciò oggi nelle Pirelli di Milano e provincia siamo certamente in grado di condurre una nostra parte nella lotta per il superamento di tutte le mutue, così come già si affaccia nei, sia pure vaghi e contradditori, contenuti della legge vigente, la n. 386 del 17 agosto 1974.
Mentre nel 1969 era ancora limitata l'area di lavoratori maturi per un superamento delle mutue (anche della nostra, per intenderci! ), ora si sente nelle fabbriche Pirelli una presa di coscienza tale da rendere possibile al Consiglio di Fabbrica della Bicocca di uscire con un volantino di massa che prende posizione contro il recente ricatto della FNOOM che si propone di opporre alla legge 386 tutta la sua nota vena conservatrice e anche reazionaria.
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LE OPERAIE
del reparto 9131 di Bicocca contro la ristrutturazione di Pirelli
di MARISA BERTOLAI
La risposta alla domanda che ci siamo posti, noi lavoratori della Pirelli articoli tecnici sul tema del futuro del nostro posto di lavoro a Segnanino, si può riassumere in poche parole: No, non ci sentiamo tranquilli, malgrado l'incontro rassicurante avuto con la Direzione che ha teso a darci delle risposte ottimistiche riguardo al prossimo futuro dell'azienda. Le prospettive, sia pur vaghe ed incerte di ulteriore notevole espansione del mercato delle cinghie saranno anche veritiere, ma stupisce che ad un certo livello ci si sia affrettati a pubblicizzarle, parlando anche della possibilità di tenere due centri di produzione di questo articolo: tutto ciò appare fatto con scopi puramente tattici, proprio in contrasto con il clima di incertezza e di intimidazione psicologica che invece sussiste in altri centri della Bicocca.
Non ci sentiamo tranquilli in quanto non ci è stata data alcuna garanzia di diversificazione nella produzione, come invece da tempo viene chiesto dal movimento sindacale.
La Pirelli punta ancora tutto sullo sviluppo del mercato automobilistico, infatti nei progetti dell'azienda c'è il raddoppio della produzione di cinghie trapezoidali ad uso prevalentemente automobilistico, cioè da 70.000 a 150.000 giornaliere, da distribuire nei due reparti: uno già in funzione a Segnanino e uno in fase di avviamento a Chieti Scalo-Valpego; così dicasi anche per quanto riguarda le cinghie Isoram (nuovo tipo di cinghie che va a sostituire la catena di trasmissione di autoveicoli) con un nuovo centro a Manopello.
Questi progetti sono stati effettuati dall'azienda al passo con tutto il grande padronato senza tener conto di quelle che sono, a nostro avviso, le vere esigenze del Paese che chiede un nuovo modello di sviluppo per salvare l'economia oggi traballante perchè per troppo tempo ha puntato quasi unicamente su!' mercato dell'automobile e del trasporto merci su strada.
Il mondo economico dovrebbe essere strettamente collegato e dipendente innanzitutto dai servizi di pubblica utilità ( scuole, case, ospedali, agricoltura e trasporti pubblici) che permettano un più reale ed organico benessere per tutti; invece nella nostra società capitalistica italiana sono i grandi gruppi monopolistici e multinazionali a subordinare ai loro profitti sia i servizi sociali che la
garanzia del posto di lavoro nelle fabbriche.
Non siamo rassicurati e siamo perplessi anche a causa del diffondersi continuo di voci contrastanti provenienti dalla direzione stessa, che parlano di un prossimo smantellamento dell'azienda articoli tecnici.
Quello che è emerso comunque da questo nostro confronto è che se Pirelli vorrà far passare la sua ristrutturazione anche attraverso Segnanino, ci troverà pron-
dono più difficile, ovviamente, il mantenimento del suo posto di lavoro. E' una realtà comunque che la nostra società fa discriminazione tra le lavoratrici ed i lavoratori, riversando sulle prime un cumulo di problemi che l'uomo sente certamente in forma meno esasperata; cominciando dal posto di lavoro che viene scelto in virtù di un mercato del lavoro diversificato che crea, solo quando ne ha bisogno, quelle mansioni femminili che gli permettono di tamponare
tiche e cercandone la soluzione con la lotta di tutta la classe lavoratrice.
I diritti acquisiti mediante leggi (asili nido, tutela della lavoratrice madre, ecc.) si intrecciano infatti sempre più strettamente con i problemi del lavoro (parità salariale, inquadramento unico ecc.) anche se nella situazione attuale spesso le realtà dei reparti e degli uffici vanificano di fatto molte di queste conquiste. Infatti noi vediamo le lavoratrici sempre inserite nelle più basse categorie ed in grande maggioranza collocate in lavorazioni dequalificate che per la loro natura sono destinate a rimanere tali, e inoltre a parità di lavorazione o di preparazione professionale, l'uomo è quasi sempre in una categoria superiore, si ricompone di fatto quella disparità salariale conquistata con grandi sacrifici.
ti a difendere il nostro posto di lavoro anche se disponibili ad una diversificazione di produzione.
L'azienda articoli tecnici è uno dei dipartimenti della Pirelli Bicocca dove ancora esiste una grossa concentrazione di manodopera femminile; è per questo che abbiamo voluto cogliere qualche umore tra le lavoratrici sulla loro condizione specifica, pur non disgiunto dai pareri dei lavoratori tutti, in quanto non crediamo in una diversa soluzione dei problemi a seconda del sesso di appartenenza. Crediamo sia facilmente dimostrabile in pratica come non esistano una questione femminile ed una questione maschile, in quanto, dietro ad una donna che lavora, c'è spesso una difficile situazione economica dovuta al continuo aumento del costo della vita, le cui conseguenze si ripercuotono su tutta la famiglia.
Si possono fare diversi esempi di problemi così detti "femminili" ma che invece, secondo noi, non coinvolgono solo la donna (vedi l'iniqua maggiore tassazione della lavoratrice sposata o la non reversibilità delle pensioni, a parità di versamenti retributivi) anche se le ren-
temporaneamente delle esigenze di produzione.
I motivi di divisione tendono ad un sempre maggior sfruttamento della manodopera femminile, contravvenendo anche a quei dettami della Costituzione Italiana che sancisce il pieno diritto e la dignità ai lavoratori tutti.
Noi ci scontriamo tutti i giorni con la realtà di una grande fabbrica manifatturiera come la Pirelli dove la dequalificazione e lo sfruttamento della manodopera femminile è più evidenziato, e crediamo francamente che questi siano problemi che investono tutta la classe lavoratrice e che trovano nella condizione della donna che lavora la loro più esacerbata esasperazione.
Dalla fabbrica alla società, la donna si sente respinta come elemento attivo del processo di produzione, in mancanza di un adeguato sistema di strutture sociali che sopperiscano efficentemente alle necessità familiari.
E' per questo che, mediante le conquiste sindacali strappate negli ultimi contratti nazionali, si è cercato un nuovo rapporto tra donna e scuola, donna e occupazione, donna e società, ponendo sul tappeto tutta una serie di problema-
Inoltre, con varie manovre e a causa di poca disponibilità da parte dei superiori a riconoscere i diritti delle lavoratrici madri tendente a far passare come assenteismo tutte le necessità che comporta essere una lavoratrice madre specialmente nei primi anni di vita del bambino proprio per carenza di strutture esterne (mancanza di asili nido, scuole materne, doppi turni nella scuola dell'obbligo, ecc.) in spregio alle leggi di tutela delle lavoratrici madri qui sopra accennate (non parliamo poi della donna che fa i turni, che addirittura trova opposizione alla richiesta di passare ad orario normale per il periodo di tempo che corrisponde all'infanzia del bambino).
C'è, insomma, una massiccia espulsione in atto della donna dal mondo del lavoro che crea, nel contempo, un grande aumento di lavori precari (vedi parttime, lavoro a domicilio) cioè lavori non tutelati dagli istituti assicurativi e che sfuggono ad ogni controllo sindacale, effettuati da lavoratrici costrette dal carovita e dalla continua erosione del potere d'acquisto dei salari.
Tutto quello che è scaturito da questa nostra discussione ci rafforza sempre più nell'idea che per combattere la ristrutturazione di Pirelli e di tutto il padronato, per far valere i nostri diritti, anche quelli acquisiti dalle precedenti lotte sindacali, dobbiamo contrapporre la forza unita e decisa di tutta la classe lavoratrice che, oggi e sempre dovrà dimostrare tutta la sua compattezza nel battere i disegni padronali e nel far avanzare una alternativa che significhi un diverso modello dí sviluppo, ma anche un diverso modo di fare politica, che veda impegnati in primo luogo i rappresentanti delle forze produttive.
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La crisi mondiale e i riflessi sulla situazione italiana
CONVENZIONALE
Charles Baudelaire, grande poeta francese del secolo scorso, sori se un giorno che: « Il lavoro im mediato, anche cattivo, vale più della fantasticheria ». Secondo i critici quelle parole sarebbero un piccolo sfogo del poeta rivolto a se stesso, come intimo invito a lavorare di più.
Noi, con tutto rispetto Per i critici, siamo di diversa opinione. Baudelaire, scomparso immaturamente nell'agosto del 1867, scri.,se sicuramente quelle parole argute e ironiche dopo aver conosciuto di fama il senatore superparlamentare Amintore Fanfani sopravvissuto fino a noi carico di aggettivi. Allora è chiaro il senso di quella frase; vale di più, cioè è tenuto in più alta considerazione, fra certi uomini, il lavoro « da pirla » piuttosto delle « fantasticherie » di chi vuoi cambiare in meglio e seriamente le cose.
Il grande poeta francese conobbe sicuramente anche gli intimi di Fanf ani, fra i quali gli antenati Pirelli, inventori della ruota e fabbricanti degli articoli di goin ma. E a loro anche si ispirano quelle parole alle quali la famiglia Pirelli è rimasta sempre fedele.
Nel quadro generale di una crisi economica e politica quale quella che stiamo vivendo, i comunisti (ma non solo i comunisti) propongono una necessaria riconversione della produzione industriale, in questo caso le coperture, finalitzata ad uno sviluppo dei mezzi pubblici, dell'agricoltura, dell'o-cupazione ecc. Risponde rinegner Leopoldo Pirelli: « Fantasticherie! io bado al lavoro imme diato. La Fiat vende ai sottosviluppati e io che faccio? ». Soldi, senz'altro; in una società dominata da una decina di monopoli internazionali, la rapina del terzo mondo ci viene propagandata addirittura come misura terapeutica, al limite della filantropia.
Pirelli e Agnelli, industriali
luminati! Il solo che credeva a questa stupidaggine era un nostro vicino di casa che, poveretto, era convinto che i padroni illuminati volassero nelle sere d'estate con le pance fosforescenti, come certi insetti. Finì in casa di cura il giorno che ne acchiappò una.
Avremo dunque, secondo certi programmi, un rilancio massiccio delle coperture « convenzionali » indirizzate verso mercati cosiddetti nuovi: l'Africa, l'Asia, il Polo Sud. L'ingordigia vergognosa dei nostri padroni non ha limiti. Assisteremo al rilancio del mezzo privato « ad usum pinguini », se è vero, come ha dichiarato un dirigente della Pirelli, che il convenzionale Pirelli è molto apprezzato in quei lontani mercati, fino al Polo Sud. Noi non ne dubitiamo e ne siamo quasi lieti. Siamo soltanto preoccupati per coloro che dovranno insegnare la guida dell'automobile ai trichechi e ai leoni marini. A parte le dimensioni, ?' comunque possibile, poichè sono animali svegli. Inutile sarà invece con i pinguini, notoriamente tonti e inetti, troppo simili ai socialdemocratici.
In una visione così progredita, il convenzionale sarà tanto più utile in quanto ci ricorderà vecchi tempi passati, quando le vecchie coperture, terminata la loro breve vita, finivano sotto i vecchi scarponi.
In Africa, noi speriamo tanto che con le vecchie coperture risuolino le zampe degli elefanti, per non disturbare il sonno dei padroni illuminati durante i loro Saf ari. Chissà che ad uno di quei pachidermi, notoriamente privi di fantasia, venga in mente di posare una sua zampaccia su una di quelle pance fosforescenti. Sarebbe un lavoro cattivo, ma immediato, e ce ne dispiacerebbe tanto, ma tanto.
H. Bambury
In rialzo le materie prime git a 11 III II 11 II 111 II t II
Dopo la netta flessione dei prezzi delle materie prime, specie di quelle ad uso industriale, nel corso dell'estate e del primo scorcio dell'autunno, la media dei prezzi delle merci a mercato internazionale mostra di nuovo una tendenza al rialzo. Ma come rileva tra gli altri The Economist, di fronte ad un aumento dell'indice generale del 17°/o (gli indici Reuters, Financial Times, Dow Jones e Moody's indicano variazioni diverse, perché diversa è la loro composizione) si rileva una flessione delle fibre tessili del 28°/o e dei metalli del 19°/o, e un rialzo dei prodotti agricoli del 53°/o (caso particolare è lo zucchero, il cui prezzo di 570 sterline per tonnellata, in progressivo aumento, è più di 5 volte quello del novembre scorso).
Nonostante sia possibile rilevare il crollo di molte merci provenienti dal terzo mondo (i prezzi del rame e dello zinco, ad esempio, sono più che dimezzati) e la tendenza rialzista di altre provenienti da paesi sviluppati (i cereali dagli Usa, ad esempio, o il nickel e l'alluminio dal Canada), a conferma del di-
verso pesò internazionale che hanno i due gruppi di paesi, non sono stati pochi i fogli italiani e stranieri che hanno preso lo spunto dalle flessioni che si registrano — e solo da queste — per mettere sotto accusa gli accordi di cartello (per il rame, ad esempio, o per il cacao o il caffè) volti a difendere, con poco successo come sembra, il prezzo di merci che sono spesso l'unico mezzo di scambio per molti paesi.
« Nessun accordo nel campo delle materie prime — ha detto tra gli altri The Economist — si è finora dimostrato più forte delle libere forze di mercato ». Ma come si può parlare di libertà contrattuale per paesi che a volte sono al limite della sopravvivenza? Secondo gli esperti della Fao ci sono 32 paesi, con 900 milioni di abitanti che non sono assolutamente in grado di provvedere all'acquisto di cereali, di fertilizzanti e di combustibili. Non può sorprendere, dunque, che non regga il prezzo del rame — sostenuto da paesi quali il Cile, lo Zaire, il Perù e lo Zambia — e che continuino invece a salire i prezzi della soia e del granoturco statunitensi
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L'indice Istat per il calcolo del costo della vita (1970 = 100) continua a salire: in ottobre è risultato del + 25.7 per cento rispetto all'ottobre del '73 e del + 2,1 per cento rispetto al settembre scorso. Nel 1973 l'indice è passato dal 116,4 di gennaio al 125,6 di ottobre; quest'anno si è passati — nello stesso periodo — da 130,8 a 157.9. Gli incrementi maggiori dei prezzi si sono avuti no/I:alimentazione, nell'abbigliamento e, soprattutto, nell'e.1.7ttricità e combustibili (+ 6?,? per cento dall'ottobre '73 all'ottobre '74).
VARIAZIONE PREZZI MATERIE PRIME il
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GFMAMGLASO SO 160 150 140 130 120 110
ANDAMENTO COSTO DELLA VITA
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