Ridiano II9
Mensile di informazioni politica e cultura della Zona 19
Anno IX - N. 6 - Giugno 1985
I risultati delle elezioni del 12 maggio
L. 600
Maggioranza di sinistra e laica rafforzata al Consiglio di Zona
La sua riconferma dipenderà però dalla volontà politica dei partiti che ne fanno parte di continuare la positiva esperienza degli ultimi cinque anni
Così si è votato in zona 19
Gli eletti al Consiglio di Zona 19
Ecco l'elenco degli eletti dei partiti democratici al Consiglio di Zona 19 per il quinquennio 1985-1990.
PC1- Calerio Claudio, Chiovini Romano, Magni Ferri Rosa, Vagnotti Finazzi Gabriella. Beretta Giovanni, Suardi Paolo, Procopio Michele, Pizzocri Luigi, Barbieri Alberto.
Pro-memoria per i nuovi eletti
Con la passata amministrazione, comunale e di zona, avevamo fatto presente l'esigenza di risolvere alcuni problemi spiccioli ma di rilevante importanza per la vita dei cittadini del Gallaratese. Li riproponiamo ai nuovi eletti.
"Saranno famosi" al Gallaratese
Nella tabella qui sopra pubblicata abbiamo riportato i risultati (voti, percentuali e seggi assegnati) delle elezioni del 12 maggio scorso per il Consiglio di Zona 19 confrontandoli con quelli del 1980, nonché con le percentuali di voti conseguiti dai singoli partiti, sempre nella nostra zona, in occasione delle elezioni politiche del 1983 e di quelle europee del 1984.
Sull'esito delle elezioni del 12 maggio si sono dette e scritte molte cose facendo raffronti non sempre omogenei, vantando avanzamenti non sempre effettivi, indicando presunti confluenze di voti e tacendone altre.
Difatti, se è vero che, almeno in linea teorica, i voti conseguiti a suo tempo dal PdUP sono andati, globalmente od in parte, al PCI ed a DP, bisognerebbe chiedersi dove sono finiti i voti del Partito Radicale (non presente nella recente tornata elettorale) un cui esponente, il prof. D'Ambrosio, era candidato nelle liste del PSI per il Comune di Milano.
Ma torniamo al raffronto sui risultati delle elezioni per il Consiglio di Zona degli anni 1980 e 1985, che ci sembrano i più omogenei, in quanto votazioni di altro tipo possono essere influenzate da considerazioni diverse.
I mestée de la Milan de semper
Dall'esame di risultati delle elezioni del 12 maggio 1985 per il Consiglio di Zona 19 rispetto al 1980 si può rilevare che i comunisti, pur avendo subito una leggera flessione percentuale (meno 0,3 per cento), hanno ottenuto quasi 800 voti in più riconfermandosi il primo partito della zona e mantenendo i precedenti 9 seggi.
La Democrazia Cristiana ha perso in voti ed in percentuale, ma ha mantenuto Io stesso numero di seggi.
Il Partito Socialista ha avuto un incremento in voti ed in percentuale e mantendo lo stesso numero di seggi.
Anche Democrazia Proletaria ha avuto un incremento in voti ed in percentuale, mantenendo il seggio che aveva, mentre liberali e socialdemocratici sono calati in voti ed in percentuale perdendo complessivamente due seggi (uno per uno), che sono stati guadagnati dai repubblicani, i quali sono più che raddoppiati in voti ed in (segue a pagina 16)
Referendum per la scala mobile
Anche nella nostra zona un comitato per ‘55
La legge che taglia i punti della contingenza deve essere abrogata perché iniqua in quanto colpisce soltanto i redditi da lavoro dipendente e non altre ricchezze meno facilmente identificabili
In vista del referendum, indetto per il 9 giugno, per il recupero dei quattro punti di contingenza tagliati nel febbraio 1984 con decreto governativo (poi tramutato in legge con ricorso al voto di fiducia), è stato costituito anche nella nostra zona, in collegamento con la zona 18, un comitato per il "sì", che sin dalla sua costituzione ha raccolto numerose, significative adesioni tra cui quelle di F. Santin, pubblicista, prof. De Paolo, neurologo all'Ospedale S. Carlo, Poggi, presidente dell'USSL 75118, C. Carrara, presidente della Cooperativa Edificatrice Lampugnano, Consiglio di Amministrazione della Coop Italia. prof. A Mazzolini presidente della Scuola Media Fogazzaro, Senesi direttore della scuola elementare di via dei Salici, prof. S. Zangirolami economista e docente dell'Istituto Curie, M. Folloni presidente del distretto scolastico 91, prof. C. Bozzi preside del Liceo Scientifico Vittorio Veneto, direttore e redazione del mensile Milano 19, Gruppo Artistico Culturale Sirio del Circolo ARCI-UISP Giulio Trevisani, nonché di numerosi delegati di fabbrica e lavoratori, tra cui un grosso gruppo di delegati e di lavoratori iscritti alla FILM-CISL.
Scopo del comitato è la promozione di una campagna per il "Sì" al suddetto referendum, un sì che però deve essere consapevole del perché di questa battaglia condotta con tenacia fin dall'indomani dell'emanazione del decreto legge e di questo referendum promosso dal P.C.I., che nel giro di poche settimane è riuscito a raccogliere oltre due milioni di firme.
(segue a pagina 16)
... QUI NOK) Si TRA1TA DI A8oLIRE LA SCALA elogiLE nA SOLO Di SPOSTARLA DAI SALARI AI 9k-() PRE221
Viabilità. Continua lo stillicidio di incidenti automobilistici lungo le vie parallele Quarenghi, B. Croce e Cecov. Nell'ultima settimana della campagna elettorale ai vari incroci di queste vie ci sono stati ben dieci gravi incidenti e tutti dovuti all'alta velocità che si pratica su queste parallele. È vero che chi incrocia su queste grandi vie debba avere grande attenzione ma aggiudichiamo la maggior responsabilità alle alte velocità che vengono praticate da molti "piloti" su questi grandi direttrici; e nessuno controlla e reprime. Mercati ambulanti settimanali. Riteniamo sempre anacronistico che, malgrado gli spazi ancora esistenti, questi mercati si svolgano in mezzo alle strade; quello del martedì che occupa la sede viaria di via Cecov e quello del venerdì che occupa la sede viaria di via Quarenghi, mettendo in difficoltà la circolazione. Riproponiamo per il primo la sede incolta, opportunamente adattata, sovrastante il percorso della metropolitana e per il secondo l'adattamento del triangolo di terreno adiacente la parrocchia Regina Pacis. Cortili. Con il funzionamento dei mezzi pubblici, in particolare della MM I, molte automobili sono diventate non necessarie per il tragitto casa-lavoro-casa e stazionano perpetuamente nei cortili. Giacché questi mezzi non possono essere buttati e qualche volta possono diventare utili bisogna trovargli un posto che non sia quello dei cortli sotto casa altrimenti questi luoghi, diventati non avranno più quella funzio(segue a palina 16)
Libertà limitata
L'invito di Pannella, Carniti e Craxi agli elettori di disertare le urne perfar mancare il numero minimo di votanti zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA previsto dalla Costituzione e quindi invalidare referendum (che al momento in cui scriviamo questa nota non sappiamo ancora se si farà o non si farà) indetto per il recupero dei quattro punti di contingenza tagliati Io scorso anno a lavoratori dipendenti e pensionati, ha suscitato non poche polemiche tra costituzionalisti ed esperti in giurisprudenza dell'una e dell'altra parte.
Ma, al di là di sia pur eleganti disquisizioni legali e persino della considerazione, per noi fondamentale, che gli italiani il diritto al voto non l'hanno ricevuto in regalo, ma se lo sono conquistato a prezzo di una dura e sanguinosa lotta, resta da dire che l'invito a disertare le urne, specie quando viene da un presidente del Consiglio dei Ministri, viola il principio stesso
della segretezza del voto, sancito dalla Costituzione per garantire ad ogni cittadino piena libertà di scelta, al riparo da ogni condizionamento esterno.
Difatti dopo l'invito di Pannella, Carniti e Craxi chiunque soltanto con l'uscire di casa per recarsi al seggio, dimostrerebbe di non aderirvi e quindi farebbe pubblica dichiarazione di voto. E allora addio segretezza! E non ci meraviglieremmo se qualcuno si chiedesse cosa mai potrà accadergli dopo o se, trattandosi magari di un pubblico dipendente, il recarsi alle urne non possa nuocere alla sua carriera.
Non vorremmo essere pessimisti, ma non vorremmo neppure che l'invito di Pannello, Carniti e Craxi possa essere un primo, pericoloso passo verso una "libertà limitata".
UNIPOL ASSICURAZIONI Agente Generale GI NO M AZZOLA Via Osoppo.13 Tel. 02/40.80.980 Milano dal fascismo a piazza Fontana Perché un ragazzo diventa tossico dipendente La situazione della salute a Figino Inaugurato il Centro Civico Arte varia alla Cavati
Consiglio di Zona Pol. Eur. 1985 1980 1983 1985 voti seggi voti seggi PCI 19.819 27,4 9 19.036 27,7 9 28,1 30,9 DC 16.849 23,3 8 17.679 25,7 8 20,6 21,5 PSI 15.447 21,3 7 14,113 20,5 7 12,9 16,7 PSDI 2.539 3,5 1 3.388 4,9 2 4,0 2,6 PRI 6.945 9,6 3 3.263 4,6 12 13,8 PLI 2.477 3,4 I 3.712 5,4 2 5,1 13,8 DP 2.889 3,9 1 1.626 2,3 3,4 2,9 MSI 5.061 7,0 2 4.146 2 2 6,9 5.9 Altri 212 0,2 = 1.731 2,5 = 4,2 5,7
DP Coscelli Enea. (segue a pagina 16)
il pt
milano19
A chi deve dire grazie? La pista chiusa Governo bugiardo
Porto alla vostra conoscenza un fatto che oltre a me è accaduto ad altre persone al Gallaratese. Sabato 27 aprile esco al pomeriggio alle ore 15 e rientro alle 17,30. Nessun cartello indicava il passaggio di un messo comunale. Trovo in casella un biglietto intestato del Comune di Milano Corpo Vigili Urbani Presidio Gallaratese Via Ouareghi, che dice: "S'invita il sig.... (con i nostri due nomi di coniugi) abitante in via al N. (con il mio indirizzo) a volersi recare in questo ufficio il giorno (urgente) dalle ore alle ore... e qui non c'è alcuna annotazione.
Essendo sabato sera, lascio passare la domenica e mi presento al nuovo comando vigili in Via Quarenghi il lunedì mattina alle ore 10,30. È il 29 aprile.
Un uscere mi dice che deve trattarsi delle schede elettorali, per cui devo tornare alle ore 13,30-14 in giornata.
Puntuale mi presento, e mi sento dire che le schede non ritirate sono già state portate in corso di Porta Romana.
Sono passate 6 ore lavorative da quando ho ricevuto il biglietto dei vigili.
Ma la storia continua. Recatomi in Corso di Porta Romana la mattina del 2 maggio, mi viene detto che le schede si possono ritirare dal 7 maggio in avanti. E il 7 maggio, posso ritirare la mia scheda, quella dei miei figli, ma non quella di mio marito, pur avendo presentato io stessa uno stato di famiglia. Occorre un suo documento. Nel fare la mia quinta uscita per il ritiro delle schede elettorali, a chi devo dire grazie?
Lettera firmata
Gallaratese senza alberi
Mai come nella passata campagna elettorale la questione ecologica è stata al centro dell'interesse generale: perché l'inquinamento dell'aria, dell'acqua, il dissesto del territorio, il forte inurbamento delle città ha raggiunto un livello d'allarme che, se superato, provocherà conseguenze irreparabili.
Sono queste le conseguenze di un tipo di sviluppo che è stato
P.S. Vi farò avere la fotocopia del foglietto d'invito, per correttezza ma non mi interessa la pubblicità al mio nome, ho solo raccontato un episodio. imposto al nostro paese, che ha spopolato le campagne, che ha gonfiato le città e tutto il nord dell'Italia, che ha sacrificato l'agricoltura all'industria, il trasporto pubblico a quello privato, insomma che ha sacrificato l'interesse generale al profitto di pochi. E non è certamente difficile identificarne i responsabili: sono coloro che hanno lasciato in eredità alle amministrazioni democratiche e di sinistra il compito di riparare ai danni perpetrati. La natura, sottoposta a continuo sfruttamento, si ribella, in particolare se si consuma più di quanto essa può produrre. E come non vedere che tante malattie dei nostri giorni hanno origine dal dissesto ambientale e da questo modo di vita?
Spett. Direzione di "Milano 19"
Via Appenini, 101/B Milano
Leggiamo sul numero di maggio la disponibilità di 74 milioni per le attività culturali e ricreative nella nostra zona e nel paginone centrale l'articolo "Per sport e tempo libero idee ed impianti nuovi" nel quale si auspica, giustamente, un censimento di tutte le strutture sportive esistenti.
Vorrei allacciarmi a questo argomento per chiedere come mai la pista di pattinaggio a rotelle del Lido (l'unica o una delle pochissime di Milano), che era sempre stata a disposizione dei cittadini, da qualche anno a questa parte è stata data ad un privato il quale, naturalmente, oltre a far pagare l'ingresso ne limita la fruibilità nelle ore in cui è presente e quando non va in ferie. Per cui durante il mese di agosto la pista è chiusa e i cittadini rimasti in città la possono solo... guardare! Vorrei inoltre chiedere quando verrà presa in considerazione la manutenzione della "rotonda" del Lido che da anni è in condizioni pietose. Grazie per l'attenzione e sperando di avere una risposta, che interessa altri cittadini, cordialmente saluto.
Anna Manca
Trattamenti antiparassitari
In merito all'articolo apparso su Milano 19 del mese di maggio sui trattamenti antiparassitari a bassa tossicità sulle piante della nostra zona, il gruppo ambiente 19 intende esprimere la propria perplessità su tale decisione.
Se le bugie allungassero davvero il naso, come accade nella nota e divertente vicenda di Pinocchio universalmente riconosciuta, in certi ambienti governativi non ci si potrebbero più muovere per via dell'ingombro di tali protuberanze.
Una delle bugie storiche del governo riguarda il piano della casa; al varo della sua legge si prometteva l'assegnazione d'alloggio ai lavoratori che ne avessero diritto e bisogno, ma è risaputo che migliaia di alloggi assegnati sono stati oggetto di speculazione (per altro non perseguita dagli organi competenti, neppure con un provvedimento di diritto di prelazione nel caso che l'assegnatario fosse stato costretto all'alienazione per trasferimento di lavoro o altra causa giustificata); inoltre alla scadenza della data del piano trentennale i contribuenti non solo non sono stati rimborsati come promesso, ma continuano a pagare anche se non godranno beneficio alcuno.
È una grossa bugia anche affermare che i cittadini dello stato godono degli stessi diritti a parità di doveri; lo si può constatare nelle differenze tra dipendenti statali e non, e lo si è sperimentato in occasione dei sette anni "regalati" come risaputo per le pensioni dello stato e parastato; condizione che lascia pensare che la legge non è uguale per tutti e in tutti i casi; quando lo stato afferma l'uguaglianza mente.
da Udine ad Agrigento); la tazzina di caffè da sessanta centesimi è passata alle cinque-seicento lire ed ancora una bicicletta di marca Wolsit-Legnano: io allora la comprai per quattrocento lire; compreso il bollo di circolazione!
Probabilmente la storiella della lira pesante annebbia la memoria dei portavoce governativi ai quali può essere concesso di salvarsi se portano l'esempio della benzina che allora era di qualità decisamente inferiore, con un massimo di 74 ottani, e costava la bellezza di quattro lire al litro contro le attuali L. 1.300; in automobile a quei tempi ci andavano soltanto i "padroni del vapore" e qualche grasso borghese. Con sette lire si poteva mangiare decentemente in una trattoria di primo ordine, vino compreso e/o frutta e caffè; da dove sono saltati fuori i dati ammaniti ai cittadini dagli informatori dello stato?
Oltre a bugie il governo ci tassa in quei servizi di cui vuole il monopolio con pessima contropartita; prendiamo la televisione di stato: non regge al confronto di moltissime emittenti private e tanto meno ad altre consorelle estere per il livello di programmi e persino per l'apparecchiatura tecnica, ragione per cui per vedere i programmi di cui si paga il sacrosanto canone
ci si deve munire di antenna forzosamente anche in zone molto aperte, mentre quelli delle emittenti private si ricevono nitidamente senza tante complicazioni; questo è il caso in cui per sentir bugie si hanno difficoltà.
In qualche occasione il governo preferisce una forma eufemistica di linguaggio alla bugia vera e propria: per l'occasione ha dato d'intendere di volere venire incontro ai cittadini allineando l'IVA, mettendola sui prodotti consumati dalla povera gente o aumentandola (pane, latte, ecc.), ma abbassandola sui motoscafi, le auto di grossa cilindrata (le motociclette no, perché le comperano anche gli operai) ed anche sul caviale, wisky, ecc. che sono cosette tanto gradite ai ceti sociali più elevati.
Naturalmente le bugie "non le dice soltanto il governo, ma implicitamente anche tutti coloro che il governo l'hanno voluto così, bontà loro, forse in buona fede.
Dopo tutto la bugia è un peccato veniale, per tale motivo al governo ne dicono tante; se ci fosse un confessore di governi darebbe loro una pena lieve, ma dovrebbero pure tenere conto d'un vecchio adagio, notissimo anche all'uomo della strada: "Chi è bugiardo è ladro!". A.T.
Scrivete lettere brevi, indicando con chiarezza nome, cognome ed Indirizzo. Chi desidera che in calce non compaia il proprio nome ce lo precisi. Le lettere non firmate, o siglate, o con firma illeggibile, o che recano indicazioni come-un gruppo di..." (che non rechino almeno una firma) non vengono pubblicate. La redazione si riserva di accorciare gli scritti pervenuti che risultassero troppo lunghi.
Ora noi viviamo in un quartiere, il Gallaratese, considerato dormitorio, ma che ha la tendenza a vivificarsi con attività terziarie che porteranno posti di lavoro e quindi maggior frequenza di cittadini ed appunto in questo quartiere riteniamo opportuno che si provveda, in quelle aree dove sono previste zone a verde, l'immediata piantumazione, in modo che, quando le costruzioni previste per il terziario saranno terminate (esempio il Centro Commerciale) le piante messe a cultura saranno ben sviluppate e pronte ad affrontare tutte le eventuali disavventure che l'inurbamento può provocare loro.
Con questo non vogliamo dire che non esiste verde in questa parte della città, anzi, ma un provvedimento di questo genere darà un aspetto meno desolante alla spina centrale.
G.F.
È bene ricordare che l'inquinamento dei terreni e dei prodotti agricoli deriva essenzialmente dall'uso continuo e indiscriminatodi sostanze chimiche di sintesi, prevalentemente a bassa tossicità.
Esistono metodi alternativi quali la lotta biologica (basata sull'impiego di insetti che si nutrono dei parassiti) e lalotta guidata (eseguita cioè quando il parassita è biologicamente più vulnerabile) che auspichiamo vengano prese in considerazione nelle riunioni del prossimo consiglio di zona (soprattutto nella ripartizione giardini).
Ciò anche se i trattamenti a bassa tossicità non inciderebbero in misura rilevante sul già altissimo livello di inquinamento urbano della nostra città, ma poiché esistono soluzioni alternative all'uso degli antiparassitari (comunque tossici!!) perché non prendere in considerazione almeno in via sperimentale, questa via?? Gruppo Ambiente 19
Altre recenti bugie lo stato le ha raccontate in occasione della riforma pensionistica; dapprima sottolinea la necessità di protrarre il periodo di lavoro per livellare il deficit di I.N.P.S. e compagni, mentendo ancora una volta sulla parità tra uomini e donne, fermi restando i limiti di trantacinque anni di effettiva contribuzione (norma preferenziale per i soliti statali a parte) poi ci ripensa e per i dipendenti di aziende che fanno acqua parla di mandarli in pensione a cinquant'anni o anche prima purché abbiamo maturati trent'anni di anzianità.
Le sue grosse bugie il governo le dice attraverso la radio e la televisione di stato e le fa dire alla stampa mutandona che la sostiene; parliamone a proposito della ventilata istituzione della lira pesante ed osserviamo la "bugiarda" proiezione di valori percentuali prospettati a partire dal 1919 (984 a 1) e del 1940 (463 a 1) presi ad esempio e la bugia emerge abnorme.
Nel 1940 un chilo di pane comune costava due lire nella forma più minuta e confezionato con farina di prima qualità; oggi ne costa duemila. Il tram costava cinquanta centesimi per corsa e venticinque centesimi se preso prima delle nove del mattino; ora ne costa cinquecento; la stessa tariffa per una lettera da cinquanta centesimi è passata alle attuali seicento lire (ed arriva con notevoli ritardi contro i due giorni al massimo di allora
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Caro Milano 19, ti preghiamo di voler pubblicare la seguente lettera consegnata a mano il 2 aprile 1985 al Consiglio di Zona 19 ed all'Assessorato comunale all'Educazione, Ufficio Supporti scuola dell'obbligo.
"Le sottoscritte insegnanti delle classi quinte sezioni A, B, C, D della scuola elementare statale V. Pareto protestano per il difettoso funzionamento dell'impianto di asciugatura dei capelli della piscina comunale di via Lampugnano e chiedono l'intervento degli organismi competenti".
Anna Casiraghi Giovanna Mistura Claudia Cattaneo Giuliana Fiorili
(seguono le firme di altri 26 insegnanti delle scuole elementari Brocchi, Alex Visconti, Viscontini, nonché delle scuole elementari delle vie Mantegna, Ippodromo, Mario Borsa, Ugo Beni e di piazza S. Maria Nascente).
Spettabile Redazione Milano 19
Via Appennini, 101 B
20151 Milano
Il Comitato di Sezione Soci
Coop Visconti ringrazia la Redazione del giornale per avere divulgato e trattato in modo chiaro e diretto la sintesi della Storia della Cooperazione, dando la possibilità di conoscenza dell'argomento ad un più largo numero di persone.
Cordiali saluti.
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giugno 1985
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Ricomincia a soffiare il vento del sud
Aumenta la disoccupazione e per sopravvivere c'è chi si assoggetta al "lavoro nero" o inventa nuovi mestieri di
Gian Piero Pagetti
Sul finire dell'estate 1945 qualcuno rispolverò l'idea di un'idrovia da Venezia a Locarno, via Milano, per natanti fino a 600 tonnellate. Si trattava in pratica di riattivare, in chiave moderna e soltanto in parte, la vecchia linea di navigazione lungo la quale, dal 1854 al 1859, ai tempi del Lombardo-Veneto, tre vaporetti da 130 tonnellate ciascuno, azionati da macchine della potenza di 90 cavallli, facevano la spola tra Trieste e Locarno navigando lungo le coste dell'alto Adriatico, poi lungo il Po, il Ticino, il Naviglio Pavese, la Darsena di Milano, il Naviglio Grande, ancora il Ticino e infine il Lago Maggiore.
Ma in quel settembre 1945 i milanesi scrutarono invano i corsi dei navigli nella speranza di veder spuntare un "fil di fumo" ed al posto di una gita in vaporetto dovettero accontentarsi di andare ad applaudire Cloe Elmo nella Carmen di Bizet al Teatro del Popolo nel cortile del Castello Sforzesco, o a vedere "Uno scozzese alla córte del Gran Kan" con Gary Cooper al Nazionale, o "La febbre dell'oro" con Charlie Chaplin al Diana, o "Ho sposato una strega" con Veronica Lake allo Smeraldo o al Colosseo, o il più casareccio "Processo alle zitelle" con Antonio Gandusio e la milanesissima Dina Galli al Cielo qualche altro film in uno dei tanti cinema che già avevano riaperto i battenti.
In quegli stessi giorni riapparve nelle edicole di Milano la vecchia testata de "Il Politecnico" (dapprima settimanale dalla vita breve, ma combattiva, poi mensile dall'aprile 1946, cessato nel dicembre 1947) riesumata intenzionalmente da Elio Vittorivi, che alla definizione originaria datale nel 1839 da Carlo Cattaneo di "repertorio di studi applicati alla cultura e prosperità sociale" aggiunse "e tecnica" intendo così includervi"ogni attività culturale (della poesia stessa o delle arti, oltre che della politica, delle scienze e degli studi sociali) quando si presenti come ricerca della verità e non come predicazione di 'una' verità".
Costituente al mattino,
al pomeriggio calcio
cessa una razione supplementare. Pochi giorni dopo vennero riaperte le scuole, ma la possibilità di iscrizione di ragazzi alle medie era molto limitata perché le aule rimaste in piedi dopo i bombardamenti erano poche e di quelle poche molte erano occupate da famiglie di sinistrati.
Erano i tempi della lunga, forzata e litigiosa coabitazione tra sfollati che volevano rientrare nei loro alloggi milanesi e sinistrati che tali avevano occupato, magari perché assegnati loro dal Commissario alloggi, e non se ne volevano andare perché non avevano altro tetto sotto cui riparasi.
In quel difficile frangente ecco riapparire in circolazione i fascisti reduci dalle patrie galere dal campo di concentramento di Coltano o da qualche sicuro nascondiglio. Ed il 9 ottobre 1945 dalle dichiarazioni rilasciate al commissariato di Pubblica Sicurezza di Porta Vittoria dal tipografo disoccupato Luigi Cattaneo, si venne a sapere dell'esistenza a Milano di organizzazioni clandestine neofasciste armate, le SAM (squadre d'azione Mussolini), che si riproponevano di attuare azioni di terrorismo con il miraggio di una improbabile rinvicita.
Il giorno dopo, mercoledì IO ottobre, Evi Maltagliati e Luigi Cimara presentarono al Teatro Odeon "Il marito che ho voluto", una novità di Louis Vernevil, mentre Alberto Semprini si esibiva con Irene Astrea Stuart all'Alcione Supercinema, in piazza della Vetra, nella super rivista "Almost Anything Goes". La mattina della domenica successiva, 14 ottobre, migliaia di milanesi si ritrovarono all'Arena per una grande manifestazione per la Costituente durante la quale presero la parola Pietro Nenni del Partito Socialista, Palmiro Togliatti del Partito Comunista, Fernando Schiavetti del Partito d'Azione, Antonio Bandini Buti del Partito Repubblicano e Tatò del Partito della Sinistra Cattolica. Al pomeriggio appuntamento allo stadio per l'inizio del campionato di calcio sia pure in edizione ridotta limitata alle squadre del Nord, mentre altri campionati erano riservati alle squadre del Centro e del Sud. Per roccasione l'Ambrosiana (che di lì a pochi giorni riprenderà il suo nome originario di Internazionale, Inter per gli intimi) sconfisse a Milano la Doria (che poi diventerà Sampdoria) per due a zero, mentre a Genova il Milan venne sconfitto dal Genoa per zero a uno.
mente il via ai lavori per la costruzione del canale navigabile M ilano-Cremona-Po, che rimarrà però nel limbo delle opere incompiute perché più tardi a Roma qualcuno penserà bene di privilegiare i trasporti su strada a tutto vantaggio (soltanto casuale?) dei padroni di una certa fabbrica torinese di autoveicoli.
Il 2 novembre, dopo un lunghissimo periodo di siccità, finalmente piovve e nei milanesi si accese la speranza che la pioggia, riempiendo i bacini esausti delle centrali idroelettriche, avrebbe portato luce a calore. Ma la speranza fu l'unica cosa ad accendersi. L'energia elettrica, invece, continuò ad essere erogata con il contagoccie ed il 10 novembre vennero sospese le lezioni nelle scuole elementari prive di vetri, che erano poi la stragrande maggioranza Freddo e mancanza di vetri non impedirono però che il 18 novembre venisse solennemente inaugurato, nella gelida Sala del Gonfalone del Castello Sforzesco, il nuovo anno accademico dell'Università degli Studi. Dopo la relazione del Rettore, prof. Perussia, il prof. Banfi, ordinario di Storia della Filosofia, tenne il discorso inaugurale sul tema "Il sapere e la civiltà contemporanea". Ed ad ascoltarlo c'erano, tra gli altri, i rappresentanti cittadini di tutti i partiti del CLN, che a Milano mostravano di avere ancora tra loro una certa coesione, che a Roma si andava invece rapidamente sgretolando.
Il giorno prima, infatti, la giunta esecutiva nazionale liberale aveva inviato una lettera agli altri partiti antifascisti lamentando un preteso contrasto tra paese reale e paese legale e comunicando la sua decisione di uscire dal governo. Fu il primo atto di una reazione a catena, nella quale i democristiani si inserirono per sostenere che il governo, in seguito all'uscita dei liberali, doveva dimettersi. Per tutta risposta a Milano i partigiani scesero in piazza per incitare "Maurizio" (Ferruccio Parri) a "tener duro", ma le forze conservatrici, che erano state spinte alla manovra dalle autorità alleate (inglesi e soprattutto americani) ebbero partita vinta e la sera del 23 novembre Parri denunciò le manovre di cui il suo governo era stato vittima e annunciò le sue dimissioni nel corso di una conferenza stampa da lui appositamente convocata a tarda ora per evitare di comunicare personalmente le sue decisioni al luogotenente del regno, Umbeto di Savoia, di cui non aveva mai riconosciuto l'autorità.
avevano nel governo Parri, ma l'offensiva contro le sinistre era già cominciata. Pur di reimbarcare i liberali sulla navicella governativa, De Gasperi non esitò infatti ad affidare il Ministero del Tesoro al liberale Epicarmo Corbino, il quale si affrettò ad affossare. una volta per tutte, il progettato cambio della moneta, che congiuntamente ad un'imposta progressiva sul patrimonio avrebbe consentito di scoprire gli illeciti arricchimenti che c'erano stati, e tanti!
Bezzi e Barbieri i due balordi dell'Isola
Il 27 dicembre 1945 il Comune di Milano stanziò 300 milioni per la riparazione della Stazione Centrale. Il 31 dicembre I'AMG consegnò al governo italiano tutte le provincie dell'Italia settentrionale (Milano compresa), fatta eccezione per quella di Udine e per la Venezia Giulia.
In compenso De Gasperi decise di licenziare tutti i prefetti ed i questori "politici" nominati dal CLNA1 e di sostituirli con funzionari di carriera (ma dove avevano fatto carriera se non al servizio del defunto regime?) affidando l'ingrato compito ad un socialista, il ministro degli Interni Giuseppe Romita. Così il 6 gennaio 1946 il prefetto "politico" di Milano Riccardo Lombardi, che aveva dato buona prova di sè fin dal giorno della Liberazione, dovette lasciare il posto al "funzionario" Ettore Troilo.
Era la fine dello spirito della Resistenza e a Milano qualcuno non potè trattenersi dal commentare con amarezza: "L'è la fin del 'vento del Nord. Adess corrum el ris'c ch'el comincia anmò a sqffià el 'vento del Sud non riferendosi di certo ad un vento caldo meridionale, che avrebbe fatto anche piacere ai milanesi mal riparati dal freddo, in quel gelido inverno, da abiti spesso lisi (a volte residuati di guerra) in abitazioni mal riscaldate da stufe per le quali scarseggiavano legna e carbone.
E ad alimentare le stufe non bastavano certamente le due paginette (facciata e retro) dei giornali di allora, che ogni giorno davano notizia di rapine compiute qua e là da banditi isolati o da bande organizzate.
Il 30 settembre a Palazzo Litta, in .corso Magenta, zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA ru.D.1. (Unione Donne Italiane) tenne il suo primo congresso provinciale sotto la presidenza di Gina Lombardi, moglie del prefetto Riccardo Lombardi, la quale, nell'esprimere il suo pensiero sui compiti cui era chiamata ogni donna italiana, si disse certa che l'attività e lo spirito di sacrificio dimostrati durante la lotta di Liberazione da molte delle presenti avrebbe continuato a dimostrarsi anche nel duro lavoro della ricostruzione.
Ed i tempi duri dei sacrifici sembravano essere ancora ben lungi dal finire. Il 1° ottobre la razione di pane venne portata a 200 grammi giornalien; ben poca cosa data anche la scarsità di altri generi alimentari! Soltanto ai braccianti agricoli venne con-
Chiudono le elementari, riapre l'Università
Tra il 19 ed il 27 ottobre 1945 la Giunta Municipale milanese deliberò la ricostruzione della Scala, della Triennale e della Permanente. Il 30 ottobre il ministro Romita diede solenne-
Diciassette giorni dopo, il 10 dicembre 1945, il democristiano Alcide De Gasperi presentò il suo primo governo, che fu anche rultimo formato con il concorso di tutti i partiti del CLN I comunisti, che accettarono di farne parte più che altro per il timore di accellerare una rottura che si sentiva inevitabile e per un forse eccessivo attaccamento alla politica unitaria, conservarono uomini e ministeri che già
za, quanto meno di non belligeranza tra loro e con un'altra trentina di "duristi" (rapinatori) che avevano per capo un certo Folletti.
Ma il 25 febbraio 1946 Sandro Beni, Ezio Barbieri ed alcuni loro scagnozzi vennero sorpresi dalla polizia alrangolo tra via Cibrario e via Morandi, vicino a Viale Monza, nei pressi del vecchio Trotter. Vi fu un violento scontro a fuoco. Bezzi e la sua guardia del corpo, Aramis Cordara, caddero a terra uccisi. Barbieri e gli altri, invece riuscirono a fuggire. Fu una fuga di breve durata. Due giorni dopo Barbieri si ritrovò rinchiuso in carcere, dove Io avevano preceduto il Folletti ed un centianio di accoliti delle tre bande.
Vincono le sinistre ed è festa in piazza
giornale, di cui però non tutti i beffati parvero apprezzare il lato umoristico.
114 aprile rassessore comunale Tacci mise in rilievo rurgenza di costruire la metropolitana, un vecchio sogno di cui a Milano si parlava sin dall'inizio del secolo, ma la cui realizzazione non avrà inizio che da lì a undici anni.
E tra i vari capibanda ben presto acquisirono una certa notorietà Sandro Bezzi ed Ezio Barbieri, due "balordi" già evasi da San Vittore, che con i loro accoliti (una settantina nella banda del Bezzi, molto meno in quella del Barbieri) avevano stabilito il loro quartier generale all'isola" (un agglomerato di case fuori Porta Garibaldi, intorno a via Borsieri, cui a quei tempi si accedeva salendo e scendendo, a piedi, le lunge scalinate dell'alto cavalcavia, scomparso ormai da molti anni, che scalvacava lo scalo ferroviario delle "Varesine" dove c'è ora la stazione Garibaldi) ed avevano stretto un patto se non proprio di allean-
Intanto la situazione non sembrava voler decidersi a volgere I bello, almeno per i lavoratori. Al contrario! Proprio in quei giorni De Gasperi diede via libera ai licenziamenti nella misura del 50% fino alla fine di quello stesso mese di febbraio, di un altro 44% entro il successivo 15 marzo e di un ulteriore 4% entro la fine di marzo, il che significava ancor più disoccupazione in una città dove già ce n'era troppa. E per sopravvivere ci fu chi si vide costretto a rivolgersi all'ECA (l'Ente Comunale di Assistenza), che aveva sede in via Piatti e che distribuiva sussidi ordinari e straordinari consistenti in somme di denaro, buoni pasto, buoni per occhiali, riscatto polizze al Monte dei Pegni, pagamento delle bollette del gas e della luce, buoni latte per gli anziani o a chiedere l'elemosina per strada, oppure ad "arrangiarsi" assoggettandosi ad un mal pagato "lavoro nero" od inventandosi un lavoro nuovo, a volte al margine della legge, magari vendendo clandestinamente sigarette inglesi od americane (visto che i tabacchi erano ancora tesserati) in piazza del Duomo o, un po' meno clandestinamente, il "trinciato marciapiede" (miscela di tabacco ricavata dalle cicche raccolte per strada dai "cattamucc", raccoglitori di cicche) davanti all'Albergo Popolare di via Marco d'Oggiono. lk.28 marzo finalmente una buona notizia: l'abolizione di tutte le limitazioni al consumo di energia elettrica. Tre giorni dopo i giornali milanesi pubblicarono la notizia che un certo Ugo, a suo tempo emigrato in America dove aveva fatto fortuna, aveva deciso di festeggiare il suo onomastico regalando a ciascun Ugo che si fosse presentato la mattina dopo davanti allo stabile di via Spadari I ben dieci mila lire. Una somma ragguardevole in quei tempi! Quasi la metà di uno stipendio medio, per chi lo aveva. Così la mattina del giorno dopo, I° aprile, Sant'Ugo, molti furono gli "Ughi' che si ritrovarono in via Spadari davanti a... una grande pescheria. "Un pesce d'Aprile ben riuscito", commentò qualche
Tre giorni dopo, domenica 7 aprile 1947 i milanesi si recarono alle urnaper eleggere il Consiglio Comunale. Per molti, anche non più tanto giovani, era il primo voto. Altri, più anziani, cercarono di rinfrescarsi la memoria sulla procedura elettorale sperimentate prima del fascismo. E tutti si ritrovarono di primo mattino davanti ai seggi ad aspettare in lunghe code, magari per ore, il loro turno. Poi vennero i risultati. Primi si piazzarono i socialisti con 231.495 voti (pari al 37,1 per cento del totale dei voti validi) seguiti da democristiani con 165.304 voti (26,5%). comunisti con 152.509 voti (24,5%), Fronte democratico (una lista locale che come simbolo aveva preso a prestito la Madonnina) con 44.651 voti (7,2%), Alleanza repubblicana con 18.905 voti (3%) ed Esercenti con 9.937 voti ( I .3%)Il 9 aprile in piazza del Duomo vi fu una grande festa popolare, con musica e danze, per festeggiare la vittoria delle sinistre e qualche giorno dopo venne formata la nuova Giunta Municipale. Sindaco venne riconfermato il socialista Antonio Greppi, assessori effettivi vennero nominati i socialisti Enrico Giani, all'Annona, Virgilio Ferrari, all'Igiene, Gino Boriosi, all'Educazione, Giuseppe Roda, all'Economato, e Maria Caldara, all'Ufficio Legale. i comunisti Piero Montagnana, assessore anziano alla Presidenza, Sante M assarenti. alle Finanze, Mario Venami, al Piano Regolatore, Vincenzo Rigamonti, alla Polizia Urbana, e Antonio Sanna, al Personale, e i democristiani Agostino Giambelli, ai Lavori e Servizi Pubblici, Luigi Meda. allo Stato Civile, Carlo Vallardi, alla Beneficienza ed Assistenza, ed Ugo Zanchetta, all'Edilizia Privata, affiancati da quattro assessori supplenti, il socialista Giorgio Jori, Spettacolo e Sport, la comunista Giovanna Boccalini in Barcellona, all'Assistenza e Beneficienza per gli Asili d'Infanzia, ed i democristiani Ersilio Confalonieri, alle Finanze sezione Ragioneria, e Carlo Corti, al Lavoro e Statistica, un ufficio autonomo, costituito appena allora.
(32 - Continua - Le puntate precedenti sono state pubblicate a partire dal numero di settembre 1982)
Nella foto in alto accanto al titolo: ecco ciò che rimaneva nel 1945 della Cà Granda, rex Ospedale Maggiore e attuale sede dell'Università Statale.
giugno 1985 nulano 19 - pagina 3 MILANO DAL FASCISMO
FONTANA
A PIAZZA
Dopo la rituale dichiarazione dei redditi
Un ennesimo trattamento in "esclusiva" per lavoratori dipendenti e pensionati
Dall'imposta prelevata alla fonte senza risarcimento alcuno, all'impossibilità di ottenere a saldo il rimborso per k spese deducibili - Tutta una serie di penalizzazioni discriminanti nei confronti del lavoro autonomo
È trascorso un altro anno, l'undicesimo, della nuova era fiscale, quella, per intenderci,iniziata nel 1974 con l'avvento della riforma tributaria. Una riforma totale del sistema impositivo diretto e indiretto, nata dal presupposto che il grado di sviluppo e di maturità raggiunto dal Paese consentiva un criterio di tassazione più adeguato alla nuova situazione socio-economica.
Qualcuno ha affermato che fu una scelta coraggiosa. Probabilmente è vero, se per coraggio s'intende aver sfidato sistematicamente tutti i cittadini italiani, ricchi e poveri, nessuno escluso, colpendoli drasticamente in misura indefinita e indefinibile: Certo che è difficile per noi comuni mortali riuscire a capire come si possa da un momento all'altro elevare di circa il doppio il prelievo fiscale dalle buste paga e dalle pensioni. Perché in effetti, con rintroduzione dell'IRPEF (imposta sui redditi delle persone fisiche), pilastro fondamentale della scelta innovativa, si è voluto soprattutto raggiungere quel preponderante settore di popolazione (lavoratori dipendenti e pensionati) che fino allora, Con la trattenuta sul salario o pensione di quella forma di tassazione denominata "ricchezza mobile" e "complementare d'acconto" (questa riservata all'ambito impiegatizio. cui veniva disposto un possibile ed eventuale supplemento d'imposta oltre quella già certa alla fonte) più un'imposta comunale per accertamento sul reddito familiare (tassa famiglia), forse si presumeva non contribuisse sufficientemente a finanziare i bisogni statali.
La tardiva scoperta che tutto il meccanismo impositivo era stato studiato e messo a punto fin dal 1971 con aliquote prestabilite e non più ritoccate al momento dell'entrata in vigore del nuovo sistema mentre l'inflazione stava già percorrendo passi ben pronunciati, avvalorò l'ipotesi che si era perduto il senso della misura. Gli inadeguati correttivi apportati in seguito hanno confermato la scarsa predisposizione ad eliminare la sempre più sproporzionata incidenza fiscale determinata dalla progressività delle aliquote sui redditi svalutati dalla pesante e continua inflazione. Si sostiene in via del tutto ufficiosa — spiegazioni esaurienti è chiare al cittadino contribuente sembra non siano dovute in questa materia — che la mancata maggiore equità sia
dipesa dal fenomeno dell'evasione. Come dire che si è adottato questo comportamento perché i troppi furbi che non pagano o pagano solo parzialmente le tasse non permettono al Fisco di incamerare il preventivato gettito. In definitiva, questo gettito — o più propriamente questa massiccia raccolta di denaro — lo si vorrebbe ricavare dalle tasche dei meno furbi, nella fattispecie esattamente tutti quei lavoratori a reddito fisso e quei pensionati che loro malgrado non hanno altro introito se non quello di lavoro dipendente odi pensione, del tutto impossibile da mascherare in quanto la relativa imposta fiscale viene prelevata con automatismo rigido contemporaneamente alla riscossione della loro spettanza. Ma per il lavoro dipendente non è finita così. Proprio in occasione del tradizionale appuntamento con il Fisco del mese scorso per la presentazione della rituale dichiarazione dei redditi. non pochi lavoratori e pensionati si sono trovati costretti a subire per l'ennesima volta la più odiosa delle discriminazioni. Si tratta della deduzione dal reddito imponibile degli oneri e spese personali legalmente riconosciuti indispensabili, quali interessi passivi su mutuo fondiario, spese sanitarie in genere, spese funebri, contributi previdenziali-assicurativi non obbligatori per legge, spese scolastiche di istruzione secondaria e universitaria, assegni corrispondenti al congiuge divorziato o separato legalmente. Chi appunto gode di solo reddito di lavoro dipendente, quindi con prelievo fiscale determinato e interamente versato, viene privato della possibilità di ottenere l'immediata e legittima riduzione d'imposta, e si trova nella condizione di dover attendere l'eventuale rimborso dall'Ufficio delle Imposte per le spese dedotte nella dichiarazione dei redditi, rimborso che arriva a distanze di tempo allucinanti (nonostante i ricorrenti proclami di procedure più sollecite, siamo sempre nell'ordine dei quattro-cinque anni di attesa) se tutto va bene e non si sia incorsi in qualche errore od omissione nella compilazione e presentazione dei documenti comprovanti l'effettivo onere sostenuto. Se è stato possibile realizzare un efficacissimo sistema di prelievo diretto e anticipato delle tasse, è del tutto vessatorio non aver previsto una misura analoga quando è l'istituzione tributaria debitrice nei riguardi del cittadino cui è stato imposto di
versare una somma di denaro oltre il dovuto, precludendo allo stesso di salvaguardare l'intangibilità dei suoi interessi. In pratica, ci troviamo di fronte ad una vera e propria confisca da parte dello Stato di quei sudati guadagni realizzati dal singolo individuo, il quale non potrà mai prevedere quando ne rientrerà in possesso per disporne a suo volere con pieno diritto. Senza trascurare inoltre di mettere in conto a questo tipo di appropriazione indebita tutti quei casi, non quantificabili ma sicuramente esistenti, di persone che per disinformazione o per evitare il fastidio di compilare il M od. 740 non producono l'attestazione delle spese sostenute. A totale beneficio delle casse dello Stato, ovviamente.
Non è invece il caso — anche per il lavoratore dipendente e pensionato — di chi possiede almeno la casa di proprietà o comunque da riscattare con mutuo, che può acquisire tutte parte delle deduzioni richieste all'atto del pagamento dell'ulteriore imposta dovuta, come gli altri contribuenti non a reddito fisso che corrispondono l'ammontare dei loro tributi soltanto in sede ultima di dichiarazione dei redditi in perfetta parità, salvo rare eccezioni.
Una certa attenzione occorrerebbe riservare anche a questo problema per eliminare un'ingiustizia non più sopportabile nella già gravosa condizione fiscale del lavoro dipendente.
C'è una proposta avanzata dall'Unionquadri per liquidare direttamente in busta paga le spese deducibili. Una soluzione praticabilissima con un po' di buona volontà. Se questa è la discriminazione che si esercita direttamente sulla dichiarazione dei redditi, tutta una serie di altre penalizzazioni colpiscono puntualmente il lavoratore dipendente già attraverso la ritenuta fiscale alla fonte. Proprio il noto sistema di prelievo diretto dalla busta paga o da un provento pensionistico non è discriminazione da poco, considerato che tutti gli altri contribuenti hanno tempo fino all'ultimo giorno di novembre per effettuare il primo versamente e poi fino alla fine di maggio dell'anno seguente per saldare definitivamente il debito. Per consentire un minimo di perequazione, fin dai primi tempi della riforma tributaria si era parlato di interessi compensativi. Ma la tassa sulle tasse, come è stata definita dagli esperti, rimane. Completamente disattesa o volutamente dimen-
Giustizia è fatta - Viva la Libertà!
Quarantesimo anniversario della Liberazione a Dongo
La celebrazione avrà carattere unitario - Saranno presenti le rappresentanze, con i medaglieri, delle tre associazioni partigiane, ANPI, FIVL e FIA P, nonché dell 'ANED
Per iniziativa delrA.N.P.I. di Como domenica 2 giugno 1985, festa della Repubblica, si terrà a Dongo una grande manifestazione nazionale per celebrare il 40° anniversario della Liberazione.
Sulla sponda occidentale del lago di Como operò la 52a brigata partigiana Luigi Clerici del Raggruppamento Divisioni d'Assalto Garibaldi Lombardia. Questa brigata ebbe 41 caduti, 25 feriti, numerosi arrestati e catturò molti gerarchi e Mussolini in fuga travestito da tedesco. A Dongo parteciparono alla lotta di liberazione anche le maestranze e ring. Enrico Falck delle Acciaierie e ferriere lombarde Falck. A Dongo si concluse l'ultima fase del ventennio
COli TASSE, AumekiTi PELLE SPESE E TRATTEKWTE vARte. ..5ALvo L'ecoNOtitA E LE lEIJOE IN CRISI
fascista con l'arresto e la fucilazione di capi del governo nazifascista di Salò e perciò si ritiene giusto ricordare alle giovani generazioni la fine della dittatura e la giusta punizione dei criminali fascisti.
La manifestazione avrà inizio alle IO sulla piazza principale di dongo con Messa, celebrazione ufficiale, consegna al Comune e agli operai e dirigenti delle Acciaierie di un attestato di Socio onorario permanente dell'ANPI e, infine, posa di una targa nell'atrio comunale in memoria di quei fatti e dei Caduti dell'antifascismo e della Resistenza. Coloro che arriveranno a Como per ferrovia verso le ore
8.30/9 del 2 giugno p.v. trove-
ticata l'adozione di qualche misura di risarcimento. Sempre secondo rUnionquadri, si potrebbe chiedere lo stesso trattamento dei liberi professionisti, per i quali vige la ritenuta d'acconto del 18%, naturalmente con conguaglio a fine anno. Non si è però pensato che questa ipotesi escluderebbe del tutto o quasi i possessori di basso reddito, in primo luogo gran parte dei pensionati.
Anche per quanto riguarda le spese per la produzione del reddito, sia pur considerando la diversa natura delle stesse tra lavoro dipendente e lavoro autonomo, la duplice normativa che regola questo tipo di detrazione d'imposta è discriminante a danno esclusivo dei lavoratori dipendenti.
A questo titolo rientrano tutte quelle spese indispensabili dirette al raggiungimento di una fonte di guadagno per l'attività professionale o lavorativa svolta dal singolo contribuente.
Ai lavoratori dipendenti si è fissata in cifra forfettaria la quota per questo indennizzo, senza una precisa definizione di quali spese concorrono a formarlo. Sicuramente le spese di trasporto, probabilmente l'uso di vestiario. Ai liberi professionisti e ai lavoratori autonomi in genere sono consentite deduzioni in forma analitica per spese di trasporto e servizi relativi all'esercizio dell'impresa, spese per aggiornamento professionale e acquisto strumenti di lavoro, spese per migliorie e ristrutturazione dei beni immobili di uso professionale, spese di rappresentanza. Come si vede, una vasta gamma di possibilità che permettono a queste categorie di contribuenti di ridurre sensibilmente la base imponibile tassabile, anche se teoricamente ineccepibile, basta "aguzzare" l'ingegno (tra l'altro, benzina e telefono possono servire anche per uso privato...).
Oggigiorno molti lavoratori dipendenti hanno ragione di reclamare l'ammissibilità alla deduzione della somma effettivamente sborsata per affrontare i viaggi da e per la fabbrica o l'ufficio. Aziende sempre più decentrata e difficoltà oggettive del trasporto pubblico, rendono indispensabile ruso del mezzo privato, inutile dire con quali costi da sostenere. Non certo le misere mille lire giornaliere o poco più che... passa il convento.
In linea di principio, anche le spese per aggiornamento professionale, in assenza di strutture e mezzi forniti direttamente dall'azienda, non dovrebbero essere escluse dalla deducibilità. Così come almeno le spese per l'acquisto di libri scolastici per i figli a carico dovrebbero essere riconosciute quali oneri deducibili.
L'importo residuo oltre gli I I milioni, e cioè 180.823 lire, se ne va interamente in tasse!
Come a quel livello da fame dei 4.800.000 lire, limite massimo fissato quale reddito imponibile esentasse per il 1984, sempre per la solita lira in più scatta un meccanismo similare che prevede già un'imposta di 116.400 lire, una vera e propria rapina ai danni di chi non possiede nemmeno il minimo necessario per sopravvivere.
Quest'anno è stata introdotta una novità che condiziona la possibilità di ottenere alcune detrazioni per tutti coloro che posseggono titoli o depositi monetari dai quali hanno tratto oltre due milioni di lire d'interessi nelranno scorso.
Tale importo di reddito aggiuntivo andava dichiarato non per il calcolo dell'imponibile, ma per stabilire appunto quei limiti di reddito fissati per dette detrazioni, argomento da approfondire unitamente a quello riguardante l'esclusione al diritto a conservare l'indennità di assegni familiari.
ranno nelle stazioni di S. Giovanni (FFSS) e di Como-Lago (tel. 031-275511) che li porteranno a Dongo dove poi potranno consumare il pasto al costo di L. 5.000 grazie all'offerta del Comune di Dongo di 450/500 pasti.
La celebrazione avrà carattere unitario e saranno presenti le rappresentanze coi medaglieri delle tre associazioni partigiane ANPI, FIVL e FIAP oltre alI'ANED. Si prevede un'affluenza numerosa di partigiani e di personalità di Milano e della Lombardia oltre che del Piemonte, Liguria, Tre Venezie, Emilia Romagna, Toscana e Lazio. (0.C.)
Ancora da ricordare l'assurda applicazione delle due diverse misure di detrazione per quota esente, dove basta sfondare di una lira il tetto dei dieci milioni di reddito per pagare ben sessantamila lire di tassP in più rispetto a chi ha un reddito di dieci milioni precisi. Qui non c'è dubbio che la "trappola" colpisce sicuramente numerosi pensionati (con 770 mila lire al mese si varca di IO mila Ire la soglia dei dieci milioni), presumibilmente non i professionisti, i commercianti, gli artigiani, i lavoratori autonomi in genere. E poi quell'artificioso meccanismo delle ulteriori detrazioni a scalare che determina incompatibili sperequazioni a vari livelli di reddito, anche a quelli più modesti, per cui, ad esempio, attraverso un procedimento di calcolo non propriamente agevole, si riscontra che aver conseguito un reddito di Il milioni oppure uno di 11.180.823 lire non fa nessuna differenza: il ricavo, al netto dell'imposta fiscale, sarà sempre lo stesso.
La tendenza ad eludere costantemente qualsiasi opportunità di rendere meno discriminante la normativa riservata al lavoro dipendente, raggiunge un rigore molto prossimo all'illegalità quando il prelievo fiscale non risparmia nemmeno modestissimi elementi della retribuzione. t il caso dell'indennità sostitutiva di mensa, dove, corrisposta ancora nella misura provocatoriamente simbolica variante tra le 100 e le 300 lire giornaliere, viene tassata con implacabile regolarità. A parte ogni considerazione sulla miseria di questo indennizzo e del conseguente taglieggiamento, legittima sarebbe l'esenzione impositiva anche al solo titolo di una parziale compensazione per
un teorico risarcimento di spese di viaggio per il rientro a casa a consumare in proprio il pasto di mezza giornata e il successivo ritorno sul posto di lavoro, considerando appunto che l'attuale inadeguata misura di detrazione per spese di produzione del reddito sicuramente non lo prevede. Per ribadire come il nostrano sistema tributario, a beneficio degli appartenenti alla categoria del reddito fisso, non trascura proprio niente, quanti avrebbero mai osato pensaré che la sua lunga mano potesse arrivare con fredda e impietosa determinazione anche su quelresiguo assegno (generalmente dalle 20 alle 40 mila lire) che alcune aziende concedono annualmente o al termine di ogni ciclo di studi ai figli dei dipendenti quale premio scolastico. Il meccanismo di tassazione è sempre lo stesso, come per un qualsiasi altro elemento della retribuzione. Queste poche migliaia di lire vengono infatti regolarmente sommate al reddito imponibile tassabile con ferrea intransigenza e al massimo dell'aliquota percentuale dello scaglione raggiunto, costituendo di fatto appendice del reddito stesso di esclusivo lavoro.
Taglieggiare un piccolo riconoscimento in denaro, elargito occasionalmente ad un ragazzo ad una ragazza, nemmeno per motivi tanto banali, non può che essere considerata operazione di agghiacciante cinismo.
Ad una mentalità di tipo tradizionale, ancora in possesso di un minimo di sensibilità, sfugge purtroppo immaginare che vi sia qualcuno intenzionato ad appropriarsi di una parte della regalia destinata ad un giovane studente. In Italia, questo qualcuno esite! Umberto Berti
o' 61?
SPERIAMO CHE NO/J GLI VENGA IN ME 1.1TE DI SALVARE i LE POrIPE FotJEBRI! o
o
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Dal corso
di informazione del Centro Giovani Zona 20
Come e perché un ragazzo diventa tossicodipendente
Soltanto con un paziente lavoro sulla persona, di ricerca e di recupero dei valori positivi è possibile risolvere una crisi che spesso porta gli adolescenti a cercare spazi al di fuori di ogni tipo di struttura
Le prime manifestazioni di intolleranza del giovane nei confronti della famiglia e dei suoi modelli si hanno durante l'adolescenza. In questo periodo, infatti, il ragazzo sente il bisogno di staccarsi dalla famiglia di appartenenza per cercare una sua individualità.
Il desiderio e la ricerca della propria identità lo spingono spesso a cercare degli spazi al di fuori di ogni tipo di struttura (scuola, famiglia), vissuta in questo momento come limite alle proprie ricerche.
Durante questo periodo di crescita estremamente difficile c'è il rischio che il ragazzo non trovi all'interno della famiglia quell'appoggio indispensabile per arrivare ad essere individuo. Lasciato a sè stesso, infatti, può succedere che il ragazzo sperimenti un grosso conflitto con i suoi "ideali" e la realtà che lo circonda. Questo conflitto lo può portare, con la delusione che ne consegue, ad assumere un atteggiamento di rifiuto.
Rifiuto della realtà, avvertito e vissuto come rifiuto di una certa "normalità"; da quì la ricerca del diverso, il bisogno di identificarsi in un gruppo, in un ambiente che va al di là della normalità. Di solito l'incontro con la droga avviene in questo periodo di ricerca del "diverso".
Quindi in un primo momento il ragazzo ricercherà lo "sbal-
lo" per stare col gruppo senza provare imbarazzo o paura di scoprirsi, sentendosi parte del gruppo. Poi, in un secondo tempo, subentrerà un altro atteggiamento, cercherà infatti di ripetere l'esperienza e inizierà ad usare il gruppo per sballare. Questo meccanismo di fuga continuerà a crescere col desiderio di provare altri "sballi" (a-
cidi, anfetamine, cocaina...), mentre si rafforzerà da una parte il rifiuto per un mondo che lui stesso non accetta e dall'altra parte si rafforzerà anche la sua immagine di diverso, con cui alla fine riuscirà a convivere, anzi cercherà in tutti i modi di presentarsi come tale, ostentando un modo di vivere e una logica che è l'opposto di quella
Non è una strada senza uscita
Uscire dall'eroina si può e 1'A.G.A. ti dà una mano
L'Associazione Genitori Antidroga è sorta per dare un sostegno alle famiglie contro le tossicodipendenze ed aiutare i giovani che ne sono vittime ad uscire dalla schiavitù della droga
Perché l'A.G.A.?
L'impressionante dilagare della droga e l'estendersi dell'uso di stupefacenti ha fatto emergere con prepotenza l'assoluta necessità di coinvolgere innanzitutto la famiglia.
Per chi?
I genitori sono spesso persone impreparate all'impatto scioccante con la realtà introdotta in famiglia da un figlio tossicodipendente. I genitori sono in generale abbandonati a sè stessi, con la drammatica conseguenza di un acuirsi di situazioni di conflitto e di angoscia psichica e morale, con tensioni estremamente nocive nell'ambito della famiglia, la quale è chiamata ad un ruolo primario di collaborazione attiva nel recupero del figlio tossicodipendente.
Come operare?
Riuscire ad aggregare le famiglie vittime di queste situazioni significa aiutarle, al di là del possibile immediato, a guardare dentro di sè, a rileggere la propria storia non in termini di colpevolezza, ma solo al fine di capire quanto siano complessi i rapporti interpersonali all'interno del nucleo familiare, e le motivazioni che stanno dietro ed alla base di ogni comportamento.
All'interno di una aggregazione di genitori è possibile compiere un cammino di crescita, e quindi di maturazione che consente di operare attivamente ai recupero del figlio tossicodipendente.
Chi siamo?
Partiti da un piccolo gruppo di 6 genitori, siamo oggi a 260 famiglie iscritte all'Associazio-
EI canton del barbee
La giunta
Ciao! Allora che ne dici? Come sarà la giunta?
Beh... Dipend da macellar a macellar. Dipende da macellaio a macellaio?!
Eh, sì! Gh'hinn di macellar che de gionta te dann on bel oss polpos cont on poo de nervitt taccaa. Di alter invece te dann domà di oss secc secchent.
Ma di che ossa vai parlando?!
Ah già, scusumm, seri adree a desmentegamm che adess i macellar dann pù la gionta e anca i oss i e fann papà. E come!
Ma vuoi capirla che non sto parlando né di ossa, né di macellai?
Se l'è domà per quell nanca i prestinee dann pù la gionta... E nanca quei che venden la gnaccia...
Ma chi sta parlando di panettieri odi venditori di castagnaccia?
— ...e anca i ortolan la dota se la fann paga.
Ma io sto parlando della giunta municipale!
Ah, sì?! E se l'è ch'el dà de gionta el municipi?
ne, che dispone di una sede di un telefono per i contatti, mentre una segreteria coordina i lavori degli associati nelle attività. Cosa facciamo?
L'A.G.A. collabora attivamente con diverse comunità terapeutiche italiane e straniere, e privilegia quelle che prevedono una collaborazione con le famiglie.
Alcuni genitori, coordinati da una psicologa, hanno formato, dopo un corso di formazione, dei "Gruppi di consulenza", cardine dell'Associazione. Ad essi si rivolgono i genitori che chiedono conforto, sostegno ed aiuto immediato, ed indicazioni operative da poter metter subito in atto, sostenendo il genitore nel maturare scelte responsabili dopo averlo aiutato a saper leggere e a comprendere le problematiche ed i meccanismi che esistono all'interno della famiglia, sia in fase di accoglimento che in fase di reinserimento.
Operativamente I'A.G.A. agisce anche attraverso questi gruPPi:
Sanità. Per un contatto preciso con le strutture pubbliche e informazione al genitore delle possibilità esistenti.
Legislazione. Per un aiuto anche legale ai genitori, per ottenere l'applicazione di quanto previsto dalla legge vigente e nuove proposte nel settore.
Cultura. Segue e contatta le fonti di informazione, intrattiene i rapporti con le pubblicazioni e le redazioni dei gruppi che si occupano di tossicodipendenza, in Italia e alrestero.
Cura la pubblicazione del bollettino interno dell'A.G.A.
Obiettivi:
Favorire e potenziare con strumenti adeguati, anche di tipo economico la realtà del volontariato nel settore delle tossicodipendenze.
Approntare strumenti legislativi per contribuire al recupero di tossicodipendenti sia in Italia che all'estero, in analogia a quanto già praticato per casi di interventi vari (legge 685 art. 90).
Promuovere l'apertura di altre comunità terapeutiche con la presenza di personale altamente qualificato e con metodi già sperimentati, evitando, come è già successo, l'attività di persone senza scrupoli che speculano sul bisogno delle famiglie.
Effettuare precise verifiche alle Comunità già esistenti, per un maggior controllo sull'attività. Il problema può essere anche tuo. Vuoi aiutarci?
A.G.A. Via Zurigo, 65 tel. 419.497
cosidetta "normale".
Si chiudono le possibilità di dialogo con l'esterno e ogni persona che contrasta questa immagine viene vissuta come nemica. L'unico momento in cui si sente libero da tutto ciò che è dentro di lui e non è stato ancora risolto, sarà il momento dello "sballo".
Ciò che poi risulterà invivibile sarà l'assenza dello "sballo" vissuta come un ritorno ad uno stato di malessere, addirittura ad uno stato di totale mancanza di identità. "Chi sono", "cosa voglio" sono in questo momento domande troppo angoscianti; "io sono quando sono fuori" ecco l'unico momento in cui il ragazzo riesce a viversi. Poi l'impatto casuale o cercato con l'eroina che accentuerà la sua immagine di "diverso", di "ribelle", di "eterno bambino".
Infatti il piacere provocato da questa sostanza chimica, sarà così forte da obbligarlo a ripetere l'esperienza, all'inizio giustificandosi e dicendosi "tanto io smetto quando voglio".
A questo punto ogni contatto con la realtà è falsato e cresce il bisogno di questo piacere immediato che placa, anche per poco, ogni emozione, ogni sentimento. Man mano che cresce il bisogno, cresce proporzionalmente la dispersione totale della personalità, soffocata dal senso di colpa che per quanto nascosto è comunque sempre presente.
A questo punto il ragazzo è un tossicomane cioè un "depresso" che passa la vita, il suo tempo, il suo spazio, in un alternarsi di momenti di euforia e disperazione; senza avere la forza per poter scegliere, senza trovare un equilibiro interno, anche perché la fuga è meno dolorosa che l'accettazione e la consapevolezza della propria fragilità e debolezza.
Solo con un paziente lavoro sulla persona, di ricerca e di recupero dei valori positivi, è possibile superare questa crisi; che in altri termini è una crisi adolescenziale non risolta, ecco il perché in questa fase è auspicabile e necessario un lavoro in parallelo con i genitori.
Niente! Parlo della giunta... Del governo del comune, insomma!
Ahhh! Finalment te se spieghett. Te voeut dì la gionta che la gh'ha per cap el sindech. Appunto! E visto che siamo in argomento, chi pensi che sarà il nuovo sindaco di Milano?
Beh... prima de tutt bisognerà vedè s'el sarà per dawera noeuv...
Vuoi dire che secondo te potrebbe essere ancora Tognoli?
Per podè el podarev, ma...
Ma prevedi qualche difficoltà?
Pussee che difficoltà pensi che magara on quaidunn el podarev vess minga dacord.
E allora chi altro potrebbe fare il sindaco di Milano?
Beh... bisogna vedè...
Qualcuno ha detto che potrebbe farlo Spadolini.
Oh, Dio. Come sindech el sarev on gross sindech, però...
Però cosa?
Ghe sarev on bel problema.
Che dovrebbe dare le dimissioni da ministro della Difesa?
No, quel el sarev nient.
E che dovrebbe dimettersi anche da deputato?
Quel el sarev anmò men che nient.
E allora dov'è il problema?
Che dovarissumm slargà la poltrona de sindech!
Ma quello sarebbe il male minore!
Te gh'ee reson. EI pesg di mal el sarev on alter.
E quale?
Che tant per fà on quaicoss giontassenn sù in ona guai manera ona gionta che dopo pocch temp la se desgionta.
Cosa intendi dire per una giunta cucita in qualche maniera che si scuce dopo poco tempo?
Mett che invece de fà ona gionta tegnend cunt di interess de Milan, la faghenn sù per fagh piasè a quei che stann al governo a Roma.
Vuoi dire una giunta pentapartita?
Appunto. E vist che quei del pentapartii tacchenn semper lit tra de lor, quei che ris'cenn de giontagh semm nun.
Cosa rischiamo di rimetterci?
La gionta, no?! Se tacchenn lit e desfenn la gionta nun restumm senza.
Ma... ma se sono dieci anni che a Milano non c'è una crisi di giunta!
Si, ma in sti ultim des ann gh'emm avuu ona gionta de sinistra e minga pentapartida. Ciao, te saludi! el barbee
FIORI e PIANTE AL MERCATO COMUNALE - VIA CHIARELLI, 10 Isabella e Libero vi attendono interpellateci!!! Tel. 3085425 servizi accurati per ogni cerimonia giugno 1985 milano 19 - pagina 5
Tumore del seno
L'organizzazione "Attive Come Prima"
Quando la volontà e la voglia di vivere si trasformano in salute - L'associazione è ormai all'avanguardia nel movimento culturale che vuole non sostituire, ma integrare le conquiste mediche e scientifiche
"Quante volte si è detto che l'obiettivo della medicina, è la cura del malato e non solo della sua malattia?
E quante volte questo messaggio è stato accolto? Poche davvero, se si osserva come la spinta maggiore della medicina attuale si indirizzi quasi solo verso traguardi tecnologici che spesso conducono a trascurare gli aspetti più umani, e quindi più veri che la malatti porta con sè.
Ma c'è, viceversa, chi di questa filosofia ha fatto la ragione della propria esistenza: "Attive Come Prima", è ormai all'avanguardirfiel movimento culturale che non vuole sostituire, ma integrare le conquiste mediche e scientifiche, con un apporto di solidarietà e di amore. Elementi questi che, nella specifica condizione di chi ha vissuto e vive l'esperienza di un tumore del seno, sono in definitiva anche strumenti terapeutici".
Questa è l'opinione di Umberto Veronesi, Direttore Generale dell'Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori, di Milano. Credo che questo discorso, centri bene il significato dell'esistenza di una associazione quale "Attive Come Prima", ed è tanto più importante in un'epoca nella quale, il cancro, è la malattia del secolo.
La denominazione "Attive Come Prima", è stata scelta sulla base del significato di quella americana "Reach to Recovery", un'organimzione simile a questa, fondata anch'essa da una donna operata al seno e da un medico, nel lontano 1953, diffusa poi in varie parti del mondo.
In Italia, presso l'Istituto dei Tumori di Milano, nasce nel 1972 "Attive Come Prima" (che oggi ha la sua sede in Via Livigno 3 - ex Ospedale Bassi). A questa Associazione aderiranno, oltre le donne coinvolte dal tumore al seno, anche medici, paramedici, psicologici e persone non provate dal cancro.
Dice Ada Burrone (presidentessa dell'Associazione): "Il nostro intervento umano e psicologico, mira a rinforzare l'effetto delle terapie e a migliorare l'atteggiamento interiore della donna, verso la vita. Aiutando l'individuo ad accettare la realtà del cancro attraverso l'energia del pensiero positivo, lo rendiamo meno bisognoso e perciò più indipendente".
Si può dire, in sostanza, che questa Associazione si occupa della vita.
Si occupa di sviluppare nella paziente, attraverso attività creative e ricreative, quelle potenzialità dinamiche di crescita personaie e quelle energie vitali, che spesso sono paralizzate dall'angoscia e dalla paura, facendo così emergere nella donna nuovi spunti per la riorganizzazione della propria vita. Questo significa salute.
Secondo "Attive Come Prima" dunque, la salute non è un bene acquisito, di cui si può solamente essere privati, ma si può intendere come un processo creativo nel quale l'individuo utilizza forme proprie di espressione, comunicazione e realizzazione, diverse e in opposizione a quelle "usate" nella malattia.
In altre parole, la persona, deve imparare ad ascoltarsi e a ridurre il ruolo oppressivo della malattia.
Uno dei modi in cui "Attive Come Prima", concretizza tutti questi discorsi, è rArt Therapy. Vediamo insieme che cos'è.
L'Art Terapy, è una tecnica terapeutica, nata negli USA, che sviluppa il potenziale creativo dell'individuo, utilizzando il materiale artistico come mezzo per esprimersi e comunicare con gli altri. Nell'Ari Therapy,
si lavora con carte, colori, matite e pennelli: una volta superato il primo imbarazzo, anche persone che pensavano di non saper fare niente, trovano piacere ad immergersi in un mondo che si è portati a considerare predominio del bambino o dell'artista. Per "Attive Come Prima" l'Ari Therapy, non è solo un modo per rilassarsi, è anche un aprirsi nella lotta contro il tumore, cioè il creare. Secondo M imma C."il creare si oppone al morire perché il vivere, nella sua essenza, è creare in continuazione".
Vediamo così che alcune donne si siedono attorno ad un tavolo, e dopo aver ascoltato un brano musicale, parlano tra loro delle immagini ricevute nell'ascolto della musica. Alcune di queste donne sono state operate al seno da diversi anni, altre hanno subito l'operazione di recente, così gli stati d'animo, di ognuna di loro, sono diversi e non è facile fare un disegno in comune ma, come dice M imma
C. "Ogni lavoro che esce dalle mani del nostro gruppo costituisce una profonda esperienza per ciascuno di noi".
Un'altra iniziativa (per esempio) fatta da "Attive Come Prima" è stata a Natale.
Vi ricordate quel grande albero in Piazza del Duomo? Bè, quell'albero era stato "alzato" proprio dalla loro associazione e sotto, c'era un tavolo con tanti
opuscoli, libri ecc. e a turno c'erano donne. Ci fu rinaugurazione, gli spettacoli, ma la cosa principale che si voleva ottenere, era far conoscere questa organizzazione, far sapere che c'è chi lavora e discute di questi problemi, che è possibile vincere il cancro.
Per concludere questa chiacchierata, Ada Burrone ci spiega la divisione dei compiti all'interno della loro associazione: "Da noi agiscono in equipe i medici, gli ex pazienti e gli altri operatori, in questo modo:
gli psicologi conduno gruppi di psicoterapia, tra cui "la terapia degli affetti" specificatamente orientata alle donne colpite dal tumore al seno, e gruppi per la formazione degli operatori (GAB e psicoprofilassi); i medici tengono lezioni sull'alimentazione e le terapie attuali; le ex pazienti portano alle altre donne, ricoverate negli ospedali, il programma dell'Associazione e la loro testimonianza di vita;
gli altri operatori conducono attività psicologiche, creative, estetiche e culturali.
La rivista "Attive" completa e divulga, ogni due mesi, la nostra azione".
Sembra proprio che abbiamo ancora molto da imparare e che la volontà e la gioia di vivere, si trasformi per davvero in salute.
Anna
Un punto di riferimento per la danza classica
La richiesta è stata avanzata al Consiglio di Zona da Carla Lombardo, maestra di ballo e agente segreto dei partigiani durante la Resistenza
Al presidente del Consiglio di Zona 19
Essendo mia intenzione sondare le possibilità per utilizzare a fini didattici (scuola, rassegne, seminari al fine di creare un punto di riferimento per la danza classica) i locali del Centro Civico, desidererei un abboccamento con Lei signor presidente al fine di meglio esporle i miei intendimenti e per avere l'autorizzazione ad una visione dell'ambiente (il Centro Civicon.d.r.).
Confido nella Sua autorevole attenzione anche nell'interesse della danza classica. Cordialmente la saluto, Carla Lombardo. (Lettera protocollata al C.d.Z. 19 con n. 345 del 19/2/g).
Questa lettera firmata dalla famosa, per chi segue un poco la storia di Milano, Carla Lombardo potrebbe essere il primo atto di una importante iniziativa al Gallaratese che potrebbe avere risonanza cittadina, se non nazionale.
Ma perché è famosa la persona che propone questa iniziativa? Perché fa parte della storia di Milano come seria professionista nel campo dell'insegnamento della danza classica (1) e perché durante la Resistenza, "con la sua falsa aria di ballerina svampita", carpiva segreti ai tedeschi occupanti per conto dei servizi di informazione partigiani (G.A.P.).
Quale cittadina che ha fatto grande Milano è stata insignita di un attestato di benemerenza nel 1983.
In via Celio, a San Siro
Arte, sport, feste, cene al Circolo "La Cascina"
Ed anche dibattiti, musica e... chi più ne ha, più ne metta - L'iniziativa nata dieci anni fa si è andata sempre sviluppando sino a creare una vera e propria isola distensiva a quattro passi da casa
Pronto per la danza classica nasce con il proliferare di queste scuole che non sempre si rifanno ai canoni classici della danza. Ciò detto non si vuol dire che il rispetto delle tradizioni non possa portare ad una espressione moderna della danza, anzi; è proprio nel loro rispetto, se le basi sono valide, che ci si rinnova. Che lo siano la prova ci viene data dai successi di quegli esecutori che tali canoni rispettano (tanto per non far nomi: Luciana Saviganno, la Fracci, Bortoluzzi, Maurice Bejart e via seguitando).
Ma perché al Gallaratese?
E perché no?
Il Gallaratese è un quartiere in via di sviluppo, per molto tempo dimenticato dalla cultura ufficiale e ben servito dai trasporti pubblici. Perché intasare il centro di Milano con queste iniziative?
Conosciamo Carla Lombardo da molto tempo, ci fu maestra e maestra dei nostri figli, ha portato al successo molti giovani non ultimi anche i pattinatori artistici su ghiaccio della nazionale ai quali ha dato le basi per quelle figure che si rifanno alla danza classica; ma vogliamo aggiungere le scuole che lei dirige: oltre a quella di Milano, punto di riferimento per molti professionisti, le due scuole civiche di Sesto San Giovanni e di Cologno Monzese con grande successo di partecipazione e di risultati.
Facciamo voti perché tutto questo succeda anche al Gallaratese.
Giulio Fantuzzi
(1) Nel 1957 rappresentò l'Italia L'esigenza di Carla Lombar- quale membro della giuria al Festido, e forse non solo in lei, diun val Internazionale del Balletto a punto di riferimento e di con- Mosca.
Lo spirito d'avventura è innato un po' in tutti gli esseri umani. Se aggiungiamo il fatto che per collocazione geografica e per problemi lavorativi non si sta mai fermi un attimo, ecco che bastano due, tre giorni di festa per dedicarli a scorrerie in lungo e largo per Malia.
li rispartnio, recologia, la cultura, il rispetto delle cose altrui (gli avanzi dei pic-nic sono una delle prove) non ci riguardano, l'importante è correre... andare!
Sappiamo di parecchi gruppi culturali con scarsa adesione, perché gli abitanti, in zona, ne
Per il Ministero della Sanità Ci sono morti di prima e di seconda categoria
Nel 1984 vi sono stati 385 vittime della droga e 10.450 per l'alcolismo, ma sono stati stanziati per il 1985 3 miliardi e 600 milioni per le tossicodipendenze contro appena 400 milioni contro l'alcolismo
Non c'è scuola, istituto, centro culturale della Zona 19 che si astenga dal fare dibattiti, incontri, conferenze contro la droga pesante ed il suo estendersi a macchia d'olio.
Una nota rassicurante perviene dall'ISPES (Istituto di Studi Politici Economici e Sociale) e c'è da dormire sonni tranquilli: i giovani morti per "overdose" nel 1984 sono Stati appena 385.
Il sarcasmo è fuori luogo se si considera che l'affluenza di droga sul mercato italiano è sempre più eccessiva. Arriva da ogni parte dell'Europa e del Mondo e come contrapposizione è inutile insistere sul fatto che in Italia muoiono mediamente diecimila persone all'anno per alcoolismo.
Lenire una piaga con un infezione più grossa non risolve il problema e non porta alla guarigione di questi giovani attratti più che mai dalrevasione, dai sogni o dal rifuggire da questo ignobile mondo. Certo che il male, ogni sorta di male, va stroncato prima, sul nascere, con prevenzioni, cure adatte e soprattutto con aiuti morali.
La droga fa le sue vittime (385 nel 1984) e l'alcoolismo ha le sue (10.450 sempre nel 1984) mentre il Ministro della Sanità, come prevenzione per il 1985, stanzia soltanto 400 milioni per diecimila probabili votati alla morte per alcoolismo e 3 miliardi e 600 milioni per le tossicodipendenze.
Il ragionamento non fila e viene da dubitare; se è vero che si vuol estirpare la droga ed i suoi mali è altrettanto vero che non interessa, allo stesso modo, se muore tanta gente per eccessodi alcool;gli stanziamenti ne danno atto.
Resta il dubbio sull'alcolismo perché su campione di questionario inviato a duemila italiani, otto province, è emerso il contrario di quanto si afferma, addirittura non veritiero il fatto che Malia, come da statistiche, risulterebbe al terzo posto in Europa per consumo o meglio "abuso" di bevande alooliche.
Emerge, come al solito, il fatto che ci sono esseri umani di prima categoria e seconda tate-' goria, lavoratori di prima e seconda categoria e anche morti di prima e seconda categoria; certo che i morti per overdose hanno reso di più per ratto costo della materia prima.
I mali italiani, comunque, vanno ricercati nella disoccupazione, nei problemi economici e psicologici, nella solitudine; nell'insicurezza, nelle carenze affettive, nella delusione, nella mancanza di prospettive future, e poi, tutti, andrebbero curati allo stesso modo, senza distinzione diÅ classe e/ o di sofferenza.
Leodema
trascorrono il tempo libero o a guardar la televisione o a consumar... benzina. La buona volontà di pochi non basta. Nei momenti di riflessione, poi, ci si accorge di non conoscere bene la zona dove viviamo e chi ci sta accanto; ma, al riguardo, vogliamo trovar modo di parlare de "La Cascina" di Via Celio. È sorta dieci anni fà con la cooperazione di un gruppo di amici affiatati che ne dividono le gioie e... le spese. A loro fa capo un gruppo di appassionati di motonautica, di cicloturismo (sono stati campioni europei nel 1984) di pitton, scultuori, e amanti della musica. Organizzano un po' di tutto, incontri, dibattiti, serate danzanti all'aria aperta, cene (modica spesa) e quant'altro per trovarsi e stare insieme.
Siamo capitati per caso e mai pensavano di un'oasi distensiva proprio nella Zona l9, a quattro passi da casa.
L'amico Gianni, segretario del circolo, bancario per esigenze e per hobby, intrattenitore, cantante, cuoro e anche, all'occorrenza cameriere, ha illustrato a fondo la vita de "La Cascina" e tutte le attività svolte ed in programmazione.
Esaurientemente appagati, all'occorrenza abbiamo visionato una mostra di pittura per opere esposte da Milvia Conti, Sigrid Mayer, Mario Spinetti e Cesare Piantoni.
Piantoni è nato a Ponte Nossa, nel bergamasco, ma vive e risiede a Milano in Via Primaticcio; ha ordinato varie personati e partecipato a rassegne in diverse città, ottenendo svariati riconoscimenti, non ultimo il l' Premio assoluto per il ritratto al 111°Trofeo Città di Como, svoltosi a Villa Olmo.
È stato definito il pittore dell'alta montagna e dei boschi, e nella sua pittura c'è sempre una soavità metafisica un candore fabulistico che induce al sogno... così dicono di lui.
Non vorremmo, però, fare torto agli altri tre autori 'Validissimi, che pur con la loro spiritualità creativa, non sono sfuggiti all'ammirazione, ma per mancanza di tempo non siamo riusciti ad avvicinarli.
A monte, e nel loro piccolo, l'organizzazione de "La Cascina" va decantata per la varietà di argomentazioni trattate e per la preparazione culturale del singolo.
Si potrebbe suggerire gemellaggi con altri centri culturali della Zona 19; sulla loro ospitalità e disponibilità... non ci piove. Ode
Si potrebbe creare al Centro Civico
giugno 1985
pagina 6 - milano 19
I mestée de la Milan de semper
La scala ne fevoluzion dona veggia invenzion
Nel passaggio da un momento storico ad un altro anche la scala ha avuto la sua parte; dagli assedi delle mura nel medioevo alle grandi scale aeree ancor oggi usate nei casi d'incendio o gravi calamità di
Sartorie; resiste nel tempo la sartoria artigianale a dispetto della più consolidata tendenza alla confezione industriale, all'abbigliamento di massa com'è uso dire, da grande magazzino all'americana che è ormai fenomeno dilagante ed inarrestabile mascherato dal paravento della praticità e minore costo.
In effetti oggi farsi confezionare un abito su misura non è sicuramente spesa irrilevante, ma rimane pur sempre una garanzia legata al buon nome del sarto artigiano che lo esegue, un indiscusso tocco di eleganza e di rifinitura che pochissimi laboratori di livello industriale operanti in serie possono dare.
Sartorie per uomo e signora ne esistono ancora parecchie; in Milano e circondario sono oltre duecento quelle per signora ru-
bricate sotto questa specifica categoria, ma si deve tenere il conto anche per le boutique e ne deriva un aumento notevole; le sartorie per uomo sfiorano le settecento unità alle quali bisogna aggiungere qualche decina di sartorie militari e/ o specializzate in divise per il personale di grosse aziende, banche o enti pubblici.
Non sono da dimenticare le sartorie specializzate in abiti teatrali e costumi particolari che, ridottesi ad un numero esiguo dopo la sconfitta dell'operetta sulle scene, rimangono ancora attive nel decoroso silenzio non completamente obliato.
"L'è on sartiroeu!" (È un sartuccio! Tommaso Grossi) così veniva definito il rappezzatore d'abiti, una voce che a un dipresso è al sarto come il ciabat-
Dialettologia milanese (20)
Le contraddizioni dei dialettologhi
Sono in molti ad avere deprecato l'abuso della doppia consonante; sia in corpo di parola sia in finale, che talvolta è invece indispensabile; i tagli eccessivi sono comunque atti di pirateria grafica che annientano gli sforzi compiuti per una lingua viva scritta
Nella odierna conversazione vorrei mettere a punto alcune delle perplessità che mi sono state esposte; lungi l'intento di cattedralità, alla buona, seguendo soprattutto l'indicazione dell'anonimo milanese attraverso i suoi numerosi appunti.
Era stata già evidenziata la perplessità sulle doppie consonanti da parte dei compilatori di glossari ed eminenti estensori di grammatiche; qualcuno aveva suggerito una regola che deponesse a favore del raddoppio in occasione di plurali o di femminili di alcuni vocaboli che conservano la massima similitudine; ad esempio "oca, occh; sottana, sottann; meneghin, meneghina; barbona, barbonna; ecc.". Si palesava il fatto che la regola non poteva dare risultato positivo per la semplice ragione che molti vocaboli, specie i femminili, al plurale si elidono della vocale finale: "strada, strad; bara, bar; roeuda, roeud; scoeula, scoeul"; inoltre molti vocaboli maschili al plurale non cambiano rispetto la forma grafica del singolare: "el pader, i pader; el gioeugh, i gioeugh; el veder, i veder, el pret, i pret." Ci furono coloro che adottarono il sistema di scrivere in milanese, ne più ne meno di come scrivono i toscani, certuni vocaboli che, se anche alleggeriti di qualche consonante, avevano la caratteristica di non alterarne il significato poiché erano assolutamente inconfondibili ed esenti da similari sia che fossero aggettivi, sostantivi e talvolta anche verbi sia che si trattasse di preposizioni articolate, cosa quest'ultima che rende meglio dove la soppressione implica il distacco della preposizione dales. "de la, da la, su la, a la".
Scrivendo "quel e bel" come lo scriveva Giovanni Ambrogio Buffi non si commette errore e se necessita in composizioni poetiche, per ragioni di rima principalmente, si può raddoppiare la consonanteLscrivendo "quell e
Arcano
tino al calzolaio; per la sarta invece "Sarta de pigott!" (sarta delle bambole) per significare una scarsa capacità; voce popolana corrosiva.
Scaffalature; non ha una collocazione etimologica nella lingua milanese, genere moderno di attrezzature a cui si è recentemente attribuito il neologismo "scaffaladur".
Scomparsi dalle nuove abitazioni i famosi "guarneri", gli antichi armadi a muro ricavati nelle spesse pareti delle vecchie case, detti anche armadi dei poveri, ripostigli con o senza palchetti e da molti in uso col sinonimo di "vestée", armadio per riporvi gli abiti con imposte di chiusura (spesso mascherati da un semplice tendaggio nelle abitazioni più umili) corrispondenti come tipo d'armadio murale alla "gasena" siciliana e al veneziano "armer", la scaffalatura si diffonde.
È il caso qui di parlare del nuovo tipo di scaffalatura, di tipo componibile e di ogni misura che nelle case moderne nel ripostiglio diventa pratica e di facile collocazione; così nelle cantine e nei box senza più dover ricorrere alla carpenteria familiare d'un tempo.
Pure se sempre valida la scaffalatura in legno, di grande pregio e di robusto costo, la scaffalatura metallica in ferro verniciata, zincata o plastificata è più competitiva nei vari tipi a montanti tubolari, a U o a T per ogni portata e coi diversi sistemi di fissaggio a gancio, incastro o bulloni e di rapido montaggio.
perfezionamento l'uomo non dovette spremersi molto se già nel medioevo si usavano scale a ramponi per assaltare le mura delle città prese d'assedio.
Il concetto di scala di cui proponiamo questa parte della rubrica è imperniato logicamente alla scala quale attrezzo mobile (a distanza di millenni la scala mobile l'abbiamo anche in forma retributiva) poiché quelle di tipo fisso delle dimore o dei palazzi segue il filone dell'edilizia; in forma dialettica si può dire che il principio da raggiungere è comunque il medesimo: l'elevazione.
La scala portatile o mobile ha trovato da sempre largo impiego nella casa e per la costruzione della stessa; nel settore del lavoro il suo impiego spazia dall'agricoltura alla grande industria in misura, tipo, peso e portata varianti ed a volte imponenti.
Dalla scala a pioli passanti in montante monotrave a quella con montanti a binario e pioli centrali e poi a quella doppia con due serie di gradini o semplice controscala (scale apribili) ci si incammina verso i tipi più perfezionati ed adeguati ai più pressanti problemi del progresso sociale cercando dove è possibile maggiore funzionalità e sicurezza.
poche decine d'anni or sono quando la scala era presa in comune e affidata al custode.
beli" senza comunque affermare, sottolinea l'anonimo milanese, trattandosi in ogni caso di forma tronca e non marcata foneticamente che runa o l'altra delle forme costituisca regola.
Celebri i due esempi: "Quel ramo del lago di Como...", Manzoni e "Un bel di vedremo...", nell'opera Butterfly che hanno la fonetica identica del milanese e chiara matrice toscana traslata alla lingua italiana; ma per alcuni la cosa è scomoda.
Anche Francesco Angiolini, nell'intento, voleva semplificare certi vocaboli mondandoli da inutili doppie consonanti, ma ci ha messo tanto impegno da cadere persino nel ridicolo in molti casi; prova ne sia che nessuno ha mai presa posizione in opere letterarie basandosi esclusivamente sul suo vocabolario.
Soltanto di recente nella-grammatica di Claudio Beretta si sono riaffacciate le falcidie effettuate dall'Angiolini, non solo, ma vi si riscontrano incongruenze verbali legate e no alle pecche angioliniane non si sa bene fin dove volute!
Non si capisce perché "gh'han e gh'hin", cioè hanno e sono verbi ausiliari, che l'Angiolini (decimatore di consonanti) ha scritti ne più ne meno di come li usava Carlo Porta, siano invece indicati nella grammatica di Claudio Beretta con la finale raddoppiata, mentre per il resto, anche nelle zeppe certamente, si attiene pari pari all'impronta angioliniana; vedasi "leg" da "lesg", arcaico, poi trasformato in "legg", con traduzione evidentissima legge in italiano... alleggerito di una G.
Comunque il discorso è abbastanza lungo e la materia sulla quale discutere moltissima e di "atti di pirateria grafica", come li ha definiti l'anonimo milanese, ce ne sono centinaia ed altrettanti i vocaboli nati deformi e mantenuti tali per la "legeresa" (Angiolini), leggerezza di tutti.
(continua)
L'elemento della componibilità è quello che ha lanciato il prodotto e ne è derivata una universalità d'uso sia per i privati sia per l'industria, il commercio, il magazzinaggio, in soluzioni reversibili con la possibilità di riutilizzo dei materiali anche in caso di trasformazione dei locali o di trasloco in altra sede.
Retri di negozi, lunghi banchi di supermercati, officine, librerie, biblioteche, archivi, ricambiati d'ogni genere hanno trovato inopinatamente una soluzione ai vari problemi.
Quasi tutti coloro che commerciano scaffalature offrono una vastità di attrezzature collaterali: ante e cassetti trasformano le scaffalature in veri e propri armadi, ma vengono offerte soluzioni di arredo complementare costruite a sè stanti: tavoli e banchi da lavoro, armadi e cassettiere, carrelli da officina portautensili e carrelli-cassettiere per riporvi minuterie in un assortimento da sbalordire.
Intrisecamente questo settore costituisce l'attività intermedia tra "el mobiliée de ferr" e "el carpentée in ferr", ovvero il mobiliere in ferro e il carpentiere in ferro di cuí si è già fatto accenno.
Scale; "scali". Dice un vecchio proverbio milanese che ormai, pochissimi citano: "La scala l'è quell'invenzion che pari pari dal pian de tèra te porta su per ari". (La scala è quella invenzione che pari pari dal piano terra ti porta su per aria).
Storicamente l'invenzione della scala è remotissima ed ha una indiscussa importanza almeno quanto la ruota; certamente la sua applicazione fu resa necessaria già al tempo delle palafitte o ancora prima quando in alternativa alla caverna la dimora poteva essere costituita da un albero fronzuto; ed è proprio l'albero a suggerire all'uomo primitivo di copiare dalla natura. Poi dalla rozza scala dei tempi primordiali al suo rapido
Il problema della lunghezza viene risolto con la scala ad incastro sino a sette pezzi (scala all'italiana per molto tempo usata da pompieri, aziende elettriche e telefoniche che poteva innalzarsi sino ad un terzo piano, ed oltre se si interponeva un rompitratta per evitare lo schiacciamento verso il muro); poi le famose scale a porta, le scale aeree montate prima su carrelli poi direttamente su grossi autocarri (autoscale) ed altri ingegnosi sistemi connessi con rampe estensibili e retrattili di tipo dritto e a pantografo.
Anche i materiali impiegati sono di vari tipi secondo l'uso a cui la scala viene adibita: legno, ferro, acciaio, alluminio, fibra di vetro o misto di metallo e resina, attestando della genialità avveniristica di questo insostituibile congegno; nascono parallele alle necessità scale tubolari riducibili, a cassoncino ripieghevoli, a libro, a canocchiale, pluriuso, di tipo scorrevole a binario per negozi e grandi magazzini, librerie, biblioteche, farmacie, senza contare le numerose altre soluzioni di scale a chiocciola smontabili oppure elicoidali e di tipo componibile o a snodo, retrattili e a pantografo per soppalchi, soffitte, mansarde; non di rado soltanto per dare lustro ad un ambiente a gusto dell'arredatore.
L'evoluzione, le maggiori altezze e la tecnica hanno portato ad un graduale cambiamento per le scale di grande impiego: roleodinamica ha permesso di sostituire la scala con cestelli e piattaforme mobili aeree che permettono di raggiungere altezze che sfiorano i cinquantacinque metri. (Le moderne case risulterebbero alquanto scomode ai piani elevati se non avessero inventato l'ascensore!) Da non dimenticare i vari tipi di ponteggi mobili, i castelli e trabattelli con scalette interne ad elementi componibili che possono svettare in tutta sicurezza sino a venti metri dal suolo ed una volta ripiegati si possono stivare su un modesto autocarro con forte risparmio di tempo e quindi di danaro. Il settore tira sempre, dà lavoro a parecchia gente; mutando i tempi anche la casalinga ha una sua scala e non è più come
Ricorda un vecchio adagio che la vita è fatta a scale e v'è chi scende e chi sale; l'acuta mordacità del popolo milanese si distingue anche a questo proposito alludendo: "Se ghe fudess ona scala per mesurà el cervell ghe sariss chi l'è semper ferma al primm basèll!" (Se ci fosse una scala per misurare il cervello ci sarebbe chi è sempre fermo al primo gradino!) Scaldabagni, scaldaacqua,
riscaldatori in genere; non esiste una specifica voce traduttiva milanese ed il settore salvo per le potenze di alcune attrezzature particolari rimane legto a quello dell'elettrodomestica; si sta comunque sviluppando la caldaietta a gas di città o metano per gli impianti autonomi, prerogativa giustificata dalle forti spese per il gasolio. (Continua)
Nella foto. Milano: antica insegna di sartoria in Via Farine
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Durante la manifestazione, dedicata alla memoria di Ernesto Biadigo, è stato assegnato anche il 3° Trofeo Elvira Barili, vinto dalla U.S. Cornaredo per i migliori piazzamenti dal 6° al 10° posto
Organizzata dalla "Casati"
La decima edizione della Marciamaggio
Anche quest'anno i genitori della Scuola media sperimentale "G. Casati" di Via Ojetti 13, hanno organizzato nella mattinata del 26 maggio la X Edizione della Marciamaggio.
In concomitanza con la marcia, la Preside, il personale dosente e non docente, gli alunni e i genitori, hanno organizzato nel pomeriggio, una giornata aperta con Mostra-Mercato dei prodotti dei ragazzi realizzati durante l'anno scolastico: audiovisivi, saggio dei flauti, partita sfida di pallavolo e tante altre belle cose.
giugno 1985
Un atleta della Zona 19
Gli undici "Ippon" di Vincenzo Magro
Tante sono state le vittorie che hanno consentito al giovane judoka di arrivare in finale ai campionati italiani - Ogni vittoria è però frutto di duro lavoro
Con grande successo di pubblico, ma soprattutto di partecipanti si è svolta domenica 21 Aprile la corsa ciclistica categoria esordienti, organizzata dalla Coop. Edif. di Lampugnano in collaborazione con la società ciclistica U.S. Trenno.
La manifestazione voleva ricordare la figura dello scomparso Presidente Onorario della Coop. Edif. di Lampugnano il compagno Ernesto Biadigo, per la quale il Consiglio di Amministrazione, intende mantenere nell'ambito delle proprie manifestazioni sociali, sportive e ricreative un appuntamento annuale che duri nel tempo.
La gara si è disputata sulle vie nel nostro quartiere con partenza ed arrivo in Via Diomede presso il Circolo Ricreativo sviluppandosi su un percorso da ripetersi quattro volte, per complessivi km. 30, percorrendo le strade di Trenno, del Quartiere Gallaratese e di Lampugnano.
Vincitrice del 3" Trofeo Coop. Edif. di Lampugnano è risultata la Società ciclistica Arese per i migliori piazzamenti ottenuti dal l'al 5" posto, mentre è stato assegnato il 3" Trofeo Evira Barili (Lina) con il quale l'A.N.P.I. ha aderito alla manifestazione, alla Società Ciclistica U.S. Cornaredo per i migliori piazzamenti dal 6° al 10° posto. Presenziavano alla manifestazione, il Presidente della Coop. Edif. di Lampugnano Carlo Carrara, il Vice Presidente Ro-
berto Logli ed alcuni consiglieri, assieme al Presidente della U.S. Trenno Sergio Giannessi, al compagno Fioravanti Steli marito della partigiana Elvira Barili ed altri rappresentanti della Società U.S. Trenno e della Sez.
A.N.P.I. della Zona 19.
Il Presidente della Coop. Edif. di Lampugnano, prendendo la parola, ha espresso il suo personale compiacimento e di tutto il Consiglio di Amministrazione con parole di elogio per la gara appena conclusasi ma soprattutto si è congratulato con i giovanissimi corridori partecipanti alla gara per l'impegno dimostrato durante la competizione.
Ricordando il non dimenticato Presidente Onorario Ernesto Biadigo ha rievocato con parole di stima e ammirazione l'operato sia come cooperatore, sia come uomo politico e come partigiano, nonché la figura e l'opera della compagna partigiana Elvira Barili sia come combattente, che come donna impegnata nella resistenza e per la emancipazione femminile.
Un ringraziamento l'ha inviato e rivolto alla Sezione A.N.P.I. per la sua presenza alla manifestazione in quanto il loro apporto ha dato modo di rievocare gli anni di battaglie della Resistenza ricordando così anche ai giovani le vite sacrificate da tutti i compagni partigiani nella lotta di liberazione per cacciare il nazifascismo dal nostro paese. Concludeva il suo
intervento ringraziando tutti i Soci della Coop. Edif. di Lampugnano, presenti, e quanti hanno collaborato per la migliore riuscita della manifestazione dando a tutti l'appuntamento al prossimo numero.
La colazione al sacco con risotto, panini e torte fatte dai genitori, ha permesso a tutte le componenti della scuola di trascorrere una giornata insieme, piena di allegria e di voglia di fare.
Con questo spirito il 12 giugno p.v. si terrà il saggio di fine anno.
nato a Shwenningen in Germania, da genitori siciliani, l'I I giugno 1966 ed è rientrato in Italia con i genitori nel '70, risiedendo da allora a Milano, in via Serra 7. Ha iniziato la pratica sporti-
Al Centro Gisport Libertas in via Cilea
Iniziato il Torneo di tennis
Coppa Italia Femminile 1985
Continuerà fino alla fine di giugno - Vi sono iscritte 88 squadre in rappresentanza di 76 associazioni, tra cui PA CSI di piazzale Lotto
Il giorno I l maggio alle 14,30 è iniziato sui campi del Centro Gisport Libertas Crespi Ceroni in Via Cilea 51 da pochi giorni inaugurati, il Torneo di Tennis Coppa Italia Femminile 1985 che vede iscritte 88 squadre in rappresentanza di 76 Associazioni, tra cui l'ACSI di Pie Lotto. E un torneo del circuito F.I.T. e C. R. L. (Federazione Italiana Tennis e Comitato Regionale Lombardo) che suddivide le 88 squadre in 22 giorni da 4 squadre, che giocano la prima fase nei tre sabati di maggio, con eventuale ricupero per interruzioni o maltempo all'I Giugno, e la seconda fase in tre sabati di giugno.
Per la fase firiale a 4 squadre, che designerà la formazione "Campione Regionale 1985" e l'ammissione delle 3 formazioni al Tabellone Nazionale, si prevedono le giornate di disputa 28/ 29/ 30 giugno, ore 9.00.
grintosa e ben decisa, nel secondo set ha cambiato tattica, ha variato il gioco e si è aggiudicata la seconda partita, con un bel 6/0. Questo le ha dato fiducia ed è iniziato il set decisivo.
va nel 1977-78 scegliendo immediatamente lo judo, pensando che questa disciplina sia molto indicata per lo sviluppo di tutta la muscolatura del corpo.
Si è iscritto alla Società Jigoro Kano, che ha sede in via Solari 6, fondata nel 1956 dall'illustre Maestro che le ha dato il nome.
La preparazione consisteva per i giovanissimi aspiranti-atleti in mezz'ora di ginnastica e mezz'ora di judo, praticati due volte alla settimana, e dopo due anni di allenamenti, con la cintura arancione, ha inizio il preagonismo e l'avvio alle prime gare, con l'incontro di altre società sportive.
I primi combattimenti di Vincenzo Magro, avvenuti a Milano, gli diedero molta soddisfazione, e la vittoria di volta in volta ottenuta lo ha stimolato a perfezionare gli allenamenti, che gli richiedevano più ore di applicazione. Nella stessa palestra della Jigoro Kano vengono dati gli esami per passare alle cinture successive, ed il nostro giovane atleta di anno in anno è arrivato a incontri e gare sempre più importanti con trofei cittadini e regionali.
La Scuola Media "Casati" sita in Via Ugo Ojetti, 13 nel quartiere Gallaratese, sperimentale ex art. 3 D.P.R. 419, ha preparato, durante l'anno scolastico in corso, uno spettacolo al quale partecipano tutti i 250 ragazzi della scuola.
Si tratta di un progetto teso alla valorizzazione delle capacità espressive di ogni ragazzo.
Il lavoro è articolato in tre grandi momenti:
11 circo
L'orchestra
Le danze II "circo" è costituito da una serie innumerevole di numeri (clowneria, acrobazia, pattinaggio, magia, giocoleria, balletti moderni, drammatizzazione).
L'"orchestra" è un grande numero collettivo realizzato da circa 20 ragazzi che suonano brani .precendetemente preparati.
Le "danze" è la rappresentazione collettiva di danze popolari di vari paesi europei eseguite con un costume ideato e realizzato qui a scuola nel corso dell'anno scolastico in appositi laboratori.
Per un problema di spazio e di utilizzo di costumi, 120 ragazzi eseguono alcune danze al-
l'inizio dello spettacolo ed i restanti 120 eseguono altre danze nel finale.
L'unico luogo relativamente vicino al quartiere, e comunque avente i requisiti per ospitare una simile iniziativa, è il Palalido di Pie Stuparich. La data della rappresentazione è mercoledì 12 giugno alle ore 20. Tutti sono cordialmente invitati.
U.S. Trenno Sezione Cicloamatoriale
L'U.S. Trenno, Società ciclistica e calcistica ha istituito una nuova attività: "La Sezione Cicloamatoriale".
Cerca pertanto amanti delle due ruote di tutte le età, per organizzare insieme splendide pedalate ecologiche. Per informazioni venire il lunedì e giovedì dalle ore 21 c/ o la nostra sede in Via L. Ratti, 24 Milano. U.S. Trenno Sez. Cicloamatori
Come ospitante, I'ACSI ha presieduto al rituale scambio tra le squadre contendenti, nella persona della sua presidente, Signora Nadia Dalla Vedova, in veste di capitano della squadra, con il capitano del Tennis Club Melzo, sig. Rizzo Abbiati.
Gli arbitri designati sono stati i signori Renato Fogliarini, per l'incontro Di Donato Graziella, Turolla Cristina, e il sig. Barison Enrico per l'incontro Bordogna Ilde e Bellocchio Antonella. Il primo di questi due singolari femminili ha visto vincente la giocatrice Di Donato dell'ACSI sulla Turolla per 6/ 36/ 2. Contemporaneamente si giocava sul campo adiacente l'incontro della Bordogna, per l'ACSI, contro la Bellocchio per il Melzo.
Abbiamo potuto osservare interamente questo match (e ci duole di aver dovuto perdere la visione dell'altro a sua volta interessante) che per tutto il tempo del primo set ci ha lasciati molto incerti circa il risultato parziale, essendo pervenute le due giocatrici a un 4/ 4 nei primi otto games. La giovane e longilinea concorrente del Melzo riusciva ad aggiudicarsi il primo set con 6/4 sfoggiando molta scioltezza, un bel rovescio e un diritto teso, che ha costretta l'avversaria a continui piegamenti e flessioni. Compreso il suo gioco, la Bordogna, sempre
Un game per ciascuna, la Bor dogna accorcia ogni volta che può e non permette alla Bellocchio di distendersi nel suo diritto potente. La giocatrice del Melzo non gradisce questo ritmo spezzettato, cerca di ricambiare ma la rappresentante del ACSI non cede su nessuna palla anche se corta o cortissima.
Fa i12/ I e poi il 3/ 1. Nel game successivo, si assiste a un vero sfoggio di bei colpi da parte di entrambe le avversarie, con palle decisive per ogni punto. Sul quaranta pari, si ha un momento importante, quando su un dubbio arbitrale la stessa Bordogna con la sua signorilità offre un "due palle" alla Bellocchio. Il 5/ I è comunque suo e rincontro finisce sul 6/ I, con la acquisizione per l'ACSI del secondo punto.
Il doppio, che ha avuto meno storia dei due singoli, ha visto ancora le due gocatrici del Melzo Bellocchi-Turolla contro Yoshiko Kawano — Cattorini Anna per il club milanese.
L'affiatamento di queste due giocatrici è stato maggiore di quello delle avversarie, sebbene tutte e due le coppie si trovassero composte per la prima volta. Il risultato conferma: 6/2-6/0, con il terzo punto per la gioia di tutta l'ACSI in particolare di Nadia Dalla Vedova che ha visto confermate le sue scelte come capitano di squadra. Nel 13° girone, le giocatrici dell'ACSI dovranno incontrare il "T.C. I
campi" di Usmate e poi il "T.C. Pavia" nella sua sede. Nelle successive cronache daremo i risultati. B.B.
Aperti da maggio
Nuovi campi sportivi in via Cilea
Sono il Centro Libertas Gisport ed il nuovo campo della Polisportiva San Leonardo G 2
Il 1° Maggio, alle ore 10, è stato inaugurato in via Cilea 51, al Gallaratese, il nuovo Centro Libertas Gisport, comprendente un campo di calcio per addestramento, due campi di bocce, due campi da tennis Canada Tenn e terra battuta verde, due campi da tennis con erba sintetica, un'aula per addestramento NACG ed il servizio Bar-ristoro. In tale centro sono tra l'altro previste scuole di tennis e di calcio.
Nella stessa via Cilea, ma al n. 71 all'angolo con via Fichera, domenica 5 maggio è stato inaugurato il nuovo campo sportivo della Polisportiva S. Leonardo G 2. La cerimonia, iniziata alle 12,30, ha avuto poi un'appendice nel pomeriggio con il Torneo calcistico dei Puffi.
Ora combatte nella categoria Juniores per Kg. 86. Ultimamente per arrivare in finale ai campionati italiani ha dovuto disputare tra le fasi regionali ed interregionali ben dodici incontri vincendone unidici per "Ippon" che è la vittoria prima del limite, perdendo il dodicesimo per la maggiore esperienza dell'avversario.
Tutte queste soddisfazioni per il Magro sono il frutto dei continui allenamenti di cui va dato il merito al maestro Angelo Beltrocchini, che costantemente ed assiduamente segue i suoi ragazzi con cura ed attenzione.
Per i Campionati Nazionali, le qualificazioni sono regionali e interregionali, dal Nord a Roma, e le finali comprendono tutta l'Italia.
Nel 1984 il nostro promettente atleta ha vinto il Campionato Italiano Cintura Blu a Napoli per la stessa Jigoro Kano, oltre ai trofei vinti nei Regionali e Interregionali Cintura Nera. Si è qualificato al secondo posto alle finali dei Campionati Italiani nel marzo dell'85 e sempre in questo anno, il 21 aprile scorso, a Cinisello Balsamo, il Magri come Cintura Nera si è classificato al secondo posto fra partecipanti di diverse nazionalità oltre che italiani, cioè provenienti da Spagna, Polonia, Jugoslavia, Svizzera, Germania, ecc.
In attesa della chiamata di leva, che avverrà nei prossimi mesi, Vincenzo Magro spera di poter entrare a far parte delle Fiamme Oro ossia nel Gruppo Sportivo della Polizia.
Augurandogli che si avverino i suoi desideri, chiudiamo questa breve presentazione con un bel "Vinca il migliore!". B.F.
Nella foto, Vincenzo Magro che è stato chiamato per la Nazionale Juniores durante un incontro di Judo.
zwdCRONACA
Il 12 giugno Spettacolo d'arte varia della scuola media Casati
Dal 15 al 23 giugno in via Falle
La cultura, i giovani, l'occupazione alla Festa de l'Unità al Gallaratese
Organizzata dalla sezione Ragionieri del P. C. L sarà luogo di incontri, di dibattiti, di svago e di divertimenti
Dal 15 al 23 giugno la Sezione E. Ragionieri organizza il Festival dell'Unità in Via Falk, nell'interno del Festival vi sarà come sempre il servizio bar, la cucina, gli stands della pesca, dei fiori, dell'erboristeria ed altre novità. Vi sarà molta musica, ballo liscio, ballo anni 60, con orchestra spettacolo "I Memphis".
Si è voluto dare particolare attenzione ai giovani e quindi tema della festa sarà "La cultura, i giovani e l'occupazione", con i seguenti dibattiti:
16 giugno 'La Pace - Guerre Stellari"
17 giugno "Ecologia - L'Ambiente, l'inquinamento"
18 giugno "Scuola - Prospettive di lavoro"
19 giugno "Le DevianzeTossicodipendenza, che fare?"
20 giugno "L'eredità di Belinguer, nell'epoca della rivoluzione tecnologica"
21 giugno "I giovani, nuovi valori. Problema casa".
22 giugno "Commentiamo i risultati del Referendum - Incontro con le forze sindacali".
La grande novità di quest'anno è il Minifestival, infatti nelle tende si è creato uno spazio dove si esibiranno i ragazzi dai 5 ai 14 anni in gare non competitive a premi di recitazione, pittura, canto, danza seguiti da una animatrice.
Questa iniziativa continuerà quel dialogo che caratterizza l'immagine del nostro Partito tra la gente. Gli amici dell'Unità
Saranno famosi
c'è anche un "mini-Festival»
Protagonisti ne saranno i bambini dai 6 ai 15 anni - La prima adesione è venuta da "Silvy", otto anni, motocrossista, trapezista, attrice, paracadutista, speleologa e... ipnotizzatrice di galline
seguita ogni giorno con esperienza, ma anche con un po' di apprensione, dalla mamma. Tante ore passate ad esercitarsi le fruttano il successo in parecchi spettacoli circensi di Milano e provincia: Silvia diviene trapezista a soli sette anni. Nel frattempo, fra trapezi, giochi ed anche "compiti", la versatilissima Silvietta impara ad ipnotizzare le galline e nell'ultimo anno, con questo curiosissimo skatch, ha partecipato a diverse trasmissioni televisive condotte dai più celebri Dal 15 al 23 giugno prossimi presentatori. nell'ambito della Festa de l'Uni- A seguito di queste sue appatà, che si terrà nel Quartiere rizioni, che hanno riportato un Gallaratese per inizitiva della notevole successo, a Silvia è stasezione Ragionieri del PCI, ci fa proposta recentemente una sarà un "minifestival" riservato parte importante in un film di ai bambini dai 6 ai 15 anni. prossima uscita con Bud SpenProtagonisti saranno solo loro cer e Tomas Milian; la piccola e i "numeri" per cui si sentono attrice sta inoltre portando a portati, unico adulto il condut- termine, proprio in questi giortore. ni, una serie di telefilm per la Rai. Non ce n'è a sufficienza? No! Volete sapere quali sono le più grandi passioni di Silvia dopo il trapezio volante? Sotto l'attenta guida di papà Silvio, che di paracadutismo se ne intende parecchio, la bambina ha già
Prima ad accettare l'invito è stata Silvia Colombo, che questa volta "giocherà" in casa abitando appunto al Gallaratese, in via Mario Borsa 14, dove è nota a tutti.
Non è la prima volta che si compiuto diversi lanci divenparla di "Silvy" (ha già un nome tando la mascotte del Gruppo d'arte), parecchi giornali hanno Paracadutisti Milanesi e lo scorgià parlato di lei e delle doti so Natale sotto l'albero c'era il piuttosto insolite di questa bel- più bel regalo che lei potesse lissima e vivacissima bimba che aspettarsi: un mini-paracadute ha appena compiuto gli otto "a patente di lancio". E durante anni. le vacanze Silvia diventa anche speleologa calandosi col papà
Figlia d'arte di entrambi i ge- in grotte e buchi alla ricerca di nitori (il padre Silvio è un noto reperti archeologici nei dintorni sensitivo, inventore di marchin- della loro casa toscana. gegni sportivi, nonché appas- Siamo quindi curiosissimi di stonato egli stesso di sport al- vedere quale "numero" ci sta quanto pericolosi; la mamma, preparando "Silvy" per il prosex trapezista, è stata una valente simo "mini-festival" del Gallaginnasta olimpionica) non c'è ratese dato che le sue specialità da stupirsi che Silvia abbia nel sono più di una. Abbiamo ansangue delle doti e delle curiosi- che desiderio di sentirla parlare tà non comuni a tutti i bambini di sè stessa e della vita di tutti i della sua età. giorni, perché, ve lo assicuro, è anche una bella e semplice bambina come tutte le altre. Speriamo inoltre che tanti bambini, con le più disparate doti artistiche, accorrano numerosi a partecipare ed a dimostrare che anche loro "diventeranno famosi".
A soli cinque anni Silvia comincia a stupire vincendo una gara di motocross riservata ai bambini dagli otto ai dodici anni, naturalmente camuffata da maschietto. Ben presto però l'interesse della bambina si sposta al trapezio volante e viene
Laura Fagnani
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...e nell'ambito della Festa
giugno 1985 milano 19 - pagina 11 CRONACA
pagina 12 - milano 19
Adesso che la stagione congressuale delle Ad si è conclusa resta nel cuore il ricordo di una vivace festa di compleanno alla quale molti hanno voluto partecipare anche se all'ultima ora.
La strana avventura aclista continua a suscitare curiosità e interesse: dopo quarant'anni le Acli sono rimaste uno spazio dove gli incontri e gli scambi di idee sono più facili che in altri luoghi; dove il dialogo che è quasi impossibile altrove mantiene invece il suo flusso; dove nonostante la babele dei linguaggi della società complessa si riescono ad immaginare progetti per camminare insieme sulle vie del cambiamento.
Il pianeta Acli, finora sopravvissuto a tante avversità provocate spesso da pressioni e spinte, è ancora in gran parte da esplorare.
Lo studio e l'approfondimento della storia e della cronaca aclistica potrebbe essere utile, nontanto per tirar fuori qualche scheletro dall'armadio, ma per proiettare il mestiere delle Acli nella quotidianità delle lotte per il lavoro, la democrazia, la pace.
Ripensando il percorso fatto in questi quarant'anni viene alla mente una immagine sportiva di attualità: la via imboccata dalle acli poteva sembrare una lunga, anche se accidentata, discesa libera verso il traguardo del riscatto culturale e sociale, oltre che politico, dei lavoratori e delle classi popolari.
Strada facendo le Acli si sono tuttavia trovate davanti a tanti paletti, messi alle volte da altri, alla luce del sole o nell'ombra, che hanno trasformato la corsa aclista, aperta quasi sempre alla partecipazione di chiunque, in uno slalom imprevedibile con il rischio della possibile uscita di pista per sbandamento o dirottamento.
Nelle varie situazioni congiunturali e storiche attraversate nella Chiesa e nella società, i militanti aclisti hanno fatto di tutto per schivare gli ostacoli, per evitare le tentazioni e le trappole, per restare fedeli alla loro utopia anche su terreni ac-
Conclusa la stagione dei congressi
uarant'anni di ACLI per lavoro, democrazia, pace
Il mestiere di stare dentro questa società che è una miscela di passato e di futuro, di ottimismo e di pessimismo, di scetticismo e di speranza - Gli obiettivi dei circoli per il prossimo futuro
cidentati e scoscesi, per non perdere la fede.
Le Acli danno l'impressione ai compagni di viaggio, ai visitatori ed agli ospiti, di essere rimaste sulla breccia, in campo aperto, in zona di fronteira.
Per cogliere tutta la complessità delle vicende acliste sarebbe necessario avviare una riflessione sulle scelte che hanno caratterizzato l'esperienza religiosa, culturale e sociale delle Acli.
Si dovrà fare riferimento alla nascita della corrente sindacale cristiana, alla rottura dell'unità sindacale, al clima di guerra fredda dell'immediato dopoguerra, alla rad icalizzazione dello scontro politico degli anni '50, alla speranza della stagione del Concilio, all'affermazione della laicità e del pluralismo tra i cattolici, alla ricerca di autonomia ed alla fine del collateralismo, delle forze sociali di ispirazione cristiana, al rilancio dell'unità sindacale, alle lotte operaie e popolari degli anni 60/ 70, alla scelta di classe e anticapitalistica, all'ipotesi di un socialismo insieme, al superamento dggli steccati ideologici, alla ricerca di un progetto per una società liberata dall'ingiustizia e dal bisogno.
All'appuntamento per il cambio d'epoca ed alle soglie del 3" millennio, le Acli vogliono presentarsi con il loro patrimonio di forza sociale aperta al colloquio con tutti coloro che hanno
la vocazione della fratellanza, della solidarietà e della non violenza; che hanno la passione per la libertà e la giustizia, che lottano per la liberazione dall'oppressione e per l'autodeterminazione dei popoli.
Quali Acli dunque per il prossimo futuro, quando oggi sembra più difficile che nel passato leggere i segni dei tempi?
Il sociale sta diventando s imile ad un sistema di isole alla deriva: molta gente viene buttata in acqua, ma non ci sono nei dintorni salvagente o scialuppe di salvataggio. Non avere lavoro, perdere il lavoro è come non saper nuotare in mare aperto. Sembra purtroppo tornare di attualità un vecchio detto delle situazioni di emergenza: ognuno per se, si salvi chi può!
La crisi disorienta, divide, fa sparire la solidarietà: non solo non si riesce a trovare lavoro per tutti, ma non c'è più nemmeno la speranza di riuscire a inventarlo. Senza la speranza non si riesce a vivere perché la solitudine e l'angoscia sono in agguato dietro l'angolo della disoccupazione. Ecco quindi una prima sfaccettature della collocazione delle Acli: star dietro le cose, pensare con il cuore e gli occhi aperti sulla realtà che cambia e che ci sta trasformando. Si deve tentare l'impossibile per aprire squarci nello scetticismo che rischia di radicarsi
nelle coscienze, per non disertare la battaglia sociale, per mettersi in dialogo con quella speranza che deve essere ancora possibile nonostante tutto.
Animare, far crescere, organizzare il sociale è il mestiere delle Acli: il futuro emerge a fatica e in forme contradditorie ed è quindi indispensabile saper leggere i bisogni e le attese con la dimensione della fede e dell'amore per un prossimo che è spesso scartato e disperso.
Nessuno dovrebbe comportarsi come le 3 scimmie ormai famose: non vedo, non sento, non parlo. Abbiamo visto e sentito, vogliamo parlare e cambiare, non vogliamo scappare, non ci interessa andare altrove, non possiamo comunque tentare di salvarci da soli. Si può dire che ci siamo innamorati delle Acli, della loro volontà di stare dalla parte degli operai, dei poveri, degli emarginati, di quelli che fanno fatica a campare, di chi è buttato via: è una scelta di movimento ed insieme personale, fatta con l'intelligenza e con il cuore, con la gioia di lottare per una causa giusta, quella del diritto di ognuno di lavorare e di vivere in una società fraterna e pacificata.
Vogliamo stare con i lavoratori che sono stati messi in cassa integrazione a zero ore o licenziati, con i giovani ai quali vengono offerti lavori umilianti o
inesistenti, con gli anziani in solitudine, con i lavoratori stranieri in Italia per lavoro o in esilio, con chi chiede la pace lottando contro l'escalation degli armamenti e il sottosviluppo.
Si deve alimentare una diffusa e capillare obiezione di coscienza di massa contro tutto ciò che produce disoccupazione, marginalità, disuguaglianza, ingiustizia, per allargare gli spazi di libertà e di democrazia, per difendere la dignità di ognuno
Di fronte all'impossibilità di un futuro per molti giovani e lavoratori, dobbiamo agire per colmare un sempre più vistoso deficit di solidarietà e per tessere una trama di rapporti con la comunità che ci circonda e nella quale siamo immersi per condizione sociale e per vocazione.
Nella crisi della ideologie e delle culture si deve riprendere un dialogo interrotto dalla caduta dell'ottimismo e dall'arresto dello sviluppo, per andare insieme verso il domani con la spinta della fede e l'entusiasmo delle fantasie possibili, delrutopia dell'amore. Le Acli hanno un grosso lavoro da fare dentro le comunità cristiane: tenere aperto ed alimentare un confronto leale sulle questioni dell'evangelizzazione e della promozione umana, senza appiattimenti integralistici o clericali, con la pazienza della tolleranza e l'impazienza della giustizia, con la disponibilità ad offrire un
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servizio ai fratelli ed a camminare insieme dialogano con tutti.
Il modo di far politica oggi rischia di allontanare molti, di generare sfiducia e indifferenza, di alimentare il disimpegno.
La strada per l'estensione degli spazi di democrazia e di partecipazione va percorsa con lo slancio e la generosità che ha caratterizzato razione di molti militanti in questi lunghi anni di battaglie sociali per raffermazione degli ideali di libertà e di uguaglianza.
Ognuno si deve riprogettare sulla base di una speranza nuova fondata sulla non violenza, sulla profezia, sul realismo, sull'aggiornamento del linguaggio, sull'educazione alla pace, per cambiare lo stile di vita, per diventare credibili, accettabili, meritevoli di fiducia. C'è stato un giorno, qualche anno fa, in cui migliaia di persone si sono date la mano sulle vie del mondo per dichiarare la pace.
Ora che l'onda alta del pacifismo è passata, resta la fatica del pensare e del cercare per dimostrare che la pace è possibile: la resistenza alla violenza ed al riarmo è un atto di amore per le nuove generazioni, per chi soffre la fame, ringiustizia, soppressione. Vanno fatte proposte per il congelamento degli arsenali convenzionali e nucleari esistenti con gesti e segni di disarmo anche unilaterale.
Il mestiere delle Acli negli anni '80 sta dunque dentro questa società che è una miscela di passato e di futuro, di pessimismo e di ottimismo, di scetticismo e di speranza.
La forza delle Acli sta nella capacità di far emergere e di dare dignità al sociale, di animare i processi di cambiamento, di dare la parola alla gente, di fare progetti assieme.
I Circoli Acli devono diventare occasioni di laboriosità sociale, di creatività, di apertura al nuovo, di fraternità, di dialogo con la speranza, di sperimentazione della fecondità della fede, di testimonianza cristiana, di amore per gli ultimi.
Giovanni Garuti
1985
giugno
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Presento, e vorrei suggerirne l'acquisto soprattutto per farne un regalo, un libro delizioso, adatto a tutti, piacevole per tutti, significativo e particolarmente indicato ad essere preso in mano alle soglie delle vacanze.
Di queste vacanze che sono un po' le improrogabili scadenze le quali, giustamente, dividono le nostre giornate urbane in "prima" e "dopo": il prima dei preparativi, delle attese, delle fantasticherie, il dopo del rientro, della ripresa, del "tutto come sempre" al quale in fondo non vogliamo rinunciare.
Ecco, questo libro dal titolo sintetico, "Un giorno, un cane" è il frutto di una riflessione molto tenera e affettuosa di una disegnatrice e pittrice belga che ha riflettutto su una storia (in negativo) che ogni anno si ripete, la storia della bestiola domestica che al momento della partenza
Io scaffale di Casa di Cura S. Siro
per le vacanze viene abbandonata su una strada da un'auto che fugge. La disegnatrice ne dà la sua versione usando un sistema comprensibile a tutti, il disegno in bianco e nero. Con la sua matita sensibile traccia con sincerità e struggimento la vicenda molto probabile oltre che drammatica di un anonimo cane, quasi ancora un cucciolo, che si trova d'un colpo meravigliato e solo davanti alla strada dove va scomparendo tutto il suo passato (in quell'auto che diviene sempre più piccola) e con esso le sue poche sicurezze, di affetto e di cibo.
In cinquantacinque quadretti appena tratteggiati è raccontata la sua odissea non cercata, non voluta, e della quale non intravede la fine. Niente di patetico, però, niente di eccessivo o volutamente strappalacrime, solo una cronaca nuda e spoglia di
una situazione purtroppo così di sovente vissuta, per l'uomo, dall'altra parte e senza chiedersi quali siano veramente i risultati.
Dopo la solitudine, la paura, la fame e il senso ultimo di esser scacciato da ogni dove, il cucciolo del racconto riceve alla fine la carezza di un bambino, di modo che ce ne venga un messaggio, un insegnamento, un invito alla riflessione, giusto prima che arrivi l'estate. Ecco alcune sequenze, tolte disposizione di chi sappia inventare, costruire e vincere lottando. Un modo questo — di Milano — di mantenersi giovane, con l'evoluzione continua dello scenario del "chi conta".
dal libro della Martin, per le Edizioni Emme, presentate in Italia nel 1983.
B. Buttafava
Nella nostra redazione per i nostri lettori sono reperibili alcune copie del volume "Un giorno, un cane" ad un prezzo scontato, fino ad esaurimento.
Il prezzo di libreria è di L. 12.000. In Milano è reperibile in via S. Maurilio 13 presso le Edizioni Emme.
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Di solito si è portati a credere che un libro di economia o di finanza sia di facile lettura: il linguaggio per iniziati, il tecnicismo proprio della materia e la materia stessa, arida e nozionistica, sono sufficienti da soli a tenere lontano il grosso pubblico. Stavolta non è così. Giancarlo Galli, sagace e acuto giornalista, nonché esperto politologo (e, diciamolo per dovere di cronaca, storico del movimento operaio) sfata l"innavicinabilità" dell'argomento, offrendoci un libro tutto da gustare. Il suo Romanzo degli gnomi, non è un saggio né un'inchiesta, ma una vera e propria story nella quale sfilano in ideale passerella intere generazioni di "gnomi", cioè di quegli autentici alchimisti moderni della Finanza che tentano di trasformare il denaro — sempre e solamente altrui, però — in qualcosa che è di gran lunga più prezioso dell'oro: il Potere, quello assoluto e immateriale che tende a basarsi anziché sal "sangue degli altri" (gli eserciti dei signori della guerra) o sul "sudore degli altri" (l'industria capitalistica) sui "soldi degli altri", poco importa se nella loro ascesa spesso svaniscono come meteore trascinando nel fango (e talvolta nelle galere) dinastie e uomini. Galli nelle sue godibilissime pagine ci racconta una storia del nostro tempo, ma dal respiro profondo, perché le sue radici vanno lontano: nella geografica, nei secoli e nel costume, un cammino alla ricerca delle origini storiche, scoprendo così che gli gnomi erano ben presenti e potenti anche nell'antica Grecia, per poi risalire nell'età moderna con John Law, scozzese e massone di Edimburgo, gran bancarottiere. A. parlargliene, guarda caso, è proprio Roberto Calvi. Strana e bizzarra coincidenza: Law morirà in povertà fra i ponti di Venezia, Calvi sotto un ponte di Londra.
I Rockfeller, i Rotschild, Raffaele Mattioli, Enrico Cuccia, Cesare Merzagora, Guido Carli, Enrico Mattei, il misteriorios Marcinkus, Eugenio Cefis, Michele Sindona, Roberto Calvi, e poi gli Agnelli, i Pirelli, Giorgio Valerio, Carlo De Benedetti, ecc. ecc. sono i protagonisti di questa storia di gnomi, una sfilata attraverso i tempi sulla grande pedana delle vicende umane fino ai giorni nostri, a quegli uomini che oggi, negli anni ottanta detengono una forma di potere affascinante quanto controversa: quella che discende dalla Finanza, entità inafferrabile e pregna di significati che oscillano fra la quasi mistica esaltazione e la demonizzazione. Angeli o diavoli, dunque, questi finanzieri? Niente di tutto questo, dice Galli, sono gnomi, appunto. Il loro bosco, la Svizzera Felix, ovviamente, ma senza confine; il complesso racconto delle loro gesta poco alla volta ma incessantemente ci porterà a contatto col nostro quotidiano. Sino a calare nello scenario di una grande città, anzi di una metropoli - Milano, in epoche non lontane celebre per la sue operosità imprenditoriale; oggi, per i suoi finanzieri. Uomini che per potenza nulla hanno da invidiare ai colleghi di Wall Street, della City. della zurighese Bahnofstrasse ai quali, per altro molti sono legati da sottili legami di solidarietà; fra i quali, non certo unico, ma nemmeno ultimo -dice Galli — quello della fratellanza massonica. Perché Milano è la culla di quel dinamismo prorompente che è la sfida imprenditoriale, in virtù della quale il Potere economico-finanziario non è detenuto da "Grandi Famiglie" regnanti — come gli Agnelli in Piemonte, i Marzotto nel Veneto, i Costa in Liguria, per fare degli esempi — che se lo trasmettono per diritto ereditario, ma è — da sempre — a
Nessuna generazione può, insomma, dormire sugli allori. E le famiglie, pur ricchissime, regolarmente falliscono allorché tentano di assurgere a dinastie
Ma vediamoli, questi "gnomi" milanesi, che fanno di Milano, o meglio, della Repubblica Ambrosiana, "la locomotiva che trascina il Treno Italia verso l'Europa", secondo la fortunata immagine coniata da Pietro Bassetti.
Nessuna stella riesce a prevalere, nel firmamento ambrosiano. Non si riesce a creare un Gotha lombardo. Ci sono il Carlo Bonomi erede dell'Anna, c'è il Cabassi passato dalle cave di sabbia alle città-satelliti, il vecchio Pesenti (banche, assicurazioni, edilizia). Quindi il finanziere italosvizzero, con passaporto uruguaiano, Orazio Bagnasco.
C'è Berlusconi Silvio (ii più ruggente) con quartieri modello, reti TV e giornali. C'è Carlo Benedetti che la la spola con Ivrea. Su tutti costoro, affinché nessuno prevalga, vigila insonne il vecchio gnomo Enrico Cuccia, dal suo ufficio Mediobanca di via Filodrammatici.
Poi, spaziando oltre, tanti volti appena conosciuti: come Guida Angela Terruzzi che si dice "potrebbe comprare la Borsa in contanti". E c'è un sistema bancario e finanziario sano ed efficiente che è presto riuscito a far dirottare nelle pagine di "cronaca nera" le disavventure dei Calvi e dei Sindona, gnomi degenerati. E che la "nuova Finanza" che guarda Wall Street, alla City, alla Borsa di Tokio, ha già dimenticato, sebbene fossero carne della sua carne. E le stelle decadute non si contano. Pensiamo ai Marinotti, agli Olcese, ai Bernocchi, ai Faina, ai Riva. O a personaggi che in certi momenti parevano intoccabili, come Giorgio Valerio della Edison-Montedison. Quel che colpisce è il fatto che tutti costoro non sono stati di-
sarcionati da congiure di palazzo bensì dalla darwiniana evoluzione del neocapitalismo ambrosiano. Per non parlare poi delle famiglie, il cui esempio più clamoroso è probabilmente quello dei Crespi, cotonieri in "tagliatori di cedole", non sono stati in grado di reggere l'impatto con la nuova realtà degli anni settanta, e hanno dovuto abdicare in favore dei Rizzoli, a loro volta travolti dalla spirale finanziaria. Non per questo Milano risulta decapitata del ramo editoriale: sulla scena compaiono personaggi come Edilio Rusconi e, soprattutto, Silvio Berlusconi, ancora lui, che ha compiuto il gran balzo concettuale: dall'informazione scritta a quella elettronica.
Ben strana borghesia, comunque, quella milanese: pur generando i "figli" più diversi, ma li ha promossi a Principi. Poiché tale traguardo non hanno raggiunto nemmeno altri personaggi (oltre quelli già citati) che pur hanno avuto parte non trascurabile nella sua storia dell'ultimo ventennio: dal kennediano Piero Bassetti al rivoluzionario e guerrigliero Giangiacomo Feltrinelli, dall'intellettual-pasionaria Giulia Maria Crespi all'emblematico caso di Bettino Craxi. Se vogliamo un po' cinica, sicuramente senza complessi, questa borghesia lombarda è già nel Duemila. Certo in un ambiente degno del miglior West: latitano i salotti-bene, e le teste d'uovo girano raminghe, anch'esse in cerca di sponsorizzazione, come è accaduto persino alla Scala dove la "prima" dell'83 è stata sovvenzionata da una compagnia d'Assicurazione. Racconta Giancalo Galli: "Mi dice un parvenus, tanti miliardi e nessun nome: Siamo la nuova California. Uno si sveglia povero e la sera si ritrova ricco; un altro va a dormire ricco e si risveglia miserabile, perché c'è stato un crollo azionario a Tokio..." Esagera, ma fa capire un concetto: qui l'aristocrazia ha ceduto il passo all'internazionalità. Persino l'Europa sta stretta a questi nuovi lombardi". Daniela Bonafede
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Un giorno, un cane di Monique Martin - Emme Edizioni
degli gnomi di Giancarlo Galli
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Notizie d'arte Sergio Giannini espone
alla Galleria del Barcon
Il pittore Sergio Giannini ha in corso fino al 9 giugno una mostra personale presso la Galleria del Barcon a Milano in Alzaia Naviglio Grande 54, tel. 83.99.992, nella quale presenterà un'ampia rassegna delle sue
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Meglio che la massaia sappia in via preliminare di trovare dal salumiere o macellaio le cotenne fresche di maiale e che abbia a disposizione del brodo di carne in misura sufficiente.
L'occorrente per quattro persone di buon appetito è questo:
2 litri abbondanti di brodo, 200 grammi di cotenne di maiale, mezzo cavolo cappuccio, 100 grammi di lardo o pancetta quadrata, l gamba di sedano, I carota, 2 pomodori ben maturi oppure una scatola di pelati, 200 grammi di fagioli sgusciati
Non vogliamo definirlo "evento storico" come riportano alcune riviste, ma merita attenzione per la finalità della grande iniziativa i cui proventi andranno a beneficio dei popoli africani bisognosi e, non solo ma anche, a quella parte del popolo americano che soffre la fame.
Stiamo parlando del disco "We are the world" (Noi siamo il mondo) prmosso da un'idea di Bob Geldof e Harry Bellafonte ed inciso da un coro di oltre quaranta amici ritenuti tra i migliori artisti della musica moderna.
M ichael Jackson e Lionel Richie sono gli autori e tra i coristi si annoverano K im Carnes, Ray Charles, Bob Dylan, Al Jarreaus, Billy Joel, Diana Ross, Tina Turner, Dionne Warwick, Stevie Wonder, H uey Lewis & the News, Jeffrey O-
freschi (oppure 100 grammi secchi preventivamente ammollati), mezza cipolla e uno spicchio d'aglio, qualche foglia di basilico o salvia, sale, pepe, due vistose patate tagliate a cubetti dopo averle ben sbucciate; quindi 250 grammi di riso d'ottima qualità e parmigiano grattugiato. Raschiate bene le cotenne e tritato bene il lardo o pancetta si uniscano al brodo in una capace pentola e si ponga al fuoco; vi si aggiungano tutti gli ingredienti indicati tranne il cavolo, il sborne e tanti altri; mettere insieme tante voci anche se professioniste ha richiesto molto lavoro e prove su prove per quattro giorni e quattro notti; il tutto sotto l'arrangiamento e la direzione di Quincy Jones.
La musica e la professionalità dei cantanti è superaltiva, mentre non da meno sono le parole di "Noi siamo il mondo" che riportiamo nella traduzione italiana:
"Ecco il momento in cui bisogna porre attenzione ad una certa chiamata, quando il mondoi deve sentirsi tuttuno. C'è gente che sta morendo, ed è ora di prestare una mano alla vita, il dono più grande di tutti. Non possiamo andare avanti a pretendere giorno dopo giorno che qualcuno, chissà dove, presto agirà. Siamo tutti una parte del-
prezzemolo e il riso ovviamente; si faccia cuocere a fiamma moderata ed a pentola incoperchiata per tre buone ore, quindi si aggiungano le foglie del cavolo ben lavate e colate regolando eventualmente la fiamma e si lasci cuocere ancora per altri tre quarti d'ora a pentola sempre coperta.
E giunto il momento di mettervi il prezzemolo ben lavato e tritato ed il riso; si alzi la fiamma a buon bollore, si rimesta e si lascia cuocere vivacemente per quindici minuti.
fame
la grande famiglia di Dio e la verità è, si sa, l'amore è tutto ciò di cui necessitiamo".
Non vogliamo fare pubblicità al disco, anche se ha scopi benefici, non vogliamo portare alla redenzione i guerrafondai ed i ricchi egoisti, ma solo lanciare un messaggio di meditazione a tutta la Zona 19 e alla grande Milano, dove, nell'arco di un anno, vengono buttati via nella "pattumiera" quintali di pane. La gente nel mondo continuerà a morire di stenti e di fame anche se ci saranno iniziative come "We are the world"; siamo del parere che, giornalmente, "prestare una mano alla vita" sia più remunerativo della grande iniziativa discografica che comunque merita tutta la nostra attenzione ed il nostro plauso. L.C.
Menino
"D'inverno caldo e fragante con parmigiano abbondante grattugiato sull'istante; d'autunno o primavera secondo l'atmosfera che ognun gradita spera; d'estate raffreddato con sopra il grattugiato è meglio sia gustato. A provarlo io v'invito, questo primo assai squisito che promuove l'appetito; un consiglio vi propino: annaffiatelo col vino! Sono il vostro meneghino!"
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Ä pagina 14 - milano 19 giugno 1985
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Contrasti del
moderno Quintali di pane gettati ...e c'è chi muore di
La morte di un eroe narrata dal figlio
In questa tela il pittore Rosario Ruggeri (che ha il proprio studio in viale Romagna 25) ha raffigurato la morte del padre partigiano come l'hanno vista i suoi occhi da bambino
Molti dei dipinti presentati nella mostra del Gruppo Sirio in occasione del Quarantennale della Liberazione hanno riferimenti autobiografici, perché appunto gli autori erano stati i diretti protagonisti di quelle vicende che "non si devono dimenticare" in quanto tutti proprio tutti siamo chiamati a costruire un mondo migliore.
Un'opera fra tutte merita una citazione particolare, e anche il suo autore, un pittore poco più che quarantenne, il quale ha presentato un lavoro molto drammatico dal titolo "Dedicato a mio padre, eroe partigiano, ucciso nel 1945".
Possiamo immaginare quante e quali memorie un tema simile risvegli in un figlio che deve unire sempre il sentimento di orgoglio verso un papà-eroe, con il rimpianto perenne di non averlo più al suo fianco, sentimenti ai quali si associa certamente la convinzione più che ferma, inamovibile, che tutto vada fatto affinché non si ritorni mai a quei livelli così bassi di abiezione sub-umana.
Nel quadro, ogni dettaglio è illustrato: l'uomo ferito, la donna con il bimbo in braccio, le armi, il sangue, il tutto in un ritmo precipitoso e "spigoloso" che fa della narrazione un testo leggibilissimo, valido anche pittoricamente. Ci si sente la "mano" di chi è uso a trasferire in immagini non solo forme ma anche contenuti del pensiero, elaborato per una resa figurativa di ottima qualità.
In questa occasione, perché il messaggio diventi più completo ed efficace, Rosario Ruggeri ha voluto mandarci di suo pugno il racconto completo dei fatti, come una autentica testimonianza di cittadino oltre che di figlio, perché con il suo sacrificio il partigiano Placido Ruggeri ha contribuito alla Liberazione dell'Italia, quell'avvenimento che senza rettorica ma con giusta commozione in questo 1985 noi celebriamo.
Ecco la sua "Storia di un eroe".
"Quarant'anni fa mio padre fu ucciso dai fascisti perché voleva l'Italia libera dalla dittatura. Da Messina si era trasferito al Nord con tutta la famiglia composta da sette fratelli. Viaggiando come venditore ambu-
lante sui monti della Valle di Vara conobbe mia madre, che amò e sposò subito. Vissero in una modesta casa di sassi di sapore etrusco, dove nacqui io e mio fratello.
Mio padre era un uomo di mare e si adattò a vivere sui monti per amore della famiglia, ma sognava grandi cose per il suo futuro e per i suoi figli in una Italia libera, eppure nel 1945 si era ancora in guerra. Mio padre fu tra i primi partigiani convinti che si dovesse lottare, e si distinse per la fede e il coraggio, nel dovere alla patria e agli ideali socialisti. Compì varie azioni eroiche e per i compagni dei monti egli fu il "bravo siciliano". Raccontano i miei parenti anziani che io a due anni mi ammalai gravemente e per tentare la guarigione mi portarono a La Spezia presso la nonna paterna. Mio padre mi veniva a trovare attraversando i boschi o con mezzi di fortuna. tra mille pericoli, consapevole che erano giorni di grande rischio per i partigiani. Un giorno stavamo tutti uniti in casa della nonna, ed io ero tra
le braccia di mio padre, quando dal silenzio si sentì urlare qualcuno sulle scale del palazzo "Arrivano i Tedeschi!". Mio padre pensò alla fuga, e l'unica via libera era la finestra dal lato del giardino, al quarto piano. Legarono subito delle lenzuola, i suoi fratelli e mia madre tenevano forte nell'interno e mio padre scendeva appeso all'esterno del muro, quando un nodo si sciolse e il fuggitivo precipitò.
Intanto i tedeschi, preceduti da un fascista, entrarono in casa e perquisirono tutto, facendo prigionieri tutti i maschi presenti, anche se giovanissimi, e raccogliendo poi sul prato esterno mio padre che nella caduta si era ferito alla testa. Alcuni giorni dopo, i miei zii furono rilasciati, ma di mio padre, nonostante le suppliche e le ricerche al carcere di La Spezia, non si seppe più nulla. Ai familiari veniva detto che il prigioniero stava guarendo. Invece, il 26 febbraio 1945 comunicarono che il partigiano Placido Ruggeri era stato giustiziato con fucilazione e invitavano i parenti a ritirare il
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corpo".
Ringraziamo Rosario Ruggeri per questa sua testimonianza certamente molto sofferti, ma che sarà utile proprio "per non dimenticare".
Bruna Fusi. Nella foto, il dipinto dedicato dal pittore a suo Padre.
Dimensione Parapsicologia
È necessaria una breve introduzione per questa nuova Rubrica di "Milano 19" che, come ci informa la testata, è anche un mensile di cultura.
Noi ne approfittiamo per accompagnare il lettore in un viaggio "a puntate" attraverso il mondo affascinante della Parapsicologia. Il nostro intento consiste nel-
( L'angolo della poesia
Patrizia Angelini
Un linguaggio simbolico pervarso di religiosità, quello della poetessa Angelini. Un misticismo latente che dipanandosi di verso in verso, risolve l'allegoria lirica attraverso la conoscenza, il biasimo e la speranza come anelito di Pace Universale.
Alla seguente poesia è stata conferita una segnalazione di merito con medaglia, al Concorso La Fontanella-Milano.
Koper
Come quei rami
I rami si scuotono secchi aggredendo nella notte deformando le realtà.
Quei rami che ebbero foglie vive piene di linfa insistono ribelli la loro danza funebre. Come quei rami anche noi disubbidienti abbiamo spazzato via la linfa della sopravvivenza. Facendoci protagonisti di assurdi desideri derisosi di melodiose leggi abbiamo precipitato la nostra poesia tra spini e rovi sepolta in rovinosi steli. Risorgiamo dunque questa Pasqua con parole d'amore sogni veri. Cambiano la nostra monotona eloquenza in lirico narrare dolce argomento. Il nostro ruolo già è stato tradotto in vita per una libertà che plasma. Non più la Parola sia nemica ma alleanza. così dunque si concluderanno i giorni senza la guerra-odio, la superbia non più protesta nè miseria. Il segno dei Pesci porterà la nuova era il popolo dei dodici raccoglierà la terra.
Viaggio
nell'ignoto a cura di Enrico Periti()
l'aprire nuovi orizzonti: tanto remoti quanto sconosciuti, ma non per questo meno tangibili.
Prima di iniziare il nostro ipotetico viaggio nei "meandri dell'ignoto" diamo qualche definizione di massima che ci consenta di familiarizzare con la terminologia adottata che risulterà così, meno ostica di quanto si vocifera in certi ambienti. La Parapsicologia. intesa
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come studio dei fenomeni paranormali, affonda le sue radici in millenni di storia anche se il vocabolo, coniato da Max Dessoir, risale solo al 1889. Ci interessiamo ora, delle varie espressioni che designano la ricerca parapsicologica ispirandoci ai più moderni criteri interpretativi.
Nel 1905, Charles Richet. propose il termine Metapsichica per indicare quei fenomeni intelligenti dovuti sia a forze sconosciute che ad espressioni dell'inconscio.
Osserviamo che Chiaroveggenza. telepatia, trasmissione del pensiero. spiritismo e divinazione vengono studiati da questa scienza che oggi è stata praticamente sostituita dal termine "parapsicologia".
Pulsione della volontà umana, energia del pensiero e sua traduzione in azione fisica sono manifestazioni comprendenti la Psicotronica.
Evidenziamo come questi fenomeni avvengano in assenza di supporti, non essendovi mediazione alcuna fra soggetto ed oggetto.
I cosiddetti sensitivi, la cui facoltà principale consiste nell'individuare oggetti nascosti o ignoti, sono studiati dalla Chiaroveggenza che si interessa delle percezioni extrasensoriali di quegli eventi, quindi, che non sono rappresentati (ovvero pensati) dalla mente di soggetti o animali, come ad esempio impulsi motori e qualità parauditive.
La Telepatia esprime al comunicazione paranormale fra due soggetti nel rapporto Agente-Percipiente.
Si verifica la suggestione a distanza quando l'agente è attivo e il percipiente passivo; mentre la lettura del pensiero ha luogo quando il percipiente è attivo e l'agente passivo.
Considerando la trasmissione mentale fra soggetti, a volte molto distanti fra loro, si distingue la telepatia dalla chiaroveggenza.
(segue)
giugno 1985 milano 19 - pagina 15
Ä
Maggioranza
percentuale.
Preoccupante raumento, sia pur. contenuto, del MSI (che mantiene i suoi due seggi, tra l'altro costantemente disertati nel corso della precedente legislatura), aumento che deriva, a nostro parere, da una forse non casuale mancata informazione da parte di alcuni partiti di governo ai cittadini su cosa sia stato e quali lutti abbia portato all'Italia il fascismo, di cui i missini si "vantano" di essere gli eredi ideali.
Ma torniamo alla composizione del Consiglio di Zona 19 così come appare dopo le elezioni del 12 maggio.
Da un primo esame ci sembra di poter rilevare una precisa indicazione degli elettori di proseguire nell'esperienza di maggioranza di sinistra e laica (PCI, PSI, PSDI e PRI), che da queste elezioni è uscita rafforzata essendo passata, grazie alla conquista di due nuovi seggi da parte del PRI, dai 19 consiglieri della passata legislatura ai 20 attuali.
Certo altre maggioranze sono possibili e probabilmente tutte verranno esaminate, ci auguriamo in tempi brevi, dai singoli partiti.
Quello che speriamo è che si tratti di una maggioranza stabiule (così come lo è stata quella che ha amministrato la Zona 19 negli ultimi cinque anni), formata attorno ad un programma che nasca nella zona per affrontare i problemi della zona e dei suoi abitanti e che non venga suggerita da fuori, magari da Palazzo Marino o, peggio ancora, da Roma.
Gli eletti
PRI — Allodi Corildo, Amato Antonello, Gallo Francesca.
PSI —Chiccola Giampiero, Zaccaria Fernando, Narratone Dario, Lodola Ogeste, Perrari Giancarlo, Brescia Giuseppe, De Varda Giorcelli Bianca.
PSDI — Inglese Angelantonio.
PLI —Minore Angelina.
DC — M affè Pierfranco, Martellosio Aldo, Rella Giuseppe, Valletti Ghezzi Manuela, Gibelli Giovanni, Tondo Sahatino, Cattaneo Zoratti Margherita, M ozzanica Giustina.
Pro-memoria
ne di luogo di giuochi per bambini e giovanissimi e neppure luogo di incontro per le persone di età maggiore; non tutti possono acquistare un box. Ci sono vie intransitabili e cortili talmente ingombri come nelle vie Omodeo. Chiarelli, Kant (per citarne alcune) che sono al limite di sicurezza; non ci sono spazi di fuga per eventuali incendi o incidenti vari. Se l'inurbamento sarà in aumento come previsto dai nuovi insediamenti del terziario non ci saranno più spazi per ovviare a questi inconvenienti.
Area via Appennini via A. Visconti. L'insensata costruzione delle due torri di via A. Visconti IO e 1 2 ha fatto sì che il già insufficiente parcheggio per i precedenti abitanti, quelli di via Appennini, diventi oggi argomento di continuo conflitto fino al punto che un cittadino malmenato ha dovuto trascorrere un lungo periodo in ospedale. La situazione viene peggiorata da una recinzione abu-
siva, e pure pericolosa, che gli abitanti delle torri di via A. Visconti 10 e 12 sono stati abituati ad usare come limite insormontabile dagli altri citadini. L'impossibilità del libero uso da parte di tutti di quest'area pubblica è argomento di maggior frizione fra gli abitanti.
L'area degli orti-bidonville tra via Appennini e via Gallaratese, un obbrobrio igienico ed estetico, se opportunamente riattata potrebbe dare una soluzione al problema. Grandi cose sono state fatte a Milano ed al Quartiere Gallaratese e altre ancora sono in via di ultimazione o progettate, ma una maggior attenzione per la soluzione di quelle situazioni con le quali i cittadini si devono confrontare tutti i giorni ci pare compito abbastanza urgente.
Comitato
A questo punto riteniamo però necessario, ai fini di una corretta valutazione della questione da parte degli elettori, sottolinerare alcuni aspetti economici ed istituzionali concernenti l'intera vicenda.
Innanzitutto c'è da rilevare che l'efficacia dell'intervento nell'ambito della lotta all'infazione è stata modestissima. Sarebbe ingiusto disconoscere una parziale validità delle misure governative nel detemrinare il calo dell'inflazione verificatosi nel 1984 (del resto fortemente legato al favorevole andamento della congiuntura internazionale), ma è doveroso sottolineare che esse hanno mostrato grossi limiti, perché si sono poggiate sull'inaccettabile equazione "costo del lavoro uguale inflazione. L'inflazione dei costi è infatti soltanto una delle componenti
del fenomeno inflattivo. Agendo soltanto su di essa non si considerano altre cause altrettanto importanti nella determinazione dell'inflazione.
L'aumento continuo dei prezzi è conseguenza anche dell'inflazione da aspettative, dell'inflazione da distribuzione, dell'inflazione da domanda. In particolare l'incidenza di quest'ultima è assai rilevante in Italia, data la la forte influenza esercitata su di ssa dalla continua crescita del debito pubblico.
La stessa inflazione da costi non è soltanto il risultato dell aumento dei salari, ma è determinata anche dall'andamento di altri fattori quali il prezzo dello materie prime (legato al tasso di cambio del dollaro), il costo dei capitali, l'incidenza delle imposte dirette e via dicendo. Una delle principali cause che hanno sostenuto l'inflazione in Italia a partire dal 1973 va individuata nell'andamento del tasso di cambio seguito all'abbandono del sistema a cambi fiss
D'altra parte le stime ufficiali del costo del lavoro sono sopravvalutate perché esse non tengono conto del "lavoro irregolare" (o lavoro nero che dir si voglia), che pure tanto rilievo ha nella nostra economia.
Inoltre la legittimità del decreto governativo (poi tramutato in legge) corre sul filo della costituzionalità. Tuttavia non serve invocare una presunta violazione dell'autonomia sindacale, data l'inesistenza di sicuri punti di riferimento giuridici in merito. Semmai l'intera vicenda mette in luce l'inadeguatezza, i limiti e la pericolosità di un continuo ricorso a forme di concertazione accentrata tra sindacati, imprenditori e governo. Concertazioni dove parte dei partecipanti decidono anche su questioni non di loro stretta competenza e dove coloro che dovrebbero essere rappresentati spesso non vengono consultati.
milano 19
E l'intervento del governo Craxi deve essere respinto, oltre che per la sua limitatezza, soprattutto per la sua iniquità. Ancora una volta, infatti, sono stati colpiti soltanto alcuni tipi di reddito (quelli da lavoro dipendente) e sono state ignorate altre ricchezze meno facilmente identificabili.
I modesti benefici di una mutata situazione economica non sono certo andati a vantaggio di coloro che maggiormente hanno sopportato i sacrifici. Nel 1984, infatti, i lavoratori dipendenti hanno aumentato la loro produttività del 3%, ma hanno ottenuto un incremento salariale complessivo del 7,9% a fronte di un'inflazione media del 10,5%. Inoltre con un'occupazione industriale diminuita nel biennio .1983-84 del 5,1% (7,2% calcolando anche i cassaintegrati), in presenza di un aumento della produzione industriale del 4%, il tasso di incremento del costo del lavoro per unità di prodotto, partendo dal 17,5% del 1982, ha raggiunto un valore pari al 5,3%. Quindi la massiccia decelerazione del costo del lavoro per unità di prodotto trova riscontro soltanto parzialmente nel tasso di inflazione, a riprova di un ampliamento dei margini di profitto o di intermediazione commerciale, mentre la situazione occupazionale nell'industria tocca i livelli più bassi del dopoguerra.
Per questi motivi e per quelli più sopra accennati, qualora non si arrivasse al varo di provvedimenti legislativi e di accordi tra le parti sociali, volti al ripristino delle condizioni preesistenti al febbraio 1984. un voto favorevole all'abrogazione della legge che ha tagliato i punti di contingenza sarebbe l'unica risposta idonea a consentire la ricostituzione di condizioni di equità per i lavoratori, messe in discussione dal governo Craxi.
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pagina 16 - milano 19 giugno 1985
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