INSERTO PER IL REFERENDUM
in questo
LA STANGATA DELLO IACPM
numero La "cara" bolletta
Aumenti delle spese, degrado degli alloggi suscitano proteste degli inquilini, ma l'autoriduzione non è il metodo migliore per risolvere il problema, arma più efficace pub essere la partecipazione popolare.
Le recenti notizie sul deficit
dello IACPM (Istituto Autonomo
La Spina centrale nel Gallaratese pag. 3
Case Popolari di Milano) e sulla morosità accompagnate agli aumenti delle bollette delle spese giunti negli ultimi tempi hanno suscitato tra gli inquilini delle case popolari della nostra zona reazioni a volte diverse, ma sempre motivate dal risentimento di chi vede ulteriormente assottigliarsi la busta paga, già oggetto di continui assalti della speculazione e dell'aumento del costo della vita. Questo risentimento, a quanto abbiamo potuto accertare nel corso di un veloce sondaggio che abbiamo svolto nella nostra zona, dove tra l'altro è assai alta la presenza di alloggi IACP, è in gran parte motivato anche dal fatto che, gli aumenti delle spese sarebbero stati presi passando sopra le teste degli inquilini e non sarebbero sufficientemente giustificati. Ci è parso quindi di cogliere una diffusa esigenza di una maggiore partecipazione dei cittadini alla gestione del vastissi-
mo patrimonio dello IACPM, che attualmente amministra circa 130 mila appartamenti, dà lavoro a 2 mila dipendenti ed ha un bilancio annuo di 56 miliardi di lire.
Un patrimonio imponente. come si vede, che tuttavia corre gravi pericoli. I 90 miliardi di deficit, la morosità dell'inuilinato (17 miliardi), le manutenzioni ordinarie effettuate con gravissimi ritardi rischiano di produrre danni irreparabili, sia attraverso un decadimento degli immobili, sia a causa di una totale sfiducia dei cittadini verso chi gestisce il patrimonio pubblico. Questo pericolo deve essere scongiurato impegnandosi nel risanamento dell'Istituto per uscire da una situazione che non consentirebbe neppure la salvaguardia degli immobili esistenti. Tale impegno deve basarsi su una giusta politica dei canoni, un rigoroso controllo delle spese, lo sviluppo del processo di democratizzazione dello IACPM.
Gestione democratica dello IACPM
Se attraverso l'accordo sul canone sociale si è usciti, come si afferma, dalla vecchia giungla dei canoni (prima ce n'erano 150 diversi) e si sono create le condizioni per la lotta alla morosità e per invertire il processo di dissesto dell'Istituto, sia sotto il profilo finanziario, sia sotto quello del rapporto con l'utenza, molto deve essere realizzato, a nostro parere, in termini di gestione demo-
IN VIA QUARENGHI
cratica dello IACPM.
Una serie di battaglie condotte dalle organizzazioni degli inquilini. dalle organizzazioni sindacali e dai partiti democratici hanno portato, dopo una non facile contrattazione, alla costituzione di Commissioni di Gestione Democratica dello IACPM cui partecipano le organizzazioni sindacali degli inquilini, rappresentanti della Federazione Sindacale Unita(segue in seconda)
Uno strano e opinabile STOP
Che scandalo la ginnastica mista
pag. 5
SIT-SIEMENS bersaglio delle BR
pag. 6
L'8 maggio una giovane prostituta viene uccisa nella nostra zona nei pressi della stazione metropolitana in costruzione al Gallaratese.
Ecco un esempio di come ne è stata data la notizia: «Trovata nuda nel cantiere del metrò a S. Siro ragazza torturata e finita a colpi di pietra». Con queste parole un noto quotidiano del mattino ci trasporta idealmente in un mondo oscuro e peccaminoso di sesso e sangue.
Le prime parole sono: «Trovata nuda...» Pare in questo modo che l'esser nuda fosse per la ragazza uccisa ben più grave che l'esser morta dato che la notizia della sua nudità precede quella della sua morte. Senza fare il processo ai quotidiani che non informano la gente per opera di bene e quindi intendono colpire il lettore, stimolarne la curiosità e l'interesse, anche morbosi, affinché compri il giornale, addentriamoci anche noi nel «caso».
Due giorni con lo sport pag. 7
La storia di questa giovane prostituta ci interessa perché è stata vissuta nella nostra zona fra altre migliaia di storie di casalinghe, impiegati, studenti, giovani, vecchi...
Troppe volte molte di queste persone si sentono migliori delle prostitute che aspettano clienti, momentaneamente ex-benpensanti, nei prati un po' più distanti dagli isolati, guardandole dal finestrino di un autobus con uno stupore e un disprezzo volutamente esasperati e significativi. Gli uomini allo stupore sostituiscono una punta di curiosità appena mitigata dall'indifferenza quasi a far intendere quanto «certe cose» le conoscano ma su di un autobus, specialmente se affollato, ne siano al di sopra.
L'articolo su cui abbiamo appreso la notizia dà fastidio per il tono paternalistico e morbosamente particolareggiato. Sembra riflettere la direzione in cui è rivolto l'interesse di tante persone che non tentennerebbero nel definirsi «brave e oneste»: allo svolgimento dell'assassinio attraverso una ricostruzione fondata su un «probabilmente» che nasce dalla volontà di raccontare una storia di malavita, di donne «perdute» che vanno notoriamente a finir male. Un fatto esasperatamente costruito sul «come» tra particolari che ritornano (segue in seconda)
L'incroc)o di via Kant
Sapete tutti come succedono queste cose: un bel mattino arrivano in una via del quartiere 3 o 4 addetti ai lavori, con un carico di birilli di plastica bianchi e rossi ed una efficiente macchinetta in grado di segnare strisce e parole candide sull'asfalto. l birilli vengono piazzati opportunamente a formare contorte gincane per automezzi, forse per vivacizzare un po' la circolazione stradale altrimenti tanto monotona, e dopo qualche ora o qualche giorno appaiono sul terreno strisce e segnali vari.
Così e nato quello strano segnale di «STOP» sulla via Quarenghi all'angolo e all'incrocio con la via Kant.
Perché strano? Il fine che il suddetto segnale si proporrebbe sarebbe quello, vedi codice della strada, di «arresto all'incrocio con una strada che gode del diritto di precedenza». Qui entriamo nella stranezza del caso: questo diritto di precedenza è stato attribuito, non si sa come e perché, ad una via traversale secondaria (via Kant) nei confronti della via principale e di maggior
traffico, la via Quarenghi, battutissima anche per i vari intoppi causati dai lavori della metropolitana.
Chiediamo quindi lumi ai preposti alla segnaletica urbana: per ora la svista si evidenzia in un'alta media di incidenti, fortunatamente non gravi. Pensiamo che un controllo in luogo dei preposti suddetti non sarebbe del tutto inutile; mentre da parte nostra attendiamo fiduciosi un intervento nel senso del ritrovato buon senso, per una più corretta disposizione di questo discutibile e discusso segnale di «arresto all'incrocio» di via Quarenghi con via Kant, al quartiere Gallaratese. Non vogliamo credere d'altronde che la segnalazione in questione sia stata posta per scoraggiare i Lauda e Regazzoni della zona, per i .quali si dispone di altri mezzi di dissuasione quali le salatissime multe per eccesso di velocità: una segnalazione corretta al posto giusto ci sembra pertanto la miglior soluzione del caso che abbiamo segnalato.
C.
A.
ANNO II - N. 15 - GIUGNO 1978 MENSILE DI INFORMAZIONE POLITICA E CULTURA L. 300
Quando l'esser nuda
è più grave dell'esser morta
pag. 2 - milano 19
dalla prima
LA CARA BOLLETTA
ria, rappresentanti dei Consigli di Zona e del Comune e rappresentanti dei lavoratori autonomi. Finora però non si sono raggiunti i risultati sperati. In pratica alle Commissioni decentrate si è sin qui lasciata svolgere soltanto una funzione consultiva, mentre tutte le decisioni inerenti cambi, manutenzioni, ecc. sono prese tuttora esclusivamente dai capizona dell'Istituto. Questo però non significa che bisogna disarmare, anzi si deve dimostrare una concreta volonta politica di raggiungere un effettivo decentramento democratico, vincendo alcune resistenze che tuttora si riscontrano in una parte dell'apparato burocratico, che non ha ancora compreso il- significato di questa scelta partecipativa, che vuole essere un nuovo modo di gestire e di collaborare alle scelte politico-amministrative che lo IACPM ha in atto od andrà ad affrontare.
Aumento delle spese
Da questa mancata completa democratizzazione dell'Istituto deriva, almeno in parte, l'atteggiamento critico -degli inquilini verso l'aumento delle spese ed il modo in cui è stato praticato. «I funzionari dello IACPM hanno aumentato le bollette operando una scelta burocratica che non possiamo accertare», abbiamo sentito dire da un inquilino, ed un altro ha aggiunto: «Non possiamo tollerare che un aumento delle spese si riduca ad un semplice atto burocratico. Gli inquilini devono essere in grado di sapere perché devono pagare di più».
«Perché prima di chiedere aumenti a tutti l'Istituto non cerca di recuperare quanto deve avere dagli inquilini morosi? — incalza un pensionato — Ce ne sono che devono pagare milioni di lire di arretrati, e magari hanno due o tre macchine, la casa in campagna od al mare e lavorano in 3 o 4 in famiglia. A quelli l'aumento delle spese non interessa, tanto, se le cose non si cambieranno, continueranno a non pagare».
Quello della morosità è un problema che scotta agli inquilini abituati a pagare regolarmente e che è ormai divenuto inaccettabile, specie dopo l'introduzione del canone sociale, che dovrebbe,
dalla prima
QUANDO L'ESSER NUDA... ossessionanti.
Dolores Barea, la ragazza uccisa, per chi scrive come per chi legge, dovrebbe risultare una delle tante «disgraziate» che si osservano con curiosità la sera.
Il fatto che fosse una donna sembra tutt'al più poter suscitare un senso di leggera pietà per una fragilità ed una emarginazione che si intuiscono. L'accaduto non pare assolutamente esser il punto di partenza per una riflessione seria e approfondita sulle «varie» e «molteplici» «possibilità» sociali che oggi sono offerte alle donne: o in casa o fuori e se stai fuori hai ottime possibilità di incappare nello sfruttamemto economico, quando non è sessuale: Dolores Barea prima di diventare prostituta faceva la domestica.
Voler analizzare in queste poche righe il fenomeno della prostituzione come una delle tante
almeno negli intendimenti, far pagare ad ogni inquilino un canone d'affitto proporzionato alle sue reali possibilità economiche. «E gli evasori fiscali? — chiede qualcuno — Come si fa a stabilire quale è il loro vero reddito e perciò a farli pagare in proporzione?».
È una domanda che giriamo agli amministratori dello IACPM, ai quali riteniamo opportuno segnalare anche la condanna dei lavoratori di ripianare enormi deficit attraverso le entrate fiscali.
«Si faccia pagare il dovuto a chi ha la fortuna di avere una casa popolare», dicono.
Non pagare non è una soluzione Sui problemi dello IACPM abbiamo sentito il consigliere Bramini, unico comunista del Consiglio di Amministrazione dell'istituto, che è composto di 13 membri e di cui le forze maggioritarie sono il PSI, del quale fa parte anche il presidente arch. Costantino,' e la DC.
Fatto rilevare come, dopo anni. di lotta, con la giunta di sinistra si sia finalmente istituito il canone sociale, la cui importanza non sta soltanto nell'affitto più equo, ma ancor più nella riconosciuta facoltà degli inquilini di discutere gli addebiti per anticipo spese, Bramini ha aggiunto di ritenere giusto che gli inquilini protestino per le nuove bollette, ma che sarebbe inutile se tale protesta non si ponesse lo scopo di arrivare ad una verifica dell'uso che si vuol fare dei quattrini che si pagano, criticando la scelta di non pagare le bollette, ma suggerendo piuttosto di «andare ad una verifica, visto che esistono gli strumenti».
Preannunziando la convocazione del Consiglio di Amministrazione dello IACPM per l'approvazione del bilancio di previsione 1978, Bramini ha concluso affermando la decisione del suo partito di approvare tale bilancio soltanto se esso comprenderà tre obiettivi: uno stanziamento per un programma dettagliato di manutenzione straordinaria, una conferenza di produzione sull'organizzazione del lavoro nello IACPM ed iniziative volte al recupero immediato di ampie fasce di morosità.
tonache familiari
Interpreti di queste cronache sono sempre gli stessi: mia moglie, 40 anni casalinga; mia figlia 19 anni universitaria; mio figlio 13 anni 3a scuola media; io, 42 anni impiegato; per voi tutti, del Gallaratese e non.
"Va bene, ho capito che bisogna votare NO contro l'abrogazione della legge "Reale" sennò qui si rimane in balia dei delinquenti e senza leggi. Ma il problema è quello di farla finita sul serio con la violenza". La mia metà (metà per peso legale e politico, non per stazza perchèallora sarebbe poco più di un terzo) stasera è in vena di' discutere di politica, lo si capisce dal come affronta la milionesima sigaretta della giornata.
D'altra parte qui nella nostra zona, il problema della violenza è proprio all'ordine del giorno e non solo per i fatti nazionali o cittadini. No, ci sono proprio cose nostre, zonali. Pensiamo un attimo alla Sit-Siemens, culla - a quanto pare - delle cosidette Brigate cosidette rosse, alle auto dei sindacalisti bruciate, ai delitti compiuti attorno alla "Montagnetta" del QT8.
Eppoi c'è la violenza contro le cose e le persone, nelle scuole, per le strade, la droga, le scritte violente sui muri, la violenza dei mucchi di immondizie abbandonati ai topi ad ai cani randagi, le rapine, gli scippi e via di questo passo.
"L'altro giorno a scuola prima hanno buttato fuori i libri dalla finestra di due ragazzi perchè non volevano dire "Cinzano olé", perchè loro tengono alla "Xerox"; poi a momenti buttano giù anche loro". Questo è l'intervento del figlio baskettista che si prepara agli esami di licenza media studiando adesso quello che non ha studiato in tre anni.
L'universitaria legge in un angolo l'ultimo numero di "Noi donne", ma non si lascia perdere l'occasióne per portare in famiglia il pensiero del collettivo della Statale: "Anche noi donne siamo contro la violenza, anzi e cioè perchè la violenza colpisce soprattutto le donne. Ma non è forse lo Stato ad organizzare e consentire l'affermazione della violenza? Non è questo Stato forse a permettere abusi, corruzione, disoccupazione, emigrazione, eccetera, eccetera? Comunque noi non abbiamo ancora deciso se votare SI o NO, forse ci asterre-
Brutta bestia questa violenza, riesce a dividerci anche in famiglia.
Che fare allora? Mia moglie non ha dubbi. "Qui bisogna darsi da fare, tutti insieme. E' ora di farla finita, non bisogna lasciare la città in mano alla violenza, sia essa criminale o politica. La gente dovrebbe riappropriarsi delle strade, dei quartieri: ecco co-
sa dovremmo fare noi donne invece di stare in casa solo a lavorare od a guardare la TV. E anche voi uomini, e voi figli e figlie". Il tono è quello giusto, mi ha convinto.
A questo punto faccio le mie proposte: "Domani sera si va al cinema, sabato sera tutti a prendere il gelato, al bar vicino alla "Montagnetta". Domenica partecipiamo alla "Marcialenta" organizzata dalla scuola. E cosi via. Se Io fanno tutti, se tutti usciremo nelle strade, nei giardini, ci riprenderemo i nostri spazi, la nostra vita, dovremo proprio fare come i cinesi che in una notte hanno fatto fuori i pipistrelli spalancando le finestre e lasciando accese luci e fuochi dappertutto".
Ecco, se facciamo tutti qualcosa anche noi, forse potremo eliminare i nostri "pipistrelli" della violenza, definitivamente.
Luca Orsenigo
Minirimpasto a Palazzo Marino
Le dimissioni presentate da Umberto Dragone del PSI e la sua sostituzione con Bruno Faiconieri, suo compagno di partito. hanno reso inevitabile un piccolo rimpasto della giunta, ovvero la ridistribuzione degli incarichi tra i 19 assessori.
Nel puntualizzare i motivi di tale rimpasto il sindaco Tognoli ha posto in rilievo il passaggio dalla fase della programmazione a quella della realizzazione per l'amministrazione comunale.
1 NUOVI INCARICHI
Sindaco: Carlo Tognoli (PSI)
Vicesindaco e Trasporti: Vittorio Korach (PCI)
Personale: Antonio Costa (PCI)
Assistenza: Carlo Cuomo (PCI)
forme di emarginazione e sfruttamento sociale delle donne, 3arebbe presunzione. Della storia da cui abbiamo preso spunto per questa breve riflessione, un altro particolare però colpisce: l'indifferenza della gente. Possibile che nessuno abbia sentito le grida della ragazza? (Questo è parso strano anche alla polizia). Lì vicino c'erano le baracche dei custodi del cantiere e l'istituto Nazareth. Pare che verso l'ora dell'omicidio una suora stesse pregando nella cappella ma abbia scambiato le urla della ragazza per versi di gatti. Sono questi i veri errori da evitare a questo mondo: pregare il buon Dio di scongiurare un male a cui faremmo prima noi a porre rimedio solo prestando più attenzione ai miagolii dei gatti.
Patrizia Romano
Difatti entro luglio il Consiglio comunale dovrà affrontare problemi fondamentali per il futuro della città. I problemi più urgenti che dovranno essere conclusi od avviati sono, come ha ricordato il sindaco, il piano regolatore. l'ATM: il tracciato della terza linea metropolitana, la ristrutturazione della macchina burocratica, il decentramento.
Per quanto riguarda questo ultimo punto il sindaco ha confermato che «sono in elaborazione» le delibere quadro con cui si trasferiscono ai Consigli di Zona alcuni importanti poteri. Quelle già predisposte sono all'esame della Giunta Che si impegna a presentarle al più presto possibile al Consiglio.
Il sindaco ha poi annunciato che '<l'impegno per gli investimenti nel settore dell'edilizia popolare, dell'ecologia, oltre che nel settore tradizionale dei lavori pubblici, sarà presto premiato con l'ottenimento di altri mutui. che ci consentiranno di far fronte alle esigenze della città".
AVVISO Al LETTORI
Pensiamo di far cosa gradita ai nostri lettori riservando loro uno spazio nel giornale sin dal prossimo numero per piccoli annunci.
Il servizio gratuito per gli abbonati, prevede una spesa per gli usufruitori di lire 1.000 per un massimo di trenta parole.
Gli inserzionisti dovranno far pervenire il testo direttamente alla sede del giornale (via Appennini 41) oppure attraverso i diffusori del giornale stesso. L'annuncio non deve superare le trenta paròle e dovrà contenere l'indirizzo o il numero telefonico dell'interessato.
Ecologia: Ercole Ferrario (PCI)
Decentramento e Lavoro: A. Taramelli (PCI)
Edilizia popolare e Urbanistica:
Gianfranco Rossinovich (PCI)
Educazione: Maria Luisa Sangiorgio (PCI)
Demanio e Patrimonio: Achille Sacconi (PCI)
Sport e Turismo: Paride Accetti (PSI)
Tributi: Walter Armanini (PSI)
Edilizia privata: Giovanni Baccalini (PSI)
Economato: Bruno Falconieri (PSI)
Stato civile: Paolo Malena (PSI)
Bilancio: Gian Paolo Pillitteri (PSI)
Lavori Pubblici: Giulio Polotti (PSI)
Commercio: Luigi Valentini (PSDI)
Cultura: Francesco Ogliari (Indipendente)
Sanità: Piergiorgio Sirtori (Indipendente)
COMUNICATO DAL C.d.Z.
Il Consiglio di Zona 19, intende promuovere il COMITATO PER LA DIFESA DELL'ORDINE REPUBBLICANO DI ZONA, organismo che, con l'aiuto di un'ampia mobilitazione di massa ed una stretta collaborazione con gli organi preposti dallo Stato, sia in grado di condurre una azione di prevenzione ad ogni tentativo di destabilizzazione, sollecita le Forze democratiche politiche-sociali-sindacali a partecipare ad una apposita riunione che avrà luogo, alle ore 21 di mercoledì 7 giugno 1978 presso la sede del Consiglio di Zona 19 - Via Pogatschnig, 34, delegando 2 propri Rappresentanti.
P. il Consiglio di Zona 19 Il Consigliere Anziano Danilo Pasquini
La spina centrale del Gallaratese
Una serie di quattro incontri organizzati dal Circolo Culturale Giulio Trevisani sul Piano Particolareggiato del Gallaratese, sul progetto della spina centrale, sui suoi tempi di attuazione hanno messo in luce un notevole interesse dimostrato dai cittadini su tali temi.
Per questo abbiamo ritenuto opportuno porre alcune domande al presidente del circolo, Romano Chiovini, chiedendogli per prima cosa perché si è ritenuto opportuno organizzare tali incontri.
Chiovini: Riteniamo giusto che gli abitanti, e soprattutto le nuove generazioni, conoscano la storia del loro quartiere e delle grandi lotte civili che ha combattuto per riappropriarsi della città. L'iniziativa del Circolo è partita anche dall'esigenza più volte espressa dai cittadini da ultimo in una assemoiea organizzata dal Consiglio di Zona nella scuola
l'emarginazione. Vorrei porre in particolare evidenza la volontà unitaria emersa in questi incontri, cui hanno partecipato democristiani, comunisti, socialisti, rappresentanti delle comunità cattoliche.
Milano 19: Sono emersi problemi relativi alla realizzazione del piano particolareggiato?
Chiovini: Certamente in questi incontri sono emerse anche richieste di tipo corporativo, ma è stata espressa anche, in modo molto marcato, l'esigenza di realizzare completamente tutto quanto previsto dal piano particolareggiato. Qualcuno si è mostrato scettico, specie sui tempi di attuazione, ma è emersa su tutto la volontà che esso sia realizzato senza derogare dall'idea originaria di rimediare ad una deformazione dello sviluppo della città. Per quanto si riferisce ai problemi sollevati se il quartiere è garantito
Per quanto riguarda la realizzazione del nostro quartiere, che ha come asse portante quello della viabilità, riteniamo che la sua definizione debba essere il punto di riferimento per dare inizio alla costruzione di una serie di servizi che non sono di pertinenza dell'Amministrazione Comunale (supermercato, chiese, pronto soccorso, casa albergo
roso rispetto del piano. l ali servizi in particolare devono essere collocati attorno alle fermate della Metropolitana, per far sì che questo grosso investimento .di 30 miliardi che il Comune ha fatto nel nostro quartiere abbia una redditività di tipo sociale. Lo stes so dicasi per quanto riguarda le nuove costruzioni di 167, cioè le case di edilizia popolare, per la cui realizzazione ci aspettiamo un sensibile intervento anche da parte delle cooperative e che de vono comprendere tutti i servizi e le strutture necessarie ad acco gliere i nuovi abitanti che verranno al Gallaratese.
Milano 19: Vi sono anche altri servizi che se costruiti possono già dare un'idea di una sistemazione definitiva del quartiere e della spina centrale? Ci riferiamo ad esempio alle chiese...
Chiovini: Il piano particolareggiato prevede la costruzione di chiese all'interno della spina. Per una di esse, che dovrebbe essere costruita in via Quarenghi, vi è una definizione già abbastanza precisa e si può dare il via alla costruzione. Per un'altra. che dovrebbe essere costruita vicino a piazza Bonola, è stato presentato un progetto che è stato giudicato un po' troppo imponente. Comunque il discorso riguarda la viabilità. Sistemata questa si può dare il via anche a questo tipo di interventi, altrimenti, con le attuali strade, tutto resta bloccato.
Milano 19: Esiste una disponibilità ad accogliere modifiche, anche parziali, là dove ne sorgesse la necessità?
si può parlare di progetto fatto in laboratorio. Da parte dei progettisti è stato altresì affermata la disponibilità ad accogliere quelle modifiche che tendano a far migliorare il piano ed a far spendere meno soldi all'amministrazione comunale, purché le modifiche non stravolgano il senso complessivo del piano, della spina centrale, in questa visione unitaria del Gallaratese. Certamente non vi è disponibilità a ritoccare il piano poco per volta per poi ritrovarsi un Gallaratese costruito in modo del tutto diverso da come era stato voluto dagli abitanti, che hanno lottato e dagli architetti che lo hanno progettato.
Milano 19: Si sono individuati modi per accellerare la realizzazione di questi progetti, la cui mancata realizzazione è già stata pagata ad un prezzo altissimo di disagi e disgregazione dai cittadini del quartiere?
Betti, di conoscere il piano particolareggiato: il futuro del nostro quartiere. Per far conoscere questo futuro abbiamo ritenuto opportuno organizzare gli incontri con i progettisti e con i dirigenti dell'allora Comitato Popolare che in passato hanno organizzato e diretto le lotte politiche, aggregando la gente ed organizzando la partecipazione.
Milano 19: La presenza di progettisti e di dirigenti dell'allora Comitato Popolare è stata totale?
Chiovini: Devo dire che tutti, progettisti e dirigenti del Comitato Popolare, sono intervenuti a questo ciclo di incontri dicendo che esso poteva essere l'occasione per riprendere il discorso del Gallaratese individuandone i nuovi problemi. Tutti hanno posto in risalto la necessità di una battaglia per dare al quartiere una dimensione umana, con la possibilità di viverci, dando al quartiere delle strutture per i suoi abitanti, per i giovani. per gli anziani, cercando di aggregare ancora una volta la gente attorno a degli obiettivi precisi, sconfiggendo l'indiVidualismo, 'la- disgregazione è
da futuri attacchi della speculazione e se la variante di piano adottata per il Gallaratese aveva seguito tutto l'iter burocratico è emerso che da parte dell'Amministrazione Comunale non è stato fatto a sufficienza per dare adeguate garanzie giuridiche e si sono sollecitate le forze politiche ad intervenire sollecitamente in questo senso.
Milano 19: Si sono potuti valutare i tempi per l'approvazione definitiva del piano particolareg-giato e si sono individuati i modi per la sua realizzazione, magari anche parziale?
Chiovini: La domanda è stata posta da diversi cittadini. Devo dire che alcune ipotesi di risposta hanno potuto darle i progettisti e qualche membro del Consiglio di Zona. Il discorso andrebbe suddiviso in due parti. Per quanto si riferisce alla definizione delle questioni procedurali si ritiene che l'approvazione della variante dei piani e dei piani particolareggiati possa essere questione di mesi, se esiste una volontà politica della Regione e della Giunta.
già in costruzione). Se non viene costruito, il sistema viabilistico c'è il rischio che anche questi servizi non vengano localizzati nei posti giusti.
Si devono creare una serie di servizi in modo coordinato, non caotico, costruiti parte da comune e parte da privati, gestiti certamente da privati, ma nel rigo-
Chiovini: Nessuno ha mai considerato il piano come qualcosa di rigido. ll punto fermo è la sistemazione del quartiere, la riappropriazione del territorio ed un suo uso diverso da parte degli abitanti. Un quartiere dove la gente possa incontrarsi e vivere in comunità. La progettazione è andata avanti in questa direzione ed è stata verificata continuamente con gli abitanti, quindi non
Chiovini: La risposta in primo luogo deve essere data dalle forze politiche. Credo che il metodo della mobilitazione, della partecipazione possa essere ancora una volta non solo vincente, ma necessario ed indispensabile perché vi sono forze che tendono al recupero di vecchie posizioni speculative. Sostanzialmente è il metodo della democrazia del confronto, cioè un nuovo rapporto tra amministrati ed amministratori, che non deve esaurirsi nell'amministrare bene, ma deve chiedere ai cittadini una partecipazione, una pressione che deve essere di controllo e nello stesso tempo di stimolo. Così la democrazia non resta un fatto formale e le istituzioni acquistano il loro vigore, tutta la loro validità à la loro pienezza. Certamente per noi si tratta di ricominciare, di rimboccarsi le maniche; ma questo non ci spaventa e certamente non spaventerà gli amministratori comunali, che anzi si aspettano un nostro aiuto ed un nostro contributo.
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Via Borsa: costruzione della Casa Albergo
Via Benedetto Croce, scorcio di P.zza Bonola
Un'intervista al Presidente del Circolo Culturale Giulio Trevisani
Dalla scuola media Alex Visconti ci perviene questo documento attualmente in discussione tra i docenti di tale scuola.
Dall'istituzione della Scuola Media unica, come seconda fascia della Scuola dell'obbligo, ad oggi la valutazione scolastica tradizionale ha subito un continuo progressivo di logoramento e di decadimento nel suo significato e nel suo uso. Infatti la scolarizzazione di massa estesa al triennio della Scuola Media Inferiore ha inevitabilmente determinato la graduale caduta della vecchia funzione preparatoria agli studi superiori e perciò della funzione elitaria, selettiva e promozionale in senso sociale di questa fascia scolastica.
Gradualmente è entrato conseguentemente in crisi lo strumento valutazione - giudizio utilizzato come stimolo e emarginazione nella vecchia funzione preparatoria agli sviuppi del curriculum scolastico superiore, tanto che la nuova legge sulla valutazione nella scuola dell'obbligo, anche se in modo non chiaro, e ne vedremo dopo i niotivi e i limiti, tende a sancirne la caduta anche sul piano normativo.
In questi anni però la crisi si è rivelata più profonda e più generalmente condivisa sugli istituti della valutazione tradizionale: gli strumenti saggio di verifica dei livelli di profitto realizzato dagli alunni, l'interrogazione e la prova scritta.
Da tale situazione di crisi della valutazione tradizionale sono emerse l'esigenza e la richiesta in tanta parte dei 'docenti di definire, nuovi strumenti di verifica, nuove tecniche per il saggio di profitto degli alunni e infine la proposta ministeriale della nuova scheda di valutazione; esigenza, richiesta e proposta che hanno ribadito lo stato grave e irrisolto di una crisi, aggiungendovi diffusi elementi di incertezza e di equivocità.
Anzitutto perché risulta meno incrinato nella scuola media il "modello culturale" tradizionale, che trova supporto negli strumenti o nell'uso della valutazione tradizionale, non si è sviluppata, non c'è ancora sul "modello culturale" una corrispondente crisi e con uguale estensione.
Vive ancora oggi nella istituzione scuola la forza della continuità e del riferimento a un'asse culturale" già storicamente organizzato o definito, dentro il quale oltre a "valori" ancora esistenti della cultura ufficiale passano componenti ideologiche di questa società e della sua classe dirigente, vive ancora oggi nella istituzione scuola un corrispondente "asse educativo" che richiede e impone un curriculum ripetitivo e immotivante per l'attuale utenza, perchè ignora e spesso distrugge la "realtà" culturale dei ceti subalterni presenti totalmente nella scuola media dell'obbligo, che negli ultimi decenni hanno sviluppato in "intelligenza collettiva" elaborazioni ideali, strutture di intervento, patrimonio di storia che già si raccolgono e si presentano come più che un canovaccio di una nuova cultura alternativa.
Questo "asse educativo" della tradizione porta inevitabilmente a perpetuare sotto nuova veste elementi di valutazione scolastica che di fatto, consapevolmente o no, sono di neomarginazione e di neoselezione. La scuola si ripropone incessantemente con la sua natura di classe in questa società, riproducendo o anticipando al suo interno ruoli di emarginazione e di selezione che sono nella società, per la quale svolge e le si chiede di svolgere una funzione di subordinata esistenza e organizzazione. La nuova Scuola Media è ancora nel presente in buona parte serva di questa funzione che era anche nel passato, dal quale continua ad ereditare un insieme di tecniche, di metodi e soprattutto di contenuti e di ideologia.
Da qui l'equivocità presente nel-
valutazione o voto?
l'illusione risolutrice dell'attuale crisi della scuola poggiata nelle diverse richieste di nuove tecniche di saggio di profitto scolastico e nelle proposte di nuove definizioni della valutazione scolastica.
È con questa tradizione, nella equivalenza "asse culturale asse educativa" quella che mantiene ancora dignità scolastica non il cascame della tradizione, che continua a sopravvivere, noi facciamo ancora i conti e il confronto, senza riuscire ancora non diciamo a vincerla ma neanche a contenerla e a ridimensionarla, perchè poggia la propria attuale forza di continuità:
Nella formazione, nella esperienza, nella professionalità e nel ruolo vissuto da tanta parte dei docenti
Nell'attuale struttura scolastica e la sua organizzazione divisione del sapere sulle nozioni delle singole discipline, con la prevalenza di contenuti prefigurati umanistici - letterari e nella conseguente rigidità della divisione e dell'uso dell'orario di lavoro scolastico.
Nell'accettazione e nella richiesta di tale continuità di tanta parte della utenza, alunni e genitori, perché inesistenti o troppo parziali e deboli sono ancora le esperienze di elaborazione e costruzione di un nuovo asse del sapere e di un nuovo "asse educativo", in cui si possono riconoscere per far crescere la propria reale identità umana, sociale e culturale. Proprio perchè una nuova valutazione nella scuola media dell'obbligo non può non scaturire ed essere come effetto di un nuovo asse educativo, la valutazione tradizionale, camuffata con nuovi strumenti e nuove definizioni sociologiche, psicologiche che riescono ad essere soltanto il meno peggio possibile, non scomparirà con battaglie di motivazioni più o meno razionali e giuste. Non possiamo razionalizzare quanto non è razionalizzabile nella nostra realtà scolastica oltre certi limiti. Altrimenti rischiamo di cadere nella proposizione perenne dell'indicazione del fine come "dover essere", antico mito razionalistaidealista della nostra scuola.
Invece possiamo lavorare per destabilizzare la tradizione, la realtà presente, realizzando pezzi di realtà futura e gradualmente riuscire ad unirli ed estenderli in specifiche e definite realtà scolastiche. Perciò nel nostro orientamento e nelle nostre proposte di programmazione scolastica nel nostro istituto dobbiamo far riferimento ad obiettivi intermedi su cui camminare per cominciare a costruire un nuovo "asse educativo" praticabile per realmente rinnovare la ricerca di una nuova costruzione del sapere e perciò delle strutture e dell'organizzazione della scuola.
Per costruire queste proposte dobbiamo far riferimento al questionario dei docenti del nostro istituto elaborato quest'anno, che ci ha dato alcuni problemi, alcune indicazioni, dei limiti e delle prospettive presenti in questa specifica realtà da tenere presente nello sviluppo del nostro intervento per definire una nuova programmazione del lavoro.
La esigenza diffusa, quasi generale, di una programmazione integrata del lavoro sia del mattino sia del pomeriggio, in modo che tutto l'arco dell'orario scolastico presenti organicità di intervento didattico.
La richiesta di nuovi, più articolati ed estesi strumenti didattici.
La non disponibilità ugualmente diffusa con diverse motivazioni a tentare la realizzazione di una prima parziale esperienza sperimentale di scuola integrata.
A nostro giudizio queste indicazioni dovremmo unificare nella proposta di una programmazione e di una organizzazione della struttura che tende ad estendere la attuale presenza degli spazi di laboratorio esistenti portandoli da quattro a dieci dodici.
Gli spazi di laboratorio in funzione
quest'anno rappresentano la nuova esperienza positiva che ci dà un nuovo "asse educativo" da sviluppare nella nostra scuola, meglio organizzare, collocare, finalizzare, programmare e verificare globalmente.
Infatti gli spazi di laboratorio già quest'anno ci hanno dato la possibilità:
a) di realizzare una integrazione di fatto, anche se parziale, del lavoro dei gruppi - classe in tutto l'arco dell'orario presente nell'istituto, mattino e pomeriggio. L'integrazione è stata difficile o non è stata possibile invece costruirla nei gruppi - classe
che non hanno operato all'interno degli spazi di laboratorio; una nuova articolazione e costruzione dell'asse educativo su esperienza - sperimentazionerecupero di nuove fonti di sapere e di cultura; una socializzazione operativa nei gruppi di lavoro; una crescita di tendenza alla contemporaneità dei contenuti e una nuova didattica dei minimi strumentali fuori dei pericoli ritornati della valutazione - giudizio sufficiente - insufficiente.
Così nella sostanza è stata modificata parte della tradizione, coinvolgendo anche docenti che nel passato avevano sempre operato all'interno di una didattica tradizionale, perchè l'uso degli spazi di laboratorio ha ridimensionato la lezione come centralità del curriculum didattico, ha provocato la caduta della ripetitività del lavoro scolastico, ha determinato all'interno del lavoro degli spazi di laboratorio la inutilità della valutazione - giudizio sul lavoro, scardinando perciò lo stesso meccanismo e il significato della valutazione tradizionale.
Il distretto scolastico muove i primi passi
Dopo un'attesa protrattasi per lunghi mesi durante i quali si è svolto un buon lavoro praparatorio, mentre periodicamente partivano sollecitazioni nei confronti degli organi competenti, finalmente il 10 aprile il Consiglio del Distretto Scolastico 42 è stato insediato.
Il successo che le liste di "Comunità educante e partecipazione democratica" hanno ottenuto in tutta la città e nella diocesi, è stato particolarmente lusinghiero nella zona 19. In particolare dove il numero degli elettori era maggiore, come nel caso dei genitori i seggi ottenuti sono stati ben 5 su 7. Purtroppo le designazioni da parte del Comune e della Provincia non hanno tenuto conto delle precise indicazioni da parte delle varie categorie di utenti e di operatori della scuola, ma esclusivamente delle maggioranze (per la verità non molto chiare) che reggono gli Enti stessi. Si è creata quindi una consistente divaricazione tra *risultati delle ultime elezioni scolastiche - chiaramente favorevoli alle tesi di Comunità Educante - ed i risultati delle elezioni amministrative (15 giugno 1975) dopo le quali, attraverso operazioni trasformistiche, si è giunti alla formazione di maggioranze ibride in funzione esclusivamente della gestione del potere.
Il problema che si poneva quindi subito per il Distretto era quello di poter operare, nell'ambito della sua autonomia, interpretando le esigenze reali di quanti, a vario titolo, operano nel mondo della scuola, tenendo conto, però, della realtà amministrativa.
Nella prima seduta del Consiglio, la candidatura per la presidenza espressa da Comunità Educante - non contrattata o concordata con altri gruppi - non ha trovato opposizioni o proposte alternative.
Non si è trattato solo di una questione di stima nei confronti della persona proposta, ma piuttosto dell'apprezzamento del significato e dell'importanza delle forze che si riconoscono nella Comunità Educante, per realizzare seriamente ed efficacemente "la partecipazione democratica delle comunità locali e delle forze sociali alla vita e alla gestione della scuola nelle forme e nei modi previsti... per il potenziamento e lo sviluppo delle istituzioni scolastiche ed educative e delle attività connesse" (art. 9 DPR 416). D'altra parte il designato aveva dichiarato di considerare la funzione del presidente e. in sostanza, di tutto il Consi-
glio Distrettuale, come un servizio a tutta la comunità scolastica nelle sue diverse componenti ed espressioni, in linea con quanto affermato dalla "Piattaforma di presenza nel Distretto scolastico".
Al punto 4 si afferma, infatti, "Intendiamo porre tutte le nostre energie anche a servizio del Distretto Scolastico, con lo stile di chi condivide lo sforzo di tutti gli uomini di buona volontà: siamo infatti convinti che è compito cristiano manifestare in seno alla comunità di uomini nella quale viviamo, cpacità di comprensione, accoglimento, di comunione di vita e di destino con gli altri, solidarietà negli sforzi di tutti verso tutto ciò chè è nobile e buono. Questo significa che dobbiamo prepararci a fare uno sforzo per operare, insieme con tutti gli uomini di buona volontà, perchè nell'ambito dei distretti scolastici cresca una coscienza comune capace di promuovere autentici valori umani".
Nella seconda riunione del Consiglio, convocato proprio per cercare di recuperare il massimo del tempo perduto, a soli quattro giorni dalla prima, si è proceduto alla elezione del vice Presidente, nella persona del Dottor Giorgio Gianotti, designato nel Consiglio dal Comune e della Giunta esecutiva. La Giunta risulta composta da un genitore, due studenti, un docente, un direttore didattico un designato dalla Provincia (Preside). Su proposta del presidente sono costituite quattro Commissioni che si sono subito messe al lavoro.
La Commissione per il Regolamento predisporrà il testo dello strumento che disciplinerà i lavori del Consiglio e tutta l'attività del Distretto. L'analisi della situazione scolastica: dei bisogni, delle risorse, delle nuove iniziative da prendere sarà effettuata dalla Commissione per il Territorio, mentre un'apposita Commissione, ;a più numerosa, affronterà il delicato e urgente problema dei rapporti tra la scuola ed il mondosdel lavoro con le
conseguenti questioni relative alla sperimentazione, all'orientamento scolastico e professionale, nonché all'educazione permanente. Un'altra Commissione si occuperà dei problemi dell'organizzazione sanitaria nei suoi diversi aspetti in relazione all'attività educativa e sportiva.
La Comunità Educante assumendo la presidenza del Consiglio Scolastico Distrettuale si assume una grossa responsabilità che non può e non deve essere delegata o "scaricata" soltanto sulle spalle del presidente e degli eletti. E' infatti una responsabilità che gli eletti hanno assunto in prima persona ma a nome di tutti coloro che si riconoscono nella proposta educativa a suo tempo presentata e così largamente votata. Tutti costoro sono ora tenuti ad onorare, con la partecipazione di tutti i giorni, nel mondo della scuola, l'impegno assunto votando il programma e i candidati di Comunità Educante.
Sembra che il Consiglio Scolastico Distrettuale abbia compiuto i primi passi partendo col piede giusto. Sarà compito ora di tutta la Comunità di esprimere una presenza reale ed un lavoro effettivo nell'ambito scolastico ed extrascolastico per tutto quanto concerne il mondo della scuola.
La Comunità Educante dovrà qualificarsi sempre più non per i "no" che saprà dire ma per i "si" che saprà raccogliere sulle sue proposte e sul lavoro che saprà svolgere in quanto "l'atteggiamento da assumere da parte di noi cristiani nasce dalla consapevolezza di essere in presenza di possibilità qualificate e nuove, non solo di cambiamento della scuola, ma anche di crescita di identità e di autentica umanizzazione e socializzazione nel tessuto sociale, possibilità che si offrono quando persone e gruppi, per quanto diversi per compiti e visione del mondo, accettano di mettersi insieme per operare insieme il bene comune".
Comunità Educante
pag. 4 - milano 19
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SERVIZIO PRENOTAZIONI COMMISSIONI SENZA ALCUN SUPPLEMENTO DI TARIFFA.
Società cooperativa interamente autogestita dai soci.
CRONACA DEL DISTRETTO SCOLASTICO
(a cura della redazione)
Riteniamo utile mettere a disposizione del Distretto Scolastico uno spazio fisso di questo giornale invitando tutti coloro che sono interessati ai problemi della scuola: genitori, insegnanti, consiglieri del Distretto stesso ed in particolare i coordinatori delle commissioni ed il Presidente della Giunta a collaborare con Milano 19 per svolgere un migliore servizio d'informazione e favorire la crescita di interessi e di stimoli alla partecipazione.
Ciò premesso ci limiteremo nel presente numero a dare una sintetica informazione, sulla scorta delle notizie che siamo riusciti a reperire, riguardo all'andamento dei lavori del Consiglio, della Giunta e delle Commissioni.
Consiglio
Nell'ultima seduta tenutasi lunedì 8 maggio si è proceduto alla delibera del Bilancio di Previsione per il corrente anno. La bozza 'presentata dalla Giunta è stata oggetto di un vivace dibattito sull'opportunità di destinare l'importo di L. 1.300.000 alla voce "Spese in conto capitale» in previsione dell'acquisto di un ciclostile.
Venivano sostenute due tesi che tendevano l'una a dimostrare l'importanza dell'acquisto per rendere indipendente il Distretto nello svolgimento della sua funzione d'informazione e l'altra che metteva in evidenza come, per una corretta valutazione della economicità della spesa, occorresse dapprima un'analisi sul grado e frequenza di utilizzazione della macchina sopperendo nel frattempo con i mezzi di cui dispongono le scuole o Ditte specializzate.
La votazione ha visto favorita la prima tesi.
Il Bilancio di Previsione risulta così strutturato:
Che scandalo la ginnastica mista!
ria amministrazione e questioni organizzative.
Giunta Esecutiva
Da un esame dei vari problemi si è giunti ad evidenziare come più urgenti quelli inerenti ai bacini d'utenza, all'utilizzazione e conseguente possibilità di utilizzazione del Centro Onnicomprensivo ed alla Sperimentazione. Si è inoltre valutata l'opportunità di organizzare al più presto un incontro con le scuole della Zona in ordine ai suddetti problemi.
Commissione Regolamento
Si è cercato di arrivare a definire un'ipotesi di regolamento che, per la sua snellezza, possa essere rapidamente esaminata e deliberata dal Consiglio fin dalla prossima seduta.
Commissione Sanità Si sta esaminando lo studio elaborato dalla Regione in merito all'attuazione della medicina preventiva.
Viene inoltre affrontato il problema inerente alla promozione di attività sportive in ordine alla questione igienico-sanitaria.
Commissione lavoro e sperimentazione
Sono stati esaminati i vari problemi inerenti al collegamento scuola-mondo del lavoro e sperimentazione, che per la loro dimensione e gravità, richiedono un attento e approfondito esame al fine di arrivare alla formulazione di adeguate proposte.
Risulta abbastanza chiaro da quanto sopra esposto che il Consiglio ha appena iniziato la fase di rodaggio e si trova ad affrontare annosi problemi che travagliano il mondo della scuola, e più in generale, tutta la' Società.
Ci sembra pertanto doveroso esprimere a tutti i consiglieri l'augurio di poter svolgere un efficace lavoro creando una stretta collaborazione tra le diverse forze e categorie che sono rappresentate nel Distretto.
Da parte nostra dichiariamo la piena disponibilità di questo giornale ad istituire uno stabile ed organico rapporto di collaborazione nell'intento di contribuire al positivo rinnovamento della scuola e della Società.
Commissione territorio
A Milano, alla scuola media sperimentale Casati, nel quartiere Gallaratese, l'iniziativa di una insegnante di educazione fisica che fa lezione di ginnastica a femmine e maschi insieme ha fatto scandalo e ha causato rapporti, polemiche, ispezioni del Provveditorato e del ministero. La scuola era già al centro di polemiche per il criterio usato nel dare i voti.
Abbiamo parlato con la responsabile dello "scandalo ginnico": Stefania Tosti, 30 anni, uscita dall Isef (Istituto Superiore Educazione Fisica) incaricata abilitata di Educazione Fisica alla scuola Casati è bionda, piccola di statura, e alcuni della 3" G la sorpassano in altezza, tutti la chiamano Stefania e le danno del tu.
"C'è un regolamento, roba del '58, che riprende le vecchie leggi del ventennio, e che prescrive la ginnastica separata per sesso; veramente in una scuola sperimentale, dove si promuove il lavoro di gruppo, l'attività sociale dei ragazzi, il fatto di dividerli per l'educazione fisica non è solo insensato (come sarebbe comunque), è anche controproducente sul piano didattico".
"Verissimo... giusto..." commentano i membri della 3" G c che si sono affollati a seguire il colloquio.
dono ad autoemarginarsi anche nella lezione mista. Questo avveniva agli inizi; queste ragazze hanno cominciato gli esercizi lo scorso anno, adesso non hanno più problemi. Due sono state le difficoltà: convincere i maschi che le femmine non sono inferiori, ma sono solo non abituate a muoversi, e fare conoscere alle ragazze la propria potenzialità".
La 3- G approva vigorosamente:
"Non c'è motivo perchè non facciano quello che facciamo noi" dice Sergio. "Se ci tengono da parte, allora sì che diventiamo diverse" sottolinea una ragazza, anche lei di nome Stefania". "Guarda che io scherzavo" puntualizza Silvio, preoccupato di esere preso per maschilista. Insomma, se i ragazzi sono entusiasti, se i genitori sono d'accordo chi è che si oppone? e con quali argomenti?
"Credo che gli argomenti della decenza siano stati usati senza convinzione; per fare una questione sul fatto che ragazzi e ragazze si vedono reciprocamente in pantaloni corti, si deve vivere fuori dal mondo - dice Stefania Tosti -. No, quello che spaventa è proprio l'infrazione ai ruoli di "uomo forte" e "donna delicata". E poi c'è il regolamento: noi non abbiamo chiesto il permesso, se no, a termini di regolamento, lo avrebbero negato; abbiamo fatto così e basta; sia lo scorso anno che quest'anno; soltanto abbiamo cambiato preside, e la nuova preside ha fatto rapporto: a novembre ispezione dal
Provveditorato di Milano, lettera di ammonizione a me, minacce ai colleghi, che facevano lo stesso; loro (non di ruolo) hanno dovuto dire che avrebbero smesso. lo, invece, ho risposto che avrei continuato; allora nuovo ispettore, da Roma. Ma anche i genitori sono scesi in campo".
E' la preside che si oppone allora?
La professoressa Luciana Ferrari, la preside, è una donna giovane che dice di non avere posizioni preconcette: "lo ho la responsabilità di tutto quello che succede, la responsabilità legale per qualsiasi incidente, se un ragazzo si fa male, tutto. Ora per la ginnastica c'è un regolamento, non posso far finta di nulla e poi dire non sapevo. Del resto a partire da quest'anno si può fare domanda, per l'anno venturo, per la lezione di ginnastica in comune. Sarà, cioè, permesso".
Insomma, Stefania Tosti non ha avuto paura di cercare grane, la preside invece non ne vuole assolutamente, ma anche questa è una scelta legittima e comprensibile, sproprorzionata invece la reazione delle autorità visto che dal prossimo anno questa pratica sarà consentita (e molte scuole la stanno programmando). In ogni caso, conoscendo in quante scuole di Milano gira la droga, in quante avvengono violenze, in quante si registrano carenze d'ogni tipo, è assurdo che le autorità sprechino il loro tempo (e il nostro denaro) per ispezionare la "ginnastica mista". (per concessione di "Noi donne')
Fondo Riserva L. 105.000
TOTALE L. 2.855.000
Sono stati inoltre esaminati alcuni problemi riguardanti l'ordina-
È stato approntato un questionario da inviare a tutte le scuole per l'acquisizione di dati in ordine alle strutture ed attrezzature esistenti e loro grado di utilizzazione.
"Tu chi sei?" mi interpellano.
"Una giornalista... del settimanale Noi Donne".
"E' un giornale femminista?"
"E' un giornale per l'emancipazione e liberazione della donna " confermo.
"Magnifico" grida la parte femminile.
"Io sono contrario" annuncia un ragazzo, un certo Silvio, e subito gli salta addosso una compagna e si menano coscienziosamente in un angolo.
"Fanno a botte?" chiedo.
"Spesso - conferma Stefania Tosti - con misura, però. In complesso chi le dà sono le ragazze".
"E l'esperimento funziona?"
"Si, e bene, contrariamente alle aspettative di molti".
"Quali erano le prospettive?".
COMUNICATO AI PENSIONATI DEL GALLARATESE E DI TRENNO
Si informa che a partire dal 1° di Giugno un incaricato della Lega dei pensionati della CG IL Gallaratese-Trenno sarà a disposizione, gratuitamente, di tutti i pensionati della zona per la compilazione del mod. 740 (denuncia dei redditi) presso i centri di via Betti 37; via Uruguay 11/2; via Appennini 41
"Diciamo che un po' tutti sono convinti che le ragazze non ce la possono fare a tenere il ritmo dei maschi: è vero e non è vero allo stesso tempo, il fatto è che le femmine non sono abituate ad usare e conoscere il proprio corpo; quando i ragazzini giocano al pallone nelle strade, le ragazzine stanno chiuse in casa, per una tradizione che è difficile rimuovere. Allora sono, naturalmente, più legate nei moviemnti, e, pur di non essere prese in giro, ten-
milano 19 - pag. 5
Correnti L. 1.505.000 In conto Capitale L. 1.300.000 Partite di giro L. 50.000 TOTALE L. 2.855.000 USCITE Correnti L. 1.400
In conto Capitale L. 1.300.000 Partite
L.
ENTRATE
000
di giro
50.000
Milano. Scuola Media Casati. Legione mista di educazione fisica. Dice l'insegnante sotto accusa dal ministero della P.I: Le ragazze si sono vivacizzate, i ragazzi hanno moderato la loro competitività ».
SIT SIEMENS bersaglio delle BR
È questo il primo sequestro compiuto dalle Brigate Rosse.
Aprile 1974 - Mentre perdura il sequestro del magistrato genovese Mario Sossi le BR installano in ognuna delle due fabbriche, di piazzale Zavattari e di Castelletto di Settimo Milanese, della SitSiemens un altoparlante collegato ad un registratore con un nastro su cui è inciso un messaggio che «motiva» il rapimento Sossi.
11 dicembre 1974 - Le BR rivendicano con un volantino l'incendio delle auto di tre dirigenti dell'azienda: Pio Cammarata, Luciano Rebora e Giovanni Piccu.
13 febbraio 1975 - Vengono incendiate le auto di Vincenzo Tortarolo e di Giovanni Pierleoni, dirigenti rispettivamente in piazzale Zavattari ed a Settimo Milanese. In un volantino i brigatisti li accusano di avallare una politica antioperaia.
19 giugno 1977 - Viene dato alle fiamme il grande deposito della Sit-Siemens a Seguro di Settimo Milanese. La criminale impresa viene rivendicata dall'organizzazione terroristica Prima linea.
20 giugno 1977 - Due giovani a volto scoperto feriscono gravemente alle gambe, a colpi di pistola, il caporeparto delle centrali telefoniche di piazzale Zavattari, Giuseppe D'Ambrosio. La criminale impresa viene rivendicata telefonicamente da sedicenti Squadre operaie armate, mentre un'altra telefonata .rivendica lo stesso ferimento ed i due incendi dei giorni precedenti a nome di un Comando unificato Brigate Rosse.
19 settembre 1977 - Distruzione di un quadro di comandi elettrici alla sede di via Amodeo in seguito ad un attentato incendiario.
Una fabbrica della nostra zona, la Sit-Siemens, è da anni uno dei bersagli più frequenti delle azioni criminali dei brigatisti rossi e di altri gruppi eversivi come dimostra. questo impressionante elenco.
14 maggio 1962 - Una bomba rudimentale viene fatta esplodere vicino all'ingresso di piazza Zavattari. Un custode accorso viene
ferito da una seconda deflagi'azione. Gli autori sono ancora ignoti.
Settembre 1970 - Viene incendiata l'auto, parcheggiata nel box, del dirigente Giuseppe Leoni. Gli attentatori tracciano scritte minacciose sui muri.
3 marzo 1972 - In via Mosè Bianchi viene aggredito e sequestrato l'Ing. Idalgo Macchiarini,
dirigente dell'azienda. Caricato su un furgoncino e immobilizzato con un paio di manette e con fili annodati alle gambe il funzionario viene fotografato con due pistole puntate alle tempie ed un cartello al collo firmato Brigate Rosse. Sul furgone,poi abbandonato alla periferia cittadina , viene trovato un volantino, in cui si parla di «processo» all'Ing. Macchiarini.
Confrontandoci con gli altri giornali
24 novembre 1976 - Un funzionario dell'azienda, l'Ing. Luigi Manfrini, sfugge ad un tentativo di sequestro grazie al pronto intervento di un gruppo di operai dipendenti di un'azienda di suo padre. L'impresa viene rivendicata da un «nucleo armato».
13 giugno 1977 - Un incendio doloso distrugge l'auto dell'Ing. Gino Tornai, dirigente dell'azienda.
Il Circolo Trevisani organizza per Milano 19 un dibattito con giornalisti professionisti
La serata è stata l'ultima del ciclo dedicato dal circolo ai dibattiti.
Invitati tre giornalisti (uno del Giorno, uno del Corriere della Sera, uno de l'Unità) è intervenuto solo Quinto Bonazzola de l'Unità. Una ventina di persone hanno dunque discusso con lui e il nostro direttore Giampiero Pagetti, le funzioni e i metodi giornalistici. Perchè certe notizie nascono in un modo e si sviluppano in modo diverso? Come e perchè si può stravolgere una notizia? Questi i temi fondamentali del dibattito. Bonazzola ha ricordato a queso proposito i diversi titoli usciti su due quotidiani diversi quando si è avuta notizia del corpo di Moro nel lago della Duchessa. "Moro ucciso?" titolava la prima pagina il Corriere d'informazione. "Moro ucciso" titolava invece con una sicurezza del tutto infondata, La Notte. "L'oggettività è un termine verso cui si può puntare ma sostanzialmente è un problema" ha continuato Bonazzola.
I giornali inoltre contribuiscono spesso a creare un'atmosfera tesa pompando le notizie più di quanto esse meritino. Questo perchè una notizia ne può creare altre dando così ulteriori possibilità di argomenti che colpiscano chi legge. Tanto più che oggi i giornali devono sostenere la dura concorrenza della televisione che dà le notizie molto più in fretta e a volte, come nel caso dello sport, addirittura indiretta. Questa concorrenza spinge quindi i quotidiani a divenire sempre più fogli di commento e approfondimento delle notizie. Soprattutto in Italia la tendenza all'informazione paternalistica è molto diffusa. Tuttavia il giornale rappresenta un servizio pubblico e può
essere un mezzo di aggregazione notevole soprattutto nei piccoli centri.
Per molti il giornale o meglio un giornale diventa un'abitudine: abitudine ad un certo modo di scrivere, a un certo tipo di impaginazione ecc... • Sapendo questo sono pochi i giornali che s'azzardano a modificare la propria immagine esteriore, il proprio modo di comunicare fatti e notizie.
Da un punto di vista economico tutti sanno che l'unico giornale italiano non in deficit è il Corriere della Sera e per un giornale come il Giorno si arriva ad un passivo di alcuni miliardi l'anno gravanti naturalmente sulla spesa pubblica essendo di proprietà di una azienda a partecipazione statale. Molti altri giornali falliscono, alcuni si ricostituiscono in cooperative spesso tempo. ranee. I quotidiani dunque, difficilmente riescono ad essere au-
to-sufficienti. Dietro di essi vi è sempre un sostenitore, un gruppo economico o un partito, che li mantiene ricavandone in cambio la possibilità di controllare, di formare, la tanto famosa opinione pubblica. Ma fino a che punto dietro un quotidiano c'è sempre la proprietà? Quinto Bonazzola ha detto che da questo punto di vista si sono fatti notevoli passi avanti: oggi è più difficile censurare quanto un giornalista scrive. La censura però se' non sul modo di scrivere, di trattare un argomento può avvenire nella scelta dell'argomento e nella scelta del redattore a cui affidarlo.
Durante il dibattito, oltre a considerazioni generali sulla funzione del giornale sono state espresse dai partecipanti anche proposte, idee per un giornale più corrispondente alle esigenze della gente. Un giornale per esempio con più cronaca cittadina e
locale. Bonazzola ha però fatto notare che la cronaca è quella che costa di più, è la più difficile da mantenere. Posto dunque che per i grandi quotidiani è molto difficile, tranne che per ammirevoli casi, essere sempre informati sulle novità, locali, ecco dunque avere sempre più chiarezza e importanza il ruolo di giornali come il nostro.
Il dibattito svoltosi in un clima d'interesse generale sviluppatosi in una finale animata conversazione si è concluso con la richiesta di alcune ragazze di venirci a trovare per sapere qualcosa di più sul nostro giornale anche se non è il Corriere della Sera. Questa richiesta ci ha fatto molto piacere ed abbiamo colto l'occasione, come cerchiamo di coglierla sempre, per invitare chiunque voglia collaborare o solo venirci a trovare. La serata al circolo Trevisani ha avuto seguito il giorno dopo con una visita all'Unità.
24 gennaio 1978 - Un funzionario, l'Ing. Nicola Torna, viene ferito con sei colpi di pistola alle gambe ed al braccio destro. L'attentato viene rivendicato dal commando BR Walter Alasia.
4 maggio 1978 - L'Ing. Umberto Degli Innocenti, capo reparto nello stabilimento di piazzale Zavattari, viene ferito da tre colpi di pistola alla gamba destra sotto il portone di casa, in via Silva. L'attentato è rivendicato dalle Brigate Rosse.
8 maggio 1978 - Incendiata l'auto di un dipendente dello stabilimento di piazzale Zavattari. Ermes Raineri, membro del consiglio di fabbrica e già segretario, per sette anni, della sezione del PCI Scoccimarro della Sit-Siemens. Anche questo gesto criminale viene rivendicato dalle Brigate Rosse.
La risposta degli operai 5 maggio, ossia il giorno successivo al ferimento dell'ing. Degli Innocenti, un'assemblea dei lavoratori della Sit-Siemens ha espresso la sua durissima condanna e manifestato l'isolamento delle «quinte colonne» del terrorismo. La lunga catena di attentati che qui sopra abbiamo ricordato ha generato il sospetto che proprio tra i lavoratori si nascondessero gli attentatori o i loro collaboratori e fiancheggiatori.
«Non è un sospetto campato in aria -- ha detto un delegato del Consiglio di fabbrica — ce ne rendiamo conto. Ma di fronte ai ripetuti attacchi dei brigatisti c'è stata una risposta sempre più ferma. L'area dei simpatizzanti più o meno palesi delle BR si è ristretta, è isolata, umiliata. Sono sempre meno anche quelli che di queste faccende vorrebbero lavarsi le mani».
«In questi anni — è intervenuto un lavoratore — è maturata la coscienza di tutti. Ci sentiamo tutti impegnati in questa battaglia democratica. Siamo più forti, ma chiediamo anche qualcosa di concreto. I lavoratori si mobilitano ma vogliono vedere anche il governo operare con efficienza, nel rispetto della democrazia, contro queste bande di criminali. Non si può lasciare il sospetto degli inquinamenti, delle infiltrazioni, delle complicità, altrimenti il nostro lavoro diventa più difficile».
I lavoratori della Sit-Siemens hanno lanciato anche nuove iniziative, tra cui un'assemblea da indire con il Consiglio di zona e con le altre organizzazioni democratiche, aperta a tutti i cittadini del quartiere, assemblee di reparto. Tema: «La strada per battere il terrorismo e difendere la democrazia».
pag. 6 - milano 19
Campo 25 aprile - Salto in alto
Con un lusinghiero successo si è svolta il 27 e 28 maggio la seconda edizione di "Due giorni con io sport". giochi si sono svolti presso le palestre delle scuole "Visconti" e "Colorni" (pallavolo e pallacanestro), campo XXV aprile (atletica e tennis), campi "Vedetta" e "S. Leonardo" (calcio e tennis) e al centro balneare di via Lampugnano (nuoto).
All'organizzazione hanno contribuito, con il C.d.Z., insegnanti medici scolastici, consigli di circolo e d'istituto, genitori, cittadini e le organizzazioni sportive CESPORT e CMSR.
Al consigliere D. Pasquini, coordinatore del dipartimento di cui fa capo la commissione cultura, sport e tempo libero, "Mi-
2 giorni con lo sport
Un'interessante iniziativa del Consiglio di Zona 19
vito loro rivolto dall'Ente locale?
lano 19" ha richiesto alcuni chiarimenti sulla manifestazione. , "Milano 19": Quali l'origine e re motivazioni dei "Due giorni con lo sport?" "La seconda edizione della manifestazione conferma la validità, per il tempo libero di aggregare forze, interessi, persone, gruppi sia attorno ad un ipotesi di politica sportiva come "Due giorni con lo sport" sia di politica culturale come nel caso di "Musica per Milano 19"; contando sul decentramento a livello di quartiere e di zona per tali attività rivolte al tempo libero. Il successo dell'iniziativa è sottolineato dalli crescente adesione del pubblico: l'anno scorso si sono avuti 847
partecipanti, quest'anno 1350. La manifestazione è diventata quindi un fatto importante, che può servire alla lotta contro l'alienazione sociale e culturale incombente nei nostri quartieri. Tutti i cittadini, sia giovani che anziani, vogliono e devono essere padroni delle strutture dei propri quartieri e vivere in essi come facevano altrove prima di stabilirsi nei nuovi insediamenti. Infatti dobbiamo considerare questo momento di attività ricreativa, un momento costruttivo di conoscenza reciproca e di reciproca crescita comune a livello culturale e a livello civico".
"Milano 19" Come hanno risposto le scuole della zona all'in-
"Le scuole hanno risposto in modo positivo: è quasi raddoppiato il numero di insegnanti di educazione fisica venuti a dare una mano all'organizzazione; folti gruppi di cittadini hanno collaborato col C.d.Z.
Molti enti milanesi hanno contribuito con l'offerta di premi per tutti i partecipanti. Tornando alle scuole possiamo dire che hanno partecipato con un numero di alunni superiore all'anno precedente, fatto anche per loro positivo".
"Milano 19": Quale la ragione dei limiti d'età imposti per poter partecipare alla manifestazione?
"Il limite di partecipazione a ra-
gazzi compresi tra la quarta elementare e la terza media è una scelta precisa fatta dal C.d.Z. Essa è dovuta alla considerazione che, a livello di queste classi di studio, l'educazione fisica e sportiva non ha da parte dello Stato il dovuto rilievo.
E' noto che, a differenza di molti paesi esteri, nelle nostre scuole non si pratica sport quasi del tutto. L'attività sportiva, peraltro, praticata fin dalla prima infanzia anche a livello di massa, come avviene in altri paesi, può essere di giovamento nel prevenire le malattie e le malformazioni, favorendo anche una crescita parallela a livello culturale e intellettuale".
Marciamaggio
Con i decreti delegati la Scuola aprì i battenti alla partecipazione dei genitori alla vita scolastica per farla vivere in un modo diverso, per scrostarla dalle vecchie concezioni, per renderla più partecipe alla vita del quartiere e più partecipata dagli abitanti tutti.
Sulla spinta di queste lodevoli intenzioni alcuni genitori (Bocchiola, Arborelli, Dall'Ara, Bracchi, Xamo, Menegato ed altri) vollero che la Scuola si facesse promotrice di una grande iniziativa; una marcia non competitiva da farsi nel mese di maggio; nacque così La Marciamaggio.
Una grande corsa a piedi per gli scolari del quartiere alla quale, gli scolari stessi si sentissero particolarmente legati in quanto, non solo doveva essere la corsa degli scolari ma, costruita, organizzata, realizzata da loro e dalle Scuole Media Casati e Elementare Betti con tutte le loro componenti sociali: Preside Professori Personale non docente e genitori.
La prima edizione nasce nel 1976 fra mille perplessità organizzative, le giustificate paure, l'i-
nesperienza e l'ambizione di ben riuscire giocarono grossi scherzi ai volonterosi organizzatori. Era la prima grande corsa in quartiere e per il suo carattere sociale e per la stravaganza della sua pubblicità sarebbe stato davvero un peccato non fosse riuscita.
Fu un grosso successo che stremò gli organizzatori ma creò intorno alla corsa ed alla Scuola Casati in special modo un alone di simpatia e di riconoscimento per ciò che fu fatto che resterà a lungo nella tradizionè della vita di questo quartiere.
Bambini di ogni età, genitori impegnati nella Scuola e non, insegnanti, abitanti del quartiere, gente da fuori e persino cani al guinzaglio contribuirono con l'iscrizione e la partecipazione a raccogliere fondi necessari per una Scuola con più mezzi per migliori servizi.
Con la famiglia voglio partecipare. Sgambare mi piace. Vado alla Scuola per iscrivermi ma l'iscrizione mi viene rifiutata, un caro amico mi costrinse (devo dire costretto ad offrirmi volontario) a trovarmi al punto ristoro della corsa per la distribuzione del thè.
Trovo due amici che mi danno una mano, requisisco tutto lo zucchero in zollette del quartiere, devo procacciare 300 limoni, fare 120 litri di thè caldo e trovarmi alle 8 del mattino a metà percou so e respingere l'assalto di una tribù di podisti scatenati che si vogliono rifocillare. Pazienza!! Correrò il prossimo anno.
La Marciamaggio, dopo il grande successo della prima edizione torna con tutto il suo fascino l'anno successivo. Questa volta voglia partecipare.
Barba e baffi finti un cappello da vigile in testa mi presento alla iscrizione. Dall'Ara mi guarda tre secondi poi mi dice: Tu organizzi il ristoro vero? Come l'anno scorso neh! Il muscolo della mascella comincia una danza frenetica per il nervoso mentre mi appresto all'acquisto di 3 cassette di limoni i soliti sacchetti di thè ed i soliti stramaledetti zuccherini per tutti coloro che a differenza di mè partecipano alla corsa. Anche il secondo anno il successo è notevole, partecipano anche corridori famosi in corsa con bambini di ogni età, l'Assessore allo
Sport si scomoda per la partenza e mille premi sono ritirati da tutti i partecipanti. È bella la Marciamaggio ed è ormai divenuta una tradizione per il quartiere, per la Scuola Casati e per tutti coloro che amano un poco di moto fra il verde del nostro verde.
II maggio 1978 è arrivato ed all'appuntamento con la Marciamaggio non si può mancare; i primi manifesti illustrati dai ragazzi della media e dai bambini dell'elementare appaiono sui muri del quartiere Gallaratese.
Bambini di pochi anni sono impazienti di vivere la loro giornata di sport genitori che userebbero l'automobile anche per scendere in cantina a prendere il vino riducono il pane in tavola e vanno a letto presto per prepararsi alla grande festa della Scuola, la Marciamaggio. Dieci Km. fra i casermoni ed il verde dei molti prati nostri, quarantenni silenti che sognano di bruciare il figlio tredicenne malgrado le 20 sigarette al giorno ed un leggero dolore artritico in vita, e ragazzi tredicenni che giurano di mettere almeno 200 posti tra loro e papà, il navi-
gatore solitario (credo abbia delle responsabilità per tutta la pioggia che è caduta) Fogar che da il via, sono gli aspetti più vivi e veri della corsa. Cosa posso fare per partecipare almeno quest'anno?
Mando un telegramma d'iscrizione firmando Rossi Antonino. Un telegramma in risposta mi comunica dove sistemare il ristoro con il solito thè il solito limone il solito stramaledetto zucchero in zollette. Firmato Organizzazione Marciamaggio.
Mi coglie un attacco di pianto convulso. Poi mi chiudo in un cupo silenzio e rifletto sul fatto che sono, sarò, l'unico essere umano al mondo al quale è precluso partecipare alla Marciamaggio.
Mia moglie, preoccupato del mio stato, si avvicina sommessa e con la dolcezza che le è propria mi dice: Caro, non stai bene? Ti faccio un thè caldo?!
Un'occhiata l'ha paralizzata per sempre. Evviva la Marciamaggio e i fortunati che la possono fare.
Amato
Luciano
milano 19 - pag. 7
Centro balneare di vh Lampugnano
Campo 25 aprile - "batteria 80 piani)
Innovazioni alla vigente legislazione previdenziale
La legge 9/12/1977, n. 903.sulla «Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro, pubblicata sulla G.U. n. 343 del 17/12/77, nell'accogliere le istanze sociali volte ad eliminare situazioni di discriminazione basate sul sesso, ha apportato rilevanti innovazioni alla vigente legislazione previdenziale. Per quanto riguarda i riflessi nel settore maternità, si precisa quanto segue. L'art. 6 riconosce alle lavoratrici che abbiano adottato bambini o che li abbiano ottenuti in affidamento preadottivo, ai sensi dell'art. 314/20 del codice civile, il diritto di fruire: dell'astensione obbligatoria post partum di cui all'art. 4, lettera c., della legge n. 1204 del 1971 e del relativo trattamento economico durante i primi tre mesi successivi all'effettivo ingresso del bambino nella famiglia adottiva o affidataria, sempreché lo stesso non abbia superato al momento dell'adozione o dell'affidamento i sei anni di età; Ñ dell'astensione facoltativa di cui all'art. 7, comma 1-, della citata legge n. 1204 del 1971 e del relativo trattamento economico entro un anno dall'effettivo ingresso del bambino nella famiglia e sempreché il bambino non abbia superato i tre anni di età; di assentarsi dai lavoro durante le malattie del bambino di età inferiore a tre anni dietro presentazione del certificato medico.
Ciò premesso, ed allo scopo di evideriziare gli essenziali aspetti innovativi, si ritiene opportuno richiamare l'attenzione sul fatto che le norme sopra illustrate, nel fornire una migliore specifica tutela delle esigenze connesse alla particolare situazione determinata dal delicato rapporto madre adottiva-bambino, hanno ampliato notevolmente i benefici già riconosciuti alle interessate.
Tuttavia è da osservare che, per quanto riguarda i soggetti, poiché la legge fa riferimento solamente alle adozioni ed alle ipotesi di affidamento preadottivo di cui all'art. 314/20 del codice civile, rimangono esclusi i casi
LetTeréa milano 19
Una mozione contro le BR alla
di affidamento derivanti dall'art. 404 c.c.; 314/6 ecc. Riguardo poi alle condizioni previste, legate all'età dell'adottato, per usufruire delle provvidenze in esame, è da porre in rilievo che per l'interdizione obbligatoria il presupposto dell'età -non superati i sei anni» deve sussistere solo ed sclusivamente al momento dell'adozione o dell'affidamento. Ne consegue che il beneficio di cui trattasi può essere goduto anche dopo il limite del compimento del sesto anno.
La condizione, invece. per l'esercizio dell'astensione facoltativa, è che il bambino non abbia superato i tre anni di età. nel senso che il godimento di tale beneficio cessa contestualmente al compimento del terzo anno di vita dell'adottato.
Parimenti cesserà detto godimento allo scadere dell'anno dall'effettivo ingresso del bambino nella famiglia adottiva o affidataria. Considerato poi che tale ultima data, di «effettivo ingresso», può non coincidere con quella indicata nel provvedimento che dispone l'adozione o l'affidamento. per accertare la decorrenza dei termini collegati con tale data si farà riferimento alla data di consegna del bambino, risultante dal certificato di affidamento o da copia del verbale rilasciato dall'Autorità competente, da cui risulti l'avvenuta consegna.
Avuto riguardo infine alla dizione usata dalla legge «durante i primi tre mesi successivi all'effettivo ingresso del bambino nella famiglia adottiva o affidataria», l'astensione obbligatoria post partum decorre dal giorno successivo a quello effettivo ingresso del bambino nella famiglia adottiva o affidataria.
L'ad. 7 attribuisce al padreÑ lavoratore, anche se adottivo o affidatariog il tore. anche se adottivo o affidatario, il diritto di assentarsi facoltativamente dal lavoro e di fruire del relativo trattamento economico, secondo quanto previsto dalla legge sulla tutela delle lavoratrici madri, in alternativa alla madre lavoratrice, ovvero quando i figli siano affidati al solo padre.
ISTITUTO NAZIONALE CONFEDERALE DI il patronato ASSISTENZA
Aente di diritto pubblico per la tutela dei diritti previdenziali dei lavoratori
assiste gratuitamente tutti i cittadini
Servizio provinciale della Camera del Lavoro
In Milano, CORSO Di PORTA VITTORIA 43 in provincia, PRESSO LE LOCALI CAMERE DEL LAVORO
Scuola Alex Visconti
Il personale della scuola media
Alex Visconti riunitosi in assemblea oggi 11 maggio alle ore 11 esprime il suo sdegno per il barbaro assassinio del presidente della DC Aldo Moro.
Le azioni criminose che le BR stanno compiendo in questi giorni mpstrano il collegamento delle medesime con la strategia della tensione, in atto da anni nel nostro paese, la quale mira a distruggere la forza che il movimento popolare, attraverso i suoi sindacati, i partiti ed i suoi diversi organismi si è conquistato in questi anni di dure lotte. Queste azioni, nel tentativo dichiarato di esasperare tutte le contraddizioni rese particolarmente acute dalla presente crisi economica e sociale, non possono che dar fiato a quelle forze reazionarie interne ed internazionali, che mirano a destabilizzare la situazione politica ed ad abbattere e comunque a limitare gravemente le stesse libertà democratiche sancite dalla Costituzione nata dalla Resistenza.
Ciò che in questo momento dobbiamo chiedere al governo non sono leggi speciali, non le tentazioni di rispondere alla violenza delle BR con una violenta repressione di stato. ma la volontà seria e ferma di risolvere lo stato di disoccupazione cronica di migliai di italiani ed i gravi problemi del sud, che in definitiva non sono altro che una sorta di violenza sulle masse popolari, garantendo a tutti la possibilità di continuare ad esprimere le proprie opinioni, le proprie lotte.
Si ribadisce, d'altra parte, che la necessaria difesa dello stato di diritto deve essere attuata con fermezza attraverso la mobilitazione di tutto il movimento popolare dei cittadini lavoratori.
Il personale della scuola Media
Alex Visconti
Al Gallaratese c'è anche questo: Il Sub Affitto lo abito in quartiere ormai da dodici anni, sono una veterana. eppure questo problema del sub affitto l'ho incontrato personalmente d? poco e proprio nella mia veste di diffusore di Milano 19.
Dopo un anno di diffusione porta a porta la gente è più disponibile al dialogo e quindi, magari mentre con una mano prende il giornale e con l'altra ti porge i soldi, a parlare dei suoi problemi. Così tra un «l sacchi della spazzatura non ritirata ci asfissiano» e tra un «Almeno in queste case abbiamo le piastrelle e non il linoleum» salta fuori il mio «Ma lei non ha idea di quanta gente è in sub affitto, qui» seguito da un immediato e non imbarazzato «Anche noi siamo in sub affitto» Gaffe! Eppure questa coppia giovane con un bambino sui quattro anni, io me la ricordo da un pezzo. Infatti abitano qui da sette anni. Ed ecco una storia limite di sub affitto: regolare contratto di locazione, registrato e con spese relative documentate, (le ho viste) e tutte le «carte in regola» come si dice. Non sapevano di essere in sub affitto e dal momento del lorourrivo pagavano circa il triplo dell'affitto reale (quello dell'isti-
PER IL RINNOVO DEL CONSIGLIO DI ZONA
tuto al «locatario legittimo». Mai ricevuto un bollettino d'affitto dell'Istituto in casella, per cui la cosa si può dedurre, è ben organizzata. Solo ultimamente, da quando cioè sono stati conglobati nell'affitto i conguagli delle spese '75/76 il «locatario legittimo» ha fatto capire qualcosa della vera situazione: forse perché a questo punto il gioco non vale più la candela. Così mi sono incuriosita e ho posto domande su questo argomento ad altri miei lettori di Milano 19. Il risultato è che nelle case dove abito (Via Uruguay 32/34) il sub affitto è una realtà per niente sconosciuta. «In questa scala, so che ce ne sono almeno tre di famiglie in sub affitto». Non tutti però sono in buona fede come lea mia famigliola. Anzi credo che molti subiscano una tale situazione, che tra l'altro penso sia in potenza ricattatoria, per mancanza di appartamenti da affittare che affligge la nostra città, e più in generale il Paese. Secondo me il problema che si pone è quello dell'effettivo controllo che si può effettuare su questo tipo di malcostume. Lo IACP dovrebbe avere a sua disposizione un corpo di polizia per poter effetture un controllo fiscale su tutti i suoi locatari. E poi bisogna pure che si cominci a dare fiducia insomma a responsabilizzare la gente. Eppure queste situazioni denunciano oltre alla disonestà di alcuni (quelli che danno in sub affitto le case dei lavoratori costruite con i soldi di tutti e alla quale non hanno diritto) il reale problema della casa.
(Lettera firmata)
L'apertura delle Materne a luglio
Caro Milano 19, sono un'educatrice di scuola materna della Zona 19 e vorrei poter dire anch'io due parole sul problema -Luglio nelle scuole milanesi». Non so quanti sappiano esattamente le cose, a me risulta, dopo aver letto i giornali (vedi l'Unità) che ci sia una carenza di informazioni. Grande spazio è stato lasciato all'Assessore all'Educazione Maria Luisa Sangiorgio ed alle sue proposte innovative e molto poco a chi queste novità se le ritrova come sempre imposte ed alle quali questa volta ha detto no!
No! alla proposta fatta di tenere aperto luglio per avere, con la nostra presenza, una continuità didattica, nota bene ho detto continuità, quando all'interno della scuola la situazione è carente di personale, di strutture. Come si può continuare un discorso che non si riesce ad iniziare?
Con 40 iscritti, le gravidanze non sostituite, le malattie lunghe non coperte, i bambini sono costretti a dividersi nelle varie sezioni, e parliamo di scuola di qualità?
Rimanendo tale la situazione anche l'inserimento degli handicappati diventa difficile! Non sò cosa sia meglio per i genitori, avere un periodo idilliaco per una durata brevissima ed il rimanente affidato alla abilità delle colleghe nel coprire le assenze, oppure lottare con noi per una scuola che sia veramente diversa.
Luglio è stata solo una goccia in un vaso troppo pieno di promesse non mantenute e che periodicamente vengono riproposte. Ora siamo stan-
Candidati scelti con consultazioni primarie
A metà giugno verranno rinnovate le cariche dei consiglieri di Zona e, conseguentemente, quello dei Consigli di Zona. Le principali novità di questo rinnovo sono rappresentate dall'aumento del numero dei consiglieri, che per la nostra zona saliranno a 32 (10 del PCI, 8 DC, 6 PSI, 2 PRI, 2 PSDI, 2 MSI, 1 PLI e 1 DP) e dall'altra in vigore del nuovo regolamento per il decentramento, che prevede non soltanto un aumento dei compiti dei Consigli di Zona, ma soprattutto. il passaggio ad essi di alcuni effettivi poteri in quanto su alcuno questioni, quali manutenzioni, refezioni, iniziative culturali e per il tempo libero, concessioni edilizie di primo grado, ecc., le decisioni dei Consigli di Zona avranno valore di vere e proprie delibere comunali, mentre su altre il preventivo parere di questi organismi di democrazia decentrata sarà obbligatorio.
Proprio sugli aspetti di questa svolta nella politica amministrativa della città si è accentrata l'attenzione, manifestata anche attraverso vari interventi, dei cittadini intervenu/i alle assemblee pubbliche che nei giorni 26,27 e 28 maggio si sono tenute nelle sezioni del PCI della Zona 19.
Tali assemblee, che hanno visto la partecipazione attiva di parlamentari e di consiglieri comunali, sono state anche l'occasione per approntare, attraverso una "consultazione primaria" la lista dei consiglieri di zona comunisti da far nominare dal Consiglio Comunale (dato che l'elezione diretta di tali consiglieri è stata rinviata al 1890 dalla legge dell'8 aprile 1976).
Attraverso le suddette consultazioni i cittadini presenti alle assemblee hanno scelto di riconfermare i consiglieri uscenti del gruppo comunista Danilo PasquIni, impiegato e capogruppo uscente, Vito Giangualano, ambulante, Annacarola Lorenzetti,
architetto, Luigi Volpe, impiegato, glieri Dante Baronciani, medico, Care Aldo Monzeglio, architetto e con- lo Caprara, pensionato, Silvia Corteisigliere uscente indipendente. Inoltre la, impiegata, Fernando Grupponi, hanno proposto come nuovi consi- operaio, e Franca Montaldo, impiegata.
che di questa situazione, di vedere che le decisioni sono sempre prese dall'alto, e alle quali poco danno provocava la nostra protesta.
Se la situazione fosse stata esposta con più sincerità, forse adesso non ci sarebbe tanto malcontento tra i genitori, ma avremmo visto una maggiore partecipazione da parte loro per gusti problemi che li investono direttamente e sarebbero stati con noi nel lottare per una vera scuola di qualità.
Nonostante le divergenze tra i sindacati qualche risultato positivo è stato raggiunto, soprattutto perché eravamo unite per conseguire questa vittoria e non ci siamo lasciate intimorire dalle reazioni di quei genitori male informati.
Spero di essere stata utile a chiarire le idee a coloro che ancora non sapevano come realmente stavano le cose.
Mi auguro solo in un prossimo futuro una più obiettiva e imparziale informazione (soprattutto dalle testate legate ai vari partiti).
Una educatrice della Zona 19 (lettera firmata)
Ci srive un cittadino del Gallaratese
Caro Milano 19 ti invio la presente pregandoti di farti interprete verso l'amministrazione comunale e verso lo IACPM al fine di poter avere una risposta ad alcune domande che pongo ai sopra citati enti.
Vorrei prima di tutto sapere se il Consiglio comunale ha facoltà di controllo sull'Istituto autonomo case popolari, controllo più che altro inteso sul lato amministrativo, in quanto stando all'ultima stangata che ci ha dato lo IACPM giocando abilmente sulla voce spese generali, metodo molto dubitativo ed incontrollabile da parte nostra.
Alla commissione di gestione democratica vorrei far presente un caso: poniamo che nell'anno 1970 una famiglia fosse costituita da 3 persone e fruiva di un appartamento di 3 locali, dopo qualche anno il figlio o la figlia si sposa ed esce di casa, questo nucleo si riduce a 2 persone, trovandosi cosi un locale in più, stando alla legge della casa n. 865 art. 8. A mio avviso ritengo logico applicare una sovrattassa moderata per il locale in più, ma che voi IACPM applicate una sovrattassa su tutta la quadratura dell'appartamento.
Sempre a mio giudizio è un'imposizione bella e buona. Ammettiamo che il capo famiglia sia solo e percepisca emolumenti da lavoro ed abbia così sempre pagato quanto prescritto dalla legge. Non vi sembra di avere commesso un grossolano errore?!
Per giunta in quartiere circolano voci che alcuni liberi professionisti e nuclei familiari con redditi elevati, che dispongono di 2 auto e roulotte non pagano la quota d'affitto in rapporto a quanto sopra citato.
Un aspetto dubitativo per quanto riguarda l'opera della gestione democratica è questo. a più riprese avete mandato degli specchietti aggiornati e relativi bollettini delle quote da pagare, guarda caso sempre a conguaglio, di modo che non sappiamo mai cosa dobbiamo annualmente pagare. È mai possibile che non sappiate quello che avete speso e che non sappiate direi quello che dobbiamo pagare anno per anno?
Vorrei inoltre segnalare uno stato di cose che purtroppo peggiora di giorno in giorno, mi riferisco al patrimonio pubblico, quali campi gioco, verde pubblico, panchine ed altri accessori, che vengono sistematicamente devastati.
Mi chiedo se non è possibile istituire un servizio di vigilanza allo scopo non dico di evitare al cento per cento, ma almeno di ridurre i danni, perché, stringi stringi, chi paga siamo sempre noi. Ed allora vogliamo entrare nell'ordine di idee di fare poche cose, ma quelle poche farle bene, perché siamo stufi di vedere certe sconcerie. Sarei oltremodo grato sia allo IACPM che all'amministrazione democratica che io stesso ho contribuito con il voto a fare affermare neiia amministrazione della cosa pubblica, che mi dessero risposte credibili a quanto sopra esposto.
(lettera firmata)
IN
pag. 8 - milano 19
A che punto è l'assistenza psichiatrica in zona 19?
Parte prima
Da due anni opera in zona 19 una équipe per l'assistenza psichiatrica. Essa è costituita da medici, infermieri e da un'assistente sociale e ha come punti di riferimento un ambulatorio in zona e dei letti ospedalieri presso la Clinica Psichiatrica Universitaria.
L'assistenza si svolge quindi in parte in ospedale e in parte direttamente sul territorio: l'assistenza svolta sul territorio comprende forme di intervento a domicilio.
Questa modalità di lavoro sembra consentire dei vantaggi rispetto alla situazione preceden-. te, caratterizzata dalla rigida separazione tra la fase dell'assistenza ospedaliera, realizzata all'interno delle mura dell'ospedale psichiatrico, e quella successiva del reinserimento in cui il «malato» veniva lasciato praticamente a sè stesso.
Inoltre è stato possibile fornire un aiuto e assistenza psicologica precocemente o in situazioni non necessariamente connesse con un ricovero, con la possibilità di prevenire situazioni di crisi e il ricovero stesso. Attualmente il rapporto tra i pazienti ricoverati e quelli seguiti ambulatoriamente o a domicilio è di circa 1 a 20.
Tuttavia un primo bilancio dell'attività del Centro non ci lascia soddisfatti e questo perché ci si è scontrati quotidianamente con contraddizioni di carattere sociale che costituiscono uno dei limiti principali del nostro lavoro.
Ad esempio la maggior parte dei nostri pazienti sono anziani, bisognosi più di una assistenza e di uno spazio per vivere decorosamente, che di colloqui o pillole.
È chiaro che il disagio sociale dell'anziano si traduce a livello individuale in forme depressive o in forme ansiose a contenuto ipocondriaco (sentirsi addosso tutte le malattie) e che questo è funzione non solo della loro situazione oggettiva ma anche dell'impossibilità di comunicare ad altri il loro senso di essere inutili di essere messi da parte.
Il problema di queste persone che, ripeto, sono la maggioranza di chi si rivolge a noi per un aiuto, non può essere risolto con n intervento di tipo medico o attraverso la sempre maggiore diffusione di farmaci ansiolitici o antidepressivi, che piú che curare sembrano voler nascondere un problema reale.
Un'altra categoria di «malati» che ritroviamo in ospedale o in ambulatorio è costituita dagli handicappati per insufficienza mentale i quali proseguono in ospedale psichiatrico una carriera iniziata negli istituti o nelle scuole speciali, dove non hanno certo imparato ad affrontare un mondo per loro già così difficile. Quando l'impatto con la realtà si rende inevitabile e questo suscita reazioni ansiose e comportamenti inadeguati o strani o quando cessa la protezione della famiglia scatta il meccanismo che li conduce in Ospedale Psichiatrico, dove spesso concludono la loro esistenza. Crediamo che questo sia il frutto dell'educazione che hanno ricevuto e delle caratteristiche dell'ambiente in cui si so-
Rinnovate l'abbonamento per l'anno 1978
Abbonamento annuo
11 numeri L. 3.000
no trovati inseriti, più che del loro difetto intellettuale. A parità di livello intellettivo possono infatti realizzarsi buone condizioni di adattamento alla realtà.
Il discorso si fa più complesso per altri fenomeni come quelli connessi con il ruolo della donna all'interno della famiglia: in molti casi l'impossibilità di avere scambi con l'esterno o compensazioni nell'ambito del lavoro comporta l'accentramento di tutti gli interessi affettivi ed ideali nell'ambito familiare ristretto. Quando questo si dimostra insufficiente a rispondere a queste esigenze (crisi còniugali, allontanamento dei figli e altro) si evidenzia un vuoto esistenziale profondo che si manifesta con una serie di disturbi organici e psicologici anche gravi. In altri casi la stessa situazione comporta un perturbamento delle relazioni con i figli, che diventano il principale se non unico punto di riferimento e il cui organico sviluppo, che prelude all'allontanamento dalla famiglia, viene in un qualche modo ad essere ostacolato, e vissuto come un pericolo.
Queste osservazioni mostrano come, a nostro parere, i problemi dell'assistenza e della prevenzione psichiatrica si collegano direttamente alla risoluzione di alcuni problemi di interesse prevalentemente sociale come la questione
degli anziani, degli handicappati, delle donne. Se questi problemi non saranno affrontati il numero delle persone che svilupperanno disturbi psichiatrici sarà destinato ad aumentare. Si comprende inoltre come questi problemi non siano risolvibili in un ambito tecnico, aumentando gli operatori o i servizi oppure inventando sempre nuovi farmaci (gli antidepressivi sono uno degli affari del secolo), ma soprattutto attraverso l'impegno ad affrontare i problemi sociali che ritroviamo alla base di questi fenomeni.
La nostra esperienza mostra inoltre come sia poco corrispondente al vero l'immagine del malato mentale come persona incapace di intendere, in un certo modo avulsa dalla nostra realtà quotidiana; esistono certamente anche situazioni più gravi e problemi più complessi che meritano un discorso approfondito e che corrispondono maggiormente all'immagine che comunemente ci si fa di chi ricorre a cure psichiatriche, e se ne potrà parlare in un prossimo articolo, tuttavia la maggioranza delle persone che si rivolgono al nostro servizio appartiene al primo gruppo e manifesta con i suoi sintomi un disagio che ha un'origine prevalentemente sociale, e che come tale può e deve essere curato.
Emilio Fava
Di male in peggio
La decisione dello IACP di demolire le docce di via Tracia crea non pochi disagi agli abitanti di San Siro ed in particolare agli anziani.
Così, quasi all'improvviso, sono arrivati i muratori ed hanno cominciato a demolire. Ci riferiamo alle docce di via Tracia, di proprietà dell'Istituto autonomo case popolari, che, dopo essere state chiuse circa un anno fa, ora sono in fase di smantellamento per trasformare i locali in magazzino.
Non sappiamo da chi sia partita tale decisione, ma certamente chiunque sia stato non conosce la realtà del quartiere popolare di San Siro, costruito negli anni trenta in stretta economia, con appartamenti minimi per la maggior parte tuttora privi non solo di bagno, ma anche di una semplice doccia. Per questo erano state costruite le docce di via Tracia, la cui utilità come servizio pubblico balza evidente agli occhi se si tien conto che, ad esempio, nel vicino caseggiato di piazza Selinunte 11 -ben 15 famiglie sono tuttora prive di tali servizi. Allora le alternative sono due: o rimaner sporchi, con tutti i rischi sanitari che ne derivano non solo per gli abitanti di tali alloggi, o sobbarcarsi il disagio e la spesa di spostarsi altrove, in un'altra zona, per usufruire di bagni pubblici di nome soltanto perché frequentati dal pubblico, ma a gestione privata e pertanto con tariffe. sensibilmente superiori a quelle dei bagni a gestione pubblica. Questo secondo aspetto del problema non va sottovalutato, dato che la popolazione di questo quartiere è ormai per la maggior parte, circa il 70%, composta da anziani, che non hanno altro reddito al di fuori della pensione e che spesso hanno anche difficoltà a spostarsi, specie se si tratta di tragitti che comportano l'utilizzo di mezzi pubblici.
A suo tempo lo IACP ha giusti-
ficato la chiusura delle docce dicendo che esse erano ormai poco utilizzate. Questo è vero soltanto in parte. Fino ad alcuni anni fa le docce di via Tracia venivano utilizzate in media da circa cinquecento cittadini, poi la media è cominciata a scendere quando lo IACP ha cominciato a cercar di risparmiare sulla pelle degli utenti facendo loro fare la doccia con l'acqua fredda. Non sarà stata forse l'iniziativa di qualche solerte funzionario che pensava in tal modo di raggiungere due risultati: risparmiare combustibile e trovare la «soluzione finale per gli anziani?».
Fatto sta che con la scusa della scarsa frequenza hanno chiuso le docce di via Tracia ed ora, per la loro demolizione, qualche funzionario è stato solerte nel trovare quegli operai, che di solito non riesce mai a trovare quando si tratta di eseguire lavori di riparazione anche urgenti.
Certo, comprendiamo benissimo che la gestione di un servizio pubblico è gravosa dal punto di vista finanziario, ma si potrebbe ricercare qualche soluzione che possa conciliare una politica di lotta agli sprechi con le esigenze degli abitanti del quartiere. Ad esempio si potrebbe puntare ad un ridimensionamento dell'impianto. Finora esso comprende non soltanto le docce, ma anche i bagni, se non son già stati demoliti, ed un lavatoio pubblico. Pensiamo che possa essere limitato a sei docce soltanto, il che consentirebbe già dei risparmi, che potrebbero essere ancora maggiori se si limitasse il loro funzionamento a 3 o 4 giorni la settimana. Per quanto riguarda il personale necessario al funzionamento, al servizio di vigilanza e di pulizia i soci della Lega dei
pensionati di San Siro sono disposti ad offrire gratuitamente le loro prestazioni, purché funzioni questo servizio di cui sentono la mancanza nel quartiere.
E il Comune, da parte sua, non potrebbe asssumersi l'impegno di assumersi la gestione delle docce di via Tracia, assolvendo cosí ad un servizio di pubblica
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Mostra Mercato in P.le Lotto
Anche quest'anno l'uscita del Gruppo Sirio in piazzale rotto il 14 Maggio è stata positiva.
Svaniti, con l'inaspettata nebbia del primo mattino, i dubbi sui capricci del tempo, la giornata ha offerto cielo sereno e sole caldo, proprio l'ideale per questo tipo di mostra all'aperto, chiamata dai soci Sirio Arte-Piazza.
Dopo tanti giorni dì pioggia, invogliata anche dal bel tempo, la gente è affluita numerosa ed ha sostato a lungo parlando amichevolmente con gli artisti che esponevano le loro opere tra il verde dei giardinetti.
L'incontro con il pubblico è proprio il primo scopo di questa manifestazione, e i commenti, le domande, le critiche e i suggerimenti sono stati graditi e ben accolti.
Secondariamente, vi è anche l'aspetto della domanda-offerta diretta, tra l'autore dell'opera d'arte e il fruitore, senza intermediari o speculatori, nella più semplice spontaneità, guidati soltanto dal gusto personale e non da pressioni pubblicitarie. Sotto questi due aspetti, la mostra Arte-Piazza del Gruppo Sirio ha raggiunto la sua aspettativa e si augura uguale riuscita' alla prossima edizione autunnale.
Un breve cenno ora sugli espositori.
Per la scultura, erano presenti Francesco Jannotta e Cosimo Brigida, entrambi creatori di sculture originali, ricavate da materiali eterogenei.
Il più giovane socio, Stefano Fusi, tralasciando i suoi temi abituali, ha presentato gli ultimi studi di anatomia e ritratto.
Gianfranco Ronchi, oltre ai paesaggi pieni di luce, proponeva i suoi famosi fiori, eseguiti a olio con grande leggerezza, i migliori tra le sue opere recenti.
Ornella Poncet dimostrava la sua versatilità presentando lavori in grafica. all'acquerello e a olio, tecnica questa che sta avvicinan-
do da breve tempo ma nella quale riesce ad esprimersi egregiamente.
Carlo Squassoni dipinge i suoi paesaggi e le sue nature morte con un impasto molto corposo, bei colori e gradevoli soggetti.
Osan prosegue la sua ricerca pittorica che è decisamente creativa. Egli dimostra personalità ed estro in ogni realizzazione portando avanti il suo discorso di ritmo e colore coinvolti in forme fantasiose.
Romantici ed autentici sono boschi di Esther B. di Lapiè, che riesce a dare un tono incantato a certe luci filtranti tra i rami degli alberi. Riuscitissimi sono anche i suoi cieli pieni di nuvole e squarci d'azzurro.
Oltre ai ritratti, Cesare Segabrugo ha iniziato una serie di nudi, eseguiti alla scuola di Brera, di squisita fattura, per i quali ottiene riconoscimenti da critici e professori. La serie intera verrà presentata a Ravenna durante l'estate.
Dopo il Primo Premio ottenuto al concorso Click e Pennello, sull'abbinamento foto-pittura, Alfredo Longobardi, che si firma Delain, ha continuato nella sua te-
Musica e teatro per Milano 19
Continuano presso l'Aula Magna del plesso scolastico di piazza Zavattari
(Liceo Scientifico Vittorio Veneto e ITIS Ettore Conti) i concerti egli spettacoli teatrali destinati ai lavoratori ed a tutti i cittadini della Zona 19.
I concerti e le rappresentazioni teatrali tenutesi nei mesi di marzo aprile e di maggio hanno fatto registrare un'attenta partecipazione di pubblico ed hanno dimostrato la validità di questa iniziativa, che si inquadra in una proposta sperimentale di "decentramento culturale", che ha come contenuto non soltanto fare spettacolo o musica, ma in particolare lo scopo di far accostare tutti i cittadini della zona alla fruizione della cultura, mettendo a loro disposizione prodotti culturali qualificati ad un prezzo politico.
MUSICA
3 Giugno
L'U.S. Trenno, organizza una gara ciclistica per dilettanti 11.a serie con il seguente percorso: Via Ratti sede della società indi Via Lampugnano, Via Cilea, Via Appennini, Via Gallarate, Corso Sempione di Pero, Panta Nedo di Rho, Rho, Via Silla, Via Novara, Via Bellaria, Via Gorlini. Dove dopo 8 giri ci sarà l'arrivo, totale Km. 132. Come l'anno scorso la società organizzatrice spera nella buong riuscita della gara, che ancora una volta con tanti sacrifici vuole portare lo sport nel quartiere. La società organizzatrice parteciperà con nove corridori, tanti ne annovera nel suo organico, e federazione permettendo con altri quattro della categoria juniores per un totale di ben tredici componenti.
Ragazzi, seri ben preparati ai quali si chiede l'impegno di animare la gara per onorare la stessa ed i colori sociali. (il verde e giallo).
no «vecchi», che credono ancora in una gioventù sana.
Questa VIII coppa Fabio Ferrari alla memoria dunque ha tutte le prerogative di una buona riuscita, anche per l'adesione di molti nel quartiere, come commercianti artigiani, e privati cittadini che hanno offerto premi per questi ragazzi, che per una coppa e qualche premio, ma soprattutto per la soddisfazione di misurarsi con altri ragazzi, danno tutto.
Il ciclismo è ancora auto-disciplina e sacrificio e siamo certi forgerà questi ragazzi anche nella vita.
Un torneo amichevole di calcio è in pieno svolgimento con le sue 16 squadre le cui finali si prevedono il 28 c.m. (tempo permettendo).
matica: paesaggio, nature morte, frutta, clowns, incontrando come sempre il favore del pubblico.
Cambiando totalmente soggetti e stile, Aldo Nicolò ha sottoposto al giudizio degli amici suoi nuovi lavori. Sempre forte nel colore, deciso negli accostamenti, genuino nell'esprimere la spinta emozionale, Aldo Nicolò ha imboccato una strada nuova che può offrirgli impreviste rivelazioni.
Brusi riprende la sua narrazione sulla periferia urbana, ma inserisce qualche pausa con lavori ispirati ai paesaggi di campagna o di montagna, proprio come chi abbia esigenza di ossigenarsi dopo un troppo lungo contatto con l'ambiente cittadino.
Raffinati e delicati, gli acquerelli di Mario Fiocco hanno avuto ancora una volta conferma della loro validità proprio dalla preferenza dimostrata dal pubblico, sia che si tratti di Navigli o Vecchie Milano, sia che vengano illustrati angoli rustici con cascine lombarde o baite dell'Agordino.
I nuovi soci Rivolta e Carletti hanno esposto per layrima volta con il Gruppo Sirio ed hanno consolidato l'amicizia con- i soci di questo gruppo, che è aperto a tutte le persone interessate all'arte, alla cultura e alla pacifica convivenza, nel rispetto delle reciproche libertà.
B. B.
L'U.S. Trenno società sportiva sorta in Trenno tre anni fa autogestita e autofinanziata dai soci con l'unico scopo di fare qualcosa per i giovani, aperta a tutti coloro che non si sento-
DOLCI 3
Come si può vedere all'u.s. Trenno non si dorme, l'impegno è tanto e di tutti anche se una speranza resta ed è quella di allargare le adesioni a tutto Trenno e al Gallaratese. La società è aperta, lo si ripete a tutti i giovani e meno giovani che vogliono vivere un'esperienza sportiva.
Quello che è certo all'U.S. Trenno non ci sono «vecchi».
Una marcia non competitiva organizzata dalla scuola elementare L. Cadorna
Pianista Delia Pizzardi zyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA -.Haydn-Mozart-Beethoven
16 Giugno
Serenate Mozart-Brahms - Orchestra "I Pomeriggi Musicali" - Dir. B.
Campanella - Violino Anahi Carfi
25 Giugno
Beethoven libertario - Beethoven - Giovani solisti internazionaliSaint Saens-Ciaikovsk i - Orchestra "I pomeriggi Musicali" - Dir. L.
Rosada - Violoncello Col in Carr
3 Luglio
Musiche ispirate all'Italia - Kodaly - Mendelssohn - Giovani
zional i - Haydn-Torelli - Tromba Caro! Dawn Reinhart
18 Luglio
Studio musica Antica - Autori dal 1200 al 1500
PREZZI:
Musica
Interna-
Domenica 7 maggio allietata da una splendida giornata di sole, vera rarità per questa pazza primavera, si è svolta la marcia non competitiva Dolci 3.
La manifestazione che ha avuto un enorme successo e che ha suscitato molto entusiasmo è stata organizzata dal Consiglio dei Genitori della scuola elementare L. Cadorna.
Sveglia di buon mattino e appuntamento alle otto nel cortile interno della scuola. Fin dall'apertura del cancello i bambini erano numerosissimi, accompagnati da molti genitori e da un gran numero di parenti ed amici.
Gli organizzatori a stento, nonostante l'ausilio dei microfoni, sono riusciti ad impartire le istruzioni di gara.
Posto Unico L. 1.000 - Abb. individuale sostenitore L. 10.000 - Abb.
familiare (fino a 3 persone) L. 15.000 - Abb. studenti L. 5.000.
Teatro
Posto unico L. 1.000 - Abb. individuale sostenitore L. 5.000 - Abb.
familiare (fino a 3 persone) L. 7.500 -.Abb. studenti L. 2.500.
INFORMAZIONI: Consiglio di Zona 19 - Via Pogatschnig n. 34 -
Tel. 324794 (dalle ore 15 alle ore 17) - Liceo Scientifico "V. Veneto" -
Comm. Cultura Via De Vincenti, 7 - Teatro Uomo Via Giulli, 9 -
Sig. F. Caprini Tel. 4080208 - Sig. Santangelo Tel. 368590 - Sig. Giuppari Tel. 3085629.
Il percorso di circa 5 km. da via Dolci si snodava per le strade della zona San Siro fino a p.zza Axum, per poi ritornare verso la scuola Cadorna di via Don Gnocchi dove era posto il punto di ristoro.
Alle 8.45 il via. Nonostante le ripetute raccomandazioni di
"non sfiancarsi in corse pazze!!!" numerosissimi sono stati quelli che sono scattati a mo' di centometristi.
A metà percorso erano pochi quelli che sapevano mantenere la volocità mentre molti, forse anche per il caldo, erano ormai sfiancati.
Molto più saggi quelli che aderendo allo spirito della competizione con animo allegro e sereno si sono incamminati compiendo
una piacevole passeggiata. Non sappiamo chi sia stato il primo ad arrivare, nè quanto tempo abbia impiegato a compiere l'intero percorso e a dire il vero la cosa non ci interessa. Ci interessa invece dire che sono arrivati tutti felici e contenti, che la manifestazione ha avuto un buon successo e che all'arrivo c'erano doni e medaglie per tutti. Ribecchi
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Giro ciclistico della
zona 19
CONDIZIONE DONNA
La questione femminile e l'emancipazione della donna sono definizioni che abbiamo sentito molto volte nel corso di questi ultimi anni.
Perchè questi problemi?
Nella carta costituzionale della Repubblica Italiana leggiamo
Art. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, religione, lingua ecc.
Art. 29: Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi...
Art. 37: La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.
Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione.
Art. 48: Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne che hanno raggiunto la maggiore età.
Art. 51: Tutti i cittadini dell'uno e dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza. Per raggiungere però questi traguardi si è dovuto molto lottare perchè la donna sulla base di una tradizione storica e culturale, è sempre e solo stata considerata come madre e quindi doveva rimanere ad accudire alla casa e ai figli. Un inizio di reazione a questo ruolo della donna si ebbe nella seconda metà del 1700 con la "Dichiarazione dei diritti" emanata negli Stati Uniti (1776) e in Francia (1789) in cui vengono presi in considerazione per la prima volta i diritti di tutti i cittadini per affermare la loro
Ricerca sulla Costituzione degli alunni della Scuola Borsa
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uguaglianza. Sono ancora delle affermazioni teoriche, perchè nella realtà continuavano le divisioni.
Nel 1865 a Berlino e a Lipsia le associazioni femminili chiedono l'ingresso della donna in tutte le professioni, il miglioramento delle loro condizioni economiche il diritto al lavoro e alla libertà.
Si dovette giungere alla rivoluzione industriale perchè si formasse una coscienza nuova da parte delle donne.
L'ingresso delle donne nel mondo del lavoro non avvenne in modo omogeneo per tutte le classi sociali: molto elevato era il numero delle operaie che si trovavano negli stabilimenti e negli opifici, mentre poche erano le donne assunte negli uffici perchè erano ostacolate dalla poca istruzione. Infatti le donne terminavano la scuola a 9 anni e venivano subito impiegate nell'industria.
Il diritto alla parità scolastica è un fatto recenti per cui quelle poche che intraprendono carriere tradizionalmente maschili
Vacanze in Sardegna
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devono superare degli ostacoli. Nel 1887 si laureò in medicina la prima donna d'Italia (Ernesta Paper) mentre nel 1881 Lidia Poet si laureò in diritto, ma non potè mai professare perchè il suo lavoro non era ritenuto idoneo a una donna. Solo nel 1910 fu possibile ottenere una legge che facilitasse alla donna la'scelta del lavoro.
Il primo partito che pose su un piano di parità l'uomo e la donna lavoratrici fu il partito socialista, ma ne vide solo l'aspetto sindacale ed economico, dimenticando però che la donna lavoratrice ha problemi diversi di quelli del lavoratore. Di qui la nascita dei movimenti femminili, ma -queste organizzazioni vennero bruscamente frenate dal fascismo che proclamò e realizzò un ritorno della donna alle sue funzioni di madre e casalinga. A questo scopo vennero attuate speciali leggi che vietavano alle donne molte professioni; le venne negato anche il diritto al voto che verrà poi conquistato nel 1946 con la costituzione.
Con la seconda guerra mondiale, dal dolore, dal sacrificio e dal coraggio delle partigiane venne la liberazione delle donne, grazie al loro immane apporto alla lotta contro la dittatura.
Liberazione in questi ultimi anni ha assunto degli aspetti particolari per ottenere traguardi sempre più progrediti; questo fatto ci aiuta a capire la proliferazione dei gruppi femministi che lottano per ottenere la totale indipendenza della donna nel lavoro, nella famiglia, nella società.
Una volta anche le donne erano costrette a lavorare dalle 10 alle 16 ore al giorno oggi l'orario è sceso alle 8 ore come per gli uomini, ma a pari lavoro molto spesso, è pagata meno dell'uomo e a volte non riesce a raggiungere traguardi di prestigio, perchè la continuità è interrotta per la maternità.
Questo problema venne trattato ultimamente e il 30.12.71 venne emanata una nuova legge per la tutela delle lavoratrici madri per cui oggi le donne che si assentano per i figli non perdono il posto, vengono pagate parzialmente ed è salvaguardata la loro salute.
Purtroppo però anche questa legge non è applicata per quelle donne che lavorano in casa, cioè sul mercato nero. Infatti vengono sfruttate e le si impongono sempre tempi più ristretti anche perchè per vari motivi (mancanza di asili nidi, scuole materne, mese, ecc.) non possono lavorare in fabbrica.
Anche osservando l'art. 29 della Costituzione Italiana si nota che solo con l'ultima riforma del diritto di famiglia i coniugi sono posti sullo stesso piano di parità, sono entrambi responsabili dell'educazione dei figli, della loro vita in comune ecc.
SOTTO IL PATROCINIO DEL
CONSIGLIO DI ZONA 19
(S. SIRO — O. T. 8 — GALLARATESE)
VIENE ORGANIZZATO DA
CIRCOLO ARCI I GIULIO TREVISANI
milano 19
ASSOCIAZIONE ARTISTICA CULTURALE IL 1° CONCORSO DI PITTURA "ESTEMPORANEA" SUL TEMA
"LUOGHI, ATTIVITA' E GENTE"
DELLA ZONA 19
INSERITO NEL PROGRAMMA
"MILANO - ESTATE IN COLLINA" (MONTE STELLA)
DALLA COMMISSIONE CULTURA, SPORT E TEMPO LIBERO
18
GIUGNO 1978
L'iniziativa intende stimolare i pittori a ricercare motivazioni realistiche o allegoriche cogliendo i contenuti morali o umanitaria testimonianza dei luoghi, degli uomini, delle attività della Zona 19 di Milano. Questa manifestazione desidera portare un ampio respiro democratico per un discorso costruttivo sull'arte.
NORME ORGANIZZATIVE
- Sono ammesse tutte le tecniche.
Ç Vidimazione tele: Sabato 17/6 dalle ore 10 alle 12 e Domenica 18/6 dalle ore 8 alle 11, presso il Circcilo Giulio Trevisani in Via Appennini 41, Milano.
- Consegna delle opere entro le ore 15 di Domenica 18/6, incorniciate e munite di attaccaglia.
- Ogni dipinto dovrà recare sul retro nome e indirizzo dello autore e prezzo dell'opera.
- Quota di iscrizione per parziale contributo di spese organizzative, fissata in L. 3.000, da versarsi alla timbratura.
- Dalle ore 15 alle 17 del 18 Giugno, il pubblico sarà invitato ad esprimere il suo giudizio sulle opere esposte votando su apposita scheda.
- Le opere saranno anche giudicata da una apposita giuria di esperti qualificati.
- A tutti i partecipanti verrà consegnato un attestato.
- Alle opere maggiormente apprezzate dal pubblico e segnalate dalla giuria, verranno assegnati premi, offerti dal Comune di Milano e dall'organizzazione.
- Altre eventuali premi verranno inseriti durante la premiazione che avverrà'alle ore 18.30 nella sede del Circolo alla presenza di personalità della cultura cittadina.
- Alla fine della manifestazione le opere devono essere ritirate dagli autori.
12 - L'adesione al concorso implica l'accettazione del presente regolamento.
13) - L'organizzazione, pur accettando la massima cura delle opere concorrenti, si considera sollevata da responsabilità relative a danni, furti, incendi o altri spiacevoli incidenti.
CIRCOLO CULTURALE ECER Via Cekov 20
Sabato 3 - ore 15 FILM PER RAGAZZI:
Pierino e il lupo - La terra degli orsi - Uccelli acquatici
Sabato 10 - ore 15 FILM PER RAGAZZI DI WALT DISNEY:
Feroce grigio
Sabato 17 FESTA POPOLARE:
Pomeriggio: Gare di scopa, di dama e di tennis da tavolo
Sera: Ballo popolare
Domenica 18 - FESTA POPOLARE
Mattino: Partite di calcio - Pomeriggio: Giochi vari (corsa nei sacchi, pattinaggio, ecc.) - ore 17: estrazione lotteria.
Le iscrizioni ai giochi si ricevono presso il circolo lunedì 12 dalle ore 21 alle 22 e presso la sede dell'APE martedì 13 e giovedi'15 dalle 21 alle 22.
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I FESTIVAL NELLA ZONA
SEZIONE BOTTINI
Giorni 23,24 e 25 giugno in viale Mar Jonio
Il programma prevede iniziative sportive, culturali e politiche, spettacoli, iniziative per i bambini, dibattiti, giochi, pesca ed attrazioni varie.
Durante tutto il periodo della Festa saranno in funzione un ristorante a prezzi popolari, bar, punti di vendita di libri, giornali, riviste, di oggetti vari provenienti dai Paesi Socialisti, di fiori, ecc.
Sarà pure in funzione un apparecchio televisivo per permettere ai cittadini che interverranno alla festa di seguire le partite del campionato mondiale di calcio.
SEZIONE MONTOLI - FIGINO
Programma:
Venerdì 7 luglio:
ore 21 Ballo liscio con il complesso "Carlos Erota"
Sabato 8 luglio:
ore 16 Assemblea dei pensionati
ore 21 Ballo liscio con il complesso "Carlos Erota"
Domenica 9 luglio:
ore 14 Animazione per i bambini ore 21 Ballo liscio con il complesso "Carlos Erota"
Vernedì 14 luglio: ore 21 Serata danzante con il complesso "La cantina degli estranei"
Sabato 15 luglio: ore 21 Serata danzante con il complesso "La cantina de gli estranei" - pomeriggio e sera: giochi vari
Domenica 16 luglio: ore 17 Dibattito pubblico: cittadini chiedono, i comunisti rispondono
ore 21 Serata danzante con il complesso "La cantina degli estranei".
Per tutta la durata del Festival funzioneranno cucina casareccia, bar, giochi vari.
SEZIONE G. DI VITTORIO
dal 24 giugno al 2 luglio 1978 nel prato fra via Omodeo e via Cechov
Programma di massima:
Sabato 24 Giugno: ore 20.00 apertura Festival - ore 21.30 ballo popolare
Domenica 25: pomeriggio per i bambini: spettacoli e animazione ore 21.00 spettacolo musicale
Lunedì 26: ore 21 Dibattito pubblico
Martedì 27: ore 21 dibattito pubblico
Mercoledì 28: ore 21 spettacolo tatrale
Giovedì 29: ore 21 dibattito e spettacolo dei giovani
Venerdì 30: ore 21 serata della donna
Sabato 1 ore 18 dibattito sullo sport ore 21 - Coro operistico
Domenica 2 ore 21 ballo popolare e chiusura Festival.
SEZIONE ORIANI - QT8 (Fermata MM)
Programma:
22 giugno:
ore 17 angolo dei bambini, giochi creativi con animatori ore 20,30 cena di apertura e Serata del Dilettante
23 giugno: ore 10 inizio torneo di calcio - ore 17 angolo dei bambini ore 21 spettacolo teatrale
24 giugno:
ore 9 torneo di calcio - ore 10 realizzazione di una scultura ore 15 torneo di calcio - ore 17 angolo dei bambini - ore 17 dibattito politico - ore 21 serata danzante con "I Dunda"
25 giugno:
ore 9 semifinale torneo di calcio - ore 10 continuazione realizzazione scultura ore 17 finale torneo di calcioore 18 premiazione dei lavori creativi dei bambini e premiazione torneo di calcio - ore 18.30 comizio - ore 21 serata danzante con "I Dunda".
Durante il Festival funzioneranno il servizio ristoro, bar e giochi vari.
Durante tutto il Festival (9 giorni) funzionerà il servizio Bar e ristorante. Sarà allestita una mostra di grafica dei maestri contemporanei. Verranno organizzate alcune competizioni sportive aperte a tutti. Buon divertimento!
SEZIONE "ERNESTO RAGIONIERI"
24 giugno - 2 luglio 1978: via Appennini, 41
Programma:
Sabato 24 giugno: ore 17 dibattito sui giovani - ore 20 marcia non competitia di 10 km. "Notturna Milano 19" - ore 21 dibattito sui risultati dei referendum - ore 21 ballo popolare con orchestra
Domenica 25 giugno: ore 10 giochi di animazione per i più piccini -ore 15.30 spettacolo per i bambini con i burattini di E. Costantiniore 21 ballo popolare con orchestra
Lunedì 26 giugno: ore 21 proiezione del film "Metello"
Martedì 27 giugno: ore 20.30 spettacolo teatrale del mimo e animazione, pensato e realizzato dai bambini e dai ragazzi del S. Leonardo - ore 21 il gruppo "Nuestra America" canta le canzoni dell'America latina.
Mercoledì 28 giugno:
ore 21 Dibattito sul Piano Particolareggiato del Gallaratese e sui box
Giovedì 29 giugno:
ore 21 ballo popolare con orchestra
Venerdì 30 giugno
ore 18 dibattito sugli anziani - ore 19.30 cena a prezzo speciale per i pensionati - ore 21 inizio gara di "scopone" grande "tombolata popolare" e lotteria a premi
Sabato 1 luglio: ore 21 ballo popolare con orchestra e gara di ballo liscio Domenica 2 luglio: ore 10 giochi e animazioni per i bambini - ore 15.30 Daniela Candio e Giorgio Dalla Villa presentano: "Giove e lo" botta e risposta verbale-musicale sul rapporto donnauomo - ore 18 comizio di chiusura - ore 21 ballo popolare con orchestra.
Per tutto il periodo del Festival, saranno in funzione gli stand: Bar - ristorante - cucina - pesca a premi - gioco dei tappi - libri - dischi - gioco della ruota É mostra mercato dei minerali (pezzi da collezione e sopra-mobili).
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"Buon appetito!"
"milano 19" - mensile di informazione, politica e cultura della zona 19 della città di Milano - Sede della redazione: Circolo Giulio Trevisani, via Appennini, 41 - tel. 3539458 - Redazione: Alessandro Cappelletto, Adalberto Crippa, Alfonso Darè,Sergio Fiocchi Luigi Gnemmi, Giampiero Pagetti, Patrizia Romano, Luciano Zagato. Proprietà Circolo Trevisani - Numero unico in attesa di autorizzazione - Stampa e impaginazione: Coop. "Il Guado"Robecchetto con Induno (Mi) - tel. 0331/881475.