Milano domani14

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NOVEMBRE 1977

11-12 Dicembre: si eleggono i Distretti scolastici

Votare e sapere perchè si vota

Si è molto discusso in questi ultimi tempi sulla diffusa crisi di sfiducia che ha portato molti genitori ad abbandonare il loro impegno per la scuola. Alla base di quésta crisi di sfiducia vi sono indubbiamente ragioni oggettive, delle quali occorre non stancarsi di denunciare le radici. Vi è, in primo luogo, una profonda sfiducia nella funzione della scuola. Molti si interrogano con inquietudine sulle responsabilità che una scuola, privata di capacità formative può avere avuto nell'insorgere di una crisi ideale e di comportamenti di cui si denunciano in questi giorni manifestazioni allarmanti. Si constata, inoltre, che tra scuola e occupazione si è prodotta una sfasatura che ha portato alla crescita della disoccupazione giovanile, in una fase di sviluppo della scolarità. Questi elementi, assieme ai limiti imposti dai decreti delegati e alle resistenze dell'apparato burocratico e centralizzato dell'amministrazione scolastica, hanno certamente contribuito a far insorgere, soprattutto tra i genitori e gli studenti, fenomeni anche estesi di delusione e di riflusso. Come risvegliare allora, in questi giorni di vigilia elettorale, l'interesse dei cittadini per i problemi della scuola? Innanzitutto chiamandoli a discutere di cose concrete. Gli argomenti non mancano: abolizione Mario Caccia (segue a pag. 2)

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Il problema delle manutenzioni

È necessaria una maggior democratizzazione dell'IACP. Il ruolo del SUNIA a difesa degli interessi degli inquilini.

Finalmente, dopo lunghe lotte degli inquilini di Viale Ungheria e Via Bonfadini, sono iniziati numerosi lavori di manutenzione nelle case IACP di Taliedo e Morsenchio. È possibile infatti, girando per i cortili di Via Bonfadini 94 e 98, di Via Sordello 10 e passando in Viale Ungheria, vedere numerosi operai al lavoro. Nelle Vie Bonfadini e Sordello si sta provvedendo alla sistemazione delle facciate per bloccare mediante vernice al silicone le infiltrazioni di acqua: si riparano le scale d'angolo e si chiudono le crepe sui muri; mentre per quanto riguarda le rifiniture ci dice il geometra Camponero, capozona dell'IACP — si provvederà più avanti per la scarsità dei soldi a disposizione. Altrettanto si sta facendo in Viale Ungheria 11: la riverniciatura delle facciate sta andando avanti, mentre non saranno rimessi a nuovo i serramenti. Si proseguirà poi coi numeri 9,7,5 di Viale Ungheria dove verranno predisposti gli impianti per i citofoni (che però saranno, forse, istallati solo in futuro); le antenne centraliziate per il 1°, 2° canale e per la "Svizzera", verranno sostituite anche le caselle che sono ormai tutte in uno stato pietosó. In Viale Ungheria 21/2 e ?1 /4 invece sta andando avanti il rifacimento della recinzione in ferro che era stata quasi com-

pletamente divelta. Il geometra Camponero lamenta che nei giorni scorsi siano state segate per puro vandalismo le 15 piantane che erano state predisposte per sorreggere la recinzione. Queste sono state prontamente rimesse a posto ed i lavori sono proseguiti, però è triste dover constatare come ci sia chi, invece di collaborare alla conservazione delle cose di proprietà pubblica, arreca ad esse danni.

In Via Bonfadini 94 infine verrà prolungata la cancellata per impedire il parcheggio all'interno degli spazi verdi: speriamo che

gli automobilisti non soffrano troppo se saranno costretti a parcheggiare a qualche decina di metri di distanza la loro auto!

Qualche cosa perciò si sta facendo ma, ci precisa il rappresentante del SUNIA Nicola Mongelli, per raggiungere questa prima vittoria sono state necessarie lunghe pressioni e, nonostante ciò, i problemi non sono finiti. Mongelli e Marisa Sala — altro rappresentante del SUNIA — lamentano la insufficiente democratizzazione della gestione delle manutenzioni dell'IACP.

Ad esempio: la richiesta fatta al-

NONOSTANTE I PASSI AVANTI COMPIUTI, L'INTEGRAZIONE TRA I DUE NUCLEI DI PONTE LAMBRO RESTA DIFFICILE

('IACP, nei febbraio di quest'anno, di conoscere il piano delle manutenzioni è stata esaudita solo a settembre. Ciò ha impedito ai rappresentanti degli inquilini — e ai cittadini in genere visto che nella Commissione apposita è rappresentato, attraverso Emilio Paraboschi, anche il Consiglio di Zona — di dare il proprio contributo alla programmazione dei lavori e alle decisioni intorno alla priorità delle scelte. Non sono poi noti i preventivi di spesa e l'entità deAdriano Zagato (segue a pag. 2)

Unprimo bilancio del lotto 25

I servizi e le strutture erano già carenti; l'aumento degli abitanti li ha messi in crisi

Non è facile tracciare un bilancio dell'insediamento del nuovo lotto nella complessa situazione di Ponte Lambro, senza tener conto delle difficoltà e delle attese che ne hanno preceduto e accompagnato la realizzazione. Si rischia da una parte di cadere nei luoghi comuni di un certo

razzismo verso ciò che è venuto di nuovo nel quartiere; dall'altra si può eccedere nell'ottimismo del "tutto si è risolto per il meglio" che potrebbe portare ad un disinteresse verso i problemi degli abitanti degli alloggi popolari. Bisogna subito dire che l'"innesto" di nuove famiglie ed il

complessivo aumento del numero degli abitanti, non è stato indolore. E difficilmente avrebbe potuto esserlo, quando già i servizi sociali e ricreativi erano ridotti al minimo per gli abitanti del resto del quartiere. Vale un po' per tutti l'esempio del servizio di trasporto pubblico: nell'arco di un'ora, al mattino (più o meno dalle 7 alle 8) la linea "66" deve sopportare il carico degli spostamenti verso i luoghi di lavoro e di studio. Migliorato solo in parte il servizio per qualità e frequenza, è aumentata in modo sensibile la domanda con l'arrivo degli abitanti del nuovo lotto. In breve tempo la conseguenza che si è avuta è stata un maggiore affollamento sui mezzi e un più lento smaltimento degli utenti. Questo ha provocato riflessi negativi. come se il problema della carenza dei trasporti fosse addebitabile agli ultimi arrivati e non invece al mancato adeguamento del servizio. Per fortuna l'introduzione dei jumbo-tram, con la loro capacità di trasporto e di scorrimento nelle corsie privilegiate, ha costituito la valvola di sfogo per la "66" i cui passeggeri si riversano sulla linea tranviaria. Al mancato adeguamento del servizio di trasporto si è comunque cercato di rispondere con una raccolta di firme nel quartiere per ottenere un anticipo della prima corsa

del mattino, ed un miglioramento del trasporto soprattutto negli orari di "punta". Resta aperta la questione anche di un mutamento del percorso, per andare incontro agli abitanti del lotto 25.

Ci sono, e non serve nasconderlo, all'interno delle "casebianche" anche altri problemi che sarebbe comunque sbagliato estraniare dal più complessivo quadro del quartiere, della zona e, diciamo pure, anche di gran parte della periferia milanese. Sono quegli episodi di disgregazione giovanile e non, che interessano magari solo pochi singoli, ma che provocano diffidenza verso tutte le nuove famiglie arrivate. Si gonfiano in questo modo le "voci" sul numero delle famiglie che non pagano l'affitto, sui danni provocati dai bambini o da un vandalismo gratuito, sulla sporcizia che regna un po' ovunque, sui furti piccoli e grossi. Segni positivi Sarebbe però sbagliato, nel desiderio di non nascondersi alcune verità, non accennare un bilancio positivo dell'insediamento popolare, che è stato una conquista del quartiere e che ha permesso a numerose famiglie della zona di stabilirsi finalmente in case decenti e adeguate come spazio e servizi. Una conquista che ha contribuito anche a mettere in moto un processo di risanamento

dei vecchi stabili. Non bisogna dimenticare poi che una lenta e molto graduale integrazione sta avvenendo tra le famiglie e che le forze politiche e i gruppi sociali che operano in zona riescono spesso a stabilire un contatto costruttivo anche con le situazioni più difficili. E ricordiamo anche l'esperienza del campetto di calcio che sta a fianco delle case popolari: in quell'occasione con l'impegno della collettività si riusci a comprare con una colletta, pali e traverse per rendere meno rudimentale l'attrezzatura. Non che sia grande cosa, ma è un segno della volontà di intervenire "in positivo" nella qualità di vita del lotto 25. Con il completamento delle strutture scolastiche, si dovrebbe avere anche una garanzia per il futuro della situazione scolastica nel quartiere. Ponte Lambro in pochi anni cambierà il suo volto come non era mai successo in decenni: è terminato l'insediamento nel lotto 25, si stanno completando le scuole, crescono nuove case, verrà coperta la roggia Certosa. sono preannunciate strutture sociali e ricreative. Crescono, certo, anche gli abitanti e i problemi, ma rimpiangere il Ponte Lambro di quattro o cinque anni fa, è temere di affrontare le questioni di oggi.

MIO
IN VIALE UNGHERIA E IN VIA BONFADINI

Un programma per una scuola nuova

Riportiamo, quale contributo al dibattito, ampi stralci del programma di attività per le elezioni del Distretto scolastico elaborato da un gruppo di genitori democratici della nostra zona.

Nel momento di crisi economica, sociale e culturale che il nostro Paese sta attraversando, lavorare per la ricostruzione della scuola significa dare un contributo importante per la soluzione dei gravi problemi che investono la società ed i giovani in particolare.

Rifuggiamo quindi da contrapposizioni ideologiche che risulterebbero sterili di fronte all'impegno concreto di far convergere su una delle strutture più importanti del Paese tutte le energie disponibili, nella convinzione di lavorare per una scuola pubblica che sia scuola di democrazia e di costume per le giovani generazioni e sede di formazione culturale e di elevata qualificazione professionale.

In questo senso, e nonostante le delusioni del primo periodo di funzionamento degli Organi collegiali di gestione della scuola, intendiamo impegnarci come genitori e cittadini di fronte alle nuove scadenze elettorali.

Indicazioni programmatiche: al composizione del Distretto Il Distretto scolastico è l'organo collegiale cui compete la funzione di collegare la scuola con la società: infatti al suo interno sono rappresentate tutte le componenti sociali, politiche, sindacali e culturali (genitori. docenti, non docenti, studenti, associazioni culturali e di categoria, rappresentanti dei sindacati, del Comune e della Provincia), ha quindi la reale possibilità di allargare la partecipazione democratica alla vita scolastica a forze finora escluse dal mondo della scuola.

Per le componenti che sono rappresentate e per i compiti attribuitigli dalla legge, il Distretto viene ad assumere un importante ruolo di

programmazione democratica per un più qualificato funzionamento della scuola.

c) Programma d'intervento Diamo alla programmazione una particolare importanza e perciò riteniamo necessaria una corretta conoscenza dei problemi e delle risorse presenti, anche perchè sappiamo che sotto questi aspetti il territorio del nostro distretto — che coincide con la zona 13 del decentramento comunale — non si presenta omogeneo. In particolare Ponte Lambro ha scuole insufficienti e manca totalmente di strutture sportive, culturali e sociali.

In rapporto ai compiti del Distretto ci sembra importante cominciare a precisare, tenendo conto anche dell'esperienza scolastica dei nostri figli e dell'attuale conoscenza dei problemi della zona, alcuni interventi che il Distretto dovrà curare.

Si pone per la nostra zona il problema di un più razionale utilizzo delle strutture scolastiche esistenti: mentre infatti a Ponte Lambro si dovrà accelerare la costruzione delle scuole iniziate e progettate, nella restante parte della zona è presente un graduale decremento della popolazione scolastica con la presenza quindi in molte scuole, specie nelle materne e in alcune elementari, di aule non utilizzate. Si pone quindi, con la necessaria gradualità e tenendo fermo il principio, dei resto contenuto negli stessi decreti delegati che la scuola deve essere "territorialmente e socialmente" integrata, una revisione delle circoscrizioni.

E importante infatti utilizzare a pieno tutti gli spazi e le strutture esistenti per i servizi sociali e culturali che ancora mancano e per altri tipi di scuole.

Osserviamo che nel territorio del nostro Distretto mancano scuole professionali ed è presente una scuola media superiore con un unico indirizzo professionale. Noi riteniamo che i genitori debbano impegnare tutte le altre componenti del Distretto per un'esatta conoscenza delle esigenze di qualificazione pro-

fessionale e di proseguimento della scuola media superiore. Sappiamo che in alcune scuole si tengono iniziative di educazione per gli adulti, sia con corsi popolari che delle "150 ore"; ci sembra importante che il Distretto debba operare per l sostegno e il collegamento di queste iniziative sia con la scuola diurna che con il mondo del lavoro, le debba incrementare dove è necessario; tuttavia a questo riguardo osserviamo che dovranno essere ricercate le cause che rendono difficile in alcune

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parti della nostra zona un adeguato sviluppo culturaie, ci riferiamo in particolare ai fenomeni di selezione, di ripetenza e di abbandono precoce della scuola. Ribadiamo come genitori, il diritto di ogni ragazzo, anche se "diverso", di frequentare la scuola del suo quartiere traendone tutto il profitto possibile e per questo, che nella nostra zona non è ancora un obiettivo raggiunto, sarà necessario l'impegno di tutti Per quanto riguarda le attività non

dalla prima pagina manutenzioni

gli stanziamenti dell'IACP per le manutenzioni, così come i capitolati di appalto sono tutt'altro che chiari: ciò impedisce qualsiasi vero controllo che il SUNIA intenda fare. In sostanza, afferma con forza Mongelli, "la burocrazia non vuole mollare il suo potere per paura dei controlli sui contratti di appalto, sulla conduzione dei lavori e sul loro controllo, sulla scelta del tipo di manutenzione da fare". Ad esempio viene criticata la scelta di rinnovare le facciate in Viale Ungheria 5-7-9-11 prima di risanare l'impianto fognario che in gran parte sarebbe da rifare. Cose poco chiare negli appalti per la verità ce ne sono: come ha potuto vincere l'appalto per le recinzioni in ferro un'impresa specializzata in lavori di imbiancatura? Che poi questa impresa dia in subappalto l'esecuzione dei lavori non fa che aggravare i sospetti, anche perchè così i lavori probabilmente verranno eseguiti peggio, o più in fretta, per consentire margini di guadagno anche all'impresa appaltatrice. Sarebbe pertanto bene che i lavori fossero fatti dai dipendenti diretti dell'IACP. Il geometra Camponero lamenta che questi sono pochi (per la nostra zona sono in tutto 12, metà dei quali sono manovali) e che è difficile trovare operai abili; è comunque un dato di fatto che questa situazione favorisce l'aumento dei lavori dati in appalto. Perchè queste imprese gli operai li trovano?

Altra lamentela dei rappresentanti del SUNIA è l'insufficiente pulizia laddove non ci sono più i custodi: come mai l'IACP non controlla di più l'esecuzione di questo tipo di lavoro?

propriamente didattiche che vengono svolte nel pomeriggio nelle scuole, dobbiamo osservare che sono selettive nei confronti dei ragazzi relativamente ai costi e sono svolte da Enti privati che si pongono più obiettivi di profitto che pedagogici. Anche per questi problemi si dovrà operare per un recupero delle strutture sportive — presenti in zona e oggi per lo più privatizzate — per uso scolastico e per incremento delle risorse culturali.

votare

degli esami nella scuola dell'obbligo, nuovi criteri di valutazione, soppressione del Consiglio di disciplina, pubblicità delle sedute degli organi collegiali. Su tutti questi temi i genitori devono essere chiamati al confronto con gli insegnanti e gli studenti per una gestione comune delle innovazioni introdotte dalle leggi. Ma, soprattutto, è necessario che i genitori comprendano come una scuola rinnovata può contribuire a far uscire il paese dalla grave crisi, economica ed ideale, che lo attraversa. Per realizzare questo obiettivo, infatti, non basta intervenire a livello economico per trasformare l'apparato produttivo, ma è anche necessario costruire una scuola che, rinnovata nei metodi e nei contenuti, garantisca le capacità professionali necessarie per sviluppare l'economia e, allo stesso tempo, porti la formazione dei cittadini a un livello tale da rendere "capaci di dirigere e di controllare chi dirige", di essere cioè consapevoli del processo produttivo di cui sono parte. È necessario quindi che i genitori si riconoscano non solo come utenti della scuola, ma come cittadini che nella scuola portano le esigenze della collettività. Devono cioè essere il collegamento tra la scuola e i problemi della società. Soprattutto nel Consiglio scolastico distrettuale essi dovranno essere cittadini che vogliono collaborare con tutte le forze della scuola e della società, con gli Enti locali, per programmare le linee di intervento che possono salvare e rinnovare la scuola pubblica come patrimonio di tutti, e non solo di chi vi studia e vi lavora.

cose che sono di tutti e che tutti concorriamo a pagare. Ciò però sarà possibile solo se un più ampio numero di cittadini sarà posto nelle condizioni di decidere intorno alle scelte di come questi soldi vengono spesi: il discorso torna quindi alla necessità di una maggior democrazia.

ONALPERS E DIRE T71 VO STATALE SCUOLE PARIFICATE DISTRETTO ORGANISMI SINDACALI FORZE SOCIALI PERSONALE PERSONALE DOCENTE PI RUOLO E NON STATALE 11 4 DiRETTivo(DOCENTE PERSONALE GENITORI (SCUOLE PARIF) j11j GENITORI (SCUOLE STATALI) 4-{31-i r CAMERA COMMER. LAVORATORI AUTONOMI I i~à~4441 it"44441 AMMIN. pRoviNC. COMUNI a ' 5 1 i -4 ~A 14144.1 -4 U_J 4—Ida7 PRESIEDE UN MEMBRO ELETTO
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I problemi aperti sono, come si vede, ancora molto numerosi. Di certo si può comunque dire che allo sviluppo della democratizzazione dell'IACP deve unirsi un maggior rispetto per le 2

Un quadro deformato della realtà a scopo scandalistico

Dal 18 al 23 Ottobre "Il Giornale nuovo" ha dedicato una pagina al giorno alla nostra zona e alla zona 11. Molto spazio quindi e molti articoli. Sapevamo in precedenza di questa iniziativa perchè la settimana prima due giornalisti del quotidiano di Montanelli avevano girato in lungo e in largo per la zona, avevano avuto lunghi colloqui con i rappresentanti più attivi del Consiglio di zona e con noi di "Milano domani"che avevamo fornito loro tutte le informazioni richiesteci. Non che con questo ci aspettassimo un risultato giornalistico migliore di quello che poi abbiamo avuto: esprimendo la speranza chele nostre dichiarazioni fossero riportate fedelmente il giornalista de "II Giornale" non era stato in grado di garantircelo perché, sono sue testuali parole, "i condizionamenti che i giornalisti sono costretti a subire sono spesso troppo forti e non si riesce a resistervi". Nonostante ciò abbiamo

collaborato, anche perchè pensavamo di fare un servizio ai cittadini della nostra zona se favorivamo il lavoro di "professionisti" che, portando all'attenzione di tutta la città la realtà della zona — con i suoi problemi irrisolti ma anche con quello che di positivo si cerca tutti insieme di fare — avrebbero concorso ad indicare le soluzioni per risolvere questi problemi. Ci siamo sbagliati... più del previsto. Leggendo quelle pagine de "Il Giornale" la nostra zona non l'abbiamo riconosciuta. Abbiamo solo trovato il desiderio di fare scandalismo, la voglia di trovare pretesti contro l'Amministrazione di Milano, il desiogeripAi dire tutto il male possibile`drand realtà difficile ma per puperaref la quale si cerca di fare-il possibile. Immergere le mani fra le immondizie- alla ricerca non si sa di cosa, non è un bel lavoro, ma a qualcuno piace, oppure è costretto a farlo (?) a.za.

Il consiglio di zona, cos'è?

Per il quotidiano di Montanelli è meglio ignorare il C.d.Z. che essere costretti a parlarne bene.

Dedicando un'intera pagina della cronaca cittadina per sei giorni consecutivi ai problemi delle zone Città Studi — Argonne e Forlanini — Taliedo, il "Giornale" si è proposto di dare ai propri lettori una "radiografia delle tante Milano minori": ovvero nello specifico delle due zone 11 e 13. L'iniziativa di per sè si presta ad alcune considerazioni interessanti: essa contiene implicitamente il riconoscimento di un diffuso interesse dei cittadini ai problemi zonali, ed il riconoscimento che le zone del decentramento sono una realtà ormai affermata.

Troppe novità in una sola volta per il "Giornale" che in sei pagine di quotidiano non và più in là della presentazione di uno spaccato parziale della realtà, selezionando accuratamente le notizie: il risultato è quello di un quadro deformato di quella realtà "più vissuta dal cittadino, e quindi più autentica".

Non ci sembra infatti casuale l'aver evitato puntualmente in ogni articolo un qualsiasi accenno all'azione e alla presenza costante "dentro ai problemi" del Consiglio di zona.

Ma tutto questo ha un prezzo: il rischio di stare a margine dei problemi privilegiandone l'aspetto scandalistico e folcloristico. È una scelta. Certo non è agevole presentare ai propri lettori problemi complessi come quelli di Ponte Lambro, se non ci si addentra in quella che è storia viva del quartiere e che è fatta di iniziative, di lotte, di battaglie e di obiettivi che il Consiglio di zona, assieme ai cittadini del quartiere, va sviluppando da lunghi anni.

Le case minime di via Zama sono state abbattute, e questa è stata una grande vittoria del vivere civile e della dignità umana, ma di ciò "Il Giornale" sembra non essersi accorto. Il Consiglio di zona è stato per anni "dentro al problema" con i cittadini

di via Zama: è possibile oggi comprendere la realtà, le esigenze, le aspirazioni degli abitanti del lotto 64, prescindendo da quel rapporto stretto che vi è sempre stato tra Consiglio di zona e abitanti della "Trecca"? Credo proprio di no. Anni di lavoro intenso e appassionato condotto a fianco dei cittadini sono oggi concretizzati nella realtà del lotto 64.

Non si può ignorare tutto questo altrimenti si rischia proprio solo la battuta ad effetto. A dire il vero un piccolo dubbio l'ho anch'io.

Vi è forse nei servizi del "Giornale" un'altro implicito riconoscimento? Si è forse pensato di ignorare la "realtà" Consiglio di zona (che ha fra l'altro come Presidente un comunista) non potendone criticare l'operato? Se cosi fesse ringraziamo.

ACQUA CALDA DALL'INCENERITORE ENTRO IL 1978

Le case dell'IACP del quartiere Forlanini e di via Salomone verranno riscaldate mediante l'incenerimento dei rifiuti del forno di via Zama. La conferma di ciò viene dalla presentazione del bilancio del 1978 delI'AEM (Azienda Elettrica Municipale) nel quale è indicato che nel corso del prossimo anno verranno eseguiti i lavori necessari per consentire di sfruttare questa nuova fonte di energia.

NOMINATO IL PRESIDENTE DELL'ASILO DI VIA ZAMA

Il 25 Ottobre, presso l'asilo nido di Via Zama, si è tenuta la prima riunione del Comitato di gestione dell'asilo stesso. All'ordine del giorno la nomina del Presidente del Comitato di gestione. Tutti i componenti del Comitato erano presenti: i quattro rappresentanti dei genitori, i 5 nominati dal Consiglio di zona, il rappresentante del Comitato sanitario e quello del personale del nido. Alla terza votazione è risultato eletto Tomaso Rocchitelli (6 voti), mentre Aureliana Dragoni ha ricevuto 4 voti (1 scheda bianca).

Con nostro rincrescimento apprendiamo, mentre andiamo in macchina, che Rocchitelli ha rassegnato le dimissioni per motivi personali.

@ta del decentramento)

Riportiamo di seguito le decisioni più importanti prese dal nostro Consiglio di Zona nel corso delle riunioni di ottobre.

Consiglio di zona 20 ottobre.

La riunione è stata, nelle prime due ore, disturbata da un gruppo di giovani aderenti a Democrazia proletaria che protestavano per la revisione delle tariffe dell'ATM.

- Dimissioni da consigliere di Giorgio Sarto (DC) per motivi familiari.

- Nomina dei rappresentanti del Consiglio di zona nelle scuole materne: Domenico Filomeno (scuola

Meleri-Zante), Giorgio Quirci (scuola Umiliati), Bruno Simoni (scuola Zama), Giuseppe Ali (scuola Decorati), Albina Fugazzi (scuola Ungheria), Guido Balsamo (scuola Sordello).

- Autorizzazione all'uso dei locali scolastici per le attività parascolastiche.

- Parere favorevole alla licenza edilizia di via Giraud 3.

- Fissata, per il 2 dicembre, una assemblea popolare sui problemi degli anziani in collaborazione col Sindacato pensionati.

- Approvazione della destinazione ad usi socio-sanitari (servizio per gli anziani) di locali posti nel lotto 64 di Via Salomone.

- Invio all'Assessorato all'Assistenza della richiesta di valutare la possibilità di utilizzare nel lotto 64, per prestazioni infermieristiche, le "Suore Poverelle di Bergamo".

- Definizione degli orari di apertura del Consultorio di .Via Meleri 20.

L'azione del Consiglio di zona si sviluppa soprattutto attraverso II lavoro delle sue Commissioni. Per

questo rendiamo nota sinteticamente la loro attività del mese di ottobre.

Commissione Educazione, Cultura, Sport — 4 Ottobre - Corsi di nuoto per le scuole elementari Decorati-Meleri-Zama: impossibilità di effettuare i corsi per la non adesione della Direzione didattica all'iniziativa.

- Segnalazione di nominativi di giovani cui dare la possibilità di giocare gratuitamente a tennis presso il "Centro Addestramento tennis" di via Mecenate.

- Fissazione dei giorni della settimana per effettuare gite scolastiche.

- Parere favorevole all'uso dei locali scolastici per le attività parascolastiche.

- Analisi della bozza di regolamento per il funzionamento della Commissione, in modo da favorire il collegamento con gli organi collegiali della scuola e con i Circoli culturali.

18 Ottobre - Analisi della bozza di regolamento per il funzionamento della Commissione.

- Costituzione della Sottocommissione Sport.

Commissione Caro-vita e Occupazione — 12 Ottobre

- Relazione sull'incontro con l'Assessore Baccalini riguardante la richiesta di un Centro commerciale a Ponte Lambro. Si rende nota la disponibilità dell'Assessore e la

proposta di costruire circa 20 negozi di cui il 50% da riservare a negozianti delle zone disponibili a partecipare alla costruzione e alla gestione del Centro commerciale.

- Esame delle liste di collocamento dei giovani disoccupati.

Commissione Casa — 14 Ottobre

- Predisposizione di un documento del Comitato di lotta per l'applicazione del canone sociale: impossibilità di elaborare il documento per l'azione di disturbo condotta da un folto gruppo di aderenti a Democrazia proletaria.

Commissione Cascine — 5 Ottobre

- Incontro con l'Assessore Polotti sul piano di ristrutturazione delle cascine.

18 Ottobre - Analisi del piano di ristrutturazione delle cascine.

Commissione Assistenza e Sanità —

3 Ottobre

- Approvazione della lettera, preparata in collaborazione col Servizio

di Medicina scolastica, da inviare agli insegnanti della zona.

- Stesura di un volantino di educazione sanitaria da inviare ai cittadini della zona. Analisi delle possibilità di coordinare l'attività del Servizio di medicina scolastica e del Servizio di igiene mentale per l'età evolutiva (SIMEE).

11 Ottobre - Parere della Commissione in merito agli orari di apertura del Consultorio.

- Preparazione di un'assemblea popolare sui problemi degli anziani.

Analisi delle possibilità di utilizzo di locali del lotto 64 in via Salomone per servizi socio-sanitari per gli anziani.

- Iniziative del Comitato di lotta contro la droga: viene fissata un'assemblea popoiare per il prossimo 11 Novembre.

Commissione Urbanistica — 3 Ottobre - Esame di licenze edilizie.

- Esame del piano pluriennale di sviluppo delle attività edilizie.

10 Ottobre - Incontro con il Comitato unitario di Ponte Lambro per ottenere la realizzazione di campi gioco per i bambini nel lotto 25.

17 Ottobre - Analisi delle irregolarità edilizie compiute dalla ditta Giacoma nella cascina "Granda" (esposizione auto e autocarri d'occasione).

- Respinta l'opposizione del proprietario dell'area di via Bonfadini 95 all'inserimento di detta area nel lotto di edilizia popolare per Ponte Lambro.

- Concessione dell'area comunale di via Mecenate (adiacente alla Butas gas) alla Cooperativa Posteggi Auto.

24 Ottobre - Analisi dell'area da sistemare a verde e a campi gioco per i bambini del lotto 25 a Ponte Lambro.

- Esame licenze edilizie.

3 ("l:nal"fi—) 4 13

Perchè no ai nomadi?

Cosa dicono gli abitanti di viale Ungheria e via Bonfadini

La questione della vicinanza del campo dei nomadi alla scuola di Via Zama sembra aver trovato una momentanea soluzione. Tale soluzione, ha comunque sollevato un nuovo problema: la reazione degli abitanti della zona adiacente all'area concessa dal Comune ai nomadi.

Alla base di questa protesta stanno diversi motivi; innanzitutto il fatto di non essere stati preventivamente interpellati, considerando un loro di-

Una lettera dei nomadi

Riteniamo utile riportare il testo della lettera inviata al Consiglio di zona dai nomadi, e da loro sottoscritta (abbiamo contato 9 firme). Crediamo si tratti di un'importante dimostrazione di presa di coscienza e di riflessione dei nomadi stessi sulla loro condizione e sull'opportunità di rassicurare i cittadini riguardo la loro presenza.

Con sincera riconoscenza ringraziamo lei, signor Presidente, ed il Consiglio di Zona 13, per averci concesso di trasferirci sull'area comunale di via Zama angolo via Bonfadini e di aver già disposto che questa area venga attrezzata igienicamente.

Mentre la ringraziamo, promettiamo di tener pulito e bene in ordine il campo nomadi, di provvedere alla sua manutenzione e conservazione, di provvedere a nostre spese all'impianto della luce, ed altre piccole spese e a pagare l'acqua e la luce che consumiamo.

Soprattutto ci obblighiamo a continuare ad inserire i nostri bambini nella scuola materna e nella scuola elementare, ad esercitare un mestiere onesto, a non recare danno alla roba e alla persona dei nostri vicini.

Di nuovo grazie di cuore.

i sinti e i rom del campo nomadi di via Zama angolo via Bonfadini

ritto il poter decidere su fatti che a loro non competono; seguono poi motivazioni di carattere puerile contornati spesso da luoghi comuni come sporcizia, carattere violento, furti, dietro ai quali si maschera una tradizionale prevenzione verso gli zingari considerati in quanto tali e non come persone aventi diritto ad un civile inserimento.

Dalle interviste fatte a negozianti ed abitanti della suddetta zona si intuisce come gli zingari di oggi, nella fattispecie quelli da noi ora considerati, scontano le colpe e si portano dietro la nomea di gruppi precedenti, tendendo così a fare di tutte le erbe un fascio. Riportiamo qui di seguito alcune tra le affermazioni più correnti nelle interviste da noi fatte:

"É giusto che anche loro possano vivere, però preferirei andassero in un altra zona" "A me non hanno mai fatto niente, ma l'averli vicini non mi rende tranquillo sia per il mio negozio sia per i miei figli".

Queste persone tuttavia non tengono conto che la maggior parte dei componenti del campo sono inseriti nel mondo del lavoro (ortomercato, ecc.), quindi se li si accetta nel contesto lavorativo non è giusto che

vengano emarginati in quello sociale.

Non dimentichiamoci che questo problema rientra in un discorso più generale; infatti se da una parte è facile e comodo parlare e sentirsi d'accordo con il concetto di "Integrazione", al momento pratico tutte queste velleità pseudodemocratiche scemano.

È fuori dubbio che le comunità nomadi presentano per loro tradizione un tipo di vita a noi lontano, ma non per questo li si deve condannare e negare loro un posto nella società.

Ciò presuppone, come anche afferma il prete di Via Zama, una collaborazione e un atteggiamento che non deve ricadere nè in false demagogie nè in sterili paternalismi.

A questo punto è opportuno sottolineare anche come questo problema, ed è accaduto, sia stato sfruttato da alcune famiglie per ottenere il trasferimento dei propri figli dalla scuola di Via Zama in altre ritenute per la loro collocazione socialmente più elevate, non rendendosi conto che dal loro esempio può dipendere il futuro di questa scuola.

Alessandro Villa

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Non aspettiamo la provvidenza

Le conquiste sociali si ottengono esclusivamente con la partecipazione e le lotte dei cittadini democratici

In un articolo del giugno scorso ci eravamo proposti di far luce su di un esempio di mal costume edilizio della nostra zona: si tratta degli edifici di via Decorati non portati a termine da diversi anni.

A distanza di 5 mesi riportiamo il frutto delle nostre ulteriori ricerche.

Iniziamo con il testo della licenza edilizia n' 3036 del 24-11-1969: "Licenza di due fabbricati, uno di 3 e l'altro di 5 piani fuori terra, ad uso asilo scuola e oratorio femminile con annessi servizi nel semiterrato e nel sottotetto, con annesso autoparcheggio sotterraneo".

A questa licenza ne segue un'altra. la n' 89 del 24-1-75 "per modifiche interne e di facciata".

Entrambe le licenze sono intestate a: "Congregazione Missionaria dell'Immacolata di via Masaccio 5, Milano". La committente è la Superiora Generale Madre Luisa Bellotti.

Le costruzioni sono su "area destinata ad edilizia _residenziale semiestensiva (dal vigente Piano Regolatore)". _La-proprietà del terreno e dell'Opera Pia Chiese e Case Parrocchiali Povere, con sede in Milano — Piazza Fontana, 2 — Arcivescovato (che sarebbe l'immobiliare della Curia).

li primo dicembre del 1975 le licenze in questione sono state dichiarate decadute in base al Regolamento Comunale, poiché i lavori risultavano interrotti da oltre 6 mesi. Ora per portare a termine i fabbricati occorrerà una nuova licenza.

Il Comune non puo intervenire, il suo operato è consentito solo nel caso gli edifici risultassero pericolanti e in questo L.asQ ne potrebbe ordinare la demolizione.

Quindi se la provvidenza non interverrà per portarli a termine, prepariamoci a vedere ancora per parecchi decenni queste scheletriche costruzioni frutto solo di un inaudito spreco di soldi; e ciò proprio ora che vengono richiesti ulteriori sacrifici ai lavoratori, molti dei quali aspettano ancora un alloggio dall'Istituto Case Popolari.

Noi comunque in questo, come in altri casi, non aspettiamo inerti la provvidenza e vogliamo che questi edifici vengano utilizzati al più presto nell'interesse della collettività.

Poiché le nuove costruzioni di via Salomone, l'abbattimento delle case minime di via Zama, il Consultorio di via Meleri, gli interventi per la cascina Monlué non sono stati il frutto di nessuna provvidenza, bensì il risultato della partecipazione e delle lotte dei cittadini democratici, in special modo dei lavoratori. Passiamo ora alle interviste con i diretti interessati, cioè la Congregazione Missionaria dell'Immacolata.

Compito questo che ben presto si rivela assai arduo. Infatti la committente della licenza Madre Luisa Bellotti attualmente si trova in Africa. Chiediamo allora di poter parlare con qualcuno che è a conoscenza della vicenda. A questo punto esce un altro nome: Suor Gianna Rosolin,

Economa Generale. Ma per tutto il mese di ottobre, nonostante i ripetuti colloqui con la Congregazione Missionaria, risulta praticamente impossibile parlare con questa religiosa. Il nostro iter si ferma sempre a Suor Rita (segretaria dell'Economa Generale) la quale naturalmente non sa nulla.

Dopo i falliti tentativi non ci resta che pensare che su questa strana faccenda gli artefici principali non vogliono esprimersi. Perchè?

Le conclusioni le lasciamo ai lettori. Parliamo allora con Don Piero Carnelli, parroco della Parrocchia di San Nicolao della Flue. "Vi è stata difficoltà di destinazione e di programmazione dell'uso di questo ambiente. lo non avrei voluto una cosa così imponente. La colpa della mancata soluzione del problema va ricercata nella chiusura delle forze del Consiglio di Zona. Che io sappia ci sono delle proposte da parte di un Ente Pubblico per realizzare un'opera che serva alla collettività".

Dal suo discorso non abbiamo capito bene quali colpe Don Piero Carnelli addossi al Consiglio di Zona. Per verificare delle eventuali responsabilità nel mancato interessamento sulla vicenda in questione, ci rechiamo al Centro Civico.

Qui veniamo a sapere che, dopo aver più volte discusso il problema, come ultimo passo, il Consiglio Di Zona in data 18-5-76 ha inviato una lettera alla Commissione Consiglia-

re Regionale ll, all'Assessore al Demanio e Patrimonio, all'Assessore all'educazione. In questa lettera si propone di trasferire nell'edificio incompleto la sede dell'Istituto Professionale Barnaba Oriani, provvisoriamente ospitato al Centro Civico (il quale dovrebbe in realtà far posto a servizi socio-sanitari e a uffici decentrati comunali). Per questo, attraverso la legge del 22-10-71 n° 865 si è chiesto un finanziamento regionale all'Istituto Case Popolari per portare a termine i fabbricati.

Per questa struttura. date le sue dimensioni, veniva inoltre indicato il suo utilizzo ad uso sociale e pubblico (biblioteca, sala riunioni, pale-

stra). La Regione a tutt'oggi non ha risposto.

Sappiamo inoltre che l'Opera Universitaria era da tempo in trattativa per l'acquisto del complesso edilizio di via Decorati, probabilmente per destinarlo a pensionato studentesco. Da indiscrezioni ricevute all'ultima ora apprendiamo che purtroppo il negoziato non è andato a buona fine.

Anche questa volta, su questa vicenda inconclusa che crediamo sia d'interesse pubblico, ci riproponiamo di riparlare non appena avremo ulteriori notizie.

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L'OCCUPAZIONE DELLA DIREZIONE DI VIA DECORATI

La giusta protesta dei genitori

Le responsabilità della Direttrice e della "maggioranza" del Consiglio di circolo

Quest'anno la scuola di via Zama è stata principalmente travagliata da due ordini di problemi: uno di carattere igienico-sanitario e l'altro di carattere "sociale".

Non si accenna volutamente a problemi prettamente didattici perchè pur rilevandone una certa presenza in questa scuola come del resto nelle altre del quartiere, mai come in quest'anno scolastico il corpo docente ha dimostrato un così elevato impegno professionale.

Tornando ai problemi igienicosanitari, questi traevano origine dall'inesistenza di strutture igieniche nel vecchio campo nomadi, addirittura prospicente la scuola di via Zama. Tale problema, già posto all'attenzione degli organi competenti negli anni trascorsi, ha potuto finalmente trovare una soddisfacente soluzione con l'approntamento di un campo dotato degli indispensabili servizi igienici, sito in via Zama angolo via Bonfadini, grazie anche all'azione del Consiglio di Zona ed all'impegno dei genitori degli alunni della scuola stessa, che si erano trovati costretti, per non compromettere la salute dei propri figli, ad occupare la scuola come forma di pressione sulle autorità. Va chiarito che, risolto positivamente dopo 15 giorni il problema igienico con il trasferimento del campo nomadi, i nomadi in età scolastica continuano a frequentare, e sono bene accettati, la scuola di via Zama.

Risolto questo problema ne era già nato un altro di ancor più grave rilevanza sociale.

Occorre premettere che, delle tre scuole elementari del Circolo "Decorati", la scuola di via Zama possiede quello che un moderno sociologo definirebbe il "privilegio" di accogliere scolari di eterogenea estradizione sociale. Sembra inutile sottolineare che se questa eterogeneità crea forse qualche difficoltà sotto il profilo didattico — per altro brillantemente affrontata dal corpo docente — offre soprattutto l'occasione di un proficuo contatto tra i bambini che frequentano questa scuola, a tutto vantaggio di un loro elevato e sviluppato grado di "socializzazione".

Tuttavia i genitori di 10 bambini della classe elementare che, nel rispetto dell'attuale circoscrizione di tipo "rigido" vigente nelle scuole elementari del nostro Circolo, avrebbero dovuto frequentare la scuola di via Zama, chiedevano di poter inserire i loro figli parte nella scuola di via Decorati e parte nella scuola di via Meleri.

Come negli anni passati le domande di trasferimento venivano sottoposte al vaglio di un'apposita Commissione, composta da genitori e docenti dei tre plessi scolastici del Circolo, che accoglieva una domanda, accettandone valide le motivazioni e respingeva le altre nove ritenendo, a larga maggioranza, non sufficientemente valide le motivazioni fornite.

Successivamente a questo esame, venivano costituite tre classi prime in via Zama, tenendo conto anche dei nove alunni di cui sopra.

A questo punto la Direttrice, su richiesta degli interessati, sottoponeva le nove domande, già respinte dall'apposita Commissione, al parere del Consiglio di Circolo. Quest'anno purtroppo, sulla scorta di valutazioni che ci sfuggono — anche perchè le riunioni del Circolo stesso sono chiuse ai genitori che pure ne hanno eletti i membri — dimenticando gli interessi della scuola di via

Zama esprimeva un parere favorevole ai nove trasferimenti richiesti, senza tener conto di chi, fra i componenti del Consiglio, cercava di opporsi a questa decisione.

La Direttrice, dopo giorni di perplessità e di esitazioni finiva con l'abbracciare il parere espresso dal C.diC. e decideva di accettare tutti i nove trasferimenti. A seguito di questa decisione i genitori degli alunni di via Zama, comprensibilmente preoccupati non solo per i nove trasferimenti (numero di per sè limitato e forse non pregiudizievole per il buon funzionamento della scuola di via Zama) ma legittimamente preoccupati per gli ulteriori che sarebbero stati richiesti' una volta travolto l'argine della circoscrizione "rigida", decidevano di manifestare la loro protesta occupando la Direzione Didattica di via Decorati, al fine di far recedere la Direttrice dall'impopolare decisione assunta. Tale occupazione, protrattasi per cinque giorni, è stata prima interrotta e poi definitivamente sospesa in conseguenza di un duplice intervento da parte del Provveditorato. Il primo intervento è consistito in un minaccia espressa a nome del Provveditore (ma non dal Provveditore), di richiedere l'intervento della "forza pubblica" nella scuola di via Decorati, per far cessare la civile protesta posta in atto dai genitori della scuola 'di via Zama. I genitori occupanti la Direzione Didattica, consapevoli del discredito che tale provvedimento, se attuato, avrebbe riservato sulle istituzioni scolastiche della zona, decidevano di sospendere l'occupazione e di recarsi in delegazione presso il Provveditorato per richiedere delucidazioni in merito all'incresciosa minaccia e per esporre i problemi sollevati dagli accordati trasferimenti.

Il secondo intervento, che ha portato alla definitiva cessazione dell'occupazione, è stato assunto dal PrOvveditore stesso il quale, dimostrando sensibilità per i problemi della scuola di via Zama, e implicitamente criticando il comportamento della Direzione didattica e del Consiglio di circolo, si è espresso nei termini che sinteticamente riportia-

mo:

- ha consigliato per il bene della scuola di via Zama il rigido rispetto della Circoscrizione;

- ha promesso di intervenire presso il Consiglio di Circolo onde consigliare lo stesso di respingere ogni eventuale richiesta di trasferimento. rivedendo nel contempo anche la posizione dei nove alunni trasferiti nelle scuole di Decorati e Meleri. Per quanto concerne poi la funzionalità del dopo-scuola il Dott. Tortoreto ha promesso il suo intervento che dovrebbe portare ad un miglioramento del servizio attraverso i seguenti provvedimenti:

a) Corsi integrativi con relativa attrezzatura; b) organico comunale più consistente; c) presenza fissa di una equipe per i bambini più bisognosi; d) presenza fisica continuata della Direttrice. Gli avvenimenti suddetti e le assicurazioni fornite dal Provveditore fanno ritenere che i problemi inerenti la scuola di via Zama siano finalmente avviati verso una possibile soluzione, dalla quale trarrà beneficio non solo la scuola ma la stessa nostra zona.

I genitori della scuola elementare di via Zama

LA SITUAZIONE DEL QUARTIERE FORLANINI-MONLUÈ

Il teppismo sotto casa

Dare ai giovani nuove prospettive di vita

Hanno facce arroganti, sono prepotenti e soprattutto maleducati, oltre al piccolo difettuccio che girano con spranghe di ferro e "coltellini" dalle lame piuttosto lunghe. Li possiamo incontrare ovunque e in particolare dalle parti di piazza Ovidio, nei pressi di via Dalmazia, dalle parti di via Pecorini e così via. La loro unica preoccupazione consiste nel passare il tempo, e come passarlo se non dando fastidio alle persone che se ne vanno per i fatti propri? Si limitassero comunque ad infastidire gli adulti sarebbero quasi da lodare per il loro coraggio, invece, oltretutto, sono anche vigliacchi, se la rifanno con i ragazzi e le ragazze del quartiere che. abituati a girare con una certa tranquillità per strada, si sono visti di punto in bianco molestare e anche picchiare senza nessuna ragione, tranne quella di divertire una banda di sfaccendati. Perchè sono arrivati qui è più lungo da spiegare. La maggioranza di questi ragazzi non supera i diciassette anni, non sarebbero nemmeno cattivi se non fossero mal guidati. Alcuni provengono da via Zama, dove esistono già problemi scottanti; hanno poi avuto la disgrazia di imbattersi in teppistelli provenienti da piazzale Cuoco e piazzale Corvetto, i quali, ormai organizzati, hanno avuto facile gioco su questi ragazzi instaurando, tramite loro, un regno di violenza gratuita. Li possiamo ammirare quindi a nostro agio mentre fanno man bassa di cassette delle coca cola al super market, divertendosi poi a spruzzare con le medesime i passanti. Offrono una degna esibizione di coraggio schierandosi almeno in dieci contro un bambino di quattordici anni per appropriarsi della sua bicicletta.

In tutto questo squallore gli adulti cosa fanno? Non molto per essere onesti: c'è chi seguendo l'atteggiamento dello struzzo si limita a non vedere e non sentire; chi pensa di rimediare facendosi guardia del corpo dei propri figli; ma ai figli di coloro che lavorano e che per motivi più che validi non sono quindi in grado di accompagnarli a destra e manca, chi pensa?

Provare a ragionare con loro è quasi impossibile, ed i pochi che potrebbero dar retta vengono trascinati dall'esempio dei più grandi o tacciati di "pecorinismo". Le loro idee sono bislacche: "la nostra, dichiarano convinti, è una reazione contro il perbenismo". Cosa intendano poi per perbenismo non è ben chiaro. Forse ce l'hanno con chi è costretto a sgobbare tutto il giorno per mantenere la famiglia, o con chi lavora. dietro un banco dicendo sempre si e mostrandosi educato e cortese anche quando il cliente si rivela essere un rompiscatole. Suggerire dei rimedi a tutto ciò non è facile; c'è da sperare che con l'inizio del cattivo tempo si scoraggino. Vivere però di sole speranze non è consigliabile, né si può sperare di far leva sui genitori di questi "contestatori"; la maggior parte sono pieni di problemi fin sopra i capelli e dei figli si curano poco o niente. Il rimedio allora?

Difficile da dire: cercare forse di dar loro un posto dove andare a combinare qualcosa di utile; provare ad instaurare un colloquio diretto. Sicura è una cosa: la situazione va arginata e stroncata all'inizio, far finta di niente sarebbe la peggiore scelta in quanto da ragazzate con conseguenze per fortuna limitate, potremmo finire col trovarci accanto dei ragazzi ormai lanciati verso un teppismo ed una violenza sfrenata.

Non si possono lasciar correre casi simili, bisogna reagire cercando di indirizzare questi ragazzi verso un centro sociale, fare in modo che un assistente del consultorio possa intervenire in loro aiuto, discutendo dei loro problemi e facendo loro ca-

pire che non vengono respinti dalla società.

È anche colpa della società infatti se abbiamo spettacoli del genere. Questi ragazzi non fanno altro che ispirarsi al canone dei film di violenza che sono in circolazione: la violenza è dappertutto e ricalcare queste false piste a loro sembra il massimo delle aspirazioni. Le cause sociali che portano a questo teppismo sono tante: ritrovandosi con una famiglia divisa, senza sapere dove andare e a chi rivolgersi per i propri guai è logico che le cose non possono finire in maniera diversa.

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SOLAMENTE CON UN INTERVENTO URGENTE SI RIUSCIRÀ A CONSERVARE UN PATRIMONIO

STORICO-AMBIENTALE CHE STA SCOMPARENDO

Le cascine della zona 13

Sono necessarie idee e concrete proposte sulla destinazione d'uso. Finanziamento pubblico o privato? Che tipo di gestione?

Nella nostra zona esistono attualmente nove cascine di proprietà comunale. delle quali ben sette sono ubicate nell'area del Parco Forlanini (S. Ambrogio. Cavriana, Casanova, Codovero, Taverna. Villa Landa, Case Nuove). Restano infine la cascina Monluè che ha dato il nome al quartiere e la cascina Merezzate che è ormai isolata nel quartiere Morsenchio.

Le Cascine. e parte dei terreni agricoli che a queste fanno capo. pur essendo ormai quasi inseriti nel tessuto urbano della periferia cittadina, sono stati preservati dalla speculazione edilizia solamente per il fatto che sono di proprietà comunale.

Queste strutture sono state però da decenni lasciate in abbandono e per effetto della mancanza di manutenzione, delle devastazioni vandaliche e della azione del tempo, si sta verificando una loro rapida distruzione. Perdurando tale stato di cose è -facile prevedere che, nell'arco di pochi anni, delle cascine della nostra Zona, non rimarrà che un ricorc'o, forse solo perpetuato dalla der, )minazione lasciata ai quartieri. Si rilnde quindi improcrastinabile una scelta precisa. Bisogna intervenire subito per salvaguardare e preservare questo prezioso patrimonio storico, culturale. Dobbiamo salvare il salvabile e ricostruire o ripristinare le parti danneggiate o demolite. Fatta questa premessa è bene però scendere concretamente sui problemi che ci si prospettano.

In una florida situazione finanziaria, il Comune avrebbe potuto stanziare i miliardi che necessitano per sistemare adeguatamente i parchi e le cascine. II principale problema sarebbe stato risolto. Purtroppo sarà difficile spremere qualche lira. L'alternativa che ne consegue non è che quella di operare attraverso Enti Associazioni al di fuori del Comune. E qui il discorso si fa più difficile. In quale modo consentire un intervento di questo tipo, sia esso esplicato su di un piano globale che particolare, garantendo, oltre alle finalità conservative del patrimonio comunale, un libero utiiizzo, il più ampio possibile della popolazione, di tali strutture? Come evitare pertanto che sotto un'etichetta pseudosociale si nascondano finalità commerciali-speculative o si privilegino, nel migliore dei casi, interessi privatistici particolari? questo il nodo principale da sciogliere.

Sarebbe facile aderire alle numerose richieste che già pervengono, di utilizzare le cascine, ristrutturandole adeguatamente (?), per ristoranti, sedi di club più o meno esclusivi, pseudo-associazioni culturali, attività commerciali di vario genere.

La contropartita offerta è sempre quella di un impegno ad una ricostruzione o ad un restauro, la cui esecuzione verrebbe poi puntualmente disattesa. È qui che il Consiglio di Zona

Approvare presto l'equo canone

Le contraddizioni della Democrazia Cristiana. Migliorare il testo della legge proposto dal Governo

CANONE SOCIALE AL LOTTO 25

dovrà esprimersi in prima persona e dare delle indicazioni con precise proposte. È necessario innanzitutto che l'assegnazione, a qualsiasi titolo, di cascine o di aree ad esse attigue, passi preventivamente al vaglio del Consiglio di zona e sia rigorosamente subordinata ad una programmazione generale delle destinazioni d'uso che si vogliono fare delle strutture nel loro insieme. Non si deve pertanto rimanere allettati da eventuali apparenti vantaggiose proposte di utilizzo di questa o quella cascina che non obbediscano e non si inseriscano anche in un preciso piano di sistemazione razionale del Parco Forlanini e Monluè.

I cittadini, le Associazioni culturali e politiche. le scuole della zona sono sollecitati a suggerire ed a presentare delle proposte. È bene però tenere conto di alcuni elementi fondamentali se vogliamo fornire indicazioni poi attuabili sul piano concreto:

- Il Comune si trova nell'impossibilità di finanziare lavori il cui importo si aggira sull'ordine di parecchi miliardi.

- Il ricorso alternativo ad altri Enti deve essere subordinato a garanzie di utilizzo delle strutture da parte di tutta la collettività.

- Si devono evitare iniziative frammentarie o parziali e si dovrà studiare un piano di coordinamento programmato di attività che risultino tra esse collegate

- Si dovrà porre particolare attenzione alle aree destinate a Parco, in modo da evitare che eventuali ulteriori cessioni di porzioni di tale area possano limitare gravemente il grado di ricettività e funzionalità dei parchi stessi. Se si riuscirà a risolvere questi difficili problemi, sarà poi necessario affrontarne altri altrettanto impegnativi: bisognerà garantire una gestione democratica ed un controllo di tutte le iniziative. È un problema che si imporrà in seguito ma che sul quale è già opportuno fare delle riflessioni. Per affrontare compiutamente il problema delle cascine nella nostra Zona, il Consiglio di Zona ha recentemente costituito una Commissione speciale denominata "Commissione Cascine". Tutti i cittadini, che ritengono di avere idee da esporre su questo problema possono far parte di questa Commissione, prendendo contatto con la segreteria del C.d Z. (Tel. 5061617). La Commissione cercherà di fare opera di sensibilizzazione presso tutti i cittadini per arrivare al più presto alla convocazione di un'Assemblea Popolare nel corso della quale verranno illustrate le idee e le proposte che nel frattempo saranno pervenute. In tale occasione saranno vagliati tutti i progetti e verrà quindi democraticamente presa una decisione che dovrà essere fatta propria dal C. d Z. che la presenterà e la sosterrà presso il Comune.

Nome ed Area a Condizioni Caratteristiche Stato di utilizzo ubicazione dispos. dei storico-monumentali mq. fabbricati

CAVRIANA Via Cavriana 51 25.000 discrete Abitazione padronale di notevole valore Agricoltura

CASE NUOVE 36 000 discrete Resti di casa padronale Laboratorio Via Corelli 124 del 700, tracce di vecchio oratorio Sede di associazione

VILLA LANDA via Corelli 142 96.000 scadenti Architettura rurale tradizionale Agricoltura

S. AMBROGIO via Cavriana 30 204.000 discrete Resti di chiesa romanica Agricoltura

CODOVERA v.le Forlanini 59 27.000 scadenti Ex mulino Artigianato

CASANOVA via dei Taverna 72 192 000 pessime Complesso rurale tradizionale Disabitata

TAVERNA via dei Taverna 44.000 scadenti Architettura rurale tradizionale Abitazione guardiani

MONLUE Via Monluè 70 131.000 scadenti Parti di notevole valore architettonico Abitazioni

MEREZZATE 159.000 scadenti Architettura rurale tradizionale Agricoltura

Via Bontadini 52

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CLINICA CHIRURGIA RADfOLOGIA ANALISI

Piazza Insubria ang.Ciceri Visconti 18 TeI.588891

11.12,30/18.20 Dott. BORTOLAMIOL 14,30.16,15 Dott.GASPARINI

VISITE NOTTURNE E FESTIVE

Le vicende del D.d.1. 465 sono note. Presentato in gennaio, doveva venir approvato entro giugno, alla scadenza della proroga del blocco, ma ancora una volta questa dovette venir rinnovata fino a ottobre e probabilmente lo sarà ancora. In Senato, un ibrido schieramento in cui si manifestarono clamorosamente le' contraddizioni della D.C. e di altri gruppi che si dicono di sinistra, tentò il colpo di mano di stravolgere le già insufficienti proposte del Governo. Si dovette rimandare a dopo le ferie, anche per salvare il Paese da una sicura crisi governativa, ma a tutt'oggi, nonostante il frenetico dibattito nei partiti e la preoccupazione nella popolazione, la discussione in aula non è iniziata.

I termini, molto generali, sono i seguenti.

Il testo della proposta prevedeva di portare il monte-fitti in tutta Italia, dagli attuali 3.000 miliardi a circa 4.000, considerando un tasso di rendimento del costo degli immobili del 3% (perciò un aumento del 30% circa).

La modifica fatta passare in Senato, sostituendo il 3% con un 5% porterebbe il monte-fitti a 6778 miliardi annui (+ 125% circa!). Non solo.

Il testo governativo proponeva un aggiornamento biennale dei fitti sull'aumento del costo della vita (indicizzazione) calcolando al 66.6% che in Senato veniva modificato nel 100%. Calcolando (molto benevolmente) un tasso di svalutazione annuo del 10% i 6.778 miliardi diventerebbero 9.760 entro due anni. Queste le cose più clamorose che, se venissero approvate in via definitiva (il che è impossibile), innescherebbero un processo inflattivo destinato a provocare guasti irreparabili a tutto il Paese.

Ma noi non siamo nemmeno i sostenitori del testo del Governo! Lo consideriamo unicamente una base di discussione, un punto di partenza dal quale iniziare la costruzione di un solido edificio di norme che portino giustizia in un settore vitale della nostra economia, sia sotto l'aspetto dei fitti, che delle costruzioni, che degli investimenti del risparmio.

Azzardiamo perciò un confronto telegrafico delle tesi nostre con

quelle governative. TASSO DI RENDIMENTO. Può andar bene il 3% purchè i costi base al mq. degli immobili ed i parametri correttivi derivanti dall'ubicazione e dallo stato manutentivo vengano rivisti. INDICIZZAZIONE AL 66.6%. Proponiamo il 50% perchè altrimenti si andrebbe ad aumentare il processo di inflazione incidendo sulla scala mobile. GRADUALITÀ AUMENTI. Sta bene scaglionata in 5. anni, ma non solo per i redditi inferiori agli 8 milioni. FONDO EQUO CANONE. Non è previsto. Lo riteniamo indispensabile per le fasce più indigenti. ESCLUSIONI. Per negozi, uffici, studi, professionali, botteghe artigiane, case signorili ecc. non è previsto equo canone. Bisognerà includerli, altrimenti si incoraggerebbero le trasformazioni d'uso e tipologiche a discapito delle case a basso costo. SANZIONI. Sono irrisorie per i proprietari di immobili che non applicano l'equo canone e non previste per gli inquilini che si assoggettano ad accomodamento sottobanco a discapito proprio e dell'Erario pubblico. Le riteniamo necessarie nel secondo caso e più dure per i primi.

SFRATTI. Il progetto li rende molto più facili e al di fuori del bisogno urgente e sopravvenuto per il proprietario. Occorre stabilire una possibilità di controllo effettivo da parte degli Enti Locali. COMMISSIONI DI CONCILIAZIONE. Erano previste ma il Senato le ha eliminate. Si allargherebbe il controllo democratico della collettività su un bene sociale e sui tentativi di abusi.

L'impegno del SUNIA, che purtroppo per molti anni si è battuto da solo, non verrà meno; anche le grosse organizzazioni Sindacali, incalzate dalla base, sembrano finalmente aver preso coscienza del problema; è di tutto ciò che le forze politiche dell'arco costituzionale dovranno tener conto.

A nessuno sarà concesso defilarsi fare il furbo: se è vero, come è vero, che i nodi vengono al pettine è anche vero che i conti si fanno poi con l'elettorato.

Adriano Era

Sabato 29 ottobre si è svolta al cinema ADUA, a Ponte Lambro, una assemblea pubblica indetta dal P.C.I. sezione Codecasa, in collaborazione con il S.U.N.I.A. provinciale, sul problema del Canone Sociale con la presenza di circa 80 persone. Su questo problema il Consiglio di Zona aveva già tenuto due assemblee, una in primavera e la seconda in settembre; in quest'ultima era scaturita la proposta di costituire una commissione di lavoro con degli obiettivi precisi per ottenere un incontro con I'I.A.C.P. e verificare le cause del ritardo dell'applicazione del Canone Sociale ai Lotti 25 e 64, e quali modalità seguire per introdurre questo meccanismo di regolamentazione degli affitti; come mobilitare gli abitanti di Ponte Lambro e via Zama per la piena applicazione del Canone Sociale e sul problema in generale dell'edilizia popolare, della democratizzazione e decentramento dell'I.A.C.P.

Di questo si è discusso anche al cinema Adua con i cittadini di Ponte Lambro e gli abitanti delle case popolari del Lotto 25 per chiarire ulteriormente quali sono i criteri di fondo del Canone Sociale, e cosa comporta l'introduzione di una regolamentazione degli affitti basata su due elementi di novità: l'affitto viene pagato in base al reddito e al numero dei componenti della famiglia, vale a dire criteri di equità e di giustizia sociale.

Lo svolgimento dell'assemblea, dopo la relazione della compagna Corona della segreteria provinciale del S.U.N.I.A., ha tatto risaltare che non vi è ancora una sufficiente chiarezza fra i cittadini su questo problema, le cui cause sono dovute alla disinformazione ma anche alla distorsione.e alla falsificazione delle cifre propagandata fra gli abitanti del Lotto 25 da chi non vuole che il canone sociale venga applicato e preferisce la politica dell'autoriduzione.

Sarà compito del S.U.N.I.A., che si e appena costituito a Ponte Lambro, fare chiarezza su questo problema per ottenere quel consenso e quella partecipazione necessaria al fine di mobilitare tutti i cittadini su questa e su tutte le questioni che sono strettamente collegate al problema della casa.

Claudio De Biaggi (per la sezione PCI "Codecasa")

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INCHIESTA TRA I PARRUCCHIERI DELLA ZONA

Un mestiere che va scomparendo?

Andando dall'acconciatore, sia esso per uomo o per donna, è un fatto ormai noto che si ha anche l'opportunità di scambiare "quattro chiacchiere", di parlare dei propri problemi quotidiani, sicuri di.trovare un interlocutore disposto ad ascoltarci, ma quasi mai ci preoccupiamo di conoscere quali siano invece i suoi problemi. Ci siamo per questo motivo recate dagli acconciatori maschili che hanno il loro negozio nella zona per venire a contatto con una realtà quasi sempre sconosciuta.

A questo punto va fatta una precisazione: siamo due ragazze, di conseguenza il nostro ingresso in un locale frequentato generalmente da pubblico maschile ha sempre suscitato un moto iniziale di sorpresa. Essendoci poi noi affrettate a chiarire che non desideravamo un taglio di "barba e baffi" bensi poter solo rivolgere qualche domanda circa i problemi riguardanti la loro professione, dobbiamo dire di essere state accolte con molta "gentilezza" e cordialità.

E di problemi, ci siamo subito accorte, che ce ne sono molti.

Innanzi tutto la mancanza di personale, in particolare di giovani. Infatti come dice il Signor Franco (che ha il negozio in piazza Ovidio) è quasi impossibile trovare giovani disposti ad intraprendere questa professione. Questo per alcuni motivi: in primo luogo perchè occorre iniziare l'apprendistato molto presto (12-15 anni) e ciò non risulta compatibile con le leggi ora in vigore; inoltre non è possibile (a differenza di quanto accade per i parrucchieri da donna) cominciare a lavorare subito anche con piccole mansioni per poter imparare bisogna infatti "stare a guardare" per due o tre anni come viene svolto il lavoro, senza percepire uno stipendio.

Inoltre, come dice il Signor Bruno (Viale Ungheria 10), l'orario è molto gravoso (10 ore al giorno) e di contro gli stipendi non sono molto elevati per i lavoranti, i quali preferiscono molto spesso, avendone la possibilità, trovare un'occupazione in fabbrica. "Non esistono scuole che preparano a questo lavoro?", Abbiamo chiesto. "Si", dice il Signor Franco, "però i giovani non escono sufficien-

temente preparati, e noi non possiamo assumerli senza avere la sicurezza che siano in grado di soddisfare alle esigenze del pubblico''. Una soluzione ci sarebbe, stando a quanto dice il Signor Suraci (Via Bonfadini 98): andare alla formazione di "scuole bottega" dove gli stessi acconciatori insegnino (naturalmente dopo essere stati riconosciuti in grado di farlo) ai giovani la professione. Queste "scuole bottega" sostituirebbero quelle ora esistenti gestite dalla Regione Lombardia, la quale dovrebbe retribuire sia il giovane che l'insegnante: ciò costituirebbe uno sprone per i giovani a scegliere questa professione. Sempre il Signor Suraci a questo proposito ha citato una massima esplicativa da lui scritta: "L'uomo può andare con orgoglio se ha cultura e portafoglio", ciò vorrebbe dire che i giovani sarebbero invogliati ad intraprendere questo lavoro se non fosse dequalificato culturalmente e se i salari fossero più alti.

Un altro problema è il calo di lavoro registrato in questi ultimi anni. Una delle cause principali è stato, secondo il Signor Antonino Taormina (Via Bonfadini 256), il recente aumento dei prezzi, per lui giustificato dal generale rincaro del costo della vita. Il Signor Suraci ci ha invece fornito una spiegazione più dettagliata di quale sarebbe oggi la situazione soprattutto per gli acconciatori di "periferia": i giovani a causa della moda si recano "molto saltuariamente" dall'acconciatore, i bambini vengono portati dalle madri a tagliare i capelli dai parucchieri da donna dove loro stesse si recano, i signori di "mezz'età" preferiscono invece molto spesso gli acconciatori di grido del centro. A tutto ciò si aggiunge, come ci ha raccontato il Signor Savino (Via del Liri), la piaga del lavoro "nero".

Si tratterebbe in parte di ex lavoratori, i quali hanno adibito un locale della propria abitazione in modo tale da potervi svolgere la professione, senza pagare naturalmente l'affitto del locale e tutte le spese connesse ad esso.

In questo modo, è evidente, si può far pagare un taglio di capelli dalle 500 alle 1.000 lire (mentre solitamente nei negozi si pagano 2.500 lire) facendo così concorrenza agli altri acconciatori, i quali in questo modo vengono a perdere una larga fetta di clientela, soprattutto quella in età avanzata. Questo fatto si verifica in Viale Ungheria e, come ci dice il Signor Taormina, anche a Ponte Lambro.

Per risolvere questi problemi bisognerebbe, come afferma il Signor

Mariano (Via Mecenate 3), costituirsi in cooperative. Ciò significherebbe l'affitto di un locale in comune da parte di più acconciatori, in modo da poter dividere le spese e avere quindi maggiori guadagni, eliminare la concorrenza, organizzare i turni di ferie. Ciò porterebbe a sacrificare il proprio individualismo a scapito di un interesse comune. però per il Signor Mariano ne varrebbe la pena. Abbiamo dunque cercato, nei limiti a noi concessi, di fornire un quadro della situazione in cui viene a trovarsi questa categoria, i problemi sono tanti, però come abbiamo visto c'è forse anche la possibilità di risolverli.

Luigi Porraneo, 74 anni, si è sposato in Comune sabato 22 ottobre.

La nuova casa, appena assegnata in via Salomone, gli ha dato la spinta per sistemare meglio tutta la sua vita. Ha trovato intorno a sè, pronti ad aiutarlo a risolvere tutti i problemi pratici e burocratici, tanti compagni della zona. Perchè questo fragile pensionato, capace di tanto entusiasmo, è stato un grande combattente della guerra di Spagna, uno dei pochi che l'ha vissuta fin dagli inizi nel battaglione Garibaldi.

Delle battaglie, dei ferimenti, dei periodi di prigionia, del paziente lavoro clandestino in Spagna, Francia ed Italia, parla poco. Dal suo fisico sempre sofferente, dal suo rifiuto di ritornare ad una vita borghese e acquietata, si capisce però quali anni di fuoco siano stati quelli e quante speranze, quante lotte, quante sofferenze abbiano comportato. Dai giovani non si aspetta "azioni esemplari" contro il fascismo sempre in

agguato, lui, che, pur combattendo, ha visto come soprattutto importante è l'azione di massa, l'organizzazione, l'attività paziente delle retrovie.

Si aspetta però che gli ideali di nuova società, per cui ha dato tutta la sua vita, non vengano dimenticati. Come lui tanti altri anziani vivono nella nostra zona, custodi di ricordi, di esperienze importanti e si ritrovano soli, isolati nelle loro case, con problemi economici e sanitari.

La pressione del Consiglio di Zona e della Commissione Sanità sul Comune, per aprire in via Salomone un centro sociale e sanitario adatto a loro è cosa importante, ma ancora obiettivo da perfezionare.

Guai se lasciassimo solo agli addetti ai lavori il compito di occuparsene. Il problema dell'anziano è un problema di tutti. Anche su questi obiettivi si misura la volontà concreta di costruire una nuova società.

O. de F.

(scacchi

Nell'ultimo numero di "MILANO DOMANI" vi è stato un errore di stampa probabilmente dovuto ad un mio errore di trascrizione. Nello scusarmi coi lettori ne do la corretta versione.

Si tratta della dodicesima mossa del nero, si deve leggere: e5 non c5

Veniamo ora alla partita di questo mese, giocata col bianco da Mikhail Tal all'olimpiade dì Varna nel 1962.

Dopo aver pubblicato una partita dallo stile semplice e lineare, tipico di Capablanca, vediamone ora una di un giocatore famoso per le sue doti di complicare.

Bianco Nero Bianco Nero Bianco Nero

1) d4 Cf6 17) Cc4 De6 33) Axc4 Cd5

2) c4 e6 18) e5! b5 34) Axd5 cxd

3) Cc3 Ab4 19) exf!! bxa 35) Tb4 Tc8

4) Cf3 b6 20) fxg Tg8 36) Txa4 Txc3

5) Ag5 Ab7 21) Af5!! Cxh4 37) Ta6+ Rc5

6) e3 h6 22) Axe6 Aa6! 38) Txf6 h5

7) Ah4 Axc3+ 23) Cd6+ Re7 39) h3 hxg

8) bxc d6 24) Ac4 Txg7 40) hxg Th7

9) Cd2 e5 25) g3 Rxd6 41) g5 Th5

10) f3 De7 26) Axa6 Cf5 42) Tf5! Tc2

11) e4 Cb—d7 27) Ta—b1! f6 43) Rg3 Rc4

12) Ad3 Cf8 28) Tf—dl+ Re7 44) Te—e5! d4

c5! dxc 29) Tel + Rd6 45) g6 Th1

dxe Dxe5 30) Rf2 c4 46) Tc5+ Rd3

Da4+ c6 31) g4 Ce7 47) Txc2 Rxc2

La soluzione del problema del mese precedente è: l'arrocco (0-0) e per mancanza di spazio rinviamo la pubblicazione del nuovo problema al prossimo numero.

Il Sig. Franco davanti al suo negozio A 74 ANNI Una casa nuova ed un matrimonio QUANTO COSTA? PROBLEMI DI TRASPORTO nella tua auto non ci sta... C'è la pianta grande che va dalla nonna... ....il baule non ci sta in macchina Il mobiletto comodo, ma come lo porto? Una lampada impossibile Il letto a castello per i bambini La poltrona importante La moto "inchiodata" va portata dal meccanico Il divano che passa alla figlia 2 damigiane di vino "buono" per qualche centimetro in più TELEFONA Taxi Transport SpA. BASTA TELEFONARE AL 344000 VIA PRINC.EUGENIO 23 20155 MILANO MILLE LIRE IN REGALO AL CLIENTE SE LETTORE DI QUESTO GIORNALE
13)
14)
15)
16)
0-0! Cg6 32) Tb7! Ta—g8 Rf4 Tg1 Tg5! ABBANDONA
DOMANI;
Il Sig. Mariano al lavoro Donatella Campoleoni Marina Muzzani

Come lavora il servizio di igiene mentale

All'interno di un programma di decentramento dei servizi del Comune di Milano è iniziato anche in zona 13 un Servizio pubblico territoriale di igiene mentale per l'età evolutiva (SIMEE) a partire da circa un anno; destinatario ultimo è la popolazione giovanile compresa fra 0 e 18 anni, nonchè tutti gli adulti che ai vari livelli interagiscono con la medesima popolazione giovanile. Inizialmente per la zona 13 operavano all'interno di tale servizio solamente due persone: una neuropsichiatra infantile e un'assistente psicologa. Attualmente si sono aggiunte altre figure professionali per cui il SIMEE è oggi composto da: una neuropsichiatra infantile (30 ore), un medico psicologo (15 ore), una psicologa (30 ore), un'assistente psicologa (40 ore), una fisioterapista (40 ore — si occupa per ora di 2 zone), un'assistente sociale (12 ore) e, a partire dalla prossima settimana, una psicornotricista (40 ore).

La novità del SIMEE rispetto ai precedenti servizi medico psicopedagogici consiste nel fatto che esso è presente in ogni zona del decentramento e che quindi ha la pos-

sibilità di funzionare come servizio pubblico rispondente alla esigenza delle persone che abitano in un determinato territorio. Ma cosa significa "territorio" e cosa significa erogare prestazioni "pubbliche" sul territorio? Tutte domande a problemi emersi durante un SEMINARIO richiesto da circa 180 operatori delle 20 zone di Milano: "Si potrebbe definire il territorio come un tessuto di relazioni, un insieme di famiglie, di luoghi di lavoro, di aggregazioni socio-politiche e di servizi di diversa natura: tutte istanze che interagiscono tra loro in modo estremamente vario e complesso. All'interno di tale quadro, un servizio diventa "territoriale" se compartecipa con tutte le forze presenti per operare la trasformazione del territorio stesso".

Pur partendo da questa definizione comune, i programmi di intervento delle varie zone hanno necessariamente dovuto concentrarsi su alcuni interventi avvertiti come più urgenti e significativi dalla popolazione (in alcune zone si è impostato il problema degli adolescenti, in altre quello dei bambini in età scolare o prescolare talvolta in rapporto alle

strutture scolastiche, altre volte in rapporto alle strutture medico-ospedaliere).

Indipendentemente dal programma di lavoro e dalla zona in cui è inserito, l'operatore sociale vive ed opera nel tentativo di riparare i danni e tamponare gli effetti provocati dalla disorganizzazione sociale, ma non ha la possibilità il più delle volte di cambiare di fatto quegli aspetti dell'organizzazione che sono generatori di malattia (es. ambiente che non accoglie, o non adatto). Per rispondere a questi danni non è sufficiente offrire soltanto nuove tecniche, nè ci sembra possibile ricorrere soltanto alla medicina preventiva. Sia la tecnica che la medicina preventiva risultano invece veramente efficaci se sono all'interno di più validi rapporti umani tendenti ad accettare e ascoltare le persone rivalutandone la storia, i sentimenti, le tradizioni e l'originalità e dandole credito circa la possibilità che abbia a dire qualcosa d'importante. Concretamente questo significa mettere in atto un modo di lavorare che si ponga direttamente a contatto con i bisogni e le domande provenienti

dagli utenti, riveda tutte le contraddizioni presenti senza avere già una risposta astratta e precostituita. Tutto ciò significa un lavoro di partecipazione, di coinvolgimento, di reciproca educazione in cui tentare di far prendere coscienza del valore di un contributo personale per maturare un giudizio vero, inoltre cercando di fornire gli strumenti per far sì che l'utente sia autore della propria storia. Infatti sono gli utenti a essere coinvolti in prima persona insieme con gli operatori come protagonisti reali nella gestione del servizio. C'è bisogno quindi di metodi diretti in cui si esprimano gli utenti direttamente e non per rappresentanze. Avviene allora nel lavoro del SI-

MEE un primo momento di risposta al bisogno immediato e quindi una partecipazione della persona alla sua realizzazione con un lavoro collegato alla realtà di base del territorio (aggregazioni giovanili ecc.). Per ora ambito di intervento sistematico del SIMEE di zona 13, è nell'asilo nido di Via Zama, in Scuola Materna e in una scuola Media. Si sono presi contatti con alcune scuole materne, elementari e medie. In collaborazione con gli operatori sociali dei vari enti operanti in zona, è in atto un coordinamento di tutte le fasi disponibili specie per la difficile situazione del quartiere di Ponte Lam bro.

Gli operatori del SIMEE

Consultorio e SIMEE

Dal 1° ottobre funziona il Consultorio di via Meleri 20. Per informazioni e per richiesta di appuntamenti telefonare al 7387098 dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18. Telefonare allo stesso numero per comunicare con gli operatori del SIMEE (Servizio di Igiene mentale per l'età evolutival.

Pensioni: salvaguardiamo i diritti acquisiti

Il 2 dicembre assemblea sui problemi degli anziani

Il 1° Giugno oltre 500 pensionati milanesi si sono recati a Roma ad una manifestazione che ha visto in piazza più di 35.000 manifestanti anziani.

Il 13 Ottobre invece, oltre 6.000 si sono recati in Piazza Mercanti a Milano, per porre all'attenzione delle forze politiche democratiche i problemi più urgenti degli anziani lavoratori.

Cosa vogliono i pensionati?

Non tutti sanno che circa 2 milioni e mezzo di anziani lavoratori, pur avendo lavorato e versato più di 15/20 anni di contributi, sono attualmente finiti nel ghetto dei minimi. Interi settori: braccianti, tessili, edili; e ogni anno, a causa dell'iniquo sistema di scala mobile e ag-

Aumenti 1 gennaio 1978

Pensioni contributive e retributive INPS

Punti di scala mobile 24xL. 1.512 = L. 36.288 + il 9,2% di aggancio salario pensione.

gancio in prima applicazione, decine di migliaia di lavoratori in pensione di vecchiaia e di invalidità, pur avendo all'atto del pensionamento un trattamento superiore al minimo, finiscono anch'essi nel ghetto "MINIMI".

E una ingiustizia che deve finire. Cosa significa portare fuori dal minimo queste pensioni? Significa farle entrare nel beneficio della contingenza che viene pagata "per le pensioni liquidate in forma contributiva o retributiva" in punti (più sotto riportiamo, la tabellina per il 1978).

Un'altra richiesta è quella di accorciare il rilievo del costo vita e del pagamento della scala mobile, nonchè di accorciare la distanza per il raggiungimento del valore massimo del punto prima del 1980, attualmente stabilito dalla legge 3.6.75 n° 160.

19,5% senza aggancio Autonomi (coltivatori diretti, artigiani, commercianti)

a

Invalidi civili - ciechi - sordomuti

il 19,5%

C.P.D.E.L. e Statali

il 9,2% di aggancio + i punti di contingenza maturati dal maggio '77 all'ottobre '77 (i precedenti sono stati pagati nel mese di luglio '77)

Reddito per avere diritto agli assegni familiari

Per il coniuge = nuovo minimo + il 30% = L. 133.250

Per i due genitori = risultato del reddito per il coniuge + il 75% = L. 202.437.

Di fronte abbiamo invece un continuo campanello d'allarme: l'Inps è in difficoltà; in pericolo sono gli aumenti dall'1.1.78. Per salvare l'Inps bisogna togliere soldi alle pensioni superiori alle 200.000 lire. Le pensioni di invalidità sono troppe? Riduciamole. La scala mobile dà troppi soldi ai pensionati? Modifichiamola.

E NO! I diritti acquisiti non si toccano! Respingiamo le proposte Anselmi — Stammati.

Di chi è la colpa se l'Inps è in difficoltà? Quanti soldi sono stati sottratti al bilancio Inps da parte dei governi a partire da

quello fascista che ha svuotato le casse per le guerre; al continuo arbitrio dei governi successivi che hanno utilizzato enormi cifre per tappare le falle del malgoverno?

Vogliamo contrattare col governo l'assieme dei problemi previdenziali, ivi compreso il funzionamento dell'Inps, onde evitare le lunghe attese, a volte anche di anni per avere i nostri diritti.

Vogliamo che in ogni zona sorga il Centro per le prestazioni agli anziani e per quanto ci compete, nella nostra zona, iniziare subito dal Lotto Salomone "ex Trecca" dove sono concentrati tanti anziani alle volte relegati nei piani più alti ad attendere che si chiudano per sempre le tristi ore in attesa del nulla.

Merile C orradi (del Sindacato Pensionati)

Nuovo stabilimento della Caleppio

Il nuovo stabilimento della Caleppia in fase di ultimazione

La Società CALEPPIO, nota azienda della nostra zona (i suoi uffici sono in via Cavriana 3), vive un momento di grande sviluppo. Nel prossimo dicembre infatti verrà inaugurato un suo nuovo stabilimento a Sulmona (l'Aquila) che ha richiesto l'investimento di circa 1 miliardo e 800 milioni e che, occupando una superficie coperta di 10 mila m2, su 32 mila m2 complessivi, consentirà di sviluppare la produzione e conseguentemente di incrementare l'occupazione locale. Ecco un modo concreto per collaborare allo sviluppo del Mezzogiorno.

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MILANO DOMANI 8 zona13 (nota
di medicina)
Pensioni
scala mobile 19,5% L. 15.550 aggancio 9,2%
salario L. 7.300 L. 22.850 da L. 79.650
L. 102.500
il
L.
L. 91.100
integrate al minimo
al
a
Pensioni inferiori al minimo
11 19,5% da
76.250 a
L. 53.300
L.
Pensione Sociale il 19,5% da
63.700

Erotismo e violenza: filoni della crisi Noi e gli altri giornali locali

Ripensando e ripercorrendo le strade e le congiunture per le quali il cinema è approdato all'attuale crisi di struttura, di idee e di finanze, è inevitabile rilevare ancora una volta l'apparente irrisolvibilità della situazione o comunque le contradditorie difficoltà che si frappongono inesorabili fra le buone intenzioni e le eterne miopie nostrane.

Paradossalmente, salvo rare eccezioni, se ancora esiste un genere di cinema non preventivamente deficitario questo è proprio il genere di cinema che più ha contribuito e più contribuisce al deterioramento della crisi, al massiccio progressivo allontanamento degli spettatori dalle sale.

Andando a-rileggere gli indici di incasso della presente stagione si è costretti a notare ancora una volta la buona tenuta dei "polizieschi all'italiana", di cui ben cinque titoli figurano fra i primi 10 films. D'altra parte chiunque spenda abitualmente due minuti nello scorrere locandine pubblicitarie, non può non convenire sull'asfissiante straripamento di titoli e films che di un becero ed ambiguo erotismo hanno fatto il loro centro di interesse.

Pur ben sapendo che a simili deteriori proposte la risposta del pubblico è destinata all'autoesaurimento, i nostri produttori-speculatori sembrano ormai aver scelto per il "più che si può ora, dopo si arrangeranno gli altri", beandosi delle tenute di cassetta attuali e chiudendo ottusamente e volontariamente gli occhi sull'assoluta mancanza di prospettive positive di una simile politica. Gli spettatori diminuiscono? Ebbene nessun dubbio che questo sia da imputarsi all'assoluta regressività dei contenuti o alla rozzezza delle forme, anzi si gioca ancor più al ribasso dei costi per stare in bilancio. Si imbastiscono quindi soggetti e sceneggiature in cinque giorni, si assoldano interpreti che muovono unicamente alla pena od al ridicolo, si cuciono sequenze disarticolate e insignificanti, si disorienta il pubblico con trame macchinose ed illogiche. Insomma si confezionano dei sottoprodotti che hanno ormai disilluso anche lo spettatore più bamboccio o, nel migliore dei casi, hanno disabituato grosse fette di pubblico alla fruizione di un cinema diverso che sembra oggi vivere la sua agonia.

Sarebbe assurdo pensare che la crisi in cui si dibatte il mondo di celluloide sia dovuta unicamente a questo tipo di manipolazione; certo è che colpe soggettivamente precise sono individuabili e denunciabili: giustizieri privati, polizie che ringraziano, giovannone-coscelunghe, scandali e malizie hanno i loro incoscienti padrini e, da questi, è necessario ottenere un ripensamento dei loro intenti.

Nello specifico vero è che filone porno-erotico e filone poliziesco, meritano nel particolare dell'analisi dei loro messaggi, considerazioni anche sensibilmente diverse.

Raramente viziato (o arricchito) da significati di qualsivoglia genere, il film porno-erotico sembra trovare i suoi sbocchi

comunicativi — quindi le sue gratificazioni economiche — esclusivamente su di un terreno in cui da sempre è attecchita la pianta di una sottocultura religioso-repressiva, in cui la proibizione e quindi la nevrosi sessuale ha proliferato una infinita gamma di tabù ancestrali, contro i quali l'unico atto di finta rottura è la spiata voyeuristica nel buio della sala. Siamo cioè allo sfruttamento intensivo del complesso di colpa (che, come dice Musatti, puntualmente viene accentuato se la scena è troppo cruda, e comunque viene riportato a casa dallo spettatore), della psico-inibizione individuale, del nevrotismo generato da una sessualità sociale scorretta e alienata. Giocato su canoni di palese falsità, il pornoerotismo pone su di un piano di assoluta devianza il rapporto comunicativo-sessuale, per cui il corpo occupa un posto di primo piano, unicamente inteso come meccanico strumento ri-

A Milano e provincia escono oltre 30 periodici: ne presentiamo alcuni

Di fronte a una criminalità priva di scrupoli si oppone l'eroe "positivo", virile, coraggioso e fascista, altrettanto privo di scrupoli. Contro uno Stato debole si impone una riorganizzazione forte, capace ancora una volta di accontentare le frustrazioni di maggioranze silenziose eternamente in crisi.

Modelli vecchi dunque, ma sentenze e idee tanto attuali quanto pericolose; più pericolose se —come nel caso nostro, del mezzo cinematografico — paludate nell'avventura coinvolgente e nella suggestione spettacolare. Niente di nuovo quindi, se vogliamo, sul fronte dell'ideologia reazionaria, ma se il vecchio ed il marcio attecchiscono ancora, significa che pronta e articolata deve essere la risposta politico-culturale, anche in campo cinematografico, delle forze democratiche e progressiste.

Sono oltre due anni che "Milano domani" esce puntualmente in edicola ogni mese. Durante questo periodo il giornale è cresciuto sia come presenza in zona sia, noi pensiamo, come livello qualitativo sforzandosi costantemente di cogliere quelle che sono le esigenze di informazione e di dibattito tra i cittadini del quartiere.

petitivo del piacere e del dolore e volutamente scisso da ogni còndizionamento psico-sociale. Lo schermo in quest'operazione diventa ottimo strumento di scaricamento delle pulsioni aggressive latenti, indirizzabili volendo in altre direzioni.

Altre le finalità ideologiche del cinema della violenza, così esplicitamente carico di intenti reazionari o decisamente fascisti. Vecchi, per contro, i modelli rappresentativi se si pensa che il giustiziere della notte o il commissario intraprendente a ardimentoso non sono altro che l'obsoleta riproposta del "cavaliere solitario", stereotipo del western hollywoodiano. L'auto sostituisce egregiamente il cavallo all'inseguimento e nelle collutazioni, mentre le grandi metropoli — sconquassate da una sempre più spregiudicata criminalità — prendono il posto degli sperduti villaggi di frontiera, caratterizzati dalla precarietà dei rapporti sociali e dall'insanabile paura dei fuorilegge.

Volgare nella sua banalità e nella sua rigidità di contenuti la filmografia italo-poliziesca insinua, nella coscienza di un pubblico piccolo-borghese perbenista e talvolta di livori antidemocratici, la convinzione del destino fallimentare delle istituzioni, dell'aleatorietà della lotta politica reale di tutti i giorni, dell'insuperabilità della crisi, della necessità di un intervento deciso contro la delinquenza prima, contro tutto il resto subito dopo.

MILANO DOMANI

E' IN EDICOLA

il 15 del mese (luglio e agosto esclusi)

"Milano domani" non rappresenta comunque un caso isolato. Sia in provincia che in molte zone della città esistono altre testate che, come la nostra, si interessano di informazione locale, aperte al confronto e alla partecipazione della popolazione. Altre nasceranno, noi speriamo, presto. Nei numeri precedenti abbiamo già avuto occasione di parlare di queste esperienze; ora vogliamo presentarvene alcune: "Segrate Oggi", "Porta Venezia" e "Milano 12". "Segrate Oggi", nato nel 1971 come bollettino del P.C.I., è successivamente diventato (1974) un giornale 'aperto', o meglio ancora, come ci dice Anna Maria Scaltriti "un giornale cittadino fatto da tutti e per tutti. Una delle ragioni di questa scelta è stata la pressante necessità di fornire alla comunità un qualche strumento di informazione, di circolazione delle idee e delle opinioni. Le possibilità di "comunicare" sono infatti a Segrate estremamente limitate. La rapida realizzazione di nuovi stabilimenti (IBM, 3M, Mondadori, UNIDAL, ecc.) e di nuovi quartieri residenziali (Villaggio Ambrosiano, Milano 2, San Felice) ha scardinato la vecchia struttura sociale e urbanistica del Comune, creando gravi pericoli di disgregazione e di divisioni fra la popolazione. Nell'assoluta mancanza di altre strutture, il nostro obiettivo è quello di porci come punto di riferimento culturale e civile per i cittadini. A questo scopo abbiamo diviso il giornale in una dozzina di rubriche specializzate (dalla scuola all'urbanistica, dall'economia ai problemi della famiglia). Questo tipo di organizzazione ha consentito di ampliare anche le collaborazioni esterne; ad esempio, la pagina della scuola è oggi quasi interamente redatta dagli organi collegiali; la pagina dell'economia vede il contributo crescente del CUZ, della Camera del Lavoro, dei Consigli di fabbrica; la pagina dei giovani, è parte autogestita da alcuni collettivi di recente formazione. Inutile aggiungere che con questo modo di lavorare le discriminazioni partitiche non hanno spazio. Semmai ferve il dibattito e la polemica costruttiva".

Attualmente a Milano vengono pubblicati 10 giornali di zona ma ben presto altri paesi se ne aggiungeranno. "Porta Venezia", mensile dell'omonimo quartiere di Milano (75.000 abitanti ed una struttura so-

ciale in profondo mutamento per la continua espulsione dei ceti mediobassi) è l'ultimo nato; il primo numero è infatti uscito nel Giugno di quest'anno. "Il nome della testata è ripreso da un vecchio bollettino che usciva nella zona alcuni anni fa senza periodicità fissa", ci spiega Carlo Pagani, "ma per il resto ci distinguiamo nettamente da quella precedente esperienza. Oggi "Porta Venezia" è prodotto in collaborazione con i cittadini e le forze politiche e sociali, operanti nella realtà locale, soprattutto negli organi della scuola e nel Consiglio di zona".

Com'è stata l'accoglienza del pubblico? "Senz'altro buona. Già col primo numero abbiamo raccolto 100 abbonamenti e venduto 400 copie nelle edicole più quelle vendute "porta a porta". La nostra tiratura è per il momento di 2.500 copie, con un formato di 12 pagine in tabloid: in futuro si vedrà. "Porta Venezia" infatti intende porsi come strumento di informazione, ma soprattutto di commento su fatti che dovrebbero essere già noti e sui problemi più assillanti del quartiere: ad esempio la scuola, la casa, l'assetto territoriale, ecc.".

"Milano 12", nella zona 12 di Milano (che comprende i quartieri di Feltre Cimiano e Ortica), ha 38.000 abitanti più parecchi pendolari.

"Per il momento sono usciti solo 4 numeri, e tutti e quattro "didattici' ossia di sperimentazione, per individuare la giusta impostazione e creare anche dibattito attorno a questa nuova esperienza. Posso comunque affermare, ci dice Pietro d'Ercole. che "Milano 12" ha avuto una buona accoglienza da parte delle forze democratiche della zona e già comincia ad incidere sulla popolazione. I risultati degli abbonamenti e delle vendite in edicola sono infatti superiori al previsto".

Quali sono prevalentemente contenuti del giornale e come è organizzata la redazione?

"I contenuti sono evidentemente legati alla realtà del quartiere, anche se non manchiamo le occasioni per collegare i problemi locali ai problemi generali (come è accaduto, ad esempio in occasione degli episodi di violenza a Piazza Udine). Secondo le nostre speranze vorremmo che fosse tutta la gente che abita nella zona a produrre il giornale, e la redazione diventasse solo un comitato di coordinamento. In particolare vi è la necessità di collegarci con le grandi fabbriche esistenti nella zona (come la FAEMA, la BRACCO, la RIZZOLI ecc.). In ogni caso le notizie, le opinioni, il dibattito devono venire dal basso. Ed è per questo che vorrei dire ai nostri lettori: siete tutti degli inviati speciali".

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Orattivital dei circoli cultural

Libertà e repressione: testimonianze da Bologna Ed

Venerdì 21 ottobre, al Circolo 5 Giornate, l'ARCI ha organizzato un dibattito sul convegno di Bologna, invitando la D.C., Democrazia Proletaria, il PCI ed il PSI. Assenti all'ultimo momento i giovani di Democrazia Proletaria (forse a causa delle manifestazioni contro la Germania, che hanno avuto luogo quel pomeriggio e sera nel centro di Milano), gli altri partiti erano presenti ed hanno dato luogo ad un lungo, polemico confronto. Chi erano, cosa rappresentavano i giovani presenti a Bologna?

Una minoranza senza ideali, delusi dalla troppa politica, insofferenti verso i partiti di sinistra, che non lasciano spazio al "movimento", all'opposizione, come ha detto Barbieri della DC? Oppure erano una realtà compositiva, nella quale si mescolavano i giovani che non vorrebbero rinunciare alla società dei consumi, con i suoi traguardi di benessere e successo individuale, e giovani che invece rifiutano questa società, perchè non riesce a dare lavoro, casa, sicurezza ai più e, nello stesso tempo, lascia impuniti evasori fiscali, grandi imbroglioni, cospiratori di Stato?

"Troppo spesso i democristiani affermano", ha detto un intervenuto, "che i giovani contestatori sono solo un problema della sinistra. Essi sono senza dubbio una sfida per la sinistra, che dovrà dimostrare di essere in grado di trasformare questa società, saldando le fratture sempre possibili fra occupati e di-

soccupati, tra Nord e Sud. È però un problema che troppo semplicisticamente la DC dichiara non riguardarla. Chi pretende ancora, in presenza di una crisi così grave, di governare da solo? Chi ha spinto tanti cittadini all'esasperazione, coprendo scandali, proteggendo evasori, usando potenti leve finanziarie e politiche, solo a fini di parte?

Bertoli (PCI), presente a Bologna in quei giorni, ha sottolineato come sia stato importante ed esemplare il comportamento dei cittadini, scesi in piazza giorno e notte, per coinvolgere i partecipanti al convegno in un continuo dibattito. Per la prima volta inoltre secondo scelte' autonome (con il rischio che si ripetessero iniziative di stile provocatorio, come era successo a Bologna nel mese di marzo), ma Sindaco e Prefetto si sono in continuazione consultati, tanto che si può ben dire che, per la prima volta, la polizia è stata alle dipendenze dei rappresentanti democratici dei cittadini.

Cemerini (PSI) ha confermato che in quei giorni largo è stato il dibattito della città con i giovani. Ha citato una sezione socialista che, per ore, ha ospitato 500 giovani arrivati a Bologna soprattutto per capire, per stare insieme, per superare con una iniziativa di massa, incertezze ed inquietudini.

A Roma, (dove pure si sono avute grandissime manifestazioni contro le provocazioni) fascisti, autonomi e provocatori non sono stati isolati perchè le forze dell'ordine non sono

è subito musica

In via Mecenate, 25 una delle molteplici iniziative avviate dal Circolo Culturale - ARCI 5 Giornate

state g-uidate con uguale serietà ed anche i cittadini non hanno ancora creato un tessuto democratico capillare, capace, in ogni quartiere, in ogni zona, di farsi sentire, di isolare le provocazioni.

Il convegno di Bologna era stato ideato come atto di accusa contro i partiti, che soffocano il movimento. È stato invece un confronto tra una città matura ed una gioventù in crisi.

Ha aiutato questa gioventù a capire che una cosa è l'opposizione, un'altra il ricorso alle armi. Coloro che, chissà poi da chi riforniti, giravano tranquillamente tra gli altri con le armi in tasca, non hanno osato tirarle fuori. La bandiera del "partito armato" è ritornata nelle mani dei fascisti, che si sono fatti subito sentire a Roma e Torino.

Quanto però è successo a Bologna non è un risultato definitivo e consolante. Resta il problema di quei giovani, che lottano in negativo contro questo tipo di società, con un governo che non governa, una giustizia senza credibilità, una società condotta in modo subdolo e violento da forze oscure ed irresponsabili.

Sarà risolto solo se si comincerà a vedere che questa società effettivamente sta cambiando. Se i partiti falliranno assisteremo sempre più alla rivolta distruttiva degli emarginati e all'apatia, priva di qualsiasi interesse politico e sociale, di tanti altri.

Ornella de Filippi

TINO VAGLIERI

Fra i pittori della terza generazione del Novecento, formatisi a Brera negli anni '50. abbiamo parlato di Plescan e Bisio, che parteciparono a collettive nella nostra zona. Ancora più spesso incontriamo Tino Vaglieri, che è "di casa" in zona 13. Tuttavia, molti che lo conoscono in zona per i suoi interventi a dibattiti pubblici d'interesse sociopolitico, non sanno che Tino, negli anni che vanno dal '55 ad oggi, è stato un protagonista non solo a Milano, ed è tuttora una figura di primo piano dell'arte italiana.

Il termine "maestro" è ormai superato come tante parole troppo usate a sproposito e retoricamente: ma se vogliamo badare ai "fatti" della pittura (alla straordinaria tensione drammatica della sua ricerca espressiva). possiamo certamente definirlo un CAPOSCUOLA della NUOVA FIGURAZIONE ESISTENZIALE. E appena uscito un volumetto monografico dedisegni "politici" di Vaglieri, intitolato "IL CONFLITTO DELL'UOMO URBANO", quaderno di "Arte Contro". n. 2, lo potete trovare al Circolo Cinque Giornate — v. Mecenate 25. Mario De Micheli, direttore della rivista "Arte Contro" e critico dell Unità", scrive nella presentazione di questi ottanta disegni di Vaglieri: "Il segno di Vaglieri possiede un'energia che ha radici

esistenziali e ideologiche. È un segno che definisce )a Condizione operaia nel drammde nello scontro delle lotte urbane. Forse nessun altro artista è riuscito con tanta verità come Vaglieri a mescolare insieme rabbia e speranza"”.

Perchè questa rabbia? E (altra "solita" domanda di molti) "... non si capisce perchè disegna temi così spiacevoli e brutti?" — lo ribatterei che sono "BELLI" i discorsi di chi esprime idee giuste, di chi si arrabbia e grida denunciando cose brutte, se cerca la VERITÀ. Tino infatti "discute" facendo un'immagine, e la vede a suo modo così: — "Naturalmente un disegno cosiffatto, che pu-

re ha una buona componente sociale e a volte di vero e proprio momento politico, non è facilmente strumentalizzabile. In qualche modo, prosegue Vaglieri, si rifiuta di essere mangiato e cagato in un batter d'occhio. È pesante, bisogna seguirlo dentro, ha uno spessore: io ci metto dentro fatti miei, umori miei, malumori miei soggettivi (che sono anche oggettivi se riesco a dargli una forma), e poi i fatti che tutti sappiamo, che leggiamo".

È difficile, per un pittore che ha scelto di guardare in modo non generico gli avvenimenti e i problemi della realtà, della cronaca violenta delle città, cercare di farsi capire con un linguaggio narrativo ed emblematico insieme. Certi simboli sono oggetti veri, ben riconoscibili; sono un piatto, una cintura, l'impronta di un piede o la scarpa, tutti oggetti che diventano rappresentazione interna — esterna e corrispondono alle tensioni psicologiche della nostra condizione interiore.

Ma non è difficile capire questo linguaggio. Il "segno" e l assunto" poetico e politico sono talmente

EVIDENTI, che chi "ci sente" (se vuole guardare senza pregiudizi), può riconoscere le trame allarmanti della situazione attuale, la drammaticità della condizione umana, tanti argomenti della realtà da cambiare. Questi disegni, talvolta così violenti, carichi di amaro sarcasmo, talvolta grotteschi e derisori, sono eseguiti da Vaglieri con veemenza, con una carica di impulsività in cui solidarietà e presa di coscienza politica coincidono con la natura della sua ispirazione.

11 15 ottobre è iniziata l'attività della Sezione Musicale Permanente. Per saperne di più siamo andati a parlare con i coordinatori di questa iniziativa culturale.

Qual è il suo significato? Risponde Felice Fava: "Questo nuovo impegno dell'Arci-5 Giornate tende a risolvere i problemi di un effettivo decentramento culturale che finora è mancato. In altre parole crediamo che, per rappresentare un vero punto di riferimento culturale, sia indispensabile dare alle varie iniziative un carattere continuativo: ecco lo scopo della nostra Sezione Musicale Permanente. Da tempo nella Zona 13 si discute sulla grave situazione disgregante dei quartieri periferici. Dalle parole siamo passati ai fatti volendo dimostrare che, pur non possedendo strutture perfettamente adeguate, con la volontà organizzativa si può fare della cultura decentrata". Passiamo al programma che, tra l'altro, offre un giusto spazio alla musica classica. Di questa scelta parlano Luigi Anfurio, Michele Pinto Rinaldo Buccianti. "C'è un grande bisogno di conoscenza di questo tipo di musica soprattutto da parte dei giovani. La dimostrazione è fornita dal numeroso pubblico presente nei teatri del centro; sta emergendo quindi la volontà di riprendersi questa cultura che è stata a torto considerata patrimonio di pochi. La musica classica è un discorso che può sembrare complesso. ma non lo è. Comunque per rendere ancora più semplice l'impatto initeremo con due serate di "avvicinamento" durante le quali si ascolteranno brani abbastanza "facili" e stimolanti. Da gennaio vi sarà un programma più organico, cioè entreremo nel merito di periodi storico-musicali (barocco, romanticismo, novecento melodramma). Anche in questo caso le presentazioni saranno alla portata di tutti".

Del programma riguardante la musica popolare parla Riccardo Civardi. "Il nostro intento è quello di rivalutare, attraverso la musica, le tra-

dizioni popolari che purtroppo si stanno perdendo. Il discorso verrà aperto con due serate dedicate ai canti della Lombardia per poi passare a quelli delle altre regioni italiane, senza però tralasciare la musica popolare straniera. Si ascolteranno prevalentemente 'registrazioni dal campo' cioè materiale raccolto dal vivo dalla gente del posto. Questi servizi sono a cura di Roberto Leydi, uno dei massimi conoscitori, insieme a Michele Straniero, di musica popolare". "Nello spazio dedicato a questo tipo di musica — prosegue Felice Fava — proporremo anche serate di audizione sui cantautori. Tralasciando quelli commercialmente più conosciuti, i nomi in programma sono: Gualtiero Bertelli, Giorgio Lo Cascio, Giovanna Marini, Stefano Rosso, Pino Masi, Paolo Pietrangeli, Gianfranco Manfredi". Per rendere ancora più stimolanti i sabati musicali all'ARCI 5 Giornate nei programmi della Sezione Musicale Permanente, oltre alle audizioni, vi saranno anche 'serate incontro' e'serate spettacolo'. Nelle prime. ci viene spiegato, interverranno musicisti; a questo proposito è data per certa la partecipazione dei fratelli Zaccaria, giovanissimi chitarristi della nostra zona impegnati a livello dilettantistico. Nel campo professionale interverranno Marco Ravasio, violoncellista del quartetto omoni. mo, e Luigi Grechi, cantautore romano.

Nelle 'serate spettacolo' verranno riproposti films, di musica pop (monterey pop Emerson Lake and Palmer, Pink Floyd a Pompei, ed altri) che, pur essendo già stati proiettati in Milano, possono riscuotere ancora un certo interesse.

Senza dubbio l'impegno culturale assunto dall'ARCI-5 Giornate nel campo della musica si presenta vasto e ben articolato. Non ci resta che augurare agli operatori culturali coinvolti in prima persona in questa grossa iniziativa un proficuo lavoro; soprattutto per avere affrontato in modo tangibile i notevoli problemi della cultura decentrata. Sinceramente questa non è cosa da poco.

Al Circolo Culturale Arci - 5 Giornate via Mecenate, 25 la Sezione Musicale Permanente presenta: sabato 19-11 ore 21 - Musicisti dilettanti Zaccaria chitarra classica sabato 26-11 ore 21 - Canzone d'autore: Gualtiero Bertelli sabato 3-12 ore 21 - Serata di avvicinamento alla musica classica sabato 10-12 ore 21 - Documenti sulla Cultura Popolare Lombarda sabato 17-12 ore 21 - Film di musica pop INGRESSO GRATUITO

La mostra di pittura all'aperto di via Mecenate 25 è divenuta un appuntamento consueto. Per la strada, senza pretese di ufficialità, può capitare un'occasione come questa, che ci sorprende e ci dà fiducia. L'occasione di vedere i disegni e le "primizie" dipinte da LUCA RUBBI, un ragazzo tredicenne di via Salomone che frequenta la scuola media. Per lui l'Educazione artistica" non è affatto una "materia" nozionistica o di puro passatempo (contemplata nell'orario della scuola dell'obbligo), bensì un centro di interesse che lo impegna a fondo. Non è infatti nè un "naif" nè un ragazzo "prodigio"; dipinge con entusiasmo soddisfazione (manifestando una piena consapevolezza visiva) personaggi e avventure surreali, di contenuto simbolico. Frequenta con avidità musei e mostre d'arte, discute d'arte moderna, adora Max Ernest e il De Chirico metafisico. Tutto ciò vuol dire che "qualcuno" non ha scoraggiato questa profondità d'espressione. Scuola, famiglia, senza dubbio un ambiente favorevole è importante nel processo di sviluppo estetico; quando si pensi che molti

giovani non avranno nessuna ulteriore esperienza artistica nelle scuole che frequenteranno successivamente. È molto strano che, proprio al sopravvenire dell'adolescenza, un programma destinato a offrire la possibilità di esprimere sentimenti ed emozioni venga purtroppo lasciato cadere, per la maggioranza dei nostri ragazzi, alle medie superiori.

g. v.

1971 PALESTRA Seminudi, sportiveggiantl con ambizioni atletiche. 1972 GUARDIANI Disegno ispirato dalle "gabbie" di Lon Nol in cui venivano rinchiusi centinaia di oppositori al regime di Saigon.
"AMICRID"A I13 11 13 10
Un incontro interessante alrAccrochage"
(un pittore al mese)

PRESSO IL CAMPO DELLA MACALLESI

Calcio femminile: una novità per la zona

La Società di Calcio Femminile AURORA nacque a MOMBRETTO (un paese vicino a Mediglia) nel 1972 dalla scissione con la Società C.S. MOMBRETTESE, altra società di MOMBRETTO di calcio maschile. Da allora l'AURORA proseguendo per la sua strada (talvolta messa in difficoltà da alcuni componenti della C.S. MOMBRETTESE) lottando contro pregiudizi e discriminazioni contro la donna, oggi ha raggiunto dopo cinque anni, la serenità e il successo sportivo che spetta a chi ha saputo lottare, per far capire che la donna oggi ha il diritto di scegliere lo sport che più preferisce.

Dopo aver rinunciato nel campionato 73-74 alla promozione per difficoltà economiche, e dopo aver ottenuto negli anni successivi parecchi successi e piazzamenti onorevoli, quest'anno la squadra è stata pro-

LO SVILUPPO DEL CALCIO NELLA ZONA

Una nuova squadra in via Mecenate

zione della provincia di Bergamo, lo Zingonia. È stata perciò una grandissima soddisfazione battere le prime due squadre in casa e fuori, e già con una settimana di anticipo la squadra si è qualificata al primo posto. Se la squadra sta andando bene è merito del suo Presidente, il SIG.

LODOVICO MANARA, e dando fiducia a tutto il complesso sportivo si sono avuti risultati molto soddisfacenti. L'unica nota negativa per la squadra femminile è che, pur ottenendo svariati successi, a Mombretto non è molto seguita anzi si ha l'impressine che sia addirittura boicottata. E per questo che, attraverso l'interessamento del segretario dell'AURORA, SIG. PIETRO PONZO, si è deciso di disputare le gare nel campo della MACALLESI di Viale Ungheria. Giocando sul campo della MACALLESI

Da alcuni mesi e più precisamente dai primi di settembre è "nata" nel nostro quartiere una squadra di calcio: si tratta del Gruppo Sportivo Mecenate.

I giovani che ne fanno parte (tutti di età compresa fra i 18 e i 20 anni) sono nostri amici, vicini di casa i cui genitori si sono "improvvisati" allenatore, responsabili, accompagnatori, preparatori ecc. Presidente della squadra è il Signor. E. Elmi Amministratore delegato della Caleppio S.p.A., che ha fornito loro le maglie e l'attrezzatura necessaria.

Quali i loro colori? L'arancione e il bianco. Ma non è tutto qui; la squadra partecipa quest'anno al campionato dilettanti (Serie C) riconosciuto dalla Lega Nazionale calcio, organizzato dall'A.R.C.I. U.I.S.P. (unione italiana sport popolari).

Sport ed educazione civica

tato si sono risentiti per non essere stati interpellati. Ora credo che una volta messi in rilievo gli indubbi meriti di questi cittadini e il fatto che nessuno ha avuto l'intenzione di "scavalcarli" in quanto non a conoscenza dell'esistenza del comitato da loro formato, tutto debba essere appianato il più presto possibile. Per il momento infatti la squadra deve affrontare numerosi disagi, affittare ad es. un campo anche per le partite in casa, con le conseguenti difficoltà inerenti al trasporto dei giocatori. Ma ciò che viene in questo modo a mancare è soprattutto il calore che soltanto i tifosi riuniti attorno al campo possono dare alla squadra, incitandola a vincere.

Per questo motivo è nostro auspicio si giunga al più presto ad una soluzione anche se ottenuto il campo i

Settembre 1977: nella nostra zona è nata una nuova società calcistica, la MECENATE-CALEPPIO. Il Presidente è il Signor Edoardo Elmi. dirigente della società Caleppio; vice Presidente. Signor Piero Dell'Orto; consiglieri i Signori Alberigo Zanzoni, Raimondo Vargiù, Mario Taborelli; allenatore il Signor Luigi Chiari. La squadra è composta di 15 giocatori: Mauro Peviani, Favio Taborelli, Luca Inguaggiato. Marco Racomelara, Vladimiro Gironi, Claudio Zucchelli, Ezio Milani, Maurizio Dell'Orto. Arrigo Bini, Mario Vargiù. Paolo Scolari.

Riserve: Dario Viccardi, Maurizio Magnani, Massimo Bassi, Luciano Conca.

La squadra partecipa al campionato dell'U.I.S.P. (Unione Italiana Sport Popolare, 3° categoria).

Gli incontri già disputati sono:

Mecenate-Piranesi 0-0;

Mecenate-Camera 3-1:

Mecenate-Italica 0-0

L'allenamento di questa neo-nata società sportiva si effettua nel grande spiazzo dietro agli stabili di Via Mecenate dal n. 30 al 38 che è stato ripulito dai detriti e dalla sterpaglia. grazie alla buona volontà di questi giovani che in più. si sono "tassati" per poter comperare due porte regolamentari per il gioco del calcio.

mossa dalla B alla Serie A Interregionale.

Dal 6 settembre si è cominciata a giocare la 2° COPPA LOMBARDIA: otto squadre divise in due gironi; si può dire che sia capitata nel girone più difficile con il Casalpusterlengo e I'A.C.F. Pavia, squadre che militano già da diversi anni in serie A Interregionale. più una squadra rivela-

la squadra ha trovato tutto quello che cercava e cioè pubblico, (sempre numerosissimo) tifo, sostegno, educazione sportiva. Per questi motivi si è deciso, d'accordo con i dirigenti della MACALLESI, di disputare qui il prossimo campionato femminile. Questa scelta ha visto il consenso di tutte le giocatrici, come ci è stato confermato dalla "capitana" MARIANGELA ZOLI.

Ha preso il via la stagione calcistica allo "Sporting"

E ripresa l'attività agonistica allo Sporting Milano di via Salomone che con i suoi 150 ragazzi, tutti abitanti in zona, dà il via alla stagione calcistica 1977-78 presentando quattro squadre delle categorie: Under 20 pura (composta da ragazzi di età compresa tra 16 e 18 anni), Allievi Regionali (di età minima 14 anni e massima 17), Allievi Riserve (dì età minima 14 e massima 16) ed infine i Giovanissimi (tutti ragazzi di soli 13 anni).

A questi vanno aggiunti i più giovani, di età compresa tra 8 e 12 anni che svolgono la loro attività nel settore

N.A.G.C..

Le squadre si sono fino ad ora di-

stinte nei rispettivi campionati sia per la loro preparazione tecnica sia per il bel gioco, raccogliendo con le loro prestazioni gli elogi e l'ammirazione delle Società incontrate.

Il settore N.A.G.C., pur non essendo ancora in campionato, ha svolto un programma di incontri amichevoli con Club di grossi nomi ottenendo risultati lusinghieri che fanno ben sperare per il futuro. Per tutto ciò, va il riconoscimento della Società al presidente signor Masi, al Consiglio e ai collaboratori che da lungo tempo curano con intelligenza e tenacia la preparazione fisica e morale dei ragazzi.

Per il momento è andato tutto veramente bene, sono tra i primi in classifica, hanno al loro attivo una vittoria e due pareggi, segno questo che sono bravi e che ce la "mettono tutta" per loro il calcio è infatti una grande passione.

Non va infatti dimenticato che questi giovani non ricevono compensi, anzi insieme alle loro famiglie devono affrontare continuamente grosse spese per poter giocare.

Le difficoltà non mancano. Prima di tutte quella del campo. Ma qui occorre fare un passo indietro nel tempo.

Alcuni anni fa un gruppo di cittadini, riunitisi in un Comitato, sulle orme di un'iniziativa analoga compiuta dagli abitanti di Via Mecenate 26, i quali attraverso una raccolta di fondi avevano trasformato un prato in un campo giochi ora di proprietà comunale, hanno sistemato uno spazio situato dietro via Mecenate 36 a proprie spese liberandolo dalle sterpaglie.

È su questo campo (di proprietà di privati) che gli appartenenti al Gruppo Sportivo Mecenate hanno posto le porte (costate ben 300.000 lire) che dovrebbero permettere loro di giocare.

Ed è proprio su questa iniziativa che sono sorte delle incomprensioni, infatti gli inquilini riuniti nel Comi-

"guai" non sono finiti (sorge infatti il problema degli spogliatoi per i giocatori della squadra ospitata).

Va inoltre sottolineato il fatto che i giovani del Gruppo Sportivo si impegnano a mantenere pulito e in ordine questo spazio, che loro userebbero per gli allenamenti e una domenica ogni 15 giorni, e che quindi non resterebbe un bene a loro unica disposizione ma andrebbe a beneficio dell'intera comunità.

E inoltre loro intenzione cintare in parte il campo con delle reti di protezione per garantire l'incolumità dei passanti, il tutto ancora a loro spese, attraverso un'autotassazione.

Il Gruppo Sportivo è anche pronto a prendere in considerazione soluzioni alternative, nel frattempo è però un vero peccato lasciare mutilizzato questo spazio tenendo conto delle poche possibilità che si offrono in questo senso nella zona.

Ad ulteriore conferma della serietà di questa iniziativa sta il fatto che si voglia dar vita ad una squadra di giovanissimi per i quali sono in preparazione le attrezzature necessarie.

Non mi sembra di avere niente altro da aggiungere tranne naturalmente tanti, tanti auguri alla giovane squadra.

Affluenza di pubblico alla Macallesi

Continua la marcia delle squadre dell'AC Macallesi impegnate nei campionati di categoria. Fra le formazioni che hanno dato le migliori impressioni sono stati i "giovanissimi", i "regionali", anche se in generale tutte le squadre si esprimono su buoni livelli. Sempre buona la presenza di pubblico che, per

correttezza e sportività non crea alcun problema a direttori di gara e ai dirigenti della Società.

Nel 5° torneo AVIS i piccoli della Macallesi si stanno portando bene e ci sono buone possibilità che il primo posto tocchi proprio alla società di viale Ungheria.

Manca però una costruzione da adibire a spogliatoio: questa giovane squadra quindi, per poter partecipare al campionato di terza categoria. ha dovuto affittare un campo fuori dalla nostra zona ed adibire quello da loro approntato solo per gli allenamenti. Questi consistono in ginnastica a corpo libero, esercizi a terra. ed anche in partitelle fra di loro.

Questo spiazzo erboso serve anche per il gioco dei bambini della zona, ed a questo punto ecco le dolenti note. Alcune persone portano i loro cani a depositare nel prato dei maleodoranti "fiorellini", con il pericolo per questi bambini di tornare a casa tutti imbrattati e la non lontana possibilità che questi escrementi contribuiscano all'espandersi di malattie infettive. Vorrei perciò appellarmi alla sensibilità di questi signori perchè accompagnino i loro animali in luoghi almeno non frequentati da bambini.

Altro problema di questo campo sportivo sono i ragazzi che l'hanno trasformato in campo da rodeo per i loro rombanti cavalli d'acciaio. Chi scrive non ha assolutamente niente contro la voglia di divertirsi di questi giovani, ma richiama il loro buon senso civico in quanto un divertimento potrebbe trasformarsi in tragedia: scorazzare per un campo regolarmente cintato, in cui giocano dei bambini, è infatti almeno da sconsiderati.

Dopo queste lamentele mie e di altri genitori della zona. lascio che gli interessati traggano le conclusioni.

Giuseppe Zanuti

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COSA FA L'ASSOCIAZIONE COMBATTENTI REDUCI

Al servizio dei cittadini

Fra le associazioni che vogliono operare in zona negli interessi della collettività c'è l'Associazione Nazionale Combattenti Reduci, sezione Pontelambro-Morsenchio-Linate.

Potrebbe sembrare una frase ovvia, tanti sono gli anni (una quarantina) che gli abitanti della zona conoscono ii gruppo associativo; ma può anche non esserlo considerando il progressivo invecchiamento dei suoi soci.

Coscienti invece, di questo impoverimento di sostenitori e di soci combattenti, da qualche tempo la sezione ANCR ha dato il via ad una azione di ringiovanimento e di allargamento delle attività ricreative e di sostegno. Questo anche per reagire ad una impressione che è diffusa in molti cittadini, secondo la quale le associazioni combattentistiche hanno ragione di esistere solo guardando al passato Al passato l'ANCR continua a guardare certo, come è giusto. Ma il discorso portato avanti dai suoi dirigenti non si può limitare alle celebrazioni e ai ricordi. "Vogliamo essere d'aiuto - ci hanno detto

nella loro sede (l'ex dazio di via Bonfadini) - agli anziani, agli emarginati, a chiunque ha bisogno di sostegno.

Vorremmo diventare un punto di riferimento per gli abitanti della zona che non sanno come passare il loro tempo libero e che vorrebbero conoscere altra gente. Intendiamo per questo allargare la biblioteca, cercare di incrementare l'attività ricreativa e di consulenza per quanto riguarda le pensioni e altri problemi di natura giuridica". Intanto si cerca di allargare la cerchia dei soci che sono ora circa 350 dei quali 160 in qualità di combattenti reduci e per il resto simpatizzanti. L'ANCR si sostiene con le quote annuali dei soci (1.500 lire) salvo per alcuni che praticamente diventano soci onorari. Si può ben capire come una simile quota annuale non possa colmare le necessità di bilancio di una associazione che opera in una zona abbastanza estesa. Fino ad ora, oltre ad alcune attività collaterali (il bar che tiene dei prezzi competitivi, le gite sociali, ecc.) qualche introito veniva dal contributo dei cittadini, Nel

rinnovamento che intendono portare avanti il presidente Arrigo Grilli e l'intero consiglio c'è proprio anche un mutamento di questa pratica dell-obolo", per acquisire invece una propria autonomia finanziaria e di iniziativa. Far funzionare bene l'associazione è già comunque un primo passo avanti, anche se per iniziative più impegnative è necessaria la collaborazione di tutte le`forze e i gruppi associativi che operano in zona. Il lavoro svolto fino ad ora comincia a dare i suoi frutti, e altri ne darà col tempo. L'intenzione di diventare sempre di più un'associa-. zione aperta ai problemi dei cittadini, viene sempre più corrfermata. "Ci piacerebbe - conferma il vicepresidente Ottavio Pedrazzini - che la gente venisse da noi, ci telefonasse (il numero è 501681) o ci scrivesse (abbiamo una cassettina apposta aperta al pubblico). Saremmo contenti di poter aiutare chiunque, in tutta la zona, e vedere cosa si può fare, col nostro impegno e con l'aiuto un po' di tutti".

Paolo Zucca

Quelli che hanno combattuto

Si sono tenute nei giorni scorsi le celebrazioni in onore dei caduti di tutte le guerre. Nella nostra zona la ricorrenza è stata ricordata nelle chiese parrocchiali dove si sono svolti riti religiosi alla memoria dei caduti. Corone d'alloro sono state posate nei pressi delle sei lapidi che in punti diversi della zona mantengono vivo il ricordo delle vittime. È stata una giornata importante anche per quei cittadini che combatterono nel conflitto mondiale del '15/'18 e che, ancora oggi hanno la possibilità di ricordarlo. Stando ai dati, in

possesso dell'ANCR quelli che vivono nei nostri quartieri sono 23, anche se è possibile che qualche altro nominativo non sia stato segnalato. Ecco di seguito i loro nomi: Barbieri Luigi Angelo (1895) viale Ungheria 5; Bassi Luigi ('94) via Camaldoli; Bocconi Giovanni ('92) via Piranesi 31; Bosetti Romolo ('96) via Ungheria 48; Bramini Antonio ('87) via Montecassino 24; Bruschi Pietro ('88) via Umiliati 12; Cesana Enrico ('99) via Bonfadini 158; D'Antona Guglielmo ('99) via Ungheria 19/9; Gipponi Pietro ('93) S. Giuliano

IL DISEGNO INFANTILE

Milanese; Italiani Mario ('98) via Pascoli 4; Maraschi Emilio ('99) via Breda 44; Mella Pietro ('92) via Marciano 12; Meschini Mario ('98) via Archimede 22; Molinari Giuseppe ('95) via Resistenza 13; Pampuri Aurelio ('99) corso Lodi 113; Pedrini Paolo ('94) via Umiliati 42; Pirelli Francesco via Archimede 10; Pomè Pietro ('94) via Monte Cassino 24; Racca Luigi ('99) via Ungheria 1; Segalini Luigi ('97) via Pascoli; Suzzini Pasquale ('99) via Umiliati 42; Spiridione Marcello ('94) via Zama 13; Torriani Carlo ('92) via Monte Cassino 24.

Uno schema emerge dai sette ai nove anni

Agli occhi degli adulti si rivelano sorprendenti qualità pittoriche nella produzione di un fanciullo di questa età. Ma per lui l'arte è un mezzo per esprimersi, non è consapevole della bellezza di ciò che fa. Incomincia a svilupparsi la capacità di partecipare e comprendere i sentimenti altrui, è già in grado di scoprire rela-

zioni logiche fra gli oggetti del suo ambiente: ora un'educazione artistica può avere un ruolo importante. L'adulto sensibile e comprensivo, se si appassiona nell'indagine sui contenuti del pensiero infantile, può imparare molto sul significato di questa immediatezza espressiva. Ma non deve assolutamente im-

porre nozioni formali di proporzione, interferendo inutilmente a danno della spontaneità e del libero sviluppo del bambino. Bisogna andare incontro ai suoi concetti dell'uomo, dello spazio, del colore e degli oggetti creandogli un'atmosfera che stimoli la sua coscienza di appartenere a un ambiente determinato. Le motivazioni possono essere di AZIONE per una maggiore consapevolezza delle funzioni della figura umana; possono essere caratterizzate dalle parole NOI e DOVE, perchè è tipico del bambino fondere insieme spazio e tempo. Sarà utile, dal punto di vista educativo e psicologico, riferirsi a esperienze soggettive, come passeggiate, o a differenti "sequenze temporali". Ogni motivazione deve avere un'introduzione, un punto culminante e una conclusione, dispo-

nendo di una serie di temi diversi che ogni bambino possa identificare con i propri interessi particolari. A questa età incominciano a notarsi le prime differenze nei soggetti fra maschi e femmine; comunque ognuno dovrebbe avere la sensazione che la motivazione sia stata progettata appositamente per lui.

"Giocando a palla con i compagni nel giardino della scuola."

(I termini NOI, AZIONE, DOVE sono essenziali). "Stiamo pattinando sul ghiaccio". "Arrampicandoci su un albero".

Rappresentazioni spazio-

temporali: "Come vado a scuola". "Quando andammo a visitare la cascina".

Per sviluppare un approccio flessibile al colore, stimolando e poi

confrontando l'uso del colore dopo una particolare motivazione: "Nel prato sta cominciando a crescere l'erba nuova". "Gli imbianchini si sono sporcati il viso".

Temi di significato emozionale, del mondo privato, fantasie o sogni. "Se fossi un animale". "Il momento in cui ho avuto più paura". "Una volta ho fatto un sogno orribile".

In questo stadio il fanciullo raggiunge un concetto della forma scoprendo istintivamente un "effetto" schematico: emerge uno SCHEMA ogni volta che la rappresentazione si imbatte in un oggetto.

"Questo è un uomo". "Questo è un albero". I concetti che il fanciullo di sette anni continua a ripetere sono estremamente individualizzati, come non esistono due bambini perfettamente identici tra loro così due schemi non sono mai uguali: dipendono dalle differenze di personalità e dalla misura in cui l'insegnante è stato capace di attivare la conoscenza passiva del bambino nel momento in cui veniva formando i suoi concetti.

Avremo schemi umani (una "figura" particolare, concetto descrittivo che può variare da un giorno all'altro, con simboli formali molto individualizzati). Schemi spaziali: la più grande scoperta di questa età, perchè ora il bambino non si accontenta più di constatare semplicemente: "Qui c'è un uomo, qui c'è un albero. qui c'è un'automobile". Ora pensa: "lo sono sul terreno, l'automobile è sul terreno, l'erba cresce sul terreno, noi tutti ci troviamo sul terreno".

È una consapevolezza espressa con un simbolo nuovo: la LINEA DI BASE.

Qualche volta vengono inserite alcune linee astratte per indicare la profondità, ma non è ancora maturato un senso tridimensionale: la novità è la comparsa di un ordine definito nei rapporti spaziali.

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Mecenate 25 - Supplemento a Ticinia Notiziario Aut. Trib. di Milano n. 232 del 4.6.73 - Dir. Resp. Luciano Capitini - Stampa Coop. "IL GUADO" - Robecchetto con Induno tel. 0331/881475 - Comitato di Redazione: Mario Caccia, Donatella Campoleoni, Mimmo Casucci, Felice Fava, Marina Muzzani, Adriano Zagato, Paolo Zucca - Amministrazione: Flavia Sellini - Grafica: Renato Magni, Lucia Fraraccio - Foto: luri Cassago, M. Broggini, G. Carlo Malocchi - Disegni di: T. Vaglieri, M. Vaglieri. (MILANO DOMANI \ zona

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