Rullano 119
Mensile di informazioni politica e cultura della Zona 19
Anno IX - N. 12 - Dicembre 1985
Intervista al preside del 3° Liceo Artistico
Le convenzioni non contano per il S. Siro Sporting Club
Quartieri Cronaca Considerazioni di fine anno
I mestée de la Milan de semper
L. 600
Il 7 novembre con i voti favorevoli di PSI, DC, PRI, PLI e USD
Approvato il programma del C.d.Z. 19
In questa pagina le linee programmatiche del documento della maggioranza e quelle di un analogo documento del gruppo comunista - All'interno il programma punto per punto e le osservazioni del gruppo comunista
Affrontare i problemi in concreto con una partecipazione consapevole
Pubblichiamo integralmente il testo della parte riguardante le linee generali del programma presentato ed approvato dalla maggioranza in C.d. Z. 19 (PSI, DC, PRI, PLI, USD)
L'istituzione delle Circoscrizioni ad elezione diretta ha rappresentato un fatto innegabilmente innovativo che peraltro non può avere sviluppato in pieno le proprie potenzialità nei suoi primi cinque anni di vita. È però innegabile che tale esperienza può consentire una analisi, una verifica ed una riflessione critica abbastanza puntuali e perciò adatte ad individuare i caratteri specifici, gli spazi di intervento dell'istituzione del Decentramento.
Su questa base è opportuno innestare il complesso delle esigenze concrete della nostra Zona per fornire un'adeguata risposta in forma di programma politico amministrativo. Ricordiamo che non sono mancate in tempi recenti le occasioni per analizzare la realtà del Decentramento Amministrativo: dal Convegno Nazionale di Roma del gennaio 1984, all'esperienza diretta e vissuta dalla maggior parte dei Consigli Circoscrizionali, evidenziata nelle più diverse occasioni. Ne è risultato un quadro variegato di esigenze, di critiche connotato peraltro da una notevole ornogeneità di vedute riguardanti alcuni punti fondamentali.
Questi comprendono da una parte, e nelle grandi linee, la necessità di definire gli strumenti di governo sovracomunali delle grandi aree metropolitane, le misure di adeguamento della Legge 278, una verifica e riordinamento delle deleghe; questo per quanto attiene gli ordinamenti che definiscono l'istituzione del Decentramento.
Ma d'altra parte sono chiaramente emerse le difficoltà ed i limiti dell'azione amministrativa sia per quanto riguarda i rapporti fra Circoscrizione ed Amministrazioni Comunali in termini di poteri, competenze e strumenti, sia per quanto riguarda la partecipazione dei cittadini ed il loro rapporto con le Circoscrizioni medesime.
In sede di programma politico-amministrativo, mentre confermiamo l'impegno costante per un adeguamento del quadro istituzionale e normativo del Decentramento, evidenziamo la necessità di affrontare immediatamente i problemi che riguardano una migliore definizione del ruolo e dell'immagine specifici del Consiglio di Zona in sé e nei confronti tanto dei cittadini quando dell'Amministrazione comunale. Nei confronti di quest'ultima, infatti, non basta perseguire una verifica o riordinamento delle deleghe, un adeguamento della dotazione di personale e strumenti operativi e quant'altro può riguardare una maggiore incisività ed autonomia. Occorre anche evidenziare e sostenere la specificità dei due livelli amministrativi, centrale e circoscrizionale: gli organi del Decentramento debbono infatti contribuire ad elevare le capacità
L'obiettivo: costruire più ampie convergenze
Ecco il testo integrale dell'intervento presentato, a nome del suo gruppo, dal capogruppo comunista Calerio relativo alle linee generali del programma
complessive di programmazione del Comune al fine di migliorare l'efficacia dell'azione dell'Amministrazione verso i cittadini, soprattutto in termini di qualità e puntualità degli interventi.
Di fronte poi al complesso delle esigenze, delle proposte politiche, cui sottendono i bisogni pregressi, le nuove esigenze che avanzano tra gli abitanti della nostra zona, ed in taluni casi della città intera, il Consiglio di Zona 19 deve farsi carico
di un duplice compito.
Deve considerare innanzitutto i problemi dei diversi settori, in collegamento tra loro, valutandone la portata e l'impatto nella realtà complessiva ed umana del territorio, per poterli proporre all'Amministrazione comunale nella loro completezza ed in termini di priorità, di fattibilità operativa, ma e soprattutto in termini di estrema attenzione al peso, al significato (segue a pagina 15)
Prima di discutere nel merito il Programma presentato dai pentapartito, va detto che tuttora non si comprende perché e su quali basi e scelte i partiti laici della passata maggioranza, abbiano deciso di allearsi alla DC e al PLI, che sono usciti sconfitti dalle elezioni, alle quali si erano presentati senza un programma di zona. Sono infatti non accettabili e non vere le affermazioni, contenute nell'intervento del Presidente, letto nella seduta del
Respinta una proposta di istituirla avanzata dal gruppo comunista - Deluse le aspettative dei gruppi spontanei costituitisi in zona - Eletti i coordinatori dei dipartimenti e delle Commissioni del C.d.Z. 19
Le aspettative dei gruppi ecologici e per la difesa dell'ambiente sorti spontaneamente nella nostra zona (quali Diciannoverde ed il Gruppo Verde San Siro) sono andate deluse: il Consiglio di Zona 19 non avrà una commissione ecologica e ambiente. Lo ha deciso, nella seduta del 4 novembre, poi continuata il 7 novembre, tenutasi in un atrio del Centro Civico del Gallaratese, essendo la sala consiliare ancora inagibile, la maggioranza pentapartita (PSI, DC, PRI, PLI e USD) nell'approvare il regolamento interno del Consiglio stesso.
Per la verità la Commissione per il Regolamento, composta da rappresentanti di tutti i gruppi politici presenti nel consiglio di zona, mentre si era trovata concorde nella proposta di due dipartimenti, uno per la programmazione e l'altro per i servizi sociali, per quanto concerne l'istituzione delle commissioni aveva formulato, nella bozza inviata al Consiglio per l'approvazione, due soluzioni.
La prima, proposta dalla maggioranza, prevedeva le commissioni Bilancio, Pianificazione Territoriale e Ambiente Urbano, Concessioni Edilizie, Casa, Demanio e Manutenzioni per il dipartimento Programmazione e le commissioni Educazione e Servizi Sociali, Igiene e Sanità Servizi Socio-sanitari, Cultura Sport e Tempo Libero e Lavoro Artigianato e Commercio per il dipartimento Servizi Sociali. La seconda soluzione, proposta dal gruppo comunista, prevedeva le commissioni Bilancio Demanio Manutenzioni, Pianificazione Territoriale, Concessioni Edilizie, Casa, (segue a pagina 15)
C'era il rischio che il vertice tra Reagan e Gorbaciov, conclusosi il 21 novembre, si risolvesse nella registrazione di una migliore atmosfera tra USA e URSS, in una presa di contatto fruttuosa, ma destinata a rimanere nel vago con un indefinito arrivederci. Invece hanno vinto non soltanto le ragioni del dialogo, ma anche la necessità di dargli procedure, strumenti, nuove occasioni anche di vertice.
Sr poteva andare oltre? Certo la situazione internazionale lo avrebbe meritato, ma realisticamente bisogna guardare al punto pressoché inesistente da cui il vertice è partito.
La sua stessa funzione era considerata in modo diverso: gli Stati Uniti gli conferivano un profilo minimo, del tutto interlocutorio, senza ''carte da,firmare", mentre l'Unione So-
C.d.Z. del 30 settembre scorso, secondo cui "il pentapartito in zona 19 non è stato imposto, ma concordato fra tutti i partiti maggiori che sono a Palazzo Marino, con lo stesso PCI". Come pure non è esatto affermare che "la maggioranza laica di sinistra non era più praticabile perché non è stato possibile trovare spazi di accordi tra le forze politiche della zona, per la preferenza di PRI e PSDI per una maggioranza di pentapariilo": se il PSI avesse riconfermato, con un atto di autonomia, sulla base dei programmi elettrorali di zona del PCI e del PS1, l'impegno per riconfermare la maggioranza uscente, nessuna altra maggioranza sarebbe stata possibile in quanto PCI e PSI hanno in C. di Z. 19, sedici consiglieri su 32 ed inoltre DP non avrebbe osteggiato certo questa possibilità.
Non è esatta l'affermazione che"il PCI, rivendicando a sé la guida della coalizione del governo della zona, non ha trovato disponibili i socialisti" Il gruppo del PCI aveva sì riproposto di continuare l'esperienza della maggioranza laica di sinistra, su basi programmatiche rinnovate, ma è stato il PSI ad impostare il problema della Presidenza al PSI in termini di pregiudiziale, mentre il PCI, pur rivendicandola, non la poneva come pregiudiziale, rimandandone la definizione ad un accordo cittadino istituzionale fra tutti i partiti, rispettoso dei risultati elettorali.
Il documento presentato dalla maggioranza di pentapartito in zona, è il risultato di queste premesse politiche. Esso appare anzitutto un testo che mal si presta ad essere un vero e proprio Programma di legislatura, in quanto è chiaramente il risultato del tentativo di mettere insieme opzioni politiche e culturali molto diverse, dopo l'imposizione cittadina del pentapartito.
Non emergono infatti linee (segue a pagina 15)
vietica vi cercava un impegno più sostanziale. specie neffampo del disarmo. Il vertice non ha dato ragione né all'uno, né all'altro, ma é positivo che, giunti a un livello alto e senza precedenti della tensione, USA e URSS non si sono limitati ad una battuta di arresto, ma hanno accennato ad un mutamento della rotta di collisione muovendo un primo passo verso la riduzione della conflittualità.
Certo, rimangono ancora molte questioni sul tappeto, dagli armamenti, alle "guerre stellari'; ai conflitti locali, ma, tutto sommato, riteniamo.di poter dire che il vertice di Ginevra è stato un buon inizio. Sta all'impegno ed alla volontà di tutti, e non soltanto di USA e URSS, che ad esso segua una realtà di distensione e di pace.
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AZZOLA
TIpunto Un buon inizio
Il Luta a Figino
Milano dal fascismo a piazza
Fontana Robin Hood al Parco di Trenno
Lo sport per aiutare a crescere
Adottato il nuovo regolamento zonale Ma non esiste una commissione per l'ecologia e per l'ambiente
Una soluzione per via Novara
Caro Milano 19, sono un abitante della Zona 19 e sono un pendolare... alla rovescia, nel senso che, contrariamente a quanto fanno i più, io per andare al lavoro alla mattina
millano19
esco da Milano, per farvi ritorno alla sera. Per farlo percorro la via Novara e regolarmente ogni giorno, sia alla mattina, sia alla sera, mi trovo imbottigliato in lunghe code (per quelli che viaggiano in senso contrario al mio è ancor peggio) ai Boschetti di Trenno, provocate dalla strettoia esistente in via Novara, tra il semaforo di via Cascina Bellaria e quello di via Caldera.
Stando in coda ho più volte pensato a come si potrebbe sciogliere quel nodo e una solu-
zione credo di averla trovata. Scartata l'ipotesi di abbattere le case dei Boschetti di Trenno, alle quali tra l'altro sono personalmente affezionato, per giovanili ricordi, la soluzione potrebbe consistere nella costruzione, appena a nord dei fabbricati dei Boschetti, di un tratto di strada che congiunga via Cascina Bellaria con l'incrocio tra via Novara e via Caldera (tratto di strada che tra l'altro già era stato realizzato, in via provvisoria, anni or sono, allorché venne attuato il breve raddoppio di via
Novara, e poi venne smantellato).
)vinto Romano
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Si dovrebbe poi istituire un senso unico rotatorio nel senso che chi proviene dal centro di Milano percorrendo la via Novara dovrebbe piegare a destra per via Cascina Bellaria, poi a sinistra lungo il tratto di strada ed infine reinserirsi in via Novara. Chi invece proviene da fuori continuerebbe lungo l'attuale percorso, compresi quanti sono diretti a Trenno che svolterebbero a destra all'attuale semaforo di via Cascina Bellaria. In tal modo, a mio modesto parere, il traffico potrebbe essere snellito e per renderti più chiaro quanto ho fin qui descritto ti allego uno schizzo. Se puoi ti pregherei di pubblicarlo. Chissà che vedendolo sia il Consiglio di Zona 19, sia l'Amministrazione Comunale non si rendano conto che quanto io propongo può essere facilmente realizzato in tempi brevi e tutto sommato, penso, senza eccessiva spesa. Cordialmente ti saluto.
Angelo Redaelli
Piazzale Segesta
Caro direttore, sono un abitante del quartiere di San Siro e, come tanti altri che abitano qui, da tempo attento una dignitosa sistemazione di piazzale Segesta. Qualche cosa, devo ammetterlo, è stata fatta, ad esempio la
Allora sì che si potrà dire...
Caro direttore, il 2 novembre ero in tram e ho visto il Corriere della Sera di un passeggero con il titolo "O mia patria sì bella e perduta". Allora mi sono procurato una copia di quel giornale convinto che quell'articolo si riferisse allo sceneggiatc "Verdi" trasmesso in televisione in quel periodo di tempo. Nulla di tutto ciò, bensì l'intendimento, da parte dell'autore dell'articolo, di rivalorizzare la parola "patria" tanto cara alla borghesia italiana, che l'ha sfruttata fino alla nausea.
In questo secondo dopoguerra i fermenti sociali che dilagavano nella penisola consentirono, tra le altre cose, di prumulgare una Costituzione dai lineamenti sociali, con l'intento d:
cordonatura delle aiuole, ma altre debbono ancora essere fatte. C'è ad esempio, per chi proviene da viale Mar Jonio e, anziano come me, vuol venire in questo pia77ale a prendere un po' d'aria, il problema dell'attraversamento.
Ma non si era tanto parlato di isola pedonale che avrebbe dovuto unire i giardini di viale Mar Jonio a quelli di piazzale Segesta? Cosa si aspetta per attuarla?
Ma la questione che soprattutto va risolta con estrema ur-
garantire il lavoro a tutti gli italiani. Ma a questo non si arrivò, malgrado gli sforzi delle sinistre; ed ecco che ora abbiamo la disoccupazione che imperversa e i datori di lavoro che fanno il bello ed il cattivo tempo.
Ora, tornando all'articolo del Corriere sopra citato che compie lo sforzo di rivalorizzare la parola "patria", bisogna rendersi conto che l'Italia è in mano di una cinquantina di famiglie, le quali praticamente detengono l'effettivo potere, e che per le mededime famiglie la parola "patria" ha un grande significato perché si tratta della loro patria. Invece che patria vuole essere per i tre milioni di disoccupati e per tutte quelle famiglie di diseredati disseminati nella penisola e nelle isole?
via
genza è quella del "vespasiano" di piazzale Segesta. Si tratta decisamente di una cosa indecente, indegna di un paese che voglia definirsi civile. Cosa si aspetta per rimuovere quel "vespasiano"? O, se si vuol proprio lasciare un servizio igienico nel piazzale, non lo si potrebbe sostituire con uno di quei moderni impianti a lavaggio totale ed immediato che ho avuto modo di vedere alla Festa de l'Unità al Monte Stella?
' 9 20 dicembre 1985
Quando invece, in un futuro non so se lontano o vicino, le sinistre in Italia riusciranno a realizzare uno Stato socialista, allora sì, si potrà dire che l'Italia è la patria di tutti gli italiani Enzo Maresti e,..' va ..,*e 1,-z' -Q-1...,,,:' .1j. á ‘........______/ _,) , . ..s ,- ", ' ái7 á ' á á ,"'«i ,,s á ',."1 oá ' '<SI': -: - -,''... -:` .,..-. .:,, I , á ,- le O , Ä ,.,\AR. ., .... 9" -, n , á . , .1 CENIFTER ,52 —..á .d --,.?:àá \ r--:-...á 4' ; l....' Ä Ä C'S . '''. V: '' Ä1' '23 ''''' -‘.1 '3 \C° ':, £,, t3, :O "' \ .... .e,‘ y : o , É \,'" É 0> É ' ..;',,,.. , Ä '
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Su mille bambini cinquanta muoiono
Lo dicono, ne11951, le statistiche, ma si tratta difigli di "meno abbienti" ed il sindaco democristiano Ferrari fa finta di niente
di Gian Piero Pagetti
Scoppiò il 1950, l'anno santo quant'altri mai, l'anno delle Madonne pellegrine, l'anno degli anatemi pacelliani, l'anno dell'Angelicum, il centro culturale con cinema e teatro incorporati costruito per i francescani dall'architetto Muzio in corso di Porta Nuova, proprio di fianco a quella chiesa di Sant'Angelo, dove soltanto quattro anni prima due frati, padre Zucca e padre Panni, avevano tenuto per qualche tempo nascosto il cadavere di Mussolini. Un giovane cronista sportivo del quotidiano cattolico milanese "L'Italia" nello stendere il suo "pezzo" su una partita di calcio si lasciò prendere la mano dalla foga giovanile e scrisse che il portiere aveva "fatto miracoli per fermare il pallone beccandosi una bella tirata d'orecchi (metaforica, si intende) dal suo direttore, don Ernesto Pisoni, che gli ricordò che"i miracoli li fanno soltanto Dio e i santi, non i portieri" e a nulla valse l'osservazione, avanzata timidamente dal cronista, che in fondo anche San Pietro faceva il portiere.
Nelle chiese, negli istituti religiosi, nelle scuole confessionali chierici e laici cantavano in coro:"Dio di clemenza I Dio salvator I salva l'Italia nostra I e il suo sascro suol" e ancora:
"Siam gli arditi della Fede I siam gli araldi della Croce I al tuo cenno, alla tua voce I un esercito dell'altar"e intanto nelle piazze polizia e carabinieri non esitavano a sparare su operai, contadini e disoccupati che chiedevano pane e lavoro. Se poi ci scappava il ferito od il morto peggio per lui. Ed il 9 gennaio 1950 si verificò il più grave episodio di repressione antioperaia registrato dai tempi di Bava Beccaris e di Pelloux: a Modena le "forze dell'ordine" (quale ordine?) aprirono il fuoco sui lavoratori in sciopero uccidendone sei. A Milano, appresa la notizia, gli operai scioperarono per protesta e scesero in piazza, la polizia li caricò con la solita violenza.., e nella ormai famosa trattoria di via Bagutta una giuria imperturbabile assegnò l'omonimo premio letterario a Vitaliano Brancati per il romanzo "Il bell'Antonio", mentre in un'altra trattoria milanese, più fumosa che famosa, in via Borromei non pochi pittori cercavano di rimediare un piatto di minestra barattandolo con un quadro. Ed a guadagnarci era sempre l'oste.
Le ferie al fresco... ma non proprio gratis
Ai microfoni della Rai (non ancora Tv) Achille Togliani, Nilla Pizzi, Roberto Murolo, Luciano Tajoli, Giorgio Consolini, Claudio Villa, il Duo Fasano e l'allora quasi debuttante Quartetto Cetra cantavano in diretta accompagnati dalle orchestre dei vari Fragna, Angelini, Ceragioli. Il napoletano Roberto M urolo lanciò "Anema e core" e "Scalinatella", due brani che ebbero molto successo tra i non pochi partenopei di Mila-
no. Negli Stati Uniti d'America venne lanciata invece la "caccia alle streghe", scienziati, uomini di cultura, artisti come Charlie Chaplin vennero allontanati dai loro posti di lavoro e spesso costretti a lasciare il paese soltanto perché sospetti di simpatie filocomuniste. E per non essere da meno gli industriali nostrani, si misero a schedare i loro dipendenti, a licenziare o confinare in reparti lager i comunisti (dichiarati, presunti o simpatizzanti che fossero) e ad assumere soltanto su raccomandazione dei parroci (ancor meglio se di qualche vescovo) o, in mancanza di meglio, di qualche notabile, piccolo o grosso che fosse, democristiano, dando comunque incarico a qualche agenzia di investigazioni private di accertare che la persona da assumere simpatizzasse per i "partiti dell'ordine", intendendo per tali i partiti di centro-destra, dalla Democrazia Cristiana fino alla destra fascista ed eversiva, facendo soltanto qualche concessione per i socialdemocratici e, in misura minore, per i socialisti.
Il 2 giugno 1950 la CGIL (Confederazione Generale Italiana del Lavoro) tenne a Milano un convegno sul tema "Industria e piano del lavoro". Ne emerse chiaramente, per la prima volta nella storia del sindacalismo italiano, il ruolo dei lavoratori quali artefici di quell'opera di rinascita nazionale, che il governo e gli imprenditori si rifiutavano di attuare. E il governo fu costretto ad attuare sulla linea indicata da quel convegno. Ma la guerra fredda si andava sempre più riscaldando fino a diventare rovente il 25 giugno, allorché scoppio la guerra tra la Corea del Sud e quella del Nord. Il primo luglio il presidente statunitense Henri Truman, scavalcando l'Onu (Organizzazione delle Nazioni Unite), accorse in aiuto del dittatore sudcoreano Syngman Rhee, scagliando le sue truppe contro la Corea del Nord. Tutti trattennero il fiato. Cosa sarebbe successo? Come avrebbe reagito l'Urss? Sarebbe esplosa la terza guerra mondiale? La guerra nucleare? Da tutto il mondo si levarono proteste contro l'azione americana, che il governo italiano, presiedute dal democristiano De Gasperi, si affrettò invece ad approvare incondizionatamente.
Da Stoccolma partì un nuovo appello per la pace per il quale si cominciarono a raccogliere milioni di firme in tutto il mondo.
I partigiani della Pace milanesi intensificarono la loro attività e la cosa non andò per niente a genio al questore Agnesina, che il 27 luglio non esitò ad ordinare alla polizia di invadere la Casa del Popolo di Chiaravalle, all'estrema periferia cittadina, per impedire una manifestazione per la pace. i poliziotti irruppero armati fino ai denti"Fermi tutti!" intimarono. La manifestazione venne sospesa, i presenti vennero perquisiti, scheda-
ti,insultati. Il segretario della locale sezione comunista venne arrestato ed inviato a San Vittore, dove rimase fino al 19 agosto, quando venne processato, assolto con formula piena e rilasciato. "Se te se lamentett de coss'è? — cercò di scherzare qualche suo compagno — T'hann faa fà i ferii al fresch e a gratis': "Propri a gratis no': gli rispose il dirigente comunista, consolandosi però alla notizia che il giorno prima, 18 agosto, le firme raccolte in Lombardia contro la guerra in Corea ed il pericolo di un olocausto nucleare avevano raggiunto la bella cifra di due milioni.
In città circolano cinquantamila auto Faceva un caldo boia, un caldo assassinio che uccideva per afa o per annegamento. Le piscine milanesi registrarono il record delle presenze. Due operai finirono carbonizzati nell'incendio scoppiato alla mezzanotte dell'I l agosto alla Cartiera Burgo provocando un miliardo di danni. L'acqua non arrivava al quarto piano delle case, specie negli agglomerati popolari, ed era un sù e giù per le scale con secchi, catini, bottiglie, bidoni: meta la pompa del cortile o la "vedova" (la fontanella stradale) più vicina, tutti in fila ad aspettare il proprio turno. "La vita è fatta a scale, — cercò di scherzarci sopra qualcuno — c'è chi scende e c'è chi sale", ma nella fattispecie a salire e scendere erano smepre gli stessi. I prezzi, invece, salivano soltanto. Burro, olio, salumi, carne, formaggi, frutta e verdura di stagione, angurie, meloni costavano ogni giorno di più. Molti negozi limitarono le vendite: perché vendere oggi quello che domani si sarebbe potuto vendere ad un prezzo più alto? Ma per la stampa cosidetta "indipendente" e "benpensante" tipo il Corriere Lombardo, il Tempo di Milano o l'Italia, o governativa, vedi il democristiano Il Popolo, fare la spesa era una bellezza, una gioia per gli occhi; certo, ammettevano, comportava qualche piccolo "sacrificio", qualche "rinuncia" per i ceti meno abbienti, ma... "Te vorarett minga che sacrtfizi e rinunzif ghi faghennfà a i sciori che hinn minga abituaa': fu il commento amaramente ironico di molti.
Per le strade cittadine i vigili rincorrevano, con otto motociclette soltanto, gli scooteristi che, tolto il tubo di scappamento, scorazzavano alla massima velocità possibile, assordando tutti. Dalla Svezia giunse all'I nter "Nacka Skoglund" con il suo estro pedatorio e la sua propensione alcolica, cui ben presto aggiungerà una smodata passione per gli spaghetti, ma a Milano ci fu chi non cessò di rimpiangere il più nostrano "Peppin" Meam. Vennero i primi freddi. Vennero le giornate di nebbia. Truman dichiarò di essere disposto a gettare bombe atomiche sulla Corea del Nord. I Par-
tigiani della Pace protestarono vivacemente. E molti milanesi protestarono anche quando, il 4 dicembre, tolte le impalcature apparve ai loro occhi il nuovo palazzo della Rinascente costruito di fianco al Duomo, sull'area già occupata dal vecchio palazzo distrutto dalle bombe nel 1943. Nacquero vivaci polemiche, soprattutto per i caratteri stilistici della facciata, dovuta all'architetto Ferdinando Reggiori, che rompeva l'uniformità (esistente prima dei bombardamenti) dei portici settentrionali. I milanesi si divisero in due partiti: quello dei favorevoli alla nuova costruzione e quello, più numeroso, dei contrari, ma sia dall'una, sia dall'altra parte molti convennero nel dire che la rinascita della Rinascente (scusate il bisticcio di parole) segnava la fine del dopoguerra. "Che diamine — fece osservare qualcuno — ormai in città circolano ben cinquantamila auto!"
Un'allegra seggiovia tra pianta e pianta
11 14 gennaio 1951 il Premio Bagutta venne assegnato, per l'opera "Pantheon minore", ad Indro Montanelli, un giornalista che si era fatto le ossa inneggiando al duce e in quei tempi stava tentando di darsi una patina di intellettuale un po' (ma non troppo, per carità!) di sinistra, ma più tardi ritornerà a destra quando, molti anni dopo, darà vita ad un suo giornale, nuovo, naturalmente.
La sera del 29 gennaio tutti in casa, davanti alla radio, le orecchie tese (guai a chi fiala!) per ascoltare, in diretta dal Salone delle Feste del Casinò di Sanremo, la prima edizione del Festival della Canzone Italiana: interpreti Nilla Pizzi, Achille Togliani, il Duo Fasano accompagnati dall'orchestra del maestro Cinico Angelini e presentati da Nunzio Filogamo, un presentatore passato alla storia per il suo immutabile saluto iniziale "cari amici vicini e lontani". Vinse Nilla Pizzi con la canzone "Grazie dei fiori".
In primavera il Festival di Cannes venne vinto da "Miracolo a Milano" un film raccontato come una favola, girato nel centro e nella periferia milanesi da Vittorio De Sica, che aveva posto il suo quartier generale all'Ortica, vicino alla scarpata della ferrovia. Stava lì l'accampamento dei "barboni" baraccati, li si battevano nel clima invernale contendendosi l'unico raggio di sole, lì zampillava il petrolio, lì il rapace Mobbi sguinzagliava la sua polizia contro i poveri illusi, ai quali non restava altro che involarsi con le scope, con partenza da piazza del Duomo, alla ricerca di un mondo migliore e più giusto. Favola sì, ma favola realista: il primo film italiano sulla lotta di classe. Lo compresero subito i ricchi, che al suo apparire arricciarono i! naso; ma per qualche tempo i barboni andarono di moda e l'Intransigeant, un settimanale milanese che ebbe la
vita assai breve, dedicò loro un vasto servizio fotografico, scattato per lo più dalle parti dell'Albergo Popolare di via Marco d'Oggiono, in quella "casbah" di Porta Genova che era ricettacolo non soltanto di barboni, ma anche di ladri, prostitute, "rocchetta" (ruffiani), contrabbandieri di sigarette e... chi più ne ha più ne metta.
Al Teatro Nuovo arrivò, con i suoi ben 365 cambi di luce in tempi in cui i computers non erano ancora stati inventati, "Un tram che si chiama desiderio", un testo di Tennesee Williams, considerato scandaloso per l'atmosfera di incubo, di angosce, di spasimi, di torbidi ambienti e di torbide storie di cui era permeato. Ed Eugenio
Ferdinando Palmieri, critico teatrale controcorrente, così sintetizzò, con un inizio di recensione fulminante, il succo dello spettacolo:"Tre ore di bevute, di canti, di scenatacce, di musiche interne, di stoviglie in frantumi, di risate sgangheratissime, di treni che fischiano, di balletti e di bagni. I personaggi si lavano con indomita costanza. È estate e sudano. Sudano e si gettano nella tinozza. Estate e fumo e acqua': Al Parco Sempione venne inaugurata la Nona Triennale. Per la prima volta si fece un tentativo di ridimensionare all'interno gli spazi enfatici dell'edificio Muzio. Fuori un'allegra seggiovia correva tra pianta e pianta. Molti milanesi sperarono che restasse per sempre, ma... passata la festa la seggiovia venne fatta a pezzi e spedita chissà dove.
A.A.A. affitansi bambini macilenti
Il 27 maggio i milanesi votarono, per la seconda volta dalla fine della guerra, per il Consiglio Comunale. Vinse la Democrazia Cristiana con 239.035 voti (pari al 30,57 per cento), seguita da Partito Comunista con 117.102 voti (22,65%), Partito Socialista Democratico con 113.940 voti (14,57%), Partito Socialista con 110.126 voti (14,08%), missini con 49.938 voti (6,39%), liberali con 49.313 voti (6,31%), monarchici con 24.095 voti (3,08%) e repubblicani con 12.889 voti (1,65%), mentre altre liste minori raccolsero complessivamente 5.480 voti pari allo 0,70 per cento. Sindaco venne letto il democristiano Ferrari, che aveva promesso ai cittadini una "carità cristiana" e che per prima cosa si affrettò a licenziare, il 4 luglio, nove vigili urbani con quindici anni di anzianità lavorativa per "inidoneità al lavoro".
Ma, malgrado la nuova Giunta, a Milano si intensificarono le manifestazioni per la pace in Corea. Vennero raccolte scatole di latte in polvere per i bambini coreani, ai quali il neo sindaco Ferrari, con "carità cristiana" negò la sua solidarietà. Venne indetta una "settimana della Pace", che culminò il 10 luglio in grandi manifestazioni cittadine. Nelle fabbriche si rac-
colsero fondi di solidarietà per i lavoratori delle Officine Reggiane (di Reggio Emilia, ovviamente) i quali da oltre un anno lottavano contro la decisione della direzione di licenziare cinquemila operai, cui avevano risposto progettando e costruendo per conto loro un trattore, I-12 60". Gli operai della Tallero proposero di ospitare dieci figli di lavoratori delle Reggiane in colonie marine, i poligrafici milanesi sottoscrissero centomila lire, le maestranze della Breda ne sottoscrissero 160 mila, cifre non da poco per quei tempi visto che le statistiche uscite proprio in quei giorni dicevano che nella città e nella provincia di Milano migliaia di lavoratori guadagnavano meno del "minimo vitale" fissato per una famiglia tipo di 3 persone in 60 mila lire al mese. Ed in molti stabilimenti milanesi si cominciò a cantare:"All'erta compagni I il giogo si schianta I alziamo il vessillo I sull'Erre Sessanta I Sul nostro cammino I di pianti e di pene I bandiera di pace e di libertà I trattore passa e va': E alla Breda scattò l'ennesima provocazione poliziesca con la "tattica", già sperimentata, del "ritrovamento di armi": un falso colossale che servì alla direzione aziendale per annunciare il licenziamento di cinquemila lavoratori. Tutte le categorie si mobilitarono per salvare la fabbrica e con essa il lavoro di migliaia di operai. La situazione era già assai grave. In tutta Italia i disoccupati erano già oltre i tre milioni. Aggiungerne altri sarebbe stato disastroso. Ma il sindaco Ferrari preferì fare "orecchio da mercante" ed aumentare le tariffe tranviarie di 5 lire, per fare "cifra tonda" dissero i giornali bempensati milanesi (i soliti Corriere della Sera, Corriere Lombardo, Tempo, Italia, Popolo) sempre pronti a sostenere provvedimenti anti-popolari? "Cosa sono cinque lire?", si chiesero e chiesero."Provate a domandarlo alla vedova di guerra che percepisce una pensione di 2.450 lire", rispose loro l'Unità. In periferia si viveva ancora in fatiscenti baracche ed in quelle dell'Ortica, dietro la chiesa rossa, venne scoperta una "centrale" per il noleggio di bambini, più piccoli e macilenti erano meglio era, affittati a giornata per mandarli a chiedere l'elemosina agli angoli delle strade, sui sagrati delle chiese, ovunque. E si scoprì anche, in seguito ad un'inchiesta sanitaria, che in quei tempi a Milano "tbc" e malattie infettive mietevano vittime tra i bambini delle famiglie meno abbienti: la percentuale dei morti tra i piccoli sotto l'annodi età era del 50 per mille, ma il sindaco Ferrari, con "carità cristiana" fece finta di niente.
(37- Continua- Le puntate precedenti sono state pubblicate a partire dal numero di settembre del 1982).
Nella foto Milano 1950: un aspetto della lotta contro i licenziamenti alla Breda.
dicembre 1985 milano 19 - pagina 3
MILANO DAL FASCISMO A PIAZZA FONTANA
Diciannoverde si riunisce tutti i giovedì dalle ore 21 presso il Centro Comunitario di via Lampugnano 145
Gridiamo tutti assieme
Evviva quell'asfalto!
(esperiamo che si espanda)
Un anello di piste ciclabili per uno sviluppo di quasi 10 chilometri sta per essere realizzato nella nostra zona - Restano i problemi della protezione della pista e dei parcheggi custoditi, ma su quelli torneremo un'altra volta
No, non siamo impazziti, né ci siamo improvvisamente convertiti alla civiltà delle 4 ruote e dell'urbanizzazione selvaggia che ha fatto scempio del nostro Paese. Il caloroso benvenuto non è riservato a una nuova strada, bensì alla pista ciclabile che pare (il dubbio è d'obbligo!) stia per essere ultimata nella nostra zona.
Siamo pronti a scommettere che ben pochi, anche tra i ciclisti abituali, si sono accorti della novità. Eppure non si tratta di una iniziativa simbolica, o di uno spezzone realizzato solo per fare un podi scena (come quello, ridicolo, di via Olona), ma di un anello dello sviluppo di quasi IO km che più o meno direttamente interessa tutti i quartieri della zona 19: partendo da p.le Lotto, raggiunge infatti (lungo v.le Caprilli) la zona dello stadio, attraversa i piazzali dei parcheggi, percorre un breve tratto di via Harar e di via Novara, -attraversa il Parco di Trenno e la famosa area destinata a Orto Botanico, e raggiunge la stazione M M Bonola; passando poi nei pressi delle stazioni MM Uruguay e Lampugnano, e attraversando il QT8, ritDrna a p.le Lotto. Si tratta di uno dei 6 "itinerari ciclabili prioritari" individuati nel Piano dei Trasporti elaborato nel 1980 dal Comune di Milano. Concepito essenzialmente come percorso destinato all'uso della bicicletta nel tempo libero, dovrebbe servire anche come direttrice di collegamento alternativo tra le zone Gallaratese e San Siro, oltre che per l'integrazione con la linea I della MM.
A che punto stanno i lavori?
A metà ottobre la situazione era la seguente: il nastro grezzo di asfalto si snoda quasi ininterrotto nel tratto Lotto-stadio-Parco di Trenno-Orto Botanico-Bonola, riappare in via Cechov e infine congiunge la stazione M M Lampugnano con il QT8. Per le osservazioni critiche è meglio aspettare la fine dei lavori;una, però, è così ovvia che non possiamo trattenerci dall'esprimerla subito: la stradina che attraversa il Parco di Trenno era già asfaltata; che bisogno c'era di sovrapporre I o 2 cm di asfalto a quello preesistente? Non sono soldi (materiale + ore
Un regalo all'albero di Natale
Cittadini perché ogni anno contribuire alla moria di numerosi abeti rossi usati come alberi di Natale? Quest'anno potrete fare qualcosa per la loro salvezza portando il vostro albero (dopo le feste) all'area destinata ad orto botanico dove Diciannoverde farà un centro raccolta e li pianterà assieme a voi. Per date ed organizzazione ci faremo risentire nel numero di gennaio.
Società sportive e verde pubblico Robin Hood s'è fatto vivo
anche al Parco di Trenno
Cartelli con la scritta "Il Parco è di tutti "apparsi al posto di paletti di recinzione - Le proteste degli abitanti di via Rizzardi contro la costruzione di un centro sportivo che li priverebbe di una vasta area di verde
I. Tra via Cilea 5I e via F.11i Rizzardi, dietro gli impianti sportivi del "Gis sport-Libertas Crespi Cerioni", vi è un prato sul quale il "Consorzio B" (la società sportiva Milano Quartiere) sta costruendo un centro sportivo (calcio, pallavolo, basket, bocce), conformemente ad una delibera del 1979 della giunta comunale milanese.
bambini giocano in strada o nel vicino parcheggio-auto, gli anziani non hanno un posto dove sedersi e manca uno spazio verde vicino, fonte di aria pulita.
uomo + ore macchina) buttati?
Su altri due aspetti che stanno a cuore al ciclista — gli eventuali sistemi di "protezione" della pista e i parcheggi custoditi in corrispondenza alle stazioni M M — torneremo a lavori ultimati. Ma c'è un altro punto ancora più importante. Non più di 6 mesi fa l'esito trionfale del referendum sulla limitazione del traffico automobilistico privato nel centro urbano e la rapida attuazione di provvedimenti — sia pure limitati — in tal senso avevano fatto sperare per il meglio. E lo straordinario incremento del traffico su due ruote (moto + bici) da luglio a ottobre (secondo rilevazioni del Comune, addirittura triplicato) sembrava confermare la voglia dei milanesi di reagire al processo di congestione automobilistica della città. Tutto bene, dunque? La prossima primavera, sarà tutto un fiorire di piste ciclabili e frotte di bici scampanellanti, uscite dal letargo invernale, cambieranno la faccia della metropoli? Pare proprio di no. Alla Lega Ambiente dell'Arci sono pessimisti: secondo la nuova giunta, le piste costano troppo, e i bei progetti contenuti nel Piano dei Trasporti del 1980 subiranno una drastica riduzione. Poco male, penseranno alcuni: vorrà dire che i ciclisti irriducibili si rassegneranno a zigzagare tra le macchine... Sarà.
C'è, però, un piccolo particolare. Potenziamento del trasporto pubblico e limitazione di quello automobilistico privato, estensione del verde e promozione del traffico su 2 ruote non sono "lussi da ecologisti", ma quattro aspetti importanti non i soli, ovvio! — di una visione alternativa della città, quattro tessere di un mosaico che si valorizzano e alimentano a vicenda. Inoltre, solo superando per ciascuno di essi un certo livello quantitativo si può sperare di innescare un processo che gradualmente cambi la città, rendendola più umana e vivibile. Se si resta al di sotto di quei livelli critici, probabilmente si rischia di vanificare tutto e di sprecare — allora sì — un mucchio di quattrini. una scommessa, con un
certo grado di rischio? Certo. Ma qua, se non si invertono certe tendenze (prima di tutto sul terreno economico e occupazionale, ma anche su quello ambientale, della "qualità della vita") l'alternativa sicura è il degrado e l'imbarbarimento. Altro che Milano "città europea"!
Contemporaneamente 219 abitanti di via F.11i Rizzardi (numeri 16/9, 16/6/8/ 10/ 12 e 22) hanno sottoscritto una petizione (indirizzata al Sindaco) nella quale si chiedeva la revoca della delibera (presa quando tutte le case circostanti non esistevano ancora) perché il campo è troppo vicino alle abitazioni e si affianca a quello preesistente del "Gis sport", può essere fonte di rumori molesti e prima di case di questo lotto (il 181) della più importante area disponibile nella zona per il verde attrezzato previsto dal piano regolatore di Milano.
Se il giardino pubblico alberato non lo si fa su quell'area, dove e quando il Comune onorerà gli impegni che ha assunto in materia urbanistica? Intanto i
II. Venerdì 8 novembre poassavo in macchina per via Cascina Bellaria quando ho visto due camion e alcuni muratori, i quali stavano cementando molti paletti di ferro tutt'intorno all'area del parco di Trenno che circonda l'edificio del `Centro per il tempo libero' (inutilizzato da molto tempo).
Mi sono fermato e ho chiesto loro cosa stessero facendo: stavano lavorando per la recinzione di quell'area, occupata dalla ennesima società sportiva della zona. Ora che una parte di parco pubblico venga concessa ad una società sportiva privata, mi sembra atto insensato e contrario agli interessi della generalità dei cittadini, i quali giustamente pretendono di utilizzare liberamente e senza nulla pagare gli spazi verdi pubblici: amministrare bene la cosa pubblica non vuol certo dire consegnarla ai privati per i loro fini individuali di lucro (vedi anche la oscura vicenda dello "Sporting Club").
L'Olona: una fogna a cielo aperto
Un fatto sconcertante si è però verificato in seguito: domenica 10 novembre sono andato a fare una passeggiata nel parco e quasi tutti i pali erano spariti. Non c'erano più, volatilizzati, solo vuote buche di cemento. E sul selciato della stradina che porta verso via Cascina Bellaria una curiosa scritta fatta con della vernice: "Il parco è di tutti. Niente recinti. Robin Hood e Little John". Chissà mai cos'è successo, forse due buontemponi si sono "opposti" all'iniziativa della recinzione.
Certo se le autorità comunali (e il consiglio di zona) non dimostrano adeguata sensibilità ,politica e capacità d'intervento pratico sulle questioni ecologiche e del verde non faranno altro che favorire simili azioni illegali di ribellione. Ovviamente ciò non toglie l'obbligo eticopolitico della collettività di esprimere il proprio dissenso solamente con metodi civili e democratici, con petizioni e manifestazioni pubbliche, facendo sentire la propria voce di cittadini attivi e coscienti.
R.D.
Depurare o non inquinare?
Questo è oggi il dilemma
La progettata realizzazione nella nostra zona di un impianto per la depurazione delle acque ci pone di fronte a gravi problemi - Quali sono i pro e i contro? -Come verranno eliminati i fanghi
In origine i fiumi avevano funzioni vitali per l'umanità, che consentiva i propri insediamenti urbani (e no) lungo il loro corso. Spesso venivano utilizzati anche per cicli produttivi e per il trasporto, che comu que, sebbene potessero creare inquinamento, non influivano in modo determinante sull'equilibrio ecologico. Con l'avvento di nuove fonti d'energia i fiumi hanno perso il loro ruolo strategico, per cui non ci si è più preoccupati del loro stato. L'unica funzione che hanno acquistato con l'industrializzazione è quella di fogne all'aria aperta, senza più controlli sulla quantità e la qualità dell'acqua. Non esistono, infatti, censimenti e prelievi dei fiumi o torrenti che scorrono sul nostro territorio. L'Olona non si astiene da questa situazione generale, anzi se osserviamo il suo tragitto, scopriamo che attraversa una zona altamente industrializzata.
Per porre rimedio all'inquinamento delle sue acque (e relativi affluenti) il Consorzio Provinciale di Depurazione delle Acque del Nord di Milano (formato da enti locali della zona, Provincia di Milano, Comune di Milano, Camera Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Milano) ha indivi-
duato come soluzione ottimale la realizzazione di un depuratore che dovrebbe nascere in Zona 19. A questo punto è meglio chiarire, Seppure a grandi linee, cos'è e come funziona un depuratore: una rete di collettori convoliano l'acqua di scarico all'impianto di depurazione, che la tratta meccanicamente (trattenendo i grossi detriti) e biologicamente (immettendo ossigeno nell'acqua per colmare la carenza che si viene a creare per la presenza di sostanze chimiche e organiche che si ossidano). Impianti più complessi (come quello che sorgerà nella nostra zona) si avvalgono dell'immissione, nel trattamento, di microrganismi che "divorano" le sostanze ossidate. Se i microrganismi non sono sufficienti (per inquinamento di tipo chimico) sono necessari impianti più sofisticati, che ricorrono a procedimenti di tipo chimico o fisico (es.: carboni attivi). Leggere tutto ciò non spaventa, ma quali sono i pro e i contro?
Il processo di depurazione dà come scarto finale i fanghi, che possono essere eliminati nei seguenti modi: — in discariche che, se noti sono sufficientemente isolate dal terreno, possono creare gravi
danni alla falda acquifera; — bruciati nell'inceneritore, ma così sprigionerebbero diossina con il conseguente inquinamento atmosferico; riutilizzati come fertilizzanti agricoli (dopo vari trattamenti), con il conseguente pericolo di reimmissione nel ciclo alimentare delle sostanze inquinanti. Altro pericolo è quello della possibile diffusione nell'aria di batteri e virus durante il processo di depurazione, che potrebbe avere gravi conseguenze sulle condizioni igienico-sanitarie degli abitanti della zona. Tutta l'area circostante verrebbe invasa da cattivi odori (non bastano gli insediamenti industriali di Pero e Rho?), c'è anche la possibilità della presenza di animali abituati a vivere nella sporcizia (es.: topi). Va inoltre chiarito che la depurazione avverrebbe sulle acque prima di confluire nell'Olona.
Questo significa che gli inquinatori (le industrie soprattutto) continueranno ad usare sostanze nocive nei cicli produttivi; il fenomeno è meno grave per gli scarichi civili. C'è anche da considerare che l'impianto (si suppone) ogni sei mesi circa deve rimanere fermo per manutenzione perché saturo del troppo lavoro. Probabilmente
rimarrà fermo molto più spesso perché i metalli pesanti presenti nell'acqua inibiranno il suo funzionamento. Cosa succederà alle acque in quel periodo di interrutione? Ci vorrebbero forse due depuratori?
Qualcuno potrà obiettare che fino ad ora abbiamo considerati solo i "contro" ma, a dire il vero, trovare i "pro" ci riesce alquanto difficoltoto.
Sembrerà banale ma l'unico dato positivo è che l'acqua viene effettivamente depurata prima di entrare nell'Olona. Insomma la presenza del depuratore sarà un bel peso da sopportare per la zona 19 (e con motivazioni diverse per la collettività di tutti i comuni interessati alla spesa di circa 51 miliardi) e forse neanche giovare in modo radicale alla situazione del Nord di Milano. A tale proposito non siamo d'accordo con la logica prevalente in questo provvedimento, che è l'avallo alla supremazia delle industrie (ma quando finirà?) che continueranno ad inquinare le acque (e non solo quelle) con il contributo del denaro pubblico. Si dovrebbe invece, fare prevenzione imponendo già alla "fonte" l'uso di sostanze non nocive e di sistemi di depurazione a proprio carico.
pagina 4 - gridano 19 dicembre 1985
Presentata un'interpellanza in Consiglio Comunale
Per il San Siro Sporting Club le convenzioni contano niente
Il progetto presentato nel suo piano di promozione prevede impianti e servizi non soltanto non previsti, ma addirittura espressamente vietati dalla convenzione stipulata dal Comune per l'utilizzo dell'area
11 22 ottobre scorso il consigliere comunale Maurizio M ottini, comunista, ha presentato in Consiglio comunale la seguente interrogazione:
"L'Amministrazione ha deliberato una convenzione con le Cooperative Bellaria e Galassia per la realizzazione di un impianto polisportivo in diritto di superficie su circa 60.000 mq. a fronte della preventiva cessione di 100.000 mq. al Comune in prossimità della Cascina Bellada nel Parco di Trenno.
Nella convenzione sono inoltre disciplinati anche alcuni aspetti della gestione futura sia per garantire I 'uso delle piscine e dei campi da tennis per le scuole, sia per garantire una funzione pubblica, a tariffe comunali, nell'impianto per il pattinaggio sul ghiaccio.
Nelle scorse settimane una società denominata Sporting Club S. Siro ha promosso una campagna di promozione per la raccolta di soci e di sottoscrizioni, illustrando le caratteristiche progettuali e gestionali dell iniziativa.
Nel materiale pubblicitario diffuso, non appare chiaramente l'esistenza dei predetti vincoli convenzionali; ciò ha provocato un diffuso disagio nei cittadini della zona (Trenno e Gallaratese) che erano informati dei termini della convenzione e giudicano questa campagna un'operazione di totale privatizzazione di quest'area, Con funzioni di dubbia ammissibilità, stante l'attuale disciplina urbanistica di quest'area.
Si richiede se l'Assessore allo Sport sia a conoscenza di quanto sopra descritto e, in caso affermativo, quali provvedimenti abbia adottato".
Ritorna così alla ribalta la questione dell'area lungo la via Cascina Bellaria, di fronte al Parco di Trenno, su cui il S. Siro Sporting Club, citato dal consigliere M ottini, avrebbe in programma di costruire, come ha chiaramente fatto in-
Il 19 esprime preoccupazioni per la legge finanziaria
Nel corso della seduta del 7 novembre il Consiglio di Zona 19 ha approvato un Ordine del Giorno presentato dal gruppo comunista che diceva testualmente:"11 Consiglio di Zona 19, in occasione della discussione del programma politico-amministrativo di zona, preoccupato per le conseguenze che l'approvazione della legge finanziaria 1986, se non fosse modificata, avrebbe sulle grandi aree urbane come Milano nel campo degli investimenti, dei trasporti e dei servizi, si rivolge alla Giunta ed al Consiglio comunale perché il Governo ed il Parlamento ne correggano il testo, restituiscano agli Enti locali, sin dal 1986, la perduta potestà impositiva, approvino in tempi brevi le riforme del sistema delle autonomie e della finanza locale':
A favore hanno votato i gruppi comunista, democristiano (fatta eccezione per il consigliere Rella) e, in modo non determinante, missino. Contro ha votato soltanto il consigliere democristiano Rella, mentre i gruppi socialista, repubblicano, liberale e dell'Unione Socialista Democratica si sono astenuti.
El canton del barbee La sparviera
Ciao! Allora, hai sentito la Falcùcci?
Chi l'è che l'è? La miee d'on falchett?
La moglie di un falchetto?
Sì de vun de quei che vegnenn giò con la pienna.
Di un paesano, vuoi dire?
E magara anca de vun de quei che hinn restaa on poo ignorantott perchè al sò paes la scoeula la gh'era minga. Ma ti rendi conto che stai dando dell'ignorante al ministro della pubblica istruzione!
Mi? Ma se mi soo nanca chi l'è che l'è!
Ma è la Falcucci! — Ah!... Adess capissi perchè in Italia la scoeula la va mal!
E perché, secondo te?
Vist che per minister la gh'ha ona falchetta... Falcucci ho detto, non falchetta. E poi lei ha detto che la scuola italiana funziona bene. Perché la prova minga a dighell a i student che protestenn?
Glie lo ha detto. E ha anche detto che proprio quelle proteste sono la dimostrazione della vitalità della scuola italiana. Pussee che de la scoeula mi disarev vitalitaa di student. E no de cert per battegh i man a le. Ma lei ha detto che si sente il capo degli studenti.
E per fà sentì mei la soa autorità l'ha cressuu i tass per chi che voeur andà a scoeula!
— Veramente ha detto che l'aumento non lo ha deciso lei, ma che comunque lo approva. Hoo capii! Se l'è minga zuppa l'è pan bagnaa!
E perché, secondo te, non avrebbe dovuto approvarlo?
tendere nel corso di una conferenza stampa, un Club di "affari e sport” con megagalattici impianti sportivi e servizi professionali e semiprofessionali (che se nulla hanno a che vedere con lo sport, molto ne hanno con il mondo degli affari e della speculazione) riservato a supermiliardari. Ma facciamo un po' la storia di quest'area. A suo tempo, come indicato da Mottino nella sua interrogazione, ne avevano chiesto l'uso in diritto di superficie per la realizzazione di un impianto polisportivo. Il Consiglio di Zona 19, a quel tempo retto da una maggoranza laica e di sinistra (PCI, PSI, PRI, PS DI)aveva espresso un parere sfavorevole al progetto ed alla concessione edilizia, manifestando anche serie perplessità in merito alla gestione privata dell'impianto e come tale in contraddizione con la funzione di piano regolatore cui è destinata l'area.
Malgrado tale parere del Consiglio di Zona, il 20 marzo 1984 la Giunta Municipale, premesso che "le Cooperative Edilizie Bellaria e Galassia s.r.l. sono proprietarie dell'area, sita in via Cascina Bellaria, della superficie di circa mq. 101.100, destinata nella variante generale al P.R.G. (Piano Regolatore Generale) zona a spazi pubblici a parco, per il gioco e per lo sport a livello comunale"e che "il programma integrativo di P.P.A. (Piano Particolareggiato di Attuazione) ha previsto che sull'area in questione siano realizzate attrezzature di uso pubblico per lo sport da parte di privati", nonché che"le Cooperative Edilizie Bellaria e Galassia sono interessate alla realizzazione delle suddette attrezzature e, perciò, si sono dichiarate disponibili a cedere l'area al Comune per poi procedere: a) alla realizzazione del centro sportivo, in regime di diritto di superficie; b) alla gestione del centro stesso, in regime di concessione, secondo le pattuizioni riportate nella bozza di convenzione allegata alla presente delibera, a formarne parte integrante e sostanziale", considerando che "gli accordi, in pratica, si traducono nell'acquisizione gratuita al patrimonio comunale di un'area di mq.
101.100" e considerata"l'urgenza di concludere gli accordi al fine di consentire l'inizio delle opere con la stagione favorevole" deliberò di approvare e di presentare all'approvazione del Consiglio Comunale tali accordi. Gli accordi, come specificatamente precisato nella relazio-
ne della Giunta Municipale, comprendevano anche una bozza di convenzione tra Comune e Cooperative Bellaria e Galassia che all'articolo I stabiliva: "... È pertanto espressamente vietata ogni destinazione degli impianti, attrezzature e costruzioni realizzate differentemente o in contrasto con quella di centro sportivo, compresa la destinazione dei locali ad uso abitazione, non indispensabile per il servizio di custodia e di vigilanza del complesso sportivo. Le pattuizioni del presente atto devono essere considerate fra loro inscindibili e pertanto devono trovare attuazione in modo coordinato e unitario", prevedeva all'articolo 11 che"le costruzioni sotto descritte dovranno essere destinate esclusivamente all'Insediamento del centro sportivo"stabilendo che tali costruzioni erano "n. I palazzina in muratura con palestre, spogliatoi, docce, n. 10 campi da tennis in terra rossa; n. 10 campi da tennis in Lykold e Covasco; n. 2 campi da tennis Supreme court; copertura con struttura fissa di n. 4 campi e con palloni pressostatici di n. 6 campi da tennis; n. 3 piscine -una coperta, una scoperta e una per bambini; n. I palestra grande per uso polivalente, n. 3 campi di squash; n. I campo di calcio; n. 1 palazzina per pattinaggio su ghiaccio con le inerenti attrezzature, con una superficie coperta di m. 35 per 44,50; n. I campo giochi per bambini" che le Cooperative Bellaria e Galassia "dovranno presentare il progetto esecutivo di ogni singola opera che esse si sono impegnate come sopra a ralizzare, onde conseguire la preventiva concessione edilizia". All'articolo 13 la bozza di convenzione prescriveva inoltre alle cooperative Bellaria e Galassia di "a) Organizzare, nelle ore del mattino, dei giorni feriali, dal lunedì al venerdì, d'intesa con il Comune di Milano e sulla base di programmi preventivamente concordati per ciascun anno scolastico, iniziative per un'attività di avviamento agli sport del tennis e del nuoto rivolte alla popolazione scolastica a tariffe comunali, o a quelle più favorevoli praticate dal CONI per le scuole di addestramento allo sport. I campi da tennis messi a disposizione a questo fine saranno in numero di otto; b) la palazzina per pattinaggio su ghiaccio, con una pista delle dimensioni di m. 40 x 20, completa di tutte le inerenti attrezzature, con possibilità di uso polivalente, sarà gestita a condizioni da concordarsi a cura delle Coop costruttici per
conto del Comune di Milano, salvo la facoltà di quest'ultimo di richiedere la gestione diretta". Dal materiale di propaganda diffuso dal S. Siro Sporting Club nell'ambito del suo piano di promozione risulta che esso intende realizzare, sulla stessa area di cui alla convenzione tra il Comune di Milano e le Cooperative Edificatrici Bellaria e Galassia, un "Club di affari e di sport",comprendente, oltre agli impianti previsti dalla convenzione, anche un campo di allenamento per il golf su un'area di 40 mila metri quadrati (su quale area? Forse su quella destinata a campo giochi per bambini? n.d.r.), nonché"una sala di soggiorno, tre sale da bridge, lettura e piccole riunioni predisposte con pareti mobili che rendono trasformabili in salone per convegni e feste sociali, un ristorante con ingresso privato e pubblico, un bar affacciato sulla terrazza e una sala biliardo", tutte cose, come si vede, non soltanto non previste, ma addirittura esporessamente vietate dall'articolo uno della convenzione. Non solo, ma all'interno del complesso il S. Siro Sporting Club intende anche inserire "servizi professionali e semiprofessionali" con "servizio di segreteria commerciale computerizzato" (stenografia, word processing, copisteria 'segreteria telefonica, ecc.); centro di informazione Videotel; sportello bancario tipo Bancomat; servizio prenotazione ed organizzazione viaggi; corsi di lingua straniera, corsi di informatica; corsi di aggiornamento professionale per managers", come si vede tutti servizi che nulla hanno a che vedere con lo sport e che non interessano una larga parte del pubblico che dovrebbe, secondo la convenzione, poter usufruire degli impianti.
E per assicurarsi che tale pubblico non entri, il S. Siro Sporting Club ha deciso di limitare il numero dei soci a duemila e di fissare il prezzo del "diritto associativo" a 8 milioni di lire: pagamento un milione alla prenotazione, due entro il 30 ottobre 1985, altri due entro il 30 marzo 1986 e il saldo entro il 30 luglio 1986. E così chi non è abbastanza ricco da permettersi un lusso del genere è subito tagliato fuori.
Questi gli impianti secondo la convenzione comunale: I) palazzina sociale e piscina coperta;
2) Tennis al coperto e squash; 3) Attrezzature sportive coperte;
4) Piscina scoperta; 5) Piscina per bambini; 6) Campo di calcetto bivalente; 7) Impianto giochi per bambini; 8) Impianto pattinaggio; P) Parcheggi.
Ouehi! Ma te se rendett cunt che tra tass, liber e alter al dì d'incoeu per mandà on fioeu a scoeula ghe voeur on capital?!
Si, d'accordo, ma...
Ma la Costituzion la dis minga che tucc gh'hann el diritto de studià?
Si, ma...
Ma se la scoeula la costa tropp, i fioeu di pover 'me fann a andagh?
Va bene. Comunque non tutti gli studenti sono d'accordo nella protesta. Quelli cattolici, ad esempio, non hanno partecipato alle manifestazioni.
Bella forza. Lor hinn per la scoeula selettiva! Selettiva nel senso che ci vadano soltanto i più meritevoli?
No, no. Nel sens che ghe vaghenn domà i fioeu di sciori.
Cosa te lo fa pensare?
T'ee mai provaa a domandà quant che costenn i scoeul di pret?
Ma si tratta di scuole private.
Si, ma me par a mì che la Falcucci la gh'abbia l'intenzion de fà diventa privaa anca i scoeul pubblich.
Ma dai! Cosa dici mai?!
Ta l'ee dit tì che l'è d'accordi per cress i tass!
Si, ma...
Ma te set se te disi?
Cosa?
Che per mì quella Falcucci lì se l'è minga ona falchetta, l'è de segur ona falchettona.
Una sparviera?
Propri. E sarev mei taijagh subet i sgriff (*), prima che la ghe porta via la scoeula a i fioeu di operari. Ciao, te saludi!
el barbee
(') sgriff grinfie, artigli.
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Alla Scuola media Quarenghi
Educazione alla salute per prevenire la droga
La tossicodipendenza come conclusione negativa del rapporto tra educatore ed educato - Altre positive iniziative di questa scuola che collega la didattica alla realtà sociale
Tema: Educazione alla salute, prevenzione delle tpssicodipendenze. Sottotitolo: Informazione per una nuova formazione degli educatori". Un manifesto raffigurante uno struzzo che sprofonda la testa nella sabbia, con una didascalia che dice così: "non facciamo come lui, informiamoci".
Così, in un momento di relativa caduta di tensione, con un ciclo di incontri tenuti presso la Scuola media Statale Quarenghi dal 15 al 21 ottobre, è stata riproposta la questione droga in Zona 19, sia pure da una angolatura particolare: il rapporto tra educatore ed educato.
La media Quarenghi non presenta, a prima vista, alcuna particolarità ma, salendo al primo piano, davanti alla segreteria e alla presidenza l'atmosfera cambia. Non assume l'aspetto serioso tipico delle presidenze ma, al contrario, appare quel disordine-ordinato tipico delle situazioni vivaci. Le locandine di alcuni teatri con sotto un avviso in cui si annuncia la possibilità di partecipare a spettacoli in gruppo con prezzi scontati, si accavallano ad altri manifesti che annunciano attività o ricerche. Tra questi sono balzati ai miei occhi tre "tatze-bao" un po' particolari. Graficamente molto curati, rappresentano una ricerca puntuale e approfondita. In uno si spiega il destino che ci attenderebbe il giorno dopo una esplosione nucleare, in un altro è riprodotto il classico "fungo" composto con titoli di giornale che riportano notizie riguardanti l'installazione dei missili e le mobilitazioni contro il riarmo e per la pace, nel terzo manifesto vengono rappresentati gli effetti che si avrebbero sul territorio del nostro paese, se le basi missilistiche e i depositi di armi nucleari che vi sono alloggiati venissero colpiti con bombe atomiche di un solo megatone. Sono quindi una scuola viva e. una preside sensibile e intraprendente che hanno promosso questa iniziativa. Già nello scorso anno alla ."Quarenghi" era stato sviluppato il programma denominato "il ragazzo con lo zip" (di cui abbiamo dato notizia nel numero di Luglio-Agosto su Milano 19).
È con la Preside che ci incontriamo per redigere il resoconto di questo ciclo di incontri. Prima di illustrarci questa iniziativa, la Preside fa un accenno alla situazione generale della scuola di via Quarenghi. Qui non si sono ancora presentati problemi legati alle tossicodipendenze, il positivo rapporto tra docenti, presidenza e medico scolastico ha permesso di avere sempre un quadro preciso della situazione, se fosse emerso qualche caso non sarebbe sfuggito. Il programma degli incontri si è fondato su due premesse: la prima concepisce il problema droga come la conclusione negativa del complesso rapporto tra educatore ed educato e, la seconda è la visione della salute non solo come stato di non malattia ma come una più generale situazione di equilibrio psico-fisico.
Nella prima serata dedicata ai "Problemi dei giovani nel mondo contemporaneo", Don Rigoldi ha messo a fuoco l'idea che alla base del malessere di molti giovani vi siano da una parte uno stato di solitudine, intesa come mancanza di dialogo, con i genitori e con gli adulti, e dall'altra una forma di permissivismo che questi concedono quasi a titolo di ricompensa.
Durante la seconda serata, la Dott.ssa Fantoni del SIMEE,
ha attirato l'attenzione sul rapporto tra neonato e genitore, un rapporto caratterizzato da una grande attenzione e fiducia, e su come con la crescita del bambino e la sua progressiva emancipazione questo rapporto spesso si spezzi, lasciando inappagato il bisogno di dialogo e di fiducia che, invece, nel bambino permane ed anzi, se possibile cresce.
L'ultimo incontro dedicato ali-Educazione alla salute in età preadolescenziale" ha visto il Dott. Siena, medico scolastico, osservare che l'educazione sanitaria deve essere curata dai docenti e dai genitori e come, per una buona educazione sia richiesta l'eliminazione di ogni stato di paura e di ogni tendenza alla mitizzazione. Perché si drammatizza la Droga e non l'alcool? Educare significa porsi degli obiettivi senza pensare che vi siano soluzioni uguali per tutti ma ricercando risposte adeguate per ogni singolo caso.
Alla conclusione di questi dibattiti ci si è accorti che, partendo da esperienze diverse, nelle tre relazioni vi era un filo conduttore costituito dalla necessità di non interrompere mai il dialogo e la comunicazione tra educatore ed educato. La Preside della scuola media Quarenghi ha sottolineato come ritenga importante che queste indicazioni non restino astratta teoria ma si trasformino in iniziativa concreta.
Divagando, mentre i miei occhi scorrono lungo le pareti della presidenza incontrano lo sforzo di partecipazione alla vita sociale che è perseguito in questa scuola. Ad esempio la partecipazione ad Econogioco (una iniziativa organizzata dalla Cariplo) è stata l'occasione, per insegnanti e allievi di una terza media, per elaborare un programma di lavoro ricreativo ri-
volto a giovani e anziani. Una volta completato, questo elaborato, non è stato utilizzato solo per la partecipazione a Econogioco, ma è stato anche proposto all'attenzione del Consiglio Distrettuale e del Consiglio di Zona.
Questa scuola media, col suo sforzo di collegare la didattica alla realtà sociale, può essere assunta ad esempio di partecipazione e di "protagonismo socia-
le", dimostrando come sia possibile, quando si lavora seriamente, anche partendo da situazioni specifiche e particolari dare un contributo di idee e proposte su problemi che vanno al di là del proprio ambito. Noi scontenti e "rifluenti" incassiamo la lezione e auguriamo buon lavoro ai giovani studenti di via Quarenghi.
F.T.
Scuola e mondo della produzione
Chi frequenta il Liceo artistico ha possibilità di trovare lavoro?
esta ed altre domande sono state poste da noi al prof. Antico, preside del 3° Liceo Artistico di via Albani, nel corso dell'intervista che qui riportiamo
Gli alunni del II" liceo artistico sono in subbuglio per la mancanza di una sede adeguata. Anche il III° liceo artistico ha problemi del genere? Ci risulta che l'anno scolastico è iniziato in ritardo per motivi di sicurezza.
I problemi del III° liceo artistico non sono stati ancora risolti. L'agibilità è sempre precatia, perché il laboratorio di falegnameria è tuttora in funzione sotto i locali da noi occupati. Un locale si è liberato, ma gli altri, che dovevano esserci assegnati, non sono stati messi a nostra disposizione; la situazione permane così in sospeso.
11111° liceo artistico ha strutture sportive proprie o può eventualmente utilizzare quelle
Anche lo sport può aiutare a crescere
dell'Istituto dei sordomuti?
L'Istituto dei sordomuti ha una palestra, ma solo per i propri allievi. 11 III° liceo artistico non ha un locale adeguato ed è costretto a rivolgersi ad altri plessi scolastici o ad altre strutture. Il problema dello spazio non riguarda però solo la palestra: le scuole artistiche hanno bisogno per definizione di spazi ampi per contenere tavoli da disegno, cavalletti, statue, modelli in gesso e laboratori. Il nostro liceo è carente di spazi adeguati a una popolazione scolastica di 426 allievi. Le classi che abbiamo potuto formare quest'anno in base alla disponibilità di spazio sono state solo 17, di fronte a un'elevata richiesta di preiscrizioni. Il numero di alunni per clàsse è eccessivo. In questo tipo di scuola non dovrebbe superare i 20, invece si è arrivati addirittura a 35 alunni. In base a queste necessità ci siamo rivolti all'Istituto dei sordomuti, conoscendo la loro ampia disponibilità di ambienti non utilizzati, ma finora, pur essendo statale, l'Istituto non ha accolto pienamente le nostre richieste. Vorrei anche ricordare che la carenza di spazi è tipica della nostra città: casi clamorosi come quello del II0 liceo artistico fanno testo. C'è da dire che i licei artistici dipendono direttamente dal Ministero della Pubblica Istruzione, e non dalla Provincia o dal Comune; quindi gravi sono le responsabilità ministeriali per aver trascurato questo settore.
Questo problema riguarda solo la nostra zona o tutta Milano?
non si può non trovare lavoro, dato Io sviluppo delle professioni legate a questo tipo di istruzione; la moda, la grafica, il design, i videogiochi, il settore televisivo, tutto il mondo legato all'estetico-visivo, tutto ciò che noi osserviamo è disegnato e progettato. La stessa presenza in una città come questa di grosse case editrici è già un punto di riferimento per tanti giovani. L'importanza di queste scuole è enorme. Venivano e vengono considerate facili, ma non è così. Le arti spesso sono viste in un'ottica di scarso impegno; nell'elencazione delle scuole vengono prima i licei, poi gli istituti tecnici e infine i licei artistici.
I ragazzi del vostro liceo provengono dalla zona 19 o anche da altre parti?
I ragazzi provengono un po' da tutte le parti.
Da Arese, dai paesi limitrofi della fascia Nord-Ovest, addirittura da Pavia; a volte i mezzi pubblici esterni sono meglio collegati alla stazione NordMetropolitana.
Come si struttura !insegnamento?
Le materie di studio non si differenziano da quelle del liceo scientifico, salvo che per la mancanza di una lingua straniera. Le ore complessive settimanali vanno da 39 a 41, mentre nei licei scientifici si ha un massimo di 29 ore.
Pensa che i programmi siano adeguati alle esigenze di una società moderna?
pittori o scultori, e poi avere interesse per questa tecnica artistica legata alle nuove tecnologie. Nel nostro liceo il computer è stato introdotto solo a livello amministrativo, ma è possibile inserire anche la parte videografica. Qual è la composizione sociale degli allievi?
Eterogenea, ma in genere medio-alta. E una scuola costosa per il tipo di attrezzature e per i materiali occorrenti. È la più costosa di tutte le scuole statali.
C'è qualcuno che cambia idea e passa ad altre scuole? È più probabile che chi frequenta il classico, lo scientifico o l'istituto tecnico decida di passare al liceo artistico, che viceversa. Chiaramente però la scelta dell'indirizzo artistico non dovrebbe essere procrastinata eccessivamente. Dopo la terza media andrebbero bene due anni in comune, e poi un triennio caratterizzato dalla scelta artistica. Esistono abbandoni? E a che cosa sono dovuti?
A disinteresse, a scarsa partecipazione, talvolta a un funzionamento inadeguato delle strutture scolastiche.
Che sviluppi prevede per il liceo artistico?
Si fa ben poco ma si reclama tanto. Le colpe sono di tutti coloro che non fanno assolutamente nulla per migliorare la propria vita sociale e per un sano sviluppo della zona dove vivono. I problemi sono tanti ma pochi lottano per risolverli o migliorarli. Tra i tanti, la droga, resta un nodo perenne e la prevenzione si sofferma solo come "sostantivo".
Dedicarsi ai giovani, ai ragazzi, agli adolescenti può essere un metodo sicuro di prevenzione contro i mali che, oltre la droga, assillano questa società consumistica. È il caso dell'amico Ilario Costa che, in sordina, e con il sacrificio di altri genitori, ha formato presso la "Casa del Giovane" una squadra calcisti-
ca di giovanissimi, che partecipa al campionato FGCI, girone H. Bamboi, Sardella, Chiacchio, Giorgetti, Desarlo, Bonacasa, Germani, Valenti, Balbao. Pappalardo, Gianni, Uccheddu, Antonacci sono i ragazzi impegnati in questa attività sportiva. Senz'altro non diventeranno "Rivera" o "Mazzola" come può darsi che qualcuno di loro diventi "Maradona", ma sicuramente sono impegnati nello sviluppo del loro fisico ancora acerbo e la loro mente viene occupata in qualcosa di formativo per il loro avvenire. Dateci sotto ragazzi, lo sport ha bisogno di voi e ascoltate i consigli del mister... Ilario. Leoclema
Questo fenomeno non si è manifestato e non si manifesterà per i licei artistici, che sono pochi in proporzione alla popolazione e all'area metropolitana. Se troviamo licei scientifici distaccati a livello provinciale, di licei artistici ce ne sono solo a Milano; tanto per fare un esempio, Como e Pavia hanno solo licei artistici privati. La necesità di istituire nuovi licei artistici in che rapporto si pone con la possibilità di trovare un posto di lavoro? Infatti i licei artistici godono fama di scuole poco impegnative e dequalificate. lo trovo questa scuola bellissima, beninteso se fatta con interesse e passione. È come occuparsi di musica: non penso che si possa imparare a suonare uno strumento controvogliaà. In più, sapendo tener bene in mano una matita, a mio avviso
Non proprio, perché si privilegia ancora un tipo di insegnamento che non ha riflessi pratici nel mondo del lavoro. Occorre ritoccare, rivedere l'impostazione e l'orario d'insegnamento di alcune materie, però l'impianto è solido. Aggiungendo il quinto anno, come prevede la legge di riforma, le differenze con gli altri licei diminuirebbero ancora di più e verrebbe meno la necessità dell'anno integrativo, ora necessario per accedere all'università.
Come vengono reclutati gli insegnanti delle materie artistiche?
Anni fa gli insegnanti venivano scelti in base ai meriti artistici, adesso vengono assunti sulla base dei titoli didattici.
Gli insegnanti sono sempre all'altezza dei loro compiti? Sarebbero, per esempio in grado di utilizzare il computer nellinsega lamento del disegno?
E chiaro che gli insegnanti dovrebbero innanzitutto essere
Per quanto concerne l'insegnamento, occorre attuare quanto prima la riforma della scuola superiore; per le sedi il problema esige soluzioni rapide. Infatti la fascia centrale della città è venuta a mancare di licei artistici, mentre la richiesta è immensa. Nel caso specifico del III° liceo artistico. In teoria non sarebbe da escludere l'utilizzazione di alcune scuole elementari del Gallaratese, presentemente semivuote per il calo demografico, ma è una soluzione piena di incognite per l'atteggiamento di alcuni genitori; quando poi i figli frequentano le superiori il loro egoismo gli si ritorce contro come un boomerang. Penso invece che con un po' di buona volontà l'Istituto dei sordomuti possa mostrarsi più disponibile nei nostri confronti, vista l'esigua popolazione di audiolesi.
Quindi nel vostro caso non sarà necessario ricorrere allo sciopero?
Relativamente, perché bisogna purtroppo riconoscere che solo la mobilitazione di tutte le componenti, istituzioni, genitori e allievi, può portare a una soluzione soddisfacente. a cura di Delia Oppo
O .`CRONACA pagina 6 - milano 19 dicembre 1985
Per fornire ai nostri lettori un'informazione completa sul programma del Consiglio di Zona 19, di cui pubblichiamo in prima pagina la parte introduttiva della maggioranza e l'intervento sulla stessa presentato dal gruppo comunista, riportiamo integralmente in queste pagine la parte restante del documento presentato ed approvato dalla maggioranza (PSI, DC, PRI, PLI e USL) con a fianco, punto per punto, gli interventi, le osservazioni e le proposte fatti dall'opposizione comunista.
Abbiamo scelto di pubblicare questi testi nelle quattro pagine centrali del giornale per dar modo ai nostri lettori di toglierle e conservarle per potere tra cinque anni, quando saremo chiamati alle urne per rinnovare il Consiglio di Zona, verificare quanto e come è stato fatto, o è rimasto solo sulla carta.
Il Territorio
Maggioranza
Il programma e gli interventi del Consiglio di Zona 19 relativi al territono sono fondati innanzitutto sulla valutazione realistica dei caratteri tipici della nostra zona che, nell'abito della realtà metropolitana di cui è partecipe, si configura sostanzialmente come area urbana di recente formazione, e da ciò deriva la maggior parte dei problemi strutturali ed umani che dobbiamo affrontare. In secondo luogo il nostro programma intende affrontare i rapporti con le Amministrazioni competenti, che sul territorio intervengono con piani e« programmi esecutivi ai diversi livelli.
L'esperienza passata deve registrare a questo proposito l'enorme difficoltà a realizzare un coordinamento completo ed efficace nella fase di definizione delle scelte di carattere programmatico e soprattutto nel passaggio dai piani urbanistici in generale ai piani esecutivi ai relativi meccanismi di attuazione, di competenza dei diversi settori. A livello esecutivo infatti prevale in troppi casi la logica delle competenze tecnico-politiche separate, delle soluzioni di emergenza, parziali e contingenti. Su questa realtà il Consiglio di Zona può intervenire con un contributo fattivo e puntuale, determinante al fine di qualificare programmi ed interventi pubblici e privati, nonché una utilizzazione mirata degli stessi oneri di urbanizzazione.
Non riteniamo possibile, in altre parole, limitarci a contribuire ad una gestione razionale di una "periferia" composita, per molti aspetti casuale e discontinua: è necessario piuttosto intervenire su questa parte della città investita da un processo di costruzione della vita civile, in atto da tempo e tutt'ora incompleto, nonostante grandi sforzi e risultati ottenuti.
In questo senso la verifica dei programmi di trasformazione d'uso dei suoli, la costruzione della nuova viabilità e dei servizi, gli interventi per le nuove residenze, le attività di lavoro e del tempo libero che si realizzano, non si limiteranno a dare risposta di volta in volta ai bisogni pregressi ed a quelli emergenti: saranno soprattutto occasioni per qualificare l'ambiente urbano nel quale tutti viviamo, portando così a termine la costruzione di una città civile e vivibile in ogni parte del suo tessuto complesso.
In quest'ottica affidiamo al Dipartimento del Territorio, alle Commissioni che lo compongono il compito di formulare, dopo un'accurata ricognizione complessiva dei diversi problemi peraltro noti da tempo, un programma dettagliato per temi e settori omogenei.
Questo permetterà al Consiglio di Zona di confrontarsi validamente sia con i cittadini che con l'Amministrazione centrale, in termini propositivi e di approfondimento.
Pur consci che una realtà tanto complessa non può essere racchiusa in schemi ngidi e predeterminati, riteniamo possibili comunque alcune indicazioni preliminari e precisamente:
a) La revisione del Piano Particolareggiato della Spina del C414Mlese. Putrà,Aefe
frontata e conclusa sulla scorta degli obiettivi e metodi già delineati da questo Consiglio di Zona, con l'avvertenza di affrontare nel contempo i problemi ad essa complementari: il piano dei boxes interrati, il progettato piano casa su via Quarenghi (ancorché considerato in temtorio della zona 20); i nuovi insediamenti della M.M. e dell'Ispettorato della Motorizzazione al Molino Dorino; un collegamento diretto da qui a Figino.
b) Il verde pubblico attrezzato e sportivo. Rappresenta una realtà cospicua ed al tempo stesso complessa che comprende: le grandi aree a parco urbano di Trenno e Monte Stella, il loro ampliamento e completamento, la necessità di definire in proposito limiti e competenze decisionali e di gestione della zona in rapporto all'innegabile interesse metropolitano delle attrezzature.
Il verde di quartiere della spina Gallaratese che deve realizzarsi contrariamente a quanto avviene, anche per parti, come un complesso unico ed integrato sia con i sub-quartieri che con le rimanenti aree a verde.
Impianti sportivi in fregio alla via Cilea, collegati ad ovest con le aree verdi e degli standards di Trenno, devono considerarsi parte del più ampio sistema del Parco Ovest.
Una proposta praticabile per la definizione degli orti spontanei.
— Una definizione del regime e del ruolo delle aree agricole produttive, in rapporto al verde cittadino, anche attraverso un'indagine conoscitiva appropriata.
c) Il Quartiere Q.T.8. Richiede un esame ed una soluzione complessiva dei temi da tempo sul tappeto: Il centro di quartiere in piazza S. Maria Nascente.
— L'utilizzazione per servizi della vecchia sede del Consiglio di Zona in via Pogatschnig, 34. Proposta di soluzione per i problemi di viabilità interna e sosta nel quartiere. Riesame della normativa di base (convenzione) che disciplina la realizzazione di boxes e simili.
d) La viabilità Sono da tempo in evidenza i problemi complessi e noti, direttamente influenti sui diversi settori della zona e sui rapporti tra questa e la città in generale: ciascuno di essi dovrà senz'altro essere messo in stretta relazione con tali realtà, caso per caso. Ci limitiamo ad indicarne i principali:
— il sovrappasso a piazzale Kennedv e via Sant'Elia, incrocio con le vie Cimabue e Bendetto Croce, che richiedono accurate verifiche d'impatto sul paesaggio urbano in rapporto al Monte Stella.
— Il collegamento fra via Ippodromo e Cascina Cottica, con la via Trenno: quest'ultima richiede uno studio accurato e complessivo per una sua migliore funzionalità all'altezza di Lampugnano, in funzione dell'Istituto Omnicomprensivo, dei nuovi insediamenti di terziario, del Residence, della fermata
M M.
— Studio del collegamento diretto Figino-Molino Dorino. ideko sIzioragglle vieBeila-
ria e Cilea in quanto affacciate sulle attrezzature sportive e del verde.
Viabilità interna di Trenno, Figino e dei diversi sub-quartieri: in particolare quello di S. Siro.
— Viabilità generale legata al progetto del Portello Fiera: il Consiglio di Zona ha già evidenziato l'importanza strategica del buon funzionamento di questo sistema, previsto per alleggerire anche il Quartiere Fiera dai notevoli disagi già presenti oggi.
Non è il caso in questa sede, di schematizzare ulteriormente i rapporti fra i problemi rimanenti, che indicativamente sono:
La ristrutturazione dei mercati ambulanti settimanali di via Osoppo, via S. Giusto, via Cilea, via Uruguay, ecc...
— Il recupero delle vecchie cascine di Lampugnanello, di via Paravia, della Cottica e della Brusada con soluzioni differenziate, già impostate caso per caso.
— La salvaguardia dei caratteri dei borghi storici della Zona.
Il recupero della Rotonda di via Terzaghi e più in generale di tutte le strutture, delle aree di risulta tuttora inutilizzate.
Il progetto della rete delle piste ciclopedonali.
Il metodo e gli orientamenti sopra esposti non sono limitati all'attività della Commissione Pianificazione Territoriale, ma costituiscono un riferimento per l'attività e gli interventi specifici di tutte le Commissioni interessate caso per caso ai diversi problemi. In particolare per quanto attiene l'ecologia, la nostra proposta è basata sulla qualità dell'ambiente urbano che viviamo, dal quale originano i principali problemi. Questo implica, come obiettivo primario, il raggiungimento del necessario equilibrio fra le attività umane e gli spazi organizzati a disposizione: dalla viabilità al verde pubblico, dagli impianti sportivi agli insediamenti della residenza, del lavoro, dei servizi; quanto sopra al fine di eliminare i disagi sopraccennati, che colpiscono negativamente la nostra vita quotidiana. L'intero Consiglio di Zona è impegnato in questa direzione e deve attivarsi attraverso le Commissioni, per competenze, con l'apporto di tutte le forze e 1e associazioni sensibili al problema.
Gruppo comunista
Se prendiamo in esame la parte di programma relativo al territorio presentato dal pentapartito, dobbiamo subito riscontrare una totale genericità sia nella definizione delle finalità, sia sugli obiettivi da raggiungere, sia sui metodi e gli strumenti da usare. Da parte di chi si assume l'impegno di concorrere ad amministrare una zona di 120 mila abitanti non è certamente serio che, nel formulare un programma, si dichiari che questo verrà "dettagliato per temi e settori omogenei solo dopo una accurata ricognizione da parte delle commissioni del Dipartimento del territorio':
Se si premette poi che i problemi trattati, in modo così schematico, riduttivo e lacunoso nel documento del pentapartito, sono una parte degli argomenti che i programmi elettorali dei partiti della passata amministrazione hanno presentato con ben altro spessore, si pongono subito una serie di interrogativi:
1°) Perché il PSI, che aveva presentato in campagna elettorale un programma sul territorio molto articolato e ben documentato, non ha ritenuto opportuno (o non ha potuto) ribadire quegli intenti?
2°) Perché non risultano nel programma, esplicitate, alcune dichiarazioni di intenti fatte in campagna elettorale da attuali consiglieri DC? Dichiarazioni tutte tese a cavalcare la logica della proprietà privata (anche dove un corretto uso degli strumenti urbanistici non lo consentirebbero). In realtà una presenza propositiva della Dc, che giustifichi in qualche modo una alternanza nel governo della zona, non appare. A meno che si manifesti solo in questo immiserimento del programma. E a proposito di immiserimento... Come è possibile parlare del Quartiere Gallaratese e non porsi il problema di un confronto con lo lacpm?
Ilpiano di vendita degli stabili che l'Istituto sta predisponendo ed il frazionamento caotico e arbitrario delle aree di pertinenza delle case a riscatto, sono destinati, se non controllati, ad avere gravi ripercussioni sulla viabilità del quartiere e sulla qualità dell'abitare. Nessun accenno viene fatto its1 insedia5lettfi*itativi ‘14,4i.2`,. ; .
stirarsi agli anziani e alle giovani coppie D'altronde nel programma il problema della casa non appare a nessun livello. Così come sono stati cancellati quasi completamente dalla zona 19 Trenno e Figino ed il "sub" quartiere di S. Siro.
Si parla di ristrutturazione dei mercati ambulanti, si cita quello fuori zona di Via Osoppo (ed è ammissibile perché ha una rilevanza anche sulla nostra zona) ma poi ci si dimentica di quello di Via Falck, che per il suo spostamento i cittadini protemano da ormai 15 anni.
Piccole e grandi cose omesse che rivelano molta superficialità, ma anche una impostazione miope, visto che ai grandi progetti di Milano, che avranno una incidenza induttiva determinante sulla nostra zona, non viene quasi mai fatto nferimento. Come incideranno sulla nostra zona?: - il progetto passante ferroviario; la sistemazione dell'area Portello-Fiera; la nuova tangenzialina nordovest; il parcheggio Tir della Merlata; - il teatro Tenda ampliato e spostato a fianco dell'Istituto Nazareth; - Io scalo Musocco- Pero (sostitutivo dello scalo Farini). Come ci si prepara ad assorbire l'impatto con queste nuove rilevanti presenze? Si fanno delle dichiarazioni generali pertinenti e condivisibi-
li, poi quando si entra nel merito le proposte del programma presentato risultano frammentarie e disorganiche. Bisogna saper pensare e far pensare più in grande.
Costringere l'Amministrazione centrale a predisporre piani per la nostra zona di più ampio respiro. Voglio fare un esempio: se si parla di verde pubblico... si deve pensare al verde pubblico come un unico progetto organico, dal Monte Stella attraverso la spina centrale del Gallaratese sino al Parco di Trenno; l'ampliamento del Parco di Trenno ed il suo collegamento con il Parco delle Cave; il recupero parziale delle piste di allenamento dei cavalli di S. Siro per consentire un collegamento di nuovo con il Monte Stella. Ma non basta estendere il verde se poi molte aree degradano per insufficienza di interventi sia di vigilanza che di manutenzione.
Bisogna chiedere all'Amministrazione comunale che si ricostituisca un corpo di vigilanza per il verde; che sia potenziato il personale della Ripartizione addetta al giardinaggio e alle manutenzioni; che ci sia un controllo più severo dell'applicazione dei contratti di appalto; favorire in questo campo forme diverse di volontariato.
Il verde deve essere valorizzato con (installazione di strutture di ristoro e di svago per migliorarne la qualità funzionale ed espressiva.
Al programma presentato manca, a mio avviso, una dichiarata volontà di volersi confrontare, con i grandi progetti dell'Amministrazione centrale, con proposte organiche e complessive di settore che nascano da una analisi della nostra zona.
Per fare questo è indispensabile istituire una struttura di informazione che si avvalga di un rapporto stabile con le organizzazioni ed il mondo dell'associazionismo, che è oggi un canale di partecipazione ricco ed in continua crescita.
Come è possibile pensare ad una pianificazione territoriale senza un piano complessivo di riferimento su argomenti come: il commercio: i trasporti; gli insediamenti artigianali; - la viabilità, ecc.
Consigliere di Zona Alberto Barbieri del Gruppo PCI
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Y.1Ç
Educazione
vere i problemi che via via si presenteranno in previsione di nuove riforme scolastiche (revisione bacini di utenza e riforme superiori) facendo salve, ove si debba andare a una riconversione di edifici scolastici, le unità didattiche e le attività sperimentali autorizzate per una salvaguardia della qualificazione della scuola.
Cultura
Il Consiglio di Zona si impegna a sviluppare la concezione di una cultura che sia innanzitutto promozione della persona in tutte le sue espressioni, una cultura quindi fatta non tanto di spettacoli, manifestazioni fini a sè stesse ma imperniata su una serie di inizitive continuate nel tempo, che possono aiutare la gente a coltivare i propri interessi nel settore del tempo libero e dell'educazione permanente.
Maggioranza
In materia di educazione il Consiglio di Zona 19 agirà nel pieno rispetto delle diverse realtà educative in contatto con il Distretto Scolastico, con gli Organi collegiali della scuola, con i Capi di Istituto, con tutti gli enti e le associazioni interessati al processo formativo e con le famiglie e gli allievi che di tale processo formativo sono i diretti protagonisti.
In questo spirito si promuoveranno, in concorso con le varie commissioni del Consiglio di zona per quanto di competenza, iniziative di educazione permanente, manifestazioni culturali di interesse specifico e generale.
Ci si impegnerà in particolare nell'ambito della Legge Regionale 31 /80 sul Diritto allo Studio di cui la circolare esplicativa n. 188 recita: "art. 2 - i destinatari dei fondi del Diritto allo Studio sono tutti gli alunni, anche adulti, che frequentano scuole o corsi per il conseguimento dell'obbligo scolastico o corsi di ordine secondari superiore destinatari dei servizi di carattere
Maggioranza
L'evoluzione della nostra società conferisce allo sport un'importanza fondamentale nella vita dell'uomo. Consci di questo e dell'importante momento educativo che lo sport rappresenta per i giovani si ritiene fondamentale favorire e valorizzare tutte le associazioni sportive che intendono promuovere lo sport non ai fini di lucro ma come fattore di pro-
individuale o collettivo.
Poiché gli interventi sono finalizzati al soddisfacimento del Diritto allo Studio da parte dei singoli alunni, l'ammissione ai benefici non è in funzione della natura della scuola frequentata dai medesimi bensì dello stato di necessità dell'alunno, sia esso determinato da condizioni socio economiche, sia psicofisiche, sia ambientali o logistiche".
Inoltre occorre favorire ed agevolare tutte quelle iniziative tese allo sviluppo del processo formativo che permettono la socializzazione e l'inserimento e il recupero di soggetti portatori di ogni tipo di handicap.
Si avrà a questo proposito particolare attenzione per la realizzazione del tempo prolungato nelle medie inferiori e per tutte quelle attività tendenti a promuovere la realizzazione di progetti educativi.
In materia di edilizia scolastica si perseguirà lo scopo della miglior utilizzazione dell'esistente sul territorio, promuovendo un corretto censimento degli spazi e delle strutture in collaborazione con il Distretto Scolastico, la Rip.ne Educazione e la Provincia, al fine di risol-
Gruppo comunista
Il punto 4 del Programma presentato - l'Educazione - esprime principi generici e quasi interamente pensati per la scuola. Non è il caso di disquisire sul termine, ma "Educazione" ha significato nel passato un'attenzione alla persona nel suo divenire, senza limiti di età, quindi permanente.
dicembre 1985
finanziaria?
futura ratifica, in materia, anzi si sottolinea... "il rispetto delle diverse realtà educative"
Mancano purtroppo in zona strutture per manifestaioni di un certo rilievo. Inoltre, gli spazi esistenti, privi dei necessari requisiti di agibilità, costituiscono un grande ostacolo alla realizzazione delle attività culturali promosse dal Consiglio di Zona. Lo stesso Consiglio si farà perciò promotore di inziative presso gli Assessorati competenti per risolvere, in tempi brevi, questo problema così scottante in una zona periferica come la nostra.
Le tradizioni culturali, storiche e sociali della realtà dei vecchi borghi di Trenno, Figino e Lampugnano saranno oggetto di particolare attenzione da parte del Consiglio di Zona.
Andrà potenziata la funzione di un servizio comunale, il Centro per il Tempo Libero (CTL), costituito da un'équipe altamente qualificata, che dovrà principalmente avere la responsabilità della realizzazione e del coordinamento delle iniziative promosse dal Consiglio di Zona avvalendosi dell'apporto dei gruppi culturali, delle compagnie teatrali e dei complessi musicali operanti in zona.
Ciò non esclude naturalmente l'utilizzo di gruppi od operatori volontari e professionali non appartenenti alla zona 19, sempre che tali prestazioni siano motivate da esigenze di programma.
A maggior ragione, trascorsi altri cinque anni, l'attenzione andava spostata in rapporto alla fascia che rappresenta la parte più cospicua della popolazione (40%) che va dai 50 anni in su. Per questo si era proposta la concretizzazione di una Università Popolare e la diffusione di Centri di Documentazione (quello relativo alla scuola, che spazia dalla psicologia alla pedagogia ed alle leggi, esiste già e deve trovare spazio presso la Biblioteca per la consultazione) legati alle esigenze delle diverse categorie sociali presenti nella zona. Per quanto attiene al mondo della scuola, non appare chiaro il ruolo che l'Ente Locale vuole assumere nei suoi confronti: non si parla di attività integrative (pure difese dal sindaco Tognoli nei confronti del Provveditorato e comunque riconosciute importanti dal Ministro Falcucci che ha revocato il veto per Milano); non si parla di interazione con il territorio (vedi ad esempio la Ludoteca prima realizzata nella nostra città - che pure già lavora con le materne di zona); non si parla della continuità didattica fra le scuole di livelli differenti, nonostante gli auspici delle leggi vigenti e di quelle di
In relazione all'edilizia scolastica, lo scopo enunciato, quello cioè di... "Risolvere i problemi che via via si presenteranno" prende in considerazione soltanto uno degli aspetti del problema. Sulla base dei dati in possesso di questo Consiglio di zona - che comprendono il censimento degli spazi e delle strutture, nonché la proiezione, fino al 1990, della popolazione scolastica - si dovrebbe programmare l'eventuale riconversione degli edifici scolastici, la loro graduale chiusura o abbattimento, con sufficiente anticipo, al fine di non ingenerare situazioni caotiche e di difficile gestione ad anno scolastico avviato. Inoltre questo problema deve essere affrontato alla luce delle caratteristiche strutturali degli edifici; la nostra zona ha quasi tutto il patrimonio scolastico costruito in prefabbricato, la cui durata ha già oltrepassato il limite previsto. Con quali criteri affrontare allora le manutenzioni straordinarie o le riconversioni, tenuto in debito conto il taglio della spesa pubblica, grazie alla vigente legge
Un'ultima considerazione, ma non per ordine di importanza, su quanto affermato circa il Diritto allo Studio.
Un Consiglio di zona, di qualunque maggioranza esso sia, non può mettere nel suo programma - quale criterio vincolante per il proprio operareunafrase di una Circolare esplicativa - che come tale non ha valore di legge - non correttamente riportata nella citazione e che, oltre tutto, non si riferisce ai Fondi del Diritto allo Studio, bensì ai "Servizi previsti dalla Legge Regionale 31180" (vedi fotocopia allegata).
Quale l'obiettivo "nascosto" perseguito nella stesura manipolata di questo paragrafo? Ritenere che alle scuole pubbliche e private spetti un eguale finanziamento? O che i fondi debbano essere suddivisi solo sulla base della consistenza numerica degli alunni? Se così fosse sarebbe stato più corretto affermare i propri principi con chiarezza, senza nascondersi dietro unafittizia interpretazione di un testo regionale.
Consigliere di Zona Gabriella Vagnotti Finazzi Indipendente del Gruppo PCI
Questo il testo allegato
2. Servizi previsti dalla Legge Regionale 31/80
La legge regionale, fatti salvi i servizi di trasporto e mensa, non elenca, come detto in precedenza, una serie tipologica di servizi proprio per lasciare all'ente locale ampia scelta di opportunità nell'ambito della legge medesima, opportunità correlate alle reali esigenze emergenti in sede locale per l'attuazione del diritto allo studio.
2.1. Destinatari Tutti gli alunni, anche adulti, che frequentano scuole o corsi per il conseguimento dell'obbligo scolastico o corsi di ordine secondario superiore sono destinatari dei servizi di carattere individuale o collettivo.
Poiché gli interventi sono
Sport e Tempo Libero
mozione umana. Nell'ottica di un effettivo Decentramento il Consiglio di Zona deve assumere il ruolo di principale gestore delle risorse comunali esistenti in zona, utilizzando il Centro Milanese per lo Sport e la Ricreazione come supporto tecnico per la realizzazione delle varie iniziative. Lo sport non dovrà limitarsi all'organizzazione di manifestazioni sporadiche.
Bisogna recuperare la sua importanza sociale con una politica dello sport che tenga conto
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delle diverse esigenze legate all'età e alla prevenzione, favorendo nel contempo i bisogni di aggregazione presenti in Zona.
Gruppo comunista
Non mi soffermerò, in questo in tervento, sulle linee generali del programma di zona da voi redatto, poiché altri compagni consiglieri hanno già ampiamente e compiutamente sottolineato e rimarcato le sue mancanza e le sue imprecisioni. Vorrei pertanto soffermarmi su un punto ben preciso del programma: lo sport e il tempo libero. A parte la genericità e la vaghezza, per un confronto vi rimando al programma del PCI per la zona 19 che voi tutti ben conoscete, vorrei sottolineare il punto in cui si precisa che il CdZ utilizzerà il C. M.S. R. come supporto tecnico per la realizzazione delle iniziative.
Nella redazione di questo programma per la zona, leforze politiche della maggioranza, la stessa del Comune di Milano, non hanno tenuto presente che l'assessore competente per l'organismo sopra citato, ha già predisposto un ciclo di riunioni con:
- gli enti promozionali: le società sportive; i C.d.Z.
Circa una proposta, dello stesso assessore, per lo scioglimento del C. M.S. R. e il passaggio di tutte le sue attività e fpnzioni alle strutture sottradet-.:
te ed in particolare alle società sportive.
Noi vorremmo rimarcare a tutti la validità delle funzioni svolte dal C. M.S. R. e vorremmo anche che il CdZ, nel suo insieme, si impegni a difendere il detto organismo al cospetto dell'assessore, in quanto, come ben sappiamo, il C.M.S. R. ha svolto negli ultimi anni una funzione di stimolo soprattutto per le attività sportive delle zòne periferiche di Milano, di cui noi siamo parte,Mtegrarde.
finalizzati al soddisfacimento del diritto allo studio da parte dei singoli alunni, l'ammissione ai benefici non è in funzione della natura della scuola frequentata dai medesimi, bensì dallo stato di necessità dell'alunno, sia esso determinato da condizioni socio-economiche, sia psicofisiche, sia ambientali o logistiche.
La legge prevede inoltre per i servizi un concorso finanziario degli utenti in base alla fascia di reddito.
Si rileva che ogni Comune nel riguardo degli utenti deve programmare, tenendo conto di tutti i frequentanti scuole e corsi aventi sede nel proprio ambito territoriole, indipendentemente dal luogo della residenza anagrafica degli studenti medesimi.
La iniziativa del gruppo del PCI, che in questo consiglio è minoranza, sarà volta a sviluppare, nel miglior modo possibile, le attività sportive a partire dalle scuole e per arrivare a dare la possibilità di praticare lo sport anche alle persone anziane, che chiaramente abbisognano di strutture parallele di supporto e di controllo, in modo che lo sport mal praticato non diventi un pericolo per la salute anziché un beneficio. Questo per ribadire l'impes?._
gno dei comunisti nel campo dello sport, che anche se svolto dai banchi della opposizione, non mancherà certo di incisività e di sostegno da tutti quegli organismi e società sportive che, riprendendo una parte del programma della maggioranza, sono per lo sviluppo dello sport non ha fine di lucro ma tanto meno, aggiungerei, fine a sé stesso. Consigliere di zona Paolo Suardi x , del Qr:unnt/,'CI
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Se amate la fotografia...
Un clic alla riscoperta di immagini dimenticate
Una gita a Sirmione organizzata dal Circolo FotografARCI, che ha già messo in cantiere altre interessanti iniziative - Tutti gli amanti della fotografia possono dare la loro adesione
Centro Anziani
Cielo grondante e grondaie mancanti Il Pretore vuole toccare con mano
La mossa del S. U.N. I.A. e degli assegnatari di ricorrere al Pretore ha accelerato lo stanziamento dei fondi e l'ordine di appalto
Ormai la sezione di fotografia del circolo "Giulio Trevisani", anche se modesta, è una realtà: 14 iscritti; I l partecipanti al corso base; richieste per corsi avanzati; un'importante mostra che bolle in pentola e che troverà degna sede nel Centro Civico di Zona (appena ne sarà data
l'agibilità), sono alcune delle iniziative messe in piedi dagli, e per gli appassionati di quell'affascinante e libero mondo dell'immagine che è la fotografia.
Dal prossimo mese di gennaio. precisamente domenica
19 gennaio 1986, prenderà avvio un'iniziativa che intendiamo
Presentato da Fotograf-ARCI "Come ho visto la Cina"
(diario di un viaggio)
Le immagini fotografiche realizzate da Paolo Casadei, presentate i122 novembre nella sede del Circolo
La selezione di immagini che l'autore ci propone, quale diario del suo viaggio in Cina, esce dallo stereotipo che ci si può aspettare. Per fare un paragone, è come se uno straniero venisse in Italia e, ritornato a casa, mostrasse ai suoi amici che si aspettano di vedere i monumenti più famosi, gli scugnizzi napoletani, gli scorci paesaggistici più noti, immagini meno conosciute, ma che maggiormente lo hanno colpito per la singolarità e la novità dello scenario naturale, oppure per la particolarità di una costruzione o ancora per le diversità degli usi della gente.
L'obiettivo di Paolo si è dunque soffermato non tanto sull'esteriorità dell'immagine, quanto sul particolare del visitatore.
Così è per i tetti dei templi millenari, o per le montagne dell'altipiano dello Shanxi che le diapositive di questa sera ci propongono. Il commento in diretta sarà dello stesso Autore, che ci auguriamo di poter incontrare ancora, per ricavare, dalle scene da lui ritratte, nuove visioni di altre parti del mondo.
L'autore Paolo Casadei, nato a Milano, ha 37 anni. Vive e lavora nel quartiere, abita al Monte Amiata.
Fotografa per hobby e per documentare i suoi viaggi.
Paolo Casadei, ama conoscere... e può, fortuna sua, conoscere.
Così le sue vacanze, non sono mai quelle tradizionali o quelle dettate dalla moda, ma percorrono le strade del mondo. Paolo, è un ricercatore della quotidianità, non certo dell'effetto tecnico, anche se in qualche occasione, per rendere la sensazione provata, non disdegna il grandangolo. E un intimista ed esprime al meglio le sensazioni che prova di fronte a una scena che gll si presenta per la prima volta. E curioso di quel sapere semplice che forma l'arco di vita abituale dell'uomo della strada.
A volte si sofferma e pone al suo obiettivo la stessa domanda, più volte: vuol essere sicuro di aver capito bene.
far diventare tradizione del nostro gruppo: "alla riscoperta di immagini dimenticate", faremo la nostra prima uscita. Armati di macchina fotografica, cavalletto, flessibile, ecc. ma soprattutto della voglia di passare insieme una simpatica e proficua giornata, ci recheremo a Sirmione. La settimana successiva, svilupperemo (in sede, se B/ N) i negativi; provinatura, stampa, analisi del lavoro. Insomma, certi li chiamano "work-shop", noi continuiamo a chiamarli gite con colazione al sacco. Chi può e vuole, viene; non ci sono pullman da riempire, giacché per recarci nei luoghi prescelti, useremo mezzi di linea normali.
Sempre in gennaio '86, presso la sede del Circolo, venerdì 31 alle ore 21, incontro con Sergio Magni del Circolo Fotografico Milanese, per un "aggiornamento sui problemi espressivi della fotografia". I temi trattati saranno: come avviene la comunicazione nel linguaggio fotografico - le possibilita espressive della fotografia -l'importanza del soggetto e della struttura nell'immagine fotografica.
Un'ultima informazione: vogliamo costituire una bibliotechina tecnica; partiamo con pochi volumi e manuali, ma invitiamo chi volesse contribuire ad arricchirla, a non scartare qualsiasi ipotesi di partecipazione. Se quanto sopra vi interessa e volete conoscerne i particolari, ci troverete presso il circolo, in via Appennini 101/ B, telefono 35.39.458, ogni martedì e giovedì dalle ore 21 in poi.
fotograf-ARCI sezione fotografica del circolo "Giulio Trevisani"
Nella foto: Un "clic" per un gruppo di partecipanti al corso base di fotografia, organizzato da fotografA RCI, la sezione fotografica del circolo Giulio Trevisani. (foto di Giorgio Geroldi)
La maggioranza del Consiglio di Zona 19 ha bocciato un ordine del giorno presentato il 29 ottobre scorso dal gruppo comunista per un nuovo progetto di sistemazione del giardino e delle strutture esterne del Centro Anziani di Piazzale Segesta. Con esattezza l'ordine del giorno presentato dal gruppo comunista diceva: "Si chiede agli assessori ai Lavori Pubblici ed all'Assistenza di presentare con urgenza in Giunta una nuova delibera per un progetto di sola sistemazione del giardino e delle strutture esterne al Centro Anziani di Piazzale Segesta. 11 nuovo progetto dovrà essere concordato fra l'Amministrazione comunale ed un gruppo di lavoro del Consiglio di Zona 19, con la partecipazione dei rappresentanti del Comitato di Gestione, dei Volontari e degli operatori del Centro Anziani':
Ü Ü
Sempre in relazione ai lavori per la sistemazione del giardino e delle strutture esterne del Centro Anziani di piazzale Segesta, l'assessore comunale ai Lavori Pubblici, Zorzoli, ha sottoposto la questione alla giunta municipale perhé adotti una delle seguenti soluzioni: continuare con la sospensione dei lavori; annullare il contratto con l'impresa appaltatrice; continuare i lavori secondo il progetto a suo tempo approvato. Insomma, in poche parole, l'assessore Zorzoli ha deciso di .. non decidere.
Medaglia d'oro a un nostro lettore
Donare sangue è giusto
Apprendiamo che un nostro assiduo lettore abitante a San Siro, Giorgio Paini, è stato premiato con Medaglia d'Oro come donatore di sangue.
Oltre che come donatore, Paini, che ha sempre sostenuto che "donare sangue è giusto"; da anche un'intensa attività volontaristica all'AVIS (Associazione Volontari Italiani del Sangue) collaborando da nove anni nel direttivo dell'associazione, presso l'ufficio solidarietà.
Procede il suo iter la causa intentata da un gruppo di assegnatari degli stabili 18 e 19 di via Uruguay, 32 e 34 con la vigorosa assistenza del legale Lina Calonghi e l'appoggio del S.U.N.I.A. all'Istituto Autonomo Case Popolari per la sistemazione definitiva dei tetti dopo le devastazioni causate dal maltempo nell'infausto inverno scorso.
Sembra comunque che lo
I.A.C.P. messo in allarme dalla mossa intesa ad ottenere dal pretore giustizia si sia svegliato dal torpore, abbia stanziato una prima consistente somma ed abbia già appaltato i lavori per la sostituzione delle grondaie e la riparazione delle cantine.
A quanto si è appreso sinora sembra che il pretore non voglia affidare la perizia ai soli tecnici, ma voglia constatare di persona le case disastrate dopo avere esaminato le documentazioni scritte e fotografiche allegate agli atti.
Il rabberciamento dei tetti, con la sola sostituzione delle tegole mancanti o rotte, non ha servito a gran cosa; se non ci fosse stato il lungo periodo di siccità a mantenere statica la situazione degli alloggi essa sarebbe ora drammatica.
Privato della grondaia il tetto, l'acqua scende a copiosi rivoli lungo le pareti esterne e continua la sua opera devastatrice assorbita dai muri e penetrando negli alloggi; si ricreano situazioni di disagio ed incombe un certo timore con l'avvicinarsi di un altro inverno.
Se alle notizie sin qui giunte, siamo a metà novembre, farà seguito l'opera sollecita dell'impresa appaltante, potremo tirare il fiato in attesa che la decisione ultima del pretore determini anche per le restanti opere una scadenza ravvicinata; è chiaro che rifacimento non significa riparazione ed il tetto dopo le molteplici rappezzature va sistemato, anzi rifatto.
Intanto si profila un altro problema, non nuovo in verità,
abbondantemente già Nesentato su Milano 19 e discusso forse un po' troppo blandamente nelle rade riunioni tra gli interessati; si tratta del cortile pantano antistante il fabbricato 19, vergognosa accusa di trascuratezza e d'inadempienza civile.
Adesso che l'I.A.C.P. mette in vendita gli alloggi quali sono le speranze che una simile desolante visione scompaia dagli occhi degli assegnatari, dei confinanti e dei cittadini che vi transitano davanti quotidianamente? È opportuno sottolineare che anche l'inerzia e il poco interesse dell'inquilinato hanno contribuito a dare l'avallo allo stato di cose attuale; anche se da una tribuna aperta, come dimostra di essere il nostro giornale, si è più volte levata una yoce di protesta non c'è stata la corale approvazione, neppure il più blando tentativo di modificare lo sconcio che dura da quasi vent'anni, salvo lamentarsene quando nugoli di zanzare entrano in casa o maleodoranti miasmi accarezzano le nari. Aspettiamo; nell'attesa guardiamoci attorno e constatiamo, se ne abbiamo sufficiente coraggio, che il prezzo degli alloggi è uguale a quello di altri caseggiati meno sconci: osserviamo la manutenzione fatta alle siepi degli ingressi secondari e ne notiamo l'assenza assoluta anche se tra le voci delle spese noi la paghiamo alla stessa stregua di coloro che ne beneficiano. Ma una buona notizia può senz'altro farvi piacere ed è per questo motivo che la comunichiamo: "Quest'anno di grazia 1985 la strada senza nome che gira a retro dei nostri fabbricati e che fu battezzata su queste pagine "strada di nessuno" ha avuto l'alto benefizio di essere stata scopata per ben due volte!". Coi tempi che corrono e la più claudicante incuria è senza dubbio un grande successo.
dicembre 1985
In C.d.Z. 19 la maggioranza respinge un O.d.G. del PCI ...e l'assessore non decide
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Lo "Scoiattolo d'oro" a Stefano Allocchio
Gli è stato assegnato quale miglior neo-professionista per i11985 - In Sardegna hanno intestato a lui una sezione ciclistica - Le riunioni della Società Ciclistica Gallaratese
L'Associazione Nazionale Ex Corridori Ciclisti d'Italia ogni anno istituisce premi da distribuire agli atleti di questa disciplina sportiva ed un premio speciale viene assegnato al miglior atleta neo-professionista dell'annata.
Ebbene amici sportivi di Milano 19, dobbiamo essere contenti anche noi ed accomunarci alla soddisfazione di Stefano Allocchio, il prodigioso ex allievo della Unione Sportiva Trenno che opera nella nostra zona e ne ha curata la crescita sportiva, come del resto abbiamo più volte segnalato.
La motivazione del premio denominato "Scoiattolo d'oro" parla chiaro: "... migliore neoprofessionista dell'anno 1985".
Alla manifestazione Ciclistica Nazionale, con la presenza di personalità politiche e sportive domenica IO novembre 1985 al Palace Hotel di Varese, presente il Presidente dell'Associazione Cav. Mario Lonati e il Vice, Comm. Gino Bartali, notissimo ex campione e grande protagonista dei giri d'Italia e di Francia è avvenuta la consegna.
Il fatto nuovo è però un altro: dalla Sardegna è giunta al nostro amico Stefano Allocchio una lettera con due biglietti di viaggio per lui ed un accompagnatore, inviata dall'Associazione Sportiva di lerzu, Cagliari, che lo svuole presente per l'inaugurazione ufficiale della sezione ciclistica locale; questa sezione ciclistica porterà il suo nome!
Sulle prime il buon Stefano si è schermito, ma alla fine si è messo in viaggio col fratello Luca e nel momento in cui scriviamo si trova tra questi tifosi anche loro giustamente entusiasti delle poderose prestazioni fornite nel corso dell'annata in via di chiusura. Siamo convinti che anche questo tributo di stima dell'Associazione isolana si unisce al nostro sincero plauso milanese.
L'eco di quanto sta accadendo attorno al campionino della nostra zona ha strappato un coro di entusiasmi nel corso della riunione della Società Ciclistica Gallaratese il giovedì 14 novembre 1985 nell'affollata saletta riservata.
convenzionato
r" BAGNO
Brindisi a parte l'atmosfera era ribollente nonostante il pungente freddo della sera; i motivi dominanti, a parte il tributo di simpatia per Stefano Allocchio, erano stati tratteggiati dal vicepresidente Mario Migliavacca e riguardavano sia il tesseramento e l'adesione come società alla Federazione Ciélistica Italiana sia profili organiz-
Ospedale S. Carlo
Occupata per protesta la Direzione
Mercoledì 13 novembre una affollata assemblea di lavorata ri dell'ospedale S. Carlo Borromeo, convocata dal Consiglio dei Delegati, ha deciso l'occupazione della Direzione Sanitaria.
Gli obiettivi di quest'iniziativa di lotta contenuti nella piattaforma rivendicativa, riguar-à dano: l'elevazione di assistenza dei pazienti; la necessità di rendere più funzionale l'ospedale nei confronti dell'utenza; il miglioramento delle condizioni di lavoro e la tutela della salute del personale.
"Per non dimenticare"
Nuova esposizione del Gruppo Sirio a Pero
Nuova esposizione della mostra "Per non dimenticare", rassegna di opere pittoriche, grafiche e poetiche realizzate, per celebrare il quarantesimo anniversario della Liberazione, dagli artisti del Gruppo Sirio, che già le hanno esposte nella nostra zona in via Appennini e nel complesso Monte Amiata.
La nuova esposizione si terrà dall'8 al 15 dicembre nei locali del Municipio del confinante comune di Pero, mentre un'altra è prevista per la prima decade di gennaio 1986 a San Siro, in occasione del congresso della locale sezione dell'ANPI e della consegna dei riconoscimenti per 'Quarant'anni, una vita nella storia di San Siro".
Resta invece in sospeso l'eventualità di un'ulteriore esposizione nei locali del nuovo Centro Civico del Gallaratese, per la quale il Gruppo Sirio ha da tempo avanzato richiesta, ma ancora non ha ottenuto una risposta.
zativi per l'anno nuovo con l'apporto di nuove promozionalità a favore della società stessa con qualche privilegio sugli acquisti. Se le parole sono scritte nell'aria i fatti sono invece una forma più concreta di argomentaiione; fatto è che sui tavoli è comparso tutto un campionario di selle, pedali e tubolari nel bel mezzo di bottiglie e bicchieri; alla fine è comparso anche un telaio con tanto di movimento e manubrio già montati ed ancora una serie di pignoni, catene e freni al punto che anziché nella sa letta riservata dal bar-privativa di via Gallarate, 389 sembrava di essere al Salone del Ciclo e Motociclo!
Sante Pogliaghi, meccanico ufficiale della Società, già trentuno volte campione del mondo con i suoi telai da pista, strada e da tandem soppesava i materiali con occhio esperto, li accarezzava e confrontava trattenendo molto diplomaticamente per sé i giudizi, limitandosi al più a suggerire un tipo in luogo di un altro destreggiandosi con eleganza di linguaggio, qualora ne fosse chiamato espressamente in causa. Lo scintillio dei pezzi cromati a specchio riflette negli occhi di questi appassionati ed ai progetti generali ognuno accosta i propri; sino alla prossima riunione!
In piazzale Kennedy
Spettacolo teatrale a Lampugnano
Venerdì 6 Dicembre alle ore 21 presso il Centro Sociale di via Diomede, 64 la compagnia teatrale de "I Guitti" presenta "La Favola del Tempo", notturno in due tempi di F. Paolo Salvi. Ingresso libero.
I soci dell'ANPI Martiri di S. Siro rimpiangono con dolore la scomparsa della cara compagna RAISA FRANZI animatrice dell'ANPI e la ricordano commossi.
Passa un anno, passa un altro, la fontana non si vede ancora
E dire che qualche promessa era stata fatta - Si era parlato anche di uno sponsor, ma poi... - Con tante che ne sono state messe nel centro di Milano non ne è avanzata una per questo piazzale?
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Vi ricordate questo fotomontaggio da noi pubblicato qualche anno fa, raffigurante la fontana che un tempo era in piazza Castello sistemata in piazzale Kennedy ai piedi del Monte Stella? Da allora ne è passato del tempo. È stata fatta qualche timida promessa. Era stato persino detto che una ditta di elet-
trodomestici era disposta a sponsorizzare l'installazione di una fontana in questo piazzale che, essendo situato allo sbocco delle autostrade del nord, è un po' come il biglietto da visita con cui Milano si presenta agli ospiti. Finora però nulla si è fatto. Speriamo che in questi tempi in
cui, nell'ambito delle celebrazioni manzoniane, tante fontane sono state sistemate, sia pure in via provvisoria, in tanti punti del centro cittadino, qualcuno si ricordi anche di piazzale Kennedy e vi installi una fontana. Magari non proprio quella che era al Castello, ma almeno altrettanto imponente.
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dicembre 1985
I mestée de la Milan de semper
Stava a legna o stuva a gas limportant l'è riscaldass
La dizione milanese sopressadora resiste nei vecchi ambrosiani come il ferro da stiro resiste pure se trasformato presso ogni massaia; dall'altra barricata dei ricordi c'è la vecchia stufa che tanto abbiamo amato quanto più erano rigidi gli inverni milanesi di Arcano
Stirerie; la voce milanese corrispondente non esiste e l'applicazione di neologismo configura lo stesso vocabolo sia scritto sia enunciato all'italiana.
Esistono ancora ed usati dai milanesi superstiti (linguisticamente) gli indicativi "sopressad ora" per stiratrice e "sopressà", verbo stirare, con tutte le declinazioni e aggettivi di relazione compresa la voce "soprèss" per indicare l'attrezzo che la forma moderna ha tramutato in "ferr de stir". Come nell'accenno formulato a proposito della voce "tintor-a" attribuito anche per estensione all'esercente d'un negozio di tintoria (che in realtà non si propone di tingere alcunché, ma dove si lavano a secco abiti, indumenti di renna, camoscio, ecc.) parimenti vi pre-
senzia la stiratrice la cui opera non di radoi è "part-time" (potenza degli stranierismi) e divide il suo tempo in altri esercizi.
Stirerie vere e proprie ne esistono una quarantina in tutta Milano, mentre negozi o laboratori di tintoria sono nell'ordine di centinaia; difficile il conto anche approssimativo delle addette alla categoria tenendo conto che stirerie industriali ne esistono pochine; ma imponenti macchine per la stiratura, moderne e capaci di svolgere un buon lavoro in breve tempo nelle grandi comunità, ospedali e indubbiamente in aziende di abbigliamento occupano personale addestrato. Certamente le massaie continuano imperterrite a "sopressà" in proprio dopo che la lavatrice
Dialettologia milanese (25)
La conoscenza dei verbi è la base della lingua
Ci sono moltissimi verbi milanesi che non hanno una traduzione logica e verbi polivalenti o raramente usati; ma la maggior parte di essi hanno stretti legami con il latino e l'antico toscano
Una delle spine più acuminate e dolorose della lingua milanese (e di tutte le lingue in genere) è costituita dai verbi; proprio nei verbi cade quella polemica che si è più volte acuita tra i propugnatori di questa lingua sia per le doppie consonanti sia per l'apposizione dell'accento.
Vediamo subito qualche esempio: "parlen, parlénn; disen, disénn; corren, correnn, corrénn"; la traduzione è parlano, parlatene; dicono, ditene; corrono, correrne, corretene.
Soffermiamoci sul terzo verbo, correre, e vediamo che ha più similitudini scritte rispetto gli altri; questa è una caratteristica di quasi tutti i verbi che in milanese hanno terminazione in consonante: "corr".
La terminazione in consonante dei verbi milanesi ha quasi sempre la traduzione toscanaitaliana in ere e con pronuncia sdrucciola; le eccezioni sono pochissime e nel prosieguo della conversazione avremo modo di accertarlo.
Osserviamo "scriv, legg, coeus, mett, imprend, moeuv" che corrispondono a scrivere, leggere, cuocere, mettere, apprendere, nuovere e vediamo subito il particolare della sdrucciola presente nella lingua di paragone; quelle che hanno pronuncia piana in toscano-italiano diventano tronche e accentate in milanese: vedere, volere, sapere, avere, potere corrispondono quindi a "vede, vorè, savè, avè, podè".
Una delle eccezioni ci viene dal verbo bere, "bev"; ma questo verbo deriva dal latino "bévere" anch'esso con pronuncia sdrucciola; altra eccezione il verbo toscano-italiano prendere che in milanese diventa "ciappà" ma si trasforma in "toeu" in molte forme del parlato attingendo dal verbo torre; quest'ultimo viene usato nella dizione milanese sottintendendo anche comperare in congegno diverso dal moderno "compra". Es.: "La vesina la va a toeu el pan e gh'hoo dìtt de toeull anca per mi". (La vicina va a comprare il pane e le ho detto di comperarlo anche per me). "Toeumm per piasè el
ha fatto per loro "la bugada", il bucato; forse un giorno avranno una vera macchina in casa.
L'evoluzione dell'attrezzatura è passata dal "ghisino" triangolare da scaldare sulla stufa o sul gas al noto fornello a carbonella applicato al "sopress" in fusione di ghisa e a qualche modello estroso con bruciatore interno, serbatoio e pompetta esterni, alimentati ad alcool, petrolio o benzina scartati in seguito per la scarsa praticità e discreta pericolosità!
L'avvento dell'elettricità porta all'applicazione anche al ferro da stiro che si perfeziona nel corso degli anni sia con i tipi detti a voltaggio universale (la tensione non era ancora stata unificata) in particolare per i "ferri da stiro da viaggio" che andavano avanti e indietro dalla dimora abituale ai luoghi di villeggiatura, poi con l'applicazione del distributore del vapore ed infine con i più moderni sistemi con un gioco di tubi vere piccole macchine da stirare.
secoli varie trasformazioni.
Sta di fatto che sin dai tempi più remoti l'uomo ha cercato di creare suoni e gli storici non potranno mai dirci con sicurezza se sia stato uno zufolo o un tamburo a segnare il primo passo in questo orientamento.
giornal". (Comprami per favore il giornale.) "Ciappa on martell pussée gross." (Prendi un martello più grosso.) "Ciàppel in man franch."(Prendilo in mano saldamente). "Hoo minga fa in temp a ciappall." (Non ho fatto in tempo a prenderlo.) "Toeu sù". (Prendere, ma in senso figurativo anche raccogliere e in senso metaforico rubare oppure prendere busse).
Anche il verbo rompere ha due modi ricorrenti nel milanese con distinte applicazioni: "romp e s'ceppà" hanno le relative declinazioni e sono entrate nel linguaggio attraverso una loro ben precisa canalizzazione; mentre "romp" inquadra tutti i significati del corrispondente verbo toscano-italiano "s'ceppà" sembra nato da terminologia boscaiola, da ceppo, quindi ridurre la legna in ceppi e poi per estensione inteso per ridurre a pezzi qualsiasi cosa compreso il malevolo e minaccioso "Te s'ceppi la faccia!" (Ti rompo la faccia!) Non si può applicare ad una... relazione la quale "se romp" e basta. Uno dei verbi che lasciano qualche perplessità è il verbo "compì", compiere, anch'esso sdrucciolo e con la stessa caratteristica dei suoi consimili che è quella di configurarsi privo della desinenza "ere" nel milanese; ma lo stesso discorso si potrebbe fare per i verbi sciogliere e raccogliere male acconciati nella traduzione per i loro diversi significati ed addirittura bistrattati da qualche moderno insegnante di milanese alla ricerca di neologismi che fanno pena. (Sciogliere, "sciogli").
Nel parlato secondo i casi abbiamo "liberà, desligà, deslengoà" per sciogliere; "liberà e desiigà" inteso come sciogliere da legami, "deslengoà" sciogliere con la lingua oppure inteso anche genericamente: "EI soo el desléngoa la nev." (Il sole scioglie la neve.) "Deslengoàss dal cald" (sciogliersi dal caldo).
Raccogliere viene espresso in milanese "cattà sù" in alternativa a "regoeuij" che qualcuno prospetta stucchevolmente quale neologismo "raccogl"! (Continua)
Riportiamo anche in questo caso un curioso aneddoto: "A Porta Ticinese dalla vetrina di una stireria a vapore si notava una bellissima e prosperosa lavorante che ha fatto scrivere ad un estroso spasimante questi versi: "Fasend andà innanz e indrée el sò soprèss la gh'ha tanta grazia de lassamm perpless; ghe da de ponta, taij e piatt 'me la voeur che nel vardalla... la me sopressa el coeur!" (Facendo andare avanti e indietro il suo ferro da stiro ha tanta grazia da lasciarmi perplesso; ci da di punta, taglio e piatto come vuole che nel guardarla... mi stira il cuore!). Strumenti e apparecchiature tecniche e scientifiche; voce del progresso non identificata con la tradizione dei mestieri e le professioni; area di lavoro che negli ultimi trent'anni si è così dilatata da renderne quasi impossibile la catalogazione; più che una descrizione sommaria ci vorrebbe un vero e cospicuo trattato che farebbe saltare questa rubrica!
Limitandoci a qualche citazione possiamo dire che soltanto per la topografia e la geodesia il settore si è tanto sviluppato da lasciare sbalorditi: oggi che l'elettronica ha invaso ogni settore di lavoro, applicata all'ottica e alla fotografia e spinta vigorosamente anche nel settore della medicina e chirurgia (oltre, ahimè!, alle armi che distruggono il mondo) chi non sorriderebbe alla citazione di "scientifico" richiamandosi ai barometri, igrometri e termometri a tripla scala, montati spesse volte in gruppo con bussola e orologio in monumentali mobili di legno e posti bene in vista? Senza irriverenza anche per questi congegni che hanno pure segnata una tappa nella ricerca e per i quali nonostante tutto ci sono ancora coloro che nutrono curiosità citiamo uno spassoso frizzo ambrosiano al riguardo del barometro: "Quand quel robb lì el segna ch'el temp va mal doeuren i caj e vedi j steli senza canoccial!" (Quando quel coso segna che il tempo volge al brutto dolgono i calli e vedo le stelle senza cannocchiale!).
Strumenti musicali, "strument musicai"; vuole la leggenda che il più antico strumento musicale sia l'arpa; nata dall'idea di un anziano cacciatore che aveva montate sul suo arco più corde per sopperire alla necessità di colpire la preda nel caso che una si fosse rotta; le corde montate a breve distanza tra di loro davano un suono diverso se accarezzate... e l'invenzione fu l'arpa che subì nei
Sono migliaia i tipi di strumenti musicali costruiti ed è credibile che l'uno sia frutto di una modifica o studio di un altro strumento; non sempre la documentazione ci conforta, ma Bartolomeo Cristofori, cembalaio di Padova, nel 1690 ha inventato il pianoforte attingendo anche dalla spinetta che prende il nome dal suo ideatore; così la fisarmonica è nata modificando e riducendo l'armonium e il banio è un'elaborazione del mandolino e della chitarra. Ricerca storica a parte oggi con la varietà di strumenti musicali di cui dispone il mercato c'è da perdere la testa e ne sopravvivono anche il vecchio modello mai esautorato in disputa aperta con l'elettronica che, non c'è ormai da sorprendersi, ha piantate le radici saldamente anche nella musica esecutiva.
La scuola di liuteria continua ad esistere e prospera; una flessione c'è per gli ottoni anche se i corpi bandistici sembra vogliano riemergere dal letargo in cui erano caduti; forse il cinema, la moda, i cantautori hanno dato molto spazio e popolarità alla chitarra anche se molti strumenti sono destinati al ripostiglio dopo effimeri tentativi di gloria. Il mercato è tenuto desto anche per merito delle apparecchiature da riproduzione e amplificazione, dagli spartiti musicali, ricambi vari dalle corde ai plettri delle chitarre ai bocchini, feltri, linguette di saxofoni e clarinetti ed altro materiale di consumo; anche gli accordatori di pianoforti hanno la loro parte di lavoro e non ultimi i produttori di carrillon, tornati di attualità dopo una pausa che ha disorientati.
È indiscusso che tra i vari strumenti, la liuteria in particolare, i prezzi hanno escursioni impressionanti; una buona chitarra può costare anche tre milioni di lire (chitarra classica) senza entrare nell'eccezionale, ma ci sono gli antipodi costituiti da pezzi di poche decine di migliaia di lire e quelli il cui prezzo è da capogiro.
La concorrenza giapponese si è infiltrata anche qui e spazia dal pianoforte all'amplificatore ad alta fedeltà cercando di ridurre col fiato corto la produzione nazionale già attaccata da sempre dai tedeschi. Un amico raccontava d'un suo viaggio nel nord Europa e dei vari mercatini dell'usato visitati, tipo Fiera di Senigallia, che gli hanno offerto l'occasione di comperare due mandole ed un mandolino napoletano; quest'ultimo era della scuola del Vinaccia e l'ha regalato a un pescatore a cui a sua volta sono stati offerti due milioni di lire per cederlo, ma l'offerta è stata rifiutata. Il mio amico l'aveva pagato poco più di ventimila lire al cambio locale in Norvegia: ma quel mandolino come ci era arrivato, quale storia racchiude? Mestiere a suon di musica, altro aspetto del vivere umano e che nasconde una punta di sarcasmo nel motteggio milanese se nell'occasione seguiamo o incontriamo un funerale con tanto di banda al seguito: "Anca per quei che al seguii de la bara
goden minga del son de la fanfara la pietà cristiana ghe fa minga tort; la lor musega l'è la campana a mort!" (Anche per quelli che al seguito della bara non godono del suono della fanfara la pietà cristiana non fa loro torto; la loro musica è la campana a morto).
Stufe, "stuv" (al singolare "stuva" anche se molti, per effetto della pronuncia elisiva milanese della V in molti casi, scrivono "stua").
Fabbricanti e venditori di stufe, particolarmente quelle monumentali in cotto, erano chiamati "stuvée" mentre coloro che provvedevano al montaggio, pulizia e riparazioni erano detti fumisti come nella lingua toscana.
Diffusiffima nelle case dei ceti minori quella piccola stufa in ghisa detta "pipa" o anche "parigina" dalle prestazioni formidabili e alimentata prevalentemente a carbone koke, che in presenza di un buon tiraggio diventava rossa; le famiglie più abbienti avevano più stufe di cui alcune veri monumenti di ceramica o terracotta con tanto d'ornamenti e scaldaacqua, in opzione dell'immancabile camino. Da notare che nella stufa si bruciava di tutto (nota per i più giovani) dalla legna da ardere a quella di recupero di vecchie suppellettili all'antracite, lignite, koke; nel periodo bellico si bruciavano le "palle di carta" preparate nella bella stagione con vecchi giornali macerati e poi appallottolati bene strizzati e pressati da farne palle e posti ad asciugare dove possibile, sulla ringhiera o balcone; spesso queste palle bruciavano assieme a segatura e trucioli quando non c'erano gli "ovuli e mattonelle"(polvere di carbone impastata con oli catramosi), ma frequentemente quando non c'era... una lira!
Oggigiorno il vocabolo stufa
viene attribuito anche ai radiatori elettrici o a gas o kerosene di cui esistono molti tipi; di quelli elettrici ve ne sono a incandescenza o a raggi infrarossi ed ancora a circolazione d'olio che si presentano come termosifoni; di quelli a gas esistono modelli mobili con la bombola con e senza catalizzatore oppure alimentati da gas di città o metano dove esiste la fornitura.
Da segnalare il tipo di stufa a circolazione di aria calda ed alimentato da oli bruciati o di recupero, adatti per officine, capannoni industriali, ambienti di lavoro e regolarmente autorizzate a norma di legge.
Nel settore delle stufe (o radiatori di calore) lavorano in molti anche se sono profondamente mutati i sistemi e rarefatti i depositi dei "sciostrée"; ma nelle case di ringhiera sono ancora in funzione le vecchie stufe, specie quelle tipo cucina economica che assommano il vantaggio di riscaldare e potere cucinare ripagando parte dell'onere finanziario sostenuto.
Nell'ambito della produzione ci sono anche coloro che costruiscono stufe ricalcando modelli d'epoca in cotto e ceramica, su disegno; ritorno all'antico no di certo, ma gusti d'arredo o nuovo snobismo che in ogni caso mantiene vivo il mestiere ed è nostro impegno cercare che il discorso non slitti altrove. Si diceva tra povera gente in buon meneghino nei tempi grami quando la stufa dominava in casa: "Con sù tre maij e dò para de calzett qua nd se smorza la stuva se corr a lett!!"(Con indosso tre maglie e due paia di calze quando si spegne la stufa si corre a letto!) (Continua)
Nella foto la banda S. Romano, di Trenno, durante un'esibizione in piazza del Duomo.
dicembre 1985
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La bottega dell'erborista
Tiramisù al ginseng
a cura di Liana Treves
Panax ginseng della famiglia Araliacea —Millenaria panacea dei Cinesi e dei Giapponesi, raccolta soprattutto in Manciuria, Corea, Siberia e anche in America. La radice di odore e sapore aromatici, fusiforme, è spesso biforcuta alla guisa di cosce umane con parvenza di corpo intero. Quella di ginseng selvativo è estirpata .quando la pianta ha almeno IO anni, pertanto ha immagazzinato notevoli principi attivi dal suolo, che ne faranno un notevole integratore alimentare per la nostra salute. Questa famosa pianta è da migliaia di anni apprezzata dalla scienza medica cinese. Ricerche ed analisi della farmacologia moderna confermano il suo alto contenuto in sostanze toniche energetiche.
Il Ginseng favorisce lo sforzo fisico, cancella la fatica e rafforza la capacità di lavoro. Aiutiamoci a mantenere il benessere che ci hanno dato le nostre vacanze estive per mantenerci in forma in quest'inverno lungo e grigio. Sopprime la fatica intellettuale e ridona vigore e maggioe è lo sforzo e più grande è l'effetto ottenuto, nel sovraffaticamento dei centri nervosi che originano, lo stress o esaurimento.
I componenti del Ginseng hanno un'azione diretta al cuore e sui vasi sanguigni, sia come sostegno, sia come calmante, regolarizzando la pressione sanguigna vale a dire che ha un effetto positivo sulla ipertensione e sulla ipotensione o pressione bassa. Stimola inoltre il nostro metabolismo attivandolo e rafforzando la funzione delle glandole genitali delle nostre funzioni sessuali.
Il Ginseng è un'ottimo tonico stimolante proteggendoci dagli effetti delle basse temperature, ricco di oligoelementi, resine, tannini, enzimi e mucillaggini, oli essenziali. Possiamo prenderne perciò quotidianamente una puntina, oppure associandolo alla "Lecitina di soia", altro elemento ricco di sostanze quali fosfolipidi, colina, inositolo, elementi riscontrabili in natura in tutte le cellule viventi, sia animali che vegetali. Negli Stati Uniti è ormai diffusissimo come in Oriente l'uso, solo recentemente in Europa se ne cominciano ad apprezzare le virtù.
In tutte le forme di disfunzione del fegato i fosfati in essi contenuti sono impiegati con successo non solo nei processi patologici in atto, ma anche quali agenti profilattici atti a prevenire i disturbi correlati ad un deficente metabolismo dei grassi. La loro azione provoca efficace protezione nella tunica intima da deposizione di colesterolo e consente la solubizzazione del colesterolo e l'aumento della stabilità delle lipoproteine. Pertanto se ne raccomanda, in geriatria per contrastare i fenomeni d'invecchiamento, negli alimenti dietetici come protezione per il fegato, il certe malattie della pelle, oggi, considerate come manifestazioni di un anomalo metabolismo dei grassi (foruncolosi, psoriasi, eccesso di produzione di grasso sulla cute) quale trattamento cosmetico interno. Alimento altamente calorico per situazioni di stress e per aumento del ren-
Riflessioni di fine d'anno
Un anno finisce, un'altro comincia, ma tanti problemi restano insoluti
dimento (cibo per atleti) pos siamo quindi prenderne quotidianamente una piccola razione per conservarci in buona salute, associandone anche ad una puntina di Pappa reale. La "Pappa reale" è prodotta dalle ghiandole ipofaringee delle api operaie giovani. Si presenta come una gelatina bianco giallognola di sapore acidulo. Si trova nelle celle reali. Costituisce l'unico alimento per la Signora Regina, per tutta la sua esistenza consentendole di vivere fino a cinque anni perciò rapportanto ai nostri tempi quale miglior alimento per 999 noi...
Gli studiosi F. Banting e H. Jackson pensano di aver trovato la sostanza che impedisce l'accumulo precoce dei residui tossici nelle cellule umane, causa di decadenza e di morte prematura. La Pappa reale è ricca di proteine in concentrazione maggiore che in qualunque altro cibo. In lipidi o (grassi) ,in Carboidrati: detrosio e levulosio, zuccheri vegetali semplici, perciò direttamente assimilabili in Vitamine A, B, B2, B6, B12, C, Ac. folico, inositolopantotenico ecc.
Essendo un prodotto facilmente assimilabile dall'organismo umano è particolarmente apprezzato per i suoi benefici effetti da persone di ogni età. Gli adulti proveranno grande giovamento se sono debilitati, indeboliti, nevrastenici, e gli studenti un aumento della memoria. La pappa reale ridà euforia, combatte il malumore e la svogliatezza, toglie il senso di debolezza, favorisce l'attività sessuale e aumenta la resistenza capillare. La pappa reale si conserva al buio e a temperatura di frigo, si scioglie in bocca.
Se vogliamo concludere con un altro ottimo integratore alimentare per conservarci belli, sani e allegri possiamo associare anche il "Guaranà". Questo frutto della pianta è da sempre considerato "Elixir di lunga vita" degli Indios Brasiliani. Le proprietà riconosciute al Guaranà sono molteplici ed ampiamente sperimentate e documentate. Il suo alto contenuto in principi attivi naturali si manifesta con un senso di benessere immediato, facilmente riscontrabile. Dalla torrefazione dei semi della "Paullinia Sorbilis" e dopo opportuno trattamento si ottiene il "Guarana". I principi attivi che contiene sono la garanina "cafferina"del Guaranà accanto a tannini, sostanze resinose e fibre vegetali. Senza provocare insonnia od irrequietezza forza e stimola le funzioni cerebrali intellettuali e della memoria e viene anche favorevolmente influenzata la sfera sessuale.
Bibliografia J. Valnet C. Sirtori Pedretti
Siamo a dicembre, dodicesimo mese dell'anno per il calendario giuliano e gregoriano mentre era il decimo per il calendario romano che faceva cominciare l'anno dal primo marzo. P il mese della festa natalizia. Nella scelta del 25 Dicembre come giorno del natale, ebbe molta influenza il calendario romano che alla fine del 3° secolo celebrava in quel giorno il solstizio invernale: i cristiani vollero sovrapporre alla festa pagana la festa della nascita del salvatore.
Oggi tra le celebrazioni domestiche e popolari vanno ricordati: il ceppo, i fuochi, i falò, il presepe, l'albero di abete ornato ed illuminato cui si appendono i doni; sono, però, festività che tengono tranquilli e felici un po' tutti, ma solo per una settimana, dopo... la lotta continua.
Dicembre dovrebbe essere anche il mese dei consuntivi della vita di ognuno, ma i consuntivi diventano preventivi per l'anno che segue e l'egoismo, anno dopo anno, emerge sempre di più.
Rimangono insoluti i problemi della disoccupazione, della fame nel mondo, della droga, degli anziani, dell'avvenire occupazionale dei giovani, del disarmo, della pace.
Esuliamo dalla liturgia cristiana e dal folclore, ma meditiamo per quanto ci è possibile sull'avvenire dei figli e la pace nel mondo; se è vero che le festività natalizie sono sinonimo di fratellanza e di pace, ebbene queste feste dovrebbero durare 365 giorni, e non essere solo caso sporadico di finto amore.
Al natale qualcuno ci crede,
q ualcunaltro no! Lo scopo finale però resta l'amore per l'essere che nasce e per la sua sopravvivenza. Per tutti, credenti e non, dell'amica Sarina Pellegrino Curci, pubblichiamo una poesia sulla mamma "Pentimento" e forse dopo apprezzeremo di più l'amore per la pace in egual misura dell'amore verso la nostra madre.
Quando tu mi passasti accanto ed il mio dolce sorriso materno ricambiasti con sguardo [austero, sentii inchiodarsi sul cor mio, [straziato, lama tagliente che soffocommi. Fu un attimo Scomparve, ratta, innanzi a mie [pupille la luce d'oro di cui il dì [risplende,
e mi trovai piombata dell'abisso nei tetri, profondi recessi. L'angoscia fu, per me, poco [men che morte.
Figlio! Detesti, oggi, e schivi chi la vita ti diede, sol perché diniega, e per tuo [bene, assecondar tue idee.
Però un giorno, quando [maturo, ricorderai, quel cuore, aver [piagato che tanti palpiti incerti per te ebbe, si, allora ti pentirai, ma invano. Giorno verrà in cui disprezzerai tuo smarrimento per irti [sentieri.
Vorrai, pensoso, riandar cogli anni indietro, ricominciar su retta via la [marcia; ma... troppo tardi. Sarà tremendo rimorso a tormentar tua esistenza, ormai priva di quiete. Ricordati che in un dì lontano, quando, non più tagliente,
il tuo sguardo verrà a fissare, là, ove un'urna raccoglierà mie [spoglie, !Immagine materna, saprai, forse. apprezzarmi, e, in religioso silenzio [genuflesso, amare stille bagneran tuo ciglio. Allora, da tua genitrice muta ed inerte non sperar conforto. Di rose cosparso vorresti tuo [cammino per proseguir la via, mentre che orrende spine ostruiranno i tuoi passi. Come mendico, affranto di [dolore, tenderai ver' me le mani per impetrar perdono, ma le mie labbra, suggellate dalla morte, mai più le tue pene lenir [potranno. Buon natale e felice anno 1986 a tutti i lettori di Milano 19. Leonardo Clema
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Eccovi un piatto adatto per la stagione invernale e che rallegra la tavola senza essere di grande intoppo per la massaia.
Gli ingredienti necessari per quattro persone sono questi: un cotechino di generose dimensioni; 400 grammi circa di lenticchie secche; due cucchiai abbondanti di buon olio, una cipollina, un dado da brodo, una foglia di lauro, un pizzico di polvere di chiodi di garofano, mezzo litro d'acqua.
Il cotechino e le lenticchie devono ammollare separatamente in acqua fredda per 24 ore circa prima della cottura; il cotechino prima di essere posto a cuocere è bene sia bucherellato con un grosso ago (non con una forchetta) per evitare che scoppi, quindi si mette al fuoco in tegame adatto si che risulti ben coperto d'acqua e quando questa avrà preso bollore tenere la fiamma al minimo e lasciare cuocere per tre ore.
Alla seconda ora di cottura del cotechino mettere a friggere in un tegame l'olio e la cipolla; quando questa sarà ben rosolata, aggiungete l'acqua, il dado e l'alloro e fate prendere bollore.
Allorché il dado sarà bene disciolto mettere le lenticchie
V.wyMA.
che avrete nel frattempo bene scolate, lasciate prendere nuovamente bollore, regolate al minimo la fiamma, metteteci sale, pepe a discrezione ed un pizzico di polvere di chiodi di garofano; la cottura deve essere lenta e si deve rimestare ogni poco fino all'assorbimento completo dell'acqua; la cottura avviene in tre quarti d'ora o al più un'ora e se le lenticchie si fossero eccessivamente addensate aggiungere qualche cucchiaiata di acqua bollente o se ne avete brodo. Non bisogna mai comunque fare perdere il bollore per ottenere una cottura perfetta; cotechino e lenticchie verranno ad essere pronti contemporaneamente; affettate il cotechino e servitelo con le lenticchie possibilmente in piatto caldo.
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dalla prima pagina
ed alle conseguenze che ciascun intervento comporta, in sé e nel contesto urbano. Questo comporta una strategia di programmazione degli interventi sul territorio che impegni a fondo in un'azione complementare sia l'Amministrazione comunale che il Consiglio di Zona, il quale con il suo apporto specifico diviene l'elemento detenni-. nante per qualificare gli interventi nel tessuto vivo della città.
In secondo luogo occorre rendere partecipe la cittadinanza della necessità e del significato di una siffatta politica di programma e di piena collaborazione fra i diversi momenti amministrativi: la definizione del quadro razionale ed al tempo stesso dettagliato dei problemi del territorio, inteso nel senso più ampio, costituisce infatti il riferimento fondamentale anche per affrontare i casi singoli e particolari, che di volta in volta si presentano e si impongono con maggior evidenza agli occhi di tutti. A tal fine ci impegnamo a curare con particolare attenzione una informazione costante e nelle forme più idonee, perché tutti possano rendersi conto sia della complessità dei problemi che della validità del metodo individuato per affrontarli nel concreto con la maggiore efficacia e con una partecipazione consapevole. La struttura dipartimentale del Consiglio di Zona 19, divisa a grandi linee nei due filoni della pianificazione territoriale e dei servizi alle persone, fra loro integrati, può consentire di percorrere efficacemente la traccia sopra indicata: sarà compito delle singole Commissioni e dei relativi Dipartimempone e programmare il *m organico dei diversi settori, delle interrelazioni esistenti fra i diversi problemi presenti ed insorgenti nella Zona 19.
politiche comuni, bensì diverse premesse ideologiche dalle quali sono derivate solo contraddizioni, frammentarietà, genericità. Dalle mediazioni fra esigenze diverse ne è uscito un documento che alterna riconferme del precedente programma, a gravi silenzi; nuove proposte condivisibili ad affermazioni inaccettabili, con uno scadimento complessivo che ci preoccupa.
Dopo cinque anni di intensa esperienza di Decentramento, con i C. ai Z. eletti direttamente dai cittadini, con alle spalle un programma di zona per l'80/85 che aveva raccolto apprezzamenti e consensi anche dai gruppi di opposizione, la nostra delusione è ora grande, soprattutto perché i programmi elettorali di PCI e PSI e le dichiarazioni del Presidente del C. di Z. a favore di un ampio e serio confronto con le opposizioni, avevano fatto sperare in una proposta programmatica più organica ed articolata, visto l'ampio rinnovamento avvenuto anche nei gruppi consigliari di maggioranza. Invece, per una scelta politica precisa e, crediamo, anche per difficoltà fra i gruppi del pentapartito, non compare neppure un cenno al momento difficile e delicato dei rapporti internazionali, fra EstOvest, Nord-Sud, in Medio Oriente, nel Sud Africa, in Afghanistan, nell'America Latina; non al ruolo di Milano in Europa. soprattutto di fronte ai gravi problemi della disoccupazione giovanile da una parte, e ai pericoli per la pace; temi sui quali il C. di Z. 19, negli anni scorsi, aveva cercato di interpretare i sentimenti dei cittadini della zona e delle forze democratiche e di pace, con prese di posizione ed iniziative significative, spesso superando, con travaglio, i confini fra i gruppi di
maggioranza e quelli di Minoranza, che oggi, di fronte ai progetti di "guerre stellari" sono chiamati a chiare prese di posizione.
Anche sul ruolo del Decentramento a Milano non pare si esca dall'auspicio di un generico "governo sovraccomunale delle grandi aree metropolitane; di un adeguamento della legge 278; di una verifica e riordinamento delle deleghe e di una migliore definizione del ruolo e dell'immagine specifici del C. di Z. in sé e nei confronti tanti dei cittadini quando della Amministrazione Comunale".
I comunisti si battono da tempo per un Governo Metropolitano comprendente un sistema di comuni e municipalità, da realizzare attraverso una legge di riforma delle autonomie locali, sempre invano attesa. Nelle nostre proposte per la zona 19, presentate ai cittadini in campagna elettoraletd a tutti i gruppi consigliari incontrati, abbiamo lanciato l'idea di una vera e propria "fase costituente" per trasformare i C. di Z. in municipalità, con veri e propri Esecutivi, che anticipasse la legge, delegando già da ora ai C. di Z. (come permette la legge 278) la gestione di tutti i servizi zonali, con personale e risorse relativi, e riconoscendo poteri deliberativi per nuove opere zonali, utilizzando oneri di Urbanizzarione e di concessione, e decentrando risorse più consistenti dal Bilancio comunale, in modo da prefigurare Bilanci di zona, comprendenti fondi per la manutenzione di edifici, strutture, impianti e verde di rilevanza zonale, e fondi per le attività ricreative e culturali. Tutto ciò è sintetizzabile nelle richieste unanimi uscite dall'Assemblea dei consiglieri di zona del Febbraio scorso (stranamente dimenticata!) cioé: nuovo impulso democratico al Decentramento, più autonomia, più poteri, più informazione e partecipazione, più mezzi e risorse, per rispondere ai bisogni ed alla domanda di partecipazione dei cittadini.
Ma la vita dei C. di Z.. lo diciamo con forza alla maggio-
Per mancanza di spazio rimandiamo al prossimo numero la pubblicazione delle consuete rubriche di parapsicologia, di tecniche pittoriche l'angolo della poesia e "un artista al mese", nonché la seconda puntata della storia del Duomo di Milano.
milano 19
Direttore: Gianpiero Pagetti
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Redazione: Leonardo Clema - Giulio Fantuzzi - Bruna Fusi - Enrico Perillo - Franco Tosi - Angelo
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ranza di pentapartito, il ruolo stesso del Decentramento, rischiano di ridursi a quelli di organismi burocratici che non decidono nè gestiscono, se non si modifica il testo della Legge finanziaria 1986, che sottrarrebbe ai Comuni 1500 miliardi, ridurrebbe i contributi per investimenti, scaricherebbe sui Comuni 100 miliardi di esenzioni dei ticket, farebbe rastrellare miliardi con una fantomatica tassa sui servizi, che colpirebbe ancora la casa.
A questo modo si creano le condizioni per il dissesto dei bilanci comunali, ai quali non si assicura neppure la rivalutazione del tasso programmato d'inflazione del 6% né la copertura degli oneri finanziari, compromettendo così gli investimenti locali che tanto peso hanno nello sviluppo economico e nell'occupazione. Chiediamo a questa maggioranza, quali risorse avrebbero dunque il Comune di Milano ed il Decentramento per realizzare i progetti già programmati o avviati nella passata legislatura (perché non se ne parla? spesso sono stati presi unitariamente!), quali anche per gli stessi obiettivi indicati nel vostro programma se con la Legge finanziaria 1986 a Milano ci sarebbe da coprire un buco di 170 miliardi?!
L'alternativa sarebbe: bilanci in deficit, o più probabilmente rinuncia a nuovi investimenti e tagli ai servizi, resiquindi meno efficienti e a tariffe più care. Mentre è in corso un serrato dibattito nel Paese sullo Stato Sociale, di tutto ciò non c'è traccia nel documento presentato dalla maggioranza. A fronte di questi problemi ed alle soluzioni da dare, occorre, da parte degli Enti locali e del C. di Z., che il rapporto con i singoli cittadini e con le forze politiche, sociali, culturali e sportive, tradizionali o di nuova e recente formazione, passi per la ricerca di nuovi canali di partecipazione alle scelte politico-amministrative. Non bastano impegni generici per una maggiore informarione, come il foglio zonale dei servizi alle famiglie. Occorre impegnare l'Amministrazione Comunale anche finanziariamente ed organizzativamente, per un uso democratico delle nuove potenzialità dei sistemi informativi moderni, ma anche per migliorare la rete tradizionale, "Qui Milano" o 20 periodici di zona, un'agenzia di informazione comunale per il Decentramento, nuovi tabelloni d'affissione nelle zone periferiche come la nostra. Chiedia-
mo che il C. di Z.19 si impegni a garantire il diritto alla consultazione, delle associazioni portatrici di interessi generali. Anche per questo scopo va promossa a livello centrale e zonale la costituzione di Consulte per lo si;fort e per l'ambiente ed anche la formazione di nuovi Centri di documentazione (oltre a quelli già esistenti per la donna e la scuola) per i giovani e la pace; per l'ambiente, per le tossicodipendenze; per gli anziani e gli handicappati, riqualificando le biblioteche e rendendo agibili senza ulteriori ritardi i Centri sociali, e costruendone di nuovi a S. Siro, a Figino, al S. Leonardo, al Q.T.8, utilizzando gli Oneri di Urbanizzazione, come concordato dal C. di Zona 19 con la Precedente Giunta: che fine hanno fatto questi impegni, si vuole chiedere alla nuova Giunta di confermarli ed attuarli?
Molti sono dunque i problemi aperti e da affrontare per Io sviluppo della nostra zona, ma se si vuole che significhi anche progresso, occorre, lavorando anche con i Comuni e le zone vicine sulle questioni comuni (trasporti, viabilità, ambiente, parchi, sanità, assistenza, ecc.), che la nuova Giunta e tutto il Consiglio Comunale considerino il Decentramento come problema prioritaro, rispettando l'autonomia ed il ruolo specifico delle Circoscrizioni, ed i rispettivi Programmi: per quello della zona 19, come gruppo del PCI, ci impegnamo, dall'opposizione, a lavorare in consigho e nella zona, per costruire ampie convergenze, sulla base delle "Proposte dei comunisti della zona 19"che presentiamo e consegnamo formalmente in questa seduta.
Ecologia
Commercio Lavoro artigianato, Ecologia e Ambiente per il dipartimento Programmazione e le commissioni Educazione e Servizi Scolastici, igiene Sanità Servizi Socio-sanitari, Cultura e Tempo Libero per il dipartimento Servizi Sociali.
Al momento della votazione il Consiglio di Zona ha approvato la prima soluzone, a favore della quale hanno votato i cinque partiti della maggioranza. Contro hanno 'votato i nove consiglieri del gruppo comunista, mentre i due consiglieri !bis-
siri, novelli Ponzio Pilato, se ne sono lavati le mani e si sono astenuti.
Così il Consiglio di Zona 19 non avrà, come abbiamo già detto all'inizio, una commissione Ecologia ed Ambiente. Per quali motivi? Secondo una tesi sostenuta dalla maggioranza pentapartita, ed in particolare dal consigliere socialista Lodola, dell'ambiente si dovrebbe occupare la commissione Pianificazione Territoriale e Ambiente Urbano, mentre l'ecologia dovrebbe essere di competenza della commissione Igiene Sanità Servizio Socio-sanitari. Sarà? Non sarà? Chi vivrà vedrà. Per il momento non ci resta che comunicarvi i nomi dei coordinatori dei dipartimenti e delle commissioni.
Coordinatori dei dipartimenti sono stati eletti i consiglieri Allodi (PRI) per la Programmazione e Cattaneo (DC) per i Servizi Sociali, i quali sono entrati così a far parte dell'Ufficio di Presidenza assieme al Presidente del Consiglio di Zona 19 Chioccola (PSI), al vice presidente Rella (DC) ed al coordinatore della commissione Bilancio De V.arda (PSI).
Coordinatori delle altre commissioni, oltre alla già citata commissione Bilancio, sono stati eletti i consiglieri Martellosio (DC) per Igiene Sanità e Servizi Socio-sanitari, Minore (PLI) per Educazione e Servizi Scolastici, Brescia (PSI) per Cultura Sport e Tempo Libero, Amato (PRI) per Lavoro Artigianato e Commercio, Lodola (PSI) per Pianificazione Territoriale e Ambiente Urbano, Gibelli (DC) Concessioni Edilizie, Inglese (USD) Demanio e Manutenzioni, Rella (DC) per la Casa.
Errata corrige Soltanto 40 milioni
Per una svista dell'estensore nell'articolo "Un DC vice presidente, il PSI si tura il naso", pubblicato sul numero scorso, è stato scritto che il Fondo di Zona per le attività ricreative e culturali per il secondo trimestre 1985 ammonta a 40 miliardi di lire. In effetti si tratta di una cifra assai più modesta: soltanto 40 milioni.
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