Settore elettrotermomeccanico3

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Bollettino delle aziende del settore dell' elettrotermomeccanica pesante

I risultati degli incontri con la Confindustria

Proseghire compatti nell'azione settoriale per un nuovo indirizzo economico

Costringere il CIPE a dare attuazione agli impegni assunti di incontrarsi con i Sindacati

Il 7 Giugno si è tenuto presso la Confindustria a Roma il terzo incontro con le Organizzazioni Sindacali sui problemi del settore terrno-elettromeccanico. Erano presenti delegazioni di lavoratori in rapppresentanza di tutte le aziende del settore .

In risposta alle ultime richieste delle Organizzazioni Sindacali , la Confindustria ha presentato un proprio documento che sintetizziamo.

IL DOCUMENTO DELLA CONFINDUSTRIA

Il documento della Confindustria contiene una premessa di ordine generale in cui si denuncia che n il livello delle ordinazioni, in questi ultimi tempi, è entrato in una fase di sensibile declino", ; per cui la dichiarata disponibilità ad un programma generale di sviluppo nel settore da parte dell'industria privata significa soprattutto un tentativo di

difesa rispetto alla capacità compccitiva delle aziende a partecipazione statale, alle quali si teme che venga assegnata una qùota " preferenziale delle cornmesee dei grandi enti pubblici .

Ai quattro gruppi di problemi posti dai sindacati, si risponde così :

1) INVESTIMENTI :

Non esistono piani di investimento che, da soli, possono ga._•antire i livelli di occupazione; questi possono essere assicurati.poltanto dal volume e dalla continuità Alle vendite. Comunque i piani di investimento programmati dalle aziende prevedono una spesa complessiva d i 10 miliardi per il 1971, che salgono ai 13 miliardi e mezzo nel 1975; si tratta del 5% del fatturato complessivo previsto. Si prevede il mantenimento dei livelsegue in seconda pagina>.

FIOM FIM UILM
giugno
SINDACATI PROVINCIALI DI MILANO Settore elettrotermomeccanico
1971

segkle dalla prima pagina li di occupazione, con un incremento dell'I -2%

2) I piani di investimento sono diversamente orientati: riorganizzazione dei processi produttivi, innovazione tecnologica

Non sono previste variazioni nell'occupazione in relazione al raggiungimento del traguardo delle 40 ore. Infatti la riorganizzazione produttiva, la specializzazione delle produzioni, renderà superflua l'assunzione di nuovo personale .

4) R T2ERCA

Le aziende pr ivate, assumono il preciso impegno di inerementare progressivamente le attività di ricerca, e si impegnano a cooperare con tutte le altre parti interessate per intraprendere lo studio di una formula idonea a realizzare tale integrazione .

L A RISPOSTA DEI SINDACATI

Le Organizzazioni Sindacali hanno rilevato immediatamente che questo piano di investimenti non può essere giudicato sufficiente per recuperare il ritardo accumulato sul piano tecnologico; le intenzioni delle aziende sono evidentemente limitate a programmi di razionalizzazione produttiva per aumentare il rendimento del lavoro, senza operare quel salto di qualità sul piano tecnologico che è oggi necessario se si vuole garantire al settore il necessario sviluppo. La prova che l'industria privata ha in mente solo una razionalizzazione produttiva sta nella sua previsione che il raggiungimento delle 40 ore non porterà ad un aumento dell'occupazione .

Ed è in questo contesto che anche la previsione di un aumento dei livelli di occupazione dell'ordine dell'i -2%, suscita le più ampie perplessità. Prima di tutto perchè questa previsione

viene condizionata , nel documento della Confindustria, all'andamento del mercato, cioè delle vendite ( che equivale a dire: le previsioni valgono finchè la realtà non le smentisce); secondariamente perchè l'unico dato certo che possediamo - cioè la linea di tendenze alla continua diminuzione dei livelli globali di occupazionenon può certo essere invertita daun piano di razionalizzazione e di specializzazio,ie, ma soltanto da un impegno di tutte le parti interessate ad un concreto rilancio e sviluppo del settore .

Il documento della Confindustria entra anche nel merito di alcuni problemi specifici del settore; ed anche a questo proposito le risposte non sono soddisfacenti ,

Sul problema delle piccole costruzioni di serie, si confermano le preoccupazioni già manifestate, state un andamento congiunturale sfavorevole .

In merito alla situazione del gruppo B rown Boveri, non si dice niente del Tecnomasio .

Per il comparto dei trasformatori si fa discendere il livello attuale dei lavoratori occupati dall'ottenimento da parte dell'ENEL di una quota preferenziale di commesse .

Per quanto riguarda le altre produzioni dell' elettromeccanica pesante, si dichiara che, " a breve termine ", non si presentano preoccupazioni .

Della costituzione di organismi consortili in cui far confluire le attività di progettazione di realizzazione con la partecipazione di tutte le aziende del settore termoelettrico, si parla a proposito dello sviluppo del settore nucleare .

Il destino delle piccole e medie aziende, è collegato alla scelta di. diventare ditte di sostegno delle aziende maggiori.

Come si vede anche questa parte delle risposte padronali non sono certo t ranquillizzanti.

Le Organizzazioni Sindacali hanno rit enuto peraltro che sia necessario procedere ad un ulteriore , approfondim ento, comparto produttivo per comparto produttivo , per discutere investimenti, garanzie di occupazione e le prospettive in generale di ognuno di essi .

Inoltre i Sindacati hanno chiestoe ottenuto dalla controparte - di discutere preventivamente le conseguenze

sulla condizione lavorativa delle trasformazioni in atto nelle aziende ( inquadramento, ritmi, ambiente ) a fine giugno si terrà quindi un nuovo incontro.

L E PP. SS.

Dopo l'accordo ITALTRAFO, era necessario definire la sorte degli stabilimenti ASGEN di Sestri e PELLIZZARI di Arzignano.

E' già trascorsa la data fissata per l'incontro, ma la FINMECCANICA non si è fatta viva, mentre si ha notizia circa un trasferimento delle produzioni di motori CGE alla ex PELLIZZARI di A rzignano.

COSA FA IL CIPE

Vi è da segnalare infine che al livello governativo, prevalgono orienta-. menti decisamente negativi.

Il Comitato per la Programmazione, CIPE , non ha più intenzione di incontrare i sindacati metalmeccanici ed elettrici per esarnhare tutta la situazione sulla base dei documenti che i sindacati hanno a sue tempo elaborato.

--liVidenterarnote, una azione combinanna pitkoseterWie è maggiormente i do * mettere i,. responsabili della petittica economica chn le spalle al muro, e questi preferiscono affrontare delle logiche settoriali che gli permettono semprel/di fare un p0 di beneficenza, (*Mesto che non mettere in discussione tutta la loro

Nel frattempo il CIPE, ha assunto decisioni setteriali che vanno in

direzione opposta alle richieste dei Sindacati.

PER QUESTO MOTIVO IL

COORDINAMENTO DEL SETTORE HA DECISO IL PROSEGUIMENTO DELLA AGITAZIONE SECONDO MODAL ITA' CHE VERRANNO

TEM FESTIVAMENTE COM UNICA TE .

Un nuovo sciopero nazionale dei settore

alettrotermomeccanico di 2 ore é programmato per il l luglio

- Le modalità di attuazione saranno precisate nei prossimi giorni

Pimpariamoci fin d'ora a parteciparvi uniti

Bollettino delle aziende del settore dell' elettrotermomeccanica

PROSEGUE L'INIZIATIVA SINDACALE PER UN NUOVO INDIRIZZO ECONOMICO DEL SETTORE ELETTROTERMOMECCANICO

Nel periodo antecedente le ferie si sono registrati , per quanto concefne í problemi connessi alle prospettive del settore elettrotermomeccanico, nuovi sviluppi. Al fine di documentare quàle è la situazione determinatasi e i pericoli che ne possono deri— vare, pubblichiamo di seguito una serie di documenti. Da essi, si ricava certamente l'esigenza di rilanciare la nostra iniziativa e a tale scopo, si impone una rapida mobilitazione di tutti i lavoratori .

ORDINE DEL GIORNO DEL COORDINAMENTO

NAZIONALE DEL SETTORE

Il coordinamento nazionale dell'elettromeccanica pesante riunito a Milano il 19 luglio 1971, sottolinea la gravità delle posizioni assunte, negli ultimi incontri, dalle controparti padronali (Partecipazioni Statali e Confindustria) e dal Governo, e dalle decisioni che nel frattempo vengono prese dall'industria pubblica (ENI) fuori da ogni contesti di programmazione dello sviluppo del settore. Queste posizioni e decisioni sono contrarie agli interessi dei lavoratori del settore, e in particolare agli obiettivi prioritari della salvaguardia e sviluppo dei livelli_ occupazionali e del miglioramento delle condizioni di lavoro. Con forza va CONTINUA IN 2

SOMMARIO

ORDINE DEL GIORNO DEL COORDINAMENTO NAZIONALE DEL SETTORE .

FONOGRAMMA DELLE SEGRETERIE

NAZIONALI AI MINISTRI

COMPETENTI

LA LETTERA E IL DOCUMENTO DELLA CONFINDUSTRIA ALLE OO.SS.

LA LETTERA DELLE SEGRETERIE

NAZIONALI ALLA CONFINDUSTRIA.

FIOM FIM UILM SINDACATI PROVINCIALI DI MILANO Settore elettrotermomeccanico s•ttembr• 1971
pesante

DALLA PRIMA

quindi ribadito il 'giudizio negativo sulla indisponibilità del governo — come è stata enunciata dal Vice Presidente del CIPE Giolitti — a prendere quelle iniziative necessarie per orientare gli strumenti della azione pubblica (ENEL, FF.SS., CNEN) e per modificare gli indirizzi di intervento dei gruppi industriali pubblici e privati in direzione dello sviluppo del settore.

Di fronte a tale situazione il coordinamento ribadisce gli obiettivi posti alla testa delle lotte e riconferma l'impegno per giungere a risultati soddisfacenti con tutte le controparti con cui lo scontro è in atto.

Otiest'impegno si traduce da un lato nel d'ardo a livello generale dell'azione rivendicativa sulle condizioni di fabbrica, dove più immediatamente si con-

cretízza l'attacco all'occupazione e alle condizioni di lavoro, e dall'altro lato nel rafforzamento della mobilitazione definitiva per la battaglia di settore. In particolare il rispetto dell'orario contrattuale di lavoro è condizione indispensabile per costringere il padronato ad effettive scelte di sviluppo, attraverso nuovi investimenti.

Nella convinzione che il problema dello sviluppo del settore si salda strettamente al problema generale dell'insufficiente sviluppo industriale del paese, e che il consolidamento dell'azione di settore si salda quindi con il vasto movimento in atto anche fuori dalla categoria per l'occupazione e lo sviluppo economico, il coordinamento afferma che condizione indispensabile perchè il movimento sindacale si ponga con sufficiente forza nei confronti delle numerose difficoltà del momento attuale, è la realizzazione immediata dell'unità sindacale organica.

Milano, 19 luglio 1971

FONOGRAMMA DELLE SEGRETERIE NAZIONALI Al MINISTRI COMPETENTI

Fonogramma indirizzato a Flaminio Piccoli Ministro delle PP.SS.

Antonio Giolitti Ministro del Bilancio e della programmazione economica

Il coordinamento della industria elettromeccanica pesante riunito a Milano il 19 luglio 1971 rileva che le posizioni assunte dal Governo con riferimento ai problemi dell'industria nucleare sollevati dalla iniziativa ENI riconfermano le gravi perplessità genera-

te dagli incontri in precedenza avuti con i ministri responsabili ivi compreso quello del 9 luglio scorso a livello cipe stop. Il coordinamento ribadisce in tale situazione gli obiettivi di salvaguardia e sviluppo dell'occilazione e miglioramento delle condizioni di lavoro già posti e deplora l'atteggiamento del Governo di fatto contrario, alla affermazione di tali obiettivi stop perchè si modifichi questo atteggiamento e si pongano basi consistenti per rilancio del settore i lavoratori ribadiscono il loro fermo impegno di mobilitazione e lotta unitaria.

p. Le Segreterie Nazionali FIM-CISL FIOM-CGIL UILM-UIL

LA LETTERA E IL DOCUMENTO DELLA CONFINDUSTRIA ALLE 00.SS

Federazione impiegati operai metallurgici - FIOM ROMA

Federazione italiana metalmeccanici - FIM ROMA

Unione italiana lavoratori metalmeccanici - UILM ROMA

Secondo le intese intercorse al termine della riunione del 7 giugno e in base alle richieste contenute

nell'ultima parte della Vostra lettera n. 264-3-71 dei 15 giugno u.s., Vi trasmettiamo il nuovo documento con il quale vengono fornite, per il settore termoelettromeccaníco, risposte agli interrogativi da Voi posti a seguito della precedente documentazione.

Al fine di dare al prossimo incontro un contenuto il più possibile costruttivo, riteniamo che sia estremamente utile poter avere, preliminariamente, Vostre eventuali considerazioni sull'esposizione fornitaVi.

Con i migliori saluti.

Documento della Confindustria

1. La lettera delle Organizzazioni Sindacali del 15 giugno 1971 esprime valutazioni negative su alcuni punti della nota di parte industriale consegnata nel corso dell'incontro del 7 giugno. Si assume che per i restanti punti della sopracitata nota non vi siano elementi di contestazione e si ritiene pertanto utile approfondire lo scambio di opinioni sugli argomenti di dissenso, nell'intento di pervenire ad una migliore conoscenza dei reciproci punti di vista.

a) Le O.S. osservano che « i volumi di investimento e fatturato previsti per il quinquennio 19711975... non possono rispondere all'esigenza di potenziare con interventi massicci la struttura produttiva del settore e destinare una parte della capacità produttiva al Mezzogiorno... ».

I programmi di investimento sono sempre commisurati a delle ragionate ipotesi di incremento delle vendite, ipotesi verificate sulla base dell'ampiezza del mercato e della quota di esso acquisibile in relazione alla qualità ed al costo del prodotto nei confronti della concorrenza.

E' importante tener presente che le vendite delle aziende termomeccaniche corrispondono sostanzialmente agli investimenti dei principali clienti.

I valori di vendita indicati si fondano infatti essenzialmente sulle previsioni:

di investimento dei grossi clienti pubblici nazionali (ENEL, F.S.)

di investimento delle aziende industriali nazionali di sviluppo dei « settori traenti » dell'economia nazionale (edilizia, siderurgia, ecc.) e tengono conto delle previdibili capacità: dí concorrenza nell'esportazione di contrastare la concorrenza estera sul mercato italiano.

Non trattandosi di beni di consumo, sulla domanda dei quali è possibile agire influenzando il consumatore, l'incremento della domanda, come si è detto, è strettamente vincolato all'espansione industriale.

Per quanto riguarda il mercato interno, si è fat- ' ta l'ipotesi che, a valori attuali, il tasso di espansione sarà dell'ordine del 6% all'anno, ridotto in termini di fatturato al 5% all'anno per tener conto della diminuzione dei prezzi specifici causata, nei settori principali, dall'aumento delle potenze unitarie.

Circa il mercato estero si è fatta l'ipotesi, basata sull'andamento depurato dai fattori contingenti, che sia possibile convogliare verso di esso una quota corrispondente al 25-30% della produzione. Tale ipotesi, tenuto conto del potenziale di paesi aventi costi di lavoro nettamente inferiori (Est europeo, Giappone, paesi in via di sviluppo) e della politica di finanziamento delle esportazioni di paesi tecnologicamente avanzati (USA, Germania, Francia), risulta tutt'altro che pessimistica e potrà essere realizzata verificandosi le condizioni enunciate al punto 1. (d) della nota precedente.

E' però chiaro, date le caratteristiche tecniche della produzione, che se venisse a cadere la domanda interna sarebbe impossibile sostenere per mancanza di concorrenzialità, la corrente dí esportazione.

Gli investimenti delle aziende devono ovviamente

rispondere alle esigenze (a) di tempestivo adeguamento delle strutture produttive ai prevedibili volumi di vendita e (b) di.)umento della concorrenzialità, per la parte per cui gli investimenti possono servire.

In conclusione, essendo le ipotesi sul volume del fatturato valutate concretamente, ma non pessimisticamente, gli investimenti previsti sono sufficienti ad assicurare il mantenimento o addirittura un aumento della occupazione e risultano idonei a mantenere, a parità di altre condizioni, la capacità concorrenziale, dell'industria italiana a fronte delle industrie dello stesso settore dei paesi tecnologicamente più avanzati.

Va tenuto presente che tali previsioni non contemplano apporti di denaro pubblico e non sottraggono quindi disponibilità finanziarie alla realizzazione dei programmi di riforme.

Pertanto, essendosi indicate nella nota del 7 giugno precise cifre di previsione basate sulle ipotesi sopra esposte ed essendo tali cifre ritenute insufficienti dalle O.S., si gradirebbe conoscere su quali ipotesi di espansione della domanda e di acquisizione di quote di mercato sono basate le valutazioni delle O.S.

Solo in questo modo sarebbe possihile procedere in forma concreta e costruttiva ad un avvicinamento dei rispettivi punti di vista sull'argomento.

b) Con riferimento alle proposte di installazione di nuove industrie nel Mezzogiorno, tendenza auspicata e condivisa, si segnala l'importanza di non cadere in errori di valutazione che potrebbero pregiudicare irreparabilmente, nonchè gli stessi interessati del Mezzogiorno, interi settori dell'industria italiana.

La scelta dei tipi di attività da innestare e incentivare deve essere fondata sull'obbiettivo di risanare una economia regionale senza pera)tro mettere in crisi il resto dell'economia nazionale e deve puntare sulla realizzazione di aziende che, dopo un periodo di avviamento in ambiente condizionato, siano capaci di affrontare senza particolari protezioni la competizione del mercato.

Si tratta quindi di accertare, in sede programmatica le previsioni di domanda dei prodotti in tutti i settori del panorama dell'attività industriale e, dal confronto con le capacità di offerta già disponibili, individuare i comparti produttivi che occorre potenziare e per questi definirne le esigenze di habitat (infrastrutture, servizi, qualificazione del personale, eccetera).

Sembra superfluo ricordare che non è solo illusorio ma pericoloso pensare di dimensionare le capacità produttive per valori superiori al reale volume di lavoro prevedibile. Impianti produttivi esuberanti, immobilizzando capitale difficilmente reperibile e comunque costoso, provocherebbero, con la loro sottoutilizzazione, ulteriori aggravi di costi e perdita di concorrenzialità a livello internazionale, con gravi rischi per la sopravvivenza delle aziende e per il mantenimento dell'occupazione basata su ipotesi irreali.

In particolare, per quanto concerne l'elettrotermomeccanica pesante, che costituisce la parte eco-

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IL LAVORATORE SI DIFENDE DÀLLO SERLYrrAtieNTo DEI

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nomicamentl e preponderante del settore in esame, è impensabile, almeno nell'arco di tempo esaminato, un aumento delle capacità produttive con la realizzazione di nuove fabbriche nel Mezzogiorno. Cíò anche in considerazione sia dei processi di razionalizzazione della produzione in corso (miglioramento del progetto, innovazione tecnologica) sia della diminuzione del numero di ore lavorative per unità di potenza (o di peso) conseguente all'aumento delle potenze unitarie dei gruppi.

In altri comparti l'ipotesi dell'ampliamento delle capacità produttive è ammissibile, ferma restanto la salvaguardia dell'occupazione delle aziende già esistenti, e le decisioni sulla collocazione di tali capacità aggiunte vanno inquadrate nell'accennata scelta programmatica.

c) Circa il rilievo mosso dalle O.S. per la richiesta di una riserva delle commesse ENEL, si fa osservare che tale argomentazione è stata avanzata dalle aziende monotipizzate nella produzione di trasformatori proprio con un preciso richiamo alle presumibili conseguenze della collocazione geografica della sede sociale della nuova società creata dall'IRI.

Come è noto, in conseguenza della legge per il Mezzogiorno, il 300/o degli acquisti effettuati dagli Enti pubblici deve essere affidato ad aziende operanti nel Mezzogiorno. La legge stabilisce che per le forniture e le lavorazioni non eseguibili nel territorio beneficiato debbono essere adottate delle compensazioni tali da assicurare il raggiungimento della quota globale del 30% e chiarisce che le compensazioni dovranno avvenire nella stessa « categoria merceologica » o in quella più « similare » alla categoria a favore della quale non è stato possibile assegnare la quota prescritta.

Data la situazione, che vede l'impossibilità di trasferire al Sud una quota dei comparti produttivi economicamente più importanti nel contesto delle commesse dell'ENEL, si intravvede il rischio che determinati comparti, fra cui quello dei trasformatori, siano interamente destinati a divenire materia di compensazione per il raggiungimento della quota globale del 30%.

In un evento del genere, al di fuori di ogni possibilità di controllo e di previsione delle aziende, qualsiasi discorso sul potenziamento della struttura produttiva attraverso investimenti risulterebbe completamente privo di senso.

Per questo motivo tali aziende, forse con termini impropri, hanno inteso richiamare l'attenzione delle O.S. sulla necessità che i giochi di compensazione,

non sì trasformino in uno strumento di eliminazione di aziende colpevoli solo di avere, molto prima della legge del Mezzogiorno, installato fabbriche e creato posti di lavoro nella parte settentrionale del paese. L'auspicio formulato è quindi che, ferma restando l'attribuzione di una quota del 30% alle ditte operanti nel Mezzogiorno, per il restante 70% l'aggiudicazione delle commesse sia effettuata ín libera concorrenza fra tutte le aziende del comparto, senza, discriminazioni territoriali.

d) Le O.S. sostengono, sulla base delle critiche mosse in merito alle previsioni di investimenti e di fatturato, che « le aziende private dimensionano le proprie capacità produttive esclusivamente, in pratica, sulle prospettive del mercato interno, in particolare su quelle del mercato ENEL e F.S., rivelando una palese insufficienza di iniziativa ».

Quanto si è detto al punto a), circa le basi su cui è stata effettuata la valutazione delle vendite, già risponde alla critica delle O.S.

Tuttavia vale la pena di chiarire il perchè della importanza attribuita, non solo dalle aziende private, alle commesse pubbliche ed in particolare a quelle dell'ENEL.

E' eviderte che l'esportazione di certi tipi di macchinario e di apparecchiature non può verificarsi se tali prodotti sono ancora allo stadio di prototipo non sperimentato.

Per la sperimentazione e la messa a punto di macchinari e apparecchiature di grande potenza (centinaia di MW) l'unico mezzo è il funzionamento in rete, non essendo possibile effettuare prove al banco nelle condizioni di esercizio.

Il funzionamento in rete costituisce quindi il vero é proprio banco di prova, e la più importante rete. in pratica l'unica, disponibile in Italia è quella dell'ENEL.

Inoltre, per la commercializzazione del prodotto, occorre che la messa a punto avvenga in tempi non troppo lunghi, altrimenti il prodotto risulta perfezionato ma obsoleto, e ciò richiede che vi siano più macchine dello stesso tipo contemporaneamente in esercizio.

Sembra quindi facilmente comprensibile che la mancanza o l'insufficienza di commesse dell'ENEL (e, analogamente delle F.S.) porterebbe alla sterilità tecnica e quindi anche alla perdita di qual:siasi potenziale mercato estero.

Inoltre è indispensabile l'esistenza di una adeguata quota di commesse sul mercato interno, data la possibilità di perturbazioni incontrollabili del mercato estero.

In pratica risulta quindi che, da un punto di vista economico, le commesse degli Enti pubblici nazionali sono importanti, ma non preponderanti in assoluto, mentre sono fondamentali e insostituibili dal punto di vista della promozione tecnica e tecnologica.

Le O.S. ritengono che « non appaiono fondate, e quindi credibili, le line'e di iniziativa definite per far fronte ai pericoli che minacciano la sopravvivenza delle piccole e medie imprese del settore ».

Risulta obbiettivamente impossibile fornire una risposta che rappresenti un parere mediato per le centinaia di piccole aziende del settore, caratterizzate da collocazioni regionali, regimi fiscali, specializzazioni produttive, diverse caso per caso.

Pertanto l'unica risposta possibile è quella già formulata che consiste nell'esposizione delle alternative di soluzione.

Le O.S. affermano che « il rifiuto ad accoglierere come positivo un indirizzo di coordinamento e specializzazione delle produzioni... convalida ulteriormente le preoccupazioni sopra espresse... ed è ancora aggravato dalla disponibilità che la Confindustria manifesta a dar corso a concentrazioni a livello europeo e internazionale... ».

Un accurato riesame della nota del 7 giugno non ha consentito di individuare dove il rifiuto sia stato espresso.

Nella nota si rispondeva alla affermazione delle O.S. circa un presunto rifiuto delle aziende private a riconoscere l'esistenza di processi di concentrazione e ristrutturazione e si dimostrava che laddove tali processi si sono verificati (Francia, Germania, Inghilterra) è rimasto ben vivo il principio della concorrenzialità anche nei mercati nazionali, avendosi per ciascuno dei principali comparti non' meno di due o tre tecnologie diverse.

Per quanto riguarda le « concentrazioni - esse sono state citate (a livello nazionale, comunitario, extracomunitario) insieme a « specializzazioni », diversificazioni » e « accordi di collaborazione », a semplice titolo di elencazione delle possibili vie.

Una specifica enunciazione è stata fatta, nella nota del 7 giugno, solo circa l'auspicio di una liberalizzazione del mercato e della eventuale realizzazione di accordi fra le industrie europee.

Tanto più stupisce la reazione delle O.S. in quanti è dato di leggere sul bollettino « Il lavoratore Metallurgico », n. 5 del maggio 1971, nell'articolo « Per lo sviluppo del settore: elettromeccanici ed elettrici: impegno di lotta per un nuovo indirizzo di politica economica », la seguente affermazione:

« Per una chiara enunciazione delle strategie di

sviluppo del settore si devono infatti precisare:

...l'adozione a tempi brevi di un indirizzo operativo a livello comunitario basato sulla liberalizzazione del mercato e sulle concentrazioni industriali intereuropee » laddove la nota di parte industriale parlava di accordi » di collaborazione.

Le nuove richieste di dati disaggregati per le categorie elencate nell'allegato alla lettera delle O.S. pongono i seguenti problemi.

Se i dati richiesti venissero forniti dalle sole aziende sinora interessate esse costituirebbero elementi estremamente scoperti per l'individuazione delle politiche industriali delle singole aziende. Basti ricordare, ad esempio, che una sola fra le suddette aziende produce caldaie, turbine a vapore, condensatori di vapore.

Si è convinti che non sia nell'intenzione delle O.S. di pregiudicare gli interessi delle aziende private del settore. Si fa presente che le cifre di investimento e le previsioni di fatturato comunicate alle O.S., ed i nominativi delle aziende coinvolte, sono già a conoscenza delle aziende concorrenti del mercato comune.

Se, viceversa, è richiesta una risposta che riguardi tutte le azie ide private operanti nei diversi comparti produttivi citati, la raccolta delle informazioni va al di là delle poss4 lità della Confindustria.

D'altra parte, per tutte le categorie di prodotti valgono le considerazioni ben note circa gli indicatori economici atti a determinare una previsione della domanda. Se la tendenza della domanda stessa appare programmatile con una certa attendibilità a livello totale di settore sulla base delle valutazioni delle aziende più importanti e del presunto sviluppo dei più importanti settori di sbocco, una indagine analitica si presenta oltremodo complessa e lunga, con il rischio che si esaltino gli errori di valutazione (attenuati a livello globale dai noti fenomeni di compensazione statistica) rendendo così poco attendibile la stessa indagine analitica.

Si ritiene che i dati globali forniti, relativi alle aziende sinora interessate, consentano già una sufficiente valutazione della situazione e délle prospettive. Circa il raggiungimento delle 40 ore lavorative settimanali entro la fine del 1972, non si riescono a comprendere i motivi della richiesta di ulteriori informazioni, dopo quelle fornite nella nota del 7 giugno.

E' evidente che il raggiungimento del nuovo orario di lavoro dovrà verificarsi alla scadenza prevista e che pertanto, non dovendo esso essere realizzato con un aggravamento dei ritmi di lavoro, comporterà uno sforzo, già in corso, per la razionalizzazione del

WHAM IL PADRONATO
LP/ORATORI
G ...... .
SCONTRO COI
t

progetto e per l'innovazione tecnologica nella costruzione delle macchine, allo scopo di mantenere la competitività.

E' su queste linee che le aziende private si stanno muovendo e il bilancio fra le previsioni di vendita (quindi di ore lavorative necessarie) e le ore di lavoro comulative disponibili a partire dal 1973 dà origine alla previsione riportata al punto 4.c della nota del 7 giugno.

A maggiore chiarimento va osservato che si è anche tenuto conto, per il macchinario pesante, della tendenza verso gruppi di maggiore potenza cui corrisponde, come è noto, un minor numero di ore lavorative per unità di potenza prodotta.

In conclusione, si ritiene di aver dato una risposta soddisfacente ai quesiti di fondo:

effettivo raggiungimento delle 40 ore entro la fine del 1972 senza aggravamento dei ritmi di lavoro;

mantenimento (e auspicio di incremento, legato alla concorrenzialità ed allo sviluppo della domanda) dei livelli di occupazione.

4. Da ultimo le O.S. prospettano un nuovo tema di discussione, per la verità molto suggestivo in termine di progresso dell'uomo ma destinato a rimanere assai sfumato nei còntenuti se non ancorato a situazioni specifiche, sul miglioramento delle condizioni di lavoro.

Francamente sembra difficile, in assenza di casi

LA LETTERA DELLE SEGRETERIE NAZIONALI ALLA CONFINDUSTRIA

Roma, 26 luglio 1971

Spett.le CONFINDUSTRIA

Delegazione Metalmeccanici

specifici, andare al dí là di formulazioni sulla logica della evoluzione delle condizioni del lavoro. Ciò vale evidentemente, ad esempio, per argomenti come la modificazione delle mansioni e lo sviluppo della carriera professionale.

L'introduzione di impianti a cadenza vincolata non è prevista dalle aziende private sin qui interessate. Non risulta pertanto chiaro cosa si intende con « livelli di saturazione individuale e media ', forse riguardanti il rapporto fra tempo di lavoro effettivo e orario di lavoro e quindi significativi per le lavorazioni a cadenza vincolata.

Per le condizioni ambientali, come si è accennato nella nota del 7 giugno, il loro miglioramento rientra nei programmi di investimento e, oltre che rispondere alle esigenze dei lavoratori, è ormai riconosciuto come un fattore di produttività.

Se ciò è significativo per le O.S. la risposta di principio delle aziende private del settore all'aspirazione verso un continuo miglioramento delle condizioni di lavoro è del tutto affermativa.

Naturalmente ogni forma di effettivo progresso si realizza attraverso trasformazioni graduali, in relazione alle disponibilità di mezzi tecnici ed economici, onde evitar.) situazioni di crisi che danneggerebbero sa le aziende che le stesse forze del lavoro.

Su questo piano, da parte industriale, si è sempre disponibiliall'esame di situazioni concrete.

9-7-71

H) RIFIUTO Di LAUOR.ARE Firto ALLA rioe-re. !!

Solo PERR.E.STAQE V1119 -

Abbiamo ricevuto la vostra lettera del 12-7-71 e il documento allegato, che risponde solo molto parzialmente alle nostre richieste e non risponde a quelle collegate ai nostri principali obiettivi.

Non riteniamo pertanto utile la predisposizione di un successivo documento, ma vi invitiamo a convocarci per un inn.ontro che dia luogo ad un confronto di merito per l'inizio di settembre.

Distinti saluti.

ROMA
Le Segreterie
FIM FIOM UILM
Nazionali

E SIMILARI MARZ° 1971.

CONTRO L'ATTACCO AI LIVELLI DI OCCUPAZIONE E ALLE CONDIZIONI DEI LAVORATORI, PER UN

PIANO DI SVILUPPO - REALIZZARE L' AZIONE DI GRUPPO

Da qualche mese è in atto un attacco all'occupazione e agli orari di lavoro nelle aziende produttrici di appOreechi riceventi radio-televisivi, magnetofoni , ecc .

Gli industriali parlano apertamente di crisi del settore e come unica soluzione riescono a proporre l'istallazione anche in Italia della. televisione a colori . Come stanno le cose, in realtà, e quale deve essere la nostra posizione?

QUALE E' LA SITUAZIONE ?

Non c'è dubbio che il settore radio -televisivo attraversi un momento di difficoltà. Le vendite all'interno sono diminuite anche le esortazioni, che pure hanno continuato a crescere sino alla fine dello scorso anno, non appaiono più sufficienti a sostenere un elevato ritmo di sviluppo. Questi fatti sono reali e non li vogliamo, ne li dobbiamo negare . Dal 1967 ad oggi il valore della produzione della così deta elettronica civile è diminuito costantemente e la situazione si è fatta più seria alla fine del. '70. Le vendite di teletrisori , ad esempio, si concentrano soprattutto nei portatili, apparecchi più piccoli e di minor costo.

Le vendite della radio sono in aumento soprattutto per la diffusione degli apparecchi nelle autovetture

Fermarsi a questi elementi, però, significa restare alla superficie dei problemi: accettare la logica capitalistica e non vedere come dietro tutto ciò sia in corso un attacco alle conquiste operaie .

Un primo elemento da sottolineare è che viene portata avanti una ristrutturazione dell'intero Settore . Già oggi si calcola che circa il 65/70% della produzione di televisori ( l'apparecchio più importante ) sia controllata da aziende estere o, comunque, collegate finanziariamente a gruppi esteri . Per restare a Milano, ricordiamo che l'Imperial fa capo al gruppo AEG- Telefunken ( la 29" società europea per fatturato ) , che Fimi- Phonola e Philips sono controllate dalla società olandese Philips ( al 3" posto tra le società europee) . La Minerva è controllata dalla G runding, la Philco TIpartiene al gruppo Ford, ecc . Anche nelle altre provincie le cose non stanno diversamente .

Nelle due più grandi aziende romane del settore, Autovox e Voxson, sono entrati gli americani nella prima

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BOLLETTINO DELLE AZIENDE DEL SETTORE 111111"' 111111110111111111111111:11111111111H11111 IIIIII111111111 11111011111111 il
FIM FIOM UILM SETTORE RADIO - TV

NO ALL'AUMENTO DELLO SFRUTTAMENTO .

Un secondo elemento è quello relativo all'attacco alle conquiste dei lavoratori . Le difficoltà sono reali, l'abbiamo detto anche sopra, ma è anche vero che di queste difficoltà gli industriali ne approfittano per tentare riduzioni di tempi, decurtazioni salariali, per organizzare le proprie aziende in modo da trarre il massimo dai lavoratori. Così:, la M agnetofoni Castelli sta 'ristrutturandosi, trasferendo i propri stabilimenti, andando alla ricerca di quelle zone dove la combattività e le retribuzioni sono minori.

Quando diciamo che la crisi viene strumentalizzata non neghiamo l'esistenza di un rallentamento, talvolta anche forte, delle vendite, ma richiamiamo l'attenzbne sull'uso ché della crisi fanno gli industriali.

E' significativo che alcune aziendecome la Mivar - smobilitino le loro linee per subappaltare a terzi la produzione.

LE CONDIZIONI DEL MERCATO .

Ancora. E' vero che le vendite vanno relativamente male, ma è anche vero che so lo in modo semplicistico si può parlare di saturazione del mercato . Mediamente - secondo un'indagine della Banca d'Italia - il 70% delle famiglie italiane ha un televisore . Si dice che è difficile raggiungere l'altro 30% perchè abita in zone dove l'emissione televisiva non arriva .

C'è del vero in questo, ma è anche vero che le famiglie con reddito più basso hanno il televisore in misura ben minore.. Basterà portare due dati - sempre della Banca d'Italia : tra le famiglie che hanno un reddito annuo con meno di 600. 000 L. solo un terzo ha un televisore; tra quelle che hanno un reddito con oltre 3 milioni e mezzo di Lire ben il 91, 6% ha il televisore .

Ancora, per le famiglie che hanno un reddito da 600 a 1 milione di lire il te-

levisore è diffuso per il 58% . Sono dunque i prezzi dei televisori e degli altri apparecchi , in rapporto al reddito dei lavoratori a limitare le vendite .

LA TV A COLORI NON RISOLVE IL PROBLEMA .

Si dice , da parte degli industriali che è necessario la televisione a colori per rimettere in sesto il mercato .

Cosa c'è di vero in questo ? Vediamo come stanno le cose nei paesi dove la televisione a colori è già in funzione.

In Germania dopo due anni e mezzo di televisione a colori sono stati venduti circa 650. 000 televisori a colori su un totale di 15-16 milioni di apparecchi esistenti . In Inghilterra si vendono 100. 000 televisori a colori all'anno . In svizzera dopo un anno di televisione a colori su quasi un milione di apparecchi quelli per il colore erano meno di 8. 900. E se le cdse potessero venir risolte tranquillamente dalla TV a colori come mai in Germania gli operai dela A EG -Telefunken del settore radio televisione sono stati ad orario ridotto in dicembre e in gennaio .

Del resto, gli stessi industriali Italiani sanno bene che non vi sono molte illusioni per il mercato italiano. Un televisore a colori costerà, presum ibilmente dalle 300 alle 500. 000 lire ( a seconda della grandezza e della qualità ) . Quanti se ne potranno vendere? Se quando scrivono sui giornali gli industriali strillano perchè la TV a colori nonc'è , quando sono tra loro diventano più seri e prevedono una vendita di mezzo milione di apparecchi nei primi cinque anni di TV a colori.

Quello che è vero, invece, è che il Governo deve dire subito e definitivamente se la televisione si farà o non si farà e quale sistema sarà adottato. L 'incertezza attuale è la cosa peggiore e chi ne fa le spese sono i lavoratori. Sappiamo che la televisione a cloori non risolverebbe il problema - almeno immediatamente - e anzi, ne creerebbe

e gli inglesi nella seconda .

di nuovi, sia per i forti cesti che comporta, sia perchè faciliterebbe un'lulteriore concentrazione e una più forte penetrazione del capitale estero. Ma sappiamo anche che una decisione, in un senso in un altro, deve venire presa .

LA NOSTRA POSIZIONE .

I problemi che stanno davanti ai lavoratori sono, dunque, seri e non possiamo lasciarli ulteriormente marcire.

P èr questo non riteniamo che il problema possa venire risolto semplicemente

col. ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni . Questa va bene per speficihe situazioni , ma generalizzata senza precisi impegni coprirebbe solo una spinta alle dimissioni, alla riduzione dell'occupazione . Bisogna prevedere possibili modifiche nella struttura produttiva delle aziende, garanzie quanto all'occupazione, piani di sviluppo ben precisi . Non possiamo accettare che ogni azienda risolva i propri problemi, come vuole, alle spalle dei lavoratori.

IN RIFERIMENTO ALL'ATTUALE GRAVE SITUAZIONE PER TANTO SI RENDE INDISPENSABILE REALIZZARE AZIONI COORDINATE E UNIFICATE AL LIVELLO DI SETTORE . PER RIVENDICARE L'ASSUNZIONE DI ADEGUATE MISURE DA PARTE DEGLI ORGANI COMPETENTI, PER RESPINGERE LA LINEA PADRONALE E SALVAGUARDARE LE CONDIZIONI DEI LAVORATORI.

LAVORATORI PREPARIAMOCI AD ATTUARE UNA MANIFESTAZIONE

PROVINCIALE.

ve

Alcuni dati sul settore radio televisione

Quanti sono gli occupati nel settore, quanti sono gli apparecchi prodotti? A queste domlande non è facile rispondere per la mancanza di dati e la contraddittórietà delle poche informazioni .

Ad esempio, secondo l'ANIE ( Associazione Nazionale Industrie Elettrotecniche ed Elettroniche ) gli operai sarebbero circa 13. 000. La cifra appare decisamente bassa e una stima più accurata fa ritenere che gli occupati siano almento 20-21. 000 e salgano a quasi 30. 000 se si comprendono anche gli operai e gli impiegati delle fabbriche di componenti .

Quanti sono gli apparecchi prodotti ? Anche qui esistono solo stime e solo per i televisori. Ma It divergenze sono enormi. C'è chi dicé che oggi si producono circa 1 milione e mezzo di televisori,. c'è chi ritiene che il numero vada ridotto a 1 milione e 200. 000 .

Quello che è certo è che le esportazioni hanno assunto un'importanza crescente: nel 1964 un terzo della produzione di radio e televisori era esportato, nel 1969 la quibta è salita al 61% e nel '70 l'aumento è continuato. Tra il 1963 e il 1969 le impot'tazioni sono aumentate di due volte e mezzo, le esportazioni di tre volte e mezzo.

Questo semplice dato dimostra come i nostri prodotti siano concorrenziali . Nessuno del resto, ha avuto pubbll-camente il coraggio di dire che sono i costi troppo elevati a impedire lo sviluppo delle vendite . I costi si sono ridotti per l'introduzione di componenti elettronici e il cotto del lavoro incide ben poco ( circa 1/7) sul prezzo di vendita dalla fabbrica .

Quello che rimane elevato è il prezzo, sia per le spese commerciali molto alte , sia per i forti margini lasciati ai rivenditori. E' vero che la pratica dello sconto è molto diffusa, ma è anche vero che questa pratica lascia il cliente, il consumatore nelle mani del negoziante . E' questo un problema che non può essere dimenticato .

fabbrica e quartiere

Perchè il giornale di zona

Due esigenze ci hanno spinti a dar vita al giornale di zona:

1° - creare un organo di collegamento fra le fabbriche della zona (in prevalenza di dimensioni piccole e medie), capace di dare a tutti gli operai una informazione precisa sulle lotte, sul contenuto degli accordi più significativi, sul dibattito politico e sindacale, insomma su tutto ciò che riguarda il movimento sindacale nella zona che va da Bresso e Cormano a Lazzate e Lentate.

2" - dare vita ad un incontro e ad uno scambio fra glì operai metalmeccanici e tutti gli altri lavoratori e gli altri ceti popolari della zona: i lavoratori del commercio, dell'artigianato, delle cooperative, dei servizi pubblici; gli esercenti; le donne; gli studenti gli insegnanti. Tutte queste forze possono e devono dare il loro originale contributo di idee e di energie per la trasformazione della società e del sistema economico, e devono trovare un collegamento con il movimento operaio.

Questo giornale è destinato anche a loro; e sarà compito dei consigli di fabbrica e di tutti gli attivisti sindacali impegnarsi nella diffusione del giornale anche fuori della fabbrica, nei bar, nei negozi, nelle cooperative, nei caseggiati, nelle trattorie, nei circoli nei luoghi di ritrovo. La diffusione del giornale sarà un'occasione per stabilire un contatto, per aprire un discorso, una discussione politica, per creare un legame tra gli operai di fabbrica e gli altri lavoratori.

Questo lavoro è reso possibile nella nostra zona dal fatto che il fenomeno della pendolarità è relativamente ridotto, ed è quiindi più facile per gil operai (e non soltanto per i dirigenti sindacali di fabbrica) portare fuori dei cancelli dell'azienda quelle lotte e quel dibattito politico-sindacale che finora erano rimasti all'interno dell'assemblea aziendale.

Facendosi promotori di questa iniziativa, i sindacati metalmeccanici della zona non intendono certo sostituirsi a quei partiti, operai e democratici, che restano il principale punto di riferimento nella lotta per la trasformazione della società. Ma nessuno onestamente può stupirsi se il sindacato si trova a combattere la stessa battaglia che conducono le forze politiche di sinistra nel nostro paese, in difesa degli stessi interessi popolari.

Su questi temi siamo i primi a sollecitare un confronto — il più aperto possibile — non solo con le forze politiche della zona, ma anche con tutte le formazioni sociali e le amministrazioni comunali.

CONTINUA IN p.

CRISI ECONOMICA E «RISTRUTTURAZIONE»

Nel 1970 si parlava di una crisi di sottoproduzione: si diceva cioè che l'industria produceva di meno di quello che il mercato domandava; e naturalmente gli organi padronali e di Governo non mancavano di darne la colpa agli scioperi operai.

Nel 1971 invece gli economisti denunciano una crisi di struttura: cioè una crisi sia della capacità di offerta dell'industria manufatturiera, sia della domanda di mercato, incapace di assorbire tale offerta. E anche questa volta, naturalmente, la classe dirigente non manca di attribuire la responsabilità della crisi agli operai, e alle loro eccessive pretese, che metterebbero in crisi le aziende facendole chiudere. •

LA RECESSIONE E' UN FENOMENO INTERNAZIONALE

In realtà la attuale stagnazione della produzione oggi in Italia è in gran parte riflesso di una grande recessione che investe tutti i grandi sistemi economici capitalisti (U.S.A., Germania, Giappone, Gran Bretagna, ecc.), e che colpisce anche l'Italia (seppure meno di quanto siano colpiti gli altri paesi): il sistema economico italiano ìn questo dopo-guerra ha sempre puntato prevalentemente sull'esportazione per dare uno sbocco di mercato alle sue merci, sacrificando il consumo interno, mortificando la domanda per, beni di consumo popolari, e tenendo i salari ai livelli più bassi d'Europa. E' quindi inevitabile che il nostro sistema soffra della attuale crisi del mercato internazionale, e in particolare della chiusura del mercato americano in seguito alle misure adottate da Nixon questa estate (cioè il dazio del 100/o su tutte le merci che entrano negli Stati Uniti).

LA RECESSIONE HA LE SUE RADICI ANCHE ALL'INTERNO DEL SISTEMA

Abbiamo analizzato le premesse esterne della crisi.

Ma le radici profonde della attuale congiuntura economica vanno cercate

anche e soprattutto all'interno del nostro paese, nel meccanismo che governa il nostro sistema economico: il meccanismo dell'impresa privata.

Prendiamo per esempio il settore edilizio: è stato il primo ad entrare in crisi, e costituisce forse l'esempio più chiaro di quanto sta accadendo anche negli altri settori.

Notiamo subito una grossa contraddizione: la crisi edilizia coincide con un forte aumento della domanda di case, scuole, ospedali.

La cosa, apparentemente assurda, è perfettamente logica in un sistema capitalistico, nel quale si produce non per soddisfare le esigenze reali della collet-

CONTINUA IN \

Bovisio Masc. (ab. 8923)

Barlassina (ab. 5147)

Bresso (ab. 26317)

Ceriano Laghetto (ab. 3900)

Cesano Maderno (ab. 31000)

Ccirmano (ab. 16041)

Cusano Milanino (ab. 17698)

Lazzate (ab. 5034)

Limbiate (ab. 27500)

Meda (ab. 17900)

Misinto (ab. 2620)

Paderno Dugn. (ab. 331'

Senago (ab. 14500)

Seveso (ab. 14283)

Solar) (ab. 6001)

Varedo (ab. 9688)

TOTALE DEGLI ABITANTI DELLA ZONA: 240.116

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or" ' Liss MILAN MARTEDI 21 DICEMBRE ATTIVO GENERALE DI ZONA PER LA COSTITUZIONE DEL CONSIGLIOUNI I AtilU ~oh ine queste Le poche fiche ed sa e ano a er i
COMUNI DELLA ZONA;
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Giornale unitario di zona dei sindacati metalmeeeaniei di Cusano Milanino - supplemento a “Il Metallurgico» - n. l - novembre 1971

Perchè il giornale

DALLA PRIMA

Non è un momento qualsiasi quello che stiamo attraversando: il movimento operaio è impegnato in una lotta politica e civile che non soltanto cambia profondamente lo condizioni di lavoro in fabbrica, ma cambia anche profondamente il volto della società.

Gli operai non lottano soltanto per l'aumento delle retribuzioni, per la sicurezza del nosto di lavoro, per la difesa della salute in fabbrica, per la riduzione dell'orario di lavoro e dei ritmi, ma LOTTANO ANCHE' CONTRO L'AUMENTO DEI PREZZI, PER L'AUMENTO DEI LIVELLI DI OCCUPAZIONE E PER LO SVILUPPO DEL MEZZOGIORNO, CONTRO L'INQUINAMENTO ATMOSFERICO E DELLE ACQUE PROVOCATO DAI METODI IRRAZIONALI Dl PRODUZIONE, PER L'EDILIZIA POPOLARE, PER IL DIRITTO ALLO STUDIO, PER UNA MAGGIORE LIBERTA' E DEMOCRAZIA IN FABBRICA E FUORI DELLA FABBRICA. In altre parole: le organizzazioni operaie presentano a tutto il Paese uria proposta precisa: costruire una società diversa e migliore.

La risposta del grande padronato alla lotta democratica del movimento sindacale è la CRISI ECONOMICA, lo SCIOPERO DEGLI INVESTIMENTI, la cosiddetta n RISTRUTTURAZIONE » fatta sulla pelle degli operai, l'AUMENTO DEI PREZZI INDUSTRIALI (dedichiamo il primo articolo del giornale proprio all'analisi di questo fenomeno).

Anche la nostra zona è fortemente colpita dalla politica della crisi » portata avanti dalla classe dirigente italiana. Lo sciopero generale vuole costituire una forte risposta a questa politica.

Di fronte alla « politica della crisi » i sindacati si battono innanzitutto per impedire che venga scaricato sui lavoratoti salariati e sui ceti popolari con l'aumento dei prezzi e della disoccupazione tutto il peso della irrazionalità del sistema economico; ma si batte anche per la costruzione di un sistema economico profondamente diverso, capace di produrre secondo le esigenze reali della popolazione e non secondo la logica dei grandi monopoli e dei grandi speculatori.

I lavoratori delle fabbriche non devono e non possono restare soli in questa battaglia: l'unità sindacale è una importantissima e insostituibile conquista ma non basta: occorre anche l'appoggio e il contributo degli altri lavoratori.

I SINDACATI METALMECCANICI

FIOM - FIM - UILM DELLA ZONA Di CUSANO

La crisi nella zona

I dati relativi all'attacco contro i livelli di occupazione nei comuni della Zona non hanno bisogno di commento.

Aziende che lavorano a orario ridotto:

BRETER - WALLY - LARES - METALSCAT - BONFIGLIOPIRELLI A.G.A. - PIRELLI C.A.M.E. - SNIA CESANO - GERLI

- S.I.R. - SCALTRINI - COZZI - TRAGNI - TRIPLEX (annunciato)

Totale lavoratori ad orario ridotto, circa 4.000

Aziende in cui sono stati chiesti licenziamenti nei mesi scorsi:

METALLI PREZIOSI - TRIPLEX - C.A.R. - LARES - PARMA -

PINTUS - ISO RIVOLTA - WALLY - TELMI - TONOLLI

Totale lavoratori licenziati dal Maggio '71 in poi, circa 700

Aziende in cui si sono chiuse le assunzioni:

(in aggiunta a quelle precedenti) AROS - ALLIS CHALMERS

- BUIATTI - L.N.I - DESCAM - TOLEDO

Disoccupati iscritti alle liste di collocamento nei Comuni di:

BRESSO - CERIANO LAGHETTO - CESANO MADERNO -

CORMANO - CUSANO MILANINO - LAZZATE - LIMBIATE

- PADERNO DUGNANO - SOLARO - VAREDO -

Crisi economica

DALLA PRIMA

tività, ma per il profitto del capitalista per la rendita dei grandi proprietari. Ora, nel settore edilizio i profitti e le rendite sono un po' diminuiti da quando gli affitti delle case sono bloccati per legge, e i capitalisti esitano ad investire i loro capitali in terreni e in case, perchè temono molto la legge sulle espropriazioni per l'edilizia pubblica, e la legge sull'equo canone.

Così i capitali restano inutilizzati nelle banche, o vengono esportati all'estero, vengono investiti in altri settori, e le case continuano a mancare, e gli affitti restano altissimi.

Lo stesso, anche se in minor misura, accade negli altri settori, dove i profitti le rendite si sono indubbiamente ridotti negli ultimi anni (anche Marx aveva previsto la progressiva riduzione del saggio di profitto nella società capitalistica avanzata), anche a causa della lotta del movimento operaio per i rinnovi contrattuali nell'autunno '69, dell'azione integrativa seguita nei mesi successivi in quasi tutte le aziende, e della lotta per le riforme. DOVE IL PROFITTO TENDE A DIMINUIRE. I PADRONI NON INVESTONO I LORO CAPITALI, O LI INVESTONO DI MENO.

Si tratta di iin vero e Proprio SCIOPERO DEGLI INVESTIMENTI.

Assistiamo così ad un'altra arossa contraddizione: mentre da un lato aumenta la pressione popolare per uno svilupoo economico razionale e corrispondente ai reali bisogni della collettività, mentre aumenta la domanda r.er consumi popolari, i capitalisti non investono, anzi riducono i livelli di occupazione, le banche rigurgitano di soldi. ed aumenta la disoccupazione. E mentre la produzione ristaana, per carenza di investimenti, i prezzi aumentano, perchè i padroni cercano di ricosti-

tuire i vecchi margini di profitto. Questo stato di cose non cambierà finchè sarà lecito ai capitalisti di compromettere Io sviluppo economico del paese per difendere ad oltranza il loro profitto e il loro potere politico, economico e finanziario e finchè il Governo non si deciderà a sostituire l'iniziativa economica pubblica a quella privata. I capitali ci sono, la mano d'opera abbonda, non mancano le risorse: manca solo la volontà politici: di risolvere il problema alla radice con un drastico intervento pubblico.

Questa situazione paradossale di stagnazione ( -ecessione produttiva) e di inflazione (aumento dei prezzi, diminuzione del valere di scambio della moneta) indica chiaramente che il nostro sistema economico è malato. Ma dove sta l'infezione che causa questa malattia?

La Confindustria, il primo ministro Colombo, il Corriere della Sera, naturalmente, dicono che responsabile di tutto è il movimento operaio, colpevole di pretendere troppo

Ma l'infezione sta negli operai che chiedono case a prezzi popolari, un ambiente di lavoro non nocivo e non pericoloso, scuole e asili nido per i loro finii, un sistema di trasporti pubblici efficiente, un sistema sanitario moderno, non sta piuttosto nella classe dirigente ihe si dimostra incapace di utilizzare le enormi risorse economiche del paese per rispondere a queste elementari esigenze?

Il difetto sta nel movimento operaio che rivendica uno sviluppo economico a misura d'uomo. rispondente alle reali esinenze della collettività, o nell'attuale s'stema economico capace di creare artificialmente con la pubblicità dei bísonni fittizi (consumismo inutile) ma inc.anace di rispondere ai bisogni reali (case scuole. asili nido. ospedali, trasporti pubblici). incapace di produrre senza far nanare anli operai il costo spaventoso delle nocività e della rerir,olosità dell'amhiPnte di lavoro. della disoccupazione. dell'alimento dei ritmi, della fatica massacrante?

La ristrutturazione

La risposta del movimento operaio a questa pesante situazione economica è Li rivendicazione di uno sviluppo economico razionale e rispondente ai bisogni reah della gente. La risposta dei padroni alla crisi econo mica consiste invece nel puro e semplice tentativo di aumentare di nuovo i profitti, a qualunque costo: questa manovra viene indicata scientificamente con il termine ristrutturazione ».

Il movimento operaio 'otta per una pro fonda trasformazione delle strutture della società, e in particolare del processo pro duttivo. Ma si tratta di una o ristrutturazione » ben diversa da quella che vogliono i padroni:

LA RISTRUTTURAZIONE COME LA VUOLE IL MOVIMENTO OPERAIO: Piena utilizzazione di tutte le risorse disponibili, e quindi piena occupazione della forza-lavoro.

Investimenti nei settori-chiave dello sviluppo economico e sociale: cioè in definitiva le riforme di struttura.

Iniziativa pubblica in sostituzione di quella privata che mostra tutte !e sue gravissime deficienze.

Sviluppo del Mezzogiorno e utilizzazione delle sue immense risorse. Decongestionamento delle grandi are industriali del Nord.

Eliminazione della piaga sociale dell'emigrazione.

Sviluppo delle tecnologie più moderne per diminuire la fatica dell'operaio, per aumentare il suo tempo libero, per dargli un ambiente di lavoro sano e sicuro, per produrre beni a prezzi più bassi.

Controllo pubblico sul reddito prodotto dalle imprese (plusvalore) e investimenti razionali secondo le esigenze della collettività.

LA RISTRUTTURAZIONE COME CERCANO DI ATTUARLA I PADRONI: Aumento della disoccupazione, ricorso alla Cassa Integrazione Salari, sottooccupazione.

Pirelli inventa gli investimenti alla rovescia » offrendo soldi agli operai perchè se ne vadano; obbiettivo: la « ristrutturazione » della Pirelli.

SCIOPERO DEGLI INVESTIMENTI

Sottosviluppo del Mezzogiorno, che viene impoverito sistematicamente della sua unica grande ricchezza: le braccia degli operai costretti ad emigrare spopolando intere regioni. Uso della Cassa del Mezzogiorno solo per la speculazione privata.

Sviluppo delle tecnologie più moderne col solo obbiettivo di diminuire gli operai occupati, aumentare il prodotto pro-capite (sfruttamento) intensificando i ritmi e la fatica. I prezzi, comunque, salgono sempre.

Il reddito delle imprese serve direttamente ai padroni per estendere il loro potere economico e politico, e controllare una fetta sempre più ampia di società.

Circa 2.400 Totale lavoratori disoccuati o sottoccupati nella zona circa 7.100
SENAGO

dentro e fuori della fabbrica

Questi due articoli, stesi a cura del Consiglio di Fabbrica della Tonolli di Paderno Dugnano, hanno lo scopo di informare la popolazione della zona e gli operai delle altre fabbriche sulla azione portata avanti dagli operai della Tonolli in difesa della salute dentro e fuori della fabbrica: contro l'inquinamento idrico e atmosferico nel territorio di Paderno Dugnano, e contro la nocività dell'ambiente di lavoro all'interno della Fabbrica.

QUESTA, COME TUTTE LE LOTTE CONDOTTE DAL MOVIMENTO OPERAIO, NON E' SOLO UNA LOTTA PER LA DIFESA DEGLI INTERESSI DEGLI OPERAI IN FABBRICA, MA E' UNA LOTTA PER LA DIFESA DEGLI INTERESSI DI TUTTA LA POPOLAZIONE.

LOTTA CONTRO L'INQUINAMENTO

IDRICO-ATMOSFERICO

A PADERNO DUGNANO

Vi sono diverse aziende nel Comune che, per il tipo di lavorazione che attuano, scaricano nell'aria o nell'acqua dei canali, delle fogne o del Seveso una notevole quantità di veleni nocivi alla salute dei cittadini e alle coltivazioni agricole. Dall' indagine effettuata nel mese di gennaio di quest'anno dal Laboratorio di Igiene e Profilassi di Milano nelle vicinanze della Tonolli è risultato che la Tonolli scarica nell'atmosfera una quantità enorme di fumi nocivi (è la fabbrica più nociva di Paderno).

Il Consiglio di Fabbrica della Tonolli, unitamente alle Organizzazioni Sindacali di Zona, prendeva in mano la situazione, conducendo una energica azione per la tutela della salute dei cittadini. Questa azione di denuncia dentro e fuori della fabbrica. di fronte agli operai e di fronte all'Amministrazione comunale, ha portato ad una prima importante conquista: un impegno scritto dalla ditta Tonolli verso il Comune di Paderno per l'abbattimento dei fumi nocivi entro scadenze precise (l'eliminazione completa dei fumi dovrebbe essere realizzata gradualmente e conclusa entro il 1972).

L'impegno scritto contiene tutte le singole date di scadenza per ogni impianto di depurazione, per ogni nuova istallazione di forni, ecc...

QUESTA PRIMA CONQUISTA DEVE ESSERE DIFESA. Per questo il Consiglio di Fabbrica della Tonolli controlla giornalmente che la Direzione della Società adempia i suoi obblighi verso la cittadinanza, facendo avanzare i lavori per la modificazione e la sostituzione degli impianti che provocano l'inquinamento. Perchè questo controllo possa avvenire, ogni delegato di reparto possiede una copia dell'accordo Tonolli-Comune, con tutte le date di scadenza degli impegni dell'Azienda e l'indicazione dei nuovi macchinari che devono essere istallati.

Nel frattempo, nella primavera scorsa, su iniziativa del Consiglio di Fabbrica della Tonolli, veniva costituito un Comitato Cittadino contro l'inquinamento, con la partecipazione di tutti i partiti democratici, dell'Amministrazione Comunale, e naturalmente di una rappresentanza del Consiglio di Fabbrica stesso.

Nei primi giorni di ottobre il C.d.F. ha riconvocato il Comitato Cittadino. Nel corso della riunione,

che si è svolta nell'aula consiliare del Comune, oltre alla discussione sull'attuazione degli impegni presi dalla Tonolli verso il Comune, si è avuta una vivacissima discussione con l'Ufficiale Sanitario del Comune sulle analisi del sangue fatte a 265 bambini del Villaggio Ambrosiano: 50 di questi bambini risultavano sospetti di intossicazione, e i sospetti suscitati dalle analisi, compiute verso la fine di luglio si concentravano proprio sui fumi di piombo emessi dalla Tonolli. Le contro-analisi compiute ai primi di settembre, dopo un mese di villeggiatura e di chiusura completa della Tonolli non potevano considerarsi significative.

Ad ogni modo il Consiglio di Fabbrica ha chiesto che i dati delle analisi vengano sempre consegnati ai genitori dei bambini, e che ogni iniziativa di questo genere venga presa d'accordo con loro e tenendoli costantemente informati (è grave, per esempio, che sia stato somministrato ad alcuni bambinidel Villaggio Ambrosiano del piomburene », cioè una sostanza che elimina dal sangue oltre al piombo anche molti altri minerali essenziali per l'organismo, senza informarne i genitori!!!)

dove vengono segnate tutte le malattie e tutti gli infortuni che colpiscono i lavoratori della Tonolli, e i LIBRETTI SANITARI INDIVIDUALI, sui quali sono segnate tutte le visite, analisi mediche, le cure e le vaccinazioni a cui il lavoratore è stato sottoposto, e tutte le malattie e gli infortuni che lo hanno colpito.

Questi strumenti sono già entrati in funzione. Il registro dei dati amb. è tenuto dal C.d.F. e periodicamente aggiornato dalla commissione antinfortunistica.

Prelievi atmosferici sui posti di lavoro compiuti da una Commissione antiinfortunistica (nominata dal Consiglio di Fabbrica), con possibilità di analisi presso istituti specializzati. Tali prelievi devono essere effettuati con la frequenza e nei luoghi decisi dalla Commissione antiinfortunistica, d'accordo con il Consiglio di Fabbrica, e possono essere eseguiti anche da tecnici e medici di Enti esterni. Le spese sono a carico della Società Tonolli, ordinariamente le analisi vengono &seguite nel laboratorio della Tonolli. I risultati dei prelievi vennono registrati sul REGISTRO DEI DATI AMBIENTALI, che è affisso in tutti i reparti, e i lavoratori possono sempre control'are gli eventuali aumenti dei attori nocivi (fumi, polveri, rumore, calore. er'' 1 e confrontarli con i Valori Analisi del sangue e delle uri-

di Fabbrica per discutere la situazione sanitaria irterna.

Questo è quanto è stato ottenuto con l'accordo aziendale; ora però la battaglia e,scora tutta da combattere, perchè tutti questi indispensabili strumenti non servono (o possono addirittura essere controproducenti) se il problema della salute e della nocività non viene capito da tutti i lavoratori e in particolare da tutti i delegati di repasrto, e se non partecipano tutti alla lotta contro la nocività.

Per questo abbiamo dedicato a questo argomento delle ore di assemblea, e un corso specifico per i delegati, con la partecipazione di medici della Clinica del Lavoro.

Ancora molti problemi restano aperti: il problema dei rapporti con il medico di fabbrica, il problema della piena utilizzazione dei registri, il problema della partecipazione alla lotta contro la nocività di tutti gli operai in prima persona. Abbiamo compiuto solo il primo passo lungo una strada difficile e nuova; quello che è certo è che andremo avanti fino in fondo: indietro non si torna; e i problemi ancora aperti cercheremo al più presto di affrontarli e superarli.

LA SALUTE NON SI PAGA. LA NOCIVITA' SI ELIMINA.

Il Consiglio di Fabbrica della Tonolli

AMBIENTE DI LAVORO - LOTTA CONTRO LA NOCIVITA' ALL'INTERNO DELLA TONOLLI.

Dopo mesi di scrupoloso lavoro di sensibilizzazione dei lavoratori e di lotte e di pressioni per vincere la resistenza della Direzione Aziendale, si è giunti ad un accordo tra il Consiglio di Fabbrica e la Direzione il quale prevede: Riconoscimento ed attuazione dell'art. 9 dello Statuto dei Lavoratori (legge 20-5-1970 n. 300), che prevede il diritto di indagine sullo ambiente di lavoro da parte di tecnici e specialisti nominati dal Sindacato. Isituzione degli strumenti atti alla salvaguardia della salute in fabbrica:

REGISTRO DEI DATI AMBIENTALI di ogni reparto (tasso di piom- • bo, di polveri, di silice, ecc... nell'aria, calore, rumore, ecc...) e dei LIBRETTI PERSONALI DI RISCHIO, che riportano per ogni operaio tutti i fattori nocivi ai quali egli è esposto nel sorso del lavoro, in modo. che, in caso di malattia il medico possa conoscere tutta la « storia » dell'operaio e individuare le case della malattia.

REGISTRO DEI DATI SANITARI,

ne ogni 3 mesi per i lavoratori esposti al rischio di intossicazione, ogni 6 mesi per coloro che occupano i posti di lavoro circostanti, ogni 12 mesi per t_dti gli altri lavoratori (operai e impiegati). Insieme al prelievo del sangue e delle urine, il lavoratore sarà sottoposto ad una completa visita medica dal medico di fabbrica (salvo sempre la possibilità di una verifica con medici esterni scelti dal lavoratore).

I risultati della visita e delle analisi vengono trascritti sul LIBRETTO SANITARIO PERSONALE, che resta depositato in infermeria a disposizione dell'operaio stesso. Qualora sorgessero contestazioni sulle analisi o sulle diagnosi, l'operaio verrà inviato direttamente in clinica specializzata (come ad esempio la Clinica del Lavoro di Milano).

Una volta al mese si terrà una riunione tra l'Esecutivo del Consiglio di Fabbrica ed il medico

Un saluto ed un augurio al compagno

Della Rovere

Nel dare vita a questo giornale, che realizza un progetto che già un anno fa il compagno Della Rovere aveva caldeggiato, sentiamo il bisogno di inviargli un saluto ed un augurio con la certezza di interpretare la volontà di tutti gli operai metalmeccanici della zona. Non soltanto ricordiamo con gratitudine il lavoro da lui svolto per tanto tempo fra di noi, di cui ancora oggi raccogliamo i frutti; ma formuliamo anche l'augurio di avere ancora Della Rovere fra di noi nel sindacato. Le ultime notizie sulla sua salute sono buone.

In difesa della
salute

I fascisti strumento del grande padronato

Dopo le dure lotte del 1968-69 sostenute dai lavoratori per la conquista della riforma pensionistica, lo statuto dei diritti dei lavoratori i rinnovi contrattuali e la prospettazione di riforme che intacchino seriamente i profitti e il dominio dei padroni, i gruppi più retrivi dei monopoli e degli industriali sono ricorsi ai mezzi della provocazione e della violenza e a sognare impossibili ritorni, iniziando una controffensiva condotta sui più diversi terreni e in differenti forme e direzioni, per riaffermare la loro autorità nelle fabbriche e nel paes,-. e sottrarre ai lavoratori quanto sono stati costretti a dare con la lotta.

Infatti, la « spirale della violenza » com'è stata chiamata da più parti, incominciò ad intensificarsi con le bombe di p.zza Fontana che causò la morte di 16 cittadini ed è continuata e continua ininterroti-amente in tutto il paese:

I fatti di Reggio Calabria, dell'Aquila ove c'è l'attacco reazionario agli istituti democratici è stato aperto; le centinaia e centinaia di provocazioni e atti di terrorismo verso le sedi democratiche e forze politiche di sinistra; gli atti teppistici compiuti alla SNIA di Magenta, le aggressioni di lavoratori alla Ignis di Trento, di Varese e Napoli. In tanti grandi stabilimenti industriali, dalla FIAT alla SNIA, esiste una vera e propria organizzazione di spionaggio composta da elementi che hanno il compito di individuare e segnalare i più attivi militanti sindacali e politici o compiere opera di aperta provocazione; le devastazioni delle sedi di sindacati e partiti politici, la col-

locazione di bombe presso le camere del lavoro e i circoli di cultura, le aggressioni a lavoratori e democratici isolati; sono la « spirale della violenza ».

Questi fatti anche delittuosi possono intanto compiersi anche per l'apoggio che viene dato loro dagli organi della magistratura, dalle forze di polizia e da forze di governo.

La magistratura è rimasta quasi assente ed anche quando l'evidenza era lampante o la iniziativa e la protesta dei lavoratori e dei democratici la costringeva ad emettere delle condanne, queste erano sempre lievi e permettevano agli stessi fascisti imprigionati, dopo pochi giorni di ricominciale.

Le forze di governo danno spazio nella misura che parlano di riforme e non le attuano, che non sanno e non vogliono mantenere i modesti impdgni assunti, che gli annosi problemi del mezzogiorno e dell'occupazione li eludono, perchè questi atteggiamenti creano confusione e costituiscono un sostegno obiettivo per consentire lo affermarsi fra la parte moderata di alcuni strati della nostra società, del qualunquismo e della sfiducia che, possono essere usate e strumentalizzate come base di manovra dalle forze reazionarie e fasciste.

Noi, pensiamo che qualsiasi tentativo di fare ritornare indietro il popolo italiano, troverà la strada sbarrata dalla classe operaia e dalle forze democratiche del nostro paese. Pensiamo che concretamente l'azione dei sindacati, dei partiti democratici deve innanzitutto tendere

CRISI DEL DOLLARO - COSA E' SUCCESSO

1945

Il dollaro è accettato dai paesi capitalistici come « moneta di scambio » internazionale: questo è possibile perchè gli U.S.A. garantiscono un « cambio fisso fra il dollaro e l'oro »: chi possiede dollari può in qualsiasi momento cambiarli in oro.

La quantità di oro posseduta dagli U.S.A. e conservata nei sotterranei di Fort Knox supera la quantita di dollari, in circolazione nel mondo.

Questo sistema riflette chiaramente l'egemonia politico-economica degli U.S.A., che si pongono decisamente come paese-guida del blocco dei paesi capitalistici.

1955

Il dollaro è sempre la moneta più forte sul mercato occidentale cioè il suo valore di scambio non subisce oscillazioni, e chi posside dollari è come se possedesse oro.

L'economia degli U.S.A. è molto forte: quasi tutti i paesi capitalistici hanno dei debiti verso gli U.S.A., cioè: gli U.S.A. vendono agli altri paesi piL di quello che comprano, e sono creditori verso gli altri paesi.

L'impero economico e politico degli U.S.A. si estende e si rafforza.

1965

L'egemonia economica e politica degli U.S.A. non è più solida come dieci anni prima: i popoli dell'Ame-

rica Latina, dell'Africa e dell'Asia ormai si ribellano apertamente al sottosviluppo e alla quotidiana rapina delle materie prime a cui sono sottoposti con la violenza da parte della « civiltà capitalistica occidentale )>.

Gli U.S.A. sono costretti ad assumersi il ruolo di GENDARME DEL MONDO, reprimendo con la violenza i movimenti di liberazione nazionali ed appoggiando con le armi e i dollari la nascita di regimi fantoccio filoamericani nei vrai paesi del Terzo Mondo.

Ma l'operazione non è facile. A COba ormai da 6 anni il popolo ha preso il potere, e ha cacciato gli U.S.A. Nel Vietnam sta per accadere lo stesso, e gli U.S.A. sono costretti ad impegnarsi nella folle avventura della guerra vietnamita.

Questa guerra impoverisce l'economia americana, costretta a produrre sempre più armi (aerei, elicotteri, bombe, ecc.), la dissangua e cotringe gli U.S.A. ad importare beni di consumo e mezzi di produzione dagli altri paesi capitalistici (soprattutto dalla Germania, ma anche dall'Italia e dal Giappone) in misura sempre maggiore.

In breve gli U.S.A. da « paese creditore » sono diventati « paese debitore » nei confronti degli altri paesi capitalistici.

La Banca Centrale Americana, per pagare i debiti sempre più grossi , aumenta fortemente la circolazione di bigliétti di banca, tanto che ai biglietti di banca non corri-

a lottare per ottenere dal governo lo scoglimento delle squadre e delle organizzazioni fasciste, di per-' seguire gli ispiratori, i finanziatori delle imprese delle squadracce fasciste, I' applicazione delle leggi che vietano l'apologia di fascismo e l'esplicazione di attività tipicamente fasciste.

Tutto questo è insufficiente. L'azione dei lavoratori e delle loro organizzazioni sindacali e politiche dev'essere improntta con maggior forza nel portare avanti quei problemi la cui mancata soluzione permettono l'affermarsi di una base di massa del qualunquismo e del fascismo. Si tratta di spingere più a fondo per la casa, la scuola, il mezzogiorno, l'agricoltura, l'occupazione, la democrazia nelle fabbriche, il fisco, il controllo dei prezzi.

11/ is

Dopo la grande manifestazione unitaria antifascista del 10 ottobre che ha visto la partecipazione di migliaia di lavoratori della provincia di Milano per dire basta alla provocazione fascista, IL COMITATO PERMANENTE PER LA DIFESA ANTIFASCISTA DELL' ORDINE REPUBBLICANO,dal quale fan parte le organizzazioni sindacali CGIL-CISLUIL, per dare continuità all'impegno ed alla lotta contro i tentativi reazionari fascisti di fermare le lotte dei lavoratori e dei democratici, ha raccolto l'appello di alcune personalità della cultura lanciate al paese di promuovere manifestazioni, dibattiti, e assemblee. Le organizzazioni sindacali e per quanto ci riguarda, i sindacati metalmeccanici della zona di Cusano Milanino già attuano nelle fabbriche assemblee sui temi dell'antifascismo per fare aumentare nella coscienza delle masse lavoratrici la necessità della lotta per il rafforzamento e l'estensione della democrazia nelle fabbriche e nel paese.

sponde più una uguale quantità di oro o di merci prodotte dal sistema economico americano.

Gli U.S.A. ormai sono sempre più incapaci di mantenere i propri impegni internazionali (converthilità del dollaro in oro).

LA BILANCIA DEI PAGAMENTI americana comincia a diventare fortemente « passiva »: cioè gli U.S.A. importano molte più merci di quante ne esportano.

La logica conseguenza di questa situazione dovrebbe essere la svaI. tazione del dollaro rispetto alle altre monete. cioè una « diminn7ínne del potere di acquisto degli U.S.A. ». Ma gli U.S.A. rifiutano la svalutazione del dollaro, perchè comnrometterebbe gravemente il nrestiaio economico e politico statunitense.

1971

La situazione monetaria internazionale è ormai insostenibile; la bilancia dei pagamenti U.S.A. è sempre più passiva: gli U.S.A. importano molto di più di quanto riescano ad esportare: i dollari con cui pagano le importazioni riempiono le casse delle Banche dei paesi capitalistici alleati agli U.S.A.: questi dollari ormai di fatto non possono più essere convertiti in oro (le riserve di oro negli U.S.A. sono ormai agli spiccioli) e in merci americane.

Il 15 agosto di quest'anno, NIXON cerca di porre rimedio alla situazione con due provvedimenti:

1) DICHIARA LA NON CONVERTIBILITA' DEL DOLLARO IN ORO. cioè avverte i paesi possessori di dollari americani che questi dollari sono soltanto dei pezzi di -carta.

Aperta a Cusano la nuova sede unitaria

Già nel dicembre del 1970 si era parlato dell'esigenza di costituire a Cusano una sede unitaria dei sindacati metalmeccanici:: non soltanto i rapporti politici fra la F.I.O.M., la F.I.M. e la U.I.L.M nella zona consentivano il compimento di questo importante passo verso l'unità organica dei sindacati, ma anche la forte e profonda coscienza unitaria manifestata dalle assemblee di fabbrica e dagli attivi di zona lo esigeva.

Ora, a quasi un anno di distanza, la sede unitaria è una realtà: i locali, dati in affitto dalla Cooperativa Edificatrice di Cusano, sono al piano terreno del palazzo di via Adda 15, a pochi passi dalla Camera del Lavoro e dall'ufficio della C.I.S.L.

Se a questa importante conquista siamo arrivati soltanto ora, dopo un anno di incontri e di scontri (senza scorrimento di sangue) fra i dirigenti sindacali della C.G.I.L., della C.I.S.L., della F.I.O.M. e della F.I.M., è perchè alcuni problemi hanno dovuto essere risolti: da una parte la volontà della F.I.O.M., di realizzare la sede unica insieme alla Camera del Lavoro e alla C.I. S.L.; dall'altra parte là non disponibilità della C.I.S.L., come organizzazione confederale, ad accettare la proposta avanzata dalla Camera del Lavoro di realizzare la sede unica delle confederazioni.

Un accordo è stato raggiunto non nerchè i metalmeccanici della F.I. O.M. e della F.I.M. abbiano rinunciato all'unità con le altre categorie e con le confederazioni: non ha certamente senso l'unità dei metalmeccanici pagata al prezzo di una divisione con le altre categorie; la sede unitaria dei metalmeccanici vuole essere innanzitutto un passo avanti verso l'unificazione di tutto il movimento sindacale; non ha senso se non in questa prospettiva.

Viene così violato l'accordo internazionale di Bretton Woods con la scusa che « tutti gli alleati denli U.S.A. devono portare il peso della guerra nel Vietnam ».

2) ISTITUISCE UN DAZIO DEL in% SU TUTTE LE IMPORTAZIONI NEGLI U.S.A.; con questo provvedimento Nixon cerca di bloccare le importazioni, di ridare fiato alla industria nazionale, e di risanare la bilancia dei pagamenti: infatti questo rla7io aumenta dal 10% il prez7o delle merci straniere sul mercato statunitense, ed aumenta artificialmente la competitività dell'industria americana.

CONCLUSIONE:

Ci troviamo di fronte ad una grave crisi del sistema capitalistico ed imperialistico, egemonizzato fino ad oggi dagli U.S.A., che si dimostra incapace di risolvere le sue contraddizioni interne, di conciliare ali interessi contrastanti dei diversi sistemi economici nazionali, e di reprimere la spinta dei giovani popoli del Terzo Mondo verso l'indipendenza e lo sviluppo. La crisi del dollaro è la crisi della politica del gendarme nel Vietnam. in Africa, nell'America Latina. Ed è anche la cirsi di tutto il sistema economico « occidentale » nel momento in cui l'urto della speculazione privata scardina il sistema monetario internazionale. in cui appare chiara l'irrazionalità implicita in questo modello di sviluppo economico basato sul profitto e sull'accumulazione privata, e sulle manovre dei grandi gruppi monopolistici

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Supplemento Dibattito Sindacale

*Assemblea male ritorna

Riprende dopo un anno di distanza, la pubblicazione del giornale unitario delle piccole e medie fabbriche della zona. Il tempo intercorso non è stato certamente vuoto: l'uscita del « Lavoratore Metallurgico = una serie di iniziative di zona; piano di lavoro, costituzione dei C.d.F., Convegno delle piccole e medie fabbriche; hanno certamente riempito questo spazio.

Oggi riteniamo che sia giunto momento di riprendere l'iniziativa, anche per dare contenuto concreto alle decisioni che sono scaturite dal Convegno.

In questo numero sono infatti contenuti i risultati della elaborazione dei questionari distribuiti in occasione di quel Convegno.

Noi riteniamo che ogni giornale che non sia borghese o fascista, si qualifichi nella misura in cui vi è reale e spregiudicato contributo di chi lo legge. Per questo è auspicabile che il giornale diventi una palestra aperta alle idee ed al contributo di tutti. Pertanto invitiamo tutti i compagni di fabbrica a scriverci,

SOMMARIO;

Ritorna il giornale

Analisi Questionari

Rinnovare i C.d.F.

Accordo Prentice

Permanenze

Giornale unitario delle piccole e medie fabbriche metalmeccaniche della zona di Monza

n. 4 - ottobre 1971

Analisi e sintesi delle risposte al Questionario

Piccole e Medie Fabbriche

Dopo il Convegno delle Piccole e Medie Fabbriche della zona rendiamo noto i dati relativi al questionario distribuito appunto in quella occasione.

Diciamo subito, che non tutti ci hanno aiutato nella raccolta di questi dati, probabilmente la causa va ricercata, non nella cattiva volontà da parte dei compagni delle fabbriche, ma più semplicemente nelle difficoltà di questi ultimi a trovare dati il più possibile veritieri. Ci auguriamo comunque che nel prossimo futuro ci sia maggior collaborazione fra attivisti di fabbrica e sindacati.

Passando ad analizzare i dati del questionario balza subito all'occhio la carenza sindacale in cui si trovano queste aziende, carenza che le Organizzazioni Sindacali verificano solo quando queste aprono delle vertenze sindacali ner poi scordarsene quasi subito. In poche parole da parte delle Organizzazioni Sindacali non esiste un serio lavoro di preparazione, di informazione e di formazione dei quadri nelle piccole aziende, ma esiste solo un rapporto di tipo assistenziale che dura nella maggior parte dei casi il tempo di una vertenza.

Da questo tipo di rapporto nascono profonde contraddizioni ed incomprensioni qualora il Sindacato voglia affrontare dei problemi qualificanti anche nelle piccole aziende.

Per superare questi ostacoli non ci sono formule magiche da suggerire, però pensiamo che certe difficoltà potrebbero essere appianate a due condizioni:

che il Sindacato non si limiti ad assistere l'attivista o il delegato solo in alcune occasioni ma metta a disposizione di questi e dei lavoratori tutto il bagaglio di formazione e di informazione che l'organizzazione dispone.

che il delegato o l'attivista non si limiti, una volta appreso, a farsene una cultura personale ma esterni a tutti i lavoratori nelle assemblee o nelle discussioni, le linee, le strategie, gli obiettivi, che sono patrimonio di tutta la classe lavoratrice. Solo così pensiamo che i lavoratori delle piccole aziende non si sentano degli esclusi su problemi che i loro compagni delle grosse aziende affrontano già da tempo.

assemblea •
operata

Fatta la premessa procediamo con ordine indicando la prima risposta del questionario riguardante le caratteristiche produttive. Il 90% delle aziende lavora in proprio con caratteristiche produttive che vanno dalla fonderia di seconda fusione alle macchine utensili, dalle presse alla carpenteria leggera, dagli accumulatori alla costruzione di macchine per la lavorazione del legno e della plastica. Il restante 10% lavora per terzi con lavorazioni che vanno dai cablaggi e avvolgimenti (in questo settore 4 Aziende che occupano circa 180 operai subiscono l'andamento produttivo della CANDY) allo stampaggio in lega leggera, dalla costruzione dei serbatoi per moto alla estrusione di profilati in alluminio per serramenti.

La domanda che seguiva riguardava l'andamento economico produttivo, qua i compagni che hanno compilato la scheda hanno incontrato la prima difficoltà, prova ne sia che si sono limitati a fornire il dato produttivo per quanto un deleaato può vedere, comunque il 60% delle fabbriche ha un andamento economico normale riferito dal 1970, il 20% ha un andamento economico diminuito precisando che la causa di questo è dovuta alla crisi dell'edilizia, l'altro 20% ha un andamento economico aumentato dovuto alla maggior esportazione.

Collegata a questa domanda vi è l'altra che riguarda gli investimenti dove registriamo che solo

il 100/o delle aziende hanno investito in ampliamento o in rinnovo degli impianti.

QUALIFICHE

Per la terza; domanda riguardante le qualifiche vedere gli specchietti allegati, questo per semplificare la descrizione e per rendere più semplice il confronto fra le varie categorie. Lo specchietto allegato da un'idea di come in questi ultimi anni anche la piccola fabbrica rbbia subìto il processo di dequalificazione, infatti anche se la contrattazione ha cercao in qualche azienda di eliminare le categorie più basse su (totale delle aziende della zona, abbiamo le categorie più basse sul totale delle grossate. La tabella indica che la percentuale della 1' Super è aumentata solo dello 0,5%, la 1' del1'1,5%; per contro però abbiamo una caduta del 5,7% nella 2' categoria, non dimentichiamo che questa categoria è sempre stata il serbatoio di manodopera a cui le grosse aziende attingevano operai di 1', la percentuale risale del 5,2% alla 3' categoria, per diminuire dell'i% alla 4' categoria si alza leggermente di uno 0,5% alla 5' categoria per discendere di 1,2% all'ultimo gradino riservato agli apprendisti.

Per questi ultimi la diminuzione di percentuale fra il 1969 ed il 1971

è da ricercare nel fallimento totale della legge, oggi con il contratto del 1970 dove si riconosce la parità normativa a tutti gli effetti il giovane non si rassegna in caso di malattia ed infortunio a perdere del salario, questo spiega anche perchè il giovane preferisce essere inquadrato in una categoria bassa subito, piuttosto che essere inquadrato in una categoria superiore, dopo il lungo tirocinio di apprendistato.

Anche nella tabella riservata agli impiegati registrano la stesse situazione se non peggiorata. Anche qui la parcellizzazione del lavoro comincia a farsi strada, abbiamo addirittura nelle stesse aziende una diminuzione di percentuale e di organico, si direbbe che i calcolatori elettronici abbiano sostituito i tecnigrafi, questi comunque i risultati: la 1' cat è diminuita al pari della 2' cat. di un 3,7%, la 4' cat. è diminuita di un 1,9%, la sola terza cat. pur diminuita di un numero è aumentata in percentuale di un 2,1%

Negli intermedi registriamo una diminuzione della 1' di un 1,9%, la stessa percentuale di aumento l'abbiamo però nella 2' cat. Intermedi.

Altro dato interessante è che nessuna fabbrica ha assunto del rersonale, si sono limitate a registrare il normale • tournover • anzi in certi casi la manodopera è diminuita pur consentendo all'azienda la stessa base di produzione.

IL LAVORATORE sl DIFENDE

DALLO SFRUTTA FIE hiTO DE1

ArTiAtIr.
PADRON I PARASSITI I RISULTATI

ORARIO DI LAVORO

Sull'orario di lavoro e lo straordinario registriamo la contraddizione maggiore, abbiamo infatti il 90% delle aziende con l'orario settimanale distribuito su 5 giorni, ma di fatto queste stesse aziende lavorano il sabato mattina praticando lo straordinario settimanale nella misura di 5 o più ore. Da notare che alla domanda riguardante l'andamento produttivo queste aziende hanno risposto » andamento normale o diminuito ». L'altro 10% ha l'orario distribuito su 6 giorni settimanali, vale anche per questi (per quanto riguarda lo straordinario) il discorso di prima; notiamo che fra queste figurano aziende di un certo peso politico e di organico. Possiamo tuttavia affermare che sulla distribuzione dell'orario di lavoro si è ancora troppo indecisi si concede su questo terreno molto spazio al padrone fornendo nel contempo un altro motivo di divisione fra i lavoratori, nostro obiettivo è comunque la distribuzione dell'orario di 5 giorni con il blocco dello straordinario.

Scorrendo la scheda arriviamo all'applicazione di norme contrattuali ed anche qui registriamo inderisione da parte dei lavoratori e dei loro delegati a fare rispettare certi loro diritti. Dalla scheda rileviamo infatti che più della metà delle aziende paga all'operaio fuori busta dati all'80% a titolo di nremi e indennità varie compresa l'indennità mensa. Sul problema mensa segnaliamo che solo il 5% delle fabbriche ha questa istituzione, le restanti nanano un'indennità di mancata mensa che va dalle 90 alle 250 lire al giorno. rimarchiamo infine che nelle aziende dove esiste la mensa, la spesa a carico r4411 lavoratore, varia dalle 250 alle 400 lire al giorno.

A questo punto il questionario pone una serie di domande che riguardano l'organizzazione del lavoro e il trattamento economico del lavoratore delle piccole aziende, per finire coi risultati della contrattazione che si è svolta e su quali obiettivi, come ultima domanda il questionario chiede se esiste o no il Consiglio di Fabbrica.

Sintetizzando le altre domande diciamo che il 75% delle fabbriche ha un tipo di lavorazione in serie che il 4-5% lavora a cottimo ed infine abbiamo nell'1 delle aziende delle fonti assistenziali (mutua interna).

Molto più interessante è invece analizzare e confrontare i dati relativi al trattamento economico di questi lavoratori. Dato per scontato che in tutte le aziende esistono premi e superminimi si hanno per effetto della contrattazione dei risultati diversi. Infatti il 90°/o delle aziende paga un premio uguale per tutti, il 10% invece paga un premio differenziato fra cate,oria e catenaria relegando ali apprendisti all'ultimo gradino. Facile è l'intuizione nel capire che il premio uguale per tutti è scaturito nella totalità dei rasi da nda contrattazione aziendale a livello sindacale.

Lo stesso concetto è valido per i sunerminimi con valori però ribaltati. infatti solo nel 10% delle fabbriche si sono contrattati i superminimi stabilendo attraverso lotte qualificanti, quote di categoria uguali per tutti in modo che la sola differenza fra due lavoratori della stessa categoria sia quella dell'anzianità espressa attraverso lo scatto biennale.

Nel rimanente 90% delle aziende il superminimo è lasciato totalmente nelle mani del padrone per cui questi ha uno strumento in più per discriminare fra i lavoratori. Arriviamo così all'ultima domanda della scheda riguardante la costituzione del C.d.F. Per guasto nuovo tipo di rappresentanza operaia all'interno dell'azienda, registriamo che più del 300/o delle aziende sono rappresentate ancora dalla vecchia C.I. e nel migliore dei casi dai R.A.S. Ora pur comprendendo la difficoltà che possono incontrare i compagni delle fabbriche a far riconoscere il delegato e il C.d.F., rivolgiamo un indirizzo politico affinchè entro breve termine sia costituito anche in queste aziende il C.d.F. Questo ci permetterà, oltre che a operare nelle linee delle decisioni della IP Conferenza Unitaria di Roma e del Pia-o di lavoro della nostra zona, di poter convocare l'attivo unitario dei nuovi consigli di fabbrica e di eleggere in quella occasione il Consiglio di Zona che, a sua volta nominerà un esecutivo in modo che tutte le decisioni riguardanti le politiche della zona e più irf generale le scelte del futuro sindacato unitario passino attraverso una verifica di base quale quella del Consiglio di Zona.

Questo, a nostrd avviso è l'unica reale e democratica espressione di base capace attraverso la discussione di assumersi la responsabilità politica del futuro sindacato unitario.

• *. • • • • t I •
WHAm IL PADRONATO SCONTRO COI LAVORATORI

COSTITUIRE E FAR RICONOSCERE I CONSIGLI DI FABBRICA

La seconda conferenza nazionale dei metalmeccanici ha sancito il definitivo superamento delle vecchie strutture di fabbrica, quali le C.I. e le S.A.S. per dar vita ad un nuovo organismo unitario che non sia la somma delle strutture esistenti nella Fabbrica dei tre sindacati, ma al contrario, sia l'espressione diretta di tutti i lavoratori formando quindi, l'ossatura del nuovo Sindacato unitario che stiamo costruendo.

Questo nuovo organismo è il Consiglio di Fabbrica. Nelle grosse e medie Fabbriche e anche in numerose piccole, questo organismo esiste da più di un anno.

Dopo un primo periodo di rodaggio, la seconda conferenza nazionale ha stabilito definitivamente la scelta dei Consigli la cui elezione deve avvenire su scheda bianca e non in base all'appartenenza a questo o a quel sindacato.

Per concretizzare questa scelta nella nostra zona vi sono state delle assemblee a cui hanno partecipato delegati di tutte le fabbriche e le decisioni che ne sono scaturite, sono conformi alle scelte della seconda conferenza. In dette riunioni si è deciso il rinnovo dei Consigli di Fabbrica già esistenti (perchè nella prima elezione entravano di diritto sia gli ex membri di C.I. che i R.A.S. eletti dal Sindacato) e di costituirli ove auesti non esistessero entro la fine del mese di settembre per dar vita poi successivamente al consiglio di zona unitario rappresentato da tutti I consigli di Fabbrica, Tutto ciò per dare vita così anche all'esterno della fabbrica a strutture unitarie. La scelta dei consigli é un fatto politico molto importante,

prima di tutto perchè rappresenta un modo nuovo e più democratico di rispondere alle istanze dei lavoratori in seno alla fabbrica, secondo perchè è la prima fase di costituzione del nuovo sindacato unitario. Alla luce di quanto detto invitiamo quindi tutte le fabbriche che ancora non abbiano il Consi-

glio ad eleggerlo al più presto e di rivendicare presso le rispettive direzioni il loro riconoscimento quale unico organismo sindacale all'interno della Fabbrica.

A modo di esempio trascriviamo sotto l'accordo raggiunto alla Prentice di Brugherio, azienda con 300 dipendenti.

Mi RIFIUTO
LAUORReE
DI
Flrf0 ALLA rioeTE _ Soro PE2 RESTARE m' viTIA

Brugherio, 22 luglio 1971

1) Il C.d.F. viene riconosciuto quale unico organismo sindacale unitario che rappresenta tutti i lavoratori dell'azienda e svolge attività sindacale a livello di stabilimento.

I compiti della C.I. e dei R.A.S. vengono svolti dal C.d.F.

A tutti i membri del C.d.F. viene riconosciuto il diritto alla tutela prevista per il caso di licenziamento dell'art. 14 dell'aocordo interconfederafe 18 aprile 1966.

Il C.d.F. si potrà riunire in azienda durante l'orario di lavoro, previa comunicazione alla Direzione dell'azienda preferibilmente nelle prime e nelle ul-

time ore di lavoro.

A disposizione del C.d.F. vengono messe n. 720 ore globali annue di retribuzione di fatto per l'esercizio di tutte le sue funzioni comprese di quelle di cui all'ar. 9 del Contratto Aziendale 12 maggio 1970 e di cui all'art. 15 parte comune - del vigente CCNL.

Da ottobre riprendono le permanenze unitarie nelle leghe - questi gli orari

Martedì - Dalle 17 alle 19 a VILLASANTA - presso • Bar Unione •piazza della Chiesa.

Mercoledì - Dalle 17 alle 19 a BIASSONO - presso il Circolo

Socialisti - Via per il Cimitero.

Venerdì - Dalle 17 alle 19 a BRUGHERIO - presso la C.d.L.

Inoltre tutti i giorni a Monza

presso:

FIOM-CGIL - via A. Arosio 6tel. 20.913

FIM-CISL - via A. Appiani 3/A - Tel. 83.922.

Accordo Prentice
an- \ li

Indagine campione su 25 aziende della zona - numero dei dipendenti 1719

QUALIFICHE OPERAI QUALIFICA ANNO 1969 ANNO 1971 Numero Numero Differenza 1" Categ. sup. 7 0,51 17 1,05 +0,5 Categ. 331 24,3 416 25,8 +1,5 Categ. 579 42,5 594 36,8 -5,7 Categ. 327 24,0 470 29,2 +5,2 4° Categ. 72 5,3 70 4,3 -1 T Categ. 7 0,51 17 1,0 +0,5 Apprenidsti 39 2,8 26 1,6 -1,2 TOTALE 1362 100 1610 100 QUALIFICHE IMPIEGATI QUALIFICA ANNO 1969 ANNO 1971 Numero Numero Differenza «dr 57 18,9 40 15,2 -3,7 131 43,5 124 47,1 +3,6 74 24,5 70 26,6 +2,1 39 12,9 29 11,0 -1,9 TOTALE 301 100 263 100 QUALIFICHE INTERMEDI QUALIFICA ANNO 1969 Numero Numero % Differenza 30 53,5 31 51,6 -1,9 26 46,4 29 48,3 +1,9 TOTALE 56 100 60 100

PER NUOVE E MIGLIORI CONDIZIONI DI VITA E DI LAVORO AVANTI UNITI

Un fronte sempre più imponente di lavoratori in lotta, rivendica una nuova politica economica e sociale. Salario, orario, occupazione, carovita, sono alcuni degli obiettivi posti. La vertenza all'Agrati, Fontana, Formenti e Giovenzana.

La violenta e reazionaria controffensiva scatenata nel periodo post-contrattuale in stretta concordanza da padronato e governo, dopo una prima fase di stasi trova oggi un'opposizione sempre più decisa e ferma da parte dei lavoratori e delle masse popolari.

La fase di stasi determinata dalla violenta repressione (14.000 denunce a lavoratori, attivist, sindacalisti) era nei piani di questa controffensiva il mezzo con cui fiaccare il movimento, per poter poi passare tranquillamente al raggiungimento di alcuni obiettivi politici.

Questi obiettivi erano il recupero delle conquiste economiche e di potere acquisite dai lavoratoir in questi ultimi anni, il non procedere dell'iniziativa sindacale e a livello aziendale per modificare i meccanismi dello sfruttamento capitalistico e a carattere più generale per la conquista di riforme di struttura, frenare il processo di unità sindacale in corso. Più tardi si aggiunse — dietro il ricatto economico posto dall'imperialismo USA (crisi del dollaro) — l'esigenza di far pagare questo (che altro non è il prezzo che l'imperialismo USA vuol fare

pagare ai suoi alleati della NATO per le continue e ripetute sconfitte subite nelle fratricide guerre da esso aperte nell'Indocina e in Cambogia) ai lavoratori.

I ripetuti sermoni televisivi del presidente del consiglio on. Emilio Colombo, attraverso il tentativo di « condurre alla ragione i lavoratori » e l'invito esplicito a produrre, produrre, produrre, miravano a far passare, senza avere alcuna risposta questi obiettivi.

Il fronte di lotta oggi aperto nel Paese, contro questo attacco politico che si esprime con centinaia e centinaia di licenziamenti, migliaia e migliaia di lavoratori ad orario ridotto, al continua ed incessante aumento dei prezzi, per imprimere una svolta radicale alla politica economica e sociale del nostro Paese, è la dimostrazione più significativa del fallimento a cui è destinata questa manovra politica.

D'altra parte che sia destinata a fallire, lo dimostra il fatto che dal sermone televisivo si è passati ad una nuova violenta fase repressiva. « L' onorata arma »

(CARABINIERI - TANASSI - COLOMBO - GOVERNO) quotidianamente si presenta davanti alle fabbriche in lotta aggredendo senza motivo i lavoratori, picchiando ed arrestando lavoratori, sindacalisti.

Il manganello, gli strumenti dello stato — polizia, tribunali, magistratura — diventano ancora i

mezzi per ..;fendere gli interessi dei padroni.

Questa nuova spinta dei lavoratori, che trova sempre più una crescente solidarietà dell'opinione pubblica, deve avere una generalizzazione ed un coordinamento in modo tale, attraverso una battaglia offensiva, si possa procedere sulla via di nuove e migliori condizioni di vita e di lavoro.

La Vertenza all'Agrati, Fontana, Formenti, Giovenzana.

In questo quadro di of fensive operaie si inquadrano le vertenre aperte all'Agrati, alla Fontana, alla Formenti Giovenzana. Alcuni meccanismi di sfruttamento dei lavoratori che hanno creato enormi e lauti profitti ai padroni di Veduggio, sono oggi messi in discussione. La logica di un basso salario con un elevato numero di ore straordinarie può e deve essere modificato radicalmente.

Questo si pongono come obiettivo i lavoratori: un salario adeguato al costo della vita, applicazione dell'orario contrattuale, abolizione del turno di notte, riconoscimento del Consiglio di fabbrica.

Sul piano economico e sociale il raggiungimento di questi obiettivi porta a nuovi investimenti, alla creazione di altri posti di lavoro, ad un rapporto dì lavoro che veda al centro l'uomo e non il profitto.

Bollettino a cura dei consigli di fabbrica di Veduggio-Renate-Besana

La situazione attuale è il frutto con cui il PADRONATO ha cercato di difendere i suoi interessi contro l'interesse generale e degli errori commessi in questi 25 anni dal GOVERNO in merito alla politica economica e sociale del Paese.

La risposta in concreto data oggi dagli artefici di questa crisi — GOVERNO e PADRONI — la conosciamo.

PADRONI:

Aumento immediato e generalizzato dei prezzi dei prodotti industriali allo scopo di riassorbire gli aumenti salariali. A questa reazione generale, volta ad IMPEDIRE un mutamento del meccanismo di sviluppo economico, è stato affiancato prima l'attacco contro i rappresentanti sindacali ed i lavoratori (14.000 denunce) con lo scoperto obiettivo politico di impedire il consolidamento del sindacato in fabbrica, poi l'attacco ai livelli di occupazione con licenziamenti e la messa in cassa integrazione di migliaia e migliaia di lavoratori.

GOVERNO:

Con la stretta creditizia e la po-

litica di alto costo del denaro si è favorito attivamente il disegno politico dei padroni, proprio nel momento in cui l'espansione del credito era necessario alle piccole e medie aziende per realizzare nuovi investimenti e sviluppare l'occupazione. A questo si è aggiunta l'inerzia nel predisporre interventi concreti nel settore dell'edilizia e tessile. Emanazione del “ DECRETONE » con i suoi effetti negativi sul costo della vita, nonchè la OPPOSIZIONE alla rapida attuazione delle riforme. Infine la SUDDITANZA nei confronti degli INTERESSI ECONOMICI IMPERIALISTI AMERICANI nell'affare della crisi del dollaro. Sudditanza, affiancata da inefficaci interventi a sostegno dei settori colpiti, che si sta traducendo ora in diminuzione dell'occupazione.

L'attacco padronale ai redditi da lavoro ed all'occupazione, la diminuzione di produzione in alcuni settori come l'edilizia ed il tessile e quelli colpiti dalle misure americane, hanno messo in atto una spirale depressiva contro la quale non si è approntata alcuna contromisura. Anzi è stata favorita dalle decisio-

ni prese o non prese dal Governo.

Lo scontro in atto è quindi politico, fra coloro — lavoratori, masse popolari ecc. — che lottano per un rinnovamento economico e sociale ed i padroni ed il governo che operano per ostacolarlo e sconfiggerlo. Non occorrono palliativi, ma un nuovo corso di politica economica e sociale, che tenga conto delle esigenze e delle richieste delle masse popolari.

Gli obiettivi che si devono realizzare sono essenzialmente: difesa e sviluppo dell'occupazione

difesa del potere d'acquisto dei salari

l'attuazione delle riforme di struttura ed una nuova politica economica e sociale.

A questi obiettivi sono interessate le masse popolari, i commercianti, gli artigiani ecc. Per raggiungerli è necessario una forte unità di lotta, che isoli e batta la forza conservatrice del nostro Paese, che faccia pagare questa crisi ai soli responsabili: governo e padroni.

AL TENTATIVO DI FAR PAGARE Al LAVORATORI LA CRISI DEI PADRONI !

IN QUESTI ULTIMI TEMPI LA STAMPA, LA TELEVISIONE, LA RADIO ECC. STANNO PORTANDO AVANTI UNA FORTE CAMPAGNA ANTIOPERAIA CERCANDO DI FARCI CREDERE CHE LA "CRISI ECONOMICA" E' COLPA

bEGLI SCIOPERI, DELL'ASSENTEISMO ECC: NON E' VERO I

RISPOSTA AI PADRONI

I PADRONI DICONO : NON E' VERO !

la crisi dipende dai continui scioperi e dalla combattività operaia. e la statistica sotto lo dimostra.

Ore di sciopero per occupato dal 1.o semestre 1969 al 1.o semestre 1971:

29,13 8,47 7,55 6,12 1.o 2.o 1.o 2.o 1969 5,04 1.o 1970 1971 LA SITUAZIONE ATTUALE
IN

I PADRONI DICONO: in Italia non si utilizzano a sufficienza gli impianti. NON E' VERO ! la tabella sotto lo chiarisce:

L'Italia quindi ha l'indice di utilizzo degli impianti più alto dei paesi più.industriali d'Europa !

LA GIUSTIZIA NON E' UGUALE PER TUTTI

Dei testi dell'accusa solo il cap. Talarico riconosce gli imputati. La sentenza condanna 2 innocenti a 6 mesi di carcere con la condizionale. Ritirati 2 capi d'accusa.

Si è svolto per direttissima il processo contro i nostri due compagni arrestati ingiustamente durante la vile aggressione dei carabinieri in pieno assetto di guerra a una delle pacifiche manifestazioni autorizzate che abbiamo effettuato durante la vertenza in corso. Il responso è stato di condanna a 6 mesi di carcere con la condizionale e quindi rimessi immediatamente in libertà. Il primo giudizio che abbiamo espresso ed hanon espresso le centinaia di lavoratori che hanno seguito i due giorni di processo è stato univoco: la giustizia NON è uguale per tutti.

Questa è la sacrosanta verità, recependo l'andamento del processo e la sua conclusione. A parte le falsificazioni portate su quanto realmente avvenuto, l'unico che ha riconosciuto gli imputati, anche se a notevole distanza e fra l'enorme fumo dei candelotti lacrimogeni, è stato il cap. Talarico.

Gli altri testi dell'accusa, 6 carabinieri fra cui un tenente, oltre a smentire molte affermazioni del cap. Talarico, NON hanno riconosciuto gli imputati. I testi della difesa hanno dimostrato, docu-

mentandoli con fotografie, le precise responsabilità dei caarbinieri ed in prima persona del cap. Talarico. Da qui la giusta richiesta di incriminare il cap. Talarico, presentata dagli avvocati della difesa.

Ma il tribunaile ha sorvolato bellamente su tutto questo e nell'emettere la sua sentenza ha tenuto conto solo del cap. Talarico. E le altre testimonianze? Sono valide per emettere un giudizio o di fronte ad un ufficiale « dell'onorata arma » (ci dimenticavamo, è anche paracadutista il cap. Talarico) le parole di altri cittadini non contano?

A questo punto riteniamo che gli unici in grado di emettere una sentenza sono i lavoratori ed i cittadini che hanno visto l'aggressione.

I lavoratori hanno già emesso la loro sentenza chiedendo l'allontanamento del cap. Talarico.

I cittadini di Veduggio l'hanno emessa riversando tutti nelle strade — sebbene ad ora tarda — quando i lavoratori sono ritornati con i loro due compagni ingiustamente condannati, per esprimere in termini concreti la loro assoluzione ai due imputati e protestare a gran voce il loro sdegno di cittadini dela Repubblica Italiana verso la sentenza emessa che condanna 2 innocenti.

UNA DOMANDA:

Il figlio del padrone Formenti ha investito deliberatamente con la macchina un lavoratore, procurandogli la rottura della caviglia. I carabinieri avvertiti, hanno appurato i fatti. Ci risulta però che cotsui, colpevole di tentato omicidio, si trova tuttora in libertà ed a suo carico non vi è nessun processo per direttissima. Allora

LA GIUSTIZIA E' UGUALE PER TUTTI O NO?

RISPOSTA:

NO!

Un gruppo di lavoratori della Formenti e Giovenzana

— l'ara chi sono?

— E' la delegazione padronale che si reca alla trattativa per il rinnovo del nostro contratto.

PAESI Ore annue di utilizzo imp. INDICE ITALIA 3766 100 GERMANIA 3395 90 URSS 2881 77 FRANCIA 2675 71 G. BRETAGNA 2589 67

Queste le richieste avanzate dai lavoratori

AGRATI

Esame orario di lavoro. Adeguamento salariale.

Riconoscimento del Consiglio di Fabbrica; aumento ore per riunioni.

Rinnovo Premio Aziendale di Produzione.

Istituzione Mensa aziendale.

Eliminazione 3- Turno.

Sosta Turnisti e aumento percentuale.

Mantenimento scatti di anzianità in caso di passaggio di categoria.

Problemi inerenti l'ambiente di lavoro.

Tute.

Qualifiche Impiegati. Garanzia superrninimo Festività infrasettimanali cadenti in sabato per gli Impiegati.

FORNENTI E GIOVENZANA

Esame orario di lavoro. Adegua/nodo salariale.

Rinnovo Premio aziendale di produzione.

Riporto scatti di anzianità in caso di passaggio di categoria. Ore a disposizione per Riunioni Consiglio di Fabbrica.

Problemi inerenti l'ambiente di lavoro.

Indennità sostitutiva di mensa.

Abolizione 4° Categoria ImGaranzia superinininto Pagamento festività inf rasettimanali cadenti in sabato agli impiegati.

FONTANA

Esame orario di lavoro. ~guarnente salariale.

Qualifiche: Operai e Impiegati.

Rinnovo Premio Aziendale. Percentuale lavoratori turnisti.

Mantenimento scatti di anzianità in caso di passaggio di categoria.

Riconoscimento del Consiglio di Fabbrica: aumento ore per Riunioni.

Tute.

Problemi inerenti l'ambiente di lavoro.

Garanzia Impiegati.

Il punto sulla vertenza

Siamo al 50" giorno dall'apertura ufficiale della vertenza. Nello arco di questo periodo, incessante è stata l'iniziativa repressiva dei padroni onde fiaccare il movimento e rompere l'unità di lotta dei lavoratori.

Alla repressione antisindacale in fabbrica verso gliattivisti, i responsabili sindacali, i membri del consiglio di fabbrica, è seguita la entrata in fabbrica dei carabinieri alla FONTANA, la vile aggressione alla manifestazione autorizzata attuata dai carabinieri in pieno assetto di guerra, l'arresto di due lavoratori e la loro condanna INGIUSTIFICATA a 6 mesi di carcere.

Questa escalation di violenze era la controffensiva rabbiosa dei padroni, a fronte, da una parte del fallimento della loro iniziativa repressiva, dall'altra del continuo crescere della coscienza di classe dei 'lavoratori, del rafforzamento della loro unità di lotta, della decisione con cui i lavoratori sostenevano Fe richiese avanzate.

In praticai padroni non potevano accettare di veder crollare il loro castello, costruito pazientemente per anni e anni, basato sul paternalismo ed il clientelismo più gretto al fine di ottenere con il massimo sfruttamento dei lavo-

ratori, immediati e lauti profitti. Il risultato di questa escalation padronale (espressione del loro vero volto) è stata l'accelerazione della maturazione politica dei lavoratori, il superamento dello stato confusionale in cui si trovava l'opinione pubblica — stato confusionale creato ad arte dai padroni e dai loro servi nel Paese, con falsità e mistificazioni della realtà — e la creazione di un fronte unico compatto, lavoratori-opinione pubblica, oggi schieratasi tutta a fianco ed a sostegno della lotta dei lavoratori.

L'espressione più significativa di questa nuova realtà è stata la totale partecipazione allo sciopero generale di zona, l'imponente manifestazione effettuata a Veduggio contro l'aggressione dei carabinieri. Ai lavoratori si sono uniti i commercianti (chiudendo i negozi) i partiti politici (PCI-PSI -PSIUP-DC) ed altre associazioni democratiche.

Questa nuova realtà, la fermezza e decisione con cui i lavoratori dell'Agrati, Fontana, Formanti, Giovenzana hanno continuato a livello aziendale la loro lotta hanno imposto ai padroni la ripresa delle trjtative presso l'Associazione Industriali di Monza.

Trattative che nell'ambito di

superminivio agli

Festività infrasettimana l i cadenti in sabato per gli Impiegati.

Un momento significativo della vile aggressione attuata dai carabinieri contro i lavoratori

due sessioni hanno riconfermato una posizione negativa dei padroni Pur modificando le posizioni irecedenti (e questo grazie alla lotta dei lavoratori) le proposte risolutive economiche e normative presentate NON fanno intravedere alcuna disponibilità dei padroni per concludere la vertenza.

Le organizzazioni sindacali, unitamente alle delegazioni dei lavoratori presenti alle trattative, vista questa posizione dei padroni, hanno formulato a ciascuna azienda proposte precise risolutive su tutte le richieste avanzate.

Su queste proposte l'Agrati ha fissato un ulteriore incontro per SABATO 4 c.m., mentre la FONTANA e la FORMENTI-GIOVENZANA si sono riservate di dare una risposta.

La posizione responsabile assunta dalle organizzazioni sindacali e dalla delegazione dei lavoratori presente alla trattava, ha trovato un vasto consenso nelle Assemblee dei lavoratori, riconfermando la dichiarazione fatta al tavolo delle trattative: la proposta avanzata è la base per fare lo accordo oggi. Nel caso l'intransigenza dei padroni costringesse ad ulteriori sacrifici i lavoratori, questi saranno parte integrante dell'accordo.

I lavoratori alle proposte avanzate dai padroni, hanno risposto rafforzando la loro unità e le loro lotte. Cade nel vuoto l'ulteriore iniziativa dei padroni di « svendere » la vertenza, giocando sulla lunghezza della vertenza e su offerte salariali.

La risposta data dai lavoratori, la magnifica lotta che cond::cono, la consapevolezza che li guida, sono severi moniti ai padroni per cambiare immediatamente strada. Non si faccino ulteriori illusioni: i lavoratori non smetteranno di lottare se non un minuto dopo la fima dell'accordo che avrà avuto il loro consenso.

ULTIMA ORA

Caricare... ma in grazia di Dio

Come nella ricorrenza del 101 .mo di fondazione del Distretto Militare ebbe luogo un'austera celebrazione al Comando di via Visconti, domenica scorsa anche presso lia_„gaserma di via Volturno, è stataM celeste Patrona, la Madonna « Virgo fidelis ».

In ambedue le ricorrenze è stato elevato un pensiero, un ricordo particolare, una preghiera per la recente tragedia avvenuta nel mare di Livorno. Durante la santa Messa il celebrante ebbe commosse parole di preghiera per i martiri caduti in mare e di conforto per le famiglie colpite da così grave lutto. Presso la Compagnia dei Carabinieri, una commozione particolare avvolse i presenti al sacro rito: i militi in servizio come gli ex carabinieri.

La commozione toccò il vertice quando, a Messa ultimata il capitano Talarico recitò quella preghiera che egli stesso come appartenente per molti anni al Corpo dei Paracadutisti, recitava con fervore prima di ogni lancio, rivol-

gendosi al santo protettore, l'Arcangelo Gabriele.

Ad ambedue i riti, ha come sempre, presenziato il vecchio primo cappellano militare, mons. Giuseppe Baraggia, ormai al cinquantesimo anno di sua dedizione ai figlioli in armi.

Questo articolo è stato pubblicato da « IL CITTADINO » il 25 novembre 1971, ogni commento ci sembra superfluo. Coloro che hanno vissuto la violenta aggressione attuata a Veduggio dal cap. Talarico, hanno così moda oggi di ripensare al « volto cristiano » con cui il cap. Talarico picchiava con il moschetto i lavoratori o quando faceva sparare contro i lavoratori candelotti lacrimogeni ad altezza d'uomo. Forse pensava già alla comunione che lo avrebbe di. nuovo, posto in grazia di Dio.

Il capitano Talarico recita la preghiera dei paracadutisti
I lavoratori dell' Agrati
hanno
respinto le ulteriori offerte avanzate dalla Direzione nell' incontro di sabato 4 u.s.

AGRATI - FONTANA - GIOVENZANA CI AVETE SEMPRE SFRUTTATI

Abbiamo effettuato nella fase elaborativa delle nostre richieste, una indagine sui livelli salariali e l'orario di lavoro esistenti alla FONTANA, AGRATI e FORMENTI GIOVENZANA. Questi i risultati rapportati ad una media:

SALARIO MENSILE

Basso salario + straordinario -i- profitto per i padroni

Operai

Operaio specializzato L. 113.100

Operaio qualificato L. 104.400

Manovale specializz. L. 99.700

Impiegati

3a categoria L. 110.000

4a categoria L. 100.500

A questo si deve aggiungere il premio di produzione, conquistato con la lotta che rapportato mensilmente è:

AGRATI L. 4.750

FONTANA L. 5.500

FORMENTI G. L. 6.583

ORARIO DI LAVORO

Effettuazione di 10-12 ore settimanali di straordinario, retribuito alla FONTANA fuori busta paga.

E' questa un'aperta violazione del contratto nazionale di lavoro e delle leggi vigenti.

Queste cifre indicate dimostrano la logica del profitto dei padroni in generale e di quelli di Veduggio in particolare. Si è integrato il basso salario con un elevato numero di ore straordinarie ottenendo così:

1) maggior profitto dovuto ad un basso costo del lavoro derivato dai bassi salari;

2) maggior profitto dovuto da uno sfruttamento massimo degli impianti e di conseguenza: capitali non investiti per nuove macchine ecc.; creazione di una grossa fetta di manodopera disoccupata da impiegare a basso costo.

Questo permette ai padroni di Veduggio di comprarsi altre ville di mezzo miliardo (Agrati) oppure costruirle (Fontana). Oltre questo — Fontana — investe mili ardi costruendo un nuovo paese — Bormio 2000 — con impianti turistici.

Ai lavoratori di Veduggio, al contrario, FONTANA ed AGRATI fanno pagare per l'AFFITTO

— L. 25.000 mensili pari al 25% del salario percepito. Quindi il salario mensile reale che rimane per vivere ai lavoratori è:

Operai Operaio specializzato Operaio qualificato Manovale specializz.

Impiegati

3a categoria

4" categoria

NOTIZIE DALLA FABBRICA

— Girovagando fra gli operai el sciur padrun » Carletto Agrati fa lo smemorato. Domanda cosa sta succedendo ed una volta ricevuta la risposta degli operai il » lapsus passa ed esce il vero volto: minaccia i lavoratori, etichettandoli con parole irripetibili, lancia sfide (senza guanto... per paura di essere preso sul serio). Il lupo perde il pelo ma non il vizio! Cerca con le minacce da una parte e dall'altra con il tono suadente del buon papà (il classico paternalismo) di recuperare quello che ormai è diventato patrimonio dei lavoratori. Ascolti il canto degli operai: sciur padrun dalle belle braghe bianche fora le palanche, fora le palanche...

FORMENTI GIOVENZANA

— Al ritiro del normale acconto di paga, mancano nella busta Lire 10.000. Pronta risposta dei lavoratori: manifestazione e richiesta d'integrare le 10.000 lire mancanti. Risultato: la sera susseguente i lavoratori ritirano un'altra busta con le 10.000 lire. Che meschinità!

S'illudeva el GIOVENZANA di rompere con questa trovata l'unità di lotta dei lavoratori.

— Durante la prima manifestazione un topo di fogna (1 fascista) è uscito dalla sua tana ed ha cercato di provocare il corteo dei lavoratori. Era un topo di fogna, che assolveva alle funzioni di portinaio che è stato subito rigettato dai lavoratori nella sua tana. Non s'illuda el Giovenzana che possa con i vecchi rottami fascisti vincere i lavoratori.

FONTANA

— La gerarchia è una cosa sacra e tanto più si sale questa gerarchia FONTANA quanto più si difende el » sciur padrun ». L'ingegnere, un tipo che sa il fatto suo e nulla guarda pur di arrivare in cima a questa scala gerarchica, ha capito — furbo lui — di poter fare i gradini due alla volta in questo momento e quindi si è messo a fare il provocatore. Ci fa pena e per aiutarlo gli consigliamo una strada sicura per arrivare in cima:

va FIOR nell'ANI del FONTANA. — EI bassotto sfida a singolar tenzone i lavoratori. Incredibile, ma vero ed abbiamo capito anche il perchè. Da buon uomo di mondo e d'affari quale egli è sfrutta ogni momento per aumentare i suoi lauti profitti. In questo momento sfidando i lavoratori voleva dimostrare la bontà dell'aria BORMIO 2000, per aereazione di muscoli sani e forti. Ma si è dimenticato una cosa importante: i lavoratori i muscoli li hanno già sani e forti (altrimenti non li assumerebbe el bassotto) perchè sono quelli che lavorano e creano le ricchezze del Paese. E poi oltre alla rapina effettuata per l'affitto, el bassotto vuole anche rapinarci per BORMIO 2000? — Nebbia alla FONTANA. Non è un errore del servizio metereologico, ma una realtà. Se entrate nei reparti vi sembra sempre di essere in avanzato autunno con quei bei nebbioni. Qui gli operai respirano e passano 8 ore normali ed in più 3 o 4 di straordinario al giorno. La nebbia deriva dal fumo e dalla

L. 88.100 L. 79.400 L. 74.400 L. 85.000 L. 75.500

polvere. Se anche questa fosse una scelta del FONTANA (sperava forse che i lavoratori si recassero a BORMIO 2000 per ossigenarsi) si ravveda subito: i lavoratori stanno lottando per lavorare in un ambiente salubre. Se poi la nebbia serviva per non far vedere all'ispettorato del lavoro le aperte violazioni di legge (orario di lavoro con pagamento ore straordinarie fuori" busta) si ravveda anche qui. La legge è uguale per tutti, anche per ì padroni.

TROPPO POCHI A LAVORARE

In Italia la popolazione attiva è il 36 0/0 del totale della popolazione. In Germania si raggiunge il 45 0/0, a cui devono essere aggiunti tutti i lavoratori stranieri immigrati. In Giappone si tocca addirittura il 55 °Io.

Inoltre in Italia c'è una grave sproporzione fra coloro che svolgono attività improduttive o parassitarie: apparati burocratici, enti amministrativi, ecc. Se in Italia si lavora poco non è perché lavorano poco quelli che pro-

ducono: al contrario, in Italia quelli che creano ricchezza per tutti sono in numero assai inferiore che in Germania o in Giappone e sono quindi sottoposti ad uno sfruttamento intensissimo. Se in Italia si lavora poco è perchè si è troppo pochi a lavorare. e ciò avviene a causa di una politica che ha sempre negato il diritto al lavoro a milioni di cittadini, di donne, di giovani.

LA DONNA NELLA SOCIETA'

La donna non è che un essere occasionale ed incompleto, la testa della donna e l'uomo, • San Tommaso

Un punto di partenza importante per comprendere la condizione della donna nella società capitalistica è lo stato dell'occupazione femminile. Dati recenti dicono, ad esempio, che in Italia v'è stato ultimamente un regresso nell'occupazione femminile rispetto ai livelli raggiunti negli anni precedenti.

Il problema dell'eguaglianza nei salari fra uomini e donne non ha ancora trovato una soluzione. Nei posti di lavoro la donna viene quasi sempre inserita nelle categorie più basse, mentre i gradini più alti della gerarchia aziendale sono accessibili solamente ad una esigua minoranza di impiegate generalmente laureate.

All'interno della stessa famiglia la donna subisce la più frustrante

delle schiavitù, la schiavitù domestica, che la condanna ad un pesante lavoro senza salario ed alla umiliante dipendenza economica dell'uomo.

La sola funzione sociale che la società capitalistica le assegna, nonostante tutte le mistificate affermazioni di parità di diritti e di doveri, è quella della procreazione.

La grande stampa femminile borghese continua a coltivare il mito della donna « angelo del focolare ».

Sui problemi della donna che lavora, che lotta per migliorare le sue condizioni, silenzio completo.

problemi sociali, manca la libertà di esistere: da millenni le è chiesto di vegetare, di svolgere un ruolo prefissato, di non pretendere di a" vere idee.

Se la donna continuerà a vivere secondo i vecchi schemi non sarà mai felice, si sentirà sempre limitata non poterndo realizzare la sua completa personalità.

La donna è stanca di essere l'oggetto, lo strumento, il « mezzo per », vuole essere soggetto, vuole vivere aútoworrn amente, autogestirsi, essere padrona della propria vita: vuole poter scegliere.

' IL PARLAMENTO appari ittpiveithildo Ilk CCM ~L.

Pe . isi"p ":a,

Bisogna investire di più la società dei problemi della donna che non sono solo quelli che la riguardano quanto ogni altro lavoratore, e cioè i ritmi, i carichi di lavoro, ecc., in aggiunta a questi, la donna ha bisogno di risolvere i problemi che riguardano la sua collocazione nella società e questioni più immediate che investono aspetti importanti della sua condizione di donna e che non sono più rinviabili: le strutture sociali, che vanno dai nidi d'infanzia, agli asili, alla scuola a tempo pieno, ai servizi in genere.

La società ha finora visualizzato la donna nell'ubbidienza, nella sottomissione, nella passività.

Si può constatare ogni giorno la discriminazione di cui essa è' ancora oggetto e quanto poco si faccia per tutelare i suoi diritti.

Alla donna, al di là dei molti

I tempi stanno cambiando, la donna è pronta a battersi per la conquista dei diritti sociali e democratici che la società tende a negarle. Evidetnemente è ancora vivo nell'uomo il concetto patriarcale che gli impedisce di accettare il ruolo della donna secondo impostazioni nuove.

Ma è proprio da qui che dobbiamo partire per un'analisi completa della situazione ed una presa di coscienza più realistica dei suoi problemi dandole il diritto e la possibilità di sfruttare il suo intelletto a beneficio dell'umanità e non soltanto della famiglia.

Guidata dalle donne, la battaglia per la liberazione femminile deve essere fatta propria anche dagli uomini ».

Si può fare molto -e subito, per controllare - e bloccare i prezzi, anche senza attendere gli effetti benefici e duraturi che solo l'avvio di un diverso sviluppo economico fondato sulla politica delle riforme e di programmazione democratica può provocare.

Le iniziative contro il carovita e per le riforme della rete di circolazione e di distribuzione, delle merci devono essere ispirate a tre criteri di fondo:

i problemi devono essere affrontati nelle campagne- per diminuire i costi e remunerare meglio il lavoro contadino; nella fase di intermediazione interna e internazionale, di trasformazione dei prodotti e della loro conservazione; nella fase finale al dettaglio e al servizio delle grandi masse consumatrici;

i protagonisti di questa battaglia devono essere i contadini, i consumatori, i commercianti, le cooperative di consumo;

tale azione deve coinvolgere ovviamente la responsabilità primaria dello Stato ma i protagonisti, per renderla decentrata e democratica, quindi efficace, ne devono essere gli Enti Locali, in particolare Regioni e Comuni.

i) Blocco dei prezzi pubblici quali: pane, latte, zucchero, medicinali tabacchi, benzina e delle tariffe pubbliche (acqua, gas, luce, poste, trasporti. telefono, ecc.) che sono fissati da organismi pubblici.

Controllo dei prezzi che vengono prefissati e imposti al dettagliante da parte delle grandi industrie: prodotti alimentari trasformati (pasta, conserve, olio, prodotti lattiero caseari, alimentari per l'infanzia, insaccati sotto vuoto, caffè, ecc.) prodotti per l'igiene della persona e della casa (detersivi, saponi, ecc.) beni durevoli (abbigliamento, elettrodomestici, radioTV, automobili).

Controllo sui prezzi fissati dal commercio all'ingrasso in particolare sulle carni, frutta e verdura, pollame, pesce, prezzo che si forma nei mercati all'ingrosso e contemporaneamente fissazione del valore aggiunto per il commercio al dettaglio.

Modificare le aliquote dell'IVA (Imposte sul valore aggiunto) fino all'azzeramento per i prodotti fondamentali della alimentazione e di alcuni servizi essenziali (acqua, elettricità, gas, trasporti) e il rinvio della sua applicazione.

Formazione a livello di comitati di zona, di quartiere e nei Comuni, di Comitati popolari (operai, impiegati, contadini, giovani, donne, dettaglianti, esperti) per il controllo della formazione dei prezzi industriali e all'ingrosso collegati ai Comitati provinciali prezzi.

Una profotda revisione della politica agricola del MEC che ora si fonda su un rigido protezionismo che va a danno del nostro Paese e perseguire invece un radicale rinnovamento delle strutture produttive e sociali dell'agricoltura a vantaggio delle masse contadine e dei consumatori italiani.

Affidare all'AIMA (Azienda di Stato per interventi nel settore agricolo) il compito di importare la gran parte dei prodotti alimentari, in particolare la carne, eliminando le grandi speculazioni, tenendo conto che l'Italia importa oltre il 50 per cento dei suoi fabbisogni alimentari. I prodotti dovranno essere distribuiti dalle cooperative di consumo e dai dettaglianti. Per Milano la SOVECO (Società per le vendite controllate) deve immettere nella rete al dettaglio prodotti alimentari di prima necessità a prezzi e qualità controllati, prodotti reperiti -

direttamente alla produzione contadina e anche all'importazione.

Intervento delle Partecipazioni Statali (anche finanziario) per la creazione di centri commerciali moderni di varie dimensioni, da affidare in gestione a dettaglianti associati e alle cooperative di consumo, e le installazioni di impianti di conservazione (catena del freddo) a gestione democratica. Tali interventi devono seguire scelte della Regione.

Revisione legislativa dei Mercati generali con compiti di programmazione in accordo con i Mercati alla produzione nelle campagne e gli Enti di sviluppo agricolo, con gestione democratica.

LegislaLione nazionale e regionale per la incentivazione e lo sviluppo di forme associative tra i dettaglianti per le cooperative di consumo. Naturalmente a quel fine decisiva può essere una legge per il credito agevolato per il rinnovo e l'ampliamento dei punti di vendita.

11) L'applicazione rapida della nuova legge sulle autorizzazioni delle vendite al dettaglio che affida ai Comuni alla Regione compiti programmatori per lo sviluppo della rete distributiva, in collegamento con gli strumenti urbanistici comunali, e naturalmente all'assetto territoriale regionale.

Le Regioni con i Comuni, grandi e piccoli possono attuare una pianificazione del sistema distributivo nell'interesse dei consumatori e dei dettaglianti. In tal quadro è necessario per la Regione la programmazione per i centri di raccolta e smistamento merci (ferroviari, aerei, stradali, fluviali) secondo gli interessi della comunità regionale e nazionale.

Divisione dei compiti, funzioni, composizione dei CIP nazionale e di quelli provinciali al fine di controllo della formazione dei prezzi, oltre che dalla loro fissazione.

Controllo della formazione dei prezzi nelle industrie di beni di consumo, alimentari e durevoli delle industrie a partecipazione statale.

I generealimentari hanno subito in questi ultimi tempi gli aumenti più rilevanti. Ecco una tabella dei prezzi pubblicata recentemente da• un quotidiano milanese.

NON É VERO

Che sono state le conquiste salariali a provocare il rialzo dei prezzi. Infatti una delle cause della difficile si-, tuazione economica è la scarsa domanda interna. cioè le grandi masse hanno poco da spendere, perché i salari e i redditi da lavoro sono ancora troppo bassi.

Che non ci sono risorse da investire in attività produttive e nei servizi sociali fondamentali (le case, le scuole, gli ospedali, i trasporti): sono i grandi capitalisti che attuano lo « sciopero degli investimenti » perchè vogliono guadagnare di più intensificando lo sfruttamento; è il governo che non fa spendere neanche i fondi da lui stesso stanziati per disporre di riserve da manovrare secondo le imposizioni americane e gli interessi dei gruppi monopolistici; sono le concentrazioni finanziarie impegnate. in colossali operazioni speculative di cui l'esportazione dei capitali e le recenti vicende di Borsa sono le manifestazioni più clamorose.

1 Kg.DI FILETTO DI VITELLO .40001 1 . 6, • i ò \ r 1 Kg. DI PROSCIUTTO CRUDO .tr,-z 4.2.500 (1, 11 1, r • - 1 Kg. DI SALAME CRUDO _ i8'500 ,e,1N„„,,, ' A te. • .t., • Pg r -1; • 1 Kg. DI FUNGHI PORCINI v - 500 .:- , -- '''r '; 1 Kg. DI PESCHE •

Avanti verso l' unità di tutti i lavoratori

Notiziario Sindacale

Per la costruzione dell' unità sindacale elezione del Consiglio Unitario di Zona

Nella lotta con tutti i lavoratori l'impegno per andare avanti

Con le riunioni di Bologna dei metalmeccanici e di Firenze delle Confederazioni, il processo di unità sindacale ha fatto degli ulteriori passi inwanti. Sta oggi a noi, nelle Zone, nelle fabbriche, raccogliere quanto è emerso nei dibattiti, con la mente fissa sempre ad una visione di insieme del movimento operaio e dei problemi che ad esso stanno di fronte, procedere alla costruzione di quelle strutture, nuove ed unitarie che sono la giusta prosecuzione di quanto hanno espresso ed esprimono i consigli dei delegati di fabbrica.

Certo, non siamo al Sindacato unitario dei lavoratori italiani, siamo ad un giro di boa molto importante, ed è da questa responsabilità che ci assumiamo di fronte ai lavoratori che deve muovere ad essere al massimo sollecitato il nostro impegno a rendere questo momento un contributo concreto all'avanzamento dell'unità e non all'isolamento della Categoria.

Ciò ha senso se visto, non nella dinnerisipne di chi vuole aspettare gli altri, ma di chi forte delle scelte di classe operate dalla categoria, riuscirà a trasformare un freddo regolamento per l'elezione del consiglio unitario dioZona, in un grande momento di dibattito e di scelte sui problemi dell'unità, delle riforme di struttura, della situazione economica e della condizione operaia nella fabbrica. •

Ciò ha senso se questa forza e questa decisione dei metalmeccanici saprà collegarsi in maniera corretta e sostanziale con le altre categorie dell'industria, del pubblico impiego e dell'agricoltura.

Questa è la strada che noí dobbiamo percorrere, non già quindi assumere l'atteggiamento di Chi crede di essere il più bravo od il più avanzato e si attesta sulle proprie po-: sizioni con atteggiamento di critica nei confronti degli altri, ma di chi cosciente del ruolo

Bollettino unitario ona di Vimercate dicembre

che può giocare diventa la forza trainante per gli altri, ma ciò ) realizzabile solo nella misura in cui la categoria saprà farsi carico anche delle difficoltà delle altre categorie.

Questo è necessario ed indispensabile se vogliamo che quello che andiamo costruendo sia veramente un Sindacato unitario e di classe e non una lacerazione fra lavoratori che ricercano nel piatto corporativismo di categoria la soluzione dei loro problemi poichè così ci vorrebbero i padroni.

UNITI si E' FORTI e SI VINCE, è valida, ma sarebbe sbagliato intenderlo, come una parola d'ordine nella categoria, questa deve essere sempre più la bandiera e la parola d'ordine di tutti i lavoratori.

A tutti i lavoratori ed alle loro famiglie le Segreterie di Zona

REGOLAMENTO PER L'ELEZIONE DEL CONSIGLIO UNITARIO DI ZONA

La costruzione delle nuove strutture unitarie non poteva non essere la continuazione dell'esperienza dei consigli, infatti le proposte che sono formulate, per essere realizzate necessitano della presenza viva in tutte le fabbriche di questi organismi unitari dei lavoratori.

Il Consiglio unitario dovrebbe essere composto sulla base del 4 per mille degli iscritti della zona.

Le fabbriche con 400-500 iscritti nomineranno direttamente i propri candidati che vengono eletti dal consiglio di fabbrica, le piccole e medie fabbriche riuniranno i loro consigli o rappresentanti sindacali in gruppi per paese o più paesi e procederanno alla elezione dei candidati, le zone, cioè gli attuali direttivi nomineranno i loro candidati.

Questa lista dovrà essere poi messa in discussione e quindi in approvazione all'assemblea generale dei consigli di fabbrica di tutta la Zona.

ASSEMBLEA GENERALE DEI CONSIGLI DI FABBRICA

VENERO' 14 GENNAIO ALLE ORE 14

Presso : il Cinema Oratorio Nuovo di Vimercate

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SFRUTTATI e DISOCCUPATI LAVORATORI EMIGRAret CCTI times ...SFRUTTATORI PAIO ge014 SPECULATORI EVASORI • mAriost-rAsetsri
AUGURANO
BUONE FESTE !

Elenco delle Assemblee dei Consigli di Fabbrica e delle Leghe per la nomina deicandidatialConsiglioUnitariodiZona

Elenco-Assemblee Consigli di Fabbrica

IBM - locale mensa

Mercoledì 15 ore 17,15 nomina di 3 delegati

Piaggio Gilera - sede consiglio di fabbrica

Giovedì 16 ore 18 nomina di 3 delegati

Schindler - locale mensa

Venerdì 17 ore 17,30 nomina di 2 delegati

Falck - sede consiglio di fabbrica

Lunedì 20 ore 14 nomina di 5 delegati

Siemens - sala centro sportivo

Martedì 21 ore 14 nomina di 3 delegati

Telettra - locale mensa

Mercoledì 22 ore 9 nomina di 5 delegati

Elenco Assemble Leghe

Vimercate - Bernareggio - Ronco Briantino

Vimas - Cornelius - OBM - Prandina

Maretti - Reiter Grippa - Meda Bollani -

Mevi - Elca - F.11i Perego - FIMER

Venerdì 17 ore 9,30

Salone Camera del Lavoro di Vimercate nomina di 2 delegati

ARCORE - LESMO

Samia - Off. Mecc. di Lesmo - Superbo»Radaelli - Soundex - Masenzana - PEG -

Varinelli - Prodest - De Cardenas -

Fonderie di Arcore - Raggi Alpina - Mak -

Itallamiere - Folletto

Mercoledì 22 ore 15

Salone Camera del Lavoro di Arcore

Coop. Edipopolo

nomina di 4 delegati

CONCOREZZO - AGRATE

Ronchi - Radaelli - Parolini - GruterBIIC - MTI - Admiral - Condor - Eurotarga

Spagat - Sea - Demag - Sacme - Magnetic Cores - Algaflex

Giovedì 23 ore 15,30

Presso il Centro Civico di Concorezzo nomina di 2 delegati

CAVENAGO - CAPONAGO - ORNAGO

ALMA - FARO - SICMAN - Radyne -

Hachen - IMB - Flenedr Cigala - Samifi

Martedì 28 ore 15

Cavenago - Centro sportivo nomina di 2 delegati

TREZZO - RONCELLO - CORNATE

Aldeghi - Perego - Arlati - CIMA - Capsulit

Semel - Pompe Serafini - Saci

Mercoledì 29 ore 15

Presso la Camera del Lavoro di Trezzo nomina di 2 delegati

Si può fare molto e subito, per controllare e bloccare i prezzi, anche senza attendere gli effetti benefici e duraturi che solo l'avvio di • un diverso sviluppo economico fondato sulla politica delle riforme e di programmazione democratica può provocare.

Le iniziative contro il carovita e per le riforme della rete di circolazione e di distribuzione delle merci devono essere ispirate a tre criteri di fondo:

i problemi devono essere affrontati nelle campagne. per diminuire i costi e remunerare meglio il lavoro contadino; nella fase di intermediazione interna e internazionale, di trasformazione dei prodotti e della loro conservazione; nella fase finale al dettaglio e al servizio delle grandi masse consumatrici;

i protagonisti di questa battaglia devono essere i contadini, i consumatori, i commercianti, le cooperative di consumo; tale azione deve coinvolgere ovviamente la responsabilità primaria dello Stato ma i protagonisti, per renderla decentrata e democratica, quindi efficace, ne devono essere gli Enti Locali, in particolare Regioni e Comuni.

1, Blocco dei prezzi pubblici quali: pane, latte, zucchero, medicinali ta bacchi, benzina e delle tariffe pubbliche (acqua, gas, luce, poste, trasporti. telefono, ecc.) che sono fissati da or ganismi pubblici.

Controllo dei prezzi che vengono prefissati e imposti al dettagliante da parte delle grandi industrie: prodotti alimentari trasformati (pasta, conserve, olio, prodotti lattiero caseari, alimentari per l'infanzia, insaccati sotto vuoto, caffè, ecc.) prodotti per l'igiene della persona e della casa (detersivi; saponi, ecc.) beni durevoli (ab bigliarnento, elettrodomestici, radioTV, automobili).

Controllo sui prezzi fissati dal commercio all'ingrosso in particolare sulle carni, frutta e verdura, pollame. pesce. prezzo - che si forma nei mercati all'ingrosso e coni emporaneamente fissazione del valore aggiunto per il com merci° al dettagli).

Modificare le aliquote dell'IVA (Imposte sul valore aggiunto; fino all'azzeramento per i prodotti fonda:mentali della alimeni azione e di alcuni servizi essenziali ' acqua. elettricità, gas, trasporti ) il rinvio della sua applicazione.

Formazione a livelli) di comitati di zona, di quartiere e nei Comuni, di Comitati po.polari operai. impiegati, contadini, giovani, donne, dettaglianti, esperti) per il controllo della formazione dei pn..zzi industriali e all'ingrosso collegati ai Comitati provinciali prezzi.

Una proforida -revisione della politica agricola del MEC che ora si fonda su un rigido protezionismo che va a danno del nostro Paese e perseguire invece un radicale rinnovamento delle strutture produttive e sociali dell'agricoltura a vantaggio delle masse contadine e dei consumatori italiani.

Affidare all'AIMA (Azienda di Stato per interventi nel settore agricolo) il compito di importare la gran parte dei prodotti alimentari, in particolare la carne, eliminando le grandi speculazioni. tenendo conto che l'Italia importa oltre il 50 per cento dei suoi fabbisogni alimentari. I prodotti dovranno- -essere distribuiti dalle cooperative di consumo e dai dettaglianti. Per Milano la SOVECO (Società per le vendite controllate) deve immettere nella rete al dettaglio prodotti alimentari di prima necessità a prezzi e qualità controllati, prodotti reperiti

direttamente alla produzione contadina e anche all'importazione.

Intervento delle Partecipazioni Statali (anche finanziario) per' la creazione di centri commerciali moderni di varie dimensioni, da affidare ín gestione a dettaglianti associati e alle cooperative di consumo, e le installazioni di impianti di conservazione (catena del freddo) a gestione democratica. Tali interventi devono seguire scelte della Regione.

Revisione legislativa dei Mercati generali con compiti di programmazione in accordo con i Mercati alla produzione nelle campagne e gli Enti di sviluppo agricolo, con gestione democratica.

Legislazione nazionale e regionale per la incentivazione e lo sviluppo di forme associative tra i dettaglianti per le cooperative di consumo. Naturalmente a quel fine decisiva può essere una legge per il credito agevolato per il rinnovo e l'ampliamento dei punti di vendita.

11) L'applicazione rapida della nuova legge sulle autorizzazioni delle vendite al dettaglio che affida ai Comuni alla Regione compiti programmatori per lo sviluppo della rete distributiva, in collegamento con gli strumenti urbanistici comunali, e naturalmente all'assetto territoriale regionale.

Le Regioni con i Comuni, grandi e piccoli possono attuare una pianificazione del sistema distributivo nell'interesse dei consumatori e dei dettaglianti. In tal quadro è necessario)w,r la Regione la programmazione per centri di raccolta e smistamento merci (ferroviari, aerei, stradali, fluviali) secondo gli interessi della comunità regionale e nazionale.

Divisione dei compiti, funzioni, composizione dei CIP nazionale e di quelli provinciali al fine di controllo della formazione dei prezzi, oltre che dalla loro fissazione.

Controllo della formazione dei prezzi nelle industrie di beni di consumo, alimentari e durevoli delle industrie a partecipazione statale.

generi alimentari hanno subito in questi ultimi tempi gli aumenti più rilevanti. Ecco una tabella dei prezzi pubblicata recentemente da un quotidiano milanese

NON É VERO

Che sono state le conquiste salariali a provocare il rialzo dei prezzi. Infatti una delle cause della difficile situazione economica è la scarsa domanda interna, cioè le grandi 'masse hanno poco da spendere, perchè i salari e i redditi da lavoro sono ancora troppo bassi.

Che non ci sono risorse da investire in attività produttive e nei servizi sociali fondamentali (le case, le scuole. gli ospedali, i trasporti): sono i grandi capitalisti che attuano lo « sciopero degli investimenti » perché vogliono guadagnare di più intensificando lo sfruttamento; è il governo che non fa spendere neanche i fondi da lui stesso stanziati per disporre di riserve da manovrare secondo le imposizioni americane e gli interessi dei gruppi monopolistici; sono le concentrazioni finanziarie impegnate in colossali operazioni speculative di cui l'esportazione dei capitali e le recenti vicende di Borsa sono le manifestazioni più clamorose.

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