Milano 19(35)

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ELEZIONI AMMINISTRATIVE

Un momento dì verifica e dì impegno democratico

All'approssimarsi delle votazioni dell'8 giugno, con le quali andremo a rinnovare i consigli comunale, provinciale e regionale ed ad eleggere direttamente (per la prima volta a Milano) i Consigli di Zona, ci sembra utile ed opportuno cercare di fare un'analisi di cosa hanno significato cinque anni di amministrazione di sinitra per Milano, per questa nostra città di dimensione europea afflitta da problemi enormi che nel passato si sono andati man mano accumulando.

Quale è la situazione attuale della macchina comunale? Come stanno le sue finanze? Come vanno i bilanci delle aziende municipalizza-

te?

Altri interrogativi riguardano più da vicino il decentramento che, grazie alle delibera quadro approvate dal Consiglio comunale. va sempre più assumendo poteri reali di decisione e di intervento.

Quale è la situazione della nostra Zona? Cosa è stato fatto in questi ultimi anni? Cosa si deve fare nel prossimo futuro?

Sono interrogativi cui cerchiamo di rispondere in questo numero, nel quale pubblichiamo anche le linee programmatiche per la zona dei partiti che ci hanno fatto pervenire i loro programmi e le liste dei loro candidati.

MALGRADO L'OPPOSIZIONE DELLA D.C.

L'asilo nido dì

Via Zamagna sì farà

Si attua così un servizio richiesto non soltanto dagli abitanti di San Siro, ma anche dai lavoratori della SIT-Siemens, che per la sua relalizzazione avevano ottenuto uno stanziamento dall'azienda

Nell'ultima seduta, prima di essere dichiarato decaduto in vista del suo rinnovo elettorale, il Consiglio Comunale di Milano ha approvato, a larga maggioranza, la costruzione dell'asilo nido di via Zamagna, a San Siro, che sorgerà sull'area adiacente alla scuola di via Paravia. Si va così alla realizzazione di un servizio da tempo richiesto dagli abitanti del quartiere e per i quali si erano battuti anche i lavoratori della SIT-Siemens (il cui stabilmento di piazza Zavattari sorge a breve distanza da via Zamagna), i quali, in occasione del rinnovo del contratto integrativo aziendale, avevano chiesto ed ottenuto dall'azienda uno stanziamento per il finanziamento di tale struttura.

In tale occasione si sono verificati due fatti di particolare rilievo: il primo: l'inclusione in un contratto di lavoro di rivendicazioni non soltanto salariali o normative, ma volte anche all'ottenimento di servizi sociali; il secondo: un significativo collegamento tra la fabbrica ed il territorio, tra i lavoratori della fabbrica e gli abitanti del quartiere. La proposta di approvazione del progetto (per il quale esiste già anche il relativo finanziamento) è stata avanzata al Consiglio Comunale, appunto nell'ultima seduta, dal consigliere comunista Roberto Camagni e si è scontrata con l'opposizione dei consiglieri democristiani, il cui capogruppo ha dichiarato che a suo parere la realizzazione dell'asilo nido di via Zama-

gna era del tutto inutile.

Evidentemente il capogruppo democristiano a Palazzo Marino non conosce le esigenze del quartiere e dei suoi abitanti, che ancora recentemente hanno richiamato l'attenzione di realizzare tale struttura anche attraverso i questionari distribuiti dal P.C.I. nel marzo scorso.

Tali esigenze erano state avvertite e comprese dal Consiglio

In via Novara UNA NUOVA "SORGENTE" DI ACQUA PURA

di Zona 19, che già da tempo aveva approvato il progetto con il voto favorevole di tutti i consiglieri di zona presenti, compresi i democristiani. È quanto ha ricordato, nella sua replica, il consigliere Camagni, che con le sue argomentazioni ha costretto il gruppo consigliare democristiano a Palazzo Marino ad abbandonare la sua primitiva posizione di oppozione ed a ripiegare sull'astensione.

SI CHIUDONO I PORTICI

tn funzione la nuova centrale collegata a 22 pozzi ed in grado di soddisfare la esigenza di 150 mila abitanti.

Un piccolo fiume di acqua purissima é stato immesso il 16 maggio scorso nella rete idrica cittadina con l'entrata in funzione della nuova centrale di sollevamento "Novara", che é stata realizzata al centro del Parco Ovest, sulla via Novara, fra Trenno e Figino.

Si tratta di un moderno impianto costruito in 18 mesi con l'impegno dei tecnici e degli operai dell'acquedotto comunale in collaborazione con alcune ditte specializzate. Esso attinge acqua da 22 pozzi ed eroga, funzionando a pieno regime, circa un metro cubo e mezzo di acqua al secondo.

La funzione di quest'opera non si riduce però semplicemente ad un accresciuto apporto d'acqua, ma si inserisce nell'impegno dell'Amministrazione comunale nell'opera di salvaguardia dell'ambiente e di tutela della salute.

Nella sua seduta di giovedì 8 maggio scorso la Commissione edilizia del Comne di Milano ha dato il suo voto favorevole al progetto di chiusura dei portici al quartiere S. Leonardo, che era stato ordinato dall'assessore all'edilizia popolare G. Rossinovich all'ufficio progetti dell'Istituto Autonomo Case Popolari di Milano.

Come é noto l'importo relativo alla realizzazione del progetto è contenuto nello stanziamento di un miliardo 532 milioni e 160 mila lire già deliberato dalla Giunta Municipale nella seduta del 27 dicembre 1978.

Si va così alla realizzazione di un'opera da tempo attesa dagli abitanti del quartiere, la quale consentirà sia un risparmio energetico aumentando l'isolamento termico dei primi piani, sia il recupero di spazi per attività sociali.

Difatti questa nuova centrale non soltanto é in grado di soddisfare i fabbisogni idrici di una città di 150 mila abitanti, ma la "qualità" dell'acqua che essa produce supera di granlunga gli standars ritenuti ottimali. La rete idrica cittadina avrà cosi il doppio vantaggio di avere un aumento delle disponibilità ed un miglioramento delle caratteristiche chimico-fisiche dell'acqua erogata,

LO IACP DELUDE ANCORA CINQUE ANNI DI GIUNTA DI SINISTRA CONTINUARE IL LAVORO FATTO FINORA ZONA 19: UNA CITTA' DI 114 MILA ABITANTI 1 Raa UN INTERESSANTE MODO DI FARE SCUOLA So f[yagso Al wer204) GJG9CD® &G00,32 VOGO PS -1)1R9OcT(5 C,C2R2o2e gap litisto LA RUBRICA DELLA SALUTE LA RADIOATTIVITA' NELLA VITA QUOTIDIANA
in questo numero
Al S. Leonardo
dal progetto dello IACPM per la chiusura dei portici Quartiere S Leonardo prospetto ingresso principale I
Anno IV -
6
1980 MENSILE DI INFORMAZIONE POLITICA E CULTURA L. 300
n.
- Giugno

definizione della OMS (organizzazione mondiale della sanità)

Nuova rubrica: per la salute

Partiamo con un problema che riguarda tutti: LA RADIOATTIVITA NELLA VITA QUOTIDIANA.

L'uomo da sempre è stato esposto alle radiazioni naturali provenienti da: cosmo, atmosfera, suolo, acqua, ecc.; il processo tencico e scientifico ha dato poi origine a nuove fonti di radiazione. Il pericolo che si corre oggi in seguito all'incremento dei tassi di radioattività, di molto superiori a quelli precedenti all'era atomica è che aumenti la probabilità statistica di alcune malattie, esempio quelle congenite e i tumori.

Per il cancro tanti sono i fattori che, in genere associati, possono determinarne l'insorgenza per cui non si intende attribuire alle radiazioni, naturali o non, una più alta responsabilità rispetto ad altre cause (possiamo trovare un preciso rapporto solo in caso di esposizione ai raggi intensa o protratta, per esempio si veda l'insorgenza, anche a distanza di molti anni di leucemia in sopravvissuti all'espolosione di Hiroshima). Se vogliamo il vizio del fdno rappresenta da solo un ben più potente alleato dei tumori.

Pur non volendo quindi creare allarmismi intorno alla pericolosità per la salute delle radiazioni cui siamo esposti, tuttavia occorre saperne valutare l'importanza e predisporre adeguate misure preventive o protettive.

Non è molto noto, ma possiamo essere colpiti dalle radiazioni stando in casa: potrebbero essere fonte di radioattività alcuni materiali di costruzione di origine naturale come la pietra pomice o il granito o il gesso contenente fosforo; alcuni combustibili fossili come il gas naturale, il carbone e la nafta da ri-

scaldamento; alcuni oggetti d'uso come gli orologi, le porcellane e gli apparecchi televisivi. La valutazione di questi tassi di radioattività deve rientrare nell'igiene delle abitazioni, all'occorrenza si può per evitare rischi superflui ricorrere ad una areazione apposita dei locali oppure si possono modificare alcuni regolamenti nel campo dell'edilizia e del riscaldamento domestico.

Nessuno potrà mai dir male dell'impiego dei raggi X e dei radioisotopi a fini diagnostici e terapeutici perchè è un impiego a tutt'oggi fondamentale per la medicina; però, così come si evita di eseguire radiografie nelle donne in gravidanza per l'alta probabilità di nuocere con le radiazioni al feto, si potrebbe tener presente il problema, proporzionalmente inferiore, anche per gli altri pazienti sia utilizzando apparecchiature migliori, sia sopprimendo gli esami sistematici superflui (come chirurgo posso dire che è inutile per esempio eseguire la radiografia del tubo digerente per sospetta appendicopatia), sia ricorrendo quando è possibile ad altre tecniche come quelle che sfruttano gli ultrasuoni.

L'attuale fame di energia rende necessario l'utilizzo delle centrali nucleari perchè le altre risorse energetiche, "pulite o sporche" che siano, sono insufficienti almeno sino a quando lo sviluppo tecnologico, che va di pari passo con la stessa disponibilità di energia non ci porterà allo sfruttamento di quella solare; il tempo previsto è di 20 anni.

Se la scelta nucleare appare quindi inevitabile ancora più inevitabile è chiedersi quali siano i rischi per la popolazione e predisporre le misure per pre-

LeTTerèa milano 19

Perché non arriva più la posta al Gallaratese?

Di chi é la colpa?

dello IACP o della Amministrazione Postale

Da alcuni mesi a questa parte sono cambiati i numeri civici a buona parte degli stabili del Gallratese. Il motivo che ha portato lo IACP a questa decisione è stata l'abolizione del servizio di portierato, abolizione effetuata, probabilmente per ragioni economiche. A parte i disagi che sono sorti agli inquilini, come ad esempio il cambiamento degli indirizzi su tutti i documenti, ora non si riceve praticamente più posta.

Questo perchè gli addetti alla sua distribuzione si trovano davanti a lettere, stampe e cartoline alcune con i vecchi indirizzi e altre con i nuovi. Ciò genera confusione ed il facile ritorno al mittente di molta corrispondenza.

Per di più l'Istituto non ha ancora provveduto a sostituire le casel-

venirli.

Se le centrali nucleari vengono costruite secondo un autentico progetto di sicurezza che tenga conto di tutti i fattori di rischio prevedibili, compreso i rischi sismici, lo slittamento delle falde, gli incendi, gli allagamenti, sabotaggi, non ci sono che probabilità infinitesime di pericolo per la popolazione. Tuttavia era anche imprevisto, per fare un esempio, che il petrolio della Conoco finisse nel Po per cui anche se il rischio,prese tutte le misure, è minimo bisogna che il paese disponga ugualmente di un adeguato piano di protezione civile e non risulta che in Italia siano stati organizzati centri operativi e costruiti rifugi antinucleari per la popolazione; tutto quello che possiamo fare per ora in caso di incidente è inviare sul posto i vigili del fuoco con i contatori Geiger per misurare l'intensità delle radiazioni.

Per concludere, ricordando ancora che oggi i tassi di radioattività sono di molto superiori a quelli precedenti all'era atomica a causa degli esperimenti atomici che hanno determinato depositi di stronzio 890, possiamo confrontare in uno schema statistico (Komarov) tutte le fonti di radiazione alle quali è esposta una popolazione: il 37% è di provenienza cosmica o terrestre, il 28% da materiali di costruzione delle case, il 16% dall'acqua dall'aria e dagli alimenti, il 12% da accertamenti diagnostici con raggi X o radioisotopi, un 2% supplementare potrebbe venire dai viaggi in aereo e un 4% da una assidua permanenza giornaliera davanti al televisore a colori; coloro che abitano vicino a una centrale nucleare rischiano di ricevere lo 0,6% di radiazione in più rispetto al resto della popolazione.

Analizzando questi dati si può dire che:

escludendo le radiazioni di provenienza cosmica o terrestre, le fonti di radioattività almeno in parte controllabili con misure di difesa costituiscono sommandole ben il 63% se si confrontano tra loro i valori percentuali, quello relativo agli accertamenti diagnostici è ancora abbastanza basso (12%) tuttavia in questo caso non tutta la popolazione è esposta allo stesso modo perchè c'è una grossa variabilità individuale le centrali nucleari (0,6%) non costituiscono un pericolo per il loro ncrmale funzionamento, ma solo, e sarebbe grave, in caso di incidente.

Bibliografia: "E.J Komarov da Santé du Monde N. 6 - 1979 -" á "R. Denti da Corriere Medico anno 1 - N. 64 -" La rubrica per la salute è aperta alla partecipazione dei lettori che possono porre quesiti per lettera scrivendo a dr. Mercurio presso la Redazione di Milano 19.

L'ostetrica

MATILDE BATTA LOPEZ

LO I.A.C.P. DELUDE ANCORA

Il 20 maggio una folta delegazione di inquilini dello IACP, quartiere S. Siro, organizzata dal SUNIA, si é recata alla sede centrale dell'Istituto per sollecitare la soluzione del problema del portierato e dei canoni da lungo tempo in discussioe. La Presidenza. rappresentata dal democristiano Dietricth. non ha saputo o voluto dare una risposta chiara eludendo ancora una volta le proprie responsabilità. col pretesto che l'Istituto non é più -Autonomo- perché dipende dai finanziamenti statali. È stata rafforzata ancora una voltanei presenti la convinzione che é sempre più urgente riformare lo I.A.C.P. in senso democratico per trasformarlo in n Ente al servizio dei cittadini.

le della posta come promesso con un altro modello più grande atto a contenere anche le riviste, così le poche che arrivano finiscono perse o gentilmente "prese in prestito" dalla prima persona che passa. Quando si risolverà questo problema? É vero che nel lode adibito precedentemente a portineria in via Beffi 183 /A ci sono diversi sacchi di posta per il Gallaratese inevasa per la confusione generata dal cambio degli indirizzi? I cittadini hanno il diritto, visto che pagano le tasse, ad un servizio più efficiente. Sarebbe interessante sapere esattamene come stanno le opse e quale è la posizione dello IACP e dell'Amm. Postale.

Lettera firmata

avverte la sua gentile clientela di essersi trasferita da viale Murillo 12 a via Vai Bregaglia 15 Tel. 406113

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"La salute non é soltanto assenza di malattia o di infermità ma uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale"

CON LE ELZIONI DELL'8 GIUGNO

RICONFERMARE A MILANO

UNA GIUNTA DEMOCRATICA

In cinque anni la giunta di sinistra ha risanato il bilancio comunale. Nuovi servizi per i cittadini. I problemi della scuola, della casa, del territorio, della salute. Una battaglia di progresso e di avanzata democratica da tutti uniti

Cinque anni di amministrazione di sinistra cosa hanno significato per Milano? Alla vigilia delle elezioni amministrative ci sembra doveroso tentare di fare un bilancio di cinque anni di governo della giunta di sinistra, cui riteniamo si debba muovere una precisa critica, quella di non essere riuscita a far capire pienamente ai cittadini le difficoltà che si è trovata a dover affrontare per governare una città che meritatamente gode fama di "metropoli moderna ed europea", ma che pure si trascina problemi enormi, derivanti in primo luogo da una modernità malamente impostata e peggio gestita nel periodo del "miracolo economico" e del centro sinistra.

Cinque anni sono un periodo di tempo molto breve nella vita di una città. Date la lunghezza e la laboriosità delle procedure sono il tempo appena necessario per realizzare una grande opera, per la cui attuazione sono però necessari strumenti urbanistici che fino al 1975 mancavano alla nostra città (basti ricordare al Piano Regolatore Generale approvato soltanto grazie all'impegno della giunta di sinistra, dopo i continui rinvii delle amministrazioni precedenti.

Fino al 1975, con le vecchie giunte dominate dalla D.C., lo sviluppo di Milano era stato condizionato dalla speculazione edilizia, da gravi carenze di servizi, dal caos viabilistico, dalla mancanza di verde pubblico e da una profonda disorganizzazione organizzativa.

La giunta di sinistra - basata sull'accordo tra P.C.I. e P.S.I. e caratterizzata da una stabilità ma i verificatasi prima (in cinque anni non vi è stata una sola crisi a Palazzo Marino) - si è così trovata, dopo il 15 giugno 1975, a dover affrontare, in un periodo di tempo relativamente breve, enormi problemi per pore rimedio a gravi situazioni che le precedenti amministrazioni avevano accumulatro.

IL RISANAMENTO DEL BILANCIO

Al 31 luglio 1975 il bilancio comunale presentava un deficit di oltre 160 miliardi scinmersi ed occultati attraverso i cosiddetti "pareggi tecnici"; appalti avviati senza la necessaria copertura finanziaria; importi introitati per una specifica destinazione ed invece spesi per altri scopi; debiti a breve verso banche per 180 miliardi; deficit non coperti delle aziende Municipalizzate per oltre 200 miliardi; debiti per 91 milioni di dollari e 82 milioni di franchi svizzeri, che per l'oscillazione dei cambi hanno provocato un buco di oltre 20 miliardi di lire.

Fra le grandi aziende municipali la SEA (Soc. Esercizi Aeroportuali) era stata costretta ad azzerare il capitale per sanare le perdite. L'ATM registrava un deficit del 20% superiore a quello previsto dal bilancio preventivo.

La SOVECO (Soc. Vendite Controllate) perdeva 2 miliardi sui 10 di capitale, mentre le Farmacie Comunali preventivavano una perdita di 1,7 miliardi.

L'AMNU (Azienda Nettezza Urbana) e la MM presentavano bilanci in pareggio con il sistema del piè di lista, scaricando cioè i costi sul Comune, senza possibilità di controllo. Oggi la situazione è cambiata. AEM, Farmacie Comunali e SEA hanno un bilancio in attivo e tutte le altre aziende municipali hanno raggiunto, un sostanziale pareggio, fatta eccezione per la ATM, il cui disavanzo in questi ultimi anni è però aumentato in misura inferiore al tasso di svalutazione, per cui il suo deficit si è di fatto ridotto.

Nelle casse comunali vi sono ora circa 200 miliardi, di cui 150 a copertura di investimenti in corso, ma questo non significa che non compiute opere necessarie, anzi. Basta un confronto: nel triennio 1972-74 la giunta di centro - sinistra aveva impegnato per investimenti complessivi circa 296 miliardi, mentre la giunta di sinistra nel triennio 1977-79 ha compiuto investimenti per circa 786 miliardi. Se si analizzano questi dati a cifre deflazionate, cioè togliendo l'incremento derivante dall'aumento dei prezzi, risulta che rispetto al passato la capacità di spesa è aumentata, in termini reali, del 41%. Questo significa poter lavorare per dare un volto nuovo alla città, umanizzare i quartieri popolari, aiutare i cittadini disagiati e realizzare nel contempo nuove strutture, dimostrando che si possono conciliare la razionalità nell'impiego delle risorse con la loro destinazione popolare. Ci sembra pertanto del tutto immotivata l'accusa mossa alla giunta di sinistra dal segretario provinciale D.C. Frigerio, secondo cui essa avrebbe preferito "spendere tanto e male piuttosto che fare scelte precise". Quali sarebbero state invece le preferenze democristiane? Sinceramente non lo si è capito in questi cinque anni spesi dalla D.C. in Comune a fare un'opposizione astiosa e preconcetta, senza mai avanzare controproposte precise ed organiche.

NUOVI

SERVIZI PER I CITTADINI

In cinque anni è sembrato che il partito dello scudo crociato più che prodigarsi in un'opposizione positiva sia stato animato da un senso di rivalsa, di vendetta, che lo portavano ad essere cieco di fronte ai problemi dei cittadini, specie dei più deboli. Del resto una delle caratteristiche delle vecchie amministrazioni dominate dalla D.C! nei confronti dei problemi delle categorie più deboli era di ignorarli o di affrontarli in termini di "carità" o di "beneficienza". La giunta di sinistra ha rovesciato questo sistema. Malgrado il blocco delle assunzioni, decre-

tato dal governo, e la conseguente riduzione dei suoi dipendenti è riuscita ad assicurare ai cittadini nuovi servizi. Tra l'altro ha aperto 15 consultori (tra cui quello di via Albenga) 20 asili nido, 6 centri per anziani (tra cui quello di piazza Segesta a S. Siro), 7 piscine (tra cui quella di Lampugnano), 11 scuole elemtnari e 22 materne. Ha assicurato il soggiorno in colonia a 15 mila bambini e le vacanze a 6 mila anziani, cui ha fornito anche tessere per cinema e teatri, attività ricreative e culturali. Ha istituito servizi per i minori abbandonati e centri di assitenza domiciliare per gli anziani. Nel campo dell'istruzione ha eliminato i doppi turni che le erano stati lasciati in eredità dal centro - sinistra. Oggi 60 mila bambini usufruiscono delle refezione; 50 mila hanno frequentato nel 1978 - 79 le iniziative teatrali: 25 mila adulti hanno seguito i corsi serali comunali.

LA CASA, L'AMBIENTE, LA SALUTE

Quello della casa permane, senza dubbio, il più grave dei problemi della nostra città. Per affrontarlo la giunta di sinistra non si è limitata a portare a termine il nuovo Piano Regolatore, ma ha anche investito per l'edilizia popolare, nel triennio 197779, ben 124,5 miliardi contro gli 8,9 miliardi che il centro - sinistra aveva investito nel triennio 1972-74. Ha realizzato 3.600 alloggi di nuove abitazioni o di edifici risanati, mentre altri 2.8 00 sono in costruzione ed ulteriori 6.000 sono stati programmati. Intanto ha avviato la manutenzione di 4.800 alloggi nei quartieri popolari per ovviare alle carenze tuttora presenti. Per quanto si riferisce al verde urbano si è passati dai meno di 2 metri quadrati per abitante del periodo del centro - sinistra ai 7 metri quadrati attuali, che con il nuovo Piano Regolatore dovrebbero ulteriormente aumentare a 26. Nella nostra zona il Parco Ovest andrà a congiungersi ai parchi di Trenno e delle Cave per spingersi sino al confine comunale, mentre in altre zone si stanno realizzando i parchi Nord e Sud e ampliando i parchi Lambro e Forlanini.

Altro problema grave dei nostri tempi è quello relativo alla difesa dell'ambiente e della salute. Nel 1976 l'amMinistrazione di sinistra ha creato la Ripartizione Ecologica - Igiene Ambientale, che ha operato in tre settori di interventi tipici: aria, acqua, suolo.

Nel primo settore ha provveduto ad una ricerca sulla presenza di metalli pesanti nell'atmosfera ed alla preparazione teorico pratica di un gruppo di operatori, che devono occuparsi dei problemi inerenti l'inquinamento atmosferico da riscaldamento civile, oltre che indirizzare verso il risparmio energetico.

Inoltre ha condotto studi sul problema dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, che hanno consentito di modificare l'attuale sistema basato sui forni di incenerimento (accusati tra l'altro di causare diossina) con un nuovo sistema basato sul riciclaggio.

Per le acque la ripartizione ha provveduto al risanamento ed al recupero dei pozzi inquinati, avviando contemporaneamente interventi di potenziamento, come la nuova centrale di via Novara. Intanto si è mossa per il recupero della falda e la bonifica del territorio riservando particolare attenzione ai rifiuti industriali, arrivando ad una conven-

zione con una ditta specializzata nello smaltimento di alcune tipologie di rifiuti e con un'altra specializzata nella messa a punto di un metodo per la pietrificazione di alcune tipologie di fangh;.

IL RUOLO DEI CONSIGLI DI ZONA

Altri interventi hanno riguardato altri settori, dai trasporti (ad esempio la metropolitana al Gallaratese), al lavoro, ai problemi degli handicappati e via dicendo non staremo qui, per ragioni di spazio, ad entrare nel merito di ciascuno di essi, ma ci par giusto sottolineare che tali interventi sono stati in gran parte resi possibili grazie al contributo dei Consigli di Zona, cui la precedente amministrazione di centro - sinistra aveva conferito soltanto "pareri consultivi" e comunque "non vincolanti" ed ai quali la giunta di sinistra (dopo che un intervento governativo ne aveva bloccato le elezioni dirette che erano state indette per il 9 novembre 1975) ha conferito poteri effettivi con il regolamento del 1977 e successivamente affidando alle zone l'amministrazione di 56 miliardi del bilancio comunale del 1979, saliti poi a 73 miliardi per il 1980.

Infine ha preparato un pacchetto di delibere quadro (approvate a maggioranza dal Consiglio comunale in una delle sue ultime sedute), conferendo ai consigli di circoscrizione poteri di deliberare e di decidere sul patrimonio immobiliare comunale, sulle attrezzature sportive

comunali sui servizi socio - sanitari, sull'uso dei fondi per le attività culturali, sul funzionamento delle attività commerciali pubbliche, sui problemi connessi con il diritto allo studio, sulla gestione della refezione scolastica, sulla manutenzione, sul trasporto alunni e sull'uso sociale degli spazi pubblici.

UNA BATTAGLIA

DA VINCERE

Ci pare opportuno, a questo punto, ricordare che la D.C. ha votato a favore soltanto delle due ultime delibere (quelle sul trasporto alunni e sull'uso degli spazi pubblici), dimostrando in tal modo la sua sensibilità. se non addirittura avversione, verso il decentramento, che è invece patrimonio culturale delle sinistre e che in questi dieci anni di funzionamento ha dimostrato di saper ben, funzionare portando i cittadini più vicini all'amministrazione della città.

È un patrimonio culturale che va difeso ed ampliato assicurando alla nostra città, anche per i prossimi anni, il governo di una giusta democratica di sinistra, aperta alla collaborazione ed al confronto con le altre forze politiche.

La battaglia da combattere e da vincere non è soltanto per qualche pur importante chilometro di metropolitana in più; ma una battaglia di progresso e di avanzata democratica, cui sono chiamate a partecipare tutte le energie della città.

La Redazione

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3 PER LA DEMOCRAZIA E LA LIBERTA'

Siamo dunque arrivati ad una svolta importante per il governo delle città e delle grandi aree urbane e mettropolitane.

Dopo le elezione dell'8 giugno la caratteristica dei Consigli di Zona sarà quella di elaborare, attuare, gestire politiche "zonali" nell'ambito del quadro più ampio, che é quello cittadino e metropolitano. Sara importante seguire due linee di lavoro: il piano e una diversa organizzazione dell'apparato comunale.

IL PIANO

Fatti i piani generali di sviluppo della città (Piano Regolatore, piano della casa, piano dei trasporti, piano del verde e dei servizi, ecc.) si devono attuare con un metodo rigoroso, secondo priorità precise e secondo tempi di interventi almeno triennali (Programma Pluriennale di Attuazione). È questa la garanzia per un controllo democratico e funzionale dei piani e della spesa relativa. controllo che si eserciterà attraverso i Consigli di Zona e le loro commissioni di lavoro ed i comitati di gestione.

SERVIZI COMUNALI

Il loro decentramento necessita di sufficiente personale. Vediamo i servizi culturali e di tempo libero. Al Centro Comunitario di Trenno e necessario avere non solo il custode, il bibliotecario ed i commessi, ma anche l'operatore culturale comunale e l'animatore per le

attività ricreative, usando per questo gli esperti del Centro MLilanese per lo Sport e la Ricreazione. It lavoro del Comitato di Gestione sarà più utile socialmente se potrà contare su personale qualificato.

Riportando queste proposte su tutti i tipi di servizi di cui si prevede la gestione del Consiglio di Zna é chiaro che gasi automaticamente si ha una riforma dell'apparato Comunale. A livello di funzioni e di compiti i dipendenti comunali che lavorano nella zona saranno coordinati con le attività del Consiglio di Zona. Questa é la condizione perché il decentramento, al di là dei poteri di decisione che avrà, possa veramente incidere nel buon governo della città,far partecipare sempre più i cittadini alle decisioni ed alla loro gestione, eseritando democratici controlli su piani, progetti, programmi, spese. qualità dei servizi. La riforma dell'apparato comunale deve andare oltre al decentramento del personale. È necessario - un esempio per tutti - che tra progetto e sua materiale esecuzione non passino più gli 8- 1012 mesi che ancora oggi dobbiamo registrare. Per ridurre questo tempo oc-

corre un coordinamento tra diversi assessorati e diverse ripartizioni (ad esempio quelli che si occupano dei problemi del territorio, case, strade, fognature, scuole, ecc.) in modo che la decisione sul progetto e la sua attuazione sia presa dagli interessati tutti insieme. Noi comunisti siamo convinti che la strada per il buon governo della città e della zona, come della Provincia e della Regione, di tutto il paese passi anche attraverso queste scelte.

Da una parte decentramento e partecipazione, dall'altra capacità reale di risposta ai bisogni riducendo di almeno dieci volte i tempi di passaggio tra piano e realizzazione.

La città del futuro non é soltanto una città emblema delle tecniche e delle tecnologie più avanzate. Né può diventare una città divisa tra una ristretta cerchia di "padroni" (dell'econoia, della politica, della cultura, della vita stessa) e una grande massa di "sottostanti" ridotti e condizionati consumatori delle decisioni degli altri.

La città del fturo é cominciata con le prime lotte operaie. La città del futuro deve essere la città dei cittadini, di tutti - operai, impiegati, tecnici, professionisti, donne, gio-

vani, anziani - nella quale tutti - in libertà, ma con coscienza di classe - contribuiscono con intelligenza, volontà, capacità il "loro" buon governo, il loro ambiente, la loro vita e la sua qualità. Mettiamo, in questa lunga battaglia di democrazia e di classe. nella colonna positiva anche il decentramento, il quale non é fine, ma uno strumento che i cittadini hanno voluto. Perché il suo usodopo le elezioni dell'8 giugno, che ne faranno una istituzione, non sia burocratico dvremo ancora lottare. Ma quando é per la libertà e la democrazia siamo tutti d'accordo.

Danilo Pasquini

(FINE - le altre puntate sono state pubblicate sui nn' 4 e 5)

Cosa é H Consiglio dì Circoscrizione?

L'8 giugno si vota per il rinnovo dei consigli comunale, provinciale, regionale e, per la prima volta, per il consiglio di zona

L'8 Giugno si vota per l'elezione dei Consigli di Zona o Consigli di Circoscrizione. Che cosa sono i Consigli del decentramento comunale i cittadini lo sanno, perchè esistono da dieci anni e perchè molto spesso vi sono stati in delegazione per discutere e per risolvere i loro problemi, oppure hanno partecipato alle commissioni e alle assemblee popolari. I membri dei Consigli di Circoscrizione fino ad oggi erano nominati dal Consiglio Comunale. Per la legge 278 della Repubblica Italiana ora saranno eletti direttamente dai cittadini, verranno cioè a far parte delle assemblee elettive che presiedono al governo del paese (Camera, Senato, Consiglio Regionale, Provinciale, Comunale ed ora i Consigli di Zona).

Quali compiti e quali poteri avranno?

Dal 1979 già decidono per una parte del bilancio Comunale (Bilancio di Zona) per quello che riguarda le nuove opere e per le manutenzioni (scuole, verde, piscine, campi gioco). Con le elezioni e l'applicazione delle delibere quadro approvate dal Consiglio Comunale i Consigli di Circoscrizione diventeranno pienamente operanti.

Le delibere quadro sono le decisioni del Consiglio Comunale con le quali si decentrano ai Consigli di Zona poteri e compiti, sono chiamate così proprio perchè per ogni potere e compito definiscono il "quadro" entro il quale il Consiglio di Zona deve e può operare.

I nuovi consigli si dovranno occupare:

Gestione e Manutenzione di tutto il patrimonio pubblico (case comunali, scuole, piscine, terreni, parchi, campi gioco, biblioteche, centri sociali e sanitari ecc, pensando al loro mantenimento, agli affitti, alle convenzioni ecc.)

Gestione e manutenzione degli impianti sportivi di zona (campo XXV Aprile, piscina, palestra e programmi di attività;

Gestione e manutenzione del verde e dei parchi e nuovi investimenti relatiyi Refezione scolastica (acquisto beni, gestione e controllo mense, controlli sanitari ecc.)

Trasporto alunni (non solo di servizio tra scuola e scuola ma per gite ecc.)

Gestione attività culturali e strutture per la cultura (centri culturali, biblioteche, sale pubbliche e attività nel territorio)

Servizi socio - sanitari di zona, ivi compresa la delega dal Consiglio Comunale per la politica sanitaria prevista dalla legge nazionale che istituisce il servizio sanitario nazionale (U.S.L. e SAUB)

Problemi del Commercio: controllo e gestione della politica annonaria in particolare per quanto riguarda l'igiene

Gestioni Sociali: la gestione

di Zona 19 Rinnovare l'esperienza unitaria

I comunisti e i socialisti della zona 19 esprimono un giudizio positivo sulla attività della maggioranza di sinistra del Consiglio di zona 19 avendo svolto, nell'interesse della comunità e dei quartieri, un ruolo incisivo in diversi settori caratterizzanti, quali quelli del territorio, dell'urbanistica, della sanità, della cultura, della scuola. La serietà dell'impegno della maggioranza di sinistra è dimostrata dal coinvolgimento delle componenti politiche del PSDI, del PRI e, su importanti decisioni, anche del gruppo della DC malgrado il pregiudiziale comportamento della DC cittadina.

dei centri comunali con sale o spazi di uso collettivo attraverso la costituzione dei comitati di gestione (programma, iniziative, affitti ecc.).

I Consigli di zona con l'elezione diretta diventano non solo istituzioni elettive, ma dei "comuni" o "municipalità" che operano direttamente in rapporto con i cittadini della loro circoscrizione affrontando insieme ad essi i problemi, risolvendoli con loro con autonomia di decisione, di programma e di spesa rispetto al "grande" comune di Milano, sempre coordinati con la politica sociale, culturale, sanitaria, scolastica, cittadina.

La partecipazione non è più allora soltanto mobilitazione ma diventa partecipazione alle scelte, perchè i cittadini attraverso il Consiglio, le sue commissioni, i comitati di gestione parteciperanno al governo della zona.

PCI e PSI, nell'intendimento di operare per risolvere i problemi ancora aperti e per dare continuità alle linee guida della politica di questi ultimi anni, dichiarano la loro disponiblità a rinnovare l'esperienza unitaria di gestione politica ed amministrativa della zona 19 e si conderano disponibili ai contributi di tutte le forze politiche e sociali della sinistra laica e cattolica.

PCI e PSI, nel ribadire la validità delle scelte politiche fatte, ritengono che il Consiglio di zona 19, espresso per la prima volta con elezioni drette, dovrà continuare ad operare per affrontare e risolvere i problemi riguardanti l'ambiente, la salute, la casa, le manuitenzioni, i trasporti, la viabilità, la scuola, la cultura, lo sport, il tempo libero. Su queti temi intendono confrontarsi con tutte quelle forze politiche e sociali che credono nel decentramento, inteso come amministrazione diretta della zona e partecipaziohen reale dei cittadini. In questo senso significativo considerano il contributo dei cittadini attraverso i comitati di gestione dei servizi sociali, l'associazionismo e la loro responsabilizzazione su problemi sia generali sia particolari. PCI e PSI della zona 19 riaffermano il loro impegno antifascista e la condanna di ogni forma di violenza e del terrorismo, sostengono la validità della partecipazione dei cittadini, quale elemento essenziale per difendere i valori umani, le conquiste civili e le istituzioni democratiche nate dalla Resistenza.

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città dalle venti municipalità
milano
La
Al Consiglio

IL PROGRAMMA ELETTORALE DEL PCI PER LA ZONA 13

Per continuare il lavoro fatto fì nora

Salute, ambiente, servizi sociali, casa e territorio, convivenza civile, partecipazione democratica alla vita della zona e della città sono fra i punti più qualificati delle proposte presentate dai comunisti.

Tenendo principalmente conto dei problemi dell'uomo, dell'ambiente e della salute, i comunisti della zona 19 presentano ai cittadini un programma per la circoscrizione, che, continuando l'esperienza positva di questi ultimi anni, mira a partecipare allo sviluppo ed al progresso di Milano, dando contenuti sociali e culturali sempre più avanzati.

Sul tema uomo, ambiente e salute, premesso che il loro sforzo è stato sin qui di riprogettare la città non soltanto dal punto di vista fisico, ma anche da quello sociale e culturale, i comunisti si impegnano a portare avanti tale programma partendo dall'ambiente, dalla salute e dalla vita quotidiana nella nostra zona.

In primo luogo il verde, che copre circa il 35% della superficie della zona (il 18,2% di tutto il verde di Milano) e che deve essere salvaguardato, in modo che tutti ne possano usufruire, quale riserva naturale per la salute e per la difesa di tutta la città. L'impegno è pertanto di definire a breve termine l'assetto del parco ovest in rapporto al parco di Trenno, all'orto botanico del Gallaratese ed al restante verde della zona, collegandolo con il comprensorio in direzione del parco del Ticino.

Si deve altresì progettare la destinazione e l'uso di tutte le cascine all'interno dei parchi, mentre nel settore più specifico della salvaguardia della salute è necessario chiedere ed ottenere la revisione del percorso dello scolmatore - deviatore dell'Olona e la costruzione del depuratore delle sue acque.

Un capitolo a parte riguarda l'inceneritore di Figino, per il quale i comunisti si impegnano a battersi per l'attuazione della delibera del Consiglio Comunale che prevede la costruzione di impianti di riciclaggio dei rifiuti urbani in sostituzione degli inceneritori.

SERVIZI SOCIO-SANITARI

Sottolineando il fatto che per il recupero della città ai cittadini non bastano le opere. ma è necessario difenderle, i comunisti affrontano il problema dei servizi socio - sanitari ricordando che dal 1° gennaio scorso è in corso di attuazione la riforma sanitaria, che nella zona troverà attuazione attraverso l'unità dei servizi sociali locali, con compiti di gestione anche nel campo dell'igiene ambientale.

Nella zona sono già stati realizzati il Centro Sociale e Centro di Assistenza Domiciliare per gli anziani in Piazza Segesta, il Consultorio Familiare di Via Albenga, il Centro Socio - Sanitario di Via Betti 189 (di prossima apertura). Tali servizi andranno potenziati e migliorati. In particolare il Consultorio che, inaugurato nel luglio 1978, ha sviluppato una notevole mole di lavoro stabilendo rapporti con servizi pubblici (SIMEE, scuole, ecc.), con l'Ospedale S. Carlo, con le famiglie affidatarie, oltre che ovviamente con le donne dei quartieri e delle fabbriche della zona.

Per gli handicappati è necessario istituire un servizio di intervento che si interessi della prima infanzia fino all'età adulta. In particolare i comunisti si impegnano a far sì che il Consiglio di Zona istituisca collateralmente ai corsi di riabilitazione anche quelli di preparazione professionale ed il servizio di assistenza domiciliare e investa almeno per tre anni (a partire dal 1981) il 25% dei propri bilanci per togliere tutte le barriere architettoniche degli edifici pubblici esistenti in zona.

Per la lotta alla droga è necessario istituire gruppi di lavoro che intervengano sul territorio alla ricerca delle cause di bssico - dipendenza con una azione di tipo culturale ed un intervento specialistico medicopsicologico, in collegamento, per i casi che lo richiedano, con gli ospedali.

CASA E TERRITORIO

BENI SOCIALI

La proposta dei comunisti per il recupero e la sistemazione del territorio della zona 19 tiene conto della storia degli ultimi 10 anni e di quanto si è progettato, proposto e concretizzato in questo senso in questo periodo di tempo.

L'impegno per il prossimo futuro è di perfezionare la rete dei servizi e di procedere rapidamente al recupero di aree oggi male usate.

In particolare è necessario riorganizzare la viabilità specie a Figino, a Trenno, al Gallaratese, a Lampugnano e nella zona Fiera.

Per il problema della casa i comunisti propongono un piano di 5 anni legato alla legge 457, attraverso cui effettuare una serie di interventi di ristrutturazione degli stabili popolari di S. Siro, dove, quando possibile, si dovrà provvedere anche alla installazione di ascensori, mentre per il risparmio energetico si impegnano ad uno studio approfondito in collaborazione con il C.I.S.E.

Considerato che non ci può essere un miglioramento della qualità della vita se non si riesce a collegare un progetto di "città dell'uomo", i comunisti si impegnano a lavorare e discutere per garantire in tutti i luoghi collettivi della zona la tranquillità cui ciascuno aspira.

Per tale obiettivo chiedono l'istituzione di un Comando di Zona dei Vigili Urbani e il decentramento di un Colmmissariato di P.S., in quanto quello di via Novara si è dimostrato insufficiente.

Ma occorre soprattutto creare

momenti di aggregazione e di cultura, dove i cittadini possano trovarsi insieme. A tal fine i comunisti propongono un progetto del tempo libero inteso come occasione di relax e di divertimento, ma contemporaneamente di elevazione culturale, spirituale ed intellettuale, che caratterizzi un nuovo equilibrio tra evasione e partecipazione, tra divertimento e cultura.

Occorre perciò che il Consiglio di Zona elabori un programma di iniziative permanenti e stagionali attraverso la costituzione di una consulta di zona che organizzi gli utenti e li chiami a contribuire ed a decidere sulla programmazione di attività culturali, ricreative e sportive, coinvolgendo gruppi organizzati ed in particolare i giovani che vorranno aderire all'iniziativa "carta per i giovani" proposta dalla F.G.C.I. che dovrebbe assicurare sconti e facilitazioni sugli spettacoli e sull'uso degli impianti sportivi.

Fatto un elenco delle disponibilità di sale per attività culturali nella zona i comunisti concludono questo capitolo proponendo l'utilizzazione delle biblioteche e di alcune scuole della zona per promuovere corsi di aggiornamento culturale che tengano conto delle caratteristiche, della storia, delle esigenze dei quartieri e dei loro abitanti.

LO SPORT

Considerata la necessità di far diventare lo sport parte integrante dell'educazione dell'individuo i comunisti dedicano un particolare capitolo del loro programma allo sport partendo dalla scuola, dove si devono organizzare corsi di nuoto, più di quanto si faccia, e potenziare gli impianti, aprendoli anche a tutti i cittadini nei giorni e nelle ore in cui non si svolgono le lezioni. È necessario inoltre provvedere alla sistemazione ed alla manutenzione di tutti i campi gioco e servizi sportivi esistenti e progettare aree libere attrezzate, dove i cittadini possano svolgere attività fisica e ricreativa che spesso è impedita dalla mancanza di spazi di quartiere adeguati.

Propongono quindi di costituire aree verdi attrezzate, dotate di piccole strutture sportive e per il tempo liberò particolarmente a S. Siro, che ne è assolutamente priva.

Con questo programma i comunisti si presentano agli elettorati della zona impegnandosi a continuare il lavoro sin qui fatto per migliorare la qualità della vita nei nostri quartieri.

Scelti dagli elettori i canditati del PCI

Pubblichiamo qui di seguito la lista dei candidati del Partito Comunista Italiano per le elezioni al Consiglio di Zona 19. Da essa si può rilevare che i nominativi sono stati scelti tra i settanta che avevano avuto più voti nella consultazione preliminare indetta dal P.C.I. nella zona e che noi avevamo pubblicato nel nostro numero di marzo. Unica omessa era la candi-

data Lucia Valori (n. 30), il cui nome non era stato incluso nell'elenco per un nostro materiale errore.

Altri due nomi non figuravano in tale elenco. Quello di Michele Colacina, che abita al S. Leonardo e che è stato indicato nelle consultazioni svoltesi nelle fabbriche per il nostro Consiglio di Zona, e quello del dr. Gianalessandro Moroni, inserito nella lista per le sue specifiche competenze in vista della creazione dell'U.L.S. (Unità Sanitaria Locale).

Su 32 candidati 11 sono donne, e ben 7 dei dieci consiglieri di zona uscenti sono stati riproposti, mentre i tre non riproposti hanno rinunciato alla candidatura per motivi personali.

I CANDIDATI DEL PCI DELLA ZONA 19

1 - Pasquini Danilo, impiegato, presidente uscente del C. d.

Z. (Consiglio di Zona)

2 - Calerio Claudio Maria, tecnico RAI-TV, responsabile di zona del P.C.I.

3 - Amato Anna Maria, (indipendente), casalinga

4 - Barbieri Alberto, insegnante liceo artistico

5 - Bianco Giovanni, insegnate

6 - Casati Renato, operaio

7 - Colacino Michele, impiegato SIT-Siemens Milano

8 - Corbella Pierluigi, impiegato SO.CO.P.

9 - Cortella Silvia Mariani, impiegata Henkel, consigliere di zona uscente

10 - Framartino Carmela Ettore, casalinga, responsabile UDI

S. Siro

11 - Gallina Vito, impiegato Ferrotubi, consigliere Cooperativa di Figino

12 - Grandi Maurizio, insegnate, consigliere di zona uscente

13 - Introini Luigia Temolo, impiegata, segretaria sez. Di Vit- torio del P.C.I.

14 - Jolita Angelo, impiegato, consigliere della Cooperativa

l'Eguaglianza di Trenno

15 - Lauro Vincenzo, impiegato, assessore comunale di Si- ziano

16 - Lorenzetti Anna Carola Ricciuti, architetto, consigliere di zona uscente

17 - Lorenzini Mario, pensionato, membro del comitato di gestione del centro sociosanitario di S. Siro

18 - Magni Rosa Ferri, impiegata, consigliere del Distretto Scolastico 42

19 - Monzeglio Aldo, (indipendente), architetto, consigliere di zona uscente

20 - Moroni Gianalesandro, medico della Clinica Mangiagalli

21 - Musto Antonio, impiegato, segretario del circolo

D. Alfano

22 - Pizzocri Luigi, impiegato Dalmine, segretario della sez. Oriani del P.C.I.

23 - Rapone Riccardo, impiegato Unipol, presidente del- l'A.N.P.I. S. Siro

24 - Righini Paolo, impiegato delle Ferrovie nord Milano

25 - Romoli Mara Berthet, pensionata, responsabile scuola della zona del P.C.I.

26 - Salvarani Franca Montaldo, arredatrice, consigliere di zona uscente

27 - Spelta Adriano, impiegato, segretario circolo F.G.C.I. Stella Rossa

28 - Tiraboschi Antonella, studentessa, segretaria circolo

F.G.C.I. Lenin

29 - Vagnotti Gabriella Finazzi, (indipendente), casalinga, presidente del Consiglio di Circolo Uruguay-Brocchi

30 - Valori Lucia, insegnante, consigliere del comitato di gestione del Consultorio di Via Albenga

31 - Vitali Luigi, operaio

32 - Volpe Rinonapoli Luigi, impiegato, consigiere di zona uscente

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Non solo critiche dalla D.C.

Abbiamo rivolto alcune domande ad Aldo Martellosio, consigliere di zona uscente e candidato nelle liste della democrazia cristiana per le elezioni circoscrizionali

D.: Giudizio complessivo sull'attività del Consiglio di Zona

R.: Più che un giudizio sull'attività del Consiglio di Zona, credo sia più corretto pronunciarsi su questi due anni di presidenza comunista.

Già in una precedente intervista al vostro giornale avevo affermato che Pasquini non ha potuto essere, come aveva manifestato nelle dichiarazioni programmatiche, il Presidente di tutti i cittadini della circoscrizione. La sua attività, alla quale peraltro non si deve disconoscere una buona dose di lealtà, abilità e dedizione è stata sovente prigioniera dei precari equilibri della maggioranza social - comunista.

Il culmine dell'insipienza lo si è raggiunto con l'elezione proposta dal PSI e sostenuta non senza perplessità e contrasti dal PCI, di uno sconosciuto alla Vice Presidenza, che poi risultò appartenere al fantomatico gruppetto socialdemocratico.

Si tratta insomma di riuscire a comprendere perchè il PCI, con il più forte gruppo consiliare, si sia lasciato condizionare così pesantemente dalla petulante pattuglia socialista, sino al punto di arrivare all'insofferenza verso l'opposizione della DC con una sorta di "arroganza del potere".

Con questo non si vuol certo negare che il Consiglio di Zona ha svolto un buon lavoro, anzi le realizzazioni avrebbero potuto essere più copiose e certe decisioni meno sofferte, se la maggioranza tronfia della sua autosufficienza, non avesse talvolta snobbato le proposte della minoranza, arrivando ad attribuirsi tutti i posti di Coordinatore delle Commissioni, senza avere la forza o la capacità (se non in pochi casi) di operare con efficienza.

Se vogliamo entrare nei particolari credo che basterà, a titolo di esempio, ricordare i clamorosi fiaschi registrati negli ultimi due anni dal programma culturale di zona gestito con incompetenza, pigrizia e incapacità inaudite.

A questo punto qualche ingenuo cittadino penserà che il Coordinatore della Commissione Cultura (che poi è una gentile signora), impressionato dalle critiche non solo democristiane, si sia preoccupato di rimediare in qualche modo. Sarà perciò il caso di dissuaderlo informandolo che la maggioranza PCIPSI è sèrnbrata più sensibile alle ragioni dell'ARCI (ente controllato dalle sinistre), alla quale vengono commissionate e pagate con i quattrini della collettività gran parte delle manifestazioni.

D.: Problemi risolti e irrisolti.

Perchè?

R.: Nel cercare di portare a soluzione i numerosi problemi che ci affliggono il Consiglio di zona nel suo complesso ha fatto il proprio dovere. I bilanci preventivi, che hanno trovato approvazione unanime, ne sono una prova.

Tuttavia qualcosa non ha funzionato se non tutti i soldi attribuiti alla nostra circoscrizione sono stati spesi e quindi non tutti i servizi programmati hanno potuto essere realizzati. Ma allora in che cosa consiste "il buon governo" promesso dalla Giunta Comunale eletta nel 1975?

Mi sia consentito inoltre denunciare l'assoluta mancanza di autonomia delle segreterie zonali del PCI e del PSI nei confronti della maggioranza che governa Palazzo Marino. Mi domando infatti perchè nessuna manifestazione abbia sottolineato le inadempienze della Civica Amministrazione nel conferimento dei poteri ai Consigli di Zona e le sue numerose omissioni e inefficienze. È probabile che l'opposizione della DC, che pur ha costretto i partiti di sinistra a un serrato confronto, sia stata troppo blanda. Certo è che i tentativi di ridurre gli organi di decentramento a produttori di consenso a favore della "Giunta Rossa" si sono moltiplicati anche in zona 19.

D.: Proposte della DC

R.: Il programma elettorale che la DC presenterà ai cittadini della nostra circoscrizione è finalizzato al miglioramento della qualità della vita.

I servizi previsti per il quartiere Gallaratese dovranno essere realizzati, il sistema di trasporto pubblico razionalizzato. Oltre al Centro Civico, con priorità si dovranno costruire il Centro Commerciale, le strutture previste dalla riforma sanitaria e un presidio delle forze dell'ordine.

La salvaguardia dei valori ambientali, il risanamento e la dotazione di servizi per i borghi di Trenno e Figino devono tra-. dursi in realtà.

Lo studio di provvedimenti atti a vitalizzare il QT8, un quartiere senza una precisa vocazione, non è ulteriormente dilazionabile unitamente al completamento della zona verde del Monte Stella (secondo le proposte a suo tempo elaborate dalla zona).

Per quanto riguarda S. Siro dovrà proseguire il ricupero di aree da destinare a quei servizi di cui il quartiere è carente.

Ma soprattutto il Consiglio di Zona, insieme ai cittadini, dovrà affrontare con decisione situazioni di emarginazione, che costituiscono le vere aree di povertà e di solitudine in una società dissacrata dal consumismo e dal materialismo.

È mia convinzione che i valori espressi dalla nostra identità cristiana potranno contribuire alla creazione di una nuova solidarietà, non solo verbale verso i drogati, i portatori di handicap, gli anziani, i disoccupati, gli ammalati.

Tutte le risorse pubbliche, comunitarie e private della zona dovrebbero essere mobilitate attorno a un progetto che riaffermi la centralità dell'uomo, volto all'eliminazione delle sacche di sottosviluppo civile, culturale sociale.

La ricerca di un preciso ruolo

LIBERTA

per le donne e per i giovani in una società più giusta, sarà da noi proposto alle altre forze politiche come momento di riflessione e di studio. Si dovranno anche inventare nuove modalità di intervento concreto dell'ente locale nella lotta e nella prevenzione al terrorismo, coinvolgendo partiti, sindacati, associazioni e semplici cittadini.

Chiediamo inoltre sviluppo e gestione sociale, rispettosa dei diritti delle minoranze, per i servizi alle persone e per le strutture pubbliche (consultori familiari, centri civici, comunitari, culturali, sportivi, assistenza domiciliare agli inabili e agli anziani).

Vorremmo infine tentare, con la collaborazione degli interessati, di utilizzare il prezioso bagaglio di esperienza e di saggezza di coloro che hanno raggiunto la "terza età" a favore dei cittadini più giovani.

Alle inefficienze lamentate nel campo della politica culturale si dovrà porre rimedio con un'impostazione realmente pluralistica e volta anche al ricupero delle identità culturali della nostra popolazione.

D.: Criteri di formazione della lista

DC

R.: I criteri di formazione delle nostre liste sono quelli ormai tradizionali. Conferma dei consiglieri uscenti, salvo rinuncia degli interessati o cancellazioni operate per assenze eccessive o altri motivi.

Le liste sono state poi completate da nominativi segnalati dai cittadini della zona nelle elezioni primarie.

POTREMMO

FARE COM E LA TOSCANA, 126' ASILI iJIDO 61COMSULTORI fe, SECONDO DP I

nalmente si sente dire che si inizierà la costruzione; ma non della spina centrale, bensì del centro primario che è una minima parte del tutto.

Gironi Marco 2 Bertoli Roberto 3 Casini Giorgio 4 Gibelli Giovanni 5 Magrone Ugo 6 Martellosio Aldo 7 Mozzanica Giustina 8 Rella Giuseppe 9 Baldelli Raffaele 10 Baldin Marco 11 Baroni Mauro 12 Bergamaschi Camilla 13 Casati Giancarlo 14 Marino Domenico 15 Matassi Claudio 16 Muraro Giampaolo 17 Mussetti Angelo 18 Napoletano Francesco Giuseppe 19 Riccaboni Luigi 20 Testa Cesare 21 Ziglioli Graziano

D.: Un giudizio complessivo sull'operato del C.d.Z. uscente

R.: Crediamo sia più importante un giudizio sui C.d.Z. come organismi e sulla loro capacità di raggiungere gli obiettivi per cui sono stati formati o almeno propagandati al loro nascere più che un giudizio su questo C.d.Z. uscente.

I C.d.Z. al loro nascere sono stati presentati come organismi di partecipazione popolare alle scelte di governo della città.

L'esperienza di vita dei C.d.Z. in questi anni dimostra secondo Democrazia Proletaria che questo obiettivo, non solo non è stato raggiunto, ma tende ad allontanarsi.

Chiaro esempio ne è la continua riduzione di partecipazione alle attività dei C.d.Z. e la difficoltà a far funzionare molte commissioni per mancanza di presenze.

In effetti i C.d.Z. tendono a diventare degli uffici decentrati del Comune e ad essere caricati di attività (vedi ad es. la manutenzione ordinaria delle scuole) che dovrebbero essere svolte dagli uffici comunali, lasciando al C.d.Z. i compiti di carattere politico decisionale che invece continuano a dover passare attraverso il Consiglio Comunale. Comunque rispetto all'obiettivo della partecipazione dobbiamo dire che questo C.d.Z. non si è comportato male, almeno a Iviello di buone intenzioni, che però non hanno dato frutti in quanto il C.d.Z. si è mosso in una logica che ha sempre privilegiato i vincoli provenienti dall'Amministrazione Comunale.

D.: Quali i problemi risolti, quali no e perchè?

R.: Pensiamo non sia il caso di fare l'elenco della spesa sui problemi risolti o no, ma sia meglio citare un paio di esempi. Una sconfitta del C.d.Z.: La Cooperativa di Lam pug nano che ha costruito in una posizione totalmente in contrasto con le impostazioni urbanistiche del C.d.Z.

Nonostante le proteste "i pianti e le grida- del C.d.Z., i cosidetti "organi competenti" hanno deciso, alla faccia del C.d.Z., che la Cooperativa poteva edificare lì, proprio dove il C.d.Z. non voleva. Una vittoria del C.d.Z. (cosi dicono): la spina centrale del Gallaratese (cioè tutti i servizi). Fi-

Tutto ciò dopo dieci anni dalle lotte e dall'approvazione del piano particolareggiato del Gallaratese; chi ha fatto queste lotte pensiamo che ora si auguri di poterlo almeno vedere completato prima di passare a miglior vita.

Per concludere ci sembra giusto dire che su tanti problemi il C.d.Z. si è dato molto da fare; ha risolto tante cose, ma, complessivamente il metodo di fondo è ancora quello; insomma, sarebbe questo il "modo nuovo di governare?"

D.: Con quali proposte vi presentate alle prossime consultazioni circoscrizionali?

R.: D.P. chiede il voto alla popolazione del quartiere con l'obbiettivo massimo di mandare un consigliere in C.d.Z.

In questa situazione non sarebbe serio fare promesse specifiche sui risultati concreti che potremmo ottenere.

Il nostro impegno con gli elettori è che useremo tutte le nostre capacità e i nostri sforzi per mantenere aperti gli spazi di partecipazione e di intervento della popolazione che in prima persona deve portare avanti la rivendicazione dei propri bisogni.

Tutto questo, naturalmente, nel quadro delle nostre posizioni politiche generali che non possiamo elencare qui per questione di spazio, ma che abbiamo pubblicizzato tramite volantini e che, comunque, pensiamo siano abbastanza conosciute.

D.: Con quali criteri avete scelto i candidati.

R.: I nostri candidati sono stati scelti sulla base dell'impegno e della serietà dimostrata nell'attività politica di quartiere a sostegno delle rivendicazioni della popolazione.

I CANDIDATI DI DEMOCRAZIA PROLETARIA AL CONSIGLIO DI ZONA 19

1 COSCELLI Enea

2 CIOVETTA Cesare

3 FRASCHINI Maurizio

4 FUSETTI Massimo

5 GAVARINI Daniela

6 RIFICI Riccardo

7 RIFICI Salvatore

8 MONTORFANO Mirco

9 MONZEGLIO Antonio

10 ODORICO Marina

11 PERNA Italo

12 SZALAI Maria

13 TESEO Michele

14 VICARIOTTO Laura

15 MURARO Alberto

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I decentramento ha mancato gli obiettivi
Abbiamo posto quattro domande ai responsabili della cellula di DP del Gallaratese. Ecco le risposte milano 19 - pag. 6
I CANDIDATI DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA PER IL CONSIGLIO DI CIRCOSCRIZIONE 19 1

Daremo il nostro contributo sostenendo la maggioranza di sinistra

IL PROGRAMMA DEL PSI PER IL CONSIGLIO DI ZONA 19

Particolare attenzione ai servizi sociali

Quattro domande a bruciapelo ai giovani del PDUP-MLS Privilegiato l'accordo con le forze democratiche di sinistra. L'impegno dei socialisti per lo sviluppo del decentramento. Individuati i punti su cui é necessario intervenire.

CANDIDATI LISTA PDUP

AL CONSIGLIO DI ZONA 19

1 Ghinelli Vittorio

2 Azzano Roberto

3 Azzini Luce

4 Bianchi Laura

5 Cinguetti Dario

6 Daveri Francesco

7 De Biasi Rocco

8 Galiberti Francesco

9 Matteucci Paolo

D.: Un giudizio complessivo sull'operato del C.d.Z. uscente.

R.: Sostanzialmente noi della lista PDUP pensiamo di potere affermare la positività dell'esperienza di questo primo quinquennio di decentramento amministrativo; ciononostante ci preme far rilevare come si siano via via evidenziate col tempo limiti di struttura e di gestione, che l'incremento di poteri sia normativi che finanziari avvenuto, nell'ultimo periodo non ha ridimensionato pur dinamizzando il ruolo dei CdZ e ponendo compiti e responsabilità maggiori per tutte le forze politiche che hanno condiviso questa esperienza e soprattutto per quelle di sinistra.

D.: Quali i problemi risolti e quali no. Perchè?

R.: Il CdZ 19 affinando la propria capacità di recepire e rispondere alle istanze sociali espressesi in zona ha permesso la messa in cantiere e la realizzazione di una serie di progetti di indubbia importanza quali la costituzione del consultorio di via Albenga, del centro socio - sanitario di piazzale Segesta, del centro psico - sociale di via Betti e del centro culturale di via Lampugnano. Da ultima la realizzazione nel senso delle grandi lotte del Gallaratese di questi anni, della Metropolitana. Particolare importanza a nostro avviso riveste la scelta di andare ad elezioni dirette dei comitati di gestione dei vari organismi decentrati. Va ricordato come questi risultati siano stati ottenuti grazie alle iniziative di lotta della popolazione della zona che ha inciso nell'operato e nelle scelte della maggioranza consiliare. Resta comunque da sperimentare fino in fondo il ruolo dei CdZ e del decentramento in generale, soprattutto riguardo ai nuovi poteri che recentemente gli sono stati attribuiti, sia per esplicare la normale attività di gestione ma anche cercando in primo luogo di promuovere una :Maggiore partecipazione al dibattito e al governo da parte dei cittadini e di essere tramite delle loro istanze verso la giunta comunale o altri enti competenti.

D.: Con quali proposte vi presentate alle prossime consultazioni circoscrizionali?

R.: Nostro obiettivo è dare un contributo per la riconferma della maggioranza di inistra per un governo inteso non come finora nella mera gestione dell'esistente ma piuttosto come impegno congiunto della sinistra per una qualificazione programmatica all'insegna delal trasformazione che permette di incidere sul ruolo del decentramento in generale.

D.: Con quali criteri avete scelto i vostri candidati?

R.: La nostra lista presenta al suo interno compagni del PDUP del MLS che rispecchiano nel loro impegno nelle realtà di fabbrica nei consultori nelle scuole nei comitati di gestione della zona 19 una terza componente della sinistra formatasi nel dibattito nelle analisi e nelle lotte di questi ultimi 10 anni.

10 Mazzanti Michele

11 Mazzeo Francesco

12 Meloni Marilisa

13 Nicola Gianfranco

14 Pacciarini Maurizio

15 Riafoli Michele

16 Storino Artemio

17 Tosi Franco

18 Vinassa De Regny Emanuele

Maurizio

Nel presentare il suo programma in occasione della campagna per l'elezione diretta dei Consigli di Zona il Partito Socialista Italiano sottolinea in primo luogo lo sviluppo positivo che nella Zona 19 ha avuto il de-

centramento amministrativo, che ha offerto significative risposte alle aspettative dei cittadini, chiamati a dare un loro contributo diretto e democratico alle scelte dei bilanci zonali.

Posto in rilievo il ruolo determinante dell'azione per portare avanti iniziative in difesa dei ceti popolari, il documento prosegue ricordando [impegno dei socialisti per assicurare alla zona strutture e servizi e per salvaguardare alcune aree destinate a servizi sociali ed ad edilizia cooperativa, per poi rammentare il loro contributo nelle campagne per i diritti civili ed affermare la coerenza dell'impegno del P.S.I. della Zona 19 perché in tutte le istituzioni fosse privilegiato l'accordo con le forze democratiche di sinistra.

ed i campi gioco e di affrontare il problema degli spazi e della programmazione per le attività culturali.

- Ciao! Allora ci saà o no?

Cosse?

La ventata.

Ma?!... Domandeghel al Bernacca.

- Cosa c'entra il colonnello Bernacca?

- L'è lu el specialista di prevision del temp.

- Ma non parlavo di tempo. Parlavo della ventata che Donat Cattin vorrebbe.

- Perchè? Ghe fa mal la panscia?

Tu fraintendi sempre. Intendevo ventata politica.

Ghe n'ha minga assee de tucc i corent e i spifer che gh'hinn nel sò partii?

Ma non si riferiva alle correnti democristiane.

- Ah, no?!

Ha detto che ci vorrebbe una sana ventata reazionaria. Te l'avevi dit che se trattaa de ona scorensgia?

Tu di quello che vuoi, ma lui ha detto che è necessaria.

Per fà cosse? EI gh'ha da profumass?

No. Per frenare le spese.

- Mancomal. L'era ora ch'el se decides a spend on poo de men!

- Ma non è lui che deve spendere meno.

E chi l'è allora?

Sono le giunte comunali. Ha detto che spendono troppo e male, specie quelle di sinistra.

- E quei di democristian?

Ha detto che sono più oculate.

Ah, si?!... Damm atrà allora. Che giunta gh'emm a Milan?

- Di sinistra, dal 1975.

- E prima?

Avevamo una giunta di centro sinistra.

- Cont i democristian?...

- Sì.

E qual di dò l'ha spenduu pussee?

Quella di sinistra.

- Che allora I'avaraa faa tanti debit...

No, anzi ha pagato anche i debiti che avevano fatto le giunte precedenti.

Te voret dì che la giunta de center sinistra l'aveva speduu de men e faa pussee debit?

Difatti, è così.

Allora, second ti, chi l'è che l'ha spenduu mei?

E va bene! Allora secondo te niente ventata?!

No, no! Ona ventada la ghe vorarev e come!

Ah, sì?

- Sì, sì; ma diversa da quella ch'el vorarev el Donat Catti n.

- E come, allora?

Ona bella ventada del nord, come quella del quarantacinqu. On vent de tramontanna ch'el spassasi via tucc i scorensg reazionari e tucc quei che vovarienn molai. Inscì se respireria mei, damm atrà a mi. Ciao, te saludi. Voo a votà per la giunta de sinistra, vaa anca ti. el barbee

Dopo un'analisi della realtà della Zona e dopo aver ricordato [azione del P.S.I. nei singoli quartieri, i socialisti passano ad illustrare il loro impegno per il futuro sottolineando in primo luogo il loro impegno a porre particolare attenzione a quanto attiene ai Servizi sociali, alle strutture di base, all'ambiente, ai problemi sanitari, alla viabilità ed ai trasporti, alle attività culturali, ricreative e sportive, agli anziani.

Passando nel dettaglio indicando le necessità di ricercare nuove soluzioni che possano soddisfare le esigenze dei cittadini, di realizzare sulla spina centrale del Gallaratese i servizi e le strutture fondamentali previste, di portare avanti le iniziative già avviate a San Siro, a Figino, a Trenno ed a Lampugnano ed a sopperire alle carenze di servizi sociali al QT 8.

Espressa l'intenzione di operare per rendere tutte le scuole polifunzionali, per rispondere al modificarsi della domanda, i socialisti pongono in rilievo la necessità di continuare nelle azioni intraprese nel settore sanitario e di realizzare strutture sanitarie in ogni quartiere, potenziando quelle esistenti e costituendo anche dei centri antidroga.

Nel settore delle attività culturali, sportive e dei tempo libero propongono l'ampliamento della sfera di interventi per quanto attiene le attrezzature sportive

Per quanto si riferisce agli anziani l'impegno dei socialisti è di elaborare proposte capaci di trasformare il concetto di assistenza, con interventi di tipo complessivo, a domicilio e non solo ambulatoriale e di potenziare il Centro sociosanitario di piazzale Segesta, realizzando anche altre iniziative analoghe. Indicata la necessità di incoraggiare, nel settore commerciale, il sorgere di gruppi d'acquisto e di impegnare il Consiglio di zona a sostenere in termini concreti la tutela e l'educazione dei consumatori, i socialisti passano ai problemi urbanistici, dedicando particolare attenzione alla questione del risanamento e della ristrutturazione delle aree di edilizia degradata e ponendo in rilievo la necessità di soddisfare le aspettative degli abitanti delle case di edilizia popolare per quanto si riferisce alle manutenzioni ed alle gestioni degli stabili.

Per il settore dei trasporti, il P.S.I. si impegna a portare avanti proposte per assicurare un razionale impiego dei mezzi pubblici, realizzando la complementarietà tra mezzi di superficie e linee metropolitane, tra linee urbane ed extraurbane, tenendo conto che per una corretta politica dei trasporti non si può prescindere da quanto ad essa correlato in termini di viabilità.

Impegnandosi a sostenere piani pluriennali che nell'ambito dei bilanci zonali sappiano definire impegni e priorità per affrontare e risolvere i vari problemi, i socialisti concludono il loro documento programmatico esprimendo il loro impegno a privilegiare nelle diverse istituzioni convergenze politiche di sinistra aperte a tutte le forze progressiste che credono nei valori di libertà e di democrazia e riconfermando la loro condanna del terrorismo e il loro impegno antifascista intesi come momenti di partecipazione unitaria con tutte le forze democratiche.

I CANDIDATI DEL P.S.I. ALLE ELEZIONI DELLA CIRCOSCRIZIONE N 19

1 Zaccaria Fernando

2 Abrami Vittorio

3 Anzaghi Ernesto

4 Bertoli Giancarlo

5 Bracchi Antonio

6 Cortili Mario

7 De Girardi Roberto

8 De Martini Federico

9 De Simone Amalia

10 De Varda Bianca in Giorcelli

11 Di Lallo Domenico

12 Dursi Teresa in Motta

13 Ferrari Giancarlo

14 Ferrario Giuliano

15 Fusco Giovanni

16 Galetta Nicola

17 Gallorini Pietro

18 Ghezzi Andrea

19 Lodola Ogeste (indipendente)

20 Losio Renato

21 Massari Giancarlo

22 Monzeglio Dante

23 Narratone Dario

24 Pacciarini Aurelio

25 Pugliese Rino

26 Restelli Gioachimo

27 Riva Maria Grazia

28 Scapinelli Nello

29 Sconfietti Paolo

30 Scotti Mario (indipendente)

31 Tavolini Franca

32 Trettel Floriano (indipendente)

EI Cantón del barbee LA VENTATA milano 19 - pag. 7

LaZona119:unacittàdi 114mi1a abitanti

TRASPORTI:

Si sono accelerati con un assiduo controllo del Consiglio di Zona e del Comitato di quartiere tempi di realizzazione del prolungamento della linea 1 della Metropolitana P. Lotto - QT.8 - Gallaratese entrata in funzione all'inizio della primavera. Il prolungamento fino a Pero è già appaltato.

- Sono state raddoppiate le corse del bus 72 per Trenno e Figino.

EDILIZIA

RESIDENZIALE:

- Nuove case dell'IACP e delle Cooperative al Gallaratese e a Lampugnano per circa 700 appartamenti.

- Definito progetto di risanamento delle case di Via Pinerolo con inizio dei lavori previsto entro la primavera.

- Approvato il progetto per le manutenzioni straordinarie al quartiere IACP-S. LEONARDO e per la chiusura dei portici per servizi sociali.

VERDE PUBBLICO:

- 2.041.000 metri quadri di verde comunale garantiti dal Piano di zona e dal Piano Regolatore di Milano (Monte Stella al QT.8, Parco di Trenno, Parco Ovest).

- Progetto finanziato per isole pedonali a S. Siro (Via Mar Jonio) e al Gallaratese (Via Chiarelli).

SPORT:

- Progettò finanziato per impianti

di calcio e per campi gioco di Via Cilea.

- Progetto finanziato per sistemazione dell'area della piscina di Via Lampugnano con campi gioco, da tennis, per pallacanestro, pallavolo e bocce.

- Finanziamento di 1.400.000.000 per una nuova piscina coperta al quartiere S. Leonardo.

- Finanziamento per campi gioco al Monte Stella.

Con le votazioni dell'8 giugno siamo chiamati ad eleggere direttamente, per la prima volta, il Consiglio di zona, che diventa così un organismo elettivo, come già lo sono le amministrazioni comunali, provinciali e regionali, olte, è inutile ricordarlo, i due rami del parlamento.

Si compie così un passo avanti nel decentramento democratico, che significa partecipazione sempre maggiore dei cittadini al governo della città.

Ma partecipazione significa anche conoscenza, specie oggi che Consigli di Zona vanno assumendo sempre più la caratteristica di vere e proprie municipalità, con bilanci da amministrare e con poteri decisionali loro demandati dalle delibere quadro approvate dal Consiglio Comunale.

Riteniamo pertanto utile pubblicare, in queste pagine quanto si è fatto e quanto c'è da fare nella nostra zona, dove vivono circa 114 mila cittadini, ossia tanti quanti ne abitano in una media città di provincia.

Prima di concludere queste poche righe vorremmo far rilevare che per alcune delle cose da fare sono già stati approvati i progetti e in qualche caso è già stata avviata la realizzazione.

VIABILITÀ E TRASPORTI

Sistemazione della viabilità di tutta la zona, con particolare riferimento a:

- Figino, evitando doppioni di intervento ed attuando il collegamento con la metropolitana al Molino Dorino collegamento Trenno - Gallaratese - via Gallarate per colle-

gare con una linea automobilistica l'ospedale S. Carlo al Parco, alla Metropolitana ed alla Zona 20 - nuovo percorso delle vie Lampugnano e Trenno e collegamento con via Ippodromo sistemazione viabilità interna del Gallaratese - apertura raccordo piazza Kennedy - via Sant'Elia

CASA

- ristrutturazione stabili via Mar Jonio, via Maratta, via Gigante, via Riccarelli, via Morgantini, Micene, ecc. (S. Siro) installazione di ascensori negli stabili di edilizia popolare di San Siro - collocazione degli anziani ai piani più bassi delle case - destinazione di quote di appartamenti alle giovani coppie - realizzazione case di via Paravia - Gianicolo ristrutturazione case di via Pinerolo

VERDE PUBBLICO

- definizione dell'assetto del parco ovest

- ultimare il Monte Stella secondo il progetto approvato dal C.d.Z.

- progettare la destinazione di tutte le cascine. In particolare: Cascina S. Romano (museó del territorio e della Zona 19 e attività legate alla conservazione del parco); Cascina Bellaria; Cassinetta di Trenno.

SERVIZI SOCIALI:

tutti gestiti attraverso la partecipazione di cittadini e utenti (Comitati di Gestione).

- Consultorio familiare di zona di Via Albenga.

- Centro socio - sanitario di S. Siro

(Piazzale Segesta).

- Centro Culturale - ricreativo di Via Lampugnano dal risanamento della ex - scuola di Trenno. Comprende una biblioteca comunale.

- Centro socio - sanitario di Via Betti (Gallaratese) di prossima apertura, con previsto: seconda

sede del Consultorio di zona, Centro Psico - sociale, SIMEE (Servizio d'Igiene Mentale dell'Età Evolutiva), assistenti sociali per anziani.

- Asilo nido di Via Borsa (Gallaratese).

- Asilo nido di Via Cechov, quasi ultimato.

- Apertura di una biblioteca comunale in Via Ojetti.

- Progetto finanziato per Centro Sociale HARAR con costituzione di un piccolo parco fra le vie Don Gnocchi - S. Giusto e Piazza Axum.

- Progetto finanziato per asilo nido di Via Paravia (S. Siro).

- Progetto finanziato per scuola di Figino, con biblioteca e spazi sociali.

CENTRO CIVICO DI ZONA:

È stata appaltata la costruzione per circa 3 miliardi di lire di spesa,

LE COSE CHE

sulla "spina centrale" del Gallara- r tese, con previsto: Anagrafe, Vigilanza Urbana, Sede del Consiglio di Zona, Pronto Soccorso, Biblioteca, Sale per spettacoli, Laboratori ricreativi, Servizi per assistenza anziani, Bar - Ristorante, Sede per l'Unità Sanitaria Locale e servizio handicappati.

CASA ALBERGO: in fase di ultimazione, destinata a studenti - lavoratori. Al suo interno sono previsti spazi per uso sociale dei cittadini del Gallaratese.

CONSULTA INTERCOMUNALE PER LA DIFESA

DELL'AMBIENTE promossa dal Consiglio di Zona 19 comprende le zone 9 - 18 - 1920 e i comuni di Pero, Rho, Settimo M., Cornaredo, Cusano M.

STATE FATTE

SPORT

E TEMPO LIBERO

- corsi di nuoto per scolari potenziamento degli impianti scolastici e possibilità di loro utilizzo da parte di tutti i cittadini nelle ore e nei giorni in cui non si svolgono lezioni sistemazione di tutti campi gioco e servizi sportivi esistenti - sistemazione del campo sportivo (calcio e atletica) dell'area di via capacelatro ceduta al Comune dalla fondazione Don Gnocchi in cambio di un'area vicina realizzazione impianti progettati in via Cilea - realizzazione aree verdi attrezzate per attività sportive e per il tempo libero - isola pedonale tra via Mar Jonio, piazza Selinunte e viale Aretusa

SERVIZI SOCIALI

- sviluppare l'attività del Consul-

torio di via Albenga e degli altri servizi già realizzati nella zona - asili nido: portare a termine quello di via Cechov e realizzare il progetto già finanziato per quello di via Paravia realizzare il progetto già finanziato per il Centro Sociale Harrar, con costituzione di un piccolo parco tra via Don Gnocchi, S. Giusto e piazza Axum

- anziani potenziare il primo intervento in atto in piazza Segesta, coordinandolo con via Betti.

- handicappati: togliere tutte le barriere architettoniche degli edifici pubblici ed istituire servizi di intervento e centri riabilitativi - Centro civico di zona: attuarne la costruzione

- Casa albergo: ultimarne l'arredamento ed avviarne il funzionamento

AMBIENTE E SALUTE

- revisione del percorso dello

scolmatore - deviatore dell'Olona - sostituire l'inceneritore di Figino con impianti di riciclaggio e nell'attesa salvaguardare la salute pubblica mediante l'abbattimento dei fumi ed altri accorgimenti tecnici.

milano 19 - pag. 8 milano 19 - pag. 9
CI
SONO
LE COSE CHE
SONO DA FARE

3 maggio: un sabato diverso

Si poteva anche chiamare: "la febbre della voglia di stare insieme", o anche: "tutti insieme compatibilmente". Questo è quanto è successo al CENTRO COMUNITARIO recentemente inaugurato; una simpatica riunione di gente di tutte le età (il più piccino contava solo 3 anni, il più "maturo"... si sa ma non si dice) che si divertiva secondo la maniera a loro più congeniale. Ma i "ruoli" erano naturalmente intercambiabili; infatti, mentre dalla fisarmonica del "maestro" Beretta uscivano le note dei più

noti ballabili, fu improvvisata una "gara", ed una giuria composta in parti uguali da "junior" e "senior" dichiarò vincitori della gara di liscio, una coppia di ragazzi ed una di "maturi" a pari merito. D'altro canto, i "maturi" si unirono volentieri ai canti intonati dai più giovani, accompagnati dalla chitarra di "Misha". Si stava insieme, chiamandosi per nome, in un'atmosfera che coinvolgeva anche i tipi come me, un po' timidi e un po' orsi, conducendoli ad essere finalmente parte attiva e non più solo passiva di ciò che stava loro intorno. lo, che mi sono recata al Centro Comunitario piuttosto scettica, spinta solo dal disgusto che mi provocava l'idea di un altro sabato sera in casa, davanti ai sempre peggiori programmi diffusi dalla televisione sia pubblica che privata, ho accolto con sollievo le parole di Mario Cortili, un membro del Comitato di

Gestione, quando annunciò che quella serata non sarebbe stata un caso isolato, ma che si sarebbe cercato di rendere stabilmente il sabato un'occasione d'incontro, anche meno disimpegnato, ma sempre all'insegna dell'allegria e della "convivenza pacifica". Egli ha terminato rivolgendo nuovamente l'invito a tutti, affinchè ogni proposta sensata venisse sottoposta al Comitato di Gestione (che si riunisce ogni Lunedi sera al Centro Comunitario in via Viscontini, 145), il quale si impegna fin d'ora acontribuire all'attuazione pratica delle proposte.

Personalmente, la ritengo un'ottima alternativa ai frustranti sabati sera ai quali siamo purtroppo abituati, perciò rivolgo i miei migliori auguri al Comitato di Gestione del nostro neonato Centro Comunitario.

Dolcitre terza edizione

Tra gli appuntamenti fissi del quartiere dobbiamo ormai annoverare la Dolcitre, la Marcia non competitiva organizzata dall'assemblea dei genitori della scuola elementare Luigi Cadorna di via Carlo Dolci.

Per il terzo anno consecutivo questa allegra manifestazione si é svolta domenica 18 maggio, snodandosi per le vie di S. Siro, con la partecipazione numerosa e festante di alunni della scuola stessa, di molti loro genitori ed anche di qualche nonno che allungava con gagliardia il passo per non farsi distaccare dai più giovani.

Si é trattato di una allegra camminata, di un modo di ritrovarsi insieme in un'atmosfera di calore umano, che certa-

Dal 25 al 29 giugno Festa de l'Unità in via Falck

Per iniziativa della sezione Ragionieri del P.C.I. si svolgerà. da mercoledì 25 a domenica 29 giugno, la festa dell'Unità.

La manifestazione sarà tenuta nel campo gioco di via Falck e comprenderà un concerto bandistico, balli, attività sportive, dibattiti. proiezioni di films, attrazioni varie, ristorante e bar.

Dott.

ANTONIO MERCURIO

UROLOGIA

CHIRURGIA GENERALE

PICCOLI INTERVENTI AMBULATORIALI

mente ha sopperito allo scarso sole di una primavera che tartepore irradiato da un pallido da a venire.

Fondata nell'ormai lontano 1914 ha oggi 600 soci effettivi ed un patrimonio di 340 appartamenti costruiti. Parliamo della Cooperativa Edificatrice l'Egualgianza, che ha sede a Trenno, in via Ferdinando Giorgi e che aderisce alla Lega Nazionale Cooperative e Mutue.

Dei 340 appartamenti costruiti ben 186, vale a dire più della metà, sono stati realizzati in via Fratelli Gorlini 7 e 9 (vedi foto) nell'ambito del programma completato nel 1977, mentre per il prossimo futuro è stato avviato un programma di ristrutturazione di 69 appartamenti costruiti nel 1914.

Si tratta di un ulteriore esempio del risultato ottento da tutti i

soci della cooperativa e della funzionalità della cooperazione a proprietà indivisa, formula originaria delle cooperative edilizie al loro nascere e simbolo di aggregazione della classe lavoratrice.

Difatti le finalità della Cooperativa l'Eguaglianza vanno oltre l'assicurare una casa ad un basso canone sociale ed il rispam io delle spese gestionali attraverso l'autogestione. ma tendono a promuovere la partecipazione diretta di tutti i soci alla vita della cooperativa stessa ed a sviluppare un continuo colloquio con tutti i problemi politici ed economici del paesè.

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Tra il 1770 e il 1821, a seguito di molti cambiamenti economici e politici, si sviluppò in vari stati italiani una dura repressione contro gli ordinamenti medioevali ("Corporazioni d'arti e mestieri"), a causa del loro tentativo di trasformarsi in organi nuovi per disciplinare il lavoro e salvare così i precedenti privilegi, e di porsi contro il potere costituito. Il quale reagì decretandone l'abolizione in Toscana (1770), in Lombardia ,,1772) e in Sicilia (1821). In Piemonte furono invece soppresse nel 1844, il lavoro diventava perciò libero con l'espandersi dei rapporti di produzione capitalistici. Le corporazioni, benchè svuotate politicamente ed economicamente, sopravvissero per la forza della tradizione, in particolare quella religiosa. Questi organi ridussero così le loro funzioni alla sfera spirituale (onoranze funebri ai soci, funzioni propiziatorie, festa del patrono, ecc.) e alle attività mutualistiche, ma in termini di carità. Alcune decine di queste corporazioni si trasformarono in società artigiane con scopi previdenziali, erogando con i contributi dei soci, sussidi agli aderenti nei casi di malattia, morte e vecchiaia.

Negli ultimi decenni del 1700, con la rivoluzione industriale inglese e la Rivoluzione Francese che avviarono la società contemporanea, lo sviluppo dell'economia capitalstica aveva comportato negli altri paesi una più rapida dialettica politicosociale. In Inghilterra, quindi, dopo forti tensioni sociali (luddismo contro l'estensione dei telai meccanici nelle tessiture), già nel 1793 una legge aveva riconosciuto le società operaie di mutuo soccorso, le quali all'inizio del 1800 erano oltre 5.000, e nel 1837 il mutuo soccorso si era organizzato su scala nazionale.

IL PATERNALISMO PADRONALE NELLE S.M.S.

II processo di rinnovamento della nostra economia iniziò con notevole ritardo, anche per l'arretratezza culturale delle classi dirigenti, orientate a non mutare i precedenti equilibri sociali tra città e campagne, malgrado la diffusione dei rapporti capitali-

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Le società operaie dì mutuo soccorso

stici in Italia. Inoltre, l'agricoltura non produceva surplus da destinare ai massicci investimenti che invece richiedevano l'avvio dell'industrializzazione e la unificazione del mercato nazionale (ferrovie, ecc.). I capitali necessari allo sviluppo economico furono quindi reperiti attraverso la dura compressione del livello di vita delle masse popolari, mediante forti tassazioni dei consumi. Perciò le condizioni di vita delle classi povere, specie nelle campagne, rimasero pesantissime sino alla fine del secolo con l'analfabetismo, malattie endemiche (pellagra, malaria, ecc.), vita media molto bassa. Le condizioni del lavoro vedevano il massiccio impiego, da un lato, delle donne e dei minori nell'industria tessile, dall'altro una notevole disoccupazione della manodopera adulta. Nelle campagne la giornata lavorativa andava dal sorgere al calar del sole,

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nelle fabbriche i regolamenti erano durissimi e nelle città l'accattonaggio era assai diffuso. In queste condizioni, le rivolte popolari che coinvolgevano anche i ceti medi risultavano periodiche, contro le tasse (sul macinato), il rialzo dei prezzi, contro la disoccupazione e la miseria.

Con lo "statuto albertino" del 1848 (decaduto nel 1946, all'avvento della Repubblica) vennero liberalizzate la stampa e l'associazionismo operaio, soggetti però alle autorizzazioni prefettizzie, lo sciopero restava reato. In Piemonte, più che altrove, sorsero le prime s.m.s.e. e nel periodo 1848 - 1862 esse passaronoi da 64 a 113, ma sempre sotto una vigile tutela governativa. Queste società operaie e artigiane erano, spesso, promosse da esponenti liberali borghesi (medici, avvocati, ecc.), anche per controllare i "fermenti di rivolta in una classe avvilita dalla miseria e dallo sfruttamento".

Dato il basso livello culturale degli operai, appariva ad essi normale che a presiedere le sms venissero eletti i soci onorari, dotati di mezzi e di cultura (proprietari, ecc.). Conseguentemente, la grande maggioranza di queste società teorizzava e praticava, sino al 1860, la collaborazione tra capitale e lavoro secondo le linee del paternalismo progressivo liberale, mediante la subordinazione degli interessi economici e politici dei lavoratori a quelli della borghesia nazionale.

Ben presto, però, gli operai nelle s.m.s. iniziarono a contrattare la "tariffa salariale provvisoria", trasformando così le società in mutue professionali e a svolgere, gradualmente, le funzionio di leghe operaie di resistenza. In tale periodo (184860), i problemi politici dell'unificazione nazionale coinvolsero nello scontro politico le s.m.s. e favorirono la crescita della consapevolezza dei lavoratori e ad intervenire nel processo storico in posizione, però, subalterna alla linea della borghesia nazionale, ne poteva essere diversamente.

LA CRESCITA DELLA MUTUALITA

Col 1° congresso di Asti del 1853, furono tenuti i congressi annuali delle s.m.s. piemontesi e liguri, quest'ultime influenzate da Mazzini. Il congresso di Genova (1855) approvò all'unanimità un "regolamento comune" per le s.m.s., vivacissimo risultò invece il dibattito sulla questio-

ne di parificare i soci effettivi a quelli onorari che dirigevano le società. Per cui emerse la richiesta di craatterizzare in senso operaio le società, affinchè gli stessi operai si rendessero più "indipendenti dall'amministrazione degli avvocati, dai dottori, dai proprietari e dagli altri godenti della terra". Questo risultato rappresentò una vittoria politica degli intellettuali liberali democratici (mazziniani), contro la corrente dei moderati e conservatori. I quali sostenevano, invece, la necessità di emancipare "poco alla volta l'operaio al grado di capitalista", attraverso il risparmio e il credito dell'associazionismo. Sul movimento piemontese pesò a lungo la cappa del moderatismo, le s.m.s. non furono quindi in grado di trasformarsi in validi strumenti di lotta economica. A rompere questa situazione, dopo il 1863, intervennero i primi scioperi degli operai lanieri del Biellese, per il miglioramento dei salari e dei regolamenti di fabbrica. Questi operai furono influenzati alla lotta per i contatti che essi avevano con gli operai parigini e svizzeri, durante le loro emigrazioni stagionali nei due paesi. I successivi congressi annuali, dopo l'Unità (1861), confermarono la forte crescita del movimento mutualistico in tutte le regioni italiane, specie in Lombardia, e il suo graduale evolversi in senso democratico e operaistico, anche a seguito della vivace dialettica politica promossa dei democratici all'interno delle s.m.s.. Secondo un'indagine governativa le s.m.s. in tutta Italia erano passate dalle 417 con 111 mila soci del 1867, alle 1.981 con 331 mila aderenti nel 1874.

MAZZINI E IL MOVIMENTO OPERAIO

La mutualità operaia, dai suoi inizi sino al 1870, fu fortemente influenzata dagli orientamenti di Giuseppe Mazzini. Il quale nel 1853, aveva fondato il Partito d'Azione, raggruppando anche i democratici e i radicali, anche Garibaldi vi aveva aderito nel '59. Questo partito, che aveva avuto un ruolo fondamentale nell'organizzare la spedizione dei Mille per la liberazione della Sicilia, si sciolse nel 1870. Durante il Risorgimento, la gran parte delle s.m.s. nominava Garibaldi e Mazzini loro presidenti onorari, anche quando queste organizzazioni non aderivano al partito repubblicano, tuttavia

esse ne appoggiavano tutte le sue iniziative politiche e sociali. Mazzini, malgrado la sua profonda avversione alla lotta di classe, fornì un contributo fondamentale alla nascita politica e organizzativa del movimento operaio italiano. Egli infatti, nelle sue teorizzazioni sul compimento della rivoluzione nazionale, individuò negli operai urbani la forza sociale capace di dare una base di massa alle sue teorizzazioni politiche, ponendo così il problema del rapporto tra rivoluzione e masse. Perciò Mazzini, nel 1841 a Londrà, fondò I Unione degli Operai Italiani', come sezione della "Giovane Italia": indicando la necessità dell'autonomia politica degli operai, quale condizione preliminare per la loro presa di coscienza politica e quindi il loro inserimento nel processo storico. Egli elaborò perciò un programma molto avanzato intorno ai "bisogni speciali" degli operai: limitazione degli orari di lavoro, salari sufficienti, diritto di coalizione, una "direzione generale dell'attività industriale" per prevenire la disoccupazione, un equo rapporto tra salari e profitti, riforma tributaria con la soppressione delle imposte sui consumi popolari; Egli entrò così in forte contrasto con gli esponenti borghesi. In questo programma politico l'organizzazione operaia veniva però concepita come uno strumento per impedire l'esplodere della lotta di classe. In Mazzini la subordinazione, di fatto, del programma politico operaio alla liberazione nazionale e per l'instaurazione della repubblica, non era una necessità tattica ma strategica. Egli affermava a questo proposito che i padroni e gli operai "desiderano ugualmente l'Indipendenza e l'Unità Nazionale. in tutto il resto si separano". L'operaio che Mazzini concepiva era, però, quello che esisteva in Inghilterra, senza peraltro vedere la dura lotta di classe che conduceva, in Italia questo tipo di operaio rappresentava un'esigua minoranza. Inoltre, nel programma mazziniano il problema contadino, col quale si indentificava la stragrande maggiornza dei salariati italiani, era completamente ignorato. Mazzini, addirittura, escludeva che i contadini poveri potessero dare un contributo alla lotta nazionale, anche perchè negava l'esistenza di conflitti sociali nelle campagne italiane, entrando così in conflitto con Pisacane e altri. Mazzini dopo l'Unità rivide queste sue posizioni sulle campagne. Egli evidentemente, nel suo idealismo utopistico, non coglieva la complessità della rivoluzione nazionale. D altro canto, mentre la sua predicazione contribuì notevolmente a sviluppare una autonoma coscienza politica tra gli operai urbani, questi nel vivo dei contrasti di classe furono spinti a distaccarsi sempre più dalle ipotesi strategiche di Mazzini. In occasione della Comune di Parigi (1871), Egli riprese a condannare violentemente la lotta di classe, accentuando il suo distacco dagli operai. I quali sempre più, ormai, andavano orientandosi verso le teorie del socialismo. Di conseguenza le s.m.s. si trasformarono in organi di resistenza che, con scioperi per il miglioramento delle condizioni di vita, svilupparono propri organi di stampa a sostegno della lotta politica del movimento operaio, elezioni ecc...

Gianfranco Bassi (Continua)

Bibliografia

Corrado Perna - "L'evoluzione storica del Movimento Sindacale in Italia" Milano 1972

Vol. 1 di Bonifazi - Salvarani - "Storia del Movimento Sindacale in Italia 1860 - 1906"

Milano 1976

Valerio Castronovo "La rivoluzione industriale"

Firenze 1973

STORIA DEL LAVORO IN ITALIA
milano 19 - pag. 11

milano

-

Chi ci va e chi viene buttato via

Sui problemi della scuola media superiore pubblichiamo il presente articolo che esprime il pensiero di un rappresentante delle A.C.L.I.

Il sistema scolastico in Italia continua ad essere luogo di discriminazione sociale e di selezione di classe, nonostante lo sviluppo impetuoso della scolarizzazione di massa di questo ultimo decennio?

La riforma della scuola media superiore non è ancora stata fatta e intanto è fallita la gestione sociale.

Tutto rischia di tornare come prima: il potere viene ripreso dalle strutture scolastiche, gli allievi vengono rimessi in riga, la selezione riprende vigore.

Ancora una volta i figli delle famiglie proletarie e popolari rischiano di venire emarginati culturalmente e socialmente.

La "lezione" di Don Milani e di Paulo Freire, che negli anni 60 aveva alimentato le speranze dei movimenti riformatori, sembra essere stata dimenticata. La scuola è aperta a tutti dice la Costituzione, ma non si è realizzato l'obiettivo previsto dalla stessa carta costituzionale: "i capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi".

A 14 anni la gran parte dei ragazzi non ha quella preparazione culturale e umana che dovrebbe invece avere dopo 8 anni di stu-

dio. Chi non riesce a continuare la scuola media superiore resterà un emarginato. Altri che scelgono gli istituti tecnici saranno sottoposti ad una dura selezione, soprattutto nel 1° biennio. Chi infine approda alla formazione professionale si ritroverà sull'ultima spiaggia per ogni prospettiva formativa e di lavoro. Il sistema economico continua a chiedere una riproduzione rigida della forza lavoro condizionando e subordinando a se tutto il sistema scolastico.

La scuola media superiore e la stessa università restano un'area di parcheggio nella quale già si coltiva la separazione tra cultura e professionalità, tra il pensare e il fare, tra l'attività manuale e quella intellettuale. La riforma della scuola media superiore, se venisse finalmente fatta, potrebbe porre le premesse per far superare definitivamente la frattura tra scuola e società, tra studio e lavoro, per tendere a realizzare un sistema di formazione permanente e ricorrente di tutta la popolazione. Invece le cose non stanno affatto andando nella giusta direzione.

Il Parlamento si è limitato a varare, nel 78, la legge - quadro della formazione professionale.

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Le Regioni, che già dal '72 avevano avuto i poteri per gestire direttamente la Formazione Professionale, devono ora adeguare la loro legislazione alla nuova legge nazionale per realizzare un accordo con il sistema produttivo e con il sistema scolastico. Ma intanto non è stata fatta la riforma della scuola secondaria superiore e non c'è stato il prolungamento dell'obbligo scolastico, che invece la Regione aveva previsto nel momento in cui, nel '75, fu approvata la legge 93 sull'ordinamento della Formazione Professiocala in Lombardia.

In questo modo la formazione professionale continuerà ad essere la scuola di serie B per i figli delle classi popolari destinati a stare "per forza" nel mercato del lavoro in un ruolo marginale e culturalmente subalterno.

Il profondo cambiamento tecnologico in atto nei processi produttivi rende inevitabile e urgente il superamento dei diversi tipi di scuola oggi esistenti.

È necessaria una riforma radicale e profonda che crei interdipendenza, ad ogni livello, tra cultura e professionalità, sia per i giovani che per gli adulti. Il rapporto tra scuola e occupazione si deve fondare su un processo formativo

articolato e integrato che non può scartare aprioristicamente nessuno per la sua collocazione sociale e di classe.

La formazione professionale, all'interno del sistema scolastico, dovrà riuscire a dare professionalità, facendo recuperare allo stesso tempo lo svantaggio culturale e sociale di chi va alla F. P.

Una recente indagine fatta dalla Regione Lombardia mette bene in evidenza gli aspetti di classe dell'utenza attuale della F. P.

Ogni 100 allievi, 53 sono maschi e 47 femmine; il 70% ha meno di 17 anni; la professione del padre è emblematica: i salariati e gli operai sono il 63% i lavoratori in proprio o i coadiuvanti il 20%, gli impiegati il 12, i liberi professionisti e i dirigenti appena il 4%.

Il titolo di studio del padre è ancora più significativo: il 61% ha la licenza elementare, il 15% la licenza media, il 6% ha fatto la scuola professionale, il 4% la scuola superiore, ma nemmeno % ha la laurea.

A loro volta le madri sono casalinghe (il 66%) ed hanno appena la licenza elementare (il 70%).

Da quale esperienza scolastica vengono gli allievi dei corsi diurni della F. P. Ovviamente dalla terza media ma solo per il 65%, mentre

il 25% arriva dopo aver frequentato e abbandonato i primi anni della media superiore. La formazione professionale svolge dunque una importante funzione di "polmone" per arginare un "abbandono" scolastico che ha ormai raggiunto anche nella regione Lombardia, e nella stessa provincia di Milano, livelli preoccupanti.

Inoltre dà la possibilità di raggiungere in due o tre anni una professionalità che è, nonostante tutto, ancora richiesta dal mercato del lavoro, mentre la disoccupazione continua a colpire con maggiore intensità i diplomati ed i laureati.

Si deve allora senza indugio riaprire il dibattito e la lotta per la riforma globale della scuola: prolungamento dell'obbligo, riforma della secondaria e dell'università, diversificazione dei cicli di studio all'interno di un unico progetto formativo.

I capaci e meritevoli hanno il diritto di raggiungere i gradi più alti nello studio, anche se privi di mezzi, si legge all'art. 34 della nostra Costituzione, che così comincia: "La scuola è aperta a tutti".

Giovanni Garuti (A.C.L.I.)

Grosse potenzialità ancora non utilizzate

Ideale come centro di riaggregazione può rispondere a diverse esigenze degli abitanti della zona

Se proviamo a tirare un bilancio di oltre 10 anni di lotte studentesche di grande risonanza possiamo contatare con estrema facilità che a parte alcune conquiste riguardanti principalmente i bisogni immediati di democrazia nella scuola (diritto all'assemblea ecc...), non si è ancora riusciti ad avviare un processo di reale trasformazione dell'istituzione scolastica anche per la mancanza di una riforma che lo possa garantire. Alcune esperienze pratiche degli ultimi anni erano riuscite a preparare il terreno su cui costruire una scuola diversa, più legata alla società e al mondo della produzione, ma questa tendenza è stata bloccata, da due anni a questa parte, dalle forze conservatrici. Ad esempio gli I.T.S.O.S. scuole superiori ad orientamento sperimentale che avevano iniziato a mettere in pratica alcuni caratteri fondamentali della riforma così come era intesa dalle sinistre e dai settori più avanzati del sindacato scuola, hanno rischiato la, chiusura e tutt'ora hanno un deétino indefinito. ll progetto di riforma presentato dalle sinistre è stato approvato alla camera, ma con grosse modifiche, imposte dalla DC, che ne hanno stravolto il senso. Al senato non è stato ancora discusso ed è certo che per un lungo periodo l'argomento non verrà neanche toccato. Un caso specifico che esemplifica questa involuzione del processo di rinnovamento della scuola è la

situazione odierna del Centro Onnicomprensivo di via Trenno. Progettato come edificio ideale per una scuola riformata, servizio sociale utilissimo all'interno della zona, l'onnicomprensivo detto anche Centro Polivalente, nella sua breve vita ha avuto vicende assai travagliate. I tempi di costruzione dell'edificio si sono rivelati più lunghi del previsto e tuttora alcune attrezzature non sono del tutto funzionanti. La sua destinazione didattica non è stata rispettata: da centro polivalente, esso è diventato il rifugio di quattro istituti senza tetto (Il° ITG, II° Alberghiero, X° ITC, distaccamento del V. Veneto).

Tra questi lascuola alberghiera è stata quella che si è trovata in misura maggiore a disagio in questo centro ancora in costruzione; la mancanza di laboratori e di cucine, elementi indispensabili per la sua didattica non ha inizialmente permesso lo svolgimento corretto dei programmi ministriali. A ciò si aggiunga: mancanza di aule per il X° ITC; difficoltà di collegamento del distaccamento del V. Veneto con la sede centrale; la questione degli insegnanti precari di grande rilievo all'Onnicomprensivo.

La pressione esercitata dalle componenti scolastiche e in primo luogo dagli studenti ha portato comunque alla risoluzione di alcuni dei problemi essenziali dei quattro istituti.

Olttretutto le recenti aperture della mensa e della piscina sono gli esempi più significativi del-

l'accelerazione del processo che sta portando l'Onnicomprensivo alla massima funzionalità di tutte le sue numerose e moderne attrezzature. La presenza a pochi metri dalla scuola di una delle fermate del nuovo tronco della M.M. ha risolto definitivamente il problema di quegli studenti che provengono dalle zone più lontane della città e dall'hinteriand.

In conclusione, nonostante rimanga il fatto che la destinazione iniziale dell'edificio (cioè una scuola per la riforma) non sia stata rispettata, l'Onnicomprensivo presenta comunque delle grosse potenzialità, non solo per ciò che concerne i quattro istituti presenti in esso, ma anche per l'apertura di un discorso più ampio che coinvolge tutta la zona; infatti è un ideale centro di riaggregazione sociale e culturale che può rispondere a parecchie esigenze degli abitanti della zona e dei giovani in particolare. L'apertura del centro al pomeriggio, utile per stabilire un nuovo modo di vivere dei giovani nella scuola, le iniziative di ogni genere che l'Onnicomprensivo può ospitare, insomma l'utilizzo più vasto possibile delle sue strutture, costituiscono uno degli elementi fondamentali della politica da seguire per costruire un diverso modo di vivere nel quartiere.

Rocco e Paola studenti dell'Omnicomprensivo

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Un interessante modo di fare scuola

Un lavoro di ricerca fatto da un gruppo di classi elementari in una scuola al Gallaratese, sulla storia dell'emigrazione e della rivoluzione industriale.

PREMESSA:

si è scelto di partire dall'ambiente del bambino e quindi arrivare alla ricerca storica e sociale per essere aderenti allo sviluppo cognitivo del bambino, la cui età è ancora caratterizzata dalla necessità di operare concretamente, allo scopo di giungere all'astrazione dei problemi. Questa manipolazione dei fatti più vicini al bambino, gli permette di costruirsi una cultura autentica che non passa attraverso i canali della tradizionale cultura scolastica. Gli argomenti di ricerca sono stati scelti perchè rispecchiano la realtà sociale del quartiere.

OBIETTIVI:

1) Saper cogliere le trasformazioni

2) Saper cogliere la relazione tra i fatti sociali del presente e le cause storiche Sottobiettivi: Saper classificare i dati raccolti Saper costruire, leggere e confrontare i grafici Saper mettere in ordine le informazioni raccolte Saper dedurre dai dati raccolti e comunicarli

METODOLOGIA:

- Individuazione del problema attraverso una discussione in classe

- Formulazione da parte dei bambini di ipotesi di ricerca

- Partenza dalla raccolta dei dati relativi all'ambiente famigliare della classe con la formulazione di un questionario

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Rielaborazione delle risposte raccolte attraverso grafici e conseguenti osservazioni. Questo è stato un primo momento di verifica delle ipotesi

Estensione dell'analisi al campo nazionale consultando documenti e statistiche

A questo punto è sorta l'esigenza di ricercare le cause storiche del fenomeno attraverso i documenti Sono seguiti lavori di gruppo per analizzare le condizioni sociali inerenti al periodo preso in esame consultando documenti, testimonianze dirette, disegni, giornali, fotografie, libri, dati statistici

Ci sono quindi stati momenti di riflessione personali espressi con testi liberi e disegni - Verificate le ipotesi iniziali, si sono tratte le conclusioni

Per ragioni di spazio non possiamo pubblicare l'interessante lavoro svolto dai ragazzi delle quinte C e D di via Borsa e quinta E di via Visconti. Ci limitiamo alla pubblicazione delle conclusioni tratte dai ragazzi stessi.

- L'emigrazione dopo l'unità d'Italia

SITUAZIONE SOCIALE

- Imposizione di forti tasse (imposte sul macinato) da parte dei piemontesi nel meridione

- il problema del latifondo

I piemontesi non conoscevano il problema del sud

ZONE DI PARTENZA E METE

Meridione, Veneto. Zone più arretrate del Nord

Le mete: Le Americhe, Austria, Germania, Francia

MOTIVI

Mancanza di lavoro

Migliorare le condizioni di vita

- L'emigrazioone nel 2° dopoguerra

SITUAZIONE SOCIALE

Industrializzazione del Nord (miracolo italiano)

Politica dei "Poli di sviluppo"

Riforma agraria

- Esodo rurale

ZONE DI PARTENZA E METE

Zone montuose e collinari dell'Italia centrale, del Sud e del Veneto

Le mete: Paesi della C.E.E., Svizzera, Piemonte, Lombardia.

MOTIVI

Mancanza di lavoro

Migliorare le condizioni di vita.

Dalla verifica delle ipotesi, abbiamo capito che i motivi dell'emigrazione nel corso della storia sono sempre gli stessi.

Anche dall'indagine fatta ai nostri genitori si sono verificate le stesse ipotesi. Il problema dell'emigrazione, quindi, è presente e continua.

Sulla rivoluzione

industriale: Io stralcio del lavoro di un ragazzo della V E di via Visconti

Confronto tra Ieri e Oggi I problemi non sono cambiati di molto, infatti gli stessi riscontrati nella fine del 1700 sono emersi anche durante l'analisi dell'industria attuale. Qualche problema è stato risolto (assicurazione agli infortuni, mutua, medicina specializzata, case più comode, mancanza di epidemie...); ma quelli più gravi: disoccupazione, lavoro minorile, inquinamento... sono ancora irrisolti.

Le nostre proposte

Riccardo: se si potesse risolvere il problema dell'inquinamento, si potrebbero costruire nuove fabbriche e dare impiego ad altre persone.

lo: occorre trovare altri tipi di lavoro e aumentare le scuole.

Rastelli: tutte le fabbriche devono avere dispositivi di sicurezza per diminuire gli infortuni. Occorre inventare dei depuratori che purifichino l'aria, l'acqua e il terreno.

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ATTIVITA' PARASCOLASTICHE

Soffocate da troppi pregiudizi

II 16 aprile scorso si è tenuta nella scuola elementare di via delle Ande una riunione organizzata dal Distretto Scolastico 42, ci hanno partecipato le scuole elementari della Zona 19.

Tema della discussione erano i dati inviati dalle segretarie delle scuole al Distretto riguardanti l'inserimento dei bambini handicappati e delle attività scolastiche. Il dibattito ha avuto toni vivaci e positivi per i problemi emersi, anche se la mancata partecipazione della maggior parte delle scuole ha portato l'attenzione di una parte della discussione sui mezzi necessari per far pervenire regolarmente puntualmente le convocazioni le informazioni a tutte le componenti scolastiche.

Si è altresì parlato della differenza sostaziale tra "recupero" e "sostegno", di come siano state travisate, nella maggior parte delle scuole della zona, le direttive dell'Assessorato all'Educazione riguardante l'impegnativa oraria del suo personale ed infine dell'esperienza positiva della scuola montessoriana.

Nella successiva riunione del 7 maggio si è ridiscusso del grosso problema delle attività parascolastiche, facendone

un'analisi più approfondita. Diventa sempre più impellente da parte di tutti, genitori ed insegnanti, l'esigenza di un pomeriggio che da una parte accolga un numero sempre più grande di bambini e dall'altra sia integrazione della scuola del mattino. Gli insegnanti, da parte loro, hanno ribadito la necessità di aiuti e di collaborazione non soltanto per quanto riguarda le attività curriculari ma anche per l'attività didattica in generale.

Purtroppo esistono ancora pregiudizi, per cui rara è nella nostra zona la copresenza soprattutto degli insegnanti comunali.

Si chiede un miglior utilizzo del personale delle attività integrative, relativo alle specializzazioni personali, ed una più ampia disponibilità degli spazi e delle strutture esistenti nella sculla.

A questo proposito è stata espressa disapprovazione per i corsi a pagamento effettuati durante le attività parascolastiche, perchè essi da una parte squalificano il doposcuola e dall'altra impediscono un uso corretto degli spazi esistenti nella scuola.

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Alla copertura delle varie necessità nutritive, dette "fabbisogni", l'organismo umano provvede con l'alimentazione. Infatti i fabbisogni nutritivi hanno come unica sorgente per la loro copertura il cibo e le bevande che nel loro complesso formano la nostra razione alimentare. Comunemente i fabbisogni si raggruppano in queste categorie: fabbisogno idrico, che viene soddisfatto con l'ingestione di acqua, di bevande, e con l'acqua presente nei vari alimenti, che raramente ne sono del tutto privi;

fabbisogno energetico o calorico, al quale provvedono i componenti di massa degli alimenti, specificamente glicidi e lipidi, e secondariamente i protidi;

fabbisogno plastico o costruttivo, che può essere coperto solamente da composti che contengono azoto nella particolare forma di combinazione in cui si trova nelle proteine, e cioè combinato negli aminoacidi; fabbisogno in minerali, sotto forma di sali; fabbisogno vitaminico, al quale in parte è correlato il fabbisogno salino; fabbisogno in fattori non ancora determinati con certezza, con funzione principalmente protettiva, e perciò indicati come fattori protettivi animali, che si ritiene vengano apportati in quantità sufficiente quando la razione alimentare copre gli altri fabbisogni.

IL FABBISOGNO

ENERGETICO

Il fabbisogno energetico è formato innanzitutto da una quota base destinata a coprire la richiesta energetica per le attività vitali indipendenti dalla nostra volontà; e cioè l'attività cardiaca e respiratoria, del sistema nervoso e cerebrale, per il tono muscolare, per le secrezioni digestive ed endocrine, e quindi necessarie anche nello stato di riposo in ambiente termicamente indifferente. Tale quota energetica viene indicata come me-

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Un nuovo servizio per la zona 19 e per la città

È in funzione da qualche mese il Centro Veterinario S. Siro situato in via Lampugnano 99. Ma cos'è questo nuovo centro? Semplicemente, se così si può dire, una clinica per piccoli e grandi animali attrezzata per ogni tipo di intervento sia ambulatoriale che chirurgico. Inizialmente il centro era nato in funzione della cura di grossi animali, ma l'ubicazione della clinica in un quartiere dove si registra un'alta percentuale di cani, gatti e altri animali domestici, ha portato ad un cambiamento della struttura stessa del centro. In effetti la funzione della clinica risponde così ad una reale esigenza del quartiere e della sua popolazione, sopperendo ad una carenza registrata da anni in questo campo.

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tabolismo di base. i valori medi del metabolismo di base negli adulti sono: per individui in età da 18 a 35 anni, di altezza 175 cm. se maschi, 163 cm. se femmine, con peso rispettivo di 6770 kg. (M) e 58 kg. (F), si aggirano sulle 1700 - 1800 Cal (M) e sulle 1450 Cal (F). Queste sono quindi un minimo di calorie di cui ha bisogno l'uomo per le necessità di base.

Età. peso, sesso, attività fisiche, clima influenzano il bisogno di energie. Oltre al metabolismo basale, alcuni fattori somatici determinano l'entità del fabbisogno energetico di ogni persona. Sono il peso, la statura, il sesso e la costituzione.

Questi quattro fattori sono interdipendenti, e nessuno di essi può essere trascurato senza provocare gravi errori nell'indicazione del fabbisogno individuale. Infatti, a parità di altezza, il peso dell'uomo è superiore a quello della donna. Ancor maggiore influenza ha la costituzione, della quale assai spesso non si tiene conto. Anche l'età è un fattore importante in quanto determina un rallentamento della

funzionalità fisiologica nell'età media, e più nella vecchiaia.

Il clima è costituito dalle condizioni ambientali, fra le quali, più evidenziata, quella geofisica della temperatura del luogo e quella dell'ambiente di vita e di lavoro. Si hanno naturalmente maggiori perdite termiche a basse temperature, anche per una esaltazione del tono muscolare diretta a contrastarle per compensazione, per cui, accanto a un aumento di richiesta termogena, si ha anche un aumento di richiesta energetica.

L'attività fisica è il fattore che, secondo la sua intensità, influenza le necessità energetiche. Il fabbisogno giornaliero può passare da poco più di 2000 Cal per attività ridotta, come per chi svolge un lavoro sedentario e non ha consumi energetici per attività di spostamento o sportive, a un fabbisogno di 4500 Cal per lavori manuali pesanti, e a valori superiori per lavori pesantissimi o per attività sportive intense di allenamento o competizione.

Tratto da: "Gli alimenti tra salute e portafoglio" di Anna Bartolini.

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Il centro è costituito da un moderno e grosso edificio a due piani, e da un'ampia area dove sono stati costruiti dei comodi e funzionali box per il ricovero e la degenza degli animali in cura. Lo spazio a disposizione di ciascun animale consente un rapido e completo adattamento per la bestia al nuovo ambiente. Per quanto riguarda più specificatamente le funzioni medico infermieristiche del centro veterinario S. Siro, bisogna sottolineare che esso è in grado di fornire quella gamma completa di servizi e di assistenza che caratterizzano un ospedale vero e proprio. Infatti la clinica è dotata di una moderna sala chirurgica attrezzata con impianti altamente qualificati per l'anestesia e l'elettrocardiografia. La clinica è inoltre dotata di un reparto radiologia, che dispone di un'apparecchiatura molto sofisticata per qualsiasi tipo di indagine; una sala di rianimazione che permette di tenere l'animale sotto controllo medico dopo l'intervento e utilizzata anche in casi di emergenza e di pronto soccorso.

La clinica è stata dotata di due gabinetti medici per le visite ambulatoriali, ed infine di un attrezzatissimo laboratorio di analisi che può soddisfare tutti i tipi di esigenze in questo campo ancora poco conosciuto.

Al centro veterinario S. Siro opera un'equipe altamente specializzata di medici veterinari ed infermieri che assicurano un'assistenza completa per qualsiasi intervento.

La nascita di questo centro nelle vicinanze anche dell'ippodromo si trova così a costituire un punto di riferimento per coloro che possiedono animali, sopperendo in maniera esemplare alla richiesta non solo limitata al notro quartiere e alla nostra zona, ma dell'intera città di Milano che da questa iniziativa trae un vantaggio che si può definire collettivo. S.F. Centro Veterinario S. Siro Via Lampugnano 99 Tel. 4525290

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9%NETTO di interesse all'inno

I risparmi depositati al prestito sociale Coop sono al sicuro rendono bene aiutano la cooperazione

In un momento difficile per l'economia del nostro Paese, in cui il valore del denaro ed il potere d'acquisto del salario subiscono colpi ormai quotidiani, è più che mai necessario offrire ai lavoratori un ancoraggio solido sia per quanto riguarda le loro esigenze di consumo, sia per quanto riguarda i loro sudati risparmi.

La cooperazione di consumo, senza timore di apparire presuntuosa, è oggi in grado di garantire l'una e l'altra cosa. Nella nostra regione, l'UniCoop Lombardia è presente con trenta punti di vendita che vanno dalla superette di quartiere al supermercato di grandi dimensioni, nei quali il consumatore può acquistare prodotti di qualità controllata a prezzi giusti, fruendo dei servizi di informazione della Coop. Inoltre, i soci dell'UniCoop Lombardia hanno anche la possibilità di aprire un deposito al Prestito Sociale della Cooperativa, garantendosi senza alcun vincolo il 9% netto di interesse annuo.

Perchè sosteniamo, senza timore di smentite, che si tratta di un grosso vantaggio? Ne elenchiamo subite le ragioni, che potremmo presentare con ia chiosa: "fatti non parole".

Innanzitutto, i normali istituti di credito (le banche) non offrono generalmente un interesse così elevato per i piccoli depositi: bisogna infatti tener presente che la Coop garantisce il 9% netto di interesse su depositi che vanno dalle mille lire ai sei milioni Inoltre, non c'è alcun vincolo sulle cifre depositate: possono

Un artista al mese

E qui scopriamo che il cannibale è innanzitutto il tempo, che "divora il mondo" e divorerà gli uomini anche quando avranno imparato ad amarsi e a vivere di poesia. L'uomo è sprovveduto davanti a questo divoratore, e cerca di immaginarsi come sarà quando "avrà vinto lui" e forse "sotto un cumulo di terra si starà come un re".

essere ritirate in qualsiasi momento. E quando diciamo qualsiasi, vogliamo proprio dire "qualsiasi": anche al pomeriggio e anche al sabato, quando le banche sono chiuse, dato che lo sportello di cassa, per il risparmiatore coop, è l'ufficio del capo negozio del punto di vendita dove il socio ha aperto il suo deposito, e funziona quindi tutte le mattine e tutti i pomeriggi della settimana compreso il sabato. Le somme depositate sono poi al sicuro: le garantisce la solidità del movimento cooperativo.

E c'è un'altra, grossa agevolazione per chi deposita i suoi risparmi al Prestito Sociale: una polizza di assicurazione gratuita contro gli infortuni. AI giorno d'oggi, purtroppo, non è cosa rara un infortunio, sia sul lavoro che durante il tempo libero; e allora l'UniCoop Lombardia ha stipulato con la Unipol (la compagnia di assicurazioni del movimento cooperativo) una polizza che prevede il pagamento della stessa cifra depositata al momento dell'infortunio, nel caso che esso provochi una grave invalidità o, malauguratamente, il decesso.

Molti vantaggi, quindi: tali da permetterci di dire che, ancora una volta, la cooperazione è dalla parte dei lavoratori.

I negozi Coop nella zona 19

sono: - Via Trenno, 11 - (Lampug nano) Via Zanzottera, 14 - (Figino) Supercoop - Via Visconti, 26 A - (S. Leonardo)

È il momento della poesia per il Gruppo Sirio, che in questo incontro mensile presenta un artista già affermato in campo poetico: Lucio Zaniboni, di Lecco, Via Digione 13. Poeta intimista, con una sua nitida vocazione introspettiva, Lucio Zaniboni è autore di diverse raccolte poetiche tra cui l'ultima intitolata "IL CANNIBALE", Antonio Lalli Editore, 1979, che è un po' la somma di tutto il suo operare.

Il titolo ci introduce subito in una angolatura mentale nuova, per Zaniboni. Il cannibale potrebbe essere l'uomo, che divora e annienta gli altri uomini, che non sa ancora vivere d'amore. Eppure il bisogno d'amore è onnipresente in ogni parola di questo nuovo volume, come lo era nelle prime opere del poeta, opere intitolate assai più liricamente: UNA COROLLA DI SOLE, UN MATTINO DI LUCE, QUESTO NOSTRO MONDO DI PIETRA, I GIORNI ALLO SPECCHIO.

IL CANNIBALE dunque è un titolo volutamente spoglio, essenziale, sofferto, come spogli essenziali e sofferti sono i versi liberi che compongono l'opera, starei dire il poema.

Versi liberi, sganciati da ogni legame di rima o di metrica e perfino di punteggiatura e di maiuscole.

E una scorsa di parole soppesate e scelte con acuta competenza, messe sulla pagina bianca con la parsimonia di chi sa quanto debba pesare anche lo spazio vuoto che le sta intorno, come pause in uno spartito, come echi che valorizzino le rade assonanze.

È il tutto come un discorso unitario,intervallato da uno stacco di riflessione, quello che ci consente di misurare la sintonia in cui entriamo noi lettori con l'uomo che parla, con l'uomo che ci ricorda gli eterni problemi del vivere. Scorrendo queste pagine quasi spoglie. che però ci chiamano a introspettive meditazioni, con le parole poste a formare un mosaico sensoriale, si avverte un ritmo, una cadenza antica, non perchè vecchia, ma perchè è con l'uomo da sempre. Una cadenza che sa di mare, con il suo respiro eterno, e di vasti cieli in cui si appuntano le perenni attese umane con le domande sul fine ultimo dell'esistenza.

Lucio Zaniboni Rassegna del "gruppo proposte grafiche"

Organizzata dalla Commissione Cultura, Sport e Tempo Libero della Zona 19 è stata inaugurata il 10 maggio al Centro Comunitario di via Lampugnanio 145 la mostra del "Gruppo Proposte Grafiche". La rassegna compende trentadue opere di 16 artisti di età e tendenze diverse ed è a carattere itinerante. Infatti è stata precedentemente presentata in Zona 2 al Circolo Culturale di via Lario e al Circolo Culturale di P.za Abbiategrasso. Gli obbiettivi che la mostra si propone sono: presentare le proprie opere ad un pubblico, quello popolare, che solitamente non frequenta le gallerie d'arte e i musei, attendendo peraltro sollecitazioni e domande di chiarimento, suggerire contemporaneamente una proposta pedagogica, fornendo strumenti di orientamento o comunque una chiave di lettura, - costituire un momento didattico per le scuole, proponendo un confronto con gli artisti sulla problematica dell'arte in generale e sui metodi di realizzazione dei favori esposti (acquaforte, acquatinta, incisione ecc.). A questo proposito sono previsti una serie di incontri con gli insegnanti e gli studenti delle scuole medie e superiori della Zona.

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Ma forse no. Forse c'è ancora qualcosa, dopo. Questo sospetto, che non è ancora speranza, affiora nei pensieri più nascosti: "se fossi certo mio dio se fossi certo che questo nostro arrancare di giorni pupille dilatate nell'attesa ansia che opprime porta a una meta che non sia l'oblio se gli acquiloni al vento il cuore potesse col desiderio tender al cielo e levarsi al di sopra di questa nostra incertezza tra fango e luce allora mio dio sopra le pietre striscerei verso la sommità del monte per protendere lo sguardo all'infinito".

Lucio Zaniboni lascia capire che, sebbene la sua "voglia di vivere" sia ancora e sempre "una finestra spalancata sul mare", egli è arrivato alla domanda fatale: e dopo? rimanendo in attesa della risposta. Vede "due porte in fondo al percorso e non sa a quale bussare". Come noi. amico. proprio come noi. Per questo nelle sue parole ci riconosciamo.

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APPUNTI DI BOTANICA

SECONDA PUNTATA

Riguardo alla sicurezza che si tratti precisamente del prataiolo e non di altro fungo tossico somigliante (in particolare del cosiddetto gialleggiante che gli somiglia ma ha lamelle bianche, non rosate, e la carne che al taglio diventa gialla, fungo piuttosto raro nella nostra zona, ma non del tutto assente), per chi non ha ancora competenza varrà la pena di fare un salto all'Ufficio di Igiene in via Varsavia porta N° 4 al mercato ortofrutticolo per il controllo gratuito di qualsiasi raccolta fungina.

Sfortunatamente per noi della Zona 19 questo servizio è tanto scomodo da raggiungere che ci siamo chiesti sovente se al Comune di Milano non sarebbe possibile istituire un analogo ufficio con uno o più esperti dislocati nella zona nord - ovest della città. Un locale del nuovo Centro Civico programmato per il Gallaratese potrebbe essere adibito allo scopo.

Tornando al nostro facilmente riconoscibile prataiolo, per la sua conservazione suggeriamo questa ricetta sicura e di facile esecuzione.

Quando la raccolta è abbondante, si dividono i funghi usando per il consumo immediato quelli più aperti e preparando i più chiusi per la cottura nell'aceto. Si prepara un recipiente di acciaio inox, pirex o smalto con aceto bianco salato con tanto aceto da poterli coprire tutti. I

funghi vanno puliti bene dalla terra del gambo, lavati rapidamente in acqua corrente e messi a bollire nell'aceto per cinque minuti. Quando però si sono inseriti anche i funghi un po'più aperti, sempre a lamelle rosa, con la capocchia dimezzata e il gambo diviso in due, per questi basteranno tre minuti. Scolare bene, lasciare raffreddare e asciugare un po' all'aria. Mettere in vasetti di vetro con pepe in grani e una foglia di alloro. Ricoprire con olio d'oliva e lasciar riposare per un mesetto. Vanno consumati entro tre mesi dalla

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data della preparazione. Dopo, sebbene ancora buoni, avranno perso buona parte del loro sapore.

Questa ricetta è valida anche per le altre due qualità di fungo di pianura che possiamo raccogliere nei nostri prati: il gambasecca (marasmius oreades) molto frequente al parco di Trenno e nei prati incolti, e il suo strettissimo parente, l'igroforo (nygrophorus pratensis), reperibile sulla Montagnetta e nelle vicinanze del Campo XXV Aprile.

Bruna Fusi

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L'argomento ha incontrato molti consensi e diamo un seguito alle prime note di micologia partendo, come ci è stato richiesto, dalla ricetta per la conservazione del fungo pratailo. Ricordiamo le norme suggerite nel primo articolo, e cioè di raccogliere solo il fungo giovane con lamelle rosate, lasciando nel terreno il fungo maturo a lamelle scure, in modo che possa favorire il ricrescere di altri funghi nelle stagioni successive.

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