a pag. 3
EQUO CANONE: prepariamoci alla sua applicazione
La legge sull'equo canone prevede una serie di complicati conteggi per stabilire il "valore locativo" degli immobili ed il canone d'affitto applicabile nei singoli casi specifici.
La legge sull'Equo Canone, già approvata dal Senato, non ha potuto essere approvata in via definitiva dalla Camera, sia a causa dell'ostruzionismo praticato da forze conservatrici, sia a causa dell'interruzione dei lavori
riforma della secondaria superiore a pag. 4
del Parlamento per l'elezione del nuovo presidente delle Repubblica, in seguito alle dimissioni del Sen. Leone, ma si prevede che la sua approvazione possa avvenire entro la fine di luglio.
Si tratta di un provvedimento piuttosto complesso che cercheremo di riassumere per i nostri lettori. Innanzitutto esso si divide in due parti, una fornisce i criteri per calcolare il valore della casa, l'altra ci dice a quale canone una casa di un certo valore può essere affittata.
CALCOLO DEL VALORE LOCATIVO
La legge stabilisce un valore base di L. 250.000 al mq per le case situate nel Centro nord, e di L. 225.000 per quelle del sud e delle isole. A seconda delle caratteristiche dell'abitazione, questo costo di base viene poi moltiplicato per una serie di coefficienti, i quali possono essere superiori a 1 (nel qual caso il costo aumenta) oppure inferiori a 1 (il costo diminuisce). Alla fine di tutte queste moltiplicazioni si ottiene il »valore locati-
I servizi sociali nella nostra zona
Proposte per iniziative culturali e sanitarie nella zona
I bambini raccontano a pag. 8
La zona 19, ricca di edifici scolastici, di impianti sportivi a livello europeo, di verde pubblico, manca di strutture sufficienti ad ospitare alcuni servizi sociosanitari essenziali. Si fa riferimento, ad esempio, al Servizio igiene mentale comunale (SIME), che ha ancora sede in zona 6, ad un servizio ambulatoriale e domiciliare per gli anziani, al servizio psichiatrico dell'Amministrazione provinciale (anche in applicazione della legge che prevede la chiusura degli ospedali psichiatrici), al servizio di medicina pediatrica di base, alla stessa sede del Consiglio di zona. divenuta ormai insufficiente.
Psichiatria nella zona a pag. 9
Ruolo dell'anziano nella società a pag. 9

Il Dipartimento gestioni sociali del Consiglio di zona (Commissioni cultura sport e tempo libero, Educazione e servizi scolastici, Sicurezza sociale igiene sanità ed ecologia) ha approntato una proposta che possiamo definire l'embrione di una rete di servizi socio-sanitari del territorio della Zona 19.
Sì sono individuati spazi nella zona sottoutilizzati o mal utilizzati e si sono formulate proposte per un loro recupero alle esigenze dei cittadini e della zona.
Altro spazio di intervento è stato individuato nella scuola materna di via Betti, attualmente vuota per carenza di utenza, che, secondo la proposta del dipartimento gestioni sociali, potrebbe essere utilizzata per servizi socio-sanitari quali il Servizio igiene mentale, il Servizio psichiatrico provinciale, la seconda sede del Consultorio, l'ambulatorio per gli anziani ed il servizio medicina pediatrica di base.
Sempre per il servizio ambulatoriale per gli anziani potrebbe essere utilizzata, secondo la proposta, anche la palazzina già dell'OMNI ora utilizzata come scuola materna, con calo continuo di utenza, posta in piazzale Segesta. Questa potrebbe funzionare anche come centro per il servizio di assistenza domiciliare agli anziani, trovandosi a ridosso del quartiere popolare di San Siro, dove la percentuale delle persone oltre i 60 anni è molto alta.
del Consiglio di Zona. Altre tre aule verranno divise da pareti per creare spazi adatti ad attività di gruppo per i giovani e per gli anziani, inoltre verrà riattivata l'abitazione del custode, comprendente la guardiola al piano terreno e l'alloggio per lui e la sua famiglia al primo piano. Il costo preventivato è di circa 280 milioni di lire e il Consiglio di Zona, come ha deliberato nel giugno 1977, nominerà ogni anno un consiglio di gestione del cen(segue a pag. 2)
vo» dell'appartamento.
Elenchiamo qui di seguito le caratteristiche prese in considerazione dalla legge:
tipologia: il coefficiente varia da 2 a 0,60 a seconda che la casa sía di lusso, popolare, rurale, ecc. classe demografica dei Comuni: il coefficiente varia da 1,20 (comuni superiori ai 400.000 abitanti) a 0,80 (comuni inferiori ai 10.000 abitanti).
ubicazione: i coefficienti variano da 1,30 a 0,85 a seconda che la casa si trovi nel Centro Storico, in zona semiperiferica, in periferia o in zona rurale.
Livello di piano: se l'appartamento è nel piani intermedi, il costo sin qui calcolato non subisce altre variazioni. Dovrà invece essere moltiplicato per 1,20 se è un attico, per 0,80 se è un seminterrato, per 0.90, se è al pian terreno. vetusta: si applica un coefficiente di riegrado per ogni anno di decorrenza dal 6° anno successivo alla costruzione dell'immobile. Il coefficiente è pari a 1 per i successivi 15 anni, pari a 0,50 per gli ulteriori 30 anni. Ad esempio, una casa costruita 20 anni fa ha un coefficiente di degrado pari a 14: il suo costo verrà quindi diminuito del 14%. stato di conservazione: se lo stato è buono il costo non subisce variazioni, se lo stato è discreto si moltiplica il costo per 0,80, se è scadente per 0,6. Dopo tutti questi calcoli sappiamo quanto costa un metro quadro di abitazione; moltiplicando per la superficie complessiva dell'alloggio (e la legge (segue a pag. 2)
COME HA VOTATO LA ZONA 19
Finanziamento partiti S151,9% NO48,8% Ordine pubblico SI 27,6% NO 73,3%
Estate in collina a pag. 10
Il festival della gioventù a pag. 11
Per prima cosa si è proposto il recupero della rotonda di via Pogatschnig 34, nel giardino antistante la sede del Consiglio di Zona, che con una spesa preventivata di non oltre 11 milioni di lire potrebbe essere ampliata e sistemata come sede della biblioteca, attualmente situata nei locali del Consiglio di zona. Con il recupero del locale attualmente adibito a biblioteca, e con un eventuale ampliamento di 3 - 4 metri sul retro (spesa preventiva sui 18 milioni di lire) il Consiglio di zona potrebbe cosi avere un nuovo salone al piano terreno ed altri uffici al piano superiore anche in vista di un loro eventuale futuro uso come centro sociale e culturale del QT8.
Sempre nel quartiere popolare di San Siro il consiglio di zona attende dall'Istituto autonomo case popolari una risposta circa la destinazione delle docce di via Tracia, attualmente chiuse ed in fase di smantellamento, di cui si richiede il ripristino e la riapertura, magari affidandone la gestione alla Federazione Italiana Pensionati.
Vi è poi il centro comunitario dì Lampugnano, già in fase di ristrutturazione per farne un centro culturale pubblico, in cui non vi saranno più sedi fisse per alcun tipo di organizzazione, come da una precisa scelta del Consiglio di Zona concordata con le forze politiche e sociali di Trenno e del Gallaratese: il centro comprenderà una biblioteca pubblica, un salone adatto a proiezioni cinematografiche, ad attività treatrali, a dibattiti ed eventualmente anche a sedute
Cronache familiari
Interpreti di queste cronache sono sempre gli stessi: mia moglie, 40 anni casalinga; mia figlia 19 anni universitaria; mio figlio 13 anni 3a scuola media; io, 42 anni impiegato; per voi tutti, del Gallaratese e non.
DALLA PRIMAEQUO CANONE: prepariamoci alla sua applicazione spiega anche come si fa a calcolare un balcone, un garage, ecc.) si ottiene il costo dell'intero appartamento.
CALCOLO DEL CANONE
D'AFFITTO
I servizi sociali nella nostra zona
tro, nel quale in un secondo tempo potranno essere allestiti un bar all'interno ed un campo per il gioco delle bocce in giardino, la cui gestione dovrebbe essere affidata ai pensionati del Gallaratese e di Trenno.
"E adesso che l'hanno licenziato, dove lo mandiamo?"
Lo spettro della disoccupazione cala di schianto nel soggiorno per bocca della mia metà - adogni - effetto, interrompendo un'azione di Bettega - quasi - gol. Rilanciata la palla mondiale da fondo campo, recupero la situazione e afferro il concetto: licenziato è il figlio che la scuola media inferiore non ha desiderato trattenere presso di sè rendendolo disponibile per l'avventura ai livelli scolastici superiori.
mancato - n.d.r.) di Paolo Rossi.

"Ci ha ragione lui — interviene l'universitaria — a che serve andare avanti negli studi? Che gli serve la maturità, li diploma o la laurea?
Ad essere iscritto nelle liste speciali dei disoccupati come ragioniere o dottore o ingegnere, cioè"
Forse potrebbe aver ragione lei, visto anche i suoi risultati al primo anno di statale. Penso ai tempi in cui ci battevano per avere il diritto di andare al Liceo e all'Università, allora riservate ai figli dei ricchi.
onnicomprensivo costruito dalla Provincia proprio per andare incontro alle necessità della scuola media superiore riformata ..." "Campa cavallo che l'erba cre- . sce" l'interruzione è della moglie preoccupata dell'avvenire dell'erede maschio fino al punto eli accendere l'ennesima sigaretta dalla parte del filtro.
Il diretto interessato appena nominato puledro scalpita "Insomma l'avete capito che io a scuola ci andrei anche volentieri se non fosse quel casino che è?
Stabilito il valore globale dell'alloggio, la legge ci dice quale è il reddito che spetta di diritto al proprietario che lo cede in affitto. Questo tasso di rendimento è pari a 3,85%. Ossia, moltiplicando il valore locativo per 3,85 e dividendo per 100 si ottiene l'affitto annuo dovuto dall'inquilino. La legge stabilisce, infine, che questo canone si adeguerà al Costo della vita nella misura del 75%, in modo graduale e a partire dal 1980.
Come si vede per stabilire l'equo canone di ogni appartamento è necessario fare una quantità di calcoli piuttosto complessi e disporre di numerosi dati. E pertanto necessario che tutte le forze politiche e sociali diano la loro collaborazione per far sì che l'unione di tutti consenta una corretta e democratica gestione della legge.
Infine si auspica una sollecita apertura del primo Consultorio della Zona 19, quello di via Albenga, ormai già pronto.
Si tratta di interventi certamente limitati, ma che hanno anche il pregio di richiedere un modesto impegno finanziario e che pertanto potrebbero essere più facilmente e più rapidamente attuati.
La loro realizzazione dipende in gran parte dalla volontà che in tal senso sarà capace di esprimere il Consiglio di zona che verrà insediato questo mese, il quale, tra l'altro, in base al nuovo regolamento comunale sul decentramento, avrà maggiori poteri di quello uscente e quindi avrà maggiori possibilità di intervento sul territorio per realizzare le strutture socio-sanitarie di cui i cittadini lamentano la carenza.
Sono scioccato da questa opposizione totale alla scuola media superiore e riesco persino a sopportare una "ciccata" (pallone
"Ma la scuola superiore non sarà sempre così — mi tocca intervenire nell'intervallo del primo tempo — deve migliorare. C'è la legge per la riforma che deve passare quanto prima al Parlamento e che finalmente metterà un po' d'ordine, unificando i primi anni, abbinando lo studio alle esperienze di lavoro. Eppoi qui dalle nostre parti ci sarà il centro scolastico
E allora qui bisogna proprio insistere sul fatto che la scuola va cambiata, oltre che per legge e per edilizia, negli individui stessi e cioè studenti, professori, genitori. Bisogna crederci, cioè, tutti insieme.
"Sia ben chiaro a tutti che io al liceo scientifico non ci vado: mi fa schifo. Ed anche quello claszyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA sico, il linguistico, l'artistico, il magistrale, il tecnico, l'alberghiero, il turistico, l'industriale, l'agrario, il nautico e tutti gli altri".
Ma ecco che ricomincia la partita" "segundo tiempo", roba da liceo sportivo, s'intende.
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Una mostra di sussidi didattici
Nei giorni dal 15 al 23 giugno si è tenuta nei locali della scuola elementare Luigi Cadorna, in via Carlo Dolci, per iniziativa dell'Assemblea dei genitori e realizzata dalla Commissione handicappati, una mostra di sussidi didattici.
In effetti, ci viene spiegato, la Commissione aveva programmato la realizzazione, entro la fine dell'anno scolastico, oltre che dell'allestimento della mostra di materiale didattico complementare dl diverse speci, con la presenza di dimostratori, anche un incontro dei docenti con un ispettore del provveditorato per un'approfondita informazione sui sussidi e sulle possibilità disponibili, nonchè un'assemblea pubblica o tavola rotonda sull'integrazione al fine di aumentare la sensibilità di tutti, ai vari livelli, sul problema dell'inserimento degli handicappati nella scuola pubblica.
L'anticipata chiusura dell'anno scolastico, fissata al 6 giugno, quando ormai gli impegni
presi non potevano essere spostati, ha permesso di realizzare soltanto il primo degli interventi previsti: la mostra dei sussidi didattici, cui hanno partecipato Danese, Gal - I giochi del sole, la Casa editrice La Scuola di Brescia, la Libreria dei Ragazzi e l'Istituto dei ciechi, quest'ultimo con l'esposizione di lavori di notevole interesse realizzati dai suoi allievi.
Non sono comunque mancati incontri e dibattiti, quali quello con il pittore e studioso di comunicazione visiva Bruno M unari, che ha illustrato la funzione del disegno e del colore nella psicologia infantile, quello con lo scrittore Pinin Carpi De Resmini e quelli, quattro in tutto, con la dottoressa Lorenzetti dell'Istituto dei ciechi.
Una iniziativa riuscita, nel complesso, che ha rafforzato tra i membri della Commissione handicappati della scuola Cadorna l'Impegno di concretizzare anche gli altri incontri che la chiusura della scuola non ha permesso di realizzare.
Jazz band in piazza
Per noi che amiamo ascoltare la musica senza esserne profondi intenditori, era musica jazz eseguita in modo egregio, gli esperti ci hanno spiegato che era jazz Hard Bop, stile america anni '60, per intenderci, quella che abbiamo ascoltato la sera de1.24 giugno ad una festa dell'Unità in viale Mar Jonio.
Esecutori erano i giovani del quartetto jazz "Studio", Dario Tosi, al pianoforte, Alberto Minetti, al basso, Cesare Rotondo, al flauto, e Maurizio Marchiando, alla batteria, allievi rispettivamente di Sante Palumbo, Paolo Tomelleri, Gianfranco Tommasi e del noto batterista Lucchini.
"Ci siamo messi insieme - ci spiegano ad esecuzione terminata - perchè volevamo studiare il jazz. Partiamo dall'analisi di pezzi standard, che leggiamo nelle loro parti armoniche, me-
lodiche e ritmiche (accordi, armonia e tempi), li analizziamo completamente, poi tentiamo di suonarli una prima volta.
Quando un pezzo è abbastanza assimilato cominciamo a tentare l'improvvisazione in base alle nostre cognizioni musicali".
E i risultati, a nostro 'parere, sono più che soddisfacenti.
Il loro gradimento è stato evidente anche tra il pubblico di giovani e di meno giovani che ha ascoltato con attenzione la esibizione di questo quartetto, nato un po' per caso, come ci spiegano i suoi componenti, in occasione di una registrazione televisiva.
Ci hanno promesso di tornare ancora a suonare nella nostra zona e noi riteniamo opportuno consigliare gli amanti del jazz di non mancare di andarli ad ascoltare allorchè se ne presenterà l'occasione.
VISTO DURANTE LA FESTA DEL CIRCOLO GIULIO TREVISANI
Storie di emarginati
Vincenzo de Pretore campa come ladro in una Napoli dominata dai Gava e dai Lauro, nella quale è impossibile trovare un posto anche solo come spazzino. Da buon napoletano, da napoletano tipico per gli stranieri, Vincenzo racconta la propria vita cantando. Il padreterno lo ascolta e, tra occhiate scandalizzate e stupite, deve alla fine scendere con i "piedi per terra" (anche in senso fisico dato che l'attore stava su di uno sgabello) e ammettere che la protesta di Vincenzo è giusta. L'arguto e istrionesco ex-ladro (in Paradiso è difficile rubare) può essere contento: sostenuto da un commissione sindacale "paradisiaca", presentato da San Giuseppe, riesce ad ottenere il perdono finale in quanto povero "fesso" costretto a rubare le solite diecimila lire per campare, mentre sulla terra altri, in posti dirigenziali, rubano impunemente miliardi. Ma sul più bello Vincenzo si sveglia dal sogno - delirio provocatogli da una ferita mortale in cui è incappato proprio durante un tentato furtarello. E al risveglio niente paradiso nè padreterno, nè San Giuseppe protettore: solo una guardia che doverosamente interroga e doverosamente conferma la seguente avvenuta morte di Vincenzo de Pretore.
La commedia portata sulla "scena" (uno spiazzo del San Leonardo) dalla compagnia degli "scugnizzi del Naviglio" è di Peppino de Filippo ma si presta alla rielaborazione spigliata e vivacizzata Ä degli "scugnizzi". Spettacolo organizzato per la festa del circolo Trevisani, "Vincenzo de Pretore" (De Pretore di mamma e non di padre come
ha più volte opportunità di chiarire il protagonista) attira molti spettatori soprattutto giovanissimi che, seduti in circolo attorno agli attori, partecipano attivamente alla rappresentazione suggerendo, anche se confusionariamente, battute o più semplicemente creando un sottofondo di risate e facce divertite.
Gli attori da parte loro cercano e instaurano un continuo contatto col pubblico, dialogando, urlando, esagitandosi in una comicità da saltimbanchi in cui il personaggio è vissuto con trasporto e immedesimazione farsesca.
Tuttavia è proprio in questo che il dramma individuale di Vincenzo de Pretore riesce a trasformarsi in dramma sociale.
Il ladruncolo napoletano che frega i portafogli invocando la protezione di San Giuseppe perde la secolare immagine di fannullone scansafatiche un po' artista e un po' patetico, per diventare il disoccupato costretto a rubare per mangiare, dato che neppure le code interminabili (di giorni) servono per ottenere un posto di spazzino quando non si ha la raccomandazione del figlio del parente di una zia cugina amica della nipote del fratello del nonno .... di qualche pezzo grosso. Vincenzo de Pretore non suona più il mandolino solo per cantare storie d'amore a turisti annoiati, canta e suona invece per raccontare la propria esperienza di emarginato, ladro costretto e, nonostante tutto, acceso credente in un migliore al di là.
Un personaggio ingenuo eppure furbo, arguto e imbarazzato, circondato da angeli che rivendicano l'aereo, una Madonna che aspetta la lavatrice da
'se
Un momento di animazione al Circolo Trevisani
duemila anni e un San Giuseppe che da altrettanto tempo ha richiesto una sega elettrica. Dio è un panzone dall'aria volutamente dignitosa che ammonisce un Gesù un po' freak (giovane francese biondo e scalzo per l'occasione) che deve mettere in mostra i chiodini per venir bene nelle immaginette. Alcune scene sono persino a effetto (l'arrivo di Dio), gli urli e i bisticci non si contano (Serafinol'angelo e Vincenzo sono costretti a richiedere intervento del pubblico per porre fine alla loro diatriba). Gli attori di sprecano ma appaiono (soprattutto il protagonista e Serafino) ben piazzati dunque sostenuti in questa fatica comico - drammatica - rivendicativa, da adeguati strati di "fango divino" (prosperità fisica).
Vincenzo poi non ha problemi dialettali in quanto il napoletano è la sua lingua madre essendo egli nella realtà quotidiana Gennaro: attore - compagno.
Nella storia morto Vincenzo si spegne una voce di protesta, il
suo riso fra le lacrime, in una Napoli chiusa in un quotidiano tragico e nascosto, problematica e quindi più reale.
Il silenzio e la tranquillità non regnano però fra gli attori. Questi infatti preoccupati soprattutto di continuare quella che vuol essere una festa popolare, Iniziano una quadriglia comandata. Non si fraintenda: la quadriglia non c'entra più nulla con Vincenzo de Pretore ma vuole solo esprimere uno spirito popolare e collettivo.
Tutto questo però a scapito della rappresentazione nella quale non si sottolinea abbastanza la drammaticità delle scena finale come invece fu fatto da De Filippo. Ma la quadriglia trasporta definitivamente spettacolo e attori nelle grazie del pubblico che batte le mani accompagnando i ballerini.
Questi sembrano divertirsi molto e vengono alla fine presentati dal factotum VincenzoGennaro. Anche l'obolo finale è giusto ma l'invito finale a proseguire le danze non viene raccol-
to dagli spettatori che, ammirate le precedenti evoluzioni, si sentono incapaci di fare altrettanto e quindi tagliano la corda. La serata comunque risulta indubbiamente riuscita: Vincenzo de Pretore nonostante non sia mai stato all'università e parli male perfino l'italiano, riesce a richiamare più gente di Mario Spinella, intellettuale e storico invitato dal circolo Trevisani, sempre in occasione della festa, per un bidattito sul Calendario del Popolo.
Questa è dunque un'ulteriore prova che la critica sociale risulta più immediata e accessibile a molte persone attraverso le parole di un diseredato ironico e spiantato che un serio e preparato intellettuale. Ma le persone che ridevano di gusto durante la rappresentazione erano per lo più molto giovani o in vena di evasioni psicologiche. Hanno dunque recepito così senza volerlo, tra lazzi e volgarità, il messaggio implicito fra le battute apparentemente più innocenti.
P. R.Poesie inviateci dai nostri lettori
ASSIEME di Mibios
Ho ascoltato nell'ombra della sera il canto d'un compagno. Ho percorso tra la nebbia del mattino la sua strada.
Camminando sullo stesso asfalto ruvido della vita
incontro agli altri nostri amici, senza conoscerci ci tendemmo la mano e fu subito gioia.
Una grande bandiera rossa e due scarpe appoggiate contro il petto erano il Saldo della vita.
ZONA 19
PROGRAMMA "MILANO D'ESTATE" 1978

GALLARATESE (lungo la spina centrate)
8-7 - Manifestazione d'apertura
Quelli di Grock - spettacolo e parata
TEATRO DEL DRAGO - parata
BANDA COMUNALE
dal 9 al 13 luglio - Animazione e spettacolazione (mattino e pomeriggio) con Teatro Ingenuo, CRT, Teatro del Drago
13-7 - I burattini di FERRARI - pom.
24-7 - I BLAGUEBOLLE - parata per il quartiere
- CAMPO XXV APRILE
8-7 - Banda Comunale - ore 21.30
15-7 - Spettacolo del gruppo IL MAGO POVERO - ore 21.30
16-7 - Canti e danze del PRINSI RAIMUND - ore 21.30
20-7 - Canti e danze popolari degli ZANNI - ore 21.30
22-7 - Spettacolo teatrale del TEATRO NORD - ore 21.40
24-7 - I BLAGUEBOLLE - Clownerie - ore 21.30
3 - PIAZZA SELINUNTE
13-7 - TEATRO INGENUO - ore 17 (spettacolo per ragazzi)
14-7 - ASSONDELLI E STECCHETTONI - ore 17 - burattini
17-7 - I BURATTINI DEI FERRARI - ore 17 e 21.30 (due spettacoli diversi)
20-7 - IL TEATRO DEL MAGO POVERO - ore 17
24-7 - I burattini di Ravasio
Altre manifestazioni sono previste a Trenno e nella zona Fiera.
"Vincenzo de Pretore" dramma di Peppino de Filippo nell'interpretazione degli "Scugnizzi del Naviglio"Festa Circolo Trevisani "dimostrazione di karatè"
UN ALTRO PASSO AVANTI DEL DECENTRAMENTO
Diritto allo studio e spazi scolastici gestiti dalle zone
La proposta nella bozza di una deliberaquadro approntata dall'assessorato all'educazione
L'inizio del prossimo anno scolastico, a settembre, vedrà un grosso salto di qualità nei rapporti tra scuola e Consigli di zona, cui saranno demandate funzioni finora esercitate dall'Amministrazione comunale per quanto riguarda la gestione, al di fuori dell'uso scolastico vero e proprio, degli edifici scolastici e dei loro spazi interni, quali sale di riunione, palestre, piscine, ecc. Inoltre i Consigli di zona potranno avviare il lavoro di programmazione degli interventi a favore del diritto allo studio in vista della gestione diretta dei fondi che a tal fine vengono stanziati dalla Regione.
Questi punti sono contenuti in una delibera-quadro preparata dall'assessore all'educazione del Comune di Milano in applicazione dei nuovi poteri che l'Amministrazione comunale va affidando agli organi del decentramento.
La bozza di tale deliberaquadro, che dopo un esame preliminare da parte delle istanze interessate sarà messa in discussione ed in approvazione al Consiglio comunale per diventare strumento per l'attività dei Consigli di zona, contiene proposte concrete per il decentramento delle funzioni riguardanti gli interventi per il "diritto allo studio" e per la "concessione in uso di locali scolastici".
Nel presentarla alla stampa l'assessore all'educazione Maria Luisa Sangiorgio ha posto in rilievo che si tratta di una delibera-quadro diversa dalle altre proprio perchè si inserisce in una materia, quale quella scolastica, in cui i Consigli di zona avranno altri interlocutori.
Basti pensare agli organi di democrazia presenti nella scuola, ai quali la legge affida funzioni e compiti di cui i Consigli di zona dovranno tener conto per arrivare ad un lavoro comune ed a soluzioni concordi nell'interesse sia della collettività scolastica, sia dei cittadini della zona che di tale collettività non fanno parte.
Per quanto riguarda il diritto allo studio il fatto che il Comune di Milano si sia assunto in proprio l'onere di spese per servizi, quali la refezione, il trasporto alunni, le attività scolastiche, consente di utilizzare i fondi che la Regione passa all'Amministrazione comunale per altre iniziative e necessità (materiale didattico, strumenti per la sperimentazione, ecc.), in base ai programmi che gli organi di democrazia scolastica sono tenuti ad approntare. Tali fondi, secondo quanto stabilito dalla delibera-quadro approntata dall'assessore all'educazione, saranno amministrati dai Consigli di zona sulla base dei problemi locali.
Come si vede si tratta di poteri reali e non astratti, visto che i venti Consigli di zona della nostra città saranno chiamati ad amministrare complessivamen-
te una cifra che per l'anno in corso è stata di 700 milioni di lire e che su per giù sarà la stessa per il prossimo anno.
"I Consigli di zona amministreranno ciascuno la parte di loro competenza - ha spiegato l'assessore Sangiorgio — La proposta che come amministrazione abbiamo fatto nella bozza di delibera-quadro è che la suddivisione avvenga tenendo conto sia della effettiva presenza di alunni, sia di particolari situazioni sociali o didattiche".
In base alla proposta le quote per ogni zona dovrebbero essere stabilite secondo queste percentuali: 70 per cento secondo la popolazione scolastica, 10 per cento in rapporto alla presenza di soggetti handicappati, 10 per cento in rapporto alla presenza di classi sperimentali e 10 per cento per far fronte a particolari situazioni di carattere sociale.
Al fine di garantire criteri di equità e di democrazia nell'assegnazione dei contributi, la delibera-quadro prevede che a verificare le attribuzioni per zona, a indicare i criteri di massima per i piani di zona, a stabilire i criteri di ripartizione per altri fondi aggiuntivi, come quelli iscritti nel bilancio del Comune per le materne, per le attività integrative, per le materne private, sia una Commissione centrale, presieduta dall'assessore, della quale faranno parte i rappresentanti delle zone e la commissione consiliare.
L'altra funzione che viene decentrata è quella che riguarda le decisioni per l'uso degli spazi scolastici al di fuori degli orari di lezione. In proposito già qualche cosa è mutato rispettò a non molti anni or sono, quando le resistenze all'uso da parte dei cittadini degli spazi scolastici parevano insormontabili. Nelle scuole si tengono, al di fuori dell'orario scolastico, assemblee pubbliche, incontri, conferenze, dibattiti. Su 159 palestre in scuole elementari cittadine 116 vengono utilizzate da enti e società sportive, mentre nelle scuole medie l'uso sl abbassa a 46 su un centinaio.
La delibera-quadro approntata dall'assessorato all'educazione prevede che dal prossimo mese di settembre i Consigli di zona gestiscano, assieme agli organi democratici della scuola, i locali e gli impianti sportivi scolastici, organizzando la frequenza e tenendo conto delle richieste provenienti da enti e da società al fine di arrivare ad un uso degli spazi scolastici che sia della massima utilità sociale.
"Questa è la nostra proposta — ha voluto sottolineare l'assessore Sangiorgio — prima dell'adozione definitiva della delibera da parte del Consiglio Comunale i Consigli di zona esprimeranno il loro parere e terremo conto di quanto uscirà dalla consultazione".
L'omnicomprensivo ideato per anticipare la riforma della secondaria superiore
Ormai definita la riforma della secondaria superiore
Approvata in commissione alla Camera la legge sulla nuova scuola. Presto l'esame in aula. Scompare l'attuale divisione a favore di una struttura unitaria
La nuova scuola è stata finalmente disegnata. La commissione Pubblica Istruzione della Camera ha infatti approvato ieri la riforma della secondaria superiore. La legge — che si compone di 30 articoli — passerà quanto prima all'esame dell'aula successivamente al Senato dove verrà varata definitivamente. Ecco, in sintesi, come sarà la nuova scuola.
ART. 1. «FINALITÀ»
La scuola secondaria superiore si propone:
A) Di assicurare l'acquisizione di un più alto livello di conoscenze di concorrere allo sviluppo della personalità dei giovani, stimolandone le capacità critiche e una più ricca formazione umana e sociale, anche in vista della loro partecipazione alla vita democratica; B) Di realizzare, in rapporto agli indirizzi scelti, una preparazione culturale e professionale di base, che consenta sia l'accesso a studi superiori.
ART. 2. «STRUTTURA UNITARIA»
La scuola secondaria superiore ha struttura unitaria e durata quinquiennale... essa sostituisce tutti i tipi di scuola previsti dopo la scuola media dalle vigenti leggi. Nell'ambito della struttura unitaria nei primi quattro anni viene completata la formazione culturale generale e si sviluppa progressivamente, attraverso le scelte di indirizzo, una preparazione professionale di base per grandi campi di professionalità; l'anno terminale ha carattere di specializzazione. Nel primo anno, che ha finalità di orientamento alle scelte di indirizzo che iniziano a partire dal secondo anno, si realizza un programma di insegnamenti comuni comprensivo anche delle discipline fondamentali che caratterizzano le diverse aree di indirizzo.
Le scelte di indirizzo sono modificabili attraverso corsi integrativi alla fine del secondo anno e attraverso corsi e prove integrative al termine degli anni successivi. All'area delle discipline comuni dovranno essere dedicati nel secondo anno i tre quarti dell'orario delle lezioni, con esclusione delle discipline e delle attività elettive. Tale percentuale decresce progressivamente negli anni successivi in rapporto allo sviluppo delle discipline di indirizzo.
Il quinto anno sarà dedicato all'approfondimento delle discipline di indirizzo e della relativa pratica di lavoro, cosi da promuovere sia l'acquisizione, per aree di professionalità, di capacità e competenze per l'ingresso nel lavoro, sia la preparazione necessaria per il proseguimento degli studi a livello universitario in coerenza con gli indirizzi prescelti. Nell'organizzazione didattica dell'anno terminale saranno comprese sia discipline caratterizzanti dell'indirizzo prescelto, sia esperienze di tirocinio guidato da realizzarsi in collaborazione opportunamente regolamentata con le strutture produttive e sociali.
Ai fini del conseguimento di più specifiche competenze professionali cne siano necessarie per particolari attività, l'accesso al lavoro potrà essere preceduto, o l'inizio dell'attività lavorativa accompagnato, da appositi corsi di specializzazione disciplinati dalle regioni.
ART. 3. «ARTICOLAZIONE DEGLI STUDI»

Gli studi nella secondari superiore si articolano su: discipline comuni, discipline di indirizzo, discipline e attività elettive. Al processo formativo concorrono unitariamente esperienze di lavoro finalizzate sia ad utilità sociale, sia all'educazione alla manualità, sia all'acquisizione di capacità tecnico-pratiche connesse con gli indirizzi prescelti... la scuola assicura a tutti gli allievi la formazione fisica e concorre a promuovere la pratica sportiva.
ART. 4. «AREA DELLE DISCIPLINE COMUNI»
L'area delle discipline comuni deve assicurare a tutti gli studenti una formazione culturale unitaria e l'acquisizione di una metodologia scientifica che costituiscano anche il fondamento delle scelte di indirizzo... in tale area è obbligatorio l'insegnamento di almeno una lingua straniera....
ART. 5. «INDIRIZZI»
Ai fini di assicurare una preparazione culturale coerente ai diversi campi di professionalità ed al proseguimento degli studi a livello superiore, le discipline comuni si integrano con le scelte di indirizzi riconducibili alle seguenti aree:
A) artistica; B) linguistico letteraria; C) matematica, fisicotecnologia, naturalistica; D) delle scienze sociali. Gli indirizzi costitutivi delle aree sopra indicate sono i seguenti: per l'area
artistica: musicale, visivo e ambientale; per l'area linguisticoletteraria: classico, moderno; per l'area matematica, fisicotecnologia, naturalistica: biolo-
gico - sanitario, chimico, fisicoelettronico, scienze agraria, scienze delle costruzioni e del territorio; per l'area delle scienze sociali: economico giuridico.
ART. 6. — «ATTIVITÀ ELETTIVE»
Per contribuire ad arricchire la formazione culturale degli studenti, in aggiunta all'orario relativo alle discipline comuni ed a quelle di indirizzo e nella misura del 10 per cento di tale orario, è prevista l'organizzazione di insegnamenti e di attività elettive su proposte degli studenti stessi (in numero di almeno 20, anche si classi o corsi diversi) o del consiglio di istituto... Gli articoli 7 e 8 stabiliscono, rispettivamente, le norme per l'istruzione artistica e la formazione fisica, mentre l'art. 11 stabilisce i diritti delle minoranze linguistiche.
ART. 10. «OBBLIGO SCOLASTICO»
L'obbligo scolastico è prolungato per tutti fino al compimento del quindicesimo anno di età. Il governo determinerà, entro un biennio dall'entrata in vigore della presente legge, la data di decorrenza e gli adeguamenti relativi al prolungamento dell'obbligo scolastico, anche in rapporto alla nuova struttura della scuola secondaria superiore e della formazione professionale .. verranno avviati progetti di sperimentazione nella scuola materna, elementare e media che assicurino una più ricca formazione di base e verifichino anche soluzioni che consentano di concludere la scuola media a 13 anni e la secondaria superiore a 18 anni. Il diritto allo studio (art. 10) è assicurato dalle Regioni e dagli Enti locali. Le iniziative sono programmate su base distrettuale.
ART. 12. «LAVORATORI STUDENTI»
Sono istituiti corsi pomeridiani e serali riservati ai lavoratori studenti. Ogni corso deve avere almeno 15 e non più di 25 alunni. Ogni scuola (art. 12 bis) è a disposizione dei cittadini che vogliano aggiornarsi. Secondo quanto fissato all'art. 13 la promozione da una classe a quella successiva si consegue in unica sessione per scrutinio ovvero per esami. Presso ogni scuola, con inizio almeno dodici settimane prima della chiusura delle lezioni, si svolgono corsi dl sostegno. A conclusione del corso quinquennale (art. 14) tutti gii studenti che abbiano ottenuto un favorevoleÖgiudizio di ammissione potranno sostenere gli esami di diploma che hanno valore di esami di Stato.
Nella misura in cui...
Intervento di uno studente del Vittorio Veneto politicamente impegnato
Non sono pochi gli elementi di novità che caratterizzano l'attuale fase di dibattito attorno al problema della scuola e della riforma e questo è dato innanzitutto dal fatto che ne è in atto l'attuazione e inoltre in corso è l'attività dei Consigli Distrettuali anche se con forti ritardi, a causa in primo luogo della mancata precisa collocazione e identificazione del distretto riguardo i suoi compiti e le sue possibilità.
E una fase comunque in cui Il dibattito è stagnante ma è tutt'altro che chiuso e mi sembra utile in questi mesi transitori, cercare di analizzare l'esperienza dell'anno appena trascorso e intravedere gli sviluppi futuri della situazione.
Il nodo centrale attorno al quale si è fondata ogni proposta e discorso è quello del movimento e ritengo giusto che sia così anche se la finalizzazione generica ad esso ha portato inevitabilmente al progressivo isterilirsi della freschezza e dell'originalità che ogni proposta politica deve avere come fondamento essenziale.
Forse non si è sviluppato in maniera adeguata un confronto su questo tema o forse non si è compreso appieno il risultato del dibattito, a mio parere comunque insufficiente, snodatosi in particolare nei primissimi mesi di scuola. Di fatti bisogna però constatare che un certo inizio di "movimentismo" venato da scarsa criticità di metodo e di protesta ha gelato in alcuni casi il movimento politico che sempre deve essere sorretto e oggi più che mai, da una sintesi adeguata tra teoria del movimento e sbocchi concreti determinati da essa, affinché questi due tempi vengano positivamente risolti in una concezione di movimento organica e in grado di affrontare con la massima forza d'urto la gravità della situazione. Questo compito deve essere assolto dalle forze politiche presenti nelle scuole che, qua con limiti sempre più estesi, rappresentano l'unica garanzia di iniziativa politica e culturale e che nell'attuale situazione devono farsi carico di stimolare dibattito e creare le premesse per edificare una nuova vita scolastica.
Proprio per questo le avanguardie, abbandonando magari un po' di polemiche sulle questioni di politica generale, devono porsi come trasmettitrici di una vera e propria "cultura del reale", valutando concretamente gli interessi precipui delle masse studentesche, e in base a questi operare organizzando le strutture scolastiche in modo nuovo.
Credo che il terreno più fertile sia oggi quello dell'iniziativa culturale e in questo senso al Vittorio Veneto vi saranno notevoli possibilità per l'anno prossimo,
poichè finalmente sembra che esista la fondata speranza che vengano aboliti i doppi turni che fino ad oggi non hanno permesso di organizzare momenti di aggregazione in ore extrascoiastiche; nel caso la scuola fosse pienamente agibile anche nel pomeriggio si sono prospettate iniziative e dibattito di gruppo su vari argomenti (cinema, teatro, musica, fotografia, ecc.), che in un sondaggio hanno già dato la misura di quanto gli studenti siano interessati a queste proposte. Inoltre sarà decisivo sfruttare l'aula magna del Vittorio Veneto — Ettore Conti per fornire un punto di riferimento di vita culturale valido per tutta la zona. come d'altra parte è già stato fatto dal Consiglio di zona con le iniziative teatrali e musicali, che purtroppo non hanno visto la partecipazione di un grande numero di studenti in fase di proposta e di organizzazione. Si tratta quindi di creare in collaborazione con il C. di Z. iniziative di questo genere, affinché siano presenti elementi di interesse più estesi di quanto non sia stato fatto lo scorso anno, dando un taglio anche più specificatamente giovanile alle proposte.
Un'altra concreta possibilità può essere la creazione di un giornale studentesco di zona che fornirebbe uno spazio comune e costante di proposta e confronto per gli studenti delle 4 scuole presenti, facendo sì che non diventi un bollettino ma che invece rappresenti un reale luogo di dibattito e di cultura.

Ma oltre a lavorare sul piano culturale sarà necessario portare avanti un discorso prettamente poiitico che però innanzitutto vada contro la logica delle occupazioni immotivate e quindi fallite in partenza e del modo di condurre la battaglia politica come un attacco strumentale e meramente polemico contro tutti e in particolare contro i comunisti, come è proprio di forze sempre più lontane dalla politica di massa.
Quindi un discorso innanzitutto di metodo che deve essere necessariamente rinnovato per garantire il libero svolgersi della dialettica interna, e perché la battaglia delle idee non si trasformi in una crociata, ma sia un confronto serrato che sappia fornire elementi di tensione morale purtroppo sempre meno presente.
La battaglia politica quest'anno avrà per riferimento la questione del rapporto scuolamondo del lavoro, che è di importanza determinante per la salvezza e il rinnovamento della struttura scolastica; è una questione che risulta decisiva per l'effettivo cambiamento della nostra scuola proprio complicato definire l'attuazione di espe-
rienze che trovino una connessione fra scuola e mondo del lavoro, non fosse altro per l'assoluta novità che rappresenta una questione come questa nel nostro Paese.
Ma per concretizzare le proposte è necessario cercare II dialogo con chi porta l'esperienza diretta del mondo del lavoro e con chi lotta per il lavoro e cioè con la classe operaia e con le leghe dei disoccupati, Innanzitutto per una conoscenza reciproca delle realtà che le diverse componenti vivono.
Con le leghe quest'anno ci siamo mossi abbastanza; al V. V. e al X ITIS si sono svolte delle assemblee sulla disoccupazione e il mondo del lavoro e si sono formati dei nuclei costituenti i collettivi scuola-lavoro che peraltro non sono riusciti a partire in modo positivo. Sono comunque uno spazio estremamente valido su cui certamente si dovrà puntare in futuro, soprattutto per organizzare momenti di studio e di informazione. Con la classe operaia il confronto presenta problemi molto più vasti ma comunque le possibilità esistono, data la presenza in zona di diverse fabbriche, e sta a noi cercare gli spazi e i momenti per instaurare un discorso comune che non si limiti a momenti assembleari, che pure hanno la loro importanza.
Infine, credo che tutti questi elementi di dibattito sulla scuola debbano necessariamente avere come punto di riferimento la riforma, una riforma che rappre-
senta forse la più grossa conquista del movimento degli studenti che, dopo anni di dure lotte, ha conseguito una grande vittoria democratica che va sottolineata con più forza nei confronti di coloro che la vogliono ridurre ad un cedimento o ad un fatto del tutto insignificante. Sta
a noi quindi creare la coscienza necessaria attorno a questa ulteriore avanzata non solo degli studenti, ma di tutti coloro che questa riforma hanno voluto e quindi anche il sindacato, la classe operaia e tutto il movimento democratico.
Claudio SanfilippoAll'Assessore all'Educazione del Comune di Milano e per conoscenza:
C.G.I.L. - C.I.S.L. - U.I.L. Redazione di "Milano 19"
Dal momento che consideriamo insufficiente un questionario (specie se del tipo di quello inviatoci) per verificare la validità di un corso di aggiornamento, le esprimiamo qui di seguito la nostra opinione sul corso riguardante l'inserimento degli handicappati, che abbiamo frequentato per mesi.
Pur ritenendo valida l'iniziativa di sistituire un corso di questo genere, dobbiamo ammettere che gli obbiettivi che esso, almeno sulla carta, si era prefisso di raggiungere, non sono stati conseguiti.
Due secondo noi le cause evidenziatesi; la prima a livello d'im-
postazione stessa del corso che si basava sul lavoro di gruppo, la seconda a livello di contenuti. In merito alla prima dobbiamo dire che il lavoro di gruppo non è stato organizzato a dovere in quanto, dopo la discussione di gruppo e di intergruppo, non c'era la chiarificazione e l'approfondimento costante da parte di un esperto dei problemi e dei dubbi emersi, appunto, nel corso della discussione.
Presentandosi infatti l'esperto solo raramente e trattando spesso problematiche estranee a quanto si era dibattuto nei gruppi, veniva a mancare la conclusione logica del lavoro fatto. Tutto si risolveva in discussioni inutili e inconcludenti che si sviluppavano e morivano nei vari gruppi, perdite di tempo che non hanno certo incentivato la frequenza al corso.
Per quanto riguarda la seconda, dobbiamo constatare la quasi
totale mancanza di contenuti effettivi. Infatti, al di là di alcune definizioni e di alcune nozioni piuttosto risapute, della "didattica per cerebropatici e ritardati mentali, per mongoloidi, per lesi psicomotori" (vedi Programma Interventi Attività Integrative), neppure l'ombra. Lamentiamo quindi l'assenza di una solida base di conoscenze sia teoriche che pratiche (pratiche nel senso di didatticamente utili) valide per poterci porre "anche pedagogicamente come l'insegnante per l'handicappato" (vedi Programma Interventi Attività Integrative).
Augurandoci che tale nostra non precisamente positiva opinione venga tenuta nella dovuta considerazione per il prossimo anno, distintamente salutiamo.
Un gruppo di insegnanti dello Attività Parascolastici» della Zona 15
COME HA VOTATO LA ZONA 19
TRENNO

IL RINNOVO DEI CONSIGLI DI ZONA
Poteri non solo pareri
In questo mese verranno insediati i nuovi Consigli di zona nominati dal Consiglio Comunale. Si tratta di un avvenimento destinato ad avere una grande ripercussione nello sviluppo della vita democratica cittadina dato che i nuovi organi di decentramento, sebbene non eletti direttamenti dai cittadini, eserciteranno tutti i poteri che la legge prevede in base all'articolo 13 che consente di trasferire i poteri decisionali riservati ai Consigli eletti dai cittadini anche a quelli che vengono rinnovati prima della scadenza del 1980.
Proprio il Comune di Milano a suo tempo aveva sollecitato il Parlamento perché nei legiferare tenesse conto di città, come la nostra, che già avevano il regolamento per il decentramento e che erano perciò in grado di decentrare subito funzioni e poteri ai Consigli di Zona.
Quindi, anche se dovremo attendere fino al 1980 per eleggere direttamente i Consigli di zona contemporaneamente all'élezione del consiglio comunale, sin da ora Milano avrà organi del decentramento diversi da quelli passati, diversi nella fisionimia e nella sostanza.
Il loro rinnovo era stato in un primo tempo indicato verso la metà del mese di giugno, poi le forze politiche hanno deciso di farlo slittare e aluglio per consentire ai Consigli di zona uscenti di portare a termine il lavoro sulle controdeduzioni alle osservazioni sul piano regolatore, ritenendo che interrompere tale lavoro proprio sulla dirittura d'arrivo per addossarne la responsabilità ai nuovi Consigli avrebbe significato ritardare l'applicazione del piano stesso. Quindi a luglio nomine, insediamenti ed elezioni dei presidenti per avere a settembre le condizioni perchè il decentramento si metta a lavorare a pieno ritmo e con poteri nuovi.
I consiglieri, per quanto riguarda la nostra zona, salgono da 20 a 32 ed avranno non più soltanto il diritto di esprimere pareri, bensì quello di prendere decisioni, di deliberare sulle materie che la legge prevede. I riferimenti che rendono legittime le deliberazioni dei Consigli di Zona sono due: le delibereauadro dei singoli settori di intervento e la quota di bilancio assegnata alla zona. Ogni delibera verrà vagliata per accertare che sia conforme ai due riferimenti suddetti da un ufficio che farà capo alla segretaria generale del Comune di Milano; se risulterà "conforme" verrà passa-
I BAMBINI RACCONTANO... La storia di Pasqualina
ta direttamente al Comitato regionale di controllo, esattamente come una delibera dei Consiglio comunale. Senza attendere le elezioni od i rinnovi dei Consigli di zona già alcuni poteri sono stati trasferiti al decentramento da parte dì assessori che hanno rapidamente applicato II nuovo regolamento per la parte di loro competenza. I Consigli di zona lavorano già in base a deliberequadro nei settori delle manutenzioni e della refezione e trasporto alunni, inoltre già stanno discutendo la bozza di delibera;quadro approntata dall'assessorato al commercio, mentre si apprestano a discutere quella preparata dall'assessorato all'educazione, di cui riferiamo in altra parte di questo giornale. Altra bozza di delibera-quadro ancora in fase di approntamento è quella relativa alla gestione del patrimonio comunale, per cui a tempo breve i Consigli di zona dovrebbero avere un pacchetto di importanti delibere-quadro su cui pronunciarsi. Non dimentichiamo poi che essi già esplicano un'intensa attività sul territorio. Non c'è licenza edilizia che non passi per il decentramento e se il parere del Consiglio di zona è difforme da quello della ripartizione comunale la soluzione del problema passa per competenza alla Commissione consiliare.
Il senso della svolta si avrà ulteriormente nel 1979 allorché si arriverà al bilancio di zona, cui i Consigli di zone potranno fare riferimento per operare secondo le indicazioni della deliberequadro.
La prospettiva quindi è, a nostro parere, di un rilancio dell'attività del decentramento e di una sollecitazione alla partecipazione diretta dei cittadini alla gestione della cosa pubblica, ma perchè essi si sentano stimolati a partecipare'è necessario che siano in primo luogo informati. Noi, per parte nostra, ci rendiamo disponibili, sia pure con le nostre modeste forze per quest'opera di informazione, che deve essere anche un momento dialettico costruttivo tra i cittadini, il Consiglio di zona e l'Amministrazione comunale nella gestione della zona e della città. Speriamo che anche, il Consiglio di zona, da parte sua, sia altrettanto sollecito ad informare i cittadini, affinché essi possano valutare e magari criticare il suo operato con piena cognizione di causa a vendo a disposizione tutti gli elementi di giudizio.
PICCOLA PUBBLICITÀ
C'era una volta una tribù di elefanti nella quale le femmine avevano la pelle rosa confetto.
Le elefantine, fin dal primo giorno di vita, dovevano stare in un recinto e mangiare soltanto fiori per poter avere una bella pelle rosa come quella delle mamme elefantesse.
Le elefantine dal loro recinto vedevano i fratellini, grigio elefante, giocare nell'acqua e nel fango, mangiare i buoni frutti.
Fra tutte le elefantine Pasqualina non diventa rosa, questo fatto dispiaceva a papà elefante. Pasqualina era triste. Un giorno decise di lasciare il recinto e di andare a sguazzare nelle pozzanghere di fango.
Le altre elefantine decisero di seguire Pasqualina.
Le elefantine poterono finalmente giocare insime, sguazzare nell'acqua e nel fango, mangiare i buoni frutti. Erano proprio felici!
Da allora le elefantine diventarono grigie, nessuna rimpianse il recinto e tutti gli elefantini, maschi e femmine, giocarono insieme.
NOI PENSIAMO CHE:
Pasqualina ha fatto bene perché voleva essere libera (Angela)
Le elefantine hanno fatto bene perché non era giusto che i maschi si dovevano divertire e le elefantine dovevano stare nel
recinto a mangiare i fiori. (Stefano)
Non è giusto stare sempre chiuso nel recinto (Claudia)
Le elefantine avevano ragione perché i maschi si divertivano e le femmine erano chiuse nei recinto. (Max)
A me è piaciuta la storia quando Pasqualina è uscita dal recinto. (Gemma)
Mi è piaciuta la storia quando Pasqualina si è ribellata (Monica)
Pasqualina ha dimostrato di essere intelligente perchè ha capito che si deve giocare tutti insieme. (Andrea)
Hanno fatto bene perchè non potevano mangiare sempre fiori. (Teo)
Hanno fatto bene perché volevano fare pure loro la vita dei maschi. (Federico)
Stavano nel recinto tutto il giorno e si sono stufate. Pasqualina è uscita dal recinto e si è sentita allegra. (Gabriele)
Finalmente Pasqualina si è decisa a uscire. (Tiziana)
Non era giusto che le femmine dovevano stare nel recinto. (Nazzario)
Mi è piaciuta la storia perchè tutti gli elefanti si divertivano insieme. (Paolo)
Hanno fatto una cosa giustissima perché le bambine non devono essere trascurate dai maschi. (Raffaella)
Anche le elefantine hanno diritto di divertirsi come i maschi. (Barbara)
Pasqualina si è dimostrata intelligente e ha detto alle compagne di seguirla. (Anita)
La storia mí è piaciuta perchè sono riuscite a giocare con i maschi. (Fabio)
Pasqualina ci ha insegnato che bisogna essere coraggiose e che i maschi non si devono , vergonare di giocare con le bambine. Le bambine possono, se vogliono, fare ciò che fanno i bambini e viceversa. La femmina è intelligente, non è vero che il maschio è più intelligente.
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Nell'articolo precedente (Milano 19, n. 15) abbiamo parlato dei disturbi psichici strettamente legati a forme di disagio sociale come ad esempio quelli dipendenti dalla condizione dell'anziano o dalla situazione di isolamento della donna nella famiglia. Abbiamo visto come questi problemi costituiscono una parte rilevante delle situazioni che ci vengono presentate e come non appaiano risolvibili se non attraverso dei cambiamenti nell'organizzazione stessa del modo di vivere della gente e delle strutture sociali che la determinano.

A questo punto pensiamo sia importante allargare il discorso a quelle situazioni più gravi di disagio mentale, che danno luogo a forme bizzarre di comportamento, che appaiono incomprensibili e quindi allarmanti. Intorno a queste persone si crea un vuoto fatto di silenzio, paura o anche di una sorta di permessività che tuttavia non consente un vero dialogo. Ma questi comportamenti sono davvero cosi incomprensibili? Dipendono da una qualche strana malattia del cervello o possono essere spiegabili attraverso l'analisi delle esperienze che queste persone hanno vissuto e delle condizioni ambientali in cui vivono?
Rispondere a queste domande è importante, perchè da questo può conseguire una linea di intervento che riguarda non solo i medici e gli operatori sociali, ma anche direttamente le persone con cui questi "malati" vivono quotidianamente. Per rispondere a queste domande è innanzi tutto indispensabile rinunciare ad alcuni pregiudizi; in particoalre il fatto che esista una sostanziale differenza tra un "malato di mente" e una "persona sana". Infatti è frequente il caso che una persona possa avere, in un dato momento della sua vita, una crisi anche grave e clamorosa, per poi riprendersi e inserirsi adeguatamente nella vita sociale e familiare. In molti casi può succedere il contrario e cioè che una persona apparentemente ben adattata attraversi un periodo di crisi che la porta progressivamente a segni manifesti di disagio mentale. Nella maggioranza dei casi a periodi di crisi seguono periodi di relativo benessere compatibili con una vita normale. É importante anche notare come queste crisi siano molto spesso in relazione con eventi, situazioni che costituiscono un problema per la persona interessata. Di conseguenza ci sembra che l'equilibrio mentale, l'armonia fra sè stessi e gli altri, siano in rapporto con l'atteggiamento che le persone hanno tra di loro e con l'ambiente in cui vivono.
Se le cose stanno così è chiaro che l'ospedalizzazione specie se prolungata non può essere utile in quanto i problemi non si risolvono con l'isolamento e un rapporto armonioso con gli altri diventa più difficile avendo alle spalle l'esperienza del ricovero e la fama di "matto". Inoltre la paura di essere inseriti in una struttura manicomiale e di essere considerati "matti" rende più difficile il comunicare agli altri i propri problemi o il ricorrere a un terapeuta che potrebbe fornire un aiuto. Questo fa si che la richiesta di aiuto venga formulata all'ultimo momento, quando la situazione è divenuta grave, spesso con modalità incongrue. Crediamo che certe situazioni drammatiche che si leggono sui
giornali siano proprio il frutto dell'isolamento e della paura che giorno dopo giorno minano la sicurezza dell'individuo e gli impediscono di ricevere aiuto sia dalle persone del suo ambiente che da parte di un tecnico. In effetti un secondo pregiudizio da sfatare è quello relativo alla pericolosità della persona dimessa dall'ospedale psichiatrico. Le statistiche mostrano che è più probabile che una persona cosiddetta sana compia un reato piuttosto che una persona che abbia avuto un ricovero in ambiente psichiatrico. Nei casi clamorosi descritti dalla stampa quasi sempre ciu troviamo di fronte a situazioni di persone "insospettabili", cioè di persone che non hanno potuto comunicare ad altri il proprio disagio per essere capite ed aiutate, e che quindi maturano nell'isolamento una soluzione disperata.
Crediamo che la diffidenza nei confronti di chi manifesta disagio psicologico e il modo con cui è stata concepita l'istituzione
psichiatrica giochino un ruolo importante nel determinare e, mantenere questo stato di isolamento. Anche negli ambiente di lavoro l'impossibilità di comunicare in termini personali, la competitività, la cintura di sicurezza nei confronti di chi si distanzia dalla norma, sono espressioni di un modo di vivere poco umano, nocivo per tutti e non solo per chi è più fragile.
In questo modo si evidenzia come la difesa della salute mentale si collega con la lotta per condizioni di lavoro e di vita che consentano maggiori possibilità di realizzazione della persona e della comunicazione tra le persone.
Al tempo stesso si giustifica l'opportunità di un lavoro di assistenza svolto nel quartiere a diretto contatto con la popolazione che preveda l'ospedalizzazione solo in casi estremi.
Emilio Fava Centro palco-sociale via Abbiati (continua)
Isolamento sociale e malattia mentale Ruolo dell'anziano nella società
Il Convegno Nazionale del SPI
- CGIL tenutosi in aprile sul ruolo degli anziani nella società, è destinato ad avere un seguito non solo tra pensionati, ma per l'intero movimento sindacale e democratico. Non solo vi è stato un approfondimento della linea sui problemi socio-sanitari, che insieme a quelli previdenziali dovranno sempre più costituire un terreno di iniziativa, soprattutto articolata, ma si è indicato l'impegno più complessivo contro la emarginazione e sul come fare svolgere un ruolo attivo agli anziani per la trasformazione dell'attuale società. Possiamo dire che il Convegno ha rappresentato una "provocazione positiva" del Sindacato pensionati verso tutto il movimento; provocazione che ha già avuto una prima verifica nel corso della stessa "tavola rotonda" organizzata in quel giorni con la partecipazione di autorevoli interlocutori, del mondo della scienza e del sindacato e tra questi, Trentin e Verzelli Segretari Confederali. Un movimento che vuole cambiare e trasformare questa società deve avere il coraggio di proporre delle soluzioni, anche non facili e pacifiche, che rispondono alle esigenze dell'uomo nelle sue diverse età, ponendo di fatto il problema di una diversa organizzazione per una nuova qualità del lavoro e della
vita.
Il Convegno in proposito si è posto un grosso interrogativo sul quale sarà bene incominciare a riflettere, non solo e tanto tra "anziani" o gli "addetti" ai problemi sociologici. É proprio giusto che i tre periodi della vita (giovanile, adulta, anziana) siano caratterizzati e nettamente distinti rispettivamente dallo studio, dal lavoro e poi dall'assoluto riposo?
Non bisogna essere uno specialista per costatare l'esistenza oggi di uno stato di insoddisfazione, frustrazione e quindi anche di naturale spinta alla contestazione di grandi masse di giovani studenti (notevolmente aumentati per la conquistata scolarizzazione di massa) e analogamente lo stato di desolazione e di emarginazione di milioni di anziani (anche questi notevolmente aumentati con l'espulsione prematura dal processo produttivo e l'allungamento medio della vita).
Se questo è vero non possiamo limitarci alla denuncia, ma bisogna incominciare a formulare delle ipotesi che rappresentino valide alternative.
Se per i giovani si pone il problema di integrare l'attività di studio con un impegno sia pure limitato di lavoro adeguato che contribuisca ad essere scuola pratica di vita, per gli anziani, al fine di sottrarli alla emarginazione, oltre ad una maggiore indi-
pendenza economica, migliori servizi socio-sanitari, il problema che si pone non è quello di continuare a svolgere un ruolo attivo particolarmente nell'impegno sociale ma anche il generale.
Ma consentite ancora qualche riflessione soprattutto rispetto alla terza età. Il problema non è di categoria, riguarda non solo i pensionati, ma anche i lavoratori attivi, che non bisogna dimenticare saranno i pensionati di domani, che possono fin da oggi gestire preventivamente molti aspetti della loro terza età.
Il periodo di vita dopo il collocamento in pensione non è più di 3 - 5 anni come all'inizio del secolo, ma per nostra fortuna di 15 - 20 anni. Un periodo quindi non breve che merita di essere valutato e programmato più seriamente.
Non si può lasciare ai margini della società milioni di cittadini, in larga maggioranza ancora in buone condizioni psico-fisiche ed in possesso di un patrimonio di capacità, esperienza ed ancora idonei e desiderosi di dare un contributo ad attività socialmente utili.
Anzi, dobbiamo chiederci qual'è il costo biologico e sociale del brusco passaggio da una vita attiva ad una passiva. La scienza medica risponde senza equivoci: il disimpegno psicofisico è un fattore potentemente sfavorevole per il benessere in-
dividuale e per lo stesso svolgersi del processo di invecchiamento; porta al decadimento e all'accentuarsi delle condizioni invalidanti che insidiano l'età avanzata.
La macchina umana, a differenza di quella creata dall'uomo, si logora quando non è più usata.
Ma il problema ovviamente non può esaurirsi con queste poche note; merita una trattazione molto più vasta e approfondita valutando tutti gli aspetti (umani, sociali, economici) di questa grande questione "dell'anziano nella società".
Deve comunque essere chiaro che essa sarà avviata a positiva soluzione solo modificando i valori distorti oggi imperanti, attraverso una nuova politica di sviluppo e di integrazione sociale, ponendo l'uomo al centro della vita comunitaria.
Per camminare in questa direzione il Sindacato può e deve fare la sua parte, ma è necessario un impegno del movimento democratico a tutti i livelli.
Noi del Sindacato unitario dei pensionati, con le nostre leghe decentrate, siamo impegnati a dare coscienza agli anziani perchè siano ancora protagonisti attivi, uniti a tutti gli altri lavoratori per rendere più giusta questa società.
Antonio BuccellontEstate in collina "Una serata al V.V."
1° concorso di pittura "Zona 19"
Guardando I dipinti presentati dai pittori che hanno aderito al primo Concorso di Pittura organizzato dal Gruppo Sirio con il Circolo Giulio Trevisani e Milano 19, sotto il patrocinio del Consiglio di Zona, si possono fare alcune considerazioni.
La manifestazione era prevista, e si è svolta, il 18 giugno e una buona metà dei soci pittori era già assente da Milano, per motivi o di vacanza.
I presenti, dovendo illustrare if tema "Luoghi, gente e attività della Zona 19" hanno date il via alle proprie ispirazioni, scegliendo, nella grande maggioranza, il tema delle cascine.
La Zona 19 è una delle più vaste del decentramento amministrativo municipale; inizia dalla Fiera Campionaria e si estende fino a Figino, oltre Trenno. Alcuni concorrenti hanno dovuto servirsi della mappa approntata dalla Commissione Cultura per conoscere entro quali limiti ci si doveva muovere.
Ma nonostante che qualcuno abbia scelto e illustrato la parte cosiddetta urbana, cioè moderna, dei luoghi in questione, i più hanno realizzato dipinti a soggetto rustico, cioè le cascine che ancora hanno collocazione a Trenno, Figino e Lampugnano.
Altri due lavori, di Romano Erculiani e Brusi, erano dedicati agli orti, tema evidentemente sentito dagli abitanti di tutte le periferie, per la radicata abitudine di farsi l'orticello con il quale non solo risparmiare sul consumo dei prodotti, ma anche ritrovare quel sapore di campagna che molti non hanno dimenticato.
Il pittore Davj ha proprio messo i due mondi in contrapposizione nella medesima figurazione, facendo emergere i grattaceli da un primo pieno campe-
stre.
Stefano Fusi, polemico come tutti i giovani e sensibile al problema della vivibilità, quasi della sopravvivenza negli squallidi dormitori, ha eseguito un lavoro intitolato "Umanità tra i grattacieli" in cui tra la massa delle costruzioni pesanti e geometriche si muove quasi in lievitazione un'altra massa di figure umane contorte e ammucchiate in una composizione drammatica.
Soggetti con figure e ambientazioni erano presenti da Maria Teresa Sponchioni, Salvatore Gatto, Cesare Caciagli, Osan, Mario Lopes, Ornella Poncet, Gianfranco Ronchi, Lucio Pedotti.
Tutti gli altri (Delain Longobardi, Rosanna Bosoni, Dionigi Spariani, Cajol e Irene Colombo) hanno indicato con la scelta di un soggetto agreste la predilezione di tutti gli abitanti dei quartieri periferici per questo mondo in estinzione e la speranza della sua sopravvivenza, per i valori concreti che sa offrire, oltre che per il fascino pittorico.
Ne viene un invito a salvare o
preservare questi importanti polmoni della grande città, valorizzandoli.
Al vincitore della competizione artistica, Mario Zampedroni, è dovuta una citazione a parte, poichè ha presentato due opere veramente valide. La prima era illustrata del momento di quasidiluvio che ha afflitto la giornata del 17 giugno e di gran parte del mese.
La seconda legava pittoricamente i due tempi dominanti della nostra situazione urbanistica, che è tal quale il pittore la vive: il suo pollaio, in primo piano, con la città fatta di cubi di cemento nello sfondo. Bei colori, pennellate decise, sicurezza nella descrizione. A Zampedroni è andata la Coppa offerta dal Consiglio di Zona, consegnata dal Coordinatore Commissione Cultura, Danilo Pasquini.
Le sette medaglie della Provincia di Milano sono state assegnate nell'ordine a: Erculiani, Brusi, Ronchi, Spariani, Poncet, Colombo, Stefano Fusi, secondo il giudizio della giuria gentilmente intervenuta, composta dalla Signora Rieni, per la Commissione Cultura, il Prof. Maini, del Corriere della Sera, il Sig. Chiavini presidente del Circolo Trevisani e i Sigg. Cappelletto e Pagetti per Milano 19. A tutti il Gruppo Sirio ha offerto una litografia artistica eseguita da Stefano Fusi nello Studio Grafico "L" di Via Zambrini 10 a Milano.
La giuria del pubblico, che ha espresso le sue preferenze su una apposita scheda, ha assegnato le tre medaglia artistiche del Gruppo Sirio a Longobardi, Gatto e Davj, mentre la Targa è stata vinta da Doris Consonni che ha presentato una simpatica visione della nostra Montagnetta, il Monte Stella, che è un po' il simbolo della Zona Diciannove.
B. B."E la prima volta che mi capita di assistere a un concerto e devo dire che è stata un'esperienza entusiasmante. E pensare che sono stato trascinato qui contro la mia volontà.
Chi me lo fa fare, pensavo, di andare a sentire questa musica da giorno dei defunti? Ma il mio vicino di casa ha insistito e così mi sono lasciato convincere. Ora mi pento di essermi perso i concerti precedenti".
A dirci questo nell'atrio buio (l'impianto delle luci è ancora da sistemare) dell'aula magna del Vittorio Veneto, in piazza Zavattari, è un signore venuto da Rho.
"Innanzitutto mi chiedo" continua non senza sorprenderci "come mai siamo costretti a ignorare questa musica".
E siccome incomincia a scaldarsi, altre persone si avvicinano per ascoltare.
"E non venite a dirmi che alla radio viene trasmessa! Come si può pretendere che uno sprovveduto si metta ad ascoltare alla radio una sinfonia che dura un'ora se non ci capisce niente? E un problema di educazione".
Qualcuno tenta di inserirsi e di opporre qualche osservazione, ma il signore di Rho è come una valanga nel suo entusiasmo e non consente repliche.
"Dico che noi siamo vittime delle lacune del nostro sistema scolastico, e non solo per quanto riguarda la musica. Dov'è la musica nei programmi ministeriali?"
"Se nessuno ci ha mai abituati a capire e ad ascoltare, se nessuno ci ha mai messo di fronte a gente che suona dal vivo, non si può pretendere che si possa capire. Ora io non so se ho capito, ma posso dire che mi è piaciuto. Mi è piaciuto vedere oltre che sentire.
Se proprio non riesci a capire tutto, capisci mclto bene l'impegno e lo studio che richiede l'esecuzione di brani così difficili.
Già la musica parla un linguaggio astratto e quindi difficile, se ci togli anche l'esecutore e lo sostituisci con un bel disco o con la radio, mi sapete dire come può uno sprovveduto stare a sentire per più di due o tre minuti?
Mentre ascoltavo il primo pezzo in programma ho pensato che in fondo in quel momento ognuno degli esecutori era un po' anche autore: erano tanti Stravinski e tutti insieme erano un solo Stravinski.
Questo è ciò che mi ha entusiasmato di più, questo essere nello stesso tempo entità individuali e sociali. Ognuno suonava qualcosa e tutti insieme facevano musica".
Qualcuno ci chiama. Il concerto ricomincia, ne riparleremo alla fine.
Il concerto è il quinto del ciclo "Musica per Milano 19" ed è nteramente dedicato a musiche di Stravinski.
Esegue "L'insieme Strumentale di Milano", un complesso di giovani alla ricerca di un nuovo rapporto con
la coppa città dì Milano
Sabato 3 giugno 1978 al campo sportivo XXV Aprile si è svolta l°Coppa "Città di Milano", organizzata dalla Commissione Regionale Propaganda Marcia Atletica e con il patrocinio del Comitato Lombardo Amatori Marcia.

Il breve e conciso comunicato non avrebbe nulla di speciale in sè, se non fosse per il fatto che la manifestazione in oggetto, ha avuto Inizio alle ore 15, abbacinata da un sole tropicale e presentando in campo quasi tutti i più bel nomi della Marcia lombarda.
In una sfolgorante giornata di giugno che da tanto tempo non se ne vedeva di uguali, oltre 100 atleti marciatori appartenenti a otto categorie diverse hanno
presentato la loro collaborazione, affinchè la passione che li lega ad una delle più affascinanti specializzazioni dell'atletica leggera, potesse vivere una giornata un poco diversa dalle solite altre, ma comunque unica per un solo e più valido motivo: era una manifestazione organizzata e voluta dalla Marcia. Anche per questo tutti gli atleti, nessuno escluso non hanno protestato per la partenza data ai partecipanti della categoria junior e senior alle ore 15 con 30 gradi all'ombra, non umiliando quindi chi si era prodigato in loro nome, affinchè ancora una volta la Marcia Lombarda si ritrovasse, con sè stessa ed esaltasse tutti quei valori umérni che normalmente contradistinguono I podisti da tutti gli altri sportivi In ge-
nerale.
La riuscita della manifestazione è stata strepitosa sotto tutti gli aspetti, anche se poco è stato il pubblico, dato l'orario ed il tipo dí stagione, che ha seguito lo svolgersi delle diverse fasi.
La Marcia ha scelto il campo XXV Aprile come sede di manifestazioni di propaganda, iniziate con la l° Coppa "Città; di Milano", perchè sorge in una zona incantevole della città, senz'altro la più bella per inserti coreografici naturali.
La zona '19 ha visto il 24 giugno un'altra manifestazione podistica a passo libero, organizzata nell'ambito del festival dell'UNITA della sez. E. Ragionieri di via Appennini 49. Una "notturna" con partenza alle ore 21 di sabato e 10 Km. esatti. I mar-
il pubblico. Un rapporto che si trasforma in dialogo e non si limita alla proposta di un repertorio noto solo agli specialisti.
"L'incontro con il pubblico deve portare ad un arricchimento reciproco. A noi, dice uno dei componenti del gruppo, non basta l'applauso. Cosi come non basta esibirci, soddisfatti di aver avuto la nostra razione di appalusi. Desideriamo approfondire il rapporto che viene a stabilirsi tra 'noi e il pubblico durante l'esecuzione.
Anche perchè ci rendiamo conto di avere di fronte un pubblico nuovo e quindi, in un certo senso, meno smaliziato."
Questo rapporto nuovo è da annoverarsi tra le finalità che gli organizzatori si sono proposti di conseguire con questo ciclo di Manifestazioni, che non sono state definite "concerti" ma "incontri musicali".
Dopo i bis, gli appalusi e i fiori per la giovane violinista (certe tradizioni non si devono perdere) ci si ferma a parlare su quanto si è ascoltato e si sollecita il pubblico a dire le proprie impressioni.
Tiene banco, dal palco, Oscar Meana, che si è esibito al fagotto nell'Ottetto" e come direttore nelistoire du soldat„ e, dalla platea, il nostro amico di Rho che ha scoperto il mondo della musica dal vivo.
Meana ci parla di precedenti incontri con il pubblico non tradizionale. Anche per loro non è stato e non è facile.
"Per un certo periodo abbiamo creduto di poter abbattere certi pregiudizi e di poter dare inizio a un nuovo rapporto con il pubblico presentandoci ai concerti con i nostri abiti abituali. Abbiamo pensato che l'abito scuro e tutto il resto creasse un diaframma con il pubblico. Ma ci eravamo sbagliati. Infatti qualcuno ci ha chiesto i motivi di questo cambiamento. «Solo perchè non siamo il pubblico della Scala pensate di poter rinunciare ai vostri tradizionali abiti di lavoro?»
Ed eccoci di nuovo con gli abiti da lavoro tradizionali. Questa è la nostra tuta: abito scuro, cravatta ecc. Avevamo capito che il mutamento non deve avvenire nella forma ma nella sostanza.
Ecco cosa intendo dire quando parlo di arricchimento reciproco".
Le domande e le risposte proseguono ma non ci è possibile riportare i molti argomenti trattati. Abbiamo solo voluto dare una breve impressione del clima in cui si svolgono i concerti del ciclo di Musica per Milano 19.
Ma chi ha seguito tutti gli incontri sa bene che non tutto è andato liscio. E perciò per riassumere faremo gli avvocati del diavolo, elencando i punti negativi e, in parentesi, le attenuanti.
Riteniamo infatti importante dar rilievo alle critiche, soprattutto quelle non positive. in quanto se gli elogi devono servire per ripetere e ampliare le iniziative musicali, le critiche consentono di mettere il dito sulle piaghe per vedere se si ripete il miracolo della guarigione.
- Gli organizzatori sono poco organizzati (occorre avere pazienza hanno bisogno di tempo)
- Gli operatori culturali della zona non si sono visti (forse ignoravano che era in corso questa iniziativa, ma non tutti)
ciatori erano presenti agli ordini di Paolo Bremi e sono partiti in coda a tutti.
A tale proposito invitiamo i lettori che intendessero partecipare a qualche camminata nel quartiere, a non correre sconsideratamente soprattutto se privi di allenamento. Ci si metta in coda e si cammini o si marci. Ne guadagna la salute, ve lo garantiamo. Comunque possiamo assicurarvi che per la fine della stagione agonistica, la Marcia lombarda verrà in zona '19 ed organizzerà una classica 20 Km lungo le strade del quartiere. Vi invitiamo sin d'ora a partecipare anche se la gara sarà competitiva. Non ci sarà tempo massimo ed un giorno potrete dire: "Con loro c'ero anch'io".
Osvaldo Blava
- Anche i giovani del liceo' V. V. e delle altre scuole superiori non si sono visti (Loro non ignoravano l'iniziativa, ma la musica che vi si eseguiva. In fondo il signore di Rho aveva ragione)
- L'impianto luci, il riscaldamento, la pulizia ecc. della sala sono tutte cose che non funzionano (ma l'amministrazione provinciale è senza soldi).
A questo punto gli organizzatori (tutti fanno capo al Consiglio di Zona) si sono chiesti e chiedono: a chi dobbiamo dar retta al signore di Rho e a tutti i presenti che chiedono il proseguimento dell'iniziativa, o agli amici che dicono "ma chi te lo fa fare?"
Giriamo la domanda agli operatori culturali, agli insegnanti, ai presidi e direttori didattici, ai giovani del VV e delle altre scuole, a tutti i cittadini della zona e Infine ai responsabili della suddetta aula magna.
G. Santangelo Premiazione "Estemporanea di Pittura sui luoghi del Gallaratese" - "il vincitore" sullo sfondo l'opera di "in attesa dell'autobus" olio su telaUN'INTERESSANTE MOSTRA FOTOGRAFICA ALL'ISTITUTO TECNICO ETTORE CONTI
Milano Giacobina e Napoleonica
Festival della Gioventù in via Cilea
Fra l'odore di terra ed erba bagnata e un altro, meno vivo ma più solleticante, di salamelle alla brace, arriviamo al Festival della gioventù. Uno stand ricoperto con teloni è montato nel bel mezzo del prato di fronte a via Cilea, e accoglie sotto le sue lunghe sbarre di acciaio, curiosi, bambini e giovani organizzatori. La pioggia che continua a infastidire o a imperversare, a seconda dei momenti, spinge i partecipanti a raccogliersi sotto i teloni già appesantiti dall'acqua.
a cura di Patrizia Romano facce amiche e l'uso della chitarra onde ribadire per l'ennesima volta la predominanza del personale e artistico sul politico mangereccio. Alla fine spinti dall'odore delle salamene e dalla vista della torta, si decidono per un panino di gruppo.
dendo l'aria con i tagliandi, si pigiano contro il bancone. I tavoli sono appena sufficienti per ospitare le foghe mangerecce. Le conversazioni si fanno più accese per scemare infine tra i bicchieri e i piatti vuoti.
Sabato 3 giugno è stata inaugurata una mostra storica sulla Milano giacobina e napoleonica presso la biblioteca dell'ITIS Ettore Conti.
Siamo stati a parlare con alcuni degli studenti che hanno organizzato Å la manifestazione anche parche ci incuriosiva il fatto che una mostra come questa venisse organizzata da alunni di un istituto tecnico dove si studia elettrotecnica, meccanica telecomunicazioni.
Appunto studenti in telecomunicazioni sono i ragazzi di quinta B che hanno lavorato per tutto l'anno scolastico all'organizzazione della mostra. Ci hanno detto di aver ereditato l'argomento della ricerca dalla quinta dell'anno precedente che lo aveva impostato, aveva raccolto parte della bibliografia ma che con l'esame di maturità incombente non aveva concluso e realizzato la mostra.
Lo scorso ottobre la nuova quinta B ha pensato di completare il lavoro impostato dai ragazzi che l'avevano preceduta e che diplomatisi al completo aveva lasciato la scuola.
Con l'aiuto del prof. Arnaldo Bressan„ insegnante di lettere, hanno cercato di recuperare il materiale elaborato e schedato l'anno precedente trovandone però solo una parte: hanno cosi dovuto per alcune cose ricominciare da capo.
"L'opera di ricerca — ci dice Giampiero Zonni, studente di quinta B — è stata portata avanti da tutti gli alunni della classe e da alcuni delle classi quarta e terza della stessa sezione. Il materiale fotografico reperito presso la biblioteca Sormani, il Museo del Risorgimento, il Museo Navale, l'Archivio di Stato e l'Archivio Bertarelli ammontava circa a 1.500 fotografie. Da questo numero è stato indispensabile fare una cernita, suddividere gli aspetti di quel periodo storico, decidere quali erano le cose a cui dare rilievo, quali quelle a cui non darlo, quali foto scegliere, come impostare graficamente la mostra.
Alla fine abbiamo scelto e stampato quasi duecento lotografie da esporre".
Interviene Andrea Stringelli, assistente di laboratorio, ex studente dell'E. Conti che ha collaborato attivamente alla realizzazione della mostra curandone la parte fotografica.
"Certo si sarebbe potuto realizzare prima la mostra senza aspettare la fine dell'anno scolastico ma una cosa è da tener presente, il fatto che abbiam do-
vuto fare tutto da noi, abbiamo lavorato su materiale assolutamente inedito, su un argomento mai trattato in precedenti mostre e sul quale non esiste un'ampia bibliografia moderna sufficientemente valida ma solo testi dell'epoca".
"Vorremmo — interviene Giampiero — che questa mostra, che nel nostro piccolo abbiamo voluto realizzare con molta serietà, cercando di darle una veste grafica dignitosa fosse la spinta per organizzarne un'altra sull'argomento a cura del Comune o della Regione con dei cimeli storici (stampe, abiti, monete, libri, carte topografiche ecc.) che non abbiamo e che si siamo limitati a fotografare e a studiare nelle biblioteche e nei musei. Cercando materiale per la mostra abbiamo fatto alcune "piccole scoperte storiche", notizie che non si trovano su alcun libro di storia, come ad esempio che a Milano nei primi dell'Ottocento, in piena pianura padana vi era la sede del Ministero della marina e che le truppe entrate a Milano dopo la sconfitta della rep. Cisalpina e di Napoleone erano per la maggior parte russe e non austriache come solitamente si crede. 5 stata un'esperienza tutto sommato diversa dal solito modo di fare scuola, l'opera di ricerca a cui abbiamo partecipato tutti indistintamente è stata indubbiamente positiva. un nuovo modo di vedere la scuola e la sua impostazione, una impostazione che porta gli studenti ad assumere un ruolo attivo nella gestione del programma scolastico".
Continuando a parlare con i ragazzi di quinta B abbiamo chiesto se avessero incontrato particolari problemi con il Consiglio d'Istituto.
Ci hanno risposto che all'inizio erano stati trattati con un po' di scetticismo ma che con il passare del tempo la situazione era migliorata.
E per quanto riguarda le difficoltà economiche nella realizzazione della mostra?
"La realizzazione della mostra — ci risponde Andrea — è costata ca. cinquecento mila lire di cui circa duecentomila per i cavalletti e li materiale di sostegno forniti dalla scuola e dalla scuola pagati.
Per le restanti trecentomila lire abbiamo ricevuto del consiglio d'Istituto L. 50.000 come contributo spese. Il resto è opera di autofinanziamento degli studenti di quinta telecomunicazioni sez. B.
Luciano Zagato"Son buone... eh, son buone" si sente affermare da un robusto non più giovanissimo che avanza nel prato tenendo stretto fra le mani un panino ingrandito dalla salamella, e mentre addenta con gusto la sua recente scoperta indica alla moglie dove pagare.
Altri guardano indecisi la lista appesa al bancone e sembrano alla ricerca di un compromesso tra lo stomaco e le tasce. Molti sfoggiano invitanti sorrisi in direzione di vecchi e no conoscenti: "Eh, come ti va? E un po' che non ti vedo. M'hanno detto..."
I giovani organizzatori s'affrettano dietro il bancone inciampando nelle bottiglie, facendosi cadere di mano le salamalie e mostrando lacune in una delle più antipatiche materie scolastiche: la matematica. Cosi a volte tra un conto e l'altro s'inceppano ma vengono prontamente aiutati dai clienti a cui la fame aguzza l'ingegno.
L'acqua ora scroscia più forte e diventa l'argomento principale di conversazione. Una giovane cassiera all'aperto, sfodera, sbraitando, un ombrello ma qualcuno impietosito dalla sua incomoda posizione l'aiuta a portar dentro tavolo e tagliandini.
Arrivano alcuni giovani gruppettari: l'aria tra il diffidente e l'imbarazzato, cercano alcune
La violenza dell'acqua diminuisce. Qualcun altro arriva accolto dalle esclamazioni di benvenuto dei presenti che non si risparmiano anche l'amichevole battutina ironica. Così anche i nuovi senza volerlo sono trascinati nella confusione di facce allegre.
I bambini gironzolano fra I tavoli indecisi se ascoltare la conversazione materna o quella paterna ma affascinati dal lavorio che vi è dietro il bancone. La sera è ormai avanzata e si arriverà a terminarla fra le chiacchere, la birra e le risate, nei vari gruppetti.
L'indomani pomeriggio il sole ritorna nuovo e piacevole. L'ambiente è più tranquillo. Da una parte un dibattito stii risultati del referendum attira persone che si siedono con aria pensosa sulle sedie o per terra. i partecipanti non sono troppi ma il dibattito appare vivacizzato dalle contrastanti opinioni di alcuni dei presenti che si alternano al microfono. Un cane disturba la discussione ringhiando alle moto che rombano faticosamente sull'erba.
più in là sui tavoli e attorno, alcuni ragazzi suonano la chitarra ascoltano guardandosi attorno con curiosità.
Dietro il banco fervono i preparativi questa volta in grande stile: in un grande pentolone stregonesco cuociono e fumano, assieme alle poco distanti salamene, i crauti. Ma le persone che s'avvicendano nei preparativi culinari sono soprattutto se non del tutto donne.
Alle otto, finito il dibattito, arriva la carica dei cinquecento che brandendo i vassoi e fen-
Ma un grande evento sospinge gli animi dei presenti a cercare di far funzionare a dovere quel dannato marchingegno della televisione che ogni tanto, molto inopportunamente, osa far le bizze: arriva la partita di calcio. E tra uria, spintoni e "Spostati!" un gruppo di più o meno giovani militanti e no, si piazza su una ormai invisibile panca, di fronte al televisore.
Al collettivismo tuttavia raggiunge l'apice al primo goal italiano in un urlo nazional - patriottico - calcistico in cui il tifo si mischia col senso d'oppressione per l'eccessiva vicinanza del vicino che si desidererebbe un po' più magro, e con le urla, questa volta non di gioia, ma di rimprovero contro i pochi che osano passare davanti allo schermo televisivo.
Qualcuno comincia persino a sentirsi un « po' a disagio nella propria posizione comico - Raisportiva e si guarda in giro indeciso se cercare di alzarsi o sopportare ancora pazientemente l'incomoda posizione.
Frattanto qualcun altro, soprattutto donne, sgombera i tavoli e mette in ordine. Altri si attardano scambiando quattro chiacchere.
Finita la partita si deciderà a chi tocca rimanere di notte a far la guardia agli stands. I prescelti dovranno dormire in macchina rannicchiati sui sedili posteriori e cercando di dormire con un occhio chiuso e uno aperto. In pratica dormiranno poco e continueranno a discutere della giornata, della propria attività politica, del referendum... Di tutto ciò che non permetta alla mente di scivolare nei piacevoli sogni del sonno.
Diritto alla casa
La realizzazione del piano per la costruzione di nuovi alloggi al centro del dibattito al congresso del SUNIA san Leonardo, Gallaratese.
Domenica 4 giugno 1978 si è tenuto il congresso del Sindacato Unitario Nazionale Inquilini ed Assegnatari, sezione dei quartieri Gallaratese e San Leonardo.

Dopo un ampio dibattito al quale hanno assistito e partecipato circa cinquanta persone sono emerse le seguenti concili: sioni:
Per prima cosa fare l'unifica-
zione dei quadri dirigenti del SUNIA dei settori pubblico e privato, respingere le richieste di un prezzo "politico" della casa ma indirizzarsi invece ad un prezzo economico depurato dalle manovre e dai costi speculativi. Importante è ripartire i guasti causati dalla gestione passata per un rilancio dell'edilizia sia pubblica che privata al fine di poter dare la casa ad un
prezzo equo a chi ne ha bisogno. ° In secondo luogo è emersa la necessità di spingere lo IACP ad amministrare con rigore il patrimonio comune senza cadere però nel rigorismo burocratico.
Per quanto riguarda l'organizzazione e la linea politica non fare un tesseramento ed una propaganda avventurosa cavalcando la tigre della protesta e della demagogia, bensì battersi per la realizzazione del piano decennale per la costruzione di nuovi alloggi mediante i canali dell'edilizia sovvenzionata, convenzionata ed agevdlata, per il recupero dei 200.000 vani degradati a Milano. battere il mercato nero della casa (appartamenti ammobiliati) ed ottenere dei servizi efficienti ed economicamente autosufficienti.
Sono stati eletti alla conclusione del congresso i seguenti direttivi:
sezione Gallaratese: Migliorini, Varisco, Scotti, e Girardottl (segretario).
sezione San Leonardo G2: Bag Ågi, Nativo, Merli, De Miccolls, Pacciarini, Vanotti, Civardi e Locati (segretario).
Andando per i festival
Impressioni fotografiche colte alla Festa de l'Unità e della Gioventù in Zona 19.
FESTA DE L'UNITÀ

SEZIONE MONTOLI - FIGINO
Programma:
Venerdì 7 luglio:
ore 21 Ballo liscio con il complesso "Carlos Erota"
Sabato 8 luglio: ore 16 Assemblea dei pensionati ore 21 Ballo liscio con il complesso "Carlos Erota"
Domenica 9 luglio: ore 14 Animazione per i bambini ore 21 Ballo liscio con il complesso "Carlos Erota
Venerdì 14 luglio: ore 21 Serata danzante con il complesso "La cantina degli estranei"
Sabato 15 luglio: ore 21 Serata danzante con il complesso "La cantina degli estranei" - pomeriggio e sera: giochi vari
Domenica 18 luglio: ore 17 Dibattito pubblico: I cittadini chiedono, i comunisti rispondono ore 21 Serata danzante con il complesso "La cantina degli estranei"
Per tutta la durata del Festiva! funzioneranno cucina casereccia, bar, giochi vari.
CELLULA DOXA - Via Montebaldo (piazza Axum) 14, 15, 16 luglio
SEZIONE FORNASARI: Via Paravia angolo Via Zamagna 20, 21, 22 e 23 luglio