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PERCHE' IL GIORNALINO
L'informazione è oggi al centro dell'interesse collettivo ed il suo contributo è parte determinante per la conquista di nuovi spazi democratici. Anche da noi è venuta a maturare la richiesta di nuovi strumenti di informazione e partecipazione. Il giornalino di fabbrica, a nostro avviso colma questa esi genza ed al tempo stesso rivitalizza il rapporto tra C.diF. e lavoratori.
Nell'intento dei suoi promotori vi è in primo luogo la volontà di fornire uno strumento che, al tempo stesso sia di più ampia informazione sui problemi aziendali e generali e che ponga le basi ad una richiesta di cultura e di partecipazione di massa.
Questo secondo punto non è senz'altro secondario e la sua riuscita dipenderà anche
dal reale contributo che ogni singolo lavoratore potrà dare.
Temi come l'occupazione, la salute, la organizzazione del lavoro, la questione femminile e altri, non potranno essere svi luppati se non battendo il disinteresse ed il qualunquismo che troppo- spesso regnano su argomenti così importanti e che quotidianamente viviamo.
Quindi un giornalino che per raggiungere coerentemente il suoobiettivo ha bisogno dell'apporto, oltre che dei suoi promotori, anche di quello del maggior numero di lavotori.
Si eviterà così che rimanga solo ed esclusivamente un organo di consenso vuoto di quella creatività e combattività necessarie per essere strumento _utile a tutti.
La Redazione
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BOLLETTINO DEL C.d.F. DELLA L.N.I. - GENNAIO 1978
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SOLO UN LICENZIAMENTO ?
Abbiamo già detto come si sono svolti i fatti, ma li riassumiamo brevemente :
si obbliga il lavoratore ad operare in condizioni disagiate proiben do l'uso dell'automezzo del quale aveva sempre usufruito.
si pongono ostacoli per sino all'uso del mezzo pubblico non si rispettano le norme antinfortunistiche vigenti in Italsider
Alla prima ovvia manifesta zione di protesta si invia al lavoratore una lettera dove il capo agenzia conte sta al Bruni le infrazioni disciplinari
Alle giustificazioni di Bru ni il solito capo, sempre molto ligio ai regolamenti, risponde con il licenziamento in tronco.
In seguito la farsa della direzione: prima l'affermazione che l'agenzia di Ta ranto è un'azienda artigianalé poi il riconoscimento della arbitrarietà del provvedimento ed infine lo smarrimento del cartellino di Bruni, ma in conclusione conferma che il ritiro del provvedimento può avvenire solo in tribunale per sentenza del giudice e non può essere trattato con il C.diF Cosa significa questo fatto ed altri accaduti di recen-. te in L.N.I. ?
Perchè la Direzione preme ditatamente provoca situa zioni di conflitto con i lavoratori e poi, saltando il C.diF., demanda la solu zione al Tribunale?
La prima cosa che appare chiara è il tentativo di non riconoscere il C ,diF. come rappresentante dei la voratori e quindi come inter terlocutore della direzione per tutti i problemi che ci riguardano.
L'altra è che facendoci lot tare per il rispetto degli accordi e toscritti re in difesa di essi schiare di chiuderci brica.
contratti già sot ci obbliga a lotta ed a ri in fab-
tutte, licenziamenti compresi, per intimidire i la voratori, sanno bene i padroni che, se i lavoratori passeranno su questi ob iet tivi, sarà sempre più diffi cile per loro imporre nelle fabbriche e nelle società soluzioni autoritarie e con trarie alle esigenze di chi lavora.
Il movimento operaio è oggi impegnato in una grande bat taglia per il rinnovo della società e proprio in questi giorni milioni di lavoratori di tutte le categorie, contadini e.disoccupati scio perano e lottaro per: la attuazione di precisi piani di sviluppo dell'industria, dell'agricoltura e delle partecipazioni statali, per una seria politica fiscale diret ta a far pagare gli errori ; per l'attuazione di un piano per le abitazioni, per il rilancio degli investimenti, per dare soluzione ai proble mi dell'occupazione, in par ticolare quella giovanile, per il riequilibrio economico tra nord e sud, per offri re sbocchi positivi alle fab brihe in crisi. Con un movimento che si pone simili ob iettivi si capisce perchè i padroni le tentino proprio
E PENSARE.. CHE DIcE.VA►JO SEMPRE CuE E.Q.,AV0 O FERMO COME ME ERA FFtct LE TROVARLO.
" VA-rr I A FIDARE JE ;:AD R.o,J I 1.!
Noi e I' occupazione
Il problema dei disoccupati in Italia si sta facendo sempre più gravoso, infatti il numerckii donne, uomini, giovani senza possibilità di lavoro è sempre più alto.
Ciò nonostante il Governo italiano continua imperterrito a non fare niente di concreto, anzi agisce per risultati opposti, anche se spreca tante parole di "impegno generico" in ogni discorso ufficiale.
Purtroppo riscontriamo, a questo proposito, una scarsa sensibilizzazione dei lavoratori della L.N.I. su questo urgentissimo problema e questo è dovuto soprattutto a due motiVi:
10) -un sottile lavoro di confusione e divisione tra i lavoratori fatto dai "collaboratori della direzione", basti vedere come è stata condotta la riorganizzazione aziendale.
20) -una scarsa informazione e una mancanza di qualsiasi collegamento con i soggetti che vivono in prima persona il problema della disoccupazione.
Noi intendiamo, con questo bollettino, iniziare un lavoro cominciando a parlare delle situazioni più evidenti nella nostra zona.
Perchè le vertenze ?
Le vertenze sono l'ultimo gradino, a cui giunge il lavoratore per la difesa dei propri diritti.
In L.N.I. siamo ancora oggi in pieno clima di vertenze, perchè l'azienda rifiuta ogni colloquio e confronto sui problemi azienda-
Preferisce l'estremo ricorso alla Magistratura, evitando anche la fase conciliativa per cercare la sopraffazione degli interessi dei lavoratori.
Ricordiamo le vertenze sulla serrata, sul mancato utilizzo della mensa, sui licenziamenti individuali, sul 5% di sovraminimo per alcune categorie professionali, sullo E.D.R. per il congedo matrimoniale e sulla corresponsione della 13a mensilità comprensiva delle quote dei premi di produzione .
Lo spazio in azienda, guadagnato con lotte e sacrifici da quando esiste il rapporto di lavoro, infastidisce chi vuole gestire il potere economico e politico, tenendo in considerazione unicamente i propri interes'si e usandoli come unico sistema di misura.
La considerazione per un migliore rapporto :umano in azienda non è gradito a chi dovrebbe essere adatto alle relazioni umane o alle consulenze.
In questa prospettiva viene visto anche lo inserimento in azienda dello M.A.L. e non ci meraviglieremmo, se dovessimo vederci costretti ad aprire delle vertenze per la prevenzione della salute.
Non vorremmo più arrivare troppo tardi ed essere costretti a curare a danni.
Ogni lavoratore deve rendersi conto che la salute è una sola e quando viene rovinata non è più interamente recuperatile.
Non dobbiamo rassegnarci al concetto della assistenza per chi perde il primo bene in assoluto, cedendo alla tentazione della monetizzazione o al miraggio della massima produzione e dell'efficientismo come toccauna di problemi economici ed organizzativi.
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Ricordiamo che per le prossime vertenze ci presenteremo davanti alla Magistratura i giorni gennaio '78 / 20-I-'78 e ...- 3 - '78
Particolare rilevanza assume in questo contesto il successo ottenuto nella vertenza sulla serrata in cui anche la Magistratura riconosce pienamente i di ritti dei lavoratori, condanna l'azione antisindacale dell'azienda ed ordina alla stessa il rimborso delle spettanze dovute ai lavoratori.
Ristrutturazione, perchè ? per chi ?
Cosa abbiamo da aggiungere sulla ristruttu razione a quanto abbiamo già detto?
Ormai le parole sono state spese in abbondanza, ma forse non sono ancora troppe. Non vogliamo raccontare nuovamente degli atteggiamenti terroristici della direzione, della mancanza di volontà a voler discutere con i lavoratori dei reali problemi dell'azienda, e nemmeno vogliamo ripete re che il C.diF. non è contrario a priori alla ristrutturazione, come qualcuno ha tentato di far credere, ma che invece ci vuole vedere più chiaro. Non vogliamo parlare di queste cose perchè già sono state dibattute ampiamente nelle assemblee ed hanno riempito le bacheche. Vogliamo invece discutere con i lavoratori quali sono gli strumenti da utilizzare ora che i reparti sono stati "riassettati", per poter salvaguardare i punti prioritari portati avanti con il contratto nazionale e con le piattaforme interne: l'occupazione ed il mantenimento dei livelli professiona-
Ci •rendiamo conto che entrambi gli obiettivi non sono raggiungibili con facilità , Ma che farlo non è neppure impossibile. Per ciò che concerne l'occupazione, consideriamo che, proprio per la potenza del ne etico che abbiamo di fronte, (l'Ing. Pozzi nella lettera ai "collaboratori" faceva ri levare in modo terroristico che la L.N.I.è una multinazionale e le multinazionali abbiamo imparato tutti a conoscerle) non pos sa più essere sufficiente una lotta ristret ta alla fabbrica ma che deve vedere coinvolti oltre che i lavoratori della L.N.I. anche quelli delle altre fabbriche, i disoccupati, i giovani e che, con la coordina zione del sindacato, aggreghi un vasto stra te di forze popolari.
Non dimentichiamoci che quando si tratta di far retrocedere la classe operaia, i padro 'Il non esitano a schierarsi in un unico fronte.
Per quanto riguarda invece la salvaguardia e lo sviluppo delle capacità professionali,
crediamo che siano significativi gli esempi, seppure ancora allo stato embrionale, di alcuni reparti che hanno cominciato a muoversi con proposte che mettevano in discussione le scelte della direzione.
Ci riferiamo in particolare alle assemblee dei reparti: Sub Assembly, Controllo in en trata, Vetro e Registratori e Trasmettitori.
In quest'ultimo reparto è stata particolar mente positiva perchè, malgrado il veto di che rappresentava la direzione, le proposte dell'assemblea sono state applicate dai lavoratori.
Noi riteniamo che queste siano le strade che nell'immediato dobbiamo seguire per far sì che quello che ci si proponeva nelle assemblee e nelle comunicazioni in bacheca possa diventare una realtà, perchè si possa andare agli incontri trimestrali con una direzione che rispetti quanto si diceva nella piattaforma e che ci presenti dei programmi con delle prospettive chiare per il nostro futuro, ma soprattutto far capire che se qualcuno per ristrutturazione intende: commercializzazione delliazien da, non respiro alla ricerca e allo svilu po, mobilità incontrollata, autolicenziamenti, vedrà i lavoratori fermi a difende re i propri diritti.
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SIAI LERICI OCCUPATA
Riteniamo che la realtà della SIAI LERICI appunto perchè perché trova una certa similitudine con la nostra per via occupata meriti di essere presa in considerazione. Non aggiungiamo altro perchè gli etessi lavoratori pubblichiamo, esprimono quanto di più importante ci
L'Azienda ha chiesto il fallimento il gior no 8 Novembre 1977, creando per 300 lavora tori prospettive disoccupazionali. Lo stato fallimentare di questa azienda, che opera nel campo della costruzione di impianti per la lavorazione degli acciai inox e speciali ed opera nel settore chimico, petrolchimico, nucleare, dimostra il disimpegno totale del padronato di uscire dalla crisi attraverso nuovi modelli di svi luppo.
L'assemblea ha denunciato e condannato le gravi responsabilità direzionali nella con duzione politica dell'azienda. Conduzione basata sullo sperpero del patri monio economico societario creando una situazione debitoria disastrosa nei confronti degli Istituti Previdenziali, fornitori ecc Il rifiuto alla chiusura di questa fabbrica è stato l'impegno unanime dell'assemblea nella convinzione che non c'è possibilità di uscita dalla crisi attraverso la riduzio ne dell'occupazione.
Non ci possono essere programmi di riconver— sione e di scelte produttive credibili, se poi si chiudono aziende come la SIAI LERICI che opera nel settore nucleare ed esprime un alto patrimonio professionale e tecnologico.
• Di fronte a questa realtà la battaglia non puù essere solo di dipendenti della SIAI 1,3 RICI o del movimento dei lavoratori, ma de've coinvolgere tutte le forze politiche e sociali, poichè riteniamo che il loro contributo sia essenziale per salvare questa azienda che opera in un settore determinali te per quel tipo di sviluppo economico e produttivo che i partiti dell'arco costitil zionale ritengono fondamentale per portare il Paese fuori dalla crisi.
fra le più evidenti, ma anche della qualità della manodopera della SIAI LERICI, con l'articolo che sia da dire.
LE DECISIONI DEI LAVORATORI:
l) Attuare l'occupazione della fabbrica fino a quando non si realizzerà uno sbocco positivo della vertenza.
Dare vita ad un'ampia campagna di sensibiliezazione dell'opinione pub blica delle forze politiche e parlamentari.
Investire attraverso delegazioni di massa oltre La Regione, i Ministeri dell'Industria e del Lavoro.
Dare vita ad una conferenza stampa per recuperare i silenzi del passato affinchè la situazione della SIAI LERICI abbia il suo giusto rilievo.