Milano 19(29)

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PROGRAMMA PLURIENNALE DI ATTUAZIONE

Cominciano i lavori

A primavera dovrebbe entrare in funzione il cantiere del centro civico della zona.

Da fonte attendibile apprendiamo che entro il 15 gennaio prossimo l'Amministrazione comunale dovrebbe appaltare i lavori per la costruzione del Centro Civico della Zona 19, che sorgerà al Gallaratese, più o meno a metà strada tra 2 stazioni, già in avanzata fase di costruzione, della MM. Una volta assegnata l'area e trascorsi i necessari tempi tecnici il cantiere dovrebbe essere in grado di entrare in funzione all'inizio della primavera del 1980.

Ad appena un anno dalla sua approvazione da parte del Consiglio di Zona si va così rapidamente alla realizzazione di un progetto che in questo periodo di tempo è stato sottoposto ad una lunga serie di verifiche e di controlli, principalmente per quanto si riferisce alla sua compatibilità con il piano particola-

reggiato, ai costi e soprattutto alle funzioni, mentre già si è provveduto all'accensione di un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti per il reperimento dei fondi necessari per la sua realizzazione. In questo edificio (di 96 metri per 30, con quattro piani fuori terra e con accessi studiati senza barriere architettoniche, per consentire il pieno uso anche ai cittadini handicappati) troveranno posto innanzitutto i servizi comunali, quali l'anagrafe, la biblioteca, i servizi sanitari comunali ed un pronto soccorso, la sede del Consiglio di Zona e gli uffici della Vigilanza urbana. Vi saranno inoltre un cinema-teatro a gradinate per circa 500 posti, due sale per riunioni, una di tipo tradizionale e l'altra a gradinate, che potrebbe essera utilizzata per le sedute del Consiglio di Zo-

La zona dove sorgerà il centro civico. na, nonché altri spazi da destinare ad attività collettive di interesse pubblico, che potranno essere promosse anche da associazioni, partiti, circoli culturali.

Questo Centro Civico, collocato a ponte su una zona pedo-

LO HANNO DETTO I SUOI ABITANTI IN UN'ASSEMBLEA

nale, sarà collegato a sud con l'auditorium ed a nord con il centro commerciale, con i quali dovrebbe formare un centro di interesse collettivo non soltanto per il Gallaratese, ma per tutta la Zona.

A San Siro serve altro, non una discoteca!

Quali conseguenze potrebbe portare al quartiere? Non sarebbe stato preferibile utilizzare l'ex cinema Alpi per usi sociali? Impegno dei cittadini per iniziative di riaggregazione sociale.

Il quartiere di San Siro ha bisogno di una discoteca? Gli abitanti del quartiere, i giovani sono d'accordo per la sua apertura? Chi ha autorizzato i lavori di ristrutturazione? Queste ed altre domande si sono posti i cittadini di San Siro, che numerosi, giovani o non più giovani, hanno affollato il salone del CUZ di piazzale Segesta per partecipare ad una assemlea convocata il 5 novembre, dal Consiglio di Zona 19 per sentire il parere di chi vive nel quartiere sull'annunciata apertura di una discoteca in via Ricciarelli, nello stabile dell'ex cinema Alpi.

La risposta quasi unanime è stata no, fatta ovviamente eccezione per un rappresentante della proprietà, che ha cercato di minimizzare l'entità dell'insediamento. Niente "Maxidiscoteca", ha detto in sostanza, ma una normale discoteca per la quale sarebbe stata richiesta l'autorizzazione per 500 posti, anzi, si è corretto più avanti, una "minidiscoteca" con appena 230 posti. Ancora un po' e diventava un salotto di casa dove si e no potrebbero trovare spazio per ballare un paio di coppie, a patto che non si spingano oltre il "ballo della mattonella"!

Un no comunque, quello dei cittadini, espresso senza falsi

moralismi, nè spirito di crociate, senza cercare di contrapporre chi vuole a chi non vuole ballare. Un no ragionato, motivato, maturato dopo serie considerazioni.

E compatibile, ci si è chiesti, una struttura simile in un quartiere come San Siro, dove mancano servizi pubblici che permettano ai cittadini, giovani od anziani che siano, di stare assieme, di divertirsi, di fare cultura?

Il rischio della ghettizzazione

Certo è necessario anche un luogo dove divertirsi e (perchè no?) magari ballare, ma è una discoteca che può rispondere a tale esigenza? Cosa propone ai giovani? Un modo di stare assieme non positivo neppure dal punto di vista del divertimento, hanno risposto alcuni giovani intervenuti nel dibattito, un modello di consumismo americanizzante di cui non sentono alcun bisogno.

Cosa chiedono gli studenti

Gli studenti medi sono scesi in sciopero aprendo una vertenza nazionale contro il Ministro della Pubblica Istruzione Valitutti. Quali sono i motivi? Perchè gli studenti hanno chiesto il rinvio delle elezioni scolastiche?

Si tratta di un atto di sfiducia negli organi di governo della scuola o di una richiesta di una loro maggiore valorizzazione? A questi interrogativi rispondono tre Consiglieri eletti nelle liste di sinistra per gli studenti al liceo scientifico Vittorio Veneto e all'Istituto Tecnico Ettore Conti.

(a pagina 3)

Una simile struttura, si è detto ancora, anzichè venire incontro alle esigenze del quartiere rischia di farlo rivivere soltanto episodicamente, così come avviene per le manifestazioni sportive domenicali, per di più attraverso aggregazioni esterne. che non lo coinvolgono affatto. Rischia di ghettizzare i suoi abitanti, inducendoli a chiudersi ancor più nelle loro case. Nessuno vuole imputare la proprietà di essere portatrice di droga e di criminalità, anzi sia(segue in seconda)

DELLA DEMOCRAZIA SCOLASTICA
IL RINNOVAMENTO
o
una scuola materna nuova genia bisogno di essere bdraCCat i, handicaploat, Quale latte si beve a Milano? Contro la violenza alle donne Droga non è libertà Il centro anziani a San Siro Come abbiamo trovato casa in zona 19
NUOVA SERIE - N. 12 - DICEMBRE 1979 MENSILE DI INFORMAZIONE POLITICA E CULTURA L. 300
in questo numero Per
Si al disarmo

dalla prima pagina

A San Siro serve altro, non una discoteca!

mo convinti che sia suo preciso interesse far si che sia l'una, sia l'altra non entrino nel suo esercizio. Ma fuori? Come si può essere sicuri che un tale insediamento non possa essere l'occasione per l'aumento della diffusione della droga e della criminalità, sia pure fuori della discoteca ed estranea ad essa? Sono interrogativi cui, crediamo, nessuno è oggi in grado di dare una risposta certa; ma perché rischiare sulla pelle degli abitanti di San Siro? Di un quartiere dove vivono in gran numero anziani lavoratori e pensionati bisognosi di tranquillità?

Dando indirettamente una risposta agli interrogativi che ci eravamo posti nel nostro numero di novembre il rappresentante della proprietà ha ammesso che i lavori di ristrutturazione (che dovrebbero essere stati anche rilevanti, se è vero, come ha detto. che si sono dovuti risanare muri e fondamenta marci) sono stati eseguiti senza che fosse stata rilasciata la necessaria concessione edilizia perchè, ha detto, gli uffici comunali tardavano troppo a rilasciarla.

Ma se è stabilito che è necessario chiedere ed ottenere dagli uffici tecnici comunali la concessione prima di eseguire qualsiasi opera edilizia interna od esterna — foss'anche per murare una porta in un appartamento — è evidente che spetta all'ufficio tecnico preposto concederla o negarla dopo averne vagliato la liceità ed il rispetto di precise norme e garanzie tecniche ed urbanistiche. La proprietà era sicura che la sua richiesta sarebbe stata Å accettata così come era stata presentata, senza che l'ufficio tecnico comunale competente condizionasse magari il suo rilascio a modifiche, anche sostanziali, al progetto?

Ci risulta in proposito che la Commissione edilizia del Comune di Milano avrebbe subordinato la accettazione della richiesta di concessione edilizia alla preventiva impegnativa, da parte della proprietà della discoteca, al rispetto delle leggi contro il rumore. Da parte sua l'arch.

Grandi, che quale responsabile della Commissione concessioni edilizie del Consiglio di Zona 19 ha avuto modo di esaminare la pratica ha ricordato nel corso dell'assemblea che l'ufficiale sanitario aveva espresso delle riserve in merito all'isolamento acustico, che peraltro non figurava chiaramente sul progetto.

Da parte sua una inquilina dello stabile n. 13 di via Ricciarelli ha lamentato che in occasione di una festa svoltasi all'interno della discoteca (una prova generale?) la musica risuonava assordante nel suo appartamento.

Non a caso in molte città strutture simili vengono realizzate all'estrema periferia, lontano dall'abitato. Ciò anche per una questione di viabilità, non secondaria se si tiene conto del fatto che le vie Ricciarelli e Caccialepori (al cui angolo sorge l'ex cinema Alpi) sono entrambe strette e con una disponibilità di parcheggi insufficienti per l'in-

sediamento di una simile struttura, che indubbiamente richiamerebbe clienti anche da altre zone e magari anche da altri comuni.

Recuperare la struttura al quartiere

Gli abitanti del quartiere, è stato ricordato, avevano altre aspirazioni per l'utilizzazione del cinema Alpi, dopo la sua chiusura. Nel gennaio 1978 il Consiglio di Zona 19 aveva presentato alla Consulta sulla cultura del Comune di Milano una proposta per farne una struttura di uso pubblico per iniziative comunali decentrate. Due mesi dopo gli era stato risposto che non era possibile. almeno per il 1978, in quanto tutti i fondi disponibili erano già stati destinati.Ora che fare? E legittimo chiedere all'Amministrazione comunale di rilevare la struttura, accollandosi l'onere di pagare i lavori eseguiti, premiando la proprietà e risolvendone nel contempo i problemi? Il comune ha problemi gravi ed urgenti da affrontare, in primo luogo quello della casa, non è, nè può essere un ente di assistenza, nè di beneficenza per i privati.

Il problema non è tanto rilevare la struttura, quanto utilizzarla in modo tale da recuperarla al quartiere, senza escludere a priori anche la possibilità di una gestione da parte di privati, quando (come è accaduto nel caso del cinema Nazionale) si dimostrino disponibili per soluzioni intelligenti e culturalmente valide.

E necessario però che un eventuale accordo venga raggiunto palesemente, discutendone con gli abitanti del quartiere, senza sotterfugi, nè scambi di favori sottobanco, nè lottizzazioni.

In questo senso si è espressa, l'assemblea, che prima di sciogliersi ha approvato quasi all'unanimità (con tre sole astensioni e nessun voto contrario) la seguente mozione:

"L'Assemblea dei cittadini di San Siro, riunita nei locali del C.U.Z. di piazzale Segesta, il 5 novembre 1979 considera che la proposta di apertura di una discoteca nei locali del cinema Alpi, così come formulata, sia estranea ai bisogni del quartiere.

Ritiene che l'attività di questa struttura debba essere programmata e gestita secondo le finalità culturali e ricreative emerse dal dibattito.

Richiama l'attenzione sul rispetto dell'agibilità democratica e civile del quartiere.

Si impegna a mantenere aperta la mobilitazione fra i cittadini come momento di lotta per lo sviluppo di iniziative di riaggregazione sociale ed a respingere qualsiasi tentativo di strumentalizzazione e provocazione.

Condizione irrinunciabile è comunque che soluzioni alternative o diversificate non arrechino disturbo al quartiere".

P.G.T.

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Cronache familiari

Interpreti di queste cronache sono sempre gli stessi: mia moglie, 42 anni casalinga; mia figlia 21 anni universitaria; mio figlio 15 anni 2° liceo scientifico; io, 44 anni impiegato; e poi voi tutti, del Gallaratese e non.

Alla televisione la pubblicità ci offre meravigliosi regali di Natale così belli, così convenienti da farci sentire stupidi a non comprarli tutti.

"Ma come fa la gente a comprare quegli enormi impianti stereofonici "HI-F I" da uno, due, tre milion i?" E' il commento sconsolato della mia dolce metà alle prese con il ferro da stiro con filo rabberciato da nastro isolante. "E pensare che io vorrei regalarmi per Natale un bel ferro da stiro con filo per mancini, ma costa più di ventimila lire". Sì, perchè una volta facevano solo i ferri per destri, adesso si sono accorti che mia moglie (ed anche altre, a quanto pare) è mancina e allora ne hanno fatta una produzione polivalente. Certo che "sto problema de Natale incombe". "Voi ci avete tanto da dire - interviene il liceale di casama tutti i miei compagni l'HI-F ce l'hanno già da un pezzo".

Mi vien da pensare che la gente sia ammattita. A cosa serve un affare di quelli se non a sbattere via i soldi per comprarlo, per installarlo (e quanto spazio ci vuole!), per il funzionamento visto che i dischi costano un occhio della testa. La mia figlia universitaria stavolta fa l'austera: "La colpa è della società dei consumi, voluta dai capitalisti e da questo governo inpopolare. Anzichè spendere soldi per certe puttanate bisognerebbe investirli in opere pubbliche, far lavorare i disoccupati, i giovani, il mezzogiorno. Parla proprio come l'Amendola, la mia statalina ma forse non se ne è accorta sennò forse sarebbe stata zitta.

La nostra cucina

IL PATE DI CASA

AtS I , s

1 /2 kg di fegatini e cuori di pollo (no durelli)

2 cipolle o 4 cipollotti freschi

2 carote

2 patate Sedano, prezzemolo, rosmarino (a chi piace)

4 spicchi d'aglio

2 semi di ginepro Pepe e sale

Mettere il tutto a macerare per mezza giornata in vino rosso od in un bicchiere di bandy o di wisky (allungati, questi, con acqua).

Mettere a cuocere unendo intera una foglia di alloro. Far cuocere a lungo (come per preparare le carni di un ripieno di ravioli), vale a dire un'ora o un'ora e mezza. Non aggiungere condimento.

Quando tutto è cotto togliere la foglia d'alloro. Passare con un passino per legumi. Mescolare bene la pasta cremosa che se ne ricava. Metterla in terrine di cotto, pressare e spianare sopra (a chi piace può aggiungere un cucchiaio medio di olio di oliva). Coprire con un velo coprialimenti e mettere in un frigorifero normale. Buono come antipasto, su crostini caldi o per spuntini veloci.

Comunque il problema dei regali di Natale esiste. C'è anche la tredicesima che ci spinge a programmare qualche spesa. Espongo la mia opinione: "Credo proprio che bisogna comprare cose utili ed indispensabili. Per esempio gli stivali per il figlio, l'impermeabile per la figlia, il ferro da stiro mancino per la mamma, una tovaglia nuova per la casa e un bel libro per me". Ecco, mi sento molto in linea, ma sento che qualcosa non quadra. Già perchè secondo te a Natale non bisogna fare qualche regalo, anche meno serio, come dire un po' più natalizio..." La mia dolce metà, i nsigarettata metà stiratrice, non è del tutto convinta che l'austerità debba coinvolgere tutto

quanto è superfluo. Anche il liceale sostiene "Ma qualche disco per il vecchio scassato giradischi che mi ritrovo, niente "H I-F l" e molto "little-fi (piccola fedeltà, per intenderci) mi sembra giusto poterlo avere da Gesù Bambino.

A pensarci bene forse non hanno tutti i torti: non si vive di sola austerità. Quindi qualche deroga bisognerà pur farla, senza dar troppo ascolto agli allettanti inviti della pubblicità televisiva... ma che succede? Gli allettanti inviti non ci sono più: la TV si è spenta e così tutte le luci e il ferro da stiro. E' arrivato lui il "black-out" da tre minuti, a ricordarci l'austerità.

Devo proprio andare in centro per trovare le calze che desidero?

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pag. 2 - milano 19

IL RINNOVAMENTO DELLA DEMOCRAZIA SCOLASTICA

Cosa chiedono gli studenti

Giudizio negativo sulla presa di posizione del ministro Valitutti. I giovani si battono per una scuola per tutti, che dia una qualificazione ed una cultura

In novembre a Milano e nel resto d'Italia migliaia di studenti hanno ripreso la lotta per il rinnovamento della democrazia scolastica. L'iniziativa è partita dagli eletti nelle liste di sinistra e si è concretizzata in una vertenza nazionale con il ministro alla pubblica istruzione Valitutti per la riforma degli organi collegiali.

Dalle numerose assemblee tenutesi nelle scuole del paese è emersa, come esigenza comune degli studenti, la necessità di trasformazione della gestione e dell'assetto scolastico, che fino ad oggi hanno avuto un ruolo burocratico e corporativo.

A Milano si sono tenuti scioperi, che hanno visto migliaia di studenti manifestare contro la logica reazionaria del ministro Valitutti, che vorrebbe cancellare le conquiste che il movimento degli studenti ha fatto dal 1968 ad oggi.

Nelle ampie discussioni che si sono avute nelle scuole sono stati individuati obiettivi ben precisi per la trasformazione, come l'apertura dei collegi dei docenti agli studenti, un maggior potere decisionale ai consigli di istituto nel campo della sperimentazione didattica, la trasformazione, sin dalle radici, dell'attuale sistema elettorale, con l'istituzione di organismi studenteschi dotati di poteri decisionali, il rinnovamento della struttura del distretto e l'abolizione delle attuali "gabbie" burocratiche, che impediscono qualsiasi forma di sperimentazione.

Sono questi i primi obiettivi di una battaglia per la riforma della scuola, su cui si è aperta la vertenza con il ministro della pubblica istruzione. Soprattutto si chiedeva il blocco totale delle elezioni scolastiche fino all'approvazione dei suddetti emendamenti. blocco che il ministro, con l'appoggio del governo Cossiga e in generale della D.C.,

Per gli insegnanti della Zona 19

UN CORSO COMUNALE DI PSICOMOTRICITÀ

non ha approvato, calpestando così le richieste della maggioranza degli studenti.

Dopo tale presa di posizione di Valitutti i Comitati di lotta (formati da FGCI, PdUP, MLS e FGSI), che sono costituiti da quella fascia di giovani che più sentono questa esigenza di rinnovamento, hanno deciso di chiedere le dimissioni del ministro della pubblica istruzione ed hanno intrapreso all'interno della scuola e dei Consigli di Istituto battaglie sempre più tenaci. All'interno di molte scuole, come al Vittorio Veneto ed all'Ettore Conti della Zona 19, si è arrivati all'occupazione dei Consigli d'Istituto a causa del rifiuto a dibattere queste questioni opposto da alcuni loro componenti. Si sono prese anche altre iniziative all'interno della zona, (quali assemblee, conferenze stampa, petizioni ai professori più democratici) per sensibilizzare sempre più l'opinione pubblica su un problema di così grande importanza e per far sì che questa battaglia venga appoggiata da una fascia sempre più larga di studenti, insegnanti, genitori.

Riteniamo che questa battaglia si inserisca in una ben più ampia, volta a sconfiggere l'offensiva reazionaria, che in questo periodo colpisce più in generale tutto il paese. Una battaglia che porti finalmente ad una adeguata riforma della scuola, una scuola per tutti, che dia ai giovani una qualificazione, una cultura che permetta di cambiare la loro vita in questa società.

I Consiglieri eletti nelle liste di sinistra per gli studenti

Anna Dalla Francesca (Vittorio Veneto) Roberto Renoldi (Ettore Conti)

Mauro Criscuolo (Ettore Conti)

Si è concluso presso la scuola elementare di via Carlo Dolci un corso di psicomotricità aperto a tutti gli insegnanti della Zona 19, organizzato dalla C.I. E. della Ripartizione educazione del Comune di Milano. Il corso, diretto in modo specifico all'inserimento nella scuola di bambini con problemi, ha riscontrato una vasta ed interessata partecipazione di tutte le componenti insegnanti delle scuole materne, elementari e medie e si proponeva di far ritrovare all'adulto il linguaggio gestuale necessario per poter comprendere i messaggi non verbali che il bambino trasmette e poter quindi entrare in comunicazione con lui.

Ci si augura che il Comune di Milano promuova altre iniziative del genere, considerate, da chi vi ha partecipato, necessarie al suo personale per accrescerne la professionalità e per metterlo in grado di operare meglio con i bambini.

Una visione nuova della scuola materna

Approvata dal Consiglio di Zona la bozza del nuovo regolamento della Scuola dell'Infanzia

Con il voto favorevole del PCI e del PSI, quelle contrarie della DC e con l'astensione del PLI e del PRI il Consiglio di Zona 19 ha approvato la bozza del regolamento per le Scuole dell'Infanzia preparata dall'Amministrazione comunale. Si tratta di un documento che configura una Scuola Materna nuova, più qualificata, che si pone come obiettivo centrale la realizzazione del diritto all'educazione per tutti i bambini in età prescolare. garantendo a tutti uguale opportunità di apprendimento e di preparazione alle esperienze sociali. Quindi deve rispondere alle esigenze di vita e di lavoro delle famiglie, puntando al raggiungimento dei propri obiettivi in collaborazione con esse.

Positivo è poi che si sottolinei l'importanza che nello svolgimento delle funzioni educative si debbano stabilire stretti rapporti di confronto e di verifica con gli organismi democratici, culturali, sociali e politici presenti sul territorio ed in particolare con il Distretto scolastico e con il Consiglio di Zona; ma ancor più importante è che venga finalmente chiarito il tipo di rapporto che si deve stabilire tra Scuola dell'Infanzia (questo sarà il nuovo nome che assumerà la scuola materna), Asilo nido e Scuola elementare.

A questo punto, ha sottolineato nella sua dichiarazione di voto il gruppo comunista, sarebbe opportuno che venisse meglio chiarito il rapporto scuola - famiglia, della cui importanza nessuno dubita e che pertanto .va visto in modo più organico, con incontri sistematici e programmati all'interno della regolamentazione.

Nessun tentativo quindi di emarginare la famiglia, come paventato dal capogruppo democristiano Gironi, che ha orchestrato l'opposizione spesso chiassosa dei consiglieri del suo

gruppo. qualcuno dei quali non è rifuggito da tentativi di interrompere o comunque disturbare gli interventi di altri consiglieri ed in particolare della responsabile della commissione scuola Silvia Cortella. Semmai ci sembra giusto parlare di un maggiore inserimento della famiglia, di cui non si fa certamente l'interesse favorendone l'isolamento e sollecitandone l'individualismo.

Sarebbe altresì importante che il regolamento facesse un salto di qualità proponendosi

come strumento di lotta per ottenere il riconoscimento legale della qualifica di "scuole pubbliche" alle scuole materne comunali, che attualmente la legge 477 considera private, anche se svolgono un servizio pubblico e gratuito. Scuole pubbliche e laiche, è stato ribadito, in quanto l'Amministrazione comunale deve preoccuparsi dell'intera collettività. lasciando l'insegnamento religioso alle scuole private ecclesiali.

senta bisogno di essere «Pani, ha rac cat i, handicappati

n
DIRITTO ALL'EDUCAZIONE PER I BAMBINI
BLINDOPORT BLINDOPORT milano 19 - pag. 3
G.P.P.

IN PIAZZA SELINUNTE, A SAN SIRO

Quattro chiacchiere con la gente davanti al mercato

Indurre la gente con le braccia cariche di pacchi, pacchetti e sacchetti a fermarsi a parlare davanti ad un mercato rionale in un pomeriggio di sabato, con il freddo che incomincia a farsi pungente sembrerebbe un'impresa impossibile. Eppure ci sono riusciti i comunisti della sezione Fornasari, del quartiere di San Siro che hanno preso tale iniziativa nell'ambito della loro campagna di tesseramento per il 1980.

Dobbiamo anche dire che ci sono riusciti con una certa facilità, come se quelle donne, quegli uomini, quelle coppie che con passo affrettato entravano nel mercato o ne uscivano non aspettassero altro che un'occasione per dire quello che pensavano sui problemi loro e della gente come loro, che vive in un quartiere come questo, dove i problemi più recenti della droga. del teppismo, della violenza sono andati ad aggiungersi a quelli vecchi e finora irrisolti della carenza di strutture sociali, della assenza di centri di aggregazione sociale e culturale, delle case che mancano di manutenzione e via dicendo.

Bisogna dire subito che non tutti si sono subito dimostrati disposti al dialogo. Molti hanno tirato via diritto, altri hanno dichiarato di non intendersi o di non interessarsi di politica, perchè, qualcuno ha anche aggiunto, "tanto sono tutti uguali" e "non fanno niente per noi".

Ma i più si sono fermati a discutere, pronti e disposti a dare un loro contributo, a sollecitare, a dare indicazioni dei problemi urgenti da affrontare e risolvere al più presto attraverso una lotta che forse non tutti si sentirebbero di affrontare in prima persona, che pensano possa essere condotta dal P.C.I. anche per loro.

E ovvio che in un quartiere come questo di case popolari mal conservate e mal gestite dallo IACP il problema della casa è stato al primo posto, ma anche gli altri, la droga, l'occupazione, la violenza sono stati al centro di tanti piccoli, improvvisati dibattiti, dove ognuno vole-

va dire la sua, disposto però ad ascoltare anche gli altri.

Preoccupazione comune che tali problemi vengano risolti al più presto. "Non andate mai al governo ed ho perso ogni speranza", ha detto un'anziana pensionata.

Ma è con i comunisti al governo che si possono risolvere i problemi? La domanda è stata posta dagli stessi comunisti per provocare le risposte della gente. Le risposte non sono state fideistiche, si capisce: "Forse", "Può darsi", "Cominciamo a provare", "Quelli che ci sono in trent'anni hanno dimostato di saper fare soltanto gli affari loro. Provate voi, poi vedremo chi è meglio". Si tratta, come si vede, di una fiducia vigile, esigente che impegna ad una risposta concreta. Una fiducia che solitamente la gente dà a chi ritiene, possa dare una tale risposta.

PER IL NICARAGUA

Anche nella nostra zona è nato un comitato di sostegno al paese centroamericano uscito semidistrutto della guerra di popolo contro la dittatura di Somoza

Con sede presso i centri sociali di via Albenga e di via Betti, 37 è sorto in zona 19 un Comitato di sostegno per il Nicaragua. Questo Comitato ha tenuto due manifestazioni internazionaliste, una al Rosetum in P.zza Velasquez e una seconda presso la scuola materna di via Betti, 39 al Gallaratese, con lo scopo di far conoscere la realtà odierna del paese uscito profondamente danneggiato dalla lotta di liberazione della dittatura della famiglia Somoza sostenuta fino all'ultimo dalle società multinazionali e dagli Stati Uniti. Il Comitato ha anche ciclostilato e distribuito in zona un volantino col quale informa i cittadini sulla situazione in cui si trova il popolo nicaraguense, sulle devastazioni fatte dal regime reazionario e antipopolare di Somoza e sui bisogni

di un popolo che, nonostante abbia avuto decine di migliaia di morti, è riuscito con la lotta armata a libearsi dalla dittatura.

ll Nicaragua ora si trova davanti a una quantità impressionante di problemi da risolvere: l'economia è stata quasi completamente distrutta dalla guerra ed è reale per tutta la popolazione lo spettro della fame. Gli aiuti internazionali tardano ad arrivare anche perchè gli stati europei e sudamericani che si sono offerti, vogliono condizionare politicamente il nuovo governo nicaraguense.

L'invito che fa il Comitato, rivolto a tutti i cittadini, è per un aiuto da popolo a popolo con raccolta di fondi da inviare direttamente nel paese centroamericano. Gli aiuti saranno raccolti presso i centri sociali di via Albenga e di via Betti, 37.

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A milano 19 pag. 4 - milano 19
da MAURO SIMONE

Ma quale latte si beve a Milano?

La Centrale del Latte a Milano è sorta nel 1930, dal 1950 venne gestita direttamente dal Comune e nel 1960 divenne una azienda municipalizzata. Forma quest'ultima che consente una migliore efficienza imprenditoriale e per meglio svolgere il servizio pubblico cui la Centrale è preposta. L'attuale sede di via Castelbarco fu riedificata nel 1957, attualmente sono in corso lavori di ammodernamento per mantenere a questa Azienda la necessaria competitività, specie quella qualitativa nelle produzioni.

Alla Centrale del Latte lavorano 495 persone, il lavoro inizia alle 5 del mattino e si conclude nel tardo pomeriggio. Questa Municipalizzata lavora e distribuisce ogni giorno a Milano 2.500 quintali di latte, pari a 750.000 quintali all'anno. Come dire che i cittadini milanesi consumano un solo bicchiere di latte al giorno; che è un po' poco!

Per la cronaca, nella nostra Zona nel corso di questo 1979 sono stati consumati quasi 48.000 quintali di latte. I quali suddivisi fra i circa 120.000 abitanti della Zona rappresentano un consumo procapite di poco meno di 40 litri: in pratica ogni cittadino della nostra Zona, durante quest'anno ha consumato un litro di latte ogni otto giorni, molto meno quindi della già scarsa media cittadina.

In Lombardia sono impegnate oltre 9 mila mucche per 11 rifornimento quotidiano di latte necessario alla nostra città. Dai

2.500 q. di latte che ogni giorno viene lavorato dalla Centrale, pastorizzato fresco nei tipi di latte intero e parzialmente scremato, escono anche altri prodotti come la panna, lo yogurt (in varie versioni) e ultimamente anche un latte speciale, "ACCADI", adatto a coloro che non tollerano il latte normale. Tutta questa produzione viene giornalmente distribuita attraverso i 58 automezzi della Centrale nei duemila punti di vendita esistenti a Milano.

I controlli sul latte

Il latte della Centrale proviene tutto da stalle indenni da tbc modernamente risanate, anche con il contributo della Centrale, e sono organizzate nei Consorzi Produttori di latte di Codogno,

S. Angelo Lodigiano, Peschiera Borromeo e quelli delle provincie di Como e Pavia. Il latte viene pagato in base alla qualità, fissata nei capitolati di fornitura che risultano fra i più rigidi in Europa. Su questo stesso latte destinato a Milano, i laboratori della Centrale effettuano severissimi controlli attraverso le 1600 analisi giornaliere, per l'accertamento delle necessarie caratteristiche del latte, ad es. i titoli di grasso, proteine, vitamine, ecc.. Ulteriori controlli di supervisione vengono effettuati dell'Uff. d'Igiene del Comune e da altri Istituti universitari: infine la Centrale del Latte è sottoposta anche al controllo dell'Uff. d'Igiene e Profilassi della Provincia. Questi controlli rappresentano delle garanzie per la salute pubblica e per l'alta qualità dei prodotti della Centrale.

Del resto, la fama della qualità del latte della Centrale di Milano ha interessato anche i migliori intenditori mondiali di questo prodotto genuino, cioè gli americani. L'anno scorso infatti, il Comando delle truppe USA di stanza in Europa aveva analizzato varie qualità di latte prodotte nel nostro continente. allo scopo di approvvigionare i propri militari. Al termine di dette analisi, gli americani decisero di interpellare la nostra Centrale del Latte per la fornitura di grossi quantitativi di latte per i militari americani di stanza nel Friuli. La trattativa non potè concludersi soltanto per l'alto costo del trasporto che avrebbe .inciso pesantemente sul costo complessivo del latte necessario agli americani, i quali pare si siano poi rivolti al latte della più vicina Baviera.

Le gestioni economiche amministrative della centrale

Gli aspetti relativi alle gestioni economiche - amministrative di questa complessa Municipalizzata non sono stati, nel passato, così brillanti come i risultati che abbiamo sommariamente illustrato più indietro. La Centrale del Latte di Milano, come altre Centrali pubbliche del latte, per molti anni è stata afflitta da cronici disavanzi economici che, a volte anche pesanti, gravano sulla finanza locale. Dalla costi-

tuzione della Centrale in Municipalizzata (1960) sono stati accumulate perdite d'esercizio per complessivi 15 miliardi, dei quali oltre 10 negli anni 1971 - 1976, l'ultima fase cioè del "centro siniastra" a Milano.

A seguito delle elezioni del giugno 1975 che videro la forte avanzata delle sinistre, nel maggio 1976 si insediava anche alla Centrale del Latte la nuova Commissione Amministratrice a maggioranza di sinistra e col Presidente Comunista. la Commissione studiò le cause di fondo dei deficit di gestione. In accordo con la nuova Giunta Comunale di sinistra, furono quindi poste in atto una serie di misure per invertire la tendenza ai deficit e, successivamente, per impostare il raggiungimento del pareggio di bilancio. Fermo restando la politica del miglioramento del servizio. le misure introdotte hanno riguardato principalmente il costo della materia prima che incide per il 60 per cento sul costo totale. Perciò venne varata una politica di congrui risparmi negli acquisti. mediante l'allargamento delle fonti di rifornimento, ma senza pregiudicare il necessario sostegno alla produzione zootecnica degli agricoltori, impegnati così a fornire un latte di alta qualità. Altre misure furono quelle dell'adeguamento del prezzo del latte al cornKtiQ, anche p.er tenere dietrò ro6reterieT' è quindi' dél 'Castf.° L'aiSM'entdi 'serer prezzo della materia prima. nell'ultimo triennio, è stato dell'8 7,75%; per il consumatore l'aumento del prezzo del latte è stato dell'80.75%, inferiore quindi del 7 per cento rispetto ai costi dell'Azienda. Va anche ricordato che dal 1977 è in vigore una delibera comunale che consente, ai disoccupati, pensionati con pensione minime e ai bambini ammessi alla refezione scolastica gratuita, l'acquisto dei 160 litri di latte all'anno al prezzo di 260 lire al litro, anzichè 500. Una terza misura della Commissione Amministratrice affrontò, accanto al miglioramento delle attrezzature, il problema del costo del personale che incide il 24% sul totale dei costi aziendali. Fu così adeguato l'organico alle reali esigenze della produzione, con un calo di 70 unità attraverso i pensionamenti

e l'assunzione di un pari numero di lavoratori - necessari in altri settori comunali. Lo stesso presidente della Centrale, dal maggio '76, diede l'esempio ponendo fine all'uso personale delle autovetture sociali e gli autisti furono così recuperati in produzione.

Pareggio di bilancio e sviluppo della centrale

Nei 1978 cominciò a registrarsi una aumento della produttività di quasi il 3 per cento e un dimezzamento dei cali di produzione e di distribuzione. L'insieme di questi proveddimenti (politici, economici e sociali) nell'ultimo triennio, hanno

consentito alla Centrale del Latte, che ha un fatturato annuo di oltre 30 miliardi, il progressivo riassorbimento del precedente disavanzo. Il quale è scese dai quasi 4 miliardi del 1976 ai 108 milioni del 1978. La Commissione Amministratrice ha previsto e raggiunto il pareggio del bilancio 1979 e anche nel 1980, anno di scadenza del mandato amministrativo.

Di fronte a questi positivi risultati l'Amministrazione Comunale di Milano ha già concesso i capitali necessari a un ampliamento edilizio e un ammodernamento tecnologico della Centrale del Latte di Milano.

!CIRCOLO GIULIO ARCI TREVISANI

GRUPPO DI INIZIATIVA CULTURALE

MONTE AMIATA

INDICONO:

1' CONCORSO FOTOGRAFICO "MONTE AMIATA" 1979 REGOLAMENTO

Il Tema del concorso è: "Il Gallaratese visto attraverso la macchina fotografica". Questa iniziativa vuole essere un primo momento di contatto con tutti i cittadini che attraverso la fotografia ed altre iniziative di carattere culturale, vogliono interessarsi ai problemi umani, sociali e politici connessi alla vita del nostro quartiere. Il concorso è suddiviso in due sezioni: Bianco-Nero e Colore.

Ogni concorrente può presentare max. Ire opere per ogni sezione.

- Ogni fotografia presentata dovrà avere dimensioni min. di 18x24 cm.

- La tassa d'iscrizione, a puro titolo di concorso spese, è di L. 1000 per ogni opera presentata.

Le opere dovranno essere presentate entro e non oltre il 5-12-79 presso la portineria di via FALK 37, in busta chiusa con le generalità, indirizzo, numero di telefono, unitamente alla tassa d'iscrizione.

- Le opere saranno esposte presso il negozio 18 all'interno del complesso "Monte Amiata" da Venerdì 7-129 a Domenica 9-12-79 con i seguenti orari:

Venerdì 7-12 dalle ore 10.00 alle ore 23.00

Sabato 8-12 dalle ore 10.00 alle ore 23.00

Domenica 9-12 dalle ore 10.00 alle ore 20.00

LA PREMIAZIONE DELLE OPERE AVVERRA DOMENICA 9-12 ORE 18.00

- Verranno premiate le prime tre opere per ogni sezione

La classifica delle opere da premiare verrà determinata direttamente dal pubblico che visiterà la mostra attraverso apposite schede numerate che verranno consegnate ad ogni visitatore.

Le opere esposte non saranno restituite ai concorrenti. ma saranno utilizzate per allestire una mostra fotografica sulla vita del quartiere, che sarà esposta per le strade del Gallaratese.

- Il valore dei premi verrà determinato dalle quote complessive di partecipazione ALL'INIZIATIVA HANNO ADERITO: IL PERIODICO DI ZONA "MILANO 19"

O /'is O
milano 19 - pag. 5
E IL CIRCOLO F.G.C.I. "VINCI" DI VIA APPENNINI 41
L'AZIENDA MUNICIPALIZZATA DELLA CENTRALE DEL LATTE

Quali sport nella zona 19?

Nel porci la domanda su quali sono gli sports che gli abitanti della Zona 19 possono praticare senza lasciare il loro quartiere, ci siamo trovati nella necessità di fare un rapido censimento delle aree destinate a sport, accessibili a tutti. Successivamente ci si è chiesti quale sia il tipo di sport, chi lo organizza e lo conduce, a quali scopi.

Per l'abitante medio, lavoratore con ore libere alla sera o alla festa; per la casalinga, con qualche ora rubata alle faccende e solo quando i figli sono a scuola; per lo studente, che potrebbe trovare dei ritagli di tempo nel pomeriggio, che possibilità ci sono di accedere agli impianti sportivi esistenti?

Vogliamo scoprire le possibilità che ci vengono offerte, poichè sono appunto sul nostro territorio, nelle vicinanze delle nostre abitazioni e quindi ci possiamo considerare i naturali fruitori.

Iniziamo dalla Piscina Comunale di Via Betti - Lampugnano, tel. N' 3088390. Durante la stagione invernale funziona la piscina coperta, con orari 1214,30 al lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì. Il biglietto d'ingresso costa L. 300. Negli altri orari si svolgono corsi vari, scolastici o di società. Al sabato e alla domenica la piscina è accessibile a tutti, sabato dalle 11

alle 19,30 e la domenica dalle 10 alle 18,30, con biglietto d'ingresso di L. 500 valevole per 2 ore. Nonostante le richieste della cittadinanza, non è ancora possibile avere a disposizione la piscina nelle ore serali, dopo cena, dalle 21 alle 23, e queste sarebbero le ore più utilizzabili per la fascia adulta della popolazione. E proprio impossibile al Comune trovare il modo di far funzionare la piscina in queste ore?

Per la Palestra Cappelli Sforza di Via Lampugnano 80, tel. 303525, la situazione, nei riguardi della cittadinanza della zona è ancora più proibitiva. Nessuna possibilità di accedervi se non tramite federazioni che la utilizzano facendone richiesta al Comune il quale la affitta direttamente secondo un calendario superaffollato. In una delle palestre si pratica la ginnastica, nell'altra pallacanestro e pallavolo, niente più tennis, cosa che era possibile fare nei primi anni di insediamento nel quartiere Gallaratese, sia pur con il rispetto delle precedenze agli altri sports.

Ci proponiamo di approfondire questo argomento nei prossimi numeri, in modo da avere un quadro sufficientemente completo a proposito dello sport praticabile nella Zona 19.

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pag. 6 - milano 19
Nel

Centro Comunitario di Trenno. Centro Anziani di S. Siro

Due servizi finalmente in grado di funzionare

Insediati dal Consiglio di Zona i due comitati di gestione. Isolato tentativo del gruppo democristiano di far invalidare le elezioni dei rappresentanti degli utenti

Quale fosse l'obiettivo cui puntava il gruppo democristiano al Consiglio di Zona 19, con i suoi interventi e con l'abbandono teatrale in massa della sala consigliare prima che fosse conclusa la seduta del 26 ottobre, non possiamo dirlo con certezza, nè vogliamo fare alcun processo delle intenzioni. L'impressione che noi e buona parte del pubblico presente a quella seduta, in numero superiore alla media, abbiamo avuto è che esso fosse di far rinviare l'entrata in funzione del Centro Comunitario di Trenno e del Centro Anziani di S. Siro. Se così fosse dobbiamo dire subito che tale obiettivo è stato mancato.

Ma procediamo con ordine. Innanzitutto gli antefatti. Il Centro Comunitario di Trenno (ex scuola di via Lampugnano) ed il Centro Anziani di S. Siro (palazzina ex ONMI di piazzale Segesta), come ben ricorda chi ha vissuto nella zona in modo reale, sono stati chiesti dalla cittadinanza, che li ha ottenuti a prezzo di lunghe lotta. Completate le due strutture l'Amministrazione comunale le ha consegnate al Consiglio di Zona, che, come aveva già deliberato all'unanimità sin dal giugno del 1977 ha provveduto subito alla formazione dei due relativi comitati di gestione (composti ciascuno da 7 rappresentanti degli utenti, eletti direttamente dai cittadini, da un rappresentante del Consiglio di Zona, da un rappresentante del CUZ e da uno del Distretto scolastico) per metterli al più presto in condizione di funzionare. Eletti i rappresentanti degli utenti in due assemblee pubbliche tenutesi nel settembre scorso il Consiglio di Zona aveva posto all'ordine del giorno della sua seduta del 26 ottobre la nomina dei propri rappresentanti e la convalida dei comitati.

Non si poteva rinviare oltre

Subito dopo la presentazione da parte del gruppo socialista di due candidature, Mario Cortelli per Trenno e Domenico Di Lello per S. Siro (entrambi poi eletti all'unanimità dai consiglieri presenti alla fine del dibattito), il

gruppo democristiano ha chiesto, tramite il suo consigliere Martellosio, che venissero invalidate le elezioni dei rappresentanti degli utenti in quanto, a suo giudizio, esse erano avvenute in modo assembleare, senza che fossero "salvaguardati i diritti delle minoranze".

Forse voleva essere un'affermazione ad effetto, ma non ci pare che essa possa avere un riscontro nei fatti. Le assemblee erano pubbliche ed erano state preannunciate con manifesti affissi in tutta la zona. Chiunque lo volesse poteva parteciparvi liberamente. Il modo di votare è stato scelto dagli abitanti di Trenno e di San Siro che vi hanno partecipato volontariamente, senza alcuna costrizione, e che in tal senso si sono espressi rispondendo ad una specifica domanda del presidente.

Dove sarebbe allora il mancato rispetto delle minoranze?

Forse nel fatto che tra gli eletti non vi fossero nomi graditi alla

D.C.? Chi ha partecipato alle assemblee ha votato per chi riteneva potesse meglio rappresentarlo, per cui, ha sottolineato il capogruppo socialista Zaccaria, si può ben affermare che i due comitati di gestione sono l'espressione diretta degli abitanti di questi due quartieri, della loro volontà di gestire degli spazi conquistati con sofferenza.

Certo si può anche obiettare che la formula adottata non è la più perfetta, ma certamente è stata la più semplice e la più diretta. Inoltre, prescidendo dal fatto che, come già detto, era stata espressamente chiesta dai cittadini presenti alle assemblee. essa, nel caso specifico, era l'unica possibile dopo che, come ha ricordato il presidente del Consiglio di Zona, i capigruppo dopo tre ore di discussione non erano riusciti ad addivenire ad un accordo per proporne altre.

Non si poteva certamente rinviare l'apertura dei due centri a dopo un accordo ancora di là da venire. Ciò avrebbe significato disattendere le aspettative dei cittadini, alimentando la contestazione, il malcontento, la sfiducia nel sistema democratico e scoraggiando la partecipazione.

O è proprio questo che vuole la D.C.? Il suo disegno è forse di impedire che la gente esca dal torpore in cui proprio lei — come ha ricordato il consigliere comunista Volpe — l'ha cacciata con il suo modo di governare?

Tre mesi... più cinque giorni

l'apertura dei due centri per poi attribuirne la colpa alla giunta di sinistra contando su una diffusa disinformazione per poi strumentalizzare il malcontento per fini elettoralistici? E i bisogni, le attese, le richieste degli abitanti

della Zona non contano niente?

O forse la D.C. pensa di poterli tranquillamente sacrificare al suo sogno di rivincita, al suo intento di ritornare a mettere le mani sulla città?

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Visto fallire il suo tentativo di far invalidare le elezioni di settembre il gruppo democristiano, ha rettificato il tiro ripiegando su posizioni apparentemente più possibiliste, chiedendo che i due comitati restassero in vita soltanto per tre mesi (termine che poi, bontà sua, ha prorogato al 31 gennaio 1980, concendendo ben 5 giorni in più) e che nel frattempo il Consiglio di Zona provvedesse a stendere un nuovo regolamento per le elezioni. A parte il fatto che l'Amministrazione comunale stà preparando una Delibera quadro che dovrebbe regolamentare tutta la materia, ci sembra assurdo chiedere che il Consiglio di Zona prepari un regolamento senza la partecipazione degli eletti. Dove andrebbero a finire la democrazia di base e la partecipazione? Altrettanto ci sembra assurdo porre un termine tanto breve (tre mesi o tre mesi più cinque giorni). Significherebbe porre i consigli di gestione nell'impossibilità di operare. Difatti chiunque abbia una pur minima esperieriza del funzionamento di organismi similari sa che tale periodo di tempo è appena sufficiente perchè i componenti possano conoscersi ed, al più, incominciare a discutere una prima bozza di ipotesi di lavoro. Vista bocciata dalla maggioranza anche questa sua seconda proposta il gruppo democristiano ha teatralmente abbandonato l'aula e non è più rientrato, fatta eccezione per il solo consigliere Martellosio, che, uscito con un certo ritardo rispetto ai suoi colleghi di gruppo, non senza aver dimostrato qualche titubanza, è rientrato pochi minuti dopo. Nel frattempo il Consiglio di Zona ha eletto i suoi rappresentanti e convalidato i due comitati di gestione, per i quali in precedenza aveva deliberato il mantenimento in carica per un periodo di sei mesi, salvo che prima della scadenza di tale termine l'Amministrazione comunale non emetta la Delibera quadro in materia.

Le mani sulla città

Fin qui la cronaca. Rimangono, a nostro parere, alcuni interrogativi che dobbiamo porci.

Cosa si proponeva il gruppo DC? Voleva dimostrare il suo dissenso alle candidature presentate dai socialisti? Perchè allora non ne ha poste di proprie?

O forse, come a molti dei presenti è sembrato di capire, voleva soltanto che venisse ritardata

EI Cantón del barbee

Gli amici

Ciao! Hai sentito? Pare che il governo voglia recuperare mille miliardi di lire.

- Ehi! Calma e gess! EI vorerà minga vegnì a domandami a mi?

- Cosa c'entri tu?

Se sa mai...

Ma tu li hai mille miliardi?

Mi? So nanca com'è che hinn faa!

- E allora? Di che ti preoccupi?

- Me preoccupi sì. Perchè tucc i volt che el governo el cerca di danee, gira e rigira el finiss semper per vegni a fai tirà foeura ai pover Crist come mi.

- Ma stavolta li vuol far pagare agli evasori.

- A chi? A quei che scappen de galera?

- Cosa c'entra la galera?

- Mi el soo minga? Te l'eet dit ti che el governo el voeur fa pagà i evasori.

Ma io intendevo gli evasori fiscali. Quelli che non pagano le tsse.

Allora la galera che entra propi nient. Quei lì gh'hann minga bisogn de scappaa, perchè tant i metten mai denter. E ti te credet che riussirann a fai pagà?

- Reviglio ha detto che questa volta farà sul serio.

- E chi l'è stò Reviglio?

- Il ministro delle finanze.

- Stamm a sentì. Hinn pussee de trent'ann che senti dì da tucc i minister de finanza che farann pagà i tass a quei che i paghenn minga, ma finadèss ne hoo nanmò vist vun che el sia riussì a fagh tirà foeura nanca ón ghell.

- Ma prima o poi ci sarà una prima volta!

- Campa cavali! Ghe voreria ón governo dove i democristian pudèssen fà minga tucc quell che vorenn lor.

- Cosa c'entra?

EI gh'entra, el gh'entra come! T'el set qual l'è el guai di democristian?

- Quale?

Che gh'hann troppi amis!

Troppi amici?

Ma si. Tra de lòr se ciamenn tucc amis, anca se appènna podenn se fann la forca vun con l'alter. Poeu g'hinn i amis di amis e i amis di amis di amis, eccetera, eccetera.

E allora?

Allóra? Stamril a sentì. Ti te ghe fariet tirà foeura di danee a ón tò amis se te podesset faghi minga tirà foeura?

Beh!... No: altrimenti che amico sarei?

- E istess fann lór.

Ma non è giusto. Le tasse non c'entrano con l'amicizia. Le devono pagare tutti e chi ha più soldi ne deve pagare di più!

- Te gh'eet resón! Ma che colpa gh'hoo mi se i democristian gh'hann pussee amis tra i scióri che tra i operari? Damm atrà a mì, prepara el borsin. Te vedaret che a la fin de la fera i milla miliard vegnerann a domandami propi a mi, a tì e a tucc i alter che tirènn la carètta come nun. Ciao, te saludi. el barbee

milano 19 - pag. 7
Gian Piero Pagetti

pag. 10 - milano 19

Un artista al mese Dimensione donna

Venerdì 19 ottobre 1979 alla SALA MAZZINI di Via Pantano 17 a Milano il GRUPPO SIRIO — Associazione Artistica Culturale (che ha la sua sede presso la Coop. LA VITTORIA - Via F. Giorgi 15 - Milano) ha presentato il libro di poesie DIMENSIONE DONNA di Laura Pedotti. Nel corso dell'incontro gli attori della compagnia d'arte drammatica "l'istrione" hanno declamato alcune poesie.

If volumetto di liriche che ci propone Laura Pedotti riporta poesie che vanno dal 1977 ai primi del 1978. Come dice tra l'altro Bruna Fusi nella prefazione "... in quasi tutte le liriche scopriamo un'ansia di ricerca verso qualcosa di superiore, che rifiuta i valori tradizionali ma forse più nella loro forma che nella sostanza".

Credo proprio che la poesia di Laura Pedotti abbia le sue radici e tragga la linfa ispiratrice da una personalità artistica e sociale decisamente vivace, profonda e sofferta.

Il linguaggio che Laura adopera ha quale nota dominante una carica di sentimento che produce emozioni a catena. Non c'è ricercatezza in questo linguaggio, così come non ci sono sottolineature di facile e scontata i etorica.

E così che la lettura risulta facile e scorrevole, con effetti di comprensione immediata. Non vi è richiamo alla ragione, alla logica, non vi è necessità di convincere l'intelletto perchè il linguaggio dell'anima che sgorga spontaneo e fluido è proprio solo poesia.

A. B.

Donna

Tu e il tuo sesso un rifugio, una scusa che gli occhi vegli altri non vogliono scoprire. Le tue ambizioni la tua personalità la tua voglia di costruire ti fanno donna donna sarai non solo di nome ma donna di fatto. Importante e unica con mille idee con mille speranze. Ogni parte di te stessa grida al di fuori di un mondo falso dove tutto di te perchè donna, perchè femmina è distorto, è deformato da sciocche presunzioni. Ma donna è vita donna è amore libertà.

Donna è essere se stesse lottare per migliorare. Chi e che cosa più di donna supererà il mondo?

La presentazione del libro, fatta dal prof. Giusi Maini.

Dimensione Donna

La vedevano piccola e fragile, un ammasso inutile di carne, ossa e muscoli. Un enorme insetto, laborioso e instancabile che produceva in continuazione solo a beneficio di pochi. Ma sapevano riconoscerle una qualità fondamentale la capacità di procreare, di poter dilatare quel misero ventre fino a tendere la pelle renderla lucida, trasparente come se una pialla avesse appittito ogni nodo sporgente. Non la temevano, era troppo fragile e spaventata per poter reagire. Non la temevano fino al giorno in cui, bloccò la sua attività cominciò a tessere attorno a sè una rete dalle maglie strette strette. Si avvolse nel suo interno si difese con essa creò la sua dimensione.

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Caos del traffico al Gallaratese

Particolarmente grave la situazione al S. Leonardo. Quanto durerà il disagio?

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La situazione della viabilità nel quartiere è notevolmente peggiorata negli ultimi tempi; attualmente il traffico è addirittura caotico data la concomitanza della chiusura di un tratto della Via Gallarate con conseguente deviazione di tutto il traffico proveniente da Pero all'interno del quartiere, della trasformazione in senso unico dell'altro tratto della via Gallarate e della chiusura della stazione MM Q.T.8. Tre fattori determinanti che sono alla base dei notevoli'disagi a cui vanno incontro i cittadini del quartiere per l'impossibilità di un utilizzo razionale dei mezzi di trasporto sia pubblici che privati data la caratteristica urbanistica del quartiere (che ricorda la forma di un uovo), che prevede una viabilità solo esterna, che trova come unico punto di congiunzione il semaforo di via Benedetto Croce. L'intensificarsi del traffico in modo sproporzionato ha come immediata conseguenza la formazione di lunghe colonne, anche di automezzi pesanti, proprio al semaforo già citato.

Il quartiere ha quindi un'unica via di sfogo e purtroppo solo verso Piazzale Kennedy nel quale convergono altre correnti di notevole traffico. La situazione più sopra descritta peggiora ulteriormente in occasione di manifestazioni fieristiche e sportive.

I cittadini del Gallaratese sono rimasti sorpresi dall'improvviso sconvolgimento del traffico locale e hanno dovuto, loro malgrado, privilegiare la scelta del mezzo privato rispetto a quello pubblico data la bassa velocità commerciale di queste ultime.

Viene immediato chiedersi il perchè gli organi preposti alla viabilità non abbiano saputo prevedere una simile situazione, anche se determinata da ragioni più che valide, e quindi mettere in atto dei correttivi in modo da ridurre 4I minimo i disagi.

A quanto sembra di sapere i lavori sulla via Gallarate avranno una durata di parecchi mesi. Certamente l'arrivo nel quartiere della metropolitana, previsto per il prossimo mese di gennaio. alleggerirà il traffico stradale ma non risolverà il problema della viabilità nel quartiere specialmente in via Borsa, Appennini e Falck. Anche la mobi-

lità pedonale rimarrà difficoltosa se non verranno realizzate in tempi brevi le modifiche previste dal P.R.G. all'attuale assetto viario.

Poniamo un esempio, anche se circoscritto al quartiere S. Leonardo e Bissi: per l'ultilizzo della fermata della M.M. S. Leonardo, costruita in adiacenza alla costruenda casa albergo, i cittadini provenienti dai quartieri citati dovranno percorrere, se utilizzano le strade o vialetti pedonali, parecchie centinaia di

metri, misurabili in due fermate di autobus, altrimenti devono transitare su proprietà privata (Casa del Giovane) o su prati, ovviamente non illuminati e senza asfalto con le difficoltà facilmente immaginabili.

I problemi posti in evidenza possono essere di non facile soluzione, ma sono tali da richiedere articolati e coordinati interventi sul territorio affinchè le opere realizzate vengano pienamente utilizzate con razionalità.

Prel

Cosa aspetta la Regione Lombardia ad approvae la variante generale del Piano regolatore di Milano?

D; cosa si tratta? Di un documento preparato ed approvato dall'Amministrazione Comunale di Milano, dopo avere ascoltato il parere dei Consigli di Zona, il quale stabilisce una regolamentazione al futuro sviluppo della città.

Questo documento è fermo

alla Regione Lombardia, per la necessaria approvazione, da ben 16 mesi, mentre le stesse leggi regionali in materia stabiliscono che esso avrebbe dovuto essere "istruito" nel giro massimo di sei mesi.

Ci troviamo quindi di fronte ad un caso di un organismo legiferante che non rispetta le leggi da lui stesso emanate?

La questione non è di poco conto. La mancata approvazione da parte della Regione del piano regolatore immobilizza di fatto l'attività edilizia sul territorio, con la conseguenza di aggravare ancor più il già drammatico problema della casa e di lasciare sempre più spazio alla speculazione immobiliare. Proprio tenendo conto di questi problemi e delle loro conseguenze, il Consiglio di Zona 19, nella sua seduta del 9 novembre scorso, ha approvato un proprio ordine del giorno che sollecita la Regione ad approvare al più presto la variante generale del piano regolatore di Milano. Tutti i gruppi presenti alla seduta, vale a dire PCI, PSI, DC, PRI e PLI hanno espresso il loro voto favorevole a tale ordine del giorno. Soltanto un consigliere democristiano ha espresso il suo voto contrario, mentre i consiglieri degli altri gruppi politici erano assenti, così come ormai è loro consuetudine da diversi mesi a questa parte, quasi che, passata la tornata elettorale di giugno, i problemi della zona e della gente che ci vive non li interessino più.

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C'è maretta per i farmaci

E ormai scontato che i farmaci aumenteranno anzi, sono aumentati. Ma il fatto è che tutto va come vogliono gli altri e non come sarebbe l'interesse comune.

Scrive una rivista specializzata del settore farmaceutico: "il farmaco è in piena "bagarre", quindi anche qui qualche parola definitiva deve venire dalle regioni, che dovranno mettere in atto misure per contenere la spesa farmaceutica cercando di modificare quel malsano rapporto che sussiste tra utente e medico, ossia le abitudini consumistiche da una parte, e dall'altra il vezzo delle multiprescrizioni "facili".

Ti

Per quanto riguarda le prescrizioni consumistiche, si tratta di attuare una buona Å alta, quell'educazione sanitaria che lo stato ha sempre trascurato: sembra che la si voglia introdurre nelle scuole ma bisognerà, a questo proposito, formare degli educatori non di parte.

Sulle multiprescrizioni facili c'è da confidare che le nuove strutture sanitarie non offrano più alcun alibi ai medici, ma resta pur sempre la cosiddetta informazione scientifica sui farmaci diretta ai medici, dalle industrie interessate che per riconoscimento ai medesimi, incon-

tra di fatto la loro funzione solo sulle prescrizioni facendo dimenticare il loro vero ruolo di terapeuti.

Perchè per ridimensionarla non si aboliscono quel 12.1% più il 3.6% sul prezzo delle specialità per l'informazione e i campioni gratuiti? Il relativo risparmio potrebbe inoltre ridurre l'aumento deprecato e finanziare un'informazione alternativa ai medici nelle Università e negli ospedali esente da fini commerciali, puramente a vantaggio delle grosse multinazionali, che nel momento di stasi di mercato, chiudono e riportano il loro capitale all'estero, dopo aver sfruttato l'utenza come acquisto, l'operaio come manodopera e quindi supersfruttato la nazione in generale, obbligando governi corrotti a scelte a svantaggio del popolo.

LA NOSTRA ZONA

Continuiamo l'elenco pubblicato nel numero 10 (pag. 10) del mese di ottobre includendo le rettifiche fin'ora pervenuteci.

Servizi Socio Sanitari:

Centro Oncologico - Via Borsa 6 (ingresso Via Appennini)

SIMEE (servizio igiene mentale età evolutiva) - via

G. D'Arezzo 15 tel. 437344 - 437803

Posti di pronto Soccorso:

Soccorso medico urgente (C.R.I.) tel. 3883

Centro Antiveleni - Servizio informazioni

Piazza Ospedale Maggiore - tel. 6428556

Servizi vari:

Segnalazione guasti:

Acqua - 4120910

Gas 8830-563112

Elettricità-ENEL 3880-3886

AEM - 3692

Biblioteca Comunale - Punto di prestito QT8 - Via Pogatschnig 34 - tel. 390961

Farmacie:

D. Bassi - Via Borsa, 12 - tel. 3531860

D. Bax Via Kant, 6 - tel. 3086637

Comina - Via delle Ande. 5 - tel. 3081559

Gallaratese - Via Betti, 37 - tel. 304760

Giulio Cesare - Via Monte Rosa, 27 - tel. 464456

Gnilli - Via Dolci, 6 - tel. 4084577

Di Jori - Via Falck, 15 - tel. 3535280

Madonnina - Via Betti. 21 - tel. 3083019

Dr. Modiano P. Stuparich - tel. 395045

Novara - Via Novara, 123- tel. 45225M

Q.T.8 - Via Collecchio, 4 - tel. 365189

S. Anna - Via Paravia, 75 - tel. 40378652

Associazioni e Circoli:

A.N.P.i. (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia)

S. Siro - Via Mar Jonio, 7

Gallaratese - Trenno - Via Uruguay, 11-2

U.D.I. (Unione Donne Italiane)

- S. Siro - Via Mar Jonio, 7

Gallaratese - Via Quarenghi, 8

C.I.F. (Centro Italiano Femminile) - Via Torrazza, 80

Circolo Giovanile - P.za S. Maria Nascente 2 - tel.

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Circolo Parrocchiale - Regina Pacis - Via Kant, 8tel. 3088165

Gruppo Artistico Culturale "SIRIO" Sede presso la cooperativa "La Vittoria" - Via F. Giorgi, 15 (Trenno)

Cooperative:

- Edificatrice di Lampugnano - Via Trenno. 15tel. 3082409

- Piave - Via,T.renno, 41 (Lampugnano) - tel. 308 4865

- Piave - Via Diomede - tel. 3082568 XXIV Maggio - Via F.11i Zanzottera, 3 - (Figino)

- La Concordia - Via F.11i Rizzardi, 12 (Trenno) La Vittoria - Via Giorgi, 15 (Trenno)

E.C.E.R. - Via Cechov, 20 (Gallaratese)

- Circolo ricreativo Lampugnano - Via Diomede, 62 - C.O.O.P. - Via Apennini, 53

- Spacci alimentari S. Siro - Via Dolci, 8 - tel. 408

0388 Giardino Cimabue - Via Pergino, 12 - tel.

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ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani)

- Circolo S. Siro - Via Albertinelli, 7 Circolo Addolorata - Via Stratico, 11

Circolo Figino - Via Fili Zanzottera, 31

Circolo Steidler QT. 8 - P.zza S. Maria Nascente,

2 Circolo Gallaratese .- Via Omodeo, 20

Varie:

Fondazione "Madonnina" (Casa del Giovane)Via Torrazza, 80 - ELFAP (Casa di Nazareth) - Via Salerio, 51.

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Un brindisi peri semafori

Allora sotto l'albero di Natale troveremo i semafori di piazza Zavattari?

La speranza è stata fatta balenare dall'assessore ai lavori pubblici del Comune di Milano, Giulio Polotti, che la mattina del 16 novembre, parlando a Radio Meneghina, ha dichiarato che nei giorni precedenti una squadra di operai si era recata sul posto per effettuare i necessari rilevamenti e per tracciare la segnaletica.

Non convinta sono andata a verificare di persona ed ho potuto constatare che effettivamente vi era qualcosa, che dei tracciati erano stati segnati. Che sia la vol-

Nelle case IACP

Poco caldo, ma caro

ta buona? Possiamo sperare di essere veramente a cavallo? Non ci succederà di venire disarcionati prima ancora di essere in sella?

Mi scusi l'assessore Polotti se ancora ho qualche dubbio, se ancora pongo queste domande, ma sa dopo anni di attesa e di delusioni... Comunque chiedere è lecito, rispondere è cortesia.

Per il momento le dico grazie per il suo interessamento. Vorrà dire che poi, se i semafori verranno finalmente installati, faremo un brindisi in piazza Zavattari.

Liliana

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Dicono 18 gradi, ma sono molto meno. Intanto agli inquilini si chiede un aumento di 1.500 lire al metro quadrato, salvo conguaglio

Il riscaldamento per noi è un calvario. La nostra centrale, in piazza Selinunte, non va a gasolio ma con combustibili che costano molto meno. Eppure l'Istituto si ostina a voler tenere il caldo massimo sui 18 gradi che poi è un freddo reale di 15 gradi soprattutto per quelli che abitano agli ultimi piani. L'anno scorso abbiamo raccolto le firme per avere i 20 gradi come la legge permette, tenuto conto poi che le nostre case sono del 1940 e sono abitate molto da gente anziana. Proprio mentre facevamo la petizione è saltato l'impianto di riscaldamento, cioè la rete che porta il caldo agli stabili, perchè non sosteneva il raffreddamento notturno. C'è voluto un sacco di tempo per trovare le rotture e intanto più di 2 mila inquilini dei

quartieri Baracca e Milite Ignoto sono rimasti per dieci giorni al freddo. E siccome faceva molto freddo abbiamo dovuto comprare stufette e usare l'energia elettrica. Un grande dispendio di danaro per noi e di energia in un momento che invece vorrebbe il risparmio. Abbiamo chiesto all'IACP un risarcimento ma non abbiamo visto niente. Ci hanno detto che, se volevamo, ci davano dieci giorni di caldo in più a maggio. Anche quest'anno insistiamo per i 20 gradi. E anche quest'anno l'Istituto insiste per i 18 che in realtà negli appartamenti non sono mai 18.

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Le lunghe lotte per l'apertura del Centro Sociale finalmente sono state coronate da successo. La palazzina di piazzale Segesta ci è stata consegnata, ma non ufficialmente, in quanto non ancora funzionante, nonostante la buona volontà di diversi anziani, che da giorni lavorano per la pulizia del giardino e delle aiuole, che la prolungata chiusura ha reso irriconoscibili.

Per quanto riguarda la parte interna il comune ha

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mandato del personale per fare le pulizie più importanti, rendendo così già pronta ed agibile la sala medica, che per gli anziani è un servizio di assoluta priorità.

Come custode è stato assegnato, in via provvisoria, lo stesso che fa servizio alla scuola materna di via Stratico, al quale è stato affidato il compito di aprire i locali e di provvedere al servizio di riscaldamento.

Penso sia premura del comitato di gestione eletto nel-

l'assemblea tenutasi in settembre fare pressione sul Consiglio di Zona affinchè ci sia un ulteriore interessamento, presso l'assessorato comunale competente, perchè venga assegnato il personale "medico" e "paramedico", che occorrerebbe per l'apertura ufficiale.

Per quanto si riferisca ai lavori che occorrerebbero all'interno il problema è secondario in quanto potrebbero essere eseguiti anche quando i locali saranno frequentati.

In questi giorni di apertura per le pulizie abbiamo visto un andirivieni di anziani e no che chiedevano quando i locali potevano essere pronti. Ciò non può che rallegrarci e pone in rilievo quanto sia necessario questa struttura ritenuta giustamente un punto di incontro e di aggregazione soprattutto da chi non ha altri spazi dove passare le ore liberé.

Non mi soffermo sul fatto finanziario, che ritengo importantissimo, per rendere più accogliente lo stabile stesso. Il nostro è un rione che ha una grossa fetta di anziani ultrasessantenni, che attendono che qualcosa sia messo a loro disposizione, in quanto non vi sono altri locali disponibili. Ecco anche perchè si fa un gran parlare della questione del Cinema Alpi, che dovrebbe essere messo a disposizione del quartiere per proiezioni per gli anziani, per ricavarne una palestra per i giovani, per istallarvi altri servizi culturali.

E sperabile che gli anziani tutti oltre ad essere grati a chi si è adoperato per arrivare finalmente all'apertura di questo centro siano anche in grado di autogestirselo, migliorandolo giorno per giorno con il loro lavoro.

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A questo punto non resta che sperare nella buona volontà dell'assessore competente, ma non basta. E necessario che gli stessi utenti facciano propaganda perchè la partecipazione al lavoro cresca e sia sempre più frequente.

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Al QT8 quando c'è la partita \ Largo ai tifosi!

Fermi gli autobus! c! r rD

Un quartiere isolato per 90 minuti prima e 90 minuti dopo le partite di calcio. Vengono istituiti autobus di collegamento per lo stadio, ma nello stesso tempo si limita il percorso della linea 78 facendola fermare in piazzale Lotto, senza neppure darne preavviso all'utenza.

I controllori dell'A.T.M. di piazzale Lotto si giustificano dicendo: "L'ordine è stato impartito dalla Vigilanza Urbana".

Da parte sua il capo servizio dei Vigili Urbani (tel. '7727) dice che non era a conoscenza del provvedimento.

E accaduto a me alle 21,30 del 7 novembre 1979. Impossibilitata a proseguire verso casa con l'autobus 78, fermato in piazzale Lotto a causa di una partita di calcio, sono stata costretta a servirmi di un taxi sostenendo una spesa di

1.500 lire. Con sorpresa ho constatato poi la perfetta viabilità di via Diomede. L'intoppo si limitava a via Trenno, dove macchine private erano posteggiate al capolinea della 78.

E forse più comodo per i vigili ridurre il percorso di un autobus urbano anzichè far rispettare i divieti di sosta? Chi ha limitato di nuovo il percorso della linea 78 a piazzale Lotto non tenendo alcun conto della petizione firmata tre anni fa dai cittadini del QT8, che avevano ottenuto che durante le manifestazioni sportive il capolinea di tale autobus fosse spostato in via Trenno?

Ad aumentare il disagio vi è anche il metrò che in questo periodo, per lavori in corso, limita il suo percorso a piazzale Lotto. Grazie.

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Caro Milano 19, ho letto con interesse l'articolo sui portieri pubblicato sul numero di ottobre ed accogliendo l'invito in esso contenuto vorrei rivolgere alla sua autrice Liliana Galli Marchini alcune domande su questioni che mi riguardano direttamente e che forse riguqrderanno anche altri lavoratori come me.

lo sono un lavoratore adibito alla pulizia degli stabili (androne, scale ed accessori) con rapporto di lavoro continuativo (dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 17 dal lunedì al venerdì e dalle 8 alle 12 il sabato) assunto da un condominio dal 4 aprile 1975.

L'amministratore del condominio dice che- in base al contratto nazionale di lavoro dei portieri stipulato a Roma il 28.2.1974 (non è mai stato rinnovato?) io devo essere inserito nella categoria C ed ho diritto annualmente a 14 giornate lavorative di ferie.

Confesso di non conoscere il contratto e può darsi che quanto sopra sia esatto; ma quello che mi convince meno è la questione della contingenza, che mi viene corrisposta con tre mesi di ritardo. Ossia a fine novembre percepisco l'aumento maturato a fine agosto. E' giusto? E poi un'altra cosa. La contingenza che mi viene pagata è inferiore a quella degli altri lavoratori.

E' giusto? Non era stato detto che il punto di contingenza dovesse essere uguale per tutti? Come mai allora il mio è inferiore?

Ringrazio dell'ospitalità e colgo l'occasione per inviarvi i miei più cordiali saluti.

Caro collega, ml ha fatto piacere ricevere la sua lettera, anche perchè mi aiuta a capire che le persone, in un modo o nell'altro si organizzano. Le faccio sapere subito quanto le spetta dal 1978 in base al contratto nazionale sottoscritto a Roma il 24 febbraio 1978 dalle

Organizzazioni Sindacali e dalla Confedilizia.

A pag. 42 di tale contratto, articolo 42, cap. 3° , è stabilito che ai lavoratori di categoria C spettano 18 giornate lavorative ogni anno. Perciò lei ha diritto al godimento di 8 giornate di ferie arretrate, maturate e non godute, di cui 4 per il 1978 e 4 per il 1979.

Per la contingenza devo dire che il suo amministratore non è corretto pagandogliela con tre mesi di ritardo. Deve corrispondere l'aumento quando scatta, ossia a novembre, a febbraio, a maggio ed ad agosto, e lei deve trovarlo nella busta, per diritto acquisito, nello stesso mese in cui lo percepiscono tutti gli altri lavoratori.

Nella busta paga del mese di novembre dovrebbe trovare 168.740 lire di paga base, più 176.730 lire di contingenza per un orario di 44 ore settimanali.

Comunque sarebbe bene che si rivolgesse alle Organizzazioni sindacali, se non fosse convinto. Eventualmente mi scriva al mio indirizzo di via Martiri Triestini 3 a Milano o mi telefoni al n. 4045965, sarò sempre lieta di risponderle e di esserle utile. Augurandole buon lavoro la saluto e la ringrazio.

Liliana

Un passaggio pedonale

Gli inquilini di Via Ojetti 10, Milano chiedono con la presente che I'IACP provveda al livellamento del passaggio che dal cortile immette nella strada antistante la portineria, tra il portico e la catenella che vieta l'ingresso ai veicoli, passaggio che durante la stagione delle pioggie si allega e costringe gli abitanti a un lungo giro o a riempirsi le scarpe di acqua. Con il gelo inoltre si forma uno strato di ghiaccio molto pericoloso, per cui

dopo questa segnalazione attendiamo il Vs. intervento in tempo utile.

Certi della Vs. comprensione ci firmiamo: Seguono 57 firme

Fumo sul S. Leonardo

La Sezione "E. Ragionieri" del P.C.I., segnala la situazione di disagio in cui vengono a trovarsi gli abitanti degli stabili prospicenti la Via Appennini, disagio causato dai fumi che nell'arco della giornata vengono ripetutamente emessi dalla fonderia sita in Via Getterete 450 e che si dirigono verso le abitazioni.

Chiede a codesto Consiglio di Zona di intervenire presso gli organismi competenti affinchè vengano prese le misure necessarie per ovviare a quanto sopra. Distinti saluti.

Sez. E. Ragionieri del P.C.I.

Ringraziamo gli ACLISTI

Circoli ACLI

Caro Direttore, ci permettiamo di segnalare alcune correzioni e aggiunte che ti preghiamo di voler apportare all'elenco degli indirizzi dei movimenti e delle associazioni che vengono pubblicati nella interessante rubrica "La nostra Zona".

Ti ringraziamo anticipatamente a nome degli aclisti della zona. Vorremmo anche, se è possibile, inviare ogni tanto qualche pezzo per il vs. giornale allo scopo di contribuire al dibattito già in corso tra le forze democratiche presenti nei quartieri della Zona. Cordiali saluti.

Ringraziamo gli aclisti della zona scusandoci di non poter pubblicare gli articoli inviatici perchè ci sono giunti in ritardo. Li pubblicheremo sul prossimo numero.

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INTRODUZIONE DEI GIOVANI ALLA MUSICA CLASSICA E CONTEMPORANEA

Che la musica classica (sinfonica, lirica) e la musica contemporanea stia entrando nell'abitudine dell'ascolto di un pubblico sempre più vasto è certo. La prova è nelle manifestazioni pubbliche, come l'ultimo concerto al Palazzo dello Sport dove si sono riunite, l'Orchestra Sinfonica della Rai di Milano e del Teatro della Scala con i rispettivi cori applauditi da un entusiastico pubblico di giovani. Questo è il risultato dovuto alla capillare divulgazione musicale a livello scolastico, vedi cicli di concerti per le scuole di ogni ordine e grado, e spettacoli nei teatri quartiere. In questi ultimi anni con il decentramento sono nate molteplici scuole musicali o corsi preparatori di cultura musicale voluti dalle autorità pubbliche regionali. Se da un lato le scuole sono state utili per avvicinare i giovani anche a questo tipo di studio e quindi conoscere più da vicino gli strumenti musicali e la relativa cultura che nel passato era dominio dei pochi, d'altra parte si è reso difficile a reclutare insegnanti preparati e soprattutto organizzare tali corsi in modo valido e corretto. Anche la musica contemporanea, che nel passato era culto di pochi intenditori e appassionati, ora grazie all'intervento Regionale con il ciclo "Musica nel nostro tempo" organizzato dall'Amministrazione Provinciale in collaborazione con la Scala, Rai e Pomeriggi Musicali inizia ad avere un pubblico sempre più intenso e appassionato dei giovani. Tutto questo fermento musicale è dovuto nell'accostarsi alla musica "seria" con una presa di coscienza ed un evolversi del gusto dei giovani. E necssario però che l'ascolto della musica sia attivo e critico, che colga

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non solo l'esteriorità, ma anche la funzione storica, tecnica, estetica e sociale. Oggi abbiamo da un lato gli ascoltatori di musica country, rock e pop, generi che hanno assunto la funzione di simbolo di ribellione ideologica ma che in realtà è il prodotto della società dei consumi che recupera i giovani attraverso una nuova cultura liberatrice o rivoluzionaria; mentre dall'altra parte i nuovi ascoltatori rifiutano questo tipo di cultura e si gettano nella musica classica e nel Jazz. Anche attraverso i concerti organizzati per i lavoratori, larghi strati sociali si avvicinano e apprezzano questo tipo di cultura ritenuto feudo degli intellettuali. Nel Bicentenario della Scala l'apertura libera del Teatro e del Museo a tutti ha avvicinato maggiormente i giovani alla musica. Ad essi. depositari di tanto storico patrimonio culturale, va la speranza che sappiano sempre maggiormete apprezzarlo, farne buon uso, poichè è un bene inestimabile da salvaguardare da ogni strumentalizzazione, con una nuova coscienza sociale e politica che solo i giovani possono e devono potere attuare.

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Siamo Giorgio e Silvia, due giovani del Gallaratese che, come altri, hanno dovuto affrontare il problema della casa.

Siamo partiti ovviamente cercando un appartamento in affitto, ma fermamente decisi a restare in zona. Non che il quartiere sia particolarmente bello, ma l'idea di finire in un'altra parte di Milano o addirittura fuori e di dover ricostruire amicizie e conoscenze non ci andava certo a genio. Dopo una paziente ricerca abbiamo constatato che di case, degne di questo nome, in affitto non se ne trovano a meno di accettare di vivere in topaie o di sottostare ad odiosi ricatti finanziari.

Dopo di che ci siamo orientati sull'acquisto di un appartamento; una rapida indagine ci ha portati ad escludere quelli venduti da privati per ovvie ragioni di prezzo d'acquisto, in quanto avremmo dovuto sborsare fior di milioni sull'unghia e ovviamente non potevamo permettercelo.

Fiduciosi ci siamo rivolti allo I.A.C.P. e considerando che saremmo stati il fanalino di coda della graduatoria per le case in affitto, abbiamo provato con quelle a riscatto di "Cascina Cottica". Dopo aver, con altre 20.000 persone circa, presentato la domanda versando 10.000 lire (totale incasso per lo I.A.C.P. L. 200.000.000) abbiamo orecchiato il fatto che l'istituto avrebbe privilegiato le famiglie già formate e che lasciavano libero un appartamento in affitto, cosa che ci sta puntualmente avverando viste le prime assegna-

zioni, nessun rancore, però potevano almeno dirlo subito risparmiandoci denaro e inutili speranze.

Nel frattempo c'eravamo anche iscritti a una cooperativa edilizia che si è poi rivelata la scelta migliore e più alla portata delle nostre tasche di lavoratori. Infatti, oltre a costruire in zona con più precisione a Trenno, prevede il pagamento della parte in contanti non immediato ma dilazionante seguendo i tempi di costruzione della casa che sarà pronta in circa due anni. Inoltre la casa stessa è costruita con criteri moderni che

Avventure e disavventure di una giovane coppia in cerca di un alloggio PER REALIZZARE I SERVIZI AL GALLARATESE

assicurano il risparmio energetico, come ad esempio: l'isolamento termico delle pareti e i doppi vetri.

Ovviamente nessuno regala niente e questi due anni saranno di sacrifici però siamo convinti che la scelta pressochè obbligata di acquisto di un appartamento non favorirà speculatori edilizi ma rappresenterà un ulteriore rafforzamento delle esperienze di cooperazione che sono le migliori forme di difesa degli interessi dei lavoratori.

Impegno unitario del PCI e del PSI

In apertura della seduta del 16 novembre del, Consiglio di Zona 19 le sezioni del Gallaratese del P.C.I. e del P.S.I. hanno presentato congiuntamente una mozione unitaria in cui manifestano il loro intendimento di andare alla verifica del bilancio 1979 della zona e dell'amministrazione comunale e di evidenziare le necessità per il bilancio 1980, esaminando le scelte e gli investimenti in funzione delle necessità del quartiere, sempre nel quadro più ampio della città.

Ricordato che in questi ultimi anni Milano ha conosciuto scelte di politica urbanistica (casa, ser-

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vizi, trasporti) di cui aveva necessità dopo le speculazioni degli anni '50 e '60 e sottolineato che tali scelte le consentiranno uno sviluppo si rifletterà direttamente anche sul Gallaratese, a cominciare dall'apertura della Metropolitana nei prossimi mesi, il documento unitario prosegue rammentando che restano ancora aperti diversi problemi a partire dalla viabilità interna: azzeramento di piazza Bonola per collegare via Ceckov a via Falk e via Borsa, isola pedonale di via Chiarellin mercato e scuola materna, proseguimento di via Sant'Elia su piazza Kennedy e sistema-

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zione delle aree dei mercati ambulanti.

Nel settore dei trasporti resta ancora da definire il percorso delle linee 68, 69 e 71 in funzione della Metropolitana, mentre ancora restano da realizzare il Centro Civico (la cui costruzione dovrebbe iniziare nella primavera del 1980), il Centro Commerciale di via Quarenghi, comprendente i servizi commerciali e sociali, nonché la manutenzione e la chiusura dei portici del S. Leonardo.

Espressa la preoccupazione che le nuove costruzioni di edilizia popolare (previste dal P.P. ed in fase di costruzione al Gallaratese) possa accrescere i problemi del quartiere (già carente di ser vizi) se da parte dell'amministrazione comunale non verranno presi immediati provvedimenti, il documento si conclude con un impegno unitario delle sezioni del P.C.I. e del P.S.I. del Gallaratese e promuovere, in tempi brevi, un incontro con la giunta comunale per verificare le priorità e per chiedere tempi precisi di intervento.

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Decine di giovani della nostra zona hanno partecipato alla manifestazione tenuta il 16 novembre da piazzale Loreto a piazza Scala per la pace, il disarmo e contro l'installazione dei nuovi missili nucleari americani nel nostro paese.

Alla manifestazione organizzata dalla Federazione Giovanile Comunista, dal Partito di Unità Proletaria, da Gioventù Aclista e da Democrazia Proletaria hanno partecipato circa diecimila persone in massima parte giovani. Sono sfilate per due ore nelle vie del centro: alla testa del corteo uno striscione bianco con la scritta "I giovani contro i missili, per la pace e il disarmo", subito dopo un grande missile nero di cartone sorretto da una decina di ragazzi della FGCI con la scritta bianca "Sì al disarmo" seguito da striscioni delle sezioni del PCI della città, della provincia, di alcune fabbriche, dei circoli dei giovani comunisti. Bandiere, canzoni e tanti combattivi slogans.

E poi via via cartelli e striscioni delle altre organizzazioni: il PDUP e DP. Una decina di giovani erano travestiti da missili con un grosso cilindro di cartone bianco addosso con la punta a cono dipinta di rosso, nel cilindro vi erano dei fori per le braccia e i fori per gli occhi. Di contorno scritte per la pace, contro la Nato e per la riduzione graduale dei blocchi e degli armamenti.

Hanno parlato in p.zza Scala Giovanni Lanzone per il PdUP che ha indicato nel ruolo di pace dell'Europa e di aiuto e cooperazione con i paesi del Terzo Mondo, un ideale di azione sul quale è necessario trovare adesione da parte di tutte le forze politiche della sinistra per una lotta per la pace e il disarmo in grado di dare nuove energie e carica politica ed ideale alla lotta quotidiana per il rinnovamento e la trasformazione del paese.

Mario Capanna - il "vecchio" leader del '68 - per DP ha ricordato a tutti la realtà: "viviamo su una polveriera che può scoppiare da un momento all'altroha detto -. La scorsa settimana gli USA sono stati per sei minuti in stato di allarme atomico perchè un calcolatore era impazzito e segnalava un inesistente attacco sovietico. Di questo fatto sulla stampa se ne è parlato troppo poco. Troppo poco si è parlatoha continuato il parlamentare europeo di DP - della quantità immensa di armamento atomico presente in Europa, non solo nei paesi della Nato ma anche in quelli del Patto di Varsavia. A cosa serve avere bombe atomiche

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sufficienti a distruggere mille volte l'Unione Sovietica? Non è vero che l'Unione Sovietica ha un armamento atomico che sta diventando superiore a quello occidentale, ciò è dimostrato dalle relazioni di tutti gli istituti di ricerca tedeschi e francesi che hanno studiato il problema e che certo non si può credere che siano filosovietici. La realtà è che con queste spese folli si vuol arrivare a far crollare o perlomeno a mettere in grave difficoltà l'economia sovietica costretta a stare a pari passo alle innovazioni tecnologiche degli armamenti occidentali. E questo mentre ci sono milioni di persone che ogni anno muoiono di fame ed altri milioni che vivono a livello di pura sussistenza".

L'ultimo intervento è stato quello di Gianfranco Borghini della Direzione Nazionale del PCI che ha ricordato che il partito comunista è contrario alla messa in produzione sia dei missili americani Pershing e Cruise; che degli SS-20 in via di costruzione da parte dei sovietici con l'intenzione di contrapporli ai nuovi ordigni atomici occidentali. Borghini ha annunciato che la manifestazione di Milano è solo la prima di una lunga serie di manifestazioni unitarie che si dovranno sviluppare in futuro in tutto il paese. L'obiettivo è chiaro: si tratta di far avanzare un processo di riduzione progressiva degli armamenti opponendosi con fermezza alla progettazione e alla installazione in Europa e in Italia dei missili nucleari. A questo scopo, secondo il dirigente

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comunista, non servono azioni unilaterali di singoli paesi, come ad esempio l'uscita dell'Italia dalla Nato, che metterebbero solo in discussione degli equilibri atomici che poco per volta sarà possibile raggiungere fino all'obiettivo finale del disarmo totale.

Alla manifestazione, come abbiamo scritto, hanno partecipato decine di giovani della nostra zona: militanti della FGCI dei circoli del Gallaratese e di San Siro, giovani del PdUP e di DP ma anche ragazzi e adulti che non fanno riferimento a una ben precisa organizzazione politica e che hanno solo a cuore la pace e la distensione coscienti, ad esempio, che con il costo di un bombardiere si può dare uno stipendio a 25.000 maestri per un anno, oppure far funzionare trenta facoltà di scienze per mille studenti ognuna, oppure comperare 50.000 trattori o 15.000 trebbiatrici.

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