Lotte contrattuali Costo della vita

La sorpresa che tutti gli italiani hanno trovato al ritorno dalle ferie di un ulteriore aumento del costo della vita impone alla nostra categoria prossima al contratto una seria riflessione.
E' confermata innanzi a tutto ancora una volta la nostra affermazione che gli aumenti del costo della vita non dipendono direttamente dagli scioperi dei lavoratori. Questa volta anche i più accaniti antioperai non trovano argomenti per spiegare in questo senso gli aumenti.
Il governo ha trovato modo questa volta di mettere sotto accusa il modo di consumare degli italiani; secondo Andreotti consumiamo troppa carne bovina e per questo aumenterebbe il prezzo di questo prodotto. La realtà è ben diversa, tutte le statistiche lo confermano che gli italiani consumano pro capite il minor quantitativo di carne di tutta l'europa. Noi siamo anche il paese che importa più carne in tutta l'Europa pagando un dazio di L. 660 al kg. impostoci dal regolamento del M.E.C. e siamo anche il paese che paga per ogni mucca soppressa ben 150.000 lire sempre per accordi in sede di mercato comune.
Si sta distruggendo il nostro allevamento per pagare dazi sempre più alti che si riflettono direttamente sul prezzo del prodotto.
Ma Andreotti nel tentativo di evitare una seria indaaine sui prezzi, ha trovato modo di prendere di
mira gli esercenti accusandoli di essere i maggiori responsabili di questi aumenti. Anche questo è falso perchè basta vedere il rapporto dei prezzi all'ingrosso e quelli al dettaglio per vedere dove sta la speculazione e dove stanno le anomalie della nostra distribuzione.
L'esempio più lampante è quello della frutta dove il contadino non ricava le spese tanto è vero che la distrugge, ed i prezzi del mercato all'ingrosso sono sempre più alti. Questi mercati sono nelle mani di un pugno di speculatori che ricavano guadagni astronomici a spese dei consumatori.
Piuttosto, che cosa ha fatto in concreto il governo per i prezzi? Ha aumentato le tariffe telefoniche ed elettriche e rifiuta di rendere operante la legge per la casa che calmierebbe di fatto gli affitti. Introducendo l'IVA si è poi rifiutato le proposte d'abbassare i dazi dei prodotti di prima necessità preparando quindi un ulteriore aumento dei generi alimentari.
Ha poi proposto il cosidetto « calmiere », proposte su cui tutti gli economisti ridono tanto è demagogica e inutile in queste situazioni.
Si cerca di raccogliere le giuste lagnanze dei cittadini che richiedono giustamente un controllo dei prezzi, facendo della demagogia di tipo fascista invece di affrontare i problemi all'oriaine.
Questo ci conferma ancora me-
glio con quanta determinazione dobbiamo intraprendere la battaglia contrattuale; battaglia contrattuale tesa a risolvere veramente i problemi dei lavoratori metalmeccanici affrontando cioè tutti i problemi che devono rendere effettivo l'aumento del tenore di vita del- , la classe lavoratrice.
Dovremo avere la capacità noi che siamo la categoria più forte ed organizzata di coinvolgere sui problemi sociali non solo i lavoratori delle altre categorie ma tutti i cittadini che come noi sono interessati alla battaglia delle riforme.
Un delegato
AVVISO
Si ricorda alle maestranze che anche quest'anno per chi volesse abbonarsi agli spettacoli organizzati dal Piccolo Teatro sarà effettuato lo sconto di L. 2000 (senza distinzione di posti). Per maggiori informazioni rivolgersi ai compagni componenti la commissione culturale.
P.S. - Vorremmo aggiungere che l'abbonamento anche fatto senza la nostra agevolazione, ci dà un buon risparmio sui singoli spettacoli.
Abbonatevi e fate abbonare.
C. C.
ConsiglioRISPOSTE ALLE
LETTERE AL GIORNALE

Nel precedente giornaletto abbiamo notato (e a parte tutto ci fa piacere) molte lettere di lavoratori che hanno scritto il loro pensiero su ciò che sta succedendo nella nostra fabbrica.
Partendo dal principio che ciò che hanno scritto è in parte vero e che la critica deve essere sempre fatta in senso costruttivo (Lenin disse: « Il nostro lavoro va seguito con l'autocritica e lo smascheramento spietato dei propri difetti che saranno sicuramente e inevitabilmente superati con lo sviluppo del movimento operaio »), vorremmo fare il punto sul lavoro svolto o che deve svolgere il Comitato di Fabbrica.
Il trasferimento, punto critico della discussione, deve essere visto con priorità su tutto; a questo punto vorremmo ricordare che nell'ultima riunione del 14.7.1972 sono state imposte delle scadenze alla direzione per quanto riguarda i servizi generali e altri lavori per l'ambiente, quindi nostro compito è quello di vigilare affinchè vengano rispettati questi impegni assunti dalla direzione e in caso di « dimenticanza » usare gli strumenti atti a far sì che non venga tralasciata qualsiasi cosa che potrebbe anche causare danni ai lavoratori.
Siamo d'accordo sul sottile collegamento fra C.d.F. e base ma questo va ricercato sul come è stato interpretato il nuovo organismo s:pdacale e la sua funzione sia del delegato che dagli operai stessi, poichè molte volte accade che il distacco si effettui con la mancanza di dialogo e di collaborazione fra il deìeqato e l'operaio del suo reparto, per questo si sta cercandi fare delle riunioni di reparto in (-manto unico sistema per una discussione più chiara e concreta in cui si può valutare se il lavoro svolto dal rappresentante sia positivo o negativo.
Siamo sicuri che nessuno del
C.d.F. che ha veramente coscienza del compito assegnatogli abbia perso lo smalto che li portava a combattere con più convinzione per qualsiasi problema affiancati da tutti gli operai h, e siamo convinti che le prossime lotte ci daranno altri elementi validi che sapranno condurre la battaglia in modo da non correre il « rischio di bruciare tutto ciò che abbiamo acquisito nelle lotte passate ».
Passi in avanti sono stati fatti ma abbiamo ancora molto da fare diciamo subito che è ferma volontà di operare nel senso di trasformare radicalmente in fatti concreti la situazione della fabbrica quindi « imbocchiamoci le maniche lavoriamo con serietà ■ per riacquistare quella stima e credibilità necessaria per dare il nostro contributo nel fare avanzare tutto il movimento operaio », e costringere la direzione ad assumersi le proprie responsabilità di fronte a tutti i lavoratori.
P.S. - Premetto che con questo non vogliamo chiudere il discorso, ma continuarlo attraverso le riunioni di reparto, l'assemblea, il giornaletto di fabbrica e solo così potremo avere un organismo sindacale attivo in quanto seguito da tutti i lavoratori che si devono sentire parte integrante del C.d.F.
L'Esecutivo
Sulle Olimpiadi
La recente espulsione della Rhodesia dalle Olimpiadi ha dato nel mondo sportivo una vittoria della dignità di tutti gli uomini. Certo non tutti hanno accettato questa decisione e i portavoce (Corriere della Sera in testa) dei più reazionari hanno avuto gran rammarico di ciò dicendo che la politica non ha nulla a che vedere con lo Sport, ma non hanno minimamente spiegato come mai 31 delegati del CIO (Comitato Internazionale Olimpionico) abbiano votato a favore della Rhodesia e quindi per l'esclusione dei Paesi Africani e l'allontanamento degli atleti negri americani, non dimenticando che anche il Presidente del comitato, dando esempio di « purezza dello sport • si è espresso a favore del regime razzista rhodesiano.
Ebbene anche nello Sport non si deve dimenticare la vergogna che umilia gli uomini con la discriminazione razziale (il Vangelo dice: qualsiasi colore è la nostra pelle, siamo tutti fratelli) ed è quindi giusto e umano la sollevazione di tutti quei popoli che lottano affInchè tutti gli uomini siano liberi moralmente e civilmente.
L'episodio di Monaco è dunque un primo passo avanti, il regime razzista di lan Smith non cambiava certo il proprio volto solo perchè si presentava nel costume dell'impegno sportivo: restava una macchia da cancellare ed è stata cancellata.
Un lavoratore
Spigolature Notizie I.N.P.S.
Corbetta, ovest Milano, sulla statale 1, prima di Magenta, in direzione NO-TO; oltre 10.000 abitanti e poco o niente verde pubblico, cioè della comunità. Non che il verde manchi, ma perchè è di grandi parchi privati, legati alle ville che un tempo erano fastose residenze di campagna della nobiltà.
Corbetta, un centro tra i più antichi del Milanese dedicato all'agricoltura chiamato anticamente Curbitum, vi prosperò dopo l'editto di tolleranza dell'imperatore Costantino, nel 313 d.C. una comunità protocristiana. Fu poi Curia Picta, chiesa adorna, prendendo il nome del tempio edificatovi allora e del quale restano poche vestigia.
La leggenda vuole che il nome definitivo di Corbetta venga dalle parole pronunciate da S. Ambrogio quando fuggì da Milano, dopo la morte di Ausenzio. Il santo, proclamato vescovo per desiderio del popolo, si allontanava non intendendo accettare la carica, su una mula di nome Betta. Giunto il vescovo nel borgo, la mula puntò i piedi e non volle continuare, malgrado gli incitamenti: • Cór Betta, cór Betta.....
SITUAZIONE SPACCIO
Merce in carico valore in data 28.3.1972

Deposito cassa al 28.3.1972
Fatture da pagare al 28.3.1972
Acquisti
dal 28.3 al 28.7.1972
Ricavo vendite in data 28.7.1972
Fatture pagate
Fatture da pagare
Deposito cassa
MINIMI DI PENSIONE
Dai 1-7-1972 i minimi di pensione sono elevati a 30.000 lire mensili per chi abbia meno di 65 anni ed a 32.000 per i pensionati al di sopra di tale età.
AUMENTO PENSIONI DAL 1-1-73 PER LA SCALA MOBILE
E' già stato annunciato che in conseguenza dell'aumento del costo della vita, a partire dal 1-1-73, tutte le pensioni saranno aumentate del 5,50 per cento; in base a tale adeguamento i nuovi minimi saranno pari a 31.650 lire per i pensionati con meno di 65 anni ed a 33.750 per quelli oltre tale età; agli autonomi spetteranno 25.300 lire e di pensione sociale 19.000 lire al mese.
TRATTENUTE AI PENSIONATI CHE CONTINUANO A LAVORARE
La trattenuta sulle pensioni di invalidità, vecchiaia ed anzianità non può esser fatta per quei pensionati che proseguono un'attività lavorativa alle dipendenze di terzi come lavoratori della terra, od addetti ai servizi domestici avvero lavorino all'estero, in qualsiasi settore.
nuovi certificati delle pensioni meccanizzate.
PENSIONI SOCIALI
A partire dal 1-7-72 le pensioni sociali sono fissate in 18.000 lire al mese.
Il loro valore verrà ogni anno adeguato al variare del costo della vita, con gli stessi criteri delle altre pensioni INPS.
Ai pensionati sociali viene estesa l'assistenza sanitaria, che verrà erogata dall'INAM. Viene inoltre elevata da 156 a 234 mila lire il reddito annuo a !disopra del quale non può essere concessa la pensione sociale.
NUOVI LIMITI DI REDDITO PER ASSEGNI FAMILIARI
Sono stati adeguati I limiti dl reddito ai fini del diritto agli assegni familiari ed alle quote di maggiorazione delle pensioni. La norma non riguarda solo il futuro (per il quale si prevede anche un automatico adeguamento ai futuri miglioramenti di pensione) ma anche il passato, così da sanare situazioni preesistenti. I nuovi limiti di reddito sono stabiliti:
L. 1.047.460
L. 146.500
L. 449.000
L. 410.638
L. 593.360
L. 657.513
L. 212.970
L. 82.347
Commissione Spacciai
Inoltre l'entità della trattenuta sulle pensioni per coloro che proseguono a lavorare non viene modificata, anche dopo eventuali aumenti di pensione, sino al momento in cui l'INPS non emetta i nuovi certificati delle pensioni meccanizzate; il che vuol dire che non dovrebbero esser fatte trattenute per il periodo tra la data di decorrenza degli aumenti e l'arrivo dei nuovi frontespizi del libretto di pensione.
Analogamente si prevede che l'assorbimento delle quote di maggiorazione per carico di famiglia ancora eccedenti le misure in vigore (pari al valore degli assegni familiari per l'industria) potrà aver luogo solo dopo l'emissione dei
per il 1971: in 22.000 o 33.500 lire mensili (per una o due persone a carico) per redditi di natura varia in 31.450 e 56.600 (per una o due persone) per redditi derivanti da solo pensione
— dal 1-1-72 al 30-6-72: 23.050 e 35.100 (per una o due persone) per redditi vari,
32.950 e 59.300 (per una o due persone) per redditi da sola pensione
dal 1-7-72: 41.600 e 72.800 lire mensili (per una o due persone a carico)
in ogni caso, sia per redditi da sola pensione o di altra natura.
L'Assistente Sociale
Svevo con il suo romanzo psicologico, oltre ad introdurre nella nostra cultura il metodo analitico di Freud, rappresenta la crisi dell'uomo moderno che per quanto scenda a scandaglic.re il profondo di se stesso non riesce a trovare un principio unitario su cui fondare la propria coscienza ed in questo è vicino alle grandi esperienze del romanzo psicologico europeo, specialmente a Proust e a Joyce.
Pirandello sviluppa nel suo romanzo alcuni dei concetti che stanno alla base della sua visione dell'uomo e dei rapporti tra gli uomini, attraverso la vicenda paradossale di un personaggio che sfugge, perchè creduto morto, al proprio ruolo sociale e gode della liberazione che ne deriva, ma è poi dagli eventi condotto a scoprire
Biblioteca Romanzi contemporanei
che la perdita dell'identità anagrafica lo porta anche alla perdita della propria identità personale, rimettendo così a fuoco il rapporto, caro a Pirandello, tra l'essere e l'apparire.
Bacchelli riprende la linea ottocentesca del romanzo storico con una struttura compositiva e un linguaggio che ricerca quell'ideale di rigore classico che aveva propugnato la rivista • La Ronda • della quale egli era stato uno dei collaboratori. Con il diavolo al Pontelungo egli vuole ricostruire la vicenda della predicazione anarchica di Bakunin, ma più che l'ideologia anarchica, di cui egli riconosce la debolezza teorica, gli interessa il quadro di costume che viene creando intorno ai personaggi.
La vicenda umana e letteraria
del Pavese appare un'espressione tragicamente sofferta della crisi della cultura e della crisi della coscienza europea sullo sfondo dell'ultima guerra.
Moravia con Gli Indifferenti fa un'analisi spregiudicata della corruzione d'una borghesia, che anela a presentarsi ufficialmente come classe rispettabile e moralmente sana. ll romanzo preannuncia la spietata analisi che sarà fatta dal francese Sartre. il Moravia sente comunque la solitudine e l'incomunicabilità dell'io come cose abominevoli, da rigettare ad ogni costo per immergersi nella vita con gli altri. La ricerca di comunicare è fatta da lui attraverso lo studio della realtà del sesso, concepito come elementare certezza e mezzo di ritrovare un rapporto con gli altri.
Volponi rappresenta una linea che ebbe una certa fortuna agli inizi degli anni sessanta e che si proponeva di osservare la condizione dell'uomo nell'industria. ll Memoriale descrive appunto la progressiva alienazione di un operaio sottoposto alla soffocante struttura dell'azienda che comprime la sua libertà, anche quando vorrebbe circondarlo di premure assistenziali.
Ho stabilito il bilancio con il quale possiamo vivere, ma dovresti lavorare due turni al giorno per arrivarci
Bevilacqua e Bassani, con molta approssimazione, ci danno l'immagine della tendenza esasperatamente analitica di un certo romanza contemporaneo che, sulla scia delle ricerche francesi del nouveau roman e dell'école du regard, intende spostare l'attenzione dal personaggio agli oggetti, dal tempo reale al tempo interiore e studiare figure di uomini estraneati da se stessi, cioè ancora una volta, vittime della alienazione.
Commissione Culturale

Meno male Funerale '72
Meno male che al mondo non tutti sono dotati nel fare discorsi, altrimenti chi lavorerebbe? e viceversa.
Meno male che nella nostra Ditta non tutti si sentono di fare scorpacciate di ore straordinarie, altrimenti chi ci salverebbe da profonda crisi?
Meno male che sono rari quegli impiegati che, anche se non ne ricavano niente, vengono a lavorare con la ferita non ancora rimarginata, altrimenti la categoria impiegati bisognerebbe chimarla proprio: • L'ESERCITO DEI
Meno male che il rumore ha impedito di ascoltare il rappresentante impiegato a parlare sul tema • I RUMORI NELLA FABBRICA, CAUSE E RIMEDI •, altrimenti ne avremmo sentite delle balle — pardon — belle.
Meno male che in Italia i lavoratori sono in continua lotta per avere un po' più soldi, altrimenti se la massa non consufna che cavolo di politica dei
consumi abbiamo in questo nostro Paese!
Meno male che le tariffe urbane dal 1° ottobre saranno aumentate, altrimenti chi le avrebbe fatte staccare le donne dai telefoni?
Meno male che ci siamo accorti che cos'è la politica e che cosa sono i politicanti, altrimenti avremmo corso il rischio di continuare a vivere e poi morire unici onesti.
Meno male che nella nostra Ditta qualche operaio c'è ancora per poter a tutt'oggi sentire la famosa parola compagno, altrimenti saremmo già nell'inflazione completa di COLLEGHI.

Meno male che tutto va bene, così dicono, altrimenti come potrebbe andare avanti il mondo?
Meno male che mi è venuto sonno, altrimenti chissà cosa altro avrei scritto.
IL MENO PEGGIO
MENO MALE E BUONANOTTE — DICE LA REDAZIONE.
(visto in una località di villeggiatura)
Si sta componendo il funerale. Parte il carro funebre tra due ali di auto posteggiate. Dove una volta si fermavano in preghiera i simili, oggi cervelli vuoti fatti di lamiera stazionano.
I bipedi vanno via veloci senza più accorgersi che uno se ne và per sempre. Ogni tanto il carro si ferma e il, prete dirige il traffico. Al suono delle preghiere oggi si è sostituito quello dei clacson: tutti hanno fretta!
Anche i morti devono aggiornarsi; devono andare più veloci verso la loro
PROPRIETA' TERRIERA1
LA TRAGICA OLIMPIADE DI MONACO
Il massacro compiuto a Monaco dalla inconcepibile accoppiata tedesco-israeliana (ancora più dell'assassinio commesso dai fedayn) crediamo abbia sconvolto un po' tutti per il cinismo diabolico con cui è stato organizzato.
Dalle riprese televisive che abbiamo visto, ci sembrava d'assistere ad una esercitazione sportiva anzichè dell'imminente macellazione di uomini.
Se dimentichiamo per un attimo l'identificazione dei protagonisti di questa tragedia e la valutiamo senza spirito di parte, ci troviamo di fronte a un atto di violenza che ormai quotidianamente insanguina ogni parte del mondo ed è questa normalità, questa assuefazione al crimine che dava ai poliziotti la disinvoltura dei cacciatori di quaglie; questo ci inorridisce e ci sgo-
menta. Noi non abbiamo sufficienti elementi per dare un giudizio specifico sulle responsabilità dirette in questo triste episodio che del resto non ha grande importanza, ma vogliamo solo dire che il terrorismo come tutte le violenze affonda le sue radici nella ingiustizia imposta o subita che sia e solo il rispetto reciproco e l'uguaglianza sociale fra gli uomini può debellarlo.
Le ipocrite grida di coloro che non hanno battuto ciglio sul terrorismo americano nel Vietnam che da dieci anni assassina sistematicamente un popolo, nè ha alzato un dito in favore della scarcerazione di Valpreda in galera da tre anni senza processo, nè si scompongono al dramma irlandese dove due comunità religiose si scannano con ferocia esemplare, nè hanno spe-
so una parola sulle torture in Brasile, sul fascismo spagnolo, greco, portoghese, ci disgustano; ci disgjstano poichè avendo scelto l'oppressore non hanno il diritto di piangere. Sono questi moralisti falsi che ci stanno rendendo familiare il delitto con la loro costante difesa del privilegio in ogni parte si manifesti, sono coloro che tolgono ai popoli il gusto della vita, sono questi che dobbiamo combattere.
Il massacro di Monaco ha dimostrato anche che nessuno è fuori dalla mischia, e che è necessario l'impegno di tutti i popoli come dei singoli di lottare contro le ingiustizie, i soprusi, le umiliazioni e lo sfruttamento se vogliamo vivere in un monda di pace.
Un lavoratore
Il palestinese
Che cos'è un palestinese?

sn palestinese oggi è un essere umano senza patria, senza diriai, decimato dagli stermini operati tanto da chi gli ha rubato il Paese quanto da chi è stato costretto ad accoglierlo: la ferocia con cui l'esercito di Hussein ha schiacciato i palestinesi nel 1970 non e stata inferiore alla crudeltà dei massacri perpetrati dagli israeliani.
Fino alla prima guerra mondiale, la Palestina era una provincia dell'Impero Ottomano, abitata da 700.000 persone, delle quali il 93 per cento arabi e il 7 per cento ebrei. Tutte le terre erano di proprietà dei contadini arabi. Gli inglesi, durante la guerra, fecero molte promesse agli arabi — autodeterminazione, indipendenza, ecc.
— ma fecero delle promesse anche agli ebrei, e precisamente (con la dichiarazione Balfour nel 1917) la promessa di favorire la creazione di un territorio ebraico in Palestina che con il tempo sarebbe dovuto diventare uno Stato. E solo questa promessa gli inglesi mantennero, spalancando le porte alla immigrazione ebraica: nel 1927 il rapporto della popolazione ebraica in Palestina era salito al 33 per cento, malgrado il forte incremento naturale della popolazione araba L'immigrazione si intensificò negli anni successivi anche a causa dell'instaurazione dei regimi fascisti e razzisti in Europa.
Alla fine del secondo conflitto mondiale la questione palestinese si fece acuta. Formazioni paramilitari israeliane ingaggiarono un'attività terroristica su vasta scala per costringere gli inglesi — che
avevano il mandato sulla regione — a lasciare loro mano libera. E infatti il governo britannico, dopo aver deferito la questione all'ONU rinunciò al mandato e Israele si proclamò indipendente. Nei convulsi mesi che precedettero l'indipendenza, il terrorismo si abbattè sui palestinesi che in tutti i modi si voleva cacciare da quello che stava per diventare il nuovo unico Stato (ebraico). Ad onta della decisione dell'assemblea dell'ONU che aveva disposto la spartizione del territorio palestinese in due Stati, uno arabo e uno ebraico, con confini esattamente delimitati, lo Stato ebraico ebbe il 56 per cento della Palestina, Gerusalemme fu internazionalizzata.
Sscoppiò il primo conflitto arabo-israeliano che si concluse con accordi armistiziali: Israele occuCONTINUA
QUESTIONARIO DA COMPILARE E RESTITUIRE

A due anni dalla costituzione del C.d.F. vorremmo fare un primo bilancio sul funzionamento di questo organismo sindacale di fabbrica al fine di vagliarne i lati positivi e quelli negativi per renderlo sempre più aderente alla realtà della fabbrica e perchè la attività che esso svolge sia la più rappresentativa possibile del lavoratori della F.I.T.-FERROTUBI.
A questo scopo abbiamo pensato di dare ad ognuno il presente questionario da riempire per sentire il parere di tutti (positivo o negativo che sia) su questa nuova esperienza democratica. Inoltre sono state incluse alcune domande sulla unificazione sindacale e sulle rivendicazioni prospettate per il rinnovo del contratto di lavoro dei metalmeccanici.
Data l'importanza degli argomenti che investono tutti noi lavoratori, dal manovale all'ingegnere, ci auguriamo che nessuno voglia esimersi dal compiere quello che noi chiamiamo un diritto-dovere. Sarebbe segno di maturità se il questionario si riconsegnasse firmato, in caso contrario spiegarne il motivo aiuterebbe molto a capire la società in cui viviamo.
Oual'è il tuo giudizio sul C.d.F. in questi 2 anni di esperienza nella nostra fabbrica? — R.
Cosa pensi dei C.d.F. in senso generale? — R.
Il delegato che hai eletto rispetta il mandato ricevuto dal gruppo omogeneo? — R.
L'esecutivo secondo te soddisfa le esigenze dei lavoratori? — R.
Come vedi il processo di unificazione dopo le prese di posizione della CISL e della UIL? — R.
Oual'è il tuo parere sulle richieste del rinnovo contrattuale? — R.
Non trovi utile fissare un limite alla rielezione del candidati dell'esecutivo? — R.
2) Cosa ne pensi delle Commissioni di Lavoro? — R.
Cosa ne pensi del giornale di fabbrica? — R.
Se hai delle proposte per stimolare la discussione e fare partecipare maggiormente i lavoratori alla vita sociale e politica della fabbrica, esponili liberamente e se lo spazio non è sufficiente, allega a questo un altro foglio. — R

CONSEGUENZA DI UN ERRORE
Vorremmo fare alcune considerazioni suì primi atti compiuti dal nuovo governo per sottoporle alla riflessione di quei lavoratori che con il loro voto ne hanno permesso la formazione, sperando, (poveretti noi!) o credendo ingenuamente, che questi dessero finalmente l'avvio a quella politica di riforme sempre promesse e mai mantenute per venticinque anni.
Vi è stata la parentesi in cui nella barca governativa sempre diretta dalla D.C. entrò pure il P.S.I. dando così vita al Centro-Sinistra ma, i risultati sono stati inferiori agli intendimenti socialisti e alle attese dei lavoratori per cui, risultò chiaro che il suo apporto servì solo a coprire a sinistra il blocco conservatore D.C.-P.S.D.I.-P.R.I. per continuare la solita politica antipopolare.
Al rilancio delle richieste delle masse lavoratrici e di classe da parte del P.S.I., Democrazia cristiana e soci hanno risposto con la crisi di governo e conseguenti elezioni anticipate.
Ce n'era abbastanza per negare la fiducia ai partiti della borghesia ma molti, troppi lavoratori non hanno tenuto conto della lezione ed ora, ci troviamo in una situazione peggiore di prima sotto tutti i punti di vista.
Se nell'animo innocente di qualche Irvoratore rimaneva ancora la speranza di un governo sensibile ai suoi problemi, il rientro in esso dei liberali e il plauso rivoltogli dalla stampa padronale. crediamo abbia tolto in lui ogni dubbio.
Ricordiamo comunque che la nrima azione qualificante esso l'ha data votando per ridurre i minimi di nensione da 35 mila lire (già votati dal parlamento) a 32-30 e 24 mila, contro l'uguaglianza dei cittadini ai bisogni più elementari della vita.
Non soddisfatto, ha pure discriminato vigliaccamente nli ex combattenti dipendenti dalle aziende Private da quelli del pubblico impìeao negando loro di andare in pensione in anticipo di 7 e 10 anni
come stabilisce la legge N. 336 del 24 maggio 1970 e, come ultimo atto di disprezzo verso le classi meno abbienti, ha proposto lo aumento agli alti funzionari dello stato di 7 milioni l'anno più 50 milioni di liquidazione.

Sul piano della democrazia, esso ha permesso la recrudescenza del terrorismo fascista e persegue cinicamente gli attivisti di sinistra al minimo sospetto o addirittura con accuse prefabbricate come nel caso Valpreda, in galera ormai da tre anni senza processo.
Il costo della vita ha raggiunto vertici insostenibili, molte fabbri-
che chiudono i battenti, i licenziamenti si susseguono a ritmo spaventoso e tutto questo, è permesso dal governo di Centro-Destra che con false promesse ha carpito il voto di tanti lavoratori.
L'unico rimedio contro questo stato di cose è di lottare subito contro questo governo dei padroni prima che rovini definitivamente l'Italia e ciò, avverrà al più presto se i lavoratori che lo hanno votato si renderanno conto delle conseguenze determinate dal loro errore e si uniranno alle masse per abbatterlo.
Un lavoratore
"Va'(
Gita sociale

Per parlare di gita sociale, bisogna anzitutto vedere cosa s'intende » gita sociale », diritto acquisito e voluto da tutti i lavoratori. Se s'intende gita per la sola maestranza » èlit » della nostra fabbrica, per i quali assentarsi 4-5 giorni dalla fabbrica e dalla famiglia, lo spendere 50-60 mila lire a pochi giorni dalle ferie, andare in un posto equivale andare in un altro qualsiasi senza risentirne minimamente sul lato finanziario, ebbene per noi non è gita sociale ma semplicemente una gita con etichetta sociale, ed abbiamo già detto che può parteciparvi.
Quest'anno, per la prima volta, si è riusciti a far sì che la direzione abbia dato una cifra per tale scopo ed ancor più importante è il fatto che siamo noi a gestirla tramite la commissione culturale-sociale.
Quindi partendo dal fatto che il fondo gita è di tutti i lavoratori bisogna fare in modo che tutti abbiano a partecipare non solo alle gite ma alla creazione di esse, partecipando alla scelta del periodo in cui farle, come farle, dove farle in modo da recepire le necessità ed i pareri di tutti; solo allora si ha il diritto di utilizzare una cifra che è di tutti e che a tutti sie data la possibilità di parteciparvi.
Su questo argomento vorremmo esprimere alcuni punti di vista e nella speranza di essere abbastan-
za chiari cercheremo di elencarli:
Gita sociale va intesa come opera sociale, culturale, ricreativa e gratuita.
II fondo gita sia impiegato esclusivamente per tale scopo.
Fare in modo che tutti abbiano e possano esprimere il loro parere sul periodo in cui farla, sul dove farla (naturalmente dando periodi e località indicative), questa fase si può farla preparando dei ciclostilati orientativi e distribuirli a tutti.
Recepire la volontà della maggioranza dei dipendenti, vedere se realizzabile o no e quindi fissare località e il mezzo con cui andarci.
La comunicazione del giorno esatto e la durata deve essere comunicata perlomeno un mese prima affinchè chi vuole partecipare possa sistemare i suoi impegni.
Al termine della gita tramite il giornale di fabbrica, affinchè tutti ne siano al corrente, informare dell'ammontare della spesa effettuata e del rimanente in cassa.
Poichè, in teoria, tutti dovrebbero partecipare, in pratica non è così e quindi in cassa ogni anno dovrebbe rimanere una somma, e sommando questa somma che si ha in cassa per ogni X anni, consente di effettuare una gita all'estero, realizzando così quelle gite veramente sociali e culturali in
cui nessuno per parteciparvi abbia da sborsare di tasca propria.
Precisiamo che questi punti dí vista non vogliono essere delle leggi, ma un modo come un altro pe rdare un contributo atto a migliorare questa nuova conquista della gestione della nostra gita sociale.
Un gruppo di operai
Sulla parità dell' uomo e della donna
Si è parlato molto della condizione delle donne che lavorano, ma purtroppo poco è stato fatto da chi di dovere per migliorarla.
La donna sulla carta ha ottenuto la parità di trattamento conl'uomo ma in effetti è provato che ciò non è vero.
Infatti la donna, specialmente se sposata e ancor più se ha figli, porta inevitabilmente con sè un bagaglio di problemi la maggior parte dei quali restano irrisolti.
Si sa che le donne sposate con figli sono la categoria che i datori di lavoro vedono meno di buon occhio e a loro giustificazione pongono il fatto che nei loro confronti devono affrontare molti più oneri e che fra di esse è molto maggiore l'assenteismo.
Ma questi signori dimenticano facilmente che quando un bambino si ammala, o deve essere vaccinato oppure ha bisogno di un documento è la mamma che se ne deve occupare perdendo conseguentemente giornate di lavoro, perchè non esiste nessun tipo di assistenza sociale che le venga incontro.
E che dire poi degli asili nido e delle scuole materne che aprono alle 8 e chiudono alle 17 o tuttalpiù alle 18? Ci sono molte madri, (quelle che non hanno alle spalle delle nonne o delle zie compiacenti), che non potendo conciliare i loro orari con quelli di queste istituzioni, sono costrette a pagare una persona perchè accompagni o vada a prendere i figli.
E' chiaro che le persone che si prestano a questa incombenza la maggior parte delle volte non sono le più preparate, eppure la lavoratrice madre deve rallegrarsi di aver trovato perlomeno un palliativo a quella che per molte potrebbe essere la costrizione a lasciare il lavoro.
E tanto più deve rallegrarsi di essere riuscita a trovare un posto nei nidi o negli asili, perchè essi
scarseggiano a tal punto che si è giunti a dover iscrivere i bambini un anno prima che essi inizino a frequentare, nella speranza che siano accettati.
Questo è un problema che si accentua ogni anno di più, il governo non fa assolutamente niente di rilevante per risolverlo, ed il suo peso ricade principalmente sulle spalle delle lavoratrici madri.
Eppure gli imprenditori, non tenendo in alcun conto questa situazione provocata dalle loro speculazioni, la aggravano continuando a far scontare alle lavoratrici le conseguente della loro avventatezza.
Infatti si è giunti al limite che alcune lavoratrici dipendenti da una fabbrica in via di ristrutturazione (eufemismo indicante la volontà del padrone di contenere il costo della manodopera attuando licenziamenti indiscriminati), ben sapendo che ad essere lasciate a casa sarebbero state loro per prime hanno deciso di mettersi al sicuro concependo un figlio che per due anni gli avrebbe assicurato il posto.
Naturalmente non è una soluzione da adottare, perchè invece che risolvere la situazione, la aggrava,
ma è un esempio di dove può portare la disperazione di vedersi private di uno stipendio che è determinante nel ménage di molte famiglie.
Eppure anche per le lavoratrici che hanno appena avuto un figlio la situazione non è molto più rosea.
Infatti è previsto un permesso di due ore giornaliere per le madri che allattano, e ciò comporta per le lavoratrici addette alla produzione che ne usufruiscono, la rimozione dal posto di lavoro.
Esse vengono utilizzate come « jolly • spesso in lavori faticosi ed avvilenti e qualcuna di loro, esasperata dai continui spostamenti, ha preferito la strada delle dimissioni.
Occorre lottare perchè cose di questo genere non debbano più avvenire, perchè la parità dei due sessi sul lavoro sia effettivamente riconosciuta, costituendo diverse forme di assistenza sociale ed ampliando Tielle già esistenti, in modo da alleviare le lavoratrici da quei problemi che adesso impediscono loro di portarsi alla pari dell'uomo.
Una lavoratrice
CONTINUA DALLA SESTA PAGINA IL PALESTINESE
pava il 77 per cento della Palestina e gran parte di Gerusalemme. ll fiume dei profughi palestinesi straripava nelle regioni vicine, rovesciando ondate di masse miserevoli che tutto avevano perduto in Siria, Giordania, Egitto. Poi venne la guerra del 1956, poi quella del 1967. Storia recente.
A difesa dei profughi palestinesi le Nazioni Unite hanno votato decine e decine di risoluzioni, e di tutte Israele si è fatta beffe, rifiutando il rimpatrio e la reintegrazione dei profughi nel possesso dei loro beni e nell'esercizio dei loro diritti: cose che l'ONU chiese la prima volta con la risoluzione
194 (III) dell'11 dicembre 1948 e che ha continuato a chiedere vanamente ogni anno. Un quarto di secolo di rifiuti!
Attualmente si calcola che i profughi siano circa un milione e mezzo, in minima parte inseriti in qualche modo nella vita sociale ed economica dei Paesi arabi del Medio Oriente, e la stragrande maggioranza ammassata in enormi attendamenti dove le • razioni secche consentono una stentata sopravvivenza in condizioni di miseria e degradazione indicibili.
Da questo magma di sangue, di rancori, di disperazione, dopo la
guerra del 1967 è nata la resistenza palestinese, con la sua dozzina di organizzazione politico-militari di diverso peso, di diverso orientamento, e di concezioni tattiche talvolta opposte, ma nella maggioranza concordi nel considerare la resistenza e la rivoluzione palestinese come un movimento di liberazione nazionale. La maggioranza, non tutte: qualcuna ha scelto la via disperata di un terrorismo assurdo e gratuito (come gli attentati sugli aerei e l'ultima impresa di Monaco) che giova soltanto ai nemici dei palestinesi.
La Redazione

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I mostruosi delitti compiuti dalla Germania nazista nella seconda guerra mondiale, hanno riempito di orrore e di sgomento tutti gli uomini della terra provocando la disperata resistenza dei popoli che alla fine riuscì poi vittoriosa. La mobilitazione delle coscienze per la opposizione fisica alla barbarie, avvenne allora in un tempo relativamente breve.
Dopo i primi anni di tremendo spavento, eserciti alleati e popoli antifascisti, dettero iniz'o alla lotta organizzata e congiunta per la liberazione dell'Europa dalla invasione hitleriana.
Questa insurrezione fu possibile perchè sl innestava in una situazione di generale malcontento delle classi lavoratrici che, già avvelenate dalle precarie condizioni economiche in cui erano costrette a vivere, venivano loro tolte anche le più elementari libertà di parola e di pensiero ed a ragione quindi può essere considerata il naturale sbocco della rivolta che da tempo covavano i popoli schiacciati dal giogo delle dittature reazionarie e colonialiste.
Grazie a quella vittoria, conseguita anche per l'intervento diretto degli Stati Uniti d'America (partecipazione dovuta principalmente a questioni di concorrenza) il mondo parve avviarsi verso quella era di pace e di progresso civile tanto agognata dalle classi proletarie.
E' il periodo che segna la fine dell'imperialismo in tutti i continenti e la nascita di nuovi stati protesi verso l'indipendenza nazionale e il socialismo.
Questa marcia inarrestibile dei popoli che restringe sempre oiù l'ingerenza politica ed economica straniera, ha trovato proprio nella America • liberatrice • il più feroce e risoluto nemico.
ll primo tentativo di porre un freno a questa avanzata, è toccato allo illuminato presidente Kennedy che, architettando una aggressione mai subita nel golfo del Tonchino ad opera (si disse) delle motosiluranti della minuscola Rep.
LA GERMANIA DI HITLER E L' AMERICA DI NIXON
Dem. Vietnamita, diede inizio ad una guerra così atroce da fare impallidire quella nazista.
Non è stato come sembrerebbe un cambiamento di fronte fatto dagli americani ma la continuazione di una politica contro avversari diversi e sempre volta alla conquista della egemonia mondiale.
In questo periodo, è Cuba socialista che sottoposta all'embargo commerciale e alla continua minaccia del colosso U.S.A. deve la sua esistenza all'aiuto e all'appoggio incondizionato dell'Unione Sovietica.
Alla gestione Kennedy (finito regolarmente assassinato nella più classica maniera di questo paese) subentrò il texano Jhonson che ne accentuò il carattere reazionario moltiplicando i bombardamenti nel Vietnam e ingrossando il corpo di spedizione a sostegno dei fantocci di Saigon e aumentando gli aiuti economici e militari ai regimi più impopolari della terra.
Con l'avvento di Nixon l'America scatena nel Vietnam tutta intera la sua bestialità mostrando un sadismo così inumano che anche fra i suoi più accesi sostenitori e alleati comincia a farsi strada il rifiuto di condividerne le terribili responsabilità.

L'orrore nazista è superato, non tanto per le torture e le camere a gas che sono soltanto questioni di dettaglio, ma per l'ampiezza e la portata delle distruzioni e dei massacri compiuti e che si compiono tuttora contro uomini e cose che mettono addirittura in forse la continuazione della vita in quella regione.
Questa interminabile guerra criminale è resa possibile dalla insufficiente e tardiva reazione dei popoli occidentali i quali, diretti come il nostro da governi filoamericani, vengono sistematicamente ingannati sulle reali ragioni di questo conflitto e parte di essi credono ancora che gli aggrediti siano gli aggressori e viceversa.
All'eroico popolo Vietnamita, già povero non è rimasto più niente da salvare tranne l'orgoglio dl combattere per l'indipendenza del proprio paese e la fierezza di dare un esempio alle future generazioni di come si resiste alle aggressioni. A noi non rimane altro che perseverare nella denuncia e nella protesta su tutte le piazze del mondo affinchè tutti i popoli si rendano conto che là Germania di Hitler e l'America di Nixon non sono che due facce di una stessa medaglia. Un lavoratore