Porta Venezia(14)

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PERIODICO

PORTA VENEZIA

La Giunta di sinistra stanzia 70 miliardi per le zone 2.345.000.000 alla

A commento del bilancio di zona riteniamo opportuno riportare la relazione del coordinatore la commissione bilancio, Emilio Renzi vicepresidente del consiglio di zona. La relazione del compagno socialista Renzi approvata all'unanimità dal CdZ nella seduta del 10 dicembre 1979 ci pare colga gli elementi più significativi di metodo e di continuità, in positivo e negativo, con cui si è giunti alla formazione del Bilancio per l'anno 1980.

Il convegno di zona del PCI svoltosi il 18 gennaio 1980 ha in gran parte riaffermato sul bilancio quanto affiora nella relazione salvo aggiungere note assai recenti, sul rispetto degli impegni da parte dell'Amministrazione comunale per l'anno 1979.

I punti di partenza del discorso sono due. 11 primo consiste in un dato squisitamente numerico: la cifra assegnata alla nostra Zona per gli investimenti 1980 è di lire 2345 milioni, di contro ai 1605 per l'anno che sta per volgere. In termini assoluti, si tratta di un incremento dell'ordine del 45%; in realtà poichè quest'anno i miliardi stanziati dall'Amministrazione comunale sono 70 a fronte dei 50 dell'anno scorso, la ripartizione percentuale sul globale cittadino vede la nostra Zona assorbire il 3,35% rispetto al 3,21 dll'anno scorso. In un senso più profondo, si sconta purtroppo anche in questo caso l'effetto perverso dell'inflazione a due cifre, con la conseguente perdita di senso comune delle cifre a "zeri" crescenti epperrò a peso decrescente.

Il secondo dato di partenza riguarda maggiormente l'aspetto di metodo politico. Come è esposto nella "Bozza Bilanci Sociali di Area. Modello di ripartizione del fondo investimenti zonali 198 0", salvo che per le voci relative al verde e allo sport, i parametri in base ai quali sono calcolati le esigenze e i fabbisogni zonali (e ripartiti i fondi) non appaiono essere stati innovati o comunque profondamente ristudiati. Di conseguenza la nostra zona è ancora elencata tra quello a "minor disagio complessivo". L'argomento in verità è aperto: per onestà va aggiunto che nel corso dell'intero anno nessuna analisi su questo tema è stata cn 7dotta o anche solo abbozzata da parte di questo Consiglio. Ma vi è nel documento ricordato anche un'altra pagina, su cui una parola deve essere spesa. Nell'introduzione, siglata da un alto funzionario dell'Amministrazione centrale, il cui interesse per il decentramento è noto, l'Avv. Emilio Samek Lodovici, si è posto un quesito: deve il progetto Bilanci Sociali di Area essere proseguito — o

Basta con i rinvii della DC

I drammatici sviluppi della situazione internazionale, lo stato dell'ordine pubblico, le crescenti difficoltà del mercato valutano e in quello petrolifero, l'oscura prospettiva della nostra economia già flagellata da un'inflazione sempre più incalzante: tutti questi elementi rendono sempre pii evidente ed urgente l'esigenza di dare al paese una guida autorevole e forte, capace di esprimere e realizzare una politica adeguata al momento che attraversiamo.

C'è da chiedersi se un paese come il nostro possa continuare a non avere, come avviene da un decennio, un governo che si fondi su una maggioranza nel Parlamento e nel paese, che ne sorregga la politica e gli atti.

Eppure la situazione è proprio questa da quando il centro sinistra, alla ti-

liquidato? sviluppato sino in fondo — o certificato come un'esperienza limitata a una mera distribuzione contabile?

Per quello che ci riguarda, noi crediamo di poter affermare che il progetto B.S.A. non debba affatto essere liquidato, nonostante gli evidenti attuali limiti e impacci.

Il progetto B.S.A. infatti — se riusciamo a disincagliarlo dalle fatiche iniziali che sono tipiche di ogni inizio e dalle nostre stesse incapacità — nelle premesse politiche e culturali si presenta come qualcosa di più o di meglio di uno strumento di intervento, bensì invece una prospettiva globale di conoscenza e di mutamento della

Zona o insieme del modo di essere e lavcrare dell'organo della sua direzione politica: un forte passo avanti sulla strada del decentramento e della partecipazione, dei poteri e delle funzioni. Del resto, un breve segmento di

Come

Zona 3

strada è stato comunque compiuto, cosicchè è possibile tentare alcune riconsiderazioni. L'anno scorso o quest'anno, percentuali molto alte degli investimenti sono andate al comparto scuola (edilizia straordinaria, edilizia manutentiva). Vi sono, naturalmente, buone ragioni alla base di questa distribuzione, e sull'importanza della scuola non si discute: tuttavia bisognerà in futuro operare rovesciando il rapporto tra Consiglio di Zona e organismi scolastici (Distretto in primo luogo, Consigli di Istituto, ecc.): non già lettere ed elenchi da questi a quello, con cifre che sembrerebbero dimenticare che la zona è fatta anche di altre cose oltre all'edilizia scolastica; bensì un precalcolo di un tetto dr-massima da non superare, o da non superare di troppo. Solo in questo modo il Consiplio saprà esse Sé /à CW3'7

Aperto il Consultorio in Via Settembrini 32

O i dvlb ruMtie§g Ila nostra zona ,pqreglocaz,lone sessuale, per la diond libera e consapevole, per l'assistenza all'a maternità ed alla famiglia (sede in Via Settembrini, 32) inizierà a funzionare regolarmente nei giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 8,30 alle 12,30 e dalle 14 alle 17,30.

Si vuole ricordare alla cittadinanza che il servizio è gratuito e aperto a tutti e che il gruppo degli operatori è composto da:

1 Assistente sociale

1 Psicologo

2 Ginecologi

1 Ostetrica

1 Assistente Sanitaria

Ci sembra opportuno ribadire che il consultorio deve diventare un'occasione d'incontro, di dibattito e di confronto collettivo fra gli utenti e gli specialisti, affinchè insieme si contribuisca a migliorare l'attività del servizio stesso.

Presidente del Comitato di gestione del Consultorio è stata nominata Loredana Rosabona del Partito Comunista Italiano della zona 3. Per informazioni e prenotazioni telefonare ai n. 272334 - 208212.

Gli anziani e la solitudine

Il dramma di Osvaldo B.

Fino ad ora l'impatto che la macchina sanitaria ha avuto sulla gente è stato superficiale ed episodico. Il singolo si interessa ai problemi solo nel momento della malattia. Si attuano colpevolmente iniziative non integrate, trascurando contemporaneamente, ma non a caso, un'azione preventiva delle malattie.

Questo modo di gestire la salute, lentamente, ma inesorabilmente aggrava i problemi. Il cittadino non può protestare, non avendone i mezzi, e può, al più, rivolgersi alla medicina privata che sembra soddisfare meglio alle esigenze emergenti, ma che, ovvia-

ne degli anni sessanta, entrò in una crisi irreversibile e la DC non ha saputo e voluto prenderne atto operando nuove scelte in grado di assicurare una stabilità di governo.

La riprova è nel fatto che in questa situazione gravissima l'Italia si trova con il governo Cossiga privo di reale maggioranza e senza la necessaria autorevolezza sia all'interno che sul piano internazionale.

Questa debolezza è un rischio grave per la nostra democrazia perché lascia spazio alle forze reazionarie, al terrorismo, perché impedisce all'Italia di svolgere un ruolo positivo per contrastare la corsa al riarmo e alla guerra fredda.

E necessario impedire alla DC di continuare in modo irresponsabile a rinviare l'unica scelta di cui ha bisogno il paese: un governo di solidarietà democratica con la presenza a "pari dignità" e in rapporto al peso politico e parlamentare delle forze della sinistra. La strada del cosiddetto pentapartito o di altre soluzioni pasticciate non farebbe altro che rendere più ingovernabile ed esposto il paese.

mente, richiede un notevole impegno economico, non da tutti attuabile. Si riproduce quindi, anche in questo settore, una divisione e una discriminazione tra le classi: chi ha di più si cura meglio, vive più a lungo. Le autorità pubbliche preposte, governo e regione, non hanno ritenuto di dover intervenire rapidamente a sanare queste situazioni. Hanno agito solo sporadicamente e con provvedimenti tampone, solo quando si creavano macroscopiche disfunzioni.

Gli operatori sanitari, in particolare le corporazioni mediche e quelle baronali ospedaliere, e la maggior parte del settore produttivo farmaceutico, trovano in queste situazioni un terreno di coltura favorevole al raggiungimento dei loro obiettivi di tipo prevalentemente economico: l'arricchimento a spese degli altri. Tale stato di cose, evidentemente, non poteva continuare. E stato infatti, soprattutto per il volere e per l'azione delle forze democratiche e popolari, -che si è studiata e delineata una riforma sanitaria che modificasse radicalmente il borbonico andamento del settore della salute nel nostro Paese. e infatti nel periodico durante il quale il P.C.I. è stato partecipe della maggioranza di unità nazionale, che è stata definitivamente varata la legge 833 / 78, la legge cioè della riforma sanitaria.

E una legge che rivede tutto il campo sanitario, tracciando finalmente una chiara e unitaria politica della salute. La legge infatti definisce le linee generali che, sostanzialmente, sono volte alla prevenzione delle malattie, alla estensione dell'assistenza sanitaria per tutti i cittadini dello Stato, alla unificazione gestionale delle strutture a ciò preposte. E passata insomma l'idea che i cittadini, tutti uguali finalmente di segue a pag. 7

Ancora oggi molta gente non riesce a darsi una spiegazione della tragedia del "signor Osvaldo". Sono passate settimane dall'agghiacciante suicidio dell'ex operaio della "Rizzoli", eppure in via Panfilo Castaldi c'è ancora chi si chiede: "Perchè lo ha fatto?". Osvaldo Betti, 63 anni, celibe, in pensione dal 1977, non aveva particolari preoccupazioni economiche: le trecentomila lire al mese dell'assegno INPS, anche se non gli permettevano di scialare, gli consentivano almeno di tirare avanti con un certo decoro.

Motivi di salute? La custode di via Panfilo Castaldi risponde: "Le sue condizioni fisiche erano ottime. Un uomo robusto, lucidissimo, ben piantato sulle gambe, con alle spalle quarantacinque anni di fatiche presso l'editore Rizzoli. Questo era il signor Osvaldo". E aggiunge: "Il Betti abitava qui da una decina d'anni. Aveva comprato un abbaino al sesto piano. Lo aveva ristrutturato, dotandolo dei servizi indispensabili: il cucininc, la doccia, l'impianto di riscaldamento ...".

Era un uomo ordinato, pulito, meticoloso. Il pavimento del suo modesto rifugio sempre tirato a lucido, i mobiletti senza mai un velo di polvere, appena dèsto la sua prima preoccupazione era quella di rifarsi il letto sin dal primo mattino. Eppure alcuni giornali hanno scritto che il "signor Betti era un uomo strano". Spesso, informano gli stessi fogli, si segnalava all'attenzione dei vicini per le sue "stramberie"l punto che più di una volta lo abbero visto uscire addirittura in mutande dal portone di via Pandilo Castaldi.

Ma la custode dello stabile, che pure lo conosceva bene e spesso e volentieri si intratteneva con lui a chiacchierare, nega con fermezza:

"Macchè stranezze d'Egitto — tuona la donna —. Il signor Osvaldo era un uomo perfettamente normale: gioviale, allegro, dalla battuta facile e pungente. Quindi quello che dicono i giornali sulle sue "stranezze" è pura fantasia".

Osvaldo Betti, lo hanno già riferito le cronache, si è ucciso col gas in vista delle feste di fine d'anno. L'abbaino, forse per una scintilla sprigionatasi dal "frigidaire", è saltato in aria, facendo crollare il soffitto di alcuni alloggi sottostanti. Un disastro che ha gettato sul lastrico una trentina di persone.

In questa sede, però, più che l'elemento di cronaca ci interessa la morale che dal tragico episodio si può ricavare. E assai probabile che ad uccidere Osvaldo Betti sia stata la solitudine, la sua incapacità (se così possiamo dire) a rassegnarsi a una condizione di vita in virtù della quale, egli si sentiva un "escluso", un "emarginato", un "ghettizzato".

II brusco passaggio da una vita attiva e dinamica, durata 45 anni, a un'esistenza puramente "vegetativa" e circondata dal vuoto più assoluto deve aver inciso sulla coscienza del pensionato. Già uomo di fatica della "Rizzoli", il Betti aveva speso, si può dire, la sua intera esistenza al servizio della grande casa editrice milanese: i suoi compagni di lavoro e gli stessi dirigenti dell'azienda lo stimavano moltissimo, tanto che al momento del commiato gli avevano donato un orologio d'oro e assegnato un premio in denaro, oltre a ugp "medaglia di benemerenza".

Si può immaginare, quindi, che il confronto tra i lunghi decenni trascorsi con i compagni nell'azienda di via Civitavecchia e la sua condizione attuale di "isolato". di uomo segue a pag 8

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Descrizione Oggetto Inv costr. edif. per sev. comun. scuole materne scuole primarie scuole secondarie strade e piazze servizi sociali area Genchini v. N. Torriani ristrutturazione e manutenz. straord. ristrutturazione e manutenz. straord. ristrutturazione e manutenz. straord. "Bassini" 1.635.000.000 110.000.000 200.000.000 2.345.000.000
verranno utilizzati questi
INFORMAZIONE POLITICA
MENSILE
DI
E CULTURA
ANNO 4 - N. 1 FEBBRAIO 1980 LIRE 300
La riforma sanitaria: un servizio da realizzare insieme

Porta Venezia come ai tempi di Al Capone?

Che succede a Porta Venezia? E proprio vero che la nostra zona sta diventando una "mini Chicago" Anni Trenta? E esatto quello che qualcuno va sostenendo, e cioè che Porta Venezia sta degradando al punto da diventare una sorta di "casbah" milanese? Una risposta positiva a questi interrogativi sarebbe forse esagerata, ma è indubbio che la ripresa della criminalità in questo primo scorcio del 1980 è un dato di fatto assai preoccupante che dovrebbe indurre le autorità preposte all'ordine pubblico a una più attenta meditazione.

Le prime tre settimane dell'anno sono state punteggiate da bombe, da assalti a mano armata, da sanguinose vendette, da tragici "regolamenti di conti". Il nuovo sussulto di criminalità è cominciato con l'impresa del "racket" delle "tangenti", quando alcuni sconosciuti hanno lanciato una bomba contro il negozio di elettrodomestici di Ada Castoldi, in via Lazzaretto, angolo viale Vittorio Veneto. Il negozio è stato devastato dall'esplosione e gli inquirenti sono propensi a ritenere che si è trattato di un perentorio "avvertimento" dei taglieggiatori al titolare dell'esercizio, forse per il mancato pagamento di una tangente.

Il secondo episodio sconvolgente è avvenuto in pieno giorno, nell'affollato viale Brianza dove nello stabile al numero 20 un uomo, il cui passato è stato vagliato dagli inquirenti, è stato assassinato a colpi di rivoltella, mentre altre quattro persone (tra cui tre degli aggressori) sono rimaste ferite dalle rivoltellate esplose dalla stessa vittima prima che cadesse sotto il loro piombo.

Tra costoro — sia detto per inciso — figura anche Angelo Musolino, 21 anni indicato come uno degli aggressori del compagno Pierantonio

Castelnuovo, morto in seguito all'assalto contro il festival dell"'Unità" a Lecco il 5 settembre 1976. La terza impresa criminale è della sera del 20 gennaio. In un bar di via Melzo (ironia della sorte, il locale si chiama "Paradiso"), un giovane eritreo, Giosuè Gargiulo, 30 anni, è stato fulminato da una scarica mentre stava bevendo un "Whisky". La scena da western ha trasformato, per parecchi minuti, il locale in una specie di "saloom", facendo vivere ai numerosi avventori presenti attimi di terrore.

Anche questo episodio, come del resto quello di viale Brianza, viene interpretato come una vendetta della malavita organizzata. Per cui sullo sfondo di queste sanguinose imprese non è difficile intravvedere traffici illeciti, contrabbando, furti d'auto, "protezioni" di aziende commerciali e via dicendo. L'ultimo episodio in ordine di tempo è la sanguinosa sparatoria tra bande rivali - che ha avuto come teatro viale Pavia. La gente del popoloso rione è giustamente allarmata per la nuova ondata di criminalità: ancora una volta Porta Venezia è semideserta la sera, ristoranti pizzerie e tavole valde vedono calare notevolmente l'afflusso di clienti nelle ore serali, molti bar sono costretti a chiudere i battenti alle 21. Un coro di proteste, perfettamente legittime, si leva da quei commercianti che sono i più direttamente colpiti dalla nuova offensiva della delinquenza.

Perchè anche questa, è una forma di terrorismo che tende a creare nella zona (e, più in generale, nella città) un clima da coprifuoco, dando la sensazione che tutto sommato è la delinquenza che domina la piazza ed è la sola in grado di imporre le sue leggi. Accettare questa imposizione vuol dire assuefarsi all'idea

Prezzi alle stelle: aumenti immotivati

che non c'è nulla da fare di fronte a chi vuole limitare la nostra libertà di movimento e che l'unica cosa possibile è rintanarsi in casa al calare delle prime ombre della sera.

E un atteggiamento di passività che va respinto con forza. Al contrario, bisogna reagire all'imposizione sfidando il "diktat" della malavita, organizzandosi, recuperando le proprie forze attraverso l'unità e la compattezza di tutta la gente onesta vittima di questa ingiuria. Nello stesso tempo non si può continuare a tollerare che Porta Venezia continui a essere difesa e protetta in misura del tutto insufficiente da chi ha il compito di stroncare sul nascere ogni velleità criminale. La giunta di sinistra come è stato fatto notare nel corso del convegno del PCI di zona 3, in cui largo spazio hanno avuto i temi dell'ordine pubblico e della convivenza civile che ha già fatto i primi passi per indurre le autorità di polizia —, e in primo luogo il ministro degli interni —, ad adottare le necessarie misure per ridare fiducia e sicurezza ai cittadini minacciati. La vigilanza, soprattutto nei punti "caldi" della città (e fra questi c'è, in primo luogo, Porta Venezia), deve essere intensificata, deve svolgersi in maniera più capillare, occore puntare più alla "prevenzione" che alla "repressione" del crimine, attraverso un'opera di "bonifica" che, pur salvaguardando i legittimi diritti del singolo, metta fuori gioco i maleintenzionati, gli organizzatori di imprese delittuose. Il questore e il prefetto debbono intervenire immediatamente per porre fine allo scempio: non si può continuare a tollerare anche la sicurezza di una città come Milano sia affidata a un nuero irrisorio di pattuglie volanti.

POSTA DI PORTA VENEZIA

Gentilé redazione, la condizione del verde a Porta Venezia lascia molto a desiderare.

I giardinetti di Via Morgagni e Via Benedetto Marcello sono ormai privi d'erba e sono diventati quasi esclusivamente punto di ritrovo per i cani.

Tempo fa sono state raccolte firme per il recupero del verde e il consiglio di zona si era impegnato a fare qualcosa.

Ma non si è visto nessun risultato. Come mai?

Il problema della conservazione del verde nella nostra Zona è uno dei più delicati, perchè quegli spazi sono veramente scarsi, e soprattutto sono interessati e addirittura invasi da una miriade di attività dei quartieri edificati che li circondano.

Attività spesso incompatibili con la sopravvivenza stessa del patrimonio verde ma difficilmente eliminabili: traffico pubblico e privato, parcheggi; altre attività che occupano quegli spazi, come i mercati rionali, le feste popolari, debbono trovare una collocazione coerente e adeguata.

Non si tratta quindi solo di curare la manutenzione di queste "isole verdi" come punto di sosta per la popolazione, ma di realizzare un piano complessivo per accogliere e riordinare nel loro ambito finte le funzioni compatibili, intendendo cosi il verde come sistema organico degli spazi liberi della Zona per gli usi collettivi.

I cittadini si dimostrano assai sensibili a questi problemi: ricordiamo la petizione relativa in particolare a viale Morgagni, ma anche quella più recente per via B. Marcello, nonchè le attese per i giardini di via Venini.

Il Consiglio di Zona fin dall'anno '74 aveva concentrato l'attenzione sulla situazione dei due assi paralleli a corso B. Aires, con un piano di riassetto globale, mediante il quale ha iniziato il confronto con gli enti pubblici interessati: Ripartizioni del Verde e del Traffico, ATM, per approfondire e risolvere i nodi delle diverse esigenze.

Più di recente, in base alla volontà di intervenire sostanzialmente sulla sistemazione delle aree verdi, gli interventi sono stati fatti inserire nel Programma triennale di attuazione, e appositi fondi, pari a 180 milioni, sono stati stanziati nel primo Bilancio Zonale per l'anno '79.

Sulla base delle indicazioni del C.d.Z., i progetti esecutivi vengono redatti dagli uffici tecnici competen-

ti, e verificati di nuovo in Zona. La situazione è la seguente, per le diverse aree:

- verde pubblico di via Venini: approvato il progetto di formazione dei giardini, essi verranno realizzati contestualmente all'asilo nido e al verde di sua pertinenza, con fondi del Bilancio centrale del '78;

- viale Morgagni/Piazza Bacone: nel tronco fra piazza Lavater e via Plinio è pronto il progetto di sistemazione, con la conferma di aree per il riposo, campi gioco bambini, spazi per riunioni, aree attrezzate per i bisogni dei cani, e con le protezioni fisse necessarie a impedire i parcheggi abusivi: i lavori dovrebbero iniziare appena terminato l'inverno; nel tronco fra via Plinio e piazza Bacone l'ATM ha predisposto il progetto di spostamento dei binari tranviari sul lato est, secondo le prime proposte della Zona: i lavori conseguenti sconsigliano di far precedere gli interventi sul verde; - via Benedetto Marcello: fra le vie S. Gregorio e Boscovich è pronto e dev'essere attuato il progetto di sistemazione, con la pavimentazione dei vialetti intorno alla fontana e la collocazione di panchine sul perimetro

Adriano Salis

esterno, anche per impedire lo sconfinamento dei veicoli: l'area fino a via Vitruvio è destinata ad ospitare provvisoriamente quanto prima l'edificio prefabbricato per il centro sociale e culturale, che dovrà dividere lo spazio con il mercato scoperto bisettimanale: in tale prospettiva si è programmata la manutenzione corrente del verde esistente; nel settore sopra via Vitruvio, già largamente asfaltato, la Zona si ripropone di concentrare e riorganizzare il mercato rionale, d'accordo con le categorie interessate, per ospitarvi anche raduni e spettacoli; - piazza Dateo e corso Indipendenza: sono programmate opere di manutenzione straordinaria e di riordino degli elementi del verde, e delle infrastrutture presenti.

Complessivamente gli interventi non risultano di trasformazione radicale, ma tendono a proteggere e a riqualificare gli spazi per una loro corretta utilizzazione: questa però — al di là delle attrezzature e delle piantumazioni installate — resta nelle mani dei cittadini.

Cesare Scarponi Coordinatore Comm. Territorio del C.d.Z.

Il 1979 si è chiuso con un tasso d'inflazione di circa il 20%. Questo dato pesante contribuisce tra le altre cose, a dare un'idea della gravità della situazione italiana. Molti altri paesi industrializzati, forse tutti in generale, hanno chiuso il loro 1979 con alti tassi d'inflazione, ma il nostro paese ha anche in questo un primato così poco invidiabile.

Certo la situazione internazionale pesa enormemente su questo fenomeno generalizzato di aumento di prezzi: infatti i paesi produttori di petrolio e di altre materie prime, che in generale sono i paesi ancora sottosviluppati, hanno negli ultimi anni giustamente aumentato le richieste nella vendita dei loro prodotti, essendo costretti a importare dai paesi industrializzati prodotti a prezzi altissimi.

Certo l'Italia paga pesantemente questa situazione, essendo priva o quasi di materie prime, ma questo non può da solo giustificare un così alto aumento dei prezzi.

Mentre infatti altri governi appoggiati dalle sinistre in un clima di solidarietà nazionale erano riusciti a frenare il fenomeno, ci troviamo oggi un governo Cossiga che, senza programmare una politica di risanamento economico, senza cioè ricorrere alle cause, cioè alle speculazioni, agli sprechi, ai privilegi, alla riconversione industriale, ha semplicemente agito sugli effetti dell'inflazione: ha aumentato i prezzi della benzina, gasolio, metano, telefoni e trasporti (ferrovie).

TARIFFE

Cosa significa aumentare, ad esempio, il prezzo del biglietto ferroviario, o la tariffa telefonica, senza attuare una riorganizzazione del servizio?

Significa solo contribuire ad alimentare l'inflazione, cioè a generare aumenti in altri settori, in una spirale senza fine con conseguenze catastrofiche.

Non è certo così che si risana una azienda o si migliora un servizio

Inchiesta all'UPIM

pubblico; così si rinvia solo nel tempo la risoluzione dei problemi. Vediamo invece un esempio di come altre aziende possono far fronte ad aumenti dei costi di produzione: l'ATM, l'azienda tranviaria del Comune di Milano, si è vista costretta ad aumentare il biglietto per superare le proprie difficoltà finanziarie; ma non si è limitata a questo. Infatti ha parallelamente aumentato le agevolazioni per gli utenti abituali, allargando le fasce orarie di utilizzo degli abbonamenti col risultato che è aumentato il n. delle persone che usa un abbonamento invece che biglietti singoli, così è aumentato il n. di utenti del mezzo pubblico. L'ATM ha così aumentato le sue entrate mediante un maggiore e migliore utilizzo del suo prodotto.

ALIMENTARI

Nel 1° semestre del 1979 i generi alimentari sono aumentati di circa il 25%. E i generi alimentari non sono certo cose di cui possiamo fare a meno, come può essere per altre cose.

Oggi in Italia, lì dove si tenta di contenere i prezzi, tranne rare eccezioni, lo si fa non riducendo gli sprechi o le speculazioni della distribuzione, ma adottando materiali più scadenti e diminuendo i controlli, tutto a scapito del Consumatore. Esiste in Italia un meccanismo di controllo di alcuni prezzi che è complesso e poco efficiente per mancanza di personale: in Germania occidentale sono impiegati circa 10.000 persone per tale compito, in Italia 200!

Ci sono poi le distorsioni distributive: i prodotti passano da troppe mani, prima di giungere ai consumatori, il n. di negozi forse è eccessivo con costi che salgono alle stelle.

Ci siamo recati presso la UPIM di C. B. Aires, e abbiamo posto alcune domande ad una lavoratrice anche su questi aspetti.

manovre speculative nei grandi magazzini

Con l'intenzione di dare il via ad un'inchiesta sui grandi magazzini, ci siamo recati all'UPIM di c.so Buenos Aires dove abbiamo incontrato alcune gentili ragazze del personale.

L'UPIM è una catena di magazzini con sedi in tutta Italia. La società proprietaria, è l'IFI - FIAT alla quale, ultimamente, si è aggiunta una società americana interessata nel settore.

"Appena arrivati ci hanno proposto le 24 ore continuate" commenta sorridendo una giovane commessa" ma qui non siamo in America; i nostri turni sono già massacranti cosi" — "li personale, infatti, è quasi tutto femminile" prosegue la ragazza "e cosi oltre alla fatica materiale dei lavoro, (sempre in piedi) abbiamo anche la difficoltà di tornare a casa tardi; il magazzino chiude alle 19.30 e questo crea enormi disagi per chi abita fuori Milano — se si aggiunge che molte di noi sono sposate, è presto spiegato il continuo aumento delle richieste di lavoro part - time".

"Come avviene l'aumento del prezzo dei prodotti?"

"Generalmente non aumenta il singolo referto come parrebbe più logico, ma quasi tutti i prodotti di un reparto. E facile individuare in ciò una certa speculazione, velata dalla spesso troppo semplice scusa che tutto aumenta".

C'è qualche prodotto che aumenta in modo minore rispetto agli altri?

"No, aumentato tutti, anche quelli che non vendiamo da mesi e che non ritiriamo. Qui non si può dire che il prezzo d'acquisto del prodotto è aumentato. Sono mesi che è stato acquistato".

I furti incidono sugli aumenti?

"Certamente, molto più di quanto non si pensi. E un danno continuo, massiccio e difficilmente frenabile. Ogni giorno la guardia addetta al controllo ferma diverse persone con la borsa piena di prodotti rubati, ma i più non si scoraggiano. Il lato pietoso è che vengono "beccati" molti ragazzini di 13 - 14 anni. Oggi ne hanno presi due con gli stivali pieni di utensili".

Perchè non usate le etichette magnetiche?

"Ci sono su alcuni prodotti ma basta staccarle, sostituirle ... e il gioco è fatto".

Nel periodo natalizio si specula di più sui prezzi?

"No, non si arriva a tanto, la speculazione, se c'è, c'è tutto l'anno".

Sui vostri scaffali restano Invenduti in maggior misura i prodotti di marca, costosi, o quelli sconosciuti ma più economici?

"La nostra clientela si è sempre diretta verso il risparmio, tanto più con quello che oggi costa la merce propagandata".

In quante siete di personale?

"54, e quasi tutte amiche. Ma il lavoro è davvero duro e cosi siamo spesso nervose, non stiamo bene". "Purtroppo il numero degli aborti spontanei è in continuo aumento; ma che puoi farci. Pensa che gli organici sono bloccati dal 71/72 e così siamo sempre di meno (qualcuno che si licenzia c'è sempre); solo quando dobbiamo dividerci in quattro, decidono di assumere qualche altra ragazza. E poi ci vengono a proporre le 24 ore continuate di apertura, a turni.

Dove potete risparmiare in zona

RAVAGNAN, via Plinio 7 — sarde L. 1.400 al kg.

PESCHERIA VENEZIA, c.so Buenos Aires 2 — trote non salmonate L.3.500 al kg.

DEHO, viale Abruzzi 82 — petti di pollo L. 6.000 al kg.

BORIOTTI, via Venini 25/B — fesa di tacchino L. 5.900 al kg.

PROVEZZA, via Petrella 19 — parmigiano reggiano L. 8.000 al kg.

GALLI, via Lecco 22 — mortadella puro suino L. 4.500 al kg.

IN ZOL l, via Tedino 9 — pancetta L. 5.000 al kg. AMOR USO, c.so Buenos Aires 51 — cime di rapa L. 600 al kg.
I, via VItruvio 44 — golden delizia L. 330 al kg. R ICCHIUTI, via Piccinni 27 — banane L. 1.400 al kg. Pag. n. 1 - Febbraio 1980
COSMA
Le

La storia di Porta Venezia L'area della Stazione Centrale

Negli anni verso il 1890, si modifica il confine amministrativo dell'area a nord della città, il piano di ampliamento attua il piano regolatore, che espande l'edificato fino a includere le aree delle cascine Pozzobanelli, Cusanetta, di Merli, la Bruciata, la Belinghera, accanto vediamo la linea ferrata per Como e la strada postale per Monza con grandi ombrose piante, a pochi metri scorre il naviglio Martesana che entra in città dai Caselli di P.ta Nuova; da Borgo Loretto in lungo rettilineo nascono altre due strade postali, dirette a Sesto e Crescenzago. Il piano di espansione vincola lo sviluppo dell'area per molti decenni alle grandi funzioni direzionali del commercio e dei trasporti. I grandi depositi ferroviari costruiti presso p.zza Fiume (P.zza Repubblica), lungo lo smistamento della Stazione si dimostrano inadeguati nel contesto del piano di sviluppo che prosegue con una vasta spinta all'edificazione sulle aree delle attuali piazza Repubblica, via V. Pisani, le vie parallele B. Marcello e Morgagni, le p.zze Loreto e Bacone.

Il corso Buenos Ayres divide il territorio in due grandi aree di edilizia residenziale che circondano le vecchie case operaie, trasformando completamente le città dell'ottocento, liberando sulle facciate le fantasie del Liberty e dell'art decò; si sacrificano alberi annosi provocando sfregi e rovine alle Porte ottocente-

gono i posteggi di vendite e i mezzi di trasporto di queste categorie, si attua il servizio di nettezza urbana. Nei grandi scali ferroviari a P.ta Orientale, nodo vitale dei trasporti merci e viaggiatori verso il 1918, si aggiungono linee su linee di binari dei nuovi percorsi nazionali e internazionali, di pari passo cresce l'attività edilizia. Viale V. Veneto è un largo rettifilo alberato che costeggia i giardini pubblici, e si apre alla piazza con grandi eleganti aiuole, sullo sfondo vediamo la lunga e classica facciata della stazione; le linee dei binari passano parallele a qualche centinaio di metri dal viale, all'interno del nuovo quartiere, rallentandone fortemente l'edificazione. Già nel '90 è pensato il nuovo progetto sulla p.zza Duca D'Aosta !a cui definizione urbanistica è appena uno schema; lo sviluppo del quartiere rallenta durante gli anni della grande guerra, mentre si approfondisce il tema della nuova stazione Centrale che dovrà sorgere alla fine della via V. Pisani, orientata a nord con il fronte principale sulla grande piazza; nel 1923 il quartiere è in gran parte costruito, numerose aziende vi hanno stabilito le loro nuove sedi, nel settore Poligrafico e cartaio, metalmeccanico, vetrario, alimentare e dell'abbigliamento. Ricordiamo le società Richard Ginori, Gillette, Falconi. Nel 1927 viene costruita la società (Officine Lombarde Apparecchi di precisione) la

Cenni storici sulle amministrazioni comunali di Milano.

1860 - il Sindaco

Beretta e le prime speculazioni edilizie

chia stazione e si inizia la nuova in p.zza Duca D'Aosta; l'edificio è il trionfo della potenza economica e della cultura fascista. Il fronte in marmo chiaro è alto 40 metri con ordini colossali e figure mitiche. Si apre sull'area verde della piazza, i due lati sulle vie Sammartini e Aporti, lungo il fascio dei binari di testa spuntano alti archi di ferro delle tettoie e sui muri si elevano strutture cariche di bizzarri ornati che occupano la pesantissima muraglia grigia per centinaia di metri.

La prospettiva di ogni strada arriva fino al colossale edificio viene conclusa da questo indescrivibile fondale di cemento, pietre, e centine di ferro. Tuttavia nella sua ingegneria ferroviaria, la Stazione è all'avanguardia e risolve le funzioni dei trasporti su scala internazionale. Gli edifici accanto accolgono interi piani di uffici, direzioni tecniche e amministrative, la via Vittor Pisani con l'eliminazione della vecchia stazione sfocia nella nuova vastissima piazza della Repubblica che tocca i resti dei vecchi bastioni fino a congiungersi alla via Turati e al centro storico. La strada larghissima è divisa in due sensi di traffico con grandi spazi verdi; ai lati si stagliano le masse di alti edifici costruiti intorno al 30, al loro interno si accentuano gran parte delle attività terziarie di Milano, la rete dei trasporti delle tramvie urbane è gradatamente potenziate, si aggiungono inoltre le linee filoviarie

Come abbiamo già visto nell'articolo precedente, la "Milano che conta" vale a dire il gruppo monarchico - cavourriano, i padroni, o almeno gli abbonati della "Perseveranza", insediano la Giunta il 1° febbraio del 1860 attorno al Sindaco, di nomina regia, il cavalier dottor Antonio Beretta, e si accingono ad amministrare le città.

I problemi da affrontare e risolvere sono formidabili.

Milano è una piccola città praticamente senza servizi. Con i suoi 180 mila abitanti ha 99 aule scolastiche nelle quali studiano 6 mila studenti, dispone di 81 docenti. La illuminazione è affidata a 1800 lampade su tutta l'area urbana; 12 Omnibus ne percorrono le strade strette e tortuose. Una città vecchia, maleodorante nella fossa interna dei navigli, senza un vero e proprio sistema fognario, senza una veri piazza attorno al mastodontico Duomo, senza grandi strade che colleghino il centro alle porte, senza un entroterra (la città finisce alle mura spagnole) che ne consenta moderna espansione.

A fronte di questa dura realtà, e nonostante essa, affiora un fervore incessante di attività e di sviluppo industriale, un dinamismo incontenibile che aggiunge. ai vecchi, nuovi problemi.

E non era certo una Giunta che avesse respiro che fosse all'altezza della situazione, quella diretta dal Sindaco Beretta. Questi era un grande capitalista, famoso per i ricevimenti, i balli, i pranzi ed era anche reduce da un'impresa di tutto rispetto nel campo del denaro: era riuscito con una serie di brillantissime cause, a sottrarre alla confisca il suo patrimonio, che gli austriaci avevano confiscato addebitangogli tutte le spese straordinarie sostenute nel 1848 dal Governo provvisorio in Lombardia, del quale era stato membro per le finanze.

Uomo non di grande cultura ma di buon senso, si era circondato, in Giunta, di "amici" che approvavano tutto quanto a lui stesse bene. Una specie di club dell'amicizia quella Giunta, con una sua voglia di fare, con delle ambizioni e, soprattutto, mediante lo stretto rapporto con i "padroni", in grado di scatenare una vera e propria gara alla speculazione edilizia.

Già ricordiamo il discorso di insediamento fatto dal Beretta, in cui erano indicate le cose che si sarebbe dovuto cominciare a fare. Benchè astutamente collocata all'ultimo posto, è proprio quella della piazza del Duomo la questione che dominerà il primo ciclo della vita amministrativa di Milano, nel bene e nel male.

Il manifesto programmatico appare il 3 aprile 1860.

si divertissero a scambiarla per un grosso villaggio. "Il ministro delle finanze ha finalmente compreso, "credo, che Milano non è la Cascina dei Pomi" — scriveva nell'agosto del 1859 Gabrio Casati, ministro lombardo, al podestà Belgiojoso. Detto questo, non è certo soltanto l'istinto provinciale che muove il programma del Sindaco Beretta, bensì in modo decisivo, giocano la concezione del capitale privato e della funzione che esso deve avere in ogni impresa che riguarda tutti. Niente di nuovo sotto il sole quando si parla di capitalisti: l affare Marzorati" e "l'affare Conconi", due grossi scandali, condurranno la Giunta Beretta alle dimissioni. Se si pensa che tra il 1863 e il 1865 la Giunta, per dare esecuzione al progetto Piazza del Duomo - Galleria ha acquistato centosettanta edifici per una superficie di circa cinquantamila metri quadrati, spendendo nel complesso quasi ventun milioni e mezzo, non riuscirà difficile immaginare le ripercussioni che doveva avere in città l'enorme affare. La trattativa privata consentiva ai proprietari di strappare buoni prezzi, anche se una parte del pagamento veniva fatta con obbligazioni del prestito.

Ci fu quindi chi fu "pagato di più" e chi fu "pagato di meno". Il cavalier Giovanni Battista Marzorati è un assessore, cognato del sindaco e proprietario di due case in vicolo del Popolo, nella zona in cui sorge la Galleria, acquistate dal Municipio a trattativa privata. Contrariamente agli altri venditori che ricevono metà del prezzo in cartelle di rendita del Comune, il Marzorati ha preteso tutto il pagamento "in buoni denari sonanti d'oro e d'argento".

Sono le parole dell'atto notarile e, stampate dalla "Gazzetta di Milano", suscitano grandissimo scandalo.

Un tram a cavalli sche, spariscono a Milano completamente importanti storici edifici, si trasforma, ma per molto tempo permangono le strutture mozzate delle case rurali accanto ai nuovi edifici; con il nuovo secolo si adegua il sistema dei trasporti; vengono potenziate le linee delle tramvie a cavalli che percorrono radialmente il centro e la cerchia delle mura, e P.ta Venezia le principali giungono al fondo di piazza Fiume e ai Caselli, dove proseguono in direzione di Monza. Nel 1888 ci si avvale dell'energia elettrica su scala industriale, si fonda "La Società Italiana di elettricità sistema Edison" con un impianto di sei gruppi generatori a vapore. Il Comune affida alla Edison il servizio stradale, le nuove lampade ad arco illuminano contemporaneamente il c.so P. Umberto e Venezia, dall'anticamera di palazzo Marino si comanda la rete dei nuovi orologi elettrici cittadini, l'uso della nuova fonte di energia, accellera l'industrializzazione, si fanno gli impianti di acqua potabile. Nell'89 si eseguono scavi a Loreto alla pofondità di più di 50 metri e si elimina ai fini del pubblico igiene la rete dei canali e fiumiciattoli campestri l'ingegnere Giuseppe Poggi, prosegue la nuova rete di fognatura che interessa un'area di 26 milioni di metri quadrati. Vengono realizzate altre strutture comunali, pubblici mercati, macelli, e molti ampi scali ferroviari (P.ta Vittoria) Si trasforma completamente il carattere dell'economia cittadina, nascono professioni nuove del commercio all'ingresso dei generi alimentari, si costruiscono le grandi strutture in ferro e vetro che accol-

cui sigla "Olap" diviene ben presto sinonimo di telefonia portata in tutte le case dell'apparecchio telefonico "Tipo 27" della sola "Siemens" la cui prima sede è in via Lazzaretto. ll cadere della Monarchia e l'avvento del Fascismo segna conseguenze incalcolabili per il successivo crescere della città, le pressioni economiche del regime spingono la giunta Comunale a decidere la pianificazione di Milano, fissando una capienza di due milioni di abitanti. Nel 1926 a seguito di un concorso nazionale l'ing. Cesare Albertini in collaborazione con il Podestà che dirige le attuazioni dei piani, cambia l'estetica degli edifici, il nuovo regolamento edilizio consente di costruire case con più di otto piani in cemento armato. Si edifica sulle aree libere di via Palestrina, Doria, Viale Brianza, p.zza Caiazzo, con la massima concentrazione sulle vie M. Macchi e Tunisia e sull'affaccio di p.zza Luigi di Savoia dove si toccano i dieci piani, qui nel grande anfiteatro creato dalle facciate curve dei palazzi in uno spazio a verde si salva un frammento della storica cascina Pozzobonelli, dagli splendidi archi rinascimentali.

Lo stile del regime si salda brutalmente alle leggere architetture del primo novecento, delineando gli isolati con ampie curve. I materiali sono costosi, si impiegano pesantemente superfici di pietra scura poggiata su poderosi cornicioni di cemento, rinascono doppie colonne, sfere di marmo, cupole e trabeazioni classiche con ordini giganteschi in uno spreco edilizio senza limiti. Nel 1931 si decide l'abbattimento della vec-

che coprono i percorsi più lunghi attraversando i passanti ferroviari della centrale; la zona accoglie le masse dei lavoratori dalla provincia che in ogni ora del giorno popolano l'immenso atrio della stazione e i portici e le vetrine della via Pisani con i restanti bar e i loro tardi colorati.

I piani bassi di molti edifici sono grandi negozi di abbigliamento all'ingrosso, le vie, S. Gregorio, Cappellini) si caricano di traffico, altre invece come la via A. Doria molto più ampia è starsamente percorsa, si rilevano così gravi errori nelle scelte urbanistiche che avevano favorito solo inorbamento e speculazione.

Poi la catasfrote della guerra, nei bombardamenti del '42 - '43 vengono colpiti gli isolati sul lato sinistro della piazza della Stazione, circa 15.000 metri quadrati di edifici crollano e bruciano. In queste aree negli anni '50 - '60 con decisioni non molto diverse dal passato, sorgono nuove grandi strutture dalle lucide facciate di cristallo e vetro, e non lontano il grande grattacielo Pirelli e Galfa e gli altri importanti edifici di p.zza Repubblica e del Centro Direzionale (Comune di Milano), progamma edilizio interrotto a causa di mutate condizioni politiche così ancor oggi sull'affaccio di vastissime aree a verde non attrezzate e trasformate in sterminati parcheggi d'auto, mentre il convoglio della metropolitana vibra sotto i nostri piedi, accanto alle vertiginose facciate con le insegne luminose delle compagnie aeree e degli alberghi internazionali, dalle ringhiere delle vecchie case sventolano i panni e i lenzuoli stesi all'aria del progresso.

Comincia, per la piccola città, la febbre della piazza, che durerà vent'anni. Si tratterà di sventrare, allargare, raddrizzare con gaudio massimo delle "... Società od i privati che volessero assumere i lavori qui enunciati" e che "dovranno presentare per la fine di Giugno a questo Municipio i loro progetti in cui siano i disegni degli edifici e le condizioni dell'intrapresa, su di che sarà chiamato a decidere il Consiglio comunale".

L'opposizione composta dai "meno amici del Sindaco" vale a dire frange quasi radicali, i moderati che si proclamano indipendenti, i lettori del "Pungolo" non ha niente da dire. Si "riserva".

Per comprendere meglio questa unanimità del Consiglio comunale milanese davanti alla grande campagna edilizia inaugurata dal Sindaco Btretta occorre anche ricordare l'azione di governo svolta dall'arciduca Massimiliano, fra il 1857 e il 18 58, con quel programma di autonomia amministrativo - finanziaria per il Lombardo - Veneto, che aveva fatto dire a Daniele Manin: "Noi non vogliamo che l'Austria governi meglio, vogliamo che se ne vada". Altri, che non era un Manin, aveva apprezzato la spinta al rinnovamento impressa alla città dall'Arciduca, con i lavori attorno alla stazione ferroviaria, ai giardini pubblici e alla piazza della Scala, secondo il vecchio proverbio "quand lavora el magutt; lavoren tucc". Sia per il povero sia per il ricco, l'edilizia era fonte di guadagno. Inoltre, da quando il Bonaparte l'aveva fuggevolmente elevata al rango di capitale, Milano si coccolava il suo bravo complesso di inferiorità, sempre temendo che tutti

Il ragionier Pietro Conconi è il civico esattore e fa ancora meglio: preso dalla febbre della speculazione edilizia investe il denaro del comune e alle scadenze degli assegni Comunali non può fare fronte agli impegni per oltre 589 mila lire (cifra enorme per quei temi) sulle casse civiche e per oltre 865 mila su quelle dell'erario dello Stato.

Ai primi del 1867, compaiono sulle cantonate focosi manifesti su carta rossa. Dicono: "Fratelli, non possiamo e non dobbiamo più a lungo tollerare queste scellerataggini. Scuotiamo questo giogo e gridiamo: "Abbasso il Municipio" "Abbasso la Giunta!". Liberiamoci, mentre siamo in tempo, mentre abbiamo ancora qualcosa da salvare. Noi siamo i Milanesi delle Cinque Giornate. Opporremo barricate e baionette a chi oserà arrestarci nell'esercizio dei nostri diritti!".

Sull'onda di questo scandalo il quadro politico milanese si modifica profondamente anche, se, sostanzialmente saranno sempre le forze conservatrici ad avere saldamente il potere nelle mani. Però "i più amici" del Sindaco verranno sconfitti nelle elezioni per il rinnovo parziale del Consiglio (il Marzorati non verrà più eletto) e successivamente il Beretta stesso verrà sonoramente battuto. "I meno amici" usciranno di scena sostituiti nel quadro oppositivo dai gruppi che si schierano dietro due nuovi giornali "La Gazzetta di Milano" e il "Secolo" fondati da Raffaele ed Edoardo Sonzogno. Accanto ai due organi di stampa si creano un circolo.

Cosi il 3 gennaio 1867, nella sala d'armi di via delle Cornacchie 5, nasce l'Associazione Politica, primo germe del Partito Radicale Milanese. Lo scopo, spiegherà il Sonzogno, è quello di "scuotere l'indifferenza dei cittadini e abituarli a prendere parte alla cosa pubblica".

'PORTA VENEZIA/) u Pag. 3
n. 1 - Febbraio 1980

Si è recentemente svolto il convegno pubblico dei comunisti della nostra zona sul tema: "Milano '80: le proposte dei comunisti per il governo e lo sviluppo della città e della zona 3".

I numerosi partecipanti al convegno hanno ricevuto schede di documentazione sulle questioni essenziali per la vita della zona e di Milano.

E queste hanno favorito l'ampio dibattito, preceduto da una introduzione di Montalbetti, responsabile di zona del PCI, e di Gramoielli, capogruppo PCI in CdZ, che si è soffermato in particolare sui problemi che la gente vive più da vicino: la casa, i servizi, l'uso del territorio.

Per una sintesi del convegno abbiamo rivolto alcune domande a Carlo Montalbetti.

— Perché avete scelto di fare adesso il convegno?

Per fare un bilancio spassionato del lavoro svolto dalla giunta di sinistra dopo 5 anni di governo a Milano e per riflettere sull'operato del nostro Consiglio di zona.

Ma soprattutto per disegnare, seppure a grandi linee, la nostra proposta per il futuro della città e anche di Porta Venezia.

Abbiamo deciso di fare il convegno adesso per poter cominciare a discurete con gli elettori, nella massima franchezza e serietà, senza essere coinvolti nei meccanismi della campagna elettorale.

Con il convegno, e con le schede di documentazione distribuite, abbiamo aperto un confronto con gli elettori che proseguiremo nelle prossime settimane per giungere alla formulazione di un programma di zona dei comunisti e per la formazione della lista dei candidati per il consiglio comunale e per il CdZ, che eleggeremo per la prima volta in modo diretto.

Che giudizio date sulla giunta di sinistra di Milano?

Positivo. E la prima giunta stabile, che non ha rappresentato gli interessi di circoli finanziari, affaristici e speculativi, bensì ha espresso quelli genuini delle masse popolari.

La Giunta ha saputo lavorare con determinazione, programmazione e si sono raggiunti importanti risultati: il Piano Regolatore Generale; il Piano dei Trasporti e del Commercio che disegnano il futuro di Milano e della sua area metropolitana in modo equilibrato e socialmente più giusto.

Ma soprattutto la giunta di sinistra è intervenuta, nonostante la grave crisi della finanza locale, per finanziare la costruzione di nuove case, il risanamento di vecchi stabili, l'istituzione di nuovi servizi.

Infine la giunta ha concretamente favorito i: decentramento e la partecipazione delegando maggiori poteri ai CdZ e costruendo con questi i bilanci di zone.

Certo vi sono stati anche limiti ed errori in alcuni campi. Non tutti gli assessorati hanno funzionato bene.

Ma nonostante ciò ci sembra giusto chiedere agli elettori la riconferma della giunta di sinistra, da rafforzare e allargare con quelle forze che vogliono sul serio il progresso della città. E di conseguenza chiediamo agli elettori di ridimensionare la DC milanese tesa caparbiamente ad una politica di opposizione gretta e incapace di contribuire alla soluzione dei problemi della città.

E il lavoro del Consiglio di zona?

Le amnesie della DC

plesso di p.zale Bacone, dotato di una piscina pubblica. E entrato in attività il consultorio familiare ed è in fase ultimativa il centro culturale e sociale. Tra poco inizieranno i lavori per il primo asilo nido di zona e per il recupero del poco verde che abbiamo a Porta Venezia.

Il CdZ ha trovato finalmente una sua sede ampia e idonea.

Ma soprattutto giudichiamo positivamente l'iniziativa del CdZ nel settore casa e territorio dove il successo più rilevante è stata l'acquisizione del grande stabile di p.za Dateo da parte del Comune.

Il CdZ si è mosso con vigore per contribuire alla difesa della democrazia e della pacifica convivenza contro gli attacchi eversivi e della criminalità.

Che cosa proponete per la zona?

Nel quadro dello sviluppo disegnato dalla giunta di sinistra per Milano proponiamo uno sforzo maggiore in zona per mantenere i ceti popolari a Porta Venezia attraverso l'intervento diretto dell'Amministrazione o con convenzioni con i privati o con le cooperative degli inquilini, per il recupero e il risanamento degli stabili degradati.

Informazione Alimentare

Abbiamo descritto, seppur brevemente e sommariamente, sul numero precedente cosa si intenda per alimento surgelato, abbiamo visto quali siano le primarie cause di deterioramento di un alimento ed abbiamo dato una valutazione dei prodotti surgelati presenti in commercio. Vediamo ora invece cosa sia necessario per preparare in casa dei surgelati, quali operazioni siano da compiere, come confezionare e mantenere i preparati.

IL CONGELATORE

Cominciamo a parlare brevemente del congelatore, apparecchiatura indispensabile per poter congelare un prodotto. Ormai ne esistono in commercio vari modelli di diverse ditte e distinguibili in due tipi: quelli ad armadio e quelli a pozzetto; la scelta dell'uno o dell'altro dipende sostanzialmente dalla praticità d'uso (più comodo quello ad armaio) e dallo spazio disponibile (quello a pozzetto occupa meno spazio perchè si apre dall'alto).

Entrambi i modelli sono contrassegnati da una, due, tre o quattro stelle a seconda delle temperatura che sono in grado di raggiungere; quelli a quattro stelle sono certo i più efficienti arrivando a 30 gradi sotto lo zero, mentre quelli ad una sola stella raggiungono solo i 6° C. Quindi i modelli a tre e quattro stelle sono idonei alla congelazione, gli altri invece solo al mantenimento di prodotti già surgelati per alcune settimane. La scelta nell'acquisto del congelatore va perciò fatta in funzione della praticità e del numero di stelle (sconsigliabile meno di tre) e non in funzione della pubblicità: infatti si può con buona approssimazione affermare che a parità di dimensioni e di numero di stelle tutti i congelatori si equivalgono.

Dopo aver scelto l'apparecchio più idoneo alle proprie esigenze bisogna scegliere dove sistemarlo,in quanto il suo rendimento è legato anche alla sua posizione. Di norma va sistemato in un locale fresco e asciutto con un certo ricambio d'aria (mai quindi uno sgabuzzino sempre

Diamo un giudizio positivo sia per le realizzazioni ottenute o in fase di attuazione sia per lo sforzo di collaborazione sviluppatosi tra le forze democratiche. Con la fattiva collaborazione della giunta di sinistra abbiamo sviluppato i servizi sociali che erano i più scarsi della città durante il centro sinistra. Sono stati eliminati i doppi turni nelle scuole con il nuovo comchiuso), distanziato dal muro di circa 10 cm per la circolazione dell'aria, evitando l'accumulo di polvere attorno al compressore e sul serpentino, mai vicino alle finestre molto soleggiate ed a fonti di calore tipo forno o calorifero.

I PRODOTTI E veniamo finalmente alla preparazione dei prodotti. Abbiamo già detto che il congelamento è una tecnica di conservazione assai efficace ma ciononostante non permette il mantenimento della buona qualità per tempi indefiniti; ciò perché gli enzimi presenti nei vari alimenti agiscono su di essi anche alle basse temperature seppure con una velocità estremamente più lenta che a temperatura ambiente. Nel caso degli ortaggi freschi è possibile ridurre al minimo questa attività mediante un trattamento da effettuarsi prima di porli a congelare: la scottatura in acqua bollente che distrugge la maggior parte degli enzimi.

Dopo questa ulteriore nozione speriamo che i lettori ci siano ancora tutti e non siano già passati ad un altro articolo, perché ora vediamo la sequanza di tutte le operazioni da eseguire per prepararsi un surgelato.

Cominciamo supponendo di avere già in casa per esempio una cassetta di cavolfiori; le operazioni sono le seguenti: 1) suddividere il cavolo in piccole rosette, tagliando cioè I fiori dove il gambo è più piccolo; 2)

E indispensabile procedere ad un controllo più serrato per evitare un ulteriore insediamento di attività terziarie improduttive e invece salvaguardare e favorire l'insediamento di attività produttive legate all'artigianato e alla piccola industria. Nel campo dei servizi ci proponiamo di sviluppare gli asili nido, un centro di assistenza per gli anziani, il pieno recupero e utilizzo delle strutture scolastiche e ricreative per la zona. In questo insieme di proposte rimane centrale per noi comunisti lavorare perchè a Porta Venezia si rafforzi il clima di sicurezza e di pacifica convivenza isolando e sconfiggendo i fenomeni di violenza politica e comune.

Milano Tre risponde al nostro articolo pubblicato nel numero dello scorso dicembre. Qualche battuta era giustamente polemica, ma non è questo il nocciolo del problema. La risposta di Milano Tre è di metodo e non di sostanza. Infatti ci imputa di non accettare il "valore della critica", di respingere, quasi per principio, il contributo che altri cerca di dare argomentando le proprie opinioni ed i propri giudizi con il proposito di costruire qualche cosa di positivo.

Non abbiamo mai scritto quelle note con un intendimento negativo, apprezziamo il valore del dibattito critico e costruttivo.

Il nostro obiettivo da sempre, è teso a mantenere aperto con le altre forze democratiche (democrazia cristiane compresa!) un confronto ed un d'al° go proprio per costruire qualche cosa di positivo. Non dice nulla la nosta posizione per i governi di solidarietà nazionale, per una allargamento delle stessa maggioranza che dirige Palazzo Marino?

Nemmeno ci sentiamo così bravi da negare debolezze e insufficienze come se fossimo gli unici a fare bene le cose.

Ma proprio qui cade la "imputazione" di Milano Tre. Il discorso non può essere di metodo, ma di sostanza. Dire che questa Giunta di sinistra "per bene che siano andate le cose non si è sostanzialmente discostata da quelle di centro sinistra" non è corretto, anzi non è cosa vera. Non si possono dimenticare fatti decisivi!

Basta per tutti l'esempio della elaborazione, in breve tempo del Piano Regolatore. Le Giunte di centro e quelle di centro - sinistra in oltre venti anni non sono state capaci di prepararlo.

Tutti sappiamo cosa vuole dire un Piano Regolatore per una grande metropoli come Milano. Perché non lo hanno fatto in tutti quegli anni?

Nell'articolo del dicembre 79 citavamo altri esempi che non ripetiamo oggi, ma che hanno tutto il loro valore. Troppi vuoti di memoria hanno infiorato gli articoli di Milano Tre.

Sui fatti nuovi della Giunta di sinistra ci si deve misurare valutandoli, magari criticamente, ma dicendolo ai lettori di Milano Tre e non dimenticandoli. Sarà allora possibile davvero, e faremo con serietà la nostra parte, un confronto ed un dibattito per costruire altre cose nuove per la Milano degli anni 80.

Iniziativa del Comune per gli anziani

Cinema a metà prezzo

I trecentoventimila milanesi che hanno superato i 60 anni di età ricevono in questi giorni una tessera che essi potranno utilizzare per ottenere l'ingresso a metà prezzo nei cinema.

L'iniziativa è, congiuntamente, dalla Associazione Generale Italiana dello Spettacolo (Delegazione Lombarda) e del Comune che l'hanno concepita come atto di affettuosa attenzione verso quella terza età nella quale, essendo generalmente cessati gli impegni di lavoro, si cerca un interessante impiego del tempo libero. Talvolta, questa età si accompagna ad un senso di solitudine che è

difficile cancellare. Anche per questo l'iniziativa può essere di qualche utilità insieme alle altre che l'Amministrazione municipale si è proposta per essere più vicina ai suoi cittadini anziani. Ne citiamo due: la creazione di una università popolare presso la quale i pensionati possono aggiornarsi culturalmente, discutere, riprendere contatto con il mondo delle idee e della carta stampata, e la istituzione (in locali di proprietà comunale o dell'I.A. - C.P.) di centri di ricreazione in cui essi possano ritrovarsi e trascorrere serenamente le ore libere.

Conoscere la Costituzione

immergere i pezzi in acqua bollente per due minuti; 3) raccogliere i fiori e porli immediatamente sotto acqua fredda, poi fare sgocciolare bene; 4) disporre i pezzi su uno, massimo due strati in una vaschetta di plastica o alluminio per alimenti o su un vassoio e porre nel congelatore nell'apposito scomparto di congelamento; 5) dopo qualche ora (a seconda delle quantità che avete trattate) potete riunire i contenuti delle vaschette in sacchetti di polietilene in modo da ridurre gli spazi occupati. A questo punto la cassetta di cavolfiori è congelata e può durare almeno un anno se mantenuta a 18°C cioè in congelatore a tre stelle. Per scongelarlo, dato che generalmente lo si usa cotto, basta immergerlo in acqua e farlo cuocere come fosse fresco; potrete così avere a disposizione il cavolfiore tutto l'anno con il vantaggio di averlo acquistato però al momento del suo costo più basso (specie se acquistato all'ortomercato).

Roberto Giangiacomo

NEL PROSSIMO NUMERO VEDREMO QUALI ALTRI ORTAGGI SI POSSONO CONGELARE E IN CHE MODO.

In questi ultimi tempi si fa un gran parlare sulla stampa, alla radio e alla TV della necessità di riforme istituzionali, di ritocchi della costituzione. Non sempre chi avanza queste richieste è mosso dal desiderio di migliorare e rendere più sicure le nostre istituzioni democratiche. Al contrario sono numerosi coloro che vogliono la revisione della carta costituzionale per limitare e indebolire la democrazia e la libertà. Non a caso il MSI reclama a gran voce la seconda Repubblica attraverso lo stravolgimento della costituzione. E possiamo supporre che tipo di Repubblica ci troveremmo sulle spalle. Alcuni esponenti DC non nascondono il desiderio di riformare il sistema elettorale abolendo di fatto la proporzionalità, e quindi i partiti intermedi, e cercando per questa via la riconquista piena e assoluta della gestione del potere, che sentono sempre più vacillare. Il sospetto è che però siano non molti i cittadini che riescono a comprendere e a seguire bene questo dibattito, che in alcuni casi si trasforma in polemica. La costituzione si conosce poco e da poco tempo si è iniziato ad insegnarla nelle scuole. Il modo e gli effetti con cui è stata applicata e si applica la carta costituzionale son conosciuti in modo su-

perficiale. Di qui il pericolo che di fronte ad una diffusa ignoranza dei cittadini sulla Costituzione possono trovare spazio critiche e accuse infondate alla carta costituzionale e manovre antidemocratiche.

Per questo ci è sembrata positiva la scelta fatta dai comunisti della nostra zona di organizzare due serate pubbliche di dibattito e di studio sulla Costituzione. Le due serate si sono svolte il 23 e il 30 gennaio e hanno avuto come temi: "Le origini della Costituzione e i suoi principi ispiratori" e "L'attualità della Costituzione e la sua applicazione". Dopo l'introduzione molto approfondita e ricca di stimoli dell'avv. E. Zecca, si è sviluppato un ampio dibattito e numerose sono state le domanda e le richieste di precisazioni. Per questo si è deciso di procedere alla stampa della relazione dell'avv. Zecca e di distribuirla ampiamente nella zona. Inoltre si è stabilito di programmare per i prossimi mesi serate di studio su specifici temi legati alla comprensione e applicazione della Costituzione. Ci pare che con questa Iniziativa i comunisti della nostra zona abbiano dato un contributo serio per migliorare la coscienza civica dei cittadini e per rendere più salde e sicure le nostre istituzioni democratiche.

Centro culturale e sociale

In data 31 gennaio è stato portato in Consiglio di Zona dal dott. Ercoli dell'Assessorato ai Lavori Pubblici del Comune di Milano, il progetto per la costruzione in via R. Marcello del prefabbricato nel quale dovrebbe sorgere provvisoriamente il centro culturale e sociale della zona.

Il progetto verrà preventivamente esaminato dal Consiglio di Zona che si farà promotore di iniziative per informare e sensibilizzare la cittadinanza.

PORTA /)

VENEZIA

Iscritta alla C.C.I.A.A. di Milano n. 1011422 il 29/5/79 - Autorizz. Trib. di Milano n. 43 del 3/2179 - Dir. respons.: Roberto CenatiComitato di Redazione: F. Alberti, E. Giannasi, M. Sparacino, C. Oldrini, F. Albanese, E. Ferraiuolo - Hanno collaborato: C. Montalbetti, A. Pedroni , P. Gramolelli, F. Azzollin i, R. Ponti, Giangiacomo, M. Delle Monache, V. Marchesi, R. Fidenzi, L. Lemme, L. Rosabona - Redazione e Amministrazione: via Gregorio 48, Milano - Stampa: Coop. "Il Guado", Castano Primo (Mi), tel. 0331/881475-881228

Istituito il Consiglio Tributario Uno strumento di giustizia fiscale

Nei prossimi mesi entrerà in funzione il Consiglio Tributario, organo consultivo istituito dal Comune per partecipare all'accertamento del reddito dei cittadini, accertamento che viene compiuto dall'Ufficio statale delle Imposte Dirette. Come stabilisce una recente

legge, esso può proporre rettifiche agli accertamenti eseguiti e segnalare dati ed elementi che possano essere sfuggiti alla attenzione del fisco, facendosi così garante di procedure obiettive ed imparziali. Il Consiglio Tributario è cioè uno strumento di equità.

Pag. 4 n. 1 - Febbraio 1980
Convegno PCI a Porta Venezia
Le proposte dei Comunisti per il governo della zona 3
Come surgelare gli alimenti

n. 1 - Febbraio 1980

PIAZZALE DATEO:

Il Comune attua l'esproprio e procede al risanamento

Mercoledì 9 gennaio si è svolta in Pie Dateo un'assemblea con la presenza dell'assessore all'Edilizia Popolare, il comunista Gianfranco Rossinovich, rappresentanti del Consiglio di Zona 3 e gli inquilini di Pie Dateo 5, Via dei Mille 1, Via degli Uberti 2.

I citati caseggiati sono ormai di proprietà del Comune di Milano.

Nella nostra zona è il primo caso di passaggio di proprietà da un privato, in questo caso la Beni Immobili Italia, al Comune attraverso la legge 167.

E questo un risultato molto importante di questa Amministrazione Comunale non solo nei confronti delle oltre duecento famiglie che abitano i caseggiati e che hanno adesso un interlocutore molto più responsabile di quanto sia stato la Beni Immobili Italia, ma anche per l'intera collettività milanese che vede accresciuto il proprio patrimonio edilizio.

E il primo caso nella nosta zona e coincide, guarda caso, con un'amministrazione di sinistra del Comune.

E un esempio molto significativo di quanto sia sbagliata la propaganda della Democrazia Cristiana che non potendo dimostrare che le precedenti amministrazioni di centrosinistra, che la vedevano protagonista, funzionavano meglio di questa di sinistra, cerca di far credere che comunque non c'è differenza. Naturalmente i fatti fanno giustizia delle chiacchiere.

La lotta non è stata facile né breve. Si sono impegnati gli inquilini nella lotta contro la vecchia proprietà e svolgendo, giustamente, una continua azione di stimolo verso il Consiglio di Zona e l'Amministrazione Comunale.

Si è impegnato il Consiglio di Zona, soprattutto con la sua Commissione Pianificazione Territoriale che negli anni scorsi aveva individuato

in Dateo uno dei caseggiati da risanare prioritariamente e con la Commissione Casa che si è battuta per la soluzione di un'acquisizione diretta del Comune. Si è impegnata. come prima si diceva, l'Amministrazione Comunale. Bisogna tener conto che le proprietà edilizie non accettano facilmente di essere espropriate e si sa quanti agganci abbiano le grandi proprietà presso alcune forze politiche.

Queste cose sono state ribadite oltre che dall'assessore, anche dal Presidente della Commissione Casa, il comunista Delle Monache, intervenuto a rappresentare il Consiglio di Zona.

Benedetti, consigliere di zona per Democrazia Proletaria, oltre che inquilino di uno dei caseggiati in oggetto, ha cercato goffamente di sentenziare che non vi è stato impegno dell'Amministrazione Comunale e del Consiglio di Zona, contraddicendo alcune sue precedenti affermazioni in Consiglio di Zona.

Non è riuscito a dire, e non poteva ovviamente, se è vero o no, per farla breve, che nell'operazione in corso vi sono i soldi dei contribuenti milanesi, se è vero o no che questa giunta di sinistra ha deciso di spendere questi soldi per l'acquisto e il risanamento. Altri intervenuti all'assemblea sono stati di avviso diverso.

Un inquilino ha anzi sostanzialmente detto che gli assessori non sono tutti uguali e la stessa presenza di Rossinovich dimostra una volontà di conoscere direttamente i problemi dei cittadini che abitano questi caseggiati, di avere con loro un rapporto di fiducia e collaborazione, di dar vita ad un diverso modo di governare. L'attenzione degli inquilini era giustamente rivolta a conoscere i tempi e le modalità del risanamento, i problemi di gestione.

Plinio 15: conclusione positiva della lotta clegli inquilini

Dopo un anno di lotta gli inquilini di via Plinio 15, organizzati nel SUNIA, hanno raggiunto un importante accordo con la proprietà a proposito dell'applicazione della legge sull'equo canone.

La vertenza riguardava il coefficiente di vetustà di 19 su un totale di 29 appartamenti tutti in affitto e il conteggio della superficie di alcuni "soppalchi".

La proprietà dello stabile costruito nel 1911 e quindi con coefficiente di vetustà 0,7, aveva calcolato l'equo canone con coefficiente di vetustà 0,96 in virtù di alcuni lavori di parziale ristrutturazione, effettuati nel 1970, senza richiesta di alcuna licenza edilizia.

La lotta degli inquilini che, oggettivamente non ritenevano che i lavori fatti fossero tali da far considerare la casa completamente ristrutturata, da essere considerata del 1970, è consistita nel pagamento dell'equo canone, con coefficiente di vetustà 0,7, tramite vaglia postale (in base all'art. 45 della legge sull'equo canone).

Con l'accordo raggiunto, coefficiente di vetustà 0,81 (anno di costruzione convenzionale 1950) e eliminazione della superficie di "soppalchi" dal calcolo dell'equo canone, gli inquilini concedono alla proprietà un 11% sull'affitto come compenso per i lavori di parziale ristrutturazione.

La proprietà , oltre ad annullare il ricorso alla magistratura fatto in precedenza, si è impegnata ad eseguire, a proprie spese, la tinteggiatura del vano scale, una revisione degli infissi e la messa In opera di una porta a vetri nell'atrio che consenta un risparmio energetico.

II Comitato Inquilini di Via Plinio 15

Riguardo a questo l'assessore ha affermato che l'intenzione dell'Amministrazione Comunale è quella di procedere ad un risanamento che non comporti lo spostamento, seppure temporaneo, degli inquilini e che creerebbe grossi problemi.

I criteri di risanamento saranno pronti entro l'estate. Un gruppo di lavoro, composto da rappresentanti degli inquilini e del Consiglio di Zona collaborerà con gli uffici tecnici del Comune per la stesura del progetto.

Non è democrazia questa?

II Comune effettuerà in tempi molto più ravvicinati tutti quei piccoli lavori di manutenzione ordinaria in attesa del risanamento globale.

La gestione del caseggiato è ora affidata alla Ripartizione Demanio e Patrimonio ed è con essa quindi che vanno regolati i rapporti degli inquilini.

Dopo le elezioni dirette dei Consigli di Zona, è presumibile che la gestione venga affidata direttamente al Consiglio di Zona.

Un altro esempio concreto del passaggio di poteri reali al Consiglio di Zona che va a merito della politica della presente maggioranza di Palazzo Marino.

Vi sono all'interno di Dateo inquilini che hanno fatto domanda di alloggio IACP; Rossinovich ha dichiarato che si può favorire un loro spostamento volontario e definitivo.

Gli inquilini hanno anche fatto conoscere che vi sono problemi non risolti con la vecchia proprietà, soprattutto per quanto riguarda le spese.

E evidente che non può essere il Comune a farsi carico di un problema che riguarda praticamente due privati.

In ogni caso occorre evitare lunghi strascichi con la Beni Immobili Italia e cercare una soluzione pacifica e concordata tra le parti. Una grossa e significativa battaglia è stata vinta, ma molto resta ancora da fare; è più che mai necessario lo stimolo degli inquilini, del Consiglio di Zona perché si arrivi ad una esecuzione corretta dei lavori quanto prima possibile e successivamente una partecipazione che consenta di gestire i caseggiati come patrimonio prezioso di tutti i cittadini.

Licenze edilizie approvate

Il 17 dicembre il Consiglio dl Zona 3 si è riunito per discutere due importanti licenze edilizie.

PLINIO 44

La prima riguardava io stabile di via Plinio 44, di proprietà dell'Opera Universitaria, la quale richiedeva la licenza edilizia per ristrutturare l'edificio In modo da trasformarlo in pensionato universitario. Si manifestavano alcune perplessità dovute al fatto che la zona è in "83" ove non sono consentite ristrutturazioni.

Il Consiglio di zona voleva poi cautelarsi da eventuali speculazioni edilizie da parte dell'Opera Universitaria.

li Consiglio di Zona ha approvato a maggioranza la licenza, riservandosi di richiedere un impegno scritto alla proprietà circa la destinazione d'uso dello stabile.

LAZZARO PALAZZI 6 Lo stabile è da anni abbandonato e cadente. La responsabilità ricade sulla vecchia proprietà la quale ha protratto uno stato di cose intollerabile.

Finalmente l'edificio è stato acquistato da un'Impresa edile per essere ristrutturato e adibito a 23 alloggi. Il Consiglio di zona ha approvato la concessione edilizia all'unanimità.

L'impegno della Giunta di sinistra per la casa

252 In corso di assegnazione a riscatto

1.692 Totale

Risanamento edilizio

ALLOGGI RECUPERATI O IN CORSO DI RECUPERO

71 del Comune (Fossati e Garibaldi) già finiti

85 del Comune (6 cantieri aperti in via Larga e In via De Amicis)

52 dell'IACP (cantiere in corso Garibaldi 117)

208 Totale

ALLOGGI IN APPALTO 60 dei Comune (c. Garibaldi 89 e via Pinerolo)

2.761 In stabili del Comune (appalti entro marzo)

2.305 dell'IACP (appalti entro marzo)

5.126 Totale PROGETTI 253 In progettazione in piazzale Dateo, in via Scaldasole e al Villaggio del Fiori

330 da progettare

583 Totale

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Nuove costruzioni ALLOGGI IN COSTRUZIONE 734 in 7 cantieri del Comune 1.276 in 8 cantieri dell'IACPM 213 delle cooperative 156 delle Imprese (convenzionati) 2.379 Totale INIZIO DEI LAVORI ENTRO
in 15 cantieri del Comune 728 in 3 cantieri dell'IACPM 280 a riscatto in 3 cantieri dell'IACPM 432 delle imprese (convenzionati) 4.183 Totale ALLOGGI CON
GIA' INDIVIDUATE 862 del Comune 538 dell'IACPM 1.400 Totale ALLOGGI ASSEGNATI O IN CORSO DI ASSEGNAZIONE
assegnati nel 1979
GIUGNO 2.077
AREE
1.188 già
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Numerosi i

temi

in discussione nei congressi delle sezioni comuniste

Entro il mese di febbraio si svolgeranno i Congressi ordinari delle Sezioni del Partito Comunista della nostra zona.

Pur non concludendosi, come l'anno passato, in un congresso nazionale del Partito, questa campagna di dibattito e di confronto politico interno presenta caratteri di notevole interesse.

Intanto si svolge a ridosso di una consultazione elettorale particolarmente importante: si potrebbe osservare che, visto il ritmo delle scadenze elettorali nel nostro paese, questo non sia un dato particolarmente significativo. Ma non è così: quest'anno infatti si va, per il Partito Comunista, alla verifica di numerosissime amministrazioni di sinistra, tra cui Milano, conquistate per la prima volta solo cinque anni fa, il 15 giugno 1975. Si tratta quindi di svolgere un ampio confronto critico di massa sui temi dell'amministrazione, del nuovo modo di governare, dei successi e dei passi avanti compiuti, degli insuccessi registrati.

Si vota poi, per la prima volta a Milano, per gli organismi del decentramento amministrativo, i Consigli di Zona. Fino a che punto essi sono canali di coinvolgimento e di partecipazione dei cittadini? E fino a che punto invece, dopo le speranze suscitate al loro sorgere, sono stati sommersi da compiti, complessi si, ma tecnici o burocratici? E come si può rilanciare la loro attività e l'interesse popolare nei loro confronti?

La linea proposta dal PCI a livello cittadino è quella delle municipalità, cioè quella di trasformare i Consigli di Zona in piccoli Comuni, con il graduale trasferimento di poteri fino ad ora detenuti dal Consiglio Comunale. Ed anche su questa tematica generale si svolgerà il discorso congressuale, non solo sui pur importantissimi problemi della casa, del consultorio, del centro sociale, dell'ordine pubblico: non è infatti pensabila, in Italia come a Milano, risolvere quei problemi così scottanti, senza una profonda trasformazione del potere, degli apparati dello Stato, del loro rapporto con le masse popolari.

Si tratta quindi di definire le linee di movimento per i prossimi mesi in campo amministrativo; per andare poi ad una ben più ampia consultazione con gli elettori, per chiedere

nuovamente la loro fiducia, per confermare ed estendere i consensi ricevuti cinque anni fa, per superare tutte le incertezze, i ritardi ed i momenti di vero e proprio malessere nel rapporto tra cittadini ed istituzioni democratiche, messi in luce nelle ultime elezioni politiche anticipate del '79. in secondo luogo la situazione generale del Paese non è rimasta certo ferma rispetto ad un anno fa. Ampie e stringenti si fanno le critiche al governo Cossiga, nato con l'esclusione dei comunisti, che sempre di più si dimostra non solo inetto ed incapace, ma pericoloso, causa di ulteriore aggravamento della crisi per le sue azioni inutili e dannose. Sempre più netta è quindi l'esigenza, espressa dal PCI ma non solo da lui, di un governo di ampia unità, del quale facciano parte a pieno titolo i comunisti. Ma come, in che termini, in quali tempi, costruendo quali movimenti di massa, rinsaldando quali alleanze, è possibile conseguire tale obiettivo strategico? E la risposta al terrorismo, che da parte del PCI è sempre stata ferma, intransigente. priva di ambiguità e tentennamenti, come può essere mantenuta sul terreno democratico e costituzionale, evitando rischi di involuzioni autoritarie? Ed ancora il dibattito aperto da Amendola su Rinascita, proseguito poi con un importante Comitato Centrale del Partito, come è proseguito nelle Sezioni, che giudizio dà la base dei temi della crisi, del nodo risanamento - rinnovamento, dei rapporti con le altre forze politiche? Che giudizio dà della DC? e del PSI? Come vede la possibilità di sviluppo unitario a sinistra e fuori della sinistra?

Né più rosea è la situazione sul piano internazionale. Motivi di allarme e di tensione continuano ad accumularsi: rimangono aperte le crisi del Sud - Est asiatico, del Medio Oriente, se ne sono aperte di nuove in Asia: dall'Iran all'Afghanistan. La posizione del PCI è molto chiara: contro ogni ingerenza ed interferenza di Stati negli affari interni di altri Stati: non è certo una posizione nuova, ed è stata ribadita autorevolmente nelle Tesi approvate dal XV Congresso nazionale. Trova oggi conferma nella condanna espressa per il sequestro del personale del-

I risultati del Congresso DC

l'ambasciata americana a Teheran, per l'intervento militare sovietico in Afghanistan, per la ritorsione americana, dal blocco del Salt 2 a quello delle forniture alimentari all'Urss.

Ma come evitare ogni ritorno ad una paurosa contrapposizione tra blocchi come durante la guerra fredda? Come sviluppare in Europa un ampio movimento di popoli e di nazioni che ribadisca ed imponga la necessità della pace e della coesistenza? Come costringere gli Stati più ricchi e più forti ad avviare a soluzione non solo la contesa EstOvest, ma la Nord - Sud con i popoli in via di sviluppo? Come costruire un nuovo ordine economico mondiale?

Infine, ma non per ultimo, il tema del partito. Al mutare delle condizioni esterne, sia nazionali che mondiali, della politica e del fare politica, non è certo pensabile che una forza grande come il PCI rimanga inalterata nel corso degli anni e dei decenni. Si rendono inevitabili e necessarie misure di adeguamento del partito alla nuova realtà, a partire dalla sezione. Essa è il centro, il nodo vitale di tutta l'attività del partito, ciò che gli garantisce, insieme ai centralismo democratico, le sue caratteristiche di partito di massa, di lotta, di trasformazione.

Tramite le sezioni è possibile avere contatti diretti con i cittadini, con le grandi masse, dialogare con loro, ascoltarne gli umori ed i bisogni.

Ma come sviluppare le sezioni?

Come farle diventare sempre di più centri di direzione politica complessiva? Come estendere il carattere di massa del partito? Come renderlo sempre di più aderente a tutte le pieghe della società?

Il dibattito sui grandi organi di stampa, pro o contro il sistema dei partiti, sulla forma - partito, sul ruolo dei partiti in una società industriale avanzata, testimonia che non si tratta di problemi semplici o di facile risoluzione.

Si può concludere che questi Congressi affronteranno un complesso di tematiche assai importanti e delicate, questioni che non saranno certo chiuse in questa occasione, ma che comunque richiedono un grande impegno di volontà e di intelligenza da parte di tutti i militanti.

Il calendario dei congressi delle 3 sezioni PCI

Sezione BANF I (Via Sirtori, 33): 25-26-27 febbraio (con inizio alle ore 21)

Sèzione ENG E LS (Via S. Gregorio, 48): 19-20-21 febbraio (inizio ore 21)

Sezione RUSSO (Via Paisiello, 11): 22-23-24 febbraio (inizio ore 21)

Al convegno Nazionale per lo sport, promosso dalle regioni, che si è svolto a Bologna di recente è apparso chiaro che non esiste possibilità di soluzione del problema dello sport come fatto chiuso in sé, come settore isolato ed autosufficiente, che il problema vero è quello dei suoi rapporti con l'esterro.

E questo un primo fondamentale punto di incontro che è la prova concreta di quanto siano strettamente connessi tra loro i problemi dello sport e quelli della società.

Anche il mondo dello sport, se espressione di concezione culturale e di valori non retorici, ha un ruolo, una possibilità grande di esprimere un contributo alto alla causa della convivenza civile, della pace, della cooperazione tra gli uomini.

Altro punto di incontro tra le forze intervenute al Convegno è il grande ruolo che devono avere per lo sviluppo dello sport le Regioni, Enti locali, CONI, l'associazionismo, Sindacati ed il ruolo della scuola per una diffusione dello sport di massa e al di fuori dei privilegi.

Il Convegno nella sua articolata definizione di programmi ed iniziative, ha ribadito che in questo grave momento di crisi nazionale ed internazionale, lo sport può anch'esso rappresentare un elemento di riequilibrio delle tensioni sociali, politiche e morali, non solo per il fatto che lo sport è salute ma, che per il suo essere socializzante, è già entrato a far parte della cultura come componente importante.

Uno spirito unitario quindi per trovare indicazioni valide per un salto di qualità, per una svolta nello sviluppo della pratica sportiva. Comprenderne il significato vuol dire trovare la strada per far crescere ed affermare lo sport come servizio sociale per tutti.

Dunque è in questo spirito, in questo contesto unitario, civile e socializzante che la Soc. Sportiva Porta Renza si pone come servizio sociale sportivo nell'ambito del bacino di utenza della Zona 3; perchè siamo profondamente convinti che le attività motorie e la pratica sportiva fanno parte di un campo culturale, sociale, educativo e morale e sono valori specifici di aggregazione che possono agire positivamente nella formazione della nuove generazioni; ossia dare un modesto ma pur valido contributo per ricucire il tessuto sociale della nostra zona cosl disgregato da fenomeni terroristici, violenze, droga. Ma allora se è vero come è vero e lo dimostrano le iniziative serie, sane e partecipate che la Porta Renza organizza, perchè il giornale di zona Milano Tre, insieme ad un gruppo ristretto di genitori più integralisti appartenenti a comunità educante invece di incoraggiare ed apprezzare questa sana iniziativa, stanno conducendo una battaglia cieca, pretestuosa e calunniosa contro Porta Renza?

Questi signori vogliono o non vogliono che si facciano iniziative sane e democratiche per il bene dei nostri

II 1° dicembre 1979 si è svolta l'assemblea precongressuale della Sezione della Democrazia Cristiana di Porta Venezia in vista del IV Congresso Nazionale. Fra qualche mese si terrà poi un'assemblea per il rinnovo delle cariche. Dopo un ampio dibattito cui ha partecipato Garocchio si è proceduto alla votazione per liste.

I voti si sono ripartiti tra ii cartello delle sinistre presentato da Pier Luigi Muzio, presidente del CdZ 3, e quello di destra presentato da De Carolis stesso.

Ha prevalso la lista di sinistra che ha ottenuto circa 2.200 voti.

Il raggruppamento di sinistra era così composto:

LISTA 4 - Partito di popolo - Muzio-Lainati

LISTA 5 - Amici di Zaccagnini

LISTA 2 - Base

il raggruppamento moderato comprendeva:

LISTA 6 - De Carolis

LISTA 3 - Mazzotta - Morazzoni - Gino Colombo

LISTA 1 - Locale

LISTA - Forlaniani

E di questi giorni inoltre, la notizia della nascita di una nuova sezione della DC in zona, attraverso la divisione in due dell'unica sezione esistente a Porta Venezia. Con molta probabilità ciò si dovrebbe verificare dopo il congresso cittadino della DC e le elezioni amministrative. á

Il Congresso di DP

Alla conclusione dei lavori del suo

I° Congresso, la Sezione Dateo - di Democrazia Proletaria (Zona Dateo - B. Aires - Venezia), senza stilare un documento ufficiale, che verrà tuttavia proposto alla discussione nel periodo immediatamente successivo ai Congressi Provinciale (25 - 26 - 27 gennaio) e Nazionale (Mi - 31.1 - 12 - 3 febbraio) ha tracciato a grandi linee quel che sarà il proprio impegno sociale e politico in zona.

Temi fissi ed immutabili, su cui baserà tutto il programma: che impegnerà i militanti della sezione in iniziative pubbliche per sensibilizzare la cittadinanza, sono:

TERRORISMO

Netta condanna di tutte le forme terroristiche non individuando in quel tipo di lotta la possibilità e la capacità di migliorare le condizioni della gente che ne diviene essa stessa vittima innocente.

Chiusura a quelle forze e quei gruppi che fanno del terrorismo il loro programma, o motivo di simpatia ed allineamento. Contemporaneamente netta e dura opposizione al metodo con cui lo Stato intende opporsi e si oppone alle azioni terroristiche.

LA PACE

Netta e pesante opposizione all'installazione dei missili in Italia che la porterebbe ad un coinvolgimento sempre più pericoloso nelle controversie tra le due super potenze URSS e NATO. Inizio di trattative affinché il Paese allenti i suoi impegni nella NATO (Fuori la NATO dall'Italia e fuori l'Italia dalla NATO!) sino ad una giusta equidistanza tra i due

blocchi.

Condanna dura per gli atti imperialisti della Russia verso l'Afghanisten e degli USA verso i resti del "Popolo Indiano" riconoscendo a tutti i Popoli di qualsiasi parte del mondo l'inalienabile diritto alla autodeterminazione ed autodecisione.

DROGA

Si riconosce nella distribuzione controllata dell'eroina il mezzo oggi migliore per stroncare lo spaccio; abbinato contemporaneamente alla creazione di centri che aiutino il drogato a smettere la propria esperien.. za ed a reinserirsi nella società. Parallelamente lotta alla disoccupazione, creazione di luoghi di ritrovo per giovani che siano anche luoghi di discussione, di ricreazione, di conoscenza reciproca.

ISTITUZIONI

Impegno deciso a rivalutare le Istituzioni e gli enti locali con particolare riferimento ai CdZ che, oggi come oggi, non sono altro che la ripetizione in piccolo dei Comuni e le Giunte.

Impegno per salvare la Giunta di sinistra con il rigetto all'opposizione della DC (anche nei CdZ) rivendicando nel contempo la propria disponibilità ad un programma in comune con le forze di sinistra.

Il Congresso della Sez. Dateo ha confermato il Direttivo uscente sino alla conclusione dei Congressi Provinciale e Nazionale: Benedetti Gianni - Visentini Luca - Orvè IvoBarbieri Giulio - Grassi FabrizioZetti Tiziana - Rontoni Severo - D'Orazio Mario ed un compagno da designare della Cellula di Piazza Grandi.

Alla scuola elementare di via Pisacane un'originale asta

ragazzi e della società in generale?

E forse questo, il loro pluralismo e la loro concezione della democrazia?

L'insegnamento religioso più profondo non è forse il grande senso di umanità e di rispetto degli altri?

Questi sono interrogativi che si impongono e che dovrebbero far meditare soprattutto chi ha l'arroganza e la presunzione di insegnare la democrazia.

Ma i cittadini, i lettori di Milano Tre, vedono da soli, non si fanno più incantare e sanno scegliere da soli e capire chi opera ed è veramente portatore di benessere e rinnovamento; e chi invece con ostinata cecità, opera per la conservazione ed il regresso.

Per contribuire, come avviene ogni anno in tutte le scuole, all'acquisto del materiale didattico, i genitori, gli insegnanti, I bambini della scuola elementare di via Pisacane, hanno realizzato nel mese di dicembre una Iniziativa originale e interessante: un'asta tenutasi nella palestra, in cui venivano posti in vendita oggetti costruiti dal bambini.

Notevole ne è stato il successo, dovuto soprattutto alla creatività del ragazzi che ha prodotto cose molto carine per tutti I gusti, anche i più vari e sofisticati (numerosi i lavori di ricamo, I pupazzi, i bambolotti).

Il senso e l'importanza di tutto questo lavoro è da ricercare proprio nello spazio che è stato lasciato alla fantasia dei bambini che ha avuto modo dl sbizzarrirsi.

Accanto ad essa si è voluto stimolare il gusto e il piacere di costruire e creare con le proprie mani tanti oggetti: si contribuisce cosl ad arricchire la personalità in formazione dei bambini integrando lo studio con quelle attività creative che risvegliano l'attenzione dei ragazzi per le cose, per il mondo esterno. Nella scuola di via Pisacane, oltre all'asta, è stata realizzata una costruzione in materiale plastico e pongo molto significativa.

Si è voluto rappresentare e denunciare, con la creazione di edifici in miniatura, (supermarket, negozi con televisori, articoli da regalo) un certo tipo di consumismo e di corsa agli acquisti, particolarmente Intenso nel periodo natalizio. Anche questo, di avvicinare i ragazzi a tematiche cosi delicate, come la distorsione dei consumi nella nostra società, è un modo molto efficace per far crescere la loro maturità e sensibilità.

Lo sport in zona: un contributo contro la disgregazione La società sportiva Porta Renza e "il pluralismo di Milano Tre"
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n. 1 - Febbraio 1980
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Luigi Lemme Presidente della Soc. Sportiva Porta Renza

Il Comune prepara servizi socio-sanitari nell'ex Bassini

II Comitato interzonale di lotta, formato da consiglieri di zona e da cittadini delle zone 3,10,11, continua a coordinare ed ad indirizzare verso obbiettivi realistici, le giuste richieste di "salute" della gente, motivate dalla colpevole carenza organizzativa della giunta di centro-sinistra della Regione Lombardia, che non ha sostituito i servizi sanitari forniti dall'ospedale Bassini, trasferitosi a Cinisello. Ad oggi, è stata praticamente completata la prima fase di lavoro e di studio, riguardo al tipo di servizi socio-sanitari da attivare in via Ricordi 1 e 4. C'è da lamentare in primo luogo il fatto che, tra le forze democratiche che si erano dichiarate disponibili per un lavoro propositivo, il più aderente possibile alle necessità della gente, si sono viste poco 'impegnate, fino ad ora, non solo la D.C., ma anche quelle forze strutturate nel quartiere e che si vantano di una pretesa "investitura" popolare, come il Comitato per la difesa della salute di Milano Nord-Est.

Il P.C.I. si è dovuto così, anche in questa occasione, farsi carico di portare avanti l'azione, affinchè la situazione non stagnasse ulteriormente.

Il primo passo, l'assicurazione cioe che nulla dello stabile dello ex ospedale venisse alienato, è stato compiuto positivamente. Il Comune di Milano, tramite gli

assessori competenti, ha stipulato formale atto di affittanza con l'Ente Ospedaliero Bassini di Cinisello, per gli stabili siti in via Ricordi.

E' stato approntato quindi un piano abbastanza organico di più servizi, che coprono circa il 40% dell'area disponibile nella sede dell'ex ospedale. Si prevedono in questa prima fase: la guardia medica, il consultorio familiare di zona 11, il centro psico-sociale di zona 10, il servizio sociale di zona 3, il micro asilo nido di zona 3, lo SMAL di zona 3 e 10, il centro dialisi ambulatoriale, il servizio poliambulatoriale specialistico, il centro sanitario diurno con servizio mensa per gli anziani e il centro sociale per gli stessi.

Durante il sopraluogo effettuato il 25 gennaio ultimo scorso, con i responsabili dell'assessorato alla sanità ed al demanio, discutendo il piano dettagliato suddetto, si è preso atto che, mentre per alcuni servizi non sono richiesti grossi lavori di ristrutturazione, in quanto si allocheranno nella parte più nuova dell'edificio e quindi potranno entrare in funzione entro qualche mese, per altri, soprattutto per il complesso centro-socio-sanitario per gli anziani, per i quali la ristrutturazione dovrà essere più sostanziosa, il momento dell'apertura tro-

dalla prima/Riforma sanitaria

fronte al problema malattia, hanno bisogno soprattutto della prevenzione della stessa, e che questo loro bisogno si può realizzare, per quanto riguarda gli interventi, solo con Ori controllo democratico degli stessi, controllo cioè fatto da parte di tutti e dagli utenti in particolare. E proprio questo il concetto che deve essere assimilato: è inutile favorire le malattie con colpevoli mancanze di iniziative e poi dqverle curare. Ciò comporta da un Pb.to disagio economico e psicologico per le persone, dall'altro enormi profitti per le classi dominanti della medicina e dell'industria farmaceutica. Basti pensare ad esempio agli otre 22 mila morti per cancro in Lombardia sui 9 milioni di abitanti (si pensi: una persona su 400!) e ci si renderà conto della necessità di attuare al più presto un ampio piano preventivo primario, tendente cioè ad eliminare le cause contingenti, riguardo a questo terribile flagello.

La riforma sanitaria, che prevedeva tempi ben definiti nella sua attuazione e doveva partite a pieno ritmo dal 1°gennaio di quest'anno, ha registrato ritardi non giustificabili. Ritardi temporali messi in atto dalla D.C. e dal governo centrista del Paese che essa dirige e, per quanto ci riguarda, dalla giunta di centrosinistra della regione Lombardia. Proprio per stigmatizzare anche questa inadempienza, il P.C.I. è uscito a suo tempo dalla maggioranza del Consiglio regionale lombardo. Accanto a questi ritardi burocratici vi sono poi ritardi legati alla diversa interpretazione degli articoli della legge, interpretazione che ciascuna delle forze politiche che reggono ora l'amministraziope della giunta lombarda, tende a plasmare al proprio interesse. Ciò comporta in primo luogo l'impossibilità di definire rapidamente il Piano sanitario regionale, cioè il piano contenente le linee generali e gli obiettivi da perseguire nell'attivazione del nuovo servizio. In secondo iuogo non si realizzano, tra le altre cose, le aree di azzonamento delle U.S.L. (Unità sanitarie locali), mentre al riguardo esistono le proposte fatte da alcune forze politiche, tra cui il P.C.I., fir, dal giugno 1978, l'ordinamento e l'organizzazione dei servizi, il ruolo del personale, la legge patrimoniale.

Infine, ma non meno gravi, altri ritardi riguardano l'informazione che e dovuta alla gente. Le code interminabili alle SAUB in questi ultimi giorni, ne sono una conseguenza visibile.

E chiaro che tutti questi ritardi, con le disfunzioni che creano, sembrano escogitati apposta per gettare nel caos tutto il settore sanitario.

Sembrano quasi sollecitare, incredibilmente, preoccupazioni e timori da parte della gente. E sicuramente, un tentativo, molto abile, di indurre, dal basso, un'onda controriformatrice, destinata, nella mente di qualcuno, a sommarsi al gioco sotterraneo di chi vuole affossare la

verà necessariamente qualche ritardo.

Ulteriore discussione e studio tecnico richiede poi l'attivazione di un centro per i tossicodipendenti con annessa comunita alloggio. Anche se, evidentemente, per questo problema, devono essere perseguiti livelli organizzativi piu articolati, il Comitato interzonale di lotta, ritiene di condurre, in questo senso, un'azione serrata e incisiva.

A buon punto è poi la prima fase di adeguamento del servizio sanitario nella sede dell'I.O.P.M. di via Melloni. II Pronto soccorso ed il reparto di degenza medica inizieranno l'attivita entro il mese di marzo prossimo, in quanto, essendo quasi ultimati i lavori murali, si tratta ora di strutturare operativamente il servizio con le attrezzature ed il personale.

E' chiaro che tutti i cittadini devono collaborare più decisamente con il Comitato interzonale, in quanto è sempre necessario il controllo rigoroso sui tempi di attuazione sia dei servizi sociosanitari in via Ricordi, che dello adeguamento definitivo dell'ospedale di via Melloni, perché servizi tanto necessari alla cittadinanza non debbano essere ulteriormente dilazionati nel tem. po.

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riforma stessa.

L'obiettivo è insomma quello di creare, col solito sistema, il disordine, perchè nulla cambi anche nel settore sanitario. Ma noi dobbiamo essere ben consci di questo tentativo e il nostro primo impegno sarà quello di evidenziarlo alla gente, capillarmente. In secondo luogo l'impegno deve essere per una modifica culturale, del modo cioè di pensare della gente rispetto al processo riformativo.

Dobbiamo poi impegnarci ad ampliare quantitativamente e qualitativamente l'area su cui svolgere la nostra azione: coinvolgere cioè sempre meglio e sempre più i cittadini, i sindacati, i lavoratori, e quelli del settore in particolare, le forze politiche democratiche e popolari e le forze sociali strutturate nella realtà della nostra zona (le donne, i giovani, gli anziani, le ACLI ed altri). Ma non solo questi: anche le forze più sane della produzione farmaceutica e le forze della cultura, devono essere consci dell'importanza sociale della riforma stessa.

Ci impegnamo quindi per il coinvolgimento di tutte queste forze, ad organizzare una "Conferenza di zona", in modo da poter fare tutti insieme un censimento delle strutture sanitarie esistenti nel nostro quartiere e di ciò che, mancando, sarebbe necessario costituire.

Per ultimo ci impegnamo a farci parte attiva per la costituzione di un "Comitato per la difesa della salute" in zona in modo che si giunga, rapidamente, alla discussione ed alla delineazione di un Piano sanitario locale, che possa essere gestito successivamente dalla costituenda USL.

Bisognerà cercare in primo luogo di rimanere entro le risorse economiche percentuali destinateci, pur premendo perchè la cifra globale venga ristrutturata e riqualificata. In secondo luogo bisognerà proporre linee operative chiaramente emergenti dalla realtà della nostra zona. Dobbiamo cioè tendere a migliorare l'assistenza sanitaria di base per tutti ma in particolare per i bambini e gli anziani, favorendo a questo riguardo un insediamento equilibrato degli operatori sanitari, facendo in modo che il rapporto medici - ammalati (un medico ogni 1.500 mutuati) sia rispettato, in quanto solo così può venire erogata una buona assistenza sanitaria e quindi svilupparsi una reale e non illusoria fiducia del malato verso il suo medico.

Anche l'aspetto qualitativo degli operatori sanitari dovrà essere adeguato e, per parte nostra, si dovrà tendere a stimolare l'aggiornamento dei medici sia nei riguardi dei problemi tecnici, tra cui quello dei farmaci in particolare, ma anche dei problemi interpersonali medicocittadino sano, in modo che quest'ultimo, appropriandosi dell'esperienza fatta in alcune fabbriche, sia uno dei più preziosi collaboratori del primo. Altrettanto importante sarà

ridefinire poi, un reale collegamento tra le strutture di base, il servizio specialistico, il pronto intervento domiciliare, il trasporto dell'ammalato e gli ospedali, centri del bacino di utenza sanitario. Per questi ultimi andrà anche definito il problema dei ricoveri, in modo da ridurne il numero con la creazione di ambulatori filtro di Pronto soccorso, di poliambulatori specialistici e di day hospital. Necessario sarà anche raggiungere una codificazione delle norme riguardo alla degenza, cercando di applicare la Carta dei diritti del malato. Infine sarà importante definire alcuni indicatori di qualità del servizio erogato, in modo da garantire a tutti, agli utenti, agli operatori ma anche a noi stessi, un corretto modo di procedere nell'allestimento della struttura sanitaria.

Franco

Proposte peK il piano sanitario locale

- attiVazione del consultorio pediatrico di zona

- ristrutturazione dei servizi sanitari per gli anziani (medicina di base, specialistica, assistenza domiciliare, Centro sanitario diurno, collegamenti ospedalieri)

- costituzione del Centro sociale per gli anziani

- promozione dell'attività del Consultorio familiare

- sviluppo e coordinamento delle attività del SIMEE - studio e proposte allo SMAL per il risanamento ecologico del quartiere degli ambienti di lavoro

- coordinamento delle attività di educazione sanitaria nelle scuole

- intervento sulle indagini epidemiologiche a fini preventivi sviluppate dai medici scolastici - indagine sulla possibilità di attività di medicina sportiva scolastica - razionalizzazione dell'attività di medicina psichiatrica da parte del Centro psico - sociale - adeguamento del servizio per i tossicodipendenti da parte del Centro psico - sociale e degli ospedali vicini - progettazione per la costituzione di un Centro per i tossicodipendenti presso lo stabile dell'ex Bassini con attività medica propria e di supporto con comunità alloggio - programmazione per l'attivazione delle divisioni medico - chirurgiche e lo sviluppo dei servizi dell'ospedale IOPM di via Melloni - inserimento della Guardia medica nello stabile dell'ex Bassini - integrazione e collegamento dei servizi di medicina di base tra di loro con i vari servizi specialistici ed ospedalieri e con l'USL - istituzione di un Centro dialisi ad assistenza limitata extraospedaliera - apertura di un poliambulatorio specialistico comunale a prevalente indirizzo preventivo.

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J21
n. 1 - Febbraio 1980 Pag. 7 a
4

Pag. 8

dalla prima: Il bilancio di zona

quello che spesso proclama di essere, vale a dire un organismo di partecipazione, di interpretazione e di direzione. Vediamo ora più da presso le proposte di bilancio per il 1980.

Si trattava innanzitutto di dar seguito e conclusione ad impegni assunti un anno fa. Questo spiega i finanziamenti rilevanti, per gli interventi edilizi nelle scuole Casati - Tadino e Stoppani. Se si aggiungono gli importi per le altre scuole della zona, si ha un impegno totale nel comparto scuola di 1635 milioni pari a circa il 70% dello stanziamento globale. Se è vero che nella maggioranza gli edifici scolastici della nostra Zona sono vetusti o comunque non recenti, è anche vero che con gli investimenti di questi due anni dovremmo esser riusciti a far qualcosa, e che di conseguenza negli anni prossimi la situazione dovrebbe alleggerirsi.

Gli importi restanti riguardano la manutenzione stradale, nelle tratte di interesse zonale (110 milioni), e due voci di rilevante interesse: il progetto per il Centro Civico zonale (400 milioni), da realizzarsi sull'area tra le vie Cappellini e Napo Torriani già individuata e deliberata l'anno scorso per l'esproprio da parte del Comune in base alla legge n. 1 del 1978, - e la quota di nostra presunta spettanza (200 milioni) per il complessivo intervento interzonale per servizi socio - sanitari sull'area e negli attuali edifici dell'ospedale ex Bassini.

Quanto al progetto per il Centro civico zonale, solo l'azione concordata e concorde tra gli uffici municipali e le nostre Commissioni tecniche, ovviamente sorrette dalla volontà politica dell'intero Consiglio di zona, potranno sboccare a buon fine, per un obiettivo il cui pregio è inutile sottolineare. A

dalla prima: Il dramma di Osvaldo B.

questo riguardo, esiste una assicurazione da parte della Ripartizione Decentramento sul concorso dell'Amministrazione centrale al finanziamento congiunto dei Centri civici zonali: in ogni caso, l'importo qui deliberato può essere assunto come prima tranche del maggior investimento totale che in fase di definizione del progetto dovesse rendersi necessario.

Quanto all'intervento internazionale per servizi socio - sanitari nella sede ex Bassini, si tratta di materia su cui la discussione è apertissima in questo periodo, benchè dalle riunioni dell'apposito Comitato indicazioni relativamente precise siano già emerse. Si tratterà ora di saper affrontare le dovute decisioni, in un'ottica ampia, di responsabilità o cooperazione insieme: in questo senso, la vastità e la urgenza dell'obiettivo (anche in termini politici) non dovrebbe far rifiutare a priori un'ipotesi di partizione delle spesa complessiva tra l'Amministrazione centrale e le Zone, ognuna secondo le proprie quote di interesse nelle istituzioni e nelle opere che saranno realizzate. Resterebbe da dire un'ultima parola sui tempi e i modi di attuazione degli investimenti deliberati - quelli del bilancio 1979 e gli attuali. Strettamente parlando, non è materia che debba rientrare nella presente relazione; tuttavia, il problema esiste, nè i cittadini nè noi nè nessuno può dirsi soddisfatto se a una delibera non segue entro un tempo ragionevole la sua concreta attuazione. Sarà compito delle Commissioni interessate, della Commissione bilancio come organismo di raccordo, dell'Ufficio di Presidenza come organismo politico, seguire, sollecitare e verificare i vari "stati di avanzamento lavori.

gettato in un angolino perchè ormai "inutile alla società", abbia fatto scattare in lui la "molla" di quell'irrazionalità che lo ha spinto nel baratro della tragedia. Oggi come oggi si discute molto della "terza età", dell'emarginazione degli anziani, dei rapporti di questi ultimi con la società. Il problema, che è assai acuto nelle società ad alto tasso di industrializzazione, è reso ancora più drammatico dall'attuale crisi non soltanto economica, ma di alcuni fondamentali valori della convivenza civile. I comunisti — come testimonia la recente campagna promossa dal partito in favore degli anziani — hanno riproposto con forza il problema della "terza età' all'attenzione non solo dell'opinione pubblica ma degli stessi enti locali, dei sindacati, dell'intera classe politica. Lo hanno riproposto con un impegno che ha già dato i suoi primi frutti, come dimostra il fatto (tanto per citare un solo esempio)

che il numero delle adesioni al sindacato pensionati CGIL è più che triplicato quest'anno. Certo, ancora molto cammino resta da fare. La stessa giunta di sinistra ha dato prova di grande sensibilità verso i problemi delle vecchie generazioni. Come del resto confermano l'iniziativa delle vacanze degli anziani che è andata sviluppandosi negli ultimi anni; il recente accordo tra il Comune e i gestori di sale cinematografiche per gli spettacoli a metà prezzo destinati ai pensionati che abbiano superato i 60 anni; certe facilitazioni in favore delle categorie più bisognose per quanto riguarda i trasporti pubblici; e infine il fatto che quest'anno 380.000 anziani saranno destinatari del servizio di assistenza a domicilio, un'iniziativa che già negli anni recenti ha dato risultati lusinghieri. Qualcuno ha voluto stabilire un parallelismo tra il "caso Betti" e quello dell'Umberto D. del film di De

Sica. Forse il paragone risulta alquanto azzardato, non foss'altro che per la mancanza di alcune importanti analogie tra le due situazioni. comunque augurabile che in una città che vede invecchiare rapidamente la sua popolazione specie nel cosidetto "centro storico" la tragedia del pensionato di Porta Venezia resti un fatto episodico. Un augurio che vuole essere soprattutto uno stimolo a fare di più e meglio per chi, come Osvaldo Betti, ha dedicato un'intera vita al lavoro e alla società che poi lo ha respinto.

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INTERVENTI NELLE SCUOLE

Scuole materne

Pergolesi: Trasformazione della cucina per ricavarne aula speciale

Goldoni: Costruzione di una pensilina all'ingresso. Adattamento del seminterrato a zona giochi al chiuso.

Bacone: Opere di copertura del terrazzo per giochi all'aperto.

Totale lavori di ristrutturazione nelle tre scuole: L. 60 milioni.

Elementari e Medie

Casati - Tadino: Secondo lotto di lavori di ristrutturazione L. 700 milioni

Elementare Stoppani: Secondo lotto della programmata ristrutturazione L. 300 milioni

Pisacane-Orian i-Locate II i : Formazione di un nuovo ingresso nel cortile interno. Formazione di zone coperte per ingresso alunni, sosta ed attività complementari a mezzo di pensilina nei cortili L. 100 milioni

Caterina da Siena ed Elementare

Bacone: Formazione di paratie mobili apribili per separazione atrio dal seminterrato della zona della piscina. Spostamento parete fra due aule speciali al seminterrato Caterina da Siena. Formazione di pensilina all'ingresso di via Matteucci.

Totale L. 40 milioni

Media Orianí: Separazione mobi-

le all'interno di due aule nel seminterrato per ricavare aule speciali (laboratori) e risanamento dei servizi igienici.

Totale L. 25 milioni

Media Tiepolo - Magistrale Virgilio: Separazione tra i due istituti con pareti mobili utilizzando meglio gli spazi esistenti per attività curriculari.

Totale L. 100 milioni

Ca,itro civico

Investimento di L. 400 milioni.

Disponibilità della Civica Amministrazione dí contribuire con un congruo contributo. La spesa prevista circa un miliardo.

Servizi sociosanitari

Servizi previsti nell'area dell'ex Ospedale Bassini. I servizi dovranno essere finanziati dalle zone interessate. ll contributo della nostra zona è di L. 200 milioni.

La priorità di queste strutture dovrà essere definita con le altre zone tenendo conto della volontà dei cittadini.

MY SHARONA (THE KNACK) C'E TUTTO UN MONDO INTORNO (M. BAZAR) CRAZY LITTLE THING CALLED LOVE (QUEEN)

INDIRIZZI UTILI Ambulanze - servizio centralizzato Servizio guardia farmaceutica Acquedotto - segnalazione guasti Elettricità - segnalazione guasti Gas segnalazione guasti SIP - segnalazione guastiq Soccorso stradale Dettatura telegrammi Guardie Mediche permanenti (24 ore) - Porta Venezia Soccorso medico urgente a domicilio Dentisti 24 ore - ZONA 3Odontomil - Pie Loreto 9 Tel. 7733 Tel:. 192 Tel.: 41.20.910 Tel.: AEM 3692 Tel.: ENEL 3880 Tel.: 8830 Tel.: 182 Tel.: 116 Tel.: 186 Tel.: 228.624 Tel.: 3883 Tel.: 28.29.204
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Classifica mensile a cura del Bazaar di Pippo
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n. 1 - Febbraio 1980
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Cosa prevede il bilancio di zona per scuole, centro civico e servizi socio-sanitari

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