Il foglio2

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BUON VIAGGIO!

Ho letto tempo addietro il volantino di tiratura limitata intitolato "Operazione Marocco" e spero l'abbiate letto anche voi. Dico opero perchè ne vale va veramente la pena. La "pena" però in questo caso non è riferita all'usuale modo di di re bensì allo stato emotivo che suscitava il suddetto volantina Ma vi rendete conto che abbiamo toccato il fondo? Vi ei le£ ge: - Il C.d.F. esprime alcune valutazioni - Il C.d.F. chiedeva di essere informato . - La Direzione ha usato il C.d.F. in modo strumentale...Signori, siamo di fronte ad un caso lampante di legge del men ga: chi ormai ce l'ha in quel posto se lo tenga! - Ma non crediamo di poter scaricare la colpa sui nostri colleghi del C.d.F., la colpa è specialmente nostra! Troppo spesso, nel pas eato, abbiamo abdicato il no otro grande potere di massa a poche persone (vedi Commissione Interna) ed ora alcune delle stesse persone che ieri hanno abdicato come noi, si trovano a rappreeentarci dall'altra par te della barricata. Una barricata, badate bene, che non dovrebbe più esistere perchè il C.d.F. non è una elite che tut to decide e a tutto provvede bensì la semplice unione di raE presentanti di tutti i componen ti dell'Azienda. Mi chiedo duri quo che potere hanno in mano i nostri rappresentanti? Un poto re confe'ritogli da gente che si tiene sempre in disparte fin quando non viene punta sul vivo e, chiaramente, quando questo succede mi ritrova sola. Così quando furono distribuiti i fa noci atlanti leonardiani (500 copie), cinquecento cari colle,

ghi se ne sono altamente sbattuti del perchè non fosse stato favorito anche il cinquecentuneeima ed ora i circa sessanta neo-favoriti se ne fregano tranquillamente del sessantunesimo "anziano" che rimane automaticamente fregato e così via! Voi direte: "Di questi regali non co ne importa nulle. E va bene, ma come abbiamo agito di _fronte ad arbitrari spostamenti di uf ficio ai danni di esseri umani come noi, voluti da qualche piccolo o gran de duce (dei quali siamo purtroppo ricchi)? Ce ne siamo a nostra volta sbattuti allegramente, questa è la ve rità! Ma ricordiamoci bene che oggi è toccato al tizio, domani potrà toccare a noi; come agiranno allora i aoetri cari colleghi? La risposta è

tanto ovvia che è inutile trascriverla. Di sicuro, an dando avanti di questo passo, rimane vincitore un solo nucleo, compatto, ben amalgama to, organizzatissimo e a eè stesso sempre solidale: il nucleo direttivo! E' facile distruggere senza aver nulla da ricostruire, vero? Ma io avrei qualcosa da costruire perchè vivo, penso, mi muovo, per un'Azienda sempre più al l'avanguardia e sempre meno soggetta al paternalismo tan to caro ai nostri direttori. E questa, in questo frangente sarebbe stata la mia idea: prima di scialare milioni a favore (relativo) di pochi, l'Azienda doveva risolvere al cuni grossi problemi che riguardano la comunità, quali l'apertura della nuova ala del la mensa dato che quella vecchia si sta saturando e il ri sanamento definitivo dei loca li delle sale stampa dove alcu ni dei nostri colleghi lavorano. Solamente DOPO questi provvedimenti poteva favorire le fasce di suo gradimento, non prima!

Invito tutti i colleghi che la pensano come me a partecipare alle Commissioni e a dar vera forza al C.d.F. affinchè vengano sempre più decisamente ri fiutati certi atteggiamenti e vengano più celermente raggiun ti gli obiettivi comuni!!

IMPORTANTE: LE LAVORATRICI GIE ANNUNCIANO PER IL PROS SIMO NUMERO ALCUNI ARTICO: LI SUI LORO PROBLEMI.

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PREMIAMOLI!

La notizia è trapelata in sordi na prima fra i pochi soliti in= formati di tutto, poi si è epar ea lentamente, continuamente ed ora è di dominio pubblico anche se nessuno la commenta ad alta voce: il 31 Dicembre sarà asse= grato il "Limone d'Oro" (come avviene nel mondo dello spetta= colo) al dipendente GIE-SICOM più acido, scostante, insomma più antipatico. Se ne parla pia no piano a mensa, fra un sorso di champagne ed un assaggio di caviale, ne discute con l'alfa= beto morse il ragioniere del 50 piano interrompendo la eoluzio= ne del cruciverba ed afferrando un aeroplanino di carta lanciato gli dal collega di fronte. Il problema per la giuria sarà ae= sai arduo poichè, diciamolo pure, tanti, ma tanti impiegati, una consacrazione ufficiale del lo= ro brutto carattere la meritereb bero. Basta osservare attentamen te, la mattina, l'ingresso in se de di questa variopinta fauna u= nana, per constatarlo. Dipenden= ti che arrivano sorridenti, can_ ticchiando fino al portone d'iri g reeso, varcata la soglia, sitrasformano lentamente: la fron te si aggrotta, le labbra ei con_ traggono, una piccola ruga solca le ciglia, i denti canini si al= lungano, la mani diventano più pelose, l'andatura ei fà pesante, lo sguardo bieco. L'impiegato en tra roteando gli occhi, risponde con grugnito al saluto del com= messo, sale in ascensore, si tra ecina per il corridoio, poi sí accinge alla sua fatica quotidia na fra lunghi sospiri, pulitine d'occhiali, dettature di lettere con voce cavernosa. Il rapporto con gli altri è gelido, mai un sorriso, mai un abbandono, una parola amichevole. Così per otto ore al giorno, per 365 giorni al l'anno, sempre. Sorge perfino il dubbio che questo rituale, che questo comportamento, sia il ri= sultato di una precisa imposizio ne a eè stesso; che questo impie gato-tipo si sforzi di vincere la tentazione di farsi una sono_ ra risata ogni tanto. Chissà che voglia avrà, magari, di racconta re una barzelletta, di quelle "grasse", a tutti quelli del suo reparto, di distribuire pacche sulle natiche a destra e a mini= stra. Eppure riesce a vincere sè stesso, a portarsi appresso la maschera di serietà, di impertur babilità. Così sarà ben visto dai "capi", riuscirà a sedurre i direttori, apparirà più adatto a posti di responsabilità, che co prirà con la stessa espressione assente, con lo stesso ghigno burbero, con la solita ruga fra le ciglia, fra la"delizia" di

chi gli starà di fronte, che pri ma o poi proporrà, su questo giornale, un baratto: "cambio collega d'ufficio con altro an= che con lieve difetto fisico-. N.B.: Inutile inviare fotografia, basterà che non somigli assoluta mente a quello attuale".

VIOLENZA

Già leggendo il titolo di que= st'articoletto qualcuno avrà pensato: Oh, no, anche qui si parla di Brigate Rosse! Non gli si può dar torto. Oggi violenza . BR e BR = violenza o in gene= rale la violenza politica è quel la che più colpisce la nostra mentalità, di qualsiasi matrice essa sia. La cosa che invece sfugge all'attenzione generale è la violenza che inizia dal mat tino con il suono della sveglia. Già il suo canto è una cosa che nessuno vuole e quindi una vio= lenza che si ripete e che è de= stinata a ripetersi sino alla vecchiaia. Poi viene il bello! Una volta pronti e ben raesetta ti si parte per l'ufficio. Come? Con i mezzi pubblici. Il meno che possa capitare è di mettere il piede sotto quello di altri e di dover chiedere scusa; ma alle donne capita di sentire

delle mani scivolare sul sedere di avere completamente appic= cicato addosso qualcuno che,an= che se il mezzo è semivuoto, ad duce la scusa "Scusi, ma spingo no!". Queetaéla seconda grande violenza della giornata che epee ao per la donna si trasforma in una nausea e in un incubo,penean do al ritorno, che durerà tutta la giornata. Arriviamo dunque all'ufficio dove per entrare è necessario timbrare il famigera to certificato di schiavitù. Nell'ambito del lavoro troppe e continuative sono le forme di coercizione che stringono il di pendente. Heu, direte voi! Bene, allora vediamo un po' di esami= narle. Sappiamo benissimo che ci sono dei capi o dei Capi che pretendono che la segretaria o dei collaboratori siano in uffi cio ad un'ora tale o talaltra, magari solo per compagnia (non fraintendete) ma la (lo) efortu nata (o) devono essere lì pron= ti a ricevere gli ordini accom= pagnati da rimbrotti, sussulti, osservazioni, correzioni, etc. E questa è tutta violenza! Non è forse umiliante, deprimente vedersi correggere una lettera un lavoro fatto senza avere spiegazioni, chiarimenti, giu= stificazioni? Certo, anche una segretaria ha (o forse avrebbe) diritto ad una spiegazione del "perchè". E del reato quante volte il disegnatore o il peri to o chi per esso deve correg= gere o modificare o rifare un lavoro perchè esso venga accet tato e approvato prima dal ca= po e poi dal Capo? Pare che in alcuni casi si sia arrivati a cifre assurde: mentre la segre taria può arrivare a rifare una lettera tre o quattro volte,un disegnatore può correggere un= dici volte un disegno, un peri to può rifare due o tre volte uno schema ed infine un ingegne re, nonostante i suoi dieci an ni di studi superiori, può cor reggere una lettera ancora in bozza parecchie volte. E questa è tutta violenza! Senza conta= re le scuse tipo "Non ha : lince= ra esperienza!". Molti vorreb= bero sapere che cos'è questa famigerata esperienza. Pare sia una qualità che si acquista col tempo da altre persone che a lo ro volta l'hanno acquisita dai predecessori e che mette in gru do i primi di essere indipenden ti e di avere una certa autonomia. Giusto? Quello che non è ancora chiaro è chi sono que ste persone e in che modo inten dono trasmethere il loro sapere. Porse telepaticamente? Probabilmente sì, perchb non si è mai sentito parlare di angeli

G.VIZZINI e CI i -eezà-c=>

custode messi a od offertisi di aiutare un pivello, mentre sem pre più spesso si sente parlare di persone abbandonate a loro stesse, assunte magari son con una "esperienza" sufficiente per fare un certo lavoro e alle qua li sistematicamente viene rinfac ciato di non 'sacre "all'altez— za". Senza parlare dei consulen ti con i quali non ci si può con sultare perchè il loro sapere è gelosamente custodito nell'urna suprema che è il loro cervello. Finite le violenze individuali, poi, cominciano le violenze col_ lettive; cioè quelle fatte al — gruppo compatto (che forse troa po compatto non è) di lavoratori. Quali sono ?? Sono delle lacu— ne che abbiamo sentito ripetere tante di quelle volte che sembra quasi scontato che esse ci sia— no: 2a navetta, 2a ala mensa, un po' di aria salubre in più per alcuni reparti, un po' di caldo in più per altri (tutta promesse non ancora mantenute). Non è forse violenza dover apre care più di un quarto d'ora pri ma di mangiare o venti minuti prima di vedere spuntare l'arca vivere (perchè si vive più nel l'ufficio che nella propria casi) in ambienti che per una ragione per l'altra ci cono ostili?

Ebbene, è dimostrato che l'ambi ente di lavoro è una fonte ineia uribile di repressione, ma non è finita qui. Ore 18.00 si esce dalla ditta e si ritorna stravol ti sia fisicamente che moralmente ai beato nido. E qui comincia la terza fase di violenza, che per di più (ad eccezione cioè delle persone che hanno fatto un "contratto" ben definito) è una violenza alle donne. Pochi, in— fatti, sono ancora gli uomini che si dedicano regolarmente e non solo in casi eccezionali ai lavori domestici. La donna, in— vece, ricomincia un tour de for— ce che è ancora più pesante per— chè si accumula con quello della giornata passata. Quello che è peggio (o forse meglio) è che la persona che sta di fronte questa volta è la persona amata. Una persona amata che qualche volta può essere peggio di un capuffi cio: pranzetti deliziosi, bevute abbondanti, raseettamenti vari poi a letto a fare l'amore che lei voglia o no. Quante donne anche sposate hanno denunciato queste violenze sessuali dei loro partners? E cosl si conclude la giornata di una persona normale (ammesso che ne esistano visto che ognuno è diverso dall'altro)

il giorno dopo, più o meno, si ricomincerà da capo fino alla pen sione e alla fine, ee niente suc— cederà nel frattempo. Cosa dire di tutto questo? Semplicemente

che è assurdo vivere in questo modo e quello che è più assurdo è che molti vivono in condizioni che violentano continuamente la loro persona. L'importante, a questo punto, è denunciare que— ste situazioni; qualsiasi tipo di violenza potrà eesere motivo di discussione qui su "Il Foglio".

VIOLENZA

Troppa violenza nel cuore dell'uomo nelle case sulle piazze nelle fabbriche nelle assemblee. Una violenza fatta "per essere" forti emotiva intellettuale economica di potere. Nelle famiglie sui pulpiti nella cultura sul lavoro.

Troppa violenza nei cuori degli uomini e a fatica si conquista la libertà di amare la vita.

servizio. Ancora prima, una man cinta di gettoni risultava in trovabile mentre le poche distri butrici in funzione facevano cos_ correnza alle "slot machinee"di Las Vegas (tre o quattro getto= ni per vincere un caffè magari senza zucchero). Il periodo pre so in considerazione, parò, non è che l'esasperazione di ciò che si ripete regolarmente durante l'anno. Quante volte ei è capi= tato di cercare piano dopo pia= no una distributrice che oltre al bicchierino elargisse anche il caffè o che oltre alla soda miscelasse il succo prescelto? Per non parlare poi della corsa al gettone perduto: l'incauto che osa perdere due gettoni nel la stessa macchina, per recupe= rarli deve sottostare allo sguar do inquisitore del gestore (e non solo allo sguardo). Sembra sciocco ma qualcuno preferisce perdere i gettoni piuttosto che sottoporsi a quella figura. Cosa fare allora? Lo proposte sono le seguenti : a) insistere presso il gestore affinchè la manutenzione eia più accurata (a nostro giudizio è impoeeibi le che una distributrice abbia un'autonomia inferiore ad una giornata); b) modificare le mo dalità di recupero dei gettoni affidando la restituzione ai fattorini (naturalmente presen tando un biglietto firmato co: me giustificazione).

Firmato: Un lettore del Foglio

Passiamo fedelmente il contenu to della missiva agli organi competenti sicuri che anch'essi sono nostri accaniti lettori.

La Redazione - + - + - + - + - 4- -

Da un'intervieta ad un capo— squadra (6° livello) FIAT:

" Recentemente la direzione ha forfettizzato gli straordinari, dando a ciascuno dei capi una cifra media sulla base delle ore extra che faceva prima. Così quelli che andavano ogni sabato mattina in fabbrica, solo per leggere il giornale, sono stati premiati. Io che facevo solo gli straordinari strettamente necessari, perchè altrimenti mi sembrava di rubare soldi alla FIAT, sono stato punito."

BERE O NON BERE? QUESTO E' IL PROBLEMA!

Anche quest'anno, in occasione delle ferie, si è verificato il fastidioso fenomeno della "ser= rata delle bevande". Per oltre una settimana, dal primo all'ul timo piano, tutte le distribu= triti automatiche erano fuori

Abbiamo segnalato questa noti— zia perchè in essa si riscontra no parecchie affinità con la ei tuazione GIE/SICOM. Non aggiui giamo altro perchè si commenta da sè.

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problemi che scottano - i problemi che scottano - l problemi che scottano - i prc un FAMIGLIA. PER BENE Prima di passare alla presentazione della famiglia, preghersi il lettore di non ironizzare o, in confidenza, di farlo in sordina. Ovvia! Pas so a presentarvi una famiglia (di certo unica nel territorio di questa nostra splendida e prosperosa Italia) fondata e strutturata per Bene.

COGNOME (legalmente iscritto all'anagrafe) : SIGEN

PADRE : incerto (sono in molti a contenderei la figli olanza)

MADRE : certa (non si conosce bene l'origine, ma dal comportamento nasce la certezza che aia oriunda siciliana.

FIGLI : una media di 60.

DIRETTORE GENERALE : Poverino! Non perchè è male re tribuitó (vorrei avere io il suo obolo mensile), ma, pur avendo una ottima presenza e pur essendo un bravissimo omet to i suoi poteri sono molto 1T mitati.

DIRETTORE TECNICO : Che programmatore! Che organiz zatore! Penso che una ricercadi mercato non darebbe frutti migliori.

DIRETTORE COMMERCIALE : Non azzardo giudizi altrimenti mi sfida a duello per averlo inquadrato in un giusto girone dell'Inferno di Dante Alighieri.

DIRETTORE LMMINISTRATIVO : Ricorda molto da vicino un famoso personaggio della storia italiana, il caro estinto Beni to. Mi rimarrà sempre impressa nella mente una sua frase : "Il capo sono io; comando ic; lavorate o agite come voglio io, altrimenti applicherò dure a sanzioni; ò proibito ammalarsi a e chi sarà costretta ad una de C genza ospedaliera anche se lo -a• merita o gli spetta di diritto, non avrà passaggi di categoria 2 o (illusione) aumenti."

Non c'è da sbellicarsi dalle ri -2 a sa? Professionalmente non ò ma a le, ma ha il difetto di prefer i re le ragioniere ai ragionieried ò molto parziale nei giudizi Con tutto ciò gli sono affezionato.

DIRETTORE DEL PERSONALE : Esecutore in tutto e per tutto dei consigli dettati dalla "ma dre" e si può ben definire sem za smentita distributore di obo li.

passo ai figli minori, ossia al basso ceto consigliandovi di non farvi illusioni perchè, conosciti_ 'ti i pilastri, non ci si può aspettare di meglio. Nella nostra famiglia, oltre ai quattro diret tori menzionati, godono i frutti altri sette dirigenti, che non si sa bene cosa dirigano, ma una \ cossa è certa: non si può entrare \ nei loro uffici a causa dell'uni ditti che trasuda dai loro corpi affaticati e dalle centinaia di carte sparse fin quasi sul pavimento. Seguono circa undici figli minori di 7° livello, compresi i funzionari (a cosa servono nella nostra famiglia se non alla sola funzione limitata del godimento dell'usufrutto del la torta divorata dallo staff dr rettivo?).

Infine vi presento gli ultimi trentasette servi della gleba che, oltre a servire da pasto ai rapaci, concedono sé stessi (sen za fare riferimento ad atti erotici) con una certa grazia e sod disfazione accontentandosi della sola libertà data dai capi famiglia. Per libertà intendo giuoco della dama e degli scacchi, delle carte, lettura di libri, giornali e riunioni, non di lavo ro o affari, ma di argamentazio: che immancabilmente, tut ti i giorni, si protraggono per una media di tre ore circa. Caro lettore, prevengo la tua cu riosità: sì, esiste un Consiglio di Fabbrica, ma a cosa serve se alcuni dei sei rappresentanti eletti sono degli incapaci? Che colpa ne hanno loro se non hanno una preparazione sindacale? Cosa si può , pretendere se non can no distinguere un accordo integra tivo da una rivendicazione? Che torto si può loro dare se non han no il coraggio di formalizzare, adeguandoli alle esigenze dei di pendenti, tutti gli articoli del Contratto Nazionale del Lavoro con un accordo integrativo?

I genitori della nostra famiglia i. continueranno ad agire egoistica mente lasciando ai servi della gleba il solo odore della torta e la libertà già descritta. Se avete dei dubbi su quanto ho scritto, fatevi assumere dalla famiglia per Bene "SIGEN", così toccherete con mano e io avrò degli amici che mi saranno d'alti to a debellare e distruggere un male che, con fermezza e coraggio, per me non è incurabile.

Terminata la presentazione dei figli maggiori, tanto per completare il quadro familiare, ;osa 040 Twa/q0Jd y ouviloos ago imaigold i - outqloos ago iwaIgoad i - otrel;oos ago

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INTERVISTA a:

Sig. Sergio Lanfredini (Rappresentante Comm. Mensa)

D. Che cosa ne pensi della ge etione della mensa?

R. Penso che la mensa dovrebbe essere gestita dalla Ditta e non data in appalto, con perso naie assunto per lo scopo e altamente qualificato. In questo modo, per me, la mensa andrebbe senz'altro meglio, anche se adesso non sembra va da del tutto male.

D. Come funziona il servizio della Commissione Mensa?

R. Su accordo con una collega, la Sig.ra Rado, quando lo rite siamo opportuno effettuiamo del le ispezioni soprattutto nei giorni in cui è previsto un me nù particolare (polpette, polpettone, pesce, bistecca alla milanese, intingoli vari).

D. Quando siete nelle cucine, rosa fate?

R. Controlliamo gli ingredien ti usati per la preparazione del cibo, controlliamo i certificati di provenienza di al cuni generi alimentari, ad esempio carne (io in particola re perchè esperto del Regolamento Sanitario). Ispezionia-

0 o, o e o O O M r To un lo osx bl emí ch e sc ott anopri obl e mi ch e scott anoche ecottano - i problemi che scot o i O • o C e E o e c o E o i. C C -• o E o
Lettera Firmata
C O o e o 'e o o
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mo la cella frigorifera controllando che non vi siano residui del giorno precedente riciclati per il giorno dopo.

Controlliamo la marca dei condimenti ancora confezionati e la loro provenienza: generalmente sono prodotti che ai trovano in qualsiasi negozio o supermercato. Controlliamo che tutto sia pulito: posate, pentole e interno del la cucina.

Più di una volta ho chiesto il certificato sanitario delle persone neo-assunte a contatto con i cibi per assicurare la salute pub blica.

Inoltre la Signora Rado ed io pre pariamo il menù della settimana successiva. t

D. Come mai la carne è dura?

R. La carne può essere dura per diversi motivi: per congelamento troppo prolungato o perché non è cotta a puntino e ciò risulta quasi impossibile per il numero elevatissimo delle persone che ci sono in mensa.

Del reato c'è chi la vuole cotta, chi la vuole al sangue, chi una via di mezzo. Una cosa è certa, la carne usata è regolarmente tim brata dal Servizio Veteriaario.

D. Secondo te, come mai i fritti sultano così ',eco digeribili?

R. Non vorrei essere drastico, ma per me è una questione di sto maco. L'olio non viene MAI riciclato e, come ho già detto, è un olio normalissimo. L'olio usato viene regolarmente gettato nelle fognature, anzi tra un po' avremo le fognature ingorgate dal troppo olio che contengono.

D. Ho vieto che la frutta ha assunto delle dimensioni accettabi li, di chi è il merito?

R. Il merito è della Signora Rado e mio, che a forza di ricorda re al gestore che eravamo prossi mi alla stagione nuova e che doveva portare la frutta della sta gione entrante, siamo stati accora_ tentati. A dire il vero il gesto re de quell'orecchio non ci sentiva, forse pensava che chiedessi mo banane o ananas, anche se in una Ilalcaa mensa questi frutti ci sono.

D. C'è ancora gente che si lamen ta per la pasta?

R. Ah, non tocchiamo quel !vasto perché sono veramente stufo di sentire la solita storia della pasta scotta, cruda, troppa o po ca. Per il quantitativo basta chiedere e vi sarà dato, per la cottura bisogna ricordare che non siamo a casa ncatra. Il possibile è fattibile, ma l'impoesi bile no di certo.

D. Da parte della direzione, chi

controlla la mensa?

R. Fino a qualche mese fa era il Gecm. Ciabatti, ora non - eo; io, dal mio punto di vieta, continuo imperterrito ritenendo un mio dovere di buon rappresentante fare del mio meglio e controlla re a più non posso la situazione della mensa (e la Signora Rado con me).

Posso dire di aver avuto anche delle soddisfazioni in questo seri so da parte dei miei colleghi che considerano il mio operato col giusto peso.

MERCOLEDI' 10/10/1979

LA FIAT SOSPENDE 61 OPERAI con generiche accuse di indisciplina sul lavoro. Il giorno dopo è ara nunciato anche il blocco delle assunzioni. La notizia che dap prima ci ha colto di sprovviste, ci ha poi investito con la sua estrema e pesante gravità. In effetti, se questa realtà è spia cevole, per capire cosa rappre= senta, non si può fare a meno di inserirla nel contesto poli tico della lotta tra l'azienda ed i lavoratori della più gran de fabbrica privata italiana. Da 10 anni a questa parte, in= fatti, gli operai della FIAT ed i loro delegati, conducendo una lotta lunga e continua con la direzione, hanno ottenuto una serie di importanti successi in campo normativo e salariale,ma certamente l'obiettivo più im= portante è stato quello della riorganizzazione dei tempi di lavoro e dei ritmi. Lo scopo è cambiare la fabbrica al suo in terno e la vita dell'operaio, ottenendo ritmi più adatti al= l'uomo che lavora alla catena e che non è un automa senza te sta, conoscere di più l'orga= nizzazione del lavoro, i suoi profitti, i suoi fini. Il pri mo grosso attacco, Agnelli e la FIAT, lo hanno operato du=

rante la vertenza contrattuale, usando ogni mezzo, compreso quello terroristico di importa re "auto crumire'dal Brasile (dove gli operai sono control= lati direttamente dai fucili), o di denunciare la FLM per il blocco delle portinerie, per in debolire e dividere la solidarie tà operaia. Ed ora, utilizzando il terreno offertole dal terro= riamo e la tensione provocata dagli attentati, gioca la carta più drastica, sostituendosi al lo stato ed arrogandosi il dir ritto di giudicare e condannare a porte chiuse, senza possibili tà di appello. Si è detto che i 61 li= cenziamenti sono il "primo inter= vento serio sulla riforma costitu= zionale". Infatti, dopo anni di lotte lunghe e difficoltose, l'Italia aveva inserito nelle sue regole fondamentali il rifiuto del li= cenziamento in massa, almeno non per motivi legati alla pro duttività. Ora la FIAT licenzia e il terrorismo è la sua arma scusa; l'opinione pubblica,la gente, è ancora tragicamente im preparata ad un qualsiasi giu= disio che eia solo lontanamente fondato su-fatti e prove ed è invece orientata verso generici discorsi di rifiuto e di accu= sa sempre e comunque. Lo stesso movimento operaio, le sue orga= nizzazioni e i suoi partiti, certo risentono di questa si= tuazione di estremo disorienta mento e di incertezza. Per quo sto i licenziamenti vanno al di là della loro motivazione, e diventano una scelta politica ed una prova generale per futa_ re azioni. Con assi il padrona to tenta di recuperare con ar= rogenza il diritto incontraste to di comandare, dividere i la voratori in buoni e cattivi, scegliere fra loro, fino a quan do gli sarà possibile. Crediamo che oggi più che mai, occcrra schierarsi con i lavoratori per iniziare una reale offensiva al terrorismo ed al padronato. Crediamo che sia indispeneabi= le, al di là di questo misero contributo, confrontarci su questa realtà e vi invitiamo perciò a parlare fra di noi ed a scrivere, usando questo nostro giornale come mezzo di scambio di idee.

PROSSIMAMENTE :

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LE LETTERE DAI CANTIERI !

DOVE HO LASCIATO LA MIA COSCIENZA?

La mia coscienza di uomo libero?

Dove ho lasciato la mia coscienza?

Forse, nei campi deserti nei luoghi sperduti, nei cieli abbandonati

Forse nei giochi puerili nelle ipocrisie dei grandi nel grigiore di esistenze sempre uguali nelle viltà delle scelte mai fatte

Dove ho lasciato la mia coscienza di uomo libero ...

B.G.L.

UN POSTO AL SOLE ovvero L'INGRATITUDINE UMANA

Eh, signori, quale mirabile c= sempio di dedizione ai dipenden ti, di sforzo nell'interpretar= ne i desideri e le aspirazioni, quale trasparente volontà di non privilegiare, di non diacri minare!!! Ma del reato perchè dovremmo meravigliarci? Di eeem pi come questo è piena la sto— ria della nostra beneamata e be nemerita azienda, Vi chiedete di cosa sto parlando? Oibò, mi sem bra evidente, no? Dell'assegna= zione dei posti macchina!!

Ma, dico, non vi sembra forse un'idea geniale (eh, ne abbiamo di menti vulcaniche!) quella di assegnare ai più giovani (di GIE naturalmente, dato che per l'azienda l'età anagrafica scom pare di fronte all'anzianità dT servizio) il parcheggio scoper= to? Certo, il giovane deve sta= re all'aria aperta, al sole (e anche la sua auto, naturalmente) ha bisogno di muoversi, di con= templare i grandi spazi; non si può rinchiudere lo spirito gio= vanile, giusto? E allora? Allo= ra parcheggio scoperto, quale geniale intuizione!!! E perchè, poi, secondo voi sono stati as segnati i posti numerati nono= stante risultasse chiaro a tut= ti che buona parte di detti po= eti sarebbero rimasti vuoti?

Ma cari figliuoli, se ci pensa te su un attimo vi apparirà chia ro l'intendimento del C.A. (Cer vello Augusto ovvero Mente Sui); riore) che ha escogitato tutto ciò : considerato che già i di= pendenti se ne stanno stipati nel loro modulino tutto il gior no, vogliamo metterli stipati anche nel parcheggio? Certo che no! Ed ecco il macchiavellico ma efficace espediente: posti nuro-.rati! Vale a dire parchega gio sempre pieno a metà! Bravo, C.A. (Cervello Augusto)!!

B/LANCIO C.d.F. = AL = 23.10.79

Fondo cassa

al 30.6.79.... Lit. 111.000

Uscite :

.1° numero de "Il Foglio"... Lit. 46.000 . 2° numero de "Il Foglio:.. Lit. 95.400

Entrate : vendita 1° numero

&e "Il Foglio" Lit. 76.550

SALDO.... Lit. 46.150

Ma voi credete che i dipendenti siano rimasti entusiasti delle brillanti iniziative? Ecco la nota dolente: non solo non c'è stato sintomo di contentezza ge nerale, ma addirittura molti hanno osato protestare: davvero l'ingatidudine umana non ha li mite!! Ma questa benedetta gen= te non è mai contenta!! E con quale meschinità poi sono sup= portate le proteste :

L'auto rimane esposta alle in temperie nonostante ci siano po sti vuoti al coperto in abbon» danza: ma benedetta gente, vi si lava la macchina gratis, co sa volete di più?!

Quando nevica la macchina si copre di neve e non si riesce ad uscire dal parcheggio acoper to se non a prezzo di slittate paurose; bòh, per la neve ai rientra nel punto precedente ri guardante l'esercizio fisico per i giovani (sembra infatti che, da Una ricerca scientifica americana, lo spalare la neve con le mani dai tetti delle au tovetture sia la miglior cura per la circolazione sanguigna, n.d.r.) e per le slittate ... anche questo è sport: pattinai gio artistico su 4 ruote!

Quindi, concludendo, non si può non levare un accorato plau so alle indagini di carattere poliziesco, che vengono condot te con perniciosa perseveranza, al fine di individuare gli "abu rivi" che vogliono infilare la vettura nei posti vuoti: che vengano puniti!! e duramente dato che, come dice una massi= ma che circola da qualche mese per i corridoi (si dice risai= ga addirittura a qualche decen nio'fa): "MEGLIO UN POSTO VUO= TO OGGI CHE UNA CIABATTATA SUI DENTI DOMANI!!!".

Alla stesura di questo nume ro hanno collaborato:

A. INTONINI

G.L. BARATTI

P. FAGNANI

M. GASPARINI

G. PERANZONI

E. PIACcNTINI

L. POLI DELL'ANNA

D. BEATRICI

Siamo sempre disposti ad ac cettare nuovi collaboratori al nostro giornalino!

23.10.1979 CICLOSTILATO IN PROPRIO

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