ANNO III - n. 8
OTTOBRE 1977
L.200
In edicola il 15 del mese (luglio e agosto esclusi)
ANNO III - n. 8
OTTOBRE 1977
In edicola il 15 del mese (luglio e agosto esclusi)
In concomitanza con la decisione presa il 14 giugno dal Consiglio di zona 13, di trasferire la popolazione nomade del nostro quartiere in un campo in via di ultimazione tra Via Zama (dopo l'inceneritore) e Via Bonfadini, è riesplosa con virulenza la polemica sugli zingari, in particolare sull'opportunità di certe scelte, sull'insufficiente coinvolgimento nelle decisioni dei cittadini che abitano vicino al campo in costruzione. Per permettere di valutare lo svolgersi dei fatti, mi sembra opportuno richiamare questi ultimi brevemente. Problema aperto da molti anni (basti pensare a una petizione del S.U.N.I.A., con 680 firme, del 1973), l'occasione per prendere provvedimenti urgenti sui nomadi si è avuta con una agitazione, verso la fine dello scorso anno scolastico, dei genitori della scuola elementare di Via Zama, che si sono rifiutati di mandare i figli a scuola. Questo per le precarie condizioni igieniche, determinate dall'eccessiva vicinanza con alcune carovane di nomadi, praticamente a ridosso della recinzione della scuola. Il C.d.Z. ha preso contatto con questi genitori, con alcuni nomadi interessati e con Padre Martinoni, Presidente dell'Opera Nomadi di Milano, per risol-
vere la controversia urgentemente. Si è convenuto che l'unica soluzione provvisoria valida fosse quella inerente l'area tra Via Zama e Via Bonfadini.
La soluzione è provvisoria in quanto su quel terreno il piano poliennale d'attuazione della variante al piano regolatore (Dic. '76) prevede l'ampliamento dell'inceneritore per rifiuti urbani e la costruzione del nuovo obitorio. La proposta del campo comporta lo spianamento dell'area, l'installazione delle fontanelle dell'acqua potabile e dei servizi igienici, l'illuminazione con energia elettrica e la posa di ghiaia per i vialetti di transito interni al campo. La spesa verrà ripartita tra l'amministrazione comunale e l'opera nomadi e parte dei nomadi stessi, i "rom" abruzzesi (gli altri sono i "sinti" slavi italianizzati). Inoltre un comitato apposito dovrebbe curare la tranquillità e il buon funzionamento del campo. Il tutto è stato giudicato favorevolmente dall'Ufficio di Igiene e Sanità, divisione Igiene Suolo Abitato, sulla scorta anche di una analoga richiesta presentata dal C.d.Z. 17, LorenteggioInganni. Quali precedenti si possono additare il campo di Reggio Emilia e il "Campo Cretese" in zona Certosa, a Milano. Espletate tutte le pratiche del
caso, i lavori hanno quindi avuto inizio a fine agosto, anche se il maltempo ha prolungato i lavori di approntamento del campo oltre il 20 Settembre, data di apertura delle scuole, causando così nuovi disagi a tutti.
Su queste decisioni dunque si è inserita la protesta di alcuni cittadini del Quartiere Morsenchio, che nella seduta della Commissione urbanistica del 12 Settembre, presenti anche i capigruppo dei partiti e la presidenza del C.d.Z., hanno violentemente contestato la presenza degli zingari in zona, chiedendo la sospensione dei lavori per il campo e protestando per non essere stati preventivamente interpellati.
Qui bisogna specificare che il C.d.Z., quando ha approvato all'unanimità la costruzione del campo, aveva ben presente la provvisorietà della sistemazione indicata, nata dai fattori contingenti suindicati, e che quindi procederà senz'altro a un ampio dibattito quando il problema verrà affrontato nella sua globalità. Deve essere però chiaro una volta per tutte che il dibattito dovrà essere pacato e serio, e che non saranno tollerate. su un problema di tale portata e gravità, posizioni demagogiche e razziste, tese a colpevolizzare gli zingari in quanto tali ed a falsa-
A colloquio con Armando Cossutta "FUNZIONE INSOSTITUIBILE DEI GIORNALI DI ZONA" pag. 2
I PROBLEMI DELLE SCUOLE DI PONTE LAMBRO paq. 3
ABOLITI I VOTI NEL PROSSIMO ANNO SCOLASTICO pag. 4
CANONE SOCIALE: PAGA DI PIU' CHI HA DI PIU' pag. 5
II mestiere dell'edicolante TUTTI I GIORNI, DIETRO Al GIORNALI pag. 6
re, come stavolta, le cifre inerenti l'entità degli insediamenti (verranno infatti trasferiti i nomadi dalla zona, quindi non ne aumenterà il numero). Giova infine ricordare le disposizioni di legge, ribadite dalla circolare 17/73 A.C. del Ministero dell'Interno in data 11/ 10 i 73. In esse si afferma che i nomadi devono essere messi in grado di essere registrati all'anagrafe, di mandare i figli a scuola, di godere delle prestazioni sanitarie e dei
servizi sociali, di esplicare attività lavorative. Questa circolare ministeriale diffida inoltre i sindaci dall'applicare divieti di sosta per soli nomadi, "in quanto tali divieti sono in palese contrasto con i principi di uguaglianza e di libera circolazione dei cittadini nel territorio della Repubblica" stabiliti dagli art. 3 e 16 della Costituzione.
Il 1 ottobre alla presenza dell'Assessore alla Sanità piergiorgio Sirtori e del Presidente del Consiglio di zona Sergio Poggio, è stato inaugurato il Consultorio comunale di Via Meleri 20. Si tratta del terzo Consultorio pubblico milanese (già operano da tempo i Consultori delle zone 20 e 16): è ora indispensabile proseguire celermente nel programma di sviluppo della rete di Consultori che dovrà portare, entro il 1978, ad averne uno per ogni zona del decentra-
mento
All'inizio della manifestazione il Coordinatore della Commissione Sanità del Consiglio di zona Adriano Zagato ha ricordato la lunga lotta condotta dai cittadini della zona per conquistare questo importante servizio, tanto più che la 13 era la zona maggiormente sprovvista di servizi socio-sanitari.
Nella scorsa primavera ad esem-
pio, quando ormai l'azione svolta dal Consiglio di zona aveva creato tutte le condizioni atte a consentire l'apertura del Consultorio (reperimento sede, completamento dell'equipe), per iniziativa del Partito comunista si tennero una serie di assemblee pubbliche in seguito alle quali fu lanciata una petizione, alla quale aderirono tutti i partiti democratici, che in poche settimane fu sottoscritta da circa 2500 cittadini della zona. Fu questa l'azione conclusiva di una
lunga mobilitazione che ha consentito di giungere rapidamente alla manifestazione di ieri. Importante è stato poi il ruolo svolto, nell'opera di informazione e sensibilizzazione dell'opinione pubblica, dal giornale di zona "Milano domani" il quale ha sviluppato per molti mesi un confronto sui compiti che il Consultorio avrebbe dovuto svolgere, rappresentando cosi un'utile strumento per proiettare all'esterno i dibattiti che spesso si svolgevano solo fra gli "addetti ai lavori".
Bisognerà ora portare a compimento il dibattito, del resto già iniziato da alcuni mesi, volto a creare il Comitato di gestione del Consultorio. Dovrà trattarsi di un organismo aperto alla presenza di tutte le forze politiche e sociali, senza preclusioni ideologiche (pluralistico, come si usa dire) e nello stesso tempo formato da un numero non eccessivo di componenti in modo da consentirne la capacità di lavoro. Uno dei suoi compiti infatti dovrà proprio essere quello di organizzare la partecipazione e promuovere tutte le iniziative volte a far "vivere" il Consultorio all'interno della realtà sociale della zona e non da essa separato. Nel corso della manifestazione hanno preso parola, e portato il loro
contributo di idee. Paola Morelli, consigliere comunale della Democrazia cristiana; don Piero Carnelli, che ha portato l'adesione dei cattolici della zona; Franco Rosso per il Partito socialista; Delio Boffino. consigliere comunale indipendente nel gruppo comunista e Presidente della Commissione Sanità di Milano. La zona 13 ha ora funzionanti alcuni importanti servizi: il Consultorio, il Servizio di medicina scolastica (presente in tutta la città) e il SIMEE (Servizio di igiene mentale per l'età evolutiva), mentre il Consiglio di zona sta operando per ottenere anche un Servizio per gli anziani. Si tratta quindi di sviluppare l'integrazione di questi servizi, in modo da evitare sprechi e dispersione di energie ed abituare gli operatori a lavorare in equipe e a contatto con la realtà sociale della zona. In questa direzione si sta muovendo il Consiglio di zona che attraverso una serie di incontri con tutti gli operatori socio-sanitari, conta di organizzare per il prossimo inverno una Conferenza sui problemi socio-sanitari della zona. Sarà questo un importante momento di verifica e di programmazione dell'attività dei servizi che dovrà vedere la partecipazione di tutte le forze politiche e sociali della zona.
Roberto Rossetti Inaugurazione del Consultorio in Via MeleriA COLLOQUIO CON ARMANDO COSSUTTA
Uno dei temi centrali della ripresa politica autunnale è la corretta applicazione della 382, la nuova legge sul decentramento di alcuni poteri dello Stato alle Regioni e agli enti locali. Secondo te, i mezzi di informazione nazionale hanno fatto conoscere adeguatamente ai cittadini i contenuti reali della legge?
La legge è stata fortemente osteggiata dalle forze moderate e reazionarie per i suoi contenuti profondi di riforma, secondo le linee indicate dalla Costituzione. Una riforma fondamentale è
quella dell'ordinamento pubblico, cioè del rapporto fra amministrazione dello Stato da una parte e Regioni e Comuni dall'altra. L'attenzione dell'opinione pubblica è stata attirata soprattutto sulla battaglia politica per superare le resistenze a questa riforma. Non credo che oggi tutti i cittadini italiani siano in grado di conoscere, neppure nelle sue parti essenziali, i contenuti della 382 e quali conseguenze se ne possono e se ne devono trarre per il rinnovamento della macchina dello Stato, anche a livello locale.
Nell'attuale situazione di crisi, aggravatesi in questi mesi, per rinnovare il Paese è necessaria una solida politica di programmazione. Questa richiede un momento di forte direzione centrale, che risiede nel Parlamento
e di conseguenza nel governo, ma deve poter fondarsi anche su un decentramento reale: ecco il ruolo, ai fini della programmazione,delle Regioni e dei Comuni. Si tratta della partecipazione ad una corretta politica di programmazione da parte di tutti i cittadini di tutte le organizzazioni democratiche.
A proposito di conoscenza dei problemi, si ha l'impressione che la grande stampa nazionale non svolga un'opera di informazione adeguata su questi temi. Da qui l'esigenza dei giornali di zona e locali come quelli presenti con un proprio stand in questo Festival. Qual'è la tua opinione su queste esperienze?
Hai perfettamente ragione. I problemi dell'informazione sono effettivamente decisivi. Va tenuta presente la questione com-
L'inizio dei lavori per la copertura della Roggia Certosa, accolta con grande soddisfazione dagli abitanti di Ponte Lambro, ha per ora l'aspetto di un disboscamento delle rive. La parte preliminare della copertura viene effettuata da una scavatrice che spostandosi lungo l'argine strappa gli arbusti e rende regolare la pendenza del terreno. Terra, sassi e rifiuti vengono caricati su di un camion e scaricati lontano. Il lavoro graduale di soli due uomini. ha creato anche degli equivoci sui tempi e sui modi di copertura del fosso maleodo-
rante.
Questa avverrà tramite l'iniziale costruzione di "spallette" piuttosto alte dopo una sistemazione del fondo. L'opera di copertura e di contenimento inizierà dal fondo della via Camaldoli che già ora è praticamente bloccata al transito privato, anche se motorini e biciclette di curiosi possono sfruttare un passaggio lasciato aperto. Per intuibili esigenze tecniche il corso dell'acqua verrà "raddrizzato" consentendo al liquido un maggior scorrimento, indispensabile soprattutto nei periodi di
piena.
Prima della copertura vera e propria le acque dovranno essere convogliate tramite un canale nel Lambro. Per l'intera opera saranno necessari diversi mesi.
L'inizio dei lavori è stato trattato anche in un manifesto affisso dalla Sezione "Codecasa" del Pci, dove si ricordano i problemi ancora aperti nel quartiere. Semplice e nello stesso tempo significativo, è il commento: "finalmente".
plessiva della riforma generale dei mezzi di informazione pubblica, a cominciare dalla Rai Tv, per la quale va esercitata una pressione unitaria di massa; e v'è poi la questione complessa dei quotidiani. La stampa locale nelle sue dimensioni attuali, benchè esistano precedenti anche illustri, è un fenomeno relativamente nuovo che è diventato oggi una realtà molto vasta. Credo anzi che il Partito comunista nel suo insieme dovrà in modo più particolare concentrare la sua attenzione su questo fenomeno, così come le altre forze politiche e sociali. In Italia vi è una rete molto ampia di questi strumenti, che ha una funzione insostituibile per interessare direttamente il cittadino, partendo dal particolare della sua vita, ai grandi problemi di trasformazione della società e farlo quindi diventare protagonista.
Perchè questi giornali svolgano efficacemente tale funzione devono innanzi tutto avere la capacità di collegarsi ai problemi reali. Molta concretezza, molta concretezza. Devono avere la capacità di indicare, col contributo dei cittadini, non solo la gravità del singolo problema ma anche il modo in cui deve essere risolto. Altrettanto essenziale è che questi giornali siano unitari, non strumento di questo o di quel partito, ma momenti di incontro tra opinioni, concezioni, ideali diversi, in un confronto pacato, sereno, perchè legato alla concretezza dei problemi della gente.
Esistono tra i comunisti resi-
stenze anche forti alla creazione e alla esistenza di giornali aperti a forze diverse, spesso motivate dal desiderio di far vivere giornali locali che siano strumenti del partito in quanto tale, frutto della milizia e del senso di disciplina dei comunisti, espressione del loro attaccamento al partito, organi di propaganda e di agitazione. Che cosa pensi di queste obiezioni?
Ho già detto che l'efficacia di questi giornali è tanto più forte quanto più essi sono organi unitari e meglio ancora frutto di accordi unitari tra forze diverse. Capisco perfettamente la preoccupazione di certi nostri compagni, ma non mi pare fondata, perchè la stessa ragione d'essere del Partito comunista, la funzione dei comunisti, è quella di organizzare le masse, di rafforzare l'unità delle masse per portare avanti la causa dell'emancipazione, del progresso, del rinnovamento, attraverso l'unità. Ed è nel confronto e nella collaborazione con gli altri, in rapporto agli altri, che i comunisti realizzano ed esaltano questa loro funzione. Non si preoccupino i compagni di vedere dispersa la peculiarità del Pci. Non abbiamo mai nulla da perdere nella discussione con tutti: chi ha più argomenti finirà sempre per prevalere, chi è dalla parte del giusto sempre per avanzare. E siccome noi crediamo di avere proposte valide e di sapere indicare soluzioni, riusciremo — nell'unità, nel rafforzamento dell'unità — ad esercitare quel ruolo a noi peculiare, e quindi ad ampliare la stessa influenza diretta del partito.
Dal 1° ottobre funziona il Consultorio di via Meleri 20. Per informazioni e per richiesta di appuntamenti telefonare al 7387098 dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18.
In via Mecenate? Certo. E precisamente al numero 8. Senza dover andare in Jumho jet fino a New York o in Jumho tram fino in centro, da Miceli e Zollet trovate tutto quello che vi serve per un regalo o per togliervi il gusto di comprare un oggetto prezioso e di gran marca.
MICELI & ZOLLET Via Mecenate, 8 - 20138 Milano Tel. 5061350 GIOIELLI M &Z
Telefonare allo stesso numero per comunicare con gli operatori del SIMEE (Servizio di Igiene mentale per l'età evolutiva).
Riportiamo di seguito le decisioni più importanti prese dal nostro Consiglio di Zona nel corso delle riunioni di settembre.
Consiglio di zona, 21 Settembre 1977
Nomina a Consigliere di zona di Giovanni Raiconi (PSI) e sua designazione a capo - gruppo socialista.
Definizione dell'organizzazione dell'inaugurazione del Consultorio di via Meleri 30 per il 1° Ottobre.
Approvazione del programma di iniziative per la lotta alla droga nella zona che verrà sviluppato nel corso dei prossimi
mesi: proiezione di materiale filmato nel corso di assemblee che si terranno nelle scuole medie della zona riunioni con genitori ed insegnanti per dare una informazione scientifica sul fenomeno della droga diffusione di un documento volto ad illustrare l'azione del Consiglio di zona contro la diffusione della droga organizzazione di una manifestazione pubblica di carat-
tere musicale al fine di attirare il maggior numero possibile di giovani.
Consiglio di zona, 22 Settembre 1977
Parere sulla licenza edilizia di Via Bonfadini 148 (Montedison)
Approvazione della proposta di trasferimento dell'attività commerciale del Sig. Capriolo dalle case minime di via Zama (in via di abbattimento) in altro quartiere della zona diverso dalle nuove case di Via Salomone Nomina dei Signori Emilio Paraboschi (membro effettivo) e Luigi Bassanini (membro supplente) a rappresentanti del Consiglio di Zona nella VI Commissione zonale dell'IACP Approvazione di due Assemblee popolari: il 23 Settembre sull'applicazione del canone sociale; il 7 Ottobre sulla ristrutturazione delle tariffe ATM Approvazione della delibera per la refezione scolastica presentata dalla Amministrazione comunale.
Le grandi firme dell'oreficeria le trovate in Regent Street, Fifth Avenue, Via Frattina,Rue de la Paix e in Via Mecenate.
"
ANCHE QUEST'ANNO DISAGI PER LE FAMIGLIE (nota di medicina)
La situazione scolastica di Ponte Lambro è anche quest'anno critica: rispetto allo scorso anno è anzi peggiorata. Tre sono i fatti che hanno determinato tale peggioramento: in primo luogo l'aumento della popolazione scolastica specialmente per quanto concerne il ciclo elementare, secondariamente il non approntamento delle aule prefabbricate per la scuola elementare e terzo, e imprevisto fattore, i danni subiti dallo stabile di Via Umiliati 69 in seguito alle alluvioni di questa estate.
Direzione Didattica, Consiglio di Circolo e Consiglio di zona hanno costantemente operato da un lato per tenere le Ripartizioni Educazione e Lavori Pubblici del Comune continuamente impegnate a sveltire le procedure relative alla costruzione della scuola materna e delle 12 aule per l'elementare, dall'altro per
Assemblea sul "Centro sociale la caldaia"
Sabato 1 ottobre si è svolta al Centro Civico di Viale Ungheria un'assemblea pubblica sul tema "Il Centro Sociale nel quartiere" organizzata dai giovani occupanti il Centro Sociale "La Caldaia" e dal Circolo giovanile Claudio Varalli
La manifestazione si è conclusa con una mozione, votata da quasi tutti i 50 presenti, nella quale si chiede che il Consiglio di zona venga ad assumere una posizione chiara e definitiva sui tempi e sulla locazione del futuro Centro sociale.
Gli organizzatori si impegnano inoltre in prima persona per "prendere contatti e quindi aprire una più ampia discussione con tutti i gruppi giovanili organizzati".
Primi scavi per la materna
Conclusi i lavori di ampliamento della via Bonfadini, avviati i lavori per la copertura della loggia Certosa, anche i primi scavi per la costruzione della nuova scuola materna di via Umiliati sono iniziati. La nuova opera pubblica, viene ad adeguare le disponibilità dei posti per i bambini di Pontelambro, considerando anche le esigenze determinate dal nuovo insediamento di alloggi popolari.
Per costruire la scuola materna verranno utilizzati dei prefabbricati che renderanno più rapidi i lavori. Saranno necessari comunque alcuni mesi.
Raccolta di firme
Una raccolta di firme per migliorare il servizio di trasporto pubblico per il lotto 25 e più in generale per gli abitanti di Pontelambro, è stata promossa nelle settimane scorse nel quartiere. Si tratta di riuscire ad ottenere una modifica nel percorso e nelle frequenze per meglio aderire alla necessità di srnaltimento degli utenti, soprattutto nelle ore di punta.
Fra le proposte vi è anche quella di anticipare la prima corsa del mattino, garantendo almeno il trasporto al tram "24".
ricercare ancora una volta una soluzione che consentisse l'inizio della scuola per tutti i bambini. Dopo molte riflessioni si è arrivati alla decisione di applicare i doppi turni per sei classi elementari pur tenendo conto della possibilità di trasferimento di alcune classi in altre scuole della zona 13. Questa soluzione dei doppi turni crea disagi a tutti (genitori, alunni e insegnanti) tuttavia è stata valutata meno dannosa rispetto ad un ulteriore trasferimento dei ragazzi coi pullman. La scuola elemenre è già divisa infatti, dallo scorso anno tra lo stabile di Monluè e quel» di Via Umiliati, inoltre nei prossimi mesi sono già previsti spostamenti di alcune classi tra la sede di Via Umiliati e la sede della scuola media per i lavori di consolidamento delle fondamenta di due dei tre corpi della scuola di Via Umiliati.
Ciò significa che tre classi, a turno, dovranno spostarsi non appena inizieranno i lavori, previsti peraltro a breve scadenza. La situazione pertanto quest'anno si presenta così: la scuola materna è ubicata ancora in una parte della scuola media e la popolazione scolastica non ha avuto per ora sensibili aumenti: si aggira sui 200 bambini. La scuola media è nella propria sede e il numero delle classi è aumentato da 10 a 12.
La scuola elementare è divisa nel modo seguente: 11 classi a Monluè, 17 classi in Via Umiliati (di cui 6 classi sono in doppio turno). L'aumento delle classi rispetto all'anno scorso è stato da 25 a 28. una situazione che si commenta da sola: ancora un anno di dis4i, di difficoltà che si ripercuotono sulla vita scolastica dei ragazzi.
Non è compito di quosta nota informativa fare una analisi delle cause che hanno determinato questa situazione, analisi del resto fatta nel corso delle varie assemblee tenute lo scorso anno a Ponte Lambro. Ci sembra però importante, ora che il Comune ha stanziato i fondi ed appaltato i lavori per la costruzione della scuola materna ed è in corso l'appalto per quelli relativi alle aule per la scuola elementare, sottolineare l'importanza che tutti i cittadini, unitariamente, sostengano l'azione del Consiglio di zona in modo che la costante pressione di massa consenta una rapida esecuzione dei lavori.
Angela Bau"'RIDARE IL "GRANO"A MARIO, CHIEDERNE A Mto PADRE .— TELEFONARE A ELENA ... AVVISARE IL COLLETTIVO....
TROVARE QUALCOSA UN LAVORO._ MERDA !!!
COME FA QUI LA GENTE A ESSERE C051' SERENA ?
Il Servizio di medicina scolastica è un servizio sanitario di base che agisce nella scuola soprattutto nel senso della prevenzione. Ciò significa che scopo primario di tale servizio è quello di vigilare sull'ambiente scolastico così che in esso non si vengano a creare o permangano condizioni di rischio per la salute dei ragazzi. Fare della prevenzione infatti non significa soltanto fare delle diagnosi precoci ma vuol dire anche ricercare i fattori di rischio ed allontanarli dall'ambiente. Fare della prevenzione significa poi impegnarsi in un'opera di educazione sanitaria, in modo da trasmettere ad una fascia sempre più larga di cittadini quelle conoscenze che possono favorire il mantenimento dello stato di salute: stato di salute che è condizione primaria par il diritto ad una vita familiare serena e per il diritto al lavoro. I punti di azione per tale opera preventiva possono essere molteplici e la realizzazione di un servizio efficiente è strettamente legata: alla partecipazione dell'utente all'integrazione con gli altri servizi socio-sanitari alla collaborazione con i politici La partecipazione dell'utente, cioè dei ragazzi e delle loro famiglie, è importantissima perché deve orientare il lavoro dei tecnici.
L'analisi e la denuncia delle esigenze della popolazione per essere aderenti alla realtà devono nascere dalla popolazione stessa, che deve prendere consapevolezza dei propri diritti e doveri anche nei confronti dei servizi di medicina. Medici e Assistenti sanitarie sono operatori pagati dalla popolazione ed al servizio della popolazione stessa, la quale però deve divenire
"LISTE
1.700.000 disoccupati nelle liste ufficiali, di cui 650.000 iscritti nelle liste speciali per i giovani, sono i dati che ci devono spingere a muoverci, ad utilizzare nel migliore dei modi la "legge 285" sul preavviamento al lavoro giovanile.
Cosa si fa nella nostra zona? La Commissione Lavoro e Occupazione si è subito data da fare, ha elaborato insieme ad alcuni giovani un questionario che è stato inviato ai Consigli di fabbrica e alle aziende presenti in zona.
Gli scopi che la Commissione si propone di raggiungere attraverso questo questionario sono stati illustrati da Poggio (Presidente del Consiglio di Zona) durante un primo incontro avvenuto giovedì 15 settembre con alcuni rappresentanti dei Consigli di fabbrica.
Il questionario è piuttosto ampio, penso che possa essere idealmente diviso in due parti, in una si tende ad individuare le possibilità esistenti nella nostra zona di assunzione di giovani secondo la legge 285, nell'altra si cerca invece di "conoscere" le aziende.
Il Consiglio di Zona, come è stato dichiarato, non ha intenzione di entrare nel merito di trattative che vedranno come primi interlocutori i sindacati, si propone invece di porre le basi per un rapporto stabile ed organico (che è fino a questo momento mancato) tra Ente Locale e mondo del lavoro, che purtroppo emerge solo nei momenti di grande tensione. Si tratta dunque di creare un punto di riferimento preciso, dando a ciò che esiste di nome, cioè il C.U.Z. (Comitato Unitario sindacale di Zona) una realtà di fatto rendendolo efficiente.
Gli iscritti nelle "liste speciali" qui residenti, stando ai primi dati, sono 301. Si tratta perciò di non tradire nemmeno nella nostra zona la fiducia che i giovani hanno concesso a questa legge, certamente non bella, ma che pure qualche speranza ha
protagonista delle proprie scelte. Sala medica, organi collegiali della scuola, Consiglio di Zona, sono le sedi di incontro, sono i punti di riferimento.
Con l'innovazione della presenza del genitore accanto al bambino, al momento della visita medica, si è richiesta la responsabilizzazione della famiglia del minore. Non sempre la risposta è stata adeguata proprio perchè non si è ancora compreso da parte della popolazione che la tutela della salute non ammette deleghe. La salvaguardia di un bene così importante non deve essere affidato in maniera passiva neppure al più bravo dei tecnici.
La giusta integrazione con gli altri Servizi socio-sanitari (consultori Sime, ecc.) permette. tramite la consultazione di altre figure professionali. una maggiore completezza di intervento. Le modalità di collegamento tra i vari servizi, dovranno essere discusse fra tutti gli operatori degli stessi e dovranno essere tali da garantire un riscontro rapido e coerente.
La diretta collaborazione coi politici nei Consigli di zona infine deve essere un momento di verifica del lavoro dei servizi, un momento di stimolo e un importante momento realizzativo.
Il Servizio di medicina scolastica deve quindi tendere al raggiungimento degli obbiettivi sopraddetti se vuole essere un "servizio" autentico sempre più coerente e aderente alla nuova realtà sociale, se vuole esplicare con efficienza l'opera sanitaria capillare a cui è deputato. dott. Roberta Piccoletti, medico scolastico Adele Alberini,.assistente sanitaria
aperto.
D'altra parte come ha detto lo stesso Poggio, una legge può essere buona o cattiva anche a seconda di come la si gestisce. L'invito rivolto dal Consiglio di Zona. ai Consigli di fabbrica e ai sindacati è per questo motivo quello di lavorare insieme. ciascuno per la propria parte. per evitare il pericolo sempre incombente di un fallimento e per fare in modo che la legge venga applicata nel migliore dei modi.
I problemi che si pongono sono molteplici, si tratta infatti di come organizzare unitariamente questi giovani. perchè possano modificare la loro situazione che Felisini (della Commissione Lavoro) ha definito di "emarginati". di come rapportarli al movimento dei lavoratori e alle organizzazioni sindacali, di come coinvolgere le forze sociali ed economiche per vincere anche sottovalutazioni e resistenze, di dare una risposta alle aspettative di questi giovani.
Per questo motivo è stata riservata nel questionario una larga parte destinata a "conoscere" le aziende. Sia nelle intenzioni della Commissione sia dall'incontro con i Consigli di fabbrica è infatti sorta l'esigenza di comprendere per poter meglio agire, oltre alla capacità di assorbimento, le caratteristiche della domanda e la configurazione delle aziende della zona.
ll passo da compiere è quello fabbrica-quartiere, ma prima occorre, come dicevo, "conoscere" l'azienda: solo in questo modo le proposte, le rivendicazioni potranno avere un loro effettivo peso, solo cosi si avrà una reale possibilità di intervento.
Obbiettivo non ultimo dei programmi del Consiglio di Zona, terminato il lavoro di "ricerca" e di analisi dei risultati, resta la convocazione di una "Conferenza di produzione".
Marina MuzzaniUn nuovo metodo più equo e responsabilizzante. Il ruolo dell'insegnante.
Alla fine del corrente anno scolastico gli alunni della scuola dell'obbligo saranno promossi con una formula uguale per tutti: idoneo. Con l'abolizione dei voti, il rendimento scolastico degli alunni sarà seguito con note che gli insegnanti trascriveranno su un'apposita scheda personale sulla quale avranno cura di compilare e tenere aggiornate notizie sulla "partecipazione alla vita della scuola nonchè le osservazioni sistematiche sul suo processo di aggiornamento e sui livelli di maturazione raggiunti".
Ora, dopo questa innovazione, molti si chiedono se l'abolizione del voto può rappresentare un punto di partenza per rinnovare la scuola.
E ovvio che la risposta a questa domanda potrà venire solo dopo l'applicazione e la sperimentazione della nuova legge. Però fin da ora possiamo affermare che, affinchè l'abolizione del voto abbia un effetto positivo sulla pratica educativa e didattica degli insegnanti e sulla percezione che della scuola hanno alunni e genitori, è necessario che ci sia da parte degli insegnanti un profondo ripensamento sulle funzioni della valutazione nel processo educativo. Nella scuola rinnovata è necessano passare dalla valutazione del rendimento del ragazzo alla valutazione dell'efficacia dell'azione didattica dell'insegnante. In questo modo il ruolo dell'insegnante cambia: non è più il giudice imparziale che amministra una forma importante di giustizia distributiva; è uno che aiuta gli allievi ad apprendere e a crescere, e che controlla continuamente se il suo aiuto è efficace. Il progresso degli alunni sarà dunque
seguito e controllato accuratamente con il fine però non di mettere voti buoni ai bravi e voti cattivi ai somari, ma con il fine di capire come migliorare la propria azione didattica, quali sono le difficoltà che i ragazzi incontrano, quali argomenti li interessano particolarmente, quali sono le lacune che devono superare, quali sono le condizioni nelle quali apprendono più facilmente.
La scheda proposta corrisponde a questa impostazione della valutazione? Non sembra, perchè non è affatto messo in rilievo che la valutazione serve essenzialmente all'insegnante, come verifica del suo lavoro didattico, e all'allievo come guida per il lavoro successivo. Con la scheda proposta, con l'ennesimo colpo di mano, dal ministro Malfatti si concentra l'attività valutativa sull'apprezzamento (citiamo alcune voci della scheda) "del comportamento socio-affettivo" degli alunni, sulle "attitudini e capacità anche in ordine alle future scelte personali", sulla "perseveranza negli impegni", e così via. In questo modo si corre il rischio di trasformare l'insegnante in psicologo, con conseguenze facilmente intuibili.
Poichè il ministro Malfatti, di fronte alle contestazioni venute da più parti, ha dichiarato che la scheda redatta sarà valida soltanto per il corrente anno scolastico, è necessario che si sviluppi un dibattito e un confronto tra gli insegnanti, gli operatori scolastici e gli organi collegiali, affinchè la scheda definitiva risulti più funzionale alle finalità espresse nella legge e sia frutto di una verifica ampia e democratica.
Mario CacciaApprovata definitivamente la legge sulla pubblicità degli organi collegiali
È scattato il conto alla rovescia per le elezioni scolastiche: la prima tornata (consigli di classe e di interclasse) si svolgerà entro il prossimo 13 novembre, comunque in giornata festiva.
La seconda tornata, quella che interessa oltre 20 milioni di elettori, ha come giornate culminanti quelle del voto, fissato perni dicembre e la mattina del 12.
Ecco brevemente lo scadenziario degli impegni elettorali. Innanzitutto le due date più importanti:
DAL 3 AL 13 NOVEMBRE Presentazione alla segreteria della commissione elettorale distrettuale (CED) ed a quella provinciale (CEP) delle liste dei candidati (non oltre le ore 12 del 13).
DAL 21 AL 26 NOVEMBRE Presentazione delle liste dei candidati dei Consigli di circolo e di quelli di istituto (non oltre le 12 del 26). Ed ecco ora le date che concernono gli adempimenti per le elezioni di distretto e provinciali (per quelle di circolo e di istituto bisogna riferirsi all'ordinanza ministeriale del 5 ottobre 1976). Le date sottoelencate indicano quelle entro le quali debbono svolgersi gli adempimenti.
2 OTTOBRE Gli enti gestori delle scuole materne non statali aventi i requisiti previsti (art. 122 RD 24-4-1928 n. 1297) ma non ancora sottoposti a vigilanza, debbono inviare i documenti ai provveditori.
12 OTTOBRE A) I provveditori, sentiti i sindacati e le organizzazioni di categoria, nominano le commissioni elettorali distrettuali (CED) e provinciali (CEP).
Costituzione (nomina del provveditore su designazione dei collegi dei docenti) della commissione elettorale (CE) nelle scuole parificate, pareggiate e legalmente riconosciute e nelle scuole materne non statali vigilate. I provveditori stabilisconò il numero dei posti da attribuire nel Consiglio provinciale a ciascuna componente elettiva.
22 OTTOBRE A) I provveditori comunicano alle CED e alle CEP i nominativi del personale direttivo delle scuole statali e non statali. I provveditori comunicano le sedi dei seggi elettorali del personale direttivo.
I presidi e i direttori didattici comunicano alle CE delle scuole i nominativi dei docenti, non docenti, genitori e studenti e le sedi dei seggi.
1 NOVEMBRE A) Si depositano presso la segreteria della CEDper visione - gli elenchi degli elettori del personale direttivo delle scuole statali e non statali e presso le CE delle singole scuole gli elenchi degli elettori docenti, non docenti, genitori, studenti.
B) Avviso dell'avvenuto deposito mediante affissione all'albo.
ENTRO I,SUCCESSIVI 5 GIORNI (e quindi entro il 6 novembre nel caso in cui gli elenchi siano stati depositati il 1° novembre).
Ricorsi alle CE, alle CED e alle CEP.
ENTRO I 5 GIORNI SUCCESSIVI ai precedenti 5 giorni. Decisione sui ricorsi da parte delle CE, delle CED, della CEP.
13 NOVEMBRE Dopo le ore 12 affissione all'albo della CED e della CEP delle liste dei candidati.
ENTRO 3 GIORNI dall'avviso della CED e della CEP. Regolamentazione delle liste irregolari.
16 NOVEMBRE Pubblicazione (affissione all'albo) delle decisioni della CED e della CEP sulle regolarizzazioni.
18 NOVEMBRE Ricorso al provveditore.
20 NOVEMBRE Decisione del provveditore.
I signori Scesciola non pensavano certo di adottare un bambino. Abitano in un piccolo appartamento di via Umiliati 56; hanno già due figli ed il capo famiglia è in cassa integrazione all'Innocenti. Hanno deciso di andare al Brefotrofio, solo perchè hanno saputo che una loro conoscente vi aveva lasciato il proprio figlio.
Pensavano non fosse possibile restare indifferenti di fronte alla sorte di un bambino, abbandonato in un istituto. Sono però arrivati quando il piccolo era già stato affidato ad altri.
Ma la loro attenzione a questo problema era stata risvegliata: quando hanno visto un altro bambino (Emanuele) in quel triste istituto, si sono offerti di curarlo, senza per questo pensare di toglierlo alla madre, che avrebbe potuto riprenderlo quando voleva. Il comportamento però di questa donna ha spinto il tribunale a riconoscere che il bambino di fatto era stato abbandonato dai genitori ed era giusto toglierlo da quella situazione ambigua e affidarlo definitivamente ad una famiglia disposta ad adottarlo.
E a questo punto però che è scoppiato il dramma. I signori Scesciola, che avevano ormai il bambino da un anno, hanno presentato la domanda di adozione. ma non sono stati ritenuti degni di considerazio-
ne, per la loro precaria condizione economica. Come potevano però accettare una simile decisione, che non teneva conto dei legami di affetto che ormai univano il bambino al resto della famiglia? Come potevano sopportare l'idea che Emanuele ritornasse a vivere in Brefotrofio in attesa che la nuova famiglia a lui destinata potesse, al termine di un previsto iter burocratico, andare a prenderlo?
La loro ostinazione ha convinto la Corte d'Appello di Milano, che ha loro affidato il bambino. I problemi economici rimangono, perchè gli operai della Innocenti sono tuttora in cassa integrazione, ma Emanuele non lo sa e vive tranquillo,
con una nuova socievolezza, che nasce dalla sicurezza di essere amato. Perchè sottolineiamo questo episodio, avvenuto nel nostro quartiere? Perchè la famiglia Scesciola si è comportata, in questa vicenda, in un modo sempre più raro. Ha guardato fuori della propria casa; si è commossa per la sorte di un bambino abbandonato, tanto da mettere in discussione tutti i programmi fatti fino a quel momento; ha avuto il coraggio di rischiare, adottandolo, nonostante la situazione economica incerta. Quante difficoltà si potrebbero meglio risolvere, se tutti sapessimo farci carico dei problemi degli altri! o. de f.
KURIHARA
Corsi per bambini, donne, uomini tenuti da Maestri
Giapponesi
Milano - Via Sismondi 34 Tel 723965
DALL'Il NOVEMBRE AL 9 DICEMBRE Disponibilità di spazi negli edifici scolastici e nelle sedi dei distretti per l'affissione di propaganda sui programmi. Diritto di tenere riunioni elettorali (una per lista) nelle scuole statali e non statali fuori dall'orario di servizio e di lezione.
1 DICEMBRE Presentazione delle richieste di riunione.
6 DICEMBRE Nomina e insediamento dei seggi elettorali. Le CE, le CED, le CEP comunicano ai seggi gli elenchi definitivi degli elettori e ne danno comunicazione mediante affissione di avviso sui propri albi. Va inoltre confermato che è stata approvata la legge che: 1) sancisce la pubblicità dei consigli; 2) sopprime il consiglio di disciplina degli alunni; 3) fissa a 40 ed a 200 il numero dei presentatori delle liste per il consiglio provinciale rispettivamente per i docenti e i genitori; 4) autorizza nelle liste un numero di candidati doppio del numero dei rappresentanti da eleggere.
SU INIZIATIVA DELLA COMMISSIONE FEMMINILE DEL PCI
Da una recente statistica risulta che nella nostra zona risiedono circa 32.000 abitanti di cui la maggioranza sono donne, con modi di vivere, esigenze e problemi apparentemente diversi, ma che in realtà rispecchiano situazioni comuni a molte di loro. A tale proposito la commissione femminile del P.C.I. ha deciso di stampare un questionario per avere così, attraverso le domande che vi sono formulate, un quadro il più possibile preciso e completo dei problemi che interessano le donne del quartiere. Gli argomenti che abbiamo trattato riguardano quei temi che a noi sembrano determinanti per spiegare l'attuale condizione femminile.
In primo luogo il lavoro (Svolge qualche attività lavorativa? Che orario fa? Questo tipo di lavoro è stata una libera scelta?); l'esclusione infatti della donna dal mondo del lavoro socialmente organizzato, insieme alla tradizionale divisione dei ruoli (chi l'aiuta nei lavori domestici?), è infatti innegabilmente una delle cause storiche che determinano la condizione subalterna, non solo in termini di dipendenza economica e quindi psicologica, nei confronti del'uomo, ma anche di una pesantissima limitazione di qualsiasi forma di espressività femminile nella famiglia, nella vita domestica, nella
sfera affettiva e quindi di emarginazione sia nella vita pubblica che in quella politica. Perchè sia possibile superare questo ruolo è indispensabile sviluppare una rete efficiente di servizi pubblici (quali ad esempio asili nido, scuole materne in grado di seguire il bambino nel migliore dei modi fin dai primi anni di vita), tali da garantirle la possibilità di svolgere un'attività lavorativa che le permetta di esprimere in modo completo tutta la sua personalità. Il problema del rapporto con il proprio compagno, con i figli e quindi della maternità, è un altro argomento ampiamente trattato sul questionario (II numero dei figli che ha avuto è stata una libera scelta? Ha discusso con suo marito se e quando avere figli? Che cosa pensa di una coppia che decide di non avere figli?). La tradizione storica le ha infatti spesso imposto la maternità non come libera scelta, ma come unico destino apprezzabile. Siamo certi che la nostra iniziativa ci darà dei risultati utili, e ci permetterà di conoscere meglio i problemi che maggiormente premono sulle donne del quartiere solo se avremo la massima collaborazione da parte di tutti i cittadini della zona.
La Commissione femminile del PCI
Un operaio in cassa integrazione ed un bambino abbandonato
Mentre nelle maggiori città, con problemi e soluzioni diverse, è in corso la costituzione dei Consigli Tributari, è opportuno notare che l'idea di associare il cittadino nel meccanismo tributario non è,poi del tutto nuova. Anzi. Organismi di questo tipo, infatti, già nell'immediato dopoguerra ebbero ad operare in alcuni Comuni, specie nel Nord. Andando ancora più indietro, si tratta in sostanza di un ritorno a criteri informativi previsti dalla legge 24-8-1877, n. 4021. Dunque un ritardo secco di un secolo! Ritardo — e diciamolo pure, anche esperienze non propriamente esaltanti — il quale dimostra quantomeno l'esistenza di un fronte agguerrito di chi non ha interesse a cambiare le cose (gli evasori, per esempio, e gli amici degli evasori), e dimostra anche una errata interpretazione dei Consigli stessi visti come corpi separati, ai margini e in alternativa alla struttura amministrativa, quindi oggettivamente in condizione di precarietà operativa, e non calati all'interno della macchina come supporto per contribuire all'opera di democratizzazione e di risanamento, come, secondo noi, invece dovrebbero essere collocati.
Con l'articolo precedente, abbiamo individuato il nocciolo della questione, che è e resta quello di far pagare le tasse a chi le deve pagare. Inoltre, dicendo le cose come stanno, abbiamo tracciato una base di conoscenza dei dati fondamentali della realtà italiana. Infine, abbiamo motivato le ragioni politiche, ideali ed economiche che impongono, con urgenza, la partecipazione e il controllo dei cittadini nel procedimento del prelievo tributario — per tanta gente una matassa alquanto ingarbugliata e per molti versi misteriosa — affermando anche in questo campo il dettato costituzionale che vuole la sovranità appartenere al popolo, non soltanto l'occasione di un voto ogni cinque anni.
Mettere le mani sul fisco dunque, questo è il problema. Noi diciamo che buona parte della soluzione può venire dal Consiglio Tributario se esso avrà le caratteristiche e i conte-
nuti di un'organizzazione locale sburocratizzata e autonoma mediante la quale il cittadino abbia la certezza di essere protagonista e non soltanto il soggetto passivo dell'imposizione tributaria, associandolo in tal modo al Comune per contribuire con esso all'opera di riorganizzazione dell'amministrazione tributaria e alla lotta contro l'evasione fiscale. È in questo contesto che noi collochiatho il Consiglio Tributario. Altrimenti verrà presto la fine di tante illusioni.
Allora, che fare? Senza pretesa di esaurire il problema, secondo noi è chiaro — persino ovvio, ma è bene dirlo — che i cittadini chiamati a questo compito dovranno avere le carte fiscali in regola; che in linea di principio non dovranno essere necessariamente tutti specialisti tributaristi, se veramente si vuole allargare l'area della partecipazione; che non dovranno rappresentare in quanto tali, categorie di operatori economici, allo scopo di evitare rischi clientelari o corporativi. La struttura organizzativa dovrà assicurare uno stretto e permanente collegamento con la Ripartizione Tributi, e quindi l'unitarietà operativa del Consiglio Tributario, da non intendere centralizzazione ma al contrario ramificazione nel tessuto ormai collaudato del decentramento amministrativo cittadino.
A questo punto rivolgiamo alcune domande alla Ripartizione Tributi. Come, procede la gestione dei tributi di pertinenza del Comune? A che punto stanno le partite in sospeso per lite? Come va la "partecipazione" all'INVIM e all'IRPEF? Quali sono i rapporti tra Ripartizione e Uffici dello Stato? Cosa è accaduto delle copie del modello 740? Come funziona il SIT (Servizio informazioni tributarie)? Com'è lo stato organizzativo degli Uffici? Quat'è la collocazione e come viene utilizzato il personale? Qui ci fermiamo.
Ecco, ribadendo il concetto che la creazione di una base di conoscenza dei dati fondamentali della realtà, e l'accesso costante ad una informazione veritiera, sono condizioni necessarie per una effettiva e concreta partecipazione alla vita demo-
cratica, noi pensiamo che nelle domande poste ci sia materia più che sufficiente per far funzionare a pieno regime un Consiglio Tributario quale noi configuriamo. Anche perchè, in carenza di normativa di legge, un po' tutto è da inventare e sperimentare. Ma ci sono gli avversari del Consiglio Tributario. Costoro dicono che si violerebbe il segreto d'ufficio. A parte il fatto che ormai tutti sappiamo quante mascalzonate e quanti mascalzoni spesso si nascondono dietro i tanti "segreti" che deliziano l'Italia, da quando abbiamo visto alla televisione la dichiarazione dei redditi del Presidente americano Carter, la causa del segreto d'ufficio ci appare alquanto perdente. Dicono ancora, con disprezzo e con cinismo, che il Consiglio è un organo di "spionaggio''. Come se si trattasse di dire o non dire chi ha rubato la marmellata! Ma da quando in qua la ricerca della verità è delazione? O si vogliono esaltare come -virtù" l'omertà e la diserzione, nel caso nostro, l'evasione fiscale? Terza obiezione: che tutto sommato il Consiglio non andrebbe oltre le "informazioni della portinaia". E anche questa volta cascano male. Si, perchè costoro non sanno — o fingono di non sapere — quante matasse sono state dipanate partendo anche e proprio da notizie apparentemente futili. Per la conferma di ciò possono rivolgersi all'Ufficio Informatori della Ripartizione Tributi. Qui finisce il nostro discorso con il quale ci siamo sforzati di fornire un quadro sufficientemente illuminato di tutta la questione. Se ci siamo riusciti tanto meglio. In ogni caso, rimanga chiaro che nella prospettiva di una graduale, ma profonda, trasformazione della società italiana, portare più giustizia e più ordine in un settore decisivo, quello delle tasse, per il funzionamento di un regime democratico, è un dovere urgente e irrinunciabile. O si cambia strada o si va verso processi sempre più gravi di degradazione economica e sociale.
Abele Mantovani
Finalmente, è il caso di dirlo, è all'attenzione di tutto il Paese il problema della casa.
L'imminente ritorno al dibattito in Parlamento del D.d.L. 465, cosiddetto sull'Equo Canone, fa trattenere il fiato a milioni di famiglie per le quali si presenta la possibilità di aumenti insopportabili dei canoni di affitto e, per una parte di essi, l'eventualità dello sfratto.
D'altra parte, per migliaia e migliaia di altre famiglie, per lo più giovani, n bisogno angoscioso di una abitazione si va facendo drammatico e socialmente esplosivo.
Eppure, all'inizio di questo 1977 sembrava che qualcosa si stesse finalmente muovendo in senso positivo. I temi fondamentali di una nuova politica delle abitazioni, portata avanti per anni con coraggio e determinazione dal SUNIA e più tardi da altre forze sindacali e politiche,
stavano davanti al Governo ed al Parlamento dall'autunno scorso, premuti da un incessante dibattito e azione politica di tutto il Paese.
In gennaio erano stati presentati due "Disegni di Legge" del Governo e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale una legge approvata dalle Camere, tutte sul tema ed esattamente: il
D.d.l. 465, cui si è accennato prima; il D.d.l. 1000, su un vasto programma di edilizia pubblica; la Legge n. 10, sulla edificabilità dei suoli.
Tutte e tre, se vogliamo, leggi non perfette, con molte contraddizioni e vaste lacune ma senza dubbio tali, a nostro parere, da costituire una positiva base di discussione, per garantire una svolta verso il soddisfacimento graduale e crescente di un bisogno insopprimibile qual'è quello di una casa a costo sopportabile. A parte la legge 10, definitiva-
mente approvata, dei due D.d.l. accennati, soio uno stralcio del n. 1000 è giunto alla promulgazione: la legge 8-8-77 n. 513 cui ci limiteremo ad accennare brevemente.
Questa legge, oltre che prefiggersi l'accelerazione dei programmi in corso, stanzia 1078 miliardi per un programma di investimenti abitativi a brevissimo termine, da assegnarsi attraverso le Regioni, agli I.A.C.P. I termini di adempimento sono, dicevamo, ravvicinatissimi; le Regioni devono presentare entro il 30-977 i programmi di localizzazione.
Numerose Regioni, fra le quali la Lombardia, si sono fatte cogliere impreparate, senza cioè aver predisposto, quando la legge era ancora in discussione, quegli strumenti che ne avrebbero reso più facili gli adempimenti. Ne è prova il fatto, tra l'altro, che, anziché attenersi al dettato della legge, che prescrive di ef-
fettuare gli interventi "prioritariamente nelle aree metropolitane in cui si rilevino più intensamente fenomeni di immigrazione o di concentrazione demografica" sono state effettuate assegnazioni a quasi tutti i Comprensori della Regione, con il classico sistema degli stanziamenti a pioggia per motivi clientelari, assegnando fondi anche a quelli in cui si verificano più evidentemente fenomeni di emigrazione che di immigrazione.
Per cui, al comprensorio di Milano sono stati attribuiti, in un primo tempo, dei 125 in dotazione alla Regione, solo 31 miliardi anzichè i 60 che il SUNIA e le altre forze sindacali chiedevano. Solo la vibrante protesta da parte dei SUNIA e degli altri sindacati, oltre che delle forze politiche di sinistra e dei Comuni interessati, ha consentito una modifica della ripartizione portando a 45 i miliardi per Milano.
La medesima legge fissa inoltre il "canone minimo di locazione per vano" (vano convenzionale: mq. 14) degli alloggi di edilizia residenziale pubblica: L. 5000 per il centro-nord e L. 3500 per il sud. Questo, a livello nazionale, è un fatto molto importante perchè razionalizza il settore attualmente caotico dei canoni ma, per Milano, che autonomamente e in assenza di adempimenti governativi e regionali (doverosi secondo la 865 e il D.P.R. 1035: determinazione della capacità economica media degli assegnatari che doveva ancora una volta essere stabilita dalla Regione) aveva adottato da pochi mesi il "Canone Sociale", rischia di diventare un fatto negativo. Il perchè è presto detto. L'accordo di Milano, lungamente dibattuto dentro e fuori il Consiglio di Amministrazione dell'Istituto e per il quale il SUNIA ha profuso tutte le proprie energie nel corso di oltre due anni di lotte, prevede ben sei fasce di reddito al cui interno si tiene anche conto del numero dei componenti la famiglia. Si assicura cosi un
largo margine di equità e di giustizia favorendo i ceti meno abbienti ed esigendo di più da chi ha la fortuna di godere di un reddito più elevato. Non solo. Per i redditi più bassi concede una consistente riduzione anche sulle spese reversibili. La nuova legge invece, oltre a fissare rigidamente le quote minime, impone il rimborso totale delle quote di spese.
È evidente, checché ne dicano gli interessati detrattori del Canone Sociale che, nonostante i margini di perfettibilità cui non siamo certo insensibili, si è raggiunto a Milano un livello di giustizia notevolmente superiore a quanto non preveda la legge 513.
All'interno dell'I.A.C.P.M. ed anche fuori, la 513: della quale il SUNIA dà un giudizio sostanzialmente positivo, crea non pochi dubbi e perplessità. La legge prevede che "restano fermi i canoni stabiliti in via provvisoria dagli I.A.C.P. qualora il loro ammontare complessivo sia superiore a quello derivante dall'applicazione del presente articolo".
Nel caso di Milano l'aumento dei canoni è superiore per i redditi fino a 7.2 milioni, diventa leggermente inferiore per i redditi oltre i 7.2 milioni per i quali sono previsti l'affitto precario e canoni differenziati a seconda della composizione del nucleo familiare e del tipo di alloggio.
La legge 513 invece, prevede "tout court" con poca obiettività il raddoppio del canone.
A questo punto, pescare nei torbido è un gioco da bambini e, dimentichi del 63% dell'inquilinato che fruisce di sostanziali riduzioni o non ha avuto aumenti, si tenta di strumentalizzare da destra e da "sinistra" il rimanente 37% perché l'accordo di Milano venga respinto ed il Consiglio di Amministrazione dello I.A.C.P.M. lo ricusi per sposare la legge 513.
Adriano Era
(continua) Emilio Paraboachi
I VANTAGGI E LE FATICHE DEL MESTIERE DELL'EDICOLANTE
Ecco chi sono i rivenditori della nostra zona, come parlano dei loro problemi e delle loro soddisfazioni. Quasi tutti sono attivi nei quartieri da diversi anni. mantenendo degli ottimi rapporti con i cittadini.
Quel "buongiorno e grazie" ripetuto con cortesia tutti i giorni, non resta il solo contatto umano tra edicolante e cliente. E almeno questa una delle soddisfazioni per i proprietari delle 11 rivendite di giornali che abbiamo in zona e di cui vogliamo parlare in questo numero di "Milano domani" proprio perché da loro (che quotidianamente sono in contatto con migliaia di abitanti) poteva uscire un quadro dettagliato di quanto e di cosa si legge nei vari quartieri. Ma prima ancora di questo volevamo parlare un po' con gli edicolanti, della loro vita nel chiosco, delle soddisfazioni e delle delusioni di questo lavoro, in una periferia di una grande città. Ci siamo riusciti solo in parte perchè alla richiesta di avere alcuni dati su di ogni singola edicola. abbiamo avuto risposte diverse che solo in alcuni casi ci hanno permesso di approfondire i problemi di questa categoria di lavoratori. In alcuni casi mancava il proprietario. in altri si preferiva rispondere a monosillabi, in altri addirittura si chiedeva di non venire citati. Il tutto naturalmente, con estrema gentilezza e cortesia, quasi scusandosi di preferire l'anonimato. Dal giro nelle edicole è uscito comunque uno spaccato interessante che vale la pena di vedere, anche se di alcuni esercizi parleremo in modo diffuso, e di altri citeremo solo pochi dati.
Detto questo possiamo entrare veramente nel merito dell'inchiesta. Uno degli elementi comuni, come dicevamo all'inizio, è proprio quello del buon rapporto che lega gli edicolanti ai loro clienti. Questo soprattutto perchè in quasi tutti i chioschi, il rivenditore è sempre lo stesso da molti anni. Anzi quasi sempre si tratta di una edicolante che vive fra i giornali, per molte ore, riuscendo ad avere il cambio da familiari ed amici solo per il tempo indispensabile per
mangiare. L'orario di lavoro è di 14 ore continuate, per tutti i giorni feriali e di mezza giornata per le domeniche, salvo nei giorni della chiusura di turno. Sugli orari di apertura i pareri sono discordi: alcuni vedono di buon occhio la eventuale chiusura a rotazione a un giorno alla settimana; altri invece la rifiutano, dimostrandosi anche scettici sul turno domenicale: altri chiedono la chiusura durante l'intervallo pomeridiano; i più preferiscono non pronunciarsi. "Dovremmo invece lavorare come tutti gli altri - ci ha detto la zia del proprietario dell'edicola di via Mecenate 25, Sergio Sabadini, che dopo aver mandato avanti un'edicola a Pontelambro, si è spostato da ben 14 anni in via Mecenate, dopo un breve periodo in piazza Ovidio. Zia e nipote si alternano per poter mangiare e riposare; al mattino invece mentre "il Sergio" consegna i giornali a domicilio, la zia sbriga il lavoro, notevole. della prima mattinata. L'edicola di Sabadini ha fra i suoi clienti gli abitanti della parte centrale di via Mecenate e delle vie interne. Non mancano però affezionati acquirenti, da più lontano.
Unico altro problema: "i teppisti che ogni sera ci strappano tutte le locandine, non so poi cosa ci guadagnino". Quello dei teppisti è un discorso comune a quasi tutte le edicole perché oltre a quel po' di paura, gli edicolanti devono reintegrare tutte le mattine i manifesti. Ed il mattino è proprio il momento in cui c'è la maggiore frequenza dì clienti. Ne sa qualcosa il signor Fornasiero, che manda avanti insieme alla sorella l'edicola di via Bonfadini angolo via Umiliati. Da un anno tutte le mattine, da Cornaredo, percorrendo la tangenziale, deve arrivare puntuale al momento dell'apertura: "Sto cercando casa qui nella zona, ma finora non l'ho trovata". E non è che giunti in edicola e alzata la saracinesca, ci sia solamente da indicare i giornali e da dare il resto; c'è anche da tenere un minimo lavoro amministrativo e naturalmente - come ci confermano al chiosco di via Facchinetti 2, di
Carlo Naldini (un edicolante "storico"): "bisogna controllare quotidianamente le consegne e le rese". Un lavoro continuo e impegnativo svolto in collaborazione con familiari o conoscenti con turni calcolati secondo le singole esigenze. Alcune edicole affidano a dei commessi la maggior parte del lavoro. Per quanto riguarda la quantità delle vendite non abbiamo sentito lamentele, forse perchè i clienti si sono distribuiti quasi sempre nel modo più logico, comprando cioè (salvo qualche eccezione) nell'edicola più vicina.
In via Bonfadini 94, i cittadini di Morsenchio; in viale Ungheria la distribuzione e la vendita fa capo alle due edicole poste sul marciapiedi di fronte alla chiesa parrocchiale della
signora Algozzino e in quella all'angolo con via Salomone (della signora Morelli) molto conosciute entrambe per l'ormai ventennale attività. Tutte con clienti affetònati e con punii di vendita abbastanza concentrati; gli esempi più tipici sono quelli di Pontelambro (dove l'altra edicola, della signora Benedetta Maria A.g noletto, è di fronte alle 4 Marie") o quella di via Mecenate 84 di Antonio Bertone che lo gestisce da 8 anni con la moglie, con buoni rapporti con operai e impiegati di piccole e medie fabbriche della zona. Il signor Bertone può contare sull'esperienza avuta come esercente in altre attività commerciali di interesse pubblico. Questa edicola, proprio per la sua caratteristica di essere frequentata soprattutto da lavoratori che scen-
dono dai tram per portarsi al lavoro, non avrebbe problemi a chiudere per il turno di riposo al sabato. Forse anche la clientela è diversa e si indirizza molto verso settimanali politici-economici, pur restando alta la richiesta (molto comune in tutte le edicole) di rotocalchi di facile lettura. Un leggero calo nelle vendite dei quotidiani (successivo all'aumento dei prezzi) qui non è avvenuto. Della "felice" o "infelice" posizione si parla anche in via Dalmazia che, pur essendo un po' fuori dalle zone di passaggio, mantiene ugualmente una buona clientela con i cittadini della zona con i quali ci sono buonissimi rapporti. Anche perché il proprietario da 6 anni è Silvano Sabadini (fratello dell'edicolante di via Mecenate 25) "figlio d'arte" si direbbe in altri settori, visto che il padre ha tenuto per tanto tempo un'edicola in piazza Ovidio. Altra famiglia di edicolanti per tradizione è quella del signor Lodi in pizza Artigianato che è anche una fornitissima cartoleria. Da otto anni ci lavorano marito e moglie, da poco tempo aiutati dal figlio, alternandosi come sempre per mangiare e per riposare. Nonostante la passione per questo mestiere, i proprietari ammettono che ci sono anche molti sacrifici da fare soprattutto certi giorni, quando non si sta bene e si è costretti a stare nella rivendita ugualmente. Piuttosto alte in piazza Artigianato e nei dintorni le vendite di giornali sportivi il lunedì. Molte riviste (Stop, Grand Hotel...) le vende invece l'aiutante del signor Sabadini Oreste (da 30 anni in attività e padre di Silvano e Sergio) in piazza Ovidio, una delle edicole più in vista dell'intera zona posta in un'ottima posizione sia per i clienti del quartiere, sia per quelli di passaggio. Vende anche molti quotidiani su cui, ci dicono, "il guadagno è basso". Qualche proccupazione l'abbiamo raccolta per la proposta, avanzata da molte parti, di vendere i giornali anche nei supermercati e in altri locali pubblici. Una preoccupazione, dal punto di vista degli edicolanti, per ora abbastanza remota. Ma questa, come altre, sono state le impressioni di questo giro nelle edicole della zona dove abbiamo trovato sempre molta gentilezza, anche nei momenti di diffidenza verso questa nostra iniziativa che vuole dare anche un po' di pubblicità a questi esercizi. Ma vuole, soprattutto, contribuire a creare dei rapporti sempre migliori fra il cliente e l'edicolante e fare sì che questi non si esauriscano con un semplice "buongiorno" contraccambiato da un "buongiorno e grazie". Non siamo sicuri di esserci riusciti, ma anche se così fosse stato solo per pochi casi, un risultato anche minimo è stato pur sempre raggiunto.
Edicola Benedetta Maria Agnoletto, Via Bonfadini 217 Edicola Lodi, P.za Artigianato (1111A110 DOMANI) zeita 13)chi sono i rivenditori della nostra zona, come parlano dei loro problemi e delle loro soddisfazioni. Quasi tutti sono attivi nei quartieri da diversi anni, mantenendo degli ottimi rapporti con i cittadini.Edicola Candida Algozzino, V.le Ungheria 13 Edicola Sabadini, Via Mecenate 25 Paolo Zucca
Cresce l'importanza dei giornali locali e di zona come strumenti di informazione dell'opinione pubblica
Di stand al Festival provinciale de l'Unità" ce n'erano tanti. Fra questi uno era presente per la prima volta: quello dei giornali di zona. Si tratta di una realtà in notevole sviluppo, sia a Milano che in numerosi comuni della Provincia: già ora escono re-
golarmente una trentina di periodici, altri sorgeranno nei prossimi mesi. Costruire lo stand non è stato semplice. C'era il problema di presentare un'esperienza per molti aspetti nuova e multiforme. Di giornali prodotti dalla "base" ce ne sono
di vario tipo: ci sono ciclostilati di quartiere e di sezione di partito, ci sono i periodici delle amministrazioni locali, i giornali di fabbrica e di categoria, e infine i nostri giornali "aperti"
Che cosa si intende per giornali aperti? Come è stato scritto nella "scheda" di presentazione dello stand, "giornale aperto significa: direttamente legato alla realtà e ai problemi della zona o del paese, aperto al contributo di tutte le forze e dei cittadini democratici, strumento di stimolo e momento reale della partecipazione e della formazione di una coscienza della unità politica della zona del decentramento amministrativo della città o del comune dove il giornale viene venduto"
Esprimere graficamente questi concetti, insieme alla dimostrazione della possibilità concreta di fare un giornale "vero" anche senza la presenza di professionisti pensiamo non fosse facile. Almeno in parte speriamo di esserci riusciti mediante una mostra intitolata "Come nasce un giornale", attraverso la quale sono stati illustrati i vari passaggi che è necessario seguire - dalla riunione della redazione, al menabò, all'impaginazione, alla preparazione del materiale fotografico, alla stampa - per far uscire un giornale.
Non si potevano però dimenticare
Alcuni dei giornali in vendita presso lo stand del Festival
i giornali di fabbrica. come ad esempio IL PORTELLO dell'Alfa Romeo. importantissimi sostegni alla lotta dei lavoratori e reale momento di dibattito e di unità per la classe operaia.
E proprio quest'ultimo aspetto che si è voluto porre in evidenza con la mostra dal titolo "La stampa unitaria dei lavoratori negli anni della divisione, 1948 - 1962". Anni duri, ricchi di battaglie che la classe operaia ha combattuto talvolta uscen-
done sconfitta. più spesso vincitrice. La realizzazione e la proiezione di due audiovisivi. lo svolgimento di due dibattiti sul significato di questo tipo di stampa - locale e di fabbricahanno consentito di sviluppare momenti di confronto e di informazione su questo mezzo di informazione e di formazione dell'opinione pubblica che - ne siamo convinti - è destinato ad accrescere ancor più il proprio ruolo.
Dai quattro ai sette anni è il periodo più interessante.
In questo periodo nasce un modo nuovo di disegnare: dopo la fase dello scarabocchio il bambino si interessa soprattutto a ciò che intende rappresentare, e il primo soggetto è l'uomo (la donna, i bambini, le persone e le "cose" animate che conosce da vicino).
Con un cerchio e due linee verticali scopre il motivo "testa - piedi" e questo atto determina in lui un grande sentimento di SODDISFAZIONE.
Il fatto di avere un rapporto col mondo visivo ha più importanza della qualità": questa esperienza eccitante gli fà sentire la necessità di arricchire le sue capaacità di raffigurazione. Aggiungerà allora le braccia, che vengono di solito attaccate alla testa, altri segni che simboleggiano gli occhi, o altri particolari, con grande varietà di forme per rappresentare sempre lo stesso oggetto.
Questo periodo, fra i cinque e i sette anni, è forse il più interessante nello sviluppo della grafica infantile. Per mezzo della vista e degli altri sensi si realizza una PERCEZIONE che si occupa di tradurre in concetti i simboli rappresentativi.
Molti artisti contemporanei hanno evitato la prospettiva meccanica dello spazio, preferendo disporre gli oggetti in superficie, a due dimen-
sioni: infatti non esiste un modo giusto ed uno sbagliato di riprodurre lo spazio. E il bambino ha un suo concetto dello spazio, a prima vista sembra che "componga" a caso ma in realtà considera ciò che lo circonda come se tutto ruotasse intorno a lui. La dimensione degli oggetti e la natura delle cose che sceglie dal proprio ambiente sono quelle che a suo giudizio lo riguardano in maniera diretta.
Insegnare ai bambini di quest'età una concezione spaziale da adulti potrebbe disturbare la FIDUCIA che il fanciullo ripone nella propria attività creativa. Egli inoltre distingue prima le differenze di forma che non quelle di colore: un uomo potrà essere rosso, blu, verde o giallo, secondo gli stimoli; la selezione dei colori è guidata da profondi motivi psicologici ma le ragioni di fondo della scelta sono esclusivamente individuali, rispondenti alle loro qualità emozionali.
Stimolare la consapevolezza che il fanciullo ha del proprio ambiente con la motivazione artistica è un fatto vitale, importante. E l'adulto deve rendersene conto. Non si può pretendere che il fanciullo compia progressi nel pensare e nel percepire se si innalza una barriera fra adulto e fanciullo. Per entrambi è essenziale la coscienza che l'esperienza artistica è una esperienza importante,
significativa ed avvincente. Essa ci consente non soltanto di comprendere i fanciulli, ma anche di svilupparne le concezioni, utilizzando un programma di educazione artistica che porti alla maturazione delle caratteristiche. della flessibilità, della originalità del pensiero immaginativo, offrendo al fanciullo la possibilità di ricercare, scoprire, sbagliare, di provare sentimenti di paura e di ostilità, di amore e di gioia. Egli dovrebbe avere la possibilità di vivere tutte queste esperienze da sè e per sè, in relazione alla propria personalità di individuo che può e deve pensare da sè.
Per sviluppare il senso della libertà espressiva, un pennello di setola, un po' di tempera piuttosto densa e un gran foglio di carta leggermente assorbente, costituiscono i migliori materiali per quest'età (pastelli compresi). La creta poi è un ottimo materiale tridimensionale, sia per sottrazione che per addizione. Ricordiamo inoltre i materiali da "collage" e da manipolazione, ma sconsigliamo decisamente stampi e decalcomanie, decorazioni stereotipate da ritagliare in occasioni di festività o comunque l'uso di materiali estranei agli interessi e ai mezzi espressivi di questa età.
Gigi Valsecchi
Completamento dell'elenco degli esercizi della zona di pubblico interesse.
Edicola Lodi, Piazza Artigianato Pneumatici Rosiello, Via Facchinetti 2, tel. 743595
Colorificio Bovio, Via Facchinetti 2, tel. 716461
Panetteria Damiani, Via Facchinetti 2, tel. 711329
Polleria-Pescivendolo Brivio. Via Facchinetti 2, tel. 7383641
Macelleria Zappella, Via Facchinetti 2, tel. 726528
Frutta-Verdura Nobile, Via Facchinetti 2, tel. 730294
Salumeria "Bazar alimentare" Cali, Via Facchinetti 2, tel. 7382998
Merceria Abbigliamento Irene, Via Facchinetti 2, tel. 7386595
Latteria Bisestri, Via Facchinetti 2, tel. 718146
Cooperativa Ponte Lambro, via Bonfadini 260
Associazione Nazionale Combattenti e Reduci (Sezione Ponte LambroMorsenchio - Peschiera Borromeo) - Via Bonfadini 257 - Tel. 501681.
Corsi teorici collettivi e individuali (mattino - pomeriggio - sera)
AUTOCARRO E AUTOBUS PROPRI
V.le Ungheria, 24 Tel. 505281
SU RICHIESTA DEI LAVORATORI DELLA DITTA "SOGARO"
Scoperte in alcuni reparti condizioni pericolose per la salute dei dipendenti
Il 13 luglio su richiesta del Consiglio di Fabbrica della tipografia "Sogaro" con sede in viale Forlanini 65, il servizio di Medicina Preventiva per gli Ambienti di Lavoro (S.M.A.L.) della nostra zona ha compiuto un sopralluogo per effettuare alcuni accertamenti all'interno dell'azienda. In base ai dati forniti, risulta che effettivamente in alcuni settori sussistono condizioni tali da minacciare la salute dei lavoratori.
Sono stati compiuti rilevamenti sul microclima e sull'ambiente oltre a misurazioni riguardanti la rumorosità dei macchinari per la stampa, che hanno posto in evidenza alcuni problemi. Il reparto composizione, dove facilmente si entra in contatto con polvere contenente piombo, (un metallo particolarmente tossico) è risultato pericoloso per coloro che vi lavorano. La mancanza di una adeguata pulizia e la presenza di correnti di aria che concorrono a disperdere nell'ambiente questo metallo, ne favoriscono l'assorbimento sia per contatto diretto che per via inalatoria.
È stata inoltre rilevata la mancanza di un adeguato sistema di aspirazione per il ricambio dell'aria in alcuni settori, come quello in cui avviene il caricamento degli inchiostri
ambientale e le condizioni di lavoro. La sua attività rappresenta il risultato delle lotte e delle esperienze maturate nel movimento sindacale attraverso una crescente attenzione ai problemi dalla salute e al rifiuto della monetizzazione dei rischi da lavoro. I compiti affidati a questo organismo si inseriscono in un discorso più generale che riguarda la riforma dell'intero sistema sanitario. Essso si propone di cogliere alle radici, per eliminarle, le cause che stanno alla base dell'insorgenza di malattie, svolgendo quindi una funzione di medicina preventiva. È noto infatti come siano in aumento le malattie legate al deterioramento delle condizioni di vita e di lavoro, e quanto siano frequenti gli infortuni nelle aziende. É chiaro inoltre come non sia possibile disgiungere i problemi della fabbrica dall'ambiente esterno. vista la capacità di essa di diffondere la sua nocività anche nelle zone circostanti.
Durante questi anni si sono però sovrapposte serie difficoltà e numerosi ostacoli all'azione degli S.M.A.L., difficoltà non solo di carattere finanziario e organizzativo (carenza di personale), ma che riguardano anche i rapporti con le altre unità sani-
(F.N.L.A.V. - CGIL Federazione Nazionale Lavoratori Arti Visive - Via Solferino, 3 - Tel. 878845.
Nell'attuale quadro sociopolitico questo sindacato è collocato in una prospettiva in cui le forze della cultura possono identificare, nel campo scientifico delle arti visive, un loro ruolo originale per la trasformazione della società; con nuovi sbocchi occupazionali sia in relazione alla riforma delle Accademie di belle arti, dell'Università e della media secondaria superiore, sia verso nuovi orientamenti della committenza pubblica.
Esiste infatti dal 1949 una legge. nota come "legge del 2 x 100", che prevede appunto la committenza pubblica, riservando il 2% della spesa totale per la costruzione (scuola, ospedale. edifici della pubblica amministrazione ecc.) mediante appositi concorsi per spese di abbellimento, acquisti di opere d'arte, decorazioni pittoriche e plastiche. É la più importante regolamentazione della committenza pubblica: molto contestata e discussa da decenni, perchè malamente applicata o ignorata dai piani di progettazione.
Fra gli obiettivi di lotta emerge dunque un'ipotesi di trasformazione di questa legge, come è necessaria una nuova funzione dei grandi Enti Espositivi: il decentramento e le attrezzature delle grandi aree depresse (periferie-province-mezzogiorno); l'uso democratico della stampa e dell'informazione, legate al settore; rapporti. proposte e iniziative di lavoro per il rafforzamento dell'unità con gli altri sindacati confederali impegnati per il superamento del distacco esistente fra categorie. strutture decentrate e territorio. Nella sua analisi dolorosamente critica e apocalittica, Pasolini am-
Può sembrare strano, ma, a differenza di altre discipline, lo studio degli scacchi inizia dalla fine e non dal principio.
moniva, durante un dibattito a Milano (Estate 1974):
"È in corso nel nostro paese (...) una sostituzione di valori e di modelli, sulla quale hanno avuto gran peso i mezzi di comunicazione di massa e in primo luogo la televisione. Con questo non sostengo affatto che tali mezzi siano in sè negativi: sono anzi d'accordo che potrebbero costituire un grande strumento di progresso culturale; ma finora sono stati, così come li hanno usati; un mezzo di spaventoso regresso, di sviluppo appunto senza progresso, di GENOCIDIO CULTURALE per due terzi almeno degli italiani."
È chiaro dunque che di fronte a un tema tanto inquietante l'urgenza sociale di un nuovo ruolo della cultura diventa un motivo di lotta ideale per tutti, per superare quella crisi di valori che Pasolini paragonava a quella della Germania del '20, dove il consumismo aprì la strada al nazismo. ' Ma se accanto ad essa e all'angoscia che la produce. non vi fosse in me anche un elemento di ottimismo, il pensiero cioè che esiste la possibilità di lottare contro tutto questo, semplicemente non sarei qui, tra voi, a parlare."
Contro ogni tendenza alla disgregazione i rappresentanti dell'associazionismo e gli operatori dei vari settori culturali devono dare un contributo unitario alla crescita di nuove e pressanti domande di cultura e di partecipazione creativa della popolazione, con un apporto critico e non burocratico degli intellettuali alle organizzazioni dei lavoratori e agli organismi del decentramento democratico.
La nostra zona ha un'altro strumento d'informazione locale: si tratta de "il foglio zona 13" uscito, in numero unico in attesa di autorizzazione, nel mese di settembre. Auguriamo a questo ulteriore mezzo di decentramento un proficuo lavoro nel comune impegno per un'informazione democratica di base.
Il 29 e 30 Ottobre presso la propria sede di via Mecenate 25, il Circolo Culturale 5 Giornate, in collaborazione con l'oreficeria Miceli e Zollet organizza una mostra di minerali nazionali ed esteri.
I signori Miceli e Zollet daranno alla presentazione un carattere didattico e di stimolo alla conoscenza ed alla ricerca dei minerali.
Verranno inoltre presentati lavori artistici artigianali eseguiti su materiali diversi.
La mostra è aperta al mattino dalle ore 10 alle ore 12; nel pomeriggio dalle ore 16 alle ore 19.
L'ingresso è libero e gratuito.
Alla fine di luglio si è tenuto il Corso CAPAC per gastronomi organizzato dalla Camera di Commercio di Milano. Su 60 concorrenti il primo posto è stato vinto dalla Salumeria Pessina e Alzati di via Mecenate 25 (di fianco al Circolo ARCI 5 Giornate).
I complimenti più vivi da parte della redazione di "Milano domani"... e buon appetito ai clienti!
Td6-d3 ; Tf7
e il lavaggio delle lastre con solventi, di cui fra l'altro non è ben precisata la composizione chimica, che già hanno provocato irritazioni cutanee e disturbi alle vie respiratorie. Anche nel reparto fotolito, dove avviene lo sviluppo, vengono usate sostanze tossiche e quindi sussiste lo stesso problema.
La relazione presentata dallo
S.M.A.L. oltre a riportare altri dati sui numerosi controlli effettuati, si conclude con una serie di suggerimenti e proposte utili per superare gli inconvenienti riscontrati.
Non è questa la prima volta che lo
S.M.A.L., in base all'articolo 9 dello Statuto dei Lavoratori, interviene su richiesta delle maestranze di aziende della zona per verificarne lo stato
tarie esistenti e la necessità di destinare alcune strutture per la loro integrazione specialistica. Un discorso più approfondito su questi organismi richiederebbe comunque uno spazio più ampio di quello disponibile, perchè molti sono i problemi che ruotano intorno ad essi.
Per quanto riguarda la zona 13, una zona caratterizzata dalla presenza di numerose aziende di piccole dimensioni (ad esempio in via Mecenate) che sfuggono facilmente ad ogni controllo. sarebbe certamente interessante avere un quadro più completo delle condizioni di lavoro cui sono sottoposti centinaia di operai.
Mimmo C asucciNon è un gioco di parole, ma un paradosso facilmente riscontrabile nella pratica. Spesso e volentieri, per non dire sempre, il principiante che gioca col bianco cerca di battere l'avversario col famoso "MATTO DEL BARBIERE" oppure, se gli riesce, con quello di "LEGAL" ma basta che il nero abbia un po' di pratica in più che il nostro principiante si trova "in panne".
Con l'andar del tempo e con la pratica egli si accorgerà che ha più probabilità di concludere le sue partite in un modo diverso da quello del "BARBIERE" o di "LEGAL", scoprirà così la necessità di studiare i finali e le combinazioni. Lo studio di queste due fasi della partita servono al non esperto per "farsi l'occhio" per
crearsi un "senso scacchistico" e, al non ápiù principiante, come allenamento. La partita che segue è stata giocata da Josè Roul Capablanca il quale divenne campione del mondo studiando i finali e le combinazioni.
e4 ; b6 d4 ; Ab7 Ad3 ; e6 Cf3 ; Cg-e7 Cc3 ; Cg6
0-0 ; c5 Ae3 ; Cxd5
Cxd ; Ac5
Dh5 ; AxC AxA ; 0-0?
Ta-d1 ; Cc6
Ae3 ; c5 Ac4 ; Rh8?
Td6! ; De7 Tf-di ; Ta-d8
Ag5 - f6
DxCg6!! ; hxD
Cd5 - Dc5
Th3 ; Rg8
Cxf6 ! ; Rf8
Th8 ; Re7
Te8 !! ; TxT
Tdxd7 ; Rf8
Txf7 matto
Ed ora disponendo i pezzi nel seguente ordine:
Bianco
Re in e1; T in h1; A in f6; C in e4; C in g5 pedone in h3
Nero: Re in f4; Donna in a4; A in h5; pedone in e3 Vediamo come può il Bianco dare il matto in una sola mossa, facendo attenzione che anche il nero, a sua volta, vince in una sola mossa! La soluzione ve la daremo al prossimo numero Maurizio Anfurio
Un'esperienza nuova per il quartiere: una sezione musicale permanente in via Mecenate, 25 della canzone "impegnata"
Un'insolito esempio di tentativo di coerenza nell'ambiguo mondo
Il 16 giugno scorso a Monlué, in occasione del festival de "l'Unità", era di scena Luigi Grechi cantautore della cosiddetta "scuola romana", della quale fanno parte anche Venditti, De Gregori e Lo Cascio. Abbiamo avuto modo di incontrarlo nuovamente, in quanto abita a Milano, e da qui la nostra intervista.
Prima di riportare il colloquio c'è da dire che l'attività artistica svolta da Grechi è a tempo libero. Infatti egli lavora alla Biblioteca Sormani ed è militante del PCI e dell'ARCI.
Una persona dunque, che pur essendo vicina al mondo dell'arte, non disdegna l'attività sindacale, politica e culturale in genere. Il discorso politico che esce prevalentemente dai testi delle sue canzoni viene ad essere di conseguenza influenzato dalle concrete esperienze vissute nella realtà sociale. Fatto questo abbastanza insolito nell'ambiguo mondo della canzone "impegnata". Con Luigi ci accorgiamo che nón è difficile discorrere sulle tematiche culturali in senso ampio senza cadere nella sterilità. A questo proposito gli chiediamo cosa pensa del decentramento culturale di cui tanto si parla e poco si fa. — "Il decentramento c'è di fatto ma non corrisponde al suo significato politico. I festival del "l'Unità" possono rappresentare un momento di decentramento, ma non credo che un festival possa, dal punto di vista culturale, dire molto nell'ambito di un anno in un paese o in una Zona di Milano. Per un effettivo decentramento culturale a mio parere dovrebbero esistere delle strutture permanenti sovvenzionate da Enti Pubblici dove, con continuità, Zona per Zona, si organizza cultura."
Ci avviciniamo con il discorso al mondo della canzone domandando un parere sulle ambiguità dei cantautori politicamente impegnati a sinistra. — "Questo è un problema che non investe solo i musicisti, bensì tutti i produttori di cultura che tendono a orientarsi a sinistra certe volte proprio per riempirsi le tasche. Questo purtroppo fa parte di un certo conformismo di sinistra dal quale dobbiamo guardarci un po' tutti". Insistiamo sulle incoerenze di certi artysti: "Tuo fratello minore, Francesco De Gregori, anni fa a Milano in un concerto ha subito un processo popolare, durante il quale è stato duramente contestato da migliaia di gio-
vani; cosa puoi dirci obiettivamente su questo episodio?" — "Credo che in quell'occasione non si volesse colpire lui in prima persona, ma piuttctto un meccanismo, un modo di fare musica e di organizzare spettacoli di quel genere; almeno lo spero perché se si voleva colpire Francesco era un obiettivo sbagliato. Infatti De Gregori e Venditti in Italia sono quelli che, tra i musicisti della sinistra ufficiale, hanno fatto più spettacoli gratuiti a beneficio del movimento".
"Quali cantautori ti convincono di più?" — "Stefano Rosso, Gualtiero Bertelli, Giorgio Lo Cascio, che sono tra i meno conosciuti; tra i "mostri sacri" me ne piacciono pochi; a parte mio fratello, Lucio Dalla e Giorgio Gaber senza dubbio hanno qualcosa da dire". "Perché ti convincono?"
— "Hanno un linguaggio abbastanza quotidiano, forse usato in modo paradossale, ma cercano di stupire, diciamo che dialogano".
Passiamo al personale: "Luigi, per te cosa significa svolgere un'attività musicale?" — "Poter parlare, poter comunicare con tanta gente. A volte di me si dice che sono un cantautore impegnato politicamente. lo questa definizione non l'accetto poiché cerco sempre di non ridurre il mio impegno sociale all'attività artistica".
"In Italia musicalmente c'è stata una forte colonizzazione americana, anche tu l'hai subita?" — "Certamente, tutti hanno subito delle influenze dall'esterno; guai a chi le ri-
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fiuta e pretende di fare dell'autarchia culturale: in questo modo ci si cristallizzerebbe". "A quale tipo di musica ti rifai?" — "Alla musica popolare americana, in particolare al folk ed al country".
Concludiamo chiedendo il significato della canzone "Il mio cappotto". Si tratta di un pezzo fondamentale nella produzione artistica di Grechi, tanto da venire da lui proposto all'inizio di ogni suo spettacolo. "In questa canzone ho voluto dire che la libertà consiste nell'impegno, non nell'evasione e la si conquista giorno dopo giorno con la partecipazione, senza fare eroismi, ma ognuno al proprio livello, ognuno al proprio posto".
Felice Fava
Nell'ambito delle iniziative culturali del Circolo ARCI - 5 Giornate la musica, intesa come mezzo di comunicazione popolare, ha sempre avuto il suo spazio. Al fine di collegarci ulteriormente con gli abitanti del quartiere, e di far fronte alle loro esigenze culturali, vi era da tempo il progetto di instaurare nell'ARCI - 5 Giornate una sezione musicale permanente. Oggi, superate le difficoltà finanziarie ed organizzative, siamo in grado di concretizzare i nostri intendimenti. Diciamo subito che non possediamo un grande teatro: del resto la mancanza di adeguate strutture aggreganti per il tempo libero rispecchia la situazione generale della Zona 13. Ospiteremo coloro che saranno interessati alle iniziative musicali ogni SABATO alle ore 21 nella nostra sede, in via Mecenate 25. Nella nostra attività ci occuperemo di tutta la musica escludendo però la produzione di sotto-cultura Inoltre si cercherà di affrontare gli argomenti di cultura musicale senza "fare dell'accademia" e perderci in inutili tecnicismi, ma cercando là semplicità di esposizione e il dibattito aperto. II SABATO musicale, oltre che un momento d'informazione e di crescita culturale alla portata di tutti, dovrà essere un'occasione d'incontro per sviluppare i rapporti umani ed insieme utilizzare più intelligentemente il tempo libero.
Indichiamo i punti essenziali che formeranno l'ossatura dell'attività della sezione musicale permanente.
SERATE DI AUDIZIONE DI MUSICA CLASSICA SERATE DI AUDIZIONE DI MUSI-
CA POPOLARE E JAZZ
In queste occasioni ci sarà la presentazione di un programma definito, che non si esaurirà in una sola sera. Per rendere più viva e stimolante la serata si ascolteranno interviste e ci si potrà avvalere della collaborazione di persone più qualificate.
SERATE—INCONTRO CON LA PARTECIPAZIONE DI MUSICISTI
In queste serate interverranno musicisti dilettanti e professionisti (anche della nostra Zona) per presentare la loro produzione musicale e dibattere con gli interventi.
SERATE SPETTACOLO
Saranno esclusivamente dedicate alla proiezione di films odi materiale inerente alla musica.
SERATE DI LIBERA AUDIZIONE
Queste serate verranno utilizzate per l'ascolto non preordinato e serviranno anche per raccogliere nuove proposte da parte di chi vorrà intervenire. Inoltre si formuleranno i programmi per l'attività futura della sezione musicale con la collaborazione di coloro che sono più interessati. L'attività della sezione musicale permanente inizia SABATO 15 OTTOBRE. I sabati di questo mese saranno dedicati all'organizzazione per puntualizzare i programmi futuri insieme a coloro che vorranno intervenire.
SABATO 5 NOVEMBRE inizieranno le audizioni.
Per avere maggiori informazioni ci si può rivolgere direttamente a LUIGI ANFURIO (tel. 736715, ore pasti) per la musica classica ed a RICCARDO CIVARDI (tel. 725502, ore pasti) per la musica popolare.
AL 726601
(1411.t1401:0011A#D II zona 13 lo
Dal 1955 Valsecchi fa mostre personali e collettive e fin dai primi numeri collabora al nostro giornale occupandosi, oltre che di problemi artistici, delle esperienze creative nella scuola avendo rapporti d'insegnamento ininterrotto da molti anni.
Questa volta però ci vogliamo interessare di un'attività alternativa al mondo delle gallerie e delle rassegne consuete: quella dei suoi frequenti interventi (individuali come pittore e collettivi come animatore) nei quartieri, nei centri sociali e nei festival. Si tratta di un'esperienza di comunicazione nel sociale, al servizio di un'insolita committenza che spesso esige la rapidità di un "pronto intervento".
Lavorando al fianco di altri "costruttori" volontari, Valsecchi sostiene che in fondo la sua è una posizione privilegiata: facendo cartelloni e collaborando a "murales" si è costretti a un'esercitazione immediata
i suoi ragazzi del "G.G.V." (Gruppo di Gioco Visivo) della Biblioteca Civica di Peschiera Borromeo. Sul tema comune dei "2500 scomparsi in Cile" il gruppo ha eseguito una grande composizione murale per la "Mostra incessante sul Cile" patrocinata dalla Camera del Lavoro di Milano e organizzata dalla FNLAV-
C.G.I.L., accanto ai compagni cileni della "Brigada Neruda", con Fossali e altri gruppi di artisti e scolaresche. Successivamente, con lo stesso gruppo e la partecipazione del pittore Sandro Scagliotti, attivo nel C.U.Z. della Zona 11, è nato il "Murale" per chiedere al Comune lo spazio verde attorno al VII' I.T.C. di via M ezzofanti, in una giornata di intervento collettivo e di manifestazione. Contemporaneamente ha dipinto "cartelloni" al Festival dell'Unità" di Monluè, numerosi maxi - ritratti evocativi di personaggi storici, da Marx a Lenin, Engels (un "Labriola" per la sezione del P.C.I. dell'Aeroporto), inserendo queste significative "presenze" emergenti tra la folla dei frequentatori sulle finestre della Cascina Monluè. (Anche Tino Vaglieri ha eseguito un "Discorso di Togliatti", mentre Gino Fossali ha rappresentato la "Pasionaria plaudente").
In giugno: "Gli artisti per la città", intervento del Sindacato Artisti a Pavia: Valsecchi esegue sei pannelli (m. 2 x 2) per un'Allegoria biografica di Gramsci", esposti in Piazza della Minerva.
Volpedo. L'idea è venuta ai ragazzi della F.G.C.I. locale, che chiamano quell'opera 900", dal film di Bertolucci. Dice Valsecchi: “Avrei dovuto usare il proiettore fotografico, ma non volevo fare una rigida riproduzione: ne ho approfittato per fare uno studio a mano libera, "ad occhio", rileggendo attentamente pezzo per pezzo soprattutto certi particolari più lontani che compongono la folla nella prospettiva dell'originale del Pelizza. Certi giovani contadini ripetono con la mano sulla fronte il
gesto di ripararsi gli occhi dal sole. Il sole nascente o al meriggio è sempre stato il simbolo ricorrente, il soggetto dominante nella sua ricerca sull'uomo futuro. Scriveva Pelizza nel 1895: "...Tento la pittura sociale... La mia aspirazione all'equità mi ha fatto ideare una massa di popolo, di lavoratori della terra, i quali, intelligenti, forti, robusti, uniti, s'avanzano come fiumana travolgente ogni ostacolo". - Oggi questo famoso dipinto è considerato il più grande manifesto che il proletariato italiano
\*,\',Nk
possa vantare fra l'Otto e il Novecento". Ridipingerlo "alla brava" interpretandone con umiltà alcuni aspetti significa "portare" alla gente di un festival di campagna una "citazione' utile, un invito a riflettere sul messaggio di Pelizza, che morì suicida, cinque anni dopo la sua realizzazione. Questi "teleri" di Valsecchi hanno 'tenuto" sotto la pioggia e i nubifragi di quei giorni: ma erano fatti per la strada, non per un museo. Gianni Trimarchi
delle proprie capacità espressive, e si ha la soddisfazione di rompere l'isolamento consueto, lavorando finalmente alla pari per un interlocutore comune. "Discutere insieme sull'efficacia di un'immagine nata da uno slogan. avere dagli altri "non addetti ai lavori" suggerimenti, obiezioni o approvazioni, è una situazione che ti fa' sentire chiaramente utile, lontano dai dubbi e dalle convenzioni "critiche" in cui un pittore è costretto lavorando da solitario."
Alla "Rotonda di via Besana" nel giugno scorso, Valsecchi ha portato
In luglio: è a Millesimo, ospite dello scultore Bruno, per dipingere la Val Bormida, sopra Savona. Ma per quindici giorni si dedica soprattutto a un grande pannello su iuta, di m. 5,60 x 2 : Attualità di Gramsci", per l'imminente Festival locale dell'Unità.
Infine in agosto: a Castel Arquato, dove da vari anni Valsecchi ha il suo atelier, punto ottimale di lavoro anche per alcuni suoi ex professori di Brera come Gino Moro e Bertucci. Anche quì è impegnato nella produzione di tutti i pannelli per il locale Festival dell'Unità. Viene prodotta una copia formato naturale del "QUARTO STATO" di Polizza da
fronte austriaco.
ACCADDE IN OTTOBRE
Fatti e notizie di altri tempi
13.10.1874 - "NON EXPEDIT" di Pio IX. Proibizione ai cattolici di partecipare alla vita politica
19.10.1878 - Germania - Leggi eccezionali contro i socialisti.
22.10.1894 - Italia - Legge contro la "sovversione sociale". Sciolte le associazioni operaie.
26.10.1905 - Costituzione del soviet dei deputati operai a Pietroburgo.
1.10.1911 - Guerra italo-turca.
26.10.1917 - Sconfitta dell'Italia a Caporetto. Ritirata fino al Piave.
29.10 1917 - Il Comitato centrale dei bolscevichi delibera l'insurrezione.
30.10.1918 - Battaglia di Vittorio Veneto. Crollo del
Grafica - Pittura - Scultura
Mostra d'arte: "IPOTESI NARRATIVE"
Gino FOSSALI
Loredana RODRIGUEZ
Alfeo STANGA Gigi VALSECCHI espongono al CENTRO D'ARTE SINTESI via Pinturicchio 9 - Tel. 279971 dal io al 22.novembre.
Tutti i cittadini della zona 13 sono invitati
28.10.1922 - "Marcia su Roma" e avvento fascista in Italia.
24.10.1929 - Crollo della Borsa di New York. Inizia la grande crisi economica.
16.10.1934 - "Lunga marcia" dell'armata rossa in Cina.
3.10.1935 - Aggressione italiana all'Etiopia
13.10.1943 - L'Italia dichiara guerra alla Germania
9.10.1944 - Repubblica partigiana dell'Ossola.
20.10.1945 - Processo di Norimberga contro i criminali nazisti.
11.10.1949 - Proclamazione della Repubblica Democratica Tedesca.
4.10.1957 - Primi satelliti terrestri lanciati dall'URSS.
28.10.1958 - Pontificato di Giovanni XXIII.
11.10.1962 - Concilio Vaticano II.
8.10.1967 - Bolivia - Cattura e uccisione di Che G uevara.
Lire 100 a parola /tel. ore 20 al 726601)
CERCO BOX nel quartiere Forlanini. Telefonare ore 20 al 711505.
LA LEGA FLM della zona 13 cerca un locale da adibire a sede sindacale per il coordinamento delle fabbriche della zona. Per comunicazioni telefonare alla FLM della zona Lambrate: 2150585 - 217205.
VENDO LIBRI nuovi per ragazzi (romanzi e racconti) a L. 2000 il volume. Telefonare ore 19 al 711505. Chiedere di Giovanna.
ACQUISTIAMO vecchie foto o negativi che si riferiscano alla nostra zona perchè possano essere pubblicate su "Milano Domani". Telefonare ore 20.30 al 726601.
Riconoscere, come ormai è d'uso, che la "morte" di Hollywood sia stata morte apparente e che le cosiddette "majors" (Paramount, Metro, Fox, Warner, RKO, Columbia, ecc.) abbiano raggiunto vertici di inimmaginabile strapotere economico e quindi culturale - in quanto produttrici di cultura - è un fatto ineluttabile. A questo proposito basti riflettere sul fatto che la Paramount è ormai ne più ne meno che una filiale della Gulf and Western Industries e che interventi nelle proprietà delle "majors" sono stati effettuati da molte tra le più grosse multinazionali americane tra cui la General Electric.
Altrettanto inevitabile è quindi riconoscere che la forza del meccanismo holliwoodiano è tale da garantire non solo un'enorme potenzialità culturale di sostegno a qualsiasi tipo di scelta che il capitale americano debba fare, ma anche una capacità d'"invasione" all'estero che supera di molto la metà del mercato mondiale. Cinematografie nuove, ma anche cinematografie ormai affermate come quella italiana, devono quindi continuamente fare i loro conti di sopravvivenza e di superamento dei momenti critici con il cinema USA, per difendersi in qualche modo dalla disinvolta varietà di proposte che quest'ultimo può permettersi di fare.
E comunque in questo contesto che negli ultimi anni alcuni registi nord-americani (Rafelson, Cassavetes e e ovviamente Altman) si pongono al centro dell'attenzione non solo degli spettatori americani ma anche della critica e del pubblico europeo. Questo grazie alla loro sorprendente e intelligente fuoriu-
scita dagli schemi più vieti e tradizionali e al confezionamento di una serie di prodotti che, oltre a innumerevoli pregi formali e linguistici, scavano impietosamente in alcuni tra i più irrisolti nodi della società americana, demolendone i falsi miti e le virtù eterne.
Robert Altman, di questa generazione di autori (cinematografica non cronologica), è l'esempio più interessante, non solo per la grossa validità estetico-culturale dei suoi films, ma anche come emblema delle difficoltà che si possono incontrare ancora oggi ad Hollywood al momento della ricerca dei finanziamenti, se non viene presupposto un supino allineamento alle direttive dei 'produttori o un grosso successo di cassetta (a titolo di esempio valga l'incredibile taglio di ben 20 minuti, operato da quel "trafficante" di pellicole che è De Laurentis su "Buffalo Bill e gli indiani"). È quindi grazie all'enorme successo internazionale di M.A.S.H. che Altman può continuare il suo lavoro (superando anche l'ostilità politica dei suoi finanziatori) nei termini a lui cari di una revisione ironicocritica della storia e della società americana, nell'applicazione di un linguaggio che caratterizza i suoi films in modo inconfondibile.
Tre sono gli aspetti originali fondamentali del cinema altmaniano:
1. L'uso e la rivisitazione critica dei -generi", tipici del cinema americano fin quasi dalla sua nascita; scorrendo la sua filmografia si scopre il musical, il western, il giallo, ecc., ma questo passaggio attraverso il "genere" è denso di significati
ribaltanti, sia perchè intinto di sottintesi satirici o iconoclasti, sia perchè il suo fine ultimo è il superamento stesso dergenere" da cui prende le mosse, in quanto la lettura del film conduce inesorabilmente ad una visione della realtà radicalmente 'diversa da quella proposta dal filone. Altman usa quindi il "genere" per negare la validità imperitura, per criticarne la convenzionalità, per disprezzarne i contenuti sovente reazionari e, in positivo, per giungere a una concezione più avanzata della realtà sociale complessiva.
Tale globalità rende necessario l'uso di un linguaggio profondamente originale e innovatore che giustamente è stato definito "totale". Altman crea il caos con un montaggio dai tempi imprevedibili, con suoni e rumori disordinati, con la musica protagonista, con i discorsi che si accavallano (a volte i personaggi sullo schermo parlano contemporaneamente), con una velocità di accadimenti che - ben lungi dal disorientare - propone una massa di impulsi riflessivi sui caratteri dei personaggi, sui conflitti psicologici, sulle nevrosi dei protagonisti, in sincronia con il loro reale vivere quotidiano.
Nell'apparente ma generalizzante confusione del narrare crollano alcune tra le più ingenue tranquillità dell'americano medio, si smentiscono i dettami classici delramerican way of life", soggiaciono al perfido sarcasmo dissacratorio, i più tradizionali miti della storia e
nulla viene perdonato alle schizofrenie sociali dovute proprio allo smarrimento degli antichi ideali. Perfetto contrappunto all'epopea roosveltiana "Gang", ad esempio, si pone, attraverso il genere poliziesco, come approccio critico ad uno dei periodi storici più enfatizzati dal potere (la ripresa dopo il '29). Anche la colonna sonora (la radio trasmette continuamente annunci pubblicitari) sottolinea con intelligenza le contraddizioni più palesi delle prime forme di consumismo esasperato e dei primi indirizzi di industrializzazione massiccia. Cosi "California poker" vuole ancora richiamare - attraverso la metafora del gioco delle carte - l'attenzione sui pericoli che si corrono allorquando si accettano ingenuamente le regole dell'avversario (il capitale), con la speranza di batterne i trucchi e le insidie conquistando i vertici della scalata (la vincita clamorosa). Ma in questo tipo di gioco si esce sempre sconfitti e solo la coscienza della reale situazione di classe può permettere di scoprire le carte false. Non è solo il mito del cacciatore d'indiani che viene ridicolizzato e detronizzato nel "Buffalo Bill e gli indiani", ma è il culto della grande conquista che viene smascherato nella sua reale fisionomia di espansione imperialista. È la denuncia delle sanguinose premesse alla grandiosa civiltà, è la tragedia del popolo pellerossa sconfitto, umiliato e sfruttato fino ad essere utilizzato in un redditizio spettacolo in cui rappresenta se stesso.
Infine è l'anima recondita, reale e
vitale della nazione - in occasione del suo bicentenario - che Altman ci propone nel più importante dei suoi films: "Nashville". La validità espressiva del suo metodo raggiunge, in questa grande affascinante sagra della musica country, il massimo livello. L'intreccio magico dei suoni, musica, colori. avvenimenti e rapide connotazioni psicologiche sembra riuscire a comunicarci l'essenza spirituale stessa della nazione americana, la sua nevrotica sopravvivenza, la sua frenesia, e - come nota giustamente Mino Argentieri - la sua "schizofrenia dello spettacolo, unica eredità del crollo dell'American way of life".
Tra le colonne di una incredibile scenografia gli americani cantano la loro fiducia-sfiducia, ma la musica non copre le cannonate della guerra in Vietnam, non copre le scelte reazionarie di Nixon, non copre lo sfacciato qualunquismo di un mediocre candidato alla presidenza. che attraversa con il suo camioncino pubblicitario tutto il film.
Con la sparatoria di Nashville-Dallas e il copioso sangue versato, Altman non lascia presagire giorni spensierati per una nazione che ancora non ha definito le sue nuove mete. Difficile per gli stranieri (nel film la giornalista inglese) trovare delle logiche conclusioni alle informazioni raccolte e alle esperienze vissute, ma altrettanto difficile per gli americani che si specchiano nel marasma canoro di Nashville. evitare di riflettere su se stessi e sul loro futuro.
Pier Paolo BindaRiceviamo dalla Compagnia Stabile del Teatro Milanese la richiesta di pubblicare l'annuncio che segue e volentieri lo facciamo.
Ho molti anni, quasi 80, e sento il dovere di lasciare il mio testamento ad eventuali esseri coscienti di questo o altri pianeti: è più probabile ad esseri di altre galassie, perchè EGO è ormai sull'orlo della distruzione.
Ciò è in gran parte dovuto alla colpa nostra, di noi scienziati, o meglio, del nostro presuntuoso individualismo, che osa considerarsi una virtù e, in pari tempo, ci fa prostituire, mentre la nostra coscienza finge di non accorgersene, ai peggiori nemici della nostra specie, nota come IANTINAMU. Tali individui dicono di essere degli adoratori del Creatore della galassia di ORANED, e bisogna riconoscere che in gran parte lo sono proprio.
Gestiscono grandi imprese e ci assicurano di aver un gran bisogno del nostro genio per riuscire a perfezionare sempre più gli impianti e creare, con nuove invenzioni ineffabili, portenti scientifici per il bene dell'ANTINAMU di EGO, per il loro benessere, la loro salute, il loro tempo libero, i loro consumi.
Come potevamo resistere, come non essere pienamente convinti che il nostro intelletto isolato si sarebbe redento dal proprio individualismo accettando le proposte dei gestori delle grandi imprese di EGO???
È vero, d'accordo, che si trattava d'inventare un po' di tutto, vale a dire anche qualche armicina (il PLANAM, le BOMBAC, ecc., ecc., ecc., ecc.). ma lo si faceva ai fini della pace. considerando tali armi come DETERRENTI: poichè occore sapere che sul nostro pianeta non stavamo, nè stiamo, andando completamente in armonia (e forse neppure parzialmente). Siamo divisi in 2, che forse sono 3 o 4 grandi blocchi di nazioni, ognuno dei quali è perfettamente convinto che il proprio sistema non ha difetti, essendo del tutto superiore all'altro (o agli altri, se si
considera anche l'ANIC, nazione immensa, in cui il sistema pur dovrebbe in teoria coincidere o quasi con quello dell'ASSIUR).
Nel giro di poco più di 1 LOCESE (o secolo), dopo 2 guerre immani, con 173.123.456 MINUOI morti, 98 7.654.321 città distrutte, fra cui ROSHIMAHI e KISANAGA (queste ultime 2 con bombe un po' speciali, adoperate dal più democratico dei 3 o 4 ineffabili sistemi) ed inoltre, pure, morti 1.234.567.890 ILAMANI, assai più intelligenti e virtuosi dei MINUOI, anche se non hanno la parola... ebbene: abbiamo avuto 50 anni di "pace", con le fabbricazioni detteVi al principio, che hanno pian pianino avvelenato i mari, i suoli ed i monti del nostro pianeta.
Fra poco, entro 30 anni, EGO, anche se non vi scoppiasse una terza guerra immane, che sarebbe assai peggiore, è tutto dire, alle due precedenti insieme. morremo tutti avvelenati e la colpa maggiore sarà innanzi tutto degli scienziati che si sono prostituiti ai gerenti, me compreso, per adorare la stella OTTIFORP, in nome d'un individualismo travestito da filantropica.
In una riga vi ho detto che stiamo distruggendo i nostri mari, suoli e monti. le nostre città: ma la cosa più incredibile è che il 99,999.999% dei MINUOI non se ne danno minimamente per inteso e continuano impassibili a rinchiudersi nei loro scatolini a 4 ruote, mentre il più deficiente degli INAMALI ha già capito tutto da un pezzo e cerca di sfuggire a rotta di collo da noi MINUOI, per quanto possibile.
Che vuoi dire tutto ciò? Che quando una specie vivente non solo non si dimostra all'altezza del compito affidatole, ma dimostra di essere non si sa se più imbecille o più malvagia, MADRE NATURA si affretta a far le cose in modo che tale vergo-
gnosa specie si elimini da sè. Eventuale lettore (proveniente o meno da un altro pianeta) di questo mio testamento, perdona il male che ho fatto alla mia specie nella qualità di scienziato individualista e prostituito, sia pure inconsciamente, e, soprattutto, che questo scritto ti serva (se non lo saprai già) che è da mentecatti rinchiudersi in miliardi di MINUOI, ciascuno nel suo carrettino a 4 ruote, funzionante con una sostanza assai velenosa, il LIOROPETZINABEN. che in meno di un secolo ha reso pressochè irrespirabile la nostra atmosfera: e questo lo fanno miliardi appunto di MINUOI con miliardi di carrettini irrespirabili. È pure da mentecatti costruire fabbriche che distruggono molto più di quanto non costruiscano: e ciò avviene puntualmente da noi; tagliare un numero immenso di alberi (con conseguenti alluvioni), inquinare quasi
completamente gli OCEANI con tutto ciò che ho detto sopra e soprattutto con l'ORO NERO (il lioropet), simbolo sacro del dio ARANED. come pure di OTTIFORP.
Se quanto detto in queste mie brevi memorie sarà servito a far progredire in senso serio, e non tragicomico come il nostro, un altro pianeta, il mio spirito, se sopravviverà al mio prossimo decesso, ne proverà ineffabile gaudio. Ma, quand'anche il mio SPIRITO INDIVIDUALE non dovesse sopravvivere INDIVIDUALMENTE - come è probabileil gaudio lo provo tutto ora, parimenti ineffabile e forse più, perchè so di aver fatto - FINALMENTE - il mio dovere di UOMO... e non quello di scienziato.
Rinaldo Buccianti
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(fantascienza
Le memorie di uno scienziato del pianeta EGO, satellite della stella OTTIFORP, nella galassia di ORANED
Gent.mo Signor Direttore, Dalla mancata pubblicazione, nell'inserto del numero di Settembre di Milano domani, "Informatutto Zona 13", dei negozi situati in Via Facchinetti 2, (Bar Enzo; Colorificio Bovio; Pneumatici Rosiello; Panetteria Damiani; Polleria - Pescheria Brivio; Macelleria Zappella; Fruttivendolo Nobile; Salumeria "Bazar - Alimentare" Cali; Abbigliamento Irene; Latteria Bisestri) abbiamo una dimostrazione lampante che questi negozianti vengono ignorati. Perchè?
giungere infine davanti ai negozi.
Tutto questo può far comprendere quanti clienti si perdono strada facendo. É per questo che domandiamo se la farsa continua ancora, circa l'apertura del passaggio, oppure il capitolo è giunto alla fine.
2 - Avevamo fatto una petizione perchè venissero posti degli alberi frontalmente ai negozi per proteggerli dal sole che, in estate, batte dalle ore 12 alle ore 20 creando enorme danno. Si dirà: ci sono le tende. Bene, però esse non possono essere abbassate oltre un certo livello, stabilito dalle leggi, per cui il sole, ad una certa ora penetra nei negozi ugualmente. Quando poi c'è il vento forte che non consente di abbassarle? Allora si tengono chiuse le saracinesche! E possibile che non vi sia nessuno che si prenda a cuore queste faccende e dia una mano a questi negozianti? Siamo cittadini del quartiere come gli altri, paghiamo le tasse, magari più degli altri, e votiamo come gli altri. Grazie Vichi (lettera firmata)
1 - Il Consiglio di zona anni fa aveva avuto una richiesta per l'apertura di uno svincolo allo scopo di far accedere nell'imbuto di Via Facchinetti i mezzi dei fornitori e soprattutto dei clienti i quali per giungere a noi debbono (provenendo da Viale Corsica), a) girare lungo il Viale Forlanini, girare in Via Bellosio, percorrere in senso inverso Via Facchinetti e giungere davanti ai negozi - b) sempre provenendo da Viale Corsica: girare in Via Marco Bruto, fare la rotonda di Piazza Ovidio, entrare ancora in Marco Bruto e Buon inizio di campionato per quasi tutte le formazioni dell'A.C. Macallesi che anche quest'anno ha garantito la presenza di ben nove squadre aumentando in particolare l'impegno per il torneo regionale allievi, dove sono in lizza anche le formazioni giovanili delle grandi squadre. Un torneo ad alto livello in cui la formazione biancoceleste, ha la possibilità di ben figurare. Durante l'estate gli appassionati sostenitori e i dirigenti della sportiva hanno curato in modo esemplare il campo, che almeno fino all'arrivo della brutta stagione dovrebbe mantenersi compatto contribuendo a tenere alta la qualità di gioco delle squadre. A fianco dell'attività dell'A.C. Macallesi, sempre sul campo di viale Ungheria, si sono tenuti in-
contri di calcio femminile che hanno richiamato un buon pubblico (almeno 300 spettatori domenica 2 ottobre) e se sarà possibile, ai primi di novembre dovrebbero disputarsi le finali del "torneo Lombardia" di calcio femminile. Altri incontri di calcio si tengono al sabato mattina per il torneo aziendale: sul campo si alternano di settimana in settimana, la Met. In. e la C.B.S. di via Quintiliano. Una soddisfazione per tifosi. dirigenti e giocatori della società è stata anche la conferma del 19enne
Claudio Ambu, abitante in viale Ungheria 19, che, acquistato dall'Ascoli dopo essere stato cresciuto sui campi di viale Ungheria, ha già disputato due incontri in serie B mettendo a segno tre reti.
Camminando per la zona 13 a caccia di immagini, il nostro fotografo ha scattato questa foto. Alla fortunata "vittima" del suo obiettivo indiscreto "Milano Domani" offre un mese di notorietà e sei mesi di abbonamento al giornale. I vincitori devono telefonare al 726601 (ore 20 - 20,30) per farsi riconoscere. Chi sarà la fortunata "vittima" del prossimo mese?
La persona fotografata il mese scorso era: Danilo Grilli, via Dalmazia, 10 B.
Come percepiscono il fascismo le ultime generazioni?
In famiglia, a scuola o attraverso fatti "occasionali" di cronaca politica più o meno 'nera" e recente, i giovani apprendono a valutare via via crescendo, per vie dirette o indirette, in dimensioni verosimili o distorte, quell'inequivocabile minaccia che, fra tanti volti e risvolti ha un nome certo: fascismo.
Televisione, cinema, grafica, pubblicità, audiovisivi, tutto concorre a fare "informazione" oggi, sia in positivo che in negativo; e uno strumento efficacissimo, l'immagine, costituisce un forte concentrato informativo ed emotivo. L'immagine, se usata con un fine conoscitivo, è come una rivelazione improvvisa, un modo sintetico per combattere la "complessità" che spesso è solo mistificazione e bugia.
Non a caso uno studioso esperto come Mario De Micheli, scrittore, storico e critico d'arte, che nel '44 ha pagato con l'arresto la sua posizione
di intellettuale antifascista, (militante comunista fin dagli anni che precedono la guerra,) ha saputo ideare e documentare con perizia un volume come questo. che ha interessto molto i giovani e che dovrebbe essere presente in tutte le biblioteche, scolastiche e non, dal titolo: "Contro il fascismo, 50 anni di immagine satirico - politica nel mondo". (Fabbri ed. L. 4000). Da Picasso a Klee, da Otto Dix a Grosz. Heartfield, Kokoschka; da Mafai a M anzù, da Guttuso a Zancanaro. Caruso, Vespignani; da caricaturisti della forza di Galantara e Scalarini a Gropper e Berman: è una folta galleria d'immagini che documenta e giudica, col segno e col colore, l'intera vicenda del fascismo e del nazismo, anche nelle forme in cui tentano di risorgere oggi dalla Germania al Cile.
Attraverso le immagini si scoprono. o meglio si vedono, l'origine economica e politica e le componenti ideologiche o sottoculturali del
fascismo.
"Una radiografia di lettura immediata, evidente e circostanziata,scrive De Micheli nella prefazione.li potere persuasivo dell'immagine è grande: a tale potere, appunto, è affidata la funzione di queste pagine. Come di simile radiografia è facile la lettura, cosi ne dev'essere pronta la diagnosi. E il rimedio."
Una serie di citazioni costituisce il capitolo finale, con una raccolta di commenti e giudizi (da Gramsci a Gobetti, Adorno. Reich...). La "materia" tratta "dal fascismo al neofascismo", la trama delle sue complicità e le ragioni della sua persistenza attuale. Da "Rapporto sulla violenza fascista in Lombardia", 1975, di Lelio Basso: "La violenza fascista è la violenza di una piccola minoranza, che non ha nessun serio legame con le masse popolari, e neppure con la cosiddetta "maggioranza silenziosa", che è poi una minoranza nel paese, come recenti avvenimenti hanno confermato. Si tratta di un
gruppo non numeroso ma pericoloso di giovani, in parte anch'esso prodotto dai disordini e dalle contraddizioni dell'attuale società, in cui istinti aggressivi e sadici vengono sapientemente utilizzati e canalizzati
da gerarchi nostalgici, industriali reazionari, servizi segreti, avventurieri di varia natura, militari con pruriti di "golpe" e simile gente..." g. v.