Consiglio di Fabbrica della Fit - Ferrotubi gennaio 1976

Consiglio di Fabbrica della Fit - Ferrotubi gennaio 1976
Intervento del compagno Lo Russo al Teatro Lirico a nome dei lavoratori della Fit - Ferrotubi
Care compagne e compagni, il mio intervento non vuole essere di carattere aziendale ma vuole riallacciarsi a un discorso generale che tante volte rischia di passare in seconda linea rispetto ai problemi, sia pur rilevanti, ma che interessano solo l'ambito ristretto della fabbrica. Questa linea di principio è stata riaffermava nel corso del dibattito che si è svolto con i lavoratori in occasione delle assemblee tenute per illustrare l'ipotesi di piattaforma, in quanto il costume del sindacato non è quello di illudere i lavoratori facendo vedere loro che avanzando richieste di carattere strettamente economico ed aziendale si possono risolvere gli innumerevoli problemi che li assillano in quanto cittadini. Da alcuni anni a questa parte il movimento operaio ha abbandonato gli obiettivi di stretto carattere salariale concentrando le sue lotte per le riforme (casa, trasporti, salute pubblica, pensioni, scuole, ecc.), in quanto solo dalla loro attuazione dipende la possibilità
di migliorare le condizioni di vita dei cittadini.
L'impegno dei lavoratori per la soluzione del problema suddetto è stato manifestato con la totale partecipazione allo sciopero generale indetto il 19-11-69 sul problema della casa, che ha coinvolto vasti strati sociali i quali hanno aderito alla manifestazione svoltasi a Milano al Teatro Lirico dove oggi è in corso l'assemblea dei 1200 delegati.
In alcuni interventi si è tentato di sostenere la tesi che il sindacato per ottenere una maggiore mobilitazione della classe operaia dovrebbe puntare soprattutto su obiettivi puramente salariali e aziendali non tenendo conto che il lavoratore deve essere salvaguardato non solo all'interno della fabbrica, ma anche all'esterno di essa in quanto cittadino.
Il parere dei lavoratori della FIT FERROTUBI è che per difendere il tenore di vita di tutta la popolazione sia la lotta per la piena
occupazione che dia uno sviluppo economico al paese e tenga conto delle esigenze generali. Perseguire questi obiettivi non sarà facile ed occorre quindi una vasta mobilitazione che sappia con chiarezza controbattere le manovre padronali che puntano ad una ristrutturazione aziendale incentivando lo sfruttamento, attaccando i diritti sindacali conquistati dai lavoratori esasperando la mobilità degli stessi all'interno della fabbrica. Da qui l'opinione che tutto ciò non può essere difeso dando alla piattaforma un senso salariale che comunque deve trovare spazio risolvendo le esistenti sperequazioni.
Concludendo questo intervento vorrei ribadire che da questa crisi possiamo uscire vittoriosi ad una sola condizione e cioè che il sindacato e i lavoratori si facciano carico dei problemi e che con la propria strategia sappiano unificare gli obiettivi dei giovarii, delle do-ne, dei disoccupati, ecc., impegnandosi a risolverli col massimo di chiarezza e unità.
A Sestri Levante, dopo una lunga trattativa e diverse ore di sciopero, si è finalmente raggiunto un accordo di massima su punti qualificanti e importanti sia per lo stabilimento che per tutto il settore siderurgico.
I contenuti della piattaforma non erano di difesa ma d'attacco alle iniziative padronali di ristrutturare l'azienda facendo pagare ai lavoratori le proprie scelte per poter uscire dalla crisi.
Alle iniziative padronali i lavoratori si oppongono con delle proposte serie e concrete alla quale daremo tutto il nostro contributo per la soluzione non sulla carta (con la firma dell'accordo) ma con la lotta se ciò che è stato concordato non verrà risolto.
A queste trattative hanno partecipato alcuni compagni di Corbetta alfine d'avere una piena convinzione di quali erano i problemi che Sestri andava a risolvere.
Il nostro rapporto (Corbetta-Sestri) deve essere visto non come partecipazione mediatrice (la direzione lo sperava?) ma come rafforzamento dell'unità di tutti i lavoratori Fit-Ferrotubi in quanto abbiamo degli scopi unici che, con un coordinamento che faccia un concreto lavoro sia di partecipazione che di lotta, dobbiamo porci per la loro soluzione.
Con l'accordo si sono raggiunti questi obiettivi:
AREE INDUSTRIALI E PROGRAMMI DI SVILUPPO
... l'Azienda precisa che, per LC1 (Laminatoio continuo), in questo momento, data la situazione di mercato, ritiene di rinviare alcune ristrutturazioni riconoscendo comunque la validità di queste ristrutturazioni, la direzione ritiene senz'altro opportuno terminare e completare il nuovo capannone, montare una nuova drizzatubi per tubi a notevole spessore,...
...A causa della situazione contingente e relativamente ad un contenimento produttivo causato da
una caduta delle richieste di mercato, per le lavorazioni dell'ACCIAIERIA, più precisamente per i turni produttivi, la DIREZIONE GENERALE, onde evitare decisioni diverse o più gravi, DECIDE una marcia produttiva a 18 turni settimanali in luogo dei 20 turni produttivi, come di normalità, a partire dal 5-1-1976.
Per questa temporanea esigenza, ogni tre mesi, le parti s'incontreranno per verificare se esistono le condizioni per riprendere la marcia a 20 turni settimanali. L'azienda s'impegna, al ritorno della normalità ad assumere I' organico mancante rispetto alla nuova organizzazione, ...
L'azienda s'impegna ad assumere, per la manutenzione n. 11 lavoratori dal 15-12-1975.
Sarà pure formata una Commissione composta da Delegati, Lavoratori e Tecnici delle officine di manutenzione che esaminerà il problema dell'organizzazione della manutenzione impianti, tenendo anche presente l'aspetto del decentramento delle strutture, allo scopo di migliorare l'efficienza del lavoro di manutenzione, facendo proposte che verranno poi esaminate dalle parti.
L'azienda dichiara di voler mantenere il reparto ed assicura che l'apparente ritardo della rimessa in funzione del reparto stesso, è dipeso da obiettive difficoltà nel reperire, all'interno dell'attuale situazione dello stabilimento, uno spazio adatto.
L'azienda dichiara che il problema non spetta risolverlo alla Società, ma riguarda l'intera categoria dei siderurgici. Comunque la Fit è disponibile a seguire quanto sarà chiarito e stipulato in tal senso in sede nazionale.
Per il reparto acciaieria è dispo-
sta a riconoscere la retroattività dal 1-3-1975. Per il tubificio dal1'1-10-1975 qualora il problema venisse risolto a livello nazionale a partire dall'1-1-1976.
L'azienda dichiara che che lo straordinario sarà effettuato solo nei casi strettamente necessario concordato con il C.d.F.
In relazione all'accordo sulle figure professionali del 9-6-1975, viene concordata la normativa sull'inquadramento unico, che viene allegata al presente accordo.
Per quanto riguarda il 7" livello, l'azienda dichiara che non accetta che tale gestione sia inclusa nella normativa dell' ing:adramento unico.
A questo scopo la Società è disponibile a prendere contatti congiunti con degli istituti pubblici e che si abbia un incontro entro il 15-1-1976 per determinare un programma d'interventi.
L'azienda s'impegna a non effettuare procedure che determinerebbero una riduzione di personale per il 1976.
Inoltre s'impegna a mantenere gli attuali livelli occupazionali per ii 1976, per mezzo del turn-over, tenuto conto del personale che si rende disponibile per effetto della marcia contingente a 18 turni dell'acciaieria.
ACCANTONAMENTO 0,25%
L'azienda non ha nulla in contrario a dare il contributo, purchè ci siano le dovute garanzie...
II Comitato di Coordinamento
La morte del generale Franco, la successiva proclamazione del Re l'attesa di un cambio ai vertici delle istituzioni e del governo, avevano segnato un periodo di tregua politica e sindacale in tutta la Spagna. Queste speranze del popolo spagnolo hanno avuto una breve durata.
La brutale conferma dell'immutato carattere del regime, Io si è subito avuto con la proclamazione dell'indulto dove si è andati a liberare uomini politici assieme a delinquenti comuni con la diversità che dopo pochi giorni i primi sono ritornati in carcere lasciando così inalterati i metodi repressivi.
A questi metodi repressivi, si aggiunge la decisione di lasciare alla testa del governo Arias Navarro (l'uomo delle cinque fucilazioni) costituendo un'ulteriore prova per una possibile evoluzione automatica in Spagna.
Tutto questo ha riaperto immediatamente il discorso sui rapporti fra regime e masse popolari.
L'ora della tregua è finita prima ancora che cominciasse, passando così ad una azione decisiva per la democrazia. Iniziano le prime agitazioni ed i primi scioperi per rivendicare assieme alle migliori
condizioni salariali, una maggior libertà di organizzazione, la cessione degli arresti arbitrari, l'impedimento alle chiusure delle sedi sindacali. Tutto ciò, in sintesi, sono le premesse di evoluzione democratica ín Spagna.
A sostegno di queste rivendicazioni, si colloca l'impegno delle forze democratiche, le quali sono fermamente decise a uscire dalla clandestinità, e già lo hanno dimostrato con manifestazioni pubbliche, assemblee nelle università ecc...., aprendo così un duro confronto con lo schieramento del regime, per smascherarlo fino in fondo dal suo gioco immobilista.
Per concludere, le risposte che sta attuando il regime, cioè quelle della repressione, non sono risposte politiche, ma bensì, risposte avventuristiche, le quali null'altro avranno che, sempre più forti prese di posizione da parte delle forze democratiche, le quali sostengono, che per risollevare il paese dalla grave crisi economica e politica, c'è un'unica via, quella della libertà per tutti e di uno sforzo per una Spagna libera, veramente riconciliata e tratta fuori dalle vecchie contrapposizioni di un regime insostenibile.
UN LAVORATORE
Possedere
Possedere tanto possedere tutto possedere il mio il tuo e l'altro.
Essere libero di possedere.
Godere
Godere nel vedere chi non ha niente.
Godere nel vedere chi muore di sete di fame di freddo. Pazzamente godere sino alla fine del possedere.
Avere
Avere il giusto avere quanto basta
rifiutare il superfluo.
Essere soddisfatto nel constatare che ai simili non manca il necessario.
Essere soddisfatto
nel fare
tutto ciò che occorre fare perchè non ci sia disuguaglianza.
Condannare
spietatamente condannare chi non ha e non ricerca o combatte
questo senso di giustizia.
IL PICCOLO UOMO (l'Avido) IL GRANDE UOMO (il Giusto)Il 12 dicembre si è svolta a Napoli una grande manifestazione. Una grossa risposta del movimento operaio alla intransigenza padronale per l'investimento nel sud e la piena occupazione.
Il concentramento dei partecipanti nel capoluogo campano, è stato massiccio. Infatti mai manifestazione operaia fu così partecipe, così sentita, i cortei provenienti da varie vie che immettevano a piazza Plebiscito sembravano non avere mai termine.
Grandissima la rappresentanza dei compagni lavoratori delle province meridionali; senz'altro una dura lezione a chi per trent'anni li ha sempre sfruttati ignorando i problemi socio-economici e veri in-
vestimenti industriali, ma creando invece pochi posti di lavoro nei loro feudi, ed elargendoli in cambio dei voti utili a mantenere i loro poteri ed obbligando altri a comperarsi il posto di lavoro con granli sacrifici pagando i sensali ruffiani dei padroni.
Ma ora nel sud si denota un certo risveglio, frutto della maturazione dei lavoratori finalmente consci, che solo un forte movimento operaio può riparare a tutte le loro ingiustizie. A questi nostri compagni vada un augurio perché prendano sempre più coscienza del movimento operaio, un ringraziamento particolare vada a tutti quei lavoratori, che con la loro presenza, e con grande sacrificio
hanno reso possibile questo grande successo dell'unità sindacale con questa manifestazione.
Un grazie particolare vada a tutti quei compagni lavoratori che anche se non hanno partecipato, hanno contribuito con successo al finanziamento dei loro compagni, un plauso per i compagni del servizio d'ordine per la efficiente collaborazione, e soprattutto un desiderio perché l'unità dei lavoratori di t'itte le categorie sia sempre concreta e contribuisca così a rinsaldare e rendere sempre più forte la nostra organizzazione (quella dei lavoratori) perché solo uniti si può (lottando) creare le premesse per uno sviluppo industriale di riforme sociali e per una piena occupazione.
Quando il vento passerà impetuoso e metterà veramente a nudo tutta la pianta, questa, dopo qualche mese ritornerà a rinverdirsi rigogliosa.
Anche gli uomini giusti hanno bisogno del grande vento: di un forte vento che faccia cadere le troppe marce foglie ancora appese alla pianta del genere umano.
Venerdì 28-11-1975 si è svolta la riunione tra segreteria e direzione su un preciso O.d.G..
Preoccupazione della direzione sui reclami da parte di alcuni clienti sulla qualità del tubo, necessita quindi di una migliore produzione. C''è stata quindi una illustrazione da parte dell'il-1g. Papili Carlo sull'orientamento della direzione per la soluzione di questi inconvenienti e siamo stati portati ufficialmente a conoscenza dellc riunione avuta con i capi settore e l'avviso mediante lettera ai capi macchina.
Da questa riunione ci è parso d'aver recepito che l'unica soluzione intrapresa sia quella di dare un giro di vite alle condizioni (non certo di sicurezza) di lavoro dei lavoratori. Sono cominciate a circolare lettere d' ammonimento (nettamente in contrasto con lo statuto dei lavoratori), si sono richiamati i capi per controllare meglio non l'efficienza della macchina, ma Cosa fanno i lavoratori (leggono, stanno seduti, sono svogliati, vanno troppo al gabinetto?) nello stesso tempo si è cercato maggior partecipazione dell'organismo sindacale per risolvere tutto ciò.
Le nostre risposte sono state molto ferme: sciopero di 1 ora con assemblea e chiarimento delle condizioni alle quali siamo disponibili a una partecipazione reale e concreta e non una falsa partecipazione in cui l'unico a sacrificarsi è il lavoratore in quanto gli si chiede di affrontare maggiori sacrifici. Con ciò non si vuol dire (non è nel nostro costume) che la direzione non ha fatto nulla per migliorare l'ambiente di lavoro e che non farà più niente ma si vuol rammentare che noi non possiamo accettare il discorso che siamo tutti sulla stessa barca e che dobbia-
mo remare insieme per uscire dalla crisi poichè in questa crisi ci ha portato la visione ristretta del padronato italiano (di cui fa parte anche la nostra azienda).
Questa visione ristretta consiste nella mancata ricerca di nuovi mercati con una tecnologia più avanzata dei mezzi di produzione per controbattere la nuova concorrenza che man mano s'avvicina sul nostro mercato.
Si è sempre contrastata questa concorrenza con la politica dei bassi salari e col non investimento in nuovi impianti sfruttando impianti vecchi, insicuri sia per la qualità (ma allora si pensava solamente a produrre) che per la sicurezza del lavoratore (nostro primato è il maggior numero d'infortuni) ed oggi che realmente il mercato esige una più alta sicurezza del prodotto ecco che non sanno farvi fronte in quanto carenti d'impianti tecnologicamente più avanzati.
Una cosa comunque è chiara. che il movimento dei lavoratori non è disposto a soccombere all'attacco portato avanti dalle forze padronali (mobilità, cassa integrazione, licenziamenti) per uscire dalla crisi.
La nostra azienda ha cercato d'imporre una forte mobilità interna, mettendo i lavoratori in condizioni precarie e quindi con un notevole disagio sia per la per50na che per la qualità del prodotto e ciò che è stato fatto (grazie alla responsabilità dei lavoratori) deve essere seguito dai fatti per un reale miglioramento della produzione.
Le parole del dr. Marina:
« Somme importanti saranno anche destinate per il miglioremento qualitativo della produzione nell'intento di affrontare adeguatamente il vasto campo delle tecnologie più avanzate... • avranno cre-
dibilità solamente quando ciò (anche gradualmente) sarà attuato nella pratica anche con la possibilità d'interventi per quanto riguarda la manutenzione delle macchine.
Un altro passaggio dell'intervento del dr. Marina è:
« Non è solo in una direzione quindi che si deve e si può agire; sono invece tutte le componenti, i fattori della produzione, che devono partecipare, ognuno per parte sua e con il più alto senso di responsabilità... ».
A ciò bisogna ribattere che il movimento dei lavoratori è sempre stato responsabile delle sue azioni e che come risposta il padronato ha fatto una ricerca di metodi per dividere i lavoratori discriminandoli uno con l'altro ed ora che viviamo una crisi non voluta da noi ecco che si chiede la partecipazione.
Orbene i lavoratori hanno sempre chiesto di essere partecipi e se questo deve essere l'inizio sia ben chiaro che la nostra sarà una partecipazione decisionale alla oliale devono seguire atti concreti di riconversione oroduttiva e modifiche tecnologiche che diano una reale garanzia del prodotto finito in quanto solo così si può sviluppare un discorso serio e concreto, non bastano sugli ammonimenti e giri di vite con i capi reparto tramutati in guardie (questo è l'obiettivo della direzione) ma su una fiducia reciproca basata sulla partecipazione di tutti i lavoratori alle scelte economiche e politiche di sviluppo della azienda e del Paese.
N.B. - Gli stralci degli interventi sono tratti dalla relazione fatta dal dr. Marina alla Conferenza Regionale sull'occupazione, gli investimenti e lo sviluppo economico tenuta a Genova 1'11-11-1975.
Qualche settimana fa sembrava che stesse scoppiando una nuova guerra mondiale all'interno della nostra ditta. Il direttore si è riunito ripetutamente con i « capi » della produzione e del controllo perchè stavamo perdendo un cliente dopo l'altro per la qualità « particolare » del tubo. Alla fine tutte le colpe sono finite addosso, guarda caso, ai lavoratori perchè si dice che non facciano il proprio dovere, che l'addetto all'elettrodo invece di controllare la saldatura legge il giornale, ecc.
Analizzando le cose, si scopre che il lavoratore non ha affatto colpa. Vediamo il perchè.
Il tutto è cominciato con le forniture destinate ad una ditta di Firenze ma non è rimasto purtroppo un episodio isolato. La direzione ha acquistato da terzi del tubo che noi abbiamo trafilato e consegnato al cliente. Da quelle poche prove che si sono fatte si è subita capito che il tubo non valeva un tubo (la saldatura era fatta male, non tenevano la prova, ecc.); ma per quelli che « comandano ■ il tubo andava benissimo, e fu spedito garantito a 50 atmosfere. Dopo una prima resa da parte del cliente perchè non teneva nemmeno a 10 atmosfere, lo abbiamo provato, p'ir sapendo che era inutile e lo abblPrno rispedito al cliente.
Stanca di essere presa per il culo questa ditta ce li ha resi definitivamente annullando anche tutti gli ordini.
Più avanti è stata installata, all'uopo, una prova idraulica (Bracker) che non ha mai funzionato e che solo ultimamente è stata resa in parte funzionante, solo per i tubi piccoli.
Fino a quando durerà questo stato di cose?
Quando la nostra direzione comincerà ad essere la direzione di una azienda moderna e democrati-
camente gestita?
Chi ci accorderà la fiducia acquistando ancora i nostri tubi avendo noi questi bei precedenti?
Alcuni mesi fa sono stati resi noti con una comunicazione ai dipendenti alcuni provvedimenti presi dalla direzione nei confronti di alcuni dipendenti che avevano trovato un mezzo con il quale poter accumulare senza fatica dei soldi in più.
In questa lettera c'è un passo che riporto testualmente: Questi dolorosi episodi devono far riflettere che una azienda moderna e democraticamente gestita è basata sulla fiducia che non può essere impunemente compromessa » .
E' a questo punto che mi vengono dei seri dubbi sulla serietà della nostra azienda e ciò è confermato dal fatto che invece di prendere dei provvedimenti, in questo caso più che legittimi (non come la schedatura di chi e quanto sta a casa in malattia), ecco che a queste persone viene concessa la posisbilità di dare le
dimisioni avendo così diritto alla liquidazione e al premio delle 1200 ore coquistato con la serietà e l'onestà dei lavoratori.
Questo non è gestire democraticamente un azienda ma è avallare un atto condannabile con il solito sistema della politica clientelare e cioè dando ancora la possibilità. non ai lavoratori, ma a coloro che credono di essere i più furbi di poter essere inseriti di nuovo nella società senza alcun danno per loro, anzi, forse con la conferma che sia valsa la pena di fare quello che hanno fatto. Con tale comunicazione si è voluto invece fare un richiamo alla onestà a tutti i lavoratori, i quali, di questi richiami non ne hanno mai avuto bisogno, anche perchè, le persone coinvolte in quella dolorosa faccenda, « pupilli della direzione », se ne strafottevano dei movimento dei lavoratori.
UN
Sull'ultimo giornale di fabbrica
è stata pubblicata una lettera riguardante « Portogallo e Internazionalismo » in cui un lavoratore esponeva i propri punti di vista sulla situazione attuale di quel Paese.
lo credo che discutere su questo problema sia necessario proprio per chiarire alcuni contrasti che emergono sulle posizioni assunte da forze di sinistra, ogni qualvolta che giungono notizie dal Portogallo.
Vorrei far rilevare che le prese di posizioni del movimento operaio sulle vicende portoghesi, non sono « ingerenze negli affari interni d, un Paese » ma sono un contributo al fine di poter superare settarismi e incomprensioni che esistono tra le forze di sinistra e i militari.
Tali divergenze lasciano il Paese in una fase di stallo, che nell'at-
tuale momento di crisi economica, è inammissibile in quanto si trasforma nel cavallo di battaglia di coloro che strumentalizzando il malcontento cercano di creare un clima di tensione e di violenza onde determinare uno spostamento a destra di strati sociali non trascurabili e ciò avviene appunto quando si accentuano fratture o spinte settarie all'interno di quelle forze che hanno contribuito allo sbocciare dei garofani rossi sulle canne dei fucili.
Questi avvenimenti non possono non suscitare grande preoccupazione in coloro che dopo aver esultato all'abbattimento del regime fascista, ora seguono con ansia questi momenti difficili per la giovane repubblica portoghese.
I giudizi sugli avvenimenti che le forze democratiche con la propria visione nazionale e internazio-
nale danno, vogliono essere giudizi di appoggio alle forze progressiste per evitare nuove lacerazioni che rischierebbero appunto di rimettere in discussione tutte le conquiste fatte finora. Evitare tutto ciò corrisponde non solo all'interesse delle masse popolari portoghesi ma anche a quello ditutte le forze democratiche del mondo.
Occorre dunque che le difficoltà dei portoghesi vengano affrontate e risolte non attraverso contrapposizioni ideologiche, ma sul terreno del dibattito, del confronto e dell'azione politica.
Solamente così si può auspicare una ripresa del cammino intrapreso dopo il 25 aprile che veda sconfitta quella linea reazionaria con la vittoria delle forze politiche progressiste accanto alle forze armate.
Circa due anni fa iniziai la mia attività in questa fabbrica. Venivo da una piccola azienda e devo precisare che la mia impressione è stata subito molto strana e vorrei dire molte cose riguardo a ciò.
La mancanza di un sindacato interno in ditta vuol dire molto per un padrone; la mancanza cioè di rivalità fra azienda e lavoratori.
Preciso subito che nella ditta dove fino a prima lavoravo ciò succedeva poichè il mio ex padrone, uso questo termine anche se non vorrei, padroneggiava in tutti i sensi, faceva il buono e il brutto tempo
a suo piacimento. Vorrei dire molte cose riguardo alla nostra ditta e al nostro sindacato interno, dico subito molto in gamba, anche se la nostra linea sindacale interna in questi ultimi mesi per varie circostanze mi sembra un po' in decadenza e mi riferisco a varie cose tipo questioni denti, colonia bambini ecc. ecc., un vero errore in questo senso.
Anche nell'ambito del sistema di lavoro c'è molta diversità da una piccola azienda ad una grande fabbrica.
A parte la questione rumori in
ditta e molte altre cose che ci sono da fare tra cui la sanità, vorrei dire alla nostra commissione sanitaria di fare molti controlli ed in questo senso avete fatto bene a dire basta col seghetto fino a che la nostra direzione non dia delle precise indicazioni in questo senso.
Innanzi tutto queste cose in una piccola fabbrica non succedono, tipo fermare una macchina produttiva anche se ci sono venti gradi sotto lo zero, devi lavorare altrimenti devi pensare ad un nuovo posto di lavoro e coi tempi che
corrono non c'è molto da ridere. Preciso che vuol dire molto una unità di lavoratori come c'è nella nostra fabbrica, ed in una piccola azienda, dove magari ci sono cugini del padrone o addirittura nipoti alla direzione, l'unità tra lavoratori è molto difficile attuarla.
Il nostro sindacato interno mi sembra badi di più alle nuove conquiste che a ricordarsi anche delle vecchie cose fatte da altre persone prima di noi, dico subito che da parte mia come vanno le cose possono anache andare bene però
a sentire i vecchi della FIT FERROTUBI non s'e ancora fatto quello che si doveva fare molti anni fa.
La questione rumori mi sembra un po' una burla poichè quando le macchine dalla vecchia azienda (MILANO) furono trasferite a Corbetta, prima di concordare con la azienda che la macchina poteva entrare in piena attività produttiva, bisognava fare certe modifiche che ora i lavoratori stanno ancora subendo costretti a lavorare in modi impensabili.
Un Lavoratore
Poche parole che per molti lavoratori vogliono dire cose brutte che col passare del tempo invece di migliorare peggiorano sempre più. Bene, a questo punto vorrei dire come la penso io in questo senso: cassa integrazione, male perchè ci sono molte aziende che ci provano gusto a mettere personale in cassa integrazione, tanto i lavoratori sono sempre i più fessi, dicono loro, ed invece non è così perchè oggi i lavoratori sono più che mai uniti per sconfiggere questo male che col passare del tempo peggiora sempre più. Perchè non si deve pensare che mettere migliaia di lavoratori in cassa integrazione si risolva la situazione economica e produttiva del nostro paese. Ci sono persone che sono in cassa integrazione da mesi oppure da anni. Credo che qualsiasi persona che abbia un po' di cervello oppure un po' di coscienza, possa capire i problemi che si creano quando un lavoratore con qualche figlio che frequenta la scuola oppure i licei superiori, come fare se poi c'è anche l'affitto e i generi alimentari sempre in aumento (e la busta paga è sempre in diminuendo non certo per causa dei lavoratori e nemmeno
Andiamo un po' a curiosare quello che succede dietro le quinte della nostra direzione.
del sindacato ma del nostro malgoverno e dei nostri capitalisti). Questo è uno dei problemi che naturalmente si vengono a creare con la cassa integrazione ma non è solo per questo che i lavoratori tutti uniti e di tutte le categorie (metalmeccanici, tessili, edili e chimici che sono i settori più colpiti), quando scendono in piazza a manifestare devono avere le idee chiare perchè la cassa integrazione è un male che si può definire male del secolo. Ma dopo la cassa integrazione cosa viene? I padroni fanno proposte chiare? No, non fanno un bel niente perchè sono loro la causa prima di questo male, perchè molte aziende hanno un po' strumentalizzato questa crisi per usare la mano pesante nei confronti dei lavoratori con la cassa integrazione oppure peggio ancora licenziamenti che i lavoratari si vedono arrivare a casa per lettera. Ora chiudo il mio articolo dicendo che è ora di farla finita con i padroni che trattano i lavoratori come marionette perchè ora più che mai possiamo dimostrare quanto noi valiamo anche senza di loro sperando in un futuro migliore.
Chiudo facendo un saluto a tutti.
Ad esempio, al tempo della produzione del tubo dell'URSS ci sono state varie polemiche e cioè, l'acciaio doveva essere tutto quello krupp, il migliore esistente sul mercato, invece si è usato quello solo per le prime 100 tonnellate e per il resto un qualsiasi acciaio Italsider dí poco prezzo (non per deprezzare l'Italsider rispetto al Krupp, ma avendo scelto pur sempre un acciaio Italsider e non quello da due soldi si sarebbe ottenuto un risultato migliore). I risultati non sono tardati a mancare. I « capi • avevano deciso di spedire quollo che era poco p:ù di rottame, quando, già caricato sui vagoni, forse per scrupoli di coscienza. si è scaricato e scartato 800.000 kg. di tubo, che è poi stato oassato a rivestire diventando tubo per condotte di gas e di acnua (immaginiamoci la tenuta!).
Si è poi acquistato un acciaio lin DO' megl'o del precedente, ma mica tanto e si sono fabbricati i t»bi e spediti. Rispetto ai precedenti scartati questi avevano il pregio di non essere provati, perchi, noi non eravamo in grado di farlo (per questo non lo siamo nemmeno adesso), comunque sembra che tutto sia andato bene.
Per questo nuovo ordine, l'Urss, qualcuno della direzione disse, faceva solo una questione di prezzo. ma la direzione con un buon taglio, tanto ci wiadagnava un sacr'n lo stesso, è riuscita ad aggirare l'oetacolo.
Chissà se in questa occasione la direzione si comporterà un po' meglio (acciaio-prova, ecc.) perchi, con onesto modo di fare rischiamo di precluderci anche degli ordini futuri che potrebbero rapnreeentare la nostra salvezza economica.
Per l'anno 1975 con la sovvenzione della ditta di L. 360.000 sono stati acquistati:
Così suddivisi:
Come già in passato la commissione culturale fa presente che la biblioteca è patrimonio di tutti e come tale è aperta ai dipendenti e loro famigliari, per questo ci si propone quanto prima il trasporto a Corbetta di tutto il materiale disponibile e il rifacimento dell'elenco dei libri.
N.B. - Ancora una volta si ricorda che il tempo messo a disposizione dei lettori è di due mesi perciò si invita chi avesse superato questo periodo di riportare i libri in proprio possesso; questo perchè qualcuno ha allungato il periodo a due o tre mesi.
E' pieno desiderio della Comm. Sanitaria, trattare questo problema affinchè possa essere portato a conoscenza di tutti i lavoratori, prefissandosi una corretta analisi critica nell'intento d'illustrare quali possono essere gli strumenti che tutelano sempre di più i lavoratori colpiti da infortunio, malattie professionali e malattie in generale.
Va premesso che la Comm. Sanitaria ha avuto H mandato per portare avanti questo problema e che il C.d.F. ha la possibilità d'intervenire sull'operato della stessa.
La Comm. Sanitaria si è mossa, nell'intento di trovare una sistemazione agli invalidi, non sempre ten3ndo conto di tre questioni che oggi appaiono fondamentali:
Il recupero della capacità lavorativa del lavoratore che deve essere pienamente soddisfatta al fine di non creare il presupposto sulla quale oggi la direzione cerca di far apparire l'invalido e cioè un mantenuto sociale.
Il ruolo del medico della fabbrica, nella scelta delle mansioni d'affidare, deve essere determinante.
Il C.d.F. deve creare le condizioni, affinchè la Comm. Sanitaria possa operare, allargando certi accordi (blocco delle assunzioni di impiegati non diplomati), modificando certi impianti che si presterebbero all'inserimento di certi tipi d'invalidi (bonifica ambientale).
Dobbiamo comunque tener sempre presente che il problema degli
invalidi è la risultanza degli effetti negativi di una condizione generale di fabbrica e della società in generale, per cui occorre agire con più convinzione sulle cause che determinano l'insorgere di questo problema.
Noi della Fit-Ferrotubi è bene ricordarlo, non siamo stati risparmiati dalla logica padronale che è basata unicamente sul profitto anche se in nome di un progresso tecnologico.
L'industria italiana oltre a produrre profitto per i padroni, produce 4000 morti all'anno, un infortunio ogni 2 minuti e milioni di lavoratori con malattie professionali dovute agli inquinamenti industriali; in contrapposizione a ciò esistono poche leggi che garantiscano o tutelino il lavoratore.
Una di queste norme legislative, la legge N. 482 del 2 aprile 1968, stabilisce il collocamento obbligatorio, pubblico o privato, degli invalidi, avendo lo stesso dei grossi r• • iimiti.
Tornando al problema aziendale, noi della Comm. Sanite-in fin dal 1972 avevamo fatto compilare quasi a tutti i lavoratori dei questionari e nella elaborazione erano scaturiti dei dati da rabbrividire; basta pensare che il 99% dei lavoratori che avevano un'anzianità di 4 anni erano tutti in precarie condizioni di salute senza poi considerare molti infortuni che hanno portato menomazioni fisiche a decine di lavoratori, e la causa principale che ha determinato questa grave situazione ,era l'ambiente di lavoro nel vecchio stabilimento di Milano. Abbiamo quindi preso spunto dallo !statuto dei lavoratori che stabilisce:
Il controllo d'idoneità alla mansione specifica, che abbiamo preteso dalla direzione con non poche difficoltà.
Che tutti quei lavoratori che hanno presentato una documentazione medica e che non erano più in grado di svolgere la mansione per la quale erano stati assunti, d'inviarli all'ENPI con la possibilità di controllare il loro stato di salute, proponendo ooi una giusta collocazione in una mansione adatta.
Il risultato di questi esiti clinici ha fatto nascere nuove iniziative
ECCELLENZA , L' UNI1A' SINDACALE FA IL 610(0 DEI (OMUNISti 1315O6NA CREARE At. PIO PRE5f0 UN NUOVO SINDACATO. DiCUI CI PC55A FIDARE CIECAM_Ni E.fra cui l'obbligo di blocco delle assunzioni degli impiegati non diplomati (la direzione è obbligata ad inserire negli uffici dei lavoratori ammalati, naturalmente in mansioni compatibili col grado d'istruzione del lavoratore), si è preteso che la direzione assumesse un medico specializzato nella medicina del lavoro affinchè la valutazione del medico, rendendosi conto quali siano le condizioni ambientali, le condizioni microclimatici ed infine quale realmente la mansione d'affidare con giusta valutazione che soddisfi pienamente il lavoratore anche dal punto di vista psicologico, fosse più ponderata.
Chiaramente questo aspetto si è un po' arenato per varie ragioni e cióè:
1) La Comm. Sanitaria, nell'interno dell' organizzazione sindacale aziendale, svolge un ruolo di supporto tecnico e politico (indica al C.d.F. quali sono i metodi di soluzione dei problemi per la salute in fabbrica) in quanto la decisione politica (l'esecuzione) spetta al C.d.F.
La pecca che secondo noi si riscontra nel momento della contrattazione è che il problema, viene trattato dal C.d.F. che non sempre ha una conoscenza reale e da ciò si comprende come, alcune volte, per la direzione è stato facile far passare certi lavoratori ammalati come dei mantenuti, strumentalizzando il fatto Come se non esistessero responsabilità aziendali.
Perciò, secondo noi, quando si vanno a trattare i problemi sulla salute, è necessario che la Comm. sanit. sia presente e per far ciò il C.d.F. deve dare più potere alle commissioni che operano in seno allo stesso.
2.) Quando il medico di fabbrica
stabilisce, tramite visite da lui ritenute opportune, decisioni che per il C.d.F. devono essere esecutive.
Solamente così si può trovare sbocco anche per quanto riguarda la prospettiva di categoria, dato che noi consideriamo i lavoratori, colpiti da certe malattie, non come invalidi dal punto di vista produttivo (produci 70 invece di 100) ma lavoratori che non sono idonei per certe mansioni che però sono idonei per altre mansioni.
Così si può collocare la rivalutazione professionale stabilendola anche tramite l'organigramma.
Fra l'altro la Comm. sanit. ha organizzato una assemblea con tutti i lavoratori interessati e dalla discussione sono venuti alla luce questi concetti.
L'ultimc punto che riteniamo più importante è l'ambiente di lavoro.
E' chiaro che se noi tutti perdiamo di vista il vero problema, vinceremo alcune battaglie ma non la guerra.
Se il C.d.F. con tutti i lavoratori non danno maggiore incisività alla bonifica degli impianti produttivi e ai problemi microclimatici, fra 10 anni, andremo inevitabilmente a raddoppiare o triplicare il numero degli ammalati o infortunati; dobbiamo perciò far di tutto per contenere questi (84) lavoratori colpiti sulla salute, convincendoci con più fermezza che la salute non si vende dando un maggior apporto per la soluzione dei problemi della salute.
L'uomo gode, in questa terra, il privilegio di essere al di sopra di ogni cosa, di essere circondati da ciò che la natura stessa ci dà e nessuno, nessuno, ha il diritto di toglierci la vita o dimezzarla.
Non dice bianco anche se è rosso: non è un politico. Non dice chiaro anche se è scuro: non è un prete. Non dice bello anche se è brutto: non è un pervertito. Non dice giusto anche se è colpevole: non è la giustizia. E' uno che dice pane al pane e vino al vino. Nel mondo attuale, più che in quello passato, egli non è considerato un terrestre, ma ingiustamente un • LO CRETINO
LA-BORIOSITA' LABORIOSITA' LABORIOSI-TA' LABORIO-SITA' LABO-RIOSITA' LA-BORIOSITA'. E fu così che piano piano LABORIOSITA' divenne LA-BORIOSITA'. E LA-BORIOSANDO LA-BORIOSANDO, oggi è il despota. Però, vanagloria sarà, perchè finirà nel nulla LUI, e con lui la sua altera BORIOSITA'.
1) Poeta italiano che fu premio Nobel nel 19599) Banco di prova del quale non si può aver fiducia - 15) Ex-colonia portoghese invasa dall'Indonesia, con un massacro, dopo la proclamazione dell'indipendenza - 18) Dirigente moderno ma con vecchie idee19) Stoffa elegante - 20) Congiunzione telegrafica - 21) Ravenna - 22) Odore gradevole - 23) Il primo uomo che si librò nell'aria - 25) Nome del ragazzo dell' « Isola del tesoor » - 27) Caserta - 28) Governatore etiopico - 30) Precede i « signori » di Fortebraccio - 31) Fabbrica milanese occupata dal 26 novembre per difendere l'occupazione - 37) Città (sigla) dove 300 mila lavoratori hanno detto basta al padronato - 38) Italia e Svezia - 39) Materia prima per le corone dei vincitori - 40) Antica città celebre per un tempio dedicato a Dionisio - 41) Esprime ciò che attualmente esiste - 42) Una delle due lingue francesi della antichità - 43) Lo pseidonimo di Josip Bros (presidente della Jugoslavia) - 45) Altro in latino - 46) Poeta e regista morto in circostanze non ancora ben chiare - 48) Baciato dal sole - 52) Il Vo-i del famoso convoglio - 53) Divinità lunare della civiltà mesopotamica - 54) Periodo - 56) All'inizio del giorno - 51 Nome della Cercato - 59) Affermazione inglese - 61) Raro senza coda - 62) Pieno d'ira63) Qui - 64) Secondo il padrone lo applica il lavoratore - 66) Precede il Khan - 67) Nazione nella quale il razzismo è di legge - 68) Istituto Nazionale Confederale Assistenza (patrocinato dai lavoratori) - 69) Spagna - Italia - Venezuela.
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