Milano 19(37)

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Eletti il presidente ed il vice presidente della nostra zona

Orasi devono tradurre i progetti in realtà

Riconfermato presidente il comunista Pasquini ed eletto vice presidente il repubblicano Malusardi con i voti dei gruppi P.C.I., P.S.I., P.R.I. e P.S.D.I. - L'impegno della maggioranza é di realizzare un programma che parta dalle istanze dei cittadini

Con diciassette voti su 27 votanti il comunista Danilo Pasquini ed il repubblicano Fernando Malusardi sono stati eletti, il 12 settembre scorso, rispettivamente presidente e vicepresidente del Consiglio di Zona 19. Stando alle dichiarazioni di voto, essendo la votazione avvenuta a scrutinio segreto, in entrambi i casi hanno votato a favore i consiglieri dei gruppi comunista (8), socialista (7), repubblicano (1) e socialdemocratico (1). Per l'elezione del presidente si sono astenuti i 7 consiglieri democristiani, i due liberali ed il consigliere demoproletario, mentre per l'elezione del vice presidente le astensioni sono state soltanto nove ed un voto é andato all'indipendente del gruppo comunista Aldo Monzeqlio.

Con questa elezione che aveva subito più di un rinvio, il Consiglio di Zona 19 eletto 1'8 giugno scorso entra nel pieno della sua funzionalità e vede riconfermata, secondo le scelte espresse dagli elettori, la maggioranza di sinistra che già lo reggeva nella precedente legislatura. Viene così mantenuto l'impegno

ORM

La scoperta del Monte Stella

La festa provinciale dell'Unità svoltasi tra la fine d'agosto ed i primi di settembre scorsi ha dato modo di far conoscere a molti cittadini, e non soltando della nostra zona, il Monte Stella e di dare nel contempo delle indicazioni su come renderlo "vivibile" ed attrezzato, in modo che riesca a diventare veramente quel polmone di verde, quel punto di aggregazione, quel centro di attività ricreative e culturali che dovrebbe essere.

Il Monte Stella, difatti, collegandosi col Parco di Trenno, con il Parco Ovest e col futuro Parco delle Cave costituisce una vera e propria oasi di verde nel cemento della città e dell'intero comprensorio e, come tale, é in potenza un servizio sociale di primaria importanza.

La festa de l'Unità é stata l'occasione per i suoi circa 600 mila partecipanti di apprezzare la singolarità e la bellezza di questo monte nato da un'idea dell'arch. Bottoni, ma nello stesso tempo ne ha messo in risalto le manchevolezze.

Mancano infatti le strade e sentieri facilmente praticabili, in particolar modo agli anziani o da chiunque abbia difficoltà di movimento. Il tappeto verde é tutt'altro che curato e la vegetazione é per la maggior parte spontanea. Ma le maggiori carenze sono risultate con evidenza a chi ha messo mano agli impianti: acqua, luce e fognature erano del tutto assenti e per l'allestimento della festa si é dovuto ricorrere all'installazione di impianti provvisori.

C'é ora da sperare che tutte queste indicazioni possano far convergere gli sforzi di tutti verso una corretta utlizzazione di questa e di altre aree cittadine, nello spirito di iniziative polivalenti, democratiche e assolutamente non permanenti.

assunto nella nostra zona nel maggio scorso (prima della consultazione elettorale) dal P.C.I. e dal P.S.I. con un documento congiunto (reso pubblico) di rinnovare l'esperienza unitaria di gestione politica ed amministrativa, dichiarandosi disponibili al contributo di tutte le forze politiche e sociali della sinistra laica e cattolica.

A tal fine subito dopo le elezioni dell'8 giugno il gruppo comunista e quello socialista hanno elaborato congiuntamente una bozza di programma promuovendo, fin dalla prima seduta del Consiglio di Zona, una serie di incontri fra tutti i partiti e gruppi democratici per affrontare i temi programmatici partendo da essa.

Farsi carico dei problemi della gente

Tale lavoro preparatorio ha fatto si che si sia potuti arrivare all'elezione del presidente e del vice presidente sulle linee generali di un programma completo ed articolato, che dovrebbe mettere il Consiglio di Zona nelle condizioni di po-

ter operare partendo dai problemi che la gente sente con preoccupazione aggravarsi. Sono i problemi legati al terrorismo, che si manifesta nel nostro paese da ormai undici anni, dalla strage fascista di piazza Fontana a Milano alla strage fascista alla stazione di Bologna dell'agosto scorso, come ha ricordato il capogruppo comunista Claudio Calerio nel suo intervento. E sono anche i problemi derivanti dalla crisi economica che colpisce il nostro paese, peggiorando le condizioni di vita dei lavoratori, contro i quali proprio nella prima metà di settembre é stato sferrato un duro attacco con le preoccupazioni richieste di licenziamenti avanzate dalla FIAT. Se si considera che a Milano sono occupati nell'indotto dell'auto circa 15 mila lavoratori si può ben comprendere come tale iniziativa dell'industria torinese possa duramente colpire l'occupazione anche nella nostra città.

Anche di queste preoccupazioni, ha detto Calerio, il Consiglio di Zona deve farsi carico sostenendo le lotte operaie ed i Consigli di Fabbrica, senza per altro trascura-

Morire di pensione a San Siro

L'assassinio di un'anziana pensionata ripropone drammaticamente la questione della custodia delle case popolari e dell'illuminazione di piazza Selinunte.

Per una modesta pensione, o, meglio, per quanto restava di essa, un'anziana pensionata è stata assassinata a San Siro. La vittima, Margherita Fraccapani. 82 anni, viveva sola, dopo la morte del marito e di tre figli, in un piccolo alloggio al piano rialzato di piazza Selinunte 3. Il 29 agosto aveva ritirato la pensione di vedova di un ferroviere: duecentomila lire o forse meno, che le sarebbero dovute bastare per tutto un mese. Nella notte del primo settembre qualcuno si è introdotto nel miniappartemento attraverso la finestra che si apre sul cortile a non più di due metri da terra. Margherita Fraccapani, forse svegliata dal rumore, probabilmente ha affrontato l'intruso, che dopo averla stordita colpendola alla testa con la cornice di un quadro, l'ha soffocata con un cuscino, quindi ha arraffato quanto era rimasto della modesta pensione ed è fuggito. Si è detto che doveva trattarsi di un "disperato" alla furiosa ricerca di soldi. Può essere! Certo è difficile pensare ad un ladro "professionista", che mirasse ai pochi risparmi di una pensionata. Ma se si è trattato di un "disperato" molte circostanze lo possono aver indotto e favorito nel suo gesto. Innanzitutto il luogo. Piazza Selinunte, o meglio il suo grande giardino (sotto cui è sistemata la centrale termica dello IACP) non è illuminato. Di notte, al buio, chiunque vi si può nascondere per traffici illeciti. Si dice che sia frequentato da spacciatori di droga

e da tossicomani. Può essere che sia stato uno di questi ultimi a compiere il delitto mentre tentava di rubare del denaro per comprarsi una dose. Entrare nel cortile di piazza Selinunte 3 gli è stato facile. Anche qui, come negli altri stabili popolari di San Siro. lo IACP ha tolto, da alcuni anni il servizio di portierato, per cui chiunque può entrare od uscire come e quando vuole attraverso il cancello che resta aperto ed incustodito giorno e notte. Una volta nel cortile salire ad una finestra a non più di due metri da terra, come lo sono quelle del piano rialzato, non richiede certamente particolasegue in ultima

re altri problemi legati al territorio ed ai suoi abitanti quali l'Unità Sanitaria Locale, le questioni della droga, degli anziani, dele scuole, dei bambini, dei giovani, dei parchi, del verde, della casa, del risanamento, e della gestione delle case IACP, dei trasporti, della cultura, del tempo libero, dello sport. Su questi temi deve costruirsi il programma del Consiglio di Zona, cui le delibere quadro comunali conferiscono oggi in materia poteri reali di intervento.

Intervenire in settori nuovi

Il Consiglio di Zona 19 nel giugno scorso si insedia con un bilancio 1979/80 che ha visto produrre realizzazioni importanti e progetti che ora devono diventare realtà, servizi ai cittadini. che saranno chiamati a gestirli. Per i prossimi bilanci si tratterà di intervenire in settori nuovi per qualità di intervento, proprio grazie ai nuovi poteri di cui ora gli organismi del decentramento sono dotati. segue in ultima

Un importante servizio per la zona

FINALMENTE IN FUNZIONE IL SIMEE

Dalla fine di settembre é entrato in funzione, nella sua sede di via Betti 189, il S.I.M.E.E. (Servizio Igiene Mentale dell'età evolutiva) della nostra zona, nel quale già opera un primo gruppo di operatori, cui quanto prima se ne dovrebbero aggiungere altri.

Si tratta di un servizio alla popolazione, ed in particolare ai giovani nell'età evolutiva, che si affianca al già operante Centro Prevenzione Sociale provinciale.

Ci sembra giusto sottolineare l'importanza che questo nuovo servizio abbia iniziato a funzionare in concomitanza con l'inizio dell'anno scolastico, dato che la sua attività dovrà essere agganciata alle scuole materne, elementari e medie.

Scrivici anche tu!

Caro lettore, ricordi il manifesto con cui nell'aprile 1977 Milano 19 annunciava la sua uscita? Vi campeggiava la scritta: SCRIVICI ANCHE TU!

Era un invito che rivolgevamo a tutti gli abitanti della nostra zona affinchè utilizzassero questo nostro foglio per far sentire la loro voce, per esporre i propri problemi, per confrontare le proprie idee con quelle degli altri.

È un invito che ancora oggi rivolgiamo a te ed a tutti: scriveteci! Milano 19 è un giornale aperto a tutti, chiunque vorrà scriverci troverà spazio. Veniteci a trovare, la redazione si riunisce ogni mercoledì sera in via Appennini 101/B. Venite! Noi saremo ben lieti di accogliervi.

in
CAMBIARE IN MEGLIO IL VOLTO DELLA ZONA LA SIT-SIEMENS DIVENTA ITALTEL IL DOLCE COME ALIMENTO CHI HA PAURA DEL VERDE? RISCALDAMENTO: GRAVE DECISIONE DELLO IACP LA STORIA DEL LAVORO IN ITALIA ANNO IV - N. 10 - Ottobre 1980 MENSILE DI INFORMAZIONE POLITICA E CULTURA L. 300
questo numero

Dal presidente del Consiglio di Zona

Precisazioni in merito al Monte Stella

Egregio Direttore, Nel numero del "Corriere della Sera" del 29 agosto 1980, nella rubrica "Visita ai Governi delle Zone", viene riportata una intervista - sotto forma di articolofattami da un giornalista del suo quotidiano nei primi giorni del mese di luglio di quest'anno.

L'apertura dell'articolo recita che il Consiglio di Circscrizione é d'accordo con un"progetto" per la realizzazione di una sorta di "Prater" -o di un Luna Park - sul Monte Stella, che sorge, come Le é noto, nella zona 19 di Decentramento che ho l'onore di presiedere.

Sul "Corriere d'Informazione" di sabato 23 agosto 1980, a firma A. Fall., compariva addirittura, sotto un titolo di sei colonne ("C'é già un progetto per costruire un Luna Park sulla Montagnetta".), un articolo in cui era descritto minuziosamente il progetto per il "Luna Park", parlando addirittura di una "pronta adesione alla proposta".

Voglio far notare quanto segue:

II Consiglio di Circoscrizione non hamai espresso parere favorevole a interventi di questo tipo (quello del Luna Park non é il primo, e lo conosciamo solo dalla stampa);

nel corso dell'intervista, non ho parlato assolutamente di simili progetti, ma ho detto brevemente concetti che hanno sempre mosso il Consiglio di Circoscrizione sul problema del Monte Stella e degli altri spazi della zona: farne, cioé, un parco cittadino per il riposo, la salute e lo svago, potenziandone la dotazione di verde e costruendo "occasioni" per il tempo libero, ma di libero accesso, da affidare all'educazione e al senso civico dei nostri cittadini. (Ricupero della Palazzina di via Terzaghi, vasca per il gioco con modelli navali in cui sia possibile anche "progettare" e "realizzare" porti e luoghi di mare, di lago e di fiume con componibili, bar belvedere - sen-

In una classe della Matteo Ricci

za superalcolici - sulla colma, raggiungibile per anziani e portatori di handicap, con gremagliera o tappeto mobile protetto a partire dalla stazione MM del QT8.l'aveva prevista anche il Bottoni nel suo progetto originale di trenta anni fa! - struttura stabile per l'anfiteatro, spazi per il gioco del calcio; della palla a mano, delle bocce, ecc. ma "liberi", luoghi di riposo); ho detto anche che il Monte Stella potrebbe essere usato per festa, ma solo e soltanto per brevi periodi.

3) La porto a conoscenza che sin dal 1973 il Consiglio di Circoscrizione ha interpellato le scolaresche ed i cittadini della zona per avere indicazioni su come ultimare il Monte Stella; quelle indicazioni raccolte in un volume visibile presso i nostri uffici, sono diventate progetto che il Consiglio Circoscrizionale ha approvato e ora - con la gradualità necessaria, - sta realizzando anche con i propri finanziamenti (Bilancio 1980).

Approfitto della sua ospitalità per aggiungere un'altra considerazione: Milano ha bisogno di aree per gli spettacoli viaggianti (o fissi come le Varesine) e di questo fatto è la città nel suo insieme che se ne deve far carico.

Oggi con il nuovo P.R.G. abbiamo a disposizione molti parchi e molte aree a disposizione molti parchi e molte aree da destinare a servizi.

Bene: propongo - attraverso il suo giornale e la stampa cittadina - di non lasciare spazio allo spontaneismo ma di studiare insieme Amministrazione Comunale, Consigli di circoscrizione e categorie interessate la soluzione giusta di questo problema. Ne sortirà una città ordinatacome io vogliono tutti i milanesie le polemiche lascieranno spazio a realizzazioni concrete, che possono migliorare la qualità della vita.

Tanto volevo precisare. La ringrazio e la saluto molto cordialmente.

Arch. Danilo Pasquini

Che ne sarà della montagnetta?

La recente Festa dell'Unità ha richiamato sul Monte Stella l'attenzione degli abitanti del quartiere che, tramite Milano 19, rivolgono una domanda al Consiglio di Zona 19: Quale sarà la sorte della montagnetta?

C'è chi dice che diverrà un'oasi per gli animali, in alcuni quotidiani si è parlato della costruzione di un Luna Park. Secondo noi non sono queste le soluzione rispondenti ai bisogni degli abitanti del quartiere. La montagnetta deve conservare la sua destina-

Ma non sono tutti del Gallaratese

Vi inviamo questa nostra precisazione confidando che vorrete pubblicarla nel Vostro numero di ottobre affinché sia assicurata agli utenti della Scuola la completezza e l'obiettività dell'informazione.

Non é nostra intenzione entrare in polemica con l'articolo comparso nel numero di Settembre di "Milano 19" intitolato "Quando bocciare é più "serio" che "inseg nare",desideriamo soltanto precisare quanto segue: nella classe in questione gli otto bocciati non sono. come affermato, tutti del Gallaratese, due risiedono nella Zona QT8, due hanno dichiarato di essere domiciliati presso parenti al QT8, gli altri quattro sono veramente del Gallaratese; fra i migliori alunni della stessa classe abbiamo ragazzi residenti nel quartiere Gallaratese; il Genitore intervistato avrebbe dimostrato maggior serietà se non si fosse nascosto dietro a un

Tra via Betti e via Ojetti

Nell'imminenza della riapertura delle scuole, ci sembra opportuno segnalare agli Enti interessati la situazione precaria e pericolosa del tratto di strada che unisce via Ugo Betti (all'altezza del n. 62) con via Ugo Ojetti (al n. 42-44).

Detta strada, che inizialmente doveva forse servire solo come passaggio alla Chiesa, é diventato di fatto il percorso più conveniente per entrare in via Ojetti a chi proviene dalla periferia in auto o in moto.

La strada asfaltata molto tempo fa, presenta ora profonde bu che ed affossamenti laterali che ne rendono disagevole il percorso, sopratutto alle persone anziane delle quali sono facili le cadute. Ma l'aspetto più preoccupante della situazione é dato dal fatto che la strada presenta due punti ciechi dai quali sbucano all'improvviso, rasentando il muro, gli autoveicoli che cercano di evitare le buche: é sufficiente che una persona esca dal piazzale (e sono tanti i ragazzi che ne escono di corsa) per provocare un incidente.

nome fittizio (non esiste nessun Roberto nella classe); é completamente falsa la dichiarazione dello stesso Genitore il quale sostiene che i Docenti si sono rifiutati di fare il ripasso del programma di V° elementare. É vero piuttosto che i programmi sono stati svolti con estrema lentezza; non risponde a verità l'affermazione secondo la quale alcuni Genitori avrebbero fatto ricorso e con successo; non intendiamo la ripetenza come castigo o "emarginazione" ma la consideriamo piuttosto un'ulteriore possibilità di recupero e di maturazione offerta ai ragazzi che "hanno bisogno di essere maggiormente seguiti". In ciò ci conforta l'esperienza di casi analoghi. Si chiede la pubblicazione ai sensi dell'art. 8 della legge 8/ 2/ 1948, n. 47.

Il Consiglio Docenti di 1° C

Mensile di informazione politica e cultura della Zona 19

Direttore: Gianpiero Pagetti

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Redattori: Gianfranco Bassi Maria Rosa Beltramini

Adalberto Crippa

Patrizia Romano

Luciano Zagato

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FratelliMORO APICOLTORI NOMADI

colare (cosa però che scontenterebbe molti e renderebbe difficoltoso il passaggio di funerali o altri veicoli diretti alla Chiesa, tra cui la Croce Bianca che ha qui il posto di pronto intervento). Sicuri della benevolenza con cui vorrete accogliere questa nostra richiesta, porgiamo ringraziamenti e distinti ossequi.

Preside della Scuola Media

Direttrice della Scuola Materna

Parrocco della Parrocchia SS. Martiri

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zione di parco, di oasi di pace. Per rendere vivibile la montagnetta non occorrono progetti faraonici (dispendiosi), basterà piantare tanti e tanti alberi; impedire l'accesso ai mezzi motorizzati, sistemare panchine e attrezzi sportivi, qualche fontanella e i servizi. Con la presenza, beninteso di un vigile. Preghiamo Milano 19 di farsi interprete presso il Consiglio di Zona 19 di queste esigenze della cittadinanza.

Un gruppo di abitanti di S. Siro, 0T8 Gallaratese

C'é anche da notare che la strada é il percorso obbligato per tutti coloro che provengono dalla Scuola materna di via Ojetti 15 e dalla Media Casati ed abitano nella zona occidentale del quartiere ed é assolutamente priva di illuminazione (la scuola Media Casati é a tempo pieno e quando escono i ragazzi alle 17, in inverno é ormai buio completo).

Si chiede quindi, prima che accada qualche incidente irreparabile la sistemazione della strada con marciapiedi e illuminazione o la chiusura al traffico vei-

milano 19 - pagina 2
Mercato Comunale - Via Chiarelli 10
ottobre 1980
milano 19
"Solo" uno su tre i bocciati
percorso di guerra
Un

Ferragosto!!

Bottegaio mio non ti conosco

- Hai già chiuso il negozio?

- Si. Devo andare a prenotare per le ferie, quest'anno vorrei andare al mare una ventina di giorni.

- Quando chiudi quest'anno? al 24 agosto e ti saluto

Ninetta!

- Andrei anch'io dal primo al ventiquattro ma ho un po' di scrupoli, perché anche l'altro panettiere del quartiere chiude in quel periodo.

- Anche per me é la stessa cosa!

L'altro macellaio chiude proprio nel mio stesso periodo e forse viene anche lui in Calabra.

- Eallora cosa facciamo? Andiamo via tutti insieme?

Senti. A me non interessa un bel niente, io vado e chiudo, degli altri non mi preoccupo minimamente, figuriamoci se devo star lì a diventare matto per i turni, preoccuparmi delle sostituzioni, fare degli accordi o altre balle del genere, io vado e chi si é visto si é visto.

- Scusa sai, ma se chiudete tutti e due, gli abitanti del quartiere dove vanno ad acquistare la carne? E ti alura? Se chiudete voi due panettieri gli stessi abitanti che dovrebbero comprare la carne dove vanno a prendere il pane? Il pane é il pane, la carne si può anche saltarla una qualche volta, ma il pane é il pane. - Bravo! Tu dici così per farmi credere che ciò che fai non é grave, ma io ho dei seri scrupoli. Pensa, quest'anno le partenze saranno inferiori all'anno scorso, un po' per la grana, un po' per i soldi, resteranno a Milano quasi settecentomna persone, l'ha detto anche il GR2, e....poi ci sono gli anziani, gli invalidi, molti non possono aiiotanarsi dal quartiere, non hanno nessuno ... come fanno a mangiare, dove

Un impegno per il C.d.Z.

Cambiare in meglio

H volto della zona

andranno a fare la spesa se qui é tutto chiuso?

Ohhhhhh! Carote, se ti preoccupi degli altri non vai via più .... gli anziani, gli invalidi, quei a buléta se pensi a tutti non fai più un bel niente . Si arrangeranno cosa ti devo dire, io di scrupoli non me ne faccio di certo, i questa società di emme ognuno pensa per se, Dio per tutti.

- Non é certo un bel discorso, però é anche ora che si organizzassero dei turni, sono anni che se ne parla, sono anni che i cittadini si lamentano e non si muove nessuno, poi magari ci piove addosso una multa qualcosa del genere.

Ma figurati! Cosa vuoi che ti facciano? Sono anni che la gente brontola sono anni che dicono tutti che i soldi li abbiamo fatti e ce ne freghiamo, sono anni che il problema lo sollevano in estate e si zitta tutto ai primi di settembre, tornano tutti qui, gli faccio un bel sorriso, nessuno si lamenta più e tutto torna come prima. Gli anziani, gli invalidi, quei a buléta .... pazienza, pazienza!!

- Senti! Mi pare che sta giunta ci ha in mente qualcosa per darci una regolatina é vero??

Chi lo sa?? In parto. L'hanno in mente o non l'hanno in mente per questo anno la va così. Un altr'anno vedremo. Ciao!!!

- Ciao! Parto anch'io e buon ferragosto a te e a tutti i clienti.

Dialogo immaginario fra due negozianti immaginari. Ogni riferi mento ai negozianti della zona 19 e in special modo a quelli del quartiere Gallaratese sono puramente casuali.

Luciano Amato

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La necessità di operare per la soluzione dei problemi vitali posta in rilievo dal presidente del Consiglio di Zona 19 all'atto del suo insediamento.

Subito dopo la proclamazione della sua rielezione a presidente del Consiglio di Zona 19, Danilo Pasquini ha voluto ringraziare quanti gli avevano dato il voto, ribadendo il suo impegno, già formulato due anni or sono, di essere il presidente di tutti i cittadini della circoscrizione e di attuare il programma del Consiglio, rimanendo sensibile alle istanze della gente. Ricordato che di fronte ad atti criminali come l'attentato fascista a Bologna, che ha provocato 84 vittime, non basta la condanna, non bastano le analisi sulle origini e sulle motivazioni delle stragi, ma sono necessari un impegno ed una vigilanza quotidiani e costanti di cittadini democratici ed antifascisti, Pasquini ha posto in risalto la necessità di trasmettere questo impegno ai giovani, affinché continuino la lotta per il raggiungimento di quegli ideali che animavano e tuttora animano quanti hanno combattuto durante la resistenza e quanti in questi ultimi 35 anni hanno lottato per rafforzare la democrazia.

Tutte le conquiste ottenute in questi lunghi anni di lotta oggi

sono minacciate anche dalla crisi economica, che si va facendo sempre più grave. Nella nostra zona, la minaccia della disoccupazione é alle porte. Alla SitSiemens la minaccia di cassa integrazione e di licenziamenti grava sulla testa di migliaia di lavoratori, mentre molte altre aziende di Milano chiudono i cancelli minacciano di farlo. É quindi necessario lottare assieme ai lavoratori per contribuire alle scelte di programmazine economica, evitando sprechi, ponendo al servizio dei lavoratori l'opera degli amministratori cittadini.

Per il fatto stesso di essere stato eletto direttamente del voto popolare, ha proseguito, il Consiglio di Zona, deve presentare un programma che tenga conto di quanto si é dibattuto, progettato, costruito in questi anni e battersi affinché i tempi fra progettazione ed esecuzione delle opere vengano accorciat. In particolare l'impegno del Consiglio dovrà essere speso in direzione della soluzione di problemi vitali, quali l'edilizia popolare, la difesa della salute dei cittadini, il completamento della rete di servizi sociosanitari di base, il disinquinamen-

to, il potenziamento e la salvaguardia dei parchi, di cui la nostra zona é ricca, la realizzazione degli impianti previsti per lo sport di base, la programmazione e l'attuazione di un programma culturale di ampio respiro, che preveda l'uso delle risorse locali, riconsiderando l'uso del cinema Alpi, la riqualificazione del patrimonio pubblico, anche mediante l'acquisizione delle aree destinate a parco, la progettazione e la realizzazione di opere pubbliche al Gallaratese, al QT 8, a S. Siro, al quartiere Fiera, a Figino ed a Trenno.

Questi, ha concluso, sono i temi programmatici su cui nei prossimi cinque anni dovrà misurarsi il Consiglio di Zona, che ora dispone di strumenti che gli potranno consentire di realizzare le opere previste e prevedibili. Dallo sponateismo degli anni '60 e '70 si é passati ad uno sviluppo ordinato. Dalla vacanza dell'ente locale si é passati ad una politica di piano e di programmi di attuazione che consentono di cambiare in meglio, sia pur con gradualità, la qualità, la forma, l'immagine, la sostanza della città e del suo territorio.

La SIT-SIEMENS diventa ITALTEL

sarà solo un cambio d'insegna

La società Italtel (già Sit-Siemens) ha emesso nel settembre scorso il seguente comunicato stampa: La Sit-Siemens cambia nome.

Dal 15 settembre prossimo la Società Italiana Telecomunicazioni Siemens s.p.a. muterà la denominazioe sociale in I TAL TEL s.p.a. La modifica é stata approvata dalla Assemblea Straordinaria degli Azionisti riunitasi il 25 luglio.

Nel 1960 l'Azienda, già operante da un decennio nell'ambito del Gruppo STET, concentrò la sua attività nel settore delle telecomunicazioni e mantenne l'uso del nome SIEMENS in base ad un accordo con la Casa tedesca d'origine; l'accordo,di durata ventennale, viene appuhto a scadere nel 1980.

L'Azienda italiana ha nel frattempo sviluppato una propria individualità tecnica sempre più accentuatamente nazionale, che il nome Italtel simbolicamente riafferma e sottolinea.

Non ci resta che prendere atto che la Sit- Siemens ha cambiato nome ed é diventata ITALTEL. Rimangono comunque immutaji i gravi problemi che affliggono tale società e che proccupano non poco le maestranze.

Ci si aúgura che con la nuova denominazione si cambi anche il tipo di gestione e si inizi un dialogo più costruttivo con i lavoratori, al cui fianco Milano 19 rimane sempre nelle lotte per la conservazione e lo sviluppo dell'occupazione nella nostra zona.

ottobre 1980 pagina 3 - milano 19

Cronache familiari

Interpreti di queste cronache sono sempre gli stessi: mia moglie, 43 anni casalinga; mia figlia 22 anni universitaria; mio figlio 16 anni 3° liceo scientifico; io 45 anni impiegato; e poi tutti, del Gallaratese e non.

E lei, mia moglie, a gettar lontano con rabbia il "Corriere" ed a esclamare con durezza: "Banda di schifosi!".

Cerco di capire cosa abbia mai letto di così grave (un'altra intervista di Den Xiaoping a Oriana Fallaci, forse?) ed allora, accendendo nervosamente la milionesima sigaretta del giorno, si degna di spiegarmi.

"C'é una lettera anonima firmata 'alcuni abitanti del Gallaratese' che se la prende con la Festa dell'Unità al Monte Stella: dicono che é una vergogna, che la festa ha sottratto loro la montagnetta, la tranquillità e il sonno per finire dicendo che forse per impedire altre feste dell'Unità al Monte Stella bisognerà fare come a Danzica, in Polonia......

"Ma allora la lettera l'ha scritta Walesa, il sindacalista autonomo polacco! "L'interruzione - é del membro più giovane della famiglia ormai ammesso a frequentare la terza classe Smembrata (quelli d'inglese da una parte e quelli di francese dall'altra, secondo una vecchia tradizione canadese - n.d.r.) dell'innominato Liceo Scientifico.

"Ma che c'entra Walesa: quelli della lettera al Corriere sono certamente fascisti, mentre in Polonia la lotta era condotta dalla classe operaia che ha vinto contro la burocrazia dello Stato e del partito. "E questo invece é il commento della giovane rappresentante degli Stu-

di Universitari Milanesi, portavoce degli stessi ambienti politici-culturali.

Voglio dire anch'io la mia, visto che il problema é abbastanza di attualità e la cosa rischia di essere oggetto di dibattito sia in Consiglio di Zona, che in Consiglio Comunale: "Dunque, la Festa dell'Unità é stata una grande manifestazione popolare, Centinaia di migliaia di persone hanno scoperto il Monte Stella, ideato dall'arch. Bottoni, ma sinora ignorato dalla maggioranza dei milanesi. Ciò non significa che non abbia recato qualche disturbo agli abitanti della zona: qualche difficoltà in più per parcheggiare, qualche rumore o suono più forte, qualche lieve difficoltà per il footing quotidiano. Tutte cose limitate nel tempo e, tutto sommato, di lieve portata rispetto ai vantaggi della valorizzazione della montagnetta.

Inoltre la stragrande maggioranza dei cittadini della zona ha preso parte attiva alle iniziative della Festa, che oltre tutto erano anche un'occasione per incontrarsi, parlarsi, vivere assieme.

D'altra parte é del tutto normale che ci sia stato qualcuno a cui dava soprattutto fastidio quello spettacolo di tanta gente, di tanti comunisti di quelle bandiere rosse al vento sulla cima del Monte Stella".

"Per la verità anche a me avrebbe dato fastidio vedere

tante bandiere bianche e sentire suonare "Biancofiore" e magari sentire un comizio di Fanfani", confessa a questo punto la mia metà settaria.

"E pensare che a me se c'era qualcosa che non funzionava era invece la scarsa incidenza del politico rispetto al culturale e al ricreativo. Bisognerebbe fare qualche dibattito e qualche mostra in più e qualche gioco o stand Gastronomico in meno" é la richiesta della giovane universitaria".

Intervento del liceale. "Dì la verità, tu avresti voluto anche una discoteca più grande dove si ballasse solo il 'reggae'. A me invece sarebbe bastato vedere al campo 25 aprile una bella partita con la Juventus e magari anche un bell'incontro di pallacanestro con il Billy".

Concludere l'aspro dibattito mi sembra difficile, ma ci provo. "Non bisogna certo dare troppo peso a quelli che scrivono stupide lettere provocatorie al Correre, perché poi forse sono gli stessi che subiscono senza proteste il caos per la Fiera e l'ingorgo sulla autostrada. Tuttavia qualcosa in più si dovrà fare per tener conto anche delle critiche che vengono fatte, se son fatte senza pregiudizi politici". "Ho capito, e la vera conclusione la tira lui, il giovane calcio-baskettista, dovremo aspettarci una Festa dell'Amicizia sul Monte Stella".

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La storia del lavoro in Italia

La fine dell'anarchismo e la "svolta" di Andrea Costa

Dopo la proclamazione dell'Unità d'Italia (1870) notevoli erano le tensioni sociali nel paese. Nel movimento anarchico era perciò i atto un vivace dibattito ideologico, nell'intento di trovare degli sbocchi rivoluzionari al forte malessere sociale. Emerse invece l'incapacità dell'anarchismo a superare le sue molteplici incertezza intorno agli obiettivi da perseguire. Esso ridusse quindi la sua azione a un forte attivismo organizzativo, in preparazione della "liquidazione sociale".

La quale rimase allo stadio di aspirazione, per la incapacità dei bakunisti a stabilire un rapporto con le masse. In ogni caso, la conseguenza pratica cui pervennero questi avversari dell'azione politica fu proprio, paradossalmente, la nascita e la costruzione del primo partito operaio esteso su tutto il territorio Nazionale infatti, nel 1874, contava 32.450 iscritti organizzati in 155 sezioni, nelle quali si tenevano regolari congressi e dibattiti. L'organizzazione di Bakunin era strutturata in federazioni provinciali, autonome, particolarmente efficienti in Romagna, Emilia, Toscana, Umbria e Marche. Questo partito fortemente organizzato disponeva infatti di commissioni di corrispondenza e di statistica, registri di iscritti, quote mensili, timbri e carta intestata, centri stampa, manifesti e dichiarazioni ufficiali. Inoltre, era dotato di doppia organizzazione legale e illegale, ed esercitava !a vigilanza contro le spie ed i provocatori. Insomma, tutto un complesso di apparati e di pratiche organizzative e politiche che prefiguravano, con trenta anni di anticipo, l'organizzazione e la vita interna del partito socialista dei primi anni di questo secolo.

Le "Insurrezioni"

Per tutta la metà del 1874 in molte zone d'Italia c'erano state, in particolar in Romagna, molte agitazioni e tumulti contro la fame che avevano visto le solite dure repressioni. Gli anarchici però non erano riusciti salvo qualche caso isolato , a svolgere un ruolo negli avvenimenti. Perciò, quando ormai il mo-

vimento popolare declinava, essi decisero di imboccare la via della "propaganda per mezzo del fatto".

In agosto, una colonna di 150 internazionalisti partiva a piedi lungo la ferrovia da Imola a Bologna,. nel tentativo di sollevare in un moto rivoluzionario i contadini delle campagne bolognesi. La polizia, già al corrente, arrestò tutti lungo la strada, Bakunin riuscì a sfuggire travestito da prete. Analogo tentativo fallì nelle Puglie, ove in precedenza erano stati inviati 400 fucili. All'appuntamento insurrezionale Cafiero e Malatesta, anziché i 500 internazionalisti della zona, videro presentarsi soltanto 6 compagni con la coccarda rosso-nera.

L'anno dopo divampò la polemicha tra gli anarchici e i socialisti, questi ultimi sostenevano l'abbandono dello spontaneismo per creare lo strumento politico unitario che rappresentasse la classe.

L'ultimi tentativo insurrezionale anarchico fu quello della primavera del 1877; 26 internazionalisti (centro-settentrionali), con a capo Cafiero e Malatesta (Bakunin era morto l'anno prima) organizzarono una nuova insurrezione a S. Lupo nel Matese (Campania). Dopo aver issato la bandiera rosso-nera su due paesini, con i cui abitanti non era stato loro possibile intendersi per il "particolarissimo dialetto", i rivoluzionari furono braccati da 12 mila soldati e dopo una settimana di stenti catturati. Come in precedenza, dopo una lunga detenzione, fu istituito il solito processone che, come le altre volte, mandò quasi tutti gli imputati assolti. Questi processi se da un lato favorirono la diffusione dei principi dell'internazionalismo proletario, dall'altro offrirono alle classi dominanti l'alibi per restringere ulteriormente i già pochi spazi di libertà che il gracile movimento operaio aveva saputo con tanti sacrifici conquistarsi in precedenza, Infatti, dopo i fatti del Matese, la Cassazione di Roma stabilì (16/2/1880) che ogni associazione internazionalista, di cinque o più persone, "costituite da individui appartenenti alle ultime classi", doveva essere senz'altro considerata una associazione di

malfattori e quindi perseguita penalmente. Non a caso gli arresti e le detenzioni di militanti operai, anche socialisti e repubblicani, furono di gran lunga più numerosi dei partecipanti alle "rivoluzioni"

La "svolta" di A. Costa

Dopo le romantiche ma disastrose "insurrezioni" degli internazionalisti, ebbe inizio il declino dell'influenza anarchica sul movimento operaio italiano. Parallelamente venivano avanti nuove e più incisive esperienze i classe, come il lungo e vittorioso sciopero dei lanieri di Biella. Questo sciopero durato tre mesi per respingere il peggioramento del regolamento di fabbrica, sviluppò una vasta solidarietà di classe, con aiuti forniti dalla società di mutuo soccorso. Nello stesso periodo i socialisti tedeschi (nov. 1877) conseguivano un importante successo nelle elezioni per il Reichstag. Un insieme di avvenimenti, quindi, che rafforzavano i metodi propug nati dai socialisti italiani, in particolare quelli milanesi guidati da Bignami. Il 'movimento operaio italiano, nel complesso, uscì rafforzato dalle fallimentari esperienze anarchiche, attraverso il passaggio di numerosi quadri anarchici al socialismo e dalla notevole crescita del senso di solidarietà internazionalista che caratterizzò fortemente la successiva storia del movimento italiano.

Un contributo notevole ad avviare verso il socialismo il movimento lo fornì, con il prestigio del suo passato, Andrea Costa. Il quale, con il carcere, la rilettura di Marx, l'esilio parigino e il contatto con autorevoli socialisti (Malon, Bignami, ecc.), ripensò praticamente la consistenza ideologica dell'anarchismo e alla contraddizione della stessa con la realtà sociale. Agli occhi del giovane Costa acquistava nuovo spessore la vecchia accusa di Marx a Bakunin concernente "l'indifferenza in materia politica" dell'anarchismo. Lo sbocco di questa maturazione di Costa apparve sui periodico socialista milanese di Bingami "La Plebe" del 27/7/1879, con la sua famosa lettera "Ai miei amici di Romagna", in essa pur non rinnegando il suo passato lo sottopose a forte critica: ".... Noi ci richiuderemmo in noi stessi e ci preoccupammo assai più della logica delle nostre idee ... che si sforzammo di attuare senza indugio, anziché dello studio delle condizioni economiche e morali del popolo .. noi abbiamo tentato di innalzare le bandiere della rivolta, il popolo non ci ha capito e ci ha lasciati soli, che le lezioni dell'esperienza si approfittino". Con l'invito quindi a "rituffarsi nel popolo" e a "ricostruire il partito socialista rivoluzionario italiano che continuerà l'opera incominciata dall'Internazionale". La lettera sollevò le ire di molti anarchici, ai quali Costa obiettò che la "insurrezione ad ogni costo ci sembra altrettanto assurda quanto la legaltà ad ogni costo". infatti proseguiva A. Costa, se "La legalità ad ogni costo conduce all'evirazione sociale, l'insurrezione ad ogni costo conduce, spesso, al trionfo dei gruppi avversari" e "discredita chi la predica quando alle parole non seguono i fatti".

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In quegli stessi anni, anche il panorama politico nazionale aveva registrato grosse novità, delle quali il composito movimento operaio italiano doveva tenere conto. Come ad esempio la caduta della Destra storica e l'avvento della Sinistra di De Pretis al governo.

Gianfranco

Bibliografia:

IL GOVERNO È ALL OPERA PER RISOLVERE

I GRAVI PROaLE1-11 DEL PAESE.

El cantòn del barbee

Il piano

Ciao! Allora cosa ne pensi del piano La Malfa?

Sperem domà ch'el diventa minga on orghenin!

Che organetto?

Vun de quei per andà in gir per strada a cercà la caritaa.

Non credo che siamo a questo punto!

- Pò dass. Ma sèmm su la strada bona per rivagh.

Tu sei troppo pessimista. Dicono che la situazione non sia poi tanto brutta.

Che l'è che le diss?

Ma! Anche La Malfa....

L'ha mai proeuvaa a guardass intorna?

Certo, ci saranno da fare ancora dei sacrifici. Bisognerà rinunciare a qualcosa...

Se l'è domà per quest mi rinonziarev subit a stò governo chi che gh'èmm!

Ma non mi pare peggiore degli altri.

Appunto. Anca i alter eren de trà via!

Eppure questo governo qualcosa sta facendo.

Si, on muco de decrett, decretin e decretoni semper per fagh pagà tuttcoss ai operari.

Ma sta preparando anche dei piani...

Si, ma domà sulla carta. Basta ona boffada de vent per fai volà tucc all'ari.

Ma qualcuno mi sembra abbastanza concreto.

Qual?

Il piano Reviglio, per esempio, per sconfiggere gli evasori fiscali.

Quand?

Beh ha detto che vi vorranno otto anni.

Campa cavali...

Poi c'è il piano Bisaglia per l'industria...

- ...e quell di industriai per licenzià i operari.

Non licenziare, mettere in mobilità.

- Si, insomma, mandai a spass!

- Ma no. Mettere in mobilità significa mandare gli operai da una fabbrica dove non c'è lavoro...

- ...i n on'altra indovè gh'è negott de fà!

Ma no. In un'altra dove c'è bisogno di operai.

Quala? Beh Non saprei...ma dicono che ce ne sono.

E allora come te me spieghet che gh'hinn in gir tanti disoccupaa che hinn di ann che cerchenn on post de lavorà senza trovai?

Ma...Forse....

Gh'è pocch de di ma e forse, damm atrà a mi. Chi inscì se stemm minga attenti corumm sul seri el ris'c de andà tucc in gir a cercà la caritaa.

Vedi allora che ci vuole un piano!

Certo, ma on pian che ghe dia de lavorà ai operari, invece de mandai a spass! Per fà on pian inscì, però che voeur on alter governo, damm atrà a mi. On governo che, tanta per comincià, i tass ai sciori ghi fagà pagà subit, minga fra voti ann. Ciao, te saludi. el barbee

IL PIANO PlApo AAJO f' Aztk,

Milano - via Monte Bianco, 44 - tel. 469.72.30

"Il socialismo nella storia d'Italia" di Gastone Manacorda, Universale Laterza 1972 vol. I

Nella foto: Il lavoro minorile 1875

pagina 5 - milano 19 ottobre 1980
A CERTo CHE AbbtAr10
Vi aspetta per i nuovi arrivi d'autunno - inverno
Bassi (5 - continua)

Oltre 50.000 tranci di torta venduti in 11 giorni

Il dolce come alimento

Cinque anni di esperienze dello stand della pasticceria alle Feste dell'Unità dimostrano l'esistenza di una forte richiesta che potrebbe offrire al settore grandi possibilità di sviluppo e di occupazione

Mangiare un dolce è soltanto golosità? E una domanda che ci siamo posti osservando la folla che ogni giorno si accalcava attorno allo stand della pasticceria alla Festa provinciale de l'Unità svoltasi tra la fine d'agosto ed i primi di settembre al Monte Stella.

Per cercare di capire motivi di tanto successo abbiamo posto alcune domande al responsabile dello stand, Lino Tranquillo, segretario della sezione di fabbrica Guido Rossa del P.C.I. alla Sidalm (ex Unidal, ex Motta-Alemagna), ed a due tecnici che nello stand prestavano la loro attività: Michelangelo

Rinaldi e Mario Nicotra, entrambi pasticcieri credenzieri (ossia pasticceri che hanno il compito di rifinire dolci) alla Sidalm, il primo con 45 anni di esperienza, avendo iniziato sin da bambino al paese di origine, ed il secondo con 24 anni di anzianità nel settore.

È dal 1975, ci ha detto Tranquillo, che l'esperienza dello stand della pasticceria sta andando avanti alle Feste de l'Unità, sia provinciale sia nazionali, ed ormai si è compresa la necessità di non far mancare una tale "raffinatezza" in queste manifestazioni di massa.

Quest'anno nella manifestazione al Monte Stella sono stati prodotti "sul posto" (come ha voluto sottolineare Tranquillo nell'evidente intento di rispondere a quanti, forse non del tutto disinteressatamente, hanno insinuato che parte dei prodotti venivano preparati da pasticcerie esterne) e si sono venduti in undici giorni oltre 50 mila tranci di torta.

Questo successo è da attribuire in primo luogo alla capacità dimostrata di offrire, in un campo, tanto delicato, prodotti genuini e raffinati ad un pubblico esigente e smaliziato quale quello milanese. La qualità del prodotto deriva, in primo luogo dalla scelta delle materie prime, che devono essere di primissima qualità e freschissime (a questo proposito ci sembra opportuno ricordare che l'ultima domenica della festa il responsabile dello stand si è visto costretto a percorrere chilometri e chilometri per i paesi attorno a Milano alla ricerca di frutta fresca per guarnire le torte la cui richiesta non tendeva a scemare).

Poi, ma di pari importanza, ha tenuto a precisare Rinaldi, viene la capacità di lavorarlo in modo arti-

Montagnetta 1980

Mai il Festival Provinciale de l'Unità si era svolto nella nostra zona. Quest'anno la "Montagneta de San Sir" è stata la grande protagonista di qualla macroscopica Kermesse di incontri, dibattiti, iniziative culturali, musica e giochi che è il Festival de l'Unità.

gianale, secondo le regole classiche dettate dagli antichi padri dell'arte bianca, mettendo nel lavoro tutto l'amore, tutta la passione che l'arte della pasticceria richiede. Soltanto in tal modo è possibile ottenere un prodotto squisito, genuino e di alto valore nutritivo, ottimo per l'alimentazione, specie dei bambini.

Organizzazione e professionalità alla base del successo

Certo il lavorare praticamente all'aperto, con attrezzature provvisorie - come appunto è avvenuto al Monte Stella - crea una serie di problemi estetici, igienici ed organizzativi, che devono essere affrontati con rigore perchè la professionalità di chi lavora possa aver sempre maggior risalto. Questo richiede un notevole impegno sia da parte di chi ha la responsabilità dello stand, che deve dimostrare di essere dotato di effettive capacità dirigenziali ed organizzative, sia da parte di tutti gli altri che vi lavorano (tutti in possesso del libretto sanitario), quali devono osservare, sia pur nella provvisorietà delle strutture, tutte le norme di igiene e di pulizia ed acquisire una sempre maggiore specializzazione e professionalità, che possono apprendere soltanto dall'insegnamento di tecnici che nel campo del dolce vantano una pluriennale esperienza. Nei primi anni, ha ricordato Tranquillo, lo stand della pasticceria era gestito soltanto dai lavoratori dell'Unidal. A questi, negli ultimi tre anni si sono aggiunti comunisti di due sezioni di strada del P.C.I., entrambe della nostra zona: quelli della Bottini di S. Siro, dal 1978, e quelli della Luglio 60 di Trenno, dal 1979. Inoltre quest'anno hanno lavorato nello stand una decina di simpatizzanti (ossia di non iscritti nè al P.C.I., nè alla F.G.C.I.) che evidentemente hanno trovato serie motivazioni a prestare volontaristicamente (senza alcun compenso, come del resto tutti gli altri) la loro attività in modo assiduo e proficuo. Sia comunisti delle sezioni di

ACestone fcl Piacere un rifiuta a t '.0049

sinistra, sia simpatizzanti non avevano mai fatto prima questo lavoro, ma il fatto stesso - ha tenuto ad evidenziare Tranquillo - che quest'anno si sia potuto superare la produzione della festa nazionale dello scorso anno dimostra che essi hanno ormai acquisito nel settore del dolce una esperienza, che deve essere continuata ed approfondita nel futuro per non disperdere un patrimonio di professionalità che hanno ormai acquisito. "L'apporto dei compagni non pasticceri, ha aggiunto Nicotra, è stato molto positivo per l'impegno da loro dimostrato ad imparare presto e bene. È questo un fattore che ha notevolmente contribuito al successo della nostra iniziativa, che, tra l'altro, ha dato a quanti hanno lavorato in questo stand, ed in particolare ai giovani, la possibilità di acquisire una professionalità che potrebbe essere loro utile nel futuro".

Una politica del dolce

Il successo dell'iniziativa, ci si è fatto rilevare, pone in rilievo la necessità di una educazione al dolce come alimento e non più soltanto come genere voluttario da consumarsi soltanto in particolari occasioni.

Gli oltre cinquemila tranci di torta venduti qui in undici giorni dimostrano la validità di una politica che se fosse stata affrontata dalle industrie del settore (prima tra tutti la ex Unidal) offrendo ai consumatori prodotti genuini, a prezzi contenuti, avrebbe avuto grandi possibilità di sviluppo, creando anche le premesse per un notevole sviluppo dell'occupazione nel campo agroalimentare. Di questa proposta, ci ha ricordato Tranquillo, si erano fatti portatori i lavoratori dell'ex Unidal, protagonisti di una lunga lotta, che li ha visti scontrarsi con il "partito dello sfascio" e con le sue non certo occulte manovre per lasciar spazio alle grandi multinazionali. La proposta rimane ancora valida. Certo si è perduto molto tempo e gravi danni sono stati causati dalla chiusura di importanti fabbriche e dalla conseguente dispersione dei lavoratori che vi operano. Ma forse non tutto è ancora perduto. L'importante è impostare e, soprattutto, realizzare al più presto una valida "politica del dolce", che parta dal presupposto che il dolce è, prima di tutto, un alimento.

La ricetta del pasticcere

In occasione della Festa dell'Unità svoltasi al Monte Stella abbiamo chiesto ai pasticceri della Sidalm che lavorano allo stand della pasticceria di farci conoscere le ricette delle loro torte, che hanno avuto tanto successo tra visitatori della festa e che ora proponiamo ai nostri lettori.

La pasta frolla

Prendere un chilogrammo di farina, mezzo chilo di zucchero velo, sei etti di burro, dieci tuorli d'uovo, un pizzico di vaniglia, aroma di limone (grattuggiato od essenza). Impastare il tutto, stendere l'impasto in una teglia, preventivamente unta con margarina fusa, spennellare la pasta con uovo sbattuto e passare al forno facendola cuocere per circa un quarto d'ora alla temperatura costante di 220 gradi.

Crostata di frutta

Prendere la pasta frolla dopo che è cotta nel forno, spalmarla con marmellata di albicocca, guarnire con frutta fresca di stagione (qualsiasi frutta può andar bene escluse le mele), lucidare con pectina di frutta (in commercio in piccole confezioni).

Torta di frutta

Dopo aver preparato e cotto la pasta frolla come spiegato sopra spalmarla di crema pasticcera, ricoprire con qualche savoiardo inzuppato con un leggero liquore ( magari allungato), guarnire con frutta fresca e lucidare con pectina di frutta.

Chi ha paura del verde?

Mentre scrivo è in corso di svolgimento il Festival Provinciale de l'Unità sul Monte Stella. Qualche polemica era nata in seguito allo spostamento della sede dal tradizionale Parco Sempione-Arena alla "Montagnetta".

Si era detto che il Festival danneggiava gravemente il Parco (e ciò era in parte vero), ma allora dovrà essere danneggiata la nostra Montagnetta?

Questo è certamente un rischio, però meno grave che al Parco, data la maggiore dispersione degli stans e data la realizzazione di camminamenti che dovrebbero evitare che la grande maggioranza dei visitatori salga e scenda per i prati. Con tutto ciò speriamo molto nel

Tanta, tanta gente, tutta uguale, tutta diversa, tanta gente che vuole stare insieme, tanta gente che vuole sentirsi con gli altri, vuole divertirsi, vuole ascoltare, guardare, capire, discutere e anche mangiare e bere.

Con un Geloso dei miei vent'anni giro fra la gente chiedendo qualche impressione, qualche osservazione o qualche critica anche, a questo Festival, a questo grande appuntamento con cittadini di ogni età, di ogni ceto sociale, di ogni idea politica che calcano il suolo del Monte Stella, la montagna di Milano, voluta ed ideata dal Bottoni, architetto comunista, conquistata dalla gente, difesa da diversi attacchi e strappata alla speculazione dagli abitanti democratici della zona 19. I primi che scoccio sono alcuni giovani. Chiedo di dove sono. - Seregno! Tutto bello, grande, tutto O.K.! Non fanno testo. Troppo entusiasmo, troppa esuberanza giovanile. Chiedo ad un signore. Cosa mi può dire del Festival, questo Festival? - lo mi fermo in basso, non posso andare in cimasa... le gambe, ma è molto bello, ampio, spazioso, mi piace la musica e mi diverto con Arigliano, comici sono grandi, abito vicino e sono qui quasi ogni sera, il tempo è bello, arrivederci! Due sbarbati, vent'anni forse meno.

- Cioè! Bello si...però, cioè ...insomma...cioè.... si ...va bene...si. Un tranviere. - Mi sun chi tuti ser! Smunti dal Metro'- Mi faccio due passi e vado dai miei soci al ristorante Ligure, mangi el pes qun quater ghei... meglio qui che al Parco...certo...pusè aria, meno casino! Un signore si avvicina con passo celere.

- Vergogna! Neanche un dibattito sui mille problemi della scuola. E una grossa lacuna, imperdonabile, vergogna! Brontolando si allontana. Saluti! Un comunista che suda al ristorante Valtellina, quasi stravolto dalla fatica mi dice: Tanta, tanta gente, mai vista!! La prima sera, giovedì, credevamo ci lasciassero un poco tranquilli, sa, per dare una rifinita alla organizzazione; invece è stato un assalto fin dal pronti via. Si mangia bene, si spende poco e siamo velocissimi, massimo 5 minuti la gente è servita, poi con la pancia piena il Festiva! si gusta di più. Viva l'Unità!! Viva il Partito Comunista Italiano!! Giro ancora fra gli stand, molta la gente che vuol parlare, molte le voci che registro, tutte di consenso, un consenso unanime, a me occorrono anche le voci critiche, le critiche sole possono migliorare questo colosso ideato e realizzato perchè le persone si sentano popolo ed lavoratori si ritrovino in spazi loro, creati per loro, gestiti da loro. Ad una coppia di pensionati molto distinta: - Scusate! Cosa pensate di questa festa? - Molto bello...è la prima volta che veniamo. Abitiamo qui vicino...i dischi fanno un poco di baccano, con questi strumenti moderni...però è bello, abbiamo visto tanti bambini, tanti giovani ...sono belli giovani da vedere se non fanno troppo baccano. Mi rac-

comando il prossimo anno, la discoteca...più in là...insomma fate voi. Mi raccomando!!! - lo sono siciliano di Mascali, tra Catania e Messina - Il ristorante siciliano lo vogliamo fare???? È uno schifo! a Milano, in provincia siamo in tanti, tantissimi a noi ci piacciono queste feste, c'è tutto proprio tutto...tranne il ristorante siciliano. - Poi mi spara dentro una frase che ho impiegato otto giorni per tradurla e poi non ce l'ho fatta. Un giovane mi prende il microfono e con la erre di Emmanuele Rocco mi dice: - Cavo signove, dica a quelli dell'Unità che in occasioni come queste, dove un mave di gente si avvicina al giovnale, al lovo pavtito, lo stand del li bvo potvebbe pvaticave un piccolo sconto agli acquiventi, non dico molto ma un 10% invoglievebbe la gente ad un maggiov acquisto di una migliove lettuva. Grazie! Ci vediamo....la pvossi ma. La gente si avvicina, il capannello formato dalla curiosità di un registratore si allarga, alcune frasi filtrano e si registrano.

- Bellissimo!

- Qualche cestino in più per i rifiuti! - Bravi compagni, meglio che all'Arena, è più servita dai mezzi, dalle autostrade. Ottima soluzione.

Un giovane mi dice: Sono un compagno del P.S.I. e vi faccio i complimenti, queste cose potete farle solo voi, la vostra organizzazione, la vostra capacità di mobilitazione della base per uno sforzo simile. Noi....cosa vuole...siamo un po' cambiati...troppi Soloni...non mi faccia parlare...complimenti ancora. Se ne va, chissà di che corrente è? La sirena di una croce attira l'attenzione dei presenti, viene caricato un uomo a forza, vedo poco,

troppa gente. Chiedo cosa è successo. Un uomo da un'ora ripeteva di essere il Genietto della Lampada e chiedeva una sfregatina sulla pancia alla gente, non era pericoloso ma la precauzione non è mai troppa. Sembra fosse il firmatario di una petizione anti Festival, la notizia non è certa e va presa con le pinze. Mi allontano, ho finito il na-

stro, parlo ancora con la gente ma non registro, è il solito O.K. su tutto il fronte, le critiche le ho già scritte. Bandiere tricolore e bandiere rosse salutano me che mi allontano ed una infinità di gente che si avvicina al Festival. Viene da San Siro e viene a consolarsi dopo un deludente derby.

buon senso dei cittadini e nella capacità degli organizzatori; sappiamo peraltro che la Federazione Milanese del P.C.I. si è impegnata, a fine festa, a risistemare tutto il verde eventualmente danneggiato. È certo che, come al solito, vigileremo attentamente sul rispetto di tutti gli impegni.

Non vorremmo però che l'attenzione, per quanto importante, rimanesse focalizzata sul Monte Stella; esiste un problema del verde pubblico che riguarda tutta la zona. In particolare tutti possono osservare la netta degradazione del verde nella gran parte del Gallaratese e del San Leonardo: alberi morti per le intemperie, per gli inquinamenti, per l'opera di tribù di

vandali e di ignoranti, aiuole ridotte e dune di polvere e a depositi di immondizie, cordonature divelte, panchine distrutte, cestini scomparsi, ecc. ecc. Ciò che si vuol dire è che è giusto preoccuparsi per la Montagnetta ma occorre anche far qualcosa, e presto, per tutto il resto.

Ma non sembra finita qui. Tornando al Monte Stella altre nubi minacciose si addensano sul suo destino.

Leggevo questi giorni sul "Corriere" di una ennesima proposta dì trasformazione della collina in un immenso Luna Park fisso, simile al Prater di Vienna; proposta idiota, che va ad aggiungersi alla lunga lista dei tentativi di speculazione che negli anni hanno interessato il Monte Stella. Sembra proprio che la sfortuna perseguiti questa idea di Piero Bottoni (l'architetto che volle, con le macerie dell'ultima guerra, costruire la collina come oasi di verde e di pace).

Già ci preoccupiamo infatti per i danni che potrebbe arrecare. in una settimana, al verde il Festival de l'Unità, figuriamoci cosa succederebbe con un impianto fisso delle dimensioni del Prater.

Se milanesi vogliono proprio il Prater non saremo certo noi del

Gallaratese e del QT8 a impedirlo; la stessa nostra zona 19 ha ancora un sacco di spazio da destinare, ma la Montagnetta no, quella deve rimanere a verde e quanto prima dovrebbe essere recintata.

Tutto ciò mi fa ricordare le tesi di un antropologo, di cui non ricordo più il nome, che giustamente osservava che è tipica dei popoli primitivi la "sindrome della foresta", la paura atavica cioè del bosco, del verde, della natura, che li spinge a distruggere, bruciare, fare il deserto intorno a sè per sentirsi più sicuri, mentre è tipico dei popoli più evoluti il superamento di tale paura irrazionale ed il ritorno alla foresta e alla natura. Dobbiamo dunque arguire che molti, nella nostra città (in particolare certi amministratori, forse) soffrono tuttora di questa sindrome, se è vero, come è vero, che la sola idea di qualche migliaio di metri quadri di verde senza nessuna struttura, senza nemmeno una colonnetta di cemento armato, un capannone o una fabbrichetta, li fa star male e non li fa dormire la notte. Per quanto ci riguarda auguriamo loro di guarire dall'insonnia e da altri malanni psicosomatici, ma....alla larga dalla Montagnetta!

F.F.
ÄÄÄÄÄÄÄÄÄ milano 19 - pagina 6 ottobre 1980 ottobre 1980 pagina 7 - milano 19
G.P. Luciano Amato

Il latte vaccino e i suoi derivati

Questo latte

ci fa davvero bene?

Parliamo insieme del latte, burro, formaggi e yogurt perchè tutti appartengono alla stessa famiglia cioè al gruppo fondamentale degli alimenti che forniscono al nostro organismo proteine, grassi, vitamine ma soprattutto calcio.

Il punto di partenza di tutto questo gruppo è il latte che viene considerato, a ragione, uno dei cibi più completi; gli manca infatti solo il ferro. Il fatto che il latte rappresenti l'unico alimento nella primissima età, quando maggiori sono le esigenze nutrizionali, ne dimostra la sua importanza.

Il latte contiene:

- proteine: la più importante delle proteine del latte è la caseina che viene elaboratasolo dallaghiandola mammaria e svolge una funzione importante nella nutrizione. La caseina contiene una elevata quantità di fosforo;

- grassi: si trovano sotto forma di minute goccioline. I grassi del latte sono di facile digeribilità e sono fonte, come tutti i grassi o lipidi, di calorie. Nel latte tuttavia il potere calorico è scarso perchè un bicchiere (100 gr.) di latte contiene solo 65 calorie;

- zucchero: lo zucchero principale del latte è il lattosio che non si trova in natura nè negli organi nè negli altri alimenti. Questo zucchero fornisce un componente indispensabile per il sistema nervoso;

- sali minerali: il latte contiene soprattutto calcio e fosforo. Poichè l'organismo umano ha bisogno di ricevere quotidianamente attraverso gli alimenti circa un grammo di calcio questo gli può essere assicurato da un litro di latte. Consumando latte si contribuisce a equilibrare il rapporto calcio - fosforo della razione alimentare, rapporto che altrimenti sarebbe squilibrato per l'eccesso fosforo contenuto nei cereali, nella carne, nelle uova, ecc. - vitamine:nel latte sono contenute tutte le vitamine necessarie allo sviluppo armonico del corpo umano.

I latti in commercio

Il latte "pastorizzato" ha subito un trattamento termico che distrugge i germi patogeni ma non elimina tutti i componenti batterici: per questo deperisce rapidamente e deve essere conservato in frigorifero. Vi sono due tipi di pastorizzazione: ad alta e bassa temperatura. La prima permette di conservare meglio le vitamine C e B12 ed è perciò preferita. Il latte pastorizzato mantiene sufficientemente valore nutritivo, soprattutto se è confezionato in imballaggi impermeabili alla luce. Il latte intero pastorizzato è quello che comunemente viene definito "fresco" e solo su questo tipo la maggior parte dei comuni fissa un prezzo calmierato.

La "omogeneizzazione" è un processo che frantuma le particelle di grasso distribuendole appunto omogeneamente in tutto il liquido. Per questo motivo si vede la panna sulla superficie del latte omogeneizzato: questo non significa però che il suo valore nutritivo sia inferiore. Quasi tutti i latti oggi in commercio sono anche omogeneizzati, tant'è vero che in molte città si stabilisce il prezzo camierato (viene cioè definito "latte fresco") per il latte intero pastorizzato e omogeneizzato. Non vi è però ancora una legislazione nazionale che lo stabilisca: l'omogeneizzazione è perciò la scappatoia che consente a molti produttori di non applicare il prezzo calmierato. La "sterilizzazione" oltre ai germi patogeni distrugge anche tutti i microrganismi che rendono il latte deperibile. Fino a una decina di anni fa, la sterilizzazione veniva praticata sul latte già imbottigliato, e comportava una lunga esposizione ad una temperatura di 120125 gradi. Si otteneva in questo modo un prodotto praticamente indeperibile nel tempo, ma venivano perse la maggior parte delle vitamine e molte proteine e si producevano sgradevoli variazioni orga-

nolettiche (sapore di cotto, colore bruno).

Il più recente trattamento UHT (Ultra High Temperature) permette di arrivare per pochissimi secondi; successivamente esso viene raffreddato e confezionato in imballaggi di carta poliedrici, completamente asettici. In questo modo si ottiene un prodotto a lunga conservazione (ma non indeperibile in assoluto) in cui il valore proteico rimane solo lievemente alterato rispetto al latte pastorizzato. Si riscontra invece un'ulteriore perdita vitaminica. Questa perdita continua durante il periodo di conservazione, se il latte è esposto alla luce e non viene mantenuto freddo.

Un'ultima parola sui latti "scremati". La scrematura riduce i grassi (dal 3-3,5% del latte intero al 3-1,8% dei latti parzialmente e totalmente scremati), ma lascia, praticamente inalterati i glucidi (lattosio), le proteine, i sali minerali, le vitamine idrosolubili. Se è vero che il latte intero è nutritivamente più completo, e quindi più indicato almeno per i bambini, il latte scremato (parzialmente o interamente) rimane un valido apporto alla dieta degli adulti che abbiano problemi cardiovascolari o di colesterolo.

Chi ha problemi di obesità, invece, non deve illudersi che il latte magro non ingrassi: è meno nutriente del latte intero, ma dato l'alto contenuto di zuccheri, l'apporto calorico è pur sempre notevole.

Ad eccezione del latte appena munto, tutti i latti in commercio vanno riscaldati e mai bolliti.

Le razioni giornaliere di latte raccomandate sono le seguenti:

- bambini (da 2 anni alla pubertà) 1/2 litro

- adolescenti 3/4 litro

- gestanti 3/4 litro

- adulti 1/2 litro

- persone anziane 1/2 litro (segue 1-)

Tratto da: gli alimenti tra salute e portafoglio di Anna Bartolini.

Wanda

Anna Bartolini GI alimenti trae Pert~ io ade!" aottoto appiolonjti sono cletliratt a pane carne nn .Ä calle sino se ne iiillSerdr10, vantaggi e gli stoni <, ne possono detrvate senindo ilaosagg,o mela .conati ambiente orCup.mtune e alle smetter istiche tostche come o els e O peso Citalo igg. Le Repubblica In hp, Ä trro a dati e Cr uhl, intorniattont per ahee E piacevole alla letlitta ed, tacile consullmoone se coStruilo Su validissime basi SCrentiltche suilra tÄ ta interviste Con personaggi Cella scterma sta Oa ne strame', Ma nonostante la sua scientilicold e serratile come un manuale l'Unita Un ope.a allenta rhe rappresenta un penoso punto tte.ithtoto non Solo per gli addeth a, lavori ma per to vast pubblico Ce consurnatot Arane! tiMrdirota queste. un libro che so legge tuffo 0 un Irato .1aC un giallo da tenere nello scaffale della libreria e onsultare Stetar.a Giorgi Noi Donne Spett. TETI EDITORE Via Enrico Noè 23 - 20133 MILANO I Prego inviarmi in contrassegno n.—1 copie del libro di Anna Bartolini "GLI ALIMENTI TRA SALUTE E PORTAFOGLIO" Prezzo del volume L. 6.000 COGNOME E NOME INDIRIZZO CAP CITTA MEDITERRANEUM ACOUARIO di Gianni Ponte ACQUARI ACCESSORI PESCI TROPICALI D'ACOUA DOLCE E MARINI MANUTENZIONI E CUSTODIA Viale Certosa, 36 - Tel. 394.108 La bottega dell'orafo di FRANCO FRANCIOLI via Cechov, 20 - tel. 3089434 corso di Porta Ticinese, 87 - tel. 8373932 PORTE BLINDATE tel. 30.83.921 OFFERTE SPECIALI BIANCO CASA 80 STILE CAMICERIE TELERIE ABBIGLIAMENTO MILANO-Via Guglielmo Si Iva,39 Te1.02/464403 via Silva, 35 angolo S. del Piombo F.LLI CACCIAMANI FORMAGGI e SALUMI TIPICI Le migliori qualità a giuto prezzo P.za Selinunte 3-ang. v. Morgantini Tel. 4039404
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Il riscaldamento nelle case popolari

Grave decisione dello IACP

Dura protesta del SUNIA

In seguito alla decisione del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto Autonomi Case Popolari di Milano di limitare la possibilità di concorrere all'appalto per la fornitura di combustibile da riscaldamento il sunia (Sindacato Unitaro Inquilini ed Assegnatari) ha invitato la seguente comunicazione agli assegnatari.

Assegnatari, nella delibera del 16.7.1980 il Consiglio di Amministrazione dello I.A.C.P. di Milano ha deciso di limitare la possibilità di concorrere all'appalto per la fornitura di combustibile da riscaldamento, alle sole aziende con capitale sociale superiore a 6 miliardi di lire. Questa decisione comporta per la nostra Organizzazione l'impossibilità di mettere in atto quelle iniziative che, fondate sull'autodeterminazione del servizio di riscaldamento, avrebbero visto coinvolti e direttamente partecipi gli assegnatari nella gestione di tale servizio.

Lo I.A.C.P. non ha nemmeno convocata l'apposita Commissione Riscaldamento che avrebbe dovuto operare per un diverso criterio di erogazione del servizio; questo conferma la mancanza di volontà dell'Ente verso una corretta applicazione delle convergenze raggiunte con il S.U.N.I.A.

Il S.U.N.I.A. è dell'opinione che il concorso di appalto debba essere allargato a tutte le imprese specializzate nella gestione di impianti di riscaldamento. Questo in quanto le compagnie petrolifere (infatti la delibera del IACP concede a solo 3 Aziende la possibilità di partecipare alle gare di appalto), sono solo venditrici di combustibile e non sono certamente i soggetti più in

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Nessuno di noi, nato e cresciuto alla periferia di Milano, ignora quale sia la pianta di sambuco, la bella pianta cespugliosa o ad alberello, che è sempre stata abbondantemente usata per formare siepi, vuoi per la rapidità dell'attaccamento, vuoi per lo spessore di riparo offerto. Infatti appena fuori dal terreno i rami midollosi del sambuco si diramano in folti noduli cespitosi, per lo meno nella qualità più diffusa, e formavano una delimitazione ideale per le modeste coltivazioni ortacee degli abitanti circonvicini, al tempo dei grandi insediamenti fra le due guerre. Più della robinia, il sambuco offriva ombra e profumo a primavera inoltrata, con le sue foglie fitte e i suoi piccoli fiori bianchi raccolti in ombrelletti odorosi, che si trosformano in frutti violacei o neri, come piccole bacche, dalle quali si ottiene il vino di sambuco tramite la fermentazione.

Sia i fiori, sia i frutti contengono sostanze attive dotate di proprietà emollienti e medicinali, tanto che in contadini di alcune zone appendono per farli essiccare i rametti di sambuco completi di fiori (in mag-

grado di offrire quella garanzia di contenimento dei consumi e di maggiore durata degli impianti, che richiedono specifiche esperienze tecniche.

A questa scelta si aggiunge anche la decisione di scegliere la durata contrattuale di appalto non inferiori ad un quinquennio, cosa senza dubbio non più riscontrabili negli anni successivi sia per effetto della rivalutazione dei prezzi di appalto, sia per l'impossibilità di un controllo effettivo sull'operato delle aziende.

Per queste ragioni il S.U.Ni.I.A. non condivide quanto deliberato ed approvato dal Consigli di Amministrazione dello IACPM, con due soli voti contrari, tra cui quello del rappresentante degli assegnatari, ed invita gli inquilini a partecipare alle assemblee che la nostra Organizzazione terrà nei Quartieri di Edilizia Residenziale Pubblica, al fine di costruire una mobilitazione che contrasti gli atteggiamenti assunti dalla I.A.C.P. ed i tentativi di affossamento delle nostre conquiste.

Su queste questioni la Segreteria Provinciale del S.U.N.I.A. ha chiesto alla Presidenza dello I.A.C.P. un chiarimento ed un incontro per sottoporre soluzioni alternative che sono oggetto di accordi provinciali tra le Organizzazioni dell'I nquilinato, delle aziende riscaldatrici, nonchè della proprietà privata.

Il S.U.N.I.A. esprime comunque l'indicazione che i costi e le modalità del riscaldamento dei Quartieri di Edilizia Residenziale Pubblica, dovranno avere come base e riferimento gli accordi provinciali sul "Servizio Riscaldamento".

La Segreteria Provinciale S.U.N.I.A.

gio) e di frutti (in agosto - settembre) usandone secondo antiche ricette per svariate esigenze. Chi gli attribuisce virtù purgative, lassative, diuretiche, chi lo usa come sudorifero per alleviare i dolori reumatici ed artritici, chi ne fa cataplasmi per foruncoli o ascessi.

Si può curare la piorrea, con l'infuso, che agisce anche su tonsilliti e laringiti. In questo caso, all'infuso di fiori freschi od essiccati unire del latte e fare gargarismi. L'erborista aggiungerà a questo elenco una lunga lista di prescrizioni riguado l'uso e il dosaggio, a noi starà il procurare e conservare con cura per lo meno i preziosissimi fiori, prendendoli con garbo e senza danneggiare la pianta delle ultime siepi superstiti della nostra periferia, finchè ve ne saranno.

Quando purtroppo nelle nostre passeggiate a piede non incontreremo più esemplari di queste bella specie arborea (che squallore anche esteticamente gli orticelli recintati da cassette rabberciate e ondulux di plastica, che oggi ci è dato di vedere!) potremo fre le nostre raccolte del Sambucus race-

mosa, quello di montagna, che ha le stesse proprietà terapeutiche, ma ha i suoi fiori raccolti in pannocchie, verdastri anzichè bianchi, e i frutti sono rosso-amaranto. Sarà però un peccato quando scopriremo che anche le ultime siepi, a Trenno o a Lampugnano, sono state divelte. Il tempo in cui gruppi di bambini passavano le ore calde sotto la cupola verde delle siepi di sambuco, magari intagliando e vuotando i rametti dal midollo tenero per farne cannucc per le bolle di sapone, è ormai definitivamente scomparso.

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Appunti
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GEMMOLOGIA

Per la salute

Qualche nota sulla prostata

a cura del dr. A. Mercurio

La prostata é un organo genitale maschile poco conosciuto, tutti sanno che c'é, se non altro per la nota malattia della senilità, ma molti ignorano perché c'é.

Le sue dimensioni sono in rapporto con l'età: piccola nell'infanzia, aumenta di volume con la pubertà per l'azione degli ormoni sessuali maschili é può ipertroffizzarsi intorno ai 60 anni. Nell'adulto é grande come una castagna, é alloggiata con la sua base appena sotto la vescica ed é attraversata nel suo mezzo dal primo tratto dell'uretra, il canale che origina dalla vescica e che all'interno della prostata riceve la confluenza dei dotti eiaculatori e che poi si situa nel pene per convogliare all'esterno tanto l'urina che il liquido spermatico (sperma). Quest'ultimo contiene gli spermatozoi (formatisi nel testicolo e presenti in quantità variabile a seconda del ritmo di produzione e della frequenza delle eiaculazioni); tali cellule seminali che inizialmente non hanno motilità, si spostano sospinte dagli stessi organi che atraversano e che costituiscono la via genitale, alcuni dei quali inoltre riforniscono un secreto nutritivo che contribuisce a formare lo sperma. Gli organi di cui sopra sono nell'ordine e per ciascun lato: l'epididimo che si appoggia al testicolo sopra e posteriormente, il deferente lungo dotto che ritroviamo nel funicolo inguinale e che poi penetra nella cavità pelvica, l'ampolla del deferente, la vescicola seminale sacca che funge da deposito ma anche secernente liquido nutritivo e poi il dotto eiaculatore che come abbiamo detto confluisce nell'uretra all'interno della prostata. Qui il liquido spermatico si completa con l'aggiunta del liquido prostatico che ha la proprietà oltre che di nutrire anche di attivare il movimento degli spermatozoi, i quali se sani e in quantità sufficiente, hanno tutte le possibilità di essere fecondati e non resta loro che percorrere il tragitto avventuroso e ricco di insidie che li porta attraverso l'utero sino alle tube ove é fissato l'appuntamento con la cellula uovo.

La prostata oltre all'azione chimica ha anche un'azione meccanica perché con la sua struttura fibromuscolare impedisce al liquido spermatico di refluire durante la eiaculazione verso la vescica cosa che invece si verifica negli operati di adenomectomia per adenoma prostatico (ipertrofia prostatica).

Pur essendo un organo nascosto, sotto la vescica e dietro al pube, la prostata può essere ugualmente raggiunta a livello di quella superficie che é a diretto contatto con la parete anteriore del retto, facendo la cosiddetta esplorazione rettale essa appare come un cuore con l'apice verso il basso e divisa in due lobi da un solco mediano. Quella che si sente é solo una faccia della ghiandola per cui le informazioni che si ricavano da questo esame pur essendo utilissime sono incomplete e richiedono d'essere integrate con altri esami.

In ordine cronologico l'esplorazione rettale non é il primo elemento di valutazione per lo studio della prostata; l'urologo di fronte a una sospetta malattia prostatica può già orientarsi con una attenta anamnesi, cioé con la raccolta della storia clinica del paziente, in specie registrando quando e come egli urina. A tale riguardo sarebbe utile, anche se presentasse difficoltà di carattere psicologico, guardare il paziente mentre urina. Il getto può essere pronto o ritardato, forte o debole, completo o in due riprese, con o senza dolore.

Finita la minzione si puo ricorrere al cateterismo vescicale per stabilire se e in che misura c'é residuo di urina in vescica.

L'esplorazione rettale potrà poi dimostrare un aumento di volume di uno o di entrambi i lobi prostatici con scomparsa del solco mediano, oppure dei noduli o ancora una variazione di consistenza del tessuto, o anche una ghiandola apparentemente normale; quest'ultimo riscontro in presenza di seri disturbi della minzione può voler dire una ipertrofia del lobo mediano, quello che sta sotto la vescica e che quindi non si può palpare.

A complemento dell'esame clinico della prostata occorre eseguire una urografia con posa cistografica cioé con immagini relative alla vescica. Se inoltre si fa anche la posa post-minzionale e viene dimostrato del residuo di urina in vescica si potrà evitare quel cateterismo vescicale cui accennavo prima perché questo esame può essere causa di infezione se condotto in condzioni di dubbia sterilità.

La rubrica é aperta alla partecipazione dei lettori che possono porre quesiti per lettera scrivendo a dr. Antonio Mercurio presso la redazione di Milano 19.

Dott. ANTONIO MERCURIO UROLOGIA CHIRURGIA GENERALE PICCOLI INTERVENTI AMBULATORIALI

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In senso lato ogni corpo inorganico che prende parte naturalmente alla formazione della crosta terrestre viene indicato come MINERALE. Dai minerali restano così esclusi tutti i prodotti dell'industria, perchè considerate sostanze ARTIFICIALI. Le masse minerali sono: chimicamente omogenee a composizione definita (es. il DIAMANTE, il QUARZO, il CORINDONE) da quelle eterogenee composte dall'unione o dall'aggregazione di parti a composizione e proprietà diverse (GRANITI, Porfidi, ARENARIE).

Le prime sono minerali, le seconde rocce. Le sostanze minerali nella maggior parte si trovano allo stato cristallino, in minor parte allo stato vetroso. La cristallizzazione è un fenomeno fisico cui una sostanza passa dallo stato liquido allo stato solido, assumendo forma e strutura cristallina. Lo stato cristallino si manifesta generalmente per la forma poliedrica esterna.

Tali poliedri (cristalli) presentano all'interno una struttura regolare, costituiti dall'aggregazione di particelle (ATOMI) uni fortementi e liberamente orientati, la distanza tra loro varia a secondo della loro forza attrattiva o repulsiva. La forma piliedrica esterna non è la condizione necessaria per rilevare lo stato cristallino. Lo stato cristallino è solo determinato dal regolare ordinamento delle particelle. I critalli sono omogenei costituiti da una sostanza uniforme.

Sono inoltre ANISOTROPI, presentano diverso comportamento nelle loro diverse direzioni (SFALDATURE) ciò in contrapposto ai corpi costituiti di sostanze ISOTROPE nei quali le proprietà fisiche hanno sempre lo stesso valore, es. il vetro, i liquidi, gas, cioè sostanze' AMORFE che non presentano stato cristallino. Non sempre i cristalli sono semplici; in un solo individuo infatti, si trovano aggruppamenti di più cristalli della medesima specie. Assai importante sono i cristalli GEMINATI. I geminati sono due cristalli della stessa specie nei quali uno dei due individui può variare in posizione di copri mento. Spesso i minerali presentano inclusioni di sostanze estranee, tipico esempio il quarzo. Le inclusioni sono di tipo solido, liquido, a livella, quest'ultima sono bollicine gassose mobili.

Le inclusioni solide sono dei piccolissimi individui di differente natura del minerale che le in-

clude dando origine a particolari fenomeni di GATTEGGIAMENTO. ASTERISMO, AVVENTURINAMENTO, OPALESCENZA, IRRIDESCENZA. I cristalli si rivengono in natura

INTERCLUSI o IMPIANTATI in una matrice. Gli interclusi formati entro una massa che le ha permesso l'accresci mento risultano generai mente formati, le facce dei cristalli sono poco nitide. Gli impianti sono a contatto della matrice soltanto da una estremità e i cristalli presentano facce più perfette.

Aggruppamenti di cristalli im-

piantati nella matrice sono indicate col nome di DRUSE, le quali prendono il nome di GEODI quando i cristalli tappezzano le pareti interne di una cavità chiusa. Le geodi vengono distinte in ARNIONI se gandi, oppure in ANIGDALI se piccole e a forma di mandorle.

Allo stato solido le sostanze si dividono in Cristallino e Amorfe. Con questa divisione si intendono le sostanze solide aventi una forma geometrica poliedrica, da quelle liquide che non presentano forme proprie.

Franco Francioli

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CQ-CQ- Quì Charlie Papa Mike

Stiamo parlando con Charlie Papa Mike, un radioamatore del Gallaratese, a casa sua davanti al "baracchino" acceso. Passiamo da un canale all'altro ascoltando ciò che la gente dice mentre Pietro, questo è il vero nome del nostro arnie.) radioamatore, cerca di capire da che distanza trasmettono. Sentiamo le voci più diverse: dai bambini agli adulti, dai giovani che si raccontano l'ultimo film che hanno visto a chi parla delle vacanze appena trascorse.

Charlie Papa Mike ci spiega che il "baracco", così i radioamatori chiamano in gergo la loro radio, ha 23 canali e che ad ogni ora del giorno e della notte basta accenderlo per sentire in ogni canale una conversazione nella quale ci si può introdurre o limitare ad ascoltare.

"Ma ora non è più come un tempo: anche solo 3 o 4 anni fa la situazione non era questa. Non c'era tutta questa confusione, tutto questo sovrapporsi di trasmissioni e di segnali. Si poteva parlare di tutto quello che si voleva. Ora, lo sentite anche voi, trasmettono anche i bambini di pochi anni ai quali genitori di certo poco responsabili affidano una apparecchiatura che costa anche alcuni milioni; c'è troppa gente che usa la radio per sfogare le proprie frustrazioni quotidiane. Trasmettono musica, cosa vietata, provocano ed insultano, coperti dall'anonimato, gli altri radioamatori."

"Trasmettono anche sul canale 9 (27065 Mhz) che è il canale riservato esclusivamente alle trasmissioni di emergenza e che dovrebbe sempre essere lasciato libero".

"Perchè la radio non è un gioco, non è un divertimento fine a se stesso. Il baracco ti dà la possibilità ai entrare in contatto con la gente, di parlare con persone anche molto lontane da Milano, di scambiare le nostre esperienze, di conoscere la realtà delle cose".

"La radio è anche un servizio sociale. Vi posso raccontare decine di operazioni alle quali ho partecipato: dalla più semplice come effettuare un ponte radio tra una autombulanza che era uscita dal raggio d'azione della propria radio e non riusciva a comunicare con

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A cercare la bontà, La assocerò a un bambino.

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l'ospedale o il servizio di emergenza che il mio Gruppo Emergenza Radio, l'associazione alla quale sono iscritto, svolge tutte le notti. lo ad esempio ho il turno d'ascolto due notti alla settimana ed ogni volta mi capita di trasmettere qualcosa: dagli appelli per la ricerca di sangue o di particolari medicine ai contatti con i servizi di emergenza presenti sulle autostrade che avvertono gli ascoltatori di non mettersi in viaggio per determinati percosi perchè, ad esempio, un incidente ha ostruito la strada e obbliga gli automobilisti a lunghe code. Questo è un servizio che ad esempio i guidatori di TIR, molti dei quali hanno un baracco in cabina o le società autostradali apprezzano molto. Oppure quando appena saputo del terremoto in Friuli decine di radioamatori sono corsi a portare il loro aiuto alla regione distrutta. Sono stato uno dei primi ad arrivare in uno dei paesi più isolati, prima ancora dell'esercito il quale ha utilizzato per i primi giorni la mia apparecchiatura per coordinare le operazioni di soccorso nella zona".

"Alcuni anni fa si riusciva anche a comunicare con radioamatori esteri, ora è diventato quasi impossibile per il gran numero di persone che trasmettono sullo stesso canale e che disturbano le trasmissioni.

Mi è capitato di parlare addirittura con radioamatori canadesi e dell'Unione Sovietica. Ho ancora le cartoline che ho ricevuto da loro. Cose di questo genere ora sono molto difficili anche se saltuariamente, soprattutto di notte perchè c'è meno gente che trasmette, si riesce a parlare con radioamatori europei.

Perciò è vero che quello del radioamatore è un hobby, ma è un hobby per il quale ci vuole molta passione, soprattutto ora che per tenere un baracco bisogna pagare una tassa ed è necessario avere l'autorizzazione della Questura e del Ministero delle Poste, ma è anche un servizio molto utile, aperto al sociale: abbiamo un nostro ruolo, occupiamo uno spazio che credo nessuno possa sostituire efficacemente in breve tempo".

L.Z.

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A cercare l'amicizia. La insegnerò a due nemici.

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A cercare l'allegria,

La disegnerò sul volto di chi non la conosce.

Proverò un giorno

A cercare l'amore, Lo donerò a chi ne ha bisogno.

Proverò un giorno

A cercare la comprensione, La userò per scaldare i cuori duri.

Proverò un giorno

A cercare l'altruismo, Lo butterò ai quattro venti.

Di tutto ciò,

Proverò un giorno,

A farne un collage, Se in esso riconoscerò il mio volto, Il mio cuore si riempirà di speranza.

PERCHÈ

L'inizio un atto d'amore....o di violenza...una lunga attesa...sensazioni di vita....ed arriva il momento....dapprima è un grido....di dolore....di gioia....di amore di fastidio...poi la luce....e mille sensazioni....sensazioni senza nome.... poi una domanda ancestrale...remota...venuta chissà da dove....chissà perchè.... una domanda vecchia come la creazione perchè?

Di media statura, tarchiato e rubizzo, affabile e cordiale, Cajol si presenta subito come pittore naif autentico, schietto, privo di complicazioni letterarie o culturali. Dipinge di tutto e su tutto. Passa da qualsiasi soggetto a quello diametralmente opposto, osa tutto, fa di ogni cosa un tentativo di interpretazione personale. Produce molto ed espone molto. Anche in quartiere, siano mostre parrocchiali o festivaliere, concorsi o estemporanee, Cajol è presente con l'esuberanza della sua produzione svariatissima, alla quale introduce il visitatore incuriosito da tanta profusione. Diversamente da quanto avviene visitando le esposizioni di molti altri pittori, con Cajol non basta un'occhiata per definire la sostanza delle sua pittura.

Vi è una tal mescolanza di immagini, di soggetti, di studi, di copie da capolavori noti, di immagini

sacre dei secoli scorsi, di figure femminili con attributi esaltati, di animali graziosi o di mostri grifagni, che si passa da un'opera all'altra meravigliandosi che l'autore sia il medesimo. Vediamo paesaggi dove pascolano pecorelle rotondette su prati gonfi come trapunte da cui sprizzano alberelli fioriti come zucchero filato. E vi sono le Vecchie Milano, i Navigli, le Darsene con barconi leggeri e galleggianti sull'acqua scura come foglie autunnali trasportate dalla corrente. Omini alla Utrillo si affaccendano in queste vedute che non si possono definire nè antiche nè moderne. Manca quel galleggiare delle creature di Chagall, ma l'atmosfera è un po' la stessa, tra il sognante e il fantastico. Tutto ha un certo dondolio, case ponti e strade, siano di città siano di campagna o montagna. Le montagne sono panettoni o pan di zucchero,

CREALSER

con zibibbi al posto delle rocce e le ombre un po' si un po' no, a seconda della fantasia. qui che viene fuori il vero naif. Non ci sono cànoni o schemi o imposizioni. Sulla tela bianca Cajol mette le sue invenzioni come gli pare e piace, superando le esercitazioni delle copie da lavori altrui, che restano molto inferiori ai frutti genuini della sua mente.

Nei concorsi estemporanei, dove l'immediatezza ha il suo peso e il suo pregio, Tagini Marco ha prodotto lavori di notevole interesse.

Nella Seconda Edizione di Pittura "Trenno" per il 70" anniversario di fondazione della Cooperativa LA VITTORIA, nel 1978, Cajol ha ottenuto il TERZO PREMIO della giuria, che si basava sui criteri di interpretazione del tema proposto e sul valore tecnico delle esecuzioni.

Alla festa popolare organizzata dal sindacato Pensionati questo stesso anno 1980, in maggio, presso il Centro Comunitario di Via Lampugnano 145. Cajol ha partecipato con un dipinto molto piacevole e totalmente nel suo stile. Il tema era "IL VERDE DI TRENNO" e si sono visti diversi bei lavori, in particolare dei soci del Gruppo Sirio.

Marco Tagini non è entrato nella rosa dei vincitori perchè il suo lavoro, ligio solo ai canoni estetici del gusto del suo autore, anzichè una visione primaverile della zona. ne offriva una invernale, con soffice neve sui tetti e sui prati. Per il resto, tutto era perfetto.

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Roberto Pisoni

Per tali obiettivi é necessario operare in uno spirito di continuità, di collaborazione e di confronto con tutte le forze democratiche, che può essere garantito dalla maggioranza che già si era formata in Consiglio di Zona nella precedente legislatura ed é per tali motivi che il gruppo comunista, ha concluso Calerio, ha proposto la candidatura del rpesidente uscente Danilo Pasquini. Su tali posizioni si sono dichiarati d'accordo i consiglieri del gruppo socialista, il cui capogruppo Fernando Zaccaria ha ritenuto doveroso far rilevare che l'accordo a livello cittadino sul decentramento si é concretizzato in un documento unitario, che ha avuto apprezzamenti positivi anche da parte di altre forze democratiche. Vi sono ampi spazi da gestire ha aggiunto Zaccaria, tra cui quello della cultura, per il quale é necessario un approfondito confronto con i giovani, Altri problemi, ha ricordato ancora, vanno affrontati con la massima urgenza, come quello della casa, che va facendosi sempre più drammatico. Di tali problemi, ha concluso, deve tener conto il programma che il P.S.I. ed il P.C.I. hanno abbozzato e che ora deve essere meglio definito ed arricchito di contenuti, avvalendosi dei contributi di tutte le forze democratiche, politiche e sociali, e di tutti i cittadini.

Parere favorevole alla candidatura comunista é stato espresso anche dal repubblicano Fernando Malusardi, che ha tenuto a porre in rilievo la positiva esperienza della precedente legislatura.

L'astensione é stata invece annunciata dal demoproletario Enea Coscelli, che ha tra l'altro espresso

il suo disaccorso sulla presenza nella maggioranza del P.R.I. ed ha preannunciato una opposizione dura, ma costruttiva.

L'astensione dalla votazione del presidente (e successivamente anche da quella sul vice presidente) é stata pure preannunciata, in una dichiarazione di voto, dal gruppo democristiano, che ha contemporaneamente ritirato la candidatura, avanzata in apertura di seduta, della consigliere Giustina Mozzanica alla presidenza.

Ed ora al lavoro

Ultimate le operazioni di voto, che hanno visto rieletto alla presidenza Danilo Pasquii, il capogruppo socialista Fernando Zaccaria ha presentato la candidatura (rimasta unica) alla vice presidenza del repubblicano Fernando Malusardi, ricordandone le doti di priorità, capacità ed impegno già ampiamente dimostrate nelle precedenti legislature del Consiglio di Zona. Naturalmente per la vice presidenza il dibattito é stato meno ampio in quanto i principali argomenti di discussione erano già stati affrontati nel precedente dibattito per la presidenza. Tuttavia il capogruppo comunista Calerio non ha mancato di sottolineare la necessità che la vice presidenza (per la quale ha dichiarato l'appoggio del suo gruppo alla candidatura Malusardi) non resti soltanto una carica onorifica, ma abbia un proprio ruolo preciso, che nella precedente legislaturanon aveva potuto svolgere. Terminate le operazioni di voto anche per il vice presidente, con i

risultati che abbiamo già indicato, il Cnsiglio di Zona prima di sciogliersi ha iniziato il suo lavoro nominando un gruppo di lavoro per la revisione delle sue norme interne (anche in vista dei nuovi compiti che l'organo del decentramento é chiamato ad assolvere) ed approvando con 24 voti a favore su 27votanti (astenuti i due liberali e il democristiano Bertoli) una mozione per la difesa dell'occupazione presentata dal comunista Michele Colacino.

In chiusura di seduta il presidente ha convocato per il lunedì successivo (15 settembre) la riunione dei capigruppo, che ha steso un primo calendario di lavori, fissando per il 26 settembre un'assemblea straordinaria pubblica su antifascismo, terrorismo e violenza e più specificatamente su quale deve essere la risposta delle istituzioni e dei cittadini dopo la strage fascista di Bologna. Altre date fissate sono state il 29 settembre (seduta del Consiglio di Zona per la nomina dei suoi rappresentanti nei comitati di gestione sociale, nella scuola, nel consultorio, ecc.) ed il 3 ottobre (seduta del Consiglio di Zona per l'approvazione del programma e del suo regolamento interno ed elezione dei responsabili delle commissioni).

L'organismo di decentramento della nostra zona entra così nel vivo della sua attività. Gli auguriamo un lavoro proficuo, che non mancheremo di seguire con assiduità per informar-e i cittadini della zona, ai quali, alla fin fine, spetta il diritto di valutare l'operato degli amministratori.

ri doti atletiche. Certo si tratta soltanto di supposizioni, la cui validità non potrà essere accertata se non quando si riuscirà, se si riuscirà, ad arrestare il ladro-assassino. Comunque sono supposizioni che danno da meditare. Innanzitutto perchè non si illumina il giardino di piazza Selinunte? Secondo: non è possibile ripristinare nelle case popolari di San Siro il servizio di custodia, così come da tempo chiedono gli inquilini?

Si potrà dire che tali misure non possono garantire che episodi come l'assassinio di Margherita Fraccappani non si abbiano a ripetere. D'accordo; ma almeno darebbero un po' più di tranquillità agli abitanti di queste case, in gran parte pensionati, i quali certamente non vogliono affatto rischiare di essere uccisi per la pensione, anche se con questa spesso fanno fatica a sopravvivere.

~Ma Associazione MILANO Proletari VIa Ceehov, 20 Escursionisti R & A.P E. G u P P o F A a t a D F.I.S.I. i CALENDARIO GITE 1980 - 1981 N T E per Informazioni: BRICCHI 3080122 CAVATORTI 305181 FERRO 4153863 MAFFI 3092497 OLDRATI 3091174 SEMERARO 316484 STELL 306158 milano 19 - pagina 12 ottobre 1980
DALLA PRIMA PAGINA Morire di pensione a San Siro
Gian Piero Pagetti
Ora si devono tradurre i progetti in realtà
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Nico Monti
alla

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