LA NUOVA LEGGE ENTRA IN VIGORE DA QUESTO MESE
IL CANONE SARÀ VERAMENTE EQUO?
Timori degli inquilini per la reazione di alcuni proprietari in occasione dell'entrata in vigore della legge. Sarà salvaguardato il diritto alla casa? Chi difenderà gli inquilini?
La legge per l'equo canone, la cui applicazione ha avuto inizio dal primo di questo mese, darà davvero, nella pratica, i risultati previsti dal legislatore? I proprietari di casa non potranno eludere la legge? Quali sono i criteri per definire un canone «equo»? Quanto finiremo per dover pagare? Queste ed altre domande si pongono in questo autunno gli inquilini di case in affitto che stanno per sperimentare sulla loro pelle gli effetti della nuova legge che regolamenta il regime delle locazioni.

Per rispondere a tali domande partiti politici, organizzazioni sindacali, organismi del decentramento comunale hanno indetto nel corso del mese di ottobre riunioni e dibattiti. In particolare il Consiglio di Zona 19 ha convocato, il giorno 26 ottobre, tre assemblee pubbliche in altrettanti complessi scolastici, la scuola elementare di via delle Ande, il liceo scientifico Vittorio Veneto e la scuolamedia Colorni, (in quest'ultima scuola però l'assemblea non ha potuto aver luogo, non essendo stato reso disponibile il locale in cui avrebbe dovuto svolgersi).
In apertura dei lavori i relatori del Consiglio di Zona hanno ricordato che la decisione di convocare le assemblee traeva origine dalla necessità che gli organi del decentramento esponessero ai cittadini tutti gli aspetti che l'applicazione della legge, ché si può definire rivoluzionaria, porta con se. Infatti, hanno proseguito, l'equo canone investe la somma ingente dei rap-
porti tra cittadini, inquilini e proprietari. Il peso del fenomeno non è limitato all'applicazione di parametri e simili, ma va inquadrato anche nell'ambito della gestione stessa della legge, nella problematica dell'edilizia residenziale. In particolare, mentre l'Amministrazione comunale si èá impegnata, attraverso i suoi uffici, a fornire un servizio di consulenza nel merito, è previsto anche un intervento diretto delle Zone decentrate, che: 1°) hanno già provveduto ad individuare nel dettaglio le zone di degrado e di pregio; 2°) con questo primo
Il consultorio di S. Siro
approccio intendono confermare il proprio impegno a seguire direttamente l'applicazione di questa nuova normativa, che deve subire una verifica annuale, per raccogliere gli elementi concreti di valutazione critica; 3°) nell'attuazione di questo programma il C.d.Z. costituirà uno spazio di consulenza, caso per caso, aperto ai cittadini, per svolgere un servizio utile e contemporaneamente aggiornare le valutazioni espresse circa le caratteristiche degli immobili delle diverse Zone.
CAMPO DI APPLICAZIONE
DELLA LEGGE
Passando poi a precisare il campo di applicazione della legge i relatori hanno affermato che essa rappresenta il documento legislativo che segna la fine del regime vincolistico dei fitti ed apre una via intermedia per arrivare, entro un ragionevole periodo di tempo, alla libertà delle locazioni. Con la legge per l'equo canone, hanno proseguito, si cerca di organizzare in maniera unitaria e coerente un sistema per fissare, in maniera per quanSEGUE A PAG. 6
APERTO, MA... A MF770 SERVIZIO
Denunciati dal Consiglio di Zona 19 ritardi nell'applicazione della legge regionale n. 44 e responsabilità per il rinviato funzionamento del consultorio di via Albenga.
Il 26 luglio scorso è stato inaugurato il Consultorio di via Albenga. Il 13 ottobre, a quasi tre mesi di distanza, il Consiglio di Zona 19 ha convocato una conferenza stampa per denunciare all'opinione pubblica alcuni ritardi nell'attuazione della legge regionale 44, che delega ai comuni l'attuazione dei consultori.
Tali ritardi, le cui cause, è stato detto, sono a monte hanno fatto si che di 10 consultori finora inaugurati (sui 20 previsti per la
EDILIZIA ECONOMICA E POPOLARE NELLA ZONA
città di Milano) soltanto 5 sono realmente funzionanti. Quello della nostra zona, in via Albenga (dove sono già in servizio 3 assistenti sociali, una ostetrica, una segretaria e due commesse), ha dovuto rinviare l'entrata in funzione per la mancata presenza dei 4 ginecologi dell'Ospedale S. Carlo, nonostante la loro disponibilità, almeno verbale, a prestare servizio nel consultorio. Le responsabilità di tale grave carenza, è scritto in un documento
LAMPUGNANO SPARIRÀ?
NUOVE CASE A FIGINO COSTRUITE DA COOPERATIVE. - VERSO UNO
SBOCCO I PROBLEMI DI VIA PINEROLO, DI VIA GIANICOLO E DI VIA REMBRANDT? - APPROVATO IL PIANO PLURIENNALE DI APPLICAZIONE. - AREA VERDE E PARCHEGGI IN VIA URAGUAY.
Via Pinerolo, via Gianicolo — Cascina Case Nuove — via Paravia e via Rembrandt — piazza Velasquez, per quanto riguarda i lotti di ristrutturazione e di risanamento, Lapugnano, Cascina Cottica, Gallaratese e Figino, per quanto riguarda i lotti di espansione, hanno animato il dibattito sulla edilizia economica e popolare in Zona 19 nella seduta del 3 novembre del Consiglio di Zona, che è successivamente passato all'esame del Piano Pluriennale di Applicazione.
I problemi dell'edilizia economica e popolare della nostra zona (segue a pag. 2)
presentato alla stampa dal Comitato di gestione del consultorio di via Albenga, sono molteplici e riguardano, a diversi livelli, la Regione, il Comune, l'Amministrazione dell'Ospedale S. Carlo, oltre agli stessi medici ginecologi i quali, continua il documento, volendo mantenere intatti i privilegi della loro categoria, ostacolano la realizzazione effettiva di un importante servizio pubblico sul territorio.
Servizio di cui il Consiglio di Zona ha sottolineato il ruolo fondamentale nell'ambito di una politica decentrata dei servizi sanitari, in quanto è il primo che preveda una gestione sociale, per cui l'utenza è chiamata ad attuare una funzione non soltanto di controllo, ma anche di proposta sul suo funzionamento, ribaltando così i ruoli tra utenza, operatori e la stessa amministrazione comunale. Senza il consultorio, si è sottolineato, qualsiasi politica di coordinamento e di integrazione dei servizi rimane monca ed inattuabile.
LE RICHIESTE DEL CONSIGLIO DI ZONA Nel denunciare le diverse responsabilità il Consiglio di Zona ha rivolto specifiche richieste alla Regione, perché metta in grado gli ospedali cittadini di assumere nuovi ginecologi in base al piano stabilito dall'art. 6 della legge n. 44; perché attui i corsi di aggiornamento per gli operatori affidandone la gestione agli Enti locali; perché provveda con apposite convenzioni a rendere gratuito il servizio anche per quanto riguarda gli esami di la(segue a pag. 2)
pag. 2 - milano 19
DALLA PRIMA PAGINA APERTO, MA... A MEZZO SERVIZIO
boratorio ed i farmaci.
Al Comune di Milano ha chiesto di stipulare una convenzione unica con gli enti ospedalieri con l'invio dei ginecologi nei consultori per un minimo garantito di almeno 18 ore settimanali; di rendere pubblica la spesa dei finanziamenti riicevuti dalla Regione, in base alla legge n. 44, dal 1976 ad oggi; di provvedere allo stanziamento di un fondo apposito per la gestione di ogni singolo consultorio da parte del Consiglio di Zona competente e del relativo Comitato di Gestione, soprattutto per quanto riguarda le attività di informazione.
Infine all'Ospedale S. Carlo il Consiglio di Zona ha chiesto di rendere esecutiva dalla settimana successiva (quella che si è iniziata il lunedì 16 ottobre, n.d.r.) la convenzione stipulata con il Comune di Milano per l'invio di ginecologi nel consultorio di via Albenga per 18 ore settimanali e di iniziare un rapporto organico con la Zona, per saldare il Consultorio ai servizi di secondo livello ospedalieri (interruzione di gravidanza, esami di laboratorio, poliambulatori, ecc.).
UN PROBLEMA DI SCELTE
POLITICHE
Il Comitato di Gestione, da parte sua, dopo aver lamentato che pur rappresentando sia il Consiglio di Zona, sia le forze politiche e sociali presenti nel territorio
(consigli di fabbrica SIT-Siemens e Recordati, CUZ, UDI, Donne di via Albenga, CIF, Comunità Parrocchiali, ACLI) è sempre stato volutamente tenuto all'oscuro dei vari temi della questione, mentre avrebbe dovuto essere l'interlocutore privilegiato, ha comunicato la sua decisione, nonostante l'assenza del servizio medico-ginecologico, di far funzionare il consultorio di via Albenga con un servizio programmato di informazione e di prevenzione.
II Gruppo delle donne di via Albenga denunciate le gravi conseguenze derivanti dall'inadempienza della legge 44, come la non avvenuta educazione sulla contraccezione, ha manifestato la sua volontà di chiarezza su tutte le responsabilità, chiedendo che, una volta tanto, una legge venga in tutti sensi rispettata ed applicata. Posto in rilievo che nella nostra zona esistono stabilimenti a forte occupazione femminile, quali la Sit-Siemens e la Recordati, le rappresentanti dei Consigli di Fabbrica di tali stabilimenti hanno posto in rilievo come il funzionamento monco di un servizio pubblico, quale il Consultorio, può ingenerare nel cittadino sfiducia nelle istituzioni e che è necessario operare affinché tale pericolo venga scongiurato. Ma quante sono finora le donne che si sono rivolte al consultorio di via Albenga? Richieste ce ne sono state, ha affermato una assistente sociale pur non fornen-
La Redazione è aperta ogni mercoledì sera
do numeri, in particolare per la contraccezione e la certificazione di aborto e sono state smistate nei consultori funzionanti. Finché mancano i medici, ha voluto sottolineare, la richiesta è limitata, ma è destinata ad aumentare con la presenza dei ginecologi.
IL PROBLEMA DEI MEDICI
Un medico dell'Ospedale S. Carlo, il dr. Aondio, interpellato direttamente ha dichiarato la disponibilità sua e dei suoi tre colleghi destinati al consultorio ad iniziare la loro attività dal martedì successivo, 17 ottobre (dopo vari rinvii si è poi arrivati a spostare la data al 6 novembre, n.d.r.) ponendo però come pregiudiziale l'ottenimento del nulla osta da parte dell'amministrazione dell'ospedale di trasferire alcune ore del loro lavoro al consultorio.
Ma, è stato chiesto, non sarebbe possibile scavalcare l'ostacolo con l'assunzione diretta, da parte del consultorio, di ginecologi?
No, è stato risposto, le assunzioni possono essere fatte soltanto dall'amministrazione comunale, che le ha difatti attuate, con contratti liberi, nelle zone dove manca una struttura ospedaliera. E intanto il funzionamento effettivo del consultorio di via Albenga viene rimandato di giorno in giorno. Che si voglia ostacolare il funzionamento dei consultori pubblici a favore di quelli privati previsti dalla legge? È una domanda che nasce anche dalla scelta della Regione di affidare i corsi di aggiornamento per gli operatori dei Consultori all'Università Cattolica, ossia ad istituzione privata anziché ad una struttura pubblica. Staremo a vedere quale sviluppo potrà avere il consultorio pubblico di via Albenga quando entrerà in funzione. Una cosa di positivo riteniamo di poter comunque registrare sin d'ora: il fatto che la conferenza stampa indetta dal Consiglio di Zona e seguita da numerosi cittadini abbia sensibilizzato l'opinione pubblica e messo a nudo precise responsabilità.
Cronache familiari '
Interpreti di queste cronache sono sempre gli stessi: mia moglie, 41 anni casalinga; mia figlia 20 anni universitaria; mio figlio 14 anni 1° liceo scientifico; io, 43 anni impiegato; per voi tutti, del Gallaratese e non.
il primo novembre. Tutti i Santi più uno: Sant'Equo Canone, che entra in vigore da oggi. Il commentatore radio-televisivo entra in casa all'ora di pranzo festiva, riproponendoci i problemi della nuova leggissima.
«Meno male che per noi va abbastanza bene», dice la moglie guardando il TV, mentre spegne il mozzicone della sigaretta nel piatto, «perché siamo nella zona di periferia e abitiamo in casa catastalmente economica a fitto bloccato».
Nostra figlia è meno soddisfatta. «Ma lo sapete per quante famiglie invece è una fregatura con aumento di affitto anche se per metà diluito nel tempo. Come al solito pagano i più deboli». Forse le sue ragioni ce le ha, anche se mi sembra che la legge tuteli di più quelli che hanno redditi più bassi, sotto gli otto milioni annui.
«Già — interviene la mia metà — come se poi otto milioni fossero una cifra spropositata. Ma come si fa a vivere a Milano con poco più - di 500 mila lire al mese per una famiglia di 4 persone. Leva l'affitto, il mangiare, il vestire, i libri di scuola, l'auto, il gas, la lu-
ce, il telefono, cosa ti rimane?
Niente, meno che niente».
Mi tocca intervenire: «tuttavia questo equo canone l'abbiamo voluto tutti, con anni di battaglie. Certo, la legge non è proprio quella che ci voleva, ma dobbiamo tener conto dei rapporti di forza in Parlamento. Intanto un grosso passo in avanti viene fatto, portando una certa regolamentazione. Certo bisogna vigilare, occorre battersi per una concreta applicazione, per evitare le porcherie con cui i padroni di casa vogliono sottrarsi alla giusta interpretazione...».
L'universitaria super impegnata aggiunge: «beh, forse le cose non stanno proprio come dici tu, però qualcosa di giusto c'è: per esempio il Comune ha fatto bene.a mettere in «zona di particolare pregio» la Via Caprilli, a San Siro, perché quelli che abitano in quelle case lì di gran lusso, possono certamente pagare un affitto molto più alto di quelli che stanno nella vecchia Trenno o al Gallaratese».
Il piccolo liceale si sente autorizzato ad aggiungere la sua: « e sì, perché oltre tutto hanno la fortu-
DALLA PRIMA PAGINA LAMPUGNANO SPARIRÀ?
sono di due tipi: uno di ristrutturazione, di risanamento e di ricupero; l'altro di espansione, trovandoci noi in una zona periferica, dove non è difficile prevedere, in tempi più o meno brevi, un ulteriore espandersi del tessuto urbano, per cui è opportuna una precisa programmazione urbanistica, per evitare i pericoli di edilizia selvaggia verificatisi in passato.
Per quanto si riferisce la prima parte dei problemi abbiamo appreso che l'ufficio tecnico dello IACP ha già approntato il progetto relativo al lotto 65 (via Pinerolo), per la cui realizzazione sin dal 1977 è stato stanziato un finanziamento di 780 milioni di lire, e che il giorno 8 novembre verrà posto all'esame del Consiglio di Zona, che si è impegnato a riferirne poi agli inquilini interessati, i quali, essendo in gran parte ormai in età avanzata, ben difficilmente potrebbero andare con i consiglieri a prendere visione. Altro progetto in fase di avanzata elaborazione, che dovrebbe essere sottoposto al Consiglio di Zona entro la prima decade di novembre, è quello relativo al lotto 121 (Gianicolo-Cascina Case Nuove-Paravia), che prevede l'abbattimento della Cascina Case Nuove e la costruzione sulla sua area di una casa-parcheggio, in cui dovrebbero trovare temporaneamente alloggio gli abitanti degli stabili di via Gianicolo, in attesa che tali fabbricati vengano demoliti per far posto a case popolari, in cui dovrebbero ritornare gli stessi abitanti. Alla domanda del repubblicano Sinicato se non si sarebbe potuto trovare un'altra soluzione che non comportasse la demolizione della vecchia cascina è stato risposto che in tal senso ci si era battuti per anni, ma che ormai, non esistendo più tra l'altro nelle vicinanze altre aree disponibili, che sono state inghiottite dalla edilizia privata di lusso) le alternative erano due: o abbattere la vecchia cascina, peraltro già demolita per metà e senza alcun pregio architettonico, o, per salvarla, sradicare gli abitanti di via Gianicolo, mandandoli ad abitare chissà dove. Per questo è stata scelta la prima soluzione. Altra casa-parcheggio è prevista per il lotto 90 (via Rembrandt-piazza Velasquez) il cui progetto è all'esame per la definitiva approvazione.
NUOVE CASE A LAMPUGNANO
decadimento dei finanziamenti già stanziati per la sua realizzazione, ha continuato il consigliere Lodola, non ha modificato il parere sfavorevole del Consiglio di Zona, che peraltro ha espresso anche il suo timore per il prevedibile aggravamento dei problemi che deriverebbero dall'insediamento di un migliaio di nuovi abitanti in un quartiere già carente di servizi.
Preoccupazioni per quanto concerne l'insediamento di nuovi abitanti in quartieri carenti di servizi sono state espresse anche per quanto si riferisce al lotto di espansione n. 13/bis, in via Alex Visconti, al Gallaratese, di prossima realizzazione, mentre per quanto riguarda il lotto 21, relativo ad un nuovo quartiere realizzato a Figino dal movimento cooperativo, il Consiglio ha preso atto della sua quasi ultimata costruzione.
LA COMMISSIONE CASA
Nel dibattito è più volte emersa ia richiesta di immediati interventi per la realizzazione di servizi e naturalmente non potevano mancare giudizi sulla politica di edilizia economica e popolare attuata a livello cittadino e nazionale.
Facendo riferimento ad alcune voci correnti il democristiano Martellosio ha chiesto sé non si stia andando verso un affossamento delle Commissioni casa dei Consigli di Zona. Gli ha risposto il repubblicano Malusardi, presidente della Commissione casa della Zona 19, precisando che in una recente riunione tenutasi tra la Commissione comunale assegnazione alloggi ed i presidenti delle Commissioni casa del decentramento era emerso che contro una massa di circa 20 mila domande vi era soltanto una disponibilità di 208 alloggi popolari, mentre nei prossimi mesi saranno disponibili 1500 nuovi alloggi. Per questo, ha detto, è stato chiesto di limitare momentaneamente l'assegnazione di alloggi, che mano a mano diventano disponibili, soltanto per casi urgenti, senza far graduatorie. Certo, ha concluso, tale richiesta limita le funzioni delle Commissioni casa, ma tale limitazione dovrebbe cessare in futuro, quanto vi sarà una maggiore disponibilità di alloggi da assegnare.
I PARCHEGGI DI VIA URUGUAY
na di abitare vicino allo Stadio di San Siro (dove gioca ogni tanto anche la mia magnifica Juventus), al Palalido e al Palasport (dove si esibisce — si fa per dire -- il Billy, ex Cinzano pallacanestro)».
Il pranzo sta per finire e già sul teleschermo appare Charles Heston nei panni di Gordon Pascià che va a morire in quel di Khartoum per fare un piacere a se stesso.
«Insomma questo equo canone - cerco di concludere — non è il peggiore di tutti i mali: inquilini che avranno dei benefici subito, altri forse in futuro...».
«Scusa un po', papà — mi interrompe il figlio liceal-latinista — ma equo si traduce equus? Ma allora cosa vuol dire che il canone è forse cavallo-destriero-corsiero-stallone?». Mi tocca adesso convincerlo che si traduce «aequus« cioè «eguale», piano, orizzontale, senza dislivello ed anche giusto, imparziale, ragionevole, e persino «neutrale», ma che tale non deve essere se deve servire a far pagare di più chi più ha e di meno chi meno ha.
LUCA ORSENIGO
Passando all'esame dei problemi relativi ai lotti di espansione è stato comunicato che sono in fase di avanzata realizzazione i lavori per la costruzione del quartiere <‹Cascina Cotticai>, lotto 61, che, a quanto è stato detto, dovrebbe essere l'ultimo lotto di case destinate alla vendita frazionata che lo IACP costruirà a Milano. Per il lotto 80, relativo a vari edifici che dovrebbero essere costruiti da cooperative a Lampugnano, ha relazionato il consigliere Lodola, che ha informato del parere negativo del Consiglio di Zona, dato che la realizzazione del progetto, così come presentato, finirebbe per cancellare definitivamente le strutture di Lampugnano. L'indicazione dell'Amministrazione comunale secondo cui il progetto andava approvato con urgenza, pena il
Il secondo punto all'ordine del giorno, quello relativo al Piano Pluriennale di Applicazione (P.P.A.) è stato introdotto dal socialista Narratone, che ha letto un'ampia relazione preparata dal dipartimento territorio, di cui egli è responsabile.
Nel corso dell'esame dei singoli punti di intervento è stata data anche una risposta ad una domanda avanzata da alcuni abitanti dello stabile di via Uruguay 32, fabbricato 19, al Gallaratese, relativa alla sistemazione dell'area antistante tale fabbricato ed alla creazione di posteggi per le auto degli inquilini. L'area, è stato risposto, verrà destinata a verde attrezzato e campo giochi, mentre come parcheggio verrà utilizzata la stessa via Uruguay, di cui il P.P.A. prevede la chiusura.
Il piano Pluriennale di Applicazione è stato poi approvato dal Consiglio con 25 voti favorevoli ed un astenuto.
L'inoccupazione giovanile
APRIAMO GLI OCCHI...
Un bilancio dei risultati della festa del 14 e 15 ottobre organizzata nell'Aula Magna del Vittorio Veneto e dell'Ettore Conti dalla Lega dei disoccupati
Crisi economica, attacco padronale nelle fabbriche, chiusura netta alla nuova occupazione: e il movimento dei disoccupati?
Cosa fa oggi il giovane per organizzarsi e lottare contro il padronato e chi lo sostiene? Quali. sono gli strumenti di cui un giovane può usufruire? Quali quelli che ancora si deve dare?
Sappiamo tutti molto bene come sia importante proprio oggi unirsi, organizzarsi, lottare per costruire degli strumenti capaci di invertire le tendenze reazionarie in atto nel nostro paese, che vogliono schiacciare sempre di più le sinistre e le masse popolari. Sappiamo anche, però, come sia difficile proprio oggi, nonostante il malcontento e le nuove forze che stanno nascendo, unirsi, costruire programmi comuni, portare avanti, insomma, la lotta di classe.
Cosa vuol dire ciò, ad esempio, sulla questione della disoccupazione giovanile? Già nel numero di ottobre di Milano 19 avevamo fatto un quadro della situazione con i compiti principali che, secondo noi, una organizzazione sindacale dei disoccupati doveva porsi; pensiamo però che siano necessari ancora riflessione, dibattito ed iniziativa per poter camminare e fare i primi passi.
La festa promossa dalla lega e dal sindacato il 14-15 ottobre al Vittorio Veneto e all'Ettore Conti è stata uno spunto proprio per questo tipo di riflessione. L'iniziativa ha visto una scarsissima presenza di giovani, non certo per carenze di propaganda o tecniche, ma evidentemente per problemi più complessi. I dibattiti svolti hanno sottolineato problemi quali il rapporto diretto con gli iscritti alle liste della 285, la questione del rifiuto del lavoro, l'incapacità da parte delle leghe di orientare le masse giovanili.
IL RIFIUTO DEL LAVORO
Il problema del rifiuto del lavoro: quante volte ci siamo sentiti ripetere questa frase e quante volte nell'udirla ci siamo allontanati. Purtroppo il problema poche volte è stato posto in maniera corretta, al di là della pura e semplice enunciazione.
Il rifiuto del lavoro in astratto non esiste. Una persona qualsiasi tende a fare qualcosa, a produrre, è nella natura delle cose. Quindi non è vero che il giovane è un poco di buono e che non vuole far nulla. Il problema che i giovani pongono è quello dell'organizzazione del lavoro così com'è oggi nella fabbrica. È questa qualità del lavoro che non accettano. Noi non sosteniamo che questa scelta sia giusta, e guardiamo solamente il contenuto per poter intervenire in merito e dare delle prospettive, che, bene o male, a grandi linee forse, già ci sono.
Se è vero che l'organizzazione del lavoro deve cambiare (e qui entrano in ballo questioni come l'orario di lavoro, i ritmi di produzione, la nocività in fabbrica, ecc.) è altrettanto vero che questo è un problema che tocca i disoccupati, ma anche e soprattutto la classe operaia, dato che soltanto all'interno od a fianco di essa si può progredire e cambiare. Soltanto a fianco della classe operaia ed all'interno della battaglia politica e contrattuale può trovare uno sbocco il problema dell'organizzazione del lavoro, per il quale gli operai lottanu, scioperano, fanno battaglie politiche all'interno ed all'esterno della fabbrica, ma non è che smettano di lavorare. È infatti, da sempre, un gioco
padronale quello di fomentare la guerra tra poveri, di dividere la classe operaia e di isolarla dalle altre forze, quali, in questo caso, i giovani disoccupati. Si crea il lavoro nero, precario, si alimenta il rifiuto del lavoro con l'elaborazione di teorie falsamente di sinistra, si mettono gli uni contro gli altri frenando, nella sostanza, la lotta di classe.
RAPPORTI NUOVI
In questo senso le leghe hanno avuto grosse difficoltà. In questo hanno mancato non assumendosi le proprie responsabilità fino in fondo e non avendo quindi la capacità di orientare i giovani verso la classe operaia ed il sindacato. Si sono fatte parecchie cose, ma evidentemente ancora largamente insufficienti. Infatti è proprio sul lavoro di massa che si sono riscontrate le carenze più grosse ed è proprio questo il primo obiettivo che ci
poniamo. All'interno dell'iniziativa del 14-15 ottobre si è arrivati ad un rapporto nuovo con le forze politiche e sociali della nostra zona. Un rapporto di contributo reciproco e con un obiettivo comune: fare chiarezza tra i giovani e dar loro un'organizzazione capace di incidere anche all'interno di una scadenza come i rinnovi contrattuali, che ci vedrà, con la classe operaia, protagonisti diretti. È infatti sul problema della nuova occupazione che la FLM ha presidiato l'Assolombarda. su questa questione che il Consiglio di Fabbrica della Durban's ha rotto le trattative. È anche partendo da questo problema che il sindacato sta rivedendo le sue posizioni. Questo deve avvenire nei luoghi dove i giovani sono presenti: nelle scuole, nei quartieri, ecc. Rilanciando la campagna di tesseramento, continuando a pro-
NELLE SCUOLE MEDIE SUPERIORI DELLA NOSTRA ZONAmuovere dibattiti ed iniziative, crediamo di poter far discutere i giovani, far loro prendere posizione e riuscire a sollevare questo problema in maniera molto più scottante che non sino ad oggi. Crediamo sia importante che ogni giovane si esprima su questo, si organizzi, venga alle nostre riunioni portando anche le proprie proposte e, soprattutto, i propri problemi. Dare un contributo a questa singola si-
tuazione significa cominciare a dare un contributo all'organizzazione dei disoccupati. Per questo invitiamo tutti a scrivere, a partecipare, a lavorare. Cominciamo tutti assieme a muoverci partendo da questi problemi, perché questa è l'unica strada da percorrere se si vuole dare una risposta al padronato e risolvere il problema della nuova occupazione.
Lega dei Disoccupati 18-19
UNO SCIOPERO PER LA RIFORMA
IL 19 OTTOBRE, GIORNATA NAZIONALE W LOTTA DEGLI STUDENTI PER IL RINNOVAMENTO DELLA SCUOLA
Dopo le grandi risposte di piazza che gli studenti hanno dato agli assassinii fascisti di Napoli e Roma in cui hanno perso la vita Ivo Zini e Claudio Miccoli, assistiamo in questi giorni a una nuova forte mobilitazione di massa degli studenti su un tema di importanza vitale non solo per la scuola, ma per tutto il paese.
La Camera, infatti, ha varato nei giorni scorsi la riforma della scuola media superiore e questo fatto ha innescato immediatamente una fase di dibattito intenso e serrato sul valore di questa riforma, sui suoi contenuti, su come dovrà essere attuata nel concreto. Questo clima nuovo di confronto e proposta è dovuto al fatto che, al di là di valutazioni più o meno, positive sulla riforma, essa rappresenta una novità eccezionale e il punto di riferimento costante affinchè la sperimentazione e i nuovi contenuti che noi vogliamo siano realizzabili.
Questa nuova importante fase è stata aperta dal grande sciopero degli studenti di giovedì 19 ottobre, uno sciopero su scala nazionale che ha riscosso un successo oltre le previsioni.
Per le strade di Milano sono sfilati sette-ottomila giovani, rispondendo con convinzione a chi vuole affossare una questione tanto importante, deviando il dibattito su astrusità demagogiche e strumentali oppure dimostran-
do la solita palese indifferenza e non proposta (vedi DP, LC, CL, i reazionari dell'NCS).
Lo sciopero ha comunque battuto queste posizioni grazie anche all'unità, seppur su posizioni talvolta in contrasto, delle forze promotrici della manifestazione (FGCI, PdUP, MLS).
Nelle scuole della nostra zona lo sciopero ha avuto esiti nel complesso positivi, anche se in modo parziale, poichè si è assistito a una grossa partecipazione da parte degli studenti del Vittorio Veneto, e dell'Ettore Conti, d'altro canto invece, il X ITIS non ha potuto, per motivi di orario, svolgere l'assemblea che doveva decidere la partecipazione allo sciopero e di conseguenza gli studenti che hanno partecipato alla manifestazione non sono stati molti.
Al Galileo perdura quest'anno più che mai la gestione autoritaria del preside Peretto che sta trasformando sempre più l'istituto in un feudo personale, reprimendo qualsiasi tentativo di introdurre nella scuola elementi minimi di discussione politica. Quindi anche la riforma, il terna centrale di quest'anno, non è trapelata tra i muri del Galilei nemmeno per sentito dire e questo basta per indicare quale sia stato l'indice di partecipazione degli
studenti del Galilei allo sciopero del 19.

Anche all'Onnicomprensivo, purtroppo, le cose non sono andate come dovevano, anche se in questo caso entrano in campo fattori nuovi che in queste righe non posso citare e analizzare data la effettiva complicatezza della situazione esistente.
E' naturale che una scuola nuova, così eterogenea e numerosa, trovi grosse difficoltà nell'organizzare al suo interno forme di lotta e discussione politica, ma è altrettanto vero che l'onnicomprensivo rappresenta la realtà scolastica più importante della zona, soprattutto dal punto di vista strutturale.
L'Onnicomprensivo è stato costruito a "misura di riforma" e questo basta a significare quanto sia indispensabile la crescita di una coscienza di massa sui problemi del rinnovamento della scuola.
Una crescita che però dovrà essere stimolata costantemente anche con l'aiuto delle altre scuole e delle forze politiche presenti nella zona. Questo discorso vale anche per il Galilei, di fatto ora impossibilitato a organizzarsi autonomamente al suo interno. Ma nonostante la situazione non certo allegra vigente in queste due scuole, lo sciopero nel complesso ha dato esito positivo; la zona 19
era presente in piazza con molte persone, gran parte comunque del Vittorio Veneto e dell'Ettore Conti, che ancora hanno confermato un ruolo "avanzato" (se mi è consentito dire) rispetto alle altre realtà scolastiche.
E comunque, al di là dell'aspetto quantitativo dello sciopero, vorrei sottolineare il senso qualitativo che gli studenti hanno dato alla mobilitazione, che è stata fortemente vissuta; infatti abbiamo visto che il fatto di scendere in piazza non ha avuto un significato fine a se stesso, ma ha fatto si che la tensione ideale presente il 19 si tramutasse in proposta.
Infatti, sulla spinta dello sciopero, al Vittorio Veneto è partita un'iniziativa destinata ad estendersi in tutte le scuole della zona, proposta degli studenti della FGCI e alla quale hanno aderito anche le altre forze (NCS esclusa, naturalmente). Si tratta della "Commissione Riforma" che consiste in una sorta di collettivo permanente costituito da studenti e d2centi dell'Istituto che si incaricano di organizzare le forme e i contenuti di dibattito sulla riforma. Al Vittorio Veneto con i soldi dell'Istituto si sono ciclostilati centinaia di progetti di riforma che sono stati distribuiti classe per classe. Ora si organizzeranno momenti di studio sul progetto affinchè poi si possano individuare i canali atti a fare della sperimentazione una esperienza concreta.
A questo proposito c'è l'intenzione di organizzare un'assemblea -convegno sulla sperimentazione dove si potranno e si dovranno confrontare le esperienze già fatte e in parte riuscite in diverse scuole di Milano.
Una spinta decisiva, dunque, quella dello sciopero del 19 che ha stimolato e ha permesso la creazione di qualcosa di operante, e speriamo non soltanto sulla carta, data l'importanza che la riforma viene ad assumere nel momento politico attuale.
Claudio SanfilippoAl Gallaratese UN RAGAZZO HA BISOGNO DI AIUTO
IL CAMPO GIOCHI DI
Un allievo della classe 1' L della scuola media Alex Visconti, Valerio Longhi, abitante in via Cilea, 16, è affetto da una grave forma di epilessia da focolai multipli.
Il prossimo 22 novembre dovrà recarsi a Zurigo per un consulto e probabilmente, come già ha proposto il medico curante, dovrà essere sottoposto ad intervento chirurgico al cervello in un ospedale romano.
Sia la terapia, sia l'intervento hanno un costo elevatissimo, che la famiglia non può sostenere e che gli istituti previdenziali non coprono.
A.R.C.I.
COMUNICATO STAMPA
Per guasto la famiglia lancia un appello a tutti i cittadini che volessero dare il loro contributo per far sì che il ragazzo possa affrontare la cura e l'intervento, Chiunque si sente toccato da questo fatto umano può telefonare al n. 3531534. Venuto a conoscenza del caso. Milano 19, si presta volentieri a farsi portavoce dell'appello lanciato dalla famiglia in tutta la zona, comunque non possiamo mancare di criticare un sistema sanitario che nel 1978, in una società che vuole essere avanzata, riserva particolari cure solo agli appartenenti ai ceti abbienti, lasciando le famiglie meno agiate alla pietà popolare. Crediamo sia doveroso per tutti i cittadini meditare su questo problema, pensiamo che una giusta riforma sanitaria possa, anzi debba, risolvere questa situazione. Sta a noi combattere per la realizzazione di una legge adatta a simile scopo.
Nello scorso numero di ottobre abbiamo annunciato la costruzione del campo giochi in via Flack di cui attualmente sono già iniziati i lavori. Nel frattempo ci sono pervenuti dei pareri su questa iniziativa per la ricreazione di bambini e ragazzi. Un «comitato promotore» composto da nove persone ci ha inviato una lettera di protesta. Fedeli al principio che bisogna sempre ascoltare tutti, pubblichiamo la lettera contestualmente ai pareri di persone o rappresentanti di enti chiamati direttamente in causa.
PER UNA DOVEROSA INFORMAZIONE A PROPOSITO DEI CAMPI GIOCHI PER RAGAZZI IN VIA FALCK
E ormai a tutti noto la triste vicenda della sovrapposizione del campo giuochi con due torri alte 42 mt. Quando, nell'ottobre dell'anno scorso, la ditta «LA LUCANA» stava per iniziare i lavori per la costruzione del campo nell'area prospiciente ai negozi di Via Falck, 19 (vedere Delibera del Consiglio Comunale n° 837 del 29.7.76) è balzata fuori l'imprevista variazione della destinazione dell'area, sulla quale non doveva essere costruito il campo, bensì due torri alte 42 mt. Cosa era successo.
Riprendono a fine ottobre le attività dei corsi e dei centri di musica promossi da: ARCI provinciale, Collettivo musicale, I Fiati Italiani, Coop. l'Orchestra: corsi di pratica strumentale e di canto corale; — formazione di «complessi» (big band, gruppo da camera etc.); animazione musicale (seminari, laboratori, dibattiti); - concerti, prove aperte etc.
Per informazioni rivolgersi all'ARCI provinciale, di via Cola Montano 8 tel. 6889708 - 6893863 o presso i singoli centri: circoli Bellezza, Carducci, il Mulino, Teatro Officina, coop. l'Orchestra (corso exarsenale).
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I Sigg. Progettisti del Piano Particolareggiato del Gallaratese con la compiacenza... non si sa di chi, ma certamente non degli abitanti interessati al problema, avevano fatto una Variante alla l.a versione del Piano P. così che il Consiglio Comunale approvava successivamente due cose nella stessa area: il campo giuochi (29.7.76) e le due torri (28.4.75). Mentre però il campo giuochi stava per diventare una realtà, delle due torri nessuno sapeva nulla, compreso il C.I.M.E.P. che a tutt'oggi, continua a ribadirne la inesistenza. (vedere lotto 13bis)
Intanto gli avvenimenti di questi ultimi mesi, caratterizzati da proteste, istanze e ricorsi in carta bollata, hanno portato a questa prima conclusione: l'attuale Giunta Municipale, anziché fare chiarezza, aggirava l'ostacolo e con una Variante alla Delibera su accennata, cambiava l'ubicazione del campo giuochi e ne autorizzava la costruzione nell'area a nord del Monte Amiata dove, tanto per intendersi sono sepolte le fondamenta della scuola media... abortita. Forse così si è voluto dare una «degna sepoltura» ad un cadavere che puzzava
(quelle fondamenta dono costate alla collettività oltre 30 milioni e sono in pochi a saperlo). Ma l'aborto ormai non è più un reato! Tuttavia, grazie all'interessamento dell'Assessore Gianfranco Rossinovich e dei suoi collaboratori, il 18.9.78 sono iniziati i lavori del campo in questa seconda area, campo che comprenderà: un campo di pallacanestro, un campo di pallavolo, un campo di calcio di dimensioni ridotte e una piccola pista podistica; inoltre verrà creata una struttura prefabbricata attrezzata a spogliatoio e servizi igienici. Gli altri Amministratori comunali (ci riserviamo di fare i nomi... per pudore) interessati al problema e da noi interpellati... ci hanno fatto perdere del tempo, ore di lavoro ed amaramente deluso. Lo stesso dicasi del Consiglio di Zona n. 19 che ha avallato nella riunione del 16.12.1977 l'attuale soluzione in ordine all'area. Per concludere: non abbiamo voluto tirare ulteriormente la corda per evitarne la rottura. Ci auguriamo però che questo gesto non venga frainteso e considerato un atto di debolezza o di resa incondizionata. Accettiamo la nuova ubicazione del campo giuochi perché consapevoli di offrire in ogni caso un servizio ai ragazzi anche se dei caseggiati lasciando per intero la responsabilità di questa scelta politica alla Giunta Municipale. Attendiamo adesso gli «altri» al varco e particolarmente l'arch. Alberto Secchi che, pur riconoscendo la sua parte di responsabilità, si è dimostrato più sensibile al problema tanto che sicuramente si adopererà affinché quelle due torri scompaiano da quell'area (3900 mq. circa) per trovare una più logica e razionale ubicazione in altra zona del
Quartiere meno congestionata. Lo speriamo ardentemente perché è quello che nelle diverse occasioni, l'arch. Secchi, ha sempre detto.
Milano, li 7 Ottobre 1978
IL COMITATO PROMOTORE
Firmato: Franco Li Greci, Giovanni di Marco, Giordano Pace Giuseppe Tricarico, Angela Samarati, Vincenzo lmbroscia, Gabriele Rotelli, Gianfranco Arienti (segue un'altra firma illeggibile). Ps. - Ci riserviamo di ritornare sull'argomento, facendo anche la storia di questo campo giuochi che ha avuto origine 1'11.2.1972 allorquando ne venne fatta esplicita richiesta alle Autorità comunali competenti. All'occorrenza pubblicheremo anche una documentazione in nostro possesso allo scopo semplicemente di fare chiarezza sull'intera vicenda e di individuare eventuali responsabilità per la faciloneria con la quale si amministra la «cosa pubblica».

A MILANO C'È BISOGNO DI CASE
A proposito delle due torri di Via Falck e visto che sono stato direttamente citato nel volantino diffuso da alcuni abitanti della zona, ritengo utile fare alcune precisazioni e arricchire, se mi è possibile, il dibattito con ulteriori argomenti.
È sbagliato che si cerchi di accreditare l'idea di operazioni non chiare attorno all'origine di questo fatto, alimentando il qualunquismo, anche perché il qualunquismo non produce obiettivi di lotta, ma rassegnazione, e quindi non serve nemmeno ai patrocinatori di questa campagna. Il Piano Particolareggiato del Gallaratese ha consolidato molte conquiste per il quartiere: la destinazione pubblica di tutte le aree libere che, negli obiettivi delle giunte di centro sinistra e degli uffici tecnici comunali dovevano servire per costruire uffici, abitazioni e altre strutture di nessun interesse per il quartiere; la metropolitana passante interamente per il quartiere e i punti di interscambio esterni (parcheggi) per salvaguardare il quartiere dalla possibile invasione delle auto dei pendolari; la collocazione in quartiere di ben tre stazioni della MM; la modifica della viabilità esistente o prevista, in modo da renderia meno simile a una pista per corse automobilistiche e meno ingombrante, così da poter recuperare per il verde e i servizi r: ,alti spazi sprecati.
Queste cose sono note, anche se poche sono in corso di realizzazione, almeno per ora: un'opera però è in corso, la metropolitana, che comporta investimenti molto rilevanti, e che, se rappresenta un attc di giustizia nei confronti di un quartiere sbagliato,
GALLARATESE: un quartiere aperto
Abbiamo formulato una serie di domande al signor G. Angelo Restelli consigliere della zona 19, indipendente nel gruppo PSI, che dal 1968 ha sempre partecipato alle attività del quartiere e della zona.
D. «Perché le torri in discussione sono state collocate su quell'area»?
R. «C'è da precisare che in origine le due terri erano state previste in via Cilea vicino a Piazza Bonola».
D. «Perché sono state spostate»?
R. «Alla presentazione in comune della prima stesura del piano particolareggiato l'U.T. dveva proposto di spostare queste in altra area in quanto avrebbero costituito intralcio alla viabilità ed inoltre ciò consentiva di recuperare altri spazi per quella fascia di verde che parte da piazza Bonola verso il Parco di Trenno. (Questa area in futuro sarà attrezzata a giardino botanico)».
D. «Perché la scelta è caduta su questa area per edificare le torri»?
R. 'Malgrado il quartiere sia grande le aree edificabili a residenza sono ormai limitatissime e questa consentiva l'inserimento di tali strutture. Il campo giochi che esisteva sulla stessa, si è ac3ettato che venisse spostato e soprattutto attrezzato sull'area che era precedentemente destinata per la realizzazione della
costituirà però un onere molto rilevante a carico della collettività, considerando che i treni viaggeranno sicuramente scarichi per molte ore del giorno lungo il quartiere.
Il Piano Particolareggiato che ha previsto e progettato queste cose non poteva non considerare la necessità di incrementare la popolazione del quartiere, sia
scuola media».
D. «Come mai la scuola media non fu realizzata»?
R. «Per la scuola media erano iniziati lavori di edificazione, però il quartiere si è mobilitato perché gli stessi venissero sospesi in quanto questa opera era in contrasto con le previsione del piano particolareggiato il quale contemplava nella spina centrale un complesso polivalente che avrebbe meglio assolto alle esigenze del quartiere nella prospettiva futura, in quanto un complesso di questo tipo meglio si presta alle varie utilizzazioni qualora nel tempo non dovesse essere più necessaria una scula media».
D. «Perché allora le torri non furono collocate sull'area dove era prevista la scuola in precedenza visto che questa sarebbe rimasta libera»?
pure di poche migliaia di abitanti, e di dare quindi una utenza maggiore e più adeguata ai servizi esistenti e previsti (vedi le strutture scolastiche, che si stanno progressivamente spopolando e vedi anche la metropolitana). Questa scelta va anche considerata in relazione alla grande domanda di alloggi popolari esistente nella nostra città e alla difficoltà di trovare aree libere in una città molto densa e congestionata come Milano, ma soprattutto aree poco costose; e quelle del Gallaratese come tutti sanno sono aree pubbliche, già urbanizzate e perciò di costo pressoché nullo. È bene anche ricordare a chi ritiene di sentirsi defraudato di beni che gli appartengono (leggi spazio) che la maggior parte dei milanesi vivono in zone dove le densità edilizie sono di circa 10 metri cubi per metro quadro, mentre in quartiere le densità sono dell'ordine di 2,5 metricubi per metroquadro.
Fatte queste precisazioni sui motivi di fondo della scelta che ha condotto ad incrementare gli edifici residenziali, insieme ai servizi, devo anche precisare che questa scelta, come tutte quelle contenute nel Piano Particolareggiato è stata presentata pubblicamente in moltissime assemblee e deliberata alla unanimità dal Consiglio di Zona. Le considerazioni di cui sopra non mi impediscono tuttavia di considerare la localizzazione delle due torri contestate meno felice di quelle previste per gli .altri interventi nuovi inseriti nel progetto, una scelta che a mio avviso, e mi esprimo a titolo del tutto personale, potrebbe essere considerata «di riserva», da utilizzarsi nel momento in cui fossero state esaurite tutte le altre possibilità e la Amministrazione Comunale o lo IACPM si trovasse in una situazione di emergenza nel reperimento di aree nuove.
Arch. Alberto Secchi
R. «Essendo questa area già vincolata a servizi dalla precedente variante del 1963 al P.G.R. del 1953 non poteva essere utilizzata per la residenza, inoltre anche la variante del 1973 destinava questa area a campo giochi pertanto non vi era altra soluzione».

D. «Da quanto ci sta dicendo sembra che questo comitato non abbia da dover contestare questa situazione».
R. «Quello che dispiace, non solo a me ma anche a tutti quelli che da anni hanno cercato di collaborare perché questo quartiere in futuro assumesse una dimensione più umana, è il fatto che di sovente qualcuno si alza al mattino e decide di formare un comitato che contesti questo o quell'altro scaricando ogni volta fiumi di parole che non fanno altro che creare confusione nella popolazione e malcontento. Non bisogna dimenticare le nuemerose assemblee indette sia dal consiglio di zona che dal comitato popolare di quartiere sui problemi della nostra zona, con la presentazione dei progetti relativi alla variante ed al piano particolareggiato per il Gallaratese man mano che questi venivano redatti. Alle assemblee difficilmente partecipavano queste persone le quali rimangono disinformate oppure alcune trovatesi in minoranza rispetto alle scelte della popolazione ora scaricano periodicamente accuse di possibili "compiacenze". Si sarebbe compiacente solo se si accettasse la logica di non edificare case per i lavoratori a favore di gruppi che vogliono conservare solo i privilegi senza nulla concedere alla collettività chene ha diritto. Tanto è vero che questi signori del comitato si sentono magnanimi dicendo nella loro lettera: "... Accettiamo la nuova ubicazione del campo giochi purché consapevoli di offrire in ogni caso un servizio ai ragazzi anche se dei caseggiati limitrofi, ...". Dimenticando che il Gallaratese è un quartiere aperto».
IL PERCHÉ DI UNA SCELTA
Spett.le Redazione, chiedo ospitalità sulle pagine di Milano 19 per una breve replica alla lettera inviatavi dal comitato promotore per il campo giochi per ragazzi in Via Falck.
In tale scritto si cerca di insinuare a più riprese -- confondendo fatti ed avvenimenti le cui responsabilità per le scelte operate non possono essere addossate all'attuale Amministrazione il sospetto che le ragioni per le quali il campo giochi è stato ubicato in altra parte siano di natura i nconfessabile.
La verità è che la realizzazione in quella località era incompatibile con lo strumento urbanistico adottato.
In presenza della necessità di realizzare questa struttura, per la quale era già stata deliberata e finanziata la spesa ed effettuato l'appalto, per non perdere altro prezioso tempo derivante da una probabile richiesta di rescissione di contratto da parte dell'Impresa appaltatrice, conseguente ai tempi necessari per una modifica dello strumento urbanistico, si è ritenuta procedura più rapida l'individuazione di altra idonea area su cui realizzare il campo giochi così come progettato dall'Ufficio Tecnico Municipale.
La proposta dell'Amministrazione ha incontrato il consenso del Consiglio di Zona che successivamente si è espresso favorevolmente anche in merito all'area alternativa nel frattempo reperita.
Si è così potuto definitivamente dare avvio alla realizzazione, su un'area di maggiore superficie e qualche decina di metri da quella originaria, del campo giochi da tanto tempo giustamente richiesto.
I sospetti sollevati sulla modalità delle procedure e delle scelte sono dunque assolutamente infondati, a meno che non si vogliano con ciò dissimulare gretti interessi corporativi o speculazioni politiche di parte.
Cordiali saluti.
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* L. 40.000 entro il 30-11-1978.
* L. 26.000 entro il 20-12-1978.
NUOVI ISCRITTI
Questo è l'impegno del P.C.I. e della F.G.C.I. nella campagna 1979 di tesseramento.
Ne parliamo con il responsabile di zona del Partito comunista
In questi giorni abbiamo visto i quartieri della nostra zona "tappezzati» dai manifesti del P.C.I., rivolti a diversi ceti sociali, per il lancio della campagna di tesseramento 1979. Ne parliamo con Caludio Calerio, responsabile della Zona 19 del P.C.I. Lo sforzo propagandistico che state facendo in questa «campagna» va oltre il fatto interno di partito e sta diventando un fatto pubblico: quali sono le caratteristiche, l'impostazione e gli scopi?
MA&
Siamo ormai tutti abituati ai continui rincari di prezzi che ci rincorrono di giorno in giorno e che subiamo ormai rassegnati. Forse non ci accorgiamo però di chi, oltre che ad incassare più soldi, riesce, con delle manovre. a speculare alle nostre spalle. Vediamo un momento la tabella qui riprodotta. Come abbiamo visto l'ultima colonna porta dei prezzi aumentati rispetto all'anno scorso del 300-400%. Com'è possibile una simile mancanza di controllo dei prezzi? Osservando bene possiamo intuire la manovra speculativa. Nelle prime tre colonne, il medicinale è identificato come «specialità» ed infatti subisce degli aumenti controllati (le case farmaceutiche per poter vendere i loro prodotti devono dimostrare come sono giunte a stabilirne il prezzo).
Per poter raggirare questo ostacolo, sono riuscite a far identificare gli stessi come «prodotti da banco». Per questi ultimi la vendita infatti è libera non esiste regolamentazione, è sufficiente solo proporre il prezzo che, dato il sistema clientelare che esiste, viene senz'altro accettato. Da non dimenticare è anche il lavoro molto redditizio che svolgono (solo a loro favore) fabbricanti di medicinali, fornitori e farmacisti, solitamente in orario di chiusura: riprezzare immediatamente le scorte giacenti nei magazzini, non appena viene comunicato qualche aumento.
Per la prima volta in Italia, nel Dicembre 1977, i dipendenti delle farmacie, unitariamente tra i laureati e non laureati, hanno stipulato un contratto che i farmacisti si sono rifiutati di accettare. Non è un contratto mi-
gliorativo sotto il profilo finanziario, ma chiarisce finalmente le mansioni svolte, la professionalità dei laureati, la qualifica dei non laureati. Ci sono in farmacia persone che svolgono compiti non di loro competenza, come pulizia dei locali, consegne a domicilio, ordini e preparazioni di laboratorio e, sempre per un ulteriore risparmio dei proprietari, le mansioni di laureato o di commesso non abbiamo potuto svolgere le nostre rivendicazioni contrattuali come succede per le altre categorie. Per il nostro grado di civismo nei confronti di tutta la popolazione non siamo ancora entrati in sciopero e le nostre rimostranze si attuano, per ora, all'interno di ogni singola azienda. La farmacia è l'unica attività la cui licenza è statale e tramandabile da padre in figlio, come casta privilegiata e come servilismo di certe scelte politiche e gode di grosse risorse finanziarie. Si presta inoltre a evasioni fiscali, che possono essere attuate attraverso pagamenti in contanti direttamente alla consegna della merce non fatturata. Tutte queste manovre a noi operai ed impiegati non è permesso di farle; a noi le tasse vengono trattenute direttamente dallo stipendio. Il mio non vuole essere solo uno sfogo di chi da 15 anni lavora in farmacia, non vuole essere solo una critica improduttiva. Vi invito a boicottare l'aumento dei prezzi dei medicinali di uso comune, sostituendoli con altri che sono chimicamente uguali, ma che vengono venduti ad un prezzo notevolmente inferiore (sia il medico, che il farmacista Vi potranno consigliare). Giancarlo
Iscrizioni aperte sino al 30 novembre 1978. Minimo 30 iscritti. Occorre passaporto. Quote iscrizioni allo Sci Cbub con polizza assicurazione neve dal 30-10-1978 al 30-10-1979:
L. 8.0001° socio
L. 7.000 2° socio
L. 5.000 ulteriori soci stessa famiglia
Circolo G Trevisani Sezione Scacchi
ERRATA CORRIGE
Riproponiamo ai nostri lettori il problema del numero scorso che per un errore tipografico risultava incompleto.
R: «Esatto abbiamo voluto dare questa campagna un carattere eccezionale, come eccezionale è il momento politico, in un momento in cui il P.C.I. è al centro degli attacchi avversari, mentre ci avviamo al congresso nazionale e si avvicinano le grandi scadenze delle lotte contrattuali e delle elezioni europee, mentre continua l'attacco terroristico alla democrazia. Inoltre i risultati del tesseramento 1978 fanno registrare a Milano e anche nella nostra zona una flessione nel numero degli iscritti, che vogliamo assolutamente recuperare. Questo è certo il riflesso di una situazione di difficoltà che attraversa tutto il paese, il nostro e altri partiti, come testimoniano gli stessi risultati del referendum sul finanziamento pubblico. Quindi le caratteristiche e l'impostazione di questa campagna '79: massima proiezione esterna del partito verso tutti i ceti sociali, in particolare oltre che verso i lavoratori che sono la base del nostro partito, verso i giovani e i ceti emarginati, donne, disoccupati, anziani; capillarità delle iniziative in ogni quartiere, in ogni caseggiato, fabbrica, scuola; sforzo per confrontarci con la gente sia sui temi nazionali che su quelli cittadini, di zona; di quartiere non di contraddizione tra di loro ma partendo da quelli particolari per legarli a quelli generali,
D: «Ecco, quali sono questi temi e in quale modo li volete discutere con la gente»?
a b c d e f gh
Il Bianco muove e matta in 2 mosse
R: «Non ho detto degli scopi della campagna 1979; innanzi tutto conquistare nuovi iscritti; rafforzare la presenza dei comunisti nelle fabbriche dove più acuta si sta facendo la battaglia politica
Sezione Ernesto Ragionieri del P.C.I.
Programma del mese di novembre '78 (mese del partito: campagna del proselitismo e del tesseramento)

2/11 ore 21 - riunioni di caseggiato: via M. Borsa, 2 via Cilea, 34
6/11 ore 21 - riunioni di caseggiato: via Appennini, 49 via Falck, 27 - serata di studio in Sezione: Crisi capitalistica e «terza via».
8/11 ore 21 - riunioni di caseggiato: via Appennini, 29 via Cilea, 6 - serata di studio in Sezione: Nuovo internazionalismo ed «eurocomunismo».
9/ 11 ore 18 - seminario su: Ente locale, decentramento, compiti del partito.
10/ 11 ore 21 - riunioni di caseggiato: via Borsa, 63 via Borsa, 65 - serata di studio in Sezione: Caratteristiche e compiti del partito, oggi.
22/11 ore 21 - assemblea pubblica sulla riforma delle pensioni
26/ 11 ore 15 - festa del tesseramento
29/11 ore 21 - assemblea pubblica sui problemi del territorio (viabilità, scuole, centri civici e sociali, etc.).
soprattutto in vista dei contratti; tra le masse femminili dove invece il tesseramento e il reclutamento '78 sono stati positivi a conferma della crescita della componente femminile nel P.C.I. e del cammino delle idee e dei movimenti di emancipazione e liberazione, tra i giovani in particolare, sui problemi della vita e del lavoro in una grande città come Milano. Intrecciato a questi scopi politici e sociali c'è quello dell'autofinanziamento con un aumento ulteriore della quota tessera per dare più mezzi finanziari e mettere il partito in grado di realizzare i suoi programmi e le battaglie per la trasformazione della società, per salvaguardare poi l'autonomia del partito che passa appunto anche quella finanziaria: il finanziamento pubblico deve essere aggiuntivo, per le scuole e le sedi del partito. Ecco, i temi del confronto già sono usciti: contratti, pensioni, occupazione, servizi sociali, casa, scuola, trasporti; azione del governo, delle Regioni, dei Comuni, dei Consigli di Zona, ruolo dei partiti, delle organizzazioni di massa, delle istituzioni».
D: «E nella zona in particolare»?
R: «Consultorio, M.M. edilizia popolare, scuole superiori, parchi di Trenno e Monte Stella, assistenza agli anziani, attuazione del piano particolareggiato del Gallaratese ecc.
Protagonista di questo confronto di massa vogliamo che siano le nostre sette sezioni territoriali e le due di fabbrica (Siemens, Unidal) cimentando i nostri compagni. dirigenti ed amministratori in incontri, dibattiti e conferenze.
Noi comunisti vorremmo, lo auspichiamo, che anche altri partiti facessero del tesseramento un grande fatto pubblico, una occasione di incontro con la gente, per rafforzare la democrazia nel nostro paese che ha come suo fondamento costituzionale il sistema dei partiti di massa. Sui nostri manifesti diciamo "Entra nel P.C.I." e lo chiediamo per condurre in prima persona una grande battaglia per il rinnovamento del paese e per uscire dalla crisi: noi comunisti vogliamo fare la nostra parte e speriamo che anche gli altri partiti la facciano assieme alle grandi masse che popolano la nostra città e i nostri quartieri».
OPERARE SUL TERRITORIO
Superata, con l'elezione dei responsabili dei dipartimenti e dei coordinatori delle commissioni, quelle che potremmo definire la fase di riorganizzazione, dopo il suo rinnovamento del luglio scorso, il Consiglio di Zona 19 è ormai entrato nel pieno delle sue funzióni e si accinge ad operare nel territorio con i nuovi poteri che gli derivano dal nuovo regolamento comunale sul decentramento.
La sua seduta del 20 ottobre aveva all'ordine del giorno la legge sull'Equo Canone, in particolare quella parte della legge che si riferisce alla delimitazione delle zone e l'esame del regolamento comunale sui Consultori; ma durante la serata sono stati affrontati anche altri temi, in parte posti all'attenzione del Consiglio nella fase iniziale dei lavori, quella riservata agli interventi del pubblico.
In apertura di seduta il presidente Danilo Pasquini ha comunicato alcune informazioni ai consiglieri ed al pubblico. In particolare ha informato che il 17 ottobre vi era stato un incontro con l'assessore all'urbanistica relativo al piano di investimenti che l'amministrazione comunale proporrà per il prossimo triennio per la realizzazione del Piano Regolatore Generale con il contributo determinante dei Consigli di Zona, che potranno presentare richieste anche dopo il 31 ottobre, quando il Comune avrà già formulato il piano. Altre informazioni si sono riferite alla disponibilità dell'assessorato alla cultura di trasferire la biblioteca dalla sede del C.d.Z. al mezzanino della stazione M.M. del QT8 ed allo stanziamento da parte dell'amministrazione comunale di 76 milioni di lire per la costruzione di un tratto della via Borsa.
VIA GIANICOLO ANCORA DI ATTUALITÀ
Terminate le comunicazioni del presidente si è passati alla parte dedicata agli interventi del pubblico, che ha visto ancora una volta protagonisti gli abitanti di via Gianicolo giustamente preoccupati per i tentativi di vendita frazionata da parte della proprietà. Alla loro richiesta di sapere cosa il piano regolatore preveda per le loro case e quale sarà il loro futuro è stato risposto che è già stata firmata l'applicazione della legge 167 e che si prevede la demolizione degli stabili in questione per far spazio a nuovi fabbricati popolari. Sull'argomento, quasi al termine della seduta, il gruppo comunista ha presentato un ordine del
giorno, che è stato approvato con 26 voti favorevoli ed un astenuto e che pubblichiamo in altra parte del giornale. Alla domanda di un altro cittadino che chiedeva se era prevista la copertura del tratto del fiume Olona rimasto ancora scoperto, il presidente Pasquini ha risposto che la Giunta Comunale ha già deliberato la spesa che dovrà ora essere approvata dal Consiglio 'comunale.

EQUO CANONE
Passando ai lavori veri e propri è iniziata la discussione sul primo punto all'ordine del giorno, quello sull'equo canone, apertosi con una relazione del presidente della Commissione casa, prof. Fernando Malusardi, che ha illustrato la perimetrazione proposta dalla sua commissione, migliorativa, per quanto si riferisce all'inquilinato, rispetto a quella approvata dal Consiglio Comunale. Ad una domanda del consigliere
D.C. Giuseppe Rella sul motivo per cui tali proposte non erano state presentate alla precedente riunione dei capigruppo, ritenendo che era ormai troppo tardi discuterne dato che nella stessa sera ne discuteva per deliberare il Consiglio Comunale, ha risposto il presidente Pasquini ricordando che una sua proposta avanzata in tal senso nella precedente seduta del Consiglio di Zona era stata respinta dal consiglio stesso, che aveva rimandato la discussione alla seduta del 20 ottobre. II demoproletario Enzo Porcari ha poi ricordato come una sua richiesta che la discussione fosse fatta durante la precedente seduta del consiglio utilizzando la bozza di proposta era stata respinta anche per il voto contrario del gruppo democristiano.
IL REGOLAMENTO DEL CONSULTORIO
Il secondo punto' all'ordine del giorno è stato introdotto da Bianca De Varda Giorcelli, coordinatrice della commissione Igiene-sanità-servizi sanitari, che ha letto la bozza di regolamento per i Consultori preparata dall'amministrazione comunale.
Passando alla discussione si sono posti particolarmente in rilievo i punti di differenzazione esistenti tra tale bozza ed il regolamento a suo tempo approvato, sia pure in via provvisoria, dal C.d.Z. 19 per il Consultorio di via Albenga.
Il consigliere comunista Dante Baronciani ha affermato che la bozza comunale non scioglie il problema dei rapporti tra il Co-
mitato di Gestione del Consultorio ed il Consiglio di Zona ed ha sottolineato come con l'inserimento ndi consultori di liberi professionisti si rischia di introdurre un elemento di privatizzazione in una struttura pubblica.
Le stesse preoccupazioni sono state sollevate anche dai consiglieri Volpe e Porcari, quest'ultimo ha altresì chiesto di proporre all'amministrazione comunale di riscrivere le prime due righe dell'articolo 8 della bozza, che così come formulate sembrano indicare che le esigenze della popolazione dovrebbero adeguarsi alle strutture del consultorio e non viceversa, come dovrebbe essere.
Su richiesta del socialista Zaccaria di indire una riunione tra la Commissione Igiene-sanità-servizi sanitari del C.d.Z. ed il Comitato di Gestione del Consultorio di via Albenga per esaminare le proposte di miglioramento avanzate, il dibattito è stato poi sospeso in attesa dell'esito di tale riunione.
LA COSTRUZIONE DEL CENTRO CIVICO
Ultimata la discussione sul regolamento del Consultorio il presidente ha ventilato la possibilità di affidare l'incarico di approntare entro il 30 novembre il progetto esecutivo del Centro Civico al Gallaratese a progettisti che si sono dichiarati disponibili, visto che in diciotto mesi l'Ufficio tecnico del Comune non ha provveduto a redigere tale progetto e che i 1.200 milioni preventivati per la realizzazione del centro se non utilizzati verranno defalcati dal bilancio comunale per il 1979, che pertanto non potrebbe neppure usufruire dell'incremento del 12% previsto dalla legge Pandolfi.
I consiglieri hanno approvato, con 26 voti favorevoli ed un astenuto, l'opportunità di affidare il progetto ai progettisti del Piano Particolareggiato del Gallaratese, deprecando al tempo stesso le carenze dell'Ufficio tecnico comunale che orovocano, con il pagamento degli onorari ai progettisti, una spesa di denaro pubblico che avrebbe potuto essere utilizzato per altre realizzazioni. In chiusura di seduta il consigliere Baronciani ha presentato un ordine del giorno sullo sciopero degli ospedalieri, con particolare riferimento a quelli dell'ospedale S. Carlo. Dopo un vivace dibattito la sua discussione è stata rinviata alla successiva riunione dei capigruppo.
g. P-
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LUCIO PEDOTTI UN PITTORE DEL GRUPPO SIRIO
Lucio Pedotti può ben definirsi il pittore «umano» per la sua tematica che tocca profondamente l'interiorità dell'essere «uomo». La sua pittura si può dire «soggettivista» perché la solitudine che vi si incontra è in contrapposizione con l'amore, dato che l'odio è annientato ed è sostituito dalla poesia. Tutte le composizioni hanno il peso della sua presenza e sono lo specchio dei suoi sentimenti. Le sue opere hanno raggiunto una tale maturità nei valori tonali e luministici, che concorrono alla realizzazione di singoli ideali. La sua pittura, coi suoi grandi spazi luminosi, vibranti di luce, dà il senso dell'infinito. Osservando attentamente le opere di questo artista possiamo riconoscere i nostri sogni, le nostre immaginazioni segrete, le attese proiettate nel futuro per diventare patrimonio personale. L'autore sintetizza nelle proprie creazioni l'espressione della vita moderna, una vita dalla quale egli si estranea per giunger a ciò che è nel profondo della sua anima. A conferma di questa sua sensibilità nei confronti della vita di tutti i giorni, i suoi dipinti estrinsecano visioni neofigurative che provocano emozioni ben al di fuori dalla banalità, dalla polemica, dalla forma tradizionale accademica e rivela quella pace e quella serenità che egli sente dentro di sé. Tutto ciò affiora dall'inconscio ed è affidato nelle composizioni dal ritmo naturale ed armonioso, dalla misteriosa presenza di una solitudine serena, nella quale si può tuttavia intravvedere un'ombra di angoscia, quella che stimola la vena lirica dell'artista sensibile.
Egli racchiude nelle sue tele una sorta di sospensione sulla soglia dell'infinito poiché non ha limite, quasi incombesse sulle sue diacce atmosfere un che di metafisico.
In una totale adesione ai suoi temi trova il mezzo per esprimere la sua indole poetica, malinconica ma senza patetici abbandoni.
Senza voler cadere nella retorica e nel gusto imperante di voler definire ogni cosa ad ogri costo, è certo che nella pittura di Pedotti troviamo straordinarie suggestività, esotismo, simbolismo misteriofisico e quasi una iniziazione magica.
I suoi monocromi verdastri, a volte cupi, a volte luminescenti si squarciano improvvisamente come risvegli dell'essere dal letargo pauroso dell'alienazione moderna per recuperare quell'età d'oro dell'uomo nel su.) ambiente primitivo.
Questo tema viene proposto da Lucio Pedotti come «revival» del legame ancestrale tra l'uomo e il creato in un'atmosfera di sospensione del tempo, di rito magico in una luce antinaturalistica tutta di valore simbolico.
Poiché il verbo pittorico di questo artista vuole gridare la necessità, ormai inderogabile di salvare l'uomo dalla sua imminente catastrofe, liberarlo dalla schiavitù, dalla stratificazione alienante, dai compromessi, dalle convenzioni sociali.
Tutto il suo lavoro è un grido, come un seme sparso sulla terra. Noi lo accogliamo con entusiasmo e perfettamente consenzienti, perché vi scopriamo il crisma di un grande messaggio umano.
OSAN
Circolo G. Trevisani
PROGRAMMA DEL MESE DI NOVEMBRE
7 novembre - ore 18,00 - inizio del corso di chitarra
11-18-25 novembre - ore 15,00 - animazione per ragazzi
17 novembre - ore 2 1,0 O - dibattito con Antonio Pizzinato segretario provinciale milanese della FLM su «La crisi italiana e i rinnovi dei contratti di lavoro»
10 novembre - ore 2 1,0 O - una serata al Piccolo Teatro: «La Tempesta» di William Shakespeare
12 novembre - pomeriggio al teatro Verdi «Cipi» da una novella di M. Lodi
Visite guidate in collaborazione con EPT - ISAL
5 novembre - museo Egizio - Ritrovo davanti al circolo ore
9,15
26 novembre - museo archeologico - Ritrovo davanti al circolo ore 9, 15
Si gioca a scacchi ogni giovedì sera
"La vita" Lucio Pedotti
I lavori del consiglio di zonaEQUO CANONE, CONSULTORIO, LA BIBLIOTECA, IL PIANO REGOLATORE. LA SUA APPLICAZIONE NELLA NOSTRA ZONA, LA REALIZZAZIONE DEL CENTRO CIVICO TRA GLI ARGOMENTI ALL'ESAME DEI CONSIGLIERI.
UNA BIBLIOTECA COMUNALE
AL QT8
Luci ed ombre di un piccolo centro di cultura
Nel quartiere QT8 si trova una strada dal nome un po' difficile: la via P. G. Pogatschnig. È nota soprattutto ai cittadini della zona per esservi la sede del Consiglio di Zona 19 al n° 34, e proprio qui noi siamo andati per scoprire, è proprio il caso di dire, la Biblioteca comunale che funziona da alcuni anni nel medesimo edificio.
Secondo la denominazione ufficiale si tratta di un «Punto di prestito», e così viene classificata nell'elenco ufficiale delle Biblioteche comunali che prevede, graduati a seconda dell'impor-
tanza: i «Punti di prestito», le «Biblioteche rionali», e le «Biblioteche succursali». I «Punti di prestito», o piccole biblioteche comunali, sono nella nostra città più di venti, distribuiti nei quartieri anche i più periferici. Insieme ai complessi più importanti adempiono tutti al compito non indifferente di offrire ai cittadini di tutti i quartieri un valido aiuto per l'approfondimento della propria cultura, per le ricerche, per lo studio ed anche una interessante occupazione per il tempo libero. Ma ritorniamo alla nostra piccola
biblioteca, o «Punto di prestito» al QT8: al nostro ingresso siamo cordialmente accolti dagli assistenti di biblioteca sig. Coluzzi e signorina Dotti, dai quali riceviamo molte informazioni e interessanti notizie.
Come la maggior parte dei «Punti di prestito», la piccola biblioteca è dotata di circa quattromila testi. Questi volumi subiscono una prima selezione, dividendosi in libri per ragazzi e libri per adulti. Tutti i testi poi sono disposti in due sezioni: la narrativa e la scientifica, la quale ultima comprende quasi tutto l'arco dello sci bile, dalle scienze esatte a quelle umanistiche.
Inoltre la biblioteca mette a disposizione numerosi quotidiani e periodici: dal Corriere della Sera all'Unità, dall'Espresso a Panorama. Abbiamo trovato tra le riviste anche «Il ponte» e «Mondo operaio». Dalla simpatica conversazione con gli assistenti di biblioteca emergono fatti e problemi sulla vita del piccolo centro culturale.

II sig. Coluzzi lamenta l'ubicazione del Punto di prestito, secondo il suo parere situato in località poco adatta per numero di abitanti, ottomila circa, e quindi con scarsità di possibili utenti.
Un'altra pecca la trova nel metodo di rifornimento dei libri alla biblioteca: manca, egli afferma, un frequente aggiornamento dei testi, che dovrebbero essere, a
suo parere, più aderenti all'attualità editoriale. Anche sulla questione della scelta dei testi, ci dice che una maggior oculatezza non guasterebbe. Forse per queste pecche si lamenta negli ultimi tempi una diminuzione di circa il 15% degli abbonamenti che ora sono circa seicento.
Tuttavia, dice l'assistente, anche le T.V. sia pubbliche che private hanno la loro parte di responsabilità nel diradare l'utenza. Le quote di iscrizione d'altra parte sono davvero invitanti: L. 300 peri ragazzi fino a quindici anni e L. 500 per gli adulti. L'orario è dalle 18 alle 20: durante queste due ore si possono sciegliere e ritirare i libri per la lettura a domicilio, ed anche consultare testi e giornali nella saletta messa a disposizione del pubblico. Vi sono tre grandi tavoli ai quali possono prendere comodamente posto dodici persone. Qui appunto abbiamo interpellato alcuni giovani frequentatori, richiedendo un loro parere sulla biblioteca.
«Noi leggiamo prevalentemente giornali e periodici qui sul posto», ci hanno detto, «E ne abbiamo richiesto una maggior scelta, speriamo bene per il futuro». Comunque sembrano soddisfatti sia delle letture che del luogo dove passano parte del loro tempo libero.
Nel congedarci infine dai nostri cortesi ospiti, recepiamo un'ultima raccomandazione che attraverso il nostro giornale rivolgiamo agli organi competenti: ci confermano gli assistenti di biblioteca che, per far vivere e consolidare queste preziose istituzioni culturali, è soprattutto necessario che la dotazione libraria sia almeno mensilmente -aggiornata, con l'immissione di nuove opere e l'eliminazione di quelle superate. Una particolare attenzione andrebbe rivolta alle enciclopedie e alle altre opere di consultazione, spesso troppo antiquate. Si auspica così che questo importante servizio possa venire sempre più incontro alle esigenze dei cittadini.
A. C.Matte senza controindicazioni
Alcune persone presentano difficoltà digestive nei confronti del latte: in questi casi si parla di intolleranza.
La Centrale del Latte di Milano ha compiuto lunghe ricerche per stabilire le ragioni di questo fenomeno e ne ha individuato la causa di gran lunga più frequente nella mancanza della lattasi, un enzima che a livello intestinale permette l'assimilazione del lattosio, lo zucchero del latte.
Accertato che questo enzima è presente in alcuni lieviti, è stato prelevato da questi ed imprigionato in fibre di cellulosa.
Su queste fibre viene fatto scorrere il latte ad una temperatura di circa 7°C; l'enzima, a contatto con il lattosio, lo scompone in due zuccheri più semplici, il glucosio e il galattosio, permettendone così la perfetta assimilazione.
Il latte così trattato si chiama Accadì e costituisce una novità mondiale della Centrale del Latte di Milano.
Accadì è un po' più dolce del latte norn-iale proprio perché il glucosio, ottenuto dalla scomposizione del lattosio, ha questa caratteristica. Il latte Accadì è perfettamente naturale, perché non gli è stato aggiunto nè tolto nulla e mantiene anzi inalterate le caratteristiche organolettiche e le proprietà nutritive del latte.
La tecnica avanzata della Centrale del Latte di Milano ha dunque permesso di ottenere ciò che in natura non esiste: un latte facilmente assimilabile, veramente per tutti.
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Centrale del Latte di Milano
COMUNICATO STAMPA
Il 2.11.1978, presso la sede del C.d.Z. 19, si sono riuniti per un primo incontro informativo il Consiglio Scolastico Distrettuale ed il Consiglio di Zona, nelle persone del Presidente, dei Membri della Giunta Esecutiva, di alcuni Consiglieri Distrettuali, del Presidente dell'Ufficio di Presidenza e Capi Gruppo del C.d.Z..

Esaminate le problematiche comuni alle due istituzioni in riguardo al rapporto Scuola-territorio, sono stati affrontati, in particolare: i temi dell'ordine democratico e della convivenza civile anche in relazione all'apertura del Nuovo Centro Scolastico Superiore di via Trenno; i problemi dell'informazione reciproca e verso gli altri Enti e la popolazione della Zona; l'uso più razionale delle strutture scolastiche pubbliche; gli aspetti di igiene ambientale anche nella prospettiva di un coinvolgimento delle Scuole; — i problemi di una comune politica di promozione culturale per tutta la popolazione della Zona. I rappresentanti dei due Organi di Governo democratico della
Circoscrizione hanno convenuto sull'opportunità di stabilire un rapporto costante di collaborazione nelle forme che, via, via si riterranno più opportune.
f.to Il Presidente del Consiglio Scolastico Distretto 42 (Giorgio Vallery) Il Presidente del Consiglio di Zona n. 19 (Danilo Pasquini)
Al Gallaratese DIBATTITO PUBBLICO SU MILANO E IL SUO SVILUPPO
Per iniziativa dal Comitato del P.C.I. - Zona 19 si terrà sabato 25 novembre, dalle ore 9 in poi, presso il circolo Ecer, in via Cechov 20, un pubblico dibattito sul tema «L'azione unitaria del partito, il ruolo del decentramento e della amministrazione nelle grandi scelte che determineranno il volto di Milano ed il suo sviluppo negli anni '80».
Consiglio di Zona 19
Riunioni mensili
PROSPETTO INDICATIVO DELLE RIUNIONI DEL CONSIGLIO
DI ZONA N. 19 E DELLE SUE COMMISSIONI DI LAVORO
1°) e 3° LUNEDÌ del mese Commissione Educazione-Scuola-Serv. Scolastici
2°) e 4°) LUNEDÌ del mese Commissione Concessioni Edilizie-Manutenzioni
1°) MARTEDÌ del mese Commissione Bilancio-Programmazione/Riunioni Dipartimentali
2°) MARTEDÌ del mese Commissione Lavoro-Problemi Sociali/Riunioni Dipartimentali
3°) MARTEDÌ del mese Commissione Commercio-Carovita/Riunioni Dipartimentali
4°) MARTEDÌ del mese Incontri/Riunioni Dipartimentali
1°) e 3°) MERCOLEDÌ del mese Pianificazione Territoriale
2°) e 4°) MERCOLEDÌ del mese Commissione Igiene-Sanità-Ecologia-Sicurezza Soc.
1°) e 3°) GIOVEDÌ del mese Commissione Cultura-Sport-Tempo Libero
2°) e 4°) GIOVEDÌ del mese Commissione Casa
1°) e 3°) VENERDÌ del mese CONSIGLIO DI ZONA
2°) VENERDÌ del mese Assemblea popolare/Commercio-Carovita-Bilancio Programmazione
4°) VENERDÌ del mese Assemblea popolare/Lavoro Problemi Soc.
Le riunioni della Presidenza e della Conferenza dei Capi Gruppo avranno luogo, possibilmente in orario pomeridiano, ogni qual volta ne verrà ravvisata la necessità.
Il presente schema fissa i giorni in cui verranno tenute le riunioni mensili.
Di questi, rimangono fissi soltanto quelli riservati alle sedute del C.d.Z., mentre gli altri pur restando fissati per i giorni della settimana previsti dal prospetto, verranno concordati mensilmente o bimestralmente dall'Ufficio di Presidenza, Capi Gruppo e Coordinatori, in relazione alle esigenze del funzionamento del Consiglio di Zona, dei Dipartimenti e delle singole Commissioni.
COMUNE DI MILANO
RIPARTIZIONE DECENTRAMENTO
CONSIGLIO DI ZONA N. 19
S. Siro - Q.T.8. - Gallaratese
Si informano i cittadini che il Consiglio di Zona è convocato in Seduta Ordinaria per i giorni:
17.11.1978 - ore 21
O.d.G.: Bilancio di Zona
1.12.1978 - ore 21
O.d.G.: Centro Civico al Gallaratese
15.12.1978 - ore 21
O.d.G.: Vigilanza annonaria
Gestione Mercati
LE SEDUTE SONO PUBBLICHE
AUTO SENZA TETTO
milano 19 - pag. 11
Pare che una macchina posteggiata tutto l'anno all'aperto duri tre anni in meno di un'altra sistemata nel box. Il bisogno di evitare il danno economico conseguente all'esposizione continua delle auto alle intemperie e agli interessi di eventuali ladri, è molto sentito anche al Gallaratese nel quale se non scarseggiano i parcheggi sotto casa mancano più comodi box o posti macchina al coperto. Abbiamo discusso questo problema con Alberto Barbieri della commissione casa e territorio della sezione comunista Ragionieri.
D. <<Qualcuno potrebbe ritenere in sovrappiù il problema del box quando molti hanno quello del-
R. «L'ordine di problemi che deve affrontare ogni cittadino nel dare il suo indispensabile impegno in partecipazione per una gestione corretta e programmata del territorio in cui vive, è a mio avviso di due tipi: problemi la cui mancata realizzazione produce danni sociali e problemi la cui mancata realizzazione produce danni economici.
Alla prima categoria appartiene il problema della mancanza di strutture per i servizi primari che produce guasti irreparabili nel tessuto sociale colpendo lentamente, quasi inconsciamente, giorno dopo giorno specialmente quelle categorie più deboli di cittadini quali bambini, giovani, donne, anziani, con danni, anche economici per la comunità, incalcolabili.
Alla seconda categoria appartiene il problema dei box o posti macchina coperti che, pur presentando aspetti di urgenza meno drammatici, rimane comunque un handicap irrisolto per gran parte delle famiglie del Quartiere Gallaratese.
La Commissione Casa e Territorio della sezione Ernesto Ragionieri del P.C.I. ha quindi ritenuto opportuno dare il proprio contributo proponendo una soluzione del problema.
D. Ponendosi quali obiettivi?»
R. «Evitando un utilizzo non programmato del suolo pubblico che porterebbe a conflitti tra i cittadini, dando inoltre a tutte le famiglie del Gallaratese la possibilità di avere un posto macchina coperto».
D. «Con quali mezzi la commissione ritiene di potere raggiungere questi obiettivi?»
R. «Definendo i bacini di utenza di ogni posteggio (rapporto tra superficie e numero di famiglie) in base agli spazi previsti a parcheggio coperto dal piano parti-
colareggiato del Gallaratese, rispettando il piano Particolareggiato, voluto dai cittadini del Gallaratese con dure lotte, si dà continuità nel momento degli interventi esecutivi alla volontà popolare che solo questo strumento urbanistico esprime. Sarebbe necessario inoltre organizzare per ogni bacino di utenza una cooperativa a proprietà indivisa che consente di avere dall'Ente pubblico la cessione del terreno con diritto di edificazione (per 99 anni) e di accedere ad un mutuo agevolato ventennale.
Viene così a cadere il problema della privatizzazione del suolo pubblico perché la costruzione per 99 anni resta di proprietà della cooperativa. i cui soci con
la quota di affittanza del box di loro competenza potranno estinguere il mutuo contratto.
D. «Il consiglio di zona come si pone rispetto a questo problema?»
R. «Il Consiglio di Zona 19 ha costituito una sottocommissione (aperta a tutti i cittadini interessati) per proporre la soluzione tecnica del problema. La definizione dei bacini di utenza coinvolge anche l'individuazione della rete di servizi sotterranei (gas - luce - telefono - fognatureecc.) ed una mappa definitiva della proprietà dei suoli, al momento abbastanza imprecisata (tra terreni dell'Ist. Case Popolari, del Comune e terreni con pratiche di esproprio non ancora definite).
UN PREMIO SULLA COOPERAZIONE
LO HANNO VINTO GLI ALUNNI
DELLA SCUOLA MEDIA ALEX VISCONTI
Il gruppo di alunni delle classi 1' L/M, che frequentano il corso di doposcuola condotto dalla professoressa Giulia Piazzolla, ha vinto il primo premio del concorso sulla cooperazione promosso dalla Fondazione Ennio Anzaghi.
Il premio, consistente in una borsa di studio del valore di lire centomila, è stato assegnato dalla giuria con la seguente motivazione:
la serietà e l'ampiezza della ricerca storica svolta e per le informazioni originali raccolte, anche attraverso un'ampia documentazione fotografica, su alcuni importanti esempi di cooperazione in Zona 19, quali la Cooperativa edificatrice di Trenno e la società cooperativa di consumo La Vittoria e relativo circolo». La somma vinta sarà utilizzata per l'acquisto di materiale didattico, che sarà messo a disposizione della scuola. Ä
Il cittadino domanda
Finalmente la scuola superiore onnicomprensiva del gallaratese è aperta: MA
COME?
Sono entrate:
- sei classi del Liceo scientifico
- venti classi del X Istituto Tecnico Commerciale - il II Istituto Tecnico per Geometri - alcune classi dell'Istituto Alberghiero.
Come funziona: - mancano ancora alcuni insegnanti; - l'edificio non è terminato: mancano i servizi e alcune attrezzature all'interno delle classi; non ci risulta che i vari capi d'istituto, ovvero un coordinamento tra i vari istituti, si siano mai incontrati per discutere e organizzare in modo coordinato la vita della scuola, anche attraverso un uso corretto delle varie attrezzature comuni (laboratori, aule speciali etc.).
Ricordiamo: - che questa scuola è il frutto, fra altri, della lotta che negli anni 72 - 75 i cittadini del Gallaratese hanno condotto per ottene-
re, all'interno del proprio quartiere, oltre alla scuola in senso stretto, tutta una serie di strutture quali piscina, campi sportivi, biblioteca e mensa che, anche se destinate in modo prevalente alla scuola, dovevano essere al servizio di tutti i cittadini; che questa scuola è stata voluta, ed in questo senso progettata, come scuola diversa, nell'ottica cioè di quella riforma della scuola media superiore che oggi, già approvata dalla Camera, sta per essere attuata.
Proponiamo: agli studenti, agli insegnanti, ai capi d'Istituto, ai genitori, ai cittadini del Gallaratese, alle organizzazioni della scuola (Consigli d'Istituto - Distretto), al Consiglio di Zona, ai partiti politici, un'azione comune perchè:
- Il Provveditore agli Studi, completi al più presto gli organici dei docenti, permettendo così l'inizio di un'attività didattica completa;
- L'Amministrazione Provinciale
completi le strutture e le attrezzature mancanti, accertando, nel più breve tempo possibile, le responsabilità delle varie ditte appaltatrici per tali ritardi; - la stessa Amministrazione Provinciale nomini un coordinatore degli spazi interni, in modo che questi possano essere utilizzati sia dalla scuola che dal quartiere; - venga promosso un dibattito con i progettisti della scuola allo scopo di chiarire le funzioni in essa previste alle quali possa essere recuperata al più presto. E' necessario l'impegno di tutti noi per trovare a questi problemi una rapida soluzione nello spirito anche di quelle lotte che hanno permesso al nostro quartiere di non essere relegato al ruolo di quartiere dormitorio.
Partito Comunista Italiano
Sezione G. Di Vittorio
Sezione Luglio 60
Sezione B. Oriani
Sezione E. Ragionieri Milano, novembre 1978
PERCHÈ NON FARE BUONI MENSILI?
L'INIZIO DELLA REFEZIONE SCOLASTICA REGISTRA QUALCHE DISFUNZIONE SPESSO ATTRIBUITA AD UN'ECCESSIVO BUROCRATISMO.
Siamo un gruppo di genitori della scuola elementare di piazza S. Maria Nascente e vogliamo segnalare il modo in cui è stato organizzato il servizio della refezione in tale scuola. Per poter accedere alla refezione gli alunni devono essere muniti di un blocchetto di buoni che si possono acquistare presso la direzione della scuola soltanto la prima e la terza settimana di ogni mese. Ora è avvenuto che nel mese di ottobre alcuni genitori si siano dimenticati di acquistare i buoni, per cui i loro figli per due settimane non avrebbero potuto accedere alla refezione scolastica. Trattandosi di bambini i cui genitori lavorano entrambi le alternative erano soltanto due: o loro saltavano il pasto di mezzogiorno o uno dei due genitori avrebbe dovuto assentarsi per quindici giorni dal lavoro, con tutte le conseguenze che ne sarebbero derivate. Fortunatamente la questione è stata risolta grazie all'intervento del C.d.Z., che ha prov-
veduto a mandare un suo consigliere il quale si è accordato con il direttore della scuola affinché i suddetti bambini venissero ammessi alla refezione, previo impegno da parte dei loro genitorr a pagare, nella successiva settimana di distribuzione dei buoni anche i pasti già consumati. Questa rigidità dei giorni di distribuzione avviene, a nostro avviso, per un eccesso di burocratizzazione. I buoni, infatti, vengono venduti da un segretario comunale, che probabilmente avrà analogo incarico presso altre scuole e quindi non può costantemente essere presente in ciascuna di esse. Certo noi non pretendiamo che il Comune di Milano si accolli l'onere di assumere un addetto alla distribuzione dei buoni per ciascuna scuola, dato che si tratterebbe di personale il cui utilizzo sarebbe comunque, nel corso del mese, limitato nel tempo. Riteniamo però che si possano ricercare altre forme, meno rigidamente bu-
rocratiche, ma forse più economiche e in grado di fornire un miglior servizio all'utenza.
Ci viene riferito che una scuola materna della Zona, quella di via Albenga, i buoni per la refezione vengono venduti da un lattaio in Via Novara. Non abbiamo accertato se tale notizia corrisponda alla verità nè se tale prassi sia compatibile con i regolamenti comunali; ma se lo fosse perché, ci chiediamo, non viene estesa a tutte le scuole? Altra proposta che ci sembra possa essere fatta è quella di distribuire buoni con scadenza mensile, anziché quindicinale dando la possibilità all'utente di adoperare quelli non utilizzati in un mese, nel mese successivo solo se il mancato utilizzo sia stato determinato da assenza per malattia documentata da certificato medico.
Un Gruppo di genitori della scuola elementare di piazza S. Maria Nascente
Siamo studenti e genitori del Liceo Scientifico «Vittorio Veneto», sezione staccata all'Onnicomprensivo di via Trenno, desideriamo ribadire la situazione di disagio che subiamo nella nuova sede. Per quanto riguarda il raggiungimento della scuola il problema è già stato portato al Consiglio di zona, sia con lettera che con intervento diretto nella seduta del 3 corrente con scarsa soddisfazione. Vogliamo quindi ancora denunciare: via Trenno, aperta al traffico nei due sensi, è larga solo sei metri ed ha un andamento estremamente pericoloso per le numerose curve. Il suggerimento che studenti e genitori danno è di rendere la viabilità a senso unico o di limitare il traffico nelle ore di entrata e di uscita degli studenti che sono in totale 1700 circa.
Parte del problema della viabilità potrebbe trovare soluzione immediata con l'aggiunta di una apertura d'accesso alla scuola su via Ippodromo, distante ca. 40 metri dal perimetro che delimita il comprensorio scolastico. Questo faciliterebbe anche l'utilizzo del mezzo pubblico 78. Un altro pericolo reale per l'incolumità degli studenti è rappresentato da un lungo tratto del fiume Olona tuttora scoperto e maleodorante e che sembra
potrà trovare soluzione solo quando saranno terminati i lavori della costruenda metropolitana.
A questi problemi esterni se ne aggiungono altri interni (peraltro gia denunciati agli organi competenti) collegati al fatto che il centro non ha ancora ultimate tutte le strutture.
Mancano infatti le palestre e, pei ora, la ginnastica viene fatta all'aperto; l'aula di disegno non è dotata di banchi adatti; i laboratori sono locali completamente vuoti; non esiste un servizio sanitario e anche l'infermeria non è funzionante.
Va inoltre considerato il fatto più importante e cioè che alcune classi, a due mesi dall'inizio della scuola, non hanno ancora avuto l'assegnazione definitiva degli insegnanti.
Quale sarà la sistemazione del prossimo anno considerato che attualmente alla sezione staccata del Vittorio Veneto sono state assegnate sei aule, occupate da tre prime e da tre seconde, e che tutte le altre aule esistenti nell'Onnicomprensivo sono già state destinate ad altri Istituti? Fino a quando si dovrà sopportare tali situazioni di precarietà?
SEMBENELLI-TENTA-
UN MALEODORANTE PANTANO
Alla Rip. Lavori Pubblici del Comune di Milano per conoscenza: Alla Rip. Commercio Alla Rip. Igiene e Sanità Al Consiglio di Zona 19
I sottoscritti, titolari delle attività commerciali ubicate all'interno del Mercato Comunale coperto di Via Chiarelli, ritengono doveroso portare a conoscenza degli Enti in indirizzo quanto segue:
Come è noto, il Centro distributivo di cui trattasi, dopo un periodo di gestazione piuttosto travagliato, venne inaugurato in data 5/5/1977, in condizioni quanto mai precarie di agibilità dovute a tutta una serie di carenze infrastrutturali che rendevano e tutt'ora rendono difficoltoso, sia l'afflusso dei cittadini che intendono servirsi del mercato, quanto dei mezzi di trasporto che giornalmente o periodicamente, provvedono agli indispensabili rifornimenti del mercato.

La stessa ricerca del Centro Commerciale, in mancanza di una opportuna segnaletica indicatrice, risulta difficile, ove si consideri la poco felice collocazione del Centro stesso. A tali difficoltà che si possono definire di carattere pedonale viabilistico, si devono aggiungere tutta una serie di gravi inconvenienti di tipo igienico-sanitari, originati dalla mancata sistemazione definitiva del territorio circostante il mercato, particolarmente per quanto riguarda il lato perimetrale posto a sud-ovest del mercato. Tutta questa zona, che comprende il corso coperto del fiume Olona, nei giorni di pioggia persistente, si trasforma in un maleodorante pantano ricoperto di immondizie di ogni genere e quel che è peggio, frequentato da una famelica colonia di roditori di "razza pregiato" Comunque, l'inconveniente più vistoso e preoccupante. è senz'altro costituito dal fatto cne i clienti abitanti nei grossi complessi residenziali delle Vie A. Cechov, e Donadoni, sono costret-
ti, loro malgrado, ad effettuare un vero proprio guado dello stagno putrido per entrare all'interno del mercato, con la conseguenza che oltre all'immancabile disagio, parte del putridume rimasto sulle calzature, unitamente alle più che giustificate e risentite proteste dei cittadini avventori, viene portato all'interno del mercato stesso e cioè, in un ambiente dove, per ovvi motivi, dovrebbero essere scrupolosamente rispettate le norme igienico-sanitarie.
Si tenga altresì presente che la preoccupante situazione sopra esposta in modo sintetico, è destinata in un prossimo futuro, ad aggravarsi In conseguenza dei nuovi insediamenti abitativi, costruiti dall'I.C.P. in Via Trenno, ang. Via Cechov. Si tratta di un complesso comprendente 252 alloggi i cui abitanti si serviranno, prevedibilmente, per buona parte delle loro esigenze giornaliere, del mercato comunale in parola.
A completare il quadro di una situazione di per sè già tanto precaria, non si può dimenticare l'esistenza, nelle immediate vicinanze del mercato, di un impianto di depurazione delle acque luride del quartiere con relativa grande vasca di decantazione, nella quale si insiste nello scaricare, il liquame da spurgo raccolto in tutta Milano e ciò, nonostante le ripetute proteste da parte degli abitanti in luogo, costretti a respirare aria inquinata e mefitica proveniente sia dall'impianto di depurazione come dal tratto scoperto del collettore Olona.
E' superfluo aggiungere che tale stato di cose si ripercuote negativamente sul complesso commerciale di cui trattasi.
Pertanto, con la presente, gli scriventi rivolgono un nuovo pressante sollecito, affinchè, le ripartizioni interessate, intervengono per quanto è di loro competenza, al fine di risolvere una volta per tutte, i gravi incovenienti più sopra evidenziati.