Milano domani12

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INOMAGGIO rINFORMATUTTOZONA13 L.200

In edicola il 15 del mese (luglio e agosto esclusi)

LE RUSPE SPAZZANO VIA "LA TRECCA"

La lotta democratica degli inquilini ha dato i frutti desiderati. La gente è già in via Salomone.

stati fatti più di 70 traslochi, grazie anche all'aiuto dei giovani delle parrocchie che hanno aiutato gli anziani a pulire la casa nuova e sistemare le loro masserizie. Il S.U.N.I.A. invece si è fatto carico dell'organizzazione, della vigilanza e delle pratiche allo I.A.C.P.M. e all'assessorato edilizia popolare, insieme alla Commissione Urbanistica del C.d.Z. e ad alcuni militanti della Cellula "E. LONGO" del P.C.I. Molti sono stati gli inquilini che hanno dato il loro aiuto sia nella fase delle preassegnazioni che in quella della vigilanza e del trasferimento, grazie alla quale nessun alloggio è stato occupato abusivamente. Chi non si è mai visto in questa fase così difficile e delicata sono state le assistenti sociali del Comune che pure sono pagate per svolgere appunto "attività sociali".

Non pochi allo I.A.C.P.M. erano scettici. Sulla possibilità di organizzare gli abitanti della "TRECCA" in un'operazione così complicata "Non riuscirete ad organizzare quella gente - E' gente che non dà retta a nessuno - Avranno paura di pagare l'affitto; lì non pagavano niente o pagavano assai poco, ma nonostante tutto avevano un sacco di arretrati".

vamente un grosso sforzo sociale ed economico è stato fatto dagli ex abitanti di Via Zama per arredare gli alloggi nuovi in maniera civile ed elegante. Purtroppo sono da segnalare le azioni di alcuni teppisti che si divertono a rompere tutto, vetri, porte ecc.

E' necessario che la maggioranza delle famiglie si organizzi al più presto per isolare e mettere in condizione di non nuocere questi delinquenti!

Le cantine allagate, l'area da spianare per i giochi, il verde da finire, le bacheche da installare, il funzionamento degli ascensori e, importantissimo, l'approntamento dei locali, sono compiti che spettano all'Impresa ed allo I.A.C.P.M. Si raccomanda al Consiglio di Zona di definire al più presto con le forze politiche e sociali del quartiere, e con gli inquilini stessi l'utilizzo, la scelta e l'assegnazione dei locali riservati alle attività sociali, politiche culturali. Gli ex abitanti delle case minime chiedono inoltre che l'area delle vecchie costruzioni sia messa in condizioni di agibilità e gli zingari vengano allontanati.

Nell'ultimo numero di "Milano domani" abbiamo parlato della situazione dei nuovi alloggi del lotto 64 e delle loro assegnazioni agli inquilini delle case minime della "Trecca".

In due mesi molte cose sono cambiate. Le case di via Salomone (lotto 64) sono state assegnate nella quasi totalità agli ex abitanti del quartiere Zama. Il trasferimento è

avvenuto senza traumi grazie all'impegno del Consiglio di Zona, del S.U.N.I.A., della parrocchia e dei giovani dì C.L., delle A.C.L.I., della cellula del P.C.I. "E. Longo" e soprattutto grazie al serio e disciplinato impegno degli stessi abitanti. L'abbattimento delle vecchie case prosegue a ritmo accelerato rispettando in pieno i programmi stabiliti.

Non tutto comunque è andato liscio. Alcune difficoltà si sono verificate nell'organizzare i trasferimenti degli anziani, perchè il Comune, che su richiesta del Consiglio di Zona ha mandato un camion per i traslochi, ha messo a disposizione un solo autista e un operaio.

Con il camion del Comune sono

SECONDO UN'INDAGINE CONDOTTA NELLA ZONA

Troppo facile procurarsi la droga in viale Ungheria

Il 65% dei giovani ha "fumato" almeno una volta, il 10% si è "bucato".

Che la diffusione della droga nella nostra zona stia crescendo non ce lo siamo sognato noi. "Milano domani" nei mesi scorsi si è limitato a denunciare la gravità del fenomeno invitando le forze di polizia ad un'azione più decisa nella lotta agli spacciatori e sottolineando che tutti i cittadini devono impegnarsi in prima persona a bloccare questo traffico. Una conferma delle nostre denuncie è venuta del resto anche dalla "Conferenza sui problemi giovanili" che si è svolta il 21 maggio scorso al Centro civico. Numerosi giovani hanno infatti sottolineato la gravità del fenomeno e la sua pericolosa diffusione. Riprendiamo pertanto il discorso anche perchè dalla Conferenza è uscito l'impegno a sviluppare la mobilitazione fino ad arrivare a creare un "Comitato di lotta contro la droga" che dovrà vedere co-

me principali protagonisti tutti i giovani della zona indipendentemente dalle loro tendenze politiche o ideologiche. Concentriamo quindi la nostra attenzione su quanto avviene in V.le Ungheria. Qualche tempo fa è stata fatta da alcuni giovani una indagine sulla diffusione delle droghe nel quartiere. Da essa risulta che almeno il 65% dei giovani di V.le Ungheria - Via Bonfadini ha fumato almeno una volta marjuhana e il 10% si è `:bucato" con droghe "pesanti". Ciò non vuol dire che tutti questi giovani siano tossicomani, ma sta a significare che in questa parte della nostra zona è terribilmente facile pocurarsi droga, eroina compresa. Alcuni bar di Viale Ungheria (ben noti alla polizia oltre che ai cittadini) sono infatti frequentati da tossicomani che, per procurarsi il denaro per acqui-

stare la droga, fanno a loro volta gli spacciatori. L'eroina arriva generalmente da piazza Gabrio Rosa (altro punto importante di spaccio a Milano) o direttamente dai "corrieri della droga" (di solito piccoli) che vanno periodicamente a rifornirsi in Olanda. In Viale Ungheria abita poi un grosso spacciatore: si tratta di una persona già nota alla olizia che pare entri ed esca perioicamente dalla prigione. La nostra richiesta è che, se la sua colpevolezza è dimostrata, in prigione ci resti il più a lungo possibile! Ci rendiamo conto che le nostre denuncie non bastano a spazzare gli spacciatori della zona: bisogna, lo ripetiamo, creare un ampio movimento di lotta alla droga per farla finita con questo pericolti. A questo lavoriamo e intorno a questo obbiettivo chiamiamo i giovani e i cittadini tutti, a mobilitarsi.

Ebbene, dignitosamente, la stragrande maggioranza di essi alla firma del contratto, ha portato all'I.A.C.P.M. tutti i soldi in contanti. Molte famiglie hanno pagato il primo mese di affitto, alcune anche il secondo. Lo I.A.C.P.M. a sua volta si è impegnato ad applicare il canone sociale sin dal primo giorno di locazione e gli inquilini, col S.U.N.I.A., faranno sicuramente rispettare questo impegno. Effetti-

Essi hanno imparato molte cose in questi anni di lotte e mobilitazioni, altre ne dovranno apprendere ancora.

Dovranno fare tutti gli sforzi necessari per educarsi ad una prassi di lotta politica intelligente e costante, non solo per mantenere le nuove case civili ed efficienti, ma anche per contribuire allo sviluppo democratico della nostra zona e della città.

In questo numero

Il 1. ottobre l'apertura pag. 3 del Consultorio

Inevitabile il ritocco pag. 4 delle tariffe dell'ATM

L'INfORMAT1ITTO DELLA ZONA13 pag. 6-7

Incontro col regista Anghelopulos pag. 10

ANNO III - n. 7 SETTEMBRE 1977
DI CULTURA POLITICA E ATTUALITA'
MENSILE

MAGGIORI POTERI Al CONSIGLI DI ZONA

Nostra intervista ad Antonio Taramelli, Assessore al decentramento zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA (a cura di Mimmo Casucci)

L'approvazione definitiva del nuovo Regolamento dei Consigli di zona avvenuta nel mese di giugno rappresenta senz'altro una svolta nel modo di governare Milano.

Su questo argomento, che a noi pare di particolare interesse, abbiamo avuto un incontro con l'Assessore al decentramento Antonio Taramelli, il quale ci ha rilasciato la seguente intervista.

Con l'approvazione del nuovo Regolamento dei Consigli di Zona si è aperta una nuova fase del decentramento. Anche Milano dispone di uno strumento di reale partecipazione democratica. Quale il significato politico di questa svolta?

Più che di una svolta penso si tratti di un salto di qualità quello avvenuto con l'approvazione del nuovo regolamento. Si è passati da una fase sicuramente importante, quella relativa al contributo che i Consigli di Zona erano in grado di assicurare nella formazione delle decisioni politiche attraverso discussioni e suggerimenti, ad una nuova fase che prevede per essi la possibilità di deliberare e di avere poteri concreti, mantenendo e rafforzando la loro funzione tesa ad assicurare un'ampia partecipazione dei cittadini.

La Democrazia Cristiana ha assunto nei confronti del nuovo re-

golamento un atteggiamento di contrapposizione, accusando la giunta di aver approvato un documento macchinoso con lo scopo di esercitare un controllo politico sull'attività dei Consigli di Zona. Come risponde a questa critica?

La Democrazia Cristiana ha usato in Consiglio Comunale, così come al di fuori, argomenti del tutto capziosi e non motivati. Basterebbe leggere uno ad uno tutti gli emendamenti che sono stati presentati e accettati durante la lunga discussione che ha preceduto l'approvazione del Regolamento per capire che la pretesa di sostenere che con esso noi pensiamo di esercitare un controllo sulla città è del tutto infondata e non trova riscontro nei fatti. Ciò che è importante è che la D.C. ha votato contro, ma si trova isolata poichè tutti hanno riconosciuto che il documento elaborato è il prodotto di un intenso lavoro a cui hanno partecipato tutte le forze politiche e sociali della città con loro proposte, suggerimenti e contributi.

Il giudizio politico che è stato espresso dalla D.C. và collocato perciò nel comportamento più generale che questoÅpartito ha assunto nei confronti delle iniziative proposte dalla nuova giunta.

E' bene comunque ricordare l'atteggiamento dei partiti intermedi non di maggioranza che si sono astenuti in sede di votazione con apprezzdmenti complessivamente positivi sul documento approvato.

Il decentramento può funzionare

solamente se esiste e si sviluppa intorno ad esso la partecipazione dei cittadini. Come prevede la Giunta di affrontare questo problema?

In verità, l'interesse dei cittadini in questi ultimi anni è cresciuto rispetto agli anni precedenti. Ma il punto non è tanto di misurare di quanto sia aumentato, quanto invece di costatare che esso rimane ancora complessivamente troppo modesto. Abbiamo quindi previsto nel Regolamento un titolo completo che riguarda la partecipazione, per favorirla con meccanismi che permettano ai cittadini di esprimere la propria opinione. Ma oltre a ciò riteniamo che sarà decisivo il ruolo svolto dalle forze politiche e sociali che dovranno gestire gli organismi del decentramento. Un secondo elemento su cui contiamo molto è la gestione dei servizi, che è prevista nel Regolamento, che pensiamo debba attuarsi mediante la costituzione di comitati in cui coinvolgere direttamente un numero sempre più ampio di cittadini.

Come pensa La Giunta di risolvere il problema di assicurare ai Consigli di Zona e ai cittadini una suflìcente informazione?

Già da tempo stiamo lavorando per elaborare un sistema informativo che metta in grado i Consigli di Zona di conoscere la realtà cittadina nel suo complesso.

Ci proponiamo inoltre di uscire presto col primo numero di un periodico da inviare a tutte le famiglie milanesi. Studieremo poi come lasciare degli spazi alle iniziative delle

zone, che sicuramente ci saranno, anche se non abbiamo ancora deciso con quali modalità.

Durante la discussione per approvare il Regolamento un'osservazione fatta riguarda il rischio di una eccessiva burocratizzazione dei Consigli di Zona. Pensa che questo rischio esista realmente?

Esiste in effetti da parte di alcuni, la preoccupazione che ai Consigli di Zona siano attribuiti compiti burocratici che pure esistono nella vita amministrativa. Certo la macchina comunale offre grandi e piccoli servizi ai cittadini e spesso sono questi ultimi che più li interessano. E' nostra intenzione fare in modo che al momento dell'attribuzione dei poteri, i Consigli vengano dotati di quegli strumenti necessari per assolvere ai compiti che sono loro assegnati. E' ovvio che non saranno loro affidati i conteggi di questo o quell'altro servizio come attività normale perchè lo dovranno fare le strutture municipali decentrate. Del resto una buona burocrazia, se realmente efficiente, è sicuramente uno strumento importante per far vivere in modo democratico una machina comunale come la nostra ed èi comunque strumento decisivo per la realizzazione di una politica amministrativa che sia rivolta ai cittadini.

Le elezioni dirette dei Consigli di Zona sono state indette per il 9-10 aprile 1978. Perchè si è ritadato ulteriormente l'avvio di questa nuova fase del decentramento scegliendo una data così lontana dagli impe-

gni che la Giunta si era assunta quando si è insediata a palazzo Marino?

Il motivo è abbastanza complesso. La giunta quando è stata eletta aveva deciso che sarebbe andata al più presto alle elezioni dirette dei Consigli di Zona. Poi è stata bloccata, per i motivi che ben conosciamo (intervento negativo del governo, n.d.r.).

Nel frattempo, tra il 75-76, il quadro politico si è notevolmente modificato e in conseguenza la giunta ha ritenuto che la decisione di fissare la data delle elezioni non dovesse essere un atto unilaterale ma dovesse coinvolgere anche le altre forze politiche. Fra l'altro dobbiamo tener presente che se tutte le grandi città votassero nello stesso periodo avremmo venti milioni di elettori che si recherebbero alle urne e quindi una vera e propria campagna elettorale in un momento politico estremamente delicato come l'attuale, in cui è necessario il massimo sforzo comune per uscire dalla crisi che attraversiamo.

Tutti i partiti, tranne la Democrazia Cristiana che ha voluto anche in questa occasione trarre qualche vantaggio di carattere propagandistico, hanno approvato la data che è stata fissata.

Per quanto mi riguarda, come Assessore comunista, posso affermare che il mio partito non ha mai avuto alcuna difficoltà nella scelta della data, visto anche l'esito favorevole delle elezioni amministrative e per i Consigli di Zona che si sono svolte in altre città.

`vita del decentramento)

Riportiamo di seguito le decisioni più importanti prese dal nostro Consiglio di Zona nel corso delle riunioni di giugno e luglio.

In via Mecenate? Certo. E precisamente al numero 8. Senza dover andare in Jumbo jet fino a New York o in Jumbo tram fino in centro, da Miceli e Zoller trovate tutto quello che vi serve per un-regalo o per togliervi il gusto di comprare un oggetto prezioso e di gran marca.

E se proprio volete essere originali, chiedete a Miceli e Zollet di farvi un orologio su misura.

Ve lo costruiranno pezzo per pezzo con estrema pignoleria. Non per niente sono di origine svizzera.

E buon sangue non mente.

Consiglio di Zona, 14 giugno

1977

- Approvazione della proposta di spianare l'area di proprietà comunale in via Zama (angolo Via Bonfadini - dietro l'inceneritore dell'AMNU) e attrezzarla con servizi igienici e sanitari essenziali per poterla adibire a due campi nomadi.

Analisi della situazione creatasi in seguito all'occupazione abusiva dell'ex centrale termica del quartiere Forlanini.

Denuncia dei nuovi atti di teppismo contro autisti del'autobus 45 che ne hanno nuovamente fatto interrompere il normale percorso.

Nomina all'unanimità a VicePresidente di Carlo Repizzi (PSI).

Nomina a Coordinatore della Commissione Assistenza - Igiene e Sanità di Adriano Zagato (PCI).

Richiesta all'Amministrazione comunale e all'IACP di porre a disposizione del Consiglio di Zona, per il Servizio di psichiatria adulti, i locali di una exportineria di Viale Ungheria.

Analisi degli interventi necessari per consentire il trasloco degli abitanti delle case minime di via Zama nelle nuove case di Via Salomone.

- Richiesta che le case minime vengano abbattute.

- Approvazione all'unanimità della convenzione fra Amministrazione Co. munale e Assimpredil per la disciplina degli interventi in piani ex-legge 167 di ristrutturazione.

- Approvazione del testo di un volantino per pubblicizzare la prossima apertura del Consultorio di Via Meleri.

- Analisi delle iniziative del Consiglio di Zona in merito alla costituzione di un "Comitato di lotta contro la droga" e della "Consulta giovanile di zona".

- Approvazione della convocazione di un assemblea popolare sul canone sociale.

Consiglio di zona, 22 giugno

1977

- Analisi delle iniziative da intraprendere per consentire la ripresa del normale servizio dell'autobus 45.

- Analisi degli interventi necessari per facilitare il trasloco degli abitanti delle case minime di via Zama nelle nuove case di via Salomone.

- Approvazione all'unanimità delle osservazioni del Consiglio di zona sulla variante generale al Piano Regolatore.

- Approvazione all'unanimità della richiesta di destinare a verde pubblico l'area prospicente il n. 16 di via Pecorini.

- Approvazione di licenze edilizie:

1) via Uccelli di Nemi 3 (parere positivo); 2) via Quintiliano 30 (parere negativo); 3) viale Forlanini - ang. via Facchinetti (parere negativo); 4) viale Forlanini - ex Dazio (parere negativo);

5) via degli Umiliati 15 (parere positivo); 6) via Parca 1 (parere negativo); 7) via Salomone IO - ang. via Bonfadini (parere negativo).

Consiglio di zona, 7 luglio 1977

- Approvazione del piano commerciale cpoamreurenale. negativo alla licenza edilizia al progetto di via Quintiliano 31.

- Analisi della domandi di trasferimento di attività commerciali nelle nuove case di via Salomone.

- Relazione dell'attività del Comitato per M oitiuè.

Consiglio di zona, 26 luglio 1977

- Relazione dell'attività svolta dal Comitato per Monluè.

- Fissazione della data di inaugurazione del Consultorio di via Meleri (24 settembre. ore 16).

- Approvazione della destinazione di alcuni locali nelle nuove case di via Salomone ad ufficio dell'Assistente sociale della zona e a servizio medico e infermieristico per gli anziani.

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IL I° OTTOBRE L'INAUGURAZIONE DEL CONSULTORIO DI VIA MELERI.

Operatori sociali e sanitari al servizio dei cittadini

Cosa vuol dire servizi "integrati". ll pluralismo nel Consultorio

Per uscire dalla crisi che stiamo attraversando una delle condizioni che non può essere ignorata è l'indispensabilità di ridurre gli sprechi, le disfunzioni, il clientelismo.

Ciò vale naturalmente innanzitutto per la gestione e il funzionamento dei servizi pubblici, in particolare per quelli sociali e sanitari il cui funzionamento è stato finora troppo spesso caratterizzato appunto da sprechi, disfunzioni e clientelismo.

Sono questi perciò gli obbiettivi che ci siamo posti nello sviluppo dell'attività del Consiglio di zona: cercare di ottenere per la nostra zona quei servizi socio-sanitari che finora essa non aveva mai avuto (la 13 era la zona di Milano più sprovvista di servizi), ma contemporaneamente fare in modo che 9uesti servizi funzionino "al servizio ' del cittadino ed in stretto collegamento fra di loro (servizi "integrati", come si dice in gergo) proprio per evitare sovrapposizinne di competenze, con tutti gli sprechi che ciò comporta.

E' noto che in ottobre (il 1° per la precisione) verrà inaugurato il Consultorio di via Meleri: della sua importanza diremo più avanti, ora ci interessa subito affermare che una delle condizioni per garantirne il successo è che, fin dall'inizio, i suoi operatori svolgano la loro attività in stretto collegamento con gli operatori degli altri servizi socio-sanitari della zona.

Dobbiamo infatti tener conto della presenza del Servizio di Igiene Mentale per l'Età Evolutiva (SIME) che già funziona da noi in modo soddisfacente, soprattutto considerando l'esiguo numero di operatori finora presenti (un'opera utile ad esempio è stata svolta per favorire l'inserimento degli handicappati nelle scuole della zona, anche se ancora molto deve essere fatto). Stiamo poi cercando in tutti i modi, anche se la soluzione non è facilmente raggiungibile, di trovare dei locali atti ad accogliere in zona il Servizio di psichiatria adulti, che già funziona in un ambulatorio dell'Ospedale psichiatrico Paolo Pini, quindi troppo lontano dalla zona. Abbiamo già richiesto che l'Assistente sociale di zona, il cui ufficio è stato finora in viale Molise, sia trasferita nelle nuove case di via Salomone, dove anche stiamo cercando di ottenere un servizio medico e infermieristico per gli anziani.

Ma ciò che dobbiamo valorizzare al massimo e che, a nostro parere, deve diventare il "centro" intorno al quale ruoterranno tutti gli altri servizi, è il Servizio di Medicina scolastica. Ciò non solo perchè questo servizio costa al Comune circa 5 miliardi l'anno, ma soprattutto perchè la competenza e la professionalità dei medici e delle Assistenti sanitarie che in esso sono impegnati devono essere usate a pieno per i compiti di medicina preventiva che esso deve svolgere.

Da tutta questa problematica infine non devono rimanere estranei i numerosi medici "generici" che

operano nella nostra zona: la loro funzione di "filtro" e la loro collaborazione sono indispensabili per il buon funzionamento dei servizi pubblici.

Riuscire quindi a fare lavorare in stretto contatto e con spirito collaborativo tutti gli operatori sociali e sanitari della zona diventa un obbiettivo importante e ad esso ci dedicheremo; l'idea di organizzare per il prossimo inverno una Conferenza sui servizi socio-sanitari della zona ci sembra degna di interesse: iniziamo a discuterne e valutiamone la reale utilità.

Soffermiamoci ora, sia pure brevemente, su alcune caratteristiche che il Consultorio della nostra zona dovrà avere. Le leggi nazionali e regionale sui Consultori, il trasferimento delle competenze dell'O MNI ai Comuni, l'approvazione del nuovo regolamento dei Consigli di zona e la loro elezione diretta nell'aprile 1978, rappresentano infatti i presupposti per avere a Milano servizi socio-sanitari profondamente nuovi rispetto al passato.

Il Consultorio dovrà essere aperto a tutti i cittadini e in grado di offrire un servizio globale nei settori dell'educazione sessuale; della maternità e paternità consapevoli; della tutela della gravidanza e del prodotto del concepimento; della tutela della salute del bambino fin dalla nascita; dell'assistenza psicologica e sociale alla donna, ai giovani, alla famiglia; della applicazione della legge sull'aborto che speriamo venga presto ripresa in esame dal Parlamento per essere approvata.

Al di là comunque dell'elencazione dei settori di intervento, ciò che ci preme riaffermare è la validità del pluralismo all'interno del Consultorio. Il pluralismo deve essere garantito e sviluppato perchè è nostra convinzione che solamente strutture pubbliche, aperte a tutti i cittadini senza discriminazioni, danno effettive garanzie di rispettare le convinzioni ideali, religiose, politiche degli utenti. Non si tratta quindi di creare pluralità di enti e di istituzioni, ma di dibattere democraticamente e pubblicamente come il Consultorio deve funzionare e quale servizio deve essere in grado di erogare.

In questo senso del resto ci siamo mossi finora negli incontri che si sono tenuti per formare il Comitato di gestione del Consultorio.

Per quanto riguarda poi il tipo di servizio che il Consultorio dovrà dare ai cittadini ciò che vogliamo siano garantite è la globalità e l'efficenza del servizio.

I cittadini della zona 13 non vogliono un ambulatorio simile a quelli che l'INAM ha loro dato finora, ma un servizio unitario e in grado di essere loro di reale aiuto e tale da configurare un nuovo modo di erogare prestazioni sociali e sanitarie; un servizio quindi che funzioni sotto il diretto controllo dei cittadini così da poter soddisfare le loro reali esigenze

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Queste colonne sono a disposizione di tutti coloro che intendono usarle. Le opinioni espresse possono non corrispondere con quelle della Redazione di "Milano domani"

Che una legge in materia di consultazione familiare sia stata finalmente approvata è indubbiamente un passo notevole, soprattutto se la legge viene vista come integrazione del nuovo diritto di famiglia.

Di fronte all'indiscussa centralità sociale del matrimonio e del istituto familiare, in un epoca tanto disturbata come la nostra, si è fatta sempre più evidente la necessità di poter disporre di centri specializzati cui le coppie potessero ricorrere prima e dopo il matrimonio per ottenere informazione, chiarezza, assistenza nei momenti più difficili dell'intesa tra i due partners in riferimento ai problemi dell unità, dell'educazione e della procreazione.

Un Consultorio che voglia contribuire ad assicurare al nucleo uno stabile equilibrio affettivo, deve preoccuparsi innanzi tutto che l'abbinamento dei partners si compia facendo attenzione da un punto di vista psicofisico e da un punto sociale e morale.

Un matrimonio troppo carente negli intenti e nella mutua conoscenza e insicuro della capacità di reciproca accettazione, senza idee chiare e responsabili sulla procreazione, fatalmente andrebbe in fallimento. Nel campo dei consulenti matrimoniali si hanno testimonianze induttive che la maggior parte della rottura tra i coniugi ha la sua prima origine nella leggerezza con cui si è deciso il matrimonio, nell'immaturità affettiva e psicologica, in stati nevrotici irrisolti alla base, in fragili motivazioni di fuga dalle famiglie odi riparazione di una gravidanza indesiderata. Qui il consultorio familiare trova il suo vero spazio di profilassi e di terapia.

Basterebbe pensare a ciò che la genetica umana è in grado di rilevare oggi, pure con diversi gradi di probabilità, in un determinato abbinamento dei soggetti. Questi pur credendo di essere perfettamente sani, possono ignorare di essere portatori "sani" di malattie che essi rischiano di trasmettere alla propria prole. È ampiamente risaputo per esempio che il pericolo di trasmettere un carattere patologico aumenta con la consanguineità dei due.

Altrettanto va detto delle malattie contagiose, fra cui occupano il primo posto a causa del loro comportamento

insidioso le malattie veneree. È noto che queste dopo l'effettivo contagio, non rivelano la loro presenza all'esterno poichè hanno pause sintomatologiche subdole d'insediamento nei tessuti, per cui sfuggono all'osservazione del soggetto. Di conseguenza il partner portatore, se non viene visitato e avvertito si mette nel rischio di contagiare l'altra parte con gravi riflessi sui nati dalla coppia.

Recentemente esiste un'analoga insidia proveniente da partner "drogato".

In assenza di una consultazione competente è difficile misurare il grado di intossicazione raggiunto dal consumatore di droga e le probabilità che egli ha di incidere sulle relazioni sessuali con l'altro coniuge e di trasmettere ai figli alcuni danni psicologici. Su alcune droghe (leggere) non c'è ancora certezza; che sembra comunque provata per altre più forti e penetranti ("pesanti ': allucinogeni, eroina e oppio e derivanti).

Non molto dissimile, e forse più vasto, è il pericolo derivante dall'unione con alcoolista. È scientificamente provato che un consumo eccessivo di alcool produce nel soggetto, nonostante il suo aspetto apparente di persona sana e normale, compromissioni notevoli del metabolismo che gradualmente e inesorabilmente portano a stati di assuefazione e cronicità che finiscono con l'alterare la normalità delle cellule germinali. Studiosi del settore osservano che nei figli degli alcoolisti sono state rilevate insufficienze mentali e predisposizioni a comportamenti devianti.

L'importanza di un Consultorio che operi prima del matrimonio viene confermata dalla necessità di chiarire tempestivamente ai numerosi soggetti omosessuali le loro eventuali decisioni in ordine al problema matrimoniale. Qui l'analisi compiuta dal consulente specializzato non potrà essere ovviamente generalizzata, ma l'indagine e la soluzione sarà personale. Per alcuni casi si tratterà di sottoporsi a una "terapia" per ottenere condizioni adeguate a una convivenza e al rapporto eterosessuale; peri casi "eravi" e irreversibili l'esperto potrà o dovrà sconsigliare in manira assoluta l'unione poichè l'omosessualità può costituire un vero impedimento a sposare sotto il profilo di incapacità a

compiere atti idonei alla procreazione. Stando poi ai dati dei centri di analisi matrimoniale le crisi coniugali sono per lo più "crisi d'immaturità": si sono portati nel matrimonio problemi personali non risolti nel periodo che lo ha preceduto (forme d'insicurezza e di disarmonia psichica, di inacettazione reciproca sul piano dei limiti o dei gusti personali, di sfiducia o di sospetto mai chiarito sul piano della lealtà e fedeltà). Ci si è illusi che l'unione intima e la consuetudine dei rapporti portasse al risanamento di situazioni che finiscono invece col diventare quasi sempre esasperanti e spesso insanabili portando a spaccature e crisi profonde. Il consulente, quando veramente fornito di particolari attitudini e di adeguata preparazione, può riuscire a chiarire mediante colloqui a due o a tre la natura e l'origine della tensione e a riportare la coppia a una "riscoperta di se stessa" facendo emergere convinzioni latenti, o a scoprire che i presupposti fondamentali affettivi e psicologici non sono mai esistiti e che in casi particolari non c'è stato vero matrimonio, divenendo in questi casi oltre che consulente anche esperto ad avviare i due alla soluzione migliore.

Un'altro gruppo di problemi, essenziale a mio avviso, mette in crisi il nucleo familiare: mi riferisco alla procreazione responsabile. Molte coppie, per malintesi morali, per mancata educazione sessuale, non sanno programmare la propria attività procreativa caricandosi di figli e di corrispettivi compiti che non riescono poi ad assolvere e che creano anche gravi cause di rotture affettive. Il Consultorio familiare dotato di una equipe specializzata opererà in questo campo indicando alla coppia interessata le conoscenze esatte sui metodi anticoncezionali, assumendosi il compito di informarla intorno ad essi e indicando le scelte più adeguate, tenendo nel debito conto in questo intervento informativo e orientativo il "credo" morale e religioso degli interessati. La legge stessa nel secondo comma dell'Art. 1 stabilisce che le indicazioni vanno date "nel rispetto delle convinzioni etiche" di coloro che si rivolgono al Consultorio.

- 9.1?

Anche 'Milano domani" si vuole unire alle voci di denuncia e di sdegno alzatesi a protestare per la fuga del criminale Kappler. Ciò soprattutto perché questa fuga pone in primo piano quanto siano ancora presenti i pericoli di un passato di terrore e di morte che ritenevamo ormai completamente superato. E' questo il significato dell'opera di Gino Fossali che pubblichiamo. intitolata appunto "La fuga".

tribuna
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STAMPA DI ZONA E LIBERTÀ DI INFORMAZIONE

Opinioni a confronto

Domenica 19 giugno, in occasione del Festival de "l'Unità" di Monluè, si è tenuto un dibattito organizzato da "Milano domani" sul tema: "Stampa di zona e libertà d'informazione" con l'intervento dei due noti giornalisti Raffaele Fiengo del Corriere della Sera e Bruno Enriotti dell'Unità.

La partecipazione dei cittadina l'interesse che l'iniziativa ha suscitato hanno premiato lo sforzo che da parecchi mesi stiamo compiendo per far crescere "Milano domani" e farlo conoscere al maggior numero di persone.

Il dibattito è stato preceduto da un intervento di Adriano Zagato, responsabile del Comitato di Redazione, il quale ha tracciato brevemente la storia di "Milano domani" evidenziando il carattere di giornale aperto al contributo di tutti coloro che intendono collaborare con interventi diretti, proposte, critiche o suggerimenti.

Gli interventi del pubblico, numerosi e stimolanti, hanno toccato sia temi di carattere generale, sia argomenti più direttamente collegati alla realtà del nostro giornale.

Ad un cittadino che chiedeva un giudizio sull'attuale prezzo dei quotidiani ha risposto d'apprima Raffaele Fiengo il quale seppur non nascondendosi le difficoltà oggettive in cui si dibattono le aziende editoriali a causa dei continui aumenti dei costi delle materie prime (in particolare della carta), ha sottolineato come sia insufficiente pensare di risolvere tali problemi solamente attraverso in rincaro dei prezzi.

E' necessaria invece una riforma generale che tuteli innanzi tutto la

libertà d'informazione dalle manovre monopolistiche di alcuni grandi gruppi (in particolare della Rizzoli) e rimetta ordine in questo delicato settore puntando ad aumentare il numero di lettori attualmente ancora troppo basso. In questo senso iniziative come le nostre assumono grande importanza e possono svolgere un ruolo assai positi-

vo. Certo i rischi e le difficoltà che si incontrano nel far vivere giornali locali a tiratura limitata, ha aggiunto Bruno Enriotti, sono numerosi. L'esperienza in questo settore dimostra come la tendenza ad imitare nell'impostazione e nei contenuti i grandi giornali nazionali dà spesso origine a "brutte copie" di essi, ma soprattutto allontana dagli

Inevitabile il ritocco delle tariffe dell'ATM

Sempre convenienti comunque i tesserini e gli abbonamenti

In discussione non è tanto se aumentare, quanto invece in che misura deve essere cresciuto il nuovo onere a carico dei cittadini per l'uso dei mezzi pubblici. Sulle proposte avanzate dall'ATM, dalla Giunta e dai sindacati si è discusso a lungo per fare in modo che il nuovo aumento non provochi un riflusso verso il mezzo di trasporto privato e nello stesso tempo per fare in modo che il bilancio dell'Azienda ne tragga beneficio e di riflesso anche le stremate finanze del Comune. Il compito non è facile: l'ultimo bilancio portava un disavanzo di ben 185 miliardi e l'aumento del

biglietto, secondo i calcoli effettuati, può portare maggiori entrate per un massimo di 18-19 miliardi.

"Può sembrare poco — ha dichiarato in questi giorni il sindaco Carlo Tognoli — ma questo per noi significa la possibilità di costruire sette o otto complessi scolastici".

Vediamo comunque, stando alle indiscrezioni, quali saranno le novità che accompagneranno questo sensibile aumento del biglietto: la crescita a 200 lire pare ormai certa e riguarderà sia le linee di superficie sia la metropolitana. Con duecento lire si viaggerà per un'ora, o

poco più, su tutte le linee comprese anche quelle sotterranee. Sono ancora in vigore naturalmente i tesserini e gli abbonamenti a tariffa agevolata che permettono all'utente una scelta a seconda delle diverse esigenze. Con un po' di attenzione si può scegliere la condizione più economica per viaggiare sui mezzi urbani.

Tesserino da 1200 lire — È valido per due corse al giorno (una prima di mezzogiorno, l'altro da mezzogiorno a sera) per un totale di 12 corse. Ogni corsa costa cioè ancora 100 lire.

Abbonamento da 2400 lire — È valido per un numero illimitato di corse, su tutte le linee e in tutti gli orari, per sette giorni. L'abbonamento è personale.

Tesserino da 4600 lire — Può essere acquistato dagli studenti diurni ed è valido per un mese per sei giorni alla settimana.

Tesserino da 3000 lire — È l'abbonamento per gli studenti serali, valgono le stesse norme che per quelli del diurno.

Abbonamento annuale da lire 100 mila — È valido per tutto l'anno e per tutti i giorni.

Restano poi delle altre forme di abbonamento per i dipendenti comunali e quelli gratuiti per i militari, i pensionati e i Cavalieri di Vittorio Veneto.

L'aumento quindi ci sarà e sarà anche piuttosto sensibile. Ma avendo cura di scegliere una forma di abbonamento adatto alle più diverse esigenze, è possibile risparmiare e avvertire meno l'aumento.

obiettivi che devono caratterizzare questo tipo di stampa. D'altro canto la tendenza inversa, cioè a chiudersi troppo nel proprio ambito e quindi a non saper collegare fatti specifici con tematiche più generali, porta ad un impoverimento del giornale e in molti casi ad un decadiento qualitativo.

E' quindi necessaria la massima

DIBATTITO SU:

aderenza ai problemi della zona e la capacità di saper partire da essi per trattare argomenti più vasti. Per dovere di cronaca, riportiamo infine il giudizio positivo espresso sia da Raffaele Fiengo che da Bruno Enriotti su "Milano domani": un motivo in più per continuare lungo la strada intrapresa. m.c.

Il titolo che mi permetto di suggerire è gia una risposta alla domanda con la quale, nel dicembre scorso, la Redazione ha aperto il dibattito. Aggiungo subito che una risposta univoca, totale e risolutiva, a mio parere non può esserci e non esiste.

Mi spiego meglio. Parto da un dato di fatto ben preciso, cioè essere il periodico — come tutta la carta stampata in generale — un "mezzo" di comunicazione e un "prodotto" di chi ha qualcosa da dire e lo vuole far sapere ad altri. "A cosa serve", dunque, dipende dal punto di vista e dalle scelte fatte dai promotori e dalla redazione in primo luogo: quale funzione svolgere, quali obiettivi raggiungere, quali valori e quali ideali affermare, con quàle linguaggio e con quale veste arrivare al lettore. Dal rapporto tra gli obiettivi di partenza e i risultati conseguiti - d'e è sempre un bilancio a posteriori - dipende il giudizio se il prodotto funziona o meno, se è più o meno buono.

Detto ciò, a questo punto almeno una cosa mi sembra chiara, e cioè un periodico che vada bene per tutti alla stregua di un abito buono per tutti gli usi, per tutte le misure, per tutte le stagioni è impossibile da confezionare.

La risposta diventa più praticabile, invece, se la domanda è "come vorresti" un giornale di zona.

Ecco, che faccia conoscere la realtà della zona attraverso i fatti, le situazioni, i problemi; che sia lo specchio fedele del volto sociale, politi co, economico e umano della zona; che sappia interpretare i sentimenti

e le aspirazioni della gente. Tutto ciò rifuggendo dalle strettoie del campanilismo territoriale, senza cadere nelle ambizioni di "grande" stampa.

In secondo luogo (non meno importante del primo), che dica - con coraggio, con onestà, con rigorele cose come stango, perchè dire la verità, anche quando la verità è scomoda e dura, è la prima premessa di un impegno concretamente volto a suscitare quell4 tensione ideale, culturale e morale necessaria e indispensabile per superare ostacoli difficoltà, situazioni critiche.

Terzo — non meno importante dei precedenti, forse il punto decisivo - che dia spazio, che stimoli, organizzi, "provochi" la partecipazione democrtica. La gente deve sapere, deve conoscere tutto, i risultati che si realizzano e quelli che non si realizzano e come e perchè; la gente deve poter discutere, sostenere e criticare; deve potere decidere, deve poter agire, e cioè partecipare attivamente all'opera comune uscendo finalmente dal ghetto dell'isolamento individualistico.

Questo, a mio parere, bisogna saper fare, e fare ancora meglio, per fare avanzare il nuovo contro il vecchio che continua a sopravvivere e che è duro a morire. E in questa direzione, dato un sincero riconoscimento alla Redazione per l'impegno e la passione profusi,ttittavia ancora lungo è il cammino che il periodico deve percorrere. Secondo il mio punto di vista naturalmente.

STAMPA LP „. i BERTA PFIRTFOPAkkg FALLE HEN u bk! 4 (pato
zona13F
DOMANI,
Al FESTIVAL DI MONLUÈ
"A COSA SERVE UN GIORNALE DI ZONA'
Promuovere nuovi modi di fare politica, di governare e amministrare

VERSO LE ELEZIONI DEI DISTRETTI SCOLASTICI

Entro la fine dell'anno dovrebbero essere istituiti, in ottemperanza al decreto sugli organi collegiali del Ministro della Pubblica Istruzione, i comprensori scolastici territoriali che assumeranno la denominazione di distretti scolastici.

Tali organi saranno determinati in corrispondenza ad ambiti territoriali sub-provinciali con popolazione non superiore a 100.000 abitanti che si potranno estendere anche a 200.000 in zone di intensa urbanizzazione. L'organo di governo dei distretti sarà il "Consiglio Scolastico Distrettuale" che si comporrà di rappresentanti eletti in seno alle forze sociali organizzate ed alle categorie che operano nella scuola (studenti, genitori, insegnanti, non docenti, rappresentanti degli Enti Locali, delle organizzazioni sindacali, delle organizzazioni culturali e di massa). Le finalità e le funzioni, recitate nell'art. 12 della Legge istitutiva sono molto ampie e non possono essere in questa sede enumerate compiutamente. Sarà sufficiente qui ricordare che oltre a formulare proposte al Ministero e agli Enti Locali i distretti potranno elaborare programmi ed indirizzi anche se esclusivamente, e questo ci pare un limite, per attività parainter-extrascolari, di medicina scolastica, assistenza socio-psicopedagogica, sperimentazione, etc., ma soprattuto dovranno coordinare sul territorio le esigenze delle varie popolazioni scolastiche in un piano armonico di programmazione delle risorse con una approfondita conoscenza del reale e naturalmente tentando di volgere un occhio al futuro.

Al di là dei compiti di per sè importanti va sottolineato che, con l'istituzione dei distretti, l'organizzazione centralistico—autoritaria della scuola sarà decentrata democraticamente: in sostanza, i problemi della scuola non saranno più affrontati al vertice dal Ministero, ma bensì collettivamente attraverso la promozione dell'incontro ed il coinvolgimento diretto delle forze e delle componenti sociali anche esterne alla scuola, affinché un numero sempre maggiore di cittadini possa sentirsi parte delle istituzioni e degli organismi di partecipazione e di massa.

E' naturale che un momento innovativo di tale portata spinga le forze organizzate che esprimono interessi diversi a mobilitarsi e a confrontarsi, in termini anche polemici, sul significato della legge e sul modo di applicarla operativamente.

Vale la pena di focalizzare criticamente alcune fra le strategie e le posizioni più interessanti che si manifestano al fine di portare, nei li-

miti del possibile, un contributo di idee e di chiarezza.

Le forze conservatrici tendono alla minimizzazione degli aspetti più importanti (partecipazione, etc.) e già ipotizzano di trasformare i distretti in istituzioni più moderate da contrapporre ad istituzioni ritenute più democratiche (Enti Locali).

Su questa direttrice si muovono da tempo per ridurli a nuovi strumenti di conservazione, oppure, se non duttili ai propri fini, paralizzarli e renerli inutili come già avvenuto, in alcuni casi per altri organi colleggiali.

E' evidente che un simile disegno non deve trovare possibilità di concretizzarsi, per cui i movimenti pro-

Aperti al pubblico i consigli scolastici

gano sclerotizzante che si pone al vertice di una fantomatica piramide gerarchica.

A costoro deve essere costantemente chiarito che i vari organi colleggiali non si sovrappongono l'uno sull'altro, in quanto ognuno ha finalità e compiti propri e non esiste tra essi rapporto di subordinazione gerarchica. Non tutti i giudizi critici, tuttavia, si basano su labili argomentazioni. Esistono limiti nella legge che aprono spazi a rischi reali di travisamento dei compiti e dei fini e di ciò le forze progressiste devono farsi carico per canalizzare scelte ed indirizzi nel senso esatto.

Altro particolare momento di pericolo potrà verificarsi all'interno delle componenti il Consiglio distrettuale se sarà ceduto spazio a

gressisti non dovranno ripetere gli errori di un recente passato (divisioni, disorganizzazione, sottovalutazione dei problemi) ma dovranno ricercare in ogni momento il massimo dell'unità al fine di operare costantemente nella direzione di obiettivi che coaugulino la stragrande maggioranza di tutti coloro che sono sinceramente interessati alla realizzazione di una scuola migliore. Di contro, alcuni gruppi "ultrarivoluzionari", ancora una volta non casualmente accomunati alle forze più moderate, sostengono che, di fatto , avendo limitato potere decisionale i distretti saranno pressochè inutili, volutamente ignorando che la totalità delle decisioni non può essere delegata ad organismi rappresentati categorialmente, non completamente elettivi e quindi non rappresentativi della realtà sociale nel suo insieme. Interlocutore naturale col quale confrontarsi, e all'interno del quale sviluppare le problematiche, dovrà essere tutto il tessuto delle autonomie locali, che, quali enti completamente elettivi più vicini e quindi rappresentativi della volontà popolare, hanno la possibilità e la forza, naturalmente sempre di concerto con gli organi colleggiali, di realizzare le trasformazioni più profonde.

Nel variegato ventaglio della critica troviamo anche alcuni che, probabilmente in buona fede, ritengono il distretto un ulteriore or-

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coloro i quali sin da ora tendono ad accentuare la contrapposizione fra blocchi ideologici di diverso indirizzo al fine di alimentare il terreno dello scontro e della divisione che da sempre favorisce gli interessi della reazione ed avversa, di contro, il confronto e la moltiplicazione dei momenti di convergenza e collaborazione tra le forze democratiche le quali per avanzare non possono muoversi che su questa strada.

Deve essere evitato, inoltre, che i distretti si trasformino in mere strutture di contrapposizione burocratica a:l Ministero o agli Enti Locali e cadano in uno sterile quanto pericoloso rivendicazionismo di tipo corporativo e quindi tendano alla ricerca di una controparte a tutti i costi smarrendo la capacità di individuare di volta in volta gli interlocutori più adatti attraverso la cui collaborazione sviluppare la propria possibilità istituzionale di portare avanti i problemi.

E' certo comunque che, pur con i problemi che inevitabilmente sorgeranno e nonostante i limiti della legge, l'introduzione dei distretti, ma soprattutto l'impegno per un loro corretto funzionamento, sarà un ulteriore momento di lotta per far avanzare il paese sulla via non astratta dell'allargamento della partecipazione civile, dell'affermazione del pluralismo e del consolidamento ed espansione della democrazia.

Molte novità a partire dal nuovo anno scolastico. Le prime due, comuni a tutti gli ordini di scuola, riguardano l'inizio dell'anno scolastico, fissato per il 20 settembre, e l'apertura al pubblico dei consigli scolastici. La legge che sancisce la "pubblicità" dei consigli scolastici è costituita da cinque articoli. I primi due riguardano la pubblicità delle sedute dei consigli distrettuali (senza limitazioni), di circolo e di istituto (limitata alla partecipazione degli elettori delle componenti rappresentate nel rispettivo consiglio e dei membri dei consigli di circoscrizione). L'art. 3 prevede il caso di riunione riservata quando si debbano discutere argomenti concernenti le persone. L'art. 4 assimila la funzione del presidente e quella del sindaco quando presiede le riunioni del consiglio comunale. Infine l'art. 5 garantisce ad ogni consiglio il potere di stabilire le modalità per la partecipazione alle riunioni di rappresentanti della Provincia, del

Comune, dei loro organi del decentramento democratico, delle organizzazioni sindacali.

Per quanto riguarda la scuola dell'obbligo, vengono aboliti gli esami conclusivi del primo ciclo didattico della scuola elementare e tutti gli esami di riparazione della scuola elementare e della scuola media.

Le novità di maggior rilievo riguardano i "ritocchi" apportati al la scuola media inferiore, dove agl, insegnamenti obbligatori sono aggiunte, per tutte le classi, l'educazione tecnica (tre ore settimanali ir sostituzione delle applicazioni tec niche) e l'educazione musicale (un'ora settimanale). Inoltre vieni: abolito l'insegnamento del latine come disciplina autonoma e facoltativa, ma si rafforza reducazion. linguistica attraverso un più ade guato sviluppo dell'insegnamento della lingua italiana, con riferimen ti alla sua origine latina e alla su. evoluzione storica, e delle lingua straniere; viene potenziato l'inse gnamento di scienze matematiche chimiche, fisiche e naturali, finaliz zate quest'ultime anche all'educa zione sanitaria, attraverso l'ossei vazione, l'esperienza e il graduai raggiungimento di capacità di si stemazione delle conoscenze. Il ministero della Pubblica Istru zione informa, in una nota esplica tiva delle due leggi che introduco no queste innovazioni, che si prevc dono interventi specifici attravers attività integrative e iniziative di so stegno, per sopperire ad eventua, carenze degli alunni e si introdur ranno nuovi metodi di valutazior, del processo di apprendimen49 dei livelli di maturazione raggiun da ciascun alunno, che compone.. ranno tra l'altro l'abolizione del sstema dei voti di profitto. A tal fin sono previste apposite schede pe agevolare il lavoro di osservazion dei docenti.

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L'INFORMATUTTO DELLA ZONA 13

NOTIZIE SULLA NOSTRA ZONA

Chiunque desideri comunicare il proprio indirizzo o correggere eventuali errori è pregato di telefonare al 726601. Ringraziamo per la collaborazione il signor Giuseppe Zanuti.

Mutue Via Mecenate, 10 - Dott. Ugo Ferrari Medicina Generale Malattie Reumatiche Viale Ungheria, 24 - Dott. Luigi Andreani Medico Chirurgo Mutue Viale Ungheria, 16 Dott. Anna Legnani Cure Fisiche Viale Ungheria, 16 - Dott. Marano A. I. Medico Chirurgo Specialista malattie per Bambini Mutue Via Zante, 30 - Dott. G. Giva Medico Chirurgo Mutue Via Pecorini, 8 - Dott. G. Alfano Medico Chirurgo Urologia Via Mecenate, 36 - Dott. E. Forte Medico Chirurgo Specialista Malattie per Bambini Via Toscolano, 1 Dentisti: Dott. S. Sciatel - Via Mecenate, 32 - Dott. E. Guerrasio - Via Mecenate, 6/A - Dott. A. Bolchetti - Via Mecenate, 10 - Dott. G. Bernazzani

Di Risparmio Delle Province Lombarde Via Dalmazia, 2 - Viale Ungheria, 16Banca popolare di Crema Via Mecenate, 99 - Credito Italiano Via Mecenate, 103

Poste Telecomunicazioni: Via Mecenate, 26/2 - Viale Ungheria, 4

Spacci Comunali: Viale Ungheria - Via Zante, 30

Supermarkets: Esse Lunga - Piazza Ovidio - Esse Lunga - Viale Ungheria

Mercati: Via Mazucotelli Martedì (mattina) - Viale Ungheria Giovedì (mattina) - SO.VE.CO (solo sabato pomeriggio) - Via Decorati al Valor Civile Angolo Via Dalmazia

Mercato dei Fiori (ingrosso): Via Marco Bruto, 17 - Ingresso libero per privati, giorni: Martedì, Giovedi, Sabato ore 10.30-12.30

Lega Nazionale difesa del Rifugio via Salesina, 9 Telefoni Pubblici: Via Mecente, 2 - Via Mecenate, 30 - Via Mecenate, 38 - Via Mecenate, 76 -

Via Mecenate 107 - Via Dalmazia, 2 - Via Zante, 30 - Via Serrati, 7 (cabina) 7 - Via Uccelli di Nemi, 12 (cabina) - Viale Ungheria, 24 - Piazza Artigianato - Via Mecenate, - Via Bonfadini,

Aste esposizione ingresso libero - Via Mecenate 30/1 - Istituto vigilanza città di Milano via Mecenate, 79 Assicurazioni: Alleanza Assicurazioni Via Mecenate, 26/2 - Centro Assicurativo Milanese Via Mecenate, 107. Agenzia viaggi: Oro viaggi Via Forlanini, 50/7.

Centri sportivi e ricreativi

Tennis: Junior Tennis Via Cavriana - Bonacossa Via Mecenate, 74 - Forlanini Via Dalmazia, 11 Saini (Parco Forlanini) Via Coralli.

Calcio: Macallesi Viale Ungheria, 5 - Sporting Club Via Salomone, 84 - Taliedo Via Salomone, 8 4 - Saini Via Corelli.

Piscine: Samuele Via Mecenate (solo per atleti) - Saini Via Corelli.

Atletica leggera: Centro Saini Via Coralli.

Bocce: Bocciodromo Europhon Via Bonfadini, 254 - Auntoniezzi Via Bonfadini, 80 - Forlanini Via Dalmazia. 11 - Taliedo Via Bonfadini, 101.

Campi gioco: n. 96 - Via Salomone - n. 97 - Via Sordello - n. 98 - Via Mecenate, 26/2 - n. 260Via Garavaglia - n. - P.zza Ovidio.

Parchi: Parco Forlanini - Viale Forlanini. Bar - Gelaterie - Pizzerie - Ristoranti: Antica Trattoria Monlué Via Monlué, 75 - Bar Ristorante self-service Via Fantoli, 5/7 - Ristorante "Apollo" Via Fantoli, 10 - Ristorante Bar "Zorro" Via Cassio Drone, 8 - Da Marisa Trattoria Via Mecenate, 79 - Cooperativa Consumo Mecenate Via Mecenate, 34 - Ristorante Michele Via Mecenate, 77 - Vecchia osteria Isola Via Forlanini, 124

904 - Via Mecenate, 2 - Rivendita n. 731 - Via Mecenate, 30Rivendita n. 892 - Via Bonfadini, 88 - Rivendita n. 547 - Via Bonfadini, 101 - Rivendita n. 507Via Marco Bruto, 9 - Rivendita n. 883 - Via Zante, 30 - Rivendita n. 875 - Via Fantoli, 10 - Rivendita n. 233 - Via Monluè, 75 - Rivendita n. 668 - Piazza Cartagine.

Cartolerie: Moroni Adriana Via Mecenate, 4 - Mondovì Enrico Via Mecenate, 84 - Bloise Fiorenza Via Mecenate, 107 - Lodi Libero P.zza Artigianato, 15 - Brasca Adriana Via Bonfadini, 93Mecchi Gianfranco Via Bonfadini, 268 - Moroni Adriana Via Bonfadini, 288 - Pozzoli Jole e Maria Viale Ungheria, 22 - Decol Paola Via Dalmazia, 10 - Panzeri Giuseppe Via Zante, 30 - Santinato Giuseppe Vla Facchinetti, 2 - Craca Leonardo Via Corelli, 25.

Librerie: Fabbri Editori Via Mecenate, 86.

Pasticcerie: Bon Bon Via Mecenate, 26/2 - Ansani Viale Ungheria, 24.

Cibi cotti: Polleria-Salumeria Via Mecenate, 4.

Peschiere: Bega Adriano Via Mecenate, 26/2 - Bega Mario Largo Guerrieri Gonzaga, 1.

Casalinghi: Cimino Concetta Via Mecenate, 8 - Romanelli Vladimiro Via Mecenate, 25 - Andenna Antonietta e Irene Via Bonfadini, 83 - Giussani Paolo Via Bonfadini, 250 - Gnecchi Clelia Viale Ungheria, 22.

Colonfici: Aire Andrea Via Bonfadini, 88 - Zambelli Carlo Via Mecenate, 76 - Follini Ferdinando Via Facchinetti, 2 - Piazza Giuliano Via del Liri, 3.

Ferramenta: Fabbiani a Vignati Via Mecenate, 79 - Glussani Carlo Via C. Parea, 1.

Elettricità e Idraulica: Galliani Giancarlo Via Attilio Regolo, 2 - Del Pianto Mario Via Mecenate, 4

Vetraio: Cornici e Vetri Via Bonfadini, 89.

Terenzi Angela Via Bonfadini, 88 - Castagnoli Umberto Viale Ungheria, 46

Tappezzerie-Materassaio: F. Trovato Via Marco Bruto, 1.

Tessuti abbigliamenti: Angolo della Moda Via Zante, 23-30 - Valentino Via Mecenate, 26/2 -

Irene Via Facchinetti - Kiss Viale Ungheria, 28.

Profumerie: Melis Rossana Via Mecenate, 3/1 - Colombinl Franco Via Mecenate, 107 - Amoru-

so Antonietta e Lavinia Viale Ungheria, 24 - Mercorio Michela Via Facchinetti, 2.

Ceramiche: Pizzimenti Via Marco Bruto, 24.

Ottica: Grassi Beniamino - Via Mecenate, 3 - Ferrari Lino - Via C. Parea, 1 - Bozzetti Liliana -

Via Del Liri, 3.

Articoli Sportivi: Scarpa Giovanni in Romeo - Via Mecenate, 32 - Negri Rosa - Viale Ungheria,

22. Fiori e Piante: Dello Joio Maria - Via Mecenate, 12 - Sanvito

Gli abitanti della zona 13 sono 31.342 di cui 16.042 donne e 15.300 uomini. E' la zona meno abitata di Milano. I quartieri che la compongono sono: OrticaForianiniMonluéTaliedo Morsenchio / v n ÄÄÄ c4okesso datIASR I t-1 l" pEt zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA Rido Ponte Lambro p i L PA10-00 VtALe E. po R L Pt MAK' 34 i QI I ttj " t t t 17 0152.-LA MINI Ví l. E plOMICKA z o Ä Ä a4v ot4e dAss io 9 `' TALIsDo cr / k I I I to moRSeNw.tuo l 3 o i t t fh P t tk A w A ÅÅÅ O AVVERTENZA
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Servizi di interesse pubblico Anagrafe Centro Civico - Viale Ungheria, 29 Tel. 506114 Consiglio di Zona: Segreteria - Viale Ungheria, 29 Tel. 5061617 Vigili del Fuoco: Viale Forlanini Tel. 717075 Vigili Urbani: Viale Ungheria, 29 Tel. 5061895 Sedi di Partito: D.C. Viale Ungheria, 13 - P.S.I. Viale Ungheria, 15 - Via Salomone, 91 - Via Mazucotelli, 15 - P.C.I. Via Mecenate, 25 - Via Bonfadini, 260 - Via Bonfadini, 84 Associazioni e Centri Culturali: Circoli Culturali: Circolo Culturare A.R.C.I. 5 GIORNATE - Via Mecenate, 25 - Circolo culturale CONCETTO MARCHESI - Via Bonfadini, 84 - Centro Culturale FORLANINI - Via Dalmazia, 10. Biblioteche: Centro Civico - Viale Ungheria, 29 - Taliedo Morsechio - Via Sordello, 7 - Parrocchiale - Via Dalmazia, 11 - Scuola Elementare - Via Decorati al Valor Civile, 10 - Mecenate - Viale Ungheria, 24. Sale per Riunioni: Centro Civico - Viale Ungheria, 29 Tel. 506114 - Sala Concilio - Via Dalmazia, 11. Chiese: Beata Vergine Addolarata in Morsenchio - Via Bonfadini, 117 - S. Galdino - Via Zama, 19 - S. Lorenzo in Monlué - Via Monlué 85 - S. Nicolao della Flue - Via Dalmazia, 11 - Sacro Cuore in Ponte Lambro - Via Perca, 18 Servizi Sanitari: Cliniche: "4 Marie" Via Bonfadini Tel. 503412 Pronto Soccorso: C/O Clinica "4 Marie" - Via Bonfadini Tel. 503412 Farmacie: Bojardi Dott. - Via Bonfadini, 211 Tel. 503548 - Comunale n. 1 - Viale Ungheria, 13 Tel. 501746 - Comunale n. 9 - Via Mecenate, 25 Tel. 7383643 - Comunale n. 17 - Viale Ungheria, 4 Tel. 502236 - Forlanini - Viale Forlanini, 50/5 Tel. 7382206 - Ovidio - Via Toscolano, 1 Tel. 717783 - Ungheria - Viale Ungheria, 10 Tel. 5060856 Medici: Dott. Bestetti Medico Chirurgo Cardiologo Via del Liri, 1 - Dott. Ludovico M istretta Medico Chirurgo Medicina generale Mutue Via Mecenate, 32 - Dott. D. Rossetti Medico Chirurgo Mutue Privati Via Mecenate, 26/2 - Dott. G. Cipollone Medicina Generale Malattie bambini Via Mecenate 6 / A - Dott. A. Marchetti Medicina Generale Via Dalmazia, 2 - Dott. N. Arsi Medicina Generale Specialista Malattie per Bambini Via Dalmazia, 2 - Dott. G. Rizzato Medico Chirurgo Specialista in Cardiologia
- Via Mecenate, 10 Analisi Mediche: Via Mecenate, 8 Fisiochinesiterapia: Viale Ungheria, 16 Autoambulanze: "La Volontaria Pubblica Croce" - Viale Forlanini 50/8 Tel. 7496119 Scuole: Asili Nido: Via Meleri - Via Zama, 11 Tel. 5060817 Scuole Materne: Via Decorati al Valor Civile, 14 Tel. 719157 - Via Meleri, 12 Tel. 718021 - Via Sordello, 14 Tel. 504084 - Via Umiliati, 69 Tel. 522229 - Viale Ungheria, 44 Tel. 502393 - Via Zama, 23 Tel. 5060838 - Via Zante, 36 Tel. 8386605 Scuole Elementari: Via Decorati al Valor Civile, 10 Tel. 746158 - 741336 - Via Meleri, 14 Tel. 718 204 - Via Zama, 23 Tel. 5060835 - Via Sordello, 7 Tel. 501750 - Via Degli Umiliati, 69 Tel. 502228 - Via Monluè, 65 Tel. 714966 Scuole Medie: Filippo Meda - via u. Mondolfo, 7 Tel. 504608 - Francesco D'assisi - Via Dalmazia, 4 Tel. 716713 - G. Ferrarin - Via Zante, 34 Tel. 7380229 - Ponte Lambro - Via degli Umiliati, 73 Tel. 5034444 Scuola Media Superiore: Barnabao Oriani - Viale Ungheria, 29 Tel. 5061168 Indirizzi e Numeri Utili: Taxi: - Piazza Ovidio Tel. 718255 - Via Del Liri (Ungheria) Tel. 503435 Trasporti Pubblici: Tram Linea 24 capolinea Ungheria - Autobus Linea 45 capolinea UngheriaAutobus Linea 66 capolinea Linate - Autobus Linea 73 capolinea Aeroporto - Autobus I D (solo stagioni estive) capolinea ingresso idroscalo Banche: Cassa
64 Via Marco Bruto, 9 - Via Cavriana, 26 - Via Fantoli, 18 - Piazza Cartagine (cabina) Distributori di benzina: AGIP Via Salomine - AGIP Via Fantoli, 18 - IP Via Mecenate, 69 (Lavaggio) - IP Via Mecenate, 79 - IP Via Attilio Regolo - IP Via Bonfadini, 280 - PETROL SERVICE Via Mecenate, 78 - ESSO Via Mecenate, 95 - ESSO Piazza Ovidio, 4A (Attilio Regolo) - GULF Via Mecenate, 105 - TOTAL Piazza Ovidio (Salomone) - MACH Via Attilio Regolo - MACH Via Bonfadini, 103 - MACH Via Cossa (pecorini) - MACH Via Repetti (Facchinetti) - MACH Via E. Forlanini, 73 - API Via Attilio Regolo - GAS AUTO Via E. Forlanini 73 - MOBIL Via Marco Bruto FINA Via Bonfadini, 219 Edicole: Via Mecenate, 25 - Via Mecenate, 78/A - Piazza Ovidio - Via Bonfadini, 98 - Via Bonfadini, 217 - Via Bonfadini, 274 - Viale Ungheria, 1 - Viale Ungheria, 13 - Viale Facchinetti, 2Via Dalmazia Autoscuole: Via Mecenate, 3 - Via Mecenate, 38 - Viale Ungheria, 24 - Via Fantoli, 10 Aste: Casa delle
Trattoria Gerosa Via Forlanini, 65 - Antica Trattoria Bargutto Via Bonfadini, 210 - Trattoria Via Bonfadini, 278 - Trattoria - Pizzeria Via Bonfadini, 284 - Trattoria - Bar Via Bonfadini, 101Trattoria Morsenchio Via Bonfadini, 91 - Trattoria Isoletta Via Bonfadini, 83 - Trattoria Brambilla Via Bonfadini, 64 - Trattoria Cavenasa Via Carriana, 26 - Trattoria degli aviatori Via Marco Bruto, 9 - Pizzeria Tavola Calda Via Mecenate, 107 - Pizzeria "Don Louis' Bar Via Mecenate, 87Pizzeria Bar "La Grolla" Via Dalmazia - Pizzeria Cartagine Via Attilio Regolo, 2 - Pizzeria - Trattoria Umberto Via Del Liri, 1 - Gelateria "Errati" Via Mecenate, 12 - Bar Meroni Via Mecenate, 30 Bar Salvatore Via Mecenate, 99 - Bar Pino Via Mecenate, 5 - Bar Ovidio Via Mecenate, 2. Sale e tabacchi: Rivendita n. 919 - Via Mecenate, 76 - Rivendita n. 548 - Via Bonfadini, 250 - Rivendita n. 952 - Viale Ungheria, 50 - Rivendita n. 827 - Viale Ungheria, 28 - Rivendita n. 766 - Via E. Forlanini, 50/4 - Rivendita n.
Pietro - Via Mecenate, 200 - Novara Maria - Via Ungheria, 24 - Visci Michele - Largo Guerrini Gonzaga, 1. Orologeria - Oreficeria: Miceli a Zollet Via Mecenate, 8 - Dell'Aere Giuseppe Via Parea, 7 - Bernabovi Pierina Viale Ungheria, 24. Ciclostilati: Fotocopie - Eliocopie - Via Mecenate, 77. Mobili: Grez2io Vittorio P.zza Artigianato, 15. Nautica: General Nautica - Via Mecenate, 103. Articoli da Campeggio: Pisani Tende-Roulottes Via Bonfadini. Combustibili: Zucca Giovanni Via degli Umiliati, 15. Riparazioni biciclette e motocicll: Nicoli Via Marco Bruto, 3. Carrozzerie: Ovidio Via Marco Bruto, 30 - Taliedo Via Zante, 14 - Bonfadini Via Bonfadini, 93Carr. off. elettr. Via Bonfadini, 107 - Lovati Via L. Prudenzia, 6. Elettrauto: Autofficina Via Marco Bruto, 7. Gomme per Auto: Passerini Via Marco Bruto, 18 - Rosiello Via Facchinetti, 2. Auto mercato: FIAT Viale Forlanini, 31. Discoteche: Planta Bianca Via Coralli, 62. Cinema e teatro: Delfino Via Dalmazia, 11 - Adua Via Monte Oliveto, 2. Autostazione: C.A.M.M. Via Fantoli - Autoparco Via Salomone.

A PROPOSITO DEL CENTRO SOCIALE "LA CALDAIA"

POLEMICHE SULL'OCCUPAZIONE DELL'EX CENTRALE TERMICA

Dal 29 maggio sui muri dell'ex centrale termica di Via Mecenate 3 si può leggere la scritta "Centro sociale la Caldaia". Chi sono, cosa vogliono i giovani che l'anno occupata? Per saperne qualcosa di più siamo andati a parlare con alcuni di loro. "Lo stabile giaceva inutilizzato da parecchi anni e l'occupazione è stata fatta per una sua immediata ristrutturazione. Nostra intenzione, "dicono" è di adibire questi locali a struttura socialericreativa-culturale, di cui il quartiere è sprovvisto. Gli unici luoghi di ritrovo per i giovani sono i bar, e noi vogliamo creare un posto dove ci si possa riunire, parlare, discutere. Naturalmente deve trattarsi di uno spazio agibile a tutti. Siamo nati come struttura assembleare del quartiere". "Le difficoltà non sono

mancate", proseguono, "prima l'ira degli inquilini che vantavano diritti di proprietà sullo stabile. Con loro abbiamo stabilito una tregua. Ora in parte ci tollerano, in parte ci accettano. Alcuni ci hanno dato anche dei soldi quando abbiamo raccolto dei fondi per sistemare i locali. Un mese dopo si è svolta un'assemblea con il Consiglio di Zona: Volevano buttarci fuori. Ma ormai il parere della gente era cambiato. Ultimo il "boicottaggio" dello IACP quando il 20 luglio ci hanno tolto la corrente, così ora con tutte queste piogge non possiamo aspirare l'acqua con le pompe, e qui si allaga tutto".

Abbiamo poi chiesto loro quali sono stati i risultati dell'occupazio-

ne: "Aver sbloccato la situazione di stasi, creato un primo punto di riferimento e di unificazione dei giovani, anche nella lotta alla droga". Inoltre proseguono: "l'isolamento politico dei fascisti del quatiere, l'aver insomma smosso le acque anche a livello di Consiglio di Zona".

L'occupazione è stata però ritenuta provocatoria in quanto ha séguito di pochi giorni il convegno pubblico teso ad affrontare i problemi dei giovani nella nostra zona organizzato dal Consiglio di Zona. "La nostra non è stata un'azione provocatoria nei confronti di nessuno", rispondono, "l'occupazione era già stata presa in esame tre anni fa e la scelta della data non è possibile riferirla a quella dell'assemblea". "Noi le proposte le abbiamo fatte chiare a tinti, siamo pronti a collaborare con tutte quelle forze

che si impegneranno politicamente e organizzativamente nella ristrutturazione del centro e che sono invece ora in una posizione ambigua o di attesa nella speranza che noi si abbandoni l'occupazione".

Non è invece della stessa opinione Ornella Lancini, responsabile della F.G.C.I. di zona. Per lei "non è vero che l'occupazione ha sbloccato la situazione, ciò era avvenuto 2 mesi prima quando a livello di zona si era presa la decisione di convocare una conferenza nella quale si dovevano affrontare i problemi dei giovani della zona e quindi delle loro strutture". "Anche tra le nostre proposte" continua Ornella, "era prevista la costruzione a Ponte Lambro di un Centro Sociale di cui si avverte la mancanza nella nostra zona, oltre all'utilizzo delle palestre, delle scuole per attività ricreative pomeridiane. dove i giovani possano trovari, riunirsi; dell'ex centrale termica come centro sanitario o come biblioteca, dei cinema per rassegne

di films culturali. Abbiamo anche fado delle proposte concrete per quanto riguarda l'utilizzo del verde per i giardini pubblici e campo giochi. Siamo i primi a dire che nel nostro quartiere mancano delle strutture sociali, ma pensiamo che esse debbano essere ottenute con la lotta unitaria. L'occupazione dell'ex centrale termica non è invece unitaria; hanno fatto tutto autonomamente e anche per quanto riguarda la lotta contro il dilagare della droga e l'isolamento politico dei fascisti non credo sia possibile ottenerlo con una semplice occupazione compiuta da pochi elementi, ma da una vigilanza a livello di massa e molto più capillare".

"Nell'assemblea, cioè in un momento democratico, al quale anche i giovani occupanti hanno partecipato non hanno posto in discussione il problema. Non si sono mai rivolti agli altri giovani, se non a fatto compiuto, per un'eventuale aiuto nella ricostruzione. La loro proposta poteva essere discussa come la altre che identificavano ad esempio nell'ex centrale termica la sede per un centro sanitario di cui pure c'è bisogno nella zona. Una cosa è certa: è scorretto agire in questo modo passando sulla testa degli altri, sulle loro esigenze e sulle loro eventuali diverse opinioni". Questa la situazione al momento in cui abbiamo raccolto le nostre interviste. E' nostro augurio che si giunga al più presto ad una soluzione che renda possibile il miglior utilizzo della "Caldaia".

Parliamo di tasse: il Consiglio tributario

Un valido strumento per democratizzare il processo fiscale e

L'argomento "Consiglio tributario" è all'ordine del giorno: quanto prima entrerà nell'aula del Consiglio Comunale, nei Consigli di Zona, investirà le strutture politiche, sociali, economiche della città. È fin troppo facile prevedere che ci sarà un vasto e acceso confronto di posizioni: come tutti ben sappiamo, infatti, il discorso "tasse" ha la virtù di mettere insieme il più alto grado di interesse e il più basso indice di gradimento.

Ci introduciamo nel ginepraio affidandoci ad una nostra sia pur modesta esperienza nella materia, con l'intenzione, almeno questa, di portare un mattone utile.

In questa prima tornata, anche per capire meglio le cose come stanno, cominceremo col penetrare in quella selva intricata e oscura delle cosiddette "tasse". Del Consiglio Tributario — vale a dire funzioni, compiti, caratteristiche e organizzazione — ne parleremo in un secondo tempo.

1) Partiamo dalla Costituzione (che è la legge fondamentale dello Stato democratico) dove all'articolo 53 recita:

"Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.

Il sistema tributario è informato a criteri di progressività".

Qui è subito chiaro che ripartire

i carichi tributari tra i cittadini e combattere la tendenza a cercare di sottrarsi a tale dovere (che è uno degli atteggiamenti più frequenti nella storia dell'umanità), sono problemi squisitamente politici ancor prima e non soltanto di natura tecnico-burocratica. Il concetto, di discendenza napoleonica, che il prelievo fiscale sia una riserva di esclusiva competenza del ministro delle finanze e della macchina tributaria dello Stato fa a pugni con il concetto moderno configurato dalla Costituzione secondo il quale ad una organizzazione tecnica-amministrativa adeguata deve affiancarsi la partecipazione e il controllo del cittadino. Chi paga le tasse e quanto paga, insomma, è importante e per ragioni diverse: economiche, politiche, ideali. A questo punto non sarà male ricordare che due importanti rivoluzioni hanno avuto origine, non sappiamo quanto occasionale e quanto effettiva, da questioni tributarie: quella americana con le agitazioni per la tassa di bollo e sul the, e quella francesce per le esenzioni dalle imposte dei beni della nobiltà e del clero.

E veniamo al sistema tributario prima della riforma 1973. Orbe-

cine

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combattere la piaga dell'evasione

ne ci sono mille buone ragioni per poter tranquillamente affermare che esso ha significato per l'Italia il triste primato di un sistema fiscale tra i più arretrati del mondo, tanto era anacronistico, ferraginoso, sperequato, ingiusto, talvolta persino mostruoso, mosso da una macchina burocratica (gli uffici) forte e implacabile con i redditi più deboli, e invece debole, arrendevole e disarmata con i redditi via via più forti. Poi venne la Riforma (o cosiddetta tale) Preti, e poi le "miniriforme" Visentini e Pandolfi, e poi un numero imprecisato di circolari e note esplicative. Una vera e propria giungla fiscale. Certo, rispetto al passato una semplificazione e un ammodernamento ci sono stati, ma da qui ad una riforma nel senso costituzionale della giustizia tributaria la distanza è ancora enorme.

In sostanza la riforma si è rivelata disastrosa. Si tratta di un meccanismo tributario che è andato assumendo aspetti sempre più allucinanti e perversi, e già ingiusto ed errato di per sè, è ulteriormente degenerato a causa della inflazione galoppante. Rimasto inalterato l'iniquo squilibrio di fondo, per cui la stragrande maggioranza delle entra-

te tributarie proviene dalle imposte indirette, vi è poi l'altro squilibrio, non meno iniquo, all'interno delle imposte dirette. Accade così che gli stipendi e i salari (il "sudore") dei lavoratori vengono inesorabilmente colpiti fino all'ultima lira mentre gli altri redditi, i grossi redditi in particolare (la vera "ricchezza"!), sfuggono allegramente attraverso i meandri della evasione (circa NOVEMILA MILIARDI) o vanno verso i verdi pascoli dei capitali all'estero (TRENTACI NQUEMILA MILIARDI, una somma favolosa). Si pensi che con questa "ricchezza sottratta delittuosamente alla collettività nazionale si coprirebbe abbondantemente il disavanzo del bilancio dello Stato e l'indebitamento con l'estero! Invece siamo in piena crisi e in braghe di tela.

E si pensi ancora che la riforma aveva il preciso scopo di arginare l'evasione fiscale! Così stanno le cose, mentre la progressività dell'imposta, voluta dalla Costituzione, è violata in maniera indecente; mentre un duro colpo è stato inferto all'autonomia amministrativa e finanziaria dei Comuni, ai limiti della sopravvivenza; mentre i computers dell'anagrafe tributaria stentano a mettersi in moto; mentre

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gli uffici finanziari annaspano in un mare di carte (l'ormai famoso modello 740), di inefficienza, di confusione.

Le responsabilità? Sono grandiose!, basta mettere il dito sotto il cofano della macchina tributaria tanto sono evidenti e lampanti. Certo che per chi ci ha governato, per esempio, da trent'anni a questa parte, sarà ben dura la via del paradiso. Viviamo dunque nel regno della più flagrante ingiustizia e nel centro di un grande scandalo nazionale. È chiaro, dunque, che siamo ancora lontano da un grado di accettabilità del sistema fiscale italiano, per cui ancora prima della "collaborazione" con un sistema che fa acqua da tutte le parti, si pone con urgenza il problema di intervenire "partecipando" per cambiarlo. Il Consiglio Tributario, quindi, è — o può diventare — un valido strumento per "partecipare" sia alla democratizzazione, al miglior funzionamento, al controllo dell'apparato finanziario, e sia a dare maggior credibilità e garanzie alle operazioni di accertamento nei confronti di tutti i cittadini.

(continua)

FESTIVAL DE "L'AVANTI"

Presso la cascina Mounluè si terrà il Festival di zona de "L'Avanti". La manifestazione si svolgerà il 16 - 17 - 18 settembre.

(Rum Dowa) 13)
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NUMEROSI GLI ISCRITTI NELLE "LISTE SPECIALI" GIOVANILI

POSTI DI LAVORO SOLO NEGLI ENTI PUBBLICI?

I primi giorni erano stati sconcertanti: la possibilità di isciversi alle liste di preavviamento e di riuscire così ad ottenere un impiego anche a tempo determinato sembrava non attirare nessun giovane. Si è subito parlato di delusione, di sfiducia o anche di protesta. Non è stato così, anche se la sostanziale adesione alla proposta delle liste speciali è stato un po' il gesto di chi dice che "non succederà niente ma tanto vale tentare". In un primo tempo, bisogna dire, che l'iscrizione alle liste era sembrata partico-

larmente difficoltosa per ràgioni burocratiche e anche per una mancata pubblicizzazione di massa.

Piano piano però la struttura della raccolta delle iscrizioni ha cominciato a funzionare e al termine dell'Il agosto i giovani presentatisi agli sportelli disseminati in città sono risultati 8823, un dato probabilmente carente per difetto e che comunque testimonia della vastità della disoccuapzione giovanile, del lavoro precario e irregolare. Analizzato sommariamente il dato dice che le ragazze disoccupate sono su-

periori, anche se di poco (4651 contro 4172) rispetto ai maschi, e che almeno la metà degli iscritti è in possesso di una laurea o di un diploma, anche se moltissimi hanno dichiarato di essere disposti a lavorare in un ruolo che non corrisponde al titolo di studio conseguito. Tocca ora agli Enti locali, ai sindacati, agli imprenditori dare uno sbocco a questa attesa. E proprio qui la legge rivela i limiti che ne rendono problematica l'applicazione pratica. Fino ad ora le richieste di personale fatte da aziende sono

JUMBO IN FIAMME, CANTINE ALLAGATE, AUTO DANNEGGIATE

inconsistenti e certo gli Enti locali che il 10 settembre hanno presentato alla Regione le proprie disponibilità di posti non potranno gonfiarsi a dismisura. Si rischia cioè che dopo questo afflusso di iscrizioni si abbia una reazione ad ogni iniziativa per favorire il primo impiego ed abbiano buon gioco le tentazioni del lavoro nero nella miriade di officine, piccole industrie, laboratori presenti nella nostra zona come nelle altre. La ricerca di un impiego o di un lavoro, qualunque esso sia non deve diventare un

fatto individuale a svantaggio della regolarità del rapporto di lavoro, delle condizioni di salute del lavoratore e delle capacità di salvaguardia sindacale dei propri diritti. Dopo il lavoro minorile, già presente in zona sottoforma magari di lavoro estivo, si avrebbe così l'espandersi del lavoro nero, di quello a domicilio o anche l'aumento di quei lavoretti ai margini della legalità.

ANCORA DANNI PER IL MALTEMPO

Bloccato anche l'inizio della copertura della roggia Certosa

La nuova ondata di maltempo ha provocato ancora danni in zona 13 ad abitazioni e ad autovetture private. Risparmiati una volta tanto dalle inondazioni, siamo stati al centro di violentissimi colpi di vento che all'aeroporto di Linate hanno provocato addirittura lo spostamento di un grosso "Boeing" fermo sulla pista e per fortuna senza alcun passeggero a bordo. Nella stessa mattinata (lunedì 28) una impalcatura protettiva in legno nei pfessi di un edificio della Fabbri in costruzione in via Mecenate, è caduta in strada a sepiito di una violenta folata di vento, danneggiando una decina di vetture posteggiate poco lontano. Sempre in via Mecenate, nel pomeriggio di Martedì 30, un "Jumbo-tram" in servizio sulla linea 24 si è incendiato per la caduta di un fulmine ed andato completamente distrutto. Fortunatamente gli unici due passeggeri hanno potuto subito mettersi in salvo ed anche il conducente del mezzo pubblico, Damiano Giordano di 29 anni, ha riportato solo leggere contusioni oltre ad uno stato di choc per lo spavento. Nonostante il pronto intervento dei vigili del fuoco, la vettura è andata distrutta ed è stato necessario un duro lavoro dei tecnici dell'ATM per ripristinare la circolazione. Fra i riflessi del maltempo va anche segnalata l'impossibilità di dare inizio alla copertura della roggia Certosa i cui lavori preliminari erano previsti proprio per l'ultima settimana di agosto.

(music

CHITARRA CLASSICA: UNO STRUMENTO DI COMUNICAZIONE

A colloquio con i fratelli Zaccaria, due giovanissimi chitarristi

Davide Zaccaria è un tranquillo ragazzo di poche parole, almeno così ci è sembrato quando siamo andati a intervistarlo nella sua abitazione in via Pecorini 12. Non ha ancora 10 anni e da circa un anno, prendendo esempio dalla sorella maggiore Cinzia, ha iniziato a suonare chitarra classica. Specialità questa non molto diffusa che solo dal '74 è entrata al Conservatorio. Davide, che è seguito dal maestro compositore Rossi, ha subito messo in luce una spiccata predisposizione per lo stumento raggiungendo in breve tempo buoni risultati. Recentemente, su indicazione del suo insegnante, ha partecipato alla "XIV Rassegna Internazionale Giovani Fisarmonicisti, chitarristi ed organisti" patrocinata dall'Ente del Turismo della Regione Marchigiana classificandosi al primo posto. Cinzia nella stessa manifestazione culturale, ovviamente in un'altra categoria d'età in quanto ha 14 anni, si è aggiudicata il terzo posto.

Il repertorio musicale di Davide per il momento si limita alle composizioni del suo maestro Rossi. Cinzia, che vanta un'esperienza maggiore, prende in con- ..

siderazione anche autori quali Giuliani e Carulli. Senza voler togliere nulla ai reali meriti dei fratelli Zaccaria non crediamo si possa parlare di prodigio: Davide e Cinzia sono due giovani che hanno avuto la possibilità di rivelare le loro doti artistiche. Purtroppo non a tutti sono offerte queste occasioni. La scuola, ribadiamo, praticamente non fa nulla in

questo senso, e le lezioni private sono un costo insostenibile per i ceti meno abbienti. Sappiamo comunque che per far fronte a queste necessità i Circoli Culturali democratici si stanno già muovendo. Infatti l'ARCI provinciale quest'anno ha iniziato a mettere a disposizione istruttori di musica in diversi circoli di quartiere. Costoro, a prezzi popolari, impartiscono lezioni di chi-

tarra classica, flauto dolce, strumenti a percussione e canto. Da un colloquio avuto con Emanuele Vaglieri, presidente del Circolo Culturale ARCI 5 Giornate situato in via mecenate 25, con molta probabilità a partire da ottobre, anche nella nostra zona si potranno seguire corsi di musica.Ritornando ai fratelli Zaccaria possiamo dire che l'interessante manifestazione di Recanati non è l'unica alla quale essi hanno partecipato. Davide tra l'altro ha avuto modo di farsi artisticamente conoscere anche nella nostra zona. Infatti ha partecipato allo spettacolo di fine anno riservato agli alunni delle scuole elementari di tutte le regioni d'Italia svoltosi al Teatro Delfino. Cinzia a proposito di queste manifestazioni ci ha detto: "Più che il fattore competitivo questi incontri musicali sono importanti poichè danno la possibilità a noi giovani di conoscerci, di stare insieme, di discutere anche con ragazzi di altre regioni o addirittura di diversa nazionalità."

Questa dichiarazione riteniamo debba essere tenuta presente da noi tutti per affrontare gli impegni lavorativi, scolastici, sportivi ed artistici senza lo

stimolo dell'arrivismo e del primato, ma con l'intento di sviluppare la collaborazione e la creatività. — E' un'utopia? Noi non lo crediamo. Felice Fava

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INCONTRO CON THEODOROS ANGHELOPULOS

Un pittore della nostra zona a colloquio con il regista greco

Nella scorsa stagione cinematografica, abbiamo visto al cinema Arcadia i films del regista greco Theodoros Angelopulos: "Ricostruzione di un delitto", "I giorni del '36", "La recita". Gli ultimi due, con i "Cacciatori" recentemente presentato a Cannes, completano un trittico che vuole rappresentare le recenti vicissitudini storiche della Grecia, intrecciando motivi mitici a temi politici attuali, con un linguaggio di altissimo pregio formale alcuni critici paragonano Anghelopulos addirittura al grande regista sovietico Sergej Ejzenstein.

Il pittore Gino Fossali ha incontrato in Grecia Theodoros Anghelopulos, e riferisce al nostro giornale le impressioni riportate nei colloqui con il regista.

Un incontro del tutto informale e fortuito, in una piccola e splendida baia dell'Argolide, a due passi dalle rovine di Micene e di Tirinto, città che espressero il mito degliAtridi, che attraverso l'Epica di Omero, informarono la nostra cultura della civiltà Micenea.

Artemis Dionisiou con Jerrassimos, nostri squisiti ospiti, mi confermarono l'ospitale cultura greca che si accompagna alla dignità di questo popolo, non dimentico della propria tradizione. La prima domanda spontanea ad Anghelopulos è sul perchè l'inserimento del mito greco (in particolare degli Amidi) nel film "O Thiassos" (La Recita). "Il recupero del mito greco, risponde Anghelopulos, è un operazione di interpretazione del mito stesso alla luce di una attualità storico-sociale, come momento di recupero della storia, e realizzato nel tessuto della realtà storica greca del nostro secolo. Una ricerca, prosegue Anghelopulos che già Brecht aveva operato, ritrovando negli elementi della tradizione popolare, quei valori culturali di trasferimento che possano operare in modo da far partecipare criticamente le massse agli avvenimenti". Una realtà tutta greca, osservo ricordando le opere di Anghelopulos, ma che, per catarsi, diventa la realtà dell'esistere (il particolare diventa universale nel momento in cui l'artista realizza in immagini il vissuto).

"Vi è come un conto in sospeso, aggiunge Anghelopulos, tra le nuove ge-

nerazioni di artisti greci ed il mito classico. Interpretare cioè, il mito in senso critico, al di là della sua consacrazione classica, ma in una dimensione storica dove protagonista è l'uomo e non il Fato, dove nulla è scontato, ma il tutto è da interpretare."

In Italia non abbiamo ancora visto il film "I Cacciatori" che completa il trittico con "I giorni del '36" e "La recita". Sarà presentato a Pesaro in settembre e a Milano nella prossima stagione cinematografica. Quando "I Cacciatori" sarà uscito riferirò su queste colonne circa le nuove indicazioni estetico storico sociali emerse dal nostro colloquio.

Importante, mi è sembrato, dialogare con Anghelopulos sull'impianto della struttura formale delle sue opere, argomento al quale la critica non ha dato i giusti rilievi. "Ho scelto, afferma il regista, i tempi lunghi nel taglio del racconto, da un lato perchè ogni fatto si svolge come sulla scena di un teatro, su cui si snodano gli avvenimenti in uno schema prestabilito ed aperto. Da un altro lato perché i tempi lunghi ricordano, come in una commedia drammatica, il lungo martirio della Grecia, attraverso la storia recente. Nello studio della scelta ambientale, e soprattuto nel colore, ho guardato al pittore greco Janis Tsarouchis, che considero uno dei massimi artisti del nostro secolo". Il taglio diagonale; della Scena, spesso ripresa dall'alto, mi ricor-

Anghelopulos (a destra) con Gino Fossali da infatti, Anghepulos me lo conferma, un scena di teatro, dove la cornice fotografica fa da quinte al muoversi degli attori. Il colore, che le grandi campiture bianche accende nel pieno sole mediterraneo, rende l'ossessione statica del lento svolgersi dei drammatici avvenimenti. Nelle scene degli interni o di paesaggi piovosi, il colore assume aspetti baroccheggianti, diviene umido e pregnante, senza per'altro mai ingrigire. Purtroppo nulla conosco dell'opera del pittore Janis Tsarouchis, e le mie ricerche presso librerie greche e milanesi sono state vane. "Molte cause, non ultime le ragioni politiche, aggiunge Anghelopulos, sono alla base della mancanza di interscambi culturali tra la Grecia e l'Italia. Osservo però, con ottimismo, che grazie al cinema, che con Anghelopulos, Dimitri Makris, ed altri giovani cineasti ed attori greci sta vivendo una stagione felice, cinema come veicolo di comunicazione culturale, e come mezzo

di larga penetrazione, si possa arrivare a sopperire a questa grave mancanza.

Presente all'incontro, con Daniela e Dimitri Makris (Dimitri regista di "Qui Politecnico" presentato due anni fa alla Biennale di Venezia) anche Eva Cotamanidou, interprete di Elettra nel film "La Recita". E' stata una fatica, mi dice Eva, (largamente ripagata dalla riuscita dell'opera, aggiungo io) anche perche

Theodoros è molto esigente sul set, esigente con sè stesso e con gli altri. Il film, prosegue Eva, lo costruisce tutto lui, scenografia, suono, colore ecc. Discutiamo poi tutti insieme sulle varie scelte e via al lavoro. "La Recita" aveva una lunghezza di ben 5 ore e I / 2. Theodoros è riuscito a tagliarlo e ridurlo a 4 ore e I / 2. "Moins dix minutes" (meno dieci minuti) puntualizza Anghelopulos. 4 ore e 20 minuti! Significativo il racconto di Eva della scena della violenza subita da Elettra da parte dei fascisti nel film "La Recita".

"Mi sono sentita a disagio nel girare quella scena. Gli attori erano tutti miei amici ed ho avvertito molto imbarazzo tra tutti noi. Sentivo quasi un senso di pena per loro che dovevano interpretare questo ruolo."

La Cotamanidou voleva sottolineare che la violenza viene esercitata nei confronti del più debole, e, nel caso particolare, contro la donna. Questa scena vuole quindi riproporre il tema dell'antica sottomissione della donna (tale sottomissione esiste anche nel mito classico) per sottolineare l'attualità della situazione femminile. Ora Eva è impegnata nell'opera teatrale "Le Troiane" di Euripide, nel ruolo di Cassandra, mentre Anghelopulos, che dichiara di non volei si interessare al teatro, è allo tudio-ricerca di nuovi contenuti per le sue opere future, sempre sulla base delle sue già esperimentate ricerche formali.

Gino Fossati

ANGOSCIE REALI E FINTE CALAMITÀ

(a proposito del cinema americano della catastrofe)

curezze universali.

Diventa necessario, di conseguenza agire cinematograficamente (come contributo culturale) in positivo, permettendo allo spettatore di trasformare la sua paura irrazionale (non decodificabile) ma persistente, inconscia ma opprimente, in una paura assolutamente razionale, non sociale e politica, ma naturale (le forze nemiche della natura) o - meglio ancora - sovrannaturale (il diavolo); l'accento si sposta conseguentemente sulla casualità degli avvenimenti, sulla loro imprevedibilità, ma soprattutto - in prospettiva - sulle grandi possibilità che il consorzio umano ha di sconfiggere la catastrofe o il mostro e sull'inevitabilità di tale risultato.

Uno psichiatra americano di origine italiana, James Bozzuto, racconta di aver assistito, nella sua attività presso il "General Hospital" di Cincinnati, quattro individui giunti al suo ambulatorio perchè dopo la visione del film "L'Esorcista avevano manifestato sintomi di malessere psichico tanto gravi da rendere necessario l'intervento del medico. I sintomi, che andavano dall'insonnia, alla perdita dell'appetito, all'irritabilità eccessiva, all'abuso di medicine e di alcool, fino a tendenze suicide, convincevario lo psichiatra che il film aveva agito come un vero e proprio "reattivo" psichico, tale da rendere manifesti stati nevrotici prima solo latenti.

Al di là delle implicazioni di carattere scientifico e delle interessanti quanto futuribili dissertazioni cliniche sulle possibilità di impiego terapeutico del mezzo filmico, credo che questa esperienza possa ser-

virci come stimolo ad una riflessione essenzialmente cinematografica e quindi politica. Non è quindi tanto l'analisi dei complessi fenomeni psichici che governano il rapporto spettatorefilm che può interessare in questa sede, quanto la valutazione di un genere USA (il catastroficoterrorifico) che sembra, date le sue connotazioni, ottimo strumento di mediazione tra il coinvolgimento totale dello spettatore (anche subconscio quindi) e l'incondizionato appoggio politico al sistema, ottenuto — ancora una volta — con la manipolazione della coscienza collettiva. Ogni considerazione critica tradizionale che valuti quindi il filone come nuova riedizione di un genere essenzialmente evasivo e gastronomico, con le relative ragioni di mercato, corre il rischio di giungere ad una superficiale ed errata semplificazione. Non si può - in parole povere - ricreare fiducia, ri-

trovare consenso mediante il racconto consolatorio a buon finale quando le crisi istituzionali, la degradazione sociale e il crollo dell'ideologia sono tali da coinvolgere anche l'americano più distratto e più integrato. Allora cosa potrebbe servire oggi l'immagine beatificante dell'umanità di Frank Capra, inesorabilmente e moralisticamente destinata alla felicità ed alla bontà, o peggio la riproposta della mitologia della grande conquista e della "frontiera"? Io credo molto poco in una società che, avendo bruciato le tappe del suo sviluppo capitalistico, ha chiuso ogni spazio spirituale e fisico, ha urbanizzato e concentrato milioni di persone, ha generato ritmi di violenza ancora da noi sconosciuti; ma, soprattutto — incapace di rinnovare e di creare le forze coaugulanti dei grandi miti passati — ha provocato profonde paure, angosce esistenziali e sociali, insi-

In quest'ottica l'elaborazione del film diventa estremamente raffinata, sapientemente dosata di effetti, di eventi, e di situazioni fortemente motivanti, in grado di raggiungere le sfere più intime della personalità e soprattutto di rimuovere le conflittualità più acute (momento psico-reattivo), destinando lo spettatore in un porto di totale rassegnazione e di rassicurante sopimento delle sue colpe.

Gli elementi, astutamente ben confezionati dei mestieranti hollywoodiani - con enormi dispendi di mezzi vanno dal "Terremoto" come violenza naturale e totale che, oltre al suo implicito superamento, propone una rigenerazione di buoni sentimenti" (vedasi il sacrificio espiativo del marito), all'incendio apocalittico de "L'inferno di cristallo" dove allegoricamente viene esplicitata - naturalizzandola - l'estraneità della violenza alla so-

cietà borghese. Oppure il diavolo"L'Esorcista" - ma un diavolo così pianificato, così prevedibile, vorrei dire così umanizzato (dice le parolacce e le bestemmie) da perdere ogni traccia di eterna e misteriosa potenza maligna dell'altro mondo, per porsi su di un piano di cretina menzogna destinata all'impopolarità anche tra gli spettatori più ingenui, vanificando - in ultima analisi - la possibilità di trasmettere pienamente i suoi intenti reazionari.

In data più recente il genere ha riscoperto il bestione devastatore: "Lo squalo", "King Kong" con successori e surrogati. Le gigantesche dimensioni (la tecnica degli effetti è il momento fondamentale di questi film) e l'infantile quanto intelligente cattiveria, sostituiscono nella loro funzione catalitica fondamentale, l'universalità del disastro naturale. L'intervento positivo delle grandi capacità della scienza e del progresso sono qui però più evidenti ed esplicite,. e non sempre il senso del dramma iniziale e dell'incontrollabilità degli eventi riesce a coprire o mitigare la tranquillizzante inevitabilità della sconfitta del mostro, che permea tutto il film.

In conclusione, la potenza stabilizzante e acculturante del poderoso meccanismo hollywoodiano è nuovamente e completamente a disposizione del sistema e della logica capitalistica. Di contorno, ma essenziale, il risultato economico è tale da non infastidire ma anzi solleticare piacevolemente l'occhio sempre attento al box office.

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Una dittatura invisibile

L'IDEOLOGIA DEL CONSUMO È LA REGOLA DEL SISTEMA ECONOMICO CAPITALISTICO

Domenica, ore 19,30 di un mese qualsiasi, in Viale Forlanini: centinaia di autoveicoli incolonnati riempiono le corsie che portano ai "tre ponti" e quindi in città. Fenomeno questo, che si ripete puntualmente ogni domenica a patto che le condizioni atmosferiche siano favorevoli. E' il rientro dal "fine settimana" o dalla gita domenicale, una regola alla quale pochi riescono a sfuggire. E' una delle meravigliose conquiste della cosiddetta "civiltà dei consumi" che permette di contraddistinguerci dai paese sottosviluppati. L'esodo in massa dalla città è un momento importante per smaltire la produzione settimanale, in queste ore si consuma di tutto, ed in modo caotico. La gente che lascia la metropoli sembra quasi una mandria impazzita che vaga senza perchè alla ricerca di "un'isola non trovata". Ma come si è arrivati a questo sconsiderato ed illogico istinto consumistico? Alcuni decenni fa veniva esaltato il "mito della patria, della famiglia e della religione". Quindi un individuo che voleva ben inserirsi nel sistema doveva essere un fanatico difensore della patria, un "buon" padre di famiglia autoritario e deciso e un timorato di Dio bigotto e stolto. I tempi sono cambiati e gli pseudovalori di una volta non solo sono in crisi ma fanno sorridere le nuove generazioni. Comunque ai miti del passato non si sono sostituiti dei veri valori di vita, ma il moderno sistema economico ha pensato bene di propinarci altri surrogati esistenziali. Oggi bisogna essere degli istancabili produttori e degli accaniti consumatori. Dopo gli anni oscuri della guerra, dove si viveva nella privazione più assoluta, la masse ha. formato in se un'inconscio bisogno di possesso. Questo adeguatamente manipolato esasperato dal sistema ha fatto del consumo un vero mito. Oggi si possiede, eccezioni a parte, tutto ciò che è necessario per vivere in una società moderna. Ma per mantenere in vita il consumo il sistema crea in continuazione nuovi bisogni in realtà fittizi, ma che con persuasive tecniche pubblicitarie, vengono imposti come indispensabili. La massa si trova quindi ad essere ipnotizzata, e per essere convinta ad acquistare tutto ciò di cui crede di aver bisogno, le si è data una concezione errata del lavoro. A questo proposito vi sono lavoratori dipendenti che fanno dell'impiego, a cui sono sottoposti giornalmente, il perno della propria vita. Tendono quasi a santificare il lavoro che permette loro con l'acquisizione di beni, di scalare la fatidica piramide sociale. Essi identificano i propri interessi con quelli dell'imprenditore, non ren-

Riconosciti e vinci

dendosi conto che del lavoro prodotto non raccoglieranno che le briciole. Tutto ciò ovviamente va a vantaggio della dasse imprenditrice che, in questo modo, accumula il proprio capitale e fa di questo un mezzo di potere per mantenere gli stessi rapporti sociali.

Per questo riteniamo che attualmente la società sia ancora attanagliata da un sistema dittatoriale, anche se invisibile, al quale sono date le forme esteriori del governo democratico. E' la dittatura del consumo, la sua ideologia è produrre per consumare. La corsa ai consumi in questo modo diventa frenetica, e così facendo si crede di aumentare lo stato di benessere.

Questa è un'altra tremenda illusione! Infatti non vi è nessuna prova che il possesso di una maggior quantità di beni materiali abbia portato un incremento corrispettivo della felicità, e anzi tutto sembra a dimostrare il contrario.

Ma è possibile combattere il consumismo? Ci si può difendere dai "persuasori occulti" che, con i potenti mezzi d'informazione, spersonalizzano i nostri acquisti e la nostra vita? Ebbene si, se lo vogliamo.

La soluzione non è quella di evitare consumi, sarebbe impossibile, tutti abbiamo bisogno di beni materiali per vivere. L'importante è mettersi nei confronti degli stessi in modo critico, valutando bene la propria necessità di acquisizione.

In poche parole sforzarci di fare obbiettivamente delle libere scelte. Non cedere alle lusinghevoli promesse dei messaggi pubblicitari che sono delle vere trappole. Non esiste il prodotto miracoloso, esiste il bene che può esserci più o meno utile. Non farsi comperare dagli oggetti, ed essere quindi i loro schiavi, ma dare ad essi normale valore di cose. La nostra mente è l'arma migliore per portare avanti questa battaglia che ci vede impegnati quotidianamente. Solo facendo uso del ragionamento, ed allenandoci a questo, potremo sentirci liberi e capire che i valori della vita non vanno ricercati nei prodotti commerciali, ma in ciò che l'industria non potrà mai produrre: l'uomo. Anche la gita del fine settimana, se rappresenterà una delle molteplici scelte ragionate, non sfocierà nel consumismo e quindi nella nevrosi e nell'alienazione, ma sarà un piacevole motivo per sviluppare in un più ampio spazio i rapporti umani. A pensarci bene questa è la cosa della quale abbiamo più bisogno per sollevarci dall'abisso dell'individualismo in cui siamo caduti.

Felice Fava

Cmondo contemporaneo)

ACCADDE IN SETTEMBRE —

Fatti e notizie di altri tempi

- L'Italia occupa Roma. Fine del potere temporale dei papi.

- Sciopero generale in Italia contro gli eccidi nel Mezzogiorno.

- Conferenza socialista internazionale di Zimmerwaid.

- Primo impiego dei carri armati (tangks) da parte alleata.

- Stato d'assedio in Germania. Declino e fine della crisi rivoluzionaria tedesca.

- Patto di Monaco, tra Hitler, Mussolini, Chamberlain e Deledier.

- Attacco tedesco alla Polonia. Inizia il secondo conflitto mondiale.

- Battaglia di Stalingrado. Termina il 2 febbraio 1943.

- Armistizio dell'Italia. La Germania occupa li paese fino e Roma.

- Resa del Giappone. Fine del secondo conflitto mondiale.

- Proclamazione della Repubblica popolare cinese.

- Morte di Ho Chi Minh.

- Elezioni in Cile. Allende presidente.

- Colpo di stato in Cile. Allende è ucciso. Dittatura di Pinochet.

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Camminando per la zona 13 a caccia di immagini, il nostro fotografo ha scattato questa foto. Alla fortunata "vittima" del suo obiettivo indiscreto "Milano Domani" offre un mese di notorietà e sei mesi di abbonamento al giornale. I vincitori devono telefonare al 726601 (ore 20 - 20,30) per farsi riconoscere. Chi sarà la fortunata "vittima" del prossimo mese?

MAMMA NON BUTTAR VIA

GLI SCARABOCCHI!

Essi ci rivelano come il bambino pensa, come sente e come vede

Tutti i bambini del mondo cominciano allo stesso modo siano essi cinesi o eschimesi, americani o europei, che abbiano la pelle nera o bianca: il primo tentativo di disegnare è molto importante perchè riflette un aspetto naturale dello sviluppo fisico e mentale nel suo insieme. Spesso gli adulti considerano questi scarabocchi con scarsa attenzione, come fosse tempo perso, senza senso; al contrario, essi possono darci delle utili indicazioni, proprio nell'età in cui i normali "test" di intelligenza non sono ancora possibili.

L'educazione e lo sviluppo dei sensi sono stati trascurati dal nostro sistema educativo. Se non fosse per l'educazione artistica il fanciullo sarebbe scarsamente soddisfatto dei suoi organi sensoriali; il modo di accogliere quei primi segni da parte degli adulti, che permettano un assoluta indipendenza e responsabilità, favorirebbe lo sviluppo di un senso di fiducia nelle capacità di esprimersi del bambino, che idealmente dovrebbe provare soddisfazione per ciò che sta facendo. Purtroppo spesso gli aiuti che vengono dati al bambino nell'età dello scarabocchio a volte annientano la sua fiducia. I metodi che mirano solo a sviluppare la sua dipendenza dall'adulto, i progetti troppo superiori alle capacità attuali del fanciullo, i concetti infine, dettati da adulti e per adulti, tendono tutti a soffocare la fiducia del bambino nei propri mezzi espressivi. Vi sono esperienze chiamate "cinestetiche" che hanno una grande influenza sullo sviluppo del fanciullo: sono quelle attività di movimento che possono essere "passive", quando il corpo si muove senza essere impegnato attivamente, come quando il bambino è cullato oppure trasportato in una carrozzina. E ci sono esperienze di movi-

mento "attive" sono quelle provocate dal fanciullo stesso, come quando agita le braccia e le gambe. Il suo corpo ha una gran parte nell'esplorare, investigare e reagire all'ambiente che gli sta in'torno. Di solito verso i due anni, quando gli vien data una matita, il "pupo" invece di prenderla come una cosa da guardare, da succhiare e da stringere (come pochi mesi prima faceva), a un certo punto incomincia a taciare segni sulla carta. Sono dei segni fatti a caso, il bambino può anche guardare altrove mentre scarabocchia. Però è impegnato in un'attiva esperienza che gli consente di esprimersi. Dopo questo periodo "disordinato" passerà alla fase dello scarabocchio "controllato", dopo circa sei mesi. Da questo momento le linee possono essere tracciate orizzontalmente, verticalmente e circolarmente, perchè il coordinamento fra occhi e movimento manuale è una conquista, una gioia che stimola il bambino a variare i movimenti o a ripeterli senza staccare la matita dal foglio.

Un'altro passo importante è il momento in cui il bambino incomincia a dare un nome ai suoi scarabocchi. Anche se non si vedranno figure riconoscibili sarà il segno di un cambiamento, di un passaggio importante ad un pensiero immaginativo in termini di figure mentali. Avviene di solito intorno ai tre anni e mezzo: in alcune linee si incomincia a intravvedere una persona vagamente scarabocchiata; ma gli adulti non devono spingere il bambino a dare un nome a ciò che sta disegnando. Piuttosto devono incoraggiare questo nuovo modo di pensare senza interromperlo nel momento in cui è impegnato in un'attività creativa che permette di conoscere i suoi pensieri, le sue relazioni con l'ambiente, i simboli del suo sentir-

si amato. Vi sono materiali che si adiirano bene a quest'età: un carboncino nero, il gesso per lavagna oppure i pennarelli facilitano l'espressività, così come la tempera, poco diluita, è preferibile su di una superice liscia e scorrevole. quando non si dispone di molto spazio è meglio stendere la carta sul muro, piuttosto che rinunciare ad offrire al bambino l'esperienza del colore, un'occasione di sfogo emotivo.

Anche la creta è un materiale perfettamente adatto a quest'età perchè offre la possibilità di usare le dita e i muscoli in modo diverso. Mentre il dare forma o il rompere e soppesare un pezzo di creta e9uivale allo "scarabocchio disordinato' ; e il formare degli anelli o delle palle senza tentare qualche oggetto specifico è il parallelo dello "scarabocchio controllato", quando il bambino prende un pezzo di creta e, accompagnando il gesto con dei suoni, lo chiama "aeroplano", dal punto di vista psicologico è esattamente lo stesso cambiamento nel processo di pensiero dell'attribuzione di un nome allo scarabocchio. Ora l'immaginazione ha il soppravvento sul pezzo di creta e diventa manipolazione di un simbolo irripetibile.

PROPOSTA DI ATTIVITA'

Raccogliete dei campioni di lavoro artistico compiuto da bambini dell'asilo o anche più piccoli. Cercate di annotare la varietà di scarabocchi secondo vari gradi: disordinati, controllati, designati dal bambino con un nome. Confrontate fra loro i disegni per l'uso dello spazio, il controllo delle linee, la sicurezza o l'incertezza dei movimenti. Inviate i disegni a "Milano Domani": se potremo li pubblicheremo.

11 "Araere".2 1 13
16-9-1904 5-9-1915 15-9-1916 27-9-1923 29-9.1938 1-9-1939
20.9-1870
15-9-1942 8-9-1943 2.9-1945 21-9-1949 3-9-1969 4-9-1970 11-9-1973
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L'APERITIVO A BASE pl CARCIOFO

12 (muta omemi
EMULANO DOMANI!) zona 13 f Via Mecenate 25 - Supplemento a Ticinia Notiziario Aut. Trib. di Milano n. 23,2 tiel 4.6.73 - Dir. Resp. Luciano Capitini - Stampa Coop. "IL GUADO" - Robecchetto con I nduno tel. 0331/881475 Ä Comitato di Redazione: Mario Caccia, Donatella Campoleoni, Mimmo Casucci, Felice Fava , Luigi Gilio, Marina Muzzani, Adriano Zagato, Paolo Zucca - Amministrazione: Flavia Sellini - Grafica: Renato Magni - Foto: L. Gilio, M. Broggini, G. Carlo Maiocchi - Disegni di: Gino Fossali.

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