ittilliatto
Mensile di informazioni politica e cultura della Zona 19
Anno IX - N. 10 - Ottobre 1985
Milano dal fascismo
in Zona 19, ma senza alcun programma
Un franco tiratore nella neo formata maggioranza che ricalca il modello governativo
Habemus papam! Abbiamo il papa, o meglio il presidente del Consiglio di Zona 19, il socialista Gianpiero Chioccola eletto il 20 settembre con 19 voti dei gruppi del pentapartito (PSI, DC, PSDI, PRI e DC), che finalmente hanno raggiunto un accordo sul nome (ma soltanto sul nome, come vedremo più avanti) da votare, dopo lunghe trattative protrattesi per quattro mesi, durante i quali il Consiglio di Zona non ha potuto funzionare proprio per la mancanza di un presidente.
Rischiamo di regalare soldi alfi:sco
Impianti sportivi per miliardari
Iniziativa popolare batte burocrazia
Diciotto giorni di dibattiti al Monte Stella
Stop agli insegnanti comunali nelle scuole
I mestée de la Milan de semper
La seduta del 20 settembre (la prima valida dopo le elezioni del 12 e 13 maggio, dato che nelle precedenti era mancato il numero legale, pari a metà più uno dei consiglieri, vale a dire 17) convocata dal comunista Claudio Calerio nella sua qualità di consigliere anziano (ossia di consigliere che nelle elezioni del 12-13 maggio ha ottenuto il maggior numero di preferenze) ha visto la partecipazione di tutti i 32 consiglieri e si è aperta la convalida della loro elezione. Subito dopo si è passati all'elezione del presidente. Per il gruppo socialista il consigliere Brescia ha presentato la candidatura del suo compagno di partito Gianpiero Chioccola. Si è quindi aperta la discussione. Pnmo fra tutti ha preso la parola il consigliere Inglese, che dopo aver comunicato di non rappresentare più il PSDI essendo passato all'Unione Socialista Democratica, si è detto d'accordo con la proposta del PSI proponeva il suo candidato alla presidenza. La liberale Minore ha comunicato l'adesione del suo gruppo alla proposta socialista, subordinandola soltanto alla richiesta che le fosse garantita la formazione nel Consiglio di Zona di una maggioranza pentapartita. Il socialista Zaccaria le ha risposto assicurandole che il presidente proposto dal suo gruppo avrebbe avuto una maggioranza pentapartita, ma si è astenuto dal precisare su quale programma, limitandosi a dire che verifiche si sarebbero fatte più avanti "passo per passo". Coscelli ha replicato ricordando che la vecchia maggioranza (PCI, PSI, PSDI e PRI) era uscita rafforzata dalle elezioni del 12-13 maggio conquistando un consigliere in più, ciò dimostrava la chiara volontà degli elettori che tale maggioranza fosse riconfermata anche nella presente legislatura, ma di tale volontà non hanr.o tenuto alcun conto i partiti del pentapartito, che hanno deciso nelle segreterie cittadine come doveva essere il decentramento e come dovevano essere spartite le poltrone, arrivando a presentarsi in Consiglio di Zona, dopo quattro mesi dalle elezioni, senza alcun programma.
Per il gruppo comunista è intervenuto il consigliere Romano Chiovini che, dopo aver detto di comprendere benissimo il (segue in ultima)
Secondo il PCI Si è fatta violenza al decentramento
Preannunciata un'opposizione seria, precisa che non concederà alcun sconto
Nel corso del dibattito che ha preceduto, il 20 settembre, l'elezione del presidente del Consiglio di Zona 19, il consigliere comunista Chiovini ha presentato, a nome del suo gruppo, La dichiarazione di voto (unico documento scritto presentato da un partito dell'arco costituzionale) che qui riportiamo:
Il Centro Civico, ancora inagibile, del Gallaratese
"La violenza contro le autonomie locali, contro il decentramento è stata portata fino in fondo. Pentapartito al governo nazionale, alla Regione, alla Provincia, imposto a Palazzo Marino. E ora le segreterie cittadine dei partiti della maggioranza di governo lo hanno imposto anche nei Consigli di Zona. Diciassette presidenze al pentapartito. con altrettante ferree maggioranze, tre presidenze all'opposizione, al P.C.I., al primo (avendo avuto nelle elezioni del 12 maggio il maggior numero di voti, n.d.r.)partito della città, non si sa se per umiliarlo o per coinvolgerlo in pratiche spartitorie, o per tutte e due le cose insieme".
La Legge Regionale n. 31 del 20 aprile 1985 che stabilisce i criteri e le modalità di cessione degli alloggi di Edilizia Residenziale pubblica costruiti senza il contributo dello Stato è stata oggetto di critiche e riserve, anche in sede di stesura, da parte di forze politiche e sociali che hanno rilevato all'interno della stessa pesanti carenze.
Non è certo nelle intenzioni del Sunia "fare la guerra" o scoraggiare chi intende acquistare ma, anzi, fare proposte costruttive e organizzare gli interessati e soprattutto avanzare proposte che permettano di utilizzare al meglio i capitali ricavati.
A Milano gli alloggi costruiti senza il contributo dello Stato sono circa 30.000 e quindi tutti potenzialmente interessati alla vendita, ma di questi solo 10.000 saranno venduti privilegiando quegli stabili dove percentualmente la richiesta è maggiore. Tra qualche mese le proposte dello IACP dovrebbero arrivare.
La molla che ha dato il via a questa operazione è il pesante deficit di 190 miliardi dello IACP di Milano che pesa sul bilancio gesitonale 1985 con 27 miliardi di oneri finanziari e che impedisce quindi di assicurare agli assegnatari un servizio adeguato e corretto.
A ciò va aggiunta l'irrilevanza dell'adeguamento da parte del CIPE della quota di affitto da destinare alle manutenzioni che condanna i quartieri al degrado e aumenta ed esaspera le conflittualità sociali.
Non può però non essere denunciata la grave assenza del Governo e del Parlamento, da anni sollecitati, in materia di indirizzi per una riforma razionalizzatrice degli Enti gestori ed a ciò collegato un piano finanzia-
rio con intervento dello Stato per il ripianamento del deficit, e della stessa Regione che pur potendo operare dal 1979 in sostituzione di Governo e Parlamento in merito ad una riforma gestionale degli IACP ha brillato per la sua assenza.
Sono oggi più che mai evidenti le difficoltà di una grande e centralizzata Amministrazione come quella dello IACPM ad attuare un tempestivo controllo sull'uso del patrimonio, utilizzo degli alloggi vuoti, recupero di morosità ingiustificate, sanatoria delle occupazioni abusive come previsto dalla Legge Regionale 91-92 che comportano mancati introiti per decine di miliardi. La richiesta annosa delle OO.SS. di un reale decentramento risulta sempre più improrogabile.
Di fronte a questa situazione un piano di vendite per ripiana-
re i deficit e da qui recuperare innanzitutto le risorse derivate dalla gestione degli affitti per interventi di manutenzione e conservazione del patrimonio più consistenti, non può avvenire senza la certezza riguardo alla volontà di raggiungere biettivo, prioritario per il SUNIA, della riforma e del decentramento gestionale, nella tutela degli interessi legittimi degli assegnatari e della collettività. Il piano di vendita, dal momento che una gestione così centralizzata non può che produrre altri deficit, deve essere funzionale e contestuale all'avvio della riforma gestionale degli IACP fondata sul decentramento e sulla diffusione di forme di autogestione. Precise garanzie vanno attuate nei confronti di chi acquista assicurando un prezzo equo rispetto al valore (segue in ultima)
"Durante la Giunta di sinistra, nel 1980, nelle venti circoscrizioni vi erano quindici maggioranze diverse da quella a Palazzo Marino, con cinque presidenti appartenenti a partiti all'opposizione".
La scelta di omologare la maggioranza dei Consigli di Zona a quella di Palazzo Marino è, prosegue la dichiarazione di voto: "una scelta grave, che va contro l'ispirazione più profonda del decentramento amministrativo. Si cerca in questo modo di fare arretrare, di svilire esperienze di lavoro unitarie, programmi ed iniziative che avevano arricchito la vita politica, sociale e culturale della nostra città, della nostra zona; che hanno fatto inoltre maturare, anche a livello di decentramento, un patrimonio autonomistico, di cui noi comunisti siamo stati parte essenziale e decisiva".
"Tutto ciò viene messo in discussione dalla volontà di colpire prima di tutto le intese unitarie che si erano raggiunte in va(segue in ultima)
Non è tempo di furbizie
Alla sospensione sovietica degli esperimenti nucleari, l'America di Reagan ha risposto con un atto preoccupante: la esperimentazione nel cosmo di un'arma antisatellite. La notte del 13 settembre, infatti un aereo Fl 2 levatosi in quota a 12 mila metri da terra ha lanciato un piccolo razzo a due stadi, la cui testata inerte (senza carica esplosiva) ha centrato e distrutto un satellite-cavia in orbita a seicento chilometri di altezza.
L'esperimento, realizzato ad appena due mesi dal previsto vertice Reagan-Gorbaciov, ha suscitato non poche polemiche anche negli Stati Uniti, dove 98 parlamentari avevano chiesto di rinunciarvi, considerandolo una "nuova e pericolosa spinta alla competizione militare", e preoccupazioni nel mondo scientifico, mentre i 'falchi" hanno espresso soddi-
stazione ed il capo del Pentagono Weinherger si è detto 'felicissimo per il risultato ottenuto".
Ora si attende la contromossa di Mosca, che aveva precedentemente dichiarato che se gli Usa avessero effettuato tale esperimento si sarebbe ritenuta libera di riprendere anche il suo programma. Ma attendere non basta. Se si vuole che le speranze di distenzione si tramutino in realtà e non restino vaga chimera è necessario muoversi, agire concretamente. Non è tempo di furbizie, del dire e non dire, del fingere un dissenso e garantire un consenso. L'Italia deve pronunciarsi nettamente contro una nuova corsa al riarmo e contro la militarizzazione dello spazio.
Altri paesi e governi atlantici si sono già pronunciati in tal senso. Perché non può farlo anche l'Italia?
a piazza Fontana A t' \OkiT r,1 k r, Fik(l5P\
UNIPOL ASSICURAZIONI Agente Generale GINO M AZZOLA Via Oeoppo.13 Tel. 02/40.80.980
L. 600
Eletto il presidente dopo quattro mesi di attesa Pentapartito
Gli interessi degli assegnatari vanno tutelati L'IACP vende 10.000 alloggi per risanare il suo bilancio
Gli orti come... verde di quartiere
Per una nostra valutazione sociale e per evitare di essere accusati di corporativismo, riteniamo utile chiarire le nostre legittime richieste in merito alla continuità dell'utilizzo degli orti che noi intendiamo considerare come verde di quartiere, non devono essere da nessuno interpretati come iniziative concorrenziali o come forme di ostacolo per altre iniziative di singole cooperative per costruire case o box anche se noi siamo del parere che occorrono posti macchina e non box sotteranei ai quali possono accedere solamente in pochi per il loro elevato costo che non trova nessuna giustificazione in quartieri come il nostro.
Riteniamo che al Quartiere S. Leonardo G.2 formato da anziani, pensionati e disoccupativenga mantenuto il verde che ci siamo conquistati con anni di lotte passatee che è sempre stato vanto e orgolio di tutte le civiche amministrazioni milanesi passate e presenti, e che questo verde ci consente salute ed ossigeno per tutti noi abitanti del quartiere, un quartiere dimenticato e abbandonato dove tasse e affitti si pagano regolarmente come in tutti gli altri quartieri o zone della città (basti vedere il degrado a cui stanno andando incontro le case in cui abitiamo) inoltre il S. Leonardo si trova a dovere fare i conti ecologici con I vicina raffineria di Pero ed è con questi obbiettivi e con gli stessi diritti di tutti i 'cittadiniche ci rifiutiamo di essere espropriati del verde che ci è rimasto in quartiere.
Pertantonoi "occupanti" degli orti di via Appennini e di via Torrazza riuniti in assemblea il giorno 28 giugno 1985 presso la sede del Circolo A.R.C.I. di via Appennini 165 decidiamo di chiedere al Comune di Milano una proroga per l'abbandono degli orti fino al termine del raccolto di stagione tenendo in dovuta considerazione le spese affrontate per la semina. Tra l'altro si fa presente che vi sono oltre 150 alberi di frutta; di chiedere al Comune di Milano che individui una consistente area di terreno comunale al Quartiere S. Leonardo G.2. da
destinare a orti come verde di quartiere regolamentato e gestito come occupazione del tempo libero da anziani, pensionati, disoccupati e amatori del verde pulito, le eventuali assegnazioni future si faranno con la priorità a chi già "occupava" a vario titolo gli orti, anche perché non occorre dimenticare che le attuali persone che hanno in gestione gli orti nel corso di questi anni hanno messo a posto verde e orti che prima erano solo rifiuti; diamo la nostra disponibilità, qualora si creassero delle condizioni favorevoli, a pagare un affitto convenzionale da concordare con il Comune di Milano o con il consiglio di zona; accettiamo di rispettare le norme igieniche vigenti in materia e ci impegniamo aconcordare una recinzione omogenea per tutti gli orti che ci saranno dati in gestione; chiediamo al Comune di Milano di farsi carico dell'installazione per l'impianto idrico e le spese connesse sono da ridistribuire in parti uguali.
Infine alle forze politiche alle quali compete di raccogliere le nostre proposte formulate in questo documento chiediamo una risposta precisa e tempestiva sia in merito ai futuri progetti sull'area di via Appennini e Torrazza sia alle attuali esigenze immediate; diversamente qualora non ricevessimo una risposta che venga incontro alle richieste di cui sopra, vi comunichiamo fin da ora che ci riteniamo liberi di intraprendere ogni forma di lotta con il consenso degli interessati contro ogni speculazione in contrasto con tali proposte.
Allegate alla presente le firme delle persone che attualmente hanno gli orti e i terreni.
II Comitato promotore Orti e Verde pulito
P.S.: copia di questa lettera è stata inviata al Sindaco del Comune di Milano, all'Assessore al Demanio del Comune di Milano, ai gruppi consiliari del Partito Comunista Italiano, del Partito Socialista Italiano, della Democrazia Cristiana, di Democrazia Proletaria e Gruppo Verdi ed Ecologici, nonché al Presidente del Consiglio di Zona 19.
... o dobbiamo pensare che... San Siro? Mai stato
guardia della qualità della vita.
Quale Presidente dell'Associazione Gruppo Verde San Siro (Legalmente costituita per tutelare la qualità della vita nella Zona 19) richiamo l'attenzione dell'Amministrazione Comunale sulla grave situazione di disagio che gli abitanti del QT8 sono costretti a subire per un periodo di ben 18 giorni a causa dello svolgersi dell'annuale festival dell'Unità. Questa situazione che si ripete da cinque anni e non ha mai trovato nel Comune la ben che minima attenzione, sta raggiungendo questa volta il limite di guardia per quanto riguarda la sopportazione degli abitanti. Preciso subito che la presa di posizione dell'Associaizone non ha nessuna colorazione politica essendo la stessa nata come organismo apartitico con il solo scopo di rendere "abitabile" la zona 19, una delle zone certa-
Roba da... Primo mondo
Signor direttore, ho notato che con una certa frequenza i giornalisti italiani preferiscono trasferire certe deficienze strutturali della società del loro paese sul conto di altre società, usando, come formula esorcizzante, l'espressione "roba da Terzo mondo" per indicare deficienze amministrative, strade sporche, emarginazione delle persone ed altri fenomeni propri del "Primo mondo", se è vero che l'Italia appartiene ad esso. Vorrei ricordare che nei Paesi del Terzo Mondo arrivarono a milioni gli emigranti italiani e trovarono asilo, comprensione e modi per vincere quella fame e quella miseria che li avevano costretti ad abbandonare la loro terra dominata da regimi di ingiustizia e di barbarie semifeudale. E vorrei sperare che d'ora in avanti i giornalisti italiani imparassero a soppesare con maggiore serietà il valore ed il significato delle parole e delle espressioni che usano.
Luis Angulo Caceres
ARREDAMENTI D'INTERNI
PERMUTA MOBILI USATI
VENDITA A RATE
SENZA CAMBIALI
NOSTRO ARCHITETTO A VOSTRA DISPOSIZIONE
VIA NOVARA 34
angolo piazza Amati 3 interno
TELEF. 40.80.277
mente più caotiche di Milano stante gli impianti sportivi permanenti di interesse cittadino che vi dimorano, il Teatro Tenda e la Fiera Campionaria. Il Festival di cui sopra, copre tutta l'area del Monte Stella e prevede manifestazioni anche al Teatro Tenda, inoltre rispetto ad analoghe manifestazioni che erano dislocate solo sul retro della Montagnetta, ha una durata veramente spropositata: quasi venti giorni! Gli abitanti del QT8, con particolare riferimento alla Via Pergi ne, alla Via Cimabue, alla Via Isernia, alla Via Salmoiraghi, lamentano il frastuono assordante degli altoparlanti fino a tarda ora, il blocco delle strade di accesso al Quartiere che sono già problematiche, i parcheggi selvaggi: sui passi carrai, sulle aiuole, sui marciapiedi insomma tutto il quartiere pare in stato d'assedio. Segnalo particolarmente la situazione allucinante del Viale De Gasperi (strada a scorrimento veloce che porta alle autostrade) dove si sono trovati parcheggi persino tra le due carreggiate di marcia creando ingorghi e situazioni di grande pericolosità. Negli anni passati sono state presentate petizioni con migliaia di firme per protestare contro questo "abuso", ma veniva risposto che si doveva rispettare un contratto della durata di cinque anni stipulato con gli organizzatori, ebbene i cinque anni sono trascorsi, si chiede ora che almeno si tenga conto della regola dell'alternanza e si scelga quindi un'altra area.
Vorrei affrontare ora il problema della tutela del verde pubblico; da molto tempo era stata avanzata dai cittadini della zona una proposta molto interessante: la creazione sul Monte Stella di un Orto Botanico di importanza cittadina, erano state fatte ricerche sulla flora esistente e si erano stampati manifesti ecologici presenti ancora in molte scuole della zona.
L'Associazione che rappresento desidera ora farsi interprete di questo progetto presso il neo Assessore all'Ecologia rifacendosi al Decreto Galasso (ora legge), confida che l'Assessore Banfi condivida l'importanza della tutela dei suoli nella salva-
Il Gruppo Verde San Siro chiede pertanto ufficialmente all'Amministrazione comunale quanto segue:
la destinazione dell'Area Monte Stella a Orto Botanico di interesse cittadino.
la revoca di qualsiasi concessione di uso del Monte Stella per manifestazioni che non abbiano carattere ecologico per fronteggiare invece i gravi disagiimmediati degli abitanti del QT8 si chiede urgentemente quanto
segue:
limitazione di accesso con auto all'interno del quartiere dalle ore 19 alle ore 24 con ovvia esclusione dei residenti che saranno muniti di contrassegno (per i visitatori del Festival esistono ben due fermate del Metrò linea 1 e un ampio parcheggio a Lampugnano). aumento delle pattuglie di vigili urbani muniti di carri per rimozione auto in sosta vietata rilevazioni fonometriche dell'inquinamento acustico e applicazione di sanzioni relative ai trasgressori delle norme vigenti. Sperando di non dover ricorrere alla denuncia per omissione di atti d'ufficio per la mancata applicazione di sanzioni previste per l'inquinamento acustico (art.
101 del Codice di Polizia Urbana) e per i parcheggi abusivi, art. 84 del Codice Civile, attendo un Vostro riscontro, che mi auguro il più rapido possibile e rimango a Vostra disposizione per ogni eventuale chiarimento.
Giuliana Filippazzi
Al di là del fatto che ci risulta che la Vigilanza Urbana ha multato le auto in sosta vietata, ci meraviglia che il Gruppo Verde di San Siro (apartitico come si affretta a dichiarare la sua presidente) non abbia reclamato per altre manifestazioni, quali l'Happening di Comunione e Liberazione o la Festa dell'Avanti, tenutesi quest'anno sempre al Monte Stella.
O dobbiamo pensare che ciò che infastidisce la signora Filippazzi è il fatto che alla Festa de l'Unità è andata più gente di quanta ne è andata all'happening (ma perché questo termine inglese?) di Comunione e Liberazione ed alla Festa dell'Avanti?
Inue 111110411114Méglei
OFFERTISSIMA 85
Un locale tappezzato in opera
Tappezzeria carta lavabile L.
Tappezzeria vinilica L.
Tappezzeria tessuto murale L.
Moquettes 4x5 in opera L. Parquet finito in opera vetrificatoL.
Qualche giorno fa mi arriva a casa l'avviso, con tanto di modulo di versamento, di una multa per posteggio in zona vietata del Comune di Milano. A parte l'arrabbiatura consueta che prende anche i più colpevoli in questi casi, mi sembra proprio di non essere mai andato ultimamente nella via nella quale i vigili urbani milanesi mi accusano di aver posteggiato abusivamente. Posso sbagliare, naturalmente, ma proprio la memoria non mi aiuta. San Siro è una parte di Milano che non visito da tempo, soprattutto nei giorni in cui il verbale del "ghisa" mi dà come parcheggiatore abusivo su un marciapiede.
Per controllare ci sarebbe un metodo semplice, penso ingenuo. Sicuramente sul "verbalino" accluso al modulo di versamento ci sarà la targa della mia auto e il tipo dì vettura, magari persino il colore. Invece no. Nel verbalino che arriva a casa c'è solo la targa colpevole e la segnalazione che si tratta di una "autovettura". Senza maggiori specificazioni. Potrebbe essere la mia o una Mercedes viola. Gli amici bene informati assicurano che andando al Comando dei Vigili Urbani e chiedendo di vedere l'originale si trovano tutte le indicazioni.
Ma, appunto, bisogna andare al Comando dei Vigili, perdere una mattina di lavoro, fare magari qualche codina. E poi forse essere guardato con ironia da chi pensa: "sperava di fregarci, eh".
Non sarebbe più semplice mettere tutti i dati nel verbali no senza costringere il multato a perdere ore e ore o, come ho fatto io, a pagare comunque la multa?
G.O.
milano19
Direttore: Gianpiero Pagetti
Direttore Responsabile: Libero Traversa
Redazione: Leonardo Clema - Giulio Fantuzzi - Bruna Fusi - Enrico Periti() - Franco Tosi - Angelo Tremolada - Luciano Zagato.
Grafici Vito Fera.
Amministrazione: Maria Magatti Poggi
Pubblicità: Sergio Schininà
Editrice Milano 19 Soc. coop. a.r.l.
Cod. Fisc. 05852820157
Direzione - redazione - ammini-
strazione: Via Appennini 101, B MILANO - tel. 3539458 Registrato al Tribunale di Milano ai n. 388 dall'I / l l / 1978
350.000 Ioc.
400.000 Ioc.
450.000 Ioc.
350.000 Ioc.
600.000 Ioc. (3x4)
In omaggio tinteggiatura soffitto e astine
Stampa: Coop. Il Guado - Corbetta (MI)Via Pablo Picasso - Tel. (02) 9794461-2
Prezzo per una copia L 600 abbonamenti annui.
ordinario L. 6.000
Sostenitore L. 10.000
Speciale L 20.000
La collaborazione è aperta a chiunque. Lettere e manoscritti non firmati verrano cestinati.
Tutti i diritti di proprietà artistica e letteraria sono riservati. La riproduzione anche parziale di scritti, fotografie e disegni senza preventiva autorizzazione, è assolutamente vietata.
VIA NOVARA 31 - MILANO
La redazione è aperta iI mercoledì dalle ore 211
milano 19 - pagina 2 O zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA O o o ettere
APPROFITTATE
milano
ottobre 1985
19
scoppia
un altro
Per un pelo quarantotto OfitT
I lavoratori protestano per l'attentato a Togliatti, ma evitano il rischio di una guerra civile non raccogliendo le provocazioni
di
Gian Piero Pagetti
Nella notte del 25 settembre 1947 un gruppo di neofascisti collocò e fece esplodere una bomba carica di 5 chilogrammi di tritolo all'ingresso della sede della federazione milanese del Partito Comunista Italiano, che allora era a Porta Garibaldi, di fianco al cinema Smeraldo, all'angolo tra i Bastioni di Porta Nuova e via Milazzo. I danni furono ingenti e se non ci furono vittime fu soltanto un caso.
La mobilitazione delle masse fu immediata: quando il 12 novembre di quello stesso 1947 ebbe luogo un secondo attentato dinamitardo alla stessa federazione del PCI, cortei di operai occuparono le sedi del MSI e dell'Uomo Qualunque, trovandovi quasi sempre manganelli e "pugni di ferro".
In quel novembre "caldo" le manifestazioni antifasciste si saldarono alle lotte operaie e contadine in corso, alle agitazioni contro i licenziamenti e contro gli smantellamenti delle industrie, agli scioperi dei braccianti.
E il 23 novembre a Milano il congresso dei Consigli di gestione (gli organismi di lavoratori istituiti il 25 aprile 1945 con decreto del CLNAI e sempre osteggiati dai padroni), al quale intervennero circa settemila delegati, formulò una stimolante alternativa alla politica economica del governo facendo "voti perché tutte le forze ed i movimenti democratici si affianchino in un grande fronte del lavoro, della pace, de lla libertà, per un profondo rinnovamento strutturale della società italiana, che sottragga l'economia nazionale al dispotico arbitrio ed al sabotaggio dei gruppi capitalistici e monopolistici dominanti e la salvi dal marasma e dalla catastrofe".
"Non a caso — venne scritto, mozione conclusiva, con un esplicito richiamo alla Resistenza i promotori della convocazione del congresso sono stati il compagno Longo, comandante delle Brigate Garibaldi, e il compagno socialista Morandi, presidente del CLNAI; questo vuol significare che la lotta per i Consigli di gestione diventa ormai una lotta di liberazione dall'oppressione dei gruppi monopolistici che dovrà essere condotta con lo stesso spirito con cui l'altra lotta di liberazione portò appunto alla nascita dei Consigli di gestione".
La risposta del governo non si fece attendere. Il 25 novembre il prefetto di Milano, avvocato Ettore Troilo, ex comandante della famosa brigata partigiana "Majella", venne sostituito da un funzionario di carriera. Contro tale decisione insorse tutta la Lombardia: centosettanta sindaci si dimisero per protesta, i muri di Milano vennero coperti da manifesti contro il ministro degli interni, il democristiano Mario Scelba, che si stava dando da fare per ristrutturare in funzione antioperaia la polizia espellendone tutti gli ex partigiani, e il 27 novembre uno sciopero generale di protesta paralizzò tutta la città. Da Roma Scelba tentò di mettersi tele-
fonicamente in contatto con i suoi funzionari della Prefettura milanese, ma ebbe la sorpresa, forse a lui non gradita, di sentir rispondere dall'altra parte del telefono il comunista Giancarlo
Pajetta entrato in Prefettura con le squadre di partigiani che avevano occupato l'edificio.
E le manifestazioni milanesi di malcontento ottennero qualche risultato, sia pur secondario. 11 3 dicembre il governo si vide costretto ad emanare la "legge per la repressione delle attività neofasciste" ed il 15 dicembre Alcide De Gasperi dovette metter fine all'impopolare esperimento di governo monocolore ed effettuare un rimpasto ministeriale che tolse il monopolio del potere ai ministri democristiani, con l'immissione nel gabinetto di repubblicani e socialdemocratici. "L'è pocch — commentarono a Milano ma l'è semper meij che nient".
A.A.A. Acquistansi certificati elettorali
Il primo gennaio 1948 entrò in vigore la Costituzione Repubblicana. Quattro giorni dopo a Milano il Partito Comunista apri il suo sesto congresso, che si concluse il 10 gennaio approvando l'adesione al Fronte Democratico Popolare (costituito per iniziativa dello stesso Partito Comunista e del Partito Socialista) ed eleggendo il comandante delle Brigate Garibaldi, Luigi Longo, a vice segretario del partito.
11 14 gennaio nella solita trattoria di via Bagutta venne assegnato l'omonimo premio letterario a Pier Antonio Quarantotto Gambini per l'opera "L'onda dell'incrociatore" e ci fu chi commentò: "L'è l'ann di quatantott", alludendo chiaramente sia all'annata in corso, sia al primo cognome dello scrittore.
Il 29 gennaio Meneghino e la Cecca tornarono in carrozza, dopo la lunga assenza bellica, alla "fiera" (allora non si usava ancora chiamarla "luna park") di Porta Genova per l'apertura del Carnevale ambrosiano. E fra la folla acclamante i più esultanti erano i fumatori, che proprio in quei giorni appresero che dal primo febbraio sarebbe stata tolta la tessera sui tabacchi, che quindi tornavano in libera vendita, sia pure a prezzo aumentato a quello della... "borsa nera". La lunga astinenza del tempo di guerra fece però desistere i fumatori milanesi da qualsiasi forma di protesta contro l'aumento e tanto più da uno "sciopero del fumo" sul tipo di quello attuato, per lo stesso motivo, dai loro predecessori giusto cent'anni prima, alla vigilia di quelle "cinque giornate", di cui nel marzo di quel 1948 venne solennemente celebrato il centenario. E per l'occasione Milano venne decorata di Medaglia d'Oro per la Resistenza, ma lo spirito unitario della Resistenza era però già stato mandato a "farsi friggere" dalla Democrazia Cristiana e dai suoi alleati di governo, che, seguendo gli ordini ricevuti da Wa-
shington, cercavano con ogni mezzo di estromettere i partiti della sinistra della vita politica italiana.
Si era in piena campagna per l'elezione del primo Parlamento repubblicano. A Milano i muri erano tappezzati di manifesti. Vennero segnalati casi di individui che si offrivano di acquistare certificati elettorali a prezzi da "borsa nera" odi falsi incaricati del Comune, che si recavano in casa degli elettori asserendo di dover ritirare i certificati già distribuiti perché, a sentir loro, vi si dovevano apportare delle rettifiche. E il 18 aprile 1949 il 99 per cento degli italiani iscritti nelle liste elettorali depose il suo voto nelle urne. Una percentuale altissima che, sommata al singolare calo delle schede nulle, fece pensare a qualche broglio. Vinse la Democrazia Cristiana, che su scala nazionale ottenne 12.751.841 voti (pari al 48,48%), seguita dal Fronte Democratico Popolare con 8.025.990 voti (31,03%), da socialdemocratici (7,09%), Blocco Nazionale delle destre (3,87%), Partito Repubblicano (2,49%), missini (2,01%). A Milano le cose andarono un po' diversamente: Democrazia Cristiana 43,50% di voti, Fronte Democratico Popolare 34,20%, socialdemocratici 15,30%, Blocco nazionale circa il 2%, repubblicani 1,8% e missini 1'1,70%.
...e c'è chi dà il merito a Bartali
Dopo le elezioni i padroni rialzarono la cresta. La Breda cominciò a pretendere di disfarsi di 2.200 lavoratori. Altre fabbriche minacciarono chiusure e licenziamenti. Il 2 giugno nelle panetterie milanesi ricomparve, dopo anni di assenza, il pane bianco, senza tessera, ma a 220 lire al chilo. "Robba per sciori", fu il commento di quanti, la stragrande maggioranza, non potevano permettersi una simile spesa. Per le strade cominciarono a circolare le prime Lambrette, i piccoli motorscooters costruiti a Milano, nel suo stabilimento di Lambrate, da un fabbricante di tubi per l'edilizia, Ferdinando Innocenti, per offrire, in concorrenza con la Vespa fabbricata dagli industriali liguri Piaggio, un mezzo di trasporto che non era ancora l'automobile, ma che diede ai pochi fortunati che a quei tempi riuscirono ad averne una, una sensazione di "promozione" sociale... e costrinse gli "spicciolisti" (ladri di biciclette) a sottoporsi ad un rapido corso di aggiornamento.
Al Teatro Odeon la compagnia Melato-Carnabucci presentò "Valeria", una novità in tre atti di Eddy Ghilain, al Puccini Lucy D'Albert e Pietro De Vico si esibivano nella rivista "Quando spunta la luna in Italy", all'Arena Teatro Piave era in corso il Festival dell'Oper retta e nei cinema cittadini si potevano vedere film come "Il vampiro dell'isola" con Boris Karloff, "Le bianche scogliere di Dover" con Irene Dunne, A-
lan Marshal e Frank Morgan, o "Stella di Middleton" con Rita Hayworth, l'"atomica". La polizia milanese scoprì un traffico di circa 200 quintali di tritolo, destinato, si disse, agli israeliani in Palestina. A Roma, alla Camera, era in corso un dibattito di politica estera. La maggioranza lasciò chiaramente intendere di essere disponibile per una politica di asservimento agli Stati Uniti. Contro tale disponibilità il IO luglio il segretario del Partito Comunista, Palmiro Togliatti, rivendicò al popolo italiano il diritto di battersi per la pace, per l'indipendenza e per l'avvenire dell'Italia. Tre giorni dopo il quotidiano socialdemocratico "Umanità" scrisse, per la penna del suo direttore Carlo Andreoni, che per tali suoi propositi Togliatti ed i suoi compagni avrebbero dovuto essere "inchiodati" al muro, e inchiodati"non metaforicamente", sottolineò. E il 14 luglio, alle 11,40, all'uscita dal Parlamento, uno studente catanese, Antonio Pallotta, tentò di "inchiodare non metaforicamente" il dirigente comunista sparandogli a bruciapelo quattro colpi di pistola, uno dei quali raggiunse Togliatti alla nuca riducendolo in fin di vita. La notizia dell'attentato si sparse in un baleno. Tutta Italia si fermò di botto. La CGIL proclamò uno sciopero generale che in pratica non fece altro che rettificare uno stato di fatto già in atto. A Milano venne indetta una grande manifestazione di protesta per le cinque di sera in piazza del Duomo, verso cui sin dal primo pomeriggio cominciarono ad affluire interminabili cortei di uomini, donne, giovani, anziani, operai, impiegati, intellettuali. Ci furono cariche della polizia. I poliziotti che presidiavano due fabbriche in lotta, la Moria e la Bezzi, vennero disarmati. Qualcuno cominciò a temere il peggio."Chi chi insci el s'cioppa on alter quarantott", disse riferendosi a quel 1848 rimasto nella fraseologia meneghina come sinonimo di disordine. Ma il "quarantotto" non ci fu. La direzione del Partito Comunista richiamò alla vigilanza, all'ordine, a non rispondere alle provocazioni per difendere la democrazia e scongiurare la guerra civile.
Poi le prime notizie confortevoli: Togliatti, prontamente sottoposto alle cure dei professori Valdoni e Frugoni, poteva farcela, poteva cavarsela. La notte del 15 luglio la CGIL impartì l'ordine di ritornare al lavoro ed il 16 luglio uomini, donne, giovani, anziani, operai, impiegati, intellettuali tornarono alle loro case, alle loro fabbriche, ai loro uffici, ai loro studi: la guerra civile era scongiurata... e ci fu chi tentò di attribuirne il merito a Gino Banali, vincitore il giorno dopo al Tour de France.
E tanto per gradire eccovi lo scandalo Passata la paura scattò la
reazione. Una reazione violenta, proditoria, mirata, puntata sulle fabbriche, sui lavoratori, sui sindacati secondo le direttive del ministro degli Interni Mario Scelba. E gli "scelbini" (come, dal nome del ministro, venivano in quei tempi chiamati i poliziotti) irruppero nelle fabbriche alla ricerca di armi con tanto zelo che riuscirono a trovarne anche dove non ce ne erano, attribuendone la proprietà ai lavoratori "sediziosi" (come si compiaceva di riferire certa stampa) anche quando la proprietà era di altri. Fu il caso della Breda, dove la polizia piombò nottetempo e recuperò veramente armi, munizioni ed esplosivi... che poi risultarono di proprietà della società, che li aveva regolarmente denunciati e immagazzinati. Alla Falck, invece, gli scelbini rivennero come riferì il "Corriere Lombardo", "ingenti quantità" (in realtà soltanto otto) di "bottiglie Molotov". Una di esse venne portata alla caserma della polizia di piazza Sant'Ambrogio ed opportunamente interrata nel cortile per provarne l'efficacia. Un maggiore della Polizia, un certo Arista quant'altri mai lodato dal suddetto "Corriere Lombardo", si mise a dirigere le operazioni dall'alto, circondato dai giornalisti appositamente convocati per l'occasione. In cortile i poliziotti si stesero bocconi a terra, con occhi, orecchi e naso tappati. "Fuoco!",tuonò il maggiore. Silenzio! "Fuoco, perdio!", rituonò il maggiore. Risilenzio! Poi un audace alzò la testa, apri gli occhi, guardò... e vide che dalla bottiglia scaturiva una fiammella più simile ad un lumino da morti, che alla vampata di un'esplosione. Ma quella fiammella per il "Corriere Lombardo" continuò ad essere il deflagrante boato di una bomba... e a cinque operai della Falck costò un anno di carcere preventivo, prima che i giudici riconoscessero la loro lapalissiana innocenza.
Arrivò agosto. I pochi che poterono permetterselo se ne andarono in vacanza al mare, ai monti, al lago. Tutti gli altri a casa, a Milano, alla ricerca di un po' di frescura lungo i navigli o le rogge, all'Idroscalo, al Porto di Mare (fuori Porta Romana) su una panchina del parco o dei giardni, o magari a continuare l'inutile ricerca di un introvabile posto di lavoro.
Il 17 agosto venne posto in vendita il pane "condito", sempre nero, ma in forme da 50-60 grammi, senza tessera e... a 180 lire al chilo. Per chi non poteva permetterselo restava sempre il pane "comune", più nero, scondito, in forme da 150 grammi, con tessera, a 105 lire al chilo. Venne l'autunno. Qualcuno rispolverò l'annosa questione della Metropolitana, la cui costruzione, disse, era ormai indilazionabile. Ma per il momento ci si dovette accontentare dell'inaugurazione, il 28 novembre, della nuova copertura della Galleria, mentre ferveva la polemica sul ritardato risanamen-
to (che voleva poi dire demolizione) del Bottonuto, un centralissimo (sorgeva tra piazza Diaz. via Larga, piazza Missori) groviglio di case sordide e spesso malfamate, palcoscenico di un "nost Milan" popolato di povera gente, ma anche da personaggi ambigui, lenoni e teppisti, noto a quei tempi soprattutto per le sue case di tolleranza di infimo ordine (la saletta di una di esse era chiamata, a causa delle sue squallide panche di legno, "el vagon de terza class") dominato da una casa-torre, ultimo rimasuglio di un'antica pusterla, le cui origini venivano fatte risalre ai tempi dell'imperatore Massimiliano (3" secolo dopo Cristo) e dal cui nome. "Butinugo", sarebbe derivato il nome del quartiere, che altri facevano invece discendere dal nome di un capitano tedesco, un certo Botnuk, che ai tempi dell'assedio della città da parte del Barbarossa (1158) non sarebbe riuscito a sfondare la pusterla. Ma ciò che non era riuscito al capitano Botnuk, riuscì al piccone "risanatore", che finì col travolgere anche la vecchia chiesa di S. Giovanni in Conca, di cui non rimase che un mozzicone sbrecciato a far da spartitraffico in piazza Missori all'imbocco di via Albricci. E andò ancora bene che i Valdesi, ultimi inquilini di S. Giovanni in Conca, ne salvarono la facciata smontandola e rimontandola davanti alla loro nuova chiesa in via Francesco Sforza. Scoppiò lo scandalo Brusadelli, un industriale milanese che, si disse, aveva evaso le tasse per un centinaio di milioni di quei tempi (ma quanti altri prima e dopo di lui riuscirono a farla franca) e nel vociare di quello scandalo finì quel 1948, nel cui frastuono era passata in sordina la notizia della morte di un illustre meneghino: Enrico Bertini (figlio del pittore Giuseppe), musicista e compositore, che durante la prima guerra mondiale aveva pubblicato un primo volume di poesie dialettali,. "Meneghin aj sò bagaj minga imboscaa", per "divertii on poo, car soldarasc...",al quale ne aveva fatti seguire altri come "...e giò sii vers..." o "EI signor di poeritt".
(35 - Continua - Le puntate precedenti sono state pubblicate a partire dal numero di settembre 1982).
Nella foto in alto accanto al titolo: luglio 1948, operai manifestano in piazza del Duomo per l'attentato a Togliatti.
I lettori che fossero interessati alle puntate precedenti possono richiederle alla redazione di Milano 19 che provvederà al recapito delle copie arretrate (sino ad esaurimento) al prezzo normale di L. 600 a copia.
milano 19 - pagina 3 ottobre 1985 MILANO DAL FASCISMO A PIAZZA FONTANA
VE RNO
DELLA SEI iri M K R‘ERE #9r0
non
/50C UNCLi Of FE( N5tinf Dei D o i A r; ciaERE EASC
Contengono, in quantità variabile, mercurio
Le vecchie pile e la salite degli uomini e degli animali
Quando si parla di inquinamento bisogna tener presente che non c'è peggior degrado o contaminazione di quello che non si vede, impalpabile, che col tempo fa sentire le sue conseguenze
Accanto alla raccolta differenziata del vetro e, parzialmente, della carta, ormai comune nelle nostre città, ci pare interessante portare all'attenzione dei lettori, altri tipi di raccolta che apparentemente non desterebbero alcun interesse, ma se presi uno per uno e, perché no, approfonditi, danno idea dell'importanza delle raccolte differenziate. In particolare ci riferiamo, in questo articolo, alle pile, comunemente usate nelle nostre case per gli impieghi più svariati, dalle calcolatrici alle radio, agli orologi. Ma cosa fanno di male — viene spontaneo pensare — le tanto "innocue" pile?
Non è forse meglio parlare di rifiuti industriali e del loro smaltimento, di fiumi morenti ricoperti di schiume, di boschi agonizzanti a causa delle piogge acide? Una cosa è bene tenere presente quando si parla di inquinamento ed è che non c'è peggior degrado o contaminazione di quello che non si vede, impalpabile, che col tempo fa sentire le sue conseguenze e le
pile, o meglio i loro componenti, contribuiscono a questo. Prendiamo spunto da quello che succede dalla primavera scorsa a Reggio Emilia, dove Comune e WWF, mettendo l'uno i mezzi tecnici, l'altro le conoscenze scientifiche raccolte da analoghe esperienze in Europa, hanno iniziato una raccolta differenziata delle pile, e che per il momento non è stata seguita da altre Città. Si parlava prima dei componenti delle pile. Infatti, sebbene distinte in diversi tipi, come Carbone-Zinco o Ossido d'Argento, tutte le pile in commercio contengono una quantità variabile di Mercurio (Hg) che va dal 0,01% per alcuni tipi fino al 33% per le pile al Hg, dove queste ultime rappresentano una fetta di mercato ancora limitato ma in rapida espansione, essendo usate per gli orologi al quarzo, macchine fotografiche, calcolatrici. Ed è appunto il Mercurio, un noto metallo pesante, pericoloso per l'uomo e gli animali, con Specificità d'azione sul cervello e i
centri nervosi, che ha destato l'attenzione e l'allarme dei promotori dell'iniziativa nella città Emiliana. Chiaramente, come tutti i rifiuti, la loro ultima destinazione era l'inceneritore, ma malgrado l'utilizzo di tecnologie che portano ad una depurazione e all'abbattimento delle sostanze nocive nei fumi di scarico, una quantità minima si depositava nei terreni circostanti e pur essendo al disotto della soglia di pericolosità, era da tenere in considerazione per i possibili fenomeni di accumulo e per la proprietà del Mercurio di trasformarsi in composto volatile sotto l'azione di microrganismi.
Inscì mangia Meneghin (Cucina milanese — 14)
Lumagh trifolàa a la milanesa (Lumache trifolate alla milanese)
Calcolate una cinquantina di lumache per quattro persone; mezzo etto di burro, quattro o cinque acciughe, una manciata di prezzemolo, una cipolletta, uno spicchio d'aglio, olio d'oliva, pepe, sale, noce moscata, farina bianca, vino bianco e aceto.
Trattandosi di lumache vive bisogna lasciarle purgare un giorno in un capace recipiente di cui si cosparge il fondo con crusca; si lavano quindi abbondantemente in acqua corrente e si raschia bene la parte calcarea verso l'esterno del guscio, dove il mollusco si ritrae.
noterà che le lumache tenderanno ad uscire dal guscio quando s'appressa il bollore; a questo punto alzare la fiamma e lasciare bollire gagliardamente un buon quarto d'ora.
Scolate ed estratte dal guscio alle lumache va tolta la parte nerastra e quindi si risciacquano ancora, abbondantemente sotto un getto d'acqua fredda.
tutelare la salute dei cittadini e la conservazione dell'ambiente. In altri Paesi come Belgio, Germania, Olanda questo tipo di raccolta è ormai entrato nelle abitudini dei cittadini da anni e il problema è stato preso in considerazione dal Legislatore che è intervenuto sulle Aziende produttrici obbligandole al recupero.
E mentre Reggio Emilia raccoglie, forse sogna di essere seguita da altre città, come Milano o le sue zone, come la nostra, con il suo Piccolo Grande inceneritore. Ecco un nuovo ed importante argomento da proporre al neoeletto Consiglio di Zona.
Si dispongano in una terrina e vi si metta una manciata di sale grosso, una di farina ed un quarto di litro d'aceto; si copre e si lascia riposare un paio d'ore, tre, quindi si risciacqua ancora abbondantemete in acqua corrente.
Messa sul fuoco una pentola con acqua sufficiente a cui va aggiunto un bicchiere di aceto si
Messo burro e un poco d'olio in una capace padella con l'aglio schiacciato si lasci indorare quest'ultimo ben bene e poi lo si tolga; vi si mettano il prezzemolo e la cipolletta che saranno stati nel frattempo tritati e le acciughe ben ripulite e ridotte a filetti e soffriggere.
Spolverare con farina bianca, unire le lumache ed il vino bianco; salare e pepare, gratuggiare un pochino di noce moscata e lasciare cuocere un'ora buona a fiamma moderata e rimestando di frequente. Il piatto va gustato caldissimo, con vino bianco.
Vi ricordate della campagna elettorale per le amministrative, dove tutti i partiti, pur con diversa colorazione, avevano delle sfumature tendenti al verde? Certamente sì, e probabilmente pensavate che alle parole sarebbero poi seguiti i fatti. Eccoli!
A questi ci ha pensato la Regione Lombardia, che grazie al suo Ufficio di Presidenza ha proposto l'abolizione e diluizione in altre commissioni della Ottava, chiamata — notare il caso — Energia e Protezione Ambientale.
In particolare la parte "Energia" passerebbe di competenza della Quinta Commissione "Economia e Lavoro", mentre la parte riguardante la Protezione Ambientale — che inizialmente avrebbe dovuto essere di competenza della Commissione Pianificazione Territoriale — successivamente — per motivi incomprensibili — sarebbe stata assegnata alla Commissione Agricoltura.
Da tenere presente che l'opposizione aveva proposto un'accorpamento delle Commissioni, ma non certo scindendo
1'8' ComMissione! Da qui la richiesta di PCI, DP e Lista Verde per un immediato ritiro della proposta. E così si predica bene e si razzola male o, se preferite, buon sangue (cattivo) non mente.
Intendiamo organizzare una escursione per il mese di Ottobre, domenica 13, sulle montagne circostanti Laveno, sul Lago Maggiore.
Il ritrovo è fissato alla Stazione Nord di Cadorna, dove con un treno in partenza alle
8.00 si arriverà a Laveno alle
9.30 circa è si raggiungerà il Poggio S. Elsa con la bidonvia.
A questo punto inizierà la camminata (di 15 km. circa) che prevede una discesa in due pie-
Per questi motivi non trascurabili, si è dato inizio alla raccolta differenziata delle pile per mezzo di piccoli cassonetti, della capacità di 5 litri, posti nei negozi e supermercati, sorretta da una adeguata campagna di sensibilizzazione: "Una pila usata può inquinare, due di più. Raccogliamole!" Questo lo slogan più usato. I primi risultati, incidendo su abitudini di comportamento tipo "usa e getta" ha educato i cittadini alla raccolta di rifiuti pericolosi che vengono poi raccolti in discariche controllate. Il costo totale preventivato per l'intera operazione è di dodici milioni annui, cifra a dir poco ridicola per un'operazione di così vasta importanza e significato civico. Si diceva prima della esclusività di questa operazione; Reggio Emilia rimane al momento l'unica città Italiana che opera in questo modo benché le pile vengano classificare come rifiuti urbani pericolosi e quindi soggetti a raccolta differenziata e ciò per coli paesi, rispettivamente Casere e Varano, che, accanto alle villette a schiera, mantengono ancora un'architettura tipicamente rurale. Lasciate queste frazioni inizia la salita che attraverso boschi di castagni, betulle e nella parte finale faggi, ci porta fino al Passo Cuvignone e da lì al M.te Trocetta (m 1117), dove ci fermeremo per il pranzo (naturalmente al sacco). Nel pomeriggio, scendendo per il crinale opposto ed attraversato un torrente (con acqua pulita) torneremo a Casere e Varano, quindi seguendo un'altra strada raggiungeremo Laveno. Il costo della gita — compreso treno andata e ritorno e bidonvia — si aggira sulle 12.000 lire.
Se accettate la "provocazione" soli od in compagnia, venite. Per metterci d'accordo sui particolari o per eventuali spiegazioni vi aspettiamo giovedì sera al Centro Comunitario di Lampugnano oppure potete telefonare a Sandro 40 37 982 alla sera.
Diciannoverde
11 crosta Conaillare eeeee Ä eeeee etere la Improvvisa eco ...... della OTTAVA COMMISSIONE dette «energia e proiezione ambiente« del Conalglio Regionale onbardo, ha onore di invitare la S.A. alla c eeeeee la che al celebrerà (nella forma di conferenza ...... ) L010601' 16 5ETT6Mg66 alle ore 11 nel locali della Coehoitsione ......, al l. piano sala D, del Conaiglio Regionale in mia Ugo Rasai 2. Partecipano ÄI lutto: IulIa goÄtra, Lac, Lega per l'ambiente. L po , wrr 41~~1111I f.S. Alle ore 12 rinfresco con ..... Isione simbolica di torte da coi mancherà l'ottama fetta. Per informazioni: tel. 6915.112 o l'I. Predica bene, razzola male Abolita dalla Regione l'ottava commissione HOBBY & CASA S.R.L. MILANO-VIA DELLE ANDE I - TEL. 30.64.22 C.C.I.A. MILANO N. 862496 COLORI - VERNICI - CASALINGHI FERRAMENTA CARTE DA PARATI - MOQUETTES «gratis» allo SFERISTERIO MILANO per una serata simpatica divertente diversa con il gioco della pelota basca
le sere funziona bar tavola fredda e totalizzatore elettronico alla presentazione di questo annuncio avrete diritto all'ingresso GRATUITO
esclusione del sabato VIA PALERMO 10 - TEL. 6572290 pagina 4 - milano 19 ottobre 1985
tutte
con
Organizzata per il 13 ottobre Escursione con Diciannoverde sui monti del Lago Maggiore
Conguaglio fiscale di fine anno
Magari senza saperlo rischiamo di regalare dei soldi al fisco
È il meccanismo delle ulteriori detrazioni e delle due diverse misure di detrazione per quota esente a riservare questa sgradita sorpresa - Per evitare l'inconveniente basterebbe lavorare un po' meno
In prossimità del conguaglio di fine anno dell'imposta fiscale sui salari, gli stipendi, le pensioni, un imprecisato numero di lavoratori dipendenti e pensionati dovranno fare i conti col meccanismo delle ulteriori detrazioni a scalare, regalando dei soldi al fisco. Il fatto è già accaduto negli ultimi due anni, con tutta certezza passato tra l'inosservanza generale. A nostro avviso, non ci sembra una questione propriamente irrilevante. In un paio di precedenti occasioni, abbiamo cercato di spiegare l'artificioso sviluppo di questo meccanismo di tassazione che determina incompatibili sperequazioni in corrispondenza di cinque scaglioni di reddito, soluzione adottata (con disarmante approvazione) per equilibrare l'aumento dell'aliquota iniziale elevata al 18% per l'intera fascia di redditi da O a I 1 milioni, e fissata al 27% poer la successiva da I I a 24 milioni con la legge n° 53 del 28 febbraio 1983 che apportava modifiche alla precedente normativa.
Importante ricordare che anche il correttivo previsto per attenuare la brusca perdita sui modesti incrementi di reddito oltre i limiti in cui opera la relativa ulteriore detrazione, può semplicemente definirsi un dispositivo insufficiente che non elimina la disparità d'imposizione. Anzi, per essere più precisi, introduce un "principio" senza precedenti: più guadagni, meno intaschi. La strabiliante formula stabisce infatti che il calcolo di questa correzione consente soltanto il recupero della differenza d'importo di reddito netto che si sarebbe determinato per effetto della minore misura di ulteriore detrazione applicabile rispetto allo scaglione precedente.
Per il recupero del fiscaldrag, non si sa ancora se anche quest'anno verrà concesso un piccolo sconto sull'lrpef con l'aumento di alcune detrazioni d'imposta (presumibile non oltre il 7%, secondo il tasso programmato di adeguamento del costo della vita per il 1985, anche se, più realisticamente, alcuni parlamentari comunisti a fine giugno hanno presentato un disegno di legge che prevede la rivalutazione del 20% di tutte le detrazioni d'imposta), tra cui sicuramente anche le ulteriori detrazioni decrescenti e i relativi limiti di reddito afferenti ai singoli scaglioni. Aumentati o meno le misure e i margini di dette detrazioni, per ora è sufficiente prendere atto che in ogni caso a fine anno la trappola della fascia di reddito "congelata" scatterà puntualmente. Lavoratori a tempo pieno, a basso e medio reddito, stagionali, a part-time, a tempo determinato e infine, forse con maggiori probabilità, tanti pensionati, sono teoricamente tutti quanti ammessi a partecipare alla nuova estrazione di questa specie di lotteria alla rovescia.
Quali sorteggiati avremo lavoratori e pensionati che pur avendo conseguito un reddito lordo intorno agli 11.200.000 riscuoteranno un netto uguale a chi di lordo avrà conseguito I l milioni precisi o, nel caso di adegua mento dei limiti, maggiorati del 7% 11.970.000 contro 11.770.000. Ancora, con un reddito lordo di circa 13.310.000 non ci sarà differenza rispetto a quello di 13.200.000, oppure — rivalutati — tra 14.240.000 e 14.124.000. Anche a livello di reddito medio, il mancato incremento al netto dell'imposta fiscale si determina in prossimità dei 17.700.000 (bastano 17.600.000 per intascare lo stesso importo) o, in conseguenza dell'eventuale aumento, i 18.930.000 saranno pari all'aver ottenuto un imponibile di 18.830.000.
Inoltre si deve tener conto che appena superati i IO milioni di reddito, permanendo l'assurdo delle due diverse misure di detrazione per quota esente (96 mila lire fino a 10 milioni; 36 mila lire oltre i 10 milioni) succede addirittura di travarsi in busta paga o in pensione 60 mila lire in meno dell'aver conseguito un reddito di 10 milioni precisi, dove non è prevista neppure l'inadeguata formula correttiva. Pensare che una tale condizione possa sussistere, sottovalutando o ritenendo accet-
tabile il danno per coloro che sono colpiti da un simile taglieggiamento, ci sembra un motivo del tutti ingiustificato. Con questa prospettiva, se qualcuno fosse in grado di calcolare con precisione il proprio incremento di reddito nel corso degli ultimi periodi lavorativi dell'anno, si potrebbe assistere alla paradossale combinazione che lavorando un po' di meno è possibile guadagnare di più o comunque non vedersi intaccato minimamente il guadagno netto preventivato.
EI canton del barbee
Va detto che cercare di affrontare questa operazione comporta difficoltà non indifferenti. Troppe sono le componenti che possono concorrere a variare il presunto reddito anche negli ul- timi mesi lavorativi dell'anno. È necessario conoscere bene la normativa contrattuale e soprattutto prestare la massima attenzione anche ai minimi particolari per quanto riguarda le modalità di adempimento del computo di tutti quegli elementi fissi e occasionali da prendere in considerazione per il calcolo globale della retribuzione.
Quando saranno resi noti i dati e le norme ufficiali del dispositivo da applicare, potremo tornare sull'argomento più in dettaglio con alcune indicazioni di massima utili per operare il calcolo necessario. Abbastanza ovvio premettere che per autoridursi il reddito da conseguire a fide anno, la soluzione ideale è senz'altro quella di prendersi una o più giornate di vacanza, naturalmente con un permesso non retribuito che abbasserebbe l'imponibile alla misura desiderata. Anche se le gratificazioni della nostra vita hanno orizzonti forse più ampi di quelli strettamente riservati alla salvaguardia di personali interessi di carattere fiscale-tributario, è certo che sarebbe ugualmente una bella soddisfazione riuscire ad aggirare l'ostacolo del trabocchetto teso su quest'altra indebita sottrazione di danaro da parte di chi già ce ne sottrae in larga misura.
Umberto Berti
Lo zufolo
Ciao! Allora, hai sentito Goria?
Chi? EI pussee ziffol che ghe sia?
Il più zufolo?
Si, perchè? Te preferisset forsi ziffolott de menta?
Mma... Ma io sto parlando del ministro del Tesoro!
Anca mì!
Allora ce l'hai proprio con lui!
Chi, mì? Mì no! L'è lù ghe l'ha sù con mi!
Ce l'ha su con te? Ma se non sa neanche che esisti!
E allora perché tutti volt ch'el ziffola el cerca de ciolamm?
Fregarti in che senso?
Nel sens ch'el tenta de ficcamm j man int j saccocc e de portamm via di danee.
Ma...
Ma a proposit: se l'è che l'ha ziffolaa stavolta?
Zufolato? Detto, vorrai dire?
Beh, l'è l'istess. Se l'è che l'ha dit?
Che bisogna tagliare in media di un milione il reddito di ogni famiglia.
Te vedet se l'è minga vera che ghe l'ha sù con mi?
Ma ha anche detto che il benessere degli italiani non sarebbe modificato.
Per quei che ghe l'hann el benesser. Ma... per quei che gh'hann el malesser?
Cosa vorresti dire?
Che l'andarà a finì come j alter volt.
Ossia?
Quei che stann ben starann mei. E quei che stann mal starann peg.
Ma Goria ha detto che per evitare ciò basta distribuire l'onere in modo equo.
Sarev a dì?
Che chi ha di più avrà più tagli.
Sì, pussee taij de vestii!
Più tagli di vestiti?
Sì, quei ch'el poderà comprass cont i danee che el Goria ghe porta minga via.
Come con i soldi che non gli porta via?
Damm atrà. Come l'è che el Goria el pensa de podè savè chi l'è ch'el gh'ha pussee e chi l'è ch'el gh'ha de men?
Mah... Basandosi sulle dichiarazioni dei redditi, penso.
E allora? Te vedet che gh'hoo reson mi?
Ragione in che senso?
Lo ha recentemente stabilito la Commissione Tributaria di 1° grado di PratoPermane la discriminazione a danno dei redditi da lavoro dipendente
In regime di comunione dei beni, anche i redditi di lavoro (dipendente e autonomo) possono essere ripartiti a metà per ciascun coniuge. Questa in sintesi la decisione emessa recentemente dalla Commissione Tributaria di l" grado di Prato, che ha accolto il ricorso di un professionista avverso l'avvio di accertamento dell'Ufficio delle Imposte. Appunto in relazione al vincolo di comunione dei beni questo professionista aveva assegnato metà del suo reddito professionale al proprio coniuge. Non dello stesso avviso i competenti organi delle imposte dirette, che rideterminavano l'ammontare dei redditi dichiarati rettificando il "740" presentato a suo tempo dal contribuente.
La predetta Commissione ha confermato la legittimità della ripartizione del reddito tra i due coniugi, precisando che non sussistono norme in contrasto con l'estensione del regime di comunione dei beni ai proventi professionali o da lavoro dipendente. Stabilito il principio che i redditi dell'attività di ciascun coniuge confluiscono nella "cassa" comune, per la norma che il presupposto impositivo è il possesso del reddito stesso, appare certa la condizione della possibile sua suddivisione in parti uguali.
In conseguenza dei numerosi ricorsi di analoga natura in attesa di giudizio (una notizia a sorpresa ma di grane importanza, a commento della quale c'è da dire che, in difesa dei propri interessi in materia fiscale, il contribuente italiano, prima con l'assalto in massa ai ricorsi per
la detassazione delle liquidazioni, ora con questa inaspettata istanza per la ripartizione del reddito coniugale, sta mettendo in serie difficoltà tutta l'organizzazione tributaria), se altre Commissioni Tributarie si conformeranno alla tesi prospettata, è facile prevedere che in molti, seguendo l'esempio, saranno tentati, sin dalla prossima dichiarazione, ad autoliquidarsi l'Irpef con l'indicato sistema, indubbiamente più vantaggioso perché consente di attenuare la progressività delle aliquote in ragione di quella parte di reddito rispettivamente imputata ad ognuno dei due coniugi, praticamente un'anticipazione del tanto atteso "splitting", da anni
regolarmente promesso e mai concesso ai contribuenti italiani (a differenza di quanto invece avviene in gran parte di altri paesi). Resta comunque la solita discriminazione che incombe sul lavoratore dipendente per effetto della tassazione diretta alla fonte. Nell'immediato, solo formalmente potrà beneficiare della suddivisione del monoreddito con il coniuge. In concreto, come è noto, dovrà attendere irrimediabilmente e nella più assoluta incertezza tempi lunghissimi per rientrare in possesso della differenza d'imposta versata in più.
l .B.
Stamm a sentì. Chi l'è ch'el po denuncià de men de quel ch'el guadagna?
Beh...
Quei che lavorenn sotta padron no de cert!
E no. Son tassati alla fonte.
E henn paga anca per quei che paghenn minga i tass.
Sì, ma... Ma te set se te disi?
Cosa?
Che te gh'ee reson tì.
Su cosa?
Ch'el sarev mei ch'el Goria puttost che on ziffol el fudess on ziffolott de menta.
A parte il fatto che l'hai detto tu e non io; perché?
Perché sarev assee scisciall per fall dislenguà. Inscì el podarev pu taijann nagott. Ciao, te saludi! el barbee
ABBIGLIAMENTO CENTURTEX moda giovane UOMO - DONNA- BAMBINO MAGLIERIA - BIANCHERIA Piazza Rosa Scolari 1 -Trenno (Mi) Tel. 4520478 nuovi arrivi utunno-invemo 1985 VI ottobre 1985 milano 19 - pagina 5
Un'importante sentenza
Con la comunione dei beni si possono suddividere anche i redditi da lavoro
20148 MILANO Lab.: Viale Aretusa, 19 Tel. 40.46.103
MATERASSAIO rifacimenti in giornata
TAPPEZZIERE IN STOFFA TENDAGGI vendita materassi a molle PERMAFLEX - SIMMONS
51ILE
CAMICERIE - TELERIE ABBIGLIAMENTO CASUAL
In base ad una circolare del Provveditore
Stop agli insegnanti comunali nelle scuole statali milanesi
La decisione riporterebbe la scuola indietro di 5-6 anni con conseguenze negative specie per i bambini portatori di handicap - Un incontro tra i Comuni interessati al problema - Latitante il neo assessore all'Educazione del Comune di Milano
Secondo il Provveditore agli studi della Provincia di Milano è vietata la presenza nelle scuole elementari di personale comunale o di altro tipo durante le ore di lezione. È quanto si può desumere da una circolare, diramata il 19 luglio scorso dallo stesso Provveditore, che ha suscitato immediate preoccupazioni in molti Comuni della provincia impegnati da anni in un particolare sforzo per assicurare attività integrative di arricchimento culturale ed educativo e per un inserimento proficuo nella scuola dei bambini portatori di handicap.
Infatti molti Comuni, tra cui Milano, hanno già a disposizione, per le attività integrative nonché e per quelle di sostegno agli alunni portatori di handicap, personale qualificato, che, stando alla circolare del Provveditore, non dovrebbe mettere più piede nella scuola.
1,aa
sano ogni anno aspettare che le scuole siano aperte e che genitori, insegnanti e ragazzi siano messi in condizioni quantomeno di difficoltà.
E non c'è soltanto il caso degli insegnanti di sostengo. Nelle elementari molte classi sono state soppresse dal Provveditorato, con un'iniziativa che, quanto meno, pecca di eccesso di zelo: il numero dei ragazzi per classe è stato aumentato, a tutto scapito dell'attività didattica e del tempi pieno.
RU1T OF THE LOOM
MILANO - Via Guglielmo Silva 39 Tel. 02/464403
APICOLTURA NOMADE F.LLI MORO G.C. & C.
Le conseguenze di una simile disposizione sarebbero tutte negative: si priverebbero gli alunni della scuola pubblica elementare di apporti culturali e ricreativi al di là dei programmi ministeriali, anche se in armonia con essi (a tutto vantaggio delle scuole private non tenute ad osservare la circolare del Provveditore), e si priverebbe del lavoro personale "insegnante", che tale rimane anche se non è dipendente dello Stato.
ti, gli amministratori di Cologno hanno ricercato il nuovo assessore all'educazione, la repubblicana Mursia (come inizio di assessorato non c'è male).
«zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA / siamo
Gravi, poi, le ripercussioni per i bambini portatori di handicap. Secondo il provveditore può essere ammesso in classe soltanto personale che svolga attività assistenziale; niente più insegnanti di appoggio, quindi, per aiutare tali bambini ad apprendere più di quanto riescano a fare seguendo le normali lezioni collettive.
Della questione si è discusso in un incontro che si è tenuto il 9 settembre a Cologno Monzese, per iniziativa di quel Comune, con la partecipazione di rappresentanti dei Comuni di Corsico, Garbagnate, S. Giuliano Milanese, San Donato Milanese, Novate, Rozzano, Sesto San Giovanni, Trezzano. Assente ingiustificato, invece, il Comune di Milano. Inutilmente infat-
A conclusione dell'incontro i Comuni presenti hanno deciso di chiedere un incontro con il Provveditore "per un riesame meditato degli effetti della circolare", invitando nel contempo tutti i Comuni, gli organi collegiali della scuola e le istanze sociali interessate alla questione "a mobilitarsi per una positiva soluzione del problema".
Successivamente, e precisamente il 16 Settembre, uno spiraglio nella incredibile vicenda degli insegnanti di sostegno nella scuola elementare è stato aperto dalla notizia che il ministero ha deciso di restituire al Provveditorato di Milano i 419 posti che questi gli aveva reso in base ad una interpretazione restrittiva delle norme in vigore.
Resta però da vedere come questi insegnanti verranno redistribuiti ed in quanto tempo, a scuola già aperta, dopo che in diverse sedi si sono create situazioni insostenibili. Sui 1.339 insegnanti di sostegno in attività l'anno scorso, infatti, quest'anno ne sono stati riconfermati soltanto 900. Con la restituzione dei 419 posti il ministero ha riportato la situazione presso-
All'inizio del nuovo anno scolastico
In occasione dell'inizio del nuovo anno scolastico è stato chiesto alla presidente del Coordinamento provinciale milanese genitori democratici, Marisa Ceragioli, come esso si presenta dal punto di vista dei genitori.
Siamo alla vigilia di grossi cambiamenti, soprattutto nella scuola elementare, che genera un vivo senso di attesa nei genitori. A questa attesa però vediamo che purtroppo non fa riscontro la volontà di preparare gli insegnanti a tradurre immediatamente nei fatti i nuovi programmi che vengono prospettati. Da qui nasce la preoccupazione che ci sia solo una trasformazione sulla carta, ma le cose poi, nei fatti, continuino come prima.
Queste preoccupazioni trovano nuovi motivi nelle avvisaglie di irrigidimento burocratico che provengono dal Provveditorato, che rischia di mettere in forse l'avvio effettivo dell'anno scolastico. Non avere il docente in classe nelle prime settimane significa non soltanto ritardare l'inizio effettivo dell'anno scola-
stico, ma ancor più avere momenti di vuoto nell'avvio della didattica e quindi demotivare gli alunni proprio nel momento più delicato, che è quello del primo impatto con i docenti e con i compagni, e vanificare la classe come gruppo di lavoro.
Per quanto riguarda la democrazia scolastica e la partecipazione dei genitori?
La partecipazione dei genitori è legata alla conduzione della scuola. Dove ci sono stretti legami tra organizzazione scolastica e richieste e bisogni dell'utenza la partecipazione ha maggiori garanzie di svilupparsi. Dove invece diventa un fatto burocratico si spegne.
Il Coordinamento genitori democratici si muove sulla linea di anticipare il più possibile le assemblee di classe, in modo da fare delle elezioni scolastiche qualcosa di calato nelle singole realtà. Sono previsti anche momenti di informazione dei genitori, di socializzazione di esperienze sui problemi vissuti, per evitare che si parli a vuoto di partecipazione, senza collegamento con i fatti reali.
ché al livello dello scorso anno; ma nessuno sa spiegare perché per questo tira-molla sia neces-
Rimane poi la decisione del Provveditorato di Milano (non revocato, per quanto ne sappiamo, almeno fino al momento in cui andiamo in stampa) di escludere qualsiasi rapporto tra insegnanti statali e quelli comunali. Decisione che riporta la situazione delle scuole milanesi indietro di 5-6 anni, annullando un'esperienza di collaborazione didattica che indubbiamente aveva dato buoni frutti.
Il problema dei problemi Piano speciale contro la droga nelle scuole
Alla sua attuazione parteciperanno sia le forze dell'ordine, sia le autorità scolastiche con l'appoggio dell'amministrazione comunale e dei Vigili Urbani
Il problema è sempre lo stesso, il problema dei problemi: la droga, lo spaccio, il consumo. Soltanto che questa volta il grido di allarme è , se possibile, ancor più preoccupante dato che non si tratta più soltanto né soprattutto di eroina che circola in certe isole della periferia cittadina, ma della diffusione della droga nelle scuole, dentro e fuori. Un fenomento estremamente allarmante, che scuote le coscienze, che induce a riconsiderare in maniera del tutto nuova il problema droga, che richiede nuovi metodi di prevenzione e di controllo, di indagine e di repressione. Per affrontarlo si è svolta l'I I settembre in Prefettura una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto Vicari e con la partecipazione del Provveditore agli studi, dell'assessore comunale all'Assistenza e dei rappresentanti di Polizia, Carabinieri e Guardie di Finanza.
Il "vertice" è stato anche l'occasione per trarre un bilancio degli sforzi fin qui messi in atto in materia di lotta alla droga Ne è uscito un bilancio, tutto sommato, positivo con 474 spacciatori arrestati e 1127 tossicodipendenti segnalati all'autorità giudiziaria nei primi sei mesi del 1985. Le forze dell'ordine, insomma, fanno la loro parte come meglio possono.
Ma ciò non appare ancora sufficiente, anche perché la circolazione della droga nella scuola è un fenomeno di complessa decifrazione. Qui non esiste la figura classica dello spacciatore che, bene o male, è pur sempre individuabile e identificabile, dato che opera in un ambiente dai contorni anche topografici ben precisi. Nelle scuole, invece, si tratta quasi sempre della cessione di piccole quantità di droga da parte di studenti già tossicodipendenti, che in tal modo si procurano, con i proventi dello spaccio, la dose giornaliera di stupefacenti per uso personale.
La pericolosità di una simile situazione è evidente anche perché i docenti e il personale scolastico in genere non sono pre-
parati ad affrontare un problema di tale complessa gravità. È stato così deciso di adottare un piano di attenta vigilanza in tutte le scuole. Un piano al quale parteciperanno sia le forze dell'ordine, sia le autorità scolastiche, con l'appoggio importante delle amministrazioni comunali e dei vigili urbani, ai quali spetterà il compito di controllare l'esterno degli istituti. A quest'opera potranno partecipare anche i volontari. Genitori, anziani, dipendenti comunali che già operano nel campo delle tossicodipendenze svolgeranno compiti integrativi di vigilanza all'esterno delle scuole. Le loro osservazioni potrebbero risultare decisive nell'individuazione di eventuali spacciatori in azione.
Nel corso della riunione in Prefettura è stata anche decisa la "...progettazione di seminari di studio destinati a presidi e docenti, che saranno organizzati dal Comune di Milano e nei principali Comuni della Provincia..." ai quali parteciperanno anche esperti delle forze dell'ordine.
In via Espinasse A.T.A.
Associazione Tossico dipendenti Anonimi
Fra le numerose iniziative per il recupero dei tossicodipendenti è sorta, ai confini della nostra zona in via Espinasse 93, l'Associazione Tossicodipendenti Anonimi (A.T.A.) un centro sperimentale che si occupa della cura dei tossicodipendenti in generale mediante la terapia di gruppo ove ci si può rivolgere, gratuitamente, per guarire da qualunque dipendenza si possa essere affetti.
I giorni di riunione sono: Lunedì, Martedì, Mercoledì, Venerdì dalle ore 19 alle 21.
Ci riserviamo, in futuro, di dare maggiori informazioni sulle esperienze di questo "centro".
wrangier
pagina 8 - infilano 19 ottobre 1985
Autofficina FRANCO TOIA FRENI FRIZIONI AMMORTIZZATORI RIPARAZIONI IN GIORNATA MILANO - Via Gallarate, 313 - Tel. 30.92.389 POGLIANO M. - Via Sempione - Tel. 93.41.634
I genitori attendono le riforme promesse
I mestée de la Milan de semper
Dai serrament origina] a spedizion internazionaj
Le accresciute esigenze d'isolamento termico ed acustico, hanno sollecitato l'inventiva dei fabbricanti di serramenti anche se la trasformazione di interni si allinea sovente ai criteri di estetica più che a quelli di praticità vanificando qualche volta i risultati
di Arcano
Serramenti e infissi; la voce è relativamente moderna, considerata ai limiti d'un mestiere vero e proprio; vogliamo spiegare brevemente che, in legno o in ferro, alla preparazione dei serramenti hanno sempre provveduto falegnami o fabbri (legnamée e ferrée) da cui sono poi derivati il "serramentée e serramentista", cioè l'italiano serramentiere in voce unica, distinto in milanese da fabbricante e posatore. Il mestiere volge alla vera e propria carpenteria in legno, ferro, accaio, duralluminio e speciali materiali plastici con relativa specializzazione soltanto da qualche decennio; anche questo settore annovera fabbricanti, venditori e posatori, non sempre accomunati o distinti e poco specificati nel dizionario delle arti e mestieri.
Nella menzione dei serramenti è bene sottolineare che progresso ed evoluzione hanno camminato talvolta sui sentieri del meglio e del pratico, ma non di rado soltanto su quello economico; infissi, porte e finestre di case secolari di ringhiera testimoniano di robustezza e durata in contrapposto agli esili serramenti moderni con porte d'incredibile fragilità, a volte costituite da due fogli di compensato o plastica ed intercapedine di cartone ondulato.
Nell'era dei trapani tascabili a pile, silenziosissimi e rapidi, della lancia termica (anche se molti svaligiatori di appartamenti sono tenacemente attaccati all'antico "piede di porco") hanno presa posizione le porte blindate con relativi rinforzi agli stipiti e serrature speciali, quasi a conclamare il vecchio discorso in cui si prospetta che il ladro... è datore di lavoro al di là del prevedibile e non soltanto nel ristretto ambito giudiziario, una sfida... all'ultimo scasso.
Le finestre le antiche "ante" sono state gradualmente sostituite, prima da persiane a cerniera e poi a scorrimento su binario con e senza apertura intermedia parziale, poi dalle tapparelle in legno verniciato ancora molto comuni nelle costruzioni tradizionali; attualmente ve ne sono in acciaio inossidabile o plastificato, in duralluminio o in plastica rigida e robusta allo stesso modo col quale vengono approntati i cassoncini che le proteggono.
La produzione di serramenti ed infissi moderni estende i propri interessi anche alle soffittature, pareti divisorie mobili e pieghevoli o scorrevoli, ai rivestimenti di balconi e facciate, avvolgibili, cancelli e cancellate, verande, pensiline, parapetti, serrande e "cler", dilatando oltremodo la gamma degli impieghi da lasciare perplessi nelle scelte. Per i cancelli possiamo fare qualche esempio: ve ne sono di tradizionali a cerniera o scorrevoli, estensibili e a scomparsa orizzontale o verticale, e-
lettrici, meccanici, idraulici e con telecomando a distanza e chiusura automatica a tempo.
Affinità tra diverse specificazioni pubblicizzate, dall'artigiano alla media e grande industria; recinzioni per giardini, terrazzi, campi da gioco; inferriate, porte basculanti per box auto oppure a libro o scorrevoli e box in legno, ferro, acciaio, laminati plastici. Ed ancora si può aggiungere
la schiera dei "modificatori"; con le accresciute necessità di isolamento termico ed acustico si trasformano gli ambienti sostituendo serramenti vecchi in legno con altri, in duralluminio soprattutto, con doppi vetri di cospicuo spessore e lo stesso per le pareti e le soffittature fonoassorbenti, le paratie o tramezze per rendere piu razionali gli ambienti: a pannelli ad incastro in gesso rinforzato pronto ad
Dialettologia
Quando l'apostrofo diventa importante
Dimenticanza, trascuratezza, pigrizia sono i motivi che preludono allo scarso uso dell'apostrofo specialmente nelle troncature iniziali di molti vocaboli
L'importanza dell'apostrofo nella grafia milanese è argomento trascurato da molti filologhi; una vera eccezione si può fare per Severino Pagani (come parla Meneghino, Virgilio editore) che più d'ogni altro si sofferma a parlare di questa minuta segnatura che ha invece grandissima importanza. Franco Nicoli, ultimo compilatore noto di una grammatica milanese, molto comodamente consiglia il lettore di rifarsi ad una grammatica italiana per la punteggiatura mentre dell'apostrofo non ne parla affatto, la qual cosa lascia molto perplessi. Non soltanto, come per la lingua toscana e quindi per l'italiana, l'apostrofo ha una funzione congiuntiva tra articolo e soggetto o articolo e verbo ed ancora tra preposizione articolo e aggettivo (es.: d'un'elaborata composizione, dell'all'erta) ed in moltissimi casi nelle forme d'elisione di vocale comuni; l'apostrofo ha pure il compito di indicare la troncatura di vocaboli, verbi e aggettivi, nel milanese di frequente ricorrenza. L'uso dell'apostrofo ha la Proprietà in questi casi di facilitare la lettura, di scartare ogni dubbio sul reale significato attribuito al vocabolo tronco e quindi contribuire ad una maggiore chiarezza che allungherebbe... la vita alla lingua milanese stessa che, come annotava l'anonimo meneghino, "tucc scriven come ghe par in milanes e forsi pocch ghe ne importa se tra qua/ ann cl deventarà ona lengoa morta. ' (...tutti scrivono come a loro pare in milanese e forse poco giiene importa se tra qualche anno diventerà una lingua morta). Oltre tutto serve richiamare l'attenzione sull'importanza dell'apostrofo quando è indispensabile distinguere gra
ficamente (e foneticametne per conseguenza ove si legga) parole che richiamano il gruppo italiano "sch" e che talvolta subiscono varianti grafiche non soltanto per la soppressione della consonante muta "H", ma anche per la trasformazione della consonante "C" in "G".
L'accenno precedente è del febbraio 1984; vediamo quindi l'azione dell'apostrofo nei seguenti vocaboli: "s'cèna, s'ceppàda, vis'c, mes'cià, s'giaff, s'giassà; (schiena, rotta o spaccata, vischio, mischiare o mescolare, schiaffo, sghiacciare) e notiamo che se non ci fosse l'apostrofo ad indurre a pronunciare la "S" ben staccata la lettura diventerebbe problematica.
Per i vocaboli tronchi il farli precedere dall'apostrofo migliora la lettura eliminando contemporaneamente la possibilità d'insorgena di dubbi. (S'intende vocaboli tronchi inizialmente).
"Negà, 'me, 'bondant, 'pèna, levàa, 'maestrà, 'medesemass, 'mazzà, 'na, 'sta, 'sto, ecc.) (annegare, come, abbondante, appena, sollevato, ammaestrare, immedesimarsi, ammazzare, una, questa, questo, ecc.) sono soltanto alcuni esempi; in sede di licenza poetica alcuni concatenamenti sono da brivido, scrive l'anonimo meneghino, dando l'esempio d'un endecasillabo: "...'vè'm'on'altr'occasion de 'ndà d'on subet..." (Avere come un'altra occasione d'andar d'un subito...) tratta da un'epigrafe. Ricordiamo a questo punto che l'apostrofo qualcuno lo usa impropriamente in luogo dell'accento specialmente nei monosillabi "cà, pò, sò", (casa, può — verbo potere —, suo, sue, di loro) la quale usanza anche se non nuoce incisivamente ai fini intepretativi dello scritto male instrada il lettore.
Infine l'apostrofo è presente con la massima frequenza nella lingua milanese laddove funge da supporto ai verbi ausiliari essere ed avere decapitando della vocale "E" il prefisso "ghe" che, come già detto nella conversazione del marzo 1984, è un vero rebus, non un solo pronome come afferma Franco Nicoli (grammatica milanese, Bramante editrice): lo ritroviamo in "gh'hoo, gh'hin, gh'han, gh'è (ho, ci sono, hanno, c'è).
(Continua)
essere tinteggiato, sopraelevatura di pavimenti o soppalcatura in negozi, uffici, magazzini e abitazioni; variazioni di piccola carpenteria in legno, ferro, acciaio e plastiche dove è in gioco la rapidità, convenienza e risultato; sulla scelta dei materiali incide spesso anche l'elemento decorativo.
Così si notano più sovente negozi con scalette, soppalchi con camminamenti e ringhierette o vere balaustre; nota non tanto moderna, talvolta suggerita da un architetto per ragioni di prestigio o di arredamento.
E un esercito di persone mobilitato in questo particolare settore, esso coinvolge altre migliaia di lavoratori nelle fabbriche di profilati, trafilati, lamierati e minuterie varie.
Aggancio naturale a questo esercito sono pure i fabbricanti di serrature, chiavi, cerniere e maniglie di ogni tipo e foggia imparentati a loro volta con i fabbricanti di casseforti, armadi corazzati ed altro; specialità quest'ultima che limita il mestiere e lo circoscrive ad una distinta professionalità.
Al riguardo del nuovo criterio di trasformazione degli ambienti, soffittature, rialzi di pavimenti, sovrapposizioni di pareti ed altro l'immancabile aggressività dialettica meneghina si è fatta sentire, senza acidità verso posatori, architetti, arredatori o artigiani che lavorano con coscienza e spesso su disegno del cliente stesso.
Vale quindi la pena di rubare un po' di spazio per un paio di battute di stampo ambrosiano: "Spessiss i mur, sbassa i plafon e valza i paviment in questa cà ghe sta denter pocch o nient!" (Rendi spessi i muri, abbassa i plafoni e alza i pavimenti in questa casa ci sta dentro poco o niente!) Ed ancora: "Streng i mur, sbassa de sora e valza de sona la par deventada la cà de la pigotta!" (Stringi i muri, abbassa di sopra e alza di sotto sembra diventata la casa della bambola!)
Specchi, "spècc"; anche se la lavorazione è legata in parte all'arte vetraria merita un accenno ed uno spazio propri per la caratteristica ed universalità d'impiego.
Lontana nei millenni la leggenda di Narciso e quella degli specchi ustori di Archimede dobbiamo riconoscere la grande utilità di questa creazione che l'uomo ha copiato, come tante altre, dalla natura e che offre un servizio irrinunciabile. Utile ed obbligatorio sugli autoveicoli, diffusissimo in pelletteria tanto da non mancare in nessuna borsetta da donna, immancabile in ogni casa ed elemento di arredo imprerogabile nelle botteghe di moltissime categorie dalla modista al parrucchiere, presente in tutti i servizi igienici con un minimo di rispettabilità e persino nell'attrezzatura medica, dentistica o nella borsa d'un bravo artigiano idraulico!
I fabbricati di specchi in Milano e provincia non sono molti nonostante il largo impiego; ve ne sono che provvedono alla "mercuriatura" su lastre di vetro cristallo fornite dalle vetrerie o che lavorano specchi esclusivamente su commissione; anche per il restauro di specchi di pregio o antichi ci sono artigiani altamente specializzati. Vuole la tradizione di gente
superstiziosa che rompere uno specchio porti sfortuna; in effetti la sfortuna consiste nel dovere sborsare danaro per ricomprarne un altro. Nelle voci comuni popolane di persona o di cosa pulitissime si dice: "L'è luster compagn d'on spècc!" (È lucido come uno specchio!) mentre di uno specchio deteriorato, se grande, il motteggio è: "L'è giusta bon de speggiass de non!" (È giusto indicato per specchiarsi di notte!) Se invece è di piccole dimensioni e logoro: "L'è manch bon per giugà a la gibigianna!" (Non serve nemmeno per giocare all'abbagliamento!).
Nota: il gioco della "gibigianna" era un innocente e fastidioso gioco di ragazzi consistente nell'abbagliarsi a vicenda negli occhi con uno specchietto riflettendo il sole; a quei tempi circolavano molti cavalli e i ragazzi li importunavano con la "gibigianna", come pure cani, gatti e... cristiani! Spedizioni, spedizionieri; "spedizion, spedizionée". Attività antica esercitata già ai tempi dei romani via terra e via mare sviluppatasi nel tempo con l'accresciuta popolazione e l'esigenza dei popoli parallelamente alle incalzanti disponibilità dei mezzi con cui questi poterono migliorare i trasporti.
Dai traini isolati a carovane di carri, dall'imbarcazione di stazza ridotta ai convogli di navi; poi vennero le macchine a
vapore, la ferrovia, i primi camion a cui si aggiunse il rimorchio e di questo passo all'aereo più rapido e... più costoso.
Nella sola Milano e suburbio gli spedizionieri sono parecchie centinaia agenti sul territorio nazionale, internazionale ed intercontinentale con un volume di merci di milioni di tonnellate e un giro d'affari d'imprecisato numero di miliardi.
La rapidità è fattore importantissimo nella società moderna e per le distanze meno impegnative la merce può essere consegnata al destinatario nel giro di poche ore dalla spedizione; verissimo che la velocità si paga e che ciò era impensabile soltanto trent'anni addietro, ma non di rado è questione di prestigio avere servizi di prim'ordine senza perdite di tempo.
Ci sono ancora molti utenti delle Ferrovie dello Stato che si avvalgono delle spedizioni a grande e piccola velocità specie per le merci non deperibili; al proposito un amico burlone mi consigliava di non spedire con quel mezzo vestiario o scarpe precisandomi: "Non che ci siano probabilità di furto o smarrimento; ma quando arrivano a destinazione... sono fuori moda!".
Nella foto posteggio di cani in corso Lodi negli anni '20.
Casa di Cura S. Siro
RINNOVATA, POTENZIATA E CONVENZIONATA CON LA REGIONE LOMBARDIA PER TUTTI I CITTADINI.
PIAZZALE SEGESTA - VIA MONREALE 18, MILANO TELEFONI 4034341/2/3/4 (CON RICERCA AUTOMATICA)
Zona residenziale ben collegata (Tram 24 - Filobus 90-91 - Autobus 49 - MM Pie Lotto)
Comodità posteggio automezzi
Ambulatori per esterni delle principalispecialità e per ricerche di laboratorioCure fisiche ed esami radiologici.
Ricoveri per le seguenti specialità:
Medicina generale Otorinolaringoiatria Chirurgia generale Ginecologia Ortopedia e traumatologia Geriatria 190 posti in camere a due letti. Per differenze di classe e solventi in proprio camere con servizi individuali e secondo letto a disposizione dei parenti.
Via C. Dolci, 38 - 20148 MILANO Tel. 40.80.506 3ÄOLORIFICIO S. SIRO COLORI - VERNICI - FERRAMENTA - CASALINGHI CARTE DA PARATI - MODUETTES - ARTICOLI BELLE ARTI .. e mille cose per la casa!
milanese
ottobre 1985 milano 19 - pagina 9
(Continua)
pagina 10 - milano 19
Dimensione Parapsicologia
Essa consiste, come abbiamo riferito, nell'azione diretta esercitata da un soggetto su di un sistema fisico senza l'intervento di energie fisiche estranee al soggetto stesso.
Robert Tocquet definisce la psicocinesi in rapporto ad un sistema fisico in movimento, contraddistinto dalla Telecinesi intesa come spostamento di oggetti allo stato inerziale.
Ricerche sugli effetti psicocinetici e sulla percezione ESP sono state condotte da Rhine, fondatore del Laboratorio di Parapsicologia della Duke University-USA.
Il fenomeno di Poltergeist (dal tedesco, spirito turbolento) è una manifestazione psicocinetica studiata dalla metapsichica, ma si distingue per il carattere spontaneo e ricorrente. Il soggetto provoca, involontariamente, lo spostamento di oggetti e perfino di elettrodomestici pesanti: televisori, radio etc. Gli effetti sono generalmente distruttivi e diversamente descritti dai più svariati testimoni.
È evidente che questa disciplina può essere controllata mediante l'osservazione sperimentale ricorrendo ad adeguate attrezzature. E ciò a differenza di altre facoltà paranormali che consentono di riscontrare l'evento solo a livello di informazione, non provocando azione fisica.
Uri Geller, nato a Tel Aviv il 20 dicembre 1945, è divenuto famoso nel mondo per le sue
La bottega dell'erborista
La natura è abbondante e generosa, cerchiamo di conoscere i principi attivi delle nostre "Erbe amiche" per un'utile "Fitoterapia". I malati gravi sono per fortuna una minoranza, pertanto l'uso di prodotti aggressivi e di sintesi può essere giustificato. Ma per gli altri, i malaticci, i cronici e per coloro che pur non avendo nulla non stanno mai bene, i vegetali del gran laboratorio" che è la Natura rimangono uno dei migliori aiuti. Utilizzata giornalmente e costantemente la Pianta in associazione ad una naturale alimentazione coscente dei giusti valori, rimane e s'impone anche come politica preventiva di una buona salute. Chi è il nostro miglior amico? Noi stessi vogliamoci bene! La Fitoterapia, con le essenze, gli aromi, dimenticata per numerosi anni, ha avuto una rivalutazione negli ultimi anni, attraverso nuovi mezzi d'informazione, televisiva, giornalistica, pubblicità, ecc. Le piante possono essere utilizzate, come decotti, infusi, tisane, suffimigi e bagni. La cura su misura, data da un buon erborista, acquista un valore fondamentale.
Le essenze, le radici, le foglie e la pianta in toto possono essere somministrate in vari modi: per via orale, per cataplasmi, associate, o in compresse. Il potere, per esempio, antisettico delle essenze non si attenua né scompare nel tempo e possiamo
La Psicocinesi a cura di Enrico Perillo
doti eccezionali: frantumare materiali metallici con la forza del pensiero (energia psichica), variare la temperatura di un termometro per difetto o per eccesso, e addirittura, alterare la periodicità di un contatore Geiger.
L'alterazione è consistita in una frequenza pari a 100/ 150 battiti al secondo, mentre quella normale è di un battito al secondo! (Il contatore Geiger è un rivelatore di particelle alfa e beta che varia la sua frequenza in presenza di campi magnetici o elettrici esterni).
Il cosiddetto Effetto Geller si estende anche alla trasmissione a distanza. Vogliamo infatti ricordare la prima apprizione di Geller alle telecamere britanniche nel novembre del 1973, dove si esibiva in dimostrazioni sorprendenti di piegatura su oggetti metallici. Contemporaneamente molti telespettatori assistettero alla deformazione permanente di alcuni loro oggetti e alla riattivazione di orologi analogici ritenuti guasti.
L'energia che provoca queste alterazioni agisce senza l'apporto di elementi oggettivi. Nel rapporto agente-oggetto non esiste medianità ed è la sola forza psichica a promuovere questi eventi straordinari. Ma soffermiamoci su quest'ultimo aggettivo. È straordinario, fuori dalla norma un fenomeno che per la sua scarsa ripetibilità non si colloca come "naturale".
È probabile che la nostra esperienza, limitata o troppo codificata, ci induca ad un siffatto giudizio che per certi versi è discutibile. La teoria della conoscenza e la stessa filosofia anali-
tica ci insegnano che "normale ed anormale" sono termini vaghi se non hanno riferimento con qualcosa. Diversamente non esisterebbe qualcosa o qualcuno con cui stare in relazione.
L'attendibilità e la verifica di un evento psicocinetico non sono quindi subordinati agli attribuiti che possono designarlo.
Prove di laboratorio pongono in evidenza l'aspetto meramente statistico e meccanicistico senza svelare l'intima essenza del fenomeno stesso e le ragioni di questo o quel comportamento, intese come variabili psicologiche.
Le nostre conclusioni? Riteniamo azzardata una definizione materialistica del fenomeno in senso assoluto, sentendoci più vicini al pensiero di Charcot (psichiatra ed alienista) secondo cui l'influenza esercitata dal soggetto — in materia psicocinetica — implica un'azione dello spirito sulla materia. Non conosciamo l'atteggiamento ufficiale della Chiesa di oggi, ma non vorremmo intervistare i... fantasmi ESP che la Chiesa di "ieri" tacciava di stregoneria, quasi fossero stati al servizio dissoluto di Satana!
E vorremmo riprendere le parole di Hans Bender relative alla dilatazione di coscienza come ampliamento di orizzonti che il paranormale può produrre: "la constatazione che l'uomo non è limitato ai cinque sensi, ma possiede facoltà che li trascendono, apre dimensioni nuove, fa intravvedere possibilità e potenzialità ignorate ed esaltanti".
(Continua)
Valle Intelvi ieri e oggi
di Gabriele Pagani -Pagine 176, 48 fotografie in bianco e nero e una cartina turistica a corredo - Sanco Editrice - L 12.500
Questo iter di G. Pagani, lo definirei archeologico, storico e anche poetico, si snoda secondo alcune linee direttrici di fondo che ne determinano lo svolgimento, come voci che imprimono caratteri di architettura e personalità.
Con questo volume la Valle Intelvi, con le sue storie antiche, così affascinanti nella loro semplicità, ricca di un copioso materiale di ricerca, le cui fonti, attinte dal vivo denotano perizia e interesse appassionato, ha finalmente ritrovato la sua degna guida turistico-archeologica, col sapore di certe vicende inerenti ai ritrovamenti, agli incontri ai colloqui con personaggi che sembrano tanto antichi, come presentatisi improvvisamente allo scrittore, per sua volontà, sui cui volti o negli atteggiamenti si legge un realismo umano e schietto.
Certi angoli della valle si aprono davanti agli occhi, come se scaturissero da un paradico un po' perduto, tanta è la freschezza quasi edenica, tanto più irraggiungibile, in quanto sognata.
Le erbe amiche
usarle nel trattamento di scottature di piaghe infette, in influenze... Il caro aromatico Aglio con la sua essenza, chi non sa che, oltre ad essere un vasodilatatore ed ipotensore è un ottimo antisettico intestinale e polmona re, il Timo, gradevole connubio col pesce è anche un ottimo coadiuvante nei casi d'infezioni intestinali ed urinarie, contro vermi e dermatosi.
I condimenti, aromatici che da sempre utilizziamo inconsciamente in cucina, ci aiutano oltre che con il loro gustoso sapore a digerire, come antifermentativi e sgonfianti con i loro principi attivi racchiusi in foglie o in radici; il Rosmarimo non solo si deve usare sugli arrosti, ma in ifusione è un ottimo stimolante, tonificante generale, cardiotonico e stimolante cortico-surrenale. Messo in bagno bollente associato a "Salvia, Origano, Menta" è un ottimo bagno afrodisiaco, pertanto Vi consiglio di assaporare il piacere del tepore d'un bagno, unendo l'utile al dilettevole.
In campo cosmetico per la cura ed il trattamento della nostra bellezza possiamo avvalerci di piante e fiori, colorati e belli da vedersi, profumati, che con i loro principi attivi ci aiutano a mantenere una bella carnagione elastica ed umida o chi ha problemi di pelle secca, un po' di Malva, Altea e Lichene islandico ricco di mucillaggini che trat-
tengono l'acqua sul nostro viso ce la proteggono dagli agenti esterni; contro arrossamento e couperose consiglierei invece l'Achillea o l'Amamelide ottimi decongestionanti.
Per pelli grasse ed impure una buona crema alla propolis e lavanda o Biancospino. In cbmpagnia delle "Erbe Amiche" possiamo anche passare del tempo divertendoci colorando tinteggiando, lane, cotoni, raggiungendo tali soddisfazioni con il "Fai da te".
I coloranti più usati sin dai tempi antichi, possono essere lo Zafferano, il Té, la Robbia; un bel color bruno, con il Noce o l'Hanné viene bene, un bel giallo solare, con la ginestra e con la Calendula, o con la Camomilla o con altre tanto care Erbe.
Per premiarci di tale bravura possiamo raccogliere, seccare e mettere nei barattoli una bella marmellata di Mirtillo addolcita con il miele e così ci curiamo anche, da soli per migliorare la nostra vita notturna, oppure contro una dissenteria. Una buona marmellata, invece per esempio di albicocche, non è solo appetitosa, ma è ricca di vitamine e sali minerali per cui è ottima in casi di convalescenza od esaurimenti ed è raccomandata ai bambini per un ritardo di sviluppo, e se poi vien voglia di applicare sulla nostra epidermide il succo d'albicocca, se ne troverà giovamento come tonificante per pelli vecchie.
Ché la Fitoterapia ed Aromaterapia, sia sempre più d'avvenire, è rivalutata non lo di mette in dubbio, inoltre è una "medicina" gradevole, dai molteplici effetti insospettati, attestata, sempre di più da diversi nuovi studi e lavori; perché l'uomo, le piante, i colori e i suoni vivano in "simpatia". Erborista Liana Treves del Quadrifoglio via M. Bianco 46
strutture di interesse turistico).
La prima parte illustra i confini geografici e le vie d'accesso, la formazione geologica, gli usi e costumi, le tradizioni, la flora e la fauna, brevi cenni storici, le attività economiche della valle con una rilevanza particolare data al contrabbando ed alla emigrazione che sono due aspetti caratteristici della zona.
La seconda parte titolata "momenti intelvesi" può essere considerata il canovaccio portante del libro. È divisa in una trentina di capitoletti brevi, agili e di scorrevole lettura, ognuno dei quali è dedicato ad un particolare "momento" come ad esempio: il poeta della gerla, il borgo medioevale di Argegno,
ottobre
Notiamo in questo libro un timbro e una densità del linguaggio dove le parole hanno sapore tutto personale e talvolta assai caratteristico, insieme a una spiccata sollecitudine e precisione.
Il libro è diviso in due parti con u'appendice redatta per chi desidera trascorrere una vacanza in valle (con capitoletti dedicati a: cosa acquistare, itinerari escursionistici, i monumenti della valle, itinerari gastronomici, impianti sportivi ed altre infra-
Storiografia e fascismo
di Guido Quazza, Enzo Collotti, Massimo Legnani, Marco Palla e Gianpasquale Santomassimo
In occasione della Festa de l'Unità tenutasi in settembre al Monte Stella è stato presentato il libro "Storiografia e fascismo", un'interessante pubblicazione storica che raccoglie gli studi di cinque diversi autori (Guido Quazza, Enzo Collotti, Massimo Legnani, Marco Palla e Gianpasquale Santomassimo) e che è concepita come una rassegna sistematica di quanto la storiografia ha detto sul fascismo.
Nei cinque saggi vengono presi in esame i diversi aspetti del ventennio: la nascita dello stato totalitario; i rapporti del potere con le classi subalterne e l'organizzazione del consenso; la politica esterna e l'imperialismo; blocco di potere e regime fascista; esame di coscienza degli italiani sul fascismo.
Il libro, nato con la collaborazione dell'Istituto Nazionale di storia per il Movimento di Liberazione in Italia (fondato da Ferruccio Parri con sede a Milano, in piazza del Duomo) è un valido strumento per approfondire le conoscenze del lettore su un periodo ancora relativamente recente della nostra storia nazionale.
Lanzo: c'era una volta, la rivincita del Monte Galbiga, la lite antica del prete di Ramponio, Schignano diamoci una mano, la mulattiera della fatica a Casasco, rettili antidiluviani e altre curiosità scientifiche ai confini della Valle Intelvi, i pozzi di montagna. L'insieme di questi capitoletti permettono una veloce e rapida carrellata su una zona montana ricca di storia e pregna di tanti valori.
Il libro a Milano è distribuito dalla Libreria Internazionale (ex SEI) di Piazza Duomo 16 e, temporaneamente, dall'edicola della stazione della metropolitana Uruguay.
Luisa Sampietro
Il generale e il politico di Adolfo ScalpelliIstituto Operaio editore
"Il generale e il politico: Comando piazza a Milano" è il titolo del libro di Adolfo Scalpelli presentao il 3 settembre al Monte Stella, nell'ambito della Festa de l'Unità, con un dibattito cui hanno partecipato, oltre all'autore, alcuni dei personaggi più rilevanti della lotta di Liberazione a Milano ed in Italia.
Il libro di Scalpelli ricostruisce con puntualità la storia del Comando Piazza di Milano del Corpo Volontari della Libertà,
che nacque il 18 agosto del 1944 con la partecipazione dei cinque partiti antifascisti del Comitato di Liberazione Nazionale. Una storia ricca di fatti, di idee, di dibattiti, anche, e di diversità che Scalpelli ricostruisce ed espone con la serietà dello storico che non fa concessioni alla retorica e all'ovvio, ma che tuttavia si sente parte in causa, che conosce e capisce, con la sua sensibilità e le sue idee, la lotta, i suoi motivi, le sue diVersità.
LABORATORIO di ANALISI MEDICHE
via delle Ande 5 tel. 3086091
convenzionato SAUB
NOVITA'
OPPIONI ARREDAMENTI COMPLETI PER BAGNO COMPOSIZIONI IN CRISTALLO E IN LEGNO accessori di ogni genere NOVITA' NESSUN FORO NELLE PIASTRELLE LAVORI SU MISURA MILANO - via G. SILVA 29 (Ingresso da via ALBANI) Tel 4986440 aperto tutti i giorni dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 19,30
Io searrAle di orEME,
BAGNO
LACOMINA....
Il Laboratorio per i prelievi ha il seguente orario: dal lunedì al sabato ore 8 - 9,30 si eseguono prelievi anche a domicilio 1985
Proseguiamo nel nostro "viaggio" esaurendo la parte propedeutica per esaminare uno degli aspetti più interessanti della parapsicologia: la Psicocinesi.
L'angolo della poesia )
Doriska, un nome nuovo per una pittura nuova
Colui che presenta gli artisti, su questa come su altre pagine, di norma segue alcune regole, alle quali si attiene, il più possibile, con coerenza. Su Milano 19, in questa rubrica dedicata all'arte, vengono privilegiati gli artisti residenti in Zona, anche se per il momento poco noti, oppure si parla di quelli legati in qualche modo al discorso culturale relativo alla realtà che ci è più prossima. Con gli uni e gli altri il nostro proposito è sempre lo stesso, vale a dire di essere obiettivi e sinceri, anche laddove, e può succedere, qualche riserva potrebbe essere consentita. Eppure nel caso di Doriska, l'artista di cui parliamo in questo mese, abbiamo l'impressione che la situazione dello scrivente sia sulla riva opposta di ciò che si trova solitamente. Presentando i lavori di questa cara amica pittrice, che da poco ha cominciato una produzione artistica di pura fantasia, siamo insospettiti dalla possibilità che le parole spontanee ed elogiative se non addirittura entusiastiche, vengano scambiate per una normale cortesia fra amici. Ma pur consapvoli di correre i rischi del caso, siamo ben contenti di raccontare il nostro felicissimo impatto con i nuovi lavori di questa artista abbastanza nota anche a livello cittadino, tra le sue tante attività (è anche poetessa autrice di un volume intitolato "Momenti") essa ha eseguito un gran numero di ritratti a Palazzo Reale di Milano nell'ambito della Mostra per il dolore innocente, di Don Gnocchi. La valida pittrice, dedicandosi esclusivamente negli ultimi mesi a completare questa nuova serie, vi ha lavorato una stagione intera consumandovi tutte le sue
energie anche fisiche oltre che intellettuali, nel gran caldo dell'estate Ottantacinque. Con il suo nuovo nome o pseudonimo d'arte ha lasciato dietro alle spalle i modelli, le scelte e lo stile del suo lavoro precedente ed ha dato vita a una nuova linea creativa. Si tratta di opere a tema informale, meglio dire astrattogeometrico, eseguite con quel materiale di difficile trattamento che è l'acquerello. In esse non vi è traccia di accademismo, di pura e semplice abilità manuale di esercitazioni tecniche fini a se stesse. Sono invenzioni ritmiche e calibrate, capaci di liberare la fantasia dell'osservatore che si rende conto di quella vampata di estro che deve aver attraversato la mente dell'autrice nel momento della realizzazione.
In alcuni "dipinti" (è giusto chiamarli ancora così) dedicati alle "Separazioni", semplificate da frammenti spezzati, vi si possono leggere i simboli di umanissime lacerazioni affettive. Brandelli di una unità che si è scissa per dolorosi strappi, e ancora non si è ricomposta in una struttura nuova, anzi mantiene verso l'entità sfuggente la morfologia della possibile ricongiunzione. Questi piccoli soggetti metaforici, prendono corpo al di sopra del fondo luminoso e colorato, come avessero un loro spessore infinitesimale e par quasi di dover accertare al tatto se non si tratti di autentiche sovrapposizioni. Con molta oculatezza la pittrice ha usato la trasparenza del foglio, sfruttando le possibilità intrinseche dell'acquerello per alleggerire la composizione e darle un respiro inconfondibile. Nei soggetti a figure geometriche, rettangoli o più spesso quadrati, queste
semplicissime forme piane si inseriscono sul fondo bizzarramente colorato (ampie pennellate alternate a chiazze) disponendosi talvolta in diagonale ma più spesso ortogonalmente.
E poiché l'ariista ha saputo imitare e suggenre un rilievo illusorio, come se una piastra di plexiglass fosse appoggiata sul fondale sempre variato da lavoro a lavoro, può sembrare che tra le due superfici vi sia un piano intermedio, dove si ha la sorpresa di rintracciare qualche minuzia capitatavi per caso: una macchia di colore diviene un opale, un tocco di giallo un topazio, una goccia iridata una perla o una lacrima, una serie di macchioline brune sono crateri di corpi astrali, lune, satelliti lontani.
Davanti a queste opere si può stare silenziosi a pensare,
ma non solo per cercare si cati o somiglianze. Meglio forse abbandonarsi al piacere del vedere: vedere quel che realmente c'è. In una sessantina di opere la pittrice ha dato fondo a tutta la sua creatività del momento ed ha fatto una escursione senza confini in alcuni temi molto affascinanti, invitando anche noi in questa magia caleidoscopica dovuta non al caso ma a un genuino trasferimento emozionale. Le nostre impressioni, i nostri apprezzamenti, la nostra adesione a questa pittura così ricca di possibilità e risonanze saranno certamente confermate nelo corso della Personale che Doriska sta preparando come un avvenimento artistico di grande valore e di alto livello qualitativo.
Bruna Fusi
Pittrice 'e poetessa, seleziona per "milano 19" (di cui è redattrice) due composizioni per due distinti momenti poetici. Eppure, la mestizia che la Fusi ci trasmette, sembra filtrare, per osmosi, da una lirica all'altra.
Ed è solo un'attenta lettura che consente di familiarizzare con questo processo d'interazione. Koper
Soltanto fiori
Giaccio Sogno come l'erba sotto ai piedi abbandoni impossibili di chi l'ha calpestata. e svegliandomi Se non m'hanno spezzata soffro in modo pungente mi risolleverò. Amarezza. Altrimenti vivrò Amarezza di radice. nella radice E volevo fiori aspettando soltanto fiori una nuova stagione. nel vento.
Nuvole
È una nuvola ma sembra una colomba: le stesse piume bianche le stesse penne grigie.
È una fluida colomba che va avanti scivolando nel cielo quasi senza battere ali. Segue in doppia fila una coppia di cim un po' più scuri, i timidi innocenti serpentelli la vogliono raggiungere e giocarci ma senza farle male.
E ondulando leggeri quasi quanto la colomba percorron tutto il cielo che ho davanti alla finestra. Spariranno a Nord morbidamente scivolando uniti mentre poco più in alto mentre poco più su si srotola leggera una tenda fioccosa di un grigio madreperla. Arriva al tetto scende come un sipario divide terra e cielo. Calasse sui miei sogni ancora aggrovigliati come cala sul giorno da cui serpi e colombi si sono allontanati.
ESPERIENZA E PROFESSIONALITÀ
L'IMPRENORD offre ai suoi clienti assistenza e consulenza per ogni aspetto e fase della costruzione: dalla stesura del progetto
all'opera finita. Un servizio completo, frutto di grande conoscenza e professionalità, per ottenere sempre il miglior risultato.
ottobre 1985 milano 19 - pagina 11
Bruma Fusi
COSTRUZIONI
IMPRENORD - Via Ravizza 39 - 20149 Milano - Te1.4694966-4815245 4r
dalla prima pagina
Pentapartito
silenzio (fino a quel momento) del gruppo democristiano, pago del dictat pentapartitico imposto a Milano, ha fatto una lunga dichiarazione di voto (che riportiamo in altra parte del giornale) per denunciare la violenza fatta al decentramento, cui le decisioni prese a livello centrale hanno tolto autonomia violandone l'ispirazione più profonda, svilendone le esperienze di lavoro unitarie, programmi ed iniziative che avevano arricchito la vita politica, culturale e sociale della città e della zona.
Ricordato che vi sono grossi problemi che urgono e che necessitano di soluzioni, per le quali è indispensabile operare sulle basi di un programma non presentato dalla costituenda maggioranza pentapartitica, Chiovini, a nome del gruppo comunista, ha proposto la candidatura alla presidenza di Claudio Calerio, dello stesso gruppo, preannunciando che il PCI è pronto a condurre un'opposizione seria, di chi non vuole isolarsi, puntuale, non disposta a concedere sconti, sulle basi del programma che lo stesso partito ha presentato ai cittadini della zona, ricevendone il maggior numero di voti.
Dopo un breve intervento del gruppo democristiano di accettazione della candidatura socialista ed altri interventi di Coscelli, che insistendo nella richiesta di un programma da parte della nuova maggioranza proposta ha dichiarato l'appoggio del suo gruppo alla candidatura di Calerio, e di Chiovini che ha ribadito la domanda "quale programma propone la maggioranza?" sottolineando il diritto degli elettori a conoscerlo, si è passati alle votazioni. Assenti i due consiglieri missini, allontanatisi dall'aula per non partecipare al voto, come già
avevano dichiarato in precedenza, hanno votato 30 consiglieri: 20 dei gruppi del pentapartito, nove comunisti ed un demoproletario. All'apertura delle urne il socialista Chioccola è risultato eletto con 19 voti, mentre Calerio ha ottenuto 10 voti, una scheda è risultata bianca. Evidentemente nella neonata maggioranza c'era stato un franco tiratore. Non male come inizio.
Subito dopo le elezioni il neoeletto presidente Chioccola ha preso posto al seggio della presidenza ed ha pronunciato poche parole per ammettere, in modo alquanto confuso, che effettivamente la decisione su come avrebbe dovuto essere composta la maggioranza della Zona 19 era stata presa altrove, nelle sedi degli organismi centrali dei partiti del pentapartito, giustificando ciò con il fatto che il decentramento è ancora giovane (ma quando diventerà maturo, visto che i partiti del pentapartito hanno ritenuto di dover decidere a Roma come doveva essere composta la maggioranza anche al Comune di Milano, la cui età è di gran lunga maggiore di quella dei Consigli di Zona?, n.d.r.) e dichiarando che la nuova maggioranza non aveva preparato un programma perché non aveva avuto il tempo "per fare queste cose".
A questo punto c'è da chiedersi: se non ha avuto il tempo in ben quattro mesi, quanto tempo occorrerà al pentapartito di zona per preparare e presentare un programma? Forse l'intero arco di 5 anni della legislatura? Dubitiamo che possa bastare la settimana indicata dal neopresidente nel richiedere che venisse rinviata l'elezione del vicepresidente. Evidentemente per tale carica il pentapartito non aveva ancora un nome. Lo ha allora presentato il gruppo comunista candidando alla vicepresidenza della zona l'indipendente Gabriella Vagnotti Finazzi. Dopo vani tentativi di
Il tuo veicolo strausato, auto o furgone, dai Concessionari Ford vale minimo 2.000.000 se acquisti un Transit. Se non è da buttar via i Concessionari Ford lo supervalutano. E se non hai usato, condizioni su misura per te. In più, con Ford Credit, minimo anticipo e finanziamento di ben12.000.000* in 48 rate senza interessi per un anno.
rinviare tale elezione, visto che il regolamento stabilisce che una volta presentata una candidatura il consiglio di zona è obbligato a votare su di essa o su altre eventualmente presentate nella stessa seduta, la stragrande maggioranza dei consiglieri del pentapartito ha abbandonato l'aula facendo mancare il numero legale, essendovi rimasti soltanto il presidente, i 9 consiglieri comunisti, il consigliere demoproletario, i due missini, il democristiano Martellosio ed un consigliere socialista: 15 in tutto. I lavori della seduta sono stati così sospesi e per riconvocare il Consiglio di Zona si dovrà ormai arrivare al mese di ottobre. Altro tempo sprecato! Considerando che oltre all'elezione del vice presidente il Consiglio di Zona dovrà provvedere a formare la Commissione per il Regolamento, composta da un rappresentante di ogni gruppo consiliare, e che soltanto dopo l'approvazione del. regolamento potranno essere formate le commissioni ed eletti i loro coordinatori, c'è da pensare che prima che il Consiglio di Zona 19 possa effettivamente entrare nel pieno delle sue funzioni si arriverà se ci va bene, a novembre o dicembre. E mentre i partiti del pentapartito si riempiono la bocca con termini come "decisionismo", "concretezza" e via dicendo, molti urgenti problenii attendono (ma ancora per quanto?) una soluzione che non arriva.
Gian Piero Pagetti
Si è fatta
rie zone della città, basate su confronti programmatici seri ed articolati. No, noi non possiamo accettare questa logica che immiserisce la politica, accantona i reali problemi della cittadinanza fino a renderli subal-
terni a logiche spartitorie di potere, che nulla hanno a che fare con tutto il ricco e prezioso patrimonio di battaglie, di cultura, di partecipazione alla vita sociale e politica della nostra zona. Abbiamo lavorato nel corso di questi mesi per dare una rapida soluzione alla costituzione di una maggioranza programmatica. Abbiamo cercato, in incontri con altre forze politiche, delle soluzioni che mettessero il Consiglio di Zona in grado di operare immediatamente. I problemi urgono, è necessario dare loro delle soluzioni. Le vicende dello Sporting Club, le scelte urbanistiche per il Gallaratese, gli investimenti per i giovani contro la droga, una politica per la pace, l'urgente intervento nel campo dell'assistenza, le questioni della scuola alla luce delle recenti posizioni del Provveditorato: ecco alcuni esempi che illustrano la necessità di un pronto operare sulla base di un programma".
"Esprimiamo la nostra profonda preoccupazione per come si è giunti a costituire questa maggioranza. La scarsezza dei programmi dei partiti della maggioranza del pentapartito nella zona durante la campagna elettorale non pare sia stata riempita in queste settimane e soprattutto nel corso delle trattative locali, se queste ci sono state, non si è certo discusso di programmi. Dunque in Zona 19 pentapartito con presidenza al P.S.I. Questo ribaltamento di maggioranza non ha giustificazioni politiche locali, non ha una base programmatica propria, non nasce da rotture o preclusioni politiche a livello locale, ma è il risultato di una imposizione dal centro di una imposizione dal centro di una formula politica che limita l'autonomia dei partiti nelle zone. Diciamo ai compagni del PSI: i fatti dimostrano che la discussione sulla presidenza al PCI, al PSI o al PRI (avvenuta precedentemente alla seduta del 20 settembre, n.d.r.) era un falso
ottlESPETrAc
ostacolo alla formazione di una maggioranza programmatica, laica, di sinistra. In realtà l'ostacolo era la pretesa del pentapartito cittadino di stabilire centralmente quali maggioranze costruire nelle zone. La presidenza è stata quindi assegnata al PSI, il quale tiuttavia non ha potuto scegliere con quale maggiordnza amministrare la zona, senza possibilità di un confronto programmatico tanto caro al PRI, che invece ha privilegiato le formule. Chiediamo agli amici repubblicani: dove è andata a finire la tanto conclamata concretezza die programmi e delle idee? I programmi e la maggioranza non sono indifferenti ed intercambiabili rispetto alla presidenza. Ecco perché il PCI, non accettando questa logica, propone come candidato alla presidenza il proprio capolista, il compagno Claudio Calerio, che ha raggiunto il maggior numero di preferenze nella zona (alle elezioni del 12-13 maggio, n.d.r.) la cui competenza e preparazione sono fuori discussione".
"Noi comunisti — continua la dichiarazione — alle formule, alle imposizioni arroganti contrapponiamo programmi, discussioni chiare, uomini capaci. E questa la nostra caratteristica, il nostro modo di operare nelle istituzioni. Ciò testimonia il nostro spirito di profondo rispetto delle istituzioni, della democrazia e della volontà di farla vivere quotidianamente. La nostra sarà un'opposizione seria, non di chi vuole isolarsi, non del tanto peggio tanto meglio, noi non faremo mai questo: noi vogliamo che la nostra zona venga ben amministrata.
"Certamente non faremo sconti, non ci saranno confusioni politiche, ma incalzeremo quotidianamente la maggioranza sui singoli problemi. Anche all'opposizione opereremo per difendere ciò che abbiamo realizzato nel corso di questi anni, per portare a compimento i progetti
elaborati insieme, per risolvere i problemi rimasti aperti, per trovare soluzioni valide a quelli nuovi, attraverso un rapporto aperto di collaborazione, di sostegno e di verifica con le forze sociali e culturali, i movimenti e le associazioni della nostra zona. Cercheremo in Consiglio di Zona di costruire convergenze tra le forze di sinistra laiche e cattoliche su problemi concreti, sulla base del nostro programma elettorale presentato agli elettori, alle forze politiche, socigli e culturali della Zona 19, sul quale abbiamo avuto da tutti un giudizio positivo".
IACP
degli alloggi e garantendo l'accesso a finanziamenti agevolati per interventi manutentivi privilegiando e favorendo cooperative di acquisto.
Per chi non acquista non va attuata alcuna mobilità forzata, ma eventualmente incentivate forme di cambio alloggi. Lo IACP deve comunque restare nella gestione condominiale per la parte invenduta, mantenendo con i non-acquisti i rapporti di affitto stabiliti dalla legge 91-92. Forme di finanziamento del Fondo Sociale previsto dalla legge 91-92 e destinato a interventi a favore delle famiglie meno abbienti andrebbero reperite attraverso la vendita di spazi per usi diversi dall'abitazione. Molte di queste richieste qualificanti non sono state raccolte dalla legge di vendita, ma è sulla base di questi orientamenti che il SUNIA intende tutelare gli assegnatari degli alloggi in vendita richiedendo sia assicurata una sede di confronto sui piani di vendita e sulle finalità delle entrate da questi derivanti.
2.000.000 12.40,00,.0„
*Salvo approvazione della Finanziaria.
DA NOI
A grande richiesta, il Ford Motor Shcvv. Lo spettacolo comincia. Straordinarie offerte per Escort, Orion e Transit. Resterai senza fiato al Ford Motor Show!
O ESCORT
Acquista una nuova Orion o Escort benzina o Diesel 1600, e la tua vecchia auto vale minimo 1.500.000. Se non è da buttar via, è supervalu-Å tata. E se non hai usato, condizioni su misura per te.
In più, con Ford Credit, minimo anticipo e finanziamento di ben 8.000.000* in 48 rate senza interessi per un anno.
1.500.000 di valutazione minima sull'usato
8.000000senza interessi . per un anno
pagina 12 - milano 19 ottobre 1985
ORION
Federazione SUNIA S.
Luigi Noé
Siro - Rho
SUBITO
CONCESSIONARIA mbrosiana u t o s.r.l. Via Varesina, 47 - Milano tal. 327.11.48 (ric. autom.) Via Gallarate, 281 - Milano - tal. 309.23.67 - 308.50.89