LavoratoreFirelli
mensile degli operai e degli impiegati del gruppo Pirelli
Un numero L 100
A cura del comitato di coordinamento nazionale del P.C.I.
Dibattito di massa sugli appuntamenti di lotta
di PIETRO ANELLI
Questo numero dl Lavoratore Pirelli esce mentre il Paese ed il movimento operaio si trovano ad affrontare una difficile situazione. Proprio quando il sindacato si apprestava a tirare le fila di tutta una serie di questioni aperte con le forze politiche governative col padronato, il governo si è dimesso. Da un lato c'è stata l'azione del « partito americano » che ha fatto precipitare una situazione già da tempo compromessa ma non necessariamente votata ad una crisi parlamentare. Dall'altro si è venuta precisando la non disponibilità del PSI a proseguire la collaborazione con alleati di governo non disposti ad attuare gli accordi sulla cui base era stata impostata la maggioranza di centro-sinistra.
Grande è stato il peso della presenza di una classe lavoratrice in lotta da anni su obiettivi concreti di riforma dei Paese, di sviluppo economico, di risanamento della condizione operaia, di cui il PCI ha certo saputo interpretare e riassumere, in modo sempre più pressante, le istanze di potere e di rinnovamento.
Tuttavia non è certo stato il movimento operaio a battersi per la caduta del governo. Anzi. Proprio col governo stavanp per essere affrontati i grandi temi delle pensioni, della parificazione del punto di contingenza, delle misure immediate da prendere sul credito, sulla politica energetica, perchè potesse aprirsi di nuovo un confronto sulla politica di riforme.
Padronato e governo erano quindi chiamati a questo confronto in cui il movimento operaio intendeva ed intende gettare il peso di 20 milioni di lavoratori ed ex-lavoratori in lotta e di un patrimonio di elaborazione di lotta.
Entrambi hanno, sia pure in modo diverso, evitato di misurarsi su questo piano: il governo dimettendosi ed il padronato (i padroni, nonostante tutto, non si dimettono mai) passando dal saccheggio autunnale della cassa integrazione, al rifiuto intransigente di trattare qualsiasi limitazione al loro potere sulla produzione.
Il senso della vertenza FIAT e dello scontro estremamente duro che si è aperto praticamente in tutte le grandi fabbriche sta proprio nell'affermazione del padronato, (segue a pag. 2)
Partito Comunista Italiano
LAVORATORE PIRELLI non pervIehe regolarmente a tutti i propri abbonati In qualche caso non arriva affatto e comunque generali sono i ritardi rispetto alla data di spedizione. Nello scusarci con i nostri lettori, desideriamo tuttavia informarli che questa grave Irregolarità non deriva da inefficenza della redazione ma dalla crisi che ormai da tempo investe i servizi postali italiani.
Con i compagni postelegrafonici abbiamo esaminato H problema soprattutto per conoscere in dettaglio le cause oggettive che determinano i ritardi postali e per cercare nella misura delle possibilità dl superare o quanto meno ridurre questi ritardi.
E' chiaro che un completo ripristino dell'efficenza della Azienda potrà essere realizzato solo affrontando alla radice le questioni relative alla riforma generale delle Poste Italiane.
Un problema politico dunque che reclama un ampio impegno di lotta sia del lavoratori postelegrafonici sia dei lavoratori che del disservizio subiscono le conseguenze dirette ed indirette.
1975n30'della
Liberazione
IL TESSERAMENTO 1974-75 AL PARTITO COMUNISTA ITALIANO Si APRE IN UN MOMENTO DI CRISI GRAVE DEL PAESE — PIU' CHE MAI IL MOVIMENTO OPERAIO E DEMOCRATICO, IN PRIMO LUOGO I COMUNISTI SONO CHIAMATI A GRANDI IMPEGNI DI INIZIATIVA DI LOTTA PER GARANTIRE ALL'ITALIA LA DIFESA LO SVILUPPO DELLA DEMOCRAZIA, NUOVI INDIRIZZI ECONOMICI E NUOVI METODI Di GOVERNO. LAVORATORE PIRELLI E' UNO STRUMENTO ESSENZIALE DI ORGANIZZAZIONE DI PARTECIPAZIONE POLITICA DEI LAVORATORI. IL TESSERAMENTO AL PCI DEVE ESSERE UNA OCCASIONE PER RINNOVARE GLI ABBONAMENTI ED ESTENDERE LA SUA DIFFUSIONE.
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I pesanti ritardi nell'invio In abbonamento postale dei periodici, soprattutto di quelli di ispirazione democratica e antifascista, offrono un terreno specifico di iniziativa unitaria; è infatti gravissimo che da un servizio dello stato provenga un attacco diretto alla libertà, alla pluralità e alla tempestività dell'informazione, soprattutto se si tiene conto che la stampa periodica nel suo complesso sviluppa un volume di informazione ben maggiore di tutti i quotidiani italiani presi insieme e che inspiegabilmente — ma la spiegazione è fin troppo chiara — ottiene avvio sollecito quella parte che è espressione di grandi gruppi editoriali, o di catene di pubblicazioni confessionali. La stampa periodica democratica invecchia invece nei depositi o sul treni.
La Redazione
Anno 11 - N. 7 - Ottobre 1014 - Speli. io Abb. Post. - Groppo 91 7
a paga 3 Come condurre la battaglia per modificare l'ambiente di lavoro dl MARIO MAGGIONI del CDF PIRELLI BICOCCA
a pag. 4-5 La struttura del salario alla Pirelli di ALDO LUCIANI
La ripresa del movimento
di EMILIO MARCHESI del CDF PIRELLI BICOCCA
L'azione del Sindacato viene a collocarsi in una realtà politica generale del Paese caratterizzata dal continuo deterioramento dei rapporti fra la maggioranza che governa il Paese, incapace di affrontare energicamente i gravi problemi economici e sociali, e le masse popolari che sollecitano una nuova politica di sviluppo in alternativa all'attuale sistema economico.
Se analizziamo attentamente i provvedimenti adottati dal governo in materia fiscale e le linee politiche che esso sta sviluppando, emerge con chiarezza il grave dissetto provocato da un sistema economico ormai superato e dalle errate scelte di politica economica che sono state una delle principali cause della attuale situazione di crisi; si evidenzia inoltre il netto contrasto della linea deflazionistica del governo cori le linee di politica economica e sociale indicate dal movimento sindacale.
Le indicazioni che il movimento sindacale dà per uscire dall'attuale situazione di crisi si articolano in quattro punti:
1") Salvaguardia del potere d'acquisto dei salari e delle pensioni, falcidiati dal continuo aumento del costo della vita.
Garanzia dei livelli di occupazione nelle aree industrializzate. Programmazione di massicci investimenti con creazione di nuovi posti di lavoro nelle aree meridionali.
Soluzione dei gravi problemi sociali legati all'agricoltura e alle riforme della Casa, dei trasporti e della sanità.
4°) Lotta al fascismo e repressione di tutte le forze eversive e reazionarie esistenti nel nostro Paese attraverso l'utilizzo di tutti gli strumenti costituzionali e con un corretto funzionamento delle istituzioni democratiche.
Da tempo il sindacato ha aperto su questi temi un serrato confronto col governo e con le forze politiche democratiche del Paese.
Si è parlato molto in questi tempi dello stato inflazionistico che grava sui paesi dell'occidente capitalistico, dall'Europa agli USA.
L'inflazione ha certamente una dimensione internazionale e trova origine nella politica de-
(segue da pag. 1)
che le leve del potere economico, i meccanismi degli indirizzi produttivi, i processi di ristrutturazione, non si toccano. A questo scontro il movimento si avvia con alle spalle la discussione, a volte aspra, che si è aperta, subito dopo le ferie, sulla vertenza generale per il riassetto del meccanismo della contingenza. li dibattito su questo tema ha coinvolto tutte le strutture del sindacato, ma in modi e tempi tali da rendere debole il legame tra queste e la grande massa dei lavoratori; nella discussione si sono dovute battere tutte quelle posizioni che nella vertenza generalizzata per il salario vedevano un modo per arrivare ad una modifica del carattere del sindacato in Italia, spostando l'accento dalla battaglia sui temi di fondo alla lotta per il salario monetario, intesa come rivendicazione « facile » ed « unificante ». Queste posizioni sono state battute, ma, proprio per le limitazioni del dibattito, attraverso una battaglia che non si è trasformata in presa di coscienza di massa. Tuttavia il fatto che tutto il patrimonio di lotta e di esperienza sulla modifica del meccanismo di sviluppo economico nel nostro Paese sia uscito confermato e rafforzato dal dibattito, ha spinto il padronato e le forze governative a lanciare un attacco a fondo: ecco le 70.000 sospensioni alla FIAT, ecco le dimissioni del governo, ecco l'attacco al prezzo dei servizi pubblici.
gli USA che har1no scaricato la crisi del dollaro sui paesi europei, compresa l'Italia, e dal rincaro di molte materie prime sul mercato mondiale.
L'aumento del prezzo del petrolio e dei suoi derivati non giustifica certamente da solo il rincaro di altre materie prime; le ragioni di questo vanno ricercate nelle manovre speculative condotte a livello internazionale dai grandi gruppi monopolistici e finanziari a spese dell'economia dei paesi più deboli.
In Italia l'inflazione è aggravata• dal pesante deficit della bilancia dei pagamenti. Tale deficit, oltre ad essere imputabile agli aumenti del prezzo dei prodotti petroliferi, chiama in causa le pesanti responsabilità del governo e della politica economica imposta al Paese dalla Democrazia Cristiana.
In questi anni è stata mortificata l'agricoltura con gravi conseguenze sul bilancio alimentare tra l'Italia e i Paesi della CEE, come testimoniano le note vicende della carne e dello zucchero; inoltre poco o nulla è stato fatto per impedire le massicce esportazioni di capitali all'estero.
A questo quadro desolante si aggiunge l'impotenza governativa di fronte alle speculazioni e agli imboscamenti messi in atto dagli industriali che, attraverso il controllo della distribuzione, hanno imposto aumenti vertiginosi di molti generi alimentari e di prima necessità per accrescere ì propri profitti alle spalle di milioni di consumatori. Indicativo, a questo proposito, è il modo col quale si è tentato di aumentare a dismisura il prezzo della pasta.
Scandalosi sono pure in questa situazione gli aumenti delle tariffe dei pubblici servizi, della luce e del gas.
L'Italia detiene in Europa il primato dell'aumento dei prezzi al consumo, che è stato pari al 20% in questo ultimo anno (il dato si riferisce al periodo luglio 73 - luglio 74).
Tutto questo significa, in poche parole, perdita del potere d'acquisto dei salari ed abbassamento generale del tenore di vita dei ceti meno abbienti, mentre dall'altra parte si registra l'aumento dei profitti dei grossi gruppi monopolistici a spese dei lavoratori e delle piccole e medie aziende, molte delle quali rischiano di essere spazzate via dal mercato non potendo più reggere la concorrenza, con gravi conseguenze sull'occupazione.
L'azione del sindacato è quindi improntata alla salvaguardia del potere d'acquisto dei salari e delle pensioni attraverso una vertenza nazionale da aprire col governo e la confindu-
Di fronte a questi dati, un primo impegno che deve essere assunto dal movimento operaio, è il rilancio, accanto alla vertenza generale sulla contingenza, dell'azione a livello di fabbrica sull'organizzazione del lavoro. Non si tratta di lanciare una serie caotica di vertenze aziendali per aggiungere « altro » salario a quello richiesto attraverso la modifica del meccanismo della contingenza; si tratta piuttosto di prendere in mano i problemi di struttura del salario, di incidenza del cottimo, di perequazione parametrale lasciati aperti dall'ultima tornata contrattuale e che la rivendicazione della contingenza renderà più critici. Si tratta insieme di riaprire vertenze confronti sulle ristrutturazioni a livello di gruppo ed anche di settore, arrivando così concretamente alla saldatura tra rivendicazione salariale e controllo sugli investimenti e sull'organizzazione del lavoro che è stata al centro del dibattito sindacale negli ultimi mesi.
Il punto decisivo è però quello della discussione dell'elaborazione a livello di massa; su questo piano ci sono stati dei ritardi delle incapacità che devono essere superati.
Per la Pirelli in particolare non si può pensare di andare ad una vertenza sulla struttura del salario a livello aziendale senza riportare in discussione il problema della verifica degli impegni per investimenti ed occupazione contenuti nell'accordo del 1973. Quei risultati vanno valutati criticamente: la situazione
stria sul tema della contingenza e dell'aggancio delle pensioni alla scala mobile e ai salari. Inoltre risulta quanto mai necessaria la mobilitazione e la lotta di tutti i lavoratori per ottenere un preciso indirizzo economico ed una seria programmazione riformatrice in grado di far uscire il paese dalla crisi.
Occorre avviare senza indugi la riforma dell'agricoltura legata ai problemi dello sviluppo del mezzogiorno, è necessario dare precise rlsposte alla domanda popolare di consumi sociali attraverso l'attuazione pratica della riforma della casa, dei trasporti, della sanità e della distribuzione.
E' solo per questa strada che è possibile uscire dalla crisi, è solo con la partecipazione diretta dei lavoratori e delle forze politiche democratiche e popolari alla direzione politica del Paese che è possibile imprimere un nuovo sviluppo sociale ed economico e dare un colpo mortale a tutti coloro che si illudono di far arretrare la classe operaia e di colpire a morte la democrazia con il sogno di avventure reazionarie.
si è modificata anche nel gruppo Pirelli, la ristrutturazione va avanti forse ancora più spedita di allora. Su questo punto l'impegno dei comunisti della Pirelli deve potersi misurare al giusto livello. Tutto il partito deve sentirsi impegnato, all'interno del gruppo, a spingere perchè il dibattito su questi temi trovi la giusta via per collocarsi al centro dell'attenzione del movimento di lotta.
Pietro Anelli
LavoratorePrei
Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 15481 del 29 Aprile 1974
Redazione: sezione L. Temolo, viale Sarca, 181 - 20126 Milano
Amministrazione: Via delle Botteghe Oscure, 4 - Roma
Stampa: ORMAgrafica, Via Funia, 8 - Roma
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Redattore capo: Pietro Anelli
Comitato di redazione:
Pietro Anelli, Ahdo Luciani, Aldo Pace
Segretaria di redazione:
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Come condurre la battaglia per modificare l'ambiente di lavoro
di MARIO MAGGIONI del CDF PIRELLI BICOCCA
Con le lotte del 1968-69 la classe operaia ha acquistato la coscienza che la risoluzione dei propri problemi non può essere delegata all'esterno della fabbrica e che locontro con il padrone era ed é per un maggiore democrazia nei luogh' di lavoro attraverso la contratt ione dell'organizzazione del lavoro.
In questo contesto ha assunto notevole importanza la questione dell'ambiente di lavoro e più in generale della salute in fabbrica. Anche alla Bicocca si è aperto un ampio dibattito su questo tema che è sfociato nell'accordo sull'ambiente del 28 febbraio 1972. Prima di analizzare gli sviluppi della contrattazione e della lotta per il miglioramento dell'ambiente di lavoro alla Bicocca, ritengo utile approfondire il problema nel suo aspetto più ampio e generale.
Parlare di ambiente significa analizzare il problema sotto quattro aspetti fondamentali:
1°) Condizioni di lavoro
2°) giudizio dei lavoratori
3°) uso degli strumenti conquistati sindacalmente
4°) strumenti offerti dalla vigente legislazione.
Per quanto riguarda la condizione di lavoro è necessario avere una fotografia della fabbrica che permetta di conoscere le materie prime ed accessorie usate nella produzione, occorre infine un rigido controllo degli organici addetti alle varie fasi del processo produttivo.
Non basta però controllare e constatare lo stato dell'ambiente ma è necessario conoscere il giudizio che i lavoratori danno dell'ambiente in cui vivono; è infatti dal giudizio dei lavoratori che nasce la spinta ad intraprendere tutte le iniziative per il miglioramento delle condizioni di lavoro. Esce con prepotenza a questo fine il ruolo del delegato e del gruppo omogeneo. Il delegato, stimolando il gruppo omogeneo, favorisce un reale collegamento con il C.d.F. quale unica struttura con potere decisionale e quindi ín grado di contrattare tutto quanto concerne l'organiz-
zazione del lavoro.
Anche i contratti, a partire dal 68 69, trattano questo problema superando il concetto di monetizzazione ed introducendo la nuova visione della contrattazione dell'ambiente di lavoro per migliorarlo o modificarlo.
Con i contratti e gli accordi si è conquistata la possibilità di fare entrare in fabbrica tecnici ed enti esterni quali: l'ufficio d'igiene del comune di Milano e la Clinica del Lavoro, tali enti devono però essere invitati ad intervenire in aiuto e a supporto della iniziativa diretta del gruppo omogeneo.
Ci restano da analizzare gli strumenti che la legislatura, ed in particolare quella della regione Lombardia, ci offre.
Interessante a questo proposito è la posizione assunta da alcuni pretori in materia di infortuni sul lavoro, occorre quindi in futuro legarci ad essi con precise iniziative.
Di grande rilevanza è, a mio avviso, la legge n. 37 della regione Lombardia, riguardante la creazione degli SMAL (servizio medicina ambiente di lavoro).
Quanto detto finora deve naturalmente trovare una giusta applicazione alla Bicocca.
Per quanto riguarda le condizioni ambientali alla Pirelli di Milano, sappiamo tutti che esistono situazioni molto preoccupanti in alcuni reparti di produzione quali: le sale mescolanze e i reparti di vulcanizzazione oltre a numerosi altri luoghi di lavoro nei quali vengono impiegate sostanze tossiche e nocive.
Una prima indicazione deve essere quella di iniziare a raccogliere dati ed esporli nei reparti onde aumentare la coscienza dei lavoratori, tale presa di coscienza è necessaria per poter poi arrivare alla mobilitazione onde intaccare l'organizzazione del lavoro e rendere l'ambiente a « misura d'uomo ».
Se il contratto e l'accordo sull'ambiente di lavoro devono essere superati, ci pongono però il problema del nostro rapporto col centro di ergonomia e con il ser-
vizio medico di fabbrica.
Il centro di ergonomia è nato da una esigenza padronale di mistificare il problema e di non far prendere coscienza agli operai onde evitare una presa di posizione e conseguenti stati di agitazione.
Per questo motivo la posizione del C.d.F. era di rifiuto per l'uso di questo centro e perla delega ad enti esterni dei compiti di ricerca sulle condizioni ambientali.
Allo stato attuale però si pone il problema dell'insufficienza degli enti esterni in ordine alla carenza di personale specializzato e di strumenti tecnici a disposizione.
Dobbiamo quindi discutere in fabbrica se modificare questa nostra posizione e, a mio avviso, è utile usare tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione e, tra questi, il centro di ergonomia, tenendo presente che il parere che esso da deve essere « filtrato » dal giudizio politico del gruppo omogeneo. Questo però non deve frenare l'azione che deve essere intrapresa per il potenziamento degli enti esterni gestiti dal comune e dalla regione. Allo stesso modo va inquadrato il problema del servizio medico di fabbrica, di gestirlo in prima persona come movimento sindacale.
Un primo passo, a mio avviso, è quello di dare la facoltà ai lavoratori di chiedere la propria scheda personale con i risultati delle visite e delle analisi mediche condotte in fabbrica onde poter effettuare un confronto con le diagnosi del medico di fiducia.
Resta da vedere l'intervento ed il compito che dobbiamo svolgere all'esterno della fabbrica. Il nostro impegno deve essere quello di premere sugli Enti locali, in questo caso il comune di Milano, per la creazione dei centri di medicina preventiva del lavoro, pur sapendo che la programmazione attuale è insufficiente sia per il numero di tali centri sia per il personale ad essi destinato (un medico, un paramedico ed un ausiliare). Impor-
tante è ache costruire un reale rapporto con i C.d.F. di zona e con i comitati sanitari di zona. Non è da trascurare l'aiuto che la legislazione ci da in materia di salute ed. infortuni tenendo anche le sentenze favorevoli ai lavoratori di alcuni pretori. Questi pretori hanno offerto il loro interessamento per un pronto intervento in caso di infortuni gravi con le loro entrate in fabbrica per stabilire le responsabilità e prendere quindi provvedimenti onde aumentare la sicurezza in fabbrica.
E' chiaro che il problema della sicurezza è strettamente legato a quello della salute, basti pensare ai numerosi incidenti, alcuni anche gravi, che si verificano alla Bicocca. Da una analisi si nota che alla Bicocca molti operai lavorano su macchine la cui manutenzione è insufficiente e che presentano quindi un'altra probabilità di rischio per l'operatore.
In questo contesto va inquadrato il discorso della ristrutturazione che la Pirelli, ha messo in atto per il servizio dei vigili del fuoco di fabbrica. Chiaramente, se il lavoratore perde la sicurezza dell'intervento di tale servizio attualmente abolito, le possibilità d'infortunio aumentano. Sarà necessario aprire in fabbrica un serio dibattito sul problema degli infortuni per dare un giudizio sull'organizzazione dei servizi di sicurezza (vedi autombulanza ed infermeria a Segnaníno).
Possiamo concludere ribadendo l'importanza del gruppo omogeneo, per la modifica dell'ambiente di lavoro; tale azione di modifica deve tener conto oltre che delle sostanze usate, anche dei ritmi, dei carichi e del tempo di esposizione a tale ambiente.
La soluzione del problema passa, oltre che per la eliminazione della nocività anche per la contrattazione degli organici di reparto.
La giusta applicazione degli accordi, l'utilizzo di enti esterni, e di strumenti legislativi deve essere solo di supporto alla lotta sull'organizzazione del lavoro al l'interno della fabbrica.
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La struttura de salario alla PIRELLI
colonna c ai corrispondenti della colonna g. Infine la colonna (i) contempla I salari lordi reali dopo 10 anni di anzianità, cioè con la maturazione di 5 scatti di anzianità (25% per gli impiegati e 18% per gli operai) calcolati secondo il criterio precedentemente illustrato.
La tabella ha alcuni limiti; innanzitutto non comprende le indennità di turno e di doccia che riguardano comunque solo una parte di lavoratori, e il rimborso ristorante che ho ritenuto di trascurare per la sua irrilevanza.
Inoltre ho ipotizzato per comodità che ogni operaio abbia un cottimo al 100% e che questo sia determinato dalla categoria di appartenenza; in realtà è noto che esistono lavoratori con cottimi fissi (in alcuni casi molto inferiori al 100%) che il cottimo corrisposto ad un operaio non è sempre quello della categoria di appartenenza ma può
gennaio 1975, ll cottimo degli impiegati subirà una rivalutazione dalle 16.000 alle 22.000 lire; tale meccanismo aggiungendosi ai possibili futuri appiattimenti della contingenza, può portare ad una realtà nuova in cui la maggioranza degli impiegati avrà i salari più bassi della fabbrica.
In questi ultimi mesi le varie direzioni hanno distribuito premi di merito per attutire il profondo malcontento di questi lavoratori e nel tentativo di recuperarli con lo zuccherino; i premi vengono naturalmente assegnati con le solite discriminazioni più o meno meritocratiche che in realtà nascondono discriminazioni di natura palesemente politico - sindacali.
EDITORI RIUNITI
DIALETTICA E MATERIALISMO
Il salario costituisce uno degli elementi fondamentali della contrattazione sindacale. Il movimento operaio nel nostro Paese ha acquistato la coscienza che la lotta per il salario non può rimanere isolata, ma deve essere accompagnata e sostenuta dalla lotta per la modifica dell'organizzazione del lavoro e dalla battaglia più generale per le riforme e per un nuovo tipo di sviluppo economico.
La tesi di un sindacato che contratti esclusivamente il salario è altrettanto aberrante della tesi di un sindacato che si occupi di tutto meno che di tutelare gli interessi economici materiali della classe ope-
del salario reale alla Pirelli cosi come è andato configurandosi in questi ultimi anni.
Le lotte dal 68 ad oggi, hanno portato ad un recupero consistente delle differenze esistenti tra il trattamento economico degli operai e degli impiegati. II giusto criterio degli aumenti uguali per tutti ha portato ad un considerevole appiattimento dei parametri contrattuali; la lotta generale sul salario appena aperta con il governo e ia confindustria va nella direzione di eliminare le ingiuste sperequazioni della contingenza tra i lavoratori delle varie categorie.
Non ci si deve comunque limitare
l'impiegato di la Super, per poi dedurre erroneamente che esistono lavoratori privilegiati: gli impiegati contrapposti a lavoratori con basso salario: gli operai.
Per rendere meglio l'idea ha costruito la tabella, qui riprodotta, dei salari reali dei lavoratori di tutte le categorie previste dal CCNL 1/3/74.
Nella colonna (a) ho indicato l'aumento salariale conquistato dagli impiegati nel Maggio 1969, nella colonna (b) minimi contrattuali, nella colonna (c) il valore di tre scatti biennali per lavoratori con anzianità di 6 anni (3 scatti al 3'50°4=10,5% per gli operai e 3 scatti al 5%.15% per gli impiegati,
Un accenno occorre fare sulla grave situazione di quei lavoratori passati dalla qualifica operaia a quella impiegatizia quali, non vedendosi riconosciuti gli scatti biennali al 5% per il periodo maturato nella qualifica operaia, si trovano nei giro di alcuni anni ad avere un salario più basso di quello della categoria operaia di provenienza e più basso di quello degli impiegati con la stessa anzianità di ditta, senza peraltro avere la possibilità di naturare tutti gli scatti previsti per gli impiegati. Da questo quadro emergono alcune esigenze improrogabili:
10) Necessità per tutti lavoratori di recuperare il salario eroso dall'inflazione attraverso la vertenza nazionale sulla contingenza.
2°) Garanzia del salario per gli operai attraverso l'istituzione del
Nuova biblioteca di cultura pp. 410 • L. 4.000 - Il noto studioso ripropone il cammino teorico dalla crisi dello storicismo all'affermazione della metodologia marxista: un viaggio teorico di enorme interesse sia per la conoscenza dello sviluppo del marxismo in Italia sia per lo studio dell'eredità filosofica di Marx e di Gramsci.
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LINGUISTICA E MARXISMO
Argomenti - pp. 128 - L. 1.006 - La diffusione della lingua italiana e la crisi dei dialetti, l'attuale funzione della letteratura, il rapporto scrittore-pubblico, i messaggi linguistici nei testi pubblicitari, messaggi poetici, la critica letteraria: questi i temi essenziali dell'originalissima opera di Rosiello.
Calandrone LA SPAGNA BRUCIA
Biblioteca del movimento operalo Italiano pp. 300L. 3.000 - Rivissuta drammaticamente la guerra di Spagna da uno dei suoi piu prestigiosi combattenti che colloca quell'epopea nell'ambito del generale movimento di resistenza antifascista.
IL VIETNAM
Universale - pp. 180 L. 1.200
essere quello delle categorie più basse.
La tabella si commenta da sola sfata alcuni errati luoghi comuni sul salario. Balza subito all'occhio il fatto che i salari più bassi sono quelli degli impiegati di 4a e di 3a categoria e dei Q.S. di 2° cat. (vedi colonna G); nella colonna (i) salari più bassi riguardano la 3a e 4a cat. impiegati e la 3° categoria operai.
Si può inoltre notare che gli impiegati di 2a cat. e gli operai di cat., che sono lavoratori più numerosi alla Pirelli Bicocca, hanno salari molto simili (vedi righe 3 e 6 con le voci che compongono la paga in grassetto).
Qualcuno obbietterà che agli impiegati spettano altri 9 scatti biennali dopo il decimo anno di anzianità che gli operai non hanno.
roeva A FORTUNA EL CAPITALE on Introduzione dl Gian arco Bravo e sua appenice su II capitale In - Universale • pp. 208 • . 2.200
Séguy MAGGIO 68
XX secolo - pp. 184 -
raia. La giusta linea è invece quella di armonizzare le rivendicazioni sindacali nei binomi salario - organizzazione del lavoro, salario - riforme, salario - nuovo sviluppo economico.
Un'analisi dettagliata sulla stretta relazione esistente tra il salario e gli altri temi della lotta sindacale non è possibile nell'economia di questo scritto; basterà però pensare a titolo esemplificativo quanto incide il costo della casa e dei trasporti sul salario dei lavoratori e quindi che importanza abbia la lotta per l'equo canone e per la riforma dei trasporti anche, e non solo, a tutela del potere d'acquisto delle masse popolari.
Vorrei ora entrare nel merito dell'argomento relativo alla struttura
a considerare il salario confrontando sommariamente i parametri dei minimi contrattuali e della contingenza, occorre invece una verifica più puntuale che prenda in esame la struttura del salario reale dei lavoratori.
Alla Pirelli è possibile Innanzitutto individuare, dal punto di vista salariale, la figura dell'impiegato e dell'operaio medio; a mio giudizio è utile considerare, come punto di riferimento, l'impiegato inquadrato in categoria C (ex 2a) e l'operaio E (ex la), tali posizioni sono infatti le più frequenti.
Questo procedimento ci permetterà di superare lo stereotipo per il quale c'è l'abitudine di confrontare il livello salariale minimo dell'operaio di 3a categoria con quello del-
calcolati sull'ammontare del minimo contrattuale + contingenza all'1/1/ 73), nella colonna (d) sono riportati valori della contingenza alli/8/74, nella colonna (e) il premio di produzione (il p.d.p. per gli impiegati è mediamente di L. 18.000 mensili contro le 19.922 lire per gli operai ai quali il p.d.p. è stato garantito dopo la riduzione dell'orario contrattuale), nella colonna (f) il cottimo al 100%.
La colonna (g) indica il totale mensile lordo per i lavoratori senza scatti di anzianità ed è stata ottenuta sommando le voci delle colonne a, b, d, e, f. Nella colonna (h) appare l'ammontare lordo mensile del salario dei lavoratori delle varie categorie con tre scatti di anzianità, ottenuto sommando ghi importi della
L'osservazione è giusta, ma è altrettanto vero che gli impiegati delle categorie più basse (2a, 3a e 4a cat.) si attesteranno a livelli salariali medio - alti (si fa per dire) solo negli ultimi anni di anzianità e che non è possibile tranquillizzare la maggioranza degli impiegati, che hanno un'anzianità media molto bassa, dicendo loro che tra venti anni (nel 1944) avranno un salario più alto; si noti peraltro che un impiegato di 4' cat. raggiungerà dopo 6 anni di anzianità il livello salariale dell'operaio di 3' cat. appena assunto.
Si osservi inoltre che togliendo ai salari lordi le trattenute fiscali retributive (dal 15 al 25%), salari netti di tutte categorie sono notevolmente più bassi.
E' da tenere presente che col 1"
cottimo di categoria e congelamento di una parte consistente della paga di cottimo in paga base. Innalzamento e parificazione dei cottimi fissi.
3°) Riconoscimento agli impiegati di un istituto salariale equivalente al cottimo congelato degli operai, con assorbimento di una quota prefissata di superminimi.
4°) Riconoscimento di tutta l'anzianità e dei corrispondenti scatti biennali al 5% per gli impiegati provenienti dalla qualifica operaia.
Partendo da queste riflessioni è necessario, a mio avviso, andare al più presto ad una analisi più approfondita e ad una elaborazione immediata di linee rivendicative da presentare nella vertenza aziendale.
L. 1.300 • Nell'analisi del massimo dirigente dei sindacati francesi una rivalutazione del maggio francese con la messa in luce della componente operala e non solo studentesca che lo caratterizzò.
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Luporini
.11111i11111ENTI /1.11111TORI 111111 NITI
di ALDO LUCIANI
CATEGORIA Accordo IMP. 1969 1 Minimo CCNL 3 scatti dl anzianità Contingenza 1.8-'74 ì Premio di Produzione COTTIMO 100% 1974 TOTALE mens. lordo senza scatti TOTALE mens. lordo con 3 scatti TOTALE mens. lordo con 5 scatti A (ex la S Imp.) 6.500 205.000 39.568 83.421 18.000 - L. 312.921 352.489 378.667 8 (ex 1* Imp.) 6.500 195.000 38.068 83.421 18.000 - L. 302.921 340.989 966.367 C (ex 2a MIO 6.500 160.000 30.604 62.491 18.000 - L. 246.991 277.595 297.997 C (ex la OS) 6.500 160.000 30.571 62.224 18.000 - L. 246.724 277.295 297.676 D (ex 1* S. op.) - 135.000 17.371 43.940 19.922 55.585 L, 254.447 271,818 284.226 E (ex 1, op.) - 130.000 16.846 43.940 19.922 48.987 L. 240.849 257.695 270.023 E (ex 2. OS) 6.500 130.000 25.137 51.779 18.000 - L. 206.279 231.416 248.174 E (ex 3a Imp.) 6.500 130.000 24.412 46.475 18.000 - L, 200.975 225.38? 241.661 F (ex 24 op.) - 119.000 15.495 39.208 19.922 43.172 L. 221.302 236.800 247.870 F (ex 4° imp.) 6.500 119.000 22.208 41.236 18.000 - L. 184.736 206.944 221.749 G (ex 3" op.) - 112.000 14.446 36.322 19.922 41.462 L. 209.706 224.152 234.471
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COMITATO UNITARIO ANTIFASCISTA A SETTIMO TORINESE
Nel momento in cui il fascismo tenta di risorgere, usando tutti i mezzi che ben conosciamo, i Consigli di Fabbrica degli stabilimenti Pirelli di Settimo Torinese si sono riuniti il 2 settembre in seduta comune per costituire il Comitato Unitario Antífascita e lo hanno fatto con una particolare manifestazione che ha inteso fondere cultura e antifascismo. A questo Consiglio di Fabbrica hanno partecipato i comandanti partigiani Moscatelli e Rastelli, delle brigate Garibaldi della Val Sesia, con il Preciso scopo di presentare il libro « La stella alpina », raccolta di giornali stampati in Val Sesia durante la Resistenza, e l'avvocato Vittorio Negro, presidente dell'ANPI provinciale di Torino.
La decisione dei Consigli di Fabbrica per la costituzione del comitato Unitario Antifascista è stata unanime ed entusiasta, così come unanime è stata la adesione delle forze politiche e sociali presenti in Pirelli. E' stato immediatamente redatto un documento politico che una delegazione ha anche letto al convegno regionale antifascista di Novara.
La prima iniziativa di questo comitato è stata l'adesione all'inchiesta di massa sul fascismo, in collegamento col consiglio Comunale di Settimo Torinese e l'impegno a far sorgere comitati unitari antifascisti in tutte le fabbriche della nostra zona.
Inoltre il 24 settembre è avvenuto un incontro con la presidenza del Consiglio Regionale per la costituzione della commissione di inchiesta, per impegnare la Regione a fornire a tutti gli alunni delle scuole elementari libri sulla Resistenza e il fascismo.
Questa è solo una parte delle iniziative del nostro comitato, anche perchè siamo solo agli inizi della nostra attività. Come rappresentanti del PCI nel comitato, ci ripromettiamo di far seguire a questo, altri articoli, per far sì che la nostra attività stimoli i reticenti e per aprire un dibattito che ci aiuti.
Il documento politico
Il periodo di una svolta autoritaria del nostro paese, non è finito. La strategia della tensione messa in piedi ín questi anni, ha radici molto profonde e non basta colpire alcuni esecutori per impedire che la demagogia di destra trovi spazio.
Non pazzi isolati, non ragazzini ma una vera e propria organizzazione con 'i cervelli in Italia ed all'estero, in tutto il paese, ramificata, nonché collegata con le complicità e compiacimenti di una parte dell'apparato statale.
E' questa la portata di un disegno eversivo finalizzato a cancellare la Democrazia in Italia. La strategia della tensione ha assunto anche caratteri di massa, soprattutto nel mezzogiorno, dove il MSI ha operato una forte azione eversiva e disgregatrice della Democrazia.
Lo stretto collegamento tra tutte le azioni terroristiche e il MSI pur essendo già delineato, stenta ancora a trovare l'applicazione nei procedimenti contro i suoi caporioni e di conseguenza contro la stessa organizzazione fascista.
L'obiettivo più chiaro del neo-fascismo è e rimane senza dubbio lo scontro frontale con i lavoratori, con le forze democratiche e di sinistra per richiamare un intervento violento dello stato tramite i suoi apparati militari e di polizia per ordinare il caos sociale con la conseguente fine della democrazia, della costituzione e dei valori usciti dalla Resistenza. Ma ancora una volta è prevalso il senso di democrazia delle grandi masse lavoratrici e della classe operaia che hanno saputo, evitando le provocazioni, smascherare le vere finalità di chi con mille nomi presentava un solo volto.
Grosse complicità invece sono da
Classe operaia ed enti locali della lotta ai carovita
Una Iniziativa del Consiglio di Fabbrica della Pirelli di Livorno-Mare ha dato luogo ad una interessante presa di posizione dell'Assessorato all'Annona dei Comune di Livorno. Un esempio di collaborazione tra organizzazioni dei lavoratori ed assemblee elettive per combattere il vertiginoso rincaro del costo della vita
La fase « politico-economica » in corso è caratterizzata da un vertiginoso aumento dei prezzi; pare di assistere ad una gara: aumenta tutto.
denunciare con forza tra coloro i quali, preposti alla salvaguardia delle istituzioni democratiche, hanno eluso ed indirizzato le indagini con preconcetti ed obiettivi anti-operai per giungere alla teorizzazione degli « opposti estremisti ».
La necessità è quindi quella di colpire a fondo innanzitutto, chi trama contro la democrazia e le sue istituzioni a questo compito la classe operaia della Pirelli darà il suo contributo di analisi, di partecipazione e di lotta indicando nei seguenti punti gli obiettivi primari per la lotta al fascismo e alle sue cause.
1 — Colpire le complicità e le compiacenze negli apparati statali democratizzando tutti quei corpi separati che sono stati lo strumento e protagonisti della strategia della tensione.
2 — Andare ad una nuova direzione politica del paese che garantisca l'equilibrio 'politico necessario per avviare una pronta opera di risanamento e rinnovamento nel Paese e nel costume politico facendo chiarezza e colpendo gli episodi di corruzione e di connivenza politica con il fascismo.
3 — Rafforzare la fiducia delle masse popolari nelle istituzioni, nella democrazia, nei partiti con la ricerca della massima partecipazione democratica nella risoluzione dei gravi problemi del paese.
4 — Avviare nel paese un vigoroso rinnovamento economico e sociale che elimini le ingiustizie sociali nel lavoro, sviluppi il mezzogiorno d'Italia, garantendo il soddisfacimento dei bisogni essenziali e colpisca l'arricchimento indiscriminato spostando la distribuzione del reddito nazionale a favore di chi lo produce.
Attualmente rimane difficile ricercare cosa non è di lusso quando si devono acquistare generi per soddisfare le normali esigenze della vita. Infatti è un lusso ricercare un'abitazione dai privati poichè gli affitti, di regola, superano il 50% delle retribuzioni medie; è un lusso la scuola con quel. che costano i libri, i quaderni e in genere il vestiario per i bambini; sono un lusso la pasta, la carne, il pesce che invece dovrebbero costituire le sostanze di base dell'alimentazione.
In sostanza la forbice tra il potere di acquisto dei lavoratori e il costo della vita si è fortemente allargata. Nell'ultimo anno, stando alle statistiche, il divario è aumentato del 20%.
La fotografia del momento mostra anche altre cose: l'aumento della produzione, l'aumento dei dividendi delle grandi società, delle evasioni fiscali. delle fuoriserie ecc.
In definitiva le risorse disponibili del paese sono andate ad accrescere i già ricchi e ad impoverire i poveri.
Il superamento dei tradizionali e storici squilibri territoriali, produttivi, sociali del nostro paese — ancora una volta — è la chiave da usare per alimentare la battaglia unitaria dei lavoratori e per combattere seriamente il costo della vita.
Le cause dei guasti strutturali, medio la crisi del sistema economico del nostro paese, sono state portate alla luce in tutti i loro aspetti dalle lotte dei lavoratori.
Anche le forze governative avevano parlato di nuovo meccanismo di sviluppo.
Sono state fatte tante promesse a cominciare dalle riforme della scuola, della sanità, dei trasporti, della pubblica amministrazione ecc. Invece mancando la realizzazione di una tale alternativa nel processo di sviluppo, hanno avuto corso provvedimenti congiunturali con l'intento di puntellare il sistema. Ma non sono sufficienti a superare la crisi; al contrario, gli interventi « monetari, cre-
ditizi e fiscali » in atto possono peggiorare la situazione. Infatti le ripercussioni di quanto bolle in pentola si avvertono anche sui prezzi e nei rifornimenti dei prodotti alimentari ai negozi.
In questa situazione i pesci grossi agiscono di nascosto tra' mite gli imboscamenti, la rarefazione e puntano sulle scorte per incrementare i profitti. Per cui appare chiaro l'obiettivo politico di queste forze cioè quello di dividere il mondo del lavoro dal ceto medio.
E' facile al consumatore prendersela con il dettagliante quando manca lo zucchero o la pasta, perchè tutto aumenta.
Pertanto occorre rispondere in termini di lotta unitaria verso precisi obiettivi sia' immediati che a lungo termine, che impegnino tutte le forze sociali.
Di riferimento possono essere i seguenti punti:
dal regime di « calmiere » su alcuni prodotti si dovrebbe passares ad un regime ove gli organi pubblici o di base siano posti in condizione di conoscere realmente i costi e i meccanismi attraverso i quali si formano i prezzi, anzitutto dei prodotti essenziali;
utilizzare gli ampi poteri del C.I.P. e del C.P.P. che dovranno essere ristrutturati con la presenza permanente delle organizzazioni sociali interessate, dei poteri locali e da una articolazione periferica;
stabilire prezzi politici per il pane, la pasta e il latte, utilizzando i fondi già stanziati dallo Stato con garanzia dei rifornimenti e salva un'equa retribuzione ai produttori;
inoltre si rende necessario istituire un « paniere di spesa » formato dai prodotti di prima necessità e instaurare un sistema di permanente vigilanza sui prezzi fissati ai tre livelli: di produzione, di ingrosso e di consumo; per i prodotti necessari non voluttuari dovrebbe funzionare un sistema di vigilanza sui prezzi in modo da poter intervenire su di essi con opportune misure moderatrici, specialmente nei casi in cui dovessero riscontrarsi sul libero mercato ingiustificate anomalie.
LIVORNO MARE
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Mario Rocchi, Assessore all'Annona del Comune di Livorno
FIGLINE VALDARNO
La sezione comunista della Pirelli di Figline Valdarno ha posto da diverso tempo, attraverso propri documenti e comunicati, il problema relativo alla salvaguardia della salute dei lavoratori all'interno della fabbrica.
Attualmente il problema è ambientale, e di riflesso quindi le condizioni di salute individuali dei lavoratori nella maggior parte dello stabilimento, si presentano in maniera precaria.
Lo stabilimento di Figline è stato costruito con tutte le caratteristiche del produttivismo, senza tener conto delle necessità dei lavoratori: manca infatti quasi completamente la luce naturale e quella artificiale è scarsa; nonostante alcune misure protettive ancora insufficienti, prese da parte dell'azienda (strumenti anti-rumore, ventilatori, ecc.) vi sono grosse difficoltà per la vista e l'udito dei lavoratori e per il caldo asfissiante soprattutto nei mesi estivi.
D'altra parte assistiamo ad una continua iniziativa della direzione aziendale, tesa all'aumento della produttività attraverso una maggiore assegnazione
La salute: obbiettivo irrinunciabile
di macchine, attraverso continue ristrutturazioni delle macchine stesse; questo rientra in una revisione padronale complessiva, che partendo da una strumentalizzazione della crisi economica, tende a far pagare ai lavoratori, e solamente a loro, il costo della crisi. Questo disegno si manifesta all'esterno in termini di diminuzione del potere d'acquisto dei salari e all'interno della fabbrica attraverso l'aumento dei ritmi di lavoro ed il complessivo peggioramento della condizione operaia in fabbrica.
Tutto ciò provoca tra i lavoratori gravi ripercussioni sulla loro salute: assistiamo ad una crescita delle malattie, anche psichiche, e riscontriamo il continuo aumento degli infortuni sul lavoro, (1972 100 infortuni per 859 giorni), (1973 120 infortuni per 1135 giorni).
A tutto questo la direzione cerca di rimediare con riunioni antinfortunistiche cercando di far pesare sui lavoratori le responsabilità maggiori degli infortuni, volendo infatti dimostrare, col suo tipico metodo paternalistico, che i lavoratori non rispettano
(dall'Unite di Parigi) le norme antinfortunistiche (e cioè di non portare scarpe, tuta, occhiali, ecc.). Al contrario, i motivi che causano infortuni e malattie sono l'ambiente, i ritmi sempre più elevati, il cottimo, l'orario di lavoro con otto ore senza pausa, e in particolar modo il lavoro distribuito su tre turni.
In primo luogo è necessario respingere quelle iniziative de-
magogiche dell'azienda che tendono a considerare il problema dell'ambiente solo come un fatto di condizione tecnica risolvibile solo con accorgimenti marginali.
In secondo luogo è necessario legare il problema dell'ambiente di lavoro alla battaglia più generale per la riforma sanitaria.
Ma anche su questo problema ci sono già alcune possibilità operative: la recente apertura di un centro di medicina sociale nel Comune di Figline Valdarno ed il centro di medicina sociale della Provincia di Firenze sono strumenti che non possiamo tralasciare. E' quindi necessaria e inderogabile una battaglia aziendale volta alle modifiche delle malformazioni strutturali dello ambiente, dei ritmi di lavoro, dell'orario di lavoro a turni, del recupero delle pause inserendo intervalli di tempo nell'orario di lavoro, della sicurezza delle macchine; ma è necessario anche spingere l'azienda affinchè si convenzioni con il centro di medicina sociale del Comune di Figline Valdarno, in modo che sia questo ad effettuare le visite sui lavoratori, eliminando l'ENPI
perchè ente inadeguato e incapace di affrontare i problemi di prevenzione, e il medico di fabbrica. Occorre stabilire un rapporto diretto con il centro di medicina sociale della Provincia, per dare concretezza alle nostre proposte di modifiche ambientali e alle possibilità di intervento della medicina del lavoro e dell'ambiente.
Quindi si pone da parte nostra il problema di proseguire sulla strada tracciata da tempo dal consiglio di fabbrica e di conseguenza di dare maggiore incisività alla nostra lotta per far sì che questi obiettivi siano raggiunti il più velocemente possibile.
I comunisti della Pirelli di Figline Valdarno invitano tutti i lavoratori, le forze politiche interessate a risolvere tali problemi, alla discussione ed al dibattito, in modo che si vada alla realizzazione di uno schieramento unitario di lotta all'interno della fabbrica e di una vasta adesione della popolazione in difesa degli interessi e della salute degli operai.
VILLAFRANCA TIRRENA Problemi dell'ambiente di lavoro
Nel quadro della ristrutturazione che Pirelli sta attuando ormai in tutto il gruppo (e direi che questo è l'orientamento non solo di Pirelli ma di tutte le grosse società capitalistiche multinazionali esistenti oggi nel paese) è chiaro l'obbiettivo di ottenere un maggior profitto, bloccando le assunzioni e riducendo il personale al momento opportuno.
Il no alle ore straordinarie e al lavoro al sabato deve essere fermo da parte di tutti i lavoratori, il CDF specialmente delle donne qui a Villafranca Tirrena: deve essere un monito alla vigilanza e alla difesa del posto di lavoro.
Devono essere di esempio i 2.500 lavoratori che la Borletti ha messo sotto cassa integrazione e che fino a qualche settimana fa erano costretti a pesanti turni di straordinari per mantenere i ritmi di produzione.
Da qualche anno l'officina sperimentale della Pirelli Sicilia ha costruito una macchina monofase.
Nel mese di agosto la Pirelli ha installato già 12 di queste macchine quasi tutte in funzione al reparto 75, e 3 macchine R.B. V2 di fabbricazione tedesca al reparto 77.
In media la produzione coperture velo va dalle 25.000 alle 32.000.
Con la ristrutturazione e l'impiego di queste macchine l'obbiettivo di Pirelli, a ristrutturazione completa, è di raddoppiare la produzione del velo con l'impiego della metà della manodopera femminile.
Quindi l'abolizione dell'applicazione, in quanto da queste prodigiose macchine la carcassa esce già pronta per essere vulcanizzata.
Non mi meraviglio, se davanti
a ogni vulcanizzatore, Pirelli installa un robot con il compito di mettere la carcassa e togliere la copertura già pronta.
Con questo non voglio dire che il rinnovamento tecnologico sia da combattere ma incomnicia ad essere chiaro che queste modifiche tecniche (nastri trasportatori ecc..) in tutto lo stabilimento comportano la riduzione della manodopera. Quindi invece di parlare di sabati bisogna incominciare a parlare dell'abolizione del lavoro notturno, che comporta tanti squilibri e tante malattie ai lavoratori, come discusso alla V Conferenza di officina del P.C.I..
La direzione dichiara di aver speso 700 milioni qui a Villafranca in qualche anno. Di questi soldi soltanto una minima parte sono stati spesi per l'ambiente, per la salute dei lavoratori: sono state aperte una cinquantina di finestre ed è stato messo in opera un impianto migliorativo alla vulcanizzazione 75.
Solo promesse per il bambury, dove l'ambiente comporta gravi malattie; niente alla vulcanizzazione reparto 77 e niente in officina. Qui c'è da precisare che qualcosa è stato fatto.
Si sono spesi milioni per la sistemazione del magazzino, affinchè non si perda una vite (una cosa che ritengo esatta) milioni per fare un recinto per chiudere il ferro; qualche grammo di ferro comporta perdite a Pirelli (giusto anche questo) e nemmeno una lira per migliorare l'ambiente dove si lavora.
C'è da precisare che la direzione ci ha fatto un discorso responsabile; faremo più spazio in officina, siamo un pò troppi. E hanno creato dei recinti nei vari reparti stretti « delle gabbie » così chiamate dagli operai del-
l'officina dove si salda e si mola.
Fa niente se peggiora l'ambiente nel reparto. Una volta creato questo spazio dice la direzione da questa parte lavorate voi operai saldatura, smontaggio, montaggio macchine utensili.
Non fa niente se mentre uno lavora il collega è costretto a spruzzare lo smeriglio in faccia, se a distanza di qualche metro si salda in 2 o 3; gli occhi degli operai sono resistenti.
Si aggiungono i tovmotor, i carrelli, la riparazione di tutti questi mezzi, e le prove avvengono in officina.
In questo ambiente a parer della direzione si dovevano mettere tutte le batterie e carica batterie dello stabilimento.
Solo la mobilitazione, il rifiuto dei lavoratori ha fatto cambiare idea alla direzione.
Ogni volta che si discute per l'ambiente non solo non si rispettano gli impegni prioritari (bambury ecc..) ma ci sentiamo dire: dobbiamo fare l'officina nuova. Ma gli operai non ci credono più, perchè il ritornello è vecchio e lo sentiamo da 10, 12 anni.
I comunisti della Pirelli Sicilia chiedono che vengano spesi i soldi per la tutela della salute dei lavoratori di tutto lo stabilimento. La colpa è delle autorità competenti, del governo, della D.C., c'è il freno alle riforme. Ambiente di lavoro non significa soltanto modifiche tecniche, ma deve significare anche riforma sanitaria.
Mentre le trattenute se le prelevano, quando andiamo alla INAM non possiamo avere unr assistenza decente.
L'opinione pubblica deve sapere che se Pirelli ha bisogno per aumentare la produzione. assume; se con la ristrutturazione
il personale aumenta, Io mette dove gli fa comodo in barba a tutti gli accordi e scioperi che si fanno. Ciò è dimostrato da fatti concreti.
Infine invitiamo tutti i compagni e lavoratori democratici della Pirelli Sicilia ad abbonarsi e diffondere « LAVORATORE PIRELLI » il giornale non solo dei
comunisti come alcuni vorrebbero insinuare, nato per iniziativa dei comunisti, ma che deve diventare il giornale del CDF di tutti i lavoratori democratici, attraverso il quale possono collegarsi non solo ai problemi di fabbrica ma in generale a tutti i problemi della società.
Antonino PAPALE
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(disegno di Gal)
Geremia CAPERONI
IL NUOVO TIPO DI SVILUPPO DI CUI
L'ITALIA HA BISOGNO RECLAMA LA RICONVERSIONE E L'INNOVAZIONE NEI SETTORI INDUSTRIALI E NEI SERVIZI E L'APERTURA VERSO NUOVI MERCATI
Una politica di nuove scelte produttive
di NICOLA GALLO
L'esigenza di una seria politica di riconversione ed innovazione nel settore industriale e dei servizi più importanti si pone oramai come uno dei problemi più acuti e gravi da affrontare senza ulteriori rinvii, pena manifestazioni sempre più gravi di recessione produttiva e diminuzione dell'occupazione. Essa va innanzi tutto riferita alla situazione nuova che caratterizza l'economia internazionale dei paesi capitalistici, dei rapporti tra loro e verso i paesi socialisti ed in via di sviluppo, nonché alla necessità di contrastare le scelte del padronato, sostenute finora dai governi a direzione democristiana, e di imporre scelte nuove in materia di indirizzi economici e di metodi di governo.
Modificare le attuali scelte produttive, cioè puntare su nuove scelte, come fattori essenziali di un diverso sviluppo, comporta tener conto delle conseguenze che il contrattacco imperialista e delle multinazionali Usa ha prodotto nei rapporti internazionali. Questo contrattacco ha inteso arrestare le tendenze dello sviluppo ineguale, che avevano caratterizzato le economie dei paesi capitalistici in questi ultimi decenni e che avevano portato alla modifica dei rapporti di forza fondamentalmente a favore dei paesi usciti sconfitti dall'ultima guerra, dei paesi emergenti rispetto all'imperialismo americano. L'elemento essenziale di questo contrattacco è consistito nel non contrastare l'aumento del prezzo del petrolio, delle materie prime e dei prodotti primari, che ha portato ad una profonda modifica delle ragioni di scambio tra i paesi industriali ed i paesi in via di sviluppo, in particolare quelli dotati di risorse naturali.
Anzi, i paesi produttori tendono ad utilizzare la nuova situazione per acquisire una maggiore autonomia rispetto alle multinazionali e all'imperialismo Usa, nonchè a spingere, sia pure nel quadro di una situazione complessa e gravida di contrasti all'interno degli stessi paesi, verso un loro sempre più autonomo sviluppo.
il corsiwima IL "CONTRAPPOSTO"
Abbiamo pochissimi « hobbies 5>, ovverossia quelle occupazioni di scarso conto che aiutano a passare il tempo, come per esempio trascorrere un paio di orette serene e tranquille su una confortevole carrozza delle ferrovie italiane che i « pendolari » fruiscono per andare e tornare dal lavoro.
La modifica delle ragioni di scambio con il forte aumento del prezzo del petrolio, delle materie prime e dei prodotti primari ha provocato un forte trasferimento di risorse verso i paesi produttori e rafforzato le spinte inflattive nei paesi capitalistici, che vengono oggi fronteggiate con politiche deflazionistiche e recessive. Conseguenze di tutto ciò sono da una parte gli accresciuti contrasti tra gli stessi paesi capitalistici, sopratutto sul terreno della concorrenza, e una modifica della struttura della domanda sul piano internazionale, nonchè acuti problemi finanziari inerenti agli aiuti per fronteggiare sopratutto i disavanzi delle bilancie dei pagamenti.
E' in riferimento a questa nuova realtà che i problemi della riconversione ed innovazione nell'industria e nei servizi si collocano acutamente. Essi sono stati aggravati dalla politica svolta dai Governi in questi ultimi anni, particolarmente dal Governo di centro-destra, diretto da Andreotti, e dai Governi di centrosinistra, diretti da Rumor. Il Primo ha cavalcato la tigre dell'inflazione per superare il ristagno produttivo del vecchio tipo di sviluppo, ristagno che aveva caratterizzato la situazione dal '69 al '72, e tentato con la fluttuazione di forzare nuovamente la domanda estera; i secondi hanno dimostrato tutta la loro incapacità a risanare la ripresa produttiva dalla droga dell'inflazione, cioè a modificare il tipo di sviluppo e quindi ad affrontare giustamente i problemi della conversione e delle innovazioni produttive, prima di tutto in campo industriale. Anzi, i governi Rumor, con i loro orientamenti volti a sostenere il vecchio tipo di sviluppo mediante il sostegno dato all'azione del oadronato e al disfrenarsi dell'attività stieculativa, hanno contribuito fortemente ad aggravare la situazione ed a provocare ouindi l'attuale recessione produttiva che viene ad aggiungersi ed intrecciarsi con le sempre più forti spinte inflattive.
Le responsabilità maeoiori rim i n rd9 no la politica degli invect;Menti fatta nel 1973 e nell'innn corrente. sulla base dell'nhhlioo imposto alle banche di sottoscrivere obbligazioni per gli istituti speciali di credito in ra-
gione del 6°/o dei depositi in essere alla fine del 1972 e 1973, obbligo che ha portato ad utilizzare oltre 8000 miliardi per alimentare investimenti in direzione dell'ammodernamento tecnologico dell'apparato produttivo tradizionale e non invece per innovare e convertire in direzione delle esigenze del Mezzogiorno, del rilancio della piccola industria e dell'agricoltura, della struttura nuova della domanda sul piano internazionale, sopratutto tra i paesi che hanno oggi maggiori possibilità per affrontare i problemi del loro sviluppo che richiedono beni di investimento, ed impianti completi.
Si sono elevati invece le capacità produttive dei vecchi settori trainanti e sostenuto i processi di ristrutturazione portati avanti dal padronato verso lo sviluppo, nell'ambito delle vecchie scelte, di certi settori produttivi — come gli autocarri e l'elettronica civile —, nel tentativo di variare e non cambiare la vecchia politica dei trasporti di sostituire ai vecchi nuovi beni di consumo durevoli, come la TV a colori, la filodiffusione, le video-cassette e altro.
Gli orientamenti ricordati hanno marginalizzato il settore pubblico, che ha visto scendere la propria quota di investimenti fissi industriali dal 50% circa del '72 al 38°/o del '73, e sacrificato settori essenziali della produzione e dei servizi: il settore energetico ove, malgrado la crisi, gli investimenti sono scesi da 760 a 700 miliardi, il settore della chimica secondaria e della narachimica, il settore alimentare, i trasporti ferroviari, marittimi, collettivi e pubblici, i servizi postali e gli stessi servizi telefonici ove sono in atto ridimensionamenti degli impegni assunti nei confronti degli stessi poteri pubblici.
E' chiaro che bisogna cambiare Politica se si vuole arrestare la recessione, difendere ed allargare l'occupazione, lottare seriamente contro l'inflazione. assumere un nuovo ruolo sul piano internazionale, ruolo di cooperazione economica e tecnica coi Paesi in via di sviluppo con oli stessi paesi socialisti, operando Per contenere i rc-Mizinnamenti delle multinazionali. sopratutto americane e tedesche. ber cambiare tipo di sviluppo.
Oltre ad essere pendolari, ogni tanto ci occupiamo di radiofonia (come radio amatori s'intende) e figuratevi la nostra sorpresa quando l'altro giorno ci inserimmo involontariamente e per cause a noi ignote in un colloquio radiotelefonico fra il Segretario della D.C. Amintore Fanfani e Fanfani Amintore, Segretario della D.C.
Lì per lì rimanemmo un pò sbigottiti nel sentire quelle voci che giungevano a noi da così in alto e fummo anche sul punto di cambiare lunghezza d'onda, travolti da un sentimento di pudica discrezione, senonchè ritenemmo che ciò non era giusto, perchè altri, dono di noi, avevano diritto di sapere con quale squisita modestia. con quale stile gli on.li Fanfani si accingevano a formare. sulla base delle loro aspettative, il nuovo e, si fa per dire, atteso centro-sinistra.
Eccovi la registrazione, più meno fedele (la ricezione era pessima) di parte del colloquio: « On. Fanfani, faccio le mie congratulazioni, a Lei e al suo fedele vice segretario Tanassi. » — « Grazie, grazie caro Amintore, finalmente l'italico popolo avrà il da Lui atteso giusto governo »
« Di centro sinistra? » —
« Direi più esattamente di centro Fanfani. » — « Le pare opportuno, Senatore Fanfani, imporla quale successore di Rumor? » — « Non opportuno ma opportunamente necessario. Questo per attuare, con uomini nuovi della politica ed esperti, gli aggiornati programmi ». — « Quali saranno? » « Quelli americani del 1948, aggiornati ». —
« Sono perfettamente d'accordo con Lei, caro Fanfani; io, naturalmente Le succederò come Segretario del partito, così vuole la italica nazione ».
« Noi che siamo chiamati a duri impegni indicativi sceglieremo quegli uomini di tecnica preparati e con giusta e vera fede forgiati ». — « Concordo in pieno, ci occorrono tecnici che sappiano affrontare i Problemi. Uomini nuovi e riformatori. Se Lei permette Onorevole, farei alcuni nomi... per esempio agli Interni vedrei bene l'on. Fan-
fani, uomo controverso ma deciso, specialmente con i comunisti, i quali minacciano di voler fare le cose seriamente, contro l'esperto parere del nostro stimato Agnelli. Ora, Fanfani si è contrapposto ». — « Ecco, giusto, contrapposizione al P.C.I., questa è la chiave ». « Però, Onorevole, ogni volta che ci siamo contrapposti in un certo modo al P.C.I., ci abbiamo sempre rimesso. Ricorda il Referendum del 12 Maggio? » — « Sì, ricordo ricordo, ne ho lontana risonanza. Ma, dopo ampia autocritica, ho ravvisato che non ci sarà più un 12 Maggio. Riformeremo il calendario; Aprile e Giugno saranno rispettivamente di 45 giorni ciascuno ». — « Questa è la nostra linea: tecnica e azione riformatrice. Ci accusano di immobilismo: bene, si tratta di renderlo più veloce. Un immobilismo dinamico e attivista favorisce le ottimistiche previsioni. Ora se Lei On. Fanfani permette, Le vorrei suggerire un altro nome, un uomo sicuro da destinare all'Economia e Finanze; si -tratta del carissimo e modesto senatore Amintore Fanfani da Arezzo, sconosciuto ai più ma ricchissimo di ingegno e di risorse ». — « Ho sentito parlare di questo nostro caro amico. Egli dipinge anche e con grande talento. Dopo la OP ART e la POP ART eccoci alla FANFAN ART. Conosco i suoi quadri politici, sono molto apprezzati sul mercato americano. L'economia it-liana in crisi trarrà grande giovamento dalla loro vendita. Inoltre è uomo di sani principi e soprattutto imparziale: né fascista né antifascista ». — « Accetto il suo disinteressato consiglio, Senatore, e aggiungo che con l'appoggio unanimistico dell'intero Partito della D.C., posso finalmente e per la prima volta scegliere liberamente gli uomini nuovi ed esperti da collocare negli alti gradi delle responsabilità ministeriali di questo nuovo e ben accetto governo di centro sinistra; essi sono: Rumor, Pelta, Scelba, Taviani, Colombo... ».
A questo punto il dialogo si è interrotto. Sul più bello. E noi per la rabbia abbiamo cominciato a rosicchiare il « MANUALE PER AVERE SUCCESSO NELLA VITA ». Per primo piatto. Per secondo abbiamo pensato al «DIZIONARIO DEI SINONIMI » dentro cui Fanfani pascola e invecchia più del necessario,
H, BANBURY
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