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omasina ruzzano ffori bovisasca

L'inserimento degli handicappati nella scuola

alle pagine 4/5

Così la nuova rete dei trasporti

a pagina 7 envie di politica, cultura e attualità anno secondo n. 4 aprile 1980 L. 300

Tripartito deludente

E così abbiamo il nuovo governo; noi, ottimisti come siamo, abbiamo fino all'ultimo sperato —e le nette dichiarazioni del PSI avevano in parte alimentato questa nostra speranza —che si trattasse di un governo nuovo, rinnovato cioè nei metodi e nei programmi, capace di affrontare e sciogliere nell'immediato e in prospettiva i nodi della situazione economica e sociale del paese.

Ma già dalla partenza ogni speranza è caduta: proprio nel metodo —ad es. la suddivisione dei ministeri tra i tre componenti e la scelta degli uomini —esso ripresenta un copione vecchio, quello della spartizione delle poltrone tra le varie correnti trascurando ogni criterio di competenza.

In ciò accettando in pieno da parte di PSI e PRI il malcostume del sistema di potere democristiano, che fa apparire ancora una volta i due partiti satelliti del pianeta DC come era già stato ai tempi del centro - sinistra.

Innanzitutto il governo che avrebbe dovuto essere paritario è a maggioranza DC (16 su 28 componenti, presidente del Consiglio compreso), e per soddisfare le correnti di questa sono stati istituiti tre nuovi ministeri (Incarichi speciali, Affari regionali e Attuazione politica comunitaria) sulla cui inutilità nessuno nutre dubbi.

Il Presidente della Repubblica aveva poi rivolto un appello alle opportunità — proprio per offrire al paese un esempio di pulizia morale e fargli ritornare fiducia nelle istituzioni —di non inserire persone "chiacchierate", cioè coinvolte in vicende poco chiare o che comunque avessero fatto parlare negativamente di sè o del proprio operato. Vi ritroviamo invece Gianvini, che quest'inverno assunse posizioni non proprio degne di un ministro della Repubblica in merito a come affrontare la grave situazione del paese; c'è il ritorno di Emilio Colombo —uomo del vecchio potere trentennale della DC —, famoso per i suoi "decretoni" anni 70 con cui faceva "regali" ai petrolieri aumentando i prezzi dei combustibili, estimatore e sostenitore di Sindona, e con responsabilità anche nella vicenda del rimborso - truffa per i danni di guerra alla Caproni; c'è Darida ex sindaco DC di Roma con responsabilità nella gestione ONMI che portò alla luce di un grosso scandalo alla fine degli anni '60; c'è Rino Formica recentemente al centro della squallida vicenda delle bustarelle ENI e su cui stanno piovendo altre accuse da parte del senatore Merzagora; per non parlare di boss delle clientele come Bisaglia e Gaspari...

E che dire dei sottosegretari?Portati a 56, forse suscettibili di aumento, con spostamenti da un dicastero all'altro subito dopo la designazione (caso Pumilia), tanta è stata la cura e l'attenzione con cui sono stati scelti e destinati al loro posto!; e lo stesso Cossiga ha avuto l'onestà di dire che per la loro designazione vi era stata una riunione in cui "le mura grondano ancora sangue" per chiarire in base a quali criteri essi siano stati designati.

Tra essi qualche nome "di rilievo": Zamberletti, costretto a dimettersi per lo scandalo della ricostruzione del Friuli che aveva coinvolto suoi collaboratori; Amerigo Petrucci ex sindaco DC di Ro-

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La scelta operata dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini di voler essere a Milano in occasione della celebrazione del 35° anniversario della liberazione, assume un particolare significato per la città e per lo stesso partigiano Pertini.

Infatti è da questa città che il fascismo subì la sconfitta decisiva avvenuta con l'insurrezione popolare e l'azione delle formazioni partigiane, ponendo così fine alla mostruosità di un regime durato per un ventennio che ha privato il popolo italiano delle più ele-

1° Maggio per il lavoro, per la pace e contro il terrorismo

Alla domanda come all'interno della fabbrica si sente l'avvicinarsi della Festa del Lavoro, penso di poter dire che ormai da alcuni anni cresce il valore che questa giornata rappresenta per i lavoratori e particolarmente per la classe operaia. Sempre meno si parla di questo giorno come una festa da passare ai monti o al mare ma si sente sempre più il-bisogno di ritrovarsi insieme in Piazza a far sentire il nostro diritto a ribadire la nostra giornata (di chi lavora) con le nostre idee senza divisioni ma come lavoratori che vogliono contare. Questa crescita si apprende dalle discussioni che nascono nei reparti, negli spogliatoi, in mensa. C'è chi, nell'avvicinarsi di questa giornata, pensa agli striscioni (allora li facciamo più grandi, con nuove scritte ecc. ecc.), chi agli slogans (contro il terrorismo e/o per la pace, quale impronta più giusta dare ecc.) e chi pure parlando del lavoro afferma: ma quale lavoro? garantito e dequa-

lificato, nero e non pagato? Tutti argomenti seri a volte solo sfiorati a volte approfonditi ma che denotano una volontà di essere presenti, di fare qualcosa, di cambiare.

Certo questo 1' Maggio si colloca in un momento difficile, nel nostro paese come nel mondo. All'interno i problemi, che ormai da alcuni anni ci portiamo dietro si sono aggravati: il precedente governo Cossiga non ha sciolto i nodi strutturali della nostra economia e dell'ordine pubblico. L'uso continuo di decreti leggi (oltre 60) ha espropriato il Parlamento del suo ruolo e non sono andati nella direzione di migliorare le condizioni dei cittadini più deboli. Inoltre l'inflazione, ormai al 20%, ha intaccato pesantemente il reddito delle classi popolari. Sembra incredibile: mentre cresce la responsabi-

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mentari e fondamentali libertà.

Il partigiano Pertini allora componente del Comitato di Liberazione ha vissuto in prima persona quei tragici avvenimenti che lo videro, uscito dopo 15 anni fra carcere e confino, impegnarsi con rinnovato slancio ideale nella lotta per la conquista della libertà del nostro popolo.

segue in seconda

Elezione dei Consigli dì Zona

Intervista ai partiti

In collaborazione con II Pungolo abbiamo rivolto delle domande ad alcuni consiglieri del nostro CdZ. Perchè dessero una loro valutazione sulla attività svolta da tale organismo in questi anni in vista delle elezioni dirette che si terranno 1'8 giugno p.v.

All'intervista sono stati invitati i rappresentanti di tutte le forze politiche presenti in consiglio, che formalmente hanno aderito, ma nei fatti solo il P.C.I. il P.S.I. e D.P. erano presenti.

Partecipano quindi Raguzzoni per il P.C.I., Gennusa per il P.S.I., Protto per D.P.

D. Secondo voi, i C.d.Z., che alla loro nascita si sono presentati come una realtà potenzialmente nuova nella vita politica e sociale cittadina, che in molte situazioni hanno rappresentato, almeno all'inizio, una certa continuità con le lotte nei quartieri, hanno poi te-

nuto fede a queste premesse? In sostanza, come si presentano oggi alla vigilia delle prime elezioni dirette?

RAGUZZONI - Credo che il C.d.Z. abbia tenuto fede a queste premesse nel senso che in 11 anni di attività si è modificato il tipo di partecipazione. Si è passati cioè dalla partecipazione di mobilitazione con una Giunta di Centro Sinistra, che ha costituito i C.d.Z., dietro pressioni dei quartieri e dei comitati spontanei, e con il tentativo da parte delle forze più arretrate della D.C. di bloccare questa esperienza riconducendo il malcontento sotto il controllo dell'Amministrazione locale, ad una partecipazione alla gestione. La continuità delle lotte in quartiere delle forze politiche democratiche e del P.C.I. hanno sviluppato e accre-

segue in ultima

-CONSIDERAZIONI

* dalla prima *

Non meno significativa è la presenza di un Presidente della Repubblica fra i più degni che consciamo in una città da dove è partito l'attacco terroristico contro la nostra Repubblica; è da qui con la strage di Piazza Fontana, che prende il via la strategia della tensione la quale via via estendendosi e vestendosi sempre di nuove forme, mantiene fermo un unico obiettivo che è quello di sovvertire le istituzioni democratiche.

Oggi più che mai queste soffrono di una grave crisi, grazie ai tanti governi presieduti dalla Democrazia Cristiana, che ha governato il nostro paese preoccupata di conservare il potere, slegandosi completamente con i bisogni reali del popolo e non attuando quelle giuste riforme previste dalla Costituzione per allargare la democrazia. Sarebbe però estremamente pericoloso se si dovesse pensare che la via per attuare quelle riforme fosse quella della lotta armata, come vaneggiano oggi alcuni gruppi terroristici. Questa via non può che portare al sovvertimento dello Stato Democratico con l'instaurazione di un regime totalitario.

Ecco allora tutto il significato della presenza di Sandro Pertini nella città da dove è partita la lotta per la libertà, che deve più che mai oggi essere difesa con l'impegno da parte di tutti gli autentici democratici, per costringere i governi a compiere fino in fondo il loro dovere di applicare i dettami della Costituzione, battendo così ogni tentativo avventuristico.

No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere.

Pensate che tutto è successo perchè non ne avete voluto più sapere!

Non bisogna Ä il vecchio disse Ä piangere per loro Ä.

No? Ä disse Berta.

Non bisogna piangere per nessuna delle cose che oggi accadono Ä Non bisogna piangere ÄÄ Se piangiamo accettiamo. Non bisogna accettare Ä. Gli uomini sono uccisi. e non bisogna piangere? °.

Certo che noi Che facciamo se piangiamo? Rendiamo inutile ogni CO3d Ä Era questo piangere? Rendere inutile ogni cosa ch'era stata? Il vecchio lo diceva. e Berla poteva anche crederlo. Forse era questo. Ma non poteva non piangere. e stava pur sempre col capo chino, si bagnava dl lacrime il grembo.

Non bisogna Ä disse il vecchio Ä Non bisogna Si Ä disse Bruta Ä Non bisogna Ä. - Vedi che non bisogna? Smetti Ä. Ma io non piango per loro Ä. Non piangi per loro? Ä

Non su di loro Ä

No? Ä disse il vecchio. Berta non piangeva sopra morti. per il sangue loro. Ora lo sapeva. Le veniva da loro. ma non era pietà per loro. Era pietà. o forse disperazione, suse stessa: ma dinanzi a loro era «n'altra cosa. Che cosa? Disse al vecchio: Ä No Non piango su di loro Ä. Aveva rialzato il capo. il pianto si asciugava sulla sua faccia. e rivide nel vecchio gli occhi azzurri. Glieli guardò. Ä Ma che dobbiamo fare? Ä gli chiese.

Oh. Ä il vecchio rispose. Ä Dobbiamo Imparare Ä. Imparare che cosa? Ä disse Berta. Ä Cos'è che Insegnano? Quello per cui Ä il vecchio disse Ä sono morti Ä. (da Ä Uomini e no Ä dl E. Vittorini)

MILANO 25 APRILE 1980 35° DALLA LIBERAZIONE Comitato Antilmcieta PenruneMe contro II ',moderno per la dilesa dell'ordine repubblicano Ä <Mila 00~ e

25 Aprile in zona

Recuperiamo l'idealità

Cos'è stato per la gente della nostra zona il 25 Aprile? E la domanda con la quale mi sono inserita nel piccolo corteo che ha sfilato per le vie dei nostri quartieri, che hanno ancora, a volte, l'aria di "paese", ma con tutte le contraddizioni esistenti in una città come Milano.

L'assenza è il fatto tangibile che ha caratterizzato questo anniversario che da sempre e giustamente non vuole essere solo celebrativo, ma calato nel presente, con la proposta di ricollegarsi alla storia per capire le nostre origini e per proporci nel presente.

L'assenza dei cittadini rion è-un fatto incoraggiante e la gente non era nemmeno alle finestre ad accompagnare almeno "con il cuore" quelle poche decine di persone convinte che questa data è oggi più che mai necessario riviverla con partecipazione, con attenzione, con unità, per la pace e lo sviluppo democratico.

Eppure "l'aria" che si respirava nelle file del corteo era di profonda convinzione e si sentiva che questa non era la sola iniziativa, ma la conclusione di una serie di interventi che il Consiglio della Zona 8 ed il Comitato Antifascista Permanente hanno tenuto con la partecipazione attiva delle scuole e delle fabbriche:

- Corso Storico a cura del Centro Milanese Studi Antifascisti, presso "Villa Litta" - Viale Affori, 21 nel periodo 17 Aprile - 15 Maggio 1980sui seguenti temi:

Le origini del fascismo

Gli ultimi dieci anni della storia italiana

- Proiezione del film: "Roma città aperta" nelle scuole Elementari delle-vie Braschi - Iseo - Gabbro e nelle Scuole Medie Gandhi - Saba

- Manifestaíione pubblica sul terrorismo con le Scuole Medie Superiori della Zona per il giorno 24 Aprile 1980 - presso la sala cinematografica "Piccadilly", con l'intervento del Presidente del Consiglio di Zona, Sig.ra Marilena Adamo, dello scrittore Mario Spinella e di un Magistrato, a cui ha fatto seguito la proiezione del film "Cadaveri eccellenti".

La manifestazione tenuta in zona voleva quindi far rivivere a tutti i cittadini un momento decisivo nella storia del nostro paese ed i cittadini non hanno risposto nel modo adeguato all'importanza del momento. Occorre riflettere, ed un contributo ci viene anche dalla lettera di uno studente fucilato a Modena e dall'elenco di tutti i nomi dei partigiani morti per gli ideali che oggi troppo spesso sono disattesi, raccolti in un manifesto che è stato consegnato a tutte le scuole della zona durante la conclusione della manifestazione.

Questi i candidati per la circoscrizione

Nel mese di marzo si è .svolta la consultazione preliminare per la scelta dei candidati da presentare nelle liste del P.C.I. in Consiglio Comunale e nei Consigli di Circoscrizione.

Migliaia di schede e di questionari sono stati distribuiti in tutti i quartieri della città e nelle fabbriche.

Ai cittadini si è chiesto di esprimere le proprie preferenze di candidatura contribuendo in modo diretto alla formulazione delle liste e, contemporaneamente, di esporre le proprie opinioni sui cinque anni di esperienza della Giunta comunale di sinistra, sui problemi della città e della zona.

I risultati che questa importante iniziativa ha dato nella Zona 8 sono positivi, pur considerando che si è trattato della prima iniziativa di questo genere nelle zone e nella città quanto a numero di cittadini coinvolti e per le caratteristiche della consultazione.

corriere, ecc.) sono stati il teatro di questo lavoro capillare, per discutere ed ascoltare, dando vita ad un massiccio confronto di massa, diretto ed immediato, tra i comunisti ed i cittadini.

di avere con loro un rapporto rinnovato, per poter dare il proprio contributo di idee e di esperienza, per partecipare e contare di più nelle scelte e nelle decisioni.

struire le condizioni del rinnovamento e risanamento del Paese.

Ai cittadini che nei questionari hanno espresso questa esigenza, chiediamo di essere protagonisti di questa battaglia politica e morale lottando con i comunisti per migliorare le condizioni di vita e di lavoro, per fare andare avanti l'opera di cambiamento dove questa è già avviata, come ad esempio nella città di Milano.

Nei questionari sono state poste molte questioni, che vanno dai temi generali dell'iniziativa del partito ai problemi specifici della città e della zona 8.

tutto per il Consiglio della nostra zona. Ed ecco le persone indicate dalla consultazione:

- per il Consiglio Comunale: Cuomo, Korach, Rossinovich„Sangiorgio, Terzi, Taramelli, Costa, Quercioli, Fumagalli, Mottini, Pedrazzi, Vertemati, Camagni, Bolfino, Arnaboldi, Sacconi, Ferrano, Barbarisi, Bagioli, Graziano, Novarini, Del Pizzo, Bonzano„lialinghero, Ferrecchia. Fin qui i consiglieri uscenti. Seguono poi compagni della zona: Adamo Marilena, Raguzzoni Roberto, Bovio Eugenio, Peviani Teresa, Carvelli Adolfo, che hanno ottenuto da 15 a 80 voti, ed altri 140 cittadini che hanno ottenuto meno di 10 voti.

Noi comunisti siamo per rendere sempre più saldo questo rapporto, e ne facciamo un obiettivo preciso della nostra azione politica, specie nella attuale situazione generale.

Di fronte al vergognoso spettacolo cui la democrazia cristiana ci fa assistere la risposta deve essere quella di un rinnovato interesse e di una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita politica, ai problemi del governo, perchè è solo dall'azione e dal controllo di tutti i cittadini che la ste.ssa democrazia può vivere e la corruzione essere estirpata.

Lo spettacolo di corruzione, di scandalo, di vera e propria rapina del denaro pubblico: i vari Sindona, Caltagirone, Arcaini, ecc., testimoniano di come la democrazia cristiana ha concepito e concepisce il governo: la cosa pubblica viene usata per fini di potere, per alimentare le clientele ed il sottogoverno.

In questi giorni si sta ultimando l'analisi di tutti i questionari pervenutici e nel prossimo numero daremo un resoconto preciso delle opinioni, delle proposte e dei suggerimenti espressi dai cittadini.

Di tali suggerimenti, inoltre, si terrà conto nella stessa formulazione del programma per le prossime elezioni dirette dei consigli di circoscrizione, che si svolgeranno 1'8 giugno.

Per quanto riguarda invece lo scrutinio delle schede per la consultazione sui candidati, che è stato reso pubblico dalle sezioni comuniste di ciascun quartiere, diamo di seguito l'elenco delle persone che sono state indicate per far parte della lista comunale e della lista per la Zona.

In quindici giorni decine e decine di militanti comunisti nei diversi quartieri della zona hanno distribuito oltre 3.000 questionari e schede, avvicinando personalmente migliaia di famiglie, di cittadini, di giovani, a cui l'iniziativa zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA era zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA rivolta.

I caseggiati, le piazze, i mercati, i luoghi di lavoro (Oerlikon, Sasea, Roto-

Per un partito profondamente legato alle masse popolari ed alla classe lavoratrice, è essenziale mantenere sempre vivo e costante il rapporto con i lavoratori e con tutti i cittadini, raccogliendone le opinioni, le esigenze ed i suggerimenti, confrontandosi con essi in tutte le occasioni. Gli stessi risultati della consultazione in zona 8 dimostrano quanto alto sia l'interesse dei cittadini per i problemi del governo della cosa pubblica, per costruire una città sempre più a misura d'uomo, e per un modo di governo democratico ed avanzato. Le schede di consultazione sui candidati ed i questionari riconsegnati sono stati circa 700, di cui il 46P/0 da aderenti al P.C.I. e gli altri da cittadini che non vivono in modo diretto la vita delle forze politiche. Questo è un risultato importante: è una risposta a quanti vanno dicendo ai quattro venti che i partiti sono tutti uguali e che il Paese può farne a meno: al contrario esiste tra tanti cittadini l'esigenza non di fare a meno dei partiti ma

Ma la giusta indignazione di fronte a tali fatti non è sufficiente, ciò che occorre è anche l'iniziativa popolare e di massa per far sì che le cose cambino, per co-

Per il Consiglio Comunale la grande maggioranza delle preferenze è andata in primo luogo agli attuali consiglieri comunali uscenti, certamente i compagni più noti ai cittadini per la carica pubblica che li ha impegnati negli ultimi cinque anni. La stessa cosa si è verificata anche per il Consiglio di Zona, dove i consiglieri comunisti uscenti ottengono il maggior numero di preferenze.

Ci sono però anche indicazioni m wve e importanti che rappresentano un contributo concreto da parte dei cittadini alla scelta dei candidati comunisti, soprat-

- per il Consiglio di Circoscrizione n. 8: Adamo Marilena, Raguzzoni Roberto, Peviani Teresa, Reali Mario, Carvelli Adolfo, lasoni Giuseppe, Bovio Eugenio, Mirabile Angelo, Mondini Fernanda, Tosti Sandro, Turzo Antonio, Canevari Carla, Rizzi Salvatore, Biondi Denise, Onali Giuliano, Figini Antonio, Superchi Alvaro, Raverta Rosella, Radice Franco, Scaccabarozzi, Gringiani Angelo, Bucci Adriano, Di Bari, Viscione Gelsomina, Ardemagni Luigi, Valcarenghi Roberto, Cuomo Romano, Chiapperini Roberto, Cristiani Walter, Maggi Silvano, Marini Sergio, Cariola Renato, Romanelli Lina, De Lorenzo Carmine, Migliore Gianni, Duminuco, Ceccaroli Maura, Di Terlizzi, Bigozzi, Brambilla, Maltempi, Trenti, lozzelli, ed altre. 55 persone che hanno ottenuto meno di 10 voti.

Come si vede sia per il Comune che per la Zona, esiste un'ampia rosa di proposte che rappresentano un importante contributo al Partito Comunista per la .scelta dei suoi candidati.

Eugenio Bovio

VALAGUSSA ANGELO Affori Ä caduto e Mathausen VALAGUSSA FERRUCCIO Affori - fucilato a Baveno II 211.1944 BACI GIUSEPPE Affori fucilato in Vai d'Ossola il 16.6.1944 TURATI LUCIANO Affori fucilato in Val d'Ossola II 23/.1944 BARLASSINA GIUSEPPE Allori Ä fucilato in Val d'Ossola il 20 6.1944 INZOLI ANGELO Affori - fucilato a Monza II 16.3.1945 FABBRO ACHILLE Bruzzano fucilato in Val d'Ossola 20.644 BONALUMI ENRICO Affort - fucilato in Val d'Ossola 206.t944 PATERNOSTER SERAFINO Mori Ä fucilato in Val d'Ossola 23.6.1944 CONTI GIUSEPPE Affari fucilato in Val d'Ossola 17.6 1944 MALFASI GIUSEPPE Affari Ä fucilato a Monza Il 16.3.1945 DELL'ORTO LUIGI Affori - fucilato a Monza il 16.3.1945 AIELLI ETTORE Affori fucilato e Baveno II 23.6.1944 MAZZOLA FERDINANDO Affori fucilato in Val Grande 20.6.1944 SABOTTI LUCIANO Affori - fucilato II 28.11.1944 BERTOCCHI TERESA ARoA - fucilata II 17A.1945 LE «PRIMARIE» DEL P.C.I.
gan:"" bariamr.Ä aprile 1980 pagina
folla in piazza Duomo
2
(dalla lettera di Giacomo Uhv, studen, lochato a Modena/

Il prezzo della denuncia Pelle e cuore

Il 24 marzo Oscar Romero, 62 anni, arcivescovo di S. Salvador è stato ucciso mentre celebrava l'Eucaristia. Ai suoi funerali, la domenica delle Palme è accorsa una folla immensa e la polizia ha sparato uccidendo più di trenta persone.

Così, per la gente onesta, è apparso chiaro il motivo della sua condanna; l'aver condiviso, in tutto la sorte del suo popolo.

Romero non è un martire della religione o della fede, almeno nel senso confessionale di questa affermazione: non è stato ucciso in quanto vescovo e cristiano (benchè questa sia stata, per gli assassini, un'aggravante a suo carico), ma in quanto sostenitore dei diritti di giustizia e di eguaglianza del popolo.

La grande stampa italiana — quella borghese, ma sostanzialmente anche quella cattolica — ha dato certamente la notizia (l'assassinio di un vescovo fa ancora sensazione..), ma inserendola, opportunamente, nella cornice dei "torbidi fatti" dell'America Latina e attribuendo la responsabilità (in ossequio alla versione ufficiale del regime) ad isolati estremisti di destra.

Il culmine del grottesco, se non si trattasse di un'apposita mistificazione, volta a coprire la responsabilità dei "colleghi" salvadoregni, è stato toccato da "Il Popolo" che è giunto a costruire un paragone tutto letterario e, quindi, rassicurante, con l'assassinio di T. Becket (arcivescovo di Canterbvury, ucciso nel 1170), facendo di Romero un "tranquillo" martire della fede, eventuale difensore dei poveri per carità cristiana.

Lo stesso papa Paolo Giovanni II del resto, perfettamente al corrente della situazione di EI Salvador e del pericolo che correva questo "suo" vescovo (due mesi fa Romero era stato da lui e gli aveva consegnato un dossier sulla repressione che negli ultimi anni aveva colpito migliaia di cittadini, compresi molti sacerdoti e religiosi ed aveva anche documentato le minacce ricevute personalmente con indicazioni della provenienza), anzichè prendere decisamente la strada della chiarezza e della denuncia, ha scelto l'opportunità politica di accreditare anche nella "persecuzione della chiesa" la teoria degli opposti estremismi.

Nel discorso papale della domenica delle Palme, giorno dei suoi funerali, al di là della "riprovazione" per il delitto "esecrabile" e "sacrilego", non una parola è stata spesa su che cosa è stato in questi ultimi anni Oscar Romero e, quindi, sulle vere ragioni della sua morte.

L'arcivescovo è divenuto sostanzialmente una vittima della "violenza" affiancata immediatamente a quelle della "Chiesa del silenzio" (discorso legittimo, se fatto con correttezza: ma l'accostamento è indubbiamente strumentale) e addirittura a quelle dei sequestri di persona.

A nessuno di questi cristiani "ufficiali" è venuta in mente - o piuttosto non hanno voluta darla - la spiegazione più semplice e vera: Romero

tane ~i ~Muco

Via Astesani 27, tel. 6459506

Autorizzazione del Tribunale di Milano n. 42 del 3-2-1979.

Direttore: Mario Migliaccio

Dir. resp.: Stefano Brambilla, Maura Ceccaroli, Giacinto di Terlizzi.

Fotografo e impaginatore: Sergio Ferrario.

Hanno collaborato a questo numero: Andrea Colombo, Marisa Alboini, Ranuschio Walter, Eugenio Bovio, Marilena Adamo, Sergio Zurlo, Antonietta Manzotti, Anna Meghi, Luigi Ripamonti, Ettore Napoli, Gioachino Villei, UDI Zona 8.

Stampa:Coop."Il Guado", 20022 Castano Primo (Mi), tel. 0331/881475-881228.

come Cristo è stato ucciso perchè aveva dato fastidio ai potenti, perchè aveva scelto decisamente la parte dei poveri, degli oppressi, perché era una voce profetica, tanto più pericolosa in quanto proveniva da quella chiesa che, per secoli, non aveva creato problemi - se mai collaborazione - alla colonizzazione e allo sfruttamento. Così, nella successiva "settimana santa", in molti bei "tempi" nostrani, dovendo commemorare la passione e morte di Gesù, si sono fatti i soliti discorsi spiritualistici e moralistici - così redditizi e poco impegnativi - sempre disincarnati e staccati dalla realtà, per non fare il parallelo inquietante con chi oggi segue nei fatti l'esempio di Cristo. Le "prediche dell'arcivescovo Romero erano temute dai ricchi, dagli sfruttatori, dagli oppressori ed erano seguite dai poveri, dagli emarginati, dalle persone di buona volontà

di Anna del Bo Boffino - ed. Rizzoli pagine 189 - L. 5.000

che man mano si erano andate convertendo, come lui; anche se erano partite dall'appartenenza ad una classe diversa.

La sua ultima predica l'ha fatta con l'eloquenza della sua morte. I miserabili che l'hanno ucciso - che uccidono e opprimono ogni giorno e in ogni parte del mondo chi si schiera per la giustizia e la libertà - non se ne rendono conto, credono di riuscire a spegnere la lotta e la speranza.

Non sanno che dopo la passione e la morte - per Cristo e per chiunque, come lui, ha dato la vita, qualunque sia la sua fede e la sua appartenenza - c'è il giorno della resurrezione.

E questa Pasqua sarà veramente piena, solo quando significherà liberazione e riscatto per tutti coloro che hanno sperato e agito in questa direzione.

L'analisi della realtà e la conoscenza del passato è l'esigenza fondamentale che si esprime nel libro con il significativo sottotitolo "ragionamenti di una donna d'oggi sulla vita e sull'amore" è questo "obiettivo politico- è rivolto soprattutto alle donne, perchè studiare ed analizzare le forze che ci hanno governato finora. ci rende capaci di imparare a governarle noi e perchè è il primo passo verso la coscienza del'esigenza di cambiare non solo il rapporto uomo - donna, ma i rapporti con il sociale e con noi stesse. Nello svolgersi di queste analisi si ritrova tutta la carica di cui una donna è capace e come quasi sempre accade, gli ultimi passi si caricano di tensione ideale, quasi che la "chiusura" del discorso li rendesse troppo importanti; in realtà il ragionamento è lasciato senza ipotesi perchè queste "verranno dalla partecipazione di

I misteri della vecchia Milano

Presentati a Villa Litta dall'afforese Dante Bonoldi

tutte" e l'invito è a "chiarire con pazienza ogni cosa e inventare soluzioni e strategie. E attraverso la registrazione dei passaggi della crescita femminile e delle domande nuove che le donne hanno cercato di proporre seppur tra enormi difficoltà a rischi che l'autrice fa il punto della situazione e confrontandosi con la reale e profonda crisi che attraversa l'umanità propone alla discussione dei punti di partenza dai quali si dispiega il ragionamento.

La donna tutt'ora vive una situazione di conflittualità superiore all'uomo perchè la società non è stata costruita tenendo conto delle sue specificità, anzi questa ci ha sempre divise nella storia, a livelli molto profondi, tanto che non riusciamo nemmeno a guardarci l'un l'altra senza avere presenti gli schemi maschili; la proposta di liberazione chiede un mutamento del sociale anche sulla misura della femminilità ed esprime il concetto che vogliamo esistere come persone, con amicizia per noi stesse.

Per troppo tempo l'amore è stata l'unica possibilità di sentirsi esistere e le scelte che pesano sempre sulla condizione femminile sono quelle tra sesso e affetti, tra amore materno e amore per noi stesse, tra la famiglia e il sociale.

L'uomo vive tutti questi aspetti non in contrapposizione, ma come parti integranti dell'esistenza ed i suoi desideri li ha presi davvero per realtà; per la donna invece la mancanza di un amore è sempre stato un vuoto incolmabile. Questa diversità di atteggiamento di fronte alla vita ha portato all'esplosione del femminismo che dopo un lungo periodo di rivendicazioni è maturato in una rivalutazione della capacità affettiva femminile come richiesta di felicità che va ben oltre i confini dell'uomo - donna, ma che coinvolge tutti i rapporti umani.

In collaborazione col Consiglio di Zona e il Centro Artistico Culturale "Villa Litta' la Biblioteca rionale di Affori ha organizzato una mostra personale di Dante Bonoldi, inauguratasi il 2 aprile e chiusa il 20 dello stesso mese.

Premesso che salutiamo con piacere il fatto che il consiglio di zona sia divenuto, in prima persona, promotore di queste iniziative vediamo chi è Dante Bonoldi.

Nato a Mantova nel 1904 è cittadino afforese da moltissimi anni. La sua formazione artistica deriva

dagli studi effettuati alla accademia di Brera.

Appresa l'arte della lavorazione a sbalzo su rame, esercita la professione fino a quando la distruzione del laboratorio, avvenuta a causa di un bombardamento, lo costringe a cambiare attività. Questa circostanza, però, non gli fa dimenticare la vecchia passione per l'arte che lo vedonb fondatore del Circolo Artistico Culturale "Villa Litta" e cimentarsi con una versatilità di mezzi espressivi quali la pittura, la scultura ed infine la pri-

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maria lavorazione dello sbalzo, dove ottiene i migliori risultati. Suggestivi sono le innumerevoli lastre dedicate a "I Mestieri della Vecchia Milano". La fedele riproduzione e la grande maestria della esecuzione denotano tutto l'amore e la calda umanità che l'autore prova per un mondo fatto di cose semplici ormai scomparso del quale egli fu partecipe e, oggi, ne è testimone non nostalgico. Ecco perchè in questo senso il suo lavoro diventa un'importante messaggio culturale.

Il valore della maternità, la famiglia come sacrificio, gli investimenti affettivi, il lavoro, l'amore, hanno messo da sempre la donna su un piano diverso dall'uomo e quelle di noi che sono uscite nel mondo ne hanno misurato i confini e le leggi e oggi possono dire che la "terra degli uomini" non è questa grande meraviglia. L'uomo è rimasto frastornato da questa nuova realtà, ma senza la sua crisi non si esce dalla sofferenza che oggi sommerge i rapporti affettivi ed è in rapporto al suo ridiscutersi che si ridimensionano anche la politica, l'economia, la struttura sociale.

Certo, il rapporto uomo - donna è in crisi, ma non solo quèsto, d'altra parte il constatare ciò non ci deve spingere all'inerzia o alla insofferenza, ma deve aiutarci uomini e donne a ripensarci tutti per costruire una società più democratica.

"Le donne oggi hanno provato a vivere al femminile e al maschile nel privato e nel sociale: e hanno dimostrato che si pub. Sta adesso all'uomo accettare e vivere ancheil femminile". M.A.

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aprile 1980 pagina 3
L'UCCISIONE DI MONSIGNOR ROMERO ABBIAMO LETTO PER VOI

Così modificata la rete dei trasporti

Queste le proposte del C. di Z. approvate all'unanimità da tutte le forze politiche

L'incremento di edilizia residenziale nella zona 8 ha comportato un insediamento abitativo negli ultimi due anni pari a circa 2.720 abitanti e comporterà un aumento previsto per il prossimo biennio di circa 5.660 abitanti.

Sia l'incremento già verificatosi che quello previsto interessano principalmente i quartieri Bovisasca e Bruzzano.

Infatti il quartiere Comasina ha registrato in questi ultimi due anni un solo insediamento residenziale pari a circa 120 abitanti (via Calizzano); mentre per Affori, se si esclude il nuovo insediamento di via Vignati per circa 150 abitanti, la attività residenziale è rivolta prevalentemente ad una diversa distribuzione degli abitanti già insediati all'interno dello stesso quartiere e non comporta un aumento significativo di residenti.

La situazione dei quartieri Bovisasca e Bruzzano, per quanto riguarda sia gli insediamenti già avvenuti negli ultimi due anni che quelli previsti per il prossimo biennio, è la seguente: QUARTIERE BOVISASCA TOTALE

Insediamenti già avvenuti

Edil. Popolare:

Lotto 51 Via Bovisasca 1.000 ab. 1.000

Insediamenti previsti

Edil.Popolare: Lotto 51/bis (65 mila mc.) 700 ab. Lotto 165 (120 mila mc.) 1300 ab.

Edil. Privata: C. Mozzoni-Bovisasca (5.500 mc.) 50 ab 2.050

TOTALE QUARTIERE 3.050

QUARTIERE BRUZZANO

Insediamenti già avvenuti

Edil. Popolare: Lotto 53 (abitanti al di fuori della riserva 250 ab.

Edil. Privata: Dora Riparia 1200 ab. 1.450

La risoluzione dei problemi del traffico e viabilistici della zona potrà avvenire solo con la attuazione del piano trasporti, in particolare, con la costruzione delle due tangenziali (V. Da Seregno - Ornato, Brusuglio - Cavalletto) e soprattutto la trasformazione delle F.N.M. in linea di superfice e la realizzazione dei sottopassaggi necessari (Affori, Comasina, Bovisasca). Si sono però presentate situazioni di particolare disagio che richiedono risposte, se pur primarie, tempestive.

SAUB Le regole per

scegliere il medico

Ogni medico generico è legato al suo massimale pertanto i mutuati non possono scegliere come medico di fiducia chi ha superato il massimale a loro assegnato.

Massimale che è stato già aumentato del 5% con l'accordo integrativo Regionale dell' 8-11-79.

Inoltre per alcune categorie come artigiani, commercianti ecc. il massimale dei medici è aumentato di un altro 5% in base all'art. 13 della Convenzione Nazionale unica.

Ciò allo scopo di preservare anche per gli appartenenti a queste categorie il rapporto di fiducia con i medici generici che già in precedenza li avevano in cura.

Nel corso di tale ampia e complessa operazione di inserimento di tante e svariate categorie di cittadini, si è rilevato che l'aumento dei massimali, quale era stato predisposto, non ha tutelato in modo pienamente soddisfacente il rapporto di fiducia tra medico e paziente.

Pertanto, l'Assessorato alla Sanità ha deciso la concessione di scelte, in deroga, per un medico che ha già superato il suo massimale individuale.

Si riepilogano qui tutte le possibilità deroga (cioè quelle già in vigore precedentemente più quelle riconosciute di recente).

Un medico, quindi che ha già superato il suo massilame può essere scelto:

qualora in un nucleo familiare si verifichi la nascita di un figlio;

qualora una persona rientri dal servizio militare e riacquisti il diritto all'assistenza sanitaria;

qualora una persona, per matrimonio si trasferisca in un'altra SAUB, può scegliere, se lo desideri, il medico del coniuge;

qualora una persona si trova in un istituto, case di riposò per anziani che si avvale per l'assistenza di un solo medico;

qualora una persona è familiare convivente del medico o fratello, genitore e figlio non convivente; quando l'assistito richiede un medico che lo ha già in cura per una grave malattia comprovata da idonei certificati medici; quando l'assistito richiede un medico che già assiste tutti i componenti del suo nucleo familiare, situazione che deve essere dimostrata esibendo all'operatore SAUB una copia dello stato di famiglia e le tessere sanitarie di tutti gli altri componenti del nucleo familiare; quando l'assistito può documentare l'esistenza di un preesistente rapporto di fiducia risalente nel tempo. Tale rapporto di fiducia dovrà essere comprovato mediante una dichiarazione rilasciata dal medico su proprio ricettario.

Quest'ultima deroga è concedibile sino al 30-4-80.

Concludo ricordandovi che le operazioni di scelta e revoca del medico per i cittadini abitanti nella zona 8 si effettua alla SAUB situata presso il poliambulatorio INAM in Via Val di Bondo 15 ed osserva il seguente orario di sportello: ore 8,30 - 12 da lunedì a sabato.

Gioacchino Vilei

Responsabile della Saub zona 8

Ricordando

Vincenzina

In particolare per il Quartiere Bovisasca la bassa frequenza di linea (in media nella giornata un passaggio ogni 20-25 minuti) dovuta sia alla presenza del passaggio a livello di Affori che alla compresenza su quasi tutto il percorso di altre linee, determina un affollamento degli autobus prevalentemente alla presenza verso il Centro durante le ore di punta.

Relativamente a Bruzzano, si verifica già da ora che tutta la utenza insediata a nord della ferrovia non può usufruire della linea 70 se non con tempi di percorrenza casafermata eccessivamente lunghi ed in alcuni casi con percorsi pericolosi (vedi incidente mortale per attraversamento dei binari ferroviari, attraversamento usuale peraltro all'utenza della zona).

Tali problemi hanno già determinato in vari momenti prese di posizione di gruppi sempre numerosi di cittadini con petizioni al Consiglio di Zona, all'ATM, alla Ripartizione competente, su aspetti particolari, sempre però riconducibili alla situazione di cui sopra.

Per garantire nel futuro un livello di servizio efficiente, è necessario a nostro avviso raggiungere i seguenti obiettivi:

l'aumento della frequenza dei mezzi da e per il quartiere Bovisasca;

l'avvicinamento delle linee di trasporto al-

la nuova utenza sorta nel quartiere di Bruzzano.

Per quanto riguarda la Bovisasca, la Commissione, pur consapevole che la presenza del passaggio a livello di via Comasina rappresenta una oggettiva difficoltà sul percorso della "52 rossa", sollecita un aumento della frequenza dei mezzi da e per il centro, almeno nelle ore di punta.

Relativamente a Bruzzano l'obiettivo di toccare la nuova utenza con linee automobilistiche non è raggiungibile attraverso la penetrazione ulteriore nel quartiere della linea "70", in quanto tale proposta urta con la presenza della linea ferroviaria e con la ristrettezza delle sedi stradali di Bruzzano.

La Commissione chiede invece:

l'istituzione di una fermata della 52, sul percorso centro - periferia, sulla corsia di decelerazione prima dell'imbocco del cavalcavia Oroboni, al fine di avvicinare il trasporto pubblico alle nuove residenze sorte su via Dora Riparia;

52 Rosse: ripristino immediato del percorso nel villaggio Bovisasca; ribadisce le scelte a suo tempo fatte dal Consiglio di Zona relativamente alle linee 40 e 39 e chiede: per la 40 lo spostamento del capolinea in via Senigallia; per la 39 la percorrenza su via G. Pasta anzichè su via E. Fermi.

RISTRUTTURAZIONE SCUOLA VIA DEI BRASCHI

Polemica inutile

Sono iniziati finalmente, dopo anni di attesa, i lavori di ristrutturazione del lato di via Marchionni della scuola elementare di via dei Braschi.

Come sanno bene genitori e insegnanti, ma soprattutto i bambini, le condizioni di questi locali erano tali da creare serie preoccupazioni di ordine igienico e di sicurezza.

La decisione di andare alla ristrutturazione era stata lunga e "travagliata".

Era giusto affrontare una spesa così elevata per ristrutturare dei locali vecchi e poco funzionali? Era più corretto puntare esclusivamente sulla costruzione di una scuola nuova?

Di questo dibattitto furono protagonisti vivaci, insieme al Consiglio di Zona, genitori ed insegnanti delle scuole e, sempre insieme, si arrivò alla decisione di confermare la necessità della nuova scuola elementare, che sta per essere ultimata, in via Oroboni - Dora Baltea, perchè le previsioni di sviluppo edilizio del quartiere lo rendevano necessario; ma di ristrutturare ugualmente i locali di via Marchionni, e questo per diverse motivazioni.

Infatti quei locali rappresentano un patrimonio pubblico, che come tale va salvaguardato; inoltre, anche se dal mese di settembre la scuola elementare non dovrebbe avere più problemi di spazio, il quartiere in generale soffre per la mancanza di spazi da adibire a servizi pubblici.

Per queste ragioni si andò alla decisione nel 1978, ma solo all'inizio dell'80 è stato dato il via ai lavori. Questa data ha posto questioni organizzative non indifferenti alla scuola: trovare urgentemente una sede per 7 classi oppure ripiegare sui doppi turni, sentire la disponibilità dei genitori e insegnanti e così via.

Va riconosciuto alla scuola di via dei Braschi, in tutte le sue componenti, un grande senso di responsabilità e di piena collaborazione con l'Amministrazione Comunale, nel ricercare immediatamente le possibili soluzioni.

Quali erano le disponibilità di aule in zona? Alcuni Istituti hanno alcune aule libere, ma solo la Scuola Media

Gabbro aveva le 7 classi necessarie in un unico edificio, e per questo il Consiglio di zona segnalò tale disponibilità.

II Consiglio di Zona era ed è perfettamente consapevole che ospitare classi di un altro istituto crea sempre un certo disagio ed esaminò con l'Amministrazione altre possibilità fuori zona. Ma i tempi di percorrenza, verificati, oltre che da tecnici del Comune, dagli stessi genitori della scuola, erano tali da compromettere seriamente la didattica.

La scuola media in un primo tempo si dichiarò contraria ad ospitare le classi di Bruzzano e su questo rifiuto sono sorte polemiche aspre, prese di posizione e articoli sulla stampa cittadina. La scuola di via Gabbro motivava il proprio rifiuto dicendo di non essere stata sufficientemente consultata e richiedendo nel contempo il servizio di refezione scolastica per i propri alunni.

Inoltre la questione specifica veniva a coincidere con la polemica emersa a livello provinciale sull'utilizzo delle strutture scolastiche dopo la nota presa di posizione del Consiglio scolastico Provinciale che rivendicava per i soli organismi collegiali della scuola il diritto di poter decidere in merito.

Solo dopo una serie di incontri tra le due scuole, gli assessori alla scuola e ai lavori pubblici e il Consiglio di zona, si è potuti arrivare ad una soluzione positiva: i ragazzi di Bruzzano frequentano regolarmente in via Gabbro, dove, nei mesi estivi, verranno effettuati i piccoli lavori di manutenzione, già previsti, che permetteranno di offrire la refezione scolastica anche ai ragazzi delle medie.

La domanda che si pongono i cittadini a questo punto è: si poteva evitare tutta questa serie di equivoci e di polemiche? lo credo di sì. Salvo restando il principio che i locali delle scuole non possono essere concepiti come "proprietà" esclusiva del singolo Istituto, ma compatrimonio collettivo, di cui dispone l'intera collettività, restano le importanti questioni di metodo nei rapporti tra Amministrazione comunale e popolazione, le questioni di funzionamento meno

"burocratico" della macchina comunale: una consultazione comune delle due scuole con margini di tempo sufficientemente ampi, una previsione delle conseguenze sul piano didattico che l'inizio dei lavori avrebbe comportato, una più ampia possibilità decisionale al Consiglio di zona, tutto questo avrebbe senz'altro consentito condizioni più favorevoli e maggiore consenso.

Anche perchè gli stessi problemi, anche se in situazioni diverse si sono verificate per i !avori di ristrutturazione del centro cucine della scuola elementare di via Gabbro: comunicazione improvvisa alla scuola, incomprensioni sul progetto e così via.

Sono queste io credo questioni non di metodo, ma di sostanza politica, che possono offuscare, per restare agli esempio qui trattati, l'importanza del fatto che finalmente queste ristrutturazioni, tanto attese, sono iniziate.

Un'altra questione che i cittadini hanno posto negli incontri che ci sono stati con l'assessore Polotti è stata questa: "Perché i lavori nelle scuole non vengono effettuati nei mesi estivi?" È questa una domanda legittima dal punto di vista di ciascun istituto ma che non tiene conto del fatto che molti lavori non possono essere realizzati in pochi mesi, ma richiedono tempi lunghi, inoltre molte sono le scuole che richiedono manutenzioni straordianarie nella città di Milano e non è possibile farli partire "contemporaneamente"; in più è opportuno conoscere le leggi che regolano gli interventi comunali: se entro tre mesi dalla data di inizio dei lavori, fissata nell'appalto, i lavori non vengono effettivamente iniziati, decade il funzionamento, deve essere pagata una penale alla ditta appaltatrice, l'opera stessa ricomincia il suo "iter burocratico". Spero quindi che sia possibile riprendere il dialogo su questi temi, anche dalle pagine di questo giornale, perché sono convinta che un nuovo modo di governare si realizzi nella chiarezza, nell'informazione, nella "trasparenza" per i cittadini della pubblica amministrazione.

Marilena Adamo

Il 24 marzo é morta la compagna Vincenzina Reggi, stroncata dal cancro a 85 anni. C'erano moltissime persone al suoi funerali e la banda ha suonato l'inno del lavoratori mentre l'accompagnavamo in chiesa. Vincenzina era conosciuta in tutta la nostra zona ma soprattutto a Bruzzano dove, nel lontano dopoguerra, aveva fondato li Circolo dell'Unione Donne italiane. Da allora vissuto tutte le grandi battaglie per la liberazione della donna, da quella per il voto fino alla proposta di legge contro la violenza sessuale, che non aveva potuto firmare, e di questo era molto rammaricata, perché non poteva quasi plu uscire. Però ha rinnovato le tessere dell'associazione e venduto il giornale dell'e Marzo, stando in casa, fino agli ultimi giorni della sua vita, sempre preoccupata che II movimento delle donne andasse avanti, con lo stesso entusiasmo che, raccontano le compagne di Riguarda, trascinava loro quando lavorava alla manifattura tabacchi e portava R enelle fabbriche vicine "Noi Donne". Per noi era un punto dl riferimento, rappresentava la continuità delle nostre lotte, un patrimonio di storta che dà respiro alle battaglie dl oggi. Vincenzina era una donna coraggiosa, che amava la vita eli dialogo; senza mal rinunciare a quelli che erano i sui ideali: aveva collaborato col movimento partigiano ed era comunista. A noi ha lasciato un grande vuoto ed un impegno preciso dl cui oltre alla responsabilità sentiamo li fascino: la fiducia che dalle donne, mentre lottano per la loro liberazione, può ventre un grande contributo per il cambiamento dl tutta la società. Per tutto questo Il nostro Circolo da ora porterà Il suo nome.

Le donne del Circolo U.D.I. della Zona 8 "Vincenza Reggi".

pagina 6 aprile 1980
Insediamenti
Edil. Popolare: Lotto 78 1.360 ab. Edil. Privata: Dora Riparia 800 ab. Via del Tago 1.450 ab. 3.610
previsti
TOTALE QUARTIERE 5.060

aprile 1980

Festeggiamaggio

La 'CASA NUOVA* di via Assietta 38 è una comunità dove 28 ex-degenti dell'Ospedale psichiatrico P. Pini abitano in 5 appatamenti, coadiuvati da una equipe di operatori psicosociali.

Il progetto della 'casa' è il reinserimento dei suoi abitanti nella città e in particolare nelle forme di vita e di aggregazione del quartiere.

A questo proposito come importante momento di incontro tra gli abitanti della 'casa' e la zona, viene organizzata per tutta la giornata di domenica 11 maggio

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