Consegnata l'area e appaltati i lavori
A presto il centro civico
dì zona
Sorgerà sulla "spina centrale" del Gallaratese e sarà il primo elemento del "centro primario". Prevista una spesa di 3,5 miliardi di lire a totale carico dei bilanci comunali 1978 e 1979.
Finalmente è giunto il momento di costruire. Dopo oltre dieci anni di lotte, di progetti, di sogni si è giunti alla fase della realizzazione del Centro civico della nostra zona. Sorgerà sulla "spina centrale" del Gallaratese, tra via Quarenghi e via Benedetto Croce, nei pressi della stazione Bonola della MM e l'area destinata alla sua costruzione è già stata consegnata all'impresa che si è aggiudicata l'appalto, che prevede 400 giornate lavorative e un investimento di oltre
3,5 miliardi di lire a totale carico dei bilanci 1978 e 1979 dell'amministrazione comunale.
Verrà così concretizzato il primo elemento di quello che sarà segue a pagina 2
Il Piano di Inquadramento Operativo di Trenno
Un'intervista in proposito al Dott. Dante Baronciani consigliere di zona 19 e medico scolastico a Pero
Dal 1 gennaio 1980 è entrata in vigore la nuova normativa per l'assistenza sanitaria. Il fatto principale di questa riforma è il superamento delle Casse Mutue private, affidando tutto il sistema assistenziale alle Regioni.

Per meglio capire il nuovo meccanismo e per comprendere il perchè, a 4 mesi dall'entrata in vigore di questa riforma, ci siano ancora dei ritardi e degli intoppi a scapito dei cittadini, abbiamo sentito il Dott. Dante BARONCIANI consigliere di Zona 19 e medico scolastico a Pero; il quale ci ha così formulato il suo parere:
Viabilità e nuovi insediamenti abitativi in un paese espresso dal Consiglio di Zona 19 - Indicata un'area per la cooperativa Selene.
Nella sua seduta del 3 aprile scorso il Consiglio di Zona 19 ha espresso, approvandolo all'unanimità, il suo parere relativo al P.I.O. (Piano di Inquadramento operativo) di Trenno sui problemi di viabilità e di nuovi insediamenti in questo quartiere, le cui caratteristiche originarie sono state finora in gran parte salvaguardate dalla distribuzione speculativa.
In ordine alla viabilità di collegamento Sud - Nord - Est (via Bellariastazione Bonola della MM) è stata approvata la proposta di un percorso per le vie Gorlini, Lampugnano, Angioletti, nuova via Torrazza, via Cilea, nuova via Falck, piazzale Bonola in un senso e quello piazzale Bonola, nuova via Falck, via Cilea, nuova via Torrazza, via Rizzardi, via Gorlini nel senso opposto, che sono stati considerati i più idonei alla istituzione del servizio di autobus, in quanto possono servire sia l'abitato esistente, sia le zone di espansione. Per quanto si riferisce a tutte le aree di edilizia popolare costituite dal piano di zona C. 19.3 e C. 19.5 ed il residuo del lotto 20, nonchè le aree di ristrutturazione tra le vie Betti, Gorlini e Beolchi, è stata sottolineata la necessità di uno studio complessivo, necessariamente accurato nella definizione di un tessuto urbano, tale tessuto dovrà, per dimensione, tipologia degli edifici e caratterizzazione degli spazi pubblici e dei servizi, configurarsi come espansione omogenea a quello del borgo originario, con precisi vincoli delle altezze massime degli edifici (4 piani fuori terra) e con precise ed organiche proposte progettuali per gli spazi liberi tra gli edifici.
In particolare si dovrà contemplare la eliminazione della previsione di nuovi edifici lungo la via Viscontini, all'ingresso del parco di Trenno, trasformando tale volumetria nel lotto
P.E.E.P. (Piano Edilizia Economica Popolare) a nord della nuova via Torrazza e/ o in quello a ovest della via Rizzardi. L'area prospicente la via Viscontini dovrà quindi essere
destinata a servizi ad integrazione del Centro Comunitario, delle scuole elementare e materna adiacenti e della Cascina comunale Cassinetta, come previsto dalla proposta del Consiglio di Zona 19 per il Piano Poliennale di Applicazione 1979 - 82. Si rende altresì necessario ristudiare la viabilità ad ovest di via Rizzardi, nel senso di una minimizzazione della struttura viaria, creando nello stesso tempo un percorso pedonale attrezzato in direzione nordsud, che colleghi le nuove abitazioni con il vecchio nucleo di Trenno a prolungamento del primo tratto della via Beolchi. Infine, per quanto si riferisce alla cooperativa Selene, il Consiglio di Zona 19, pur ribadendo che la solu-
zione più idonea avrebbe dovuto essere l'assegnazione a tale cooperativa di un'area del nuovo lotto del piano di Zona C. 19.3, in alternativa all'area individuata nel verde pubblico previsto dal Piano Regolatore Generale esistente, ha indicato, in alternativa, con parere favorevole, l'area edificabile ad est della stessa zona a verde pubblico, compresa tra questa e la cooperativa Niagara (già edificata). Dovrebbe quindi comprendere l'attuale sedime della cascina di via Lampugnano 174 e si dovrebbe costruire l'edificio residenziale tra la cascina ed il verde pubblico. Nell'esprimere tale parere il Consiglio di Zona ha voluto sottolineare segue a pagina 2
La Metropolitana al Gallaratese
- La prima cosa da dire è che il vecchio sistema mutualistico è nato in un dato periodo di tempo come sistema a livello di mutuo soccorso, ed il suo primo grosso difetto, che l'attuale riforma cerca di sopperire, era quello di proteggere categorie assicurate, cioè i lavoratori dipendenti, mentre altre categorie, ad es. i disoccupati, non avevano alcun tipo di mutua. Inoltre anche fra le categorie protette esistevano notevoli differenze per cui certi lavoratori possedevano un'assistenza molto vantaggiosa mentre altri possedevano casse mutue alquanto scadenti. In totale in Lombardia esistevano circa 300.000 persone prive di assistenza sanitaria.
-1Isecondo elemento da mettere in rilievo, è relativo a come si sono sviluppate e trasformate le malattie nel corso degli anni in tutti i paesi industrializzati. Fissando l'attenzione su questo aspetto si può osservare come si è passati da malattie tipo le bronco polmoniti o le malattie infettive, a malattie segue a pagina 2
Épartita....con qualche scossone
Dopo una lunga lotta, protrattasi per oltre dieci anni, gli abitanti del Gallaratese hanno finalmente la metropolitana nel quartiere. È stata inaugurata il 12 aprile scorso alla presenza del sindaco, di amministratori locali e di parlamentari e con la partecipazione di numerosi cittadini. L'entrata in funzione di questo tanto sospirato servizio non è stato però esente da critiche, sia per gli orari, sia per lamentati disagi derivanti dalla risistemazione delle linee di superficie all'interno del quartiere. Di queste critiche si sono fatti portavoce vari cittadini in un acceso dibattito al Consiglio di Zona.
(Nostri servizi alle pagine 8 e 9)
Il nuovo sistema Sanitario Prevenire prima che curare
Salvaguardare il tessuto del borgo originario
DALLA PRIMA PAGINA
A presto...
il "Centro primario", che finalmente doterà la nostra zona di servizi necessari ed adeguati ad una popolazone di circa 114 mila abitanti.
La realizzazione di questa struttura assume un valore emblematico — e non soltanto per la nostra zona, ma, diremmo, per tutta Milano — perché dietro di essa stanno oltre dieci anni di lotte condotte unitariamente al Gallaratese per impedire l'uso speculativo delle aree non edificate e per obbligare l'amministrazione comunale, che allora era di centro - sinistra, a studiare un piano particolareggiato per la zona (poi varato dalla giunta di sinistra), cui fare riferimento per ogni intervento.
Il "centro primario" — progettato dagli stessi professionisti che avevano elaborato il piano particolareggiato in stretta collaborazione con il Consiglio di Zona — è la traduzione concreta di quanto appunto prevede tale piano, sia come cubature, sia per quanto si riferisce alle destinazioni di uso.
Esso si articolerà in quattro elementi collegati tra loro ed uniti da una strada pedonale sopraelevata — a 4,75 metri di altezza sopra il livello stradale — che sarà l'infrastruttura chiave dell'isola pendolare che verrà realizzata.
Primo elemento del "centro primario" sarà, come abbiamo detto, il Centro Civico, che coprirà un'area di tremila metri quadrati per un complesso di 51 mila metri cubi, distribuiti su superfici lorde utilizzabili per settemila metri quadrati.
Si tratterà di un'unica costruzione variamente articolata, progettata senza barriere architettoniche, perché possa essere totalmente agibile da parte di tutti i cittadini, ivi compresi i portatori di handicap.
Nella sua ala verso via Quarenghi troveranno sistemazione i servizi socio - sanitari (pronto soccorso con i servizi di autoambulanza, assistenza anziani, SAUB, ecc.), nonchè gli uffici dell'anagrafe, la vigilanza urbana e gli altri uffici che si renderanno necessari per il decentramento delle funzioni ai consigli di zona (o, meglio, di circoscrizione come si chiameranno dopo le elezioni del prossimo mese di giugno).
Nell'ala verso via Benedetto Croce vi saranno invece gli spazi per le attività di partecipazione democratica e per le attività culturali e del tempo libero: sede del Consiglio di Circoscrizione, biblioteca centrale di zona (collegata con le quattro biblioteche di quartiere di via Ojetti, via Albenga, QT 8 e Trenno), sala consiliare, cinema - teatro, nonchè bar e ristorante, aperti naturalmente al pubblico, mentre nel seminterrato verrà realizzato un parcheggio ampio quanto l'intera area dell'edificio.
Il secondo elemento del "centro primario" sarà I'auditorium, progettato in modo tale da poter esplicare più funzioni in modo da poter essere un vero e proprio "palazzo di congressi", dotato di servizi adeguati. Terzo elemento sarà il centro terziario - commerciale, nel quale troveranno posto uffici e negozi, mentre il centro commerciale vero e proprio, con strutture anche per la grande distribuzione, costituirà il quarto elemento che andrà a completare questo complesso destinato a risolvere problemi antichi della nostra zona.
Nico Monti
Il disegno dà un'idea di come sarà l'edificio.
Prevenire...
come il cancro, le malattie cardiovascolari, le malformazioni nei bambini, mettendo in evidenza l'influenza notevole dell'ambiente, del lavoro etc., sulla salute dei cittadini. Ciò ha fatto sì che, la mortalità e la morbilità (l'incidenza delle malattie nella popolazione) non sia diminuita come si pensava, provocando un'insufficienza del sistema mutualistico, in quanto tale sistema era strutturato per rispondere una volta che la malattia si era manifestata. Quindi l'orientamento della riforma, è un qualche cosa che non si vede nell'immediato, forse perchè il cittadino non valuta in termini di servizio, ma in termini di benessere; cioè, la finalità di questa riforma è quella di cercare di intervenire maggiormente nel territorio in termini di prevenzione reale, piuttosto che di diagnosi precoce. Per dare un'idea: il manifestarsi di casi di epatite virale nelle scuole elementari, veniva affrontato dal medico scolastico con la somministrazione a tutti i bambini, di "gamma globuline"; ciò provocava da un lato un maggior costo, mentre dall'altro lato il cittadino aveva la sensazione di un intervento immediato ed efficace. A Torinó questo problema è stato affrontato diversamente e precisamente, si è preferito intervenire sui servizi igienici delle scuole, sostituendo i gabinetti "all'inglese" con quelli "alla turca" e dotando tutte le classi di un lavandino; il risultato è stato quello della scomparsa dell'epatite virale. Questo vuol appunto significare un intervento di medicina preventiva.
- Il terzo dato importante, quello ancora più dibattuto, è relativo alla gestione di questo servizio sanitario, che vede nelle Unità Sanitarie Locali le strutture che riassumono in sè i compiti di medicina generica, medicina ospedaliera, medicina specialistica, le quali devono avere l'orientamento di una migliore efficienza dell'assistenza; questo è importante soprattutto nel nostro paese dove è presente una forte divaricazione tra ciò che si spende per la sanità (circa il 6% del reddito nazionale lordo, in linea con gli altri paesi europei) in confronto con la qualità dell'assistenza stessa che lascia alquanto a desiderare.
Tale divaricazione è presente perchè nel nostro paese mancano le strutture esterne che fanno da filtro, quindi i nostri ospedali continuano a riempirsi di gente che in realtà non ha bisogno di essere ricoverata; non intendo riferirmi soio agli anziani, ma a tutta una serie di patologie come l'infarto, le bronco polmoniti, le leucemie che potrebbero essere affrontate meglio nel territorio, creando contemporaneamente degli ospedali "diurni" nei quali, cioè, non si ha più ricovero.
- L'ultimo elemento da aver presente, si riferisce al problema della possibilità di libera scelta, da parte dei cittadini, del pediatra di fiducia; ciò è un aspetto ancora controverso, poiché sono, purtroppo, ancora pochi i pediatri che hanno accettato di far parte delle SAUB, di conseguenza quelli che ci sono hanno circa 800 bambini ognuno da seguire, un numero questo un poco elevato.
Un aspetto più specifico del nuovo assetto del sistema sanitario è relativo alla Unità Sanitaria Locale che riguarda più da vicino la nostra zona: in che termini è stato affrontato? Per Milano la U.S.L. è l'intera città e l'assemblea della U.S. L. a livello politico è il Consiglio Comunale; per la gestione vengono individuate dalle 18 alle 20 zone, corrispondenti agli attuali Consigli di Zona. Questo comporta un'estensione dei poteri, perchè significa aver in mano tutta la medicina scolastica, la medicina generica, i rapporti con gli ospedali (infatti vengono sciolti i consigli d'amministrazione), i rapporti con gli specialisti, per cui se funzionano queste strutture, significa far marciare la riforma.
- Riassumendo: i vantaggi immediati non si vedono, ma si vedranno in un prossimo futuro, poichè questa riforma apre degli spazi per modificare il rapporto uomo - ambiente - salute e ciò comporta un periodo di tempo abbastanza lungo.
Fra i compiti dei cittadini deve esserci anche quello di costituirsi in comitati di lotta per la difesa della propria salute e per difendere questa riforma dagli attacchi di chi la boicotta perchè vede, in essa, intaccato il proprio potere.
Infatti il sistema sanitario nel nostro paese è sempre stato visto come un serbatoio di voti per alcune forze politiche, quindi battersi per l'applicazione della prevenzione significa battersi per rompere questo vecchio sistema di applicazione della assistenza sanitaria.
Giuliano Porta
Salvaguardare...
che era ed è suo intendimento salvaguardare l'edificio rurale esistente (peraltro vincolato dai Beni Culturali), ma che ritiene altresì irrinunciabile mantenere nella sua integrità l'area a verde pubblico, elemento qualificante del futuro assetto dell'abitato di Trenno.
G. V.
Elezioni delle nuove cariche sociali alla Coop. XXIV Maggio - Figino
In data 29 marzo 1980 presso il locale salone si è riunita l'assemblea ordinaria dei soci della Coop. XXIV Maggio. Al termine dei suoi lavori l'assemblea ha preceduto alla elezione dei componenti le seguenti cariche sociali:

Consiglio d'Amministrazione: Ambrami Vittorio, Badiali Livio, Bay Emma, Bordin Renato, Carboni Oddo, Gallina Vito, Ghezzi Natale, Riva Aldo, Tavolini Franca. Supplenti: Fusi Natale, Noè Giuseppe.
Collegio Sindacale: Consonni Attilio, Poletto Ostelio, Viganò Albino. Supplenti: Porta Andrea, Porta Felice.
Collegio dei Probiviri: Colombo Carlo, Ferrario Francesco, Folli Florindo.
FABIO BENETAZZO
TeNiceetda
laboratorio artigianale
- Confezioni su misura
Rimesse a modello
Custodie
VIA CACCIALEPORI, 27 - TELEF. 4080520
EL -1-7ErTg
CREALSER
BLINDOPORT®
PORTE BLINDATE
SICURE - SEMPLICI - FUNZIONALI
A falegnami ed installatori qualificati forniamo i telai metallici da rivestire - 25 misure sempre pronte
La città delle venti municipalità 2°- IL FUTURO DELLA CITTA'
La seconda fase del decentramento - La questione urbana - La citta del futuro - una diversa organizzazione dello stato - Partecipazione e governo
Dal 1973 al 1976 accadono nel nostro paese alcuni avvenimenti di ordine politico di estremo interesse dal punto di vista sociale e di importanza rilevante per il movimento operaio. Tali avvenimenti hanno segnato anche la vita politica di Milano. Con le elezioni amministrative del 1975, infatti, si registra una grande avanzata del Partito Comunista Italiano in quasi tutte le città italiane e a Milano, a Roma, a Napoli, a Venezia, a Torino e a Genova il Partito Comunista deve assumersi responsabilità di governo nelle Giunte Comunali.

Incomincia da allora, sia pure tre intralci e resistenze diverse, farsi concreta la nuova veste del Decentramento, nella prospettiva di superare gradualmente le caratteristiche di organismo a metà strada tra lo "spontaneo" e il "delegato" dall'alto.
Già però dopo il 1973, a Milano, quando incomincia il dibattito nella città per il nuovo piano di edilizia economica e popolare e per il nuovo piano regolatore i Consigli di Zona si impongono nella vita politica, culturale e sociale della città grazie alla capacità propria, autonoma dalla Giunta Municipale, di elaborazione e proposta. Una elaborazione e proposta che supera i confini amministrativi delle zone entra nel merito di tutti i problemi che regolano lo sviluppo della città (casa, verde, servizi, trasporti), chiude, se ancora ce ne fosse stato bisogno, ogni sospetto o accusa di "campanilismo" che da alcune parti politiche e da centri di potere economico più volte erano venute. (Si veda in merito il numero monografico di "Edilizia Popolare", luglio - agosto 1975 n. 125).
In quei mesi di acceso dibattito i Consigli di Circoscrizione entrano a pieno titolo nel governo della città, ponendosi come elementi ormai indispensabili per affrontare la "questione urbana".
La questione urbana è un termine che viene sempre più usato da specialisti e da politologi per indicare una serie di fenomeni che si verificano nelle grandi città e che riguardano la gente che le abita, la vita che conduce, i cambiamenti di costumi, abitudini, culture, dei modi stessi di affrontarli. e quindi anche della politica della città.
Tale somma di fenomeni è tipica ormai di tutte le citta del mondo capitalistico; ma non ne sono completamente esenti, sia pure con aspetti diversi, quelle del mondo socialista. Hanno profonde carenze, la prima delle quali è l'alto numero di abitanti. Questo fatto determina la crescita fisica delle città (case, quartieri, strade, ecc.), le quali perdono i connotati originari, perdono le culture che le caratterizzavano, cambiano i "luoghi di incontro", gli "spazi sociali", gli atteggiamenti verso i rapporti tra persone e tra gruppi di persone.
Nel mondo capitalistico in particolare vanno poi presi in considerazione due aspetti sociali importanti: uno è determinato dal consumismo, abitudine ormai diffusa di usare sempre più "oggetti" o loro surrogati, con la conseguenza di far sorgere necessità non necessarie, consumistiche appunto. L'altro dalla diffusione sempre più grande e programmata di messaggi che creano bisogni non reali e condizionano la vita al loro soddisfacimento. Disgregazione sociale e cultuale derivano anche da ciò.
Il fenomeno non è di oggi. Per renderlo delle dimensioni attuali
sono occorsi molti anni, almeno due decenni. E nel nostro paese il fenomeno oggi esiste massiccio, conseguenza sicuramente di politiche generali e locali spontaneistiche più che liberistiche, che nelle loro scelte hanno posto basi e dato spazi per la sua formazione.
All'inizio degli anni '70 la "questione urbana" è esplosa, con la caratterizzazione della domanda di partecipazione.
Una domanda ch ha portato dentro non solo la necessità di partecipare alle scelte, ma quella di un riordino culturale e morale generale.
Le mutazioni sociali non sono negative. Sono causa ed effetto dello sviluppo e del modo come esso viene governato. Se allo sviluppo (tecnologia, scienza, consumi) non si unisce un buon governo, non si ha progresso nella società.
Allora si hanno fenomeni di disgregazione che si prestano a strumentalizzazioni di parte, anche terroristica — come avviene —, e che vengono usati dai padroni dell'economia per conservare il proprio potere. per renderlo più forte.
All'inizio degli anni '80, di un'epoca quindi che ci farà assistere sempre di più a cambiamenti di culture e modelli di vita, è più che mai necessario avere chiaro come governare questo futuro.
Gli strumenti sono tanti e tutti praticabili, se ci sono volontà. I luoghi sociali dove esercitare volontà sono molti: la scuola, il luogo di lavoro, le strade e le piazze, i centri culturali, la città insomma.
Nella città dunque si misureranno le capacità del buon governo dello sviluppo, e se anche se questo buon governo saprà dare esiti positivi, significato di progresso sociale, culturale, economico, morale per tutti. La partecipazione sarà un elemento importante in questa strategia, se avrà la capacità di ognuno che partecipa, di collocare se stesso, le proprie idee, i propri bisogni in un quadro collettivo più ampio; per dirla in altre parole se ognuno di noi non si fermerà, guardando gli altri uomini, a un dito dal proprio naso.
La città del futuro Parlando della città del futuro noi pensiamo sempre a immagini che ci vengono comunicate da libri, fumetti, televisione. Immagini che parlano molto di macchine e strutture, poco di uomini, per lo più sono "eroi" che rappresentano l'antico conflitto tra bene e male.
Noi pensiamo invece che la città del futuro debba avere altri contenuti; certo, forse le strutture della città (case, strade, piazze, mezzi di trasporto) cambieranno. Ma l'uomo con la sua natura dovrà essere sempre il soggetto principale di quella vita.
Perchè questo accada, perchè non si ripropongano modelli di vita in cui pochi comandano e la massa non abbia voce in capitolo, non conti niente, bisogna pensare e lavorare con la gente. Dare strumenti di partecipazione, ma soprattutto ripetere, riconfermare, riproporre continuamente che l'uomo è, con la sua intelligenza la sua capacità la sua disponibilità, la chiave del prossimo e lontano futuro.
Allora noi parliamo dei prossimi 10 anni. Della vita che vogliamo proporre in questa città — Milano — nega nostra zona 19 che ne è parte importante.
Vita collettiva e sua qualità; il
cittadino che delega ed è delegato; le scelte politiche che servono a dare contenuti a questa vita, devono essere, ancora lo ribadiamo, elaborate negli spazi sociali della città, decise in quelli gestionali e politici, controllate nell'attuazione da tutti i cittadini. E decentramento vuole dire questo. Ma vuole dire soprattutto, e una volta per tutte, programmare sviluppo e progresso della città dell'uomo partendo dai bisogni reali delle masse e non dalle necessità di gruppi di potere economico. Lo strumento "decentramento" ha ormai 11 anni. Ha passato una prima fase dal 1969 al 1973, da pioniere, dove in sostanza si è inventato: dal 1973 al 1975 ha cominciato — grazie alla partecipazione popolare — a "governare".
Dal 1975 al 1980, ad oggi per intenderci, ha sperimentato il "governo" nella zona e partecipato al governo della città.
Quando diciamo sperimentato, affermiamo che al lavoro quotidiano di consiglio, commissione, gruppo di lavoro, assemblee popolari, rapporti con gruppi sociali diversi e con l'amministrazione centrale, si è aggiunta la ricerca (non nel chiuso delle sale consiliari) ma nel vivo dei problemi e in mezzo alla gente delle linee su cui operare nei prossimi anni che sono quelli che affronteremo dopo 1'8 giugno 1980, quando per la prima volta eleggeremo i Consigli di Zona, come però facciamo per i Consigli Comunali, Provinciali, Regionali, il Parlamento.
Da questa ricerca e sperimentazione sono uscite le proposte di lavoro, quelle che sono chiamate le delibere quadro; esse delegano poteri ai Consigli di Zona non solo a spendere soldi della collettività per costruire opere necessarie, ma soprattutto delegano poteri per la gestione dei servizi comunali decentrati, poteri quindi nei rapporti con i cittadini, con la loro partecipazione alle scelte.
Abbiamo detto più volte: governare le cose, ma governare con la gente.
Il che non vuole dire coinvolgere, ma conoscere quello che i cittadini vogliono e con i cittadini costruirlo nei suoi diversi aspetti. Vuole dire capire la vita della gente e i bisogni che la gente esprime — il singolo come il gruppo sociale — e metterli a far parte dei programmi e delle realizzazioni. Vuole dire infine cercare insieme, cittadini ed eletti al Consiglio, i CONTENUTI, la QUALITA, i VALORI, per IDEALI della vita di oggi e di domani che vogliamo vivere insieme, protagonisti gli uomini, le donne, i giovani dei nostri quartieri.
Partecipazione e Governo
Da quanto detto — e lo vedremo meglio dagli schemi delle delibere quadro nel prossimo numero — il Consiglio di Zona, con le elezioni dirette dell'8 giugno prossimo, diventa una municipalità, un piccolo comune.
Un comune che dovrà particolarmente occuparsi, con i suoi cittadini, di dare risposte concrete alle esigenze che esistono nel proprio territorio.
Infatti si occuperà di problemi come il bilancio e la programmazione delle opere, la cultura e il tempo libero, lo sport di base e la realizzazione di strutture sportive, le refezioni scolastiche (acquisto derrate, controllo igienico, diete), i controlli annonari e le gite scolastiche, la gestione dei terreni e delle case di proprietà comunale e la loro manu-
tenzione, la gestione degli spazi pubblici a più usi (sale, centri sociali, biblioteche, centri culturali comunali), i campi gioco, il verde di quartiere, i parchi pubblici (con relativi investimenti), la SALUTE.
In particolare questo ultimo settore avrà importanza fondamentale, perchè viene delegato ai Consigli di Zona addirittura da una legge di Stato (la n. 833, Costituzione del Servizio Sanitario Nazionale), che attraverso le Regioni e i Comuni, arriva — a Milano — ai Consigli del decentramento.
Con questo compito — che va dal problema dei portatori di handicap agli anziani, dal consultorio familiare al servizio di medicina infantile, dalla prevenzione più generalizzata agli interventi specialistici — il Consiglio di Zona diventa determinante nei rapporti con la gente e quindi nella politica delle città più in generale.
Viene di fare una considerazione: la Repubblica sta attuando la propria Costituzione. Infatti il decentramento dello Stato e quindi la responsabilizzazione nel proprio governo di strati sempre più vasti di popolazione diventa sempre più chiaro. Non solo, ma viene riconfermata ulteriormente la validità dei Comuni, e ora dei Consigli di Zona, nella programmazione regionale e nazionale.
Il confronto più importante ci sembra quello riservato ai Comuni e al decentramento per quanto riguarda la costruzione della città del futuro, la qualità della vita. Saranno i cittadini a discutere e a proporre, ma soprattutto a gestire le scelte attraverso i Comitati di Gestione. Ma occorrerà anche avere strumenti tecnici e amministrativi; più personale comunale e sempre più qualificato, più strumenti di informazione, più possibilità diretta di intervento con fondi per attività culturali, ricreative e sportive.
Queste sono le premesse di ordine politico; ma dovremo saperle usare sempre meglio, per non vederci smarriti in una società di tecnocratici e di macchine eletroniche, nella quale l'uomo comune — che è quello che conta di più ancora — rimane schiacciato o emarginato.
DaniloEI cantón del barbee IL TASCHINO
Ciao! Allora che ne pensi del Cossiga secondo?
Coss'è che l'è? On alter canal della television?
Ma no! Il secondo governo Cossiga.
Beh!... Second mi el primm l'era assee e ghe n'era giamò d'avanz.
Ma questo è diverso.
Coss'el gh'ha de divers?
La maggioranza che lo sostiene...
— ... e el saccoccin.
Come sarebbe a dire il taschino.
Sarev a dì ch'el me par ona giacchetta rivoltada. Spiegati meglio.
Te se ricordet ona volta. Quand che ona giacchetta l'era veccia invece de trala via la se faseva rivoltà. Si ricordo. Ritornava come nuova zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA e la si portava ancora.
La pareva noeuva, ma la stoffa l'era semper l'istessa, giamò lisa, e per acorges che l'era rivoltada bastava guardà el saccoccin.
Cosa aveva di strano?
Che nel rivoltà la giacchetta el passava de sinistra a destra.
Cosa c'entra questo con il governo?
EI gh'entra e come perchè hann faa l'istessa robba.
Cioè Hann ciappaa el Cossiga primm, l'hann rivoltà, gh'hann daa ona spazzettada e hann tira foeura el Cossiga second.
E il taschino?
EI s'è spostaa a destra.
Ma i socialisti sono a sinistra.
Si. Ma hinn i democristian che hinn andaa a destra. Per la questione del preambolo?
Minga doma per quella. Anca per la question di minister.
Cos'hanno questi ministri che non ti va?
Prima de tutt hinn tropp. Pensa on poeu? Vintisett e a adirittura sett senza portafooeui! Te me set dì a coss'è che servenn?
A cosa servono?... Beh! Ciascuno ha il suo incarico.
Anca quell di incarich speciai?
Penso di si.
E coss'è che gh'hann de special sti incarich?
Ma?!... Non saprei.
E magara le saa minga nanca lu. Forse forse l'è propri questa chi la specialità!
Allora pensi che i ministri senza portafogli non servono?
No, no, per servè servenn e come!
A cosa?
Prima de tutt a dagh ai democristian la maggioranza nel governo...
E poi?
A dagh a .sti minister on contentin... e el stipendi. Coss'è che te credet? Gh'hann minga el portafooeui, ma el saccoccin per mett el stipendi ghe l'hann. E s'el basta minga gh'hann anca i saccocc. Ciao, te saludi.
EI barbeemilano 19 - pag. 4
La popolazione
scolastica invecchia
Più scuole superiori
meno elementari
È noto a tutti, ormai, il fenomeno della diminuzione della natalità, fenomeno analizzato a livello mondiale e nazionale da giornali di grossa tiratura.
Anche la nostra zona non fa eccezione e questa "carenza di bambini" ha provocato situazioni da affrontare con serietà, correttezza e concretezza.
Per la zona 19 si devono fare tre suddivisioni che nascono da valutazioni urbanistiche, dall'an-
no di nascita dei quartieri, dalle lotte dei cittadini per conquistare il numero di scuole sufficienti dalle epoche dei vari insediamenti ecc..
Il quartiere S. Siro, nato da oltre cinquant'anni, ha scuole elementari elefantiache (esempio via Dolci del 1931 con 54 aule) con bacini d'utenza aventi un diametro molto esteso, che si stanno svuotando in apparenza più lentamente.
Il quartiere Gallaratese, nato nel 1961 (GI nord) e sviluppatosi sino agli anni 70, ha avuto due elementari (Quarenghi e Uruguay) costruite nel 1963 e 1964), seguite poi da altre 7 elementari (ultima Viscontini del 1973). Questo numero di scuole fu conquistato dalle lotte, dei cittadini che in quegli anni ritenevano prioritario il problema dlla scolarità, non solo finalizzata ai posti banco (anche se per un certo numero di anni fu il problema più assillante), ma anche a contenuti e metodologie nuove che richiedevano un maggior numero di spazi (laboratori di pittura, cucina, drammatizzazione, ceramica, ecc.).
Il quartiere però non ha una storia di rivendicazioni nei confronti dei problemi di affollamento nelle scuole e neanche un assetto urbanistico che abbia mai dato spazi per nuove strutture. Le scuole quindi incominciano a recuperare aule da destinarsi a laboratori e il problema dei posti - banco sta naturalmente risolvendosi. È comunque un quartiere che ha già visto insediarsi diverse generazioni.
Il QT8, zona residenziale spe-
rimentale, ha anch'esso un discreto numero di anni, ma non ha ancora cambiato la generazione insediatasi alla costruzione: è pertanto un quartiere dove i bambini sono i "grandi assenti" e non solo per il calo demografico. Una curiosità un po' deprimente per chi vi abita: esistono vie con soli diciassettenni, pochi anche loro. Il QT8 è dotato di tre elementari che risultano senz'altro eccedenti.
Appare evidente che la popolazione in età scolare è calata massicciamente e, continua a decrescere (i dati sono stati rilevati dall'anagrafe del Comune di Milano sino al novembre 1979). Il problema del sovraffollamento, che una volta era delle elementari, è presente ancora, solo per l'anno 1980/81, a livello delle scuole medie inferiori (poi la situazione si decanterà, lo si può constatare leggendo i dati delle elementari) ed è esposto, da un paio d'anni (e lo sarà ancora per altri quattro) a livello delle medie superiori.

In zona 19 sono presenti 9 scuole medie dell'obbligo in grado di ospitare la popolazione scolastica, a patto di slittare in
avanti a partire dal S. Leonardo fino al QT8, gli alunni gravitanti sulle medie.
In questo senso il Consiglio Distrettuale Scolastico 42 ha già dato suggerimenti e indicazioni ai presidi delle medie, riservandosi, a pre - iscrizioni avvenute, la revisione dei bacini d'utenza.
Per le scuole superiori il discorso è denso di problemi al punto che, pur funzionando da due anni il Centro Onnicomprensivo previsto per 1800 allievi (e con una frequenza di 2300) le aule da destinare alle superiori devono essere ricercate nelle elementari.
Teniamo presente che in zona sono presenti anche il liceo
scientifico V. Veneto (con nove classi ospitate all'Onnicomprensivo), l'istituto Tecnico Ettore Conti, il X ITIS, il G. Galilei. In una riunione al Consiglio di zona, 28.1.1980, l'Assessorato all'educazione alla Provincia, ente responsabile delle superiori, ha rivolto al Comune la richiesta di agibilità di aule delle scuole elementari.
A tale scopo si è formata una Commissione mista (DistrettoConsiglio di Zona - esponenti degli organi collegiali) per esprimere concrete proposte di soluzione al problema.
Da questi lavori sono emerse due posizioni, scritte in documenti, successivamente presentati al Consiglio Distrettuale che ha nei suoi compiti quello di presentare proposte agli Enti decisionali. Uno di questi, sulla base di criteri relativi ai contenuti, alla salvaguardia delle aree destinate alla suola dell'obbligo, individuava nel plesso di via delle Ande, la scuola che meglio rispondeva, nel tempo, alle esigenze di una nuova scuola superiore da destinare alla zona (liceo classico, magistrale, ecc.). Proponeva quindi per l'anno 1980 - 81 la revisione dei bacini d'utenza tra Uruguay e Quarenghi da riferirsi solo alle classi di nuova istituzione; la disponibilità di 8 aule alle superiori in via delle Ande e quella di 10 aule in Oderzo, oltre alle 6 aule in via Brocchi che, già dall'anno scorso, ospitano sezioni del liceo classico Beccaria. Auspicava che tra le medie e le elementari confinanti di via Uruguay e via Quarenghi si instaurassero rapporti concreti con l'utilizzo degli spazi eccedenti delle elementari con laboratori da usarsi in comune.
L'altro documento faceva semplicemente riferimento al numero dei bambini e a quello delle aule e proponeva il reperimento di 10 aule in Oderzo e di 12 in Uruguay.
Purtroppo la maggioranza del Consiglio distrettuale, che non ha neanche discusso sui contenuti dei documenti dimentican, do così di avere un ruolo importante sulla ricerca, la verifica, la comparazione delle programmazioni didattiche, ha fatto proprio il secondo documento avanzando agli Assessorati le relative proposte.
Siamo quindi in attesa di un confronto assembleare con gli Assessorati.
Resta chiaro comunque che il Gallaratese, la parte vivace, democratica, proiettata verso un futuro che preveda un diverso utilizzo delle strutture a seconda delle esigenze dei cittadini, darà ancora battaglia contro chiunque tenderà a soffocare lo spirito comunitario che ha sempre caratterizzato le scelte riguardanti il quartiere.
Le proposte del distretto scolastico
La Commissione DistrettoZona - esponenti organi collegiali, ha iniziato i suoi lavori su due ipotesi, entrambe emerse nella riunione del 28 gennaio u.s. presso il Consiglio di Zona:
1° - recupero di 17 aule per il X ITCPA che non troverà spazio all'interno dell'Omnicomprensivo; 2° - recupero di una sede per un istituto superiore (es. liceo classico) di nuova istituzione.
Questi due obiettivi sono stati ribaditi nella riunione del 16 marzo dagli Assessori all'Educazione del Comune o della Provincia, anche se con urgenze diverse.
Facciamo presente che mentre la seconda richiesta, attuabile nel tempo, ci trova consenzienti, in quanto garantisce un migliore utilizzo degli edifici scolastici al fine di evitare sprechi, per la prima non possiamo garantire il recupero in un unico edificio di tutte le aule richieste perchè questo richiederebbe un eccessivo sacrificio alle classi della scuola dell'obbligo, per far fronte a una grossa necessità temporanea, e impedirebbe un recupero razionale delle strutture. Alla luce delle rilevazioni statistiche relative alla popolazione scolastica, alle strutture, al loto utilizzo e alla loro ubicazione, alla luce della necessità di salvaguardare i diversi contenuti didattici presenti nei due circoli, retti da due diverse Direzioni (Uruguay: Tempo pieno e scuola integrata - Quarenghi: classi Montessoriane e tempo tradi-
zionale), per contensire agli insegnanti la continuità della esperienza professionale, alla luce della necessità di mantenere le aree di edilizia scolastica che servono la fascia dell'obbligo, per andare verso un'impostazione didattica dialettica ed ad un'ipotesi di utilizzo collettivo di aule speciali e servizi (laboratori, cucina, refettorio, palestra ecc.), si propone in zona Gallaratese il recupero graduale dell'edificio di via delle Ande in quanto ha una collocazione territoriale più rispondente alle esigenze dinamiche di orari, utilizzo spazi ecc., propri di una scuola superiore e di un eventuale futuro utilizzo sociale.
II recupero potrà attuarsi con il non assorbimento delle classi prime, a partire dal prossimo anno scolastico, per il quale è necessaria la modifica dei bacini d'utenza tra le scuole Quarenghi, e Uruguay:
Quarenghi: tutta via delle Ande, tutta via Venezuela, Quarenghi 6 e 8, Uruguay 7 e 9
Uruguay: Sem Benelli 2 - 8 - 1014-16-20-11- Uruguay 11/12
- 13 - 15 - 10 -14 -30/2 -32 o 34
- Kant 3 o 5 - Quarenghi 30 - 3234 - 37 - 39 - 41 -43-45-47.
Con questa soluzione la scuola di via delle Ande avrebbe, da questo anno, 5 aule disponibili (un piano) di un'ala con accesso indipendente (scala esterna) più le tre aule improprie qualora ne sia verificata la disponibilità.
La scuola elementare di via Uruguay, con il bacino d'utenza
modificato, dovrebbe garantire la continuità della sperimentazione.
Per quanto riguarda gli spazi eccedenti, si da parere positivo alla richiesta della scuola media Cozzi che già attualmente usufruisce di palestra e refettorio.
Per la scuola di via Quarenghi, che pure verrà ad avere qualche aula disponibile, si auspica l'uso di laboratori in comune con l'attigua scuola media.
La scuola di via Brocchi potrà continuare ad ospitare classi di superiore sino ad un massimo di 6 aule (un piano) con l'attenzione nei confronti dei nuovi insediamenti in arrivo.
Propone per la zona 0T8: il recupero di 10 aule e servizi accessori nella scuola elementare di via Oderzo da mettere a disposizione per la scuola superiore, ottemperando alle richieste concordate con il Direttore Didattico: spostamento in altra scuola materna del Distretto delle cinque classi di scuola materna ivi ospitata (mantenendo possibilmente unite le classi e mantenendo la continuità didattica) realizzazione opere edilizie indispensabili - rendere liberi i locali attualmente occupati, come alloggio, dall'ex custode, locali che sono indispensabili al buon funzionamento della scuola elementare, dopo la cessione di metà dell'edificio.
Cronache familiari

Interpreti di queste cronache sono sempre gli stessi: mia moglie, 42 anni casalinga,. mia figlia 21 anni universitaria; mio figlio 15 anni 2° liceo scientifico,. io, 44 anni impiegato; e poi voi tutti, del Gallaratese e non.
"Sapete, oggi ho dovuto spiegare a due stranieri che S. Leonardo non era da Vinci, ma il nuovo capolinea della linea 1 della MM". Sto raccontando questo alla mia "big - family" (grande famiglia - n.d.r.) raccolta attorno al desco a consumare una bellissima pizza nient'affatto casalinga perchè comprata fuori, ma serra pentola dal lavare per lei. "Dunque, ero alla fermata del Duomo per prendere il metrò e i due — forse teteski — mi abbordano per chiedermi come andare in Fiera, perchè loro avevano scritto su appunti dell'anno scorso che bisognava prendere la linea per il QT8 e adesso si trovavano davanti scritto tante altre cose, ma niente QT8. Gli ho spiegato che dovevano prendere quella per S. Leonardo, "Da Vinci"? Mi fanno loro. "No, S. Leonardo del Gallaratese". Adesso, mentre lo stò dicendo mi viene da pensare che i due foresti avranno pensato a un nuovo Santo italiano, uno più uno meno, che importa? Ce ne abbiamo tan-
t'anni — in cui si andava avanti di promessa in promessa. È il turno del mogio tifoso del Billy basket bastonato nel play - off (traduzione: sostenitore della squadra di pallacanestro Billy di Milano che ha perso la finale del campionato, superato dalla Synudine, dall'Emerson e dalla Gabetti: che vergogna!): "Si, va bene tre chilometri e quattro stazioni in più, ma potevano lasciare l'autobus per i collegamenti con le stazioni MM. Mi hanno proprio annaccato (annaccare, neologismo licealescientifico per dire schifato).
Mi tocca intervenire per recuperare la situazione "Beh, quella dell'autobus è una faccenda che verrà rimediata. Ma non è meraviglioso che adesso in poco più di un quarto d'ora si arrivi in centro?
Pensate un po' a quei nostri cittadini, come quelli di Rogoredo, di Quarto Oggiaro e di V.le Argonne, che ancora la MM loro se la sognano".
stre lotte hanno dato qualche risultato: oltre la MM,. avremo il Centro Civico, e parecchie altre cose. "Ma tu vuoi forse convincerci a votare ancora per la giunta di sinistra e magari proprio per i comunisti?" È una domanda provocatoria, ma non fumosa, della mia moglie, ma continua e la risposta se la da da sola: "Mica c'è bisogno che ci fai il comizio, per convincerci. Noi (evidentemente usa il plurale maiestatis) avremmo continuato a votare comunista anche se la MM non fosse arrivata al S. Leonardo".
PREMESSO CHE:
— La sezione distaccata al Gallaratese del Ginnasio - Liceo Beccaria ha un prevedibile fabbisogno di 7 - 8 aule per l'anno 1980 - 1981, 10 - 11 aule per l'anno 1981 - 1982 e 15 - 16 aule a regime (anno 1983 - 1984).
- Le scuole medie superiori di competenza della provincia hanno un fabbisogno di 16 - 18 aule per l'anno 1980 - 1981; tale fabbisogno potrebbe estendersi anche all'anno 1981 - 1982 nel caso di ritardi nell'approntamento dell'omnicomprensivo di Baggio.
- Le 4 scuole elementari di Via Ande, Uruguay, Quarenghi e Brocchi hanno la popolazione, già inferiore a quella ospitabile nei rispettivi edifici, in progressiva diminuzione.
Il Consiglio propone alle competenti Autorità i seguenti provvedimenti:
1) Mantenimento in esercizio, almeno per l'anno 1980 - 1981, delle 4 scuole elementari citate.
5 5 12 1,11
2) Messa a disposizione delle scuole medie superiori delle seguenti aule: presso la scuola di Via Oderzo: 10 aule, in accordo con l'esame fatto a suo tempo; presso la scuola di Via Brocchi: le 6 aule già utilizzate oggi per scuola media superiore; presso la scuola di Via Uruguay: 12 aule, mediante suddivisione in due parti dell'edificio; le rimanenti 12 aule risultano sufficienti per il fabbisogno della scuola elementare, che avrà probabilmente nell'anno 19801981 9 classi, con tendenza ad ulteriore diminuzione negli anni successivi.
Con la soluzione proposta la sezione staccata del GinnasioLiceo Beccaria potrebbe essere ospitata presso l'edificio di Via Uruguay. mentre le aule di Via Brocchi e di Via Oderzo verrebbero assegnate alle scuole medie superiori di competenza della provincia.
OGGI LA CASA BELLA NON É PIU'
UNA QUESTIONE DI SOLDI...
arredare la vostra casa con le più belle NOVITA' di carte da parati con tessuti coordinati, moquettes, pavimenti vinilici e una bella cromatica di pitture
"E perchè dovresti pensare che tutti sappiano, anche all'estero che a partire dal 12 aprile il Metrò — finalmente — arriva fin qui a casa nostra? Domanda e commento inserito sono della fumosa partner della mia vita (fumosa nel senso che sfuma molto, s'intende)".
"Era ora che arrivasse sta metropolitana. Ce l'avevano promesso quelli del Comune: che c'è di strano che sia arrivata?" Sbuffa la mia giovane universitaria. Mi sento di risponderle "Lo strano è che, le promesse ora vengono mantenute.
C'era un tempo — durato tren-
È vero, a pensarci bene le no-
La giovane intellettuale comunica a sua volta. "Anche noi in Statale abbiamo preso in esame la faccenda delle elezioni dell'8 giugno. Vi devo dire — così mi sembra — che c'è meno gente anche tra noi che stavolta vuol votare per Pannella o per altri gruppi. Ci sembra di capire che se non va avanti il PCI la sinistra non va avanti, come è successo l'anno scorso. Certamente sui problemi della liberazione della donna, e anche sui diritti civili, anche sulle leggi anti - terrorismo, c'è molto da dire, anche sulla posizione del "Pici".
venite al ti.
"COLORIFICIO FIERA"
Però mica bisogna regalare Zona, Comune, Provincia e Regione alla DC e nemmeno tornare al centro - sinistra".
"E allora fatela corta e votate tutti comunista. lo, visto che non voto, porterò da mangiare ai Seggi. Ma adesso piantatela perchè devo vedere alla TV i "Gatti di Vicolo Miracoli". Cia000!
È lui a dare la linea ed è giusto che sia così.
Proposta di delibera sul reperimento di aule per scuole medie superiori
I consumi alimentari degli italiani
Cosa H condiziona
Inizia, a partire da questo numero, una rubrica sugli alimenti le cui notizie sono tratte dal libro "Gli alimenti tra salute e portafoglio" di Anna Bartolini
L'alimentazione è un bisogno che deriva all'uomo dalla sua natura biologica, ma la risposta a questo bisogno si costituisce nell'uomo come risultato della situazione economica e sociale di un paese e varia a seconda delle caratteristiche culturali e psicologiche. Il sistema alimentare di ogni paese è quindi legato all'ambiente, al sistema di produzione, alle condizioni delle singole classi sociali e dei singoli gruppi.
L'Italia, come tutte le moderne società industriali, è stata investita tra gli anni '50 e '60 da una ventata di benessere caratterizzato da un flusso indiscrimi-
nato di beni di consumo. Le cose sono cambiate per effetto dell'inflazione e della recessione di questi ultimi anni, ma un giudizio complessivo su circa 25 anni porta a dire che in campo alimentare siamo passati da una condizione di sottoconsumo degli anni '50 ad una di sovraconsumo nel 1978. Questa crescita di consumi alimentari è stata intensa e positiva in termini quantitativi, ma squilibrata in termini qualitativi.
I consumi alimentari rappresentavano nel 1960 il 41% di tutta la spesa privata.
Nel 1978 tale percentuale è scesa al 34,9% il che rappresenta però ancorapiù del 30% del reddito nazionale. Queste percentuali confermano la teoria seconda la quale quanto maggiore è la quota di spesa destinata da un paese alla sua alimentazione, tanto minore è la ricchezza di tale paese. In altre parole viene confermata una quota troppo elevata del reddito destinato dalla popolazione italiana all'alimentazione anche se, analizzando i consumi a livello di regioni e a seconda delle disponibilità economiche, si scopre che una buona quota della popolazione mangia troppo e male e un'altra quota di cittadini è sottoalimentata.
Consumi alimentari in quantità in Italia in diversi anni (dati in Kg. anno pro capite)
Fonte: ISTAT
Ma nonostante la sua screntaroda e consultatele come un manuale l'Unti. Un opera attenta r -he rappresenta un mesroso punto rolemnento non solo per gb arldend a lavori ma per vasto ~terso de, consumato„ Avanti' Insomma questo e un ebro che sr legge tutto O un Sas come un odilo cm tenere nello scaffale della Irbrer,a r. da c o Giorgo - No, Donne
Spett TETI
In realtà oggi esistono quattro forme distinte di consumi: il consumo a domicilio di prodotti acquistati direttamente dalle famiglie; l'autoconsumo dei produttori agricoli; il consumo alimentare della popolazione che vive in comunità (ospedali, scuole, ecc.); consumi alimentari che avvengono fuori casa: nei caffé, bar, ristoranti.
Vari sono i fattori che condizionano i consumi alimentari. Ne citiamo alcuni.
L'aumento del potere d'acquisto comporta innanzitutto un aumento delle spese alimentari meno rapido di quello del reddito. Ne consegue anche una modifica della composizione della razionale alimentare (meno cereali nel '77 rispetto al '72, meno grassi e meno zucchero). L'elevazione del livello di istruzione che, seguendo criteri di dietetica moderna, porta la scelta degli alimenti su basi "di linea" non presenti nel passato. Così nel 1977 l'aumento dei consumi alimentari è stato diretto su carne e formaggi. L'estensione della giornata lavorativa continua riduce la tradizionale pausa del mezzogiorno, modificando l'equilibrio della distribuzione dei pasti con un aumento di quelli consumati fuori casa, sia pure con varianti regionali. La modificazione delle tecniche di produzione, di trasformazione e di conservazione degli alimenti sposta inoltre la domanda verso nuovi prodotti a detrimento di quelli più tradizionali. Si tratta in effetti di una modifica dell'offerta che viene oggi notevolmente agevolata dalla pubblicità e da nuove forme di
Per i pensionati della zona Musica, pittura e cotechini
Sabato 17 e domenica 18 maggio: due giorni con i pensionati della zona decentrata S. Siro - Rho (zone 6 - 18 - 19 di Milano) e di alcuni comuni limitrofi tra cui Pero, Rho, Lainate, Pogliano, Cornaredo, Settimo Milanese, Vanzago.
Grande mostra permanente di pittura libera a tutti ed estemporanea nella giornata di domenica.
vari comuni interessati.
S.P.I. - CGIL Sindacato Pensionati Italiani
vendita. L'aumento di produzione a largo valore aggiunto (la materia prima di base è scarsa) sta infiltrandosi anche nel nostro paese con una serie di nuovi prodotti addizionali, manipolati, elaborati dalla tecnica industriale. Il 1977 però può considerarsi un anno un po' anomalo rispetto a quanto sopra enunciato poichè vi sono stati dei fattori che hanno influenzato negativamente l'acquisto di prodotti dell'industria alimentare: un grosso calo delle nascite e restrizione del potere d'acquisto dei lavoratori hanno fatto calare ad es. le vendite di prodotti per la primissima infanzia. Anche i settori dolciario, delle bevande gassate e degli aperitivi hanno registrato un calo a causa della campagna contro i coloranti.
L'unica eccezione è stata rappresentata dai prodotti surgelati che hanno fatto registrare un incremento medio pari al 17,57% nel 1977 sul 1976. I dati del '78 e le prime indicazioni del '79 rivelano una situazione costantemente influenzata dai fattori sopra indicati.
Nel 1978 la spesa pro capite mensile per l'alimentazione è stata di L. 79.612 al nord contro le L. 56.798 dell'Italia meridionale (la media è di L. 69.615).

Per quanto riguarda i consumi delle famiglie secondo l'ampiezza, il peso dei consumi alimentari nel 1978 sul totale della spesa si è mantenuto intorno alla media del 38.6% per la famiglia fino a 4 - 5 componenti; è salita invece al 42.7% per componente per le famiglie di ampiezza più elevata. Dall'analisi per singoli capitali di spesa si osserva che all'aumentare del numero di componenti si eleva la spesa per carni, pesce, tabacco mentre decresce il peso dei pasti e consumazioni fuori casa.
La spesa alimentare copre ancora una fascia alta dei consumi privati; le famiglie a minor reddito spendono proporzionalmente di più. Ad es. nel sud e nelle isole la spesa mensile per componente rappresenta il 42,8 % delle spese totali di ognuno.
Per quanto riguarda i consumi regionali, secondo i dati lscom del '78, la Liguria, la Lombardia hanno i consumi pro capite più elevati di carni, mentre la Sardegna, il Friuli - Venezia Giulia hanno i più elevati consumi di pane e cereali. La Sicilia, le Marche e la Campania hanno i consumi più elevati di pesce. Il primato dei consumi di formaggio spetta alla Liguria, seguita dalla Lombardia. Piemonte, Friuli, Trentino e Lombardia hanno invece il primato del consumo di latte e in quasi tutte le regioni è stazionario e simile il consumo di uova. Per quanto riguarda la frutta, i legumi e gli ortaggi i consumi più bassi sono stati registrati negli Abruzzi e Molise, in Calabria, Basilicata e Puglia dove si registrano anche bassé quote di consumi per altri generi alimentari. Il consumo di vino è alto ovunque con una punta più elevata in Liguria.
Tratto da "Gli alimenti tra salute e portafoglio" di Anna Bartolini
Musica, ballo popolare, giochi e domenica alle ore 17 estrazione della lotteria a premi. Servizio bar, tavola fredda e "cotechi nata".
L'invito è esteso a tutti i cittadini e alle autorità dei
HOBBY & CASA
S.R.L.
MILANO - VIA DELLE ANDE 1 - TE L. 30.62.22
C.C.I.A. MILANO N. 862496
COLORI - VERNICI - CASALINGHI FERRAMENTA
1- CARTE DA PARATI - MOQUETTES
MACELLERIE NEGRI
Commercio carni - Servizio Ristoranti - Prezzi di assoluta concorrenzaMERCATO RIONALE MERCATO RIONALE via Chiarelli 10 P.za Prealpi - T. 390633 T. 3087614 T. 32 / 655
NOVITA'BAGNO
Oppioni
ARREDAMENTI PER BAGNO composizioni in legno armadi in metallo cromato e cristallo
LAVORI SU MISURA ai lettori di "Milano 19" verrà praticato uno sconto del 15% esposizione: via g. silva, 29 (ingresso da via albani) telefono 49.86.440
Mercato Comunale - Via Chiarelli 10
PRIMO MAGGIO FESTA DEL LAVORO
Essere donna in fabbrica
In occasione della ricorrenza del Primo Maggio pubblichiamo, in questa stessa pagina, una testimonianza sulla realtà della condizione femminile in fabbrica ed iniziamo la pubblicazione di un contributo allo studio della storia del movimento operaio. Ci sembra questo un modo di celebrare la Festa del Lavoro in un modo concreto, che vada al di la di celebrazioni di maniera, che a volte rischiano di scadere in un vuoto ritualismo.

Una parità ancora da conquistare
Intervista ad un'operaia di una grossa industria metalmeccanica
A circa un anno dall'entrata in vigore della legge sulla parità tra uomo e donna, parliamo con una operaia di una grossa industria metalmeccanica con circa 1800 persone di cui circa 1000 donne, di come viene applicata e di come viene vissuto in fabbrica questo aspetto dell'emancipazione femminile.
D. Cosa è cambiato per la donna in fabbrica dopo l'introduzione della legge di parità?
R. Dopo l'introduzione della legge di parità , nella fabbrica per la donna ben poco è cambiato. Il motivo di ciò stà nella mancata applicazione della legge stessa ed in una non volontà, da parte padronale, di cambiare i ruoli all'interno della fabbrica, relegando così la donna a ricoprire mansioni non qualificate con la scusa che essa è più portata a fare esclusivamente l'operaia di catena o la dattilografa e non preparandola, attraverso corsi professionalizzanti, a lavori di maggiore responsabilità e qualificazione.
D. Quali sono i rapporti di lavoro tra uomo e donna all'interno della fabbrica?
R. I rapporti tra uomo e donna all'interno di un reparto sono degli ottimi rapporti fin che si rimane sui problemi generali che esistono in fabbrica, ma appena scendiamo ad analizzare l'aspetto del rapporto di lavoro, si presenta una realtà completamente diversa, a causa soprattutto della mentalità che è stata creata ed è tuttora presente all'interno delle varie strutture sociali.
Esistono, cioè, ancora molte discriminazioni riguardanti i lavori esclusivamente femminili e maschili; pertanto la legge di parità, oltre che con il padrone è da vincere anche con i nostri compagni di lavoro anch'essi
convinti che alcuni lavori, tipo meccanico, elettricista o lavori di linea stessa, siano solo ed esclusivamente maschili.
D. Come è suddiviso il lavoro in fabbrica tra uomo e donna e quali sono le possibilità per essa di fare carriera?
R. Continuando il discorso fatto fin'ora devo dire che, la suddivisione del lavoro in fabbrica avviene in modo alquanto semplice, affidando alla donna tutte quelle mansioni alle quali competono i livelli più bassi; ciò si traduce nel fatto che, alla fine della carriera lavorativa, la donna si vede integrata ai livelli più bassi.
I livelli superiori rimangono un'aspirazione di pochissime a causa del fatto che, come ho già detto, esistono ancora lavori femminili e maschili; pertanto per superare questa divisione dovremo lavorare molto sia in termini sindacali, che in termini politici.
A questo proposito, devo dire che anche nell'ambito sindacale politico la donna ha uno spazio minore, non perchè non sia in grado di capire i problemi esistenti in fabbrica o fuori da essa, ma per il semplice fatto che la donna deve conquistarsi la sua parità in tutti i sensi, anche nell'ambito familiare e sociale. Ciò da imputarsi al fatto che non essendoci strutture sociali adeguate, essa deve per forza interessarsi di tali problemi solamente nelle ore lavorative, dovendo dedicare il reso della sua giornata ai figli ed alla casa.
Questo è un ulteriore motivo per cui la donna viene emarginata e non trova lo spazio che dovrebbe avere nella società, per cui il nostro impegno come donne sarà quello di lottare per cambiare sia il metodo di lavoro all'interno della fabbrica, che il
Ancora minacce alla Sit Siemens
Il 15 aprile scorso è arrivato al Consiglio di Fabbrica della SitSiemens un biglietto postale firmato BR contenente minacce di morte nei confronti dei delegati del CTP Bassi e Formenti.
In risposta la cellula CTP della sezione Scoccimarro del P.C.I. (sezione di fabbrica della Sit - Siemens) ha prontamente diffuso un suo volantino in cui viene sottolineato come ancora una volta, di fronte ad una situazione grave e difficile per la fabbrica ed ancor più per il paese, l'attacco terroristico incalza, operando per colpire al cuore la classe oòeraia, le sue organizzazioni, i suoi quadri più attivi e quindi più esposti.
Ricordato che il metodo minaccioso e minatorio delle BR è uguale a quello usato dai fascisti il volantino prosegue indicando che la risposta non può che essere
conseguente a quella riservata ai nemici dei lavoratori e della democrazia, per poi concludere che "occorre la massima unità ed un maggiore impegno da parte di tutte le forze democratiche politiche sindacali nella mobilitazione e nella vigilanza per isolare, combattere e sconfiggere la piaga terroristica, rafforzando la democrazia e le sue istituzioni".
modello di vita nella società, per poter finalmente applicare questa legge di parità voluta da tutto il movimento operaio.
Storia del lavoro in Italia
Credendo possa interessare ai nostri lettori, con questo numero e in una serie di successive puntate, intendiamo avviare un modesto tentativo per realizzare su queste pagine un profilo delle più importanti vicende che hanno costituito la storia dell'originale processo di emancipazione delle classi lavoratrici nel nostro paese, comportamenti, strutture organizzative, forme di lotta, rapporti con le altre classi sociali, ecc.. La storia del lavoro italiano, come in altri paesi, si è venuta lentamente dispiegando in stretto e costante rapporto con le più generali vicende, socio - politiche - economiche, che hanno caratterizzato la storia del nostro paese.
Seguendo uno schema già delineato da eminenti storici, la storia del movimento sindacale ed operaio italiano si suddivide, sostanzialmente, in due grandi periodi, caratterizzati ognuno da particolari fasi storiche. Il primo è quello della "preistoria", che va all'incirca dal 1830 alla fine del secolo scorso. Il secondo periodo è quello che va dall'inizio del nostro secolo ai nostri giorni. Quest'ultimo, si caratterizza per il decollo delle lotte di massa, con la loro forte politicizzazione. danno luogo a grandi conquiste economico - sociali per i lavoratori e quindi alla nascita delle moderne forme di organizzazioni sindacali.
SULLE ORIGINI
Il movimento operaio e sindacale nel nostro paese, come in altri, nasce a seguito di un graduale ed alterno processo di trasformazione economica, sociale, politica, culturale ed istituzionale, che ha caratterizzato le vicende italiane del secolo scorso a partire dal 1840.
È questo l'involucro complessivo e comune dal quale nascono in tutti i paesi i vari movimenti operai nazionali, sotto la spinta di forti lotte sociali che accompagnano i processi d'industrializzazione.
Naturalmente, questi movimenti, nascono con caratteristiche e ritmi di sviluppo diversi l'uno dall'altro, a causa delle ineguaglianze negli sviluppi economici e culturali nazionali.
Sulle origini e il successivo sviluppo del movimento operaio italiano hanno pesato, spesso in misura determinante, le varie e vivaci vicende politiche che, assieme a quelle economico - sociali, hanno contraddistinto, prima, il processo di liberazione dal paese dalle occupazioni straniere (il Risorgimento). Dopo l'Unità, la lotta politica intorno agli indirizzi economico - sociali per costruire l'Italia. La politicità del movimento operaio italiano, quindi, è una caratteristica specifica, rispetto ai movimenti degli altri paesi, che ha inciso a fondo, assieme ai bisogni materiali primari delle classi lavoratrici, sulla nascita, lo sviluppo e sugli orientamenti che hanno guidato l'azione del movimento italiano. Perciò tenere nel giusto conto questa importante particolarità consente di comprendere meglio la storia del nostro movimento sindacale. Infatti, molteplici e significativi sono stati i contributi di elaborazione forniti dalle varie componenti politiche che hanno animato il movimento sindacale italiano. Questa politicità va perciò intesa come un fatto primariamente culturale, che ha sempre svolto un ruolo fondamentale nell'orientamento e quindi nei comportamenti dei quadri dirigenti sindacali.
L'ECONOMIA ITALIANA
il movimento operaio italiano nasce però con molto ritardo, rispetto agli altri paesi (Inghilterra, Francia e Germania), a causa dell'arretratezza economica, politico - culturale e sociale presenti in larghe zone del nostro paese. Questo più generale ritardo persiste anche dopo l'unificazione, la gran parte dell'economia era costituita dalla agricoltura. Nella quale nel Centromeridione prevaleva il latifondo e la piccola e media proprietà contadina; in questo tipo di agricoltura sopravvivono a lungo rapporti di produzione arcaici (i quali assieme a una pressione fiscale insostenibile darà vita al brigantaggio meridionale). Soltanto nella valle Padana e in poche altre zone del Nord la gran-
de proprietà imprenditrice borghese aveva introdotto nelle campagne sistemi di produzione più avanzati (capitalistici), utilizzando quindi la manodopera salariata su scala di massa. Questi sistemi capitalistici avevano si avuto benefici effetti per l'agricoltura, ma nel contempo avevano scardinato i precedenti equilibri sociali (fuga dei contadini verso le città), determinando crescenti tensioni sociali nelle campagne della Bassa padana, in particolare. Al momento dell'Unità, il nerbo dell'industria italiana era costituita dalle imprese tessili (seriche, laniere e cotoniere), le quali mantenevano stretti rapporti di interdipendenza con l'agricoltura (la coltivazioledei bachi da seta e dei gelsi, ecc4. Nelle città, anche del Nord e a parte gli arsenali militari, nelle attività industriali prevale il carattere artigianale, le dimensioni delle imprese risultano pertanto assai ridotte: la grande impresa industriale impiegava al massimo qualche centinaio di operai. Soltanto in alcune città del Meridione (Napoli e Palermo) esisteva una grande industria, con qualche migliaio di operai, (estrattiva, metallurgia e cantieristica) di proprietà dello stato borbonico. superprotetta dalle alte barriere doganali: queste industrie meridionali producevano per le necessità militari dell'ex "Regno delle due Sicilie". Con [unificazione doganale essa venne gradualmente smantellata per la sua antieconomicità, ma ciò rientrò anche nell'interesse della grande borghesia imprenditrice del Nord, specie quella piemontese che controllava strettamente l'apparato statale unitario.
Nel complesso, con i suoi ritardi, errori, interessi vari e altro, l'economia italiana non fu in grado di inserirsi tempestivamente ed efficacemente nel più vasto mercato europeo, il quale a partire dal 1840 conobbe con l'industrializzazione (ferrovie, ecc.) una espansione, quantitativa e qualitativa, sconosciuta fino ad allora.
Gianfranco Bassi (1 - continua)
La Metropolitana al Gallaratese
L'entrata in funzione del nuovo tratto QT8 - San Leonardo ha avvicinato il quartiere alla città, ma gli orari e la risistemazione dei servizi di superficie hanno creato dei malcontenti - Treni già carichi per gli abitanti di San Siro - La premiazione dei protagonisti del Comitato di quartiere
partita... con qualche scossone
"Era ora! Ma se non avessimo tanto lottato non l'avremmo ancora!" È uno dei commenti che abbiamo colto al volo sabato 12 aprile scorso tra quanti si erano accalcati alla stazione S. Leonardo della Metropolitana, dove il sindaco Carlo Tognoli ed il vice sindaco ed assessore ai trasporti Vittorio Korach, il presidente del consiglio di zona 19 ed altri amministratori di zona, comunali, provinciali e regionali, nonchè il neo ministro dei trasporti Formica, deputati, giornalisti ed invitati erano appena giunti con il convoglio inaugurale, partito una mezzo'ora prima, non senza qualche scossa, e qui giunto dopo una breve sosta per un sopraluogo al grande parcheggio (ancora in fase di ultimazione) della stazione Lampugnano.
La presenza di tanti cittadini non era dovuta soltanto a curiosità, nè al desiderio di essere tra primi ad usufruire di un servizio a lungo sospirato, quanto al fatto che essi sentivano la metropolitana come una loro conquista raggiunta a prezzo di lunghe, difficili ed estenuanti battaglie. Dapprima, agli inizi degli anni settanta, ci fu la lotta per far cambiare il tracciato, che gli amministratori della MM e del Comune di allora volevano servisse lo stadio e gli ippodromi, tagliando fuori il QT8, Lampugnano ed il Gallaratese.
Superato tale pericolo c'era stata la dura battaglia contro la MM che insisteva perchè il pia-
no - rotaie fosse a livello stradale, il che avrebbe significato spaccare in due il quartiere e rendere impossibile l'uso della spina centrale e degli spazi identificati. Quante delegazioni, quante manifestazioni, quanti presidi in zona ed a Palazzo Marino per convincere l'amministrazione comunale che la metropolitana andava costruita in sotterranea anche qui, in "periferia", al servizio di un'area utilizzabile a pieno! Alla fine la tenacia e lo sforzo unitario degli abitanti del Gallaratese hanno vinto ed ecco che ora finalmente, dopo lotte, promesse e rinvii, la metropolitana c'è, è cosa reale, concreta, che tutti possono vedere ed utilizzare.
ORARI SCOMODI PER I LAVORATORI
Ma proprio sulla possibilità di utilizzo è già sorto, sin dal giorno deli'inaugurazione, qualche malcontento, in primo luogo per gli orari di inizio del servizio. Il primo convoglio mattutino continua a partire dal QT8 alle 6,18, raggiungendo la stazione Marelli verso le 6,45, mentre dalla stazione S. Leonardo il primo treno parte soltanto alle 6,24 ed arriva a Marelli verso le sette: troppo tardi per lavoratori che da qui vanno a lavorare a Sesto S. Giovanni, per turnisti, per gli addetti ai servizi di pulizia e via dicendo. Le alternative sono o far-
sela a piedi dal S. Leonardo al QT8, cosa quanto mai disagevole specie d'inverno, o arrivare tardi al lavoro, o servirsi dell'autobus che fa servizio prima dell'entrata in funzione del metrò partendo dal S. Leonardo alle 4,44 e poi alle 5,25, il che significa levatacce impossibili e allungamento della già lunga fascia oraria lavorativa dei pendolari di questo quartiere esportatore di mano d'opera. Vi è poi un altro aspetto della questione: che senso ha il grande parcheggio (o punto di interscambio) del Lampugnano se poi lavoratori che vi giungono di primo mattino non trovano in funzione la metropolitana in tempo utile per poter raggiungere in orario il posto di lavoro? Cos'è che impedisce di iniziare le corse da S. Leonardo almeno alla stessa ora in cui iniziano dal QT8? Sono interrogativi cui speriamo tecnici dell'ATM vogliano dare agli abitanti del quartiere, una risposta che tenga conto delle esigenze dei lavoratori e delle proteste suscitate anche dal nuovo assetto dei servizi di superficie.
PER QUALCHE AUTOBUS IN PIÙ
Certo, a volte tali proteste scaturiscono da voci che possono essere anche non del tutto fondate o dall'errata interpretazione di avvisi, peraltro non
sempre redatti in modo chiaro, ma altre volte hanno una loro fondatezza precisa. È vero, come qualcuno ha detto, che chi lavora ad esempio alla Borletti, in via Washington, ora può utilizzare il metrò fino a Pagano e poi proseguire con l'autobus 60; ma convogli sarebbero in grado di accogliere tutti gli utenti, parte dei quali potrebbero invece distribuirsi anche sulle linee di superficie se non venissero indebolite?
È una questione che interessa anche gli abitanti di un altro quartiere della nostra zona: quelli di S. Siro, quali si trovano a volte nell'impossibilità di salire sui convogli, che arrivano alle stazioni Lotto ed Amendola già estremamente carichi.
Di questo malcontento si è avuto un'eco nella seduta del 14 aprile al Consiglio di Zona 19, dove vari cittadini hanno portato le loro proteste, forse a volte dettate da una scarsa conoscenza dei problemi, altre strumentalizzate da chi ha già pensato di iniziare la sua campagna elettorale tentando di gettare discredito sulla giunta di sinistra, altre ancora dovute ad altri motivi, ma sempre sintomo di un senso di malessere e di insoddisfazione.
Malessere ed insoddisfazione che è stata espressa dagli interventi di vari cittadini, che non tutti, anche per ragioni di tempo hanno potuto intervenire (tra gli altri il consigliere Rella ha chiesto tre volte la parola senza riuscire ad ottenerla). Lo stato di tensione che si era venuto a creare è andato poi scemando dopo che il presidente ha letto ai presenti il parere approvato a maggioranza (con la sola astensione del consigliere Rella) dal Consiglio di Zona nella sua seduta del 29 febbraio scorso sul problema dei trasporti e si è andata ancor più spegnendo dopo l'annuncio della decisione dei capigruppo di chiedere un incontro, fissato al 16 aprile, con tecnici dell'ATM.
PREMIATI I PROTAGONISTI DELLE LOTTE DEL QUARTIERE
L'importante, è stato detto, è che tutti cittadini diano il loro contributo alle scelte da operare, ritrovando lo spirito unitario e la volontà di lotta che per lunghi anni ha caratterizzato la vita del Gallaratese, e che opportunamente proprio lo stesso giorno dell'inaugurazione del metrò
MA CI SONO ANCHE I DISAGI
É stato modificato il percorso delle linee 68 e 71. Sono sorti così alcuni problemi per gli abitanti del quartiere più lontani dalle tre nuove stazioni della MM. Cosa dice l'ATM? Una nuova linea collegherà il San Carlo con la zona 20 passando per Trenno e il Gallaratese.
ha avuto un giusto riconoscimento nella consegna„ al Centro Comunitario di Trenno, di ambrogini d'oro e di attestati a componenti del vecchio comitato di quartiere, protagonista, negli anni settanta di lunghe lotte per il piano particolareggiato, per nuovi servizi e per la stessa metropolitana.
Gli ambrogini sono stati consegnati a don Franco Cantù, parroco di S. Ilario, a Giovanni Beretta, a Roberto Cataiisano, a Sergio De Cesare, a Gabriella Finazzi, ad Aldo Martellosio, ad Amedeo Massetorri della Soc. Sportiva Libertas, ad Ugo Vollero della Soc. sportiva vedetta, a Giancarlo Ferrari della Polisportiva S. Leonardo, al sig. Barilati del G.S. Gallaratese, al sig. Poti della Soc. sportiva Milano Quartiere; al sig. Monga della U.S. Trenno ed al sig. Gironi della Soc. sportiva Arden ed ha voluto essere un riconoscimento a tutti gli abitanti del Gallaratese per le lotte che hanno condotto in modo civile ed unitario per rendere più vivibile questo quartiere della periferia cittadina.

Gian Piero Pagetti
L'apertura di quattro nuove stazioni della Metropolitana di cui tre al Gallaratese ha certo portato un vantaggio agli abitanti del quartiere che erano abituati ad usare la stazione del QT8. In questa maniera hanno la possibilità di giungere sul luogo di lavoro, a scuola o nel centro cittadino più rapidamente. Ma l'apertura della MM ha portato a una discreta parte degli abitanti del quartiere anche dei disagi. Disagi che si sono manifestati con la contemporanea modifica del percorso delle linee 68, 71 e 69 dell'ATM. Da domenica 13 aprile infatti, la linea 68 non entrerà più in quartiere limitando il percorso fra il QT8 e p.za Conciliazione, mentre la linea 71 avrà i capolinea in p.za Stuparich e in p.za Sicilia. La linea 69, invece, rimarrà il mezzo di comunicazione con p.za Firenze. Tutte le sere dopo le 20,30 e la domenica l'autobus 69 farà servizio solo in quartiere per portare gli abitanti alla fermata Uruguay della Metropolitana. Ma quale è il problema sollevato dalla !imitazione del percorso delle linee 68 e 71?
I due autobus passavano ai
lati esterni del quartiere attestando capolinea uno al S. Leonardo (68) e uno ai numeri alti di via Cilea (71). Bene o male tutto il quartiere era coperto da queste due linee e non si doveva fare da casa un tratto molto lungo di strada a piedi per raggiungere una qualsiasi delle fermate. Ora invece le tre stazioni della MM sono spesso molto lontane dalle abitazioni e in alcuni casi si deve, anche per colpa della viabilità non ancora perfettamente a posto, percorrere più di un chilometro per raggiungerle. Rimangono perciò lontani dalla Metropolitana ad esempio la parte più esterna del San Leonardo, i numeri alti di via Cilea, una parte di via Venezuela, di via Uruguay e di via Sem Benelli, i numeri civici di via Betti nei pressi della Cappelli Sforza, i numeri di via Cilea vicino al vecchio capolinea della 71, quello per intenderci in uso fino all'inizio degli anni '70.
Sicuramente fare un po' di moto non fa male, si rimane così in forma, ma si può proporre questo tipo di ginnastica, anche se ora è di moda, a casalinghe cariche di borse della spesa, a pensionati per quali ogni fatica in più rappresenta un peso notevole? Finchè è estate o non si ha fretta, magari non ci si fa molto caso. Ma con la pioggia? E in inverno con la nebbia o la neve? O al mattino quando, assonnati, perennemente in ritardo, ci si reca al lavoro?
Molti abitanti sono rimasti stupiti che l'ATM non abbia pensato a queste cose. Alla base di queste scelte c'è un problema economico, ma un certo malcontento è comunque serpeggiato fra una parte dei cittadini del Gallaratese; ognuno si improvvisa tecnico dell'ATM proponendo chi il ripristino delle vecchie linee, con vecchi orari e le vecchie frequenze, chi un collegamento con il QT8, chi con Stuparich ecc.
Le sezioni del PCI del Gallaratese lunedì 14 sono uscite con un volantino nel quale "facendosi interpreti delle giuste lamentele dei cittadini per disagi conseguenti a tali provvedimenti, propongono di perfezionare il percorso, gli orari e le frequenze della linea 69, nel modo seguente: per quanto riguarda il percorso rendendo circolare la linea come segue: Firenze - Accursio - Gallarate - KennedyUruguay - Quarenghi - Appennini - Cilea - Betti Cechov - Croce - Kennedy - Gallarate - Accursio - Firenze, e viceversa".
Propongono inoltre di iniziare
il servizio alle ore 5 con una frequenza di autobus come quella presente precedentemente nelle linee 68 e 71. Per l'orario notturno e festivo, anzichè limitare le corse a via Uruguay (come accade ora) prolungarle fino a p.le Accursio per favorire il collegamento del Gallaratese con l'ospedale Sacco e cimiteri. Questo tipo di autobus permetterebbe un collegamento migliore con p.za Firenze, con la 90 - 91 in v.le monte Ceneri e tram 14, 19, 1, e 33. Darebbe anche la possibilità di collegare due punti opposti del Gallaratese. Ad esempio se da via Uruguaj si volesse raggiungere con mezzi dell'ATM il san Leonardo fino a prima dell'entrata in servizio della Metropolitana si era costretti o ad andare con la 71 da via Omodeo al capolinea in fondo a via Cilea e percorrere poi quasi due km. a piedi oppure prender prima la 71 da via Omodeo fino ai semafori e poi la 68 dai semafori al San Leonardo. Il vantaggio di una linea circolare, come questa proposta dai comunisti, è che permette facilmente di raggiungere dalla fermata sotto casa la parte opposta del quartiere con un solo autobus e senza fare molta strada a piedi.
Se l'idea della linea circolare nei due sensi è molto interessante, è stato fatto notare che rimanendo così le cose o potenziando la linea 69 rimarrebbe completamente tagliato fuori il Nazareth.
Un'altra proposta avanzata è quella d'istituire una linea circolare nei due sensi collegata con p.za Stuparich e passante per il QT8 mettendo in comunicazione anche in questo caso il Gallaratese con la 90 - 91, lasciando una linea che transita davanti al Nazareth. Così si permette a tutti gli abitanti del Gallaratese che non abitano vicino ad una delle tre fermate della MM di prendere l'autobus sotto casa e raggiungere comodamente il Metro al QT8 o ad Uruguaj. Si risolverebbe così il problema delle borse del supermercato delle casalinghe.
L'INCONTRO
A PALAZZO MARINO
In una riunione tenutasi il giorno 17 aprile a palazzo Marino con alcuni dirigenti dell'ATM, della MM e del Comune, alcuni membri del Consiglio di Zona (o meglio del Consiglio di Circoscrizione, che è il suo nuovo nome) hanno sollevato questi problemi.
Problemi che erano sorti nel
dibattito con cittadini durante le precedenti riunioni del Consiglio di lunedì 14 e della Commissione Pianificazione Territoriale di mercoledì 16.
I dirigenti dell'ATM e della MM hanno ascoltato le proposte avanzate e si sono impegnati a studiare il problema chiedendo alcune settimane per poter formulare delle proposte valide da presentare al Consiglio Circoscrizionale e ai cittadini.
Nel frattempo si sono impegnati ad anticipare gli orari mattinali della 69, a rendere più frequenti le corse delle linee di superficie sostitutive della MM, nell'impossibilità di anticipare la prima partenza della Metropolitana al San Leonardo, per problemi di carattere tecnico. Per ultimo si sono impegnati a far un'opera di informazione tempestiva a mezzo di un volantino che verrà distribuito in quartiere per informare cittadini degli studi in corso e per scurarsi se il testo che spiegava nuovi percorsi degli autobus, affisso pre-
cedentemente, era poco chiaro ed introduceva in errore chi lo leggeva.
Allo studio dell'ATM e dei Consigli Circoscrizionali 18, 19 e 20 è anche una nuova linea automobilistica che metta in comunicazione l'ospedale San Carlo, Trenno, il Gallaratese e la fermata MM Bonola con il Cimitero maggiore e la Zona 20, passando per via Gallarate, via Varesina fino al capolinea del tram 1 in via Console Marcello.
L'ATM si è dichiarata interessata a questa nuova linea ed attende necessari lavori stradali per poterla mettere in funzione cioè l'allargamento dell'incrocio viario Lampugnano - Rizzardi e la costruzione di una strada che colleghi via Quarenghi con via Gallarate. Risulta che il Consiglio Circoscrizionale ha sollecitato l'esecuzione degli espropri necessari per poter fare questi lavori, si prevede l'entrata in funzione di questa nuova linea prima del prossimo inverno.
Luciano Zagato
91Tere - a milano 19
Che ne sarà del canone sociale
Egregio direttore di Milano 19, sono un inquilino delle case dell'Istituto Autonomo Case Popolari di S. Siro e mi rivolgo a Milano 19 per portare a conoscenza dei cittadini le incongruenze di questo ente e i disagi che ne derivano agli inquilini.
È noto che lo I.A.C.P. ha in vigore il canone sociale che ssuddivide l'inquilinato in tre fasce di reddito e precisamente: prima fascia, reddito annuo fino a L. 1.300.000; seconda fascia, reddito annuo da 1.300.0001 a 2.400.000 lire; terza fascia, oltre L. 2.400.001.
Ecco poi la tabella (pubblicata qui a lato, n.d.r.) delle spese di riscaldamento e servizi per gli anni 1977 e 1979, dalla quale si può rilevare che esiste una tendenza ad elevare le quote delle prime due fasce in direzione del 100%.
Ora la situazione è questa: gli inquilini della prima e della seconda fascia in seguito all'aumento dei minimi di pensione (cui non corrisponde un effettivo aumento del potere d'acquisto a causa dell'inflazione) sono quasi tutti slittati nella fascia di reddito superiore, essendo rimaste invariate le fasce di reddito, per cui la prima fascia è virtualmente sparita. Di qui un accumulo di aumenti (per lo slittamento di fascia con relativo adeguamento) sia sul canone d'affitto, sia sulle spese del riscaldamento e dei servizi. Aumenti che sono maturati nel corso del 1979 e che sono stati caricati come arretrati sui primi 6 mesi del 1980. Tenuto conto che i bollettini di pagamento dei primi tre mesi del 1980 sono arrivati in ritardo, cioè in marzo, praticamente questi inquilini si trovano a dover pagare sei mesi di affitto in tre mesi, con tutti gli arretrati del 1979.
Ora mi chiedo perchè il SUNIA non è intervenuto nella contrattazione e, da quanto mi risulta, si è
limitato ad una presa d'atto esprimendo il suo dissenso.
Lo I.A.C.P. ha applicato la legge 513, ma penso che sulla percentuale delle cue fasce ci doveva essere una contrattazione. Se questa è stata fatta bisognava renderne edotto l'inquilinato.
Bisognerebbe anche discutere sulle fasce di reddito. Se si va verso la loro eliminazione bisogna dire alla gente quella che è la realtà, evitando che succeda quello che è successo, ossia che gli inquilini corrono al SUNIA per avere spiegazioni ed i compagni che fanno consulenza non hanno altro da dire che bisogna pagare, dando l'impressione di fare gli avvocati dello I. A . C. P.
Il sindacato deve essere più tempestivo nei suoi interventi in difesa degli interessi degli inquilini. La gente deve essere informata attraverso una propaganda capillare e chiara per poterla mobilitare e su questo punto il SUNIA è molto carente.
Ci sono anche altri problemi. Ad esempio là dove sono state abolite le custodi il disagio è grande. Come è possibile lasciare una casa con più di cento famiglie incostudita e senza neppure il citofono?
E per le riparazioni? Bisogna aspettare mesi e mesi e spesso si deve ricorrere (o almeno vi ricorre chi se lo può permettere) ad un privato a proprie spese.
Potrei continuare, ma fermiamoci qui. Un dubbio però vorrei esprimerle: quello che dietro questo stato di cose vi sia un disegno disfattista, che mira a screditare l'edilizia pubblica. Se questo disegno esiste bisogna contestarlo esigendo il controllo popolare sulla gestione attraverso comitati eletti dagli inquilini, che abbiano poteri deliberativi.
G. B.I.A.C.P. abbia il buon senso di far riverniciare i pianerottoli delle scale cercando in tal modo di mascherare quello che purtroppo non si può nascondere.
Ma c'è qualcuno incaricato di verificare i lavori? Gli inquilini ne dubitano.
Anche i giardini che circondano le case hanno un urgente bisogno di manutenzione: sono aridi e brulli, le recinzioni di ferro inesistenti, non ci sono panchi sotto l'ombra dei radi alberi dove gli anziani possano incontrarsi e scambiare qualche parola, non sentendosi così esclusi dalla vita del quartiere.
L'esigenza della sistemazione del verde è talmente sentita che gruppi di abitanti, autotassandosi, hanno comperato e interrato alcuni cespugli e pianticelle nell'intento di migliorare l'aspetto dei giardini, sostituendosi così a quello che sarebbe un preciso compito del Comune.
Sabato 12 aprile si è inaugurata la metropolitana. Dopo anni di lotta qualche risultato, ma aimè, come sempre, con una mano si dà e con l'altra si toglie; il S. Leonardo si vede defraudato di una cosa che fa parte della vita stessa dei suoi abitanti,. della linea A.T. M. 68 che viene sostituita con una linea circolare che, passando attorno al quartiere, lo collega con la stazione della MM di via Uruguay. Ma questa linea non molto frequente non soddisfa certamente le esigenze del cittadino che si vede ritornare ai primi periodi di installazione nel quartiere, quando un asmatico pulmino lo collegava alla linea tranviaria 14 in P.za Cimitero Maggiore.
Ora chi deve raggiungere P.za Stuparich o Via Albani, ecc., invece di un mezzo ne deve prendere due, subendosi anche, per una buona maggioranza, un bel tratto di strada a piedi.
gono il manto erboso e a lungo andare danneggieranno anche gli alberi.
Non vorremmo che a poco a poco il verde se ne andasse anche dalla ns. zona, in Pie Lotto infatti la maggior parte delle aiuole sta sparendo sotto le ruote degli autobus extra urbani.
Vi segnaliamo inoltre un intervento da realizzare, se almeno voi ci riuscite, per liberare dalle catene i platani tra P.le Lotto (ang. Gavirate) e il V.le Caprilli. Sono stati legati con grosse catene spartitraffico, provvedimento inutile
perchè lo scopo d'impedire l'attraversamento può essere raggiunto ugualmente dalle catene tese (e non incrociate attorno agli alberi).
Poiché il verde costa denaro al Comune e ai cittadini ci sembra giusto preoccuparci anche di quei particolari che possono aiutare a mantenerlo intatto.
Vi ringraziamo in anticipo per quanto potrete fare in merito e cordialmente vi salutiamo.
Anna MancaLa scuola di via Oderzo
I genitori dei bambini della scuola materna di via Oderzo, frequentata dall'eccedenza della materna di via Pier Capponi, di fronte all'eventualità che la loro scuola, nella ristrutturazione dei servizi scolastici della zona 19, venga hiusa, vogliono far presente il loro punto di vista su questo problema che li tocca così da vicino.
Per prima cosa essi sentono come un loro diritto di essere non solo tenuti sempre al corrente su quanto accade, ma soprattutto di essere considerati parte integrante degli organi competenti a decidere su tale questione, poiché si tratta di un problema che coinvolge bambini piccolissimi in un periodo fondamentale per la loro formazione e poiché inoltre qualsiasi organizzazione familiare risente chiaramente di eventuali spostamenti delle scuole.
I genitori comunque intendono con questa lettera precisare quali sono i termini della faccenda e quali sono le soluzioni per loro possibili ed accettabili.
Anna Maria Bignami Renata Graziato Salmoiraghi.In questa sede dovrebbero essere trasferiti, visti che ne è il giusto bacino di utenza, i bambini della sezione staccata in via Oderzo della materna di via Pier Capponi.
La soluzione ottimale al problema presente sarebbe perciò di mantenere la scuola negli attuali locali fino alla sistemazione definitiva nell'area dell'ex Salmoiraghi.
Nel caso che a tutti gli organi competenti si rivelasse inevitabile la chiusura della materna di via Oderzo i genitori esigono che la scuola venga trasferita in blocco in una sede idonea sia per comodità di dislocazione che per strutture edilizie, affinché ai bambini venga assicurata la continuità del rapporto educativo e didattico con le loro insegnanti.
Non si accetterà assolutamente che i bambini vengano assorbiti in altre scuole col rischio di troncare così esperienze di socializzazione spesso irripetibili.
Tabella delle spese di riscaldamento e servizi
1977 1979
fascia: quota mq /anno L. 840 = 20% L. 3.000 = 43,17%
fascia: quota mq /anno L. 2.310 = 55% L. 5.000 = 71,94%
fascia: quota mq/anno L. 4.200= 100% L. 6.950 = 100%
Quartieri o parcheggio?
Circa 12 anni fa il quartiere S. Leonardo incominciò a brulicare di vita. Camion carichi di masserizie sostavano dinanzi ai portoni, uomini e donne indaffarate andavano e venivano per sistemare la propria abitazione. I bambini gironzolavano qua e là ansiosi e curiosi alla scoperta di cose nuove.
Il quartiere si presentava bene, le case rosse erette su piloni in mezzo al verde intatto dei giardini cintati, gli alberelli sembravano essere in attesa di crescere con i nuovi piccoli abitanti, gli asili e le scuole costruite nell'interno del quartiere per la tranquillità delle mamme.
I primi disagi non pensavano, perchè tutti speravano che a poco a poco anche il S. Leonardo non divenisse un quartiere dormitorio.
Ma ecco che dopo soli dodici anni il quartiere si presenta precocemente invecchiato. Costruito con una serie di carenze notevoli, dimostra che il risparmio e le speculazioni fatte sugli appalti di costruzione emergono in una serie di
obbligati interventi edilizi, idraulici, ecc.; con sommo piacere degli abitanti, che si trovano la casa a soqquadro e ne debbono sopportare le conseguenze. Ma ancora una volta gli abitanti del S. Leonardo non si perdono d'animo, la promessa della chiusura dei portici che, eliminando le correnti d'aria, dovrebbe rendere meno fredde le abitazioni dei primi piani soddisfa una parte di esigenze. I citofoni sono già in fase di installazione, anche se su questo argomento critiche severe vanno fatte. La principale è la doppia spesa: la prima per l'istallazione dei quadri di ricezione accanto alle attuali porte, quadri che con la chiusura dei portici dovranno essere spostati all'esterno dei caseggiati, quindi doppio lavoro, aggravio di spese. Ma che importa! È il cittadino che paga. Inoltre le figure geometriche formate dai tubi neri sui pianerottoli non contribuiscono certo a migliorare l'aspetto delle case; confidiamo soltanto che lo
Tutto questo aggrava sempre più una situazione di intolleranza da parte dei cittadini che si sentono al confronto di altri quartieri della zona 19 emarginati. Perché? Si chiedono. Non c'è risposta, non soddisfano certo le belle parole, ma bisogna uniti lottare, perchè il nostro quartiere non deve assolutamente essere relegato al ruolo di quartiere di periferia.
Si devono controllare e denunciare i soprusi, non vivere apatici e relegati fra le quattro mura domestiche, delegando altri a fare richieste, lotte, e criticando poi se tali richieste non sono soddisfacenti o non sono state ottenute.
Maria MagattiBiblioteche e verde
Non siamo convinti che con il trasferimento da via Pogatshnig al centro di Trenno la biblioteca comunale sarà maggiormente accessibile a tutta la cittadinanza.
Ad esempio per gli abitanti di P.le Lotto e dintorni la biblioteca di via Pogatshnig è facilmente raggiungibile anche a piedi, mentre questo centro di Trenno non lo si può neanche localizzare dato che nemmeno le tavole delle pagine gialle telefoniche riportano la via Lampugnano.
Poichè la zona 19 è molto estesa, non si potrebbero tenere aperte entrame le biblioteche?
Conservazione del verde
Sérebbe necessario far recintare con i ferri a U capovolta la striscia a verde alberata di via Salmoiraghi: con i continui spettacoli e le manifestazioni sportive del Palalido essa diventa un parcheggio per le macchine che distrug-
Innanzi tutto sono anni che gli abitanti della Zona 6 si battono perché venga avviata la costruzione del nido, di cui la zona, peraltro così popolosa, è priva, e della scuola materna nell'area dell'ex
Certi dell'attenzione, restiamo in attesa di un riscontro alla nostra lettera.
I genitori della scuola materna di via Oderzo
ERRATA CORRIGE
Per un errore tipografico la nota fattaci pervenire dal gruppo democristiano al Consiglio di Zona 19 sull'elezione del rappresentante al Consiglio tributario, da noi pubblicata nella seconda pagina del numero di aprile 1980 di Milano 19, recava la sola firma del capogruppo DC Marco Giro-

ni, invece avrebbe dovuto recare la firma abbinata di Giovanni Gibelli, Consigliere di Zona D.C., e di Marco Gironi, capo gruppo DC al Consiglio di Zona 19.
Ce ne scusiamo con i nostri lettori e con il consigliere Gibelli.
OFFERTE SPECIALI BIANCO CASA 80
via Silva, 35 angolo S. del Piombe
S. LeonardoTUTTA UNA VITA DEDICATA AL PARTITO, ALLA BATTAGLIA PER LA PACE E PER IL PROGRESSO
Dopo una lunga malattia il compagno NELLO DIACCI ci ha lasciati. Chi scrive è un compagno che con lui e molti altri ha collaborato alla costituzione della sezione "Fratelli Cervi" del P.C.I. e prima ancora aveva lavorato sempre con lui, fianco a fianco" nella cellula "Milanesi".
Iscritto al Partito Comunista Italiano sin dal lontano 1945 il compagno Nello Diacci si è sempre dedicato al lavoro di partito, molte volte lasciando in secondo piano la sua stessa famiglia, cui peraltro era strettamente legato. Fino a circa due anni or sono, ossia fino a che il male non lo ha costretto a letto, ha sempre dato la sua attività. Ha partecipato alla costituzione della cellula Dozza, alla quale era iscritto, ed anche negli ultimi mesi, pur essendo malato di un male inguaribile, quando ci si vedeva la sua prima frase era sempre la stessa: "Come va il partito? I compagni della cellula

Edicole che vendono Milano 19
Trenno: via Gorlini, 43
0T8:
Stazione MM via Cimabue - Collecchio
S. Leonardo: via Appennini, 149
Gallaratese Gl: via Betti, 37 via Chiarelli via Quarenghi, 34 via Uruguaj, 10 via Betti, 12
Gallaratese G2: via Appennini, 13 via Cilea, 22
S. Siro: via don Gnocchi, 3
P.le Segesta via Ricciarelli - ang. Dolci
V.le Murillo - ang. Zavattari via G. Silva p.zza Stuparich
come stanno?" Ha sempre avuto, anche in quelle condizioni, parole di conforto e di incoraggiamento per gli altri. Nel dargli l'estremo addio i compagni della cellula salutano in lui un combattente per la pace, per la libertà e per il progresso additando in primo luogo a se stessi il cuo comportamento di militante come esempio per tutti.
I compagni della cellula "Giuseppe Dozza" del P.C.I. (in memoria di Nello Diacci i compagni della cellula Dozza sottoscrivono L. 20.000 per Milano 19).
I comunisti della sezione Luglio 60 partecipano al dolore per la morte della compagna
ERNESTA CODÈ MARIANI ed esprimono il loro fraterno cordoglio al figlio compagno Luciano Mariani, alla nuora compagna Silvia Cortella, consigliere di Zona 19, ed ai nipoti compagni Doretta, Ferruccio e Cinzia.
Il gruppo consiliare del P.C.I. della Zona 19 è vicino alla Silvia Cortella ed alla famiglia Mariani colpita dal lutto per la scomparsa di ERNESTA CODÈ MARIANI compagna esemplare.
Nell'annunciare la scomparsa di ERNESTA CODÈ MARIANI la redazione di Milano 19 esprime il suo cordoglio alla nuora Silvia Cortella, consigliere di Zona 19, ed alla famiglia Mariani. Si associano al lutto: le sezioni del PCI Di VittorioRagionieri - Oriani - FornasariBottini - Montoli
A.N.P.I. Gallaratese - Trenno
U.D.I. 8 Marzo e S. Leonardo
LAVASECCO MARISA
Via Ugo Betti 12 Milano Tel. 306380
Lavaggio celere a secco ed a acqua Specializzata per il lavaggio di pellicce, renne, coperte, sacchi a pelo, tappeti.
La lotta al terrorismo
Un impegno per tutti
Il messaggio dei Vescovi italiani contro la violenza in una analisi di Don Franco, parroco di S. Ilario al Gallaratese
Forse alla maggior parte dei lettori sarà già passato dalla mente, se pur hanno avuto la possibilità o la buona volontà di leggerlo, il Messaggio che i Vescovi italiani hanno inviato a tutti i cittadini in occasione della giornata indetta il 23 marzo scorso contro la violenza.
E questo, penso, per vari motivi.
Il primo: Le persone "per bene" e i cristiani (ai quali in particolare era rivolto il messaggio) possono aver pensato che non era proprio "per loro" in quanto "loro" sono generalmente bravi, onesti, buoni e quindi automaticamente schierati contro la violenza.
Il secondo: molti non credono che questi messaggi o richiami servano a qualcosa, convinti come sono, che uno stato (polizia, servizi segreti, magistratura) efficiente possa validamente opporsi ad una situazione civica di violenza.
Il terzo: di fronte al fenomeno violenza esistono, senz'altro,altre visuali ed analisi con altrettante proposte di soluzioni che qui sarebbe veramente lungo considerare. Il documento dei Vescovi contiene una propria analisi e suggerisce la "sua soluzione".
Con questo sono certo che i Vescovi non hanno avuto la presunzione di aver risolto ogni cosa. Sanno quanto impenetrabile sia la coscienza di chi non vuol sentire ragioni e quanto sia lungo il cammino da percorrere. A pochi giorni del loro messaggio, un Vescovo nel Salvador, Mons. Oscar Romero, cadeva vittima, trucidato sull'altare, della medesima violenza contro la quale si erano espressi.
Ciò che ci preme perciò far risaltare dal messaggio è il contenuto profondo del medesimo, contenuto che va al di là della situazione tristemente contingente che sta attraversando l'Italia, stretta nelle morse del brigatismo.
1°) - Il documento è chiara condanna di "ogni" attentato alla vita e di tutto ciò che può rendere la vita meno "umana". Oggi non è solo la vita fisica ad essere in pericolo: la morte violenta è il risultato di tante altre violenze che passano sotto i nostri occhi e che non ci impressionano perchè gli effetti sono meno immediati e clamorosi, ma non per questo meno devastanti. Quanti attentati alla vita sociale, economica, morale, intellettuale si perpetrano ogni giorno! Quanti sono i morti sul lavoro, per sequestri, in incidenti, in disastri ecologici, per droga, per interessi?
E la solitudine, le delusioni, le incomprensioni, l'indifferenza, certe ideologie non generano altrettante vittime? E la violenza negli stadi? Eppure i responsabili di tutto questo continuano a vivere tranquilli e magari rispettati, protetti, difesi: non vengono minimamente "ricercati", "controllati", "perseguiti". Già: loro non sono brigatisti! Il terrorismo non nasce dal nulla, non è qualcosa di estraneo alla nostra società ed alle sue distorsioni morali e sociali. Se fosse così, e quante volte lo abbiamo letto e sentito, la battaglia sarebbe già vinta: sarebbe solo un compito di polizia. E sappiamo tutti, purtroppo, che le cose stanno in un modo diverso.
2°) - Nel documento è esplicita l'amara constatazione che a tutte queste violenze si arriva quando l'uomo non è più consi-
derato nella sua giusta dimensione in relazione con un Dio che è Padre di tutti e che, come tale, ci propone dei comportamenti affinché "l'altro" non sia l'avversario, l'antagonista, qualcosa da sfruttare e calpestare, ma "uno come me", un fratello, un amico, un bisognoso che mi tende ed al quale devo tendere la mano. I Dieci Comandamenti scolpiti nella natura dell'uomo, se diventano motivo di vita, sono più efficaci di milioni di leggi, anche speciali.
3°) - Il documento diventa poi severissimo quando specificatamente si rivolge a quei cristiani che paghi delle loro devozioni si rinchiudono poi nel loro borghesismo domestico (permettendo magari ai figli di assorbire ore televisive di interminabili violenze), trascurando l'impegno di educare la coscienza guardando "ai segni dei tempi", esentandosi dall'impegnarsi nella scuola, negli ambienti di lavoro, ecc...
Citiamo dal documento: "li credente sa che l'opposizione di Gesù all'odio e alla violenza è chiara, decisa, assoluta ... il duro momento che attraversiamo chiama in causa i cristiani come non mai ... i cristiani imparino ad assumere in se stessi la passione del mondo ed a lavorare senza risparmio per la sua redenzione. Questa logica, domanda ed esige che essi non si sottraggano mai, ma siano presenti con intelligenza, genialità e competenza in ogni campo degli impegni civili, sociali e politici" ...
4°) - Sono però convinto che i Vescovi abbiano inteso rivolgersi non solo ai cristiani ma a tutti gli uomini di buona volontà.
Secondo stime fornite dagli esperti il "partito armato" dispone di circa 100.000 elementi tra veri e propri killers e fiancheggiatori più o meno consapevoli: uno ogni seicento persone, uno ogni trecento se si calcola la popolazione attiva. Sono cifre spaventose, destinate certamente a diminuire dopo i recenti avvenimenti, ma sono sempre cifre
che inducono a guardare con angoscia a parenti, amici, compagni di lavoro, vicini di casa; a consumarci negli assilli e nelle paure, che soprattutto devono spingerci a chiederci che cosa ognuno di noi può fare per arrestare questa marea omicida per ricondurla ad una vita diversa nella quale le ragioni del rispetto e dell'amore prevalgono su quelle dell'indifferenza, dell'egoismo e dell'odio. Nessuno, credente o no, può sottrarsi a questo impegno. Ognuno deve impegnarsi; per quello che lo riguarda, per quello che può; è un esame di responsabilità..
- Responsabilità nella famiglia: quando per gretto egoismo si attenta alla vita appena concepita o non si rispetta la dignità dei piccoli; responsabilità personale: quando lasciamo spazio alla diffidenza preconcetta, alla rivalità ostinata; responsabilità nella scuola: quando questa è ignorata dai genitori, strumentalizzata da persone interessate, priva ancor più di disciplina che di scienza; responsabilità verso íl mondo giovanile guardato con sospetto e diffidenza o noia, lasciato a se stesso senza amicizia, mancante di lavoro e prospettive; responsabilità verso il mondo del lavoro quando è considerato solo in funzione di interessi materiali;
- responsabilità per la vita sociale sempre più esaltata a parole e sempre più impoverita da ignavia, ambizioni, da rivalità e contrapposizioni preconcette, dove il bene comune viene solo preso a pretesto dei propri interessi; responsabilità verso il quartiere quando si diventa solo esigenti, quando solo si pretende tutto e subito, soprattutto da chi, in quartiere, per il quartiere, mai si è degnato di impegnarsi o almeno interessarsi.
Don Franco Cantù (Nella foto Don Franco Cantù mentre riceve l'Ambrogino d'Oro)
Le sue prestazioni
Le finalità del consultorio sono state stabilite da una legge nazionale, la 405 del luglio 1975, alla quale si è poi aggiunta la legge regionale 44 del settembre 1976.

Le finalità di un consultorio sono:
la sana e responsabile espressione della sessualità in un armonico sviluppo della persona;
la procreazione libera e consapevole; - la salute della donna con particolare riferimento alla maternità; l'armonico sviluppo delle relazioni familiari e della coppia, nonché dei rapporti fra genitori e figli. Il servizio è gratuito.
La segreteria del consultorio
È aperta da lunedì a venerdì (8.30 - 12.30 e 13.30 - 17.30) e fornisce agli utenti ogni tipo di informazione sul servizio prestato dal consultorio. Fissa, su richiesta degli utenti, gli appuntamenti con i singoli operatori e segnala la possibilità di partecipare a gruppi di dibattito, informazione e scambio di esperienze su singoli argomenti (gravidanza, contraccezione, menopausa ecc.). Inoltre raccoglie suggerimenti e richieste per la formazione di nuovi gruppi su argomenti di interesse degli utenti e svolge le mansioni interne di segreteria.
Le assistenti sociali
Ricevono da lunedì a venerdì (8.30 - 12.30 e 13.30 - 17.30). Nei colloqui personali con gli utenti individuano i problemi e cercano le eventuali soluzioni; collegano, rispetto ai problemi esistenti, gli utenti con le figure professionali dei vari servizi esistenti. Organizzano e partecipano a gruppi di dibattito e di informazione su singoli problemi, promuovono il lavoro di informazione sul territorio (nelle fabbriche, nelle scuole, alla mutua, in ospedale ecc.). Offrono un servizio di consulenza in casi di disaccordo familiare.
I ginecologi
Ricevono il lunedì (9 - 12), mercoledì (9 - 12), giovedì (14 - 17), venerdì (14 - 17). I loro compiti sono: visite ginecologiche individuali su appuntamento, fissato dalla segreteria;
- partecipazione ai gruppi di dibattito, informazione, scambio di esperienze; partecipazione al lavoro promozionale del consultorio; - la certificazione per l'interruzione volontaria della gravidanza.
L'ostetrica
Orario: da lunedì a venerdì (8 - 17). I suoi compiti si riferiscono essenzialmente a consultazioni individuali sulla gravidanza e la contraccezione con diaframma e a gruppi di informazione sanitaria sulla menopausa, la gravidanza e la contraccezione.
Lo psicologo
Orario: lunedì (8 - 13), martedì (16 - 19), giovedì (8 -13).
Ha colloqui con il singolo, la coppia, la famiglia, gruppi di utenti, per cercare una risposta alle difficoltà nei rapporti, alle problematiche sessuali, ai problemi del singolo. Partecipa a gruppi di dibattito, informazione, scambio di esperienze sulle varie problematiche.
Il comitato di gestione
Si riunisce ogni mercoledì dalle 18 alle 20 in riunioni aperte a tutti i cittadini. Il comitato di gestione, insieme all'equipe degli operatori stabilisce le linee programmatiche, collega il consultorio, attraverso il Consiglio di Zona, con gli altri servizi, svolge e partecipa all'attività promozionale delle iniziative del Consultorio.
Gli operatori si incontrano in una riunione settimanale allo scopo di rendere il lavoro sempre più collegiale. È in atto la formazione di un gruppo di operatori del consultorio e della scuola in vista dell'educazione sessuale nelle scuole.
L'assemblea per eleggere i sette rappresentanti degli utenti nel Comitato di gestione è convocata per il 16 maggio alle ore 21. Il luogo verrà comunicato attraverso i manifesti murali del Consiglio di Zona. Tutti coloro che hanno usufruito del servizio del Consultorio sono invitati all'assemblea e hanno diritto al voto per l'elezione dei loro rappresentanti.
Il Consultorio della Zona 19 via Albenga, 2 - tel. 4039456
Calzature
Presenta la collezione primavera - estate 1980
La .2=114:~ , sensibile alle esigenze dei lavoratori, è in grado di offrire calzature selezionate a prezzi imbattibili per uomo, donna, bambino.
Prima di acquistare calzature di ogni tipo, borsette ed accessori in pelletteria, visitate la grande esposizione che la Piesse ha preparato per voi.
PREZZI ECCEZIONALI QUALITA INDISCUSSA
MODELLI AGGIORNATI
E FACILE TROVARCI,
per scoprire il i4"0-sosie seguite questa strada:
Via Figino n° 2 Pero Tel. 3539161
BUONO
SCONTO
A chi si presenta alla cassa con questo tagliando, ogni giovedì, avrà uno sconto del 1 O% su tutti gli articoli in vendita (esclusi i saldi)
RICORDATEVI SOLO AL GIOVEDI'!
LA FILANDA
lane e filati nazionali ed esteri
via Seb. del Piombo tel. 4691549
Fratelli MORO APICOLTORI NOMADI
MIELE-CERA-POLLINE-PAPPA REALE i meravigliosi prodotti naturali dell'alveare li potete trovare presso:
il MERCATO COMUNALE di via Chiarelli 10 e in via Trenno 119. Tel. 3084868-3087404
Riapre la via Borsa
L'allegra combricola dell'A.P.E. a Folgarida per la settimana bianca
A.P.E. non vuol solo dire "Associazione Proletaria Escursionisti" ma soprattutto amicizia, cordialità, simpatia. È questo il clima in cui si svolgono le attività, le iniziative della ns. associazione; il clima nel quale i soci si sentono solidariamente avvolti.
Anche quest'anno ha avuto luogo la nostra settimana bianca, ormai da 4 anni annoverata nel programma: un'ulteriore dimostrazione del senso primo dell'A. P. E. - dei rapporti che si instaurano fra le persone.
La settimana degli "Uomini delle nevi" iniziò felicemente sabato 8 .3.80 con una festosa partenza alle 6 da Milano alla conquista delle nevi di Folgarida.

Le ore trascorse in viaggio non pesano, soprattutto il pulman comodo e confortevole, ci fa ritrovare a Folgarida senza la sensazione del tempo trascorso e senza stanchezza che solitamente si riporta durante gli spostamenti. Seguono le abituali operazioni inerenti la sistemazione al Rifugio Albasini: piccolo, accogliente, tipico rifugio di montagna, proprio adiacente alle piste innevate.
Inoltre gli efficienti, funzionali, moderni impianti sciistici di Folgarida sono di ottimo auspicio alla nostra tanto attesa settimana: l'opportunità di praticare in condizioni ottimali lo sci e di godersi un sereno riposo hanno aumentato l'euforia generale.
Sciare è bello e: quando si arriva stanchi la sera, cosa Öfare? La versatilità, la creatività, la fantasia della nostra organizzazione arriva a colmare questo possibile vuoto: ideando giochi, tornei, tombolate con apprezzabili premi per tutti ed altre iniziative come la fiabesca e ormai tradizionale fiaccolata — e a tutto ciò un grosso merito è doveroso riconoscerlo al nostro Pino Maffi al quale sinceramente va il NOSTRO GRANDE GRAZIE, che come ogni anno s'impegna dando tutto se stesso disinteressatamente per la riuscita di ogni attività.
verso la pista delle roccette e qui, scarpinando, siamo giunti alla cima dello Spolverino dove abbiamo atteso l'oscurità.
Il momento magico era arrivato ... accese le torce ... tra l'allegria generale ... abbiamo raggiunto il fondo valle dando vita ad un fantasioso zig - zag di fiaccole.
L'accoglienza di chi ci stava aspettando, compresi gli albergatori, raggiunse il massimo dell'entusiasmo e del divertimento.
Giovedì 13 verso sera incominciò a nevicare e venerdì restammo bloccati un po' tutti nel rifugio e soltanto alcuni temerari si avventurarono sulle piste.
Il ritorno purtroppo arriva, tra i mugolii e il dispiacere di lasciare quei posti, carichiamo i bagagli e le nostre attrezzature sul pulman che ci attende.
Gli sguardi rimangono incollati ai monti fino all'ultimo e già si sentono ventilare nell'aria le prime frasi relative al prossimo anno, alla prossima settimana bianca.
Tutti, giovani e meno, sono entusiasti del luogo, e sono incantati davanti allo splendido scenario del Brenta e dalla Val di Sole!
La fiaccolata si è svolta il mercoledì 12 con partenza mattutina da Folgarida per Madonna di Cam piglio. Alle 17 raduno al Rifugio Orso Bruno (situato a cavallo fra Monte Vigo e Panciana): un posto molto ospitale, ma reso certamente più animato ed allegro "sbevazzata" a base, di un vigoroso e medicamentoso "VIN BRULÉ". Riscaldati e rinvigoriti dalla bevuta ci siamo diretti a tutto... sci
Ricordiamo a Coloro che ci vengono a trovare, che siamo "aperti, tutti i mercoledì sera dalle 21 alle 23. ®
Al consiglio di zona la gestione della casa albergo
Finalmente si riapre al traffico la via Borsa, che era stata chiusa per la costruzione della "casa - albergo", realizzata sulla spina centrale del Gallaratese, a poca distanza dalla stazione MM S. Leonardo.
Questa struttura, (progettata per trenta posti letto, con sale di lavoro, biblioteca, sala per la musica, palestra ed auditorium e la cui realizzazione aveva a suo tempo suscitato non poche polemiche) è ormai ultimata per quanto riguarda le opere murarie ed è stata consegnata dalla Regione Lombardia al Comune di Milano.
Spetterà ora all'amministrazione comunale provvedere all'arredamento e quindi alla sua gestione in accordo con il Consiglio di Zona.
RADIO - TV
elettrodomestici - casalinghi
ferramenta - gas liquidi - campeggio
P.za SCOLARI 2 - MILANO Tel. 4521902 (sotto i portici di Trenno)
COLORI - VERNICI - FERRAMENTA - CASALINGHI CARTE DA PARATI - MOQUETTES - ARTICOLI BELLE ARTI ... e mille cose per la casa!
macchine per ufficio nuove e d'occasione riparazioni - manutenzioni - noleggi Milano - via l.b. Alberti n° 5 tel. 31.66.15 - 34.94.177
PRODOTTI OLIVETTI ADLER - TRIUMPH
milano 19 - pag. 14
Lo sport in parrocchia
A questo punto della nostra inchiesta sullo sport nella Zona 19 ci sembra giusto informarci anche presso le parrocchie se si fa qualcosa nel loro ambito per favorire la pratica dello sport, per lo meno a riguardo dei ragazzi che frequentano gli oratori.
Attorno alle parrocchie nuove, se così possiamo chiamare quelle del Gallaratese, vi è del terreno abbastanza vasto sul quale sono erette delle attrezzature sportive: porte per il calcio, canestri, campi per bocce ecc.
Altre parrocchie, cui fanno capo insediamenti meno recenti, e in totale nella zona sono undici, godono di uno spazio assai inferiore e a mala pena possono usufruire per l'oratorio di qualche spianata con righe sul cemento per i canestri, appesi magari ai muri degli edifici o giostrine sotto androni di passaggio, in modo da poter intervallare i momenti di catechesi con l'indispensabile ricreazione.
Scopo dei responsabili di queste strutture è la formazione religiosa dei giovani che spontaneamente o in occasione della preparazione ai Sacramenti frequentano l'area parrocchiale. È naturale che negli intervalli si ricorra al gioco, e anche al gioco sportivo, a seconda delle possibilità organizzative di ogni com-
plesso, differente l'uno dall'altro e non solo per le dimensioni, ma anche per le attitudini dei vari rettori.
Molta parte di queste attività sportive inserite nel discorso parrocchiale sono affidate a coadiutori che portano avanti una certa branchia del gioco ricreativo affidandosi al proprio
Una serata tutta
Meneghina in Zona 19
Sabato 12 aprile per il Ciclo di Manifestazioni promosse dal Consiglio di Zona si è esibita nel Teatro della Parrocchia S. Romano la Compagnia dei Figinesi.
La recita ha avuto un buon successo. Il pubblico, accorso almeno in questa occasione abbastanza numeroso, ha mostrato di gradire le macchiette messe in scena con discreta abilità di caratteristi dai simpatici attori, ispiratisi certamente ai variopinti personaggi di quella vecchia Milano fatta di case di ringhiere, di cascine e di fossi divenuta ormai purtroppo un vecchio e caro ricordo.
Forse qualche intellettualoide snob avrà considerato con sufficienza lo spettacolo definendolo magati una recita "da Oratorio", non considerando affatto perciò che le espressioni dialettali di cui era ricca la rappresentazione, non sono parole strane, di difficile pronuncia, ma nascondono significati profondi e pieni di poesia. "EI strascèè, el cervelè, l'uffelè, el trumbè, non sono solo mestieri quasi scomparsi, ma anche un modo antico e più umano di essere in rapporto con la gente.
I Figinesi ci hanno dato l'immagine di una civiltà contadina patrimonio comune di noi Lombardi. Essa può sembrare finita, ma se si getta uno sguardo dietro i vecchi portoni e nelle aie delle cascine di Trenno e di Figino la vediamo sopravvivere.
Questo mondo io credo può insegnare ancora qualcosa agli abitanti del Gallaratese che stanno costruendo in questi anni la propria identità e la propria storia.
Giballi GiovanniDott.
STUDIO - via delle Ande 1 - riceve per appuntamento
telefonare al 3083825
dalle ore 15,30 alle 19,30
ma l'andatura ...
A questo punto si deve riconoscere cha anche le parrocchie della Zona 19 e non, di cui non stiamo ad elencare le attività in quanto possono variare (come già detto) di anno in anno, svolgono un loro ruolo particolare per il libero intrattenimento sportivo e ludico dei giovani.
A questo si affianca, per chi lo ritiene utile e a tale scopo vi indirizza i propri figli, il momento della formazione religiosa sotto la guida di responsabili che ne fanno la missione primaria, questo va detto per l'obiettività che ci siamo prefissi fin dal primo articolo e per giustizia, in un regime di libertà. Se poi aggiungiamo il discorso della carenza di strutture civiche, la loro dislocazione e la difficoltà di accedervi, è facilmente comprensivile la frequenza dei ragazzi alle proposte parrocchiali e l'oratorio è ben lontano dall'aver esaurito la sua ragion d'essere.
Mensile di informazione politica e cultura della Zona 19
Diretore: Giampiero Pagetti
Direttore responsabile: Libero Traversa
Redattori: Gianfranco Bassi
Maria Rosa Beltramini
Anna Bontempi
Alessandro Cappelletto
Adalberto Grippa
Enzo Manes
Maria Magatti Poggi
Patrizia Romano
Luciano Zagato
Pubblicità: Sergio Schininà
Editore:
Circolo Giulio TrevisaniA.R.C.I.
Direzione - redazione - amministrazione: Via Appennini 101/B MILANO - Tel. 3539458 Registrato al Tribunale di Milano al n. 388 dall'11.11.1978.

gusto o talento. Sovente si affiancano a loro dei genitori di buona volontà che in forma più che spontanea organizzano, promuovono, sorvegliano le attività dei ragazzi, che molto spesso non sono ancora abituati ad una minima inquadratura associativa.
Ancor più che con le pur valide Polisportive, di cui si è già parlato, è possibile qui al ragazzino qualunque aver libero accesso. Quei ragazzi i cui genitori non sono ancora pronti all'idea di avere un figlio tesserato, con un calendario di prestazioni o allenamenti e trasferte prefissate capaci (ma sarà vero?) di sotrarre tempo all'immancabile studio, trovano spesso solo all'oratorio il modo di fare una vera partita al pallone o al basket o anche ai giochi più tradizionali.
Può succedere che si consolidi un gruppo per qualche specialità dell'atletica, per lo judo, per le gite sciistiche. Il discorso può allargarsi alle mamme che presso alcune parrocchie, senza prendere mezzi urbani o fare sfibranti code per le iscrizioni come avviene altrove, trovano modo di praticare dei corsi di ginnastica varia, impostata proprio sulle loro esigenze.
È vero che questo dipende sempre dall'iniziativa di pochi, che danno il via, lanciano una proposta e poi se la cosa incontra si hanno momenti aggregativi molto felici: ben lo sanno i vandali periodici che prendono di mira le parrocchie (quante volte è stata distrutta la Croce sopra San Romano?) che solo con i bastoni tra le ruote si fer-
Anche il gioco spontaneo, senza programmi nè agonismo, fatto dal bambino perchè piace, come piace, ha una sua funzione nella crescita del giovane, ai quale appunto bisogna far trovare tutto quanto può servirgli, senza preconcetti più o meno mascherati, in una autentica alternativa in modo che alla fine sia "lui" a scegliere, senza subire le scelte altrui, per una propria personale convinzione.
B. F.NOVARA SERGIO
20016 PERO (Mi)
Via Curie!, 20 Telef. (02) 3538768
FABBRICA
Stampa: Coop.Guado, Castano 1° (MI)Tel. (0331) 881475 - 881227
Prezzo una copia L. 300
Abbonamenti annui: ordinario L. 3000
Sostenitore L. 5.000
Speciale L. 10.000
La collaborazione è aperta a chiunque. Lettere e manoscritti non firmati verranno cestinati.
VENDITA AL DETTAGLIO lampadari arredamento bagni - elettrodomestici casalinghi scaldabagni
televisori - radio stereo hi-fi macchine da cucire
vendita al pubblico giorni feriali - 14,30 ÷ 19
COPPE - TROFEI # NOVARA i -*)
Via Figino,17 Ä PERO t Me) tal. 3530364
GIU O BOLZON
PAVIMENTI E RIVESTIMENTI IN CERAMICA
— ai lettori di "MILANO 19" verrà praticato uno sconto speciale —
MILANO - via Caccialepori 17
40.36.273
Essere giovani in periferia
La musica artistica e umana come bisogno primario
La sensibilità
Siamo nello studio - salotto della pittrice. Vediamo un vecchio fiasco, con il vetro polveroso e la paglia frastagliata: sulla polvere un'impronta digitale lascia vedere al di sotto il vetro lucido. Il fiasco ci è davanti, ma non è vero. È un dipinto a olio che Doris Consonni ha eseguito giovanissima, quando studiava pittura. Di quel tempo sono altri lavori perfettamente rifiniti e dettagliati, veri pezzi di bravura che resistono al tempo: un superbo "Cesto di kaki" mostra sui frutti maturi sericità di pelle o increspature e crepolature come fossero veri; un gruppo di "Mele" è tanto naturale e consistente che sembra di poter allungare la mano e sentirne il peso.
Ci sono "Nature morte" in cui predomina la tinta fredda del verde bottiglia o il candore di porcellana del vasellame, altri dipinti sono "Paesaggi" presi al vero, particolarmente durante le vacanze, immagini care da conservare per il proprio intimo ricordo, oltre che per la gioia degli occhi. Vi sono angoli del campeggio, le roulottes, le tende colorate contro lo sfondo che è quasi sempre il mare.
Questa è la produzione pittorica di Doris Consonni, che raggiunge il suo diapason nella ritrattistica, in cui si è lungamente applicata, alla scuola di Brera e privatamente, per ottenere sempre migliori risultati. Il suo desiderio è di cogliere non solo la somiglianza ma anche l'anima delle persone, il loro carattere.
I suoi tre bellissimi figli le hanno fatto più volte da modello. Il ritratto della figlia Isabella, esposto in una collettiva al Consiglio di Zona 19 nel 1970 ha anche ricevuto un commento particolare da un visitatore molto attento che ha saputo cogliere e descrivere quel senso di magia che sprigionava dai grandi occhi azzurri della fanciulla.
ficie, ma cercare in profondità. Qualcosa spinge sulla strada dell'arte questa donna che ultimamente ha lasciato da parte la pittura per raccogliere le sue poesie in un volume intitolato "Momenti" e presentate il 10 aprile u.s. presso il Circolo Mazziniano in Via Pantano 17 a Milano, nella Collana del Gruppo Sirio, con illustrazioni dei soci pittori.
Il commento, quanto mai approfondito e pertinente è stato del Prof. Giuse C. Maini di Taccuino Democratico, completato dal Direttore di Artecultura Sig. Giuseppe Martucci e dal critico d'Arte Prof. Luigi Valerio, gentilmente intervenuti. Suggestiva ed efficace la recitazione della Compagnia Drammatica "L'Istrione" condotta da Mario Perego, che ha dato risalto a quelle liriche che più di tutte esplodono di flaches intuitivi, ad illuminare il carattere e la vita dell'autrice. Troviamo della sofferenza in quei versi brevi, ma non c'è da stupirsene. Qualcuno ha detto "La donna più soffre e più si affina, e più si affina e più soffre".
La frase sembra fatta su misura per questi "Momenti" e ci aiuta a comprendere la vena poetica di Doris Consonni, la quale non ha certo esaurito qui le sue possibilità creative. Certamente avremo ancora da lei nuove espressioni artistiche, perchè è evidente che nell'Arte ella sa trovare quel tantino in più di cui l'anima ha bisogno, oltre il pane quotidiano.
Operare, creare, tenere lo spirito desto e, soprattutto, pensare. Pensare, per poter fare di ogni giorno un giorno nuovo, Un giorno, per Doris Consonni, tutto da vivere.
Il Comune di Siziano in uno dei concorsi annuali di pittura ha asegnato nel 1972 a Doris Consonni il Primo Premio acquisto per un altro bel lavoro all'acquerello imperniato sui giochi estivi dei suoi figli sulla .:5 spiaggia: cielo limpido, mare di -4.' '.::.: colore intenso e in primo piano i ,-,, ,Å'';:-.:k. bimbi intenti a costruire castelli di sabbia con un secchiello co- "-'''' lorato davanti a tutto, simbolo di '
una estate felice. Una mostra personale di ritratti dal vero eseguiti a carboncino è stata tenuta alla Coop. LA VITTORIA di Trennc ciel 1975 da Doris Consonni, che nello stesso anno aveva offerto gratis la sua opera di ritrattista al Palazzo Reale di Milano per la grande rassegna che Monsignor Pisoni organizza quale Omaggio dell'Arte Italiana al dolore innocente, devoluta alla Fondazione Don Gnocchi.
Quando si deve parlare degli esiti artistici di una personalità così complessa e ricca di rispondenze umane com'è il caso di questa pittrice, si sa già che non bisogna fermarsi alla super-
Fermata dell'autobus a Milano
Dieci minuti per aspettare l'autobus.
Un tempo senza fine in una sera d'inverno.
Dieci minuti gettati al vento come foglie macere d'autunno.
Il cielo riflette pesanti
muri grigi di nebbia.
Sul marciapiede si snodano
lunghe file d'ombre mute.
Aghi di pioggia pungono la pelle.
Il freddo umido morde le ossa.
Dieci minuti d'attesa... un'eternità per chi è stanca dal lavoro.
Tempi morti della vita che, senza posa, corrono alla meta.
Nei numero scorso del gior- IM::M:MEMRERM;IgERNSEREREEMEMMM'aq! naie h° cominciato ad affrontare !i.NiliEEgMgggE.MMMMEMNCEEMEMMEMgaga"I il problema della vita dei giovani nel quartiere, riferendomi in particolare alla mancanza di spazi d'incontro e di ritrovo; essa risultò un'inchiesta, se pur limitata abbastanza chiarificatrice della situazione. Lo spunto per continuare ad occuparmi di tutto ciò mi è stato dato da un incontro con un gruppo di ragazzi del quartiere S. Leonardo che appassionati di musica, sentono in modo particolare la mancanza di poter soddisfare il loro "hobby", se così posso definirlo, all'interno della zona 19 ed in particolar modo nel quartiere. Quello che ne è scaturito è un dialogo molto interessante, a volte violento nei contenuti, ma sempre con chiarezza nei propositi e nelle idee. Lo spazio che ci ha permesso di scambiare "quattro chiacchiere" è stato tanto per cambiare, il bar con la sua gente, la sua malinconia, la musica del suo juke - box, i suoi tavolini e tante altre piccole cose che lo vedono un luogo unico nel suo genere. Attorno ad un tavolo cinque ragazzi pronti a discutere e a rispondere alle mie domande a volte un po' provocatorie. Ecco la prima!!
ha spinti a ricercare nella musica un momento di divertimento?
R. Il motivo è semplice e pensiamo sia comune a molti gruppi, sorti in questi anni, nella periferia della grande città. All'inizio l'avevamo preso come un gioco, suonavamo il sabato sera davanti al bar dove stiamo parlando; lo facevamo, unicamente per trascorrere il tempo in modo diverso dai tradizionali "pellegrinaggi" verso le discoteche ed i cinema del centro - questo era un modo e lo è tutt'ora di coinvolgere una vasta schiera di giovani attraverso uno strumento abbastanza semplice: appunto la musica.
D. Avete incontrato delle difficoltà nel farvi capire?
R. In tutta sincerità bisogna dire che la partenza non è stata delle più edificanti, per un certo tipo di difficoltà molto diffusa da un po' di tempo a questa parte, poi attraverso una chiarificazione su quello che noi intendavamo per musica, siamo riusciti a superare questo ostacolo.
D. Quindi siete d'accordo nel dire che la chiarezza è un arma indispensabile per affrontare e superare quegli ostacoli che ci si trova davanti tutti i giorni.
R. Certamente. E ci teniamo a ribadirlo, perchè nelle sfere più alte della nostra società c'è veramente bisogno di chiarezza in ciò che si fà ed in come lo si fà soprattutto!! (voce "arrabiata").
D. Dopo questo vostro sfogo, peraltro comprensibile; parliamo più specificatamente di voci ed il quartiere; penso che durante questi anni, voi abbiate vissute determinate esperienze; come e quanto da vostra musica riflette questo stato di cose?
R. Quello che ci chiedi è molto importante, perchè la nostra maturazione come uomini è avvenuta affrontando la difficoltà
dei rapporti umani, in un quartiere sorto con l'unico scopo di emarginare migliaia di persone appartenenti ai ceti sociali più facili da colpire. Da ciò risulta che le nostre esperienze sono purtroppo intrise di delusione e malcontento. La nostra musica, la musica Rock, già di per sè aggressiva ed arrabbiata, riflette questo quadro non certo piacevole della realtà.
D. Allora il vostro si può definire un rock "metropolitano" una definizione molto usata oggi?
R. Siamo convinti che la nostra musica sia molto influenzata dai malesseri della grande metropoli: interpretiamo il Rock come forma di protesta e come momento di verifica.
D. Date molta importanza ai testi delle vostre canzoni?
R. I testi come la musica sono basilari nel nostro repertorio; in generale trattiamo i problemi esistenti di una persona, i fenomeni negativi e positivi del nostro vivere, però non disdegnamo parole d'amore che possono essere un momento di conforto per molti ragazzi.
D. Parliamo un po' delle difficoltà finanziarie che sono spesso l'ostacolo principale per la sopravvivenza di un gruppo.
B. Oltre ai normali costi della strumentazione, abbiamo dovuto affrontare il problema del locale dove poter suonare. Ora, in quartiere ed in zona mancano strutture adeguate, l'unica alternativa era: o frequentare sale prove in mani ai privati, con enormi spese superiori alle nostre tasche, oppure cercare aiuto nei vari centri sociali presenti a Milano. Dopo varie "peripezie" abbiamo trovato un buco al cen-
DISCHI DI IMPORTAZIONE ALTA FEDELTÀ
MILANO-Via Vodice,5-T.401235
tro sociale Leoncavallo in zona Loreto, particolarmente distante dalla zona 19), un luogo dove trovarci e soddisfare i nostri bisogni musicali. Siccome in quartiere esistono altri gruppi con i nostri stessi problemi, (ma allora è un'epidemia!!) è giusto che le forze politiche creino dei centri di aggregazione per discutere, stare insieme e anche suonare.
D. So che avete fatto molti concerti nei luoghi più disparati: centri comunitari, discoteche, teatri. Quale opinione avete maturato rispetto alla cultura musicale giovanile d'oggi?
R. I ragazzi hanno molti interessi tra cui la musica, però non capiamo come mai molti di essi apprezzano la musica spinta dalle case discografiche, aiutate nella pubblicità dai mass - media, mentre rifiutano la musica "pulita" al di fuori di qualsiasi canale di commercializzazione.
D. Come mai si è verificata questa inversione di tendenza rispetto alla cultura nata col '68, che in un certo qual modo criticava l'uso monolitico dei mass - media?

R. Forse perchè i canali o i giornali di rottura che dovrebbero far opera di controinformazione attraversano un momento di crisi; quindi è inevitabile che i giovani ricorrano alla tradizionale RAI - TV o alle radio libere, che poi ai fini pratici risultano anch'esse legate a grossi interessi finanziari. Questi canali naturalmente, indirizzano chi li ascolta verso una musica in quanto musica d'evazione e non strumento di un messaggio culturale, ciò spiega in definitiva una difficoltà diffusa ad apprez- 4 zare la musica come valore artistico.
Mi ritengo soddisfatto del colloquio perchè costruttivo e vivace. Però, e chiedo scusa, mi sono dimenticato di chiedervi il nome del gruppo. Ad uno dei miei interlocutori brillano gli occhi dalla gioia, penso aspettasse questo momento dal principio dell'intervista; con tono forte e americaneggiante urla! "Playstars". Gli altri frequentatori del bar come svegliati da un sussulto ci osservano con ilarità. Poco importa, anche l'ultima domanda ha avuto risposta.
Enzo Manesmilano 19 - pag. 16
Appunti di ecologia e cultura botanica
Nella nostra zona, in estateautunno, se ne vedono molti. Girano per il parco di Trenno, sul Monte Stella, attorno al XXV Aprile, nei prati incolti e abbandonati.
Hanno in comune le scarpacce impermeabili o gli stivali e la borsa di plastica, il passo prudente, lo sguardo a terra. Fanno a chi arriva prima sui prati inzuppati di rugiada e vorrebbero essere invisibili, ma naturalmente non lo sono e così talvolta hanno la fortuna di esultare pensando: sono arrivato primo!
Altre volte vedono gli altri già al lavoro, e valutano con occhio esperto, dal rigonfiamento della sacchetta, com'è andata la raccolta quella mattina.
Sono i fungaioli, quelli appassionati ed esperti, che non temono la levataccia perchè sanno quanto siano squisiti i funghi di pianura, quelli di prato detti appunto prataioli e che la nostra zona ci fornisce abbondantemente e gratis.
Il prataiolo spontaneo ha un fratello gemello coltivato, perchè è uno dei pochi funghi che risponde positivamente alla coltivazione artificiale. Però, oltre al prezzo, c'è una bella differenza qualitativa tra una raccolta fatta di prima mattina, da consumarsi in giornata, e l'acquisto di funghi probabilmente colti da perecchi giorni e conservati in celle (rigor.
Il fungo è un prodotto naturale commestibile troppo delicato e deperibile perchè si possa passar sopra ad alcune norme prudenziali, quali l'assoluta certezza di raccolta recente e quindi la freschezza.
Nel caso del prataiolo, si tratta di un fungo innocuo, cioè non tossico e non velenoso, purchè non abbia raggiunto la maturazione. Deve essere giovane, e presentare le lamelle sottostanti al cappello di un color rosato molto delicato. Questo colore diventa poi rosa salmone durante la crescita del fungo, che a questo punto è ancora commestibile. Poi le lamelle diventano scure, di un colore bruno - amaranto, e allora il fungo diventa pericoloso, e può provocare dei dolori addominali e altri disturbi.
Alla sua maturazione perciò il fungo non va nemmeno raccolto, perchè lasciandolo nel terreno si favorisce la diffusione delle
FIOCCO ROSA
Il 31 marzo scorso è nata FEDERICA, accrescendo la zona 19 di un'altra abitante. Alla neonata, a sua madre ed al padre Marco Gironi, capogruppo democristiano del Consiglio di Zona 19, giungano gli auguri sinceri della redazione di Milano 19.
LAUREA
Giuliano Porta, redattore del nostro giornale, si è laureato lo scorso mese di aprile in ingegneria. Nel darne l'annuncio la redazione di Milano 19 esprime al neoingegnere le sue congratulazioni ed i suoi migliori auguri per il suo futuro professionale.
spore, che sono la semenza dei nuovi funghi, e portano il micelio nel terreno circostante.
I raccoglitori di funghi sanno questi particolari, che sono comuni a tutta la specie, e rispettano queste regole - base anche per garantirsi le stesse soddisfazioni di ricerca - raccoltaconsumo negli anni seguenti.
Purtroppo molti raccoglitori inesperti e superficiali, che niente sanno del problema che è ecologico e scientifico, colgono tutto, strappano il substrato, scavano il terreno e distruggono l'ambiente naturale che soltanto integro come ci viene offerto dalla natura stessa mantiene le caratteristiche ottimali per la crescita dei funghi, siano di prato di bosco di terra o di legno.
Una educazione più accurata, a partire da una età assai precoce, favorirebbe lo sviluppo di una cultura botanica e naturalistica agganciata ai problemi di protezione dell'ambiente, di conservazione di un patrimonio che è di tutti, anche di chi verrà dopo di no.
A questo discorso ne posso-
no seguire altri, quali la possibilità di approfondire la conoscenza riguardo a tutto il problema dell'equilibrio tra i valori vegetali e animali, i fenomeni di simbiosi, i rapporti tra natura e salute.
Anche partendo da un fatto semplice come la raccolta di un prodotto spontaneo quale il prataiolo, come abbiamo fatto all'inizio di questi appunti, è possibile risalire a una forma di approfondimento culturale e perfezionando il nostro atteggiamento nei riguardi del problema possiamo contribuire per un piccolo progresso collettivo.
Se questo argomento interessa i lettori si potrà nei prossimi articoli parlare diffusamente del fungo in questione, per identificarlo tra i simili pericolosi, del modo di cucinarlo e di conservarlo, nonchè degli altri funghi di pianura che possiamo raccogliere vicino a casa nostra, senza fare lunghi viaggi e offrendoci anzi delle igieniche passeggiate nelle nostre belle mattinate in città.
Bruna FusiCENTRO VETERINARIO S. SIRO
CLINICA PER PICCOLI E GRANDI ANIMALI
AMBULATORIO PER PICCOLI ANIMALI
medicina chirurgia radiologia analisi di laboratorio ricoveri
ORARIO
Mattino 10 - 12,30

Pomeriggio 15 - 19
INGRESSO DA VIA LAMPUGNANO 99
AMPIO PARGHEGGIO Tel. 45.25.290
NELLA NOSTRA ZONA
mbrosiana u t o s.r.l.
Concessionaria
Un moderno centro di vendita, magazzino ricambi e officina riparazioni, al vostro servizio.
l'intera gamma
FIESTA - ESCORT - CAPRI
TAUNUS - GRANADA - TRANSIT
PROVE - DIMOSTRAZIONI PRENOTAZIONI
sede: Via Varesina, 47 20156 Milano tel. 02/327.11.48
filiale: Via Gallarate, 281 20151 Milano tel. 02/30.92.367 - 30.85.089
VEICOLI D'OCCASIONE DI TUTTE LE MARCHE
boutique per bambini
Vi aspetta per i nuovi arrivi di primavera - estate
Milano - via Monte Bianco, 44 - tel. 469.72.30
dovete rinnovare la vostra casa??? INTERPELLATECI!