Notiziario sindacale9

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Notiziario Sindacale

Bollettino Unitario del Consiglio di Fabbrica - Gruppo G. T. E. N.

Iniziamo. con questa edizione, nell'ambito del coordinamento stabilito di recente, un giornale unitario dei lavoratori del gruppo G.T.E., comprendente, per ora, solo gli st abilimenti del Nord.

Come prim o numero, data l'attuale situazione esistente nelle 3 aziende del gruppo riteniamo utile presentare le 3 piattaforme che in questi giorni sono state oggetto di discussione e approvate dalle assemblee 410dei lavoratori.

Il contenuto delle richieste tende ad unificare il trattamento diverso oggi esistente tra le 3 aziende del gruppo, per arrivare in un futuro non lontano su comuni obiettivi per cui lottare. Quando avremo raggiunto questi obiettivi e la lotta sarà comune non sarà più una sola fabbrica ma tutta la G.T.E. a chiedere e lottare per gli stessi obiettivi. Ecco perchè è importante sin d'ora l'impegno di tutti i lavoratori per portare avanti nella propria azienda le rivendicazioni che sono in discussione in questo momento.

Piattaforme rivendicative del gruppo

G. T. E. - Cassina

Miglioramenti economici: L. operai, 15.600 impiegati. Eliminazione 4' Cat. operai. Passaggio dalla 4' alla 3 cat. dopo determinata anzianità. Ambiente di lavoro - nocività.

• Sabato non conteggiato nelle Condizioni di miglior favore lavoro impiegati). Diritti sindacali.

G. T. E. - Autelco

75 orarie impiegati ferie. (orario di

COMELIT - G. T. E.

Premio di produzione. Incentivo. Quattordicesima mensilità.

Straordinari impiegati di prima Cat. Ambiente di lavoro. Diritti sindacali Franchigia sui ritardi.

9) Retroattività a partire dalla data d'acquisizione cioè 1.7.1970.

Si rivendica inoltre un aumento di L. 75 orarie per tutti gli operai e 15.600 per tutti gli impiegati.

Dopo varie assemblee di reparto è stato deciso di portare le richieste all'Assolombarda, le quali sono: Aumento del premio di produzione di L. 50.000 per tutti (per gli impiegati la stessa cifra ripartita in modo inversamente proporzionale alla categoria).

Abolizione 5' e 4' categoria operai e 4' categoria impiegati).

Sabato festivo a tutti gli effetti.

Miglioramenti al trattamento dei lavoratori-studenti ed eliminazione delle discriminazioni.

SOMMARIO

TRE PIATTAFORME RIVENDICATIVE DEL GRUPPO G.T.E.

DOCUMENTO

SUL PROBLEMA DEGLI IMPIEGATI STATUTO DEL CONSIGLIO DI FABBRICA

SITUAZIONE DOPO LA PRIMA TRATTATIVA IN ASSOLOMBARDA PER « AUTELCO » DEL 28/10/70.

Avanti verso I' unità di tutti i lavoratori
1970
novembre

LE ASSEMBLEE DI REPARTO

Si sono tenute, nei giorni scorsi, le asseniblee di reparto allo stabilimento GT.E. di Cassina.

Il dibattito che ne è scaturito costituisce già di per sià, • un episodio valido di democrazia di base che interpreta lo spirito nuovo che deve animare ogni istanza sindacale e politica di fabbrica.

Le risultafize emerse da queste assemblee hanno fatto registrare un largo e sostanziale consenso attorno alla proposta di piattaforma elaborata da C. d. F.

Ma questi dati ririlarrebbero privi di significato, se non ne dessimo un commento chiarificatore.

Va detto che alcuni settori della fabbrica non hanno recepito a pieno il significato democratico e popolare della richiesta d'aumento salariale: pare persino impossibile dover ancora ribadire che, se il salario è insufficiente ai fabbisogni del lavoratore, la sola via valida da battere è quella di chiedere un adeguamento della retribuzione.

Su queta tematica si apre ora un discorso ben più ampio: se è legittimo chiedere un aumento di salario, è pur doveroso, da parte della classe lavoratrice. cautelarsi da ogni manovra tendente a riassorbire le sue conquiste nell'arco di breve tempo.

E noi oggi abbiamo gli strumenti validi per difenderci:

Attraverso la lotta per le riforme che, alla loro attuazione, si tradurranno in un effettivo miglioramento della condizione operaia.

Attraverso l'intelligente gest ione degli strumenti sindacali di fabbrica, già conquistati con le lotte d'autunno.

Se veramente vogliamo una fabbrica e una società a misura dell'uomo, dobbiamo saper rendere funzionali ed efficienti le strutture democratiche operaie, cogliendo integralmente lo spirito del reale potere politico dell'istituto del delegato di reparto e del C. d. F. Pertanto affermiamo senza riser-

AUTELCO

ve che non si conseguono aumenti salariali validi, disgiunti da un effettivo potere politico dei lavoratori nella fabbrica.

Questo è un punto di importanza primaria, che deve essere ben presente ad ogni lavoratore nella lotta che andiamo ad intraprendere e nelle lotte che la classe lavoratrice sosterrà nel tempo a venire.

Riteniamo inoltre di dover porre un particolare accento — ove fosse necessario — alla esigenza di condurre la lotta unitariamente l'interno della fabbrica; e qui, per unità, intendiamo non certo quella sindacale che già esiste ed opera con successo, quanto invece alla unità — inscindibile sul piano della reale oggettività — tra gli operai e gli impiegati: tutti condizioniiih dallo stesso processo produtti~ sia pure in forme diverse.

Ma, ripetiamo, la diversità non sussiste in alcuna misura sul piano delle esigenze rivendicative: chi sostenesse una tesi contraria commetterebbe un errore politico e sindacale tra i più gravi e pericolosi.

L'assemblea delle lavoratrici della

Premio di produzione: Per gli G.T.E . operai perc. fissa dell'11,5% (pagato su paga base più cottimo), più L. 28.000 a fine anno integrando l'attuale fascetta di L. 4,30/ora per le ore lavorate durante l'anno. Per gli impiegati: aumento medio di L. 18.000 annue così ripartite: cat. L. 16.000, 2' cat. L. 17.000, 3' cat. L. 18.000 e per tutti gli alttri L. 21.000.

Disponibilità ad esaminare benevolmente almeno 15 casi al mese.

NO per il sabato festivo. NO per gli studenti.

A questo punto l'assemblea dei lavoratori decideva la sospensione immediata di tutte le ore straordinarie riservandosi in seguito di intensificare la lotta, della quale vi terremo informati.

Viste le irrisorie offerte fatte dalla direzione occorre la compattezza di tutti i lavoratori (installatori compresi) per vincere l'irrigidezza della Direzione.

Alle irrisorie offerte della Direzione i lavoratori rispondono con la lotta

IL PUNTO SULLA PIATTAFORMA RIVENDICATIVA

Prendendo lo spunto da un dibattito sorto spontaneo tra i delegati di reparto, la Redazione del Giornale unitario crede di fare cosa gradita a tutti i lavoratori della G.T.E. riportare alcuni punti salienti:

Domanda: Volendo fare il punto sulla reale situazione aziendale, dove siamo arrivati e cosa ci proponiamo di fare?

Risposta: Per quanto concerne la rivendicazione integrativa aziendale crediamo, come del resto è a tutti noto, che tale problema non abbia risparmiato alcun lavoratore o lavoratritce della G.T.E., a testimoniare quanto sopra basta ricordare la discussione e la partecipazione delle assemblee di Rep. dile Ufficio. Per quanto riguarda inwvece gli obiettivi, tutto quello che possiamo sin da ora proporci, è la comune volontà di riprenderci, se non tutto, almeno una parte di quanto c'è stato tolto con l'aumento dei prezzi, dall'autunno sindacale a questa parte.

Domanda: Secondo il tuo punto di vista la discussione nelle ascome si suol dire addomesticata, semblee di reparto è stata facile, oppure ci sono stati contraddittori con delle argomentazioni contrarie alle vostre?

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Risposta: Cercheremo di rispondere con estrema obbiettività, sebbene (questa domanda) presenti una certa difficoltà. Per quanto riguarda le assemblee degli operai non abbiamo trovato contraddizione alcuna. non per il fatto che gli operai sono « i soliti creduloni » come a qualcuno piace spesso pen_ sare, ma appunto perchè in essi c'è stata e sempre ci sarà una maggior sensibilizzazione verso il movimento di classe, derivante certamente dalle proprie condizioni di vita e di lavoro. Il discorso non cambia di molto in verità per alcune assemblee degli impiegati.

Domanda: Quali sono state le argomentazioni portate avanti dagli operai, e quali invece quelle degli impiegati nelle assemblee?

Risposta: Fare un elenco di tutti gli argomenti trattati durante le assemblee non basterebbe il tempo a nostra disposizione, ma possiamo certamente analizzarne qualcuno: ad esempio, era quasi scontata l'esigenza di un aumento salariale, sia per gli operai che per gli impiegati; scontata era la necessità di mettere finalmente ordine su quel problema scottante dell'inquadramento professionale, cioè le categorie, eliminando, tanto per cominciare, quelle più basse. Un argomento maggiormente sentito è

stato pure quello inerente all'ambiente di lavoro. Il problema dello spazio ad esempio come pure quello delle lavorazioni nocive in ambienti poco arieggiati, visite mediche trascurate o non periodiche, reparti freddi d'inverno ed afosi in estate, uffici superaffollati e poco igienici. Potremmo continuare accennando ad altri problemi, come ad esempio: diritti sindacali - cottimi _ orario di lavoro - ed altri ancora, che per ragioni obbiettive non ci si può dilungare oltre, anche perchè, e qui cerchiamo di accontentare i soliti facinorosi, questi ultimi problemi sono stati oggetto di accese discussioni che a nostro avviso vanno chiarite in sede di assemblea generale.

Domanda: Bisognerà pensare ad una strategia da seguire? Che tipo sarà!?

Risposta: Tanto per cominciare precisiamo subito che la prima mossa la dovrà fare la nostra Direzione, infatti per il 10.11.70 scade il termine utile per una convocazione del Consiglio di Fabbrica. Il futuro noi non possiamo prevederlo; una cosa è certa, e cioè, che noi adegueremo la nostra strategia a seconda della risposta che la G.T.E. darà in sede di prima convocazione.

Prima Conferenza provinciale dei Consigli di fabbrica

NOVEMBRE AL PALAZZETTO DELLO SPORT DI MILANO

BOZZA DELLO STATUTO

DEL CONSIGLIO DI FABBRICA

— IL CONSIGLIO DI FABBRICA

Il C.d.F. è la nuova struttura sindacale unitaria, espressione di tutti i lavoratori, strumento dell'autodeterminazione della classe operaia delle condizioni dei lavoratori in fabbrica e nella società, momento di sensibilizzazione e di direzione politica.

nicazione alla Segreteria che stende l'O.D.G.

— FUNZIONI E COMPITI DEL C. d. F.

E' compito del C.d.F.: coordinare ed elaborare in stretto collegamen_ to con i lavoratori tutta l'attività sindacale della fabbrica (problemi aziendali, di reparto, individuali, formazione politica, vertenze, ecc.)

4. — OBIETTIVI DEL C.d.F.

Estensione della tutela e delle ore retribuite a tutti i componenti il C.d.F.

Nomina da p,ii te del C.d.F della delegazione alle trattative con i padroni.

Superamento della C. I. o comunque elezioni su lista unitaria. decisa dal C.d.F.

N.B. — Approvato dal C.d.F. della G.T.E. AUTELCO il 24-10-70.

Il C.d.F. è composto dalla C.I., dai delegati eletti e da tutti i lavoratori disponibili a partecipare attivamente. Questi ultimi faranno parte del C.d.F. su decisione del C.d.F. stesso.

I delegati sono eletti dalle assemblee di reparto o ufficio e devono tenere uno stretto contatto con i lavoratori dei reparti stessi.

I R.A.S. sono eletti dal C.d.F. La Segreteria è eletta dal C.d.F. Tutti gli organi e i componenti il C.d.F. sono revocabili in ogni momento dall'organismo che li ha eh tti.

In ogni caso dopo un anno dalla elezione è opportuno una verifica. Le elezioni dei delegati si fanno di norma con biglietto bianco a scrutinio segreto.

Il C.d.F. a maggioranza dei 2/3 dei componenti può, per motivi gravi, decidere la sostituzione di un membro del C.d.F. nel caso si tratti di un delegato di reparto o ufficio si deve dare preventiva comunicazione all'assemblea del reparto o ufficio interessato.

Il C.d.F. si riunisce una volta alla settimana e i componenti dello stesso devono essere preventivamente informati dell'ordine del giorno; inoltre il C.d.F. viene convocato ogni volta lo si ritenga necessario.

Alle riunioni del C.d.F. possono partecipare tutti i lavoratori.

Il C.d.F. è convocato dai membri del consiglio stesso previa comu-

Promuovere incontri con altre fabbriche anche di altre categorie per verificare le proprie esperienze.

Promuovere iniziative atte a risolvere problemi collegati alla vi_ ta del lavoratore nella fabbrica e nella società.

Contribuire con un serio dibattito alle scelte ed alla elaborazione delle linee politiche sindacali.

Gestire il modo in cui viene effettuato il tesseramento sindacale.

Nominare i membri del comitato di coordinamento con le altre aziende del gruppo G.T.E.

Il controllo politico del giornale di fabbrica e la nomina della redazione.

Il C.d.F. deve portare con voce unitaria in tutta la fabbrica i problemi che sorgono a livello aziendale o di reparto, su questi problemi il delegato di reparto ha il dovere di intervenire senza prendere decisioni che possono condizionare poi le scelte di tutta la fabbrica.

In questo caso le decisioni debbono essere prese da tutto il C.d.F. al quale il delegato ha il dovere di sottoporre il problema e il diritto di chiederne l'esame.

Quindi i problemi singoli di reparto o di ufficio, per evitare iniziative personali che porterebbero l'azione sindacale nel corporativisrno, devono essere oggetto d'esame da parte del C.d.F. ed inquadrati nel discorso più generale.

Il problema degli impiegati •

Nel contesto del nuovo ruolo e della nuova struttura che il C.d.F. va ad assumere, il C.d.F. stesso deve farsi carico del problema degli impiegati, non certo in termini corporativi, ma alla luce della oggettività più stringente. L'introduzione dei sistemi tecnologici sempre più avanzati. La necessità che la moderna industria presenta, di razionalizzazione sempre maggiore del lavoro intellettuale, introduce un incalzante processo di proletarizzazione tra la classe dei lavoratori tecnici. Questa loro n va condizione, ancorchè non tutto avvertita, avvicina sempre più i problemi del tecnico e dell'impiegato a quelli dell'operaio: alienazione della forza lavoro, parcellizzazione del lavoro stesso, condizioni di lavoro sempre più frustrate, fino a giungere con la programmazione al paradosso della cottimizzazione dei cervelli.

Pertanto alla illusione che l'impiegato ha di essere un privilegiato del sistema, fa riscontro la real tà oggettiva che lo vede sfruttato al pari dell'operaio. Di qui la necessità imporogabile di conquistare questi ceti medi ormai proletarizzati alla causa operaia.

— STRUTTURE DEL CONSIGLIO DI FABBRICA

Avanti verso l'unità di tutti i lavoratori

Notiziario Sindacai

n. 4

Bollettino unitario del Consiglio di fabbrica - Cassina de Pecchi GT

L' ambiente di lavoro

COME LO VEDONO I PADRONI

Nostra credula convinzione era che i premi, cotillons, e lucette colorate fossero prerogativa delle sagre paesane e feste del santo patrono. Veniamo inveoe a sapere, dal documento stilato dall'ing. Parisi, dopo una riunione della CommisMone Paritetica (?) per l'ambiente di lavoro, essere questi gli strumenti che, nelle intenzioni della direzione, dovrebbero provvedere alla prevenzione degli infortuni ed al risanamento dell'ambiente di lavoro. Sì, ma le luci? Semplice: servono a indicare i reparti dove gli operai hanno versato più sanl

ue; e perchè? Ovvio: nel docunto si trova anche questo: - si e i ette bene in rilievo che la responsabilità degli incidenti sul lavoro è di TUTTI »: operai e padroni.

Arrivati a questo punto c'è ,da chiedersi se veramente si stia sc1rzando, perchè ci rifiutiamo di cre-

dere che queste siano cose serie. Sarebbe istruttivo sentire, a questo proposito, il parere di un muratore caduto dal 5' piano, o di un fonditore coi polmoni foderati di silice; o magari di quel fresatore che giorni fa ha lasciato andare distrattamente » la mano sotto la fresa.

No, sig. Parisi; non è vero che gli operai che si fanno male sono distratti. Sono attentissimi a fare il cottimo, per portare a casa un salario sempre più inadeguato alla necessità. E se qualche volta capita che lascino una mano sotto una trancia, non è per « distrazione »: ci piacerebbe vedere i riflessi di qualche dirigente dopo otto ore di cottimo. Vorremmo vedere un po' i « padroni alle presse », per verificare la loro forma atletica dopo una giornata in produzione. E' ben vero, quindi, che l'ope-

raio che riesce a NON farsi male è bravo. Ma invece di dare a lui un premio per ogni volta che NON si fa male bisognerebbe assestare una bastonata a chi ha progettato quella macchina in quel tal modo che, — guarda caso, — fa tanto comodo al capitale. Perchè, — lei lo sa, è ingegnere, — ai nostri ingegneri la scuola di classe insegna che una macchina va progettata col solo scopo di produrre quanto più sia possibile, perchè all'industriale « costa meno indennizzare un operaio infortunato che far produrre à ritmi più umani ».

Perciò vede, ing. Parisi, che non è vero che la responsabilità degli infortuni sul lavoro è di tutti. Questa è una mistificazione che serve, — sì e no, — a tranquillizzare la coscienza dei padroni. Perciò non ci sta bene; noi la respingiamo e lei stesso farebbe bene a rinnegarne la paternità.

IL LAVORAToRe SI DIFEhME

DALLO SFRUTTA h E DITO DE l

PADRoPal pARAssi-ri

Ougne

AMBIENTE DI LAVORO: COME LO VEDONO GLI OPERAI

Con l'ultimo accordo integrativo aziendale, si è costituito un comitato paritetico per l'antinfortunistica con lo scopo di promuovere e controllare !Cattività necessarie per un costante nniogioramento dell'ambiente di lavoro.

Dopo pochi mesi di attività, però, esso risulta essere chiaramente uno strumento con il quale la direzione crea nei dipendenti l'illusione di un reale miglioramento dell'ambiente di lavoro.

In realtà esso è un mezzo per controllare e arginare il problema cercando di evitare una nuova rivendicazione a livello sindacale, apportando quelle leggere modifichd che le permettono di tacitare tutti. Le modifiche apportate non servono altro che a creare uno stato di soddisfazione nei lavoratori che vedono la direzione impegnata a migliorare il loro ambiente.

Attualmente il Comitato è paritetico solo di nome ma non di fatto: carenza numerica - 9 rapo. della direzione; 3 rapp. dei lavoratori; 2 consulenti. I rappresentanti dei lavoratori sono investiti di poteri decisionali come gli altri membri del

comitato: questo in teoria; in realtà hanno un potere decisionale solo per iniziative di scarsa importanza; per decisioni più gravi sono automaticamente esclusi: esse vengono prese a livello presidente e capi sezione e ai rappresentanti dei lavoratori viene solo presentato un piano per risolvere il problema. Non si pongono, quindi, nemmeno delle alternative.

Proprio perchè in questo modo i rappresentanti dei lavoratori vengono giocati (l'ing. Parisi si batte perchè i tre rappresentanti non facciano una questione politica del problema) è necessario combattere perchè i tre rappresentanti in questo comitato paritetico vengano considerati come rappresentanti sindacali (correggere nell'accordo: vengono eletti 3 rappresentanti dei lavoratori): quindi le decisioni da parte del sindacato sono demandate, sempre, al consiglio di fabbrica. Quindi il comitato diventa uno strumento di lotta dei lavoratori per intervenire nella modificazione della situazione ambientale, provo-ata da tutto un insieme di scelte basate sulle esigenze sa-

nitarie, ambientali, antinfortunistiche...

A questo scopo è necessario far ammettere nel comitato esperti sindacali (medici, esperti in genere) facendo in modo di collegare questo genere, di lotta in fabbrica con la lotta per la riforma sanitaria che deve prevedere l'ingresso in fabbrica delle autorità sindacali locali.

Con l'accettazione del comitato paritetico, la direzione ha accettato il concetto secondo il quale i lavoratori devono avere il diritto e la possibilità di intervenire sui problemi dell'ambiente. Questo diritto e questo potere vanno inquadrati all'attivo di tutto il sistema sanitario nazionale, per il qua sindacati e i lavoratori si batt da tempo.

In realtà i problemi affrontati derivano da scelte padronali che, avendo come scopo la massimizzazione del profitto, non tengono in alcun conto le necessità dei lavoratori relative a questi problèmi è si sono sempre opposti a soluzioni veramente valide portando sempre una alternativa a loro vantaggio.

Basta con le bombe • Basta coi fascisti

Il mese scorso è stata sospesa la manifestazione fascista della cosiddetta • maggioranza silenziosa ». La Questura l'ha proibita, — bontà sua, — per gli attentati fascisti alla federazione del PSI e ad una sede del PCI.

Ora noi chiediamo al questore: per impedire un corteo fascista, che è una provocazione alla classe operaia ed un insulto alla Costituzione, erano proprio necessari gli attentati di venerdì notte?

Ma i fascisti non sono solo quelli che lancianobombe; affrontiamo il problema più in generale, si pos-

sono vedere le collusioni, le convivenze, i rapporti tra FASCISMO, PADRONI, GOVERNO, MANCATE RIFORME.

Certamente molti si saranno chiesti come sia stato possibile che, nel giro di poche settimane, qualche rottame fascista, sia pure con l'aiuto di qualche giornale collaborazionista — la Notte di Milano, il Tempo di Roma — mettesse insieme ben due cortei fascisti. Basta riflettere sugli eventi occorsi negli ultimi tempi, per dare un senso ad un mosaico a prima vista in correlato.

Gli avventurieri fascisti, alleati a qualche miliardario, — pure' fascista, — per mesi e mesi attentano alle istituzioni democratiche con la sovversione a Reggio, a Catanzaro, a l'Aquila; contemporaneamente il torturatore di Partigiani, Valerio Borghese, prepara il suo colpo di stato. Sulle piazze del Sud la teppaglia fascista viene battuta dal senso di responsabilità e di democrazia delle masse popolari; in seguito anche il • repubblichino Borghese viene smascherato. DI fronte a questi clamorosi fallimenti i fascisti pensano bene di mutare

tatica; non più sedizione aperta; ma il meno rischioso e più redditizio • legalitarismo »; al quale occorre però una • base di massa ». Di qui il febbrile lavoro per coinvolgere, nei cortei di Roma e Milano al fianco dei picchiatori del MSI, tutti coloro che, da una involuzione reazionaria del Paese, avrebbero solo da guadagnare: quelle forze economiche, cioè, oggettivamente avverse alle Riforme (come speculatori edili, • baroni » di ogni mafia burocratica e di sottogoverno, esponenti di partiti della stessa maggioranza governativa, che ne sono l'emanazione politica.

Per avere la misura della potenza it; di questi interessi basti ricordare che il grande capitale è legato alla speculazione e che, insieme, riescono a far giungere i loro « dictat » a livello talmente alto, m4a far recedere il governo Colom% dagli impegni assunti con I Sindacati; altro che • sciopero inutile » quello del 7 aprile!

Come si vede I fascisti, i padroni, gli speculatori, e parte della stessa maggioranza di governo, so-

no tra loro legati indissolubilmente; ed all'occorrenza fanno fronte comune, pur di veder salvi i propri interessi.

E' contro questo disegno politico di fondo che dobbiamo unirci per opporre alla violenza fascista, ed alla impudenza dei loro mandanti, la volontà popolare e democratica di attuare le riforme di struttura.

BOLLETTINO DI CONTROINDICAZIONE DEMOCRATICA

a cura del comitato dei giornalisti per la libertà di stampa e per la lotta contro la repressione Il, n. 5 (10) Milano, 15/5/1971

SI FINANZIA A MILANO LA MAGGIORANZA SILENZIOSA »

La seconda sfilata della • maggioranza silenziosa », quella che poi non si fece sabato 17 aprile, era stata finanziata con una ventina di milioni, provenienti in massima parte dagli industriali Carlo

Sottobraccio coi fascisti

Pesenti (Italcementi) e Giovanni Borghi (Ignis), dal senatore fascista Gastone Nencioni, tesoriere del M.S.I., dall'industriale farmaceutico Guido Bracco, dalla famiglia Isolabella, dall'avv. Bruno Jovene, dall'ing. Giuseppe Biagi e inoltre dal commerciante Piero Bicchi, dall'e Unione Monarchica Italiana », Guido Pasqualino di Marino, e dalla contessina Elena Manzoni di Chiosca. Questi ultimi sono i fondatori e organizzatori del circolo lan Palach di via Porta Nuova divenuto sede del • Comitato anticomunista ». Tra i giornalisti hanno propagandato l'iniziativa soprattutto il direttore della Notte, Vittorio Reali e Bruno Borlandi dello stesso giornale, Rusconi editore e direttore di Gente, Paolo Occhipinti direttore di Novella, Olivieri, direttore di Arianna, Gualtiero Zanetti direttore della Gazzetta dello Sport. Tra i politici, hanno aderito i socialdemocratici Vittorio D'Ajello e Italo De Feo, i democristiani De Caroliak Migliori e Melzi d'Eril, il liberale Vitaliano Peduzzi e il noto avvocato Benito Bollati.

ULTIMO AVANZO DI UNA STIRPE INFELICE n
Tosto sommato avrebbero fatto maglio a stato zitti amara va p»

Schediamoli pure gli impiegati e il " nuovo corso delle direzioni „

Da qualche tempo è in corso in ogni ufficio dello stabilimento un confronto di opinioni per quanto attiene lo spirito ed il tramite col quale la direzione intende inquadrare o meglio incasellare ogni impiegato.

E' doveroso, da parte nostra e in questa sede intervenire, nel merito di questa discussione.

A nessuno, riteniamo sia sfuggito, pur scorrendo velocemente quelle poche cartelle dattiloscritte della direzione del personale, quale sia lo spirito che ha suggerito una tale operazione.

E' fin troppo evidente l'intento e l'obiettivo che i zelanti codini della direzione del personale, si sono prefissi su mandato della direzione, nell'architettare questa sorta di schedatura di nuovo stampo. E' questo un nuovo e se pure non raffinato metodo per portare anche la nostra azienda a livello di altri grandi complessi industriali, laddove già da tempo si persegue il massimo efficientismo, su basi rinnovate.

Basi e criteri rinnovati che altro non si propongono se non di ottenere sempre maggiori profitti, respingendo qualsiasi benchè minima interazione da parte di chi del profitto stesso ne è l'artefice in prima persona.

Le maestranze, operai e impiegati tutti, « debbono contare sempre di meno questo lo spirito dell'operazione della direzione aziendale.

Via via che le moderne tecniche produttive, impongono un progressivo incremento numerico e percentuale di impiegati, da parte delle direzioni aziendali si avverte l'assoluta necessità di pianificare e spersonalizzare anche questa fascia di lavoratori. Lavoratori questi che fin.a pochi anni fa venivano adoperati, è proprio il caso di usare questo verbo, a guisa di difensori garanti della politica padronale. Ora basta, sopo troppi e costano troppo, quindi debbono essere anch'essi nella loro stragrande maggioranza, ridimensionati e relegati in posizione di supina accettazione.

Altro che uniformità ed equità

di giudizio d'Egitto!, questa è pianificazione esasperata delle persone ed efficientismo a basso costo punto e basta!

Basta scorrere il modulo che dovrebbe contenere le formulazioni dei giudizi, per notare in quale considerazione umana venga tenuta la personalità di un individuo, in tutta la sua complessità, rapportandola allo spazio che si ritiene sufficiente a delineare oltre alle sue capacità professionali, addirittura anche quelle di prospettiva.

E' evidente che se quelle poche righe sono state ritenute sufficienti, il lavoratore è considerato proprio esclusivamente alla stregua di uno strumento materiale e nient'altro. Se comunque di ciò ce ne eravamo già resi conto, oggi le restiamo convinti con una prova di più alla mano.

NOTE

(*) Il nostro giornale di fabbrica assume un significato tanto più democratico, quanto più allargata è la partecipazione alla stesura degli articoli. Chiunque desideri scrivere un articolo, od una « lettera alla redazione s, è invitato a consegnare gli scritti al proprio DELEGATO di REPARTO, che li farà pervenire al CdF ed alla redazione.

Una prova concreta che ci tocca tutti indistintamente, e non sarà certo la corsa ad acquistare una crocetta fatta dal superiore diretto, sotto una certa qualifica piuttosto che sotto un'altra, che sposterà l'ago della bilancia a nostro favore.

E' nei nostri auspici che anche prendendo spunto da queste brevi considerazioni, si sviluppi in seno alle maestranze, un dibattito vivace costruttivo per bloccare e respingere creando un'alternativa, questo nuovo strumento, di per sè umiliante, che la direzione aziendale intende usare contro di L'acquisire una dimensione urna. il sentirci veramente degli uomini delle donne responsabili, anche nel lavoro, è un nostro sacrosanto diritto, che dobbiamo conquistarci difendere.

Sono stati strappati ultimamente alcuni manifesti sindacali, antifascisti ed anche alcuni avvisi dalle bacheche.

Chi non condivide il contenuto di tali manifesti è pregato di esteriorare ii suo pensiero nel luoghi opportuni, al fine di fare almeno una critica costruttiva.

A meno che non sia la solita guardia, sorpresa, nell'atto, da attivisti sindacali, ricordiamo ai lavoratori dissidenti che il C.d.F. è aperto a tutti, che in quella sede si debbono esprimere e dibatte* tutte le possibili opinioni e che già attualmente vi fanno parte come delegati moltissimi lavoratori noe iscritti ad alcun sindacato.

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