Milano domani 15

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MENSILE DI CULTURA POLITICA E ATTUALITA'

Il consultorio: un primo bilancio

Bisogna aumentare il collegamento con la gente e con i lavoratori della zona. Migliorare costantemente il livello del servizio.

L.200

GENITORI E INSEGNANTI UNITI PER RISOLVERE I PROBLEMI DI STRUTTURA E FUNZIONAMENTO

L'occupazione delle elementari di via Umiliati

"Genitori, da due giorni l'attività didattica è stata bloccata come era stato deciso nell'assemblea del giorno 22 novembre, ma manca ancora una partecipazione reale di voi tutti".Il volantino, distribuito il 28 novembre dai Genitori democratici della scuola elementare di via Umiliati. diceva proprio così, rimarcando la necessità che le famiglie partecipassero alla mobilitazione o-perlomeno alla discussione che da intere settimane impegnava gli "addetti ai lavori". "Questa non è una lotta di parte ma è stata iniziata e viene portata avanti per migliorare le pessime condizioni a cui sono soggetti i nostri tigli". Cosa è successo dunque nella scuola elementare perché accanto all'annuncio di una occupazione venissero lanciati questi accorati richiami ai genitori?

Il tutto nasce dalla carenza di aule per i bambini delle elementari. Il gonfiamento del numero di famiglie, e la non sufficiente disponibilità di aule, provocano anche all'inizio di quest'anno disagi e difficoltà per la messa in moto dell'attività didattica. Con un questionario distribuito alle famiglie non certo perfetto per chiarezza, le autorità scolastiche propongono due soluzioni: trasporto dei 130 bambini "in eccedenza" in altre scuole della zona o doppi turni in via Umiliati. Passa a maggioranza la seconda proposta, che a molti genitori pare migliore per la continuità didattica e per le minori difficoltà "logistiche". Più tardi si saprà che alcuni cittadini scelsero la seconda soluzione senza aver avuto la possibilità di vagliare bene cosa si intendesse per trasporto (naturalmente collettivo) degli alunni. Probabilmente a vantaggio dei doppi turni ci fu anche l'incertezza e i contrasti a proposito di quali dovessero essere le classi destinate in altri edifici.

Fare un primo bilancio dell'attività del Consultorio può forse apparire azzardato, tuttavia ci sembra indispensabile correre questo rischio per fare alcune considerazioni che rappresentino un contributo ad orientare il suo futuro funzionamento.

Innanzitutto vediamo quanti cittadini hanno richiesto le prestazioni del servizio. Disponiamo finora, della situazione esatta relativa ai mesi di Ottobre e Novembre. In questi primi mesi sono stati fatti 267 colloqui con 136 persone (133 donne, 3 uomini) delle quali 98 residenti nel-

la zona 13. Per la maggior parte si è trattato di casalinghe (65), operaie (258, impiegate (21), mentre molto pochi sono stati i giovani (solo 6 studentesse). Così la richiesta di prestazione è stata quasi totalmente rivolta alla contraccezione (108), mentre il controllo della gravidanza è stato effettuato in 8 casi e solo 2 casi presentavano una richiesta di intervento prematrimoniale e sessuologico. I casi di disaccordo familiare presi in esame sono stati infine quattro solamente, e le richieste di intervento dello psicologo sono state in totale

11. Dai dati brevemente esposti risulta chiaramente che il Consultorio, pur lavorando quantitativamente in modo soddisfacente, deve tuttavia essere "orientato" in relazione al tipo di prestazione da erogare. Se infatti la contraccezione deve essere una problematica da trattare con priorità, è evidente che non deve diventare la sola. L'assistenza prematrimoniale e alla coppia, la problematica sessuologica e della "terza età", il controllo delle gravidanze "a rischio" e la Adriano Zagato ( segue a pag. 2 )

Senonché, iniziato l'anno scolastico, i doppi turni si rivelano difficoltosi ed improduttivi anche per una carenza di organico negli insegnanti. Per il 22 viene fissata una prima assemblea di genitori e insegnanti (quella a cui fa riferimento il volantino) in cui vengono discusse le difficoltà della scuola, dando inizio alla mobilitazione: per il 29 viene decretata una occupazione contro i doppi turni, per sollecitare un'immediato vizio dei lavori per le dodici aule della scuola prefabbricata. per il restauro di alcuni locali pericolanti in via Umiliati, per la manutenzione e la ripulitura dell'edificio di Monluè, per ottenere altri insegnanti e personale non docente oltre ad altre rivendicazioni. La protesta di genitori e insegnanti viene anche riportata sulla stampa cittadina, e si tenta di far partecipare nella discussione i numerosi genitori che ne sono invece rimasti lontani. "Martedì hai perso un tuo sacrosanto diritto di esprimere il tuo giudizio in merito alla lotta intrapresa", dice un altro volantino, distribuito a cura deli'assemblea permanente Genitori - Insegnanti. Anche questo invito, non ottiene grandi risultati. Novità vengono invece da una delegazione di ritorno da un incontro con l'Assessore all'Educazione Sangiorgio: per ottenere gli insegnanti c'è già stato un interessamento presso il Proveditorato, per l'inizio delle nuove aule delle Paolo Zucca ( segue a pag. 2 )

Spendere bene i soldi dei cittadini

Alcune proposte per la sistemazione e l'utilizzo delle cascine Case Nuove, Villa Landa„ Taverna e Monluè.

Qualcosa comincia a muoversi sul problema della sistemazione e dell'utilizzo delle cascine della nostra Zona.

Una proposta è partita dalla Facoltà di Agraria dell'Università di Milano. L'attuale orto botanico sito nella zona di Brera non dispone di una superficie sufficiente per svolgere la propria funzione. Inoltre tale area potrebbe venire meglio sfruttata come verde pubblico a favore della cittadinanza in una parte della città ove tale servizio è completamente inesistente. E stata individuata un'area nel Parco Forlanini che potrebbe essere utilizzata come orto botanico. Si tratterebbe dell'appezzamento di terreno, delimitato tra la Via Corelli ed il Centro Saini, sul quale ci sono le cascine Case Nuove e Villa Landa.

L'impegno dell'Università sarebbe quello di sistemare le due cascine e di creare l'orto botanico che rimarrebbe però aperto al pubblico. Sono sorti ora dei problemi di tipo burocratico, per cui questa proposta è per il momento bloccata. Resta comunque da fare una valutazione sulla validità di tale scelta. Infatti, in quale modo si realizzerà l'apertura alla popolazione di tale struttura? Sarà forse dato un libero accesso alla visita delle varietà botaniche

che si creeranno. Spazi verdi notevoli saranno però sottratti all'utilizzo come campi gioco, luoghi di sosta e svago per le famiglie. Le cascine saranno si ristrutturate, ma con evidenti finalità di tipo didatticoscolastico e perciò non saranno certo facilmente usufruibili da parte della popolazione. Per quanto riguarda la cascina Taverna, l'Assessore al Demanio del Comune, Giulio Polotti, ha presentato un preciso progetto di ristrutturazione. Un collezionista milanese di opere d'arte contemporanee sarebbe disposto a donare al Comune la raccolta di sua proprietà, a condizione che trovino ospitalità in una mostra permanente di proprietà Comunale. La cascina Taverna, ubicata nel Parco Forlanini a ridosso del viale Forlanini ed in vicinanza all'aereoPorto di Linate, sembrerebbe rappresentare una soluzione ideale per ospitare una mostra che dovrebbe costituire un polo di attrazione a livello nazionale ed internazionale. li progetto presentato ed illustrato in Consiglio di Zona dallo stesso Assessore Polotti, prevederebbe la ricostruzione della cascina ed un suo ampliamento con l'aggiunta di un'ala nuova. La spesa prevista di circa 1,5 miliardi non dovrebbe essere a carico del Comune

bensì della Regione o dello Stato. Tale operazione rientrerebbe nella politica di "decentramento culturale" che la nuova Giunta intende perseguire.

Anche su questa iniziativa ritengo però dobbiamo fare alcune considerazioni e porci degli interrogativi.

Questo tipo di proposta deve es-

sere ritenuta veramente valida nell'ambito del cosidetto decentramento culturale? La popolazione cittadina potrà rimanere coinvolta o non si tratterà di un'iniziativa che, abbracciando un interesse più vasto dell'area culturale cittadina, potrebbe portare al risultato di escludere quelle fasce di popolazione che, si

dice, dovrebbero essere invece le più interessate a questa operazione? Chi ci assicura che, dietro a questa operazione. non si nascondano interessi commerciali di valorizzazione o di lancio di artisti stranieri attualmente poco conosciuti?

Inoltre, e ciò vale anche per il progetto di orto botanico prima segnalato, questo tipo di ristrutturazione si ritiene valida agli effetti di una valorizzazione e di un migliore utilizzo del Parco Forlanini? Non potrebbe poi solamente risolversi nel sottrarre altre aree e strutture ad un diverso e più articolato utilizzo da parte dei cittadini milanesi?

Si ha presente ciò che è accaduto quando è stata sottratta quella bella fetta di Parco Forlanini per consentire la realizzazione del Centro sportivo Saini? Centro Saini che. per inciso. doveva sorgere, con l'impegno di aprirlo a tutta la popolazione e non certo riservarlo all'uso esclusivo di Società e Club privati, come attualmente risulta? Veniamo infine alla cascina Monlué. L'Unione Artigiani si è dichiarato disponibile ad utilizzare il borgo Munlué per l'inserimento di alcune Diego Giovanotti ( segue a peg. 2

In edicola il 15 del mese (luglio e agosto esclusi) ANNO III - n. 10 DICEMBRE 1977
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Cascina Taverna. La parte contornata indica il nuovo ampliamento proposto.

vita del decentramento)

Riportiamo di seguito le decisioni più importanti prese dal nostro Consiglio di Zona nel corso delle riunioni di novembre.

Consiglio di zona, 3 novembre

Il CdZ non ha potuto deliberare per mancanza di numero legale (presenti 9 consiglieri su 20); si è comunque proceduto all'analisi dei seguenti punti:

- Assenso a tenere il 18 novembre la Conferenza di zona sul Distretto scolastico.

- Approvazione all'unanimità di un ordine del giorno di condanna degli attentati terroristici e della violenza politica.

- Discussione sulla ristrutturazione del trasporto pubblico a Ponte Lambro.

10 novembre

Esame del progetto di utilizzo della cascina Taverna situata all'interno del parco Forlanini. Alla presenza dell'Assessore al Demanio, Giulio Polotti, si è presa in esame la possibilità di ristrutturare la cascina Taverna per consentire l'apertura di un Museo di Arte contemporanea.

L'azione del Consiglio di zona si sviluppa soprattutto attraverso il lavoro delle sue Commissioni, delle quali tutti i cittadini possono far parte. Di seguito rendiamo nota la loro attività del mese di novembre.

Commissione urbanistica, 31 ottobre

- Esame dei problemi di Ponte Lambro sollevati dai rappresentanti del Comitato Rionale Unitario

7 novembre

- Parere favorevole alla installazione di una cabina telefonica

della SIP in viale Ungheria.

- Analisi delle possibilità di sistemazione dell'area adiacente

Il lotto 64 di via Salomone.

Commissione educazione, 2 novembre

- Analisi della situazione complessiva delle scuole della zona per l'anno scolastico 1977-78

- Analisi dei problemi urgenti da affrontare nella scuola media di Ponte Lambro.

- Organizzazione della Conferenza di zona sul Distretto scolastico

9 novembre - Parere favorevole sulle nuove tabelle dietetiche per la refezione scolastica.

- Incontro con le Associazioni dei genitori in preparazione delle elezioni scolastiche

Commissione Cascine, 27 ottobre

- Analisi del piano di recupero delle Cascine, con particolare riguardo alla sistemazione della cascina Taverna a Museo di Arte contemporanea.

8 novembre

- Esame della possibilità di utilizzo della legge sulla occupazione giovanile per il piano di ristrutturazione delle cascine.

Commissione Assistenza e Sanità, 4 novembre

- Analisi delle possibilità di apertura dell'asilo - nido di via Meleri.

14 novembre

- Incontro con gli operatori sociali e sanitari della zona

DALLA PRIMA PAGINA

consultorio

15 novembre

- Organizzazione dell'assemblea popolare del 2 novembre sui problemi degli anziani.

29 novembre

Analisi della grave situazione creatasi alla Clinica "Le 4 Marie"

Commissione Manutenzioni, 28 ottobre

- Verifica della situazione delle strade, giardini e scuole della zona.

Commissione Casa, 28 ottobre

- Esame del cattivo funzionamento della VI Commissione zonale dell'IACP.

11 novembre

- Parere negativo al temuto scioglimento della VI Commissione zonale dell'IACP

- Analisi dei danni causati ad appartamenti dello stabile comunale di viale Ungheria 11 per lavori di manutenzione.

Commissione Caro - vita e Occupazione, 31 ottobre

- Preparazione dell'incontro con i giovani iscritti nella lista speciale di collocamento della zona

13 4 novembre

- Valutazione dell'incontro con l'Assessore Baccalini in merito al Centro commerciale per Ponte Lambro.

14 novembre

- Valutazione dell'incontro con l'Assessore Polotti per preparare l'assemblea con i giovani iscritti nella lista speciale di collocamento della zona.

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funzione dello psicologo: tutto ciò deve trovare maggior spazio nell'attività quotidiana del nostro Consultorio. Per raggiungere questo obiettivo è però necessario che il Consultorio si colleghi di più con i quartieri, in particolare con quelli in cui la disgregazione sociale è maggiore (per Ponte Lambro ad esempio si è già cominciato a fare qualcosa, ma molto ancora resta da lavorare). Allo stesso modo deve allacciarsi un rapporto stretto con le fabbriche della zona, soprattutto con quelle in cui numerose sono le donne occupate. In relazione a ciò dobbiamo denunciare l'atteggiamento arretrato e repressivo della direzione della Ricordi di via Salomone 77 che, col pretesto di un'interpretazione restrittiva dello "Statuto dei lavoratori", ha proibito un'assemblea che già avevamo

fissato per 1'8 novembre scorso (pubblichiamo di seguito la protesta del Consiglio di fabbrica della Ricordi).

Oltre a questi aspetti è necessario riaprire al più presto il confronto con le forze politiche e sociali per arrivare alla formazione del Comitato di gestione del Consultorio. In questo organismo desideriamo siano rappresentati tutti, laici e cattolici, senza esclusioni preconcette ma anche senza prevaricazioni: per raggiungere questo obiettivo, senza fratture dannose, è però necessaria la collaborazione e la buona volontà di tutti.

Molti problemi quindi sono ancora irrisolti, compreso il costante aumento qualitativo delle prestazioni, che, sia pure già molto soddisfacente, deve ulteriormente migliorare perchè i cittadini della zona 13 non vogliono neppure lontanamente ricordare, entrando nel Consultorio di via Meleri, ciò che succede negli ambulatori dell'Inam.

In data odierna è stato richiesto alla Direzione Ricordi di Mettere a disposizione delle Maestranze un apposito spazio per comunicazioni inerenti a notizie culturali, mediche, sportive etc. ovvero uno spazio da usare per tutte le informazioni di carattere non sindacale.

La risposta è stata negativa, per cui si rende noto che dalla data in calce tutte le affissioni arbitrarie fatte sulla bacheca sindacale saranno tolte senza preavviso. Si rende noto inoltre che l'assemblea di domani è stata rimandata a data da stabilire perchè la Direzione non consente l'ingresso in fabbrica a persone estranee alla stessa. (Ginecologo e psicologo)

Non potendo per incompetenza effettuare la sopra citata assemblea si studierà il modo di informare le persone interessate con volantini e materiale vario che chiederemo al consultorio di zona.

Il Consiglio di fabbrica a nome di tutti i dipendenti deplora l'atteggiamento della Direzione sia per l'arretratezza con cui viene gestito il contraddittorio sia nel contribuire a mantenere la conflittualità permanente.

Consiglio di fabbrica Ricordi

elementari Umiliati

elementari c'è l'aggiudicazione dell'appalto ma non ancora il benestare del Tribunale Amministrativo Regionale che comunque dovrebbe fare avere il permesso nel giro di poche settimane. Per la rimessa in ordine della elementare di Monluè, sorgono invece difficoltà burocratiche.

Si arriva quindi all'assemblea in via Umiliati con la stessa Sangiorgio (mercoledì 7 dicembre) in una situazione in parte chiarita, anche se alcuni genitori avanzano dubbi sulla reale volontà di dare inizio ai lavori della nuova scuola. "Se noi accettiamo adesso i disagi dei doppi turni o del trasporto, chi ci assicura poi che l'anno prossimo non ci ritroveremo nell'identica situazione?"

A questa, ed ad altre domande, qualche risposta è stata data nel corso dell'assemblea della quale tuttavia non siamo in grado di parlare per motivi tipografici. Riprenderemo pertanto il discorso nel prossimo numero.

i soldi dei cittadini

"botteghe" artigianali. La proposta si ritiene interessante anche se penso debba essere verificata in modo approfondito. La mia perplessità deriva dal dubbio della validità commerciale che riveste questa operazione. Qualsiasi attività commerciale, e quella artigianale non può evidentemente sottrarsi alle leggi di mercato, si regge su un supporto costituito da collegamenti con le forze produttive e sociali nella zona in cui opera. Lo svilupparsi e l'intrecciarsi di questi collegamenti non si improvvisa, richiede tempo e devono inoltre innestarsi su di un "habitat" favorevole a queste iniziative.

Se non si riesce prima a creare un movimento d'interesse della popolazione verso Monlué, si corre il rischio d'impostare iniziative già destinate a fallire sul nascere. Ritengo valida la proposta a condizione che. prima si cominci a rendere fruibile, adattandolo sia pure in modo sommario, il parco Monlué, la cui superficie totale ammonta a parecchi ettari. Nella misura cioè che un maggior flusso di popolazione comincia ad utilizzare il parco, si accentua l'interesse per il Borgo ed iniziative più impegnative possono essere intraprese con maggiori probabilità di. successo.

A queste proposte bisogna ora

dare delle risposte. C'è da sperare che non si decida, con troppa disinvoltura, nella sede di qualche Assessorato dietro la spinta di ragioni più o meno valide di fretta od altro. Prima di prendere decisioni che condizioneranno molti aspetti della vita, delle attività, dell'utilizzo del tempo libero degli abitanti della Zona e della città. Bisognerà che le perplessità e i nodi che ho sollevato vengano sciolti.

Attraverso un'Assemblea Popolare, la popolazione deve quindi venire sollecitata ad esprimersi su questi temi.

Mi rendo conto che questo mio sommario esame, permeato da un certo scetticismo, potrebbe scoraggiare altre proposte ed essere accusato di non contrapporre altre valide soluzioni. Vorrei però precisare che la Commissione Cascine del Consiglio di zona, oltre a vagliare tutte le proposte, sta impostando un piano globale di sistemazione del Parco Forlanini e Monluè imperniato sull'utilizzo dei giovani nel contesto della legge sull'Occupazione Giovanile.

Il Piano è appena abbozzato e richiede numerose verifiche a livello sindacale, giuridico, comunale, professionale, ecc. Nel prossimo numero spero di essere in grado di dare maggiori delucidazioni approfondendo le relative proposte.

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Consultorio e SIMEE Dal 1° ottobre funziona il Consultorio di via Meleri 20. Per informazioni e per richiesta di appuntamenti telefonare al 7387098 dalle 9',30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18. Telefonare allo stesso numero per comunicare con gli operatori del SIMEE (Servizio di Igiene mentale per l'età evolutiva).

NON SOLO I GIOVANI CONTESTANO

Vivaci reazioni sul servizio anziani da parte di alcuni abitanti di via Salomone

Venerdì 2 dicembre, nella sala parrocchiale della Chiesa di via Zama, i rappresentanti del Consiglio di Zona dovevano discutere con la popolazione l'uso delle uniche strutture pubbliche nel lotto 64 di via Salomone.

Il programma è di farne un centro per la popolazione anziana, con la presenza del medico, dell'infermiera, dell'assistente sociale, destinando un ambiente agli anziani, perchè possano ritrovarsi durante il giorno. Di fronte ai dubbi del Comune, il Sindacato Pensionati ed il Consiglio di Zona si erano a lungo battuti per questo servizio. Il Comune diceva che in Zona 13 ci sono solo 5.000 anziani, molti meno perciò che in altri quartieri di Milano, ma il Consiglio di Zona aveva ricordato che nella zona 13 gli anziani sono molto più isolati che altrove e quelli di via Salomone, in particolare, hanno perso qualsiasi punto di riferimento comune, dopo il trasferimento nelle nuove case IACP e l'abbattimento della "Trecca". Ci si poteva anche accontentare di un numero di operatori sociali

ridotto, perchè si sarebbe cercato di muovere, intorno al progetto e sotto la guida del personale esperto, anche gruppi di volontari. Ma nella sala della Chiesa di S. Galdino questi progetti sono andati miseramente in pezzi, tra fischi, urla e dissensi. Sala riunioni? Medico? Assistente sociale? In mezzo alla massima confusione una decina di pensionati, sotto la guida decisa di 4-5 persone, che tutto erano salvo che anziani, ha decisamente respinto il progetto, reclamando invece che i locali siano dati al sig. Capriulo, che da anni gestisce in via Zama un negozio di alimentari e che ora si trova tagliato fuori dai suoi clienti, con la minaccia che il suo negozio venga abbattuto, come il resto del quartiere. Una giovane sostenitrice, anch'essa commerciante, ha letto tra gli applausi un "proclama" dello stesso Capriulo, che promette alimenti a credito, servizio domiciliare agli anziani (se sarà possibile), prezzi concorrenziali, E gli altri anziani del quartiere (377 in via

FACCIAMO CHIAREZZA SUGLI ZINGARI

Come è facile confondersi!

Non è per monotonia che ritorniamo ancora una volta sull'argomento nomadi ma perchè spinti da fatti che intendiamo chiarire. I negozianti della zona Bonfaldini-Ungheria hanno denunciato a più riprese al nostro giornale i vari atti di scorrettezza e delinquenza commessi da alcuni nomadi.

Di conseguenza ci siamo impegnati, a seguito delle molteplici lamentele, ad andare a fondo di tutto ciò; così abbiamo interpellato sia Padre Martinoni dell'Opera Nomadi, che si occupa della gestione del campo, sia il Presidente del Consiglio diZona. Dalle notizie da loro forniteci ci siamo resi conto che esiste un grossolano malinteso, a volte sincero a volte voluto, fra gli abitanti. Infatti, oltre al campo dei nomadi, del quale ci eravamo occupati nel precedente numero di "Milano domani", ne esiste un'altro numericamente inferiore, situato in Via SalomoneBonfadini, composto da nomadi a permanenza non continuativa, che periodicamente vanno e vengono, e che di conseguenza non hanno nessun interesse a rispettare le regole di una civile convivenza.

È a questo punto che nasce l'equivoco: infatti si sono confusi i due campi non facendo distinzione fra nomade e nomade, ma giudicando solo per appartenenza etnica.

Tutto ciò non toglie comun-

que che l'attuale situazione di disagio nella zona sia notevole e si rende quindi necessario prendere seri provvedimenti nei confronti di questo secondo campo abusivo. Tuttavia un intervento è possibile solo se esistono due fattori: che il campo sia liberato e che appartenga al Comune.

Per poter raggiungere in questo momento il primo obiettivo si dovrebbe o ricorrere alla forza, che però consideriamo inopportuno, o ottenere un'ordinanza di sgombro, difficilmente concessa se non per motivi di estrema gravità (es. questioni igienico-sanitarie), oppure, e questa è la soluzione auspicata dal Consiglio di zona, aspettare che il campo si liberi delle ultime carovane e subito intervenire utilizzando quest'area per altri scopi impedendo così ogni ulteriore possibilità di nuovi accampamenti. Nel caso però che il campo appartenesse a privati anzichè al Comune questa soluzione non sarebbe attuabile.

Già in passato si è verificato un caso analogo per un campo posto tra via Salomone e Piazza Ovidio, attorno al quale, dopo la partenza delle ultime roulotte, furono costruiti degli argini con terra portata allo scopo di evitare che questa area finisse per diventare il ricettacolo di ogni sorta di nomade vagante per Milano.

Salomone e 1.500 in via Ungheria)?

Certo chi più grida più sembra aver ragione e non è di poco conto che anche don Giancarlo battesse le mani a chi era focosamente sceso in campo a difendere gli anziani nel loro "diritto" ad avere un negozio sotto casa.

Ed il Consiglio di Zona come reagirà di fronte all'insuccesso che il suo progetto ha incontrato nella riunione del 2 dicembre? Rinuncerà a dei locali pubblici, per darli ad un privato? Cercherà di conoscere anche l'opinione di chi taceva o di chi non è venuto all'assemblea?

Certamente la riunione ha messo in rilievo come sia importante che accanto alle case vengano inseriti i servizi e che il centro commerciale non è meno importante del resto.

Gli stessi abitanti del quartiere, come ha ricordato uno di loro. D'Amelia, non avevano dato molto peso a questo fatto, quando avevano discusso il progetto con l'IACP. Allora i punti di ven-

dita di via Mecenate, p.za Cartagine ed Ovidio erano sembrati vicini. Si tratta ora di vedere se la distanza è veramente eccessiva o se la reazione del 2 dicem-

bre s'inquadra solo nel disagio di dover cambiare strada ed abitudini.

O. de f.

Aumentare i poteri dei Consigli di Zona

Il parere dell'Assessore Antonio Taramelli

Fare un bilancio dell'attività svolta fino ad oggi dai Consigli di zona, non è certo un compito facile. I temi che sono stati affrontati in centinaia di riunioni ed assemblee pubbliche sono numerosi: dalle osservazioni al nuovo Piano Regolatore, all'applicazione della legge per il preavviamento al lavoro dei giovani. ai consultori, allo sport, alla scuola o ai trasporti pubblici e molti altri ancora, segno inconfutabile della vitalità che anima questi organismi. I dati di cui attualmente disponiamo dimostrano come la partecipazione dei cittadini sia tutt'altro che diminuita. Durante i primi nove mesi di quest'anno, il numero totale di riunioni effettuate a Milano è stato di 3.233 contro le 2.187 dell'anno precedente, mentre la partecipazione è cresciuta, sempre nello stesso periodo, da 31.889 presenze nel 1976 a 40.810 nel 1977. Anche se ciò non può ancora soddisfarci, resta comunque un sintomo di come stia crescendo l'interesse della popolazione intorno ai Consigli di zona che, pur tra inevitabili difficoltà, stanno trasformandosi in reali strumenti decentrati di vita politica, culturale e amministrativa. Un salto di qualità deriverà dall'acquisizione effettiva del nuovi poteri decisionali previsti

nel nuovo regolamento recentemente approvato, poteri legati all'elezione diretta dei Consigli dì zona. In questo senso preoccupa non poco l'Amministrazione Comunale la discussione in corso in Parlamento per il rinvio delle elezioni amministrative che rischiano di far ritardare le elezioni dirette dei Consigli di zona fino al rinnovo del Consiglio comunale. In proposito, l'Assessore al decentramento Antonio Taramelli ci ha rilasciato un'intervista in cui afferma che "non è possibile ritardare ulteriormente l'acquisizione dei poteri da parte dei Consigli di zona rimandando le elezioni dirette fissate per la prossima primavera. Per questo siamo intervenuti presso i parlamentari affinchè il decreto venga modificato in alcune sue parti o perchè sia introdotta una norma transitoria che affidi ai Consigli di zona i poteri decisionali riconosciuti ai Consigli eletti".

Con questa prospettiva, l'Amministrazione comunale si sta

nuovendo per rinnovare le delibere che già affidano ai Consigli numerosi settori di intervento diretto, come ad esempio le manutenzioni, la refezione scolastica, il trasporto alunni ed altri, oltre a quelle riguardanti le strutture socio-sanitarie, la cultura e lo sport, previste nel nuovo regolamento. Prosegue inoltre lo spostamento del personale tecnico ed amministrativo nella logica del decentramento della macchina Comunale.

"Ma per questo è assolutamente necessario — afferma l'Assessore Taramelli — che i Consigli di zona abbiano non solo la possibilità di esprimere pareri, ma di decidere".

Nella tabella che pubblichiamo sono riportati i dati riguardanti il numero di riunioni ed assemblee pubbliche effettuate dal nostro Consiglio di zona e la partecipazione ad esse dei cittadini.

m. C.

Riunioni Cons. di zona Commis. Assemblee pop. n 19 155 12

persone presenti 759 1059 1240

I dati riportati si riferiscono al periodo gennaio - ottobre 1

3 (1411tiOzona13

ACCESO AL CONSIGLIO DI ZONA

Venerdì 11 novembre si è svolto al Centro Civico di Viale Ungheria un pubblico dibattito sul problema della droga nella nostra zona. La richiesta di quest'assemblea, partita dal Consiglio di Zona, è stata concordata con tutti i gruppi giovanili, Circoli Giovanili compresi.

Le polemiche che non sono certo mancate, sono state soprattutto dovute all'atteggiamento ostile di questi ultimi giovani nei confronti del Consiglio di Zona, in quanto istituzione, e delle altre organizzazioni giovanili, che nel caso specifico erano rappresentate solo dalla F.G.C.I. e da Comunione e Liberazione. Queste organizzazioni erano ritenute, credo, non in grado di conoscere, e quindi sentire come propri, i problemi che sono poi di tutti i giovani e quindi anche dei molti purtroppo non presenti quella sera al Centro Civico.

Il dibattito è proseguito a lungo sulla scia di queste contrapposizioni. Non sono però mancati anche spunti sui quali noi tutti dovremmo riflettere. Vediamoli attraverso gli stralci di alcuni interventi.

Secolido Ermanno quello della droga è un problema che sentiamo tutti, non si tratta però di un problema a se stante, in quanto coinvolge i giovani soprattutto coloro che non sono inseriti nella società e nel quartiere in cui vivono. Occorre perciò dare ai giovani degli spazi alternativi, facendo ad esempio funzionare il Centro Sociale occupato, dare loro insomma uno spazio per realizzarsi.

"La risposta a questo proble-

ma non può essere data in questa serata, dice Ornella, è però necessario che la riflessione su questo tema venga approfondita dai giovani e da cittadini della zona. I terreni di intervento possono essere due: si tratta di fare uno sforzo maggiore per dare degli spazi alla creatività e al bisogno di partecipazione dei giovani, e in questo senso deve svolgere un ruolo preciso lo stesso Consiglio di Zona. Non va neppure accantonata l'esigenza di dare assistenza e informazione al tossicomane, e in questo senso può essere presa in considerazione la proposta di un

collegamento con il Consultorio della nostra zona".

"Innanzi tutto in questa assemblea, afferma Stefano, non c'è nessuno di quei drogati che si dovrebbero "salvare". È sbagliato venire qui, parlare di droga e discutere di come dare un aiuto valido a chi sta peggio di noi. Come possiamo aiutarli se siamo anche noi malati? Lo "spinello" una volta era un mezzo per comunicare con gli altri, ora non lo è più. Se fumo sto male, come sto male quando mi sento impotente e non riesco a lottare e a ribellarmi. Il Padrone ti ruba il corpo e il cervello e

ribuna aperta)

CONSIDERAZIONI DOPO L'ASSEMBLEA SULLA DROGA

quando non fai nulla di produttivo ti senti come se non valessi niente, allora non ragioni, non discuti".

"Ci sono tanti modi per drogarsi, dice Giuseppe, io lo faccio con la politica, è anche questo un modo per evadere, anche se certamente più costruttivo. Occorre tener presente una cosa: se stasera siamo qui a discutere di questi problemi è perchè è lo Stato che ce ;i pone davanti anche se poi non li risolve".

"È comunque necessario andare ad un'analisi complessiva del fenomeno, dice Giuliana, in quanto la droga non è che un

aspetto di una crisi molto più profonda che coinvolge la società tutta.

Questa assemblea non deve quindi essere un convegno, un momento conclusivo, devono però essere fatte delle proposte precise. Certo non basta un'assemblea, come non basta un centro di informazione per risolvere il problema, però non servono nemmeno le polemiche.

Bisogna coinvolgere gli altri giovani, quelli che si drogano in mille altri modi, e che stasera non sono qui.

Dobbiamo muoverci per pesare di più, occorre quindi in questo senso un giusto modo di rapportarsi al Consiglio di Zona, pur mantenendo dei momenti di azioni autonomi".

Come ha detto in seguito un'altra ragazza, ciò che occorre è quindi soprattutto creare dei momenti alternativi per evitare che un giovane si droghi, bisogna insomma cercare di capire perchè arriva a compiere un simile gesto.

Dobbiamo rincontrarci tutti al più presto: è stata la proposta di un ragazzo. La si è accettata.

Questa forse l'unica conclusione a cui si è giunti, ma è certamente anche la più importante. Sentire il bisogno di ritrovarsi vuol dire che tutto sommato non è stata una serata inutile, non sono state spese belle parole per poi andarsene ciascuno per la propria strada. Ci si è scontrati, sono state fatte critiche e autocritiche, forse in questo modo si è sgombrato il campo per dare il via ad una futura collaborazione.

Ce lo auguriamo.

LETTERA APERTA Al "GRUPPI"

L'assemblea che si è svolta in Consiglio di zona 1'11 novembre sul tema della droga, mi ha spinto a fare alcune riflessioni sul comportamento e sulle critiche portate dai giovani della sinistra extraparlamentare. Seppure con sfumature differenti, sia nei toni che nei contenuti, ciò che è scaturito dai loro interventi è la sfiducia nelle istituzioni e nei partiti e quindi la contrapposizione preconcetta verso ogni iniziativa da essi presa. Non mi riferisco qui agli interventi di Giuseppe definiti da alcuni, "pittoreschi„ che a mio parere però denotano la mancanza di idee e di proposte concrete.

E stato detto che in queste sedi si consuma un rito burocratico in cui ogni partito, mediante i suoi rappresentanti, esprime la propria opinione seguendo un copione già concordato, che non lascia spazio al contributo personale ed alla critica.

Queste considerazioni, che peraltro io giudico strumentali,

esprimono effettivamente una preoccupazione che esiste. Il rischio che questi organismi istituzionali si trasformino in strumenti burocratici può infatti manifestarsi se viene a mancare la partecipazione attiva dei cittadini che fino ad oggi hanno dimostrato un grande interesse e un grande desiderio di diventare protagonisti. Per questo, a mio parere, è proprio chi rifiuta il confronto all'interno delle istituzioni che si fa complice di coloro che vogliono svuotare la democrazia di ogni suo contenuto, e sappiamo che costoro stanno sempre "a destra".

Forse alcuni errori sono stati commessi, ma essi nascono dalla volontà di andare avanti e quindi, compito di ogni cittadino sinceramente democratico è quello di impegnarsi perchè essi, se vi sono, vengano superati.

Non si può certo favorire la democrazia con argomenti ambigui come quelli di chi afferma di voler sostituire la rappresentan-

za di partito per lasciare che siano i cittadini ad esprimersi senza condizionamenti, quando chi parla è esso stesso un rappresentante di partito.

O quando si pone come pregiudiziale la non partecipazione dei giovani di C.L. e delle organizzazioni cattoliche verso le quali si usano argomenti offensivi spesso privi di consistenza politica, senza comprendere la differenza che esiste tra ciò che di negativo rappresenta la D.C. come partito di potere e ciò che vive al suo interno, la realtà popolare su cui indiscutibilmente poggia, seppur con posizioni diffidenti dalle nostre e con le quali spesso ci scontriamo, per modificare questa società.

L'atteggiamento assunto dai gruppi estremisti deriva secondo me, dalla contraddizione di chi è convinto che solamente abbattendo questa società è possibile vincere le contraddizioni che in essa esistono e per questo rifiuta di confrontarsi in

modOcostruttivo con i problemi.

L'esperienza dimostra al contrario che lottando con coraggio e senso di responsabilità all'interno delle istituzioni si pongono le basi per una trasformazione democratica, che certamente sarà lunga e faticosa, ma che porta ad una nuova società. E ancora nella convinzione che è rivoluzionario chi si oppone, chi non scende a "compromessi" e lotta per abbattere lo Stato, mentre in realtà vero rivoluzionario è colui che con la sua politica fa compiere grandi conquiste alle masse popolari e le fa avanzare realmente verso una nuova società.

Per questi motivi si rifiuta il confronto e si critica la politica unitaria cercando invece la contrapposizione frontale che il più delle volte porta a fratture insanabili lasciandoci in mano un pugno di mosche. Allora io mi chiedo se veramente la "nuova" sinistra ha il diritto di chiamarsi così, se veramente nuove sono

le speranze e le lotte che porta avanti o se invece sono vecchie e ci riportano a periodi di grandi sconfitte per la classe operaia, e non di vittorie.

Queste mie riflessioni, peraltro incomplete poichè l'argomento richiederebbe un'analisi ben più approfondita, non vogliono avere uno scopo polemico, ma vogliono essere un contributo critico ad una discussione che deve portare al chiarimento e favorire una collaborazione che deve esserci perchè comuni sono i problemi che abbiamo di fronte. Aspetto per questo un contributo.

Mimmo C asucci

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DROGA:
pensiero dei giovani
il

COME E QUANTO SI LEGGE NELLA ZONA 13 "IL CORRIERE DELLA SERA" E "IL GIORNO"

Sotto accusa i giornali

(più la diffusione nelle chiese) 0,5 0,3

Dopo l'articolo sui giornalai, apparso nel numero scorso di Ottobre di "Milano domani", è sorto in seno alla nostra redazione l'interesse per un sondaggio, svolto nelle varie edicole, al fine di verificare quale livello di lettura avesse la zona in cui viviamo. Chiariamo subito che questa iniziativa non è stata dettata da mera curiosità ma perchè consideriamo l'informazione uno strumento di influenza decisiva sulla gente; inoltre la conoscenza della preferenza data ad un quotidiano o ad un'altro ci avrebbe permesso di individuare il livello sia politico che culturale della zona 13. Inizialmente le nostre intenzioni erano quelle di poter fornire un elenco, il più dettagliato possibile, dei quotidiani più venduti giornalmente nelle 11 edicole della zona; purtroppo alcune difficoltà organizzative ci hanno costretti a modificare sensibilmente i nostri programmi originari, di conseguenza più che di numeri parleremo di percentuali.

Come prevedibile il "Corriere della Sera" è il quotidiano più letto, con una vendita che varia dalle 100 alle 200 copie, a seconda delle edicole., Rapportando a 100 il numero delle vendite di questo vediamo in quale percentuale stanno gli altri quotidiani. Iniziamo da "Il Giorno" che raggiunge il 40% delle vendite del "Corriere" seguono a ruota i giornali del pomeriggio ("La Notte," "Il Corriere d'Informazione") con una percentuale del 30%. Per l'Unità (20%) bisogna considerare anche la diffusione domenicale, che nella zona è di 400-500 copie ed i numerosi abbonamenti, fattori questi che aumentano la sua media di un 15% arrivando così globalmente al 35%.

Il discorso è diverso per il "Giornale Nuovo" di Montanelli, totalizzante un 10%; infatti il numero delle copie vendute nel quartiere Forlanini - Monluè è notevolmente superiore a quello venduto nei quartieri Ungheria - Ponte Lambro, fattore questo probabilmente dovuto alla presenza in zona di numerose fabbriche e di un intenso passaggio. La "Gazzetta dello Sport" ed "Tuttosport" si collocano nella graduatoria con il 25%, la vendita però raddoppia al lunedì, per i motivi che tutti conosciamo. In coda all'elenco troviamo la "Repubblica" ed i giornali della "nuova sinistra". la cui vendita è costante in tutte le zone e non raggiunge complessivamente il 5% della vendita del "Corriere della Sera", anche se saltuariamente vengono diffusi alcuni numeri nelle fabbriche. Tutte queste percentuali subiscono alla domenica un aumento del 25% circa. Riflettendo sui dati raccolti la prima considerazione che ci vien fatto di fare è sull'esiguità numerica dei lettori. Con questo non diciamo certamente niente di nuovo, visto che il fenomeno non si verifica solo nella nostra zona ma è generale. Tutti sanno che la penuria di carta ed il conseguente alto costo hanno da anni determinato una crisi nel settore, che potrebbe col tempo pregiudicare il futuro della libertà di stampa che verrebbe sempre più ad essere condizionata dai finanziatori più o meno occulti, del giornale chiamati a coprire gli immancabili passivi. Questa breve considerazio-

ne non è però sufficiente; vediamo quindi di analizzare più a livello sociologico le altre possibili cause di questo grave fenomeno. La crisi del, l'editoria, sulla quale si sono spesi fiumi di parole e si sono fatte le più svariate supposizioni, è un male che continua a crescere vorticosamente, alimentato da colpe che non sono sempre imputabili solo ai lettori, ma anche a coloro che creano l'informazione.

Sotto accusa poniamo innanzitutto il linguaggio che viene normalmente usato. Infatti il giornale non deve essere fatto dai giornalisti per i giornalisti, bensì per un eterogeneo pubblico che va dalla massaia all'intellettuale; non si compra un giornale per vedere come si scrive in un buon italiano, nè per fare esercizio di lettura: ma forse di questo non tutti i giornali sembrano essersene resi conto. Non si può pretendere di invogliare le persone ad una maggiore lettura (anche in senso qualitativo) se i contenuti sono spesso soffocati e resi troppo cerebrali dalle forme. La lettura, sia di un giornale che di un libro, presuppone del tempo, ma spesso la vita nevrotica che il sistema ci impone fa si che spesso la lettura finisca per essere la sua prima vittima, relegandola ai frettolosi ritagli di tempo o dopo una dura giornata di lavoro. Anche la televisione ha dato il suo contributo al calo della lettura dei giornali, conquistandosi una grossa fetta di pubblico col dolce richiamo di facili notizie e senza troppo sforzo, ottenendo così lo scopo di poter filtrare ed interpretare i fatti accaduti. La stampa dovrebbe sforzarsi di capire che la sua sorte non è legata a quella parte di pubblico che già normalmente legge ed è politicizzata, bensì a quella larga fascia che ancora bisogna conquistare,; e per fare ciò è necessario entrare più vivamente nella realtà di tutti i giorni e cogliere più da vicino le esigenze dei lettori. La positività di questa scelta l'hanno colta ad esempio i numerosi giornali locali, sorti un pò ovunque, allo scopo precipuo di fornire ai cittadini uno strumento di giudizio, autonomo, sforzandosi di colmare il vuoto esistente fra essi e le istituzioni. Non si sentano comunque i lettori esentati da questo pubblico "processo"; infatti tutti dovremmo più spesso riflettere su quanto ci viene fornito dall'informazione e trarne tutti i possibili vantaggi, come la possibilità di approfondire la nostra capacità critica ed un'ulteriore verifica di ciò che pensiamo, non sciegliendo il nostro giornale per abitudine, come spesso accade, o perchè non impegna. Non è certo stando seduti in una comoda poltrona alla sera e facendosi fare il lavaggio del cervello da alcuni programmi di "Mamma TV" che si acquista una maggior presa di coscienza verso ciò che ci circonda. Se, come affermava qualcuno, l'uomo è un'animale pensante, usiamo il nostro cervello per gli scopi cui è fatto e non come un imbuto come qualcuno vorrebbe.

Su "Milano domani" del mese scorso abbiamo presentato l'esperienza di alcuni giornali locali della provincia. Il fenomeno della stampa locale infatti sta assumendo una dimensione talmente significativa che anche i giornali nazionali e quelli "specializzati" incominciano ad interessarsi ad esso. Proprio nel mese di novembre su "Prima Comunicazione" (un mensile appunto "specializzato" nei problemi della stampa) è comparso un servizio di ben quattro pagine sul "mercato dei periodici locali" dal titolo: "Sono piccoli, spesso zoppicanti ma sono moltissimi e stanno dalla parte del cittadino". In questo servizio, in cui è citato anche "Milano domani", si fa un primo bilancio dello sviluppo

di questa interessante esperienza e si lancia un appello alla "grande" stampa ad interessarsi ad essa.

L'appello peraltro sembra sia stato raccolto. Prima "Il Giorno" del 3 e 4 novembre, ha pubblicato due articoli dei quali soprattutto il secondo ci è sembrato molto interessante. "Il diario della periferia scritto da mille "cronisti" "titola l'articolo di W. Greco dove si afferma che "la stampa di quartiere si appresta a diventare un fenomeno di primo piano sul terreno della vita pubblica", e dove si riprende, a dimostrazione di come si possa "riportare le polemiche in un più corretto alveo", un lungo brano di articolo di "Milano domani" sul tema degli zingari.

Anche "Il Corriere della Sera" si è poi interessato ai giornali locali, accogliendo il 22 novembre scorso addirittura un contributo del nostro collaboratore Felice Fava (che naturalmente riteniamo di pubblicare per farlo conoscere ai nostri lettori).

L'interesse, sia pure tardivo, della "grande" stampa al nostro lavoro ci conferma nelle scelte che abbiamo fatto, in quanto anche noi siamo convinti, come Wladimiro Greco, che attraverso i giornali locali "è in atto una vasta operazione pedagogica, l'alfabetizzazione politica e civile nei quartieri, lancinati dalla desolazione culturale, dal disorientamento, dalla disperazione".

Sono quindici in provincia e dieci in Milano le testate di nascita recente (con età media di circa due anni), che hanno dato vita alla nuova esperienza del giornale «aperto»; un discorso che, a conti fatti, coinvolge oltre 50 mila lettori.

Gianfranco Petrillo, responsabile di uno di questi periodici, il «gi 15» di Monza, ci dà del fenomeno questa definizione: «Giornale aperto vuol dire una pubblicazione che è strettamente legata alla realtà ed ai problemi locali, aperta al contributo di tutte le forze politiche culturali e a quello dei cittadini democratici». Da chi sono formate le redazioni?

con la vendita militante».

«Nuova Realtà» è il periodico «aperto» di sette Comuni; infatti viene distribuito in 3.000 copie complessive a San Donato, San Giuliano, Melegnano, Carpiano, Vizzolo, Dresano e Colturano, che hanno tutti insieme circa 85.000 abitanti.

«Per questa particolare caratteristica, a volte, sorgono problemi di campanilismo — spiega Emiliano Lottaroli, responsabile della testata —. In questo mensile di 12 pagine c'è una rubrica "notizie dai Comuni" che fa da tramite tra il lettore e l'attività dell'amministrazione. Una decina di persone formano il comitato di redazione, che ha la sua sede in San Giuliano Milanese, e

«La gente collabora volentieri inviando contributi e consigli — dice Pasquale Landro, responsabile —. I problemi locali di maggior interesse che abbiamo trattato sono stati la questione dei prezzi al dettaglio e quelli dell'edilizia collegati a casi speculativi. Ora stiamo affrontando il problema dell'inquinamento (in paese esiste un'imponente raffineria della Shell) e quello dei trasporti in quanto a Pero si calcola un movimento di circa 6 mila pendolari».

Questi giornali «aperti» stanno muovendo i primi passi, ma sono un segno abbastanza concreto di quel decentramento della informazione che finora è mancato.

Negli ultimi tempi hanno fatto molto discutere. «Sono giornali ancora gracili — dice il professor Beppe Colombo, direttore della Biblioteca di Monza — ma senza dubbio credo avranno un loro futuro. Si tratta di periodici sui quali è possibile fare un dibattito; pur avendo una loro linea politica c'è la chiara disponibilità a tutte le forze democratiche».

Felice Fava

GIORNALI DELLA PROVINCIA

GIQUINDICI - Monza

SEGRATE OGGI - Segrate

NUOVA REALTÀ - San Giuliano Milanese

«Ci affidiamo al lavoro.volontario, quindi nelle redazioni sono tutti allo stesso livello, nessuno aveva delle precedenti esperienze giornalistiche. Molti comunque sono i contributi esterni, con differenziati orientamenti politici, dai cattolici all'estrema sinistra per intenderci».

Entriamo nel merito di «gi 15» l'unico, nella panoramica di questi giornali locali, ad essere quindicinale (gli altri sono tutti mensili). Qual'è la tiratura del vostro periodico?

«2.500 copie, di cui 1.000 diffuse in abbonamento, 300 copie vendute in edicola e le restanti

i contributi da parte dei legislatori arrivano soprattutto sotto forma di lettera al giornale».

Raffaele Di Bennardo, coordinatore di «Rozzano Oggi» ci parla di questo mensile. «È di recentissima formazione. Il primo numero è uscito nel giugno di quest'anno con 2.500 copie. Gli abitanti (circa 38 mila) lo hanno accolto favorevolmente anche perchè è l'unico mezzo d'informazione locale».

Anche Pero (paese a ridosso di Milano, che conta 12.000 abitanti) ha il suo giornale «aperto». Si chiama «Peroggi» e viene stampato in 1.500 esemplari.

IROZZANO OGGI - Rozzano (GAZZETTINO DI RHO - Rho

ICORSICO OGGI - Corsico

LA VOCE DEMOCRATICA -

Solaro Limbiate

IL PUNTO - Paderno Dugnano

MUGGIÒ OGGI - Muggiò

PIOLTELLO UNITA - Pioltello

CUSANO DEMOCRATICA -

Cusano Milanino

PEROGGI - Pero

NUOVA SESTO - Sesto

San Giovanni

IL FONTANILE - Cernusco sul Naviglio

GIORNALI DI ZONA DI MI-

LANO

MILANO DOMANI ZONA 13

5 (MANODONAM) zonae)
Il Corriere della sera 100 (indice) II Giorno 40 L'Unità 35 (più la diffusione domenicale) La Notte - Il Corriere d'Informazione 30 Tuttosport 25 (il doppio il lunedì) Gazzetta dello sport 10 (il doppio il lunedì) Il Giornale nuovo 10 La Repubblica 5 Lotta continua, il Manifesto II Quotidiano dei Lavoratori 5 Il Sole - 24 Ore 1,5 L'Avvenire 0,5
La Stampa L'Avanti
La stampa nazionale parla dei giornali di zona
ALTERNATIVE I giornali «aperti» della provincia tentano la via del decentramento nell'informazione r POLIAMBULATORIO VETERINARIO CLINICA CHIRURGIA RADIOLOGIA ANALISI Piazza Insubria ang. Ciceri Visconti 18 Tel.588891 11-12,30/18.20 Dott. BORTOLAMIOL 14,30.16,15 Dott.GASPARINI L VISITE NOTTURNE E FESTIVE JUDO CLUB F.I.L.P.i. - C.O.N.I. KURIHARA Corsi per bambini, donne, uomini tenuti da Maestri Giapponesi Milano - Via Sismondi 34 Tel. 723965 Zona 13 ZONAUNDICI - Zona 11 MILANO DODICI - Zona 12 MILANO DICIANNOVEZona 19 LA NOSTRA REALTÀ - Zona 10 QUARTIERE E POLITICAZona 2 PORTA VENEZIA - Zona 3 IL DIALOGO - Zona 4 IL DICIASSETTE - Zona 17
SONO VENTICINQUE NEL MILANESE LE GIOVANI TESTATE

I dipendenti della Clinica 4 Marie (sono 283 in tutto) si sono rivolti al Consiglio di Zona chiedendo la solidarietà del quartiere di fronte al loro problema: la Clinica, coinvolta nella situazione fallimentare della CEM, ha ottenuto di convenzionarsi alla Regione, ma riceve i soldi con molto ritardo, tanto che i dipendenti da qualche mese non sanno mai quando riceveranno il loro stipendio e, sebbene questo sia poi sempre arrivato, anche se con molto ritardo, temono Sempre che venga bloccato nel futuro. La categoria, inoltre, nella quale è stata messa la clinica (categoria B) è secondo loro inadeguata al servizio da essi offerto e garantisce finanzia-

Minacciata la chiusura del Pronto Soccorso e della Maternità

menti che non permettono probabilmente di mantenere a lungo delle presentazioni adeguate. Per far fronte a questa situazione, ed uscire dall'incertezza e dall'isolamento, una parte del personale minaccia la chiusura dei reparti di maggiore utilità (maternità e pronto soccorso) se la situazione non verrà modificata. Il Consiglio di Zona si è fatto carico d'interpellare la Regione perchè tutti questi problemi vengano chiariti. La Clinica 4 Marie ha 320 posti letto; i reparti sono quelli di chirurgia, ortopedia e traumatologia, ginecologia ed ostetricia, medicina e servizio di pronto soccorso; vi lavorano 23 medici dipendenti e 20 liberi professionisti. Confrontata

con altri centri ospedalieri è considerata una struttura ridotta; inoltre, essendo una clinica privata gode certo di una minore attenzione da parte della Regione che se fosse una struttura pubblica (ed è tutto dire se si pensa alla situazione drammatica ed alla carenza di finanziamenti che già investe gli ospedali). Sarebbe comunque interessante conoscere l'opinione degli abitanti della Zona sulla sua utilità e funzionalità. Che tuttavia essa risulti utile alla zona, in assenza di altre strutture ospedaliere, è stato sostenuto dal Consiglio di zona nel suo documento inviato all'Assessore alla Sanità della Regione.

EVITARE IL DISSERVIZIO E GLI SPRECHI NELL'ASSISTENZA SANITARIA

Verso il convegno sui servizi socio sanitari della zona

L'esperienza di ognuno di noi, allorchè abbiamo avuto bisogno di prestazioni mediche o di erogazioni di assistenza, non si può certo dire positiva. La norma infatti è stata di dover fare lunghe code, dover passare da un medico all'altro, o da un impiegato all'altro, per ottenere autorizzazioni e timbri o firme ''indispensabili" per poter essere visitati.

Poi, magari, la "visita" si risolveva nella prescrizione di una ricetta: ore di perdita di tempo per avere l'attenzione (si fa per dire!) di un medico, per pochi istanti. Su tutto ciò si possono magari anche creare delle storielle divertenti, tuttavia per chi ha realmente bisogno c'è poco da ridere. Se inoltre pensiamo che, in relazione alla gravità di certe situazioni della nostra zona (basta citare Ponte Lambro. le nuove case di Via Salomone, ecc.), il numero di operatori sociali e sanitari non si può certo definire sovrabbondante, risulta evidente che non ci possiamo assolutamente permettere di sprecare energie, di fare duplicazioni di interventi, di non utilizzare a pieno gli operatori disponibili. Sono questi i motivi perchè, attraverso il Consiglio di zona, sono stati organizzati degli

incontri periodici di tutti gli operatori socio-sanitari della zona

13. Si tratta di un'esperienza nuova che si è deciso dovrà diventare permanente perchè l'evidente importanza di quella che si definisce "l'integrazione" dei servizi consentirà, almeno in parte, di superare gli sprechi e i disservizi di cui sopra si è fatto cenno. D'altra parte la nostra zona incomincia ad essere dotata di una serie di servizi che prima non aveva: sono queste alcune delle "conquiste" che, attraverso il Consiglio di zona, siamo riusciti ad ottenere in questi ultimi due anni. Infatti, oltre al "Servizio di Medicina scolastica" che è presente nelle scuole da parecchio tempo, da circa un anno c'è il "Servizio di igiene mentale per l'età evolutiva" (SIMEE), di cui già su "Milano domani" abbiamo avuto modo di parlare; poi c'è il "Servizio di psichiatria per adulti" che per la nostra zona opera in un ambulatorio di via Piolti de Bianchi 39; il Medico condotto e l'Assistenza sanitaria di zona in via dei Liri 3; l'Assistente sociale di zona in viale Molise 70 (ma che presto si trasferirà in via Salomone) e l'Assistente sociale di Ponte Lambro in via degli Umiliati; infi-

ne c'è il Consultorio di via Meleri 20 che funziona ormai da oltre due mesi. Risulta pertanto evidente che far funzionare nel modo migliore tutti questi servizi, stabilendo delle priorità di intervento secondo programmi precisi e verificati con la popolazione, è uno dei compiti del Consiglio di zona. Ciò d'altra parte è stabilito anche dagli articoli 25 e 26 del nuovo Regolamento sul decentramento che diverrà operativo a tutti gli effetti con le elezioni dirette dei Consigli di zona o, probabilmente prima, con le deleghe dei poteri che l'Amministrazione comunale conferirà agli stessi Consigli di zona.

Oltre a quelli nominati non vogliamo poi dimenticare i medici "generici" che lavorano nelle zone e i farmacisti, anch'essi validi operatori sanitari.

Tutto ciò comunque è ben noto agli operatori sociali e sanitari della nostra zona che, infatti, dimostrano il massimo senso di responsabilità e volontà di collaborazione, al fine anche di dare il proprio contributo concreto all'organizzazione del Convegno sui Servizi socio-sanitari della zona 13 che il Consiglio di Zona organizzerà nella prossima primavera.

pensioni

Inizia, con questo numero, una rubrica sulle pensioni, tutti possono rivolgere domande al nostro "esperto" scrivendo a "Milano domani", via Mecenate 25: Giorgio Varisco vi risponderà.

- Sono una casalinga di 45 anni, da giovane ho lavorato 7 anni come dipendente; vorrei sapere cosa devo fare per poter ottenere la pensione (Elvira Ferrari, v.le Ungheria).

- È bene accertarsi prima di tutto che, durante i 7 anni di lavoro le siano stati versati regolarmente i contributi assicurativi. In caso di dubbio occorre rivolgersi all'INPS per verificare la posizione contributiva.

Nella migliore delle ipotesi lei, avendo superato i 5 anni di contribuzione, può chiedere all'INPS, a mezzo dell'apposito modulo in distribuzione presso gli uffici, di proseguire volontariamente l'assicurazione come ex-lavoratrice dipendente. (Questo tipo di autorizzazione viene concessa anche quando l'interessato può far valere almeno un anno, anche non continuativo, di contribuzione effettiva nei 5 anni

precedenti la data di presentazione della domanda).

Così facendo lei potrà raggiungere i 15 anni di contribuzione necessari per aver diritto alla pensione, che otterrà dietro ulteriore domanda al compimento del cinquantesimo anno di età.

Nel suo, come nella maggior parte dei casi di "volontaria", conviene -erogare all'INPS, il contributo minimo (attualmente di L. 826 alla settimana). Infatti pur scegliendo di pagare una cifra superiore, la pensione della quale si avrà poi diritto sarà comunque la "minima", che dal primo gennaio 1978 corrisponderà a 102. 500 lire mensili.

Generalmente l'INPS non è solerte nel disbrigo delle pratiche; la risposta di una "volontaria", e quindi i bollettini coni quali fare in seguito i versamenti, arriva infatti dopo 3 anni circa.

Comunque, per recuperare il tempo perduto nell'attesa, si ha facoltà di pagare i contributi dalla data di presentazione della domanda.

(A cura di Giorgio Varisco)

Tutti sono invitati a visitare la mostra del gioco didattico che resterà aperta fino al 24 dicembre presso il Circolo culturale ARCI - 5 giornate di via Mecenate 25

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L'UNIDAL DEVE CONTINUARE A PRODURRE

La crisi del panettone

Il 25 Novembre si è tenuta presso il Centro Civico di Viale Ungheria, un'assemblea indetta dal consiglio di zona in collaborazione col Consiglio di fabbrica dell'UNIDAL allo scopo di rendere note ai cittadini le attuali condizioni dell'azienda.

"La situazione dell'UNIDAL", ha detto nel suo intervento introduttivo Poggio, presidente del Consiglio di Zona, "rappresenta senza dubbio uno degli aspetti più drammatici dei tempi in cui viviamo; essa mette in luce il duro attacco che viene portato avanti da più parti a tutto il sistema delle Partecipazioni Statali".

Uno dei rappresentanti del Consiglio di Fabbrica ha rilevato la vera natura della crisi che ha colpito la Motta-Alemagna, crisi che non dipende da una scarsa richiesta sul mercato dei suoi prodotti, e ciò è dimostrato dal buon andamento di altre industrie dolciarie, quali la Ferrero, la Nestlè ecc., ma da errate scelte economiche compiute nel passato (ad esempio il modo con cui è stata condotta l'unificazione tra i due giganti dell'Alimentazione), dall'incapacità e dalla mancanza di volontà dimostrata dalla direzione aziendale che non ha saputo portare avanti un piano di sviluppo economi-

co in grado di affrontare le difficoltà del momento.

Infatti, mentre altre aziende, di fronte ai problemi che si sono venuti a creare in tutto il settore alimentare e dolciario, hanno reagito diversificando la produzione e impegnandosi nella ricerca di nuovi prodotti per au. mentare la richiesta del mercato, la Motta-Alemagna si è limitata ad aumentare i prezzi.

Oggi la situazione è particolarmente grave per la crisi finanziaria che paralizza l'intero gruppo. Se quindi l'UNIDAL Ñ è tutt'altro che un'azienda in agonia, perchè esiste la possibilità di una sua crescita attraverso un serio e rigoroso piano di ristrutturazione, che si colleghi ad un più ampio programma di rilancio del settore agricolo alimentare, molti si chiedono cosa si nasconde dietro la mancanza di volontà delle Partecipazioni Statali di procedere in questa direzione.

Una risposta a questo quesito è venuta dal'interventò di un altro rrappresentante del Consiglio di fabbrica il quale ha insinuato il sospetto che dietro alle manovre in corso vi siano alcune multinazionali interessate a ,far fallire l'azienda per rilevarne !i settori ancora sani e che pre-

sentano possibilità di sviluppo lasciando che siano solo i lavoratori a pagare gli errori che altri hanno compiuto.

Dinnanzi a questa situazione di grave crisi in cui sono minacciati migliaia di posti di lavoro, il sindacato ha dimostrato un grande senso di responsabilità rifiutando ogni avventurismo nella consapevolezza che la lotta che si sta conducendo non riguarda solamente i lavoratori dell'UNIDAL ma l'intero Paese.

L'assemblea si è conclusa con l'impegno dei partiti e del Consiglio di Zona per un'azione di informazione tra la popolazione del quartiere.

Inoltre il Consiglio di zona si è assunto il compito di inviare un telegramma al Presidente del Consiglio Andreotti, al Ministro delle partecipazioni Statali Bisaglia e al Ministro del Bilancio Morlino nel quale si sollecita il governo a prendere delle decisioni concrete per superare la crisi, e di mandare una lettera alla Regione affinché vengano mantenuti gli impegni assunti, primo tra tutti un finanziamento regionale per far continuare l'attività produttiva fino a quando non sarà varato un serio piano di ristrutturazione.

Scheda UNIDAL Unione Industria Dolciaria Alimentare S.p.A.

Costituzione: 18 maggio 1976 in seguito alla fusione della Motta S.p.A. con la Alemagna S.p.A., che erano entrambe controllate dalla SME Finanziaria alimentare del gruppo IRI.

Scopo: industria dolciaria ed alimentare.

Capitale sociale: L. 25.768.750.000 per il 58% in possesso alla SME Finanziaria alimentare del gruppo IRI (partecipazioni statali).

Sede legale: Milano, viale Corsica 21

Stabilimenti: Milano, viale Corsica 21 ex Motta - Milano, via Silva 36 ex Alemagna - Lissone (Milano) - S. Martino Buon Albergo (Verona) - Napoli - Segrate (Milano).

Dipendenti: 12.000 (dodicimila).

Presidente e amministratore delegato: Ing. Ingo Ravalico

Consiglieri: dr. Alberto Alemagna - dr. Vincenzo Carpio - rag. Licio QuaratinoMario Sergio - Lucio Sicca - avv. Giuseppe Prisco - Armando Rossi - Giovanni Benincasa.

LA LOTTA PER LA SALUTE IN FABBRICA

La situazione alla Fabbri

Il mese scorso alla Fratelli Fabbri Editori di via Mecenate il Consiglio di Fabbrica ha elaborato un documento riguardante le condizioni ambientali e di lavoro all'interno dell'azienda, nel quale sono contenute numerose richieste da inviare alla direzione. L'iniziativa è seguita al recente intervento dello SMAL nella ditta ed è stata preceduta da una serie di assemblee che si sono svolte in tutti i reparti produttivi. Nel reparto fotomeccanica le richieste avanzate dal Consiglio di Fabbrica riguardano in particolare alcuni disturbi visivi accusati da molti lavoratori costretti frequentemente a passare da ambienti fortemente illuminati ad altri quasi completamente bui. Nel locale dove vengono preparate !e soluzioni per lo sviluppo è risultato insufficiente il sistema di aspirazione

scappare?

Dal 1° dicembre la situazione della Atlantic di via Fantoli si è fatta esplosiva. Il comportamento della direzione dell'azienda, una multinazionale produttrice di televisori, ha dato modo di far sorgere fondati sospetti sulla sua reale volontà di voler proseguire l'attività in Italia. Questi sospetti derivano, ad esempio, dalla constatazione che, malgrado gli impegni precedentemente assunti, l'azienda non ha ancora provveduto a versare all'INPS, i contributi arretrati di tre anni che ormai hanno raggiunto la cifra di oltre 250 milioni. Dinnanzi a questa situazione il Sindacato ha deciso l'occupazione dell'azienda e il blocco delle merci perché, come si legge in un suo volantino, ha tenuto conto delle "esperienze negative fatte dai lavoratori di altre aziende del settore che da un giorno all'altro hanno visto i propri magazzini svuotarsi di tutto il materiale che quanto meno rappre-

sentava una garanzia". Questo rischio i lavoratori dell'Atlantic non lo hanno voluto correre. visto anche l'atteggiamento della direzione dell'azienda che. al momento in cui scriviamo. non ha ancora accettato di incontrarsi con i rappresentanti dei lavoratori per dare i necessari chiarimenti.

Il 2 dicembre poi si è tenuta un'assemblea aperta ai cittadini della zona alla quale ha preso parte una rappresentanza del nostro Consiglio di zona che ha portato la solidarietà delle forze politiche e degli abitanti dei quartieri vicini all'azienda. Questa solidarietà, espressa pubblicamente dai rappresentanti del PCI. e del PSI, si è per ora concretizzata con la diretta pressione verso gli Assessori al lavoro del Comune e della Regione, oltre che verso il Sindaco, per un loro rapido intervento nella vertenza aziendale al fine di risolverla prontamente.

dei vapori prodotti durante le lavorazioni. Per impedire il con-, tatto cutaneo con sostanze chimiche irritanti in modo da evitare eventuali reazioni allergiche, è stato suggerito l'uso di speciali guanti da sostituire giornalmente. Nel reparto trasporti dove vengono preparate le pellicole per la stampa delle illustrazioni, utilizzando come matrici lastre di metallo ricoperte da due strati successivi di rame e di cromo, trattate con particolari procedimenti, i lavoratori entrano facilmente in contatto con polveri contenenti cromo esavalente, notoriamente tossico.

Per questo nel documento si fa richiesta di potenziare il sistema di aspirazione e di adottare altri accorgimenti per impedire l'assorbimento del metallo. La relazione presentata prosegue analizzando la situazione nei va-

ri reparti ed avanzando precise richieste per risolvere i problemi evidenziati sulla base degli elementi raccolti durante l'indagine dello SMAL e durante i colloqui con gli operai. Ultimamente alla Fabbri sono sorti anche dei problemi riguardanti le condizioni igieniche all'interno dell'azienda. In particolare in mensa la situazione era diventata insostenibile. Pare infatti che tra il cibo siano stati trovati alcuni ospiti poco graditi a chi si apprestava a mangiare (degli scarafaggi). Per fortuna, a seguito delle continue pressioni esercitate dai lavoratori, dopo un periodo durante il quale la mensa è rimasta chiusa per la disinfestazione ed ai pasti caldi sono stati sostituiti cibi freddi, la situazione sembra sia stata definitivamente risolta.

ULTIMI SVILUPPI. Con la mediazione della Regione è stato raggiunto un accordo in base al quale la direzione si è impegnata a pagare le spettanze arretrate dei dipendenti e la tredicesima mensilità; sono state inoltre fissate le date in cui verranno pagati i contributi arretrati all'INPS.

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Il padrone vuole

Prepariamoci all'equo canone

È giusto pagare le spese senza controllare che non siano gonfiate?

Gli inquilini di via Umiliati 56 pensavano di no. Hanno così preteso di vedere i conti ed hanno deciso dl non pagare quanto non veniva documentato. La reazione del sig. Parenti, i proprietario, non si è fatta attendere. Ha chiuso il cancello di entrata della palazzina, costringendo gli inquilini a passare dal retro ed impedendo ad una parte di loro di raggiungere la zona dove si mettono i sacchi di immondizia.

Il postino, i conoscenti, tutti coloro che si recavano in via Umiliati 56 non trovavano più il nome degli inquilini, che era stato dal proprietario trasferito alla porta di accesso retrostante la casa. Anche il numero civico era scomparso, in quanto lui aveva pensato bene di abolirlo.

Gli inquilini ricorrono al Pretore, assistiti dall'avv. Bini. La loro situazione assurda viene esposta nei dettagli: chiedono il diritto ad usare nuovamente :l portone di via Umiliati, invece che quello retrostante la casa e vogliono poter usare la chiave, quando il portone è chiuso. Al numero 56 vogliono veder ricomparire i campanelli di ingresso ed i loro nomi.

Ma il Pretore non ci sente. Ammette che hanno ragione; fa pagare al Parenti tutte le spese processuali, gli ordina di tener aperto il portone "durante il giorno", ma resta indifferente di fronte alla scomparsa del numero civico ed alla richiesta delle chiavi, presentata dagli inquilini.

Una parte di loro, così, non sa come buttare via la spazzatura, visto che i bidoni sono raggiungibili solo dalle ore 8 alle ore 18.30, escluso sabato pomeriggio e domenica. Per altri il problema principale è come far sapere che abitano ancora nella stessa casa di prima, solo ad un di-

COME LAVORA LA CROCE VOLONTARIA DI PIAZZA ARTIGIANATO

Centrale chiama "Forlanini 5"

verso indirizzo. Far ricorso in appello? O più drasticamente non pagare l'affitto? O più subdolamente lasciare la spazzatura sotto le finestre del sig. Parenti?

Auguriamoci che al di là di queste iniziative, prevalga tra tutti il desiderio di migliorare la convivenza e con spirito di buona volontà si trovino soluzioni che accontentino tutti.

Rimane il problema generale che i litigi tra proprietari ed inquilini sono tutt'altro che rari. La complessità della macchina giudiziaria in Italia è tale che una sentenza come quella di via Umiliati, ottenuta in sette mesi e con una spesa di L. 205.000 a carico della controparte, viene già considerata un buon affare, anche se, come abbiamo visto, non ha risolto quasi nulla. Cosa succederà con l'applicazione dell'equo canone? Possiamo immaginare quante controversie nasceranno per la sua applicazione. Se in caso di lite, la strada che ci aspetta è quella dei nostri amici, c'è da immaginare quale dramma sarà per tante famiglie e quale maggiore caos si avrà presso Preture e Tribunali. Non rimane che sperare che il Governo approvi la richiesta dei partiti di sinistra, sindacati e SUNIA per la costituzione delle COMMISSIONI DI CONCILIAZIONE, per risolvere le liti tra inquilini e proprietari. Speriamo inoltre che anche la DURATA DEI CONTRATTI e la loro RINNOVABILITA offra sufficienti garanzie. Sappiamo che su questo punto i proprietari stanno facendo enormi pressioni, perchè vogliono la completa libertà di disdire il contratto quando preferiscono. Cosa succederà agli inquilini di via Umiliati, se la legge non prevederà pe. loro delle garanzie?

Ornella De Filippi

Il bilancio della

Federazione comunista

Voci

ENTRATE

CAPITOLO I

Quote associative annuali per il tesseramento Residuo tesseramento

CAPITOLO II

Sottoscrizione per la stampa comunista e dalle feste dell'Unità locali e provinciali Residuo sottoscrizione stampa

CAPITOLO III

Quota parte della indennità di carica annuale dai sindaci, presidenti della Provincia, assessori e compagni consiglieri della Regione, della Provincia, del Comune di Milano, degli Enti locali della Provincia e dei diversi Enti pubblici

CAPITOLO IV

Dalla Direzione del partito, quote parte del finanzia. mento pubblico dello Stato, comprese quote dal par-

lamentari comunisti

CAPITOLO V

Sottoscrizione da simpatizzanti, elettori

CAPITOLO VI

Da attività ricreative e vendita di oggetti vari di partito

CAPITOLO VII

Avanzo esercizio 1977. .

USCITE

CAPITOLO I

Disavanzo esercizio 1976

CAPITOLO II

TOTALE ENTRATE

Non è II titolo di qualche romanzo di spionaggio, bensì una delle innumerevoli chiamate a cui ho assistito durante l'intervista con I volontari della "Croce Volontaria„ in piazzetta Artigianato. La Croce Volontaria presta servizio in quartiere da maggio - giugno del 76, organizzata senza alcun scopo di lucro riesce a mantenersi grazie alle tessere (L.5.000 l'una), e alle rare donazioni dei filantropo.

È in servizio 24 ore su 24, in grado di rispondere nei limiti del possibile (per l'impossibile dicono che stanno organizzandosi) grazie al servizio effettivo di quattro macchine e di una quarantina di persone che, a turno, dedicano il loro tempo libero a questo inusitato hobby. C'è chi se ne lamenta, chi se ne è contento ed è per questo che abbiamo voluto intervistare i fondatori ed alcuni autisti, centralinisti e militi, in maniera da raccogliere dalle loro confidenze delle impressioni più dirette.

Il signor Scotti e la Signora De Pietro si alternano al centralino, è un lavoro noioso anche se stressante, possono passare delle mezze giornate senza alcuna chiamata e poi nel giro di pochi minuti dieci, quindi. ci chiamate urgenti, corse pazzesche delle autoambulanze gente che si dà il cambio quando un collega è stravolto dalla stanchezza e durante tutto il tempo i drambii delle persone che, angosciate, si affidano a loro nella speranza di un miracolo, nella speranza di sentirsi rassicurati sulla sorte del loro caro. La Croce Volontaria soccorre chiunque, per gli ubriachi, i pensionati ed i drogati la corsa è gratis, con o senza tessera hanno diritto ad avere l'assistenza che spesso e volentieri si vedono negata altrove. Così gli infortunati vengono accompagnati fino al Pronto Soccorso, (normalmente le 4 Marie o il Policlinico) e lì attesi fino al verdetto dei medici. Nei casi migliori riportati indietro, altrimenti a sirena spiegata l'autoambulanza li accompagna verso un ospedale che risponda meglio alle esigenze del paziente. La presidentessa e rappresentante legale della Volontaria è la signora Maria Paciello, suo socio e fondatore il signor Tullio Carlo. Attorno a loro gravitano sette, otto au-

tisti di tutte le età tra cui il signor Spezziani che è capo servizio e milite. Interrogati del perchè passino tutto il tempo libero in Croce hanno risposto che è un modo per andare a dormire con la coscienza pulita, felici di essere stati utili a qualcuno, e di essere a volte riusciti a salvare con la loro prontezza la vita di qualche infortunato.

In effetti nel rispondere alle chiamate sono velocissimi. dal momento in cui arriva la telefonata fino al momento in cui il malato è al Pronto soccorso passano al massimo una decina di minuti. Purtroppo spesso le macchine in servizio non sono sufficienti, ed in centrale vengono costretti a passare le chiamate a qualche altra auto libera. Nessuno di loro riceve uno stipendio, solo occasionalmente qualche mancia, per il resto devono organizzarsi e non è facile. II costo medio di una autoambulanza è sui nove milioni (per una nuova). cinque per una riadattata. Infatti la spesa per la trasformazione dell'autovettura sui due milioni e duecento, un milione per la radio, ed almeno un altro milione per l'attrezzatura. L'attrezzatura normalmente consiste in un "ambo" (apparecchio per l'ossigenazione del cervello) e in un rianimatore automatico, più il normale corredo di pronto soccorso. La maggior parte dei volontari (militi ausiliari e capi servizio) hanno seguito dei corsi speciali te-,

nuti al Policlinico dall'A.I.S. (Associazione Italiana Soccorritori) e hanno conseguito il relativo diploma, riconosciuto dal Ministero della Sanità. I problemi della Volontaria sono molti, infatti pur essendo numeroso il personale in rotazione, non sempre riescono ad avere dei turni sufficientemente distaccati, per non parlare dei problemi finanziari da cui sono assillati. Servirebbero un altro paio di autoambulanze, dichiarano, poi però sorridono ricordando che all'inizio disponevano di una sola vettùra. Si sa che il desiderio di fare sempre di più è una molla ma bisogna anche accontentarsi!

Facciamo la fatidica domanda, se sono in contatto con qualche agenzia funebre, ed eccoli improvvisamente glaciali come se li avessimo insultati a morte. Si sono offesi, loro certe cose non le concepiscono, fortunatamente dopo un po' capiscono che non è una accusa, ma una semplice domanda, anche se qualcuno ci ha detto che ciò pare si verifichi, ma di questo magari parleremo un'altra volta.

Vorremmo continuare ma ormai le telefonate in sede si susseguono sempre più velocemente e, consci di essere solo d'impiccio, ce ne andiamo ringraziando per l'intervista ed augurandoci, nonostante tutto, di non avere mai bisogno di loro.

Spese per attività di inférmazione, di propaganda ed editoriali: manifestazioni, conferenze, manifesti e stampati, pubblicazioni territoriali, centro audiovisivi, ecc.

CAPITOLO III

Spese per attività di organizzazione: contributi a zone, comitati cittadini, commissioni di lavoro della Federazione, viaggi, rimborso spese trasporto e auto a collaboratori politici compreso l'apparato Congresso provinciale 1971

CAPITOLO IV PERSONALE: stipendi, compensi e diari* a collaboratori politici dell'apparato (compresi oneri previdenziali) Stipendi, compensi e rimborso spese a collaboratori dell'apparato tecnico, agli addetti ai servizi generali Compensi in (compresi oneri denziall) ... . . . vi a compagni con cariche in pubbliche amministrazioni Accantonamento

CAPITOLO V Solidarietà internazionale; scambio di delegazioni, ospitalità di delegazioni estere, evo.

CAPITOLO VI Contributi alla FOCI e alle iniziative unitarie delle organizzazioni democratiche di massa, culturali e ricreative

CAPITOLO VII Contributi alla scuola regionale di partito, per seminari e per corsi di attività formativa residenziale e invio di compagni alla scuola nazionale di partito . . .

CAPITOLO VIII

Contributi per l'apertura e 11 rinnovamento delle sedi territoriali e di fabbrica

CAPITOLO IX

Quota parte tesseramento alla Direzione

Quota parte tesseramento alle sezioni

Quota parte tesseramento al comitato regionale lombardo

Quota parte sottoscrizione stampa alla Direzione

Quota parte sottoscrizione stampa alle sezioni .

Quota parte sottoscrizione stampa al comitato regionale lombardo

Quota parte sottoscrizione elettori e simpatizzanti alla

Direzione Quota parte sottoscrizione elettori e simpatizzanti alle sezioni

CAPITOLO X

Spese generali e varie: affitto sedi, magazzini, riscaldamento, luce, pulizia, manutenzioni, impreviste, ecc. Economato: spese telefoniche, postali, manutenzioni, arredi, stampati, autoparco, ecc.

CAPITOLO RI

Contributo integrativo alle sottoscrizioni delle diverse campagne elettorali

Inserzione pubblicitarie
Consuntivo 1977 Preventivo lIffe 801.660.767 934.500.000 11.348.573 4.000.000 542.481.910 700.000.000 38.518.000 7.000.000 177.475.282 180.000.000 261.202.830 261.202.830 29.526.360 26.000.000 23.780.882 25.000.000 24.631.442 1.885.994.604 2.161.334.272 7,296,459 124.885.285 143.600.000 177.177.806 195.600.00( 16.219.615
TOTALE USCITE AVANZO 1977 DISAVANZO 1978 327.566.640 358.300.000 83.866.368 90.350.000 117.985.180 124.600.000 15.315.785 25.800.000 13.736.360 16.000.000 71.903.051 80.000.000 24.390.704 26.800.000 118.802.500 120.000.000 129.427.200 188.210.000 230.398.230 271.150.000 4.050.000 18.690.000 115.000.000 155.250.000 141.502.513 190.500.000 3.800.000 13.500.000 8.500.000 8.857.888 6.200.000 71.112.507 73.000.000 49.539.571 54.500.000 429.500 30.000.000 1.861.363.162 2.161.850.000 24.631.442 515.728
8 P CLITIO DrA j22 11
L'esempio della lotta degli inquilini di via Umiliati, 56

Giorgio Bevere, animatore musicale

Da parecchi anni la gente è stata purtroppo abituata a non occuparsi della vita sociale. In cambio le è stata offerta la comoda ma pericolosa poltrona della delega. L'Italia si è quindi seduta tranquillamente davanti al televisore.

Lentamente le cose stanno cambiando e, per opera di quei volenterosi che hanno sempre rifiutato questa logica, hanno iniziato l'attività gli organismi decentrati (Consigli di Zona, Circoli Culturali di quartiere, Giornali locali). Attraverso questi strumenti di partecipazione i quartieri vanno subendo le sperate trasformazioni.

Ma andiamoci piano con l'ottimismo, l'assuefazione all'etere televisivo è stata tremenda. Infatti molta gente è ancora sorda ai ripetuti richiami dei quartieri "dal volto nuovo.". Oggi comunque sono numerosi gli esempi di cittadini democratici che hanno scelto la strada della partecipazione sociale.

Significativo tra questi l'impegno assunto dal signor Giorgio Bevere, 34 anni, impiegato e musicista, abitante in via Attilio Regolo 2.

Di che cosa si tratta? Egli, leggendo un articolo apparso nel mese di settembre su "Milano Domani", nel quale si parlava di corsi di musica, si è offerto di tenere un corso di chitarra classica gratuitamente.

Questa scelta qualificante oltre a rivestire una notevole utilità sociale sta a dimostrare che i Giornali di Zona sono veramen-

Notiziario

te un veivolo indispensabile per il risveglio dei quartieri "dormitorio".

Parlando con Giorgio Bevere si capisce subito che la molla che lo ha spinto a telefonarci è stata la passione per la musica ed in particolare per l'insegnamento, unitamente alla fiducia nel lavoro dei Circoli Culturali di quartiere. Ma se proseguiamo il discorso egli, pur non volendo passare per un"Samaritano", dimostra chiaramente il desiderio di offrire la possibilità a tutti d'imparare uno strumento senza dover spendere 5 mila lire a lezione.

In famiglia Bevere aveva cinque fratelli, ed il peso delle evidenti privazioni vissute nell'adolescenza crediamo che in questo caso si siano fatte sentire. La strada dell'apprendimento musicale è stata per lui tutt'altro che facile. A 15 anni una "specie" di chitarra con la quale strimpellare. A 18 anni, troppo tardi, la scuola musicale Amadini Moretti con il maestro Antonio Barbieri poi diventato suo amico. La travolgente passione lo ha portato a recuperare il tempo perduto e solo dopo un anno è passato all'insegnamento. In seguito qualche lezione privata a basso prezzo. Poi alcuni anni d'inattività. Ora all'ARCI 5 Giornate ancora per insegnare, per rendersi utile e nello stesso tempo coltivare l'intramontabile passione per la didattica.

Bevere non ha posto limiti al suo corso di chitarra classica; vuoi perchè in campo musicale

A.N.Combattenti e Reduci

Sezione Pontelambro Morsenchio

Concluso il momento (e l'impegno) di novembre per la celebrazione annuale delle manifestazioni in memoria dei caduti durante le guerre, l'Associazione si trova di fronte ad altre, non meno impegnative, scadenze, Il successo di tutte le iniziative autunnali ha favorito il tesseramento che, appena all'inizio, può già contare su trecento iscritti, Come al solito ricordiamo che chi volesse prendere contatto con l'ANCR può recarsi all'ex dazio di via Bonfadini o te-

Lo scorso 25 Ottobre, all'età di 75 anni, si è spento nella sua abitazione di via Sordello 10

Pea Riccardo

L'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, Sezione Pontelambro-Morsenchio ne ricorda la figura e le doti di umanità

lefonare al 501681 tutti i giorni, salvo il lunedì. Con l'impegno degli iscritti si stanno preparando i pacchi-dono natalizi, che sono un simbolico sostegno a chi ne ha più bisogno. L'Associazione ha avuto proprio alcune settimane fa l'incontro con l'Assessore Polotti, al quale sono stati esposti i programmi di sviluppo dell'Associazione, di cui abbiamo già parlato nel numero scorso di "Milano domani".

La Sezione di PontelambroMorsenchio dell'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, è in lutto per la morte di Oldani Giuseppe detto "Cucciolo" di 60 anni, già abitante in Viale Ungheria 13

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come lui stesso ci ha detto, non si finisce mai d'imparare, vuoi perchè se qualcuno abbandonasse il corso ha la speranza che altri s'inseriscano. Nel giro di una settimana, dopo l'apertura delle iscrizioni, ben 18 ragazzi dai 6 ai 20 anni si sono iscritti al corso. Essendo questo un numero già eccessivo, per un solo istruttore che desideri seguire bene gli allievi, si è dovuto chiudere la lista. Co-

munque invitiamo coloro che fossero interessati all'iniziativa a comunicare il loro nominativo presso il Circolo Culturale ARCI 5 Giornate, in via Mecenate 25, o telefonando a "Milano Domani". Non appena sarà possibile inserire nuovi nominativi verrà fatto volentieri. Con questo articolo non intendiamo ripagare l'operato di Giorgio Severe e neppure declamare un personaggio. Abbia-

(scacchi)

Boris Spassky, l'ex campione del mondo che nel 1972 difese il titolo degli assalti di Fischer, è tornato a far parlare di sé, non solo fra gli specialisti e appassionati, ma anche fra chi di scacchi è completamente digiuno. Il russo, ora naturalizzato francese, è riuscito a qualificarsi per la finale del torneo dei candidati, vale a dire, quel torneo, il cui vincitore acquista il diritto di incontrarsi col campione mondiale in carica. Mentre scriviamo è in corso a Belgrado lo scontro fra, per l'appunto, Spassky e Korcnoj. Victor Korcnoj vive in Olanda, e, a differenza del suo avversario, non è mai riuscito a diventare sfidante. Oggi però è in gran forma ed è ritenuto da

mo però posto all'attenzione dei lettori questo episodio nell'auspicio che le adesioni alla vita sociale siano sempre più numerose. Certamente i positivi risultati che si ottengono su questa strada ci convincono ulteriormente che si è nel giusto e che è importante andare avanti.

molti il favorito. Del maestro di partita giocata nella sua città Leningrado proponiamo una dieci anni fà.

KORCNOJ - UDOVCIC difesa francese

1) d4 ; e6 2) e4 ; d5 3) Cd2 ; Cf6 4) e5 ; Cf-d7 5) c3 ; c5 6) Cg-f3 Cc6

7) Ad3 ; Db6 8) 0-0 ; c:d4 9) c:d4 ; C:d4 10) C:d4 ; D:d4 11) Cf3 ; Db6

12) Da4 ; Db4 13) Dc2 ; h6? 14) Ad2 ; Db6 15)Ta-cl ; Ae7 16) Dazi! :

Db8 17) Tc2 ; Rf8 18) Tf-cl ; Cb6 19) Dg4 ; Ad7 20) Aa5 ; Tc8 21) T:c8 ; A:c8 22) Ab4 ; g6 23) Dh4! ; g5 24) C:g5! ; Re8? 25) Ab5 +; Ad7 26)

C:e6!! ; f:e6 27) Dh5 +; Rf8 28) Tc3 ; Th7 29) Dg6 ; Tg7 30) D:h6 ; A:b5

31) Tg3! ; il nero abbandona.

Ed ora, disponendo i pezzi sulla scacchiera nel seguente modo:

BIANCO: Re:f8, Torre: h1, Pedoni: g6

NERO: Re:h8, Alfiere: g8; Pedoni: g7;h7

Il bianco muove e matta in due mosse

Maurizio Anfurio

QUANTO COSTA? PROBLEMIDi TRASPORTO nella tua auto non ci sta... C'è la pianta grande che va dalla nonna... ....il baule non ci sta in macchina Il mobiletto comodo, ma come lo porto? La moto "inchiodata" va portata dal meccanico Il divano che passa alla figlia 2 damigiane di vino "buono" per qualche centimetro in più TUONA Taxi Transport SpA. Una lampada impossibile Il letto a castello per i bambini La poltrona importante BASTA TELEFONARE AL 344.000 VIA PRINC.EUGENIO 23 20155 MILANO MILLE LIRE IN REGALO AL CLIENTE SE LETTORE DI QUESTO GIORNALE 9 (mar DOPIAPI ,zona 13 j(musica
UN ESEMPIO DI PARTECIPAZIONE

Il periodo del realismo nascente (cinema)

Quando il bambino sta scoprendo la vita di gruppo, incomincia a sentirsi membro di una società di suoi pari. A poco a poco l'avere interessi simili, il piacere di fare le cose insieme agli altri, gli danno la consapevolezza di poter essere più efficente nella vita di gruppo che da solo. Questa è l'età delle amicizie in combriccole di coetanei, e dell'attitudine ad un apprendimento più personale indipendente dalla dominazione degli adulti.

Ma fra ragazzi e ragazze permangono nella nostra società interessi differenti, e in realtà vi sono soprattutto delle diversità di sviluppo, per cui i gruppi o le "bande" tendono a costituirsi fra individui del medesimo sesso, che quasi ignorano quelli dell'altro, quando non si danno battaglia. In qualche scuola questo atteggiamento sta cambiando solo dove esiste una seria sperimentazione. Possiamo abbozzare sommariamente le caratteristiche delle esperienze creative che possono essere provate dal vivo: scomparsa delle linee geometriche nello schema compositivo; mancanza di cooperazione con gli adulti; maggior coscienza di sè e delle differenze di sesso. Nella figura umana: attenzione per l'abbigliamento (vestiti, uniformi, accentrazione della differenza tra ragazzi ragazze); maggiore rigidità come risultato Ñ di un atteggiamento egocentrico, e accento sui dettagli (abiti, pettinatura ecc.); tendenza a linee realistiche con scomparsa dello schema. Nel considerare lo spazio: fine dell'espressione attraverso la linea di base; il cielo arriva fino alla linea di base; scoperta del "piano".

Difficoltà nelle relazioni spaziali come risultato dell'attitudine egocentrica e della mancanza di cooperazione.

Il COLORE viene usato in accordo ad esperienze soggettive, con accentuazione del contatto emotivo dell'esperienza personale.

Nel DISEGNO si ha un primo approccio cosciente alla decorazione.

Nelle MOTIVAZIONI dei temi: coscienza di sè stimolata da caratterizzazione di abiti e abbigliamenti differenti (per illustrare mestieri, professioni ecc.). Cooperazione e sovrapposizione attraverso il lavoro di gruppo.

MATERIALI usati: ritagli di cartamatite - vernice da cartelloni - gessi colorati - argilla - carta pesta - legno - materiali da collage - metallostampini.

L'uso del colore è molto legato alle reazioni soggettive del ragazzo, che incomincia ad appassionarsi alle differenze e alle somiglianze coi colori della natura. Bisogna concentrare la sua sensibilità più sull'esperimento che sull'uso "appropriato" del colore in questo o quel dipinto,

senza fare confusione fra naturalismo e realismo. La natura può essere la neve posata sul terreno, che rimane tale e quale la vediamo.

Viceversa ciò che è reale è radicato in noi; possiamo ispirarci alla bellezza della natura oppure ad altri stati d'animo, con immagini soggettive estremamente reali. Se non ammettessimo la validità delle tendenze naturalistiche che affiorano con schiettezza da questi ragazzi fraintenderemmo il problema della moderna educazione artistica. Ma una pura imitazione fotografica dell'ambiente circostante non arriva a esprimere il rapporto individuale che c'è fra il ragazzo e l'oggetto della sua percezione. Si tratta di accertare se l'esperienza artistica fornisce davvero l'opportunità di identificarsi con il proprio sentimento, incoraggiandone lo spirito di ricerca e di sensibilità comunicativa.

L'ANALISI DELLA SOCIETÀ DEI REGISTI DI "PADRE PADRONE"

Utopia e realtà

nel cinema dei Taviani

Un ripensamento dei motivi per i quali la fondamentale opera dei fratelli Taviani è stata volontariamente e grettamente emarginata dal panorama cinematografico italiano riempirebbe di amarezza tutti noi che vorremmo il cinema sottratto alle rigide censure che la logica di profitto impone. Diciamo per ora quindi grazie all'illuminata giuria del festival di Cannes che, rompendo con una tradizione di ottusità culturale, di scoperti interessi e premiando "Padre padrone", ha finalmente permesso non solo un meritatissimo e ritardato riconoscimento agli autori, ma anche che il loro ultimo lavoro trovasse un pubblico di vaste proporzioni ed un tributo di entusiastico consenso.

Un approccio panoramico E. complessivo dell'esperienza cinematografica dei Taviani impone immediatamente una considerazione: la loro carriera artistica è forse l'unica in Italia che rivela "un pressochè continuo processo di maturazione, cioè un sempre maggior scavo tematico unito ad una sempre maggior consapevolezza espressiva" (Torri).

I punti fermi attraverso cui l'opera dei fratelli Taviani trova un suo progressivo approfondimento di ricerca, una sua continuità di contenuti sono sviluppati secondo l'ordine cronologico di realizzazione dei films ed è a questi quindi che bisogna rifarsi per ricomporre il filo del discorso. Il film del debutto, e quelli subito seguenti realizzati con Valentino Orsini, sono subito forieri di grandi interessi e di intrinseca capacità di scandagliare il reale nel rifiuto della semplificazione manichea, dell'enfasi retorica o della tranquillità della "ricostruzione storica".

"Un uomo da bruciare" (1962), "I fuorilegge del matrimonio" (1963), "I sovversivi" (1967) offrono all'analisi alcuni presupposti sostanziali che potremmo così schematizzare: 1) Esplicito superamento di quell'interpretazione della realtà che vede buoni da una parte e cattivi dall'altra, in uno scontro-confronto che prelude una vittoria che sa di definitivo. Nel cinema dei Taviani non c'è mai il definitivo, la soluzione, l'arrivo, perchè questo significherebbe stasi mentre la realtà è in perpetuo divenire, in uno svolgimento continuo di conflitti. Salvatore Carnevale di "Un uomo da bruciare" è sì sindacalista popolare che muore per i contadini, ma non eroe positivo da "realismo socialista", le sue connotazioni cariche di umane paure e di precise limitazioni intellettuali, non lo concedono al ruolo mistificatorio di fulgido esempio rivoluzionario a cui ispirare l'azione, ma anzi lo circondano di significativa antieroicità. 2) Profondamente vicini all'insegnamento di Brecht, i Tavieni fanno sovente riferimento ai fatti concreti o alla denuncia civile, ma rifiutando la semplice enunciazione e il metro della fedeltà storica, perchè metodi questi incapaci di cogliere i nessi più profondi che regolano le vicende umane. Il loro è quindi cinema di astrazione, di autonomia intellettuale, di fantasia, in

cui l'autore non abdica a favore dell'oggetto rappresentato ma interviene a indicare le cause, i conflitti, le contraddizioni che hanno conferito determinate caratteristiche al rappresentato. 3) Diretta conseguenza di questo, ultimo elemento dei primi tre films, è il definitivo superamento in positivo del mito-illusione neorealistico, con l'abbandono progressivo della "quotidianità" del "pedinamento" zavattiniano, della narrazione cronachistica e in generale della "verità" delle immagini. Si aprono quindi le porte all'introduzione delle "grandi metafore" attraverso le quali i Taviani raggiungono il vertice della loro potenzialità espressiva. "Sotto il segno dello Scorpione" (1968-69), "San Michele aveva un gallo" (1971) e "Allosanfan" (1973) confermano infatti decisamente come la consapevolezza estetico-politica dei due cineasti raggiunge punte senz'altro avanzate; essi stessi sottolineano che per essere artisti politici non bisogna fare dell'arte politica ma fare politicamente dell'arte: "nel momento stesso in cui parli del Vietnam non si tratta di fare del cinema per comunicare alcuni dati informativi sul Vietnam, ma piuttosto vietnamizzare il linguaggio del film". E fare politicamente dell'arte per i Taviani, nel caso specifico dei loro ultimi films, significa essenzialmente due cose che vanno viste assolutamente concomitanti:

1) Se la storia dell'umanità è storia della lotta di classe e in generale la dinamica del reale è resa possibile dalle conflittualità altrettanto il perno attorno a cui ruotano le metafore dei Taviani è sempre rappresentato da un conflitto (le due comunità in "Sotto il segno dello scorpione", le due barche in "San Michele", il padreoppressione e il figliorivoluzione in "Padre padrone"). Tale conflitto porta con sè implicitamente la capacità di negare sè stesso per risolversi in una fase di realtà mutata superiore, ma sempre contradditoria. Valga per tutti l'esempio della difficoltà di Gavino a sciogliere il nodo dell'uso del suo nuovo potere culturale che pur aveva rappresentato un salto rivoluzionario.

2) Ben consci di come sia indispensabile che il negare il presente deve portare ad un futuro più avanzato, i Taviani ripropongono come tensione ideale e motivazione al cambiamento il valore globale dell'"esagerazione", della dimensione utopistica della sua fantastica realizzazione, del salto rivoluzionario come favola che indirizza e non come evasione narcisista.

Il presente attraverso l'utopia nega quindi se stesso, evolvendosi in un futuro migliore. Ma attenzione, questa nuova dimensione cronologica, sociale, politica non è e non potrà mai essere consolatoria, tranquillizzante tanto meno stabilizzante.

La grande validità dell'esperienza cinematografica dei Taviani forse sta in questo: il loro messaggio proprio perchè sostanzialmente materialistico e dialettico, rifiuta inevitabilmente il facile ottimismo del domani, ma anche il dilagante pessimismo dell'oggi.

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(il ruolo dell'arte

Giovane donna - crisi nella sfera Sculture

SERENA FAZIO, pittrice ventitreenne, abita in viale Corsica

75. Si è formata al Liceo artistico di Verona e ai corsi liberi di nudo all'Accademia di Brera. Da pochi anni ha iniziato a esporre in collettive, partecipa a concorsi ottenendo segnalazioni, come il premio "G. Solenghi" a Spotorno, che, in previsione di una mostra personale, sono delle occasioni di verifica critica.

nella scuola ("precariato" permettendo), ci sentiamo utili».

Un critico presentando Serena ha scritto: "Nel cromatismo, a volte netto a volte aggrovigliato, sofferto, cede scopertamente ad intrecci che possono identificarsi nella civile rivolta di donna che, pur non avendo sofferto direttamente la secolare sudditanza, conserva nell'inconscio le remore del tortuoso cam-

mino verso la libertà".

Ma non mi convince. Perchè Serena traccia consapevolmente le sue linee, costruendo volutamente e componendo i colori per un suo schema formale che è racconto simbolico. E "non si sogna" neppure alibi psicoletterari di cui non ha bisogno, perchè ogni suo segno denota naturalmente i contenuti di una sensibile e "nuova" femminilità.

in plexiglas e luce

Mi parla del colore di Marc Chagall, ed i suoi occhi s'illuminano. "I tuoi sogni sono altrettanto distensivi?", le chiedo. Sorride dolce: "Sono Serena, di nome e di fatto".

«Sono giovane ma ho già avuto molto dalla vita e affronto con entusiasmo il futuro, bello o brutto che sia. Le mie crisi di donna che vive il suo tempo le tengo dentro di me, però ho trovato il modo di esprimerle, le dipingo. La nicchia, la sfera, il grembo materno, la nostra casa, non durano a lungo. E allora bisogna andare, ricercare. Meglio se in due. Anche lui è un estroso, mio marito Marco Ravasio, musicista. La nostra è una solitudine già così cronica che non è giusto fare a meno degli altri. Mai. Abbiamo qualcosa da comunicare, e lavorando anche

ROBERTO VECCHIONE, nato a Ercolano nel 1945, è un operatore visivo che si occupa di didattica sperimentale. Le sue ricerche si ricollegano alla scuola Bauhaus, nella quale architetti, artigiani e artisti facevano coincidere arte e vita, la progettazione estetica con la progettazione industriale. Le sue scNture sono costruzioni programmate per leghe e materiali modernissimi, come i suoi MULTIPLI componibili in plexiglas. Lo spettatore può intervenire ricomponendo liberamente con le proprie mani, a proprio piacimento, la composizione di queste sue opere. Anche i bambini possono manipolarle cambiando l'ordine dei moduli, alle sue mostre è "vietato non toccare"!

Nel suo studio un proiettore visualizza le sue ricerche su queste strutture con diverse fonti luminose che rivelano svariati effetti tridimensionali, sfruttando la trasparenza multiforme di questi oggetti in plexiglas.

Questo rapporto nuovo con il pubblico deriva certamente dal-

l'operare sociale di Vecchione come assessore all'Istruzione del Comune di Pieve Emanuele. Il contatto con i problemi più urgenti e reali della collettività, la partecipazione dei cittadini alla progettazione e gestione del tempo libero, ha determinato una intenzione diversa e più fruttuosa, alternativa. Una funzione delle sue ricerche in chiave di verifica reale, didattica, esemplificativa dei modi manuali e delle qualità nrtigianali nell'operare artistico.

COURBET CENT'ANNI DOPO

"Egli, il realismo lo intendeva come una conclusione umana che risvegliava le forze proprie dell'uomo contro il paganesimo, l'arte greco-romana, il Rinascimento, il cattolicesimo, gli dei e i semidei; insomma, contro l'ideale convenzionale. Lavorò per ventisette anni seguendo questa idea, senza mai contraddirsi.

Lavoro, come dice egli stesso, per essere un uomo piuttosto che un pittore, contrariamente a quanto fanno il romanticismo, l'arte per l'arte, e gli studiosi del classicismo. Reagì

Attualità di un artista che ancora fa discutere

contro le credenze infantili dell'umanità e fu perciò attaccato con una violenza senza precedenti. "Scritta dallo stesso Courbet in terza persona, questa nota biografica del 1866 ci introduce nella storia di una concezione della realtà che molti "esteti" anche oggi cercano di deformare e di distruggere. Il suo realismo non è sorto dal nulla, per incanto, ma è il frutto di una particolare situazione storica, politica e culturale insieme che ha provocato durissime polemiche estetiche e ideologiche. Courbet è stato un grande anticipatore,

"padre" e dissacratore dell'arte moderna di impegno civile. Un'arte che Guttuso definisce "democratica" facendo andare in bestia molta gente. Un secolo ci separa da quel 31 dicembre del 1877 in cui l'artista più odiato del suo tempo moriva esule in Svizzera, perseguitato fino alla fine da un potere repressivo ripugnante: la borghesia dell'Impero di Luigi Napoleone III°, che si era accanita contro di lui, accusato di essere "un capo di bande socialiste". La grande mostra di Parigi, al Grand Palais, che celebra il centenario

della sua morte, ha suscitato una ripresa della vecchia battaglia sul "perchè della sua grandezza", un problema che divide i critici ma non il pubblico che ama molto la schietta evidenza di questa pittura anche senza collegarla alla famosa Comune di Parigi, di cui Courbet fu protagonista.

"Il bello, come la verità, è legato al tempo in cui si vive e all'individuo che è in grado di percepirlo. L'espressione del bello è in ragione diretta alla forza di percezione acquisita dall'arti-

sta". Con questa dichiarazione Courbet ci rivela la sua fede nella società, ma con altrettanta passione e fierezza è un testimone del suo tempo che denuncia, in una lettera a Victor Hugo, la critica e il potere di destra:

"I porci hanno voluto mangiare l'arte democratica in culla: nonostante tutto l'arte democratica che avanza mangerà loro nonostante i rinnegati, nonostante la Francia di oggi e il suo gregge demente, noi salveremo l'arte, lo spirito e l'onestà del nostro paese".

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VINTA LA 2a COPPA LOMBARDIA

MACALLESI: CAMPIONATO ALLIEVI

Affermazione delle ragazze della U.S. Aurora Risultati e spettacolo

Un'affermazione, nettamente da campione, ha avuto la squadra femminile della AURORA MOMBRETTO che abbiamo visto giocare e vincere alcune partite sul campo della Macallesi. Dopo avere ottenuto a luglio la promozione in serie A interregionale, la squadra si è vista impegnata, a settembre nella disputa della Coppa Lombardia. La squadra è arrivata in finale per il 1° ed il 2° posto con la Pagazzanese (BG) con questo punteggio: 6 partite, 11 punti, 19 goal fatti e 1 subito, e due ragazze piazzate ai primi posti nella classifica del capocannoniere, la D'Errico e la Cantarini.

La finalissima si è disputata a Milano il 13 novembre sul campo dell'Edelweis. È stata una

partita molto combattuta e sofferta, ma alla fine ha prevalso la tecnica ed il bel gioco. Nonostante il Pagazzano sia andato in vantaggio al 10° minuto del primo tempo, ha dovuto subire poi la supremazia e gli attacchi delle tre "punte" della Aurora che non lasciavano respiro alla difesa avversaria per tutto il resto della partita, la quale terminava col punteggio di 2 a 1 a favore dell'Aurora reti di Moccia nel 1° tempo e di D'Errico nel 2° tempo. L'incontro si è disputato davanti ad un pubblico numerosissimo al quale l'Aurora ha strappato applausi a scena aperta per il bel gioco espresso da tutte le calciatrici. Non sono mancati neanche questa volta gli sportivi di via Bonfadini e viale Ungheria

che ormai seguono la squadra ogni domenica.

La formazione dell'AURORA che si è imposta nella COPPA

LOMBARDIA:

Terribile Daniela - Mango Rosaria - Borghi Carla - Carlone Maria - Gentile A. Maria - Caon Ivana - Zoli Mariangela - Prada Graziella - Cantarini MarcellaD'Errico M. Teresa - Ponzo M. Teresa - Moccia Angela - Sganzerla Donatella - Spadaccini Patrizia È stata premiata, per avere superato il traguardo dei 200 goals, la calciatrice D'ERRICO M. TERESA (dell'AURORA MOMBRETTO) abitante in via Bonfadini.

Guidati dall'allenatore Axel Candia e dall'accompagnatore Ezio Mazzocchi i ragazzi della Macallesi, campionato allievi, proseguono la loro marcia sicura, senza preoccupanti incertezze. Davanti a loro c'è solo lo "Schuster", che però beneficia dei punti di tutte le partite giocate regolarmente, mentre la Macallesi deve recuperare un incontro che potrebbe avvicinarla ulteriormente alla capolista, che fra l'altro dovrà passare anche sul campo di viale Ungheria e non sarà certo facile uscirne facendo punti. Ben calibrati in ogni reparto, con un centrocampo notevole, la squadra merita tutto il tifo degli spettatori, anche perchè, oltre al risultato, riesce a far spettacolo, cosa che non è di tutti i giorni. Sicuramente merito di Axel Candia che ha saputo bilanciare nel

rapporto con i ragazzi la decisione dell'allenatore e la capacità di seguire anche singolarmente, i giocatori creando un assieme affiatato e senza troppi problemi. La "rosa" dei giocatori è composta da Pierluigi Gaudenzi, Amedeo Donà, Rocco Pappaluca, Pino Verderame, Davide Boccaccia, Claudio Soresi, Dante Laudisa, Maurizio Vitulli, Marcello Carinci, Mario Borotti, Aldo Giuliani, Antonio di Giandomenico e Giuseppe Ragusa.

Sempre bene anche la Under 20 (Brazzale e Onofri portieri, Cavestri, Salsi, Rodighiero, Callia, Precirillo, Baglivi, Mazzocchi, Vigani, Baldoneschi, Ragusa e Battagin) che lotta per i primi posti, dando prova di buon carattere e tenuta.

p. z.

Ucciso e abbandonato lungo la Tangenziale

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Ferito da una fucilata un giovane nomade

Proprio uno dei nomadi accampati nell'area di via Zama è stato protagonista e vittima di un episodio non ancora chiarito dalla polizia. Luigi Ciccarelli, di 17 anni, due settimane orsono è stato trovato in un appartamento di via Poma 29 gravemente ferito al basso ventre da una rosa di pallini sparatigli da breve distanza con una lupara. Il presunto feritore si è poi dato alla fuga abbandonando in strada l'arma che, ancora carica, è finita nelle mani di alcuni bambini.

Questi sono stati privati del pericoloso "giocattolo" dall'in-

Pessina - Alzati

TAVOLA CALDA Specialità: pizza rustica

tervento deciso di alcuni passanti. Pienamente cosciente, benchè ferito in modo gravissimo, il giovane nomade non ha voluto spiegare le circostanze del ferimento, rifiutandosi di fornire chiarimenti agli inquirenti.

Lo stesso atteggiamento ha portato all'arresto di Vincenzo Festa, di 22 anni, intestatario dell'appartamento di via Poma. Fra le ipotesi avanzate dalla polizia vi è quella che Luigi Cirelli sia stato ferito per liti sorte durante una partita a carte a soldi, o addirittura per errore mentre un suo amico gli mostrava il fucile.

Non sono ancora state chiarite le circostanze che hanno causato la brutale esecuzione del 25enne ladro d'auto Nicola Turdò, rinvenuto cadavere in un prato che costeggia lo svincolo della Tangenziale Est per Linate. Nicola Turdò non era un personaggio di qualche rilievo nella malavita milanese, non era mai stato segnalato per altri reati che quelli di furto con scasso o altri minori. Il suo nome era fra i tanti che avevano avuto a che fare con le questure e le carceri italiane, e che proprio per questo era stato più volte diffidato a trovarsi un lavoro o "cambiare aria". Solo pochi giorni prima di essere eliminato con tre proiettili in corpo, il Turdò era stato arrestato e condotto a San Vittore per l'ennesimo furto d'auto. Le prigioni sono troppo piene di questi tempi per poter ospitare anche gli autori di questi reati minori. Così Turdò è tornato in libertà riprendendo i suoi "giri" e dormendo spesso alla stazione, dove più volte era stato notato. Perchè dunque una esecuzione così spietata, avvenuta nei pressi di Monluè? L'unica risposta valida può essere che il Turdò sia venuto a conoscenza di qualche cosa di importante o che non sia rimasto al "suo posto". La punizione è giunta, nel modo più duro.

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