Porta Venezia(13)

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PERIODICO DI INFORMAZIONE POLITICA E CULTURA MENSILE

ANNO 3 - N. 9

DICEMBRE '79

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Le bugie democristiane

Per ben quattro numeri "Milano Tre" ha pubblicato ponderosi articoletti, scritti dal suo direttore sull'attività della giunta di sinistra dopo il /975 e sulle previsioni future per le elezioni del 1980.

Cerchiamo di dare qualche risposta perchè sotto l'apparente serietà degli scritti si cela un banale artificio propagandistico riassunto nella frase "che nella migliore delle ipotesi questa giunta non ha amministrato meglio di quelle di centro - sinistra". Non ci sarebbe in pratica alcuna differenza tra l'una e le altre ed i milanesi quindi potrebbero tornare quietamente al centro sinistra ed i socialisti all'ovile democristiano.

Ma le cose non stanno così, questa Giunta ha amministrato meglio di quelle di centro sinistra e di centro, l'una e le altre dominate per anni dalla D.C.

Per sostenere la sua tesi Milano Tre tace furbescamente alcuni dati di fatto..

Li citiamo per corretta informazione dei nostri lettori e di quelli di Milano tre.

Questa giunta di sinistra che sarebbe vissuta secondo l'articoletto del giornale democristiano dl zona in "quinquennale letargd'in poco meno di un anno ha preparato il nuovo Piano Regolatore che, per oltre vent'anni le altre Giunte, pullulanti di assessori D.C., non avevano mai fatto. Perchè? Solo per scarsa capacità tecnica o per scelta politica?

La mancanza del Piano regolatore ha significato speculazione edilizia, licenze abusive; sviluppo caotico dei grandi quartieri dormitorio, carenza di servizi sociali e culturali, degradazione delle vecchie case popolari del centro storico, doppi turni in decine e decine di scuole, distruzione del verde. Il nuovo Piano regolatore è sottoposto per legge all'approvazione della Regione, dove la D.C. governa. Si attende da mesi una risposta. Cosa si aspetta, quale obbiettivo ci si propone, forse quello di lasciare passare le elezioni del 1980, impedendo al Comune di Milano di coordinare e di stimolare lo sviluppo edilizio, commerciale, industriale e culturale della città, senza essere più condizionato dalle scelte delle grandi società immobiliari e dai peggiori interessi privati?

Di tutto questo Milano Tre tace.

Come tace del Piano dei trasporti, preparato anche esso in breve tempo, nonostante le grandi difficoltà di studio di proposte risolutive di uno dei problemi che più travagliano la nostra città come tutti i grandi centri urbani ed il loro hinterland.

Questo piano dei trasporti prevede la terza rete del metro, il passante ferroviario — per utilizzare anche i servizi della FFSS — attraverso Milano a favore dei pendolari, la protezione delle linee dei servizi pubblici, l'alleggerìmento del traffico privato nel centro città.

E un piano che si collega all'esigenza dei risparmi nel campo energetico, e dello sviluppo dell'o'ienda pubblica dei trasporti, delle ferrovie Nord e dei collegamenti organici con l'area metropolitana.

Tace anche, il nostro giornaletto

Cambierà volto Piazzale Loreto

Colpevoli ritardi della Regione per l'ex Bassini

D.C., di uno dei risultati di maggiore importanza. Leggiamo ogni giorno sulla stampa nazionale dei deficit paurosi dell'IRI, dell'ENI, della SIP, di tante aziende pubbliche dove per decenni hanno imperato (ed imperano) gli uomini del potere DC. Oggi possiamo anche leggere che a Milano la Centrale del Latte (presieduta da un comunista) non solo ha migliorato tutta la sua produzione ma presenta un bilancio in attivo, che la Azienda Farmaceutica Comunale è al pareggio, così l'Azienda della Nettezza Urbana e che soprattutto il deficit dell'ATM, grazie alla politica tariffaria ed alla riorganizzazione dei servizi, è bloccato ed inferiore al tasso di incremento dell'inflazione.

Qualcuno potrà stupirsi di questi risultati tenendo conto di come le cose sono andate negli anni scorsi ma questa è la nuova realtà amministrativa della giunta di sinistra a Milano.

L'ultimo esempio riguarda la capacità del Comune di dare i servizi che gli sono richiesti dai cittadini e di realizzare concretamente i suoi programmi.

Quale altra amministrazione pubblica è in grado, come Milano, di spendere il suo bilancio di stanziamenti al 95%?

Vogliamo fare paragoni con lo Stato o con certe Regioni dirette da sempre dai DC, come la Sicilia? Lo stato non supera il 16-18%!

Ci fermiamo a questi esempi, potremmo farne degli altri nel settore dell'ecologia, della scuola, dello sport, della cultura, del teatro e così via.

Certo che tutto non va bene, che molto resta da fare, che il problema

"casa popolare" è tuttora aperto e drammatico, che le vendite frazionate colpiscono gli strati più poveri e sono un nuovo modo di speculazione edilizia, che gli anziani vivono spesso in condizioni drammatiche!

Lo sappiamo benissimo e non ci diamo al trionfalismo. Ma dal 1975 la giunta è stata capace di avviare un nuovo modo di governare, un processo che si può riassumere nella frase "un diverso funzionamento delle cose" La giunta non è stata espressione di società immobiliari, di ceti privilegiati, di consorterie affaristiche. Milano Tre invoca una D.C. rinnovata negli uomini e nei programmi per sostituire il PCI, che viene descritto senza "slancio, passione, inventiva ecc". Non scherziamo. Dove si trova questa DC? In quella che ha fatto l'opposizioone alla semplice ricerca di una rivincita elettorale incapace di una visione politica organica e di stabilire un rapporto costruttivo — pur non stando in giunta — ma tale da favorire la risoluzione dei problemi più gravi di Milano? Ma quale bilancio la DC ha potuto presentare dopo anni ed anni di maggioranza a Palazzo Marino? Un bilancio fallimentare ed adesso si dovrebbe riportarla in giunta mentre assistiamo a risse, scontri, moltiplicarsi di correnti in previsione del Congresso Nazionale, manifestazioni che testimoniano la sua incapacità di essere una classe dirigente matura (per dirla con parole simili a quelle di Milano Tre) all'altezza della crisi drammatica del nostro paese?

Dopo circa 10 anni di battaglie e rivendicazioni dei cittadini delle zone 3, 10, 11 forse, finalmente, entro breve tempo saranno tolte le palizzate di legno in piazzale Loreto per dare il via ad una nuova costruzione.

Ci eravamo tanto abituati a quei muri tapezzati di cartelloni pubblicitari, parte integrante dell'ambiente di P.le Loreto, che molti di noi non si ricordano più che cosa vi fosse dietro.

Non è il caso qui di risalire nella storia a quando su quel buco di terra insisteva un altro edificio.

Partiamo dalle ferme rivendicazioni che già da allora videro una grande mobilitazione dei cittadini e la presenza dei Consigli di Zona.

Allora la proprietà aveva fatto richieste per ottenere la licenza per costruire un grattacielo di oltre venti piani da destinare ad uffici.

I cittadini e i Consigli di Zona rivendicavano invece l'area a servizi per la costruzione di una scuola.

Dopo aspre battaglie nel '75 l'Amministrazione Comunale impugna la licenza bloccando la costruzione

che nel frattempo era già iniziata in parte, con le fondazioni e la formazione di due piani interrati.

Da qui si apre un contenzioso tra proprietà e Amministrazione Comunale che termina con due giudizi del Tribunale Amministrativo Regionale ed uno del Consiglio di Stato, che danno ragione alla proprietà rendendo così fattibile la costruzione del grattacielo richiesto con la prima licenza.

Ma l'atteggiamento consapevole e nello stesso tempo intransigente dell'Amministrazione Comunale che pretende una grossa riduzione della costruzione e l'inserimento di servizi in una zona già così compromessa, sostenuta dalle lotte dei cittadini e dei Consigli di zona, inducono, la proprietà a scendere a più miti consigli.

Infatti ecco l'ultima proposta della proprietà che pare, sia all'Amministrazione Comunale sia ai Consigli di Zona, tener presente i bisogni della collettività.

segue in ultima

L'antefatto è già noto. L'ospedale Bassini si è trasferito da qualche mese a Cinisello Balsamo. La cittadinanza della nostra zona, giustamente, si è preoccupata per il venire a mancare di un servizio sanitario ritenuto necessario. Non discutibile. d'altro canto, la precarietà della struttura ospedaliera dell'ex Bassini. Per alcuni servizi infatti vi era un so.ikraffollamento incredibile, come in cardiologia ad esempio. per altri vi era una sistemazione architettonica e logistica non accettabile per un ospedale moderno (sale operatorie, radiologia). L'ospedale Bassini, insomma, cosi come era. presentava dei pericoli per una adeguata assistenza.

La Giunta di centro sinistra della Regione Lombardia, che ben conosceva questa situazione, e ben sapeva dell'imminente ed improcrastinabile trasferimento dell'ospedale. si è però ben guardata dal sostituire, per lo meno, alcuni servizi essenziali (guardia medica, medicina, chirurgia), servizi che, in tutto il settore nord-est di Milano, non trovano ora soddisfazione.

Cosa è avvenuto poi? Il P.C.I. e le forze più sensibili e democratiche, per contrapporsi ad una ingiustizia che i cittadini della zona avevano subito, si sono fatti promotori di una azione di lotta tesa al risanamento della situazione. Dal punto di vista metodologico ci si è impegnati, in primo luogo, per coinvolgere i singoli cittadini e le forze più responsabili e meno strumentalizzate dell'Associazione per il diritto alla salute di ;Milano nord-est (l'ex Comitato famiglie costituitosi questa estate), verso obbiettivi chiari e realizzazioni utili, usando strumenti unitari di lotta, i soli realmente paganti. In secondo luogo, dopo numerosi dibattiti nell'ambito dei Consigli di zona 3, 10 e 11 e delle sedi dei partiti segue in ultima

Droga pesante in Pale Lavater

A Milano è sorta da circa un anno, una nuova zona di mercato della droga che, con l'afflusso di tossicomani e spacciatori, sta facendo concorrenza ai punti di maggior vendita di stupefacenti a Milano. Questa nuova zona è Piazza Lavater, ed è qui che tanti giovani sono stati e vengono ogni giorno trascinati alla tossicodipendenza. Ma nessuno fa nulla. Qui come in altri posti, la polizia interviene raramente e con scarsa efficacia, senza colpire gli spacciatori non drogati, che sono i peggiori perchè speculano sulla vita degli altri senza mettere in pericolo la loro salute, cambiando automobile tutti i mesi e vestendosi in modo rispettabile, e in questa zona ce n'è di questa gente più di quanto si pensi.

Anni fa questa piazza era popolata da giovani diversi da quelli di oggi da giovani che vivevano serenamente, concependo il divertimento in maniera diversa, discutendo tra di loro, scherzando, giocando a pallone, non sapendo forse neanche che cosa era uno spinello. Ora invece si vedono giovani alla deriva seduti sulle panchine tutto il giorno, che non sanno cosa fare, come impiegare il tempo. Questi ragazzi non avevano non hanno interessi, l'unica preoccupazione che hanno è quella di vivere alla giornata, procurandosi denaro sufficiente a vivere e a comprarsi l'eroina. La trasformazione di questa piazza non fu repentina ma graduale.

Inizialmente la zona era frequentata da gruppi di giovani studenti che abitavano nella zona, i quali col tempo si smembrarono a causa delle infiltrazioni di nuovi giovani che portarono un modo di vita radicalmente diverso da quello che si viveva. Pian piano la piazza si riempì di gente attirata sempre di più dal nuovo ambiente venutosi a formare; l'ambien-

10 anni dopo la strage di P.za Fontana: servizio speciale a pagina 4

te era quello dei ladruncoli, degli scippatori, che vivevano di questi e di altri espedienti senza naturalmente lavorare o studiare, non richiamati assolutamente dalle famiglie visto che non uno di quei ragazzi aveva una famiglia normale che si occupasse di loro. La droga in questo periodo non aveva ancora fatto il suo ingresso nella piazza. Tempo dopo qualcuno introdusse tra gli amici l'uso della marivana. Le cose andarono avanti così per un paio d'anni, e tutto sommato l'uso della marivana da parte di questi ragazzi, non era una cosa grave, fintanto che rimanevano a quel livello. Invece lentamente le cose peggioravano. Gente che prima si limitava agli spinelli, col tempo cadde nell'uso della droga pesante, anche se più di una volta aveva affermato che mai si sarebbe bucata.

Ora il giro degli stupefacenti è an-., datc,nan mano aumentando, arrisegue in ultima

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Intervista all'Unione,Commercianti Effetti del carovita sugli esercenti

Che giudizio dà la Vostra Organizzazione sul sensibile aumento dei prezzi registratosi in questi ultimi tempi?

Pur essendo ancora in attesa di dati definitivi possiamo riconfermare. anche in questa occasione, quanto l'Unione Commercianti ha già espresso in altre sedi: la ripresa del tasso inflazionistico è in atto e presenta purtroppo tendenze gravi e preoccupanti per tutti.

E opportuno però contribuire alla chiarezza sulla questione "aumento dei prezzi" perchè la confusione non crea sicuramente le condizioni migliori per intervenire e risolvere i problemi.

In primo luogo la natura stessa dei dati finora noti — sarebbe bene attendere ancora prima di esprimere giudizi completi — ()mostra che le cause di questa ripresa inflazionistica sono da ricercarsi a monte della distribuzione nell'aumento generale dei costi, nell'aggravamento della crisi energetica; nell'andamento delle tariffe dei servizi pubblici e, più in generale, nelle contraddizioni e negli squilibri della nostra economia.

In secondo luogo vogliamo esprimere il nostro più fermo dissenso con quanti alimentano strumentalmente campagne allarmistiche, basate su previsioni poco attendibili e su interventi ad effetto scandalistico, contribuendo così a creare un clima.. favorevole per comportamenti scorretti nei diversi settori economici e fra gli stessi consumatori.

Quali riflessi ha questa situazione sugli operatori del settore e sull'atteggiamento del consumatore?

Le categorie commerciali pagano per prime le conseguenze di tale realtà. Su di esse cadono spesso ingiuste accuse di responsabilità: non solo hanno già dimostrato nel passato di operare come forza di contenimento nella dinamica dei prezzi, ma è oggi evidente che qualora un operatore effettuasse aumenti indiscriminati, avrebbe come conseguenza una riduzione delle vendite con notevoli danni economici.

Prezzi speciali dalla SO.VE.CO.

Nell'attuale situazione l'operatore può trasferire al consumo solo l'aumento dei costi in più sostenuti per mantenere un equo margine di guadagno (in molti casi siamo al limite della sopravvivenza delle aziende stesse): è evidente perciò l'interesse del commerciante per contenere le spinte inflazionistiche e risolvere i problemi.

Nell'immediato, infine, abbiamo chiamato le categorie commerciali milanesi all'impegno per frenare le spinte al rialzo dei prezzi, provenienti dalle fonti di produzione delle merci e dei servizi, promuovendo, in collaborazione con gli Enti locali, operazioni di vendita al pubblico di un consistente numero di-prodotti di largo consumo, a prezzi concordati con il fine di mantenere la stabilità il più a lungo possibile.

Quali proposte avanzate in merito alla revisione della legislazione sulla disciplina dei prezzi?

Siamo nettamente contrari alla riedizione di misure che riproducano gli errori passati: i blocchi e i calmieri non servivano allora e tanto meno possono essere utili oggi. Qualsiasi misura che si limiti ad intervenire nell'anello finale della catena, quello della distribuzione, senza rispettare le regole del mercato risulterà sbagliato e inefficace appunto perchè non potrà correggere le distorsioni presenti nel processo complessivo della formazione dei prezzi. Se tali indirizzi verranno chiaramente abbandonati, ribadiamo la nostra disponibilità alla riforma della disciplina dei prezzi purchè siano rispettate le seguenti condizioni: si impedisca la frammentazione normativa al di fuori di un inquadramento unico della materia a livello nazionale; si eviti la creazione di nuove strutture burocratiche prive di strumenti necessari per essere realmente funzionanti; si adottino misure di sorveglianza rispettose del mercato e della necessità di sua rivitalizzazione.

R. C.

La SO.VE.00 (Società per Vendite controllate) costituitasi nel 1973, ha per scopo di effettuare interventi con fini calmieratori nel mercato dei generi alimentari di prima necessità freschi e conservati e di agevolare per tali forme di attività, la collaborazione delle categorie degli operatori commerciali e in generale promuovere iniziative atte a favorire la tutela dei consumatori.

Il servizio più noto della SO.VE.CO., quello delle "vendite a prezzo controllato", è garantito da 25 ambulanti che per 6 giorni si spostano a coprire un totale di 150 punti di vendita in città.

Questi i prodotti posti in vendita dalla SO.VE.CO.: ortaggi e frutta fresca, olio d'oliva, olio di semi, burro, margarina, riso, grana padano e prodotti conservati. La SO.VE.CO. nei punti di vendita segnalati dai quotidiani ha iniziato con il 21 settembre una campagna di vendita di prodotti ortofrutticoli ed informa i consumatori, che tali azioni di intervento continueranno, con prodotti diversi, almeno fino al 15 gennaio 1980.

PUNTI DI VENDITA SO.VE.CO. NELLA ZONA 3

"Venezia - Buenos Aires"

Giorno Orario Punto di vendita

Lunedì pom. P.zza Caiazzo (MM)

Martedì pom. P.zza Tricolore

Mercoledì pom. P.le Oberdan

Giovedì

Venerdì

La rivoluzione del traffico

Sono ormai avviati i provvedimenti, decisi dall'Assessorato ai trasporti, per la limitazione del traffico automobilistico nel centro cittadino.

L'inversione di marcia in c.so Europa e le altre misure viabilistiche hanno inevitabilmente rivoluzionato vecchie abitudini e determinato qualche inconveniente.

In zona abbiamo registrato alcune difficoltà di scorrimento sui bastioni e sarebbero opportuni per migliorare il traffico alcuni provvedimenti co-

Dove Ç potete risparmiare in zona

- RAVAGNAN - Via Plinio 7 - Sarde L. 1.400 al kg.

- PESCHERIA VENEZIA C.so Buenos Aires 2 - Trote non salmonate L. 3.500 al kg.

- DEHO - Viale Abruzzi 82 - petti di pollo L. 6.000 al kg.

- BORIOTTI Via Venini 25 B - fesa di tacchino L. 5.900 al kg.

- PROVEZZA via Petrella 19 - parmigiano reggiano L. 8.000 al kg.

- GALLI via Lecco 22 - mortadella puro suino L. 4.500 al kg.

- INZOLI via Tadino 9 - pancetta L. 5.000 al kg.

- AMORUSO C.so Buenos Aires 51 cime di rapa L. 600 al kg.

- COSMAI via Vitruvio 44 - golden delizia L. 330 al kg.

Ricchiuti via Piccinni 27 - banane L. 1.400 al kg.

CRESCENZAGO via Palestrina 36lattuga cappuccio L. 800 al kg.

- FERRARI via Venini 55 - coniglio L. 4.200 al kg.

LONGO via Palestrina 32 - pancetta L. 5.000 al kg.

Aires 25 - 20124 Milano - Tel. 22.17.11

me il divieto di posteggio su parte dei bastioni e davanti all'istituto religioso delle Orsoline in v.le Maino.

Da una indagine a tappeto fatta dall'Assessorato risulta, e ciò rafforza la validità della decisione presa, che sulle 220 mila auto che giornalmente passano per il centro ben il 30% non ha bisogno di attraversarlo. Quindi è opportuno intervenire, come si sta facendo, per limitare la circolazione in dentro alte auto'pri-

vate che transitano per motivi di lavoro e potenziare parallelamente l'uso dei mezzi pubblici. Per questo sono stati appositamente acquistati 100 nuovi bus.

Se il piano varato dall'Assessore Korach andrà in porto, numerosi saranno i vantaggi per la collettività sia per il risparmio energetico ottenuto sia per la difesa dell'ambiente.

pom.
pom.
pom. P.zza
Maria Specialità LQNG DRINK COCKTAILS, PANINI Gelateria produzione artigiana di alta qualità Sala da te, rinfreschi C.so Buenos
n. 9 - Dicembre 1979 Pag. 2 PORTA VENEZI__
pom. P.zza F.11i Bandiera ang. Pisacane
P.zza Caiazzo (MM)
P.zza S.F. Romana ang. Cadamosto Sabato pom. Via Eustachi /ang. Stradella
Lima bar TESORO da Gianni e

La storia di Porta Venezia Il Convento delle Benedettine di via Bellotti

Dal novecento in poi l'attività edilizia in Milano non avrà mai sosta, abbiamo decritto come al mutare delle forze sociali in campo si verificarono i primi gravi scontri fra la classe operaia e il potere, tuttavia in mezzo a incredibili privazioni e ingiustizie nasce il miracolo di una città nuova che si lega nel suo aspetto architettonico all'arte e alla cultura europea, si dissolve in un ventennio nei territori del quadrante di nord-est l'immagine della città dell'ottocento, le vie poderali alberate, i grandi casolari contadini, vengono cancellati per sempre, si tracciano nuove grandi strade secondo un ordine nuovo, tra il 1890 e il 1925 dal bastione di P.ta Venezia fino a Borgo Loretto e ai viali dei Mille e Abruzzi sorge un'intera parte di città che occupa il territorio percorso dalle strade che portavano a piccoli centri che oggi non si ricordano, i luoghi Castelletto, Acquabella, La Rosa, La Gambotta, Prà Buono, immerse nel verde che fra macchie d'alberi e coltivi portavano in direzione dei due paesi di Lambrate superiore e inferiore e al Borgo Ortiga lungo la strada ferrata fino a toccare i due rami del fiume Lambro, si tracciano allora le attuali vie Nino Bixio e Felice Bellotti dove sorgono i primi grandi isolati residenziali, mentre poco più a sud verso il corso Indipendenza correva ancora un tratto della Ferrata Ferdinandea con la stazione di testa accanto alle mura dei bastioni che si saldava alla linea principale dopo qualche chilometro al ponte sul Lambro, nel 1890 delle strade antiche rimane solo l'inizio che si diparte dalle mura verso le nuove espansioni edilizie, cosi via Bixio strada

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VENEZIA ti

Tre proposte di legge per battere la violénza alle doime

Da più parti si è parlato in quegto ultimo periodo di una legge sulla violenza carnale. E mai argomento è stato più attuale: la cronaca registra almeno un episodio di violenza carnale al giorno, anche se la percentuale dei casi denunciati è minima rispetto a quella reale e anche se, purtroppo, si evidenziano solo i fatti clamorosi che fanno "titolo", che troppo spesso travisano la realtà effettuando volutamente operazioni di tipo scandalistico, che mirano più al particolare scabroso che ad una analisi seria, frugando in genere nella vita delle vittime, aggiungendo nuova violenza a quella subita e, ciò che è più grave, trasformando spesso la donna da vittima a colpevole, trovando mille attenuanti per il violentatore che viene tutt'al più identificato come un diverso.

per Lambrate, diverrà di scarsa importanza, e via Bellotti già strada per la cascina La Rosa vedrà fondarsi nel 1892 il convento delle Benedettine madri, sono anni che vedono la realizzazione di nuovi edifici religiosi che devono dare assistenza materiale e spirituale per una città enormemente più grande, dove le antiche sedi del centro o le lontane parrocchie non sono più bastevoli all'accresciuto numero dei fedeli. Vediamo in quegli anni la grande emigrazione dei lavoratori dalle campagne alle città, con le conseguenze sull'equilibrio abitativo di Milano. Si costruiscono case di basso costo con ampi cortili separate fra loro da tratti e ritagli di verde, i ballatoi delle case operaie si aprono alla vista dei grandi cascinali oggi scomparsi, dei quali al giorno d'oggi è rimasta traccia solo in alcuni luoghi (via P. Frisi), semi nascosta dalla massa delle nuove case, questi spazi interni, cortili e piani bassi degli edifici o piccole aree libere fra casa e casa vedono crescere le prime attività artigianali legate al lavoro famigliare che si insediano in alternativa alle lontane nuove industrie, sono officine e laboratori che si costruiscono in modo spontaneo senza un piano preciso nelle grandi corti dai pavimenti a sassi e che diventano vere strutture produttive e parte viva della vita del quartiere, capannoni bassi di tegole, ferro e vetro, depositi di merci e piccole fabbriche con pochi operai, nascosti completamente alla vista della strada. L'architettura del nuovo convento è invece rigorosamente neoclassica, l'edificio di tre piani domina la nuova via con le sue alte men-

sole e le eleganti finestre dai rilievi a timpano, le liscie cornici, il grande portone di legno scuro si inserisce severamente nella facciata principale, edificio privato e imperscrutabile in ossequio alle regole della clausura, il lato verso il convento dei capuccini più povero e spoglio di decorazione, si innesta sulle lunghe mura che recingono l'area, chiudendo il grande giardino. l'altro fronte è concluso dalla continuità degli edifici residenziali di stile uguale. La facciata a cuspide di sottili mattoni scuri di una piccola chiesa di stile neogotico di staglia nitida pochi metri più indietro la strada quasi sfuggendo all'occhio del passante, l'interno è in una luce di perenne crepuscolo, il soffitto è altissimo e lontano, nascosto, da mille, ombre, i lunghi pilastri di marmo bianco si perdono nel rilievo delle volte, sottili striscie retrate con figure di santi illuminano i lati velando di colore il piano dell'altare, lo spazio dei fedeli è diviso dall'abside da un alta cancellata. Ancora oggi è proibito accedere a questa parte della chiesa, riservata alle preghiere delle monache, così pure non è possibile visitare altre parti del convento, che è sede di una scuola media e di un Liceo femminile, possiamo vedere soltanto il grande atrio a colonne chiuso al giardino, il locale di attesa, le aule scolastiche, la portineria, null'altro è possibile visitare all'interno dell'edificio nel quale da quasi un secolo, le suore benedettine di clausura pregano per i peccati del mondo.

Iscritta alla C.C.I.A.A. di Milano n. 1011422 il 29/5/79 - Autorizzazione Tribunale di Milano n. 43 del 3/2/79 - Direttore responsabile: Roberto Cenati - Comitato di Redazione: F. Alberti, E. Giannasi, B. Romani,,M. Sparacino, C. Oldrini, F. Albanese - Hanno collaborato: C. Montalbetti, A. Pedroni, G. Brighi, L. Brighi, F. Azzollini, S. Siena, G. Patitucci, L. Lemme, F. Songa, G. Delle Monache, P. Grillo, S. Castelli, P. Gramolelli, R. Giangiacomo - Redazione e Amministrazione: via S. Gregorio 48, Milano - Stampa: Coop. "Il Guado", Castano Primo (Mi), tel. 0331/8814754381228.

Per modificare radicalmente l'attuale regolamentazione risalente al Codice Rocco, finora sono state presentate tre proposte di legge e altre se ne preannunciano. Accanto alla proposta del PCI (già avanzata nel 1977 e ora rielaborata) e a quella del PSI, l'UDI, I'MLD e alcuni collettivi femministi hanno presentato un loro progetto unitario, mobilitandosi direttamente per la raccolta delle 50.000 firme necessarie perchè la legge di iniziativa popolare contro la violenza fisica e sessuale alle donne venga discussa in Parlamento.

Anche se le tre proposte partono da un'unica valutazione dello stato attuale delle cose e mirano ad un unico scopo (sostituire alle vecchie regole umilianti e prevaricatrici, nuovi criteri di valutazione che esprimano i valori di libertà assenti dal Codice Rocco), fra i progetti presentati vi sono diversità. Nessuno ha la presunzione di ritenere un progetto perfetto rispetto ad un altro; e neanche vi è la convinzione che una legge, anche se buona, sia sufficiente ad arginare la violenza contro le donne. Una buona legge può semmai introdurre elementi nuovi di democrazia nell'ordinamento giuridico, ma sopratutto può contribuire al superamento di una cultura secolare che ancora fonda sulla differenza di sesso, squilibri di potere nella famiglia e nella società.

Senza fare un'indagine troppo dettagliata, vediamo insieme i punti di maggior contrasto: - Querela di parte o procedura d'ufficio - il progetto del PCI è per la perseguibilità a querela di partemotivandola con "l'esigenza di conservare e affermare il diritto di autodeterminazione della donna" e cioè di non costringere la parte lesa a subire un processo che non vuole o non è preparata ad affrontare per le paure, la vergogna, le angosce e le umiliazioni che spesso questo comporta. Il progetto UDI-MLD è per la procedura d'ufficio; giudica infatti la violenza sessuale un reato gravissimo la cui offesa, oltre che individuale, è sociale. Per questo non va garantita l'impunità al colpevole anche se la vittima, per i motivi prima citati, non presenta querela; semmai, proprio per questo, la procedura d'ufficio eviterebbe alla donna di esporsi a pressioni, minaccie, ricatti, che si aggiungerebbero ai complessi di colpa e ai conflitti con se stessa.

- Costituzione di parte civilel'UDI-MLD chiede che venga ammessa la costituzione di parte civile

per "le associazioni aventi come scopo la liberazione dalla repressione sessuale e la difesa dei diritti delle donne". Nella proposta comunista si ritiene che il diritto di costituirsi parte civile per i "movimenti delle donne" è un problema più generale che va affrontato nella revisione di tutto il codice di procedura penale. Il PSI prevede invece la possibilità di costituirsi parte civile per le "associazioni che rappresentano interessi collettivi offesi dal reato".

- Violenza privata - la proposta UDI - MLD prevede esplicitamente che anche la violenza subita all'interno della famiglia sia punita. Violenza sessuale non è solo lo stupro subito per strada, ma è anche la sopraffazione, i maltrattamenti subiti fra le mura domestiche e persino la volontà di controllo su una donna, perciò anche sulla propria moglie. Nelle proposte PCI-PSI tale violenza non è esplicitamente contemplata, dato che la riforma del diritto di famiglia (che ha portato su un piano di totale parità marito e moglie) ha già reso punibile qualsiasi atto di violenza fra coniugi.

- Processo a porte aperte o processo a porte chiuse - qui vi sono solo sfumature che differenziano le tre proposte. Il PSI e l'UDI-MLD prevedono il processo a porte aperte salvo il parere contrario della parte lesa. Nella proposta comunista è previsto che il giudice tenga conto della volontà della donna prima di disporre per l'udienza pubblica o a porte chiuse.

Tutte e tre le proposte prevedono inoltre l'abrogazione di alcuni articoli del codice penale quali quelli riguardanti il ratto a fine di matrimonio, il ratto di minore a fine di libidine, la seduzione con promessa di matrimonio, il delitto d'onore e altri. Come si vede, nelle proposte presentàte le differenze sostanziali sono poche. La materia ci induce a riflettere, a confrontarci, a discutere. Importante è che, attraverso iniziative di questo tipo, si riesca a sensibilizzare e a coinvolgere i cittadini — in primo luogo le donne — e aprire così un dibattito sul problema della violenza sessuale.

Pag. 3 n. 9 - Dicembre 1979
PORTA VENEZIA /`

10 ANNI DOPO LA STRAGE DI PIAZZA FONTANA

La lunga catena della strategia della tensione da

Piazza Fontana al terrorismo di oggi

'bio Paolucci è giornalista de l'Unità, abita nella nostra zona e ha seguito come inviato i principali processi politici legati alle trame nere e alla nuova strategia della provocazione delle varie organizzazioni terroristiche.

E autore del libro "Il processo infame", sulle vicende della strage di Piazza Fontana, edito da Feltrinelli. Partiamo proprio da questo suo libro per parlare dell'aspetto più inquietante e pericoloso della strategia della tensione: il ruolo svolto dai Servizi di Sicurezza. Paolucci ricostruisce con vivacità e ricchezza di particolari le varie fasi attraverso cui si è andato manifestando, con sempre maggiore chiarezza, il collegamento tra trame nere e Sid, e le resistenze che si sono frapposte in settori vitali dell'apparto statale e in alcuni ministeri, all'accertamento della verità.

Traspare il carattere sconcertante, quasi incredibile di fatti invece realmente e drammaticamente accaduti negli ultimi 10 anni.

Le indagini dei magistrati milanesi sul Sid: Giannettini

Il ruolo del Sid, salta fuori quasi subito con la figura di Giannettini, grazie alle indagini svolte dai magistrati milanesi (Alessandrini, Fiasconaro, D'Ambrosio).

Due elementi sembrano subito dimostrare un legame tra la cellula neofascista veneta e Giannettini: il ritrovamento nella abitazione romana di quest'ultimo di fotocopie di documenti già sequestrati nella cassetta di sicurezza della madre di Ventura; le dichiarazioni di Ventura nel carcere di Monza, secondo cui Giannettini (Ventura ammette di conoscerlo) è un agente del Sid.

Il ruolo del Sid nella strategia della tensione La conferma della tesi dei magistrati milanesi, che esponenti del Sid si servirono di gruppi terroristici per scatenare la strategia della tensione, sostiene Paolucci, si fa lentamente strada, nonostante i mille ostacoli incontrati (coperture da parte del Sid di Giannettini dietro il segreto politico militare).

L'intervista di Andreotti a "Il Mondo"

Il silenzio viene rotto nel 74 dall'allora ministro della difesa Andreotti che, in una intervista al settimanale "Il Mondo", ammette che Giannettini un collaboratore del Sid. A conferma dei legami fra Sid e fascisti vi sono vari elementi. La fuga di Giannettini a Parigi, favorita e finanziata dal Sid, quella di Pozzan, accompagnato a Madrid con un passaporto falso, addirittura da un sottoufficiale del Sid.

Lo stesso Giannettini è entrato nel Sid su raccomandazione del generale Aloja (colui che commissionerà il libretto "Le mani rosse sulle forze armate" a tre giornalisti fascisti: Rauti, Beltrametti, Giannettini).

Il processo di Catanzaro

Da questo punto di vista, che giudizio possiamo dare, chiediamo, sul processo di Catanzaro?

Ci sono due livelli di lettura, risponde Paolucci. Uno è politico ed è rappresentato dal fatto che a Catanzaro (cosa inimmaginabile anni addietro) sono sfilati generali ed ex ministri che hanno dovuto rispondere alle domande loro poste, cadendo spesso in contraddizione.

Il secondo livello è quello giudiziario, un terreno che ha fatto registrare risultati meno rilevanti. Le condanne all'ergastolo sono state tre; solo il generale del Sid, Maletti, stato condannato per favoreggiamento verso Pozzan.

E attualmente in corso un'inchiesta trasmessa da Catanzaro per competenza a Milano, che in teoria potrebbe riaprire il discorso sul Sid.

Di essa era titolare il giudice Emilio Alessandrini, barbaramente assassinato dai terroristi nel gennaio di quest'anno.

Differenza e affinità tra trame nere terrorismo

Il ricordo della figura di Alessandrini ci fa ritornare alla drammatica realtà di questi giorni, caratterizzata ancora da sanguinosi attentati come quello che ha portato il 21 novembre al vile assassinio di due carabinieri a Genova.

Il clima di quei giorni

Le origini

In cosa differiscono le nuove forme di violenza e provocazione dalle trame nere, domandiamo?

Paolucci osserva che indubbiamente le origini dei due terrorismi sono diverse.

Uno è di marca fascista, l'altro ha origini nell'estremismo di sinistra (facoltà di Sociologia di Trento, collettivi metropolitani). La strategia neofascista è culminata nel '74 con la strage dell'Italicus, dopo si sono registrati episodi meno rilevanti ed ha preso il sopravvento il terrorismo cosiddetto "rosso".

Gli obiettivi

Quello che li accomuna in ogni caso è l'obiettivo: la destabilizzazione, la distruzione delle istituzioni democratiche.

E certo poi che il terrorismo che si autodefinisce "rosso" ha dovuto entrare in contatto con elementi della delinquenza comune (NAP) o della mafia, come in Calabria.

C'è stato, e questo appare un dato incontrovertibile, anche un uso del partito armato da parte di certe forze che vogliono arrestare il processo democratico nel nostro paese.

L'ultimo episodio clamoroso in ordine di tempo è l'arresto di elementi dell'autonomia operaia, trovati in possesso di missili terra aria. ll pericolo dell'accentuazione di fenomeni di sfiducia dei cittadini verso lo Stato

Un altro aspetto preoccupante è la crescente sfiducia dei cittadini verso l'autorevolezza stessa dello Stato e la sua capacità di far fronte agli attacchi eversivi.

E un elemento, fa notare Paolucci, che si fonda su dati reali, su una effettiva debolezza da parte degli organi preposti alla difesa delle istituzioni democratiche.

D'altra parte, le battute d'arresto che hanno subito importanti processi di democratizzazione da tempo in atto nel nostro paese, come il blocco della riforma di polizia e di quella del codice di procedura penale, non si muovono certo nella direzione di un rafforzamento dell'apparato statale nella lotta contro criminalità e terrorismo.

Manifestazioni e incontri popolari

Con un fitto programma di iniziative, Milano — e tutto il Paese — si appresta a ricordare il decimo anniversario della strage di piazza Fontana, sedici morti, un centinaio di feriti, un capitolo atroce della strategia della tensione e del terrore.

L'i 1 dicembre il Comitato unitario antifascista di Milano e i familiari delle vittime della strage saranno ricevuti al Quirinale dal presidente Pertini. Il 12, giorno della strage, ci saranno una funzione religiosa in Duomo, un'assemblea dei lavoratori della Banca Nazionale dell'Agricoltura, dove avvenne l'eccidio, e sarà scoperta una lapide in ricordo delle vittime. Parleranno il presidente della Regione, il sindaco di Milano e il presidente della Provincia.

Il 14 dicembre si svolgerà un incontro fra Regioni, Province e Comuni maggiormente colpiti dal terrorismo dal quale scaturirà un documento sull'impegno degli enti locali nella lotta all'ever sione e alla violenza.

Il 15 dicembre, infine, si svolgerà una grande manifestazione a carattere nazionale nel corso della quale parleranno il sindaco di Milano; Franco Marini, a nome della Federazione CGIL-CISL-UIL; il presidente della Corte Costituzionale, Leonetto Amadei; il presidente della Camera, N ilde Jotti.

Dov'era Comunità Educante?

Uno dei cavalli di battaglia di Comunità Educante è il conclamato impegno per la formazione di una forte coscienza civica e democratica delle giovani generaziooni.

Ci aspettavamo quindi di trovare Comunità Educante impegnata, assieme alle organizzazioni democratiche della scuola e della zona, ad organizzare iniziative per ricordare il decennale della strage di P.za Fontana in modo non retorico ma strettamente collegato al nostro difficile presente.

Con la barbara strage della Banca dell'Agricoltura si è aperta la stagione della strategia della tensione e del terrorismo ma si è avviata anche la grande stragione di ferma difesa

Abbiamo posto sul tema della strategia della tensione e del terrorismo alcune domande a Fortunato Zinni. Segretario provinciale del sindacato bancari FIDAC-CGIL, dipendente da oltre 10 anni presso la Banca Nazionale dell'Agricoltura, un interlocutore molto sensibile e attento, che ha vissuto da vicino quei terribili momenti della strage di Piazza Fontana.

- Qual era il clima di quelle tragiche giornate milanesi?

Si era nell'autunno caldo. Solo alcuni giorni prima a poche decine di metri da Piazza Fontana era morto Annarumma e proprio in Piazza Fontana si erano visti sfilare labari della repubblica di Salò, durante il funerale dell'agente ucciso.

C'era molta tensione e le grandi lotte operaie avevano aperto grosse prospettive all'intero movimento sindacale.

Il giorno 11 dicembre era stato approvato alla Camera lo Statuto dei Lavoratori, insomma la stagione della riscossa operaia era al suo culmine. Sempre 1'11 dicembre per quanto ci riguarda come bancari si era raggiunto l'accordo presso il Ministero del Lavoro per il rinnovo del contratto di categoria.

Questa era la situazione di quei giorni. E se a tutto questo si aggiunge la conclamata sicurezza degli inquirenti nell'indirizzare subito le indagini in direzione degli anarchici, è facile immaginare il clima di caccia alle streghe che si scatenò soprattutto nei confronti della sinistra. Era l'epoca, per intenderci, del prefetto Mazza, del questore Guida, del "suicidio" di Pinelli, delle maggioranze silenziose e, a livello più generale, della fine dell'unificazione socialista, cioè del tramonto del disegno di una svolta moderata nel nostro paese.

- Come ha reagito la città di Milano? Farei due nette distinzioni. Dapprima la risposta della gente, ferma e cosciente del grave pericolo corso dalle istituzioni democratiche. Il giorno dei funerali delle vittime sul sagrato del Duomo, la Milano popolare e democratica era presente con tutta la sua forza. Operai, casalinghe, studenti, impiegati risposero all'appello del sindacato con slancio e partecipazione.

C'è stata poi la reazione ufficiale, quella del governo, della grande stampa, della borghesia, tutta impostata sulla emotività dell'opinione pubblica, tutta tesa a promettere una rapida giustizia e protezioni per le vittime. I risultati si sono visti. Un processo che è stato letteralmente scippato alla magistratura milanese, importanti centri vitali degli organismi di sicurezza coinvolti nelle responsabilità della strage, le famiglie delle vittime abbandonate a se stesse e alle prese con la necessità di seguire un processo che si svolgeva a 1.000 km. di distanza. Ci sono stati per fortuna interventi di organismi e associazioni democratiche, tra i quali il Coordinamento dei giornalisti autore del libretto "Strage di Stato" ed in seguito il Comitato permanente contro il fascismo per la difesa dell'ordine repubblicano, che hanno cercato, nei limiti del possibile, di risolvere situazioni ormai esa-

sperate dall'incuria e dall'irresponsabilità degli organi preposti. Come lavoratori della Banca Nazionale dell'Agricoltura cosa avete fatto in tutti questi anni?

Già dal gennaio 1970 sia le famiglie delle vittime che i lavoratori della Banca furono oggetto di molte attenzioni per la costituzione parte civile contro "la belva Valpreda".

Per le famiglie, le associazioni degli agricoltori alle quali appartenevano in maggioranza le vittime stesse, ricorsero fra gli altri agli avvocati Ascari e Taddei, mentre la Banca Nazionale dell'Agricoltura mise a disposizione dei lavoratori gratuitamente il proprio avvocato Gargiulo.

In quei giorni c'era molto disorientamento e il taglio dato dalla grande stampa all'episodio non dava molte possibilità di costruire subito concrete soluzioni alternative.

Del resto la stessa sinistra doveva aspettare le indagini dei giudici Stiz e Calogero per avviare un ripensamento sul significato politico della strage. Le vicende del processo sono a tutti note, almeno fino alla decisione della Suprema Corte di affidarlo definitivamente alla magistratura di Catanzaro. Nel maggio del '74, in occasione dei funerali per la strage di Brescia, il Consiglio d'Azienda della Banca Nazionale dell'Agricoltura, partecipò con uno striscione che collegava direttamente quella strage a piazza Fontana, denunciando la responsabilità dei fascisti.

Con l'inizio del processo a Catanzaro, con l'assistenza del professor Pecorella, in seguito coadiuvato dall'avvocato Gentili, i lavoratori ritiravano la costituzione parte civile contro gli anarchici e si costituirono solo contro la cellula neofascista veneta di Freda e Ventura.

A dir la verità tentammo anche, unici a faffo`ICCOStituziartéli2lt0 vile ctintro'il SID; tna fa Corte resplbse questa nostra richiesta.

Da allora il Consiglio d'Azienda della Banca ha condotto con coerenza una battaglia a difesa delle scelte operate dai lavoratori assicurando un vigile impegno contro qualsiasi tentativo di affossarne il processo.

Come reagisce il sindacato di fronte alla recrudescenza di atti terroristici e al dilagare di nuove forme di violenza e di provocazione?

Abbiamo lottato nella prima metà degli anni '70 contro la strategia della tensione. La mia impressione è che vi sia un concreto intreccio tra quel disegno eversivo e gli obiettivi del terrorismo attuale. Per questo, al di là delle etichette di cui si ammantano i gruppi terroristici, per gli obiettivi che perseguono, sono avversari della classe operaia e in quanto tali vanno isolati e combattuti.

Il sindacato in questi anni è stato in grado di saper rispondere a qualsiasi tentativo di attacco alle istituzioni.

Dai funerali delle vittime di piazza Fontana a Brescia, all'Italicus, al delitto Moro, Alessandrini, Rossa e alle innumerevoli aggressioni, il sindacato ha saputo intuire i sentimenti delle forze popolari di questo paese ed ha risposto con fermezza e coraggio.

Le iniziative della zona

Il nostro Consiglio di zona con un apposito Comitato promotore ha predisposto una serie di iniziative per ricordare la strage di piazza Fontana.

popolare della democrazia contro i nemici della Repubblica. Una battaglia che non è finita, ma che deve continuare con maggior vigore oggi.

Dunque ricordare quel terribile 12 dicembre del 1969 nelle scuole è un atto di esemplare scelta educativa e civica.

Ma alle riunioni indette dal CdZ e dalle organizzazioni democratiche della zona non si è ancora visto un rappresentante di Comunità Educante (e si che molti sono i presidenti di Consiglio di circolo, di istituto e persino del Distretto in zona che si richiamano a questa forza).

Una assenza che lascia adito a molte critiche e sospetti.

Il Consiglio di zona ha stanziato un fondo perchè il 12 dicembre possano entrare nelle ultime classi delle elementari e delle medie i quotidiani più rappresentativi. Inoltre in accordo con il Comitato promotore nazionale è stato messo a disposizione delle scuole un filmato della Rai che rievoca quei drammatici giorni. Il film verrà proiettato nelle scuole e a questo seguirà un commento. Nelle scuole superiori sono invece previste assemblee con le forze politiche e sociali.

Il 13 dicembre alle ore 21 si terrà una grande assemblea popolare al liceo Volta. La manifestazione sarà aperta da un esponente del Comitato promotore nazionale. Alle ore 18 del 13 dicembre vi sarà un corteo in zona che si recherà a rendere omaggio alle lapidi di Amoroso e dell'agente Marino: due cittadini vittime della strategia della tensione.

Pag. 4 PORTA /-'1 VENEZIA n. 9 - Dicembre 1979

Centro culturale e sociale in via B. Marcello

La battaglia del Nucleo promotore del centro Sociale si sta avviando a una conclusione positiva; la sede definitiva del Centro sarà situata nell'area 'Genghini' (ang. via Torriani - Cappellini) che verrà espropriata dal Comune e destinata a costituire un centro polivalente ad uso di tutti i cittadini.

Questa soluzione potrà, però, essere operante solo fra alcuni anni; perciò, in seguito alla mobilitazione dei giovani e grazie a un sostanziale accordo tra le forze politiche (ma è giusto sottolineare atteggiamenti contraddittori in seno alla D.C., come si può dimostrare leggendo i numeri di 'Milano Tre' che si sono occupati dell'argomento) il Consiglio di Zona si è impegnato a fondo per ottenere una sede provvisoria.

Questa sede sarà un prefabbricato situato in via B. Marcello, ang. Boscovich, che dovrà essere agibile nei primi mesi dell'80.

La scelta del luogo è particolarmente felice, data la notevole vicinanza di altre importanti strutture della zona: C.d.Z.; Consultorio; Liceo Volta e Istituto Schiaparelli.

Ci siamo già ampliamente soffermati in altri articoli su questo giornale, sulle ragioni che stanno dietro alla creazione di questa nuova struttura per tutti gli abitanti della zona e sulla composizione e sull'azione dei giovani del Nucleo Promotore. Crediamo, però, che, col passare del tempo, crescano l'urgenza e la drammaticità dei problemi dei giovani (causati, in primo luogo, dalla crisi di questa società, dalle gravi colpe di chi ha governato il nostro

paese per 30 anni) dimostrando la necessità di un intervento puntuale sul tema dell'aggregazione, del tempo libero, della partecipazione, di una nuova qualità della vita delle nuove generazioni che veda impegnate le forze politiche giovanili e tutti i giovani.

L'esempio più notevole è il fenomeno drammatico della droga; anche la nostra zona è toccata in modo pesante da questa piaga; P.le Lavater non è che uno dei tanti punti di spaccio e consumo di eroina.

L'uso di sostanze tossiche si sta allargando in maniera impressionante e richiede non interventi di tipo moralistico o assistenziale, ma reali azioni in campo sociale e politico, sul terreno della prevenzione del recupero, della repressione del

mercato nero, per cambiare realmente e radicalmente la vita dei giovani. Per questi motivi l'iniziativa della costruzione del Centro Sociale e Culturale deve essere al centro dell'attenzione e dell'intervento attivo e responsabile di tutta la popolazione della zona e deve vedere uno sforzo eccezionale e unitario (e i giovani del Nucleo Promotore, con la loro azione, hanno dimostrato che ciò è possibile) delle forze politiche e sociali, dei gruppi culturali operanti a P.ta Venezia. Prima dell'apertura di questo Centro si terranno manifestazioni promozionali, tese a far crescere attorno a questa iniziativa un movimento largo di appoggio e ad aggregare i futuri utenti della struttura. Dalle colonne del giornale verrà seguito con attenzione questo problema e saranno date tutte le informazioni sugli sviluppi di questa importantissima iniziativa.

Fabio Songa

Intervista al presidente C.d.Z.

Ritengo che il Centro Sociale nella nostra zona corrisponda ad una effettiva necessità, specie per quanto riguarda i giovani e gli anziani.

Sfumata la possibilità di istituirlo in via Settembrini 4, dove ora è stato insediato lo Schiaparelli, l'Amministrazione Comunale ci ha proposto lezione di un prefabbricato di mq. 400 in via Benedetto Marcello.

Noi abbiamo accettato, ma abbiamo risposto — e questa linea è da me perfettamente condivisa — che questa soluzione non può che essere provvisoria, perchè innanzitutto viene a ri-

Approvata la delibera per l'asilo nido di via

Venini

durre ulteriormente il poco verde di cui disponiamo, e poi perché le necessità del Centro Sociale non possono esaurirsi nel prefabbricato proposto, che può dunque essere considerato come una "soluzione provvisoria". Noi ora siamo impegnati a lavorare per una soluzione definitiva, nell'area cosidetta "ex Genghini" di via Cappellini, dove abbiamo intenzione di costruire, dopo l'esproprio, un Centro Civico, dove troverà posto anche un Centro Culturale-sociale. Questa è dunque la direttrice della nostra azione, e su questa linea noi ci batteremo.

Finalmente in ordine via Vittor Pisani

Entro breve tempo dovrebbero iniziare i lavori per l'apertura di un parcheggio sotterraneo in V. Vittor Pisani. Il Comune ha infatti avviato un pubblico appalto - concorso per dare in gestione per 20 anni il parcheggio sotterraneo alla società che con maggior qualifiche si accollerà gli oneri di costruzione.

Il parcheggio sotterraneo, di cui si parla da anni, avrà circa 1600 posti auto a disposizione. In-questo modo dovrebbe essere possibile la sistemazione definitiva a verde di via Vittor Pisani, oggi così congestionata e deturpata dai parcheggi selvaggi delle auto.

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La Giunta di sinistra ha votato la delibera, proposta dall'Assessore Cuomo, per il progetto di costruzione dell'asilo nido comunale nell'area libera di V. Venini.

In questo modo l'Amministrazione Comunale può recuperare l'area di proprietà dell'ex Eca e avviare la gara d'appalto per la costruzione del nido (il primo nido del Comune in una zona così affollata come la nostra) e per la sistemazione a verde della restante area.

Gli uffici tecnici del Comune prevedono l'avvio dei lavori per i primissimi mesi del prossimo anno e

l'apertura del nido entro 1980. Si dovrebbe concludere così positivamente la lunga lotta dei cittadini e del C.d.Z. contro l'assurdo progetto di costruzione di un palazzo, nell'area in questione voluto dall'Eca e approvato dalla passata giunta di centro - sinistra. Ancora una volta la mobilitazione e la partecipazione della gente, la pressione e la vigilanza del C.d.Z., il comportamento aperto e responsabile della giunta di sinistra hanno evitato ulteriori guasti alla zona e accresciuta la dotazione di servizi sociali per gli abitanti di Porta Venezia.

Il C.d.Z. sollecita la Regione per l'approvazione del Piano Regolatore Generale

Il C.d.Z. 3 nell'ambito del lavoro per la preparazione del bilancio di zona per l'anno 1980 rileva come gli obbiettivi posti già nel 1979 con una visione programmatica e realmente legata ai problemi della zona diventino irrealizzabili senza una rapida approvazione della Variante al P.R.G. di Milano, da un'anno e mezzo depositato presso i competenti Uffici Regionali.

Si rileva inoltre come questa mancanza comporti gravi danni allo sviluppo complessivo della città rendendo vana qualsiasi volontà di gestire il territorio.

Una corretta politica del territorio si deve esprimere attraverso la programmazione di strumenti di vincolo e soprattutto di incentivi. Senza l'approvazione della Variante si resta costantemente nella fase del vincolo non rispondendo alle grandi attese della città.

Il C.d.Z. 3 invita pertanto gli organi competenti a formulare solleciti giudizi che portino con l'approvazione allo sblocco dell'attuale stato di cose.

Si sentono dire spesso da alcuni consiglieri di zona di orientamento politico moderato frasi di questo genere: la proprietà privata è inviolabile..., la Costituzione garantisce la proprietà priveta... e via di questo passo senza specificare altro e dando una visione molto riduttiva della Costituzione.

Senza avere l'intenzione di polemizzare, ma solo per chiarire meglio le idee, vogliamo pubblicare stralci degli articoli 41 e 42 della Costituzione che si spiegano da sqle:

Art. 41

L'iniziativa economica privata è li bera.

Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

La legge determina i programmi e i controlli opportuni perchè l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.

Art. 42

... La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurare la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti...

Insomma secondo lo spirito della costituzione una cosa è l'attività del commerciante, dell'artigiano, dell'imprenditore onesto; altra cosa e di tutt'altro carattere è l'attività dello Speculatore in borsa, dell'esportatore di capitali, del costruttore abusivo, delle società fantasma che effettuano le vendite fraziònate dei caseggati.

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n. 9 - Dicembre 1979 Pa g. 5
M.

NO ALL'INSTALLAZIONE DI MISSILI NUCLEARI

Sulla questione dell'or portunità di installare nuovi e più potenti missili a testata nucleare della Nato, abbiamo rivolto alle forze politiche e sociali della nostra zona, le seguenti domande:

a) E in atto nell'opinione pubblica un dibattito molto vivo ed intenso sulla questione della riduzione degli armamenti e dell'installazione di nuovi missili sul territorio del nostro Paese. Qual'è la sua posizione su questo delicato problema?

b) Che ruolo può giocare l'Europa nel processo di distensione mondiale?

Carlo Montalbetti responsabile Zona PCI

a) Coerenti con la nostra autonoma elaborazione politica siamo decisamente contrari alla installazione di nuovi ordigni non solo nei Paesi della Nato ma anche in quelli del Patto di Varsavia (quindi nessun silenzio e imbarazzo, come sostiene Lainati, sulla produzione Sovietica dei missili "SS-20"). Siamo favorevoli ad una immediata trattativa tra i due blocchi per ricercare e ottenere un equilibrio a livello sempre più basso di armamento. Per questo ci

stiamo battendo in Parlamento e nel paese, assieme ad altre forze democratiche, pérchè il governo assuma un ruolo di stimolo alle trattative e contrario all'installazione di nuovi ordigni.

b) L'Europa si trova oggi davvero a un bivio: o si rassegna alla subordinazione agli Stati Uniti e alla logica dei blocchi, o affida la propria sicurezza alla progressiva e bilanciata riduzione degli armamenti, al superamento dei blocchi. Il nostro partito si

muove con grande fermezza poichè l'Europa imbocchi la seconda via proponendosi come forza di pace e distensione internazionale. In questa direzione operiamo nel Parlamento Europeo e abbiamo trovato importanti collegamenti con numerose forze socialiste, socialdemocratiche cattoliche dell'Europa per battere le forze della conservazione e militariste che detengono ancora decisivi centri di potere e di condizionamento.

Carlo Baccalini responsabile Zona PSI

a) Non c'è dubbio che l'installazione di nuovi e più potenti missili a testata nucleare in Europa rappresenta in sè un fatto di estrema gravità ed importanza ma con altrettanta chiarezza appare come prioritario non il conto delle testate dell'uno e dell'altro schieramento ma l'esito di un processo reale di distensione che coinvolga tutte le potenze nucleari e le forze di pace. Nel momento attuale non possiamo nascondere che la distensione si fonda su un equilibrio di potenza e che una situazione sbilanciata su uno o l'altro fronte può portare a un indebolimento della vòlontà di pace.

Ritengo che la ricerca di questo equilibrio debba attuarsi su livelli più bassi compatibilmente con reali rapporti di forza e con le condizioni politiche del presente. Perchè non auspicare e dunque lottare per impedire il prolificare delle testate nucleari Nato nel contesto di una riduzione dell'esorbitante potenziale nucleare del Patto di Varsavia? L'uno e l'altro obiettivo sono egualmente necessari al rafforzamento della pace in Europa.

b) Nella linea della precedente risposta diciamo che l'Europa potrà assumere un effettivo ruolo di distensione a due condizioni: che essa

stessa si costituisca come forza di pace nel contesto internazionale, in grado di controllare gli armamenti e in particolare l'attività nucleare delle nazioni che oggi operano in una logica di affermazione di potenza, come Francia e Inghilterra; secondariamente che il processo di unità politica le conferisca l'autorità e il prestigio necessario per imporre alle superpotenze una effettiva limitazio, ne dei loro armamenti nucleari sul suo stesso territorio, col duplice scopo di conseguire un effetto disincentivante della produzione bellica Sulla scala mondiale e di allontanare lo spettro di uno scontro terrificante.

Enrico Lainati responsabile Zona DC

a) Il programma che prevede l'installazione di 108 missili "Pershing 2 e di 464 missili da crociera "Tomahawk" ha già ottenuto l'assenso di tutti gli Stati maggiori della NATO, ma il discorso pronunciato da Breznev il 6 ottobre scorso a Berlino Est e le reazioni vivaci che esso ha provocato in tutta Europa hanno messo in luce gli aspetti e le potenziali conseguenze politiche di una decisione che sembrava inizialmente circoscritta ad una scelta militare.

Ora il problema di fondo è il mantenimento degli equilibri militari che, sono la condizione per la pace. La' domanda che dobbiamo farci, è se

Sergio lvancich

A) Quando esaminai le domande di questa mini intervista fui tentato di documentarmi sulla posizione dei partiti al riguardo, sul dibattito in Parlamento, ecc. ecc. ma prevalse in me la voglia di rispondere: si, si, si alla riduzione degli armamenti, fino ad annullarli, no agli euromissili o a

Le

proposte dei Comunisti per Milano

Si è recentemente svolto il convegno dei comunisti milanesi sul tema "Esperienze e proposte per il rinnovamento dell'area metropolitana".

Con il convegno il Comitato Cittadino del PCI si è impegnato a promuovere un dibattito sul futuro di Milano e del suo hinterland con le forze politiche e sociali della città.

La proposta del PCI si articola in tre punti: il programma per ridare a Milano il suo primato nel ruolo di città trainante dell'economia e del progresso dell'Italia; l'istituzione in grado di sorreggere il rinnovamento dell'area metropolitana; il governo locale capace di garantire il compimento di un impegno arduo ma al tempo stesso esaltante e suscitare delle grandi energie che Milano possiede. IL PROGRAMMA Primo punto riequilibrare il territorio metropolitano nella dotazione di servizi civili e sociali, di eguali condizioni di esistenza umana. Secondo punto, far uscire l'attività produttiva dalla stagnazione favorendo i settori ad alto contenuto tecnologico, una programmazione che esalti il ruolo dell'iniziativa e della professionalità privata e che incentivi l'economia nazionale e il suo riequilibrio territoriale e settoriale. Terzo punto, restituire a Milano un ruolo nazionale e internazionale nei settori economici, culturali e scientifici. Quarto punto, la formazione di una coscienza civica, di una solidarietà comunitaria in grado di battere ogni forma di violenza, di soppruso e di corruzione.

L'ISTITUZIONE La Milano di cui si parla non è quella costretta negli ormai innaturali confini amministrativi, ma quella di un'area urbana senza soluzioni di continuità nella quale si addensa una popolazione superiore ai 3 milioni di abitanti. L'arcaica legge comunale e provinciale impedisce da tempo il riequilibrio del territorio e uno sviluppo dell'area metropolitana in ogni direzione: civile, sociale.

economica, la sua radicale riforma è necessaria e urgente. il PCI è per un governo metropolitano che assommi i-compiti della programmazione del territorio a quelli della gestione dei grandi servizi di area; per la trasformazione delle zone di Milano in Comuni con poteri autonomi al pari delle municipalità dell'hinterland e nel contempo per accorpare i piccoli Comuni il cui bilancio stentato è il vero limite alla loro autonomia; per ridare vigore ad ogni forma di partecipazione dei cittadini.

IL GOVERNO LOCALE.

Il PCI propone il consolidamento e l'estensione della positiva esperienza della giunta di sinistra che regge il comune dal 1975. In questo quadro è auspicabile un confronto più aperto ed anche un rapporto positivo con le forze laiche. Questo per due ragioni. La prima, per rinnovare Milano e la sua area metropolitana la sola condizione risiede nell'incontro e nett'impegno comune delle forze riformatrici e progressiste, dei ceti popolari (e in primo luogo della classe operaia organizzata) e dei ceti intermedi attivi nell'economia nelle professioni e nella cultura.

La seconda considerazione, l'esperienza vissuta dal '75 ad oggi dimostra in modo esemplare che in campo nazionale solo con la partecipazione dei comunisti al governo delle grandi città i bilanci comunali hanno cessato di essere in rosso, ha potuto essere ripresa la politica dello sviluppo delle opere e dei servizi, si è riaperto il dibattito sulla riforma della finanza locale e dell'ordinamento amministrativo dello Stato; a Milano, solo con la giunta di sinistra è stato possibile risanare il bilancio del Comune e delle aziende municipalizzate ed avviare concretamente un vasto programma di correzione dei guasti ereditati dal centro - sinistra, con il Piano Regolatore generale, il piano dei trasporti, il regolamento del decentramento, il piano ecologico, il programma edilizio, il progetto di rivitalizzazione del centro storico.

Tesseramento PCI: non

l'installazione di questi missili sposta l'equilibrio a favore della Nato, o se invece tenta di ristabilire un equilibrio che era stato compromesso a favore del Patto di Varsavia. Entrambe le tesi non sono verificabili se le due parti non accettano una commissione di inchiesta bilaterale. Sono d'accordo che l'equilibrio vada ricercato ai livelli bassi e non ai livelli alti. L'equilibrio ottimale sarebbe quello che si potesse realizzare nel disarmo totale. I comunisti sono per questa tesi; ma allora perchè tacciono di fronte alla produzione sovietica di un altro tipo di missile, gli "SS-20"? Anche Bufalini, interviqualsiasi marchingegno che equilibri le forze in gioco ("equilibrio del terrore"), senza fare un passo in più per superarle. Sono risposte utopiche, avveniristiche, ma l'occhio per occhio, dente per dente non dovrebbe essere un atteggiamento del cristiano.

stato dal Corriere della Sera, ha mostrato un certo imbarazzo su questo tema. Per ritornare alla installazione dei missili nell'area NATO, credo che una soluzione di compromesso secondo cui la NATO dovrebbe accettare il piano missilistico congelandone tuttavia l'attuazione pratica in attesa dei risultati di una eventuale trattativa con l'URSS non sia proponibile, perchè abbiamo letto che l'accettazione del piano statunitense implica l'immediato inizio della costruzione dei missili, non appena sarà superata la fase iniziale di sperimentazione e di ricerca.

Presidente circolo ACLI S. F. Romana

B) L'Europa può giocare un ruolo fondamentale in favore dell'uomo: la sua tradizione di cultura (nel senso più ampio), di esperienza scientifica possono spingere l'umanità verso un domani migliore, un domani che abbia meno bisogno delle armi per rispettarsi, prevaricare, dominare.

Gianni Benedetti Consigliere di D.P. in C.d.Z. 3

a) Democrazia Proletaria, si dichiara apertamente e con tutte le proprie forze, contrarla all'installazione dei missili in Italia (ed in Europa); intende richiedere e favorire, tramite le poche (rispetto ad altri Partiti) ma risolute proprie possibilità l'apertura di trattative tra la NATO ed il PATTO DI VARSAVIA per una riduzione graduale e bilanciata degli armamenti. Come ha anche dichiarato pubblicamente il compagno Mario Capanna (in una recente manifestazione, Democrazia Proletaria si dichiara contro la NATO ed i blocchi militari. Per concludere: -- No ai missili; trattative per ridurre gli armamenti; superamen-

to dei blocchi (parole d'ordine anche del PCII). Come logica conseguenza Democrazia Proletaria si batterà, ovunque e comunque potrà, perchè l'Italia esca alfine dalla NATOI

b) Per una sua fattiva partecipazione a quel processo di distensione cui tutti gli stati dichiarano d'aspirare, ma che in effetti è ben lungi dall'essere affrontato in modo serio e concreto (come dimostra la installazione di nuove rampe dl cui ho parlato nella prima risposta) l'Europa dovrebbe richiedere un'ampia discussione su come affrontare e realizzare concretamente la Pace e la DIstenslo-

ne ed esimersi quindi dal discutere dove, come e quando accettare l'installazione dl nuovi missili!

Ciò, però, evidentemente non basta se l'Europa non si rendesse autonoma da tutti I blocchi militari: è quanto Democrazia Proletaria auspica e richiede, Un altro reale passo verso la distensione l'Europa potrebbe dimost'are di farlo chiedendo trattative con per l'aumento, bensì per un immediato e progressivo ritiro delle testate nucleari affinchè non debba essere mai più (come è oggil) uno del "punti possibili dl confronto nucleare tra Est ed Ovest"!

"E falso il dilemma che contrappone "o discutere o lavorare". In una fase cosi intricata e difficile della vita italiana e del mondo, è giusto che il partito discuta. C'è però qualcuno che vorrebbe impostare tutta la discussione su questioni un po' astruse e accademiche. Noi discutiamo invece su questioni reali e che non interessano solo noi comunisti. Discutiamo delle questioni della pace e della guerra, della democrazia e del socialismo da costruire in Italia ed in Europa occidentale. Discutiamo dei caratteri delle crisi e di come uscirne, della funzione nazionale della classe operaia e delle sue alleanze, di come assicurare al Paese un governo finalmente adeguato alle sue necessità; discutiamo, evidentemente, di tutti i problemi che assillano quotidianamente le masse popolari".

Cosi si è espresso in un recente discorso il segretario nazionale del P.C.I. Enrico Berlinguer.

Abbiamo voluto citare le sue parole perchè ci sembra che esse

esprimano molto bene lo spirito con il quale il P.C.I., anche nella nostra zona, affronta le campagne di tesseramento.

Da una nostra piccola inchiesta è infatti risultato che l'elemento essenziale del modo con cui le sezioni comuniste affrontano il tesseramento è costituito dallo sforzo di non limitarsi ad una serie di discussioni interne, ma di impegnarsi parimenti all'esterno nella realizzazione di una serie di iniziative di aggregazione e di lotta. I problemi degli anziani, quelli della casa, i temi della droga e della questione giovanile, ci è stato detto, sono e saranno l'oggetto principale di tale iniziativa.

I comunisti della zona vogliono evidentemente dare, riorendere o rilanciare il senso della militanza nel loro partito misurandosi nel concreto con i problemi più drammatici del quartiere.

Sembra che ciò non comprometta i risultati strettamente organizzativi: buono pare che sia infatti il numero delle tessere fatte che supererebbe quello della media cittadina.

burocratico Eletta la segreteria dell'MLS di Zona

NELL'ULTIMA SETTIMANA DI NOVEMBRE SI E' SVOLTO IL PRIMO CONGRESSO DI ZONA DELL'MLS.

AL TERMINE DEI LAVORI E' STATA ELETTA LA NUOVA SEGRETERIA.

E' COMPOSTA DA M. BETTI (SEGRETARIO), G. ATZENI, V. STEVANELLA, M. MAGENGA, G. TOMMASINI, M. PILLA', G.M. D'AMICO.

n. 9 - Dicembre 1979 Pag. 8 MAKI
è un fatto

Urgente la riforma per risolvere i problemi del commercio

Negli ultimi mesi sono entrati in lotta per rinnovare i propri Contratti Nazionali i lavoratori di diverse categorie: tra cui Bancari e lavoratori del Commercio.

Fra breve entreranno in lotta i lavoratori degli Enti Locali.

Riportiamo alcune considerazioni sul rinnovo del contratto del settore Commerciale che ha un particolare rilievo anche per la nostra zona, per la presenza in essa di numerosi punti di vendita e di sedi di Aziende Commerciali.

E ormai da due mesi che i lavoratori del commercio sono in lotta per il rinnovo del Contratto Nazionale di Categoria.

In particolare nel corso del mese di novembre i lavoratori si sono mobilitati ed hanno effettuato venti ore di sciopero, sottolineando con la propria mobilitazione la volontà di chiudere il contratto presto e bene, di fronte alla intransigenza della Confcommercio che ha opposto i propri "no" sprezzanti alle richieste contenute nella piattaforma rivendicativa. Credo che realisticamente nessuno si aspettasse dalla Confcommercio una risposta immediatamente positiva a richieste che, se sicuramente portano a migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori direttamente interessati, puntano ad affrontare e sciogliere alcuni nodi presenti nel settore distributivo, che ne rappresentano gli elementi di arretratezza e di spreco di risorse che pesano negativamente sui costi di distribuzione delle merci e, conseguentemente, sui prezzi delle merci stesse e sulla borsa della spesa dei consumatori.

I lavoratori del settore commerciale, facendo propria la linea che il movimento sindacale si è data con il documento dell'Eur, hanno infatti affrontato questo rinnovo contrattuale ponendo alla base delle proprie richieste la volontà di dare il proprio contributo al raggiungimento degli obiettivi che il movimento sindacale ha indicato come prioritari nella lotta contro la crisi che il Paese sta attraversando; la riduzione dell'elevatd tasso di disoccupazione (1.8 30.000 disoccupati secondo le più recenti statistiche) e specificatamente di disoccupazione giovanile, femminile; il superamento del divario tra il Nord ed il Sud del Paese; la riduzione dell'elevato tasso di inflazione, vale a dire del costante progressivo aumento dei prezzi che falcidia il salario dei lavoratori e soprattutto colpisce in misura drammatica i redditi più bassi, non tutelati dalla scala mobile.

Su quest'ultimo terreno, i lavoratori del Commercio si sono considerati particolarmente impegnati, proprio perché i costi di distribuzione delle merci hanno il loro peso nella determinazione dei prezzi ed in particolare hanno un peso negativo le storture presenti nel settore della distribuzione.

E ormai universalmente acquisito il fatto che il settore commerciale è arretrato e questa arretratezza è data principalmente da:

A) - Superpolverizzaziune della rete di vendita al dettaglio: la presenza di una miriade di punti di vendita nella rete distributiva comporta da una parte la difficoltà del dettagliante, a presentarsi come acquirente sul

mercato all'ingrosso con potere "contrattuale" per far fronte ai fenomeni speculativi presenti nei processi di intermediazione (i vari passaggi di mano che le merci subiscono dalla produzione - trasformazione alla vendita), dall'altra lascia ampi margini alla evasione contributiva e fiscale.

B) - Scarso controllo sull'attività all'ingrosso che favorisce ampi margini di manovra alla speculazione: risulta per esempio, dall'indagine effettuata dall'apposito Comitato istituito dalla Commissione agricoltura della Camera, che le modalità di importazione della carne ed i concorsi

AIMA contribuiscono ad elevare i costi di trasformazione e quindi il prezzo finale. Infatti ai concorsi partecipano le quattro industrie italiane di trasformazione e circa 200 commercianti; e poiché il contingente per le industrie è notevolmente inferiore alle loro capacità produttive, esse riacquistano la carne dai commercianti che spesso non compiono altro atto che quello di trasferire i permessi di importazione (Atti parlamentari, udienza N. 16 del 18-4-1978).

Sono questi i fenomeni che i lavoratori intendono contribuire ad eliminare, con le richieste che avanzano per modificare alcune leggi che regolano l'attività del settore commerciale. Si richiede in sostanza una modifica della Legge 426 dell'i 1-6-71 che definisce le norme per l'assegnazione delle licenze al dettaglio, ponendo alla base dell'assegnazione delle stesse criteri di programmazione che tendano allo sviluppo del cooperativismo, dell'associazionismo tra dettaglianti, della distribuzione organizzata. Si richiede inoltre il superamento della legge 125 del 1959 che, in sostanza. consente l'instaurarsi di un doppio mercato all'ingrosso, pubblico e privato, con netta prevalenza del secondo sul primo. Infatti, mentre all'interno dei mercati pubblici il commercio dei prodotti alimentari deve svolgersi entro uno schema di regolamento formalmente rigido per quanto riguarda le misure di controllo, per il commercio all'ingrosso effettuato fuori dai mercati pubblici, l'art. 4 della legge, stabilendo come unica misura di condizionamento il rispetto di tutte le norme del regolamento relativo al mercato all'ingrosso locale, vanifica nei fatti ogni potere di vigilanza per le carenze tecniche di personale degli Enti Locali. Così mentre nei mercati pubblici gli operatori devono rispettare norme igienico sanitarie, sottostare a controlli fiscali, sostenere spese gestionali e di servizi (facchinaggio, posteggi ecc.) prefissate, e rispettare orari per la compra - vendita, nei mercati d'altro tipo è in vigore la più completa "libertà imprenditoriale" che pone gli operatori in condizione di assoluto privilegio. Ancora, si richiede che sia gestita dagli organi competenti, a livello nazionale e regionale, la politica del credito agevolato, in maniera finalizzata e rigorosamente selettiva, in funzione dei processi di ammodernamento, ma soprattutto di associazionismo, ampliando gli spazi di intervento delle Regioni.

Particolare importanza inoltre assume la richiesta di modifica della Legge 558 sugli orari di apertura e

di chiusura dei negozi; gli obiettivi che si intendono raggiungere sono rappresentati da: definire orari commerciali funzionali alle mutate esigenze dei consumatori:

Adeguare tali orari alla necessità di una migliore e più ampia utilizzazione degli impianti anche in coerenza con gli assetti degli orari commerciali dei Paesi europei; creare le premesse legislative per dare soluzione al problema degli orari di lavoro dei lavoratori che operano al dettaglio.

In merito a quest'ultimo aspetto del problema, è bene sottolineare che se anche in questo settore l'orario di lavoro di 8 ore al giorno è ormai diritto acquisito da anni, nei fatti, per i lavoratori che operano al dettaglio questo significa ancora lavorare 8 ore ma essere impegnati per almeno 12 ore al giorno, a causa del lungo intervallo meridiano al quale sono assoggettati.

Da qui la richiesta avanzata di acquisire il principio dell'orario continuato, da definirsi in confronti a livello territoriale. per le modalità di applicazione.

Non sono, quelle sopra illustrate le uniche richieste avanzate dai lavoratori nella piattaforma contrattuale, sicuramente altre ve ne sono che per gli obiettivi che intendono raggiungere hanno "valenza" non solo per i lavoratori del settore: dalla richiesta dell'estensione del diritto di informazione affinché i lavoratori possano sapere come, che cosa e per chi si vende ed abbiano la possibilità di avanzare richieste e proposte affinché il consumatore si trovi effettivamente di fronte a merci con prezzi "trasparenti" — alla richiesta di riduzione dell'orario a 38 ore settimanali di lavoro, avanzata per poter utilizzare anche questo strumento per far fronte ai riflessi negativi sui livelli occupazionali che l'introduzione di tecnologie sempre più avanzate hanno e possono avere anche all'interno di questo settore, alla richiesta di ridefinizione della paga base tabellare, con il duplice obiettivo di permettere da una parte, un reale recupero sulla erosione effettuata dall'inflazione sul potere di acquisto dei salari, dall'altra, la valorizzazione della professionalità esplicata nello svolgimento delle diverse mansioni.

Alle nostre richieste, come dicevamo all'inizio, la Confcommercio ha opposto il proprio rifiuto, dichiarandosi soprattutto non disposta ad entrare nel merito delle richieste avanzate sulla riforma democratica del settore commerciale. Rifiuto che non ha altra motivazione che quella rappresentata dalla volontà di difendere interessi di corporazione, indipendentemente dal fatto che questi interessi pesino negativamente su tutta la collettività.

Per queste ragioni i lavoratori sono stati costretti a scendere in lotta e, vogliamo chiudere pregando i lettori di questo giornale, quando si troveranno di fronte ai disagi che anche le nostre lotte potranno comportare per loro, di tenere conto del fatto che conduciamo questa battaglia anche nell'interesse dei consumatori.

Silvano Castelli della Segreteria FILCAMS-CGIL Zona 1-3

Riuscito lo sciopero dei lavoratori in zona

Venerdì 16 novembre è stato attuato un nuovo sciopero dei lavoratori del commercio.

Lo sciopero ha avuto un notevole successo nella zona San GregorioStazione Centrale, dove attiva è stata la partecipazione, soprattutto da parte dei dipendenti delle ditte più grandi.

A sentire il signor Giuseppe Orlando, gli scioperanti non hanno fatto altro che appoggiare le richieste sindacali, "le quali si tradurrebbero in intollerabili oneri per le aziende e in una rilevante spinta inflazionistica con danno diretto per i consumatori".

Apprezziamo molto la viva preoccupazione che il presidente della Confcommercio dimostra per le necessità dei consumatori, dei quali crediamo di fare parte.

Ma una volta sottolineato lo spirito altamente umanitario di questa dichiarazione, ci permettiamo di sottolineare alcuni punti che forse al signor Orlando sfuggono, o forse non sono ritenuti dallo stesso molto importanti, visto che deve occuparsi

del fatto che "In Italia non abbiamo ancora superato la pregiudiziale di una sua subordinazione (del settore terziario) di fatto, anche se non dichiaratamente espressa, rispetto all'agricoltura e all'industria, come confermano la recente decisione governativa di escludere il commercio dalla fiscalizzazione e l'esclusione dall'esenzione dell'IVA delle imprese commerciali esportatrici".

Anche se il tipo di linguaggio non è certo fatto per noi, ci rendiamo conto, per quanto ce lo consentono le dotte parole del signor Orlando, di questi problemi.

Purtroppo ne abbiamo di un pochettino più vicini a noi: quando da dipendenti del settore commerciale ci trasformiamo in consumatori, ci accorgiamo con una leggerissima preoccupazione che forse il nostro stipendio non è al passo con i tempi. Eppure fino ad ora non abbiamo provocato paralisi nel settore terziario e ci siamo anche accontentati di uno dei contratti più poveri di diritti fra tutti quelli che ci sono in Italia.

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Oltre a cid abbiamo un'altra piccolissima, minima preoccupazione: essendo noi per lo più dipendenti di ditte con meno di quindici dipendenti siamo nella tragica situazione, ci sia permesso l'aggettivo, di trovarci di colpo senza posto di lavoro, e ciò perché secondo il segretario della Confcommercio Filippo Cagetti "l'estensione dello statuto dei lavoratori alle aziende con meno di quindici dipendenti è inaccettabile dalle piccole aziende, che sono la stragrande maggioranza nel commercio italiano".

Abbiamo solo una piccola domanda a questo proposito: vorremmo sapere se noi siamo lavoratori di serie B solo perché le aziende commerciali con meno di quindici dipendenti sono la maggioranza in Italia o perché le aziende con meno di quindici dipendenti sono la maggioranza noi dobbiamo restare lavoratori di serie B senza alcun diritto.

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Assemblea in Consiglio di Zona

Impegno della Giunta di sinistra per gli anziani

Una larga parte della popolazione anziana, che nella nostra città rappresenta il 25% degli abitanti, vive in condizioni di vita al limite della sopportazione. Nonostante le tante promesse fatte dalle passate amministrazioni comunali, l'assistenza socio - sanitaria e l'emarginazione dei cittadini non più giovani si è aggravata ed è ora vicina alla inevitabile rottura.

E solo da qualche anno, da quando l'attuale amministrazione socialcomunista milanese è entrata in carica, che sono state studiate iniziative serie, capaci di modificare positivamente la situazione. Molte di queste iniziative sono in vigore da qualche tempo, molte sono addirittura in corso di sviluppo, molte stanno per essere varate.

Di tutto questo ci ha parlato l'assessore comunale comunista all'assistenza, dr. Cuomo, in una affollata assemblea pubblica (erano presenti un centinaio di anziani), tenutasi nel pomeriggio del 17 novembre u.s., nei locali del Consiglio di zona 3.

Quali i punti nel dettaglio?

Pensioni

L'azione che il Comune può fare a questo riguardo è di stimolo sulle forze conservatrici che dirigono il Paese, in quanto l'aumento, in particolare delle pensioni minime e l'aumento trimestrale delle stesse per effetto della scala mobile, è una decisione politica non più dilazionabile. Si tratta di rendere giustizia ad oltre 10 milioni di persone, restituendo loro una ricchezza che hanno dato in precedenza alla società, con anni di lavoro e di sacrifici, nelle fabbriche ma anche tra le pareti domestiche. Ma di tutto questo la D.C. e le altre forze che con lei collaborano nell'esecutivo, non vogliono sentir parlare.

Aiuti economici

E un contributo per il canone d'affitto soprattutto per gli inquilini con pensioni più basse, cui è necessario integrare le stesse perché rimanga

loro, una volta pagato l'affitto e le spese, una cifra di almeno 120 mila lire.

Sussidio riscaldamento

Nella stagione invernale il Comune interviene con 15 mila lire mensili per gli anziani con pensioni più basse, in modo da coprire in parte la spesa del riscaldamento, sia esso centralizzato o autonomo con kerosene o con altro (a questo riguardo inoltre il Comune stanzierà una cifra cospicua per acquistare e tenere a disposizione di questi ultimi inquilini, un discreto quantitativo di kerosene, in modo da evitare che, chi è costretto all'acquisto al dettaglio, non trovi le scorte esaurite da chi, più ricco, ha potuto fare incetta preventivamente).

Assistenza geriatrica domiciliare

Questo servizio socio - sanitario, che è oggi piuttosto carente, essendovi solo quattro sedi a disposizione, è in via di notevole sviluppo, in quanto, già per la fine del 1979, entreranno in funzione due nuovi centri (al quartiere della Comasina e del Ponte Lambro). Nei primi mesi del 1980 poi saranno via via aumentati fino ad arrivare a venti entro la fine dello stesso anno, quando, in ogni zona sarà attivo un centro geriatrico.

E indubbiamente un grosso impegno economico del Comune, per far sì che i cittadini anziani, per lo più senza un aiuto familiare, e non perfettamente autosufficienti per una malferma salute, abbiano la certezza di poter contare nella presenza, al proprio domicilio, non solo del medico e dell'infermiera, ma anche dell'assistente sociale e di una collaboratrice domestica, personale di grande aiuto per tutte quelle pratiche più minute, ma non meno importanti, che vanno dall'espletamento di piccoli servizi fuori casa, alle pulizie più faticose nell'abitazione.

Elezioni dirette dei Consigli di Zona

Una tappa obbligata

Le opinioni del nuovo capogruppo PCI in C.d.Z. 3

Nell'ambito del processo reale ed istituzionale, che dovrà condurre aila formazione dell'Ente dell'area metropolitana, un posto di rilievo deve certamente assumere il problema dell'evoluzione del decentramento.

La legge 278 relativa al decentamento comunale, varata dopo che già in molte città, tra le quali Milano, erano da tempo in atto processi di decentramento che rispondevano sia all'esigenza di superare le difficoltà di fare intervenire direttamente i cittadini nelle decisioni riguardanti il governo della città, che di istituzionalizzare ed incentivare spontanei momenti di partecipazione crescente sui grandi problemi della città (case, trasporti, servizi sociali), va rispettata ed attuata in tutte le sue articolazioni.

Siamo di fronte all'esigenza di recepire le indicazioni di processi già in atto e di orientarli verso soluzioni reali e normative coerenti con le prospettive che si pongono per l'area metropolitana.

Le elezioni dirette e l'affidamento dei poteri, già oggi previsti dalle bozze delle delibere quadro, costituiscono un banco di prova fondamentale per un ulteriore e profondo processo di democratizzazione dell'Ente locale.

Gli organi di decentramento, nati come organi di partecipazione hanno acquisito anche compiti di intervento diretti e sono oggi diventati anche sede di decentramento di taluni servizi.

La progressiva assunzione di responsabilità dirette nella gestione della cosa pubblica ha certamente determinato una serie di contraddizioni nella vita dei Consigli di Zona.

La formulazione del bilancio di zona, una serie di manutenzioni, la richiesta di costruire sempre più nel dettaglio il quadro delle necessità dei cittadini, senza il corrispettivo deCentramento di persone e strutture, ha creato non pochi impacci operativi al Consiglio di Zona, nell'ambito dei quali non è pensabile che possa supplire sempre il volontarismo dei consiglieri.

Vacanze in località climatiche

Il Comune di Milano, convenzionatosi con alcuni alberghi al lago, al mare e in montagna, ha ottenuto prezzi di soggiorno molto bassi. Per questo può offrire, nel prossimo anno, ad almeno 6 mila anziani, un soggiorno con viaggio, attività ricreative ed assistenza medica compresi, in una località climatica, della durata di due settimane, da potersi scegliere fino alla metà di luglio. Per quei cittadini che potranno dimostrare bassi redditi pensionistici è previsto, in più, un sussidio da parte del Comune stesso. Infatti la spesa che l'anziano dovrà sostenere sarà solo una quota della sua pensione calcolata al netto dell'ammontare dell'affitto, delle spese e del riscaldamento.

Case popolari

Il 30% degli alloggi popolari di nuova assegnazione, saranno destinati, oltre che alle giovani coppie, anche ai cittadini anziani in precarie condizioni economiche, venendo così incontro all'incremento degli sfratti e degli affitti sempre troppo alti per alcune categorie di persone, nonostante l'equo canone.

Sconto per le sale cinematografiche

L'impiego del tempo libero vedendo un buon film, sarà possibile, d'ora in poi, per tutti i cittadini anziani di Milano, usufruendo di uno sconto del 50% per tutti i cinema della città.

Lavoro volontario retribuito

Potersi rendere di nuovo utili, se lo si desidera, in una attività sociale (visite a ricoverati soli, assistenza a bambini piccoli e ad handicappati) è un modo per sfuggire alla emarginazione psicologica e per arrotondare qualche pensione (tale attività sarà infatti retribuita con circa 2 mila lire all'ora).

fra Comune e proprietà privata per ciò che riguarda il riconoscimento a edilizia popolare del grande perimetro di piazza Dateo; l'apertura del Consultorio di via Settembrini, per il quale si esige un funzionamento reale entro pochi giorni.

C'è l'impegno poi del Comune per la realizzazione di un Centro Culturale, in via B. Marcello, con strutture prefabbricate che già fin d'ora consideriamo non definitive.

Centro sociale

E una necessità sentita da tutti gli anziani che spesso non sanno dove trovarsi, dove scambiare quattro chiacchiere, dove leggere un libro o un giornale o fare una partita a carte, ma anche dove trovare servizi di conforto per la propria persona a prezzi accessibili, quali il parrucchiere, il pedicure o l'odontotecnico. Purtroppo a Milano non sono molti questi centri e non sicuro il loro aumento. Nella nostra zona però vi è la possibilità di costituire questo servizio con buone probabilità, purché vi sia una forte pressione da parte di tutti, in quanto esiste lo spazio nell'ambito dello stabile dell'ex ospedale Bassini trasferitosi a Cinisello.

Case di riposo

A volte non è possibile per l'anziano fare a meno di questo tipo di servizio. Il Comune ha cercato di render le case di riposo di sua proprietà il più possibile confortevoli e il meno ghettizzanti, facendo intensificare gli scambi di amicizia e di rapporti con l'esterno, istituendo servizi, quali mense o luoghi di ritrovo, situati all'interno delle case stesse ma aperte anche alla cittadinanza del quartiere. Se questo avviene per i 4.500 assistiti dal Comune nelle case di via Panigarola o di via Famagosta, non altrettanto capita per gli altri 3.500 ospiti delle case private dell'ex ECA, che il Comune assiste, pagando per essi una cospicua retta giornaliera. Obbiettivo del Comune è di acquistare anche queste case, in modo da sistemare al meglio ed omogeneamente questo tipo di servizio, ma a ciò si contrappongono gli interessi economici degli attuali proprietari. E un elenco molto sintetico questo, e sicuramente poco articolato, rispetto alle notevoli possibilità effettivamente offerte, ma tutti i cittadini che lo desiderano potranno chiedere dettagliate informazioni alla Ripartizione assistenza e sicurezza sociale in largo Treves 1, tel: 6572937.

Anziani vacanze le agevolazioni previste dal Comune

Anche per il prossimo anno, i cittadini anziani milanesi potranno usufruire dell'iniziativa promossa dalla Ripartizione Assistenza e sicurezza sociale del COMUNE per un periodo di soggiorno in località climatiche.

I soggiorni consistono in due settimane in albergo con assistenza medico - infermieristica in caso di necessità e varie iniziative di tipo ricreativo.

Requisiti per la presentazione della domanda: età, 55 anni compiuti se donne; 60 anni compiuti se uomini.

Reddito netto mensile (detratte spese di riscaldamento e affitto) non superiore a L. 210.000 per persona sola; L. 175.000 pro capite per due persone; L. 160.000 pro capite per più di due persone.

Documenti necessari: stato di famiglia, libretto di pensione, modello 101 o 740; ricevute affitto o spese condominiali per l'anno 1979; buste paga o modello 101 o 740 per i figli conviventi.

La domanda deve essere presentata dagli interessati entro il 21 dicembre 1979.

I punti di raccolta per la Zona 3

sono:

La condotta medica presso il casello di p.le Oberdan orari: dalle 8,30 alle 10,30 dal lunedì al venerdì tel. 20.62.16

Il centro geriatrico di via Andrea Doria 52 Orari: dalle ore 9,30 alle 11,30 dal lunedì al venerdì tel. 27.93.46

Un metodo sbagliato

Il decentramento, come nuovo modo e più democratico di essere dell'Amministrazione Comunale, esige un preciso impegno teso ad eliminare le contraddizioni oggi esistenti, ma anche a modificare la macchina comunale ed il suo funzionamento. Il quadro sin qui delineato, tralascia però uno degli aspetti fondamentali del ruolo dei Consigli di Zona: favorire e potenziare la partecipazione. Al riguardo, non si può certamente affermare che il bilancio sia negativo, nonostante le voci pessimistiche e talvolta denigratorie che si levano in tal senso. Occorre qui sottolineare come in dispregio alla volontà democratica di ricostruzione e di risanamento della città da parte delle forze politiche che gestiscono l'Ente locale, troppo spesso forze politiche consistenti abbiano scelto la via dell'ostruzionismo e del rifiuto alla risoluzione dei problemi, che l'Ente locale, il decentramento, si proponeva di risolvere nell'interesse dei cittadini. La pesante eredità del passato non ha impedito all'Amministrazione Comunale di porsi e raggiungere significativi obiettivi, primo fra tutti il risanamento del bilancio comunale e un impegno finanziario per la costruzione e difesa del territorio, mai fatto prima d'ora. Diciamo pure che lo Stato con i vari decreti ha tentato in tutti i modi di strozzare le finanze locali e che la proprietà privata ha con ogni mezzo ostacolato tutte le iniziative volte alla risoluzione dei grandi problemi della nostra città, quali la casa, l'inquinamento, il verde le realtà produttive. Anche per la zona tre ci sono impegni precisi per il decentramento e l'Amministrazione comunale.

I cittadini dopo anni di lotte e difficoltà, hanno visto sorgere, con sospirata soddisfazione, il complesso di piazza Bacone che può ben dirsi opera di grande rilevanza e qualificante per l'Amministrazione; a ciò si aggiunga la programmata ristrutturazione, già in atto, del complesso scolastico Tadino - Casati.

Altro importante fatto è l'accordo

E infatti volontà dei cittadini e dell'Amministrazione Comunale, che il centro civico della zona 3 abbia collocazione stabile sull'area che il Comune intende acquisire in via Cappellini.

E doveroso aggiungere l'accordo già siglato fra il Comune e una società privata per la costruzione di un grande parcheggio sotterraneo in via Vittor Pisani, al fine di decongestionare il traffico cittadino nella zona.

Di grande rilievo è anche la convenzione fra l'Amministrazione Comunale e la Sogene per l'area di P.le Loreto, area di interesse cittadino, dove il Comune, in una prossima edificazione, potrà disporre di 2.800 metri quadrati edificabili da adibire a servizi per i cittadini delle zone che vi gravitano. Non possiamo dimenticare impegni importanti quali l'apertura in via Macedonio Melloni di un pronto soccorso che garantisca ai cittadini ogni forma di intervento efficace alla salvaguardia della salute e la costruzione in tempi rapidi in via Venini dell'asilo nido, ormai appaltata. Le considerazioni generali prima fatte e i problemi concreti di zona riportati, rivelano la necessità di un nuovo assetto dei consigli di zona, più rispondente alle loro dimensioni urbane che sono spesso pari a quelle di comuni Italiani medio grandi. (dai 100.000 ai 150.000 abitanti).

Il decentramento non potrà essere l'unica sede decisionale dei cittadini tantomeno potrà avere un ruolo esclusivamente amministrativo.

L'esperienza fin qui condotta dai Consigli di Zona, indica l'esigenza di individuare e stimolare all'interno delle zone forme e livelli di partecipazione. Questa partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica dovrà avere come primo momento la possibilità d'intervento alla formulazione delle decisioni da parte della Amministrazione, di controllo alla realizzazione delle decisioni formulate e infine la possibilità di gestione dei servizi.

Abbiamo recentemente letto sul giornaletto DC di zona i risultati di una indagine fatta dalla commissione Sanità del CdZ sulla condizione degli anziani a P.ta Venezia. La pubblicazione aveva tutti i crismi dell'ufficialità e veniva di fatto passata come documento del CdZ. Noi che dedichiamo sempre grande attenzione ai difficili problemi della terza età siamo rimasti stupiti di non aver mai sentito nelle passate sedute del CdZ la discussione e l'approvazione di un simile documento. Abbiamo pensato ad una nostra dimenticanza e abbiamo indagato. I risultati della piccola indagine sono stati molto diversi. La commissione sanità ha in effetti dato mandato a un gruppo di lavoro di svolger una indagine sulla condizione degli anziani (e questa è una scelta molto opportuna) ma il metodo con cui è stata poi svolta l'inchiesta ha sollevato delle perplessità. Di conseguenza la commissione non ha approvato alcun documento e correttamente il coordinatore della commissione. Di Roberto non ha svolto alcuna relazione in merito durante le sedute del CdZ.

Allora come mai il giornaletto DC ha pubblicato le risultanze dell'indagine come se fossero approvate dal CdZ?

Più volte il presidente del CdZ Muzio, che è anche direttore del giornaletto DC (beato lui che riesce disinvoltamente a fare tutte queste cose), ha richiamato i consiglieri al rispetto della correttezza nella diffusione e pubblicazione di documenti. Ma allora come si spiega questo infortunio di Milano 3? Disattenzione, leggerezza, prevaricazione? Il gruppo comunista ha presentato una interpellanza, su questa vicenda, attendiamo anche noi con molta curiosità la risposta de' presidente - direttore.

Dove mangiare a P.ta Venezia

ANNA E LEO

V. F. Casati 7-9

A prezzi economici offre una serie di piatti molto appetitosi in un ambiente simpatico. La cucina chiude alle 15 e alle 23, il ristorante la domenica.

Tutti i giorni: Grande zuppa di mare. (L. 3.000). Penne al pomodoro e basilico profumato (L. 1500). Misto pesce alla griglia (L. 5.000). Infine una gustosa pastiera napoletana (L. 800).

LINO BURIASSI

Via Casati, 12 - Tel.: 273.383 Menù a base di 15 assaggi (prezzo fisso 14 mila e piatti alla carta). Chiuso domenica e sabato a mezzogiorno. Tutti i giorni: antipasto di funghi. Funghi alla parmigiana (con aglio, formaggio e sugo di carni). Aragosta con spaghetti e patate. Dolce della casa: lamponi flambés con gelato casereccio.

10 Ki n. 9 - Dicembre 1979
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Dracula al Teatro dell'Elfo LA SOCIETA SPORTIVA"PORTA RENZA"

Cosa succede se in una città popolosa e attiva, puritana e ordinata, cuore dell'impero britannico e baluardo luminoso dei sacri valori della morale, della famiglia e della rispettabilità. punto di riferimento per tutto il consorzio umano civilizzato, cosa succede se nella Londra degli ultimi decenni dell'ottocento approda in un giorno di tempesta, protetto da una bara di terra sconsacrata, uno dei mostri più antichi e demoniaci, il signore della notte, IL VAMPIRO?

La città scivola sull'orlo di una sorta di anarchia violenta e di follia collettiva: ma è sopratutto all'interno della famiglia, nei rapporti privati e interpersonali. nel rapporto di ciascuno coi propri sogni e coi propri desideri, che si verificano i maggiori cambiamenti: cadono barriere costruite su convenzioni e ipocrisie, spariscono la bontà, la dolcezza e i buoni sentimenti che hanno guidato finora i gesti familiari e quotidiani, riemergono i comportamenti repressi e ricacciati nell'incoscio, siano essi motivati da liberatorie fantasie di felicità o da violenti e crudeli sogni di ribellione.

Male e bene sono categorie che non hanno senso nel mondo notturno del Vampiro, che peraltro non fa che smuovere e portare fuori una parte di irrazionalità già preesistente. Sue vittime - complici una ragazza sonnambula e un pazzo internato in manicomio. A salvaguardia di questa città sull'orlo del caos e soprattutto dell'intera umanità minacciata dal mostro, si erge un gruppetto di sei persone, guidate da uno scienziato positivista ma disponibile ad accettare che esistano anche cose inspiegabili per la scienza.

Miti e tranquilli benpensanti, apparentemente inoffensivi e ridicoli nelle loro buone maniere, i sei rivelano nella loro missione a difesa del genere umano una determinazione e una tenacia da Santa Inquisizione

che arriva alla violenza e alla crudeltà. Eliminato il Vampiro, una quiete fiduciosa ritorna nella città e nelle loro vite. Ma se il vampiro è in ognuno di noi, le certezze del 900 non potranno fugare il dubbio di un suo ritorno. Questa la storia così come l'abbiamo letta noi e questi gli aspetti del complesso mito del Vampiro che più ci hanno colpiti e spinti a tentare una elaborazione teatrale del "DRACULA" di B. Stoker, che col suo romanzo è un po' il padre del Vampiro cosi come noi lo conosciamo. Finora il mito del Vampiro ha affascinato soprattutto il cinema. Ma il teatro ha come sue caratteristiche la reale presenza fisica di attori e spettatori in un preciso e diretto contatto e la possibilità di variare lo spazio in cui si muovono. Abbiamo pensato che sarebbe stato interessante inserire in questi meccanismi l'elemento "paura" e l'elemento "sorpresa".

Ne è nato uno spettacolo giocato sul rapporto diretto spettatore - attore, sulla comicità (già presente spesso involontaria, nel romanzo di Stoker) e sull'ironia.

"DRACULA IL VAMPIRO" debutterà a Milano nella sede del Teatro dell'Elfo in via Ciro Menotti n. 11, il 29 novembre. Lo spettacolo si replicherà tutte le sere alle ore 20.45, festivi ore 16 fino al 20 dicembre. Per esigenze tecniche lo spettacolo può essere visto da non più di 300 persone per sera. I biglietti a particolari riduzioni saranno perciò in prevendita tutti i giorni dalle ore 16 presso gli uffici del teatro.

I prezzi dei biglietti sono i seguenti L. 3.500 Posto unico e L. 2.500 il ridotto, si prevedono particolari riduzioni per i lettori di Porta Venezia.

Cristina Crippa (del Teatro dell'Elio)

Informazione Alimentare:

i surgelati

Vorremmo iniziare a parlare que-

-513 h-Sete-dr Urla-classe di prodotti verso cui esiste una certa prevenzione ma che ciononostante va costantemente sempre più diffondendosi: i prodotti surgelati commerciali; e trattare invece il mese prossimo la surgelazione domestica, cioè la preparazione in proprio di prodotti surgelati.

Ma prima di addentrarci in un commento su questo tipo di alimenti credo sia fondamentale precisare cosa si intenda per surgelati e soprattutto perchè possa risultare conveniente surgelare dei cibi.

Perchè si degradano i cibi?

Tutte le sostanze alimentari, sia vegetali che animali, sono soggette a deperimento in un tempo più o meno breve; ciò è dovuto sostanzialmente a due fattori:

1) la presenza nell'aria e nella terra di microrganismi, generalmente muffe e lieviti, che depositandosi sul prodotto da esso traggono alimento per moltiplicarsi, con la conseguenza di produrre o un velo di muffa o un marciume, indici quindi di alterazione

2) la presenza inevitabile, in quanto già prevista costituzionalmente nel prodotto, di alcuni enzimi che continuano a svolgere la loro azione anche dopo la raccolta del vegetale o la morte dell'animale. Entrambi questi fattori richiedono per !a loro azione la presenza nel prodotto di una certa quantità di acqua; un modo quindi di evitare la loro attività, e di conseguenza prolungare la commestibilità dell'alimento, è quello di eliminare o in qualche modo bloccare l'acqua in esso presente.

IL CONGELAMENTO Fin dai tempi più antichi l'uomo ha usato alcuni accorgimenti per evita..e il deperimento di alcuni prodotti pur non conoscendone i meccanismi: primo fra tutti l'essiccamento, cioè l'allontanamento dell'acqua per evaporazione al sole; poi la conservazione sotto sale che è un metodo efficace (il sale assorbe facilmente acqua lasciandone quindi molto poca disponibile agli altri agenti) ma certo non applicabile a tutti i prodotti. Nei tempi più recenti, con l'aumentare delle conoscenze, si sono sviluppate altre tecniche di conservazione tra cui appunto la congelazione, un procedimento in cui l'acqua presente nel prodotto viene trasformata in ghiaccio. Con questa tecnica l'attività di microrganismi ed enzimi viene infinitamente ridotta fino a diventare pressochè insignificante a valori di temperatura intorno a - 20" C; questi agenti comunque non vengono eliminati ma solo bloccati e questo significa che riprenderanno la loro azione se il prodotto

polemica pretestuosa

Durante i lavori del comitato di utenza della piscina Bacone è stato preso in esame il contenuto dell'articolo su "Porta Renza" pubblicato sul periodico "Milano 3" e sono state riscontrate da tutti i componenti, le 'inesattezze che tale articolo riportava nei riguardi dei lavori del comitato stesso.

A conclusione dell'acceso dibattito è stata presentata la seguente mozione, che, al momento del voto ha trovato contrarie quelle stesse persone che nel corso del dibattito avevano riconosciuto le inesattezze dell'articolo di "Milano 3".

La mozione ha così ottenuto il 50% dei consensi, per cui non è stato possibile inoltrarla per rettifica a "Milano 3".

Riteniamo doveroso, per correttezza d'informazione, pubblicare il testo della mozione.

Il Comitato di utenza della piscina di P.le Bacone, venuto a conoscenza dell'articolo pubblicato dal periodico di zona Milano Tre. "La Società Sportiva Porta Renza e il pluralismo nello sport", del numero del 25-1179, e verificate le inesattezze scritte, riguardante la discussione avvenuta nella seduta del Comitato stesso; invita il direttore del periodico di zona Milano Tre a pubblicare sul suo giornale la seguente rettifica: Sulla richiesta della Società Porta Renza per l'utilizzazione di 4 ore la settimana della piscina Bacone, il comitato si è limitato a discuterla, demandando ogni decisione al Consiglio di Zona che peraltro aveva già espresso a livello di capigruppo il proprio parere favorevole.

Nel corso di tale discussione non è stato invitato ad allontanarsi alcun componente del comitato stesso, come attesta anche il verbale della seduta in questione.

i risultati

La Società Sportiva Porta Renza, che non è una società privata, ma centro sociale sportivo, culturale e ricreativo della zona tre, sta riscuotendo un grande successo di partecipazione, di gran lunga superiore alle previsioni.

Infatti i corsi di perfezionamento al nuoto e di pallanuoto che si tengono presso la piscina di Pie Bacone, sono affollatissimi e di notevole successo, sia per il numero dei ragazzi che partecipano con impegno ai corsi, sia per l'entusiasmo dei genitori che hanno potuto constatare la serietà dell'associazione e l'ottimo insegnamento impartito da un gruppo di giovani istruttori ex atleti, riconosciuti dalla federazione, che insegnano con serietà impartendo ai ragazzi delle lezioni con metodo scientifico e rigoroso. Dopo appena un mese dall'inizio dei corsi, non solo tutti i ragazzi frequentano con notevole entusiasmo ed impegno, ma sono già visibili i miglioramenti acquisiti in tutti gli stili, tali da permettere già dai primi mesi del nuovo anno di formare delle squadre ed incominciare a fare delle gare.

La validità ed il successo dell'iniziativa è stata confermata anche dall'affollata ed attenta assemblea dei genitori dei ragazzi che frequantano i corsi, tenutasi nei giorni scorsi presso i locali del consiglio di zona 3. Altrettanto successo stanno ottenendo i corsi di minibasket, di pallavolo e di ginnastica per adulti presciistica - formativa, che si svolgono presso la palestra della scuola elementare di via F. Casati 6, il lunedì ed il giovedì dalle ore 16,40 alle 21,00. Anche per i ragazzi che frequentano i corsi di minibasket pallavolo verranno formate delle squadre per organizzare incontra con altre società.

Classifica dei dischi più venduti NO MORE TEARS (ENOUGH IS ENOUGH) - (D. Summer — DONT STOP TILL YOU GET ENOUGH - (M. Jackson)

C'E TUTTO UN MONDO INTORNO - (Malia Bazar)

viene scongelato.

I SURGELATI

Durante questa lunga e sommaria, ma doverosa, introduzione si sono indifferentemente usati, come avviene anche nel linguaggio comune, i termini congelamento e surgelazione per indicare una stessa cosa. In realtà non sono la stessa cosa e la differenza sta soprattutto nell'aspetto legale della definizione di surgelato, un termine che garantisce il consumatore che siano state rispettate certe caratteristiche tecniche del procedimento di congelazione prima e di mantenimento poi per assicurare la qualità, la genuinità l'igiene e la freschezza dei prodotti. E possibile che non vengano rispettate queste condizioni o che si acquisti un prodotto degradato? Si è possibile, ma è forse più raro che per altri prodotti conservati ed in genere più per incuria o disattenzione del commerciante che per carenza del produttore; infatti potrebbe esere che non venga rispettata la conservazione ininterrotta ad almeno - 18° C in uno dei vari passaggi tra la fabbrica e il momento dell'acquisto. Al di sopra di questo valore di temperatura si ha una ripresa di attività specie da parte degli enzimi che si accentua quanto più ci si allontana da questo valore. Parlando della congelazione domestica vedremo un'altra modificazione che possono subire i surgelati, ma a carico del valore nutritivo dell'alimento e non alla sua commestibilità. Si possono comunque avere indicazioni se l'alimento ha subito alterazioni? No, la nostra legislazione non prevede l'uso di accorgimenti peraltro possibili in grado di rivelare modifiche nella temperatura di conservazione; l'unico suggerimento che si può fornire è quello di controllare che il prodotto non sia ammassato in una zona della confezione in cartone ed evitare l'acquisto di confezioni in plastica con all'interno molta brina attorno al prodotto. Circa la qualità complessiva dei surgelati si può comunque affermare che si tratta di alimenti di buona qualità, che mantengono inalterati i principi nutritivi (salvo piccolissime variazioni), che provengono da prodotti freschi e sono sicuramente genuini in quanto non richiedono alcuna addizione di coloranti nocivi o conservati; tutto questo è sicuramente valido per i prodotti non cucinati; per quelli precucinati o già cucinati valgono gli stessi dubbi che si possono nutrire per gli alimenti pronti cioè già manipolati dal produttore.

le iniziative

La Soc. Sportiva Porta Renza in collaborazione col G.E.A.S. Presenta

IL PROGRAMMA SCI 79-80

— Corso di sci in località PRESOLANA. Inizio del corso 13 gennaio 1980 - Durata 6 domeniche. Quota L. 60.000.

Comprende: viaggio in pulmannlezioni di 2 ore con maestro - assicurazione infortuni giornaliera.

16 Dicembre 1979 Courmayeur

L. 9.000

Partenza sede ore 5,30 — Partenza

Courmayeur ore 17

Gite Passo della Presolana

L. 7.000

Dal 13 Gennaio al 17 Febbraio 1980.

Part. ore 6,45 — Rit. ore 17

24 Febbraio 1980 Tonale

L. 8.000

Partenza sede ore 5,30 — Partenza

Tonale ore 17

Dal 2 all'8 Marzo 1980 — SETTIMANA BIANCA

Bardonecchia viaggio + albergo da

L. 105.000 Marzo 1980 Bormio L. 8.000

CAMPIONATI SESTESI

Partenza sede ore 5.30 — Partenza

Bormio ore 17

29 Marzo Saint Moritz (Svizzera)

L. 8.000

Partenza sede ore 6 — Partenza

Saint Moritz ore 17

13 Aprile 1980

Sils Maria (Coppa Amicizia)

L. 7.500

Partenza sede ore 5,30 — Partenza da Sils Maria ore 17,30

20 Aprile 1980 Courmayeur

L. 9.000

CAMPIONATI SOCIALI

Partenza sede ore 5,30 — Partenza

Courmayeur ore 17,30

SETTIMANA BIANCA ESTIVA (Settembre)

Località e prezzo da concordarsi — si accettano prenotazioni

PER INFORMAZIONI ED ISCRI-

MY SHARONA - (Knak) COMPRAMI - (V. Valentino) THE WARRIORS - (Colonna sonora) WE ALL NEED LOVE - (Troyano) SE TORNASSI - (Igleslas) CHE NE SAI - (Riccardo Fogli) JO) SLAZY - (Viltage Peopte)

ZIONI RIVOLGERSI PRESSO: la piscina della scuola di P.zale Bacone martedì e venerdì dalle ore 18 alle ore 20 la scuola di via Pisacane 9 (elementare) lunedì e giovedì dalle ore 9 alle ore 10 e dalle ore 15 alle ore 16

TELEFONI: 203510 — 713019 — 278193 — 203438

11 n. 9 - Dicembre 1979 PORTA VENEZIA Pag. 11 Ä Ä
Ä

dalla prima P.le Loreto

Non più il grattacielo di 30.000 mq. ad uffici, ma circa 10.000 mq. ad uffici e commercio, 5.000 mq. a parcheggio e 2.800 mq: che saranno interamente costruiti a carico della proprietà, destinati a servizi pubblici.

E una proposta che realisticamente sblocca una situazione difficile, dove atteggiamenti incoscienti e demagogici farebbero solo it gioco della proprietà che, forte delle sue ragioni potrebbe costruire il grattacielo.

E manovre in questo senso ce ne sono. Solo due settimane fa l'assessore Regionale all'Urbanistica Rivolta, democristiano, dichiara che, a suo avviso. Piazzale Loreto dovrebbe essere a verde, in netta contraddizione con quanto hanno già deliberato altri organismi regionali, il Tribunale Amministrativo Regionale, che da ragione alla proprietà.

E chiaro dove vuole arrivare il sig. Rivolta; ad un nuovo scontro proprietà e Amministrazione Comunale che vanifichi il tentativo di convenzione sopraddetto, non tenendo conto di 10 anni di lotta dei cittadini.

Atteggiamenti di questo genere comunque non penso potranno avere molto spazio. vista anche la decisa presa di posizione dell'Amministrazione Comunale e dei Consigli di Zona.

Ma tornando al concreto e alla convenzione proposta dalla proprietà credo sia necessario proseguire nel lavoro fatto collettivamente dalle tre zone, 3, 10. 11, per controllare la proposta di convenzione e

dalla prima Il Bassini

democratici, ci si è fatti parte attiva per la costituzione di un Comitato interzonale di lotta che fosse realmente aperto a tutti, alle forze politiche democratiche, ma anche alle realtà sociali già costruite nel quartiere. A questo proposito va detto che, nelle già numerose riunioni avute, scarsa è stata la presenza di forze, quali la D.C., che pure con le parole di alcuni suoi esponenti di zona, si era impegnata a portare avanti una lotta unitaria.

Per quanto riguarda il merito delle richieste, nell'ambito del Comitato interzonale è stata respinta la logica del tutto e subito, ed è stata invece approvata una logica più pragmatica.

Secondo quanto già previsto dal Piano Ospedaliero Regionale del 1974 è stata chiesta l'immediata attivazione, presso la Macedonio Mellioni, situata nel settore nord- est e vicina alla nostra zona. di quei servizi che sono venuti del tutto a mancare con il trasferimento del Bassini. La Regione Lombardia ha così accettato che presso la Melloni, ospedale monospecialistico di maternità non più attuale come tale, venisse costituito un reparto di medicina con pronto soccorso medico - chirurgico. anche se di dimensioni ridotte in questo primo momento. I lavori per questa delibera regionale sono già iniziati dalla metà di novembre e la consegna della struttura (si tratta di una sistemazione logistica appaltata come manutenzione straordinaria) verrà fatta alla fine di gennaio 1980. Questa per lo meno è la promessa del Consiglio di amministrazione della Melloni. Starà evidentemente alla forza del Comitato interzonale far rispettare rigidamente i tempi. E. comunque. una prima vittoria.

Ma il Comitato interzonale ha continuato nel suo lavoro, facendosi rendere conto della Regione Lombardia dei piani di programmazione

dalla prima

Droga pesante

suggerire l'utilizzazione più corretta della zona adibita a servizi. Due obiezioni sono già state fatte dalla commissione interzonale al progetto. Nel piano particolareggiato presentato dalla proprietà si deve cercare di risolvere il problema dell'attraversamento pedonale di P.le

Loreto. La zona a verde che si apre, nella proposta, in Pie Loreto dovrà essere ad uso pubblico. La zona commerciale dovrà possibilmente essere distribuita lungo i percorsi pedonali e non concentrata in un unico punto.

Ma la questione fondamentale resta sul tipo di servizio da fare. La città cambia e anche i bisogni dei cittadini; la scuola che era la prima richiesta fatta circa dieci anni fa, non è più così urgente, mentre si fa sempre più pressante l'esigenza di servizi nuovi che siano momenti di aggregazione e confronto tra i cittadini. Un servizio dunque che vista la qualità dell'area, la sua facile accessibilità, non sia solo di zona, ma cittadino, e che tenga presente degli altri servizi già insediati o da insediare. Due obiettivi individuati sono l'esigenza di cultura e di confronto all'interno del mondo del lavoro, tra imprenditori, commercianti, lavoratori e soprattutto in questo ambito deve emergere il problema dell'avviamento al lavoro dei giovani. Per arrivare ad una rapida e concreta individuazione del servizio si è formato un nuovo gruppo, composto dai tre Consigli di zona, e da rappresentanti dell'Amministrazione Comunale, che arrivi con proposte precise ad un convegno delle 3 zone e successivamente ad assemblee con i cittadini.

volti alla attuazione. nell'ambito dello stesso ospedale Melloni e dell'ex Brefotrofio di vere divisioni, con adeguato numero di posti letto, di Medicina interna, di Chirurgia generale, di pronto soccorso e di Rianimazione. Anche su questo punto sarà irrinunciabile il controllo dei tempi, dei fondi e delle scelte qualitative.

Ma il Comitato interzonale è andato ancora più avanti. Con intelligente visione ed un nuovo modo di concepire l'assistenza sanitaria, ha programmato nello stabile dell'ex Bassini, nelle parti più nuove e meno degradate, una serie di strutture socio - sanitarie di quartiere che si pongono in un'ottica veramente moderna per alcuni aspetti. Si è infatti previsto di far attuare nella sede di via Ricordi una guardia medica di pronto intervento, con ambulanze a disposizione, in modo da tamponare i casi di urgenza medico - chirurgica ed inviando successivamente ad un Pronto Soccorso adeguato i malati cui necessita una terapia ed una assistenza più complessa; oltre a questo un poliambulatorio multispecialistico (per visite di varie specialità ed analisi), un centro anti - droga, un centro dialisi, un consultorio femminile, un centro per anziani, la sistemazione di servizi decentrati quali lo SMAL, l'Ufficio di igiene ed il SIMEE di zona 10. La discussione sui particolari di questi punti è evidentemente ancora aperta. Obbiettivz irrinunciabile è però quello che, il Comune di Milano e l'assessore alla sanità Sirtori in particolare, acquisiscano con affittanza lo stabile dell'ex Bassini, dalla Regione che ne è proprietaria fino all'entrata in vigore della riforma sanitaria. E chiaro che per i servizi previsti e più sopra elencati, c'è bisogno di spazio. Non un locale deve essere destinato ad altro o peggio alienato, cioè venduto a privati. Su questo il Comitato interzonale di lotta è irremovibile e tale decisione è stata già comunicata alla Regione ed al Consiglio di amministrazione dell'ente ospedaliero Bassini di Cinisello.

F.A.

vendo addirittura ad avere clienti provenienti da altre città, come Bergamo. Como, Varese. Si vedono spesso alla luce del giorno persone

che si bucano nei giardini di via Morgagni, andando poi alla fontanella a sciacquare le siringhe, non curanti assolutamente di quello che accade intorno a loro. La situazione si va facendo insostenibile; sono arrivate molte denunce al commissariato di via Cadamosto, il quale però non può o non vuole intervenire. D'altra parte non si può pretendere di debellare questa piaga con !a sola forza giudiziaria, ma bisogna educare preventivamente i ragazzi nelle scuole, in famiglia facendo conoscere i pericoli mortali di queste scelte. E la gente non deve considerare i drogati dei mostri, emarginandoli ma deve capire, le ragioni per cui questi giovani si bucano, solo cosi potremo sperare di vincere questa piaga della società.

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