innata° 1.9
Mensile di informazioni politica e cultura della Zona 19
Anno IX - N. 3 - Marzo 1985
Milano dal fascismo a piazza Fontana
Da parte dell'Amministrazione Comunale Più di 50 miliardi spesi nella Zona 19
Si tratta di una cifra ragguardevole erogata negli ultimi anni per investimenti ed opere di manutenzione - La fetta più grossa è andata al Gallaratese - Difficoltà di lettura e di interpretazione del bilancio comunale
Il giardino della Resistenza
Il SIMEE e la lotta alle tossico dipendenze
Cercansi alberi a San Siro
Amministratori e cittadini
Ma è proprio vero che l'Amministrazione comunale non fa niente o quantomeno fa assai poco per la nostra zona, così come da più parti si asserisce?
Per dare una risposta a questo interrogativo siamo andati a spulciare il bilancio comunale e quello della Zona 19 e, cifre alla mano, abbiamo scoperto che se alle voci di spesa certe aggiungiamo quelle di non facile individuazione, la somma erogata dal Comune negli ultimi anni per investimenti e manutenzioni nella nostra zona superano i 50 miliardi di lire, di cui la fetta maggiore (oltre il 50%) è andata al Gallaratese.
Ma vediamo nel dettaglio, quartiere per quartiere, come sono stati spesi tutti quesi soldi.
Gallaratese
Divieto di sosta dalle 12 a mezzogiorno
No del C.d.Z. ai box
I.A.C.P.M.
I mestée de la Milan de semper
Oltre alle ristrutturazioni effettuate nelle ex scuole di via Betti e di via Ojetti adibite a centri socio-sanitari (1982-84), all'asilo nido di via Borsa (197678), al mercato di via Chiarelli (1976-78), alla sistemazione delle aree esterne a questi (198084), al completamento dell'impianto di depurazione e alla manutenzione e sistemazione delle strade (2 miliardi e 300 mi(segue a pagina 15)
L. 600
Appello del Comitato per la Pace
Discutere sulla Pace, agire per la Pace, per fermare la corsa alla guerra
Tra Cruise, Pershing, SS 20 e SS 21 da una parte ed una politica del disarmo dall'altra molti hanno scelto la seconda strada
Discutere sulla Pace, agire per la Pace: ecco cosa vogliamo essere e fare.
L'umanità è in pericolo. Si studiano e si installano armi nucleari e convenzionali sempre più nemiche dell'uomo. Si parla ormai da vari mesi di armi spaziali, di scudo atomico. Ma la deterrenza non c'entra più; armi di questo tipo, che dànno l'illusione dell'invulnerabilità, possono indurre chi le detiene a sferrare il "primo colpo". Possiamo e dobbiamo fare qualcosa; non si può convivere con la morte, togliere a noi, ai giovani, il futuro.
Quando noi del Comitato per la Pace abbiamo lanciato la campagna per la denuclearizzazione della Zona 19, qualcuno ha sorriso, considerando tale proposta assurda ed inattuabile. Abbiamo risposto loro paca-
Nella prospettiva di un "Governo Metropolitano"
Le proposte dei comunisti per il futuro della zona
La prossima legislatura del Consiglio Comunale e dei Consiglieri di Zona (che verranno eletti il prossimo 12 maggio) deve essere impiegata come "fase costitutente" per trasformare il sistema degli Enti Locali nella Provincia di Milano in un "Governo Metropolitano" che decida sui grandi problemi come l'economia, i trasporti, l'ambiente, la casa, ecc., articolato in municipalità, ossia i Comuni ed i Consigli di Zona della città di Milano, che debbono essere coinvolti e partecipi nella elaborazione e nelle elaborazioni del Governo Metropolitano, ma ridefinendone le funzioni con poteri certi e reali, con un'autonomia decisionale fortemente aumentata per servizi sociali fra loro integrati e con una capacità e volontà di dialogo con i portatori dei bisogni.
A tal fine va realizzata una partecipazione nuova sia nella forma, sia nella qualità, basata sul diritto di accesso all'informazione e di controllo da parte dei cittadini sulle decisioni degli Enti Locali, sui servizi socio-sanitari, attraverso radio, televisione, un giornale comunale rinnovato e diverso, più bollettini zonali e centri di documentazione metropolitani, zonali e di quartiere.
Per manutenzioni straordinarie
Quasi 6 miliardi e mezzo al quartiere S. Leonardo
La spesa è stata deliberata dall'Amministrazione Comunale, che ha tenuto conto delle giuste esigenze degli assegnatari, e riguarda gli stabili di via Appennini dal 95 al 209 e di via Alex Visconti dal 2 all'8
Il Consiglio Comunale ha approvato la spesa di 6 miliardi e 400 milioni di lire (IVA e revisione prezzi compresi) per l'esecuzione, da parte dell'IACPM (Istituto Autonomo Case Popolari di Milano) delle opere di manutenzione straordinaria riguardanti la sistemazione delle facciate, dei giunti, dei cementi armati ammalorati e dei pluvia-
li negli stabili comunali di via Appennini, dal 95 al 209, e di via Alex Visconti, dal 2 all'8, nel quartiere di San Leonardo. Tale decisione tiene conto delle giuste proteste degli inquilini di tali stabili, i quali da tempo si lamentano per gli inconvenienti manutentivi ancora esistenti nel quartiere, chiedendo (segue a pagina 15)
I diritti degli utenti dei servizi comunali vanno tutelati dal Difensore Civico e va garantita la possibilità di rivolgersi alla locale USSL per disservizi o insoddisfazioni relative a prestazioni socio-sanitarie ricevute.
Va inoltre sancito il diritto di consultazione a tutti i tipi di associazione presenti nel territorio sui temi di interesse generale e su quelli specifici, nonché il diritto di partecipazione alle commissioni ed ai Comitati di Gestione costituiti dal Consiglio di Zona.
Partendo da queste premesse e da un approfondito esame della realtà esistente, i comunisti della Zona 19 hanno formulato, attraverso commissioni appositamente costituite, una bozza di programma (articolata su tre grandi temi: ambiente urbano e sviluppo della zona, sanità ed assistenza, politica culturale), che è tuttora oggetto di attenta analisi (e pertanto passibile di variazioni ed ampliamenti), ma della quale ci sembra utile ed interessante anticipare fin d'ora ai nostri lettori pubblicandone un'ampia sintesi nelle pagine 8 e 9.
tamente che volevamo fare qualcosa, che non volevamo assistere inerti al pericolo dell'olocausto. Volevamo chiedere alla gente una scelta di campo: che scegliesse cioè tra i Cruise, i Pershing, gli SS 20 e 21 da un lato ed una politica di disarmo dall'altro. Volevamo che si dicesse. no a tutte le basi nucleari, prima di tutto a Comiso e alla Maddalena.
Le migliaia di persone da noi contattate hanno scelto; hanno firmato la nostra petizione; hanno capito la posta in gioco: questo era importante.
Abbiamo portato questa petizione in Consiglio di Zona perché la facesse sua, la ampliasse, perché lanciasse una proposta di denuclearizzazione a tutta Milano, come altre città hanno fatto. Avremmo voluto che diventasse iniziativa permanente del Consiglio di Zona. realizzata attraverso un centro di iniziativa per la pace. Peccato, non è stato così. Evidentemente la Pace non incontra sempre dei nemici, ma degli indifferenti sì.
Queste ed altre iniziative abbiamo intraprese, altre stiamo preparandone. Vogliamo, a costo di venire considerati maniaci, discutere e agire perché l'umanità non sia più esclusa dalle scelte che in modo fondamentale la riguardano.
C'è qualche possibilità perché gli uomini possano riprendere in mano il governo del mondo? Noi ci crediamo ma non ci illudiamo che questo sia un cammino breve o facile.
Si aprirà a Ginevra, il 12 marzo prossimo, una nuova serie di trattative tra USA e URSS. Noi dobbiamo naturalmente augurarci che la trattativa raggiunga effettivamente risultati positivi, anche se è difficile dimenticare gli esiti deludenti di una lunga serie di negoziati che non ha finora portato alla distruzione di una sola testata nucleare.
Condizione minima perché la natura del processo negoziale si modifichi è che al tavolo delle trattative siedano anche i popoli (segue a pagina 15)
71 pw*‘ Ma non c'è altra scelta?
Il nostro "grande alleato" (gli USA), mentre va ogni giorno ribadendo, per bocca del suo presidente Reagan, il suo ruolo "storico" di "tutore e difensore" del mondo cosidetto libero, da tempo va alla cattura di capitali, armeggia con spudorante e piratesche azioni monetarie (di cui l'artificiosa e vertiginosa ascesa del dollaro di questi ultimi tempi non è che un esempio eclatante) e con ciniche manovre finanziarie (e forze non soltanto finanziarie), decapitando la crescita dei paesi della Comuni Economica Europea ed imponendo un predatorio sistema neocoloniale, che pompa e sfrutta risorse materiali ed umane dai paesi in via di sviluppo.
E mentre egli si impingua sempre più, noi italiani, che, insieme agli altri paesi della CEE,
siamo tra i suoi maggiori "donatori" di risorse finanziarie, incalzati dai rinnovamenti tecnologici e con scarsi e costosi capitali disponibili, siamo costretti a chiudere le fabbriche, a gettare sul lastrico decine di migliaia di lavoratori, a negare ai giovani un'occasione di lavoro, a rinunciare alla nostra stessa sovranità militare accettando sul nostro territorio basi militari che dipendono da centrali di comando poste all'estero sulle quali non possiamo interferire, mentre, forse non a caso, continua a crescere la delinquenza di ogni tipo.
Ma è mai possibile che a difesa dei nostri interessi nazionali non vi sia altra scelta che l'imbelle comportamento, sin qui tenuto dai nostri governanti, di lasciarci succhiare le nostre già scarse risorse?
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Le pozzanghere permanenti Ha commosso anche noi San Patrignano non è lontano...
Sono un vostro lettore e desidero segnalarvi un fatto che si è evidenziato con la grande nevicata di gennaio. Certamente saprete che in Via Betti 62 presso la chiesa parrocchiale ha trovato sede la Croce Bianca, ed è un servizio molto maritevole che tutta la cittadinanza approva, beneficiandone direttamente.
Durante i giorni della paralisi per ghiaccio e neve, le autoambulanze dovevano prestare servizio ugualmente, eppure per uscire dal cortile dove sono parcheggiate in attesa di chiamate, dovevano attraversare quella grande area prospicente al cancello a loro riservato, affondando in pozzanghere incredibili, pozzanghere permanenti perché tutta quella zona è impemeabile e non smaltisce l'acqua se non con l'evaporazione, non essen-
do mai stata asfaltata. A tutto febbraio, in cui sto scrivendo, la situazione è che la neve è stata fatta da parte, ma le pozzanghere sono quelle che durano mesi e mesi, e ancora si possono vedere le ambulanze uscire magari con urgenza a sirena spiegate, però sobbalzando, slittano e sbandano fino a raggiungere il sottile nastro asfaltato che collega l'edificio di Via Betti 62 (chiesa e sede di attività connesse) alle vicine vie Ojetti o Setti. Non potrebbe il Comune decidere di asfaltare per lo meno lo spazio di suolo pubblico che va dal cancello di uscita delle autolettighe fino al già citato pezzo di strada provvisoria, tanto utile a chi deve passarvi tutti i giorni?
Ringrazio per l'ospitalità. C.F.
l ritardi di "Qui Milano"
Egr. Direttore mi permetta di sottoporre a lei un mio problema che però so condiviso da molti milanesi. Come lei saprà, riceviamo tutti in quanto residenti in città un periodico gratuito inviatoci gratuitamente dal Comune di Milano.
Senza entrare nel merito sul come è fatto, e neanche su chi lo paga, qui vorrei segnalare che tra le notizie che "Qui Milano" ci porta ve ne è una che di solito è attesa e gradita da tutti, ed è l'elenco dei corsi che la città propone per tutti, cioè "Milano per voi".
L'elenco tempestivo sarebbe di grande utilità, in modo che si facciano le proprie scelte e programmi di migliore utilizzo, ma qui sta il punto: da qualche tempo il giornale arriva a corsi già incominciati, talvolta a metà, con l'evidente danno che ne deriva.
A chi si può chiedere un invio
rictid z& ?Uomo' ic? fir
più sollecito di quella pubblicazione, in modo che la sola cosa che deve pervenire in tempo arrivi, giustificando la vita stessa del periodico, di cui è direttore proprio il sindaco?
Grazie per la sua eventuale risposta e saluti.
B. Morandi
Con grande sorpresa, sfogliando il numero di febbraio di Milano 19, ho trovato un articolo che riguarda me e la serata al Circolo "Alpe" di Via Cenisio, durante la quale ho letto alcune delle fiabe da me scritte in dialetto milanese, riguardanti "Il Pinella", un personaggio da me inventato diversi anni fa e protagonista di tante avventure che hanno fatto la delizia dei miei nipotini quando erano piccoli. E la sopresa è stata ancor più piacevole man mano che scorrevo la recensione fatta in modo tanto mirabile dalla Vostra "B.B.".
Devo dirvi che, sebbene lusingata dalla parole tanto carine ed affettuose che sono state spese nei miei confronti, non pensavo di meritare tanto e parole così commoventi. Non nascondo che mi sono commossa veramente...
Desidero quindi con queste poche parole ringraziare tanto tanto la Direzione di Milano 19 ed abbracciare tutti affettuosamente, in special modo quella cara Autrice di un articolo così toccante, e vi rinnovo i miei più cordiali saluti. Bruna Marchesi Zini
L'11 febbraio 1985. è ripreso il processo a Vincenzo Muccioli e ai suoi collaboratori e con esso è ripreso il dibattito sulla lotta alla droga.
Ho letto l'articolo "San Patrignano non è lontano...", apparso sull'ultimo numero del vostro giornale, che apriva la disussione su questo scottante problema.
Avendo avuto l'occasione di leggere il numero di gennaiofebbraio de "il giornale di s. Patrignano", ho notato che nell'editoriale, a firma Eddy Dapei, si fanno delle riflessioni di un certo interesse, e che indicano (a differenza del "pezzo" citato nel vostro articolo) come certe barriere inizino effettivamente a scricchiolare, permettendo cosi una più ampia circolazione delle idee.
molti gravi problemi degli abitanti di via Rizzardi a Trenno
Siamo un gruppo di abitanti di via F.11i Rizzardi 51, ormai insediati da diversi mesi nel nuovo complesso residenziale ultimato a partire dalla scorsa estate. Esistono tuttora alcuni impotanti problemi comuni da risolvere con la massima celerità, per assicurare un normale svolgimento delle attività quotidiane, e cioè:
1) Ultimazione dei lavori di costruzione di strade e marciapiedi inerenti al lotto in oggetto, lavori cessati in occasione delle festività natalizie e non più ripre-
si, con definitivo sgombero della neve.
Illuminazione del nuovo tratto di strada che attraversa e costeggia tutti gli stabili ubicati al civico 51 di via F.11i Rizzardi.
Sistemazione del tratto di strada che collega la via F.11i Rizzardi dal civico 51/4 a via Cilea, ora ridotta ad un vergognoso ed inaccettabile acquitrino sconnesso esenza illuminazione!!Da tener ben presente che tale tratto di strada è l'unico collegamento con gli autobus "68-69" e la "MM 1" S. Leonardo e che centinaia
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Scrive Eddy Dapei: "Non si tratta di fare pubblicità alle catene e alla coercizione sistematica del tossicodipendente, ma di spogliare lucidamente l'anima del problema. Schierarsi contro le catene in nome di una libertà individuale sposata a priori e ad ogni costo, non serve a niente, come non serve a niente schierarsi a favore (... ) La coercizione a volte è indispensabile: quando il dialogo non serve più, e la stimolazione affettiva non riesce a indebolire il desiderio di "farsi", è meglio rinchiudere il ragazzo per un di persone lo percorrono quotidianamente a piedi col pericolo di aggressioni serali, specie in presenza di nebbia, e con il disagio di dover attraversare enormi pozzanghere a volte in compagnia di grossi topi.
Invitiamo pertanto i competenti responsabili ad un primo sopralluogo per verificare quanto sopra esposto, awiando nel contempo i necessari lavori per rendere accettabile l'assetto territoriale della zona suddetta.
(seguono numerose firme)
breve periodo nell'attesa che passino i bollori della frenesia e il conseguente sconforto per la debolezza dimostrata.
Tutto ciò richiede come sostegno un solido affetto e una profonda comunicazione tra il ragazzo e la struttura terapuetica e deve tendere a sbloccare certi meccanismi regressivi che si mettono in funzione di fronte alla presa di coscienza delle reali difficoltà nell'affrancarsi dalla droga. La ricetta delle catene e della segregazione non esiste, invece un rispetto per le persrone e per la loro vita (...).
Senza questo rispetto profondo, la coercizione rimane quella che è: un odioso sistema di controllo da parte del più forte nei confronti del più debole. (...) Condannare la "maniera forte" usata in casi eccezionale, dimostrerebbe una profonda incomprensione del problema e avvalorerebbe le teorie di chi vuole una libertà ad oltranza, compresa quella di suicidasi lentamente. Esaltarle invece, significherebbe permettere a qualsiasi terapeuta improvvisato, di usare indiscriminatamente sistemi coercitivi nel recupero del tossicodipendente, con conseguenze letali per la sua personalità e per la conquista di una psicologia evoluta e socializzante. (...)
Prendiamo spunto da questo processo per risolvere una volta per tutte, al di là di inutili demagogie o ridicole pubblicità, il problema della droga e del recupero di chi ci è cascato!".
Se ne sono fatti di passi in avanti in questi mesi!
Molto dello spirito di autoincensazione e di autodifesa disperata, presente nei precedenti numeri del giornale di S. Patrignano (di cui appunto si fa cenno nell'articolo del vostro giornale), pare essersi volatilizzato e finalmente si vedono anche spirito critico e capacità di mettersi in discussione.
Da Torino, don Ciotti, fondatore della Comunità Abele (una altra comunità impegnata nel recupero dei tossicodipendenti) fa sapere di essere amareggiato perché gli è stato attribuito un attacco a San Patrignano, proprio pochi giorni prima della ripresa del processo.
Don Ciotti dice, rivolto a Vin-
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cenzo Muccioli: "(...) gli auguro con tutto me stesso, che dal processo esca nel modo migliore; questo non vuol dire che io non tema che un approccio violento al problema, possa oggi diventare un metodo. Ma anche Muccioli è d'accordo su questo, anche lui come tutti noi che ci occupiamo di "tossici", sappiamo di arrampicarci sui vetri, abbiamo fatto errori.
L'importante è che ci si aiuti a vicenda, che, nel clamore internazionale di questo processo, non passi la regola della violenza 'a fin di bene'."
Questi sono, senz'altro, solo dei piccoli frammenti del più generale dibattito che è in corso, mi pare però che lo spirito di oggi, sia molto diverso da quello che ha caratterizzato le prime settimane del processo. Quando il processo sarà finito e ci sarà il tempo per lavorare con maggiore tranquillità, ci saranno anche le premesse perché la riflessione, il confronto ed il lavoro possano riprendere ad un livello superiore e più efficace di quanto non lo sia stato fino ad ora. Gianni R.
milano19
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I marzo 1985
milano19
DAL FASCISMO A PIAZZA FONTANA
Ha inizio l'ultima, decisiva battaglia
Il CLNAI mobilita tutta la popolazione perché insorga a scacciare fascisti e tedeschi dalla città di
Gian Piero Pagetti
Il 28 marzo 1945 gli operai lombardi, piemontesi, liguri ed emiliani diedero il primo segnale dell'attacco finale contro gli occupanti tedeschi ed i loro tirapiedi repubblichini dando il via ad una grande ondata di scioperi, ed occupando, con squadre armate, numerose fabbriche.
A Milano quel giorno, secondo le ammissioni fatte a denti stretti e soltanto fra loro da fascisti e tedeschi, gli scioperanti furono più di centomila, che in vari punti della città im.provvisarono anche manifestazioni per le strade al grido di: "Vogliamo pane, viveri, la fine del terrore, la liberazione dei prigionieri politici...". A Turro i lavoratori della Magnaghi e della Manifattura parteciparono, dalle nove e mezza alle dieci e mezza del mattino, ad un comizio. I fascisti tentarono di interromperlo, ma intervennero le SAP e due repubblichini, caddero uccisi, mentre una decina di tedeschi presenti alla scena, preferirono far finta di niente e non intromettersi.
Comizio anche alla Pracchi, ma senza incidenti. Alla CGE, verso le dieci meno un quarto, fecero irruzione i fascisti della Muti, che vennero però ricacciati fuori dagli operai. Alla Borletti, invece, il questore inviò uno squadrone di polizia, che venne accolto da interminabili bordate di fischi e la stessa sorte toccò al federale fascista Costa, giunto nello stabilimento poco dopo.
In Corso Magenta i ferrovieri, per protestare contro la direzione compartimentale che aveva respinto le loro richieste, improvvisarono, verso le dieci del mattino, un comizio nella strada, proprio davanti a palazzo Litta. Altri comizi vennero tenuti alla Triplex, dal comandante della 112' Brigata Garibaldi SAP, ed alla De Micheli di Niguarda, da un'operaia, mentre al deposito ATM Ticinese, quello di via Pietro Custodi, i tranvieri ottennero un aumento salariale dell' 88 per cento. Ma quello stesso giorno, in piazza del Governo Provvisorio, i fascisti fucilarono i partigiani Luigi Guaraldi ed Ettore Mozzi.
Il giorno dopo giunse a Milano, proveniente da Torino, nei cui pressi era stato paracadutato, Albobrando MediciTornaquinci, inviato dal governo dell'Italia del Sud, di cui era sottosegretario per le terre occupate, con l'incarico di indurre il CLNAI ad una linea moderata, spiegando che gli alleati anglo-americani, a liberazione avvenuta, avrebbero' ridotto i Comitati di Liberazione ad organismi puramente consultivi e consigliando di limitare l'azione delle formazioni partigiane alla sola salvaguardia degli impianti e delle industrie, ma in una riunione convocata in tutta fretta al Collegio dei Salesiani, in via Copernico, gli fu risposto, chiaro e tondo, che il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia non intendeva minimamente rinunciare agli spazi che si era conquistato in venti mesi di du-
ra lotta contro i nazifascisti e che non si poteva scatenare una grande rivolta di popolo facendo dei "distinguo", ponendo dei limiti o creando problemi di competenza.
E tanto per cominciare quello stesso 29 marzo il CLNAI costituì ufficialmente il Comitato insurrezionale (composto da Sandro Pertini, Emilio Sereni e Leo Valiani, affiancati per la consulenza militare da Luigi Longo e da Egidio Liberti) e decise, alla presenza dell'invitato degli alleati Max Salvadori, di unificare le brigate partigiane come reparti regolari.
La paura comincia e "fare novanta"
Il 4 aprile Milano subì una nuova incursione aerea, che le costò altri 14 morti. Il giorno dopo il Corriere della Sera pubblicò una risoluzione del partito fascista repubblichino, che ordinava l'arruolamento nelle brigate nere, entro il termine massimo del 30 aprile, di tutti gli iscritti, senza limitazioni di età, di condizioni fisiche, di lavoro. Evidentemente ormai per i fascisti tutto faceva brodo, tutto andava bene pur di turare le falle che si allargavano sempre più nelle loro file anche a causa delle continue diserzioni.
Quello stesso 5 aprile 1945, infatti, gli alleati diedero inizio all'offensiva finale in Italia sfondando, con un'azione diversiva della Va Armata, le linee tedesche sul fronte tirrenico e liberando Massa e, con l'aiuto dei partigiani, Carrara.
Il 6 aprile Celestino Narratone (Celo), responsabile del Partito Socialista nel Comitato di Agitazione dei ferrovieri di Milano, venne arrestato dai nazifascisti, che lo sottoposero a pressanti interrogatori, ma senza riuscire a strappargli alcuna notizia.
La mattina del 7 aprile un fascista venne ucciso in viale Beatrice d'Este, mentre in viale Sarca venne rinvenuto il cadavere di un brigadiere di pubblica sicurezza. Il giorno dopo un milite della guardia nazionale repubblichina venne ucciso in via Paolo da Cannobio, presso il vecchio "covo" di Mussolini, ma in via Giambellino i fascisti fucilarono i partigiani Giuseppe Frassei, Francesco Migliavacca e Luciano Peschini.
Il 9 aprile nuova incursione aerea su Milano ed attacco decisivo degli alleati sul fronte adriatico: sfondate le linee tedesche 1'8a Armata iniziò ad avanzare verso Argenta e Ferrara, per aggirare Bologna, preceduta dai partigiani di Bulow (Arrigo Boldrini), che dilagarono inarrestabili nelle valli di Comacchio.
Il giorno dopo i fascisti fecero sfilare per le strade di Milano il battaglione Bir el Gobi (detto dai milanesi "bev e god") delle brigate nere, illudendosi forse di poter così dimostrare di essere ancora i padroni della città; ma quello stesso giorno il Partito Comunista diramò a tutte le sue organizzazioni politiche e mili-
tari la "Direttiva n. 16", che iniziava con la frase "L'ora dell'attacco è scoccata" e continuava informando che i tedeschi erano ormai in rotta disordinata e che occorreva attaccarli. I partigiani, i GAP e le SAP dovevano, secondo le indicazioni della direttiva, intensificare le loro azioni di massa e scatenare lo sciopero generale in una progressione che accellerasse il moto di rivolta.
E la mattina di quello stesso 10 aprile un'ondata di scioperi bloccò le principali fabbriche di Milano e Sesto San Giovanni quali la Breda, la Ercole Marelli, la Magneti Marelli, la Pirelli, la Falck, la Osva ed altre. Alla Pirelli intervenne la polizia, che però fu costretta a fuggire (ed a rilasciare quattro lavoratrici che aveva arrestato) dagli operai, una cui delegazione tentò invano di mettersi in contatto con la direzione, che aveva pensato bene di fuggire. Fuggì pure la direzione della Ercole Marelli, dove lo sciopero si protrasse anche nel pombiggio e dove ad un brigatista nero venne incendiata la motocicletta. Spariti anche i padroni Quintavalle dalla Magneti Marelli, dove verso le dieci e mezzo si presentarono, con una nutrita scorta di uomini armati e con la pretesa di pronunciare dei discorsi "anticapitalistici", il federale fascista Costa ed il capo della Muti Colombo, che vennero però prontamente costretti dagli operai ad alzare i tacchi ed a lasciare a passo di corsa, con il loro codazzo di scagnozzi impauriti, lo stabilimento. Comizi e lanci di manifestini pure allo stabilimento Unione della Falck, alla Osva ed in altre fabbriche ed anche dove non si erano fatte trovare dalle delegazioni operaie, le direzioni si premurarono di dichiarare di ritenere legittime le rivendicazioni dei lavoratori contro il caro viveri e per gli aumenti salariali. Evidentemente la paura cominciava a "fare novanta"!
Ed ecco ricomparire Mussolini a Milano
L' I I aprile nuovo bombardamento aereo con tre morti e 7 feriti. 11 12 altri 5 morti ed I I feriti per un'altra incursione aerea e raddoppio delle tariffe tranviarie cittadine; ma verso mezzogiorno una trentina di partigiani fecero irruzione al Comere della Sera, in via Solferino, bloccarono i telefoni e radunarono circa 200 lavoratori nella sala mensa, dove tennero un breve comizio. Quello stesso 12 aprile il CLN di Milano inviò istruzioni particolareggiate per l'insurrezione al CLN ferrovieri, responsabile di un settore di fondamentale importanza, mentre il CLN della Edison lanciò un appello a tutte le maestranze dell'azienda perché si mobilitassero a difesa degli impianti.
Il 13 aprile altra incursione aerea su Milano con 3 morti e 4 feriti, ma, contrariamente al solito, la notizia venne quasi trascurata dalla radio repubblichina, troppo impegnata quel gior-
no a trasmettere, con il tono di chi ha ottenuto una grande vittoria, la morte, avvenuta il giorno prima per cause naturali, del presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt.
11 15 aprile venne sospesa l'erogazione del gas ed i combattenti fascisti della Lombardia si radunarono a Milano, al Teatro Nuovo (più che sufficiente per ospitare i non molti partecipanti), per ascoltare il vicesegretario del partito fascista repubblichino Pino Romualdi (che poi non a caso diventerà vicesegretario anche del MSI), il gerarca Carlo Borsani e Bruno Gemelli farneticare di "vittoria sicura e ormai vicina", forse ignari che in altra sede Vittorio Mussolini, figlio del loro capo, stava proponendo in quegli stessi giorni agli alleati, attraverso lo zelante cardinale Schuster, arcivescovo di Milano, la resa della repubblichetta di suo padre, a patto che fossero le brigate nere, e non i partigiani, ad assicurare l'ordine pubblico durante il trapasso dei poteri. Si trattava di una richiesta talmente assurda, che gli alleati si rifiutarono persino di discuterla; ma intanto si moltiplicavano, si accavallavano, si intrecciavano, si sovrapponevano i tentativi di accordo, ci compromesso, di resa, di armistizio. Fascisti e tedeschi si ingannavano a vicenda, mentre gli intermediari tentavano disperatamente di evitare che gli italiani insorgessero contro i nazifascisti, illudendosi di poter arrivare ad una liberazione "indolore". E quello stesso 15 aprile 1945 il servizio informazioni tedesco riferì su un piano proposto al generale Wolff dal solito cardinale Schuster (che forse ignorava che il comandante delle SS in Italia già stava trattando per conto suo la resa con gli angloamericani), in base al quale in caso di arrivo degli alleati, le truppe tedesche avrebbero dovuto lasciare Milano senza combattere, senza distruggere fabbriche, né impianti elettnci, senza portare con sé ostaggi, promettendo in cambio che esse non sarebbero state attaccate, durante la ritirata, dalle forze partigiane, che tra l'altro non risulta avessero mai dato al cardinale alcun mandato per trattative di quello o di altro genere.
Il 16 aprile, per solidarietà con la Breda serrata fin dalle agitazioni del 10 aprile, vennero proclamati scioperi in diversi stabilimenti, tra i quali si distinse la Borletti, mentre nella sala mensa della stessa Breda un comizio volante si concluse con uno scontro a fuoco con i naxifascisti e tre tedeschi rimasero uccisi.
11 17 aprile il comando piazza CVL di Milano diramò le direttive sui provvedimenti da prendere nel caso ezcui i nazifascisti avessero instaurato lo stato d'assedio ed in ogni settore della città vennero costituite un gran numero di squadre armate, composte da cinque o sei uomini ciascuna, mentre al Vigentino i partigiani attaccarono un
posto di blocco fascista, ferendo alcuni militi.
11 18 aprile il comando piazza del CVL presentò al comando generale il riepilogo della forza presente a Milano e Sesto San Giovanni, pari a 12.805 partigiani. Quello stesso giorno riecco Mussolini a Milano. Attirato dalla speranza di trovarci il vaticinato "segnale della riscossa", ma ancor più da quella di essere prelevato dagli americani e di sfuggire così alla meritata punizione, il vecchio dittatore si installò, con la sua amica Claretta Petacci e con il suo seguito, in prefettura ed il prefetto pensò di fargli cosa gradita emanando, in quella stessa occasione un'ordinanza di arresto immediato per tutti gli operai che si fossero astenuti dal lavoro.
La popolazione prende le armi
Il 19 aprile una nuova incursione aerea provocò a Milano altri 3 morti e 13 feriti e quella sera, poco dopo le nove, gli aguzzini della banca Koch arrestarono gli antifascisti Pagliani, Ghislandi, Nardini, Della Giusta, Dugoni e Micheli, sottoponendoli, nella famigerata Villa Triste di via Paolo Uccello, ad atroci torture perché svelassero gli indirizzi di tutte le tipografie clandestine, ma nessuno degli arrestati parlò e quello stesso giorno il CLNA l, facendo proprio l'ultimatum lanciato poco più di un mese prima dai comunisti, offrì a tedeschi e fascisti una sola alternativa "arrendersi o morire", precisando, affinché il concetto fosse ben chiaro a tutti, che chi di loro non si fosse arreso sarebbe stato fucilato.
11 21 aprile il comando generale del Corpo Volontari della Libertà ordinò la mobilitazione generale delle SAP di fabbrica e due partigiani attaccarono in pieno giorno la caserma delle brigate nere in via Cadamosto. Uno degli attaccanti, Giancarlo Brugnolotti, venne catturato dai fascisti, che lo torturarono e poi, tre ore più tardi, lo fucilarono. Ma poco dopo i partigiani attaccarono nuovamente la stessa caserma espugnandola e fucilando i brigatisti neri che avevano composto il plotone di esecuzione di Brugnolotti.
Quello stesso giorno Mussolini riunì il suo governo a Milano ed in serata fece scrivere una lettera a suo nome ai socialisti del CLN per proporre una trattativa di resa. Evidentemente era alla disperata ricerca di una via di uscita e di salvezza, ma ormai gli eventi stavano precipitando ed alle 6 del mattino del 23 aprile nel compartimento ferroviario di Milano ebbe ini' zio lo sciopero generale insurrezionale proclamato ad oltranza dal CLN e dal Comitato di Agi' tazione dei ferrovieri.
Il 24 aprile il tenente Kreuse, portavoce militare tedesco, tentò di giustificarsi con i giornalisti milanesi per il mancato arrivo del bollettino di guerra del giorno prima ed il silenzio del suo comando, adducendo le "superiori esigenze militari" in-
vitando i giornali a controbattere le voci secondo cui la mancata pubblicazione del bollettino sarebbe stato il preludio della caduta della Germania, ma non potè non ammettere la perdita, da parte dei tedeschi, di Bologna, l'isolamento di Cuneo e di Torino ed, in genere, la gravità della situazione militare.
E alle otto e mezza di quella stessa mattina Luigi Longo fece diramare l'ordine di insurrezione per tutte le formazioni garibaldine. Più tardi il CLN diramò un appello a tutta la popolazione affinché prendesse le armi. "L'ordine — diceva tra l'altro il proclama — è: nelle fabbriche, nelle aziende, negli uffici non si deve più lavorare; dappertutto si deve parlare della resa da imporre ai nazifascisti per accellerare la fine della guerra, per salvare dai bombardamenti e dalle distruzioni i nostri impianti e le nostre città".
Nel pomeriggio il Comitato insurrezionale (composto da Sandro Pertini, Emilio Sereni e Leo Valiani) si riunì in un appartamento dalle parti di Porta Genova per decidere lo sciopero generale ad oltranza per l'indomani alle 13, ma verso l'imbrunire arrivò un giovane operaio inviato dal CVL di Genova per informare che in quella città l'insurrezione era già cominciata. Ogni indugio venne allora rotto. Alle dieci di sera di quello stesso 24 aprile 1945 anche a Milano venne proclamato lo stato di insurrezione. E quella stessa sera a Niguarda, all'estrema periferia della città, la 3' Brigata Garibaldi GAP attaccò ed espugnò una caserma della guardia nazionale repubblichina catturando il presidio e facendo un ampio bottino di armi e munizioni, che servirono poi per armare il popolo. Fu il segnale di inizio dell'ultima, decisiva battaglia.
(29 - Continua - Le puntate precedenti sono state pubblicate a partire dal numero di settembre 1982)
Nelle foto: Aprile 1945, partigiani in aizone sui tetti di Milano.
marzo 1985 milano 19 - pagina 3
MILANO
Introduzione alla storia della cooperazione (3) a cura di Giusto Perretta
Dalla Liberazione nuovo vigore
alla cooperazione in Italia
Dopo aver dato un importante contributo morale e materiale alla Resistenza, le cooperative italiane, liberatesi dai vincoli imposti dal fascismo, hanno avuto un nuovo sviluppo
La cooperazione di consumo in Italia che sino agli anni '60 si era sviluppata anche attraverso la gestione di attività non propriamente di sua pertinenza, la costruzione di case di abitazione, la conduzione dei Circoli cooperativi, la produzione del pane mediante i propri forni, la pigiatura dell'uva, la macellazione e la produzione di salumi fu in grado comunque per svariati decenni di soddisfare e tutelare le necessità prevalentemente alimentari delle classi più modeste, non solo ma anche di svolgere una efficace azione sociale di educazione e di assistenza.
Tipico il caso della Unione Cooperativa Milanese che a cavallo dei due secoli era riuscita, tramite anche un'azione di unificazione di altre cooperative specie dei sobborghi (la polverizzazione delle cooperative fu sin dalle sue origini un fattore di debolezza del movimento) a disporre di ben 95 negozi in Milano, latterie, forni per pane e biscotti, macello e salumificio nonché addirittura un enopolio a Gallipoli per l'incetta delle uve e la lavorazione del vino. Essa gestiva inoltre ristoranti cooperativi (quello delle Ferrovie Nord in piazzale Cadorna) e sin da allora praticava la confezione in proprio e la vendita di abiti e cappelli per signora.
Cara Gabriella ti siamo tanto vicini e ti esprimiamo il nostro solidale ed affettuoso cordoglio nel momento della perdita di tuo padre
ARRIGO VAGNOTTI
Questo è ciò che sentono il comitato direttivo ed i compagni tutti della sezione PCI Di Vittorio del Gallaratese interpretando anche i sentimenti di tutti coloro che ti hanno eletta come indipendente nelle nostre liste.
Il gruppo comunista del Consiglio di Zona 19 esprime le sue più sentite condoglianza a Gabriella Vagnotti Finazzi, consigliere di zona dello stesso gruppo, per la scomparsa del padre
ARRIGO VAGNOTTI
La redazione di Milano 19 partecipa al lutto che ha colpito Gabriella Vagnotti Finazzi, responsabile della Commissione Educazione del Consiglio di Zona 19, per la morte del padre ARRIGO VAGNOTTI e le esprime le sue più sentite condoglianze.
Ma accanto a queste attività economiche essa inviava ai propri soci che erano oltre sedicimila (di cui già allora un terzo donne), il proprio giornaletto "Il nostro Giornale", devolveva ogni anno l'incasso degli ultimi quattro giorni di carnevale della sua "Sala di assaggi" agli Asili suburbani, faceva distribuite — retribuendoli — dai giovani spazzacamini per Natale migliaia di copie de "L'Almanacco della pace", edito dalla Società internazionale della Pace, Unione Lombarda, nel nobile intento di diffondere tra il popolo i sentimenti di pace e di fratellanza umana che da sempre sono stati alla base degli ideali cooperativi.
La Cooperazione si diffuse quindi in Italia, fatta salva la lunga e dolorosa parentesi del fascismo, in diverse regioni e in misura diversa. Nata la Lega a Milano nel 1886, venne pure fondata la Federazione italiana della Mutualità e con la pubblicazione de "La Cooperazione Italiana" che per diversi anni venne stampata a Como presso la Cooperativa Tipografica Comense fondata e diretta da quell'Aristide Bari che oltre ad esserne il redattore si assunse l'onere, durante i tristi e dolorosi giorni della repressione crispina nel 1894, quando centinaia di cooperative furono chiuse, i dirigenti incarcerati (Luigi Mani e Romolo Romussi) di continuare la pubblicazione a credito per non far mancare — proprio in quelle circostanze — la voce autorevole e rassicurante della Lega delle Cooperative.
Il periodo giolittiano segnò poi invece alcuni anni di relativa serenità durante i quali la cooperazione si espanse, si rafforzò in quasi tutti i suoi settori, comprese le Casse Rurali e le Banche Popolari Cooperative tanté che anche per merito del Luzzati divenuto ministro e poi anche per un preve periodo capo del Governo, ma soprattutto auspice il Viganò, si realizzò la fondazione della Banca Nazionale del Lavoro che era ancora una volta stata sollecitata durante il Congresso della Lega svoltosi a Como nel 1899 e si posero le premesse per la costituzione del Ministero del Lavoro. A centinaia sorsero le cooperative, a volte anche in concorrenza tra loro; si rafforzarono così oltre alla Unione Cooperativi.di Milano, l'Alleanza Cooperativa Torinese, le Operaie di Trieste ad opera di Camillo Prampolini Grandi e prosperi complessi cooperativi che soltanto la furia cieca e bestiale del fascismo potrà più tardi piegare ma non distruggere. Si noti che l'odio antioperaio del fascismo
provocò dal 1919 al 1921 la riduzione da oltre ventimila a poco più di quattromila cooperative, ancor prima quindi della sua ascesa al potere; altro che Italia proletaria...!
Instaurata la dittatura, con il beneplacito della monarchia ed il sostegno degli agrari e degli industriali, fu sufficiente al regime la applicazione di misure amministrative (negazione di licenze, chiusura, imposizioni di commissari o liquidatori) per snaturare il movimento cooperativo (che secondo il regime doveva avere solo carattere economico), sciogliere la Lega delle Cooperative, instaurare prima il Sindacato Italiano delle Cooperative, poi istituire l'Ente Nazionale fascista delle cooperative, sostituire alla Co-' operazione Italiana di gloriosa memoria, il Lavoro Cooperativo, ai giornali della classe operaia "Avanti" ed "Unità", "il Popolo d'Italia" e in diverse successioni modificare radicalmente gli Statuti sociali.
Ciononostante durante quei bui anni vi furono uomini che incuranti dei gravi rischi tennero alta la fede negli ideali della cooperazione e della libertà. Come segnalava appunto ancora nel 1924 un prefetto fascista ai carabinieri: "Mi risulta che nelle cooperative e nei circoli nonostante il policromo cartello (quello che diceva: "qui non si parla di politica") si tengono riunioni segrete e si discute di politica".
Non indifferente sarà poi durante la lotta di Liberazione l'aiuto materiale e morale che daranno alcune cooperative a coloro che si erano impegnati nella Resistenza. La Liberazione vide una impetuosa spontanea richiesta di cooperazione e sorsero nuove cooperative un po' dovunque, risorsero a nuova vita quelle che avevano resistito al fascismo. la scarsa preparazione 'e gli inadeguati mezzi finanziari provocarono presto la fine prematura di gran parte di esse. Ricostituita la Lega nel 1946, si costituì pure la Confederazione delle Cooperative di ispirazione cattolica, precedendo in tal modo tutta quella azione di discriminazione e di divisione che si completerà negli anni seguenti con la scissione nelle forze della Resistenza, del Sindacato e nella cristallizzazione politica accentuata ancor più dalla scissione socialista di Palazzo Barberini nel 1947. Divisioni e scissioni che pesarono e pesano su tutta l'economia italiana, sui rapporti sociali, su di un effettivo progresso e che invece hanno favorito un lento ma progressivo processo di degenerazione di cui scandali, mafie, camorra, e
terrorismo non sono altro che alcuni dei più visibili effetti.
Pur impegnando tutta l'onestà e la capacità dei suoi dirigenti, la fedeltà dei suoi associati, la cooperazione italiana si trovò intorno agli anni '60 a dover fare i conti con una situazione nel campo della distribuzione che era o si stava profondamente mutando, Non poteva più essere il piccolo negozio storico antagonista della cooperazione ma erano le grandi imprese della distribuzione che si accaparravano a buon prezzo le migliori aree e le posizioni migliori. Noi con i nostri punti di vendita di 40/ 80 mq. al massimo, impegolati nei problemi dei Circoli che spesso occupavano Oasi interamente i Consigli di Amministrazione, quelli dei dispensieri i cui ammanchi erano assai frequenti e rilevanti, l'ammontare eccessivo dei crediti di banco (causa non ultima di alcuni fallimenti delle nostre cooperative), la impreparazione dei nostri quadri tecnici e politici, rendeva addirittura utopica la necessità di una svolta.
Si trattava quasi, di ricominciare da capo. Dal groviglio di certe pur importanti cooperative si dovevano scorporare i circoli, i forni, i macelli, le case di abitazione trarne i mezzi per realizzare negozi di ben altre
dimensioni, tra spesso l'incomprensione e ostilità di molti dei soci e di coloro che stavano dietro di essi e per motivazioni politiche o per particolari interessi ostavano a quel rivoluzionario processo di trasformazione che doveva poi proseguire attraverso alle unificazioni alla creazione delle Cooperative di Tipo Nuovo.
Solo così si poteva mirare ad una moderna Cooperazione di Consumo capace di porsi quale alternativa alla grande distribuzione monopolistica privata ed a quella mista ossia a partecipazione statale. Si trattava in sostanza di realizzare gli obiettivi fondamentali qualificanti la nostra moderna Cooperazione:
— Alternativa alla grande distribuzione di carattere speculativo
Controllo democratico e pub-
blico dei prezzi e dei servizi
— Nuova gerarchia dei consumi privati in opposizione al consumismo
— Lotta agli sprechi e contro l'uso distorto della pubblicità Indirizzare l'impiego del reddito nazionale verso i consumi sociali Lotta alle frodi ed alle sofisticazioni, contro i coloranti, per le etichette parlanti ed edu(-Azione del consumatore.
Questi obiettivi potevano essere realizzati, soltanto da Cooperative di tipo nuovo. Sia pure tra risultati e sconfitte esse si realizzarono anni prima in Toscana poi in Emilia, ed in Lombardia purtroppo solo intorno agli anni '70.
(3 Continua)
Nella foto uno spaccio cooperativo agli inizi del secolo
A Milano non può mancare il monumento alla Resistenza
Non vorremmo che l'attuale Sindaco possa essere ricordato come colui che ha dimenticato la partecipazione della nostra città alla lotta per la Libertà
Le Sezioni ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, delle zone 19 e 20 a ultimazione delle manifestazioni nella ricorrenza del 39" della Liberazione, rilevata la mancata realizzazione nella nostra città, Medaglia d'Oro, di un monumento alla Resistenza, si riunivano unitariamente.
A conclusione venivano sollecitati i rispettivi Consigli di Zona a farne proposta al Consiglio Comunale e di segnalare le rispettive disponibilità di locazione. Del tutto ne veniva informata la Presidenza Provinciale dell'A.N.P.I.
Ci risulta essere ciò avvenuto così pute su iniziative parallele di altre Sezioni A.N.P.1. nelle rispettive zone.
Non si hanno però note di riscontro, né dimostrazioni di
sensibilità alla richiesta da parte del Consiglio Comunale.
Ci pregiamo pertanto, anche a nome delle altre Sezioni ANPI, di rivolgerci direttamente a successore del Compianto Antonio Greppi, Sindaco della Liberazione, perché si faccia interprete sensibile e provveda nelle sue possibilità a questa non trascurabile lacuna.
Milano, già sede del C. L.N.A.1., capitale morale d'Italia, dalla cui piazza del Duomo l'attuale Presidente della Repubblica dichiarò 'l'Italia Libera", non può essere mancante di un tale ricordo.
Non desideriamo che quale attuale Sindaco, successore ideologico di Caldara, Filippetti, Greppi, Aniasi, possa essere ricordato come colui che ha trascurato una creazione simbolica della partecipazione della
nostra città alla conquista della Libertà di cui godiamo. Desideriamo ardentemente invece che sia menzionato come fautore della realizzazione di un simbolo, nel 40°, che faccia ricordare Milano più come Capitale della Resistenza che per Piazza S. Sepolcro.
"
Certi di avere generato la giusta sensibilità i Resistenti, geneticamente invecchiati, ma non per questo meno vigili e memori ringraziano per qualsiasi iniziativa venga avviata: monumento o museo della Resistenza; ma che la Resistenza sia sempre ricordata e presente alle attuali e future generazioni a simbolo anche contro ogni tipo di eversione. Con ossequi.
11 Comitato di Sezione / 1/7Af
Appello dell'ANPI Zone 19 e 20
pagina 4 - milano 19 marzo 1985
11111111111111111Ä1111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111Ä111111111111111111111111111121111111111111111111111111111111 Carni LA PRIMA. Per chi se ne intende di qualità e risparmio: costa reale manz L. 5.980 al Kg. cervella di vitello L. 7.500 al Kg. bisthe scamo ecc ne L. 10.600 al Kg. LA PRIMA capretto L. 9.800 al Kg. petti di pollo L. 8.580 al Kg. fesa di tacchino L. 8.380 al Kg. pecorino romano L. 930 all'etto prosciutto crudo Parma L. 2.300 all'etto provolone i dolce L. 960 all'etto il nome della carne MILANO - P.zza Loreto (Mezzanino MM) tel 209191
Giornata internazionale della donna
Un 8 marzo difficile
È in atto un molteplice attacco alle conquiste delle donne e alla loro stessa identità, del loro modo di entrare come soggetti complessivi. della storia
Uno dei nodi teorici e pratici del movimento delle donne degli anni 70/80, è stato quello del rapporto con la politica.
E emersa una contraddizione stridente: da un lato il movimento delle donne ha immediatamente posto il problema della riforma della politica, dei suoi meccanismi formali di delega, di rappresentanza, di formazione delle decisioni, ma soprattutto dei suoi contenuti e dei suoi valori. Una politica vicina alle persone, alla loro quotidianità, al loro privato, di sofferenza, di incertezze di sperane; una concretezza ed una aderenza alla vita che non fosse scelta di mediocrità di tatticismo, di realismo politico, ma capacità di far vivere ogni giorno, anche nella contraddizione le aspirazioni al cambiamento dei rapporti fra individuo e stato, fra uomo e donna, fra umanità e natura. Tutto questo bagaglio di volontà di mutamento progressivo si è espresso all'interno della battaglia sul divorzio, sull'aborto, ha inciso profondamente nella coscienza del paese, determinando orientamenti nuovi. Ma riformare la politica significa anche rapportarsi in modo autonomo alle forme seppur distorte con cui essa si presenta e si sviluppa. Il separatismo per diventare autonomia deve fare i conti con il quadro politico, con i partiti, con la situazione internazionale, perché tutto questo agisce sulla vita delle donne sui destini delle loro lotte, sulla qualità delle loro vittorie.
È in atto infatti un pesante e molteplice attacco alle conquiste delle donne e alla stessa identità del loro nuovo modo di entrare come soggetti complessivi nella storia. La campagna presidenziale di Reagan è stata condotta sul versante ideologico all'insegna della lotta contro l'aborto, per la pena di morte, per un restringimento della democrazia nel senso della riduzione del numero dei soggetti collettivi di cui lo stato debba tener conto.
Il clima italiano non è migliore: il craxismo modernizzante con i suoi falsi miti delle brillanti donne manager (alla Bellisario) o delle levigate signore sessualmente spregiudicate (alla Marina Lante della Rovere), il rilancio da parte dell'integralismo cattolico della intangibilità della famiglia e della sessualità legata alla riproduzione nascondono una realtà economica drammatica che garantisce alle donne sempre meno lavoro, e nel lavoro aumenta la disparità e la discriminazione. E ciò è più grave che nel passato perché oggi questi processi cozzano contro la coscienza generalizzata che le donne hanno espresso concependo il lavoro come uno dei fondamenti della autonomia e della autodeterminazione, una condizione necessaria, anche se non sufficiente.
D'altro canto si è diffuso nei governi locali un atteggiamento politico da parte dello schieramento del pentapartito che considera lo sviluppo e il mantenimento dei servizi sociali come antitetico alla ripresa produttiva e allo sviluppo: consultori, asili nido, scuole materne, servizi di assistenza agli anziani, agli handicappati, ai tossicodipendenti, vengono pesantemente ridimensionati in quantità e qualità, proprio mentre dai bisogni della utenza e dalla riflessione su questi bisogni emerge
una cultura dell'intervento del pubblico nel sociale, che non chiede una riduzione, ma una profonda modifica di metodi nel senso della qualità della vita,
del rispetto alla persona. Rifiuto dell'assistenzialismo, deistituzionalizzazione, forme avanzate di gestione sociale da un lato nascono da una matrice
8 Marzo
Otto marzo fiorito di mimose otto marzo di lotta e di dolore, non c'è nei libri il nome delle lavoratrici di New York che sono morte tra le fiamme; non c'è data. Quelle che scioperarono e nell'incendio persero la vita erano donne: e le donne non fanno mai la storia.
Otto marzo fiorito di mimose; otto marzo di lotta e di dolore, dentro di noi è il nome delle compagne di New York che sono morte tra le fiamme delle donne sepolte nelle miniere, uccise nelle fabbriche, sfiorite a vent'anni nelle risaie d'acqua velenosa di sanguisughe e di zanzare.
Otto marzo fiorito di mimose otto marzo di lotta e di dolore le donne d'ogni luogo d'ogni Paese, d'ogni razza sfilano per le strade in file lunghe quanto son lunghe le contrade le contrade del mondo.
E per le donne morte a New York, per le donne sepolte nelle miniere uccise nelle fabbriche sfiorite a vent'anni: è per la fame, la pena, la miseria, è per la lunga offesa della storia che noi sfiliamo per le strade in file lunghe quanto son lunghe le contrade del mondo, oggi, 8 marzo, tutto fiorito di mimose.'
Oggi come allora le donne sono costrette a lottare per migliorare le condizioni di vita comune.
Per tutti i soprusi subiti nella storia, per risolvere i problemi ancora aperti abbiamo bisogno delle idee di tutte le donne.
Troviamoci giovedì 21 Marzo alle ore 21 presso il "Centro Comunitario" di via Lampugnano 145 (Trenno).
culturale affine alle tematiche del movimento delle donne, da un lato, se sviluppate fino in fondo modificherebbero prima di tutto la condizione della donna, il suo rapporto con figli, malati, anziani.
A partire dalla necessità di discutere nel movimento e con tutte le donne della complessità di questo attacco, l'imminenza della discussione in Senato della legge sulla violenza sessuale, dopo il vergognoso voto alla Camera permette nella giornata dell'8 marzo, di unificare su questo punto la mobilitazione e la lotta, in modo assolutamente non restrittivo: lo scontro sulla legge contro la violenza sessuale è il segno più evidente delle politiche e delle cinture che si danno battaglia nel paese: chi sostiene una nuova concezione della donna a partire dal suo diritto alla autodeterminazione e dal suo essere persona e chi si fa promotore di una cultura della restaurazione o di una modernizzazione razionalizzatrice che comunque penalizza la donna, considerandola ancora bisognosa di tutela e di assistenza.
Nel merito concreto della legge, tre punti sono difficilmente mediabili: la costituzione di parte civile dei movimenti nel processo, la procedibilità d'ufficio nei confronti del coniuge, una legislazione per i minori e gli infermi che, pur introducendo i necessari meccanismi di tutela, non neghi il diritto alla sessualità.
Un otto marzo difficile: ancora una volta le donne devono ritrovare l'unità senza negare le differenze con cui i vari settori del movimento si rapportano alla politica e alle istituzioni, rompere schieramenti politici ed equilibri parlamentari, spezzare "coerenze" a cui continuamente De Mita chiama i partiti della coalizione, in prossimità della campagna elettorale, imporre a tutti di confrontarsi con la categoria politica della liberazione.
Et canton del barbee
Lo sveltocratico
Ciao! Allora, hai sentito Craxi?
Mi no! Che peccaa!
Vuoi dire che avresti avuto piacere a sentirlo?
Beh, minga tutt. Domà la prima part!
La prima parte del suo discorso?
No, no! La prima part del sò nom.
La prima parte del suo nome?
Si, quella che la fa "crac" come ona robba che la se s'ceppa.
E cos'è che dovrebbe rompersi?
EI sò cadreghin, inscì finalment el borlarev giò. Così vorresti che Craxi cadesse?
No, no. Minga domà lù. Anca tutt el sò governo. -- Dovevo immaginarlo. Non cambi mai. Perché? EI Craxi l'è forsi cambiaa?
E perché avrebbe dovuto cambiare?
E perché dovarev cambià mi, allora?
Ma...
Ma, putost, dimm sù se l'è che l'ha dit el Craxi.
Beh... Se l'è presa con la lentocrazia del Parlamento.
Ouehi! L'ha parlaa el sveltocratich!
Lo sveltocratico?
Sì, perché? Ti come t'el ciamerisset vun svelt de man?
Svelto di mano chi?
Lù, el Craxi. T'ee minga vist come l'è svelt a portann via quatter punt de contingenza?
Ma...
E la sveltezza ch'el gh'ha avuu a portann via di alter danee cressend i ticket su i medesin in dove te la mettet?
Ma non mi dirai che è svelto soltanto nel portar via!
No, no. Difatti ai sciori el ghe porta via mai nient. In compens...
In compenso cosa?
L'è staa svelta regalag h Comiso al Reagan. Veramente la base di Comiso non l'ha regalata a Reagan, ma l'ha messa a disposizione della NATO.
Che l'è poeu la stessa robba! E poeu...
E poi cosa?
T'ee mai notaa la sveltezza del Craxi a mett a tasè di scandoll, specialment se gh'è de mezz on quaivun di sò?
Veramente anche lui ha detto che in Italia nascono molti casi, che poi finiscono nel cestino.
Per forza! L'è lù che l'è svelt a trai dent int el cestin! E intanta el gh'ha anca la sveltezza...
Di far che cosa?
De cuntà sù di ball.
Di raccontare delle frottole?
Sì, come quella, tant per fa domà on esempi, che l'ha cuntà sù de quell che el Pertini el gh'aveva dit del De Michelis.
Si, va bene, ma...
Va ben on bel nient, vist che el Craxi l'è staa svelt anca a lassaa andà el Reder!
Beh... Ma in fondo si trattava di un uomo anziano...
Anca i pensionaa italian hinn anzian e per de puu hann mai mazzaa nissun, ma el Craxi el gh'ha minga la stessa sveltezza a aumentagh j pension.
Beh... Quella è una cosa che va discussa in Parlamento.
Ah, hoo capii. Quand che se tratta de dagh on quaicoss a la povera gent al sveltocratich Craxi ghe faa comod ti rà per el lung dand la colpa a la lentocrazia del Parlament.
Beh...
E scommetti ch'el tira foeura la stessa scusa anca per minga dagh de lavora ai giovin. Ma questo è un altro discorso.
Alter discors on corno. Te set se te disi?
Cosa?
Che sarev ora de fàa svelt anca nun a diventa di sveltocratich!
Per essere come Craxi?
No, no. Per sbattell giò a la svelta, prima che lù el sia pussee svelt de nun e el ne porta via minga domà el Parlament, ma anca i mudand! Ciao, te saludi! el barbee
marzo 1985 milano 19 - pagina 5
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Problema droga: come affrontarlo?
SIMEE e il suo impegno contro le tossicodipendenze
La presenza di un figlio odi un fratello tossicodipendenti crea grossi problemi nelle famiglie alterando i rapporti affettivi - Oggi colonie ed oratori sono del tutto insufficienti ad affrontare correttamente il problema del tempo libero
Nel numero di Febbraio di "Milano 19" abbiamo presentato, attraverso l'intervista della coordinatrice della Commissione Sanità, signora rosanna Ferri, il piano di lavoro sulla lotta alle tossicodipenze, messo a punto dal Consiglio di zona 19.
Abbiamo ritenuto opportuno passare ad una conoscenza diretta degli organismi, e delle associazioni operanti nei nostri quartieri su questo tema. Secondo i programmi del CdZ, essi dovranno avere un ruolo rilevante, al fiando del Nucleo Operativo dell'USSL, nelle iniziative del territorio.
Abbiamo incontrato le dottoresse Fantoni e Nava, operatrici del SIMEE (Servizio Igiene Mentale dell'Età Evolutiva), la cui sede è situata nell'ex asilo di Via U. Betti. Il SIMEE, ha per suo compito istituzionale quello di aiutare i ragazzi fino all'età della scuola dell'obbligo (e rispettive famiglie), che abbiano problemi di ordine psicologico; solo in alcuni casi i "pazienti" vengono seguiti fino a 18 anni (fascia di età in cui intervengono altri organismi istituiti appositamente).
Volevamo sapere se, ed in che misura, attraverso il loro lavoro, si fossero trovate a fronteggiare i problemi relativi all'assistenza di tossicodipendenti; se avevano avuto la possibilità di valutarne l'incidenza tra i più giovani.
Fino ad oggi al SIMEE non sono giunte richieste di intervento specifico, mirato ad affrontare situazioni particolari, né da istituzioni (scuole), né da parte di genitori; solo alcuni medici scolastici ed un paio di presidi hanno invitato i suoi operatori ad assemblee sul problema "droga" in generale.
Che il fenomeno esiste ed abbia una sua incidenza, secondo le dottoresse Nava e Fantoni, emerge dalle richieste di intervento da parte di nuclei familiari, che si rivolgono al SI M EE per affrontare i problemi posti dalle complesse reazioni che si determinano al loro interno, quando fa la sua comparsa la tossicodipendenza.
la presenza di un figlio o di
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un fratello tossicodipendente, crea grossi contraccolpi nelle famiglie: le relazioni si alterano profondamente, insorgono disagi fino ad allora sconosciuti, che vanno da quelli di tipo economico a quelli, più complessi, relativi all'alterazione dei corretti rapporti affettivi.
La tendenza ad instaurare controlli esasperati sui figli, a limitarne la libertà in modo ossessionante, l'insorgere di stati d'ansia o di vera angoscia in cui cadono quei genitori che non sanno come intervenire e come rapportarsi alla nuova situazione, determinano difficoltà psicologiche, per risolvere le quali, a volte, ci si rivolge al SIMEE.
Vi sono casi di neonati di tossicodipendenti che sono da considerarsi "casi a rischio", che vengono affrontati in collaborazione con consultori pediatrici e seguiti con cura particolare, cercando sempre di mettere in grado la madre di svolgere pienamente il proprio ruolo.
Le dottoresse, tengono a sottolineare che non va fatta la equivalenza "cattiva madre" (ambiente cattivo) = "cattivo figlio", per cui non è assolutamente detto che un figlio di tossicodipendente sia condannato a seguire le orme dei genitori; diciamo che questo può essere un elemento di predisposizione ("caso a rischio" appunto).
È importante, così come è avvenuto nei confronti dei portatori di handicap (anche se in misura non soddisfacente), che cresca e si sviluppi una cultura che, invece di tendere alla emarginazione o a sottoporre il tossicomane al timore della schedature o segnalazione, sappia socializzare il problema dell'assistenza.
Nei casi dei neonati di tossicodipendenti, è quantomai opportuno che si vaglino tutte le
In via Albenga Un Nucleo Operativo Antidroga
Il Consiglio di Zona 19 ha proposto il recupero dell'ex asilo nido di via Albenga, nel quartiere Harar, come sede del Nucleo Operativo Antidroga di zona, in quanto, anche se non centrale nella zona, tale struttura ha il vantaggio di essere vicina all'ospedale multizonale S. Carlo ed al Consultorio Familiare, tramite il quale il Nucleo avrebbe la possibilità di un rapporto diretto con i servizi temtoriali.
L'istituzione del N.O.A. (Nucleo Operativo Antidroga) è prevista dal piano antidroga dell'Amministrazione Comunale per il recupero dei tossicodipendenti. attualmente quasi totalmente a carico di parrocchie e di associazioni di volontari, che tanto hanno sin qui operato per strappare i giovani alla droga e per dare conforto alle famiglie colpite.
Con tale piano l'Amministrazione Comunale intende mettere sotto controllo il fenomeno droga.
Un controllo certamente non repressivo, ma volto all'integrazione sociale attraverso un rapporto più umanizzato e vivo con gli utenti in modo da contribuire ad un mutamento culturale profondo, che aiuti a superare le crisi esistenziali e di valori, ín cui molti giovani cadono nel periodo più delicato della loro vita: l'adolescenza.
possibili iniziative di aiuto e di sostegno, che permettano alla madre il mantenimento del proprio figlio.
In futuro, nel tessuto sociale dei quartieri, l'eventuale sviluppo di una sensibilità su questi temi e la crescita di una coscienza della disponibilità alla collaborazione, non deve far venire meno l'impegno dei servizi pubblici; se mai, sarà il loro ruolo che cambierà, assumendo un nuovo carattere di elemento di integrazione e sostegno del volontariato.
Sul terreno della prevenzione, secondo le operatrici del SIMEE, è particolarmente importante avere la possibilità di seguire l'evoluzione dei bambini e dei casi più complessi.
Spesso, infatti, quando ad una tossicodipendente viene sottratto il figlio, se questa misura non viene accompagnata da un grosso aiuto si determina una situazione per cui la madre tende ad avviare una nuova gravidanza, con conseguenze immaginabili. Nei confronti dei più giovani, va impostato correttamente il problema del tempo libero, specialmente nei periodi estivi, e della sua organizzazione. Oggi, colonie e oratori sono del tutto insufficienti, occorre quindi che questo aspetto venga assunto dalle istituzioni in tutta la sua serietà ed importanza.
Per quello che riguarda un'indagine conoscitiva e un intervento specifico sul tema delle tossicodipendenze nelle fasce di età più giovani, pur rilevando che il SIMEE non ha nè la forza, né la competenza, le dottoresse Nava e Fantoni, si son dette disponibili a dare il loro contributo, all'interno di un programma al fianco del Nucleo Operativo dell'USSL. Franco Tosi
Proposto dal P.C.I. Un ufficio a difesa del malato
Un ufficio a difesa del malato in tutte le USSL (Unità Socio Sanitarie Locali). Lo propone il Partito Comunista Italiano in un disegno di legge presentato dai consiglieri regionali Abeni, Sereni, Vespa e Zaffaroni dal titolo: "Norme per la salvaguardia dei diritti dell'utente del servizio sanitario nazionale".
Un'altra proposta: che al paziente, al momento del ricovero, venga consegnata una guida sul funzionamento e sull'organizzazione dell'ospedale, mentre il giorno in cui verrà dimesso dovrà — se lo vuole — compilare una scheda con annotanoni ed osservazioni sulla sua "esperienza". Ha spiegato Abeni: "Si tratta di una inizitaiva volta a rendere più protagonisti i cittadini utenti del servizio sanitario nazionale sul terreno della difesa della loro salute e dei diritti di cui sono portatori. Ciò al fine di cogliere e rendere concretamente operative le concezioni innovatrici che stanno alla base della riforma sanitaria: una riforma purtroppo ancora largamente inattuata".
Il progetto di legge del PCI si articola m quattro parti (diritti degli utenti nei servizi sanitari, negli ospedali, tutela della madre e del bambino, ecc.). Abeni ha anche sottolineato che si tratta di un progetto di legge aperto al confronto ed al contributo di associazioni, organizzazioni sindacali, forze politiche.
Presi in esame dall'Assessorato alla Viabilità
Giardino della Resistenza e isola pedonale a San Siro
Intanto è già stata decisa la chiusura, dalla parte di piazzale Selinunte, del viale Mar Jonio, il cui accesso verrà riservato soltanto alle auto dei residenti
L'annoso problema dell'isola pedonale di San Siro (da realizzare in via Mar Jonio) è stato discusso nel corso di una riunione tenutasi martedì 12 febbraio scorso presso l'Assessorato alla Viabilità e Trasporti del Comune di Milano, con la partecipazione, oltre che naturalmente dell'assessore Vittorio Korach, del Consiglio di Zona 19, dei tecnici della Ripartizione e dell'ATM, della Vigilanza Urbana, dell'Ufficio per l'Arredo Urbano, nonché, su invito del presidente del Consiglio di Zona 19, dello scultore Gio Pomodoro, che a suo tempo era stato contattato dalla Sezione ANPI di San Siro affinché progettasse un "Giardino della Resistenza" da localizzare pro-
prio nell'isola pedonale in questione.
L'incontro è stato utile ed ha già portato alla decisione di chiudere al traffico, dalla parte di piazza Selinunte, il viale Mar Jonio, che rimarrà accessibile soltanto alle auto dei residenti, per le quali saranno predisposte migliori possibilità di parcheggio in modo che non invadano lo spartitraffico a verde, su cui l'Ufficio per l'Arredo Urbano e lo scultore Giò Pomodoro potranno studiare la più opportuna collocazione del Giardino della Resistenza ed una migliore illuminazione dei giardinetti. La seconda fase della realizzazione dell'isola pedonale, che mira a creare per gli abitanti del quartiere IACP aree attrezzate
e riservate ai pedoni, prevede uno studio di fattibilità di un'altra area pedonale fra piazza Selinunte (dove il traffico rotatorio rende difficile e pericoloso l'accesso all'isola centrale a verde attrezzato) ed il tratto di viale Aretusa dietro il Mercato Rionale.
Nell'attesa che venga avviata anche la realizzazione di questa seconda parte del progetto di isola pedonale a San Siro, il Consiglio di zona 19 ha intanto chiesto alla Ripartizione Verde e Giardini del Comune di Milano di rimettere a nuovo piazza Selinunte, istallandovi un nuovo campo giochi e provvedendo ad una migliore illuminazione, specie della parte centrale.
Si rischia il blocco dei servizi
In otto anni mentre il numero degli utenti è quasi quadruplicato
Il Consiglio di Zona 19 ha votato un Ordine del Giorno per chiedere al presidente ed al Comitato di Gestione dell'USSL (Unità Socio-Sanitaria Locale) 75/ 19 di predisporre urgentemente tutti gli atti necessari per reintegrare il personale mancante nel C.P.S. (Centro Psico Sociale) di via Betti 189, in modo di mettere in grado tale servizio di svolgere la sua attività con l'organico al completo.
Tale richiesta si basa su una valutazione fatta dagli operatori del centro stesso, i quali hanno fatto rilevare che negli ultimi anni il carico di pazienti psichiatrici seguiti dal CPS della Zona 19 è aumentato con una progressione media annua del 19 per cento ed in totale 1532 utenti (più dell'1,5 per cento della popolazione della zona ha usufruito del servizio.
Nell'ambito del CPS vengono svolte attività di tipo medico-psichiatrico, psicologico-psicoterapico, assistenziale, sociale, Day-hospital medico-psichiatrico (terapie farmacologiche intensive), attività riabilitative (psicomotricità, ergoterapia, terapia risocializzante, ludoterapia) e vengono attuati interventi di urgenza in situazioni di crisi.
Per quanto si riferisce in particolare al CPS della zona 19 gli utenti sono saliti dai 214 del 1976 agli attuali 794, ma nello stesso periodo di tempo l'organico del centro ha subito, per varie ragioni, una riduzione del
personale infermieristico del 40 per cento, che nel gennaio 1985 è diventata addirittura del 60 per cento. Tale situazione è aggravata dall'incremento di attività di tipo puramente amministrativo, che sono soprattutto a carico del personale infermieristico, per cui la disponiblità di tale personale per le sue specifiche mansioni risulta ridotto dell'80% rispetto all'inizio dell'attività e questo si tradurrà in un aumento dei ricoveri ospedalieri e delle ammissioni nei cronicari, visto che molti pazienti possono restare all'esterno di tali strutture soltano se adeguatamente sostenuti dal CPS.
In pratica rispetto agli organici regionali che prevedono un aiuto corresponsabile, un medico assistente ogni 60 mila abitanti, 3 infermieri professionali ogni 25 mila abitanti, un animatore a 36 ore settimanali, uno psicologo ogni 50 mila abitanti un assistente sociale ogni 50 mila abitanti, il CPS della nostra zona (che conta più di centomila abitanti) è carente di uno psicologo, un aiuto psichiatra e tre infermieri.
Pertanto gli operatori del CPS della Zona 19 chiedono che, anche in mancanza di norme legislative definitive, l'USSL si impegni a trovare formule che definiscano in modo migliore le prospettive del personale consulente, incentivandolo a rimanere ed a prestare la sua
collaborazione. Esiste inoltre un consistente gruppo di problemi di tipo assistenziale strettamente connesso all'intervento terapeutico, che attende un'urgente soluzione (relativi ai sussidi sussidiari urgenti, alle pulizie degli appartamenti dei pazienti, alla nomina dei tutori) e che allo stato attuale dei fatti difficilmente potranno essere affrontati.
Servizio veterinario di zona
Il Consiglio di Zona 19 ha approvato un ordine del giorno (inviato al presidente dell'USSL 19/ 75, al consigliere delegato assessore Casali ed al Comitato di Coordinamento dell'USSL 75) per sollecitare l'attuazione della delibera del 4 ottobre l'organizzazione e l'articolazione del servizio veterinario sul territorio del Comune di Milano.
Con l'attuazione di tale delibera sarebbe possibile anche nella nostra zona una corretta funzionalità di tale servizio, che, come previsto dalla delibera stessa, si articolerà in due distinte aree funzionali: I) sanità animale ed igiene dell'allevamento e delle produzioni animali; 2) igiene della produzione e commercializzazione degli alimenti di origine animale.
itarderilCRONACA pagina 6 - milano 19 marzo 1985
Non è più sufficiente il personale al Centro Psico sociale di via Betti
Erano destinate alla demolizione
In via Pinerolo verranno riordinate due palazzine
Si tratta di stabili di proprietà comunale i cui trenta alloggi potranno risultare estremamente preziosi per far fronte all'attuale grave stato di "emergenza casa"
Il Consiglio Comunale ha ratificato la delibera della Giunta di due stabili di proprietà comunale in via Pinerolo 40.
Tali stabili, unitamente ad altri due, sono stati acquisiti al patrimonio comunale mediante procedura d'acquisto sostitutivo d'esproprio adottata dal CIMEP con provvedimento consortile dell'8 giugno 1982 ed il Piano di Zona relativo all'area su cui sorgono, approvato dalla Giunta Regionale il 15 dicembre 1975, mantiene la destinazione a residenza per la fascia di terreno occupata dalle due palazzine prospicenti la via Pinerolo, mentre prevede la destinazione a verde pubblico per la parte rimanente dell'area, dove sorgono le altre due palazzine, che quindi dovrebbero essere demolite.
In attuazione delle previsioni di tale Piano, l'Amministrazione Comunale ha già provveduto, tramite l'IACPM, alla ristrutturazione dei due stabili prospicenti la via Pinerolo, nei cui 33 alloggi ripristinati sono stati trasferiti gli inquilini dei retrostanti edifici da demolire, che risultano già inagibili. Si dovrebbe ora dar corso all'intervento di demolizione e al-
Parere sfavorevole al progetto No del Consiglio di Zona ai 164 box dell'IACPM
La loro costruzione in via Appennini 43 I B sconvolgerebbe l'organizzazione degli spazi pubblici esistenti - Perplessità per le innumerevoli barriere che impediscono un adeguato accesso all'area centrale
Il Consiglio di Zona 19 ha espresso parere sfavorevole alla realizzazione del progetto presentato dall'IACPM (Istituto Autonomo Case Popolari di Milano) per la costruzione di 164 box per auto in via Appennini 43/ B, al Gallaratese. Tale progetto, a giudizio del Consigho di Zona, sconvolgerebbe infatti l'organizzazione degli spazi comuni a verde e parcheggi a servizio degli edifici residenziali adiacenti e sin dal novembre 1983 lo stesso Consiglio di Zona aveva fatto rilevare la complessità del problema, che va al di là della regolarità dei manufatti edilizi. Si tratta in effetti di utilizzare parti pubbliche attualmente fruibili, senza alcuna distinzione, da parte di tutti gli abitanti del quartiere, per creare un servizio che dovrebbe andare a soddisfare soltanto un numero limi-
In via Pogatshnig
Distretto sanitario e spazi multiuso
Su proposta della Commissione Igiene e Sanità, il Consiglio di Zona 19 ha deciso come utilizzare la sua attuale sede di via Pogatshnig, che si renderà disponibile tra pochi mesi, quando il Consiglio di Zona stesso si trasferirà nella sua nuova sede nel Centro Civico al Gallaratese. Tenendo conto delle esigenze dei cittadini del quartiere QT8Lampugnano, fra i quali vi sono numerose persone anziane che hanno necessità di maggiore assitenza, il Consiglio di Zona 19 ritiene difatti indispensabile istituire un piccolo distretto sanitario (con possibilità di certificazione, assitenza sociale e sanitaria, un medico di base ed un'infermiera) nei locali attualmente adibiti ad uffici, mentre il sottostante salone, attualmente utilizzato come sala per le sedute del Consiglio di Zona, dovrebbe essere adibito a spazio multiuso per tutte le associazioni, inquilini, realtà locali e per 1'ANFAS in quanto già ritrovo dei portatori di handicaps.
Il deserto è giunto in viale Aretusa
A.A.A. cercansi con urgenza
un po' d'alberi a San Siro
Anche se la nostra zona ha la più alta percentuale di verde di tutta la città, questo quartiere ne è estremamente carente - Eppure il posto ci sarebbe, basterebbe utilizzare i marciapiedi oggi utilizzati per parcheggi di auto
tato degli stessi. Il Consiglio di Zona 19 ritiene pertanto necessario che la nuova sistemazione conservi sulla copertura dei box una organizzazione dello spazio urbano non inferiore a quella esistente. Occorre pertanto che il progetto sia corredato da uno stato di fatto della stessa scala, che consenta di valutare la consistenza degli spazi liberi esistenti da recuperare e dei parcheggi a disposizione degli abitanti, che non possono essere ridotti se non in piccola parte.
In ogni caso, sempre secondo il parere del Consiglio di Zona, desta perplessità l'organizzazione del piano territoriale per le innumerevoli barriere che impediscono un adeguato accesso all'area centrale, ivi compreso l'accesso al parcheggio previsto in superficie, difficilmente accessibile dalle case adiacenti.
Box al Gallaratese Aree comunali in concessione alla Coop La Torrazza
In seguito ad una deliberazione d'urgenza della Giunta Municipale, il Consiglio Comunale ha concesso in diritto di superficie alla Cooperativa La Torrazza aree di proprietà del Comune di Milano per la costruzione di autoparcheggi sotterranei al Quartiere Gallaratese.
Con tale decisione, che prende atto dell'attuale stato di carenza di box per auto nel quartiere, l'Amministrazione Comunale concede in diritto di superficie per un periodo di 50 anni, rinnovabile alla scadenza per altri .10 anni, 2.880 metri quadrati di terreno in via Borsa 20 ed altri 2.890 metri quadrati in via Appennini 105 alla cooperativa La Torrazza, che, oltre alla costruzione dei parcheggi sotterranei, si è impegnata ad eseguire a proprie spese e cura, quale corrispettivo della concessione, un'adeguata sistemazione del i soprassuolo ed a provvedere alla sua manutenzione per tutto il periodo della concessione.
la sistemazione dell'area verde secondo quanto stabilito dal Piano di Zona, ma la generale situazione d'emergenza in materia di alloggi, dovuta, come è noto, al sovrapporsi al già persistente fabbisogno di case dell'incalzante ondata di sfratti, impone di stabilire con oculata sensibilità le priorità esistenti tra i vari bisogni collettivi.
In tal senso, il servizio del verde pubblico, seppure rappresenti oggi una sentita richiesta da soddisfare, diventa secondario, anche se non meno importante, di fronte al "bisogno casa".
Sulla base di tali considerazioni la Giunta Comunale di Milano ha deliberato di rinviare di qualche tempo l'attuazione delle previsioni urbanistiche relative all'area di via Pinerolo 40 'e, con un intervento pressoché modesto di manutenzione ed un costo preventivato dall'Ufficio Tecnico Municipale in 745 milioni di lire (pari a circa 228 mila lire per metro quadro), di mantenere le due palazzine civilmente abitabili ancora per alcuni anni, recuperando così 30 alloggi, che, nell'attuale grave situazione di emergenza, risulterebbero estremamente preziosi come "case parcheggio" per fare temporaneamente fronte ai casi più urgenti di sfratto o per trasferirvi provvisoriamente gli inquilini di stabili comunali da ristrutturare.
Se dovessimo prendere in considerazione la percentuale di verde in Zona 19, indubbiamente ne ricaveremmo un'indicazione positiva per lo meno nel complesso metropolitano.
D'altra parte tutti sanno che questo verde è concentrato in zone ben delimitate e sfruttate, quali sono il Parco di Trenno e la Montagnetta di San Siro a cui bisogna aggiungere quella quota di verde agricolo continuamente erosa dalla cementificazione e quei circa 35 ettari di terreno rimboschito ad opera di Italia Nostra (un fiore all'occhiello) sulla Via Novara, in corrispondenza della Cascina S. Romano. Completamente diversa è la situazione nei quartieri, in particolare a S. Siro, stretto tra periferia e inizio di zone più centrali. Non vogliamo prendere in esame la possibilità di creare zone verdi, intese come parchi o giardini, perché salvo rari casi, come Viale Aretusa, di aree omogenee e continue, per farne, mancano.
Ci interessa la possibilità reale e concreta di sfruttare quelle aree in cui si possono piantare degli alberi e sono veramente tante. Tutti hanno sotto gli occhi i marciapiedi o gli spartitraffico di Via Civitali, Via Gavirate, Via Novara, Via Palatino, ecc. ... Tutte aree servite chi più chi meno per parcheggiare le macchine, le quali non ne soffrirebbero della compagnia vege-
tale. Ma perché alberi, a cosa servono? Sappiamo dalla scuola che producono ossigeno, indispensabile per la vita, ma sono solo queste le loro funzioni?
Certamente no! Li possiamo considerare sotto il profilo ecologico, dove intervengono nel trasformare la Co, in 0,, fissano i gas tossici, le polveri, i prodotti catramosi e oleosi, emettono vapore acqueo con relativa regolazione termica (il fresco dell'ombra) e non ultimo assorbono rumore. Sotto un profilo urbanistico, con il miglioramento estetico dell'ambiente urbano (quel deserto chiamato Viale Aretusa) e chiaramente sotto il profilo igienico. Vogliamo anche dire la nostra opi-
Secondo l'Assessore Polotti
Sovrappasso di piazza Kennedy: sarà pronto non prima del 1988
Nel frattempo i cantieri delle imprese occuperanno parte dell'areà adiacente, la cui sistemazione non potrà pertanto essere attuata che dopo la fine dei lavoriPrevista una pista ciclo pedonabile tra il Gallaratese e il Monte Stella
Rispondendo ad una lettera inviatagli il 19 dicembre scorso dal Consiglio di Zona 19, l'Assessore ai Servizi e Lavori Pubblici Giulio Polotti ha precisato che il progetto di sistemazione dei raccordi della piazza Kennedy e dei viali Sant'Elia e De Gasperi con le Autostrade del Nord, attualmente allo studio e di prossima realizzazione da parte della SPEA a seguito di incarico specifico, prevede l'occupazione parziale dell'area com-
presa tra via Benedetto Croce, piazza Kennedy, viale Sant'Elia e il Quartiere Gallaratese con le sovrastrutture del sovrappasso di scavalcamento di piazza Kennedy e con il manufatto di collegamento ciclo-pedonale del Quartiere Gallaratese con il Monte Stella.
L'area, per la sua posizione particolarmente idonea, dovrebbe essere altresì occupata, secondo le dichiarazioni dell'Assessore Polotti, dai cantieri delle
In via Trenno 120
Un recupero edilizio alla Cascina Cottica
Verranno ristrutturati 13 alloggi e ricavati spazi da destinare ad attività commerciali ed artigianali - La decisione presa in considerazione dell'evidenziata caratteristica tipologica
Lo stabile di via Trenno 120, la Bettolina della Casrina Cottica, verrà ristrutturato. Lo ha deciso l'Amministrazione Comunale in base ad una delibera della Giunta Municipale che ha approvato il relativo progetto e la conseguente indizione della gara di appalto per licitazione privata.
Con tale intervento, il cui costo è stato preventivato in un miliardo e 519 milioni di lire, è prevista la ristrutturazione di 13 alloggi di piccolo e medio taglio su due piani, mentre al piano terreno saranno ricavati spazi da destinare ad attività commerciali ed artigianali di interes-
se collettivo.
La decisione di ristrutturare tale edificio è stata presa in primo luogo in considerazione della evidenziata caratteristica tipologica dell'immobile, che rappresenta un particolare momento storico nel quadro urbano e l'opportunità di procedere ad un intervento per il pieno recupero della sua funzionalità è maturata anche in considerazione del Bit° che la Regione Lombardia ha attribuito al Comune di Milano un finanziamento di 25 miliardi di lire per l'esecuzione di programmi costruttivi di risanamento edilizio.
imprese che eseguiranno i lavori relativi al citato progetto.
Ü Non si ravvede pertanto la possibilità di un rapido intervento di sistemazione dell'area considerato che i cantieri ed i lavori dovrebbero occuparla per circa due anni a partire dalla data di consegna, che, salvo imprevisti, potrebbe avvenire, stando a quanto riferito dall'Assessore, entro la primavera del 1986.
nione nell'ipotetica presa in considerazione di questo articolo, nell'indicare quali, secondo noi, sono le specie da piantare, per lo meno alcune. Consideriamo tali i tigli, sotto un profilo biologico, dando questa specie rifugio ad insetti utili come le coccinelle, che entrano nella lotta biologica, nutrendosi di insetti dannosi come gli Afidi (pidocchi delle piante) evitando inutili e insalubri trattamenti antiparassitari, le robinie, caratteristiche per i loro fiori a grappolo bianco e profumatissimi, presenti in Via Paravia, l'acero negando con le sue foglie giallo limone in autunno (fattore estetico) e con una crescita di moderata intensità.
Comunque sia, fondamentale è il tener conto della resistenza all'ambiente, in particolare alle piogge acide. Ma come fare per indicare alla ripartizione giardini i luoghi in cui piantare degli alberi? E semplice, basta andare nei distaccamenti di zona, fare una domanda scritta in duplice copia, una per il Sindaco e una per l'ufficio a cui ci si è rivolti e naturalmente aspettare.
In una "favola" si racconta che alcuni l'hanno fatto e questi ogni mattina alzandosi spiano dai vetri appannati. cercando alberi piantati nottetempo, invano. Un caso dove la fantasia va a braccetto con la realtà. Quindi ci rivolgiamo a chi ha il potere, dato dal voto dei cittadini, per intervenire su queste pastoie burocratiche, in particolare al Consiglio di Zona e ai suoi consiglieri, perché non lascino cadere nel vuoto questa richiesta che va ben oltre l'intento di coloro che la fanno, ricordando che il seminare un campo ambientale (non parlare) dà i suoi frutti.
Arci - Lega Ambiente
Lanciata dal Gruppo Sirio e da Milano 19
Un'iniziativa artistica
"per non dimenticare"
Mostra di pittura, scultura, poesia, testimonianze per il quarantennale della Liberazione' - Potrebbe scaturirne un'idea per un monumento alla Resistenza sul Monte Stella
In occasione del quarantennale della Liberazione, il Gruppo Sirio ARCI-UISP ha organizzato, in collaborazione con il nostro giornale, una mostra di pittura, scultura, fotografia, poesia e testimonianze sul tema "Per non dimenticare".
La partecipazione è aperta a tutti coloro che intendono aderire all'iniziativa con loro opere pittoriche, scultoree, fotografiche, poetiche o di narrativa oppure con fotografie, scritti, lettere od altro risalenti all'epoca della Resistenza ed è inteso che tantole opereartistiche, quanto le altre testimonianze rimarranno di proprietà di quanti le esporranno nella mostra.
Il Gruppo Sirio e Milano 19 intendono così ricordare la Resistenza nei suoi valori essenziali e non soltanto in modo celebrativo e si augurano che all'iniziativa si associno anche le sezioni ANPI della nostra zona, nonché il Consiglio di Zona 19, anche perché dalla mostra potrebbero scaturire idee per la realizzazione sul Monte Stella di un monumento alla Resistenza.
Per maggiori informazioni e per adesioni rivolgersi alla nuova sede del Gruppo Sirio in via Appennini 101/ B, presso il Circolo ARCI-UISP Giulio Trevisani, il primo ed il terzo venerdì del mese di marzo.
marzo 1985
È già stato ridotto dal Teatro Tenda No ad un'ulteriore riduzione del parcheggio MM Lampugnano
La protesta del Consiglio di Zona 19, che ha voluto sottolineare, in un ordine del giorno, la gravità della decisione del Comune di Milano di realizzare, secondo quanto hanno riferito vari giornali, una megastruttura da 10 mila posti
In relazione a quanto pubblicato su vari quotidiani cittadini, che hanno annunciato la decisione del Comune di Milano di sostituire l'attuale Teatro Tenda di Lampugnano con una megastruttura di oltre 10 mila posti per rimpiazzare il Palazzo dello Sport gravemente danneggiato dalle nevicate del gennaio scorso, il Consiglio di Zona 19, nella sua seduta del 18 febbraio, ha approvato un ordine del giorno per denunciare la gravità del fatto.
Che ll C. di Z. 19 non sia stato chiamato a partecipare ad una decisione, che interessa un'area così vasta nel cuore della zona, e per la quale vari progetti sono stati programmati dal C. di Z. 19 assieme all'Amministrazione Comunale:
I — Realizzazione di un Centro di calcolo bancario per 13.000 mc. e studi professionali in cooperativa per 20.000 mc. oltre ad una piazza attrezzata con attività commerciali e verde.
2 — Costruzione di un Residence per 70.000 mc.
3 — Ampliamento della via Sant'Elia, per l'ingresso in città. dai cavalcavia progettati sopra Piazza Kennedy (per il cui progetto la zona non è stata coinvolta):
4 — Realizzazione di un parcheggio custodito dalla MM, a pagamento, su una parte del parcheggio di Lampugnano, che risulta troppo ridotto a causa della presenza dell'attuale Teatro Tenda.
5 — Attuazione del progetto di potenziamento del Monte Stella che prevede di attrezzare l'Anfiteatro per spettacoli all'aperto.
E quindi evidente che la nuova struttura sportiva che si vuole realizzare è incompatibile con l'attuazione di interventi già da tempo programmati e con la coerente definizione urbanistica di un intero settore urbano; la
previsione di un intervento di tale consistenza (difficilmente definibile come temporaneo, tanto più che la sua prevista durata è comunque di molto superiore ai tempi di ripristino del Palasport) senza un'adeguato inquadramento urbanistico (anzi, in contrasto con il PRG vigente) costituisce del resto una decisione gravissima, che si chiede con la massima fermezza di riconsiderare, per l'impatto ambientale che avrebbe sulla zona e sulla qualità della vita degli abitanti dei quartieri limitrofi, che già sono stati costretti a subire le manifestazioni svolte nell'attuale Teatro Tenda, in assenza di un qualsiasi reale controllo e tutela rispetto agli elevatissimi livelli acustici da essi raggiunti.
E stata valutata la possibilità di installare un nuovo impianto sul parcheggio a fianco del Palasport o altrove?
Per discutere l'intera questione — conclude l'ordine del giorno — si chiede un incontro urgente con l'Amministrazione Comunale.
110 niarimun e
Vigili del fuoco tel. 34999.
Polizia stradale tel. 322.322. Questura tel. 61.261
Commissariato S. Siro, via Novara 199; te!. 45.20.241
Carabinieri pronto intervento tel.
212.121.
Stazione Sempione, v. Berengario 16; tel. 435.403.
Vigili Urbani pronto intervento tel. 77.271.
Comando zona S. Siro p.le
Accursio 5; tel. 325.741
Presidio Gallaratese, v. Cilea tel. 35.34.874.
Centralino ambulanze tel. 77.33.
Soccorso medico urgente presso
C.R.I. tel. 38.83.
Guardia ostretica permanente
723.291.
Centro antiveleni tel. 64.28.556.
Pronto soccorso veterinario,Cen-
tro Veterinario S. Siro tel.
45.25.290 / 45.21.840.
Centralino farmacie di turno tel.
192.
Farmacie aperte 24 ore su 24.
Firenze, c.so Sempione 95, ang. p.zza Firenze tel. 38.41.76.
Oppezzo, viale Ranzoni 2; tel.
46.46.81.
Farmacie di turno aperte rubi alle ore 21:
1-7 marzo - Municipale 18, via
Alex Visconti 22 A.
8-14 marzo - Motta, via Massarenti, ang.
Una scuola artigianale in Via Goja
Corsi di taglio, cucito tessitura maglieria e pittura su stoffa
La scuola artigianale del Villaggio della Madre del Fanciullo di via F. Goja 60 Milano diretta da Maria Elekes organizza durante il mese di marzo ai corsi di taglio e cucito, tessitura, maglieria e pittura su stoffa.
Ogni corso prevede una durata complessiva di ore 48 (sei settimane circa).
L'insegnamento si svolge in gruppi con un massimo di 10 partecipanti.
I prezzi, compresi il materiale, sono: taglio e cucito L. 180.000, tessitura L. 350.000, maglieria L. 150.000, pittura su stoffa L. 200.000.
Per maggiori informazioni rivolgersi alla sede della scuola oppure telefonare ai numeri 395385 oppure 364575.
Sabato 30 e Domenica 31 Marzo 1985
Due giorni di Manifestazione Nazionale all'Onnicomprensivo
Nell'ambito di un programma di pubblicizzazione e promozione del miele lombardo presso i consumatori al fine di meglio qualificare l'immagine di un prodotto ancora non sufficientemente conosciuto, l'Unione Regionale tra le Associazioni Produttori Apistici della Lombardia organizza nei giorni di Sabato 30 e Domenica 31 Marzo p.v. due giornate di studio sul tema: "Miele: origine produzione e consumo".
La manifestazione che si svolgerà a Milano presso l'Istituto Tecnico Commerciale Statale di Via Trenno, 49 sarà articolata in modo da essere rivolta sia ai produttori, nella fattispecie apicoltori, che ai consumatori.
Le due giornate di studio vogliono essere anche un momento di incontro tra queste due componenti per avviare un discorso concreto su quello che deve essere il reale rapporto di stima e fiducia di chi produce e di chi consuma.
Il programma prevede per sabato mattina, con inizio alle 9,30 una tavola rotonda sui problemi legislativi del miele con la partecipazione delle organizzazioni apistiche nazionali e di esperti del settore.
11 clou della manifestazione si avrà Domenica 31.
Al mattino sempre con inizio alle 9,30, si terrà un convegno con la partecipazione anche dei consumatori.
Relatori del Convegno saranno la Prof.ssa Graziella Bolchi Serini dell'Istituto di Entomologia Agraria dell'Università degli Studi di Milano che parlerà sul tema: "L'ape come produttrice di miele", il Prof. Franco Marletto dell'Istituto di Entomologia Agraria dell'Università di Torino che parlerà sul tema: "Tecniche di produzione e salvaguardia delle qualità del miele", e il Prof. Mario Finzi, Libero docente di Scienze dell'Alimentazione all'Università di Bologna. Nel pomeriggio sia di sabato che di domenica sono previsti la proiezione di documentari e filmati sui prodotti dell'alveare.
A cornice della manifestazione verrà allestita una esposizione delle attrezzature apistiche e dei tipi di miele prodotti in Lombardia.
Le Associazioni dei Produttori Apistici della Lombardia saranno presenti ciascuno con un proprio stand e distribuiranno gratuitamente campioncini di miele tipico lombardo.
L'iniziativa che si prefigge di avere scadenza annuale, nei prossimi anni si ripeterà in altre provincie della Lombardia.
Per il diritto allo studio
Deliberata dal C.d.Z. 19 la destinazione dei fondi
I criteri di distribuzione - Incoraggiamento per il tempo prolungato e per ogni progetto di innovazione e di miglioramento nella scuola
Il Consiglio di Zona 19 ha deliberato, su proposta della Commissione Educazione, la destinazione dei fondi per il diritto allo studio per l'anno scolastico 1984-85 per uno stanziamento complessivo di 217.570.000 lire, contro 213.243.000 lire dell'anno scolastico precedente. La delibera approvata non si discosta complessivamente da quella dello scorso anno, confermando la tendenza alla diminuzione della quota pro-capite per alunno a favore delle assegnazioni per altre voci di spesa. Tale diminuzione non è stata comunque spinta fino al punto in cui la normale vita scolastica possa essere messa in difficoltà.
Sono state altresì confermate, in sostanza, le provvidenze già disposte in favore dei soggetti portatori di handicap, nonché le altre voci di spesa.
Conviene tuttavia sottolineare che la Commissione Educazione ha ritenuto di proporre al Consiglio di Zona 19 di destinare una quota di fondi, maggiore che in passato, alle scuole medie della zona, che nella loro globa-
lità hanno istituito prime classsi a tempo prolungato ed hanno coordinato le programmazioni delle sezioni di doposcuola delle classi seconde e terze alle attività del tempo prolungato, che non è da considerarsi come mera ripetizione delle attività scolastiche del mattino e perciò necessita di strutture, laboratori ed attrezzature consoni allo scopo. È inoltre da segnalare la decisione di attribuire la somma di 3 milioni di lire alla Scuola Media Casati, che ha ottenuto, con decreto ministeriale del 4 agosto 1984, l'autorizzazione alla sperimentazione, con il compiacimento e l'incoraggiamento dell'Ente Locale, che ha-sempre favorito ogni progetto di innovazione e di aggiornamento della scuola.
Ed ecco, raggruppati per voci, gli stanziamenti deliberati: pro-capite L. 99.093.560 (45,54%), attività innovative e doposcuola L. 71.740.000 (32,97%), contributo handicappati L. 34. 1441000 ( I 5,69%), attrezzature specifiche per handicappati L. 9.596.440 (4,42%), contributo Ludoteca L. 3 milioni (1,38%).
In difesa del diritto allo studio
Occupato dagli studenti il pensionato S. Leonardo
I112 e il 13 febbraio è stato occupato il pensionato S. Leonardo del Politecnico di Milano. Perché? I motivi sono stati espressi dall'Assemblea degli stu, denti in un documento, che pubblichiamo integralmente qui di seguito
M organtini tel. 40.71.574.
V.le Pisa tel. 40.76.442.
Pie Lotto tel. 46.95.119.
P.zza Axum tel. 40.76.547.
Via Beni tel. 30.86.820.
Biblioteche zona 19:
P.le Accursio 5, Palazzo Comunale tel. 36.65.20 da lunedì a sabato ore 9-23.
Rionale Albenga, (8/10 mila volumi), v. Albenga I, da lunedì a venerdì ore 13-20.
Punti prestito, (4/5 mila volumi) QT8 v. Pogatsching 40; Gallaratese v. Uruguay 26/3; Trenno v. Lampugnano (Centro Comunitario) da lunedì a venerdì ore 13-20.
Mercati settimanali:
Lunedì: v. Zamagna, v. Chiarelli.
Martedì: v. Cechov.
Venerdì: v. Uruguay.
Sabato: v. Falck; v. Isernia.
Orari da lunedì a venerdì 7,3013; sabato 7,30-17. Lega Gallaratese. Via Uruguay 11/ 2; 20151 Milano, tel. 0623. Autoriparazioni Epifani Vito, aperto anche i giorni festivi.
Milano via F.11i Zoia 96; tel. abitazione 35.11.245; ufficio tel. 45.25.489.
Il convegno, di carattere didattico-divulgativo, seguendo un filo conduttore illustrerà i vari stadi che dall'ape produttrice portano al miele pronto per il consumo.
Le finalità, con i dovuti aggiornamenti, saranno sempre le stesse e avranno come filo conduttore la divulgazione presso i consumatori delle caratteristiche del miele e degli innumerevoli benefici che l'organismo ne trae da un costante e correto consumo.
Alla manifestazione aderisce la Regione Lombardia, assessorato agricoltura, foreste, caccia e pesca.
Una politica contro il diritto allo studio. I diretti responsabili dell'I.S.U. sono arrivati ad un incontro-assemblea con gli studenti non essendo in grado di fornire risposte a problemi già da molto tempo emersi; hanno ostentato indifferenza di fronte alla precisa presa di posizione degli studenti che, occupando il pensionato, intendevano sollecitare una risposta immediata dal Consiglio di Amministrazione tenutosi in data 13 febbraio scioltosi per mancanza del numero legale. Incapacità operativa. È inconcepibile che pur essendo già da tempo disponibili i fondi per borse di studio ed assegni di studio, non vengono minimamente rispettate le scadenze di pagamento previste (31 gennaio 1985) e ancor peggio che il vaglio delle pratiche sia in alto mare. Inoltre ci sono ancora delle matricole le cui domande non sono state esaminate: questo, a metà anno accademico. Mancanza di chiarezza. Non possono essere ammessi atteg-
Davanti alla scuola M.L. King
giamenti superficiali su punti di fondamentale importanza quali l'agibilità e la sicurezza della struttura del pensionato.
Non è stata ancora documentata, nonostante le pressanti e ripetute richieste la pretesa conformità alle norme antincendio. Eppure, sapendo che l'auditorium era inagibile, sono stati spesi parecchi milioni per attrezzarlo, quando poi ci è stato negato ogni tipo di incontro culturale.
I punti toccati devono però essere considerati non come problemi particolari del College S. Leonardo bensì devono essere visti un progetto di determinate forze politiche che vogliono limitare la partecipazione di massa nelle università.
Come da parte dell'I.S.U. si esige rigore dagli studenti, così questi esigono l'assunzione di ogni responsabilità nell'individuare e rimuovere le cause ed i responsabili delle carenze gestionali ed operative dell'I.S.U. Assemblea degli Studenti del Pensionato S. Leonardo
Divieto di sosta dalle 12 a mezzogiorno
Non ci è mai capitato di vedere un divieto di sosta dalle dodici a mezzogiorno.
La cosa potrà sembrare comica ma nella sostanza è così.
Sul cartello stradale prospicente la scuola elementare Martin Luther King in effetti vi è scritto un orario analogo, esattamente dalle dodici alle tredici, e qualunque tonto ne percepisce il perché.
Non lo percepiscono però quei genitori automobilisti (ma forse prima sono automobilisti e poi genitori) che incuranti della sicurezza dei bambini che escono da scuola, ma non certamente i loro, si accatastano all'uscita rendendo estremamen-
te problematiche la circolazione.
Eppure bastano 10 (dieci) metri a piedi ed un po' di senso civico per risolvere il problema. Ed il vigile di turno sta a guardare?
Ma il problema non è esclusivo a questa scuola ma abbastanza generalizzato.
Non saranno alla testa gli automobilisti-genitori nel rivendicare lo studio dell'educazione civica ma sono certamente i primi a rovinare quel po' che viene fatto dagli insegnanti.
Un plauso a quei genitori che pur usando l'auto, ed i motivi sono dei più vani, non ne fanno un Molok.
Altamura. 15-21 marzo
Rembrandt, via Rembrandt 22. 22-28 marzo - Bax, via Kant 6. 29 marzo - 4 aprile - Grilli, via dolci 6. A.A. Alcolisti anonimi - Milano 1 - via Stratico 9 - tel. 40.35.443 24 ore su 24. Fraternità - via Kant 6. Servizio socio sanitari SAUB, v. Novara 1; 40.32.459. Segnalazioni guasti. Gas tel. 52.55. Acqua tel. 41.20.910. Metano tel. 52.10. SIP tel. 182. Luce AEM tel. 3692; ENEL tel. 38.80. Distributori benzina aperti 24 ore su 24. Agip p.le Accursio. Agip v. Novara 282. Total v. Novara 82. Total v. Teodorico 28. Taxi chiamate urgenti 117. Chiamate in zona: Pie Mnte Falterona tel. 40.87.054. Via
via
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Il miele: la sua origine, la produzione, il consumo
pagina 10 - milano 19 marzo 1985
I mestée de la Milan de semper
Dj volt al ristorant se fa cura demagrant
Rosticcerie e paninoteca sono esercizi di nuovo genere che si ricollegano ai tempi del "polentatt" di una Milano romantica e più povera di Arcano
Ristoranti, "ristorant"; locali affermatisi in Italia soltanto nell'ultimo ventennio del secolo scorso ed il cui conduttore era quasi obbligatoriamente un ex locandiere; infatti il nome deriva dal francese "restaurant", locale più elevato dell'osteria, trattoria o locanda ed in certo senso ancora oggi il nome è più prestigioso della pizzeria di cui abbiamo parlato di recente.
Giova rilevare che molti sono gli accoppiamenti anche per questo tipo di esercizio: albergo nstorante, ristorante pizzeria o semplicemente ristorante con alloggio; ma notiamo che in questi ultimi decenni si è... isolato ed è solo ristorante.
Da una osservazione generica si nota che quasi tutti i proprietari di ristoranti li gestiscono direttamente e vi prestano la loro opera, coadiuvati in misura maggiore o minore da familiari e da dipendenti a seconda
della categoria e capacità ricettiva; quindi "gent che la fa on mestée", gente che esercita un mestiere.
Ci sono, è vero, proprietari di più ristoranti che hanno affidati i locali alla fatica di terzi e loro ne godono soltanto i benefici; ci sono anche catene di ristoranti di cui sono proprietarie società ed affidati ad abili direttori allo stesso modo con cui ve ne sono di copertura ad altri interessi di cui risultano proprietari sfaccendati prestanome (fanigotton) e che da notizie prima sibilate poi di pubblico dominio fanno parte a capitalizzazioni mafiose camorristiche.
Al ristorante comune si è aggiunto quello "tipico" e quello internazionale che fanno da sponda ai più diffusi ristoranti toscani che hanno inalberata l'insegna dall'inizio dell'attività; oggi Milano è all'insegna del giallo non già per il risotto alla
Dialettologia milanese (17)
Da trittongo toscano a grafema milanese
Molti vocaboli che originariamente erano scritti col trittongo dalla lingua toscana originale all'italiano moderno hanno persa una vocale, ma il corrispondente vocabolo milanese è rimasto uguale
Dopo avere esaminati quei vocaboli che si trasformano nella parte finale dal dittongo UO italiano a OV milanese poniamo ora in risalto quei vocaboli che in lingua italiana hanno stesso dittongo nella sillaba iniziale o nel corpo; ciò al fine di evidenziare i casi più ricorrenti e relative eccezioni.
Bisogna innazitutto precisare che l'italiano moderno, nella sua diretta derivazione dalla lingua toscana, ha mutilati alcuni vocaboli originari della vocale "i" riducendo in molte parole il trittongo a dittongo; questa modificazione non ha alterato il corrispondente vocabolo milanese di medesima radice sia che lo si voglia rappresentare con il grafema "oeu" sia in caso in cui si voglia usare il fonema ".5"; questo ultimo metodo usato nel vocabolario da F. Angiolini.
Aiuola, brianzuolo, campagnuolo, fagiuolo, figliuolo, pesciaiuolo, pollaiuolo, tagliuola, ecc. corrispondono a "aioeula, brianzoeu, campagnoeu, fasoeu, fioeu, pessée, foinera, ecc.; balza subito all'occhio che gli ultimi due vocaboli costituiscono eccezione tra, quelli presi ad esempio, aventi in origine il trittongo toscano.
Caso a sè stante il vocabolo mariuolo che in milanese si usava "mariòlo", ma che oggi è linguisticamente trascurato.
Abbiamo una nutrita serie di vocaboli con dittongo UO originario quali cuoco, cuore, cazzuola, fuoco, languore, mazzuolo, nuovo, ruota, scuola, suolo, vuoto, ecc, che corrispondono a "coeugh, coeur, cazzoeula, foeugh, langoeur, mazzoeula, noeuv, roeuda, scoeula, soeul, voeuj, ecc.; non mancano le relative eccezioni, cosa da sottolineare doverosamente, sia per diversa radice dei vocaboli (ora ita:iarii ora milanesi) sia per assenza del corrispettivo e sia per polivalenza grafica del milanese in significati diversi dell'italiano.
Valgano questi esempi a
milanese, ma per i numerosi ristoranti cinesi e giapponesi che si vanno moltiplicando anche lontano dalla zona tipicamente orientale, quella di via Canonica e via Paolo Sarpi; in questi locali cucina e folclore d'Oriente si accoppiano e se il cliente non appaga lo stomaco vi trova novità e curiosità!
Voci corrosive sui ristoranti non ne mancano: "Gh'hin ristorant bèj de foeura quant de denter, ma con prezzi da mal de venter!" (Ci sono ristoranti belli di fuori quanto di dentro, ma con prezzi da mal di ventre!) ed erano riferiti a ristoranti eleganti e cari o alludevano a quelli siti in località di rinomanza turistica, notissimi e citati sulle guide specializzate, sui quali si ironizzava: "Prezzi pesant e mangià legger, posad d'argent, de cristall i biccer... cont on trattament de gran dama; vedessov che bel panorama!" (Prezzi pesanti e cibi leggeri, posate d'argento, di cristallo i bicchieri... con un trattamento da gran dama; vedeste che bel panorama).
Un anonimo mangione, insoddisfatto delle razioni fornite da un ristorante a prezzo fisso lasciò scritto sulla tovaglia questo acre commento: "Savevi minga che a mangià al ristorant a se podess fà la cura demagrant!" (Non sapevo che a mangiare al ristorante si potesse fare la cura dimagrante!).
trovi; ma c'è chi si improvvisa ristoratore, si butta a volte in un'impresa ritenuta facile con scarsa visione dei limiti e della realtà, salvo poi assistere alle vicende alterne di chi dopo un inizio traballante si avvia alla stabilità e chi invece dopo una breve, negativa esperienza è costretto a chiudere i battenti.
Rottami metallici e rottami in genere; "rottamatt", rottamaio, oggi vi si aggiunge la voce demolitore e non è da confondere con la figura dell'ambulante "strascèe" di cui si è già parlato in questa rubrica.
Tra i "rottamatt" è necessaria una distinzione e ne parliamo senza celia accennando all'importanza del mestiere e della portata economica espressa in miliardi e posti di lavoro.
coriandolatura di stampati per sottrarli a letture indiscrete ed altro ancora.
11 settore dei "rottamatt" si interseca in un mosaico di affinità e specializzazioni; c'è chi opera preferibilmente nel recupero di cavi elettrici, trasformatori e motori ed altro materiale congenere, altri invece preferiscono gli acciai rapidi e ultrarapidi, leghe dure (Widia) dai molti nomi strani che riteniamo inutile elencare.
Migliaia di persone lavorano nella rottamazione e nel ricupero di materiali d'ogni genere (come ognuno sa il comune di Milano, imitato da altri ha predisposto il recupero del vetro e della carta) e per quello che ci
risulta, come avevamo accennato, l'intero giro mette in gioco una discreta carrellata di miliardi con forti risparmi sull'importazione di materie prime.
Per l'anedottica va citato il detto milanese "Daghel al Borella!" il quale era un notissimo straccivendolo che comperava veramente di tutto; il detto è ancora in uso e sta a indicare che quando qualcosa non è più idoneo allo scopo può essere soltanto appannaggio dello strascèe o del "rottamatt". (Continua)
Nella foto: il ponte delle Gabelle con le "Cucine Economiche" il più povero ristorante di Milano.
sciogliere il nodo: suora, tuorlo, tuono, buono, suono, percuotere; questi vocaboli non seguono la stessa regola di quelli precedentemente esaminati e mutano in milanese con: "monega, ross d'oeuv, tronada, bon, son, piccà"; questi sono vocaboli di radice diversa.
Scuotere e riscuotere italiani hanno unica voce milanese in traduzione: "scoeud", mentre la citazione "noeuv" per nuovo/e vale anche per nove, il numero; ancora un esempio per nuoto che manca in milanese del participio presente e che viene scritto "noeud" come per nodo e nocca (per nodo in alternativa a "gropp") mentre il verbo nuotare diventa "nodà".
Notiamo anche che alcuni verbi offrono motivi d'identica trasformazione del dittongo OU nel grafema OEU in particolare frequenza nel tempo presente e/ o in presenza del supporto delle particelle prenominali; senza voler essere lugubre propongo l'esame del verbo morire: "mì moeuri, ti te moeuret, lù el moeur, nun moeurom, voialter morii, lor moeuren"; quindi muore/ i "moeur".
Soltanto la seconda persona plurare mantiene nella declinazione l'impostazione grafica originale del verbo: "morì".
Ovviamente ci sono verbi che offrono questa prerogativa nel caso della forma riflessiva e non nelle altre come nel caso del verbo dolere, intransitivo pronominale, di cui l'esempio: "mi me doeuri, ti te se doeuret, lù se doeur, nun se doeurom, voi alter se dorii, lor se doeuren; quindi duole "doeur". L'identica constatazione la possiamo fare col verbo volere, “vorè": mì voeuri, ti te voeuret, lù el voeur, nun voeurom, voialter vorii, lor voeuren; vuole "voeur"; questo verbo ha il participio passato irregolare e che viene scritto in tre diverse forme senza obiezione alcuna da parte dei più accreditati filologi milanesi: "vorsùu, volsùù, vorùu." (Continua)
Poesia e aneddotica si sono sbizzarrite anche ai tavoli dei ristoranti, ma giorni or sono, nel 1985 tanto per capirci, uno sbafone di diciannove anni della nostra zona 19 ha consumato un lauto pasto in un rinomato ristorante della Galleria Vittorio Emanuele, trattandosi molto bene a quel che ne risulta, ma quando gli è stato presentato il conto ha soavemente rivelato di non possedere una lira.
Si è buscata una denuncia per insolvenza fraudolenta; l'uomo della strada ne pensa comunque che se realmente aveva fame non era il caso d'averne per ottantasettemilalire!
Ai ristoranti veri e propri si aggiungonoparallelamente quelli a prezzo fisso, quelli denominati con civetteria esterofila "self service" e i servizi di ristorazione collettiva; questi ultimi, numerosissimi, provvedono a fare funzionare con criteri di ristorante villaggi turistici, ospedali, scuole, aziende, collettività, ecc. contraendo i prezzi ad una ragionevole, competitiva accessibilità.
Rosticcerie e tavole calde; attività rubricate talvolta insieme e che hanno in parte sostituita l'attività delle vecchie botteghe di cibi cotti, i milanesissimi fumosi negozi dei "polentatt" dove si potevano acquistare cibi già pronti al consumo da asportare o consumare in luogo.
Rinnovati come esercizio e struttura generale oggi non sono più la meta dello strato sociale meno abbiente e vi accedono ceto medio, studenti e gente in transito per un frugale pasto oppure, nel caso della sola rosticceria, per acquistare quanto necessario da consumare altrove.
Il fenomeno del ristoro caldo e freddo si è affermato gradualmente già dall'ultimo dopoguerra sino a svilupparsi incredibilmente negli ultimi anni (abbiamo visto appunto le pizzerie) ed esplodendo di recente con il moltiplicarsi delle paninoteche e dei bar con tavola calda annessa.
Mestiere, mestiere! Sarà per il fatto che la gente mangia alle ore più impensate, ovunque si
Dal piccolo imprenditore al grosso commerciante non cambia comunque la definizione milanese sia per chi tratta esclusivamente rottami metallici sia per chi tratta di tutto: pezzame macchinari da demolire, vetri, metalli e plastiche è sempre la stessa "rottamatt". (Singolare la definizione data da F. Angiolini sul suo glossario: "Rotàmm: quantità di roba rotta, specialmente oro e argento vecchio). Probabilmente rame, nichel, bronzo e altri metalli pregiati non venvano considerati.
I centri di raccolta di automobili da demolizione sono anch'essi gestiti da "rottamatt" anche se una voce moderna e senza dubbio valida per un dizionario aggiornato li chiama con la più frequente similitudine italiana "demolidor"; ad essi ricorrono i carrozzieri, i meccanici e... i ricambiati di parti di autoveicoli, allo stesso modo col quale ricorre il privato per ragioni di risparmio o di irreperibilità di pezzi nuovi per modelli di vetture vetuste o fuori produzione.
La compra-vendita di metalli in genere ha degli addentellati con i grandi recuperi da demolizioni industriali, rinnovi di macchinari, limaia e residui di tornitura o fustellazione di lamierati, profilati, tubi, scarti di elettrocostruzioni e componentistica radiotecnica, telefonica, elettronica, ecc.
Centri specializzati selezionano i materiali per le fonderie dividendoli per caratteristica: alluminio, bronzo, ottone, piombo, rame, zinco ed altri più nobili: nichel, alpacca, vanadio, tungsteno, cobalto e diverse leghe similari disdegnando i materiali ferrosi; altri centri di raccolta trattano di tutto quindi anche ferro, ghisa, vetro, carta e plastica.
Alcuni piccoli imprenditori, oltre al commercio dei rottami si dedica anche al trasporto di macerie, rifiuti industriali e non, trasporti di macchinari per ripagarsi delle spese degli autocarri - gru non sempre utilizzati per conto proprio.
Fa capolino ancora una volta la voce "ryojeggiador", anche se nel caso presente è saltuaria la casistica del noleggio di "containers", auto-gru e speciali macchinari per la frantumazione di autoveicoli o la distruzione di materiali non riciclabili, tritarura di schede magnetiche,
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Per non dimenticare
È accaduto 40 anni fa
Marzo 1945
I — Azione partigiana sull'autostrada Milano-Novara: attaccate due auto con fascisti a bordo, tra i quali il comandante della IV Brigata nera mobile.
2 — Sciopero dei 600 impiegati della Pirelli di Milano. Viene ritrovato a Milano il cadavere di Angelo Conca, comunista dal 1921, diffusore e tipografo de l'Unità clandestina, che era stato arrestato il 27 febbraio.
3 — Le trattative avviate nel dicembre dai comandi tedeschi in Italia, con i rappresentanti alleati, per porre termine al conflitto, sfociano in un incontro a Pagano. Gli alleati pongono come condizione preliminare per avviare le trattative la liberazione di F. Parri, che sarà liberato il 7 marzo e portato in Svizzera.
5 — Il Corriere rammenta che alle ore 24 scade l'ordine di precettazione di tutti gli autocarri della provincia di Milano.
6 — II CLN lombardo ordina la mobilitazione generale in vista dell'insurrezione.
È in corso la discussione sulle attribuzini del CLN di Milano: la DC lo vorrebbe a carattere provinciale, mentre gli altri partiti fanno presente la preminenza della situazione cittadina.
7 — Ferruccio Parri viene liberato e tradotto in Svizzera, presso Allen Dulles, come pegno per l'inizio delle trattative di resa da parte dei tedeschi.
Il Comando piazza CVL di Milano trasmette ai settori dipendenti le disposizioni relative alla costituzione dei tribunali di guerra partigiani.
8 — Alle 10, brevi fermate di operaie e impiegate in occasione della festa internazionale della donna. In alcune fabbriche e anche all'aperto si tengono comizi volanti in cui oratrici dei gruppi di difesa della donna, protetti dalla SAP armate, inneggiano alla libertà e alla lotta alla tirannide fascista. Alla Pirelli, dopo il comizio nelle cucine, sfilata di operaie nei piazzali interni.
Riunione del Comando piazza CVL di Milano assente il rappresentante dc: approvato in linea di massima il piano insurrezionale. Insediato ufficialmente il nuovo capo di SM Collini (Egidio Liberti, PdA). 9 — Trucidati a Pessano in Brianza, in seguito al ferimento di un ufficiale tedesco avvenuto il giorno prima a Caponago, sette partigiani delle SAP: Angelo Barzago, Romeo Cerizza, Dante e Claudio Cesana, Alberto Gabellini, Mario Vago e Angelo Viganò.
Riunione della giunta regionale lombarda PCIPSIUP. Tra i molti temi in discussione si dà notizia dell'avvenuta costituzione di giun-
Ginevra, 12 marzo 1985
te consultive PC-PS alla Bianchi, all'Innocenti, alla Caproni e della prossima costituzione alla Safar, Vanzetti Corbetta nel 5° settore della città.
10 — In applicazione della legge repubblichina sulla cosiddetta socializzazione delle imprese, si tengono le elezioni farsa dei rappresentanti dei lavoratori all'Alfa e alla Motomeccanica.
La 107a Garibaldi fa evadere un partigiano biellese ferito e piantonato all'ospedale di Niguarda. È la terza azione del genere compiuta dalla formazione garibaldina.
I I — Inizia a Milano una riunione della direzione allargata del PCI che durerà anche ('indomani. La relazione politica è tenuta da Luigi Longo, quella organizzativa da Pietro Secchia. Si concluderà con un lungo documento "Per l'insurrezione nazionale" imperniato sul lancio della parola d'ordine "Arrendersi o perire", ripresa poi dal Comando generale CVL e dal CLNAI.
12 — Partigiani garibaldini entrano a Ivrea e disarmano tutti i posti di blocco. Liberano inoltre i prigionieri politici causando al nemico gravi perdite.
13 — Mussolini fa pervenire a Schuster un documento con i punti su cui si impegna a trattare con gli alleati: il cardinale si assume il compito di intermediario.
14 — Dopo aver subito una sconfitta militare i nazifascisti sono costretti ad abbandonare Varzi. L'Oltrepo Pavese è così definitivamente liberato.
Manifestazione di ferrovieri davanti a palazzo Litta, direzione del Compartimento di Milano, per ottenere miglioramenti retributivi.
Riunione del CLN lombardo con un rappresentante alleato. Si concorda che il CLN coprirà il vuoto di potere tra il momento della ritirata tedesca e quello dell'arrivo alleato, ma poi dovrà rimettere le cariche nelle mani delI'AMG che le restituirà probabilmente al CLN ma facendo così salva la forma della propria autorità. L'AMG si disinteressa di quanto avverrà in quell'intervallo di tempo ai fascisti. Ad amministrare Milano per conto dell'A MG verrà probabilmente designato l'americano col. Poletti.
16 — Bombardamenti su Milano e provincia: 7 morti, 50 feriti.
Fucilati a Monza, per rappresaglia all'uccisione di un ufficiale tedesco, i partigiani Pietro Colombo, Luigi Dell'Orto, Angelo Inzoli, Giuseppe Malfasi, Gianfredo Viganti.
19 — Iniziano ad Ascona (Svizzera), all'insaputa dei fa-
scisti, le trattative con il generale tedesco Wolff, comandante delle SS in Italia. I tedeschi si impegnano a evitare la ditruzione degli impianti industriali nell'Italia del Nord, a rispettare la vita degli ostaggi, a sospendere ogni azione contro i partigiani. Gli incontri provocheranno le proteste dell'Unione Sovietica.
Notizie del CLN lombardo: in settimana dovrebbe riunirsi il CLN di Milano e sobborghi; si stanno costituendo in città i CLN di settore e di rione; nessun risultato invece nella costituzione dei CLN di caseggiato e di gruppi di case.
20 — Riunione del CdA ferrovieri di Milano per esaminare la situazione in vista dello sciopero insurrezionale, l'opportunità di una dimostrazione di massa alla direzione del Compartimento e il programma di epurazione.
25 — Disposta con decreto del ministero del Lavoro della RSI la "socializzazione" della Società generale del latte di Milano.
Appello della giunta regionale PCI-PSI per la lotta contro la riduzione della razione del pane, la difesa dei prigionieri politici minacciati di fucilazione, il rispetto degli italiani e delle loro cose.
27 — Arrestato dalle SS a Lecco Enzo Boeri.
28 — Bando di arruolamento nella polizia ausiliria repubblichina.
Sciopero generale a Milano e provincia: si fermano un centinaio di fabbriche; delegazioni operaie si recano presso le direzioni delle aziende.
29 — Riunione del CLNAI, alla presenza dell'inviato degli alleati Max Salvadori. Decisa l'unificazione delle brigate partigiane come reparti regolari. Viene costituito ufficialmente il Comitato insurrezionale, formato da Pertini, Sereni e Valiani che si avvarranno poi della consulenza militare di Longo e Liberti.
Attacco e distrutto dal "battaglione Alleato" a Alnea (R. Emiia) il comando del 51° Korps, sede dei documenti più riservati dell'alto comando germanico.
30 — Un primo bilancio eseguito dal Comando del CVL sulle azioni compiute dai partigiani dal giungo 1944 registra: attacchi e colpi di mano 6449; sabotaggi 5771; morti nemici 16.000; armi catturate: cannoni 109, mitragliatrici 280, fucili mitragliatori 1107, fucili 6505, pistole 2433, munizioni q. 763.
Cadorna e Pani si incontrano a Caserta e a Roma con gli alleati e il governo italiano per definire alcuni problemi relativi a Trieste, la Venezia Giulia e la Valle d'Aosta. Salvo accordi locali le trattative di resa coni comandi tedeschi sono avocate dagli alleati.
Con le telecamere e con il cuore
Trattative USA-URSS: c'è qualcosa di nuovo?
L'imminente - apertura delle trattative sulle armi atomiche tra le due superpotenze ci deve portare a pensare ad alcune cose: A cosa servono?
Quarè il peso, all'interno delle trattative, dei paesi coinvolti in questa corsa al riarmo?
Quale risposta le trattative riusciranno a dare alla domanda di Pace espressa dai popoli?
Il detto "finché USA e URSS si parlano non pensano a fare la guerra" ci sembra vero solo in minima parte perché la costruzione di armi atomiche é proseguita nonostante i precedenti accordi e tentativi (SALT I e SALT II) ed il fronteggiamento a distanza non è cessato, basta pensare allo sbarco americano nell'isola caraibica di Grenada e all'invasione in Afghanistan da parte sovietica.
Queste trattative non nascono da una volontà di pacificazione ma dall'antagonismo tra le due superpotenze, dopo che si sono scambiate precise minacce (installazione degli SS 21 in Ce-
Dalla parte degli animali
coslovacchia, militarizzazione dello spazio e le recenti missioni della navetta spaziale americana sono una prova che il lavoro in questo senso è già avviato).
Questo dialogo a due non ci va bene perché rafforza la logica della politica bipolare, mantenendo in posizione di subalternità non solo i paesi dei due schieramenti ma l'intero scacchiere internazionale; la partecipazione dei paesi europei e non solo questi al tavolo di Ginevra è un obiettivo che auspichiamo non solo come garanzia ma anche come passo avanti nell'autodeterminazione e l'indipendenza dei popoli.
Le trattative si aprono per discutere di armi e armamenti atomici, nella loro forma più palese, i famosi missili che tanto ci hanno fatto discutere; però nel frattempo gli USA addestrano corpi speciali nel depositare mine a carica atomica dietro le "linee nemiche" (i famosi "zaini atomici" che sembra siano già in Italia alla base di Vicenza).
Secondo noi queste trattative
Freddo, gelo, temperature proibitive
potrebbero portare anche ad una riduzione di un certo tipo di armamenti, però per i paesi NATO non cambierebbe molto perché gli USA stanno già chiedendo agli alleati europei un maggiore impegno non solo per quanto riguarda gli armamenti convenzionali ma anche quelli atomici.
Per ciò che riguarda, l'impegno che abbiamo come Comitato per la Pace di zona è quello di continuare a dire "NO alla guerra, NO ai missili": li si rimandino ai loro proprietari, chiudendo le basi che h ospitano; portiamo avanti una seria campagna per denuclearizzare il nostro Paese, per una Europa denuclearizzata e indipendente.
Appoggiamo tutte le iniziative che marciano in questo senso (per esempio la proposta partita da Grecia e Romania per denuclearizzare i Balcani). Sempre dalla parte della Pace.
Comitato per la Pace della Zona 19 c/o ANPI - Via Mar Jonio, 7
...ed anche gli uccelli ne soffrono
Accrescerai la vita umana senza usare la violenza, ma anzi assecondandola chi altri se non !!!
I tre giorni della merla (espressione di origine lombarda con cui vengono indicati il 29, 30 e 31 gennaio, ritenuti i più freddi dell'anno) sono trascorsi senza danni o presagio di danni... atmosferici.
Sicuramente non vuol dire che il tempo sarà sempre bello fino a121 Marzo, primo giorno di primavera, ma andiamo verso la stagione bella, eccezion fatta per il periodo della Fiera Campionaria, che coincide sempre con forti acquazzoni.
Quest'anno l'inverno è stato veramente inclemente e ci si porta ancora dentro le ossa il freddo per quei settanta centimetri di neve, i cui avanzi, sotto forma di montagne di ghiaccio e di sporco, occupano ancora l'attenzione del nostro sguardo; è stato assicurato che nel mese di giugno, della neve, non vedremo nemmeno l'ombra: ci penseranno il sole e le piogge... e
Rete 7 - Canale 32 e 75: un'emittente filantropica
Attraverso la televisione Milano 19 sarà conosciuto anche in altre zone ed ogni mese saranno proiettati i titoli più importanti
Su Milano 19 di gennaio
1985 ho erroneamente citata l'emittente televisiva Rete 7 citando il nome di una pubblicazione di programmi televisivi che nulla ha in comune; me ne SCUSO.
Dal canto suo questa emittente ha ben gradito di fare conoscere Milano 19 come testata ai telespettatori che riescono a ricevere il segnale; a giudicare dalle telefonate che giungono durante la trasmissione di "Dialett milanes con zaffran e pever"
il martedì sera il nostro giornale è così conosciuto a Porta Ticinese, Baggio, Lorenteggio, Trezzano sul Naviglio, Cesano Boscone ed anche in alcuni centri della Brianza da cui telefonano gli amici di Alberto Bega, cantautore, per richieste di una o più canzoni da dedicare.
Di Milano 19 poi verranno trasmessi i titoli delle rubriche varie, le pagine di "Milano dal fascismo a piazza Fontana" e quelle dei "Mestée de la Milan de semper" per fare conoscere i
testi che possono interessare tutti, includendo anche "El canton del barbée" per la sua corrosività politico-sociale, con buona pace per chi la pensa diversamente.
Lo "staff", operatori e regia, dando la loro prestazione a titolo gratuito al pari di cantautori, poeti, prosatori e attori, sono lieti di aiutare l'Istituto per la ricerca sui tumori, i paraplegici, i tetraplegici e i bambini leucemici; Araldo, Tullia, Tania e Evein lavorano con le teleca-
mere e col cuore.
Se andrà in porto la legislazione sulle televisioni private il segnale potrebbe coprire una più vasta area, pare sino ai 100 km., e non sarà più schermata come succede ora da un'altra emittente che, poco ortodossamente, usa lo stesso canale; "Milano 19" ogni mese potrà mostrare la sua testata ed i titoli più indicativi ad una pia larga cerchia di gente.
Si trova sempre spazio per le polemiche, ma uscendo fuori di esse e ritornando al gelo e alla neve (causa di danni incalcolabili: migliaia di auto danneggiate, chilometri di asfalti stradali da rifare, ecc. ecc.) sono stati in maggior modo spietati con la fauna.
Il freddo eccessivo è stato un ulteriore sistema di selezione della specie, perché, i più deboli, ci rimettono sempre... le penne!
All'origine, l'uomo con pastorizia ed agricoltura ha contribuito a modificare la fauna di varie regioni, producendo forti squilibn e la scomparsa di molte specie. Se aggiungiamo i prodotti chimici, la caccia, l'incuria e la mancanza di rispetto per la natura è facile domandarsi come mai molte altre specie di animali sono in via di estinzione.
La passione per l'ornitologia ci ha costretti a stare in apprensione per quelle specie di uccelli che nidificano e di quelli che sono venuti a... svernare nella nostra zona 19.
Normalmente nidificano tortore, merli, passeri, colombacci, cardellini, ma a causa del freddo sono stati notati in zona il tordo, lo storno, il codirosso, il gheppio, il pettirosso, il fringuello, la ballerina bianca, la cinciallegra. ed il sordone.
La presenza del sordone è un fatto eccezionale in quanto è un uccello (ordine dei passeriformi, della famiglia dei prunellidi) che vive in zone montane fino al limite delle,nevi eterne con ambiente stazionario tra i 1500 ed i 2000 metri di altitudine; per sopperire ha dovuto percorrere svariati chilometri ed approdare nella Zona 19, magari solo per riposare qualche giorno e poi proseguire il volo per climi più miti.
In zona si è fatto parecchio per limitare le perdite di uccelli
che oltre al freddo trovano difficoltà a procurarsi il cibo e per l'occasione sono stati installati vari posatoi con mangimi vari. Forse non sono stati ottenuti i risultati sperati, ma un gruppo di amanti della natura (zona gallaratese) si è recato anche nel parco del Ticino per depositare pane, arachidi, formaggio, grasso, lardo, carne trita e quant'altro per la alimentazione dei volatili in difficoltà.
Al riguardo citiamo che sarà aumentato l'orgoglio delle forze dell'ordine, ma nulla viene fatto per l'incremento degli Agenti del corpo Forestale; oltre ad eliminare le rapine del territorio e al patrimonio faunistico, i30trebbero intervenire in casi di calamità naturale sempre per la conservazione della specie.
La caccia è stata riaperta dal 1° febbraio al 10 Marzo, mentre leggiamo che ("I protezionisti: fermiamo la caccia oggi se vogliamo avere carnieri pieni domani") qualche Ente ha le idee molto confuse.
Elimineremmo il vocabolo "protezionisti" che sta a significare chi genericamente ha la tendenza ad esercitare protezione propria sopra qualcuno a scapito di altri, perché chi si batte per la natura non opera a scapito ma per conservare.
Se poi preserviamo oggi per distruggere tutto, un domani, allora nsulta maggiormente vana l'opera di chi si batte per conservazione dell'ambiente.
Leopardi scriveva: "Nel qual modo accrescerai propriamente la vita umana... senza andare in cerca dell'impossibile, o usare violenza alla natura, anzi assecondandola".
L'amore per la natura e per le sue creature più indifese va meditata perché la loro distruzione è anche la fine della nostra esistenza.
Leonardo Clema
A.T. pagina 12 - milano 19 marzo 1985
Rivisitando i Lager Invito a Milano
Un racconto ad immagini che ci rivela il volto più nascosto della nostra città
Un viaggio, un racconto, una magia: sono le splendide immagini di Milano raccolte nel volume di Mario De Biasi, Invito a Milano.
Immagini uniche, preziose, suggestive, che parlano da sole, che evocano la grazia aristocratica e segreta di una città mitteleuropea, la dolcezza molle e voluttuosa dell'Oriente, la rigorosa compostezza del Giappone, l'aggressività fulgida delle metropoli moderne: tutto questo è Milano, città paradossale e contraddittoria.
E Milano, la solida, la concreta, la sicura di sé si snoda davanti ai nostri occhi, svelando i suoi stridenti conflitti e contrasti tra epoche, stili, generazioni e idee, quasi ci chiedesse di venire rassicurata. Così l'occhio implacabile, ma complice e affettuoso, della macchina fotografica di De Biasi la coglie in ogni suo momento, in ogni stagione, con ogni tempo, svelandone i suoi aspetti più segreti, gli angoli più intimi per arrivare al suo cuore pulsante, alla sua vita: la sua gente.
Nulla è scontato in questo libro, nessuna foto ne ricorda un'altra già vista, Milano è amorevolmente spiata, osservata, scrutata, per immortalarla in "istantanee" inedite, in attimi che magari non si ripeteranno più, per mettere in risalto particolari di raro incanto, che l'occhio distratto e frettoloso di chi è abituato a "vedere" Milano non ha forse mai colto. È Milano stessa, questa sconosciuta, che si offre con estremo pudore, felice però di rivelarsi nelle sue immense bellezze a chi ha la forza di inseguirla sotto il velo delle apparenze. Scoprirla non è facile. La città non è tutta "a vista" come ad esempio Venezia; va cercata, ricercata, nei suoi colori, nel calore della gente, nel freddo della pietra. De Biasi lo fa per noi, e noi gliene siamo grati. Lo fa con amore, con pazienza, con dolcezza, e con infinita professionalità, per cui ogni scatto, ogni inquadratura risultano un gioiello di perfezione tecnica e insieme di esaltante splendore.
Godiamocela, questa Milano che De Biasi ci offre, in tutto il suo fulgore di luci di grandiose panoramiche, dove la Madonnina illuminata domina e sovrasta gli occhi luminosi delle finestre dei grattacieli avveniristici, oppure godiamocela nel suo abbandono lirico, filtrata attraverso la nebbia, oppure godiamocela ancora al tramonto, dove le cupole delle chiese assumono il dorato aspetto di moschee. E ammiriamone di contro il netto contrasto delle immagini in una grotta tersissima con i grattacieli di Piazza della Repubblica e Pirelli in primo piano e sullo sfondo, privilegio raro dei giorni di luce assoluta, le Grigne, quasi da toccare con mano.
Milano, città aperta: la sua bellezza è la sua disponibilità. Addentriamoci allora nel cuore della città. Guardiamo l'incessante scorrere del fiume umano, quello frenetico e laborioso, ma anche quello placido e folcloristico dei turisti. Soffermiamoci
nel suo salotto, la Galleria Vittorio Emanuele. L'incanto del pavimento lavorato come un mosaico, e della cupola, vero e proprio caleidoscopio di luci, ci lascerà senza fiato. Come senza fiato ci lascerà la sorprendente scoperta di un imprevedibile trionfo di ori, e dello scintillio di ricche vetrate. Dedichiamo come ha fatto De .Biasi la nostra attenzione alle facciate e alle finestre. Sarà un crescendo di sorprese. Andiamo poi alla ricerca del volto della Milano più nascosta e segreta: i suoi cortili. E proprio negli accostamenti contrastanti dei cortili della Milano più esclusiva, che racchiudono aldilà di cancelli dall'aspetto di preziosi merletti, giardini da favola e atmosfere da sogno, e di quelli delle rase di ringhiera, dove il tempo sembra essersi fermato nell'Ottocento, e in cui pulsa tutto un mondo da "misteri di Milano" — come dice Guido Gerosa nel suo suggestivo e assai garbato commento alle immagini — che ti accorgi di quanto Milano sia imprevedibile e bizzarra. E di quanto in essa vi sia anche fantasia straripante, irrisione, dissacrazione. De Biasi lo sa — lui che per inseguire le immagini ha macinato a piedi migliaia di chilometri — che abituati come siamo noi milanesi a correre, ad andare di fretta, non ci accorgiamo dei tesori che calpestiamo: i selciati, con tutta la loro poesia, la loro magia; dove le pietre accostate come tessere di mosaico disegnano forme voluttuose, o raggiungono la purezza geometrica di un quadro di Klee, o assurgono alla essenziale linearità di una scultura. Scorriamo con riguardo queste foto: ci parrà di essere entrati in una galleria d'arte.
Le immagini di Invito a Milano non si fermano qui: l'occhio attento di De Biasi che nulla trascura in questo suo splendido itinerario di fascino "scopre" il "verde" di Milano, tanto verde. Questa scoperta di parchi e di giardini apre una dimensione fortemente romantica, con una dolcezza quasi perduta. Ed ecco allora toni, colori, atmosfere che nulla hanno da invidiare a quelle delle "isole verdi" di Londra, Parigi o dei laghetti inglesi e al fascino irreale di una città del Nord, o a visioni da Arcadia settecentesca.
E in questa serena tranquillità, o magari nel rigoroso silenzio dei cortili, o in quieti angoli cittadini, le fontane, con la loro vitalità, che diffondono intorno a sé un'irinmagine gaia, smorzata appena da tratti di malinconia e le tradizionali fontanelle di cui in passato la città era fantasticamente piena.
E poi la gente: anonima, curiosa, caratteristica, tipica, stravagante, ma sempre parte di quella gente che fa di Milano una grande città.
E dopo la gente, i colori. Milano, incredibile ma vero, offre occasioni di colore inattesemente infinite. Basta guardarsi in giro, per scoprire la gioiosa ricchezza di tinte di questa città descritta per lungo tempo come grigia e monocorde.
Sull'incantato filo delle immagini,la visita di questa fantasmagorica Milano sta volgendo al termine. Seguiamo De Biasi là da ultimo ci conduce: sui Navigli, quella realtà a sé, che è isola d'arte e di fantasia nel cuore della metropoli moderna. Sfruttiamo quest'ultima possibilità che ci viene offerta: quella d'innamorarsi di una Milano del tutto inedita, dopo aver lasciato il nostro cuore nei suoi selciati e nei suoi cortili, nei suoi palazzi e nelle chiese, tra la gente e nei giardini.
Daniela Bonafede
Una nuova "Guida Rossa" sulla "città più città"
La prestigiosa collana del Touring affronta minuzie e grandiosità di Milano dal centro alla periferia
"Se ogni città esprime il territorio da cui è generata, Milano, forse più di ogni altra, esprime l'Italia, perché di essa è la città più città. È, cioè, il centro ove più si raccoglie una funzione direzionale (certamente economica, ma anche culturale, in competizione con Roma); una funzione di grande mercato (e la Fiera Campionaria Internazionale ne è il luogo più prestigioso); infine una funzione produttiva industriale che non ha rivali in Italia".
Il "cuore" del Touring Club batte a Milano, ma non è per campanilismo che queste parole sono state scritte sulla nuova "guida rossa" dedicata alla "città più città". Il capoluogo lombardo è davvero una "summa" di aspirazioni, sogni e progetti, che travalicano il profilo dei monumenti e delle vestigia più prestigiose. La "guida rossa", come è tradizione, scandaglia con perizia certosina nelle minuzie del gigante metropolitano. Al punto che la vecchia edizione è surclassata: essa conteneva anche i laghi, fette cospicue di altre province. Oggi Milano basta ed avanza per scrivere 661 fittissime pagine, disegnare 68 fra carte e piantine, realizzare senza piaggeria — con la consueta chiarezza e precisione.
Milano basta ed avanza: avanza, perché nella "Guida Rossa", concepita per "durare", mancano o sono appena accennati alcuni aspetti eclatanti dell'attualità. Ad esempio di via
Una meritevole pubblicazione per una mostra esemplare
È stata curata dall'Associazione che riunisce quanti furono deportati nei Lager nazifascisti (ANED) e dall'Assessorato Servizi Sociali e Culturali della Provincia di Milano, e riporta in formato minore le angoscianti fotografie presentate da quattro giovani autori per la mostra allestita in febbraio presso il Centro S. Fedele in Via Hoepli 3/A.
Son passati quarant'anni dalla fine della guerra che ha visto attuarsi, tra le altre atrocità, anche questa sistematica forma di annientamento: il lager. I giovani autori, nati dopo questi eventi tragici, sono però stati capaci di cogliere e trasmetterci quel senso di gelo e di morte che tali luoghi infondono. La "Idea Books Edizioni" dedica la pubblicazione in memoria dei 37.000 italiani, uomini, donne e bambini, caduti nei campi di sterminio, le presentazioni sono del Dott. Faustino Boioli, Assessore, e di Gianfranco Maris,
presidente dell'ANED, con l'introduzione di Primo Levi.
I fotografi sono Raymond Depardon (Auschwitz, oggi), francese, Jurgen Kahlert e Harald Nadolny (Notte e nebbia su Birkenau) entrambi tedeschi, e l'italiana Paola Mattioli, che illustra "La Risiera di San Sabba", il campo di concentramento vicino a Trieste, oggi monumento nazionale, conservato a testimonianza e a monito per le generazioni future.
Riproduciamo la foto a pag. 36, che documenta proprio un aspetto di questo lager in terra italiana, con i resti del crematorio ed il solco del camino. I nazisti tentarono di cancellarne le tracce quando fuggirono alla fine della guerra, ma le tragedie che si svolsero tra quegli edifici non devono essere dimenticate.
IL Buttafava
L'indirizzo della Associazione Nazionale ex deportati è in Via Bagutta 12, 20121 Milano, tel. (02) 70.64.49.
Montenapoleone la guida ci dice che èla "via più lussuosa" con "negozi prestigiosi di antiquariato, moda ed oggetti preziosi". Sarebbe però intuile cercarvi il numero civico dell'atelier di Missoni o di Mila ShZin. In compenso ripercorrere "Montenapo" tenendo d'occhio i muri, anziché le vetrine, e seguire il tracciato delle mura romane del IV secolo senza perdere il benché minimo riferimento storico, ecco, questo con la guida del Touring si può fare. Ma la città non è solo il suo centro. Cento pagine sono dedicate alla "città al di là dei bastioni" ed ai dintorni. Si parla della "postale" Veneta (via Padova), della "militare" dello Spluga e dello Stelvio (viale Monza), del complesso rurale di Monluè, come del grattacielo Pirelli, della Stazione Centrale, come dell'Ospedale Maggiore di Niguarda. Una messe di dati storici ed urbani veramente imponente, spesso corredati da piantine specifiche (è il caso dell'evoluzione dai confini romani alla città di oggi, illustrata con dieci carte). E la collana, è bene ricordarlo, è stata definita "il più completo censimento dei beni culturali italiani". Insomma il "top" delle guide. (Prezzo al pubblico36.000 lire, 24.000 per i soci Touring).
s.pa.
Nella foto: Una delle prime piante topografiche di Milano (stampa del XIV secolo)
Visto per voi sugli schermi
Finiti gli affari Milano continua...
Con il film "Milano e poi..." la nostra città muore alla conquista del manager frettoloso che, giunto da fuori e sbrigati gli impegni di lavoro, difficilmente si ferma qui per trascorrere il week-end
Far conoscere ai visitatori italiani e stranieri Milano come città d'arte ed offrire una nuova chiave di lettura della metropoli lombarda; questi gli obiettivi del film 'Milano e poi..." realizzato per l'assessorato alloSport Turismo e Tempo libero e presentato il primo febbraio scorso ad un attento pubblico, composto da rappresentanti di consolati, operatori turistici, proprietari di alberghi, che ha affollato la Sala dei Congressi di via Corridoni. Suggello a una serata tutta all'ombra della Madonnina lo spettacolo di Nanni Svampa "Cantata per Milano e dintorni", che ha preceduto la proiezione. Nella nostra città giungono ogni anno moltissimi visitatori, generalmente uomini d'affari,
ma quanti, dopo aver sbrigato gli impegni di lavoro, si fermano per il "week-end"? Per promuovere il turismo, che rappresenta una voce tanto importante nella nostra bilancia dei pagamenti, Milano sta dunque muovendo alla conquista del ' manager frettoloso dimostrando, nel film, di avere tutte le carte in regola per essere considerata pari a Londra, Parigi o New York. Per "Milano e poi..." è stata adottata la formula del racconto: protagonista dell'affascinante avventura alla scoperta defh.ltra Milano è, guarda caso, un giovane uomo d'affari. Firmato dal regista Alberto Oldani con soggetto e sceneggiatura di Gigi Manico, il film documenta in 30 minuti i più importanti aspetti della real-
tà cittadina: i famosi ateliers della moda, la gastronomia, naturalmente, gli itinerari artistici. Incantevoli le immagini dei "giardini segreti" della città e del parco Azzurro, tanto insolito da lasciare sorpresi i più profondi conoscitori della metropoli lombarda. E come dimenticare Milano by-night, dall'immancabile aperitivo in Galleria, ai grandi allestimenti della Scala e del Piccolo e, perché no, al piano bar per tirar tardi?
"Milano e poi..." si chiude con una rapida carrellata sulla Lombardia: scorci del parco del Ticino, dell'Adda, di Vigevano, Monza, Pavia... "Il documentario, di cui abbiamo realizzato anche la versione in francese, I inglese e tedesco — spiega Bruno Cerasi assessore allo Sport
Turismo e Tempo Libero — verrà presentato, oltre che al Bit di Milano, a Monaco, Franco- , forte, Londra, Parigi... Persino negli Stati Uniti. Inoltre un centinaio di videocassette sarà a disposizione di diversi alberghi ed aeroporti in Italia e all'estero, mentre una versione ridotta del film sarà proiettata a bordo degli aerei Alitalia". E per i milanesi o in genere per tutti gli italiani che avessero interesse a vedere il film senza essere costretti ad andare all'estero od a salire su un aereo? Noi lanciamo una proposta: perché non proiettare il film, possibilmente in prima serata, anche attraverso la televisione nazionale?
Paola Arosio
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La Risiera di S. Sabba a Trieste
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Le tecniche pittoriche (25)
La pittura acrilica: un modo per dipingere più rapidamente
Da un punto di vista chimico, acrilico è un aggettivo che si riferisce a un acido, l'acido etilenico che si ottiene mediante l'ossidazione di una sostanza aldeide (l'acroleina), oppure dalla saponificazione degli esteri e del nitile.
Quel che interessa un pittore, che intende usare i colori acrilici in sostituzione di altri più tradizionali (e di solito è un passo che viene dopo un approccio più o meno lungo con i colori ad olio) quel che gli interessa di più dicevamo è un certo modo di stendere colori molto spesso "piatti" e che asciugando rapidamente gli consentono sovrapposizioni totali e in pratica qualsiasi ripensamento.
A quali lavori si prestano dunque i colori acrilici e come si adoperano, su quale supporto e con quali aiuti tecnici?
Lo chiediamo a Stefania Veronese, la nuova socia del Gruppo Sirio che si avvale proprio di questa tecnica per realizzare i suoi fantasiosi lavori nei quali riporta tutta l'antica perizia (e pazienza) delle donne che per secoli si sono occupate assai più di ricamo che di pittura.
Ed ecco le risposte.
D. A quali lavori si prestano i colori acrilici?
R. Si prestano a dipinti sui più svariati materiali e consentono anche una tecnica molto più grafica, difficilmente realizzabile con i materiali tradizionali, tipo olio, tempera ecc.
D. Si deve preparare un fondo?
R. Certamente sarà preferibile, però quando non si vuole occuparsene di persona è possibile reperire in commercio nei colorifici ben riforniti alcuni materiali già predisposti con fondi adatti all'uso dei colori acrilici: tele, cartoni telati, paniforti, ecc. Sono pure in vendita dei preparati a base di gesso e sostanze sintetiche, confezionati in barattoli, per la preparazione dei fondi bianchi. Ottima preparazione è comunque l'uso di un tubetto di colore in acrilico, steso uniformemente sul fondo e fatto asciugare, in questo caso il colore prescelto sarà in funzione dell'effetto che si prevede di ottenere a lavoro terminato.
D. Come si adoperano?
trattamento lucidante.
Stefania Veronese ha già in mente tutta una serie di realizzazioni cui questa tecnica si addice in modo egregio. Aspet-
tando di vederle, pubblichiamo un suo lavoro del 1984 dal titolo "Mare".
Il Gruppo Sirio
aperto tutti i giorni dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 19,30
LABORATORIO di ANALISI MEDICHE
LACOMINA.... via delle Ande 5 tel. 3086091
Il Laboratorio per i prelievi ha il seguente orario: dal lunedì al sabato ore 8 - 9,30 si eseguono prelievi anche a domicilio
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MILANO - Via Guglielmo Silva 39 Tel. 02/464403
Gli "acrilici" di Stefania Veronese sono in realtà delle tecniche miste, cioè essa usa contemporaneamente i colori acrilici e altri colori quali tempere e chine, perché i suoi lavori pittorici sono pieni di soluzioni per le quali quest'unione di tecniche la portano più vicina alla realizzazione di ciò che ha in mente. Sulle linee portanti dei suoi disegni, linee flessuose e avvolgenti, che spesso di proposito si riportano al fluire delle onde e a temi marini, la Veronese intesse (e qui è proprio il caso di dirlo) le sue trame decorative raffinatissime e assai variate, riuscendo a dare ai lavori finiti un tocco di completezza che ne fanno, come si diceva, dei veri ricami. Una volta scoperto il "punto segreto" di ciascuna narrazione, che è diversa da lavoro a lavoro, si passa di scoperta in scoperta, percorrendo tutto l'iter decorativo con sincera ammirazione per la lavorazione nel suo insieme, ma poiché in questa rubrica si intende parlare esclusivamente del mezzo tecnico, passiamo a porre all'autrice una serie di domande sui "modi", lasciando gli estri e le fantasie a colui che se ne sa servire.
R. Si diluiscono semplicemente con acqua e poiché si asciugano rapidamente sarà indispensabile una certa velocità di esecuzione, altrimenti si deve usare un medium ritardante per acrilico, che consenta una lavorazione meno rapida.
D. Quali sono gli strumenti, gli aiuti tecnici?
Al Gruppo Artistico Rosetum Omaggio alla poesia dialettale
La sera del 15 febbraio 1985, presso l'auditorium del Rosetum in via Pisanello, I - Milano si è svolta la prima manifestazione del Gruppo Artistico Rosetum in omaggio alla poesia dialettale magistralmente diretta dalla responsabile signora Tina Jacobs.
Il binomio pittura-poesia ha salde radici: sono state declamate poesie in milanese, veronese, triestino e abruzzese; non c'erano premi in palio, non si trattava di un concorso; il Gruppo Artistico Rosetum aveva l'intento di inserire nelle sue attività collaterali la poesia dialettale quale gemma di diverso brillio del pensiero umano attraverso un diverso modo d'espressione, nulla togliendo
convenzionato zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA SAUB
R. Si usano pennelli e spatole e al termine dell'esecuzione si fissa il tutto con un preparato specifico (fissativo per acrilico) e con questo il dipinto acquisterà una delicata lucentezza che lo avvicinerà alle tecniche meno nuove. P comunque vero che il colore acrilico anche senza fissativo è perfettamente impermeabile e permanente, e si può mescolarlo con colori di altro tipo, in particolare con le tempere. Con esse il risultato finale è quasi identico, però non è completamente impermeabile come quando viene usato solo. Riassumendo, la differenza fra un dipinto eseguito ad olio ed uno eseguito ad acrilico interamente è che l'olio è già di per sé lucido e può farne a meno della vernice finale, mentre l'acrilico è inveve opaco per sua natura ed ottiene brillantezza solo con il
Inscì mangia Meneghin (Cucina milanese - 8)
La busecchina (Zuppa di castagne)
Piatto del mattino a prima colazione, merenda o semplice variante dopo un pasto, la "busecchina" fa parte dell'antico ricettario milanese per la cucina invernale; gustoso, nutriente, digeribilissimo e.... variato.
Tre sono i modi con cui viene consumato comunemente ed uno come dolce da "dessert" o fine pranzo; in ogni caso è semplice la sua preparazione, sicura la riuscita anche per chi la "busecchina" è piatto di prima esperienza.
Per quattro persone si mettano ad ammollare per una notte, in acqua tiepida, 500 grammi di castagne secche sgusciate (in milanese "peladèj"); quindi al mattino si scolano, risciacquano e si tolgono ; residui di pellicina con uno stuzzicadenti o meglio ancora con uno spazzolino risciacquando ancora.
Poste le castagne in una pentola con acqua fredda che le copra di poco si pongono al fuoco moderato sino a raggiungere un bollore minimissimo (è il caso di essere giocolieri nel dosare la fiamma) poiché l'eccessivo bol-
lore le fa rompere; si lasciano cuocere lentamente sino ad assorbire quasi tutta l'acqua. Chi volesse mangiarle aromatizzate con semi di finocchio deve provvedere a metterne sin dall'inizio della cottura; molti le mangiano col latte, caldo o freddo secondo i gusti, altri ancora le mangiano così lessate al naturale col loro brodino dal colore cioccolata e sono ugualmente gustose. Quale dolce le castagne cotte vanno scolate, messe in una zuppiera e coperte a filo di vino bianco dolce: moscato o zibibbo o albana (ci sono varianti con vermut, marsala o maraschino) e si lasciano qualche ora le castagne ad inzupparsi bene prima di servirle in coppette: calde, riscaldando la zuppiera a bagnomaria, o fredde seguendo un proprio gusto e volendo con biscotti o panna montata. Questo dolce è "busecchina ricamada".
ovviamente a quella in lingua. Ospiti della serata il cabarettista e attore televisivo di Antenna 3 Gianni Magni che ha recitato due poesie milanesi con la sua spiccata personalità e Arcano, il nostro poeta di redazione, al quale è stato concesso un largo margine di tempo ed ha fatte sbellicare dalle risa le persone presenti con gli acuti epigrammi del suo repertorio. Applauditissimi tutti i poeti, cordialissima l'atmosfera, accogliente l'ambiente, signorile l'organizzazione.
A Gianni Magni e Arcano sono state offerte targhe ricordo e la tessera di socio onorario del Gruppo Artistico Rosetum. E.C.
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- Medicina generale
- Medicina Geriatrica
- Chirurgia Generale
- Ortopedia
e Traumatologia
- Laboratorio di analisi
- Radiologia e Roentgenterapia
- Ginecologia - Otorinolaringoiatria - Cardiologa
- Neuropsichiatria
- Fisiochinesiterapia (Radar, Marconi, Ultrasuoni, forni Bier, bagniluce, Ionoforesi, stimolazioni elettriche, massaggi, ecc.)
Wransier
pagina 14 - gridano 19 marzo 1985
Gerardo Dottori e raeropittura
Le sue opere sono aeree perché viste dall'alto, ma non staccate, né disgiunte dalla realtà
—C L'angolo della poesia )—
sufficiente un breve commento per presentare Luciana Perillo: romanticismo poetico, immediatezza del verso e senso della musicalità fusi, talvolta, in un crudo realismo, quasi ad intessere un delicato mosaico di sentimenti contrastanti.
presente a tutte le Quadriennali, partecipando in tutto nel lungo arco della sua vita a ben 235 esposizioni di cui 30 all'estero e 52 personali.
Come si può ben vedere, non è sbagliato da parte di Perugia offrire al suo grande figlio una mostra che ripercorra interamente la sua opera, e questo in occasione del centenario della sua nascita.
Nel frattempo, proprio nel novembre '84 (e poi nel dicembre e fino alla fine di gennaio '85) un "Omaggio a Gerardo Dottori pittore futurista" ci è offerto quale anticipo dalla Galleria Arte Centro di Via Brera Il, che prosegue nei suoi intenti di presentare artisti con la A maiuscola.
La mia città
Strade palpitanti della mia città, arterie intense che non danno respiro, pulsano vita senza dare calore alle cellule vive che muovono gli ingranaggi nel laborioso ventre.
Squarci di cielo tra i suoi grattacieli proiettanò livida luce nei meandri frenetici gravidi d'attività che della mia Milano rendono grande il cuore.
È il primo pittore futirista'che nel 1924 espone alla Biennale di Venezia, e nel 1929 sottoscrive al "Manifesto dell'Aeropittura" di cui è importante esponente.
Termina il suo soggiorno a Roma quando nel 1939 passa all'insegnamento al "Pietro Vannucci" di Perugia, ove professerà fino al 1967, dal '40 come direttore.
A Venezia, dove ha avuto anche una sala personale, ha partecipato a undici Biennali; a Roma e fino al 1984 è stato
dalla prima pagina
Nelle piccole sale si è vista una rassegna di opere che vanno dal 1906 al 1971, quasi settant'anni di pittura che si snoda lungo una direttiva che non si smentisce mai, dopo la "grande svolta" del Futurismo e dell'Aeropittura.
Passare dai ritratti accadamici sia pur ottimi (in particolare quello della sorella Bianca così morbido contro il verde di un prato, la testa inclinata e come assorta, in contemplazione dei fiori) a quella ricerca delle forze dinamiche che saranno la sua conquista e caratteristica. Forme in movimento, linee ascensionali, ritmi ed esplosioni, complementarietà tra colori e forme, studi per la velocità, ritmi negli spazi sono poi i suppor-
Più di 50 miliardi
lioni di lire nel quadriennio 1980-84), sono da segnalare il nuovo asilo nido di via Cechov, la sistemazione a Centro Sociale della ex scuola di via Lampugnano 145 (per il quale, però, è stata negata l'agibilità), le manutenzioni straordinarie per la piscina di via Betti-Lampugnano (600 milioni), le manutenzioni straordinarie già eseguite delle case popolari di via Appennini (9 miliardi e 600 milioni) e le manutenzioni straordinarie nelle scuole (3 miliardi e 800 milioni nel quadriennio 1980-84).
San Siro
Oltre all'asilo nido di via Paravia, all'ex asilo di via Albenga adibito a Consultorio Familiare, all'ex palazzina ONMI di piazzale Segesta adibita a Centro Anziani, alla manutenzione e sistemazione delle strade (2 miliardi nel quadriennio 198084) sono da segnalare il nuovo asilo nido di via Zama, la manutenzione straordinaria nelle scuole (2 miliardi e 100 milioni
nel quadriennio 1980-84) e la Ludoteca di via Stratico.
QT8 - Lampugnano
Oltre alla sistemazione ed alla manutenzione del verde (in particolare del Monte Stella per il quale si è provveduto a sistemi di illuminazione e di irrigazione e si sta provvedendo per la viabilità e per la piantumazione) ed alla manutenzione e sistemazione delle strade (900 milioni) si possono segnalare la ristrutturazione della rotonda di via Pogatshnig per uso biblioteca comunale (per la quale, però, non esiste l'agibilità), la sistemazione della palazzina del Consiglio di Zona in via Pogatshnig (per la quale è prevista l'agibilità), la sistemazione a verde attrezzature dell'area tra le vie Terzaghi, Sant'Elia, Pogatshnig e Sironi, la manutenzione straordinaria delle scuole con intervento urgente voluto dal Consiglio di Zona per la Media di via Lovere (un miliardo e 400 milioni nel quadriennio 1980-84).
ti con cui l'artista umbro costruirà le sue complesse costruzioni aeree.
Aeree perché viste dall'alto, ma non staccate e disgiunte dalla realtà anche fisica della sua visione del mondo: temi a lui evidentemente cari perché ricorrenti sono le vedute della sua terra, dei laghi, dei fiumi e dei boschi della sua regione, con il travaglio delle stagioni (saranno solo alberi o anche figure umane in quei grovigli arborei, nei quattro studi sul tema?) e poi ancora frammenti, forme astratte dinamiche, accostamenti elaborati di puro colore.
Dipinti ad olio, tempere ed anche idromatite su semplice carta, par che tutto vada bene al Dottori per esprimere la sua visione delle cose, ed i colori sono brillanti, talvolta puri talvolta condotti a una tonalità più im-
Trenno e Figino
Gli interventi attuati in questi due quartieri sono stati assai limitati e riguardano unicamente la manutenzione straordinaria nelle scuole (700 milioni), la manutenzione e sistemazione di strade e fognature (un milirado e 300 milioni) e la sistemazione dei vialetti del Parco di Trenno.
Altri interventi
Agli interventi sopra indicati sono inoltre da aggiungere la costruzione del Centro Civico di Zona sulla spina centrale del Gallaratese (7 milardi e 300 milioni), le opere di manutenzione per lo stadio di San Siro (3 miliardi e 500 milioni), le opere di manutenzione del Lido e del Centro sportivo Cappelli-Sforza (1 miliardo e 900 milioni). opere di manutenzione nel Campo XXV Aprile (900 milioni), la manutenzione ed il potenziamento della rete fognaria (2 miliardi e 300 milioni), la manutenzione ed il potenziamento della rete dell'acqua potabile (3 miliardi e 400 milioni) ed i lavori per l'attuazione del deviatore dell'Olona e per la sistemazione del depuratore di Figino.
Questo è quanto è possibile ricavare dall'arido linguaggio delle cifre, ai lettori le conclusioni.
Luigi Volpe
brigliata ma sempre sonora, come nel ben modulato "Ritmo-forme di donna" del 1942. Un dipinto di Gerardo Dottori figura alla Tate Gallery di Londra con un Balla. un Severini e una scultura di Boccioni ad illustrare gli esiti migliori della Avanguardia Futurista. Molte altre Gallerie italiane ed estere espongono sue opere, e certo è nuociuto a questo artista il silehzio "mercantile" fin qui adottato. Forse, dopo la grande mostra che la sua città gli riserva, qualcuno cambierà atteggiamento. Noi intanto ci godiamo la sua arte, felicemente riunita per un'occasione da non perdere. Bruna Fusi
Nella
mo; è necessario inoltre che nei colloqui dei Grandi si faccia sentire la voce dei paesi del Terzo e Quarto Mondo.
Il nostro governo deve agire. Esso dovrebbe difendere strenuamente la sovranità nazionale, turbata dalle basi nucleari statunitensi e non trincerarsi dietro all'affermazione che tanto in Europa tutti le hanno accettate. Questo non è vero: Olanda e Belgio hanno detto di no.
Ecco alcune nostre idee.
Abbiamo chiesto alla redazione di "Milano 19" un'ospitalità permanente per un confronto e per l'informazione.
Vogliamo utilizzare questo giornale per trattare tutte le quesioni della Pace, del Disarmo, della Fame, dello squilibrio fra Nord e Sud del mondo. Si può e si deve affermare una cultura di Pace, partendo dalla scuola, subito. Noi ci crediamo. E voi: giovani, ragazze, donne, uomini, partiti e forze sociali, cosa ne pensate?
Cuore ferito da rabbiosa violenza che ha radicato in te, profondamente. Città svilita da terrorismo e droga uccidi brandelli di speranza di chi spera ancora con fede utopistica fertile terra di arido benessere
E ci sembra che le liriche seguenti armonizzino con lo spirito descrittivo e la personalità dell'autrice milanese. Koper È giusto parlarne, poiché da un breve giro di domande il nome di Gerardo Dottori, pittore nato a Perugia nel 1884, ove è anche morto nel 1977, non riesce subito a venire a galla. Un pittore di casa nostra, dunque, nato in un periodo ed in un posto poco favorevoli ad una grande affermazione, eppure con tante e tali note biografiche che se venissero qui riportate interamente occuperebbero lo spazio che normalmente riserviamo alla presentazione mensile di un artista. Riassumiamo brevemente ed ecco che dopo gli studi all'Accademia di Belle Arti di Perugia, il ventenne Dottori soggiorna brevemente a Milano, viene in contatto con gli esponenti dell'avanguardia artistica, collabora con riviste e nel 1911 a Roma aderisce ai canoni del Futurismo con i nomi ben noti, ultimamente visti in importanti mostre qui a Milano.
Sogno
Luce e armonia, mi smarrisco nel sogno che interesse la mia notte di dolcezza. Distese immense, ridondanti di verde che sembrano smaltate. dove ritrovo qualcosa di perduto. forse una giovinezza che non ho mai vissuto.
Tecnico Municipale e dell'IACPM. è ora particolarmente necessario ed urgente procedere alla sistemazione dei tetti, delle parti di cemento armato ammalorate, nonché il ripristino dei pluviali.
L'IACPM, che ha in gestione gli stabili comunali di edilizia popolare, ha quindi recente-
Sinfonie si sperdono inseguendo voli di farfalle incantate.
Rido beata nell'Eden del mio sogno che caduco svanisce in immagine sfocata. E riafforo nolente nell'opaca realtà della mia vita, che ben poco mi offre per sognare.
mente definito, in accordo con l'Ufficio Tecnico Municipale, il progetto esecutivo dei lavori di manutenzione straordinaria del quartiere S. Leonardo, tenendo conto dell'effettiva inderogabilità degli interventi previsti per far fronte alla gravità della situazione, più volte denunciata dagli inquilini degli stabili in questione. 4
abbocatevi a Miinno 19
per ogni lieta ricorrenza
PAOLA BOMBONIERE S. Leonardo
Comitato per la Pace della Zona 19 c/o ANPI - Via Mar Jonio, 7
bomboniere per:
N.B.: I dati relativi alle manutenzioni delle strade, fognature, acqua potabile e verde, così come quelli relativi alle manutenzioni degli impianti sportivi di interesse cittadino (Stadio di San Siro, lido, Centro Sportivo Cappelli-Sforza, Campo XXV Aprile) sono stati desunti dal consuntivo 1984 del Comune di Milano, peraltro di difficile interpretazione, è quindi possono essere anche superiori come valore.
nozze-comunioni cresime-battesimi
COLORI - VERNICI - FERRAMENTA - CASALINGHI CARTE DA PARATI - MOOUETTES - ARTICOLI BELLE ARTI .. e mille cose per la casa! augrlig!"31111: 11Lg 1111111111 .:111n111 117M MIK hj n PAVIMENTI RIVESTIMENTI KLINKER
Milano Vla C. Dolci, 38 - 20148 MILANO Tel. 40.80.506 Pace Si eseguono lavori di ripristino e di modifiche appartamenti
europei, alleati dell'una e dell'altra superpotenza e direttamente interessati dal processo di riar-
3,0LORIFICIO S. SIRO ce Ü
marzo 1985 milano 19 - pagina 15
a
foto "Temporale-città" di Gerardo Dottori, idromatita del 1919.
l'effettuazione di ulteriori interventi straordinari per porre termine ai loro disagi. Nel corso degli anni sono state infatti effettuate dall'IACPM, su incarico dell'Amministrazione comunale, numerose opere di manutenzione utilizzando gli stanziamenti approvati e disponibili; ma, secondo manto precisato dall'Ufficio Via dei Cignoli, 3 (ang. via Gallarate) Telef. 30.86.993 a via Ricciarelli 45 - Milano Tel. 40.70.951
C O N C SE SI O NA RI A pagina 16 - milano 19 marzo 1985 O 9, ÄÄ .cu d -tkzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA3 c) O Cc Ri o QuI (1) ó P '5 O- ul ‘.7, o 9LL> :15 zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA (1) Cs..1Ä o (1) D C E C u, LIO r: t O O (1) D <1) u — Z LUw S U- --- 5 O 75 `R) > (1) = uz d c> O > o co "5— 5 C (1.) Cr COu CO E % ° t5 , 2) E 5 C O se_, 22 ?T. O W- c 52) O C O o o G.) u > D (-n Q -6 -zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA 5C o Ó o O D — C C> >o ,n o, C 15 o 99 a> ;(1), o u o O) o L' c Ä ooE O O- 3 O - C 3 c L) C 0- O C (1) O O C) > 1 -D o c 'c") ON tl D O - C D u:-EDÄ O F, 5 L1Äe) O- CU u O CO o Ó Är5 1:11 P Do O o O t,t.n_O e C c O o Äb11111 .-O 0 D C.Z.- O O "1:5 Oi i) —E) t C CL) e 11.1. -13 u.3 o *-.7-' C 95 O (1) __1 C C 5 ,, 53CO 3D <L) > ?) CI u o_ 1/4,-, O _ a. at O LI. ó o °> (i) 9, D E C) a. O_ VIN tJ Or. l i CI e = eaal a> a> e Ov, N (1) CO O. (<1 _OE 'R) o P." ó LLi Cé u u Ä 7; C L , " C:2 ± a) 2 '75 '1) -7- la) ° <21_ S C) .-?-} C) .- ‘b ° a.) 9, .5 o o o '-e- 5Ä u o ,Ä2.) ,.<2L D o u .. 4 o g. c Ä -9: O Q o cc:).1 o (i) a ' CL) k 7, E a) D o ÄE 92 9 N O V) c c --E O Ä