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INSEGNANTI
CHE VANNO
INSEGNANTI CHE VENGONO
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INSEGNANTI
CHE VANNO
INSEGNANTI CHE VENGONO
Il piano comunale dei trasporti illustrato dal vice sindaco di Milano nel corso di un dibattito tenutosi nella nostra zona.
Reduce dall'averlo presentato al Consiglio comunale il vice sindaco ed assessore ai trasporti del Comune di Milano, ing. Vittorio Korach, è venuto, la stessa sera, nella nostra zona a parlare del piano comunale dei trasporti ed a discuterne con i cittadini convenuti ad un'assemblea pubblica appositamente indetta per iniziativa del P.C.I. nella palestra della scuola di via Betti.
Questo piano, ha detto l'ing. Korach, presenta delle linee generali di base. E il piano delle linee di forza, non di tutta la rete, e forse è questo il motivo per cui non ha suscitato sufficiente interesse, data una certa tendenza ad occuparsi più dei problemi locali che di quelli generali. A quattro mesi dalla sua approvazione, quando l'ATM avrà la certezza che le linee di forza scelte saranno quelle che resteranno, verranno predisposti i piani di bacino e la creazione di una rete di linee minori che portino passeggeri alle linee di forza. In quel momento si avranno discussioni zona per zona e non è difficile prevedere che si trat-
A proposito dell'equo canone l'assessore all'urbanistica Gianfranco Rossinovich ricorda che le eventuali modifiche alla delimitazione delle zone ed alla individuazione degli stabili degradati o di particolare pregio verranno adottate dal Consiglio comunale sulla base delle richieste dei cittadini e delle loro organizzazioni che saranno pervenute al Comune entro il 30 marzo prossimo.
Per consentire una tempestiva e puntuale verifica da parte degli uffici l'assessore invita i cittadini, i presidenti dei Consigli di zona, le associazioni della proprietà immobiliare, i sindacati degli inquilini che già fossero in possesso di segnalazioni a presentarle entro febbraio alla ripartizione urbanistica.
Resta naturalmente ferma la scadenza ufficiale del 30 marzo per la presentazione definitiva dei ricorsi.
terà di discussioni magari anche tempestose, perchè non si potrà evitare l'insorgere di richieste settoriali, a volte magari anche personali, che non tengono conto delle esigenze generali dei trasporti, cittadini. Il problema non è avere la fermata sotto casa o aumentare il numero dei mezzi, perchè per aumentare l'utenza cid non è sufficiente, bisogna rendere più efficiente il servizio aumentandone l'economicità e la velocità. Passare dagli attuali 300 metri che attualmente intercorrono in media da fermata a fermata a 500 metri significa guadagnare molto più tempo di quello che il singolo utente più sfavorito perderebbe a percorrere a piedi i 100 metri in più.
La MM al Gallaratese Pur trattandosi di una discussione su problemi cittadini non potevano essere dimenticati i problemi legati direttamente alla nostra zona. Grazie alle lotte dei cittadini che ne hanno evitato il dirottamento. soltanto a scopo speculativo, verso lo stadio di S. (segue a pag. 2) o
In Via Betti, al Gallaratese
Un nuovo centro socio-sanitario
La scuola materna di via Betti 39, al quartiere Gallaratese, diventerà, come richiesto dal Consiglio di Zona, un Centro di servizi socio - sanitari integrati, dove funzioneranno il servizio di igiene mentale nell'età evolutiva e per gli adulti, il servizio di assistenza domiciliare agli anziani, una sede staccata del consultorio di via Albenga e il servizio di medicina pediatrica. La sistemazione dovrebbe essere comunque provvisoria in attesa che venga costruito il nuovo centro civico sulla spina centrale dello stesso quartiere. I bambini che attualmente frequentano la materna di via Betti verranno trasferiti in quella di via Ojetti, non appena in tale edificio sereno ultimati i lavori ora in cgrsQ.
E un vecchio proverbio milanese che a S. Siro ha un significato più amaro che altrove.
Si sa, l'ultima età dell'Uomo non è certo la più felice, ci sono gli acciacchi, le speranze ed i desideri si affievoliscono, se non spariscono del tutto, restano i ricordi non sempre belli.
Nel passato, quando ancora esisteva una cultura popolare si tramanda van, anche oralmente, le storie dei padri: la vita dell'individuo era sentita come parte integrante, non casuale, di vicende che si richiamavano e si riunivano nell'arco di un tempo ideale. Viviamo ora in un'epoca di sfrenato individualismo, ciascuno tende a vivere entro gli angusti schemi dei propri interessi privati, cui si aggiungono gli spazi dilatati, artificiosi ed alienati degli schermi televisivi. La vita comunitaria è in crisi profonda.
La vita che stiamo conducendo è assillata dall'idea dell'utile e dell'efficienza produttiva. Chi maggiormente fa le spese di questo modo di vivere è certamente chi vive nelle grandi città, ma fra questi l'anziano è certo quello che la soffre di più. A S. Siro, poi, la sua situazione è anche peggiore.
Innanzi tutto le struiture per una vita associativa, quando esistono, sono carenti sia dal punto di vista qualitativo che da quello della funzionalità. L'assistenza sanitaria è presente in forme assolutamente inadeguate. Altri servizi pubblici che sarebbero necessari in un quartiere abitati in maggioranza da anziani, quali ad esempio l'ufficio postale, non ci sono. Neppure esistono strutture per lo svago: l'unica sala cinematografica, il cinema Alpi, è ormai chiusa da mesi e corre voce che i proprietari intendano trasformarla in autorimessa.
Inevitabile che tale situazione abbia provocato una profonda disgregazione sociale: i . rapporti umani e di solidarietà hanno vita stenta e tendono a peggiorare. La disgregazione e la solitudine hanno portato con sè un altro grave fenomeno: l'alcoolismo. Ed è altrettanto inevitabile che la capacità di reazione ad ingiustizie ed a pretendere i propri diritti sia venuta
meno. A S. Siro c'è la tendenza a delegare ad altri le proprie rivendicazioni.
Capita, ed è ormai purtroppo pressochè norma, che si conoscono solo di vista gli abitanti della porta accando. Così succede che ci s'accorga di decessi solo perchè da qualche tempo (giorni!) non si veda più in giro una tal persona o addirittura perchè tale morte viene comunicata con gli odori della decomposizione. Anche le case dell'IACP di S. Siro appaiono in decadenza. La manutenzione non brilla certo per la sua efficienza! Non vorremmo però che tuto quanto abb.'arno detto venisse interpretato come un quadro fosco di una situazione ineluttabile e perciò senza via d'uscita. La via d'uscita c'è e la si scopre innanzi tutto dall'analisi "senza freddo agli occhi" che abbiamo voluto fare. La via d'uscita c'è ed è anche indicata dalle utile decisioni prese dal Comune di Milano. Questa Giunta, che secondo taluni disinformati o in mala fede, non avrebbe fatto nulla in questo triennio, che cosa ha deciso di fare a S. Siro? Ha forse deciso di fare il nuovo stadio di calcio per i centomila? Oppure una nuova struttura sportiva per fare, che so, le Olimpiadi? No! Molto più modestamente, ma molto più utilmente ha deciso di fare qualcosa che serva ai cittadini.
Essi sono in maggioranza anziani? Occorre loro un ambulatorio? Bene. Sarà la palazzina di piazza Segesta (ex casa della ragazza - madre) che l'ospiterà.
Occorre loro un centro di aggregazione per lo svago, per incontrarsi?
Bene. Sarà l'ex Cascina Brusada che sarà adattato a tale servizio. Come tali servizi dovranno essere gestiti, vale a dire come dovranno funzionare il Comune non ce lo dice E giustamente.
Funzioneranno come lo vorranno gli stessi cittadini - utenti.
Non vi pare, cari cittadini di S. Siro che qualcosa di veramente nuovo cominci ad esserci sotto il sole di Milano?
«Lavora, lavora, la vita la va in malora», ma a S. Siro è peggio!
Siro, la metropolitana è ormai giunta al QT 8, alle soglie del Gallaratese. E in corso la costruzione di 3,3 chilometri di prolungamento fino al S. Leonardo, mentre sono in fase di avanzata progettazione 860 metri tra il S. Leonardo e Molino Dorino, dove verrà istituito anche un capolinea delle linee interurbane provenienti da Rho, Legnano, Busto Arsizio, ecc. Quando questi tronchi entrerannp in funzione?
Quando saranno ultimati i lavori? Non si potrebbe accellerarli magari aprendo nuovi cantieri?
Nessuno impedirebbe alla MM di aprire più cantieri, ha risposto il vice sindaco Korach, ma alla fine dell'anno sorgerebbe il problema: chi paga? Deve pagare l'amministrazione comunale e deve farlo senza uscire dai limiti fissati al bilancio di previsione. Se si prevedono 37 miliardi di lire la MM non può spenderne 50. La velocità di realizzazione dipende esclusivamente dalle disponibilità di finanziamento della MM, che attualmente stà avanzando veso quattro direzioni diverse, tutte con uguali urgenze e necessità, mentre per quanto riguarda la possibilità di accelerazione dell'esecuzione delle opere bisogna tener presente che non si può superare una certa velocità nel cosruire sottoterra.
Nel frattempo, appena ultimato, non potrebbe entrare in funzione il primo tronco, quello fino al S. Leonardo? Andare in Esercizio con un deposito a 15 chilometri di distanza comporta grossi costi di esercizio che l'ATM difficilmente potrebbe affrontare. Per cui bisogna prevedere che la metropolitana entrerà in funzione al Gallaratese nel 1980, quando saranno ultimati l'intero tronco fino e Molino Dorino e il relativo deposito, per il quale sono stati stanziati 18 miliardi di lire.
zioni appare quindi assurdo continuare a puntare sulla tramvaizzazione che comporterebbe costi elevati e di cui non sarebbe possibile l'entrata in funzione fino al suo completamento. Si è pertanto scelto di puntare sul mantenimento della linea filoviaria convogliandolo in un percorso protetto, i cui costi di realizzazione sono sensibilmente inferiori e la cui entrata in funzione è possibile anche in modo graduale, senza alcuna interruzione del servizio.
pendolari di Piazzale Lotto
E per gli utenti delle linee interurbane che fanno capolinea in piazzale Lotto? Si farà qualcosa per ripararli dal freddo e dal maltempo? Il capolinea di piazzale Lotto è partito prima che fossero partiti i lavori per realizzare le infrastrutture necessarie. L'amministrazione comunale si è vista costretta, nel giro di due giorni, ad assumersi l'onere della gestione di linee interurbane il cui servizio rischiava di essere interrotto a causa del fallimento di ditte private che le gestivano in precedenza. Si tratta di una scelta che il Comune di Milano ha fatto non liberamente, ma per necessità, anche a causa della mancata programmazione regionale nel campo dei trasporti interurbani su ruota. Ora in piazzale Lotto è stata avviata la costruzione delle pensiline, che si spera siano ultimate al più presto, ma si dovrà anche pensare a rilasciare qualche licenza per posti di ristoro o per altri servizi utili per gli utenti.
Anche questo problema rientra nel piano generale che intende privilegiare il servizio pubblico. Si tratta, ha voluto precisare l'ing. Korach, di fare una battaglia non contro l'automobile, ma a favore del trasporto pubblico.
Abbiamo iniziato due numeri fa una serie di interviste ai responsabili delle varie commissioni nelle sezioni del PCI della nostra zona discutendo con Alberto Barbieri il problema prettamente economico delle "macchine senza tetto". Proseguiamo ora con un argomento molto più vasto, importante e difficile da trattare quale la presenza femminile nella nostra zona.
A questo proposito abbiamo ritenuto opportuno rivolgere alcune domande ad Anna Moiraghi responsabile della commissione femminile della sezione comunista "Luglio 60". Naturalmente non intendiamo concludere con questa intervista l'argomento Donna (per noi legato alla zona) che appare, come tutti gli argomenti specificamente umani e sociali, costituito da infinite sfaccettatture e possibilità di analisi. Questa intervista non vuole quindi essere che il preludio ad una ricerca vera e propria che, soprattutto sperando nell'aiuto di lettori e collaboratori, vorremmo condurre nella nostra zona sulla condizione delle donne.
Proponiamo perciò ai lettori questa intervista - introduzione su uno degli aspetti forse meno conosciuti e pubblicizzati riguardanti le donne della nostra zona: l'impegno politico e sociale.
Che tipo di lavoro avete svolto all'interno della vostra commissione femminile?
Ognuna di noi, ha ritenuto opportuno cercare, innanzitutto, di accrescere la propria conoscenza politica. Riteniamo infatti indispensabile: Conoscere la Storia almeno degli ultimi cinquant'anni; quali sono state le forze politiche che hanno governato e governano il nostro Paese; quali i benefici o le conseguenze e quali strati sociali ne hanno beneficiato o pagate le spese. Sentiamo così che se oggi ci troviamo in una situazione di crisi economica; di dissesto delle Finanze dello Sta-
90-91 tram o filovia?
Altro problema che interessa direttamente gli abitanti della nostra zona è quello della circonvallazione 90 - 91. Si è parlato dr trasformarla in linea tranviaria veloce, di farne una specie di metropolitana in superficie, di mantenerla come linea filoviaria. Quale è ora la soluzione che si propone con il piano? La tramviarizzazione della 90 - 91 aveva senso molti anni or sono, quando il numero dei passeggeri era maggiore, ha detto !Ing. Korach, ora il numero degli utenti di tale linea si è ridotto, anche se nel complesso il numero dei passeggeri delle linee di trasporto pubblico cittadine è risalito alle punte massime cui si era giunti nel 1961 - 62. I motivi del calo di utenza della linea di circonvallazione filoviaria esterna va ricercato nel fatto che essa è stata alleggerita dalla creazione e dal potenziamento delle linee di penetrazione, nonchè dall'introduzione della tariffa oraria, che consentono di giungere in minor tempo ed allo stesso costo due punti opposti della città, utilizzando al massimo due mezzi, anzichè fare il giro più lungo, girando tutto intorno e dovendo utilizzare magari tre o più mezzi. In queste condi-
to; di disoccupazione giovanile e femminile; lo dobbiamo prima alle forze di destra terminate con una guerra, alla DC poi e che nonostante tutto si ostina a voler governare da sola e dal cui interno vengono spinte sempre più forti, per bloccare il programma di risanamento economico che sta alla base dalla nuova Maggioranza in Parlamento. Che rapporto avete con le altre donne del quartiere (o zona)?
Considerando che il 52% della popolazione italiana è formata dal sesso femminile, riteniamo importante che tutte le donne facciano politica, una politica che esca dalla cerchia degli specialisti (come è stato per trent'anni e per tutto il periodo del fascismo), politica che si espande, che vive nella consapevolezza, nella partecipazione, nella capacità nostra e della gente di organizzarsi per contribuire ad eliminare i problemi, per vedere meglio gli ostacoli e per rimuoverli. Questo impegno, questa capacità nostra di arricchimento della indispensabile conoscenza politica, ci porterà ad avvertire i problemi ed a saper vedere più in là di quanto avvertono o vedono i partiti e le organizzazioni tradizionali, oltre che a saper scegliere consapevolmente le nostre ideologie. Questo è e vuole essere il nostro
rapporto della donna del quartiere o zona.
All'interno del PCI qual'è la vostra posizione in quanto donne?
Al nostro interno, riteniamo che i problemi della donna siano strettamente legati ai problemi di tutte le condizioni delle classi lavoratrici, quindi è opinione di tutto il partito che è indispensabile collegarsi alle lotte portate avanti dai lavoratori, per affrontare insieme i problemi generali, facendo spinta sulla certezza che tutti i problemi vengono superati solo con la partecipazione delle masse femminili, sia nel lavoro che nella direzione della vita sociale del nostro Paese.
Ci sono dei limiti o meno per la vostra adesione alla linea generale di questo partito?
No, perchè il PCI si è battuto come nessun altro per l'approvazione di leggi a favore dei lavoratori e delle donne.
Interpreti di queste cronache sono sempre gli stessi: mia moglie, 41 anni casalinga; mia figlia 20 anni universitaria; mio figlio 14 anni lo liceo scientifico; io, 43 anni impiegato; per voi tutti, del Gallaratese e non.
Fuori dalla finestra le campagne che si stendono verso Pero sono ancora coperte dal ghiaccio di questo aignnaio. Guardo il giornale di oggi che parla di un altro giovane trovato morto ammazzato qui al Gallaratese. In prima pagina ancora l'eco di giovani morti a Roma. L'altra settimana la notizia dei quattro giovani carbonizzati a Terracina. E prima ancora i cadaveri di giovani trovati in Brianza. E ancora una lunga fila di vite giovani stroncate, per un motivo o per l'altro. E feriti, e aggrediti, e aggressori e così via.
"Certo che oggi l'essere giovani non significa essere più lontani dalla morte", mi viene da commentare, abbastanza tristemente.
Di rimando la mia fumosa metà mi rimpalla: "Già, perchè in altri tempi non erano giovani quelli che morivano a migliaia sul Carso, piuttosto che in Libia o in Russia?"
Questo è vero, ma la guerra — si sà — è altra cosa. "Ma l'avete capito che siamo in guerra?", interloquisce l'universitaria "Una guerra non dichiarata, cioè, una guerra purtuttavia. Vedi l'attacco fascista a radio Città futura contro le donne, per esempio".
"Guerra, papà, si traduce bellum, belli? Ma che cosa ha di bello poi npn si capisce proprio", questo il primo intervento del mio
piccolo scrivano - latinista - liceale. Guerra, certo c'è una guerra in corso in Italia, a Milano, qui al Gallaratese. Ma non sono i coltelli, i mitra, le pistole o la lupara le armi più pericolose. E neppure la droga o lo scippo o il sequestro.
Dico io: "Il vero problema, il vero nemico è l'indifferenza, è il chiudersi in se stessi, nel nostro privato, dimenticando di essere una parte degli altri...".
Mia moglie condivide accendendo un'altra sigaretta, perchè non si è accorta di non aver terminato la precedente che fuma solitaria nel portacenere, e commentando "Forse ci vuole un po' meno libertà di fare tutto quello che si vuole, porcate di ogni genere comprese, e un po' più di solidarietà tra tutti, di interesse per la vita degli altri, a cominciare da quella dei propri figli, ai quali bisogna star vicini. Va bene il divorzio, l'aborto, ma bisogna stare attenti a non esagerare se si lascia andare ogni cosa, permettere l'uso della droga "leggera" significa finire alle droghe pesanti, al bisogno di tanti soldi, e c'è chi ci specula sopra..., bisognerebbe porre un freno...".
"Mia madre incomincia a diventare pericolosa", è la statalina a insorgere: "Reclama misure per limitare, si comincia cosi e non si
sa dove si va a finire... magari con un regime autoritario".
"Eh sì, anch'io non sono d'accordo con chi mi obbliga a fare dieci ore di latino al giorno, chissà poi cosa mi servirà se non farò il prete" (intervento del più giovane della famiglia).
Certamente il discorso è complesso; forse Hemingway aveva ragione a sostenere che quando suona la campana a morte per qualcuno suona anche per ognuno di noi, ma forse non basta più a rendersi conto che il giovane ucciso al Gallaratese non è un estraneo del tutto per noi, ma è anche lui un pezzo di noi. E ciò indipendentemente dalle ragioni per cui l'hanno ammazzato così brutalmente.
La violenza è sicuramente in noi ogni volta che non facciamo qualcosa per difenderci da essa, anche quando pensiamo che non ci riguarda direttamente e ci auguriamo che non ci raggiunga mai.
Queste "Cronache" sono più serie del solito, me ne sto rendendo conto adesso, guardando fuori dalla finestra domenicale il filo di fumo che si leva da Pero. Ma non c'è di più triste che pensare a giovani di vent'anni finire la loro esistenza in un prato, magari ricoperto di ghiaccio intriso di "smog" petrolifero?
Luca OrsenigoNe cito alcune: Prevenzione e regolamentazione della gravidanza; Scioglimento degli Enti inutili; Equo Canone; Evasioni fiscali; Riforma Sanitaria; Pe i Consultori; Riforma medie superiori; ecc., dimostrando in modo tangibile la sua presenza all'interno della Maggioranza e stà lottando tenacemente per l'approvazione di altre leggi previste nel programma di governo. Purtroppo, la strumentalizzazione delle correnti liberai - conservatrici e destra DC, delle forze reazionarie, le pressioni del governo degli Stati Uniti, tendono ad impedire l'attuazione del modello di sviluppo economico e sociale per il quale abbiamo lottato e lottiamo, essi vedono minacciati i loro privilegi e le loro posizioni di dominio. Queste forze tendono anche a nascondere lerealtà esistenti nei Paesi neo capitalistici (es. l'esperienza del Cile: I ghetti negri: La sanguinosa dittatura in Iran, (appoggiata da Carter) e le stragi nei confronti della popolazione che ' si stà ribellando e che chiede un governo civile democratico.) e a far risaltare i dissensi in URSS tendendo a nascondere che l'Unione Sovietica è stato il primo Paese al mondo che con la Rivoluzione d'Ottobre ha dato un valore di rottura storica combattendo contro l'imperialismo e lo sfruttamento capitalistico, anche se questa esperienza storica ha rivelato limiti ed errori che pesano nella vita economica e politica di ogni Paese. Il PCI però ha una sua autonomia politica che si differenza da quella dell'URSS e di altri Paesi socialisti. Riteniamo infatti che la via più giusta, nella difesa della Costituzione Repubblicana (Togliatti lo diceva già nel 1944), una società socialista la si raggiunge solo con il rapporto tra lotte operaie e con tutte le forze politiche, culturali e religiose, che desiderano eliminare le ingiustizie sociali, arrivando al socialismo costruendolo insieme in base ad alleanze politiche democratiche e con il consenso di esse.
In questo periodo si sente spesso parlare di chiusura, quasi "settorizzazione" di alcuni movimenti politici e sociali come per esempio quelli femministi i quali rivendicano una particolare femminile da trattare separatamente da quello maschile .... Cosa pensate, secondo la vostra esperienza di donne impegnate politicamente e socialmente nella zona 19, di questa posizione?
Per i motivi già espressi sopra, noi riteniamo che tutti i problemi vanno trattati insieme e non separatamente. A livello di sezione il vostro contributo politico viene dato in quanto donne o è indifferenziato da quello maschile?
Nella nostra sezione, il contributo politico viene dato in base alle esigenze del momento e alle disponibilità di ognino, indipendentemente dal sesso, anche se la commissione femminile è formata da sole donne.
Saremo, altrimenti, in contraddizione con i nostri principi ideologici e con la nostra strategia politica, che prevede sforzi da parte di noi tutti: donne, giovani, lavoratori, per proseguire il cammino con il quale, sino ad oggi, siamo riusciti ad incidere, a costruire (soprattutto in questi ultimi anni) assimilando quegli elementi necessari per una graduale conquista di giustizia sociale, di libertà, e di pace, per costruire una società che dal "Capitalismo passi al Socialismo".
Nel parco di Trenno a circa 100 metri dal Cimitero Inglese la Cascina Bellaria nata 67 anni fa quando il nostro quartiere non era che una distesa di prati. La cascina è tuttora abitata da una famiglia che basa la sua vita sull'allevamento delle poche rimaste. Dopo tu t vicissitudini due anni fa i affittuari, e con l'apertura del parco, si sono trovati davanti a un piccolo dramma nel senso che gli è stata loro ridotta la concessione del terreno di cui godevano per il foraggio per gli animali. Se si pensa che la famiglia basava tutta la vita su 50 capi di mucche e altro bestiame che aveva, il dramma diventa più evidente. Ma purtroppo non era finita. L'anno scorso addirittura la piccola concessione che era rimasta non è stata rinnovata. Sono stati messi paletti di delimitazione su tutto il perimetro della cascina ostacolando così l'accesso al parco con i mezzi agricoli.
La cascina Bellaria da piccola azienda di allevamento che era ha dovuto ridurre i capi di bestiame, che aveva. Rimanendo senza prato questa famiglia si trova ora a dovere comperare il foraggio da privati pagando cifre abbastanza rilevanti. La cascina è anche meta di scolaresche che vivendo in quartieri moderni e industrializzati non sanno cosa sia un allevamento bovino trovando nell'allevatore un "professore" che spiega loro quali scopi e problemi deve affrontare. Oltre che di scolaresche è meta anche se strano, di bambini e afflitti da pertosse che vengono mandati a fare respirare l'aria della stalla come antidoto per la loro guarigione ottenendo ottimi risultati. Come tutti sanno le cascine vanno estinguendosi facendo così sorgere un'altra carenza nel nostro paese, anche la Bellaria sarà costretta a sparire? C.B.
Una grande novita, di notevolissimo rilievo, caratterizza, da quest'anno, il lavoro del consiglio di zona.
In ottobre il consiglio comunale ha, finalmente, reso operante la partecipazione dei consigli di zona alla formazione del bilancio preventivo del Comune di Milano per il 1979.
Per la prima volta nella vita dei CdZ siamo in grado di influire sulle scelte di programmazione economica e sociale del Comune.
Per la prima volta i CdZ hanno la concreta possibilità di influire sul futuro della città intervenendo in tutti i campi con una programmazione unitaria, nell'urbanistica, nella scuula, nella gestione del tempo libero e nello sport, in campo sanitario e culturale.
A questo fine il bilancio preventivo del Comune di Milano anzichè essere suddiviso per assessorati (sanità, commercio, edilizia privata, ecc..), prevederà due fasce, a ciascuna delle quali sarà riservata una quota delle risorse finanziarie. La prima quota di spesa verrà destinata a quegli interventi e a quelle ope; re di preminente rilievo cittadino o quantomeno plurizonale, ma la seconda quota sarà riservata alla fascia di interventi e di opere di interesse zonale (scuole, asili nido verde di quartiere, impiànti sportivi e socio - saniotari di zona). Per tale motivo, il CdZ 19, malgrado il limitato tempo a disposizione, ha già predisposto il proprio BILANCIO DI ZONA che verrà al più presto integrato, per taluni settori d'intervento i cui piani particolareggiati sono in fase di avanzata preparazione, con ulteriori proposte, non più tardi della metà del mese di Gennaio. Appena l'assessorato comunale al bilancio avrà ricevuto i vari bilanci di zona, previo esame comparatà delle priorità e compatibilità, dovrà inserire nel bilancio comunale le previsioni d'interventi e di opere deliberate dai CdZ. Nel nostro bilancio saranno naturalmente, incluse tutte le proposte elaborate con il contributo di tutti i cittadini in questi ultimi anni, dal Piano Particolareggiato Urbanistico al Centro Civico del Gallaratese, alla piena attuazione del consultorio di via Albenga e del nuovo Centro Sanitario Polivalente, dal problema degli handicappati e del
loro inserimento nella società alla carenza di spazi di verde pubblico ed attrezzato per lo sport.
Ma il documento che verrà consegnato agli organi comunali non si fermerà all'elencazione dei singoli interventi, ma indicherà, fin d'ora, gli obbiettivi di politica sociale che dovranno essere attuati dal CdZ e dal Comune, quali il recupero dell'indispensabile contributo degli anziani lo sviluppo dell'attività culturale, la ristrutturazione urbanistica e viabilistica che potrebbe cambiare il volto di interi quartieri.
Proprio in questi giorni, il Comune di MILANO ha predisposto il piano di riparto della somma stanziata nel bilancio preventivo del 1979. che ammonta a più di 50 miliardi. Di questa cifra, la somma di 2 miliardi 750 milioni sarà a disposizione della nostra Zona per gli investimenti indicati in bilancio. Sarà, ora, necessario che lo stesso regolamento del CdZ venga modificato, dovendosi d'ora in poi stabilire che per ogni proposta di investimento formulata dalle commissioni competenti il CdZ non possa essere chiamato a deliberare senza il preventivo parere della commissione bilancio e programmazione.
Ciò a tutela della conformità delle decisioni del CdZ con gli impegni contenuti nel bilancio previsionale. Non v'è chi non veda come con l'impegno preso dall'amministrazione comunale per consentire, finalmente, alle Zone di influire direttamente nella preparazione e nella concreta gestione delle proprie risorse. si possa, far decollare definitivamente il decentramento. L'impegno per tutti essendo, da adesso, 'la più ampia e convinta partecipazione. anche nelle commissioni più tecniche perchè questa grande possibilità di partecipazione democratica "concreta". non solo nelle parole ma nei fatti, sia sfruttata interamente a garanzia del mantenimento, da parte del Comune. delle molte promesse. Ma, fin d'ora, dobbiamo esser convinti d'una cosa. da oggi in poi l'impegno dovrà essere l'aumento delle funzioni e dei poteri concreti de. CdZ. ma non si dovrà ne potrà piC tornare indietro.
Federico Sinicalv
IL
Gli interventi per la nostra zona previsti dal piano comunale. Altri interventi richiesti dal- Consiglio di Zona. Il ruolo dello IACP.
In attuazione del piano decennale per l'edilizia residenziale l'Amministrazione comunale di Milano ha formulatro e sottoposto al parere dei Consigli di Zona interessati un piano per la realizzazione ed il recupero di abitazioni con mutui agevolati.
Per quando si riferisce alla nostra zona il piano comunale prevede interventi che interessano quasi tutto l'abitato di Figino, le cascine di Trenno, la zona di via Sant'Elia e via Diomede ed alcune strade che si inseriscono in quest'ultima al QT 8, quattro tra i più vecchi stabili del quartiere popolare di S. Siro, realizzati verso il 1930, gli stabili di via Gianicolo 8, 10 e 12 e relativi bis, la vicina cascina Case Nuove, i numeri civici 4, 6,8 e 10 di via Novara, all'angolo con piazza Amati, gli stabili di via Capecelatrò angolo via Rembrandt, le case di via Rembrandt angolo piazza Velasquez.
Nel prendere nota delle scelte attuate dall'amministrazione comunale la commissione Pianificazione territoriale del Consiglio di Zona 19 ha proposto a sua volta di chiedere che le zone indicate vengano estese per comprendervi tutte le strade che si inseriscono nella via Diomede, lo stabile di via Cremosano 2, che è il più vecchio di tutto il QT 8 e che ha urgente necessità di opere di manutenzione e di ripristino, l'intero complesso IACP di S. Siro, (con il recupero di alloggi per anziani, l'integrazione dei servizi igienici ed il ripristino delle docce di via Tracia), il vecchio fabbricato della Cooperativa Lampugnano in via Trenno 41, la cui costruzione risale al 1925, e gli edifici rustici di via Ricciardi 15, 17 e 19 a Trenno. raccomandandone il recupero, piuttosto che l'abbattimento e la successiva ricostruzione.
I singoli consiglieri hanno poi aggiunto la richiesta di ampliare il lotto di 167 di via Rembrandt, l'inclusione delle case premio di S. Siro, meritevoli di recupero, le case di via Capecelatro 2, 4 e 7, la cui costruzione risale al 1908, e lo stabile di via S. Giusto 37, a doppia conduzione, per il quale, si è detto, da anni lo IACP non fa alcuna opera di manutenzione.
Cosa si intende per recupero?
Il piano comunale, per la parte ri ferentesi alla nostra zona, con le aggiunte proposte dalla commissione Pianificazione territoriale e dei singoli consiglieri, è stato approvato all'unanimità dal Consiglio di Zona 19 al termine di un animato dibattito nel corso del quale si è tra l'altro precisato che attraverso il piano decennale si intende risanare, ristrutturare vecchi stabili ritenuti recuperabili o demolirne altri ormai degradati in modo da rendere inutile ogni lavoro di riparazione, per far posto a nuove abitazioni di tipo popolare ed economico, da porre sul mercato della casa a prezzi accessibili a tutti.
A chi compete la realizzazione del piano? Esso deve essere realizzato dai proprietari, siano essi l'amministrazione comunale, lo IACP o cittadini pkivati, ai quali verranno concessi mutui agevolati. Il comune e lo IACP per parte loro provvederanno direttamente per gli edifici di loro proprietà; mentre per quanto concerne i proprietari privati essi possono essere obbligati ad eseguire i lavori previsti dal piano anche attraverso l'esproprio, fermo restando il diritto di prelazione per loro e per gli inquilini che occupavano il fabbricato prima del provvedimento di esproprio.
Quali devono essere le finalità sociali del piano? Mettere pulizia morale nel mercato della casa, vigilando affinche non avvenga, come è avvenuto in anni passati, che il denaro pubblico erogato attraverso i mutui vada a vantaggio della speculazione privata.
Edilizia pubblica
e proprietà privata
Sempre nel corso della discussione al Consiglio, di Zona sono stati posti altri interrogativi. Il piano è stato phiesto consente l'acquisto dell'abitazione attraverso il risparmio -
Ricorso di cittadini alla delibera del comune sulla zona di "pregio particolare" a S. Siro/Capecelatro.
casa? Il criterio cui si è ispirata l'amministrazione comunale nella formulazione del piano è quello di salvaguardare il patrimonio immobiliare pubblico. Con tale criterio mal si concilia il concetto dell'assunzione di oneri finanziari da parte della comunità per favorire pochi fortunati assegnatari. Quindi si intendono favorire l'edilizia pubblica e le cooperative edilizie a proprietà indivisa.
Per quanto si riferisce allo IACP è stato detto che per parte sua avrebbe già individuato le più urgenti aree
Å 4:9' di intervento nella nostra zona i cui primi lavori dovrebbero essere appaltati nella primavera del 1979 per la ristrutturazione della casa di piazza Falterona a S. Siro, costruite verso il '30. L'orientamento generale dell'istituto. è stato aggiunto, è di realizzare e ripristinare alloggi destinati soltato alla locazione, ponendo termine alla politica di anni addietro che ha dissolto e svenduto, a volte sottocosto. un ingente patrimonio immobiliare pubblico.
G. P.L'animata seduta del Consiglio di Zona 19 del 5 gennaio - occupata dal problema del Quartiere S. Leonardo - ha fatto registrare anche un significativo intervento dei comitati inquilini di 9 stabilitisi nella zona di "pregio particolare" denominata S. Siro Capecelatro. Si è così appreso che una opposizione alla delibera comunale del 19 Ottobre 1978, istituita della ripartizione della città in zone, ha interessato ora che la nostra zona, sotto forma di un ricorso al T.A.R. (Tribunale Amministrativo Regionale) presentato dagli inquilini di S. Siro/Capecelatro; i quali chiedono ora formalmente l'appoggio del Consiglio di Zona, sulla base della delibera del Consiglio di Zona stesso del 20 ottobre scorso che ha proposto una diversa e più "riduttiva" perimetrazione della zona S. Siro / Capecelatro, escludendone tra l'altro gli stabili in questione (vedi Milano 19 del novembre 1978, n.d.r.).
In effetti la zona in contestazione presenta caratteristiche di eterogeneità, derivanti dalla stessa formazione "storica" della zona, nata in tempi successivi e con caratteristiche urbanistiche e tipologiche diverse e tuttora individuabili.
hannb nulla a che fare come caratteristiche tipologiche (che sono economiche o civili) con una zona di pregio (questa senz'altro superiore e "omogenea") quale si può individuare nel nucleo di isolati attorno la chiesa di S. Giuseppe Calasanzio.
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Prima regola della democrazia è saper ascoltare gli altri.
Ma probabilmente essa non è conosciuta dai sedicenti "rappresentanti" del "comitato inquilini" del S. Leonardo, che il 5 gennaio sono intervenuti alla seduta del Consiglio di Zona ed hanno tentato di impedire di parlare ai consiglieri ed ad altri cittadini presenti.
Era all'ordine del giorno il problema della manutenzione del quartiere S. Leonardo, nato e costruito male, come già denunciato dal Consiglio di Zona 19 che sin dal 1974 aveva cercato di far "scucire" allo IACP i 500 milioni di lire allora necessari per l'esecuzione di urgenti lavori di manutenzione.
Fino ad ora, malgrado lo stanziamento di un miliardo e 245 milioni di lire fatto dall'amministrazione comunale nel 1978, per la lorc esecuzione, tali lavori non sono stati neppure iniziati e quindi appare più che giusta e motivata la protesta degli inquilini del S.
Leonardo, che chiedono di non essere più presi in giro e che vengano al più presto eseguite le previste opere di manutenzione e di riparazione.
Non giustificato appare invece il clima di violenza e di prevaricazione che i suddetti "rappresenti" del "comitato inquilini" hanno tentato di istaurare al Consiglio di Zona.
Il fatto che il loro intendimento fosse quello di ostacolare i lavori del consiglio e di gettare discredito sulle istituzioni con la battuta qualunquistica "cambiano i suonatori, ma la musica è la stessa" e apparso chiaro anche a ohi ne avesse qualche dubbio allorchè hanno tentato di impedire al presidente di- esporre le richieste già avanzate dall'organo del decentramento (che non soltanto erano le stesse rivendicate dai presenti, compresa l'installazione dei citofoni, ma anche qualcuna di più) ed ancor più quando, con urla ed insulti, hanno tentato di impedire
Appare chiaro come i più vecchi stabili della zona, che si affacciano a chiera sulla Via Capecelatro non di parlare ad un consigliere che ha cercato di porre chiaramente ciascuna forza politica di fronte alle proprie responsabilità, ricordando che il S. Leonardo non è stato costruito dall'attuale giunta di sinistra, bensì da quella precedente di centrosinistra, di cui, la D.C. era parte predominante.
Era un discorso che i "rappresentanti" del S. Leonardo non volevano sentire e, come dice un vecchio adagio "non c'è peggior sordo ..."
Difatti, visti vani i loro tentativi di prevaricazione dopo aver lanciato alcune minacce, quali "qui rafermo saltare tutto all'aria" e "occuperemo il consiglio di zona, vi sbatteremo fuori e vi costringeremo a chiamare la polizia per rientrare" i sedicenti "rappresentanti" hanno abbkdonato la sala del consiglio e si sono allontanati nella notte gridando "buffoni, buffoni, ...", forse per farsi riconoscere dagli inquilini delle case attorno.
Altrettanto stridente appare il contrasto con il gruppo di "palazzoni" che si affacciano sulla Via Don Gnocchi ai numeri civili 28 e 33, che nulia hanno a che fare con la predetta "zona di pregio".
Una contestazione, dunque, ampiamente motivata e che il Consiglio di Zona aveva già autonomamente anticipato e fatto propria. Rispondendo all'interpellanza dei delegati degli inquilini (che hanno, tra l'altro, raccolto già 300 firme di adesione alla iniziativa) il Presidente del Consiglio di Zona. non ha avuto difficoltà ad assicurare che la perimetrazione, proposta con la delibera del 20 ottobre del Consiglio di Zona stesso, sarà sostenuta in Comune come propostereisione della zona in questione.
La risposta è attesa a fine marzo prossimo, con la prima scadenza della revisione delle zone, prevista nella stessa delibera comunale del 19 ottobre, oggetto di critiche e di ricorsi che si stanno accumulando.
II Comitato Inquilini
L'ufficio tecnico del Comune di Milano ha reso noti gli elenchi dei fabbricati particolarmente degradati da lui individuati nell'intero territorio cittadino. Riteniamo di fare cosa utile per i nostri lettori pubblicando l'elenco di tali fabbricati limitatamente a quelli ubicati nella nostra Zona.
Via Anghileri Filippo, 6, 12 Via Belonchi, 20 Via Bainchi Mosè, 101, 103 Via Capecelatro, 4 Via Colio, 22
Via Fantoni Giovanni, 20, 23, 24, 26
Via F.11i Gorlini, 43 Via Giancarlo, 8, 10, 12, 14 Via Giorgi Ferdinando, 31 Via Ippodromo, 2 Via Lampugnano, 121, 175 Via F.11i Morelli, 1, 3, 5, 12, 13, 15, 19, 25, 27, 28, 28/5, 31 Via Novara, 4, 6 Via Osma, 1, 5, 7 Via Pinerolo, 40 Via Ratti, 8, 11, 13, 17, 19, 20, 22, 24, 25 Via Remembrandt, 2, 4, 6, 8, 40, 56 Via Rizzardi, 15, 19, 25, 45 Via Sebastiano del Piombo, 19 Via Silla Lucio Cornelio, 122, 124, 135, 140, 142
P.le dello Sport, 24 Via Trenno, 12, 41, 119, 120 P.za Velasquez, 18 Via Zanzottera, 2, 3, 4, 8, 30
In base a quanto stabilito dalla legge sull'equo canone per i suddetti fabbricati si applicherà il coefficiente 0,90. Per singole unità immobiliari (appartamenti) si applicheranno invece, in base allo stato di conservazione e di manutenzione, i seguenti coefficienti: 1,00 se lo stato è normale, 0,80 se lo stato è mediocre, 0,60 se lo stato è scadente.
Proponiamo ai nostri lettori, per una sempre più completa informazione sui servizi disponibili in zona, il documento preparato dal comitato di gestione del consultorio di via Albenga. Speriamo che esso possa risultare utile a quanti hanno intenzione di usufruire di tale nuovo e indispensabile servizio.
Piano di lavoro del consultorio di via Albenga della zona 19 per il primo anno sociale di funzionamentosettembre '78 - settembre '79..
La legge regionale 44 che istituisce i consultori dice che le attività, le proposte, la programmazione del consultorio devono tener conto della realtà in cui il consultorio opera, dei reali bisogni degli utenti e dice anche che il consultorio deve stimolare la crescita individuale e collettiva della popolazione.
Il consultorio è un servizio di primo livello, cioè un servizio dove si fanno diagnosi e si cura per quel tanto che gli strumenti tecnici a disposizione lo permettono, ed è anche un servizio destinato a prevenire nella massima misura possibile l'insorgere dei problemi, nell'ampio campo che la legge regionale 44 abbraccia. Poiché è un "servizio" e poichè deve "prevenire". il consultorio deve comprendere in sede due aspetti indissolubilmente legati tra di loro e due tipi di prestazioni. Da un lato il consultorio presta un servizio al singolo o alla coppia o alla famiglia quando l'utente viene al consultorio per trovare una risposta dagli operatori, ginecologo, ostretica, psicologo, assistenti sociali, ad un suo problema. Questo aspetto noi lo definiamo "l'aspetto personale" del consultorio anche perchè all'utente deve essere garantita per il rispetto dovuto alla persona, ta massima riservatezza e nessuna forzatura deve condizionare gli utenti nelle loro scelte operative e ideologiche.
I motivi per cui gli utenti vengono al consultorio possono essere molto vasti e sono indicati nell'art. 1 della legge regionale 44: "... l'armonico sviluppo della persona ... la procreazione libera e consapevole ... la salute della donna con particolare riferimento alla maternità ... la salute del concepito, del neonato e del bambino ... l'armonico sviluppo delle relazioni familiari e della coppia ..." o altri problemi più specifici che derivano da questi vasti contenuti della legge.
Da una altro lato, il consultorio presta un servizio che noi definiamo "aspetto socializzante del consultorio" e che consiste nella diffusione di ogni tipo di informazione, in particolar modo scientifiche e tecniche, per dare alle persone la possibilità di acquisire una visione meno individualistica dei singoli problemi, la conoscenza delle cause comuni sociali e ambientali che le determinano, allo scopo di rendere ogni singolo partecipe alle scelte che si fanno e allo scopo di mettere ogni singolo in grado di prevenire. nella massima misura possibile, l'insorgere dei problemi. Questo vuol dire stimolare rispondere a richieste di incontri fra più persone o gruppi su singoli problemi o temi vari e quindi vuol dire stimolare sotto ogni forma di proposta le persone, affinché liberamente scelgano di socializzare le loro esperienze.
Questo vuol la legge dei consultori quando all'art. 2 dice: "per il raggiungimento degli obiettivi di cui al precedente articolo I, il servizio, tenendo conto delle condizioni sociali, culturali e ambientali in cui opera ai fini di una efficace promozione sociale, deve garantire tra l'altro: 1) l'educazione sessuale del singolo, della coppia e della comunità ... 3) la diffusione delle conoscenze scientifiche e delle informazioni ... 3) l'assistenza nei casi di interruzione di gravidanza ... 4) la diffusione delle conoscenze scientifiche in merito all'igiene della gravidanza ed alla fisiologia del parto ... 5) la diffusione delle conoscenze scientifiche riguardanti i criteri ed i mezzi atti ad assicurare l'armonico sviluppo fisico del neonato ... 6) la diffusione delle conoscenze riguardanti le malattie ereditarie ... 7) l'assistenza psicologica e sociale al singolo, alla coppia e alla famiglia ... 8) una idonea azione promozionale atta ad affrontare i problemi Cei minori ... 9) la collaborazione t'a i servizi consultoriali. Questo dei due aspetti, quello "personale" e quello "socializzante" ben distinti ma indissolubilmente legati tra di loro, è un criterio innovatore importante che non ha modelli, che tutti ;nsieme dobbiamo costruire. Come praticamente funziona un consultorio. Per ora il consultorio
funziona da lunedì a venerdì dalle ore 8 alle 18. Gli operatori non sono tutti presenti contemporaneamente perchè svolgono un'attività interna ed una esterna. Il consultorio riceve su appuntamento telefonico oppure preso di persona. L'appuntamento serve, primo ad evitare lunghe attese inutili, ad assicurare a ogni utente una visita o un colloquio sufficientemente lungo perchè possa trovare una risposta esauriente ai suoi problemi. Naturalmente, in caso di urgenza si tiene conto della richiesta che viene fatta. Il primo incontro con il consultorio può avvenire attraverso le varie figure professionali che vi operano. Assistente sociale. Se l'incontro avviene prima con l'assistente sociale questo vuol dire che è possibile inquadrare il problema personale o di coppia o familiare che l'utente ha, in un quadro generale, venire a conoscenza e trovare un collegamento con tutti gli altri servizi esistenti che il singolo caso richiede. Per esempio con l'ospedale. oppure il servizio psico - pedagogico per l'età evolutiva SIMEE, oppure il servizio psichiatrico per gli adulti, oppure con il Tribunale dei Minorenni, oppure con un consulente giuridico, oppure il servizio di medicina scolastica, ecc... In questo modo, se il problema non fosse ancora ben delineato nella richiesta che l'utente fa, si viene più facilmente ad individuare qual'è il punto dal quale bisogna partire per la soluzione del problema. Se invece l'utente arriva al consultorio con una richiesta già ben delineata nella sua mente. potrà avere naturalmente l'incontro diretto con il ginecologo o l'ostretica o lo psicologo. Il ginecologo. A causa dell'esiguità dell'orario di prestazione da parte dei medici e a causa della vastità della zona (114.000 abitanti), l'attività del consultorio non potrà essere soddisfacente. Proprio perchè non sarà possibile soddisfare tutte le richieste, è necessario stabilire dei criteri di scelta .. II consultorio nello spirito stesso della legge che lo istituisce, dovrà avere al centro della sua attenzione i problemi legati alla procreazione libera e consapevole e quindi l'assistenza alla maternità e alla sua consapevole programmazione. A questo si legano immediatamente l'applicazione della legge 194 sull'interruzione della gravidanza e la divulgazione e l'applicazione dei metodi contraccettivi.
In questo che rimane il filone programmatico principale si integrano i ruoli dei medici, dell'ostetrica, della psicologa, delle assistenti sociali. Da questo filone principale derivano altri filoni programmatici, come l'informazione sessuale, l'individuazione dei problemi sociali, i problemi di rapporti all'interno della coppia e della famiglia, ecc.
Mentre la specificità dei ginecologi e dell'ostetrica è centrata sul filone principale del consultorio e sul servizio specialitico che in questo campo il consultorio eroga, la specificità della psicologa e delle assistenti sociali completano e allargano i problemi che derivano dal filone principale. La parola "completare" non significa qui che una è più, o meno, importante dell'altra, significa invece che a sua volta il consultorio — in rispetto alla legge — ha questa sua specificità dalla quale si diramano le altre problematiche. Potrebbe anche verificarsi che praticamente i problemi di rapporti o quelli ambientali richiedano un lavoro maggiore e una spesa maggiore di energie rispetto a quelle centrali del consultorio. Dall'incontro con H medico possono risultare varie cose, alcune di diretta competenza del consultorio, che è un servizio di 1° livello, e altre invece no. Per esempio se la donna ha problemi ci contraccezione, troverà nel consultorio informazione, consigli e applicazione dei mezzi contraccettivi. Se viene con la richiesta di interruzione della gravidanza, avrà la certificazione con la quale potrà rivolgersi per l'aborto agli ospedali. Se la donna è in stato di gravidanza verrà seguita dal ginecologo e dall'ostetrica per tutto quanto è il normale decorso della gravidanza. Se invece di presentano
necessità di cure mediche più complesse per forme patologiche o di gravidanza a rischio, il medico invierà la donna ai servizi di 2° livello che sono gli ospedali o di 3° livello che sono gli ospedali specializzati. Importante è che la donna utente consideri il consultorio il luogo dove, dopo aver fatto la cura necessaria in altri luoghi, dovrebbe ritornare per essere informata e appoggiata dal ginecologo. dall'ostetrica. dallo psicologo o dalle assistenti sociali, per qualsiasi tipo di problema che si ritroverà a dover affrontare. L'ostetrica. Ha un suo ruolo specifico molto simile a quello del ginecologo per seguire le gravidanze, eseguire il Pap - test alle utenti del consultorio. praticare ogni tipo di assistenza nella contraccezione. Lo psicologo. Quando l'utente lo desiderasse o venisse consigliata, può ricorrere all'incontro con lo psicologo per riuscire a capire meglio quali sono i motivi e i problemi non risolti non affrontati che gli impediscono di uscire dalla situazione in cui si trova. La specificità dello psicologo è importante più ancora quando i problemi vengono affrontati nei gruppi di approfondimento e di dibattito su singoli temi. In questi momenti socializzanti si cerca di individuare e mettere a nudo i problemi socializzanti si cerca di individuare e mettere a nudo i problemi generalizzandoli e spogliandoli dalle mentalità preconcette, dai luoghi comuni, dalla superficialità di giudizio, dalla mancanza di informazione.
Le collegialità del lavoro. Tutta l'equipe svolge un lavoro collegiale. Questo vuoi dire mettere in comune le esperienze, la lettura dei dati, la scelta delle priorità. la generalizzazione dei problemi. ecc.. Tuttavia, il lavoro collegiale richiede allo stesso tempo un approfondimento delle proprie specificità perchè il rischio
di ogni lavoro collegiale, se non è bene inteso, è la perdita delle specificità che porta inevitabilmente ad un appiattimento del lavoro anzichè ad un rapporto interdisciplinare.
Il fatto che, il primo incontro nel consultorio può avvenire con uno qualsiasi fra gli operatori e che tutti gli operatori devono partecipare sia all'aspetto personale" che a quello "socializzante" del consultorio, vuol dire imparare a mettere in comune i ruoli di ciascuno. ma non la propria specificità.
Il comitato di gestione. E l'insieme delle persone che rappresentano sia le istituzioni e in particolare il consiglio di zona che le nomina, sia le realtà dei lavoratori cioè i consigli di fabbrica (per ora Siemens e Recordati), i sindacati con il CUZ, sia le realtà sociali di donne (UN, CIF, ACLI, gruppo donne di via Albenga), sia altre realtà sociali come le parrocchie. Mancano per ora i rappresentanti del mondo della scuola. Mentre l'equipe degli operatori formano il gruppo dei tecnici. degli esperti degli addetti ai lavori, il comitato di gestione è il gruppo politico nel senso che è il momento di collegamento fra le istituzioni. gli
operatori e l'utenza. E il gruppo che deve garantire sia l'applicazione corretta della legge. sia la realizzazione di una gestione sociale. ossia la partecipazione dell'utenza alle scelte programmatiche e alle decisioni.
Anche il comitato di gestione deve lavorare collegialmente e pur essendoci una grande diversificazione fra rappresentanti dei lavoratori, realtà di donne, di utenti e forze politiche, quello che deve contare è la realizzazione di questo servizio veramente innovatore che richiede un continuo confronto a partire dai contenuti sui quali lo si vuole costruire.
I compiti socializzanti del consultorio. In questa prima fase si può solo dire che tutti quelli che operano all'interno del consultorio, l'equipe degli operatori, il comitato di gestione, il gruppo donne. devono farsi carico di promuovere l'aspetto socializzante del consultorio. Man mano che i criteri e i contenuti sui quali costruiremo gli incontri si chiariranno, faremo delle scelte e completeremo questo piano di lavoro. Il Comitato di Gestione
MILANO 19 è giornale di zona e si prefigge Io scopo di informare, proporre e discutere in termini obiettivi e reali tutti i problemi che riguardano la popolazione che vi risiede.
Quanti di questi problemi si riferiscono più in specifico alla donna, al di là della moda dilagante che li racchiude nel cosiddetto "femminismo"? (Femminismo: termine tanto più negativo e disinformante quanto più è usato, poichè considera significati e modalità che poco hanno a che vedere con le realtà oggettive della donna, mentre tende invece a mettere in luce e a strumentalizzare unicamente evidenze protestatarie, ricche di insofferenza, rancore, e rabbia, sensazioni e sentimenti ormai sedimentati nel tempo).
Vogliamo allora creare uno spazio nel giornale alla donna della zona perchè possa proporre i suoi problemi particolari di cittadina, per discutere i quali però non si può sicuramente prescindere da quelli più specifici e incalzanti che riguardano tutte le donne in generale?
Evitando quindi, come già detto, l'uso dei termini "femminismo" e "condizione femminile" vogliamo parlare con e dell'individuo / donna, questo essere umano fatto di carne, ossa, muscoli; questo essere pensante, sino ad oggi poco considerato, mal compreso emarginato? Di questa persona che con /'apprendimento della capacità di verbalizzazione, grazie soprattutto agli strumenti culturali di cui via va ormai impadronendosi, finalmente interpreta e traduce con il linguaggio parlato e scritto l'immensità dei suoi contenuti più profondi, esteriorizza le sue ansie, le sue angosce, manifesta la sua protesta sacrosanta?
Si tratta di una proposta riteniamo interessante in quanto il dialogo attraverso le colonne del giornale deve avvenire fra tutte le donne del quartiere, a tiro incrociato, e non solo fra le donne. Ben sappiamo infatti quanti problemi della donna abbraccino di pari passo quelli maschili e molte volte si scontrino con essi.
Vogliamo dunque creare uno spazio per parlare
dell'individuo / donna, evitando la polemica facile senza scopo né senso, per analizzare, chiarire, denunciare i suoi problemi, le sue necessità, i suoi dolori, nell'ambito sì della nostra zona, ma anche e di conseguenza nel mondo, in quanto la zona cittadina ne è rappresentanza?
La proposta vuole essere così avviata, a voi donne e uomini del quartiere la parola.
Anna BontempiI genitori del Circolo-Visconti - Borsa (Q. Gallaratese) lottano, vincendo una importante battaglia contro il "Carosello degli insegnanti".
Al provvedditore rimarrà impresso per parecchio tempo il nome di circa dieci scuole, scese sul "Sentiero di guerra", alla vigilia di Natale, contro il carosello indiscriminato degli insegnanti.
"E stata la guerra dei nervi - ci dice Emma Brugnoli. presidente dell'assemblea dei genitori del circolo Visconti - Borsa al Gallaratese - Il provedditore giocava sul tempo. Eravamo già in prossimità delle feste natalizie e lui era convinto di prenderci per stanchezza, perchè la "gente" nella scuola non ha mai resistito per più di una settimana. Questa volta gli abbiamo dimostrato che si sbaglia: siamo andati avanti per quindici giorni di seguito ed ha capito che se non attuava entro i! 23 dicembre gli impegni assunti, avremmo continuato anche dopo le vacanze".
Quale situazione ha dato il via alle vostre lotte?
"A settembre nella nostra scuola, Visconti - Borsa, 16 classi su 56 risultavano scoperte e la direzione stessa priva di direttore" (tuttora retta da un vicario).
Quale è stata la vostra prima decisione?
"Per far fronte alla situazione di emergenza sono state nomi-
nate, secondo una graduatoria di circolo, alcune "supplenti".
Successivamente è stata indetta una assemblea dove si è deciso che per ragioni di programmazione e di continuità didattica queste "supplenti" sarebbero dovute rimanere sino alla fine dell'anno scolastico. Si diffidava perciò il provveditore dal fare nuove nomine ad anno iniziato. Sempre duante l'assemblea è stato preparato un documento sottofirmato da 543 genitori ed inviato al provveditorato. Copia del documento è stata inviata anche al Consiglio di zona, al consiglio scolastico distrettuale ed al circolo, chiedendo una presa di posizione in merito alla situazione creatasi".
Il comportamento degli enti interessati Vi è stata una risposta da parte di questi enti? "Soltanto il circolo ha messo a punto un ordine del giorno dove viene presa in considerazione anche la necessità di insegnanti che dovrebbero occuparsi dei bambini handicappati all'interno delle classi". "E il distretto?"
"Esiste un consiglio di distretto in zona 19? Me lo domando!
Non una riga, neppure un segno. Diverso è stato il comportamento del distretto 39 che ha approntato un documento di sostegno alla lotta intrapresa dai genitori. Tale documento è stato inviato al Provveditorato, al Consiglio Provinciale e al Ministero della Pubblica Istruzione".
Gli sviluppi della lotta "Ritorniamo al nodo centrale.
Quando arrivano le prime nomine di nuovi insegnanti? "Il primo dicembre si presentano le nuove nominate. la voce si diffonde immediatamente. Si convoca per il 4 l'assemblea dei genitori, la quale ribadisce le posizioni assunte nella riunione precedente e mette a punto nuove forme di lotta: si decide l'occupazione simbolica della scuola, già dal mattino successivo, e si invia una delegazione al provveditorato la quale viene a sapere che in quel momento è in corso una riunione proprio sul problema in questione. La delegazione preme allora per essere ricevuta, facendo presente che alla riunione manca proprio la componente che essa rappresenta: l'utenza della scuola. Finalmen-
te vengono ammessi alcuni genitori".
"Come è andato l'incontro".
"In quella sede viene fatto un piccolo passo avanti: si parla di riutilizzo delle nominate. L'impegno assunto in questo senso viene però disatteso nei fatti, tanto che si pensa di inasprire la lotta stessa presidiando la segreteria 'e impedendo così l'atto burocratico che sancisce l'entrata in vigore delle nomine degli insegnanti'.
Le altre scuole della zona
"Il problema in questione era solo vostro?"
"No, esiste da sempre specialmente nelle scuole periferiche e nell'interland milanese, come risulta anche da un'indagine condotta dal sindacato scuola: lo stesso sindacato che a fine giugno aveva concordato con il provveditore che le nomine venissero fatte prima del 10 settembre".
"Avete preso contatti con altre scuole?"
"Si anche se devo dire, un po' polemicamente, che nessuna scuola della zona ci ha dato una mano. Abbiamo invece avuto assemblee comuni con altre scuole toccate più o meno come noi dal problema. "giungendo ad una piattaforma rivendicativa".
Quali erano punti salienti di tale piattaforma?"
Blocco delle nomine e rientro nelle sedi di provenienza di tutte le insegnanti nominate. e lo sblocco urgente di 400 posti richiesti in base alla legge 820, e sblocco immediato di ulteriori 560 posti a Milano e provincia. per insegnanti di sostegno per gli handicappati. Nella piattaforma chiedevamo inoltre un incontro con tutte le forze sociali e politiche per arrivare ad una soluzione stabilizzata e soddisfacente anche per gli anni a venire".
Genitori vincenti
"E stato ottenuto quanto richiesto?"
"Direi di sì. La nostra vittoria più grossa è stata lo sblocco di
Una iniziativa concreta, radicata nel quartiere, al servizio dei minori in difficoltà.
L'ONU ha dichiarato il 1979
l'Anno del Fanciullo, in concomitanza con il 20° anniversario della Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo. Anche la Giunta Comunale ha promosso una serie di iniziative sul tema che coinvolgeranno, nel corso dell'anno, bambini delle scuole anche della Zona 19.
Si tratta, a nostro parere, di iniziative utili e da sostenere anche perchè, accanto ai temi più generali, consentono di riconsiderare il problema non secondario dei bambini che vivono in istituti, a causa di difficoltà sorte nella famiglia di origine. e ormai assodato che la vita di istituto crea difficoltà allo sviluppo di un minore. La mancanza dei normali rapporti affettivi che esistono nell'ambiente familiare e lo stato di piccoli "emigrati" cui sono costretti, sradicati dal proprio ambiente naturale, lontani dai primi compagni sii gioco, di scuola, sono le condizioni che più di altre incidono
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L'umanità vive sotto il peso crescente delle spese militari; ogni anno nel mondo circa 400.000 miliardi di lire vengono sperperate in armamenti. Oggi anche Paesi economicamente più poveri impiegano somme di denaro spropositate per l'acquisto di armi sempre più sofisticate: è in continuo aumento infatti il numero di Paesi in possesso di armi atomiche.
L'ultima mostruosità concepita dalla disumana corsa agli armamenti, favorita dall'imperialismo americano, è la bomba "N", La micidiale caratteristica di questo ordigno è che uccide gli esseri viventi con le potenti radiazioni che vengono emesse dal suo scoppio, mentre lascia intatte le cose; ciò rientra nella logica del capitalismo che subordina la vita umana agli impianti produttivi: l'incoerenza di Carter, "paladino" dei diritti umani e del diritto alla vita, è evidente!
Tutto ciò non genera solo pericoli per l'avvenire, ma già oggi, con uno sperpero di risorse, impedisce la soluzione degli angosciosi problemi della fame, del sottosviluppo: impedisce lo sviluppo di una vita più degna e più umana.
La lotta per la pace e la coesistenza pacifica rimane il primo compito delle forze democratiche di tutti Paesi.
Partecipate tutti all'assemblea per la pace e per il disarmo sabato 10 febbraio 1979 ore 9 presso l'aula magna del Liceo Scientifico "Vittorio Veneto" piazza Zavattari.
Federazione Giovanile Comunista Italiana Zona 19
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560 posti disponibili per attività integrative e di sostegno per Milano e provincia. Per quanto riguarda il nostro circolo Visconti - Borsa. siamo giunti ad una soluzione più che soddisfacente avendo ottenuto anche quattro insegnanti di appoggio per ventotto bambini handicappati".
"Un finale pienamente positivo dunque..."
"Si ma con un neo: non siamo riusciti, malgrado sia stato fatto tutto il possibile, a salvare il sedicesimo posto di lavoro. Purtroppo una insegnante supplente che ha lottato con noi, lo ha perso per la completa mancanza di "coscienza di classe" di una insegnante di ruolo appena nominata che si è rifiutata di trattare qualsiasi soluzione alternativa. nonostante la presa di posizione dei genitori della classe perchè rimanesse la supplente".
"Quali sono le impressioni riguardo il successo della vostra protesta?"
"La partecipazione attiva e responsabile dei genitori della scuola. che nel corso di questo
estenuante braccio di ferro, si sono uniti attorno al problema scuola senza permettere divisioni e strumentalizzazioni, è stata, a mio avviso, la migliore delle nostre "armi" strategiche che, assieme ad altre, ci ha permesso di ottenere la risoluzione per tutti i punti della piattaforma rivendicativa. Certo siamo ancora lontani dalla partecipazione attiva e generalizzata sul problema scuola, ma genitori della Visconti - Borsa hanno dimostrato di saper creare e sostenere una mobilitazione, non scoraggiandosi di fronte alle difficoltà pratiche e burocratiche che si possono presentare".
"Progetti per il futuro?..."
"A Gennaio le scuole collegate vorrebbero creare un coordinamento cittadino mediante una assemblea unitaria alla quale saranno invitate le forze sociali, gli enti locali, sindacati scuola ecc... Tale comitato dovrebbe affrontare come primo impegno proprio la soluzione di quel carosello che ha determinato la nostra lotta".
A.C.
negativamente sullo sviluppo dei minori preparando, nella maggior parte dei casi, casi difficili di cui. abbastanza spesso, si ha notizia, E tutto ciò nonostante la buone volontà e la preparazione professionale delle persone che prestano la loro opera negli istituti.
Anche il nostro quartiere è interessato al problema: in questo momento circa 80 bambini del quartiere vivono in istituti diversi.
Partendo da queste considerazioni un gruppo di abitanti del quartiere, in collaborazioane con l'Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie, ha proposto al Consiglio di Zona, nella seduta del 20 dicembre scorso, di patrocinare il progetto di far nascere un iniziativa concreta, radicata nella realtà del quartiere, al servizio dei minori in difficoltà.
Sul modello di iniziative analoghe, già funzionanti, si tratta di creare, nel quartiere, la possibi-
lità di trattenere presso famiglie persone disponibili a farlo, bambini destinati al ricovero un istituto, per una temporanea difficoltà della famiglia di origine.
Ma l'elemento, peraltro indispensabile, costituito dalla presenza di una rete di famiglie o persone disponibili, nel quartiere, a ricevere in affido il minore, per un periodo più o meno lungo, non basta per concretizzare l'iniziativa. L'affido si pone l'obiettivo di aiutare il minore in difficoltà a ritrovare la sicurezza e la serenità necessarie al suo sviluppo e di mantenere, nei limiti del possibile, rapporti del minore con la propria famiglia naturale, per permettere, nel tempo, il suo reinserimento. abbastanza improbabile che la famiglia o le persone affidatarie, da sole, seppure animate dalla migliore buona volontà, riescano nell'intento.
Attorno ad esse occorrono, continuamente attive, le struttu-
re pubbliche. La famiglia naturale in difficoltà deve essere aiutata sotto l'aspetto economico, medico, psicologico; le famiglie le persone affidatarie devono essere sostenute, nel loro recupero del minore; i rapporti tra gli affidatari ed i genitori naturali devono essere controllati e guidati. Le risorse ci sono; si tratta di orientarne gli sforzi a livello locale, controllandone risultati. Il Consiglio di Zona è il punto di riferimento necessario per iniziare e proseguire l'iniziativa. La manifestazione annunciata per il 22 gennaio, presso la scuola Casati di via Ojetti. approvata dal Consiglio di Zona all'unanimità. è il momento per verificare se gli scopi che l'iniziativa si propone, difficilj ma non impossibili, troveranno le forze di base necessarie per diventare un fatto concreto ed operante all'interno del quartiere.
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Nelle settimane prima di Natale il Circolo Lenin della Federazione Giovanile Comunista Italiana ha allestito ne: quartiere San Siro, una mostra per denunciare la situazione delle popolazioni dei Paesi oppressi da regimi reazionari, l'Iran, ed i Paesi dell'America Latina. Numerose firme di cittadini sono state raccolte, sia per condannare regimi sanguinari fascisti, sia per chiedere lo sviluppo di una politica di pace e di disarmo in tutti i Paesi.
"...Lottiamo per la liberazione e l'emancipazione dei popoli oppressi, per la fine dello sfruttamento di pochi su molti, perchè ogni popolo possa vivere in condizioni dignitose nel rispetto della propria identità culturale." "...Riaffermiamo con la solidarietà internazionale il nostro NO all'imperialismo." /Nella foro: uno dei pannelli)
Il C.D.S. si è riunito in seduta ordinaria, il giorno 19 dicembre. presso la scuola di Via Oderzo si è proceduto alla nomina della Commissione Elettorale per poter dar luogo. entro 60 giorni, alla elezione dei membri che devono sostituire Consiglieri decaduti per le componenti studenti e docenti. Su richiesta di un Consigliere, il Consiglio ha inoltre votato la fiducia sull'operato della Giunta col solo voto contrario del proponente. Successivamente sono state affrontate le questioni di bilancio. Sono state deliberate le spese a carico del bilancio '78 per l'acquisto di un ciclostile e materiale vario. Per l'anno 1979 si è proceduto alla delibera del bilancio di previsione. le relazioni delle Commissioni hanno posto in evidenza le difficoltà di
funzionamento delle stesse per la sacarsa partecipazione dei Consiglieri componenti ed in particolare per l'eccessiva molteplicità di competenze della Commissione "Sperimentazione". Sono state avanzate proposte per l'allargamento delle Commissioni anche a membri esterni al C.D.S. e l'eventuale ristrutturazione di alcune di esse. Questo argomento sarà ripreso nelle prossime sedute.
L'incontro tra Consiglieri del Distretto e gli organismi delle varie scuole è in fase di svolgimento anche se parecchie scuole non hanno ancora risposto all'invito. Il C.D.S. procederà ad un sollecito al fine di ultimare gli incontri in tempo utile per permettere l'analisi delle proposte e la formulazione del programma entro il prossimo mese di luglio.
I Circoli Stella Rossa e Daniele Alfano della F.G.C.I., raccogliendo l'appello della famiglia Longhi, hanno organizzato per le vie del quartiere, una raccolta di fondi per il giovanissimo Valerio, convinti però che la soluzione dei problemi non stia solamente in questa iniziativa.
Condanniamo ancora una volta la precarietà di mezzi insufficienti dei nostri ospedali, dove ci sili limita a delegare a cliniche private per sopperire alla mancanza di una riforma sanitaria che sia strettamente collegata con problemi innumerevoli che l'uomo oggi vive. Crediamo anche che in una società più giusta dove "sia tutto per l'uomo, tutto a favore dell'uomo" queste cose non esistono. e a tutti coloro che atteggiandosi a grandi protettori di libertà individuali, che comunque si rivelano sempre formali, rispondiamo che solamente con l'iniziativa e con la lotta si risolvono questi nodi, questi problemi che ancora oggi esistono.
Circoli Stella Rossa e Daniele Alfano della F.G.C.I.
La redazione si riunisce tutti martedì alle ore 20,30 nella sede del Circolo Giulio Trevisani via Appennini, 41 - tel. 35.39.458
al teatro uomo
Via Gulli, 9 (P.le Siena - MM 1 Gambara - Bande Nere) tel. 4080208 - 4047135
STAGIONE 1978-79
Il risveglio di primavera da Wedekind, regia di Memè Perlini, compagnia La Maschera
Stà per venire la rivoluzione e non ho niente da mettermi di Umberto Simonetta, regia di W. Caletti, con Livia Cerini
... Un giorno Lucifero di Muzzi Loffredo
Penelope di Joyce, con Piera Degli Esposti Fantastica visione di G. Scabia, regia di M. Castri, Centro Teatrale Bresciano
Amlèto di Shakespeare, regia di G. Nanni, Coop. La fabbrica dell'attore
Supermaschio di Jarry, regia di A. Salines, Coop. Teatro Belli
Majakowskij recital di Tino Schirinzi
Trappole da Pirandello - Verga, Compagnia Schirinzi - Degli Esposti Un nuovo spettacolo di Ivan della Mea
Jean Harlow e Billy The Kid di Mc Clure, redia di G. Nanni, Coup. La fabbrica dell'attore
PREZZI: posto unico L. 4.000 - ridotto L. 2.500 militari, ragazzi, Arci, Enal, Endas, studenti, radio libere, abitanti zone 17, 18, 19)
Abbonamenti a cinque spettacoli a scelta L. 10.000 in vendita presso il teatro.
"Perchè il Quartiere Gallaratese è privo del necessario servizio di vigilanza?, è il titolo di un articolo che nel dicembre 1972 venne pubblicato sul Bollettino Parrocchiale della chiesa S. Romano e inviato a tutti i Consiglieri del Comune di Milano. Venivano denunciati facili e frequenti furti negli appartamenti, atti di violenza, disturbo della pubblica quiete attraverso il rumore assordante di motorette truccate spesso adibite ad operazioni di scippi, inoltre numerosi furti di auto, inizio e diffusione dell'uso della droga. Ma non si ebbe alcuna risposta nè si prese alcun provvedimento. Anzi, da allora, i due vigili che in bicicletta sorvegliavano la zona. scomparvero del tutto per 'rinchiudersi definitivamente nell'ufficio di Via Cilea 2, da cui non ci risulta siano più usciti per un doveroso servizio che i cittadini del Gallaratese a buon diritto reclamano. Forse il Comando Centrale non poteva disporre di altre biciclette per sostituire quelle fuori uso e che non potevano certo competere con l'esuberanza, chiamiamola cosi. di quei ragazzi forniti di moto indubbiamente più veloci. Stupisce però che i vigili non abbiano protestato. come tempo fa lodevolmente fecero i portalettere nella richiesta dell'impermeabile. per ottenere un mezzo adeguato al servizio che avrebbero dovuto rendere e che sembra sia ormai caduto in prescrizione. Così pure. anni fa, più volte al giorno, le strade del nostro quartiere erano percorse dalle gazzelle della polizia di cui ora si registra qualche timida comparsa perchè troppo rispettosa della acquisita onorabilità dei cittadini che ormai pare dimostrato, siano in grado di autodisciplinarsi. Ringraziamo i gestori del potere e gli amministratori della nostra città per la fiducia incondizionata che ripongono nei cittadini del Gallaratese che dopo tante lotte, conseguiti tutti gli obiettivi, possono finalmente dormire sonni tranquilli.
Col volgere degli anni, in un quartiere completamente abbandonato a se stesso, la situazione si è notevolmente deteriorata. Sempre più frequenti e più gravi gli atti di teppismo che hanno continuato a lasciare indifferenti le pubbliche autorità: i furti di automobili sono aumentati, si sono succedute. in tempi diversi, rapine all'ufficio postale, semidistrutti vari apparecchi telefonici delle pubbliche cabine e una sequenza di atti sacrileghi contro la Chiesa e le sue modestissime strutture religiose.
Nel giugno del 1976 furono lanciate all'interno della chiesetta prefabbricata
tre bombe molotov provocando la distruzione di alcune sedie. L'episodio fu successivo all'organizzazione da parte della parrocchia di una grandiosa "Festa Popolare" a cui parteciparono nel corso della giornata più di cinquemila persone che si alternarono con compiaciuto interesse nel campo sportivo di fronte alla Chiesa.
Nella notte del 12 dicembre del 1977, nel tempo in cui la "Comunità Educante" operava attivamente per l'affermazione dei principi e dei metodi educativi di ispirazione cristiana all'interno della Scuola, con una fittissima sassaiola venivano infranti quasi tutti i vetri della chiesa.
Il 21 e il 26 gennaio del 1978 vennero nuovamente rotti altri vetri e asportate le modeste elemosine che venivano custodite in semplici cassette applicate ai bruciatori delle candele votive.
L'11 febbraio veniva incendiata la tenda all'interno del portone di ingresso alla chiesa. Qualche giorno dopo, il 20 febbraio 1978 vennero lanciate altre tre bombe molotov all'interno della chiesa: un ordigno si infranse contro il muro dell'edificio, mentre gli altri due esplosero provocando un principio di incendio che distrusse qualche suppellettile. L'allarme in quell'occasione venne dato da un passante che, sentendo le deflagrazioni, provvide a chiamare i vigili del fuoco e la polizia.
Inoltre le sere del 26 e 30 novembre scorso furono rispettivamente incendiati un pannello all'ingresso della chiesa con la scritta "Il Signore viene: diamogli una casa" e due panchine nuove situate nelle due tribunette del Campo Sportivo "San Romano". Ma gli episodi più gravi e più oltraggiosi si sono registrati nel lontano dicembre 1973 quando la letizia del Natale venne offuscata da un fatto che offese e mortificò la nostra fede: il furto del tabernacolo con la profanazione delle specie eucaristiche. I resti della distruzione dei vasi sacri furono rinvenuti nella campagna di Trenno. Alla denuncia del gravissimo episodio, non ci risulta siano seguite indagini per l'individuazione, per altro non difficile, di quei poveri figli di mamma, resi capaci di operare il male con metodi e mezzi sempre più crudeli e disumani. Fu quello, per la nostra comunità cristiana, un Natale segnato dalla Sofferenza. Un altro gesto terroristico venne compiuto la sera del 3 dicembre 1978 con l'incendio della croce luminosa che brillava sul tetto della chiesa dal Natale del 1972. Alta tre metri, costituiva nelle notti serene un significativo orientamento di fede e in quelle nebbiose della stagione invernale
un punto di riferimento sicuro per chi dal lavoro rientrava in famiglia.
Numerose le testimonianze di solidarietà dei parrocchiani che telefonando ai
Vigili Urbani (7727) per lamentare la mancanza assoluta della necessaria sorveglianza si sono sentiti rispondere che se non erano soddisfatti del servizio ritenuto da loro insufficiente avrebbero dovuto inoltrare formale protesta al Sindaco.
Per quanto i vigili del fuoco siano intervenuti assai tempestivamente con ben tre autobotti, non si è potuto evitare la totale distruzione della croce che speriamo possa tornare a splendere per l'imminente Natale. quale segno della potenza di Cristo contro cui le forze di Satana sono destinate ad infrangersi.
Due giorni dopo tale episodio fu trovato sulla porta della chiesa un manifesto il cui contenuto riportiamo integralmente:
"COMUNICATO N. 1"
F.M.F. (riproduzione del simbolo della croce in fiamme) SALUTE A SATANA! Salute a voi che vagherete nelle macerie della vostra mente dilaniata dal vostro operato.
Le anime "pure" che accorrevano gaudenti alla croce luminosa, simbolo della cristianità, ora si perdono negli intestini di Satana, nostro deo. Oh voi rinnegati che vi celate dietro spoglie mortali quali "preti", vi condanniamo alla morte terrena ed alla reincarnazione sotto forma di scarpone. Satana vive in noi. Ci udirete ancora. F.M.F."
Non so quale commento sia possibile fare.
Se hanno ancora un pizzico di iniziativa politica. lo facciano i Consiglieri della Zona 19 che nonostante i nostri reiterati appelli lasciano ancora disattesi tutti i problemi del quartiere, dai più piccoli ai più grandi; lo facciano coloro che hanno il dovere di tutelare le libertà del cittadini.
Ci si domandi tutti. in primo luogo i politici, le forze sociali e religiose, i gestori delle istituzioni educative, i semplici cittaaini, se non sia il caso di dire con gli antichi "chi è causa del suo mal, pianga se stesso".
A tal proposito, in un periodo di estrema confusione di idee e di una falsa concezione dei valori democratici, mi sembra estremamente utile sottoporre all'attenzione e al giudizio di noi tutti quanto la sapienza degli antichi filosofi ci sia tuttora di severo ammonimento: "Quando un popolo, divorato dalla sete della libertà, si trova ad avere a capo di coppieri che gliene
versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono alle richieste sempre più esigenti dei sudditi, sono dichiarati tiranni.
E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere. servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari e non più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui, che i giovani pretendono gli stessi diritti, la stessa considerazione dei .vecchi. e questi per non parere troppo severi danno ragione ai giovani.
In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è più riguardo nè rispetto per nessuno.
In mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia (PLATONE - 427-348 a.C. La Repubblica, libro VIII).
Tali realistiche considerazioni siano per noi, facili troppo spesso a minimizzare la gravità delle tensioni sociali, oggetto di profonda e intelligente riflessione. Non dimentichiamo che la libertà è dono di Dio ma anche conquista dell'uomo il quale dopo averla guadagnata con estremo sacrificio. non corra il rischio di perderla per i! comportamento insano e folle di alcuni insipienti.
Remo Dominicis
Scontata la condanna per tutti gli atti di teppismo o violenza in genere, non ci troviamo d'accordo col signor Dominicis però quando, dopo averci raccontato gli avvenimenti di cui sopra, pare addebiti l'insediamento e l'acuirsi degli stessi all'avvenuto abbandono del quartiere da parte delle for-
ze dell'ordine. Infatti dice: "... da allora i due vigili che in bicicletta sorvegliavano la zona scomparvero del tutto..." e "... così pure, anni fa, più volte al giorno le strade del nostro quartiere erano percorse dalle gazzelle della polizia di cui ora si registra qualche timida comparsa..." No, signor Dominicis, non crediamo proprio che il ripristino del servizio dei vigili in bicicletta, magari potenziato di numero, e il passaggio più frequente delle gazzelle della polizia potrebbero risolvere disagi, i soprusi, gravi problemi che non solo lei lamenta. Gli atti di teppismo e di violenza, come ben si sa, sono testimonianza di grave malessere sociale e quindi culturale, e trovano i loro autori, cioè delinquenti che li attuano, in soggetti del tutto dissociali, frutto di una società negativa perchè assente, trascurata e disattenta ai suoi doveri.
Avremmo preferito dunque che alla giusta condanna degli atti di cui parla, avesse fatto seguire richiesta di strutture che li rimuovano all'origine e non tentino solo di combatterli rispondendo alla violenza con violenza.
Siamo infatti convinti che se il quartiere, la città, il Paese, potessero disporre in giusta misura di consultori ben attrezzati, dove fosse posibile - fra l'altro - una corretta informazione per una procreazione responsabvile, di asili - nido e scuole materne in numero sufficiente, dove i bambini potessero trovare l'ambiente sano, ricco di stimoli e a loro favorevole, per un giusto crescere nel periodo più importante per il loro futuro di uomini, una scuola primaria illuminata sul piano psico - pedagogico e non discriminante su quello sociale, una sicura collocazione per tutti nel mondo produttivo, potremmo sicuramente riuscire a vivere in una società più equilibrata. più sana, più felice e più libera.
ANTEO CENTRALE (film studio 1 film studio 2)
VIA MILAZZO 9
VIA TORINO 30
25-26-29-30-31-33-97-43-61
M i -8-13-15-19-23-24-84-50-54 59-60-65-74-76
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Mi-15-19-96-97-50-54
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I
DI ZONA
Nell'intento di meglio informare i nostri lettori sull'attività dei singoli partiti e sul loro impegno politico nel governo della Zona 19 iniziamo da questo numero a rivolgere alcune domande ai rappresentanti dei gruppi presenti nel Consiglio di Zona 19, nella speranza che tutti, con spirito di apertura democratica, vogliano rispondersi, così come ha fatto Enzo Porcari, unico consigliere di Democrazia Proletaria, al quale abbiamo chiesto:
Un gruppo come il suo, che ha un solo rappresentante, riesce ad avere un ruolo del Consiglio di Zona? Riesce a svolgerlo od è soffocato dai gruppi più numerosi?
Una risposta a questa domanda richiede per prima cosa una definizione del ruolo che noi intendiamo avere all'interno del CdZ, e quindi delle Istituzioni, partendo dal fatto che siamo una forza di opposizione non solo minoritaria, ma decisamente minima.
Ciò comporterebbe un discorso piuttosto lungo in merito alle nostre posizioni politiche, cosa che non è possibile fare quì per limiti oggettivi di spazio; sarò. pertanto, necessariamente sintetico e schematico nell'esposizione.
Punto primo: il CdZ è un organo delle istituzioni e come tale, al di là delle intenzioni dei singoli componenti (mi riferisco in particolare ai consiglieri della sinistra storica), non può che esrpimere principalmente le esigenze dell'istituzione centrale (nel nostro caso l'Amministrazione Comunale) la quale a sua volta non può che muoversi all'interno delle leggi fondamentali di questa organizzazione sociale (cioè società con modo di produzione capitalista).
In queste leggi, le esigenze ed i bisogni della popolazione (noi pre-feriremmo dire masse proletarie che definisce meglio di chi stiamo parlando) sono contemplate solo come variabile dipendente; cioè "quel tanto che basta ad evitare che la pressione determinata da questi bisogni produca grossi squilibri nel sistema"; ed anche questo purchè sia compatibile con le esigenze di profitto dell'economia, altrimenti i bisogni vengono semplicemente repressi.
Punto secondo: le nostre posizioni politiche pongono al primo posto i bisogni della gente anche se non sono compatibili con le leggi economiche di questo sistema.
Quindi il nostro ruolo all'interno dell'istituzione non può che essere un ruolo di rottura e di denuncia dei vincoli di compatibilità che si determinano per aprire possibili spazi di azione ai movimenti di lotta che mi manifestano spontaneamente come conseguenza delle contraddizioni sociali.
Noi riteniamo che oggi esistano le condizioni per svolgere un ruolo di questo tipo anche per una forza numericamente minoritaria come siamo noi; ed è per questa ragione che siamo presenti nei CdZ.
Naturalmente questo ruolo che vogliamo avere nei CdZ, è un aspetto del ruolo, ben più ampio, che vogliamo avere come Partito nella società e che portiamo avanti in altre situazioni sociali.
Punto terzo: riusciamo a svolgere questo ruolo in CdZ 19?
Ritengo sia un po' presto per dirlo, anche perché le nostre possibilità di svolgere bene questo ruolo dipendono esclusivamente da come saremo capaci di operare complessivamente come Partito e non da quello che riesce a combinare il consigliere di D,P. in CdZ.
Ultimo punto: se sono soffocato dai gruppi più numerosi.
Devo dire, magari con un po' di presunzione, che è un problema che non mi preoccupa affatto, principalmente perchè, rispetto alle questioni che portiamo avanti noi di D.P., ci sono molte possibilità di determinare contraddizioni all'interno dei gruppi più numerosi.
A questo riguardo voglio fare un esempio significativo.
Nella bozza di regolamento del Cd7. era contenuta una formulazione per la nomina delle commissioni (i membri delle commissioni dovevano essere nominati sulla base della loro capacità) che, a nostro parere, avrebbe bloccato la partecipazione alle commissioni e provocato la graduale trasformazione delle
stesse in "efficienti uffici comunali". Su questa questione noi abbiamo sostenuto che la possibilità e facilità di partecipazione alle commissioni anche dei "non addetti ai lavori" dovesse essere elemento prioritario della attività delle commissioni anche a scapito dell'efficienza.
Ebbene, la formulazione proposta che nel gruppo di lavoro per la preparazione della bozza di regolamento.- era stata discussa e concordata da alcuni consiglieri dei tre grossi gruppi, nella discussione in CdZ è completamente saltata al punto che è stato votato un ordine del giorno in cui si è affermata la priorità della partecipazione nella attività delle commissioni. In occasione della elezione dei coordinatori di commissioni e dei responsabili di dipartimento lei, in fase di dichiarazione di voto ha detto che il suo gruppo aveva scelto di non assumere nessuno di tali incarichi, preferendo invece dedicare i suoi sforzi ai contatti con la gente. E sinora riuscito a mentenere tale impegno? Se non è riuscito in modo del tutto soddisfacente quali sono gli ostacoli che ha incontrato?
Sì: non abbiamo richiesto nessuna commissione da coordinare per dedicare il nostro poco tempo ai contatti con la gente che riteniamo sia la cosa più importante per noi in questo momento.
No: non sono affatto soddisfatto di come portiamo avanti questo impetno: penso che dovremmo e potremmo fare molto di più.
Gli ostacoli sono dovuti principalmente al fatto che siamo un Partito in formazione, prodotto da 10 anni di lotte politiche che oltre ai risultati positivi ottenuti, hanno evidenziato una serie di errori e carenze di analisi sociale e politica che oggi cerchiamo di superare.
Ciò vomporta un dibattito ed un confronto molto ampio al nostro interno che ci toglie tempo alla attività di massa.
E un periodo transitorio cominciato con il 20 giugno (quello del 76) e durerà ancora per un periodo non breve: ma noi portiamo avanti un progetto politico di lunga durata e pertanto qualche anno di riflessione e ricomposizione delle nostre forze e della nostra azione, sono, secondo noi, un fatto positivo anche se questo limita le nostre possibilità di intervento immediato.
Sappiamo che partecipa ai lavori della commissione casa, ne fa parte? Il suo gruppo è presente anche in altre commissioni? In quali? Come è presente, con la sua personale partecipazione o con cittadini scelti da DP e non consiglieri? Non faccio parte personalmente della commissione Casa; sono intervenuto in occasione della discussione sull'azzonamento per l'Equo canone.
Il gruppo di D.D. è presente nelle commissioni Igiene e sanità, Cultura sport e tempo libero, Lavoro e problemi sociali e Casa tramite nostri militanti o cittadini da noi indicati. Inoltre io intendo intervenire alle riunioni delle commissioni se l'argomento in discussione lo rende necessario. Quali sono i suoi rapporti con gli altri gruppi consiglieri ed in particolare con quelli degli altri partiti della sinistra e con la DC?
Questa domanda va spaccata in due pezzi.
I - Rapporti miei personali con consiglieri di altri gruppi. Ne esistono; alcuni di amicizia, altri di stima reciproca; sono nati da tanti anni di conoscenza'nel quartiere, da tante lotte politiche condotte assieme, a volte su posizioni comuni a volte su posizioni diverse.
Sono i rapporti che si formano quando si "vivono" assieme tanti momenti e si è attenti a capire anche le persone, oltre le cose, che ci circondano.
II - Rapporti tra i gruppi politici. Devo chiarire che rapporti con gli altri gruppi consigliari non ne esistono, né noi vogliamo che esistano. Intendo dire che non esistono rapportrorganici tra il nostro e gli altri gruppi consigliari per discutere argomenti o prendere accordi; né, ripeto, vogliamo che ne esistano in quanto ciò non fa parte della nostra prassi politica., Riteniamo che la discussione ed il dibattito, la chiarificazione delle proprie posizioni, le eventuali mediazioni, alleanze o prese di posizione sui diversi argomenti debbano avvenire solo pubblicamente.
Il circolo ARCI G. Trevisani ha aperto la campagna del tesseramento per il 1979. La tessera Arci concede le seguenti agevolazioni: riduzione del 30% nelle sale cinematografiche nei giorni stabiliti e tutti i giorni nei cinema: Arcadia, Atlas, Ciack, Vip, Argentina. Riduzione del 30% nei maggiori teatri, riduzione fino al 30% negli stadi, palestre, piscine, campi sportivi, impianti di risalita convenzionati. Riduzione fino al 30% su articoli sportivi, fotografici, di abbigliamento, su libri, dischi ecc ... nei negozi convenzionati.
Il tesseramento quest'anno si colloca in un momento di particolare importanza: infatti il '78 ha visto il successo della battaglia condotta per 25 anni dall'ARCI insieme ad altre istituzioni democratiche contro una concezione assistenzialistica e stabilizzata dell'associazionismo: con lo scioglimento dell'ENAL si è posta in liquidazione anche a livello giuridico ed istituzionale una tale concezione. L'ARCI ha costruito in questi ul-
Questo. riteniamo sia l'unico modo per garantire la chiarezza sui contenuti delle questioni in discussione che è la condizione base per sviluppare la coscienza politica e la democraticità delle sclete.
E anche l'unico modo affinchè la politica non venga considerara una "cosa sporca" cosa di cui, per trentanni, i nostri governanti democristiani hanno cercato di convincersi (allo scopo di tenerci lontani dalla politica e poter rapinare indisturbati la società). ma diventi. come deve essere, il bagaglio culturale di ciascuno di noi e la base delle nostre scelte e delle nostre azioni.
La redazione partecipa al dolore di Luigi Gnemmi e famiglia per la morte del suocero Pietro Blora.
Unità antifascista contro il terrorismo
Si è tenuto, il 7 gennaio. il congresso annuale della sezione di S. Siro dell'A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia). Partendo da un'analisi del 1978, che ha vissuto una delle più oscure e terribili manovre destabilizzanti e durante il quale si sono intensificate gravi spinte corporative, che hanno determinato malcontento e lacerazioni nell'opinione pubblica, con l'evidente obiettivo di indebolire e dividere il movimento dei lavoratori e di colpire le istituzioni democratiche, si è messo in rilievo, nel corso del dibattito, come l'azione del governo, con le sue ambiguità, i suoi rinvii, con l'accantonamento di problemi scottanti alimenta tensioni sociali.
Da qui il deterioramento dei rapporti tra i partiti, con conseguenti malumori, che offrono ai gruppi avventuristici spazio per pericolose speculazioni puntanti allo scontro frontale e violento come metodo di lotta, nel tentativo di far passare avventure autoritarie e reazionarie. Appare di conseguenza quanto mai attuale la funzione dell'A.N.P.I., che mobiliti, con spirito unitario le forze che si richiamino ai valori dell'antifascismo, indicando all'opinione pubblica l'esigenza di una politica capace di allargare l'area dello schieramento democratico e di attuare quelle iniziative in grado di rafforzare le basi sociali e politiche dello stato repubblicano.
La risposta alla cospirazione eversiva ed alle spinte destabilizzanti e corporative deve essere data da una permanente mobilitazione popolare e democratica, capace di imporre cambiamenti profondi alla società. Nell'attuale momento il ruolo della Resistenza deve essere per-
tanto, oltre che quella di richiedere l'attuazione integrale della Costituzione repubblicana, per troppi aspetti ancora disattesa, quella di richiamare, anche a livello di quartiere, le componenti socio - politiche italiane all'unità ed all'intesa democratica. oggi più che mai, si è affermato, deve risultare chiaro che l'obiettivo di fondo che la Resistenza indica è un'intesa seria ed effettiva tra i partiti che si riconoscono nel patto costituzionale. L'A.N.P.I. pertanto, conscia della sua funzione essenziale, deve quindi essere sempre più impegnata e mobilitata per assolvere i compiti morali e di impegno politico che le sono propri, dando un prezioso contributo all'opera che partiti e organizzazioni antifasciste perseguono per un serio e pro-
timi anni una dimensione realmente nuova dell'associazionismo inteso come risposta autonoma e ricomposizione del bisogno di partecipazione che si manifesta nella società civile e che però non intende sottrarsi al confronto costruttivo con le istituzioni. I grossi temi dell'organizzazione di massa, della cultura, dello sport, della ricreazione sociale. fondamentale nella battaglia politica e ideale nel paese e a Milano, saranno al centro del congresso provinciale dell'ARCI che si terrà a Milano il 27 e 28 Gennaio. Ma perchè il dibattito congressuale non risulti un fatto accademico e staccato dalia realtà della città. è necessario che i circoli di base portino -il loro contributo e in quella sede discutano le loro difficoltà. Per questo il circolo Trevisani il 19 gennaio ha tenuto il suo congresso. aperto agli iscritti, ai simpatizzanti, alle forze poiitiche e sociali del quartiere. il Comitato Direttivo del Circolo fondo rinnovamento della società e dello stato.
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pag. 10 - milano 19
Questa nota è stata richiesta e scritta più di un anno fa e doveva essere un primo contributo per una riflessione più ampia in quartiere. Non avendo avuto seguito, abbiamo ritenuto di renderla pubblica tramite Milano 19.
Un operatore sociale o comunque un attento osservatore della realtà del quartiere non può non essersi posto già da tempo dei seri interrogativi sui modelli e sui livelli di vita che nell'ambito del quartiere stesso si vanno consolidando sia nei riguardi delle singole persone o delle famiglie, sia nei confronti delle varie aggregazioni sociali (gruppi, partiti, parrocchie, etc.).
Onde evitare che queste tendenze si cristallizzino e diventino "cultura di periferia" (il problema però è anche della intera città) occorre individuare ed analizzare le cause e proporre i necessari rimedi. Benchè non si voglia qui approfondire questo aspetto della questione (da lasciare ad un dibattito più ampio, in questo momento il nostro obiettivo immediato è quello di essere problematici) ci pare evidente che le cause siano di ordine remoto, prossimo e contingente. Infatti tutto un certo tipo di formazione che ha prediletto l'antagonismo e l'individualismo non può essere, pur con tutta la buona volontà. superato in tutto. Nei tempi più prossimi poi (quelli che per intenderci fanno perno sul '68) al genuino e spontaneo slancio iniziale da parte di molti (studenti, lavoratori) non è seguita una adeguata risposta delle istituzioni sia sul piano pratico (riforme, dotazione di servizi, etc.) sia sul piano teorico (riflessione sui valori, sulle ideologie ...) anche per sfrondare errori e deviazioni che nel movimento certamente si sono inserite. Fatto sta che si è originato un senso di frustrazione abbastanza generale. Infine l'attuale stato di grave crisi economica, sociale e politica, ha ulteriormente aggravato la situazione e sembra rendere vani gli ancora esistenti sforzi per coinvolgere i cittadini nella vita pubblica. Le risultanze dell'intrecciarsi di queste componenti si evidenziano in quartiere in diverso modo. Richiamiamo schematicamente quelle che più ci sembrano rilevanti:
1) Difesa individuale: i singoli soggetti e le famiglie, a causa della "pressione" che la crisi economica esercita con il limitare le possibilità di scelte alternative, sono portati ad un atteggiamento di difesa soprattutto per mantenere il menage raggiunto in passato, ma anche per garantirsi un minimo di livello di sussistenza. Bisogna riconoscere, senza qui voler dare un giudizio di valore, che il "sistema" attuale garantisce in - questo senso il massimo di libertà: c'è infatti spazio per la persona onesta, per l'esoso che continua a sfruttare oltre il giusto le sue doti, per l'arte di arrangiarsi con mille espedienti fino ai furti ed ai peculati più gravi che ... cadono in prescrizione. Per i più deboli è possibile anche la libertà della contestazione.
2) Riflessi etici Sifatte spinte all'individualismo, ma più in generale la matrice ideologica borghese. inquinata oltretutto dal consumismo e dal radicalismo, hanno' mutato il "comune" senso morale certamente — a vedere dai risultati non nella prospettiva di un suo miglioramento. L'amicizia è stata ridotta più che altro ad un desiderio, le relazioni interpersonali limita-
te ad un minimo formale, il disinteresse per il vicino di casa o per il collega d'ufficio non costituisce nemmeno più un problema, l'attenzione ai problemi generali e politici rifiutata o tutt'al più delegata. Insomma, l'uomo a lungo andare pare abbia perso le sue connotazioni più proprie, non è più dotato di senso critico, è divenuto incapace di distinguere globalmente il bene dal male e di conseguenza si fa condurre per mano (mass media) da una ristretta cerchia di leaders legati naturalmente da interessi, non importa se apparentemente contrastanti (ciò fa parte dei "gioco" generale).
Comportamenti incontrollabili
Nonostante questa approssimativa, spigolosa ma tutto sommato realistica descrizione del contesto sociale, sarebbe un errore considerarla pessimista, pena la rinuncia alla ferma volontà di essere ottimisti in prospettiva: significherebbe infatti sminuire il valore dell'uomo se non si pensasse ad una sua qualunque reazione. E purtroppo queste non sono sempre positive: in particolare nei nostri giorni le negatività appaiono più macroscopiche, addirittura incontrollabili.
Che dire del comportamento di gruppi di ragazzi allo sbando?
Della droga? Delle reazioni che vogliono essere politiche ma che sono solo di una violenza fine a se stessa per non dire criminale?
I giovani reagiscono più platealmente in quanto risentono maggiormente delle frustazioni (magari frutto di illusorie aspirazioni trasmesse dai grandi) ed anche perchè meno "temprati" da una più lunga esperienza e da un minor senso di pudore pubblico e quindi le loro gesta fanno più scandalo.
Ma forse non si manifestano comportamenti incontrollabili anche da parte degli adulti, magari per bene?
Lasciamo qui perdere i grandi scandali che hanno natura politica (peculati, evasioni fiscali, ecc.) ma che dire del taccheggio delle "bravi madri" di famiglia nei supermercati che sembra una cleptomania?
Individualismo delle associazioni
E logico che in un periodo in cui è privilegiata la difesa del singolo la tendenza all'individualismo si faccia sentire anche nei gruppi e nelle associazioni, qualunque esse siano. E difficilissimo infatti ritrovare mo-
menti unitari (vedi Comitato Popolare degli anni '69 - 70) non solo fra componenti risultanti da matrici ideologiche sontrapposte; l'unità viene meno anche fra forze omogenee e spesso contrastanti allignano e si manifestano anche all'interno dei singoli organismi. Evidentemente a monte di questa realtà sta l'affievolirsi degli obiettivi generali a scapito di particolarismi di gruppo.
5) Disinteresse alla partecipazione E facile constatare a questo punto le conseguenze di tipo sociale - politico che re realmente si manifestano un po' dovunque e che provocano il riflusso della partecipazione dalla vita pubblica e associativa.
La esperienza delle elezioni scolastiche sono un esempio tangibile: grande sforzo per la costituzione delle liste: mobilitazione completa dei quadri per la propaganda; scarsissima partecipazione dei genitori alle assemblee; scelte elettorali fatte più sulla base degli schieramenti tradizionali che non dalle deduzioni di un aperto dibattito sui programmi. Non sfugge anche che questa stasi partecipativa è comune a tutti le organizzazióni specialmente se si considera preponderante non tanto la semplice presenza quanto l'assunzione di corresponsabilità. pur tenendo conto dei relativi limiti personali.
Dato che la crisi investe tutti (partiti, sindacati, parrocchie, gruppi organismi di base ...) è evidente che le cause sono di ordine generale.
Non vi è dubbio — ed il dibattito sta ormai allargandosi — che dopo il 1968 si siano ingenerate molte confusioni fra il Politico ed il Sociale nel senso che si è venuta generando la convinzione secondo la quale l'azione sociale fosse in ogni caso subordinata all'azione apolitica privilegiando così quest'ultima ed identificandola anche come l'unico strumento per il rimedio di tutti i mali.
Per di più è stato anche palese uno sforzo per far coincidere tutto il politico con il partitico, dimenticando che una corretta distinzione dei ruoli non vuol dire subordinazione o limitazione della sfera di autonomia per chicchesia.
Si potrebbe sinteticamente dire che mentre la Politica è la sfera delle
azioni mediante le quali si garantisce la democrazia e il pluralismo, la Socialità è lo spazio naturale dove si estrinsecano le libertà, tutte le libertà. Proprio per questo le socialità non può essere sottoposta a limitazioni (per non dire lottizzazioni). Dalla sfera Politica essa però deve essere protetta e garanttta dagli eventuali abusi.
Riteniamo che le suddette incerteaze abbiano potuto diffondersi anche perché non si sono tenute nel dovuto conto le peculiarità dell'uomo in quanto Persona. Infatti se ci si sofferma solo sul concetto di uomo in quanto essere pensante ed intelligente, ci si può con coerenza limitare a ritenere l'uomo stesso soggetto e creatore della società e quindi anche fine della vita sociale. Se però la realtà uomo la si considera anche con gli attributi di Persona, l'uomo stesso diventa in più il centro della vita sociale e conseguentemente la società fa perno sulle persone e vive del costante apporto di tutte le persone singole e associate.
Questi principi di fondo, se accolti, impongono quasi sempre una revisione della gerarchia dei valori. Si possono, tra l'altro, comprendere maggiormente le cause della attuale limitata partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Nessuna persona infatti accetta di far parte (anche solo formalmente) di formazioni più ampie quando gli vengono sottratti diritti e responsabilità fondamentali, anche per quanto riguarda il loro esercizio. Per evitare ciò è quindi necessario che gli organismi (specialmente quelli di carattere sociale) siano strutturati in modo tale che quanto può essere fatto da persone da gruppi sia effettivamente fatto da loro: diversamente si creano da una parte uomini deresponsabilizzati, parassiti e dall'altro uomini sfruttatori, cioè che non rispettano nè le persone, nè i gruppi liberi. Esiste, in altri termini, una forte esigenza di valorizzazione del personale e questa aspettativa la si percepisce anche non appena si coglie il grande desiderio degli individui a comunicare maggiormente fra loro; paradossalmente a tale desiderio fa riscontro un obiettivo stato di incomunicabilità difficile da superare.
A fronte di questi desideri e diffi-
coltà occorre evitare, seconde noi, un grosso pericolo: quello di considerare l'individualismo manifestazione, pur negativa, di esigenze personali. Non si dimentichi che è stato proprio l'ideologia borghese ad indurre in questo errore con il ritenere opportuno rispondere alla constatata esigenza di valorizzazione del personale facendo leva sul soddisfacimento di aspirazioni individuali private proprio per svilare il potenziale valore delle Persone.
Ed è noto che il ventaglio di azioni possibili in base alle quali possono essere soddisfatte aspirazioni individuali è amplissimo e, degenerando, va dal creare spazi favorevoli all'intimismo od allo sterile spiritualismo, fino alla sollecitazione di stimoli radical - borghesi ed anche anarcoidi e qualunquistici. Proprio per evitare confusioni e malintesi riteniamo che attualmente devono essere acquisiti i seguenti punti:
Considerare la politica come "Scienza dello sviluppo dello Stato e della sua azione per un corretto adempimento della sua funzione rispetto al progresso del Sistema sociale e del suo assetto".
Distinguere il materialismo storico dal materialismo dialettico ew ritenere valido il contributo storico del marxismo in quanto "Scienza della politica" e metodo autonomo rispetto alle sue fondazioni ideologiche e filosofiche.
Considerare l'Uomo, in quanto persona, come Fine, Soggetto e Centro della vita sociale e politica. Operare di conseguenza affinchè l'uomo possa essere libero, protagonista e dotato di capacità e autonomia di giudizio sul suo e sull'altrui operato, (specialmente nel caso di deleghe).
Non può sfuggire, a questo punto, la necessità per il "bene comune" di trovare in quartiere un "momento" unificante. Naturalmente ciò non vuoi dire fare riferimento all'ormai codificato detto "vogliamoci tutti bene" e quindi "incontriamoci e facciamo tutti delle cose assieme".
La salvaguardia del pluralismo ideologico, religioso, culturale e politico e di azione è ormai una conquista di questo fine secolo che non può essere ragionevolmente ed obiettivamente rinnegata da nessuno; chi ancora la rifiutasse si pone contro il divenire della storia universale.
Va ricercata, secondo noi, una unità sicuramente più complessa che faccia riferimento a valori che permettano, anzi impongano una articolazione di pensieri, di azioni e di comportamenti miranti tutti al continuo miglioramento dell'uomo ed alla sua possibilità, in quanto Persona, di esprimersi interamente. Facendo perno su questa unità — da evidenziare e definire tutti assieme — ci sembra — più facile trovare i modi per far riacquistare fiducia al cittadino e fargli superare quello stato di paura che blocca non solo le risposte alle istanze personali, ma anche le soluzioni di problemi globali come la violenza, la crisi, l'emarginazione etc.
Ci rendiamo conto che il il passare da queste riflessioni all'azione non è facile e richiede uno sforzo comune. Tuttavia la situazione è tale da non poter essere ignorata o delusa. pena il suo peggioramento. Non si dimentichi, per non cadere in un attivismo inconcludente, che ogni realizzazione richiede un progetto, ogni progetto una idea ed ogni idea una riflessione.
Nella palestra di via Ugo Betti la Società Judo Syonen Dan, affiliata allo UISP e alla F.I.L.P.J - CONI, organizza da vari anni corsi di Judo - all'insegnante tecnico Michele de Martino abbiamo posto alcune domande.
Che cosa è lo Judo?
Per capire lo Judo è necessario un piccolo resoconto storico della sua formazione. Le sue radici sono affondate in secoli molto remoti, infatti deriva dall'antico "Ju - Jutsu" che era un'arte marziale molto praticata sin dagli albori della storia del Giappone. Verso la fine del 1800 Jugoro Kane lo codificò nel 60 - Kyo che è un metodo di insegnanto diviso in 5 sezioni ognuna dalle quali è composta da alcune tecniche ispirate al "Jutsu". Nello Judo moderno la paola "Ju" è intesa come compenetrazione nelle intenzioni dell'avversario per volgerle a nostro vantaggio nel combattimento. Nella sua attuale concezione porta ad uno sviluppo fisico e psichico molto valido dando al praticante una preparazione atletica completa e armoniosa e portando ad un equilibrio psichico che difficilmente è raggiunto con altri Sport. Infatti lo "Judoka" così si chiama chi pratica questo sport, si
conpenetra nello spirito dello Judo che porta ad avere un controllo costante delle proprie azioni e reazioni. Permette inoltre di sviluppare il senso di socialità e di solidarietà per mezzo del continuo contatto che esiste tra i Judokas che li spinge ad aiutarsi e capirsi in una ideale armonia di movimenti. la validità di questa disciplina sportiva è universalmente riconosciuta e ha trovato conferma dopo la sua introduzione tra il novero dei Giochi Olimpici a Tokjo.
I suoi fini sono più essenzialmente educativi dello spirito e del corpo.
Insegna infatti ad avere un fisico sempre in ordine e ali optimum delle proprie capacità, oltre a dare un equilibrio interiore che lo Judoka si porterà con sè per tutta la vita. E insita nel praticante anche la educazione "morale fondamentale" che lo porta ad avere uno stato d'animo adeguato a superare ogni difficoltà.
Vi sono poi nello Judo dei "Kata" e modelli che vanno eseguiti seguendo un particolare rituale che rende questo sport ancora più misterioso e affascinante.
A che età si può praticare? Può essere praticato proficuamente dai 7 anni in poi come formazione, per i bambini più piccoli è però un ottimo divertimento che, in seguito, diventerà una preparazione alla vita. Ci sono indicazioni? Non ve ne sono nè a livello fisico nè a livello psichico. Unico requisito richiesto è un po' di umiltà nell'apprendimento cella spirito dello Judo. E altresì uno sport di massa proprio perchè non esiste alcuna controindicazione: può essere praticato da donne, uomini e bambini di ogni età. Sono proprio queste le caratteristiche che lo rendono accessibile a tutti. Perchè lo si pratica? All'inizio può essere per curiosità, in un secondo tempo subentra lo spirito dello Judo che affascina e trasporta Io Judoka verso una continua ricerca della perfezione. Questa disciplina non esalta la violenza in quanto, proprio perchè tende a dare un autocontrolIo e una serenità interiore, porta a odiare e a condannare la violenza.
Si è chiusa prima di Natale la personale di Bruno Tosi presso la Galleria II Vertice. La Galleria II Vertice è situata al centro di Milano, ma la sua dislocazione non è il pregio principale, o almeno non quello che mi interessa sottolineare. Caratteristica veramente pregevole di questa galleria, senza volerne per questo fare la pubblicità, è la sua disposzione interna, studiata con molta capacità e intelligenza; che consente al visitatore, già nell'immediato ingresso, di abbracciare con una sola occhiata quanto vi si trova esposto anche nella parte alta, cui si accede da una scaletta laterale.
L'espressione artistica di BRUNO TOSI ha trovato in questa galleria, come mai in precedenza. la sua cornice ideale e i visitatori della mostra hanno potuto godersi nell'occasione un colpo d'occhio di grande pregio e felice armonia.
Le luci del locale, ben distribúite, hanno messo in grande risalto la perfezione cromatica della pittura di BRUNO TOSI, caratteristica questa che non può sfuggire al visitatore esperto e che emerge e prevale, senza dubbio alcuno, sulla tecnica del disegno e sui contenuti. proprio partendo da questa considerazione è possibile affermare, in tutta onestà. che il senso innato del colore, e la maestria con la quale viene gestita questa schietta dote naturale, consente di inserire BRUNO TOSI pittore nella ristretta schiera degli artisti.
Prima colazione (97x130)
Quartetto per archi (70x90)
Chi mette piede al Gallaratese resta colpito dalle sue caratteristiche particolari di città nella città. Massicci e lunghi edifici si alternano ad alte torri, lungo piccoli viali e vaste distese di terreni abbandonati e larghe e impervie pietraie.
Quasi a tutte le ore il silenzio domina incontrastato; rari i passanti, più rari ancora i colori e le vetrine delle botteghe.
Eppure in queste deserto architettonico si è levata, insolita, una voce, la voce di un giovane poeta.
Abbiamo letto, e ne presentiamo una breve scelta ai nostri lettori, le liriche del diciannovenne Roberto Pisoni con mera-
L'ultimo appuntamento
4 dicembre 1978
Ci siamo abituati
A non sorridere più, Ci siamo abituati
A emarginare chi non è come noi, Ci siamo abituati
A trasformare tutto in calcolo, Ci siamo abituati
A prendere come normale
L'uccisione di un ragazzo per le sue idee, Ci siamo abituati
viglia e interesse allo stesso tempo. Il suo tema è fondamentalmente quello esistenziale dei giovani d'oggi: il dolore e la ribellione di essere costreti a vivere in una società ingiusta e a volte senza speranze.
Vari aspetti di questa tematica compaiono nelle sue poesie. e sempre ne è colto il lato più significativo ed intimo.
Roberto Pisoni è giovane ed ha davanti a sè un lunga, lunga strada: se, come si suol dire, la musa lo sorreggerà. è molto probabile che non gli sarà avara di meritate soddisfazioni.
AlexBRUNO TOSI è artista milanese e risiede e lavora nella nostra zona da oltre otto anni. La sua pittura trova l'esatta collocozione nell'ambito della nuova figurazione cui è pervenuto dopo anni di attento studio, seria applicazione e una capacità creativa estremamente vivace e di vena inesauribile.
Oggi le sue opere non richiedono più la mediazine di una voce dapprima interpretativa e poi esplicativa: si presentano da sole con tono sicuro e immediato, ormai libere da quelle tortuosità di ricerca che hanno caratterizzato per anni la sua attività.
Le rappresentazioni su tela di BRUNO TOSI, un tempo così complesse e tormentate. espressione di un incoscio travagliato e sofferente e pur valida testimoniza di una realtà sociale tragica e drammatica, sono del tutto scomparse. Hanno ceduto il passo a paesaggi lirici, di facile lettura e immediata comprensione, intermediari e latori di messaggi di tranquilla serenità, oltre a figure ugualmente reali, vive e palpitanti, come nel passato. ma apparentemente inattaccate dal quotidiano. La scala cromatica è, come già detto, sempre perfetta, anche nelle sfumature più impercettibili e risulta oltremodo arricchita soprattutto da quando l'artista ha cancellato dalla propria tavolozza i colori a olio e smalto per adottare, con scelta sicura, senza ripensamenti o indecisione alcuna, gli acrilici.
La sua tecnica di realizzazione, che si avvale sempre di stesure piatte, risulta talvolta meno sintetica, ma sicuramente anche più incisiva, a testimonianza della sicurezza di gestione dei propri mezzi e della maturazione espressiva cui è ormai pervenuto.
Anna BontempiAl freddo sguardo di chi non consciamo, Ci siamo aibutati
A seppellirci in noi stessi, In attesa che il tempo trascorra monotono. Accompagnandoci poco a poco Verso l'ultimo appuntamento. Quello inevitabile, Quello definitivo, Quello a cui non faremo mai l'abitudine.
Tramonto cittadino
18 Gennaio 1978
Lo vedo scendere verso l'orizzonte, Pallido, Sembra più lontano tra i grattacieli. un tramonto cittadino. Non è poesia, angoscia, angoscia vederlo scomparire Tra i fili dell'alta tensione, Tra i cartelloni pubblicitari, Tra i grattacieli, Tra due ciminiere che seminano morte. angoscia vederlo tramontare, Sembra sempre Che non voglia tornare più,
A illuminare la città, I suoi grattacieli.
I suoi cartelloni pubblicitari, Le sue ciminiere che seminano morte, I suoi fili dell'alta tensione.
I suoi quartieri dormitorio. No.
Non è poesia. angoscia. un tramonto.
Un tramonto cittadino.
A faccia in giù
21 Novembre 1977
A che ti serve
Una bustina di "polvere"
A che ti serve
Una siringa colma di "acido"?
A che ti serve?
A emarginarti sempre più
A piangere lacrime di tristezza, A soffrire per le mille piaghe del tuo cuore.
Maledire tutto;
La gente, Te steso, a volte quella madre Di cui hai un ricordo annebbiato.
Ogni volta che torni da un "viaggio"
Scopri il mondo sempre più brutto, Scopri la città sempre più grigia, i suoi abitanti sempre più lontani da te.
A che ti serve?
A fuggire?
Da chi?
Da te stesso?
Un codarde pieno di LSD, Un ragazzo conscio del proprio destino,
Una morte anonima
A faccia in giù
Su un marciapiede sporco, Che sarà il tuo letto di morte.
Ci pervengono segnalazioni di congressi indetti nella nostra zona nei {rimi due mesi di quest'anno e riteniamo di fare cosa utile ai nostri lettori pubblicandone il calendario, scusandosi per eventuali omissioni dovute al fatto che non ci sono pervenute le relative segnalazioni.
19 gennaio: Circolo Giulio Trevisani, via Appennini
41
20 - 21 gennaio: sezione Montoli del P.C.I., Figino
22 - 23 - 24 febbraio: sezione Di Vittorio del PCI, via Quarenghi 8
17 - 18 febbraio: sezione Luglio 69 del PCI
27 gennaio: cellula Dozza della sez. Fronasari del P.C.I., via Albenga 2, 26 - 27 - 28 gennaio: sezione Bottini del P.C.I., via Monreale 17
2 - 3 - 4 - febbraio. sezione Fronasari del P.C.I., via Micene 23 - 24 - 25 febbraio: sezione Ragionieri del P.C.I., via Appennini 41.
Nei prossimi numeri pubblicheremo le date di altri congressi o di altri dibattiti di cui ci perverrà segnalazione.
In una città come Milano, molti rilevano la difficoltà di sapere a chi rivolgersi per avere una guida o un incentivo nella pratica dello sport, e quali sono le organizzazioni a cui associarsi. Diverse sono le mete che si può proporre facendo sport: ci si può limitàre a voler possedere una tecnica ritenuta utile (es. nuoto) o tale che consenta di svolgere un'attività ricreativa senza alcun impegno ambizione competitiva (ciò vale per qualunque attività sportiva, dal nuoto, al calcio, al tennis, ecc.); o invece mira per qualunque attività sportiva, dal nuoto, al calcio, al tennis. ecc.): o. infine, si ambisce, consci delle proprie possibilità, a raggiungere livelli agonistici. Per queste tre diverse scelte esistono tre diverse possibilità: il Centro Milanese per lo Sport o quale pratica di un'attività motoria per fini salutari; gli enti di promozione sportiva offrono la possibilità di inserirsi in un'associazione per praticare sport a livello dilettantistico, non disgiunte da possibilità competitive; mentre la società, affiliate alle rispettive Federazioni, preparano a livello agonistico. Per quest'ultima scelta, rivolgendosi alla Federazione è possibile conoscere quali sono le società e su quali impianti esse svolgono le attività.
CENTRO MILANESE PER LO
SPORT E LA RICREAZIONE piazza
Diaz. I /A - tel. 899184 - 899158 II
CMSR è un ente istituito dal Comune di Milano con lo scopo di promuovere attività ricreative e sportive non agonistiche a favore della cittadinanza.
Gestisce, invece per conto del Comune, alcuni impianti sportivi: il CS Lido, la piscina coperta di Via Mincio, il CS XXV Aprile, il CS Saini, la Cascina Costa Alta, nel parco di Monza.
Organizza corsi di addestramento sportivo che riguardano le seguenti discipline: avviamento all'atletica, atletica, canoa, ginnastica: prescolare, formativa, ritmica, attrezzistica, generale, "restate in forma" (per gli adulti al di sopra dei 40 anni), presciistica, correttiva, minibasket, nuoto, tennis, sci, vela.
I corsi si rivolgono tanto a bambini e ragazzi, quanto gli adulti.
Il CMSR provvede inoltre all'animazione dei campi giochi, alla formazione degli animatori per il tempo libero, all'organizzazione di manifestazioni varie e di campeggi estivi per ragazzi, di settimane bianche.
Le informazioni relative ai corsi si possono richiedere all'ufficio corsi
Mensile di informazione politica
e cultura della Zona 19
Direttore:
Gianpiero Pagetti
Direttore responsabile:
Libero Traversa
Redattori:
Anna Bontempi
Claudio Bruni
Alessandro Cappelletto
Adalberto Grippa
Luigi Gnemmi
Patrizia Romano
Luciano Zagato
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Circolo Giulio TrevisaniA.R.C.I.
Direzione - redazione - ammi-
nistrazione: Via Appennini 41Milano Tel. 3539458
Registrato al Tribunale di Milano al n. 388 dall'11.11.1978
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addestramento, P.le Lotto 15. - Tel. 366100 - 3291667.
Gli enti di promozione sportiva sono libere associazioni che si propongono ia divulgazione della pratica sportiva attraverso l'organizzazione di attività dilettantistiche, di iniziative e manifestazioni sportive. Interpretando lo sport come momento di educazione, d'impegno e di formazione. in particolar modo dei giovani, gli enti di promozione sportiva favoriscono l'associazionismo in collaborazione con gli enti locali, le strutture educative e le istituzioni rappresentative dei lavoratori. Mirando a dare allo sport la funzione di un servizio sociale e ad innestare una nuova proposta di programmazione sul territorio - che coinvolga tutte le forze politiche e sociali per un intervento più democratico e una maggiore partecipazione nei settori della cultura, dello sport e della ricreazione - gli enti di promozione intendono riqualificare la pratica sportiva e dare una concreta risposta alle pressanti e legittime richieste della popolazione.
ACSI - Associazione Italiana Centri
Sportivi via Dogana, 4 - tel. 863208
AICS - Associazione Italiana Cultura e Sport via Lunigiana, 35 - tel. 608
96950 - 6086985 int. 14
CSI - Centro Sportivo Italiano via S. Antonio, 5 - tel. 800540 piazza S. Ambrogio, 23 - tel. 8981031 867608
ENDAS - Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale vioa U. Foscolo, 3 - tel. 871013
LIBERTAS - Centro Nazionale
Sportivo via Nirone, 15 - tel. 806842
UISP Unione Italiana Sport Popolare via Cola Montano, 8 - tel. 6884719
- 6889708
US ACLI - Associazione Italiana Lavoratori Italiani via della Signora, 3tel. 708651
CAMPI GIOCO
158 via Pogatschnig - ping pong, schettinaggio
159 via Salomiraghi - QT8 - calcio, pallacanestro, pallavolo, schettinaggio
160 piazza S.M. Nacente
161 piazza Axum - Val Poschiavinacalcio, pallacanestro
162 via Harar
163 piazzale Brescia
164 piazzale Crivellone
165 piazzale Lotto (lido di Milano)pallacanestro 166 piazzale Ardino
167 via Collecchio - Cimabue
169 via Delle Ande
170 via Betti - calcio
171 via Omodeo - calcio
172 piazza Selinunte
173 via Appennini 63
174 via Appennini 41 - calcio
175 via Borsa 65 - pallacanestro, schettinaggio
176 via Borsa 22 - 24 - pallacanestro. schettinaggio
176 via Borsa 22 - 24 - calcio, pallacanestro
177 via Borsa 19
178 via Alex Visconti
179 parco Trenno (via Novara - Gorlini) calcio
180 parco Trenno - calcio
181 parco Trenno - calcio
182 parco Trenno - calcio
183 parco Trenno
184 parco Trenno
185 parco Trenno (da via Gorlini)calcio, schettinaggio
186 parco Trenno (da via Gorlini)
187 Parco Trenno (da via Gorlini)pallavolo
188 parco Trenno (da via Gorlini)calcio, schettinaggio
189 parco Trenno
190 parco Trenno (da via Giorgi)calcio, schettinaggio
191 via Lampugnano - Trenno - calcio
192 via Lampugnano - Trenno
193 via Falk - calcio
194 via Laigueglia
195 via Chiarelli (asilo)
244 via Agrigento
246 via De Vincenti - pallavolo
257 via Molinetto
Comunicazioni
del Gruppo Sirio
Nel numero di Dicembre 78-Gennaio '79 il Gruppo Sirio ha presentato sulle pagine di Milano 19 un artista del nostro quartiere, omettendo per errore l'indirizzo, che qui riportiamo per intere: Romano Erculiani, Via Cilea 30, Milano, telefono 3536991.
Siamo lettori abituali di "Milano 19" e, qualche volta cerchiamo di collaborare alla sua diffusione: proprio questo rapporto "affettivo" col giornale ci induce a scrivervi per aprire, con il massimo di franchezza, un discorso sul significato e sul ruolo di una pubblicazione come "Milano 19", sicuri come siamo che solo un confronto di idee spregiudicato possa servire agli scopi comuni che a tutti noi, redazione e lettori, stanno a cuore. Diciamo perciò subito come noi lettori vediamo "Milano 19". dove ci piace. dove no.
In larga approssimazione Milano 19 propone argomenti. problemi. informazioni, attraverso un'accentuata mediazione istituzionale: il punto di riferimento centrale del suo sistema è il Consiglio di zona, i suoi programmi, i suoi lavori, le sue iniziative.
Un Consiglio di zona che qualche lettore sprovveduto — o capitato per caso fra noi — potrebbe pensare (dall'immagine che ne dà il giornale) come una storia di piccolo parlamento inglese, ben radicato nella società, con un'ampia e fiduciosa delega da parte dei cittadini, in grado quindi di amministrare per il meglio, con un processo di controllo democratico garantito da una buona informazione discendente sul suo operato (lasciamo perdere quanto di autoritario vi sia in un processo. pur largo, di informazione ad un solo senso se questo è dall'alto in basso).
Ma siamo sicuri che questa sia la nostra situazione reale? Noi ne dubitiamo molto, ed i messaggi che ci pervengono ogni giorno, dalla nostra zona e, più in generale, dalla società italiana, sono spesso di segno opposto. di sfiducia nelle istituzioni, di disgregazione crescente, di rifugio nel privato, in un privato che non ci si preoccupa neppure di nobilitare come "politico".
Allora davvero credete che un rimedio per ridare energia e prestigio alle istituzioni democratiche, soprattutto alle più nuove come quelle del decentramento comunale sia di raccontarne le gesta, quasi bastasse riferire minuziosamente di una seduta di un dibattito pubblico con scarsa partecipazione per renderlo interessante a posteriori, e non fosse invece necessario risalire alle cause del disinteresse, sollevarle ed indagarle fra la gente per riportare. dentro le istituzioni, il senso di questo distacco invece di esorcizzarlo moralisticamente come una colpa?
Ma proprio perchè "Milano 19" esiste, ed esiste per merito vostro, per la vostra costanza nel tener duro di fronte alle molte fdifficoltà che riusciamo ad immaginare, si tratta di sfruttarne il grosso potenziale, la forza di un mezzo di comunicazione giornalistico che ha cominciato a mettere le sue radici dentro una specifica comunità.
Noi siamo convinti infatti che un giornale di questo tipo possa avere occhi, orecchie, nervi molto più acuti ed elastici di una istituzione, proprio per il diverso spazio che occupa: non si tratta certo di sciogliersi del mare indistinto del sociale, quanto di saperne cogliere i segnali; positivi e negativi, che starà poi all'istituzione ricomporre, nei suoi tempi e modi, in un disegno politico complessivo.
Se questo è vero, abbiate più coraggio e fantasia, scrollatevi di dosso quel tentativo di ufficiale che vi impedisce di assecondare anche un processo informativo ascendente.
Soprattutto di questo riteniamo abbia oggi bisogno un organo di decentramento, se vogliamo che sia in grado di svolgere, in prima linea dove si trova, un'azione di ricomposizione sociale che sta diventando uno degli obiettivi prioritari non solo a livello locale.
D'accordo — direte — questo processo ascendente noi lo abbiamo sollecitato e non è colpa nostra se non avviene. Qui dobbiamo intenderci: non basta aprire il proprio spazio alla collaborazione più vasta. Anche lo scrivere è una tecnica e non tutti la possiedono, mentre spesso si possiedono idee e proposte che aspettano solo l'occasione
per esprimersi. Sta a voi provocare, stimolare, raccogliere, elaborare queste idee, queste risorse latenti. I luoghi dove farlo non devono essere soltanto le sedi formali di associazioni, partiti, enti, ma tutte le situazioni in cui si trovino a socializzare i gidvani, le donne, gli anziani, tutti coloro che più risentono e soffrono il clima di crisi economica e sociale che attraversiamo. Sarebbe utopistico immaginare "Milano 19" come uno strumento di informazione alternativa rispetto ai grandi organi giornalistici. Ma qualcosa si può fare a questo proposito: perchè non ci fornite mensilmente una rassegna stampa che riassuma tutte le notizie sulla zona uscite sui quotidiani? Sarebbe un'occasione per documentare come i problemi locali siano filtrati e proposti ai lettori, per approfondirne e correggerne le interpretazioni, in sostanza per riportare fra gli attori, come cosa loro, le notizie che gli appartengono e che i giornali fanno proprie, spesso mercificandole.
E poi la cultura: molto bene il proposito di fare un giornale politico e culturale.
Se è vero che il concetto di cultura a livello di massa ha subito una dilatazione di contenuti dai suoi terreni più tradizionali, per investire ogni area di socializzazione specie giovanile, e, nel contempo, si è verificato un avvicinamento e sovrapposizione fra momento della produzione e momento del consumo culturale, allora affrontare i temi culturali, nell'ambito di una zona, vuoi dire entrare in un fenomeno dalle molte facce, per capirlo e criticarlo. dibattendo con i giovani dove finisca un processo di appropriazione creativa di modelli culturali autentici e dove cominci la stanca ripetizione di modelli di consumo imposti.
Se questo può essere un approccio corretto, allora lasciamo perdere l'ambizione di rifare il verso ai modelli aulici tradizionali. l'angolo della critica d'arte o letteraria, !a proposta (poetica o pittorica) di avanzi sottoculturali che sviliscono ingiustamente la periferia a subalterna del centro.
Infine la struttura produttiva: ci sembra se ne parli troppo poco, di fabbriche, di lotte operaie, di raccordi fra ambiente di lavoro e ambiente esterno.
Sottovalutare questo aspetto vul dire perdere un fondamentale momento di sintesi tra fabbrica e società, fra problemi sociali ed economici che sono poi altrettanti punti essenziali sui quali il movjmento operaio si è venuto legittimando come forza di cambiamento e di progresso.
Il discorso è riuscito più lungo del voluto e ce ne scusiamo. Ci auguriamo anche che il dibattito aiuti ad approfondire temi che sostanzialmente l'impegno quotidiano di noi tutti.
Guglielmo Elia Michele
D'Inella Delia Oppi Maria Rosa ArdizzoneRingraziamo la Direzione di "MILANO 19" che ha accolto la nostra lettera relativa al campo giochi di Via Falck, "fedele al principio che bisogna sempre ascoltare tutti". Vorremmo precisare che non si trattava, come indicato all'occhiello, di una lettera di protesta da "un" comitato (non ci risultano altri comitati che si siano fatti carico di sifatta iniziativa), bensì di una raccolta di informazioni che trae origine dalla lettera indirizzata ai diversi organi competenti, sin dal 1972.
Si allegano per documentazione:
- lettera al Sindaco Sig. Aldo Aniasi; all'Assessore Sport Educazione Avv. Luigi Bellini; all'Assessore Decentramento Dr. Andrea Borruso; al Direttore Generale C.M.S.R. Prof. Aldo Devizzi; e p.c. al Presidente dell'I.A.C.P. Prof. Luigi Venegoni dell'11.2.72 - All. n. 1 - risposta del Presidente dell'I.A.C.P. del 28.2.72 - All. n. 2
- risposta dell'Assessore allo Sport dell'8.4.72 - All. n. 3
- risposta del Sindaco di Milano del 10.4.72 - All. n. 4
Codesta Direzione è autorizzata all'eventuale pubblicazione, nell'intento
di contrapporre al qualunquismo da qualcuno citato, fatti e non vuote espressioni attualmente di moda.
Vorremmo inoltre, approfittando della bontà di codesta Direzione, rispondere alle persone che hanno voluto esprimere il loro pensiero.
All'Arch. Secchi - sempre attento e sensibilmente interlocutore - desideriamo confermare di non avere mai avversata l'idea di costruire nuove abitazioni nel quartiere; anzi i motivi da lui esposti sono da noi condivisi. Tuttavia soffermandoci su alcuni passi della sua risposta, cogliamo evidenti contraddizioni almeno in due punti e cioè; laddove parla "di treni scarichi per molte ore del giorno lungo il quartiere", ci permettiamo di far evidenziare che non potranno riempirsi con le poche migliaia di nuovi abitanti; al contrario, verranno a congestionare ulteriormente le ore di punta.
l'inserimento delle due torri, pur rispondendo alla necessità d'incrementare la popolazione del quartiere, non doveva trovare ubicazione in area già sovraffollata, venendo meno ai principi di logica e di urbanistica (nei cortili si fanno i campi giuochi!?). Al contrario le due torri potevano essere sistemate a nord del Monte Amiata, proprio sull'area destinata alla scuola media mai realizzata, il cui lato principale è confinante con la Via Falck. E su questo l'Arch. Secchi non ha fatto chiarezza! Forse non si ha il coraggio di dire che si sarebbero dovute rimuovere le fondamenta della scuola media? Che ci sarebbero voluti parecchi milioni per rimuoverle e che aggiunti a quelli già spesi per averle costruite, sarebbe diventata la favola non solamente del Gallaratese ma del Comune di Milano? Oppure, che le due torri, ubicare in quell'area, avrebbero fatto ombra a qualche papavero del Monte Amiata?
Non ci è sembrato di alimentare il qualunquismo per l'aver preteso di conoscere sino in fondo la verità perchè — giustamente — "il qualunquismo non produce obiettivi di lotta, ma rassegnazione". E noi non ci siamo rassegnati!
Circa la citazione delle medie di densità metrocubo/ metroquadrato del quartiere da lui menzionata, non può essere accettata perchè è risaputo che se Tizio mangia due polli e Caio nessuno, dal punto statistico hanno mangiato un pollo ciascuno.
Passando all'intervento dell'Assessore Rossinovich, al quale esprimiamo ancora i nostri ringraziamenti per l'interessamento dimostrato in tale circostanza, è d'uopo evidenziare che: i nostri interventi, improntati a normali rapporti tra cittadino e civica amministrazione, sono sempre stati estranei da corporativismi ed etichette politiche di parte.
Non si è voluto adossare precedenti colpe all'amministrazione attuale, ma unicamente far emergere le innegabili disfunzioni di coordinamento ed informazioni tra gli uffici comunali, dimostrate ulteriormente in questo caso, per una più attenta ed oculata gestione delle risorse pubbliche.
Viene da noi ignorato l'intervento del Sig. Restelli — indipendente nel gruppo PSI — non meritando al momento, attenzione veruna.
Ringraziamo sentitamente e distintamente salutiamo.
Il Comitato Promotore
Franco Li Greci
Di Marco Giovanni
Samarati Angela Giordano Porro
Imbrioscia Vincenzo
Rotelli Gabriele
Tricarico Giuseppe
Angelo Vegetti
Remartini Mario
Arienti Gianfranco
Prendiamo nota dei ringraziamenti e della sollecita risposta a quanti si sono interessati del campo giochi di via Falck, pur non riuscendo a comprendere la volontaria indifferenza (che ci appare immotivata) verso l'intervento (da noi richiesto), del sig. Restelli indipendente del gruppo PSI Auguriamo inoltre buona fortuna a questo comitato promotore di via Falck, per la disinteressata ricerca sulla verità che sta conducendo. La serietà e la diligenza (vedi allegati) con cui vengono approntate le ricerche non possono suscitare in noi che ammirazione per tante impegno e costanza? Speriamo dunque che ancora qualcuno, il quale potrà forse iniziare un valido carteggio con tale comitato promotore, s'interessi della toccante questione.