Milano 19(67)

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Mensile di informazione politica e cultura

Le legittime proteste degli abitanti di Trenno

Contro la droga perché nel parco ritorni la vita

Una rissa provocata da alcuni tossicomani è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso - Blocchi stradali e presidi, ma soprattutto volontà di dialogo - Previste a settembre alcune feste nel parco.

La lotta contro il traffico non basta

Bisogna pensare anche al recupero dei drogati

È quanto sottolinea un ordine del giorno del Consiglio di Zona 19 che propone anche la costituzione di una consulta fra i vari comitati contro le tossicodipendenze.

La concentrazione nel Parco di Trenno di un numero sempre crescente di tossicodipendenti e di spacciatori, provenienti anche da altre zone cittadine, ed i problemi, anche di ordine pubblico, che ne derivano sono stati oggetto di discussione al Consiglio di Zona 19, che nella seduta del 9 luglio scorso ha approvato un ordine del giorno in cui, prendendo in considerazione il problema dello spaccio della droga nella Zona 19 ed in particolare l'aggravarsi della situazione a Trenno, dichiara di considerare "molto positivamente il sorgere di comitati contro la droga nei quartieri della zona e l'impegno solidale dei cittadini assieme alle proprie associazioni ed alle forze politiche e sociali per uscire dalla passività e dalla

rassegnazione e creare un movimento di lotta contro il traffico e lo spaccio della droga per il recupero dei drogati e per l'aiuto alle loro famiglie".

"La giusta e pressante richiesta —è scritto nell'ordine del giorno —alle autorità di intervenire, soprattutto a Trenno, ha avuto fino ad ora risposte giudicate inadeguate e carenti: da qui la decisione dei cittadini, riunitisi in assemblea, di organizzare presidi, feste, manifestazioni nel quartiere. Il Consiglio di Zona 19 ritiene che ulteriori ritardi da parte delle autorità per garantire la tranquillità agli abitanti di Trenno possano portare, per l'esasperazione dovuta alla situazione già insostenibile. a far degenerare le forme di lotta".

Chi si sia trovato a passare da Trenno in queste sere di luglio e agosto avrà notato una strana animazione che non può attribuirsi solo al bisogno di fresco che spinge molti ad uscire nelle sere d'estate. Davanti al bar della cooperativa "La Vittoria" folte tavolate si allungano sulla strada fino a impedire il passaggio delle auto; i bambini giocano e ballano alla musica che dall'altoparlante diffonde un clima di festa paesana; capannelli di persone si formano e si sciolgono in un andirivieni lungo la via Giorgi fino all'incrocio con via Gorlini, dove alcuni cartelli spiegano la causa e l'argomento di tanta animazione: la droga. Contro la droga infatti dura ormai da oltre un mese questa festa-presidio attraverso la quale la gente di Trenno si sta riappropriando dei propri spazi con la soddisfazione di chi li aveva perduti, ma anche con l'amara consapevolezza di avere solo spostato un po' più in là, ma ben lontano ancora dalla sconfitta, il grande nemico: la droga appunto. Ma vediamo come sono andate le cose. Da anni l'estremità del parco adiacente a via Giorgi era punto d'incontro fra giovani. Che fra di essi girasse comunemente lo spinello era dato per scontato, ma la situazione era andata via (segue in ultima)

Per motivi tecnici e sociali

Parere sfavorevole del C.d.Z. 19 per un Centro sportivo privato

Dovrebbe sorgere nel Parco di Trenno, ma la convenzione non tiene conto degli interessi dei cittadini della zona ed il Piano Particolareggiato mostra delle lacune e gravi carenze.

Il Consiglio di Zona 19, ha espresso parere sfavorevole al progetto di costruzione, da parte di privati, di un Centro sportivo in via Bellaria 19, al Parco di Trenno, su cui abbiamo già avuto modo di riferire nel giugno 1983 nella cronaca di un'acceso dibattito pubblico tenutosi in proposito a Trenno.

Tale parere è derivato dalla premessa, sollevata dal Consiglio di Zona, che il Piano Particolareggiato non ha recepito le indicazioni del Consiglio stesso per individuare correttamente la collocazione dell'impianto sportivo e del suo perimetro, da compattare, secondo il Consiglio di Zona, contro la via Novara onde evitare la formazione di aree residue ed irregolari, di difficile fruizione nell'ambito del parco.

Con gli oneri di urbanizzazione Nuovi servizi sociali per San Siro e Figino

La loro realizzazione è stata richiesta dal Consiglio di Zona 19, che ha pure chiesto un incontro con l'Amministrazione comunale per interventi viabilisiici urgenti e non rinviabili

Considerate le disponibilità relative agli insediamenti in corso di attuazione, che consentono di dare avvio alla realizzazione di opere in conto oneri di urbanizzazione, il Consiglio di Zona 19, visti i preventivi riguardanti gli interventi prioritari da lui stesso indicati, ha e-

spresso parere concorde con le ipotesi emerse in recenti incontri presso la Ripartizione Urbanistica ed ha invitato l'Amministrazione Comunale a procedere in tal senso, ossia alla realizzazione del Centro Sociale Harar, a San Siro, nonché della (segue in ultima)

Quanto poi alla Convenzione, il Consiglio di Zona 19 si è limitato ad osservare l'inadeguatezza del dispositivo laddove è previsto, all'articolo 13 comma A, che gli impianti siano resi disponibili esclusivamente per le scuole, in orario mattutino dal lunedì al venerdì.

In casi analoghi il Consiglio di Zona 19 ha difatti già proposto e concordato con l'Amministrazione Comunle che si ottenga una disponibilità per il pubblico, senza discriminanti ed a tariffe comunali, durante una quota percentuale del tempo di apertura degli impianti, nell'intero arco dell'orario e delle giornate di apertura, in tutte le stagioni.

Ciò premesso il Consiglio di Zona 19 ha espresso parere sfavorevole per i seguenti motivi:

I) la dotazione di parcheggi per il pubblico, in particolare quelli previsti in numero di 53 a servizio del palazzo del ghiaccio, deve considerarsi largamente insufficiente dal momento che non è assicurata la realizzazione contestuale dei parcheggi genericamente previsti in fregio alla via Bellaria nel tratto limitrofo (variante a collegamento con via Novata);

2) le caratteristiche dell'edificio polifunzionale del palazzo del ghiaccio devono considerarsi inadeguate per tale impianto, in particolare per la mancanza di attrezzature di spogliatoi e dei servizi relativi, separati da quelli per il pubblico e riservati alle manifestazioni che tale struttura ammette come previsto anche dall'art. l I della conven(segue in ultima)

La ripresa politica autunnale vede ancora aperte due questioni, quella sociale e quella morale, volutamente (e miopernente) accantonate dalla "verifica" dello scorso mese di luglio e sulle quali vi sono stati puntigliosi e spesso litigiosi distinguo tra gli esponenti del pentapartito. Ma sorvoliamo pure sulla quotidiana litigiosità fra leaders e ministri della maggioranza e veniamo ai fatti.

E un fatto la minaccia degli sfratti che il governo ha lasciato arrivare alla vigilia della scadenza senza prevederne l'inevitabile scatenamento. L'un fatto la generale rivolta suscitata dall'ingiusta proposta del ministro De Michelis sulle pensioni. E un fatto il preannuncio, dato dai commercianti. di nuovi aumenti dei prezzi in settembre, mentre il

"Perciò il Consiglio di Zona 19/ per sostenere la lotta dei cittadini e contribuire ad uno sbocco positivo, decide di chiedere un incontro urgente, assieme ad una delegazione di Trenno. con la Giunta ed i capigruppo perché il Consiglio Comunale discuta ed intervenga sulla situazione in Zona 19, sia sotto l'aspetto dell'ordine pubblico, sia per la realizzazione dei servizi per i tossicodipendenti".

"Il Consiglio di Zona 19 — prosegue il documento - chiede anche un incontro congiunto per la Vigilanza Urbana, la Pubblica Sicurezza ed i Carabinieri per coordinare la vigilanza nei quartieri della zona, in particolare a Trenno. 24 ore su 24. fino a stroncare lo spaccio della (vegue in ultima)

Per affrontare il problema dello spaccio di droga a Trenno e del recupero del parco ai cittadini, rAmministrazione Comunale di Milano sta avviando una serie di iniziative, tra cui una "settimana antidroga" indetta per il mese di settembre, su cui vi riferiamo a pagina 10.

Questi sono i fatti

governo si confortava con previsioni rosee quanto irreali. E un fatto la pioggia di firme che il P. C.1. sta raccogliendo per un referendum che abroghi il decreto che ha tagliato, nel primo semestre di quest'anno, la contingenza dei lavoratori. L'un fatto il massiccio afflusso agli uffici tributari di richieste di rimborso di tasse ingiustamente pagate sulle liquidazioni. E un fatto la vicenda del giudice sospettato di connivenza con la mafia arrestato a Trapani. che ha riaperto un nuovo squarcio rivelatore su quella questione morale che nè i silenzi di Craxi alla Camera, nè le complici, ulteriori assoluzioni di maggioranza per i -pichristi" sono riusciti a seppellire.

Questi sono i fatti e per affrontarli ci vuole ben più che una verifica.

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Milano dal fascismo a piazza Fontana Cosa s'è fatto in 10 anni in zona 19 Grazie al governo case più care La festa degli anziani al Monte Stella Settembre... è ora di studiare P.C.I. Il ed i box al Gallaratese I mestée de la Milan de semper
Anno VIII - N. 9 - Settembre 1984 L. 500

Il "detto" come motto o sentenza ma anche come poemetto era frequente nei primi secoli della letteratura neolatina che tratta in modo scherzoso di argomenti della vita quotidiana o anche di materia allegorica e religiosa; oltre che di natura scherzosa sono arguti, pungenti e allusivi mentre rinomati sono i detti francesi, tedeschi, ma anche quelli italiani.

Se vogliamo di detti o motti ne conosciamo un po' tutti e secondo la regione vengono modificati, coloriti o cambiano addirittura di significato, come è vero che ve ne sono tanti sconosciuti ma comunque sempre piacevoli nel sentirli. Sono anche loro, i detti, una piccola parte della cultura italiana e come tutte le cose che ci trasciniamo vengono, con il passar degli anni a perdersi.

I detti italiani sono tantissimi e per questione di tempo, di spazio e di conoscenza non possiamo elencarli tutti ma c'è uno che ci fà sorridere parecchio perché frutto della mente di un amico burlone; risulterà senz'altro una primizia e lo riportiamo qui di seguito pari pari: "di quello che c'è non manca niente".

Si potrebbe andare giù di seguito a scriverne altri spiritosi però sia concesso di citarne almeno altri due.

Giocando a poker, normalmente, a chi vince e continua a vincere si dice che "piove sul bagnato" mentre per chi perde e continua a perdere si dice che "continuano a sparare sulla croce rossa". Soffermarci è d'obbli-

go perché abbiamo fatto un giro lunghissimo per arrivare al dunque e quindi gli ultimi due detti rispecchiano in pieno la vita di ogni italiano; vita passata, presente e più che mai futura.

Ecco che dal faceto passiamo al serioso e all'applicare di fatto i due motti pensando alla "scure di tagli" non uguale per tutti messa in atto dal governo Craxi; di miliardi se ne ricupereranno molti e molti altri saranno recuperati. L'Italia rischia il fallimento e va aiutata mentre la preoccupazione maggiore è quella che non passi il primo scandalo di turno e porti via il tutto, velocemente. Altra preoccupazione è imperniata su tutti quelli che percepisconoda 50/60 e forse più milioni all'anno di stipendio; l'Italia è piena ed a Milano ce ne sono parecchi. Si immagina già i risparmi che saranno costretti ad effettuare per ricuperare i soldi chiesti dallo stato, magari mandando la moglie dal parrucchiere solo cinque volte alla settimana invece di sei e dovranno lesinare un po' su tutto visto che sarà tolto loro l'importo degli assegni familiari.

Altra preoccupazione ancora sarà per coloro che possiedono due, tre o più automobili; il dover pagare l'una tantum delf80%sul bollo di circolazione, li manderà in crisi. O forse la visita specialistica li costringerà a saltare i pasti per ricuperare l'onorario dato al medico curante? Si rallegrino gli italiani perché per chi guadagna meno di cinque milioni l'an-

no le visite specialistiche saranno gratuite, a meno che non muoiano prima... di fame! Le preoccupazioni sono tante, tantissime, ma per sanare l'economia italiana c'è ben donde dal preoccuparsi; occorre rimboccarsi le maniche lavorare sodo, stringere la cinghia e poi ci penserà chi di ragione a dirci che "di quello che c'è non manca niente". Le restrizioni saranno molte e poveri coloro i cui redditi saranno alti mentre per la rimanenza degli italiani si può consigliare, a chiusura, un altro detto, motto o legge che è quella del... menga... e qui ci fermiamo e non andiamo oltre nelle spiegazioni proprio in rispetto di chi lavora veramente ed è continuamente tartassato, sì perché le leggi saranno anche uguali per tutti ma la bilancia pende sempre a sfavore di chi guadagna di meno. Ciele

Avete mal di schiena?

Avete il mal di schiena? Allora alzatevi dal letto, mettetevi le scarpe da tennis e indossate una tuta, uscite di casa e cominciate a camminare sempre più velocemente fino a correre. Guardate l'orologio e contate il tempo: dieci minuti. Terminata la passeggiata, respirate profondamente per cinque minuti. Ecco in sintesi la ricetta, sfornata di fresco, che la sottoscritta ha provato e ne ha constatato l'efficacia con risultati sorprendenti.

Per ciò che riguarda la donna che pratica lo sport della corsa, alcuni scienziati americani si sono presi la briga di analizzare

le modificazioni degli ormoni, dopo questi sforzi fisici e psichici. Ed ecco le variazioni che si sono notate al termine di una corsa: il cortisone è aumentato in media del 210 per cento e questo aumento dice molto: anzitutto la minor sensibilità al dolore durante uno sforzo fisico, rilassamento della muscolatura e conseguente benessere generale.

Di quello che c'è non manca niente Copertoni a.. registratori

Il mondo è bello perché è vario. Non sono tutte ansie le nostre e le giornate oltre che piene di stress, vengono, talvolta e raramente, completate di risi e sorrisi. Approfittiamone.

Noi ci ridiamo sopra mentre immaginiamo le "belle di notte" alla registrazione delle loro... entrate ed al rilascio delle ricevute fiscali per prestazioni superiori alle 40.000 lire.

L'ormone della prolattina, che stimola le mammelle è stato il più sensibile: è aumentato del 330 per cento (quindi c'é un rassodamento; l'aumento maggiore del 450 per cento si è verificato nelle donne che avevano superato i 40 di età. L'aumento minore in quelle dai 30 ai 40 o alle giovanissime. Comunque correre è un piacere e fa davvero bene all'organismo il quale fabbrica anche l'endorfina, quest'ultima ha la funzione della morfina dando a tutto il corpo la sensazione della felicità. I dolori poi scompaiono per alcune ore. Intendo non solo dolori di natura artrosica o reumatica, ma anche di origine psicosomatica.

Correre è bello e sano.

Scrivete lettere brevi, Indicando con chiarezza nome, cognome ed indirizzo. Chi desidera che in calce non compaia il proprio nome ce Io precisi. le lettere nonfirmate, o siglate, o Con firma Illeggibile, o che recano indicazioni come "un gruppo di.? (che non rechino almeno una firma) non vengono pubblicate. La redazione ai riserva di accorciare gli scritti pervenuti che risultassero troppo lunghi.

Polizza vita ad alto rendimento

LO STRUMENTO IN PII!' PER PRODURRE SICUREZZA.

E recentissima la notizia dall'Austria che la prostituzione è considerata commercio (di ben cosa... non si sà?!!!) e quindi come tale soggetto a tasse.

Vogliamo puntualizzare la parola commercio; alla lettera, non è altro che un'attività economica atta a trasferire i beni dal produttore al consumatore, sia direttamente che tramite intermediari. In Austria avranno un concetto ben diverso.

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I clienti, qualora facciano figurare come spese di lavoro tali prestazioni, potranno, a loro volta, scalarle dalle dichiarazioni dei redditi. E i protettori?!!!

Già ci pare di vedere le "lucciole" sulla Valassina od altrove (anche nella nostra zona, dove certamente, non si può dire che manchino nè "lucciole", né... "luccioli") munite di copertone e... di registratore di cassa. Leoclema

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milano 19 - pagina 2 settembre 1984
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Strage degli innocenti in una scuola di Gorla

Ma il tentativo fascista di speculare sulla morte di 216 piccole vittime di un bombardamento aereo naufraga miseramente

L'eco dell'arresto-farsa della banda Koch, non si era ancora spenta, che il cardinale Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano, scrisse a Mussolini per denunciare l'esistenza in città di almeno altre sette bande, composte da una cinquantina di elementi ciascuna, utilizzate da fascisti e tedeschi come formazioni autonome di polizia. Evidentemente Pietro Koch, che ovviamente non si presentò all'appuntamento fissatogli dal cardinale per il 25 settembre 1944 in arcivescovado, non era un caso isolato!

Non si sa se Mussolini rispose alla lettera, comunque la presenza in città di tante bande di pseudopoliziotti non faceva desistere dalle loro azioni i partigiani milanesi che il 26 settembre inondarono di volantini le principali vie del centro e di Porta Ticinese fino alla periferia lungo corso San Gottardo e via Meda, il 30 settembre liberarono da una clinica milanese tre loro compagni (che erano stati feriti e catturati dai fascisti), sequestrando le armi ai militi che li sorvegliavano ed il 10 ottobre danneggiarono lo scalo ferroviario di Rogoredo, fuori Porta Romana, in modo talmente grave che tutto il traffico per il sud, compresi i convogli tedeschi diretti al fronte, rimase bloccato per due giorni.

Erano atti intollerabili per il feldmaresciallo Kesselring, proconsole di Hitler in Italia, che quello stesso 10 ottobre ordinò a tutti i reparti alle sue dipendenze (tedeschi o repubblichini che fossero) di intensificare le azioni antipartigiane. Ma i gappisti milanesi il 2 ottobre impedirono ad una squadra di militi fascisti di compiere un sequestro illegale di mille pacchetti di sigarette ad un tabaccaio ed il giorno dopo sottrassero, con l'aiuto della popolazione, un

partigiano all'arresto. Era ormai autunno. Venne ripristinata l'ora solare, roscuramento venne fissato dalle sette e mezzo di sera alle cinque del mattino ed il questore di Milano decretò che chiunque non ne avesse rispettato scrupolosamente le norme fosse immediatamente arrestato. In pratica bastava lasciar filtrare un filo di luce da una finestra od anche soltanto accendere un cerino per strada per correre il rischio di finire al fresco. E il fresco che con l'autunno cominciava a farsi sentire anche fuori di San Vittore poneva seri problemi ai tanti milanesi la cui casa era stata distrutta o seriamente danneggiata dai bombardamenti. Per limitare tali disagi le autorità fasciste prospettarono la necessità di requisire parzialmente gli appartamenti la cui ampiezza eccedesse le necessità della famiglia; ma poi i grossi appartamenti dei gerarchi e degli altri pezzi grossi (magari arricchitisi con la borsa nera) non vennero toccati, mentre vennero costretti ad una forzata coabitazione, che in molti casi si protrarrà anche dopo la fine della guerra, dei poveri diavoli che disponevano anche di un solo locale in più del necessario, magari perché un figlio era soldato, o prigioniero o magari partigiano.

Il regime "socializza" il Corriere della Sera

Il 4 ottobre il Corriere della Sera comunicò che "squadre operaie di vigilanza annonaria", avevano controllato numerosi esercizi ed inflitto grosse multe, senza peraltro precisare chi erano gli operai che facevano parte di tali squadre, né, chi erano gli esercenti multati. Certamente né dei primi, né, tantomeno, dei secondi, faceva parte Giulio

Ornati, operaio comunista della Pirelli fucilato quello stesso giorno dai fascisti in via San Giovanni sul Muro, sotto gli sguardi inorriditi dei passanti.

Ma la fucilazione di un operaio non era certo cosa che potesse porre un freno alle sparate demagogiche di Mussolini, che proprio in quei giorni, ricevendo a Salò una delegazione della brigata nera milanese Aldo Resega, lanciò lo slogan "Italia, repubblica, socializzazione". E il 5 ottobre le autorità repubblichine "socializzarono" il Corriere della Sera, nominando un "consiglio di gestione", c,omposto naturalmente da elementi fedeli al regime, e perseguendo così il duplice obiettivo di meglio controllare il quotidiano milanese e di dare una parvenza di credibilità alle farneticazioni mussoliniane.

Quello stesso giorno una squadra di gappisti fece irruzione in un presidio della X.a Mas (l'esercito personale del principe nero Valerio Borghese, specializzato in attività antipartigiane) in piazza Fiume (l'attuale piazza della Repubblica) e, dopo aver distrutto le auto ricoverate nel garage, riuscì a sganciarsi dai numerosi militi fascisti e tedeschi accorsi ed a dileguarsi nelle strade cittadine, sparendo tra le case sui cui muri quella mattina stessa erano stati affissi i bandi di arruolamento nella guardia repubblichina stradale.

Il giorno dopo i repubblichini lanciarono un altro bando, questa volta per l'arruolamento negli arditi paracadutisti dell'aeronautica, ed annunciarono ristituzionea Milano di un ufficio informazioni per ufficiali e sottufficiali dell'ex regio esercito che non avevano aderito alle forze armate della repubblichetta di Salò. Una trappola in cui pochi caddero, mentre molti erano i giovani che ogni giorno, pur consapevoli dei rischi e dei pericoli cui si esponevano, andavano volontanamente ad ingrossare le file dei partigiani, che quello stesso giorno distrussero un magazzino vestiario della X.a Mas, mentre in via Lazzaretto, a Porta' Venezia i gappisti attaccarono, dopo aver bloccato le strade di accesso, il ristorante Firenze, noto ritrovo di ufficiali tedeschi e repubblichini, lanciando bombe a mano, causando molti morti e feriti e allontanandosi poi rapidamente senza subir perdite.

Le fabbriche milanesi fanno gola ai tedeschi

Il 7 ottobre due squadre di partigiani delle formazioni Giustizia e Libertà occuparono un ospedale milanese, disarmarono gli agenti di guardia e liberarono i numerosi prigionieri politici che vi erano ricoverati.

Il 10 i soldati dell'Armata Rossa oltrepassarono i confini del Reich (la Germania) portando così la guerra in casa di chi l'aveva scatenata. E quel giorno a Milano due militi fascisti di guardia ad un ponte in via Ripamonti, fuori Porta Vigentina, vennero disarmati dai partigiani, che due giorni dopo at-

taccarono un'autorimessa tedesca in via Salvini, a Porta Venezia.

11 14 la segreteria generale del partito fascista lasciò il Lago di Garda per trasferire la sua sede a Milano. Quello stesso giorno il cardinale Ildefonso Schuster avanzò, tramite il suo segretario don Bicchierai ed un certo capitan Concarini Ghisettí le prime proposte ai comandi nazisti per arrivare ad un accordo onde impedire l'insurrezione popolare (contro i tedeschi ed i fascisti, naturalmente), riaffermando"lo spirito di civiltà — sono parole del cardinale — delle truppe del Reich" ed offrendosi come mediatore tra le forze armate germaniche ed il CLNAI, dal quale, peraltro, non aveva mai ricevuto, nè riceverà mai in seguito, alcun mandato.

E per dimostrare che non avevano alcuna intenzione di trattare, e tantomeno di arrendersi, il giorno dopo i partigiani milanesi affissero e lanciarono in ogni parte della città manifestini e giornali, scritti in italiano ed in tedesco, per intimare a fascisti e nazisti di arrendersi senza condizioni e per meglio far intendere tale intimazione non attesero neppure il giorno dopo per distruggere, in piazzale Loreto, un apparato per riflettori montato su carrello, uccidendo i due militari di guardia mentre in corso Vercelli un tedesco rimase ucciso nel tentativo di ribellarsi ad un'azione di disarmo.

11 16 ottobre un altro tedesco venne ucciso nel corso di un'altra operazione di disarmo e nella notte una squadra di partigiani mise in fuga, dopo un breve scontro a fuoco, una pattuglia fascista. Due giorni dopo il Comando Generale del Corpo Volontari della Libertà trasmise alle formazioni partigiane relenco (di cui era venuto in possesso tramite i suoi servizi segreti) degli stabilimenti italiani che i tedeschi avevano deciso di trasferire in Germania o di distruggere.

Tra di essi figuravano la Breda e la Falck di Sesto San Giovanni, gli stabilimenti di Milano Bicocca e di Sesto San Giovanni della Pirelli, la Innocenti di Milano Lambrate, la Magneti Marelli di Sesto San Giovanni, l'Alfa Romeo di Milano, gli stabilimenti di Milano San Siro (via Monterosa) e di Saronno della Isotta Fraschini, la Caproni Aeronautica di Milano Taliedo, la Motomeccanica fabbrica motori di Milano, la Franco Tosi di Legnano, le Officine Meccaniche Lodigiane di Lodi, gli Stabilimenti Tudor di Melegnano: tutto il fior fiore, insomma, delle industrie delrarea milanese, la cui difesa venne affidata dal comando del CVL ai GAP ed alle SAP.

In quei tempi al comando della Terza Brigata GAP di Milano c'era Gigi Campegi, che aveva già dato buona prova dì sé guidando l'attacco allo scalo ferroviario di Rogoredo e che aveva sostituito Giovanni Pesce, costretto, dopo l'arresto di due staffette partigiane in segui-

to all'attentato al vice questore

De Martino, a lasciare la città. Ma anche se temporaneamente in esilio, Giovanni Pesce non era certo il tipo da "dormire all'umido", come si suol dire a Milano, ed il 19 ottobre guidò un attacco partigiano all'aeroporto di Arcore, dove vennero distrutti tre aerosiluranti S 79 dell'aeronautica repubblichina.

Due illusioni miseramente naufragate

Il giorno dopo, però, Milano subì un ennesimo, spaventoso bombardamento. In pieno giorno gli aerei anglo-americani si accanirono in particolare sui quartieri e sulle fabbriche della fascia nord della città danneggiando stabilimenti come la prima sezione della Breda e la Pirelli Bicocca, colpendo e distruggendo fabbricati civili, seminando ovunque morte, distruzioni e lutti. Ma la strage più orrenda la compirono a Gorla, piccolo borgo allora ancora prevalentemente agricolo della periferia cittadina, dove la Martesana incrocia viale Monza e dove quel giorno un grosso quadrimotore, volando a bassa quota, sganciò il suo carico di bombe sulla piccola scuola, a quell'ora affollata di bambini, che sorgeva lontana da obiettivi militari con ben visibili sul tetto i segni convenzionali internazionali di identificazione. Fu questione di un attimo: una grossa vampata, un forte boato che fece tremare tutto il piccolo borgo, la scuola crollò e dalle sue macerie ancora fumanti genitori, Vigili del Fuoco ed altri cittadini subito accorsi, estrassero, con gli occhi gonfi di lacrime, i corpi straziati e senza vita di 216 piccole vittime innocenti e delle loro maestre. Complessivamente i morti causati dal bombardamento di quel 20 ottobre 1944 furono 615, ma fu sulle piccole vittime di Gorla che la propaganda fascista tentò di speculare inondando la città di manifesti ed inveendo attraverso la stampa contro gli anglo-americani che colpivano dal cielo le popolazioni inermi. Evidentemente i fascisti si illudevano che i milanesi avessero dimenticato, nel loro dolore, che a trascinarli in quella tragedia era stato proprio quel Mussolini, che il 26 ottobre, quando stabilimenti, uffici e negozi vennero chiusi e tutta la città si fermò in segno di lutto, ebbe la faccia tosta di mandare una corona di fiori ai funerali celebrati solennemente in Duomo per tutte le vittime.

Ma l'illusione fu di breve durata. Quello stesso 26 ottobre i fascisti nell'aprire le schede delle votazioni, da loro stessi indette, per l'elezione della Commissione interna dell'Azienda Tranviaria ,milanese ebbero un'amara sorpresa: ben 104 schede recavano parole di adesione al Partito Comunista.

E l'importanza del ruolo del Partito comunista nella Recistenza venne fatta rilevare anche da Alfredo Pizzoni, presidente del CLNAI, e da Leo Valiani incontratisi il giorno prima

in Svizzera con agenti alleati per concordare l'invio nelrltalia del sud di una delegazione qualificata al fine di chiarire i rapporti tra la Resistenza e gli anglo-americani. Gli alleati avevano proposto che della delegazione facessero parte Alfredo Pizzoni, Ferruccio Pani ed il monarchico Edgardo Sogno, dell'organizzazione "Franchi" ma il CLNAI, ritenendo che non si poteva tagliar fuori il Partito comunista, che rappresentava la maggioranza degli uomini in ar. ,. senza compromettere l'esito della missione, decise che ne facesse parte anche Giancarlo Pajetta, al quale l'ordine di partire e le credenziali vennero "dette", più che 'date", all'angolo di una strada di Milano. E Pajetta partì il giorno dopo dalla Stazione Nord per raggiungere Como e poi, con un lungo giro attraverso la Svizzera e la Francia, Napoli, con il pensiero rivolto al fratello Giuliano, arrestato in quei giorni a Milano, dove, in quello stesso mese, era stato tratto in arresto anche quasi tutto il direttivo del Partito socialista.

E la sera del 26 ottobre, nella sua casa di viale di Porta Vercellina, venne arrestato il conte Annoni assieme ad altri esponenti della Democrazia cristiana. quali Piero Mentastio, il professor Berdiscioli e Giuseppe Rapelli. Pochi giorni dopo i democristiani denunciarono un tentativo dei repubblichini di trattare con loro, attraverso il Mentasti, la creazione di una specie di opposizione, addomesticata naturalmente, nella repubblichetta di Salò, per darle una parvenza di democraticità. Ma i democristiani non stettero al gioco e i fascisti videro così naufragare miseramente un'altra loro illusione.

, (23 - Continua - Le puntate precedenti sono state pubblicate a partire dal numero di settembre /982)

Nella foto in atto accanto al titolo la scuola di Gorla subito dopo il bombardamento. In basso a sinistra un manifesto in ricordo delle vittime di Goda disegnato da Boccasile. Qui sotto, foto piccola, i monumento eretto a Goda sulf area dove sorgeva la scuola bombardata.

settembre 1984 pagina 3 - milano 19

Dove non c'è giustizia non c'è libertà

Ingiustizie italiane anche nel settore della Sanità

I diritti di un malato variano a seconda che si tratti di sifilide o di una disfunzione tiroidea

Indubbiamente Prezzolini aveva le sue brave ragioni per contestare Malia e la sua libertà; infatti il binomio per il quale si sono sacrificate vite e moltissimi hanno pagato con la galera rimane un mito: Giustizia e Libertà. Diceva appunto Prezzolini, scrivendolo chiaramente dal suo esilio, che dove non c'è giustizia non c'è libertà quasi a ricordare a chi è di memoria labile che i due fattori sono inscindibili e che le teorie rimangono tali in dispregio del loro predicato laddove i fatti dimostrino il contrario.

L'amaro primato dell'ingiustizia non è soltanto italiano, ma questo non consola; se non esiste più la discriminazione del ventennio fasista per cui rimpiego o il posto di lavoro era subordinato (rarissime eccezioni a parte) al possesso della tessera del P.N.F. anche oggi la leva invisibile di un partito in luogo di un altro agisce in duplice azione selezionatrice: meritoria o di accantonamento.

Il luogo comune per cui un individuo si trova a suo agio se nelle sue tasche ci sono le tessere di tutti i partiti che contano, al di là della battuta salace e qualunquista, ha in certi casi una sfumatura di verità, una velata accusa di opportunismo e di mancanza di carattere, un precetto di vita in contrasto .to con la terminologia -fermezia”.

Abiuri se ne contano a milioni, coerenti molto meno.

Veniamo all'ingiustizia; stringatamente si può fare qualche esempio in quanto per poter mettere a fuoco il problema su tutto il fronte si dovrebbe scrivere una vita.

Previdenza: in questo settore le ingiustizie (è necessario il plurale) sono macroscopiche ed il trattamento applicato è tale da lasciare allibiti, increduli, sconcertati; sulle pensioni minime si cerca di porre riparo portandole ad un livello di fame meno esasperata; ma proprio sulle pensioni minime ci sono premesse d'ingiustizia.

Ne godono coloro che non hanno potuto versare contributi, in misura sufficiente, coloro che non ne hanno versati affatto, magari non per loro colpa, ma anche diseredati, fannulloni nati, ex galeotti, prostitute invecchiate, lenoni nullatenenti, scioperati d'ogni specie; tutti costoro sono trattati alla stessa stregua, pietisticamente.

Una delle ingiustizie perpetrate a danno di una categoria di cittadini e non caduta nel dimenticatoio è quella della forzata fermata dei cilomotori durante la circolazione alterna domenicale di automobili con targhe pari o dispari del periodo congiunturale della crisi petrolifera; mentre i possessori di più vetture se ne fregavano allegramente chi possedeva un unico ciclomotore veniva punito dall'ingiustizia (o legge) in quanto parco consumatore e per di più povero!

Dura denuncia del PCI Grazie al Governo case più care

Camminando sul terreno delle ingiustizie sociali arriviamo alla "sanità"; quì l'ingiustizia si consuma nella più impensabile incongruenza, nella stucchevole atmosfera dell'ignavia. Se un cittadino, dietro consiglio medico ovviamente, richiede alrinam, Saub, Ussl o quale altro nome si voglia dare all'organizzazione sanitaria attuale, l'autorizzazione ad un esame per indagini sulla tiroide si sente rispondere che questo tipo d'esame non rientra nella gratuità di chi paga regolarmente le quote obbiligatorie; figurarsi quindi gli altri. La funzione della tiroide è legata strettamente alle più importanti funzioni vitali, consistenti nella produzione di sostanze iodate che hanno efficacia stimolatrice sull'organismo, influenzando l'accrescimento, il metabolismo, l'attività nervosa, l'apparato circolatorio, ecc. Se il medico, nello spettro delle sue indagini su disturbi d'indole dubbia, stati febbrili di dubbia diagnostica, ordina un esame sullo stato della tiroide del pa-

ziente esso si tranquillizzi: questi esami dovrà pagarseli sacrosantamente, in nome dell'ingiustizia non verranno presi a carico della "sanità" né rimborsati dalla stessa.

Invece può succedere che un mutuato incorra nella disavventura di procurarsi una malattia venerea (blenoraggia o sifilide); egli viene regolarmente assistito, curato e provvisto di adeguati medicinali, pagando al più il tiket come norma.

Lungi dal volere scagliare una pietra a coloro che peccano il malaccorto libertinaggo (la sifilide è in progressione dopo l'entrata in vigore della legge Merlin ed è noto può contrarsi anche al di fuori del rapporto sessuale) viene spontaneo chiedersi se l'infezione venerea ha più meriti di una disfunzione tiroidea o se, come in numerosissimi casi ed in diverse casistiche l'iniquità debba sempre prevalere e l'ingiustizia trionfare per rendere ancora più mito... la libertà.

Discriminazioni fiscali

Il P.C.I. non considera conclusiva la decisione del Governo Craxi di lasciare decadere le agevolazioni fiscali per l'acquisto della casa dove vivere.

Si tratta di un colpo durissimo contro il diritto alla casa. Il rialzo dei prezzi va dalr8% a oltre il 20%. La divaricazione tra redditi di chi cerca casa e mercato immobiliare si allarga ancor più.

È l'ultimo atto di una politica dissennata.

In Parlamento, il P.C.I., si batte perché prima della pausa estica si decida che fare in materia di rinnovo dei contratti scaduti per semplice "finita locazione", di blocco dell'incremento Istat per il 1984 e di agevolazioni fiscali per la prima casa.

Occorre un nuovo sistema di imposte sugli immobili che annulli le aree delle evasioni, aiuti l'acquisto della prima casa, incentivi l'affitto ad equo canone, aumenti le tasse sugli alloggi lasciati vuoti. Commissione Casa

Imposta versata in anticipo: un'altra tassa sulle tasse

A pagarla, a caro prezzo, sono lavoratori dipendenti e pesnionati dai cui redditi vengono automaticamente detratte le somme spettanti all'erario

Salvo ripensamenti di qualche illuminata autorità preposta, l'artificiosa normativa delle aliquote fiscali sul reddito di lavoro dipendente che abbiamo cercato di esaminare nello scorso numero del giornale giunge ad accrescere la già lunga lista delle ingiustizie di base e delle illegalità più o meno propiziateci dalla riforma tributaria. Se trovare il modo per far pagare tutti resta tuttora un traguardo estremamente difficile da realizzare, sarebbe in ogni caso finalmente auspicabile, senza ulteriori pause di riflessione in attesa della formula magica per sconfiggere il fenomeno dell'evasione, adottare misure atte ad eliminare quelle discriminazioni che i contribuenti ad esclusivo reddito fisso sono cotretti a subire da quasi undici anni, come l'imposta versata in anticipo; l'incertezza e comunque l'estenuante attesa dei rimborsi per imposte non dovute relative a spese personali deducibili; l'importo irrisorio per dotrazione delle spese per la produzione del reddito, che non considera ancora un adeguato riconoscimento per le spese di trasporto sostenute per spostamento da e per il luogo di lavoro; l'imposta di indennità di

L'anagrafe dell'utenza IACP

I lavoratori pagano

mentre i furbi ridono

Il canone d'affitto applicato in base a quanto risulta dalla denuncia dei redditi consente agli evasori fiscali di pagare meno di chi paga le tasse per intero

L'anagrafe dell'utenza degli assegnatari IACPM. Facendo un po' d'analisi, l'anagrafe è il registro destinato a documentare lo stato numerico della popolazione stabile e fluttuante; l'utenza è il fatto di essere utente di un bene o servizio e per utente s'intende, sempre spiegando con parole semplici, chi usufruisce di un bene o di un servizio pubblico offerto da enti pubblici o da imprese concessionarie.

La parola "offerto" da adito a moltissime interpretazioni ma per arrivare al dunque l'anagrafe dell'utenza non è altro che dare la possibilità all'IACPM di aumentare l'affitto agli assegnatari che sono costretti, per legge, ad inviare all'Istituto: il Mod. 101 (o 740), lo stato di famiglia, certificato di frequenza scolastica, dichiarazione della ditta, ecc. ecc.

Se si fanno alcune riflessioni si deduce che è tutto giusto e perfetto anche perché occorre assolutamente cercar di colmare il buco di svariati miliardi di deficit che I'IACPM è stato costretto ad accollarsi per colpa degli assegnatari, di quegli assegnatari liberi professionisti, negozianti, artigiani (risultati disoccupati ma che svolgono la loro attività in casa propria), che denunciano redditi di fame.

È giusto che persone con redditi bassi e anziani con pensioni minime paghino affitti minimi o addirittura non paghino affatto ma è altrettanto giusto che assegnatari con redditi elevati vengano smascherati da quei "740" presentati con guadagni fallimentari e poco remunerativi al solo scopo di non far ricadere la giustizia e la giustezza dell'equo canone solo su quei lavoratori dipendenti, che non hanno possibilità di "elaborare" il modello 101.

L'anagrafe va fatta con indagini di fondo acché non sempre tutto si riversi sulle spalle dei lavoratori che pagano affitti proporzionalmente superiori a quelli pagati da determinate categorie di "privilegiati".

Suggeriamo anche di porsi, ogni tanto, il problema di come fà un lavoratore dipendente, in base al suo modello 101 presentato, a tirare fine mese o fine anno, senza chiedere nulla di eccezionale, ma solo per poter vivere una vita decorosa e senza troppe pretese.

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mancata mensa, e altri taglieggiamenti vari.

Con il noto sistema di prelievo esercitato direttamente sulla busta paga o su un provento pensionistico, la cosiddetta ritenuta alla fonte, ovverosia il maggior fondamento normativo escogitato dall'ingegno lungimirante dei legislatori in materia tributaria, lavoratori dipendenti e pensionati da sempre si vedono trattenere rimposta fiscale contemporaneamente all'inizio della formazione del proprio reddito. Praticamente, su ogni salario, stipendio e pensione riscosso, viene automaticamente detratta la somma spettante all'erario. Non è cosa di poco conto, se appena si voglia pensare che tutti gli altri contribuenti hanno tempo fino all'ultimo giorno di novembre per effettuare un primo versamento e poi fino alla fine di maggio dell'anno seguente per saldare definitivamente il debito.

Per consentire un minimo di perequazione, già dai primi tempi dell'entrata in vigore della riforma tributaria, si era parlato di interessi compensativi per le imposte trattenute anticipatamente alla fonte. Una questione

mai più emersa, oggi completamente disattesa o volutamente dimenticata. Di tanto in tanto, la voce di qualche esperto si leva a confermare che rimposta versata in anticipo è una vera e propria tassa sulle tasse (e pagata a caro prezzo). Ma non se ne fa niente lo stesso.

Una seconda indicazione (forse più ingenua della prima...) poteva essere quella di concedere un preliminare margine di riduzione sulla ritenuta fiscale dalla busta paga, lasciando al singolo contribuente la facoltà (e naturalmente l'obbligo) di versare il residuo ammontare dell'imposta al momento della presentazione della denuncia dei redditi, documentabile senza possibilità di errori o sottrazioni dalla certificazione (mod. 101) attestante l'esatta misura del tributo sul reddito conseguito durante tutto l'anno precedente.

L'ipotesi avrebbe reso possibile anche la realizzazione di quell'aggiustamento fiscale derivante dagli oneri deducibili in attesa di rimborso, altra basilare ingiustizia che colpisce quasi esclusivamente lavoratori dipendenti e pensionati. Umberto Berti

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A loro va un vivo ringraziamento da parte di tutti i lavoratori dipendenti che con la presentazione del Mod. 101 non possono assolutamente fare "i furbi" e si vedono costretti a versare fino all'ultima lira d'aumento richiesto dall'IACPM.

Altro ringraziamento va rivolto senz'altro all'IACPM che, come tc gli enti statali o parastatali o similari, fa il lavoro a metà procedendo con i paraocchi.

Non vogliamo cadere sul patetico ma consigliamo anche una "anagrafe" di vetri rotti, di lampade spente, si scarafaggi, di disservizi; se è vero che la domanda da parte delrIACPM è quella di chiedere l'equo canone, anche se in modo non tanto proporzionale, è altrettanto vero che l'unica offerta che l'Istituto possa dare è quella dei servizi, di una più accurata manutenzione, di una disinfestazione. ecc. ecc. nella pacata richiesta di una vita con tante spese, con pochi soldi ma almeno con un po' di pulizia e di tranquillità affettiva e infettiva.

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milano 19 - pagina 4 settembre 1984
A.T.
Sez. E. Ragionieri del P.C.I.
C.L

I mestée de la Milan de semper

Fusina de falegfia rè semper osteria

Il mestiere dell'oste non è un mestiere facile quale alcuni suppongono; necessita di requisiti atti ad una buona conduzione del locale e tali da consentire un continuo rapporto anche tra gli avventori.

di Arcano

"Osteria", ost; in questa embrica è stato fatto un breve accenno, non abbastanza approfondito da dovere diversificare con l'attuale concetto che attualmente dell'osteria molti si fanno; meglio non tralasciare gli appunti presi per una completa descrizione.

"Luogo di vizio, di perdizione, di trivio, di degrado sociale..." Così scriveva Deodato Cavalli, prelato bergamasco, sul giornalino parrocchiale quando era arciprete a Bisuschio; ma probabilmente lo spirito con cui aveva vergate quelle righe aveva alleata qualche bettola d'infimo ordine e male sosteneva la generalizzazione fatta usando il termine "osteria".

In passato era di fatto luogo dove si poteva mangiare ed alloggiare; la voce era cioé alternativa di locanda ed il Manzoni nei Promessi Sposi accenna appunto all'osteria della Luna

Piena, punto d'appoggio per chi si trovava in viaggio, per rifocillarsi e riposare. Le altre voci che fanno da contrapposto sono: taverna, bettola, "boeucc" (buco), "baccanella, baccanin e pioda"; chiaro ai lettori il significato delle prime due, la terza "boeucc" che significa anche buco era voce indicativa di ambiente piccolo, fumoso, semibuio dove si mesceva vino e grappa e che molti milanesi d'allora sottolineavano "boeucc de raccagnatt" richiamandosi a "raccagna", la grappa; quindi bettola di ev itori di grappa. "Baccanella" è l'osteria improvvisata in occasioni di fiere, sagre, per la rapidità sotto una tenda o in una baracca per previsione approntata: "baccanin" è termine militare lombardo riferentesi allo spaccio o posto di ristoro; infine "pioda" è voce di origine gergale, citata da Carlo

Dialettologia milanese (l1)

Tiranna soppressione della consonante "Z"

Le amene iniziative di Francesco Angiolini nel 1897 riproposte 80 anni dopo da una minoranza di filologi milanesi sono un salto al buio

Continuando il discorso sulla necessità di doppia consonante scritta per alcuni verbi terminanti in consonante, onde non confonderli con altrettante declinazioni dei verbi stessi, va notato a proposito... lo sproposito di "leg", verbo leggere, scritto anche per legge, tempo presente terza persona, ed inoltre per la legge, atto dell'autorità sovrana.

Il primo ad usare questa singolare forma è stato Francesco Angiolini nel suo vocabolario del 1897 che come opera non è stata molto considerata quale base, ma invece consultata come comparazione (a ciascuno il suo merito) per certi vocaboli assai dubbi del Cherubini o assenti nel vocabolario dell'Arrighi.

Il neo macroscopico sta comparendo oggigiorno in alcuni scritti, testi di canzoni, poesie e persino grammatiche; forse ritroveremo qualche buaggine anche nel nuovissimo vocabolario milanese in corso di stesura, visto che in una grammatica di recentissima pubblicazione hanno usato dell'Angiolini lo stesso metodo annettendo l'uso della consonante S in luogo della Z anche per nomi propri.

Il discorso diventa lungo e noioso e dai punti controversi non ne sortirebbe, come accade in ogni corrente letteraria, una decisa ed univoca livellazione; confrontando tutto il materiale pubblicato specificamente c'è da perdere la testa senza cavarne il meglio poiché molti autori moderni non badano neppure a salvare la forma usata dalla maggioranza dei predecessori; asseriscono di essere degli istintivi e non di rado tra le zeppe includono italianismi e neologismi di pessimo effetto e di dubbio valore.

Analizziamo un attimo le discrepanze sulla consonante Z; Carlo Porta ha scritto "ezzess, caprizzi, balanza, stremizzi" volendo significate eccesso, capriccio/i, bilancia, spavento: salva l'ultima voce tutte le altre dimostrano che la consonante

Antonio Tanzi, di probabile parentela piemontese; in Piemonte l'osteria viene anche chiamata "piola".

Francesco Angiolini, glossario del 1897, dice alla voce "bettola" che è luogo frequentato per lo più dal popolaccio!

L'osteria vera, quella di cui parlano i vecchi milanesi e di cui erano frequentatori anche uomini di indiscussa cultura che vi andavano a bere una "staffetta" di buon vino da botte, senza tante fisime per le accuse fesse di falsi costumisti, è ormai soltanto un ricordo.

L'intento di riprendere una strada ingiustamente abbandonata per riportare in auge antiche tradizioni che un falso perbenismo ha indotto a lasciare in disparte, fatte pochissime eccezioni per ambienti in cui non era stato sepolto l'aspetto genuino della sua matrice, ha avuto soltanto l'esito negativo di una proliferazione di locali pubblici... mascherati che di osteria hanno soltanto l'insegna, con prezzi da rapina.

Hanno cercato di ripristinare resteriorità, l'arredo e in qualche caso l'utensileria e le stoviglie con la più fedele aderenza al primordiale; ma l'atmosfera e i personaggi del tempo non hanno la stessa autenticità di ricalco, è cosa davvero impossibile da ricostruire, da riesumare, da imitare.

bizionistici.

È doveroso ed amaro al tempo stesso confessarlo; questi ambienti che hanno l'appellativo di "tran", dopo che la capace dinastia di venditori di vino pugliesi ha fondato un invidiabile impero a Milano, proprio perché di Trani erano originari i titolari dei famosi "banchi d'assaggio" poi spariti e diventati osterie, sono quasi tutti gestiti da meridionali che non solo conoscono molto bene il nostro idioma, ma si sforzano pure di parlarlo.

che necessita di pazienza, diplomazia, controllo, fermezza, autorità e buona memoria per accontentare clienti normali, esigenti, abitudinari ed occasionali, rumdrosi, piantagrane e... portoghesi.

Z opera in sostituzione della C nello scritto e della S nel parlato; Francesco Cherubini trascrive le voci portiane nel suo vocabolario pari pari ed altri lo imitano.

L'A ngiolini invece sostituisce la consonante Z (esclusivamente brianzola) con S, ma commette il gravissimo errore ri togliere la Z dal suo vocabolario in modo assoluto, creando una divisione tra cultori, scrittori, poeti e filologhi milanesi ed arrivando all'assurdo, come già ricordato, di scrivere la voce "sisània" per contrapposizione all'italiano zizzania.

Egli, l'Angiolini, opera un taglio spropositato di consonanti, ma in questi ultimi tempi la sua teoria è stata abbracciata anche nell'ambito del Circolo Filologico Milanese (lo prova una grammatica di recente edizione a cura di Claudio Beretta) con relative zeppeper r, la consonante Z per cui “safir, saino, serbin e senéver" figureranno in luogo di zaffiro, zaino, zerbino e ginepro allo stesso modo con cui Melzo, Monza, Barzanò e Gorgonzola verranno presentati Mels, Monsa, Barsanò e Gorgonsdla con grande deluzione per tutti i veri milanesi.

L vero che la puritaneria preclude a volte la strada alla verità, ma poichè tutti sanno che Pietro Aretino ha proiettato con disinvoltura il vocabolo cano (scurrile indubbiamente, ma in bocca a mezza Italia quando parla) e che C. Porta scrive tronco "C277", tale quale lo riporta il Cherubini nel vocabolario, se volessimo scriverlo con la presunta moderna grafia di Angiolini ed eredi "cas o caos" come la metteremmo per "cass" oppure "cas" quando intendiamo le casse o il caso?

Certo, lo affermavo sin dall'inizio, la logica del discorso propende all'identificazione di vocaboli dubbi o di uguale grafia, ma le incongruenze tali sono e rimangono.

(continua)

Non basta la presenza di un moderno menestrello con chitarra ed un coro di voci arrocchite, in un giubilare ostentato e convulso di un pubblico non abitudinario, oltre ad un giostrare esibizionistico di bottiglie di vino, a fare l'osteria.

Sono rari ed anonimi i locali in cui aleggiano gli spiriti antichi di una mai tramontata milanesità, dove tra un mezzo litro cavato alla spina o un "anes fort" (anice forte) o ancora "ona zaina de raccagna" (circa un quinto di litro di grappa; la zaina è un'antica misura per liquidi molto usata a Milano e corrispondente a 0,196 1. soppiantata dal diffondersi delle più moderne misure di capacità; era detta anche quintino ed esisteva la sua metà, "mezza zaina") rimane vivissimo ed incontaminato persino il dialetto. Dicevo che tra un bicchiere di vino ed un grappotto sono nati aneddoti gustosissimi, ballate popolane, poesie e coloritissima prosa; persino dipinti di barboni veri e personaggi della quarta dimensone sociale sono stati creati nell'osteria ed in essa hanno trovato l'atelier ideale, senza programmazione, pubblicità o chiassosi richiami esi-

Fucina di idee, luogo di conversazione politica, sociale, mondana ed anche pettegola; aldilà delle considerazioni fatte dal fu arciprete Deodato Cavalli l'argomento non si sterilizza alla sola oratoria bacchica, si estende allo sport ed al costume in convivio aperto a tutte le tendenze etniche e culturali nel panorama più vasto ed insospettabile.

Nella breve introduzione del libro "Quel che se dis a l'osteria", Libreria Meravigli Editrice, si legge tra l'altro: "All'osteria nasce e si rigenera spontanea quella filosofia popolare collettiva, lontana da impostazioni arroganti e dogmatiche, sottile e penetrante, che può trovare humus vitale solo in una libera cattedra di pensiero aperta ad ogni orizzonte di vita".

Certo gli ubriaconi non mancano, allo stesso modo col quale non mancano i patiti del gioco (anche d'azzardo e non sempre complice l'oste); vero anche che taluno a volta trascende vociando ed infastidendo, provocando e bestemmiando, ma non sono la maggioranza, per buona fortuna di tutti.

Parliamo un attimo dell'oste e dell'ostessa; mestiere difficile più di quanto possa apparire e

Tra i rischi c'è quello del possibile alterco tra gli avventori, il gioco d'azzardo effettuato con meccanismi complicati, la frequenza di individui bollati dalla legge, il commercio velato di merce di contrabbando o rubata e da ultimo (piaga recente) lo spaccio di droga o il viaggio d'un drogato nel locale dei servizi; è risaputo che sono rischi di locali analoghi, anche nelle balere di periferia.

Quando siamo all'osteria, magari in un locale nel quale ci si va per la prima volta, chi può dirci se il nostro vicino di tavolo o al Banco è un galantuomo o è un furfante? Anche in chiesa può verificarsi la stessa casualità non è unico il caso in cui una persona intenta a pregare è stata alleggerita da un borsaiuolo.

Frizzi, battute, sberleffi, motteggi su fatti, persone e tra gli stessi frequentatori sono norma; di chi è assiduo si può udire al suo indirizzo una molteplicità di frasi abrasive che puntano in direzione della comune allegria e che vengono poi riconiate, adattate ad altri.

Eccone qualcuna: "L'ha d'avè bevùu tant volt in quel biccer ch'el veder l'ha ciappàa la forma di sò labber!" (Ha bevuto tante volte in quel bicchiere che il vetro ha preso la forma delle sue labbra!).

“De l'osteria el cognoss anca la posizion dj cagher dj mosch!" (Dell'osteria conosce anche la posizione delle caccole delle mosche!). Ed ancora su coloro che sono noti bevitori e non necessariamente ubriaconi: "Se

ravess chi tutt el vin che rha bevùu ne la vita se pò fà on alter navilij!" (Se avesse qui tutto il vino che ha bevuto nella vita si può fare un altro naviglo!). Qualche nota curiosa per concludere questa rassegnasulla vita dell'osteria, nota che indubbiamente colmerà qualche lacuna informativa per i lettori più giovani. In una vecchia strada milanese centralissima un gruppo di pittori si riuniva nell'osteria gestita da un mantovano, persona affabilissima e colta; tra un bicchiere di vino, un panino imbottito o un caffé qualcuno disegnava e quando non c'era carta per sfogare la estrosità del momento per farle c'era pur sempre il muro!

Lungi dal dolersene roste cercava di essere il più possibile fornito di carta da disegno d'ogni formato; ma le bellissime figure sul muro rimasero per parecchi anni, rimirate da tutti; ovviamente l'oste col tempo ebbe una invidiabile raccolta di disegni, pastelli ed anche tempere pagati... a vino.

In altra osteria, pure centralissima, una parete era completamente coperta di scritte, sonetti, pensieri, aforismi.

Tra queste... decorazioni murali qualcuna merita d'essere citata: "Pensier gentil dal vino nato meschin rischiò nell'acqua d'affogar!" - "Divino nettare d'uve pregiate il gran Bacco trasse per sortilegio; siate onesti, osti, non l'annacquate; commettereste un gran sacrilegio!" -"In vino veritas! Ma dirlo è un azzardo... se il vino è bugiardo!".

(Continua)

Nella foto: Le Cinque Vie, nel 1895, la zona del centro dov'erano più numerose le vecchie osterie.

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Il 30 giugno al Monte Stella

Festa degli anziani al QT8: un appello caduto nel vuoto

Scarsa la presenza di "nipoti"- Buona l'organizzazione pur con qualche lacuna - Una sola risposta all'appello per il volontariato a favore degli anziani

Al C.d.Z. 19

Ora Figino ha un suo consigliere

È Vito Gallina, del gruppo comunista. Subentra ad Antonella Tiraboschi

Per motivi personali la consigliere di Zona Antonella Tiraboschi, del gruppo comunista, ha rassegnato nel luglio scorso le sue dimissioni. Le è subentrato come consigliere Vito Gallina, sempre sel gruppo comunista, abitante a Figino, così questo borgo, ancora prevalentemente agricolo, posto ai confini della nostra zona, e della città, ha finalmente un suo rappresentante nel Consiglio di Zona 19.

L'incarico di coordinatore della Commissione CulturaSport-Tempo Libero, già affidato alla dimissionaria Antonella Tiraboschi, è invece passato al consigliere Restelli del gruppo socialista.

Il Consiglio di Zona 19 sollecita l'Amministrazione Comunale a dare una esauriente risposta alle richieste degli agricoltori

La festa degli anziani svoltasi il 30 giugno scorso ed organizzata dal consiglio di Zona 19 al QT8 aveva due scopi ben definiti: divertire i convenuti ed... armolare volontari.

A dire il vero la festa era per anziani e nipoti, ma la presenza di questi ultimi era ridotta a pochissimi elementi; forse il numero maggiore era già stato... deportato nei luoghi di villeggiatura o residenze estive, oppure i padri hanno preferito per loro la piscina o le sponde del Tici-

no. Nella cornice di serenità c'erano si molti anziani, nonni e nonne, ma non erano folla; c'era la musica invitante a cui si accompagnava il canto, registi il duo Luigi e Jolanda, ma la pista da ballo era sterrata e non certo praticabile, per cui i ballerini hanno fatto del loro meglio sudando su un lenzuolo d'asfalto ai bordi della strada.

11 consiglio di Zona ha provveduto a refrigerare gli astanti con bibite, gelati e ghiaccioli di-

Il mercato verrà spostato?

Per via Osoppo chiesto un incontro col sindaco

Un'eventuale trasferimento del mercato ambulante in viale Aretusa, dato per certo da un quotidiano, non terrebbe conto delle esigenze degli abitanti della zona

In merito ad un articolo apparso sul quotidiano "La Notte" del 30 giugno scorso sotto il titolo "Il mercato di via Osoppo passerà in via Aretusa", il Consiglio di Zona 19, con un ordine del giorno votato all'unanimità il 9 luglio scorso, ha chiesto al sindaco Tognoli se le notizie contenute in tale articolo corrispondono o meno a decisioni della Giunta Comunale.

In ogni caso il Consiglio di Zona 19 ha precisato, sempre nel suddetto ordine del giorno, che:

I) Non corrisponde al vero che il Consiglio di Zona 19 non ha dato alcuna indicazione (vedere lettera del presidente Danilo Pasquini del 19 gennaio 1984) e sarebbe comunque grave una decisione sulla testa degli abitanti della Zona 19.

2) Il problema mercato interessa gli abitanti delle zone 6, 17, 18 e 19 i cui Consigli di Zona

si sono incontrati con l'assessore al commercio all'inizio dell'anno su richiesta del Consiglio di Zona 19.

3) Gli spartitraffico di viale Aretusa, ora squallidi e polverosi, dovrebbero essere sistemati, da piazza Siena a piazzale Selinunte, a verde attrezzato ed a parcheggi auto, come da anni chiedono gli abitanti. In particolare si è in attesa della chiusura del tratto dietro il Mercato comunale di piazzale Selinunte come pure di viale Mar Jonio, per realizzare un'isola pedonale attrezzata per gli abitanti che non hanno altre zone di riposo e sosta fuori dal traffico.

Il Consiglio di Zona 19 ha pertanto chiesto con urgenza un incontro con gli assessori Korach, Capone e Valentini per chiarire la situazione e per portare a soluzione i problemi sia di via Osoppo, sia di viale Aretusa.

stribuiti gratuitamente ed offerti da ditte; una piccola lotteria con distribuzione gratuita dei biglietti ha fatto felici quattordici persone che si sono portate a casa matasse di lana, per altri ci sono stati altri omaggi tra cui libri e giornali.

Ad un tavolo si raccoglievano firme per una petizione riflettente il problema delle pensioni; ad un altro tavolo avveniva la distribuzione di biglietti gratuiti del Comune di Milano per manifestazioni musicali e si raccoglievano adesioni per uno spettacolo a condizioni particolari alla Scala riservato ai sessantenni ed oltre.

Appiccicati alle piante manifesti, cartelli di richiamo e trasversalmente uno striscione esaltante il volontariato a favore degli anziani.

Amaro bilancio di questa iniziativa: una sola adesione di una volontaria pure se l'abnegazione di esponenti del Centro assistenza a domicilio sia di piazzale Segesta sia di via Ojetti ha dato fiato alle trombe.

Presenti le consiglieri di zona Bianca Giorcelli e Rosanna Ferri nonché Carla Garibolsi, Maria Vittoria Viola e l'instancabile Linda Melis;una rappresentanza del volontariato a favore degli anziani di Vigevano ha tratteggiato le tappe di varie iniziative in corso per gli appartenenti alla terza età presso il "Centro Anziani" della sua città, sottolineando la possibilità di uno scambio in particolari condizioni di necessità tra i vari centri, anche fuori i confini della provincia.

Ora le assistenti volontarie e tutti i volontari della nostra zona lanciano un altro appello attraverso Milano 19 per sollecitare chi possa farlo ad aderire a questa iniziativa di squisito carattere sociale e di elevato valore umano: dove non arrivano le strutture della burocrazia giungano i volontari a portare il tributo d'una grande solidarietà verso chi è anziano, solo, bisognoso.

Il 22 settembre Serata di poesia al Centro Comunitario

Il giorno 22 settembre alle ore 21, presso il Centro Comunitario di via Lampugnano 145. si terrà una sertata di poesia per i soci del Gruppo Sirio. Gli intermezzi musicali sono affidati alla bella voce della solista di chitarra Silvia De Todaro.

Riferendosi alla richiesta avanzata dal signor Carlo Vaghi e da altri agricoltori circa il mantenimento dell'attività agricola esistente nel Parco di Trenno, il Consiglio di Zona, in una recente seduta, ha fatto rilevare che il Piano Particolareggiato già lo contempla destinanto l'area in questione a verde agricolo.

Il Consiglio di Zona 19 fa invece notare la necessità di una precisa normativa dell'attività agricola ammessa nel Parco, come già proposto dallo stesso

Consiglio nel parere formulato il 21 aprile 1943.

Difatti una risposta adeguata alle richieste del signor Vaghi e degli altri agricoltori al fine di stabilire le condizioni di certezza per lo svolgimento delle attività agricole ammesse nell'ambito del Parco di Trenno può derivare esclusivamente dalla formulazione di apposite norme tecniche ha fatto rilevare il Consiglio di Zona 19, che ha altresì invitato l'Amministrazione Comunale ad un sollecito impegno per dare tale risposta.

Una giornata di sci in Zona 19

A sciare col metrò alla "montagnetta"

La manifestazione dovrebbe svolgersi tra il 15 ed il 2 1 ottobre prossimi per iniziativa dello Sci Club Lombardia, con il patrocinio del Consiglio di Zona

Nella seduta del 19 luglio scorso la Commissione Cultura, Sport e Tempo Libero del Consiglio di Zona 19 ha espresso parere favorevole ad una richiesta della Sezione Sci Club Lombardia di poter organizzare una manifestazione promozionale denominata "Una giornata di sci alla Zona 19 —Vai a sciare in metrò alla montagnetta", che dovrebbe svolgersi dal

15 al 21 ottobre prossimi.

Tale manifestazione, nelle intenzioni dei promotori, si propone di far conoscere i circa 150 "sci club" e CRAL aziendali che operano "spontaneamente" nel settore sciistico ed il programma, che lo Sci Club Lombardia si propone di definire più dettagliatamente quanto prima, prevede gare per dilettanti di discesa libera, sci di fondo e ski-roll,

manifestazioni folcloristiche di gruppi delle principali stazioni sciistiche delle regioni Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta e Trentino Alto Adige, stand e posti di ristoro tipici di tali località, nonché la presenza di noti maestri di sci a disposizione di chi vuole imparare. Viene precisato che la partecipazione del Consiglio di Zona 19 sarà limitata al patrocinio della manifestazione con il solo onere della sua pubblicizzazione attraverso la stampa e l'affissione di manifesti e locandine, mentre lo Sci Club Lombardia sosterrà tutte le spese e gli oneri relativi all'organizzazione, comprese le coperture assicurative di ogni tipo.

Nella foto un'immagine di una manifestazione sciistica svoltasi sul monte Stella nel dicembre scorso.

Quali sono quelle ammesse? Le attività agricole nel Parco di Trenno
utirtkfi/CRONACA milano 19 - pagina 6 settembre 1984
a.t.
1111111111111111111111111111111111112111111111111111111111111111111111111,1111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 Carni LA PRIMA.
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Condoglianze

Presa di posizione del PCI anche per i box al Gallaratese

La maggioranza del Consiglio di amministrazione dell 'IAC PM ha approvato la vendita dei cortili senza tener conto dell'opinione degli assegnatari

della DC per la morte di Berlinguer

A complemento di quanto abbiamo già avuto modo di riferire nel nostro numero di luglio-agosto ci viene precisato che, oltre al Partito Socialista Italiano, a Democrazia Proletaria ed al Partito Socialista Democratico Italiano, anche la Democrazia Cristinana della Zona ha fatto pervenire, in occasione della morte di Enrico Berlinguer, le sue condoglianze al gruppo consiliare comunista ed alle sezioni del PCI della nostra zona.

EI canton del barbee

La verifica

Ciao! Allora che ne dici della verifica?

La verifica de cosse? Del nivell de l'oli o de quell de l'acqua?

Cosa c'entrano il livello dell'olio e quello dell'acqua?

Perché? Ti ne la toa macchina te i verifichet mai?

Ma io non stavo parlando di automobili!

Ah, no? E allora de cosse che te parlavet?

Ti ho chiesto cosa ne pensi della verifica di governo che c'è stata alla fine di luglio.

Te voeut di de quand che quei del pentapartiii hann taccaa lit tra de lor pussee del solit?

Beh, litigato... Diciamo che c'è stato tra loro un dibattito politico di chiarificazione.

Disemell pur, se te voeut... Ma gh'è mancaa pocch che se ciappassenn a cortellad.

Comunque poi sono arrivati ad un accordo.

Sulla questione della costruzione dei box per il ricovero di autoveicoli al Gallaratese le Commissioni Casa e Territorio delle sezioni Luglio 60, Ernesto Ragionieri e Giuseppe Di Vittorio del Partito Comunista Italiano, tutte con sede nel quartiere, ci hanno fatto pervenire il seguente comunicato:

Il presidente Accetti ed il Consiglio di amministrazione dell'IA C PM (con il voto contrario dei due rappresentanti del PCI e di quello del SUNIA) hanno sfidato i cittadini del quartiere approvando la vendita dei cortili per la costruzione dei box, affrontando a nostro parere in modo errato un con-

creto interesse, senza però tenere in considerazione l'opinione dei diretti interessati espressa nelle assemblee consultive indette dallo stesso IACPM.

Ancora una volta dobbiamo denunciare il metodo usato dalli, maggioranza del Consiglio di amministrazione ed invitiamo i cittadini a mobilitarsi affinché riACPM riveda l'intera operazione.

Il gruppo del PC! in Consiglio Comunale ha chiesto che 'Amministrazione intervenga sollecitando interventi secondo un progetto unitario che preveda l'individuazione di aree collegate alla domanda reale e potenziale.

Una vedova infelice in divieto di sosta

Promosse dal Gruppo H della Zona

In undici tavole rotonde si è discusso di handicap

Un'altra decina in programma non hanno potuto essere attuate perché il Decanato del Gallaratese non si è reso disponibile - Prospettata per i giovani la possibilità di seguire un corso all'Istituto Don Gnocchi

La sottocommissione denominata "Gruppo H"costituitasi in seno alle Commissioni Educazione e Sanità del Consiglio di Zona 19 per svolgere attività relative al problema degli handicappati, ha effettuato, fino al luglio scorso, undici tavole rotonde della trentina previste da un'apposita delibera del Consiglio di Zona.

Di tali tavole rotonde otto sono state tenute nelle scuole superiori della zona ed hanno coinvolto circa 1500 studenti delle classi quarte e quinte, mentre le altre tre sono state tenute rispettivamente presso il Circolo ECER, con la collaborazione del Centro Culturale ECER, presso la palestra della scuola elementare di via Borsa, 'in collaborazione con la Polisportiva Libertas, e nel complesso Monte Anniata, in collaborazione con lo Spazio Monte Amiata, ma purtroppo queste ultime hanno visto una scarsa partecipazione di adulti, nonostante la capillare diffusione di volantini nelle caselle.

On accord?! Ma se s'hinn tovaa dacordi domà su tre robb!

Ossia?

Per prima robba hinn staa tucc dacord, cont el Craxi in testa, de tegniss el cadreghinn.

Beh... per garantire la governabilità.

Si, la scusa l'è bona...

Mmm... E la seconda cosa?

De passagh sora ona man de bianch su l'affari de la Pi dò.

Come sarebbe a dire passargli sopra una mano di bianco.

Si, insomma, de mett tutt a tasè.

Ma se proprio perché figurava nelle liste della P2

Longo si è dimesso da ministro.

Si, ma... cont tanti scus da i sò amis del pentapartii.

Beh... È pur sempre il segretario di uno dei cinque partiti della maggioranza.

E magara hann pensaa che l'è semper mei tegnissell bon.

Può essere... E quale sarebbe la terza cosa?

La solita decision de fregà quei che lavorenn.

Fregarli in che senso?

Te minga vist che hann confermaa el tal) de la scala mobil, hann cressuu i ticket su i medesin... E adess parlenn anca de taijà i scatt de anzianità. Te set se te disi?

Cosa?

Che cont sto governo chi invece che andà avanti ris'ciumm de andà indree.

In che senso?

Te vedet minga ch'el cerca de portann via tutt quell che emm guadagnaa in tanti ann de loti e de sacrifizi?!

Comunque questo governo ha ottenuto la fiducia.

Te capiret che robba!

Cosa intendi dire?

Visto che con l'andar degli anni molte fontanelle sono state rimosse e non più sostituite ben vengano quelle nuove, ma questa di via Sant'Elia, ai piedi del Monte Stella, ci sembra fuori posto.

Ai bordi del marciapiede di una via di grande traffico, che, specie nelle giornate di manifestazioni sportive o di altro genere, spesso si congestiona in modo tale che alternativamente viene fatta percorrere in senso unico, questa "vedova" (come venivano un tempo chiamate a

Milano le fontanelle pubbliche) ci sembra veramente fuori posto.

Quando si è stabilito di piazzarla in quel punto non si è pensato che, dopo aver urlato per due ore allo stadio, qualche tifoso con la gola arsa nel vederla non faccia sosta magari con una frenata improvvisa con conseguenze per il traffico facilmente immaginabili?

Insomma secondo noi si tratta di una "vedova infelice" in divieto di sosta.

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Un'altra decina di incontri programmati non ha potuto invece essere effettuata perché il Decanato del Gallaratese (interpellato dalle responsabili delle Commissioni Educazione e Sanità Gabriella Finazzi e Rosanna Magni Ferri) non si è reso disponibile per la programmazione di tavole rotonde nelle parrocchie.

I contatti con gli studenti sono stati i più positivi. Oltre che prendere coscienza del problema esistente in tutta la sua drammaticità (bastino le cifre degli handicappati presenti nelle strutture della nostra zona: 18 nelle 20 materne più 23 in una materna speciale, 155 nelle 16

elementari più 111 in un'elementare speciale. 88 nelle 8 medie più 52 nelle due medie speciali e 17 nel CTR per adulti) i ragazzi hanno difatti posto moltissimi interrogativi circa la "prevenzione" di questo fenomeno (analisi cliniche, visite prematrimoniali, esami in gravidanza, ecc.). Si sono anche avute cinque adesioni alla Cooperativa di Servizio che con le tavole rotonde si andavano sollecitando.

In considerazione di tali dati positivi, le coordinatrici delle due commissioni del Consiglio di Zona interessate pensano di riprendere l'iniziativa a settembre, chiedendo ad altri enti culturali e sportivi la loro collaborazione e prospettando la possibilità per i giovani che ne fossero interessati di seguire un corso presso ristituto Don Gnocchi che metterà a disposizione un'équipe psico-medica

Che subit el dì dopo ch'el gh'ha avuu la fiducia l'è andà sotta tre volt.

Ti riferisci ai tre decreti bocciati?

T'ee propri indovinaa.

Ma hanno detto che si è trattato di un infortunio estivo causato da molti deputati in fuga verso il mare.

Deputaa de guai partii?

Beh... Di quelli del pentapartito.

Se ved che hann preferii andà al mar puttost che vota a favor di decrett presentaa dal governo.

Credi?

Come no! Gh'hinn staa perfina di deputaa del pentapartii che hinn minga andaa al mar e hann votaa contra i decrett governativ!

Si tratta dei soliti franchi tiratori. E con questo?

Cont quest de che fiducia te me vegnet a parlò?

Damm atrà a mi: stò governo chi l'è come on'automobil scassada che ghe funziona domà la marcia indree.

Cosa vorresti dire?

Ch'el gh'ha minga bisogn de venfich.

E perché

Perché l'è pussee convenient trall via e fann on alter de bel noeuv! Ciao, te saludi! el barbee

ep_Ayi E FoghAoi : lL DUE SekUZ4 dr,S, tt

MAGGIORAAJZ4...

In via Sant'Elia
APICOLTURA NOMADE F.LLI MORO G.C. &C.
dir settembre 1984 uartCRONACA
A Pala77o Marino

Verifichiamo cosa si è fatto in dieci ami nella nostra zona

Siamo ormai entrati nell'ultimo anno di legislatura del primo Consiglio di Zona eletto direttamente e nel prossimo giugno saremo chiamati a votare per rinnovarlo assieme ai consigli comunale, provinciale e regionale.

Siamo quindi al dunque. È tempo di tirare le somme.

Cosa è stato realizzato nella nostra zona in questi cinque anni? O,

meglio ancora, cosa è stato realizzato, sempre in questa nostra porzione della città dalla Giunta municipale di sinistra da quando, nel 1975, ha assunto la guida dell'amministrazione comunale ad oggi?

Potremmo fare lunghi discorsi. Forse potremmo essere covincenti o forse no, ma pensiamo che in momenti come questi il giudizio non stia a noi darlo, ma debba essere ponderatamente dato dei cittadini sulla base di precisi dati di fatto.

Via Borsa 1976 costruzione nido d'infanzia prefabbricato con contributo regionale

1980 - seconda costruzione asilo d'infanzia costruzione tratto di via Borsa secondo il nuovo tracciato del Piano Regolatore Quartiere Gallaratese

1983 - entrata in funzione della casa Albergo

Via Alex Visconti

1981 -- installazione di un ascensore categoria A nella scuola elementare

Case popolari comunali Quartiere S. Leonardo -

1982 - opere di manutenzione straordinaria

Gallaratese G I 1982 - permuta di aree con I'IACPM Centro Civico 1980 - inizio lavori di costruzione (poi sospesi) 1983 - ripresa dei lavori di costruzione incarico a professionisti per progettazione variante

Metropolitana

1980 12 aprile inaugurazione nuovo tratto da QT8 a S. Leonardo

1983 lavori di costruzione del prolungamento lino a Molino Dorino

Pertanto riteniamo che la parola debba essere ceduta all'arido, ma eloquentissimo, linguaggio delle cifre. Per questo abbiamo reputato utile fornire ai nostri lettori elementi di valutazione indicando in queste pagine le principali opere pubbliche pagate dall'Amministrazione comunale milanese dal 1976 a tutto il 1983 (i dati consuntivi del 1984 non sono ovviamente ancora disponibili) sulle competenze di bilancio dal 1975 al 1983.

Via Belli 1982 sistemazione a centro socio-sanitario dell'ex-scuola materna

- Via Cechov 1982 - costruzione asilo nido

- Cetro sportivo Capelli-Sforza 1981 -- sostituzione cavi elettrici ripristino pavimenti di legno palestra pallacanestro

- Centro balneare Lampugnano

1976 - sistemazione esterne ed allacciamenti

1981 -- formazione locale segreteria -- costruzione di una parete divisoria

- Via Chiarelli 1976 - costruzione nuovo mercato comunale 1977 - sistemazione aree esterne al mercato - apertura nuova farmacia comunale 1983 - sistemazione area a verde pubblico attrezzato

Ci riserviamo di fornire maggiori elementi di valutazione nei prossimi mesi analizzando più dettagliatamente, quartiere per quartiere, i singoli interventi attuati, in fase di attuazione, finanziati ed in fase di progettazione, confrontandoli anche con le esigenze e le aspettative dei cittadini, in modo che essi possano disporre, al momento del voto, del maggior numero di informazioni e di elementi di valutazione e di giudizio che saremo in grado di fornire loro.

- Via sant'Elia 1981 - costruzione di strada di collegamento da piazzale Kennedyu a via Sant'Elia costruzione di strada di collegamento tra via Sant'Elia e via Trenno tombinatura del fiume Olona dal Quartiere Gallaratese a via Sant'Elia

Figino

1977 - costruzione impianto depurazione biologico

1978 - estensione rete fognaria

1979 - fognatura via Lucio Cornelio Silla - Fratelli Morelli - Zanzottera tombinatura fontanile Maiera

1980 - sistemazione straordinaria strade comunali

1981 - costruzione fognatura lotto 21 e tombinatura fontanile Monza

1982 -- costruzione impianto di illuminazione via Anghileri-Rosaio \

Canale deviatore Fiume Olona da Pero a Conca Fallata

1978 - Primo, secondo e terzo stralcio del primo lotto, opere straordinarie secondo lotto

1979 - costruzione primo lotto revisione prezzi

1980 - secono lotto primo stralcio

1981 -- primo lotto costruzione

secondo lotto primo stralcio \

1983 -- costruzione terzo lotto, quarto stralcio da via Ponte del Guiscano terzo lotto secondo stralcio da monte cascina Marozzi a Caldera

Centrale Acqua Potabile via Novara

1978 -- costruzione

1979 -- costruzione 2 pozzi con camerette

1980 - costruzione 5 pozzi completi di cameretta -- fornitura in opera di 22 cavi elettrici armati

1982 - collegamento con Cascina Bellaria

Abitato di Trenno 1976 -- completamento costruzione impianti di fognatura

Cascina San Romano 1982 - opere di rifacimento e copertura

Via Novara 228 (stabile comunale in affitto)-

1981 - costruzione rete fognatura

1983 - interventi urgenti sistemazione copertura stabile

Centro comunitario di via Lampugnano 145

1981 - riordino e ripristino dello stabile

1983 - lavori di riordinamento e risanamento acquisto arredi

Scuola elementare di via Lampugnano

1976 - costruzione

Via Torrazza 80/16

1982 -- demolizione di un vecchio fabbricato fatiscente

Cascina Conica

1979 - costruzione fognatura

Palazzo dello Sport

1976 - costruzione impianti di illuminazione

Via Novara (tra via Fleming e via Harar)

1976 - costruzione fognatura

1980 - costruzione impianto di illuminazione pubblica

1981 - allargamento sede stradale

Stadio San Siro

1979 - opere di rinforzo dei mensoloni mantellazione curve nord-est e nord-ovest

1980 -- consolidamento pilastri portanti delle 4 curve sistemazione locali spogliatoi e nuova palestra -- restauro strutture 1925/26, travi, pilastri e gradoni tribuna centrale sistemazione locali stampa e tribuna centrale nomina collaudatore lavori rinforzo e restauro

1981 rifacimento e sostituzione integrale dell'impianto di diffusione sonora

1983 adeguamento alle norme antinfortunistiche degli impianti elettrici e di illuminazione impianto di riscaldamento per uffici, officine, spogliatoi e mensa formazione nuovi ingressi pedonali e sostituzione cancelli

Via Trenno

1981 - costruzione fognatura - Centro Sportivo XXV Aprile 1980 - opere aggiuntive per potenziamento riscaldamento

Depuratore Gallaratese 1980 - completamento impianto

Monte Stella 1978 - impianto di illuminazione zona a verde campo giochi

1980 - sistemazione zona pianeggiante adiacente a piazzale Kennedy

1982 - sistemazione a verde, ricostruzione patrimonio arboreo e tagli di rinnovo

1983 - costruzione di impianto autonomo di irrigazione per sistemazione a verde

Via Cremosano 2

1980 interventi di manutenzione straordinaria in stabile comunale in affitto

Piazza Stuparich

1976 - allargamento carreggiata

Via Pogatschnig

1979 - ristrutturazione della rotonda antistante la palazzina del Consiglio di Zona per trasferimento biblioteca QT8

1981 - sistemazione a verde pubblico dell'area tra le vie Pogatschnig Terzaghi e Sant'Elia

1982 - riordinamento e risanamento palazzina del Consiglio dì Zona

Piazzale Lotto 1980 -- modifica straordinaria per nuovo capolinea bus ARM

centro Balneare Lido

1983 - trasformazione di 4 campi di tennis a fondo permanente

Asilo nido via Zamagna

1982 - costruzione

1983 - integrazione fornitura acqua calda - impianto di riscaldamento

- Scuola elementare via Paravia

1982 - riordino ed ampliamento impianto cucina

- Scuola materna via Paravia

1980 - incarico a professionista per progettazione

Via Arosio-Fleming

1976 - ripristino solai e coperture scuola materna

Via Pinerolo ang. via Harar

1981 -- sistemazione a verde

Via Patroclo

1981 - costruzione impianto di illuminazione nel tratto tra via Ippodromo e via Achille

- Centro Acqua Potabile San Siro (via Ottoboni)

1979 - fornitura in opera di apparecchiature elettriche ed idrauliche e di cavi elettrici armati

1980 - completamento sistema automatismo, telemetria e telecomando

1983 - fornitura in opera di apparecchiature elettriche ed idrauliche

Quartiere di San Siro

1980 - opere di sistemazione del verde a forfait

Piazzale Segesta 11

1981 Ñ- sistemazione locali palazzina per centro assistenza anziani

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Parco di Trenno 1979 - sistemazione definitiva di viali e vialetti 1980 - opere di manutenzione del verde a forfait „mitra'
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milano 19 - pagina 8 pagina 9 - milano 19 settembre 1984
Via Falk 1979 - costruzione campo giochi per ragazzi
A giugno ci saranno le elezioni amministrative. É il momento di tirare le somme

"Settimana antidroga" indetta dal Comune

L'obiettivo non deve però limitarsi a scacciare i tossicodipendenti perché sarebbe troppo poca cosa - Bisogna promuovere una nuova qualità della vita

Intorno alla metà di settembre sarà indetta dal Comune di Milano una "settimana antidroga", con una serie di iniziative su vari versanti, da quello ricreativo, a quello culturale, a quello sportivo, a quello dello spettacolo, accompagnate da una vera e propria campagna contro la diffusione della droga con manifesti, volantini e altro materiale informativo. "Questo sarà un anticipo della campagna che il Comune e l'Assessorato all'Assistenza e Sicurezza Sociale promuoverà in tutta Milano". ha affermato rassessore all'Assistenza ed alla Sicurezza Sociale Attilio Schemmari, che abbiamo intervistato dopo il sopralluogo da lui compiuto il 2 agosto scorso a Trenno per decidere in loco quali iniziative intraprendere per eliminare lo spaccio della droga e recuperare il quartiere e il suo parco ai

Deciso

cittadini. Sono stati così visitati i luoghi tristemente noti della nostra zona dove abitualmente si spaccia e dove i tossicodipendenti si ritrovano per potersi bucare "in tranquillità".

L'Assessore Schemmari si è poi incontrato con altri suoi colleghi di Giunta, gli Assessori Cuomo, Korach, Banfi e Polotti. con i quali ha esaminato i problemi e le proposte per quanto riguarda la viabilità, redilizia, i nuovi insediamenti a Trenno, l'illuminazione, la pulizia del parco ed un servizio di vigilanza anche notturno.

La palazzina del Centro Tempo Libero, inutilizzata ed ora utilizzata come rifugio da molti tossicodipendenti. sarà risistemata e messa a disposizione dei gruppi sportivi della zona, mentre si pensa di rendere finalmente agibile il Centro Comunitario

Area Betti-Ojetti Valentini ignora le opinioni degli altri assessori

di via Lampugnano per farne un luogo di incontro e di aggregazione per associazioni e gruppi culturali.

Ma bisogna stare attenti, e su questo concordiamo con rassessore quando afferma che"bisogna promuovere una nuova qualità della vita nelle zone che saranno recuperate, perché l'obiettivo non deve limitarsi a scacciare i tossicodipendenti perché sarebbe un risultato troppo povero". Va bene, ci siamo, ma adesso vogliamo vedere qualcos'altro: i famosi servizi di assistenza e:solidarietà in tutte le 20 zone del decentramento cittadino. le condotte mediche che funzionino veramente e non più poco e male come è stato finora, non per colpa di chi ci lavora. Ora attendiamo fiduciosi i primi provvedimenti per questo mese. Mauro Penco

Per sostituire via Albenga La materna Monte Baldo diventerà un asilo nido?

Lo ha proposto la Commissione Educazione del Consiglio di Zona, che ha anche prospettato un diverso utilizzo della struttura di via Albenga che potrebbe ospitare il Servizio Sociale di Zona e il Servizio Affidi

Il 16 luglio scorso la Ripartizione Educazione del Comune di Milano ha comunicato al Consiglio di Zona 19 la decisione di assegnare la struttura della scuola elementare di via Oderzo 3 all'Istituto professionale "Caterina da Siena".

Tale decisione, si legge nella comunicazione, è stata presa partendo dalla premessa che ormai da molti anni l'Istituto Caterina da Siena denunzia gravi carenze di spazi didattici e che finora si è fatto fronte a tale situazione con provvedimenti di emergenza. non adeguati alle necessità dell'istituto, che nell'anno scolastico 1983-84 ha visto la sua utenza distribuita fra

ben cinque strutture diverse, in alcuni casi assai lontane tra loro.

Preso atto, continua la comu òicazione, che dalle risultanze delle iscrizioni emerge per il Caterina da Siena l'esigenza di formare, per ranno scolastico che sta per iniziare, circa 15 classi in più, rilevato che l'edificio delle scuole elementari di via Oderzo 3. al QT 8, composto di 20 aule normali, verrebbe utilizzato per ranno scolastico 198485 da solo 8 classi, che possono trovare collocazione nella vicina sede della scuola elementare di Piazza Santa Maria Nascente, che verrebbe così ad ospitare complessivamente 15 classi a

fronte delle 18 aule di cui dispone, e tenuto conto che assegnando redificio di via Oderzo 3 al Caterina da Siena, quest'ultimo potrebbe ospitarvi le nuove classi, la Ripartizione educazione, sentito il Provveditore agli Studi, ha così disposto rassegnazione dell'intera struttura scolastica di via Oderzo 3 all'Istituto Caterina da Siena, con esclusione della parte al piano terra funzionante come centro cucina, ed il trasferimento delrutenza della scuola elementare di via Oderzo presso quella di piazza Santa Maria Nascente.

Nella foto la scuola di piazza Santa Maria Nascente.

Ignorando l'opinione degli altri assessori comunali ed il parere del Consiglio di Zona 19, l'assessore al Turismo - SportTempo Libero - Giardini, il socialdemocratico Luigi Valentini, ha deciso di fare dei giardinetti sull'area compresa tra le vie Omodeo, Lampugnano e Getti, nei pressi della palestra Cappelli Sforza.

In accordo con rAmministrazione Comunale, il Consiglio di Zona 19 ha da tempo stabilito che tale area venga attrezzata come area a verde, viabilità e parcheggi da realizzarsi a scomputo di oneri di urbanizzazione. Il progetto esecutivo dell'opera è stato elaborato dall'operatore responsabile secondo precise indicazioni del Consiglio di Zona e degli uffici responsabili della viabilità ed arredo urbano ed è stato approvato dallo stesso Consiglio di Zona 19, che già lo aveva inserito negli interventi a servizi per il Piano Particolareggiato di Attuazione 1982-85.

Agli inizi dell'estate, però, il Consiglio di Zona 19 ha constatato "con enorme sorpresa e disappunto" (come fa rilevare in un suo ordine del giorno) che una ditta abitualmente appaltatrice di opere di giardinaggio ha dato inizio alla posa di cordoli di calcestruzzo per la formazione di aiuole a verde su parte dell'area interessata al progetto.

Si è venuta quindi a configurare reventualità della realizzazione di un'opera parziale, in contraddizione con il più completo progetto di ambiente urbano onerosamente realizzato da una parte dell'Amministrazione Comunale in contraddizione di opere organicamente pianificate di concerto da più parti della stessa Amministrazione e la cui realizzazione è prevista a breve termine e cemporterebbe lo smantellamento delle opere per la sistemazione di parte dell'area ad aiuole, la cui realizzazione è stata sospesa in seguito all'intervento del Consiglio di Zona.

I comunisti delle sezioni Luglio '60 ed Ernesto Ragionieri del P.C.I., profondamente commossi, si uniscono, con grande affetto, all'immenso dolore del compagno Carlo Xamo e della sua famiglia per la prematura scomparsa del figlio

La redazione e l'amministrazione di Milano 19 partecipano al lutto che ha colpito il direttore del giornale per la morte della sorella

La questione dell'Asilo nido di via Albenga dichiarato inagibile dall'Ufficio Igiene comunale ed attualmente ospitato presso l'Asilo nido di via Zamagna (la cui utenza è ora nel nuovo asilo nido di via Paravia) è stata oggetto di particolare attenzione (viste anche le petizioni dei genitori dell'asilo nido di via Albenga e della scuola materna di via Monte Baldo) di particolare attenzione da parte della Commissione Educazione del Consiglio di Zona 19, che, seguendo i suggerimenti contenuti in una lettera della dottoressa Marchioli del Coordinamento

Pedagogico degli Asili Nido, ha accertato che nella scuola materna di via Monte Baldo rutenza è risultata così suddivisa: iscritti anno scolastico 1983-84 settanta, meno 23 passaggi alla scuola elementare, rimanenti 47 (di cui 17 fuori zona), confermati 45 meno due successivamente trasferiti, totale 43.

Nel contempo è stato effettuato un sopralluogo. da parte della Ripartizione Lavori Pubblici e Impiantistica di zona, che hanno inviato la loro proposta di ristrutturazione della scuola

Al

materna di via Monte Baldo, per la quale sono state bloccate, a partire dall'anno 1984-85, le iscrizioni, che sono state dirottate nelle vicine vie Arosio e Don Gnocchi.

Pertanto la Commissione Educazione ha proposto al Consiglio di Zona 19 di sollecitare la ristrutturazione della scuola materna di via Monte Baldo e di adibirla ad Asilo Nido in sostituzione di quello di via Albenga„ che non risponde agli standars previsti per tali strutture. A sua volta lo stabile di via Albenga dovrebbe essere ceduto dall'Assessorato all'Educazione al Demanio per essere poi utilizzato dagli assessorati cui fanno capo i servizi che potrebbero trovarvi spazio quali, secondo la Commissione Educazione del Consiglio di Zona, il Servizio Sociale di Zona, attualmente ospite del Centro Anziani di _piazzale Segesta, il Servizio Affidi, attualmente ospite (a rotazione) in una saletta del Consultorio familiare, mentre potrebbe essere ampliato lo stesso Consultorio familiare, che ha sede nella contigua struttura.

Tutto questo perché, da quando lo stabile è stato occupato, le canne delle immondizie sono ingombre e nessuno si è ancora interessato ad una soluzione igienicamente valida.

CRONACA
dalla Ripartizione educazione La scuola di via Oderzo assegnata all'Istituto Caterina da Siena
Gallaratese Discarica di rifiuti a... cielo aperto
Gli abitanti di Via Cilea 122 e 124 si lamentano degli odori fastidiosi emanati da un deposito di immondizie ubicato nella stessa via al numero civico 120 (i tanto discussi grattacieli blu) ma a pochi metri dalle loro finestre.
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milano 19 - pagina 10 settembre 1984
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settembre

È

Appello per una raccolta di firme

urgente varare

una

legge

contro la violenza sessuale

Perché il testo elaborato e concordato dalla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati non è ancora stato ratificato dal Parlamento? - Tocca alle donne chiedere che venga discusso ed approvato al più presto

La discussione che si è animata attorno al progetto di legge contro la violenza sessuale dimostra quanto siano profonde le radici culturali che collocano la donna nel ruolo di oggetto subordinato al desiderio maschile. Riesce difficile a molti realizzare che un atto di sopraffazione, tanto comune nell'esperienza sessuale di tutti, possa essere letto in chiave di "violenza", e quindi di crimine perseguibile e punibile dalla legge. Sorgono subito le domande: come?, quando?, perché?, un atto che viene definito d'amore possa trasformarsi in un atto di violenza; come, quando, perché una donna rassegnata a soddisfare il desiderio maschile può essere riconosciuta come vittima della violenza.

La proposta di legge dunque ha aperto un profondo squarcio nella mentalità corrente a proposito dei diritti sessuali della donna, della più profonda struttura del desiderio maschile, della parità e libertà di espressione nel rapporto fra uomo e donna. Emergono contenuti inesplorati; e inesplorabili finché gli strumenti del sapere e l'indipendenza economica erano preclusi alla femminilità.

La legge tocca solo gli aspetti estremi dell'ingiustizia; ma da questi è inevitabile discendere

11a concezione che li permette, e quindi alla quotidianità dell'esistenza individuale, di coppia, sociale. Un percorso ormai tracciato si propone alla riflessione di tutti, induce a prendere coscienza della disparità che ancora oggi tiene le donne lontane dai luoghi pubblici, e da una gestione attiva della propria progettualità.

Dalla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati è stato elaborato e concordato un testo di legge che attende la ratifica in Parlamento. Dopo tanti rinvii occorre sollecitarne il dibattito e l'approvazione parlamentare: tocca alle donne chiederlo con autorevolezza, con la fondata dignità di cittadine consapevoli dei propri diritti.

è ora di studiare

C'era un signore che faceva collezione di orologi così costosi che nessuno poteva permetterseli. Per completare la collezione mancava un solo orologio, molto raro. Lo cercò dappertutto, poi venne a sapere da alcuni marinai che era sulla pinna di una balena molto vanitosa.

Questa balena aveva visto, un giorno, l'orologio su una spiag-

Inscì mangia Meneghin (cucina milanese - 2) Cotelett a la milanesa (costolette alla milanese)

E voce diffusa che il milanese, sempre di premura in tutte le vicende della vita, sia piuttosto spiccio anche in cucina; ma la celebre costoletta alla milanese è invece un piatto che va accuratamente preparato per onorare la rinomanza acquisita.

Indichiamo gli ingredienti per quattro persone: 4 costolette di vitello con l'osso, meglio se tagliate dalla parte del carré; 2 uova fresche; I etto di burro; pane grattugiato in proporzione e sale.

Prima operazione da farsi è quella di togliere con cura la pelle dalle nervature e tagliuzzare le stesse per evitare che cuocendo la carne si raggrinzi, indi batterle col pestacarne.

In una fondina (piatto fondo) sbattere bene le uova intere, tuorlo e albume, con un pizzico di sale e lasciare riposare un momento, giusto il tempo per preparare il pane grattuggiato; dopo avere rimestate ancora un poco le uova passare le costolette in esse e quindi rigirarle nel

Per il 5° anno consecutivo al Monte Stella

Alla Festa de rUnità la Milano del Duemila

Nei quindici giorni di manifestazione sono programmati dibattiti, spettacoli ed interessanti mostre, tra cui una sul tema "Berlinguer a Milano" - Due punti di raccolta per le firme per il referendum contro il taglio della contingenza

Meneghino

pane grattugiato che deve aderire bene ed uniformemente.

Soffriggere il burro in una capace padella, quindi riporre delicatamente le costolette e farle bene dorare da ambe le parti a fuoco moderato: a cottura raggiunta disporre le costolette in un piatto di portata preventivamente tenuto al caldo ed irrorare col burro rimasto nella padella.

Salare moderatamente e presentare ancora calde con fette di limone.

Questo tipico piatto milanese è adatto in qualunque stagione, siáadegua a qualsiasi contorno di verdure crude o cotte e si gusta anche con sottaceti; forse per questo motivo nelle scampagnate dei tempi meno recenti le costolette alla milanese venivano consumate anche fredde. (continua)

gia: era uscita dall'acqua, aveva indossato l'accappatoio, calzato gli zoccoli e, per non spaventare i bagnanti, si era infilata un paio di occhiali neri.

Piano piano si era avvicinata all'orologio per prenderlo, ma lui, vedendosi accanto un animale grande come una montagna tentò di fuggire. Nella fuga perse alcuni pezzi, così non ebbe più la forza di correre e la balena riuscì ad afferrarlo.

Mentre veniva trascinato in acqua l'orologio urlava a squarciagola: Aiuto! Aiuto! Mi rapiscono! I bagnanti chiamarono i carabinieri, ma, quando questi arrivarono, la balena era ormai al largo. Il collezionista riuscì ad individuare l'animale perché l'orologio continuava ad urlare sott'acqua: Aiuto (glu, glu) aiuto!

Sapendola vanitosa, ruomo propose alla balena uno scambio: l'orologio in cambio di uno specchio lavorato con pietre preziose. Essa accettò con grande sollievo e riuscì finalmente ad uscire dall'acqua.

Ancora oggi i turisti vogliono vedere la famosa balena che nuota specchiandosi e si crede una diva.

Il rtacconto dal titolo "l'orologio e la balena" è il frutto dell'inventiva di un gruppo di ragazzi, ragazzi che frequentano la 2a classe D di Bettola (Peschiera Borromeo).

La poesia che proponiamo è il frutto di una sola mente, di un alunno (Alessandro Chiodaroli) della seconda elementare di Via Scialoia (Affori).

Voli

Uccelli liberi volano nell'aria leggera, in cima a una montagna petali bruciano al sole Lucciole brillano nella brezza della sera Di mattina ali bianche di farfalle sembrano petali di fiori.

Si è proposto il racconto e la poesia di due scuole diverse ed al di fuori della zona 19. La preferenza è andata a loro perché nei tanti lavori di gruppo rientra anche la lettura ed il commento di articoli relativi a quotidiani e giornali di varie zone milanesi, fra cui il nostro Milano 19.

Il rammarico è che l'interesse verso la zona 19 venga svolto da gruppi di alunni che ne vivono al di fuori mentre scarso interesse è dimostrato dagli alunni e studenti "di casa".

Vuol essere uno stimolo, con l'apertura del nuovo anno scolastico, a leggere Milano 19. a portarlo nella scuola e soprattutto ad inviare lavori di gruppo e di classe per meglio far conoscere il nostro giornale e la nostra zona e per raffrontarli e migliorarli.

Leoclema

Si è inaugurata il 31 agosto, e si protrarrà fino al 16 settembre, la ormai tradizionale Festa Provinciale de l'Unità allestita anche quest'anno, per il quinto anno consecutivo, al Monte Stella, al QT8. Questa quinta edizione della festa sulla "montagnetta" della nostra zona si estende su un'area di circa 20 mila metri quadrati (25 mila considerando anche la struttura del Teatro Tenda), vale a dire su una superficie del 15% in più rispetto all'anno scorso, e si presenta assai più completa delle precedenti ed in grande stile. I temi sono quelli dell'Informazione e della Milano futura, con particolare attenzione al campo informatico ed a tutte le trasformazioni e gli sviluppi che la città subirà da oggi al Duemila ed oltre.

Otto ristoranti, diversi punti di ristoro di vario genere (dalle

spaghetterie, alle pizzerie, alle birrerie, alla pasticceria, al bar cubano), un settore mostre triplicato rispetto agli anni passati (circa 1.600 metri quadrati), circa 5000 metri quadrati per esposizioni private e di fabbriche o centri sociali, spettacoli e dibattiti (quasi sempre due al giorno: alle 18 ed alle 21).

Il programma, assai panicolareg,giato, avrà il suo culmine nel comizio di chiusura (sabato 15 settembre) di Aldo Tortorella, e comprende anche importanti dibattiti di carattere politico, economico-sociale, sulla questione morale, sulle carceri e sui poteri occulti.

Per quanto si riferisce alle mostre ne sono state allestite alcune molto interessanti, prima fra tutte quella sul tema "Berlinguer a Milano", ma anche una su Togliatti (nel ventennale della morte) sui problemi della

pace e dello sviluppo, su Milano futura, in due sezioni, e, dulcis in fundo, una di quadri d'arte.

Sempre nell'ambito della Festa provinciale de l'Unità è stato pure indetto un concorso fotografico aperto a tutti sul tema "Città di Donna, immagini di vita".

Ci sono poi a disposizione dei visitatori ben due punti di raccolta delle firme per il referendum abrogativo del decreto "di S. Valentino", che ha tagliato, nei primi sei mesi di quest'anno, quattro punti di contingenza nelle buste paga dei lavoratori dipendenti.

Insomma, quindici giorni di Festa che si preannunciano "memorabili", in cui dibattiti ed impegno politici stanno fianco a fianco al piacere di un sano divertimento ed alla gioia di stare insieme.

A 40 anni dalla Liberazione

Lo hanno richiestofbrmalmente i presidenti delle Sezioni AN PI delle Zona 19 e 20 affinché esso sia di stimolo contro tutte le guerre e le violenze

I presidenti delle Sezioni ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) GallarateseTrenno-Lampugnano, San Siro, Codé-Montagnani, Musocco e Quarto Oggiaro hanno inviato ai presidenti dei Consigli di Zona 19 e 20 una lettera in cui, a seguito di dibattiti nei rispettivi comitati riunitisi in seduta comune raggruppante territorialmente le zone del decentramento cittadino 19 e 20, fanno rilevare la grave carenza della mancanza di un monumento ai Caduti della Resistenza di Milano nella nostra città, che pure è insignita di Medaglia d'Oro al Valor Militare per il

ruolo da lei svolto nel corso della Guerra di Liberazione. Nella ricorrenza del 40° anniversario della Liberazione (che ricorrerà il prossimo anno) sarebbe opportuno, fanno rilevare i presidenti delle suddette sezioni dell'ANPI, che i Consigli delle Zone 19 e 20 si rendessero promotori, nei confronti del Consiglio Comunale di Milano, di un'iniziativa per la realizzazione nella nostra città di un Monumento a ricordo dei Caduti della Resistenza "avente temi ricordanti i sacrifici e tale da essere di stimolo contro tutte le guerre e le violenze".

Ricordiamo che già da tem-

Dott.

po la Sezione ANPI di San Siro aveva avanzato la proposta di realizzare un giardino-monumento per ricordare gli abitanti del quartiere caduti vittime del fascismo, ma che tale proposta non ha finora potuto passare alla fase di attuazione. C'è da sperare che analoga sorte non tocchi all'attuale richiesta delle sezioni ANPI delle zone 19 e 20 e che, a quarant'anni dalla Liberazione, Milano abbia finalmente un monumento a ricordo dei suoi figli che hanno sacrificato la loro vita per ridarle la libertà.

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Milano deve avere un monumento per i caduti della Resistenza
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Settembre...
La scuola è più bella se si lavora in gruppo
L'esperienza di due scuole elementari dove, tra cui Milano 19, si leggono e commentano i giornali

Troppo spesso ci dimentichiamo dei nostri fratelli minori

In questi ultimi mesi estivi abbiamo visto ancora una volta cani e gatti abbandonati per strada dai loro padroni - Non si potrebbe avere nella nostra zona una succursale del Canile Municipale?

sua piccola tattona di Zeehondencréche qualche chilometro fuori da Pieterburen, provincia di Groeningen, ha iniziato con tutta la sua famiglia questa insolita attività quando ha preso in cura una piccola foca ferita e più morta che viva, raccolta da sua figlia mentre giocava su una piccola spiaggia del mare del Nord.

Sfamata con latte versato in un imbuto, ospitata nella vasca da bagno, curata e riportata in buona salute, quella foca è stata la prima di una schiera sempre più numerosa di animali ospiti dapprima e poi ricondotti al primirivo ambiente naturale.

Quando le spese furono eccessive, intervenne una sovvenzione statale e rintraprendente ignora Hart costruì vasche e piscine, infermeria e recinti per le convalescenze.

produzione propria della Lucania OLIO RADINO

Extra vergine di oliva di prima pressione a freddo naturale di trafittile

Non è facile in Italia stare dalla parte degli animali. Se una persona zoofila azzarda qualche proposta pro-nostri-fratelliminori un coro maggioritario si alza a zittire infastidito, spesso con la comoda scusa che "c'è ben altro da fare".

Sarà vero, ma intanto anche in questa estate appena passata si è rivisto il solito triste spettacolo di animali domestici abbandonati sulla strada ( o sull'autostrada, il che è peggio) e la scarsa conoscenza di quelle che sono oggi le reali risorse municipali in proposito fa sì che le persone pietose che pur vorrebbero aiutare gli animali non vi si rivolgano per terna di essere la causa della loro eliminazione o del temuto avvio alla vivisezione.

Ma questo è vero?

Ricordiamo con quanto senso di responsabilità gli operatori per la Zooprofilassi sono venuti nell'autunno scorso qui al Gallaratese per ottemperare alla richiesta di alcuni abitanti che si erano inteneriti alla sorte di una cagnetta che si rifugiava nel cantiere di Via B. Croce uscendone solo per cercare un po' di cibo, assediata peraltro tutto il giorno da grossi cani che non intendevano certo lasciarla tranquilla.

La cagnetta non venne rintracciata dalle guardie municipali, quel giorno, e approfittiamo qui per dire che poco dopo la povera bestiola è stata raccolta da una persona che ha saputo vincere la sua diffidenza. Operata con il contributo di una spontanea colletta, la cagnetta è poi stata felicemente collocata.

In particolare il Sig. Benini, addetto alla Sezione Morsicature, ha in quell'occasione fatto appello a un più maturo buon senso, oltre che ai sentimenti non solo per gli stessi animali ma anche per le persone, ha invitato a visitare il Canile Municipale in Via Lombroso 99, orari feriali 13,30/ 15,30 e al sabato anche 8,30/ 11,30.

la Via Lombroso però è lontana. Anche le pattuglie addette a questa bisogna sono poche. Nel nostro quartiere che ha ancora spazi disponibili non si potrebbe avere una succursale del Canile Municipale, anche solo di transito, per instradare gli animali in attesa di collocamento?

In settembre avremo qui in Piazza Stuparich al Palazzetto dello Sport l'Esposizione Felina Internazionale e ben venga anche rEdizione 1984.

Ma per gli animali meno fortunati, quali prospettive vi sono? Siamo in Italia, è vero, e questi problemi vengono visti

solo come appannaggio di persone abbienti o un po' fissate, ma in realtà potrebbero essere patrimonio comune, fonte di educazione per quanti ancora ignorano la somma di insegnamenti che ne derivano, e fonte anche di lavoro per un notevole numero di persone.

Ci viene spontaneo un confronto, con situazioni simili vissute in un altro Paese della nostra Europa, non ancora abbastanza Unita. Pensiamo a Pieterburen in Olanda, dove abbiamo visto di

persona come si svolge una iniziativa zoofila, che da privata è diventata municipale o quasi.

Ne avevamo parlato nel gennaio '83, dopo aver visto un documentario presentato dal WWF Lombardia, molto interessante. Trovarsi di fronte a un Ospedale con Pronto Soccorso per animali infortunati (c'erano diciotto foche e un pavone, alla nostra visita) ci ha procurato una certa emozione e ci ha fatto fare un salto qualitativo tra due diverse concezioni di vita.

La signora Leine't Hart, nella

Se sei un alcolista

Tutto questo era una realtà, ma eravamo in Olanda. Cosa avrebbe ottenuto una altrettanto zoofila signora italiana che avesse voluto dedicarsi a un modesto canile/ gattile/ rifugio per gli animali in momentanea difficoltà? Finanziamenti forse no ma certo una buona dose di derisione. Da chi magari al giungere dell'estate lascia il gattino sulla soglia di casa, per non aver fastidi durante le ferie.

B.B.

Nella foto, le foche in cura nella piscina di Zeehondencréche.

AL-ANON: l'ultima carta che ti resta da giocare

Partecipi alla prima riunione e ti trovi in mezzo ad uomini e donne che non conosci, ma che sono come te, uguali a te nella sofferenza.

AL-ANON è l'ultima carta che ti resta da giocaree. Hai tentato ogni strada, hai fatto tutto e il contrario di tutto per togliere quel maledetto bicchiere dalle mani del tuo alcolista. Reazioni d'odio, d'amore, di compassione, di disprezzo non sono servite a niente. A niente è servito il rivolgersi a medici e psicologi. Hai vissuto costantemente accompagnata da martellanti perché. Perché beve, perché non è capace di smettere, perché distrugge la sua e la vita di chi gli sta accanto? Un continuo rovello senza risposta.

Finalmente senti parlare di A.A. e dei gruppi familiari ALANON. Ti precipiti. Precipiti alla prima riunione e ti trovi in mezzo ad altri uomini e donne che non conosci, che non sai chi sono. Ma non te ne importa niente. Sono come te, uguali a te nella sofferenza. Hanno passate le tue stesse esperienze. Parlano il tuo stesso linguaggio di dolore. Ma in loro c'è qualche cosa che tu non hai: il sorriso e la capacità di trasformare il dolore in un'esperienza positiva, ricostruttiva.

Ti dicono: l'ignoranza, la disinformazione, la superficialità hanno bollato come vizio quella che è invece una malattia: ralcolismo. La società ha espresso un giudizio morale prima di fare lo sforzo di comprendere. Conoscere significa non disprezzare. L'alcolista è incapace di affrontare la realtà, spesso deludente, senza un anestetico; è una creatura che ha delle profonde, in-

time sofferenze che tu non sai e non puoi lenire. Tu sei impotente di fronte all'alcool. Non ricercare i perché della dipendenza alcolica, tu non puoi riuscire là dove anche la psicoterapia del profondo ha spesso fallito.

Non cercare più soluzioni per l'alcolista, devia la tua attenzione da lui e volgila verso te stessa. Diventa sanamente, serenamente egoista, cerca il bene per te stessa, comincia ad amarti. Questo è un caposaldo, un punto fermo della filosofia AL-ANON. Se ci credi e lo accetti, senti che le tue spalle si sono alleggerite almeno di una parte del pesante carico. Da qui può iniziare la ricerca del tuo equilibrio spichico, il ricupero della tua personalità devastata dalla convivenza con l'alcolismo e le sue aberranti manifestazioni.

In questa ricostruzione ALANON ti aiuta con le sue poche, semplici, ma essenziali regole chiamate i dodici passi. Sono tappe verso un modo diverso, più pieno e sereno di vivere. I credenti, come primo aiuto, si rivolgono al Dio in cui credono. I non credenti, rifiutando un potere soprannaturale, si affidano invece ad un potere superiore che trascende l'individuo singolo e si identifica con il gruppo AL-ANON, formato da amici che, con l'esperienza, l'incoraggiamento e la comprensione, ti liberano dalla disperata solitudine.

Non servono dogmi, fanatismi, né ortodossie. Basta la solidarietà umana, grande medi-

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AL-ANON Milano 1°. Riunioni: lunedì, martedì, giovedì, venerdì ore 21 - sabato ore 15, segreteria: Rosetta tel. 3550428 Ricordiamo che è stato inaugurato al Gallaratese il Gruppo Fraternità degli A.A. Sarà aperto agli interessati nelle sere di martedì, giovedì e venerdì dalle ore 21 alle 23, in via Kant 8

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mercato carni

o scaffale di Ezz

Un sopravvissuto racconta

Gli ultimi giorni di Dachau: campo di sterminio nazista

Memorie degli orrori che fecero fremere il mondo intero, pure abituato alle atrocità della guerra

Dachau, ultima settimana di schiavitù! Le catene naziste si stanno spezzando! Il sole sorge ancora! La vita ha speranza!

Dachau 3 K, 29 aprile 1945 un giorno, una data! Per molti non dice nulla questa data; per me, compagni, per migliaia di altri come me, per i loro familiari che attendevano il ritorno dei loro cari, dice: vita, amore, speranza; e quelli che non ritornarono: muto dolore e rassegnazione.

Una settimana prima del giorno della liberazione, il Lagerfiihrer (al secolo Oberscharfiihrer Otto Gruber Von Seight) molto sollecitamente ci comandò di non allarmarci se dovessimo sentire uno scoppio nella notte. Dovevano far saltare il crematorio, l'infame fornace che ridusse in cenere milioni di cadaveri, di uomini e donne: operai, contadini, intellettuali, scienziati, generali, ministri, uomini di stato, preti, vescovi delle varie sette e religioni, ma soprattutto comunisti ed ebrei. Gente di ogni nazionalità, colore e fede sia religiosa che politica.

Attendevamo con ansia questo scoppio (che poi non avvenne) poiché sapevamo che nel momento in cui fosse saltato il crematorio i nostri aguzzini se ne sarebbero andati, pensando così di aver cancellato i loro crimini.

Eravamo 48.600 vivi in uno spazio di 500 metri; si dormiva come e dove si poteva; i decessi medi superavano negli ultimi mesi i 500 al giorno, senza tener conto dei treni di cadaveri che arrivavano dagli altri campi evacuati dinanzi all'avanzata alleata. Il crematorio non era in grado di soddisfare i bisogni, cosicché i tedeschi formarono gruppi di lavoro di 150 uomini per scavare fosse, dove venivano gettati migliaia di morti e semi-morti, poveri scheletri, pesti, sfibrati, nudi come delle carogne. E noi miseri resti di ex uomini, ridotti ormai all'ultimo gradino della specie umana, guardavamo tutto ciò, passivamente, stremati nello spirito e nella materia. Pensavamo: domani, dopo, un poco alla volta andremo tutti al crematorio o

Un segno al mese

Intelligenza e senso critico sotto il segno della Vergine

nella fossa comune. Tanto fa lo stesso. Il giorno 26 aprile venne l'ordine di evacuazione progressiva.

Si sapeva che cosa fossero queste pseudo evacuazioni: erano le marce forzate della morte!

In una sola notte dovettero partire verso il Tirolo 15.200 compagni, tra ebrei, tedeschi, magiari, rumeni e alcuni russi: furono massacrati quasi tutti tra i 12 e i 16 chilometri dal campo di Dachau, poiché le punte americane di carri armati avevano tagliato la via del Tirolo.

I due giorni che precedettero la liberazione si presentiva una quiete esterna che ci dava sentore di sinistri disegni da parte delle belve naziste, che esasperate dai rovesci militari su tutti i fronti tramavano la più vile vendetta che la storia ricordi, dietro ordine del loro capo

Himmler: 'Tutti i detenuti di Dachaudevonoessere evacuati; nell'impossibilità, dovranno seguire le sodi di quelli di Maidanek (Polonia) (che furono tutti massacrati). Nessun prigioniero deve cadere nelle mani dell'invasore".

Primi a essere deportati a Dachau fin dal 1933 furono i comunisti e i socialisti tedeschi.

Grazie ai compagni tedeschi Riemer e Hausner e a due compagni russi, ufficiali dell'Armata Rossa, che riuscirono a fuggire al massacro della notte del 27 aprile e a raggiungere le linee americane facendo conoscere quale era la situazione dei detenuti politici di Dachau, un battaglione d'assalto di fanti americani venne a liberarci.

Il giorno 29 aprile di mattina i tedeschi issarono la bandiera bianca sull'asta del portone d'entrata; noi in silenzio si gioiva, inconsci che era un inganno per tenerci tranquilli. Il massacro del nostro campo era deciso per le ore 20,30; le SS erano ubriache; sulle torri c'erano mitragliere quadruple d'aviazione, molte le latte di benzina con lanciafiamme a motore. Fu merito dei nostro compagni e dei gruppi di combattimento della Resistenza, formati da ex partigiani ed ex combattenti di Spagna, se i disegni nazisti fallirono,

poiché fummo liberati solo due ore prima dell'ora fissata per il massacro. Così che, invece di noi, vedemmo giustiziare sul posto tutte le forze di polizia del campo senza alcuna pietà. Allora si vide una marea di spettri slanciarsi contro i reticolati, non più mortali (perché senza corrente ad alta tensione) per salutare i liberatori. Si rideva e si piangeva di gioia, risorgeva per noi il sole dell'avvenire, il sorriso alla vita di un domani migliore, finalmente liberi.

Mario

dell'ex Convitto scuola Rinascita di Milano

Sogni di morte

di William Katz - Sperling & Kupfer Editori

Insolito e mistero, ai confini del paranormale, sono gli ingredienti che compongono cottimo lavoro di William Katz: Sogni di morte,dal quale è stato tratto l'omonimo film. È la storia di una donna la cui esistenza travagliata viene provata ancora una volta dalla tragica morte della figlioletta. Da questo evento — apparentemente fortuito — nasce l'inquietante vicenda dove, gli infiniti legami tra il nostro mondo e... una dimensione irreale, si fondono fino alla sconvolgente conclusione. Intessuto di risvolti avvincenti (anche se poco probanti) è un romanzo che segnaliamo per la sua suspence: un romanzo che vi appassionerà fin dalle prime pagine.

Infine vorremmo sottolineare l'aspetto formale della traduzione curata da Tullio Dobner che contribuisce, in modo rilevante, al successo di questo libro. Buona lettura!

Sperling & Kupfer Editori L. 7.500. Enrico Perillo

Per non dimenticare È accaduto 40 anni fa Settembre 1944

Per garantirsi le vie della ritirata i tedeschi iniziano un massiccio rastrellamento antipartigiano nel Veneto. Ha inizio la battaglia di Pian del Cansiglio che durerà dieci giorni.

2 settembre Con l'attacco a Cannobbio ha inizio la liberazione dell'Ossola che si concluderà vittoriosamente con l'entrata a Domodossola dei partigiani il 10 settembre. Si costituisce la "repubblica dell'Ossola".

6 settembre t vinta la "battaglia di Londra" contro i missili VI tedeschi, dopo la distruzione dei loro depositi situati in caverne naturali nei dintorni di Parigi.

lOsettembre Con la conquista di Romagnese e del Passo del Penice prende avvio la battaglia dell'Oltrepo

pavese. Si concluderà con l'occupazione di Varzi e la costituzione della "zona libera dell'Oltrepo".

15-16 settembre A Roma di tiene il convegno delle organizzazioni sindacali delMalia liberata.

16 settembre Il Comando generale del CVL ordina alle formazioni partigiane di attaccare le truppe tedesche in concomitanza con roffensiva alleata.

20settembre L'attacco alleato alla linea gotica e le indicazioni impartite dagli alleati stessi alle formazioni partigiane lasciano intendere un rapido sviluppo della guerra in Italia. Il CLNAI lancia rappello: "Per ronore e la salvezza d'Italiane insurrezione nazionale!". Contro i duemila partigiani

Cari amici delle stelle bentornati dalle vacanze. Un po' nostalgici, forse, per la villeggiatura appena conclusa, ma in pochi giorni ogni cosa riprende il ritmo di sempre. E riprendiamo anche noi le osservazioni sui pianeti, con i loro significati e le loro proprietà. Oggi parliamo della Luna, il satellite naturale della Terra, che astrologicamente rappresenta il principio della vita affettiva ed immaginativa. Simboleggia tutto ciò che ha una natura pronunciata di femminilità, quella certa passività e mobilità proprie della donna.

Più forte è l'influsso della Luna su un individuo e maggiori sono la fantasia, la diplomazia e l'emotività. Sono sotto il dominio lunare gli istinti, i desideri, i sogni e le intuizioni. Signora della notte, la Luna influisce sugli animali notturni (non dimentichiamo la licantropia!) e su quelli acquatici. Le parti del corpo umano conispondenti alla Luna sono le vie linfatiche, la vescica e il sistema ghiandolare. La sensibilità, regolata dalla Luna può diventare ipersensibilità, impressionabilità fino a determinare squilibri nervosi. Infatti la mutevolezza rappresentata dalla Luna, è un altro componente di un carattere "lunatico". Ma dona anche temperamento artistico e percezieni extrasensoriali. Nel tema natale un uomo, essa rappresenta L considerazione verso l'altro sesso, nonché i vari complessi edipici che spesso sussistono anche in un soggetto maturo. La Luna domina il cancro (di cui abbiamo parlato nel numero doppio di luglio). Ed

ecco la costellazione del mese: la Vergine (21 agosto - 20 settembre). Segno mobile, di terra, governato da Mercurio, è senz'altro uno dei segni più potenti dello Zodiaco, nel quale alla natura "terrena" si contrappone lo spirito "mercuriano", dando quindi all'individuo una certa doppiezza che si esprime in un insieme di praticità e idealità, pedanteria e freschezza fisica e mentale. L'elemento terra a cui appartiene dona al Vergine un'intelligenza analitica e precisa che spesso degenera in un esagerato bisogno di sezionare e criticare fino all'analisi spinta alla minuzia. Si trova così il tipo metodico, cavilloso, pesante. Per contrasto, rinflusso di Mercurio, rende lo spirito agile, sottile, ironico e curioso ma anche freddo di sentimento. Amante della ricerca, dotato di agilità intellettuale, dalla logica acuta e dalle spiccate capacità di pene-

chiudi sul serio contro:

trare la sostanza delle cose, nel nativo non è raro trovare il tipo eclettico. Al segno della Vergine nel corpo umano corrispondono gli intestini. Attenzione anche ai disturbi di origine psicosomatica che interessano particolarmente lo stomaco. Dato il non facile carattere, l'individuo Vergine può essere piuttosto faticoso da sopportare per il proprio partner. Buono raccordo col Cancro, perché la pigrizia cancerina offre al Vergine la possibilità di assumere le redini della situazione e questo lo renderà felice.

Anche l'unione con individui Toro può essere consigliata, anche se alla fine può risultare un ménage un pochino monotono. Auguri a tutti gli amici della Vergine e arrivederci al prossimo mese, nella speranza che a tutti le stelle siano propizie. ellepi

caldo Ä freddo Ä rumori

del Monte Grappa combattono, per quattro giorni, diecimila tedeschi. Pochi i partigiani superstiti e molti civili uccisi e deportati.

21-28 settembre Scioperi a Torino, a Milano e in altre località del Nord.

26settembre Impiccagione di 31 giovani patrioti a Bassano del Grappa. Costituzione della "zona libera della Carnia".

29 settembre Due reggimenti della divisione SS "A. Hitler" al comando del maggiore Reder, guidati da fascisti in divisa tedesca, in quattro giorni di feroci rastrellamenti uccidono 226 partigiani della brigata "Stella Rossa", 996 civili a Marzabotto, 252 a Guizzana e 204 a Monzuno. Marzabotto sarà decorata di medaglia d'oro al V. M.

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A caccia con l'obiettivo

L'upupa: un timido uccello ingiustamente calunniato

Un po' schiva, chiede soltanto di vivere libera e in pace nel suo habitat

Questa parola che proviene dal malese sta ad indicare sia una particolare tecnica di decorazione, sia il tessuto trattato con essa.

Il batik è dunque usato prevalentemente sulle stoffe, ed è un metodo di lavoro introdotto fin dal Seicento da navigatori Olandesi, che lo avevano appreso in Oriente.

Pare che anche in Africa si adoperi questo metodo, da molto più tempo di quanto faccia l'Europa, la quale nel corso di questi secoli ha un poco modificato il procedimento iniziale.

Alla base di questa tecnica sta però sempre la cera, che viene sciolta a una temperatura predeterminata, usando uno strumento apposito chiamato tjanting che va tenuto sul fornel-

letto a spirito. Da un beccuccio fuoriesce la cera fusa e con questo (raramente con il pennello) si segue il disegno in modo che vi sia uno strato regolare, da lasciare raffreddare e indurire.

Importante a questo punto è il lavoro di "craquelage" cioè la sapinete stropiccitura che romperà lo strato omogeneo della cera, e sarà la causa prima delle sottili venature e ramificazioni che sono la prima caratteristica del batik.

Introducendo la stoffa in uno o in successivi bagni di colore, questo lascerà inalterate le zone ricoperte dalla cera, entro la quale però si insinuerà nelle crepolature.

L'asportazione della parte cincerata, fatta a caldo o a benzina, permetterà di far compari-

re il disegno, indelebilmente impresso nella stoffa. Il lavoro è più complesso quando le tinte previste sono diverse ed è possibile tanto avvalersi delle trasparenze per la formazione di colori composti, quanto voler mantenere inalterata la primitiva colorazione. In questo vaso va ricoperta "in negativo" badando bene che niente trapeli sul disegno a subire alterazioni indesiderate.

Gli artisti che vogliono servirsi di questo metodo di decorazione possono eseguire lavori oltre che su stoffa (ottima la seta e le fibre animali) anche su carta e su cuoio. È una lavorazione inconfondibile, che dà grandi soddisfazioni e affascinanti risultati.

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Dai Sepolcri del Foscolo:

"La derelitta cagna ramingando sulle fosse, e famelica ululando; E uscir dal teschio, ove fugga la luna, l'Upupa, e svolazzar su per le croci sparse per la funerea campagna, e l'immonda accusar col luttuoso singulto i rai di che son pie le stelle..."

L'upupa, il suo nome deriva dal caratteristico verso sommesso che emette quando è impaurita ma anche durante la stagione dell'accoppiamento, è un uccello molto timido, prudente e poco socievole, fa vita di coppia ed i componenti di una famiglia sono strettamente e fedelmente uniti tra loro; solo nel periodo delle migrazioni si riunisce a formare piccoli gruppi. La formazione del nucleo famigliare avviene solitamente in primavera e la prima preoccupazione della coppia è quella di trovare il luogo adatto per la nidificazione.

La femmina depone le uova che cova per sedici giorni ed in tale periodo è talmente occupata e preoccupata a portare avanti il suo compito di produttrice che non si preoccupa minimamente della pulizia del nido.

La cura dei nidiacei, pasto preferito è il grillo talpa, è affidata ad entrambi i genitori che procurano il cibo con un ritmo continuo.

L'upupa per lo sterminio di insetti, data la sua alimentazione, è molto utile all'uomo e può anche trasformarsi in animale domestico se catturata giovane, manifestando docilità, intelligenza ed attaccamento al padrone.

Abbiamo avuto l'occasione di ammirare, per due giorni continui di appostamento, una coppia di upupa in piena attività per l'alimentazione dei loro piccoli.

Le sensazioni di ricerca e di amanti della natura sono state infinite, ma si doveva operare anche con molto tatto vista la sua indole asocievole e prudente non trascurando il fatto che ogni venti minuti circa la coppia ritornava al nido per alimentare i piccoli.

Passare due giorni sotto il capanno immobili ed in silenzio è cosa da poco se si ama veramente la natura.

Abbiamo voluto parlare dell'upupa perché con il mese di Settembre inizia l'apertura della caccia e vorremmo con questo porre nella testa di chi uccide almeno l'atto di riflessione prima di sparare; non tutte le colpe vanno attribuite ai cacciatori viste le sostanze chimiche utilizzate in agricoltura, ma il preoccuparci un po' tutti eviterebbe l'estinzione di specie che anche se descritte immonde, immonde non sono, anzi il volar dell'upupa è molto simile a quello della farfalla, il suo piumaggio è tenue e molto delicato, in più il suo contributo all'umanità lo dà ampiamente non disturbando alcuno ma con la sola pretesa di essere lasciata libera ed in quiete nel suo habitat.

Aldo e Leonardo Clema

A due passi da Milano

Una gita Virginia per conoscere i nostri antenati

Tra gli itinerari facili della Lombardia, c'è un posto delizioso forse poco frequentato ma non per questo meno attraente. È l'Isolino Virginia, runica isola del lago di varese, assunta alla notorietà da quando vi sono state scoperte delle particolari strutture palafitticole. Si tratta di un lembo di terra affiorante davanti alla Punta di Biandronno, e si dice che anticamente potesse essere collegata con la terra ferma tramite un itsmo. Sono novemila metri quadri coperti interamente da vegetazione, che affonda le radici nell'acqua e che ha d'intorno un placido vivaio spontaneo di ninfee.

Vi si arriva con un barchino da Biandronno, dopo aver seguite le frecce fino al parcheggio per chi vi arriva in automobile.

E al fondo di una scalinata in pietra, bene indicata da un cartello. Se non c'è il guidatore, si cerca alla casa vicina, e subito verrà l'incaricato, che nei giorni di giovedì, venerdì, sabato e domenica assicura il servizio dalle 14,30 alle 17,30. Fuori orario e in altri giorni, meglio telefonare al numero (0332) 76 66 30 alla famiglia Sperandio che riceverà la prenotazione.

Già da diversi anni in autunno molti studiosi conducono una campagna di scavi e raccolgono il materiale ottenuto per aumentare le conoscenze riguardo gli insediamenti preistorici. Nella Villa Ponti, al centro dell'Isola, si è approntato un Museo di reperti e ricostruzioni audiovisive che interpretano i

modi di vita degli antichi abitanti, il più del materiale è però trasferito a Varese, nei Civici Musei della Villa M irabllo, a migliore conservazione e a beneficio di più visitatori.

Nell'Isolino c'è anche un piccolo ristorante affacciato sul lago, non è in stile capanna palafitticola, purtroppo. Sarebbe assai più suggestivo e di maggior richiamo turistico se riuscisse a ricostruire rambiente di tronchi e casoni in paglia, sospesi su una piattaforma allungata sull'acqua.

Vi è invece un piccolo pontile per le imbarcazioni da diporto, chi dopo aver fatto il giro di quel canestro di verzura, fra anatrini che fuggono tra le canne e l'onda che solleva le ninfee, vuole metter piede sulla minuscola zolla di terra, per respirarne il fresco e aggirarsi nel fitto sottobosco. Una gita distensiva e riposante.

Se poi si vuole completare la visita archeologica, meglio di tutto andare a Varese, nei Musei Civici corredati da materiale proveniente oltre che dal'Isolino anche da tutte le località preistoriche della Provincia. Vi è anche una barca ripescata nel lago di Monate, appartenente ai nostri antenati delretà del bronzo, e un Menhir della Civiltà di Golasecca, con una incisione evidenziata da una luce radente.

Oltre alla sezione archeologica, c'è una sezione dedicata al Risorgimento, una pinacoteca, una raccolta di farfalle e altri insetti dell'America Latina.

Fino a tutto settembre è ospi-

tata in questa sede una importante mostra dal titolo "Guttuso a Varese", mostra che ha inteso presentare storicamente il Cittadino Onorario di Velate Renato Guttuso, che è siciliano ma che da decine di anni passa restate nella luce e nella dolcezza del paesaggio varesino di Velate. Nei dipinti che qui sono radunati, e che poi non si avrà più la fortuna di vedere quando torneranno alle rispettive private proprietà, troviamo l'interpretazione di un artista "vulcanico" per un paesaggio che è tra i più idilliaci d'Italia. Il pennello nervoso di Guttuso ne ha tratto un concentrato narrativo di rara potenza. Il Monte Rosa, che si frappone scuro ai tramonti fiammeggianti, è il protagonista di molte tele, e ne diventa una creatura palpitante, un essere animato.

Fiumi di parole sono state scritte sui colori erompenti dai quadri di Guttuso, sulla sua grafia pittorica, suo suo stile che stravolge le cose e le mostra come mosse da un vento interiore. Non staremo a ripetere, ma invitiamo a visitare questa rassegna, che ci mostrerà come anche la più quotidiana veduta nostranotta, un sentiero anonimo, una fila di tetti a degradare possano diventare materia di esposizione poetica, consegnati all'eternità dell'arte.

Apertura della mostra alla Villa M irabello di Varese, situata sopra ai Giardini Estensi e sede dei Civici Musei, fino alla fine di settembre.

L'isola, l'unica del lago di Varese, è assurta a notorietà in seguito alla scoperta di particolari strutture palafitticole ELETTRODOMESTICI T.V. HI-FI CASALINGHI

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Le "Carte bianche" di Angiola Churchill

Si può far arte con qualsiasi materiale, anche la sola e semplice velina, purché si abbia estro e fantasia

Nella minuscola Galleria di Via Brera Il, a Milano, chiamata Arte Centro, e che consta di due ambientini riadattati, ci capita sempre di visitare mostre originali di arte "che precede".

Arte, cioè, che non sta nella norma, nella tradizione, ma che anticipa, appunto precede, gli svolgimenti maggioritari.

Alcuni nomi li abbiamo ancora in mente: Prampolini, Regina, Sugawara, Lazzari, baccan, Man Ray, Giuman e in particolare le quattro protagoniste delle "Storie" contrapposte denominate Quattro Venti, la Bonelli, la Benedini, la Pescador e la Sterlocchi. Quattro modi differenti di attuare una ricerca artistica, che si concretizzi in un autentico stile.

E in questa ormai matura stagione '84 all'Arte Centro chi c'è da conoscere e da ricordare?

Ecco, l'artista si chiama Angioia Churchill, e la biografia ci informa che è americana e docente del dipartimento di Belle Arti della New York University, e questa notizia la andiamo a cercare alla fine della visita, dopo aver subìto il primo sbalorditivo impatto con questa forma insolita di arte, che detta a parole o vista riprodotta ha dell'incredibile.

Non è pittura, non scultura, non arazzo o ricamo. Però assomiglia a un arazzo ricamato, che scenda giù a piombo dalle

pareti (talvolta con una luce retrostante che ne faccia risaltare la nervatura) ed è sempre bianca sul fianco, ma di tante tonalità di bianco, che mai avremmo pensato che ve ne fossero così tante.

Il materiale è la carta velina: tagliuzzatan pieghettata, profilata, intrecciata, increspata, striata anche con bruciature, incollata, sospesa e appesa.

Con questo unico materiale, povero e di solito inosservato, cosa non è stata capace di fare (inventare e realizzare) una persona di fantasia. Una sottile, femminea grazia si sprigiona da questi panneggi di gusto sicuro, di diversissima modulazione decorativa, l'uno a fascette, l'altro a intersechi, l'altro a proposte geometrizzanti, uno rigorosamente ortogonale, un altro apparentemente disordinato ma dilatato su linee che ptorebbero sdipanarsi

In alcune di queste "White Papers", dei tasselli (sempre in carta) sono inseriti con i loro millimetrici rilievi lunari, e così increspati si appoggiano talvolta a una leggera "sottoveste" naturalmente dello stesso materiale ma semovente rispetto al foglio di fondo, sostenuto alla parete da un sottile spago che passa per gli angoli in alto.

In un altro panneggio, numerose alette triangolari (curatissime e ben profilate da un

breve risvolto che dà loro spessore) stanno in sporgenza sul corpo verticale, alto quanto la parete, come un appoggio vibratile, e sono disposte,le alette, in asimmetria come le scaglie sul dorso di un antico sauro, ma questo raffronto stupirebbe l'autrice del lavoro, che certo non vi pensava minimamente, tesa unicamente alla ricerca di un temla e del suo raffinato svolgimento.

Bianco su bianco, dunque, con Angiola Churchill, un bianco trasparente, semi trasparente, lucido, opaco, corruscato da una sapiente bruciacchiatura o completamente integro. lavori così delicati che certo temono di continuo l'usura e il danno del tempo, nemici loro le correnti d'aria, l'umidità, gli strappi, la polvere. Eppure, nonostante ciò, o forse "per" ciò, ogni singolo lavoro e tutta la fantasiosa serie in successione in questa mostra ha un suo indicibile fascino.

L'angolo della poesia )

In memoria di Emilio Rossi

Emilio Rossi ha lasciato una cospicua raccolta di poesie in lingua italiana e in dialetto milanese, napoletano e veneto. Morendo portò con sé il grande desiderio di vedere pubblicate almeno in parte queste vivide tracce della sua capacità poetica e lasciò all'assistente del Centro Geriatrico di via Qietti, 20 tutta la sua produzione. Milano 19, accogliendo la richiesta postuma, pubblica qualcuna delle ultime amare poesie di Emilio Rossi rendendo omaggio al poeta scomparso.

Pensieri all'ora della veglia mattutina

Ho chiesto stanotte alla luna se gioie per me proprio non ve n'è nessuna. Ella ha sorriso e m'ha risposto, "La sorte ti riserba una gioia sola: la morte".

Desiderio

Basta la semplice aria smossa da chi si aggiri anche piano nelle sale, per propagare ai leggeri arazzi un minuscolo ondeggiamento e ler diffondere un fruscio appena percettibile.

Vien fatto- di pensare a una bella stanza arricchita da questi improponibili arredi, con finestre aperte all'aria dell'estate e anche a riflessi azzurri di lago e verdi di fogliame picchiettato di sole. Che discorso ne uscirebbe?

CVon un po' di sforzo ci riscuotiamo dal trasognato incantamento in cui le "creature ricco-fragili" della Churchill ci ha trasformati. Come le chiamiamo, sul catalogo? I bianchi bisbigli di Angioia Churchill. Esatto. Noi li abbiamo eprcepiti. Bruna Fusi

Nella foto, le mani dell'artista in una delle sue delicate elaborazioni. New York, 1983.

Ho desiderato per tanti anni una lunga vita ma, ora che ho raggiunta una vetusta età, quel desiderio, quella voglia m'é sparita e desidero solo Atropo che in agguato stà.

La misura

Ma chi può dir qual sia il duolo del vecchio, quel dì che si ritrova solo e vede che la vita che ancor gli resta è troppo corta per placar un'idea funesta?

La ragione vera

Perché desidero tanto di morire?

Ma è presto fatto poterlo capire!

Son vecchio, non servo più a niente, perfin per strada son ostacolo alla gente!

Sono solo, senza chi, anche una parola, mi possa dir che arresti il singhiozzo in gola. Non ho in mente che ricordi di gente morta e la Morte sento battere alla porta. E che ci stò a fare senza uno scopo?

Ben venga e presto l'agognata Atropo!

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Dalla prima pagina via modificandosi: la massa dei giovani era andata aumentando al punto che di sera la via Giorgi era completamente intasata di auto; gli abitanti della via stessa si vedevano impedito l'accesso ai propri box, subivano il disturbo di schiamazzi notturni che si protraevano fino alle ore piccole; rinunciavano, come gli altri abitanti del quartiere a frequentare il bar della cooperativa. Il bar, come la fetta di parco dove erano soliti sostare gli anziani e le donne, dove giocavano i bambini, il pomeriggio e la sera erano oggetto di una invasione la cui natura diventava ogni giorno più allarmante. La mattina restava agli abitanti di Trenno lo spettacolo del degrado: la fontana senza più il cannello per l'acqua, i cocci di bottigla, le cartacce, ma soprattutto le siringhe disseminate fra l'erba. Poiché ormai la droga, anche quella pesante, si sapeva essere la causa dell'invasione: sotto gli occhi di tutti si teneva ormai un mercato fra i più grossi della provincia.

Nel frattempo i cittadini di Trenno avevano preso iniziative individuali e collettive: esposti alle autorità di polizia, incontri con il commissario di zona, comunicazioni al Consiglio di zona e al Comune. Non ne era sortito alcun effetto: sporadici interventi della polizia che, dopo qualche perquisizione se ne andava senza che nulla mutasse, aggiungevano al già inquietante spettacolo del mercato, quello non più rassicurante dei mitra spianati, fra i quali più di una volta si son trovati a passare i bambini di ritorno dalla scuola (non va dimenticato che via Giorgi porta alle scuole del quartiere).

Un accoltellamento, di cui e-

Contro la droga

ra stata data notizia anche dai giornali, aveva tolto ogni dubbio, se mai ancora qualcuno pensava che fosse solo una questione di "sballati" e di spinelli.

Un'assemblea affollatissima tenutasi il 13 giugno presso la scuola elementare aveva dato la misura della tensione generale e dell'esasperazione degli abitanti di via Giorgi. La mozione approvata dall'assemblea denunciava le carenze delle autorità e preannunciava forme autonome di lotta.

A far precipitare gli eventi sopravveniva pochissimi giorni dopo un episodio di violenza che coinvolgeva alcuni cittadini di Trenno nel bar della Cooperativa "La Vittoria", in via Giorgi, dove la sera del 28 giugno scorso un gruppo di tossicomani, odi piccoli spacciatori, aveva uno scontro verbale con il gestore. Volavano parole grosse. Il presidente della cooperativa, Franco Colzani, interveniva come paciere accompagnando i giovani fuori dal bar ed invitandoli a ragionare con calma. Sembrava finita, ma ad un tratto uno dei giovani si avventava contro il Colzani colpendolo violentemente con un pugno e facendolo cadere con la faccia contro il marciapiede. Era la classica goccia che aveva fatto travasare il vaso. La sera dopo tutta Trenno era in strada. Chiusi i bari, venivano sbarrate via Viscontini e via Giorgi al cui imbocco presidi di cittadini allontanavano i numerosi "avventori" che come ogni sera affluivano in auto, in moto, in autobus...

Da quella sera del 29 giugno il presidio continua. Ma quella che in un primo momento poteva sembrare una reazione estemporanea, dettata dall'esa-

sperazione e sull'orlo dell'intolleranza, successivamente si è qualificata come un movimento in grado di porsi di fronte alle autorità come interlocutore nella ricerca di soluzioni ai problemi del quartiere.

Si è raccolto e distribuito materiale documentario sul problema della droga.

Si è riportato il significato del presidio nelle segreterie delle sezioni di partito, in Consiglio di Zona, nel Comitato Antidroga, in interviste alla stampa.

In un incontro col Questore di Milano si è esposta la situazione precedente al presidio — ignota al questore — e si sono stabiliti contatti col capo della sezione antidroga per un'azione coordinata con i cittadini contro gli spacciatori ancora operanti nella zona.

In un incontro con l'assessore Schemmari e col capo della vigilanza urbana si è esposta una serie di problemi che da anni attendono soluzione e che la questione della droga aveva ulteriormente appesantito: la vigilanza, la manutenzione, la pulizia, l'illuminazione del parco; il recupero della "Cassinetta", pericolante e rifugio di tossicodipendenti; la viabilità di Trenno, resa sempre più difficile dai nuovi insediamenti.

Intanto il presidio, trasformatosi in festa e punto di incontro fra i cittadini, continua a riunire ogni sera gli abitanti di Trenno: ci si incontra, ci si conosce, ma soprattutto si parla, si discute di problemi grandi e piccoli, della droga innanzitutto. nei confronti della quale si è acquisita una nuova sensibilità, derivata anche dai colloqui che

la gente ha intrecciato coi giovani, anche quegli stessi che venivano a procurarsi la droga.

Al di là dei risultati concreti, che pure si è ben decisi ad ottenere, (i contatti con le autorità proseguono intensi), il significato positivo dell'episodio sta proprio nella crescita civile di tutti, realizzatasi attraverso il dibattito e il concreto impegno comune su un tema tra i più scottanti del nostro tempo. Michele Gidugliano del direttivo della sez. Luglio 60 del PCI

Bisogna

droga, ciò per superare le note carenze di organico delle forze dell'ordine a Milano, su cui si chiede un autorevole ulteriore intervento del Sindaco presso le autorità di Governo".

"Il Consiglio di Zona 19 — continua l'ordine del giorno — impegna quindi tutti i gruppi consiliari, la Commissione sanità ed il Dipartimento dei servizi a definire un progetto sulla tossicodipendenza per la zona 19 da realizzare con il concorso dell'USSL, del Comune e della Regione sulla base della relazione illustrata in Consiglio di Zona" ed infine "propone a tutti i comitati contro la droga, alle associazioni, alle forze politiche e sociali, agli organi collegiali della scuola della zona di costituire una Consulta di Zona contro le Tossicodipendenze che si colleghi alle istituzioni, alle strutture socio-sanitarie, ai centri culturali ed educativi per un lavoro comune e per costituire un vasto movimento di lotta che sostenga, nel loro operato, forze dell'ordine, amministratori, operatori socio-sanitari, volontari".

Parere sfavorevole

zone. Si richiede a tale proposito una valutazione di merito da parte degli uffici competenti atta a garantire responsabilmente dell'idoneità dell'edificio e conseguentemente della congruità di tale realizzazione, nell'ambito del contratto di convenzione, sotto il profilo economico;

3) la recinzione di progetto non ha le caratteristiche che si ritiene debbano essere studiate per rinserimento dell'impianto nell'area del parco pubblico. Tale manufatto, di notevole e-

stensione, dovrebbe essere studiato con opportuni accorgimenti, quali ad esempio la scelta di movimenti di terra e di dislivelli artificiali, fossati, siepi vive unite a strutture di sostegno, idonee a fondersi col circostante paesaggio verde del parco.

Pertanto il Consiglio di Zona 19 ha chiesto che la Commissione Edilizia Comunale si esprima sollecitamente nel merito, formulando le indicazioni e prescrizioni del caso.

palestra, della biblioteca e del complesso per le attività socio assistenziali a Figino.

Per quanto si riferisce al Centro Sociale Harar, Il Consiglio di Zona 19 ha proposto (con il voto contrario del solo gruppo democristiano) che esso venga realizzato secondo il progetto predisposto dall'arch. Mafezzoli, nell'ambito del contributo per opere di urbanizzazione del Centro Terziario Lampugnano, a carico dell'operatore, in aggiunta alla realizzazione, a suo tempo stabilita, della piazza del centro stesso.

Per quanto si riferisce alla realizzazione della palestra, della bibliotecva e del complesso per le attività socio assistenziali di Figino, da attuarsi secondo il progetto delrarch. De Munari, il Consiglio di Zona 19 ha proposto che essi siano realizzati con gli oneri di urbanizzazione

relativi a Via Fetonte, con parte dei quali, previa opportuna verifica di preventivo, si dovrebbe anche realizzare, in aggiunta, la palestra per la scuola Cena di Via Ippodromo.

Inoltre il Consiglio di Zona 19 ha chiesto, prima della definitiva decisione relativa alrutilizzo degli oneri di urbanizzazione, una riunione che chiarisca in via definitiva il programma di intervento delrAmministrazione centrale sulle strutture viarie della zona, al fine di garantire, eventualmente anche attraverso l'utilizzo degli oneri di urbanizzazione, la realizzazione degli interventi viabilistici urgenti e non rinviabili.

A tale proposito il Consiglio di Zona 19 ha ricordato che gli impegni assunti dall'Amministrazione Centrale nelrapposita riunione del 6 aprile 1984 sono rimasti finora senza seguito.

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milano 19 - pagina 16 settembre 1984
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