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Mensile di informazioni politica e cultura della Zona 19
Anno IX - N. 9 - Settembre 1985 L. 600
Iniziativa del Centro Donne
Milano dal fascismo a piazza Fontana
A coli e e uio con le elette per discutere della Zona
L'intento è di stabilire un filo diretto che permetta agli elettori di far pervenire le proprie istanze, attraverso un dibattito ed un approfondimento delle questioni, ai propri rappresentanti
È stata avvertita l'esigenza di una riunione cosiddetta post-elettorale tra le donne votate e votanti della nostra Zona, come un naturale proseguimento del precedente incontro, da Milano 19 pubblicato il mese scorso.
L'altra faccia della droga
Siete poveri?
L'IACPM non ci crede
La riunione è avvenuta, con un discreto numero di partecipanti (vi era in corso anche la manifestazione di chiusura di una scuola del Gallaratese), in via Lampugnano tra le elette sono intervenute: Rosanna Magni Ferri (PCI), Gabriella Finazzi Vagnotti (PCI indipendente), Tina Mozzanica (DC), Manuela Valletti Ghezzi (neo eletta DC), Margherita Cattaneo Zorazzi (neo eletta DC), Bianca De Varda Giorcelli (PSI).
Ricordando che ogni venerdì dalle 14,30 alle 17 è presente
Fino al 15
La Festa de l'Unità al Monte Stella
È iniziata il 29 agosto, e si protrarrà fino a domenica 15 settembre, la Festa Provinciale de l'Unità — la sesta al Monte Stella — che coni suoi 18 giorni di durata vuole riconfermarsi come il principale avvenimento culturale, spettacolare e politico della fine estate milanese.
Cominciamo con gli spettacoli. Nei cinque punti spettacolo della Festa (Teatro Tenda, Anfiteatro, Variety-Caffè concerto, Dancing, Piano bar) si alterneranno le grandi orchestre romagnole di ballo liscio, i balletti classici e moderni, i concerti jazz e di blues, i burattini, il cabaret ed i "big" della musica leggera. In particolare i concerti si tengono in due punti: Anfiteatro (completamente gratuiti) e Teatro Tenda (a prezzi veramente "politici", dalle 4 alle 6 mila lire). Iniziati il 29 agosto all'Anfiteatro con Drupi, si susseguono a raffica: il 31 agosto all'Anfiteatro con i Nomadi, il 2 settembre con Edoardo Bennato al Teatro Tenda, il 3 settembre con Enrico Ruggeri all'Anfiteatro, il 4 con Roberto Vecchioni al Teatro Tenda nello spettacolo "Il grande sogno", il 5 settembre all'Anfiteatro con Anna Oxa, il 6 al Teatro Tenda la Premiata Fomeria Marconi, il primo grande gruppo pop italiano, N settembre al Teatro Tenda con Loredana Bertè, il 10 sempre al Teatro Tenda con il rock napoletano di Toni Esposito, il 12 settembre all'Anfiteatro con i Matia Bazar. 11 13 settembre due appuntamenti: uno all'Anfiteatro con il nuovo (segue in ultima)
Assegni familiari e limiti di reddito Non saranno famosi e... toglieranno il sussidio anche ai fratelli minori
In una famiglia dove entrano due salari è difficile non varcare i limiti di reddito oltre i quali si resta esclusi dal diritto di conservare gli assegni
nella attuale sede del Centro Donne un gruppo di ascolto e informazione aperto alla popolazione che desidera trovarsi per vari motivi, la segretaria Marina Ferrari ha aperto la serata spiegando che quella riunione era stata voluta nell'intento di aprire un filo diretto tra le persone che non potendo essere presenti come entità fisica nei luoghi ove avvengono le decisioni, possono però per altra via fare pervenire le proprie istanze attraverso un dialogo e un approfondimento delle questioni, direttamente con i propri (o le proprie) rappresentanti.
Motivi di spazio non ci permettono ora di scendere nei dettagli di ciò che è stato proposto, chiesto, progettato o programmato dalle singole intervenute, che hanno tutte toccato tasti
concreti quali: scuole, interventi sociali, strutture per l'accoglienza, università popolare, revisione dei contenuti dei servizi USSL oltre la fase amministrativa, potenzialità delle strutture esistenti e revisione delle gestioni sociali, entrata nel merito delle cose cercando rapporti di tipo diverso, ricerche su argomenti emergenti ed impegno serio sul problema giovani, con una autentica preparazione per l'ingresso nel mondo, luoghi di riunione e, alla fine, è parso ottimo l'incontro con la popolazione, affinché gli eletti non sentano il vuoto alle spalle, opportu'nità che anche il Centro Donne ,si impegna a fornire, contribuendo a rompere l'isolamento da persona a persona.
B.F.
Per trattare il problema della limitazione degli assegni familiari, lo spunto, anche se paradossale, ci viene dato dalla notizia, non più recentissima, che il giovanissimo tennista tedesco Boriz Becker, diventato famoso con la vittoria nell'ultimo torneo di Wimbledon, ha stabilito la sua residenza in quel di Montecarlo, dove, come si sa, non si pagano tasse sui redditi personali. Con il guadagno in denaro ottenuto da questo primo grandissimo successo (325 milioni di lire) e con gli altrettanto cospicui guadagni che presumibilmente si appresta a conseguire nell'immediato, quella di trasferirsi lontano dalla famiglia (in teoria, naturalmente) per non incappare in tremende mazzate fiscali, debitamente somministrate anche in Germania, è u-
Dovrebbe entrare in funzione nel 1987
Per la Motorizzazione una nuova sede al Gallaratese
Comprenderà uffici e piste di prova - Vi saranno riuniti i servizi attualmente sparsi in vari punti della città e vi si terranno anche gli esami di guida
n'idea niente male. Anche ai nostri ragazzi, magari non più giovanissimi e non propriamente famosi come Boris Becker, che per buona sorte svolgono un'attività lavorativa (non si fraintenda, qui non si parla né di campioni né di artisti, soltanto di semplici lavoratori dipendenti) si potrebbe suggerire si staccarsi dalla famiglia, non per sottrarsi al pagamento delle tasse (regolarmente impossibile, il loro ristretto luogo di appartenenza non prevede certo Montecarlo), ma almeno per evitare che ai familiari (madre e fratelli minori) venga tolto quel modesto assegno fino a qualche tempo fa sempre riconosciuto quale parte integrante della retribuzione del padre (segue in ultima)
Da Diciannoverde Ecologia e ambiente nella zona
Lettera aperta al Consiglio di Zona 19
Con la presente sollecitiamo il vostro interessamento verso la questione ambientale della zona 19. Le situazioni che a nostro avviso richiedono un intervento immediato sono numerose: dai progetti di costruzione dei parcheggi sotterranei alla immediata sistemazione a verde pubblico attrezzato dell'area destinata a Orto Botanico, dalla creazione di piste ciclabili all'estensione del Parco di Trenno all'inquinamento atmosferico causato dalle centrali di riscaldamento IACP e questo solo per citarne alcune.
(segue in ultima)
L'ufficio provinciale della Motorizzazione civile avrà una nuova sede più funzionale e più adeguata alle esigenze di una città come Milano e della sua provincia. Sorgerà nella nostra zona, al Gallaratese, per essere precisi, in via Cilea, sarà collegata direttamente alla costruenda stazione della Metropolitana di Molino Dorino e quindi potrà essere raggiunta facilmente, non soltanto dagli abitanti della nostra zona, da tutti quanti avranno bisogno di recarvisi per l'espletamento di qualche pratica burocratica o per altri motivi.
Si tratterà di un complesso che sorgerà su un'area di circa quarantamila metri quadrati e che comprenderà un palazzo per uffici di quattro piani, lungo 110 metri e profondo 50, non(segue in ultima)
il pwrito Una bella prospettiva
La calura di agosto non ha interrotto la polemica tra i partiti di governo ed in particolare tra repubblicani e socialisti sui risultati (irrilevanti per i primi, decisivi per i secondi) della cosiddetta verifica estiva.
Ad un corsivo del quotidiano del PSI, che in pratica dava del bugiardo a Spadolini e accusava i repubblicani di condurre contro il governo un "lavorio di talpe e altri roditori", la "Voce Repubblicana" ha risposto affermando che soltanto un colpo di sole ferragostiano poteva spiegare "la carenza degli argomenti e l'arroganza dei toni" del corsivista Avanti!", garantendo che "tarli roditori o talpe roditrici" sono specie animali ignote ai repubblicani e sostenendo che "i pericoli di erosione" della coalizione non stanno nelle critiche repubblicane, ma piuttosto nel trionfalismo so-
cialista, che conduce "alla sottovalutazione della gravità e della serietà di alcuni appuntamenti programmatici ed istituzionali". In primo luogo, evidentemente, la legge finanziaria per il 1986, che, secondo i repubblicani, sarà l'autentica "verifica" della maggioranza. A sua volta il segretario democristiano De Mita ha detto, in un'intervista al "Mattino" di Napoli, che gli accordi con Craxi non sono granché, ma si basano "sul fatto che Craxi sa bene come la DC ritenga che per la legislatura in corso, e probabilmente per la prossima, questa è la sola maggioranza possibile". Insomma, abbiamo di fronte una coalizione che non vive sui programmi, ma sopravvive unicamente in virtù di un accordo di potere. Una bella prospettiva per questa ripresa autunnale che si presenta con foschi presagi economici!
4iú I mestée de la Milan de semper
IUNIPOL
Agente Generale GINO M AZZOLA Via Osoppo, 13 Tel. 02/40.80.980
ASSICURAZIONI
Quartieri Cronache Lo sport in Zona 19
settembre
Inscì mangia Meneghin (Cucina milanese — 13)
Fidegh a la milanesa (Fegato alla milanese)
Per quattro persone fatevi tagliare dal macellaio fette di fegato di buon spessore; vi necessitano anche un etto di burro, un uovo, un limone, una manciata di prezzemolo, farina bianca, mollica di pane grattugiata, sale, pepe e olio.
Disponete il fegato in un piatto fondo e aspergetelo di prezzemolo (che avrete ben lavato e triturato); quindi salate e pepate a vostro gusto e ricoprite a filo il fegato con olio d'oliva lasciandolo a macerare per una buon 'ora.
In un altro piatto fondo preparate un uovo sbattuto con poco sale; sgocciolate il fegato e passatelo nella farina bianca facendola ben aderire e quindi passatelo nell'uovo e da ultimo nella mollica di pane grattugiata. Fate imbiondire in una capace padella il burro e adagiatevi il fegato con delicatezza; lasciate
Errata corrige 1804, non 1904
Per un errore di stampa nell'articolo "Patrimonio storico ambientale minacciato dalla speculazione", pubblicato in prima pagina nel nostro numero di luglio-agosto, è risultato scritto che la famiglia Monti risiede alla cascina Bettola di Figino nel 1904. Invece l'insediamento di tale famiglia alla Bettola risale a ben un secolo prima, precisamente al 7 ottobre del 1804.
rosolare bene e rivoltate accuratamente le fette di fegato sinché, diventare ben dorate e cotte, le porrete su di un piatto di portata; disponete attorno le fette di limone che nel frattempo avrete tagliate.
Questo piatto va servito ben caldo;può essere gustato con una infinità di contorni: fagiolini cotti, verdure fresche crude (finocchi, rapanelli, carciofi affettati fini, pomodori o insalatina verde o mista, cetrioli, peperoni, ecc.) ed ancora a chi piacciono, cipolline o sottaceti.
Piatto abbastanza facile da preparare e gustoso, adatto ad essere servito in qualunque stagione e meritorio di avere compagno un buon bicchiere di vino. L'antico motto dell'araldica della cucina milanese avverte:
"Per quej senza denc e per i pussée piscinin l'è indegàa ed fidegh de buscin, ma el fidegh pussée bon a l'è quell d'on manzon! (per chi non ha denti e per i più piccoli è indicato il fegato di vitello, ma il fegato più buono è quello di un manzone).
Rassegnazione, fatalismo oppure partecipare a ribellarsi alle disfunzioni delle strutture pubbliche?
Queste domande mi sono fatta dopo aver sostenuto da sempre di preferire il pubblico al privato e che occorrerebbe partecipazione e volontà da parte di tutti per far funzionare meglio le strutture esistenti.
Devo comunque constatare alla verifica dei fatti, e ti accorgi solo quando ne hai bisogno, di quante carenze e disfunzioni, questi servizi socio sanitari soffrono.
Per questa ragione voglio esporre una mia esperienza personale nei rapporti con la USSL 75/19: iscritta da tanti anni alla mutua dei commercianti, sono stata inserita negli elenchi degli assistiti Saub. Il passaggio dalla mutua di Via Marina al Poliambulatorio di Via Novara è stato curato dall'Enasco, ente che provvede al disbrigo delle pratiche burocratiche dei commercianti. Ho fatto domanda di essere inserita nell'elenco degli assistiti del mio medico di famiglia (che fino a quel momento pagavo, perché la mutua commerciant passava solo lo specialista) ma mi è stato risposto non essere possibile in quanto lo stesso aveva già un numero rilevante di pazienti.
Mi è stato indicato il nome di un altro medico, vicino a casa e per scrupolo, non avendone alcuna necessità (godo una salute di ferro) vado a conoscere il medico assegnatomi. Lascio immaginare la mia grande meravi-
glia, quando vengo a sapere che trattasi di un ...veterinario.
Passa qualche tempo, la composizione della mia famiglia si modifica per cui occorre un aggiornamento burocratico, per l'aggiornamento della posizione.
Dopo lunghissime ed estenuanti code, dove qualcuno fa sempre il furbo passandoti davanti oppure dietro nell'ufficio distogliendo l'impiegato dello sportello dalle sue normali attività, come se lui solo avesse molta fretta ed impegni, finalmente arrivo allo sportello dove il funzionario mi comunica non essere possibile lo svolgimento della pratica in quanto mancante di cartellino, cartellino di cui non ne ho mai conosciuto l'esistenza.
Vengo invitata a farne delle ricerche, nonostante le mie assicurazioni, di non essere in possesso di altri documenti oltre a quelli esibiti. Ritorno comunque alla mia abitazione e verifico che le mie affermazioni sono giuste.
Ritorno al poliambulatorio di via Novara dove vengo invitata a fare una denuncia per smarrimento del documento richiestomi, caso contrario non è possibile fare alcun aggiornamento.
Rassegnata compro una carta da bollo da L. 3.000 mi reco alla P.S. per denunciare come richiestomi lo smarrimento del documento.
Di nuovo sono in via Novara, di nuovo coda interminabile, quando finalmente arrivo allo sportello trovo un impiegato diverso che mi dice che la denuncia non era necessaria, in quanto io non dovevo essere in possesso di alcun altro documento oltre a quelli che avevo nelle mie mani. Tutto questo è costato una gran perdita di tempo, creando un malcontento e sfiducia nell'assistenza pubblica.
Invito quindi i funzionari ad una maggiore attenzione, nello svolgimento delle pratiche e sicuramente con un po di buona volontà da parte di tutti le cose potrebbero funzionare meglio. Pia
Mongolino d'oro
Si è fatto molto scalpore in merito alla vicenda di Davide Vittorio in rapporto al Professor Glauco Casarico.
Buona parte della Stampa accapparrandosi la notizia ha voluto far notizia sfruttando forse, un argomento che anche un mediocre articolista sarebbe in grado di sviluppare con dovizia di particolari emotivi atti a suscitare, appunto, forti sentimenti di antagonismo nei riguardi del professore, ed un senso di unanime pietismo per l'alunno.
Mentre l'aspetto appariscente che fa cronaca, sintetizzato nell'espressione "Mongol ino d'oro", ha fatto scordare a molti italiani (che indubbiamente hanno vissuto quel periodo) l'educazionetipo degli anni '50; specialmente negli istituti privati come collegi, seminari etc.
Che dire delle bacchettate sulle dita raccolte all'insù, o il rimanere genuflessi sulle proprie mani con le dita incrociate.
E ancora, il tabellone che evidenziava "l'ordine di arrivo" degli alunni con le relative votazioni?
Mi sembra che si debba riflettere seriamente intorno a questi aspetti negativi forieri di insegnamenti... altamente pedagogici! Il castigo fisico e il castigo morale: un connubio infelice ma sottoscritto e approvato per lunghi anni.
Allora nessuno reclamava la personalità lesa del figlio, accettando supinamente quell'ordine coercitivo e diseducativo.
Incoscienti di ieri o benpensanti di oggi? E P
invalso l'uso, divenuto abuso, di ricorrere a certi costrutti grammaticali che l'indole della nostra lingua rifiuta. Il Pestelli ci riferisce che gli aggettivi sono la parte più delicata dell'edifizio grammaticale, quella in cui si manifesta la forza, o la debolezza, di chi parla e scrive.
E, aggiungo io, che la validità di un giornalista si misura anche dalle parole.
Un metodo da rifiutare
Siamo un gruppo di cittadini che il giorno 23 aprile 1985 ha assistito all'esproprio di una parte del complesso della lavanderia Mandelli di Milano in via Torrazza 39 e siamo rimasti sconvolti dal modo in cui lo stesso è stato eseguito.
Infatti quanto i Mandelli all'invito della polizia di lasciare lo spazio di cui all'esproprio hanno opposto un rifiuto, i militi sono intervenuti, ferendo ben tre componenti il nucleo familiare, compresa l'anziana proprietaria che ha riportato ecchimosi sul corpo, tanto che entrambi hanno dovuto ricorrere all'Ospedale per farsi medicare.
Non vogliamo entrare nel merito della questione, ma rifiutiamo nel modo più assoluto il metodo usato nell'intervento da parte di tutori dell'ordine verso cittadini onesti che lavorano.
Secondo noi era anche eccessivo il numero dei militi intervenuti, in quanto trattavasi di persone inermi.
In fede.
(Seguono le firme)
Grazie Fabio
Spett.le Redazione di Milano 19 Tutti indistintamente di cuore ringrazio per il pensiero riguardante nostro figlio Fabio.
Non so come esprimermi... ma penso comprendiate.
Auguro a tutti di cuore bene, con l'augurio di incontrarvi in tempi migliori.
Con stima. Carlo e Antonia Xamo
Veramente siamo noi che dobbiamo dire grazie a Fabio per la grande lezione di vita che, nella sua sia pur breve esistenza, ci ha saputo dare con le sue poesie.
L'espressione "A gonfie vele" ad esempio, spicca a chiare lettere a pagina 16 del Corriere del 30/6/85. Il buon senso suggerisce che le vele non sono gonfie che casualmente, per favore di vento; dunque a vele gonfie. La condizione della vela non implica, necessariaente, dilatazione o gonfiore, a meno che cause esterne non ne alterino lo stato.
Questo significa che anteponendo o posponendo l'attributo nel corpo di una frase, può cambiare radicalmente il senso di ciò che intendiamo esprimere.
D'altronde l'uso comune che non sempre sbaglia, ci fa dire rettamente: a spron battuto, a spada tratta, a tambur battente, a briglia sciolta, etc.
Sarebbe superfluo aggiungere (ma lo aggiungo) che il tessuto sagomato a forma di vela non è normalmente gonfio, non essendo una componente della sua struttura chimico-fisica.
E neanche una ragione di ordine cacofonico può giustificare tale schiaffo alla regola. P.E.
Lettera a Ravenna
Pur apprezzando la buona volontà dell'INPS che intende arginare il disastroso deficit — riscuotendo i crediti per risolvere i problemi di Cassa— desidero sollevare alcuni interrogativi sulla base di un esempio pratico.
Lavoro in una ditta che dal 1979 ad oggi non ha "sborsato" una sola lira di contributi. Quelle aliquote, per intenderci, che devono essere versate in ragione del 45,63%, a favore dei dipendenti. .
Come è possibile che i funzionari preposti a tale compito non siano intervenuti in questi sei anni senza esercitare alcuna pressione presso il datore di lavoro? Eppure il Presidente dell'INPS Sig. Ravenna, non può ignorare l'obbligo di Previdenza e Assistenza derivante dal D.L. 30/12/79 n° 663
Si sostiene di operare in futuro vicino un attento controllo, inducendo al versamento le aziende che non abbiano prodotto i documenti quietanziati, riscuotendo i crediti divenuti ormai... stantii.
Ma per il passato non sarebbe stato più logico, in subordine al decreto di cui sopra, controllare anno per anno i versamenti effettuati evidenziando le partite scoperte ed intervenendo di conseguenza?
E non mi sembra che per il caso specifico Vi manchino i mezzi per esercitare tale controllo. (Elaboratori, cervelli elettronici ecc.). Cordiali saluti.
E. Perillo
Vuoi un medico di famiglia? Ti danno un... veterinario A gonfie vele o a vele gonfie? VIA PALERMO 10 - TEL. 6572290 tutte le sere funziona bar tavola fredda calda e il totalizzatore elettronico «gratis» allo SFERISTERIO MILANO per una serata simpatica divertente diversa con il gioco della pelota basca alla presentazione di questo annuncio avrete diritto all'ingresso GRATUITO con esclusione del sabato 20148 MILANO Lab.: Viale Aretusa, 19 Tel. 40.46.103 MATERASSAIO rifacimenti in giornata TAPPEZZIERE IN STOFFA TENDAGGI vendita materassi a molle PERMAFLEX - SIMMONS pagina '2 = Indiano 19 settembre 1985
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DAL FASCISMO
Una grande nevicata paralizza la città
Per cinque giorni i tram non possono uscire dalle rimesse, ma l'evento eccezionale viene accolto dai milanesi con filosofia
di Gian Piero Pagetti
Il 5 dicembre 1946 le tariffe tranviarie a Milano vennero aumentate da 5 a 7 lire. Un aumento del 40 per cento che preannunciava la grande inflazione che si sarebbe registrata nell'anno che era prossimo ad iniziare. Ma per il momento la "Milano bene", che sarebbe come dire quella con i quattrini, parve non farci troppo caso ed il 7 dicembre si ritrovò tutta quanta, elegante e carica di gioielli, alla Scala per la "prima" della stagione lirica, senza alcuna preoccupazione per quanti fuori di lì, ed erano la grande maggioranza dei milanesi, nelle strade e nelle piazze male illuminate, nelle case ancor peggio riscaldate, stentavano a conciliare il pranzo con la cena e lottavano per trovare un posto di lavoro o per difenderlo quando lo avevano.
Del resto di che preoccuparsi? La grande paura era ormai superata. Ricchi nuovi o vecchi che fossero avevano trovato validi alleati per difendere i loro quattrini, comunque accumulato. Difatti il 14 dicembre 1946, in una turbinosa discussione alla Costituente, 134 deputati, tra democristiani, liberali e qualunquisti, chiesero, con un'interpellanza, di rifare tutte le commissioni per l'avocazione dei profitti di regime, che avevano appena cominciato a funzionare.
Dodici giorni dopo un gruppo di ex repubblichini e di ex gerarchetti minori fondò il MSI (movimento sociale italiano), un partito che sotto la maschera perbenista legale, creava (e cercherà anche in seguito) di nascondere, e neanche troppo, le sue nostalgie fasciste e che a Milano ebbe, certo non a caso, tra i suoi primi e maggiori esponenti, il "necroforo" Domenico Leccisi, uscito prtessoché indenne dalla vicenda giudiziaria seguita al furto della salma di Mussolini, con relativo corollario di stampa e spaccio di banconote false.
Il 3 gennaio 1947 il presidente del Consiglio dei Ministri, il democristiano Alcide De Gasperi, andò negli Stati Uniti d'America, dove gli promisero aiuti finanziari (in prestito e dietro pagamento dei relativi interessi, si intende) a patto che si impegnasse a firmare senza far tante storie il trattato di pace e, soprattutto, a sbarcare al più presto comunisti e socialisti dalla navicella governativa. E per non essere sbarcato il 9 gennaio Giuseppe Saragat, ignorando
gli appelli all'unità del partito rivoltogli da Sandro Pertini non esitò a creare una frattura nel PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria) ed a costituire il PSLI (Partito Socialista dei Lavoratori Italiani), che poi muterà il nome in PSDI (Partito Socialista Democratico Italiano). E le conseguenze di tali due eventi non tarderanno a farsi sentire a Milano, dove di lì a non molto la giunta unitaria PCI, PSIUP e DC verrà sostituita da una giunta centrista DC, PRI e PSDI con l'esclusione di comunisti e socialisti, che nelle elezioni del 1946 avevano complessivamente raccolto il 51 per cento dei voti.
Buio per le industrie, luci per la Wandissima
Domenica 5 gennaio la temperatura a Milano scese a 8 gradi sotto lo zero ed il gran freddo, con qualche oscillazione più in giù che in sù si protrasse per giorni e giorni mettendo in grave pericolo l'incolumità dei milanesi costretti a camminare per strade e marciapiedi ricoperti da un sottile ed insidioso velo di ghiaccio vitreo.
In quei giorni arrivò ammanettato a Milano, al "fresco", proveniente da Torino, dove lo avevano acchiappato, Luigi Calatroni, "Gigi" per gli amici, un fuorilegge, o meglio un capobanda, nato a Cicognola Po nel 1905, al cui confronto il Bezzi ed il Barbieri non erano che due scolaretti. Ma, al contrario dei due balordi dell'isola", Calatroni non amava mettersi in mostra e preferiva nascondersi dietro nomi, e relativi documenti falsi. Entrato ed uscito più volte, spesso senza il consenso dei guardiani, di galera, era stato sorpreso dall'avvento della repubbhchetta mussoliniana in una cella di San Vittore da dove uscì tranquillamente offrendo i suoi servigi a fascisti e tedeschi, che non esitarono ad affidargli incarichi "speciali", autorizzandolo a vestire uniformi di ufficiali repubblichini o nazisti. Caduta la repubblichetta aveva ripreso il suo vecchio mestiere di rapinatore, specializzandosi, con la sua banda, in assalti alle banche alla moda dei gangsters americani, terrorizzando per mesi e mesi Milano e non dimenticandosi di mantenere i contatti con i suoi ex "camerati" che militavano nelle SAM, forse nel tentativo di nobilitare con una patina "politi-
ca" la sua poco nobile attività.
11 14 gennaio nella ormai famosa trattoria di via Bagutta venne assegnato, per la prima volta dopo la parentesi bellica, l'omonimo premio letterario a Dario Ortolani per il romanzo "Sale Bianco". Il giorno dopo dalla stazione Centrale di Milano partì il primo elettrotreno per Roma. In questi due avvenimenti vi fu chi non mancò di vedere il segno di un incombente rinascita della città dalle macerie e dai lutti lasciati dalla guerra. Ma la strada che rimaneva ancora da percorrere non era certamente brteve. Il 17 gennaio 1947 il comitato consultivo che affiancava il commissario governativo professor Bottani nella regolamentazione dei consumi di energia elettrica a Milano decretò la sospensione totale dell'erogazione, anche per usi industriali, dal 20 al 26 gennaio, dalle 7 alle 19. Così per un'intera settimana venne sospesa ogni attività produttiva e soltanto dal 26 gennaio le industrie milanesi poterono riprendere a lavorare, ma limitatamente a due giorni alla settimana, mentre la circolazione dei tram, di quei pochi rimasti dopo i bombardamenti sui quali nelle ore di punta si era spesso costretti a viaggiare aggrappati fuori, sul predellino della porta posteriore, che rimaneva aperta, o attaccati alla "perteghetta" (al trolley), venne sospesa per due ore al giorno.
In compenso alla sera si poteva andare al Lirico ad applaudire la Wanda Osiris, la "Wandissima" che in uno sfavillio di luci scendeva le solite scalinate nella rivista "Si stava meglio domani" di Garinei e Giovannini, o alla Scala a godersi la "Lucia di Lammermoor" di Donizetti, o al Mediolanum, nel disastrato corso Vittorio Emanuele, a vedere Marisa Maresca e Walter Chiari 0strare nella rivista "Se vi bacia Lola" di Bracchi e del milanesissimo "Gioannin" Danzi.
Una casa in lotteria
... per costruire case
Il 4 febbraio 1947 settanta centimetri di neve paralizzarono la città. I giornali salutarono l'avvenimento con grande evidenza, qualcuno titolò"Neve su neve", un cronista un po' monello ironizzò sulla "cronaca nera nella città imbiancata" e Giuseppe Ferrata, in un ispirato capocronaca su "l'Unità", vide nella eccezionale nevicata un segno premonitore "di aver chiuso un periodo e di incominciarne uno nuovo, in generale, sulla terra",senza superstizione, avvertì, solo una metaforica avvisaglia. Ma più terra terra la giunta dovette, malgrado la crisi che stava attraversando, affrontare l'emergenza. Vennero mobilitati 15 mila spalatori, e non fu neppure difficile trovarli data la dilagante disoccupazione di quei tempi; ma verso mezzogiorno gli spalatori si misero in sciopero per chiedere un
aumento della paga da 70 a 100 lire all'ora, suscitando l'indignazione di tanti "benpensanti", che certamente non tenevano in alcun conto il fatto che "soltanto quando nevica — come scrisse l'Unità in difesa degli scioperanti — gli spalatori possono scioperare. Dovete ammettere che non possono trattare a luglio i loro aumenti".
Comunque l'aumento fu concesso e, palata dopo palata, tutta la neve venne tolta dalle strade. Ma ci volle una settimana e per cinque giorni i tram non poterono uscire dalle rimesse e i milanesi furono costretti a circolare a piedi, in lunghe file, tenendosi lontano dai muri delle case per non correre il rischio di essere travolti dalle masse di neve che, come valanghe, rotolavano dai tetti schiantandosi fragorosamente al suolo. Ma "semper meij la fiocca che i bomb che fioccavenn giò dal del nanca duu ann fa" (sempre meglio la neve che le bombe che fioccavano giù dal cielo neppure due anni fa) fu il commento filosofico dei più.
Erano i tempi in cui le donne portavano gonne lunghe, a ruota, che scendevano fino alle caviglie o che si alzavano roteanti, scoprendo le gambe, nel vortice di una danza, magari al ritmo di un "boogie-woogie" o di una qualche altra musica appena importata dall'America, in una delle tante sale da ballo che erano state aperte un po' ovunque o (perché no?) alla "Sirenella", la più nota, anche perché la più centrale, delle sale da ballo milanesi di quei tempi, costruita frettolosamente a due passi da largo Cairoli, su un'area lasciata libera dai bombardamenti, in fondo a via Rovello.
E nella primavera dal 1947, all'inizio di quella stessa strada, accanto ad uno degli ingressi del vecchio palazzo Carmagnola, apparve un avviso: "Piccolo Teatro della Città di Milano — vi si leggeva — apertura 14 maggio. Spettacolo di inaugurazione "L'albergo dei poveri" di Gorki, interpreti Marcello Moretti, Lilla Brignone, Lia Zoppelli, Gianni Santuccio, Elena Zareschi, Salvo Randone" e fra gli attori figurava anche il regista dello spettacolo, Giorgio Strehler, che assieme a un critico drammatico delrAvantir, Paolo Grassi, aveva ideato e creato il Piccolo, primo teatro stabile in Italia, sogno di un teatro nazional-popolare, strumento di ricostruzione materiale e culturale, sintesi di un dibattito, di un disegno progettuale che si chiamava socialismo e che vedeva impegnate a Milano le migliori energie politiche e culturali. Il primo spettacolo fu un successo e dalla saletta del Palazzo Carmagnola (che soltanto due anni prima era stato il covo dei fascisti della famigerata Muti), dal suo piccolissimo palcoscenico di sei metri per quattro (la ristrutturazione verrà fatta soltanto nel 1952) prese le mosse la straordinaria avventura del Piccolo, che ben presto acquisterà fama e prestigio non soltanto a
Milano ed in Italia, ma in tutto il mondo. Il 31 maggio 1947 venne aperta, nel suo palazzo a Parco Sempione risanato dai danni subiti dai bombardamenti, l'Ottava Triennale. Ordinatore ne fu l'architetto comunista Piero Bottoni, che aveva avuto l'incarico l'anno prima dalla Giunta della Liberazione, e temi conduttori, ovviamente d'attualità, furono la ricostruzione come problema sociale e l'urbanistica. Per l'occasione venne avviata, in accordo con il Comune, la costruzione, su un'area ai margini di San Siro già scelta fin dal 1934, di un nuovo quartiere sperimentale di abitazioni: il QT8 (Quartiere Triennale 81, un'impresa degna di riguardo, anche se poi realizzata fra stenti, rilenti e magagne, nata da un'idea che lo stesso Bottoni, assieme agli architetti Giuseppe Pagani Pogatschnig e Mario Ricci, aveva proposto di realizzare fin dalla Sesta Triennale, quella del 1936, come quartiere organico, autosufficiente e dotato di tutti i servizi, ben diverso dai quartieri popolari di allora, ma che a quel tempo non poté essere attuata per mancanza di volontà politica. Nel 1947, invece, cambiato il clima politico, il QT8 cominciò a prender forma, vennero costruiti un primo gruppo di casette i primi due fabbricati a più piani in via Cremosano, vennero banditi concorsi per la chiesa, per la casa per il giovane, per la casa collettiva, ecc..., e per raccogliere i fondi necessari il Comune predispose anche una "casa in lotteria" quella di via Cremosano 2.
AAA affittansi crumiri armi comprese
E venne l'estate. Un'estate calda non soltanto dal punto di vista metereologico. Le prime avvisaglie si erano avute sin dal 27 aprile, quando il democristiano Alcide De Gasperi, presidente del Consiglio dei ministri a quel tempo ancora unitario, affermò alla radio che occorreva fare entrare nel governo il "quarto partito", quello dei ricchi. Quattro giorni dopo a Portella delle Ginestre, un pianoro siciliano poco lontano da Palermo, raffiche di mitraglia si abbatterono, dai dirupi circostanti, su un festoso corteo popolare di uomini, donne, vecchi e bambini che celebravano la Festa del Lavoro. Cinquanta di loro caddero a terra colpiti: dieci morirono all'istante, altri due qualche ora dopo.
A sparare erano stati Salvatore Giuliano (un fuorilegge che aveva confuso la sua azione con la guerra dell'EVIS, Esercito Volontario per l'Indipendenza Siciliana) e la sua banda, ma la strage aveva un significato ben chiaro: fermare con il terrore l'avanzata del movimento di sinistra. Lo compresero bene i lavoratori milanesi che parteciparono compatti allo sciopero generale proclamato ed attuato il
3 maggio, dal quale si dissociarono i democristiani affermando che la CGIL (di cui essi erano allora una componente) doveva restringere la sua attività al campo puramente sindacale, escludendo ogni suo intervento sul terreno politico in difesa della democrazia e della libertà dei lavoratori.
Il 13 maggio De Gasperi sciolse il suo terzo governo. 11 31 ne presentò uno nuovo, composto soltanto da democristiani, escludendone, come gli era stato ordinato di fare quattro mesi prima a Washington, comunisti e socialisti. E con l'esclusione dei partiti operai dal governo cominciarono gli attacchi a fondo contro i lavoratori anche in quelle aziende dove la potenzialità produttiva era ancora intatta o quasi, come l'Isotta Fraschini, il cui stabilimento di San Siro (che sorgeva sull'area compresa tra via Monterosa, viale Migliara, dove allora l'Olona scorreva ancora a cielo aperto, e via Pietro Tempesta) produceva ogni mese una quarantina di autocarri, che a quei tempi non erano poca cosa, o la Breda, o la Borletti od altre, dove i padroni, anziché riorganizzare i servizi ed aumentare la produzione al massimo consentito dagli impianti esistenti, preferirono prendersi una rivincita sui lavoratori, tenendoli continuamente sotto la minaccia di licenziamenti a catena e favorendo, più o meno direttamente, la nascita di una miriade di formazioni neofasciste, che, con la copertura della "lotta al bolscevismo" alimentata dallo stesso quarto governo De Gasperi, ripresero ad organizzare imprese squadristiche. Fu in quel clima che a Milano un gruppo di ex ufficiali monarchici, e di ex repubblichini, messi da parte rancori neanche molto antichi, costituirono l'A IL (Armata Italiana di Liberazione), un'organizzazione neppure tanto segreta (visto che la sua nascita fu annunciata con manifesti affissi sui muri cittadini) che si prefiggeva di eliminare (non escluso anche fisicamente) dalla vita politica italiana comunisti e socialisti, ed in un secondo tempo magari anche gli aderenti agli altri partiti democratici, e che per il momento si accontentava di raccogliere ex repubblichini avventurieri e sbandati di ogni genere, per offrirli in affitto, dietro pagamento si intende, come crumiri, eventualmente completi di armi, ai proprietari agran in occasione di scioperi nelle campagne. E se non ne offrirono anche agli industriali fu forse soltanto perché tra i loro accoliti mancava mano d'opera qualificata.
(34 - Continua - L e puntate precedenti sono state pubblicate a partire dal numero di settembre 1982).
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Nella foto in alto di fianco al titolo un aspetto di Milano dopo la grande nevicata del 4 febbraio 1947.
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Movimento come medicina preventiva Yoga: un bisogno che cresce più la tecnologia va avanti
Quanto più diventiamo creatori di oggetti esterni, tanto più sentiamo a nostra volta la necessità di essere ricreati
All'interno delle molte ginnastiche e terapie dolci che hanno avuto una rapida espansione negli ultimi decenni lo yoga occupa un posto di primaria importanza.
Se lo esaminiamo da un punto di vista solamente tecnico possiamo dire che a livello generale lo yoga produce: una stabilizzazione del ritmo cardiaco, una diminuzione del ritmo respiratorio, (che è cosa sempre positiva nella nostra civiltà) con aumento della capacità polmonare, un aumento dell'adattabilità al freddo e al caldo (soprattutto grazie agli esercizi di respirazione), un aumento della secrezione urinaria, un'azione sedativa sull'eccitazione psicomotoria, una diminuzione della secrezione di adrenalina (fedele specchi dello stress) con modificazioni anche delle secrezioni corticosurreanali. A livello particolare lo yoga ha effetti positivi nella cura del diabete, asma bronchiale, disturbi funzionali digestivi; obesità e magrezza patologiche; ipertensione arteriosa; asma cardiaca e certe malattie delle vene; costipazione cronica; psoriasi; ecc. ecc. (Questi dati sono stati presi dalla pubblicazione "Tutti i metodi di rilassamento" di Auriol Edizioni di red./ studio redazionale).
È in questo senso che oggi si parla di yoga-terapia con esercizi specifici per le diverse situazioni patologiche.
Questo uso dello yoga è però più che altro un "uso esterno" dove l'uso migliore che possiamo farne è invece "interno" non una applicazione che nasce da una speculazione astratta e schematica ma una presa diret-
ta che parte dalle esigenze profonde dell'organismo. In questo secondo caso si può parlare di preventiva anche se il concetto di preventivo è un concetto tipico della mentalità occidentale che è tutta tesa verso un futuro, pianificando, programmando, proiettando e spesso dimenticandosi di vivere il momento presente.
Più che un progetto per contrastare una determinata malattia, come una qualsiasi terapia allopatica (terapia che va contro il male n.d.r) lo yoga si pone un fine positivo, un po' come la medicina omeopatica, che è quello di ricollegare la parte volontaria del nostro corpo, il nostro ego, i nostri schemi mentali, spesso irrigiditi, con la parte involontaria, rinconscio, le radici.
Infatti, a livello psicoterapeutico, lo yoga, oltre a diminuire spesso angoscia ed insonnia, migliora lo schema corporeo, pare acceleri i processi evolutivi e pare riduca le somatizzazioni cioè quei disturbi respiratori, cardiaci, digestivi, endocrini di origine psicosomatica; facilita l'accesso dell'organismo a stati particolari di coscienza (emis-
Quali ne sono i primi sintomi?
A.I.D.S.: una malattia da conoscere e affrontare
Durante il periodo di incubazione, che dura da 6 mesi a 5 anni, si può guarire intervenendo con farmaci e soprattutto cambiando tenore di vita - Le misure di prevenzione
L'AIDS è una malattia dovuta al crollo delle difese naturali dell'Organismo, cioé l'immunodepressione.
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Un appello
Donare un libro per combattere la droga
rione di onde-alfa-celebrali).
Il significato della parola yoga è proprio "ricollegamento" e i van esercizi fisici e respiratori sono una preparazione per facilitare questo ricollegamento che avviene soprattutto con la pratica della meditazione.
La malattia è quindi vista come un allontanamento dalle leggi della natura, un eccesso di individualità e razionalità che crea disfunzioni nell'equilibrio spontaneo del corpo. La soluzione della malattia sta in un costante ritorno alle origini, una costante ricapitolazione.
Possiamo anche dire che la necessità di "yogarsi" (!) è direttamente proporzionale allo sviluppo della civiltà in senso tecnologico: più diventiamo creatori dioggetti esterni più sentiamo a nostra volta il bisogno di essere ricreati.
Maurizio Lipparini istruttore yoga presso i corsi CMSR al Lido di Milano
Stiamo costituendo presso il Nucleo Operativo d'intervento preventivo-terapeutico riabilitativo, nel settore delle tossicodipendenze, dell'Ospedale San Carlo Borromeo di Milano, uno spazio di lettura e crescita culturale.
Crediamo infatti che il problema delle tossicodipendenze non sia risolvibile con l'apporto del solo trattamento "metadonico" o farmacologico.
Ci appelliamo quindi, alla vostra cortesia e comprensione per poter realizzare ciò che ci siamo prefissi.
Vi preghiamo quindi di portare presso codesto centro quei testi che voi riterrete più opportuno donarci.
Ringraziandovi anticipatamente per quanto vorrete e potrete fare, salutiamo cordialmente.
Gruppo Ricreativo Culturale dell'Ambulatorio Tossicodip. dell'Ospedale S. Carlo B.
Vergognarsene non serve Di alcolismo si muore, ma si può anche guarire
L'immunodepressione nel tossicodipendente è dovuta all'introduzione di eroina ed altre droghe (e sostanza da taglio) per via endovenosa, ed alle condizioni precarie di vita.
Nell'omosessuale rimmunodepressione è dovuta all'uso di stimolanti per inalazioni (poppers) ed ai rapporti anali.
In queste condizioni fisiche il soggetto è predisposto a frequenti infezioni virali (Epatite, Mononucleosi, Citomegalo) che a loro volta hanno l'effetto di diminuire ulteriormente le capacità difensive dell'organismo.
A questo punto venendo in contatto con il virus ritenuto responsabile dell'AIDS si può avere la malattia con un'incubazione da 6 mesi a 5 anni.
Questo è il momento in cui agendo con farmaci e soprattutto cambiando le condizioni di vita, si può guarire.
Il virus si trasmette tramite:
Sangue: per rapporti anali, scambio di siringhe, trasfusioni
Saliva
Sperma
La prima fase (cosiddetta LAS) è caratterizzata da sintomi aspecifici come: Febbriciola, Dimagrimento, Inappetenza, Stanchezza, Sudorazione notturna, Prurito, Diarrea e Ingrossamento delle ghiandole.
Tali sintomi devono durare da almeno 3 - 6 mesi.
Questa situazione è reversibile, in rari casi si evolve il AIDS.
I sintomi dell'AIDSsono delle gravi infezioni diffuse e tumori (entrambi dovuti all'assoluta mancanza di difese).
Èsolo in questo caso che vi è una alta percentuale di morti.
Prevenzione.
Condizioni di vita regolari (pasti e riposo regolari e cura del proprio corpo)
Smettere di farsi ed in particolare smettere per via endovenosa
Non scambiare mai le siringhe, usare solo quelle monouso e sterili
Moderare le pratiche sessuali negli incontri occasionali o per lo meno usare il preservativo
Avendo qualche dubbio rivolgetevi al vostro Medico curante oppure ai centri specializzati: — CAVE via Pace Ospedale SACCO di Vialba al reparto Infettivi Per le zone 5- 15- 16- 17-18 - 19 al Servizio Ambulatoriale per l'Assistenza ai Tossicodipendenti dell'Ospedale S. Carlo B. via Pio II° n. 2 che è a disposizione per informazioni, visite ed esami.
Infine tutti devono rispettare, e far rispettare nei luoghi pubblici (Bar, pizzerie, ecc.) la massima igiene e sterilizzazione, ove non si utilizzino bicchieri, tazzine, cucchiaini ecc. monouso.
Da circa un anno è presente al Gallaratese una sezione di "A.A. Alcoolisti Anonimi" denominata "Fraternità" con sede in via E. Kant 8 (tel. 3016266), dove si tengono riunioni ogni Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle ore 21.
A.A., come abbiamo avuto altre volte occasione di spiegare, è un'associazione di uomini e di donne che mettono in comune la loro esperienza, forza e speranza al fine di risolvere il loro problema e di aiutare gli altri a recuperarsi dall'alcolismo.
L'unico requisito per divenirne membri è il desiderio di smettere di bere. Non ci sono quote o tasse da pagare. Lo scopo primario deve essere quello di rimanere sobri e di aiutare gli altri a raggiungere la sobrietà.
Il Congresso Mondiale della Sanità nel 1956 ha definito l'alcolismo una malattia progressiva, inguaribile, mortale. Dunque non c'è niente da vergognarsi, l'alcolismo non è un vizio, è una malattia da curarsi con il metodo giusto.
A.A. è operante in Italia da pochi anni ed è ancora poco conosciuta, ma sempre più spesso i medici indirizzano a lei i loro pazienti che non riescono a
smettere di bere.
Non resta che provare, non costa nulla, soltanto uno sforzo psicologico: riconoscere di avere un problema con l'alcool e partecipare ad una riunione di A.A.. E, tanto per cominciare, chi riconosce di avere tale problema può provare a telefonare, a parlare con qualcuno di AlAnon, a esporre i suoi dubbi, le sue perplessità, chiedere informazioni per telefono od a viva voce forse è più facile, e non gli viene neppure chiesto il cognome, basta il nome, poi sta a lui decidere.
Un aiuto fondamentale può venire da A.A., di cui esiste una sezione al Gallaratese, ma soprattutto è chi ne è affetto che deve decidere di riscattarsi dalla dipendenza dell'alcool LABORATORIO
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MEDICHE
di ANALISI
Attraverso le testimonianze di ex-tossicodipendenti
Proviamo un po' a guardare l'altra faccia della droga
I progressisti, i democratici, le persone di buona volontà non possono sottrarsi al confronto con le nuove povertà e le nuove emarginazioni, per le quali resta ancora molto da fare e da capire
Continuiamo l'informazione e la discussione sul ciclo di incontri tenuti presso la Casa del Giovane, alla Torrazza, tra Aprile e Maggio. In un altro articolo abbiamo parlato di strutture sanitarie sul territorio, di associazioni di genitori ed abbiamo cercato di definire il "drogato tipo" (con problemi, fasce d'età, soluzioni terapeutiche ecc.).
Qui vogliamo presentarvi l'altra faccia", se così si può dire, e cioé le esperienze dirette di extossicodipendenti, le esperienze diverse, ma analoghe di ex-alcoolisti, il volontariato giovane che opera nella nostra Zona e che ogni giorno divide con altri giovani questo problema.
Una delle prime voci che si è levata, per dimostrare la percorribilità di strade meno eccezionali del "ricovero" nelle comunità, è quella di Jonathan. Jonathan, ex-tossicodipendente, uscito dal "tunnel" della droga ormai da più di tre anni, è oggi impegnato nel recupero e nel reinserimento dei drogati. Secondo la sua testimonianza, è necessario lavorare là, dove più violentemente si consuma il dramma della tossicodipendenza, cioé sulla strada. Occorre dare spazio, credibilità e sostegno a chi, spesso "ex-tossico", vuole portare avanti questo lavoro. Jonathan, denunciando duramente il deserto nel quale si ritrova chi esce dalla droga, deserto che spesso è quello stesso che l'aveva indotto a bucarsi, ha portato come esempio la sua esperienza. Aveva voluto aprire al Giambellino un laboratorio artigianale per la lavorazione del cuoio, in cui potessero lavorare "tossici" e "normali", sperimentando la possibilità di un rapporto proficuo per tutte e due le "categorie" di individui. Quando il laboratorio, divenuto una realtà importante (confermando la sua concezione del recupero, fondata sulla comunicazione, sul rispetto delle idee e della personalità altrui e su un atteggiamento d'amore) ha avuto bisogno di un ampliamento, non ha trovato nessuno, individui, associazioni o istituti, disposte a sostenerlo. Non ha fatto commenti, quell'esperienza è chiusa: oggi Jonathan, ha aperto una casa di ospitalità disponibile per chiunque abbia bisogno, "tossico" o no, di rapporti più umani, più vivibili
di quelli della routine quotidiana. La casa è situata in Val Trebbia e si sostiene attraverso il lavoro agricolo.
Dopo Jonathan,un altro extossicodipendente: Marco. Anche lui ha voluto portare la sua testimonianza, raccontando dal di dentro, la strada percorsa verso la salvezza. Tre anni di metadone, alcune disintossicazioni nella speranza di sottrarsi al bisogno del "buco", la volontà personale spesso vacillante poi, giunge la scelta di sperimentare la via della Comunità (quella di Rivanazzano, vicino a Voghera). Secondo Marco, caratteristica del tossicodipendente è quella di essere insicuro, i primi passi di questo cammino sono sovrastati dalla paura di soffrire per le temute crisi di astinenza; ha bisogno di essere seguito da vicino e continuamente. La vicinanza di persone preparate lo rende più tranquillo, lo fa sentire protetto e per un certo tempo demanda a loro ogni tipo di responsabilità.
La Comunità, passati i primi difficili mesi, ti aiuta a ricostruire la personalità attraverso il lavoro, varie attività culturali e il rapporto con esperienze e realtà esterne alla Comunità stessa.
Per Marco, la Comunità è stata utile; i metodi seguiti, sono
Per aiutare i tossicodipendenti
Costituito un gruppo ricreativo-culturale
Lo hanno creato alcuni utenti in trattamento metadonico ed alcuni operatori dell'ambulatorio tossicodipendenze dell'Ospedale San Carlo
Dall'ottobre 1980, a Milano, presso l'Ospedale San Carlo Borromeo, funziona l'ambulatorio tossicodipendenti.
L'Equipe del centro è formata dal personale sanitario, medici, infermieri e da operatori sociali, psicologi e assistenti sociali. In questo periodo sono stati presi in carico 600 tossicodipendenti, di questi sono il 40% con una terapia metadonica, i rimanenti con terapie sostitutive farmacologiche diverse, ivi compresi i ricoveri ospedalieri.
All'inizio si verificarono casi di malattie infettive, al riguardo sono stati prontamente effettuati esami su patologie come l'epatite virale e la malaria, ul-
El canton del barbee
La continuità
Ciao! Allora hai sentito? Anche a Milano abbiamo il pentapartito.
la donna fa più fatica? La risposta di Carlo è che la donna è più sola e credo che questo sintetizzi bene i problemi con cui la donna di oggi si confronta. Ma torniamo a Carlo. Secondo lui tutti possono abbandonare l'alcool, basta lavorare con dedizione e pazienza. Ognuno però, ha i suoi tempi, quindi nessuno deve fare questo o quello, ma ciascuno fa quello che è nelle proprie capacità.
Sì, per grazia del De Mita e volontà del Craxi che l'è el sò protetta.
Cosa vorresti dire?
Che hann deciduu a Romma quel! che se doveva fà a Milan.
E con questo?
Come sarev a dì: con quest? Dato che dovevenn decid chi l'è ch'el dev governà Milan, te par minga che averevenn dovuu tegnì cunt de quel! che ne pensenn i milanes?
Beh... Sindaco è ancora Tognoli, che alle elezioni amministrative ha avuto 78 mila voti.
Ma l'è sicur che erenn tutt voti per lù?
Cosa vorresti dire?
timamente vengono anche compiuti periodici esami e controlli riguardanti l'A.I.D.S.
Su queste patologie è stata effettuata una campagna di informazione sia verbale, sia mediante volantini distribuiti anche all'esterno. Da pochi mesi è sorto, all'interno del centro, un gruppo ricreativo culturale formato da alcuni degli stessi utenti in trattamento metadonico e da alcuni operatori dello stesso centro. Lo scopo di questa iniziativa è di creare uno spazio di sviluppo e di aggregazione degli stessi per una crescita culturale che possa, stimolando qualche interesse, aiutare a risolvere il problema delle tossicomanie.
spesso svariati e tra una istituzione e l'altra vi sono differenze anche profonde, ed è per questo che secondo lui è importante cercare la comunità più adatta per ogni singolo caso. Mai può essere dimenticata la volontà di vittoria, "Se uno non ce la fa, non c'è forma di sostegno o di aiuto che tenga" — dice Marco -- "Certo che oggi smettere, restando a casa, continuando a vivere nei nostri quartieri e da considerarsi una grande fortuna. Occorre che i centri di primo accoglimento si moltiplichino e divengano una presenza articolata e capillare nel territorio; l'attività e i risultati ottenuti dalla Condotta, con i pochi mezzi a disposizione, devono essere pubblicizzati a livello di massa.
Alla domanda "Perchè ti sei drogato? Quando uno ha il timore che suo figlio si 'buchi' cosa deve fare?" Marco ha risposto: "t necessario riuscire a dialogare, se un figlio non parla, questo è già un campanello d'allarme..."
Arriviamo ora ad una esperienza viva e operante anche nel nostro quartiere, che se non è immediatamente collegata al problema droga, può però portare un contributo di idee, di informazione ed esperienza, indubbiamente utile sia nel campo della prevenzione che in quello dell'assistenza e della terapia.
Parliamo di Carlo, dell'Associazione Alcoolisti Anonimi, che traccia un disegno dell'esperienza che stanno portando avanti come associazione e della vita di un alcoolista. L'alcoolismo è stato definito dall'O. M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità), come una malattia sociale, alla quale sarebbero predisposti circa il 15% della popolazione mondiale, e non un vizio. Sconfiggere l'idea che l'alcoolismo sia un vizio, apre la strada ad un approccio più serio e corretto al problema.
Gli alcoolisti che aderiscono, o che si rivolgono ad A.A., mantengono l'anonimato appunto per rafforzare un atteggiamento di umiltà, tesa a contrastare l'egocentrismo, tratto psicologico che pare essere comune agli etilisti e pare essere uno stimolo al "bere". L'A.A. non è una associazione di specialisti, ma più semplicemente è composta da ex alcoolisti; circa 1'80% di coloro che partecipano alle loro attività, riesce ad abbandonare l'angoscia dell'alcool. Qui, va aperta una parentesi: gli individui che più difficilmente riescono a smettere di bere, sono le donne. Sappiamo che la percentuale di donne alcooliste è in via di aumento; ma perché
L'obbiettivo che si dà ogni alcoolista aderente ad A.A. è quello di non bere per un giorno, resistere per ventiquattro ore. In realtà, come dice Carlo, le ore diventano giorni e i giorni mesi, perché "quello che rovina l'alcoolista non è l'ultimo bicchiere, ma il primo". Varie teorie mediche e scientifiche stanno cercando di spiegare quali siano i meccanismi fisici, neurologici, psicologici che trasformano un "normale" in un alcoolista, ma non sono approdate a risultati significativi. L'esperienza ha evidenziato come l'etilista non debba essere protetto, ma debba urtare con forza contro la pesantezza della sua condizione: solo così può arrivare a decidere di lavorare per uscire dall'etilismo.
L'A.A. non chiede sussidi o sostegni dallo Stato, chiede solo di poter lavorare, di poter entrare con maggiore facilità negli ospedali per aiutare gli alcoolisti ricoverati.
Raccogliamo, adesso, il contributo di Daniela, coordinatrice del C.T.L. (Centro Tempo Libero, promosso dal Comune), una cooperativa sorta nel '79, all'interno delle iniziative per l'anno del fanciullo. Il C.T.L. vuole rispondere alla richiesta di aggregazione che proviene da tutti i settori sociali. Per raggiungere questi obiettivi, opera programmando delle attività precise, con orari e strutture definite, lasciando al caso e all'improvvisazione il meno possibile e offrendo la propria collaborazione ad enti gruppi e associazioni che già sono attive sul suo stesso terreno.
Grosse difficoltà nello sviluppo delle attività del C.T.L. sono venute dai divieti di agibilità che hanno colpito il Centro Comunitario di Trenno, divieti che hanno inibito ogni possibilità di organizzare attività stabili che coinvolgessero gruppi numerosi di persone. Si sono però svolte con successo, destando un certo interesse, i corsi di erboristeria, di travestimento e di costruzione di maschere. Per il 1985 è stato avviato un laboratorio di danze popolari e proseguirà, presso le scuole medie, il laboratorio sui burattini.
Gli operatori del C.T.L. sperano molto nell'apertura del nuovo Centro Civico e si augurano che la volontà già espressa di evitare che lo stesso diventi una "cattedrale nel deserto", spinga il C.d.Z. 19 a un maggior riconoscimento e a una valorizzazione del loro lavoro. Resta ancora molto da fare e da capire. I progressisti, i democratici e le persone di buona volontà non possono sottrarsi al confronto con le nuove povertà e le nuove emarginazioni che, assieme a quelle tradizionali, appaiono sempre più contrastanti e stridenti a fronte di un progresso tecnologico inimmaginabile che, invece di contribuire ad attenuare le contraddizioni, le rende ancora più acute.
La lotta contro questi fenomeni può essere l'occasione per ricucire e ricostruire spezzoni e frammenti di una cultura positiva fondata sui concetti della trasformazione e del superamento della crisi; cultura di cui abbiamo tanto bisogno.
Franco Tosi
Te se ricordet minga se l'è che l'aveva dit prima di elezion?
Cosa?
Che lù el sarev minga staa on sindech bon per tutti stagion.
Stagioni politiche, intendeva.
Quest chi l'avevi capii anca mi. Ma invece Iù dopo i elezion l'ha cambiaa la gippa e l'è diventaa bonn per estaa, inverno, mezza stagion e... per ona gionta pentapartida.
Ma ha detto che ha accettato la carica di sindaco soltanto per garantire la continuità.
Sì, la continuità de tegniss el cadreghin!
Ma no! La continuità nel portare avanti il programma elaborato dalla precedente giunta di sinistra.
Ma famm minga rid!
Non c'è niente da ridere!
Difatti! Gh'è domà de piang! Ma dimm on poo tì: te par possibil che democristian, liberai e repubblican ghe daghenn ona man al Tognoli per portà avanti on programma sora al quali gh'hann spuaa fina a l'altrer?
Può darsi che I'awersassero soltanto perché erano all'opposizione.
Te voeut dì che el programma el ghe andava ben ma che ghe davenn a contra domà per fà i bastian contrari?
Mmm... Beh... Può anche essere.
- E questi chi sarevenn quei che vorarevenn governà Milan?
Beh... Sì! Almeno per i prossimi cinque anni. Allora semm propri consciaa ben!
Conciati bene? E perché?
Come perché? T'el vedet minga? Gh'emm ona gionta che pussèe che ona gionta la par la compagnia del fil de fer.
La compagnia del fil di ferro?
Sì, tegnuda insemma in ona guai manera. Cosa te lo fa pensare?
Te minga vist quanto hann taccaa lit tra de lor per diviciess i cadreghin?
Ma è stato per dosare il peso politico di ciascun partito.
E intanta hann minga trovaa el temp per discutt el programma. Beh... Probabilmente lo faranno adesso, a settembre.
E comincerann anmò a taccà lit.
Cosa te lo fa pensare?
EI fatto che finadess s'hinn trovaa daccordi domà su ona robba sola.
Quale?
De aumentan el bigliett del tram e sescent franch.
Ma...
Ma damm atrà a mi. L'unica continuità che ghe premm al Tognoli e a i sò amis del pentapartii l'è quella de continuà a tegniss el cadreghin. Ciao, te saludi! el barbee
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pagina 8 - milano 19
Agli incontri di Ginevra per il disarmo
Nei colloqui tra USA e URSS il grande assente è l'Europa
Eppure il vecchio continente avrebbe un ruolo molto importante da svolgere nel confronto aperto con le due superpotenze, nell'area del Mediterraneo, nei rapporti con il Sud del mondo
La ripresa, all'inizio dell'85, degli incontri a Ginevra tra USA e URSS sulla drammatica questione della corsa degli armamenti, dopo il fallimento, nel novembre dell'83, delle trattative sulla limitazione delle armi nucleari, e l'avvio dell'installazione sullo scacchiere europeo, dei missili Pershing e Cruise, ha alimentato ancora una volta grandi speranze fondate più sulla vocazione naturale dei popoli alla pace, piuttosto che su concreti segni di buona volontà da parte dei negoziatori degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica.
L'annuncio dell'URSS di una temporanea sospensione nell'installazione alle frontiere europee degli SS 20, che comunque hanno già raggiunto attualmente l'impressionante cifra di 386 unità, a condizione che contemporaneamente venga sospeso anche lo schieramento dei 464 Cruise e dei 108 Pershing 2 previsti dai piani militari degli USA e della NATO, non sembra essere una piattaforma sufficiente per ancorare una prospettiva di smantellamento degli ordigni esistenti, e di disarmo progressivo, bilaterale, generalizzato e controllato, dell'Euro-
pa, dagli Urali all'Atlantico. Si stanno anzi elaborando cinicamente altre strategie di guerra e di dimensioni ormai planetarie ancora più tragiche: la militarizzazione dello spazio, la ripresa degli esperimenti nucleari, la fabbricazione di missili a testate multiple, la costruzione di nuove basi missilistiche in terra e in cielo.
Il movimento pacifista europeo, dopo la grande ed entusiasmante ondata di mobilitazioni e di dibattiti sulla questione del disarmo e della pace, non è riuscito purtroppo a mantenere nel tempo quella tensione e forza morale che lo aveva caratterizzato nel suo profetico percorso sulle strade dell'utopia di una umanità liberata dagli arsenali militari e dai troppi e inquetanti segnali di guerra.
Anche se la coscienza e la cultura di pace è ancora viva e latente nelle nuove generazioni e tra le popolazioni, è oggi necessario rifondare e rilanciare l'impegno pacifista a livello europeo con nuovi linguaggi e messaggi. Si tratta innanzitutto di ripensare all'idea dell'Europa per riuscire ad affermare nei fatti un suo ruolo nel confronto aperto
Wrangler
con le superpotenze, nell'area del Mediterraneo, nei rapporti con il Sud del mondo, nell'azione a sostegno dell'aspirazione dei popoli all'autonomia da influenze e presenze straniere e all'autodeterminazione del proprio destino.
Il dialogo tra l'Europa vest e dell'est e con i paesi in via di sviluppo deve essere ripreso e continuato con tenacia e con l'obiettivo di instaurare flussi permanenti di idee e di proposte sulla solidarietà da realizzare sui grandi temi della convivenza umana: il superamento delle barriere nazionalistiche e dell'incomunicabilità ideologica, l'uso delle risorse disponibili per combattere la disoccupazione e la fame, per favorire la coesistenza pacifica tra culture e tradizioni diverse, la cooperazione internazionale allo sviluppo, la difesa e l'affermazione dei diritti civili e sociali e della democrazia a livello mondiale.
L'allargamento, dopo l'ingresso della Gracia, della Spagna e del Portogallo, nella comunità europea occidentale non deve essere un ostacolo, ma una premessa per spingere lo sguardo e l'attenzione all'Europa orientale nella prospettiva dell'apertura di un confronto più vivo fondato sui diritti dell'uomo, sullo scambio di informazioni e di cultura, sulla ricerca di nuove occasioni di incontro per il superamento dell'incomunicabilità e della diffidenza reciproca.
C'è dunque ancora molto spazio per iniziative di dialogo e di pace in Europa, ma soprattutto c'è l'urgenza e la necessità di un impegno diretto e creativo da parte dei giovani, dei lavoratori, degli operatori di pace, dei militanti del movimento pacifista, delle comunità religiose, del volontariato, per alimentare la cultura del confronto e della tolleranza nella ricerca di traguardi possibili sulla strada del cambiamento di mentalità e per il superamento degli egoismi e delle aridità di cuore nell'esercizio del potere e della politica.
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guato e della crisi economica, ma anche in conseguenza di un clima internazionale di acuta tensione e polemica che rischia di compromettere, con schematismi ideologici e con un riarmo ad oltranza e senza confini, la stagione e le ragioni della trattativa, del dialogo e della convivenza.
L'assenza o comunque la scarsa incidenza dell'Europa nel dibattito sulle grandi questioni vitali per le sorti dell'umanità, quali il disarmo e il sottosviluppo, l'emergere di divisioni interne sui problemi legati agli interessi economici di ogni Paese, la mancanza di una strategia comune sui temi dei rapporti internazionali ed in particolare sulle aree calde del Mediterraneo e del Medio Oriente, fanno diventare più acuta e urgente la necessità di dar vita ad una nuova realtà europea, sovrannazionale, unitaria e autonoma, che sappia mettersi in rapporto fecondo con altre civiltà e culture, per dare un contributo determinante alla costruzione di un sistema economico e sociale mondiale più giusto e alla edificazione della pace.
Il Parlamento europeo ha affrontato recentemente il dramma della fame, delle carestie e dei rifugiati in Africa nel quadro del rinnovo, per la 3a volta, della convenzione di Lomè che ha dato priorità, accanto ai temi fondamentali dello sviluppo dell'agricoltura e dell'autosufficienza alimentare, alla difesa dei diritti dell'uomo, alremancipazione femminile, alla lotta all'apartheid.
Dimensione Parapsicologia
Abbiamo accennato alla distinzione fra Telepatia e Chiaroveggenza. Ma è necessario chiarire maggiormente questo concetto.
L'Europa dei popoli è ancora da costruire ed ha bisogno dell'entusiasmo e delle idee di tutti per riuscire a diventare una realtà comunitaria senza frontiere aperta alla più vasta cooperazione con gli altri Paesi del mondo che guardano con fiducia e speranza alle iniziative di solidarietà delle nazioni europee per il superamento di squilibri e ingiustizie secolari, per sottrarsi all'imperialismo e all'egemonismo dei blocchi e delle multinazionali, per raggiungere l'obiettivo di una effettiva e definitiva decolonizzazione, per sconfiggere il razzismo e le discriminazioni razziali.
Le diversità delle storie e delle trazioni delle varie regioni e dei Paesi dell'Europa non devono diventare un ostacolo alla crescita della coscienza europeista e dell'idea federalista che ha caratterizzato la lunga fase di gestazione per il varo del progetto del trattato di Unione europea che dovrebbe essere sottoposto nei prossimi mesi all'approvazione dei parlamentari e di governi della Comunità
Il processo di integrazione europea è in fase di stallo non solo a causa dei provincialismi e dei nazionalismi sempre in ag-
Per Chiaroveggenza s'intende designare la conoscenza di cose o eventi più o meno distanti dal soggetto che normalmente i sensi non sono in grado di percepire. Parliamo allora di percezioni extra sensoriali. (Dall'inglese ESP: Extra Sensory Perceptions).
Riportiamo un esempio di chiarovveggenza spontanea di Richet, ripreso dal I volume de "L'altra Scienza" pag. 100.
"Il signor Fraser Harris vede sua moglie parlare con un mendicante che regge una scopa proprio nel momento stesso in cui sua moglie parla con un mendicante con la scopa. È questo un fatto piuttosto improbabile, al quale il signor Harris non avrebbe certamente pensato se qualche cosa non avesse provocato questa immagine nel suo cervello.
È assurdo dice, in un caso del genere, che si tratti di una coincidenza casuale. E come se tendessimo una corda sulla strada e un ciclista cadesse proprio in quel punto; non diremmo mai che è caduto per caso, ma che è caduto a causa della corda. Non vi è effetto senza causa.
Presagire un fatto inverosi-
La Commissione europea sta intanto elaborando il programma di attività per quest'anno che sarà centrato sui temi della formazione professionale, del mercato del lavoro, del rilancio della produzione industriale, del prgresso tecnologico, dell'orario di lavoro, della disoccupazione.
Il vertice europeo che si terrà in giugno a Milano dovrà invece approfondire i problemi della riforma istituzionale e dell'ampliamento della comunità, del rilancio economiico in Europa, della situazione economica mondiale.
La disoccupazione giovanile è la questione più grave che si deve affrontare, anche attraverso il passaggio dall'attuale Comunità all'Unione europea, che dovrebbe permettere di realizzare la libera circolazione di persone, beni e servizi, di rilanciare la ricerca scientifica, di creare una moneta europea capace di fronteggiare le manovre sul dollaro.
Far uscire finalmente l'Europa dalle divisioni interne e da un ruolo subalterno alle grandi potenze economiche e politiche, è
dunque un obiettivo da perseguire con tenacia e lungimiranza, per far superare le logiche di potenza dei blocchi contrapposti, per concorrere allo sviluppo del sud del mondo, per progettare lo sviluppo europeo.
Purtroppo però la volontà di progredire verso l'unità e l'integrazione dei popoli delrEuropa, trova ostacoli nella perenne indecisione e nel continuo rinvio delle scelte da parte delle istituzioni europee, nonostante qualche progresso significativo che si è manifestato dopo il rinnovo avvenuto nell'84 dal Parlamento e della Commissione europea.
La questione dell'Europa resta quindi d'attualità e deve meritare maggiore attenzione e interesse da parte delle forze sociali e politiche: l'iniziativa del Movimento federalista europeo per l'appuntamento di giugno a Milano, può diventare occasione per una riflessione militante sul progetto Europa da rilanciare nel quadro più vasto della mobilitazione per il lavoro, la solidarietà internazionale, la pace.
Giovanni Garuti
mile e vederlo realizzato non può essere dovuto che alla criptoestesia, in quanto, nel corso della nostra esitenza, senza alcuna eccezione, noi non prevediamo l'inverosimile e l'inverosimile non si realizza mai".
Il caso riportato, che potremmo definire ai confini con la realtà, illustra, se ve ne fosse ancora bisogno, la differenza esistente fra le due discipline.
È doveroso aggiungere che la distinzione non è sempre così nitida essendo, in molti casi, alquanto problematica. Il professor Richet riferisce che è difficile supporre che un evento sia ignorato da tutti gli abitanti del globo, si potrebbe supporre — aggiunge — una trasmissione telepatica per tutti i fenomeni di lucidità, quasi senza alcuna eccezione.
E questa ipotesi che distingue i due fenomeni, ci richiama ancora al concetto di telepatia, dove è in gioco la trasmissione del pensiero tra due soggetti molto distanti fra loro.
Desideriamo aggiungere a quanto abbiamo già detto nella prima puntata, che il rapporto telepatico fra soggetti è caratterizzato da una persona che emette la comunicazione e da una che la riceve. Relativamente al fenomeno della chiaroveggenza, precisiamo che comprende varie espressioni. Nel brano
riferito più sopra si parla, ad esempio, di Criptoestesia che è appunto un aspetto della Chiaroveggenza. Altrettanto dicasi per la Precognizione, la Premonizione ed altre manifestazioni delle quali parleremo in seguito.
L'azione prodotta su sistemi fisici senza l'ausilio di supporti, lo spostamento paradinamico di esseri viventi (comprese le alterazioni molecolari di strutture fisiche ed energetiche) sono fenomeni paranormali studiati dalla Psicocinesi o effetto PK, dall'inglese psychokinesis.
La dinamica esistente in questo tipo di comunicazione, pur avendo un carattere oggettivo, non è ancora oggi spiegabile in termini razionali.
Ci pare arbitrario, tuttavia, l'atteggiamento di coloro che riducono alla "ragione apparente" quei fenomeni che vanno oltre la ragione e quindi, oltre la scienza stessa. Dovremmo rivedere certe acquisizioni scientifiche che ci sembrano insufficienti a svelare la complessa fenomenologia che, a nostro avviso, solo la parapsicologia, consustanziale ad essa, è in grado di spiegare.
E vorremmo estendere tale opinione ad altre manifestazioni inerenti a questa materia dai risvolti metafisici. (continua)
SI1LE CAMICERIE - TELERIE ABBIGLIAMENTO CASUAL
NET
Un caso di Chiaroveggenza
cura di Enrico Perillo FIORI e PIANTE AL MERCATO COMUNALE - VIA CHIARELLI, 10 Isabella e Libero vi attendono interpellateci!!! Tel. 3085425 servizi accurati per ogni cerimonia
a
settembre 1985
I mestée de la Milan de semper
La segnaletega l'è antiga
pussée ancamò de la biga
Il perfezionamento dei sistemi di segnalazione e di allarme è strettamente legato alla scoperta dell'elettricità anche se le segnalazioni stradali hanno una parentela ancorata ai tempi delle pietre miliari specialmente sulle strade secondarie e nei piccoli centri di
Segnaletica, segnalazioni; "segnaletega, segnalazion", settore di particolare interesse a cui è predisposto un cospicuo numerodi addetti, in una diversificazione di attributi e d'impieghi che sfuggono all'attenzione delle persone comuni salvo richiamarne decisamente l'attenzione.
Da tempi remoti la segnaletica è attiva; prima con criteri criptografici assoluti (alto il tasso di analfabetismo imperante sino a pochi secoli addietro) poi con l'avvicinamento alle forme miste ancora usate sia grafiche sia illustrative ed ancora alla cartellonistica grafica assoluta di moderna impronta di un più civile consorzio.
Non soltanto di segnaletica stradale comunque si tratta, ma
Arcano
di segnaletica in generale: dalle bandierine delle unità navali a quelle di terra come le luci dei fari, le boe a poca distanza dalla battigia, gli eliografi, i razzi ed in epoca più recente i segnali radio, gli impulsi radar. Con l'invenzione dell'elettricità si moltiplicarono le applicazioni di questa anche nel settore dei segnali; defenestrati i vecchi sistemi a cartelli mobili azionati da uno o più addetti entrano in funzione i semafori, prima per la viabilità ferroviaria e tramviaria, poi per la circolazione veicolare e pedonale ed infine con l'avvento dell'aereo quale mezzo più rapido per gli spostamenti dell'era moderna anche gli aeroporti sono resi funzionali proprio in virtù della segnaletica.
Dialettologia milanese
Grammatica nuova e lacune antiche
I tentativi di semplificare la grafia del milanese scrivendo i vocaboli diversamente da come sono sempre stati scritti non concretano la ricerca d'una verità grafica se non si estende il programma a tutto l'impianto scritto senza eccezioni di comodo
Abbiamo parlato più volte delle bugie grafiche di cui sono, sono stati, consci o meno scrittori, poeti, dialettologi, filologi, estensori di vocabolari e di grammatiche; ebbene, l'ultima grammatica milanese messa in circolazione non si sottrae... alla tradizione! (Franco Nicoli, Bramante editrice, Busto Arsizio, 1983).
Manco a farlo apposta la bugia più grossa riguarda "iota" la nota nona lettera dell'alfabeto greco che in tutti i tempi è stata inserita nell'impianto scritto del milanese, lingua o dialetto che dire si voglia.
Urge rifare tutto un discorso al riguardo, ma lo spazio non lo consente e rimandiamo gli amici lettori interessati a questo problema agli appunti precedenti; c'è una grande incertezza sulla sua esatta definizione, taluno l'ha definita semivocale, talaltro lettera anfibia quindi vocale o consonante secondo caso ed altri ancora l'hanno addirittura bistrattata o ignorata con i pretesti più strani.
A pagina 44 della sua grammatica il Nicoli dice: "In quanto alla grafia comune, gli scrittori che fanno uso di i" l'adoperano generalmente quando il suono di "i" si trova tra due vocali o in fine di parola dopo altra vocale (per es. nel plurale dei termini uscenti in "I" al singolare: tenaja (tenaia) tenaglia, voeuja (voeia) voglia, troia (troia) troia, aj (ai) aglio, mej (mei) miglio, meglio, giornaj (giornai) giornali, bej (bei) belli, belle, fradej (fradei) fratelli, animai (animai) animali, ecc...." "Per ragioni di semplicità in questa grammatica si è preferito invece usare la "i" in ogni caso: tenàia, voeuia, tròia, ai, mei, giornai, bei, fradèi, animai, ecc. sicuri si non indurre nessun lettore, anche se non milanese, ad un rilevante errore di pronuncia.
Viene spontaneo da chiedersi se una grammatica serve soltan-
Influendo sulle moderne esigenze a cui fanno eco i sempre più accorti sistemi delinquenziali, inevitabile contropartita ad ogni progressione sociale, si affinano e perfezionano i sistemi di allarme di ogni tipo: individuali, cioè microradiotrasmittenti sulla persona o inseriti in borse, valige, ecc. o su vetture, natanti o negli uffici pubblici e privati, banche, negozi, appartamenti, laboratori; un'espansione impensabile soltanto qualche decina d'anni fa.
La segnaletica ha visto un continuo rinnovamento, oppure se diversamente considerata, un appiattimento del sistema di vita che per moltissimi anni ha imperato; decine, centinaia erano le sirene che ululavano quattro volte al giorno richiamandole ai posti di lavoro o rispedendole a casa le masse lavoratrici; in seguito le sirene ulularono sinistramente per avvertire la gente dell'imminente attacco aereo nemico.
to per la pronuncia dei vocaboli, trascurando la parte lessicale che ne è vincolata e l'ortografia (impiego corretto dei segni grafici); comprendibile è solo il fatto che molti vocaboli il Nicoli li scrive come l'Angiolini da cui ha molto attinto, "brao, laorà, mina, Gioann, ecc." (e usa "hinn" e "hann" contrario al predicato di abolire le inutili doppie consonanti!) mentre si affianca ai maggiori esponenti mantenendo l'uso della "z" cosa indubbiamente gratificante... coi tempi che corrono!
Non si è sottratto all'errore dei più; non ha forse avuto il coraggio di estirpare l'ambiguità della vocale "u" a seguito della consonante "g" scrivendo i vocaboli pari pari errati: "guadagn, guardom, guarì" credente anch'egli nella forma obbligata (proprio lui che cura la fonetica in particolare) della vocale che segue e fa pronunciare alla toscana la "u" anziché lombarda anche se la realtà è un'altra.
C'è nel milanese come nel toscano, dal quale deriva la lingua italiana (dal toscano derivano anche parole milanesi e non dall'italiano come scrive il Nicoli a pagina I l) la regola della "u" scritta a seguito della "q" e pronunciata sempre toscana, in qualunque caso; ma la stessa regola non vale per la "u" che segue la "g", neppure laddove alla "u" segue altra vocale.
Ai lettori interessati a questi problemi consiglio di rileggere quanto scritto in questa rubrica nei numeri del maggio 1984 e novembre 1984, dove sono ampiamente trattati.
All'inizio di questa nostra rassegna sulla dialettologia milanese abbiamo subito chiarito non essere nostra intenzione sostituirci a glossari o grammatiche, ma poiché vorremmo dare un apporto di milanesità il più aderente possibile non ci possiamo sottrarre al dovere di indicare alcune carenze. (Continua)
Ora la sirena dell'opificio, salve le rare eccezioni, è rimasta nei ricordi, è "demodé"; tutti posseggono un orologio ed è soltanto il veicolo dei pompieri, l'autolettiga, l'auto della polizia carabinieri (più raramente quella dei vigili urbani) ad essere dotato di sirene, allo stesso modo che il vigile urbano è stato sostituito dal semaforo (valgono sempre le eccezioni) ed il braccio proteso dell'automobilista, camionista e motociclista è stato sostituito da più visibili ed efficaci segnalatori ottici (se usati diligentemente e tempestivamente).
La segnaletica via radio è la vera regina del soccorso sia nautico, montano, stradale; si è dimostrata un valido aiuto in casi eccezionali anche ad opera di semplici radioamatori per i casi più disperati quali la ricerca di plasma sanguigno o l'informazione tempestiva di sciagure provocate dall'uomo o dalla natura; invisibile chiave risolutiva di molti problemi legati alla vita, il felice approdo di un'astratta solidarietà.
L'aneddotica a proposito di claxon o indicatori di direzione di autoveicoli è fiorita, pittoresca, incisiva: "El n'ha mettùu j tromb al post del claxon per fagli i segnai a la morosa!" (Ha messo le trombe in luogo del claxon per fare i segnali alla fidanzata!).
"El dopera minga j frècc perche el sa manch qual'è la destra la sinistra!" (Non adopera le segnalazioni perché non sa distinguere la destra dalla sinistra!)
Di persona indolente si soleva talvolta motteggiare dicendogli/le: "A te corret manch quand che sona la sirena!" (Non corri nemmeno quando suona la sirena!)
Segreterie telefoniche; è una branca di specializzazione di talune aziende che operano nel settore della telefonia; l'argomento è diventato attualità incisivamente negli ultimi due decenni, affiancato dal discorso di altre innovazioni.
Avendo già parlato della telefonia in precedenza accenniamo a quegli accessori meno diffusi seppure noti quali prestazioni extra per gli abbonati al telefono e limitatamente interessanti certe categorie: telex, trasmissione telegrafica a mezzo telefono; telecomandi di vari tipi per la messa in funzione a distanza di particolari congegni a mezzo telefono con particolari codificazioni per evitare abu-
si; teleallarmi, per lo più collegati con polizia e carabinieri messi in azione a volontà dell'utente in stato di necessità, oppure azionati automaticamente da fraudolente taglio della linea o corto circuito.
Talvolta può capitare che l'allarme venga azionato per errore quale l'involontario taglio d'un cavo o lo schiacciamento dello stesso che provoca il corto circuito; identico comportamento della segnalazione d'allarme può causare un incendio.
Innovazione recente è quella della trasmissione per via cavo telefonico dei faxsimile, cioè un tipo di fotocopia di lettere o fatture, documenti, codici aziendali, ecc.; servizi al quale non è interessata l'utenza comune.
Per esaurire l'argomento telefonia, avendone omesse le voci a suo tempo, aggiungiamo pure i citofoni: semplici coppie o veri centralini, con o senza video e / o apriporta; poi gli impianti a viva voce, monocanali o bicanali, molto diffusi nelle aziende e grandi magazzini, atti a rapide comunicazioni, pratici e relativamente economici; hanno subite trasformazioni tali da renderli quasi perfetti, frutto di una ricerca di alto livello tecnologico e messa a punto dei materiali per l'acquisizione di una maggiore garanzia di funzionamento.
Installazione e manutenzione, oltre alla costruzione e vendita, particolarmente per quelle case che non hanno portineria, coinvolgono una discreta quantità di personale, una fonte indiscussa di lavoro.
"Serbatoi"; in milanese la voce è la medesima sia per il singolare sia per il plurale; settore di lavoro di grande importanza ed il cui sviluppo è attualmente caratterizzato da una tecnica costruttiva che per le alte capacità raggiunte e per i materiali impiegati rispetto alla posizione di qualche decennio addietro ha del fantastico.
L'uomo è avvezzo da sempre a "serbare" per le proprie necessità; propensi a credere che nessuna applicazione è scevra dal costante ritmo dell'innovamento dobbiamo obiettivamente affermare che c'è stata a questo proposito una vera rivoluzione.
In ferro, vetroresina, acciaio al carbonio o inossidabile, alluminio e plastiche varie vengono costruiti serbatoi che hanno la capacità di pochi litri come quelli dei ciclomotori sino agli enormi serbatoi da cinquemila metri cubi di capienza.
Per i grandi serbatoi interrati in metallo si è pervenuti alla protezione dalle correnti vagan-
ti, cause di erosioni e perdite; per alcuni si è sperimentata una particolare "fasciatura con tubazioni per mantenere costante il valore termico dei liquidi ivi racchiusi, con sistemi di valvole per divari di pressione, antideflagranti, antifulmine e... antifurto!
Voce comune nell'impiego motoristico generale, auto-motociclistico, nautico, aereo e ferroviario è noto quello delle aree di servizio stradali e portuali, dei grandi depositi petroliferi, delle industrie chimiche (quest'ultime richiedono speciali serbatoi su progettazione per materiali corrosivi, esplodenti, reattivi all'aria o all'acqua, gas liquidi dall'azoto all'ossigeno a quello per autotrazione, ecc.) anche i gasometri sono null'altro che grandi serbatoi.
Familiari i grandi serbatoi dell'acqua; qualcuno svetta ancora intatto presso i turriti fienili di qualche cascina barocca, messaggio d'una compita severa civiltà edilizia contadina intramontata; ed accanto i silos, serbatoi per foraggi e cereali, accostamento tra antico e moderno.
Grandi serbatoi in plastica per l'alimentazione, l'enologia, l'agricoltura: quanti sanno del-
l'uso di concimi liquidi ora che i campi vengono coltivati da una esigua compagine di fedeli a questa nostra terra sempre più avara e disertata?
Dal serbatoio per l'aria compressa ad alta resistenza al serbatoio in cemento precompresso... per un serbatoio di lavoro! Ed il lavoro è veramente da serbare per la dinamica della vita stessa; un tempo il mestiere del costruttore di serbatoi era classificato tra il lattoniere e il carpentiere; ora l'immagine è diversa, forse mutata o variante in quanto vi si affiancano voci congeneri di cisterne, vasche di depurazione, autoclavi, cappe, e condotte di aspirazione, tubazioni, raccorderie, in un miscuglio di metalli, fibre speciali e plastiche.
E il discorso non si può concludere soltanto con un logico richiamo tecnico: dove c'è un serbatoiuo c'è sempre un filtro e, se non preposto a funzionare per gravità, c'è sempre una pompa! (Continua)
Nella foto, un vigile regola il traffico azionando uno dei primi semafori a comanda manuale a Milano, in via Dante, negli anni trenta.
Lanciata da Milano 19
Proposta per una scuola di lingua... milanese
Il Circolo Giulio Trevisani aderente all'A.R.C.I. e la direzione di Milano 19 lanciano una proposta a tutti gli abitanti della Zona 19 per istituire una scuola libera di lingua milanese (anche se c'è ancora chi preferisce definire il milanese dialetto) a cui tutti gli interessati possono dare la loro adesione scrivendoci in redazione. Non è richiesto alcun titolo di studio o grado di preparazione e, vista la serietà dell'intento, ci è impossibile anticipare sia la data d'inizio del corso, sia la sede dove si svolgeranno le lezioni; è chiaro che ogni precisazione al riguardo è subordinata al numero degli aderenti e verrà in ogni caso tempestivamente comunicata.
Si pregano quindi coloro che volessero prendere parte all'iniziativa di apporre chiaramente oltre al nome e cognome l'indirizzo ed eventuale numero telefonico.
Assicuriamo che l'iniziativa non ha alcun scopo di lucro, che la finalità è puramente legata a fornire le basi di una rinascita, di un recupero della lingua dei padri e a coloro che non sono milanesi la possibilità di conoscere meglio l'idioma della città che li ospita.
Si è preliminarmente pensato (acuta idea di Gianpiero Pagetti per soddisfare le esigenze di massaie, impiegati e operai o comunque tutti coloro che sono impegnati durante il giorno) di istituire al caso due corsi, serale e festivo, sempre che le adesioni abbiano un sufficiente numero da giustificare tale decisione; sarà bene in ogni caso segnalare la preferenza, serale o festiva (mattino beninteso!) sulla lettera d'adesione.
Coraggio signori! L'idea è nostra e lo facciamo con sincerità per un apporto culturale, per la milanesità; la decisione è solo vostra. Scriveteci, anche solo per dirci un parere.
settembre 1985 milano 19 - pagina 9 Ä
Ä Ä
Le tecniche pittoriche (27)
Xilografia: il più antico
sistema usato per incidere
I cinesi se ne servivano fin dall'ottavo secolo prima di Cristo, ma soltanto nel tredicesimo secolo dopo Cristo questa tecnica è stata introdotta e conosciuta anche in Europa
Io zetaftàle di n Guglielma e Maifreda. Storia di una eresia femminista
di Luisa Muraro - Edizioni La Tartaruga - Pagine 217, lire 14.000
Nel settembre del 1300 il Tribunale dell'Inquisizione di Milano definì, in modo abbastanza drastico, una controversia ideologica mandando al rogo, in piazza della Vetra, secondo l'usanza di quei tempi, alcuni seguaci, per la maggior parte donne, dell'eresia guglielmita preconizzante un mondo in cui le donne, con femminile sensibilità, sarebbero state vicarie di Cristo, impregnate di Spirito Santo. E per sovrammercato nel rogo vennero gettati anche i resti mortali, esumati per la bisogna dal cimitero dell'Abbazia di Chiaravalle, di Guglielmina la Boema, l'ispiratrice del movimento religioso, morta ben 19 anni prima, ed in concetto di santità presso gli stessi monaci cistercensi.
Guglielmina, figlia di Primislao di Boemia, era capitata a Milano fra il 1260 ed il 1270 e con la sua soavità, la sua cultura ed il suo... "savoir faire" (come
Uraniani
Il nome viene dal greco, xylon, legno, e scrittura, ed indica il più antico sistema usato per incidere, formando su una tavola di legno particolarmente duro una caratteristica matrice atta a riprodurre una illustrazione o anche un testo.
In rilievo vengono lasciate le lettere capovolte o il disegno, mediante un delicato lavoro di bulino o altro attrezzo per l'incisione del legno, e come al solito si dice xilografia tanto la tecnica quanto la matrice e la copia finale ottenuta.
I cinesi se ne serviranno fin dall'ottavo secolo avanti Cristo, ma solo nel Tredicesimo secolo passò in Europa, impiegata per la stampa dei tessuti e solo in un tempo successivo venne usata per riprodurre in molte copie illustrazioni, carte pregiate o
immagini religiose. Alcuni manoscritti, detti chiroxilografici, erano correddati da immagini ottenute con questo sitema, e sono stati usati diffusamente fino alla metà del Quattrocento: ad Heidelberg si conserva ancora la Bibbia pauperum che è stata completata intorno agli anni 1440, con storie della Sacra Scrittura.
Veri tipografi di grande fama, Gering, K obergen, Zainer, già dal XVI sec. si servivano della cosiddetta "stampa tabellare" per comporre con la tecnica xilografica libri completi, finché si giunse via via a una forma di arte assai raffinata, cui si dedicarono artisti come Duerer, H olbein, Cranach, Altdorfer e altri.
Nei secoli successivi gli incisori europei preferirono servirsi
delle lastre di metallo mentre nel 1700 in Giappone si coltivò in praticolare la xilografia policroma, della quale restarono affascinati di ritorno i pittori del fauvismo e dell'espressionismo occidentali.
La nitidezza del segno grafico possibile con questo mezzo pittorico corrispondeva nel modo migliore alle loro aspettative ed esigenze di una figurazione lineare, elementare ed essenziale. Anche Picasso si dedicò a una variante di questa tecnica, detta linoleografia, di cui parleremo nella prossima puntata.
Il Gruppo Sirio
Nella illustrazione, una xilografia di Albrecht Duerer eseguita tra il 1496 eil 1498 e ispirata al testo delfApocalime di S. Giovanni.
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Il volume è recente, finito di stampare nel giugno 1983, e l'autore è un giovane che abbiamo conosciuto a una mostra fotografica collettiva internazionale dedicata all'anno della gioventù, mostra organizzata dal Centro San Fedele e dall'Unesco di Milano, qualche mese fa.
Ed è un volume di sole fotografie, un centinaio di immagini dal titolo laconico, come è laconico il titolo dello stesso libro: "Uraniani", che ci fa pensare subito a un pianeta lontanissimo da noi, anche se poi invece
si direbbe oggi), incantò popolani e signori, frati, mercanti e perfino un Visconti, della signoria che stava subentrando ai Torriani. Ancora vivente le si attribuirono miracoli, venne venerata, raffigurata in affreschi nelle chiese. Soltanto che la riforma religiosa da lei propagandata raffigurava un universo in chiave di femminile sensibilità, con la donna come forza motrice. Una femminista ante litteram, insomma, pervasa di religiosa spiritualità, ma mirante anche a combattere le ingiustizie sociali. D che non era poco nel mondo maschilista di allora, dove per i signori l'unica giustizia che valeva era di fare i propri interessi a spese dei più deboli.
Guglielmima era schiva, ma i suoi seguaci — tra cui Maifreda, una monaca umiliata cugina del nuovo signore di Milano, Matteo Visconti — la identificarono, modificando il dogma della Trinità, addirittura nello
Spirito Santo e dopo la sua morte ne perfezionarono la predicazione fino a chiedere che le donne potessero dir Messa, diventare papesse et similia. Il che suscitò ovviamente i fulmini dell'Inquisizione. Ci fu un lungo processo, arsero i roghi. Tutto questo è raccontato da Luisa Muraro, che ha disseppellito il manoscritto del processo, conservato alla Biblioteca Ambrosiana, ed ha potuto confrontare altri documenti, correggendo leggende o annotazioni di cronisti come il Corio o di storici quali il Muratori. Il libro ("Guglielma e Maifreda. Storia di un'eresia femminista", edizioni La Tartaruga, pagine 217, lire 14.000) non è soltanto narrazione e cronologia, perché Luisa Muraro, con garbo pacato ed adeguata erudizione, svolge anche il filo della questione teologica attraverso i tempi, sul ruolo della donna nella Chiesa secondo l'ortodossia ecclesiale.
sta forse a dire una moda, un particolare abbigliamento, un gergo tipico e magari datato.
Ci immergiamo nell'introduzione di Gianfranco Bettetini, assai dettagliata ed esauriente, che ci dà una prima chiave di lettura, poi scorriamo le parole dell'autore, che per realizzare
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ATTREZZATURE PER PITTURA
questa raccolta ha riunito il materiale di una precedente esposizione personale che presentava la sua ricerca fotografica sulla follia negli anni seguenti alla contestazione giovanile.
Se ora Enrico Gallo è giovane, quando scattava le immagini per quel suo reportage doveva essere giovanissimo ed egli stesso ammette che "Giovane" è un aggettivo molto relativo; naturalmente non è il solo a dirlo, vi si possono associare i lettori di questi "Uraniani", sorpresi dai molti aspetti che emergono da questo discorso dalla coerenza lineare.
In particolare si nota che viene privilegiato l'aspetto fantasioso ed esibizionistico di alcuni soggetti metropolitani, ma non ci pare che l'autore si ponga davanti ad essi solo come documentarista. Il simbolo, il particolare, il dettaglio insistito sono denuncia e anche storia, nella cattura di quei momenti che non si ripeteranno più.
Coinvolti in una realtà incomprensibile e non voluta, molti protagonisti di quegli episodi sgradevoli sono in fondo solo dei giovani alla ricerca della propria identità.
Eppure tra quelle immagini ve ne sono di attualissime, come se in questi cinque o più anni trascorsi dal click non ci fossero stati mutamenti di prospettive, sbocchi, l'acquisizione di nuovi spazi o di nuove speranze.
Tuttavia si sente che il bisogno d'amore è vincente, c'è una sotterranea esigenza di tenerezza, e su di essa si conclude il percorso con una inaspettata immagine di volo, che può leggersi con vari significati. A noi piace quello della fiducia: andare, sì, e per fortuna ci sono ancora luoghi dove andare.
B. Buttafava
pagina 10 - milano 19 settembre 1985
VIA NOVARA 34 angolo piazza Amati 3 interno TELEF. 40.80.277 SE CERCHI UN RISPARMIO vieni da noi siamo in Via Novara 31 Milano Nella foto "Scontri a Milano" pag. 115 dal volume "Uraniani" di Enrico Gallo.
Paesaggista accurato e fedele al soggetto
Roberto Pollastri alterna il suo lavoro di pittore a quello di disegnatore di arredamenti
P tanto giovane che può dichiarare la sua età: trent'anni appena compiuti, che lo pongono tra i più giovani soci del Gruppo Sirio, che frequenta a buona ragione in quanto abita. al Gallaratese, in via Uruguay 14, tel. 3082583.
Il suo studio di pittura però è in un delizioso cortiletto di un vecchio stabile di via Varesina 77, dove un muro ricoperto di edera, una glicine fiorita e un antico lavandino da cortile al muro mi riportano immediatamente alla memoria tanti particolari minimi, causa di un sorriso interiore. Milano mia!
"Disegno Arredo" è scritto sull'ingresso dello studio, e qui troviamo Roberto Pollastri tra i suoi lavori, di cui avevamo visto solo alcuni esemplari in mostre collettive del Sirio, restando poi piacevolmente sopresi per la sua interessante esecuzione in una mostra a tema, quella dedicata alla Resistenza e presentata in aprile-maggio scorsi.
Si trattava di un'opera a tecnica mista, che raffigurava una forza sradicante che strappa tutte le malepiante che avevano messo radice in Italia durante gli anni della dittatura fascista e il simbolismo dell'esecuzione mi aveva colpito tanto più in quanto conoscevamo il Pollastri come pittore figurativo, un vero paesaggista che nei suoi lavori si adopera per riprodurre fedelmente le sue composizioni agresti, montane o addirittura di alta quota. Ricordo molto bene alcuni quadri con i quali egli si
era presentato, tra essi vi era una difficilissima esecuzione di panoramica di un ghiacciaio, stagliato contro un bel cielo blu intenso, uno di quei cieli che si trovano solo sopra vette eccelse, cieli scuri per la rarefazione; e poi ho nella memoria anche un altro paesaggio di montagna innevata, eseguito dal nostro artista in un audace controluce.
Le ombre ed i profili degli alberi sul terreno glauco componevano un arazzo ricco di tutte le sfumature dei colori invernali. Un altro tocco di qualità questo giovane pittore è riuscito ad inserirlo in un Paesaggio dedicato alle risaie della Bassa Padana, in cui ha rappresentato un temporale che avanza da padrone sulla pianura ancora rischiarata dal sole: il grigio intenso del cielo contrastava con il verde ancora splendente dei campi e il color mattone delle cascine. Quel tono plumbeo del cielo comprimeva il tutto in un annuncio di bufera; ed i visitatori di quella mostra estemporanea all'aperto, sostando davanti a quel quadro, pensavano e dicevano tra loro: "Sì, certe volte in campagna è proprio così!" E per l'autore questo commento non è poca cosa.
Ma torniamo al nostro Roberto, al quale vogliamo rivolgere alcune domande che ci chiariscano le motivazioni del suo far pittura.
Quando hai cominciato e perché?
Ho cominciato presto, il mio primo olio è del 1969, quando
ancora frequentavo una scuola per arredamento, cui ha fatto seguito il liceo artistico di Brera. Successivamente mi sono diplomato all'Accademia di Belle Arti sempre a Brera nel corso di scenografia tenuto da Comotti.
Quali obiettivi ti proponi?
Con la pittura per ora nessuno: resta per me come un hobby, molto amato, che ha il potere di scaricare le mie tensioni emotive e tiene acceso in me l'interesse per l'arte.
Cosa ti attrae di più, in pittura? Dipingo quello che mi dà maggior soddisfazione nell'eseguirlo.
Ti ispiri a qualche pittore noto?
No, a nessuno in particolare. Ero partito orientandomi un poco verso gli Impressionisti francesi, poi mi è piaciuto Sironi, che ho osservato con cura, ma rifacendo a modo mio alcune Periferie. Ho poi abbandonato questo tema per passare al vero paesaggio: mi dà maggiore ispirazione e durante l'esecuzione provo un vero rilassamento, specialmente le vedute di montagne.
Esponi spesso in collettive?
Prima di esporre nel mio quartiere avevo già partecipato a una personale nel 1980 presso la Galleria d'arte "Accademia"
C L'angolo della poesia )—
Prendendo spunto da Elisabeth Elliot, moglie di un missionario ucciso in Ecuador che una fotografia ritraeva con la figlia Valerie - seduta sulle gambe di una donna Auca della stessa tribù che ha trucidato l'uomo - Francesco Vighi ci racconta con la sua Poesia semplice, i sentimenti "complessi" e travagliati che intessono la sua lirica. Koper
Una "Poesia semplice"
in via Fiori Chiari 2 a Milano dove ho portato una trentina di opere. Nei periodi successivi (e anche precedenti) ho partecipato a concorsi e collettive: nel solo 1982 ho partecipato a quattro rassegne, al 7° Concorso Raffaello, alla Personale Tre Artisti, della Galleria Modigliani, alla Rassegna Seconda Edizione Work Area Tesio per il Festival di Spoleto 1982, a Trento alla 13Iacli Ball Gallery in via S. Croce 16. Nel 1983 è stata per me importante la collettiva alla Galleria Coin D'Art in P. Verdi 6 a Genova, poi nel 1984 ancora con la Tesio a Spoleto la Mostra di Varie Tendenze. Ora aderisco alle iniziative del Gruppo Sirio, ma in questo periodo il mio lavoro occupa gran parte del mio tempo. Faccio il disegnatore di arredamenti, lavoro in proprio eseguendo progetti per studi di architettura, falegnamerie e simili.
Roberto riprende il posto al tecnigrafo, ma le tele collocate un po' dovunque sembrano dire: "Sì, è giusto, ma domani..." Fuori, la glicine dondola i suoi grappoli. Che sia d'accordo anche lei?
Bruna Fusi
Nella foto la riproduzione di un Paesaggio di Roberto Pollastri.
A te Elisabeth e al tuo lieve sorriso ai tuoi occhi bagnati, quasi rugiada e al tuo sguardo lontano perso nel cielo oltre alla finestra posato sul viso (forse) di chi, insieme a te aveva colto il bianco fiore dell'amore per seminarlo lontano oltre il giardino di casa. Quante volte ne ho sentito il profumo senza chinarmi a raccoglierlo? Un fiore nero vi ha baciato. Quanti a chiedersi, ora se il nero ha vinto il bianco o se il bianco ha vinto il nero.
Cosa racconterai alla tua piccola Valerie pochi anni seduta tra te e la finestra sulle gambe della donna Auca il cui sangue è lo stesso di chi ha reciso il tuo fiore?
Cosa racconterai di suo padre alla piccola Valerie segno di un amore che non aveva voluto chiudersi?
Cosa le racconterai di quella donna Auca che un tempo l'ha tenuta sulle sue gambe? Raccontale di un amore morto per amore ma che sopravviverà nella sua morte d'amore. Non riusciranno le mie parole a scrivere ciò che ho letto nei tuoi occhi. E mi chiedo in cosa mai riusciranno.
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dalla prima pagina
Non saranno famosi
senza limitazioni di reddito. Oggi invece, per un'assurda disposizione contenuta nella legge finanziaria del 1983, viene stabilita l'esclusione totale o parziale degli assegni familiari per chi possiede redditi familiari superiori ai 28 milioni lordi annui (siamo ancora in attesa di una giusta rivalutazione di questi limiti).
Da precisare che a formare il reddito familiare (istituto introdotto appunto per l'occasione, in atto fino al 1976 ai soli fini dell'imposta fisdcale ma con esclusione dei figli maggiorenni, e poi decaduto con l'abolizione del cumulo IRPEF) concorrono oltre ai redditi del titolare, i redditi del coniuge non separato legalmente, dei figli ed equiparati mlinori a carico e —questa l'impensabile novità — perfino dei figli maggiorenni conviventi.
In una famiglia dove entrano due salari anche modesti, è difficile non varcare la soglia di quei limiti di reddito oltre i quali si resta eslcusi dal diritto a conservare gli assegni per gli altri familiari a carico. Con 28 milioni lordi annui (netti non più di 22), una famiglia composta da quattro o cinque persone non è che possa navigare nell'oro. Eppure per l'economia del Paese essa dovrà compiere il suo bravo sacrificio e vedersi togliere una certa parte dei suoi non eccessivi guadagni, sia che il cumulo retributivo avvenga col salario del figlio maggiorenne convivente, sia che avvenga con il salario dell'altro coniuge.
Sopportabile o meno questo tipo di riduzione retributiva è il principio, ormai in uso da tempo, della continua e sistematica ricerca di espedienti per alleggerire la busta paga che determina una sempre più profonda sfiducia per la maggioranza dei lavoratori dipendenti (vedi anche
l'ultima tragica manovra di torchiatura fiscale e parafiscale che si è voluto riservare ai piccoli risparmiatori, in particolare ai soggetti a basso livello salariale o rendita pensionistica, con la denuncia aggiuntiva del reddito ricavato da interessi su depositi bancari o di altra natura, quasi sempre già tassati alla fonte, che condiziona la possibilità di ottenere alcune detrazioni d'imposta e, a livello di proventi ancora più bassi, addirittura l'esenzione dai ticket sulle prestazioni sanitarie). A nostro avviso il problema è discutibile anche sul piano giudirico. Non sarà che per caso si sia pensato che l'indennità di assegni familiari debba considerarsi una forma di assistenza? È un'ipotesi tutto sommato da non scartare. Ma gli assegni familiari non risultano affatto appartenere alla categoria dell'assistenzialismo. Sono stati istituiti nel 1937 quale elemento stabile della retribuzione a tutti i livelli del lavoro dipendente (dirigenti, impiegati, operai), per un giusto riconoscimento del maggior aggravio di spese, indistintamente e senza limitazione alcuna per tutti i lavoratori con familiari nullatenenti a loro carico da mantenere. Trascuriamo di commentare la pochezza della misura in cui si sono ridotti nel tempo (oggi si potrebbero tranquillamente eliminare, incorporandoli alle detrazioni d'imposta IRPEF, secondo un'indicazione, naturalmente interessata, formulata anche dal padronato), preme almeno stabilire un dato di fatto incontestabile ribadendo il concetto che gli stessi non sono devoluti in forma di gratuità. Per i soli assegni familiari, i datori di lavoro versano infatti all'INPS un contributo pari al 6,2% dell'intera retribuzione spettante ad ogni singolo dipendente
E' il quarto anno consecutivo. Un successo che nasce dall'affidabilità, dalla bellezza, dal superiore equipaggiamento.
Nella versione Laser persino la radiostereo mangianastri estraibile è di serie. Un successo consolidato grazie anche alle straordinarie prestazioni di Escort Diesel 1600: 25 km/Ita 90 km/h-147 km/h.
(inutile dire che non è nemmeno una regalia del padrone: paga lui direttamente, ma è sottinteso che riguarda sempre denaro prelevato dal monte salario del lavoratore), cifra altresì abbondantemente superiore al fabbisogno reale destinato alla copertura finanziaria di questo istituto retributivo.
Umberto Berti
La Festa
rock italiano Liftiba, formazione fiorentina più nota in Francia che in Italia, l'altro al Teatro Tenda con il gruppo inglese Style Council. Infine non poteva mancare Vasco Rossi. Per contenere i suoi numerosissimi fans gli organizzatori della Festa avevano chiesto l'Arena; non avendola potuta avere hanno deciso per due concerti al Teatro Tenda, il 14 ed il 15 settembre.
Come sempre vario ed articolato il programma dei dibattiti sui principali temi di attualità, politici e di costume. Particolare attenzione è dedicata al 40° anniversario della Liberazione ed a Giorgio Amendola, di cui ricorre quest'anno il 5" anniversario della morte. A Milano, alla sua storia, alla politica ed ai suoi aspetti sociali, culturali ed economici è riservato un apposito spazio con i padiglioni di "Vivere a Milano".
Una novità per i ristoranti della Festa, che sono complessivamente nove. Ai tradizionali (Valtellina, delle Regioni, Naturista, Sardo, Vecchia Milano, del Pesce e Falò) si sono infatti affiancati il Ristorante Cubano e quello Jugoslavo.
Infine, come tradizione, sono in funzione numerosissimi posti di ristoro. Tra questi non poteva certamente mancare la pasticceria, che nel corso degli anni ha ottenuto — grazie all'im-
pegno dei comunisti di due sezioni dela nostra zona, la Bottini di San Siro e la Luglio 60 di Trenno — un sempre maggior successo e che quest'anno è a-
diacente al Dancing, regno incontrastato delle migliori orchestre del liscio, compresa, manco a dirlo, quella dell'immancabile Raoul Casadei.
milano19
Direttore: Gianpiero Pagetti
Direttore Responsabile: Libero Traversa
Redazione:
ché tre capannoni dotati delle più màoderne e sofisticate attrezzature per la prova dei veicoli, tre piste per i collaudi ed ampie aree per il posteggio dei veicoli in attesa di revisione, il tutto sotto il controllo di una portineria dotata di servizi generali.
I lavori di costruzione, affidati alla Italedil (una società del gruppo IRI) dovrebbero protrarsi, secondo le previsioni, per due anni e sono ufficialmente iniziati il l" luglio scorso alle ore 9,30 con la cerimonia della posa della prima pietra, cui hanno presenziato il direttore provinciale della Motorizzazione civile ingegner Guido Giampietro, il direttore generale della Motorizzaziione ingegner Gaetano Danese, il vescovo ausiliare monsignor Bossi, l'assessore all'urbanistica del Comune di Milano Maurizio Mottini e l'assessore regionale Orazio Picciotto Crisafulli.
e di Monza. La speranza è di completare la funzionalità dell'ufficio provinciale della Motorizzazione civile con un'altra stazione di controllo nella parte nord-ovest di Milano.
Ciò agevolerebbe ancor più gli utenti di questo ufficio, che ogni anno effettua 250 mila prove di esame di guida, 240 mila immatricolazioni, 180 mila prove di revisione di autoveicoli.
Ecologia
Ricordiamo che molti partiti hanno fatto della questione ambientale un punto importante di sensibilizzazione nel corso dell'ultima campagna elettorale per le Amministrative e dunque riteniamo che le aspettative dei cittadini non vadano disattese su un problema così importante e sentito.
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Pubblicità: Sergio Schininà
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Pertanto vi invitiamo a creare, in tempi brevi, una Commissione Ambientale del C.d.Z. che con il supporto delle organizzazioni ecologiche di base e dei cittadini possa dare indicazioni utili alla risoluzione dei molteplici problemi ecologici della zona.
I,a collaborazione è aperta a chiunque. Lettere e manoscritti non firmati verrano cestinati. Tutti i diritti di proprietà
Sempre stando ai tempi previsti il complesso dovrebbe entrare in funzione il primo settembre del 1987 ed in esso saranno riuniti i vari uffici della Motorizzazione, attualmente sparsi in vari punti della città, a partire dal centro più importante attualmente in via Colleoni, per proseguire con gli uffici amministrativi attualmente dislocati in via Manin, alla sede per gli esami di guida in via zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Capecelatro , al magazzino generale che ora è situato in via Baldinucci.
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artistica e letteraria sono riservati. I,a riproduzione anche
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