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RINNOVO DEI C.D.F.: UN APPUNTAMENTO DI PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA

Dopo 3 anni dall'ultimo rinnovo i lavoratori dell'Italtrafo, assieme ai lavori della Zona di Sesto S.G. sono chiamati ad eleggere nuovi consigli di fabbrica. Il ritardo di un anno rispetto alla scadenza naturale del biennio è da attribuire all'impegno che i c.d.f. e i lavoratori hanno profuso alla elaborazione, e successivamente alla conquista della piattaforma contrattuale. Come tutti sanno l'accordo sul contratto nazionale è avvenuto pochi giorni prima delle ferie, dopo 6 mesi di dura lotta e 100 ore di sciopero.

Il c.d.f. uscente nel periodo trascorso del suo mandato ha affrontato tutta una serie di problemi di importanza fondamentale che riguardavano, sia i problemi interni dello stabilimento e le sue prospettive future dopo la nota crisi culminata con C.I.G. di 2 anni fa, che i grandi temi di carattere nazionale in cui le O.O.S.S. e in particolare la F.L.M. sono presenti, con proposte ed iniziative per la salvaguardia delle condizioni di vita delle masse popolari, e contro gli attacchi alla democrazia sferrati dal terrorismo.

La linea politica del sindacato trova negli ultimi tempi grosse difficoltà ad esprimersi ed a essere capita, i nemici principali sono: la crisi economica, l'inflazione, la disoccupazione in particolare giovanile e il terrorismo. Le caratteristiche di questa crisi economica che mette in discussione vecchi modelli sociali basati sul consumo sfrenato e materie prime a basso costo, punisce i ceti meno abbienti lasciando inalterati i meccanismi perversi che la alimentano (prezzi, rendita parassitaria, evasione fiscale ecc. ecc.).

Deve preoccupare inoltre il sindacato e i lavoratori l'emergere minaccioso del terrorismo che sembra essersi radicato in modo preoccupante in alcune realtà produt-

tive di grande importanza.

Le grandiose manifestazioni in risposta agli omicidi di Moro, Rossa e Alessandrini, che come lavoratori ci hanno visto presenti, costituiscono però una garanzia contro chi mira a distruggere il sistema democratico attraverso la violenza e la sopraffazione.

Sul versante interno alla fabbrica, attraverso alcune piattaforme aziendali, il c.d.f. ha affrontato temi, come l'adeguamento dei trattamenti economici, P.P., 3° elemento, premi anzianità, Fasim e riconoscimento Smal con possibilità di intervento per indagini conoscitive sulle aree di maggior rischio (caldareria-verniciaturasabbiatura).

Per gli organici il c.d.f. ha trovato serie difficoltà con l'azienda per far rispettare gli impegni assunti, respingendo la logica «carico di lavoro» numero dei dipendenti. Da ultimo citiamo l'impegno dei c.d.f. all'interno del coordinamento Raggruppamento Ansaldo dove in futuro si svilupperanno le politiche industriali della FINMECCANICA nel settore elettromeccanico nucleare e dei trasporti, sia in Italia che all'estero, oltre che una graduale armonizzazione dei trattamenti economici e normativi. Nel proporre all'assemblea dei lavoratori lo statuto e il regolamento per il rinnovo della struttura sindacale di fabbrica il c.d.f. uscente invita i lavoratori a formulare le loro scelte, in piena autonomia e senza condizionamenti, tenendo conto che i problemi da affrontare sono numerosi e qualificati, e abbisognano di serietà d'intenti preparazione e disponibilità ad affrontarli, per contribuire al rilancio di una politica sindacale sempre più vicina ai bisogni dei lavoratori, dei giovani, dei disoccupati e per una società più giusta ed a misura d'uomo.

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BOLLETTIN0 DEL CONSIGLIO DI FABBRICA DELLA ITALTRAFO SESTO S. GIOVANNI - MILANO

STATUTO C.D.F. E GRUPPI OMOGENEI

CONSIGLIO DI FABBRICA E DELEGATI

Poteri e compiti

Il consiglio di fabbrica, struttura di base del sindacato nel luogo di lavoro, realizza la politica di base della F.L.M. e della federazione CGIL, CISL, UIL e ha poteri di iniziativa e di contrattazione dentro e fuori della fabbrica.

Imposta l'azione rivendicativa e la gestisce, dirige la politica sindacale nella fabbrica.

Ricerca la sintesi unificante dei problemi che riguardano tutti i lavoratori, risponde a quelli specifici di reparto o ufficio, li affronta decidendo e coordinando le azioni di mobilitazione dei lavoratori.

Promuove le iniziative necessarie per la sensibilizzazione e la crescita politica dei lavoratori e contribuisce efficacemente per la concreta partecipazione degli stessi alle scelte politiche ed alle decisioni della azione del sindacato sui problemi generali.

Il consiglio di fabbrica deve inoltre garantire l'attività del patronato, anche attraverso la nomina di appositi incaricati e promuovere altre iniziative di interesse collettivo (ad. es. CRAL - Tempo Libero, ecc.).

Il delegato, espressione diretta e democratica del gruppo omogeneo, ha il compito di dirigere la politica sindacale nel gruppo omogeneo che lo ha eletto, tutelandogli gli interessi nell'ambito della linea unificante decisa dal consiglio, concorrendo nel contempo a determinare e a realizzare la politica sindacale di tutta al'azienda, della zona, della categoria, della federazione.

I delegati hanno il dovere di convocare con sistematica periodicità l'assemblea del gruppo omogeneo dei lavoratori che lo hanno eletto.

L'assemblea è un momento democratico essenziale del rapporto sindacato-lavoratori e va utilizzata in modo da consentire al maggior numero di lavoratori, di prendere la parola per discutere e partecipare effettivamente alle decisioni.

COMPOSIZIONE CONSIGLIO DI FABBRICA E DEFINIZIONE GRUPPI OMOGENEI

Il consiglio di fabbrica è composto unicamente dai delegati eletti dai vari gruppi omogenei dell'azierda.

L'unico criterio per individuare il gruppo omogeneo è quello del riferimento al processo produttivo e all'organizzazione del lavoro.

A questo livello va realizzata l'elezione del delegato o dei delegati quale espressione dei lavoratori del gruppo omogeneo, indipendentemente dalla qualifica di appartenenza.

Spetta al consiglio di fabbrica uscente, d'intesa con il sindacato, proporre sulla base delle esperienze maturate, la quantità e la composizione dei gruppi omogenei ed il numero dei delegati da eleggere.

L'assemblea discute e decide sulle proposte del consiglio di fabbrica uscente.

ELEZIONE DEL CONSIGLIO DI FABBRICA

Le elezioni sono organizzate e curate dal COMITATO ELETTORALE designato dal consiglio di fabbrica uscente, comunque rappresentativo delle forze reali sindacali presenti in fabbrica.

Hanno diritto al voto e sono eleggibili tutti i lavoratori, scritti e non scritti al sindacato, appartenenti al gruppo omogeneo.

Il lavoratore eletto ha il dovere, qualora non lo fosse, di iscriversi al sindacato.

L'elezione avviene su scheda bianca, sulla quale il lavoratore scriverà il nome o i nomi di sua proferenza.

CRITERI ELETTORALI

Il gruppo omogeneo procede, su scheda bianca, alla elezione del delegato.

Questo per essere eletto dovrà aver ottenuto almeno il 50% più 1 dei voti validi.

Nel caso che nessuno raggiunga il 50% più 1 dei voti si procederà al ballottaggio fra i lavoratori che avranno ottenuto il maggior numero di voti.

Nei casi di gruppi omogenei in cui, per ragioni oggettive di carattere tecnico e produttivo, si devono eleggere più delegati, ogni lavoratore potrà esprimere sulla scheda bianca, un numero massimo di preferenze nella misura dei 2/5 dei delegati da eleggere (in caso di frazione si arrotonda sempre per difetto), fermo restando il principio di un “quorum» minimo dei voti, così determinato:

100 +1

nr. delegati x 2 ESEMPIO

Nel caso che nessuno o qualcuno non ottenga il «quorum » previsto si procederà ad un'ulteriore votazione di ballottaggio fra i primi non eletti in numero doppio a quello dei delegati da eleggere.

DURATA DEL MANDATO

La durata dei mandato del CONSIGLIO DI FABBRICA, viene indicata salvo casi eccezionali, in due anni, al termine del quale si procederà alla elezione di tutti i delegati.

REVOCA DEL DELEGATO

Il delegato di gruppo omogeneo può essere revocato in qualsiasi momento, dopo un dibattito nell'assemblea del gruppo che lo ha eletto e con una votazione palese che sancisca la revoca con una maggioranza pari ai 2/3 degli aventi diritto al voto, nei gruppi omogenei con più delegati, e il 50% +1 nei gruppi omogenei con un solo delegato.

La richiesta di assemblea per la revoca, avanzata al consiglio di fabbrica, deve essere sottoscritta da una entità pari al quorum previsto per l'elezione.

DIMISSIONI DEL DELEGATO

Qualora il delegato risolva il rapporto di lavoro, rassegni le dimissioni oppure, per sopravvenuti impedimenti a svolgere le sue funzioni, richiede di essere sostituito, o nel caso che il delegato per sua scelta cambi gruppo

Delegati da eleggere Voti di preferenza Quorum minimo 2 1 26% 3 1 17,5% 4 1 13,5% 5 2 11%

omogeneo, si dovrà procedere alla rielezione entro 30 giorni.

Con nuove elezioni nel caso che sia l'unico delegato del gruppo omogeneo.

Nel caso di un gruppo omogeneo che provede più delegati:

- con l'inserimento del primo dei non eletti purché abbia raggiunto il quorum. necessario, anche in conseguenza di ballottaggi precedenti. Se nessuno ha raggiunto il quorum si procede a nuove elezioni attraverso il ballottaggio dei primi non eletti, con i criteri precedentemente illustrati.

- Qualora le sostituzioni siano pari o superiori al 50% si procederà alla rielezione di tutti i delegati del gruppo.

COMITATO ESECUTIVO

Il consiglio di fabbrica, (dopo un dibattito politico su proposta unitaria formulata da una apposita commissione

elettorale rappresentativa del C.D.F.) eleggerà con voto palese, nel suo ambito, un comitato esecutivo con compiti operativi e funzionali che coordini le attività ed iniziative decise dal consiglio di fabbrica.

Si riafferma il criterio della rotazione periodica, preceduta da una valutazione politica, ogni 6 mesi di 1/3 dei componenti l'esecutivo, in modo da realizzare una più ampia responsabilizzazione dei delegati.

COMMISSIONI

I consigli di fabbrica, daranno vita a commissioni di lavoro su temi specifici, a cui possono essere chiamati a far parte lavoratori non delegati, ma disponibili a partecipare alla elaborazione ed alla vita del sindacato nell'azienda.

MONTE ORE E DISTACCHI

Il monte ore a disposizione del consiglio di fabbrica deve essere gestito collegialmente ed utilizzato da tutti i delegati in relazione alle esigenze e decisioni del consiglio di fabbrica e del sindacato in modo unitario.

Rep. 04 / CALDERERIA N ° Per. 91 Tot. 91 Numero Delegati 3 Rep. 16 / TORNERIA N° Per. 25 Tot. 25 Numero Delegati 1 Rep. 05 / ISO N° Per. 20 Tot. 114 Numero Delegati 3 Rep. 09 / AVVOLGERIA N° Per. 94 Rep. 24 / IMBALLAGGIO N° Per. 10 Tot. 48 Numero Delegati 1 Rep. 07 / FALEGNAMI N° Per. 38 Rep. 06 / LAMIERINI N° Per. 38 Tot. 38 Numero Delegati 1 Rep. 13 / MONTAGGIO Rep. 23 / SALA PROVE Rep. 38 / MAGAZZENO Rep. 36 / CONTROLLI N° Per. 106 N° Per. 18 N° Per. 14 N° Per. 8 Tot. 146 Numero Delegati 4 Rep. 32 MANUTENZIONE N° Per. 38 Tot. 38 Numero Delegati 1 Rep. 33 Rep. 61 / CALCOLO e PROG. N° Per. 45 Rep. 63 / CIANOGRAFI N° Per. 2 Tot. 59 Numero Delegati 1 Rep. 70 / COMMERCIALE N° Per. 12 Rep. 30 / DIREZIONE N° Per. 1 Rep. 65 / CONTABILITÀ N° Per. 9 Tot. 45 Numero Delegati 1 Rep. 80 / UFF. PERSONALE N° Per. 26 Rep. 82 / UFF. ACQUISTI N° Per. 9 Rep. 22 / UFF. ESTERNO N° Per. 10 Tot. 43 Numero Delegati 1 Rep. 30 / UFF. TEFA N° Per. 33 Tot. N° DELEGATI17
N° DELEGATI PER IL RINNOVO DEL CONSIGLIO DI FABBRICA

Prospettive e problemi per l'Italtrafo

Fare il punto della situazione aziendale è un dovere a cui il c.d.f. non può sottrarsi.

Troppo importanti sono state nel passato le battaglie sostenute contro i programmi di smobilitazione per non essere attenti a tutti i segnali negativi che emergono dalle aziende del gruppo.

A Genova 1'11/9 scorso si è svolto un incontro da tempo previsto con i responsabili del raggruppamento Ansaldo e dell'Italtrafo, sugli impegni assunti al tempo della crisi che interessò particolarmente Io stabilimento di Milano. È stato presentato un documento che in sintesi vi proponiamo.

L'occasione ci consente di denunciare la scarsa considerazione cui viene tenuto lo stabilimento di Milano. Il documento come d'accordo con la segreteria nazionale doveva essere consegnato dai responsabili di ogni stabilimento ai rispettivi c.d.f. A Milano il c.d.f. ha avuto il documento da compagni dell'Ansaldo.

I responsabili dello stabilimento non sapevano niente. Nella nota elaborata dal Raggruppamento Ansaldo vengono analizzati le diverse situazioni produttive riguardanti il settore trasporti e distribuzione d'energia (TRASFORMATORI).

Per i trasporti, le prospettive dovrebbero garantire nell'area NAPOLETANA lo sviluppo della trazione con trasferimento di produzione da Genova suppostate dalla creazione di un centro ricerche e progettazione orientato su nuove tecnologie (corrente alternata, regolazione elettronica).

Si prevede inoltre indispensabile un'integrazione con i costruttori di parti meccaniche (Breda Pistoiese) per fornire il sistema completo agli eventuali acquirenti stranieri.

Di buon auspicio si considera la costruzione della «Dorsale Sarda» (SA.CA.) la prima linea ferroviaria in Italia a corrente alternata.

Per i trasformatori il programma presentato nel documento è sconfortante, oltre che privo di indicazioni credibili per il futuro.

Con la motivazione del costo del lavoro elevato che mette l'Italtrafo fuori mercato, e la presenza sia in Italia che all'estero di una forte concorrenza anche nei paesi emergenti, si vuole attuare una drastica rAuzione dell'attività dei piccoli e medi, riconvertendo il 50% degli addetti a Pomezia verso i componenti di trazione. Ridurre inoltre l'attività produttiva dei grandi trasformatori Milano e Napoli in quanto la concorrenza GIAPPONESE monopolizza i mercati mondiali.

I carichi di lavoro dei tre stabilimento è ai seguenti valori:

MILANO 470.000 ore NAPOLI 310.000 POMEZIA 420.000 per il 1979 e per il 1980 questi livelli non sono ancora acquisiti (a POMEZIA è previsto un carico di lavoro sui trasformatori di 200.000 ore).

Come lavoratori ricordiamo che non accettiamo ulteriori riduzioni di capacità produttive.

Riteniamo che ci siano le condizioni, in particolare nei grandi TRAFO REATTORI e MACCHINE SPECIALI, per un'ulteriore presenza dell'ITALTRAFO sui mercati internazionali attualmente in espansione.

Rileviamo che:

la concorrente nazionale non soffre di alcun problema di carico di lavoro.

nelle grandi potenze e tensioni esiste uno spazio anche per I'ITALTRAFO che bisogna rapidamente occupare con un maggior impegno nella ricerca, attualmente

esistente nell'evoluzione tecnologica su alcuni prototipi (REATTORI) in costruzione.

Inaccettabile diventa il ricorso alla sperimentazione sulla produzione.

la licenza G.E. sulle alte tensioni e sui trasformatori da forno, non è certamente un successo che può vantare I'ITALTRAFO, ma deve essere gestita almeno con mezzi adeguati, per avere quelle contropartite in conoscenze tecnologiche che giustifichino i costi di acquisizione. Per ridurre i costi è necessario:

migliorare e meglio integrare gli investimenti tra progetto ed esecuzione del prodotto che causano perdite pesanti di produzioni.

aumentare il grado di autonomia operativa dei vari stabilimenti a tutti i livelli di competenza, per sveltire gli investimenti sulle deccsioni tecniche, produttive ed amministrative, che a volte provocano disimpegno di responsabilità tra i lavoratori.

le strutture dello stabilimento devono ulteriormente migliorare con investimenti programmati in attrezzature e impianti (trattamento e sala prove). Il raggruppamento ANSALDO dovrà garantire inoltre un supporto maggiore sul piano commerciale per il consolidamento dei mercati acquisiti e la penetrazione su nuove aree in via di sviluppo. Pur considerando complessi i problemi da affrontare riteniamo deleterio che si intraprenda la facile strada del ridimensionamento, ma come l'esperienza di un recente passato ci ha insegnato è con scelte coraggiose e non opportunistiche che si risolvono i problemi, specie in una azienda a P.P.S.S., che ha lo scopo di contribuire allo sviluppo del nostro paese, e non al suo ridimensionamento.

Successivamente alla riunione con l'Azienda, si è svolto il Coordinamento Sindacale del Raggruppamento Ansaldo, che ha affrontato le varie situazioni aziendali nell'ottica di promuovere a breve termine una vertenza che affronterà assieme alla politica industriale del Raggruppamento in riferimento alle conquiste contrattuali su informazione, orario ecc., anche problemi di carattere salariale come il rinnovo dei premi annui scaduti, terzo elemento perequativo, premi di anzianità e inquadramento professionale rimasto stranamente escluso dall'accordo sul contratto nazionale.

Questi problemi verranno quanto prima portati a conoscenza e discussi tra i lavoratori.

DAI REPARTI

Ci viene segnalato che la direzione del personale, nell'ottica di una sana riduzione dei costi, intende consolidare ed inserire in terza categoria sezione C un nuovo profilo professionale già operante di fatto in azienda, e cioè: tranciatore, imbragatore, gruista e capo turno.

Gli operai hanno già fatto sapere che dato il cumulo di mansioni previsto, lotteranno perchè vengano inseriti alla quarta categoria.

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