Lotta Breda4

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ottadella reda

Periodico dei lavoratori della Breda

ORA E SEMPRE RESISTENZA 25APRILE

Passato e avvenire di G. CARRI'

Dai giorni duri e sublimi coronati nella vittoriosa insurrezione d'aprile, un decennio è trascorso. Presente nella mente e nei cuori il ricordo della schiera eroica dei compagni caduti per la causa della libertà, la legione sacra dei fucilati, dèi trucidati e degli inceneriti nei campi di concentramento tedeschi, di tutti i caduti che nelle officine e sui campi, nelle città e sulle montagne, versarono il loro sangue per il riscatto dalla vergona, per un'Italia libera e democratica, per un domani più giusto. Contro la barbaria nazista e fascista il popolo italiano, la parte migliore di esso con alla testa la classe operaia combattè l'impari lotta contro un nemico agguerrito e potente; l'unità rinsaldata nel combattimento di tutte le forze antifasciste, la fiducia nell'avvenire e nella sacra causa della libertà vinsero la baldanza e la tracotanza fascista sostenuta dal carro armato tedesco.

Coperti di fango e di vergogna, vigliaccamente scapparono coloro che per decenni tiranneggiaro_ no il popolo, gli eroi tronfi e stupidi dell « armiamoci e poi partite », coloro che alle spalle dei lavoratori mandati a morire sui fronti lontani per una guerra da essi nè voluta nè sentita ingras-

za, i suoi ideali, le sue aspirazioni rivivano. Vogliono che riviva l'unità sincera ed operante di tutte le forze sane e democratiche del paese, l'aspirazione ad una vera giustizia sociale, gli ideali di pace e di libertà. Questi ideali che furono la base della resisten-

anni e i decenni passeranno, i e sublimi che noi viviamo oggi lontani; ma generazioni intere di d'Italia si educheranno all'amore paese, all' amore per la libertà, di devozione illimitata per la redenzione umana . . . „.

savano speculando come sciacalli sulla miseria e sulla morte del popolo. Ma in questo decennale della resistenza i lavoratori non vogliono solo farne la celebrazio_ ne. Essi vogliono che la resisten-

za e per i quali una tenace e dura lotta combattè l'antifascismo rappresentano ancora la via sicura per l'avvenire.

In questi dieci anni la strada del progresso e della libertà a-

perta dalla resistenza e sancita dalla Costituzione Repubblicana è stata ancora una volta sbarrata da quelle forze che già sostennero il fascismo, dal grande padronato esoso e prepotente, dai grandi agrari, compiacenti le forze politiche che gli ideali della Resistenza tradirono. Ancora una volta queste forze lavorano per ottenere la « rivincita », per una nuova guerra. Cercano con la violenza di calpestare ogni diritto; vilipesa è la dignità e la libertà dell'operaio nella fabbrica, del lavoratore, di quell'operaio che la fabbrica difese contro la distruzione mentre i « patriotti del portafoglio », se ne starono comodamente nell'ospitale Svizzera aspettando che la bufera si calmasse.

Contro queste forze retrive e antinazionali sempre pronti a vendere la loro coscienza al migliore e più forte offerente lotta tenacemente la classe operaia e i suoi alleati. Ben lo sanno i lavoratori della Breda che in questi dieci anni hanno sostenuto lotte aspre e dure per difendere ancora una volta la loro fabbrica„ il pane per la loro famiglia, la libertà. La Breda, questa grande fucina di macchine e di cuori ge-

nerosi che tanto ha dato nel corso della guerra di liberazione con i suoi operai, tecnici e impiegati, continua la lotta intrapresa allora con armi e mezzi differenti, ma con lo stesso spirito e volontà. Ancora dura e aspra sarà la lotta, ma l'avvenire arriderà alle forze popolari. I prepotenti di oggi i ruffiani e i barattieri che ieri al servizio dei fascisti e oggi legati alla greppia padronale servono così zelantemente i loro padroni contro gli operai e i lavoratori avranno secondo giustizia la loro giusta mercede e con gli interessi composti. In questo decennale della Resistenza i lavoratori, il nostro popolo celebra sì, le glorie i sacrifici degli anni duri; ma vuole e lotta perchè gli ideali di quegli anni, gli ideali di giustizia sociale, di libertà in un clima di concordia e di Pace trionfino.

Onore e gloria ai caduti per la causa sacra della libertà. Onore e gloria ai combattenti per un'Italia libera, democratica, progressi_ sta e indipendente. Nel nome dei loro morti i lavoratori della Breda e con essi il popolo italiano andranno avanti fino alla vittoria.

Dedicato al Decennale della Vittoria
I - Milano - Aprile 1955 - N. 5 Prezzo L. 10
'Anno
'• Gli giorni duri appariranno giovani figli per il loro allo spirito causa della

25 Aprile 1945 nelle Sezioni

Alla la

Nei duri mesi della guerra partigiana il contributo dei lavoratori della Sezione Ia è stato grande: molti giovani prendono la via della montagna, i lavoratori più combattivi e coscenti si organizzano nelle S.A.P. e nei G.A.P.: inizia fattivamente la lotta patriottica. L'Aprile del '15 trova gli operai pronti per l'attacco finale: nel C. L. N. sezionale sono rappresentate tutte le forze antifasciste, mentre le squadre della

108° Brigata Garibaldi riuniscono tutti i lavoratori di avanguardia.

La mattina del 25 aprile alle ore 11 il C.L.N. e le formazioni militari ricevono dal Comando regionale l'atteso ordine di agire. Mentre una squadra si porta allo scalo di Greco per bloccare il traffico ferroviario, altre squadre affrontano, alla palazzina delle locomotive ove si sono asseragliati, i pochi tedeschi rimasti in fabbrica, i quali dopo una fiacca resistenza si arrendono. Quindi con uno stratagemma si richiamano in fabbrica altri tedeschi che, come varcano i cancelli, sono fatti prigionieri.

Intanto si scovano i conigli fascisti, nascosti negli angoli e nei buchi più impensati, insieme a quei dirigenti di fabbrica che si erano specializzati nella compila_ zione delle liste di deportazione in Germania: sembrano topi da fogna in abito di gala (neppure la camicia nera hanno fatto in tempo a togliersi).

Poi si organizza la difesa della fabbrica, mentre ognuno si sente fiero combattente di quel nuovo vittorioso esercito, espressione dell'unità antifascista dei lavoratori.

Il fascismo è cacciato dalla fabbrica. E per sempre, perchè i cancelli sono stati definitivamente chiusi alle sue spalle. Cerchino di ricordarlo anche coloro che, specialmente negli ultimi mesi, dimostrano di avere una memoria piuttosto labile.

Alla 2a e 3a

11 24 Aprile, d'accordo con le Sezioni IVa e Impianti che con noi costituivano la 128a Brigata Garibaldi, passammo all'azione scoperta. Decidemmo di bloccare e barricare le portinerie, furono distribuite le armi e fissati i servizi di difesa: l'entusiasmo era grande.

Verso le 16,30 nel piazzale tra la Ila e la IIla dove c'erano i rifugi antiaerei, un compagno parlò ai lavoratori, spiegò loro il grande compito che spettava alla classe operaia: la difesa della fabbrica.

I lavoratori compresero che il regime di infamia stava per crollare, che coloro che li avevano fatti soffrire per tanti anni stavano per pagare le loro colpe e i loro delitti.

Alla sera e nella notte in fabbrica l'entusiasmo crebbe ancora.

Il mattino del 25 Aprile, che rimarrà scolpito nella storia come

il giorno dell'insurrezione e della liberazione d'Italia, tutti i lavoratori erano in fabbrica decisi a farla finita col fascismo.

Allora e nei giorni seguenti la classe operaia della Breda dimostrò le proprie capacità di direzione e di lotta, e, possiamo ben dirlo, la propria magnanimità, dimenticando certe colpe, perdonandone altre, quando sarebbe stato facile fare giustizia sommaria di tutte le ingiustizie.

Alla 4a

La mattina del 25 aprile 1945 in fabbrica il saluto che ormai correva sulle labbra degli operai era: « la va a pochi... ».

L'ansia di ingaggiare la battaglia suprema e decisiva era nel cuore di tutti; l'accresceva il con_ tinuo accavallarsi delle notizie che passavano di bocca in bocca: «le formazioni partigiane delle montagne dilagano in pianura e puntano su Milano._ i primi scontri già hanno segnato dure sconfitte per i tedeschi ed i loro servi fascisti... l'Armata Rossa combatte entro Berlino ».

lo ero allora membro del Comitato di agitazione della « quarta sezione ». Eravamo in attesa del segnale convenuto — un fischio della sirena della Pirelli-Bicocca --- per entrare in azione.

Verso le dodici e mezza la sire_ na ululò... Era l'ora della resa dei conti. Rapide le immagini dei compagni assassinati, deportati, percosa ed umiliati si affollarono nella memoria dei lavoratori della Breda e poi con rapidità, con decisione si passò all'attuazione del piano da tempo predisposto. Occupazione dello stabilimento, misure di difesa e di protezione, liquidazione delle ultime resistenze fasciste e tedesche.

Nelle prime ore dell'insurrezio_ ne, mentre gli operai si ammassavano sul piazzale, un « cecchino » fascista da una casa di via Monte Sabotino sparò uccidendo il giovane lavoratore Longoni. Immediata fu la reazione e poi la lotta vittoriosa divampò in tutta Sesto. Fino alla vittoria!

Dopo circa una ventina di giorni, nonostante la difficile situazione, la produzione riprese alla Breda. Il Comitato di agitazione

si trasformò in commissione interna provvisoria. Vennero ricomposti gli organici delle squadre anche mercè l'aiuto del C.L.N. aziendale, con la collaborazione non solo degli operai, ma anche dei tecnici, dei capo reparto e degli ingegneri.

La Breda si rimise all'opera per dare un contributo concreto alla ricostruzione di un'Italia nuova e democratica come lo aveva dato alla gloriosa Inserruzione Nazionale!

Alla 5a

Il 25 aprile ha significato l'inizio, da parte degli operai, degli impiegati e dei tecnici, dell'opera di ricostruzione della Sezione distrutta dai bombardamenti. Da quel giorno, mattone su mattone, la fabbrica cominciò a risorgere e la produzione riprese.

Ma all'opera meritoria, allo sforzo eroico ed allo spirito di sacrificio delle maestranze si è opposta negli anni successivi, la politica fallimentare della direzione della Creda, politica che ha portato allo smantellamento tota_ le della Sezione aereonatutica.

etedu 'nei«

Quest'anno la BREDA non ha costruito faticose scalinate e « tunnel » di meraviglie per attirare e deludere il grosso pubblico che affolla questa manifestazione.

Quest'anno un'ardita e bella costruzione cerebrale » domina il modesto piazzale dove sono esposte con una certa sobrietà alcune macchine della tradizionale produzione del nostro complesso industriale.

Sullo sfondo (per chi entra da piazzale Giulio Cesare) possente ed ammonitrice la grande cupola del padiglione FIAT, di quel monopolio che dalle ceneri di tanta parte della BREDA ha preso maggior vigore per allungare i suoi tentacoli verso altri settori produttivi.

Le macchine esposte dalla BRE DA che vanno dal grandioso trasformatore elettrico, ai vari tipi di trattori in alcune applicazioni, sono un esempio luminoso delle grandi capacità costruttive e creative che onorano incondizionatamente tecnici e maestranze di questa grande azienda.

I visitatori non affluiscono in folla come lo scorso anno; sono in meno e forse più tecnicamente qualificati ad osservare e capire, a valutare. Si aggirano, si soffermano, commentano e pare che di_ cano: è tutta quì la Breda? E' solo questa la produzione di uno dei più famosi e gloriosi complessi industriali che il nostro Paese annoverava fino a pochi anni addietro?

Ma la delusione sarebbe maggiore se essi potessero essere informati, magari con un grafico, per esempio sullo sviluppo dell'impiego dei trattori nel nostro Paese e sullo sviluppo (direi regresso) della produzione dei trattori BREDA particolarmente effi-

denti proprio per le terre del centro sud ove un altro complesso industriale si è piazzato da padrone con gli stessi sistemi e organizzazioni che i lavoratori avevano suggerito poco meno di dieci anni fa ai dirigenti della BREDA.

risce fabbricare cassette porta munizioni, agli aeroplani civili ha preferito mettere sul lastrico migliaia di tecnici e maestranze che onoravano il nostro Paese.

E ciò in conformità alle direttive delle competenti autorità o-

Ma la maggiore parte dei visitatori ignora che la BREDA ai ce_ mentifici preferisce fabbricare proiettili, alle trebbiatrici prefe-

rientate a distruggere questo grande organismo per lasciare sempre più campo libero ai grandi monopoli nostrani e stranieri.

$
ti

Gloria eterna

ai nostri Caduti

AGRESTI Elio

ARDEMAGNI Giovanni

ARRICCIATTI Francesco

BALDANZA Liborio

BALDI Carlo

BA LESTRIERO Attilio

BARBIERI Angelo

BA.ZZONI Ercole

BECCARI Albino Loris

BENCIK Santo

BERNA Giuseppe

EERSAN Luigi

BERTUZZI Pietro

BIDOGLIA Mario

BOLOGNESI Celeste

BONFANTI Domenico

BOSCOLO Arduino

BOSSI Emilio

BRACESCO Enrico

BRASCA Emilio

BRIANI Luigi

BULGARELLI Primo

CAGLIO Ernesto

COLNAGO Angelo

COLOMBO Gerdamo

COMPAGNONE Giovanni

COSTA Francesco

CROCI Santino

CROCI Vincenzo

CAIO Angelo

CAPPELLETTI Luigi

CAPPELLINI Francesco

CAPRA Livio

CARDESI Renato

CARLINI Davide

CARRERI Oronte

CASATI Giuseppe

CASIRAG.III Tranquillo

CASTOLDI Achille

CHIESI Giulio

CIMA Giovanni DE CANDIA Pantaleo

DELLA TORRE Luciano

DENTELLA Egidio

DIOTTI Ettore

DONADONI Alessandro

DOSSENA Pietro

DUCI Luigi

ESPOSTI Angelo

FERRI Silvio

FOLCIA Riccardo

FRANCINI Giulio

FRATIS Severino

GARGANTINI Luigi

GENERALI Lisimaco

GHEDINI Giuseppe

GHIANDA Francesco

GIANNONI Gaspare

LACERRA Felice

LEVRINO Michele

LORENZINI Marcello

MADE' Mario

MARTELOSIO Danielye

MASSARI Pietro

MASSINI Ing. Ivan

MATTAVELLI Angelo

MENEGATTI G'uglielmc

MOINO Vincenzo

MORETTI Luigi

MORGANTI Luciano

MOZZI Ettore

MANETTI Palmiro

PAESANI Ettore

PANNA Mario

PASQUINI Giuseppe

PENATI Filippo

PEREGO Attilio

PERELLI Romano

PEROTTO Silvio

PETIT BON Lodovico

PILLONI Ettore

PREVIATI Oriode

SANTA MBROGIO Giovanni

SIRONI Giuseppe

SIRTORI Luigi

TAMAGNI Giovanni

TANSINI Luigi

TINELLI Attilio

TORTIROLI Primo Paolo

TOSO Carlo

Oggi si vorrebbe far rinascere un esercito aggressivo tedesco, integrato dal « materiale umano » fornito dagli altri Paesi dell'Europa occidentale, tra i quali l'Italia.

Il criminale di guerra, feld-ma_ resciallo nazista, Kesselring o un suo pari, sono i più quotati per assumere il comando di questo esercito sotto la direzione americana.

Mai gli italiani onesti potranno accettare una così mostruosa ed atroce beffa al loro patriottismo ed ai propri eroici Caduti!

Nel Decennale della Vittoria, contro il riarmo tedesco, contro il boia Kesselring, ripetiamo la vibrante iscrizione dettata da Piero Calamandrei per la città di Cuneo, medaglia d'oro della Resi»tenzu.

LO AVRAI

CAMERATA KESSELRING

IL MONUMENTO CHE PRETENDI DA NOI ITALIANI MA CON CHE PIETRA SI COSTRUIRA' A DECIDERLO TOCCA A NOI.

NON COI SASSI AFFUMICATI

DEI BORGHI INERMI STRAZIATI DAL TUO STERMINIO

NON COLLA TERRA DEI CIMITERI

DOVE I NOSTRI COMPAGNI GIOVINETTI

RIPOSANO IN SERENITA'

NON COLLA NEVE INVIOLATA DELLE MONTAGNE CHE PER DUE INVERNI TI SFIDARONO

NON COLLA PRIMAVERA DI QUESTE VALLI

CHE TI VIDE FUGGIRE

MA SOLTANTO COL SILENZIO DEI TORTURATI

PIU' DURO D'OGNI MACIGNO

SOLTANTO CON LA ROCCIA DI QUESTO PATTO

GIURATO FRA UOMINI LIBERI

CHE VOLONTARI SI ADUNARONO PER DIGNITA' NON PER ODIO

DECISI A RISCATTARE

LA VERGOGNA E IL TERRORE DEL MONDO

SU QUESTE STRADE SE VORRAI TORNARE

AI NOSTRI POSTI CI RITROVERAI

MORTI E VIVI CON LO STESSO IMPEGNO

POPOLO SERRATO INTORNO AL MONUMENTO

CHE SI CHIAMA

ORA E SEMPRE RESISTENZA

VALENARI Giuseppe

VALOTA Guido

VERGANI Giovanni

VEZZANI Ing. Alfredo

VICARI Edmondo

VIGNA Angelo

VILLA Aldo

VILLA Angelo

VILLA Antonio

VILLA Luigi

VILLA Luigi

VISCARDI Antonio

VITALI Ambrogio

ZAFFONI Marcello

ZANELLO Diego

ZAMPIERI Angelo

IL illeSSAGGIO DI un IMIRTIRe

L'operaio comunista Eugenio Giambone, vecchio militante della classe operaia che aveva conosciuto e preso parte con Gramsci alla occupazione delle fabbriche nel 1921, condannato a morte della Resistenza, scriveva dal carcere alla moglie:

Sono tranquillo e calmo per una semplice ragione che tu comprendi sono tranquillo perché ho la coscienza pulita; ciò è piuttosto banale, perché la coscienza pulita l'ha anche colui che non ha fatto del male, ma io non solo non ho fatto del male ma durante tutta la mia vita breve ho la coscienza di aver fatto del bene: non solo in una forma ristretta di aiutare il prossimo, ma dando tutto me stesso, tutte le mie forze, benché modeste, lottando senza tregua per la grande e santa causa della liberazione dell'Umanità oppressa.

...sarò •calmo e tranquillo di fronte al plotone di esecuzione. Sono così tranquilli coloro che ci hanno condannati? Certamente no!

Essi credono con le nostre condanne di arrestare il corso della storia; si sbagliano! Nulla arresterà il trionfo del nostro ideale. Essi pensano forse di arrestare la schiera di innumerevoli combattenti della Libertà con il terrore? Essi si sbagliano! Ma non credo che essi si facciano queste illusioni: essi sanno certamente di non poter arrestare il corso normale degli avvenimenti, ma agiscono con il terrore per prolungare il più possibile il momento della resa dei conti...

C'è nel fondo di queste parole una lucidità, una serenità, che appartengono solo a chi ha raggiunto una concezione valida del mondo, a chi sa trasformarsi da accusato in accusatore, a chi sa sollevarsi al disopra degli impulsi affettivi e sentimentali, per giudicare con la precisione dello storico.

Poco prima di morire Giambone scriverà alla sua figliola Gisella:

Per me la vita è finita, per te incomincia; la vita vale di essere vissuta quando si ha un ideale, quando si vive onestamente, quando si ha l'ambizione di essere utili non solo a se stessi ma a tutta l'Umanità.

La direzione della Breda non vuol riconoscere i Comitati unitari per la celebrazione del 25 Aprile e le loro proposte. Questo significa offendere la memoria dei nostri Caduti e gli ideali per i quali sono morti.

Riaffermino i lavoratori la loro decisione di farla finita col fascismo e con chi in fabbrica lo rappresenta!

Questo è il messaggio che ci hanno lasciato tanti martiri ed eroi della Resistenza, un messaggio di fiducia e di speranza nell'avvenire, un invito commosso e sincero a continuare la lotta intrapresa durante gli anni della guerra di liberazione, affinchè non vengano traditi gli ideali per cui sono caduti i migliori figli d'Italia.

Direttore Resp.: MARINO VANTI

Autorizzazione Trib. di Milano 22-12-1954 con il N. 3536

Tip. Bono - Sesto S. Giovanni

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1 Maggio di lotta

Il I° Maggio è la festa dei lavoratori di tutto il mondo, una giornata internazionale che affratella i lavoratori di tutti i con._ tinenti.

Per noi che viviamo nel mondo capitalista dove ci sono sfruttati e sfruttatori non è soltanto giornata di festa ma anche di lotta.

I lavoratori della Breda che hanno fatto grandi sacrifici per impedire la mutilazione della loro fabbrica, che ha una capacità produttiva di 16.000 dipendenti tra operai, impiegati, tecnici e laureati, (per gli stabilimenti di Sesto S. Giovanni) vedono oggi la loro fabbrica ridotta con appena 7000 dipendenti, con la sezione Aeronautica orgoglio nazionale che vantava 33 anni di esperienza completamente chiusa, e le altre sezioni con personale diminuito e nei posti di lavoro regna il più perfetto sfruttamento, le libertà calpestate la paga dei lavoratori ridotta, per una politica contro i lavoratori.

Il Governo e i vari commissari della Breda che hanno ridotto

questo grande complesso dello Stato in queste condizioni, lo hanno fatto sacrificando migliaia di lavoratori, centinaia di macchine ad esclusivo interesse dei grandi monopoli.

La Breda non può andare avanti in queste condizioni; la Breda ha bisogno di ritornare ai 16000 dipendenti del 1948.

Il prof. Francesco Flora di recente 'ornato da un viaggio nella Cina popolare in una conferenza t. ruta a Roma ha dichiarato che i cinesi hanno bisogno di 700 mila_ trattori e l'Italia potrebbe allacciare rapporti commerciali con questo grande Faese.

Dunque possibilità di lavoro ci sarebbero. Ecco perchè noi non possiamo limitarci a festeggiare il I° maggio, ma dobbiamo chiamare in questa giornata di solidarietà tutti i lavoratori alla lotta unitaria, per una politica di interessi nazionali, per eliminare la disoccupazione, contro il fasci_ smo nelle fabbriche, per il rispetto del contratto di lavoro.

In occasione del 1" Maggio LAVORO, settimanale della C.G.I.L. uscirà più ricco e più bello.

Leggilo e diffondilo tra i compagni di reparto!

Cinema Rondò

dal 25 aprile al 1° maggio

25 aprile

Viva la Festa del Lavoratori

Programma della manifestazione del Primo Maggio a Sesto

Ore 9,— - Ritrovo presso la Camera del Lavoro (Centro Civico)

Ore 10,— - Inizio del corteo per le vie cittadine.

Ore 11,— - Comizio sul piazzale del Centro Civico.

Ore 14.30 - Grande concerto bandistico alla Villa Zorn.

Ore 15.30 - Trattenimento d'arte varia alla Villa Zorn.

Partenza gara ciclistica dalla Cam. del Lav.

Ore 20.30 - Festa danzante alla Villa Zorn.

Ogni cittadino abbia il 1 Maggio la coccarda della C.G.I.L.

CIERIEN EU NENE

PAISA'

Soggettisti: AMIDEI, ROSSELLINI, PAGLIERO, FELLINI.

Regista: ROBERTO ROSSELLINI

26-27 aprile

Achtung!! Banditi

Regista: CARLO LIZZANI

Interpreti: GINA LOLLOBRIGIDA, ANDREA CHECCHI, VITTORIO DUSE, LAMBERTO MAGGIORANI.

28-29 aprile

Roma, città aperta

Regista: ROBERTO ROSELLINI.

Interpreti: ALDO FABRIZI, MARCELLO PAGLIERO, ANNA MAGNANI, MARIA MICHI.

30 aprile - 1° maggio

Il sole sorge ancora

Regista: ALDO VERGANO

Interpreti: ELLI PARVO, LEA PADOVANI, VITTORIO DUSE, MASSIMO SERATO, CARLO LIZZANI, MARCO SEVI.

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