Privilegiata la linea dei servizi di zona
Larga convergenza di voti favorevoli, dal P.R.I. a D.P. - Contrari D.C. e P.L.I.
-Denunciate le inadempienze governative in materia di finanze locali
Malgrado un'opposizione, che ha assunto a volte anche toni rissosi, del gruppo democristiano, che peraltro non ha avanzato proposte alternative o migliorative, il Consiglio di Zona 19 ha approvato a larga maggioranza, con il voto favorevole dei gruppi comunista, socialista, repubblicano e demoproletario, per un totale di circa i due terzi dei consiglieri presenti (contro hanno votato democristiani e liberali), il suo bilancio per il 1981 ed il bilancio poliennale per gli anni 1981 - 82 - 83 con una previsione di spesa di 5 miliardi e 590 milioni di lire per il solo 198 1, di 8 miliardi e 550 milioni per il 1982 e di 9 miliardi e 824 milioni per il 1983, per un totale di 23 miliardi e 964 milioni di lire nel triennio, ripartiti secondo un dettagliato piano di interventi.
Si tratta di un bilancio coraggioso che — come è stato fatto rilevare nel corso del dibattito seguito alla relazione introduttiva del consigliere Michele Colacicco, coordinatore della Commissione bilancio — rappresenta una grossa novità rispetto al passato in quanto và a programmare gli interventi in modo non più episodico, ma tenendo il passo con lo sviluppo della città attraverso una pianificazione, che si propone, con un preciso progetto politico, di porre rimedio ai guasti provocati negli anni sessanta da uno sviluppo urbano disordinato, che ha favorito la speculazione e creato in peri-
feria quartieri privi di servizi.
Si è venuto così a creare, rispetto all'insorgere della domandaa, un enorme ritardo nel dotare i quartieri di periferia, come i nostri, dei necessari servizi, che comunque il Consiglio di Zona 19 intende realizzare secondo una precisa linea che si è dato e che ha riconfermato con il suo programma approvato nell'ottobre scorso.
Una programmazione flessibile
Tale obiettivo di fondo lo si ritrova nel bilancio poliennale, che prevede per il 1981 soltanto
ASSEMBLEA PUBBLICA A S. SIRO
DISCOTECA? GRAZIE NO!
Per iniziativa del "Comitato Contro la Discoteca Quartiere S. Siro" (cui aderiscono il CAF, la FGCI, il PCI, il PSI e cittadini del quartiere) si è tenuta 1'11 marzo scorso un'assemblea pubblica nel corso della quale sono stati denunciati i disagi che la presenza in via Ricciarelli di una discoteca arreca agli abitanti del quartiere.
Al termine di un ampio dibattito l'assemblea ha votato all'unanimità una mozione con cui si chiede alle autorità preposte di intervenire d'urgenza per la risoluzione del grave problema chiedendo loro altresì di valutare la possibilità di revocare la licenza.
Dopo l'assemblea un corteo di cittadini, consiglieri di zona ed esponendi politici si è recato fino in via Ricciarelli per una civile manifestazione di protesta contro la presenza di una struttura che il quartiere ritiene non rispondente alle sue necessità e fonte di gravi problemi per gli abitanti delle strade adiacenti.
IL SERVIZIO A PAG. 3
Due mesi per una visita
Nonostante l'arrivo del nuovo medico, questi non potrà iniziare il suo lavoro che dopo l'inizio di giugno. In crisi l'assistenza sanitaria del consultorio
quegli interventi per i quali sono possibili entro quest'anno la programmazione, la progettazione e la realizzazione. Per i due anni successivi, 1982 - 83, è stata prevista una flessibilità della programmazione, che renderà possibile un'ulteriore pianificazione, nel cui ambito si potrà, se sarà ritenuto necessario, anticipare o posticipare gli interventi previsti tenendo conto delle esigenze emergenti con una continua verifica e revisione delle previsioni. Certo ora resta da verificare la fattibilità di tale bilancio che risente — come si è fatto rilevare da più parti ed in primo luogo dalla maggioranza — del fatto che ha dovuto essere approntato (per soddisfare disposizioni ed impegni precisi) in carenza di precise indicazioni in cifre di quanto l'Amministrazione comunale potrà stanziare per le singole zone. Ciò deriva dal fatto che il Comune di Milano non è ancora in grado di sapere di quanti soldi potrà disporre quest'anno in quanto il governo nasegue in ultima
Dopo lunghissime pressioni degli utenti e del comitato di gestione finalmente verso il 20 dello scorso febbraio è arrivata al consultorio una lettera del Comune di Milano nella quale il dott. Voipato, ufficiale sanitario responsabile dei consultori milanesi all'interno della Ripartizione Igiene e Sanità, comunicava l'assegnazione del dott. Michele Meschia al consultorio per un totale di otto ore settimanali di lavoro a partire dal 2 marzo.
Alla notizia è seguita una soddisfazione generale del Comitato di gestione per l'obiettivo raggiunto e per l'avvicinarsi della risoluzione dei problemi del consultorio. Ancora adesso quattro ginecologi del S. Carlo si avvicendano con tre ore settimanali ciascuno. Ma il loro lavoro non è sufficiente e le otto ore del nuovo medico appena assegnato sembrava potessero risolvere definitivamente il problema dei due mesi di prenotazione ora necessari per potersi sottoporre ad una visita ginecologica. Ma presto al primo incontro con il dott. Meschia, il Comitato di gestione si rendeva conto che i problemi non erano ancora risolti. La Ripartizione Igiene e Sanità aveva assegnato il nuovo medico senza preventivamente interpellarlo, ed il dott. Meschia si era precedentemente assunto segue in ultima
Ciò che ci preoccupa
In questi ultimi tempi abbiamo assistito ad una tendenza del gruppo democristiano al Consiglio di Zona 19 ad un'opposizione più rissosa che propositiva, quasi che tale gruppo volesse riproporre nella nostra circoscrizione l'atteggiamento che dal 1975 la D.C. ha assunto al Consiglio Comunale di Milano. Intendiamoci, non è che noi vogliamo negare ad alcuno il diritto di porsi all'opposizione come meglio crede o può. Non è questo che ci preoccupa. Ciò che ci preoccupa è altro. Sono i continui ricorsi al voto di fiducia (che mal nasconde la sfiducia del governo verso la maggioranza che lo sostiene), certi atteggiamenti del governo che sembra voler mettere in sottordine il Parlamento (come nel caso del secondo decreto sulle finanze locali quando ha riproposto norme che già erano state bocciate nel primo), il porsi dello stesso governo Forlani come unico governo possibile facen-
do intravvedere la minaccia di elezioni anticipate in caso di sua caduta. Ci preoccupano certi "veli" democristiani contro trasmissioni televisive già programmate, la linea "dura" assunta dalla Confindustria nei confronti dei sindacati e tanti altri episodi ancora, non ultimi (anzi proprio il contrario) certi atteggiamenti assunti dal neo presidente americano Reagan con un linguaggio che il presidente della nostra Repubblica, Sandro Pertini, non ha esitato a definire quanto meno "un po' provocatorio".
Non vorremmo che tutti questi episodi non fossero altro che i sintomi emergenti di un unico, grande disegno restauratore mirante a farci tornare indietro di trent'anni, a tempi della guerra fredda sul piano internazionale e dello scontro di classe sul piano interno. È questo ciò che ci preoccupa.
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h PARCO DI TRENNO OPERAZIONE SERRA FrELL2_ in questo numero IL RUDERE DEI BUSSI righBLEMA È LA GOVERNABILITA' SOSTENIAMO LA LEGGE 194 LA RESISTENZA NELLA NOSTRA ZONA UN LUNA PARK FISSO A S. SIRO? '1! ANNO V - N. 4 - Aprile 1981 MENSILE DI INFORMAZIONE POLITICA E CULTURA L. 300
L'APPROVAZIONE
CON
DEL BILANCIO POLIENNALE
AL CONSULTORIO DI VIA ALBENGA
La casa di vetro
Facciamo i conti in tasca ai Consiglieri di Zona
QT8: trasporti a caro-prezzi Donare il qualisangue: i rischi?
Sicura di interpretare i sentimenti di tutto il quartiere 0. T.8, del Gallaratese, degli stessi conducenti A.T.M. aventi causa, desidero porre l'attenzione del Consiglio di Zona 19 al problema trasporti nella nostra zona e chiedo espressamente il ripristino della line a n. 71, così come in passato collegava la zona ora servita dalla metropolitana alla P.za Sicilia, o almeno il prolungamento del percorso attuale dal P.le Stuparich alla P.za S. Maria Nascente.
La mia richiesta si avvale di ben sei valide motivazioni:
Le persone anziane ed anche altri cittadini per ragioni di salute non sono in grado di potersi servire della metropolitana e non hanno, per raggiungere il centro, altro mezzo che il dispendioso taxi;
II capolinea attuale della 71 obbliga l'autobus a girare per il senso unico di Via Scarampo, strada stretta, spesso intasata e disagevole per la guida di automezzi pesanti, con conseguente ritardo nel raggiungimento del relativo capolinea e lo stesso dispendio di benzina e tempo che se si fosse mantenuto il vecchio percorso;
Un collegamento rapido dolla P.za Wagner funzionerebbe da deterrente all'attuazione di prezzi superiori oltre il 20% nel mercato rionale Q.T.8 rispetto a quelli riscontrati negli altri mercati limitrofi (V. Dolci, P.za Prealpi, P.za Wagner, P.za Selinunte); faccio presente che in zona esistono pochi negozi di generi di prima necessità ed alcuni effettuano prezzi da monopolio, danneggiando anche quelli vicini che attuano prezzi ragionevoli;
Mi risulta che a tutt'oggi non si profila l'ipotesi dell'apertura di una banca al 0.T.8 o al Gallaratese e la 71 è l'unico collegamento al C.so Vercelli, zona più vicina ser-
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vita da banche e grandi magazzini;
Mi sembra che il mantenimento di questo percorso sia stato già auspicato mediante mozione in altra seduta;
Una maggior comodità e frequenza di mezzi pubblici stimolerebbe una maggior utenza e farebbe parte di quella politica a lunga scadenza di risparmio delle fonti energetiche e di minor drammaticità del problema parcheggiò nelle aree sernicentrali.
Con osservanza
Annamaria Mandolini Via Cremosano 6 20148 - Milano
Quella discoteca non lo lascia dormire
Nel quartiere di San Siro da qualche mese è in funzione una discoteca - night situata di fronte a case popolari e altri condomini abitati da centinaia di persone.
Come è possibile concedere simili permessi? Come tutti gli abitanti del quartiere possono testimoniare in quel locale si suona musica ogni sera dalle 22 alle 3,30 del mattino.
Le conseguenze? Non si può più dormire e la mattina si deve andare a lavorare. Nel mio caso specifico la situazione è diventata intollerabile: già ero in cura per un forte esaurimento nervoso e la perdila del sonno non mi consente di fare fronte correttamente agli obblighi di lavoro.
Lettera firmata
Egr. Dott. Mercurio leggo con interesse la sua rubrica nella quale tratta di volta in volta argomenti svariati in modo divulgativo, comprensibile anche ai profani come me.
Desidero rivolgerle una domanda, che penso possa interessare anche altre persone, e mi riferisco ai donatori di sangue.
Vorrei sapere se il donare sangue, saltuariamente o periodicamente, comporta conseguenze negative per l'organismo. Questo dubbio trattiene molte persone dal compiere un atto che ha un grande valore di solidarietà umana, e che viene addirittura sollecitato in particolari contingenze, quali la calamità che ha colpito il nostro Sud.
Grata per le delucidazioni che vorrà fornire in proposito, porgo distinti saluti.
Maria Magatti
Più verde in Lotto!piazzale
Abbiamo letto con piacere sul giornale di quanto il Consiglio di Circoscrizione sta facendo per il verde pubblico. Vorrei però far presente che la maggior parte di questi interventi avviene in zone decentrate, poco, e per niente accessibili agli abitanti della zona.
In particolare gli anziani hanno bisogno di giardini vicino al/e loro abitazioni, che non richiedono
l'impiego di mezzi di trasporto pubblici o privati. Tanto per fare un esempio, perchè non risistemare piazzai) Lotto?
Invece non solo non si e fatto niente, ma il giardino, oltre ad essere trascurato è stato in parte adibito a capolinea di autobus e questo per non parlare delle auto che abusivamente circolano sulle aiuole e che rappresentano un pericolo per l'incolumità dei passanti.
La richiesta di verde di quartiere ci sembra giusta e non corporativa: per questo ci sentiamo di proporre il trasferimento dei pullman e la recinzione dell'area, che dev'essere debitamente piantumeta.
Cordialmente.
Delia Oppi Maria Mastrolia
Sport e scandalo del petroli
Molti si chiederanno, ma cosa c'entra con lo sport? C'entra c'entra .... Pensate quante migliaia di impianti sportivi si potrebbero costruire con 2.000 e più miliardi di lire, che le organizzazioni farabutte d'alto livello hanno rubato allo stato - ovvero a noi.
Si parla di impianti sportivi, che al medesimo tempo, si può collegare alle costruzioni di case o case di riposo ecc
A tale proposito, ci auguriamo che finalmente venga fatta giustizia!
Da troppo tempo assistiamo, purtroppo impotenti alla (sembrerebbe inarrestata disgregazione della nostra società e della nostra Repubblica).
Impotenti e forse per questo inconsapevolmente corresponsabili di tanta tolleranza.
Fiorili Angelo
Via A. Omodeo, 1 O.re Gallaratese
TUTTOCAMPINq
Aspettavamo con vivo interesse la legge (passata al Senato 1'11 marzo scorso) che introduce l'anagrafe patrimoniale tributaria per ministri, sottosegretari, deputati, senatori, consiglieri regionali, provinciali e dei comuni capoluogo di provincia con oltre centomila abitanti, ma dobbiamo dire che la nostra attesa è andata in parte delusa a causa dell'approvazione di un emendamento firmato da DC, PSI, PRI, e PSDI che, a nostro avviso, limita la portata del provvedimentc in quanto stabilisce che verranno rese pubbliche non le dichiarazioni dei redditi in modo integrale, ma un loro quadro riassuntivo.
Questo significa che sapremo sì quanto guadagna un "uomo pubblico", ma non come. Ossia sapremo ad esempio che il ministro Tizio ha guadagnato una certa cifra in un anno, ma non quanto di tale reddito provenga, poniamo, da immobili da azioni, da stipendio, da prestazioni professionali, da donazioni e via dicendo.
Ciò limita il valore innovativo del provvedimento, che avrebbe potuto fare della cosa pubblica una "casa di vetro" in cui ciascuno avrebbe potuto frugare con lo sguardo in ogni angolo e nella quale nulla potesse essere nascosto.
Riteniamo comunque che alle carenze della legge si possa porre un rimedio con la volontà. Pertanto vogliamo lanciare, una proposta a tutti i consiglieri della nostra zona: rendere pubblici i loro redditi e la loro fonte.
Certo, nulla li obbliga a farlo, ma siamo convinti che chi nulla ha da nascondere non ha certo bisogno di alcuna legge che glielo imponga per dimostrare la propria limpidezza.
Per parte nostra siamo convinti che nessuno dei consiglieri della nostra zona abbia alcunchè da nascondere e siamo disponibili a pubblicare sul nostro giornale, con il loro consenso, quanto e come essi guadagnino. Non sappiamo come questa nostra proposta verrà accolta, ma ci auguriamo che la maggior parte dei consiglieri di Zona vi aderisca per dare il loro contributo alla costruzione della "casa di vetro" di cui tutti sentono urgente bisogno.
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milano 19 - pagina 2 aprile 1981
UNA PROPOSTA
DI MILANO 19
ATTREZZATURE PER CAMPEGGIO Ñ TENDE Ñ CARRELLI TENDE CARRELLI APPENDICE ROULOTTE Ñ GANCI DI TRAINO
ASSEMBLEA PUBBLICA A S. SIRO
DISCOTECA? GRAZIE NOI
I cittadini del quartiere chiedono provvedimenti d'urgenza, sino alla revoca della licenza, per rimuovere le cause di grave disturbo provocate dalla nuova utilizzazione dell'ex cinema Alpi di via Ricciarelli
Con una civile manifestazione di numerosi abitanti del quartiere davanti all'ex cinema Alpi, in via Ricciarelli, a S. Siro, si è conclusa l'assemblea tenutasi mercoledì 11 marzo scorso nel salone del CUZ di Piazzale Segesta per iniziativa del "Comitato Contro la Discoteca - Quartiere S. Siro" (cui aderiscono il CAF, la FGCI, il PCI, il PSI e cittadini del quartiere), che l'aveva indetta "per poter sviluppare un franco confronto con l'Amministrazione comunale e con il decentramento sui gravi danni arrecati agli abitanti dalla discoteca di via Ricciarelli e per iniziare un approfondito dibattito sul problema della cultura e del tempo libero nella zona".
Preso atto che fra gli invitati erano assenti gli amministratori comunali (c'era contemporaneamente il Consiglio comunale, l'Assessore Baccalini aveva avvistato di essere impossibilitato a partecipare all'assemblea, l'AssesSore Aghina, che aveva promesso di cercare di venire dopo il Consiglio comunale, non si è fatto vedere, l'Assessore Valenti era fuori città e assente era pure l'ex Assessore Accetti), mentre erano presenti il presidente e vari consiglieri del Consiglio di Zona 19, l'assemblea si è aperta con la lettura di un documento introduttivo con cui, ricordata la vicenda dell'ex cinema Alpi (ora discoteca), constatato il verificarti delle previsioni di disagi e problemi per gli abitanti di via Ricciarelli e dintorni (che non possono prendere sonno prima delle quattro del mattino a causa del rumore, del rombo delle macchine e degli schiamazzi), della possibilità di traffici illeciti e spaccio di droga, ricordate le carenze di strutture culturali e di svago nel quartiere, è stata lanciata la proposta di trasformare il comitato, nato contro la discoteca, in un organismo stabile, che lavori in continuazione per la soluzione di questi problemi e di mandare dal Prefetto una delegazione per chiedere ed ottenere una revisione totale delle licenze concesse ed una vigilanza sulla discoteca.
La voce dei cittadini
Iniziato il dibattito vero e proprio sono incominciate a piovere denunce ed interrogativi. C'è stato chi ha denunciato l'esistenza di una "mafia delle discoteche di Milano", chi ha parlato (non sappiamo in base a quali elementi probanti) di licenze concesse per "potenti appoggi". Un negoziante ha proposto una manifestazione davanti alla discoteca, mentre un cittadino ha deposto sul tavolo della presidenza delle siringhe dichiarando di averle trovate vicino alla discoteca e chiedendo una diversa regolamentazione degli orari e dei posteggi.
L'inquilina di uno stabile di via Ricciarelli è giunta a proporre di votare scheda bianca o nulla alle prossime elezioni, in segno di protesta (sterile, a nostro avviso) contro i partiti ed i politici, mentre un'altra, che ha la camera da letto confinante con la discoteca ha denunciato che i Vigili Urbani, sarebbero venuti varie volte nei primi tempi ed avrebbero redatto dei verbali, rimasti però senza effetto, e che a suo tempo è intervenuto anche l'Ufficio Igiene di Pavia (che dispone di strumenti adatti al controllo dei rumori), dopo di che sarebbero stati fatti altri lavori di insonorizzazione del tutto inutili, in quanto la discoteca — ha detto la signora — userebbe i giradischi oltre i limiti indicati dalla ditta che ha eseguito i lavori di insonorizzazione e permessi dall'Ufficio Igiene. Quindi — ha concluso la signora — sarebbe necessario chiudere la discoteca per verificare ulteriormente gli impianti. Un altro cittadino ha ricordato il convegno e la mostra del Comune di Milano sui danni da rumore sulla salute dei cittadini chiedendosi come possa essere vivibile la città se non si riescono ad impedire i disturbi di una discoteca.
Il no dei giovani
A questo punto si sono susseguiti alcuni interventi politici. Una giovane del circolo Lenin della FGCI (Federazione Giova-
nile Comunista Italiana) ha riconfermato la contrarietà a modelli culturali contrastanti con le esigenze dei giovani e dei cittadini di S. Siro, auspicando uno sforzo di elaborazione di un programma culturale per e con il quartiere. Coscelli, consigliere di zona di D.P., ha proposto "azioni dure", come il picchettaggio (per disturbarne l'attività, visto che essa disturba i cittadini) od il blocco del traffico di piazzale Brescia, per costringere la discoteca a chiudere definitivamente.
Il presidente del Consiglio di Zona 19, Pasquini, è a sua volta intervenuto per chiarire e ricordare i costanti sforzi compiuti dall'organismo del decentramento per non fare aprire la discoteca giunti fino alla richiesta all'Assessore al turismo ed al Prefetto di non concedere le licenze per motivi di ordine pubblico, distinguendo compiti, poteri, limiti ed obblighi di legge per gli Enti locali, e dichiarandosi disponibile ad andare con gli inquilini, alla fine dell'assemblea, alla discoteca per verificare lo stato delle cose. Detto questo il presidente del Consiglio di Zona, sia è altresì impegnato, sentite le denunce dei cittadini, a chiedere sia i rapporti dei Vigili Urbani sui controlli effettuati, sia informazioni al commissariato di P.S., si una nuova perizia tecnica del Comune, sia una chiusura temporanea del locale per effettuare i controlli. Per il CAF è intervenuto Cantoni, che ha chiesto la chiusura della discoteca per farne un uso utile al quartiere ed ha proposto che già sin d'ora il Comitato di quartiere amplii la propria rappresentatività per sperimentare iniziative culturali quali potrebbe essere un laboratorio teatrale presso la sede stessa del CUZ.
Ruolo degli Enti locali
Brescia, segretario della se-
zione De Rosa del PSI, ha ricordato la costante opposizione del suo partito all'apertura della discoteca, ma ha posto anche in rilievo il fatto che gli assessori hanno dovuto concedere le licenze in base a precisi obblighi di legge, pena la denuncia per omissione di attia d'ufficio.
Calerio, capogruppo del P.C.I. al Consiglio di Zona 19, ha espresso il suo apprezzamento per l'impegno dei partiti, organizzatori dell'assemblea di mettersi alla testa dei cittadini per sostenerne le giuste richieste. Ricordato che il ruolo dei partiti, che devono rappresentare ed orientare gli interessi "di parte" dei vari ceti sociali, è diverso da quello degli Enti locali, che invece devono rappresentare tutta la città e la zona, Calerio ha poi manifestato la sua meraviglia per gli attacchi generici mossi ai partiti da parte di qualche intervento, quando proprio i partiti (non tutti) hanno organizzato la lotta. Ha quindi aggiunto che è giusto e legittimo che partiti ed associazioni contestino i contenuti ideologici e culturali delle discoteche, mentre gli Enti Locali non possono scegliere o discriminare, altrimenti si correrebbe il rischio che potrebbero dire no a un salumiere e si ad un orologiaio.
Gli Enti locali devono però tutelare la quiete dei cittadini e far rispettare le leggi nell'interesse di tutti, ha detto ancora Calerio dichiarandosi contrario a blocchi stradali, che isolerebbero la lotta e danneggerebbero altri cittadini, ma favorevole ad una delegazione di massa dal Sindaco ed ad un incontro con il Prefetto per chiedere la chiusura della discoteca, almeno fino a che non saranno risolti i problemi degli abitanti delle strade vicine, sull'esempio delle lunghe lotte dei cittadini contro il Club 54. Quindi ha terminato ricordando l'esistenza in quartiere di sale pubbliche (come il Centro Sociale Harar di prossima costruzione) e private utilizzabili
per un circuito culturale.
La mozione finale
Sono seguiti altri interventi in alcuni dei quali è stato espresso scetticismo circa l'effettiva possibilità di non aver disturbi dalla discoteca per il continuo traffico notturno e sono stati denunciati episodi di ferimenti che, a detta degli intervenuti, sarebbero avvenuti all'interno del locale.
A chiusura del dibattito è stata approvata all'unanimità (un solo astenuto) una mozione in cui si dice che l'assemblea approva il documento presentato dal Comitato Contro la Discoteca e dà mandato al Comitato stesso di intraprendere tutte le azioni più opportune per realizzare gli obiettivi emersi dagli interventi dei cittadini operando in particolare per l'eliminazione dei disturbi procurati dai rumori, dagli orari di apertura e di chiusura, dall'intralcio al traffico e dalle intemperanze dei frequentatori della discoteca, sollecitando le autorità competenti ad adottare provvedimenti d'urgenza per la risoluzione del caso, fino alla revoca della licenza.
Al termine dell'assemblea un improvvisato corteo di cittadini, consiglieri di zona, esponenti dei partiti del quartiere si è spostato fino in via Ricciarelli, dove erano schierate le forze dell'ordine, che non hanno però dovuto intervenire grazie al comportamento civile e responsabile dei dimostranti che a mezzo di un altoparlante hanno spiegato le conclusioni dell'assemblea a numerosi altri cittadini affacciatisi a finestre e balconi stavolta non per protestare, ma per condividere la protesta contro la discoteca.
Una delegazione del Consiglio di Zona e del Comitato di quartiere è poi entrata per esporre le denuncie e le richieste emerse nel corso dell'assemblea ai proprietari della discoteca, i quali hanno negato drasticamente che nel locale circoli droga o vi siano stati ferimenti. Qualche sera prima, hanno detto, era stata sì chiamata un'autolettiga, ma soltanto per soccorrere un poliziotto in servizio che era stato colto da malore. Un'altra sera, hanno detto ancora, un'auto della polizia era sfrecciata a sirene spiegate per via Ricciarelli soltanto per inseguire un ladro e non per intervenire nella discoteca, mentre una terza sera la direzione del locale aveva chiesto l'intervento dei Vigili del Fuoco per spegnere un principio di incendio sviluppatosi in una casa di fronte.
Tutto bene, quindi, per la direzione della sua discoteca, che ha rinnovato la sua disponibilità al Consiglio di Zona per iniziative per il quartiere al lunedì ed al martedì e per ulteriori controlli sull'insonorizzazione.
Tali assicurazioni non hanno fatto però recedere la delegazione dal confermare la volontà di procedere nel senso indicato dall'assemblea richiamando l'attenzione delle autorità sulla gravità del problema, per richiederne una pronta soluzione.
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C.C.
IL CITTADINO DOMANDA
LA SITUAZIONE DEI TRASPORTI URBANI AL GALLARATESE
Dal giorno 12 aprile '80 in cui è stato inaugurato il tratto della linea
1 M M Lampugnano - UruguayBonola - San Leonardo, le linee di superficie, autobus 68 - 69 - 71 hanno subito cambiamenti radicali. La nuova sistemazione risponde alle esigenze degli utenti dislocati in tutto il quartiere?
Conduciamo una piccola inchiesta e scopriamo che sono privilegiati gli abitanti della fascia centrale, mentre coloro che ancora devono servirsi degli autobus hanno serie lagnanze da inoltrare. Riportiamo la voce del Sig. Filippo Viganò di anni 78, che abita in Via Uruguay 30/ 2, e non parla solo a suo nome ma anche si fa interprete dello scontento che accomuna gli abitanti di tutta la fascia
esterna del quartiere: Sem Benelli, Ande, Venezuela. Poichè la distanza tra la loro abitazione e la stazione MM non è mai inferiore a un km. questi cittadini si vedono costretti a servirsi anche di un mezzo di superficie. Ci fosse stata ancora la 68 con il primitivo percorso, ci sarebbe stato un vantaggio, ma ora l'anello completo del quartiere comporta un enorme spreco di tempo ed è sembrato ingiusto agli utenti che non si sia prestato orecchio alle loro esigenze, trovandosi a cose fatte, e fatte a tavolino da chi non le vive.
C'è poi quella larga fascia di utenza che deve raggiungere la zona Accursio Prealpi Firenze che non può sobbarcarsi il triplice trasbordo 68 MM 90 - 91 e naturalmente deve ricorrere alla stracari-
LETTERA APERTA AL SINDACO DI MILANO
Il carnevale a Trenno
ca (incerte ore) linea 69. Per queste persone nessun miglioramento si è avuto dall'inizio dal nuovo tratto M M, per cui ci si chiede, proprio per venire incontro ai reali bisogni dei residenti, quante persone sottoscriverebbero per il ripristino delle vecchie linee così come erano in funzione "prima"?
In questa inchiesta abbiamo trascurato di trasmettere le richieste degli abitanti delle zone Cilea Borsa Falck per cui invitiamo anche queste voci ad esprimere il loro parere in merito, come ha fatto il Sig. Viganò, possibilmente per lettera alla redazione, in modo da avere un quadro completo della situazione dei trasporti urbari al quartiere Gallaratese.
B.B.
Il rudere dei Bissi: uno sconcio da cancellare
possibile che per ottenere la demolizione di una costruzione pericolante e fatiscente i cittadini debbano aspettare mesi e mesi se non addirittura anni? La costruzione in questione è la casavilletta situata nella zona dei Bissi, in via Borsa, su terreno comunale, da tempo abbandonata, e cadente come si può rilevare dalla fotografia che pubblichiamo.
Da tempo gli abitanti della zona ne hanno chiesto la demolizione non ottenendo altre che promesse sinora non mantenute. Per questo motivo la sezione Ernesto Ragionieri del P.C.I., facendosi interprete delle richieste dei cittadini del quartiere, ha preso l'iniziativa di inviare al Sindaco di Milano, Carlo Tognoli, la seguente lettera:
"Ill.mo Signor Sindaco, in data 14.5.1980 Le è stata presentata una petizione di cittadini in cui si richiedeva la demolizione di un fabbricato esistente su proprietà comunale, abbandonato e fatiscente, nonchè estremamente pericoloso per i cittadini ed in particolare per i bambini che giocano nelle immediate vicinanze (campo giochi n. 175).
In data 12.12.1980 è stato interpellato il Consiglio di Zona che, dopo aver assunto notizie presso gli Uffici Tecnici del Comune e l'assessorato competente, informò
Al momento di andare in macchina apprendiamo che una delegazione dei firmatari della petizione è stata convocata, tramite il Consiglio di Zona, dalla Segreteria del Sindaco di Milano. Dopo l'esposizione del problema, è stato assicurato l'inizio dei lavori che puntualmente é avvenuto il giorno 25 marzo.
che entro al fine del mese di gennaio 1981 la casa sarebbe stata demolita.
A tutt'oggi la casa non è stata demolita e ci consenta il paragone, sembra di assistere ad una partita di ping - pong, dove ognuno cerca di passare la palla all'altro giocatore; non le nascondiamo che questo fatto ha creato non poca sfiducia nell'animo della gente, con il rischio di perdita di credibilità nelle istituzioni. Nessuna azione clamorosa è stata intrapresa dai cittadini; questo è un male? Crediamo di no. Pertanto La invitiamo cortesemente ad intervenire presso gli uffici preposti affinchè, anche se con un ritardo di parecchi mesi, lo stabile suddetto venga demolito. Il suo tempo è prezioso e ci rendiamo conto che ci sono problemi ben più importanti; però la invitiamo
Il Comitato di gestione del Centro Comunitario di via Lampugnano, 145 ringrazia i direttori, gli insegnanti, gli alunni e i genitori delle scuole elementari del quartiere Gallaratese e di Trenno che hanno aderito al corteo di carnevale del 7 marzo scorso e che grazie al loro intervento ha ottenuto un grande successo. Ringrazia inoltre, gli animatori della Cooperativa per il Tempo libero, i mimi e clown della "compagnia dell'Invito", che hanno dato un contenuto educativo ed artistico alla nostra festa.
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egualmente ad effettuare un sopralluogo per verificare direttamente la situazione denunciata nella originaria petizione.
La Sezione "E. Ragionieri" è a Sua disposizione per ogni ulteriore informazione.
Cogliamo questa occasione per farLe giungere i nostri migliori saluti".
Ora si è in attesa di una risposta positiva e non soltanto a parole. se essa non dovesse venire, o dovesse tardare o non dovesse comunque rispondere alle richieste degli abitanti del quartiere la sezione Ragionieri del P.C.I. è intenzionata, come ci hanno riferito i suoi responsabili, a continuare nella lotta mobilitando la cittadinanza e prendendo tutte le iniziative necessarie fino a che lo sconcio dei ruderi dei Bissi non verrà cancellato.
LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLO IACP
Chì deve spazzare le foglie d'autunno?
Egregio Signor Presidente, con la presente lettera gli assegnatari abitanti in via Mario Borsa 32 e 34 intendono portare a Sua conoscenza, e avere adeguata risposta in merito, la situazione non più a lungo sopportabile in cui si trova la nostra zona di quartiere (il G.2) dal punto di vista della pulizia degli spazi comuni e del verde.
Ci riferiamo ai vialetti pedonali, ai parcheggi, alle aiuole, ai transiti di accesso ai negozi e alle stazioni della metropolitana, ecc.
Più volte i responsabili della 3° zona sono stati interpellati e sollecitati, sono stati effettuati anche sopraluoghi ma, salvo sporadici e contingenti interventi, la situazione non è sostanzialmente migliorata.
I parcheggi in particolare non vengono puliti da nessuno, passano mesi addirittura prima che vengano svuotati i cestini dell'immondizia (quei pochi rimasti; a quando il ripristino di quelli spariti?), le foglie secche dello scorso autunno
giacciono ancora nei mucchi formati dal vento, le aiuole sono diventate un letamaio, sotto i cespugli ormai si trova di tutto, da scatolette a bottiglie rotte, carta straccia, siringhe, sacchetti di plastica, contenitori di sostanze tossiche, persino batterie usare di auto.
Durante le notti estive non è infrequente ormai notare grossi ratti aggirarsi fra questi cespugli (soprattutto quelli di fianco alla scuola elementare).
Al verde non viene fatta manutenzione da anni (a parte la sommaria potatura e il taglio degli alberti morti), gli alberi morti non vengono sostituiti, la terra non viene sarchiata e dissodata laddove il calpestio l'ha resa dura come cemento, occorre rifare cordonature divelte ed effettuare nuovi riporti di terriccio concimato, ripristinare siepi rovinate dai parassiti e dalla incuria, ecc. ecc.
Inoltre, nel parcheggio di fronte alla stazione MM Sna Leonardo,
Via Gallarate 269 tel. 3092968
Piante da balcone e appartamento
Sementi - bulbi - fiori
Pesci - Acquari
da anni il terrno (sotto scorre l'Olona) va sprofondando e gli unici interventi fatti finora sono state piccole e inutili rappezzature di asfalto; dobbiamo forse aspettare che si apra una voragine?
La nostra protesta e il nostro intervento nascono da due considerazioni elementari: la prima è che il patrimonio pubblico e comune non deve essere lasciato al degrado, è un investimento che non deve essere buttato al vento; la seconda è che per gli inesistenti servizi di cui sopra noi tutti paghiamo su ogni bollettino mensile una certa cifra che, a questo punto, non ci risulta essere mai stata spesa. Infine, siamo stanchi di vedere il nostro quartiere trasformarsi sempre più velocemente in un ghetto. In attesa di una Sua cortese risposta e di un Suo impegno in merito porgiamo distinti saluti.
Il Comitato Inquilini dei numeri 32 e 34 di via Mario Borsa
Via C. Dolci, 38 - Tel. 40.80.506 20148 MILANO me
Perché non sì è ascoltato il parere degli utenti? OLORIFICIO
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milano 19 - pagina 4
aprile 1981
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MILANO - via G. SILVA 29 (Ingresso da via ALBANI) Tel 4986440 aperto tutti i giorni dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 17 alle 19
Il problema è la governabilità
La Commissione Educazione - Servizi Scolastici del Consiglio di Zona 19 ha preso in esame l'attuale assetto dell'Onnicomprensivo di via Trenno, elaborando alcune proposte per un suo miglior funzionamento.
Il problema che è emerso drammaticamente in tutta la sua evidenza è quello relativo alla governabilità di questa struttura realizzata per ospitare 1800 alunni, in un discorso di fruizione di spazi comuni e di integrazione di vari indirizzi scolastici, e che invece "contiene" 2788 alunni ripartiti in cinque istituti (Liceo Scientifico Vittorio Veneto sezione staccata, Primo Istituto Tecnico per Geometri, Decimo Istituto Tecnico Commerciale per Periti Aziendali, Decimo Istituto Tecnico Commerciale per Ragionieri ed Istituto Professionale Alberghiero), con quattro presidenze diverse e con aule di uno stesso istituto poste in due differenti torri.
Da ciò derivano giuste preoccupazioni sia per quanto si riferisce alla sorveglianza (nel complesso entra chiunque, specie se giovane), sia per la presenza effettiva dei docenti il cui numero complessivo è assai elevato (basti pensare che soltanto il X° ITCPA con le sue 58 sezioni ha oltre 400 insegnanti).
La Provincia, proprietaria del complesso immobiliare, contattata dalla Commissione Educazione con la pregiudiziale di fondo della collaborazione degli Enti decentrati (non solo il Di-
stretto perchè si parla anche del graduale recupero di strutture esistenti) ha fornito alcune risposte a proposte avanzate dalla Commissione per il futuro anno scolastico in merito alla possibilità di trasferire nell'onnicomprensivo in zona 18 parte degli allievi del X° ITCPA, all'uscita dell'istituto professionale alberghiero dal complesso e alla trasformazione in istituto autonomo della sezione staccata del Vittorio Veneto.
Per quanto si riferisce alla prima questione la Provincia ha risposto che sin dal prossimo anno scolastico 300 alunni del X° ITCPA verranno ospitati nel primo lotto, che entrerà in funzione per l'anno 1981 - 82, dell'onnicomprensivo della zona 18, a Baggio, che l'anno successivo dovrebbe essere completato e dovrebbe ospitare altri 300 alunni dello stesso istituto, nonchè un liceo artistico ed un distaccamento del 2° Istituto per il turismo.
Per quanto si riferisce al trasferimento, dell'istituto alberghiero (trasferimento previsto in quanto si tratta di una scuola comunale) è stata avanzata l'ipotesi che esso venga ospitato in una scuola elementare della zona, dopo aver sentito il parere della ripartizione Educazione del Comune. Più complesso il discorso relativo alla sezione staccata del Vittorio Veneto. La sua trasformazione in istituto autonomo non è possibile per quest'anno,
essendo scaduti i termini di presentazione dell'ipotesi in quanto il Distretto non ha fatto segnalazioni in materia, e rimane problematica anche per gli anni a venire perchè da una rilevazione effettuata dalla Provincia risulta che le richieste di iscrizione al liceo scientifico sono in progressiva diminuzione per cui il ministero è restio a dare l'assenso alla creazione di nuovi istituti di tal genere quando il numero delle sezioni non superi un certo tetto.
Ipotesi più coraggiosa, vista nell'ottica della riforma della scuola superiore, sarebbe quella di avviare un discorso di sperimentazioni tra le sezioni del Vittorio Veneto ed il 2° Istituto geometri, che preveda un biennio unificato e la scelta successiva per materie opzionali più specifiche, finalizzate alla professionalità od al proseguimento degli studi.
Altra ipotesi potrebbe essere quella di un liceo misto classico e scientifico con il primo biennio unificato, ma quest'ultima ipotesi si scontra oltre che con l'attuale strutturazione della scuola superiore (di cui da anni si attende veramente la riforma) anche con altri ostacoli di carattere burocratico: non ultimo quello che prevede che i licei scientifici siano ospitati in edifici di proprietà della provincia e che i licei classici operino in fabbricati di proprietà comunale.
Gabriella Finazzi
PER CONTRASTARE IL DIFFONDERSI DELLE TOSSICODIPENDENZE
Meno beni di consumo e più dialogo
Nel pomeriggio di sabato 14 febbraio, presso l'Aula Magna del centro scolastico di Via Trenno, si è svolta un'assemblea - dibattito sul tema "I giovani e la droga".
All'assemblea, organizzata dai genitori del X Ist. Tecnico Commerciale, hanno partecipato in qualità di relatori il Dott Andrea Cattabeni, dell'Ospedale Maggiore di Niguarda, ed il medico scolastico.
Particolarmente interessante e vivace la relazione del Dott. Cattabeni, il quale anzichè dilungarsi sui 'vari tipi di droga, e i relativi effetti, fornendo dati che sono ormai di routine nei dibattiti sulla droga, ha fornito ai presenti una analisi approfondita della cause di ordine sociale e delle motivazioni individuali che spesso sono alla radice della tossi;odipendenza.
Rapporti affettivi insoddisfacenti e carenza di modelli culturali attendibili sono il risultato di una società che ha posto in cima alla propria scala di 'valori l'efficientismo e la produttività finalizzati al possesso e al consumo dei beni materiali, dando luogo a rapporti
umani aridi e disperanti.
L'errore più frequente in cui incorrono i genitori, oggi, è quello di tentare una compensazione di questa povertà affettiva "non facendo mancare nulla" al figlio in quanto a denaro e beni di consumo, senza rendersi conto che le carenze 'vere e pericolose sono da individuarsi sul piano del dialogo, del tempo passato insieme e, dei modelli.
Solo rendendosi conto di questa realtà e accettando di mettere in discussione il loro ruolo, i genitori potranno sperare di vincere la battaglia contro la droga, ha detto Cattabeni.
Sono intervenuti alcuni giovani del CCT (Centro per la lotta contro le tossicomanie) della Zona 19, che hanno lamentato l'assenza di riferimenti a iniziative concrete che consentano di affrontare nel quotidiano il problema.
Ma — ha replicato Cattabeni — queste iniziative concrete non competono ai genitori: un padre e una madre normalmente non hanno familiarità con strumenti che attengono alla sfera delle psicote-
El canton del barbee
IL FIL DI FUMO
Ciao! Allora abbiamo il secondo libro rosso!
De chi? Del Mao?
Ma no! Del ministro Reviglio.
L'ha scritt anca lù i sò pensieritt?
No, non si tratta nè di pensieri, nè di pensierini.
Vourevi ben dill!
Cosa?
Che me pareva strano.
Perchè?
Beh!... Lassemm perd, và! Dimm, puttost, coss'è che gh'è scritt, allora, in quell liber?
Il nome dei possibili evasori.
De quei che gh'hann el permess de scappà de galera?
Ma no. Dei possibili evasori fiscali.
Ah! Hinn quei che fis'cenn intanta che scappenn.
No, no! Sono quelli che non pagano le tasse.
Allora fis'cenn per la contentezza!
Hanno poco da stare allegri!
Mah! Finadess la gh'è andada ben.
Ma ora si preparano giorni duri per loro.
Te diset?
Certo! Reviglio è intenzionato ad andare a fondo.
Perchè l'impara minga a nodà?
Intendo dire che vuol fare sul serio.
Sarev mei s'el fasess sull'Olona.
Perchè?
L'acqua l'è pussee spessa per tucc i porcherii che gh'hinn denter e se fa men fadiga a restà a galla. Insomma voglio dire che intende colpire gli evasori.
Allora on liber l'è minga assee.
Cosa ci vorrebbe?
On'enciclopedia.
Perchè?
Se ghe la tira nel coo i stordiss mei.
Ma non vuole stordirli!
Ah, no?! Allora se l'è ch'el voeur fagh?
Prima farà degli accertamenti.
Coss'è ch'el dev accertà.
Se effettivamente non pagano le tasse o se pagano meno di quanto dovrebbero.
E intanta el temp el passa e quei seguitenn a pagà minga.
Ma poi...
Poeu?
Chi non pagherà andrà in galera!
Boom!!!
Che c'è?
Te l'ee sparada grossa!
Non ci credi?
EI pò anca vess che on qual pess piccol el vaga a finì in galera; ma quei gross...
Eppure vedrai!
Si ... levass on fil de fumm.
Quello della Butterfly?
Macchè Butterfly d'Egitt! Quell de sto governo!
Cosa intendi dire?
Che sto governo l'è tucc fumm...
— ... e poco arrosto?
Nient del tutt. Damm atrà a mi! Chi inscì se la cambia minga anca el liber del Reviglio el ris'cia de restà domà del fumm in di occ per nun, come al solit. Intanta i sciori e i sò amiss seguiterann a mangiass el rost. Ciaio, te saludi.
el barbee
rapie o delle farmacoterapie. Né peraltro questi strumenti sono sufficienti in una strategia vincente nella battaglia contro la droga: essi semmai consentono di gestire il fenomeno, di tenerlo sotto controllo.
Un pericolo da cui guardarsi, inoltre, è costituito dal volontarismo, dall'attivismo di chi, senza averne le capacità né la preparazione, si butta a corpo morto in iniziative antidroga che spesso risultano ghettizzanti o impositive nei confronti dei drogati.
Le uniche possibilità di 'vittoria passano attraverso un rapporto educativo di qualità diversa, e questo è l'ambito di competenza diretta dei genitori e della scuola.
Su questa iniziativa molto positivo è stato il giudizio dei genitori intervenuti.
Ma all'alto livello delle relazioni e del dibattito non ha corrisposto purtroppo un numero di presenze adeguato: solo una quarantina gli intervenuti di cui metà gli studenti. Del tutto assente il personale docente della scuola.
Germano Gogna
ONNICOMPRENSIVO DI VIA TRENNO
aprile 1981 pagina 5 - milano 19
Mercato Comunale - Via Chiarelli 10
La solidarietà del Consiglio di zona
Ma il gruppo democristiano si astiene
La tragedia che stà vivendo il popolo salvadoregno ha avuto un'eco al Consiglio di Zona 19, che nella sua seduta del 6 marzo scorso ha approvato un ordine del giorno, presentato dal consigliere demoproletario Coscelli, nel quale è scritto:
"Il Consiglio di Zona 19 intende esprimere la propria solidarietà al popolo salvadoregno impegnato in una giusta e dura lotta armata contro il regime militare del S. Salvador appoggiato dalla Democrazia Cristiana salvadoregna.
Riteniamo inoltre pericolose le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Reagan fatte in questi giorni — con il chiaro intendimento di appoggiare il regime militare salvadoregno con l'invio di "esperti militari" e un cospicuo aumento di denaro da inviare al regime assassino del Salvador — vedendo in queste prese di posizione il pericolo di un nuovo Afganistan e di un se-
condo Vietnam. Come Consiglio di Zona 19 intendiamo ribadire il diritto di ogni popolo di scegliersi il proprio sistema politico, senza ingerenze straniere, siano essi salvadoregni od afgani.
Chiediamo inoltre che il governo richiami in patria il console italiano che ancora oggi risiede nel Salvador, visto che siamo l'unico paese della Comunità Europea ad avere un rappresentante dello Stato in quel paese".
A favore hanno votato i gruppi comunista, socialista e demoproletario, mentre sette consiglieri del gruppo democristiano, nonchè il consigliere repubblicano e quello socialdemocratico si sono astenuti. Un ottavo consigliere democristiano, Bertoli, è invece stato l'unico a votare contro.
Prima della votazione il capogruppo democristiano Gironi aveva, in una dichiarazione di
voto, cercato di motivare l'astensione del suo gruppo dicendo che il Consiglio di Zona non sarebbe la sede adatta per affrontare questioni internazionali e non nascondiamo che tale dichiarazione ci ha lasciato alquanto perplessi ben ricordando altre occasioni in cui lo stesso Gironi aveva chiesto, ed ottenuto, al Consiglio di Zona di esprimere la sua solidarietà ai profughi vietnamiti, agli insorti afghani od ai lavoratori polacchi.
Perchè in tali occasioni il Consiglio di Zona era la sede adatta per affrontare questioni internazionali mentre nel caso del Salvador non lo è più? Forse per far piacere al neopresidente americano?
Se così fosse diremmo che tra tutti più gratitudine ha meritato, da Reagan, il consigliere Bertoli, con il suo voto contrario.
Mercoledì 4 marzo 1981 si è svolta, presso il Centro Comunitario di Via Lampugnano 145, la giornata di solidarietà con il popolo Salvadoregno, organizzata dal Circolo ARCI G. TREVISANI, dal Circolo ARCI Gallaratese, dalle ACLI Gallaratese e dal Comitato di Gestione del Centro Comunitario.
É stato proiettato il documentario
"EI Salvador, Patria o Morte" presentato da Rodrigo Diaz, esiliato politico cileno, il quale girando per tutta l'Italia con questo documentario (unica copia) cerca di far conoscere a tutti gli italiani la verità sulla situazione salvadoregna, dimostrando le atrocità commesse da parte della giunta militare di governo (composta da due militari: il presidente Jaime Abdul Gutierrez e il colonnello Adolfo Majano, e tre civili: Napoleon Duarte, presidente della Democrazia Cristiana Salvadoregna, Antonio Morales e Navarro Mena) e illustrando la drammatica situazione del popolo che vive una vita irreale, dove succede un massacro al giorno senza fare la guerra, dove accanto a situazioni normali, case intatte, negozi aperti, si continua la macabra "contabilità" dei morti riconosciuti o senza
Appunti di botanica - settima puntata
nome. Come si sa, la ribellione nel Salvador è nata dalla miseria e dallo sfruttamento delle masse. Vi è oggi la potere una giunta che rovesciò diciotto mesi fa il dittatore Romero (oggi rifugiato con alcuni suoi accoliti nell'ospitale Miami) e che manifestò all'inizio alcuni propositi riformisti, ma che ben presto fu travolta dall'opposizione violenta delle vecchie aristocrazie del latifondo (14 famiglie su una popolazione dei 6 milioni di abitanti) che ha finito coll'allontanare dai governo gli esponenti progressisti. Ora la giunta, difesa dall'esercito e dalla polizia (che sono gli antichi baluardi della conservazione) cerca di schiacciare ogni resistenza con i mezzi più brutali, trovando l'appoggio degli uomini del nuovo governo americano.
Purtroppo l'Italia, che 36 anni or sono lottò per la liberazione dalla repressione nazi - fascista (che ci costò migliaia e migliaia di morti) è oggi, nel 1981, l'unico Paese della CEE che mantiene normali relazioni diplomatiche con la dittatura salvadoregna.
Sergio Schininà
Operazione serra al Parco di Trenno
La macchina del decentramento amministrativo a Milano si sta mettendo a girare a buon ritmo dopo le elezioni dirette dei Consigli circoscrizionali dello scorso anno.
Le zone sembrano stavolta animate da buone intenzioni, dalla volontà di capire la gente, dalla voglia di fare.
Anche gli scontri tra i diversi partiti, più evidenti in Consiglio comunale dove la polemica continua ad essere aspra su ogni questione, non pare così dura e aprioristica come nel passato.
Dappertutto sono ormai state messe assieme le Commissioni del decentramento alle quali partecipano i rappresentanti delle diverse forze sociali e culturali di quartiere e spesso singoli cittadini interessati a dare una mano sui problemi della gente.
C'è quindi la possibilità di ridare fiato alla stessa partecipazione popolare, che in passato era quasi scomparsa, per le scelte che i Consigli di Zona potranno fare in futuro dopo l'approvazione delle deliberaquadro di trasferimento delle funzioni e dei poteri alle circoscrizioni.
Eppure si ha l'impressione che manchi qualcosa, che il tessuto urbano continui a rimanere sfilacciato, che le relazioni tra i cittadini e i gruppi siano stentate se non inesistenti, che le aree dell'emarginazione culturale e sociale continuino ad essere estese e al di fuori della politica.
La vastità dei territori di ogni zona è tale che è difficile se non impossibile, dare vita a solidarietà ed alleanze tra le diverse forze per fare assieme proposte e progetti di cambiamento della qualità dello sviluppo e della vita.
Per evitare lo stallo e l'incomunicabilità tra le persone, le ACLI rilanciano l'idea della ricostruzione dei Comitati di Quartiere aperti alla partecipazione di chiunque, come luoghi di incontro tra diversi per riprendere un dialogo interrotto, per camminare insieme, per superare le differenze, per leggere i bisogni di ognuno, per capire e interpretare i segni dei tempi.
Senza fare confusione e senza alimentare contrapposizioni e risse inutili che in passato hanno purtroppo paralizzato i Comitati di Quartiere e che qualche volta ne hanno provocato la scomparsa.
La dimensione dei quartieri ci sembra ancora, nonostante tutto, quella più vivibile e adatta alla ricucitura delle lacerazioni ideologiche e politiche.
Dare la parola agli esclusi, agli emarginati, ai diversi, ai giovani, alle donne, agli anziani, ai lavoratori, alle comunità cristiane, ai gruppi cultu-
rali, sportivi, ricreativi, alle forze sociali, al sindacato, ai partiti, vuol dire rianimare le stesse istituzioni zonali e comunali oggi troppo spesso tentate dalle routine e dalla burocratizzazione.
Tante sono le questioni che si possono affrontare, analizzare, approfondire, nel tentativo di trovare soluzioni valide e il più possibile unitarie: l'avvio dei distretti Sanitari, l'assistenza, i Servizi Sociali di Quartiere, le attività del tempo libero e liberato, la animazione del territorio, gli spazi verdi, i trasporti, le abitazioni da costruire o da risanare, i rapporti con i lavoratori stranieri, le attività culturali, il collegamento tra la scuola e il mondo del lavoro, l'occupazione, il lavoro nero o precario, l'inserimento degli handicappati nel sistema produttivo e infine tutti i problemi legati alle vicende delle nuove generazioni: scuola, lavoro, emarginazione, volontariato, voglia di vivere e di cambiare, rapporti con la fede e la politica.
Per continuare a tenere gli occhi aperti sulla realtà che cambia e per dare una risposta ai molti interrogativi che emergono tra una società così complessa e contradditoria, le ACLI dei diversi quartieri della città, si offrono come sede e luogo d'incontro per i Comitati di Quartiere degli anni 80.
Non ci spinge affatto il desiderio del recupero nostalgico di un passato interessante e comunque da rivisitare, ma una aggregazione nuova tra diversi che, pur continuando a mantenere la loro originalità e identità, sono disponibili a continuare un confronto e dialogo fondato sulla dignità, sulla libertà, sulla centralità della persona, sulla amicizia, sulla tolleranza, sull'amore per l'uomo chiunque esso sia, per l'uguaglianza, per la giustizia sociale.
Abbiamo la speranza che l'idea di camminare insieme nei prossimi anni non verrà lasciata cadere.
Giovanni Garuti della Segreteria Provinciale ACLI
Un'iniziativa
del Centro Tempo
per far
Libero
conoscere
le piante in tutto il loro ciclo vitale
In questi appunti si è parlato spesso della situazione presente in campo botanico in rapporto alle possibilità spontanee della Zona 19, che ha la fortuna di comprendere nel suo territorio vaste zone verdi tra cui il Parco di Trenno e la Montagnetta di San Siro, o Monte Stella.
Frequentando la Commissione Cultura del Consiglio di Zona 19, apprendiamo che gli animatori del C.T.L. (Centro Tempo Libero) hanno tra i loro programmi alcuni studi o ricerche di erboristeria e anche la progettazione di una piccola serra per la coltivazione di alcune specie vegetali non spontanee.
La cosa ci interessa da vicino per cui chiediamo un incontro con i tre giovani animatori che operano nella "Capanna Rossa" posta all'inizio del Parco di Trenno, vicino alla Coop. LA VITTORIA, con l'indirizzo civico in Via Gorlini, senza numero.
Il Centro Tempo Libero è un progetto del Comune di Milano inaugurato nel 1979 in occasione dell'Anno del Fanciullo. È gestito da una Cooperativa convenzionata con il Comune secondo la Legge n. 285, mentre è il CMSR di Piazza Diaz 1/ A che coordina fra le altre anche questa attività. In milano ci sono nove C.T.L. aperti e funzionanti.
Poichè l'età prevista per i fruitori di questa iniziativa è dai tre anni fino all'adolescenza (difficili i contatti congli anziani) è stato messo in cantiere finora un certo tipo di attività: grandi giochi, corso di fotografia, di artigianato, di tessitura, orto, erboristeria, e su questa vorremmo appunto fermarci.
I motivi di questa scelta, da parte degli animatori, sono duplici. Da una parte è sentita l'esigenza del ricupero delle tradizioni locali, con tutto il suo tipo di cultura che non deve scomparire, dall'altra va anche incoraggiato un risveglio di interesse per una più approfondita conoscenza sul preziosissimo mondo vegetale che va salvaguardato perchè tutt'altro che inesauribile, come erroneamente si poteva credere fino a quarant'anni fa.
Il mezzo migliore per la conoscenza è l'esperienza diretta, per cui ci sembra appropriato il
sistema della piccola serra che è stata allestita in un angolo del recinto destinato al CTL.
In questo spazio, opportunamente preparato in profondità con stratificazioni di concime equino e terreno di riporto, alla fine di febbraio sono stati seminati diversi tipi di piantine da orto o arbusti con caratteristiche medicamentose. Troviamo il rabarbaro, la borragina, la lavanda, la menta, la melissa, il basilico, l'isoppo, la salvia. Seguiremo con attenzione i risultati di questa simpatica operazioneserra che avrà come primo scopo quello di far conoscere le piante in tutto il loro ciclo vitale, oltre che il modo migliore per servirsene.
Si attendono anche i semi di angelica arcangelica, liquirizia, valeriana, anice e perfino di zafferano.
Intanto, presso il Centro Comunitario di Via Lampugnano 145 che con i suoi locali più capienti può ospitare alcune di queste attività, gli animatori si prefiggono di allestire un erbario e di poter organizzare un corso di erboristeria serio e approfondito. Una maggiore conoscenza dei metodi di cura tramite le erbe (la cosiddetta medicina dei semplici) può risultare molto utile e può salvarci da improvvisazioni e speculazioni, in attesa del previsto regolamento del settore. Oltre a questo vi è poi l'aspetto puramente educativo della questione, sul quale precisamente si appuntano le migliori aspettative.
DECENTRAMENTO E PARTECIPAZIONE ÈpossibileilMando delcomitati'diquartiere? via GALLARATE 403, tel. 3533673 (100 mt. incrocio con via Appennini) merceria Ä biancheria intima donna-uomo-bambino ABBIGLIAMENTO da O a 12 anni PRIMIZIA milano 19 - pagina 6 aprile 1981
IL POPOLO DEL SALVADOR
PER
UN DOCUMENTARIO ESCLUSIVO PROIETTATO NELLA NOSTRA ZONA EI Salvadorpatria o morte
B.F.
Adesso dì aborto parliamo noi!
Il 17 maggio prossimo tutti noi dovremo votare per dire si o no all'interruzione volontaria della gravidanza. , Ecco cosa ne pensa una donna del Consultorio di via Albenga L
Si può parlare di aborto in tante maniere. Ne parlano i politici, dicono "l'aborto" e mentre ne parlano pensano a tutt'altra cosa, pensano agli equilibri politici, alla governabilità, alle compatibilità, ai rapporti con la chiesa. Ne parlano i medici, dicono "aborto" e talvolta pensano al primario che è obiettore o al primario che non è obiettore, pensano all'aborto "che è un'intervento come un altro" o "all'aborto che è omicidio" e se ne lavano le mani, sia dell'aborto che di tutti gli omicidi. Ne parlano le donne ai mercati e ti dicono "Mi, sciora, voo in giesa, ma i pret capissenn no. Mi l'abort el voeuri no, ma l'hoo dovuu f à perchè el mè mari l'era disoccupaa e gh'avevumm giamò tri fieu". Altre ti squadrano con uno sguardo gelido e cattivo e ti dicono "Si vergogni signora, alla sua età, siete delle svergognate, delle sporcaccione, bisognerebbe mettervi al muro per prime..." (N.d.a.: fatto accaduto al mercato di via Osoppo un giovedì mattina). Di aborto adesso parliamo noi. Siamo le donne del consultorio, del comitato per la parte-
gono per mettersi nella lista d'attesa. Siamo noi che abbiamo avviato questo lavoro di informazione, di assistenza e di prevenzione, d'accordo con i medici della divisione ginecologia-ostetricia. Abbiamo faticosamente costruito in questi due anni, con uno sforzo comune di tutti, questo momento importante. E lì che dovrebbero venire insieme a noi quelli del "movimento a difesa della vita", quelli che stanno scatenando una crociata medioevale e che hanno raccolto le firme per un referendum contro la legge 194 che regolamenta l'aborto. Ma chi non è contro l'aborto? Ma che bravi loro! È facile coprire le donne di insulti e dividere il mondo in "buoni", loro, e in "cattivi", noi. Vengono questi signori che sulle spalle delle donne scaricano le colpe della società e fanno dell'aborto il simbolo dell'omicidio istituzionalizzato. Vengano questi signori che tanto mi ricordano i farisei degli antichi tempi, vengano a capire quali sono le cause di questa sofferenza che è l'aborto: la disinformazione
Sosteniamo la legge 194
o O _go.sE
Recentemente i Comitati di gestione dei Consultori milanesi hanno affrontato ancora una volta il problema della legge 194 e hanno condotto un ampio dibattito dal quale è emerso il seguente orientamento generale
Ai Consultori, anche in virtù della legge 194, vengono affidati i compiti della promozione e tutela sociale della maternità nonchè della prevenzione delle cause che la ostacolano.
L'obiettivo della legge è quello di rispettare, nella sua scelta, e conseguentemente tutelare, sia la donna che decida di diventare madre, sia la donna che, per gravi motivi, decida di non esserlo.
L'esperienza concreta di alcuni anni di lavoro nei consultori dimostra, senza equivoci, che, essendo l'aborto un problema di dimensione sociale, è superabile solo con l'informazione e la prevenzione attuata da strutture pubbliche che agiscono nella realtà sociale.
stione sociale dei consultori milanesi, ci sentiamo di affermare che la legge 194, pur perfettibile, è uno strumento necessario sia per garantire l'incolumità e la dignità alla donna costretta a ricorre all'aborto, sia per rimuovere alcune delle cause sociali, quali la disinformazione e la incolpevole ignoranza, che determinano questo dramma.
L'eventuale "sì" ai due referendum (quello promosso dal Movimento per la vita o quello promosso dal Partito Radicale) rappresenta una una grave minaccia al lavoro di prevenzione sociale dei consultori e un inevitabile ritorno alla piaga dell'aborto clandestino.
cipazione sociale del consiglio di fabbrica della Siemens e della Recordati, dell'UDI del gruppo delle donne di via Albenga, donne rappresentanti del consiglio di zona, delle utenti del consultorio. Tocca a noi dire la nostra perchè siamo noi che, assieme alle assistenti sociali, andiamo ogni lunedì alle otto e mezzo all'ospedale S. Carlo a parlare con le donne che ven-
La sentenza
di Catanzaro
Stupore, indignazione, rabbia sono tra i sentimenti che abbiamo sentito serpeggiare tra gli abitanti della nostra zona alla notizia della sentenza con cui il 20 marzo scorso la Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro ha mandato assolti tutti gli imputati della strage di piazza Fontana, nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura, compiuta nell'ormai lontano 12 dicembre del 1969.
Di tali sentimenti dei cittadini si è reso interpreté il consiglio di Zona 19, che nella sua seduta dello stesso 20 marzo ha approvato a larga maggioranza un ordine del giorno, indirizzato al Presidente della Repubblica Sandro Pertini ed alle presidenze del Consiglio dei Ministri e delle due
sessuale e contraccettiva voluta da loro, l'incolpevole ignoranza, l'egoismo maschile in molte vite matrimoniali, l'opprimente tamburellamento dei mas-media in due sensi opposti ossia la degradazione del rapporto uomo-donna a pornografia da un lato e la donna
Come rappresentanti dei cittadini nella ge-
rinchiusa nella torre di avorio nel suo ruolo di madre, di moglie, di fattrice di figli. E il problema delle adolescenti e delle immature, oppresse e represse che pagano con l'aborto il riscatto ad una società che le distrugge. Venite, signori, con me, il lunedì mattina, venite,
prima di proclamarvi paladini di una giustizia farisaica. E i signori radicali con il vostro referendum liberatorio? Voi additate il punto d'arrivo ma mai la strada per arrivarci. Chi pagherà la vostra faciloneria, voi che fate dell'aborto un diritto civile, voi rimuovete tutti gli ostacoli contenuti nella legge e poi? Chi potrà pi ù abortire? Le donne ricche in Svizzera e le donne proletarie dalle mammane. E poi, signori radicali, non confondiamo il diritto, irrinunciabile, di ogni donna di decidere se portare a termine o interrompere una gravidanza con l'autodeterminazione e non facciamo dell'aborto un metodo contraccettivo. Se vogliamo assistere le donne, prevenire le cause di aborto, informare i giovani fin da piccoli, se vogliamo evitare il ritorno all'aborto clandestino e uscire dall'oscurantismo, QUESTA LEGGE PER LA QUALE
NOI DONNE ABBIAMO TANTO LOTTATO, DEVE RIMANERE! Anzi, va applicata dappertutto, in tutta l'Italia perchè è una legge dello Stato, e va migliorata. L'obiezione di coscienza non può essere un privilegio selvaggio, le minorenni devono trovare il massimo di informazione, di scelta e di assistenza, e la vessatoria trafila che le donne subiscono deve essere eliminata. È importante che tutti vadano a votare con un NO contro i due referendum e poi dovremo fare un'altra battaglia per salvare i consultori che vogliono affossare e salvare questa partecipazione sociale che ha già dato tanti frutti... scomodi per chi non vuole la democrazia e il progresso.
Maria coordinatrice del consultorio della zona 19
Giustizia non è fatta
PER ORA RACCOGLIAMO
Il Coordinamento dei Comitati di Gestione dei Consultori Milanesi ONOREVOLE
L' I-1Si 2
Camere, per esprimere la propria viva preoccupazione per gli effetti deleteri, specie sulla credibilit à delle istituzioni, che possono derivarne dato che con essa giusti-
LE FIRME PER LA PEéJA DI MORTE IPoi Si VEDRAI
zia non è stata fatta, visto che mandanti ed esecutori dell'orrendo crimine rimangono tuttora impuniti. A favore dell'ordine del giorno hanno votato tutti i consi-
glieri dei gruppi comunista, demoproletario, repubblicano e socialista, nonchè un liberale, il consigliere Grilli, e due democristiani, i consiglieri Testa e Matel-
losio, quest'ultimo sia pur esprimendo, come il repubblicano Malusardi, qualche riserva su una parte del documento. Diverso l'atteggiamento degli altri consiglieri democristiani, due dei quali. Bertoli e Riccaboni. hanno votato contro l'ordine del giorno, un altro, Rella, pur avendo partecipato alla discussione e pur rimanendo in sala ha dichiarato di non partecipare al voto, mentre altri due, Gibelli e Mozzanica, si sono astenuti come l'altro liberale, il consigliere Battigalli. Da parte sua il capogruppo democristiano Gironi sembra aver preferito sfuggire ad una aperta assunzione di responsabilit à. Difatti - dopo aver partecipato con altri capigruppo alla stesura del documento - egli ha lasciato i lavori del Consiglio di Zona ed ha abbandonato l'aula prima che l'ordine del giorno fosse presentato e posto in discussione e quindi ai voti. Pu ò anche essere che iL consigliere Gironi abbia lasciato il Consiglio di Zona per altri motivi che noi non conosciamo, ma l'impressione che si è avuta è che egli abbia preferito non esprimere il proprio voto piuttosto che contrapporsi apertamente a tre delle quattro parti in cui al momento della votazione si è frantumato il suo gruppo.
ikiTEMDE SVECCHIARE"
ALNIRAUE, COME
Ir aprile 1981 pagina 7 - milano 19
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Rubrica "per la salute" nota
Qualche sulle ferì
Alla vista del sangue tutti provano una qual sensazione, c'è chi controlla le proprie emozioni o chi addirittura sviene; ovviamente non è il prezioso liquido che scatena tali reazioni, ma bensì l'avere davanti agli occhi un corpo violato; infatti si resta indifferenti accanto a un flacone di sangue per trasfusione (se non si riflette sul valore della donazione) non si può fare altrettanto di fronte a un volto insanguinato.
In questo numero parleremo delle ferite cutanee e della loro emostasi, cioè dei possibili mezzi per arrestare una emorragia; disporre di questi mezzi e di queste poche nozioni può voler dire aggiungere qualcosa di razionale all'istintivo senso di paura che dà la vista del sangue.
Si intende per ferita cutanea qualsiasi interruzione della integrità (soluzione di continuo) della cute provocata da un agente lesivo.
Quest'ultimo può essere esterno interno a seconda che eserciti la sua azione vulnerante dal di fuori o dal di dentro, un esempio di questo meno frequente tipo è la lacerazione cutanea causata da un frammento osseo in seguito a frattura (si parla in questo caso di frattura esposta).
In base ai diversi tipi di agenti lesivi e ai diversi meccanismi di azione possiamo distinguere vari tipi di ferite cutanee:
la ferita lacero - contusa, caratterizzata dallo schiacciamento, sino alla rottura, della pelle tra un corpo contundente esterno e il piano rigido osseo interno, (per esempio la ferita all'arcata sopracciliare del pugile); oppure dovuta allo "strappamento", della pelle per l'azione di una forza che agisca in senso non perpendicolare (come la precedente) ma tangenziale;
la ferita da taglio, provocata da una lama, per esempio; bisturi, coltello, rasoio.
la ferita da punta, causata dall'azione vulnerante di una punta, per esempio: chiodo, cacciavite, pugnale.
la ferita da punta e taglio dovuta alla doppia azione lesiva applicata sia in senso perpendicolare che tangenziale, per esempio: coltello appuntito; la ferita d'arma da fuoco.
Ciascuna di queste lesioni può interessare o solo il piano cutaneo o anche i tessuti e gli organi più profondi; è evidente che, mentre la ferita lacero - contusa è più probabile che interessi solo la cute, per le altre ferite è più probabile il contrario.
La ferita lacero - contusa si riconosce bene per l'aspetto dei suoi margini che sono irregolari, spesso sofferenti, ecchimotici, con un disegno a volte a stella, a lembo; in genere questo tipo di ferita sanguina poco perché per effetto stesso del trauma si ha uno schiacciamento e una chiusura dei piccoli vasi sanguigni interessati; qualsiasi ferita cutanea è esposta all'inquinamento batterico, la ferita lacero - contusa lo è non in misura maggiore rispetto alle altre tuttavia questa presenta più facilmente le tracce evidenti.di tale inquinamento: tracce di terra, sassolini, tracce di vernici e altro sporco.
La ferita da taglio ha i margini netti, il disegno è quasi sempre lineare e il sanguinamento è costante perchè i vasi sanguigni recisi di netto non si chiudono tanto facilmente da soli anche se esiste il meccanismo di difesa della coartazione vasale (chiusura spontanea del vaso) e la coagulazione del sangue. Il sanguinamento è variabile in relazione alla sede della lesione, alcune di queste sono particolarmente pericolose per la presenza in superficie di vasi venosi e arteriosi di medio calibro; una sezione di uno di questi vasi senza un pronto intervento potrebbe causare il decesso dell'infortunato. Si ricordi ad esempio l'arteria carotide al collo, l'arteria femorale all'inguine, i vasi radiali e ulnari al polso.
Anche la ferita da taglio corre il rischio di infezioni batteriche; a questo riguardo una particolare menzione meritano le ferite provocate da coltelli usati per tagliare la carne cruda, le ferite dei macellai spesso
te cutanee
sono inquinate da germi anaerobi che provocano la cangrena e quindi richiedono un trattamento specifico.
La ferita da punta si sviluppa in profondità e quindi appare in superficie come una lesione di piccola entità, l'aspetto è determinato dall'agente lesivo, la ferita di un chiodo quasi non si vede, la ferita di un pugnale è lunga sulla cute quanto lo spessore massimo dell'arma. La emorragia in superficie è scarsa o assente, mentre potrebbe essere grave all'interno se è colpito un organo importante: il fegato, un rene, un polmone, un grosso o medio vaso sanguigno. Per quanto riguarda il rischio di infezione si può dire che, rispetto alle altre ferite, quella da punta sia più esposta alla insidia del tetano dal momento che il bacillo in questione si sviluppa e si moltiplica in assenza di ossigeno e tale è la situazione ambientale in una lesione non esposta all'aria.
Qualche volta l'oggetto appuntito che ferisce si spezza all'interno della lesione così che questa si complica con la ritenzione di un corpo estraneo (per esempio ritenzione di frammento di ago).
Le ricette di Anna
TORTA DI VERDURA
Dose per 6 persone:
Molti, prima di tamponare provvisoriamente una ferita, per medicare fanno uso di disinfettanti, di polveri antibiotiche o cicatrizzanti, di cotone emostatico, ecc.; personalmente ritengo superfluo tutto ciò e consiglio solo un lavaggio della ferita con acqua ossigenata; invece riservo l'eventuale impiego di altri medicamenti (esempio antibiotici per uso locale) alla fase successiva, cioè alla terapia chirurgica definitiva.
L'emostasi temporanea si può ottenere per compressione diretta della ferita stipando fortemente della garza in loco e rafforzando tale compressione con unafasciatura; questo basta per fermare la emorragia nella maggior parte delle ferite. Altra possibilità di emostasi è la compressione a distanza che si propone di arrestare il flusso arterioso a monte della lesione e consiste in una compressione digitale oppure in massa.
Quella digitale si adotta per lesioni di vasi arteriosi superficiali, si pratica comprimendo l'arteria con le dita contro il piano osseo sottostante. Per esempio: l'arteria femorale si comprime con i due pollici contro il piano osseo del bacino a livello del legamento inguinale; l'arteria carotide comune si comprime con tre quattro dita in corrispondenza del margine anteriore del muscolo sternocleidomastoideo (il lungo muscolo del collo che separa la faccia laterale da quella anteriore) tenendo il paziente supino, con il collo flesso e testa ruotata verso la parte lesa. L'arteria ascellare si comprime nella cavità ascellare contro la testa dell'omero; l'arteria omerale nel solco bicipitale interno contro l'omero.
La compressione a distanza in massa si può fare con un laccio emostatico, un bracciale pneumatico (come per misurare la pressione) con altri mezzi analoghi. Bisogna però dire che questo sistema di arresto della emorragia non è privo di pericoli in quanto può determinare: lesioni da schiacciamento dei nervi talora definitive (irreversibili) e gravi infezioni delle ferite e dei tessuti a valle della compressione perché questi senza sangue hanno minore capacità di difesa e perchè si sviluppano germi anaerobi (quelli che vivono senza ossigeno).
350 gr. farina bianca
5 cucchiai di olio
1/2 bicchiere di latte
2 etti di riso
1/2 Kg. di zucchine
3 uova sale quanto basta prezzemolo, cipolla, aglio
1/2 etto di grana grattuggiato
Preparare la pasta con la farina, 5 cucchiai di olio, sale e latte.
Dopo aver impastato molto bene dividere la pasta in due parti uguali e tirare la sfoglia molto sottile, preoccupandosi di non romperla. Nel frattempo avremo fatto cuocere il riso per 5 minuti, mettere in una terrina il formaggio, le uova, la cipolla, il prezzemolo, e l'aglio tritati finissimi. Lessare le zucchine e amalgamarle al rimanente.
Preparare una teglia unta e stendere il primo strato di pasta, versare tutto quello che avete messo nella terrina e ricoprire con l'altro strato di pasta, chiudere come il calzone.
Mettere in forno a 250°, quando sarà ben dorata sopra e sotto la torta è pronta. Buon appetito.
Settimana di nuoto U.I.S.P.
Anche quest'anno, la Lega Nuoto U.I.S.P. Milano propone, in onore dei valori della Resistenza, la manifestazione di nuoto che si svolgerà il giorno 11 aprile 1981 presso la piscina Cozzi, in Viale Tunisia, 35 Milano.
L'iniziativa è aperta ai ragazzi e ragazze dei Centri di Scuola Nuoto U.I.S.P. - F.I.N.
Nell'occasione il Circolo A.R.C.I. U.I.S.P. Giulio Trevisani, partecipante alla manifestazione con i ragazzi della scuola U.I.S.P. di zona, augura a tutti i partecipanti la buona riuscita della manifestazione, inviando un caloroso saluto.
Circolo A.R.C. U.I.S.P. Giulio Trevisani
La ferita d'arma da fuoco appare sulla cute come un foro di diametro variabile a seconda del calibro del proiettile, della sua forza di penetrazione e della distanza di tiro; i margini della ferita sono contusi e irregolari, il fondo della ferita è nerastro. Se il proiettile non fuoriesce si avrà il solo foro di entrata, nel caso opposto si avranno due fori, quello di entrata e quello di uscita; quest'ultimo in genere di diametro superiore e bordi più lacerati. Il tragitto determinato dal passaggio del proiettile può essere sia rettilineo che curvilineo se avviene una deviazione da parte di strutture rigide (per esempio le ossa).
Dopo questa sommaria descrizione dei vari tipi di ferita cutanea, vediamo ora quali saranno i possibili rimedi.
In linea generale qualsiasi ferita richiede: una toilette, una emostasi, una sutura (tranne qualche eccezione) e una profilassi antitetanica.
La prima cosa da valutare in ogni caso è se la ferita cutanea rappresenta la lesione principale o se invece vi sono altre lesioni profonde e condizioni di pericolo per la. vita.
Quindi, senza perdere di vista la situazione globale del ferito, chiunque presti soccorso a una persona con ferita sanguinante deve provvedere alla emostasi temporanea e all'invio sollecito presso il più vicino ospedale o presso altro presidio chirurgico se trattasi solo di lesione superficiale e di modesta entità.
dr questi motivi si deve ricorrere alla compressione con lacci o simili sono quando è indispensabile mentre sembra uno dei mezzi preferiti dai soccorritori improvvisati.
Non mi soffermerò sul trattamento definitivo della ferita cutanea, ma mi limiterò a dire che il chirurgo, una volta esclusa la possibile lesione profonda, fatta una accurata toilette della ferita e asportati gli eventuali corpi estranei, legherà con del filo di materiale riassorbibile le eventuali boccucce sanguinanti e in anestesia locale praticherà la sutura della ferita con punti di seta. In qualche caso di brutta ferita lacero - contusa sarà necessario regolarizzare i lembi asportando con i bisturi i margini necrotici e sfrangiati.
Le ferite dei macellai, come quelle dei settori (coloro che eseguono una autopsia) non vanno suturate per i già noti motivi.
A complemento deve sempre essere eseguita l'antitetanica a meno che il ferito non sia regolarmente vacinato, se dalla precedente vaccinazione sono già trascorsi quattro anni occorre fare un richiamo. In qualche caso di ferita particolarmente inquinata e nei soggetti diabetici è opportuna una protezione antibiotica.
A. Mercurio
La rubrica è aperta alla collaborazione dei lettori, per informazioni rivolgersi o scrivere a dr. A. Mercurio, via delle Ande 1, Milano
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Gemmologia
Il taglio delle pietre preziose
Un artigiano ci racconta la storia delle gemme
Una vera e propria documentazione non esiste. Le notizie sono incerte, comunque si ha ragione di credere che gli antichi conoscessero l'arte di lavorare il diamante. Probabilmente si limitavano a rendere il pezzo grezzo di aspetto regolare.
Attraverso testimonianze si può dire che verso il 1500 in India il veneziano Ortensio Borgi tagliò il famoso diamante "Gran Mogol (787 Kt). Verso il 1520 pare sia iniziato il taglio a rosa semplice e rimase stazionario fino al 1640, epoca nella quale il Cardinale Mazzarino fece eseguire per la prima volta, il taglio a brillante, detto appunto Mazzarino o brillante doppio.
Verso la fine Ide 1600, si ebbe da parte del veneziano Peruzzi la forma a taglio riplo o Peruzzi.
Il cardinale Mazzarino fu un grande protettore del taglio del diamante in Francia, ma dopo la sua morte, quest'arte cadde in declino. In seguito sorsero in Olanda attrezzate taglierie ove ancora oggi viene lavorata la maggior parte del grezzo.
Operazioni del taglio
L'operazione completa del taglio comprende tre trattamenti e sono: la Sfaldatura, la Sbozzatura, la Politura.
Gli operai che eseguono queste operazioni si chiamano Maestri.
I metodi usati sono diversi da quelli che si usano per le altre gemme, a causa della grande durezza e la facile sfaldatura ottaedrica del diamante.
SFALDATURA (o clivaggio)
L'operaio che esegue questa ope,razione dev'essere più che esperto, deve esaminare il diamante caso per caso e con la pratica fornitagli dall'esperienza, distinguere i cristalli facilmente sfaldabili da quelli meno. Eseguire questa operazione in modo errata significa mandare in frantumi il diamante.
Dopo il suddetto esame, il diamante da sfaldare, viene fissato con uno speciale mastice sopra un bastoncino, la stessa operazione si esegue su un secondo diamante facendo sporgere uno spigolo vivo. Con questo si strega fortemente la faccia del primo diamante nella direzione che si vuole avvenga la sfaldatura, fino a produrre una finissima fenditura.
Fatta questa si fissa il bastoncino al piombo, si insinua una sottilissima lama d'acciaio nella fenditura e con un colpo secco, dato da un martelletto di forma speciale, si opera la scissione che avviene secondo il piano di sfaldatura.
Questa operazione si ripete spostando la direzione del diamante fino ad ottenere la forma dell'ottaedro.
Questo metodo è usato per eliminare particolari imperfezioni che si presentano nel cristallo.
Sbozzatura:
In questa seconda operazione vengono abbozzate le principali faccia del
brillante nelle varie posizioni che, approssimativamente, devono avere. In maggioranza i diamanti vengono rifiniti con il taglio rotondo, in questo caso vengono montati con speciali cementi e fissati su un tornio che gira ad altissima velocità. Un altro diamante montato su un lungo supporto ne smussa lentamente gli spigoli arrotondandoli e ne abbozza la prima sfaccettatura. Questo sfregamento genera un rumore specialissimo che si distingue nettamente dal rumore generato da altre gemme. Il lavoro di sbozzatura è lungo e faticoso per la grande durezza del diamante.
Politura:
La politura o polimento è il taglio propriamente detto.
Le pietre dopo la sbozzatura presentano le facce maggiori sbozzate approssimativamente sulla posizione dovuta e non ancora perfettamente piane, per cui l'operazione di politura ha lo scopo di rettificare la posizione, lucidarle e tagliare le facce minori.
I diamanti sono tenuti chiusi in speciali tenaglie chiamate DOP, così sistemata la pietra viene a contatto di un disco rotante (ghisa) rivestito di olio e polvere di diamante. Questa operazione richiede costanza e assoluta attenzione del tagliatore, sovente deve controllare la posizione delle facce mediante goniometro. Una pur minima variante dell'angolo della sfaccettatura può ripercuotersi sulla luminosità del diamante.
Attualmente le città di Anversa ed Amsterdam rappresentano il centro mondiale della lavorazione del diamante. Nella sola Amsterdam vi sono circa 70 stabilimenti e vi lavorano oltre 10. 000 operai.
Altre taglierie le troviamo in Francia a Saint Claude, in Palestina, nello stato d'Israele (Tel Aviv), in Germania (Idar Oberstein), in Russia (Smolesk, Mosca, Leningrado).
In Italia non si può parlare di industria perchè il taglio è praticato solo da isolati artigiani. La forma di taglio da adottare per il diamante è legato alla forma nello stato del cristallo grezzo.
Numerose sono le forme di taglio, che però non posso indicarle tutte, anche perchè per farmi capire dovrei esprimermi con disegni e ciò occuperebbe molto spazio del giornale.
Comunque vedremo questo discorso con la redazione e chissà se avremo la disponibilità sufficiente.
Comunque ritengo necessario presentarvi il disegno che rappresenta il taglio Amsterdam, indubbiamente il migliore che si pratica oggi, in modo che ognuno conosca il nome dato alla sfaccettatura e la loro posizione.
Con questo finisco il capitolo "Diamante", nel prossimo parlerò del secondo gruppo per importanza: il Corincone.
Franco Francioli
Medico SIP
Ho preso l'influenza. Il fatto non significa essere diventato influente, importante, vuol dire invece avere un febbrone da cavallo, dolori in tutta la gabbia ossea e un mal di testa che metà era abbastanza.
Faccio per andare al lavoro ugualmente, mia moglie si indigna (per non dire s'incazza ch'è una brutta parola) e con tutto il suo calore umano mi sbatte a letto con il termometro in bocca (l'assentesimo lo alimentano le donne, sono loro la causa, ha ragione l'Agnelli nostro).
Urge chiamare un medico. L'ultima volta che l'ho chiamato per una visita a domicilio io e Anna ci davamo del lei; oggi il secondo figlio ha 9 anni.
Se lo chiamo verrà sicuramente, se non altro proprio perché non lo "rompo" mai e poi, c'è stata la riforma, c'è stato l'aumento del badget a oltre 50.000.000 l'anno figuriamoci se non viene. Oggi non è più come una volta; il medico della mutua è un triste ricordo, oggi c'è la SAUB, tutta un'altra cosa.
Gli telefono ,anzi le letefono in quanto mi hanno cambiato anche il medico; ora è una dottoressa (misteri della sanità).
Buongiorno dottoressa, sono un suo assistito, (si fa per dire naturalmente) ho 38,6 di febbre, posso lasciare la richiesta per una visita a domicilio? Una domanda più banale di questa, ritenevo fosse superata solo da quella che FORLANI formulò a NICOLAZZI per sapere se gradiva entrare nel Governo. E invece no!!
Cosa si sente sig. Amato?
Quando ha misurato la febbre?
Ha preso qualcosa? Soffre di tracheiti, di bronchiti, di laringiti? Fuma? Ha gli occhi rossi?
Può essere influenza? Le fa ma-
G U O BO ZON
le la bocca dello stomaco?
Tutte queste domande sparate di botto mi fanno girare la testa. Poi dopo una breve pausa mi dice che non verrà a casa e mi invita a collaborare. Mi fa posare il ricevitore verso la 3a vertebra, mi dice di spostarlo prima verso il polmone destro poi, verso il sinistro, mi fa respirare lentamente, poi a bocca aperta respirare profondamente, poi giù, verso il fondo schiena.
Ritorno verso il polmone destro e si sofferma (avrà sentito una interferenza) mi giro, cornetta telefonica sul ventre, poi la bocca dello stomaco, un colpo di tosse, poi un'altro, altri due, trattenere il respiro, tossire ancora. Il filo comincia ad avvolgermi, con quello della radio sveglia comincio a non capire più nulla. Mi chiede di deglutire poi dico aah, aaah, aaah tre volte, poi ancora nella zona del cuore (forse ha un dubbio).
Sono passati tre minuti, ma mi hanno sconvolto. La visita è finita, sento la voce convincente della dottoressa che mi dice: — Sig. Amato, stia tranquillo stia in letto quattro giorni con la sua bella tailandese! Ma quale tailandese, io ho sposato una marchigiana.
— Ma cosa ha capito? Le ha l'influenza , la tailandese, prenda 3 volte al giorno 15 gocce di Novalgina e faccia dei fumenti, per oggi non le prescrivo altro a risentirla e tanti auguri. Clic! Fine della visita a domicilio.
Riprendo parzialmente conoscenza, e faccio delle riflessioni.
Cosa deve esser il progresso. I medici di oggi sono dei mostri. Ma chi lo avrebbe detto! Una visita così accurata, seria, evoluta, tipicamente professionale non può che tranquillizzarti, rasserenarti, compiacerti.
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Ma dove è andato il buon vecchio medico che veniva al tuo capezzale tanti anni fa, con la valigetta di pelle nera, il freddo stetoscopio e silenzioso, burbero ti metteva le mani dappertutto, colpi sulle spalle, pressioni allo stomaco, al ventre, cucchiaio in gola, le dita a martelletto battevano le spalle, il torace, la lingua fino al mento con il disagio che tutto ciò comportava. Cosa deve essere il progresso! Mi ricordo il disagio che arrecava a mia madre che un giorno prima della visita si metteva a fare le pulizie generali o quasi, scartava la saponetta, quella buona alla lanolina, in bagno l'asciugamano di spugna bianca e cercava il cucchiaio, quello d'argento, l'unico, in casa dalla malattia della nonna e il copriletto, il copriletto si metteva quello bello, fatto all'uncinetto che puzzava di naftalina, che strozzava. Tutto ciò per el sciur dutur, quel de ca, ch'el va vist nas. Cosa deve essere il progresso! Cosa è stata la riforma! Basta un ministro competente alla sanità e zac.... tutto si trasforma. 3191876 pronto, chi parla?
Roba da matti, cosa deve essere il progresso. Una telefonata e sei in visita, un gettone telefonico una diagnosi, una interurbana l'analisi del sangue, due teleselezioni il clisma opaco e la colicistografia una guida del telefono il trapianto della cornea. Che mostri certi medici. Cosa deve essere il progresso. Se la mia povera nonna avesse avuto il telefono oggi sarebbe qui con noi con i suoi 108 anni a godersi Portobello. La riforma, la medicina moderna, i medici di oggi ti lasciano sbigottito, hanno dell'incredibile.
Fra tanto stupore c'è una cosa che mi fa rabbia e mi riferisco a quei medici che malgrado i 50.000.000 l'anno (pagati dal contribuente) non si vogliono aggiornare e se ne vanno ancora di casa in casa a visitare i clienti ammalati e vogliono vedere con i loro occhi le condizioni del paziente, magari fanno ancora delle ricette e magari (questo sarebbe il colmo) promettono di tornare una seconda volta, pazzesco, quanto conservatorismo esiste ancora, quanta incapacità di aggiornamento. Basterebbe un pizzico di ambizione, un pizzico di buona volontà, un tocco di modernismo e drin! drin! medico in linea, dica pure.
E poi dopo queste brevi ma oneste rilfessioni mi sono detto: — Tu sì che sei fortunato, sei uno dei pochi, la fortuna di avere un medico che vive nel tuo tempo, un medico all'avanguardia, che marcia con il progresso, non è da tutti, pensa quanta gente non se lo immagina neppure e continua a fidarsi del proprio medico che nell'era spaziale va ancora per casa. Quanta gente infelice! lo mi sento veramente fortunato, fortunato e tranquillo. lo e i miei cari abbiamo un vero medico, un medico VIP anzi un medico SIP.
Luciano Amato
aprile 1981 pagina 11 - milano 19
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INCONTRI CULTURALI SIRIO
L'artista del mese: Mario MORETTO
Scultore ceramista
Mentre la responsabile del Museo delle Cere di Milano (Stazione Centrale) osserva e commenta il ritratto in plastilina di Ronald Reagan, che lo scultore Moretto ha appena finito di abbozzare curandone la maggior somiglianda possibile, ci guardiamo intorno in questo tipico studio - laboratorio.
La statua del noepresidente completerà la serie dei personaggi di rilievo del nostro secolo, prendendo il posto del predecessore nelle ambientazioni del Museo alla Stazione, e volendo seguire le fasi della lavorazione apprendiamo che una volta terminata la parte relativa allo scultore, l'opera passerà al fonditore in cera. Questi ne ricaverà dapprima uno stampo, poi una nuova realizzazione in gesso e da questa, dopo altri procedimenti delicati, otterrà l'opera definitiva.
Sul volto da ritrarre, ogni ruga, ogni segno, ogni dettaglio che lo scultore mette in evidenza passerà nella statua di cera, e riguardo ai personaggi famosi viventi la somiglianza deve essere perfetta, anche negli occhi, nei capelli, nel colorito della carnagione.
A noi qui comunque non interessa quale personalità viene scelta per accedere all'olimpo degli immortali, anche se questo può essere un successivo discorso culturale, ma ora ci interessa il discorso tecnico - artistico della lavorazione.
Mario Moretti, quando esegue lavori destinati al Museo delle Cere, sa che la resa dell'opera finita è la somma di molte competenze, e tutte di prim'ordine. Come ogni artista egli sa che altro è eseguire un lavoro che soddisfi l'esigenza del committente, altro è abbandonarsi all'estro e al gusto personale per dar corpo alle proprie spinte interiori.
Ma poichè in tutto ciò che facciamo vi è la misura delle nostre capacità, anche nei lavori commissionati vi è la "mano" e cioè lo stile dell'autore.
Lo vediamo in questi ritratti destinati al Museo e in quelli eseguiti per altre committenze.
La somiglianza è perseguita ed ottenuta, ma l'artista cerca di cogliere anche la personalità del soggetto. Reagan, ad esempio, anche nella testa in plastilina, è uomo - attore, cioè persona abituata a manovrare i suoi atteggiamenti esteriori secondo necessità. Nenni (in bronzo) è pensoso e accattivante. Giovanni XXIII è la bontà che conquista; e l'elenco potrebbe continuare.
Invece, quando Moretto sceglie personalmente il soggetto, la preferenza cade su figure femminili, nelle quali egli concentra doti di corposità miste a spiritualità, esaltando i valori plastici della creatura - donna, talvolta anche angelica e musicante, con l'aggiunta di una forte carica interiore.
Accentuando lo slancio delle forme e prolungandone le linee ascensionali, le composizioni diventano estremamente dinamiche.
Nel delimitare le strutture assottigliate e vibranti, la finitura scabra e spessa che il bronzo o la terracotta presentano in superficie, dà alla figura modellata una notevole carica psicologica.
Essere autore di sculture è certo una delle gioie creative più profonde. Mario Moretto è però anche ceramista, e vediamo anche diversi lavori avviati nel suo studio, e davanti al grande pannello in ceramica colorata che ormai pronto attende la collocazione presso il fortunato committente, dobbiamo ammettere che anche l'esecuzione di una
Perché no un luna park fisso a San Siro?
Nel grande spiazzo libero in Via Patroclo di fianco al nuovo Palazzo dello Sport ha preso posto il tradizionale Luna Park che da febbraio a marzo si identifica con il Carnevale Milanese, in sostituzione di quello dell'Arena, spostato per la ristrutturazione de! Parco Sempione.
possiamo capire che il cittadino milanese in cerca di attrazioni si è orientato subito verso di noi in Via Patroclo, favorito dai mezzi di trasporto urbani che portano qui direttamente dal centro.
D. Ha trovato dei vantaggi rispetto alla precedente dislocazione dell'Arena?
lavoro così articolato e complesso, ma ricco di tante possibilità inventive, può offrire al talento di un artista l'opportunità di sbrigliare la fantasia.
Sulla trama del pannello, inserito in un interseco di strutture abitative gustosamente sintetizzate, vi è il racconto in chiave descrittiva di un paese ideale.
Vi troviamo di tutto. La donna il bambino il vecchietto il beone il contadino la mucca la civetta il cane il gatto il circo la banda il pozzo la vigna la siepe il gallo la chioccia la luna le nuvole il cielo il sole le stelle.
Sul caldo colore terra di Sie-
na che predomina nel pannello, i colori ben dosati fanno risaltare qualche particolare, ma senza eccedere. Qualche tono rosso, giallo, blu, poco bianco, e tutto è a posto, per la gioia dell'occhio, che coglie al volo la bellezza globale dell'opera d'arte finita, dimenticando tutti i passaggi tecnici delle varie fasi di esecuzione, per soffermarsi solo sul risultato. Essere scultore oggi. È come sempre, forse: lavorare molto, aver talento, esser bravi. Il resto viene da sé.
Bruna Fusi
YOGA A SAN SIRO
Il circolo U.D.I. (Unione Donne Italiane) di San Siro ha organizzato dei corsi di YOGA, che si tengono ogni sera, dalle ore 19,30 alle ore 20,30, presso la sua sede in via Mar Jonio 7.
Il costo dei corsi è di 15.000 lire al mese. Chiunque intc-iidesse parteciparvi o comunque desiderasse avere maggiori informazioni in merito può rivolgersi a Cristina telefonando al n. 4032416.
Le attrezzature presenti sono R. C'erano vantaggi là, ci soun centinaio, con alcune novità no dei vantaggi qua. Per chi vieuniche in Paqa e parecchie gio- ne in macchina, qui c'è più costre classiche: cavalli, tiro a se- modità di parcheggiare e poi di gno, autopiste ecc. muoversi a suo agio, senza piMilano ha una sua piccola giarsi troppo o fare lunghe attearea di parco divertimenti per- se. L'area però non è ancora atmanente altra zona, ma qui trezzata dei servizi necessari nella nostra a San Siro è radu- per una così vasta affluenza di nato il meglio degli spettacoli pubblico. viaggianti e per il Carnevale Ambrosiano si è ricreata l'intramontabile atmosfera di colori e allegria.
Poichè la Zona 19 è interessata a questo insediamento, per ora temporaneo ma che può diventare permenente se il Comune concedesse il permesso in accordo con le Associazioni di categoria, cosa ne pensa la cittadinanza di questa collocazione?
Leggiamo su un quotidiano milanese che gli abitanti di Via Tesio e Via Harar non hanno niente in contrario a questa presenza festaiola ma simpatica, solo si augurano che i gestori vogliano controllare il volume degli altoparlanti, in modo che il loro sonno non subisca disturbi sgraditi.
I negozianti invece hanno tutto da guadagnare dalla presenza di questo migliaio di persone che devono rifornirsi di tutto, facendo registrare un incremento alle vendite in ogni settore. Vogliamo ora conoscere l'altra parte della medaglia e avviciniamo uno dei tanti lavoratori dello spettacolo viaggiante, di cui spesso ignoriamo problemi ed esigenze.
Ci presentiamo come redattori di Milano 19 al Sig. Antonio Formaggia, proprietario di un autoscontro, Consigliere Nazionale dell'AGIS-ANESV e Delegato Regionale. D. Sig. Formaggia, trovandosi oggi a metà del periodo di permanenza in questa area che per la prima volta è stata concessa dal Comune di Milano a questo scopo, può già formulare un giudizio su questa "nuova scelta?
R. La scelta è stata indovinata e dalla affluenza del pubblico
D. Quali sono questi servizi?
R. Servizi igienici, acqua potabile, sistemazione dell'asfaltatura, telefoni e inoltre bisognerebbe dare a chi è interessato la possibilità di trovare ristoranti o self-service in modo da supplire alla carenza tipica della zona. Gli esercenti delle attrazioni sarebbero disposti a contribuire per quelli che possono essere gli interventi di funzionalità del Parco Divertimenti qualora il Comune si impegnasse a una concessione novennale o definitiva come hanno fatto parecchie città o comuni limitrofi.
L'esempio più interessante in proposito è I'Oktober Fest di Monaco di Baviera dove l'amministrazione comunale in concerto con gli operatori del settore dello spettacolo viaggiante hanno realizzato già da anni questo grande Luna Park attrezzatissimo con servizi igienici, ufficio postale, banca, pronto soccorso, circa venti vigili a disposizione giorno e notte, piccola gendarmeria interna e una ventina di birrerie, ristoranti e vari negozi di souvenirs. Milano in questa direttiva potrebbe rappresentare una grande attrattiva turistica di notevole interesse economico per tutti.
Su questa proposta di reciproca utilità rivolta a Milano ma in particolare al territorio della Zona 19 chiudiamo il nostro incontro con il Sig. Formaggia che ci ha fatto conoscere problemi, progetti speranze di tutta una categoria di lavoratori strutturata diversamente da noi residenti ma non per questo, anzi forse per questo, da appoggiare nelle sue istanze più immediate.
B. F.
CENTUREX NEGOZIO ANNI '90 vi invita a visitare il locale completamente rinnovato ABBIGLIAMENTO UOMO DONNA BAMBINO BIANCHERIA - TELERIA Piazza Rosa Scolari 1 - Trenno (Mi) Tel. 4520478 milano 19 - pagina 12 aprile 1981
DOPO L'ESPERIENZA DI QUEST'ANNO
Album fotografico della zona 19
Invitiamo i lettori che hanno vecchie foto di punti caratteristici della Zona o del Quartiere Gallaratese a partecipare alla composizione di questa rubrica: "Zona 19 - Mezzo secolo di fotografia"
Lo scaffale di Milano 19
"LE PREVISTE SCADENZE"
di Vittoria Palazzo Nuovedizioni Enrico Vallecchi Firenze 1978
Vittoria Palazzo è un nome noto nel panorama culturale milanese. Prima ancora che come autrice del volume in visione, è giusto parlarne come persona, come donna che ha voluto e saputo dare una fisionomia particolare alla sua presenza attiva nel quadro della situazione letteraria e artistica del momento.
La Palazzo è poetessa, scrittrice sensibile, giornalista attenta e competente. Tiene corsi di aggiornamento culturale per il Comune di Milano, corsi molto seguiti da un suo pubblico che ha imparato a conoscerla ed apprezzarla, anche per la figura che rappresenta.
AL CENTRO COMUNITARIO DI TRENNO W LA VENDEMMIA!
Presso il Centro Comunitario di Trenno il 5 marzo u.s. il Gruppo Sirio e la Coop. La Vittoria hanno organizzato una serata fotografica sul tema "LA VENDEMMIA" seguita da un dibattito tecnico ed enologico, autori di Sigg. Silvano Vighi e Norberto Barotti, con presentazione del Sig. Sergio Magni.
Sono intervenuti i Sigg. Torti, Colombi, Achilli, Sommaruga e altri enologhi delle Cooperative di Canneto Pavese, che hanno offerto un assaggio delle specialità vinicole prodotte dalle Cantine dell'Oltrepò.
E la fondatrice del Centro II Salice, dedicato agli incontri letterari in anteprima e alla presentazione di nuovi autori e di nuove opere, venendo così a contatto con un più vasto pubblico, per una maggiore conoscenza e divulgazione. Al Salice Via Rotondi 4 Milano, si accede liberamente ogni lunedì alle ore 21. Quando non vi è nuova presentazione editoriale, si affrontano altri argomenti che interessino la cultura, e Vittoria Palazzo è una perfetta padrona di casa che sa mantenere l'incontro a un livello sempre elevato.
avvicinare tutto l'enunciato poetico della Palazzo, perchè riunisce il meglio di quanto fin qui di suo è stato pubblicato. Da una quindicina di raccolte, che partono dal 1948 per arrivare al presente, si è estratto ciò che è sembrato più significativo, e pensiamo che la scelta non sia stata facile. Paolo Manetti nella breve lucidissima introduzione coglie a meraviglia il significato degli scritti della Palazzo, ed in particolare quel senso di amore per la vita che è la nota dominante dell'intero ciclo.
pietra come le colonne del tempio
Una realtà nuova, diversa e mortificante, trova troppo esposta e vulnerabile l'anima della donna generosa che non sa, o non riesce per lungo tempo, a rassegnarsi (.... Noi siamo come gli altri, poveri nella pioggia dello suqallido inverno ...) e dopo terribili momenti in cui ogni sensibilità sembra spenta (.... E se dentro mi guardo tale è il confuso buio che annega la paura.) emerge, forse, l'io fondamentale di Bergson, la nuova coscienza.
La vita continua, intrecciata alle tante fatiche. Fatica di mamma, che vuole fieramente esserlo di "uomini nuovi" e trepidazione di figlia, che vede restringersi il cerchio dei giorni appresso alle "esili radici" dei genitori che si spengono.
E fatica di donna, che deve imparare "l'accettazione umile" del silenzio e che ora, sapendo, indovina le PREVISTE SCADENZE di amore e dolore immutabili, per le adorate figlie.
MILANO
REGOLAMENTO
Il poeta milanese Arcano ha recitato sue composizioni in dialetto e in lingua, ispirate o inerenti all'argomento della serata. SECONDO
Per questo suo notevole impegno, che dura dal 1971, la Nostra Giornalista ha ottenuto dal Comune di Milano l'Attestato di Benemerenza Civica nel 1976, oltre ad altri svariati riconoscimenti, che premiano il valore e la costanza di una donna che regge anche i/peso di una numerosa famiglia.
"LE PREVISTE SCADENZE" è un libro importante per chi vuole
L'invito al trofeo "CLICK e PENNELLO" è rivolto a tutti i fotogafi e pittori che , dovranno presentare opere inedite.
Ogni autore può iscriversi ad una sola sezione mediante la scheda di partecipazione unita alla quota di iscrizione, di Lire 3.500 a parziale copertura delle spese di segreteria.
Sez. FOTOGRAFI:
Ogni autore può inviare un massimo di 4 Stampe in B / N con lato maggiore compreso fra 30 e 40 cm senza supporto e non montate.
Sez. PITTORI:
Ogni autore può inviare una sola opera con lato maggiore della tela compreso fra 50 e 70 cm.
È ammessa qualsiasi tecnica.
Le opere devono essere incorniciate e munite di attaccaglia.
RECAPITO: (consegna opere)
Gruppo SIRIO c/o Coop. "LA VITTORIA"
Via F. Giorgi 15, Trenno - MILANO
Ogni giovedì dalle ore 21 alle ore 23. Pur assicurando la massima cura l'organizzazione declina ogni responsabilità, per eventuali smarrimenti, furti, danneggiamenti da qualsiasi causa generati.
Delle opere che non verranno ritirate nei termini stabiliti non è possibile rispondere.
Dai primi endecasillabi di Disarmata (.... e non m'accorsi che non ero armata) a Incontro (Ti ho nello specchio degli occhi ed ho tutta l'anma chiara) è tutto un crescendo di sentimenti, un riflesso esaltante della gioia di vivere nell'armonia dei giorni migliori. La donna che sapeva selezionare e usare liricamente parole così umane, femminili e amorose era ed è evidentemente una donna tanto ricca di qualità interiori da spenderne a piene mani in ogni SCADENZA, anche nella maternità, il cui incanto è perfettamente espresso negli endecasillabi de IL PRIMO PALPITO (Come attutito da una lontananza fremito d'ala, palpito romito, sussulto d'onda senza risonansa oggi ti ho udito. Mi ha disteso una vasta pace nuova l'ansia d'attesa tacque nel sorriso. Io che non so come sarà il tuo viso, so già l'amore che il mio cuore prova). Gioia nella maternità che poi la Palazzo ha allargato per altri figli voluti, in una entusiastica adesione con le più schiette e sublimanti forze della vita. Ma poi nella sua vita di donna, la parabola discende. Qualcosa di non definito altera e disperde lo splendore dei rapporti umani. La Felicità di vetro (.... il mio sangue è rubino.) che è tutto uno scintillio da scrigno ricolmo, lascia posto a una raggelante Aridità (Sono di
INFORMAZIONI:
— Per informazioni più dettagliate rivolgersi al gruppo: SIRIO C/O Coop. "LA VITTORIA" Via F. Giorgi 15, Trenno - Tel. 4521214 Tutti i giovedì dalle ore 21 alle ore 23.
CALENDARIO:
2-4-1981 Termine presentazione opere
9-4-1981 Riunione giuria
30-4-1981 Inaugurazione e premiazione alle ore 21, c/ o il Salone della Coop. "LA VITTORIA". dal 30-4 al 3-5-1981 Esposizione delle opere
3-5-1981 Resituzione delle opere.
GIURIA:
La Giuria sarà composta da personalità operanti nel settore culturale e verrà resa nota nella serata della premiazione. Il giudizio della giuria è inappellabile. La partecipazione al Trofeo implica l'accettazione completa del presente regolamento.
COMITATO ORGANIZZAZIONE:
Costantina TREMOLADA Laura PEDOTTI Fausto NASO
I trofei gruppo Sirio sono opera dello scultore Francesco Jannotta
FABBRICA
PREMI:
Per sè cerca una strutturazione mentale nuova (Incognita: Felice fino alladisperazione disperata sino alla felicità da sempre ho dilatato all'estremo l'ipotesi quotidiana. Poi che la vita non mi appartiene sia mio il modo di viverla.) e anche se il libro termina, non termina certo la vita e la battaglia (... ad armi pari. Non siamo vinti. Neppure vincitori. Affrontiamo gli scontri in labile equilibrio d'occasioni.) di una donna che ha le qualità per viverla tutta e bene. Disarmata, diceva la Palazzo all'inizio? No, ci permetta di dubitare. Armata, invece, di una rara forza d'animo che, nonostante tutto, le permetterà di dare ancora molto. E noi ce ne rallegreremo con lei.
B. Buttafava
TROFEO Gruppo Sirio. Al migliore autore per la fotografia.
COPPA
COPPA
TROFEO Gruppo Sirio. Al migliore autore per la pittura. Consiglio di Zona 19 - Milano Milano 19 (mensile di informazioni)
Coop. COPPA "La Vittoria" - Trenno
(MI)
Lega COPPA Nazionale Cooperativa
TARGA
TARGA
TARGA
(MI)
Presidente Gruppo Sirio
Consorzio Tempo Libero (MI) Galluccio (Boutique della pelletteria (MI)
— Tele Hobbi & Casa - Via delle Ande 1 (MI)
Abbonamenti Milano 19 (mensile di informazione) Biglietti Omaggio Luna Park "Varesine" (MI)
Polaroid Ottica "Kino" - P.zza Sempione 5 (MI)
Buono omaggio per una collettiva di pittura presso la "BOTTEGA 3 ARTI" di Livio Malinverni.
Viale Casiraghi, 65 Sesto S. Giovanni (MI)
Eventuali premi in via di definizione verranno comunicati in sede di premiazione.
A tutti gli artisti verrà consegnato un diploma di partecipazione..
vendita al pubblico giorni feriali - 14,30 -4- 19
TROFEO CLICK & PENNELLO
DAL ASSOCIAZIONE ARTISTICO CULTURALE AMBROGINO D'ARGENTO COMUNE DI MILANO PRESSO COOP. "LA VITTORIA" Via F. Giorgi 15 (Trenno) MILANO LO SCOPO DEL TROFEO E' DI FORMARE UN BINOMIO FRA ARTE FOTOGRAFICA E ARTE PITTORICA SUL TEMA
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EZIO
una voce nuova
"Crudo e martellante"
Lo stile di un giovane poeta della nostra zona
In questi ultimi tempi la poesia, tradizionalmente relegata in ambiti salottieri, sta attraversando un momento florido; grazie all'opportunità offerta da alcune case editrici di pubblicare in collane specifiche, poeti non sempre conosciuti ai primi lavori.
Un ruolo fondamentale hanno anche avuto, per la diffusione della poesia a livello popolare, le letture pubbliche. Sulla scia di tutto questo il teatro CTH di via Valassina, 24 ha offerto l'opportunità a giovani poeti di esprimere in pubblico le proprie composizioni. Domenica 15 marzo nello spazio riservato alla poesia Ezio Gavazzeni un giovane che vive nella nostra zona, conosciuto forse ai lettori fedeli del giornale per una recensione del suo primo libro "POESIAIMMAGINE", ha presentato le sue ultime liriche che vanno dal 1978 a tutto il 1980.
D. Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a scrivere poesie?
R. La prima poesia l'ho scritta circa otto anni fà, era uno sfogo dopo un'amara delusione. Come hai ben capito le motivazioni che mi hanno spinto a scrivere non avevano alcunchè di letterario, ma era solo un modo per sondare me stesso e per capire il mondo che mi circondava. Devo dire che delle poesie di allora ricordo solo un'atmosfera di profonda rabbia e delusione verso il mondo e la gente; l'ipocrisia dei discorsi che sentivo tutti i giorni intorno a me.
La mia poesia agli inizi era una poesia scarna, senza costruzione, con molti lati oscuri da chiarire. L'incontro con i poeti americani è stato per me illuminante: A. Ginsberg, J. Kerouac, G. Corso, W. C. William ecc. Nella poesia Americana trovavo i temi del rifiuto verso l'ambiente, che in quel caso era l'America anni 50 - 60, verso l'ipocrisia di una vita vissuta acriticamente, accettando lo stato di cose esistente come sacrosanto e irremovibile.
D. Il tuo incontro con i poeti Americani ti ha influenzato nello stile poetico e nel modo di pensare o è stato solo un contatto momentaneo?
R. In un primo momento, devo dire, che la poesia americana, soprattutto negli autori come A. Ginsberg, Kerouac, William, mi ha influenzato stilisticamente, ma io ritengo questa influenza come un passaggio obbligato, almeno per me stesso, per l'acquisizione di certe tematiche e di un certo modo di scrivere.
Nel mio caso penso si debba parlare di un contatto momentaneo. La contemporanea conoscenza di altri autori del passato, radicava in me la voglia di ricercare uno stile personale e originale.
D. A quali autori ti riferisci?
R. Che sento molto vicini a me sia allora che oggi sono i francesi: Baudelaire, Rimbaud, Verleine, Valery, Mallarmè, Breton ecc. Ma anche Neruda, Alberti, Majakovsldj, Esenin ecc. Nella loro poesi-asentivo l'uomo alle prese con se Stesso; più di tutti Rimbaud mi dava il senso di una ricerca costante dei limiti umani in una lotta con se stessi e gli elementi, per determinare il confine fra ragione e poesia. È di quel periodo, 1975 - 76, la mia entrata in un gruppo di poesia e di ricerca teatrale: "Il gruppo di Maggio"; patrocinato dalla Libreria Rinascita di Rho.
D. Che ruolo ha avuto questa esperienza del gruppo nella ricerca di una tua poetica?
R. Nel "Gruppo di Maggio", grazie all'assiduo incontro con giovani come me, ma soprattutto alla conoscenza del poeta Franco Venturi, ho cominciato una ricerca stilistica personale che nel 1978 mi ha portato a pubblicare il mio primo libro "POESIAIMMAGINE".
D. Puoi parlarmi di "Poesiaimmagine" e della sua tematica?
R. Per prima cosa devo dire che Poesiaimmagine è un libro - opuscolo molto semplice; tema è l'uomo alle prese con l'ambiente in cui vive e lavora, e i suoi rapporti con gli altri. Lo stile è stato definito, a ragione, crudo e martellante, e devo dire che era proprio un mio desiderio arrivare ad uno stile che disegnasse in modo esasperante e rabbioso, l'ambiente che mi circondava, con tutte le aberrazioni prodotte dalla speculazione dei pochi sui molti.
D. Puoi citarmi un pezzo del libro che trovi significativo?
R. Si, certamente. Questo pezzo che ti leggo penso sia abbastanza significativo per comprendere sia lo stile che il discorso.
... Un sax dall'abisso muto, il suono frantumato i capelli abbandonati sulle spalle, ma nulla aveva di quel mese adorato, solo un neo, chi poteva intravedere da queste poche cose l'aprile esploso nella musica, nella poesia, nel mio dormire.
Mi abbandono alla ricerca disperata di un poco di scienza: il Tirreno sprofonda nella solitudine, all'orizzonte un iceberg cerca una nave da annientare, ma affonda inesorabilmente nel senso di disgusto generalizzato.
Al Magenta due centraliniste s'aggiustano i capelli nella toiletta: un'altra birra si rovescia a terra, il barista negro ride, mostrando la cancrena insoddisfatta di tre anni sotto questo cielo.
I portici cadenti tirati avanti nei canali di questa città marina. Ancora un viso che si specchia solo nel finestrino di questo taxi. Il ricordo di quell'estate degenerata nel caldo e nell'afa insistente, forse era così solo per me, un vento d'altri luoghi tra i capelli secchi di salsedine e d'ambra di 'velluti marci, o solo d'alghe sfiorate di senso.
Stavi stesa al sole profumata d'acqua e di gesti calmi, come un fuoco in lontananza: dei negozi stranieri.
Alcuni scorci di Madeira: una cartolina spedita da chissà chi: As melhores vistas da Madeira.
"Scritte muri d'amori stinti moribondi gatti randagi animali ombre allungate polmoni bruciati dalla polvere fiati assonnati profili barbe stupri primaverili macello meccanismi umani putrefatti angoli lugubri vagabondi morti inconsapevoli primavere mani nude nel caos uomo - città identici movimenti la morte pensiero come moribondi sempre stanchi di vivere ...."
D. Rispetto alle poesie che hai letto al eatro CTH, quindi la tua ultima produzione, mi permetto di dire che ci sono notevoli differenze, perlomeno nello stile da Poesiaimmagine.
R. Ciò che ho letto domenica sera, fa parte del materiale che ho scritto dal 1978 al 1980.
Dopo la pubblicazione di Poesiaimmagine mi sono fatto una piccola autocritica rispetto allo stile e alla forma, perchè sentivo che non ero riuscito a centrare appieno le tematiche che mi ero prefisso di svolgere. Sostanzialmente ho cercato di sviluppare tutte le "immagini" che il mondo esterno mi suggeriva, cercando di scavare in esse fino nell'intimo. Ti posso leggere qualcosa dell'ultimo periodo, dove certamente noterai la differenza fra Poesiaimmagine e l'attuale stile che ho svi-
luppato: "Rimandata al tempo partita per la notte, questa di maggio ferma, solcata da un brivido; le domande ad un passo dalle stelle e l'aria ingenua fra le pieghe del vestito il tuo viso su cui gioca il riflesso della fiamma trascinata nel ballo antico con la gonna a fiori e i capelli negli occhi cullata dall'amara voglia di vivere. La strada e i giochi i nostri colori strani... Continuamente mi fissi, con un brivido che ti solca la guancia domandandomi: "Dov'è maggio?".
va ... a sole
La Fiera Internazionale di Milano, orgoglio della capitale economica italiana, ha avviato un programma eccezionale.
Dopo aver dato pratica attuazione alla ristrutturazione del palazzo C.I.S.I. adottando un particolare tipo di facciata che permette il riscaldamento di un fluido a mezzo di energia sciare, ha in cantiere grandi cose.
Entro cinque anni l'intero quartiere fieristico sarà interessato dalla realizzazione di nuovi edifici e dalla radicale progressiva trasformazione di tutti gli altri edifici ricorrendo ai più progrediti ed efficaci sistemi che consentono di ottenere un notevole risparmio energetico.
L'ambizioso programma rientra nel quadro dell'attività scientifica che l'Ente Autonome Fiera di Milano dedica al problema energetico sia per la ricerca di fonti alternative sia per il recupero dell'energie disperse.
Il piano quinquennale cui si faceva riferimento più sopra è stato chiamato MESP e intende inoltre dar vita ad una serie di tavole rotonde destinate a volgarizzare tra la clientela della "Grande Fiera" la serietà dei problemi energetici nonchè diffondere l'utilizzazione dell'energia solare e delle altre fonti alternative.
Il piano è del settembre 1979 e, come si vede dalla tempestiva realizzazione del Palazzo C.I.S.I., intende essere mantenuta secondo la migliore tradizione di efficienza di capacità meneghina.
Mentre il piano energetico nazionale stenta a decollare e il disegno di legge 655 per incentivare i risparmi giace da mesi al Senato, sono forse questi gli esempi migliori per fare da polo traente allo sviluppo dell'energia solare italiana.
Il tempo scorre veloce e serve una legislazione efficace. I risultati, altrove, sono già tangibili. In California è proibito scaldare le piscine se non con fonti rinnovabili.
Il credito d'imposta e i frazionamenti del "Fondo energia e risorse" permettono di affermare che già ora il 95% delle case uni famigliari californiane siano dotabili, in maniera competitiva, con impiantistica solare per scalda-acqua e riscaldamento ambientale.
Il vuoto legislativo è difficile da colmare ma dalla Fiera di Milano che ha saputo arrocarsi, pur essendo nata solo nel 1919, nei primissimi posti nella classifica delle grandi Fiere mondiali c'è da aspettarsi di tutto.
Gabriele Pagani
D. Domenica sei salito, forse per la prima volta su un palco, come ti è sembrato il rapporto autore - pubblico?
R. Come ben immagini leggere i propri lavori ad un pubblico è molto difficile, per un motivo fondamentale, nel momento che leggi i tuoi lavori sei portato a mettere l'accento su determinati punti della composizione, mentre il lettore, quasi certamente, viene colpito da altre immagini di quello che tu leggi, da altre sfumature.
D. Si, ma nel tuo caso il pubblico come si è comportato?
R. Trovo che il pubblico nel mio caso abbia reagito, nel migliore dei modi, registrando puntualmente i miei lavori in modo attento e critico...
D. Tutto ciò è stato utile?
R. Certamente. Almeno per il futuro. Leggere in pubblico mi ha dato la dimensione dei miei lati oscuri e perciò ne traggo una indicazione della via da intraprendere.
D. Per leggere le tue poesie sei dovuto andare in un'altra zona della città, forse anche da noi si potrebbero organizzare serate dedicate all'arte in genere dove ogni giovane possa esprimersi con i propri lavori.
R. Certamente. lo penso che con le strutture adeguate tutti quelli che scrivono o fanno musica, possono esprimersi davanti ad un pubblico e ricevere il giusto riconoscimento delle proprie fatiche.
Il pubblico ha dimostrato in più occasioni di apprezzare queste iniziative, ora è venuto il momento di renderle possibili. Emme
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NEGRI CARNI
GAVAZZENI:
RISPARMIO ENERGETICO
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Avevo un po' di timore quando sono andato ad intervistare Gaetano Liguori, un musicista che ha conquistato una sua precisa collocazione all'interno del panorama jazzistico italiano, perchè temevo di non riuscire a svincolare il nostro incontro dal carattere ufficiale dell'intervista. Confesso che il mio interesse era equamente diviso tra la persona e i'artista e sarei rimasto deluso se Gaetano mi avesse mostrato solo la facciata dell'artista. Dalla lettura del nostro colloquio capirete la sincerità e la passione con la quale ha risposto a molte domande, la sua fiducia per la maturazione dei giovani nei rapporti coll'arte; tutto questo sta a dimostrare come ci siano ancora dei musicisti nel nostro caso che vivono il rapporto con il loro lavoro in chiave se vogliamo romantica, non dimenticando tuttavia quelle che sono le oggettive difficoltà in un mondo dove la riconoscenza esiste veramente poco. Quando e come hai cominciato a suonare jazz?
Direi che è stata un po' una scelta obbligata, perchè avevo mio padre che suonava la batteria e si interessava di jazz; fin da ragazzo ascoltavo dischi e seguivo per generazione la musica beat e quella leggera di quando avevo 16, 17 anni. Contemporaneamente ho iniziato a studiare musica classica al conservatorio, prendendo sempre più confidenza con il mio strumento: il pianoforte. A 18 anni ho avuto l'incontro con Cecyl Taylor in un suo concerto al teatro lirico; da questo fatto si è concretizzata in me la passione per il jazz, in particolare per quel jazz che stava prendendo piede in quegi anni: il free-jazz o jazz d'avanguardia. Il fascino per questa musica mi colpì subito perchè permetteva di esprimermi come nessun altra. Mi spiego: mentre nella musica classica c'è una codificazione obbligatoria (leggi quello che è scritto), col jazz viene ad insturarsi un rapporto compositore-esecutore che è unico. Negli anni a seguire mi sono accorto che questa musica mi dava l'opportunità di fare anche un discorso socio-politico, perchè essendo una musica che verte sul rapporto diretto fra compositore ed esecutore e naturalmente il compositore e l'esecutore essendo la stessa persona sono anche un'entità sociale; pensavo con la musica di poter esprimere quelle che erano le mie motivazioni ideologiche. Infatti negli anni 70 quando ho iniziato a fare concerti, i miei circuiti preferenziali erano quelli alternativi: feste del movimento studentesco e feste popolari.
ma maespressivaperpalatifini?
Come veniva recepito il jazz in Italia quando hai iniziato? Voglio dire fino a che punto si era coscienti delle realtà sociali che stavano dietro quella musica?
Queste realtà non esistevano assolutamente, il jazz era relegato ad un ruolo subalterno rispetto agli altri generi musicali; il Pubblico era un pubblico elitario identificabile in quella "borghesia illuminata" che possedeva i mezzi e il tempo per interessarsi a questi circuiti3. Ancora oggi il jazz non si può considerare una musica popolare, però possiamo dire che dai primi degli anni settanta la parola jazz non risulta più tanto ostica ... Secondo te il pubblico è cambiato?
Il publico è cambiato abbastanza, perchè se oggi uno rifiuta questa musica lo fa con cognizione di causa dopo averla ascoltata. Hai avuto e hai dei modelli a cui ispirarti?
Il mio primo modello è stato Cecyl Taylor pianista iniziatore della corrente denominata "FREE"; in seguito ho voluto cercare uno stile personale, ma che tenesse conto di tutte le mie esperienze: il cabaret, la musica classica, quella rock e il jazz.
Rispetto alla musica classica come ti poni? Ho avuto ed ho influenze classiche dettate anche dai miei studi tra l'altro ho rielaborato anche pezzi di Stravinsky e Schonberg uno che suona il pianoforte, uno strumento nato circa trecento anni fa, non può prescindere dalla cultura musicale classica alla quale questo strumento è legato. Mentre per chi suona ad esempio il sassofono il discorso fatto per il pianoforte può anche non valere, per il fatto che questo strumento è nato ed appartiene alla tradizione jazzistica.
Consideri il free jazz il punto d'arrivo per un musicista che naviga in queste acque? No, assolutamente. Il free è stato un periodo storico anche importante ma che si è concluso.
Oggi ci sono delle forme di musica creativa e nel mio caso che è poi quello di altri musicisti c'è un periodo di stasi, di ripensamenti con la conseguente ripresa di un jazz che appartiene al passato. O col quintetto sto intreressandomi dell'"HARDPOP" che era la forma espressiva in voga tra gli anni 50 e 60.
Pensi che sia più assimilabile ?
Certamente, perchè possiede delle strutture armoniche e ritmiche ben precise. La gente ha difficoltà ad ascoltare la musica quando questa non tiene conto di certi parametri; ad esempio il rock piace perchè ha un ritmo martellante, mentre un linguag-
gio più articolato richiede da parte dell'uditore maggior sforzo. Spesso la gente non vuole fare questo sforzo. Parlami del jazz italiano di oggi e delle persone che lo fanno.
Il jazz italiano in questi ultimi dieci hanni ha avuto un capo scuola in Giorgio Gaslini, iniziatore di quella corrente culturale che si pose il problema di suonare nelle fabbriche e nelle univesità. Su questa scia sono nate delle scuole che fanno riferimento ad alcune città: a Milano Guido Mazzon, e altri, a Roma Mario Schiano e ultimamente c'è un gruppo di giovani tra cui Trovesi e Schiaffini, definiti musicisti creativi, che fanno una musica che sta tra il jazz e la musica contemporanea. Poi ci sono Basso, Valdambrini... Bè ma questi sono già da molti anni alla ribalta!
È vero ma li cito per dire che in un primo tempo c'era una frattura tra noi giovanissimi e loro; noi eravamo i portatori di nuove idee, loro i conservatori. Adesso diciamo che c'è in alcuni casi una collaborazione; basta dire che con me suona mio padre che non appartiene ovviamente alla mia generazione.
Parliamo un po' dei festival del jazz. lo ora non li frequento, ho partecipato alle prime edizioni poi basta; perchè servono a poco almeno per quanto riguarda noi italiani. Siamo costretti a suonare prima degli americani quindi l'interesse per noi è relativo, poi il tempo concessoci non permette di esprimerci al meglio. Mentre gli americani vengono da noi prendono un sacco di soldi e vanno via felici e contenti.
Riesci ad avere un tuo mercato?
Scherziamo?! io sono tranquillo perchè insegno da tre anni al conservatorio, faccio musiche per films e spettacoli teatrali. Di solo jazz in Italia non vive nessuno, eccezione fatta forse per Enrico Rava che però lavora in prevalenza all'estero.
Dai molti concerti in un anno?
Adesso meno di prima. Nel '75 e '76 sono arrivato a fare anche 150 concerti in un anno, poi con la crisi dei circuiti dove io mi identificavo sono venuti a mancare momenti e possibilità di suonare e stare insieme. In questa situazione oggi i miei datori di lavoro sono il Comune, l'Arci, Biblioteche ecc. Comunque ho fatto più di mille concerti in neanche dieci anni.
A proposito delle iniziative del Comune, tu hai suonato sotto la metropolitana. Spiega un po' questa iniziativa.
Il Comune si è preso carico di organizzare quei propositi che erano presenti nei discorsi cul-
turali della sinistra. Per quanto riguarda è sempre stato un mio obbiettivo suonare per le masse popolari e l'opportunità offertami dal Comune mi ha permesso di avvicinare la gente nel posto solitamente più affollato appunto sotto il metrò. La gente era interessata oltre che sorpresa dall'insolita iniziativa?
Direi di sì, e quanto si è verificato è andato oltre le più rosee previsioni. Molti giovani ci seguivano in ogni stazione anche se il repertorio era lo stesso. Da quanto dici si può dedurre che oggi si cerchi soprattutto la qualità.
In alcuni casi certamente, un esempio è il clmamoroso successo di un artista considerato difficile come Carmelo Bene, in altri la situazione è un po' confusa, perchè per il solo gusto dello stare insieme molte volte si accettano prodotti del valore discutibile.
Dimmi qualcosa della tua presente attività e del tuo ultimo album?
Il mio ultimo album è stato inciso due anni fa dal vivo in un concerto tenuto al CIAK col quintetto. Però essendo un disco non recentissimo non rispecchia più quezlli che sono i miei odierni interessi. Vedi il problema di un musicista oggi è quello di doversi continuamente rinnovare cercando sempre qualcosa di nuovo e stimolante e non sempre ci riesce.
Mi hai parlato di una tua colonna sonora per un film, di che si tratta?
È un film prodotto dal comune sulla biennale di Venezia. Dovrebbe uscire fra poco, s'intitola "le corderie dell'immaginario" e la presentazione avverrà al salone Pier Lombardo. Voglio ricordare che questo non è un film di cassetta ma culturale, ciò significa che difficilmente lo vedremo in molte sale cinematografiche. Questo vuole essere un invito a tutti per la prima proiezione. Ti consideri soddisfatto della tua attività?
Se mi sentissi soddisfatto potei tranquillamente smettere la mia attività; senza dubbio professionalmente ho avuto delle soddisfazioni e naturalmente con i lavori futuri spero di averne delle altre.
Hai dei rimpianti? Le tue scelte passate le rifaresti?
Sicuramente sì, anche per quanto riguarda delle scelte politiche che ho pagato duramente; perchè presentarsi candidato per il PDUP. Vuol dire tagliare di netto con quei circuiti dove forse sarebbe stato più facile imporsi. magari dicono "il Liguiri è bravo però fa politica, quindi non se ne fa nulla". In definitiva ho scelto di rinunciare a certe cose per delle altre, però come ripeto è stata una scelta giusta
ma pagata duramente. Prossimamente hai qualche serata a Milano?
Ho ancora due concerti alle stazioni del metrò di Cadorna e Duomo il 22, poi vado in giro per tornare a suonare in città a Maggio per il centenario del Politecnico.
Nella Zona 19 abbiamo un auditorio all'interno dell'Omnicomprensivo di Lampugnano sfruttato molto poco per le attività musicali, si potrebbe organizzare qualcosa in collaborazione con il consiglio di zona.
Sicuramente! Verrei volentieri a suonare nella vostra zona portando anche altri musicisti. E una promessa? Contateci.
Enzo Manes
milano 19
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pagina 15 - milano 19 aprile 1981
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dalla prima pagina
Privilegiata
zionale non è riuscito a far approvare dalle Camere, entro i! termine di 60 giorni stabilito dalla legge, il decreto sulla finanza locale presentato il primo gennaio scorso, lasciandolo quindi decadere, malgrado le opposizioni avessero mantenuto un atteggiamento responsabile, anche se doverosamente critico.
Da ciò deriva un clima di incertezza, le cui cause non possono essere obiettivamente fatte risalire all'Amministrazione comunale di Milano, che è stata invece l'obiettivo principale dell'opposizione dei consiglieri del gruppo democristiano, fra i quali si è particolarmente distinto il consigliere Martellosio, che (forse alla ricerca di benemerenze nell'area preambolista del suo partito) ha più volte tentato di interrompere i consiglieri di altri gruppi, mentre parlavano, intervenendo in modo chiassoso, pesante e non costruttivo, che ha palesemente infastidito il sia pur scarso pubblico presente e che il capogruppo socialista Zaccaria non ha esitato a definire "interventi da becero".
Il rischio della crescita zero
D'altra parte l'opposizione di tutto il gruppo democristiano è apparsa più strumentale, finalizzata a se stessa, che propositiva. Se, come ha fatto rilevare il consigliere Volpe, il gruppo D.C. avesse letto od ascoltato con
maggiore attenzione il bilancio e la relazione introduttiva del consigliere Colacino vi avrebbe potuto trovare molte delle sue richieste. Lo stesso capogruppo democristiano Gironi, non ha potuto mancare di ammettere che nel bilancio (ai cui lavori di preparazione aveva lui stesso partecipato nell'apposita commissione) erano state incluse anche proposte che lui stesso aveva avanzato a nome del suo gruppo.
Certamente non ci si può nascondere che su questo bilancio gravano non poche incertezze derivanti dagli atteggiamenti governativi. Se il nuovo decreto
Due mesi
degli impegni per corsi di specializzazione fino all'inizio di giugno.
La situazione risulta perciò risolta solo in teoria: il nuovo medico era stato assegnato, e su di lui c'è pieno gradimento da parte del Comitato di Gestione, ma non potrà iniziare subito il suo lavoro. Che cosa fare allora?
Il malumore serpeggia nel Comitato di gestione del consultorio di via Albenga: far funzionare una struttura come questa non è certo facile e se ci si mette anche la burocrazia, la cosa si complica ulteriormente. Come è stato deciso di risolvere la soluzione?
II Comitato di Gestione chiederà un altro ginecologo in sostituzione momentanea del dott. Meschia finchè questi dal prossimo giugno non potrà iniziare regolarmente il suo lavoro.
presentato dal governo agli inizi di marzo (in sostituzione di quello decaduto) dovesse passare con pesanti tagli alle finanze locali, se , al limite, dovesse prevedere-una "crescita zero" — come proposto da alcuni ambienti governativi — le cifre previste per gli stanziamenti salterebbero e nel 1981 si potrebbe soltanto, nel migliore dei casi, portare a termine le opere previste nel bilancio 1980 e provvedere alle manutenzioni.
Si tratterebbe di una prospettiva che ancora una volta lascerebbe deluse le aspettative dei cittadini.
G.P.
La situazione, per di più, rischia di peggiorare ulteriormente perchè i quattro ginecologi distaccati dal S. Carlo stanno per andare, a turno, in ferie. Nessuno di loro verrà sostituito così le ore complessive di lavoro diminuiranno, la lista di prenotazione diventerà più lunga e la segreteria del Consultorio sarà costretta a rinunciare a decine di prenotazioni ogni giorno.
Luciano Zagato
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