APPUNTI PER LA CITTA DELL'UOMO
Costituito il comitato antifascista della zona 19
9 Maggio. L'insediamento del Comitato permanente antifascista contro il terrorismo e per la convivenza civile della Zona 19. Al tavolo della presidenza, da sinistra, il vice sindaco del Comune di Milano Vittorio Korach, il presidente del Consiglio di Zona 19 Danno Pasquini ed il vice presidente nazionale dell'ANPI Lioneilo Beltramini, quest'ultimo in rappresentanza del Comitato provinciale antifascista. Intervenendo all'inizio della seduta Lionello Beltramini ha posto in rilievo l'importanza di unire le forze antifasciste e di difendere la libertà affinché non venga calpestata da alcuno. Vittorio Korach, dal canto suo, ha spronato i presenti a ritrovare nel Comitato lo spirito unitario del C.L.N., dove, al di là delle dispute tra partiti, si trovò sempre un punto d'intesa nell'unità antifascista.
COME SI
VIVE ALLA
SIT - SIEMENS
DALLA AL FABBRICA PARLAM ENTO
MANUTENZIONI AL
S. LEONARDO
Il 9 maggio si è insediato il "Comitato Permanente Antifascista contro il terrorismo e per la convivenza civile della Zona 19", che, come è scritto in un documento approvato dal Consiglio di Zona nella seduta del 20 aprile, "si potrà ritrovare accanto ai cittadini, alle forze politi-
APPROVATO DAL CONSIGLIO COMUNALE
che, sociali e culturali per far si che siano definitivamente impedite le intimidazioni terroristiche di ogni genere e creare un movimento di popolo per stroncare, sin dal suo nascere, ogni tentativo di eversione e di violenza permettendo di ridare una dimensione umana alla nostra zo-
Il centro civico della nostra zona
Elaborato dai tecnici in stretta collaborazione con i cittadini. Nessuna barriera architettonica per gli handicappati. Occorre accendere il mutuo per far partire i lavori. È possibile aprire il cantiere entro l'anno.
Il centro civico della nostra zona si farà. Tutto è pronto per passare all'esecuzione di questa opera attesa da anni. Manca soltanto l'accensione del mutuo, premessa necessaria per l'appalto dei lavori. Difficoltà con le banche non ce ne dovrebbero essere.
E' quindi ragionevole pensare che rapidamente l'assessore al bilancio metterà il suo collega dei lavori pubblici in condizione di indire l'appalto.
La sera del 7 maggio una folta delegazione del Consiglio di Zona 19, edi cittadini della nostra zona ha seguito in Consiglio comunale l'ordine dei lavori, che prevedeva appunto la ratifica del progetto approntato dal gruppo di progettisti, che insieme ai cittadini hanno elaborato il piano particolareggiato per il Gallaratese.
ANCORA
SENZA CASA
GLI ABITANTI DELLA
CASCINA COTTICA
La ratifica è avvenuta praticamente all'unanimità, con la sola astensione del democristiano Franconieri.
Il Centro civico sorgerà su una area nuda della spina centrale, tra la via Quarenghi e la via Benedetto Croce, all'altezza del n. 32/34 di- via Quarenghi, vicino alla stazione della metropolitana.
"Nel bilancio del 1978 c'è lo stanziamento per la costruzione
del primo lotto del Centro civico della Zona 19 - ha ricordato l'assessore al demanio e patrimonio Sacconi, che ha portato avanti l'operazione sino al finanziamento. Dal 7 maggio c'è anche il progetto approvato. Inoltre la Zona 19 è la zona di Milano che ha tutti gli strumenti urbanistici per passare alla edificazione. La variante per il Gallaratese, infatti, mandata avanti a suo tempo stral-
ciata dalla variante generale del piano regolatore, è a tutti gli effetti esecutiva. Ci sono quindi tutte le condizioni per far partire la costruzione del Centro civico. Fatto importante in sè, che assume particolare rilievo per essere la prima costruzione di interesse generale sulla famosa spina centrale. Il costo per la prima tranche è di 2 miliardi e 200 milioni, (segue a pag. 2)
La Clinica S. Siro chiude?
Due anni fa la proprietà della Casa di Cura S. Siro, sita in via Monreale 28, decideva la messa in liquidazione della Clinica, a causa degli squilibri tra i costi e ricavi nella gestione economica. Da allora ad oggi gli incontri tra la proprietà e i Sindacati dei lavoratori si sono succeduti numerosi, ma purtroppo senza esiti positivi per la sopravvivenza di questa struttura sanitaria. Alcune ipotesi per la stipula di una convenzione con la Regione Lombardia si sono trascinate nel tempo senza risultati. Anche il Consiglio di Zona 19 fu a suo tempo informato.
A questo punto, il dato di fondo che interessa tutti i cittadini della Zona 19 è quello della perdita secca di una valida struttura sanitaria sul nostro territorio. È quindi necessario che sorga un vasto movimento per impedire la soppressione di questa struttura sanitaria nella Zona 19; è necessario che le Organizzazioni sindacali dei lavoratori impegnino la proprietà e la Regione in questo senso, come pure il Consiglio di Zona deve far sentire la sua voce in misura maggiore di quanto è avvenuto nel passato.
na".
Con tale documento. approvato con la sola astensione di un consigliere democristiano il Consiglio di Zona 19 ha finalmente attuato, con spirito unitario, il primo dei suoi punti programmatici approvati nel luglio (segue a pag. 2)
ULTIME NOTIZIE
Entro gennaio la M M al Gallaratese
Entro il prossimo mese di dicembre 1979 od al massimo entro il seguente mese di gennaio 1980 entrerà in funzione il primo tratto della metropolitana nel quartiere Gallaratese. È quanto ci ha assicurato, in un recente incontro, il vice sindaco ed assessore ai trasporti del Comune di Milano Vittorio Korach, che ci ha anche precisato che ciò sarà possibile anche cerche le imprese appaltatrici stanno accellerando i tempi delle consegne.
E la linea 68? Nel quartiere ed in particolare al S. Leonardo in questi ultimi tempi sono corse voci di una sua possibile soppressione dopo l'entrata in funzione della metropolitana, il che provocherebbe agli abitanti di questo quartiere un disagio più grave di quello attuale.
In proposito il vice sindaco ci ha rassicurato affermando che dopo l'entrata in funzione del servizio pubblico di trasporti sotterranei la linea 68 continuerà a funzionare come attualmente, senza alcuna riduzione, ne tanto meno soppressione del servizio.
segue dalla prima pagina
Costituito il comitato antifascista della zona 19
scorso, dando vita a questo Comitato permanente antifascista, che, come ha voluto precisare il presidente della sezione Gallaratese dell'ANPI, Gottardi, non deve essere luogo di polemiche tra i partiti che lo compongono, ma deve affondare le sue radici nella Resistenza, mantenendone vivi gli ideali con una volontà unitaria il cui comune denominatore deve essere l'antifascismo.
Oggi, ha ricordato nella seduta il presidente del Consiglio di Zona 19 Pasquini, è la Repubblica che è in pericolo, ma a tale pericolo non ci si deve assuefare. Bisogna mobilitarsi contro la violenza comunque si manifesti e sotto qualsiasi colorazione o giustificazione pseudoideologica tenti di mimetizzarsi, sia che colpisca uomini politici, come l'on. Moro, sindacalisti ed operai, come Guido Rossa, lavoratori della polizia, magistrati, giornalisti o chiunque altro, sia quando è volta a colpire le istituzioni ed i loro simboli, siano essi il Campidoglio, od il Consiglio di Zona, o le sedi dei partiti.
CONSUMISMO E TERRORISMO
Cosa sono, da cosa nascono violenza e terrorismo? Sottolineato che essi non si esauriscono nei casi plateali cui abbiamo fatto cenno sopra, che maggiormente colpiscono l'opinione pubblica proprio per la loro abnormità, nel corso del dibattito è stato posto in rilievo che vi sono anche altri e non meno pericolosi fenomeni di violenza e di terrorismo cui purtroppo la maggior parte dei cittadini è ormai assuefatta tanto siamo abituati a subirli ogni giorno. Sono la violenza ed il terrorismo insiti nella società capitalista stessa, ia paura di perdere il posto di lavoro, la violenza che emargina masse giovanili negando loro occasioni di occupazione, la violenza connaturata alla crescita d'sorganica del paese, all'arroganza del potere, alle ingiustizie sociali, alle sperequazioni, alla difficoltà di trovare una casa; alla crisi della famiglia e della scuola, ad un modello di vita che teorizza ed esalta la sopraffazione dell'uomo sull'uomo.
E indubbio, ha detto in un suo intervento il consigliere comunista Volpe, che esistono stretti legami tra la violenza ed una concezione individualistica e consumistica della vita, tra violenza ed esasperata affermazione dell'io.
Oggi però, ha aggiunto, non è possibile dare giustificazioni sociologiche alla violenza ed al terrorismo, che attuano il loro reclutamento anche tra gli intellettuali, con sia pur lontane origini marxiste o cattoliche, i quali continuano a confondere violenza con terrorismo, terrorismo con rivoluzione e rivoluzione con lotta di classe.
Esiste una sostanziale differenza tra lotta e violenza, ha affermato il capogruppo democristiano Gironi, la prima è una scelta di vita, di speranza, di rapporto tra diversi, la seconda
è la negazione di tutto ciò. Nessuno, ha precisato a sua volta il democristiano Martellosio, vuol negare il diritto al dissenso, ma esso non deve essere confuso con violenza, terrorismo e criminalità, che mortificano la democrazia e che nulla hanno a che vedere con la Resistenza, che fu lotta di popolo, e che non va confusa con il ribellismo dei figli di papà, che hanno la pistola in tasca e la fuoriserie nella mente.
DISTRUGGERE... E DOPO?
Violenza e terrorismo sono sempre state le armi soltanto della reazione. Finora chi ha elaborato la teoria della violenza è stato soltanto il fascismo, il cui fine di fare del parlamento un bivacco di camicie nere non si discosta molto dagli obiettivi di quanti oggi, magari tingendosi di rosso, tenendo a colpire le istituzioni, che, per quanto imperfette possano ancora essere, sono pur sempre, come ha ricordato il comunista Baronciani, il risultato di 30 anni di lotte in primo luogo dei lavoratoti, che pertanto non possono, nè vogliono rinunciarvi.
Quello che manca ai teorizzatori della violenza, ha detto ancora il comunista Volpe, è il senso del dopo. Distruggere, spaccare, e poi? È facile rompere, sfasciare, più difficile è costruire e qui si tratta di costruire una società nuova, diversa, più giusta. Se non si eliminano la disoccupazione e lo spreco, se non si moralizza la vita pubblica non sarà possibile sconfiggere il terrorismo e la criminalità.
Bisogna trovare giorno dopo giorno ciò che unisce e non ciò che divide, ha detto ancora il consigliere Volpe, riaffermando la validità del confronto come metodo per affrontare e risolvere i problemi. E necessario quindi giungere ad una unità di intenti, alla riappropriazione della città, alla mobilitazione ed alla vigilanza contro la violenza, agendo sulle radici delle ideologie eversive. Spetta ai partiti compiere quest'opera mobilitando e sensibilizzando i cittadini, sostenendo il "Comitato permanente antifascista contro il terrorismo e per la convenienza civile", assolvendo al loro ruolo di democrazia reale.
Gian Piero Pagettisegue dalla prima pagina
IVA compresa. I rapporti con gli istituti di credito sono buoni. Non ci dovrebbero essere difficoltà, quindi per l'accensione del mutuo".
In questa prima parte del centro civico (quattro piani fuori terra con accessi studiati senza barriere architettoniche in modo da consentire il pieno uso anche da parte di cittadini handicappati ed anziani) troveranno posto un parcheggio pubblico coperto, servizi sanitari ed ambulatoriali, la vigilanza urbana, le sedi del Consiglio di Zona e di associazioni locali, la biblioteca, due sale di riunione a gradinate, una per le sedute del Consiglio di Zona e l'altra, con 350 posti, per assemblee. L'edificio, di 96 metri per 30, è stato studiato all'interno in modo da poterne modificare senza difficoltà l'uso, se mutate esigenze lo r;chiedes ero.
In un secondo momento il Centro civico sarà completato con la costruzione di un auditorium e servizi annessi.
L'interesse dei cittadini, varato il progetto, si sposta ora sulla sua esecuzione. Se ne fa portavoce il presidente del Consiglio di Zona Danilo Pasquini. "Siamo soddi-
sfatti - ci dice - che il Consiglio comunale abbia approvato il progetto. E', oltretutto, il risultato positivo della costruzione della Commissione per lo Studio dei centri civici, che avevamo chiesto nel 1977 e che ha visitato anche i centri bolognesi Lami e Mazzini.
Ora però ci preoccupiamo per i tempi di realizzazione, anche se siamo convinti che se si manterrà una coerente volontà politica in Giunta ed in Consiglio comunale quest'opera pubblica potrà essere iniziata in brevi tempi. Entro questo stesso anno".
Cronache familiari
Interpreti di queste cronache sono sempre-gli stessi: mia moglie, 41 anni casalinga; mia figlia 20 anni universitaria; mio figlio 14 anni 1° liceo scientifico; io, 43 anni impiegato; per voi tutti, del Gallaratese e non.
Siamo giunti alla vigilia delle elezioni e mia moglie ha pure organizzato una conversazione dí caseggiato. "Sai - mi ha detto - questa volta voglio far qualcosa anch'io, visto che le donne sono le metà più qualcosa".
E, così, ieri sera in casa nostra c'era mezzo inquilinato: il ragionier Colombo con signora (terzo piano), il professar Antonelli con figlio (quinto piano), la signora Lombardi sola, perchè anziana, vedova, (nono piano). Poi tutti noi.
E' la mia dolce metà insigarettata a introdurre il discorso: "Caffè, caffè, caffè oppure qualcosa d'altro? Caffè per tutti, salvo per Antonelli junior, 17 anni, al quale va bene la coca-cola.
Vediamo cosa succede adesso, mentre la napoletana con caffeina attende sul gas.
Il ragionier Colombo: "Avete visto che bella giornata, ormai la primavera è arrivata e già viene da pensare alla sdraio sulla spiaggia". La moglie annuisce e interviene a sua volta: "E pensare che se non era per le elezioni, visto che la scuola chiude il 31 maggio, si poteva andar via ai primi di giugno e aprire la casa in riviera".
(C'è una contraddizione nel discorso della signora Colombo: se non c'èrano le elezioni le scuole chiudevano il 12 giugno, ma non conviene sottolinearla).
"E allora mi toccherà andare a votare due volte?" E' la preoccupazione della vedova Lombardi.
Ma è il giovane Antonelli a mettere i piedi nel piatto: "Ma che serve
ABBIGLIAMENTO
votare?" Sono tutti uguali. Fossero almeno d'accordo per impedire l'uso dell'energia nucleare!".
La molla ha fatto scattare la mia giovane universitaria. Behl tutti uguali non direi. Prendete la DC. Sempre al potere, da più di trent'anni, sola e accompagnata. Gli altri, invece, mica tutti ci sono stati dentro a reggere il candelabro".
11 professar Antonelli conviene:
E' vero, questi democristiani hanno proprio il vizio del potere, anzi del prepotere. A momenti ci cascavano anche i comunisti".
La mia moglie, una mano sulla caffettiera, l'altra impegnata a scrollare la cenere della sigaretta protocollo giornaliero n. 41, si sente - chissà perchè - chiamata direttamente in causa e interviene a sua volta. "Però non ci sono cascati. Hanno dato il loro appoggio, è vero, per combattere il terrorismo, per fare qualche buona legge, poi però quando hanno visto che la DC non li voleva dentro il Governo per paura di essere troppo controllata, se ne sono andati sbattendo la porta".
La signora Colombo ha diritto al suo momento: "Beh, io devo dire una cosa stasera che non ho ancora detto a nessuno, neanche a mio marito. Ci ho pensato su parecchio in questi tempi. Non faccio mistero a dire che io ho sempre votato per la Democrazia (è una di quelle persone che dice "Democrazia" e intende "Democrazia Cristiana" senza valutare quanta differenza ci sia - nota di redazione) perchè io vado in Chiesa anche se credo più nella Religione che nei preti. Ma stavolta voglio cambiare: voglio fare di testa mia, perchè ho capito di aver diritto a dire la mia come donna, come moglie e come madre. E allora ho deciso di votare per Berlinguer". C'è un attimo di silenzio. Il marito Colombo lo rompe con una breve dichiarazione: "Cara, sono quindici anni che aspettavo questo momento. Lo sai che non volevo obbligarti, ma ad ogni elezione mi faceva una rabbia sapere che votavi per quelli lì. Mi hai fatto proprio un bel regalo togliendomi questo peso di dosso". "Si, ma non credere che darò le prefenenze a chi vuoi tu: io le ho già scelte di testa mia, saranno tre donne e un uomo questa la precisazione della metà Colombo, stavolta diventata sul serio metà.
Tocca al giovane Antonelli: "Sì va bene, ma perchè il PCI non è decisamente contro l'energia nucleare, pericolosa, dannosa, nociva, costosa, perniciosa, schifosa, pallosa?" Il mio più giovane virgulto, sinora zitto e defilato, ha voglia di dire la sua: "Ma perchè non dite "no grazie" anche all'energia petrolifera che ci ammorba tutti come fa quella di Pero? Forse perchè la mettete dentro le moto per andare in giro a inquinare l'aria con puzza e rumore?" Devo riconoscere che siamo andati sul pesante. Meglio correre ai ripari e mi faccio avanti io. "Intanto solo la DC ha proposto un uso generalizzato dell'energia nucleare. Per il PCI l'utilizzo deve essere rigorosamente condizionato alla soluzione certa dei problemi di sicurezza e di reale controllo democratico dei processi che avvengono nelle centrali nucleari, questione diventata ancora più necessaria dopo il grave fatto avvenuto negli USA. Bisogna poi ricercare seriamente nuove fonti di energia (solare, geotermica, idroelettrica, carbone ecc.) in modo da sostituire l'uso del petrolio, in via di esaurimento, per il quale dipendiamo dall'estero ed effettuiamo lavorazioni pericolose e nocive proprio sul nostro territorio, anche per conto di altri Paesi, con forte inquinamento atmosferico e marino. Devo qui rilevare, però, e non solo per amore di polemica, che nessuno ha mai scatenato campagne di massa, addirittura internazionali, contro l'installazione di raffinerie nel nostro Paese". "Già, ve l'immaginate a cosa si sarebbe ridotto il Pannella se avesse digiunato per protesta contro ogni installazione di raffineria? Un chiodo da succhiare, alla Charlot": è l'aggiunta della mia moglie adorata che non ha aspettato la giornata odierna per comunicarmi di votare PCI, ma da quasi 25 anni indica anche le preferenze da votare anche a me".
Beh, ormai la conversazione è avviata; faccio un rapido cento: noi tre elettori di casa, i due Colombo, totale cinque voti certi per il primo simbolo In alto a sinistra.
Il professar Antonelli e le vedova Lombardi forse sì, forse no. I due ragazzi, l'Antonelli e il mio, stavolta possono portare solo da mangiare a seggi, in futuro si vedrà.
"Il caffè è pronto": Ho capito, tocca a me servirlo. Luca Orsenigo
A La freccia indica l'area - delimitata dal cerchio biancodella spina centrale de/ Gallaratese su cui sorgerà il nuovo Centro civico.Appunti per la città dell'uomo
prima e terza età
proposte per un dibattito e per alcune iniziative
1 - Gli anziani sono emarginati: terminato il periodo della loro vita nel quale la loro "utilità" e "funzionalità" alla società si è esplicata attraverso il lavoro vivono una vita grama, il più delle volte segnata sopportazione. Molti di loro hanno comunque ancora vitalità: potrebbero ancora essere "utili" alla comunità in cui vivono.
3 - Milano è ormai non molto diversa da altre megalopoli del mondo occidentale o dei paesi cosidetti emancipati: Centro direzionale e Gallaratese; Piazza Duomo e Quarto Oggiaro: sempre una moltitudine di uomini e donne, giovani ed anziani, in movimento; atti di solidarietà e di violenza che si mescolano (quali hanno più peso?). Problemi sempre uguali in ogni strada od in ogni quartiere. Tematiche ripetute: scuola che non funziona, lavoro che non c'è, casa carissima, la macchina, la moto, il "mangiare" che è sempre più caro. le scarpe, l'austerità, il bisogno, la pensione sociale, il movimento, l'unità delle masse; rivoluzione o niente?
I giovani quando non studiano li vediamo sulle panchine o ad ingrossare le liste di collocamente per disoccupati in cerca di prima occupazione.
Parlando con gli uni o con gli
Così la stampa detta perbene; così i mezzi di comunicazione di massa mercificati (anche loro logica e strumento del plusvalore), così si continua nella strategia del terrore: sì, perchè a fianco di quello delle bombe e degli attentati c'è — sempre più consolidato — quello che inneggia alla disgregazione, alla rovina, quello che i "sociologi" del sistema onorano di pagine di parole, prive di analisi concrete sulle origini di questi panorami.
4 - Perchè anni di proposte, di mode culturali e di comportamento basate sui consumi (fabbriche per distruggere); anni di
munque ricoperti di rifiuti che mani ignote spargono; la separazione tra luogo di abitazione, luogo di lavoro, luogo di tempo libero è accentuata da fabbricanti di terrorismo psicologico; questi, parlando di fatti gravi che accadono, insegnano, nella loro morale, il disarmo delle coscienze e quindi quello civile.
Poi si parla di riflusso. Riflusso della socializzazione delle idee, che è rinuncia ad essere partecipi, che è dire "tanto non
cambia nulla", che è qualunquismo = fascismo.
6 - Questo, tutto questo è pericoloso. E anziani e giovani (ma perchè no le casalinghe relegate attorno ad un mito di casa, chiesa e famiglia) vengono emarginati perchè non si sa cosa farne. Non sono produttori di profitto.
Dobbiamo pensare a questi fatti, guardare negli occhi ai nostri vicini, anche quelli che vediamo, ma non conosciamo, sul
metrò o dal fornaio. Dobbiamo metterci insieme a tutti e essere partecipi non alla rovina, ma allo sviluppo civile di questa società. Essere tutti noi nelle strade, nei locali, nei parchi, nelle scuole, non abbandonarli ad una minoranza violenta, se no il '22 ritorna. Essere coscienti di essere classe, per farli identificare nella classe, recuperarli ad essa ed al suo ruolo dirigente e rinnovatore della società e dei suoi contenuti.
Proposte per la città dell'uomo
In zona 19 abbiamo mille occasioni che rappresentano possibili momenti di aggregazione e di scelta civile: la Cascina San Romano, la Cascina Bellaria e la Carsinetta di Trenno; il Monte Stella e il Parco di Trenno; il Centro Culturale Comunale di via Lampugnano; anziani e bambini a scuola; le donne e le future mamme al Consultorio; cooperative di produzione agricole, di servizi ed artigianali per i giovani.
1 - Le tre cascine sono nel parco di Trenno (o parco NordOvest). La Bellaria, la Carsinetta e la San Romano rappresentano un patrimonio culturale ed edilizio. Sono in mezzo al parco; quale futuro per loro e soprattutto quale uso farne o farne fare alla gente della zona e di Milano?
Cascina Beccaria
altri si colgono molte istanze positive, ma anche frustrazioni e demotivazioni. Qualcuno decide di rinunciare alla vita, qualcuno si isola, altri rischiano il coinvolgimento nel mondo della delinquenza. o la droga li "libera" dalle angoscie rendendoli schiavi. La società (termine troppo generico e vasto, purtroppo), vale a dire ognuno di noi, dal suo posto (operaio, impiegato, medico, insegnante, esercente, casalinga, studente, amministratore) deve farsi carico di questi problemi.
2 - Chiudiamo qui queste note. Si potrebbe cadere in "mode" di carattere sociologico. Pensiamo invece al "che fare?", senza farci prendere da manie di grandezza, ma ricercando insieme alcuni obiettivi minimi, che abbiano un significato ed una carica di ordine sociale.
La misura uomo nei nostro sistema molto spesso viene utilizzata male, solo nel momento produttivo; prima e dopo, se non si è tra i fortunati possessori di un reddito economico, e sociale e culturale alto, o si diventa come i bambini di Secondigliano e delle "favelas" di Rio, o come la Maria, 77 anni, che si è buttata sotto il metrò a Milano, a Parigi, a Londra, a New York.
"Che fare?"
proposte mortificanti i valori che devono, se non erriamo, essere alla base della vita di un popolo (eguaglianza, fratellanza, giustizia sociale, libertà dallo sfruttamento oltre che di espressione); perchè tutto questo è la dichiarazione di fallimento di una società che si è costruita sulla divisione del popolo (occupati e disoccupati; giovani e vecchi; femmine e maschi) una società che rischia di essere seppellita dai rifiuti che una sua parte — la non maggiore — produce e consuma. Riflusso nel privato? Anche quelli impegnati, quelli che hanno sempre fatto "politica", "sindacato", gli "operai sociali", i "capi?" c'è poco ricambio? Intanto i problemi s moltiplicano su se stessi; intanto le donne sono sempre emarginate, un poco meno, ma emarginate; i giovani lasciati. Isolati, autoemarginati, a se stessi; gli anziani messi da parte. Per i primi non c'è posto nella logica del profitto capitalistico; i secondi sono definiti non più in grado di produrre reddito; non servono, diamogli una sussistenza.
5 - Vediamo il degrado della città: strutture che vanno in decadenza; giardini e parchi che anche se soggetti a manutenzioni e pulizia "pubbliche" sono co-
Italia Nostra ha in corso una convenzione con il Comune per la San Romano. Il Consiglio di Zona ha chiesto e ottenuto di partecipare alla gestione del complesso che si pensa di attuare li dentro. E nel chiedere questo il Consiglio di Zona pensa alla possibilità di trasformare una parte della cascina in luogo di ricreazione, affidandone la gestione a gruppi di giovani e di anziani, che possono dedicarsi alla cura ed alla vigilanza del parco e della cascina.
L'Istitutore del territorio rurale previsto diventa allora un fatto vivo, di interesse per le scolaresche e per tutti i cittadini e non solo per gli studiosi della terra e dell'agricoltura.
La Bellaria: può essere recuperata in parte a stalla ed in parte, ad esempio, a centro apicolo (allevamento di api da miele): le api oitre che essere materiale
didattico per le scuole servono per la riproduzione dei fiori nel parco, più del vento che trasporta il polline.
La Carsinetta: si può vederne l'aggregazione con il Centro Culturale Comunale di via Lampugnano (a centro metri di distanza) e farla diventare un centro ricreativo e di appoggio per tutti i frequentatori del parco. O anche altre soluzioni si possono prospettare, purchè legate alla vita ed agli interessi dei cittadini della zona; soluzioni non mercificanti il tempo libero ed i momenti di aggregazione e nemmeno privatizzanti il patrimonio pubblico.
ll Centro Culturale Comunale (ex Centro comunitario di Trenno): più di 300 milioni di lire per la sua ristrutturazione, secondo quanto convenuto tra Consiglio di Zona e forze politiche, sociali e culturali di Trenno e del Gallaratese. La gestione dei suoi spazi (salone, cinema, teatro e musica; sale per riunioni, la biblioteca comunale, il gioco delle bocce. il bar, il giardino). Chi li gestirà insieme al Consiglio di Zona? Sarà un luogo di vita democratica che ognuno userà nel rispetto degli altri; un luogo che potrà essere il momento di incontro tra giovani ed anziani, i quali insieme ne avranno cura, difendendolo da velleitarismi e da ogni tentativo di farne una cosa "propria". L'esperienza ce lo ha insegnato gli anni passati.
2 - La non privatizzazione può essere assicurata da gruppi o cooperative di cittadini che si impegnano a gestire le strutture ed i contenuti, non solo volontariamente. ma anche con una salario (vedi l'esempio di Torino per gli anziani).
La chiave è qui dentro, nel rapporto con l'uomo.
La Lega dei pensionati, la Lega dei giovani disoccupati, i gruppi di ricerca territoriale degli studenti dei vari atenei (geografia, agraria, architettura, ingegneria idraulica, sociologia, storia), le associazioni ed i gruppi femminili, sono attori potenziali di una "Rivoluzione silenziosa" che permetterà la riappropriazione civile della città, dei suoi spazi, della sua socialità.
Così per la funzione degli anziani, sia davanti alle scuole, sia nell'assistenza ad altri anziani meno "in gamba", o come gestori di cooperative che affittano biciclette per visitare il parco. Così per il ruolo delle donne. che già hanno fatto l'esperienza della maternità in rapporto alle donne in prima gravidanza, per rimuovere quei tabù che tutti conosciamo essere presenti in questi casi (rifiuto, negazione del fatto, ecc.).
E per i giovani oltre che gestione di cooperative attività culturali, ricreative e turistiche, anche partecipare alla produzione agricola associandosi ai contadini cha ancora ci sono, trasformando le culture e, ad esempio, fornendo i prodotti alle scuole per le refezioni.
3 - Questi sono appunti per un dibattito, che però non vorremmo che restasse cosa da circolo culturale. Un dibattito che faccia da motorino di avviamento ad iniziative concrete. Cambiare verbo nel nostro modo di vivere: essere e non avere. Essere uomini con gli uomini per cambiare questa società.
Danilo PasquiníLa regione è latitante
L'assemblea popolare a Figino sull'inceneritore
1119 aprile scorso si è tenuta a Figino un'assemblea popolare, indetta dal Comitato di quartiere per fare il punto sulla situazione dell'inceneritore. Agli oltre cento intervenuti Fernando Mazzetti, a nome del Comitato di quartiere, ha spiegato le varie tappe della lotta condotta negli ultimi due anni contro l'inceneritore, l'esito dei molti incontri avuti con le autorità, quelli realizzati con il prof. Berrino dell'Istituto dei tumori per le analisi epidemiologiche e l'avvenuta costituzione della Consulta intercomunale contro l'inquinamento. Mazzetti ha anche informato che "l'inceneritore ha due linee predisposte per bruciare 10 tonn. di rifiuti al giorno; esso ne ha bruciato invece 20 al giorno". Subito dopo ha denunciato che nel corso del 1978, a Figino, su 27 gravidanze accertate 7 si sono risolte in aborti spontanei; le cirrosi epatiche sono state 5, rispetto alle 7 verificatesi nei 9 anni precedenti. Il relatore ha poi evidenziato il fatto che nel corso degli incontri avuti con le varie autorità politiche e amministrative, il Comitato di quartiere si è reso conto di esserci andato "senza una adeguata preparazione e quindi il Comitato in tali incontri non è stato in grado di avanzare proposte concrete". Per questo egli ha avanzato l'esigenza di costituire "un gruppo di lavoro che, in stretto contatto con il Comitato di quartiere" e con la Consulta, sia capace di formulare proposte per redigere un programma di interventi "capace di incidere nella realtà". Mazzetti ha poi proposto alla assemblea tre obiettivi da affidare a questo "gruppo di lavoro": 1) coordinamento tra i gruppi sindacali, politici, ecc. per sviluppare una piattaforma propositiva; 2) lotta all'inquinamento, mediante un controllo sistematico sulle attività dell'inceneritore, l'AMNU dovrà controllare l'abbattimento dei fumi dell'inceneritore e la qualità dei rifiuti da bruciare, nonché uno stretto rapporto con gli organi sindacali dei lavoratori dell'AMNU; 3) attraverso il Consiglio di Zona 19, chiedere un incontro con il sindaco di Milano, con l'ass. all'Ecologia Ferrarlo e con l'AMNU, per concordare un
programma di interventi atti a neutralizzare la pericolosità delle attività dell'inceneritore. Mazzetti ha denunciato, oltre al completo disinteresse della direzione dell'AMNU, anche il comportamento dilatorio dell'Ufficio d'Igiene di Milano, al quale sin dal luglio del 1978 furono inviati dei reperti per effettuare delle analisi delle "macchie gialle", apparse su piante e cose a Figino. I risultati di queste analisi si stanno ancora aspettando oggi, perchè ufficialmente "sono ancora in corso". I vari interventi hanno approfondito e allargato il dibattito; sulle 4.600 tn. di materiali di Seveso bruciati a Figino e le 4.000 tn. inviate nell'inceneritore di via Zama, è stato detto, gravi sono le responsabilità della Regione Lombardia. A questo proposito, unanimi sono state le accuse nei confronti della Regione che finora praticamente non si è mossa per intervenire sui problemi dell'inquinamento. Essa su questi problemi si è dimostrata latitante, sia sul piano legislativo, sia con i necessari e tempestivi controlli e con concreti interventi finanziari per opere di risanamento. Altri hanno sottolineato le gravi responsabilità dello Stato, ricordando come i 500 miliardi di denaro pubblico sono stati dissipati, in tempi non lontani quando era ministro DonatCattin, per favorire i privati che erano impegnati nella produzione delle bioproteine. Quindi la scelta ecologica, è stato detto, esige una scelta politica di fondo: la rinuncia al profitto di rapina! Diversi interventi, nell'approvare le proposte del Comitato di quartiere, hanno sottolineato l'esigenza di stabilire un saldo rapporto con la Consulta contro l'inquinamento. Il presidente della Zona 19, prendendo la parola, ha convenuto con Mazzetti circa la necessità di acquisire idee chiare di risanamento. Pasquini ha richiamato le gravi responsabilità della Regione, la quale "dal 1970 non ha fatto nulla" contro l'inquinamento. La Provincia e il Comune, "senza la delega per legge della Regione, possono intervenire solo nei ristretti spazi delle vecchie leggi".
Costituita la consulta intercomunale per l'ambiente
Si è costituita, con sede provvisoria presso il Consiglio di Zona 19 San Siro - QT8 - Gallaratese, la consulta intercomunale per la tutela dell'ambiente.
Vi hanno aderito, sin'ora, i Consigli di zona di Milano 18 Baggio - Forze Armate, 19 San Siro - QT8 - Gallaratese, 20 Vialba - Certosa - Quarto Oggiaro, i limitrofi comuni di Rho, Pero, Cornaredo, Settimo Milanese e l'assessorato all'ecologia del Comune di Milano (assessore dott. Ercole Ferrario).
E un primo passo per portare avanti in modo unitario la battaglia per il risanamento dell'ambiente, problema particolarmente sentito nella area di Nord - Ovest di Milano e comprensorio. La situazione in quest'area è preoccupante dato che allo sviluppo industriale e residenziale mai si è fatta corrispondere una politica di difesa dell'habitat Controllo degli scarichi industriali, aerei e liquidi, controllo e prevenzione dell'inquinamento del territorio a causa dei rifiuti solidi abbandonati, ecc. sono
provvedimenti ai quali si guarda solo da pochissimi anni. Inoltre le leggi regionali e nazionali sono scarsamente e malamente applicate.
La Consulta intercomunale ha fissato in tre punti i suoi obiettivi immediati di lavoro: una campagna di informazione sui problemi ecologici, in stretta collaborazione con gli organismi da base, dai Comitati di quartiere a quelli per la salute, agli organi collegiali della scuola, sindacati, partiti, associazioni culturali, sportive e ricreative; la costituzione di un comitato scientifico da affiancare alla Consulta intercomunale; pressione sulla Regione Lombardia perché metta in pratica le leggi per la tutela dell'ambiente, sugli scarichi industriali per la salvaguardia della salute dei cittadini.
Enti e organismi disposti ad unirsi in quest'azione sono invitati a prendere contatto con il Consiglio di Zona 19, dove la Consulta ha la sua sede provvisoria, in via Pogatschnig 34 - telefono 32.47.94.
Medicina è amore
L'idea che l'uomo non sia un mero accidente (benchè ognuno di noi abbia un paio di conoscenti che si meritano questo appellativo) ma parte integrante del cosmo e quindi soggetto alle leggi che lo regolano, è antica e nuovissima ad un tempo.
Il presidente della Zona 19 ha proseguito, "Così come lo Stato deve intervenire e non lo ha fatto, contro la "repubblica" dell'AMNU che è una "azienda autonoma", legiferando in materia.
L'AMNU è stata più volte convocata dal Consiglio di Zona, per gli incontri conoscitivi, "ma questa Azienda ha sistematicamente ignorato i nostri inviti".
L'assemblea, dopo avere approvato le proposte avanzate dal Comitato di quartiere, si è sciolta impegnando lo stesso Comitato ad attuare le iniziative decise.
g.b.
Antica perché sin dal IV° secolo a.C. in Cina venivano condotti studi su quanto il Campo Magnetico Pulsante potesse essere sfruttato (sic) a finalità terapeutiche; moderno perchè l'ideatore della Ronefor Terapia (al secolo Prof. Giovanni Fornero) ha raccolto il secolare, appunto, seppur ignorato dalla medicina occidentale, amo che l'Oriente aveva lanciato e ne ha carpito i contenuti pronto, peraltro, a svilupparli secondo l'apporto che il Suo pensiero poteva dare in questo campo.
Grandi precursori del Prof. Fornero quali Paracelso nel 1500, Messer 2 secoli più tardi e lo stesso Galvani sono stati osteggiati nei loro studi da una Chiesa che non ammetteva sentir ventilata l'ipotesi che esistesse una forza naturale che non fosse lo stesso "Dio" che si era creata a proprio uso, abuso e consumo. Il problema consisteva nel "come" trarre profitto da questa forza permeante l'Universo intero.
Apprendiamo che Don Remo Dominicis lascerà presto la Parrocchia di S. Romano perchè nominato, dai suoi superiori Parroco sempre a Milano ma in altra zona.
Al neo Parroco i cui interventi, anche polemici, abbiamo più volte ospitato và il nostro augurio per il nuovo incarico.
La Redazione
Paracelso lo risolveva in gran parte teoricamente, Mesmer applicando un magnete sulla parte lesa, Galvani conducendo sperimenti su fenomeni elettromagnetici del corpo animale. Unica controindicazione: la denigrazione "patologica" della Chiesa e della Medicina Occidentale del tempo. Oggi, grazie a Dio o a chi per lui, i tempi sono maturati e uomini quale il Prof. Fornero, coadiuvato nel suo lavoro di ricerca dal figlio Claudio e da un'equipe di infaticabili collaboratori, pur avendo pagato di persona (e il pagato va letto anche in senso venale) sono in grado di dare il proprio
contributo alla scienza o, meglio, a tutto il genere umano. Illustrare i dettami della Ronefor Terapia può apparire abbastanza semplice: il paziente sdraiato su un lettino è sottoposto alle cariche emanate da un cilindro che ripolarizza la cellula e consente all'organismo una rigenerazione che dall'80 al 100 per cento puà essere indicata quale soluzione ottimale.
Il corpo malato, sia per virus che per lesioni traumatiche, il cuo equilibrio naturale è alterato, viene così a recuperare l'omogeneità cellulare e si risana.
Non va dimenticato, per coloro i quali nutrissero illegittimi dubbi su quanto di cui sopra, che il grande filosofo A. Schopenhauer, in polemica su questo argomento con alcuni scettici interlocutori, sentenziò biblico: "Chi non crede nel magnetistmo non è un miscredente, è un imbecille". La Ronefor terapia come ci è dato modo di constatare dalla casistica, è particolarmente efficace nelle seguenti patologie: malattie dell'apparato locomore quali mialgie, lombalgie, periartriti, epicondiliti lesioni traumatiche e soprattutto nelle ferite, piaghe, ustioni e fratture, diverse tipologie delle malattie artro - reumatiche, malattie dall'apparto cardio vascolare, specialmente nelle vasculopatie e nelle ulcere torpide di varia natura, malattie della pelle nelle cure estetiche.
D'altra parte, la prima cosa che colpisce chi si reca nello studio medico sito in Via Manzoni n. 44 in Milano, non è solo la strabiliante e insindacabile percentuale di successi ottenuti, ma quanto ogni giorno il Prof. Fornero e il suo staff concretizzino le parole che Paracelso volle fossero incise sulla Sua lapide quale epitaffio e messaggio di continuità ad un tempo: "La Medicina è Amore".
Andy PinchettlSpesso ed in particolare in periodo di rinnovi dei contratti di lavoro o di campagna elettorale (ed oggi stiamo vivendo contemporaneamente entrambi i periodi) noi operai siamo oggetto di duri attacchi da parte del padronato, che, anche attraverso la sua stampa, cosidetta indipendente, ci accusa di assenteismo, di disamore del lavoro, di pretendere trattamenti economici troppo onerosi, di essere in poche parole la causa di tutti i mali dell'economia italiana.
Non starò qui a dilungarmi nel dimostrare quanto tali accuse siano gratuite e quanto poco riflettano la realtà perchè ritengo che i nostri accusatori già ne siano coscienti. Non voglio neppure negare casi, anche diffusi, di assenteismo operaio o di disamore per il proprio lavoro, ma, chiedo a me stesso prima
Come si vive in fabbrica
Una testimonianza di un lavoratore sulla realtà del grande stabilimento di S. Siro. Cosa non funziona? Assenteismo degli operai o della direzione?
che ai lettori, quali ne sono le cause? La scarsa redditività delle aziende è tutta colpa degli operai? Vi sono altre responsabilità? Padroni e dirigenti non sono mai assenteisti o disamorati al lavoro?
Cercherò di rispondere a tali interrogativi tenendo conto della realtà che un giorno dopo l'altro vivo nella Sit - Siemens, nella grande fabbrica a partecipazione statale che ha un suo stabilimento qui in Zona 19. in piazza Zavattari, e le cui perdite vengono pagate con denaro pubblico, con i soldi di tutti i cittadini, per intenderci.
Quello che più colpisce in questa grande industria è la sensazione che la direzione non si preoccupi molto del suo andamento, nè della sua reddittività, da ciò he deriva un certo malcostume di elementi che
UNA INIZIATIVA COMUNALE NELLA NOSTRA ZONA
Un parco nel parco
Immaginiamo che molti lettori, frequentatori abituali e no del parco di Trenno, si siano chiesti (se non lo sanno già) a che scopi sia rivolta la costruzione fra il verde del parco, non proprio al centro di questo, ma all'inizio, verso il bar cooperativa La Vittoria.
La costruzione è un parco giochi per bambini. t nato per iniziativa del comune di Milano ed è stato dato in gestione uno, avvenuto circa venti giara! Centro Milanese per lo ni fa con il Consiglio di Zona. Sport e I Ricreazione. Contri- Gli operatori appartengono buto comunale all'anno del ad una cooperativa di animafanciullo, questo parco giochi tori, il C.M.S.R. ne ha quindi è uno dei dieci che sono stati richiesto le prestazioni proprio costruiti a Milano, previo stan- perchè stimolino i bambini al ziamento di circa un miliardo. gioco creativo e di gruppo, al Nonostante sia già funzionar- contatto col verde ecc. te, il suo definitivo uso non è Attualmente il parco giochi stato ancora deciso: gli ope- è aperto tutto il giorno e vi soratori hanno per questo ri- no già bambini ed operatori. chiesto un incontro con i geni- Una lettera è stata spedita alle tori e gli insegnanti del Galla- scuole della zona perchè siaratese e di Trenno, dopo aver- no adeguatamente informate ne già sollecitato ed ottenuto su questa iniziativa comunale.
nulla hanno a che fare con gli operai. La direzione sembra vivere alla giornata, senza badare agli sprechi nè di materiale, nè di forza - lavoro. Ogni giorno elargisce centinaia di ore di attesalavoro e questa pratica da una parte incide negativamente sulla produzione, elevandone smisuratamente i costi, dall'altra avvilisce ovviamente ogni operaio cosciente, che vuole dare il suo contributo alla società e che non vuole che il suo sforzo quotidiano debba essere finalizzato soltanto a sanare, e magari neppure completamente, i guasti non soltanto materiali causati da tale malcostume e dalla cattiva organizzazione aziendale che la direzione dà alla Sit - Siemens.
IL RUOLO DEI SINDACATI
A più riprese il sindacato ha
cercato di intervenire per porre fine a tale situazione, che noi operai riteniamo insostenibile. Non sono cose che vado affermando per difesa di classe. È una verità che chiunque può controllare. Basti leggere i contratti di lavoro e le piattaforme interne, dove sempre si rivendica una organizzazione del lavoro che riesca a ridurre od addirittura ad annullare i tempi morti ed a far si che tutti gli operai siano effettivamente inseriti nel ciclo produttivo aziendale.
Mi sembrano discorsi concreti e responsabili; ma si ha l'impressione che non interessino la direzione, nè i giornali cosidetti indipendenti, sempre solleciti a dare ampio spazio a minoranze che mosse da interessi corporativi contestano le confederazioni sindacali, sempre pronti ad ac-
cusarci di assenteismo e di mille altre colpe ma avari di spazio quando dovrebbero informare i loro lettori e l'opinione pubblica delle insufficienze dell'attuale classe dirigente e delle proposte che responsabilmente noi operai e le nostre organizzazioni sindacali avanziamo, direi ogni giorno, preoccupati di salvare le aziende in cui lavoriamo rendendole produttive e competitive, anche sul piano internazionale, lottando perche non vengano relegate ad un ruolo puramente assistenziale nel quale oggi spesso sono costrette, in particolare quelle a partecipazione statale, i cui organici a volte sono stati artificiosamente gonfiati per fini clientelati.
Contro le nuove manovre del padrone
Si è tenuto verso la metà di maggio, un dibattito alla Sit Siemens per discutere sul problema del terrorismo. Tale incontro è stato sollecitato dal sindacato e dal comitato direttivo di zona F.L.M. il quale a causa delle continue violenze di cui la importante fabbrica è oggetto, sta conducendo a livello nazionale e di zona un'approfondita ricerca e analisi sul fenomeno dell'eversione violenta, "per individuare le iniziative che il sindacato deve assumere per lottare contro tale fenomeno". I primi risultati conoscitivi di tale indagine a livello di zona sono stati resi pubblici attraverso un documento diffuso dalla stessa F.L.M. di San Siro. Crediamo di far cosa utile ai lettori sintetizzandone i punti dl maggiore rilievo. In esso si sottolinea come Io scopo principale del terrorismo sia quello di creare un vuoto di partecipazione alla lotta nelle sue forme più democratiche, diffondendo, attraverso l'azione duramente violenta e elittaria, (il terrorismo infatti è opera di una rr\inoranza è può svilupparsi solo su un terreno di indifferenza alla vita sociale e politica) sfiducia in queste forme di lotta. Inoltre il momento storico in cui è ambientato non lascia dubbi, esso infatti na-
sce: "Puntualmente in tutti i momenti di crescita democratica, di mutamento dei rapporti di forza tra le classi, di messa in discussione del modo di dirigere lo Stato, di conquiste sindacali e di potere da parte dei lavoratori, nel tentativo esplicito di frenare ed ostacolare l'avanzata delle masse". È ulteriore prova della matrice politica da cui deriva, il suo ricorso ad alleanze con la malavita comune e con la delinquenza quando non si tratta addirittura della mafia come al sud. Il suo scopo diviene quindi ancora più chiaro se si comprende quali sono le conseguenze politiche della passività a cui sono sollecitate parte delle masse: "I tentativi repressivi e le soluzioni autoritarie". Nessun affidamento può quindi dare il presupposto ideologico da cui il terrorismo parte: esso è: "Semplificazione e stravolgimento del patrimonio ideologico e dell'esperienza storica del movimento operaio".
L'F.L.M. San Siro analizza successivamente la degenerazione, nel nostro paese, del sistema per troppi anni basato su una politica di interessi corporativi e clientelari che, sommandosi all'azione eversiva, formano la spinta continua al disimpegno,
alla fuga nel personale che non potendo mai essere, soprattutto per i lavoratori, distaccato dalla realtà sociale, rischia di essere pagato in arretramento politico: in una perdita delle conquiste sociali duramente ottenute in questi anni. Con questo disegno il terrorismo si rivolge prevalentemente alle fasce di popolazione più emarginate dal processo produttivo, non proponendo e inducendo a cambiamenti di esso, ma sollecitando a una violenza fine a se stessa, controproducente, la quale non potrebbe che rivoltarsi, come al solito, contro i più deboli. Nel documento della F.L.M. viene inoltre fatto notare come questo tipo di violenza, è storicamente dimostrato, sia per tipo e modi prettamente borghese, padronale. Appellandosi infine alla lucidità e alla consapevolezza politica (non ancora cosi disperse e confuse come spesso strumentalmente si tenta di far credere) dei lavoratori, invita ciascuno a considerare quella contro il terrorismo "una battaglia culturale quindi della classe contro il qualunquismo, la sfiducia, il cosidetto ritorno al privato, la droga; le forme di delinquenza spiccia e devastatrice".
pag. 6 - milano 19
UN'INTERVISTA ESCLUSIVA A DUE PERSONAGGI DEL MONDO DELLO SPETTACOLO
Nicola Arigliano e Fran co Cerri
Abbiamo davanti Nicola Arigliano e Franco Cerri: nessuno dei due ha bisogno di presentazione.
D. a Nicola — Di dove sei Nicola?
R. di Nicola — Ma, secondo quello che dicono, io sono nato in provincia di Lecce, a Squinzano, ma sarà vero?
D. a Nicola — Perché poni il punto di domanda al luogo dove sei nato?
R. di Nicola — Eh, non lo so! lo mi sono trovato catapultato mille chilometri più a nord di Squinzano e allora mi sono spiegato questo fatto quando mi hanno detto: "ecco, un meridionale!"
D. a Nicola — Nicola, cosa diresti ai tuoi conterranei se ti dovessero intervistare?
R. di Nicola — Per esempio, io direi a loro che il problema l'abbiamo qui; non al sud, qui al nord!
D. a Nicola — Perchè, qui, in provincia, o a Milàno?
R. di Nicola — Perchè noi abbiamo ancora il problema dell'inserimento sembra di no, ma è così.
D. a Cerri — Cerri, di dove sei?
R. di Cerri — Sono di Milano
D. a Cerri — Cosa ne pensi di questo giudizio drastico dato da Nicola ora?
R. di Cerri — Un po' fumoso e non tanto chiaro. Nicola — Perchè lui è lombardo! ma io sono meridionale e ne so qualcosa. Cerri — secondo me Nicola si parla addosso!
D. a Cerri — Franco Cerri, cosa si prova a fare l'uomo in ammollo?
R. di Cerri — Per la verità si tratta di uomo finto, in finto am-' mollo, la gente, anche quelli che sanno che io non sono in ammollo, evidentemente gode dell'idea che io lo sia veramente per cui anche quando sanno che non è vero continuano a pensarlo, e per tutti io continuo ad essere in ammollo. In realtà io sono seduto dietro a una vasca dove c'è dell'acqua che viene mossa e in sede di montag-
gio poi, con degli specchi, fanno dei giochi che portano a questo tipo di apparenza.
Nicola — Come dire che c'è il trucco, insomma!
Cerri — Sarebbe un po' come dire che c'è il trucco.
Nicola — lo la mia pubblicità la faccio a secco.
Allora, abbiamo davanti due figure pubbliche: Cerri, noto jazzista, noto anche per la sua pubblicità, Nicola Arigliano noto cantante legato ad ambienti meridionali in particolare, anche lui noto anche per ragioni pubblicitarie. Quindi vediamo le figure di Nicola e di Franco in privato rispetto a quello che pensano di cose che riguardano tutti noi. Un milanese e un meridionale quindi; una domanda al meridionale prima: perchè andiamo alle elezioni politiche oggi, secondo te, Nicola?
R. di Nicola — lo dico che questa qui è stata una cosa voluta da un certo partito; per esempio c'è uno di Ravenna, si chiama Zaccagnini, che dopo tanti convenevoli — ci vediamo, ci incontriamo — ha fatto finire così le cose.
D. a Nicola — Quindi la responsabilità delle elezioni anticipate su chi ricade?
R. di Nicola — D.C.: bianco fiore senz'altro!
D. a Cerri — La stessa domanda a Cerri:
R. di Cerri Beh! dopo una serie di voltafaccia verso il PCI era logico aspettarsi già da prima questo risultato; la cosa che mi fa più rabbia è che questo si intuiva già fin da molti mesi fa; non sta a me dire cioè chi ha provocato le elezioni, anche se lo intuisco; però è bene che sia accaduto e che finalmente si prenda una posizione ben precisa.
D. a Cerri — Franco, per quali partiti tu NON voteresti?
R. di Cerri — Ma insomma direi tutti meno uno; le motivazioni però è difficile elencarle tutte perchè si differenziano nettamente l'una dall'altra. Probabilmente per la mia mentalità non sarebbe mai necessario un par-
tito, perchè se tutti dovessero agire con onestà e lealtà e rispetto per il prossimo non ci sarebbe bisogno di partiti.
D. a Nicola — La stessa domanda a Nicola: ci sono partiti per cui NON voteresti?
R. di Nicola — Tutti meno uno.
D. a Nicola — Quali è perchè? Non rimaniamo sul generico.
R. di Nicola — lo parlo del mio lavoro; per esempio di quello che io faccio. Perchè devo andare a fare la pubblicità per guadagnarmi da vivere? Perchè, sennò, qua va sempre in onda la musica riprodotta su un nastro, e questo ti mette in condizioni di non lavorare più. lo, tutti quei partiti che tirano verso quella produzione cosidetta di consumismo eccessivo, anche musicale, io li scarto in blocco. lo sono comunista, PCI, Sezione Novelli di Milano. Gli spazi che concernono il mio lavoro devono essere fatti "vivolivo", in diretta, cioè; si tratta di lavorare e non fare finta di lavorare, perchè io ho dei diritti se ho una professione che mi consente di lavorare ogni giorno, perchè ogni giorno io posso dare qualcosa di diverso, di maturo, di nuovo.
D. a Cerri — Cosa dice Franco Cerri a chi vuol votare per i gruppi estremisti?
R. di Cerri — Dico che sono degli immaturi, perchè vivono ànche loro stimolati da una sorta di consumismo; seguirei poi un po' il discorso che Nicola ha fatto prima; nasce il consumismo: nasce l'avanguardia di conseguenza, tutto ciò che è nuovo e consumabile soprattutto, diventa anche avanguardia; poi c'è l'avanguardia seria ma, nel generale, diventa tutto un fatto di consumo che tende a eliminare tutto ciò che è accaduto il giorno prima per cui chi ha lavorato fino al giorno prima in una certa maniera, diciamo in primo piano, viene messo da parte anche senza essere stato utilizzato o conosciuto. Si fanno spazio le nuove situazioni che vengono proposte, sempre per ragioni di mercato, e che la gente non riuscirà mai a capire; la gente così non riesce a conoscere le cose nuove e le cose vecchie, perchè cambiano con una premura e con una velocità tale che non si ha il tempo di assorbirle; quindi si deve accettare in modo acritico tutto ciò che viene dato. Sono molto contrario a questo tipo di situazione anche perchè tende ad eliminare un criterio di informazione che è quello di cui la gente ha
Un voto per l'Europa dei lavoratori
E ora di cambiare, anche per ciò che riguarda l'Europa! Col 10 giugno i popoli dei 9 Paesi della Comunità Europea di cui l'Italia fa parte avranno l'occasione di far pesare col voto la propria volontà. Finora gli organismi dirigenti dell'Europa Unita hanno agito senza alcun effettivo controllo democratico e hanno favorito solo i Paesi economicamente più forti. Si sono affermati gli interessi dei maggiori gruppi finanziari, speculativi. industriali dell'Europa occidentale e degli Stati Uniti, nonchè quelli delle multinazionali. Facciamo anche un piccolo esempio a proposito della politica agraria comunitaria: essa ha finora favorito le produzioni continentali (cereali e bestiame), che sono le produzioni dei Paesi più forti, a scapito delle produzioni mediterranee (ortofrutticole, vino, agrumi). L'Italia paga questo
scotto e come al solito lo paga il meridione con milioni di quintali di agrumi lasciati a marciare sugli alberi o usati come concime. E poi paghiamo un kg di arance quasi mille lire!
Oggi tutto il sistema capitalistico mondiale è in crisi.
E questa crisi vogliono farla pagare ancora ai meno abbienti: agli operai, ai giovani disoccupati, agli emigrati.
Questo perché le forze di sinistra ed in particolare i comunisti sono stati esclusi fino al '69.
Il P.C.I. si batte cerche si superino le frontiere, per una effettiva distensione e pace mondiale, per una maggiore giustizia sociale e per l'avanzata del socialismo nella libertà e nella democrazia.
bisogno maggiormente: uno strumento che consenta di far scegliere, senza essere obbligati a farlo da un potere che gestisce queste cose. Questó continuo "rovesciamento di situazioni" crea una confusione; secondo questo modo condiziona alcuni giovani che cercano, data anche l'età, dato il momento di grosso disorientamento che si sta vivendo, la cosa più estrema. Alcuni ragazzi cercano così un nuovo punto d'appoggio che non è per niente tale, ma che dà loro l'impressione per cui tutto diventa "integrato nel sistema", anche il Partito Comunista; a un certo punto viene tutto considerato "integrato", facente parte di una società che non può più sopportare perchè borghese. Ancora poche domande; a poche settimane dal voto del 3 giugno e del 10 giugno, cosa dice Franco Cerri a tutti coloro — giovani e meno giovani — che ascoltano la sua musica?
R. di Cerri — Lasciatevi informare, dopodichè potrete scegliere; questo discorso vale per le elezioni e vale per la musica; io penso che il discorso si fa interno alla musica, alla cultura; in generale valga però anche per tutti gli altri settori della vita civile e politica: bisogna lasciarsi informare per poter essere in grado di scegliere, e quindi lasciarsi informare anche politicamente, per poter poi scegliere bene.
D. a Nicola — A Nicola Arigliano una domanda simile, con una piccola diversità: Nicola Arigliano ha un pubblico, ha un seguito più che altro, io direi, di amici, si tratta di decine, di centinaia, di migliaia di meridionali che sono immigrati in questi anni o in anni precedenti a Milano o in provincia; cosa dice a questi?
R. di Nicola — Cosa dico? Di
Noi comunisti ,lavoriamo:
- Per una politica di occupazione e di sviluppo
- Per la revisione della politica agricola comunitaria
- Per un riequilibrio tra paesi forti e paesi deboli
- Per la difesa e l'estensione della libertà
- Per un effettivo controllo sulle multinazionali
- Per la tutela dell'ambiente
- Per lo sviluppo dell'indipendenza dei paesi del terzo mondo
- Per un'Europa che sia sempre più l'Europa delle donne, dei giovani e degli anziani.
Per questo chiediamo il tuo voto e la tua partecipazione alle lotte per realizzare l'Europa dei lavoratori.
F.G.C.I. Zona 19
far mente locale perchè abbiamo molto Sud, ancora, che non ha preso conoscenza, speriamo che almeno noi che siamo qua, siamo riusciti a maturare politicamente, a prendere coscienza, a non fare come fanno in alcune provincie del Sud. Non dobbiamo farci condizionare dal prevosto che fa l'adunata. Questo non deve esserci. La fede lasciamola pure, però cerchiamo di non confondere la religione con la realtà politica.
D. a Cerri — Franco Cerri sull'Europa, quale Europa vuole Franco Cerri?
R. di Cerri — Anche se è un'utopia per il momento, sono per un'Europa fondata sull'unità dei popoli.
D. per quale Europa vai a votare Nicola?
R. di Nicola: Non per quella liberale e social - liberale?
181 milioni di EUROPEI eleggeranno i 410 membri del nuovo PARLAMENTO EUROPEO
Dalla fabbrica al parlamento
Intervista ad un operaio della Sit - Siemens, già consigliere della zona 19 candidato nelle liste del P.C.I. per la Camera
Renato Sala, operaio allo stabilimento di San Siro della SitSiemens, segretario della sezione Scoccimarro del P.C.I. della stessa fabbrica e già consigliere della Zona 19, di cui è stato anche coordinatore della Commissione lavoro e della Commissione casa, ora candidato nelle liste del Partito Comunista Italiano per le elezioni per la Camera dei deputati è qui di fronte a noi per rispondere ad alcune nostre domande.
Vista la sua doppia esperienza in fabbrica e nel Consiglio di Zona gli chiediamo per prima cosa quali sono i rapporti tra la fabbrica ed il territorio.
Tale rapporto, ci risponde, incontra dei limiti che debbono essere superati. È necessario annullare la separazione oggi esistente tra questi due momenti della realtà sociale stabilendo un intreccio maggiore, sensibilizzando maggiormente il territorio ai problemi economici, produttivi ed occupazionali e la fabbrica sui problemi del territorio, dato che dopo le 17 i lavoratori diventano anche cittadini.
E il Partito Comunista come affronta questo dualismo?
Per quanto riguarda il P.C.I., ci dice, lo sforzo che deve fare è di costruire un'attività articolata utilizzando uno strumento importante che è quello dei lavoratori comunisti, che hanno la possibilità di avere un collegamento capillare anche con le piccole e medie realtà produttive. Una Maggiore attenzione, prosegue, dovrebbe venire dalle sezioni del P.C.I. al lavoro del Consiglio di Zona e delle sue
commissioni sollecitando la partecipazione.
E il problema della casa? Come è vissuto nella fabbrica?
Il problema della casa è ovviamente uno dei problemi più impellenti vissuto con grande interesse anche all'interno della fabbrica, ci risponde Renato Sala e prosegue sottolineando come si è posta l'esigenza, sia come partito, sia come Consiglio di Fabbrica, di condurre una campagna di orientamento su tale tema mediante la promozione di assemblee e riunioni specifiche sull'argomento per discutere in particolare i problemi del canone sociale, per quanto si riferisce all'edilizia pubblica, e dell'applicazione dell'equo canone per quanto riguarda l'edilizia privata.
Quale significato ha la presenza operaia in Parlamento?
La presenza di quadri operai è senza dubbio qualificante per la natura stessa del P.C.I., che è il partito della classe operaia, ci risponde Sala, ma, aggiunge, il problema non è tanto la presenza di un operaio in più od uno in meno, il problema è che il Parlamento rappresenti la realtà sociale nazionale.
Il Partito Comunista, prosegue, ha presentato a Milano, come altrove in tutta Italia, delle liste prestigiose e qualificante appunto perchè in esse è rappresentata tutta l'articolazione del partito, con l'inserimento di specifiche competenze, che permetteranno al gruppo parlamentare comunista di affrontare seriemane e positivamente tutte le realtà del paese.
In Tutti i nove paesi che formano la Comunità Economica Europea, la condizione femminile è pressappoco la stessa. La maggior parte delle donne ha un'istruzione inferiore a quella degli uomini, ha scarsa preparazione professionale e quindi svolge attività di poca soddisfazione e di basso rendimento che lascerà presto, quando si sposa ha dei figli. In poche parole la donna viene preparata per l'uomo, mentre l'uomo viene preparato per la vita. Quando i figli sono grandi, la donne desiderano tornare al lavoro, ma sono considerate troppo "vecchie" dai padroni che propongono come alternativa, il lavoro a domicilio, il lavoro nero e sottopagato. In tutti i paesi europei la condizione economica della donna è quindi sempre di dipendenza dal marito e dai figli se non addirittura dalla pubblica assistenza. In tutta Europa però, il movimento delle donne è riuscito ad ottenere conquiste legislative per uscire dalla condizione di cittadine di seconda categoria. In questo senso la CEE ha svolto una politica interessante contro la discriminazione delle donne sul lavoro e nella vita in generale. Ha stabilito anzitutto che uomini e donne che svolgono un lavoro uguale, o di pari valore, devono essere pagati in modo uguale e ben sette paesi su nove — Ad eccezione dell'Italia e dell'Irlanda — sono stati denunciati per non aver adeguato le loro leggi al principio della parità di salario. Sempre la CEE ha poi varato la direttiva sulla parità di accesso al lavoro, all'istruzione, alla formazione professionale, vietando per esempio che le donne fossero licenziate in caso di matrimonio o di maternità, e che venissero usate contro di loro altre forme di discriminazione per quanto riguarda la carriera professionale e l'istruzione che le ha sempre relegate in scuole che le preparavano ai cosidetti "lavori femminili; cioè meno qualificati e meno pagati.
L'Italia si è adeguata alle direttive comunitarie con la legge di parità votata dal Parlamento nel dicembre del 1977, ma in realtà permangono, ancora e ovunque, discriminazioni palesi latenti contro le donne. Basti pensare al lavoro nero o a domicilio o al lavoro a tempo parziale che esse sono costrette ad accettare per mancanza di servizi sociali per bambini e vecchi. La grande colpa delle donne è quella di essere anche "madri", questo viene considerato ancora elemento di discriminazione e comunque affare personale delle donne, invece di essere considerato compito sociale
quello di assicurare il perpetuarsi della specie umana. Il PCI si è sempre battuto perché alla maternità sia dato valore sociale, ma certe mentalità, soprattutto padronali, sono ben lungi dal comprendere certi problemi sociali. Così la Confindustria, ad esempio, considera le assenze per maternità come "assenteismo!"
Il PCI si impegna a dare battaglia anche nel Parlamento Europeo su questi e su tutti gli altri temi che riguardano la parità sul lavoro, nell'istruzione e nella sicurezza sociale e per l'applicazione delle conquiste legislative ottenute in Italia e nell'ambito della Comunità economica europea. Con il voto dei cittadini per un Parlamento Europeo eletto a suffragio universale, incomincia un lento ma sicuro processo di democratizzazione della CEE, istituzione responsabile di molte storture nelle già difettose realtà nazionali del capitalismo occidentale, causate soprattutto dal sistema di verti-
ce che finora ha guidato le sorti della Comunità. Noi dobbiamo però credere nel voto che daremo e nell'istituzione alla quale tale voto è diretto perchè problemi gravi e secolari come quello della condizione femminile non possono più essere risolti dai singoli stati, come pure altri grandi problemi, come quelli della disoccupazione, dell'energia e della fame nel mondo.
Sen. Vera Squarcialupi Membro del Parlamento Europeo Gruppo Comunista
Nel Parlamento Europeo ci saranno 410 persone impegnate a lavorare per te.
Nbn è meglio che sia tu a sceglierle?
El cantón del barbee
La differenza
Ciao! Allora Donat - Cattin riuscirà ad avere la "spalliera di sicurezza?"
- EI g'ha paura de borlà giò dal sò cadreghin?
Ma no. È un suo modo di dire per chiedere agli elettori più voti per la DC e per i partiti minori per poter fare il governo senza i comunisti.
- Se t'avevi dit?
Pure Fanfani ha proposto ai socialisti di fare un nuovo centro sinistra.
- L'è robba veggia. Del rest anca el Fanfani l'è vecc. Saria ora de dagh el rugh... de mandai in pensión.
- Anche Piccoli dice che l'Italia è ingovernabile senza una forte DC e non vuole i comunisti nel governo.
-Oeuh puccianna! Se hinn sti comunista? Hin minga di lader! O forsi l'è propri per quest che la Democrazia Cristiana i e voeur minga al governo cònt le?
Ma no. Dicono che si tratta di incompatibilità ideologica.
- Ma che ideologica d'Egitt! L'è incompatibilità de manera de lavorà. Dam m a trà a mi. I vari Donat - cadin sidel ch'el sia, el Fanfani,i Piscinin, Stort. Malfatt e compagni bella voeuren minga stà conti comunista al governo perchè ghe toccheria lavorà sul seri. Te set che diferenza gh'è tra quei democristian lì e i comunista?
T'el disi mi. I comunista voeuren una manera noeuva de governà. Quei democristian lì, invece, voeuren continuà a spartiss la torta a la veggia manera. Pensegh su quand te vet a votà! Ciao, te saludi. el barbee
A SAN SIRO
La seconda Do cifre
Domenica 6 maggio si è svolta la seconda edizione della Dolci Tre, marcia non competitiva organizzata dall'assemblea dei genitori della scuola elementare L. Cadorna di via Dolci.
Il sole, insperato sino a qualche giorno prima, ha contribuito al pieno successo dell'iniziativa: oltre 1.300 partecipanti hanno allegramente invaso le strade limitrofe in un festoso carnevale di primavera. Bambini, genitori, adolescenti, lattanti, anziani, vecchi, cani. passeggini; tute, magliette, cappelli, scarpe ginniche, nuove e riesumate da cantine e soffitte; visi congestionati di chi, malgrado tutto, cercava la competizione ad oltranza; serenità atarassica e stoica da mal di piedi; passeggiate roussoviane di intere classi; saluti, rincorse, sorrisi, approcci più o meno timidi; affrettarsi per giungere in tempo ad appropriarsi della pizza; gioia per il dono sperato e sconforto nel constatare che, in un mondo di uguali, i grandi sono più uguali; interesse da Giro d'Italia negli anni cinquanta; sollecitudine indiscriminata e premurosa delle nonne, involontarie quanto curiose ed orgogliose spettatrici; distacco e sufficienza da "ci sono ma è come non ci fossi"; rivincita del sedentario contro il mito aborrito dell'auto; Milano primaverile, così bella quando vuole essere bella; assalto alla baionetta al posto di ristoro finale (anche perchè l'altro non c'era, ahimè); incetta di generi alimentari vari in previsione di una futura carestia; cartacce nel desolato cortile quando tutti se
n'erano andati; i soliti 8 fessi 8 di sempre con le scope in mano a restituire dignità alla scuola sconvolta dall'orda: questo ed altro ancora hanno fatto della Dolci Tre una festa di tutto il quartiere dove tutti hanno voluto partecipare, con la presenza, con l'aiuto, con i doni.
Almeno nelle intenzioni degli organizzatori tutti i bambini avrebbero avuto diritto ad un premio. Purtroppo un esasperato esercizio dell'arte di fare i furbi, così profondamente e radicatamente italica, ha consentito che alcuni, con il pettorale di adulti compiacimenti, si appropriassero di più doni ed altri restassero senza. Peccato.
Dalla ottocentesca tradizione borbonica abbiamo ereditato i privilegi dell'esercito di Franceschiello: lo stipendio col mugugno. Non stupisco. perciò, dei nasi torti e delle scontentezze sufficienti, A queste persone
non andrebbe mai bene nulla. E il solito sport di stare alla finestra ad esercitare critiche sterili e maldicenza. A loro l'invito a volere, l'anno prossimo, mettere a disposizione, attivamente, il loto ricco bagaglio di consigli ed aiuti.
Non posso qui ringraziare tutti: lo farò di persona e sul giornale della scuola. Alcuni ringraziamenti particolari vanno però fatti anche in questa sede.
Innanzitutto gli Spacci Alimentari S. Siro per la generosa liberalità con cui, ancora una volta, hanno allestito e gestito il posto ristoro, ricco alla dovizia. Poi i partecipanti, i bambini e gli adulti, gli insegnanti della scuola, il Direttore, alacremente presente anche a sorreggere l'urto della marea in assetata ricerca di regali, il capo dei commessi ed i suoi collaboratori, le classi 3° C della sig.ra Siciliani, 2° D della sig.ra Venturini, 2° G della
sig.ra Mazziotti e 2a H della sig.ra Galanti, le più numerose nell'ordine, la media Bottego e la scuola di via Paravia, prima e seconda tra le scuole esterne. Voglio, come presidente dell'assemblea, approfittare di questa opportunità per una tirata d'orecchi ai genitori: dove eravate, voi così numerosi alla marcia, dove eravate durante l'anno quando tenevamo le assemblee, quando cercavamo persone disposte ad aiutarci, ad impegnarsi. a collaborare nella scuola, con la scuola, per la scuola, al fine di migliorarla e di migliorare, in definitiva, l'opinabile futuro dei nostri figli?
La scuola cambia se noi che ne siamo parte cambiamo con essa ed aiutiamo chi al suo interno vi opera, per professione e vocazione, a cambiare con noi. La scuola, come il mondo, cambia partecipando ed agendo. Non ci sono altre ricette. Non
ce ne sono almeno in una società che non vuole abdicare al suo futuro di libertà.
Mario Guaglio Presidente dell'assemblea dei genitori
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SCUOLA ... E DOPO
Siamo sempre noi, i ragazzi della media sperimentale Gabrio Casati e ci troviamo sempre all'ufficio di collocamento. Nell'intervista pubblicata sullo scorso numero di Milano 19 abbiamo conosciuto l'opinione di un impiegato. Adesso ascoltiamo chi è costretto ad alimentare la fila quotidiana di tale ufficio.
Tra le code dei disoccupati
all'ufficio
di collocamento
Dopo esserci guardati in giro, dopo aver letto i manifesti attaccati ai muri dell'enorme salone e infine dopo aver tranquillizzato alcuni impiegati, dagli sguardi pieni di interrogativi avviciniamo *un signore sulla cinquintina dall'aria abbastanza sicura.
Gli chiediamo:
Da quanto tempo è disoccupato?
Sono a casa dal lavoro da una quindicina di giorni; è la prima volta che vengo in questo ufficio, perchè ho lavorato sempre per 33 anni.
Ha un titolo di studio?
Si, sono disegnatore meccanico.
Secondo Lei un tale titolo serve ai fini dell'occupazione?
Il titolo di studio ha valore solo se lo si sfrutta nel lavoro che si svolge.
L'ufficio di collocamento aiuta a trovare lavoro o è una perdita di tempo?
Con l'esattezza so che questo ufficio è l'unico posto a cui ci si può rivolgere quando si cerca un'occupazione. Conclusa questa intervista, osserviamo tutte le file alla ricerca di qualche giovanissimo. Qualcuno avvicina *un ragazzo e tutti lo seguiamo.
Da quanto frequenti l'ufficio di collocamento?
Mi sono diplomato programmatore elettronico nello scorso anno scolastico. Mi sono iscritto in questo ufficio in agosto e da allora lo frequento.
Ti serve avere il titolo di studio?
Mi sto accorgendo che ha scarsissimo valore.
Secondo te, questo ufficio aiuta a trovare lavoro o è solo una perdita di tempo?
Per me il reclutamento fatto tramite questo ufficio non è giusto in quanto non è efficace.
Quale modifica apporteresti?
Nessuna
Nel salutare il nostro intervistato, ci accorgiamo che alcuni nostri compagni stanno parlando già con una *signorina. Ci avviciniamo in massa
Da quanto tempo cerca lavoro?
Sono disoccupata da tre mesi. Ho sempre lavorato come venditrice.
Crede nel titolo di studio?
Oggi il valore del titolo di studio è relativo.
Sono convinta piuttosto che farsi una cultura sia una cosa necessaria e utile a livello personale.
Secondo Lei l'ufficio di collocamento aiuta a trovare lavoro?
Il reclutamento fatto da questo ufficio è inefficace. Avvistiamo un giovane sulla ventina e lo assaliamo.
Da quanto cerchi lavoro?
Il mio è un caso a parte. Ho studiato da perito meccanico di precisione, ho fatto il militare e da poco sono alla ricerca di una occupazione.
Secondo te, il titolo di studio ha un valore?
All'estero un titolo di studio ha tantissimo valore, in Italia serve a niente e a nessuno. È difficile trovare lavoro?
Secondo me, se ci si dà da fare il lavoro si trova. Basta cercare.
È di aiuto l'ufficio di collocamento in questa ricerca?
La funzione di questo ufficio è poco valida. Meglio lo statoscuola che c'era prima.
Conclusa l'intervista al "fresco militare" ci avviciniamo a una signora.
Da quanto tempo è disoccupata? Sono disoccupata da 9 anni perchè, dopo aver avuto dei bambini, sono rimasta a casa con loro.
Che lavoro svolgeva?
Facevo l'impiegata in contabilità.
Secondo Lei il titolo di studi ha ancora un valore?
Non so più a questo punto che valore abbia un titolo di studio.
L'ufficio di collocamento aiuta a cercare il lavoro?
Secondo me questo ufficio non è di grande aiuto. Sarebbe più giusto se uno cercasse un lavoro per conto proprio e non seguisse le graduatorie. lo, ad esempio, ho trovato un lavoro ma non posso andarci perchè in graduatoria ci sono gli altri prima di me.
Nel salutare la signora, notiamo un gruppo di nostri compagni bloccare un ragazzo all'entrata. Subito ci accodiamo.
Da quanto tempo sei disoccupato?
Sono disoccupato da circa 6 mesi e da 6 mesi frequento questo ufficio.
Hai mai lavorato?
Ho lavorato nei primi 3 mesi della ricerca, ma trattandosi di un periodo di prova, sono poi stato escluso.
Qual'è, secondo te, il valore del titolo di studio?
lo sono specializzato e credo
che ciò mi aiuti.
L'ufficio di collocamento aiuta nella ricerca del lavoro?
Secondo me, questo ufficio svolge una buona funzione. Passiamo a fare delle domande a una giovane signora che ci osserva con meraviglia.
Come funziona secondo Lei questo ufficio?
Questo ufficio non ha senz'altro una buona funzione: implica una trafila lunga in quanto si devono rispettare le graduatorie.
Lei ha un titolo di studio?
lo ho solo la 3° Media, ho lavorato solo da parrucchiera e vorrei fare solo la parrucchiera. Se tornasse indietro studierebbe o rifarebbe la stessa strada? Se potessi farlo, studierei anche perchè ne ho la possibilità. È stata una mia scelta non studiare.
Da quanto tempo cerca lavoro?
Aspetto il lavoro da un anno, da quando sono tornata da Foggia. Prima, infatti, mi ero trasferita nel Sud in seguito al matrimonio. Noto però che oggi è molto difficile trovare un'occupazione soprattutto per una donna sposata e con un figlio come me.
Questo ufficio l'aiuta nella sua ricerca?
Per me era più giusto il sistema di prima: ognuno si cercava il lavoro per conto proprio e chiedeva a questo ufficio solo il NULLAOSTA. Nel mio caso posso fare in questo modo anche adesso in quanto i negozi dei parrucchieri hanno pochi operai e, di conseguenza, possono fare la richiesta nominativa.
Se Le offrissero un lavoro nell'agricoltura, come si comporterebbe?
Lo accetterei volentieri
perchè la campagna mi piace molto.
L'intervista continua con un giovane (sui 25 anni) il quale sottolinea che mai accetterebbe un lavoro agricolo perchè non l'ha mai fatto e poi perchè non ha l'età per farlo.
Allora che tipo di lavoro cerchi?
Vorrei fare il cameriere come ho sempre fatto. Più avanti, poi, mi piacerebbe aprire un bar o un negozio per conto mio.
Da quanto tempo sei iscritto all'ufficio di collocamento?
Da dieci anni.
Questo ufficio ti aiuta nella ricerca del lavoro?
In un certo senso, si.
Secondo te, il titolo di studio è ancora importante?
Si, perchè esso, una volta trovato il lavoro, permette di fare carriera.
Fatti gli auguri al cameriere, ci avviciniamo a una giovanissima
Da quanto tempo sei iscritta a questo ufficio?
Mi stò iscrivendo in questo momento e spero di trovare lavoro al più presto.
Hai un titolo di studio?
Ho la licenza di 3° Media e frequento una scuola professionale per operatori d'ufficio. Vorrei, infatti, fare l'impiegata e spero, con questo diploma, d'inserirmi prima.
Parche vuoi fare proprio l'impiegata?
Non so cosa fare se non l'impiegata. Continuare gli studi non mi è stato possibile. D'altronde non mi dispiace l'idea di lavorare presto. Lo farei anche senza aspettare il diploma, se trovassi.
Come funziona la tua scuola?
È una scuola professionale per cui è gratuita. Dura 6 ore al mattino. Se fatta bene può dare qualcosa a chi vuole svolgere un
lavoro impiegatizio.
Accetteresti un lavoro agricolo? Si anche questo per cominciare.
E se fosse ben retribuito, lo accetteresti per sempre?
No, perchè non sono abituata.
Prima di andare facciamo le nostre domande a un giovane barbuto (sui 25 anni).
Secondo te, questo ufficio ti aiuta nella ricerca del lavoro?
Penso di si, perchè per essere assunto da una azienda si deve passare di qui. Hai studiato?
Si, ho la maturità scientifica. Se potessi tornare indietro, cosa faresti? Ristudierei.
Da quanto tempo sei iscritto nelle liste di questo ufficio?
Sto iscrivendomi oggi. Hai già lavorato?
Si, ma in modo precario. Trattandosi di lavoro nero, ho lavorato senza mutua e libretto. Che tipo di lavoro cerchi?
Devo premettere che a me piace fare l'insegnante e spero di poterlo fare dopo aver finito l'Università che sto frequentando.
Di conseguenza, io cerco un'occupazione per avere l'assistenza sanitaria e uno stipendio. Accetterei qualsiasi occupazione che non sia quella di sguattero nei ristoranti.
E se ti offrissero un lavoro agricolo?
Non lo accetterei in quanto io conosco la vita della campagna. Sono sempre vissuto in una zona di campagna in Piemonte e preferisco la vita della città.
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Meno sprechi più energia!
Una proposta di un lettore per un uso più razionale del calore prodotto dalla centrale termica di via Borsa
L'attuale crisi energetica, parte della più generale scarsità delle risorse, si manifesta attraverso costi sempre più alti dei combustibili, il che pone con forza il problema del loro risparmio, sia nei trasporti, che nella generazione di energia, che nel riscaldamento.
In quest'ultimo settore di impiego il risparmio può essere ottenuto utilizzando temperature più basse, riducendo i periodi di funzionemento ed aumentando l'isolamento delle case. Di questi interventi certamente i primi due non sono molto graditi al pubblico perchè diminuiscono il comfort invernale, e non è sempre facile ottenere una buona coibentazione nelle case già costruite.
Allora, una via più razionale è quella dell'aumento dell'efficienza degli impianti (il che vuol dire riuscire a spremere più roba dallo stesso chilo di gasolio).
Se ora consideriamo che bruciando il combustibile si ottengono temperature intorno a 1.500 gradi per poi scaldare acqua o altro a temperature intorno ai 100 gradi, si comprende quanto possa essere grande lo spreco.
E possibile invece, con impianti cosiddetti di co - generazione (in Italia molti impianti energetici industriali sono tali), sfruttare il salto più elevato di temperatura generando vapore che, mandato in turbina, genera energia elettrica e usare il calore di scarto del condensatore della turbina per il riscaldamento e la produzione di acqua calda. Oppure è possibile generare energia elettrica attraverso generatori Diesel e sfruttare per il riscaldamento il calore prodotto dal raffreddamento dei motori.
L'efficienza complessiva dell'impianto può così salire dal 35 per cento, tipico delle centrali termoelettriche, a quasi 1'80 per cento (perché anche il calore di "scarto" è ora considerato "roba buona").
Il nostro quartiere gode della prerogativa (purtroppo ancora rara in Italia) di avere un unico grande impianto centralizzato (centrale termica di via Appen-
Centrale termica di Via Appennini (Gallaratese).
nini n.d.r.); in termini tecnici il sistema è detto di tele - riscaldamento (o riscaldamento a distanza): il calore viene convogliato tramite fluidi (in genere acqua) a centri di utilizzo distanti anche dei chilometri.
Ciò fa sì che un intervento concentrato sulla centrale (nel senso di migliorarne l'efficenza) può avere benefici effetti economici su tutto il quartiere.
Una potenzialità di centrale di 45 milioni di Kcal /h (chilo calorie / ora) permetterebbe, secondo i tecnici, la produzione di qualche decina di megawatt elettrici (1 megawatt = 1 milione di watt), con lo stesso consumo di combustibile e con lo stesso comfort di riscaldamento per gli abitanti.
Musica e teatro per la zona 19
La commissione Cultura ha organizzato una serie di iniziative e di spettacoli nella zona, l'ultimo di questi è stato tenuto dal musicista e tenore Sergio Ortega al teatro della Coop. Lampugnano in via Diomede 62. Appoggiato dal chitarrista e lui stesso accompagnandosi con la chitarra ha interpretato canzoni popolari e madrigali della Spagna del VI, V, VI e VII sec. raccolte da Garcia Lorca, per finire con una bellissima canzone tratta da una poesia di Machado. Molti applausi e congratulazioni da parte di un pubblico se non folto però attento e interessato, e richieste di bis. Se una cosa dobbiamo lamentare di questa manifestazione alla quale si sono dedicati con passione i musicisti e gli organizzatori, è appunto la scarsa partecipazione dei cittadini
gnifica che calerebbe il costo dell'energia elettrica per gli abitanti del quartiere, certamente però tali impianti permetterebbero alla collettività di vedere i suoi costi complessivi aumentare meno velocemente in conseguenza di aumenti di prezzo del petrolio.
Il risultato finale, a prezzi di mercato dell'energia elettrica venduta, sarebbe, dopo 5 o 6 anni, quello di avere riscaldamento e acqua calda quasi gratis (rimarrebbe solo il costo di gestione della rete).
L'intervento può essere totale o parziale (ad esempio soltanto su uno o due gruppi); è comunque una decisione che verrebbe presa dopo considerazioni accurate.
Se tali modifiche venissero fatte, non dimentichiamo poi che l'eventuale eccesso di calore prodotto d'estate potrebbe essere usato per condizionare (attraverso il processo di "assorbimento") negozi, supermercati, scuole, chiese, stazioni di metropolitana, uffici, spazi pubblici, ecc.
La
a iniziative che come questa, tendono ad avvicinare al pubblico momenti della cultura poco conosciuti ma stimolanti e che non capita facilmente di poter avvicinare fuori dal centro della città.
Tanto più quindi, un'occasione da non perdere!
Ci rendiamo conto che la pioggia ha probabilmente tolto voglia di uscire di casa a molti, ma ci domandiamo quanto la naturale pigrizia e la televisione ci ostacolano nel partecipare ad avvenimenti che tendono a migliorare la nostra cultura, la nostra preparazione, i nostri rapporti personali?
Franca Salvarani Montaldo della commissione Cultura, Sport e tempo libero Nel titolo un momento dello spettacolo (foto Marco Minghinelli)
musica e i giovani
L'energia elettrica, previo accordo con I'AEM, può essere venduta sulla rete cittadina e ciò fa calare i costi complessivi di gestione dell'impianto. Ciò si-
Le possibilità reali ci sono, la volontà dei cittadini del Gallaratese potrebbe esprimersi in un incarico al Consiglio di Zona affinché vengano fatti passi concreti di sondaggio nei confronti dell'AEM e dell'Istituto Case Popolari.
F.F.Osservando la società, soprattutto attraverso i giovani, stiamo assistenco, in questi ultimi anni, ad uno straordinario e rapido cambiamento di gusti e costumi. Possiamo considerare storicamente il periodo passato, dove i giovani del dopoguerra passavano i giorni di festa allegramente all'aperto a danzare nelle balere accompagnati dall'orchestrina locale musiche tipicamente italiane, periodo felice poichè vedeva riuniti i giovani in gruppi assieme alle proprie famiglie serenamente in un quadro tipicamente italiano. Andando avanti con gli anni nasce la TV e naturalmente il Festival di Sanremo dove milioni di telespettatori sono coinvolti della gara dei nostri cantanti nostrani con tutte le esibizioni anche scandalistiche. I giovani si dividono i loro idoli e ne imitano le capigliature, gli indumenti, arrivando poi negli anni sessanta al fenomeno Rock Elvis Presley, che crea una nuova epoca musicale e di costume. Iniziano quì i veri anni dell'anticonformismo, i giovani si vestono con i blue jeans, le giacche di pelle nera, le grosse moto e i capelli lunghi lucidi di brillantina. Gli imitatori non mancano: Utile Tony, Bobby Solo, mentre sulla breccia le glorie della canzonetta italiana non lasciano Io scettro al nuovo gusto che si sta formando. Arrivano finalmente gli anni della contestazione giovanile, gli idoli Joan Baes, Bob Dylan ed altri. Anche da noi uno sconosciuto Herbert Pagani muove i primi passi con le sue canzoni di contestazione attraverso i circoli del PCI. Acquistano valore la prosa e i testi delle canzoni, mentre la musica è affidata alle chitarre, flauti, percussioni. Viene il rifiuto al modo di vestirsi bene e nasce un miscuglio di stili di gusti con molti colori mischiando il moderno agli anni 30 e stili orientali. Nasce la Pop music, i figli dei fiori contro la violenza. La musica si fa meno violenta e meno impegnata, ma più dolce e raffinata sulla scia delle canzoni venute da oltre Manica. Un nuovo complesso i Beatles crea scompiglio nei giovani modificandone i gusti e per diversi anni si trasformano in fanatici seguaci, si vestono come loro e nascono in questi anni i club musicali prendendo a simbolo questi idoli. Nel frattempo nascono le discoteche, luogo più moderno di danza, con strumenti elettronici raffinati, nastri e cassette di musica, molte luci colorate, è la fine delle sale da ballo nostrane e dei piccoli complessi. Nascono una
miriade di complessi spettacolo ad imitazione di quelli più noti, creando mode strane e musiche con effetti elettronici.
I giovani si fanno intenditori delle nuove musiche, dei complessi, di un infinito numero di nuove danze nate con la moda, insomma è una frenesia continua di mode e costumi nei quali i giovani vengono coinvolti passivamente o volutamente senza dare un contributo con il proprio pensiero. Anche i complessi che sorgono devono essere sempre più alla moda sia nel vestire che negli strumenti musicali corredati dalle tecniche elettroniche più moderne. Avere un orchestrina non è più un divertimento fra giovani ma un lusso molto costoso. Le belle feste popolari sono finite, i giovani cominciano ad isolarsi dalla vita di gruppo e dalle contestazioni. La musica, fino a ieri mezzo popolare nei giovani non è più tale. Anche coloro che furono i portabandiera musicali delle contestazioni ora eseguono canzoni industrializzate.
Assistiamo da ultimo al fenomeno di Travolta , del complesso Bee Gees. Ancora una volta nasce industrialmente un fenomeno musicale. I grossi big americani hanno capito che i giovani hanno bisogno di idoli, di scuotersi dai fatti del mondo, dalla violenza e che li riunisca in una festa comune senza impegni politici: I giovani con i giovani per i giovani allegramente in pace.
Si rispolvera il vecchio Rock, creano un nuovo mito certamente inferiore a Presley. Le nuove generazioni riscoprono ciò che era già nel passato e con rinnovato entusiasmo lo rendono vivo, stiamo assistendo ad un nuovo fermento nella gioventù. Ma è veramente sentito? È stato utile questo Travoltismo? O è un fatto puramente industriale? Certamente ha influito molto sui giovani, forse ritorneranno ad essere insieme come un tempo, più spensierati in chiave moderna o è solo una moda? Si è anche assistito all'apertura dello Studio 54 imitando l'omonimo di New York, ma mi domando: la nostra gioventù di nostro tipicamente nostro, noi che passiamo per geniali e versatili, che cosa propone e che cosa rimarrà nella storia del costume musicale italiano, solo delle imitazioni?
Plor Giuseppe CoràPOBBIA 99
Eugenio e Renato Anzaghi
Avevamo ragione ma non ce ne rallegriamo
La condanna del preside da parte della magistratura conferma l'esistenza nell'Istituto Tecnico di via Paravia del clima di intimidazione e di repressione più volte denunciato
Eppure, non ci sentiamo affatto contenti.
Uno dei nodi che rendevano ingarbugliato quel "brutto pasticcio di via Paravia" che è l'ITIS G. Galilei, è venuto al pettine. Come avrete certamente saputo dalla stampa cittadina, il Preside del Galilei è stato condannato ad un mese e venti giorni di prigione ed alla interdizione provvisoria dai pubblici uffici per la durata di un anno, per omissione d'atti d'ufficio. Assieme a lui è stata condannata anche la segretaria economa della scuola a venti giorni di reclusione. No, questa notizia non ci ha affatto rallegrati.
Il motivo della condanna è presto detto: il preside si è rifiutato per ben due anni e mezzo di riconoscere il diritto di una somma di liquidazione spettante ad alcuni lavoratori dipendenti. Guarda caso questi lavoratori erano iscritti al Sindacato CGIL-CISL-UIL.
Se ben ricordate nel numero d'aprile di questo mensile avevamo denunciato la situazione al Galilei e avevamo detto la nostra preoccupazione.
Quella della discriminazione nei riguardi dei lavoratori democratici e particolarmente nei riguardi dei lavoratori iscritti ai sindacati confederali e dei comunisti era cosa per noi intollerante.
Avevamo anche denunciato il clima di intimidazione e di repressione nei riguardi non solo del personale docente e non docente, ma cosa gravissima, nei riguardi degli studenti. Avevamo anche espresso seri dubbi sulla capacità educativa del Preside.
Ebbene, vi confessiamo che speravamo ardentemente di essere smentiti. Speravamo che qualcuno al Galilei s'offendesse e ci rispondesse per le rime.
Speravamo anche di essere invitati a renderci conto di persona che, invece al Galilei non vi era alcuna repressione né odiosa discriminazione, ma (Aie era una scuola moderna, democratica e al passo coi tempi. Invece nulla. Silenzio assoluto.
E' invece arrivata la conferma che, purtroppo avevamo ragione. C'è venuta dalla Magistratura: la condanna.
Credeteci, così come non siamo affatto stati felici quando abbiamo saputo che un Presidente della Repubblica doveva andarsene ed un Ministro doveva andare in galera, ma ci siamo sentiti tanta, tanta nausea, anche in questo caso, credeteci non ci sentiamo proprio contenti.
Renato Cordera Segretario della Sezione Fornasari del P.C.I.
O. S. Leonardo interno via Appennini
Nel numero di aprile di Milano 19 avevo pubblicato una lettera del Comitato inquilini S. Leonardo, che denunciava il mancato inizio dei lavori di manutenzione del quartiere. Nella stessa occasione ci eravamo impegnati a ritornare sull'argomento sentendo anche in proposito i rappresentanti della pubblica amministrazione. Per assolvere a tale impegno ci siamo rivolti all'assessore all'edilizia popolare ed urbanistica Gianfranco Rossinovich, il quale ci ha informato che per quanto riguarda i lavori principali (le colonne, ecc.) il giorno 10 maggio la commissione ha nominato il direttore dei lavori, il giorno successivo si è proceduto alla firma del contratto con la ditta appaltatrice (la ditta Piazza) e la settimana seguente si è proceduto alla consegna dell'atto formale.
Secondo quanto abbiamo appreso dalla segreteria della presidenza dello IACP, nella prima decade di maggio si è svolto l'appalto dei citofoni, aggiudicato alla ditta Bravi e Subinaghi di Lodi, con il ribasso del 5 per cento.
I Lavori, ci ha detto l'assessore Rossinovich, potrebbe avere inizio nel giro di un mese in quanto i tempi burocratici prevedono 25 - 30 giorni di tempo per il perfezionamento del contratto.
E per quanto si riferisce alla commissione popolare di controllo proposta nel corso di una seduta al Consiglio di Zona 19?
Lo IACP, ci ha detto Rossinovich è d'accordo perchè essa venga nominata. Spetta ora al Consiglio di Zona costituirla tenendo conto che il numero dei suoi componenti deve essere forza-
tamente contenuto in quanto una commissione troppo numerosa che si recasse nei cantieri rischierebbe di intralciarne i lavori. È comunque importante questa decisione dello IACP, perchè è il segno che si sta passando dalla carta alle opere effettive.
E per quanto si riferisce alla chiusura dei portici?
Si tratta di un problema che deve essere esaminato nel suo complesso e ciò potrà essere fatto soltanto quando ci verranno indicate le precise utilizzazioni cui si intendono destinare gli spazi ricavati, ha risposto l'assessore Rossinovich. Questo, ha aggiunto, anche perchè, per evitare inutili sperperi di denaro, è necessario sapere prima ancora di iniziare i lavori, quali sono gli allacciamenti e gli altri servizi da attuare.
5° trofeo anni verdi
GRANDE GIORNATA DI SPORT sul campo S. LEONARDO il
no 8 aprile 79.
Si è svolta la finale e la premiazione del 50 TORNEO "ANNI VERDI" Torneo organizzato nella Sede della Polisportiva S. Leonardo - via Appennini, 41 dal G.S.M. "ANNI VERDI" gruppo nato un anno fa e formato da diverse Società Sportive di Milano e hinterland. Questo Torneo arrivato alla 5 edizione ha visto una partecipazione di ben 36 Società:
SS. ALCIONE - US ATLETIC -
SS. BAGGIO 110 - A.S. BARONA -
C.S.C. BARONI - A.C. BOYS LOMAZZO - CENTRO SCHUSTER -
S.S. CESANESE OLIMPIA - U.S.
CORSICO - A.C. CORVETTO -
G.C.G. FATIMA - G.S. GIOR-
GELLA - G.S. GIUSSANI - A.C.
GOBETTI - U.S. JUNIOR - A.S.
LA NEGRELLI - A.S. LA ROSSA -
POLISPORTIVA S. LEONARDO
G.S.G. LA SPEZIA - A.C. MA-
CALLESI - A.C. MILANO NORD -
G.S. MISSAGLIA - G.S. MUG-
GIANO - U.S.PONTESESTESE -
U.S. PASUBIO - POLISP. QUIN-
TO STAMPI - A.C. RIZZOLI - A.C.
ROZZANO - G.S.S. AMBROGIO
solventi, vernici e affini
II° - U.S. S. LUIGI - cir. F. SANTI G.S. S. RITA ISOLABELLA - S.S. SAVORELLI - S.S. TESSERAA.C. TREZZANO - U.S. VISCONTI.
Sul campo si sono presentati 2400 atleti in divisa sportiva dagli 8 ai 13 anni ed in una coreografia meravigliosa hanno sfilato festosi. Diverse autorità cittadine fra cui il Sindaco Tognoli, l'Assessore allo sport hanno premiato con diplomi - targhe - coppe tutti i ragazzi - dirigenti - allenatori - arbitri ecc.
Polisportiva S. Leonardo
I BASSI DI NAPOLI A DUECENTO METRI DA CASA
Ancora senza casa
gli abitanti della cascina Cottica
degli anziani, sono passati all'offensiva pubblicizzando il loro dramma con ogni mezzo, rivolgendosi anche al Consiglio di Zona in cerca del suo appoggio. Il problema da risolvere è quello di trovare gli appartamenti per le 28 famiglie e i locali per chi fa un lavoro in proprio.
Sullo scorso numero di aprile i lettori di Milano 19 hanno potuto leggere un articolo sulla insostenibile situazione in cui vivono gli abitanti della Cascina Cottica. La Cottica è una costruzione che si affaccia sulla via Trenno le cui condizioni sono pietose: muri pericolanti, tetto in più punti aperto da cui entra copiosa l'acqua quando piove, appartamenti di 20 - 25 m2 in cui vivono anche sette persone, mancanza di acqua, di riscaldamento, di servizi igienici.
Ovviamente una situazione come questa i 91 abitanti della Cottica non potevano subirla ancora per molto. Dopo aver trascorso quest'ultimo inverno in condizioni tremende soprattutto per la salute dei bambini e
L'assessore all'edilizia popolare Rossinovich si era impegnato entro il prossimo inverno a trovare un alloggio per tutti i nuclei famigliari e una sistemazione appropriata per i commercianti.
Sembrava che tutto si potesse risolvere per il meglio quando ecco complicarsi il problema: per lavori di fognatura è stato necessario fare degli scavi nei pressi della Cascina Cottica. Questi scavi hanno irrimediabilmente influito sulle già deboli strutture dello stabile rendendo definitivamente inabitabili ben sette appartamenti come è stato poi accertato dal perito inviato dal Comune.
Perciò da un giorno all'altro sette famiglie si sono trovate senza casa.
Il consiglio di zona e l'amministrazione comunale si sono dati da fare per cercare una sistemazione provvisoria alle sette famiglie, in un albergo in Piazza-
NELLA NOSTRA ZONA
/514mbrosiana u t o s.r.I.
le Accursio durante il periodo necessario alla commissione comunale per l'assegnazione degli alloggi, per vagliare le domande e trovare degli adeguati alloggi. Le sette famiglie invece, pensando che quella dell'albergo fosse una manovra dilatoria dell'amministrazione comunale. hanno occupato la ex scuola materna di via Betti 39 al Gallaratese, nella quale deve essere aperto, entro breve termine, un centro socio sanitario per il consultorio. l'assistenza agli anziani ecc...
La proposta delle sette famiglie è di fare avere una casa dello IACP o del comune subito, non solo a loro, ma a tutti i ventotto nuclei famigliari della Cottic a.
Su questo problema è stato distribuito all'inizio del mese di maggio un volantino firmato da quattro sezioni del PCI (Di Vittorio, Luglio 60, Ragionieri, Oriani), in cui si affronta in concreto la complessa realtà messa in luce dall'occupazione dell'ex scuola materna da parte delle famiglie che non potevano più continuare ad abitare nella fatiscente cascina.
Le famiglie, probabilmente consigliate da chi non sa far altro che creare problemi alla
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giunta comunale, occupano ancora la scuola materna.
Nel documento diffuso dalle sezioni del PCI si rileva che tale metodo di lotta non risponde agli interessi degli occupanti, che hanno diritto al più presto ad una sistemazione dignitosa, e neppure a quello degli abitanti del Gallaratese che, al momento, si vedono privati dell'edificio di via Betti, dove tra l'altro dovrà essere istituito il secondo consultorio della zona 19, dopo quello già funzionante di via Albenga.
Per queste ragioni i comunisti
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del Gallaratese, del QT8 e di Lampugnano, invitano nel loro volantino, gli abitanti della Cottica ad unirsi agli abitanti delle case degradate di vie Rembrandt, via Gianicolo e via Pinerolo, per avere al più presto gli alloggi risanati, per la realizzazione dei servizi previsti nella materna di via Betti, per la demolizione della Cottica e la immediata ricostruzione di nuovi alloggi e degli spazi per le attività artigianali che ora la cascina ospita.
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