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Mensile di informazione politica e cultura
Anno VIII - N. 10 - Ottobre 1984 L. 500
Sempre più acuta l'emergenza casa
Milano
a
Sfratti: ecco il decreto che non risolve niente
Il miniprovvedimento prevede una proroga soltanto fino a131 gennaio 1985Sospese intanto le graduatorie per l'assegnazione di case popolari - Le reazioni al Consiglio Comunale di Milano e delle organizzazioni politiche e sindacali
11 14 settembre scorso il governo ha varato il decreto per la sospensione, fino al 31 gennaio dell'anno prossimo, di tutti gli sfratti esecutivi, tranne quelli per morosità. Al provvedimento sono interessate soltanto 28 città considerate ad "alta densità abitativa", tra cui, naturalmente, Milano. Insieme alla sospensione nel decreto sono state inserite alcune norme e misure che secondo le ottimistiche previsioni di Palazzo Chigi dovrebbero consentire agli Enti Locali di recuperare — attingendo soprattutto al patrimonio pubblico — un numero di case sufficiente almeno per disinnescare la tensione nelle zone caldissime".
Una decisione è destinata a provocare parecchie polemiche: la sospensione fino al 31 gennaio prossimo di tutte ie graduatorie per rassegnazione di alloggi pubblici, in modo da poterli assegnare a sfrattati.
Quartieri Cronaca
Consultori: un'esperienza da salvare
Il decreto del governo, che ha già suscitato la reazione polemica dell'ANCI (Associazione Nazionale Comuni d'Italia) e di numerose associazioni di categoria, era tutt'altro che scontato. Si sapeva dell'opposizione liberale e repubblicana al provvedimento di sospensione. Il segretario del PLI, Valerio Zanone, aveva minacciato fuoco e fiamme per bloccare il decreto. Quello repubblicano, Giovanni Spadolini, prima che iniziasse la riunione del Consiglio dei ministri aveva rilasciato ai giornalisti una dichiarazione battagliera: "Ne vedremo delle belle. Abbiamo già commesso parecchi errori, non ne tollereremo altri".
Il referendum sulla scala mobile
Correre fa bene se si corre bene
I proprietari che invece terranno l'alloggio sfitto pagheranno una rendita catastale maggiorata del 300 per cento.
— Si è detto pure della sospensione delle graduatorie. Da aggiungere che potranno ottenere l'alloggio di edilizia pubblica (li assegneranno i Comuni e le Regioni) solo gli sfrattati con il reddito previsto per l'edilizia sovvenzionata ed agevolata: non oltre i 19 milioni di lire l'anno, però con tutti gli abbattimenti previsti solo per i lavoratori dipendenti.
— Gli istituti previdenziali ed assicurativi dovranno fornire, per assegnarli a sfrattati, il 50 per cento dei loro alloggi liberi. Se non lo faranno i loro amministratori subiranno "gravi sanzioni amministrative".
Gradita sorpresa a Figino
Chiare, dolci, fresche acque
Sono quelle che scorrono nell'alveo del canale scolmatore dell'Olona, provenienti da una sorgente, messa in luce dagli scavi
I mestée de la Milan de semper
E battaglia in effetti c'è stata, ma PRI e PLI non l'hanno spuntata. Sono riusciti a strappare agli alleati soltanto un impegno ad accelerare riter parlamentare del pacchetto di leggi sulla casa (condono edilizio e riforma dell'equo canone) ferme, è il caso di dirlo, a causa dei profondi contrasti nel pentapartito, nonché una limitazione temporale e territoriale degli effetti del provvedimento. Tuttavia, lo ha lasciato intendere lo stesso ministro dei lavori Pubblici Nicolazzi, il testo del decreto varato il 14 settembre potrebbe subire delle modifiche se liberali e repubblicani si impuntassero.
Ma ecco, punto per punto, il provvedimento governativo.
Si è già detto della sospensione degli sfratti fino al 31 gennaio 1985. Questo termine può slittare fino al 31 gennaio dell'85 nel caso in cui uno sfrattato abbia avuto in assegnazione un alloggio pubblico (sia pure ancora in costruzione), ma a patto che il sindaco certifichi l'avvenuta assegnazione e rappartamento venga consegnato entro ranno.

I Comuni possono stipulare convenzioni con i proprietari di case da affittare a sfrattati per due anni, ad equo canone. Contrariamente a quanto era stato preannunciato dal ministro dei Lavori Pubblici Nicolazzi, in questo caso i proprietari non otterranno l'esenzione dall'Ilor.
I giovani e la droga Non sempre il ragazzo drogato
Trattare, anche in modo superficiale, un argomento di questa "stazza" è imbarazzantre perché, forse, con queste poche righe andrò ad urtare la suscettibilità di qualcuno, pur non avendo la presunzione la Verità con la "V" maiuscola come monopolio esclusivo, ma col pensiero di dare un mio modesto contributo ad una guerra che una società civile, come la nostra si ritiene, dovrebbe fare ad una piaga sociale quale è la droga nel mondo dei giovani.
Preciso, innanzitutto, che non basta ignorare il problema per restarne immuni. Purtroppo ci si è abituati a pensare al ragazzo drogato come al figlio del vicino, del conoscente, ma potrebbe essere anche figlio nostro, indipendentemente dalla nostra convinzione di aver dato al ragazzo una giusta educazione. basta infatti un attimo di sbandamento, condito con un po' di cattive compagnie e un pizzico di voglia di novità proibite e ritenute affascinanti, perché non conosciute in tutto il loro orrore, ed ecco il ragazzo pronto per essere adescato dallo spacciatore, magari all'uscita delle scuole medie.
Oh! Non preoccupatevi. Il ragazzo non diventerà subito un morfinomane. All'inizio è "robetta" leggera. Si tratta di qualche sigaretta "speciale" e le prime possono essere date addirittura gratis dallo spacciatore per invogliare suennsivi acquisti. Da questo punto inizia una triste catena, si forma il "gruppo" perché il ragazzo "iniziato" scopre che vi sono altri ragazzi con la sua "vocazione". Poi si passa allo "spinello". Il ragazzo si sente un uomo vissuto fino a
— Infine, i 1.500 miliardi stanziati per l'acquisto da parte dei Comuni di alloggi, "anche in comuni confinanti". Si tratta in realtà di fondi Gescal del biennio 1986-87 e di soldi stanziati dal governo negli anni scorsi e non ancora spesi dagli Enti Locali. Potranno utilizzarli solo quei comuni che entro il prossimo 30 novembre avranno attivato tutti i finanziamenti loro assegnati con le leggi Andreatta e Nicolazzi dell'80 e dell'82 e con una "reale e provata" necessità di nuovi alloggi. In sostanza, ha spiegato il ministro del Tesoro Giovanni Goria, questa normativa "vuole sollecitare le amministrazioni locali ad utilizzare intanto il patrimonio disponi bi(segue a pagina 15) che nel gruppo qualcuno, che é già di qualche anello più avanti, non gli fa capire, con aria di superiorità, che ormai gli "spinelli" sono roba da ragazzini, che ci vuole ben altro per fare "viaggi" sensazionali.
E qui iniziano i guai. I cosiddetti "costi d'esercizio" aumentano. La mancia settimanale che dà papà e i pochi "soldini" sgraffignati dal borsellino della mamma non bastano più. Come fare per recuperare i soldi necessari all'acquisto della droga? Il ragazzo inizia con qualche piccolo furtarello qua è là fino a che non ha racimolato la somma necessaria per la prima dose, nel cui prezzo è compreso (segue a pagina 15)
Incontri del Comitato Antidroga
Si informano i lettori di Milano 19 che a partire da giovedì 20 settembre alle ore 21 sono ripresi gli incontri del "Comitato Promotore Antidroga Zona 19" presso il Centro Comunitario di via Lampugnano - Trenno. Gli incontri si terranno tutti i primi e terzi giovedì di ogni mese.
Sorpresa, una volta tanto gradita, per i cittadini della nostra zona che abitano nei quartieri "rivieraschi" del canale scolmatore dell'Olona, che, come abbiamo già avuto modo altre volte di scrivere, partendo da Pero, compirà un ampio arco di cerchio nella nostra zona, attorno a Figino, per poi proseguire verso sud.
Nell'alveo del canale, in fase avanzata di costruzione, ma non ancora entrato in funzione e, soprattutto, non ancora collegato con l'Olona, è difatti cominciata a scorrere racqua, ma, e qui sta la sorpresa gradita, non si tratta delle acque putride e maleodoranti di quello che è stato definito "il più inquinato fiume d'Italia", bensì di acque fresche, limpide e pulite, sgorganti da una sorgente messa in luce dagli scavi effettuati per la realizzazione dello scolmatore. La cosa in sé non desta molta sorpresa, specie tra i vecchi abitanti del luogo, visto che la zona intorno a Figino era, fino a non molti decenni or sono, ricca di "fontanili" (sorgenti d'acqua che sgorgavano spontaneamente dal terreno), ma si teme che dalla sorgente posta in luce dagli scavi racqua sgorghi soltanto in (segue a pagina 15)
La legge del più forte
Macinando un record dopo l'altro il dollaro sembra ormai avviato, sia pure con qualche battuta d'arresto, a raggiungere quota duemila lire e a stabilire anche nuovi massimi sulle altre monete, il che dà molto da pensare a vari economisti, dalle cui conclusioni si possono trarre alcuni precisi dati di fatto. Gli USA, nonostante i "miracolosi" indici economici vantati da Reagan, vivono al di sopra delle loro possibilità II quoziente inflazionistico da ciò provocato viene annullato sul mercato interno dall'immissione di merci acquistate all'estero contro pagamento in moneta nazionale (il "di più" inflazionistico di carta moneta si traduce in un "di più" non inflazionistico di beni) e dall'afflusso netto di capitali dall'estero attirati dagli alti tassi di interesse e dal rendi-
mento derivante dall'aumento della quotazionel del dollaro rispetto a tutte le altre monete.
In tal modo gli USA eludono una delle leggi economiche flno ad ieri dichiarate ineluttabili. oggettive e vincolanti per tutti (quella secondo cui l'inflazione è legata al rapprto tra domanda interna ed offerta interna) semplicemente esportando in altri paesi la loro inflazione.
è solo il "figlio del vicino"
Potrebbe anche essere figlio nostro - Non basta ignorare il problema per restarne immuni - Sarebbero opportune conferenze per mettere in grado i genitori di interpretare in senso giusto comportamenti strani dei loro figli
ll Centro Comunitario e l'assessore Schemmari
Il giorno 3 Agosto apparve sulla cronaca milanese del Corriere della Sera un articolo riguardante il Parco di Trenno ormai trasformato in "cupo posto delle siringhe" e nel quale si poteva leggere una dichiarazione dell'assessore Schemmari che finalmente a situazione degenerata, con i cittadini esasperati che organizzavano picchetti e blocchi stradali, si era degnato di sollevare le sue serafiche natiche e varcare il portone di Palazzo Marino. Giunto quale fu. tra i poveri mortali, molto gentilmente si informò, discusse, valutò, ascoltò, ponderò ed infine come l'oracolo di Delfo diede il suo responso "I picchetti non servono più". È necessario realizzare le iniziative per occupare in modo diverso il parco e tutte le strutture pubbliche del quartiere. Si cercherà di riaprire il Centro Comunitario recentemente dichiarato inagibile perché possa rappresentare un punto di incontro e di aggregazione per associazioni e gruppi culturali". (testuali parole riportate dall'articolo sopracitato).
Ora. l'ultima parte della dichiarazione riguardante il centro Comunitario è secondo noi che al centro ci viviamo e lavoriamo. con i fatti però, decisamente ridicola, visto che da quasi due anni cerchiamo disperatamente di ottenere l'agibilità senza che nessuna autorità competente, a partire dal Consiglio di Zona 19 si sia minimamente degnata di darci retta. Che questo Schemmari non lo sapesse ci sembra molto improbabile. in ogni caso secondo la Divina Còmmedia anche gli "ignari" meritano il loro posto all'inferno. Da tantissimo tempo i discorsi ed i proclami sulla qualità della vita in quartieri come il
nostro si sprecano; inchiostro n'è stato versato a fiumi, dibattiti, tavole rotonde non ne parliamo, l'unico grande ed eterno assente in tutto questo è il dato di fatto.
Il comitato di gestione e gli utenti del centro sono stanchi e disgustati da questa situazione che non fà certo onore ad una amministrazione che vuole fare della nostra città un esempio per tutta l'Europa. Ci sentiamo quindi in dovere di urlare con quanto fiato abbiamo in corpo che il Centro Comunitario non ha mai smesso di funzionare nonostante l'inagibilità ed il taglio dei fondi conseguente (da due anni) e questo non certo per merito di tutti quei ciarlatani di palazzo capaci solo di farsi belli con larole altisonanti , luminosi principi ed effimere promesse. L'esempio più grosso è la festa che si tenne a carnevale dopo che ci era stata negata l'autorizzazione, nella quale furono raccolte 500 firme di persone che si assumevano la responsabilità di questa disobbedienza e che si autodenunciavano come organizzatori e partecipenti alla festa. Ci sentiamo in diritto di denunciare la non volontà della istituzione ad aiutare questo posto che per mesi ha vissuto a duecento metri di distanza da uno dei più grossi mercati di eroina della Lombardia.
Dov'era quest'inverno il signor Schemmari, dov'era il Sindaco Tognoli ed i vari Cuomo, Polotti, Korach ed il C.d.Z. 19?
Ci rendiamo perfettamente conto di non essere il Teatro di Streheler, di non essere una grossa mostra d'arte; di non essere insomma una di quelle manifestazioni che tanto lustro danno alla nostra città (o forse sarebbe più corretto scrivere am-
Dalla parte degli animali
Ma saranno soltanto promesse preelettorali?
ministrazione). Noi poveri abitatori di nebbie periferiche non creiamo consenso, non siamo funzionali alle vendite. Chissà magari in primavera con lo sbocciare della Campagna Elettorale qualcuno tornerà a ricordarsi di questi poveri "Martinitt" dell'istituzione.
Ci preme evidenziare che gli articoli apparsi su questo giornale (Milano 19) in merito alle iniziative del Centro erano le proposte ed i programmi che si sarebbero dovuti tenere ma che purtroppo non sono stati realizzati, sempre a causa della suddetta agibilità della struttura.

Gli utenti ed il Comitato di Gestione
Una casa d'angolo
Caro Milano 19, da trent'anni abito al QT8 e ne sono orgoglioso perché, soprattutto in questi ultimi anni, è diventato un bel quartiere, forse come lo voleva il povero compagno architetto Bottoni.
Vorrei segnalare, però, una casa che è come un pugno in un occhio: quella di via Sant'Elia 32. D'accordo che vi abitano dei pensionati che non possono contribuire per rimetterla in sesto. D'accordo che il Comune è scarso di mezzi, però vediamo se è possibile fare qualche cosa, perché è una casa d'angolo, visibile sia da via Sant'Elia, sia da via Terzaghi. Grazie.
Osvaldo ReinaCome si può avere una casa?
Con i prodotti vita si fabbricano mattoni
Un progetto messo a punto dall'Unicop in collaborazione con l'Associazione Cooperative d'Abitazione
D'ora in poi le giovani coppie che desiderano acquistare una casa accendendo un mutuo, e non disponendo della somma sufficiente per il necessario anticipo. possono stipulare le polizze vita offerte dall'tlnipol.
La Compagnia bolognese ha infatti messo a punto un progetto. chiamato Unicasa, in collaborazione con l'Ancab (Associazione cooperative d'abitazione, che conta circa 400 mila soci), proprio per consentire alle coppie di accantonare il denaro indispensabile per l'acquisto di un alloggio.
Ma come si articola il progetto Unicasa? Un appartamento nel quale possano vivere comodamente due o tre persone (le cui dimensioni possono quindi variare fra 80 e 90 metri qadrati), costa attualmente in media circa 110 milioni di lire. Ciò significa che, in pratica, è indispensabile un anticipo pari a circa 50 o 60 milioni, mentre il resto può essere pagato in 15 anni, avvalendosi di un mutuo. "Con il sistema ideato dall'Unipol si possono risolvere sia i problemi legati alla costituzione dell'anticipo, sia quelli relativi al costo del mutuo. Basta disporre di una piccola somma e stipulare una poliz-
za vita. "Il progetto Unicasa si articola in due fasi. La prima ha una durata di circa cinque anni, nel corso dei quali la coppia accantona i soldi per l'anticipo. Da una parte si comincia con il versare una somma che, nel caso di un appartamento del valore di poco superiore a 100 milioni. si può aggirare intorno a 10 milioni. e la coppia stipula due polizze. I contratti. della durata di cinque o sei anni. prevedono premi annui indicizzati che variano da 4,8 milioni a circa 7,3 milioni. Considerando gli sgravi fiscali la coppia. al termine del quinto anno, avrà versato in tutto poco più di 33 milioni e disporrà di un capitale netto maturato pari a 60.6 milioni.
Ciò è reso possibile dall'elevato rendimento netto garantito sui versamenti in conto anticipo nelle polizze, che supererà almeno di sei o sette punti il tasso di inflazione.
In più le polizze del progetto Unicasa prevedono una effettiva partecipazione agli utili. "11 90% degli utili della gestione di questo genere di contratti sarà destinato a incrementare il capitale degli assicurati".
Una volta accantonati i 60 milioni per l'anticipo, è pos-
Caro Direttore, nel maggio scorso il nostro giornale ha dato notizia dei poveri gatti di Via Civitali catturati con una gabbia ed eliminati da alcuni eroi della Clinica S. Giovanni. la cattiveria, l'ottusità e la vile brutalità di questi atti di violenza verso esseri più deboli e indifesi fanno disperare nei destini dell'Homo demens, che nella vita vegetativa produce solo sterco. Uomo che si considera più padrone della Terra che è di tutti e che sempre più distrugge l'ambiente in cui tutti viviamo col suo folle comportamento verso la natura che è fatta di terra, di acqua, di aria, di sole, di piante, di animali, di amore e di poesia. Questo uomo, che è diventato uomo perché a differenza del piccolo orango ha imparato ad uccidere per la gioia di uccidere, non è un problema sociologico ma criminale perché nulla di buono può insegnare neppure ai suoi figli. Essere dalla parte degli animali significa essere dalla parte delle persone civili e anche non abbandonarli in mezzo alla strada. D'estate molti ragazzi lasciano i casermoni di cemento cittadini anche della zona 19 per brevi vacanze in campagna, sui monti, al mare o ai laghi e scoprono natura, piante, fiori e animali.
Aiutiamo questi ragazzi con libri, riviste e film naturalistici a conoscerli, ad amarli e quindi a capire che occorre difendere la natura per vivere meglio e per diventare migliori. Essere dalla parte degli animli significa cap-ire di più la natura di cui siamo parte e arricchire la nostra vita.
Anna e Oliviero
Caro Milano 19, il mese scorsoti avevo inviato, perché tu la pubblicassi, la lettera-circolare che il dott. Montella aveva fatto pervenire a tutti gli abitanti del quartiere Cascina Cottica. In data 16 giugno ci è stata "incasellata" la seconda lettera che ancora ti allego, con viva preghiera di pubblicazione, perché oso sperare che alle promesse pree/ettorali (che chiaramente traspariscono) facciano seguito dei fatti consistenti. Aldo tizzoni
Milano, 14 g iugno 1984 Agli abitanti di via Trenno e zone limitrofe - Milano Gentile Signore, Signora, la risposta numerosa e sentita degli abitanti della zona, manifestatasi sotto forma di collaborazione ed adesione, ha già dato vita ad incontri ed iniziative per la risouzione dei problemi attorno a Via Trenno che già mostrano dei positivi risultati di risveglio.
1) Ieri l'Assessore al Comune di Milano Attilio Schemmari mi ha fatto pervenire una lettera con cui mi comunicava che il Sindaco Carlo Tognoli ha richiesto ed ottenuto dall'A.T.M. l'attivazione di un servizio trasporto per il 17 p.v. per il collegamento di Via Trenno con il seggio elettorale di Via Viscon-
tini Matilde. Il Sindaco Carlo Tognoli inoltre ha richiesto la istituzione in via definitiva di un mezzo di trasporto che corrisponda alle nostre esigenze: anche su questo il Presidente dell'A.T.M. si è impegnato a risolvere il problema.
2) in data 4 u.s. una delegazione di Via Trenno si è recata a Palazzo Marino per presentare la petizione sottoscritta dagli abitanti. Il Sindaco Carlo Tognoli ha designato gli Assessori Affilio Schemmari (Assistenza e Sicurezza Sociale) e Giulio Polotti (Lavori Pubblici) à rendersi parte referente: con essi si sono discussi i problemi, le difficoltà, e lo stato di abbandono in cui versa la zona.
3)1113 u.s. l'Assessore Polotti ed i suoi tecnici sono venuti in Via Trenno per un sopralluogo della zona. In quella circostanza l'Assessore mi ha personalmente comunicato che nelle prossime settimane ci preciserà i tempi per la soluzione del problema strada.
Mi auguro che questi primi positivi, anche se piccoli, risultati possano consentire agli abitanti di Via Trenno e dintorni di risolvere i gravi problemi ancora aperti. È necessario che tutti continuiamo a tenerci uniti. Distinti saluti.
Altre lettere a pagina 6
sibile richiedere il mutuo alla stessa Unipol. Il mutuo (che ammonta a circa 40 milioni e ha una durata di 15 anni) prevede un piano di ammortamento del tutto particolare. "Viene effettuato attraverso il pagamento dei soli interessi per i primi cinque anni e il pagamento di capitale e interessi per gli altri IO. Inoltre è compreso il costo della polizza vita che, nel caso di morte dell'assicurato prima della scadenza, esonera gli eredi dal pagamento delle rate residue. Il costo complessivo, secondo i calcoli realizzati dall'Unipol, dovrebbe ammontare (considerati sempre gli sgravi fiscali, possibili anche per il mutuo) a circa 85 milioni, inferiore quindi di almeno 15 milioni a quello dei mutui ordinari.
Gran parte dei vantaggi del sistema studiato si basa proprio sugli sgravi fiscali. Occorre però considerare che, per coloro che dispongono solo di redditi da lavoro dipendente, le detrazioni si risolvono in pratica in soli crediti di imposta, queste somme vengono liquidate dallo Stato almeno tre o quattro anni dopo".
Per ulteriori chiarimenti rivolgersi all'Agenzia Unipol i del Rag. Gino Mazzola - Via Osoppo n. 13 - Tel. 4080980.
Comincia la guerra dei cartelli stradali
Malgrado l'avvicinarsi dell'inverno ed il.riemergere di tendenze attendiste cresce l'appoggio popolare alla lotta partigiana
di Gian Piero PagettiIl 28 ottobre 1944 Alessandro Pavolini, segretario nazionale del partito fascista repubblicano, commemorò a Milano, con grande solennità e scarsa partecipazione di pubblico, il 23° (e fortunatamente ultimo ad essere celebrato) anniversario della marcia su Roma. Per l'occasione inaugurò in piazza Maciacchini una di quelle mense collettive, meglio conosciute come "canili", dove per cinque lire servivano un primo scondito ed un magro secondo, pane escluso. E per contorno quello stesso giorno Mussolini decretò l'assegnazione ai sinistrati della bella cifra complessiva di ben due milioni di lire, che se fosse stata suddivisa tra tutte le oltre centomila famiglie di sinistrati della sola città di Milano, ad ognuna sarebbero toccate meno di venti lire. Neppure quanto occorreva per consumare quattro pasti in un "canile"!
E non si trattava neanche di soldi buoni, visto che fascisti e tedeschi facevano a gara a chi stampava più biglietti da mille, che usavano ancora in rotoli, senza seppure tagliarli, come fossero carta igienica (al cui valore più o meno si eguagliavano) per pagare i loro fornitori e, con maggiore generosità, gendarmi, soldati e spie al loro servizio.
Più tirchi erano invece con chi lavorava. Secondo non sospette fonti padronali, infatti, la retribuzione oraria degli operai di Milano e Sesto San Giovanni (tolri gli "oneri contrattuali") era rimasta, a fine ottobre 1944, ferma a 5 lire e 44 centesimi, come nel novembre 1943. In compenso i prezzi continuavano a salire vertiginosamente, specie quelli della "borsa nera" aumentati in un solo mese, secondo una dichiarazione del capo della provincia di Milano, di ben il 50 per cento. Ed alla "borsa nera" erano costretti a comprare un po' tutti, chi più, chi meno secondo le disponibilità di denaro, visto che quanto si poteva acquistare con la tessera era assolutamente insufficiente per sopravvivere.
Fedeli alla propria pelle
... ed alla propria borsa
Ma è proprio-vero che i soldi non danno la felicità. Fascisti e tedeschi, pur con tanti soldi in tasca, avevano ben poco da stare allegri in una Milano dove ogni gorno aumentavano le azioni dei partigiani. Quello stesso 28 ottobre un marò della X' Mas rimase ucciuso mentre tentava di opporsi ad un'azione di disarmo. Il giorno dopo venne giustiziato un brigatista nero e vennero disarmati due militi della polizia asiliaria fascista ed il 31 ottobre i partigiani milanesi attaccarono una pattuglia tedesca in viale Fulvio Testi, giustiziarono un paracadutista repubblichino in via Ludovico Muratori, un brigatista nero in corso Monforte ed un milite della Muti in piazza Ferrara, mentre in viale Monza entrarono in una trattoria dove disarmarono un soldato tedesco e ne uccisero un altro che tentava di fuggire in cerca di aiuto.
l° novembre 1944 un autocarro tedesco venne dato alle fiamme dai partigiani in piazzale Bacone. Il giorno dopo, giornata della commemorazione dei defunti, in piazzale Loreto, sul luogo dove nell'agosto precedente erano stati trucidati quindici antifascisti, mazzi di fiori vennero deposti da numerosi cittadini sotto la protezione di gappisti armati che tenevano a rispettosa distanza fascisti e tedeschi. Altri fiori vennero deposti da centinaia di donne sulle tombe delle vittime dei nazifascisti al Cimitero Maggiore di Musocco, dove una partigiana della Borletti lesse un appello dedicato ai caduti ed alla pace in barba a tedeschi e fascisti che, non molto lontano, guardavano senza osare di intervenire.
E per sfogare la loro rabbia impotente i fascisti non trovarono altro di meglio che emettere un ennesimo bando di reclutamento nelle brigate nere, ricordando a tutti gli iscritti al partito fascista repubblichino dalla fondazione al 15 gennaio 1944, di età compresa trai 18 ed i 60 anni, che essi dovevano considerarsi "squadristi" e che come tali avevano l'obbligo di arruolarsi nelle brigate nere entro il 4 novembre.
Evidentemente molti di quei "fedelissimi" non si erano presentati quando erano stati emessi i precedenti bandi, forse preferendo alla fedeltà al loro "duce" quella alla loro pelle e, (perché no?) alla propria borsa, nera naturalmente.
Il 3 novembre i partigiani lanciarono una bomba contro il comando tedesco di via Benedetto Marcello, causando gravi danni; ma quello stesso giorno i fascisti, servendosi di un indirizzario da loro ritrovato in seguito all'arresto di Francesco Brambilla, riuscirono ad arrestare alcuni componenti del comando piazza milanese delle formazioni partigiane Giustizia e Libertà.
Tali arresti non impedirono però al Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia di riunirsi quello stesso 3 novembre 1944 a Milano e di dare, accettando una proposta comunista, una sistemazione definitiva al comando unico del Corpo Volontari della Libertà. Comandante supremo, ne venne nominato il generale Raffaele Cadorna (detto Valenti). Vice comandanti ne furono nominati Luigi Longo (Italo) del Partito Comunista, e Ferruccio Parri (Maurizio), del Partito d'Azione, mentre l'incarico di capo di stato maggiore venne affidato al partito Socialista e ricoperto via via dall'avvocato M osna, da Sandro Pertini, da Corrado Bonfantini e da Giovan Battista Stuicchi. Vice capi di stato maggiore vennero invece nominati il liberale Mario Argenton ed il democristiano Enrico Mattei (Este), che in quello stesso mese di novembre vennero entrambi arrestati a Milano e temporaneamente sostituiti da Haage e Bignotti, ma poi, il mese dopo, riuscirono a fuggire dalla prigionia nazifascista ed a riprendere il loro posto.
Un albero si e un albero no
Il 4 novembre un ennesimo bombardamento aereo angloamericano colpì in particolare la zona nord di Milano causando altri 38 morti ed una settantina di feriti e dando fiato alla solita propaganda fascista.
Il giorno dopo, in piazza Risorgimento, i partigiani lanciarono una bomba contro un'auto della X' Mas, uccidendo un fascista, ed il Partito Comunista aprì a Milano i lavori di una conferenza (che si protrasse fino al 7 novembre) dei triumviri insurrezionali dell'Italia occupata (Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino, Alto Adige, Friuli, Venezia Giulia, Liguria, Emilia e Romagna) per esaminare la difficile situazione in cui il movimento partigiano si era venuto a trovare in quei giorni e per cercare una via d'uscita. Infatti, fermatasi l'offensiva angloamericana sulla Linea Gotica, tedeschi e fascisti avevano sferrato, con un ingente spiegamento di uomini e di armi, pesanti attacchi alle formazioni di montagna, costringendole spesso a risalire le valli verso le baite ed i rifugi di alta montagna, dove era più difficile svernare, e ridando spazio agli attendisti riemersi — dopo il lungo silenzio estivo — per riproporre la liquidazione del movimento partigiano od il compromesso con il nemico.
Alla conferenza ci andarono tutti i dirigenti comunisti politici e militari, da Longo a Secchia, da Pajetta a Colombi, a Curiel, a Grassi, a Scappini, ad Amendola, a Tominez, a Chiarini, a Marzoli, a Picolato... che in tre giorni di acceso e serrato dibattito giunsero alla conclusione che occorreva portare le formazioni partigiane in basso, in pianura, disperdendole in piccoli gruppi che operassero lungo le strade di comunicazione per non dare tregua al nemico, collegandole sempre più alle masse operaie e contadine, avvicinandole alle grandi città (prima fra tutte Milano) in vista della loro liberazione, che ormai non poteva tardare molto.
I Comitati di Liberazione Nazionale, cittadini, di strada o di fabbrica che fossero, dovevano — fu stabilito alla conferenza — sostituirsi di fatto alle autorità fasciste e tedesche per soddisfare le esigenze più acute della popolazione: alimentazione, alloggio, riscaldamento. E venne lanciata la parola d'ordine: prendere legna, carbone e viveri à dove c'erano (ossia nei ben forniti magazzini fascisti e tedeschi), promuovere scambi diretti di derrate alimentari tra campagne e città, organizzare gruppi per roccupazione e rassegnazione ai sinistrati di alloggi vuoti, creare squadre per la scelta ed il taglio di alberi nei boschi, ma anche nei parchi e lungo i viali cittadini, per farne legna da ardere. "Ma così si distrugge il verde cittadino e noi comunisti potremmo essere accusati di vandalismo", osservò qualcuno. Era un'osservazione indubbiamente dettata da quella che oggi chiarneremmo "coscienza urba-
nistica", che però aveva poco senso in quell'inizio di inverno che già si annunciava assai rigido ed in quella Milano dove i bombardamenti avevano distrutto, e ancora non avevano finito di distruggere, ben altro che gli alberi dei parchi o dei viali. E Longo rispose prontamente: "Giusto! Allora diremo di abbattere un albero si ed un albero no". "Ma.. E il giorno dopo?", chiese qualcuno cui era sfuggito il sottile sarcasmo di quella battuta. E Longo paziente:"Ancora un albero sì e un albero no". E nei giorni che seguirono gruppi di cittadini, con l'appoggio di uomini armati delle SA P o dei GAP, si misero ad abbattere "un albero sì e un albero no", perché, commentò Longo, non era possibile abbattere tutti gli alberi in una volta sola. Ed in quel gioco rischioso, visto che fascisti e tedeschi non esitavano a sparare a vista contro chi era sorpreso a tagliare un albero (forse perché volevano tagliarli soltanto loro) vi fu anche chi non rinunciò al gusto della beffa. Così un giorno, sul far della sera, quattro giovani, trainando un carretto a mano, giunsero in piazza Cantore, a Porta Genova, e si misero tranquillamente ad abbattere un albero sulle rive dell'Olona (che a quel tempo scorreva in quel luogo a cielo aperto prima di gettarsi nella Darsena) sotto gli occhi di un brigatista nero di guardia, a pochi passi di distanza, della locale casa del fascio, al quale avevano raccontato che stavano facendo legna per non ricordo quale gerarchetto fascista.
In lungo ed in largo per le vie di Milano
Il 7 novembre 1944 fascisti e tedeschi ebbero un gran daffare, per tutta la mattina, a tentare di arrampicarsi sulla ciminiera più alta della Falck, sulla cui cima dall'alba sventolava una grande bandiera rossa. Fu quell'episodio, disse qualcuno a far perderer il posto di questore di Milano ad Alberto Bolchini, sostituto il giorno dopo nella carica da Secondo Lorica, che per prima cosa dovette registrare, il giorno stesso della sua nomina, l'uccisione in piazza Fontana, in una delle tante azioni di disarmo che i partigiani compivano ormai ogni giorno, di un milite della Muti.
Il giorno dopo il "Corriere della Sera" pubblico un "invito" a tutti i renitenti alla Leva (nell'esercito repubblichino, naturalmente) amnistiati con decreto del "duce", a presentarsi entro il 9 novembre alle forze armate repubblichine, agli uffici di reclutamento od ai podestà. Ma tale invito cadde pressoché nel vuoto e quello stesso giorno i partigiani costrinsero, nella izona Garibaldi, un ufficiale delle brigate nere a consegnare le armi ed a togliersi la divisa, mentre a Porta Ticinese altri partigiani ingaggiarono uno scontro a fuoco con tedeschi e repubblichini, che li avevano sorpresi mentre stavano ditrugsendo dei cartelli indicatori stradali. Era infatti iniziata la "guerra dei cartelli". Squadre di parti-

giani, spesso con l'appoggio di fiarItheggiatori, distruggevano, sostituivano, spostavano o rendevano illeggibili con la vernive i cartelli stradali posti dai tedeschi quasi ad ogni angolo di strada per indicare ai loro soldati da che parte dirigersi per raggiungere i loro comandi, i loro depositi, le loro caserme. Così accadeva che intere autocolonne militari germaniche spesso girassero per ore ed ore in lungo ed in largo per le strade di Milano alla vana ricerca di una meta che nessuno sembrava disposto ad indicar loro.
Alexander propone e la gente dispone
L' I I novembre i milanesi ricevettero, al posto della magra razione settimanale di carne, cento grammi di formaggio, o meglio di quel "formaggio fuso" fatto di tutto fuorché di latte. Quello stesso giorno i partigiani giustiziarono uno squadrista in via Pitteri ed un ufficiale fascista in via Archimede; ma l'azione più clamorosa della giornata venne compiuta ad una squadra della SA P, che in Alzaia Naviglio Grade attaccò una scuola dove, reduce da azioni di rastrellamento in Piemonte, era acquartierato il battaglione Lupo della Xa Mas. E tra i fascisti vi furono due morti e quattro feriti.
11 12 novembre il capo della provincia Maro Bassi decretò il divieto di produrre dolciumi. "Pocch mal — commentò subito qualcuno — tante farti erenn domà di porcaril autarchichr Quel giorno stesso i partigiani sabotarono otto locomotori alla stazione di San Cristoforeo, all'estrema periferia di Milano, nonché la rete ferroviaria interna dello stabilimento Innocenti, e nel corso di un'azione di disarmo, giustiziarono un ufficiale della guardia nazionale repubblichina in piazza Gabrio Rosa.
Il giorno dopo i partigiani recuperarono in casa di due fascisti della Muti sei moschetti e due mitra ed in corso Ticinese giustiziarono un colonnello repubblichino che tentava di opporti ad un'azione di disarmo. Ma in quelle stesse ore giunse ai milanesi attraverso "Radio italia che Combatte" (un'emittente radiofonica che trasmetteva dall'Italia del Sud) un proclama del generale inglese Alexander, ancora per pochi giorni comandante supremo delle truppe alleate in Italia, quello che fino al giorno prima aveva detto ai partigiani italiani:"Fate questo, fate quello, siete bravi, siete coraggiosi, verremmo presto a liberarvi, ma intanto attaccate i tedeschi, distruggete i loro automezzi, i loro cannoni, fate saltare i ponti. Vi manderemo tutto ciò che vi occorre, ma intanto fare la guerra con quello che avete. Fate la guerra in tutti i modi, lasciatevi ammazzare più che potete, noi stiamo qui e stiamo a guardarvi". Ma quel 13 novembre 1944 il generale cominciò col dire: "La campagna estiva iniziata r I maggio e condotta senza interruzione fino allos fondamento della Linea Gotica (in realtà le truppe
alleate erano ancora ferme su tale linea, n.d.r.) è finita, inizia ora la campagna invernale" e proseguì dicendo in parole povere, "Si, lo riconosciamo, voi partigiani siete stati bravi, avete operato bene, ma adesso l'inverno si avvicina e noi non possiamo più darvi gli aiuti che i abbiamo dato finora (in effetti gli aiuti dati fino ad allora dagli alleati ai partigiani, erano stati scarsi e limitati a poche formazioni, mentre ne furono quasi sempe escluse le brigate garibaldine, che pure erano le più numerose, n.d.r.). Per il momento non si fa più niente. Noi ci accomodiamo per l'inverno in attesa che passi. Abbiamo molto da scaldarci. molto da mangiare ed in Italia stiamo bene. Intanto voi partigiani italiani sciogliete le vostre ffirmazioni, andate a casa, fate una lunga licenza. In primavera avremo ancora bisogno di voi per venire avanti. Vi avviseremo. Buona fortuna. partigiani italiani!". Era un proclama al di fuori della realtà. Come si poteva difatti ritenere possibile che un esercito (tale era ormai quello partigiano con i suoi 70-80 mila combattenti) si disperdesse nel nulla, che ciascuno dei suoi componenti tornasse a casa, nel sin) paese, nella sua città, senza correre il rischio di essere riconosciuto dai nazifascisti, catturato e, nel migliore dei casi, de, portato in Germania?
Il CLNA I rispose immediatamente con un "controprodama" redatto da Longo, per sostenere che si doveva reagire nel modo più fermo a tutte le interpretazioni del proclama di Alexander, né si doveva dimenticare che la lotta partigiana rappresentava per il popolo italiano non un capriccio od un lusso cui poteva rinunciare, ma una necessità per difendere giorno per giorno il suo patrimonio materiale, politico e morale. Perciò, proseguiva il "controproclama", si doveva non rallentare, ma intensificare la lotta anche senza l'aiuto degli alleati, perché, "caratteristica del moInmento partigiano è l'iniziativa dal basso e la solidarietà popolare e nazionale".
E tanto per cominciare quello stesso 13 novembre il Fronte della Gioventù ed i Gruppi di Difesa della Donna promossero a Milano, ed in tutta Malia occupata, la "settimana del partigiano", con manifestazioni di fabbrica, di strada, di caseggiato. Fu un successo forse insperato per gli stessi promotori. In sette giorni vennero raccolti in grande quantità fondi, viveri, vestiario, medicinali, articoli sanitari, libri da inviare alle formazioni in montagna. E qualcuno, parafrasando un antico detto popolare, commentò: "A lexander el proponn e la geni la disponn".
(24 - Continua- Le puntate precedenti sono state pubblicate a partire dal numero di settembre del 1982)
Nella foto: Milano 1944 segnaletica stradale delle truppe tedesche in piazza del Duomo.
Istituito un "Centro Servizi" per fornire ai giovani disoccupati indicazioni utili per aiutarli ad inserirsi nel mondo produttivo
Malgrado le dichiarazioni ottimistiche che da più parti vengono sbandierate dell'uscita del nostro Paese dal tunnel della crisi, i dati economici reali non confermano tale ottimismo.
Ai risultati parzialmente positivi ottenuti sul versante della riduzione del tasso di inflazione, si continua a manifestare l'incapacità di incidere sullo zoccolo strutturale inflattivo che pur in presenza di un abbassamento dell'inflazione mantiene inalterato il differenziale rispetto agli altri paesi al di sopra di 6 punti percentuale.
Inoltre essendo questo risultato il frutto di interventi quasi esclusivamente monetari e restrittivi (l'ultima decisione di Goria di aumentare i tassi di sconto ne è una dimostrazione) e di taglio sui salari, le forze che ne escono penalizzate sono quelle produttive, con un rallentamento del rilancio produttivo è acuendo drammaticamente il problema dell'occupazione.
La disoccupazione è in continuo aumento e i più colpiti sono i giovani e le donne, per intere nuove generazioni che si affacciano sul mercato del lavoro, l'unica alternativa a mesi e mesi di disoccupazione, è il lavoro saltuario o precario, con tutte le ripercussioni sociali e umane che ciò determina.
Anche nella nostra provincia il problema della disoccupazione e specificatamente quella giovanile sta assumendo aspetti drammatici, su 110.000 iscritti ufficiali alle liste di collocamento più di 70.000 sono giovani al di sotto dei 29 anni.
E in questo scenario estremamente difficile che la CGIL di Milano, facendo della disoccupazione giovanile uno dei temi centrali di intervento ha deciso di spendere la sua capacità di aggregazione, il suo peso politico e le sue risorse (senza pretendere di sostituirsi agli organi istituzionalmente preposti) costituendo il Centro Servizi Giovani presso la Camera del Lavoro Territoriale di Milano.. Il Centro fornirà gratuitamente i seguenti servizi:
— Informazioni dettagliate sulle occasioni di lavoro (concorsi, ecc.) offerte dalle Pubbliche Amministrazioni (Stato-Parastato-Enti Locali-Aziende Municipalizzate ecc.) a partire dal mese di settembre. Tali informazioni saranno suddivise per qualifiche professionali, settori d'impiego (amministrativo - professionale - tecnico - sanitario), titolo di studio richiesto ed età.
— Nei mesi successivi saranno fornite informazioni relative agli altri settori.
— Informazioni relative ai corsi di formazione professionale autorizzati dalla Regione e contenenti il settore, la specializzazione da conseguire, titolo di studio e l'età richiesta nonché la durata del corso, la sede presso cui si terrà ed il recapito telefonico della stessa.
Nei mesi successivi l'informazione riguardante la formazione professionale conterrà anche l'elencazione dei corsi promossi con il contributo del Fondo Sociale Europeo.
Informazioni, guida e consulenza sul Collocamento ordinario e Collocamento spettacolo. Tale apporto sarà prestato da esperti e membri di Commissione Collocamento (sarà messo a disposizione apposito opuscolo).
La
virgola
Anch'io come molti italiani ho vissuto l'esperienza delle mini ferie. La grande stampa le ha chiamate con diversi appellativi: férie diverse, ferie consapevoli e persino ' ferie oculate, io mi sono permesso di chiamarle ferie "da crisi economica".
Viserbella di Rimini, quattro letti in una stanza, toilette in fbndo al corridoio (sempre occupata), pane e latte al mattino, pranzo fisso, acqua e vino a parte, IVA esclusa, il caffè non parliamone neppure, ombrellone e sdraio se la vuoi la paghi. gabina di gruppo (220 perosne circa), il mare ad un tiro di obice il tutto per Lit.
29.500 persona-giorno, attaccagli l'autostrada, la benzina, 100 la ritirata (100 lire naturalmente) due gelati a Ferragosto ai bambini, il costume da bagno di Stefano perso il primo giorno, una cartolina ai nonni e la Gazzetta dello Sport quando Cova ha vinto l'oro fanno in tutto Lire 1.292580 dico, conti alla mano Lit. 1.292.580. Nove giorni non sono po-
È questo lo spirito con cui il P.C.I. ha promosso la raccolta delle firme, che nel giro di poche settimane hanno superato il milione
— Assistenza dell'Ufficio Legale della Camera del lavoro Territoriale CGIL di Milano per tutto ciò che riguarda il contenzioso del lavoro (dall'avviamento alla cessazione del rapporto di lavoro).
— In collaborazione con la Lega delle Cooperative saranno fornite informazioni (con apposito opuscolo) sulla formazione delle cooperative (come si costituisce - lo statuto, ecc.) e sarà offerta consulenza specifica a cura della Lega.
— Gli aderenti al Centro Servizi Giovani (l'iscrizione avverrà con apposito tesserino confederale dal costo simbolico di lire
1.000) potranno usufruire dei servizi ETLI (sconti viaggi e su determinati acquisti), SUNIA (consulenza agli inquilini ed assegnatari di alloggi), INCA (malattie, infortuni, ecc.)
Il Centro Servizi Giovani ha sede presso la Camera del Lavoro territoriale di Milano, c.so di Porta Vittoria 43, 30 piano (tel. 5495.231 - 5495.2865495.283) e sarà aperto nei giorni di lunedì e venerdì dalle ore 15 alle 17 e giovedì dalle ore 10 alle ore 12.
A tutti i giovani della zona 19 interessati a conoscere meglio scopi e funzionamento del Centro e gli obiettivi politici che si propone, possono rivolgersi per ulteriori informazioni presso la sede sindacale di Piazza Segesta.
Per la CGIL Zona San Siro
Gabriella SbreviglieriAlla data in cui ci troviamo penso sia ormai chiaro a tutti i cittadini che le firme raccolte per le strade, nelle piazze, sui luoghi di lavoro, nelle Feste de l'Unità nei giorni e nelle settimane passate dal P.C.I. servono ad indire un referendum che cancelli le norme sbagliate ed inique, che penalizzano solo i dipendenti, derivanti dall'accordo separato sòttoscritto il 14 febbraio scorso fra CISL, UIL, governo e padronato, nel quale il costo del lavoro (busta paga) è stato indicato come unico capro espiatorio da colpire per sanare i mali dell'economia italiana.
Da più parti si è sentito dire che il P.C.I. è sempre stato contrario all'uso del referendum e che questa volta si è deciso a farvi ricorso, non tanto per senso di giustizia sociale, quanto per opportunismo politico. Costoro potrebbero essere facilmente smentiti ricordando il grosso impegno e contributo politico e civile dato dai comunisti in occasione dei referendum per l'aborto, per il divorzio, ecc. ma voglio anche aggiungere che se in Italia c'è un partito che non ha mai promosso iniziative politiche per opportunismo, quel partito è il P.C.I. L'opportunismo non è nel suo costume, non è nella sua storia e, qui sta il nocciolo della questione, non è nella sua scelta politica. L'opportunismo in politica non fa prendere coscienza dei problemi, ha il fiato corto (Pannella né sa qualcosa). Il va-
Divagazioni d'autunno
tari e non ho batturo ciglio, l'I.A.C.P. mi ha messo in casella l'ennesimo conguaglio per riscaldamento e la pressione arteriosa non ha subito alterazioni, forse è vero nove giorni possono bastare per chiunque, anche per me.
sto e diffuso consenso del 33,3% dei voti ottenuto dal P.C.I. nelle elezioni europee del giugno scorso lo si ottiene e lo si conserva non con l'opportunismo, ma con attività politiche concrete, che penetrano nelle esigenze delle masse, stando dalla loro parte per trasformare questa società iniqua.
C'è anche da aggiungere che il referendum è uno strumento che non sempre crea le condizion essenziali per superare un problema, perché magari cancella delle norme, ma lascia vuoti legislativi. Ecco perché è necessario farne un uso ponderato.
Il defunto segretario nazionale del P.C.I. Enrico Berlinguer, in ogni sua intervista, in ogni suoi intervento, in ogni sua dichiarazione soleva porre al centro della "questione Italia" la "questione morale". La poneva come punto essenziale e determinante per il risanamento del paese, ormai insidiato da mafia, camorra, lottizzazioni fra alcuni partiti (ad uno va la presidenza di una banca, all'altro quella di un ente statale, ecc.), senza parlare di strani appalti con soldi pubblici e di finanziamenti occulti.

Ebbene, nella questione morale, così come la poneva Berlinguer, entra anche il taglio della scala mobile. E innammissibile che da un lato si taglino i sa1ari per legge, si penalizzino coloro che da sempre pagano fino all'ultimo centesimo, mentre dall'altro non si applicano le leggi o, se necessario, non se ne á fanno di nuove per chi evade il fisco, non versa non paga le tasse sui redditi di capitale, ecc. Insomma fin che vi sono due Italie, due pantaloni... Questa è ingiustizia.
sociali nell'ordine di migliaia di miliardi.
chi, e poi c'è gente che non le fa neppure, e poi mica sono obbligatorie, e poi cosa vuoi di più per 1.292.580, e poi la televisione è riuscita a convincermi che nove giorni bastano e sono sufficienti per riconquistare una condizione perduta ed affrontare il nuovo anno.
Appena rientrato a Milano, primo giorno, avevo si la convinzione che mi fossero bastati nove giorni per rigenerare il mio fisico e ricaricare il mio sistema nervoso esaurito. A folle velocità mi hanno superato con una Giulia per poi rientrare ad un dito dal cofano e non ho gridato il tradizionale cornuto, ho avvertito l'aumento di tutti i prezzi degli alimen-
Il giorno successivo la delusione. Ascolto al telegiornale il ministro De Michelis che affronta in un dibattito il problema del mezzogiorno, un intervento di Spadolini sulla questione dei dragamine, Pietro Longo che discuisisce sulla questione morale in Italia e l'italico Bettino che esprime il suo parere sullafunzione insostituibile del Parlamento e quale dovrebbe essere il ruolo delle opposizioni.
Il mio sistema nervoso torna improvvisamente a livelli pre Viserbella e capisco che nove giorni sono troppo pochi per recuperare anche se mi rendo conto che per rimanere impassibili e seraficamente indifferenti a certe sparate non basterebbero neppure due anni di relax in un'isola della Polinesia.
Altro fatto negativo di quel taglio è che i soldi tolti per legge ai lavoratori non tutti ritornano nelle casse dello Stato per rimetterte in sesto le sue disastrate finanze, ma in gran parte rimangono nelle tasche dei "padroni" già beneficiati da continue fiscalizzazioni sugli oneri
Si dice che i soldi risparmiati dal padronato con il taglio della scala mobile servono per investimenti e per creare nuovi posti di lavoro. Ed i "padroni" gli investimenti sì, ma nelle banche, sotto forma di BOT, o magari trasformando le loro lire in dollari per lucrare grossi interessi a danno dell'economia italiana. In quanto all'occupazione non c'è molto da scrivere. Ognuno di noi ha un parente, un amico in cerca di un lavoro che nontrova. In queste settimane si sono raccolte centinaia di migliaia di firme: più di un milione. C'è chi va dicendo che sono firme di soli comunisti. Voglio sbugiardare questi parolai. Chi ha raccolto le firme (ma anche voi che leggete queste righe che avete firmato e che magari comunisti non siete) sa benissimo che hanno firmato cittadini di ogni tendenza politica, di ogni ceto sociale, di ogni età. Per brevità posso dire che sotto la bandiera del referendum vi è il popolo, il più eterogeneo possibile. Le firme si sono raccolte in tempi molto stretti, soltanto poche settimane. Altri lo hanno fatto, per altri referendum, con tempi più lunghi, di alcuni mesi. Il P.C.I. non per un motivo semplice: se si vuole essere credibili e se si vuole dare realmente una risposta alla gente bisogna farlo nel modo giusto e nel più breve tempo possibile. Così si è mosso il P.C.I. Certo, ser la raccolta delle firme si fosse protratto per alcuni mesi la loro cifra, complessiva sarebbe stata ben superiore e di maggior effetto pubblicitario, ma di scarsa praticità. Nel concludere esprimo l'ampia speranza che questo referendum possa servire anche a far sì che le parti sociali si ritrovino attorno al tavolo delle trattative, il sindacato in modo unitario, in un confronto con governo e padronato in modo diverso da quel fatidico 14 febbraio, per dare soluzione alle giuste attese dei cittadini occupati o no. Luigi Vaj
Rimborso spese deducibili: un'appropriazione indebita
Tale potrebbe essere definito il ritardo con cui lo Stato provvede a restituire le aliquote di imposta versate in più da lavoratori dipendenti e pensionati - Un problema che potrebbe essere facilmente superato
Lavoratori dipendenti e pensionati ricevono in cifra forfettaria 18 mila lire annue per gli oneri e le spese personali riconosciuti legalmente indispensabili. Coloro che chiedono la deduzione delle spese effettivamente sostenute, da documentare e presentare insieme alla dichiarazione dei redditi, non hanno più diritto a questa detrazione fissa di 18 mila lire. Le deduzioni ammesse sul reddito complessivo sono le seguenti: 1) gli interessi passivi e i relativi oneri accessori sul mutuo fondiario garantito da ipoteca per l'acquisto della casa; 2) le spese mediche specialistiche, chirurgiche, per protesi dentarie e sanitarie in genere, sostenute privatamente in assenza d'intervento del Servizio Sanitario Nazionale; 3) le spese funebri per un impoprto non superiore a un milione di lire; 4) il costo
dei premi per le assicuraizoni sulla vita o infortuni e i contributi previdenziali non obbligatori per legge, per un importo complessivo non superiore a 2.500.000 di lire; 5) le spese per la frequenza di corsi di istruzione secondaria e universitaria, proprie e per familiari a carico, in misura non superiore a quella stabilita per le tasse ed i contributi dei corrispondenti istituti statali; 6) gli assegni corrisposti al coniuge divorziato o separato legalmente.
Chi gode di solo reddito di lavoro dipendente, quindi con prelievo fiscale determinato e interamente versato, si trova nella condizione di dover attendere l'eventuale rimborso dall'Ufficio delle Imposte per le spese dedotte nella dichiarazione dei redditi, rimborso che arriva a distanza di anni (quattrocinque, per comune esperienza)
Motivazione: meno vendite
Quattordici licenziati
alla Mercedes di Milano
Di essi 10 sono iscritti alle organizzazioni sindacali - Le poco credibili motivazioni dell'azienda
La Mercedes Benz Italia
S.p.A. (emanazione italiana della nota casa tedesca costruttrice di automezzi), dopo aver aperto una procedura in campo nazionale per 115 licenziamenti collettivi su un organico complessivo di 730 dipendenti, ha inviato 14 lettere di licenziamento ad altrettanti lavoratori occupati nella filiale di Milano (che si affaccia sul piazzale Kennedy e nella quale lavorano vari abitanti della nostra zona) di cui 8 operai del settore industriale e 6 impiegati del settore commerciale.
Le motivazioni addotte dall'azienda, sia nei vari incontri attuati presso le associazioni padronali, sia nelle lettere di licenziamento sono: contrazione del mercato dei veicoli commerciali-industriali; contrazione delle vendite (previsione 1984); perdite per diversi miliardi di lire per l'esercizio 1983; ridimensionamento delle strutture con incentivazione del settore commerciale a scapito di quello industriale. Si tratta di motivazioni che lasciano spazio a molti dubbi. Difatti come è possibile che u-

Per non È accaduto dimenticare 40 anni fa
Ottobre 1944
I ottobre — Il marescialo Kesselring dirama un ordine ai comandi tedeschi affinché dall'8 al 14 ottobre si sviluppi una intensa attività militare contro le formazioni partigiane.
L'Alto Monferrato si costituisce in "repubblica libera" con capoluogo Nizza.
8 ottobre — 12.00 soldati tedeschi iniziano un duro rastrellamento che si concluderà verso la fine di ottobre con la rioccupazione di quasi tutti i centri abitati della Carnia.
9 ottobre — Iniziano le operazioni militari, con 20 mila nazifascisti per rioccupare I'Ossola. Dopo tredici giorni di accanita resistenza i partigiani superstiti sconfinano in Svizzera.
19 ottobre — I soldati dell'Armata Rossa sovietica oltrepassano i confini della Prussia orientale. La guerra entra sul suolo tedesco. Formazioni autonome e garibaldine entrando in Alba completano la liberazione delle Langhe. Si costituisce la "zona libera delle Langhe".
27 ottobre — Il gen. Alexander pone termine all'offensiva alleata contro la Linea gotica registrandone il fallimento.
28 ottobre — Diecimila tedeschi affrontano il movimento partigiano in Valle d'Aosta. Dopo una resistenza di oltre un mese i partigiani sconfinano in Svizzera e in Francia.
n'azienda multinazionale di queste dimensioni possa sanare un forte passivo finanziario licenziando (per quanto riguarda la filiare di Milano) 14 lavoratori? Come è possibile che l'azienda dichiari di voler incentivare il settore commerciale se poi licenzia anche lavoratori addetti a tale settore? Come è possibile che un'azienda che decentra lavoro per centinaia di milioni all'anno possa dichiarare un'esuberanza di personale?
In effetti i problemi della filiale di Milano sono iniziati circa un anno e mezzo fa, da quando, cioè, la Mercedes Benz Italia S.p.A. l'ha rilevata dalla Autostar e non è certo un caso che su un organico di 130 dipendenti, di cui soltanto il 40 per cento iscritti ai sindacati, ben I O dei 14 licenziati siano sindacalizzati, tra cui due delegati sindacali.
Ne riteniamo sia un caso che tra i licenziati vi siano due invalidi: uno ammesso con vertenza, mentre l'altro ha contratto l'invalidità alle dipendenze della stessa Mercedes, ma per sua negligenza nelle norme di sicurezza.
Ora le organizzazioni sindacali intendono portare la questione a livello nazionale, ma finora l'azienda ha rifiutato le loro proposte riguardanti la possibilità di ricorrere al turnover, alla cassa integrazione od al prepensionamento.
Intanto si parla della volontà della Mercedes Benz di chiudere la filiale di Milano e di aprire delle concessionarie più piccole e redditizie. Si tratta di voci non confermate come quella secondo cui in gennaio vi sarebbero altri licenziamenti, ma intanto nell'azienda c'è molta paura e si dice che i lavoratori più qualificati stiano già cercandosi un altro posto di lavoro.
avete piccoli o grandi problemi d'arredamento risolviamoli insieme
se tutto va bene e non si sia incorsi in qualche errore od omissione nella compilazione e presentazione dei documenti comprovanti l'effettivo onere sostenuto.
Se è stato possibile realizzare un efficacissimo sistema di prelievo diretto e anticipato delle tasse, è del tutto vessatorio non aver previsto una misura analoga quando è l'istituzione tributaria debitrice nei riguardi del cittadino a cui è stato imposto di versare una somma di denaro oltre il dovuto, precludendo allo stesso di salvaguardare i suoi immediati legittimi interessi. In pratica, ci troviamo di fronte ad una vera e propria confisca da parte dello Stato di quei sudati cespiti di guadagno realizzati dal singolo individuo, il quale non potrà mai prevedere quando ne rientrerà in possesso per disporne a suo piacimento con pieno diritto.
Nonostante le molte proteste che sull'argomento si sono lette attraversdo lettere ai giornali da persone stanche di sopportare una simile ingiustizia, il problema non smuove minimamente nessuna personalità politica. Soltanto qualche laconico accénno di alcuni sindacalisti in particolari circostanze, ma impegni precisi nessuno. Proprio dal versante sindacale, oggi più attento che in passato alla pesante condizione fiscale del lavoro dipendente, sarebbe di ottimo auspicio vedere intrapresa qualche azione rivendicativa per tentare di rimuovere questa forma congenita di appropriamènto indebito'. Insieme alle proteste, la gente propone anche soluzioni. Eccone una suggerita dal buon senso e, volendo, praticabilissima: "Non si capisce perché oggi che il lavoratore subordinato è tassato dallo Stato tramite il suo datore di lavoro, al quale bisogna pure dichiarare la situazione familiare fino nei minimi particolari per poter aver diritto ad assegni familiari e detrazioni d'imposta, non si possa chiedere agli stessi datori di lavro il conguaglio dell'eventuale richiesta di rimborso Irpef, dopo la presentazione della dichiarazione, per evitare l'attesa di anni dello stesso rimborso. Si tratterebbe anche di un alleggerimento di lavoro per gli Uffici finanziari, accertato ormai che non è più possibile tener conto delle promesse di una maggiore celerità nell'espletamento dei loro compiti. A ciò si aggiunge un fatto di giustizia fiscale, avvicinando i lavoratori dipendenti alle professioni libere o autonome che effettuano i pagamenti Irpef dopo aver calcolato gli oneri deducibili consentiti e trattenuto gli importi relativi".
Non è il caso naturalmente anche per il lavoratore dipendente e pensionato — di chi possiede almeno la casa di proprietà o comunque da riscattare con mutuo, che può beneficiare totalmente o in parte delle deduzioni richieste al'atto del pagamento dell'ulteriore imposta dovuta, come tutti gli altri contribuenti non a reddito fisso che si passi la ripetizione — saldano il conto dei loro tributi soltanto in sede ultima di dichiarazione dei redditi in perfetta parità, salvo casi eccezionali.
Umberto Berti
Ciao. Allora? Hai sentito De Mita?
Chi? EI nevodin?
Ma di che nipotino stai parlando?
Del De Mita, no! Te l'ee mai sentii quand ch'el parla ch'el ciama semper la nonna?
Chiama la nonna?!
Anzi, pussee de vona. EI segutta a ripett "Nonne, nonne..."
Ma è per dire "non"
Perché? Ghe fonzionenn minga i fren?
Cosa c'entrano i freni?
Vist ch'el riess minga a fermass al "non" e el scarliga via cont el "ne"...
Ma si tratta di un influsso dialettale...
E, allora, perché et prova minga a imprend a parlà in lengua?
Proprio tu lo dici, che parli sempre in milanese!
Appunto. EI milanes l'è ona lengua, minga on dialett!
Va beh... Lasciamo perdere. Piuttosto hai sentito o no cosa ha detto De Mita.
Se l'è che l'ha dit?
Che il nuovo segretario del Partito Comunista è volterriano.
Chi? EI Natta? Ma l'è minga nassuu a Imperia?
Certo. E con questo?
E allora perché el De Mita el va in gira cuntà sù che l'è nassuu a Volterra?
Ma non ha affatto detto che è nato a Volterra. Ma come? Se te l'ee dit ti che l'ha dit che l'è "volterriano".
Ma per dire che parla come Voltaire.
Come on volter?! A dit la verità mi hoo mai sentii on poggiatesta a parlà.
Ma cosa c'entra il poggiatesta?
Ignorant! Tel see minga che in milanes et poggiatesta el se ciama volter?
Ma De Mita parlava di Voltaire, filosofo e scrittore francese del '700.
E se gh'è de mal se el Natta el parla frances?
Ma la questione non è se parla o non parla francese.
E qual la sarev, allora?
Che Natta, secondo De Mita, si esprime più o meno come si esprimeva Voltaire.
Sarev a dì?
Beh... Secondo De Mita attacca la chiesa... Vorrebbe insegnare al Papa come si fa il Papa...
Ma quaidunn ghe l'avarà pur faa imprend. Fatto imparare cosa e a chi?
A fà el Papa al Papa.
tMito a non può farlo certamente un segretario di parDaccord. Ma nanca el De Mita el pò pretend de insegnagh al Natta come l'è ch'el dev fà per fà el segretari del partii comunista. Certamente.
E nanca el Papa el po' decid quaj hinn i rivoluzion che se podenn fà e quaj no. Cosa vorresti dire?
T'ee minga sentii quel che l'ha dit contra la "teologia de la liberation"?
Ma si tratta di questione teologica.
E quetl che l'ha dit contra le governo del Nicaragua?
Beh...
Beh, te set se te disi?
Cosa? — he
Csarev ora che ognidun el fasess el sò mistée. Ossia?
Che el Papa el fasess el Papa, che i segretari de partii fasessen i segretari de partii... E che el De Mita el fasess... Com'è che se disc?... Ah, sì! EI voltaterra.
Vuoi forse dire il volterriano?
No, no! Voeuri propri dì el voltaterra, el badilant, insomma. Chissa mai che fadigand on poo el desmetta mina de cuntà su di bagianad... e magara per risparmia on poo de fiaa l'imprenda minga a dì "non" invece che "nonne". Ciao, te saludi! el barbee
Contro gli attacchi ai servizi sociali
Consultori: una positiva esperienza che va difesa
L'appello, lanciato dalle donne di Milano, nasce da un nuovo modo di concepire la salute basato sulla prevenzione, sulla partecipazione e sul protagonismo dei cittadini e degli utenti
Le donne di Milano, di fronte all'attacco portato oggi in Italia e in Europa al sistema dei servizi sociali, sottolineano il valore fondamentale che hanno avuto in questi anni nel nostro Paese alcuni di questi servizi come i Consultori.
Voluti dalle donne, prima con le battaglie per la legge nazionale e leggi regionali e poi con quelle per l'apertura dei Servizi, i Consultori hanno introdotto nel Servizio Pubblico problematiche nuove, da sempre lasciate all'esclusivo ambito privato, attinenti la sfera della sessualità, le scelte di procreazione, la maternità e la paternità coonsapevoli, le relazioni di coppia ed intergenerazionali, privilegiando il momento della prevenzione, della informazione e dell'educazione e anticipando così i presupposti su cui si fonda e su cui dovrebbe essere attuata la riforma sanitaria.
Ma oggi l'attacco allo Stato sociale, con i tagli alla spesa pubblica, la tendenza alla privatizzazione dei Servizi e la marginalizzazione dei bisogni delle donne, rischia di cancellare questa esperienza che è altrettanto importante sul piano culturale quanto su quello sociale e sanitario.
Le donne di Milano si rivolgono a tutte le altre donne perché si rilanci nella città e nel paese un impegno per la difesa e Io sviluppo dei Consultori e in particolare: - perché vengano creati Consultori là dove ancora non esistono, come ad esempio in numerose zone dell'Italia Meridionale e. dove sono stati realizzati, siano messi in condizione di funzionare con l'adeguamento delle risorse necessarie, personale e strutture, oggi ancora assai carenti;
— perché venga mantenuta ed esaltata la specifica funzione di prevenzione dei Consultori attraverso la globalità dell'approccio sociale e sanitario ai problemi della salute, superando quindi il rischio che diventino "ambulatori ginecologici" o
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generici "centri di assistenza alla famiglia"; — perché venga data attuazione in tutto il Paese alla legge 194, garantendo a tutte le donne il diritto di scegliere la maternità, assicurando condizioni di assistenza e dignità a coloro che decidono di interrompere la gravidanza, e perché vengano avviate iniziative capillari di informazione ed educaizone sessuale, in particolare con la rapida attuazione della legge sull'educazione sessuale nelle scuole, ed infine vengano promosse le
azioni positive previste nell'articolo i della "194" a favore e a tutela della maternità;
— perché venga riaffermata la gestione sociale dei Consultori, cancellata o scoraggiata in molte realtà. L'esperienza concreta del movimento delle donne nei Consultori ha infatti dimostrato che la partecipazione degli utenti alla gestione dei Servizi è essenziale per riuscire a riportare i bisogni reali della gente all'interno dei Servizi e quindi ad aumentarne l'efficacia e la produttività. Non c'è infatti contra-
Un segno al mese
Con il segno della Bilancia, di cui ci occuperemo più avanti, ha inizio l'equinozio autunnale. Nella Bilancia ha il suo domicilio venere. Nell'antichità la ritroviamo venerata con nomi diversi: è Afrodite per i Greci, Venus per i Romani ma sempre simbolo di amore e bellezza, arte e femminilità. Cicerone la chiamò "Vesper": infatti il luminosissimo astro appare al tramonto e la sua luce domina tutte le altre nel cielo notturno. Astrologicamente questo pianeta corrisponde ai primi contatti affettivi dell'lo col mondo esterno. Rappresenta la capacità di amare, il rapporto sensibile con le cose, il gusto dell'armonico e del piacevole. L'influsso di Venere è essenzialmente pacifista, accentuando nella nostra indole l'umanità, il piacere di vivere in pace col nostro prossimo. Sono sotto l'influenza di
venere gli organi genitali interni, le funzioni renali e il metabolismo. La costellazione del mese, la Bilancia (21 settembre- 20 ottobre), è un segno d'aria, cardinale, col quale inizia la seconda parte dello Zodiaco. Abbiamo già visto come i segni d'aria indichino comunicazione, diplomazia, disinvoltura nei contatti umani. È quindi essenziale nei nativi Bilancia il rapporto con gli altri,sia di tipo collaborativo che associativo o matrimoniale. Una nota caratteristica di questo segno è rarmonia e l'equilibrio che si manifestano sia nel comportamento esteriore del soggetto, sia nell'intimo desiderio che tutto intorno a lui sia raffinato e di buon gusto. Ma se fra le virtù dei tipi Bilancia vi sono senso dell'arte e della giustizia, desiderio di pace e di equilibrio, la mancanza di una vera spiritua-
sto tra democrazia ed efficienza. Questo è l'appello che lanciano le donne di Milano. Un appello che nasce da un nuovo modo di concepire la salute, basato sulla prevenzione, sulla partecipazione e sul protagonismo dei cittadini e degli utenti.'
La battaglia per un rinnovainento profondo della società, oggi in bilico tra restaurazione e cambiamento, passa anche attraverso queste tappe. Nella foto il Consultorio di via Albenga.
Non riesco a comprendere, se non per illazione, il criterio di distribuzione delle sigarette fabbricate dal Monopolio di Stato. Se dovessi richiedere, presso una Privativa, un pacchetto di Alfa non avrei difficoltà d'acquisto. Ma se "tentassi" con un pacchetto di Supero di Nazionali Semplici, incorrerei nel 95% d'insuccesso; senza contare l'impopolarità che godrei presso il Rivenditore come azione speculativa! (Fra l'altro mi si confida che queste sigarette, dato l'esiguo numero, sono riservate per gli habitué del bar: quelli insomma che ti consumano anche il bianchino spruzzato.
Un pacchetto di Super costa 400 lire contro le 700 per uno di Alfa. È spiegabile quindi l'atteggiamento del Rivenditore, vista la modesta percentuale che ri-
Egregio Direttore, com'è noto il biglietto per le linee ordinarie urbane di Milano costa 500 lire e dà il diritto di viaggiare per 75 minuti su tutti i mezzi pubblici, esclusa però la metropolitana su cui si può effettuare un solo viaggio. A me non sembra giusto perché tante casalinghe che vanno a fare la spesa in metrò (che tra l'altro è sem-
caverebbe vendendo le prime in luogo delle "popolari" Alfa. Non è trascurabile poi, il livello qualitativo intercorrente fra le due marche. in questo senso è scontata la scelta di quei fumatori (e non pochi) avvezzi alle sigarette in questione. D'altra parte sarebbe tendenzioso identificare l'irreperibilità delle due marche nel rappoorto richiestaofferta. Infatti la loro graduale scomparsa dal mercato ha creato, di riflesso, una graduale rassegnazione di ordine psicologico da parte degli usuali acquirenti che si sono orientati verso l'acquisto, forzato, delle sigarette più costose e più scadenti rispetto a quelle in oggetto. Come dire che Super e Nazionali (quest'ultime solo 230 lire) sono tanto economiche quanto... introvabili! E.P. pre più sporco e con le stazioni di servizio ridotte porcili) sono costrette a una spesa doppia di trasporto pur viaggiando meno di 75 minuti. Spero che qualcuno risolva il problema presto e faccia pagare multe salate agli sporcaccioni. Grazie.

Si è tenuto al Centro Congressi Leonardo da Vinci di Bruzzano il III Convegno "Donare, oggi" promosso dall'Associazione Donatori di sangue dell'Istituto Nazionale per lo studio e la cura dei tumori di Via Venezia, n. 1.
lità e quindi di una profondità d'animo fanno sì che tra i rappresentanti mediocri di questo segno spesso s'incontrino individui dalla morale piuttosto elastica, superficiali e insinceri che si trincerano dietro un'amabilità artefatta, la molla della cui esistenza è costituita dal denaro e dal successo. Una certa pigrizia, sia essa mentale, spirituale o pratica, è sempre più o meno latente in un nativo del segno, come pure la tendenza all'opportunismo e la capacità al compromesso. Il fisico dei "bilancini" sembra fragile, ma non lo è, pur essendo predisposto ai fastidi della gola e del sistema circolatorio, a cistiti e calcoli renali.
Auguri agli amici Bilancia e a tutti un arrivederci al prossimo mese con la speranza che le stelle ci siano propizie. ellepi
Il programma è stato vastissimo ed ha coinvolto tutti dalle ore 13 alle 21 per poi proseguire fino a notte con la serata un po'... spensierata dedicata al donatore.
Non si vuole valorizzare l'azione del donatore di sangue, perché il suo contributo, per combattere e debellare il male del secolo, è minimo ma pur sempre un apporto valido per alleviare il male di chi soffre, per gli studi per la prevenzone, per la ricerca ma anche per un trimestrale controllo alla propria macchina umana.
Si vuole invogliare però, un po' tutti a fare qualcosa di più per chi è toccato da tanto male e non decisamente occorre essere donatori, ma si può essere amici del donatore e contribuire con altri aspetti e mezzi acché un atto di fratellanza abbia ad essere ancora più grande.
Consiglio, a chi vuol contribuire, di rivolgersi all'Associa-
Paola Rossi zione nelle ore pomeridiane, chiedendo del Sig. Cancelli, che è grande amico paterno, fraterno di tutti i donatori. Un piccolo contributo è dato dai donatori e si vorrebbe ad ogni donazione salvare una vita umana; ma, visto che ognuno di noi ha i propri limiti, si vuol sensibilizzare l'opinione pubblica della Zona 19 in modo che tante gocce possano salvare tante vite umane. Leonardo Clema
Scrivete lettere brevi, indicando con chiarezza nome, cognome ed indirizzo. Chi desidera che in calce non compaia il proprio nome ce Io precisi. Le lettere non firmate, o siglate, o con firma Illeggibile, o che recano I come "un gruppo di..." (che non rechino almeno una firma) non vengono pubblicate. La redazione si riserva di accorciare gli scritti pervenuti che risultassero troppo lunghi.
Super e Nazionali semplici: economiche, ma introvabili
I mestée de la Milan de semper
Da la palestra a la peli a la penna stilografica
Le palestre dffimo lavoro a centinaia di persone ed il settore delle penne, stilografiche o a sfera ne occupa migliaia di Arcano
Palestre; sotto questa indicazione vanno aggiunti i centri sportivi, i vari club e accademie che proliferano ovunque e che alle discipline ginniche e dello sport hanno dato una fisionomia nuova.

Rispetto al passato, quando le palestre erano veramente poche, cc loro che si dedicano alreducazione fisica, all'allenamento e alla preparazione degli aspiranti, oltre a coloro che operano nelle scuole pubbliche e private, sono diventati una grande massa è... è il caso di dirlo fanno con passione il loro mestiere.
L'istruttore ha spesso più compiti: la ginnastica può essere ritmica, artistica, formativa, prescolare, agonistica o specifica di alcuni sport; ecco quindi la panoramica variare anche per allenatori, assistenti, estetisti, medici ecc. oltre a tutto il personale che tali attività coinvolge. Le famose palestre milanesi "Forza e coraggio, Med iola-
num, Ercules, Speranza", ecc. sono un ricordo; al passo col tempo sono sorti dei veri templi dell'arte marziale, nomi esotivi cinesi e giapponesi, insegnanti orientali per roffesa e la difesa e... la meditazione per rafforzare l'energia psichica. Tralasciando il lungo elenco che si potrebbe fare va segnalato che in molti centri, club, palestre, istituti di cultura fisica accettano bambini dai tre anni in su e adulti senza limite di età; massaggi, saune, abbronzature, cure della cellulite, dimagranti, depilazione, rassodamento, ecc... hanno dato risultati stupefacenti per raumento della frequenza femminile. Indubbiamente positivo il ricorso al movimento ginnico coordinato e predisposto sia allo sport dilettantistico sia a quello agonistico; efficace anche per la danza, per la modellazione del corpo, la scioltezza del movimento, il senso di benessere che tutto ciò può dare. Col diffondersi di gente in tu-
Dialettologia milanese
Polemiche residue sulla consonante Z
A conclusione di quanto esposto su alcune iniziative che capovolgono le posizioni della dialettologia scritta c'è una vera alzata di scudi
Per concludere senza espressioni roventi la controversia sulla soppressione della consonante Z da parte dell'A ngiolini, ora emulato da alcuni moderni... accademici, va sottolineato che Carlo Porta è vero che abbia usato impropriamente tale consonante in luogo della S, ma è altrettanto vero che in molti casi disinvoltamente ha sostituito con la consonante Z quei vocaboli che nella lingua italiana figurano con la consonante G oltre a quelli con la C. Ribadendo che ciò non toglie al grande poeta il riconosciuto merito analizziamo qualcuno di questi vocaboli ribaldi e veniamo ad una comparazione: "zerga, zergh, zenever o zanever" (lingua gergale, gergo, ginepro); "zij, zipria, zittaa, zenta" (ciglia, cipria, città, cintola o cintura).
C. Porta abbonda in errori usando la Z in luogo della C in molti vocaboli che chiamano in causa la S, ma non quando è in sostituzione della G: infatti avrebbe dovuto scrivere "sij, sipria, senta" mentre città che non ha riscontro nella lingua provenzale è fuori discussione ed errato anche scritto "citaa", come fanno molti. Angiolini compreso. Per contro Porta scrive "zerbin, canori, mazz, ecc.' simili all'italiano zerbino, cazzotto, mazzo ecc, dove l'Angiolini indica gli stessi vocaboli "serbin, casott, mass", giocando con i puntini sopra o sotto la consonante S, indipendentemente dal fatto che in italiano corrispondano a S pura o a Z, ma col solo intento di figurare la pronuncia S dolce o aspra.
Non potendo fare il giochetto con "zerga e zergh" proposti nel vocabolario del Cherubini, ignora la lingua gergale ed italianizza in "gergh" per gergo ed infine annota "serb" in rimando ad "aserb", acerbo, che ancora oggi nella forma tronca il milanese dice "zerb" (femminile "zerba" solo al singolare) evitando sicuramente errori per
ta per strada, al passo o di corsa, ed il moltiplicarsi delle minimaratone domenicali alruomo della strada è affiorata al labbro una battuta sempre più frequente quando vede qualcuno fisicamente stanco, con bonaria ironia: "Ma va in palestra!".
Mestiere! Mestiere come tanti altri; indicare ad altri un nuovo modo di vivere, dare ilproprio sapere per temprare il fisico e... poter vivere a propria volta.
Paste alimentari; pastificio, pastée. In tempi lontani ogni donna casalinga provvedeva a fare da se la pasta che si consumava in famiglia; i primi pastifici nascono artigianalmente nei primi del 1800 giungendo a livello industriale verso la fine del secolo.
Il riferimento vale per la pasta secca, mentre per quelal fresca, gnocchi, cappelletti, tortellini, ravioli e altro la fabbricazione e vendita è molto più recente; gli addetti alla lavorazione e alla vendita sono citati in milanese 'pastée", pastaio, pastai.
Alla voce paste alimentari fanno capo anche le pasticcerie; al riguardo si è già fatto accenno alla voce milanese “offelée, pasticcere, nome che deriva da "offella", una pasta sfoglia dolce. Altri sostengono sia il nome milanese della classica ciambella, ma è soltanto fantasia.
L'arte vera e propria di produrre tutta la gamma di paste secche, dolci, biscotti e paste da minestra fresche era ancora ai tempi retaggio del fornaio che produceva tutto ciò nei momenti in cui non era impegnato nella panificazione.
nella zona di via Canonica e Paolo Sapri, l'antico "borgh dei scigolatt", s'affacciano botteghe e laboratori di cinesi, quelli che la pungente bonarietà dei vecchi milanesi definiva "facc de zafran" (facce di zafferano), abili artigiani che in passato hanno fatto la storia popolare con la confezione e vendita soprattutto di cravatte al grido di "una lila! una lila!".
Romantici ricordi di una laboriosa Milano e di personaggi che vi si sono bene amalgamati; ricordi di quando una lira era tale e, se da un canto permetteva l'acquisto di una cravatta dall'ambulante cinese, costituiva il preho di un chilo di pane.
Ricorreva un detto attagliato al pellettiere Camillo Caminada con laboratorio in via Caminadella negli anni trenta, chiamato da tutti "Carni" per via di nome cognome e indirizzo, tipo scorbutico quanto alacre lavoratore; detto ormai dimenticato, ma che riporto: "EI Carni el fuma 'me on camin, el suda tre camis, el fadiga a caminà!" (Il "' "Carni fuma come un camino, suda tre camicie, fatica a camminare!) Ed in effetti era un accanito fumatore e piuttosto corpulento.
lografica a parte la foggia segnò il passo per qualche tempo; vi furono case costruttrici che si imposero per la finezza della produzione e la preziosità dei materiali componenti ed ancora sul mercato sono rimaste primarie marche.
In certo periodo circolarono penne stilografiche con pennino di vetro a doppia, tripla finissima scanalatura torsionale per lo scorrimento dell'inchiostro e terminante proprio a minuta punta a sfera la qual cosa non impegnava chi la usava ad impugnarla obbligatoriamente come le penne tradizionali.
Poi la penna a sfera ebbe momenti d'auge; ma chi pensava d'accantonare la stilografica fece errati calcoli; si può dire che coesistono. Date le sue caratteristiche la penna a sfera si dimostra molto pratica e il prezzo delle più comuni è veramente basso; si presta molto anche alla diffusione a scopo pubblicitario per la facilità di stampigliatura
su materie plastiche; macchia meno, è di rapido impiego e ve ne sono di tutti i colori d'inchiostrazione... Oltre ai fabbricanti vi sono negozi specializzati nella vendita di penne da scrivere d'ogni tipo; doveroso menzionare anche tipi di penna a feltro e a punta di nylon e altre fibre, ma se la penna a sfera la fa da padrone per diffusione e popolarità attuali la penna stilografica resta una regina distinta ed incontrastata in settori di più alto prestigio.
Alla produzione, vendita e riparazione si dedicano in molti ed ovviamente alle penne si aggiungono oggetti complementari ed inchiostri. Di un negoziante e riparatore di penne stilografiche si motteggia parafrasando con arguzia: "A l'è on omm de penna!" (t un uomo di penna!)
(continua)
Nella foto: Il primo negozio Molta in via della chiusa
"serb" (della Serbia) o di incorrere nell'urto fonico di due o più vocali come ad esempio "inguria zerba, fioeu zerb, frutta zerba, maner de fà zerb". (cocomero, anguria acerba; ragazzo acerbo, inesperto; modi di fare, comportarsi, agire duri, acerbi).
"Aserb" in bocca al milanese si sente raramente; anche il caso della componente di questo vocabolo in cui la consonante Z riduce la funzione delle prime due lettere "as" è unico; da qui si è ricondotti alla constatazione della eredità provenzale della consonante S in funzione della
C dolce italiana nella stragrande maggioranza dei casi: "anes, forbes, dols, calis, pures, mansin, cusina, forsina, ecc." (anice, forbice, dolce, calice, pulce/ i, mancino/i, cucina e cugina, forcina ecc.).
In difetto di molti vocaboli terminanti in C dura all'italiano e "ch" oppure "ga" ìn milanese si rileva nei vocaboli milanesi "amis e amisa" un'altra eccezione alla regola; infatti amico e amica hanno la caratteristica diversa di monaca, manico, rustico, comico, sindaco, mistica, ecc. che diventano,"monega, manegh o manich, rustegh o rustich, comich, sindich, mistega, ecc.. Le differenze di sfumatura di certi vocaboli quali -manegh, rustegh, ecc." rispetto "manich, rustich, ecc." sono da connotare nella differente parlata da rione a rione in Milano o del contado suburbiale ed anche ad una presunta modernizzazione del dialetto che costituisce motivo di disputa tra quanti al dialetto dedicano minuziosa ricerca.
Gli stessi glossari discordano o riportano tutte le voci senza stabilire l'esattezza dell'una o dell'altra; ciò è stato più volte ripetuto e rimane un dilemma insoluto come quello che riguarda vocaboli in cui le due componenti alfabetiche "gi" sono a volte trasformate in S e a volte no.
(Continua)
Con il perfezionamento della tecnica in genere anche le macchine per la produzione si sono diffuse e hanno dato un valido contributo; nel settore delle paste alimentari un accenno va fatto anche a prodotti congeneri o derivati di cui alcuni hanno settori a se stanti; per esempio ci sono fabbriche specializzate in grissini, salatini, fettuccine ed altri prodotti "secchi" e non producono paste alimentari.
Nel settore delle macchine che servono a questo mestiere una particolare attenzione va ai forni, che dall'antico forno a le gna con l'interno in mattoni e terra refrattaria è diventato una grande bocca lucente dominata dall'elettricità e dall'elettronica.
Da mestiere a mestiere molta altra gente ci vive, prospera, lasciando in noi un melanconico ricordo della fragranza odorosa del pane e della pasta o delle torte che, per ragioni di conservazione, sempre più frequentemente odorano di cellophane.
Pelletterie, pelletée; laboratori e negozi che si distinguono per la produzione e vendita di articoli in pelle; ormai però una buona parte di materiale è imitazione della pelle o mista con sempre crescente uso di fibre artificiali.
Borse, valigie, borselli e borsette, cinture, guanti, portafogli .ed anche abbigliamento d'uso comune (un tempo giacche e pantaloni in pelle erano quasi esclusiva di autisti e motociclisti); ma nei negozi di pelletteria e valigeria in genere si vendono anche bauli e ombrelli, servizi da scrittorio e tutta una serie di articoli che si estende persino a minutaglie di bigiotteria.
Dalle pregiatissime e costose borsette di coccodrillo al borsello di materiale plastico con qualche borchia o la sola bordura in pelle, dalla cartella dello scolaro alla 24 ore del rappresentante o dell'uomo d'affari rarco di lavorazione è vasto; ma
Pellicceria, pellicciaio/a; "pelisseria, pelissée, pelissera. Mestiere che conosce soltanto odiernamente una certa consolidazione di mercato; le pellicce sono care quanto sono di pregio, ma non sono più rirrangiungibile sogno di molta gente come nei tempi passati.
Relativamente ad un accresciuto benessere generale ed al più ampio spettro consumistico sono aumentati i laboratori di confezione e i negozi; conseguentemente il mestiere ha acquisito nuovi addetti ed a trarne una fetta di interessi sono anche i grossisti di pelli, gli allevatori nostrani di animali da pelliccia, le concerie.
Altro settore in via di sviluppo è quello collaterale che si occupa della pulitura, rimessa a punto, impermeabilizzazione, trattamento antitarme, custodia, rimodellazione e rifoderatura di pellicce portando altro lavoro ed estendendo il servizio ai clienti con la presa e consegna a domicilio; in più dato il valore di alcuni capi al settore pellicce sono interessate, previa stipulazione polizza, le assicurazioni.
Va da se che in tempi calamitosi come l'attuale alle pelliccerie sono-molto interessati anche i ladri, rapinatori e ricettatori; ma è il caso di dire che questa gente esercita un brutto mestiere.
Penne per scrivere; ci fu chi disse che un giorno un'oca si confidò con una consorella: "Gli uomini dicono che noi siamo stupide, ma si servono delle nostre penne per accedere alla cultura!".
Dalle penne d'oca alla cannuccia di sambuco con punta modellata, poi alla cannuccia di legno o metallo con pennino intercambiabile, quindi alla penna stilografica a pompata, stantuffo e cartuccia ed infine la modernissima penna a sfera che da molti anni è popolarmente chiamata "biro".
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Ora che il sipario è calato sulla più importante manifestazione che si tenga ogni anno a Milano, il nostro ringraziamento più vivo va a tutti coloro che con il loro lavoro volontario e non retribuito permettono che ogni anno la Festa accada.
Sì, "accadere" è il verbo giusto, che meglio sottolinea il senso quasi magico di questi quindici giorni, la forza inaspettata di una macchina che ogni anno, puntuale, si rimette in moto per prepararci
la voglia della gente di divertirsi socializzando
Quattro passi tra i visitatori della Festa ascoltando le loro opinioni
Non si hanno dei dati precisi riguardanti il numero dei visitatori all'ultima edizione della festa Provinciale de l'Unità tenutasi al Monte Stella nella prima quindicina di settembre.
Si parla però, e senza esagerare, di diverse centinaia di migliaia. computando il numero di base alle coccarde distribuite a tutti i visitatori'
Si tratta di un numero eccezionale, ogni anno in aumento, a sottolineare, oltre una crescente voglia da parte della gente di divertirsi socializzando, anche un successo organizzativo maturato sull'ormai poliennale esperienza e anche su alcuni errori compiuti in passato.
Abbiamo avvicinato alcuni dei visitatori per renderci conto di quale fosse la loro opinione sull'organizzazione e sulla festa in generale.
Le perplessità più grosse espresse dai visitatori riguardavano i ristoranti, accusati di un servizio eccessivamente lento e di prezzi troppo cari in paragone al servizio.
Ci siamo dunque recati "in incognito" in uno di questi per renderci conto di quanto queste lamentele corrispondessero a verità. Così domenica 9 settembre abbiamo pranzato al ristorante del pesce e abbiamo tratto i seguenti dati: tempo di attesa 20 minuti, qualità decisamente elevata, prezzo contenuto (1 1.000) lire a testa). A parte il tempo di attesa ancora troppo elevato ci pare che per il resto
Che ne pensano operatori e visitatori?
Esposizioni commerciali: un'iniziativa fortunata
Lungi dal trasformare la Festa in una Fiera Campionaria, la arricchiscono di colore e proposte
Da qualche anno a questa parte si è aggiunta alle abituali strutture della Festa de l'Unità una nuova e originale presenza: gli stands commerciali.
Questa iniziativa ebbe il suo principio circa due anni fa. riscuotendo subito un buon successo. sia tra i visitatori sia tra gli operatori che giudicano la Festa de l'Unità un ottimo trampolino di lancio per nuovi prodotti o nuovi marchi.
Camminando tra i viali dell'esposizioner commerciale si nota infatti un grande interesse dei visitatori per le proposte dei commercianti che operano prezzi speciali per la manifestazione.
Gli espositori. interpellati. hanno risposto pressoché unanimemente a favore della convenienza di una simile operazione. in quanto gli stands alla Festa de l'Unità. ancorché cari da affittarsi. permettono di esporre i propri prodotti a un pubblico paragonabile, come numero solo a quello delle grandi
questo che è ormai diventato un appuntamento familiare a tutti i milanesi, qualunque sia la loro opinione politica.
Dicevamo appunto un grazie di tutto cuore e con la minore retoricità possibile a tutti coloro che ci hanno aiutato, sopportato e incoraggiato a stendere questo reportage sulla Festa de l'Unità 1984. (a cura di Leonardo Clema, Franco Gnutti, Sergio Pavan)

Vini a confronto
La la Rassegna di Casteggio e l'enoteca sul Monte Stella
Nella competizione la seconda ha surclassato la prima
Il Comune di Casteggio è orgoglioso di poter concorrere alla promozione commerciale dei vini delrOhrepo con un'azione che supera i confini comunali e che si fà portatrice di interessi più vasti. Sono le parole del Sindaco di Casteggio, sig. Paolo Montagna, del Sig. Renzo Guarnaschelli, presidente del Comitato Organizzativo: "La rassegna ha sempre costituito momento di festa, di incontro commerciale ma anche momento di riqualificzione professionale degli addetti al settore vitivinicolo".
fiere.
Poco importa dunque. al commerciante avveduto, se alla fine della manifestazione il suo bilancio sarà solamente in pari o anche in rosso, perché lo scopo del farsi conoscere da un maggior numero possibile di persone è stato raggiunto.
Torniamo ora però all'opinione dei visitatori, direttamente coinvolti dall'iniziativa... l.a maggioranza si è espressa in termini veramente lusinghieri a riguardo delle esposizioni commerciali. in quanto — affermano — ben lungi dal trasformare la Festa de l'Unità in una Fiera Commerciale. la arricchiscono di colore e proposte, permettendo ai visitatori di concludere ottimi affari, spinti dalla convenienza dei prezzi stracciatissimi operati per l'occasione.
Un'iniziativa dunque fortunata e che, come tale, speriamo sia ripetuta anche per la prossima edizione della Festa.
non si possa eccepire sulla se non per quanto riguardi i gusti personali.
Note di plauso sono invece venute riguardo all'organizzazione impiegata nel "servizio di accoglienza alla festa" ricca di persone sempre disposte ad ascoltare con pazienza i problemi dei visitatori e a fornir loro consigli inerenti le questioni più disparate.
La nostra fortuna è quella di non essere legati a nessuna forma di assoggettamento ma solo appassionati del bere e... bene.
Senza nulla togliere ai viticoltori dell'Oltrepo Pavese, ci siamo portati a Casteggio per la prima rassegna "Vini e Spumanti pregiati dell'Oltrepo"; la prima impressione è stata quella di ambiente piccolo, chiuso e... freddo.
Ognuno teneva stretto a se le proprie bottiglie ed il solo scopo principale era quello di smerciare il prodotto senza alcuna forma invogliante di assaggio anche pi-
lotato per illustrare caratteristiche e pregi di ogni vino. È stata la nostra impressione, ma ci auguriamo solo nostra.
Un buon prodotto va spinto in modo diverso acchè tutti lo conoscano e ne apprezzino le qualità e la bontà; la voce circola ed il vino si vende automaticamente da solo...
Non ci dilunghiamo; il buttafuoco, il bonarda, il sangue di giuda, il barbacarlo, ecc. sono tutti ottimi vini, ma le forme di farli apprezzare sono diverse; ne abbiamo avuto prova presso rEnoteca del Festival dell'Unità.
Ambiente più piccolo di quello di
Casteggio, ma Passaggio di un buon bicchiere di bonarda ha assunto un gusto diverso e migliore. Gente qualificata, al Festival dell'Unità, invoglia a bere qualsiasi tipo di vino; si informa dei gusti, delle preferenze e chiede sempre agli utenti la base del loro pranzo o della loro cena per poterne abbinare un bicchiere extra. Abbiamo assistito a decine di consigli tecnici e la voglia di bere la "iniettavano" a tutti; intenditori in gamba veramente, il vino si vendeva senza forzare la mano ed il tutto assumeva valore e gusto diverso. Complimenti!
Leodema
Grosso successo per il basket femminile alla Festa dell'Unità
Nel corso della Festa de l'Unità tenutasi al Monte Stella si è svolto al centro Onnicomprensivo di via Trenno un interessantissimo torneo di basket femminile.
Hanno aderito all'iniziativa quattro tra i teams più affermati d'Italia: Hermes Milano, Geas Sesto S. Giovanni (squadra organizzatrice), Ginnastica Comense, Pelliflex Lissone.
Premettiamo che non si è certo trattato di un torneo stiracchiato e scarsamente spettacolare, quali quelli proposti dalle squadre maschili in precampionato, tutti gli incontri, infatti, a cui abbiamo potuto assistere, hanno avuto come denominatore comune l'enorme determinazione delle atlete in campo, anche quando il divario tra le compagini era netto.
Un plauso, dunque, a tutte le
ragazze scese in campo e agli abilissimi organizzatori, premiati, peraltro, dalla folta partecipazione di pubblico nelle ultime due giornate della competizione.
Per la sua collocazione, nei giorni di preparazione precampionato, il torneo ha assunto, a seconda delle squadre, delle peculiarità ben precise come valutare il reale apporto fornito da una particolare giocatrice o il grado di 'insieme" raggiunto dalla squadra.
Spendiamo dunque due parole su ognuna delle quattro compagini partecipanti.
Prima di tutto l'Hermes Milano (ex GBC); i più si saranno chiesti cosa avrebbe potuto spingere questa compagine. vice campione d'Italia, a impegnarsi allo spasimo, come poi è avvenuto. Onestamente non a-
vevamo dubbi che le ragazze di Manuel Campiglio si sarebbero impegnate al massimo per il pubblico presente e per utilizzare questo torneo come ulteriore banco di prova dei nuovi acquisti Bongini e Caldato. Esordio più che positivo per le nuove giocatrici, in particolare per la prima che ha fatto sorgere svariati dubbi sull'opportunità di scegliere come "americana" una ala-pivot come Valerie Stili e non piuttosto un pivot puro affidando il ruolo della Stili alla più che capace Bongini. Lungi da noi comunque di dire inutile la presenza della giocatrice di colore, migliore marcatrice del torneo, con un massimo di cinquanta punti totalizzati nel derby con il Geas.
Interessante anche la partecipazione al torneo della Ginnastica Comense, eliminata dalMermes nei play-offs dello scorso campionato e che cercava in quest'occasione un momento di rivincita, peraltro non giunto. Le ragazze di Como hanno dovuto infatti accontentarsi del secondo posto, piegate dalle milanesi per 84 a 59, nonostante l'ottima prova di Bianco e Williams, troppo spesso sole al rimbalzo.
Interessanti miglioramenti hanno proposto le ragazze del Geas di Sesto S. Giovanni, che hanno saputo, almeno quanto a determinazione, emulare le loro
più famose compagne di qualche anno fa che vinsero tutto ciò che allora era in palio, scrivendo una delle pagine più belle della pallacanestro italiana.
Le abbiamo viste battersi con decisione contro squadre decisamente più forti e praticare un gioco veloce e accattivante che ha permesso loro di aggiudicarsi il terzo posto. Ancora indietro di preparazione Galimberti, bloccata in precampionato da un infortunio, dal suo inserimento, insieme a quello della Bianchi, dipende gran parte del successo della squadra che affronterà il campionato di A2.
Unica squadra tra le quattro, del campionato cadetto, il Pelliflex non ha accettato il suo ruolo di squadra-materasso e, pur evidenziando parecchi limiti, ha espresso un buon gioco, anche se talora eccessivamente spigoloso. Ci pare comunque che il cambio di allenatore abbia giovato alle giovani di Lissone.
Al di là dei meriti tecnici, rimane comunque un torneo bene organizzato e che fa molto bene alla propaganda del basket femminile.
Non resta ora che da sperare che questa iniziativa venga ripetuta e che, magari diventi uno tra i più importanti tornei estivi, come il valore delle squadre in lizza esigerebbe. Effegì
Tra critiche e plausi Cresce
In un torneo organizzato dalla Geas
Incontri alla Festa de l'Unità
Gianna Nannini . Å e Marina: la cantante e l'elettricista
Può capitare che partendo con l'intenzione di intervistare un'artista si possa arrivare ad interessarsi della storia di una giovane felice di fare l'operaia
nuto il plauso del pubblico ed i complimenti di Fabrizio De Andrè.
Con il ritmo frenetico delle sue canzoni non ha lasciato fermi i giovani per un solo minuto, tanto è vero che alla fine del recital l'abbiamo vista sfinita, madida di sudore ma felice quasi si fosse intrattenuta in salotto con degli amici.
Serata riuscita... ma... a metà!
Non capita sovente di fare e/o dedicarsi ad un lavoro e poi immancabilmente trovarsene fra le mani un altro. Alcune volte però è piacevole e si ha anche l'occasione di scoprire, quasi involontariamente, alcune sfaccettature della vita di tutti i giorni. La piacevolezza di questo inconveniente sta proprio nel fatto di portarci al di là della vita standardizzata di sempre.
Teatro Tenda, tre settembre, Festival dell'Unità; il concerto di Gianna Nannini attira, anche se non siamo più del "Tempo delle Mele". Sarà curiosità di vedere questi giovani cosa son capaci di fare dentro e fuori la musica, sarà perché la musica
piace e la musica è come ramore non ha età, sarà anche perchè piace la Nannini con il suo amore "da camera a gas" che le abbiamo dedicato la serata.
In men che non si dica siamo sotto il tendone a gustare dell'ottima musica, a vedere le varie reazioni dei giovani stimolati da questo uragano di bravura che è la Nannini ed a captare qua e là le varie impressioni. L'intervista a Gianna completerà la serata.
Soffermandoci sul concerto si può dire che, definirla eccezionale sembra dir poco perché. ha interpretato le sue canzoni da "artista navigata" con vera serietà professionale. Ha otte-
L'opinione dei "vicini" di casa
Qualche disagio ma... la Festa è una festa
Le impressioni dei cittadini della nostra zona che abitano in prossimità del Monte Stella - Al Campo XXV Aprile allenamenti "disturbati" da profumi gastronomici
Prima della fine del concerto veniamo avvicinati da una piacente ragazza mora. Sarà stato l'istinto o i capelli bi...anchi paterni ad accordarci la fiducia di una sua richiesta. Voleva essere accompagnata nel camerino della Nannini per richiedere un autografo ed avere il piacere di vederla da vicino. Anche se non addetti ai lavori, non abbiamo avuto difficoltà nell'accompagnarla ma siamo stati coinvolti dal suo problema. L'autografo e la stretta di mano con la Gianna c'è stato ma è saltata l'intervista con la star. Abbiamo posto al centro dell'attenzione questa ragazza (la Nannini non ce ne voglia) con tutti i suoi problem e ne è scaturito un dialogo piacevole.
Si chiama Marina ed è originaria di Udine, friulana caparbia e volenterosa come tutta la razza. Ha svolto moltissime attività, dalla baby sitter alla dattilografa, non escludendo anche lavori umili per la sua autosufficienza e sopravvivenza.
Dal 23 luglio '84 si trova sommersa da un lavoro piacevole; con la sorella Giusy si è iscritta all'Unione Donne Italiane e precisamente al corso specifico di "elettricista". Sono partiti in tanti iscritti ma il corso è stato ultimato da pochi: lei, la sorella e due amiche.
Nel raccontare, esaltava fuor di misura, un'amica, iscritta al corso di muratore, per esser stata l'unica ad averlo portato a termine.
Finito il corso sono state scelte per la loro bravura pratica e quindi reclutate per l'impianto di illuminazione alla Festa dell'Unità; a ogni luce accesa, Marina ha contribuito fattivamente e ciò la rende felice.
La forza della gioventù d'oggi•Alla Gianna Nannini ed a Marina gli auguri di un sempre sicuro successo.
Leonardo ClemaUn programma equilibrato
Appare evidente a tutti coloro che si soffermino a pensare un attimo, quanto una manifestazione quale la Festa de l'Unità, che attira centinaia di migliaia di visitatori, possa mutarsi in un disagio per gli abitanti del quartiere.
Abbiamo cercato di raccogliere delle impressioni tra i "vicini" della Festa.
I più soffermano sui disagi che nascono durante i giorni della Festa per quanto riguarda i parcheggi e i trasporti in generale, per lo più comunque risolti da un adeguato sfruttamentodel parcheggio di Lampugnano e da una maggiore abitudine dei visitatori di muoversi con i mezzi pubblici.
Le luci della Festa si sono ormai spente
Come impedire che il Monte Stella viva soltanto per quindici giorni?
Per evitare che per il resto dell'anno la "Montagnetta" di San Siro ritorni ad essere un luogo morto è necessario l'apporto di tutti, cittadini ed operatori culturali
Il Monte Stella è ormai tornato al suo aspetto normale, solo, tra il QT8 e il Gallaratese, saluto a chi entra a Milano, ultimo sguardo per chi ne esce, . una sorta di "porta" tra la città e la provincia, tra la "grande Milano" e la fatica della periferia estrema.
Sino a qualche anno fa, il Monte Stella era solo questo, un triste monito a tutti i guerrafondai, cimelio del tributo pagato da Milano alla guerra, una cosa morta. Questo fino a cinque anni fa.

quando la Festa Provinciale de l'Unità venne spostata dal Parco Sempione, in cui si svolgeva, alla Montagnetta di San Siro.
Da allora, infatti, per quindici giorni ranno. la Montagnetta si veste di colori e suoni ospitando la ormai tradizionale kermesse che ogni anno attira centinaia di migliaia di visitatori.
Come impedire che il Monte Stella viva per soli quindici giorni l'anno? Già da quest'anno ci si è im-
chiudi sul serio contro:
pegnati con una gara di sci durata diversi giorni sulla neve artificiale portata al Monte Stella. ma non basta, è necessario rapporto di tutti, cittadini e operatori culturali per evitare che la Montagnetta ritorni ad essere un luogo morto.
P con questo invito che concludiamo questa breve. ma necessaria introduzione a queste colonne che riguardano la Festa de l'Unità, svoltasi al Monte Stella appunto nei primi giorni dello scorso mese di settembre.
caldo Ä freddo Ä rumori
ko 41.0f
i fastidi che possono essere creati dalla diffusione di musica odi comunicazioni attraverso altoparlanti, un altro problema tra i più frequentamente rimarcati.
La Festa però è la Festa e come tale va presa, non si può pretendere di animare un quartiere, di usufruire, se vogliamo, anche di un servizio utile (non • dimentichiamo ad esempio che a parte il Ribot non esistono ristoranti nel quartiere), senza dover sopportare dei problemi quali quelli che sempre nascono qualora si concentri un grosso numero di persone.
Tralasciando volontariamente i pur importanti spettacoli svoltisi al teatro Tenda (la stampa periodica non era accreditata), la parte "intrattenimento" della Festa si è per lo più incentrata sui concerti tenutisi all'Anfiteatro tra cui quelli di Finarsi, Alice e Giuni Russo.
Non sono però da dimenticare anche gli altri spazi di intrattenimento quali il Dancing, il caffé Concerto, il Piano Bar, il Caffe delle Donne nonché lo spazio dedicato come ogni anno ai più giovani.
Di alto livello anche i dibattiti che hanno spaziato su diversi temi, dalla storia del partito alla società moderna, alle prossime elezioni amministrative e alle altrettanto prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti.
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Un'ultima e simpatica nota viene fatta dagli sportivi che si recano al Campo XXV Aprile per curare la propria preparazione atletica. Si dice infatti che diviene difficilissimo, per non dire impossibile allenarsi nei giorni della Festa, per gli invitanti profumi provenienti dagli stands alimentari e che spesso li inducono a sospendere con un certo anticipo le sedute, spinti come sono dal risvegliato appetito.
Da non dimenticare anche lo sport che ha fornito, al solito, momenti di ottimo livello, con gare delle più disparate discipline individuali e di squadra.
Non manca comunque chi sottolinea come la Festa rianimi un quartiere troppo spesso "morto", specie di sera e come sia piacevole andare sulla Montagnetta a qualsiasi ora e senza paura per il zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA gran numero di persone che vi confluiscono.
Non vanno però dimenticati
Ancora una volta un programma equilibrato, ma denso di momenti di grossa partecipazione, in grado di catalizzare l'attenzione dei più, affiancati da momenti più intimi, ma ugualmente importanti, per coloro che ne sono stati protagonisti.
Guida pratica per i principianti
Correre fa bene, se si corre bene
L'attività sportiva può però risultare addirittura dannosa se praticata male - Come si possono evitare gli errori più comuni
la corsa oltre ad essere uno degli sport più immediati da praticare, è anche una delle attività che• apporta un maggior benessere al nostro organismo.
Tuttavia è necessario scegliere l'approccio adeguato a questa zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA disciplina per evitare di vanificare gli sforzi compiuto, o addirittura, di danneggiare gli organi che avremmo voluto sviluppare e potenziare.
Per sapere subito a cosa ci riferiamo è opportuno conoscere, seppure in breve, quali possano essere i vantaggi derivanti dalla pratica della corsa lenta e prolungata:
Aumenta l'ampiezza dei vasi sanguigni che possono quindi traportare più sangue svolgendo il loro compito in maniera più efficace e diminuendo i rischi di una loro occlusione che determina una mancata ossigenazione e quindi il decadimento dei tessuti non irrorati.
Aumenta l'elasticità dei tessuti polmonari che possono distribuire una maggiore quantità di ossigeno. Aumenta il volume totale della circolazione sanguigna e aumenta, di conseguenza nel trasporto di ossigeno a causa di una crescita dell'emoglobina presente in circolo.
Migliora la capacità di recupero del normale ritmo cardiaco in quanto il cuore, irrobustitosi, può sostenere carichi di lavoro maggiori. Aumenta l'efficienza fisica per una migliore irrorazione dei tessuti.
I) Allo stesso modo aumenta la capacità di concentrazione e applicazione per una migliore irrorazione dei vasi sanguigni del cervello.
Migliora reliminazione delle scorie e di conseguenza influisce positivamente sul metabolismo.
Favorisce la produzione di endorfina, valido aiuto per il superamento di crisi depressive o da stress.
Nella pratica si possono verificare alcuni piccoli inconvenienti che però meritano attenzione, per essere evitati con facilità e per impedire l'avvento di danni più seri.
L'inconveniente più comune che può capitare al neofita di questa pratica riguarda l'insorgere di dolori muscolari, più o meno sparsi per tutto il corpo. Non si tratta di nulla di grave: si tratta di un semplice avvelenamento (e la parola non vi spaventi) da acido lattico. Di un deposito cioè di questa sostanza (che, ricordiamo, si crea nel nostro corpo in seguito ad attività motoria) nei muscoli, che provoca il loro indurimento e un senso di debolezza e dolore diffuso. Questa manifestazione compare solo in seguito alle prime sedute di lavoro e scompare dopo un buon bagno caldo e qualche tempo di riposo. Richiede invece una maggiore attenzione un dolore concentra-
da Tino al Casaro
Formaggi tipici italiani ed esteri
poi rivolgersi subito a un medico. Non c'è comunque da preoccuparsi, tutte le affezioni che sono state descritte sono di minima entità e per lo più si presentano in forme semplici, preghiamo dunque i nostri lettori di non preoccuparsi più di troppo e di seguire queste piccole avvertenze che riassumiamo in conclusione.
Partiamo dalle scarpe, è necessario che siano comlode, con un centimetro di spazio tra la punta della scarpa e quella del piede, con un rialzo al tallone per evitare sollecitazioni al ginocchio, morbide tanto da piegarsi con un minimo sforzo dell'arco piantare.
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to, simile alla puntura di uno spino, che può annunciare uno stiramento. È necessario bloccare subito l'insorgere di gonfiore con dell'acqua fredda e mantenersi a riposo in seguito. Qualora il dolore persista, potrebbe anche trattarsi di uno strappo, che necessita le cure di un medico.
Con qualche attenzione si può facilmente prevenire l'insorgere di ognuno di questi piccoli contrattempi.
E necessario graduare lo sforzo in modo da abituare il corpo a compiere carichi di lavoro sempre maggiori; è inoltre importante non riprendere lo sforzo dopo una pausa prolungata che abbia permesso ai fasci muscolari di raffreddarsi, per evitare l'insorgere di strappi o stiramenti.
Un altro inconveniente che si può presentare ai principianti, riguarda il fastidiosissimo insorgere di vesciche sui piedi.
La cosa migliore'da fare dopo la loro comparsa è quella di lavarle e disinfettarle, e in seguito, di asportare con una forbicina la pelle, per poi coprire la zona rimasta più sensibile con disinfettanti tipo mercurocro-
mo o meglio ancora Euclorina crema (che non brucia e accellera i processi riugenerativi).
Ancora una volta però, la cura migliore è la prevenzione, le vesciche sono causate nella maggior parte dei casi dallo sfregamento del piede contro la calza, per questo consigliamo i nostri lettori, che volessero correre, di munirsi di calzini bianchi e senza rammendi, o meglio ancora calzettoni tubolari in cotone o cotone-spugna.
Qualora si praticasse corsa al di fuori delle piste propriamente dedicate all'atletica, inoltrandosi per parchi o giardini, luoghi molto ameni, ma dal fondo decisamente irregolare, si può incorrere in una distorsione a una caviglia.
Questo fastidio è causato (così come l'infiammazione degli estensori della gamba al ginocchio) da un errato stile negli atterraggi che vanno eseguiti sull'avampiede e non sulla pianta, ammortizzando il peso del corpo. Oltre dunque a cambiare il proprio stile di corsa, l'affetto da questa distorsione deve applicare subito del ghiaccio sulla caviglia e immobilizzarla perpendicolarmente al piede, per
mangia Meneghin
milanese - 3)
in insalata (Insalata di nervetti)
Anche se molto diffuso in altre località questo piatto gustosissimo ha un posto di primaria importanza, anzi direi che ha una storia ... d'inventiva culinaria (Tardo medioevo).
C'è da precisare che il piatto era tipicamente popolano per via della povertà dei suoi componenti che i ceti abbienti disdegnavano sia per le parti non certo scelte da cui i nervetti si ricavano sia per la presenza insostituibile della cipolla crida che lascia ovviamente l'alito un
ihtsriegnino poco sensibilizzato. Da notare che vi fu un periodo in cui questo cibo rustico fu presentato come una leccornia in molti locali "a la page" ed in contrasto con la sua origine nei locali che per primi vantarono la caratteristica "tavola fredda".

Piedini, ginocchio e muso di vitelli o di maiale o misti devono essere ben cotti e tagliati ancora molto caldi (ovviamente disossati): si aggiunge cipolla tagliata sottilmente per tutta la lunghezza e si aggiunge olio, sale e poco aceto unitamente ad un pizzico di pepe bianco; quantità a discrezione.
In alcuni casi il piatto viene rinforzato con fagioli borlotti o si Spagna precedentemente cotti lessati e delicatamente intrisi di succo d'aglio, con buona pace per gli esiti sull'alitazione. (Avvertono i toscani: "L'aglio non è menta!")
la migliore degustazione di questo piatto si palesa quando i nervetti sono ancora tiepidi (il piatto è tipicamente invernale) ed è migliore il miosto maiale; dovendo riporre un quantitativo avanzato è necessario coprire bene iul recipiente per evitare che i nervetti induriscano; Tfidni al momento di consumarli è bene riscaldarli a bagno-maria rimestandoli. Ben si addice qualche compagno di questo piatto rustico e sano un vigoroso bicchiere di vino.
Ripetiamo il consiglio sui calzettoni di tipo tubolare o su normali calzini che però dovranno essere bianchi di cotone (non si scoloriscono e permettono traspirazione), senza grossi rammendi (potrebbero causare abrasioni e quindi vesciche), e puliti (oltre che per gli ovvi motivi, un calzino poco pulito, si irrigidisce e limita la traspirazione).
Un altro suggerimento meritano i lacci, procurate che non siano né troppo stretti né troppo larghi evitando i doppi nodi sostituibili da un pezzetto di nastro adesivo che fermi le estremità.
Importante anche il resto dell'abbigliamento: l'atleta non deve coprirsi eccessivamente né in maniera troppo leggera.
Bisogna saper valutare la temperatura esterna, se le persone che vanno per strada indossano solo un maglione, all'atleta basterà portare una maglietta e dei calzoncini. Se la temperatura fosse più rigida (intendiamo da cappotto) è allora opportuno coprirsi la testa con un berrettino di lana e portare anche dei guanti, evitando nel modo più assoluto giubbotti tipo Kway che impediscono la traspirazione e aumentano eccessivamente la temperatura corporea a danno del, benessere generale.
Due ultimi consigli, evitate le magliette troppo srette o con etichette sporgenti, possono causare fastidiose abrasioni; per quanto poi riguarda le donne è importante indossare il reggiseno per evitare dolori per lo sfregamento della parte contro la maglietta.
Speriamo con questa trattazione, tutt'altro che completa, ma abbastanza chiarificante di aver invogliato qualche persona di più a praticare attività fisica o, in generale, di aver fornito a chi già pratica sport, una piccola guida ai comportamento; perché anche se sono i piedi che corrono, non per questo bisogna lasciare il cervello a casa.
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Io scattale di Ori
Starace dixit
Tragicomico libro di documenti fascisti a cura di Adriano Dal Pont e Fausto Nitti - Illustrazioni di Attalo
A cura di Adriano Dal Pont e Fausto Nitti e con illustrazioni di Attalo questo libro tragicomico di documenti fascisti, stampato dall'ANPPIA (Associazione Naizonale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti), è dedicato a tutti gli italiani ma soprattutto ai giovani di oggi in lotta contro ogni ipocrisia, menzogna, violenza, ingiustizia e conformismo e alla scoperta di un mondo incredibile di trogloditi, di vili ignoranti, di assassini e di sinistri buffoni che minaccia ancora nel mondo la ragione, la libertà, la pace e la dignità dell'uomo.
Starace è segretario del partito fascista per volere del duce dal 1931 al 1939 e la prima parte del libro lo mostra impegnato a trasformare gli italiani in perfetti imbecilli, a propria immagine e somiglianza.
Benito invece rotea minacciosamente gli occhi protendendo la quadrata mandibola, lavora 24 ore su 24 e trova anche il tempo per condurre in prima persona la guerra alla cultura e alla libertà di espressione già dal 15 aprile 1919 con l'assalto all'Avanti! e poi con quotidiane aggressioni ai giornalisti, falò, sequestri, arresti e distruzioni di sedi e tipografie fino alla sopressione totale della libertà di stampa con le leggi eccezionali del novembre 1926, al nuovo codice penale fascista del 1930, all'Ufficio stampa del Capo del Governo trasformato poi in Minculpop (Ministero per la Cultura popolare) che controllerà e censurerà radio, cinema, teatro, libri e giornali e che riceverà e trasmetterà ordini fascisti fino all'8 settembre 1943 e nazisti dopo, al servizio del nuovo padrone, il Comando militare tedesco.
La prima parte del libro si articola nei seguenti capitoli:
Disposizioni di Starace ai segretari federali del PNF (Partito Nazionale fascista). Per grazia ricevuta. Coscienza imperiale, Andate e prolificate. Il filologo. Alte e basse uniformi. La tessera del pane. Gli antemarcia, i marciatori e quelli dopo. Figli della lupa e assimilati. Un pensatore in azione. Le "inique" sanzioni. Gerarchi e gerarchetti. C'è qualcosa che non va... Lo stile soprattutto. Lei, tu, voi, saluti romani e altre amenità. L'anti-lei. In difesa della razza. I complici. Al passo dell'oca. Censura cinematografica.
La seconda parte raccoglie invece ordini alla stampa del Minculpop. Eccone alcuni senza commento raccolti per annata:
1935: Non si dica che la disgrazia al figlio di Agnelli avvenne allo scalo Mussolini, ma si dica che avvenne nel mare di Genova. Commentare il telegramma inviato al Duce dai coniglicultori e dai pollicultori. Interessarsi dell'inno a Benito Mussolini del maestro Sallustro. Non pubblicare delle corrispondenze dei nostri bombardamenti aerei in Africa Oriental.e Non occuparsi del processo che si tiene al Tribunale militare di Roma per ammutinamento di cinque militari.
1936: Non dire, nemmeno in senso buono, che gli italiani sono agnelli. Non accennare al pericolo tedesco. Non irritare la Germania. Non definire una minaccia razione del Giappone. Non riprodurre il disegno reclamistico della fabbrica Moretti di Milano che riproduce donna in divisa coloniale. Astenersi dalle sdolcinature e tenerezze riguardo gli abissini. Assoluta e netta divisione tra la razza che domina e quella che è dominata... Non parlare di disoc-
cupati in Africa Orientale. Non pubblicare fotografie in cui il Duce è riprodotto insieme ai frati... Non interessarsi mai di nessuna cosa che riguardi Einstein.
1937: Non dare notizia di bombardamenti di centri abitati per opera di Nazionali in 1spagna, e soprattutto escludere si tratti di aviatori italiani o tedeschi. Finirla una buona volta con le notizie di bambini che fuggono di casa per vedere il Duce. Non pubblicare che il Rex è stato sorpreso da una terribile tempesta tra le Azzorre e Gibilterra, in cui c'è stato un morto e parecchi feriti gravi. Rivedere le corrispondenze dalla Sicilia, perché non si deve pubblicare che il Duce ha ballato,
1938: Ignorare completamente tutto quanto si riferisce all'inchiesta per l'uccisione dei fratelli Rosselli. Rilevare l'ammirazione e l'interesse del pubblico per il fatto che il Duce vestiva la divisa di Primo Maresciallo dell'Impero, Per l'elenco dei gerarchi che hanno superato la prova di nuoto attenersi unicamente al testo Stefani. Notare come il Duce non fosse affatto stanco dopo quattro ore di trebbiatura. Dare con rilievo e commentare il comunicato sull'aumento di statura in Italia. La stampa quotidiana e periodica del PNF respinga le inserzioni pubblicitarie da parte dei giudei. Entro domani pubblicare qualche bella fotografia di funzionari in uniforme.
1939: Dire che il Duce è stato chiamato 10 volte al balcone. Da oggi non insistere nei titoli e nei commenti sui tentativi di salvare la pace. Impostare tutta la prima pagina sul discorso di Hitler. La noticina contro il "lei" va in prima pagina. Non pubblicare la notizia del "Giornale d'Italia" sulla preghiera per la pace degli scolari. Non pubblicare la fotografia dell'apparecchio tedesco abbattuto sul mare del nord. Non tirare in ballo la Divina provvidenza a proposito dell'attentato di Monaco. Non riprodurre la pubblicità della Rinascente, che rappresenta una sciatrice, in quanto non gradita. Astenersi da ogni clamore o echeggiamento pacifista in occasione delle feste romane e delle feste natalizie.

1940: Astenersi dal dare il nome del chirurgo ... (NdR: Si trattava di un medico ebreo). È desiderio superiore che... I tedeschisi si debbono, d'ora in avanti, chiamare "germanici". Gibilterra è rivendicazione spagnola e non italiana.. Non sfrugolare la Turchia e in genere i Balcani. Alle ore 18 il Duce parlerà dal balcone di palazzo Venezia (10 giugno 1940). Non insistere su previsioni di guerra rapida.. Attaccare violentemente in prima pagina Churchill con titolo e articoli intonati a odio e sovrano disprezzo per l'Inghilterra. Ignorare la Francia. È proibita la pubblicazione sui quotidiani italiani di avvisi mortuari di nominativi ebrei. tacere sull'argomento della durata della guerra. Adagio nel riferire le descrizioni americane dei bombardamenti a Londra... Ignorare la pellicola propagandistica dell'ebreo Chaplin. Non sensibilizzare il terremoto romeno. L'Inghilterra sarà protetta dal mare per quel tempo che piacerà a noi che lo sia.
1941: Per le ispezioni di gerarchi del Partito non usare più la dicitura "senza preavviso". E fatto divieto di pubblicare foto, articoli o notizie riguardanti i seguenti attori stranieri: Charlie Chaplin, Erick von Stroheim, Bette Davis, Douglas Fairbanks junior, Mirna Loy, Fred Astai-
re e la Casa cinematografica americana Metro Goldwin Mayer. Non riprendere la notizia delle 13 condanne a morte in Olanda. Hitler ha annunciato che l'ora della vittoria definitiva sta per scoccare. Per non suscitare impazienze sarà opportuno usare misura nei titoli. Alimentare il clima guerriero ed eroico della Nazione. la guerra bisogna alimentarla ogni giorno spiritualmente. Mettere in rilievo la dimostrazione al Duce in Piazza Venezia. Non pubblicare foto di gerarchi in abito borghese. Non parlare di un lieve investimento automobilistico subito ieri sera dal Presidente del Tribunale speciale, Tri ngaliCasanova. Da noi non saranno ammessi volontari per il fronte russo. Parlare del rincrescimento di non poter andare. Nessun trafiletto e tanto meno nessuna campagna contro le donne senza calze. La Guardia non è italiano, è ebreo. Impostare la prima pagina sull'incontro del Duce col hihrer. I quotidiani, i periodici e le riviste non devono più occuparsi in modo assoluto dei dialetti. Un giornale è stato sequestrato per aver pubblicato una corrispondenza dal fronte russo (NdR: di Curzio Malaparte) in contrasto con le disposizioni vigenti che vietano di parlare di ribellioni e fucilazioni di commissari politici, ecc... Non parlare del razionamento del pane... Non pubblicare assoluzioni o miti condanne per ascolto di radio straniere. Continuare a non parlare di fucilazioni di ostaggi in Francia. Guerra nel Pacifico ed Estremo Oriente: attenersi alle notizie di fonte giapponese. Non riprendere la pubblicità della Lotteria di Tripoli che dice: Il 1942 sarà l'anno della vittoria...
1942: Astenersi dal pubblicare notizie relative ad eventuali aumenti salariali. Ribadire in ogni occasione il concetto che la guerra resta lunga e dura. In alto non è piaciuta la nota... Dare un certo rilievo tipografico alla precettazione civile degli ebrei. le notizie di scioperi non vanno mai riprese per nessun motivo. Non occuparsi di teatri vernacoli. Stalingrado: Contenere l'intitolazione fino alla totale caduta della città. Piantarla di occuparsi di Josephine Baker, sia pure per deplorare che altri se ne sia occupato. Fronte russo: Non sensibilizzare in alcun modo.
1943: Non dare notizie di piene nei maggiori corsi d'acqua. Fronte orientale: attenersi, pena sequestro, ai comunicati ufficiali germanici. Riprodurre in prima pagina con fortissimo rilievo la notizia da Milano concernente l'atteggiamento di una piccola italiana durante un'incursione aerea nemica. Gli accenni di alcuni combattenli reduci dalla Russia. secondo cui contro i carri armati nemici "si usarono persino pugni e calci" devono intendersi in senso traslato. Tutti i giornali debbono pubblicare le foto del gruppo
Questa raccolta di epigrammi scritti in milanese da Arcano, poeta dialettale, pittore e redattore del nostro giornale, con il suo stile arguto, pungente, spigoloso e salace, che rispecchia, nell'elaborazione poetica, il pensiero dell'uomo della strada e si collega ad altre precedenti pubblicazioni congeneri dello stesso autore pure pubblicate dalla Libreria Meravigli Editrice nella serie dei suoi "cartapaglia".
delle famiglie guerriere ricevute ieri dal Duce a Palazzo Venezia. Nei figurini della moda femminile le gonne vanno leggermente allungate oltre il ginocchio. Non interessarsi della notizia circa un servizio divino di ringraziamento che avrebbe luogo domenica a Londra. Non pubblicare la foto Luce sulla tosatura delle pecore. Le disposizioni ai giornali sono date eslusivamente dal Minculpop il quale ne è responsabile verso il Duce. Vietare la pubblicità della ditta Spagnoli di Perugia "La lana di coniglio è la lana degli italiani". Ispirare i commenti a tonalità di maschia energia. Ad evitare spiacevoli conseguenze per il paese e per i giornali, questi dovranno pubblicare nelle loro edizioni di domani il testo integrale del discorso di Hitler. Dare con speciale rilievo il comunicato sulla condanna a morte... Il Comando tedesco desidera che la notizia della fucilazione di tre persone per atti di violenza contro le Forze armate germaniche sia messa in evidenza. Limitare le cronache di azioni e incidenti provocati da elementi sbandati.
1944: Esortare la popolano' ne a difendere, a denunciare, a cooperare con ogni mezzo all'azione contro i terroristi e tutti i perturbatori dell'ordine publico, nel suo stesso interesse, onde evitare legittime misure preventive e repressive. Esortare la popolazione a conservare la tranquillità e la calma. Reagire contro le mene del banditismo politico e del sovversivismo comunista. Monito agli sbandati affinché si presentino il 25 maggio 1944.
E gli "sbandati" si presentarono, ma non subito.
Quando arrivarono, inquadrati nelle formazioni partigiane, i funzionari del Minculpop erano spariti e l'Italia, liberata dagli invasori nazisti e dai loro servi repubblichini, si avviava così a diventare un paese democratico, pacifico e civile.
Oliviero CazzuoliNe "La barca di coijon" alcuni versi corrosivi, frustranti taglienti che possono lasciare adito a qualche perplessità, ma che sottolineano con viva efficacia gli aspetti della vita di ogni giorno, sociale, politica, religiosa e soprattutto milanese, smorzando le sfumature intrise di sottile ironia in melanconiche conclusioni di dure realtà quotidiane efficacemente poste in evidenza dalla nota in italiano che segue ogni epigramma. E da tutta l'opera traspare l'amore profondo di questo poeta mila-
nese per la sua città, che si esprime con particolare rilievo nei versi che qui riportiamo: "Milan a l'è scavada int ona busa; / la gent l'è sgobbona e semper de truscia; / al moment giust l'è bona de andà in strusa,: giovial de caratter, on poo bauscia; d'inverna noa nel mar de scighera, / d'estàa god la libertà, se conced spass, i La gh'ha semper quella soa bella cera/ de chi non scond danéé sotta el materass. i Forse per quest alter geni ne parlen mal;/ Milan l'è del benesser la capital!" (Milano è scavata in una buca; la gente è laboriosa e sempre di premura; al momento giusto è capace di andare in giro, gioviale di carattere. un po spaccona; d'inverno nuota nel mare di nebbia, d'estate gode la libertà, si concede spassi, ha sempre quella sua bella presenza di chi non nasconde denato sotto il materasso. Forse per questo altre genti ne parlano male: Milano è del benessere la capitale! Pag
Giulio Gloceri e le sue delicate vedute lombarde
La trasparenza dell'acquarello ben si addice ai soggetti preferiti di questo pittore, varesino di nascita, ma milanese per residenza e formazione artistica
Alla Rocca di Angera, nello scenario di rara suggestione che conchiude il Lago Maggiore, abbiamo conosciuto lo scorso anno un pittore di notevole interesse, che periodicamente espone in quella prestigiosa sede le sue opere più recenti.
Si tratta di Giulio Gloceri, nato proprio nella provincia di Varese ma milanese per residenza e formazione artistica: ha infatti frequentato la Scuola di Disegno Santa Marta e si è perfezionato presso il Pittore De Bernard i.
Il Gloceri a Milano abita in via Rosselli 21/ 2 ed è tra l'altro uno dei fondatori del noto Gruppo Artistico Lucania, organizzatore di tante attività cittadine fra cui il Primo Palio Artistico di Milano, di cui il nostro giornale ha dato notizia a suo tempo. nel novembre scorso.

Anche quest'anno Giulio Gloceri è stato presente alla Rocca Borromeo durante il mese d'agosto. successivamente lo abbiamo ritrovato a l.aveno, nella bella sala del Palazzo Municipale situato davanti al porticciolo, adattissimo per proporre le sue ultimissime vedute lombarde. anzi varesine in particolare, che il Pittore ha eseguito con la tecnica delicata e sa-
piente dell'acquerello. Ben si addice la trasparenza di questo mezzo pittorico ai soggetti preferiti oggi dal Gloceri il quale, come abbiamo notato nelle sue precedenti rassegne, dopo aver spaziato con gusto sicuro nel solco della tradizione paesaggistica lombarda (con incursioni felici anche nel campo delle Nature Morte, dei fiori e dei frutti specialmente selvatici) si sta ora decantando da un suo primo modo di rappresentare le cose, per approdare in una sintesi narrativa più consisa ed evoluta.
Quali i temi?
Quelli che egli ama di più, gli angoli spesso sconosciuti della sua amata terra natia. fra le azzurrità dei tanti laghi e fiumi, il Verbano e il Ticino in particolar modo, con alberi, fossati, canneti e cespugli specchiati su acque tranquille. Molto del "verde" si perde in lontananza contro i profili morbidi delle Prealpi e si mescola con il cielo così spesso sereno e rasserenante.
Traspare, nella pennellata del Gloceri, quella particolare vena umorale che spesso identifica la pittura della nostra regione e proprio nei suoi ultimissimi lavori sentiamo che l'artista ha toccato punte più liriche e stili-
sticamente più intense, nel loro motivo conduttore volutamente lineare, pulito. Sfrondati dalle minuzie narrative, esse arrivano con immediatezza alla sensibilità di chi guarda.
Il Pittore stesso, con il quale instauriamo subito un dialogo amichevole, è naturalmente lieto del nostro sincero apprezzamento e ci conferma che dipingendo egli non si prefigge una pura e semplice raffigurazione estetica, o anche solo poetica, bensì ricerca un autentica personalità stilistica. Anche attra-
Le tecniche pittoriche (21)
( L'angolo della poesia )
Proponiamo ai nostri lettori una poesia di Giuliano Casonato, classificata seconda al Premio Barbareschi 1984.
Creatura donna
Non farmi da madre, amica mia, sono già stato bambino una volta. Non avvilire te stessa nel ruolo di moglie operosa e non fingere d'amarmi se il mio desiderio ti umilia. Non trascinarmi alla guerra soltanto perché sono taciturno e maldestro. Le guerre si fanno per vincere ma a nessuno di noi piacerebbe dividere il letto di un vinto.
Dammi invece la mano e cammina al mio fianco fiduciosa come un amico e sorridi se voglio donarti collane di sogni che non costano niente. Non ti parlerò nemmeno d'amore logorato e sospetto fonema ma inventerò vocaboli nuovi per quanto ti rende ai miei occhi (non importa che tu lo capisca) meravigliosa ancora, creatura donna.
Giuliano Casonatoverso una espressione figurativa, senza neppure sentire resigenza di passare all'astratto, è possibile "dire tanto con pochi elementi".
Lo stesso pubblico, nelle sue scelte, è orientato verso questi risultati, e il Gloceri fa sua la frase di Picasso: "La pittura è una bugia che aiuta a capire la verità". E se lo ha detto Picasso... Bruna Fusi Nella foto Giulio Gloceri nel suo studio.
Il collage: pezzetti di carta si trasformano in opera d'arte
Si deve proprio usare questo termine francese per indicare la tecnica artistica della "incollatura". l'uso cioè della carta (ritagliata o strappata) o altro materiale per comporre un'opera figurativa.
Normalmente si traccia un disegno preliminare, che prefiguri l'ossatura della composizione. Si scelgono i materiali adatti e avvicinandoli quasi come un mosaico, se sono di poccola dimensione. o come un intarsio se seguono le linee conduttrici del disegno. e si incollano nel modo più libero e personale che si preferisce.
E considerata una tecnica facile, e viene spesso proposto nelle scuole d'arte o anche nelle normali medie inferiori o superiori. Un collage però assurge ad opera d'arte o per lo meno a lavoro d'un certo interesse quando ha una sua coerenza di linguaggio. quando è condotto da una visibile idea o invenzione, quando denota caratteri di distinzione, fantasia e gusto nelle scelte.
Chi vi si applica, sa che non è affatto semplice realizzare un valido lavoro in collage: vi si sono dedicati artisti quali Picasso. Braque, Matisse, che con questa tecnica dei frammenti hanno dato il via ad opere di grande fantasia, non inferiori a quelle da loro realizzate con gli strumenti tradizionali.
Vi è però una certa renitenza a considerare un buon collage al pari di un buon olio, o una incisione, o un acquerello, per lo meno tra la parte meno informata dei possibili fruitori.
Il termine francese è ripreso nel vocabolario italiano di G. devoto e G.C. Oli con incomparabile descrizione: "Composizione decorativa o figurativa ottenuta accozzando più o meno estrosamente ed incollando su un cartone ritagli di varia forma e colore..." Da rilevare che il non accenno alla carta è calcolato; infatti la tecnica del "collage" non ha
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E ovvio che i materiali disposti sul supporto vengano "puntati" leggermente per poter essere rimossi, spostati, modificati nella dimensione o foggia; accertato che prospettiva di piani e di colore rispondono al risultato auspicato si procede all'incollaggio definitivo dei vari pezzi senza timore per le sbavature del collante vinilico che una volta asciutto diventa trasparente.
precisa indicazione materica e si può eseguire con tutti i materiali incolla bili e nel caso di più materiali si può definire "collage polimaterico".
Ispirato ad un desiderio di esprimere una sensazione cromatica visiva, impotente a farlo con i colori, durante una lunga degenza in ospedale Matisse realizzò con carta colorata molte composizioni ed a lui molti attribuiscono la paternità di questa tecnica.
Precedenti casi di polimaterismo risalgono invece a secoli prima e ne é stato fatto accenno nel corso di questa rubrica citando per l'appunto Francesco Criveli che usò anche piccole pietre e pezzi di cuoio per far risaltare anelli e collane di dame e prelati o selle di cavalieri. in dipinti ad olio.
Matisse faceva preparare da amici fogli di carta colorata a riporto in quanto non era facile reperirne allora d'una vasta gamma cromatica, quindi fogli bianchi su cui veniva operata la stesura del colore; oggi chiunque può acquistare in coloriticio carta preparata in varie tinte per tempera oppure disporre di carta policroma attingendo da riviste, depliants pubblicitari, modulari stampati, ecc.
L'inchiostrazione della carta: generalmente è ottima quella
delle riviste, meno resistente quella dei depliants, locandine, affissi ed altro; un metodo sbrigativo per stabilire almeno una discreta durata dei valori cromatici della carta e la resistenza della fibra è quello di immergere dei pezzetti in una soluzione al 50% di alcool puro (non denaturato) e acqua, oppure in distillato incolore (grappa. gin) non inferiore ai 40<; il liquido non si deve tingere e la carta non deve sfaldare.
Identico trattamento si può usare per stoffe, qualunque ne sia la fibra componente ed è da tenere presente che alcune tinte sia di carta sia di stoffe si alterano per effetto di collanti; oggi le resine viniliche hanno quasi annullato il fenomeno e danno buone garanzie di adesività.
Esecuzione: con o senza disegno preliminare a seconda dell'abilità e colpo d'occhio disporre i vari componenti (carta, stoffa, cuoio, materiale plastico, cellophane, pelli rasate o naturali puché conciate sul piano di supporto che può essere cartone, compensato, truciolato, tamburato o tavola di legno, masonite, faesite e, meglio d'ogni altro, laminato di fòrmica, cartoni e supporti in legno e derivati sono soggetti a deformazione se non solo di rispettabile spessore.
Nell'uso della carta ci si comporta a piacere: in sovrapposizione o a intarsio perfetto a seconda del proprio gusto e indirizzo artistico e usando le forbici o le sole mani (a strappo) tenendo presente che la carta può avere due diverse colorazioni sulle superfici e nel caso dello strappo la bordura lascia intravedere il colore sottostante, la qual cosa non impensierisce e si può correggere con un tratto di matita, pennarello o penna a sfera ed eliminatre; a volte lo si fà volutamente per staccare meglio due oggetti o due diversi piani prospettici.
Terminato l'incollaggio passare con una mano per controllare se non si sono formate bolle d'aria; nella eventualità basta incidere con una lametta, spostare i lembi e reincollare.
Il fissaggio è molto semplice, è sufficiente passare bene tutta la superficie con la stessa resina vinilica usata per incollare in modo uniforme, deciso e leggero, ripetendo roperazione quando l'opera è perfettamente asciutta; si otterrà così una vetrificazione ed omogenea trasparente opacità di tutta la superficie indipendentemente dai tipi di carta promiscui.
Volendo rendere poi più brillante e resistente il collage prima d'incorniciarlo si passa un panno morbido asciutto, quindi si passa una pezzuola di cotone su cui si è sfregata paraffina (o un semplice lumino o candela) agendo omogeneamente ed energicamente ed infine ripassando con panno morbido.
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Dalla prirna pagina
Sfratti
le di case slitte e di quelle che saranno disponibili fino al 31 gennaio 1985".
Il decreto governativo, come abbiamo già detto, ha suscitato diverse reazioni.
Nel Consiglio comunale di Milano, che dopo la sosta estiva ha ripreso i suoi lavori il 18 settembre scorso, esso ha suscitato giudizi contrastanti: da quello positivo del sindaco Carlo Tognoli, alle dure contestazioni di Democrazia Proletaria. Il capogruppo del PCI, Roberto Camagni, ha commentato: "Si accoglie — ed è positivo — l'indicazione di aumentare il peso fiscale su chi tiene vuoti gli alloggi, Rimangono però, due riserve di fondo. Innanzitutto non si può condividere una proroga generalizzata degli sfratti senza distinguere tra sfratti per finita locazione e sfratti per giusta causa. P evidente che non si possono mettere sullo stesso piano come, invece, il governo è intenzionato a fare.
In secondo luogo ritengo sbagliato il blocco delle graduatorie per l'assegnazione di alloggi pubblici ad esclusivo favore delle famiglie di sfrattati. Per questi ultimi occorrevano provvedimenti aggiuntivi, non sostitutivi di quelli esistenti. In questo modo il governo finisce per penalizzare ingiustamente le migliaia di famiglie che sono in attesa, magari da anni e anni, di un alloggio economico-popolare".
A sua volta la federazione provinciale milanese del PCI ha diffuso un documento per sottolineare che in materia di emergenza casa "nuovamente il governo, soggiacendo alle evidenti lacerazioni politiche della coalizione pentapartitica, si
mostra incapace di affrontare con efficacia un grande problema sociale con chiare implicazioni di politica economica generale".
"Dinnanzi alle richieste — prosegue il documento — dell'Associazione Nazionale dei Comuni, dei sindaci delle maggiori città e della stessa Giunta municipale di Milano, il governo non sa che ricorrere ad una miniproroga e ad altri provvedimenti che non modificano sostanzialmente né le condizioni dell'emergenza abitativa. né le concrete possibilità date ai Comuni per farvi fronte".
Secondo la Federazione milanese del PCI è quindi indispensabile riprendere "le richieste che il 17 agosto la Giunta Municipale di Milano avanzò al governo poiché esse non trovano riscontro nei provvedimenti dell'esecutivo" ed è pertanto urgente il varo di un piano-casa nazionale articolato in quattro punti di fondo: I) misure di natura fiscale che incoraggino raffino ad equo canone, penalizzando lo sfitto, ed alleggerimenti tributari sull'acquisto della prima casa e le compravendite; 2) riforma della legge di equo canone; 3) rinnovo dei contratti scaduti salvo giusta causa; 4) legge sui suoli e nuovi programmi di edilizia sovvenzionata ed agevolata nelle aree di maggiore tensione abitativa.
A sua volta Armando Coratelli, segretario dell'Unione piccoli proprietari, ha dichiarato: "Sentito quel che dice il comunicato del Consiglio di gabinetto, tutte le previsioni che si facevano dopo rincontro del Presidente del consiglio con i sindaci, ad esclusione della proroga degli sfratti — che era prevista —, tutto il resto è una delusione. In questo modo non si affrontano le iniziative per risolvere il problema, tanto che hanno rimandato a fine anno gli eventuali ulteriori stanziamenti ai Co-
muni. Rimettono, comunque, alla facoltà dei Comuni di intraprendere accordi con le associazioni della proprietà. Questo atteggiamento non favorirà certamente le eventuali trattative tra gli enti locali ed i proprietari, i quali dovranno discutere misure atte a reperire alloggi sul mercato. I contatti che abbiamo avuto sono stati con il Comune di Milano; sappiamo, però, che anche in altri centri limitrofi ci sono le stesse esigenze, ma il Consiglio di Gabinetto le ha escluse. Stiamo annaspando in un mare di fango senza poter trovare un appiglio che ci tolga da questa emergenza".
Infine Enrico Arosio della segreteria regionale lombarda del SUNIA (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini Assegnatari) ha dichiarato: "La miniproroga degli sfratti, che si prevede per quattro mesi nelle aree calde (solo le grandi città), non affronta minimamente i ben gravi problemi che vi sono anche nelle città del circondario milanese come Cinisello e Monza, ma anche in alcuni centri della Regione, come Pavia. Non solo, ma tra quattro mesi saremo daccapo con tensioni ancora più acute sul problema dell'emergenza-sfratti dovute al non volere affrontare, da parte del governo, i temi centrali della questione: modifica della legge sull'equo canone, eliminando la "finita locazione" che è la causa degli sfratti non motivati; proroga degli sfratti, salvo quelli per giusta causa; pieno utilizzo degli alloggi privati sfitti; uso completo delle risorse economiche pubbliche esistenti, si pensi ai 7 mila miliardi di fondi Gescal che attendono da anni di essere investiti. Alla luce di queste considerazioni non si riesce a comprendere l'ottimismo che emerge nelle dichiarazioni del sindaco di Milano. Raccogliere in modo pieno le necessità dei cittadini vuol dire affrontare in
termini decisi i nodi sopra ricordati, abbandonando la strada dei provvedimenti tampone, che non solo non risolvono i problemi, ma contribuiscono a creare disagio e scontentezza tra inquilini e padroni di casa".
Non sempre
l'insegnamento per il corretto uso della siringa (oh, scusate, in gergo si chiama "pera"). Il tempo passa e le esigenze del ragazzo crescono ma egli ora è più smaliziato. E noto a tutti che la necessità (perché tale è divenuta ormai il "vizietto") aguzza l'ingegno. A sua disposizione vi sono molteplici modi per raggranellare i soldi per la "dose": può rubare le radio delle auto in sosta, può scippare le vecchiette che hanno appena ritirato la pensione, può prostituirsi, può diventare a sua volta spacciato' re o può fare anche "carriera" e diventare un rapinatore della specie più pericolosa perché irresponsabile.
Ora, sarcasmo a parte, asserisco in modo categorico, senza tema di smentita, che il problema della droga nella Zona 19 esiste (basti ricordare i recenti fatti del Parco di Trenno divenuto centro di ritrovo di spacciatori e di drogati provenienti certamente non soltanto da altre zone) ed è in via di ulteriore sviluppo. Forse la storia della loro "iniziazione" è diversa da quella da me raccontata, ma la fine, purtroppo, è uguale per tutti.
Sì, d'accordo, la storiella ci è piaciuta, direte, ma una soluzione?
La soluzione c'è, o, per lo meno, esistono i modi per arrivare alla soluzione: si potrebbero tenere una serie di conferenze
per i genitori per renderli edotti del problema in tutti i suoi aspetti in modo che essi siano in grado di raccogliere sfumature e comportamenti strani del ragazzo ed interpretarli nel senso giusto. Si potrebbe portare il problema nelle scuole 'e sviscerarlo, anche con l'impiego di materiale audiovisivo fino in fondo a beneficio dei ragazzi, che sarebbero così dettagliatamente informati di qual genere di pericoli possono andare incontro. Si tratta dell'uovo di Colombo? Già ci si è mossi nelle scuole in tal senso? Può essere. Ma Colombo aveva ragione e forse finora nelle scuole non si è fatto abbastanza. Comunque informare, prevenire oggi è sempre meglio che essere costretti a reprimere domani. Quelle che ho esposto sono comunque un paio di idee "buttate là". Altri, certamente più esperti di me. potrebbero trovarne anche altre più efficienti. lo intanto mi voglio scusare per il modo forse un po' brutale con
milano 19
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cui ho volutamente esposto la questione; ma voglio sperare che questo possa essere almeno un aiuto a tutti i genitori a meglio comprendere i loro figli ed i loro problemi.
Chiare
conseguenza del naturale innalzamento della falda acquifera dovuto all'irrigazione dei campi avvenuta negli ultimi mesi e possa quindi esaurirsi quando, cessato il periodo delle irrigazioni, la falda tornerà ad abbassarsi. Avrebbe fine così il bel sogno dei figinesi e degli altri abitanti delle zone rivierasche del canale di veder scorrere vicino alle loro case un corso d'acqua sorgiva fresca e pulita anziché quella sia pur ripulita e depurata, dell'Olona.
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