Lotta operaia1

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LA LOTTA OPERAIA

BOLLETTINO D' INFORMAZIONE E COLLEGAMENTO DELLA LEGA UNIT. DI VILLA S. GIOVANNI - PRECOTTO N. 1 LUGLIO '73

PERCHE' QUESTO BOLLETTINO ?

dí generalizza:e le esperienze più significative che via via si realizzano nelle fabvriche della zona .

Un bollettino quindi fatto e scritto dai C.d.F. dai delegati che svolga anche un mento di formazione sindacale e politica capace di tar crescere il livello di coscen za complessivo di tetti i lavoratori.

Non si tratta carte, ovvero

Nel quadro di un rilancio generale dell'attività della Lega di Villa S. Giovanni- Pre cotto, dopo le poderose lotte contrattuali che hanno visto la totale partecipazione di tutti i lavoratori, è maturata l'esigenza, all'interno del Consiglio di Lega dí darsi uno strumento di stampa autonomo aderente alle esigenze ed alle domande politiche sem pre nuove che la classe operaia pone. di aggiungere carta ad altre di ricopiare o peggio di SOvrapporre questo bollettino agli altri stru menti della propaganda sindacale.

Si tratta invece di costruire uno strumento specifico legato ai problemi della Lega che ha il preciso scopo di coordinare e quindi

Ricomincia la lotta alla Scaini

A poche settimane dalla fine delle lotte per il rinnovo del contratto i lavoratori della Scaini riprendono l'iniziativa sínda cale contro l'intransigenza del padrone che si rifiuta di rispondere alle richieste degli operai e degli impiegati.

La condizione operai in questa fabbrica è tremenda: ESISTONO LIVELLI DI NOCIVITA' ABNORMI!

In ogni reparto, nella fonderia, al montaggio batterie, alla plastica, i risultati di una inchiesta padronale di sette-otto mesi fa testimoniava come vi fossero livelli saturazione di ossido di piombo doppi o tri-

pli ai MAC consentiti e tollerabili dall'or ganismo umano.

L'ossido dí piombo poi, in assenza di ogni minimo strumento di aspirazione (quelli che cí sono non funzionano), si estende fuori dai reparti investendo direttamente la palazzina degli impiegati e le abitazioni adiacenti lo stabilimento.

Le visite mediche non vengono mai affrontate seriamente dalla direzione per cui a mol ti lavoratori che cominciano ad avere disturbi fisici, non vengono somministrate le cure minime per prevenire il saturnismo.

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CONTINUA IN t

DALLA PRIMA

Alle richieste del C.d.F. l'azienda ha sempre risposto dicendo che lo stabilimento era in via di trasferimento e che quindi non aveva nessuna intenzione di spendere soldi nella fabbrica attuale, ma che avrebbe costruito uno STABILIMENTO MODELLO al più pre sto.

QUESTO DISCORSO DURA ORMAI DA 5 ANNI! Nel frattempo lo stabilimento attuale va in pez zi e le condizioni degli operai continuano a peggiorare.

HA SECONDO LA DIREZIONE I LAVORATORI SONO

ASSENTEISTI PERCHE' RENDONO POCO per cui ha predisposto nuovi sistemi di cottimo che si gnificano in concreto più ritmi e meno tempo e si avvale di un uso terroristico e ri-

"

cattatorio dello strordinario.

Come se non bastasse ha introdotto nuove macchine nei reparti rendendo ancora peggic re e più pericolosa la condizione dei lavoratori.

A questa "strategia"del padrone, condita an che con l'intensificazionedella repressione messa ín atto da qualche capetto fascista che scorrazza nei reparti a provocare i lavoratori più combattivi , il C.d.F. ha dato subito una risposta dura.

In un continuo dibattito con l'insieme dei lavoratori il C.d.F. ha raccolto operai ed impiegati attorno ad una piattaforma rivendicativa che ha come punti qualificanti:

L'ABOLIZIONE DEL COTTIMO E DELLE PAGHE-POSTO, LA MODIFICA RADICALE DELL'AMBIENTE DI LAVORO, L'AUMENTO DEL P. DI PRODUZIONE.

Dossié " sullo straordinario

PER GUADAGNARE DI PIU' LUI !

IL PADRONE CI PAGA POCO PER COSTRINGERCI
A FARE GLI STRAORDINARI
Rifiutiamo lo straordinario
Ma per chi lavora I' orario normale è già troppo pesante !
500 000 i1100'000 f50000 o PIU' STRAORDINARIO 14 SALUTE t't ta) %MAME 4a1.44 1440e, entcestia die dat Akica E' UGUALE A : PIO' OiSOCCU PRZIONE-41 DAT1 tffidAti M E4 O "TEM PO L i BERO .E LAVORO oge $ cAoRRIATA Itt45 ,04re o 1,130 IlAt4MARS o 2

Juker : si è costituito il coordinamento

Alla JUKER, dopo un intenso dibattito nei C.d.F. e tra i lavoratori, si è costituito il coordinamento tra i due stabilimenti del la società situati uno nella zona di Sesto S. Giovanni, l'altro a Lomagna.

Il primo grosso problema che questa nuova struttura operaia deve affrontare riguarda l'omogeneizzazione dei trattamenti economici e normativi fra i due stabilimenti. Infatti alcune voci del salario ed alcuni pre mi annuali nello stabilimento di Lomagna o addirittura non esistono o hanno una consistenza nettamente inferiore.

Ma risulta chiaro a tutti che il vero terre no dove si misurerà la forza di direzione politica del coordinamento sarà l'applica zione dell'inquadramento unico , nella misu ra in cui biEognerà tradurre in omogenerità dell'organizzazione del lavoro quella unità che si è raggiunta a livello dei C.d.F. E si parte da due situazioni aziendali molto diverse.

Doppi turni alla MIAL

Dopo parecchi incontri con la direzione sulle prospettive occupazionali dell'azienda,fi nalmente il padrone ha scoperto le sue carte Alla MIAL l'azienda dice: il posto di lavoro noi lo garantiamo ad una sola condizione che i lavoratori acconsentano all'introduzione del SECONDO TURNO.

Secondo la direzione le lavoratrici della MIAL dovrebbero venire a lavorare dalle 6 al le 14 e dalle 14 alle 22 stante l'attuale si tuazione dei trasporti e dei servizi di custodia dei bambini.

UNA PRETESA ASSURDA! ed ancor più assurda nella misura in cui ad essa non corrisponde né una politica di aumento degli organici mi nimamente seria (si parla di 10-20 nuove assunzioni) né una politica di investimenti qualificanti nel Sud, nemmeno nello stabilimento che l'azienda possiede a Sabaudia (LT) La proposta della direzione è un ricatto bel lo e buono: o le lavoratrici dello stabilimento di via Fortezza (circa HO) fanno turni o se nò sono tutte passibili di licenziamento.

UNA VOLTA SI' CHE LA FABBRICA ERA COME UN OROLOQ10, PRECISA COME UN PENDOLO_

QUESTO BOLLETTINO

NON: DEV E ESSERE

SCRITTO PER I CDF

E I DE LEGATI

MA DAI CDF E DELE

GATI OFG111 I CDF.

MANDI IL

SUO

CONTRIBUTO

INQUADRAMENTO

Dal convegno che abbiamo tenuto in Lega il 26 giugno sono emerse alcune indicazioni interessanti sul modo di gestire politicamente

l'applicazione dell'I. U. nelle piccole azíen de

Innanzitutto l'applicazione dell'I. U. non deve essere un fatto tecnico ma deve trasfor marsi, nel dibattito che i C.d.F. sapranno suscitare in fabbrica, in un momento di presa di coscenza collettiva contro l'organizza zione capitalistica del lavoro fatta di divi sioní strumentali, di gerarchie oppressive.

L'I. U. come strumento.reale.di eguaglianza, come unica risposta alla divisione capitali stica del lavoro in fabbrica.

Ciò significa : partire dai REPARTI per una analisi collettiva della condizione operala nel processo produttivo.

Questa strada risulta poi anche un momento di verifica politica per ogni delegato della sua funzione di orientamento.

tiFO RTUtrO O/C-IN 75E,C0
UNICO
PROBLEMA TR.,0)(0 o bi CLA5,5C ASSEPITEismo ELRIMARE IL PROBLEMA Di a) OPERAIO e IL PROBE MA DI Tufo (i OPtRqi. RISOINERLO DASou 1U.95100E‘TRADiriE0r0.E(7015t10-# Il RA-0 16 '-iI ,.....PSSIEr" 01 DIRE I"AR +'OLI TIC -

I DATI DEL TESSERAMENTO 1973

FIOM 1179

FIM 507

UI LM 62

UNIT 177

MANCA ANCORA QUALCHE PICCOLA FABBRICA!

FLM 1945

ALLORA, QUALI 50N0 I RISULTALI DELL'INCHIESTA SULLE CONDI. ZIONI DI LAVORO NELLE FAS, LBRICNE I-rALIANE 2

ECCO, SIGNOR MINISTRO.\ ABBIAMO ESAMINATO CON \ CURA I DATI RACCOL-ri E ,., E LA CONCLU5iONE...EECO,, INSOMMA

ANCHE GLI OPERAI !

o
LE FABBRICHE ITALIANE FANNO SCHIFO!

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