Un bilancio per tre anni
Scarsa la partecipazione dei cittadini. Forse manca ancora una precisa e diffusa presa di coscienza del diritto-dovere di ciascuno di contribuire alla formulazione di questo documento fondamentale per la vita della zona. Posti in rilievo i problemi del S. Leonardo.
Per preparare il suo bilancio, che da quest'anno non sarà più annuale, ma coprirà un arco di tempo di tre anni, 1981-82-83, il Consiglio di Zona 19 ha indetto una seduta aperta alla partecipazione delle componenti sociali, politiche, economiche e sindacali al fine di poter meglio interpretare le esigenze della nostra circoscrizione.
Purtroppo, lo dobbiamo dire con amarezza, la partecipazione di tali componenti è stata assai scarsa, forse perchè non è ancora acquisita da tutti la cognizione di essere cittadini e non sudditi, quindi partecipi della vita pubblica, responsabili delle scelte che ci coinvolgono individualmente e tutti assieme. In pratica gli interventi si sono limi-
PRESENTATI I PROGRAMMI DEI
DIPARTIMENTI
Tracciano le linee lungo le quali l'organismo del decentramento della nostra circoscrizione intende muoversi nei prossimi anni.
tati a tre: la sezione Ernesto Ragionieri del P.C.I., che ha esposto i problemi del quartiere S. Leonardo e le richieste dei cittadini che vi abitano, l'Unione Artigiani ed il CUZ S. Siro.
Per quanto si riferisce al S. Leonardo la sezione Ragionieri si è fatta portavoce delle esigenze che possono sembrare minimali, ma che sono molto sentite tra gli abitanti di quel quartiere.
In primo luogo la Casa Albergo. È costata qualche miliardo — ha detto Taormina che parlava a nome della Ragionieri — ed ha suscitato non poche polemiche tra gli abitanti del quartiere ed in primo luogo tra gli abitanti delle torri che vi stanno di fronte, ma finora tale struttura non è stata utilizzata. Per quali motivi? Può
VERTENZA RISCALDAMENTO
Lo I.A.C.P.M. non prende atto degli errori
Intensificata la lotta nei quartieri.
Dopo l'aumento di L. 2.000 al mq. per il riscaldamento i Sindacati Inquilini con la Federazione
Unitaria CGIL - CISL - UIL hanno aperto una vertenza per verificare i costi reali e per imporre una gestione del servizio chiara, rendicontata e controllata dagli inquilini e dalle loro Organizzazioni Sindacali ed infine per realizzare un piano di risparmio energetico.
Lo I.A.C. P.M. di fronte alla presa di posizione dei Sindacati istituiva a novembre una "Commissione" di controllo dei costi e si impegnava a studiare con le OO.SS. un programma per risparmiare energia.
Dai controlli delle gestioni degli appalti della la zona sono state scoperte grosse carenze amministrativo - politiche: la cifra richiesta agli inquilini comprende voci che NON VANNO PAGATE (ammortamento impianti - manutenzioni straordinarie ecc.)
gli appalti risultano più cari e peggiori di quelli che ci sono nelle case private.
Nonostante ciò l'Istituto ha deciso di non ridurre i bollettini Gennaio - Febbraio - Marzo e cerca di coprire gli errori fatti con i probabili aumenti sul combustibile.
Su queste questioni si è tenuta il 16.1.81 una assemblea presso la scuola elementare di via Borsa da cui è emersa la volontà degli assegnatari di appoggiare i Sindacati nella loro vertenza nei con-
fronti dello IACPM e di continuare nel contempo l'autoriduzione dei bollettini.
È stata altresì indetta per il 4 febbraio una conferenza stampa per illustrare i motivi della vertenza e per chiedere al Presidente dello IACPM Abbondanza di fornire conti precisi e verificabili sulle spese relative al riscaldamento.
Antonino Nativo
essere, come ha sostenuto più tardi il consigliere Monzeglio, che la sua realizzazione non fosse supportata da una reale esigenza dell'utenza e se così fosse sarà necessario, per il futuro, insistere per una azione di accertamento della domanda e di programmazione più approfondita; ma per l'oggi? Non si può lasciare inutilizzata una struttura realizzata con il denaro di tutti i contribuenti!
Viabilità e verde pubblico
Lo stesso discorso vale per i campi gioco di via Falck, da tempo realizzati e non ancora utilizzati, mentre non è ancora stata avviata la sistemazione dell'area tra le vie Appennini, Falck e Borsa, che dovrebbe essere sistemata a verde, come già preventivato nel bilancio di zona del 1980, e dove, secondo le indicazioni della sezione Ragionieri, si potrebbero realizzare delle strutture coperte per il tempo libero, che possano essere utilizzate anche nei mesi freddi da giovani, adulti ed anziani.
Altra questione è quella della viabilità, ed in primo luogo la necessità di provvedere all'asfaltatura di circa 150 metri di strada sterrata che congiungono via Borsa alla scuola Alex Visconti e che nelle giornate di pioggia si trasformano in un mare di fango rendendo disagevole il percorso ad alunni e genitori che numerosi li utilizzano ogni giorno. segue in ultima
IN VIA RICCIARELLI A S. SIRO
I programmi per i prossimi cinque anni di lavoro sono stati presentati in Consiglio di Zona 19 dai dipartimenti Territorio e Programmazione economica, che raggruppano il primo le commissioni Pianificazione territoriale, Casa e Concessioni Èdilizie - Manutenzioni e Demanio ed il secondo le commissioni Bilancio - Problemi economici e Commercio - Carovita.
Il terzo dipartimento, quello delle Gestioni Sociali, che raggruppa le commissioni educazione - Servizi Scolastici, Igiene - Sanità - Servizi Sociosanitari e CulturaSport - Tempo Libero, di fronte all'impossibilità di predisporre un programma definitivo quinquennale a causa della mancanza di elementi conoscitivi per definire la futura Unità Sanitaria Locale, ne ha rinviatd la stesura, limitandosi alla definizione di una bozza programmatica valida per i prossimi mesi.
I due programmi e la bozza (che pubblichiamo integralmente all'interno alle pagine 6 e 7) pongono in rilievo la necessità di stabilire sempre più stretti rapporti con gli abitanti della zona e di accrescere il dibattito al fine di giungere ad un utilizzo pieno e corretto del patrimonio e dei servizi pubblici esistenti e di individuare le eventuali necessità di crearne dei nuovi.
Con questa programmazione il Consiglio di Zona 19 va assumendo sempre più una precisa funzione di Ente Locale, proponendosi come valido strumento per ridare fiducia nelle istituzioni e facendo un qualificativo passo avanti verso la municipalità nella prospettiva di una Milano intesa quale moderna area metropolitana.
Proteste dì cittadini per l'apertura della discoteca
Una petizione di negozianti del quartiere che chiedono la destinazione dell'ex cinema Alpi ad usi sociali.
La questione della discoteca realizzata nella struttura dell'ex cinema Alpi di via Ricciarelli, a S. Siro, continua ad essere di attualità per gli abitanti del quartiere. Questa volta a rinfocolare le polemiche e le proteste contro la sua apertura sono state due feste per soli "invitati" che si sono svolte nel locale nel le sere di venerdì 16 e sabato 17 gennaio, al termine delle quali alcuni partecipanti avrebbero suonato, a tarda notte, i campanelli delle case vicine e disturbato vari cittadini, che si sa-
rebbero visti costretti a chiamare le forze dell'ordine.
In seguito a tale episodio la sezione Bottini del PCI e il Circolo Lenin della FGCI hanno diffuso un volantino nel quale é scritto:
"Il PCI, insieme ad altre forze politiche, sociali ed a cittadini del quartiere, da oltre un anno si é opposto alla trasformazione dell'ex cinema Alpi in discoteca (assemblee pubbliche, petizione popolare presentata in Consiglio di Zona ed in Comune). Il Partito Comunista Italia-
no é contrario all'apertura della discoteca perché essa può rappresentare un momento di aggregazione di attività equivoche (spaccio di droga e violenza organizzata) e perché non risponde ai bisogni ed alla volontà del quartiere. Infatti con l'apertura del locale "invitati" della discoteca hanno nei giorni di venerdì 16 e sabato 17 gennaio, suonato i campanelli a tarda notte, disturbando i cittadini del quartiere e costringendoli a chiamare le forze delsegue a pagina 11
in
DIRITTO ALLO STUDIO RIPARTITI I FONDI Figino UN CONTENITORE PER MOLTI USI LA REALTA' COME SPETTACOLO RUBRICA PER LA SALUTE ALCOOLISMO UNA DROGA CHE UCCIDE RISPOSTA AL PRESIDENTE DELLO I.A.C.P.M. ANNO V - N. 2 - Febbraio 1981 MENSILE DI INFORMAZIONE POLITICA E CULTURA L. 300
questo numero
IN PREPARAZIONE AL CONSIGLIO DI ZONA
Quando si ha un figlio handicappato ...
Cari amici, stamattina pensavo al miniritiro di quaresima, a come prepararci e ho pensato istintivamente alla Via Crucis. miei pensieri allora sono tornati indietro nel tempo quando qualche volta prendevo il pullman della scuola con Tonino per andare a Goria a parlare con i suoi insegnanti. Forse non riuscirò a dire e a spiegarmi come vorrei ma tenterò di farlo. Salivo sul pullman e qualche bambino c'era già, magari messo per traverso sullo schienale con la testa ciondoloni, il cinturone allacciato alla poltrona, la bocca atteggiata ad un sorriso. È impressionante pensare al loro modo di accapparrarsi l'attenzione o il cuore degli altri sorridendo. Il pullman doveva percorrere un dato percorso ed era lungo. Lungo o forse a me sembrava tale perchè ad ogni fermata il mio cuore si riempiva d'angoscia. C'era sempre una mamma in attesa del pullman col figlio per mano ma il più delle volte in braccio perché impossibilitato a camminare. Subito l'accompagnatrice scendeva loro incontro ed aiutava il bambino a salire o se lo prendeva in braccio. Lo sistemava, se non poteva farlo da solo, sul sedile con gesti materni e accorti, gli parlava, scherzava con lui. Chi poteva parlare anche con suoni gutturali o poco intuibili o con gesti semplicemente, lo faceva e nell'aria c'era un chiaccherio semplice, spontaneo, allegro anche se alle mie orecchie giungeva un po' strano, ma forse non è la parola esatta e che mi stringeva il cuore. Ecco una nuova fermata, un ragazzo alto più della madre si avvicinava al pullman dinoccolandosi sulle gambe a braccio della stessa, saliva sul pullman aiutandosi come poteva. Subito il chiaccherio aumentava; cordiale, semplice, parlavano di storia, del film della sera prima di altro, sempre in quel modo fuori dal normale.
Qualche bambino mi si rivolgeva con delle frasi che il più delle volte non riuscivo a intuire. Ero imbarazzata a volte rispondevo sorridento, a volte riuscivo a captare qualcosa e gli rispondevo
Ecologia: tutti ne parlano ma ...
sperando di aver compreso bene. Un'altra fermata ancora ed ecco che veniva fatta salire una bambina di 5 o 6 anni col bavaglino davanti. Semisdraiata sul sedile con la bocca semiaperta dalla quale usciva un po' di saliva ed allora un nodo mi stringeva la gola, cercavo di reprimere il pianto che mi saliva e mi faceva pungere gli occhi. Le accompagnatrici si chinavano or su uno or sull'altra per accomodarli meglio, per parlar loro amichevolmente, anche il conducente partecipava ai discorsi allegramente. A volte pensavo come facevano le accompagnatrici ed il conducente ad essere così allegri! Il viaggio proseguiva e saliva una madre con la figlia. Subito parlava della visita a cui intendeva sottoporre la figlia da un professore molto bravo, di una eventuale operazione, del suo costo e dei sacrifici che avrebbe dovuto fare per farla. Ecco: la speranza di vedere la propria creatura migliorata in modo che potesse camminare o parlare meglio. La speranza come prende subito il cuore di una madre! Il percorso non finiva mai, mi sembrava lunghissimo, penoso; lo paragonavo ad una Via Crucis dolorosa non di uno solo ma di tanti.
Tante croci, tante sofferenze, tante lacrime a volte represse, qualche barlume di speranza, qualche gioia, una attesa senza speranza, una speranza che finiva in gioia. Così è anche la vita di ognuno di noi, tante situazioni, diverse sofferenze e la speranza di un giorno migliore. Arrivavo a Gorla che non ne potevo più, quasi con un senso di liberazione. Ma anche qui altri bambini, ragazzi, chi in carrozzina, chi sdraiati, insomma ancora tabie sofferenze umane che gli insegnanti, assistenti o le persone che si occupavano dei loro bisogni materiali e che venivano chiamati zii cercavano di alleviare e di rendere meno pesante e più sopportabile la loro situazione.
Teresa Tedeschi
SCUOLA MATERNA BROCCHI Chi deve raccogliere le sedie scartate?
Da quando la "Scuola Materna" si è fermata per andare in vacanza, il personale delle pulizie, con incarichi precisi, si è visto gettare dalle finestre della scuola "Brocchi" sita in Via Brocchi, 5 - i tavoli e sedie appartenenti alla scuola sopra citata. Siamo a Gennaio, questo materiale è ancora accatastato nel prato della scuola, ho provato a telefonare all'Economato del Comune, mi rispondevano che non era compito loro raccogliere detto materiale, ma l'incaricata è una società privata.
Sta di fatto: 1° questo denaro pubblico come viene speso, inoltre il cittadino perplesso si domanda perché tanto sciupio e di come vengono spesi i nostri soldi.
2° quanti ne hanno fatto richiesta, per avere dettol materiale, si è risposto no!...
Per averlo bisogna fare domanda in Comune di Milano, in breve si assiste a spettacoli di sciupio e basta.
Lo scrivente, chiede di provvedere con celerità all'asportazione di detto materiale per non avere continui mugolii da parte dei cittadini.
F.A.
La parola ECOLOGIA è sulla bocca di tutti, in prima persona gli amministratori, però sta di fatto, che nel paese lunare il "Gallaratese" l'ecologia sta a dimostrare che nulla è stato fatto perchè rispecchiasse la verità.
Detto questo, vado ad elencare quanto segue:
All'entrata del Q.re, troviamo una buca che è diventata fossa di rifiuti, inoltre vi è una fermata A.T.M. senza la protezione con pericolo di caderci dentro — per questa buca vi è una elementare soluzione: riempirla con terra di riporto o macerie varie, oltre a ciò proprio dove si trova la fermata A.T.M. vi si trova un cespuglio covo di ratti grossi come gatti, penso si debba provvedere e abbastanza in fretta.
Sempre in tema di Ecologia in Q.re.
Esistono ai bordi dei marciapiedi dei cespugli che danno ospitalità a ratti grossi come gatti, e al passare dei pedoni scappano e lascio giudicare quale paura incombe alle persone che si trovano a passare fra questi bordi
di marciapiedi, lo scrivente chiede un pressante e sollecito intervento per dare credibilità alle amministrazioni locali.
c) Oltre a ciò il Q.re, è provvisto di bacheche, per informare cittadini. I partiti sono obbligati ad imbrattare i muri e da parte dei cittdini vi è un giusto rimprovero, a questo punto per non incorrere in sanzioni che il comune può adattare nei confronti di partiti o enti, si provveda ad installare le tanto richieste bacheche, che qui vado ad elencare i punti più nevralgigi per informazioni.
Mercato di Via Chiarelli — Via Venezuela — Via delle Ande dove si trova la casa del pensionato e un quadrato di mercato Via Uruguay davanti i negozi - ViaE.
Kant - Via Uruguay, 30/2 - 32 -
34 Via Brocchi - Via CeckovVia Trenno davanti all'onnicomprensivo Via Donadoni e fra le casette della stessa via - Via G. Quarenghi 6 - 8 - 10 - 14 - 3234 -37-41 - 45 - 47 - questo è quanto mi compete come osservazione da fare, tanto ha bisogno il Q.re, per essere informato
Caro comitato inquilini S Leonardo
Vi ringraziamo per averci pubblicizzato sul Vs. articolo di "MILANO 19" di Gennaio.
Ci avete presi come esempio di quale mostruosa azione abbiamo combinato.
Bene! Premesso che siamo aperti a tutti i discorsi che non siano politici, parliamone.
Siamo coscienti che tutti gli obbiettivi che Vi siete prefissati sulla chiusura dei portici sono fondamentali per il ns. quartiere.
Abbiamo bisogno di elettricisti, vetrai, ciclisti, meccanici, ecc... tanto più che poi vista la dislocazione dei vari servizi in ambienti popolari, avremo senz'altro dei servizi a prezzi popolari.
Abbiamo bisogno di poliambulatori, depositi per motocicli,
ll traffico al San Leonardo
Oggetto: Chiusura al traffico automobilistico di bretella stradale al quartiere San Leonardo collegante Via Borsa con via Appennini attraverso cortile interno.
In occasione della deviazione della S.S. Gallaratese sulla Via Appennini (altezza ex civici 73-79), venne costruita nel 1979 la bretella in oggetto indicata al fine di consentire un percorso più celere agli autobus 68 e 69 che a quella data effettuavano il capolinea all'interno del cortile sopra citato. Da parecchio tempo la S.S. Gallaratese è stata riaperta al traffico e per gli autobus è stato costruito un apposito capolinea esterno al cortile in argomento, ma la bretella è rimasta e viene utilizzata da auto e pulman come passaggio "scorciatoia" tra la via Borsa e la via Appennini con il rischio che questo comporta se effettuato in un'area cortilizia. Essendo caduti i motivi che avevano determinato la costruzione della bretella in oggetto indicata ed essendo la stessa non prevista nella viabilità del Piano Particolareggiato del quartiere Gallaratese, se ne chiede la chiusura al traffico automobilistico per i motivi sopra esposti.
Danira Gironi
locali per gli anziani e per i giovani e perché nò anche un localino per la Società Pesca Sportiva S. Leonardo. Ma prima di noi pescatori e pescatrici del quartiere ci sarà una fila lunghissima in attesa, colorata in varie maniere mentre noi S.P. S. Leonardo vogliamo essere apolitici come dice il ns. statuto.
E sì, perchè abbiamo uno statuto e siamo iscritti regolarmente alla F.I.P.S. che raggruppa centinaia di migliaia di pescatori con obbiettivi differenziati.
Avrete senz'altro sentito parlare di acque inquinate, chi meglio di un pescatorepuò rendersi conto di come sono le acque che ci circondano e segnalare tramite la F.I.P.S. eventuali cause e danni? (vedi ultima fuoriuscita di petrolio grezzo nel Po nel 1980).
Conoscete i Pierini? I Pierini per noi pescatori sono giovani che non hanno compiuto ancora 13 anni e vogliono pescare nel loro tempo libero. Noi stiamo mettendo a punto un settore per i Pierini, perchè già parecchi ns. figli e loro amici premono per seguirci, e noi siamo contenti e non solo contenti, ma siamo felici che i ns. giovani che ci seguano e passino delle sane giornate sul greto di un fiume magari mangiando solo pa-
e non dare adito ai cittadini che i partiti sono i primi a sporcare i muri.
Vado a presentare l'ultimo punto ecologico. Nel Q.re, si svolgono ben 4 mercati ambulanti e questo mi sta bene, ciò che non va è la consueta pulizia dopo lo svolgimento del mercato, I'AMNU, non svolge attentamente l'operazione pulizia, non è sufficiente raccogliere lo sporco lasciato dagli ambulanti occorre lavare e disinfettare i punti più odoranti: Fruttivendolo e Pescivendolo di modo che non abbiano a sussistere miasmi che proprio in via Uruguay dopo il mercato in quel punto inizia la frequenza del servizio A.T.M. e a tale proposito, il cittadino che si trova in attesa del Bus, chissà quali imprechi manderà alle amministrazioni locali. Perciò si provveda a fare reclamo all'AMNU, a quanto esposto.
Ci sono ancora delle fermate in collegamento MM senza cabine a ricovero degli utenti in attesa del Bus.
A. Testa
nini e scaldandosi attorno a improvvisati falò, piuttosto che si appartino in giardinetti equivoci lungo le sponde dell'Olona. E poi gli anziani, che per rispetto andrebbero messi in prima fila.
Quanti anziani vorrebbero andare a pescare e per passione e per creare un'alternativa alla maniera attuale di sfruttare il loro tempo libero.
Però ora la benzina costa cara, e allora ci si può riunire in gruppi per dividere le spese, oltre a tutto in compagnia la giornata passa meglio.
E dove si può fare tutto ciò se non presso una Società di pescatori, meglio ancora con una sede anche piccola ma nel ns. quartiere?
Caro Comitato inquilini, quali abitanti del S. Leonardo Vi ringraziamo per i problemi che portate avanti consci che sono problemi vitali per il ns. quartiere, ma permettete anche a noi di perseguire il ns. obbiettivo, certi che se anche serviremo poco ai problemi del ns. quartiere, sarà sempre meglio che il disinteressamento totale dimostrato in questi anni dai ns. grandi parlatori e politicanti.
Società Pescatori S. Leonardo Il Consiglio Direttivo
via Chiarelli
p.za Prealpi I MERCATO COMUNALE I 11'390633 321655 via Gran Sasso 5 221667 SPECIALITÀ SALUMI NOSTRANI E POLLERIA IP ( NEGRI CARNI milano 19 - pagina 2 febbraio 1981
COMMERCIO CARNI — SERVIZIO RISTORANTI
10 (MERCATO COMUNALE )21.3087614
Ripartiti i fondi per H diritto allo studio
Particolarmente positivo il ritrovato rapporto tra organismo del decentramento politico-amministrativo e Distretto Scolastico emerso nel corso del dibattito. Privilegiate le iniziative che garantiscono forme di integrazione e sostegno a favore dei portatori di handicaps e di tutta l'utenza.
Con 23 voti favorevoli, una sola astensione e nessun voto contrario il Consiglio di Zona 19 ha deliberato la destinazione dei fondi della Regione per il Diritto allo studio che sono stati assegnati alla nostra zona per l'anno scolastico 1980-1981 nella misura complessiva di lire 141.943.000.
Il voto pressoché unanime è stato espresso al termine di un dibattito svoltosi sulla base di un documento predisposto dalla Commissione Educazione — Servizi scolastici del Consiglio di Zona stesso e riveste un carattere di particolare importanza, in quanto ha posto in rilievo il ritrovato rapporto tra Distretto scolastico e organismo del decentramento politico - amministrativo comunale.
Difatti il documento della Commissione Educazione - presentato in aula della coordinatrice di tale commissione, Gabriella Vagnotti Finazzi, consigliere indipendente del gruppo comunista — fa propri i criteri relativi alla distribuzione dei fondi che erano stati preventivamente inviati dal Consiglio Scolastico Distrettuale n. 42 (quello della nostra zona), il quale in linea preliminare indicava la necessità che a ciascuna scuola venisse assicurato un contributo complessivo (pro - capite, handicappati e supplettivo) non inferiore a quello erogato per l'anno scolastico 1979 - 80.
Scendendo nello specifico il Consiglio Distrettuale ha indicato che per la somma destinata ad interventi pro - capite (pari al 65 per cento del totale) venga mantenuta la differenza di importo assegnato ad ogni alunno in relazione all'ordine di scuole, maggiorandolo, rispetto allo scorso anno, del 20 per cento, corrispondente al tasso medio di inflazione. Per le scuole private — di cui la legge prevede l'esclusione dal contributo di quelle dove non esistono a tutt'oggi gli organi collegiali — la quota pro-capite è stata determinata tenendo conto in modo inversamente proporzionale delle rette richieste dalle singole scuole per la frequenza.
Per quanto si riferisce ai fondi (pari al 20 per cento del totale) destinati ad attività innovative, di sostegno, di sperimentazione, di integrazione, di tempo pieno, scuole di metodo ed aventi particolari finalità il Consiglio distrettuale ha invitato i singoli Consigli di Circolo e di Istituto ed i singoli Collegi dei Docenti a programmare tempestivamente le attività volte a contenere il fenomeno delle ripetenze in ogni ordine di scuola, in particolare nella scuola media dell'obbligo, ed a permettere agli "allievi capaci e meritevoli" una frequenza realmente proficua delle scuole medie superiori. Per quanto concerne la parte restante dei fondi il 10 per cento è destinato agli handicappati ed il 5 per cento rimane a disposizione del Distretto per interventi di emergenza da destinare entro il 30 giugno di quest'anno.
Le integrazioni della Commissione
Facendo proprio i criteri espressi dal Distretto, la Commissione Educazione - Servizi Scolastici del Consiglio di Zona li ha integrati proponendo il congelamento delle quote destinate alle attività innovative fino
all'invio, da parte delle singole scuole, di una completa documentazione, da far pervenire alla commissione stessa ed al Distretto entro e non oltre il 31 gennaio 1981. Dopo tale data le eventuali rimanenze verranno ridistribuite su quelle scuole che già hanno documentato le sperimentazioni finalizzandole, soprattutto, alle attività innovative volte a contenere il numero delle bocciature nella scuola media dell'obbligo ed a favorire iniziative o strutture didattiche utili alla formazione culturale dell'utenza nelle medie superiori, con particolare riguardo alla piena funzionalità delle biblioteche e dei laboratori. Ricordato che nel territorio della nostra zona sono presenti 2 scuole materne statali, 22 materne comunali, 13 materne private, 19 scuole elementari pubbliche, 9 elementari private, 8 scuole medie, inferiori statali, 3 medie inferiori private, 7 medie superiori statali, 4 medie superiori private, 2 civiche scuole professionali serali, 2 sezioni di alfabetizzazione e 3 moduli di 150 ore e precisato che il fondo per il diritto allo studio assegnato alla nostra zona è destinato alle scuole dell'obbligo ed alle superiori pubbliche in quanto, in via eccezionale e per circostanze che non hanno consentito il rispetto dei tempi della delibera quadro, alle civiche scuole materne i fondi sono stati assegnati direttamente dall'Amministrazione Comunale, la Commissione Educazione del Consiglio di Zona ha invitato le scuole private ad indicare il nominativo di un genitore che le rappresenti, anche per l'aspetto amministrativo, presso la commissione stessa al fine di stabilire una più stretta collaborazione dialettica.
L'analisi politica
Superato lo studio dell'aspetto burocratico - amministrativo il documento approvato dal Consiglio di Zona esprime valutazioni significative e di prospettiva sui contenuti della legge del Diritto allo studio, dalla quale traspare un decentramento di poteri che passa dalla centralità statale agli organi locali (Consigli di Zona e di Distretto), che sono più vicini alla realtà sociale e didattica e quindi maggiormente in grado di interpretarne le esigenze.
Un altro riscontro positivo, si può leggere nel documento, è quello della valorizzazione degli organi collegiali: tutti i cittadini impegnati in tali organismi e tutti gli operatori della scuola dovranno effettuare profonde analisi sui contenuti scolastici e sulla loro programmazione al fine di "favorire le innovazioni educative e didattiche che consentano una ininterrotta esperienza educativa in stretto collegamento tra i vari ordini di scuola, tra scuola e strutture parascolastiche e società, a fornire un adeguato supporto per l'orientamento scolastico e per la scelta degli indirizzi dopo il compimento dell'obbligo", come prevede la legge regionale.
Ricordato che spesso i Consigli di Circolo e di Istituto dimenticano che la legge dà loro poteri deliberanti sui "criteri per la programmazione e l'attuazione delle attività parascolastiche, interscolastiche ed extrascolastiche, con particolare riguardo ai corsi di recupero e di sostegno, alle libere attività complementari, alle visite
guidate ed ai viaggi di istruzione", il documento pone in rilievo che lo spirito della legge sottintende il passaggio da una fase assistenziale ad una politica di interventi finalizzati a un tipo di scuola che elimini le differenze sociali e culturali di "partenza" e di "arrivo", il che implica l'assunzione di specifiche responsabilità da parte di tutte le componenti interessate alla vita della scuola in una dialettica di prospettiva non preconcetta.
Gli obiettivi
Partendo da queste premesse ed alla luce delle scelte fatte appare evidente lo sforzo della Commissione Educazione del Consiglio di Zona e della Commissione al Diritto allo Studio del Consiglio Scolastico Distrettuale di arrivare, attraverso un rapporto costante con le scuole, alla programmazione collettiva" al fine di agevolare l'attuazione del diritto allo studio e la piena formazione della personalità degli alunni, la programmazione educativa può comprendere attività scolastiche di integrazione anche a carattere interdisciplinare, organizzate per gruppi di alunni della stessa classe o di classi diverse, ed iniziative di sostegno, anche allo scopo di realizzare interventi individualizzati in relazione alle esigenze dei singoli alunni" prevedendo anche "forme di integrazione e di sostegno a favore degli alunni portatori di handicaps".
In tale ottica va interpretata la scelta di destinare il 20 per cento di fondi (e la rimanenza complessiva) alle attività innovative, integrative, di sostegno, sperimentazione, ecc., quale reale garanzia dell'effettivo "recupero" e promozione di tutta l'utenza, riservandosi comunque di chiedere all'Amministrazione Comunale di aprire una vertenza con la Regione, perché questa provveda ad un aumento dei fondi ed alla loro assegnazione in modo più rispondente alla realtà.
In particolare per quanto riguarda i portatori di handicaps è necessario stabilire un contributo globale per la realizzazione di strutture e laboratori all'interno delle scuole per specifiche attività rieducative, in quanto il criterio pro - capite appare inadeguato e non realmente produttivo.
Questo concetto, è detto nella relazione, è estensibile a tutta l'utenza, anche se per quest'anno è stato favorito il "pro - capite" per non penalizzare gli alunni di alcune scuole meno "attente" di altre allo spirito della legge.
Concludendo la sua relazione la Commissione Educazione del Consiglio di Zona ha espresso la sua convinzione che il lavoro relativo al Diritto allo studio debba essere affrontato congiuntamente dall'organismo del decentramento politico amministrativo comunale e dal distretto scolastico, proponendo la costituzione di una commissione permanente fissa su tale argomento al fine di non disperdere energie e di non concorrere a vanificare i lavori dell'uno e dell'altro e di non mortificare le rispettive competenze riducendo il primo ad ente puramente erogativo ed il secondo ad ente puramente propositivo.
Gian Piero Pagetti
El cantòn del barbee
LA MINESTRA
Ciao! Allora dobbiamo mangiare questa minestra.
- Quala? Mi ne vedi minga.
Ma dicevo minestra per metafora.
- Ben, fà nient. Mangerèmm quella che gh'è restaa.
- Di cosa?
- De minestra. T'ee minga dit che te n'ee butada metà foeura.
Ho detto metafora, che significa dire una cosa per dirne un altra.
Hoo capii. T'ee dit Romma per tomma.
Beh, ... si, ... più o meno ... Ho detto minestra per dire governo. E nun dovariumm mangià stò governo chi?
Ma no!...
- Meno mal! Gh'aveva paura ch'el me restass sul stomech!
- ... Dobbiamo tenercelo.
- Come sarev a dì che devumm tegnissel. E se el ghe piass minga?
- Allora si deve saltare la finestra.
Ehi! On momenti Calma. Femm minga scherz!
- Quali scherzi?
Se ti te voeut saltà dalla finestra comodet pur, ma spera minga che mi te vegna adree. Ghe tegni al mè oss del coli mi!
- Ma che c'entra il tuo osso del collo?
- Eh gh'entra e come! Se salti dalla finestra ris'ci de spaccameli!
Ma io parlavo sempre per metafora.
- Ti parla pur metà foeura o metà denter come te voeut; ma mi foeura dalla finestra ghe salti minga!
- Intendevo dire che se non ci teniamo questo governo dovremo andare a delle elezioni anticipate.
E indovè ch'el staa scritt?
- Non stà scritto da nessuna parte, ma lo ha detto Piccoli.
- Chi, el Bagonghi?
- Quale Bagonghi?
EI nan, quell del circo.
E cosa c'entra il nano del circo?
Beh, ... l'è piscinin
Ma io ho detto Piccoli, il segretario della Democrazia Cristiana.
Ah! Adess hoo capii! Allora tuttcoss se spiega.
- Cosa si spiega?
- La storia della minestra e della finestra.
- In che senso?
Nel sens che el Piccoli e i sò amis gh'hann paura de perd la minestra.
Ossia il governo?
Si, ma minga domà quell.
E cosa ancora?
Anca la pietanza, el formagg, la frutta e così via. Insomma gh'hann paura de perd tutta la pacciatoria e magara anca el grappin.
Beh! Magari sono astemi.
- Ma mi hoo minga di la grappa de bev, ma el grappin per grappass.
- Ah! L'uncino?
Appunto. Quell cont el quali se tegnenn grappà al cadreghin! Se el perdenn adio lira!
Perchè?
- Perchè risc'enn de volà foeura dalla finestra.
- Ossia dal governo, intendi dire?
Digh come te voeut, l'è semper l'istessa robba. Ma così dovremo fare le elezioni anticipate.
- Nanca per sogni Basta cambià minestra. Magara se podarev fà on bell risottin con i tomates, de quei bei ross. Se poeu i democristian resterann foeura dalla finestra, minga domà metà, ma tucc, tanto peg per lor, saremm minga nun a piang. Ciao, te saludi. el barbee
febbraio 1981 pagina 3 - milano 19 CON UNA DELIBERA DEL CONSIGLIO DI ZONA
CERCARE CIO' CHE UNISCE, NON CIO' CHE DIVIDE
Il ponte
È necessario affrontare i vari problemi quali quelli della famiglia e dell'aborto, con impegno unitario rispettando le scelte di ciascuno.
Carissimi lettori di Milano 19, sono anni che desideravo scrivervi questa lettera ma non me ne sentivo nè capace nè degno. Sono un ex addetto sociale del patronato A.C.L.I. e, in questi momenti di crisi spirituale e materiale, trovo la forza per esprimere le mie opinioni e fare un raffronto sul pensiero cattolico e su quello dei sindacati unitari e dei partiti dei lavoratori, dei partiti della massa operaia.
Premesso che i principi basilari di unione per entrambi sono quelli della non violenza, della fratellanza, del pluralismo e della democrazia, che, ritengo,non si possano discutere, rilevo invece delle chiusure attuali.
Ci si batte su delle questioni di principi naturali, quali il divorzio e l'aborto, che quasi sempre sono la conseguenza, e non la causa, dei mali profondi della società attuale. La famiglia è abbandonata a sè stessa, ai mass media della televisione e degli organi principali di informazione, alle difficoltà sul posto di lavoro (quando c'è), spesso alienante e ripetitivo dove ci si chiede, e purtroppo, se questo nostro lavoro non sia strumento di altre discriminazioni nella società nei confronti degli altri cittadini che partecipano alla produzione o che sono oggetti inermi dei servizi pubblici e privati.
Gli asili e le scuole, quasi dovunque in Italia, sono carenti nelle strutture, negli orari e nella pedagogia, lasciata troppo alla "libertà" ma diciamo pure alla ideologia dei singoli docenti, senza che si tenga conto che il principio basilare della scuola è quello di risvegliare le libere capacità di scelte degli allievi.
Sulla questione dell'aborto, esiste una prima fondamentale sentenza della Corte Costituzionale ed una legge approvata dal Parlamento.
FABIO BENETAZZO
UN EPISODIO ALQUANTO OSCURO
Misterioso ferimento di un
consigliere di zona missino
Le si rispetti o, quanto meno, se si è dissenzienti, per il proprio credo, si rispetti la scelta degli altri cittadini. Non si dimentichi, ad ogni modo, che a certe soluzioni ci si arriva con lo sconforto nel cuore e che ancora oggi esse sono la conseguenza di una politica anticoncezionale legata all'ignoranza, proibitiva. Ma quali invece dovrebbero essere gli altri motivi di unione, su cui procedere concordi?
Forse che, prima ancora che a divorziare o ad abortire, ognuno di noi non pensa di aver diritto ad una famiglia, ad una casa, ad un lavoro?
Non importa, per l'oggi, che sia un lavoro partecipante, un servizio per gli altri; ma lo dovrà essere domani.
Forse che non pensa, ognuno di noi, di poter ottenere maggiori servizi sociali funzionanti? Una migliore qualità di vita?
E quando parlo di servizi sociali, per quanti non comprendano, intendo dire soprattutto la funzionalità dello Stato, la moralizzazione degli enti pubblici, il funzionamento ed il controllo dell'I.N.P.S., dell'assistenza sanitaria, delle banche e delle assicurazioni.
Perchè il sudore di tutti i lavoratori, "cristiani e no" non venga deriso nè soggetto ad azioni di corruzione pubblica e privata, come sta avvenendo da tempo.
In questo difficile momento in cui, indipendentemente dal credo, viviamo e subiamo violenze piccole o grandi, mi vengono alla mente le semplici parole di Papa
Giovanni XXIII: "... cercate sempre ciò che più unisce e non ciò che divide".
Il ponte c'è, ed è abbastanza largo, basta avere la forza e la volontà di percorrerlo.
Roberto Tedeschi
TeffiCeettia
Il ferito ha fornito alla polizia una versione dei fatti non molto convincente. Ci sarebbe un testimone? Netta presa di posizione del Consiglio di Zona 19 contro il terrorismo e la violenza.
Un consigliere missino della Zona 19 è rimasto ferito la mattina del 5 gennaio scorso davanti a casa sua in via S. Vigilio alla Barona (infatti egli non abita nella nostra zona) in circostanze poco chiare. Il ferito è Tommaso Capezzera, conosciuto non soltanto perché consigliere di zona, ma ancora più perchè era il segretario della sezione del M.S.I. di viale Murillo (di cui anche recentemente il Consiglio di Zona 19 aveva chiesto ail'unanimita la chiusura in quanto costituisce elemento di turbamento a S. Siro) e perchè ha guidato alcune spedizioni squadristiche, di cui l'ultima, in ordine di tempo, all'Onnicomprensivo di via Trenno lo scorso 23 dicembre.
Secondo quanto lo stesso Capezzera avrebbe riferito alla Digos il ferimento sarebbe avvenuto poco prima delle otto del mattino. A quell'ora egli — sempre secondo quanto lui stesso avrebbe raccontato agli agenti stava per aprire la sua auto parcheggiata sotto casa quando avrebbe avvertito "un bruciore al ginocchio" e voltatosi avrebbe visto un giovane armato di pistola con silenziatore allontanarsi a piedi. Accortosi di essere ferito il consigliere missino — sempre secondo il suo racconto sarebbe risalito in casa per medicarsi e quindi si sarebbe recato da solo all'ospedale S. Paolo, dove i sanitari gli hanno riscontrato una ferita di lieve entità sopra il ginocchio destro per un colpo di arma da fuoco sparato dall'alto verso il basso, che non ha leso nè ossa nè muscoli, e lo hanno giudicato guaribile in dieci giorni.
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Dall'ospedale è stata chiamata la polizia alla quale il Capezzera avrebbe riferito che all'episodio non avrebbe assistito alcun testimone. Tale affermazione è stata smentita dal CAF S. Siro, che in una conferenza stampa appositamente convocata, ha affermato che esisterebbe un testimone secondo cui stando a quanto ha riferito il CAF — il consigliere missino sarebbe stato ferito non in seguito ad un attentato, ma in un "incidente" accaduto tra il Capezzera stesso ed un'altra persona che era con lui.
Non spetta certamente a noi accertare come si siano effettivamente svolti i fatti, ma non si può negare che la vicenda presenta alcuni aspetti quanto meno singolari: il ritardo con cui è stata chiamata la polizia, il fatto che il Capezzera non avrebbe chiesto aiuto ad alcuno prima di recarsi in ospedale, il modo stesso in cui sarebbe avvenuta la "gambizzazione" e, infine il fatto che finora, almeno per quanto ne sappiamo, nessuno avrebbe rivendicato il ferimento. Inoltre il Capezzera gira spesso scortato da due "guardaspalle", che abbiamo avuto occasione di vedere anche in Consiglio di Zona e che alcuni dicono essere armati. Certo, questi elementi non escludono che il Capezzera possa essere stato effettivamente vittima di un attentato, ma lasciano comunque possibile la formulazione di altre ipotesi.
Ovviamente non vogliamo sovrapporci agli organi di polizia e giudiziari ai quali compete vagliare le varie versioni per stabilire la verità dei fatti. Per parte nostra non possiamo che augurarci che tale verità venga accertata al più presto e riaffermare ancora una volta la nostra ferma condanna di ogni forma di
violenza e di terrorismo.
Analoga condanna è venuta dal Consiglio di Zona 19, che ha diffuso il seguente comunicato stampa: "I capigruppo e l'Ufficio di Presidenza del C.d.Z. 19, in merito al ferimento del consigliere di zona Capezzera, confermano, anche in questa occasione, la completa condanna di ogni atto di violenza e di terrorismo e ricordano la pronta denuncia di atti di intimidazione, di intolleranza e di provocazione verificatisi recentemente in Consiglio di zona. In documenti e mozioni approvate nei mesi scorsi il C.d.Z. 19 esprimeva "la sua volontà concreta di far chiudere la sede missina di via Murillo per il ruolo di costante provocazione e minaccia per gli abitanti della zona, dalla quale partono periodicamente squadracce armate" e denunciava gravi fatti succedutisi nella zona in un breve periodo di tempo, con una frequenza non certo casuale, come l'aumento dello spaccio della droga; aggressioni e ferimenti oscuri in due bar, incendi di cabine telefoniche e distruzione di giornali murali a S. Siro; irruzioni e provocazioni fasciste anche con la presenza del consigliere di zona Capezzera all'Istituto Scolastico Onnicomprensivo di via Trenno; assalti al Palati-
do in occasione di concerti; scritte minacciose sui muri dei quartieri e delle stazioni della Metropolitana.
Su tali fatti il C.d.Z. 19 ha deciso di chiedere un incontro col prefetto ed il Questore di Milano, anche per sollecitare l'avvio, da parte del Ministero degli Interni, del potenziamento delle forze dell'ordine, della costituzione di posti di Polizia nei grandi quartieri della periferia che ne sono privi come il Gallaratese e di permettere l'istituzione del vigile di quartiere.
Si denuncia poi il tentativo di riaprire nella zona la spirale della violenza con provocazioni e aggressioni squadristiche, di rilanciare la teoria degli opposti estremismi e della risposta colpo su colpo, per colpire la convivenza civile e la partecipazione democratica. Di fronte al gravissimo attacco di un terrorismo pure indebolito e colpito dalla lotta popolare; dalla fermezza delle istituzioni, dal coraggio e dal sacrificio di giudici e forze dell'ordine, lo scopo e le forme di questo disegno eversivo anche nella zona 19 sono chiari e vanno combattuti da tutte le forze democratiche e antifasciste, senza cedimenti, con una attenta vigilanza di massa e con una pronta azione repressiva e preventiva delle forze dell'ordine".
Centro Socio-Sanitario di San Síro Centro Comunitario di Trenno
Indicate le associazioni che partecipano alla gestione
Il Consiglio di Zona 19 ha provveduto ad indicare le associazioni che sono invitate a designare un loro rappresentante nei comitati di gestione del Centro Socio Sanitario di San Siro, in piazzale Segesta, e del Centro Comunitario di Trenno.
Per il Comitato di gestione del Centro Socio Sanitario di San Siro — di cui presidente è stato eletto Domenico Di Lallo — sono stati invitati a designare loro rappresentanti il Circolo ARCI di San Siro, il Circolo ACLI, pure di S. Siro, e l'Associazione Mutilati e Invalidi Civili. Per il Comitato di gestione del Centro Comunitario di Trenno — di cui presidente è stata eletta Doretta Mariani — sono stati invece scelti il Circolo Libertas, il Circolo Culturale Giulio Trevisani — ARCI ed i Circoli Cooperativi.
RINOMATA
milano 19 - pagina 4 febbraio 1981
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Il centro scolastico polifunzionale di Figino
Un contenitore per molti usi
Il progetto é stato discusso dagli abitanti del quartiere nel corso di un'assemblea pubblica. Indicata la necessità di realizzare una struttura facilmente adattabile al modificarsi della domanda.
Il progetto per la costruzione di un centro scolastico polifunzionale e di una palestra é stato discusso ed approvato dagli abitanti di Figino presenti all'assemblea pubblica indetta dal Consiglio di Zona il 19 gennaio scorso nella scuola di via Silla, di fronte alla quale il nuovo centro dovrà sorgere.
Si é fatto cosi un passo avanti verso la realizzazione di una struttura di cui era avvertita l'esigenza in questo quartiere e per la quale il Consiglio di Zona già nel suo bilancio del 1979 aveva stanziato la somma di mezzo miliardo di lire che dovrà essere ora integrata per raggiungere il miliardo e mezzo che, secondo il preventivo di spesa, tale opera dovrebbe venire a costare.
Il progetto che é stato illustrato ai presenti dal suo ideatore, architetto De Munari, prevede la costruzione di tre corpi di fabbricato, di cui uno maggiore, a tre campate, perpendicolare alla via Silla e gli altri due, minori, perpendicolari al primo, divisi tra loro da viali alberati riservati ai pedoni. La palestra dovrà invece essere costruita sul retro della scuola già esistente, verso l'area destinata alla eventuale futura costruzione di una scuola media.
Il corpo di fabbricato maggiore dovrebbe essere destinato per la maggior parte a scuola materna, con sei aule per attività ordinate, a tavolino, tre aule per attività libere, un salone centrale per attività varie e la sala mensa con relativa cucina, nonché l'abitazione
del custode e all'altra estremità, la biblioteca comunale a disposizione degli abitanti di Figino. I due fabbricati minori dovrebbero essere aperti al pubblico e dovrebbero ospitare uno il consultono e l'altro spazi per attività ricreative per il tempo libero.
Particolarmente interessante appare la tecnica con cui tale struttura dovrebbe essere realizzata, che, ha detto l'arch. De Munari, ricorda quella del gioco del "Lego" ed offre la possibilità di modificare con poca spesa, gli interni per adattarli all'insorgere di nuove necessità.
Difatti uno dei punti su cui il dibattito é stato maggiormente impegnativo è quello relativo alla destinazione della nuova struttura ed all'utilizzo della struttura scolastica già esistente. Quest'ultima oggi ospita cinque aule di scuola elementare (dalla prima alla quinta), nella parte più nuova e la scuola materna nella parte più vecchia. Se la scuola materna verrà trasferita nella nuova struttura che dovrà essere costruita cosa farne dello spazio che attualmente occupa? Qualcuno ha suggerito di sistemarvi tre classi di scuola media inferiore, ma in tal modo, hanno detto altri, si impedirebbe alla elementare di avere nuovi spazi per attività integrative e per la realizzazione del tempo pieno. Meglio, quindi, hanno aggiunto, continuare a mandare i ragazzi delle medie in altre scuole fuori di Figino , così come si é fatto sinora con risultati che, secondo gli intervenuti, sa-
rebbero stati positivi. Di altro avviso era evidentemente chi ha invece suggerito di utilizzare come scuola media parte della nuova struttura da costruire. La scuola materna di Figino, hanno detto, é attualmente frequentata da una cinquantina di bambini del luogo, mentre un'altra sessantina viene fatta affluire da altre zone. Pertanto la nuova scuola materna progettata sarebbe sovradimensionata rispet-
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to alle attuali esigenze esclusivamente del quartiere.
re non una struttura fissa, che potrebbe rischiare in un domani di restare inutilizzata o sottoutilizzata, bensì, un "contenitore" che possa essere adattato a vari usi secondo l'insorgere ed il variare delle esigenze del quartiere. Necessità che, è stato detto in assemblea, potrà essere soddisfatta dal nuovo centro scolastico polifunzionale se verrà realizzato secondo il progetto presentato ed approvato.
Energia-ecologia ualità della vita
Un dibattito nel quartiere
Il neo - costituito "gruppo sperimentale di conoscenza, cultura e sviluppo" ha esordito tra novembre e dicembre scorsi, organizzando un ciclo di tre incontri - dibattito (tenutisi presso la parrocchia SS. Martiri di via Ugo Betti) su temi di interesse attuale per il nostro quartiere. In particolare i titoli delle conferenze erano:
"Quali possibilità di riorganizzazione energetica nel quartiere" che ha avuto come relatore il Prof. G.B. Zorzoli del Politecnico di Milano: "Qualità della vita nelle città, come leggerla e come costruirla" relatore il Prof. G. Martinotti delle Facoltà di Sociologia di Torino; "I rifiuti urbani e occasioni di recupero di risorse" relatore l'Ing. Bonaiuti del CNR. Tutti e tre gli incontri, e in particolare i primi due, hanno avuto una buona affluenza di pubblico, dimostrandoci quanto già sospettavamo, e cioè che tali argomenti, lungi dall'essere materia per soli specialisti, suscitano invece l'interesse di tutti, soprattutto quando è evidente il legame con le problematiche che si vivono quotidianamente nella città e nel quartiere.
E a questo in fondo mira la nostra attività, oltre a soddisfare il più generale bisogno di cultura, che emerge da vasti strati di popolazione, a recuperare nella gente la sensazione e la coscienza della possibilità di cambiare le cose, partecipando alla costruzione delle decisioni e incidendo su di esse.
Nel primo incontro è emersa con forza la necessità di affrontare con una cultura nuova, la cultura della scarsità delle risorse (quelle energetiche in questo caso), la progettazione di una città.
Non basta più fare della buona architettura o della buona urbanistica, non basta semplicemente garantire tutta una serie di servizi sociali, trasporti, ecc. ecc., ma occorre tener conto, in sede di progettazione, del problema energetico, delle necessità di riscaldamento e di fornitura di acqua calda, del risparemio di combustibile, del recupero delle energie disperse e dell'introduzione di nuove fonti. Esemplificando, per il nostro quartiere è emersa la concreta possibilità di contribuire al risparmio di combustibile modificando radicalmente gli impianti di riscaldamento in impianti di "cogenerazione" elettrico-
Non ci si deve però dimenticare che qui sono previsti, entro non molto tempo, nuovi insediamenti abitativi, che potrebbero causare cambiamenti anche sensibili della domanda in una borgata come questa che ora non raggiunge millecinquecento abitanti e tra alcuni anni ne dovrebbe avere circa quattromila. Da qui nasce la necessità di creatermica.
Nel secondo incontro il Prof. Martinotti ha spiegato come sia possibile, tenendo conto di indicatori statistici e sociali (spesso già disponibili ma non utilizzati), progettare a priori e costruire in modo da soddisfare tutta una serie di bisogni primari e secondari che la gente, anche indirettamente esprime. Ciò permette di risparmiare tempo e danaro che si dovrebbero poi spendere per interventi correttivi (spesso molto gravosi e inefficienti).
L'obiettivo deve essere quello di conoscere a priori la dinamica deibisogn i e saper prevedere gli interventi per tempo; la conoscenza sul territorio e l'utilizzo di tale conoscenza sono, in assoluto gli strumenti migliori per costruire una reale "qualità della vita".
Il tema del terzo dibattito si è collegato perfettamente con i primi due anche qui è emerso il bisogno di affrontare i problemi attraverso una nuova cultura, che non consideri più il rifiuto urbano come "rifiuto" da eliminare, ma anche come risorsa; è emerso come il riciclo dei rifiuti permetta un risparmio energetico intrinseco e come sia necessario progettare le città e i pro-
Legge 194
dotti (che danno origine ai rifiuti) in modo diverso, tenendo conto del problema dello smaltimento e del riciclo.
Il risultato di un tale approccio sistematico non può che essere una migliore qualità della vita nelle città dal punto di vista energetico, finanziario, sanitario e del controllo ambientale. Incoraggiati dal successo di queste prime tre serate, è nostra intenzione proseguire nell'approfondimento degli argomenti trattati (e consimili), eventualmente costituendo dei gruppi di studio permanenti su alcuni di essi.
Naturalmente però il nostro lavoro è aperto alla partecipazione di tutti gli abitanti del quartiere.
A tale proposito estendiamo l'invito a tutti i lettori di Milano 19, ricordando che il nostro gruppo si riunisce ogni lunedì sera alle ore 21.15 presso la sede SUNIA di Via Uruguay. Per comunicazioni telefoniche far capo a R. Chiovini (30.8 4.223) e F. Frontini (35.34.154).
Gruppo Sperimentale di Conoscenza, Cultura, Sviluppo promosso da ACLI e ARCI Gallaratese
COSTITUITO IL COMITATO DI DIFESA
Si rende noto che nella zona 19 si è costituito un Comitato per la difesa della legge 194 che garantisce una maternità libera e consapevole e consente l'interruzione volontaria della gravidanza. Questo Comitato, scaturito dai Partiti sostenitori della legge, è aperto a tutti i cittadini e si propone di portare il più possibile a conoscenza i contenuti della legge stessa al fine di controbattere i tre referendum chè ne vorrebbero l'abolizione.
ete l' "Là14 21111111110A2 febbraio 1981 pagina 5 - milano 19
Un certo modo di informare
La realtà come spettacolo
L'importanza dei mezzi di comunicazione di massa nella nostra vita di tutti i giorni è tanto evidente da poterci a volte sfuggire; TV, quotidiani, rotocalchi di diversi tipi, entrano quotidianamente nelle nostre case modellando il nostro comportamento ed il nostro pensiero; è per questo che, su un giornale di zona, dove in genere si trattano altri problemi, abbiamo ritenuto opportuno pubblicare un articolo su questo argomento; questo articolo è una sorta di introduzione cui ne seguiranno altri su fatti più specifici (TV private, analisi di pagine di quotidiani), che saranno pubblicati nei prossimi numeri.
La sensazione che probabilmente ha chi tenti di seguire, sulle pagine dei giornali o per mezzo di radio e TV, gli avvenimenti che si susseguono nella vita del nostro paese, è probabilmente di smarrimento, di difficoltà di leggere criticamente la realtà che ci sta intorno.
Tutta una serie di fatti, anche importanti, vengono trattati dai mass - media come fatti di spettacolo, interessanti finche non ne subentrano altri che diventano, appena toccati dai media, fatti di spettacolo, in un accavallarsi di notizie che ha come risultato quello di disorientare chi legge e quindi di paralizzarlo culturalmente e politicamente.
Prendiamo solo alcuni esempi (e nel mare di avvenimenti letti sulle pagine dei giornali risulta difficile ritrovare nella memoria solo i più appariscenti).
Questa estate, la strage di Bologna. Si colpisce in una stazione ferroviaria in pieno periodo di vacanza; il messaggio alla gente è: "non potete stare tranquilli in nessun momento della vostra vita, neanche in vacanza. È meglio per la vostra salute che stiate chiusi in casa".
Di fronte a questo fatto, un uso corretto della stampa sarebbe di fare chiarezza, trattandolo secondo la sua natura, che è essenzialmente umana e politica; che la gente sia spaventata, e quindi non si muova, non lotti, nella situazione di passività generalizzata in cui viviamo, serve evidentemente ai gruppi dominanti, che sullo sfascio e sulla paura organizzano il loro potere.
Ma invece assistiamo al solito uso allarmistico del potere di informare, ed all'abituale (tranne rare eccezioni, che non fanno che confermare la regcla) servilismo nei confronti del potere: ci dobbiamo sorbire infatti il solito coro governativo di condanne, deplorazioni, deprecazioni, solidarietà, promesse, fermezze;
come sempre, atteggiamento pietistico - spettacolare di giornali e TV, che speculano sulla tragedia di tanta gente andando come sciacalli alla ricerca del macabro, dello strappalacrime, di ciò che fa spettacolo e non mette in moto il senso critico.
Poi, consumato l'avvenimento, non se ne è più parlato.
Dopo l'estate si torna in fabbrica: il cosiddetto "caso-Fiat".
Anche qui, gran cagnara i primi giorni da parte di alcuni giornali, sempre pronti, all'occorrenza, a schierarsi con l'avvocato Agnelli contro gli operai; ma, in questo caso come nell'esempio precedente, quello che conta, al di là dell'importanza del caso singolo, è il modo di dare la notizia: un fatto che condiziona la vita di migliaia di operai diventa occasione per fare dello spettacolo; come si concluderà — si chiedono TV e giornali con toni da thrilling, il braccio di ferro (un gioco dunque) tra operai e direzione - Fiat?
Dopo l'accordo tra la direzione ed i sindacati (senza entrare qui nel merito dei risultati da esso ottenuti) il silenzio più assoluto, la rimozione collettiva, mentre sulle prime pagine dei giornali finiscono ministri, segretari, sotto - segretari, sotto - sottosegretari, generali, accusati di corruzione per il cosiddetto scandalo (niente di cui scandalizzarsi, è ormai la regola) dei petroli.
Anche qui se ne parla per pochi giorni, fino al terremoto che insabbia definitivamente la cosiddetta questione morale e salva i democristiani dallo scandalo dei petroli.
Esso chiude uno scandalo, ma ne apre un altro: quello dell'inefficienza dei soccorsi per i terremotati del sud, ed anche mette in luce contraddizioni più profonde di cui - giustamente dal loro punto di vista - i signori della penna e dello schermo evitano accuratamente di parlare, presi come sono dalla ricerca del fatterello strappalacrime, degni eredi di una tradizione populista dura a morire: e cioè il fatto che la situazione delle regioni del sud è legata ad un certo tipo di sviluppo, che è poi quello capitalistico, che ha concentrato le industrie a nord, considerando il sud come deposito di forza - lavoro da sfruttare. Ancora, su giornali e TV, passerella di politici ed alti prelati in visita ai terremotati, baci papali, solidarietà, imbarazzati silenzi democristiani, Zamberletti eroe nazionale della situazione; insomma: tutti uniti contro il terremoto.
Da parte dei giornali, solido atteggiamento pietistico - servile - spettacolare: si cerca. sul modello della stampa scandalistica americana, che si va diffondendo abbondantemente anche da noi (vedi L'Occhio di Costanzo) il macabro che fa spettacolo: la vecchietta sepolta viva sotto le macerie o le speculazioni sui pianti dei terremotati.
Naturalmente, dopo qualche giorno, precisamente dopo l'onesto intervento televisivo di Pertini (niente di particolarmente rivoluzionario: solo si faceva presente un principio elementare, e cioè che chi ha sbagliato deve pagare) accanto all'atteggiamento spettacolare subentra quello servile: tutto va bene, il sud vive nell'abbondanza, il governo ha la situazione in pugno. Anche in questo caso, dopo la fiammata spettacolare, l'avvenimento viene consumato e passa lentamente nelle ultime pagine dei giornali.
Questi i fatti di dimensioni maggiori, che colpiscono una fascia più vasta di popolazione, ma sarebbe possibile ricordarne altri, tra i più recenti il rapimento di D'Urso.
Ed oltre a questo, molti altri fatti, tra uccisioni, rapine, estorsioni, delitti di varia specie, squartatori, eroici generali dei carabinieri in lotta contro il terrorismo, eroici terroristi in lotta contro lo Stato Imperialista delle Multinazionali, terroristi pentiti, magistrati pentiti, ex - sessantottini pentiti, gente innocente in galera.
Insomma, l'impressione, in questo can - can, è che la logica che regola certe tendenze dell'informazione si stia sempre più americanizzando: tutto è messo sullo stesso piano, tutto fa spettacolo; non c'è più distinzione tra fatti importanti, interessanti e fatterelli; tutto può servire in qualche modo a rimbecillirci, ad addormentarci.
L'importanza di questo processo è duplice: da un lato si crea nello spettatore passivo uno stato per cui ogni fatto viene assimilato in modo acritico; avviene sempre più il tanto deprecato "distacco dalla realtà" dall'impegno attivo e critico, in quanto le realtà spiacevoli evocate dalle pagine dei giornali (terremoti, stragi, terrorismo) servono a fare sentire tranquillo e privilegiato chi ancora può starsene nel calore della quiete familiare.
Dall'altro lato perdiamo ogni abitudine al ricordo, al conoscere noi stessi e la nostra storia: nnn viviamo ma ci consumiamo, nello stesso 'l'odo in cui consu-
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miamo i pezzi di realtà che i media ci portano in casa, con il solo risultato di esaltare la normalità piccolo - borghese del nostro salotto.
A questo punto non si tratta più di un problema di "indottrimento" (o di un "contenuto" ideologico che ci verrebbe inculcato attraverso i massmedia); si tratta anche di questo, ma l'azione dei media sul nostro modo d'essere è forse più radicale: i media, ancora prima delle notizie che ci propinano, agiscono più in profondo: ci abituano ad un determinato modo d'essere, che è quello della passività; viene alienata tutta una fascia delle nostre sensibilità, intelligenze, capacità critiche si provi a pensare, ad esempio, che tipo di capacità critiche possa avere un bambino che oggi passa dalle cinque alle dieci ore della sua vita davanti alla televisione. È probabilmente una progressiva desensibilizzazione, un processo di anestetizzazione e stordimento di massa molto simile, nei risultati, all'annientamento della personalità nei lager nazisti. Con la sostanziale differenza che, quando il nemico da combattere è una dittatura aperta, è relativamente più facile opporsi, mentre oggi assistiamo ad un processo di ornologazione culturale, o di appiattimento, che attraversa tutte le classi sociali.
Questi processi di stordimento di massa sono evidentemente legati ad un certo tipo di interessi politici e ad una determinata fase dello sviluppo del capitalismo: in una società in cui tutto
diventa merce, non sfuggono a questa legge le informazioni che quotidianamente riceviamo, che diventano appunto cose da consumare; la realtà non è più il mondo in cui viviamo ma diventa, sotto i colpi dei media, uno spettacolo da consumare e digerire il più velocemente possibile, nell'attesa di altro cibo da ingoiare acriticamente. Diventiamo in questo modo noi stessi cose, oggetti, in due sensi: diventa "cosa" (e cioè oggetto passivo) chi riceve questi messaggi, poiché egli è utile solo nella misura in cui consuma i messaggi provenienti dai media; diventano "cose" le persone che, da soggetti che vivono certi fatti (vedi terremoto) diventano materiale con cui fare dello spettacolo.
Nonostante le chiacchiere sulla libertà di informazione, e più in generale sulla libertà vigente nel sistema capitalistico, ci accorgiamo come siamo (evidentemente non del tutto: c'è sempre un margine di libertà individuale) manovrati da forze che però non sono come vorrebbero certe mitologie estremistiche, che vedono una Mente misteriosa, un Padrone che ci manipolerebbe: non si tratta di questo ma invece della forza dell'abitudine, delle abitudini radicate in noi non dalla nascita, ma prodotto della nostra vita sociale; cercare di spezzare queste abitudini che servono a tenerci schiavi, è probabilmente quello che oggi possiamo fare per iniziare a mettere fine alla nostra servitù.
Massimo Mezzanzanica
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Alcoolismo: una droga che uccide
Creata nella nostra zona una struttura per aiutare gli alcolisti a perdere il vizio del bere.
Quando si parla di tossicodipendenza si pensa sempre all'eroina, ma esiste una droga molto più diffusa che è l'alcool.
In Italia sono stati registrati nel 1980 157 morti per eroina, ma non sono stati resi noti i morti per alcool. Se si pensa che nel 1978 i morti per cirrosi epatica erano 22.000 di cui I'8 0% dovuto ad abuso di alcool, è certo che nel 1980 i morti per cirrosi epatica sono stati molti, molti di più.
Bisogna tener conto inoltre che i decessi per abuso di alcolici non sono da imputarsi solo a cirrosi, ma anche a collasso - cardiocircolatorio, incidenti stradali, suicidi.
Nonostante questo altissimo tributo di vite umane l'alcolista è forse ancora più emarginato dell'eroinomane in quanto viene considerato
un vizioso; è necessario allora sapere che cosa è l'alcolismo e chi è un alcolista.
L'alcolismo è una malattia incurabile, progressiva e mortale; tale definizione è stata data nel 1956 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, pertanto l'alcolista è un ammalato.
L'alcolista è quell'individuo che bevuto solo una piccola quantità di alcool, indipendentemente dalla sua volontà, deve continuare a bere sino all'ubriachezza; questo perchè l'alcool nell'organismo dell'alcolista causa "un qualcosa" sia fisico che psichico incontrollabile: questo "qualcosa" è definito come "compulsione".
In passato l'alcolismo era ritenuto un fenomeno diffuso solo nella clas-
se operaia e contadina, attualmente non è più cosi: riguarda tutte le classi sociali e soprattutto riguarda persone di qualsiasi età; ci sono giovani non ancora diciottenni che sono già giunti agli ultimi stadi di questa malattia.
In ogni città ci sono centinaia di bar. L'alcolista non ha prolemi per procurarsi la sua droga: in mancanza dei bar va al supermercato dove può fornirsi di vino e liquori a volontà.
Invece è quasi impossibile trovare aiuto. I ricoveri ospedalieri, che comunque sono molto difficili da ottenere, servono a ben poco in quanto si limitano alla disintossicazione fisica.
L'unico aiuto che gli alcolisti possono trovare è presso il gruppo "Al-
colisti Anonimi". Questa associazione è sorta negli USA 35 anni fa e si è diffusa in tutto il mondo.
In Italia esiste da 9 anni e a Milano, in particolare. da 4.
Questa associazione è formata da uomini e donne che hanno lo stesso problema: "l'alcool".
Queste persone mettono a disposizione la loro esperienza, le loro sofferenze con l'unico scopo di riuscire ad essere sobri. Unico requisito richiesto per entrare a far parte degli "A.A." è il desiderio di smettere di bere.
Il successo ottenuto dagli "A.A." è notevole (circa il 70% smettono di bere) ed è senz'altro dovuto al fatto che l'alcolista che entra a far parte di questo gruppo non si sente nè giu-
dicato, nè colpevolizzato, in quanto gli altri componenti al gruppo hanno vissuto e stanno vivendo le sue stesse tragedie, la sua stessa solitudine. Quando sorse il gruppo "A.A." a Milano erano in cinque, ora sono più di cinquecento di cui il 70% ha raggiunto la sobrietà.
I componenti di "A.A." continuano a frequentare l'associazione anche se ormai sobri da tanto tempo perchè sono consapevoli di quanto siano facili le ricadute ma soprattutto perchè vogliono portare il loro messaggio a chi ancora vive in quell'inferno che è l'alcolismo. A Milano vi sono due sedi degli "A.A": Via Strtico 9 e Via Pusiano 22 (tel. 608 5952 - 5394656)
Joie Ripamonti
UN CASO DI CIRROSI EPATICA
è collegato con il sistema portale, in caso di aumento della pressione portale (per esempio nella cirrosi epatica), funge da scarico e le sue vene, prima piccole, per la maggiore attività si ingrossano. varici a livello esofageo e del fondo gastrico, diventano emorroidi al ben noto livello.
primi a frequentare la cooperativa e aiutò persino il Gianni a metter su i':;Å.. l'insegna che ora quasi non si legge
più. E stato l'anno dopo l'inaugura-
zione della prima stamperia e che
avevano portato dieci operaie dalla
Romagna perché non si trovava ma-
sto, il lavoro dei campi rendeva abbastanza e pochi lo abbandonavano; B.M. tra questi. Dopo i primi bicchieri B.M. ritrova il filo del discorso v; abbandonato la sera addietro e riat- , Å
tacca con maggior vigore, il suo interlocutore, uno dei tanti a rotazione, ne rimane attratto e poi coinvolto senza possibilità di scampo più per .Å Å la foga che per la lucidità degli argomenti. ÅÅ':, ÅÅÅ ' Le cose che dice sono in vero abbastanza sensate e farebbero for- 1 > se più effetto in bocca a un altro piuttosto che dette da uno con gli
occhi lucidi e la faccia vinosa; per lo
più sono argomenti politici, atti di accusa, spesso luoghi comuni, ma io li preferisco a certi discorsi impegnati fatti dai pur stimati studenti che frequentano la stessa coopera-
tiva. meglio della sua eloquenza lo
dà in occasione delle rare feste paesane, la festa degli alpini, la festa dell'Unità, e in questi casi non solo beve e parla ma aiuta a sparecchiare i tavoli, a portare le cassette, a raccogliere i rifiuti. Si potrebbe dire che il vino ha un effetto positivo sul suo umore così che il suo rapporto con gli altri non ne soffre e neppure quello con sua moglie, anche se questa, conscia del rischio, farebbe di tutto pur che lui smettesse di bere. In realtà gli effetti negativi sul suo fisico sono tali che non si può più parlare di rischio ma di danni irreparabili.
B.M., nonostante le insistenze della moglie, non ha mai voluto sottoporsi a una visita medica, ma una settimana fà, rendendosi conto che la sua pancia era diventata in poco tempo un pancione, si è arreso ed è andato dal dottore. A questi è bastata un'occhiata, una palpazione e una percussione dell'addome, per stabilire che era un'ascite ha dovuto faticare parecchio per convincerlo al ricovero nell'ospedale della vicina città.
L'ascite è una delle conseguenze della cirrosi epatica anche se sono note altre cause che possono determinare un'ascite.
Il termine indica la presenza di liquido sieroso libero nella cavità addominale. Il fegato è un infaticabile laboratorio, le sue cellule ricevono dal sangue una infinità di sostanze chimiche, soprattutto quelle provenienti dalla nutrizione, infatti il fegato filtra tutto il sangue venoso dell'apparato gastrointestinale (il sistema di vene interessato si chiama sistema portale). Le cellule epatiche rielaborano tali sostanze costruendone delle nuove che, riconsegnate al sangue, raggiungono il cuore e di qui tutto l'organismo.
Uno di questi prodotti del fegato è l'albumina che svolge un ruolo decisivo nel movimento dei liquidi da un settore all'altro del nostro corpo (c'è un liquido intracellulare, uno extracellulare e uno intravasale, cioè del sistema circolatorio). L'albumina ha con l'acqua un rapporto come la calamita con il ferro, per cui stando all'interno del sistema circolatorio, cioè nel sangue, trattiene l'acqua che avrebbe la tendenza ad uscire dai capillari perchè non ostacolata dalla parete molto sottile di questi e favorita dalla spinta ricevuta a monte del cuore (all'esterno dei vasi capillari non c'è una forza pari a quella dell'albumina che possa risucchiare acqua).
Nel caso del signor B.M. una buona parte delle cellule epatiche sono state distrutte, per così dire, dall'eccesso di lavoro per smaltire l'alcool e sono state rimpiazzate da tessuto fibroso, come quello delle cicatrici, che stringe le rimanenti cellule sane, i piccoli vasi sanguigni e i piccoli vasi biliari intraepatici rendendo impegnativo il compito di tutti questi.
L'albumina prodotta in queste circostanze è insufficiente per cui l'acqua non ha più a disposizione quella forza che la trattiene nel capillare e inoltre è aumentata anche la pressione nel sistema portale per l'ostacolo dato dal tessuto fibroso ai piccoli vasi sanguigni intraepatici, ne consegue che l'acqua ha a livello peritoneale due motivi per uscire dai
capillari e per riversarsi nel cavo peritoneale ove se ne possono raccogliere anche molti litri. Questa perdita di liquido dal sistema circolatorio viene rimpiazzata dall'acqua bevuta e nel frattempo può ridursi la percentuale eliminata con le urine.
Il signor B.M. non ha più lo sguardo vispo di chi, sia pur sotto lo stimolo del vino, ha tante cose da dire; al bar i suoi occhi si muovevano al ritmo di samba, qui in corsia al ritmo stanco di vecchi piedi che salgono le scale.
Non diversamente dagli altri pazienti vive attendendo, attendendo l'esito degli esami, la visita medica, l'ora del pasto, l'arrivo dei parenti; tuttavia prova per questi momenti solo un vago interesse ed è taciturno come mai lo è stato.
In quanto alle sue condizioni fisiche, grazie alla terapia adottata, si può già notare un discreto miglioramento, per cui si può già escludere per il momento l'applicazione della valvola del Le Veen che viene utilizzata solo in caso di insuccesso delle cure mediche; questa valvola permette il passaggio del liquido ascitico dalla cavità addominale al sistema venoso impedendo il flusso inverso, si ottengono così due risultati: lo svuotamento costante della cavità addominale e il recupero del liquido ascitico. Esistono tuttavia dei rischi che condizionano l'impiego di questa valvola, per esempio possibilità di infezione, rare ma gravi alterazio-
ni della coagulazione, l'ostruzione della valvola.
B.M. deve ancora fare la scintigrafia epatica e la radiografia dell'esofago e dello stomaco. La prima ha lo scopo di documentare la situazione sia morfologica che funzionale del fegato e inoltre può evidenziare la rara ma non rarissima degenerazione tumorale della cirrosi epatica (la cancrocirrosi); la scintigrafia sfrutta la proprietà di alcuni isotopi radioattivi di localizzarsi in questo caso nel fegato e di emanare da lì radiazioni facilmente registrabili. La radiografia dell'esofago e dello stomaco permette di scoprire le possibili varici sia esofagee che del fondo dello stomaco.
Come avevo già accennato la cirrosi epatica rende assai più difficile il passaggio del sangue attraverso i piccoli vasi sanguigni intraepatici, questa difficoltà si traduce in un aumento della pressione a monte, cioè nel sistema portale, quello che porta il sangue venoso degli organi addominali al fegato. Esiste un sistema di vene, che potremmo definire di periferia, che in condizioni normali convoglia una scarsa quantità di sangue da organi addominali al cuore evitando il passaggio all'interno del fegato, (per esempio vene emorroidarie, vene del fondo gastrico ed esofagee, vene della parete addominale). Questo sistema "di periferia" che
L'aumento di calibro di queste vespessore della parete vasale che pertanto rischia, raggiunto un punto limite, di rompersi. La rottura delle varici esofagee è un evento drammatico che spesso determina la morte per la inarrestabile emorragia. Per scongiurare questa emorragia, una volta stabilita l'esistenza di varici esofagee, si può tentare, senza assoluta garanzia di successo, di chiudere con iniezioni sclerosanti il vaso dilatato; si procede sotto esofagoscopia alla introduzione nel vaso di sostanze irritanti che poco alla volta ne determinano la sclerosi (la chiusura).
Un altra possibilità è quella di creare con un intervento chirurgico una nuova strada, un ponte, tra il sistema portale e il sistema cavale, (la vena cava è la più grossa vena del corpo umano ed è quella che fa giungere al cuore tutto il sangue venoso).
Questo tipo di intervento si chiama di derivazione, si può fare collegando direttamente la vena porta con la vena cava inferiore oppure collegando un affluente della prima con un affluente della seconda per esempio la vena splenica con la vena renale sinistra.
Ho parlato di emorroidi, ovviamente non tutte le emorroidi sono conseguenza di una. cirrosi epatica ma è sempre opportuno che chi le ha si accerti delle condizioni del proprio fegato.
Prima di dimettere il signor B.M. i medici dell'ospedale sicuramente gli vieteranno di continuare a bere e lui sarà padrone di gestire come meglio vorrà il proprio futuro.
Quale consiglio dare ai non cirrotici che amano il vino e non intendono rinunciarvi.
Per prima cosa scegliere con cura il vino e, per chi non conosce il produttore, affidarsi alla denominazione d'origine controllata; a chi obietta che così facendo si spende di più, si può rispondere che non si deve giocare al risparmio con la salute; poi limitare la quantità a uno o due bicchieri durante i pasti escludendo di bere fuori dai pasti.
Per concludere riporto ì risultati di un'indagine condotta da un gruppo di esperti del maggiore ente ospedaliero dell'Emilia e Romagna dai quali si desume che nell'ultimo quindicennio in Italia il tasso di mortalità ogni 100 mila abitanti per cirrosi epatica è passato per i maschi dal 26.9 al 46,4 e per le donne dal 10,2 al 18,1. Viene ricordato che negli Stati Uniti durante il periodo del proibizionismo si assistette ad un progressivo e forte declino dell'incidenza della cirrosi. Analogo fenomeno venne riscontrato a Parigi a seguito del forzato razionamento del vino durante l'ultimo conflitto. dott. Antonio Mercurio
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febbraio 1981 pagina 9 - milano 19
PER LA SALUTE
IL DIAMANTE: LA GEMMA TRA LE GEMME
Con le proprietà fisiche abbiamo terminato la descrizione delle qualità dei minerali. È stata una veloce panoramica, ma spero di essere riuscito ugualmente a rendere l'idea di ciò che è un minerale. Negli articoli che seguiranno avremo ancora modo di tornare su quello che si è detto e anche certi termini che sono parsi difficili, collocati al posto giusto risulteranno più comprensivi.
Con questa puntata cominceremo a trattare i gruppi più importanti della mineralogia, almeno per quanto riguarda la gemmologia, cioè quella parte che come ho già detto è la più preziosa:
"IL DIAMANTE"
Il diamante è definito "la gemma tra le gemme". È la pietra preziosa più ricercata ed usata in gioielleria in tutte le parti del mondo.
Il suo nome deriva dal greco Adàmas che significa indomabile. In oriente era conosciuto in tempi assai remoti (circa 3.000 anni A.C.), in occidente si conobbe soltanto dopo la spedizione di Alessandro Magno.
In natura si trova sotto diverse colorazioni: incolore, paglierino, giallo, verde pisello, azzurro, bleu, rosso, rosso mattone, nero.
Le qualità Bort e Carbonado, non essendo atte in gioielleria, vengono usate come utensili e per la lavorazione del diamante stesso. I cristalli sono di forme varie, le più comuni sono il cubo, l'ottaedro, il rombo dodecaedro. Il cubo si può ritenere la forma esclusiva dei giacimenti brasiliani. Nelle miniere del Sud Africa si hanno in
Una proposta culturale
prevalenza forme ottaedriche e rombo doidecaedriche. Un'altra forma è data dal cubo piramidato caratteristico dei giacimenti indiani.
La composizione chimica è costituiita da carbonio puro. Il diamante non è fusibile ed è assolutamente inattaccabile dagli Acidi compreso il fluoridrico. Pertanto alla temperatura di 850° in presenza di aria brucia; posto nel vuoto a 2.200° diviene incandescente emettendo una luce bianchissima e dopo circa un'ora si trasforma in una sostanza grigio nerastra: la grafite. Il diamente si può trasformare in grafite, ma la grafite non può trasformarsi in diamante.
Il diamante perfettamente puro è incolore, ma soltanto una quinta parte del materiale è tale, le altre hanno tutte le varie colorazioni che ho accennato.
Circa la natura delle sostanze coloranti, nulla di positivo si può affermare. Esclusa la possibilità che si possa trattare di sostanze organiche; si ritiene che la colorazione sia data dal ferro, dal titanio, dal samario, e anche dal dalcromo. NON si esclude che la colorazione possa avere origini radioattive.
Come si è visto il diamante, è il minerale più duro che si trova in natura, sulla scala di Mohs corrisponde a 10. Dato l'eccezionale durezza, si rende di grande utilità anche nella tecnica, ridotto in polvere viene usato nella lavorazione del diamante stesso e delle altre pietre preziose. Particolarmente usato per questi specifici lavori è il diamante australiano perchè è il più duro di tutti quelli degli altri paesi.
Risposta alla lettera del presidente dello I.A.C.P.M.
Non bisogna però confondere la durezza con la fragilità, in genere i minerali più duri sono i più fragili. Il diamante è una pietra molto fragile, basta un piccolo colpo perchè si scheggi, possiede una sfaldatura perfetta secondo le facce dell'ottaedro. La sfaldatura può anche essere causata da un colpo convenientemente dato o anche da un brusco cambiamento di temperatura. Allora si scheggia lasciando dei piani lucidi che risultano paralleli alle facce dell'ottaedro.
Le proprietà ottiche concorrono al pregio di questa gemma. Sotto forma di cristallo allo stato naturale o ottenuta mediante il taglio, offre all'occhio di chi guarda, una stupenda scomposizione della luce nei colori dell'iride. Il potere dispersivo è forte, dovuto al fatto che esso scompone la luce bianca che vi entra (assorbimento) e la rimanda (riflessione e rifrazione) scomposta nei colori dell'iride. Sovente il diamante contiene inclusioni di sostanze estranee in misura notevole tante da minorarne la trasparenza, tali inclusioni possono essere solide, liquide, gassose. Le prime appaiono come piccole macchie nere (carbonio), altro tipo di inclusione è dato da alettine di forme irregolari, frangiate di colore marrone, tipico aspetto di inclusione di ossido di ferro. Le inclusioni liquide sono dovute ad anidride carbonica o da acqua, le gassose si presentano con bollicine gassose a livello nel liquido. Si notano inoltre delle cavità incolori dette ghiacciature generalmente piccole, ma talvolta fitte da rendere la pietra opaca.
Continua F. Francioli
Una mostra fotografica sulla Certosa dì Garegnano
Confinante con la nostra, la Zona 20 del Decentramento cittadino ha la fortuna di comprendere nel suo territorio la Certosa di Garegnano, in Via Garegnano 28, conosciuta anche come la Certosa di Milano. È questo un complesso di edifici superstiti a molti smantellamenti e rifacimenti, che perd hanno saputo conservare quel gioiello di arte lombarda che è la chiesa dedicata a Maria.
Le opere comprese nell'insieme architettonico della Certosa meritano uno studio attento perla sua conoscenza e preservazione totale, in modo da garantirne la conservazione per i tempi futuri.
A questo scopo la Cooperativa Giuseppe Donati, con l'appoggio del Comune di Milano, la Ripartizione Decentramento, il Consiglio di Zona 20 Vialba Quarto Oggiaro, l'Ente per il Turismoi di Milano, la Cassa di Risparmio PPLL e il Rotary Club Milano Nord Ovest, ha allestito
un'encomiabile mostra fotografica storico - artistica di tutto il complesso monumentale di Garegnano, con riproduzioni a colori e in b/ nero riproducenti pitture, disegni preparatori, documenti antichi e recenti, progetti e studi di vario genere, divisi in tre settori.
La mostra è rimasta aperta dal 13 dicembre '80 al 18 gennaio '81 e in seguito verrà trasferita su richiesta in altre sedi probabilmente anche municipali, e ci auguriamo anche nella Zona 19, magari nei locali del Centro Comunitario di Trenno o presso Circoli Culturali o parrocchie, per favorirne la fruizione da parte di scolaresche accompagnate da insegnanti preparati, o anche da parte di cittadini sensibili al discorso culturale.
L'importanza artistica di questo complesso nel quadro dell'arte lombarda è notevolissimo, si pensi che lo studio e il completamento delle ricerche storiche e di archivio riguardanti la
Certosa di Milano tengono impegnato da vari anni uno dei Padri Cappuccini dell'Ordine francescano che ha in affido il monumento, PadreFedele Merelli che raccoglie un po' alla volta il materiale per farne un volume esclusivamente dedicato ad essa.
Nominata dallo stesso Petrarca nel XIV secolo, le vicende della Certosa sono legate alla storia di Milano e si agganciano a tutto l'avvicendamento culturale della città. Basti ricordare, in merito al grandioso ciclo di affreschi del Crespi datati 1629, che lo stesso pittore trovava la morte nella peste manzoniana che ha decimato la popolazione di Milano, nel 1630.
Non si perda dunque l'occasione di valorizzare questo prezioso materiale già catalogato e ordinato in modo organico, facendone un veicolo culturale di prim'ordine per un sempre maggior numero di persone.
Bruna Fusi
È in attoda tempo una vertenza che, il SUNIA ed le altre Organizzazioni degli inquilini, hanno intrapreso nei confronti dello I.A.C.P.M. in merito all'aumento della quota di riscaldamento per la gestione 1980/81, elevando la stessa da L. 4.500 a L. 6.500 il MQ.
' Pensiamo che scendere sul piano della polemica col Presidente dello IACPM non sia di alcuna utilità, tuttavia riteniamo che, per inquadrare nella giusta luce l'azione intrapresa dal S.U.N.I.A., il quale ha invitato gli inquilini a sospendere il pagamento dell'aumento, sia doveroso fare alcune precisazioni:
Il SUNIA e le altre Organizzazioni degli inquilini avevano si riconosciuto la necessità di adeguare le quote ai costi sempre crescenti del combustibile, ma si doveva concordare l'entità e i modi di applicazione mentre lo IACPM ha deciso UNILATERALMENTE.
- Far credere quindi che il SUNIA fosse d'accordo anche sull'entità dell'aumento, significa giocare sull'equivoco e pescare nel torbido.
Una seria verifica avrebbe dovuto essere fatta sui costi degli esercizi precedenti e si sarebbe dovuto garantire la presenza degli inquilini in fase di aggiudicazione degli appalti, con poteri decisionali e non consultivi. Noi sosteniamo che si debba giungere ad un reale DECENTRAMENTO DELLO IACPM con suddivisione per ZONE, anche per la gestione del RISCALDAMENTO, con controllo reale degli assegnatari, che impedisca di consegnare gli impianti soltanto a grosse compagnie petrolifere con contratti a lungo termine e pertanto difficilmente controllabili.
Questo tipo di vertenza investe perciò, non solo l'adeguamento dei costi che, se riconosciuti effettivi verranno certamente corrisposti, ma diventa momento di LOTTA e di PRESSIONE per una diversa PARTECIPAZIONE degli inquilini e dei loro rappresentanti alla GESTIONE dell'ENTE.
S.U.N.I.A. Gallaratese - San Leonardo
Notizie in breve
Una iniziativa della Sala Oasi
Presso la SALA OASI per la Terza Età in Via Betti 62, dal dicembre u.s. la Consigliera di Zona DC Tina Mozzanica ha iniziato un corso di aggiornamento culturale per illustrare la situazione sociale italiana dei giorni nostri.
Gli argomenti trattati e da trattare partono dalla proclamazione della Repubblica Italiana, con studio delle motivazioni storiche che hanno portato alla scelta democratica da parte del popolo, al termine della seconda guerra mondiale.
Si studierà poi la Costituzione, con tutte le possibilità democratiche aperte alla cittadinanza, in una più approfondita conoscenza delle leggi, dei meccanismi di governo, dei sistemi di voto e delle scelte popolari.
Questo ciclo di conferenze si tiene due giovedì al mese, alle ore 15,30, durata un'ora circa, ed è aperto a tutti ed in particolare alle donne, che tanto spesso ignorano i loro diritti civili ed i mezzi per usarne. Sono graditi interventi che portino proposte di argomenti di comune interesse. Non vi è pretesa di risolvere problemi particolari, ma con il dibattito collettivo si intende abituare il cittadino a risalire alle cause di qualsiasi situazione sociale, vedendo questa non come un caso isolato ma inserito in un contesto più ampio, quello della società di cui fa parte.
In un secondo tempo, approfondita la dinamica delle possibilità democratiche cui il cittadino pud accedere, si farà presente la necessità di un discorso cristiano nel tessuto sociale, discorso che è sempre attuale per il peso morale del suo insegnamento. I giorni prescelti per questi incontri sono segnalati nell'ambo comunicazioni dell'Oasi stessa.
Via C. Dolci, 38 - 20148 MILANO Tel. 40.80.506
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Gemmologia
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milano 19 - pagina 10 febbraio 1981
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Lo scaffale di Milano 19
ANELLI D'INFINITO di Vincenzo Bendinelli
Ed. Carpena 1978 - Sarzana
Nel curriculum artistico di un uomo completo come Vincenzo Bendinelli non poteva mancare un volume di poesia.
Tra le tante attività artistiche e scientifiche (egli è pittore, scrittore, collaboratore di riviste letterarie, studioso e sperimentatore di parapsicologia e ipnosi) abbiamo avvicinato il suo volume "Anelli d'infinito" con la certezza di trovarvi una conferma delle sue svariatissime qualità, che ne fanno un uomo fuori dal comune. Bendinelli poeta, dunque, che ci offre in liriche sovente brevi la possibilità di conoscere i punti salienti delle sue meditazioni esistenziali ed escatologiche.
Il fine ultimo del vivere è sempre ricercato e tenuto presente in questi "Anelli" così metefisici, che si ricompongono attorno al poeta - uomo in un alternarsi di sentimenti eterni: "Nell'incomprensione ho costruito azzurri folgoranti di gioia. Immerso nella mia solitudine spezzo anelli d'infinito".
In questo passare dagli estremi ed opposti traguardi del vivere terreno, così ben isolati e definiti nei versi scarni, come su un pendolo che scandisce tempi dilatati e onirici, vi è un assaggio di eternità.
L'uomo che costruisce le sostanze spirituali (gli azzurri) nell'incomprensione (forse degli altri esseri viventi, o fors'anche della conoscenza esatta dell'oggetto ricercato) e cioè nella solitudine, che lo immerge nonostante la presenza delle tante vite che gli stanno attorno e come anelli si intrecciano a lui, l'uomo - poeta dicevamo riuscirà a carpire la certezza di un vivere sneza confine.
Anche il discorso a sua madre, vista come matrice corporea del suo unicum irripetibile, è agganciato a questo senso di passaggio (Creature del vento) e di ricerca prolungata di una liberazione.
.. Ci incontreremo un giorno,
Protesta di cittadini
l'ordine. Nel denunciare questi episodi il Partito Comunista Italiano intende portare avanti, insieme ad altre forze politiche, iniziative che impediscano il ripetersi di nuovi atti teppistici, riaffermando la volontà già espressa nelle assemblee popolari e dalla raccolta di firme".
Il circolo Lenin della FGCI ha inoltre affisso nel quartiere un manifesto in cui é scritto: "Dopo un lungo periodo di stasi si ripropone il grave problema della carenza di strutture atte all'aggregazione giovanile. Vogliamo ancora una volta ricordare a quale penosa situazione di violenze siamo quotidianamente sottoposti nel nostro quartiere. Riteniamo che il funzionamento di una discoteca in via Ricciarelli (ex cinema Alpi) sia estraneo ai bisogni giovanili
mamma fra mosaici di stelle creature strappate al verme del dubbio anche la mia anima eternerò nell'isola di quell'ignoto mare senza spiagge: l'universo è un incrocio di nomi incisi a lettere azzurre".
E l'azzurro, così presente in parecchie di queste liriche, richiama un po' le pitture che Bendinelli fa (e ci riferiamo all'esauriente mostra personale da lui tenuta alla Galleria d'Arte Avanguardia 2 a Milano) seguendo un suo modulo fantasmagorico: forme primitive ripetute su trame sinuose si cadenzano in ritmi tonali precisi ed armoniosi. Questi ritmi di colore presenti nei dipinti del Nostro Artista li ritroviamo ora nei versi di questa silloge che se ne arricchisce, come di cadenze musicali. Al posto delle note, le parole talvolta usate con voluta casualità, si susseguono richiamando alla nostra mente immagini di cose care a ciascuno:
"... Il fiume come piovra tentacolata si staglia serpeggiante tra platee di pioppi; nel rosso scintillio dell'acqua prospettive d'infinito cantano rubini di luce".
Ed ecco questo infinito atteso sognato ritorna nei pensieri del poeta quasi a chiusura di ogni meditazione, a sedare conflitti o a esaltare conquiste concordanze, e liberatosi dal simbolico anello - cerchio della vita singola, si fa meta, punto di arrivo dell'essere teso all'estremo delle sue possibilità.
B. Buttafava
La redazione ricorda che la rubrica Scaffale di Milano 19 offre la recensione e divulgazione di opere letterarie o poetiche pervenute in sede. Gli autori residenti nella Zona 19 in particolare sono sollecitati ad inviare opere di loro produzione.
Nei mesi di novembre e di dicembre del 1980 in quartiere, nella sala del CUZ di P.za Segesta sono stati proiettati tre film sulla fabbrica: Trevico - Torino di c. Scola; I compagni, di M. Monicelli. Pelle Viva, di G. Fina; l'ingresso era gratuito.
Abbiamo organizzato questo ciclo di film noi del gruppo di iniziativa culturale ANPI S. Siro. Siamo studenti e lavoratori provenienti da diverse esperienze politiche e culturali e, dopo aver preso atto della totale assenza di una opposizione culturale (senza con questo voler dire che non c'è una opposizione politica) alla cultura della classe dominante, abbiamo preso la decisione di costituire un gruppo che ha come obbiettivo l'apertura di spazi culturali dove chiunque creda che la televisione, il bar, la discoteca o, in altre parole, che tutto ciò che questa società oggi offre non sia sufficiente a soddisfare i propri interessi, i propri bisogni può venire a discutere e a lavorare. Culturalmente ci collochiamo a sinistra; qui però ci preme fare una precisazione: la parola "sinistra" viene oggi associata a tutte le deformazioni che negli ultimi decenni sono state compiute ad opera dei mass - media, di una parte degli intellettuali e degli stessi politici, di questa parola per cui quando diciamo "sinistra", ognuno pensa alla sua esperienza e alle sue conoscenze. è per questo che pensiamo che un giudizio sul nostro gruppo debba rifarsi più a quello che abbiamo fatto che non alle etichette. Anche in questo senso crediamo vada fatta una opposizione culturale, a questo dilagante uso improprio delle parole ("falchi" e "colombe" nei partiti; partite di calcio tra i partiti; la politica come un gioco ecc.). Siamo entrati a far parte dell'ANPI circa un anno fa semplicemente perchè era in qualche modo libera da ipoteche dei partiti e come tale non aveva posto condizioni al tipo di iniziative che avremmo voluto fare.
Il primo passo del gruppo di iniziativa culturale è stata la distribuzione di un programma nelle scuole della zona dove si esponeva un po' il nostro modo di pensare. Il secondo passo è stata una riunione con tutti i gruppi e partiti della sinistra della zona per fare un po' il bilancio di quelle che erano le varie iniziative che essi portavano avanti e per vedere se fossero stati disponibili eventualmente ad un certo tipo di lavoro culturale.
La disponibilità è stata unanime a parole, poi, nei fatti, qualcuno non ha
DAL CIRCOLO CULTURALE ANPI-S. SIRO
Una proposta per cambiare
collaborato.
Ma perchè è stato fatto un ciclo di film sulla fabbrica e non invece un ciclo sulle discoteche, ad esempio, come proponeva qualcuno?
c perchè dei film e non dibattiti, teatro o musica?
La proposta di fare in ciclo di film è partita dal nostro gruppo; a questa decisione siamo arrivati tenendo presente le possibilità economiche e materiali (e cioè le nostre forze). La nostra proposta è stata sottoposta all'attenzione dei gruppi politici presenti alla riunione, i quali non hanno avuto nulla da obiettare.
Sostanzialmente hanno ragionato a questo modo: non importa cosa far l'importante è fare. La discussione è stata più animata quando abbiamo deciso quale ciclo di film si dovesse fare.
In un momento di conflitto sociale come quello in atto allora tra la direzione della Fiat e gli operai, ci sembrava opportuno discuterne a partire da un ciclo sulla fabbrica.
L'obiezione mossa dalla maggioranza dei presenti era che film su questo argomento non avrebbero richiamato certo molte persone. L'importante, soprattutto tenendo conto del periodo in cui viviamo, non è a nostro parere che partecipino centinaia di persone a consumare il film, ma che si discuta con persone che vogliano vedere qualcosa che faccia pensare alla realtà in cui viviamo per cambiarla.
Comunque, alla fine delle discussioni ci siamo trovati tutti d'accordo, per mettere in pratica la proposta.
Alla prima proiezione hanno partecipato circa quaranta persone alla seconda venti persone, alla terza sedici.
Il vero calo c'è stato tra la prima e la seconda proiezione, perchè non abbiamo saputo interessare, fermandoci a discutere, le persone presenti; questo errore (dovuto anche alla inesperienza) è stato in parte corretto alla seconda proiezione abbiamo cercato sin dalla seconda proiezione di discutere con i presenti, per evitare appunto
Doris Canetti Consonni e Bruna Fusi con i soci del Gruppo Sirio esprimono ai familiari il loro dolore per la scomparsa della cara e indimenticabile Dott.essa Maria Antonietta Barbareschi Fino, artista, scrittrice, poetessa, commediografa, insegnante e direttrice di Istituti scolastici, madre e sposa esemplare, Donna grande nello spirito e profonda nei sentimenti. Milano, 16 Gennaio 1981.
dalla prima pagina
costituisca elemento di disturbo per le abitazioni circostanti. Siamo quindi convinti del grave rischio che il locale diventi punto di attrattiva per attività equivoche, legate allo spaccio della droga alla delinquenza ed alla violenza fascista in una zona dove solo ora si é iniziato a lavorare nel tentativo di gestire democraticamente le strutture sociali. Perciò l'intervento dell'iniiiativa privata nel settore dei servizi per il tempo libero (assolutamente inesistenti a S. Siro) deve essere inserita in un progetto culturale che risponda ai bisogni reali della cittadinanza. A garanzia di questa esigenza - é scritto ancora nel manifesto - invitiamo tutti i giovani ed i cittadini ad unirsi nella battaglia per un utilizzo del Cinema Alpi e per una cultura del tempo libero che si collochi nella nostra realtà e non costituisca soltanto una imitazione dei numerosi miti d'oltre oceano".
A loro volta cinquanta negozianti del quartiere hanno sottoscritto una petizione indirizzata, al sindaco di Milano, al presidente della Regione Lom-
bardia, al prefetto della provincia di Milano ed al Consiglio di Zona nella quale, sotto il titolo: "Oggetto: non apertura della maxi discoteca di via Ricciarelli", é scritto: "I negozianti della zona circostante all'ex cinema Alpi di via Ricciarelli, avuta la notizia della prossima apertura della discoteca regolarmente autorizzata dalle autorità preposte, protestano vivacemente affinché questa inopportuna e malsana attività non abbia inizio. Le ragioni di questa meditata scelta sono legate a motivi di
sicurezza commerciale e sociale. Non a caso nella nostra zona, come crediamo in tante altre, proliferano bande di delinquenti singoli e organizzati dediti allo spaccio della droga scippi, rapine ed intimitazioni di ogni genere nei confronti sia di persone singole, che di negozianti. Crediamo perciò fermamente che aprendo una discoteca nel quartiere si possa creare il pericolo di una possibile riorganizzazione ad alto livello di tutta la feccia delinquenziale di tutto il circondario e ol-
(come fanno le normali cineteche) di consumare il film come si consumano le mode.
Questo ci fa pensare che in futuro le cose andranno meglio; infatti per la terza proiezione abbiamo distribuito dei volantini nella zona (cosa non fatta per le precedenti proiezioni); è forse anche per questo motivo, e cioè una forma di propaganda più diretta, che su sedici presenti nove erano persone nuove.
Al di là di queste considerazioni, il bilancio di questo ciclo di film è secondo noi positivo, se si tiene presente il momento storico che stiamo vivendo e, più in particolare, la situazione del quartiere. Oggi in Italia assistiamo ad un riflusso nel privato; prima ed evidente conseguenza di questo riflusso è una vera e propria restaurazione di vecchi valori da parte della classe dominante.
Precisamente questa restaurazione viene condotta parallelamente su due fronti: sul fronte della fabbrica, dove c'è licenza di mettere in cassa integrazione migliaia di lavoratori (se non addirittura di licenziare) senza che questi riescano ad imporre una propria linea al padrone (vedi caso Fiat e le decine di piccole e grandi fabbriche); sul fronte sociale, dove l'inettitudine (e la non - volontà?) dei governi favorisce il nascere delle azioni terroristiche e l'imbarbarimento della società; questo porta la gente ad avere sfiducia nelle istituzioni e a chiudersi in casa per la paura. Se a questo si aggiungono gli arrori della sinistra che non ha saputo costruire alternative valide si capisce come mai la gente non veda più punti di riferimento per potersi orientare politicamente e culturalmente ed organizzarsi; risultato: ci si chiude in casa con i propri dubbi, le proprie paure, la propria rabbia; ed è evidente che con un popolo diviso ed impaurito si può fare ciò che si vuole, ecco quindi già un primo successo dell'iniziativa: offrire nuovi spazi di discussione e di ritrovo in un periodo nel quale nessuno discute della propria vita con gli altri; Non solo, in quartiere (a parte il cinema Alpi) era da tanti anni che non si facevano più iniziative di carattere culturale; ecco un secondo piccolo progresso: è stato rotto il silenzio che durava da anni. Purtroppo questo silenzio ha creato nuove abitudini fra gli abitanti del quartiere, abitudini che è evidentemente difficile cambiare nel giro di un mese. Questo forse ci può spiegare perchè poca gente ha partecipato all'iniziativa; ma il fatto che qualcuno abbia il bisogno di cambiare questa situazione ci fa sperare per il futuro.
!zio Putzulu
tre. Per questi gravi motivi riteniamo opportuno invitare il sig. sindaco di Milano e le autorità preposte a revocare per sempre la licenza accordata. Proponiamo invece che al posto della discoteca si istituisca un asilo nido, oppure un centro sociale e culturale per giovani ed anziani, oppure una piscina. Confidiamo nel buon senso degli amministratori pubblici locali, peraltro al servizio dei cittadini loro elettori. In fede (seguono cinquanta firme di negozianti)".
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Un bilancio per tre anni
Altra area che necessità di interventi urgenti è quella di piazzale Bonola, che oggi viene utilizzata come discarica a cielo aperto e detiene il triste primato degli incidenti automobilistici. È necessario provvedere al più presto alla sistemazione a verde di tale piazzale ed alla regolarizzazione della sua viabilità, anche mediante l'installazione di un impianto semaforico. Infine Taormina, sempre parlando a nome della sezione Ragionieri, ha indicato la necessità di realizzare un tratto di strada che colleghi la stazione S. Leonardo della metropolitana ai Bissi (tra via Cilea e l'inizio di via Borsa)
dalla prima pagina
per evitare agli abitanti di tale località giri lunghi e viziosi, mentre l'area circostante tale stazione dovrebbe essere sistemata a parcheggio per evitare che gli utenti della MM utilizzino come posteggi per le loro auto le strade adiacenti aggravandone i problemi di viabilità.
Censire le risorse del territorio
Per l'Unione Artigiani, — che ha dichiarato la sua disponibilità a partecipare con propri rappresentanti ai lavori delle commissioni del Consiglio di Zona, — è necessario che il bilancio della nostra circoscrizione sia in parte finalizzato a favorire l'insediamento di aziende artigiane. In tal senso, come ha ricordato il vice presidente del Consiglio di Zona ing. Malusardi, le strutture sono effettivamente carenti, basta pensare che al Gallaratese esi-
stono interventi per la costruzione di edifici abitativi da assegnare a 700 famiglie, ma non sarebbe prevista l'installazione di negozi, supermercati, botteghe artigiane o servizi accessori.
Per il CUZ S. Siro ha invece preso la parola Finazzi, che ha fatto rilevare la difficoltà ad intervenire in mancanza di un preciso orientamento comunale, che non ha potuto essere approntato entro lo scadere dello scorso anno non essendo ancora pronto il bilancio dello Stato, per cui Milano non sà ancora di quanti soldi potrà disporre per i prossimi anni. La partecipazione del CUZ, ha comunque tenuto a sottolineare Finazzi, si muove nella logica dell'intervento del mondo sindacale nella programmazione territoriale delle risorse. La riconversione della ITALTEL (ex Sit-Siemens), ha aggiunto, dovrà essere discussa con il Consiglio di Zona, il Comune, la Provincia e la Regione.
Per quanto si riferisce alla sucola, ha detto ancora, bisogna dare priorità alle iniziative di educazione permanente, di sostegno e di formazione, stabilendo rapporti di scambio culturale studio - lavoro e lavoro - studio ed utilizzando le strutture scolastiche esistenti per attuare il Diritto allo Studio, mentre per parte sua il CUZ è disponibile per mettere a disposizione il suo salone di piazzale Segesta per qualsiasi iniziativa culturale.
In termine di seduta è intervenuto il consigliere Moroni, coordinatore della Commissione Igiene - sanità del Consiglio di Zona 19, il quale ha indicato la necessità di individuare, sin dalla stesura del bilancio, le strutture per l'erogazione dell'assistenza sanitaria di secondo livello (poliambulatori specialistici), in vista della prossima attuazione delle Unità Sanitarie Locali. G.P.
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