Dalle cellule alla sezione
Anche a poche settimane dalla nascita della sezione, credo che un bilancio della attività politica e organizzativa fin qui svolta sia già possibile.
In queste settimane la vita della sezione è stata intensa. Credo che mai si siano fatte tante riunioni di direttivo di sezione, di cellula e di commissioni di lavoro come in questo ultimo periodo.
Anche sul piano delle iniziative non siamo certo stati fermi. Il lavoro impostato dalla commissione quadri per il 40° anniversario della morte di Granisci, che continuerà con un ciclo di iniziative per concludersi nel rione con le altre sezioni e le altre forze politiche, indica un momento di grande impegno politico, qualitativamente diverso dal solito.
Il lavoro svolto, poi, dalla commissione organizzativa, di riordino di tutto il quadro degli iscritti della sezione, non è stato cosa di poco conto. Sapere con precisione lo stato della organizzazione politica, la sua consistenza numerica e finanziaria ha favorito notevolmente i compiti della sezione e favorirà in futuro i successi della sottoscrizione, del tesseramento e la programmazione e lo sviluppo di nuove iniziative.
Così è stato per il festival che abbiamo appena concluso. Sapere su quale numero di compagni e su quale disponibilità finanziaria si poteva contare è stato un fatto assai importante per realizzare il festival nelle sue strutture e iniziative.
Qualche difficoltà a mettersi in movimento manifesta invece la commissione lavoro di massa.
Forse questo è dovuto a una ancora non sufficiente chiarezza dei compiti più immediati. Bisogna però tenere presente il ruolo assai importante e delicato che tale commissione riveste per la vita complessiva della sezione.
Segna momentaneamente il
passo il discorso sulla Conferenza di produzione, che invece, proprio per le conquiste contrattuali, va rilanciata con forza.
Non sono ancora oggi risolte alcune questioni che riguardano la vita organizzativa e politica del CdF e di riflesso segna il passo nella fabbrica anche la vita sindacale.
Occorre quindi che la commissione lavoro di massa affronti con una certa urgenza l'analisi dell'attuale stato dei rapporti e avanzi le proposte adeguate.
Mi sembra fondamentale che in un momento come questo Iniziativa sia lo strumento aperto a tutti i lavoratori, che si ponga il problema di mantenere vivi i problemi che sono sul tappeto e richiami la necessaria attenzione di tutti ne solleciti contemporaneamente il dibattito.
Molto rimane da fare, senza dubbio. Quello che però fino da ora bisogna comprendere è il valore delle strutture articolate della sezione, la loro possibilità di lavoro futuro. I legami della sezione « G. Li Causi » con la realtà e la gente del rione sono saldi. Ma una sezione non può accontentarsi di presentarsi una volta all'anno con un festival, deve imparare anche quali sono i problemi della gente, inserirsi ancor meglio nella realtà, svolgere una azione unitaria e di spinta positiva.
In questo modo raggiungeremo lo scopo di dare il nostro contributo al rafforzamento del partito nella città.
Facendo un bilancio di un periodo limitato di attività, credo che si debba guardare con soddisfazione e spirito critico alle cose già fatte per andare avanti, su una strada ncn facile e molto impegnativa, ma che è la sola praticabile.
BRUNO PIODELLI
tiva
Donne e informazione
E' interessante rilevare come il convegno delle giornaliste (Milano, 29.30 aprile) abbia presentato molte novità, oltre a quella di essere il primo del genere nella storia del giornalismo. Una di queste — appena avviata, ma carica di sviluppi per il futuro — è il fatto di essere. stato « aperto » a tutte le lavoratrici dell' informazione, dalle poligrafiche alle fotocinereporter.
Si è cioè avuto ben presente come qualsiasi momento di dibattito e qualsiasi iniziativa di lotta, che voglia portare un contributo qualificante alla riforma dell'informazione deve passare attraverso il superamento di quelle divisioni per categorie (e addirittura per reparto) che hanno caratterizzato sin qui la storia dei lavoratori del nostro Settore. E non si tratta, con questo, di sostituire — semplicemente — i vecchi corporativismi con un generico solidarismo. La questione è piuttosto quella di comprendere che l'unità è indispensabile non solo (e non tanto, forse) per contrapporre uno schieramento più forte alla politica degli editori, ma soprattutto per mettere insieme esperienze e propo-
NELLE PAGINE INTERNE
Il sindacato nella nostra tipografia
Gramsci: maestro e fratello
Potenziamento e sviluppo della stampa comunista
Nostra intervista con il pittore Aurelio
Cosa si propone di fare il Gruppo Sportivo Riforma dell'editoria
Manifestazione per il Cile
ste diverse che sappiano coprire tutto l'arco complesso dei problemi che riguardano il processo di produzione dell'informazione. Solo così, infatti, i lavoratori del settore dai giornalisti ai tipografi potranno contribuire insieme a tutto il movimento democratico a fare della riforma quello strumento di sostanziale rinnovamento che la società italiana chiede e non una semplice occasione per « rattoppare » situazioni di spreco economico e di disorganizzazione produttiva, ormai intollerabili.
In questo senso il convegno ha individuato — unitariamente — alcuni filoni interessanti di lavoro:
maggior presenza delle giornaliste alla attività del sindacato, a tutti i livelli, e con l'impegno a rinnovare le strutture della FNSI;
sforzo per un più stretto collegamento con le altre componenti del movimento sindacale e democratico che si battono per la riforma dell'informazione;
partire dalla critica alla immagine distorta della donna che la maggioranza della stampa « vende » (perchè « fa più notizia » una donna violentata che una donna licenziata?, ci si è chiesti) per rivedicare una informazione corretta e completa, intesa come « servizio » alla società e non come strumento di manipolazione.
Al di là delle molte contraddizioni emerse dal convegno di Milano (e che erano in parte inevitabili in un primo incontro come quello) la piattaforma che ne è uscita non può che vedere direttamente impegnati anche i comunisti. In questa direzione, d'altra parte, già ci eravamo mossi con la costituzione di un e collettivo femminile » dell'Unità che si propone di seguire con impegno maggiore che nel passato l'attività del gruppo giornaliste della Lombarda e di avviare una analisi organica della stampa « femminile », dei suoi contenuti, dei suoi obiettivi, dei cambiamenti che certo ha registrato negli ultimi anni (vedi campagne sul divorzio e sull'aborto).
L'impegno diretto del maggior numero possibile di compagne dell'Unità è certo indispensabile. Ma sono questi problemi che tutti i lavoratori dell'Unità e della TEMI devono affrontare per approfondire e costruire su di essi una iniziativa politica permanente. VANJA FERRETTI
MAGGIO 1977 - MENSILE DELLA SEZIONE « G. LI CAUSI » DEL PARTITO COMUNISTA ITALIANO
Necessità di mobilitazione e di dibattito per la presenza del sindacato nella nostra tipografia
Il Congresso provinciale dei poligrafici e cartai - La nostra Conferen-
za di produzione - Il delegato sindacale e il
Il Congresso del Sindacato poligrafici della CGIL (FILPC) si è tenuto alla fine della lotta per il contratto dei quotidiani e nella fase culminante di quella per il contratto dei grafici.
L'occasione del Congresso ha dato in generale modo ai lavoratori di approfondire i temi che sono al centro del dibattito in corso nel movimento operaio: la crisi economica, l'unità sindacale, il rapporto fra base e vertice nell'organizzazione.
In questo articolo, che a mio parere dovrebbe servire ad aprire un dibattito fra i lavoratori della T.E.MI. e dell'Unità, vengono volutamente tralasciate le questioni gerorali, per affrontare quelle solo apparentemente disgiunte dalle prime e particolari della nostra azienda.
L'assemblea generale dei lavoratori della T.E.MI., in verità molto ridotta, ha respinto l'ipotesi di contratto, riversando, con decine d'inter-
I compiti del giornalismo per Gramsci
venti, valanghe di critiche e di accuse nei confronti del sindacato. Di tutto ciò, però, non è apparsa traccia concreta nel Congresso aziendale, durante il -quale si può dire, senza ombra di dubbio, che i critici e i suner critici del sindacato e della sua gestione hanno brillato per la loro incapacità ad indicare ai lavoratori una qualsiasi linea che non fosse quella del coagulo delle più disparate, e a volte contrastanti, posizioni antisindacali. Ora, se da una parte la mancanza di una chnira linea alternativa ha reso impossibile ogni corretta dialettica fra i lavoratori. dall'altra ancora più grave è stato il fatto che alcuni compagni si siano prestati ad offri'e dignità di ragionamento alle più bieche posizioni corporative, di puro livore antisindacale.
Altra questione che rimane irrisolta è quella del CdF. Non è possibile continuare a criticare il CdF senza che nes-
Il 27 aprile, quarantesimo anniversario della morte del compagno Antonio Gramsci, vittima della persecuzione fascista, la nostra sezione ha indetto delle manifestazioni che non intendevano essere solo un momento, per quanto importante. di memoria della storia del partito e di riferimento alla elaborazione decisiva che è star- , frutto della intelligenza e della passione rivoluzionaria di Gramsci, ma rhe volevano essere prima di tutto momenti di iniziativa politica di un organismo che sperimentava al suo nascere la propria capacità di azione.
In quest'ottica abbiamo voluto ricordare la figura di Gramsci nel modo che potesse essere più utile alla definizione anche del nostro ruolo nell'importante organismo di partito nel quale lavoriamo.
Da qui la scelta del tema « Gramsci e il giornalismo » e la scelta di invitare il compagno Sninella a parlare, da giornalista lui stesso e da studioso del marxismo, alla no-
Consiglio di fabbrica
suno senta il dovere di cominciare ad indicare metodi diversi per la selezione dei delegati di reparto. L'obiettivo che ci dobbiamo porre è quello di dare ai lavoratori uno strumento che non solo li rappresenti effettivamente, ma che, svincolato da ogni logica repartistica, sappia elaborare e gestire un minimo di politica sindacale aziendale. Due cose dovremo avere presenti al momento del rinnovo dei delegati di reparto: la disponibilità personale ad un impegno di milizia sindacale e la volontà di portare nel CdF una visione complessiva dell'azienda. Il piano di investimenti per le innovazioni tecnologiche presentato dalla direzione non ammette, da parte del CdF, nessun pressapochismo; al contrario, sarà invece necessario avere idee chiare e proposte serie, se vogliamo che i lavoratori possano essere protagonisti del rinnovamento dell'azienda.
Fra le tante deficienze del
stra assemblea. La conferenza si è svolta, seppure con una partecipazione non soddisfacente, in un clima di viva attenzione grazie anche alla esemplare chiarezza con cui il compagno Spinella ha tratteggiato il pensiero di Gramsci.
Nel modo di essere giornalista che fu proprio di Gramsci, in primo piano sono emerse la sua costante attenzione agli avvenimenti della lotta di classe torinese, assieMq alla vita culturale della città, e la precisa volontà di farne partecipe la stessa classe operaia. Spinella ha ricordato, per esempio, come nel periodo tumultuoso della occupazione delle fabbriche e in generale in tutto il periodo torinese della vita di Gramsci costante fosse il contatto di Gramsci con i dirigenti della lotta operaia.
Ugualmente importante è studiare l'attività giornalistica di Gramsci da un punto di vista strettamente « professionale ». Anche nel modo di essere scritto del giornale si
CdF non bisogna trascurare la mancanza di coordinamento e di stimolo che l'assenza del delegato sindacale ha sicuramente favorito. Diventa quindi necessario e urgente aprire una campagna di mobilitazione e di dibattito sul ruolo e la figura del delegato sindacale ed andare rapidamente alla sua elezione unitaria. Se il Congresso sindacale ha trovato i lavoratori della T.E.MI. impreparati e sostanzialmente assenti, non bisogna dimenticare che in un'azienda come la nostra è mancato, o comunque è stato sostanzialmente insufficiente, il contributo dei comunisti. Troppo spesso è prevalsa all'interno della nostra organizzazione di Partito una visione sbagliata del rapporto fra sindacato e forza politica. L'autonomia del sindacato è una grande conquista dei lavoratori alla quale noi comunisti abbiamo dato, come sempre, un contributo indispensabile. Da anni, ormai, abbiamo accettato, come militanti sindacali, la disciplina del sindacato come l'unica a cui sottostare, perchè crediamo che solo un sindacato unito e disciplinato possa esprimere tutta la forza della classe operaia. Ma proprio per questo occorre rivendicare sempre, con forza e coerenza, senza complessi, anche l'autonomia del partito politico rispetto al sindacato. In questo senso bene ha fatto la cellula comunista della T.E.MI. (ora sezione « Li Causi ») a promuovere autonomamente la Conferenza di produzione aziendale. Purtroppo ritardi, a volte inspiegabili, hanno fatto sl che questa proposta di lavoro e di impegno, rivolta in un primo luogo ai lavoratori, non abbia ancora trovato alcun momento concreto di realizzazione. E' necessario per riaffermare il ruolo dirigente e la serietà politica dei comunisti, stringere i tempi di preparazione di tale Conferenza superando con slancio tutti gli ostacoli, le difficoltà e le incomprensioni.
DENZO BERTELLINI
può « leggere » infatti la volontà di farne partecipi i lettori. Per esempio l'editoriale dell'Ordine nuovo era rivolto sempre ad un colloquio con il pubblico e si faceva uso frequente dei corsivi e dei « capocronaca », attraverso i quali la vita della città in tutti i suoi aspetti, da quelli più specificamente culturali a quelli amministrativi e politici, veniva resa di pubblico dominio anche per mezzo di un uso feroce della satira e della « personalizzazione » della polemica. Ma anche in questo particolare tipo di giornalisrrío Gramsci fu sempre e soprattutto attento a fare della sua attività, nelle varie testate che fondò e diresse, il momento di un discorso culturale che facesse avanzare la coscienza delle masse, un momento del compito di educazione e di elevamento della loro coscienza che egli considerava fondamentale del partito come « intellettuale collettivo ».
pagina 2 INIZIATIVA
MARIA NOVELLA OPPO
Gramsci: maestro e fratello
Questa è la testimonianza che il compagno Ferruccio Rigamonti ha rilasciato ad Iniziativa nel quadro delle celebrazioni gramsciane.
Poco è lo spazio per far conoscere la intensa militanza e la lunga lotta antifascista del compagno Ferruccio, ma siamo convinti che egli ci comprenderà e con lui i nostri lettori.
Cercheremo comunque, anche se insufficientemente, di tratteggiare i momenti salienti della sua preziosa battaglia politica.
Rigamonti nasce a Milano il 30 agosto 1902 e giovanissimo milita nella Federazione Giovanile Socialista da cui esce nel 1921 per entrare dalla fondazione nel Partito Comunista d'Italia.
Diventa in seguito, dal 1924 al 1925, segretario della FGCI e quindi funzionario interregionale dell'organizzazione giovanile prima a Bologna, poi a Milano ed infine a Roma dove il 20 febbraio 1929 subisce, di fronte al tribunale speciale fascista, il processo per « propaganda sovversiva » che lo condannerà a tredici anni e sei mesi, più altri cinque, per aver gridato alla lettura della sentenza « Viva il comunismo ».
Attualmente è presidente della FIARPEV e direttore responsabile del Produttore, periodico della categoria.
Giornate indimenticabili quelle trascorse nella settimana di Ferragosto 1925 con Antonio Gramsci e Luigi Longo alla Capanna Mara.
Eravamo una ventina di giovani dirigenti le sezioni giovanili comuniste dell'Alto e Centro Italia per un corso di studio, una specie di scuola rapida che doveva servire ad affrettare il superamento della concezione bordighiana del Partito a quella che caratterizzava un vero e proprio Partito comunista bolscevico.
Furono otto giorni di intensa applicazione in cui vennero trattati e discussi i prin- cipali problemi del momento e che servirono enormemente ad accrescere le nostre capacità critiche e politiche.
Ma oltre alla eccezionale chiarezza e positività delle lezioni di Gramsci, quel che colpì noi tutti fu l'estrema semplicità del suo linguaggio e del suo comportamento nei nostri riguardi.
Un vero fratello maggiore, nonostante l'immenso divario
Il 40° di Antonio Gramsci
alla
intellettuale che da lui ci separava.
AI primo mattino quando scendeva dalla sua cameretta, era Longo che gli doveva raffazzonare alla meno peggio la sua cravatta, largamente mal ridotta, 'e dare un'occhiata ispezionatrice al resto dell'abbigliamento, che lasciava come la prima assai a desiderare. Avevo notato ancora uno. strappo ai pantaloni, rimasto intatto dall'anno prima in cui l'avevo visto fatto in occasione di una riunione di Partito svoltasi in una spinosa brughiera dei dintorni di Milano.
Ma l'umanità di Gramsci si rivelava particolarmente nelle conversazioni, nelle spiegazioni e nel raccontare ed ascoltare barzellette e storie nei momenti che a tavola od altrove c'erano orecchie indiscrete pronte a cogliere accenni o frasi atte a far scoprire la vera natura della nostra riunione che doveva mantenersi clandestina.
E quanto ci stupiva il contrasto fra la sua figura piut-
Il 27 aprile scorso, nel 443° anniversario della scomparsa del compagno Antonio Gramsci, la figura e l'opera del dirigente comunista (e le personalità di numerosi altri dirigenti dei primi anni di vita del Partito comunista) sono state ricordate nel salone della nostra tipografia dal compagno Carlo Venegoni, che fu protagonista di primo pia no nella fase della costruzione del nostro partito subito dopo la sua fondazione.
Il compagno Venegoni ha ricordato alcune occasioni nelle quali ebbe modo di parlare con Gramsci, di conoscerlo da vicino. Ha ricordato poi la curiosità intellettuale del dirigente comunista, il suo interesse per le testimonianze operaie, per il dibattito con
tosto gracile all'apparenza, e la forza che sapeva dimostra. re nel lancio dei sassi, nel braccio di ferro, e nello stringere con le sue ferree dita il polso di giovani grossi il doppio di lui! come quel marcantonio di Mario Pelloni che sottrasse o stento il suo braccio alla stretta.
Ma Gramsci amava molto sentire le canzoni popolari che ciascuno di noi cantava nel proprio dialetto, così Agostino Novella si esibiva in quelle genovesi, Celeste Negarville nelle piemontesi, io e Bruno Monfrini nelle milanesi, Lorenzo Foco nelle venete, Luigi Porcari in quelle del Parmense e così gli altri delle varie città, tutte seguite con grande attenzione ed interesse da Antonio, che da parte sua ci fece ascoltare alcune patetiche nenie pastorali sarde piene di struggente desolata malinconia. Più che applausi, cordiali risate per i vari virtuosismi che finivano
tutti i compagni, il suo rigore morale.
Ricordati alcuni incontri con Gramsci nella sede della prima Unità, che viveva in condizioni di semiclandestinità, il compagno Venegoni ha colto l'occasione di parlare anche di altre figure di giornalisti comunisti negli anni della più feroce repressione fascista, tra cui Leonetti, Serrati, Buffone. Quindi ha riportato una testimonianza diretta di come circolassero difficilmente e in modo distorto tra i dirigenti comunisti incarcerati dal fascismo le notizie sull'opera colossale di ricerca storica e politica che Gramsci andava conducendo nelle dure condizioni del suo soggiorno nel penitenziario di Turi di Bari.
« Niente è più come allora », ha ricordato Carlo Ve-
più o meno in colossali stecche!
E quando giunti all'ultima serata, verso mezzanotte uscimmo tutti dalla Capanna e ci portammo sulla Bocchetta da cui si scorgeva il lago di Como illuminato da fioche luci e tutti insieme intonammo l'Internazionale con una voce dapprima in sordina ma poi gradatamente elevantesi man mano che l'entusiasmo sopraffaceva la prudenza ci stringemmo tutti spontaneamente attorno a Gramsci manifestandogli tutta la nostra riconoscenza ed il nostro sincero giovanile fraterno affetto.
Fu anche, purtroppo, l'ultimo saluto poichè la quasi totalità dei presenti lo seguì nelle carceri fasciste e non lo potè più rivedere. Nel 40° della sua morte e del suo sacrificio tutti i lavoratori lo ricordano commossi e reverenti continuando l'esempio e l'insegnamento. FERRUCCIO RIGAMONTI
negoni. Le condizioni sociali, politiche, economiche degli anni Trenta non sono neppure lontanamente comparabili con quelle odierne. Eppure le tesi contenute nei « Quaderni del carcere » sono ancora valide; anzi: col passare degli anni si vede aumentare intorno ad esse l'interesse degli studiosi e dei lavoratori. Nessun altro uomo al mondo, ristretto nelle condizioni di isolamento come fu Gramsci, è riuscito ad elaborare tin insieme di indicazioni politiche e culturali valide a distanza di così tanto tempo come fece il fondatore del partito: in quella opera il PCI trova ancora tante ragioni della sua linea politica e della sua forza.
INIZIATIVA pagina 3
T.E.MI.
9 miliardi per il potenziamento e lo sviluppo della stampa comunista
I lettori di Iniziativa sono sicuramente tra i più informati sulla gravità della crisi che da anni caratterizza la vita della stampa quotidiana, essendo nella loro stragrande maggioranza direttamente impegnati a condurre, a fianco delle forze democratiche, la battaglia per una legge di riforma della editoria. Legge che tra molte difficoltà ed ostacoli è ormai prossima ad essere presentata al Parlamento. Dipenderà dalla bontà di questa legge, che ancora non conosciamo nella sua stesura definitiva, se molti dei problemi attualmente sul tappeto troveranno un positivo superamento. Per esperienza sappiamo però che non sarà sufficiente una buona legge a risolvere
i gravi problemi che rendono precaria la vita dei giornali quotidiani.
Anche l'Unità, che nel corso di questi ultimi anni ha conosciuto successi lusinghieri sia nell'incremento della propria vendita (nel solo 1976 sono state vendute 7.578.010 copie in più rispetto al 1975) che nell'aumento del numero dei suoi abbonati, deve affrontare nel 1977 un anno molto impegnativo sul piano della gestione.
E' già nota la dimenSione della perdita prevista. Pur tenendo conto dei contributi che lo Stato riconoscerà agli editori, l'entità della perdita resterà comunque superiore alle rea-
li possibilità di intervento del partito.
Per il 1977 il partito ha stanziato cinque miliardi per l'Unità contro i quattro miliardi versati nel '76. Un sostegno non indifferente e gravoso che impegnerà tutto il partito, tutti i suoi militanti e simpatizzanti a raccogliere nove miliardi nella sottoscrizione per la stampa comunista: tale è l'obiettivo per il 1977.
Nonostante le oggettive difficoltà che occorrerà superare, soprattutto in questo momento di grave crisi economica che attraversa il Paese, siamo fiduciosi nella possibilità di realizzare un obiettivo pur così impegnativo. I nostri militanti e i simpatizzanti sono consapevoli della necessità di adeguare le risorse finanziarie alle accresciute esigenze che il necessario sviluppo della nostra organizzazione, la crescita del consenso, le maggiori responsabilità ad ogni livello della vita politica e amministrativa pongono al partito.
Dobbiamo però proiettare le necessità di oggi agli anni futuri e domandarci se non si ponga all'Unità, e quindi a noi tutti, l'esigenza di gravare sempre meno sul bilancio del partito o, quanto meno, di evitare una progressiva dilatazione dell'intervento del partito a sostegno del giornale.
Ciò è possibile innanzitutto aumentando ancor più la diffusione del giornale e il numero dei suoi abbonati, sviluppando ulteriormente il nostro reddito pubblicitario, ma anche realizzando economie nella gestione.
Il progresso registrato in questi anni nelle moderne tecnologie del settore tipografico ci consente di guardare con fiducia ai prossimi anni. In questi giorni sottoporremo al partito uno studio che prevede un programma di investimenti nella nostra tipografia di Milano. Se, come pensiamo, verrà approvato, si aprirà un periodo molto interessante per tutti, che richiederà il massimo di impegno e di collaborazione fra tutte le componenti della tipografia e del giornale per valutare assieme il programma di investimenti che ci proponiamo di realizzare e i problemi che da questo discenderanno.
Siamo sicuri di incontrare serietà ed impegno nel comune interesse a creare le premesse per un ulteriore sviluppo delle capacità produttive della nostra tipografia, che superando le attuali difficoltà garantisca per questa via il lavoro agli operai in essa occupati e possibilmente consenta sostanziali economie di gestione.
pagina 4 INIZIATIVA
9 MILIARDI PER IL PCI E LA STAMPA COMUNISTA l'Unità 1977
FRANCO FATONE
Aurelio: nel segno dell'impegno civile
Nostra intervista con il pittore, una cui mostra è stata realizzata in occasione del recente congresso della FIOM milanese
In occasione del recente congresso della FIOM milanese, svoltosi nella sala della Provincia, è stata organizzata una mostra del pittore Aurelio. Una occasione insolita per una mostra di pittura, ma forse quanto mai opportuna per sottolineare non solo il rapporto tra il mondo e le lotte del lavoro e la pittura di Aurelio, ma soprattutto l'attualità e la necessità dell'impegno civile dell'arte, nel segno del rinnovamento culturale e sociale del Paese.
Nel 1973 Aurelio ha partecipato al Festival nazionale dell'Unità con un grande murale « Verso il socialismo a. Nel 1975 ha realizzato mostre antologiche in occasione del Trentennale della Resistenza a Valenza e a Carpi (quest'ultima è stata visitata anche da una delegazione di lavoratori dell'Unità e della T.E.MI.).
Perchè come manifesto del congresso CGIL - FIOM è stato scelto un dipinto?
Io credo che nella formulazione del concetto di austerità e di misura, come è emerso nella elaborazione in corso nel nostro Partito, rientri anche un sentimento, un gesto irrazionale di rifiuto di tutto ciò che viene dal consumismo, anche nei suoi dati più esteriori. Per esempio quando si fa un manifesto in una società, consumistica l'immagine del manifesto agisce, lo sappiamo, in quello che la borghesia chiama psiche nell'uomo, per farlo agire al di là della sua volontà.
I lavoratori metalmeccanici di Milano sentono la necessità di riunirsi a congresso, prima in fabbrica, poi nelle zone, pci alle porte della Camera del Lavoro in questo momento. E' chiaro che la prima cosa che fanno è di dare pubblicità al loro congresso nei modi inversi di quello che potrebbe fare un
congresso di venditori di dentifrici, perchè questi hanno bisogno di persuasori occulti.
E' chiaro che gli operai metalmeccanici milahesi, che sono i trainanti, per ragioni oggettive e per ragioni storiche, di tutta la categoria italiana, di scatto decidano di avere come simbolo per il loro congresso qualcosa che non abbia niente a che fare con la coercizione occulta e decidano di avere per il loro congresso a Milano una immagine presa da un'opera di pittura che a Milano aveva avuto un enorme pubblico, una immagine che è di liberazione, di impegno pacifico per la rivoluzione.
Quale può essere il rapporto che si può stabilire tra il convegno di un movimento sindacale e un artista?
Che i metalmeccanici non solo hanno fatto un manifesto come fosse un quadro, ma hanno voluto dei quadri intorno al loro congresso. Questo significa appunto che pur non rinunciando alle lotte non vogliono rinunciare alla tradizione italiana delle lotte pacifiche per la giustizia sociale, per la qualificazione morale e materiale del lavoro, per la cultura (perchè il lavoro è dignità è misura è economia è strumento di conoscenza è fonte continua di rinnovamento culturale).
Avere delle opere di pittura intorno al loro congresso significa paragonare il loro lavoro, inteso come impegno qualitativo per un riscatto totale dell'uomo, all'impegno personale che un pittore pari a loro nell'ideologia può avere nella stessa direzione, cioè usare i mezzi della pittura non per un rapporto con il denaro, bensì per un rapporto con l'avventura dell'uomo preso per intero dalla lotta di classe.
Del resto il particolare va misurato con il generale e questo è il lavoro del congresso dei metalmeccanici co-
me di tutti i congressi operai così il lavoro dell'intellettuale è quello di verificare « l'universale » con la piccola quotidianità delle cose. Nasce da questo il rapporto diretto scambievole tra realtà e immaginazione.
E perchè tra altri pittori civilmente impegnati sei stato chiamato tu?
Sono convinto che l'espressione « estetica » sia l'emanazione di una posizione morale. Forse hanno scelto me meglio hanno scelto il mio lavoro perchè sempre chi lavora e lavora non all'amministrazione, ma alla produzione per le ricchezze della società, ha un preciso senso morale e quindi anche storico del lavoro, di sè e del suo lavoro, e quindi penso che abbiano scelto le mie opere perchè il mio sforzo è quello di non essere un artista acchiappanuvole, ma un pittore prima di essere un pittore di essere un uomo, tanto che se si trattasse di lasciare i pennelli per prendere lo Sten lascerei la pittura e andrei ad affrontare i fascisti, come durante la Resistenza.
Ci sono altri pittori che dell'impegno civile e politico hanno fatto la base di ogni loro ricerca espressiva e mi auguro di vedere le loro opere scelte per affiancare altri luoghi di incontro collettivo di lavoro operaio e contadino.
Quali altri punti di incontro tra la pittura ed il mondo del lavoro?
Intanto per quello che riguarda la pittura essere costretti al quadro da cavalletto alla propria fantasia porta con sè una separatezza dal mondo vivente dei problemi che tutti i pittori di tendenza realistica e perciò impegnati direttamente nella lotta politica per il socialismo sentono sulla propria pelle. Per cui abbandonare lo « studio » ed affrontare un lavoro in pubblico, abbandonare il caval-
letto e lavorare con tutta la -propria persona è una delle soluzioni per rinnovare dal di dentro il mestiere ed il linguaggio ed inoltre per inserirsi nelle necessità che « le democrazie di base, le collettività organizzate » sentono quando dalla tensione dei loro incontri nasce un bisogno ideale di concretare i perchè di quella loro tensione. Il pittore può dare in questo modo quella materia capace di concretare in una figura l'immaginazione e la fantasia collettiva.
Voglio dire che questo è il tempo della pittura murale, della partecipazione collettiva alla progettazione ed alla realizzazione di opere d'arte, che questo è il tempo di rifiutare la proprietà privata dell'opera di lavorare perchè la proprietà sia pubblica. E' anche il tempo dell'uccisione del capolavoro, inteso come fatto unico ed irripetibile ed invece il momento di inventare immagini che rispondano alle moderne tecnologie della riproduzione e che riprodotte siano migliori e più poetiche del bozzetto e che in migliaia di copie diventino materia di attenzione per migliaia di persone.
Perchè sono i problemi quotidiani che ci forniscono le immagini, le immagini dovrebbero aiutare a delineare razionalmente i problemi e quindi chiarirne la portata. Fatto questo l'immagine può anche essere messa nello scaffale. Il problema è subito un altro un'altra deve essere l'immagine.
Questo ci riporta ad un diretto contatto con il mondo che non può essere che il mondo del lavoro perchè quello parassita non ha problemi. Noi non siamo e non vogliamo essere dei vermi nella mela che hanno tutto il loro avvenire nella polpa. Noi vogliamo inventare delle nuove mele che non abbiano polpa per i vermi.
(Intervista a cura di CLAUDIO ZIROTELLI)
INIZIATIVA pagina 5
Aurelio '77: particolare de « Il delegato ».
Vecchie acque... ...vecchi pescatori
Lasciamo stare le solite « storie » che, a volte, possono avere un loro margine di credibilità. « Una volta... » loro riuscivano — mostrandomi del pesce, o con una battuta — a venirne sempre fuori. Voglio dire che, non molto tempo fa, si potevano ancora fare i famosi cestini ricolmi di lasche, barbi, cavedani. Facilitati da quel falso stato di benessere delle nostre acque.
L'inquinamento e l'alterazione del corso dei nostri fiumi iniziavano però a dare preoccupazione. In modo particolare la gente obbligata a vivere nelle vicinanze degli stessi e, di conseguenza, a conoscere i fiumi meglio di chiunque altro. Proprio in quel periodo — parlo degli anni '70 — mi trovavo in località Pizzighettone nella pro-
L'impegno e le difficoltà del Gruppo Sportivo
vincia di Cremona e, discutendo sotto un vecchio pergolato di una piccola oste-' ria, mi rendevo conto, parlando con un anziano pescatore, che già allora le cose stavano andando male.
« Sa — diceva Antonio (questo era il suo nome) — qui una volta... (e m'indicava con la mano un vasto giro d'acqua) si prendevano storioni grossi come uomini. Ora però l'acqua sembra impazzita: oggi la trovi alta e pulita, domani bassa e sporca, dopodomani... Chissà!? Sono più di due mesi che non piove in montagna! ». E guardava il cielo.
« Anche 1' " erba " — continuò — sembra abbia cambiato colore. Vede quella piccola spiaggia...? Era una zona favolosa per potersi rifornire di " barbina " e
Il nostro Gruppo Sportivo è nato come momento di partecipazione sportiva e impiego del tempo libero dei lavoratori del Palazzo. E' necessario, oggi, tirare delle somme, perchè indispensabile diventa sottolineare i punti negativi che sono affiorati sino ad oggi.
Si è fatta sentire la mancanza di una struttura interna adeguata a questo nuovo tipo di esperienza. Occorre la base su cui poter sviluppare un certo tipo di programma, tenendo conto delle esigenze e degli orari di lavoro differenti. Certo non è cosa facile.
L'impegno da parte di tutti diventa dunque indispensabile: per chi ha collaborato sinora solo a voce e pér chi seriamente ha contribuito ad uno sviluppo sempre più significativo del G. S. Non nascondiamo alcune difficoltà incontrate sulla no-
con questa si catturavano pighi e cavedani che superavano senza difficoltà il chilo ».
« Ora — continuava Antonio — diventa difficile capire se quello che metti sull'amo sia erba o melma filacciosa ». Lo interruppi, dicendo che pure io quello stesso giorno (toccando con mano, purtroppo), non ero riuscito a vedere una coda. Comprendevo però che le parole del vecchio pescatore contenevano una verita della quale oggi paghiamo le conseguenze.
Scarichi urbani e industrie che hanno ormai preso l'abitudine di scaricare tutte le loro scorie di veleni ed altre sostanze tossiche. Il loro deposito può essere un fiume, un lago, o purtroppo sempre più spesso qualsiasi area. Prelievi indiscriminati di sabbia e
stra strada, ma sempre per motivi di limitata esperienza in questa nuova attività. Rinnoviamo la richiesta della partecipazione di compagni e compagne (nessuna, al momento — ma siamo sicuri, ancora per poco — , fa parte di questo G. S.). Inoltre si dovranno intensificare collegamenti con l'ARCI-UISP per poter essere sempre al corrente di attività e momenti di incontro democratici per tutti i lavoratori.
In breve queste sono le attività svolte in questo inizio d'anno: partecipazione al Trofeo del Centenario del Corriere, che per questa occasione ha organizzato una gara di pesca; l'Unità, con due squadre partecipanti, si è classificata al 5.o posto; si è poi svolta una gara interna di bocce a 16 coppie.
Nei prossimi giorni — organizzato da SAME e Av-
ghiaia hanno poi costretto questi corsi d'acqua a modificare il loro « letto ». Da qui gli straripamenti e i danni incalcolabili alle campagne, con le conseguenze che tutti ben conosciamo.
Di questo passo, certo, se non si metterà un freno a tutto questo, la vita dell'uomo subirà inevitabilmente una modifica profonda e preoccupante per la sua stessa sopravvivenza.
Sono ritornato due settimane fa a pesca: a Pizzighettone il punto era il medesimo. Le sponde dell'Adda però sembrano essere diventate capaci depositi di immondizie. L'« erba » di Antonio è scomparsa, il corso del fiume indecifrabile. Un altro pianeta...?
LUIGI DE FRANCESCHI
venire — si svolgerà, con la partecipazione della nostra formazione, il Torneo di calcio della stampa milanese.
Per quanto riguarda le attività future, tutti i lavoratori saranno informati con un programma che tuttora è in via di realizzazione, ma che terrà anche conto di idee e proposte da parte di tutti i compagni che vogliano collaborare.
Cogliamo l'occasione per ringraziare la sezione G. Li Causi per il contributo finanziario di lire 200.000 devolute all'acquisto delle divise di gioco della squadra di football.
In questi giorni è stata inviata una lettera al Consiglio di fabbrica contenente la richiesta di un contributo di carattere economico. Siamo comunque per ora in fiduciosa attesa di una risposta positiva.
IL GRUPPO SPORTIVO
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Riforma della editoria: la novità dei contratti
Con l'accordo raggiunto per il contratto dei giornalisti, che segue le tracce di quello già sottoscritto dai tipografi dei quotidiani, si sono concluse due vertenze nazionali che hanno un grande interesse nella battaglia per la riforma dell'informazione e che, dunque, richiedono la massima attenzione da parte della nostra organizzazione politica. Il contratto dei tipografi ci riguarda direttamente anche perchè una parte della realtà in cui opera la nostra sezione di partito è costituita da una azienda tipografica, ma tutt'e due i contratti, quello dei poligrafici e quello dei giornalisti, devono costituire materia di riflessione ed elaborazione per un collettivo di comunisti che operano nel settore dell'informazione quotidiana.
Anche grazie all'iniziativa sindacale la lotta per la riforma è entrata in una fase molto importante, forse decisiva. Principi importanti sono stati affermati e risultati positivi sono stati raggiunti sulla strada del rinnovamento del mondo della stampa.
Sono state innanzitutto respinte le tesi di chi pensava a una battaglia contrattuale di tipo tradizionale, avanzando rivendicazioni difensive e lasciando agli editori di occuparsi della situazione finanziaria e strutturale dell'editoria nazionale: sia i tipografi che i giornalisti hanno manifestato concretamente la
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volontà di assumersi le responsabilità di una situazione insostenibile orientando le proprie rivendicazioni in direzione di un processo di risanamento che avrà ora, dopo i contratti, ulteriori sviluppi sul piano politico e parlamentare: disponibilità alla riduzione del costo del lavoro per il settimo numero, anticipo degli orari di chiusura. Un primo passo verso la moralizzazione del rapporto di lavoro dei giornalisti è stato compiuto con l'abolizione dei contratti plurimi, anche se è evidente che molta strada rimane da fare in questo campo. Ma ancora più importante è l'affermazione, contenuta negli accordi, di una volontà precisa dei lavoratori dell'informazione di difendere e sviluppare l'occupazione non attraverso il puro mantenimento dell'attuale insostenibile assetto delle aziende, ma attraverso la contrattazione
il controllo di un profondo rinnovamento tecnologico, col quale garantire, insieme agli interessi di una categoria pesantemente minacciata dagli editori, nuove possibilità di espansione diffusione della stampa.
Chiuse le vertenze per il contratto viene ora in primo piano il dibattito tra i partiti che stanno ultimando la stesura di un progetto di legge per la riforma dell'editoria. Sarebbe però un errore considerare concluso, con gli accordi contrattuali, l'impegno
dei giornalisti e dei tipografi per la riforma, proprio ora che questa, da un periodo di enunciazioni generali, sta entrando in una fase più stringente. Eppure vi è ora effettivamente il rischio di una caduta dell'impegno e della partecipazione dei lavoratori ad una battaglia che è invece ancora tutta da decidere e contro la quale sono schierate forze potenti per mezzi finanziari e legami politici.
Più che mai presente è il pericolo che tutto continui come prima, lasciando inalterata una situazione che favorisce i gruppi economici dominanti e le forze politiche (guidate da settori potenti della DC) che trovano il loro torna-
conto nel dissesto delle aziende giornalistiche e nel controllo clientelare delle testate.
Il carattere democratico della lotta contro questi interessi, che non sempre è stato in primo piano nella impostazione delle vertenze contrattuali, esige un rafforzamento della presenza comunista, dei giornalisti e dei tipografi del PCI, nella discussione e nel confronto nelle sedi in cui questa battaglia si deve condurre. E' questo uno dei compiti principali al quale la nostra sezione è chiamata fin dai prossimi giorni, rendendo coscienti tutti gli iscritti che la lotta per la riforma ha bisogno dei comunisti dell'Unità e della T.E.MI.
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airEsm F. ,ut.
SABATO 21 maggio alle ore 10,30 in Federazione è convocata una assemblea dei giornalisti comunisti sui problemi della riforma della stampa quotidiana.
Tutti i redattori dell'« Unità » sono invitati a partecipare.
Festiva! <sì» Festival <no»
Il primo festival della sezione G. Li Causi
Positivo bilancio nonostante il maltempo
Erano ormai parecchi giorni che molti compagni della sezione, « novelli Galileo », scrutavano ansiosamente il cielo e che le previsioni dei varii emuli di Bernacca si sprecavano. Naturalmente non tutte le previsioni erano pessimistiche; c'era anche chi affermava categoricamente che il Primo Maggio sarebbe stato una giornata di sole splendente.
In effetti coloro che erano stati impegnati per il montaggio del festival si ritrovavano al mattino, poco dopo l'alba, per iniziare i lavori e potevano constatare che... pioveva a dirotto. Tuttavia dopo una breve ed animata discussione farcita di: « incosciente, ma tu sei matto, chi vuoi che venga con un tempo simile, ecc. ecc. » si decideva di mantenere il programma stabilito.
La decisione si rivelava giusta nonostante le apparenze ed un iniziale « freddo », non solo metaforico, visto che la temperatura non era certo
ideale per una festa all'aperto.
Già verso le 12,30 le prenotazioni per il pranzo erano numerose, tanto che i « griglisti » non riuscivano a tenere il ritmo con le richieste. Nel pomeriggio poi, con il funzionamento dei giochi, il cortile si riempiva di gente ed i pessimisti venivano cosi clamorosamente battuti.
Numerosa anche la presenza dei bambini allo spettacolo per loro allestito e grande la partecipazione al recital del « Canzoniere delle Lame » così come al comizio del compagno Terzi. Il festival proseguiva poi con il ballo popolare sino a tarda sera e alle 23,15, convinti gli ultimi irriducibili ad andarsene, si chiudeva.
E' ancora troppo presto per un bilancio economico: sapremo più in là se le entrate hanno coperto o meno le uscite, ma crediamo di poter dire sin da ora che il bilancio economico e politico è senza dubbio in attivo proprio per la numerosa partecipazione di compagni e amici nonostante le avversità atmosferiche.
Tutto bene dunque? Nessun neo? Onestamente, no.
In qualche momento l'organizzazione ha fatto « acqua » ma date le circostanze la cosa è comprensibile e scusabile. Un aspetto che ci sembra invece da sottolineare è che la partecipazione attiva di molti compagni - del palazzo non ci sia stata.
Accanto ai soliti si sono visti lavorare anche compagni mai impegnati nei festival precedenti e questo è senza dubbio un fatto positivo, ma è anche vero che sono ancora troppo pochi quelli che sentono il festival come una cosa loro.
Impegno futuro della sezione dovrà essere, fra l'altro, anche questo: riuscire a mobilitare un numero sempre più ampio di compagni attorno alle varie iniziative, festival compreso.
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Josè Vazquez Diaz delle Comisiones Obreras con Kino Marzullo.
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LUCIANO ARRONDINI Un'altra immagine del Festival
Il comizio del compagno Riccardo Terzi, segretario della Federazione milanese del PCI.
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« La fiaba delle tre melarance 5: emozioni e curiosità per bambini e... adulti.
Il Canzoniere delle Lame durante il suo applauditissimo spettacolo.
Anche per i militari il nostro Festival è stato una simpatica occasione di divertimento. ( foto del Festival di Enzo Agrezzi )
Per la libertà del popolo cileno
Alcune considerazioni in margine alle tre giornate di solidarietà con il Cile
Con la manifestazione di domenica 8 maggio si sono concluse le tre giornate dedicate dai giovani democratici di tutto il mondo alla solidarietà con il popolo cileno. Delegazioni di giovani provenienti dai Paesi più diversi, di formazione politica e culturale profondamente differenziata, si sono incontrate per darsi un primo preciso obiettivo: costringere la giunta di Pinochet a liberare tutti i prigionieri politici.
Il salto di qualità insito in questa iniziativa traspare in maniera sufficientemente chiara per almeno e soprattutto due ragioni.
Il primo elemento di positiva crescita va individuato nella scelta unitaria che i giovani hanno deciso di compiere. Che per le vie di Milano abbiano sfilato con gli stessi intenti giovani di orientamenti politici in alcuni casi radicalmente diversi ha un sostanziale significato di novità. Il secondo elemento che contribuisce a dare carattere
Compiti e costi del nostro giornale
di maturità all'iniziativa consiste, secondo me, nel fatto che protagonisti di questa scelta unitaria siano stati proprio i giovani.
L'importanza di questo fatto non va sottovalutata, anche perché nel suo snodarsi il corteo si faceva mediatore di riflessioni politiche che Sarebbe un errore non annotare, come per esempio quelle relative alla necessità di isolare gruppi di provocazione come Autonomia Operaia. Si è avuta l'impressione che si fosse all'inizio della ricerca di una più precisa definizione di scopi e strategie, a tutto vantaggio del movimento progressista del nostro Paese. "
Si è dunque concluso quello che è stato un atto politico di indubbio valore: forze di diverso orientamento ideologico unite nella denuncia della violenza fascista eletta a metodo di governo.
Questa omogeneità è certamente importante, ma — detto questo — va pur avanzata la considerazione che il mo-
Con il numero uscito in occasione del congresso costitutivo della sezione, Iniziati. va è diventato periodico della organizzazione di partito dell'Unità e della T.E.MI. allargando così i suoi orizzonti ed il suo spazio politico e affermando il suo carattere di «palestra» aperta al confronto delle idee e alle proposte.
In questa fase di rodaggio della vita della sezione affidiamo ad Iniziativa un ruolo importante: stimolo al dibattito sulla situazione politica e sindacale; approfondimento e analisi dei temi oggetto della nostra conferenza di produzione; collegamento con l'ufficio fabbriche della Federazione milanese del PCI, le altre aziende del settore, con i compagni della GATE di Roma.
In sostanza, il giornale dovrà essere punto di riferimento politico per tutti i settori
mento delle « condanne » non esaurisce e non risolve in se stesso quella che è la sostanza del dramma storico vissuto dal popolo cileno. In altre parole: esiste, nonostante tutto, il rischio grave di un ristagno nella astratta palude dei « buoni propositi » e delle « dichiarazioni », magari di fuoco, anche violente, ma pur sempre e purtroppo semplici « dichiarazioni », prive dell'indispensabile retroterra di una analisi coerente e rigorosa.
La principale conseguenza di tale « fragilità » può essere indicata nel pericolo di una canalizzazione del dibattito verso dispute interessanti ma che in definitiva rimangono senza il successivo e necessario sbocco pratico; il rischio è quello cioè di non poter sviluppare concretamente le eventuali ipotesi cui si fosse giunti in sede teorica.
Di tutto questo siamo consapevoli e tale consapevolezza è dimostrata anche dalle molte iniziative proposte dagli interventi dei partecipanti all'in-
del palazzo della stampa democratica e della tipografia; massimo il suo impegno nel far circolare le idee, promuovere la discussione più critica fra i comunisti e coloro che comunisti non sono.
Sono questi i compiti che si pongono i compagni che formano il comitato di redazione del giornale; ogni mese i nostri lettori potranno valutare, correggere, criticare anche, se necessario, questo nostro sforzo.
Iniziativa, oltre a comportare un peso ai compagni che si incaricano di redigerlo, impaginarlo e stamparlo, ha dei costi. E' perfino ovvio ricordare ai nostri lettori che uno degli aspetti non trascurabili della crisi della stampa è proprio quello dei finanziamenti. Il nostro giornale ha goduto finora dell'appoggio dell'amministrazione dell'Unità. Rite-
contro; l'essenziale è però avere la costanza perché tali proposte vengano portate avanti e operare affinché gli obiettivi che ci si è prefissi vengano raggiunti.
Come comunisti ci ricolleghiamo del resto puntualmente ad una metodologia che fa del costante riferimento alla realtà storica la propria chiave di volta.
La nostra scelta è stata chiara e definitiva: non più pura ed esclusiva « interpretazione del mondo », ma lotta per cambiare quelle condizioni concrete che hanno portato la maggioranza degli uomini a vivere una vita lacerata e contraddittoria. E perché tale lotta risulti vittoriosa sono indispensabili rigore e responsabilità anche e soprattutto di ciascun militante.
Ricordiamo che questo permanente impegno politico e civile è la migliore solidarietà che possiamo dare al Cile democratico e progressista.
SILVIO MORGANTI
niamo però che, per quanto sia possibile, Iniziativa dovra raggiungere propri canali di finanziamento. Il ricorso ai lettori è a questo punto necessario se si vuole davvero fare di questo giornale minore una voce di quanti lavorano nel palazzo e nello stabilimento.
I costi per la stampa del giornale sono questi: seicento copie circa (la tiratura di questo numero è superiore rispetto alle edizioni precedenti) costano 70-80 mila lire a numero. Di qui la necessità di far fronte anche parzialmente alle spese con una sottoscrizione volontaria annuale che sarà lanciata a giugno.
Iniziativa sarà comunque distriouito nel palazzo, nei reparti, negli altri quotidiani milanesi. Diverso dovrà essere, crediamo, l'impegno di chi lo legge.
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Supp. ■ .Milano Oggi» . Rad.: V. Volturno, 33 - Dir.: Bruno EnrioDi Rag. Tr lb. Milano n. 297/67 - Spesi. in abb. post. gr. III . Tipografia T.E.MI. . Milano