Mensile di informazioni politica e cultura della Zona 19
Anno IX - N. I - Gennaio 1985
Perché non se ne stravolga il significato
monumento alla Resistenza deve sorgere sul Monte Stella
Milano dal fascismo a piazza Fontana
Denunciato dalla Sezione ANPI Gallaratese-Trenno-Lampugnano il tentativo di "confinarlo" all'Idroscalo, in una zona defilata, quasi nascosto, al di fuori dei confini del territorio comunale
UN 1.
Agente Generale GINO MAZZOLA
L. 600
Via Osoppo. 13 Tel. 02/40.80.980
Le ingiustizie fiscali
Le origini della cooperazione
Abbiamo ricevuto dalla Sezione dell'A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia), sezione Gallaratese-Trenno-Lampugnano «A. Poletti di Trenno», la seguente lettera.
Spende Direttore di «Milano 19»
Quartieri Cronache
La luce è giunta nella strada di N.IV.
Il computer nella nuova sede dell'Ussl
Gianpiero Pagetti Rileviamo con piacere, oltre ai tanti articoli sulla Resistenza, l'articolo a pag. 9 del n. 12 - Dicembre 1984 del Vostro giornale su «Un monumento alla Resistenza» sulla vetta di Monte Stella.
Non possiamo che ringraziare anche le motivazioni: edificare sulle macerie di case distrutte dalla guerra voluta dalla dittatura fascista non voluta dal popolo, ma subita e riscattata dalla Resistenza. Simbolo notevole per chi entra a Milano dalle autostrade anche se il verde e le piante donate vogliono «coprire» (non solo figurativamente) una tragica storia dell'umanità.
Un ringraziamento anche per aver evidenziato che l'iniziativa è partita da associazioni partigiane.
La Sezione ANPI-Gallaratese
Trenno Lampugnano «A. Poletti e Caduti di Trenno» ne è stata la promotrice e con tutte le sezioni ANPI delle zone 19 e 20 ha avanzato la proposta alle rispettive zone, al Comitato Provinciale ANPI di Milano perché ne venisse promotore.
I mestée de la Milan de semper
I
Ma che dire a seguito nulla si è saputo se non che «l'assessore provinciale Bruno Cesari» si è fatto parte interessata generando offerta della Provincia di Milano per una realizzazione all'Idroscalo di Milano. Ciò è stato solennemente annunciato alla Conferenza organizzativa delfANPI Milanese 11.12 u.s..
Che dire! Che fare! Quale stravolgimento di significati! Quali e quanti poteri occulti! Poi ci si lamenta della disaffezione delle nuove generazioni!
A nome di quanti Resistenti da anni continuano a «resistere» contro ogni sopraffazione Vi chiediamo, Vi invitiamo, Vi imponiamo democraticamente nel nome della Libertà da noi conquistata per tutti di avviare una petizione popolare.
(segue in ultima)
Milano 19 a 600
lire Siamo stati costretti ad aumentare il prezzo
A causa degli aumenti dei costi, ed in primo luogo della carta, ben oltre il "tetto" fissato dal governoContiamo sulla comprensione dei nostri lettori
Cari lettori, come certamente vi sarete già accorti da questo numero Milano 19 costa di più: 600 lire anziché 500 come era fino al mese scorso. Essendo il nostro un giornale che non ha fini di lucro, ma che si limita soltanto a far pareggiare le entrate con le uscite, avremmo preferito non giungere a questa decisione di aumentare il prezzo di vendita (e conseguentemente di aumentare l'abbonamento ordinario a 6 mila lire), ma ci siamo stati costretti dal continuo aumento dei costi, che va ben oltre il «tetto» fissato dal governo, specie per quanto si riferisce alla carta, il cui prezzo viene fatto artatamente lievitare da speculatori americani, che con massicci acquisti tenderebbero (a detta di esperti) a far mancare tale prodotto sui mercati europei (e ciò spiega anche perché talvolta il nostro giornale viene stampato su carta diversa dalla solita) con l'intento di inondare, in un secondo
L'obiettivo dell'A EM di fornire "caldo pulito" lottando efficacemente contro l'inquinamento atmosferico prodotto dalla combustione di gasolio
tempo, gli stessi mercati di un nuovo tipo di carta (la cui produzione sarebbe stata recentemente messa a punto dalle industrie americane) a prezzi concorrenziali (anche se altamente remunerativi per i produttori), che metterebbero in crisi tutte le industrie europee del settore.
Tornando a quanto ci riguarda da più vicino è evidente che in questa situazione in nostri "conti" fanno molta fatica a quadrare. Le nostre entrate consistono difatti soltanto negli introiti per le inserzioni pubblicitarie. nelle vendite e negli abbonamenti (normali o sostenitori), mentre per quanto si riferisce alle uscite oltre alle spese di carta e stampa (ricordato, se ce ne fosse bisogno, che direttore, redattori ed amministratori del giornale prestano la loro attività a titolo assolutamente gratuito) ci sono anche altre spese, quali le tasse, l'IVA, materiale fotografico, locandine. cancelleria, un giusto contributo al Circolo ARCI-U1SP Giulio Trevisani che ci ospita nei suoi locali, telefono e via dicendo.
In tale situazione le strade che ci restano da seguire non restano che due: aumentare le tariffe pubblicitarie. aumentare il prezzo del giornale. Sarebbe però, a nostro avviso, un grave errore caricare tutto il peso degli aumenti dei costi sulle tariffe pubblicitarie perché rischieremmo di perdere dei fedeli inserzionisti (che hanno sin qui dato (.segue in ultima)
Servizio ambulanza gratuito
Si rende noto che a partire dal 1° dicembre scorso per tutti i cittadini residenti nella Zona 19 il servizio di ambulanza della Croce Bianca è assolutamente gratuito.
Tale servizio funziona 24 ore su 24 per 365 giorni all'anno (366 giorni negli anni bisestili).
Telefono 3085345-6-7.
Positivo bilancio per il primo anno di metanizzazione a Milano: il programma è stato realizzato nei tempi e nei modi previsti. In connessione con la metanizzazione è stato avviato un programma di sostituzione delle piccole tubature di ghisa (nel giro di otto armi 400 chilometri di rete capillare saranno totalmente rinnovati). Questi ed altri i dati forniti il 6 dicembre scorso in una conferenza stampa dal presidente dell'Aem Rossinovich, dal direttore della stessa azienda, ing. Scacchi, e dall'assessore Bruno Falconieri. Bene ha fatto (anche come scelta economica e sociale) il Comune a municipalizzare il servizio del gas, affidandone la gestione all'Aem ed incaricando questa azienda municipalizzata di realizzare la politica del Consiglio comunale nel delicato ed im(segue in ultima)
111984 si è chiuso con una ferita profonda: i morti innocenti, il dolore, l'allarme per la strage che sul rapido Napoli-Milano ha seminato, l'antevigilia di Natale, vittime tra uomini, donne e bambini che andavano a passare le feste con parenti ed amici.
Ma la pietà per i morti, la solidarietà per i feriti egli scampati non hanno potuto mancare di mescolarsi ad un angoscioso interrogativo: chi e perché ha compiuto questo orrendo delitto che per il modo, il luogo ed il momento in cui è stato commesso non può mancare di richiamare alla memoria la criminosa strage dell'Italicus di dieci anni fa?
AI momento in cui stiamo scrivendo questa breve nota non sono ancora noti i nomi ed i volti dei criminali che si sono macchiati di questo orrendo delitto e non è certo questo il momento di fare congetture, ma qualcosa va
ricordato. Le stragi compiute in Italia dal 1969 in poi (piazza Fontana, piazza della Loggia, Italie:4s, stazione di Bologna)hanno tutte avuto una inequivocabile matrice fascista e, insieme, un intreccio di trame che coinvolgeva poteri occulti, pezzi degli apparati dello Stato e dei servizi segreti, legami internazionali. Ed in 15 anni per le 140 vittime di teli stragi nessun colpevole è stato punito! Pochi brandelli di verità sono emersi soltanto per thalicus e per la strage di Bologna, ma troppo spesso al pieno accertamento della verità è stato frapposto il "segreto di Stato".
Ora ci chiediamo: cos'è lo Stato se non l'insieme di tutti i cittadini che ne fanno parte? E allora come può definirsi democratico uno stato che nasconde la verità, o parte di essa, ai suoi cittadini?
--* -: tj —... \\ 1... .... 'N.4 ; '''. „.. .....,. --lk:ÄÄ\ 2 1991 .! 4L1990-'
A febbraio riparte la metanizzazione, ma... Nella nostra zona il metano arriverà solo tra 5 o 6 anni
..,.. l ‘ .r....e ---;--r . , I l .,, s a.rÜ-Ü!- 0 .\') O Ñ ' r-'''' Ñ , .... --Ñ \ :i , Ñ-1988 / Come può definirsi...
Pace: una speranza da
All'inizio dell'anno riprenderanno i colloqui tra le due superpotenze, a Ginevra, infatti, si sono dati appuntamento Shultz e Gromyko. Non ritengo però sia giusta la soddisfazione e la speranza manifestata da molti a questo proposito, perché è di metà dicembre invece la notizia che la NATO ha deciso lo stanziamento di 14 mila dollari per l'ammodernamento del suo armamento, mentre l'Urss continua ad aumentare l'installazione degli Ss 20 ed ha già deciso di rendere operanti 10 basi con questi missili, inoltre pensa anche di installare i nuovissimi SS 25.
Ora alla luce di questi fatti la soddisfazione non è molta ma la speranza? Cosa dice il Movimento per la Pace?
Occorre, secondo me, fare una riflessione su quanto è successo in questi mesi e su quanto il movimento per la pace ha fatto; sicuramente è stato un movimento di massa che in Europa ed in Italia ha espresso una forte potenzialità, volontà di rinnovamento, ma soprattutto a fatto scattare a molti, la volontà di essere protagonisti e partecipi di quello che sta succedendo.
Le manifestazioni tenutesi nei mesi di ottobre '81 ed '83 a Roma, le fiaccolate per la pace e così anche le catene sono state l'esempio di quanto il movimento è riuscito a coinvolgere e coagulare intorno a sé.
La prova sta nel fatto che ampia e diversa era la partecipazione alle manifestazioni, che raccoglievano laici, religiosi, identità e culture diverse. In molte regioni province e città è stata portata avanti la proposta di denuclearizzare determinate zone; un obiettivo che ha reso più concreto e palpabile l'impegno in difesa della pace.
Anche in zona 19, si è voluto indire questa campagna, raccogliendo come Comitato per la pace molti consensi tra gli abitanti; un po' meno invece in CdZ 19. Adesso però occorre tirare le somme di cosa si è fatto in questi ultimi mesi, al di là delle manifestazioni studentesche, non vi sono state mobilitazioni che hanno segnato una continuità, e mi riferisco a Milano, con gli obiettivi enunciati. lo sono convinto che il Movimento per la pace ha avuto aspetti diversi, in alcune zone, città, province si è radicalizzato, ha coinvolto amministrazioni locali ed i partiti costituzionali, in altri settori invece è rimasto soffocato dalla necessità di gruppi e di partiti di egemonizzare la sua azione, con obiettivi di quest'ulti mi.
Un esempio per fare chiarezza; su Rinascita dell'8/12/84 pag. 27, si rende nota l'inizitiva dell'Amministrazione Provinciale di Trento che, a seguito di una raccolta di 35 mila firme, ha dichiarato la provincia denuclearizzata. Oltre a pubblicizzare l'iniziativa con cartelli bilingua all'inizio delle strade provinciali, la provincia di Trento ha deciso di sensibilizzare il Governo ed il Parlamento con una proposta di denuclearizzazione delle regioni alpine, proponendolo insieme alla Valle d'Aosta già dichiaratasi denuclearizzata.
Riflessione: come mai questa iniziativa per la pace ha avuto questo slancio nella provincia di Trento e l'Amministrazione provinciale l'ha appoggiata? Non è una giunta rossa, la DC ha il 43% dei voti ed il Pci il 14%, eppure gli equilibri politici nazionali sono stati sgretolati. È grave che a Milano, con le sue tradizioni laiche e progressiste, dove vi è una forte tradizione di unità tra il movimento operaio, la sinistra e la società metropolitana, non si sia raggiunto 'obiettivo di denuclearizzare la città.
Consentitemi una riflessione, leggendo la proposta di costruire un monumento alla Resistenza sul Monte Stella mi sono venute alcune perplessità. Prima di tutte quella politica, il Comitato per la Pace della zona 19 aveva riflettuto sulla possibilità di mettere una stele sulla montagnetta che ricordasse i valori della pace, l'avvenuta denuclearizzazione ed il significato insito nel monte (già espresso profondamente nell'articolo pubblicato da Milano 19 il maggio scorso), ed il giornale lo avevano proposto all'attenzione dei lettori e degli amministratori.
Ora se la pace è un valore universale, al quale si richiama la storia degli ultimi 70 anni densa di tragedie umane: per il popolo Italiano l'ultima in ordine di tempo è la resistenza; secondo me è un controsenso fare un monumento alla resistenza e richiamarsi alla pace.
Spero di essere più chiaro, la Pace è e sarà sempre un valore presente ed attuale da difendere e da estendere; la resistenza è un monito di un passato che non deve più tornare.
Dimenticavo: su Milano 19 più volte è stata rilanciata la proposta dell'ANPI della zona 19, di realizzare un giardino della resistenza in piazza Selinunte; per ora, e sono passati alcuni anni, tutto è fermo; non occorre fare doppioni.
Mauro Penco
Spett.le Giornale «Milano 19»
Da circa un anno non c'è più servizio di portierato in un caseggiato di n. 140 famiglie in Via Abbiati n. 1.
Nel marzo scorso l'ufficio di ristrutturazione ne è stato da noi informato con petizione autenticata di n. 90firme che per condizioni particolari era assolutamente necessario il servizio di portierato e nulla si è fatto.
In seguito all'inesistenza di una sorveglianza si è venuto a creare, con il raggruppamento di tutti i caseggiati vicini, il ritrovo e il ricovero di-tutti i minori scapestrati e vandalici.
Non si è più sicuri a uscire di
Spettabile Redazione di «Milano 19»
Sul numero di ottobre abbiamo letto con stupore l'articoletto «Come impedire che il Monte Stella viva soltanto per 15 giorni?» e ci domandiamo preoccupati: è possibile che tra ì tanti problemi da risolvere nella ns. zona, qualcuno ritenga necessario, innanzi tutto, cancellare una bellissima oasi di verde e di ossigeno sotto migliaia di piedi, di tavolati, tubi metallici, scale, chioschi, spianate di ghiaia, ecc. ecc. per farla «vivere»?...
Evidentemente questo qualcuno confonde un parco con un luna park, vede «la morte» dove non c'è folla, chiasso degli altoparlanti, rumore del traffico, scarico di tubi di scappamento.
Non considera il verde, il silen-
casa perché siamo continuamente agrediti e minacciati. Siamo stati più volte costretti a fare intervenire la polizia: caselle postali rotte, posta che viene recapitata in qualche maniera, solai bruciati, il caseggiato è diventato uno squallore e un'offesa alla città in cui viviamo.
Chiediamo che venga ripristinato il servizio di portierato, e con questo preghiamo e ci rivolgiamo al nostro Presidente Accetti ed anche a tutte le Autorità Regionali.
Ci auguriamo che a questo grosso disagio si possa al più presto porre fine. Caruso e Borghi gli inquilini
Alla redazione del giornale «Milano 19», ho letto, nello spazio dedicato agli animali, un articolo firmato B.B., che condivido. Almeno si potesse avere una succursale del Canile Municipale nella nostra zona! Penso si riuscirebbe a risolvere molto più sollecitamente dei casi pietosi.
A me è capitato di trovare cani abbandonati e, non avendo la possibilità di tenerli presso di me, di doverli portare in via Lombroso; ma è un'impresa data la distanza e la scarsa disponibilità di tempo.
Fortunatamente, attraverso inserzioni, ecc., questi cani hanno trovato un padrone.
molti abitanti di detti stabili.
Che fare per proteggere i «nostri fratelli minori» quando persino l'amministrazione del nostro stabile (e so anche di altri) proibisce di dar loro da mangiare?
Inoltre sarebbe necessario un «pensionato» perché: dove sistemare il proprio animale quando non è possibile portarlo con sé? E che deve fare una persona in età che va all'ospedale o scompare e non sa a chi lasciare l'oggetto della sua compagnia, l'unico essere che, magari, gli ha dato ancora gioia di vivere?
zio, la serenità che dà la natura, come beni necessari per il nostro equilibrio e benessere fisico, beni che anche coloro che non possiedono la macchina per andare fuori Milano, possono trovare alla «Montagnetta»!
Noi riteniamo le manifestazioni popolari necessarie e simpatiche, ma non comprendiamo perché per riunire in un'atmosfera cordiale ed umana i cittadini bisogna per forza danneggiare una delle poche zone verdi ancora «vive» che abbiamo a Milano: non si potrebbero fare altrove, magari in una zona pianeggiante? Sarebbe più comodo per la gente e anche l'allestimento verrebbe a costare senz'altro meno. Cordiali saluti.
(seguono 8 firme - prima firmataria Anna Manca)
Naturalmente se ci fosse un canile in zona, potrebbe avere una parte anche per i gatti randagi, che alcune persone sfamano ed altre avvelenano. Fatto questo che è accaduto in piazza Stuparich 18 due settimane fa (e non è la prima volta). Queste povere bestiole sono state fatte morire tra atroci sofferenze da una mano vile, ma appoggiata dall'astio, dall'insofferenza di
Sembrano problemi futili, ma non lo sono perché, come disse uno scrittore di cui non ricordo il nome, «L'amore per gli animali è una virtù degli animi sensibili, ma il rispetto per i medesimi è l'indice della maturità e della civiltà di un popolo».
Purtroppo siamo molto lontani da questo indice di civiltà! Basti pensare allo zoo-lager di Milano!
Saluto cordialmente
Carla Monticelli Chiodi
Validissima redattrice del modesto ma efficiente Milano 19. Dà un notevole apporto alla Redazione. Ha intervistato tanti artisti della nostra zona, pittori, poeti e scultori, con validi commenti, obbiettiva e preparata poiché lei stessa è pittrice e poetessa sensibile. Trascura un po' questi suoi talenti artistici per diversi interessi sociali. Le doti artistiche sono comunque una vir-
tù di famiglia. Infatti la figlia Chiara decora ceramiche di delicati motivi, il figlio Stefano è valido pittore mentre il figlio Alberto è fotografo originale ed estroso.
Questa madre fortunata è Bruna Fusi, donna intelligente ed eclettica che ha sempre saputo conciliare i suoi impegni familiari con quelli, forse più gratificanti, sociali ed artistici.
Giordano Giannotti
Studentessa universitaria impartisce lezioni di: latino, greco, inglese per 4° e 5° ginnasio I°, 2° e 3° scientifico e magistrale e scuole medie Telefonare 3092577 ore pasti.
Egregio Direttore, batte la lingua dove il dente duole; il mio dente si chiama (anche) IACPM. L'Istituto Case Popolari continua a richiedere il modello 101 ai lavoratori e poi aumenta l'affitto e manda gli estratti conti.
Dal 1982 ad oggi il mio affitto si è raddoppiato; si sono raddoppiate le spese, si è raddoppiato il riscaldamento (abbiamo più freddo) tutto insomma si è raddoppiato, anche topi, scarafaggi, sporcizia, disservizi e tutto nel giro di due anni. Si è raddoppiata anche la siepe divisoria, non la taglia più nessuno, e non vogliamo soffermarci perché, semmai, va rivolto un ringraziamento per così tanto verde...
Mi creda solo io non sono riuscito a farmi raddoppiare lo stipendio, anzi, per essere sincero, devo stare "abbottonato" altrimenti mi indicano la porta con l'invito a cambiare aria.
Ho resistito finora e resisto ancora, altrimenti poi l'affitto allo IACP chi lo paga se perdo anche il posto di lavoro? E se allo IACPM viene in mente di triplicare? Mi tocca tacere ed intanto raddoppiano anche la bolletta della luce, quella del gas, del telefono. I figli chiedono il raddoppio della mancia ed a questo punto mi sorge un atroce dubbio: "sono proprio l'unico fesso a pagare?"
Il costo della vita aumenta per tutti, visto il loro raddoppio, meno che per lo scrivente il quale per far quadrare il bilancio (il vocabolo appropriato sarebbe "sbilancio") deve fare il gioco delle tre tavolette...
La mia domanda, caro Direttore, è questa: "Lei mi consiglia di andare a rubare dollari sonanti o restare onesto e gridare: Evviva i nostri governanti?"
Lettera firmata
I botti
Caro Direttore, ogni fine anno violenti sordi e stupidi ragazzini, con testa vuota e bisognosi di rumori e scoppi per sentirsi vivi, iniziano i festeggiamenti già prima di Natale tirando oggetti e sibilanti petardi a mo' di bombe da terra e dai balconi dei casermoni popolari anche di zona 19.
Questi attentati all'incolumità pubblica talora provocano seri incidenti e in ogni caso non è tollerabile che giovani teppisti asociali figli di nessuno se ne «freghino» del prossimo e delle persone anziane e ammalate, bisognose di riposo tranquillità e pace.
I botti sono proibiti, ma qualcuno non lo sa. Occorre perciò un'immediata opera repressiva da parte di vigili polizia e carabinieri su chi li vende e chi li usa e un'opera educativa da parte delle famiglie e di noi tutti per insegnare a questi ragazzi che la ro libertà finisce dove principia quella degli altri e che se continueranno a crescere male da grandi diventeranno autentici delinquenti.
Grazie e auguri di buon anno e di buon lavoro alla redazione e ai lettori di Milano 19. Gianni
da Tino al Casaro Formaggi tipici italiani ed esteri ai Superspacci San Siro Via C. Dolci ang. via Ricciarelli SIILE CAMICERIE - TELERIE ABBIGLIAMENTO CASUAL Wrangler niai iittl —a REITOFTHE LOOM MILANO - Via Guglielmo Silva 39 Tel. 02/464403
Non è possibile continuare così Che fare per proteggere i "nostri fratelli minori"?
difendere?
E a lei la recensione chi la fa?
La
Si domandano preoccupati...
lingua batte...
MILANO DAL FASCISMO A PIAZZA FONTANA
La fame infuria ...ma il pane manca
Mentre si sta avvicinando la data della liberazione aumentano i disagi dei milanesi nella città occupata dai tedeschi
di Gian Piero Pagetti
La mattina del 21 gennaio 1945 i fascisti ebbero il loro bel daffare a cercare di scalare la cupola di uno dei due «grattacieli» di piazza Piemonte, all'angolo con via Washington, per togliere dal pennone sovrastante una bandiera rossa che vi era stata issata la sera prima da alcuni operai della Borletti, in collaborazione con giovani del Fronte della Gioventù partigiani della 122a. Brigata Garibaldi, per celebrare il 24° anniversario della fondazione del Partito Comunista Italiano. E quando verso le undici di quel gelido mattino invernale i fascisti riuscirono finalmente a portare a termine la loro «impresa», gli sparuti battimani che si udirono qua e la nella piazza, provenienti dai piccoli capannelli di gente fermatasi (malgrado gli imperiosi inviti a «circolare») a guardare più divertita che incuriosita, suonarono più come scherno che come acclamazione.
Due giorni dopo il Comando piazza di Milano del CVL ricevette dal comando generale direttive affinché il sabotaggio agli impianti elettrici fosse limitato esclusivamente a quelli che fornivano energia per la produzione di guerra al fine di evitare ulteriori disagi alla popolazione.
Il 24 gennaio i Comitati di Agitazione di Milano e provincia si riunirono, clandestinamente naturalmente, per discutere sulla loro composizione ed autonomia e decisero che a farne parte dovevano essere gli elementi più decisi e combattivi, indipendentemente dalle loro opinioni politiche.
Quello stesso giorno Mario Colombo subentrò a Giulio Andreoni nella carica di podestà di Milano; ma la sua nomina lasciò del tutto indifferenti la stragrande maggioranza dei milanesi, che a quei tempi avevano ben altre gatte da pelare, non ultima quella dei bombardamenti aerei che ormai si susseguivano quasi quotidianamente e che negli ultimi giorni avevano causato 10 morti ed una trentina di feriti il 20 gennaio ed altri 5 morti ed una trentina di feriti il 22 gennaio.
Appeso ad una trave con la testa in giù
Il 25 gennaio una nuova incursione aerea provocò un altro morto e due feriti e finalmente la stampa fascista poté menar vanto, con tanto di fotografie, dell'abbattimento di un aereo angloamericano da parte della contraerea. Ma si trattava di una ben magra consolazione, che non soddisfece gran che neppure le stesse autorità fasciste e tedesche, che, preoccupate dal fatto che le frequenti interruzioni del lavoro dovute al susseguirsi degli allarmi e dei bombardamenti aerei provocavano un'ulteriore diminuzione della produzione bellica (già ridotta dai sabotaggi), imposero in tutte le fabbriche l'obbligo di rimanere al lavoro fino a quando il pericolo non diveniva realmente mortale. Il che, in parole povere, poteva significare fino a
quando non c'era più alcuna possibilità di scampo o quasi. La reazione operaia fu immediata. In tutte le fabbriche milanesi vi furono manifestazioni e sospensioni dal lavoro in segno di protesta contro tale obbligo. Alla Pirelli vennero distribuiti manifestini. Alla Borletti le donne, che erano la maggioranza delle maestranze, si riunirono nel cortile centrale rivendicando il diritto di ciascuno di cercare di mettere in salvo la propria vita ed incitando i loro compagni maschi, che peraltro non si fecero molto pregare, a svellere i cancelli di ferro che bloccavano l'uscita della fabbrica e che impedivano la fuga in caso di attacchi aerei.
Ma gli allarmi aerei fornivano anche un'occasione ai responsabili dei Comitati di Agitazione e dei Comitati di Liberazione Nazionale di fabbrica di riunirsi, approfittando della confusione e del fuggi fuggi generale, per concordare collettivamente come continuare la lotta sostenuti dall'appoggio, mai mancato, di tutti i lavoratori, anche dei più giovani, di cui spesso bisognava frenare l'entusiasmo e l'esuberanza. E proprio sul finire del gennaio 1945 uno di quei giovani, Paolo Di Stefano, operaio alla Borletti, venne arrestato dai repubblichini. Per farlo parlare i fascisti lo appesero per i piedi ad una trave e lo punzecchiarono, via via sempre più violentemente e profondamente, al ventre con la punta di un compasso. Ma Paolo, prima di fare due nomi, resistette fino al mattino dopo, tenendo fede alle direttive impartite a tutti coloro che operavano nella clandestinità di tacere per almeno 24 ore per lasciare il tempo ai compagni di mettersi in stato di allarme e di adottare adeguate misure di sicurezza. E ciò accadde pure in questo caso, anche se in modo alquanto inconsueto. Verso le nove del mattino, infatti, Luigi Bertozzi, impiegato al Reparto Macchine Automatiche della Borletti e partigiano della 122a
Brigata Garibaldi (uno dei due nomi fatti dal giovane Di Stefano) si accinse a segnalare l'assenza di Paolo agli altri responsabili delle sezioni, ma all'ango-
lo tra via Washington e via Digione venne aggredito da quattro fascisti in borghese che lo attendevano per arrestarlo. Bertozzi non si perse d'animo: oppose la massima resistenza e si mise ad urlare per farsi sentire dagli operai dei reparti vicini. Lo udirono per primi gli operai dell'attrezzeria, situata in via Etna, i quali, dato l'allarme, uscirono con alla testa l'ingegnere responsabile del reparto e presero a bastonate i fascisti costringendoli alla fuga. Bertozzi, sia pur alquando malconcio per le botte ricevute, fu così libero e una quindicina di giorni più tardi (dopo aver trovato rifugio presso le abitazioni di compagni e compagne di lavoro) potè riprendere il suo posto in fabbrica e nella 122a. Brigata Garibaldi.
Al borsaro nero ghe cress la panza Intanto la situazione alimentare si andava aggravando sempre di più. Il 26 gennaio le autorità fasciste stabilirono la distribuzione giornaliera di 75 grammi supplementari di pane (magra consolazione) a orfani e vedove di guerra, ma quello stesso giorno al posto della razione di carne venne, distribuito un pezzo di formaggio, il giorno dopo il prezzo del pane venne aumentato ed il 29 gennaio venne vietata la vendita di panini in tutti gli esercizi pubblici. E per esaminare il problema degli approvvigionamenti, le autorità fasciste e tedesche si riunirono il 30 gennaio 1945 presso la prefettura di Milano. Risultò che vi erano grosse difficoltà nella distribuzione e nel rifornimento di farina. Era stata ultimata, sia pure con forte ritardo, la distribuzione di due chili a testa di riso prevista per dicembre, ma mancavano ancora quattromila quintali di farina gialla per completare la distribuzione di un chilogrammo a testa di tale prodotto prevista per lo stesso mese di dicembre, mentre sui 52 mila quintali necessari per gennaio ne mancavano ancora 13 mila. Sui 14 mila quintali di pasta e sui 24 mila quintali di farina gialla che avrebbero dovuto essere distribuiti nel precedente mese di novembre ne mancavano ancora rispettivamente millecinquecento e mille quintali. I raduni per gli approvvigionamenti di carne presso gli allevatori in provincia avevano dato un gettito pari al 70 per cento dei capi necessari, mentre quelli extra-provincia destinati a Milano di appena il 10 per cento; ma non erano pervenuti i dati relativi ai raduni delle ultime due settimane, né erano pervenute le assegnazioni di carne congelata, per cui si era provveduto a rifornire soltanto le convivenze militari ed ospedaliere e non era stata distribuita carne agli ammalati a domicilio. Non erano pervenute neppure le assegnazioni di marmellata, che era stata così distribuita soltanto alle convivenze militari (che si trattasse di un tentativo di indurre i giovani, prendendoli per la gola, ad arruolarsi nell'esercito repubblichino?). Nes-
suna distribuzione di olio era stata effettuata a causa del mancato arrivo di tale prodotto dalla Germania (di che qualità di olio si trattasse è facile immaginarlo) ed al suo posto era stato deciso di distribuire un etto a testa di burro e grassi suini, ma anche in tale campo si erano verificati ritardi nelle consegne e la distribuzione venne rinviata a febbraio, se tutto andava bene. Per la pasta invece venne deciso (sic et simpliciter) di non distribuire il terzo chilo a testa previsto per gennaio. Naturalmente i partecipanti alla riunione furono concordi nell'attribuire ritardi e mancate consegne a difficoltà nei trasporti, agli attacchi aerei angloamericani, alle azioni dei partigiani e via dicendo e nessuno fece cenno alle requisizioni operate dai tedeschi e dai comandi fascisti per approvvigionare le ro truppe, né ai dirottamenti, spesso attuati con la complicità di gerarchi o gerarchetti fascisti o di compiacenti ufficiali tedeschi, di grossi quantitativi di generi alimentari verso i più proficui mercati della borsa nera. E molti milanesi, parafrasando una cantata ottocentesca e mescolando l'italiano al dialetto, mugugnarono in quei tempi: «La fame infuria, il pan ci manca, ma al borsaro nero, ghe cres la panza».
Sempre più difficile la vita dei pendolari
Sul finire del gennaio 1945 i giovani liberali milanesi cominciarono ad organizzarsi preparando il giornale L'Avvenire (clandestino naturalmente) ed aderendo al Fronte della Gioventù.
Il 2 febbraio altri cinque combattenti per la libertà, Luigi Campegi, Franco Mandelli, Venerino Mantovani, Vittorio Resti e Oliviero Volpones, vennero fucilati dai nazifascisti al campo Giuriati. Quello stesso giorno il comando piazza CVL di Milano deliberò di riunirsi ogni otto giorni e diede istruzioni a tutte le formazioni perché ogni partigiano provvedesse a costituirsi una scorta di viveri per tre giorni in vista della prima fase insurrezionale, che ormai si prevedeva assai prossima.
Quella stessa notte uomini dell'organizzazione Franchi di Edgardo Sogno tentarono di liberare Parri dalla prigionia dei tedeschi all'Hotel Regina. Ma Parri era stato trasferito la sera prima a Verona e Sogno ed i suoi uomini vennero fatti prigionieri.
Il 3 febbraio il comando generale del CVL trasmise al comando piazza le direttive operative in vista dell'insurrezione, indicando anche i compiti delle formazioni di montagna che dovevano convergere su Milano, mentre le autorità fasciste comunicarono che nei giorni 4, 11 e 18 febbraio sarebbero state distribuite gallette anziché pane.
Il 4 febbraio vennero ridotti, per decreto del capo della provincia, i forni per la cottura del pane. Quello stesso giorno una squadra di gappisti attaccò, in corso Garibaldi 17, la trattoria
Leon d'Oro, che fungeva da mensa della Muti, uccidendo dodici fascisti; ma una bomba esplosa in anticpo uccise anche i tre partigiani incaricati dell'azione: Lina Salvetti, Luigi Franci ed Albino Trecchi.
Il 5 febbraio il comando piazza del CVL di Milano comunicò al comando delle Brigate Matteotti che la commissione di inchiesta appositamente nominata il mese prima riteneva che nulla di negativo emergeva dal comportamento del comandante «Marcello». Si chiuse così un «caso» che aveva rischiato di provocare pericolose fratture fra i partiti della Resistenza milanese.
Il 6 febbraio il Corriere diede notizia che un milite fascista era stato ucciso da «sconosciuti» in via Giambellino. Il 7 vennero soppresse diverse linee tranviarie interurbane e l'8 vennero soppresse anche alcune linee delle Ferrovie Nord, con quale soddisfazione dei pendolari dello sfollamento è facile immaginare. Il 10 febbraio nuova incursione aerea su Milano con 2 morti e 4 feriti. Ma quello stesso giorno i partigiani attaccarono una caserma della guardia nazionale repubblichina in via Pallavicino, dove recuperarono 22 mitra e diverse pistole, un'altra caserma della gnr in via Duccio da Buoninsegna e la sede della Feldgendarmerie (la polizia militare tedesca) in via Buonarroti.
Un sabato pomeriggio, al sole delle tre
Il 14 febbraio Mussolini autorizzò la costituzione a Milano di un «Centro nazionale di studi sociali» sotto l'egida del ministero del lavoro; ma quello stesso giorno i partigiani entrarono all'Università Bocconi e tennero un comizio a studenti e professori. Sui banchi comparve anche un drappo rosso. I poliziotti fascisti presenti tentarono di reagire, ma nel conflitto a fuoco che ne seguì uno di loro venne ucciso ed un altro rimase ferito. Il 15 febbraio l'Azienda elettrica municipale invitò le aziende a ridurre il consumo di energia. Dal 19 venne sospesa per tre giorni alla settimana l'erogazione di gas domestico e qualcuno commentò: «Tant e (ani gh'emm nagotta de meli sul foeugh». Ma secondo i tedeschi la carenza di generi alimentari era soltanto «propaganda comunista per sobillare la classe operaia» e per smentirla il generale Kesselring nominò, quello stesso 19 febbraio, un suo rappresentante personale in Lombardia con l'incarico di scoprire i depositi clandestini di generi alimentari. Se poi fosse riuscito a scovare qualcuno di tali depositi non lo si seppe mai, certo è che se ci riuscì quello che c'era dentro se lo tennero i tedeschi.
In quegli stessi giorni Collini (Egidio Liberti) capo di Stato Maggiore del comando piazza di Milano del CVL, prese i primi contatti con il comandante della Guardia di Finanzia Malgeri per concordare l'apporto di quei reparti alla fase insurrezio-
nale milanese, per il cui coordinamento Leo Valiani, del Partito d'Azione, propose la costituzione di un organismo ristretto, di cui faranno parte lo stesso Valiani, Sandro Pertini (Oliva) per il Partito Socialista, Emilio Sereni per il Partito Comunista ed Egidio Liberti del Partito d'Azione.
Il 20 febbraio il CLNAI si riunì per discutere la distribuzione delle cariche nel periodo subito dopo la liberazione decidendo di assegnare per Milano la carica di prefetto al Partito d'Azione, quella di vice prefetto al Partito Liberale, qualla di sindaco al Partito Socialista, quella dei tre vice sindaci al Partito Comunista, al Partito Liberale ed alla Democrazia Cristiana, quella di questore al Partito Liberale, quella di presidente del CLN al Partito Comunista e quella di presidente della commissione economica al Partito Liberale.
A quella data, secondo una lettera di Lelio Basso a Pietro Nenni, la federazione milanese del Partito Socialista (retta a quei tempi da un comitato esecutivo composto dallo stesso Basso, da Aldo Ghinelli, da Emilio Scarioni e da Guido Bernardi) contava 4751 iscritti a Milano città, organizzati in otto comitati di zona, ed un altro migliaio di iscritti, suddivisi in 50 gruppi, in provincia.
Il 23 febbraio in molte fabbriche di Milano e di Sesto San Giovanni vi furono fermate di lavoro e manifestazioni per celebrare, in barba a fascisti e tedeschi, l'anniversario della costituzione dell'Armata Rossa. E alla Falck i lavoratori colsero l'occasione per commemorare anche i caduti del 3° GAP.
Ma il giorno dopo, 24 febbraio 1945, alle tre del pomeriggio di un sabato pieno di sole, un giovane venne raggiunto da una raffica di mitra mentre, a piedi, attraversava piazzale Baracca, a Porta Magenta. Ferito alle gambe il giovane rotolò a terra, tentò di rialzarsi, cercò tentoni gli occhiali che aveva perso, ma altre raffiche lo raggiunsero facendolo stramazzare morto al suolo. Allora i fascisti che gli avevano sparato senza dargli alcun preavviso si avvicinarono, con i mitra spianati al morto per verificare se il caduto era effettivamente la loro vittima designata: Eugenio Curie! (Giorgio), trentatreenne studioso triestino direttore de clandestina e de La Nostra Lotta, fondatore del Fronte della Gioventù. Ad indicarlo ai suoi assassini era stato un giovane fascista che lo aveva avuto come docente all'Università di Padova.
(27- Continua- Le puntate precedenti sono state pubblicate a partire dal numero di settembre 1982) Nelle foto in ano, accanto al titolo, i ristorante Camminati in piazza del Duomo trasformato in «Ristoratore» di durra (a sinistra) e rinterno della Scala distrutto dai bombardamenti (a destra). In basso un ritratto di Eugenio Curie! ~pino da Renato Guttuso.
gennaio 1985 pagina 3 - milano 19
Va soppresso l'istituto della finita locazione Bianco il bucato, azzurro il mare
L'Italia è l'unico paese industrializzato ad averlo - L'emergenza abitativa ricade soprattutto sui lavoratori dipendenti a basso reddito e sui pensionati, ma colpisce anche artigiani e commercianti che operano in locali in affitto
Si è tenuto a Chianciano Terme, il 5-6-7-8 dicembre 1984, il 4° congresso nazionale del S.U.N.I.A., Sindacato Unitario Inquilini ed Assegnatari col
motto: «Un sindacato rinnovato soggetto contrattuale e di trasformazione».
Esso è stato caratterizzato da una forte unità del mondo del lavoro.
Sono intervenuti come invitati l'ANIACAP, (associazione nazionale istituti autonomi case popolari), la Confedilizia, il Sindacato Pensionati Italiano, la Lega Cooperative Abitazione, il SICeT (Sindacato Italiano Casa e Territorio), la CGIL, l'Associazione Sindacale Piccoli Proprietari, il PSI, il PCI, I'UNIAT (ex Ull Inquilini), l'Associazione Nazionale Comuni Italiani e la Federazione Lavoratori delle Costruzioni.
Erano presenti 238 delegati in rappresentanza di tutte le regioni d'Italia. Hanno partecipato al dibattito in 30. Un totale di 42 interventi che sono andati quasi tutti nella medesima direzione.
Anche il Presidente della Confedilizia (una delle nostre controparti), pur con qualche diversificazione, ha lamentato la crisi di poteri e ha chiesto una consultazione effettiva, non solo audizione, come avviene nel resto d'Europa. Ha condannato la volontà politica di non aggiornare ilc atasto che favorisce l'evasione fiscale degli stabili non censiti. Ha affermato che si possono fare alcune cose insieme. Il 4° congresso ha condannato la politica del non governo.
Questo neoliberismo, causato dallo svuotamento della legislazione sulla casa, con la fine della fase legge 392 (equo canone).
Lo squilibrio tra domanda ed offerta d'alloggi in affitto, e l'alto costo degli alloggi in vendita, hanno causato il mercato nero dei canoni, diventati insostenibili per i redditi bassi.
Bisogna ripensare perciò al controllo pubblico dei canoni, per il tramite della contrattazione, individuandone i campi e l'iniziativa.
Occorre un serio governo dell'emergenza e della programmazione. Bisogna sopprimere l'istituto della finita locazione, (l'Italia è l'unico paese industrializzato ad averlo) e affidare un nuovo ruolo all'Edilizia Residenziale Pubblica, utilizzando i fondi ex Gescal per l'affitto, estendendo la contribuzione ai lavoratori autonomi.
E deplorevole che il governo storni fondi Gescal dalle costruzioni per darli ai Comuni affinché acquistino appartamenti già costruiti, non si sà a quale prezzo, per destinarli agli sfrattati.
Questo significa regalare miliardi alla speculazione edilizia che cederebbe all'Ente Pubblico tutto l'invenduto, dopo aver rastrellato ben bene il denaro liquido a disposizione dell'utenza casa.
Bisogna estendere il pagamento dei contributi Gescal anche ai lavoratori autonomi. Poiché anch'essi hanno il diritto d'accedere all'ERP, anch'essi devono accollarsi l'onere di finanziarla.
L'emergenza abitativa, è un problema che riguarda soprattutto i lavoratori dipendenti a basso reddito e i pensionati non proprietari del loro alloggio, ma anche i lavoratori autonomi. I primi sono interessati alla legge 392 (ora morente) ed alla legiferazione regionale per affitti, manutenzioni, spese accessorie e riscatti, ma non bisogna dimenticare che anche gli artigiani ed i commercianti operano in
cio del settore, con benefiche conseguenze per tutta l'economica della nazione.
È questo il titolo di una campagna lanciata a sostegno di una proposta lanciata dalle cooperative di consumatori e da associazioni ambientali per difenderci dall'inquinamento
locali in affitto ed anche loro sono soggetti ad una legge che regola gli affitti di botteghe e negozi, tra l'altro già scaduta e prorogata. Una liberalizzazione di quei canoni esporrebbe anche queste categorie agli sfratti, alle vendite frazionate (come è già avvenuto in alcuni casi), od all'accettazione del canone nero che si riperquoterebbe sui prezzi, in contrasto con l'attuale politica del contenimento dell'inflazione.
Ora vorrei trascurare un attimo i temi fondamentali del congresso per dedicare qualche riga all'inflazione, causa maggiore dei mali che travaglia il settore «casa». La mancanza e/o insufficenza di stanziamenti per l'edilizia sovvenzionata ed agevolata costringe gli operatori del settore a chiedere crediti al sistema bancario ad un tasso del 25% annuo. Questo incide negativamente sui costi di costruzione, manutenzione e ristrutturazione.
Poiché la legge sull'equo canone ora vigente, autorizza i proprietari di appartamenti ad aumentare le pigioni solo del 5% del costo delle manutenzioni straordinarie, molti di essi non chiedono prestiti al 25% annuo per ricevere, come contropartita, solo il 5%. E così molti stabili vengono abbandonati al degrado. Necessitano quindi di ristrutturazione. A termine di legge, dopo questo tipo d'intervento, si aggiorna il canone partendo dal costo base relativo agli stabili di nuova costruzione dell'anno in cui sono terminati i lavori. Gli stabili ristrutturati hanno un costo pari a quelli nuovi, che per il 1983 è di lire 770.000 al metro quadro. Anche applicando l'equo canone il costo diventa insostenibile per i redditi medio bassi. Da queste considerazioni emerge la necessità d'aumentare gli stanziamenti per tutto il settore riguardante la locazione, nuove costruzioni, recupero del degrado nei centri storici, abitazioni ed attività commerciali ecc. ecc... o stornando spese d'altri settori, ad esempio le spese militari, o aumentando l'imposizione fiscale (estendendo il contributo Gescal ai lavoratori autonomi).
In questi processi l'inflazione ha un peso determinante perché i tassi d'interesse sono superiori a quello dell'inflazione, crescono e calano seguendone l'andamento. Di quì la necessità di stanziare ingenti somme, o totalmente sgravate d'interessi passivi, o a tassi bassissimi affinché il costo del denaro non gravi eccessivamente sul costo dei locali.
Un'altra fonte di finanziamento è la lotta ell'evasione fiscale.
La riforma e l'aggiornamento del catasto edilizio urbano, l'imposizione di un'imposta patrimoniale che colpisca soprattutto lo sfitto e l'abusivismo di speculazione, che acconsenta il recupero del degrado e dell'abusivismo per necessità, può portare ad una graduale normalizzazione del settore.
Anche i lavoratori edili e dell'indotto sono in crisi, per cui emerge la necessità di lottare insieme, unitamente a tutto il mondo del lavoro, per un rilan-
Il congresso, ha sottolineato la necessità d'una programmazione sul territorio, che preveda case e servizi sociali che consentano una miglior qualità del vivere. Non basta costruire nuove case dove non occorrono, vedi seconde e terze case, o in quartieri desolati (dormitorio) o troppo vaste o troppo piccole per gli interessati, ma costruire case dove ci sono i servizi e servizi dove ci sono case; servizi a misura d'utenza, considerando l'età e la condizione sociale di chi vive nei quartieri.
La riforma degli I.A.C.P., per il loro miglior funzionamento, è indispensabile. Il loro disavanzo di 700 miliardi, a livello nazionale, diventa preoccupante. Un tempo erano solo i grossi carrozzoni, Milano e Roma in testa, ad avere elevati deficit, mentre i piccoli erano in pareggio; ora il numero degli istituti in perdita continua ad aumentare, estendendosi a macchia d'olio, rischiando di pregiudicare la credibilità dell'intero sistema dell'intervento pubblico, favorendo chi cavalca la tigre della vendita del patrimonio pubblico. Noi sappiamo che gli I.A.C.P. sono in passivo per-
ché male gestiti. Anche le autonomie locali vanno riformate. Esse devono essere il soggetto della programmazione delle abitazioni, dei servizi e del territorio. Devono avere più autonomia e possibilità finanziarie per svolgere quel ruolo, che per natura.
è loro congeniale, affinché ogni cittadino possa vivere in un ambiente socialmente civile.
Possibili controparti, per il S.U.N.I.A., possono essere: ANIACAP, Enti Previdenziali, Compagnie d'Assicurazione e Confedilizia. Dobbiamo lottare per il riconoscimento giuridico a trattare e concludere, come per i sindacati dei lavoratori. Lo statuto dei diritti degli inquilini, riconosciuto per legge come lo statuto dei lavoratori, deve essere la nostra prima conquista.
Per trattare con le controparti, è indispensabile uscire da questo caos e rilanciare il mercato dell'affitto, sia nel nuovo che nell'usato, affinché ogni uomo possa avere una casa, con mobilità da casa a casa, compreso la possibilità di migliorare la qualità del vivere mediante l'inserimento in quartieri e città vivibili umanamente.
Per difendere l'Adriatico dall'entrofizzazione Bianco il Bucato, Azzurro il Mare. E questo il titolo di una campagna di sensibilizzazione, partita il 25 ottobre, per ottenere una drastica riduzione del fosforo contenuto nei detersivi ed in ultima analisi per difendere il mar Adriatico e gli specchi di acqua chiusi, per esempio il lago di Como, dalla proliferazione algale, responsabile del noto fenomeno dell'entrofiz7A7ione. Da un'indagine di mercato si è rilevato che la stragrande maggioranza degli interpellati (87%) sarebbe favorevole ad un detersivo meno inquinante, a scapito del bianco «specchiante» mentre un esiguo
il nostro "sprittffig" quotidiano
Adottato in molti paesi europei, è un sistema ineccepibile per razionalità ed equità di trattamento - Consente la divisione dell'imponibile a metà, così da ridurre proporzionalmente l'aliquota di imposta
numero preferisce i detersivi attuali. Da questi risultati è nata una proposta, promossa dalle Cooperative di Consumatori e associazioni ambientali, ripresa come disegno di legge e presentata in parlamento da tutti i gruppi, che vedono come primo firmatario l'indipendente di sinistra Giorgio Nebbia, non nuovo a queste iniziative. In pratica si prevede una diminuzione del fosforo al 2,5% nel 1986 ed arrivare all'I% nel 1988, partendo dall'attuale 5% presente nei detersivi dal I settembre scorso. Questo porterebbe ad una notevole diminuzione delle quote di fosforo immesse in mare, dal 40% del totale all'8%, intervenendo anche sulle altre fonti di inquinamento, come quelle di origine zootecnica con produzione di energia (biogas).
Per parte nostra, ci pare ormai poco credibile insistere sul presupposto che solo recuperando il gettito dei tributi evasi si potranno adottare misure perequative d'imposta sul reddito unico nell'ambito della famiglia. Come è stato osservato nel precedente articolo, contrarietà a questo tipo di equità fiscale sono più numerose di quanto si possa immaginare. Dal clima manifestatosi da un po' di anni a questa parte, si ha la sensazione che una delle ragioni determinanti sia quella relativa al pregiudizio sul fenomeno sempre più assillante del lavoro nero (o sommerso, secondo definizione corretta e aggiornata) non controllato dal fisco e da assicurazione previdenziale.
Da qui presumibilmente la scarsa o nulla volontà politica e sociale di fissare in via definitiva quel concreto sgravio d'imposta che alla famiglia monoreddito dovrebbe essere riconosciuto, come del resto avviene in tutti i Paesi più sviluppati d'Europa. Ammesso e non concesso
che il ricorso ad una seconda attività lavorativa illegale sia prerogativa della famiglia monoreddito, perché non pensare allora che una sostanziale detassazione potrebbe anche esercitare un'azione deterrente sul fenomeno tanto colpevolizzato.
Il sistema in uso all'estero per determinare una diversa e meno pesante imposta sul reddito familiare è quasi dappertutto il classico ‹<splitting» (dall'inglese to split: dividere, separare), ineccepibile per razionalità ed equità di trattamento. Questo meccanismo consente di dividere in parti uguali fra i due coniugi l'intero ammontare dell'imponibile sull'unico reddito che entra in famiglia, così da ridurre sensibilmente l'aliquota percentuale dell'imposta. In presenza di redditi di entrambi i coniugi è consentito avvalersi della facoltà di dividere in due parti uguali l'importo complessivo dei due redditi.
In Italia esiste un progetto di iniziativa popolare e una proposta dell'onorevole Mario Usellini (de), da lunghissimo tempo in cantiere, che prevede anche nel nostro sistema tributario l'introduzione dello «splitting» per i redditi di lavoro dipendente (come si sa, una formula simile viene adottata nel lavoro autonomo per le imprese di tipo familiare).
Con la legittima speranza che questa soluzione non appartenga soltanto alla fantasia di un ipotetico libro dei sogni, consoliamoci al momento con un esempio in cifre del vantaggio economico che ne potrebbe derivare. Poniamo il caso di un monoreddito di 17 milioni, che oggi paga un'imposta lorda di 3 milioni e 600 mila lire. Tolte le detrazioni spettanti (quota esente: 36 mila; produzione reddito: 252 mila; spese personali:
18 mila; coniuge a carico: 240 mila, per un totale di 546 mila lire), l'imposta netta risulta di 3 milioni e 54 mila lire.
Dividendo il reddito fra i due coniugi, per ogni singola parte (8 milioni e 500 mila) l'imposta lorda sarebbe di 1 milione e 206 mila lire. Con le detrazioni naturalmente calcolate su uno solo dei due redditi (quota esente: 96 mila; produzione reddito: 252 mila; spese personali: 18 mila, per un totale di 366 mila lire), l'imposta netta totale risulterebbe di 2 milioni e 46 mila lire. Come si vede, un risparmio effettivo di I milione e 8 mila lire rispetto alla tassazione attuale.
Per rivedere il sistema di tassazione applicato al monoreddito, da oltre otto anni si sostiene un po' troppo a buon mercato che dovremo attendere tempi migliori, i tempi in cui non sentiremo più parlare o quasi di evasione fiscale. Non entriamo nel merito, ma l'esempio di quanta tenace resistenza si è manifestata nel tentativo di respingere il disegno di legge Visentini per combattere anche solo parzialmente l'evasione è sotto gli occhi di tutti. Intere categorie di lavoratori zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA indipendenti. spalleggiate persino da forze politiche della maggioranza timorose di «debacle» elettorali, si ribellano senza veri motivi plausibili a questa piccola ondata di rinnovamento in materia tributaria.
E proprio il caso di dire che in tutti questi anni ne abbiamo elargiti di soldi...
Umberto Berti
Per sostenere questa legge e renderne più veloce la sua approvazione sono a disposizione cartoline di appoggio reperibili presso i negozi Coop e alla Lega Ambiente, da spedire alla Camera dei Deputati. Ma mentre questa iniziativa di civiltà procede, l'inciviltà, o meglio la parte dei profitti, non sta a guardare. Emblematico l'atteggiamento di alcuni consiglieri DC della Calabria, scesi in campo per ostacolare questa legge, in difesa di una fabbrica produttrice di polifosfati (Montedison), con la «preoccupazione» della difesa della occupazione, ben sapendo che questa verrebbe salvaguardata, in quanto ci sono altri prodotti, validi sostituti dei fosfati, come le zeoliti ed i citrati e con tempi che prevedono la riconversione degli impianti senza provocare nuova disoccupazione. Che fare, mordersi le labbra alla Berardo Viola. Beh, incominciamo ad «affogarli» di cartoline. D'altra parte il consumatore può intervenire direttamente. Da una recente trasmissione di «Di tasca nostra» è emerso che tra i vari detersivi, alcuni hanno meno del 5% di fosforo, come il Mira Lanza, con il 4,8% e guarda caso con il prezzo minore. Scelga lui.
«mem: .:Z111r7:11111:ij Å an'::111 tugji 111111111111 PAVIMENTI RIVESTIMENTI KLINKER via Ricciarelli 45 - Milano Tel. 40.70.951 Si eseguono lavori di ripristino e di modifiche appartamenti milano 19 - pagina 4 gennaio 1985
Il 4° Congresso Nazionale del SUNIA Per difendere il mare dall'entrofizzazione
A. Locati SUNIA San Leonardo Gallaratese
La famiglia monoreddito invoca Dacci oggi (e sarebbe ora)
Introduzione alla storia della cooperazione (1) a cura di Giusto Perretta
El canton
Le ofignu . Ä della cooperazione del
La Cooperazione, così come la intendiamo noi oggi, non è sempre esistita; essa costituisce una istituzione di carattere popolare la cui nascita ha una ben precisa datazione.
Infatti essa sorse con il sorgere della grande industria e fu generata dalla trasformazione della società che, da prevalentemente agricola quale era sino alla fine del 1700, si trasforma in società industriale.
La storia della evoluzione sociale dell'umanità aveva bensì visto altri spontanei tentativi di difesa da parte degli strati più poveri ed emarginati della società, sotto forma di associazioni laiche e più spesso religiose di vario tipo ed ordine, ma mai essi avevano assunto le forme, i modi e le finalità della Cooperazione propriamente detta.
Quando l'industria, intesa nel senso moderno del suo processo di produzione ancora non esisteva e cioè circa cento-cinquanta anni fa e la borghesia non aveva ancora preso il sopravvento sulla nobiltà, questa dominava sulla stragrande maggioranza della popolazione. La gente viveva stentatamente di una attività rurale arretrata e di un artigianato povero che sopperiva alle più elementari esigenze delle masse contadine, mentre solo una parte di esso destinava i suoi preziosi e raffinati prodotti alla classe dominante.
Ciò non significa che la Cooperazione sia nata spontaneamente, come per miracolo; anch'essa in un certo senso ha avuto chi l'ha generata, i princìpi a cui ispirarsi anche se solo verso le metà del secolo scorso trovò poi il terreno favorevole per il suo rapido e sempre più esteso sviluppo.
Vi erano state nei secoli precedenti altre forme di carattere associativo o comunitario in campo artigiano specialmente, tra le quali notevole spicco assunsero, qui da noi, i «Maestri comacini»: pregevoli muratori, scalpellini, stuccatori e decoratori. Riunitisi in corporazioni di mestieri essi si erano dati un loro particolare ordinamento basato fondamentalmente sul «mutuo-aiuto.> e su di una suddivisione interna rispettosa di alcuni principi. Quello delle «gradualità», ossia gli appartenenti alla corporazione, in rapporto all'età ed alla professionalità, venivano considerati «apprendisti», «lavoranti» o «maestri». Vigeva poi il principio della «segretezza» che mirava, in un ordinamento chiuso, a tutelare la loro professionalità od arte, garantendo quello che noi oggi chiamiamo il «segreto del mestiere» e che in campo industriale è tutelato per legge dalle privative industriali, dai brevetti o dalla segretezza con cui le industrie tutelano i loro processi di lavorazione.
In campo agricolo profondi e vasti movimenti ideali e spirituali di carattere laico e religioso, specie all'epoca dei diversi movimenti riformisti della Chiesa, spinsero in numero rilevante uomini e donne ad unirsi in comunità agricole che specie quì dalle nostre parti, ma un po' dappertutto, a ricercare un diverso modo di vita, attingendo a nuovi ideali e realizzando in pari tempo considerevoli ed assai apprezzate opere di bonifica agraria.
Anche tra queste comunità vigeva il principio del «mutuo aiuto» il che sta a significare come, tra le classi più povere e sfruttate, sia emerso prepotentemente da sempre questo sentimento-necessità, di una reciproca difesa e garanzia comunitaria. Ciò del resto è avvenuto ed avviene anche per le altre classi più fortunate o privilegiate ma soltanto in occasione di eccezionali e particolari stati di necessità: guerre, epidemie, terremoti, inondazioni, ossia di grandi calamità naturali.
Quando, perché e dove nacque la cooperazione
barbee
La Craxilira
Ciao! Allora hai sentito Craxi?
Chi? EI crapon?
E perché il testone?
Beh... Te me disaret minga ch'el gh'ha ona crapa piscininna?!
No, ma... Si vede che ha una testa piena di idee...
Ode voeud.
Come sarebbe a dire piena di vuoto?
Te gh'ee in ment on balon sgonfiaa?
Non vorrai paragonare Craxi ad un pallone gonfiato?!
Mmm... Beh, lassem perd. Dimm, putost, se l'è che l'ha ditt.
Ha detto che avremo la lira pesante.
S'el sarev? On franch de piomb?
Ma no! Sarà una lira che varrà come mille delle lire attuali.
Sarev a dì ona specie di maxilira, insomma?
Appunto.
E a cosse che la ne poderà servì. Prima di tutto a darci fiducia.
Fiducia in cosse che chi inscì va tuttcoss a rotol!
Questo lo dici tu. Craxi invece ha detto che tutto va bene.
Si, come in la canzonetta.
Un sentimento di mutuo-aiuto che può anche essere inteso in senso religioso, come espressione di fraternità ma che successivamente è divenuto, con lo sviluppo industriale ed una più netta definizione e delimitazione delle classi sociali e con le sorgenti aspirazioni verso una società socialista, ciò che oggi è comunemente inteso come solidarietà di classe.
E così che, sui filoni ideali delle ormai estinte corporazioni, proibite per legge verso la fine del XVIII secolo perché considerate alla stregua delle società segrete, e con il sorgere dei primi opifici a carattere industriale, sorsero in Europa, in Inghilterra, in Francia ed in Germania prima, in Italia solo successivamente e vedremo più avanti il perché, le Società di Mutuo Soccorso, in prevalenza a carattere operaio, ma poi via via comprensive di tutte le categorie di attività ognuna delle quali costituì la popria Società di Mutuo Soccorso. Esse risentivano è vero delle origini corporative di cui rappresentavano tutti i difetti ma anche indubbiamente gli innegabili pregi. Questi ultimi erano senza dubbio prevalenti poiché contro il limite di una concezione chiusa, volta alla tutela delle singole categorie di mestiere, di professione odi attività in genere, offrivano però il pregio della «libera e volontaria adesione», della «solidarietà» che veniva espressa dal motto «Uno per tutti, tutti per uno» efficacemente rappresentato dal simbolo delle due mani che si stringono, della volontà di elevazione materiale e morale, espresse e praticate nei Circoli e nelle Scuole di cultura popolare, nella pubblicazione delle prime opere educative e di miglioramento tecnico professionale per i ceti popolari, nella concessione dei «prestiti sull'onore» a coloro che fossero stati colpiti da gravi disgrazie o malattie e ciò anche senza alcuna garanzia di carattere materiale, ed infine la stimolazione al piccolo risparmio dove e quando ciò era possibile.
Queste svariate attività erano in genere svolte dalle Società Generali di Mutuo Soccorso il cui campo di attività era ben più vasto di quello in cui operavano le normali Società di Mutuo Soccorso che si limitavano in genere a garantire — previo versamento periodico di piccoli contributi personali — un minimo vitale in caso di malattie ed infortuni, più raramente di disoccupazione e vecchiaia.
In Italia il sorgere delle Società Operaie ed il loro conseguente sviluppo, avverrà con notevole ritardo, cioè solo verso la fine dell'800 per raggiungere poi il suo culmine ai primi del '900, quando poi tramonteranno rapidamente, a causa della istituzione della Cassa Nazionale di
Previdenza prima, poi dalle istituzioni previdenziali e mutualistiche che contrariamente a quanto i più ritengono, non furono affatto merito del fascismo.
Ma veniamo alla Cooperazione ed alla sua storia. La storia della Cooperazione trova le sue origini proprio laddove trasse le sue origini quell'imponente sviluppo industriale e quindi commerciale che successivamente verrà indicato con l'espressione di «Rivoluzione industriale» e con il quale ha origine il vero e proprio proletariato moderno e quindi il movimento operaio.
Ma chi permise questa determinante trasformazione industriale e quindi sociale? Furono invenzioni assai importanti nel campo tecnologico e lo spirito dell'illuminismo che aveva squarciato le tenebre del secolo precedente, erano le teorie positivistiche e razionalistiche che tendevano ad assegnare all'uomo un posto nuovo nell'avvenire della società. Invenzioni assai importanti come quella del forno a riverbero (1766), la creazione dei primi impianti per la filatura del cotone, la creazione di un primo rudimentale telaio meccanico (1767), l'invenzione ad opere di Watt della prima macchina a vapore utilizzando le precedenti osservazioni di Papin che verrà presto utilizzata negli alti forni e per i trasporti terrestri e marittimi (1769), l'adozione del procedimento per la trasformazione della ghisa in ferro (1784); il sorgere verso la metà dell'800 della industria chimica particolarmente ad opera del Liebig ed altri che furono determinanti per il progresso industriale prima e successivamente anche per quello agricolo. Particolarmente al Liebig spetta il merito di aver compreso quale fosse il meccanismo con il quale si poteva ridare fertilità ai terreni, resi ormai sterili dal continuato loro sfruttamento.
Ma vi furono anche altre storiche coincidenze particolarmente in Inghilterra (il cui sviluppo coloniale stava allora segnando il suo apice) e che si possono riferire alla enorme disponibilità di materie fornitele a basso prezzo dal suo impero coloniale: particolarmente il cotone e la lana, una flotta mercantile di gran lunga la più importante, una larga disponibilità di combustibile (specie con la innovazione dell'uso delle pompe meccaniche nelle miniere), combustibile divenuto indispensabile e prezioso con l'applicazione della energia termica all'industria ed ai trasporti.
Ma il processo di industrializzazione non fu né facile né indolore. L'immissione dei telai meccanici portò disoccupazione e miseria. L'impiego del cotone, largamente coltivato anche negli Stati Uniti d'America
ove sfruttava una mano d'opera di colore e quindi a bassissima retribuzione (trattandosi di schiavi al limite della sussistenza), l'applicazione di tariffe doganali protezionistiche da parte degli Stati Uniti avevano bloccato le esportazioni del tessuto di flanella inglese verso quell'immenso mercato.
In pari tempo essendo così iniziata, sul piano economico, la grande accumulazione di capitali questa avrà bisogno di sfruttare sino all'estremo limite la forza ed il lavoro umano giungendo così alla estremizza7ione del concetto di «libera concorrenza». L'industria aveva bisogno di non avere legami, non le occorrevano vincoli legislativi, aveva solo bisogno di corrispondere ai lavoratori il minimo salario, di estendere al massimo la durata della giornata lavorativa, di avere a disposizione masse di riserva di disoccupati, sfruttando a vilissime condizioni anche il lavoro delle donne e dei bambini non solo negli opifici ma anche nelle miniere.
In tali condizioni di precarietà e di miseria, tra i lavoratori, sorsero verso la metà dell'800, quale strumento di difesa e di miglioramento delle loro condizioni di vita le prime esperienze cooperative che originariamente si rivolsero essenzialmente al consumo, proprio perché allora si trattava di soddisfare il problema più elementare ed essenziale, la fame. Il periodo che andò dal 1820 fin oltre la metà del secolo fu appunto ricordato come il «quarantennio della fame».
Furono proprio le maestranze tessili della cittadina inglese di Rochdale, nel Lancashire, che subendo sia il tracollo delle esportazioni delle flanelle sia l'introduzione dei primi telai meccanici, sotto la spinta delle necessità diedero vita nel 1843 a quello che giustamente può essere definito l'atto di nascita della Cooperazione e che rimasero famosi con l'appellativo di «Probi pionieri di Rochdale». Per la prima volta infatti essi stabilirono delle norme precise, che salvo alcuni adeguamenti adottati nel 1966 dall'Alleanza Internazionale delle Cooperative (A.C.I.), costituiscono ancor oggi i principi fondamentali su cui si basa la Cooperazione nel mondo.
Essi sono: Adesione libera e volontaria — Amministrazione democratica — Interesse limitato sul capitale — Distribuzione dei residui (Ristorno) — Educazione cooperativa — Collaborazione fra le cooperative.
Da allora la Cooperazione si estese rapidamente in tutto il mondo differenziandosi nei più svariati settori di attività.. (1 - Continua) Nella foto l'interno di un'antica cantina cooperativa.
Quale canzonetta?
Quella che la fa: "Tout va tres bien, madama la marchesa..."
Beh... Ma il tasso di inflazione è rallentato...
Ma l'è minga andaa al de sotta del des per cent.
E ci sono i sintomi di una modesta ripresa produttiva. E intanta i disoccupaa e i cassaintegraa segutenn a cress.
Ma Craxi ha detto che nel 1990 non ci sarà più disoccupazione.
Si campa cavali... E intanta chi paga hinn semper quei.
Ti riferisci forse alle tasse?
Anca a quej.
Ma se il governo Craxi ha appena varato un decreto antievasioni!
Ciamell antievasioni! Quell lì, se tutt va ben, l'è appenna appenna assee per fà minga scappà i lader de gaijnn.
Che intendi dire?
Che i gross evasor seguiterann a pagà minga i tass.
Ma se è previsto anche l'accertamento induttivo!
Si, ma domà per quei che fann maron a fà minga di fattur o robba del gener. E poeu...
E poi cosa?
E poeu el problema l'è minga tutt lì.
E dove sarebbe, allora?
L'è int el manegh!
Ma di che manico vai parlando?
Ma si, insomma, el problema l'è int el sistema ch'el divid i italian in tre categorij.
Quali categorie?
Beh, la prima l'è quella de quei che lavorenn sotta padron e di pensionaa che paghen i tass finn a l'ultim ghell.
Certo, glie le trattengono alla fonte.
Poeu gh'e la categoria di picco) imprenditor, che, ciappaa fra el governo ch'el fa nagotta per lor e i banch che i e ciappenn per el coli, cerchenn de rangiass e appenna podenn paghenn minga i tass.
E la terza categoria?
La terza l'è la pusee loeuggia. L'è quella di gross maneggioni de danee, che a furia de speculazion guadagnen miliard sora miliard, ma poeu paghenn minga de tass perché la leg, tra esenzion e alter marchingeni, ghe permett de pagaj no.
E con questo?
E cont quest te credet che per ridagh fiducia a la gent la sia assee ona maxilira?
Beh... Ma...
Ma a pensagh ben me vegn on dubi.
Quale dubbio?
Che forsi forsi el Craxi pusee che la maxilira el voeur fa la Craxilira.
La Craxilira? E cosa sarebbe?
Ona moneda grossa e pesanta con sù el crapon del Craxi, che inscì el riusirev mei a rompenn i saccocc. Ciao, te saludi! el barbee
gennaio 1985 pagina 5 - milano 19
Un segno dei tempi
Teologia della liberazione e
libertà dei popoli
(in riferimento non soltanto etico o sociologico, ma strettamente teologico in un mondo di uomini costretti ad una vita disumana
Una premessa s'impone, prima di inoltrarci nel nostro discorso: chiarire i termini «Teologia e Liberazione». Il termine teologia è antico quanto è antico il cristianesimo; con esso s'intende indicare la riflessione che i credenti fanno sulla loro esperienza o prassi di fede. Infatti la fede cristiana, è o dovrebbe essere soprattutto prassi. Ma l'uomo ha anche bisognq di riflettere sul proprio agire. E il famoso passaggio Prassi-Teoria-Prassi, che determina e sostiene un progetto efficace di cambiamento.
E al momento teorico che nasce la teologia, (etimologicamente questa parola deriva dal greco e significa: discorso su Dio) come atto secondo: l'atto primo rimane sempre di esperienza e la prassi di fede.
Con il termine «liberazione» s'intende, quel processo di intervento nella storia per liberare l'uomo da ogni stato di oppressione.
Dopo questa premessa, alcuni dati. L'ambiente geografico in cui nasce la teologia della liberazione, è l'America Latina.
L'ambiente storico e culturale è costituito da popoli in cui è radicata una semplice ma profonda religiosità, e nello stesso tempo oppressi da regimi e poteri politici ed economici. In questo contesto, dapprima, si ebbe una presa di coscienza da parte di credenti che, rifacendosi al Vangelo di Gesù, al discorso biblico di un Dio liberatore degli oppressi, si rendono conto che il vivere la propria fede significa lottare ed impegnarsi, già fin d'ora, per attuare ciò che biblicamente viene chiamato «Regno di Dio»: cioè una società più giusta e più libera. Questi cristiani, prendono coscienza della situazione di oppressione, si organizzano, attuano forme di impegno e di lotta: sorgono in tutta l'America Latina le «Comunità di Base» (siamo attorno agli anni '60).
Alcuni di questi credenti, teoricamente preparati, avviano una riflessione teorica sul movimento: nasce la teologia della liberazione. I primi libri sono tradotti in italiano, attorno agli anni '70.
Non è possibile riassumere in un articolo di giornale tutti ,i contenuti di questa teologia. E importante cogliere almeno la caratteristica essenziale e qualificante: la possiamo riassumere schematicamente in questo modo.
I teologi della liberazione hanno scoperto un nuovo «punto di partenza» del fare teologia, un'angolatura entro cui recuperare tutta la grande tradizione cristiana, ma, appunto riletta diversamente, interpretata con occhi nuovi. Questo punto di
Intervista all'assessore Costa
partenza è il povero, è il popolo dei poveri: nella sofferenza della sua carne e nel grido e nel canto della sua anima, nella sua duplice e unica realtà di «popolo sfruttato e credente».
E questa un'affermazione del teologo Gutierrez, il padre della teologia della liberazione.
A questo punto s'impone la domanda: perché incomincia qui, il far teologia? Forse perché il povero è categoria sociologica o storica illuminante? Questa ragione, quando è presente, è collaterale e subordinata. 'La ragione principale è che i poveri sono il luogo privilegiato della rivelazione di Dio; e che la teologia, come discorso umano su Dio, non può che cominciare lì dove Dio svela la sua presenza, dove Dio si fa teologo di se stesso, dicendo la sua Parola storicamente originaria.. Ora, affermare che questo luogo è il povero, non è cosa di poco conto, né di scontata attendibilità. E la parola più antica della tradizione biblica e della voce Evangelica; ma è anche la parola più nuova, perché è come il ritorno di un rimosso, il superamento di quel lungo oblìo, che ha caratterizzato per lungo tempo, per troppo tempo, la stona dell'Occidente.
Qui la posta in gioco della teologia della liberazione: da dove abbiamo il diritto di parlare di Dio e di parlare secondo
Dio? I teologi della liberazione rispondono: dal povero, dallo sfruttato, dall'oppresso, qualsiasi sia il tipo di oppressione. Per questi teologi il riferimento a questo mondo di uomini costretti ad una vita disumana, non è solamente etico o sociologico, ma strettamente teologico.
Qui è la sfida con cui le altre teologie sono chiamate a misurarsi: siano esse conservatrici o progressiste, siano esse cattoliche o protestanti. Si sapeva che la gloria di Dio era migrata dal tempio alla città; ma soltanto i teologi della liberazione hanno ricordato, che essa si è posata sul povero come istanza di giustizia e come principio di vita.
Ma perché allora un documento così allarmato e quasi di condanna da parte della Chiesa ufficiale? ci nferiamo al documento dell'ex Santo Uffizio, per la dottrina della fede, firmato dal suo presidente, il Card. Ratzi nger.
Qui il discorso si fa più lungo perché richiede un esame approfondito dei rapporti fra la Chiesa di Roma e le Chiese locali dell'America Latina in un momento in cui situazioni socio-politiche, fermenti post-conciliari ripropongono a tutto il mondo ecclesiale, problenii vecchi e nuovi.
Carlo Trapattoni
Ci son duecento incarichi per giovani disoccupa
Ä à
Ma finito l'incarico si perderà il posto, anche se il lavoro prestato potrà essere considerato nei "titoli" per concorsi pubblici
Malgrado si continui a parlare di ripresa economica i posti di lavoro e comunque la situazione occupazionale non accenna a migliorare; anzi la situazione peggiora sempre più, tant'è che in Lombardia i giovani in cerca di una prima occupazione sono 200 mila.
Il Comune di Milano ha deciso, nel quadro di una strategia che produce anche posti di lavoro, di offrire una possibilità peri giovani iscritti all'ufficio di collocamento tra i 18 ed i 35 anni, e cioè quella di dare una occupazione temporanea a 200 di questi: Abbiamo perciò chiesto all'Assessore del Personale del Comune Antonio Costa quale sono le opportunità che offre questa iniziativa.
R. Ma intanto questa, un lavoro per un incarico temporaneo, però occorre non dimenticarsi che i vincitori dei concorsi pubblici, sono in larga parte giovani. L'amministrazione Comunale ogni anno assume circa 1.300 persone, che è il turn-over medio del Comune, ed il 60% sono giovani con una età al di sotto dei 30 anni.
Quindi il Comune fa concorsi ma da anche incarichi ed evita così di dare incarichi o doppio lavoro al personale già occupato, senza caricarlo di straordinari offrendo questa possibilità a chi un lavoro non l'ha. Questi incarichi sono così per
Quindici giorni al mare con un gruppo di anziani
Mi ritengo fortunato ad essere dato scelto dalla azienda turistica a seguire il Gruppo anziani alle vacanze al mare.
Fortunato perché si è trattato di gente in gamba per salute e vivacità, abituati a vivere in comunità in quanto la maggioranza ha lavorato in fabbrica o in ufficio.
La loro storia assomiglia alla mia; costretti a lavorare fin da bambini si è dovuto lottare, prima per costruirsi una famiglia e ora già anziani, si deve ancora lottare contro le disavventure familiari e i malanni.
Per questo mi sono sentito subito uno di loro, più un amico che un «capogruppo» e con loro si è stabilito un rapporto di amicizia e di stima reciproca. E così, malgrado il brutto tempo e grazie all'ottimo trattamento ricevuto in albergo e alle numerose iniziative dell'azienda turisti-
ca, possiamo dire di aver trascorso 15 gg. di vacanza veramente in buona armonia e tanta allegria.
Qualche problema c'è stato, ma è stato risolto grazie a questo clima, con la massima collaborazione.
Sarebbe spiacevole che questo rapporto venisse a cessare con la fine della vacanza e che, presi ognuno dai propri problemi, si finisse per chiudersi nel proprio guscio e dimenticare un'esperienza che penso sia stata di insegnamento per tutti.
La vita comunitaria aiuta a superare le angosce della solitudine, perché assieme si scambiano le proprie esperienze, si fa la partita a carte, la risata e, perché no, la cantatina...
Sono soddisfatto di questa mia esperienza, perché lavorare con gli anziani è molto interessante e dà soddisfazione, so-
prattutto se si opera con sincerità, senza falsi paternalismi.
Gli anziani sono persone semplici e dignitose e non vogliono essere né tollerati né compatiti, ma compresi e rispettati.
Hanno lavorato tanto per la loro famiglia e società, senza risparmio di energie, quando a lavorare nei campi e nelle fabbriche era molto più duro di adesso. Perciò è giusto che la società riservi sempre più maggiore attenzione ai problemi di questi ex-lavoratori e lavoratrici al fine di rendere loro meno difficile questa fase della loro esistenza.
Tutto quello che viene fatto in questa direzione non è un regalo per gli anziani, ma un giusto riconoscimento per quanto hanno fatto.
esigenze temporanee di intervento, che in passato venivano soddisfatte con straordinari o altro.
D. Chi avrà prestato lavoro all'interno del Comune con questi incarichi, avrà poi la possibilità di far parte dell'organico del Comune?
R. No, il concorso rimane sempre. Per entrare in ruolo nel comune bisogna fare il concorso aperto, si potrà vedere di dare un riconoscimento per il lavoro prestato, siccome il concorso si basa su prove pratiche e titoli, nei titoli si potrà valutare il lavoro prestato, questo sì.
Il bando che è stato emesso il 17 dicembre scorso, da tempo un mese per presentare la domanda, si avrà poi una selezione.
D. Quali prestazioni verranno richieste dal Comune?
R Diciamo che abbiamo messo nella delibera alcune indicazioni di massima, si tratti di recapito di certificati elettorali per esempio o di inchieste su un determinato aspetto amministrativo della vita della nostra città, insomma diverse cose di questo genere.
D. Questa prestazione durerà per quanto tempo, è stato fissato un tetto massimo?
Facciamo l'esempio: c'è un'inchiesta sul traffico e bisogna avere un certo numero di questionari esitati, si dà l'incarico a /00 giovani per fare questo rilevamento, finito il rilevamento cessa anche il lavoro. Questo non vuol dire che poi non si possa dare successivamente un altro incarico.
D. 11 compenso che verrà corrisposto?
R. Dipende dall'incarico e dal tipo di prestazione che verrà richiesta che ha delle sue proprie tariffe; l'amministrazione ha diversi incarichi professionali e commisura la remunerazione di questi, in relazione alla sua specificità; quindi varia anche la retribuzione.
Capo Lega S.P.L.-C.G.I.L. Carlo
R. No l'incarico sarà da,o in relazione ad una determinata quantità di lavoro e quindi finito quel lavoro, l'incarico potrà anche essere rinnovato, mafinito quel lavoro èfinito
Caprara
Una cosa che vorrei precisare è questa: il problema del lavoro non lo può risolvere il Comune di Milano, l'amministrazione può dare un contributo alla ripresa economica del paese e lo ha fatto per esempio martedì 4 dicembre, votando 450 miliardi di mutui per opere che solleciteranno occupazione, Indiretta, sia in aziende private che in quelle pubbliche. Noi vogliamo dare qualche piccolo esempio come questo, il Comune di Milano è la sola azienda che in questi ultimi anni è quella che copre il turpi-over, quindi ogni anno assumiamo mediamente 1.300 persone, per la maggior parte giovani, però abbiamo voluto ritagliare questo ulteriore spazio che non ha valore in assoluto, ma come evidenziazione di un problema drammatico, che va affrontato con urgenza ed interventi mirati.
IL CANDIDATO CALCOLI PERCENTOALIIENTE QUANTE PROBAB/LITA NA DI VINCERE QuEsro CONCORSO .
Un'esperienza positiva
milano 19 - pagina 6 gennaio 1985
111111111111111111111111Ä11E11111111111111111111111111111111111111Ä1111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 Carni LA PRIMA. Per chi se ne intende di qualità e risparmio: but L. 6.500 al Kg. coscia polpa L. 8.900 al Kg. Punta L di vitello . 3.480 al Kg. fontal i 540 all'etto arrosto di L. 5.980 al Kg. vitello magro taleggio i Valsassina 650 all'etto nodini di vitello L.11.280 al Kg. cotechini no e st c rani L. 7.000 al Kg. emmenthal svizzero 780 all'etto LA PRIMA il nome della carne MILANO - P.zza Loreto (Mezzanino MM) tel 209191
I mestée de la Milan de semper
Da psicologo a la pubblicità
Ci sono voci nei mestieri moderni che non sono considerate dai glossari, ma l'anedottica fiorisce ugualmente e la pungente bonomia milanese si adopera per frustare con la dialettica
di Arcano
Privative e generi di monopolio; «tabacchée, mercant de tabacch». La voce «mercant de tabacch» è apparsa scarna quando s'è fatto accenno alle variazioni della generica presentazione del «mercant»; oggi è caduta in disuso e quasi tutti usano il vocabolo «tabacchée» sia per indicare colui che possiede la licenza per la vendita di tabacchi ed altri generi di monopolio sia, impropriamente, per indicare il negozio dove si smercia tabacco e consimili o derivati. «Voo in del tabacchée» (vado dal tabaccaio).
Esistono negozi in cui oltre ai tabacchi ed altri generi di monopolio è annesso il bar, tavola calda, biliardi, ecc. con relative licenze separate; vi sono tabaccherie con rivendita di giornali e vi sono anche tabaccherie con bar che non tengono a disposizione del pubblico i valori bolla-
ti e nemmeno cartoline (sembra che non vi sia l'obbligo da parte degli esercenti; discrezioni o limiti personali, scarso guadagno?).
Anche queste privative hanno dovuto seguire il progresso e le ingiunzioni; non più sigarette sciolte (che in tempi duri si comperavano anche una alla volta) non più i bilancini per il tabacco da fiuto comperato a grammi da consumatori d'altro stampo; ora tutto è in confezioni fisse e chi ha... vizi se li tenga rinunci; periodicamente le marche cambiano nome. La dislocazione degli esercizi in cui si vendono generi di monopolio segue una prassi severa ed il titolare di una licenza è soggetto ad obblighi ferrei, ma gode del diritto di prelazione quando uno stabile viene demolito e poi ricostruito. «Tabaccà» significa fiutare
Dialettologia milanese (15)
Milanese-catalano: stretta connessione
Atroci dubbi sulla paternità del nostro dialetto sono avallati dai reperti scritti di due grandi esponenti molto citati, ma che probabilmente... non parlavano come scrivevano
Gioverà riportare una nota per quei lettori che hanno le idee confuse circa la natalità del dialetto milanese; l'attribuzione di paternità a Pietro di Bescapè e Bonvesino dalla Riva s'impernia sugli errori interpretativi del Bartoli, Biondelli, Salvioni ed altri; il filone letterario del volgare nella sua lenta elaborazione ed accentuato distacco dal latino si distingueva nettamente tra lo scritto ed il quotidiano conversare, la qual cosa era sfuggita ai valenti studiosi citati.
Nell'Italia settentrionale si parlava una lingua illustre formatasi contemporaneamente alla toscana e siciliana, lingua in cui confluivano elementi tradizionali antichi e comuni a tutta l'Italia del Nord ed in parte all'intera penisola; elementi del latino, del francese e del provenzale oltre agli elementi dei dialetti locali che, prevalendo da favella a favella, hanno poi avuto il sopravvento sino a determinare il toscano lingua nazionale per il merito di Dante, Petrarca e Boccaccio.
Un brevissimo stralcio di Pietro da Bescapè: «No è cosa in sto mundo — tal è la mia eredenia — ki se possa fenire se la no se comenQa... Cuntare eo se volio e tare per raxon una istoria veraxe de libri e de sermon...» e quindi di Bonvesino dalla Riva: «... mal habia l'ora ke tu fusi zenerao, per ti fu usuraio, frodoso e renegao, perk'eo te vosse fa rito venu sont affollao... per to amor eo ardo entra preson fondadha, mato è ki per fiokten l'arma impantanadha...».
E facile notare una stretta parentela nella poetica dei due religiosi con il latino in decadenza ed il dialetto veneto più che del milanese, un uso marcato delle consonanti X e K, della «Q» come d'uso nel provenzale e francese in luogo della consonante S ed infine l'inserimento della consonante muta H prevalentemente a seguito della D e seguita da "osale.
Nel dialetto milanese la consonante muta H è un segno grafico distintivo come per l'italiano e d'uso corrente per la distinzione di C e G dure, con l'eccezione di quella particella «ghe» che a volte si tronca apostrofandola in presenza di forme concatenate, in prevalenza con i verbi ausiliari essere ed avere. (Vedasi «Milano 19» del marzo 1984).
Si notano nel dialetto milanese molto vocaboli in cui la consonante P in corpo di parola si trasforma in V ed a volte anche in B e ne seguono questi esempi: «avert, canev (canov), cave, cavra, coverc, covert, pever, rava, senavra, savon, savor, zenever, ecc. (aperto, canapa, capelli, capra, coperchio, coperte, pepe, rapa, senape, sapone, sapore, ginepro, ecc.). Ed anche i verbi seguono il criterio: «dervì, dovrà, insavonà, savè, ecc. (aprire, adoperare, insaponare, sapere, ecc.) a cui seguono logicamente le relative declinazioni.
Vocaboli in cui la consonante V sostituisce la B «fever, galavron, sciavatt» (febbre, calabrone, ciabatte) e dove la B sostituisce la P «cobbia, pobbia, stobbia» (coppia, pioppo, stoppia) sono meno frequenti; ci sono poi vocaboli in cui la consonante V sostituisce indifferentemente altre consonanti: cavagn, oreves, pivell, puvion, spuvà, ecc. (cesto, orefice, ragazzo, piccione/i, sputare, ecc.).
Da un esame comparativo la risultante è questa: moltissimi di questi vocaboli sono simili a quelli del dialetto catalano (non spagnolo come si suole accennare, poiché la lingua nazionale spagnola è il castigliano); come è noto la presenza in Milano degli spagnoli fra alterne vicende è durata qualche secolo ed ha inciso moltissimo; proprio per questo nella indagine svolta sono assenti vocaboli che configurano il classico grafema «oeu» ereditato invece dal provenzale. (Continua)
tabacco, ma nel gergo vuole anche dire filarsela, andare via, scappare; «tabacchera» invece, oltre all'astuccio per riporvi il tabacco da fiuto o alla moglie del tabaccaio o ancora la titolare della licenza, in gergo ha il furbesco significato di sesso femminile.
Molte tabaccherie fungono anche da succursale della bisca governativa: lotto, totocalcio, lotterie varie e totip e vendono per conto dello stato il chinino quale medicinale... di monopolio!
Profumeria: i moderni milanesi la scrivono tal quale e si limitano a stringere la O in U nella pronunzia; profumiere e profumiera «profumée e profumera». Ma i vecchi milanesi usano ancora «perfum, perfumée, perfumera, perfumàa» (profumo, profumiere/a, profumato) e qualcuno ogni tanto rispolvera la voce «unguentari», decisamente vetusta, derivante dal fatto che il profumiere d'antico stampo vendeva tutta una serie di unguenti e suffimigi, ceroni e ciprie curative in concorrenza con gli speziali del tempo, saponi e sali da bagno curativi compresi.
Le profumerie d'oggi sono trasformate con l'incalzare delle nuove produzioni cosmetiche ed oggettistiche così che alla tradizionale vendita di profumi, ciprie varie, talchi, rossetti, forcine e pettini spazia alla bigiotteria, chincaglieria, pelletteria e un'infinità di articoli per regalo, comprese ovviamente alcune borsette da toelette in cui si ritrovano vere tavolozze di colori per viso, labbra, occhi e nei finti.
Si vanno sempre più diffondendo le profumerie che oltre alla vendita di prodotti noti e citati vendono anche cuffie per doccia, guanti in spugna, fasce per capelli, asciugacapelli, mutandine per neonati, indumenti dimagranti, ecc.; alcune effettuano trattamenti estetici, massaggi e... restauri vari!
Anche quì la bonomia scanzonata del meneghino attinge per qualche frizzo corrosivo e può accadere di sentire qualcuno esclamare: «La gh'ha tant incroppàa el faccion che la par on mascheron de fontana!» (Ha tanto incrostato il faccione che sembra un mascherone di fontana) riferendosi a quelle maschere di pietra che ancora si possono notare in antiche dimore e la cui bocca getta acqua.
Più comune il frizzo indirizzato a coloro che abusano di profumi e deodoranti di certa acutezza: «L'individov tropp perfument el deventa tarneghent!» (L'individuo troppo profumato diventa puzzolente all'eccesso!). Nota: «tarnegà» è il dispregiativo di «spuzzà», puzzare, quindi il massimo della puzza.
Psicologo: libero professionista, oppure esercitante il suo lavoro in speciali centri o cliniche, ospedali ed anche presso altre sedi non necessariamente mediche o paramediche. La voce non esiste nei vocabolari milanesi essendo anch'egli configurato tra i «dottor» e
tra l'altro la specializzazione è stata messa a fuoco sul piano sociale soltanto da tempi relativamente recenti. Non è maltrattato come lo psichiatra (accennato alla voce generica «dottor» come «el dottor di matt») ma ugualmente indicato dal popolo minuto ed effervescente «dottor di disperiâ (dottore dei dispari, intesi come irregolari) nella sua fantasiosa creatività d'immagini.
Lo psicologo si adopera infatti per liberare da turbe, nevrosi, depressioni, balbuzie, problena sessuologici, ansie, ecc... un'infinità di persone ed è indubbiamente un benemerito lavoratore che, come tutti, «el fa el so mestée».
Oltre alle varie terapie atte alla eliminazione di disturbi, alla rieducazione a seguito di traumi correzione di difetti congeniti egli esplica l'indagine sull'individuo per scoprirne l'attitudine ad un certo lavoro (esame psicologico) o alla guida di veicoli ed ancora a speciali servizi in cui si rende necessaria una certa garanzia di abilitazione.
Responsabilità non indifferente quella della psicodiagnosi ed il popolano viene... assolto per alcune sue spregiudicatezze dialettiche; quando cioè il Tizio rivela una propria fobia ed il Caio lo strapazza un po' ruvidamente riempiendosi la bocca di una dizione insolita: «A te gh'ee j arlii, và in del psicologo!» (Hai le ubbie, vai dallo piscologo!).
Pubblicità: studi di pubblicità; si scrive allo stesso modo sia in italiano sia in milanese, con la nota eccezione della pronunzia della U. Le agenzie pubblicitarie e gli studi non si contano, tanto più che le branche di questo settore sono molteplici e di variata specializzazione.
Le tre prime «figure» pubblicitarie sono cartellonistica fissa, cartellonistica veicolare, cartellonistica... umana, ove si vogliano ricordare i famosi uomini-sandwick di tempi lontani.
Distribuita secondo la logica di tempi diversi la pubblicità trae il suo diffondersi da un preciso studio della psicologia ed allinea sempre più concretamente quei ritrovati dell'inventiva sfruttando il veicolo più aggiornato; dalla stampa quotidiana a quella periodica e dal bianco e nero al colore; quindi alla pubblicità mobile, veicolare; chi di noi non ricorda i vecchi tram con la troneggiante pubblicità che fece dire ai nostri nonni: «L'è adrée 'riva el Campari!» oppure: «Gh'è chi el Brill!?».
Con la crescita della radio ci fu un'adeguata campagna di pubblicità e la stessa cosa maturò col cinema, la televisione il diffondersi dell'illuminazione elettrica sia normale sia a tubi fluorescenti o al neon; naturalmente anche i vecchi «affissi» si aggiornarono e con lo sviluppo della rete viaria, stradale, autostradale e ferroviaria si moltiplicano i numerosi cartelli che fiancheggiano i percorsi.
Dunque: cartelli, insegne, targhe, volantini, tiritere radio-te-
levisive o micrometraggi cinematografici ci posseggono, ci assillano, ci stringono sempre più da vicino, ma non c'è sosta per la pubblicità; essa ci arriva attraverso le offerte di buoni sconto (ce ne riempiono le caselle della posta e qualcuno nello strappare nauseato un pacco di «reclame» ha involontariamente buttato nella carta straccia anche le bollette della luce, del gas o del telefono!) e ce la appiccicano sugli indumenti, ce la mettono sul parabrezza dell'automobile o ce la impongono con tutti i mezzi con cui può essere diffusa.
«La pubblicità è l'anima del commercio!» Con questo slogan di per se stesso pubblicitario inducono chiunque a farne o ad accettarla; la mettono sui biglietti di tram o metrò, sulle schedine del totocalcio, ce la impongono negli stadi, nelle palestre, in chiesa, ovunque; l'unico luogo in cui non ne è stata notata sembra essere il cimitero!
Non manca certo l'aneddotica al riguardo; recentemente un umorista viaggiando in automobile con un amico che si era
fermato allo «stop» lo apostrofa angelicamente: «Oé, t'ee vedùu che el tò giornal el fa la reclam anca per tèra?» Per tutta risposta l'amico giornalista, dotato d'un certo spirito di rimando gli risponde: «Te vedet, con quel che costa incoeu la carta come trovada l'è minga mal!» (Vedi, con quello che costa oggi la carta come trovata non è male!).
La pubblicità a buon prezzo è quella degli autoadesivi: costano, è vero, ma con le manie di certa gente di appiccicarne in grande quantità ovunque ne deriva una pubblicità a lunga scadenza; ad uno di questi maniaci che aveva letteralmente tappezzata l'automobile un amico ironicamente gli chiese: «Oé, quanti sponsor te gh'eet?».
(Continua)
Nell'illustrazione: Milano agli inizi del secolo. Manifesti elettorali sulle colonne dei Portici Settentrionali della Galleria Vittorio Emanuele.
convenzionato SAUB
Il Laboratorio per i prelievi ha il seguente orario:
!dal lunedì al sabato ore 8 - 9,30 si eseguono prelievi anche a domicilio
LABORATORIO di ANALISI MEDICHE LACOMINA s.r.i. POLLINE PROPOLI via delle Ande 5 tel. 3086091
gennaio 1985 pagina 7 - milano 19
milano 19 pagina 8
Sabato 15 dicembre'scorso
Inaugurata al Gallaratese la nuova sede dell'USSL
Entrata in funzione il 17 dicembre. Completamente computerizzate le operazioni di certificazione e prenotazione - Una convenzione con la Croce Bianca
La nuova sede dell'USSL della zona 19 è stata inaugurata sabato 15 dicembre ed aperta al pubblico lunedì 17 dicembre. E ubicata in via Ojetti 20, al quartiere Gallaratese, vicino alla stazione Bonola della MM. Parecchie novità. Una sarà sicuramente apprezzata dagli utenti: le operazioni di certificazione e di prenotazione saranno completamente computerizzate in modo da evitare o ridurre al minimo le code. La vecchia sede ex I nam di via Novara ovviamente rimarrà continuando a funzionare come presidio sanitario. In via Ojetti funzionerà un ambulatorio con diversi servizi: prelievi del sangue, oculistica, cardiologia, otorino, geriatria, ecc. Da notare, inoltre, che il comitato di gestione dell'USSL di zona ha stipulato una convenzione con la Croce Bianca per garantire agli abitanti del QT8, del Gallara-
Via Uruguay 32
Uno sconcio che dura ormai da diciott'anni
Nel palleggio delle responsabilità, chi ci rimette sono gli abitanti costretti a vivere in un ambiente degno della peggiore "bidonville"
Da quando sono iniziati i lavori al n° 3 di via Alex Visconti la tabella con le indicazioni di massima su ciò che si costruiva in quel cantiere è stata esposta solo nei primi di dicembre sempre dell'84 grazie all'intervento di un nostro redattore; una dimenticanza grave... o no?
La seconda dimenticanza, mol-
tese e di San Siro un servizio gratuito.
L'apertura della nuova sede precede l'avvio di una nuova struttura a tutela della salute degli abitanti della nostra zona: quella che funzionerà presso il nuovo Centro Civico in costruzione sulla spina centrale del Gallaratese, dove verrà aperto un laboratorio radiologico, uno studio dentistico, ecc.
Leonardo Banfi, consigliere comunale comunista e membro della USSL, ha dichiarato: «L'apertura della nuova sede di via Ojetti dimostra che l'attuazione della riforma sanitaria non è così catastrofica come alcuni si affannano continuamente a sottolineare. Sono primi frutti di una gestione democratica, che tiene conto delle esigenze dei cittadini, e non burocratica come quella delle vecchie mutue. Da notare che è intenzione del
comitato di gestione dell'USSL della zona 19 —ha spiegato il suo presidente, il socialista Demolii —potenziare il centro del medico condotto di via Abbiati per evitare, a chi desidera vaccinarsi, di andare in largo Treves.
C'è da aggiungere che sono in corso contratti tra il comitato di gestione dell'USSL della Zona 19 e quello dell'USSL della Zona 18 per aprire, presso la sede di via Novara 1, un paio di volte alla settimana, uno sportello a disposizione dei cittadini della zona 18. Il motivo è presto detto: con la suddivisione della città in venti zone, essendo la via Novara sul confine tra le zone 19 e 18, numerosi abitanti di questa strada, ma «appartenenti» alla zona 18, sono attualmente costretti a recarsi fino alla sede USSL di Baggio. Una situazione abbastanza paradossale, che due comitati di gestione cercheranno di risolvere.
Come eravamo... come siamo
Piazza Bonola ieri e oggi
Riconoscete la strada fangosa lungo la quale un solitario viandante cammina a fatica cercando di evitare le vaste pozzanghere rappresentata nella foto pubblicata qui sopra?
È piazza Bonola, al Gallaratese, così come si presentava un po' di anni fa. Qui sotto presentiamo invece una foto della stessa piazza scattata nei giorni nostri. Se mancano il fango e le
pozzanghere è soltanto perché quando questa seconda foto è stata scattata non pioveva da vari giorni. L'aspetto desolato della piazza non è però cambiato.
pagina 9 - milano 19
Con gli sci sul Monte Stella con neve vera od artificiale
la pista ora innevata artificialmente soltanto in occasione di alcune esibizioni, potrebbe in un prossimo futuro, essere aperta per un periodo più lungo a tutti gli sciatori che vogliano esercitarsi nel loro sport a poca distanza da casa
6 gennaio Ricordando Daniele Alfano
Morì durante una veglia per la pace nel Vietnam
Appuntamento Domenica 6 gennaio 1985 alle ore I I presso la sede della sezione Di Vittorio del P.C.I. in via Quarenghi 8. Undici anni sono passati da quella veglia notturna in quartiere, per la pace nel Vietnam, durante la quale il nostro Daniele scomparve in un incidente.
Ogni anno i suoi amici, i compagni della F.G.C.I., tutti coloro che hanno vissuto quegli intensi momenti di lotta si ritrovano a testimoniare la loro volontà di pace nel suo ricordo. Anche quest'anno parleremo di pace perché il pericolo di guerra è sempre presente e andremo poi tutti a portare fiori sul luogo che ricorda il presidio pacifista e dove sorge il cippo di Daniele.
to più grave, a nostro parere, quella della impresa costruttrice dei grattacieli di via Alex Visconti 10 e 12. Qui ci si è «dimenticati» di togliere il recinto che delimitava il cantiere chiuso da più di un anno. Con l'andare del tempo, grazie alle intemperie ed ai bambini che lo usano come attrezzo improprio per i loro giuochi, que-
sto recinto si è reso pericoloso e sarebbe opportuno che chi lo deve far rimuovere lo faccia. Noi il nostro dovere lo abbiamo fatto ad altri tocca il resto del lavoro. Sarà duopo che ai responsabili dei prossimi cantieri, anche se non opereranno nella stessa via, venga fatto un test mnemonico.
Rimane insoluto (ce ne siamo occupati separatamente e parallelamente al precedente), il problema dello spiazzo antistante il caseggiato di via Uruguay 32, uno sconcio degno della peggiore «bidonville», desolante spettacolo d'incuria e di menefreghismo amministrativo, allucinante visione indegna di un quartiere moderno, grossolano neo che degrada la voce di «civile» per chiunque abbia modo di vederlo. Nel palleggio delle responsabilità chi ne fa le spese sono solamente gli abitanti; se qualche intervento c'è stato è valso soltanto a frenare l'iniziativa di qualcuno che voleva trasformare l'area in giardino recintandola pacchianamente senza autorizzazioni o consensi, autonomamente, per la quale motivazione è stato diffidato.
Lo sconcio rimane: ne I.A.C.P. ne Comune intervengono e così d'estate gran polverone o nugoli di zanzare, quando le enormi buche dopo temporali diventano per qualche giorno acquitrini maleolenti; d'inverno invece quasi sempre pantano di inqualificabile squallore, mentre tutto attorno la siepe male tenuta e sbrecciata dagli ambulanti del mercato del venerdì (che ci orinano e abbandonano residui di cibarie) nidiate di topi prosperano allegramente. Intanto gli inquilini pagano ne più né meno gli stessi oneri di manutenzione e giardinaggio di chi è privilegiato, aspettano mugugnando che qualcuno provveda, ma pochi si muovono per reclamare, come è loro sacrosanto diritto, la fine di questo sconcio che dura ormai da diciotto anni.
Dall'Il gennaio
A.T.
Spazio informazione al Centro Donna
Il «Centro Donna» è nato come un punto di riferimento dove le donne possano incontrarsi per superare i problemi di isolamento sociale e culturale che impedisce loro il pieno sviluppo delle loro capacità personali e la possibilità di inserirsi attivamente nella realtà sociale.
Presso il «Centro Donna», a partire da venerdì I gennaio e per ogni venerdì successivo dalle ore 14,30 alle 17,30, funzionerà uno spazio pomeridiano di informazione dove potrai trovare:
1) informazioni legate ai problemi che le donne si trovano ad affrontare tutti giorni siano essi di carattere familiare e sociale;
2) risposte per utilizzare meglio i servizi sociali, sanitari, culturali, educativi e del tempo libero esistenti nella nostra zona; indicazioni su organismi che offrono consulenza su problemi particolari (assistenza legale, denuncia redditi, pratiche per la pensione ecc. ecc.) insomma un punto di incontro dove parlare con altre donne, scambiarsi esperienze per superare insicurezza e solitudine e contribuire alla vita del «Centro» con nuove idee.
Ti aspettiamo tutti venerdì al «Centro Donna» presso il Centro Comunitario via Lampugnano 145 (Trenno). I mezzi per raggiungerlo sono la MM I Stazione
Ora la "strada di N.N."
è illuminata benissimo
Sul Monte Stella la neve è caduta in anticipo. Sin dagli inizi dello scorso mese di dicembre un paio di "cannoni" hanno cominciato a "sparare" neve lungo il fianco della montagnetta di San Siro per preparare una pista destinata alla seconda edizione (la prima si è avuta nel dicembre 1983) di una manifestazione sciistica organizzata dall'amministrazione comunale, con la partecipazione della squadra azzurra di sci, e articolata in tre giornate. Tale manifestazione è stata organizzata nel quadro di una serie di esibizioni che dovrebbero essere soltanto il preludio per l'utilizzo del Monte Stella come pista di sci... casalinga. Si tratterebbe in pratica di attuare il progetto "a sciare con il metrò", di cui abbiamo già avuto modo di parlare in passato. In proposito l'assessore comunale allo sport, Luigi Valentini, ha dichiarato: "L'idea per il prossimo anno (il 1985. n.d.r.) è di creare una pista aperta per un periodo più lungo, sulla quale possano esercitarsi gli sciatori milanesi iscritti alle diverse associazioni sportive".
Nelle foto due momenti delfedizione del 1983 della manifestazione sciistica sul Monte Stella.
Via Betti - Via Cechov
Pensionati Riprende l'attività della Lega al S. Leonardo
La Lega S.P.I.-C.G.I.L. S. Leonardo riprenderà l'attività martedì 8 gennaio 1985, dalle ore 16 alle 18, per tutte le informazioni ai pensionati del quartiere. Entro il prossimo mese di febbraio si prevede un'assemblea sui problemi degli anziani nel quartiere, nonché sulla ristrutturazione e funzionamento della Lega.
La redazione di Milano 19 partecipa al lutto del direttore responsabile del giornale, Libero Traversa, per la morte del fratello ANDREA partigiano combattente, limpida figura di antifascista
Bonola e l'autobus 74 al capolinea. Vi informiamo che mercoledì 30 gennaio alle ore 14,30 presso il consultorio del Villaggio della Madre e del Fanciullo via Goya 60 (MM I stazione QT8) si terrà un incontro sul tema: «Pre-tnenopausa, menopausa e dopo menopausa» condotto dal dottor Francesco Como. Le interessate possono chiedere ulteriori informazioni telefonando ai numeri 395.385 e 364.575 negli orari d'ufficio.
L'assessore Giulio Polotti raccogliendo la segnalazione del nostro giornale si è adoperato per la soluzione del problema presso PA. E. M I qualunquisti che asseriscono che il nostro giornale non viene preso in considerazione da nessuno si ricredano; nel numero di ottobre 1984 veniva pubblicata una lamentela per richiamare l'attenzione dei cittadini e concernente il ritardo nel concretamento dell'impianto di illuminazione cui lavori erano fermi da mesi.
L'assessore ai lavori pubblici Giulio Polotti ha cortesemente ri-
Quando arriveranno anche i lampioni?
sposto, con la lettera che riportiamo, alla nostra redazione motivando le cause ed assicurando il suo diretto interessamento presso l'A.E.M.; ed infatti sono stati eretti i pali nei loro alloggiamenti, rimossi i vecchi pali nel primo tratto e infine... la strada di N.N. è ora illuminata benissimo, modernamente, con lampade al sodio antinebbia e, forse, antiladri! Noi non crediamo ai miracoli, lo affermavamo sino dall'inizio
La lettera dell'Assessore
Gentile Direttore, con riferimento all'articolo in oggetto comunico quanto segue: —come evidenziato dall'articolo l'Amministrazione Comunale ha provveduto da tempo a far eseguire le opere di assistenza stradale (fondazione, pozzetti, tubazione portacavi) per la realizzazione dell'impianto di illuminazione pubblica;
— lavori sono stati sospesi per un ritardo nella fornitura all'A.E.M. dei necessari pali in acciaio.
L'A.E.M., sollecitata in via breve, ha comunicato che provvederà all'ultimazione dell'impianto entro la prima decade del prossimo mese di dicembre. Ringrazio per l'attenzione. Cordiali saluti. Giulio Polotti
quando abbiamo fatta la prima segnalazione; se qualcuno volesse rileggersi ciò che è stato scritto sia sul cartello di «strada senza uscita», collocato errato, sia sul problema della vettura dormitorio di drogati, sia sulle deficienze della pulizia e illuminazione della strada in oggetto deve pur riconoscere che Milano 19 è un valido portavoce.
Per quanto riguarda la parte di cui il comune è direttamente responsabile abbiamo visto gli interventi; verrà giorno in un ravvicinato futuro che la strada di N.N. avrà un nome... più individuabile; ma intanto, a nome di tutti gli abitanti, diamo atto a Giulio Polotti che il suo interessamento è stato determinante alla soluzione di un problema d'indiscussa utilità. Speriamo anche che l'avvenuta illuminazione di tutto il lato prospiciente la centrale termica dia sfiato ai parcheggi di veicoli che attualmente i proprietari lasciano pericolosamente in curva; tra questi c'è un'autobotte che ostacola il transito di veicoli che si incrociano e spesso toglie la visuale o la riduce a limiti di rischio; non siamo prevenuti con nessuno tanto è vero che se ne parla solo ora che la luce esiste.
Davanti alle abitazioni di Via Betti che fanno angolo con Via Cechov, vicino alla stazione M M Bonola, sono stati finalmente approntati dei parcheggi per le auto degli inquilini che, stanchi di avere i cortili invasi specie nelle nottate di pulizia, si sono uniti in una petizione ed hanno alla fine visto esaudito il loro desiderio. Il parcheggio è stato subito utilizzato e molti si sono chiesti: era così
difficile averlo prima? Però la soddisfazione di chi si è mosso ed ha trovato la strada giusta per arrivare alla conclusione oggi, è veramente completa. Lo si sente dai discorsi che circolano tra chi ora non manca di servirsene, e magari sogna anche qualche lampione, intorno al perimetro asfaltato, ma non osa inoltrare nuova richiesta ma forse ripensandoci la inoltrerà...
ostretica permanente
723.291. Centro antiveleni tel. 64.28.556.
Pronto soccorso veterinario,Centro Veterinario S. Siro tel. 45.25.290 i 45.21.840.
Centralino farmacie di turno tel.
192.
Farmacie aperte 24 ore su 24.
Firenze, c.so Sempione 95, ang. p.zza Firenze tel. 38.41.76.
Oppezzo, viale Ranzoni 2; tel. 46.46.81.
Via Retti tel. 30.86.820.
Biblioteche zona 19:
P.le Accursio 5, Palazzo Comunale tel. 36.65.20 da lunedì a sabato ore 9-23. Rionale Albenga, (8/10 mila volumi), v. Albenga I. da lunedì a venerdì ore 13-20.
Punti prestito, (4/5 mila volumi) QT8 v. Pogatsching 40; Gallaratese v. Uruguay 26/3; Trenno v. Lampugnano (Centro Comunitario) da lunedì a venerdì ore 13-20.
Mercati settimanali:
Lunedì: v. Zamagna, v. Chiarelli.
Martedì: v. Cechov.
Venerdì: v. Uruguay.
Sabato: ‘. Falek; v. Isernia.
Orari da lunedì a venerdì
7.30-
7,30-17. S.P.1.-C.G.I.L. Lega Gallaratese. Via Uruguay 11/2; 20151 Milano, teL 0623. Autoriparazioni Epifani Vito, aperto anche giorni festivi. Milano via F.11i Zoia 96; tel. abitazione 35.11.245; ufficio tel. 45.25.489.
13; sabato
~Mi/CRONACA
"A sciare con il metrò"
',ECC PANO 19?.5 AMA COSIOUZIONE UI zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA 2D ALLOGGI E UI 28 AUIO8UX IN COMUNE DI MILANO 1 LOTTO VIA ALEX VISCONTI, 3 loti 145`5 1 290 ki9ta54310 Di CEIMOSSR 1z4 C P M FEKWE 0003215 50. 5 1i-1982 ttament Tf.CNir5 aiNCEA oEom GUIDO ZANCHt 4.55 ALESSANDRO C'ERRA '31110 .S. DOTIzyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA 1.9 IN 589 G F11.IPPO 5:56M15 PANZER1 851155• 'amen LAvoi DOTI ING GIOVANNI 8051510 515 LIANNE i? •;MANO cOSTRuZioNi DEGNit41 R sa >tt ìnfintaf CMAMSEE 15~ 01511555 Et. 485 Mì3341 t9:0511 5555511415 GOT 1NC ANGE.1.0 BOTT3 ukePto irat„C 501555525 -Muma 1:60REile napul uturnsgwyg GEOM CaANu.aGi MASSONI COMUNE DI MILANO U.S.S.L. 75/19 COMITATO DI GESTIONE UFFICI AMMINISTRATIVI AMBULATORI Una dimenticanza? I cantieri smemorati di via Alex Visconti e Vigili del fuoco tel. 34999. Polizia stradale tel. 322.322. Questura tel. 61.261 Commissariato S. Siro, via Novara 199; tel. 45.20.241 Carabinieri pronto intervento tel. 212.121. Stazione Sempione, v. Berengario 16; tel. 435.403. Vigili Urbani pronto intervento tel. 77.271. Comando zona S. Siro p.le Accursio 5; tel. 325.741 Presidio Gallaratese. v. Cilea 2; tel. 35.34.874. Centralino ambulanze tel. 77.33. Soccorso medico urgente presso C.R.I. tel. 38.83. Guardia
ore 21: 28 Dicembre
Gennaio 1985 -Baldrati; Piazzale Selinunte 3; Municipale 44; Piazza Scolari 3. 4- 10 Gennaio Melozzo da Forlì; Via Novara 3 ang. Piazza Melozzo da Forli. 11- 17 gennaio Monterosa; Via Pagliano /A ang. viale Monterosa; Municipale 49; Via Zanzottera 12. 18 24 gennaio Modiano; Piazza 4: Palamidessi; Via Trenno 135. 25 31 gennaio - G. Due; Via Falck I9 A. Servizio socio sanitari SAUB, v. Novara I; 40.32.459. Segnalazioni guasti. Gas tel. 52.55. Acqua tel. 41.20.910. Metano tel. 52.10. SIP tel. 182. Luce AEM tel. 3692; ENE1. tel. 38.80. Distributori benzina aperti 24 ore su 24. Agip p.le Accursio. Agip v. Novara 282. Total v. Novara 82. Total v. Teodorico 28. Taxi chiamate urgenti 117. Chiamate in zona: P.le M nte Falterona tel. 40.87.054. Via Morgantini tel. 40.71.574. V.le Pisa tel. 40.76.442. P.le Lotto tel. 46.95.119. P.zza Axum tel. 40.76.547.
Farmacie di turno aperte fmo alle
3
...e forse un giorno avrà anche un nome
gennaio 1985
?CRONACA
Considerazioni sul Piano Sanitario Nazionale
Per la sanità lo Stato non spende, ci guadagna
Nel 1982 i lavoratori hanno versato al Fondo sanitario 28.593 miliardi di lire, ma alla sanità ne sono stati destinati soltanto 26 mila - Dove sono finiti gli altri 2.593?
È dal 1979 che il piano sanitario Nazionale è stato approvato ma ancora oggi manca il piano esecutivo di questa legge e di qui i ritardi nella emanazione dei decreti di attuazione.
In questi ultimi anni c'è stato un peggioramento riguardo il sistema sanitario specialmente nel confronto dei pensionati con l'introduzione del ticket sulla ricetta e sui medicinali.
La stagione delle riforme sociali e strutturali aperta con la legislatura 1976-79 aveva fatto sperare in una certa fiducia, che però nella successiva legislatura è andata quasi completamente scomparendo.
La legge 730/83 ha tagliato 5000 miliardi sulla spesa sanitaria riducendola da 39 a 34 miliardi rispetto al fabbisogno accertato. Sono cinque anni che si aspetta il piano sanitario nazionale e ora si aggiungono misure traumatiche per la sanità. La conseguenza è che le unità sanitarie non possono far fronte alla spesa e di qui agitazione di medici, farmacisti e produttori di strumenti sanitari contro la morosità delle U.S.L. Ma queste proteste colpiscono direttamente gli utenti che non hanno nessuna responsabilità con le cause delle agitazioni.
La riforma sanitaria è stata una conquista conseguita a seguito di un duro e lungo confronto che ha visto impegnato per molto tempo tutti i partiti; il sindacato e forze democratiche. E evidente che di fronte alle sue finalità innovative di fondo essa diventa il bersaglio di attacchi sferrati da più parti.
La riforma per potersi realizzare ha bisogno che a livello di un governo, delle regioni e dei comuni venga riconosciuta la necessità della sua attuazione.
Ci sono forze interessate ad affossare la riforma e nelle grandi città le vediamo con l'attacco alle U.S.L. locali che si concretezza nel taglio dei finanziamenti alla spesa sanitaria impedendo a queste di operare.
Ci chiediamo che senso ha per uno stato democratico ridurre il suo impegno sul fronte della salute danneggiando le classi meno abbienti strangolando i servizi quali i centri sociali per anziani, i consultori familiari, i centri per la salute mentale, i centri di assistenza ai tossico dipendenti, ecc.
Finché non si da una quota di finanziamento per il rinnovamento e la piena utilizzazione delle strutture pubbliche sarà facile che quelle siano sostitutive e non integrative delle stesse.
Sul fronte di questa lotta per la giusta applicazione della riforma sanitaria e dell'abolizione della tassa sulla salute si sono realizzati alcuni passi in avanti, ma non si deve cantare vittoria e si deve mantenere da parte delle organizzazioni sindacali e dei partiti di sinistra una vivissima vigilanza.
La Commissione Sanità della Camera il 10 febbraio 1983 ha portato alcune modifiche al decreto del governo sul quale è stato espresso un giudizio negativo da parte del sindacato, che ritiene che il ticket sui farmaci non ha portato nessun vantaggio moderatore dell'uso degli stessi ma è solo una punizione del cittadino nel momento di maggior bisogno. Quindi è rimasta in atto la pratica dei tickets e peggio ancora è rimasta in atto la proposta contenuta nel decreto n° 2 del governo relativa al pagamento della ricetta anche se questa è stata portata da L. 1.500 a L. 1.000 e ora riportata a L. 1.300.
Altre riduzioni sono state approvate: dl 20% al 15% il ticket sui medicinali. Il ticket per le prestazioni diagnostiche e di laboratorio da 60.000 a 45.000.
Sono stati inclusi nella fascia dei
medicinali esenti da ticket gli antibiotici e i chemioterapici, è aumentato il numero dei farmaci esenti da 300 a 1.400. Ma nel decreto che taglia la scala mobile non c'è soltanto l'articolo 3, c'è anche l'articolo 4 che, sotto una formulazione ambigua (slittamento al 15 aprile del prontuario farmaceutico) nasconde un'altra stangata nel bilancio delle famiglie meno abbienti a danno soprattutto di chi è affetto da malattie croniche.
Dopo il 15 aprile sono scattati altri pesanti ticket, è stata ridotta la fascia —A —(quella esente da ticket) e trasferiti in massa nella fascia —B —sulla quale grava il ticket del 15% ed è rimasto il contributo di L. 1.300 sulla ricetta.
Come sempre la natura di queste manipolazioni è dunque limitare l'onere dello stato relativo alla spesa farmaceutica semplicemente attraverso un rastrellamento nelle tasche dei consumatori. Ma ben altra dovrebbe essere la proposta.
Nel 1982 i lavoratori hanno versato al fondo sanitario 28.593 miliardi, di converso sono state destinate per spese di sanità 26.000 miliardi; dove sono finiti gli altri
2.593 miliardi? Quindi è falso sostenere che le spese per la sanità sono a carico dello stato.
Che la necessità di una revisione del prontuario farmaceutico, pieno di cose inutili, di doppioni inutilmente costosi è comunemente riconosciuta e per questa velenza sanitaria prima ancora che economica non vi è spazio nei- progetti governativi. Possiamo dire che il piano del ministro del tesoro punta ad affossare il servizio sanitario nazionale.
E chiaro che si vuole trasferire sui cittadini, attraverso l'aumento e la generalizzazione del ticket, la spesa per le medicine, per l'assistenza medica e specialistica e così via, nello stesso tempo che gli esattori di questa nuova tassa sulla salute siano le regioni e gli enti locali. Così si coglierebbero due piccioni con una fava. L'imbroglio è chiaro perché già oggi i cittadini pagano, attraverso i contributi oltre 1'80% della spesa sanitaria mentre sono stati fiscalizzati, a favore delle imprese farmaceutiche, oltre 8.500 miliardi di contributi.
In questo modo si affossa il servizio sanitario nazionale.
La ragione è semplice, si rovescia la logica della riforma, che dovrebbe consistere nel far pagare i cittadini proporzionalmente al proprio reddito garantendo poi a tutti un livello medio di assistenza sanitaria.
Con il ticket invece si seppellisce la solidarietà sociale e viene penalizzato il malato, vengono sfavorite le fasce di età, soprattutto gli anziani e i bambini approfondendo l'intollerabile e iniqua disuguaglianza tra ricchi e poveri anche nel campo della salute. Il medico di classe e il medico dei poveri, la clinica di lusso per gli uni e il lazzaretto per gli altri.
Non vi è dubbio che la spesa sanitaria vada governata meglio e quindi ristrutturata e che siano eliminati inutili e costose duplicazioni, ma bisogna chiarire che non è vero che questa situazione sia il portato della riforma, in quanto c'era anche prima della riforma, se mai la riforma ha la colpa di avere intaccato in maniera insufficiente il precedente sistema e soprattutto la commistione tra pubblico e privato. Se si pensa che a Roma oltre il 64% dei servizi sanitari sono gestiti da privati, ovviamente convenzionati; cioè pagati dal servizio sanitario nazionale senza alcun controllo da parte sua.
Il fatto è che con la fiscalizzazione degli oneri a favore delle imprese farmaceutiche si sono ridotte le entrate. La riduzione della spesa senza la sua qualificazione porta all'attuale degrado.,
E possibile fare un piano sanitario che risolva questi problemi, pur restando nei limiti compatibili con le risorse e il deficit nazionale? Ma altre, radicalmente opposte devono essere le scelte.
Un piano sanitario con servizi uguali per tutti, riduzione delle convenzioni ai privati e solo in caso di assoluta necessità, incompatibilità dell'esercizio della professione medica e infermieristica privata per chi è dipendente pubblico, contenimento della spesa corrente ma istituzione di un fondo per investimenti finalizzato a programmi di ristrutturazione, riqualificazione e ridimensionamento dei servizi inutilizzati, incremento della cooperazione e della solidarietà sociale volontaria, responsabilizzazione piena, anche sul lato delle entrate, dei comuni e delle regioni.
Queste sono le proposte presentate dal sindacato e dal parti-
to comunista anche recentemente in una mozione che giace in Parlamento.
Più o meno si stanno muovendo in questa direzione le Regioni, l'associazione dei comuni e delle U.S.L., i sindacati confederali e molta parte dei lavoratori della sanità.
Quindi non è vero che non vi siano alternative all'aumento dei ticket e al taglio indiscriminato della spesa sanitaria e nemmeno che queste proposte siano utopiche. Il piano Goria non ha nulla a che fare con il neo liberalismo ma siamo al più arcaico conservatorismo che va combattuto con tutte le energie e sconfitte. Ormai non ci sono più dubbi, il governo o almeno il piano del ministro del tesoro punta ad affossare il Servizio Sanitario Nazionale.
La circolare del ministro della sanità autorizza le U.S.L. a fare controlli sugli eccessi delle prescrizioni anche a domicilio per ridurre gli sprechi e gli abusi, quindi il paziente che in farmacia presenta troppe ricette può ritrovarsi in casa un funzionario delle U.S.L. al quale dovrà spiegare perché e come si abbuffa di medicine. Non è cer-
to questo il modo di contenere gli sprechi e gli abusi anche perché bisognerebbe creare un apparato di controllo che aggraverebbe la spesa. Ma in ben altra direzione dovrebbe essere fatto il controllo perché tutti sanno che non poche case farmaceutiche danno incentivi a molti medici per prescrivere i loro prodotti, che molti farmaci del tutto identici ad altri hanno costi ingiustificatamente più alti, che si somministrano medicine inutili quanto addirittura dannose. Molti di questi farmaci, fonte di sprechi, di spese ingiustificate e anche di corruzione e truffa, fanno parte
Primo ed unico in Italia
del prontuario che conta ben 8725 confezioni. All'inizio del 1984 il governo decise di togliere dal prontuario 2500 specialità. A fine febbraio cambiò idea, non solo rimise i 2500 farmaci ma ne ha messi degli altri che erano stati addirittura depennati.
Anche sul problema della sanità come delle pensioni il sindacato e i partiti di sinistra daranno battaglia ma i pensionati dovranno mobilitarsi per far si che la pressione dal basso induca questi governanti alla ragione.
Gianni Beltrami
Un servizio a domicilio di guardia medica pediatrica
Istituito dalla Croce Rosa-Celeste, funziona per ventiquattr'ore su ventiquattro con una presenza effettiva in sede (a turno) di oltre venti medici specialistici
La Croce Rosa Celeste, associazione volontaria che da venti anni opera nell'ambito cittadino e nazionale con un parco di automezzi attrezzati in modo specialistico per diversi tipi di interventi, è stata costituita nel gennaio 1961 da un gruppo di soci fondatori, sotto l'egida del Clan Seniores Scout di Milano del Corpo Nazionale dei Giovani Esploratori Italiani, allo scopo di recare pronto soccorso ed immediata assistenza a bambini infortunati o ammalati.
Ancora oggi, nonostante il moltiplicarsi di problemi di ordine economico, questa organizza-
zione effettua gratuitamente il trasporto all'ospedale in autolettiga dei bambini fino all'età di dodici anni.
Sulla base di questi presupposti storici e di intenti, recentemente la Croce Rosa Celeste ha creduto opportuno allargare e completare l'area di intervento ed assistenza nei confronti dei pazienti in età pediatrica.
A tale scopo ha costituito nel Giugno 1984 un Servizio di Guardia medica a domicilio che funziona 24 ore su 24 per tutti i giorni dell'anno.
Tale servizio, primo e unico
in Italia, si avvale della collaborazione e della effettiva presenza in sede (a turno) di oltre venti medici che già operano nel campo pediatrico milanese e ciò permette di garantire in breve tempo la visita e relativa assistenza medica a domicilio ai piccoli pazienti delle famiglie che ne facciano richiesta.
Il medico che si reca a casa del richiedente è accompagnato da un autista/infermiere che presta servizio in qualità di volontario.
Il mezzo usato per tale tipo di intervento è una autolettiga appositamente attrezzata per il
Sì dell'assemblea sociosanitaria
Per le vittime dell'eroina nuclei operativi nelle 20 zone
Il Consiglio comunale, convocato in veste di assemblea sociosanitaria, ha dato il via alla costituzione dei «nuclei operativi per i tossicodipendenti». Si tratta di centri previsti dalla Regione Lombardia che saranno attivati in ciascuna delle venti zone di decentramento in cui si divide la città. Saranno formati da un medico, da uno psicologo, da un'assistente sociale e da un infermiere professionale. Si prevede che prenderanno a funzionare tra un paio di mesi dopo l'espletamento dei concorsi per l'assunzione del personale occorrente (in tutto, ottanta operatori).
I «nuclei operativi per le tossicodipendenze» — approvati all'unanimità — verranno ad aggiungersi al Servizio centrale
delle tossicodipendenze realizzato dal Comune in via Mazzini 7 (è qui che funziona il centralino telefonico cui —chiamando 1'80.50.108 —si possono rivolgere i cittadini per avere informazioni sul sistema dei servizi pubblici e privati per l'assistenza dei drogati operanti nella nostra città).
L'assessore alla Sanità del Comune, Tino Casali e l'assessore all'Assistenza Affilio Schemmari e il Comitato di coordinamento dell'USSL milanese hanno già svolto una serie di riunioni con il presidenti dei Comi tati di gestione delle unità sociosanitarie di zona per mettere a punto le fasi operative necessarie al decollo del progetto.
Marilena Adamo, consigliere comunale del PCI, intervenen-
do nel dibattito ha sottolineato l'importanza di questi nuovi centri. «Permetteranno all'ente locale di poggiare su una rete territoriale di servizi che devono farsi carico complessivo del problema, collegandosi agli altri servizi comunali che si occupano di emarginazione, con gli ospedali e le comunità terapeutiche. Questi nuovi centri —ha aggiunto Adamo —sono per il Comune un'occasione per una efficace integrazione delle funzioni sanitarie e assistenziali, per superare il semplice intervento medico-farmacologico e, quindi, per affrontare tutti i problemi relativi alla cura, alla disintossicazione e soprattutto alla riabilitazione delle vittime dell'eroina».
Michele Urbano
pronto intervento pediatrico.
Le apparecchiature in dotazione a tale automezzo sono un pallone per la ventilazione/rianimazione, due bombole ad ossigeno, una cassetta contenente farmaci di primo intervento e, su richiesta, una culla termostatica (incubatrice).
La sede è in collegamento con tutti i numeri telefonici d'emergenza della città di Milano (7733), il 113, le altre Croci private, gli ospedali, ecc. ecc. Allo scopo di fornire un servizio efficace e poco oneroso per tutti i cittadini di Milano e provincia, e non essendo ancora convenzionati con il Sistema Sanitari Nazionale, è stata fissata una tariffa di L. 30.000 nell'area cittadina e di poco superiore per il circondario milanese.
I primi mesi di sperimentazione di tale iniziativa hanno confermato la convinzione dei soci fondatori circa l'utilità del servizio; pur trattandosi di mesi estivi sono stati effettuati numerosi interventi e sono stati raccolti ringraziamenti ed incoraggiamenti da parte della popolazione.
Tutto ciò ha fatto da propulsione per proseguire in tal senso anche a potenziare le risorse e le iniziative in questo campo. Per tutti coloro che necessitassero di un intervento pediatrico a qualsiasi ora del giorno e della notte e in qualsiasi periodo dell'anno, ricordiamo i seguenti numeri telefonici: 389845 oppure 389233 Croce Rosa Celeste di Milano presso Ospedale dei Bambini «Buzzi» via Castelvet ro 32.
Ricordiamo che nelle ore notturne dei giorni feriali e 24 ore su 24 nei giorni pre-festivi e festivi funziona anche un Servizio di Guardia Medica generica rivolto agli adulti.
milano 19 - pagina 10 gennaio 1985
Società Educazione Fisica Mediolanum
Lo spirito sportivo e quello della città
Novant'anni di sacrifici, di vittorie e di formazione di atleti arrivati a fama internazionale ed olimpica rischiano di non avere un seguito
È lì, quasi in disparte, ad un passo dal traffico convulso di V.le Certosa, all'interno del vecchio e ormai cadente (anche se elevato a monumento nazionale) tiro a segno di P.le Accursio; ecco la Mediolanum, per la precisione la Società di Educazione Fisica Mediolanum.
Non è che sia moribonda, anzi è ben viva, conta tra le sue file 300 soci, che rappresentano una realtà importante per i quartieri circostanti. Ma se pensiamo che la Mediolanum è un pezzo del costume sportivo e della storia sportiva di Milano, paragonando la sua vita discreta al baccano che viene fatto attorno ad ogni club, dove si pratica l'aerobica e il body-building, ci accorgiamo che c'è una profonda diversità di stile. Diversità di stile che credo derivi dalla sua storia, dalle radici ben salde nelle tradizioni sportive ed agonistiche della nostra città; radici affondate nel costume caratteristico di chi pratica da sempre le dure discipline dell'atletica pesante.
La Mediolanum, assieme alla «Forza e Coraggio» e la «Pro Patria» (già ultracentenarie), fa parte di un ristrettissimo gruppo di società prossime al secolo di vita; è stata fondata infatti nel 1896, dal Cavalier Ufficiale Alberto Alberti, già fondatore della stessa «Pro Patria» ed è nata in una sede prestigiosissima come il Castello Sforzesco.
Va citato un piccolo aneddoto. La Mediolanum, avvezza ad aver soci impegnati in discipline molto dure come la lotta greco romana, il getto della pietra da Kg. 20, il sollevamento pesi, la boxe, il tiro alla fune ecc., non comprese e, di conseguenza espulse, un gruppo di soci che praticava »un gioco di società con i piedi, importato dall'Inghilterra». Sono proprio questi soci che in seguito daranno vita alla F.C. Milan.
Nel periodo eroico, che dura sino alla Seconda Guerra mondiale, sono soprattutto grecoromanisti come Giuseppe Corletti (campione italiano per tre volte, IV° alle Olimpiadi del '24 e V° agli Europei del '25) e Amilcare Negri (campione italiano juniores nel '32) che, insieme ad una sfilza di ginnasti, danno lustro al blasone della Mediolanum.
Va ricordato come il periodo fascista fece danni anche qui. Infatti si appropriò di tutte le sue attrezzature, dei documenti e delle suppellettili, inglobando la Società nell'Opera Nazionale Dopolavoro e assorbendola nel G.S.F. Mussolini.
Per rinascere, passata la bufera della guerra e del «ventennio», la Mediolanum avrà bisogno della volontà dei suoi dirigenti, della comprensione del Comandante del Tiro a Segno di allora e di un carretto tirato da un cavallo e guidato da un lottatore con sopra ciò che restava delle attrezzature sequestrate. Fu proprio in questo modo che la Mediolanum rientrò in quella che ancor oggi è la sua sede.
La ginnastica artistica riprende nel '48, con l'arrivo di un istruttore appassionato e competente come Nino Ferrari, che sarà raggiunto, qualche tempo dopo, da un illustre collaboratore: Egidio Armelloni, olimpionico a Berlino (nel '36) e a Londra (nel '48). I risultati non si fanno attendere. Nel 1955 Giorgio Pasotto (oggi istruttore dei giovani ginnasti), si laurea campione italiano juniores e viene chiamato a far parte della Nazionale. Nel 1957, a Modena, nei campionati italiani a squadre, la Mediolanum si piazza seconda dietro ai Vigili del Fuoco di Milano, essendo quindi la prima delle società federate.
Negli anni '50 si raggiungono risultati di valore anche nella pesistica: due vittorie nei campionati italiani Ma. serie, una vittoria ai campionati italiani esordienti e addirittura un record italiano nella «distensione.•.
Nel 1973 arriva, come istruttore nella lotta libera, il grandissimo Vincenzo Grassi, quattro volte olimpionico, da Roma a Monaco. I risultati piovono copiosi, nella nascosta palestra di Piazzale Accursio.
Francesco Pirola vince i campionati italiani juniores e senjores, Francesco Mazzitelli diventa campione italiano senjores. La pioggia di vittorie, non si arresta nemmeno quando Grassi va ad allenare la nazionale. Nel '74 si vince un titolo italiano esordienti e nel '75 con Antonio Ragni, si vince il campionato italiano juniores. Arriviamo al '76: l'anno clou, con Mazzitelli nei Kg. 48 e con Pirola nei Kg. 62, si conquistano due titoli italiani assoluti.
Negli anni '70 anche per la ginnastica c'è qualche risultato positivo, anche se le difficoltà sono maggiori. Nel 1972, oltre alla vittoria di un titolo regionale, il lavoro degli insegnanti viene premiato con la formazione di una squadra allievi da inviare ai campionati nazionali.
Con la crescita del fenomeno delle maratone non competitive, inserendosi nella tradizione polisportiva della società, in Mediolanum si forma un gruppo di marciatori che partecipano alle principali marce in programma.
Dopo questa scorpacciata di risultati positivi, si apre un periodo di transizione. Gli atleti degli anni ruggenti, si trasformano in istruttori e si mettono al lavoro per costruire un nuovo gruppo di giovani atleti, degni di questa tradizione, facendo fiorire attorno all'attività agonistica, anche l'attività amatoriale.
Per conoscere la situazione di oggi e i programmi del domani, ho intervistato il presidente dott. Olindo Guerrini, al timone della Mediolanum da 1960.
Ci incontriamo nella segreteria della Mediolanum, la storia e la gloria sportiva grondano dalle pareti tappezzate di trofei.
In un angolo, all'interno di vecchie cassette da liquori, come in forzieri, sono custoditi alcuni album fotografici, che sono veri e propri cimeli. Foto di «nerboruti fusti» dei primi del secolo, orgogliosi dei loro muscoli e dei loro baffi a «manubrio di bicicletta... Un mondo diverso, ricco di spunti curiosi, alcuni divertenti ed altri interessanti, tenuti gelosamente lì, vicino alla scrivania dove si svolge il lavoro organizzativo di oggi.
«Come fate a vivere?».
«Già, come facciamo?» —è la risposta —«Il discreto numero di soci, circa trecento, l'impegno gratuito degli istruttori, l'affitto simbolico e qualche contributo straordinario, ci permettono di andare avanti•..
«Il discorso di fondo, è quello che si lega alla nostra tradizione, cioè fare attività senza nessuno scopo di lucro, ma con l'impegno di far fare ginnastica e lotta ai ragazzi. Lo scopo ultimo della nostra società, è la pratica agonistica...
«Per il futuro, quali sono i vostri programmi?»
«Per il momento, non abbiamo progetti, dobbiamo prima vedere come si risolve il problema del nostro sfratto...
«Sì, abbiamo sulla nostra testa la "spada di Damocle' di uno sfratto esecutivo, dai locali che occupiamo. Infatti, l'area dove sorge il capannone che ci
ospita, come tutto il vecchio Tiro a Segno, è demanio pubblico. Va detto che il Tiro a Segno, che è monumento nazionale, è in uno stato di deplorevole abbandono; per far fronte a tutto questo, le autorità hanno pensato di assegnare questo spazio ai Carabinieri, che ne avevano fatto richiesta per installarvi una propria caserma».
«I Carabinieri, naturalmente, non vogliono civili all'interno di una loro struttura e, quindi, questo implica la chiusura della nostra palestra...
«Abbiamo inoltrato delle trattative che vanno avanti da tempo, ma non sappiamo come potranno risolversi. Noi, avremmo un progetto: la trasformazione del tiro a segno a verde pubblico con parco giochi, al cui interno una palestra starebbe benissimo... Questo è un po' il ritratto, di una scheggia di storia del costume sportivo della nostra città, di un passato che sopravvive, vitale, al di là delle mode.
Mi pare di poter scrivere tranquillamente, che la Medio-
lanum merita di arrivare a festeggiare, come già la «Pro Patria» e la «Forza e Coraggio», il suo secolo di vita.
Chi può aiutarla a superare gli ostacoli che ha di fronte oggi, lo faccia, saremo un po' di più a spegnere le cento candeline quel giorno.
necessario riformulare un progetto di vita
I bisogni affettivi, fondamentali per ogni individuo, vengono spesso svalutati, trascurati nel clima di spietata competività che caratterizza la nostra società tecnologica
Ci eravamo lasciati la volta scorsa (Milano 19 dicembre '84) con una domanda in sospeso:... perché non provi a parlare con uno psicologo?...
Come era emerso anche dagli interventi del pubblico durante il seminario sul ruolo della psicologia tenuto nel Consultorio Familiare della nostra zona nell'autunno dell'82, le reazioni emotive che questo suggerimento può suscitare possono essere di varia natura.
Alcuni pensano allo psicologo come ad un medico specialista che si occupa delle anomalie della mente; logica conseguenza, allora, è reclamare invece per se stessi l'etichetta di «normalità».
Altri immaginano lo psicologo come una specie di stregone, o scrutatore della mente, e quindi temono di poter essere influenzati nelle decisioni, addirittura di poter essere plagiati.
Nel più comune dei casi, si vede nello psicologo un tecnico, un esperto dei problemi emotivi e relazionali, da consultare per problemi contingenti. In questo caso, però, il pericolo che si teme è quello di diventare dipendenti anche per bisogni futuri.
Sembra cioè che la maggior parte delle persone vedano comunque nello psicologo una figura rappresentante l'autorità, davanti alla quale pensano di doversi porre in una posizione di totale passività, e quindi carica d'ansia.
Si trascura facilmente di considerare qualcosa che è implicito nel concetto di dialogo, e cioè che quando «si parla con qualcuno», entrambi gli interlocutori partecipano allo scambio, mettendoci ognuno la sua parte. Nel caso particolare, tra psicologo e paziente si stabilisce un vero e proprio contratto, che prevede l'impegno di entrambi i contraenti in un progetto comune.
«umane», cioè che studiano l'uomo e sono quindi al suo servizio. Ogni conquista, ogni risultato conseguito dalla ricerca in questo campo ha valore in quanto si traduce in una maggior conoscenza delle problematiche esistenziali.
La complessità della vita moderna richiede oggi alle persone sforzi sempre maggiori per far fronte alla velocità e alla intensità dei ritmi imposti dalla civiltà industriale.
I bisogni affettivi fondamentali per ogni individuo, vengono spesso svalutati, trascurati, ignorati nel clima di spietata competitività che caratterizza la nostra società tecnologica.
Può succedere così che una persona si senta inadeguata, oppure oppressa, o incapace di gestire le sue relazioni sociali, in primo luogo quelle che non tenere conto del segno più le stanno a cuore: quelle con i suoi familiari.
La vita di coppia è sempre più difficile da far conciliare con le esigenze individuali. La donna che lavora si trova dibattuta tra il suo desiderio di affermarsi come soggetto sociale ed il suo altrettanto legittimo desiderio di maternità. Al momento attuale, le strutture sociali non sono ancora in grado di offrire un sostegno valido in questo senso alle giovani famiglie. I figli che crescono e si affacciano al mondo del lavoro incontrano mille difficoltà. Queste, e innumerevoli altre, possono essere le cause esterne di stati ansiosi o depressivi, o comunque di disagi psichici.
Fortunatamente l'uomo ha un'enorme capacità di adattamento e si adegua a tutte le situazioni. Ma a volte il conflitto tra le richieste che gli vengono poste dall'esterno (o da se stesso) e le sue esigenze interne, diventa intollerabile, insostenibile.
E allora può essere necessario riformulare un progetto di vita più adatto ai propri bisogni affettivi ed emotivi, cioè più corrispondente ai propri desideri. Il compito sarà allora proprio di andare a scoprire quali sono in realtà questi desideri (che appaiono al momento confusi, contradditori e comunque difficili o impossibili da realizzare) attraverso un viaggio all'interno di se stessi.
Ma, dai tempi del «conosci te stesso» di Socrate, questa è una delle imprese più difficili e faticose da compiere.
Può darsi che questo viaggio possa risultare più facile se fatto in compagnia: dopotutto è più rassicurante dialogare con un'altra persona in carne ed ossa, che restare soli, con gli occhi sbarrati nel buio, a fantasticare con le proprie angosce e le proprie paure. dott.ssa Anna Lenisa
Si ripartì da zero, come in un romanzo a puntate. In pochi anni, con l'entusiasmo dei vecchi soci ritrovati e di quelli nuovi, l'attività viene ripresa e si ritornerà presto ai fasti di un passato, che per allora era ancora prossimo. In campo regionale i «mediolanensi» vincono tutto, in particolar modo nella lotta stile libero. A livello nazionale si collezionano vittorie nella zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA II e III serie e nei novizi. Nel 1958 e '59 con Franco Giussani, si arriva alla vittoria più prestigiosa: campione italiano assoluto nei pesi piuma e persino la chiamata in Nazionale!
La prima domanda che rivolgo al dott. Guerrini, riguarda il livello delle quote di iscrizione, invero molto basse, tanto da essere inferiori a quelle dei corsi organizzati dal comune (vanno dalle cinque alle dodicimila lire al mese).
Si tratta di unire le forze per raggiungere un certo obiettivo, utilizzando il dialogo con lo psicologo come un momento terapeutico e di apprendimento.
La psicologia infatti non è che una fra le altre discipline
gennaio 1985 pagina 11 - milano 19
Nella foto: i primi «fusti» della Mediolanum si cimentano nel tiro alla fune.
Franco Tosi
volte
essere
Lo psicologo non è un oppressore A
può
Specialità Agnelli e Capretti Specializzate in forniture per Ristoranti, Mense e Comunità MERCATO COMUNALE VIA CHIARELLI, 10 TEL 30.87.614 Magazzino mercato carni viale Molise, 62 - Tel. 573302 Mercato rionale piazza Prealpi - Telefono 390633 Mercato rionale via Chiarelli, 10 - Telefono 3087614 Negozio viale Gran Sasso, 5 - Telefono 221667
Nel novembre scorso a Canelli
Le due giornate di studi e riflessioni sul barbera
Gli amici della grappa della zona 19 si stanno interessando per un incontro con il presidente degli amici del vino - È previsto per gennaio e... se ne assaggeranno delle belle!
Si è chiuso, il 24 novembre a Canelli, il convegno di due giornate di studi e riflessioni sul «barbera», con relatori validi quali Aldo Viglione, Luciano Usseglio Tomasset, Italo Eynard e Giovanni Rabino, Presidente dell'Accademia del Barbera.
Il Piemonte è rinomato per la forza promozionale con la quale valorizza i prodotti della propria terra e l'Assessorato all'Agricoltura ha contribuito notevolmente con una serie di manifesti inneggianti al barbera.
Lo scopo finale, però, sembra sia stato quello di lanciare sul mercato un nuovo barbera:
il «Rovetto», fruttato, profumato, fine nel gusto e meno pesante del barbera classico, con gradazione alcolica sugli undici e quindi un vino adatto a far presa sul pubblico giovane.
Parimenti a Mombercelli si è tenuto un simposio sulla grappa, le sue qualità, i valori commerciali ed economici per le regioni produttive e la volontà di tanti a far conoscere meglio questa bevanda made in Italy. In apertura sono state visitate le cantine Martinengo in Belveglio con assaggi pilotati di vini vari; il Vergot 83 (dal colore paglierino, riflessi verdognoli, profumo delicato, tenue ma persistente) ha ottenuto enorme successo ed assoluta affidabilità come aperitivo.
Il trasferimento presso le distillerie Grappa e Branda Tastevin dell'Astigiana di Mombercelli ha portato tutti nel mise en scéne della giornata. Accolti dal contitolare signor Barbero, è iniziata la visita tecnica improntata sulla produzione della grappa. Per un'intera giornata ospiti della Distilleria Astigiana che lavora e produce grappa con due vecchi alambicchi. Si discute, si assaggia ed a tutto fa seguito sedano al gorgonzola, peperoncini con acciughe e capperi, cardi in bagna cauda, zuppa di ceci, polenta e merluzzo, formaggi, torcetti, amaretti, annaffiati da grignolino, barbera, malvasia e grappe di dolcetto, nebiolo, barolo, moscato. Alle gentili signore viene offerto un profumo da Celestino Simonetta, titolare del circolo gastronomico -Al bacioch», nome dialettale che, per questioni austro-ungariche, nelle terre di Marengo, sta ad indicare il «papavero». La volontà organizzativa del Cav. Ettore Autano non finirà di stupire; non più tardi di dieci mesi fa, fonda con altri venti amici l'Associazione Amici della Grappa con Sede presso palazzo Callori in Vignale Monferrato, e già, l'associazione, conta oltre duecento iscritti residenti in tutta Italia; la Lombardia e la Zona 19 sono ben rappresentate.
Iniziative come quella presso la Grappa e Branda Tastevin dell'Astigiana di Mombercelli sono all'ordine del giorno e ve ne saranno moltissime ancora, perché, Ettore Autano è coadiuvato da amici validissimi, la signora Vaccarino, l'enotecnico Lorenzo Passaggio, gli amici Gigi e Marinello (presenti ovunque a dare il loro contributo) e tutti gli altri, fattivi contribuenti per la valorizzazione, conoscenza e diffusione della grappa. Va precisato che nessuno di loro è produttore di grappa e che l'Associazione non ha fini di lucro a se stessa, ma la sola speranza di battere sul mercato italiano tutte quelle bevande di importazione, perché la grappa, se distillata con serietà professionale, parole di Barbero, non è seconda a nessun'altra.
Nel 1983, nel solo Piemonte, sono state prodotte circa sei milioni di bottiglie di grappa,
Al servizio dei cittadini
Son sempre di più i Centri per i diritti dei malati
In seconda convocazione, il 2 dicembre, presso l'Aula «A» dell'Istituto Nazionale dei Tumori, in Via Venezian 1, si è tenuta l'assemblea generale ordinaria dei soci, per la votazione e l'elezione del nuovo consiglio direttivo.
Con forte affluenza di soci si è provveduto alla votazione e quindi alle relazioni del Servizio Emotrasfusionale, alle relazioni della Direzione Sanitaria e alle consegne delle benemerenze.
Tre soci sono stati insigniti di diploma e medaglia d'oro per le loro cento donazioni di sangue e quattro con croce d'oro per settantacinque donazioni.
Abbiamo appreso, nella pausa, che il 27 settembre scorso presso l'Istituto per lo Studio e la Cura dei Tumori si è costituito il secondo Centro per i Diritti del Cittadino Ammalato. Il terzo Centro è stato costituito invece il 3 ottobre in Zona 10/ 12.
Segnaliamo il tutto agli abi-
tanti della Zona 19 e chi vuole attingere ulteribri notizie può telefonare al 2390 int. 263 Sig. Di Mango oppure all'interno 498 signorina Murru. Riteniamo importante la segnalazione in quanto è giusto che si ponga fine alla carenza di posti letto negli ospedali ed a tutti quei disservizi esistenti e specificatamente per coloro che, contro la propria volontà, sono costretti a subire ricoveri ospedalieri. Leodema
TV-7 un'emittente filantropica
Se a qualcuno capitasse di filtrare tra le varie emittenti televisive private anche TV-7, canale 32 e 75, il martedì sera dalle 21 alle 22,30 potrebbe assistere al programma "Dialett milanes con zafran e pever" (Dialetto milanese con zafferano e pepe).
Non stiamo facendo la pubblicità ad una trasmissione, sia pure prettamente milanese, ne alla emittente che la trasmette; vorremmo però informare i lettori che TV-7 diffonde i suoi programmi ed accetta ovviamente sponsorizzazioni allo scopo di dare il più valido contributo possibile... in filantropia.
Spieghiamo: tolte le somme strettamente necessarie al funzionamento della emittente tutti i proventi sono suddivisi tra l'Istituto Italiano per la ricerca sui tumori, per i paraplegici, tetraplegici e per i bambini leucemici.
come da ricevuta, versato ad enti pubblici come contributo agli stessi.
Molti sono i personaggi che hanno aderito all'iniziativa e donano tempo, denaro e... arte: Alberto Bega, poeta e cantautore, il dott. Aldo Colombo, Luigi Pellegrini, cantautore, la cantante Anna dei Navigli, gli addetti alla regia ed infine anche chi scrive, redattore del nostro giornale Milano 19.
A quelli citati che offrono il loro tempo nella trasmissione del martedì sono da aggiungere i componenti della compagnia teatrale dialettale di Corsie() ed altri cantautori che intervengono alternativamente come ospiti delle serate; nessun rimborso, neppure per gli spostamenti, all'insegna della gratuità e con la vera grande soddisfazione del proprio contributo.
Chi volesse telefonare per aderire all'iniziativa sia come poeta o musicista o cantautore ospite sia per l'eventuale forma di sponsorizzazione e pubblicità dei prodotti o attività i numeri sono: 4451852 - uffico e 4454625 TV-7, chiedere del signor Arnaldo o signora Tullia. Ai telespettatori ricordo: TV7 canale 32 e 75, tutti i martedì sera dalle 21 alle 22,30: "Dialett milanes con zafran e pever" (Dialetto milanese con zafferano e pepe). A.T.
quindi in forte ascesa e punto di orgoglio dell'Associazione Amici della Grappa è che, ogni anno, tale prodotto si superi qualitativamente prima che quantitativamente.
Incontri, assaggi pilotati, simposi, studi, non potranno che aumentare il perfezionamento gustativo, rendere il consumatore più esigente e di rimando migliorarne le qualità.
Gli amici della grappa della Zona 19 si stanno interessando per un incontro al Circolo della Stampa di Milano, con il signor Caimi presidente dell'Associazione Amici del Vino di Milano ed il Cav. Autano, presidente dell'Associazione Amici della Grappa.
Si prevede in febbraio e... se ne assaggeranno delle belle.
Leonardo Clema
Durante la fase di acquisizione di una sponsorizzazione lo sponsor viene messo a diretto contatto con l'ente a cui vuole devolvere quel danaro, che in fin dei conti giova alla sua attività o alla reclamizzazione dei suoi prodotti, e ne riceve la quietanza che può detrarre nella denuncia dei redditi.
In questo singolare modo chi sponsorizza una trasmissione su TV-7 oltre ad assicurarsi l'utile pubblicitario offre un congruo contributo agli enti sopra accennati, compie così un atto di grande solidarietà umana e detrae dalla denuncia dei redditi quanto ha sborsato perché,
Singolare disciplina interiore sotto il segno del Capricorno
Con l'arrivo dell'inverno transita nel nostro cielo la costellazione del Capricorno (21 dicembre - 20 gennaio), di cui Saturno è il pianeta dominante. Saturno, ovvero esecutore del destino, secondo un'antica tradizione, è uno dei pianeti più potenti e pone sotto la sua egida una particolare forza regolatrice che guida le capacità produttive dell'uomo. Il suo benefico influsso proietta nell'animo umano il desiderio di dedicarsi con metodo a lavori faticosi e impegnativi, ma l'applicazione costante e infaticabile sarà fonte di ottimi risultati. In adeguate posizioni zodiacali il nostro pianeta rispecchierà fiducia nei propri meriti, coscienziosità, ragionevole impiego delle energie vitali e costanza. Nell'antichità fu identificato con il terribile dio greco Kronos mentre per i Caldei era l'adorato e temuto Ninib. Un forte influsso saturniano offre la possibilità di una profonda maturità morale e mentale nonché una vita del pensiero responsabilmente vissuta. Le corrispondenze negative si risolvono per lo più nel vedere la vita secondo i suoi aspetti più problematici, con stati di
depressione, ansia e malinconia, relegando l'individuo in un isolamento quanto mai negativo. L'analisi del carattere saturniano lo approfondiremo più avanti parlando del segno del Capricorno. La struttura ossea, la milza, la vescica e l'epidermide sono le parti fisiche direttamente sottoposte all'influsso di Saturno. Ed ecco il segno del mese: il Capricorno. Segno di terra, cardinale, dunque particolarmente incline al materialismo, a tutto ciò che è realistico e razionale. Il carattere dei nativi in Capricorno (sostenuto dagli influssi di Saturno) è inflessibile e intransigente, ricco di una straordinaria disciplina interiore. Il tipico Capricorno è chiuso, poco espansivo e pessimista. Le sue doti intellettuali sono tese a conquiste estremamente pratiche, volte cioè a raggiungere una sqlida affermazione personale. E evidente, dopo aver tracciato così, a grandi linee, il carattere del Capricorno, la sua tendenza alla solitudine. Nei suoi rapporti con gli altri egli appare spesso impacciato a causa del suo comportamento troppo severo e inflessibile. Ma basterà mostrargli un po' di
Inscì mangia Meneghin (Cucina milanese)
Oss bus e risott a la milanesa (Ossi buchi e risotto alla milanese)
stima e simpatia e il nostro amico si sentirà subito a suo agio: sicuro d'essere compreso si renderà affabile e disponibile. Natura positiva che nulla concede all'improvvisazione, è difficile che un simile individuo si innamori all'improvviso. Ma quando questo accade, l'amore lo manifesterà spesso con la gelosia e il possesso. Egli saprà tuttavia intuire profondamente i diversi stati d'animo del partner. Ma non indulgerà mai a compromessi se non potrà realizzare il suo ideale affettivo o se la sua fiducia sarà tradita. E questo discorso vale anche per quanto riguarda le amicizie. La fibra del Capricorno è generalmente forte e resistente. Quando gli accade di avere qualche disturbo si innervosirà subito e diverrà intollerante. Il suo grave difetto è quello di non curarsi tempestivamente e questo potrà portargli serie conseguenze. I suoi punti deboli sono le articolazioni e il sistema osseo.
E con questo segno, che chiude un anno solare e ne apre uno nuovo, non mi resta che augurare agli amici delle stelle (e a tutti gli altri) un felice 1985. ellepi
Mettete a soffriggere in ade- In una casseruola, a fuocc guato tegame un etto di burro e moderato, metteteci un etto d mezzo etto di pancetta quadra- burro e una cipolla affettata ta in cubetti minuti; disponete quando questa tende ad indorabene in piano quattro ossi buchi re toglietela e versate nella caldi vitello infarinandoli d'ambo seruola tre etti di riso di prima le parti e regolateli di sale e pe- qualità (arborio o vialone) lape; quindi versateci sopra un sciandolo rosolare un poco t robusto bicchiere di vino bian- poi irrorandolo con un bicchieco secco lasciandoli un poco a re di vino bianco secco. fiamma briosa. Quando il vino si sarà buona Nel frattempo preparate la parte evaporato aggiungete le polpa di due pomodori maturi e zafferano e rimestate bene con quando il vino sarà addensato cucchiaio di legno e quindi vi versatela sugli ossi buchi e la- aggiungete di volta in volta che sciare cuocere a fiamma molto viene assorbito il borodo di moderata per un'ora abbon- carne che avrete precedentedante. mente preparato, bollente s'inAffettate finemente una ca- tende, mestolo dopo mestolo rota, una cipolla ed una gamba sino a raggiunta cottura. di sedano ed aggiungeteli al tut- Il riso dev'essere tolto dal to ricoprendo subito; ora tritate fuoco leggermente al dente; vi si un mazzettino di prezzemolo, la aggiunge mezzo etto di burro e scorza d'un mezzo limone e uno mezzo etto di parmigiano gratspicchio d'aglio ed un quarto tugiato, si rimesta ancora bene e d'ora prima della completa cot- si lascia riposare qualche minutura mettete questo tritato con to; si serve in tavola in unico qualche cucchiaio di brodo bol- piatto risotto con sopra l'osso lente ad evitare che l'intingolo buco ed avrete un signor menù risulti troppo denso. milanese!
Un segno al mese
milano 19 - pagina 12 gennaio 1985
Autofficina FRENI FRIZIONI FRANCO AMMORTIZZATORI TOIA RIPARAZIONI IN GIORNATA MILANO - Via Gallarate, 313 - Tel. 30.92.389 POGLIÀNO M. - Via Sempione - Tel. 93.41.634
Io scaffale di EzhIl
Una storia vera di Guido Petter (Renzo) Che importa se ci chiaman banditi
Nel Quarantesimo della Resistenza l'Anpi respinge le tesi tendenti a presentare la lotta di Liberazione come guerra tra bande contrapposte e non come sacrificio e vittoria di tutto il popolo italiano. Le rievocazioni storiche, le manifestazioni popolari, le iniziative culturali, le vive testimonianze dei protagonisti mirano al rafforzamento e al risanamento delle istituzioni e degli ordinamenti democratici per un ulteriore nostro progresso civile e sociale.
Il titolo di questo libro è tolto
dalla canzone - partigiana «Che importa se ci chiamano banditi?
Il popolo riconosce i suoi figli...» diffusa soprattutto nelle formazioni garibaldine del Cusio e dell'Ossola. Il libro narra eventi realmente accaduti e il suo autore Guido Petter (Renzo) — un fondatore dei Convitti scuola Rinascita oggi noto scrittore e professore all'Università di Padova — lo dedica ai suoi compagni della 10a. Brigata «Rocco» caduti nella guerra di liberazione. Uno studente diciasset-
tenne parte da Milano, nell'inverno 1944-45, e si unisce a un gruppo di partigiani sul Lago d'Orta. Nelle marce notturne, nelle soste ai cascinali, nd combattimenti, scopre poco per volta i vari aspetti della vita, le diverse personalità dei compagni, il legame profondo con la popolazione. E vive con intensità i grandi problemi della scelta dei valori essenziali, della responsabilità e della paura, della violenza e della morte, costruendo se stesso a contatto con una realtà che non concede tregua.
Io, l'infame La Martinella di Milano
La scottante biografia del brigatistapentito Patrizio Peci
lo, l'infame. la scottante biografia del brigatista pentito Patrizio Peci, edita dalla Mondadori. è un interessante documento sull'organizzazione terroristica italiana e dei suoi protagonisti. Ma chi sono questi individui che una P. 38 rendeva sicuri e potenti e che hanno riempito le nostre cronache delle loro atrocità? Non certo persone trattate male dalla vita, né giovani in cerca di facili guadagni, ma uomini di cultura e in-
telligenza che, spinti da qualche erroneo ideale, hanno dichiarato guerra alla società. Uno di loro si è pentito e con le sue testimonianze si accusa davanti all'opinione pubblica. la sua denuncia ha reso possibile la scoperta di covi clandestini e numerorissimi arresti, infierendo così, un duro colpo al terrorismo. perciò è stato condannato a morte dai suoi ex compagni. Rivelando lo squallore di una condizione aberrante egli toglie, come scrive l'autore nel suo libro, l'alone mistico e leggendario alle brigate rosse. Un messaggio forse, per chi, deluso dalla società di oggi, dalla crescente disoccupazione o solo alla ricerca di nuovi ideali vedesse. nella lotta armata, l'unica via d'uscita. Enrico
Perillo
I tedeschi sfruttavano anche i cadaveri
Da "nei lager" c'ero anch'io
I primi giorni, durante la quarantena, qualcuno diceva: Ci trattano come bestie perché ci stanno addomesticando, ma quando lavoreremo ci dovranno pur dar da mangiare, dovranno lasciarci dormire.
Le illusioni caddero quando vedemmo le squadre che rientravano nel Lager dopo una giornata di lavoro: i detenuti erano letteralmente sfiniti e si trascinavano a stento appoggiandosi gli uni agli altri, alcuni portavano a spalla dei compagni morti.
Non sapevamo che il comando generale SS di Berlino aveva pianificato la nostra vita e la nostra morte in base a questa tabella di sfruttamento dei detenuti:
Calcolo del reddito
Tariffa quotidiana di noleggio in media RM 6
Detrazione per vitto RM 0,60
Ammortizzazione vestiario RM 0,10
Totale reddito netto giornaliero RM 5,30
Durata media di vita
9 mesi = 270 x RM 5,30 = RM 1431, Ricavato dall'utilizzazione razionale del cadavedere: Oro dentario Vestiario Oggetti di valore Denaro
Detratte le spese di cremazione RM 2
Guadagno netto medio RM 200
Guadagno totale dopo 9 mesi RM 1631
Da aggiungere il ricavato dall'utilizzazione delle ossa e delle ceneri.
Vincenzo Pappalettera Edizione Mursia
Ritorna con veste rinnovata nelle edicole milanesi, accolta con entusiasmo da coloro che amano veramente Milano e da altri che ne avevano soltanto sentito parlare, la Martinella di Milano, una simpatica pubblicazione fondata nel 1948 e da qualche tempo... inedita!
Storicamente la Martinella era la campana che suonava a stormo in vista di spedizioni militari all'epoca dei Comuni, XII° secolo, e ricordata da tutti sul Carroccio, usata per dare segnali durante la battaglia che vide sconfitto il Barbarossa a Legnano; poi il nome .venne popolarizzato ed esteso anche alle campanelle interne dei conventi e comunità religiose per distinguerla dalle campane delle chiese vere e proprie o, sempre in tema di conventi, da quella della cappella in cui i conventuali si riunivano a pregare.
La Martinella di Milano, pubblicazione informativa-culturale era stata fondata da Emilio Guicciardi, Antonio Jacono, Antonio Negri, Antonio Strazza e Alessandro Visconti; dal primo di ottobre 19841a "rivista dei milanesi", che interessa anche tutti quelli che amano Milano e la milanesità e vivono in condominiante pensiero la pulsante laboriosità e la fucina di attività, iniziative e sviluppo nelle metropoli, si può leggerla nella sua veste elegante ed un alto contenuto di valori.
Dalla storiografia all'aneddotica, dalla poesia alla leggenda, la tradizione, le festività, il profilo dei letterati e musicisti, poeti, pittori, scultori e gente di teatro, milanesi e non che fecero grande la città evi lasciarono un alone di grande interesse culturale che si perpetua nel futuro.
Da Giovanni Verga a Stendhal, da Verdi a Rossini oppure, in piacevole contrasto, da Ferravilla a Edoardo De Filippo: "La Martinella di Milano" è la rivista per tutti! A.T.
40° anniversario della Liberazione nei campi di sterminio nazisti
Nel 40" anniversario della Liberazione dei campi nazisti (4-5 maggio '85) si farà una grande manifestazione internazionale nel campo di Mathausen.
Vi parteciperanno i rappresentanti di tutti i paesi occupati dai nazisti, le città decorate della Resistenza, le personalità politiche più rappresentative d'Europa.
Programma del pellegrinaggio organizzato dalla Sezione di Milano
Pazienza da Milano: 2 maggio 1985
Campi da visitare: Ebensee - Castello di Hartheim - Gusen Mathausen
Città di transito: Salisburgo - Linz - Innsbruck
Durata del viaggio: 4 giorni (in pullman)
Quota individuale di partecipazione: L.
350.000 più L. 10.000 tassa iscrizione.
La sistemazione alberghiera a regime di pensione completa è prevista in camere doppie con servizi in hotels di prima categoria. Le iscrizioni, accompagnate da un versamento di L. 50.000 si ricevono sino ad esaurimento dei posti presso l'Agenzia Fabello Viaggi - Via Anfossi n. 32 - 20135 Milano Tel. 5451735, che invierà a richiesta il programma dettagliato.
Se qualcuno desidera visitare anche i campi di Dachau, Melk e Moedling passando anche per Monaco e Vienna, oppure se desidera partecipare a un viaggio ai campi di sterminio in altra data, si rivolga direttamente all'Agenzia Fabello Viaggi.
pagina 13 - milano 19 gennaio 1985
411
In via Appennini 101/B, al
Gallaratese
Importante mostra d'arte nella nuova sede del Gruppo Sirio
Si è tenuta il 16, i122 ed il 23 dicembre ed è la prima di una serie di manifestazioni che il gruppo intende promuovere nel quartiere per portare la cultura anche in periferia
Nei giorni 16-22-23 dicembre si è svolta una importante manifestazione culturale nella nuova sede del Gruppo Sirio, in Via Appennini 101/B presso il Circolo Giulio Trevisani. Si è trattato di una nutrita mostra degli artisti associati in questo Gruppo che da una lunga serie di anni porta il suo contributo di presenza partecipativa a un quartiere e a una zona che fin dai suoi inizi aveva la sola caratteristica di dormitorio, come ha ben illustrato Bruno Luzzi nelle sobrie parole di apertura.
Questa mostra rimane la prima di una serie che il Gruppo Sirio ha intenzione di indire sempre con la abituale speranza di aprire un colloquio con la popolazione, come fa anche quando porta avanti il discorso del libero corso di pittura alla domenica, presso il Centro Comunitario di Via Lampugnano 145.
Tornando alla nostra visita della mostra di dicembre, passiamo in rassegna tutti gli espositori, che insieme hanno offerto un bel campionario di tecniche e tendenze pittoriche di questi ultimi anni, nonché di tecnica di scultura, poiché Antonino Nativo (opere in ferro battuto, tra cui il notevole «Adolescenza») e Francesco Jannotta (composizioni con materiali vari saldati e «ricreati» quale l'asinello e tutto il gruppo di figura della «Fuga in Egitto») sono stati presenti per un discorso più completo che non il solo discorso sulla pittura.
A parte va citato anche il fan-
Lunedì
tasioso e sensibile Giordano Gianotti, che ha eseguito bassorilievi e maschere, nonché un originale reggilibri in due corpi, con una locomotiva e un pezzo terminale di vagone, 'assai pregevole nell'esecuzione. Interessanti anche i tratti della maschera del «Filosofo», con occhi allungati e di linea cadente, quasi ad esprimere in forma visiva il peso di tanta riflessione e meditazione. Di Gianotti va citata anche la maschera giapponese, in garza compressa e dipinta. Tra i pittori, alcuni nomi ci sono noti, in quanto da tempo seguiamo il loro percorso artistico. Così è di Mario Fiocco, di cui riconosciamo le tenere tinte di acquerelli: «Navigli» addolciti dalla neve, e un allegrissimo «Rustico Agordino» che racconta le luminose estati di chi torna al suo paese natale con grande amore. L'inesauribile Tina Samarani ripropone una nuova serie di suoi piccoli paesaggi, vivacissi-
19 novembre
L'astro Sirio ha veramente brillato
ta.
L'astro Sirio ha veramente brillato nella serata che l'associazione Alpe presso il Circolo Cenisio ha riservato ai soci ed amici del Gruppo. Il lunedì 19 novembre, l'Alpe ha dato spazio al Gruppo Sirio tutt'intero, e la sezione poesia al completo si è alternata nella presentazione delle sue liriche, recitandole in proprio o con l'ausilio di valide interpretazioni, quali quelle di Mario Bernardi (che aveva presentato anche Arcano una settimana prima) e di Achille Cavadini, sempre ottimo dicitore.
Una parola a parte va riservata a una briosa e ben dosata Doris Cannetti, che ha introdotto e via via presentati i poeti, riprendendo un sunto offerto in precedenza dalla grande Carlotta Mandel, presente alla sera-
Per non dimenticare È accaduto 40 anni fa
Gennaio 1945
loristiche. Apprezziamo particolarmente le belle zone di ombra e luce che dividono e spezzettano il piano spaziale del «Gioco delle bocce». Sembra di essere all'ombra di freschi alberi in un paesino di campagna in un pomeriggio d'estate, in quella luce liquida e verde oltre la quale si indovina un cielo sereno e tutto sole. Ottimo anche il «Circo» su cui si affacciano i grattacieli del nostro Gallaratese.
4 - Proseguono le agitazioni nelle fabbriche di Milano, scese in lotta già il giorno prima.
5 - Intimazione della questura di Milano: «da oggi chiunque sarà trovato in possesso di armi senza che ne sia autorizzato verrà fucilato sul posto».
nominata la commissione amministratrice fascista.
Gli autori presentati: Maria Vecchio Borelli, Elsa Bottoni Castiglioni, Luciana Porti, Enrico Perillo, Bruna Fusi, Giordano Gianotti, Gianfranco Ronchi, Achille Cavadini la stessa Doris e in chiusura Carlotta Mandel. Un ricordo e un augurio particolari sono stati inviati a Giuliano Casonato, di cui è stata recitata «Creatura donna».
Tra i soci dell'Alpe qualcuno ha accettato l'invito di recitare alcune personali composizioni, tra cui Bruna Marchesi Zini e Carmelo Abaleo.
Sempre squisita la ospitalità di Zelmo Abardo, che ha dato appuntamento a quanti lo desiderano, per le future serate d'incontro che l'Alpe tiene ogni lunedì sera.
mi e di pura invenzione, tra il sognato e il fantastico, con romantiche barchette o velieri ottocenteschi che lottano contro onde agitate cercando approdi su coste frastagliate, spiagge lunari, con rupi e castelli arroccati. Piacevolissimi.
Il più nuovo lavoro di Gianfranco Ronchi è un piccolo paesaggio che spicca tra i suoi caratteristici clowns o vedute di montagna: questo dipinto che noi preferiamo rappresenta una nascosta casetta fra alberi e ombre di bosco, in una cadenza di tonalità violacee che ne fanno un luogo di mistero.
Anche Delain (Alfredo Longobardi) ripercorre il suo tema preferito, quello della sinfonia dei colori che ci offre la natura d'inverno, quando i ruscelli riflettono cieli, neve e trame di rami o alberi, facendone un canto poetico. Oltre questi lavori, Delain presenta anche pregevoli nature morte, frutta e il suo bel «Pagliaccio triste» che tanto ci ha entusiasmato la prima volta che lo abbiamo veduto.
Arcano (quattro lavori) presenta una delle sue «Darsene» più belle e Elsa Bottoni dà un saggio della sua delicatezza con ottimi «Fiori».
Roberto Pollastri è un nuovo socio, uno dei giovani del Gruppo. Dei suoi paesaggi di montagna, oltre a qualche lavoro di piccola dimensione, ci colpiscono le grandi vedute di ghiacciai e di boschi in controluce. Belle quelle ombre glauche che si distendono sulla neve, venendo da un sole basso sull'orizzonte e nascosto dalle trine fiabesche che brina e neve fanno sull'intreccio degli alberi.
Luciana Porti, giovane donna sensibile e dall'animo particolarmente aperto e entusiasta, presenta il suo primo lavoro: un olio monocromo e dolcemente soffuso su un tema quanto mai suggestivo: una «Venezia» con il profilo inconfondibile dell'isola San Giorgio, ma trattato con notevole fascino. Un elogio particolare.
Segabrugo è ormai una istituzione: la sua pittura che si richiama alla rapidità del tratto impressionista è nel suo stile, di affollate presenze figurali e co-
Ora che ha preso confidenza con le mostre, il nostro Pag (Gianpiero Pagetti) espone un'ampia rassegna delle sue ultime opere, e molte di esse meritano attenzione. Tra i lavori piccoli, buono il gruppo delle «Baite», con i loro grigi variati dei muri e delle tegole in pietra. Lo «Stagno» ha un tono enigmatico per un certo stacco che divide la parte reale da quella riflessa, la luce lillacea del cielo dal freddo «bagnato» dell'acqua, e quei tronchi spezzati che stanno sul bordo, davanti alla sciabolata di luce del temporale lontano.
Interni con nature morte e «Cascata» di Salvatore Gatto, «Naviglio con neve» di Brusi (che presenta anche piccoli paesaggi e un pastello) e di Stefano Fusi vediamo «Filo spinato» e «Africa» della serie che il giovane pittore ha presentato alla sua ultima personale nel novembre scorso presso il Centro di Psicodinamica in Via Locatelli 4 a Milano, con notevole successo. Di Bruno Luzzi, ecco i suoi coloratissimi oli su masonite, nature morte, interni o scene di caccia. Inoltre un notevolissimo lavoro di grande impegno, «Alpe Veglia», eseguito oltre che con grande bravura anche con molto amore.
Presentato poco tempo fa come artista del mese su queste pagine, Sandro Chiappa espone in rassegna una serie delle sue figure umane inserite in uno spazio linearmente ben definite, con una presenza astrale di valore pittorico quanto simbolico.
Luciana Cervini si firma Luce, e con parecchi pastelli dà un saggio della sua sensibilità nei giochi di luce e nella resa delle trasparenze. Ottima la scena con slitta, cani e lupi in Siberia, e i colori freddi del paesaggio del Canavese. Nella cronaca di questa mostra abbiamo tenuto per ultimo il commento su una nuova socia e delicatissima artista, che presenta una pittura del tutto nuova e originale nel Gruppo Sirio. Stefania Veronese, che si avvale di una tecnica mista, fra l'acrilico, la tempera e la china. Nei suoi lavori essa esprime egregiamente la sua passione per il ricamo, trasferendone le suggestioni nelle trame e nelle scelte decorative. Seguiremo questa artista con grande interesse. B.F.
6 - Cadono a Milano quattro studenti antifascisti: Giuseppe Bodra, Tullio Di Pasti, Orazio Maron, Giancarlo Tofissi. Arrestato a Milano il col. Vittorio Palombo, capo di SM di Cadoma, insieme ai suoi più stretti collaboratori.
10 - Bombardamento su Milano: 21 morti, 34 feriti.
11 - Bombardamento su Milano: 1 morto, 5 feriti.
Congresso clandestino delle federazioni del PLI dell'Alta Italia, convocato a Milano da D. Coda, delegato del PLI in Alta Italia. La Lombardia è rappresentata da «Filippo» (F. Jacini), «Giorgio» (G. Bergamasco), «Cesare» (C. Merzagora), «Manzoni» (A. Mangano), «Monti» (M. Tanci).
14 - Eccidio al campo Giurati in esecuzione della rappresaglia nazifascista. Fucilati nove dei condannati (tre vengono «graziati», secondo la prassi corrente per far risaltare la «misericordia del duce..): Sergio Bazzoni, Renzo Botta, Arturo Capecchi, Affilio Folli, Roberto Giardino, Roberto Ricotti, Giuseppe Rossato, Luciano Rossi, Giancarlo Serrani, tutti appartenenti al Fronte della Gioventù.
16 - Piero Mentasti (DC) evade dalle carceri fasciste di Como.
18 - Mitragliamento aereo alleato sulla linea tranviaria Milano-Magenta: 8 morti, 40 feriti. «Socializzazione» dell'ATM:
23 - Il Comando piazza di Milano CVL riceve direttive dal Comando generale affinché il sabotaggio agli impianti elettrici sia limitato a quegli impianti che forniscono energia per la produzione di guerra, allo scopo di non danneggiare la popolazione.
24 - Nomina di Mario Colombo a podestà di Milano. Conferenza del CdA di Milano e provincia: si discute sulla composizione paritetica e sull'autonomia, e si decide che devono essere composti dagli elementi più combattivi indipendentemente dalle loro opinioni politiche.
25 - Incursione aerea su Milano e provincia: 1 morto, 2 feriti.
La stampa fascista può menar vanto dell'abbattimento di un aereo alleato da parte della contraerea. Rappresaglia a Monza: fucilati presso la Villa Reale i patrioti Ratti, Criscitiello e Michelini, del FdG.
27 - Secondo un documento democristiano, la polizia fascista, in seguito all'evasione di Pietro Mentasti, «ha voluto, per confessata rappresaglia», arrestare molti esponenti della DC a lei noti, chiedendo in cambio la costituzione di Mentasti per «continuare le trattative» iniziate col suo arresto a fine ottobre. La direzione Dc dell'Alta Italia emette un ordine del giorno in cui respinge ogni ipotesi del genere e la stessa esistenza di trattative, sconfessando chiunque abitrariamente si fosse arrogato la rappresentanza del partito per condurle e confermando la piena fiducia in Mentasti, vittima di torture durante la prigionia. Aumentato il prezzo del pane.
NOVITA' BAGNO
ARREDAMENTI COMPLETI PER BAGNO
COMPOSIZIONI IN CRISTALLO E IN LEGNO accessori di ogni genere NOVITA' NESSUN FORO NELLE PIASTRELLE LAVORI SU MISURA
MILANO - via G. SILVA 29 (Ingresso da via ALBANI) Tel 4986440 aperto tutti i giorni dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 16 alle 19,30
JO o Oo \z'
B.B.
OPPIONI
LA LATTERIA via MELMA 22 - Tel. 390801 tutte le specialità dei: FORMAGGI di LAGO MONATE e SALUMERIA EMILIANA - pasta fresca casalinga- piatti freddi prontiRossella parrucchiere per signora milano - via meloria 22 (ang. via albani) tel. 324363 orario continuato milano 19 - pagina 14 gennaio 1985
Colorata prospettiva che si perde nell'infinito
I quadri di Lucio Pedotti sviluppano egregiamente il tema inafferrabile del tempo-spazio
Non si può passar davanti a un quadro, o ai quadri, di Pedotti e scappar via. Qualcosa di originale, di irripetibile cattura il nostro occhio e ci tiene sospesi, improvvisamente pieni di domande, anche di quelle più intime, o più difficili.
I quadri sono esposti dal 13 al 29 ottobre e ben sette ne contiamo alle pareti della "Bottega Tre Arti" di Sesto San Giovanni, in Viale F.11i Casiraghi 65, a fronte dei lavori di un altro pittore di differente impostazione figurativa, Giuseppe Scaiola, sul quale potremo impostare un successivo discorso. Ma Pcdotti lo conosciamo bene, da tempo, e siamo lietissimi che abbia portato a termine quest'ulteriore serie di opere, che si avvalgono del suo ormai collaudato e personalissimo linguaggio narrativo: spazio, fantasia, ritmo e dimensione onirica e molto altro ancora.
E un discorso completo che si presenta ad ogni singola opera ma che poi ci stupiamo che prosegua in quella successiva e così via. Quel che è cambiato dalle precedenti esposizioni è l'uso del colore, ora più squillante, smagliante, vivo. I rossi si sposano agli azzurri, con tutte le modulazioni che suggeriscono le prospettive perse nell'infinito. Quell'infinito che sempre urge e chiama dal "di dentro" quando un artista vuol sviluppare, e come il Pedotti sviluppa egregiamente, il tema inafferrabile del Tempo/ Spazio.
In quei moduli sapientemente ondulati e tutto sommato dolci. Sui quali giocano presenze geometriche fondamentali, par di abbandonarsi a percorsi
del ricordo o della speranza, in un vortice segreto e affascinante, aperto a tutto, sia al viaggio all'indietro nel più inesplorato passato, sia al futuro delle nostre più audaci aspettative.
I titoli che il Pittore ha scelto sono solo in parte indicativi del pensiero elaborato dall'artista nel creare le sue opere, e quasi a favorirne la comprensione sono tutte accompagnate da una breve lirica in versi sciolti. Eccone due: "Girasoli. Mille tempeste / non deviano l'uomo / un solo idolo / lo piega." e "O-
ceano. La volontà / e il caso / hanno sollevato / per noi / i veli dell'ignoto / ora rocchio / non scruta più / il vecchio orizzonte / ma / tra le stelle".
E da queste poche parole, che ci siamo annotate rapidamente sul retro del depliant illustrato (e la stampa non riporta tutte le sfumature o gradazioni di colore degli originali) si comprende che mai e poi mai il Pedotti farà una pittura di sole immagini, ma che vi introdurrà i grandi interrogativi che stanno alla base dell'esistenza. Penso a
pc L'angolo della poesia )
La poesia di Maria Borelli Vecchio, si articola in una serie di quadretti scaturiti da momenti di realtà emotiva; vissuti intensamente.
Il linguaggio è chiaro e di facile comprensione per tutti, e questo è uno dei Iati positivi in quanto, l'Arte, per essere vera e recepita in modo universale, deve essere priva di cerebralismi e di "contorsioni" linguistiche. Maria Borelli Vecchio è stata insegnante per 35 anni, forse anche per questo motivo, si riscontra nella sua poesia una chiarezza di stile pedagògico e didascàlico. Attualmente fa parte del Gruppo Sirio aderendo a tutte le manifestazioni di carattere culturale.
Doris Canetti
Io non credo
lo non credo nei discorsi precisi e programmati da uomini satolli di bene, parole posate in bella mostra su scaffali di metallo pregiato; Amo il discorso semplice la luce certa d'una lucerna al buio per lo sciopero dell'elettricista. Meglio un raggio di luna e la chiarità del viaggio che fari abbaglianti capaci di accecarti nel cammino.
Paul Gauguin, che affermava: "L'artista si riconosce dai modi che usa nel trasporre".
I "modi" cioè il linguaggio di Lucio Pedotti sono ormai esperimentati: la trasposizione è lì, sulle tele, evidente. L'artista, dunque, va riconosciuto. Bruna Fusi
Nella foto 'Eventi, cm. 60x50 olio su tela, un'opera del pittore I.ucio Pedoni, che vive e lavora a R ho, via S. Carlo 37.
Dolore
Per troppe mancanze d'amore per troppi veleni nel cuore il dolore del mondo trabocca dalla terra e una goccia può essere asciugata anche da un mio da un tuo sorriso.
MERCATO COMUNALE VIA
CHIARE= 10 OFFERTE DEL MESE
da LEO salumeria prosciutto crudo
L. 1.850 all'etto
da MULÈ macelleria (carni piemontesi) polpa scelta
salame del turista
L. 490 all'etto
L. 850 all'etto spalla cotta
da SEPIELLI frutta-verdura varie offerte a prezzi ECCEZIONALI
da NICOLA frutta-verdura
pere Abbate
carciofi M
mele Golden
da DALLOLIO latteria
gorgonzola
Fontai taleggio
Belloni-Valsassina
L. 1.800 al Kg.
L. 2.000 N. 7
L. 2.000 3 Kg.
L. 820 all'etto
L. 890 all'etto
L. 680 all'etto
da SIMONE panetteria/pasticceria
Pasta Barilla
Biscotti Mulino Bianco
Oro Saiwa famiglia
Dolcetti delle Feste
L. 650 al pacco
L. 1.499 al pacco
L. 1.700 al pacco
L. 1.399 al pacco
Merendine Mulino Bianco a prezzi eccezionali
L. 11.900 al Kg. scaloppe di vitello
L. 9.900 al kg. punta di manzo
Piemonte
L. 5.900 al Kg.
da GINO pescheria (specialità frutti di mare)
g21 MM URUGUAY aENEDETTo cgeoc E e .4zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA RecE ED, vi A.litbri k I Ajltil 7 1 trélAilf4L, r Io^ 4MERCATO COMUNALE PALI LAMPUGNAPOO 1,11j hA PAINErEktive, o VIA TRILN N 1,4 C.hcelip4 GorritCA
gennaio 1985 pagina 15 - milano 19
PESCE FRESCO arrivi giornalieri
Maria Borelli Vecchio
Maria Borelli Vecchio
prima pagina
Monumento
Subito come fu immediata la reazione popolare, Subito, se no sarà tardi!
E il tardi altri lo pagheranno...
Il Comitato di Sezione
Siamo perfettamente d'accordo con la Sezione ANPI Gallaratese-Trenno-Lampugnano nel ritenere che erigere un monumento alla Resistenza all'Idroscalo, in una zona defilata, quasi nascosta e tra l'altro al di fuori del territorio del Comune di Milano ne stravolga il significato.
C'è quasi da chiedersi se non vi sia qualcuno che tenti di mettere la Resistenza in soffitta, di tenerla nascosta, di relegarla in un angolo, quasi che il ricordarla possa dar fastidio a qualche «potente». Possibile che questo avvenga proprio a Milano città Medaglia d'Oro della Resistenza nel quarantesimo anniversario della Liberazione?
Ribadiamo che a nostro parere il luogo più adatto per erigere a Milano un monumento alla Resistenza resta il Monte Stella (l'unica alternativa sarebbe piazza del Duomo al posto del monumento a Vittorio Emanuele In in modo che sia ben visibile a tutti (anche a coloro che giungono dalle autostrade del nord della nostra città) a ricordo di quanti hanno sacrificato la loro vita per la libertà e per la democrazia e chiediamo al Consiglio di Zona 19 di non limitarsi ad «indicare», ma di esigere dall'Amministrazione comunale che un monumento tanto significativo venga eretto sulla vetta di questa montagnetta sorta dalle macerie di una guerra voluta soltanto da una dittatura che è stata sconfitta dal popolo.
Prezzo
un notevole contributo finanziario alla vita del nostro giornale, e di ciò siamo loro grati) compromettendo i nostri "conti" economici, sin qui chiusisi in pareggio.
Non ci resta quindi che rivolgerci anche ai nostri lettori ed ai nostri abbonati chiedendo loro l'aiuto ed il sostegno che il lavoro fatto in questi otto anni ci dà un po' il diritto di chiedere. Siamo certi che la risposta sarà positiva: chi vuole che "Milano 19" continui a vivere non può lasciare cadere nel vuoto questo appello.
Metano
portantissimo settore dell'ener gia.
L'Aem ha dimostrato di essere all'altezza di questo compito. Il piano energetico dell'area milanese è stato approvato il 17 ottobre del 1983 dal Consiglio comunale ed ad un anno di distanza le previsioni riguardanti la metaniz7azione sono puntualmente diventate una realtà. Nelle Zone 13 (Forlanini-Taliedo), 11 (Città Studi-A rgonne) e 12 (Felt re Ciminiano) 44 mila utenti, per un totale di circa 150 mila abitanti, sono passati dal gas manifatturato della Bovisa al metano.
Per arrivare a questo l'Aem ha speso 30 miliardi, ha posato 24 mila metri di condutture dai punti di prelievo Snam del metano agli allacciamenti con gli edifici, ha sostituito ed installato 26 mila metri di nuove tubazioni, ha sostituito 16 mila contatori ed adattato 65 mila apparecchi con il lavoro di 200 dipendenti Aem (sulla rete fino ai contatori) e di cento lavoratori esterni convenzionati per scavi e trasformazioni.
La realizzazione totale del programma dimostra sia l'esattezza delle previsioni, sia l'impegno e la professionalità di tecnici e lavoratori dell'Aem, che a quelle previsioni hanno saputo far fronte. Dimostra anche che, a tanto poco tempo dall'unificazione delle 'strutture
produttive ed amministrative della Montedison-gas nella Aem, si è riusciti a omogeneizzare in buona misura i due tronchi originari di un'azienda unitariamente energetica.
Questa omogeneizzaiione frutto di un processo ancora in corso, è sicuramente anche alla base del buon andamento gestionale aziendale. Lo ha ricordato l'assessore: municipalizzare è costato 205 miliardi, ma la nuova Aem (elettricità e gas) ha assicurato al Comune nel 1982 un apporto finanziario di 59 miliardi (di cui 16 provenienti dal settore gas), nel 1984, anche se il bilancio consuntivo non è ancora pronto, è possibile prevedere altri consistenti apporti, preziosi per il Comune, che può così migliorare e potenziare i servizi alla collettività.
Un nuovo servizio offerto grazie a queste scelte comunali è quello del riscaldamento alimentato con il metano, che è l'obiettivo di fondo della metanizzazione perché consentirà di lottare efficacemente contro l'inquinamento atmosferico prodotto dalla combustione del gasolio e degli oli pesanti. Attualmente il 97% del riscaldamento a Milano è fatto con il gasolio: il piano energetico prevede che tra metano e teleriscaldamento si avrà «caldo pulito» per il 50%
delle utenze nel giro di otto-dieci anni.
Con le difficoltà proprie degli inizi, anche il riscaldamento a metano ha però fatto i primi passi: le richieste pervenute sono finora state 1700 e già 400 sono i contratti stipulati, la metà dei quali già in esecuzione. L'Aem, ben sapendo quanto pesino sui cambiamenti le pratiche tecnico-burocratiche, si è impegnata ad assicurare gratuitamente l'assistenza tecnica per i progetti di trasformazione delle caldaie e per avere i nulla osta dei Vigli del Fuoco, oltre a concorrere alle spese per la trasformazione delle centrali.
I lavori per la metanimzione di Milano riprenderanno a febbraio e interesseranno 90 mila utenti, pan a 250 mila persone, dei comuni di Cinisello Balsamo e di Sesto San Giovanni, nonché di una parte della Zona IO (Monza-Padova) di Milano. La nostra zona, invece, sarà l'ultima ad essere metanizzata, perché situata più nelle vicinanze dell'officina del gas della Bovisa. Difatti, come si può rilevare dalla cartina pubblicata dalla Aem, che qui riproduciamo, soltanto nel 1990 il metano arriverà in zona 19, ma limitatamente a San Siro. Negli altri quartieri arriverà un anno dopo, nel 1991.
-
Casa di Cura S. Siro
RINNOVATA, POTENZIATA E CONVENZIONATA CON LA REGIONE LOMBARDIA PER TUTTI I CITTADINI. PIAZZALE SEGESTA - VIA MONREALE 18, MILANO TELEFONI 4034341/2/ 3 '4 (con ricerca automatica)
Zona residenziale ben collegata (Tram 24 - Filobus 90-91 - Autobus 49 - MM p.le Lotto) COMODITA' POSTEGGIO AUTOMEZZI Poliambulatorio convenzionato per le seguenti specialità:
- Medicina generale
- Medicina Geriatrica
- Chirurgia Generale
- Ortopedia e Traumatologia
- Laboratorio di analisi
- Ginecologia
- Otorinolaringoiatra
- Cardiologia
- Neuropsichiatria
- Radiologia e Roentgenterapia
- Fisiochinesiterapia (Radar, Marconi, Ultrasuoni, forni Rich. bagniluce, Ionoforesi, stimolazioni elettriche, massaggi, ecc.
milano19
Direttore: Gianpiero Pagati
Direttore Responsabile: Libero Traversa
Redazione:
Leonardo Clema - Giulio Fantuzzi - Bruna Fusi - Franco Tosi - Angelo Tremolada - Luciano Zagato.
Grafici Vito Fera.
Anuninistrazione: Maria Magatti Poggi
Pubblicità: Sergio Schininà
Editrice Milano 19 Soc. coop. a.r.L
Cod. Fisc. 05852820157
Direzione - redazione - ammini-
strazione: Via Appennini 101 MILANO - tel. 3539458 Registrato al Tribunale di Milano ai n. 388 dall'I f I / 1978
Stampa: Coop. Il Guado - Corbena (MI) -
Via Pablo Picasso - Tel. (02) 9794461-2
Prezzo per una copia L 600 abbonamenti annui.
ordinario L 6.000
Sostenitore L 10.000
Speciale L 20.000
La collaborazione è aperta a chiunque. Lettere e manoscritti non firmati verrano cestinati.
Tutti i diritti di proprietà artistica e letteraria sono riservati. La riproduzione anche parziale di scritti, fotografie e disegni senza preventiva autorizzazione. è lutamente vietata.
milano 19 - pagina 16 gennaio 1985