Mensile di informazioni politica e cultura della Zona 19
Anno IX - N. 2 - Febbraio 1985
Nella lotta alla droga qualcosa si muove
Contro le tossicodipendenze il C.d.Z. 19 in prima fila
Unitamente agli operatori della nostra zona ha organizzato un ampio programma di iniziative - Occorre che diventi operativo al più presto - Nostra intervista alla coordinatrice della Commissione Sanità del Consiglio di Zona
La morte per droga di alcuni giovani residenti nei nostri quartieri, ha resto più pressante l'esigenza di una incoativa concreta contro le tossicodipendenze.
Ci è quindi parso giusto verificare come abbia fino ad oggi operato e come intenda muoversi nei prossimi mesi.
Per avere queste notizie, mi sono incontrato con la coordinatrice della Commissione Sanità, Rosanna Ferri.
D. Nella nostra zona il fenomeno delle tossicodipendenze pare assumere dimensioni sempre più gravi. Il C.diZ. che iniziative ha già intrapreso e quali intende prendere? Che ruolo si assegna nella lotta alla droga?
R. Dopo che nel dicembre '84, l'U. S. S. L 75 ha deliberato la costituzione di un Nucleo operativo contro le tossicodipendenze in ogni U.S.S. L di zona, la Commissione Sanità ha elaborato un progetto di lavoro, che è già stato approvato dal Consiglio di Zona. Questo progetto parte dall'idea a'i valorizzare gli organismi già presenti e operanti sul territorio. Il nuovo Nucleo operativo dovrebbe quindi inserirsi in questo contesto e, muoversi in stretto rapporto con organismi come il Centro Psico Sociale, il Servizio di Igiene dell'Età Evolutiva, la Condotta medica, il Consultono Familiare di via Albenga che sono in possesso di molti dati sulle famiglie e sui giovani maggiormente a rischio. Il progetto approvato dal Consiglio di Zona, a fianco della parte riguardante gli aspetti più strettamente sanitari come la prevenzione e l'assistenza, ne prevede un'altra più specificatamente sociale quale l'opera di informazione.
Questa attività viene svolta da un Comitato di Coordinamento in cui sono rappresentati: il Distretto Scolastico, le Parrocchie, i partiti, le associazioni sportive e i circoli culturali. Nel progetto è previsto anche l'impiego del volontariato; in questo senso il C.diZ. , si è impegnato a sostenere l'attività di tutti i gruppi che vogliono organizzarsi sul piano dell'assistenza sociale nei nostri quartie-
ri. condizione posta è che nello statuto costitutivo di questi gruppi, sia previsto l'impegno a svolgere la propria attività senza fini di lucro.
D. Siete in grado di quantificare l'entità del fenomeno nella Zona 19? Avete dei dati epidemiologici precisi?
R No. Gli unici dati di cui disponiamo sono relativi alla città nel suo complesso. Per questo il primo impegno assunto dal Comitato di Coordinamento è stato quello di realizzare un questionario conoscitivo da distribuire nelle scuole e nelle associazioni sportive. Questo questionario, di cui si è fatto carico anche il C.diZ., verrà redatto dai tecnici e dagli operatori che già lavorano nel quartiere e verrà proposto al Comitato. L'obiettivo di questo sondaggio va al di là della raccolta di alcuni dati di «kik reperi-
L. 600
Tra via Abbiati e via Ricciarelli
Di sospeso c'è soltanto il fiato dei cittadini
Il traffico pedonale è intralciato da impalcature erette da oltre un anno per eseguire lavori di riparazione e ristrutturazione mai iniziati - A cosa è dovuto questo ritardo?
mento, ma intende dare un ulteriore sviluppo al dibattito sulla' lotta contro le tossicodipendenze.
D. Il lavoro di questo Comitato di Coordinamento,oltre all'elaborazione del questionario, come è articolato?
R. Per svolgere i compiti che si è assegnato il Comitato si è organizzato in due gruppi di lavoro. Uno è impegnato nella raccolta di tutta la documentazione esistente sulla lotta alle tossicodipendenze, l'altro sta indagando sul come sia possibile e cosa significhi, concretamente, fare un'opera di prevenzione. Le prime scadenze operative consistono in incontri informativi e di lavoro. Prossimamente, il Comitato di Coordinamento organizzerà un dibat(segue a pagina 2)
Il cedimento sarebbe dovuto a calcoli "bassi"?
Il Palasport non ha retto a 70 centimetri di neve
TI parere di esperti di "strutture" e calcoli relativi basati su "tabelle" relativi ai "carichi", che tengono conto di incidenze e pesi di prevedibile portata e non di eventi eccezionali come le nevicate di gennaio
Fra gli eventi, come i crolli, che in tutta Milano hanno richiesto decine di interventi di Vigili del Fuoco a causa delle abbondanti nevicate di gennaio, uno, verificatosi nella nostra zona, ci pare degno di particolare rilievo. Parliamo del
In vista delle celebrazioni
L'ANPI di zona per il 40° della Liberazione
Le decisioni prese all'assemblea della sezione Gallaratese - Trenno - Lampugnano
La sezione Gallaratese-Trenno-Lampugnano "A. Poletti e Caduti di Trenno" dell'A. N. P. I. (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) ha tenuto la sua assemblea durante la quale la relazione del Comitato di Sezione e i preziosi interventi hanno posto in evidenza i punti qualificanti della ricorrenza del Quarantennale della Guerra di Liberazione, rilevato il program-
ma Provinciale e definite le iniziative di zona. Esaminati i risultati soddisfacenti delle manifestazioni dello scorso anno è stato puntualizzato che, a fronte del permanere di tentativi di minimizzare la storica lotta partigiana, riducendola ad una guerra fratricida di bande armate e la conseguente interessata richiesta di (segue a pagina 2)
cedimento della copertura del Palazzo dello Sport, che ha fatto "notizia" in particolare per la giovane età di questa costruzione.
Su come è stato possibile il' verificarsi di tale episodio sono stati chiesti pareri, il più sintetici
possibile, ad esperti di "strutture" e calcoli relativi, i quali hanno detto che la prima conclusione che si può trarre è che questo crollo vada inquadrato nella rilevante quantità di neve (segue a Pagina 2)
Ecosì Walter Reder, l'ex maggiore delle SS tedesche responsabile di orrendi crimini non soltanto in Italia, ha lasciato la fortezza di Gaeta in gran segreto, così come vi era giunto nel 1951 per scontarvi la condanna all'ergastolo, che gli era stata comminata per la strage di 1830 vittime innocenti a Marzabotto.
E non ci si venga a raccontare la storiella del "criminale pentito"! Se Reder fosse stato realmente pentito degli orrendi crimini di cui si è macchiato, non avrebbe implorato di essere rilasciato, ma avrebbe accettato di scontare la sua condanna fino in fondo, di rimanere chiuso nella sua cella anche se la porta gli fosse stata aperta.
Invece Reder se ne è andato da Gaeta. evaso legalmente grazie all'accorta regia ed alla complicità de/presidente del consiglio dei
Via Abbiati l, angolo via Dolci, angolo via Ricciarelli 12: gli unici stabili di proprietà dell'IACP-non ancora ristrutturati nel popolare quartiere di San Siro.
Su un muro una lapide a ricordo di martiri della Resistenza fucilati dai fascisti, con una corona bruciacchiata. Tutto intorno agli stabili impalcature di ferro che arrivano a circa metà altezza delle finestre del primo piano e cartelli imbrattati da scritte fascistoidi. t questo il quadro, desolante, che ci siamo trovati di fronte nel corso di un sopralluogo che abbiamo effettuato su segnalazione degli abitanti di via Abbiati 1, stanchi degli schiamazzi di alcuni giovinastri.
Le impalcature sono state erette nel settembre 1983, per eseguire lavori di sistemazione dei balconi pericolanti. Ma poi i lavori non sono stati mai iniziati, per mancanza di fondi si dice e le impalcature sono rimaste ad intralciare ai pedoni il passaggio, reso ancor più difficoltoso specie per gli anziani che sono la grande maggioranza degli abitanti del quartiere dalla neve caduta in questi ultimi giorni. Abbiamo già detto che i la(segue a pagina 2)
E questo Craxi...
ministri italiano Beffino Craxi che, fino ad evasione avvenuta ha tenuto all'oscuro di tutto tutti (fatta eccezione soltanto per i servizi segreti italiani che lo hanno aiutato e che avrebbero fatto meglio a dimostrare almeno pari efficienza in altri, più gravi frangenti), non soltanto i parenti delle vittimi,di Marzobotto, del cui parere espresso neppure un mese prima ha dimostrato di infischiarsene, ma anche la grande opinione pubblica, i partiti democratici e gli stessi ministri del suo ministero.
E questo Craxi continua a definirsi "democratico e socialista". Chissà quanti caduti per la Libertà immolatisi per la democrazia e per il socialismo, magari nella stessa Marzabotto, si sono rivoltati inorriditi nelle loro tombe!
Milano dal fascismo a piazza Fontana La Brocchi: una scuola del futuro Il diritto di circolare in bici La Croce Bianca al servizio dei cittadini
Solidarietà umana tra la neve
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milano 19 - pagina 2 febbraio 1985 dalla prima pagina
tuo con Don Rigoldi per approfondire la sua esperienza. Il C.diZ., ha poi programmato un incontro con 1' US S. L zonale e con i suoi operatori, per conoscere i dati relativi ai nostri quartieri, in possesso della Condotta medica.
C'è poi il problema di ricercare delle sedi adatte da assegnare a questi organismi. ,4/ Nucleo operativo dell'U. S. S. L contro le tossicodipendenze verrà messa a disposizione la struttura dell'ex asilo di via Albenga, in prossimità del Consultorio che è già un punto di riferimento per tutta la zona.
Secondo Rosanna Ferri, c'è poi un problema politico che va affrontato. Occorre avviare la definizione di obiettivi di prospettiva da dare alla lotta alla droga.
Il lavoro di informazione, prevenzione, assistenza, reinserimento, repressione, sei non è accompagnato da un mutamento della situazione sociale in generale, appare come un lavoro di puro tamponamento.
Senza la creazione di prospettive credibili di cambiamento della qualità della vita, senza dare prospettive concrete di uscita dalla crisi, nei confronti della quale ci sarà solo paura, impotenza e tutt'al più solo qualche
Di sospeso
intervento settoriale. Sullo sviluppo del lavoro messo in cantiere pende la spada di Damocle del termine del mandato del C.diZ. io previsione delle prossime elezioni amministrative di primavera.
vori, non sarebbero stati iniziati per mancanza di fondi, ma a quanto ci risulta le impalcature' vengono noleggiate ad un tanto al giorno. Quanto sono costate finora all'IACP quelle in questione?
Con gli stessi soldi non sarebbe stato possibile procedere alla riparazione dei balconi pericolanti?
strutture del Palasport (neve, vento, persone, ecc.) si siano rilevate "basse" rispetto all'evento meteorologico che si è verificato: vale a dire l'enorme quantità di neve, cui si è poi aggiunta l'acqua che ulteriormente la appesantisce.
popolo, con atti delinquenzali, massacri, delitti di ogni specie, traendone interessi personali o di gruppo, con i combattenti della Resistenza, i Partigiani, estrazione attiva di un popolo che combatteva per la propria Libertà, per l'eliminazione dei soprusi, dei privilegi, per una giustizia sociale, per la democrazia.
Chiudendo questo incontro viene spontanea una considerazione:"... eppur si muove...!" sia pure con ritardo, quando le dimensioni dei problemi posti dalle tossicodipendenze sono già considerevoli, qualcosa comincia a muoversi.
La valenza più positiva, consiste nel tentativo di coniugare' specialismi, ricerca e pratica concreta. Perché queste potenzialità non si disperdano, occorre la presenza pressante dei cittadini, soprattutto dei più coinvolti.
Tutti coloro che sono coinvolti, devono pretendere di essere ascoltati, devono portare la loro esperienza, imponendo che questi progetti divengano operanti e impedendo che, lottizzazioni o "spiriti di parrocchia" li vanifichino.
Franco Tosi
Misteri dell'amministrazione
IACP! Intanto dalle impalcature occhieggia un cartello con la scritta Pvietato sostare o passare sotto i carichi sospesi", ma qui tutto quello che c'è di sospeso è soltanto il fiato dei cittadini che passano da queste parti.
Palasport
abbattutasi su Milano. Per cercare di avvicinarsi ad un'ipotesi attendibile occorre — a giudizio degli esperti interpellati — tener conto che, per quanto riguarda i calcoli delle strutture di ogni costruzione, esistono delle specifiche "tabelle", relative al "carico" (al peso, insomma) che le stesse saranno destinate a sopportare e nelle quali rientra anche la valutazione dei materiali usati.
Probabilmente si va abbastanza vicino al vero ipotizzando che i carichi previsti per le
In conclusione si può considerare che mentre le strutture tradizionali — muratura e cemento armato — hanno un alto peso proprio per cui il peso in più è soltanto una percentuale del peso totale, le strutture "leggere" — come la copertura del Palasport — hanno un basso peso proprio con un conseguente sensibile aumento degli effetti del peso "accidentale". Si può ipotizzare, in altri termini, che nel caso del Palasport siano state calcolate soltanto le incidenze di eventi di media e prevedibile portata.
Sarà, ma a nostro parere di "non esperti" forse se i calcoli fossero stati un po' meno "bassi" non sarebbe stato poi un gran male e forse il loro maggior costo non sarebbe stato che una "percentuale" del costo totale (assai elevato) del palazzo dello Sport.
ANPI
accomunare in campi comuni i caduti di ambo le parti, l'assemblea ha ritenuto di definire che non sarà mai accettato di porre sullo stesso piano le bande armate della R.S.I., pseudo esercito di uno stato non riconosciuto, che terrorizzano un
Sottolineato che tale decisione è stata dettata non dall'odio, dato che il perdono (e l'amnistia ai fascisti) fu subito concesso nel 1946, ma dalla ferma volontà di non consentire deformazioni storiche di un periodo definito "2" Risorgimento", è stata ricordata una recente affermazione del Presidente Nazionale dell'A. N. P. I. Bold rini:
Milano, un vasto dibattito sull'attualità dei valori e insegnamenti della Resistenza e conseguentemente denunciare scopi, interessi e motivi di coloro che guidano un'azione o comunque tentano di affossare Io spirito della Resistenza e i principi della Costituzione; deridere o minimizzare le conquiste che, grazie a quel patrimonio, sono state realizzate in quaranta anni di faticose lotte e duri sacrifici dal popolo italiano.
"Per me è un punto d'orgoglio" — dice Rosanna Ferri -zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA -che per quella data tutte le delibere necessarie allo sviluppo delle iniziative di lotta alla droga vengano approvate".
"Quella lezione della Resistenza è diventata sempre più il dato peculiare della nostra Repubblica. La partecipazione popolare si è riprodotta ed estesa in tutti i momenti della vita nazionale, anche in quelli più cruciali come la lotta contro il terrorismo e la P2.
"Si è sviluppata, diventando una immensa forza rinnovatrice e moralizzatrice che si esprime nella volontà politica di essere determinanti in tutti i livelli della società, per promuovere un nuovo e moderno sviluppo. In breve, si è costruito un solido tessuto democratico, che si articola nei sindacati, nelle associazioni di massa, nei giovani e nelle donne con i loro movimenti".
"È stato quindi evidenziato che l'attuale fase del quarantesimo è un'occasione per aprire e/o riaprire nella nostra Regione, nella provincia e nella stessa
Contro le tossicodipendenze Rullano 19 NOVITA' BAGNO
Una stella sul Monte Stella A sciare col Metrò
Caro Direttore. nell'aprile dell'anno scorso Mauro Penco propose di porre una stele per la pace sul Monte Stella a ricordo delle macerie e del sangue della guerra fascista, dei soldati inglesi caduti per la libertà, delle torture degli antifascisti a Villa Trieste, dell'avvenuta denuclearizzazione di Zona 19 e dell'impegno per la pace assoluto e primario. In settembre le Sezioni ANPI delle Zona 19 e 20 proposero, sull'esempio della Sezione di San Siro col giardino monumento, che a Milano, capitale della Resistenza e Medaglia d'oro al V.M., si realizzasse un monumento ai Caduti per la libertà.
Da 5 anni per una quindicina di giorni l'anno Monte Stella vive con le Feste de "l'Unità" per poi tornare cosa morta, porta tra la città e la provincia, saluto a chi esce o entra dalle autostrade del nord nella grande Milano. In dicembre il Consiglio di Zona 19 indicò al Comune nel Monte Stella l'area di maggiore interesse cittadino per erigervi un Monumento alla Resistenza. Nello scorso gennaio il nostro giornale ha reso noto e appoggiato la richiesta di tutte le Sezioni ANPI delle Zone 19 e 20 di porre il Monumento alla Resistenza sul Monte Stella e non confinato all'Idroscalo e ai limiti del territorio comunale, come se la Resistenza fosse da nascondere e mettere in soffitta.
Poiché sono state richieste idee in proposito, ci permettiamo osservare che per Milano è meglio avere due monumenti allo Resistenza che niente e che suggeriremmo una stele all'Idroscalo (o in piazza del Duomo) e una stella sul Monte Stella, costituita da un faro che si potrebbe avere gratis da qualche capitaneria di porto.
Chiudiamo osservando tristemente che se non riusciremo a dare a Milano in occasione del 40" almeno un Monumento alla Resistenza sul Monte Stella,
questa collinetta di macerie di guerra e di sangue sarà inevitabilmente destinata a essere travolta dall'oblio come in "Erba", qui tradotta, del poeta statunitense Carl Sandburg (18781967):
Grass: Pile the bodies higt at Austerlitz and Waterloo./ Shovel them under and let me work./ I am the grass: I covel all./ And pile them higt at Gettysburg,/ Shovel them at Ypres and Verdun./ Two years, ten years, and passangers ask the conductor:/ What piace is this?/ Where are we now?/ I am the grass:/ Let me work.
Erba: Ammucchiateli alti i cadaveri ad Austerlitz e Waterloo./ Sotterrateli e lasciatemi lavorare./ lo sono l'erba: io copro tutto./, E ammucchiateli alti a Gettysburg,/ E ammucchiateli alti a Ypres e Verdun./ Sotterrateli e lasciatemi lavorare./ Due anni, dieci anni, e i passeggeri chiederanno alla guida:/ Che posto è questo?! Dove siamo ora?! lo sono l'erba:/ lasciatemi lavorare. Due partigiani
Spett.le Redazione di Milano 19, le case dello I.A.C.P. di via Ricciarélli n. 12 e via AbbiatiÑrt.1 sono state circondate da un traliccio in tubi di ferro che occupa parte del marciapiede che le circonda.
Detto traliccio ha lo scopo di tenere lontano i passanti dal muro delle dette, case perché i cornicioni dei balconi si scrostano e i calcinacot -che cadono sono lin pericolo per i passanti.
A parte il fatto che sarebbe ora che le riparazioni tengano ese-
Riguardo all'articolo pubblicato sul vostro mensile "Milano 19" a pag. 9 (n. 1-85) "A sciare con il Metrò", vorrei approfittare della vostra già collaudata cortesia e attenzione per puntualizzare e portare a conoscenza fatti e misfatti della manifestazuone titolata "Sci a Milano" svoltasi al Monte Stella il 23 dicembre 84. Innanzitutto torniamo indietro di qualche mese, precisamente a settembre, quando voi pubblicaste con molta tempestività l'annuncio di una festa al Monte Stella denominata "Milano sci 84 - vieni a sciare in Metrò alla Montagnetta" dal 15 al 21 Ottobre. La manifestazione promossa dalla Sezione Sci Club Lombardia e dalla Soc. Sportiva che rappresento, era nata con l'intenzione di promuovere lo Sci, con un programma settimanale assolutamente gratuito in tutte le sue molteplici fasi. Riassunte in breve erano in porgramma: lezioni di sci, tenute da maestri di varie località invernali, per le scolaresche e per principianti - gare di sci da discesa per tutti - prove di materiale e attrezzi sportivi - esibizioni di atleti e sci acrobatico- (tutto questo su guite, un altro pericolo esiste per i pedoni inquanto automobilisti incoscienti posteggiano la macchina sul restante marciapiede obbligando la gente a camminare in mezzo alla strada; si può immagihare cosa succede quando c'é neve e gelo, specialniente per gli anziani.
Hanno tanto parlato di vigili di quartiere ma a quanto pare tutto è rimasto sulla carta. In fede.
Gianni Beltrami
pista artificiale in plastica) - sci da fondo sempre su pista artificiale - ski roll - stand degli Sci Club milanesi e lombardi - ed altre feste (canti di montagnagiochi - grigliate).
Le nostre richieste formulate al Consiglio di Zona 19 per avere i permessi (e null'altro, in quanto economicamente avremmo sostenuto tutti i costi, autotassandoci e cercando accordi pubblicitari) si sono protratte da fine giugno fino alla metà di settembre senza che il minimo aiuto burocratico ci fosse dato dai Responsabili della ripartizione cultura, sport, spettacolo e tempo libero. Senza voler polemizzare, ma rilevando l'assoluta mancanza di interesse da parte loro e la mancanza di tempo opportuno per attivare una manifestazione di questo genere, abbiamo deciso, a malincuore, di rinunciare.
Tutto ciò per non confondere due manifestazioni, la nostra non attuata e "Sci a Milano" svoltasi il 23 dicembre e non certo per un semplice "jus primae noctis" quanto perché le due proposte hanno carattere politico e sociale ben diverso.
In allegato vi invio un sunto (che pubblichiamo in altra parte del giornale, n.d.r.) di quanto successo durante la manifestazione "Sci a Milano" in modo da rendervi più completa la situazione e l'immagine dello Sci che noi Società Sportive vogliamo promuovere e lo "sci" che invece interessa affari privati, la FISI, e il Comune di Milano che riteniamo "ir"responsabile di tale utilizzo di soldi pubblici e di cattiva gestione nei confronti della cittadinanza.
Sperando in una vostra pubblicazione nel prossimo numero, nei modi che voi troverete più congeniali, mi metto a vostra disposizione per qualunque altra informazione od incontro riteniate opportuno avere. Distinti saluti.
Roberto Fava responsabile SC. Settebello
Preso atto che il Comitato Nazionale riunito a Bassano del Grappa il 2I settembre, in occasione della manifestazione promossa in onore dei componenti del Comitato Generale del C. V. L., ha formalmente rivolto un invito alle altre associazioni partigiage (F.I.A.P., F.I.V.L.), che lo hanno accolto, di accettare la richiesta da tempo avanzata dall'A.N.P.I. milanese, di organizzare nella città — riconosciuta capitale della Resistenza — il 25 aprile prossimo e/o nella prima settimana di maggio 1985 le manifestazioni conclusive del 40° della Resistenza e di informare tempestivamente di tale decisione il Presidente della Repubblica, on. Sandro Pertini.
Si è rilevato che l'impegno assunto pone a tutti i componenti gli organi direttivi dell'associazione problemi di notevole rilevanza politica e organizzativa; nel contempo quanto deciso, perché abbia un risultato positivo, esige un impegno mobilitativo della organizzazione ad ogni livello, e quindi impegna tutte le sezioni con i loro associati.
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OPPIONI
li traliccio di via Abbiati ; Ä
I partigiani sono ormai padroni della città
Le continue diserzioni assottigliano sempre più le file fasciste, mentre i soldati tedeschi sono Praticamente consegnati in caserma
di Gian Piero Pagetti
L'assassinio di Eugenio Curiel ed il precedente arresto di Edgardo Sogno non furono i soli duri colpi che i nazifascisti riuscirono ad infliggere in quel febbraio 1945 alla Resistenza milanese. In quello stesso mese, infatti, la Feldgendarmerie arrestò il maggiore Pieri, capo di stato maggiore del generale Cadorna, ed il tenente Beolchini (Bianchi), capo del servizio informazioni del SIM (Servizio Informazioni Militari, il servizio di spionaggio che operava agli ordini del governo italiano del sud in collaborazione con la Special Force alleata), mentre in piazza Piemonte, a poche centinaia di metri di distanza da dove Curiel era caduto, venne catturato dai nazifascisti Gaetano Bottini (Mauri), che, gravemente ferito, riuscirà successivamente a scappare dall'ospedale ed a raggiungere la Valle Olona, dove, divenuto comandante dapprima di una brigata e poi di una divisione Garibaldi, cadrà in combattimento, a Samarate, il successivo 26 aprile.
Il 26 febbraio al Compartimento ferroviario di Milano vi fu una fermata del lavoro e una delegazione di imlpiegati si presentò al capo compartimento per chiedere sei mensilità di stipendio in anticipo e la distribuzione di viveri di prima necessità.
Quello stesso giorno la questura di Milano inviò al capo della polizia un rapporto per denunciare azioni arbitrarie compiute dalle varie polizie fasciste e tedesche che operavano in città, per lamentare l'eccessiva circolazione monetaria che faceva sempre più accelerare l'inflazione (dimenticando però che chi continuava a stampare carta moneta erano le stesse autorità fasciste e tedesche), per segnalare che gli arricchiti di guerra, che andavano investendo i loro lauti guadagni in beni durevoli, sfuggivano ad ogni controllo e che la borsa nera imperava
sempre di più, mentre si verificavano ritardi nella distribuzione di generi alimentari sottoposti a tesseramento e nelle mense aziendali i cibi serviti erano scadenti per qualità e scarsi per quantità, tanto che "gli operai — diceva il rapporto — per protesta si astengono dal lavoro in alcune fabbriche". E la nota della questura milanese proseguiva manifestando il timore di ulteriori peggioramenti negli approvvigionamenti a causa della rarefazione dei trasporti e segnalando che le misure stabilite dalle autorità fasciste per limitare l'uso del gas e dell'energia elettrica gravavano sulla popolazione "che ha, tra l'altro, dfflcoltà a provvedersi di legna" (di carbone, poi, neanche a parlarne, mentre nafta e gasolio, oltre a mancare, non erano ancora di "moda" come combustibili). Evidentemente anche i questurini si erano accorti che qualcosa non andava e che i milanesi non avevano del tutto torto quando protestavano, ma il ministero repubblichino degli interni non seppe escogitare niente di meglio, per far fronte alla situazione, che affidare, due giorni dopo, al prefetto la responsabilità politica ed al questore quella tecnica dell'ordine pubblico. E il 2 marzo, nello stesso giorno in cui 600 impiegati della Pirelli di Milano si misero in sciopero, venne ritrovato, abbandonato in una strada cittadina, il cadavere di Angelo Conca, comunista dal 1921, tipografo e diffusore de l'Unità clandestina, che era stato arrestato iL 27 febbraio da una delle tante polizie fasciste che operavano in città.
Comizi volanti davanti alle fabbriche
Il 3 marzo, alle undici e un quarto di sera, vi fu una nuova incursione aerea su Milano. Il giorno dopo il partito fascista repubblichino ordinò ancora
SOTTOSCRIZIONI COMUNI Ä
PRO UNITA' I AVANTI
I. Giunta Centrale d'Imo.. tra I P.R.U.P. ed a P.C.I. allo mem. di rafferme< — In ~sta fame deciahni dalla lotti di libe. ramare - dalla elasm opqaia a del popolo lavoratore, allo nomi di miteztaiares e di rendere manne pii edlettim il peno di ~dà dradrine tra i dm Partiti e (nuda,* sempre pii inlidaminte, »ella Man comune, le premesse per la creazione di un solo grande Partite marginalenini.to della cime operaia e dei lavoratoti italiani
Il4 CONCORDATO: nI di promuovere una mitoscrizione comune Pro Annui e t nidi, alla maga si darà il carattere di una campagna e di in., tuaintestazione di per l'unità proletaria: in di procedere alla pobblicaaione di mia notizia, Chimici del maelitmo-bminienzo a -otto gli ampici comuni del P.C.I. e del gi di iniziare la pubbli Ä ne di una a Tribuna dell'unità operaia are oltre ad accogliere i comunicati e le direttiva di lotto della Giunta. "emanerà ai rappresentanti reiponatbili dei due Partiti di chiarire di beate ai militanti ed alle muse i problemi dell'unità proletaria. V.B. -- I proventi della sotionrizione di cui al C0131,11.1 vi alemlati per un terzo all'Unità. per me terze all'Agenti. per un urto alla ,abblicarione della Collana, indipendentemente Ball eruita delle «omone ...mite dai militanti di ciateun Partito. Tune le ,onsme raccolte dovranno esigere inviate dai militanti al riapriMa Centro di Partito per l'Italia occupata. La lima delle sottoscrizioni -accolte dai zaditarmi di ciascun Partito potrà emergi pubblicata nel napea. ho organo centrale (Unta o Aventi); per le somme raccolte ani Indiani dell'altro Partito. chinano dei due organi potrà limitarsi Ä pubblicare la .31.13.163 tOCIPICaali 3 a capolino. 26 granario 1915.
una volta ai suoi iscritti delle classi dal 1900 al 1915 di presentarsi per essere arruolati nelle brigate nere, ma l'uccisione da parte dei partigiani, avvenuta alle otto e mezzo di sera di quello stesso giorno in via Teodosio di un superarmato milite della Muti non incoraggiò certamente i recalcitranti a presentarsi.
Il 5 marzo, accogliendo un appello del CLN aziendale, scioperarono i dipendenti della Edison,-che a quel tempo aveva l'appalto per la produzione e la distribuzione del gas in tutta Milano, nonché per la distribuzione di energia elettrica in circa metà della città. Il giorno dopo il CLN lombardo emanò l'ordine di mobilitazione generale in vista dell'insurrezione generale ed il 7 marzo il comando piazza di Milano del CVL trasmise ai settori dipendenti le disposizioni relative alla costituzione dei tribunali di guerra partigiani.
Quello stesso giorno gli operai della Pirelli accolsero con bordate di fischi e insulti, invitandolo a scendere in cucina ad assaggiare la sbrodaglia che veniva servita loro come pasto, il vice-podestà andato in visita nel loro stabilimento, e i tedeschi, proseguendo le trattative per porre termine al conflitto in Italia, quello stesso 7 marzo 1945 liberarono (aderendo ad una richiesta avanzata dagli angloamericani in un incontro che aveva avuto luogo quattro giorni prima a Pagano, in Svizzera) Ferruccio Parri e lo portarono in territorio elvetico, dove lo consegnarono ad Allen Dulles, emissario dei servizi segreti americani.
Il giorno dopo, 8 marzo, in molti stabilimenti milanesi operai, operaie, impiegati ed impiegate celebrarono, in barba a fascisti e tedeschi, la giornata internazionale della donna con astensioni più o meno lunghe dal lavoro. In alcune fabbriche, ed anche fuori, lavoratrici dei
W. Pro Unità e Arami ì 01.0 e...farm& cibo amino in quut. 11501.101510 ma alto eder. Ai lassorotgri, a tatto il popolo italiano, oram dominane rasoi signifi. nere cha Q rafforzamento deciairo dsW.a.iai armiamo Ira commini Å ao. ridia.i i fa lona propagato. dona gamma lama di libonsime pia matoIiÄ dei popolo libere ad indipendente. Ai militanti comunisti Ä meialini, guasta ~nom mai significare che solo Militi atti potranno siringa. legami sempre più solidi con ma. le lonze popolari, ed in particolare con qnelle nume di coistadMi, di intatta:usati. di artigiani che ai raccolgono entorno a/ Partita dalla D011.0t-rcat, Cristiana. farei ~liceo che solo superando ogni lama di inerzia attraiate, e di riarmo.. ~aia mi: ~rara. arare' qual gran Parano marginshleniniam dalla dame operaia dai lavoratori, di cui il popolo, n "di*. ire bieograo, per le gite tona di oggi e di donsani. La docigione dalla Giunta Centrale d'Inteso dei dna Partiti, di iniziare la pubblicasionÅ di una c Tribuna dell'Uniti Proletaria v, oca gli rapo ,enti responsabili dei duo Partiti IraÅ taci potranno cdtimire. di fronte ai militanti ed m lavoratori Ami, le direttiva comuni di lotta ed i problemi dettemi& proletaria, IliM11 ancoro a con/armare gemuto mimo &a-Morelia te unitario che il P.C.I. ed il P.S.1.1.1intendono imprimere a zona L. loro ,zinne, la nostraconcorde volanti di moto.," nella lodo comune. tutte le inconaprentioni, udii gli nitriti che ancora voLassaro ostacolare fa "ovaio terso limiti. La pubbliegniona -- sotto gli ampi. ri contarmi dei dis. Partiti — .7;
Gruppi di Difesa della Donna, protette da partigiani delle SA P armati, tennero comizi volanti per inneggiare alla libertà ed alla lotta contro la tirannide nazifascista. Alla Pirelli, dopo un comizio nelle cucine, le operaie improvvisarono una manifestazione sfilando in corteo nei cortili interni. Alla Borletti le maestranze sfilarono in silenzio per renderle onore, davanti alla foto, esposta all'ingresso della fabbrica, della partigiana Lina Salvetti (caduta il 4 febbraio 1945 nell'attacco alla mensa della Muti), adornata con un mazzo di mimosa ed un nastro tricolore con la scritta "Caduta per la Libertà".
Un'unica alternativa: arrendersi o perire
Quello stesso 8 marzo il comando piazza di Milano del CVL approvò, in linea di massima, il piano insurrezionale. Il giorno dopo si riunì la giunta regionale lombarda PCIPSI U P, che sancì dopo mesi di incomprensioni, lo schiarimento dei rapporti tra comunisti e socialisti, i quali proprio in quei giorni avevano costituito, congiuntamente, giunte consultive in alcuni grandi stabilimenti milanesi, quali la Bianchi, l'Innocenti, la Caproni, mentre in altri si accingevano a costituirne.
Togliatti, deve essere insurrezionale non di un partito o di una classe, ma di tutto il popolo per la cacciata dei tedeschi e dei fascisti e per la creazione di un'Italia nuova, può salvare l'Italia, e non delle ridicole e ingannatrici trattative con il nemico. Col nemico non si patteggia, lo si attacca... Col nazista e col fascista si può trattare soltanto per riceverne la resa incoindizionata. Arrendersi o perire: è la sola alternativa da porre, è la sola via di scampo da offrire a quanti militano nelle file nemiche e che non si siano resi colpevoli di crimini gravi".
E quell'intimidazione "arrendersi e perire" verrà ben presto fatta propria dal CLNA I, ma Mussolini sembrava non aver perso ancora tutte le speranze di farla franca ed il 13 marzo, vestiti i panni del "dittatore pentito", fece pervenire un documento, in cui si dichiarava disposto ad intavolare trattative di resa con gli anglo-americani, all'arcivescovo di Milano, cardinale Ildefonso Schuster, al quale non parve vero di potersi nproporre, ancora una volta, come intermediario tra le forze in lotta.
Si attende l'ordine dell'azione definitiva
dici, professori universitari, ar,tisti lirici, mentre si andavano costituendo i CLN di quartiere e di rione. Nessun riusltato era stato invece ancora raggiunto nella costituzione dei CLN di caseggiato o di gruppi di case.
Il 16 marzo nuovo bombardamento angloamericano su Milano e provincia con 7 morti e 50 feriti. Quello stesso giorno i partigiani giustiziarono, all'angolo tra viale Corsica e viale i Mugello, il colonnello Cesarini, 'capo del personale della Caproni, mentre alla Motomeccanica la 114' Brigata Garibaldi SAP tagliò i fili del telefono, tenne un comizio nella sala menza e lanciò manifestini, suscitando entusiasmo tra gli operai.
11 17 marzo i partigiani giustiziarono a Dergano, nella periferia industriale della città, la spia fascista Carla Bressanini. Il 20 marzo il Comitato di Agitazione dei ferrovieri milanesi si riunì per esaminare la situazione in vista delo sciopero insurrezionale, l'opportunità di una nuova azione di massa alla direzione del Compartimento e il programma di epurazione. 1123 i fascisti celebrarono in sordina, nel chiuso della piccola piazza San Sepolcro, il 27° anniversario della fondazione del loro partito.
berazioae. Le 11003111 13M rÉfr i glia 012.4 della lotta po timarnente col polo. E l'ha ;
Per tutta risposta il 10 marzo i fascisti fecero tenere, in applicazione della legge repubblichina sulla cosiddetta "socializzazione" delle imprese, elezioni farsa di rappresentanti dei lavoratori nei consigli di amministrazione all'Alfa Romeo e della Motomeccanica, ma l'affluenza alle urne fu poco meno che nulla. Evidentemente gli operai non si erano lasciati trarre in inganno da quell'ultima truffa tentata ai loro danni dal vecchio dittatore di Predappio e dai suoi accoliti e quello stesso giorno la 107' Brigata Garibaldi fece evadere dall'ospedale di Niguarda, dove giaceva ferito e piantonato, un partigiano biellese. Era la terza azione del genere compiuta da quella formazione garibaldina. L'I I ed il 12 marzo si tenne a Milano una riunione allargata del PCI, cui, oltre ai membri della direzione settentrionale (Luigi Longo, Pietro Secchia, Giorgio Amendola, Giovanni Roveda, Arturo Colombi e Luigi Grassi) parteciparono anche Giovanni Parodi, Emilio Sereni, Giuseppe Alberganti, Guido Lampredi, Marcucci ed Alessandro Vaia. La relazione politica venne tenuta da Luigi Longo, quella organizzativa da Pietro Secchia. "Il nemico sta predisponendo i suoi piani di distruzione — disse Longo — e noi dobbiamo predisporre i nostri piani di difesa. Il nemico sta predisponendo i suoi piani di ritirata per continuare altrove la sua opera di distruzione e di morte; noi dobbiamo attaccarlo ovunque e sempre quando ci sia possibile... Nessun lasciapassare, nessun ponte d'oro a chi se ne va, ma guerra di sterminio. Solo l'insurrezione nazionale, che, come ha detto il compagno
Il 14 marzo i ferrovieri milanesi manifestarono nuovamente il loro malcontento, chiedendo miglioramenti retributivi, davanti a Palazzo Litta, in corso Magenta, sede della direzione compartimentale di Milano, e le SAP della Pirelli e di Sesto San Giovanni liberarono, con l'appoggio di medici e infermiere, due patrioti che erano ricoverati, feriti, all'ospedale di Niguarda.
Quello stesso giorno ci fu una riunione del CLN lombardo, con la presenza di un rappresentante alleato, durante la quale venne concordato che iL CLN avrebbe coperto il vuoto di potere tra il momento della ritirata tedesca e quello dell'arrivo delle forze armate alleate, ma poi avrebbe dovuto rimettere le cariche nelle mani dell'A MG (Allied Military Government, governo militare alleato), che poi le avrebbe probabilmente restituite al CLN, facendo però salva la forma della sua autorità. E nel corso della riunione venne reso noto che a quella data esistevano nella città di Milano CLN aziendali all'Allocchio Bacchini, alla Anonima Infortuni, alla Anonima Grandine, alla Borletti, alla Banca Popolare di Milano, alla Banca Agricola Milanese, al Banco di Roma, al Comune, alla Caproni Taliedo, alla Cassa di Risparmio, al Compartimento Ferroviario, alla Face, alla Motomeccanica, alla MT, alla Magnani, alla Olap, all'Officina Fausto Alberti, alla Pracchi, al Pini, all'EIAR, alle Rubinetterie Riunite, alla Safar, alla Stipel, alla Telemeccanica, alla Tranfilerie, alla TIBB, all'Innocenti, alla Montecatini. Sempre in città vi erano poi i CLN della scuola, quelli professionali di avvocati, architetti, ingegneri, magistrati, me-
A quella data le forze fasciste a Milano comprendevano la famigerata legione Ettore Muti, alcuni reparti della Decima Mas, un comando della guardia nazionale repubblichina ed un comando di brigate nere, tutti agli ordini del generale Diamanti, ma le loro file andavano sempre più assottigliandosi a causa delle continue diserzioni. I tedeschi, da parte loro, disponevano in città di circa 1.500 uomini, ormai praticamente consegnati in caserma in seguito all'impegno assunto il 19 marzo ad Ascona, in Svizzera, dal generale Wolff, comandande delle SS in Italia, con gli angloamericani, nel corso delle trattative di resa delle forze armate tedesche in territorio italiano condotte all'insaputa dei fascisti e dello stesso Hitler, di evitare la distruzione degli impianti industriali nell'Italia del Nord, di rispettare la vita degli ostaggi, di sospendere ogni azione contro i partigiani.
Così i partigiani potevano ormai considerarsi i veri padroni della città di Milano. Si trattava unicamente di insorgere, di cominciare l'azione definitiva.
(28 Continua - Lepuntale precedenti sono state pubblicate a partire dal numero di settembre 1982)
Nella foto in alto accanto al titolo un "interrogatorio" di due giovani nella caserma della Muti. Sotto la riproduzione de l'Unità clandestina con un invito ad una sottoscrizione comune pro Unità e Avanti.
febbraio 1985 pagina 3 - milano 19 28 P
MILANO DAL FASCISMO A LAZZA FONTANA
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Le cooperative si trasformano per soddisfare la richiesta di case
Le nuove proposte del movimento cooperativo - Bisogna acquisire una logica di gruppo - NeCessità di leggi che la sostengano - Lo sforzo per essere protagonisti in un mercato edilizio in crisi - La proposta Unicasa presa dello scontro tra forze politiche e sociali sulla possibilità
In queste settimne, con la riinterventi per la realizzazione di oltre 11.000 alloggi. Come si
1979, e che oggi sono in corso acquisto e di recupero legate alla ristrutturazione edilizia e l'avviamento di cooperative di
sicurezza. regionale, dopo una decina Sul piano legislativo: a livello finanziare l'edilizia. norme di denaro necessario per I capitali che si riescono a tamenti in affitto gli altri inquirano e lascia nei propri apparlini. Questi alloggi divengono di applicare la rivalutazione del- gestione. mobilitare così, sono solo una può vedere, l'ALCAb si presen- d'anni, si è ottenuto un finan- proprietà della cooperativa che ziamento rivolto specificatamen- goccia nel mare.
l'equo canone, il problema-casa ta come un'organizzazione in Oggi, il movimento coopera- ha portato avanti tutta l'iniziaLa proposta Unicasa, poi, è tornato sulle prime pagine dei rapida espansione. Si pensi che tive sta ripensando la sua stra- tiva, oppure (se richiesto), degli te alla proprietà indivisa; a livelnon è esente da limiti. Va infatti giornali. inquilini diventati nuovi soci. il movimento cooperativo nel tegia, per operare un salto di lo nazionale, si richiede una legtenuto conto che le cooperative "Milano 19", nei mesi scorsi qualità con l'obiettivo di valo- ge che sia rivolta alla proprietà Nei prossimi anni, per inter- suo complesso, realizza circa il edificatrici, hanno il problema ha indagato sulla vita e sulla 60-70% dell'edilizia convenzio- rizzare tutte le proprie potenzia- indivisa, anche cambiandone il venire efficacemente sia nel reattività di diverse cooperative lità acquistando una logica di nome se necessario, viste le im- del mantenimento del rispar- nata. Oggi a Milano si può dire cupero, sia nella realizzazione di edificatrici presenti nella nostra plicazioni politiche che per tra- mio sociale a dei livelli accetta- gruppo. Si sta operando per interventi di un certo rilievo, sa- che, per quanto riguarda la codizione sono insite in questa zona; oggi ha voluto saperne di bili per la loro esistenza. Si crea struzione di case, le immobiliari mettere in moto meccanismi di rà necessario costruire delle soforma di cooperazione. così una contraddizione, tra la cietà miste, che siano in grado più sul significato che ha il mo- sono quasi sparite; a costruire ampio respiro, molto articolati, Con queste iniziative di legge, stipula delle polizze assicurative di farvi fronte. Infatti, con il ta- vimento cooperativo, per la no- sono nmaste le imprese e le co- con la logica di mobilitare tutte stra città, nel settore delle abita- operative. le risorse disponibili, sottoli- il rilancio della proprietà indivi- e la cresicta del risparmio socia- glio dei bilanci, il Comune sarà zioni. Raccogliendo alcuni dati, neando la propria capacità di sa acquista consistenza. va tut- le: non va poi dimenticato, che sempre più in difficoltà a porta- dl movimento abbiamo visto come, attraverso cooperativo, se risente dei limiti produzione che è molto elevata tavia considerato che, a fianco l'adeguamento delle strutture re avanti progetti ampi e comorganizzative (necessario per plessi; i privati, visti gli elevati l'ALCAb (Associazione Lom- imposti allo sviluppo dell'edili- anche in presenza di limitati fi- di molti aspetti positivi, di ordibarda Cooperative di Abitazio- zia nel milanese dal calo della nanziamenti. svolgere l'attività di sub-agen- costi e gli ostacoli a reperire fi- ne sia economico, sia culturale, zia), si scontra con tradizioni ne), le cooperative associate alla domanda legato alla lievitazio- nanziamenti, non avranno gros-
Le cooperative, stanno di- questo tipo di proprietà ha anlega si stanno impegnando in ne dei prezzi (conseguente alla fortemente radicate. se possibilità di iniziativa. ventando un vero e proprio che dei limiti. modo rilevante per la soluzione crescita dei costi di produzione "sportello" sul territorio (a cui
In questo quadro, anche lo Ecco allora emergere il ruolo Ad esempio: non è possibile del problema casa. strumento più tradizionale della e del costo del danaro), conti- tutti possono rivolgersi), acqui- portare avanti questa forma di della cooperazione che, per le attività cooperativa, cioè quella
L'ALCAb, è una organizza- stando così possibilità di orien- cooperativa, in una situazione potenzialità di realizzazione e nua a mantenere un discreto dizione nazionale con una artico- di mancanza di finanziamenti a "proprietà divisa", mantiene namismo, per la sua capacità di per la possibilità di quote di fi- tamento sul mercato. lazione regionale nella quale, la agevolati (al 3-4%). Questo vuol reperire denaro al di fuori dei La cooperazione a proprietà nanziamento relativamente ele- una grossa importanza. Sono dire che in presenza di difficoltà sola Lombardia, conta 507 co- tradizionali canali di finanzia- indivisa, dopo essere stata pena- ancor oggi notevoli le sue po- vate, potrà essere un elemento operative associate con 123.356 lizzata dalla Legge 457 (legge economiche, l'attività delle co- tenzialità economiche, proprio determinante. mento. soci, di cui 29I (con 86.175 as- che aveva come obiettivo la operative è costretta al ristagno. perché permette di muoversi Queste società miste, dovran-
L'ALCAb avendo operato la sociati) nella sola provincia di scelta di sviluppare una politica prospettiva della casa in pro- La "proprietà indivisa", anche anche in presenza di finanzia- no vedere la presenza di tutte le Milano. aziendale più attenta alle esi- prietà per tutti), viene oggi ri- seguenti componenti: Comune, se non può essere assunta come menti limitati. Possono anche
Alla fine del 1982, gli alloggi genze del socio, che alla quanti- presa e rilanciata. La politica unica prospettiva, rimane un a- società finanziarie, cooperative essere visti interessanti "intrecrealizzati in affitto erano 33.431 tà delle realizzazioni, ha amplia- spetto molto importante del di- della casa in proprietà, ha fatto sia per la realizzazione delle o- ci", tra realizzazioni a proprietà e 5.669 in proprietà; per la no- to e diversificato il proprio ven- pere, sia per la loro gestione. sì che si creasse una fascia di divisa, che richiedono limitati scorso-casa. stra provincia, gli alloggi affitta- cittadini a reddito intermedio Una testimonianza di come, taglio di proposte. impegni del risparmio sociale e, Per i prossimi anni, l'obiettiti erano 30.097 e quelli in pro- il movimento cooperativo, tenti realizzazioni a proprietà indivi- Accanto alle più tradizionali (troppo alto per ottenere la casa vo del movimento cooperativo priet à 3.04 l . Va anche detto che di sopperire ai limiti di finan- sa che ne richiedono di più con- cooperative a proprietà divisa popolare e troppo basso, per nel settore delle abitazioni, sarà la cifra di 507 cooperative asso- ziamento agevolato attingendo quello di essere presente sul ed indivisa, hanno preso corpo potersi comprare una casa), che sistenti. ciate, rappresenta un incremen- altre forme associative: la Pro- oggi soffre di una condizione di alle proprie risorse, è rappresen- Nel settore della cooperazio- mercato nonostante la sua conto di circa il 300/ rispetto al trazione. posta Unicasa, le cooperative di vera e propria precarietà ed in- ne a proprietà divisa, sono an- tata dal programma Unicasa (frutto di un accordo tra l'AL- cor oggi aperti grossi spazi di Si delinea così, la necessità di CAb e I'UNIPOL). È un tenta- iniziativa. Per quel che riguarda una trasformazione delle singotivo di mobilitare risorse fresche la gestione dei condomini, si le cooperative in imprese capa-
L'oggetto misterioso di via Ugo Betti
Pitturiamolo di viola e giallo
da immettere nel settore abita- ci, valorizzando compiutamen- stanno via via realizzando cozione. te il bagaglio di esperienze ma- operative di gestione tese ad eviLa proposta Unicasa, consi- tare che, una volta realizzate le turate, di elaborare un modo
ste nella possibilità di trasfor- case, si trasformino in condo- nuovo di "essere cooperativa". mare una quota delle polizze-vi- mìni tradizionali. Come avvie- Lo sviluppo sempre più rapido ta, in un investimento nel mo- ne questo? Costruendo un le- e complesso della società, crea vimento cooperativo. Come fun- grosse difficoltà al movimento game di corresponsabilità tra i cooperativistico che, per la sua ziona: alcune cooperative ade- soci, nella gestione dello stabile renti all'ALCAb e abilitate da e tramite cooperative di servizio natura e per le sue caratteristiche costitutive, tende a muover- questa a portare avanti l'inizia- tese a facilitare l'inserimento nel tiva, divengono delle vere e nuovo contesto sociale in cui ci si più lentamente. Per realizzare proprie sub-agenzie Unipol, che si trova collocati. l'evoluzone, a cui prima facevo stipuleranno con i propri asso- Accanto alle forme diversifi- cenno, occorre ottenere un quaciati delle polizze-vita "anticipi cate nella costruzione del nuo- dro legislativo favorevole alla IMOD garantito". vo, il movimento cooperativo cooperazione. D'altra parte, esEI Una percentuale del ricavato (attraverso l'ALCAb), ha indi- sa occupa nel nostro Paese uno viduato alcuni nuovi punti di spazio tale da renderla una e- dalla stipula di queste polizze, sperienza che non trova eguali: sarà destinato a finanziare, at- estrema importanza per il futuciò è dovuto in gran parte alle ro. Primo fra questi, è il recupe- traverso la concessione di muro del patrimonio edilizio, in carenze strutturali che hanno tui, i programmi costruttivi di caratterizzato lo sviluppo del particolare quello dell'IACPM. queste cooperative edificatrici.
Mi chiamo Eugenio Scando- grattacielo nato male; un vec- ne sul colore o sui colori da usa- Questo settore acquisterà, nei nostro Stato e alla particolare Nella concessione dei finanzia- lara, pittore, e la mia passione chio, una nuova casa con rifu- re. lo lo pitturerei di "viola e menti, saranno favorite le co- prossimi anni, una grossa im- complessità della situazione po- gio atomico, un bambino, una giallo" così stacchiamo un po' consiste nel raffigurare soggetti operative che avranno raccolto litica. portanza. boschivi. Abito in via Ugo Betti dai palazzi azzurri di via Cilea. sala giochi.
Anche qui, il movimento co- un maggior numero di premi. I Insomma, il grosso peso del e quando ho visto fra via Omo- Che ne dite? operativo, ha studiato strumen- mutui concessi alle cooperative, movimento cooperativo va vi- Allora ho risfogliato i vostri deo e via U. Betti, alle spalle Noi di "Milano 19" racco- ti specifici d'intervento, quali le sto come una manifestazione numeri di "Milano 19" ed in sono stati studiati con una arti- della piscina di Lampugnano, gliamo l'invito di Eugenio Scan- cooperative d'acquisto o di re- del cosiddetto "caso Italiano". colazione particolarmente fa- quello di luglio/agosto (1984) clolara e nel pubblicare il boz- questo oggetto misterioso di cupero, in contrapposizione alle I problemi più immediati ri- ho scoperto che si trattava di vorevole: la restituzione, sarà zetto da lui eseguito diamo la cemento, una massa a dismisu- guardano l'aggiornamento dei più limitata all'inizio e più eleva- dilaganti vendite frazionate. "nuovi campi da tennis". possibilità ai nostri lettori di ci- ra, mi sono chiesto: che cos'è? quadri dirigenti, l'adeguamento ta negli ultimi anni, quando l'e- Attraverso quali meccanismi Certo è che se rimanesse così mentarsi in questa arte che per Ho fatto una mia indagine e degli strumenti d'intervento e la rosione dell'inflazione la rende- si svolge questa cooperazione? sarebbe triste a vedersi. Per ral- qualcuno sarà nuova. diversa gente così mi ha rispo- capacità d'individuare forme Ecco: l'impresa cooperativa, fa rà meno onerosa. legrare un po' quel mostro di Inviateci le vostre "proposte sto: un macellaio, il nuovo mat- una valutazione dello stabile da nuove di organizzazione, capaci Anche questa forma di ini- di colore" usando il bozzetto cemento bisognerebbe che fosse tatoio comunale; un lattaio, u- ristrutturare, individua gli al- di rilanciare la partecipazione di ziativa nel settore casa, va vista pubblicato le taremo pervenire pitturato in modo speciale. na stalla con capi di bestiame loggi liberi che verranno asse- soci nella gestione del patrimo- solo come uno strumento, sen- agli architetti interessati al pro- Forse tramite il vostro gior- per avere subito latte fresco ap- gnati a proprietà divisa; fa asso- nio edilizio realizzato. za attribuirle proprietà miraco- nale si potrebbe fare un'indagi- getto edilizio. pena munto; una donnetta, un tiare gli inquilini che lo deside- lose, considerando la massa e- F.T.
cmG+ nt PP"Ael2.U"-. 1 - „ 01 Å ema Å -kr /o 9. a Ä bistecche manzo L. 9.300 al Kg. bollito magro L. 4.980 al Kg. 490 stagionato L. 1. all'etto grana padano milano 19 - pagina 4 febbraio 1985
Mentre l'emergenza casa si fa sempre più grave
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Introduzione alla storia della cooperazione (2) a cura zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA di Giusto Perretta
El canton del barbee
In Italia la cooperazione nasce tra mille difficoltà
Prima le guerre di indipendenza nazionale, poi la repressione crispina ed infine la dittatura fascista sono i grandi ostacoli che il movimento cooperativistico italiano ha dovuto affrontare e superare
La cooperazione nel mondo
L'apporto teorico e filosofico che nei vari paesi, uomini colti ed illuminati avevano dato per opporsi alle concezioni di un disumano liberalismo politico ed economico e che segnò in sostanza il sorgere delle prime sia pure anche romantiche esperimentazioni di tipo socialista
(Robert Owen - Saint Simon
-Charles Fourier - Pierre Proudhon insieme al Blanc ed al Buchez più tardi) fece si che in taluni paesi si svilupparono maggiormente alcuni settori: in Inghilterra particolarmente il consumo oggi con oltre 16 milioni di soci e mille società con navi che toccano tutto il mondo, fabbriche di calzature, scatolame, tabacco, sapone, cioccolato e piantagioni di tea a Ceylon.
In Francia il consumo realizzato da ben 48 Unioni Cooperative Regionali con 1300 aziende ed 8.000 negozi con tre milioni di soci, un Consorzio Nazionale ed una Banca Cooperativa Centrale. Qui anche le Cooperative di produzione e lavoro hanno avuto un notevole sviluppo. Nel Belgio sono sorte nel tempo organizzazioni cattoliche con funzioni anche sindacali per gli acquisti, le vendite collettive, il credito, le assicurazioni e la lavorazione del latte.
In Germania soprattutto le Casse Rurali e le cooperative tra agricoltori, in Danimarca tra agricoltori per la zootecnia, la trasformazione del latte delle carni e delle uova.
In Svizzera dove esiste sin dal 1890 la Unione delle Cooperative di consumo di cui la Migros rappresenta il più importante complesso. Nell'Unione Sovietica attraverso fasi alterne contrassegnate da un impetuoso sviluppo all'epoca della Rivoluzione d'Ottobre, un notevole regresso negli anni dal 1926 al 1940 che coincise con la liquidazione del commercio privato e con la collettivizzazione, sino alla ripresa nel dopo guerra con la costituzione di Cooperative agricole e di consumo. La Cooperazione si è sviluppata ed esisteva anche negli Stati Uniti dove decine e decine di migliaia di "Farmers" ne traggono beneficio per l'acquisizione di concimi chimici, di anticrittogamici, del bestiame e delle macchine agricole. Anche in campo petrolifero la cooperazione è diffusa in quel paese.
Ma soprattutto è significativo ed almeno per noi, di particolare interesse, che la Cooperazione in questi ultimi decenni particolarmente, si sia diffusa e sempre più si stia diffondendo nei paesi del terzo mondo dall'Asia, all'Africa all'America Latina. Oggi all'A.C.I. che venne costituita a Londra nel 1895 ed alla quale vi partecipò per l'Italia il nostro Francesco Viganò, il primo e più appassionato cooperatore d'Italia, aderiscono 150.000 cooperative di circa un centinaio di paesi rappresentanti 360 milioni di cooperatori nei vari settori sparsi per il mondo, vengono pubblicate più di trecento riviste e
La farfalletta
giornali per oltre 25 milioni di copie. • E ciò che ci fa sperare come il raddoppio della popolazione nel giro di alcuni decenni possa essere affrontato anche mediante una diversa organizzazione della società la cui piattaforma ideale sia quella del mutuo-aiuto, dell'uno per tutti e tutti per uno, in decisa contrapposizione .all'individualismo imperante ed alla sete di lucro che oggi purtroppo caratterizza i rapporti sociali dei paesi tecnicamente ed industrialmente più avanzati.
La cooperazione in Italia
Nascita e sviluppo
Alla metà del secolo scorso il nostro paese, tra l'altro ancora impegnato nelle guerre di indipendenza nazionale, non aveva ancora beneficiato delle grandi trasformazioni agrarie che in altre nazioni d'Europa erano invece state causa ed effetto anche della Rivoluzione industriale. Si svilupparono invece intorno al paese altre forme di difesa delle masse popolari, specie in Piemonte ed in Liguria, anche a sostegno delle lotte risorgimentali.
Vi è da dire che in Piemonte, grazie allo Statuto albertino, era stato revocato il divieto di ogni forma di associazionismo, divieto che invece ancora vigeva nelle altre regioni ancora occupate dallo straniero sia al Nord che al centro ed al Sud.
Nacquero così in quelle due regioni già liberate degli organismi che furono chiamati "Comitati" o meglio "Magazzini di previdenza". L'associazionismo operaio trovava però fondamentale impulso nei Magazzini delle Società di Mutuo Soccorso che, specie dopo l'avvenuta unificazione del regno, trovarono un considerevole impulso dapprima specie nelle campagne poi anche nelle città da parte di contadini ed operai che avevano bisogno di un vantaggio immediato, per cui detti Magazzini praticavano in genere la vendita a prezzo di costo.
Più tardi nelle cooperative più consistenti e costituitesi nelle città, dove esse associavano consumatori di diversi ceti sociali e quindi con maggiori disponibilità di mezzi, veniva invece adottato il sistema della vendita a prezzo di mercato.
Fu questo uno degli argomenti più caldamente dibattuti al I° Congresso costitutivo della Lega nazionale delle Cooperative che si svolse a Milano nel 1886, oltre a quello delle vendite a pronti o a credito, alla quesitone del Ristomo ed infine al principio delle vendite ai soli soci oppure a tutti i consumatori. Ciò che oggi potrebbe apparire ovvio, fu allora a lungo ed appassionatamente dibattutto dai fondatori della nostra Cooperazione italiana.
Vi è da dire che il principio della vendita a pronti mal si addiceva a delle masse contadine ed operaie italiane che versanano ancora in condizioni di estremo disagio provocato dal brusco mutamento dei mercati dopo l'unità e per quanto liguarda vaste regioni che pur e- •
rano all'avanguardia in campo manifatturieto, come la nostra, due calamità come la "filossera" della vite e la "plebina" del baco da seta, contribuirono d intristire le già misere condizioni di vita sia dei contadini nelle campagne che degli operai nelle città che furono addirittura messi gli uni contro gli altri, per motivi di bassi salari dagli stessi imprenditori nostrani.
Il fallimento doloroso della prima Cooperativa Italiana basata sul sistema inglese, promossa dal Viganò a Como che a somiglianza di quella di Rochdale venne denominata "Cooperativa degli operai di Como" nel 1864, fu dovuto in parte a quelle circostanze ed in maggior misura al boicottaggio economico praticatole sia dall'amministrazione comunale che le impose l'assunzione della imposta di consumo in misura esagerata, sia da parte dei concorrenti negozianti di alimentari che non pagando il dazio nella misura dovuta, riversarono gli oneri sulla Cooperativa che per alcuni anni dovette integrare in proprio quanto invece sarebbe stato da loro dovuto.
L'altro argomento oltre alla questione del prezzo, che maggiormente impegnava i più lungimiranti cooperatori, era quello della vendita a credito che costringeva la Cooperativa ai finanziamenti bancario addirittura in molti casi (specie per i
Circoli) ai finanziamenti da parte degli stessi fornitori, in generi quelli del vino che rappresentavano una parte allora molto consistente della attività delle cooperative. Erano queste spesso le premesse del fallimento e la rovina dei soci e delle loro famiglie che in tal modo non venivano educati al risparmio.
Per quanto riguarda invece il Ristorno, uno dei principi fondamentali della cooperazione inglese, in Italia data l'iniziale preponderanza delle vendite a prezzo di costo, mal si adattò e poi anche in seguito fino ai nostri gorni la maggior parte delle cooperative che crede di applicarlo, non fa altro invece che praticare uno sconto di fine anno. Spesso abbiamo visto retribuire il "cosideddo ristorno" con bilanci di perdita e con situazioni già sull'orlo del fallimento o della liquidazione coatta.
Riteniamo . però che il Ristorno, attualmente reso di difficile applicazione nei punti di vendita della nostra moderna distribuzione ove si punta soprattutto al prezzo più conveniente, possa egualmente in futuro essere nuovamente applicato sia pure con gli eventuali adattamenti in quanto esso costituisce un insuperabile legame e nel tempo stesso una forma di risparmio tra il consumatore socio e la sua cooperativa.
12 Continua)
Ciao! Allora, hai sentito Tognoli?
EI me cosse?
E chi ti ha chiesto di qualcosa di tuo?
Ti! Te set staa ti a domandamm se hoo sentii el mè... el mè... Me l'é che te l'ee ciamaa?... Ah, si, el mè gnoli.
Veramente io ti ho chiesto se hai sentito Tognoli, il sindaco di Milano!
Allora l'è al tò d'on gnoli.
E perché dovrebbe essere il mio?
Perché mi el voto ghe l'hoo minga daa nè a lù, nè al sò partii.
E chi ti dice che io glie lo abbia dato?
Beh, un quaivun ghe l'avara pur daa!
Questo è certo, ma non hai ancora risposto alla mia domanda.
Quala?
Tognoli lo hai sentito o no?
Mi no, e ti?
lo sì. Ha detto che se a Milano alle prossime elezioni amministrative...
Quej che ghe sarann a mag?
Appunto. Tognoli ha detto che se a quelle elezioni la somma dei voti socialisti e laici raggiungesse il 40 per cento, l'area laico socialista potrebbe legittimamente proporsi per amministrare la città.
E chi l'è che ghe I'impediss? In democrazia tucc i partii hinn, o almanc dovarevenn vess, legittimà a governà. Doma...
Solo che cosa?
Che per amministrà ona città el quaranta per cent l'é minga assee, ghe voeur almanc on voto pussee del cinquanta per cent.
Beh. Probabilmente gli altri voti Tognoli li chiederebbe ad altri partiti.
A guai?
Mah... Non l'ha detto. Ha detto soltanto che lui non sbatterà la porta in faccia a nessuno, purché il sindaco...
EI sia lù.
Questo non l'ha detto, ha soltanto detto che il sindaco deve essere socialista.
Se l'è minga zuppa l'è pan bagnaa. E perché second lù el sindegh el dovarev vess per forza socialista?
Perchè ha detto che il sindaco socialista è ormai una tradizione per Milano.
E cont questa scusa adess lù el vorarev anca incomincià la tradizion di sindegh farfalletta?
I sindaci farfalletta?
Si. Te gh'eet in ment se l'è che fann i farfaij.
Beh... Volano qua e là, da un fiore all'altro...
E me par che l'è quel! ch'el gh'abbia intenzion de fà anca el tò Tognoli.
Come sarebbe a dire?
Che me par d'avè capii che pur de restà a galla el me par dispost a volà de chi e de là.
Volare di qui e di là in che senso?
Nel sens de cercà, pur de restà sul cadreghin, de avègh i voti che ghe manchenn per governà ona volta da ona part e ona volta da l'altra. Intendi dire una volta dai comunisti e l'altra dai democristiani?
E ona quaj volta, magara, financa da i fascista! Beh... questo forse no...
Ouehi! L'è sta lù che l'ha ditt ch'el ghe sbatt minga la porta in faccia a nissun!
Sì, ma...
Ma el s'è desmentegaa d'ona robba. Di che cosa?
Che se a Milan gh'emm la tradizion de on sindegh socialista l'è perchè da des ann a questa part gh'emm ona giunta stabil.
Ti riferisci alla giunta di sinistra formata da comunisti, socialisti e socialdemocratici?
Cont on programa precis e cont una maggioranza minga del quaranta, ma de pusse del cinquanta per cent, che in des ann l'è mai andada in crisi.
E con questo cosa vuoi dire?
Che l'è de ona giunta inscì che gh'emm de bisogn a Milan, minga de on sindegh farfalletta.
E allora?
E allora ti fa come te voeut, ma mi el voto al Tognoli, al sò partii o ai socialdemocrategh seguti a daghell minga.
E a chi lo darai?
Prova a indovinali, dato che a mi ona giunta stabil e de sinistra come quella che gh'emm avuu da des ann a questa part la me va ben. Ciao, te saludi! el barbee
STATUTO DELLA
COOPERATIVA DEGLI OPERAI Dl CODIO PROPOSTO DAL SIGNOR PROF. FRANCESCO V1GANò iuMUTO DAL PRIMO MUTATO AIRIIIIIISTRATIVII CDS CIITRO M CARICA %;:. UNA APrnovATO tvt‘t di; .tru tu.k ce%tcnALr DELL% soca:n nei. (AMINO 19 APRII E 1865. COMO e CADLO FUANCtil 1SC;
SOCIETÀ
febbraio 1985 pagina 5 - milano 19
FIORI e PIANTE al GALLARATESE servizi accurati per tutte le circostanze da SERGIO e DORETTA VITALI Via UGO BETTI 46/D Tel. 3087170
Rivendicato da "I Ciclopici"
Il diritto di circolare per la città in bici
Positivo lo stanziamento, da parte dell'Amministrazione comunale, dei fondi necessari per la costruzione della pista ciclabile nella zona 19 - Sono però necessari anche itinerari ciclabili che dalla periferia vadano verso il centro
I Ciclopici sono nati nel maggio dello scorso anno per rivendicare il diritto di circolare in bici in città, cosa ogni anno più difficile per la progressiva occupazione del suolo pubblico da parte dei mezzi a motore privati. 1.o sviluppo della motorizzazione negli ultimi decenni ha prodotto un progressivo abbandono delle due ruote come mezzo di trasporto e un disinteresse a riguardo da parte delle pubbliche amministrazioni.
Questo fenomeno è cresciuto in modo particolarmente grave a Milano. città che ha una struttura medioevale sicuramente non adattabile per una circolazione massiccia di mezzi a motore.
La mancanza di una efficiente rete di trasporti pubblici unita alla assenza di provvedimenti che scoraggiassero la circolazione dei mezzi privati hanno privilegiato l'auto nel soddisfacimento della domanda di mobilità su distanze sempre crescenti. Uno dei risultati di questa politica è che attualmente le automobili occupano qualsiasi tipo di spazio libero (i marciapiedi. il verde pubblico, i parcheggi in seconda e terza fila, ecc.) senza che il Comune intervenga adeguatamente sia per limiti legislativi, sia per mancanza di volontà.
Siamo ora di fronte ad una inversione di tendenza: matura in ogni cittadino la convinzione che non si può più convivere con gli attuali tassi di inquinamento sia acustici, sia dell'aria.
Consapevoli che tali problemi si risolvono solo con una larga convergenza di forze sociali e politiche e delle associazioni che si battono per la difesa dell'ambiente e per un nuovo assetto territoriale della città, i Ciclopici cercano di dare un contributo alla soluzione concreta ad alcuni problemi quotidiani di chi va su due ruote.
I Ciclopici rivendicano per la bibicletta la piena cittadinanza nel traffico urbano ed una adeguata dotazione di rete viaria, parcheggi e strutture di servizio. In particolare insistono per la realizzazione di una adeguata rete di piste ciclabili riprendendo la primaria richiesta di coloro che hanno risposto al referendum indetto lo scorso anno con la Repubblica: era un'esigenza indicata dal 61,904 delle schede pervenute. Siamo perciò molto lieti della comunicazioffl dell'assessore ai Lavori Pubblici Polotti che l'amministrazione comunale ha stanziato definitivamente i fondi necessari per la costruzione della pista cicla bile che sviluppa il suo tracciato nella zona 19. Si tratta di un itinerario di tipo ricreativo che vuole collegare le zone di verde del quartiere e che può a nostro parere dare un suo contributo a ridurre il differenziale fra il numero delle bici usate quotidianamente dai rispettivi proprietari, dalle 15 mila alle 40 mila a seconda del tempo, e il parco bici dei milanesi che annovera 600 mila unità.
Ciò premesso. a fianco di questi interventi "turistici" I Ciclopici auspicano la realizzazione di itinerari ciclabili lungo le direttrici che dalla periferia si sviluppano verso il centro cittadino dato che sono questi i tracciati lungo i quali la domanda di mobilità di chi va su due ruote è maggiore. Per poter raggiungere tali obiettivi prima e nel migliore dei modi coloro che sono o vogliono diventare ciclisti metropolitani sono invitati ad iscriversi a I Ciclopici - Lega per l'Ambiente - Via Manfredo Fanti, 19- Milano - Tel. 54.56.551. La tessera, a L. 15.000, dà diritto a sconti presso ciclisti e riparatori, al bollino AGIS per le riduzioni cinematografiche e a molte altre facilitazioni.
Con un lieve aumento di alcune detrazioni fisse d'imposta
Confermato ed ampliato dell'ulteriore detrazione a scalare
Il dispositivo interessa ora i redditi a partire da 9.900.000 fino a 17.600.000 lire - Perdite a vari livelli - con punta di 132.000 lire - Permane l'assurdo delle due diverse misure di detrazione per quota esente
A fine dicembre i lavoratori dipendenti e i pensionati si sono ritrovati in busta paga e in pensione un piccolo sconto sulle imposte, sotto forma di aumento del 10 per cento su alcune detrazioni. la detrazione per produzione del reddito è passata da 252.000 a 277.200 lire; la detrazione per il coniuge a carico è passata da 240.000 a 264.000 lire; la detrazione per un figlio a carico è passata da 36.000 a 39.600 lire; la detrazione peg ogni altro familiare a carico è passata da 12.000 a 13.200 lire.
L'aumento, sempre del IO per cento, riguarda pure gli importi delle ulteriori detrazioni decrescenti e dei relativi limiti di reddito afferenti ai singoli scaglioni. Queste le nuove misure: 356.400 lire fino a 9.900.000 lire di reddito (contro le precedenti
324.000 fino a 9.000.000);
303.600 lire da 9.900.001 a 11.000.000 di reddito (contro le precedenti 276.000 da 9.000.001 a 10.000.000); 171.600 lire da 11.000.001 a 13.200.000 di reddito (contro le precedenti
156.000 da 10.000.001 a 12.000.000); 92.400 lire da 13.200.001 a 16.500.000 di reddito (contro le precedenti 84.000 da 12.000.001 a 15.000.000); 66.000 lire da 16.500.001 a 17.600.000 di reddito (contro le precedenti 60.000 da 15.000.001 a 16.000.000). Come si vede il dispositivo ideato e introdotto all'inizio del 1983 con lo scopo di equilibrare l'aumento dell'aliquota minima elevata al 18 per cento per l'intera fascia di redditi da O a 11 milioni, e fissata al 27 per cento per la successiva da I l a 24 milioni, ha allargato i suoi tentacoli, determinando in una certa misura l'automatica lievitazione delle probabilità di caduta nella fascia di reddito "congelata".
Ancora una volta abbiamo avuto la netta impressione che le lacune di equità che presenta il congegno delle ulteriori detrazioni sia rimasto tra le secche dell'indifferenza. Se gli intendimenti di raggiungere quel fondamentale traguardo di ridurre il fiscal-drag non sono stati realizzati, come da più parti viene decisamente proclamato, è più che mai incomprensibile perseverare sulla strada dell'approssimazione su una materia che dovrebbe essere caratterizzata da comprensibilità e precisione e non danneggiare minimamente i legittimi interessi dell'indifeso contribuente, lavoratore a reddito fisso e pensionato.
Convinti che questo artificioso sviluppo di tassazione non sia stato spiegato nei giusti termini a livello d'informazione, vorremmo ricordare a grandi linee il suo funzionamento. Applicato in corrispondenza dei cinque scaglioni di reddito sopra menzionati, in pratica ha
trasformato un'imposta in percentuale (che aveva almeno il pregio di mantenere costante la progressività d'imposta) in un'imposta in forma mista che, a conti fatti, oltre a risultare inadeguata proprio agli effetti della riduzione del tanto deprecato drenaggio fiscale, determina incompatibili sperequazioni a diversi livelli di reddito.
Per ovviare all'inconveniente che con una sola lira di reddito in più si possa ridurre totalmente l'importo di ulteriore detrazione, è stato adottato uno "speciale" correttivo (proprio così lo definisce il testo delle norme legislative, ma per il contribuente è tutt'altro che speciale). Previsto appunto per attenuare la brusca perdita sui modesti incrementi di reddito oltre il limite dello scaglione fissato in cui opera la relativa ulteriore detrazione, si tratta di un dispositivo del tutto insufficiente che non elimina la disparità d'imposizione. Anzi, per essere più precisi, introduce un "principio" senza precedenti: più guadagni, meno intaschi. La strabiliante formula stabilisce infatti che lo sviluppo di questa correzione consente soltanto il recupero della differenza d'importo di reddito netto che si sarebbe determinato per effetto della minore misura di ulteriore detrazione applicabile rispetto allo scaglione precedente. In altri termini, è come dire che, attraverso un procedimento piuttosto macchinoso, aver conseguito un reddito di 13.200.000 oppure uno di I 3.308.494 lire non fa nessuna differenza: il ricavo, al netto dell'imposta fiscale, sarà sempre lo stesso. L'importo residuo oltre i 13.200.000, e cioé 108.494 lire, se ne va interamente in tasse!
1 margini di reddito in cui viene applicata la nuova misura correttiva nei cinque scaglioni sono i seguenti: da 9.900.001 a 9.964.391; da 11.000.001 a I l. 80.823; da 13.200.001 a 13.308.494; da 16.500.001 a 16.536.165; da 17.600.001 a 17.690.412. In ognuno di questi margini di reddito non si avranno incrementi di guadagno netto, non dimenticando che la perdita proporzionale si estende per almeno altre cento mila lire oltre i suddetti valori.
La zona più ampia di "congelamento" si trova nel secondo scaglione, dove con poco meno di 200 mila lire di imponibile in più non si ha incremento di reddito netto, con una sottrazione secca di 132.000 lire.
Va anche ricordato che appena oltre i 10 milioni di reddito, permanendo l'assurdo delfe due diverse misure di detrazione per quota esente (96 mila lire fino a IO milioni; 36 mila lire oltre i IO milioni), succede addirittura di trovarsi in busta paga 60 mila lire in meno dell'aver conseguito un reddito di IO mi-
lioni precisi. A questo proposito è importante sapere che la duplice misura fissata non riguarda l'esclusivo reddito di lavoro dipendente ma l'importo totale di tutti i redditi tassabili al netto degli oneri deducibili. Per chi possiede soltanto reddito di lavoro dipendente o da pensione diventa indiscutibilmente una indebita sottrazione di denaro. Non staremo a sviluppare altri esempi, che potrebbero riempire un'intera pagina di giornale e nel contempo annoiare tutti. A questo punto, con rausilio delle cifre esposte, ognuno può eventualmente ritrovare il proprio livello di "caduta" reddituale, teoricamente aperto, oltre che ai lavoratori a tempo pieno a basso e medio reddito, anche ai lavoratori stagionali, quelli a part-time, quelli a tempo determinato e infine, forse con maggiori probabilità, a tanti pensionati.
In vista dell'imminente scadenza elettorale, le promesse di riduzioni fiscali si moltiplicano. I sindacati dei lavoratori e altre forze politiche chiedono già da quest'anno una revisione delle aliquote IRPEF. In via ufficiale si parla di una diminuzione d'imposta del 7 per cento, che dovrebbe valere quale quota di recupero sull'inflazione programmata per il 1985. Si parla di correzione delle aliquote, che il governo annuncia a partire dal 1986, provvedimento nel quale verrà anche data una sistemazione organica alle diverse forme di detrazione. Speriamo che ciò voglia significare l'eliminazione di questo artificioso meccanismo delle ulteriori detrazioni, in pratica che venga ristabilita con misure adeguate quella progressività equa d'imposta, premessa indispensabile per una vera giustizia fiscale. Umberto Berti
ICI111tiVIM ff11111111111-
Vigili del fuoco tel. 34999.
Polizia stradale tel. 322.322.
Questura tel. 61.261
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vara 199; tel. 45.20.241
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Stazione Sempione, v. Berengario 16; tel. 435.403.
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Comando pn a S. Siro p.le
Accursio 5; ter. 325.741
Presidio Gallaratese, v. Cilea
2; tel. 35.34.874.
Centralino ambulanze tel. 77.33.
'Soccorso medico urgente presso
C.R.I. teL 38.83.
Guardia ostretica permanente 723.291.
Centro antiveleni tel. 64.28.556. Pronto soccorso veterinario,Centro Veterinario S. Siro tel.
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192. .
Farmacie aperte 24 ore su 24.
Firenze, c.so Sempione 95, ang. p.zza Firenze tel. 38.41.76. Oppezzo, viale Ranzoni 2; tel. 46.46.81.
Farmacie di turno aperte fino alle ore 21:
1-7 Febbraio:
Municipale 20, Piazza Axum 5.
QT8, Via Collecchio 4.
8-14 Febbraio:
Municipale 24, Via Morgantini
14.
Municipale 81, Via Chiarelli IO.
15-21 Febbraio:
Gallaratese, Via Betti 159/B.
22-28 Febbraio:
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Municipale 74, P.zza Monte Falterona 3.
Servizio sodo sanitari SAUB, v. Novara 1; 40.32.459.
zona
Acclusici 5, Palazzo Comunale tel: 36.65.20 da lunedì a sabato ore 9-23.
Rionale Albenga, (8/10 mila volumi), v. Albenga I. da lunedì a venerdì ore 13-20. Punti prestito, (4/5 mila volumi) QT8 v. Pogatsching 40; Gallaratese v. Uruguay 26/3; Trenno v. Lampugnano (Centro Comunitario) da lunedì a venerdì ore 13-20. Mercati settimanali:
Lunedì: v. Zamagna, v. Chiarelli.
Martedì: v. Cechov.
Venerdì: v. Uruguay.
Sabato: v. Falck; v. Isernia. Orari da lunedì a venerdì 7,3013; sabato 7,30-17. S.P.1.-C.G.I.L.Lega Gallaratese. Via Uruguay 11/2; 20151 Milano, tel. 0623. Autoriparazioni Epifani Vito, aperto anche i giorni festivi. Milano via F.11i Zoia 96; tel. abitazione 35.11.245; ufficio tel. 45.25.489.
guasti. Gas tel. 52.55. Acqua tel. 41.20.910. Metano tel. 52.10. SIP tel. 182. Luce AEM tel. 3692;
ENEL tel. 38.80. Distributori benzina aperti 24 ore su 24. Agip p.le Accursio. Agip v. Novara 282. Total v. Novara 82. Total v. Teodorico 28. Taxi chiamate urgenti 117. Chiamate in zona: P.le Mnte Falterona tel. 40.87.054. Via Morgantini tel. 40.71.574. V.le Pisa tel. 40.76.442. Pie Lotto tel.
P.zza
tel.
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40.76.547.
tel. 30.86.820.
19: P.le
milano 19 - pagina 8 febbraio 1985
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Il Laboratorio per i prelievi ha il seguente orario:
al sabato ore 8 - 9,30 si eseguono prelievi anche a domicilio
I mestée de la Milan de semper
La bisca de povera gent e pattée intraprendent
La voce "pattée" si riferiva a commerciante abituato a patteggiare di volta in volta il prezzo della merce che acquistava; spesso la gente non voleva disfarsene, ma necessitava di un po' di danaro
di Arcano
"Rad iatorista"; montatore, riparatore e rigeneratore di radiatori in genere, per impianti di riscaldamento, frigoriferi, automobili e con terminologia moderna per condizionatori.
Campo di lavoro esteso dalla progettazione e costruzione, revisione e modifica con una variazione di tipi e potenziali ad acqua, aria, olio; in rame, ferro, alluminio e leghe; elettrici, idraulici e a pannelli solari, ultimo traguardo raggiunto per il risparmio energetico.
Anche in questo settore l'automatismo si va adeguando ai tempi nella moltiplicazione di
soluzioni che dal normale termostato graduato a quello a programmazione si va trasformando al nuovo sistema di radio-telecomando, con ampie prospettive per la casa, l'industria e l'automobile. "Ricam", ricami; citata la voce "ricamadora", ricamatrice, agli inizi di questa rassegna ed un poco frettolosamente, non è stato detto che il ricamo oggi è balzato a livello quasi industriale. Il ricamo a mano è tuttora praticato, ma è molto costoso ed è di gran lunga sopravvanzato da quello a macchina sia per
Dialettologia milanese (16)
Per un verbo ignorato uno che ne vale nove!
Rasentare non è il solo verbo non considerato dal dialetto milanese; in sua vece ne esiste uno la cui polivalenza è stata oggetto di vivaci dispute tra i dialettologhi più accreditati di ogni tempo
Delle varie costanti di vocaboli che derivano dal catalano ne abbiamo qualcuna del dialetto milanese che si distingue dove in italiano hanno terminazione col dittongo uo/ua; nel corpo di parola invece subiscono soltanto la variazione fonetica per quanto concerne la vocale U e la troncatura finale per la grafia, con le relative rare eccezioni.
"Continov, individov, perpetov, residov, statov, tridov"; corrispondono all'italiano continuo, individuo, perpetuo, residuo, statue, triduo; osserviamo che si tratta quasi globalmente di aggettivi o sostantivi maschili e le due eccezioni sono costituite da "statov" che è un plurale femminile e da "individov" di cui il femminile non esiste e vale anche al plurale; polivalente è infine "continov" sia per continuo (come abbiamo già visto) sia per continue, un caso abbastanza comune e da ricordare, dove lo stesso vocabolo vale per il singolare maschile e per il plurale femminile; idem "perpetov" perpetuo/e.
In molti casi, per coloro che hanno poca domestichezza col dialetto milanese, è facile l'individuazione se ci si trova in presenza di un articolo che precede il vocabolo; facciamo quindi un esempio per meglio chiarire: "J continov lamentazion per i residov de disnà buttàa in ruera senza scartossaj, da part de queij individov screanzàa..." (Le continue lamentele per i residui di pasti buttati in pattumiera senza accartocciarli in carta, da parte di quegli individui screanzati...)
Come detto all'inizio di queste note diverso comportamento hanno invece vocaboli che hanno il dittongo UO/ UA in corpo (in mezzo): casuale, precauzione, situazione, ecc, che seguono la regola citata: "casual, precauzion, situazion, ecc.; non tralasciando di sottolineare che i possessivi italiani tua e sua in milanese diventano "toa e soa"; i maschili tuo e suo, tuoi e
bandiere, gonfaloni, labari, scudetti, borsette in stoffa, maglieria sportiva e non, sia per abiti da sera, da sposa, costumi da bagno, tendaggi, tovagliati, biancheria intima e persino corsetteria.
C'è stato un rilancio recente, un'ondata di crescente civetteria (e non soltanto nel campo femminile); l'esecuzione non è certamente fatta capo a capo, l'esclusiva comporterebbe un esborso considerevole e le rarità si pagano salatissime mentre le grandi serie appagano le richieste di ampi strati di clientela a prezzi contenuti ed apprezzabile risultato.
È stato introdotto nel settore dell'abbigliamento e dell'arredo il ricamo di riporto, quello che viene applicato a prodotto finito, per intenderci, concorrenziale, più economico e di conseguente minore pregio.
Anche i filati seguono la moda ed il progresso abbina cotone e lino a fibre sintetiche, rajon e perlinati lucenti sulla lana in fantasie di fiorami, figure e sigle.
Bande ricamate sono prodotte in grande quantità e qualità in variare di tinte per guarnire lenzuola, tovagliati e biancheria, anch'esse cucite a riporto come il tradizionale orlo a giorno; così si appanna il ricordo delle nonne intente al tombolo e all'uncinetto, visione che sopravvive forse ancora nei piccoli centri rurali in cui la tradizione ha salde radici.
oggetti di modesta fattura a volte pretende dare vestigia di antiquariato anche se per il vero in rare occasioni c'è la persona fortunata o un astuto competente che per poche lire si porta a casa un pezzo eccezionale. Gli abiti smessi ormai non si commerciano quasi più, almeno nell'area metropolitana, fatta esclusiva premessa per quei negozi che trattano solo abiti "strani" ed ex militari per una clientela di giovani e giovanissimi seguendo una moda attuale.
"El pattée" s'interessa ancora alle vecchie pendole, lampadari, lampade a petrolio, ferri da stiro, strumenti musicali, pentolami, stoviglie, posateria, tabacchiere, candelieri, mantici, bottiglie strane, flaconcini e servizi di profumo e cipria; ve ne sono che trattano ancora vecchia mobilia, arazzi, paraventi, specchiere ed una molteplicità di tavolini e sgabelli; persino le "commode", le "padelle e pappagalli" dalle fogge più strampalate sono incettate assieme ai vecchi braceri e ai "rami" d'ogni specie; non ridete: c'è chi colleziona pitali.
suoi diventano "tò e sò" come tue e sue e, nella forma rafforzata plurale di alcune casistiche tipiche dell'idioma meneghino, il possessivo italiano suoi diventa "sò de lor".
Un esempio non guasta: "Lassemegh aij alter i despiasè sò de lor che nun n'hemm assée di noster". (Lasciamo agli altri i loro dispiaceri che noi n'abbiamo abbastanza dei nostri).
Un vocabolo enigma, assente dal glossario di F. Cherubini ed introvabile in composizioni autorevoli, ma riportato da F. Angiolini (1897) è "inocuo" per il corrispondente italiano innocuo; nelle note dell'anonimo milanese si legge: "Vocabolo non correntemente in uso nel frasario meneghino; dovendolo scrivere non ha motivazione d'eccezione e seguirebbe la cadenza di altri congeneri, quindi "inocov" e non diversamente."
Una nota importante dell'anonimo milanese riguarda la presenza nell'idioma lombardo in genere e meneghino in particolare del verbo transitivo "resentà" per risciacquare e l'assenza assoluta del verbo rasentare: "... solo di questi tempi alcuno mette nelle composizioni "rasentà" sicuro di non confonderlo; posso capire la forma "andà rasent i mur" anche se di conio tutto nuovo e più elegante di "strusà adrée i mur" (Rasentare i muri) in considerazione che "strusà" vuole pure significare strisciare, sfregiare, radere, raschiare, strascinare, strascicare, trainare e anche toccare superficialmente, ma "rasentà" nel senso milanese di rasentare non esiste". "Resentà" come già detto significa risciacquare ed ha tutta la declinazione del verbo e quel sostantivo femminile "resentatura" in molte occasioni usato per roventi insulti o furbeschi riferimenti a qualunque livello: "L'è ona resentadura de bordell!" una risciacquatura di postribolo!); infine il verbo "resentà" non ha il participio presente.
(Continua)
"Ricevitorie del lotto"; il nome milanese è da sempre "botteghin del lott" ed i gestori sono "el lottiroeu" oppure "la lottiroeula" a seconda che si tratta di uomo o donna e "lottiroeu" anche nel plurale promiscuo; la perpetua scanzonatura popolana menziona anche "roulett di pover" o "bisca del governo".
Questi angusti "botteghini" sono ancora frequentatissimi come quando nacque in tempi lontani il legalizzato gioco d'azzardo governativo; di gioco d'azzardo si tratta e nulla v'è da ridire su questa espressione; anche recentemente vi fu chi lasciò sul "tappeto bianco" in occasione dei forti ritardi di numeri sulle varie ruote, tutte le proprie sostanze nell'illusione di rifarsi da precedenti generose puntate.
Biscazziere è lo stato; i "lottiroeu" sono gente che fa il proprio mestiere senza pelone sullo stomaco, non vanno a cercare polli da spennare, semmai sono i giocatori-scommettitori che corrono da loro sino all'esaurimento dei bollettari; loro, "i lottiroeu" vivono del margine che il governo tenutario della bisca lascia a compenso.
Nelle ricevitorie del lotto il lavoro è aumentato con il Totocalcio e l'Enalotto; sempre in aumento le lotterie nazionali che portano alle casse governative miliardi; un vecchio detto alludeva: "Quatter, vintiquatter e trentott hin trì bèj numer de giugà al lott; cont i danée, i sogn, l'illusion, a se ingrassa el governo furbon!" (Quattro, ventiquattro e trentotto son tre bei numeri da giocare al lotto; con i denari, i sogni e l'illusione s'ingrassa il governo furbone!)
"Rigattiere", in milanese "pattée", commerciante di oggetti usati nonché di abiti, scarpe e arredi nella più assoluta eterogenia, non di rado ai limiti dell'igiene.
Ogni mestiere subisce nel tempo evoluzioni e trasformazioni, rasentando a volte una falsa sublimazione di quello originario ed a questa regola non sfugge neppure il "pattée" che di
Vale la pena di spendere spazio per questo mestiere, ancora rubricato "rigattiere" sia nelle licenze di commercio sia nelle pagine gialle della Sip, per poter dire che anche il passato ha un vortice di miliardi dove si consideri l'aspetto economico, ma possiede anche un magico richiamo di nostalgie per le persone non più giovani ed una giustificata e significativa curiosità per le generazioni che premono per conoscere, sapere. Parallelamente si manifestano i fenomeni del collezionismo spinto all'esasperazione; vi sono individui che possegggono migliaia di mortai da sale in bronzo, legno, marmo, pietra, ecc., oppure altri hanno raccolto, centinaia di bastoni, ombrelli, posacenere, candelieri, lanterne e moltissime altre cose da farne un nutrito elenco, non ultimo esempio i manichini da sarta.
Gioie ed amarezze anche per gli acquirenti; infatti all'onesto rigattiere si accoppiano i volponi dell'industria dell'imitazione, specie per quel tipo di merce che assicura pecunia senza rischio e quindi ferma restando la convenienza. Come per i mobili "tarlati a
pallini" si è arrivati alla fusione in bronzo di "pezzi" sapientemente erosi con acidi, resi verdastri o anneriti con bagni per apparire vetusti. Empie controfigure di un onesto commercio (una volta quasi ai confini col miserevole) dissacranti un sentimento indefinibile, che va oltre il possesso e che svicola in sconosciute, poetiche considerazioni per via delle quali la beffa è ancora più cocente del danno del danaro gettato in contraffazioni. Anche se il ricarico da parte d'un rigattiere è salato il pezzo genuino, l'insolita fattura e... magari la rarità sono la molla che predispone il collezionista all'acquisto; quando è un "bidone", l'oggetto, la sua vendita si chiama truffa! "Ch'el robb lì l'é manch bon per el pattée!" (Quell'oggetto non è neppure utile per il rigattiere!) È questa una frase ricorrente nell'idioma milanese di fronte a qualcosa di rotto o di cattivo funzionamento oppure tanto superato nell'uso da non potersi considerare pratico; "Daghel / a al pattée!" (Daglielo/a al rigattiere!) è frase alternativa ancora molto usata per indicare arnese, oggetto o macchinario decisamente superato. Un altro aspetto dell'attività parallela del "pattée" di cui pochi sono a conoscenza è quella di noleggiare oggetti antichi o
comunque "demodé" a cineamatori, pittori, cartellonisti pubblicitari ed espositori nonché a piccole compagnie teatrali e dilettanti fotografi, coreografi, ecc.. Particolare questo che non era stato citato in occasione del personaggio rappresentato dal "noleggiador"; di fatto resta che non tutti possono comperare e tenersi in casa ciò che necessita per breve periodo o una sola volta; considerazione che ha fatto esclamare ad un estroso imprenditore di queste iniziative che... "Quel che se pò minga dà a nol l'è perchè l'è minga stàa inventàa!" (Ciò che non si può dare a nolo è perché non è stato inventato!). "Pattiroeu" è una voce milanese che vuole invece indicare il rigattiere da poco, più prossimo parente dello straccivendolo o del "spazzacà", colui che svuota locali adibiti a cantina, solaio o anche case vere e proprie di ogni cosa vi sia contenuto e che talvolta è pattuito come compendio dell'operazione; naturalmente ogni reperto recuperato viene selezionato e venduto in base al genere ad una o più persone. Non si deve in alcun caso confondere il "pattiroeu" con il raccoglitore odierno di cartoni d'imballaggio. (Continua)
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Visto per voi sugli schermi
"Berlinguer":
morte di un uomo ed il lutto di tutto un popolo
la
In un'ora di proiezione questo film riempie gli spettatori di una profonda commozione rievocando i giorni dell'agonia, della morte e dei funerali del segretario generale del P.C.I.
Sessanta registi tra i più noti del cinema italiano —Lizzani, Scola, Maselli, Rosi, Pontecorvo, Montaldo, Bertolucci ed altri ancora —e milioni di protagonisti per un film tragico e superbo, che per titolo ha soltanto un nome, Berlinguer, ma per protagonista ha l'Italia intera, l'Italia autentica, quella pulita e fiduciosa, che lotta e che lavora e che è, da sempre, estranea a trame eversive, intrallazzi, lottizzazioni, logge segrete o cosche mafiose o camorristiche.
È il film della morte di un uomo e della commozione, del lutto di tutto un popolo. È un film che ti attanaglia sin dalle prime sequenze, dalle stesse parole di Enrico Berlinguer su quel palco di Padova, davanti ai microfoni in quel tragico 7 giugno 1984: guardare al futuro, costruirlo diverso, nuovo, migliore, "un futuro per cui valga la pena di studiare, lottare e cambiare".
11 film si avvia con quelle tragiche sequenze. La macchina riprende il segretario del Partito Comunista Italiano di fronte, dalla parte della folla. Berlinguer parla di Padova, della sua tradizione culturale, dei suoi studenti, cita Galilei, Concetto Marchesi, Eugenio Curiel. Parla dell'Europa e del voto imminente. Passano i minuti, ma si
avverte, una frase dopo l'altra• che cresce l'incertezza dell'eloquio e la fatica di stare in piedi. Berlinguer si ferma, porta il bicchiere alla bocca, si passa le dita sulla fronte, riprende: "lavorate tutti, casa per casa, azienda per azienda...". Alle sue spalle Tatò.
Di fronte la folla che comprende il dramma che si sta consumando davanti ai suoi occhi, che lo supplica di smettere, che grida il suo nome. Ancora poche parole, le ultime: "è possibile conquistare nuovi e più ampi consensi alla nostra causa, che è la causa della pace, del lavoro, del progresso della nostra civiltà. Finisce così, con Berlinguer in piedi, distrutto dallo sforzo, aggrappato a quel microfono, con questo documento che lascia impietriti, la prima parte del film.
Poi le scene del cordoglio unanime, della partecipazione di amici ed avversari politici, dello sbigottimento e del dolore del partito. Ecco la folla muta sotto il palazzo di Botteghe Oscure, il viso affondato tra le pagine dell'Unità che annuncia la morte. Ecco Sandro Pertini a Padova che abbraccia i parenti. Ecco l'aereo bianco che riporta a Roma la salma. Ecco la camera ardente ed i tre giorni di struggente pellegrinaggio di uomini illustri, di sconosciuti iscritti al
partito, di ambasciatori, di operai, di ministri, di cittadini, di • studenti, di scienziati, di tutto un popolo che sfila in silenzio, con gli occhi ricolmi di lacrime, per rendere omaggio alla salma.
La macchina, impietosa, carpisce sospiri, lacrime, parole smozzicate. Chi era per lei Berlinguer? "Un amico, un grande uomo, un fratello, un padre, un compagno, un artista, un uomo onesto, un uomo giusto". Fazzoletti fiori, bandiere, corone baci. Lo scalpiccio copre le note dell'"Adagio" di Albinoni e la macchina inquadra una vecchietta che giunge davanti al feretro in punta di piedi, mandando baci sulla punta delle dita.
E per i bambini, chi era Enrico "Un uomo buono, un uomo bravo, un uomo bello". "lo sono sempre stato comunista", dice un bambino che avrà si e no 8 anni e che piange disperato. Testimonianze brevi e commosse di giovani, di anziani, di uomini, di donne, di compagni della sezione romana di Ponte Milvio dove Berlinguer era iscritto, di vecchi partigiani, di uomini del cinema, del teatro, dell'arte, della cultura, della scienza.
E poi le navi, i treni speciali, i pullman che portano fiumane di gente a Roma per il più grande funerale, per la più grande manifestazione politica che la capitale e l'Italia abbiano mai visto. Intanto l'omaggio prosegue: Arafat, Marchais, monsignor Capucci, i sovietici, i cine-
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si, gli spagnoli, i cubani, tutti, tutti i rappresentanti dei partiti e delle forze italiane, nessuna esclusa. L'ultima sequenza del film, come le prime, destano una profonda commozione. In modo diverso, però. All'inizio le scene del discorso di Berlinguer, della sua agonia cosciente, consumata davanti a tutti, ti prendono alla gola, ti stringono le viscere. Alla fine la scena della folla immensa è indescrivibile: la macchina sale, sale fino al cielo e dall'alto inquadra una marea umana che riempie ogni metro di piazza San Giovanni, ogni spazio intorno, che dilaga in via Appia, nel centro, in Santa Croce a Gerusalemme. E di quella marea non si scorgono i confini.
Un'ora di proiezione che lascia attoniti, che rinnova un dolore mai sopito. Ma compito degli artisti non era lenirlo. Soltanto testimoniarlo.
Al Circolo Alpe di via Cenisio Un incontro tra amici con Bruna Marchesi Zini
Per i suoi nipotini questa tenera poetessa, che abita nella nostra zona, ha dato vita ad una serie di fantasiosi racconti, che hanno tratto corpo e sapore dal dialetto meneghino
Forse per la profusione del pastoso dialetto milanese, forse i per gli argomenti fiabeschi con il personaggio "Pinella", forse per la dolcezza dell'autrice Bruna Marchesi Zini che sprizza bontà da ogni gesto oltre che da ogni parola, la serata del 17 dicembre scorso al Circolo Cenisio si è trasformata in un autentico incontro di amici, una sorta di vigilia natalizia con sorprese e chicche per tutti.
Per i suoi nipotini, questa tenera poetessa ha dato il via a una serie di fantasiosi racconti che dal dialetto meneghino hanno tratto corpo e sapore, e non ci è difficile immaginare quei felici bambini che chiedono (e ottengono) dalla cara nonnina una sorta di racconto a puntate con le avventure del Pinella dai tre magici bottoncini e con una magica borsettina che risolve ogni problema, racconto che si dipana in particolare proprio nella prosaica zona QT8, e che ha tenuto interessati anche gli uditori adulti che in quella serata ne facevano la conoscenza.
Un vecchio negozietto di dolciumi sul punto di chiudere per la concorrenza viene salvato grazie all'invenzione del Pinella di introdurre ad ogni caramella un foglietto parlante (e anche tra i cioccolatini offerti a tutti gli intervenuti all'Alpe quella sera c'era la possibilità di trovarne, assicurava l'autrice) e quindi gli affari hanno ripreso in modo eccellente, poi udite udite sempre tramite il Pinella alcuni giovani protagonisti hanno vissuto un'incredibile avventura sopra anzi dentro alla nostra Montagnetta, pardon Monte Stella,
Proroga 'al 5 febbraio della scadenza per il conferimento del grano all'ammasso.
Secondo un censimento fatto dalla Commissione centrale economica del CLNAI, il personale presente a questa data alla Magneti marelli assomma, fra tutti gli stabilimenti, a 4.865 dipendenti; alla CGE a 2.300 operai e 740 impiegati.
Il CdA della Pirelli diffonde un manifestino di protesta contro l'ordine di lavorare anche durante i bombardamenti. Nuovo eccidio nazifascista al campo Giurati a Milano. Fucilati i combattenti della libertà Luigi Campegi, Franco Mandelli, Venerino Mantovani, Vittorio Resti, Oliviero Volpones. Altro eccidio ad Arcore: fucilati i cinque giovani partigiani vimercatesi autori del fallito attacco all'aeroporto del 29 dicembre. Si tratta di Pietro Colombo, Luigi Ronchi, Renato Pellegatta, Aldo Motta, Emilio Cereda. Il Comando piazza CVL di Milano delibera di riunirsi ogni otto giorni. Si dà istruzione a ogni formazione perché ogni uomo provveda a costituire una riserva di viveri per tre giorni in vista della prima fase insurrezionale.
Nella notte gli uomini dell'organizzazione Franchi di Edgardo Sogno effettuano un tentativo per liberare Parri dalla prigionia dei tedeschi. Ma Parri è già stato trasferito in serata a Verona. Sogno e i suoi vengono a loro volta arrestati; un partigiano è ferito.
Trasmesse dal Comando generale CVL al Comando piazza di Milano le direttive perative in vista dell'insurrezione. Indicati anche i compiti delle formazioni di montagna che dovranno convergere su Milano. Ridotti per decreto del capo della provincia i forni per la cottura del pane.
Attacco GAP alla trattoria del Leon d'oro a Milano, in corso Garibaldi 17, mensa della Muti. Dodici militi uccisi. La bomba, esplosa in anticipo, uccide anche i tre panigi-ani incaricati dell'azione: Lina Salvetti, Luigi Franci, Albino Trecchi.
7. Protratto dalle 19,30 alle 20,30 l'orario di chiusura dei pubblici esercizi; soppresse diverse linee tranviarie interurbane.
che mediante un passaggio segreto introduceva al nascondiglio dove Ufo e altri Oggetti non Identificati se ne stavano dopo le loro scorribande nei cieli del nostro Pianeta.
Chi l'avrebbe mai detto, che il nostro quartiere poteva diventare luogo di misteri e di fascini occulti? Tale e quale il favoloso Brasile, dove del resto si svolge la fiaba "El samba del Pinelleiro" che tra il bottoncino rosso (che rende invisibili) e quello verde (che esaudisce i desideri) e quello giallo, riesce a far felici dei poverissimi bambini in un concorso al quale riescono primi clasificati. E poi il Pinella... No, no fermiamoci. La narrazione è stata simpatica e la serata completa, presenti anche Silvia De Todaro e Alberto Bega, per gli intervalli musicali, e altri artisti per il coronamento della manifestazione, e va citata la brava pittrice Carlamaria Franzoso Felcher per l'esposizione di un gran numero di valide opere pittoriche.
Il motivo per qui ci siamo fermati nello stendere la cronaca dedicata a questa scrittrice e poetessa dialettale (che abita in Zona 19, in Via Cimabue 5) è che ci sembra giusto di riservare qualche sorpresa per chi avrà il piacere di un primo ascolto delle sue fiabe, filastrocche e poesie, quando Bruna Marchesi Zini verrà invitata nelle prossime serate letterarie dei nostri quartieri.
E qualche fiaba, inoltre, potremmo chiedere all'autrice di lasciarcela pubblicare, per tantissimi altri nipotini.
B.B.
tiene un comizio a studenti e professori e si espone un drappo rosso. Un morto e un ferito tra gli agenti di polizia che tentano di opporsi.
14. 11 CLNAI affronta il progetto di unificazione delle diverse formazioni partigiane comprese nel Corpo Volontari della Libertà (CVL).
16. Il CLNAI rivolge un appello agli italiani per l'insurrezione nazionale.
Attacco partigiano a Reggio Emilia di una colonna tedesca e eliminazione del presidio fascista di Scandiano.
8.. A Roma, nell'anniversario dell'unità d;ltalia (18 febbraio 1860) viene proclamata solennemente la "giornata del partigiano e del soldato". La bandiera del CVL, portata da Arrigo Boldrini, è decorata di medaglia d'oro. Anche a Milano, dopo Torino e Venezia, sospesa per tre giorni alla settimana l'erogazione di gas per uso domestico.
A Yalta (Crimea) Churchill, Stalin e Roosvelt discutono l'assetto mondiale post-bellico e ribadiscono solennemente la decisione di "consentire ai popoli liberati di cancellare le tracce del fascismo e di stabilire istituzioni democratiche scelte liberamente". Gettate le prime basi dell'ONU come "società internazionale per la conservazione della pace".
9. Le truppe anglo-americane completano la liberazione dell'Alsazia.
Emanati tre decreti repubblichini per il conferimento dell'ammasso di bovini, grano e carni suine.
Oscuramento fissato dalle 18,15 alle 6,50.
La stazione radio clandestina Locust, installata in Valbondione, diventa stazione ufficiale del Comando generale CVL. È curata da Landi, Bono, Capitanio, collegata trisptimanalniente con Milano. E l'unica autorizzata a trasmettere i bollettini del Comando generale.
Le formazioni partigiane nella Val Bormida respingono un tentativo di rastrellamento.
t3. Colonne tedesche sono respinte nelle Valli Grana e Malia (Cuneo).
14. Mussolini autorizza la costituzione a Milano di un "Centro nazionale di studi sociali", sotto l'egida del ministero del Lavoro.
Riunione della commissione di quattro membri del Comando piazza di Milano designata a un primo esame del piano insurrezionale.
Azione partigiana all'Università Bocconi di Milano, dove si
Leo Valiani per il PdA propone la costituzione di un apposito organismo ristretto per la direzione e il coordinamento della fase insurrezionale a Milano (ne faranno parte: Sandro Pertini PSI, Emilio Sereni PCI, Leo Valiani PdA ed Egidio Liberti PdA come capo di stato maggiore); avanza alcune ipotesi sugli sviluppi della guerra in base ai quali determinare differenti soluzioni insurrezionali; critica l'operato del Comando piazza in merito all'elaborazione del piano insurrezionale concluso e distribuito intorno a metà febbraio; propone la costituzione del CLN Milano. La riunione del CLNAI che discute la ripartizione delle cariche per il periodo postliberazione assegna così quelle di Milano: prefetto al Pd A, viceprefetto al PLI, sindaco al PSI, tre vicesindaci al PCI, PLI e DC, questore al PLI, presidenza del CLN al PCI, presidenza della Commissibne economica al PLI. In molte fabbriche di Milano e Sesto S. Giovanni si svolgono fermate del alvoro e manifestazioni per l'anniversario della costituzione dell'Armata rossa. Particolarmente riuscita la manifestazione alla Falck, che ricorda anche i caduti del 30 GAP. Il CLNAI decide la costituzione del "CNL di Milano e sobborghi" che nascerà però concretamente solo all'inizio di aprile.
Assassinato in piazzale Baracca da militi fascisti Eugenio Curiel, direttore de l'Unità clandestina e de La Nostra Lotta e fondatore del Fronte della gioventù.
26. Fermata del lavoro al compartimento ferroviario di Milano: una delegazione di impiegati si reca dal capo compartimento a reclamare sei mensilità di anticipo e la distribuzione di viveri di prima necessità.
Nel Monferrato le brigate partigiane fanno fallire un consistente rastrellamento costringendo il nemico alla ritirata e nalla perdita di ingente materiale bellico.
'27. Le formazioni partigiane attaccano il presidio tedesco di Monte Penice costringendolo alla resa il 2 marzo.
28. Per ordine del ministero dell'Interno della RSI, al capo della provincia è affidata la responsabilità politica e al questore quella tecnica dell'ordine pubblico.
È accaduto 40 anni fa febbraio 1945 Per non dimenticare
C.C.I.A. MILANO
COLORI Ä VERNICI - CASALINGHI FERRAMENTA I CARTE DA PARATI - MOOUETTES rodano 19 - pagina 10 febbraio 1985
N. 862496
L'astrattismo geometrico dellapittura di Ho Kan
Nei suoi quadri il colore predominante è il blu, perché è il suo preferito e gli sembra offra più mistero, più fantasia
Il nostro tentativo, portato avanti da parecchi mesi, di avvicinare i nostri lettori all'arte cosiddetta astratta, in realtà non figurativa o informale, ci ha portato verso alcune direzioni e verso alcuni nomi di artisti, che a questo punto ci sembra giusto riassumere. Per restare nell'ambito di Milano (e abbiamo constatato che per anni era più facile trovare i riferimenti che andavamo cercando, in località minori), in Milano dicevamo, tra i nomi che abbiamo citato in precedenza e proprio per indicare una realtà pittorica perfettamente riuscita e rappresentativa in campo non figurativo, ecco risaltare Bice Lazzari, i cui lavori sono stati esposti nella Sala Napoleonica all'Accademia di Brera, in Ottobre, e nel mese successivo presso la galleria Arte Centro di Via Brera 11, una completa rassegna del pittore cinese Ho Kan, con opere coprenti un ventennio di attività, dal 1964 al 1984.
Fortunatamente abbiamo incontrato l'autore, durante la nostra visita, e quindi abbiamo rispolverata la conoscenza fatta un anno prima nel suo studio in Via Donatello 9, qui a Milano, ritrovandoci nella possibilità di continuare il dialogo con una delle persone più adatte a fornirci direttamente le spiegazioni che andiaMo sollecitando.
Nelle due salette dell'Arte Centro, che vanta di essere stata la prima galleria a presentare Ho Kan al pubblico milanese fin dall'inizio del suo soggiorno italiano, vediamo in mostra trentacinque pezzi; le cui dimensioni vanno da un massimo di 120x 170 a un minimo di 20 x 20, in maggioranza però la misura tradizionale di 50 x 40 è sufficiente perché l'artista possa esprimere il suo meditato percorso mentale.
E qui, mentale è detto di proposito, perché Ho Kan sottolinea un'opinione che condividiamo, cioé che per comprendere un certo tipo di espressione "non facile" nè immediata, ci vuole intelligenza, oltre che sensibilità.
È inoltre da notare che i titoli nei suoi lavori non vi sono mai, e ciò di proposito, convinto com'è il Nostro Artista che il titolo distragga dall'attenzione e proprio la mancanza di quésté elemento estraneo favorisca una più approfondita compr,en-. sione del linguaggio piffonco.
E come sceglie i suoi colori?
Il colore predominante è il blu, perché è il suo preferito e gli sembra offra più mistero, più fantasia; poi vi è il grigio, anzi i grigi, perché sono atmosfera e spazio. In misura minore, come quantità, troviamo il rosso, ed il rosso è l'attenzione, ciò che colpisce e risveglia.
Le forme più ricorrenti: rettangoli, triangoli e quadrati, li-
Inscì mangia Meneghin (Cucina milanese — 7)
Cazzoeula a la milanesa (Verzata di maiale)
nee curve poche, se la linea è presente, è retta e decisa. I motivi della sua adesione alla formula astratta?
Egli pensa che l'arte astratta o quella figurativa siano la stessa cosa: anche il figurativo può essere astratto: per un primitivo una semplice bottiglia può apparire astratta, dipende dal carattere e dalla personalità. Anche gli aggettivi "delicato, forte, rigido" sono parole che usiamo' in pittura, ma che esprimono un concetto astratto. La sua pittura esprime delle emozioni.
Certamente. Il tono del colore è un linguaggio. Parla. C'è un rapporto e una armonia, ma c'è anche un simbolo. Tutto insieme un quadro è un mondo. Dipingendolo, il pittore mette sé stesso in una situazione personale, con il conscio e l'inconscio.
E mettere insieme conscio e inconscio non è cosa facile, in pittura, non è come ricalcare vecchie abitudini. Ci vuole coraggio per provare tecniche e idee.
Qual'è la sua tecnica?
L'uso pulito e piatto del colo. re. Talvolta far parlare il colore facendo emergere la trama della stoffa, di modo che la sua dinamica però non sia mai violenta, ma porti a una prospettiva
dello spirito. In questo caso si ha il simbolo. Diminuire la presenza del colore per arrivare a una concentrazione, una sintesi tra il pensiero orientale a una concentrazione, una sintesi tra il pensiero orientale e quello occidentale, che l'uno non resti troppo indietro e l'altro non vada troppo avanti. In questi due pensieri, o pensieri misti, le forme geometriche sono vita: la pittura può essere uguale a una composizione matematica, o musicale, o anche un anticipo per una ulteriore dimensione.
Opere di questo Artista si
trovano in Italia, in Olanda, Germania, Svizzera e soprattutto in Cina. Le mostre che seguiranno quella milanese sono in Svizzera, la prima a Basilea alla Galleria Brambach e la seconda nel febbraio 1985 (con il tedesco Hans Rolf) a Grenchen vicino a Berna nella Galleria Brechbul. Ild iscorso sull'arte astratta avrà modo di continuare. Bruna Fusi Nella illustrazione un olio su tela del 1981, cm. 40 x 50, senza titolo, autore Ho Kan, Via Donatello 9, Milano.
Il prelibato piatto milanese non ha una vera traduzione: è universalmente noto, magnificato e consumato (a volte sguarnito da massaie poco pazienti di qualche ingrediente) specialmente nella stagione fredda. Per quattro o cinque persone di robusta forchetta ed appetito, ben sapendo che costituisce "piatto unico", sono necessari: 600 gr. di costine di maiale, un quarto di testa di maiale e/o a piacere uno zampetto, , 150 grammi di cotenne fresche di maiale, 500 gr. di luganega (Salsiccia di Monza), 2 grosse verze, una grossa cipolla, 4/5 carote, una costa di sedano, lardo, burro, sale, pepe e vino bianco, Dopo avere ben passati alla fiamma per togliere residui di setole zampetto e/o muso e cotenne, raschiati e lavati, si spezza per la lunghezza lo zampetto e si frantuma il muso e si mettono a lessare per una buon'ora a fiamma moderata. Frattanto sfogliate le verze, lavate bene e fatele asciugare: indi a rotelle e a cubetti tagliate carote e sedano ben mondi in una terrina; bucherellate a dovere la salsiccia e tenete a portata un capace bicchiere di vino bianco.
In una capace casseruola mettete due fette di lardo ed un bel pezzo di burro e fateci imbiondire la cipolla finemente af-
fettata. (Oggi alcune massaie usano l'olio d'oliva in luogo del lardo come indicato nell'antica ricetta); la cipolla non deve tostare, quindi travasatevi le costine di maiale, salate e pepate a dovere e lasciate rosolare per una mezz'ora.
Ora travasateci sopra il vino bianco ed alzate la fiamma in modo che evapori; aggiungete le carote e il sedano con le coi tenne, lo zampetto e/oil muso di maiale, rimestate bene e poi fate cuocere a fuoco moderato per un'ora abbondante, aggiungendo qualche cucchiaiata del brodo della prima cottura se notate che l'intingolo si rapprende eccessivamente; controllate ogni tanto, ma la casseruola va sempre incoperchiata.
Passata l'ora della seconda fase è il momento di aggiungere le vene e la salsiccia facendo in modo che questa rimanga ben coperta dall'intingolo; c'è quindi un'altra buona mezz'ora di cottura e durante i controlli per vedere che tutto proceda bene si possono asportare con un cucchiaio le eccedenze di grasso che vengono in superficie. Questo gustosissimo piatto dovrà presentarsi con un intingolo consistente, leggermente colloso e deve essere consumato caldissimo, accompagnato da un vino robusto, generoso; per gli stomaci eccezionali ben figura una polenta bollente!
Chi è Patrizia Angelini? In ,teoria lo sappiamo bene, in quanto da lei, come animatrice del Gruxa di Via Albani, ci pervengono regolarmente inviti e resoconti di una tenace attività culturale, portata avanti con le difficoltà di sempre, a favore di Arti e Lettere, al solo scopo divulgativo.
Il Gruxa èÜ una filiale del Gruppo Culturale Italiano con sede in Bologna, equi in Milano si riunisce presso il ritrovo della parrocchia di S. Anna in Via Albani 56, dove si organizzano manifestazioni varie, di un buon livello artistico, e ciò da qualche anno.
Possibile che personalmente non siamo mai riusciti a frequentare queste manifestazioni, cui aderiamo. «idealmente» se non altro per affinità di interessi? Eppure così è, per cui oggi, in cui ci viene tra le mani questo sobrio volumetto a finta appunto Patrizia Angelini,' lo accogliamo e soppesiamo, ìÜSef fittgiudizio valutativo, cori il:interiore rincrescimento di thi vorrebbe rimediare a una. sia pur
involontaria omissione. Dovuta, lo si può ben capire, solo al fatto che chi si dà da fare in campo sociale non avanza proprio mai tempo per sé e per le proprie evasioni.
Però forse il fatto di non conoscere l'Angelini di persona ci consente di essere più che mai obiettivi, anche se ci sforziamo di esserlo sempre. Diciamo che così ne siamo facilitati.
Ecco le nitide pagine del breve volume «Il mio silenzio amici», che raccoglie le sue compo- I sizioni poetiche che vanno dal 980 al' 1983, mentre la sua pubblicazione precedente, sempre per la Forum/Quinta Generazione di Forlì, si è presentaté con il titolo «Le epigrafi vanitose», e gradiremmo molto prenderne visione.
L'apertura è quanto mai dolce, con tre versi che la dicono lunga sulle intenzioni dell'autrice circa l'orientamento della raccolta: «E bello aspettare il tuo i-h-orno/di sera quando il Mondo tace/rimettendo nel domani le speranze». E -subito «Stelle. Stelle che nel vostro splendore/raccontate la storia silenziosa/del palpito di Eterno Amore/volgete il vostro vibrare/ al ,mio pellegrinare stanco/affinché ogni cintilla/illumini cammino./Stelle che nell'universo pulsate/ubbidienti ad amore divino/insegnatemi nel fremito/il chiarore affinché anchi() danzi/irradiata senza sostanza alcuna/per ritrovare l'incantesimo/della scordata armonia».
Eccoci di colpo nella trasposizione cui raramente l'uomo sensibile sfugge, di confondersi e trascendere nel «fremito» e.uel «chiarore» che lo spettacolo di un cielo stellato dà all'anima in contemplazione e capace di estàsi.
La descrizione dello stato emozionale della Poetessa ci trasporta' irarnediatamente in una posizione di empatia che ci apre le porte alla comprensionedel sentimento intimo che sta alla base del suo dire. Infatti: «Aum.
Ascolto dal cosmo/il suono infinito/dell'amore/ed unirmi a quel canto/è mia preghiera». L'immensità e l'amore i due grandi poli, il cielo e la terra, le attese e la realtà. La Angelini ce li presenta con cinque versi, ma poi procede e scava a fondo, partendo dalle più «femminili» e pertanto vissute situazioni. In «Figli» la maternità esplode in lei con i sentimenti eterni dell'amore totale, esemplificati con immagini delicatamente liriche, la grazia di quelle simboliche gocce di rugiada si dilata per tutte le maternità dei viventi. «Non ho che un cielo a ritagli da donarvi in pegno/Siete stati la mia partenza verso l'inevitabile scelta/di questa storia ripetuta/ :E ve la narro ogni giorno/la mia infanzia smarrita/non perché vi sia mosaico/magico specchio/ma perché sia vostra speranza/ambita come credo di un ritorno/Miei usignoli della felice sera/a voi regalo i miei graIzie/senza illusioni od ombre/A voi fiori mattutini freschi di rugiada/goccia dopo goccia regalo la vita». Si sfogliano le pagine della introspettiva silloge, e non c'è pagina dove non troveremmo versi profondi da sottolineare con un segno rosso: «Le spiagge portavano orme di detriti...» e .«Mi chiedo se è giusto il prodigio di un ennesimo natale...» e ancora «Saran passate cinque ore/o cinque anni/o cinque vite...» ma qui cara Scrittrice, è la donna che salta fuori, in quei versi e in molti altri ancora, una donna eternamente donna e per ora (purtroppo) compresa solo da altre donne, che ne leggono tra le righe speranze, aspettative, delusioni, tentativi, rinnovata fiducia: «Silenzio» che ci dice: «Basta il calo del vento/per fare festa/all'uccello che tace/e alle fronde mute di pioggia/silenzio amico del mio segreto canto/ dove lo smarrimento di un pensiero/contraddice l'ordine delle cose solitarie/Il gatto s'addormenta/nel mondo disadorno e chiaro/e non guarda il giorno/ Che rischia di morire/Ma io m'innamoro del silenzio/sempre certa di trovare un suono». Silenzio dunque, solo per certi momenti e in certe disposizioni dello spirito. Ma in fondo, proprio in fondo all'anima nel cantuccio invalicabile e più nostro, vi troviamo la certezza di un suono. Fatto sulla nostra misura.
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