H giornale della
non solo otto marzo
Questo sarà sicuramente il secolo delle donne, infatti molti indizi confermano una straordinaria crescita del ruolo delle donne nella società. Nella nostra regione ad esempio le donne hanno una scolarizzazione superiore a quella degli uomini ed è sempre più rilevante la loro presenza nei ruoli di responsabilità sociale, economica, culturale, scientifica, politica. Più forte e decisivo diventa il ruolo delle donne e maggiore sarà anche il cambiamento della società. 11 punto di vista femminile nel lavoro, nello studio e nella conoscenza, nel governo della cosa pubblica, nella famiglia ed in tutte le trasformazioni che sono avvenute nella moderna società dell'informazione, rappresenta indubbiamente una grande opportunità per un nuovo modello di crescita sociale e culturale. Le donne come portatrici di valori e idee di equilibrio nel rapporto tra il genere umano e l'ambiente, per lo sviluppo sostenibile e la solidarietà sociale non sono solo una speranza, ma un progetto per il futuro. Per questo ci auguriamo che non sia solo l'otto marzo la giornata della donna .
Fiera, nuovo rinvio Salute,dirittieresponsabilità
per il polo esterno
Nonostante gli impegni, la nuova Fiera a Pero Rho ha una ulteriore battuta di arresto. I gravi ritardi della Regione e le ricadute sulla nostra Zona
Nel 1994 venne firmato l'accordo di programma per realizzare a Rho
Pero, nell'area della raffineria AGIP, il polo esterno della Fiera. Polo esterno alla città, in una zona fortemente infrastrutturata, autostrade e ferrovie già presenti, che consentirebbe di alleggerire sostanzialmente i disagi provocati dalla attuale localizzazione della Fiera all'interno della città. Sono passati sei anni da quella firma, solo negli ultimi sei mesi la Giunta Formigoni ha deciso finalmente di attuarlo, nia il tempo passato ha naturalmente degli effetti sui costi e sui tempi necessari a realizzare opere in un area di 1.200.000 metri quadri.
Solo ora la Regione scopre che non tutta l'area è di proprietà ENI, ma c'è anche un altro soggetto che ha una piccola ma strategica porzione di territorio comunque necessario alla Fiera. Ma non è solo la Regione artefice dei ritardi, anche l'ente Fiera, recentemente diventata Fondazione di diritto privato, ha le sue responsabilità. Infatti vorrebbe realizzare l'opera senza pagare i dovuti oneri di urbanizzazione che ammontano a circa 200 miliardi. Le opere sono necessarie per la qualità della Fiera e non possono essere caricate sui due comuni che non hanno risorse sufficienti a coprire costi che anche la legislazione urbanistica
nell'interno: a pagina 6 Walba-Musocco, passato, presente e futuro
mette a capo dei soggetti attuatori. I costi quindi sono uno dei nodi irrisolti, insieme ai tempi di realizzazione dellopera che, di slittamento in slittamento, rischiano di diventare ingestibili per il rilancio della Fiera e la sua capacità competitiva. Intanto si alza la protesta degli operatori ma anche la preoccupazione dei cittadini della nostra Zona che nel polo esterno affidano le speranze di una maggiore qualità della vita, riducendo l'invasione quotidiana delle auto e dei TIR da e verso la Fiera. Cinque anni di ritardi pesano come un macigno sulla attuale Giunta regionale e sul Presidente Formigoni.
Valter Molinaro
nell'interno:
Il 16 aprile si voterà nelle Regioni, vediamo cosa ha prodotto la legge 31, voluta dall'attuale Giunta e perno della campagna elettorale di Fonnigoni:
un rischio concreto di smantellamento dell'idea stessa di SSN (in sintonia con il referendum voluto dai radicali, e ora respinto dalla corte costituzionale);
il rifiuto di una politica di programmazione, privilegiando invece il "libero mercato". La Regione Lombardia ha presentato solo alla fine del mandato un piano sanitario regionale che è la pura sommatoria, a consuntivo, delle scelte precedenti, non rispettando neppure i contenuti della legge 31;
una organizzazione sanitaria tutta centrata sull'ospedale, che sottrae gran parte delle risorse delle ASL;
nell'interno: a pagina 13 situazione COM lessa?
un indubbio stimolo al rilancio del privato rispetto al pubblico (siamo passati in Lombardia dal 20 al 30% circa di privato, come punte del 40% nella città di Milano), con oltre 2000 posti letto in più nel privato, e 2000 in meno nel pubblico; una penalizzazione netta dei servizi territoriali di prevenzione, diagnosi e cura, sia per l'avvenuta centralizzazione negli ospedali, che per l'impossibilità da parte delle ASL di organizzare servizi alternativi; una gestione fortemente centralizzata a livello regionale, con nomine politicizzate (alcune delle quali ora contestate dal TAR, perché non corrispondenti ai criteri stessi della Regione Lombardia), e assenza pressoché totale di controlli esterni (da parte dei cittadini, dei comuni...);
SEGUE A PAGINA 17
nell'interno: a pagitui 15 diffinulere l'amore all'arte
/Pagina
nell'interno:
3 La Certosa di Milano non ,iù di Gare nun,
Zona
MENSILE DI INFORMAZIONE-POLITICA - CULTURA ANNO XXIV MARZO 2000 N.3 SPED. IN ABB. POST. coi.*4. 27 Afrr. 2 LEGGE .A-9/95 MILANO Lir 2.000 - 1 ,033 EURO
8
pagina 2
FARMACIE DI TURNO - Zona Ovest
Mese marzo e aprile dalle ore 8,30 alle ore 21,00
da venerdì 3 marzo a giovedì 9 zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA
viale Affori I O - via Cogne 9 - via R. Sanzio 2/a - via Pergine 2
ang.via Isernia - via P. della Francesca 3
da venerdì 10 marzo a giovedì 16 ' via Angeloni 33 - via Lessona 44 ang. via Gazzoletti 3corso Vercelli 5
da venerdì 17 marzo a giovedì 23 via Cicogna Mozzoni 3 - via Aldini 108 (l.go Boccioni) - via Buonarroti 5 - via Novara 123 - corso Sempione 67
da venerdì 24 marzo a giovedì 30
piazza Dergano ang. via Tartini 2/a - via Varesina 121 - via Trenno
15 - corso Sempione 5
da venerdì 31 marzo a giovedì 6 aprile
via Pellegrino Rossi 44 - piazza Prealpi 3 - via Paolo Sarpi 14 - via Chiarelli 10 (mercato comunale)
Notturna (sempre) dalle ore 21 alle 8,30: corso Sempione ang.piazza Firenze - oppure viale Ranzoni 2
Guardia medica: tel. 34567
Questo servizio viene espletato in sostituzione del medico di base, nei giorni feriali dalle ore 20,00 alle ore 8,00 e il sabato e prefestivi con inizio dalle ore 14,00 la domenica e festivi dalle ore 8,00 alle ore 8,00 del giorno successivo.
Raccolta del sangue a cura dell'AVIS
Domenica 9 aprile c/o la parrocchia S. Pietro in Sals - piazza
Wagner 2
INDIRIZZI UTILI
Polizia - Soccorso Pubblico - Tel. 113
Commissariato - via Novara, 199 - Tel. 0248201900
Commissariato di Polizia Musocco via Pantelleria, 9 - Tel. 023803191
Carabinieri - Tel. 112
Carabinieri stazione Musocco via Mambretti 27 - Tel 023570513
Vigilanza Urbana - via Quarenghi, 21 (solo di giorno) - Tel. 0238001850
Vigili Urbani (centrale) Tel. 0277271
p.le Accursio 5 Tel. 02325741-2-3
Presidio via Lessona 43/10 - Tel. 023570466 - 023550746
Vigili del Fuoco - Tel. 115
AEM Guasti gas - 025255
AEM Guasti elettrici - Tel 023692
ENEL Guasti elettrici - Tel. 0238861
Acquedotto comunale - Tel. 024120910
Pronto soccorso ambulanze - Tel. 118
Croce Bianca - via Betti, 62 - Tel 023085345
Servizio medico a domicilio (a pagamento) - Tel. 023883
Azienda ASL Distretto N 6 sedi:
Ospedale Buzzi via Castelvetro, 32 Tel. 02330291
Ospedale Sacco via G.B. Grassi 74 - Tel. 0239041
Pronto Soccorso Tel. 0239043051
Casa di Cura e di Riposo Palazzolo via Don L. Papazzolo, 21 - Tel. 023272745 via Novara, I - Tel 023329.744-745 via Quarenghi, 21 - Tel. 0233029.740-742
SERT - via Albenga, 2 - Tel 0233029.740-742
Consultorio - via Albenga, 2 - Tel. 0233029.738
Consultorio - via Castelvetro, 32 - Tel 02330291
Ufficio Anagrafe via Quarenghi, 21 - Tel. 0238000414
piazzale Accursio, 5 - Tel. 0239262169 - 023270251 via Pascarella, 11 - Tel. 023554583
lunedì/venerdì 8.30/12.(X) - 14.30/15.30
Prenotazione telefonica di certificati: tel: 028598
lunedì/venerdì 8.15 - 14.15 - sabato 8.45/11.45
Consiglio di Circoscrizione (CdZ) 8 - via Quarenghi, 21 Tel. 02/38001531 - 02/38001534 - 02/38001536 - 02/38001622
Motorizzazione Civile - via Cilea, 119 - Tel. 02/353791
anno XXIV IVI
Direttore Luigi Volpe Rinonapoli Direttore Responsabile
Mitì :r1(;C; cid ci scrivono...
SERVONO VERAMENTE I NUOVI PALI?
LASCIAMO I PICCOLI NELLE NOSTRE SCUOLE
spettabile Redazione di Milano 19, visto l'attenzione con cui trattate problemi del quartiere, vorrei segnalarne uno in particolare (credo sia un problema non solo del nostro quartiere). Premetto che abbiamo le scuole materne nei cortili delle nostre case che riducono le classi o addirittura chiudono per mancanza di bambini. Però il Sindaco Albertini ha ordinato che i bambini devono andare nelle scuole dove risiedono. E qui stà il punto! Noi nonni abitiamo sempre qui e aiutiamo i nostri figli a crescere i nipoti fin dalla nascita. Perché allora crearci il problema di non ammettere i piccoli nelle nostre scuole? I bambini crescono, ma noi invecchiamo, perché non si lascia le cose come stavano fino ad un anno fa? Che cosa possiamo fare per opporci a questo provvedimento? Speriamo ci siano risposte a tutto questo.
La iloona Rosita Forbice
Gsolitissimo Giornale, scrivo a proposito dell'edicola chiusa al San Leonardo. E' vero, l'edicola è chiusa da tempo e si produce un disservizio ma è anche vero che i motivi della chiusura si possono intuire se non addirittura conoscere. Sono vicino alla realtà degli edicolanti per esprimermi con cognizione di causa. Le vendite dei giornali sono calate vertiginosamente, l'impegno umano è notevole e coinvolge almeno tre persone quasi tutto l'anno, i margini di guadagno sulle vendite sono ormai ridicoli, i rischi di furti, danneggiamenti e denaro falso sono altissimi e poi ci sono le tasse, l'assicurazione, la sanità e mille altri impegni economici che dissanguano l'edicolante. Ma poi c'è una grossa fetta del reddito "prelevata" dall'ALER per l'affitto del suolo occupato dal chiosco.
L_A.N'
Ermes
marzo 2000
Inviare le lettere firmate con firma riconoscibile a:
Redazione di Milano19 Via Appennini101/B 20151 Milano
La redazione è aperta al pubblico il primo lunedì di ogni mese dalle ore 17.30.
Telefono: 023539458 (segreteria telefonica)
cari abitanti del quartiere, vorrei raccontarvi una storia strana: diverso tempo fa uscendo di casa al mattino, ho trovato le strade del quartiere orlate da transenne in doppia fila, lucide e nuove, di lì a poco fra le transenne sono stati effettuati degli scavi ed hanno cominciato a comparire tubi in plastica di diverse dimensioni; subito dopo sono comparsi i pali, che gradualmente hanno affiancato quelli esistenti.
I pali esistenti erano quasi nuovi ed a me é sempre sembrato che non ci fosse quartiere più illuminato del nostro.
I nuovi pali non sono diversi dai precedenti, se non per una differenza di altezza di venti cm. circa, paradossalmente, gli apparecchi illuminanti dei nuovi pali fanno una luce più fioca di quelli che sostituiscono.
Per raggiungere questo "brillante" risultato, si é tenuto il quartiere ingombro dai cantieri per mesi, con inevitabili disagi, soprattutto in prossimità delle scuole, dei negozi, degli ingressi alle abitazioni, questa semina di pali non ha risparmiato angoli meno centrali: i giardinetti situati accanto al mercatino di via Chiarelli ad esempio, sono stati
Credo di ricordare bene affermando che l'ALER pretende per un chioschetto come quello chiuso al San Leonardo una cifra di circa lire 7.500.000 di affitto l'anno. Costo anacronistico, se si pensa che il Comune, per pari realtà sul terreno comunale si accontenta di circa un milione l'anno. Non rimane molto per vivere ed è perciò, credo, che molte edicole seguiranno il destino di quella del San Leonardo.
Giuseppe Quattrone
tempestati di pali con luci a palla, con una tale densità da rendere impossibile ai bambini qualsiasi gioco di movimento, senza correre il rischio di finire contro un palo.
Nel corso di queste opere, che tuttavia non sono ancora terminate, ho visto in funzione svariati carri con gru estensibili, scavatori, camion e al lavoro non molti operai; in base a quello che ho potuto constatare con orari e condizioni assolutamente lontani dalle regole sindacali (in alcune occasioni li ho visti lavorare perfino di notte).
Ora io vorrei sapere (credo anche voi):
- Qual é l'ammontare complessivo del costo di queste opere.
- Chi ha deciso di metterle in atto ed in che misura il Consiglio di Zona ha contribuito o avallato questa mostruosità.
- Come é stata indetta la gara d'appalto (visto che le ditte non sono della regione)
- Se sono state rispettate le norme 'contrattuali e di sicurezza (anche nei confronti dei molti lavoratori extracomunitari che ho visto all'opera)
Invito tutti gli aspiranti "Sherlok Holmes" a mettersi all'opera.
Fiamma Rossa Secchi
PONTE SU VIA TRIBONIANO SENZA LUCE
Egregio Direttore, da più di un mese al Mercato Comunale di via Isernia è chiusa la drogheria. Qual è il problema? Il fatto è che in Zona QT8 non ci sono altri negozi di questo genere e per riaprire la drogheria ci vuole un bando di concorso che si risolverà entro novembre! E nel frattempo in quale drogheria vanno gli abitanti del QT8? Si deve considerare che il 90% degli abitanti è composto di persone anziane e queste si devono sobbarcare la spesa dell'autobus o della metropolitana per andare o a Bonola oppure
I
I ponte dell'autostrada che sovrappassa via Triboniano crea una pericolosa strettoia, in una strada che è a doppio senso e dove passano giornalmente centinaia di Tir. Malgrado l'evidente pericolosità del luogo, sotto al ponte non esiste alcun tipo di illuminazione, anzi i grossi fari che illuminano l'autostrada creano una zona di oscurità totale. Sono evidenti i pericoli per la circolazione degli automezzi, ma soprattutto dei pedoni che sono costretti a percorrere la via Triboniano per raggiungere la stazione del Passante. Un paio di faretti sul soffitto del ponte costituisce un impegno finanziario insostenibile? Giriamo la domanda al Consiglio di Zona: gli abitanti di via Triboniano attendono una risposta.
E.D.
all'Esselunga di via Vigliani per fare acquisti. Il giorno primo marzo la sottoscritta è stata "aggredita" dai negozianti del Mercato Comunale, i quali minacciano la serrata del Mercato se il Comune non provvede urgentemente a dare la licenza per l'apertura della drogheria. Chiedo pertanto che la Redazione del giornale "Milano 19" informi i cittadini di questo disagio, perché il problema è grave. Di questo fatto ho informato le Autorità competenti, stampa e televisione.
Alessandra Parenzan
Giovanni
Lorena
grafico e
Walter Molinaro Fotoreporter Marco Tadini Amministrazione Silvana Ciartnoli UNA COPIA f. 2.000 Abbonamento annuo,
Abbonamento sostenitore
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e
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Marco Tadini Coordinatore redazionale
Farina Redazione Luciano Amato; Roberta Agretti; Daniela Barzaghi; Michele Cianci; Leonardo Clema;
Cordaio; Emilia Dragonetti; Giulio Fantuzzi; Bruna Fusi; Barbara Garlaschelli; Alex Miozzi; Giovanni Spinetta;
Tadini Progetto
impaginazione
Il numeri, f 20.000
libero
l'importo a mezzo
indirizzo
la
1\4 I L—A1'•'
marzo 2000
EDICOLA CHIUSA AL SAN LEONARDO
LA DROGHERIA DEL QT8
La Certosa di Milano... non più di Garegnano notizie dai quartieri
I1 restauro della Certosa è terminato e giovedì 3 febbraio, in un incontro organizzato presso la sala dell'Oratorio Parrocchiale, in via Pareto, si è iniziato un bilancio dell'operazione. Erano presenti, in rappresentanza della Sovrintendenza, l'architetto Auletta e la dottoressa Bandera, oltre alla professoressa Crippa, del Politecnico.
Il giudizio espresso sul lavoro svolto è stato largamente positivo: in un solo anno, rispettando sostanzialmente i tempi strettissimi previsti, è stato portato a termine con ottimi risultati la pulitura completa di tutti gli affreschi, il restauro e la doratura di tutti gli stucchi, il recupero degli arredi lignei della sala capitolare e della sacrestia, bonificati dai molti parassiti e messi in sicurezza rispetto alle infiltrazioni di umidità.
Purtroppo sono rimasti ancora alcuni problemi per le strutture murarie, soprattutto nella parte verso strada, dove sono ancora visibili le infiltrazioni di umido, che non si è riusciti ad eliminare completamente. Sono state proiettate numerose diapositive,
che illustravano lo svolgimento dei lavori ed anzi la proiezione del materiale fotografico non è stata completata nel corso della serata, tanto che è stato promesso un secondo incontro. Quello che ci preme di più sottolineare è che finalmente la Certosa non è stata più identificata con lo scomparso borgo di
Garegnano, ma con la città di Milano, attribuendole per la prima volta il suo giusto carattere di grande monumento cittadino. Tante volte ci siamo lamentati del fatto che Milano non sa di avere una Certosa, più antica ed altrettanto interessante di quella di Pavia. Infatti, mentre la Certosa milanese fu fondata nel 1349,
quella di Pavia è di circa 50 anni dopo e fu proprio il priore certosino di Milano a convincere Gian Galeazzo Visconti a costruire un'altra Certosa. I nomi hanno indubbiamente una forte carica simbolica: per troppo tempo la Certosa è stata considerata un povero monumento di un povero quartiere dell'estrema
periferia. Decidere di chiamarla Certosa di Milano forse contribuirà a toglierla dall'isolamento e dall'oblio.
E.D.
Le foto: Daniele Crespi "Maria Maddalena", Biagio Bellotti "Natività", per gentile concessione di Padre i Pierangelo dei Frati Cappuccini
dalle origini ai nostri giorni
Giovedì 17 febbraio sono comparse sulla facciata di ingresso della Certosa le scritte che si vedono nella foto. Il restauro della Certosa è terminato appena un mese fa ed è costato alla comunità ben 13 miliardi. Soldi veramente ben spesi per salvare un grande monumento, che non appartiene solo alla chiesa, ma alla città di Milano e all'intera nazione.
È bastato il vandalismo di qualche stupido per sciupare il lavoro di un anno di tante per-
sone e l'impegno di tanto denaro pubblico.
Chi scrive nutre un'incondizionata ammirazione per la figura e l'opera di Giordano Bruno, e ritiene che il grande filosofo campano avrebbe meritato un omaggio più intelligente e costruttivo.
Coinvolgendo il nome di Giordano Bruno nella propria stupidità, chi ha tracciato quelle scritte ha insultato anche il filosofo insieme a tutti i cittadini milanesi.
Em. Dra.
Si accennava nel numero precedente alla mentalità un po chiusa e "isolazionista" degli abitanti di Garegnano. La costruzione della ferrovia Milano - Magenta, nel 1850, separò definitivamente il piccolo borgo da Musocco, anche se, dopo il 1860 entrò a farne parte dal punto di vista amministrativo. Notiamo qui di passata una significativa contraddizione: la stazione ferroviaria, che è stata distrutta proprio in questi giorni, si è sempre chiamata Certosa, anche se si affacciava sul lato est della ferrovia, cioè verso Musocco. Un altro fatto contribuì ad aumentare il senso di isolamento degli abitanti di Garegnano: l'annessione dei Corpi Santi avvenuta nel 1873. Qui dobbiamo alcune spiegazioni: il nome di Corpi Santi stava ad indicare il territorio suburbano fuori dalle mura spagnole della città e derivava, pare, dall'antica tradizione dei primi cristiani di seppellire i morti nella campagna. L'amministrazione austriaca aveva organizzato questo territorio semirurale in un comune autonomo, diviso, guarda caso, in otto ripartizioni. Dopo l'unità d'Italia, iniziò una gran polemica fra il Comune di Milano e il Comune dei Corpi Santi, se fosse più utile mantenerli separati o riunirli, con un allargamento, in pratica, dei confini di Milano.
Nel 1873 un regio decreto decise leliminazione dei Corpi Santi e l'accorpamento con Milano. Di colpo la città triplicò il suo territorio, molto più esteso a sud, meno a nord; per
esempio da Porta Venezia il confine si spostò a Loreto, da Porta Ticinese al Gratosoglio, dalla Porta Sempione alla Cagnola.
In questo modo Garegnano si trovò separato anche dal borgo degli ortolani (burg di cigoulatt) che costituiva il suo naturale prolungamento verso la città. Mentre negli ex Corpi Santi si sviluppavano le attività industriali, i trasporti urbani, le strade, Garegnano continuava a rimanere un borgo di contadini e lavandai.
La prima vera trasformazione economica e sociale si determina in Garegnano solo alla fine dell'Ottocento e la causa è ...il cimitero.
proibiva la sepoltura all'interno delle città. Milano aveva molti cimiteri dentro le mura: largo La Foppa (fossa) ed, esempio, la rotonda della Besana, accanto a S.Ambrogio, a S. Nazaro ecc.
A questo punto il paziente lettore dovrà perdonare un'altra digressione, questa volta "cimiteriale".
L'argomento è poco allegro ma non possiamo evitarlo, visto che stiamo parlando della storia di un quartiere che l'intera città identifica con il Cimitero Maggiore, detto di Musocco (altra contraddizione dei nomi).
Un passo indietro: tutti a scuola hanno letto o sentito parlare dell'ode "Ai Sepolcri" del Foscolo, scritta in seguito all'editto di Napoleone che
In seguito all'editto napoleonico, questi cimiteri furono chiusi, e si utilizzarono quelli dei Corpi Santi. Dopo l'unità, la città decise la creazione di un grande cimitero cittadino e nacque così, fra il 1864 e il 1866 (a quei tempi si realizzavano velocemente i progetti) il Cimitero Monumentale, disegnato dall'architetto Maciachini. Il Monumentale però si rivelò ben presto insufficiente oltre ad aver assunto subito il carattere di luogo per i "sciuri" (perché la morte è una livella, ma sempre fino ad un certo punto). Il Comune doveva quindi progettare un altro cimitero, ancora più grande questa volta, ma dove trovare il terreno? Comincia così una trattativa molto complicata con il comune di Musocco, nel cui territorio è stato individuato il terreno adatto e precisamente tutta l'area agricola della cascina Torchiera, nel borgo di Garegnano. La cascina viene acquistata con tutti i suoi annessi dal comune di Milano nel 1888, si comincia la progettazione e poi la costruzione del cimitero che inizia ad essere utilizzato già nel 1895.
nella foto: la carrozza adibita al trasporto delle salme, è verniciata di nero e i finestrini sono smerigliati.
A cura di Emilia Dragonetti QUARTA PUNTATA
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notizie dai quartieri Parchi in Zona 8
La domanda di partenza è sapere quanti sono i parchi della nostra Zona. Se consideriamo tali le aree verdi di superficie superiore ai 10.000 mq ne contiamo tre. In ordine di grandezza troviamo il Parco Monte Stella, di via Cimabue (MM1 QT8 e Bus 91) di 370.000 mq, il Parco Lessona- Villa Scheibler (Bus 57), di 130.000 mq ed il Parco Pallavicino, della via omonima (Bus 68), di 10.000 mq, circa.
La somma zonale delle aree verdi è quindi di, circa, 510000 mq, su una superficie verde cittadina totale di 5.799.000 mq, circa, poco meno di un decimo, quindi, escludendo la striscia del Parco di Trenno, i viali e le piazze alberate oltre ai più o meno minuscoli parchi gioco.
Il Parco Monte Stella, adiacente ad un centro polisportivo e ad un bocciodromo, ha vialetti in ghiaia e terra ed è complessivamente ben tenuto, e la frequentazione diurna risulta buona. Si nota immediatamente però l'assenza di aree recintate per cani, con il risultato che questi ultimi sono costretti a scorrazzare, e sporcare dove capita.
Il Parco di Villa Scheibler è invece ancor più ricco di verde e di piante di alto fusto, e risulta anch'esso ben tenuto oltre che ben frequentato. Purtroppo, come già segnalato dal nostro mensile (MI 19 di novembre), una parte del muro di cinta adiacente alla scuola media G.B.Vico di via Orsini è in parte crollato, e l'attuale sbarramento sostitutivo è del tutto inefficace a preservare il luogo da visite indesiderate in ogni ora sia del giorno che della notte. Si ricorda anche lo stato di degrado e di incuria in cui versa Villa Scheibler già da troppo tempo.
Infine, nel Parco Pallavicino vi sono vialetti in terra, in ghiaia e asfaltati. Vi è un parco giochi, un campetto da calcio con porte
metalliche e, a differenza degli altri due, un'area per cani, sebbene qualcuno di questi, grazie ad un senso civico non troppo ferreo del proprio proprietario, circolano liberamente, anche a defecare.
Vi sono poi delle strutture ludiche, le reti da salto, presumibilmente funzionanti soltanto nei mesi estivi. Anch'esso durante il giorno risulta un luogo tranquillo e frequentabile.
In nessuna di queste tre aree esiste un'adeguata illuminazione serale con maxi lampioni, senza contare che sono tutte sprovviste di qualsiasi tipo di servizio igienico, sebbene l'art. 14, punto 11, del "Regolamento d'uso del verde del Comune di Milano" ponga il divieto di -...soddisfare le naturali necessità umane al di fuori delle apposite strutture.-, mentre l'art. 23 menziona...aree in cui i cani possono essere lasciati liberi.-.
E se tutto ciò manca, in parte o del tutto, come la mettiamo?
Sembra quindi stridente lo scarto tra la norma scritta e la sua reale applicazione.
Qualcuno ricorderà la polemica riguardante la recinzione dei giardini di piazza Vetra.
Per quanto mi riguarda non sono pregiudizialmente contro la possibilità di recintare un parco, sempre che non sia l'alibi per lasciarlo successivamente all'incuria ed al degrado, e l'esempio fornito dal Parco Sempione è purtroppo significativo.
Un'idea, già collaudata con successo oltre confine, è quella di far vivere queste superfici anche con spettacoli e manifestazioni di vario tipo. Se poi risulta necessario recintare i parchi lo si faccia pure, predisponendo però preliminarmente un piano, senza ritrovarsi come qui da noi dove quelli recintati sono soltanto cinque, di cui soltanto uno, BoscoinCittà, non in centro.
Perché la Regione Lombardia vuole "disfare" il Circolo didattico?
Il Circolo didattico Cilea comprende le scuole elementari di via Cilea, Visconti, Viscontini, Borsa, Silla e la scuola materna di via Appennini, da diversi anni funziona regolarmente con piena soddisfazione dei genitori. Perché improvvisamente la Regione Lombardia ha tentato di scomporre questa esperienza? Nessuno (Comune e Provincia) ha chiesto, almeno ufficiosamente, la fine di questa esperienza che da anni ha messo in atto, tra le molte iniziative fatte, anche quella di offrire pari opportunità, educative e formative, a tutti gli alunni indipendentemente dalla loro provenienza geografica e culturale. La scuola, è tra l'altro, riferimento territoriale per il Centro di Accoglienza di via Gorlini e ciò ha portato grosse trasformazioni nelle strategie didattiche e all'avvio di laboratori interlinguistici in tutti i plessi. Con questo sistema si affrontano i flussi migratori d'interi gruppi familiari dal Sud America e dal Nord Africa che vedono in forte aumento i bambini figli di coppie miste. Dopo le proteste dei genitori e degli insegnanti, che tra l'altro hanno visto l'occupazione della scuola elementare di via Viscontini, la Regione Lombardia ha fatto un passo indietro e martedì mattina, 15 febbraio, si è venuti a conoscenza che la primaria proposta era stata parzialmente ritirata e venivano scorporate dal Circolo didattico, solo-le scuole di via Viscontini e di via
Silla. Una vittoria, ma che non soddisfa nessuno e che ha dato vita ad una forte manifestazione di genitori, alunni, e insegnanti nella stessa mattinata di martedì 15 febbraio avvenuta nella scuola di elementare di via Cilea. I toni della manifestazione erano molto accesi sia da parte dei genitori come degli insegnanti vi è la volontà di continuare la lotta per mantenere l'integrità del Circolo didattico. Giovedì mattina 10 febbraio i genitori e i bambini della scuola elementare Viscontini hanno occupato la scuola per protestare contro il "piano di dimensionamento" degli istituti di Milano e della Lombardia che è stato varato dalla Regione Lombardia. La proposta della Giunta Regionale romperebbe una collaborazione in atto da anni tra i diversi plessi. Secondo gli insegnanti e i genito-
ri, annullerebbe gli sforzi compiuti per portare le scuole ad un livello di qualità superiore. Marilena Adamo e Emilia De Biasi del gruppo DS hanno sottoscritto un appello per l'autonomia non solo della Viscontini, ma anche della scuola media Rinascita dove si dice: "Ci chiediamo per quali ragioni la Giunta abbia sconvolto le precedenti decisioni proponendo il loro accorpamento con altre scuole, mettendo quindi a rischio il carattere speciale e sperimentale riconosciuto dallo Stato. In fondo si tratterebbe di tener conto delle richieste di Comune e Provincia, applicando quel principio di sussidiarietà che la Regione tanto predica"
M.T. Nelle foto alcuni momenti della manifestazione del 15 febbraio in via Cilea
Venerdì 4 febbraio ho partecipato ad una iniziativa pubblica organizzata dal Centro Sociale Autogestito La Torchiera in piazzale del Cimitero Maggiore 18, situato nella nostra Zona.
Tema della serata era l'incontro con il regista italo-argentino Marco Bechis che presentava il suo film Garage Olimpo in programmazione già da alcuni mesi in Argentina e ora in pro-
grammazione anche nella nostra città. Il film tratta delle vicende accadute tra il 1976 e il 1982, quando la dittatura militare Argentina ha fatto sparire oltre 30.000 oppositori del regime militare. "Tra il 1976 e il 1982, in Argentina, hanno funzionato 365 campi di concentramento clandestini, 365 luoghi nelle città che hanno ospitato il mondiale di calcio "Argentina '78". In
quei luoghi sono stati torturati e fatti "scomparire" trentamila cittadini.
Argentina, un paese che in quegli anni ha moltiplicato vertiginosamente gli affari con investimenti che arrivavano da paesi di tutto il mondo, Italia tra i primi.
Oggi i responsabili dello sterminio circolano liberamente per le strade: sequestratori, torturatori, colonnelli, generali.
Capita di incontrarli in un bar, in un ristorante, in un cinema. Capita anche che qualcuno li riconosca e li insulti. In genere il criminale accenna un sorriso beffardo e si risiede a tavola, bene o male è soddisfatto di essere ancora qualcuno. Ecco cos'è l'impunità." Marco Bechis /11 Diario /luglio 1997
Il dibattito - molto partecipato - che si è articolato sulle atrocità della giunta militare, ha permesso al Regista e al pubblico presente, di ricordare ciò che continua accadere
in altre aree del mondo come la Bosnia, il Kossovo, Timor Est, il Kurdistan nonché in Africa, in Asia e nell'America Latina e quindi a non dimenticare i rischi che corre la libertà in molti paesi del mondo e in queste ore anche nel cuore dell'Europa con l'insediamento in Austria del governo Schussel che vede la partecipazione dell'estrema destra di Haider.
Il senso e l'impegno della serata, affinché nel mondo cessino queste atrocità è molto bene sintetizzato da ciò che ha detto Angela Boitano, madre di Michelangelo e Adriana, sequestrati e mai più ritornati.
"Una persona nasce, poi si perde nel nulla, la storia non si chiude, non ha una fine. Io, che sono vedova da prima che i miei figli fossero sequestrati, vado al cimitero, sulla tomba di mio marito e so che è lì.
Invece, pur essendo a conoscenza del fatto che i miei figli sono stati
ammazzati, non so altro, e questo è terribile. Non ho speranze, ma la lotta deve continuare, loro se lo meritano. Noi non siamo l'ombelico del inondo, è una lotta che va fatta per i giovani: dev'esserci giustizia. Quando i nostri figli scomparvero, noi madri venivamo trattate come pazze, ci veniva detto che erano in giro chissà dove, a passeggio per l'Europa, che erano nascosti perché volevano stare lontano da noi.
Una violenza psicologica tremenda. Ora molta gente sa: vedo un cambiamento positivo, un esempio è l'enorme manifestazione in Plaza de Mayo nel marzo 1996. Qualcosa si muove, come per Pinochet, inquisito dal giudice Garzòn.".
Alla serata erano presenti circa 200 giovani della nostra Zona 8 e molti altri che provenivano da altre zone della nostra città.
Giovanni Petrogalli
IVI i udest..N' marzo 2000
Alex zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Miozzi
"Ero or-cc11-111 41I or-"t una serata per non dimenticare
marzo 2000
Due considerazioni su Quarto Oggiaro
Da troppo tempo la cronaca cittadina racconta di sinistri fatti avvenuti in questo quartiere. Senza voler in alcun modo negare la fondatezza degli episodi, appare però doveroso fornire un altro punto di vista, se non altro per rispetto nei riguardi di chi vive in quest'area della città. Prima di tutto in questa zona è possibile spostarsi in tutta sicurezza sia nelle ore del giorno che della sera, senza necessariamente subire aggressioni o violenze. La stessa identica esperienza se compiuta nel Bronx newyorchese, quello vero, o in qualsiasi altra periferia degradata degli Stati Uniti, non avrebbe portato agli stessi esiti felici. Da loro la cosiddetta "Tolleranza Zero" è purtroppo un'esigenza reale e non l'allegra girandola di dichiarazioni cui Palazzo Marino ci ha abituati. Secondariamente stabilire un paragone tra la criminalità del nostro Paese e quella nordamericana significa occuparsi di fenomeni qualitativamente e quantitativamente molto diversi. Pochi sanno, infatti, che le vittime di omicidi nella sola Washington D.C. (District of Columbia n.d.r.) è pari
uando si parla di un concetto, come ad esempio la legalità, si dà per scontato di sapere di cosa si tratta, senza pensare che il significato di un vocabolo, deve essere necessariamente rapportato ad altri concetti. Di legalità si è discusso presso l'aula magna del liceo classico ''C."Beccaria", la mattina del sabato 26 febbraio, alla presenza del magistrato Gherardo Colombo, sostituto procuratore a Milano, membro del celebre pool di "Mani pulite" e protagonista in prima persona di numerose inchieste scottanti in periodi nei quali indagare sul malaffare del mondo politico era ben più difficile e impopolare, di quanto possa essere oggi, questo per chi si ricorda della prima indagine riguardante il "Conto protezione", nel lontano '82.
Dopo una breve introduzione del preside dell'istituto, ed una premessa della prof.ssa Garuti, rappresentante delle associazioni "Società Civile" e "Libera", che ha apprezzato la maggiore possibilità di organizzare questo tipo di incontri rispetto al meridione, ha poi preso la parola il magistrato. Mi accingo a riferirvi riguardo questa riflessione premettendo che la complessità del ragionamento richiederebbe uno strumento più idoneo di un semplice articolo che spero non limiti troppo il senso generale dell'esposizione.
Partendo dalla domanda su ciò che ognuno di noi vuole realmente dalla propria vita, e su quello che si è, si arriva a chiedersi quali sono i nostri limiti. Considerato che l'essere umano è un animale sociale, i suoi limiti essenziali sono, oltre all'affetto, che si può avere solamente dagli altri, da questi ultimi si ha anche confronto e verifica. Tutto questo attribuisce un senso al concetto di consorzio sociale dove, inevitabilmente, oltre che per esigenze di tempo, si arriva ad una specializzazione delle attività, anche
al totale di vittime per mafia sull'intero territorio nazionale italiano, questo all'interno del medesimo arco di tempo, che è di un anno. Inoltre le vittime di omicidi seriali negli USA è di circa 5000 persone (De Burgher- Holmes "Serial Murder"), escludendo il numero oscuro rappresentato dagli scomparsi finiti in quel modo ma di cui non si è più saputo nulla. E' evidente che, pur facendo le debite proporzioni, il nostro dato nazionale, per nostra fortuna, è ben al di sotto di questi standard. Volendo parlare del fenomeno delle baby gang, si hanno episodi analoghi anche in altre parti della città, e del Paese, sebbene l'enfasi ha un maggior risalto se teatro dei fatti risulta Quarto Oggiaro. Per non parlare poi di fatti ben più gravi avvenuti di recente a Milano ben lontano da qui. Una volta tanto i mezzi d'informazione dovrebbero occuparsi anche di ciò che avviene in positivo come delle forme di associazionismo e della sua società civile. Ma è vero che fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce. A.M.
Chi deve asfaltare i marciapiedi?
Il volto del quartiere sta cambiando. È vero. Però...vi è un però. Sì, perché di pecche ce ne sono. Una, che colpisce per la sua incongruità, è quella del marciapiede di largo Boccioni, davanti alla "Casa Rossi", che prende il nome dal famoso architetto Aldo Rossi. Quando si è dato un incarico ad un così alto esponente del mondo accademico internazionale, si dovrebbe valorizzare sia il manufatto che l'area antistante ad esso. Ma le cose a Milano, a differenza che all'estero, non stanno in questo senso. Chissà perché un marciapiede deve essere asfaltato per metà. E l'altra metà, chi la deve asfaltare? Se poi si dà un'occhiata all'interno dell'edificio, si nota che non esiste un posto chiuso dove riparare i sacchi-rifiuti, non pochi, visto il numero delle famiglie che abitano nel caseggiato. Questi sacchi fanno bella mostra di sé a cielo aperto, nel cortile, e non è certo bello da vedersi né per coloro che transitano su quel marciapiede né per gli inquilini stessi. R.A.
per una migliore qualità del lavoro. E si arriva così alla nozione di regola, ad ogni livello della vita umana, dalla scansione del tempo, in ore, minuti e secondi, alla comunicazione, attraverso una data lingua. Le regole, per essere applicate efficacemente, devono essere uguali per tutti, ed accettate quindi dalla maggioranza dei consociati. Le regole sono, quindi, un bene, e, abbastanza sommariamente, la legalità rappresenta il loro rispetto. Si entra in una fase ulteriore del discorso quando si valuta la positività di una norma, caratteristica ravvisabile nel suo grado di equità. Le norme di disciplina della schiavitù, a causa del loro scarsissimo grado di equità, non rispondevano in maniera adeguata al requisito di positività.
L'equità, rapportata alla positività, è raggiunta quando un dato precetto soddisfa il maggior numero di consociati.
L'art. 3 della Costituzione, I comma, sancisce "Tutti i cittadini hanno pari dignità e sono uguali dàvanti alla legge..." tale per cui la prima fonte di diritto del nostro paese pone ad ogni cittadino pari condizione. Il problema si pone quando qualcuno si pone al di fuori, o al di sopra, riguardo al rispetto delle leggi, e quindi oltre la legalità, con l'obiettivo di avere, per sé, o per altri, con interessi egoistici, privilegi di varia natura.
E' quindi necessaria la consapevolezza del valore della società, in antitesi alla dilagante cultura del privilegio, o del vivere alla giornata. La legalità non deve essere formale, e non dovrebbe essere nemmeno slegata dai valori sociali, come spessissimo avviene. Le norme assumono valore se partecipate attraverso certi strumenti, quale la democrazia diretta, e devono essere necessariamente rapportate ai
comportamenti, poiché, utilizzando un esempio che potremmo definire stradale, tutti noi siamo un po' pedoni e un po' automobilisti. Ognuno di noi possiede valori che considera assoluti, e quando i valori collettivi vengono messi in discussione, calpestati o relegati a disvalori, devono intervenire i primi a colmare il vuoto. Il magistrato ha in seguito fatto una proposta su di una possibile discussione, sempre con il medesimo tema, articolata in tre parti, la prima legata al concetto sulla base dell'esperienza e del significato che una persona, scelta a caso, attribuisce, la seconda di discussione e riflessione, e, dopo una pausa necessaria per il riordino delle idee, una terza parte di riflessione ulteriore.
Dalla platea, composta sia da genitori che da allievi ed insegnanti, sono seguite domande su vari argomenti. Il primo intervento, proposto dallo studente
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Giacomo, a mio avviso dotato di grande coraggio ed elevato senso etico, ha riguardato la lunghissima, e penosa, storia processuale conseguente alla strage di piazza Fontana, all'oggi ancora aperta, ed un accenno ad un noto leader politico, che si crede al di sopra di ogni legge e che è sottoposto al giudizio della magistratura in alcuni delicati processi. La risposta data dal magistrato è che, oltre ad avere fiducia nei confronti delle autorità, è necessario ancorarsi alla proprie convinzioni, ed avere sempre voglia di fare e partecipare.
E' seguito l'intervento di un genitore stai valori di una data comunità e non solo su di un mero concetto di utilità, e proprio su questo si è confrontato l'intervento di un altro studente, Giuseppe. L'impressione ricavata da questa manifestazione è buona, con, una volta tanto, un rappresentante del mondo giuridico che si esprime in modo chiaro ed efficace, al contrario di certi baroni universitari dal lessico saccente ed oscuro. I prossimi incontri si terranno il 25 marzo interverrà A. Cavalli - Sociologia Università di PaviaI1 aprile interverrà Vera Slepojpsicologa.
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Gherardo Colombo al Beccarla
Il magistrato ospite del liceo tiene una lezione sulla legalità
marzo 2000
notizie dai quartieri
Vialba-Musocco:
passato, presen e e futuro
Aquando le nuove sedi della farmacia & dell'ufficio postale?
C'è grande soddisfazione tra gli abitanti del quartiere VialbaMusocco nel vedere i nuovi edifici a residenza pubblica che fanno compagnia ad altri costruiti qualche anno fa assieme a quelli di vecchia realizzazione opportunamente ristrutturati. Un sentimento che pervade soprattutto coloro che hanno lottato per anni affinché tutte le obsolete case minime
venissero sostituite da nuovi fabbricati. "È vero", dice Maria Rossi, responsabile del SUNIA per il quartiere, che da sempre mette a disposizione tempo e pazienza per la risoluzione di questi annosi problemi, "il nostro quartiere, grazie alle nostre lotte, ha cambiato volto, ma potremo dire che i nostri sforzi avranno dato i loro frutti, quando anche la Farmacia e l'Ufficio postale troveranno diversa sistemazione da quella attuale".
Mezzi Pubblici e Sedi Proprie
Muoversi per la città aiuta a riflettere sui suoi problemi, oltre che sui nostri. Trovandomi in viale Certosa, in corrispondenza con la circonvallazione, viali Serra e Monteceneri, ho assistito ad una scena significativa. Il Bus 69, sul controviale, era bloccato da un automezzo in sosta irregolare in fase di carico-scarico dinanzi ad un negozio, mentre, qualche metro più in là transitava una vettura tranviaria del 14 del tutto aliena rispetto a questo problema perché posta in sede propria. Un simile intralcio, magari con la corsia centrale bloccata dal normale traffico veicolare, condizione che si verifica quotidianamente a più riprese, avrebbe potuto ostacolare del tutto il passaggio di una vettura di pubblico servizio, come un'autoambulanza, una
volante o un'autobotte dei Vigili del Fuoco, con conseguenze imprevedibili. In altre strade milanesi in cui il traffico è altrettanto caotico il problema è stato risolto da sedi proprie asfaltate in cui è possibile il transito sia dei suddetti veicoli su rotaia che degli autoveicoli su gomma, come Bus, lettighe e taxi, ad esempio. Poiché si discute di sedi proprie, i più attenti di voi avrà senz'altro notato che in corrispondenza delle sedi proprie, oltre ovviamente ai cartelli di divieto di sosta, permanente e continua, spesso poco rispettati, vi sono anche divieti di sosta giornalieri per il lavaggio delle strade. Forse il buonumore dei milanesi dinanzi ad una simile segnaletica, caotica e bizzarra, a lungo andare, potrebbe anche cessare. M.A.
Attualmente sia la farmacia che l'ufficio postale occupano spazi
Una giusta aspirazione, anche perché sembra doveroso che la farmacia trovi una sistemazione diversa dall'attuale prefabbricato.
Perché questo avvenga è necessario che l'ufficio competente del Settore Demanio e Patrimonio del Comune di Milano provveda a modificare la destinazione d'uso degli spazi esistenti nelle nuove case di via Arsia. Operazione che sarebbe dovuta
avvenire una volta ultimati gli edifici".
Medesima procedura vale per l'Ufficio postale. Anche per questo servizio è previsto lo spostamento dall'attuale via Cogne, in altra sede, più ampia, sempre nei nuovi palazzi di via Arsia.
Si darebbe, anche in questo caso, una risposta adeguata alle esigenze di miglioramento e di sicurezza sia a favore degli operatori che della cittadinanza.
Va tenuto, infatti, conto dei nuovi
servizi che le Poste Italiane stanno aprendo agli utenti, e non limitarsi al semplice servizio di Bancomat. Per quanto riguarda, i cambiamenti logistici degli Uffici Postali, le Poste Italiane hanno istituito un settore apposito, denominato "Progetto Rete 2000".
Ora, questo settore, da diversi mesi sta provvedendo a trasferire alcuni uffici postali in luoghi più adeguati ed apportare ad altre modifiche migliorative.
I due interlocutori, Comune di Milano e "Progetto Rete 2000", nell'esaminare la questione, dovranno tenere conto di un dato: l'aumento considerevole del numero degli abitanti nel quartiere, a seguito delle nuove costruzioni. Inoltre, quando il complesso residenziale di via Arsia sarà completato (tra due o tre anni), questo numero sarà suscettibile di ulteriore considerevole incremento.
Quanto basta per capire quanto sia urgente dare corpo alle richieste degli abitanti del quartiere.
Roberta Agretti
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Ristrutturazioni interne hanno ritardato i programmi previsti Alle continue sollecitazioni dei cittadini di sapere perchè la nuova caserma di polizia di via Falck, malgrado più volte inaugurata, non sia ancora in funzione possiamo dire che sembra sia prossima l'apertura. Quello che pubblichiamo di seguito lo traiamo da "Vivi Milano" del 9 febbraio scorso.
..."L apertura del Commissariato Bonola è imminente: è stata posticipata perchè si sono resi necessari lavori di modifiche alla strutture (lavori non visibili dall'esterno). In origine, infatti, l'edificio era stato progettato come semplice commissariato, con la consueta divisione tra uffici e alloggi per gli agenti. Poi però è stato deciso, in base alle direttive del ministero dell'interno, di avviare anche a Milano il nuovo sistema dei "poli": sono stati indi-
viduati alcuni commissariati che avranno il ruolo di "coordinatori" per una determinata zona.
E il commissariato Bonola sarà appunto il primo "polo" milanese: farà da coordinatore fra quelli di San Siro e di Musocco.
Avrà dunque un organico molto maggiore (dovrà ospitare circa il doppio delle persone previste inizialmente) e una strumentazione più sofisticata: per questo sono stati necessari i lavori di adeguamento. Il nuovo sistema dei "poli" è stato ideato per accorpare l'attività burocratica in un solo punto (appunto nel commissariato coordinatore), in modo da alleggerire gli altri, e da incentivarne l'attività di prevenzione sul territorio.
Per fare qualche esempio, i commissariati coordinati serviranno come base per le "volanti" e come punto di raccolta della denunce dei cittadini, mentre quello coordinatore sarà una
sorta di attrezzatissima miniquestura. Il commissariato Bonola è destinato a diventare appunto una miniquestura: anzi, sarà la prima struttura di questo genere a Milano.
E' stato scelto anche per la sua posizione strategica, situato com'è in un quartiere, il Gallaratese, caratterizzato da un forte sviluppo edilizio e da un grande movimento di persone, anche per la presenza del centro commerciale Bonola e della relativa fermata della metropolitana. Il ritardo nell'apertura del commissariato, ci tiene a sottolineare la Questura, è dunque "nell'interesse dei cittadini: si stà lavorando per realizzare una struttura potenziata rispetto a quanto previsto...".
Come dice un vecchio detto: "se son rose fioriranno" e a noi non rimane che attendere questa prossima apertura.
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M.T.
uando il traffico è bloccato, poco importa se parzialmente o totalmente, qualcuno interviene suggerendo l'uso della bici all'interno della città come rimedio all'inquinamento da smog e ad un traffico sempre più disordinato. Il sottoscritto, senza falsa modestia né particolare acume, ci aveva già pensato, utilizzando la bicicletta ogni qual volta il tempo lo consente. Ma spostarsi nel dedalo di vie cittadine e riuscire a ritornare a casa sani e salvi non è sempre possibile. Ma dove saranno quei magnifici percorsi preposti a questo tipo di mezzi, tanto in voga in Svizzera, Germania, Olanda e negli altri Paesi comunitari?
La mia personale odissea alla ricerca delle piste ciclabili, questo è il loro nome, è incominciata negli uffici del Comune presso la galleria Vittorio Emanuele. Dopo aver fatto letteralmente tribolare, e me ne scuso, una gentilissima signorina, per circa un quarto d'ora, sono venuto a sapere che sono in fase di realizzazione ben quattro piste, e guardacaso nessuna di queste riguardante la nostra Zona, ma degli attuali percorsi esistenti nessuna traccia. Mi sono successivamente recato in una libreria adiacente alla ricerca di una fantomatica mappa delle piste ciclabili, trovando dettagliate guide di vie ciclabili in tutta la Lombardia, fuorché a Milano.
Qualche giorno dopo, con l'aiuto di un amico, Artemio, anch'egli adepto delle due ruote, ho cercato una mappa (altro che Capitan
Drake) relativa all'ormai, per me, angosciante problema, senza però alcun risultato.
Con la perizia di Sherlock Holmes, ma con il mito di Felice Gimondi, ho scoperto una pista ciclabile in viale Monterosa, che termina a piazzale Lotto, ed una che parte da piazza Conciliazione e prosegue per tutta la via A. da Giussano, sino a terminare in via I. Nievo. La
Ancora misteriosa l'identità
Rimane ancora misteriosa l'identità del morto rinchiuso in uno scatolone di legno lo scorso 9 febbraio e abbandonato in un prato tra le vie Gattamelata e Traiano. L'uomo era di bassa statura. non più di un metro e 65, mani curate e barba lunga, l'età vicino agli ottant'anni.
Le cause della morte sono risultate naturali. Nonostante ('identikit fatto dai tecnici della Questura finora non si è riusciti ad attribuirgli un nome né sapere il perché sia stato abbandonato nudo in quella scatola di legno.
O Jj I
o amo i cani. E come me, credo la maggior parte delle persone. Quando, però, ci si trova a dover camminare in mezzo alla strada perché ci è impedito di camminare sul marciapiede, pena sembrare tanti Tomba e Compagnoni in uno dei loro "slalom speciale", viene voglia di dire quattro parole...ai cani...direte voi, no, non ai cani, ma ai loro padroni.
Possedere un animale vuol dire rispettarlo e educarlo. All'estero chi possiede un cane è obbligato, pena sanzioni considerevoli, a dotarsi di sacchetto e paletta per la raccolta degli escrementi del proprio fedele amico. E' pur vero, direbbe qualcuno, che in alcuni paesi nei giardini pubblici sono state destinate delle porzioni di aree a verde per i cani, e altre destinate solo alle persone. Nel nostro quartiere non esistono ancora queste aree differenziate in tal senso, però vi sono dei giardinetti dove molti cani vengono portati dai loro padroni che li hanno abituati a usare certi spazi per il soddisfacimento dei loro bisogni corporali e ludici. Ognuno di noi generalmente ha grande considerazione di sé, per
notizie cigli qual
Pensionati in piazza a Milano
Il 10 febbraio scorso migliaia di pensionati lombardi, tra cui molti della Zona 8, hanno manifestato contro la politica socioassistenziale della Regione Lombardia
ultra settantenni.
questo dovrebbe considerare anche l'altro; ognuno rispetta la cosa propria, quindi dovrebbe rispettare anche la cosa d'altri, quindi, come considerare la strada, il marciapiede, i giardini, le panchine, le fontane, e chi più ne ha più ne metta? Certamente un patrimonio di tutti noi: ci passeggiano le mamme con le carrozzine, i bambini, gli anziani -che magari fanno fatica a camminare o a vedere-, il portatore d'handicap, magari proprio gli stessi familiari di coloro che possiedono un cane. Accompagnare il proprio cane in un prato vuol dire trascorrere con
prima non è assolutamente malvagia, ben tenuta e ben segnalata, mentre la seconda, nel tratto tra Conciliazione e via Pallavicino, due terzi circa, è troppo stretta, spesso, occupata da auto in sosta noncuranti del percorso. Verrebbe da dire "Pedalate, milanesi, pedalate!", ma, allo stato attuale dei fatti, sarebbe di cattivo gusto.
Alex Miozzi
Incendio in scuderia
Ennesimo incendio doloso martedì notte 15 febbraio in una scuderia a San Siro. L'incendio, grazie al pronto intervento degli stallieri non ha avuto effetti tragici in quanto hanno salvato il cavallo.
La manifestazione era stata indetta dai sindacati dei pensionati della Lombardia della CGIL, CISL e UIL e si è svolta davanti alla sede della Regione Lombardia, al "Pirellone", per dare voce a chi non ce l'ha, in altre parole ai 42 mila pensionati non autosufficienti ricoverati ed ai 125 mila che stanno nelle proprie case. In Lombardia il 17% della popolazione ha più di 65 anni e sono 1.540.000, a Milano città la popolazione con 65 anni e più è pari al 22% degli abitanti, in cifra sono 285 mila.
Il 21% di questi hanno limitazioni alla propria autonomia nell'ambito della vita quotidiana della mobilità, della parola, della vista e dell'udito (320 mila in Lombardia).
Se esaminiamo coloro di questi anziani che vivono in casa ma costretti su sedia a rotelle sono 25 mila e quelli costretti a letto 31 mila, quelli che non sono in grado di uscire di casa 70 mila, mentre quelli ricoverati in Residenze Sanitarie Assistenziali (ex Case di Riposo) sono 42 mila.
Perché la protesta dei sindacati dei pensionati?
Il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato la legge N. I del 1986, che era la legge quadro sulla politica assistenziale in Lombardia, ci sono voluti altri nove anni per ottenere un secondo provvedimento: il Progetto Obiettivo Anziani (Poa), votato dal Consiglio Regionale l'8 marzo del 1995, pochi giorni prima delle elezioni vinte da Roberto Formigoni, attuale presidente in carica.
Il Progetto Obiettivo Anziani ha stimato che il fabbisogno di posti letto nelle Residenze Sanitarie Assistenziali per gli anziani non autosufficienti è pari al 3,5% della popolazione ultra sessantacinquenne, e richiede oggi è circa 55 mila posti mentre ne sono disponibili 42 mila; ne mancano 13 mila, la metà dei quali a Milano.
Un trucco statistico che fa diminuire il numero ma che non risolve il problema delle lunghe liste d'attesa. Questo gioco statistico piace anche alla attuale Giunta Regionale, anche se finora non è riuscita farla passare in sede di Consiglio.
Ma la scarsa attenzione prestata a questo problema da parte della Giunta Regionale è molto evidente, infatti, denunciano i sindacati dei pensionati, se gli anziani non autosufficienti che vivono in casa sono circa 126 mila in Lombardia, i posti di "sollievo familiare", per dare almeno 1520 giorni di respiro alle famiglie nell'arco dell'anno, dovrebbero essere 5/6000, mentre in questi cinque anni . la Giunta di Formigoni ne ha realizzati non più di 200.
Anche i posti nei Centri Diurni Integrati non raggiungono le 2000 unità.
La recente legge a favore della famiglia, e tanto strombazzata dalla Giunta Regionale, trascura gli anziani.
Sono previsti in questa legge 30 miliardi per le famiglie che assistono a domicilio gli anziani non autosufficienti.
La sperimentazione fatta l'anno scorso prevede un contributo di 10/12 milioni per ogni persona non autosufficiente tenuta a casa.
Il calcolo fatto è molto semplice, per sostenere le 126 mila famiglie lombarde che accudiscono persone non autosufficienti occorrerebbero non 30 miliardi bensì 700 miliardi di lire.
La protesta dei sindacati non si limita solo a questo aspetto, ma anche al fatto che ai 42 mila ricoverati nelle ex Case di Riposo siano stati richiesti aumenti delle rette mensili in alcuni casi di ben 600 mila lire.
lui non solo il tempo dei loro bisogni corporali, ma anche quello del gioco, momento di svago per l'animale ma anche per il suo proprietario che può in quegli attimi di libertà liberarsi dallo stress del quotidiano. E' un piccolo invito ad abituarsi ad accompagnare il proprio cane nel posto adeguato per le sue necessità, evitando così che sporchino i marciapiedi e, perché no, magari a impedire che facciano pipì sulle ruote delle macchine, vostre e altrui. Proprio nel rispetto delle persone e delle cose di cui si parlava più sopra.
A.R.
L'attuale Giunta comunale milanese invece di farsi carico di queste necessità, ha approvato una delibera nella quale il calcolo del fabbisogno non è più riferito agli ultra sessantacinquenni, ma agli
Sono costretti cioè a pagarsi una quota dell'assistenza sanitaria che invece dovrebbe pagare la Regione Lombarda, attraverso il Fondo Sanitario. Così i sindacati accusano la Giunta Regionale Lombarda di una politica sprecona in materia di sanità ritorta contro i "vecchi" che devono pagarsi un pezzo delle prestazioni sanitarie che invece spetterebbe a loro di diritto.
Marco radiai
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notizie dai quartieri
Il Bando per i box
Grave ritardo del Comune nelle decisioni di aggiudicazione delle aree messe a bando nel giugno 99.
Sono passati oltre sette mesi dalla data fissata dal Comune per presentare le proposte per le 58 aree comunali, nel sottosuolo delle quali dovrebbe essere possibile costruire box per residenti.
Il condizionale è d'obbligo, perché le operazioni di esame delle proposte avanzate da cooperative, imprese e società, procedono con una lentezza esasperante. Solo una parte delle buste di gare hanno superato l'esame per accertare la regolarità della documentazione, e sono state dichiarate ammesse. Di queste un certo numero erano offerte solitarie, senza concorrenti, e con progetti valutati positivamente dalla apposita Commissione per la qualità progettuale. Pertanto, secondo le norme del bando, potevano essere già aggiudicate dalla Giunta municipale. Ma nessuna notizia è pervenuta dalla Giunta. Un'altra notevole parte delle offerte presentate non è stata ancora esaminata dalla Commissione per la qualità progettuale. E non si sa quando finirà questo esame.
Il ritardo comincia ad essere considerevole. Le tre centrali cooperativistiche, Alcab della Legacoop, Federabitazione e
AGCI, hanno pertanto scritto al Sindaco, all'Assessore Goggi e ai Capigruppo del Consiglio comunale, per segnalare la gravità di questa situazione e per chiedere un incontro.
In particolare le associazioni cooperativistiche sottolineano come la sospensione da parte del Tar del precedente bando del 98 abbia impedito agli oltre 10.000 interessati ai box di poter usufruire degli sgravi IRPEF del 41% per l'acquisto di "autorimessa pertinenziale". Il ritardo attuale, se protratto ancora per poche settimane, farà perdere anche lo sgravio del 36% previsto con la Finanziaria del 2000.
Coloro che sono interessati ai box per via Cilea 100, via Cechov 20, via Ojetti, via Osma e via Graf-De Pisis, sappiano che non è colpa delle cooperative se perdono questa grande opportunità. Il comportamento del Comune è incomprensibile.
Invece di cogliere l'occasione, anche degli sgravi fiscali, per togliere automobili dalle strade e piazze cittadine, senza spendere una lira di soldi pubblici, accumula continui ritardi. Non è così che si amministra una grande città!
Oxford
Biglietti e metrò
marzo 2000
Falsi esattori in via Preneste
tin uomo e una donna spacciandosi per esattori dell'AEM, hanno derubato della pensione una signora ottantenne in via Preneste 4. La tecnica impiegata è quella di dire che stavano facendo un controllo nel palazzo in quanto era risultato che alcuni utenti avevano pagato le bollette del gas con soldi falsi. La signora per dimostrare la sua buona fede ha mostrato una busta dove teneva banconote per quasi due milioni. La complice ha distratto la signora e il falso esattore, con la scusa di allontanarsi per verificare una fuga di gas sono scomparsi con i soldi della signora.
San Leonardo
li spazi nei pressi della fermata della metropolitana S. Leonardo da anni sono in attesa di una sistemazione definitiva che li sottragga allo stato di abbandono e degrado nel quale versano. Sull'area verso la caserma dovrebbe trovare sistemazione il mercato di via Falck, invece dalla parte opposta, verso via Fichera, fango, sporcizia ed
Aa
nche spostarsi con i mezzi pubblici, talvolta, può vere i suoi inconvenienti.
Mi riferisco all'acquisto del biglietto, vero e proprio contratto, di diritto privato, stipulato con l'ATM una volta obliterato, e condizione essenziale per l'utilizzo, a norma di legge, dei mezzi della suddetta azienda municipalizzata.
E' noto che, normalmente, le edicole dei mezzanini del metrò, dal lunedì al sabato, aprono all'incirca all'apertura delle stazioni per chiudere attorno, alle venti circa, mentre la domenica l'apertura è limitata alla mattina. Per procurarsi il fatidico biglietto quando queste ultime sono chiuse esistono due tipi di distributori automatici.
Il primo, più vecchio, permette l'acquisto del solo biglietto urbano
esclusivamente con monete da £ 100, 200 e 500, escluse le micromonete e quelle di formato più piccolo semiargentate. I distributori della nuova generazione, invece, oltre a fornire ogni tipo di biglietto, sia urbano sia interurbano, utilizzano anche monete da 50 lire e banconote da £ 1000 e 5000.
A prima vista sembra un gioco da ragazzi, ma se non siete al corrente di queste informazioni potreste trovarvi coattivamente appiedati, perché, ad esempio, non avete sufficiente monete del taglio indicato.
Ma passiamo a vedere ora le stazioni della MM 1, della nostra Zona.
Ad Amendola Fiera vi sono tre distributori vecchi ed uno nuovo nonché, eventualmente, un'edicola di superficie, e la medesima situa-
erbacce fanno da sempre contorno ad una cabina dell'AEM dismessa e fatiscente.
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Lavori per ripulire l'area in via Falck
Sono iniziati nel mese di febbraio i lavori di pulizia del boschetto tra via Borsa e via Faick dove dovrebbe sorgere il parcheggio-mercato. Il progetto di sistemazione a parcheggio era previsto nel Piano del Traffico approvato in Comune nel 1995, i finanziamenti sono fermi in regione da cinque anni.
zione la ritroviamo a Lotto (oltre ad una macchinetta che stampa biglietti da visita!). A QT8 vi sono quattro vecchie macchine, a Lampugnano ben due nuove, seppure un po' nascoste, ad Uruguay quattro vecchie mentre sia a Bonola che a S.Leonardo ve ne sono cinque, rispettivamente quattro vecchie ed una nuova, ed infine a Molino Dorino, attuale capolinea, le suddette sono due vecchie ed una nuova.
Aggiungiamo che in nessuna delle citate stazioni esiste un solo apparecchio cambiamonete, o cambiabanconote.
Bisognerebbe far capire ai signori di quest'azienda che la maggior parte delle persone che usufruisce di questo servizio non conosce a memoria le potenzialità di ogni stazione, anche perché spesso non è né della Zona né della città, e qualche volta nemmeno del nostro Paese, senza contare che è illogico proibire, di fatto, di usare il metrò la domenica pomeriggio o i giorni di festa. E pensare che nel resto dell'Europa i distributori automatici, oltre a fornire il servizio a cui sono preposti, danno perfino il resto. Segnaliamo inoltre che le scritte in grande "Lampugnano" poste sull'omonima stazione sono quasi del tutto illeggibili perché sbiadite, e quelle in piccolo sono quasi illeggibili da via Natta, mentre i cartelli in rosso "MM" di Uruguay sono quasi del tutto coperti dalle frasche e dalle strade risultano poco visibili.
Alcune associazioni del Quartiere si stanno, finalmente, mobilitando e lanceranno tra breve una raccolta di firme a sostegno di un progetto di pavimentazione ed arredo urbano con lo scopo di dare completamento ad un pezzo del Quartiere consentendo un accesso agevole e dignitoso alla stazione della MM.
"Milano 19" , che in passato aveva già più volte segnalato il problema, si impegna a dar conto ai propri lettori riguardo gli sviluppi dell'iniziativa.
Potature, che passione!
L'inverno sta finendo, tornano le vibrazioni assordanti delle seghe elettriche e a motore.
Il terrore raggela la linfa nei tronchi inermi degli alberi perseguitati del nostro quartiere.
Da anni mi chiedevo da cosa dipendesse quell'accanimento potatorio che mutila mostruosamente gli olmi, i tigli, i platani, gli aceri e tutte le piante ad alto fusto che rallegrano le nostre estati cittadine. Non c'era, non c'è una ragione botanica che giustifichi tanto scempio. Le foreste non vengono potate ma diradate. Da ragazzo mi insegnarono che degli alberi si potano i rami secchi o quelli asimmetrici, che sì si potano gli arbusti da fiore, le rose, gli hibiscus, le forzizie per stimolare la crescita di nuovi getti che avranno il fiore. Mai, in nessun manuale botanico si consiglia di ridurre a un obelisco un bagolaro! Non esiste certo una ragione estetica. Il risultato di tale villania è sempre, e sottolineo sempre, offensivo al nostro sguardo. Ho visto pioppi cipressini trasformarsi dopo lo "scannamento" delle
seghe in grovigli informi di foglie e polloni radicali e ci vogliono anni ed anni perché ricostruiscano il loro bell'aspetto slanciato verso il cielo. Che dire poi degli steli e non più rami disseminati sui tronchi di acacie e tigli. Tutt'al più si potranno "sacrificare" quando è necessario i rami sporgenti sulle strade o che nascondono cartelli stradali o semafori; ma questi (guarda caso!) restano fino all'ultimo... Ma allora perché tanto impegno, quasi fossero siepi di bosso o di ligustro? Perché odiamo l'ombra? No! Cari concittadini, no! Ora finalmente ho capito le ragioni di questa gran passione potatoria. L'ho capito dal preventivo di spesa di tali interventi che vengono artatamente spacciati per indispensabili. Serve, e come serve, è indispensabile e come è indispensabile per gonfiare i conti delle ditte preposte a questa carneficina.
Sapete quante piante non sopravvivono a tanto scempio? Molte, più di quanto pensiate. E allora, svegliamoci, la beffa non può continuare!
Mario Gerosa
ParcheggioincorsoSempione
Qualche anno fa, qua e là, si trovavano cartelli recanti la scritta "Non calpestare le aiuole". Considerando che le macchine hanno occupato anche questi spazi bisogna affiggere altri cartelli "Vietato calpestare le aiuole: a persone, animali e macchine".
M m m...."N'e
A.M.
anno 11110, numero i
giornale della scuola media di via Ojetti 13
Dimensionamento:
perchè SINAPSI
Sinapsi: un nome duro, aspro, difficile da pronunciare, di uso non comune.
Un nome da spiegare.
Un nome che non suscita ricordi, sensazioni note, immagini, sentimenti.
Un nome sbagliato.
Ebbene, lo confesso: è colpa mia.
Quando ho proposto questo nome, all'inizio della lunga gestazione da cui questo foglio scolastico è nato, si è levato nella scuola un coro di no.
Per piacere, no! Che razza di nome è?
Brutto, pretenzioso, saccente, sgradevole, antipatico, ostile.
Tutto il contrario di quello che dovrebbe essere il nome di un foglio scolastico!
Se alla fine "Sinapsi" è rimasto "Sinapsi", è stato per un favore a me, cosa di cui ringrazio tutti.
Tocca a me quindi l'onere di spiegare il perché di questo nome.
Premetto che la mia non è una spiegazione scientifica: non voglio dare una spiegazione formale del termine in sé e per sé, né del concetto che esso veicola.
Voglio invece raccontare la metafora che dietro questa parola si nasconde e caricarla di attese, speranze e desideri.
Dunque, con questo termine vogliamo indicare una delle più perfette ed affascinanti attività della mente: il momento in cui due neuroni si collegano tra loro e "nasce" il pensiero.
Pensiero che non è solo riconoscimento e ricordo di informazioni già note, ma anche creazione di idee del tutto nuove, espressione di sentimenti, affermazione di volontà: cioè scienza, amore, poesia, decisione, scelta, azione.
Immaginiamo la foresta della mente: miliardi di cellule che con le loro terminazioni nervose formano una rete intricatissima di fibre.
Due qualunque di queste fibre improvvisamente si attivano e, servendosi di un codice ancora sconosciuto, entrano in comunicazione tra loro.
Come fa il pensiero a trovare la strada giusta, a servirsi dei collegamenti più adatti, a fissarsi, svilupparsi, evolversi, e persino a superare se stesso, quando l'idea creativa aggredisce e modifica il mondo conosciuto?
E' qualcosa che va ben oltre la banalità e la semplicità del puro processo biologico.
E' una specie di magia a cui guardare con stupore e con fiducia perché è straordinario che accada, eppure, con incredibile consuetudine, accade.
Sinapsi quindi è solitudine e collegamento, è memoria e pensiero nuovo e creativo, è riproduzione e produzione, é fisicità e astrazione, è normalità e magia.
In una parola è scuola.
Potevamo trovare un nome più adatto per un foglio scolastico?
marzo 2000
che indica distruzione e accaparramento dei resti.
Si è finalmente conclusa la tristissima vicenda del dimensionamento delle scuole della zona San SiroGallaratese. La vicenda ha visto le scuole elementari della zona impegnate in una lotta senza esclusioni di colpi, che non sempre purtroppo ha messo al centro del problema il bene del quartiere e degli alunni. La scuola media di via Ojetti non è entrata nella mischia per due ragioni: perché pensava di avere già dato, avendo subito negli ultimi cinque anni ben due aggregazioni con altre scuole medie, e perché era disponibile a qualunque soluzione che non penalizzasse la qualità del servizio scolastico in questo quartiere.
Ancora una volta purtroppo, come sempre più spesso accade ormai in tutti gli ambiti della vita sociale, ha
Il quattro di febbraio si è svolta la prima riunione del Parlamento degli alunni della scuola. Le elezioni si sono svolte regolarmente.
E' stato riconfermato Presidente Pelà Marco ed eletto segretario Bianchini Giovanni. I membri del Parlamento, dopo aver letto le proposte delle Liste che hanno vinto le elezioni, hanno concordato un Programma che dovrà essere discusso nelle classi il prossimo Stop-day.
I problemi più comuni ai quattro plessi sono risultati la mancanza di arredi, di attrezzature e la scadente manutenzione di quelli esistenti. Le proposte sono interessanti, ve le faremo conoscere nel prossimo numero dopo la discussione con la base.
vinto chi ha gridato più forte nel proprio interesse, senza riguardo per il bene comune. Quando, tempo fa, una scuola della zona scrisse su un documento che la scuola media di via Ojetti doveva essere "smembrata", restammo molto male, oltre che per l'idea in sé, per quel termine, "smembrare", così offensivamente rozzo e così inutilmente cruento.
Dicemmo allora che una cosa è parlare di piccoli ritocchi territoriali, per migliorare la funzionalità delle istituzioni scolastiche o di assorbimento di intere direzioni, divenute troppo piccole per poter funzionare, altra cosa è parlare di smembramento, termine
Ebbene, con la delibera del Consiglio regionale del 14 febbraio, del tutto a sorpresa, senza il minimo preavviso di ciò che stava accadendo, la scuola media di via Ojetti è stata letteralmente fatta a pezzi: il "pezzo" Borsa alla elementare Cilea, il "pezzo" Quarenghi alla elementare Brocchi. Rimangono il plesso Casati e la piccola succursale di via Viscontini, con l'aggiunta di un brandellino della elementare Cilea, la succursale di via Viscontini. Accetterà la scuola di via Cilea di farsi "sbrindellare", dopo aver fatto tanto chiasso per restare unita?
Per quanto ci riguarda decideremo insieme ai genitori cosa fare e come utilizzare le grandi risorse che la scuola Casati ha sempre avuto: un corpo docente forte ed unito, una utenza convinta della qualità della scuola e, soprattutto, il progetto didattico migliore di tutta la città di Milano.
La redazione
armoIlkffiziErse- r14:=>11 - ízi
Il progetto di Educazione sentimentale è in pieno svolgimento.
Gli alunni di prima parlano della "fatica " di essere bambine e bambini e andare d'accordo tra loro. Le classi seconde parlano d'amore. A proposito, c'è qualche nonno o nonna che ha una bella storia d'amore da raccontare?
Gli alunni di terza vogliono saperne un po' di più sui problemi della sessualità adulta.
Abbiamo costruito un bel POF. Questa storia ve la raccontiamo nel prossimo numero.
tempo di iscrizioni
Gennaio. Per la scuola è tempo di iscrizioni: Dubbi, aspettative, speranze, paure agitano le veglie e i sogni di studenti e genitori. La scuola superiore è ricca di proposte sempre più sottilmente diversificate: leggere gli opuscoli sulle offerte formative in vigore o in via di attuazione e riuscire ad orientarsi tra sperimentazioni linguistiche, informatiche, indirizzi telematici, artistici, progetti speciali, percorsi simili ma differenziati, è come decidere a quale società telefonica abbonarsi, equivale cioè ad un salto nel buio con la speranza di cadere in piedi. Gli studenti ci paiono, nella stragrande maggioranza, confusi, incerti e, quantomeno disorientati. I genitori, altrettanto insicuri e persi in questa babele di informazioni, spesso sottovalutano la variabile fondamentale a cui fare riferimento per guidare il loro ragazzo nella scelta e cioè la consapevolezza delle capacità e delle attitudini e dei limiti del loro figliolo. di PATRIZIA ALBERO - segue a pagina 4
E' già passato un quadrimestre.
Questo è il mese delle pagelle.
di MARINA COSTO - a pagina 3
Abbiamo trovato un signore amico che è quasi un angelo custode e ci sta aiutando moltissimo ad allestire lo spettacolo teatrale della 2C.
La sua filosofia del "riciclare i materiali" ci sembra assolutamente saggia e da perseguire poiché aiuta a vedere la realtà in svariati modi ed è opposta a quella dell' "usa e getta"... e riempi il mondo di spazzatura.
Un gruppo di alunni di terza sta partecipando al concorso "Immagini & Parole" per farci vincere il secondo premio.
parola di bambino r°1
Lasciatemi essere un'auto in corsa, ("sciatemi essere un viaggio in treno, asciatemi essere una bambina che inciampa, asciatemi essere la notte che oscura, asciatemi essere la luce che entra dalla finestra, asciatemi essere una stella che brilla, asciatemi essere il sole che acceca, asciatemi essere una felpa senza maniche, asciatemi essere un pacco regalo, asciatemi essere una ringhiera arrugginita, asciatemi essere uno scatolone pieno di giochi, vecchi. Lasciatemi essere l'unico iceberg in mezzo all'Oceano, asciatemi essere un adesivo in bianco e nero, asciatemi essere una mollettina tutta colorata, asciatemi essere l'aria fresca.
Silvia Paroldo
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Accoglienza non vuol dire affatto simpatia, gentilezza e nemmeno accettazione, rispetto e tolleranza. Per lo meno, non vuol dire solo questo. Intendo invece accoglienza nel senso di "fare posto".
Dire a nostro figlio: "Ho fatto posto per le tue cose" e sgombrare un ripiano della libreria o un'anta dell'armadio perché egli li riempia a suo piacere, non è la stessa cosa che dirgli, sia pur con la massima gentilezza e comprensione possibile: "Usa pure le cose mie che troverai sulla libreria e nell'armadio".
Fare accoglienza vuol dire assumere dentro il diverso.
Interazione vuol dire qualcosa di più: vuol dire ascolto empatico, dimenticarmi un momento di me per mettermi nei tuoi panni, fare come se tu avessi certamente ragione.
Interazione vuol dire attenzione reciproca senza pregiudizi e senza riserve, mutuo scambio di significati.
Infine integrazione vuol dire cambiamento.
II punto di arrivo è una nuova sintesi di cui chi ha avviato il processo in nessun modo poteva predefinire le forme e le caratteristiche.
E qualcosa di completamente nuovo e diverso che prima non esisteva.
lo credo che le condizioni perché questo processo si avvii e si sviluppi possono essere garantite solo in una scuola pubblica, laica, democratica.
Per spiegarmi meglio voglio raccontare una piccola storia.
Un tempo c'era un paese sul cui territorio scorrevano due fiumi.
Uno era del colore del nostro cielo di montagna dopo un temporale, l'altro assomigliava ad un campo di grano maturo in una giornata di sole.
Si chiamavano rispettivamente fiume blu e fiume giallo.
Le loro sorgenti, in cima alla montagna sgorgavano molto vicine, ma poi i torrenti prendevano ciascuno la propria strada e scendevano autonomamente verso il mare.
Sulle rive del fiume blu viveva il popolo blu.
Tutto era blu: i campi, le strade, le case, i negozi, le fabbriche, le scuole e le persone.
I bambini nascevano già blu e quando non nascevano blu, ben presto lo diventavano, o, in caso contrario, costituivano un grave problema per tutta la comunità.
Veniva praticata la bluezza e i giovani venivano istruiti alla bluità.
Si faceva in modo, anche con l'uso di sofisticati ritrovati tecnologici, che la tonalità di blu codificata dalla tradizione non sbiadisse e non scurisse, ma rimanesse sempre uguale.
Le stesse cose accadevano nel popolo giallo, che viveva e prosperava sulle rive del fiume giallo.
Tutto veniva mantenuto nella stessa tonalità dello stesso identico giallo, si praticava la gial-
cuola pubblica cuola privata
La ragione più seria per cui ritengo che, ora più di una volta, sia di fondamentale importanza la difesa di una scuola pubblica di qualità è questa. Sono convinta che una scuola statale, laica, libera, democratica, pluralista offra le migliori garanzie di una educazione interculturale adatta ai bisogni e ai compiti futuri delle nuove generazioni. I concetti chiave da cui voglio partire per fondare questa mia convinzione sono tre: "accoglienza", "interazione", "integrazione". Posti in quest'ordine, essi descrivono un processo.
lezza e ai giovani veniva fermamente insegnata la giallità.
Tra i due popoli non correva buon sangue: convinti entrambi di essere i legittimi portatori della vera civiltà, cercavano in, ogni modo di eliminarsi a vicenda, a volte con pacifici atti mirati alla conversione, più spesso con violenti conflitti.
Fino a quando i saggi decisero che non si poteva andare avanti così. Per giorni e mesi prepararono il terreno, allargando qui gli argini del fiume giallo, là, quelli del fiume blu, spostando nuclei di case e persino una piccola città. Alla fine, quando tutto fu pronto, in una serena notte di fine inverno, salirono fino alle sorgenti dei due fiumi, spostarono gli ostacoli che li separavano e restarono a guardare. Era uno spettacolo meraviglioso: rivoli gialli si incrociavano con rivoli blu, creando colori mai visti, spruzzi colorati si levavano tutti intorno simili a fuochi d'artificio e il rumore dell'acqua che saltava sui sassi non era mai stato così pieno e argentino.
Più a valle l'acqua, occupando il !etto che le era stato preparato, assumeva a poco a poco un bel colore simile ai nostri prati quando è primavera, mentre il popolo dei blu e il popolo dei gialli dapprima perplessi, poi sempre più commossi e felici, ammiravano questo prodigio mai immaginato e tutti insieme facevano festa.
H fiume fu chiamato verde: verdezza e verdità divennero i principi a cui uniformarsi.
Per un po' vissero tutti felici e contenti, ma col
g~iadt:( c7B btud passeggiata a Portofin
mature di colore che di giorno in giorno andavano manifestandosi e nessuno voleva rinunciare a nuove emozioni e nuove esperienze. I saggi allora decisero che le cose dovevano essere lasciate andare per il loro verso e, perché nessuno si sentisse strano, perché ogni nuovo colore avesse uguale diritto di manifestarsi e non si creassero conflitti in nome del rispetto della verdità, si decise di cambiare nome al fiume.
Da quel momento in poi il fiume si chiamò semplicemente "fiume" e il colore del fiume, che ormai cambiava ad ogni stagione, a seconda delle condizioni atmosferiche, del flusso dell'acqua, della luce più o meno intensa, si chiamò "color fiume": un colore che nessuno poteva descrivere esattamente perché nessuno poteva sapere in anticipo quale aspetto avrebbe avuto.
tempo cominciò ad accadere qualcosa di ancora più strano e cla-
moroso.
bambini
nascevano verdi, ma non dello stesso verde: le sfumature andavano dal verde tenero dell'erba appena nata al verde brillante delle magnolie, ai verdi carichi dell'abete e della quercia, al verde azzurro del mare d'inverno e così via.
Considerato che ancora sopravvivevano molti anziani del popolo blu e del popolo giallo e che strade, case, negozi, fabbriche, scuole facevano del loro meglio per adattarsi al verde con esiti spesso dissimili, il paese andava assumendo un aspetto variegato e strano.
Anche le acque del fiume cambiavano sfumatura di colore, a seconda del variare delle stagioni e del mutare delle condizioni atmosferiche.
Certo erano ancora del tutto assenti i toni del rosso, del marrone, del nero e così via, ma già si cominciava a notare che, dopo un periodo di forti piogge, il fiume assumeva una tonalità cupa e polverosa che col verde non aveva quasi più niente a che fare.
I saggi meditarono a lungo su come intervenire e se intervenire per riportare la situazione su binari di coerenza e di uniformità, anche perché molte erano le pressioni da parte di chi sentiva minacciata la verdità e ipotizzava un futuro pieno di pericoli e di insidie.
Ma ormai prevaleva nei più un sentimento di ammirato stupore per le nuove stupende sfu-
Il terzo giorno del nostro soggiorno in Liguria ci siamo cimentati nel trekking dal promontorio di Portofino all'abbazia di S. Fruttuoso.
II percorso si svolge nel territorio riconosciuto dal 1935 Parco regionale.
H sentiero è costituito da roccia calcarea del monte Antola.
Poiché il tragitto è piuttosto lungo si e' svolto a tappe, anche per permetterci una migliore osservazione degli elementi del paesaggio.
PRIMA TAPPA: bosco di vegetazione mista, costituito da tre specie principali di vegetazione. Sono Querce, Roveretle, Frassini, Ornello e Carpino Nero.
II sottobosco è costituito principalmente da molta Edera e dal Pungitopo, dal Viburno e dal Corbezzolo.
Abbiamo provato a percepire quello che ci circondava con tutti i sensi.
SECONDA TAPPA: un lecceto, cioè un bosco di lecci, un tipo di quercia: sono alberi secolari, dalle foglie molto dure e resistenti. Queste sono querce molto resistenti.
lo penso che questa sia la forza della scuola pubblica rispetto alla scuola privata: il non conoscere prima gli aspetti che assumerà il pensiero, la cultura, la civiltà, il modo di vivere, a seguito di un più o meno lungo processo di accoglienza/interazione/integrazione; il non essere legata a pregiudizi di verità, autenticità, rigidità della norma e della sua applicazione. Mi sembra che chi pensa di sapere con assoluta certezza come sarà il colore del fiume il giorno, l'anno, il secolo dopo, non può metter in atto un vero processo di integrazione perché le certezze inevitabilmente condizioneranno i risultati.
Certo; capisco benissimo che trattandosi di scuola e di educazione dei giovani, il mantenimento e il rispetto di un'identità culturale, sociale e morale è di fondamentale importanza; ma una cosa è sapere con certezza da dove si parte e valorizzare le radici di ciò che si è, altra cosa è sapere con certezza dove si deve arrivare.
Non mi nascondo affatto che le insidie dell'intransigenza e della predeterminazione si possono nascondere anche all'interno della scuola pubblica e che l'immobilismo, la mancanza di flessibilità e la difesa dei privilegi possono bloccare, anche per lungo tempo, la spinta al cambiamento.
Tuttavia ciò può verificarsi solo come dato di fatto e come risultato di imperfezione e lentezza, non come dato di principio e come risultato di perfezione e di coerenza con le premesse. Il cammino verso l'integrazione nella scuola pubblica sarà certamente lungo e non facile, ma nella scuole pubblica docenti ed educatori hanno il diritto di innamorarsi di colori nuovi e mai visti, hanno il diritto di aspettarsi sfumature e combinazioni inusuali e di contribuire a creare e definire un color fiume che nessuno ha mai dichiarato in anticipo desiderabile e legittimo. Mentre penso, e mi scuso se a torto, che chi opera ed educa in scuole private, soprattutto se di tipo confessionale, non possa avere e non possa darsi questa stessa libertà.
Rosa D'Emidio Bianchi
TERZA TAPPA: il castagneto, ovviamente un bosco costituito da castagni.
QUARTA TAPPA: pineta e macchia mediterranea. La pineta è costituita da tre diversi tipi di pini: Marittimo, Domestico, e D'Aleppo (vicino al mare). La macchia mediterranea si compone di piante alte tra 1,5 e 2 metri e da molti arbusti quali l'Erica Arborea, il Corbezzolo, il Cisto. Quello che maggiormente colpisce lo sguardo è la gran varietà di verdi, misti ai bruni dei tronchi, ai grigi, ai colori autunnali. A tutto fa da sfondo l'intenso azzurro del mar Ligure e il colore mediterraneo della luce, più tenue per la stagione, ma che in questa giornata di sole ricorda i bagliori estivi.
L'aria è pervasa dai profumi umidi del sottobosco, che conserva il ricordo della salsedine. Nel silenzio della collina, giunge a tratti il ricordo del mare nel grido del gabbiano.
La fatica del cammino è alleggerita dalla bellezza del panorama che ci circonda.
Mara Romani (classe la C)
Uht9 UghùCUPC)
Facciamo it ptodo: iai(ormaziomi e ~tizie é' già passato tio quadrifflestre
Nella scuola di via Ojetti abbiamo operato così: arrivati alla fine del primo quadrimestre, è ora di fare il punto della situazione, di valutare il lavoro svolto finora.
La valutazione è un aspetto complesso del lavoro scolastico.
E' un processo che ha inizio a settembre nell'ambito della programmazione delle singole materie e del consiglio di classe.
E' a questo punto dell'anno, infatti, che vengono stabiliti gli obiettivi da raggiungere: le competenze che i ragazzi dovranno possedere e i comportamenti che dovranno fare propri. Nel corso del lavoro gli insegnanti hanno osservato il cammino di ciascun alunno, ne hanno registrato via via le difficoltà (eventuali insuccessi devono essere considerati parziali e temporanei) e i successi, l'impegno a superare gli ostacoli o i momenti di stanchezza e demotivazione.
Ora ci si ferma un momento per riflettere su quanto è stato fatto e quanto
Premessa
Da più parti viene espressa l'esigenza che le scuole di ogni ordine e grado stabiliscano tra loro reti di collegamento e definiscano forme di continuità coerenti con il progetto di riforma in atto.
resta da fare e per comunicare in via ufficiale agli alunni e alle famiglie a che punto siamo.
Ogni insegnante prende in considerazione il percorso di ciascun alunno, tenendo conto in modo particolare dei miglioramenti rispetto alla situazione iniziale e del livello di competenza dimostrato nelle prove più recenti.
A questo punto formula un giudizio che propone al consiglio di classe. Una volta approvati tutti i giudizi disciplinari (delle singole materie) il consiglio di classe valuta, per ogni alunno, le abilità trasversali (quelle abilità, cioè, che coinvolgono, interessano tutte le materie come, per esempio, ascoltare, comunicare, organizzare il proprio lavoro ...).
Ora gli insegnanti hanno tutti i dati che, aggiunti alle informazioni contenute nel curricolo personale dell'alunno, sono necessari per stendere il giudizio globale.
La prima stesura avviene per mano
del tutor ma è il consiglio di classe al completo che approva.
Il giudizio globale tiene conto della situazione iniziale dell'alunno, del suo livello di competenza, dei suoi atteggiamenti nei confronti dello studio, delle sue relazioni con gli altri.
Vengono inoltre riportati gli interventi che il consiglio di classe ha ritenuto opportuni per attivare un processo di miglioramento e le risposte dell'alunno a tali interventi.
Sulla base dei criteri stabiliti si considera poi la situazione alla fine del quadrimestre anche in relazione alle aspettative che le potenzialità espresse dall'alunno hanno suscitato. Una lettura attenta del documento di valutazione è utile agli alunni per affrontare la seconda parte dell'anno scolastico consapevoli di quanto hanno migliorato e quanto devono ancora migliorare, e agli insegnanti per approntare nuove strategie di intervento.
Marina Costo
OPINIONE...
Chiedere ad un ragazzino di 13 anni quale strada ritiene più opportuno intraprendere dopo la scuola media è un'impresa molto ardua.
Pieni di entusiasmo i nostri figli ci rispondono le cose più diverse e noi genitori ci rendiamo conto che una vera presa di coscienza realmente non c'è; ma come potrebbe essere diversamente? Le persone più indicate ad orientarli sulla strada giusta sono i professori o siamo noi genitori?
Più volte mi sono chiesta come aiutare mio figlio a capire che scelta compiere e più volte ho cambiato idea perché le variabili future sono molteplici: cosa offre la scuola superiore? Che tipo di preparazione rapportata al mondo del lavoro? Come sono cambiate le cose in questi venti anni da quando noi stessi siamo usciti dalla scuola superiore? Che sbocchi futuri ci sono? È importante la fiducia nel parere degli insegnanti che nell'arco di questi tre anni hanno seguito i nostri figli nel ciclo di studi della scuola media e magari anche il parere di un servizio di orientamento scolastico.
Progetto scolaro Ü studente 2000
Camilla Frigerio Pillon
Le famiglie
In questa situazione le famiglie come si comporteranno ?
Proposta di collegamento tra scuola media e scuola superiore per il passaggio dalla formazione di base alla formazione di indirizzo
In realtà non sono molte le esperien-
zione, o almeno della anticipazione del cambiamento in corso, questa scuola si propone come laboratorio di esperienza e di validazione.
Il problema
che le scuole superiori più impegnative accentueranno l'aspetto selettivo.
Poiché teoricamente il biennio potrà essere frequentato in qualunque scuola, con possibilità di modificare le scelte in caso di necessità, una delle possibilità è che i genitori capiscano ze significative che possano prefigurare l'assetto futuro della scuola italiana sperimentando contenuti, metodologie, aspetti organizzativi della scuola che seguirà il riordino dei cicli. In questa stagione della scuola pubblica italiana è davvero difficile capire che cosa è, che cosa nell'anno 2000 sarà ancora sperimentale e che cosa non lo sarà più e soprattutto di quali esperienze di ricerca la scuola italiana ha bisogno in questo particolare momento.
Da una parte i cambiamenti sono tali e tanto rapidi, da indurre a pensare che di qui a poco tutto sarà diverso e tutto sarà possibile , il che dovrebbe ridurre la necessità di innovare; dall'altra parte , proprio perché la trasformazione si annuncia globale e significativa, il cambiamento vero è incerto e il rischio che di fatto tutto resti come prima non è per niente remoto.
Questa scuola ritiene che nell'attuale momento di passaggio, più che mai ci sia bisogno di linee guida, di coraggiosi tentativi, di scuole che assumano consapevolmente il rischio del cambiamento e la responsabilità di valutarne gli effetti. In particolare, una effettiva continuità tra scuola di base e scuola superiore è la vera sfida su cui si gioca il successo del riordino dei cicli. Bisogna uscire dalla trappola delle parole che non veicolano significati e non producono azioni concrete.
Bisogna avviare e vivere esperienze che pongano al centro della scena la persona fisica dell'alunno, con i suoi bisogni di riconoscimento e di crescita.
E' probabile che la proposta descritta in queste pagine contenga delle ingenuità, che a nostra insaputa siano già state prese decisioni tali da invalidare e da rendere impraticabile quanto è emerso dalle nostre riflessioni.
E' persino possibile che di qui a poco le leggi dello Stato e la pratica ordinaria nelle scuole italiane si awicino talmente alla nostra proposta da ridurne in maniera consistente la carica innovativa e quindi il valore sperimentale.
Poiché questa proposta risponde alla nostra idea di una scuola migliore, ce lo auguriamo sinceramente . Qualora invece ciò che scriviamo rientri ancora nel campo della sperimenta-
La legge quadro in materia di riordino dei cicli, approvata dal Parlamento prefigura una scuola di base unitaria di sette anni e una scuola secondaria di cinque anni, articolata in cinque aree e un numero imprecisato di indirizzi.
La scuola di base, pur ridotta di un anno sembra sostanzialmente immutata nel ruolo e nelle funzioni, ivi compresa quella orientativa; il biennio della scuola secondaria, o almeno il primo anno dovrebbe avere una organizzazione modulare e garantire agli alunni esperienze diverse, che gli consentano di consolidare o, se necessario, di modificare, le scelte effettuate.
L'anticipo di un anno nella scelta della scuola superiore, infatti, è tutt'altro che irrilevante, considerata l'età anagrafica degli alunni: questa soluzione tuttavia non presenta maggiori inconvenienti della ipotesi precedente, nella quale la scuola media veniva totalmente privata della funzione orientativa.
Ciò che nella proposta di legge non è chiaro, o almeno non è chiaramente visibile, è il legame tra i due ordini di scuola, che appaiono in maniera non diversa da ora, ancora scollegati e sostanzialmente indipendenti l'uno dall'altro, con l'aggravante che la differenza di ruolo, almeno dal punto di vista dell'orientamento scolastico è più sfumata di un tempo e quindi dovrebbero essere ancora più sentiti i bisogni di collegamento.
Questa frattura rende fumoso e poco credibile il ruolo orientativo o riorientativo che la proposta di legge attribuisce al biennio di secondario.
Con fatica e dando per scontato un alto margine di errore, abbiamo cercato di prefigurare lo scenario futuro.
La scuola di secondo grado
A nostro avviso il rischio è che nulla cambi rispetto alla pratica attuale, se non per il fatto
La capacità di facilitare agli alunni una prova in situazione , in un'età peraltro di un anno inferiore a quella degli alunni che attualmente frequentano la scuola di secondo grado, è tutt'altro che scontata e non sarà facilmente acquisita. La scuola di secondaria si troverà a gestire un campo di innovazione vastissimo : gli obiettivi generali, i curricoli, l'organizzazione, la cultura di fondo, tutto dovrà cambiare.
I docenti dovranno abituarsi al rapporto con alunni più piccoli (bambini di 12 anni!) con un anno in meno di frequenza scolastica.
Avranno a che fare con la totalità della popolazione scolastica, non solo con quella già più o meno selezionata.
Dovranno dar prova di flessibilità, di adattabilità, di creatività, di capacità relazionali di alto livello.
Dovranno percorrere d'un colpo tutto il cammino che la scuola media unificata ha percorso (o non ha percorso) negli ultimi quaranta anni, da quando, da strumento di cooptazione degli alunni migliori all'interno delle classi privilegiate è diventata luogo di formazione di tutti i cittadini. E si troverà a farlo in un momento storico in cui una buona formazione per tutti i cittadini è di fondamentale importanza non solo per i singoli individui, ma per lo sviluppo del paese e per il consolidarsi dell'Europa.
Se l'esperienza può ancora dirci qualcosa, dobbiamo ammettere che non sarà facile.
La scuola di base
La scuola di base si troverà ad orientare alunni di un anno più piccoli.
Considerati non tanto i tempi di attuazione del curricolo, che in teoria potrebbe essere ridotto, quanto da una parte i tempi di maturazione degli alunni e dall'altra lo spettro della validazione della proposta orientativa da parte della scuola secondaria, ben più di adesso la scuola di base sentirà la doppia contraddittoria spinta all'indipendenza formativa e agli impegni verso il segmento successivo di scuola.
in fretta che non devono mirare troppo in basso se vogliono per i loro figli una buona formazione. Si accentuerà il fenomeno che ha sempre minato la possibilità dalla parte della scuola media di svolgere un'azione orientativa seria, cioè il rifiuto da parte dell'utenza di accettare un consiglio orientativo che penalizzi le attese eccessive . Le famiglie lotteranno due volte per mantenere la scelta che hanno fatto aprioristicamente, una volta nella scuola di base, una volta nel biennio delle superiori, quando dopo un anno o due di adattamento al nuovo ambiente, verranno invitati a cambiare scuola o indirizzo.
Gli alunni
Gli alunni rappresentano la parte più debole : rischiano di essere stritolati da necessità e volontà estranee alla loro persona e alle loro esigenze di crescita.
Devono essere tutelati come studenti, ma soprattutto come persone, se non vogliamo che una volta diventati cittadini, possano giudicare in maniera severa ciò che la scuola pubblica ha fatto di loro e per loro.
E' necessario quindi definire procedure a garanzia che gli alunni vengano rispettati: nei loro tempi di maturazione, nel loro diritto di cambiare, nella loro volontà e capacità di autodeterminarsi, nel loro bisogno di essere capiti e di essere aiutati a capire, nella loro necessità di stabilità e di sicurezza.
LANGUAGE & ACTIVITY HOLIDAYS
CORK (IRLANDA)
Sarà la prossima destinazione per: MIGLIORARE L'INGLESE PRATICANDO UNO DI QUESTI
SPORT:TENNIS, BARCA A VELA, EQUITAZIONE.
Ogni giorno per 15 giorni con insegnanti ed istruttori qualificati, insieme a ragazzi e ragazze d'Europa.
Per saperne di più, contattare le prof d'inglese Gloria (corso B) o Madella (corso A). Bye bye.
tlínCIC) unineigl)c) pt -Jdlita
Il progetto "Anno gancio" (prima parte)
pit)àdce.)
DIARIO DI BORDO
Zambia, 24-1-00
Arrivo alle 11,30: bella giornata.
Ore 16 - visita a Zambia per orientarci tra le sue montagne: nebbia a 10 m. non si vedono le montagne della Maga.
Ore 21 - Si scende in discoteca, torta di compleanno per l'altra classe e cominciano le lacrime:
Roberta: le manca la mamma. Silvia: le manca
Donghi, Jackline: le manca la Graciotti. Ma tutti hanno pensato a Silvio e gli abbiamo telefonato.
Ore 23 - Si spegne la luce in camerata, ma non le voci... ancora mezz'ora e finalmente si dorme... fino a che Fabio comincia a russare...
Zambia, 25-1-00
Mattina: visita alla Casera
Tutto bene. Un po' freddo. Buono il formaggio. Meno male che al ritorno c'era il pullman: già temevamo di dover fare tutta quella strada in salita! Blocco enorme di ghiaccio: meteorite?
Che brutti questi cani!
Ore 11 - Relazione sulla visita! Mancano i quaderni e le penne, peccato! ...le hanno loro..!
Accidenti...!
Pomeriggio: sci di fondo
Sembra facile finché non si prova. Cade uno, un'altra e poi un terzo e la prof. Manzo...che ridere...accidenti, una bella bottal... Anche Jackline però, quando pensava di avercela fatta, sci in spalla era quasi all'autobus...ecco la lastra traditrice e ci smena un'anca, Giochi serali
Uffal... Ma chi sono quelli?...perché mescolarsi?... ma la serata finisce con grida gioiose
parolaagliinsegnanti
SetiOlA NAIRRA A ZAMBIA
Zambia, 26-1-00
Mattina: visita alla miniera
Una bella scarpinata e poi buio...si gioca a tentoni cercando di orientarsi. Che paura'....ho paura ad andare sola nel buio pesto, ma poi...tutti arrivano alla meta.
Che bello: Marco, Alessandro e Stefano senza voce!
Pomeriggio: visita alla stalla
La stalla puzza... Le mucche fanno pipì e cacca... e tanto latte... Incredibilmente, nonostante la sporcizia, è proprio bianco, bianco latte. Assaggiamo il latte: le opinioni variano dall'ottimo al pessimo...
Sera: caccia al tesoro
Di nuovo questi mescolamenti... però in fondo non sono tanto antipatici.
Vai su e giù... risolvi...trova... e poi il tesoro...solo merendine, ma l'importante è divertirsi e imparare a non imbrogliare.
Zambia, 27-1-00
Gita al Monte Poieto
"Con voi non parlo più" ecco l'ennesima discus-
he)9 LaInTICPIC)
Accidenti quante storie prima di dormire... Zambia, 28-1-00
Colazione
Meno male che le storie di ieri sera sono dimenticate, quasi...e Lidia, l'educatrice, che non sa nulla, ancora si stupisce...
Sci di fondo
C> 1Si ElloAG II
Con questo numero del giornale, i lettori troveranno un inserto con cui si dà inizio ad un incontro tra la scuola e la popolazione del quartiere Gallaratese.
In questo spazio vogliamo fornire agli interessati non solo semplici dati statistici, ma anche un aiuto ad interpretare quanto succede in una delle scuole più grandi della zona 8: la scuola media statale di via Ojetti 13, utile soprattutto a chi dovrà prendere importanti decisioni sulle scelte scolastiche dei propri figli.
Lo scopo di queste informazioni è anche quello di sottolineare le procedure che noi adottiamo per ottenere un servizio di educazione della più alta qualità possibile.
CHI SIAMO
La nostra scuola è composta da 4 plessi. Il primo è situato in via Ojetti, in cui si trova la Presidenza e la segreteria amministrativa e didattica e dodici classi sperimentali (Sper.), il secondo è il plesso di via Borsa con un corso a tempo normale (T.N.) e uno a tempo prolungato (T.P.); Il plesào Viscontini ha tre classi a tempo normale e il plesso Quarenghi ha un corso a tempo prolungato e uno con bilinguismo (Bilin) Nella tabella sottostante sono riassunti i dati riguardanti l'attuale popolazione scolastica.
Anna Montanari
sione, stavolta fra maschi e femmine. Non proprio tutti i maschi. Non proprio tutte le femmine... in fondo poi solo Silvia e Stefano e allora dai... rovinarsi una bella giornata, perché? ...E via,... scivolando, scivolando, ...scivola via anche il malumore.
A tavola che silenzio... fino a che a pancia non si è riempita... e poi pronti a ricominciare, ma è già ora di tornare.
In fondo non sono antipatici quelli delle altri classi...Quasi quasi, quello lì_ Serata
C'è il derby...ma la TV non si vede...pazienza "vedremo" con la radio la partita.
Tutti vogliono sentire. Rimangono una ventina di ragazzi a giocare in squadre ad una specie di "visual game". Quando torniamo su è la "Trag ed ia" ... piangono tutti, cioè tutte..., meglio...Erika, Silvia, Ylenia, Elisa B...e perché?... perché Stefano faceva lo stupido con una di un'altra classe!
Lydra, che era giù a giocare, si mette a piangere anche lei, perché "quella là" non può permettersi...ecc... alla fine piange anche Stefano.
Le cadute non si contano. C'è proprio chi preferisce fare la valanga e chi... l'angelo... in bilico su uno sci...ma poi si sa come va a finire... anche lui a terra. A questo punto, complice anche un bel sole e maestri simpatici, tutto finisce in allegria con tante risate.
Pomeriggio: gita nel bosco
"Orme di animali... gemme...alberi secchi... ma che ci importa?" ...Anche il roccolo...meglio!...Ecco, questo è splendido: un bel declivio di neve immacolata... rotoliamo, rotoliamo...chi arriva più lontano? Silvia! Chi è l'ultimo? "Garo" come sempre!
Sera: c'e' posta per te
Ultima sera... si mangia ad un tavolo unico... è aperta la discoteca, ma... in più c'è un postino che recapita messaggi per tutti:
E chi balla più!?... solo bambini, proff ed educatori e la serata vola via.
Ma al rientro in camerata...i soliti pianti delle femmine. Questa volta Silvia piange per Sileno (un educatore), Roberta piange, ma, si scopre. Si è messa con uno (dice l'amica: "Ma sei scema?") e piange Jackline, inconsolabile per quasi un'ora. Alla fine deve intervenire Giò, la prof. Alberti, con le sue pratiche orientali (Reiki) e così anche stasera alla fine si riesce a dormire.
pt1LocAitì poesia Ad peruviana buffiMA°"„ li ua sull92€
Cuando se tien sed Quando si ha sete estava rico è bello bere el jugo de naranja il succo d'arancia y esquisida ed è squisita la limonada. la limonata. El jugo de fruta Il succo di frutta tiene vitaminas contiene vitamine y la gaciosa e la gazzosa las burbujas, ma te puedo decir una cosa? ha le bollicine, ma ti posso dire una cosa? l'agua fresca L'acqua fresca es deliciosa è deliziosa di Angelica Membrillo 2A
E' tempo di iscrizioni
tEUM 2M,LA PRIMA
La nostra scuola, da sempre sensibile alle problematiche legate all'orientamento, è da quest'anno capofila del progetto "Le scuole in rete per il successo del raccordo", che prevede un consorzio tra molte scuole Medie e Superiori del nostro distretto scolastico e di quelli limitrofi. Il gruppo di progetto, costituito da insegnanti referenti di ogni scuola, si è dato come obiettivi primari la promozione di iniziative a sostegno degli studenti e dei genitori nella scelta e lo stimolo ad incontri e confronti tra gli insegnanti dei due ordini di scuole, per fondare e sviluppare una cultura della continuità.
Nel mese di Novembre, in Quarenghi, si è tenuto il Campus delle scuole Superiori: diciassette, tra Licei, Istituti Tecnici, Istituti Professionali, hanno allestito un loro stand, nel quale, con audiovisivi, opuscoli, cartellonistica ed effetti speciali, hanno tratteggiato il loro identikit. II Campus è stato visitato da tutti gli studenti delle classi terze delle scuole Medie in rete e dai genitori interessati.
Pare, a noi organizzatori, che questa iniziativa abbia avuto successo e che sia in futuro da ripetere. Anche i nostri ragazzi hanno dimostrato di aver gradito questa sorta di "mostra" delle offerte scolastiche.
A Dicembre, inoltre, è stata organizzata una giornata di Stage degli studenti delle terze
presso la scuola Superiore scelta. Ognuno di loro, per una mattinata, ha potuto immergersi nel clima di quella che potrà essere la sua scuola futura: è stato accolto da professori e compagni più grandi, ha assistito a lezioni di discipline base e, in alcuni casi, ha avuto accesso a laboratori specializzati. Dai risultati dei questionari somministrati a fine giornata, si può dedurre che i nostri ragazzi siano stati generalmente soddisfatti da questa esperienza e che, in alcuni casi, ne abbiano tratto rassicurazioni e conferme. Certo, per alcuni gruppi l'accoglienza è stata calorosa, le attività ben strutturate, per altri meno; anche queste differenze servono per valutare la bontà della propria scelta!
In questa seconda parte dell'anno, a iscrizioni già avvenute, il gruppo di progetto lavorerà sulla continuità, promuovendo incontri tra insegnanti dei due ordini di scuola; si vorrebbe stendere una sorta di protocollo disciplinare di intesa sui saperi di base, irrinunciabili, e sui saperi forti, specifici della tipologia delle scuole Superiori.
Per noi di Ojetti, si tratta di mettere a punto le prime fasi operative del progetto "Scolaro Studente 2000", detto nel nostro linguaggio un po' criptico "Progetto Gancio". Buon lavoro a tutti e... tanti auguri!
Patrizia Albero
TIPOLOGIA CORSI N° °io Tempo Sperimentale 322 57,1 Tempo Normale 178 31,6 Bilinguismo 64 11,3 NUMERO ISCRITTI N° % Iscritti in via Ojetti 257 45,6 Iscritti in via Borsa 130 23,0 Iscritti ín via Ouarenghi 105 18,6 Iscritti in via Viscontini 72 12,8 TIPOLOGIA ALUNNI N° % Totale Maschi 305 54,1 Totale Femmine 259 45,9 Alunni stranieri 17 3,0 ALUNNI PER CLASSI N° Iscritti alle classi Prime 197 34,9 Iscritti alle classi Seconde 167 i 29,6 Iscritti alle classi Terze 200 1, 35,5
TOTALE ALUNNI 564
marzo 2000
Rif.n.1558/99
Oggetto: passaggio pedonale di Via Uruguay.
25 febbraio 2000
Egregio Signor Valter MOLINARO Capogruppo DS Via Santa Radegonda, 7/9
20100 MILANO
Con riferimento alla definitiva ultimazione del passaggio pedonale di Via Uruguay, premesso che, come certamente già noto, il completamento dei lavori non è stato finora
attuato per evitare il contenzioso con i condomini di Via Uruguay n°11/2 e n°I5
(considerata anche la complessità della situazione già esistente in materia di regolamento dei confini fra i due condomini), ritengo peraltro che finalmente entro breve l'accordo con gli stessi condomini sarà formalmente concluso, con la sottoscrizione della costituzione di servitù perpetua di passaggio pedonale.
Da parte dell'Urbanistica è già stato predisposto il relativo schema di convenzione che, la prossima settimana sarà sottoposto agli amministratori dei condomini.
Per quanto riguarda i tempi decorsi, evidenzio che gli amministratori citati hanno dovuto (come dovranno ora) acquisire il consenso dell'assemblea dei condomini e che naturalmente ciò implica sempre tempi non brevi; d'altro canto, anche ricorrendo alla procedura espropriativa, alla quale i due condomini interessati non sarebbero comunque stati facilmente acquiescenti, i tempi non si sarebbero abbreviati.
Ritengo comunque opportuno sottolineare che, dopo che da anni cd ann la cittadinanza attendeva il passaggio in questione, ora l'aspettativa si concretizza, ancorché con gli intoppi amministrativi che si sono da ultimo verificati.
Cordiali saluti.
Traslocano i nomadi del campo Palizzi
E iniziato nel mese di febbraio il trasferimento degli abitanti del campo di Palizzi-Fattori. Alcune casette sono già state trasportate nel nuovo campo al quartiere Gratosoglio. Con il loro trasferimento potranno iniziare i lavori per la sistemazione e il recupero di tutta l'area dismessa dell'ex Fina a Quarto Oggiaro.
Auguriamo agli abitanti del campo di potersi inserire nel migliore dei modi nella nuova realtà del Gratosoglio, superando i naturali disagi provocati dal trasloco.
M i L_Air' COMPLESSA?
pagina
SITUAZIONE
gregio ViceSindaco, l'anno scorso le avevo posto il problema del passaggio pedonale da via Uruguay alla MM, le ho scritto una lettera, una interrogazione e solo dopo 5 mesi ho ricevuto questa risposta assolutamente insoddisfacente. Non sono indicati impegni precisi, si rinvia ad altri la soluzione del problema, eppure il denaro pubblico è stato speso per realizzare questa opera, utile al quartiere, ed in modo particolare a tutti quei cittadini che per accedere alla metropolitana devono fare centinaia di metri di strada, perchè la via più breve è ostruita. Il passaggio pedonale realizzato da oltre un anno rimane impraticabile e lei dopo tutta questa attesa scrive che "intoppi amministrativi" ' ritardano la soluzione. L'efficienza amministrativa e la rapidità gestionale di questa amministrazione si incagliano contro un piccolo passaggio pedonale? Ho l'impressione che la sua amministrazione sia solo capace di erigere cancellate, forse per questo motivo è così difficile invece di chiudere, aprire un passaggio pubblico. Domanda: e se i condomini voteranno di mantenere chiuso il passaggio erigendo anche un cancello lei cosa farà?
Cosa c'è dietro quella recinzione?
In piazza Cacciatori delle Alpi, un orribile slargo fra via Varesina e il fondo di via Espinasse, esiste da tempo immemorabile una misteriosa recinzione che nasconde uno spazio fra due fabbriche. Siamo andati a curiosare e abbiamo scoperto il solito spettacolo delle aree degradate e abbandonate che si può apprezzare nella fotografia: discariche, sporcizia, ortaglie, baracche, con anche pollai. In base alle informazioni assunte, si tratterebbe di un'area, guarda caso, demaniale, riservata dal Comune nel vecchio Piano Regolatore, per la sistemazione viabilistica della zona. Con la sistemazione del ponte Palizzi, ormai non sono più prevedibili altri grossi interventi di viabilità. Perché il Comune non si riappropria del terreno, lo ripulisce e lo utilizza a vantaggio della comunità, ad esempio come parcheggio per migliorare la circolazione caotica di piazza Cacciatori delle Alpi?
La nuova stazione Certosa: senza biglietteria
La vecchia stazioncina di Certosa, chiusa da ormai tre anni, è stata abbattuta e la stazione nuova, finita cinque anni fa, è stata finalmente aperta al pubblico. Sono stati messi in funzione i servizi igienici e la sala d'aspetto, un po' ripulita e con i vetri rotti sostituiti, è agibile. Cercando in giro però non si vede nessuna biglietteria: un locale ha i vetri ancora coperti da giornali e abbiamo supposto che fosse destinato a questo servizio, che ci sembra essenziale per una stazione ferroviaria. C'è stato risposto che invece quel locale è destinato al bar, che però non è ancora aperto perché non si trova un gestore. Quanto alla biglietteria.... non è prevista. Forse ...se l'ipotetico gestore del bar sarà d'accordo, magari i biglietti si potranno acquistare da lui! Ci sembra un modo veramente intelligente di promuovere il trasporto pubblico!
notizie dai quartieri
giardino di nonna Jole 0 0 0 NDMIll Mi prepara torte dolci e salate, pasticcini e biscotti per tutte le occasioni, anche le più importanti e particolari. E, se gli amici sono tanti e lo spazio poco, Nicogum iblik organizzerà per te e i tuoi ospiti una festa veramente speciale, con tanto spazio a disposizione per tutto il tempo che vorrai. smottlx~mozwomp~mom~mwe~44 voworomirmv; siamo PL L LOTTO aperti anche la domenica I dolci di nonna Jole - via Masaccio, 18 - 20148 Milano tel. 0248017332 sconto 10% a chi si presenta con il giornale Milano19
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COMUNE DI MILANO n. vice sisnAm
Musica e Poesia in Salotto
a
Il 25 gennaio 2000, previo invito personale, ci siamo ritrovati ospiti in una bella ed accogliente casa privata (zona S. Siro), messa gentilmente a disposizione dalla padrona di casa, signora Frangoise Giraud, per passare un lieto pomeriggio, tra amici, all'insegna della musica e della poesia.
Il programma comprendeva musiche di Mozart, Bizet, Dvorak, Schubert, eseguite al pianoforte a quattro mani da Marisa Calderara e sua cugina Frangoise Giraud, bravissime e applauditissime per la perfetta sincronia dell'esecuzione. Tra un concerto e l'altro, la pausa era sostenuta da un recital di poesie.
Erano presenti alcuni esponenti di due gruppi di poeti: "La Spera" di Rossana Brambilla Gorgia e "Il Salotto della Poesia" di Doris Cannetti. Inoltre vi facevano parte anche alcuni poeti indipendenti.
Si è distinta la signorina Giovanna Pioldi che ha presentato un suo libretto di aforismi pungenti ed ironici che sono piaciuti ai presenti. La signora Franpoise è stata una perfetta padrona di casa, sempre gentile con tutti, ha offerto un buffet ricco: aranciata, Champagne, marronglacé e pasticcini. Il binomio musica e poesia si è integrato mirabilmente.
Il pianista Michele Redaelli ha iniziato la sua entrée con musiche immortali: le canzoni napoletane e altra musica del repertorio classico.
II pomeriggio è poi proseguito col concerto a quattro mani, eseguito, in
modo impeccabile, da Marisa Calderara e Franpoise Giraud. Quindi si sono alternati, nella recitazione, i diversi poeti presenti. Gli estimatori di entrambe le arti, presenti nel salotto, sono rimasti piacevolmente coinvolti e ciascuno si è sentito direttamente destinatario perché partecipe, con gli artisti, dell'armonia universale dell'arte. Dopo aver ascoltato le poesie dei poeti, si può dire che il "filone" del Romanticismo dura ancora ai giorni nostri.
Nato in Germania nel 1770, esso fu fatto conoscere da Madame de Stael. "Romantico" è contrario di " Classico" (che si rifaceva ai Greci, ai Romani e alla Bibbia).
Il " Romantico" esalta la forza viva degli individui e dei popoli, la spontaneità dell'ispirazione e la libertà d'espressione. ( Come i nostri poeti).
La capogruppo Rossana Brambilla Gorgia, con due suoi giovani e bravi
poeti, ha ricevuto molti consensi per le sue belle poesie e per l'impegno e la serietà del suo percorso alla ricerca di conoscenza e di comprensione, inseguendo quell'Ideale di ordine " superiore". Francesco Romano, del gruppo "Il Salotto della Poesia" ha recitato una poesia in dialetto siciliano che ha vinto, di recente, un primo premio: "La canniledda di lu picurari". E' piaciuta talmente che per poterla capire meglio, dietro pressione dei presenti, ha dovuto tradurla in lingua e ripeterla in dialetto. Carla Camporini ha letto: "Fiori di pietra" e "Ad Alberto", poesie brevi ma di una grande bellezza espressiva. Doris Cannetti ha letto con trasporto: "C'è" e "Prima neve". Altri poeti si sono alternati nella lettura delle loro composizioni, suscitando nel pubblico molta emozione. Alla fine del programma ci si è salutati con l'augurio di rivedersi l'anno prossimo. Un pomeriggio diverso dal solito, dove la musica e la poesia erano il clou dello spettacolo che a qualcuno ha ricordato i famosi salotti letterari dell'800...
Doris Cannetti
marzo 2000
AUSER diciannove Milano via Uruguay 11/2 teL 0233402184 mercoledì ore 15 - 17 via Mar Jonio 7 tel. 0248705226 pomeriggio via Falck 51 teL 023538519 martedì, mercoledì e venerdì ore 15 - 17
RICERCA VOLONTARI Filo d'argento - Umanizzazione
Ospedale - Nonno amico -Prendete contatto con le nostre sedi.
UNIVERSITÀ POPOLARE
Corsi di: inglese - italiano per stranieri - fotografia - Mosaico.
CORSO DI FOTOGRAFIA
Inizia il corso di fotografia presso la scuola di Via Ojetti 13. Il corso vuol dare ai partecipanti che non siano di livello avanzato, le nozioni fondamentali e la pratica fotografica, per riuscire ad ottenere fotografie di buon livello e contemporaneamente passare alcune ore assieme in un'attività di sicuro interesse. Iscrizioni ed informazioni presso le nostre sedi o tel. Umberto 02/3580740.
TEATRO
Presso le nostre sedi è a disposizione l'elenco di tutti gli spettacoli fino a maggio che abbiamo selezionato. Vi consigliamo:
marzo
giovedì 9: "Il paese dei campanelli" operetta Teatro Rosetum fino al 12: "Bestiario italiano"
Paolini Teatro Strehler
sabato 25: "Aida" di Verdi Teatro
Rosetum aprile sabato 15: "Carmen" di Bizet
Teatro Rosetum mercoledì 26: "Cin-ci-là" Ranzato
Teatro Rosetum
XXI° Assemblea dell'ANPI della Zona
Alla presenza di Tino Casali presidente dell'ANPI provinciale si è svolto un importante dibattito sul ruolo dell'Associazione nella Zona 8.
ITINERARI GASTRONOMICO-CULTURALI Fernando soddisfatto per la buona riuscita di una sua proposta, ci vuole raccontare la giornata di Sabato 29 gennaio dove i Nonni amici ed alcuni soci dell'Auser 19, presidente compresa, hanno iniziato un cammino" cultural gastronomico milanese" alla riscoperta dei cibi, si spera il più possibile genuini, milanesi e lombardi. Il via è stato dato presso la Trattoria Lampugnano (ex Alvaro) via Trenno 22. Tutti coloro che hanno partecipato, hanno gradito il menù: dall'antipasto di nervetti, polenta e lardo, bruschetta, al primo piatto di pappardelle al sugo di brasato, ma il piatto forte era il secondo, tipico milanese e cioè: testina, lingua, manzo con salsa verde e patate lesse. Soddisfatti anche per il prezzo modico ed onesto, tutti hanno chiesto che questo cammino prosegua ancora per il futuro, il nonno amico Fernando e Stefania, presidente dell'Auser con tutti gli altri Collaboratori, faranno del loro meglio affinché questa strada, così bene avviata, possa continuare per molto tempo. Ringraziamo di cuore tutti coloro che hanno partecipato. La maratona gastronomica è appena iniziata!
Sabato 12 febbraio nell'Auditorium del Centro Civico si è tenuta la XXI° Assemblea della Sezione
ANPI Gallaratese- Figino- TrennoVialba- Quarto Oggiaro, con la presenza di Tino Casali.
Due rapide concise introduzioni, la prima di E Colzani, la seconda di G. Narratone, intervallate dalla relazione di bilancio presentata da Berti, hanno dato spunto a diciotto interventi, non solo di saluti, ma anche di proposte per il futuro della Sezione e del nostro Paese.
Colzani pur rimarcando gli aspetti organizzativi della Sezione come ad esempio con il nuovo azzonamento che vede le sezioni di Vialba e Quarto Oggiaro entrare a far parte della nuova Zona 8, ricordare la manifestazione del 14 febbraio per sostenere il nuovo processo sulla strage di piazza Fontana, e la prossima festa dell'8 marzo e al prossimo XXV aprile, ma ha voluto
anche sottolineare quello che stà succedendo in Austria e a tal proposito ha letto un motto di Bertol Brecht che dice:
"E voi imparate che occorre vedere e non guardare in aria; occorre agire e non parlare. Questo mostro stava una volta per governare il mondo! I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto: il grembo da cui nacque è ancora fecondo".
Narratone nel ringraziare Tino
Casali per il costante impegno che profonde nell'ANPI provinciale, ha voluto ricordare l'Italia del prefascismo con le sue debolezze, le sue
divisioni che divennero poi cavallo di battaglia dei fascisti per conquistare il Paese e condurci ad una serie di guerre.
Non dimenticare il passato non solo è importante, ma deve invece spronarci per combattere le forme di fascismo strisciante che avanzano, citando come da parte di questo Consiglio di Zona si sia tolto dall'aula consiliare il manifesto dell'ANPI e collocato nell'atrio.
Tra i numerosi interventi sia di saluto che di contributo ai lavori della Sezione, ricordiamo quello di Valter Molinaro, capo gruppo DS al Comune di Milano, di Manaresi
della Sezione di San Siro, di Paladini dell'ANPI di Vialba, di Magurno consigliere del CdZ 8 di F.I. che ha portato il saluto di una larga parte dei consiglieri, di Luzzi, di Cattadori di Rifondazione Comomunista, di Cordero della Coop. Percasa, di Morzana della Sezione di Quarto Oggiaro, di Fornaroli, dei Socialisti Democratici Italiani, di Samo dei Comunisti Italiani, di Martinelli della sezione di Vialba, di Stel, della prof.ssa Bramo, di Verdi, di Bescapè, della prof.ssa Campiotti e di altri. Un dibattito vivace non privo anche di spunti polemici, ma anche di proposte concrete sul come continuare l'attività a ricordo della Resistenza.
L'ANPI è stato più volte ricordato, non è l'associazione cui compete solo ricordare che ci fu un tempo, assai lontano, in cui il fascismo e il nazismo potevano governare con la barbarie e la violenza; la storia ha però di fatto cancellato tale periodo ed oggi è tempo di pacificazione e parificazione.
Ma è stato sottolineato che per realizzare tale posizione è oggi più che mai necessario calarsi nel mare di problemi, perseverare nella testi-
Per Auser 19 Fabio Chiappa monianza severa e onesta di ciò che fu allora e rappresenta tuttora il fascismo. E come ha detto Tino Casali su questo argomento: "occorre promuovere con il necessario impegno un'opera responsabile di chiarificazione verso le istituzioni, i partiti, i sindacati, aprirsi alle iniziative che provengono anche dall'esterno, e soprattutto intensificare il rapporto con il mondo della scuola".
E a questo punto aggiungiamo noi è bene ricordare una recente indagine presso gli studenti degli Istituti superiori di Milano svolta dalla CIRM: alla domanda chi ha compiuto le stragi di piazza Fontana, di Bologna, di piazza della Loggia a Brescia, dell'Italicus? secondo le risposte degli studenti per il 43% sono responsabili le Brigate rosse, per il 38% la mafia, per il 25% gli anarchici, per il 22,5% i fascisti e per il 15,9% i comunisti. Questa la dice tutta! T.M.
Mario Paladini
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Franco Colzani
Antonietta Bramo "Fiamma" e il presidente dell'ANPI Tino Catifi
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MILANO ENERC-;iA sr TERMOGESTCN1 Via Lucilio Gaio, 5 - 20151 Milano Tel. 0213087128-3086889-3087163 - Telefax 02/3087481
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arte diffondere EUM
rte 19, un'associazione artistica operante nella nostra ona dal Gennaio 99, che, come obiettivo principale (articolo uno del loro statuto) pone: "Il diffondere l'amore all'arte e alla cultura con particolare attenzione alla pittura", ha nel suo palinsesto organizzato una serie d'incontri culturali fra i soci.
Tra questi "L'opera del mese", un incontro serale all'interno del centro sociale "La Torrazza" che sarà ripetuto ogni mese per ritrovarsi, discutere e scegliere la migliore opera eseguita dai soci nel mese in corso. Nel loro primo incontro, avvenuto giovedì 20 Gennaio, ogni artista ha esposto l'opera ritenuta più valida per essere messa in mostra e per essere prescelta per diventare l'opera del mese. Erano presenti sei pittori/trici e due scultrici ceramiste.
Brocchi, in una rappresentazione autunnale della montagnetta di San Siro, ci ha parlato della sua passione profonda per la natura che ama dipingere con colori caldi, vivi e ci hanno dato qualche validissimo consiglio sull'uso dell'acrilico come supporto nella pittura ad olio. Daniela, che ha esposto un bellissimo vaso in ceramica ispirato all'arte precolombiana, ci ha raccontato il perché della scelta di un'esecuzione tanto difficile, mettere alla prova se stessa nel riuscire ad unire tutti i pezzi del vaso e poi cuocerlo senza rotture o crepe, (incidenti che avvengono regolar-
mente in ceramica) ed esprimere la sua profonda ammirazione per l'archeologia e l'arte antica. Giuseppina, ha esposto un dipinto ad olio della Darsena di Milano. Sapete come ottiene quegli effetti d'acqua così suggestivi?
Stemperando anche col dito i colori sulla tela Quanti artisti recenti e passati, hanno usato stracci, dita, spugne e così via per ottenere effetti più vicini alla loro più intima espressione! Le ho chiesto perché ha dipinto il cielo di Milano così azzurro, e la risposta era forse prevedibile: è un mio desiderio di cielo pulito! Puricelli, ha presentato un dipinto ad olio, un'esecuzione accuratissima di un panneggio bianco su sedia. Il panneggio è un esercizio pittorico in cui tutti i grandi artisti si sono cimentati (memorabile nell'arte moderna sono i panneggi di Casorati), danno la possibilità di perfezionarsi nell'esercizio del chiaro/scuro, di studiare e realizzare il bianco, che in pittura ad olio è il colore/non colore più difficile da rappresentare, e di esaltare la luce nel dipinto con contrasti di fondo più scuri.
Clara, ha proposto una bellissima scultura in ceramica, un Arlecchino. La posizione delle membra così naturali, il senso d'abbandono dell'Arlecchino in un momento quasi di stanchezza e di pausa, ci rivelano le grandi potenzialità espressive di quest'artista. Ci ha parlato di refrattario, di
ingobbio, di ossidi ed altri termini specifici della ceramica, volete saperne di più, perché non chiederglielo direttamente nel prossimo incontro?
Angela, ha eseguito una copia di Van Gogh "Il meriggio". Molto, molto vicino allo spirito del grande pittore. Ama dipingere copie dei grandi autori perché s'innamora della loro grandezza. Alla mia domanda "se quando dipinge riesce ad entrare nell'anima dell'artista ?", ha un po' esitato, forse non ci aveva mai pensato, ma io credo, osservando questo dipinto che questa immedesimazione, perlomeno per qualche attimo, ci sia veramente stata.
Nello ha presentato un ritratto a sanguigna eseguito da una fotografia. Ci racconta della sua volontà di insistere nel perfezionamento della somiglianza di questi suoi ritratti, molto freschi e di getto, ed effettivamente quest'obiettivo sembra raggiunto confrontando il ritratto presentato con il modello fotografico.
Uno strepitoso, poetico, evanescente "Vaso di fiori" di Silvio Manazza, acquerellista, è stato dichiarato con votazione segreta dagli artisti presenti L'opera del mese (vedi articolo).
P.S. il presidente di ARTE 19, invita tutti coloro che eseguono arte pittorica, ad iscriversi nel gruppo contribuendo, con la loro presenza e le loro opere, ad ampliare le possibilità di ARTE 19 nel conseguimento dei suoi obiettivi statutari.
A tal fine sarà lieto di ospitare tutti coloro che amano l'arte, ai prossimi incontri per "L'opera del mese" che ci sarà ogni quarto giovedì di ogni mese. Per informazioni telefonare
a: Carlo tel 02 3534334 S.V.
l'opera del mese
Vaso di fiori di Silvio Manazza
Arte 19 inaugura oggi la rubrica "Il socio del mese" che si propone di presentare agli abitanti della Zona un artista del proprio gruppo. Pensiamo, con quest'iniziativa, di fare cosa gradita ai lettori del giornale che possono così scoprire che il signore della porta accanto, o quella signora gentile che incontrano in ascensore, sono capaci di produrre opere pregevoli senza perdere quella semplicità d'animo
che contraddistingue tutti quelli che hanno alle spalle una vita di lavoro orientato alla famiglia invece che al capitale.
Pensiamo sia bello aprire un dialogo con questi vicini di casa e magari scoprire, attraverso loro, che anche noi possediamo una qualche vena artistica pudicamente tenuta nascosta per tanto tempo, e che nella zona esistono strutture volontarie capaci di farle emergere.
È con la massima gioia quindi che ci onoriamo di presentarvelo.
Ferdinando Brocchi, nasce il 12-21930 a Borgo Valsugana (TN) ma dimora a Milano dove la famiglia si trasferisce. Prende stabile domicilio in via delle Ande e intraprende la propria attività professionale nel settore trasporti/dogane.
Raggiunta l'età pensionabile, può finalmente gestire e godere liberamente il proprio tempo, finalizzandolo al disegno prima e alla pittura poi. I suoi lavori eseguiti in interno, quanto quelli eseguiti dal vero all'esterno, interpretano su tela ciò che la natura gli offre, preferendone la semplicità delle vedute di campagna e le zone ampie del cielo, i campi con casolari colonici e i fiori ecc. • I colori e i contrasti da lui usati e la rapidità d'esecuzione imprigionano sulla tela tutte le emozioni che Ferdinando prova davanti allo spettacolo della natura con il vivo desiderio di trasmettere a chi guarda le sue opere le stesse sensazioni. Chi desidera vedere le sue opere può rivolgersi al gruppo Arte 19 telefonando a: Carlo tel. 023534334 - Nello tel. 02-33400652
pittore ad olio autodidatta, si è avvicinato da un po' di anni all'acquerello, pittura difficile ed impegnativa, dove però riesce ad esprimere di più la sua sensibilità e la sua vena poetica Il vaso di fiori da lui eseguito denota la grande capacità tecnica ormai 'acquisita, che lo può senza esagerare accomunare con illustri nomi dei grandi acquerellisti italiani. Il tócco sapiente, leggero, senza ripensamenti, identità ineludibile del bravo acquerellista, ha una specificità in più, si legge nella sua opera l'anima poetica e piena di sensibilità che si trasfonde nei toni sobri e delicatissimi dei suoi colori, sia rappresenti la natura come nelle sue stupende marine, sia rappresenti nature morte o vasi di fiori come il soggetto di quest'opera. Riesce altresì a sfruttare l'ac-
quosità trasparente del mezzo conferendo anche forza e corposità alla composizione. Ha partecipato a molte mostre collettive, dal Rosetum ad altre gallerie in varie parti d'Italia, una molto interessante è stata la sua personale alla Certosa di Garegnano dove ha esposto 52 opere.
Sul catalogo pubblicato in occasione dell'inaugurazione dei restauri effettuati per l'anno giubilare, è mostrata, assieme alle grandi opere del monastero, anche una sua bellissima monografia che raffigura la certosa, nel cui testo critico si legge: "Il pittore sembra prendere per mano chi osserva i suoi quadri, conducendolo nella poesia della certosa vista dai suoi avi".
Biblioteca Rionale Gallaratese
Mostra di pittura
Il mio novecento - Mostra di pittura di Enrico Ratti, dal 25 marzo all'8 aprile 2000 alla Biblioteca Rionale Gallaratese "Il colore di Ratti rivendica con virulenza il proprio potere immaginifico, la sua intrusione è decisiva, ultimativa. Forse per questo molte sue opere vibrano di una strana indeterminatezza, anche quando si tratta di personaggi che si incontrano al bar o sul
Silvio Manazza acquerellista viale Certosa, 241 - 20151 Milano Stefania Veronese tram giornaliero perché il colore sembra posarsi su di loro come impazzito, per stravolgere quei tratti comuni con un'assolutezza medita: di vengono eterni".
Adriano Amati "La Voce di Mantova"
La zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Biblioteca è in via Quarenghi 21. Tel 0238006528. Ingresso libero. Dal Lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 23 ed il sabato dalle ore 9 alle 20.
FOTOGRAFIA ALL'ECER
Corso amatoriale in sette lezioni
Il Circolo Fotografico del Centro Culturale "Sandro Pertini" di via A. Cechov 20, si propone di organizzare un corso per fotografi amatoriali che fornisca le nozioni di base in forma semplice.
Il corso si svilupperà in non meno di sette lezioni, di un'ora e mezza ciascuna, da tenersi settimanalmente in un giorno fisso da destinarsi.
Il corso si potrà svolgere solo se le preiscrizioni saranno non
meno di 15, il costo di iscrizione è di L. 40.000. Per informazioni telefonare al n. 0233407722 (ore d'ufficio) o al n. 023087298 (ore serali sig. Francesco Canova).
Il programma delle sette lezioni prevede di affrontare gli aspetti:
1-La luce; 2-La macchina fotografica; 3-L'esposizione; 4Otturatore e diaframma; 5-Gli obiettivi; 6-La luce artificiale: flash, filtri, accessori; 7-Estetica della fotografia.
a SALINA L ALBERA ANCHE SU MISURA 9Pc12 LIUP rJ73 J c.fI3 via Mambretti, 29 20157 Milano tel. 023552529 - fax 0239000315 & reti TUTTO PER UN SONNO NATURALE rCEI\TROCLCI SCAVOLINI r_P E E sgr pagina 15 IV! i Lis. marzo 2000
Il socio del eilése: Ferdinando Brocchi
pagina 16
Cronaca del C.d.Z.
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Dversi sono stati gli argomenti trattati nella seduta del 18 di febbraio in C.d.Z., a partire dall'annosa questione riguardante i lavori di realizzazione del parcheggio/piazza adiacente la stazione S. Leonardo MM.
La consigliera Radaelli ha sollevato il problema dell'elettrodotto contiguo i giardini "S. Pertini", con la richiesta, urgente, di delocalizzame il percorso.
Ed è emersa, tra le richieste, di fare il punto della situazione sul campo nomadi di via Barzaghi, giungendo ad un sostanziale impegno da parte del presidente Adriani di attivarsi nel merito di entrambe le questioni.
Si è poi discusso dell'area parco di via Isernia che dovrebbe ospitare per un breve periodo, dal 12/03 al 12/04, una giostra per bambini e la mozione, come non era difficile prevedere, è passata all'unanimità.
Ma in quegli attimi il presidente si è allontanato dall'aula, erano le 21.10, circa, per riapparire, come per magia, alle 22.40.
Si è avuto un interessante scontro, in un clima all'insegna dell'educazione e del reciproco rispetto, è bene precisarlo, sotto la vigile gestione del vicepresidente Fortuna, per nulla intimidito dal malcelato disinteresse di qualche consigliere, non esattamente silenzioso, sul tragitto dell'autobus 40. La proposta della maggioranza è stata quella di
Molti problemi all'ordine del giorno, ma mancano ancora risorse e poteri
modificare il suddetto percorso con un suo prolungamento alle vie Villapizzone e Varesina, ed inoltre via Sonnino o, in alternativa, via Pacinotti.
La consigliera Rosa ha anticipato la sua dichiarazione di voto sostenendo che un simile intervento non migliora né qualitativamente né quantitativamente la reale efficienza del servizio.
Il consigliere Trada si è spinto oltre con due interessanti proposte, la prima riguardante la creazione di linee di automezzi di collegamento tra le periferie, senza necessariamente passare dal centro, e la seconda di strutturare linee brevi di servizio all'interno delle stesse macrozone. Il consigliere Rotta, su queste proposte, si è trovato d'accordo e si è anche impegnato affinché il servizio pubblico migliori, soprattutto per quanto riguarda i tempi d'attesa.
La consigliera Radaelli, suffragata dall'intervento del collega Abbati, anch'egli DS, pur ammettendo i passi avanti nelle scelte contenute nella mozione, ha dichiarato che il suo gruppo si asterrà dal voto. La mozione, a seguito della votazione, è approvata con 21 favorevoli e 12 astenuti.
La successiva discussione ha riguardato il lato destro del marciapiede di via Cilea, nei pressi del campo di calcio, frequentato dai più piccoli, con la proposta di transennatura
MOZIONE
Tre importanti mozioni, presentate dal gruppo DS, sono state approvate in Consiglio Comunale sul problema dell'inquinamento acustico. Due mozioni in particolare riguardano la Zona 8 per tutti i quartieri limitrofi alle tangenziali. Infatti riguardano la realizzazione di barriere antirumore nel tratto tra via Stephenson e Largo Boccioni, a ridosso degli insediamenti residenziali, e tra via Inverigo fino all'incrocio con via Gallarate e dall'incrocio con viale Certosa fino a via Triboniano. Oltre a questi specifici interventi è stata approvata una mozione più generale sul tema che pubblichiamo integralmente.
I recenti provvedimenti di blocco totale del traffico dovuti all'altissimo livello di inquinamento atmosferico hanno fatto riscoprire una dimensione diversa della città liberata dal quotidiano rumore prodotto fondamentalmente dal traffico autoveicolare.
Quotidianamente l'inquinamento acustico a Milano supera in gran parte delle zone in tutte le ore diurne e notturne le soglie determinate dall'attuale legislazione. Nonostante gli impegni più volte assunti non si è ancora provveduto a redigere il piano di zonizzazione acustica e il conseguente Piano di
oltre che di segnalazione con l'ausilio di dispositivi luminosi. Altra questione, è stata quella relativa al superamento delle barriere architettoniche, in altre parole tutti quegli ostacoli che impediscono, o limitano, il transito di persone con difficoltà, parziali o totali, nella deambulazione.
Il consigliere di maggioranza Moscato ha suggerito un censimento zonale di questo tipo di impedimenti, con l'esortazione, rivolta al Comune, di attivarsi per la realizzazione di semafori, per ipovedenti, provvisti di segnalatori acustici, e di percorsi a rilievo, sui marciapiedi, oltre ad una migliore dislocazione degli ostacoli, già presenti, come i pali dell'illuminazione stradale posti al centro del marciapiede, ed un migliore assetto degli scivoli posti presso gli attraversamenti pedonali, troppo stretti e ripidi, ed alle volte anche con sensibili dislivelli.
E su questo punto i consiglieri Barbalinardo, PPI, e Magurno, FI, hanno fornito ulteriori suggerimenti. Il consigliere Martini, capogruppo DS, con un intervento complesso ed articolato, ridefinisce il senso, prevalentemente politico, che questo tipo di interventi dovrebbero avere, senza senso di sudditanza alcuno nei riguardi della politica comunale.
Anche questa mozione è ragionevolmente approvata.
risanamento acustico.
La definizione del Piano Territoriale di zonizzazione acustica entro l'anno 2000 non limita la possibilità immediata di intervento dell'Amministrazione Comunale nelle aree critiche all'interno della città particolarmente esposte al rumore.
Il Consiglio Comunale di Milano ritiene necessario Vintervento immediato dell'Amministrazione Comunale per ridurre l'esposizione dei cittadini al rumore nelle zone e nei quartieri particolarmente colpiti dalla presenza di grandi assi di penetrazione stradale, confinanti con le tangenziali, attraversate da strade sopraelevate e da rilevati ferroviari.
diversificare gli strumenti per ridurre l'impatto del rumore che possono essere: cortine arboree
Successivamente si è aperto un confronto, tra i consiglieri Moscato e Martini circa la realizzazione di un albo zonale delle associazioni.
Se sul merito erano ovviamente tutti d'accordo, sul metodo si è aperto il dibattito, con il capogruppo dei DS che non ha assolutamente condiviso l'operazione di mero scorporo delle suddette associazioni dall'albo comunale.
Viene poi accolta l'idea di ripensare a questo tipo di strumento, tra le attività effettivamente svolte dall'associazionismo e gli adempimenti squisitamente burocratici.
Al di là delle personali impressioni, nel Consiglio si vede di volta in volta un sempre minore dilettantismo ed una maggiore civiltà, sotto più di un aspetto, malgrado emergano quesiti sui criteri, oltre che sugli strumenti, che questo tipo di organo deve avere. Se è vero che il CdZ non è un sindacato, o se non è in grado di occuparsi di alcuni problemi riguardanti la Zona, come si è sentito udire diverse volte da alcuni consiglieri di maggioranza, qualche cittadino, come, per esempio il sottoscritto, potrebbe anche ribattere che questo tipo di assemblea non è volontariato, visto che, tanto o poco che sia, i suoi membri ricevono una retribu-
marzo 2000 zione. Secondariamente, è bene attribuire ad ogni cosa il suo senso. E quest'ultimo, associandomi alle parole di Martini, deve essere per forza politico.
Non è possibile che le iniziative più rilevanti siano di carattere ludico o puramente informativo, come quella dal titolo "Oggi la città è a portata di telecomando", quando esistono tutta una serie di problemi, del tutto irrisolti, dalla carente semaforizzazione alle discariche a cielo aperto, lesivi la qualità della vita dei cittadini.
Si notano, indubbiamente, le migliori intenzioni all'interno delle iniziative sino ad ora proposte da questa maggioranza, sebbene l'esito appaia più che altro come un regalo al fine di accontentare le opposizioni.
L'altra strada percorribile sarebbe invece quella di creare progetti da sottoporre non soltanto a tutti consiglieri ma tenendo conto anche dell'opinione della cittadinanza, cosa che avviene molto raramente. O qualcuno si è già dimenticato dei 20 milioni per campi gioco e dei 100 milioni per opere varie, richiesti, ottenuti ma di cui non se ne sapeva nulla, nemmeno nella Commissione preposta?
Alex Miozzi
Egr. Sig. LA.MA. Redazione di Milano 19
Ho letto con piacere il Suo bellissimo articolo pubblicato nell'edizione del febbraio 2000 di "Milano 19". Lei dovrebbe sapere quanto è difficile far ridere la gente considerati i problemi che ogni giorno deve affrontare.
Le riconosco comunque un buon senso dell'ironia, da cui emerge la figura di un Presidente che, per quanto mantenuto in rigoroso anonimato, ha saputo rendersi rappresentativo di una realtà territoriale che sino ad ora molte persone, come ad esempio Lei, hanno preso solo sul ridere.
Le sono grato di avermi segnalato i problemi "storici" della zona, ed ognuno lo fa a suo modo, io con la mia lettera ai cittadini nella quale li invito a contattarmi per qualsiasi
problema, ed in qualsiasi giorno della settimana essendo presente negli uffici del Consiglio di Zona tutti i giorni, e La invito a verificare, e Lei utilizzando le pagine di un giornale.
La ringrazio, ad ogni buon conto, di riconoscermi la capacità di far ridere la gente, soprattutto se con una battuta ho richiamato alla mente i numerosi problemi della zona, ai quali si sta finalmente per dare una risposta. Questa volta sul serio.
Grazie a Lei, dopo otto mesi, ho capito finalmente perché e che cosa i cittadini di Peschiera Borromeo hanno festeggiato il 9 Luglio 1999. Già altre volte ho inviato miei comunicati alla Direzione di "Milano 19", senza peraltro averne mai visti pubblicati; mi auguro che almeno in questa occasione il
Direttore voglia pubblicarmi. A tal fine Le allego il comunicato stampa, riferito agli incontri con i cittadini che in questo periodo sto organizzando. Perdoni l'intestazione della mia, ma se Lei non si nascondesse dietro due sigle, avrei potuto indirizzarla diversamente.
Prendiamo atto della Sua e del comunicato stampa che pubblichiamo integralmente, precisando che al nostro giornale non sono mai giunti Suoi comunicati, salvo un lettera per terza persona, che abbiamo pubblicato.
A questo proposito Le ricordiamo che nei trascorsi ventidue anni, tutti i presidenti dei C.d.Z. hanno sempre inviato sia le convocazioni e gli o.d.g. dei C.d.Z. sia comunicazioni per altre attività dell'organismo. In merito alla sigla dell'estensore dell'articolo non è una forma di anonimato ma è prevista dalla legge. Il Direttore
permanenti, pannelli fonoassorbenti, riduzione della velocità del traffico attraverso dissuasori e limiti più severi nelle aree residenziali, campagne di sensibilizzazione dei cittadini, verifiche sulla rumorosità delle marmitte, compresi i mezzi di superficie ATM, controllo dei pubblici esercizi e rispetto degli orari e dei limiti di rumorosità per discoteche, pub, bar, ecc.
finanziare con il prossimo programma di opere pubbliche,,ilerventi consistenti per avviare risanamento acustico della città a partire dalle zone più esposte (vedi sopra) da individuare anche attraverso uno specifico impegno dei Consigli di Zona.
Gruppo Consiliare DS Milano
INCONTRI SETTIMANALI
COMUNICATO STAMPA
La Zona 8 a partire dal 29.1.2000, con cadenza settimanale, organizza dei punti di incontro rivolti agli abitanti della Zona. Lo scopo di questa iniziativa è di far conoscere tutti i servizi resi dal Consiglio di Zona, nonché dal Comune di Milano.
Gli stessi vedranno la partecipazione degli Assessori, di volta in volta interessati dal tema affrontato, e saranno presentati dal Presidente Giuliano Adriani e dai Presidenti di Commissione per quanto concerne le aree di rispettiva competenza.
L'incontro del 29 Gennaio u.s., svoltosi presso il Centro Commerciale Bonola, in particolare, cui ha partecipato l'Assessore al Settore Economato e Turismo Serena Manzin, ha riscontrato una consistente affluenza di pubblico (circa un migliaio di persone). In tale occasione è stato distribuito materiale informativo ("Milano dove, come, quando ", "Oggi la Città è a portata di telecomando ", "La Milano del Giubileo"), che la gente ha gradito e visionato con interesse.
Considerata la grande affluenza
di cittadini e la partecipazione dagli stessi dimostrata, che ci incoraggia a proseguire nell'organizzazione di questi incontri, si ritiene opportuno estendere l'iniziativa anche presso i mercati settimanali.
SANT'ELENA
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Inquinamento acustico in Zona 8 Barriere antirumore per le case vicine alla tangenziale
Il Presidente a LAMA
Salute, diritti e responsabilità Il decalogo delle proposte per la sanità lombarda
Il decalogo delle cose che non funzionano nella sanità lombarda. La legge 31, voluta dall'attuale Giunta e perno della campagna elettorale di Formigoni, ha prodotto:
la spesa sanitaria è andata aumentando in modo cospicuo, con un deficit che in Lombardia è cresciuto fino ad oltre 4000 miliardi in quattro anni, pari a circa 500.000 lire per ogni cittadino lombardo, che sarà prima o poi chiamato a saldare il debito;
la qualità delle prestazioni non è per questo andata aumentando:
le "code" sono rimaste inalterate, escludendo alcuni settori di eccellenza, per esami anche essenziali nelle strutture private ci vuole da due a tre e più mesi, se invece li si fa pagando "di tasca propria" bastano tre...giorni; l'eccessivo turnover di pazienti negli ospedali non è sempre segno di qualità e di vantaggio per i cittadini; si privilegiano prestazioni "redditizie" a quelle veramente utili (vedi gli scandali del Galeazzi, di PoggiLongostrevi o Multimedica);
nella lungodegenza, riabilitazione, e soprattutto nella prevenzione, permangono falle importanti;
si è voluto perfino far pagare ai cittadini lombardi i costi di una terapia inutile, come la "Di Bella";
lo stato di salute della popolazione lombarda non è andato migliorando: lo dimostra l'incremento, più significativo nelle aree metropolitane, delle malattie neoplastiche, per inadeguati provvedimenti di prevenzione primaria e secondaria;
la Regione Lombardia si oppone infine alla applicazione del recente decreto di riassetto della sanità varato dal governo D'Alema su progetto del ministro Rosy Bindi, che introduce elementi fortemente innovativi nel servizio sanitario italiano.
dott. Giuseppe Landonio
8 marzo 2000
per tutte le ragioni illustrate nell'articolo del dottor Landonio, i democratici di sinistra si oppongono alla contro-riforma voluta da FormigoniBorsani e propongono, con le altre forze del centro-sinistra e con Martinazzoli, una profonda inversione di tendenza, basata sui valori della universalità ed equità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) in particolare:
il rilancio dei distretti come primo punto di avvicinamento dei servizi ai cittadini. Verrà garantita l'assistenza primaria, coordinata l'attività dei medici di base con la guardia medica notturna e festiva, ripristinata l'attività dei servizi specialistici di diagnosi e cura, oggi segregata a livello ospedaliero. Nel distretto verranno garantite attività di prevenzione legate alla persona e, infine, verrà realizzata l'integrazione tra servizi sociali e sanitari.
verrà garantito il recupero del ruolo dei Comuni nella pianificazione e nel controllo dei servizi sanitari, a partire dalla conferenza dei sindaci di distretto;
verrà riesaminato lo status
Un pensiero per le donne partigiane
gamagt- I
naio scorso all'Università Bocconi in onore di Roberto Franceschi) è così che le 350.000 donne della Resistenza hanno acquisito il diritto di "voto", cioè ad "esserci" nella Società.
Nel '45 le donne hanno votato di più degli uomini, esse hanno quindi capito l'importanza di questo strumento democratico.
delle aziende ospedaliere, alcune delle quali non hanno i requisiti per esserlo: pertanto saranno necessari sia "scorpori" di ospedali che la loro gestione diretta da parte della aziende USL; alcuni grandi ospedali potranno invece essere trasformati istituzionalmente in fondazioni di partecipazione;
verranno rivisti alcuni degli azzonamenti delle aziende USL, se di dimensioni eccessive per garantire un adeguato funzionamento;
verrà definito un nuovo piano sanitario lombardo che tuteli la prevenzione, rilanci i servizi di riabilitazione e le lungodegenze, e riduca, ove possibile, il numero di letti per acuti;
verrà rivisto, in questo contesto, anche il ruolo del privato, con norme di accreditamento rigorose e che certifichino la reale complementarità al servizio pubblico;
verrà prestata particolare attenzione alla verifica di appropriatezza delle prestazioni, e alla certificazione di qualità delle stesse, come principio fonda-
mentale dell'utilizzo delle risorse (un caso come la vicenda Di Bella non dovrà più ripetersi!), anche attraverso una "authority regionale per la qualità";
verrà stimolata la scelta del tempo pieno all'interno del SSN, e curata la formazione permanente del personale, medico e non;
verranno sperimentati fondi sanitari integrativi per acquisire prestazioni aggiuntive per anziani, accedere alla libera professione, o per prestazioni integrative locali;
verrà ripristinata una gestione non centralista della sanità, e rispettosa delle autonomie locali, puntando sulla reale professionalità dei nuovi direttori e non sulla appartenenza a un'area politica.
DS Milano e Lombardia
Necrologio
E' prematuramente mancata ai suoi cari Nella Nava la Redazione esprime le più sentite condoglianze a Carlo Carrara.
UNA SOLUZIONE...
AD OGNI PROBLEMA
LiLeA e P Z♦Z,I'E+RDEI F.LLI DI MARTINO
il mio pensiero è rivolto in particolare alle donne.
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Le ricordo numerose ed attive compagne di lavoro durante i lunghi anni dell'ultima guerra mondiale quando avevamo sostituito gli uomini che erano stati mandati a combattere per una causa assurda.
Le ricordo sensibili ed intelligenti collaboratrici quando nel periodo clandestino si erano unite con me sotto la guida dell'intrepida Maria Azzali del C.L.N. per formare i Gruppi di Difesa della Donna e l'Unione Donne Italiane (U.D.I.).
Quanto fervore di lotta quando ci si dava da fare per raccogliere il materiale da far avere ai
Partigiani della montagna (calze, guanti, sciarpe di lana, siero antivipera, lettere d'incoraggiamento e sostegno morale), quando ci riunivamo con medici ed infermiere per imparare a fare punture, a curare ferite da taglio o da arma da fuoco con foro d'entrata e d'uscita, quanto entusiasmo quando durante gli allarmi aerei alcune di noi si appartavano nei sotterranei della Ditta per cucire le fasce Tricolori che sarebbero servite per distinguere i Patrioti durante l'insurrezione. Ed ancora: il volantinaggio, i contatti con le altre fabbriche, le lettere "minatorie" da portare a destinazione.
E, come ha affermato la staffetta partigiana - ex Ministro - Tina Anselmi (nella serata del 24 gen-
L'Anselmi ha ricordato che le conquiste non sono mai irreversibili, occorre quindi vigilare affinché le leggi non tornino indietro e che, da dopo l'incontro delle donne a Pechino, il loro contributo non è solo rivolto alla dignità della donna, ma alla loro presenza in ogni campo, perché senza di esse scade la qualità della politica. Non bisogna aver paura dei problemi se per risolverli ci siamo tutte! Dobbiamo far emergere i valori: cambiare per chi?, cambiare per cosa? Non adagiamoci su quanto abbiamo conquistato, ma continuiamo il nostro cammino e guardiamo con speranza al nostro futuro.
P.S.-Tina Anselmi aveva preso coscienza della politica e della realtà nazista quando nel 1944 i tedeschi la obbligarono ad uscire dalla scuola con le sue compagne di liceo per vedere i Partigiani impiccati agli alberi di Bassano del Grappa.
FiammaAntonietta Romano Bramo
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marzo 2000 L_Ad‘r%r pagina 17
SEGUE DALLA PRIMA
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il calendario fiorito:
Marzo
narcisi, che arrivate prima che si avventuri la rondine, W e accogliete i venti di Marzo con la bellezza.
W. Shakespeare
Teatro fra due secoli
Sala Wagner - piazza Wagner 2 sabato 18 marzo ore 21 e domenica 19 ore 16 - "Prego non disturbare" -
Compagnia Punto e a Capo sabato 1 aprile ore 21 e domenica 2 ore 16 - "Il ballo dei ladri" Compagnia Gli Oltretutto del Centro Teatro Attivo
Teatro Out Off
via duprè 4 fino al 26 marzo: "Doppio sogno" regia Fabio Sonzogno dal 28 marzo al 16 aprile: "Danae" - seconda edizionepercorsi, tracce, dal nuovo teatro al femminile
Teatro Nazionale
piazza Piemonte 12 fino al 26 marzo: "Nonostante la stagione" con Cochi e Renato
Galleria d'arte
Eustachi via Eustachi33, Milano tel. 02/29512395
orari: 9.30 - 12 / 16 - 19.30 chiuso domenica e lunedì mattina.
dal 18 marzo al 1° aprile si terrà la Mostra Personale dell'Artista Franco Magni. Cocktail d'inaugurazione sabato 18 alle ore 17.30
Fiera
dal 10 al 12 marzo "Milanofi " - Esposizione Internazionale di Filatelia, dal 16 al 19 marzo "77°Mipel" - Mercato Internazionale della Pelletteria
Triennale Viale Alemagna.
6 - Milano, orario: 10.00 - 20.00 da martedì a domenica
Emanuele Luzzati, fino al 12 marzo, Antoni Gaudì fino al 30 aprile. xam—wetta....J
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Sapori della Roma imperiale in una cena culturale organizzata dal Comitato Soci Ipercoop Bonola Venerdì 4 febbraio, alle ore 20, presso gli accoglienti locali della Cooperativa "Labriola", ha avuto luogo un interessantissimo incontro conviviale organizzato dal Comitato Soci Ipercoop Bonola. Si è trattato di una cena caratterizzata da un menu ispirato all'arte culinaria della Roma imperiale. Per la realizzazione, il Comitato Soci si è avvalso dell'ausilio tecnico-culturale della "Società Archeologica Milanese" e della collaborazione logistica della Cooperativa "Labriola".
Per creare l'atmosfera antica, l'ambiente è stato illuminato da candele poste su ogni tavolo; purtroppo non è stato possibile disporre degli antichi triclinii di marmo e delle danzatrici di Cadice: siamo troppo lontani dalle cave di Carrara e dalla Spagna..!
La cena ha avuto inizio con l'anti-
Julia e la sequoia
GQ (turca M 12eunce 1132:r4btknwe)
In California, nella Foresta di Headwaters, si è svolta per due anni una vicenda che ha dell'incredibile.
Sulla cima di una sequoia, che vanta più di dieci secoli di vita, si è piazzata una ragazza poco più che ventenne, Julia Hill detta Butterfly, (Farfalla) e con la sua presenza ha protestato contro il taglio degli alberi millenari, ottenendo risultati ben più grandi che non la promessa di salvare quell'unico esemplare.
Julia ha posto il problema della salvaguardia dell'ambiente sotto gli occhi di tutto il mondo, ha dimostrato che ci si può ribellare, che i guasti perpetrati fin qui si possono arginare.
Una tenda impermeabile all'acqua, coperte e abiti pesanti, un telefonino ricaricabile a energia solare (unico contatto con gli amici e i sostenitori), acqua piovana e qualche cibo offerto da chi saliva per lei i quattro chilometri di sentiero ripido, dopo la strada battuta, per portarle solidarietà concreta, oltre a quella morale che il suo gesto aveva raggrumato attorno a lei.
A quasi cento metri da terra, in bilico tra la piattaforma che reggeva la tenda poco più sotto, e i rami che componevano la vetta della sequoia chiamata Luna, Julia ha resistito a tutte le tentazioni. Freddo, momenti di sconforto, dubbi, tentativi di estromissione da parte della Società proprietaria del terreno e relativo legname, non l'hanno vista desistere. Ecco l'elicottero che le ronza sul capo per non farla dormire e impaurirla, ecco i sentieri bloccati per impedire che gli amici solidali le procurino un pasto caldo o una borraccia di latte, ecco il vento che la fa dondolare come su un mare in tempesta, ecco i fulmini e le cento e cento motivazioni che possono indurla a scendere e chiudere una partita così scabrosa, una partita che si gioca tra il profitto e le idee. No, niente da fare. Julia è tenace, chiede almeno un'area protetta attorno a Luna, e le pare ancora poca cosa, valutando la lunga frana di fango che è precipitata a valle là dove la foresta di sequoie millenarie è stata strappata alla
sua collina. La ragazza ha sentito la spiritualità del "più antico dei templi", quello della selva, che contiene e preserva l'anima di creature così fantastiche quali sono gli alberi, e in particolare di quei giganti che hanno allargato le braccia, i rami, verso le albe e i tramonti della nostra Madre comune, la Terra. Quella terra che sarà la prima cosa che Julia bacerà quando rimetterà piede sul suolo. Sulla maglietta che indossa è ricamato: "Se stiamo insieme in amore, unità e solidarietà, guariremo le ferite del mondo e le nostre". Ci sembra bellissimo. Un personaggio importante; affermava in TV pochi giorni fa (ritenendosi forse originale) "Più conosco gli uomini, più amo gli alberi". D'accordo, ma si può dire ancor meglio: "Più conosco gli uomini che sconciano la Natura per danaro, più amo le persone che dedicano la loro vita per fermarli".
E quindi amiamo le impavide Julie, che passano due anni della loro gioventù a cento metri d'altezza, salvando un albero e dandogli la propria voce.
pasto (gustum in latino) veramente sfizioso, costituito da una crema di ricotta amalgamata con erbe aromatiche, spezie, aglio e qualche goccia di miele (moretaria); da olive in salamoia (olivae in salsura) e da uova sode con salse (iura in ovis elixis). Sono seguiti il primo piatto (mensa prima) con ottimo spezzatino di maiale e polpettine di manzo (minuta! Matianum), il secondo piatto (mensa secunda) composto da fave alla "Imperatore Vitellio" (fabae Vitellianae) e da broccolo condito (caulis conditus) ed infine un gustoso digestivo costituito da vino mescolato a miele e pepe (mulsum). E' stato inoltre servito il famoso "garum" sorta di salsa piccante di alici macerate in sale, origano, vino rosso. Il tutto innaffiato da vino rosso, sfortunatamente non dell'epoCa..!
I commensali, pur nel constatare la novità delle pietanze, degli accostamenti culinari insoliti e dell'inconsueto connubio tra sapori dolci
TECAOlOGIE PER M SICUREZZA ED Il RISPARITI10 EfiERGETICO
e salati, hanno partecipato con piacere all'evento, dando la priorità, nel giudizio di maggiore e minore piacevolezza, al significato storico culturale della cena piuttosto che alla mera degustazione culinaria (de gustibus non est disputandumdei gusti non si discute).
Nell'intervallo tra il primo piatto ed il secondo, il Presidente del Comitato Soci, Luigi Vaj, ha ringraziato i presenti per la partecipazione e, ricordando che la cena è stata ispirata alla triplice insegna di
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un simpatico incontro sociale, di una immersione culturale nella vita dell'antica Roma e di una opportuna azione di raccolta fondi a sostegno di istituzioni "no profit", ha dato corso ad una lotteria i cui proventi (£ 500.000) sono stati versati alla: "Casa della Madre e del Fanciullo" di via Goia. La cena è stata preceduta, il 2 febbraio alle ore 21 presso la sede del Comitato Soci, da una conferenza corredata da proiezione di diapositive sull'arte culinaria antica e sulle tipologie conviviali nell'età romana imperiale (disposizione della mensa e dei triclinii, sorta di divani in marmo su cui si stendevano i commensali per mangiare nonché presenza di danzatrici che allietavano il banchetto con musiche e danze).
Inoltre, in apertura di serata, il 4 febbraio, sono state presentate, con esauriente dovizia di particolari le parti della cena stessa, le pietanze preparate ed il clima piccante e godereccio dell'antico banchetto, a confronto del quale, il nostro è stato decisamente più sobrio.
Queste carrellate descrittive sono state estremamente utili e gradite per la precisione e la chiarezza dei dati forniti, in quanto hanno dato la, possibilità di riandare indietro neli tempo e di gustare, praticamente,' abitudini, comportamenti ed atteggiamenti in atto a Roma nel I° secolo d.C. Concludendo, vogliamo dare un doveroso riconoscimento ai soci Francesco Rizzardi, Giuseppina Guzzi, Giovanni Giannella e Paola Ticozzi per l'impegno e la finezza con cui si sono prodigati per il buon esito del festoso evento ed auspichiamo che diventi tradizione del Comitato Soci lper000p Bonola, programmare, tra le molteplici attività sociali, questo ritorno al passato e queste simpatiche rievocazioni storiche di usi e costumi antichi che costituiscono le radici del nostro vivere moderno.
Per il Comitato Ipercoop Bonola Giuliano Sacco
Dove trovare Milano 19
Il nostro giornale lo si può trovare in vendita presso le edicole delle seguenti vie: via Isernia - via Cimabue Angolo via Collecchio - via Diomede (Lampugnano)via Silva Angolo Monte Bianco - piazza Stuparich - piazza Segesta - via Chiarelli - via Betti 48 - Marchetti Largo Boccioni - piazza del Cimitero MaggioreCartolibreria Fantasia via Sapri - via Cechov 20 - via delle Ande - via Uruguay 10 - MM Uruguay - Angela via Pareto - via Betti
Posta del QT8
Vi ricordiamo che la redazione di Milano 19 ha predisposto nel QT8 due punti di raccolta dove consegnare te vostre segnalazioni (sono ovviamente graditi articoli, foto e notizie riguardanti il quartiere) entro il 15 di ogni mese presso: zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Latteria Caloni Daniele, nel mercato comunale di via Isernia, e zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA La gelateria di Piazza Stuparich (Comitato "Quelli della 19")
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il WTO?
DcalitIACO IL BOSCO A POIS
di Marco Tadini
Il 17 febbraio alle ore 15,30 presso "Il Giardino Aperto" della Cooperativa A. Labriola di via Falck, si è tenuta una riunione indetta dalla Sezione Soci Ipercoop Bonola durante la quale Carla Dentella, Amalia Navoni e Ugo Pinferi, presentati dal presidente della Cooperativ,a Labriola, Scotti, hanno spiegato ai numerosi cittadini presenti i tre temi in discussione: "Che cos'è e come opera il WTO". "Che cosa possiamo fare per far sentire la nostra voce". "Le biotecnologie e i prodotti geneticamente modificati".
il corvo e il temyorale
1 temporale scoppiò violento con fortissime raffiche di vento. Il bosco venne squassato da quel fortunale esagerato. Vecchi tronchi rinsecchiti, rami e arbusti avvizziti vennero abbattuti come fuscelli. Sentieri, mulattiere, torrentelli divennero fiumi in piena scendendo a valle con gran lena. Non era il primo temporale, ma così forte non ve n'era stato uguale. Poi improvvisamente cessò e poco dopo il sole tornò. Il corvo fece un giro d'ispezione su tutta la regione, quando tornò agli animali comunicò i punti critici da evitare, le frane da superare, i passaggi intasati e i prati allagati. Ogni animale così informato se ne andò dal posto dove s'era rifugiato. un musicale mattino
colorato
li uccelli del Val Trebbia malgrado la nebbia che avvolgeva monti e casolari, vennero a banchettare tra le zolle scure e chiare nel terreno d'un orto vangato, dalla pioggerellina bagnato, dove trovavano in quantità insetti di prima qualità. Quel raro raduno colorato di versi e strida allietato da gazze, cinciallegre, scriccioli, cardellini, pettirossi, fringuelli, merli, verdoni, corvi, cornacchie e il raro picchio reale tutti intenti a mangiare, trasformarono quel grigio mattino d'autunno avanzato, in un musicale mattino colorato.
C. Dentella ha sottolineato come il WTO l'Organizzazione Mondiale del Commercio che raggruppa 134 Paesi, si sia consolidato dal 1995: il suo scopo è quello di fissare delle regole cui tutti i Paesi aderenti devono attenersi. Ma è proprio su queste regole neoliberiste che sono sorti contrasti all'interno dell'organizzazione. I motivi sono le diversità delle varie economie tra Paesi ricchi e industrializzati e quelli poveri e indebitati soprattutto del Terzo Mondo. Alcuni esempi come quello dell'India e delle Filippine che producono e consumano riso tutto lavorato manualmente e quindi con alti costi produttivi. Questi paesi vengono messi in ulteriore crisi con una importazione massiccia di riso proveniente dai paesi che hanno invece una agricoltura meccanizzata e quindi con costi bassissimi rispetto quelli dei 'due Paesi in questione. Ma il problema esiste anche per altri Paesi per diversi prodotti come: banane, pesce, olio, latte, carne, legname ecc. I motivi dei contrasti si accrescono ancor più perché, in base alle regole del WTO, coloro che non si attengono alle norme vengono multati con pesanti sanzioni di diverse centinaia di milioni di dollari. Da questi aspetti negativi sono nati, durante il convegno dell'anno scorso a Seattle, i disordini contro l'organizzazione che si è poi conclusa senza alcuna decisione. Così è andata anche a Davos e qui è sorta la necessità di cambiare le regole dell'Organizzazione Mondiale del Commercio che si è dimostrata insensibile agli aspetti economici non solo dei Paesi in via di sviluppo ma anche degli altri. Cosa fare allora per far sentire la voce dei cittadini contro queste inique storture?
A. Navoni a questo interrogativo ha affermato che la prima cosa da fare è quella di organizzarsi, e a tal proposito ha sottolineato che sono già diverse le organizzazioni esistenti che si battono contro questo stato di cose. La prima cosa da rivendicare è la modifica degli accordi esistenti. La seconda è quella che il WTO tratti solo pro-
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blemi che siano inerenti al commercio. La terza è che il WTO va riformato in modo democratico. Per ottenere questi obiettivi occorre che le proposte delle varie organizzazioni che si battono per questo diventino patrimonio dei governi, dei sindacati, dei partiti, delle associazioni e perché ciò si possa realizzare occorre impegnarsi contro la politica neoliberista per la quale l'unico fine è il profitto fine a se stesso rappresentato dalle multinazionali. Tra i grandi problemi da affrontare vi è anche quello della diffusione degli organismi geneticamente modificati. A questo proposito Ugo Pinferi è intervenuto dicendo che gli aspetti delle nuove biotecnologie, una scoperta recente in termini di tempo, ha visto la Coop chiedere cautela sull'impiego di questa nuova tecnologia che consente di creare organismi viventi che in natura non esistono, mediante innesti di cellule di organismi estranei, appartenenti talvolta a regni naturali diversi. Questi nuovi organismi sono modificati geneticamente, cioè agendo sul DNA, che presiede alla vita di ogni essere vivente. Oggi esistono piante (es. mais e soia) destinate all'alimentazione che contengono frammenti di virus, di batteri o geni prelevati da altri organismi allo scopo di renderle immuni da insetti parassiti o più resistenti al clima o ai
prodotti chimici usati in agricoltura o per conferire loro particolari caratteristiche sfruttabili ai fini commerciali. La scienza ha creato nuovi esseri viventi, ma non ha ancora saputo prevedere con esattezza che cosa comporti l'inserimento di questi nuovi organismi nel delicato equilibrio della natura. La Coop, ha ribadito Pinferi, è stata la prima a chiedere cautela, in nome dei principi di sicurezza, naturalità e compatibilità che sempre caratterizzano i suoi prodotti a marchio. E per dimostrare la sua attenzione sempre rivolta primariamente alla tutela della salute dei cittadini consumatori e del suo diritto di scelta ha deciso di garantire l'assenza di organismi geneticamente modificati e loro derivati nei prodotti alimentari a marchio Coop, già a partire dal gennaio '98, effettuando allo scopo rigorosi controlli ed avviando una iniziativa rivolta alla protezione dell'ambiente per garantire, l'assenza di organismi geneticamente modificati sin dalle coltivazioni in campo, ricercando accordi con tutti gli operatori: produttori di sementi, imprese agricole e loro organizzazioni, aziende di trasformazione. La Coop continuerà a proseguire su questa strada fino a che non verrà comprovata l'assoluta innocuità, per l'uomo e per l'ambiente, della manipolazione genetica in campo alimentare. Le nostre fragole resteranno semplici fragole e non saranno ottenute innestandovi un gene di pesce artico per farle crescere su terreni ghiacciati senza bisogno di riscaldare le serre. Una fragola con "l'anima" di un pesce non è un'animale ma forse non è neppure una fragola.
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