PERIODICO DELLA ZONA 4 / mensile anno ventitreesimo - numero sei -
Spedizione in abbonamento postale gruppo III Ç (70%)
Spedizione in abbonamento postale gruppo III Ç (70%)
Con le ultime elezioni i cittadini sono stati chiamati ad eleggere assieme a Comune, Provincia e Regione anche i Consigli di Circoscrizione (le zone) destinati a diventare dei «piccoli comuni».
Era la prima volta che quest'ultimo organismo veniva eletto direttamente dai cittadini e perciò c'era molta attesa.
In altra parte del giornale riportiamo i dati numerici di queste elezioni: qui vorremmo fare qualche considerazione soffermandoci solo sul nuovo Consiglio di zona, cercando di capire cosa i cittadini hanno voluto esprimere (o meglio, chiedere!) con il loro voto. Innanzitutto è significativo il fatto che nonostante la complessità del voto — c'erano quattro schede da votare — i cittadini della zona 4 che si sono recati alle urne sono stati ben 59.529. La percentuale delle schede bianche (3%) e di quelle nulle (3,08%) seppure superiore a quella delle precedenti elezioni è rimasta contenuta anche se necessita di un attento esame.
Le elezioni circoscrizionali erano poi caratterizzate dal fatto che i candidati erano tutti, o quasi, persone conosciute agli elettori ed infatti si è fatto abbondante uso del voto di preferenza. Attraverso questa caratteristica si può perciò vedere la volontà di mandare in Consiglio di zona persone conosciute, delle quali ci si può fidare, del cui impegno sociale si è sicuri e che hanno già dato garanzie di serietà.
Ma che cosa si aspettano i cittadini da questi nuovi amministratori locali?
Questa attesa potrebbe essere racchiusa in una sola parola: concretezza.
Quello che si vuole è la soluzione pratica dei problemi, la possibilità di «toccar con mano» l'intervento pubblico, la realizzazione delle cose. Infatti, dall'esame delle preferenze si può notare come ad ottenere il consenso dei cittadini siano stati essenzialmente quelle persone che si erano più impegnate nella realizzazione dei servizi, di strutture, di ini-
ziative per la popolazione.
Maggiori voti sono andati a chi si è impegnato nella gestione sociale della scuola, nei comitati di gestione delle strutture pubbliche (Consultorio, Teatro Quartiere, ecc.) a dimostrazione che si è voluto premiare l'impegno e la concretezza.
Allora è su questa strada che i nuovi consiglieri debbono muoversi se vogliono veramente corrispondere all'attesa. E' necessario che il nuovo Consiglio di zona metta in atto tutti quegli accorgimenti perché il contatto con gli abitanti la zona sia costante e produttivo, che l'informazione non venga mai a mancare e che vengano sempre più create occasioni di democrazia diretta dove il cittadino possa concretamente partecipare alla gestione della cosa pubblica. Particolare attenzione dovrà essere dedicata alle commissioni di lavoro dove, come prevede il regolamento, tutti i cittadini possono intervenire. Importante sarà anche trovare i modi perché tutti conoscano le date di riunione del Consiglio di zona e gli argomenti all'ordine del giorno. I cittadini debbono esigere che questi loro diritti siano attuati intervenendo nella prima mezz'ora di ogni seduta destinata all'ascolto dei loro problemi, facendo pressione sui propri eletti (ora che li conoscono personalmente e che magari abitano a due passi da casa loro) perché i problemi vengano affrontati nei modi e nei tempi che la maggioranza dei cittadini auspica. Con la costituzione dei nuovi Consigli di zona, con il «Comune sotto casa», è venuta meno qualche scusa che giustificava sino ad ora la non partecipazione dei cittadini alla soluzione dei problemi. Importante allora che i consiglieri eletti siano affiancati da un grande numero di cittadini, ognuno con la sua esperienza e con le sue necessità: obbligo del Consiglio di zona stimolare e «far contare» questa partecipazione.
Per un banale errore di tipografia gli ultimi due numeri de II Dialogo usciti nei mesi di maggio e giugno hanno avuto la medesima numerazione: «numero quattro - maggio 1980». Ce ne scusiamo con i lettori e soprattutto con i «collezionisti». Ci risulta infatti che moltissimi lettori collezionano le annate de Il Dialogo per avere un quadro completo dei problemi della zona e del loro evolversi.
La numerazione esatta doveva essere: numero quattro - maggio 1980 per il Dialogo che portava in prima pagina l'articolo «Benvenuto Presidente!» con le foto di Pertini alla cerimonia di inaugurazione del parco Emilio Alessandrini; numero cinque Ç giugno 1980 per Il Dialogo con in prima pagina l'articolo «Cosa chiedono i cittadini agli amministratori».
6-15 giugno «Festa di Calvairate»: dieci giorni di partecipazione entusiastica e spontanea di migliaia di cittadini, molta allegria come avviene alle sagre popolari paesane e... tanta pioggia.
Quest'anno la festa ha dovuto subire le bizze del tempo davvero inclemente, sostenute, peraltro felicemente, dal programma vario ed invogliante predisposto dalla Cooperativa Il Dialogo, organizzatrice della Festa di Calvairate per il quarto anno consecutivo.
Il parco Alessandrini ha avuto così una degna cornice di pubblico ed il Teatro Quartiere è stato ancora una volta il punto di riferimento per l'appuntamento di tanta gente non solo della zona 4, desiderosa di incontrarsi, parlarsi e stare assieme.
La manifestazione, patrocinata dalla Regione Lombardia, dall'Amministrazione Provinciale e dal Comune di Milano, è stata punteggiata da una serie di concerti e spettacoli (ben otto) che, nel loro genere e per il loro livello, hanno significativamente caratterizzato tutto il periodo di festa.
Ha dato il via venerdì 6 giugno il Gruppo «La lionetta» con una caratteristica esecuzione di ballate e canti di origine popolare celtica, mentre il pomeriggio successivo, circa cinquecento persone hanno assistito, sistemate a semicerchio sul prato del parco, ad un caratteristico spettacolo di piazza eseguito su trampoli e presentato dall'«Assemblea Teatro» di Torino.
La convinzione e l'entusiasmo con cui questo gruppo di giovani attori ha interpretato il loro lavoro hanno esaltato non solo gli spettatori presenti ma anche tutti gli abitanti delle case antistanti il parco che hanno seguito il succedersi delle scene dalle finestre e dai balconi. Lo spettacolo, presentato in collaborazione con la Ripartizione Educazione del Comune, ha riscosso un meritatissimo successo.
«La statua di Pippo Fugazza», farsa in due atti presentata dalle «Mele acerbe» del Collettivo dell'Ovo, ha divertito un numerosissimo pubblico che ha applaudito a lungo i giovanissimi interpreti.
Hanno pure avuto ottima accoglienza i gruppi «Kiowa», «Luti's Band» e «B.R.H.» con i concerti di country-rock e rock progressivo, particolarmente graditi ai giovani ed il «Collettivo dell'Ovo» che quest'anno con «Metti il pigiama sul letto» si è presentato con successo al proprio pubblico sotto una veste nuova, rappresentando una commedia brillante. La serata dedicata alle Arti
Marziali, organizzata in collaborazione con l'Associazione Italia-Asia e lo spettacolo «Frankestein e Frankestein» presentato dalla «Nuova Compagnia del Bagatto» con la prestigiosa regia di Mario Gonzales, hanno concluso degnamente le rappresentazioni in programma. Domenica 15 giugno, infine, il festoso intervento della Banda dell'AmWinistrazione Provinciale, composta da settanta elementi, ha chiuso in bellezza riscuotendo un particolare successo sfilando prima per le vie del quartiere e concedendo poi numerosi bis, richiesti a gran voce dal pubblico presente in teatro.
Le orchestre «Riky Group» e «Gli Scarpantibus» hanno allietato ed animato le quattro serate destinate al ballo popolare sempre molto affollate, come pure è avvenuto per la serata destinata al ballo dei giovani, i quali hanno trasformato il Teatro Quartiere in una vera e propria discoteca.
Quest'anno la 4a Stracadina de Calvairà, allestita con la collaborazione dei «Trottapian», dinamico ed organizzato gruppo podistico di zona, ha ricevuto un nuovo impulso ed ha visto al nastro di partenza dei due percorsi di 6 e 12 km oltre 500 concorrenti che si sono simpaticamente dati battaglia lungo le vie del quartiere ed hanno ritirato all'arrivo trofei, coppe, medaglie e tanti altri ricchi premi. Il percorso della marcia prevedeva, tra gli altri accorgimenti, uno sconfinamento in zona 11 ove è stato predisposto il punto di ristoro, effettuato appunto da un gruppo di
amici della zona 11 con il quale si è instaurata una interessante collaborazione.
Anche quest'anno i bambini ed i ragazzi avevano a loro disposizione due gruppi di valenti animatori — «Albero del Riccio» e «Cooperativa Animazione Centri Tempo Libero» — che hanno dato vita, nel parco e all'interno del teatro, a mille iniziative seguite con gioia ed interesse dai numerosi giovani che ogni giorno frequentavano il proprio gruppo.
C'è stato anche un interessante incontro di calcio tra i veterani ed i giovani della «Calvairate» e non sono mancati i tornei: subbuteo e tennis da tavolo. Quest'ultimo preceduto da una esibizione di esperti giocatori tra i quali si è distinta la campionessa italiana; l'organizzazione è stata possibile grazie alla collaborazione della Lega Tennis Tavolo ARCIUISP.
Hanno dato colore ed allegria alla festa la pesca, i baracconi dei giochi e le bancarelle. Una doverosa menzione meritano i provetti cuochi che con i loro menù appetitosi, hanno preso per la... gola centinaia e centinaia di partecipanti alla festa, sfornando a ritmo vertiginoso deliziosi piatti fumanti. Domenica sera 15 giugno, con una punta di nostalgia ed un sospiro di sollievo degli organizzatori, è avvenuta l'estrazione della Grande lotteria di Calvairate, ultimo atto di dieci meravigliosi giorni di festa!
Lasciamoci semplicemente così, come ci siamo incontrati, con una amichevole stretta di mano ed un arrivederci al prossimo anno.
A seguito delle elezioni dell'8 giugno 1980, il Consiglio circoscrizionale 4 (zona) risulta così composto (tra parentesi il numero dei voti di preferenza ottenuti da ciascun candidato):
DEMOCRAZIA CRISTIANA (n° 9 seggi - 15.021 voti - 26,93%)
Rolla Giancarlo
Scarton Mario
Trolli Giovanni
Angrlsano Alfonso Bellinzona Marco
Litta Modigliani Vittorio
Crespi Francesco
Valeria
Gaetano PARTITO COMUNISTA ITALIANO (n° 8 seggi - 14.311 voti25,60%) De Rosi Beniamino Benetti Vania Perrucchini Angelo Luigi Buongiorno Luigi Sabbadini Anna Maria Guerrini Enrico Brizzi Franco Giuseppe Bergonzi Federico
Si sono tenute le elezioni, ma tutto sommato è cambiato poco rispetto alle aspettative. Ci sono state solo due grosse novità. La prima è stata l'aumento del non voto o del voto bianco o nullo che ha raggiunto in tutta Italia una percentuale del 17% con punte più alte nel Meridione e nelle grandi città. La seconda è la cospicua affermazione socialista di grandissime proporzioni a Milano, ma avvenute un po' ovunque in Italia. Questa vittoria socialista suscita però molti interrogativi perché non è chiaro da dove esattamente questi nuovi voti provengano. Sono voti radicali? Sembrerebbe in massima parte di no, visto che a Milano Guido Aghina, capolista della lista socialista e radicale, è stato soltanto il penultimo degli eletti con poco più di 2500 voti di preferenza quando invece l'anno scorso gli elettori radicali erano stati circa 80.000. Sono voti diretti a Craxi e quindi al Governo o piuttosto ad appoggiare le giunte rosse? E' difficile rispondere perché il P.S.I. è avanzato dovunque, sia dove era al governo o con il P.C.I. o con la D.C. e anche nei pochi luoghi dove era all'opposizione. Tutto sommato resta quindi da spiegare in larga misura quale sia l'elettore medio che ha deciso di dare il suo voto al P.S.I. Erano però elezioni amministrative e vediamo quindi di dare un giudizio su quanto è
avvenuto in particolare a Milano e nella nostra zona. Tutto sommato si può cantare vittoria. La sinistra aumenta sia come voti sia come seggi e per la prima volta nella sua storia ha la maggioranza assoluta a Milano. C'è solo da sperare che la giunta si faccia in fretta e senza nessuna preclusione a sinistra (D.P. - P.D.U.P.) per essere realmente rossa sul serio. Altro motivo di soddisfazione è che ancora una volta l'elettorato milanese ha punito l'arroganza della D.C. che a Milano aveva presentato come capolista il prefetto di polizia Libero Mazza, dando così una chiara indicazione su quello che sarebbe stato il suo metodo di governare se avesse vinto le elezioni. Ma così non è stato e la opposizione preconcetta e a volte persino volgare (vedi manifesti con il bidone rosso) non ha pagato e la D.C. prende a Milano la percentuale più bassa della sua storia. Ha invece pagato la opposizione anche molto dura ma senza ombra di dubbio molto più corretta e motivata del P.L.I. da destra e di D.P. da sinistra tanto è che ambedue conseguono un ottimo risultato. Il P.C.I., caso quasi unico fra le grandi città del centro-nord perde voti e consegue il suo risultato peggiore di questi ultimi cinque anni a causa della politica di immobilismo e di ricerca dell'accordo a qualsiasi costo che ha caratterizzato la politica dei dirigen-
ps1
PRI PSEMpu
I risultati delle recenti elezioni amministrative di Zona sono stati per noi una piacevole, anche se non inaspettata, sorpresa. Infatti il nostro direttore, Gian Mario Maggi, è risultato il primo eletto in zona come numero di preferenze, ben 657. Questo risultato premia sicuramente i lunghi anni di impegno ed i risultati raggiunti da Gian Mario Maggi come direttore del giornale e operatore culturale, ma, soprattutto, crediamo che ponga una serie ipoteca
sulla possibilità di buon funzionamento e concretezza del nuovo consiglio di Zona. Come redazione del Dialogo porgiamo i più sentiti auguri al nc..,(ro direttore per i nuovi compiti che dovrà affrontare e nello stesso tempo confermiamo il nostro impegno all'interno del Consiglio di Zona perché diventi veramente un momento di partecipazione diretta di tutti i cittadini alla gestione della città.
La redazione
ti comunisti milanesi, notoriamente non fra i più aperti d'Italia. L'aumento dell'area del non-voto, che non è certamente tutta da addebitare alla propaganda fatta in questo senso dal P.R., dovrebbe far riflettere i partiti ed indurli a fare una profonda autocritica su come hanno gestito la politica in questi ultimi anni, cioè come diceva P.P. Pasolini in maniera da «Palazzo». Mi auguro che questa autocritica avvenga anche se francamente ne dubito molto. Per quanto riguarda la nostra zona ci sono alcuni dati che si discostano anche abbastanza fortemente dai risultati cittadini. Innanzitutto i due partiti maggiori della sinistra (P.C.I. - P.S.I.) conseguono il 3,1% in meno che in tutta Milano, flessione che è compensata in misura minima dagli aumenti della nuova sinistra (P.D.U.P. + 0,1% - D.P. + 0,2%). Molto negativo è il dato del M.S.I. che è ben dell'1,4% superiore alla media cittadina, mentre anche i partiti laici conseguono un aumento del 2% rispetto ai risultati cittadini (P.L.I. + 1,3% - P.S.D.I. + 0,2% - P.R.I. + 0,5%). La D.C., tutto sommato, è in media con una leggera ascesa dello 0 ,5 % e, cosa più importante, contrariamente all'esito di tutta la città, è il partito di maggioranza relativa della nostra zona.
Fabio Malgaretti
dall' 8
al 15luglio
Teatro Gerolamo
17 luglio
di Carlo Gadda adattamento e regia di Umberto Simonetta
3 il dialogo
Milano d'estate 1980
dal 21
ai 25 luglio
Teatro dell'Elfo
Considerati da tempo uno dei capolavori di Carlo Emilio Gadda i «disegni milanesi» dell'Adalgisa vengono rappresentati per la prima volta in palcoscenico.
Lo straordinario personaggio dell'Adalgisa nella cornice ironica della Milano borghese, aristocratica e popolare del 1921: il celebre teatro Fossati, i salotti della «buona società», le drogherie del Pontaccio e del Terraggio... La prodigiosa macchina linguistica del grande scrittore (in cui in quest'opera ha particolare spicco il dialetto) si applica alla borghesia lombarda tra le due guerre, con tutto il suo bagaglio di tic, manie, tradizioni e valori, in una routine di stolidi rituali e patetici affanni.
La corrosiva rappresentazione di questo singolare storiografo è anche un omaggio struggente alla vecchia Milano che se ne andava, interiormente sgretolata dal «nuovo»; cent'anni dopo Carlo Porta, un altro «gran lombardo» trova la via di un mirabile equilibrio artistico tra satira e lirismo.
Un appuntamento importante con la cultura milanese e nazionale.
Adalgisa è una popolana del quartiere Ticinese, ex cantante d'opera al Carcano e al Fossati negli anni tra il 1910 e il 1916, che attraverso un matrimonio con un «ragiunatt» ottiene un'altra promozione sociale: la chiamano «signora», conquista la sospirata spilla col brillante e il suo palchetto alla Scala.
L'originalissima scrittura di Gadda è trasformata fedelmente in palcoscenico con il suo umorismo, la sua ironia e le sue punzecchiature feroci, i suoi continui passaggi dalla lingua «colta» al dialetto «plebeo».
Rosalina Neri ritorna al Grande Teatro con un pezzo di eccezionale interpretazione che sembra tagliato addosso a lei, accanto ha i bravissimi attori della Compagnia Stabile del Gerolamo.
Comune di Milano Ripartizione Cultura e Spettacolo
Nel ridotto e nella Sala del TQ
Mostra: Dieci anni di Teatro Quartiere a Milano
Inizio spettacoli ore 21,30
Prezzi.
L. 3.500/2.000
regia di Gabriele Salvatores
Convenzioni e nduzioni per lavoraton e studenti: nvolgersi all'Ufficio Promozione Pubblico del Piccolo Teatro di Milano via Rovetlo, 2 - tel. 8690631 int 12 e 15.
L'adattamento teatrale e la re-
gia (un «atto d'amore» come dice Umberto Simonetta) hanno avuto come scopo quello di rendere accessibile al pubblico uno dei racconti più belli e affascinanti della nostra letteratura. La scenografia e i costumi sono di Luigi Veronesi.
L'Adalgisa di Carlo Emilio Gadda adattamento teatrale e regia di
Umberto Simonetta con: Rosalina Neri e Edoardo Borioli, Gianpiero Bianchi, Luca Sandri, Valeria Falcinelli e con Aldo Cassano, Roberto Ceriotti, Stefano Dondi, Andrea Dosio, Mario Pardi aiuto regista Lino Beretta movimento coreografici Giuliana Barabaschi musiche a cura di Roberto Negri
Dal 21 al 25 luglio la Cooperativa Teatro dell'Elfo presenta il suo nuovo spettacolo «Il gioco degli dei» regia di Gabriele Salvatores. Il testo, ispirato all'Odissea di Omero, è stato costruito componendo varie storie di fantascienza tratte da decine di romanzi e fumetti, ciò permette di sperimentare un nuovo tipo di comicità legata a situazioni inedite e paradossali ed ottenere un divertente contrasto tra il «meraviglioso» delle varie storie e la semplicità della messa in scena e di proiettare un oggi comunque povero di certezze in un domani che può diventare. Lo spettacolo utilizza le esperienze della Compagnia messe a punto in questi anni sull'uso della maschera della Commedia dell'Arte, sul rapporto col pubblico e sulla comicità.
Via Monte Cimone, Parco Emilio Alessandrini tel. 5738 64L'AMSCO: un esempio di autogestione per affermare il diritto ai posto di lavoro. Un'altra fabbrica colpita dal processo di terziarizzazione e dalla forte speculazione sulle aree della zona sud est di Milano.
Come anticipato nel numero di Maggio, presto al Parco Emilio Alessandrini sosterà una locomotiva a vapore. Una vera locomotiva, di quelle per intenderci, che fino a poco tempo fa svolgevano normale servizio. Sono pochi ormai, specie fra i giovani, quelli che possono vantarsi di aver visto funzionare dal vivo queste enormi macchine. L'antico fascino che ha sempre accompagnato questo mezzo di trazione sta scomparendo; siamo nell'era dell'elettronica, i bambini giocano con le navicelle spaziali, hanno visto la locomotiva a vapore solo attraverso i vecchi films. Per una conoscenza più diretta del primo mezzo di trazione della storia, noi del «Dialogo», in collaborazione con il Comune di Milano, ci siamo fatti promotori di portare questa nuova attrazione culturale-ricreativo al parco Alessandrini. Superati i soliti ostacoli burocratici e trovata la massima disponibilità delle Ferrovie dello Stato a soddisfare la nostra richiesta, abbiamo trovato difficoltà a reperire un mezzo idoneo.
Le Ferrovie stanno smantellando il parco rotabile a vapore, il numero di locomotive in assetto di servizio e limitato e la richiesta da parte di Enti privati e pubblici è massiccia; si verifica di fatto una corsa alla locomotiva a vapore (si fa per dire).
Noi, grazie anche alla collaborazione di due capi deposito del D.L. Milano
C. siamo riusciti nell'intento.
Grazzini EnricoL'esperienza dell'AMSCO è cassa integrazione. bancario. E' chiaro che querealmente originale: infatti che Nel maggio '78 si prospetta la st'esperienza non potrà durare i lavoratori di un'azienda-desti- chiusura della fabbrica e il li- a lungo: i vincoli del mercato nata alla liquidazione a causa cenziamento dei 200 lavoratori. capitalistico sono troppo forti. di una cattiva politica padrona- A questo punto la fabbrica vie- Ma enorme è nel frattempo la le, si autogestiscano, può .es- ne occupata dal personale crescita collettiva della cosere considerato fatto non del che, nel contempo, continua il scienza dei lavoratori. tutto eccezionale; ma che da lavoro di sbavatura per dimo- E soprattutto si è dimostrato al ben due anni le maestranze strare la capacità produttiva e padrone, a qualsiasi futuro acgestiscano con buoni risultati la redditività dell'azienda. Do- quirente che voglia rilevare la economici e produttivi addirit- po solo due mesi, la fonderia fabbrica, che questa è sana e tura una fonderia, con gli enor- riprende a funzionare in tutto il redditizia. mi problemi tecnici, finanziari, ciclo produttivo, per la precisa Quali sono le prospettive di organizzativi del caso, questo volontà dimostrata dai lavora- questa lotta? Sicuramente non è fatto pressoché unico. tori, cioè in un clima di auto- semplici. Non è facile infatti Ma andiamo con ordine: l'ex gestione. trovare un nuovo padrone che AMSCO, l'attuale fonderia E qui comincia la parte più in- comperi una società come S.p.A. è situata a poche centi- teressante della storia: nono- l'AMSCO, situata in una zona naia di metri dall'Ortomercato, stante che alcuni quadri tecni- dove ogni anno decine di fabin V. Caviglia. ci e lo stesso direttore com- briche e centinaia di lavoratori Proprietario dell'AMSCO è tal merciale si allontanino dall'a- produttivi vengono espulsi, Cabassi, impegnato soprattut- zienda, i lavoratori, organizzati grazie al processo di terziarizto in attività diverse da quelle in riunioni di squadra e di re- zazione del territorio e alla speindustriali, cioè da speculazio- parto, migliorano qualitativa- culazione sui terreni, increni finanziarie ed immobiliari. mente il prodotto, facendo frut- mentati dal piana ENI e dal La fabbrica viene seguita con tare la loro concreta esperien- progetto della terza rete metrodisattenzione. Gli uomini di fi- za collettiva. Al direttore com- politana. Non è neppure del ducia di Cabassi impongono merciale si sostituisce il Con- tutto impossibile che la fabbriuna gestione a dir poco spre- siglio di Fabbrica che, nel cli- ca venga rilevata da una coogiudicata, fanno grossi investi- ma difficile della messa in li- perativa formata dai lavoratori menti in impianti faraonici ina- quidazione, riallaccia i rapporti stessi. datti al tipo di clientela della con i clienti. In breve, il bilan- Ma per quanto non siano ancofabbrica (artigianato e indu- cio, che prima era in deficit per ra definiti gli sbocchi, i lavorastria). Anche se il mercato per più di 200 milioni al mese, vede tori e il C.d.F., che molto spesI'AMSCO non manca di certo, in questi due ultimi anni un de- so anche nell'isolamento e tra in breve i costi sono supe'iori ficit di soli circa 15 milioni l'indifferenza sono andati alle entrate. Ed è la solita stn- mensili. avanti, meritano tutta l'attenria: a pagare ancora una vo.,a Con la produzione sono stati zione e la solidarietà dei cittasono i lavoratori, che vengono pagati interamente i salari ai dini della zona. incentivati, con premi, al licen- 118 lavoratori rimasti, senza ziamento, vengono messi in aver ottenuto nessun credito
Con questa piattaforma, riscritta in cause abitative e solo per i parenti articoli di legge, l'Unione Inquilini, di 1° grado in linea diretta, e coda tempo in lotta contro lo sfrutta- munque non prima che siano pasmento e la gestione unilaterale del sati cinque anni dall'inizio della lo«bene» casa, si propone di dare cazione (modificando l'art. 4 e una risoluzione al problema della abrogando il famigerato art. 59). reperibilità di alloggi in affitto. — nessuna esecuzione di sfratto
Come ben si sa, la disponibilità di nei confronti di inquilini che non dialloggi attuale è a livelli inesisten- spongono di altro alloggio o per i ti, e ciò per effetto della legge 392, quali non intervenga a tale scopo che ha prodotto di fatto la corsa al- l'autorità comunale. la vendita, col risultato di una enor- — diritto di prelazione per gli inme concentrazione di questo bene quilini in caso di vendita, esteso a fondamentale nelle mani di grosse tutto il patrimonio edilizio, e ad un compagnie immobiliari e specula- prezzo in ogni caso non superiore tori d'ogni genere, che con l'assur- al valore locativo dell'immobile, ai da pubblicità di agevolazioni di pa- sensi dell'art. 12 della legge attuagamento hanno poi avuto buon gio- le. co nel rivendere a condizioni di lu-
2) «Per l'obbligo di affitto e l'uso cro esasperato il loro patrimonio sociale di tutto il patrimonio abitaimmobiliare, approfittando inde- tivo non locato» gnamente dello stato di necessità In ogni comune dovrà esistere un in cui molti lavoratori si sono trova- «Ufficio Alloggi» che abbia il poteti (bisogno di alloggio più grande, re di controllare la disponibilità di sfratto incombente ecc.). Se a ciò alloggi non affittati.A questo uffiaggiungiamo l'assoluta inadegua- cio composto per il 40% dei memtezza dello Stato e dei comuni più bri, da rappresentanti dell'inquilipopolati a far fronte con nuove co- nato, ogni proprietario dovrà (pena struzioni a questa richiesta, il qua- severe sanzioni) denunciare ogni dro si delinea nella sua drammati- immobile di sua proprietà non locaca urgenza. to entro e non oltre 3 mesi dalla daPer meglio comprendere il signifi- ta in cui l'alloggio si è reso disponicato di questa proposta del sinda- bile. cato casa, è opportuno leggere 3) «Impossibilità di cambiamento quali sono le sostanziali modifiche della destinazione d'uso senza apportate al testo di legge 392. aver ottenuto in anticipo la licenza»
1) «Per la stabilità del contratto» Di fatto ciò impedirebbe la truffa nessuna possibilità di disdetta legalizzata delle locazioni «ad uso per «finita locazione», e quindi con- ufficio», paravento per affittare a tratto a tempo indeterminato (art. 2 somme enormi e ad uso abitazione, che modifica l'art. 1 dell'Equo ca- locali spesso molto stretti e senza i none). servizi necessari.
nessun divieto di sublocazione 4) «Sanzioni dure per chi trasgredie di cessione del contratto per chi sce la legge»
abita nell'immobile per motivi di Con l'estensione a costoro del reastudio odi lavoro: in tal modo si im- to di estorsione, per dare un min ipedisce il ricatto nei confronti dei mo di risposta legale a tutti coloro giovani che hanno necessità di mo- (e sono tanti) che in questi due anni bilità abitativa e non si presentano si sono rivolti ai sindacati casa come «nucleo familiare» (art. 3 che sperando di trovare qualche espemodifica l'attuaie art. 2). diente per inchiodare alle loro relimiti alle cause di sfratto che sponsabilità titolari di agenzie e potrà essere CTer<l'itAtO solo per proprietari truffatori.
5) «Negazione della «Scala mobile» sulla rendita immobiliare»
Non è pensabile legare il costo della vita ad una rendita che non sia «da lavoro», in quanto ciò contrasta addirittura con l'art. 1 della nostra costituzione. Basti pensare che i 314 circa del patrimonio edilizio esistente prima della legge di equo canone era a fitto bloccato con un'età media di 20 anni. Il che significa alloggi vecchi, ma da tempo strapagati, la cui valutazione di vendita nel frattempo è decuplicata. Se si considera poi che gli aumenti ISTAT sóno dell'ordine del 17% circa per l'anno 1980 si comprende facilmente che ciò toglie ai lavoratori una larga parte della contingenza e costituisce quindi una vera e propria decurtazione dello stipendio. La raccolta delle firme per questa legge di iniziativa popolare è già iniziata, i luoghi di raccolta sono le piazze, i mercati, le sedi scolastiche e universitarie, le fabbriche.
L'Unione Inquilini 'invita altresì tutte le forze democratiche (partiti e sindacati ecc. ad operare in stret ta collaborazione allo scopo di foimare un unico fronte di lotta che coinvolga tutte le organizzazioni operanti nel nostro quartiere perché questa proposta di legge rappresenti il momento di verifica, il comune banco di prova dell'autentico sforzo di democrazia e giustizia sociale.
Il testo della nuova legge è a disposizione di chiunque intenda informarsi presso il Consiglio di Zona viale Molise 70, oppure ogni mercoledì dalle ore 18.00 alle 20.00 presso la segreteria dell'Unione Inquilini della zona 4, viale Molise 5 scala E. (a cura dell'Unione Inquilini della zona 4) Democrazia Proletaria, CoPromotrice, della proposta di legÄ ge, aderisce all'iniziativa di raccolta delle firme.
Scartate le enormi locomotive usate per il traino di treni rapidi, soprattutto per la difficoltà dei più piccoli ad accedervi, data la mole, la scelta è caduta su una locomotiva compatta, nata per le manovre nelle stazioni, che oltre ad un disegno armonico presenta il vantaggio di essere bassa quindi di facile accesso.
Una locomotiva corrispondente ai suddetti requisiti attualmente si trova a Modena e vincendo la concorrenza di un Ente di quella città, il Comune sta per firmare il contratto di acquisto con le Ferrovie.Tradotto in cifre la locomotiva si chiama 835330.
Nel frattempo ci siamo interessati alla storia di questa locomotiva. Sono riuscito ad avere dal Servizio Materiale e Trazione di Firenze la ristampa di due trattati dei 1915 riguardanti i mezzi di trazione a vapore tra cui anche la 835 330 a noi assegnata.
E' possibile consultare i volumi presso la redazione del «Il Dialogo». Per gli appassionati riporto un disegno ed alcuni dati tecnici:
Gruppo 835 F.3
Locomotiva - Tender a 3 sale accoppiate (0-3-0) a vapore saturo e semplice espansione a due cilindri esterni. f-eso totale in servizio Kg. 45.300
Capacità di acqua Kg. 5.000
Capacità di carbone Kg. 1.500
Produzione normale di vapore asciutto/ora Kg. 4.200
Velocità massima Km/h 55
Potenza HP 370
Pressione massima della caldaia 12 Kg/cmq
Diametro ruote 1.310 mm
Freno a vapore
Quantità costruite 316: dalla Breda Milano - Officina Meccanica Milano- Officina meccanica I ialiana Reggio Emilia.
La «Nostra» 835 330 è stata costruita dalla Breda Milano nel 1908. Attualmente è assegnata al D.L. Bologna Centrale.
L'arrivo della vaporiera è l'occasione per fondare un club «Amici della Ferrovia» per cctar effettuare visite guidate alle stazioni ed ai depositi ed anche qualche gita in treno trainato proprio da una vecchia locomotiva a vapore.
Dario RecubiniIn queste pagine spesso scriviamo articoli che riguardano le scuole superiori della zona, con una maggiore frequenza per l'Einstein rispetto al Verri.
Una volta tanto parliamo di quest'ultimo, ma cercando di affrontare il tempo più importante quando si parla di scuola e cioè il cosiddetto «rapporto educativo» senza perderci in discussioni su aspetti in fondo marginali come collettivi, occupazioni, e al limite, bocciature.
E', cioè, il solito problema della causa e dell'effetto: inutile cercare di modificare una situazione agendo sugli effetti, senza rimuovere le cause; scioperi, occupazioni e bocciature sono il «risultato» della mancanza di un rapporto esistente tra istituzione-scuola, insegnanti e studenti.
Il signor preside, da buon funzionario, si preoccupa di tutto ciò che può far «sembrare» il Verri una scuola «seria»: le lezioni che iniziano alle ore giuste, le porte delle aule chiuse ed i corridoi sgombri, permessi, protocolli, timbri, visti, «ordine e disposizioni»; quello che poi si insegna nelle classi una volta che le porte sono tutte chiuse, non lo riguarda, l'importante è che tutti stiano al loro posto.
Una gran parte degli insegnanti in fondo guarda con invidia il vicino Einstein, come si può guardare un paradiso perduto: studenti ossequiosi che si alzano quando entra il professore, consigli di classe e collegi docenti ridotti al minimo, genitori ideologicamente assecondanti, un potere discrezionale nella valutazione degli allievi quasi assoluto.
E così, al Verri, il problema non si ritrova soltanto nell'enorme «tecnicismo burocratico» di cui si parlava, ma principalmente nel fatto che tutto questo serve a nascondere i problemi dell'Istituto, e che tutto questo mette in difficoltà ogni minima iniziativa dei — pochi — insegnanti che cercano di avere con gli studenti un
rapporto diverso, perché vogliono veramente lavorare con loro. Nello stesso tempo, si alimentano così gli altri insegnanti che individuano come «rapporto educativo», e quindi come insieme di nozioni ma anche di linee morali di vita, la loro onesta funzione di «docenti tutto d'un pezzo» che esercitano da anni e che non dà agli studenti nessuna possibilità di intervento, non ha nessuna apertura alle «novità» e tutto questo perchè dal Verri esca una schiera di ragionieri senza capacità critiche e con un cervello ormai già predisposto ad un (ormai poco probabile) posto nel mondo del lavoro. Una situazione simile continua ad esistere perché non ostacolata dai genitori e ostacolata, purtroppo poco e perciò male, da una parte degli studenti. Cosa significa? Significa che i genitori, nella complessità vogliono ancora che la scuola «funzioni» puntualmente ogni giorno le sue 5-6 ore regolari, per 6 giorni la settimana e per 9 mesi l'anno, e quindi che i propri figli non s'imbattano accidentalmente in una scuola con assemblee, scioperi, picchetti o addirittura occupazioni, perchè questi sono indici di confusione e di disordine che solo pochi «sbandati» studenti vogliono portare nel mondo della scuola, così pulito e immacolato, facendo perdere ore di lezione a tutti quanti.
Molti, troppi genitori vogliono ancora questo perché credono ancora che questo sia importante, e che l'inserimento in una scuola il più tranquilla possibile equivalga all'inserimento in una scuola efficiente.
Invece si dovrebbe capire che l'esistenza della cosiddetta «confusione» delle assemblee e delle disertazioni dalle classi degli studenti «sbandati» non sono altro che i sintomi di una malattia che nella scuola esiste da anni e che continua ad aggravarsi proprio perché nessuno vuole curarne le cause e togliere il male da dove è nato
(e non soltanto rattoppare qua e là qualcosa o manifestare ogni tanto sintomi di insofferenza ed esasperazione). Comunque, queste manifestazioni di «esasperazione» studentesca sono ancora troppo fraintese, sono ancora considerate nel senso inverso di quello per il quale nascono, e quindi sono poco seguite, anche se nella realtà tutti gli studenti (e non solo loro) sono direttamente coinvolti nei mali della scuola. Così, gli sparuti tentativi di «guerra» tra studenti e istituzione-scuola, portano a scarsissimi risultati; anzi, spesso, approfittando di queste, il signor preside e chi è dalla sua parte, ne traggono nuove idee per rifilare agli studenti nuove imposizioni, nuove regole, nuove assurdità che possano loro tagliare le gambe e ricacciare indietro le loro proteste e farli inciampare ancora di più, purché «tutto ritorni in ordine e tranquillità, perchè il Verri è una scuola seria». Tutto questo discorso vuole quindi essere un invito non all'inazione, perchè altrimenti si paga doppiamente, ma a muoversi tutti di più e molto di più, a sforzarsi di conoscere come veramente stanno le cose senza accontentarsi di sentirsi rispondere che «le lezioni iniziano sempre alle 8, l'unico neo è che degli studenti fanno troppe assenze». Non è che l'efficienza di una scuola stia nel vedere i corridoi sgombri e tutti i timbri al loro posto, e l'inefficienza stia quindi nel picchetto mattutino di 20 minuti e via dicendo. Anzi, questa cosiddetta «inefficienza» è semplicemente il metro di misura dei danni di una situazione sbagliata, è la serie di estreme conseguenze negative di questa situazione. Quindi, fermatevi (e informatevi) quando vi capita di passare davanti all'Istituto Verri, anche se dopo una vostra domanda vi si risponderà: «Tutto va bene, tutto tace».
F.M.Anch'io sono uno dei «fissati».
La domenica mattina, calzoncini, maglietta, tuta e... via! Al ritrovo del gruppo. Poi la colonna di macchine si porta sul luogo della manifestazione, ove centinaia e centinaia di bambini, ragazzi, giovani e anziani, magri e grassi, saltellano sotto gli striscioni impazienti di mettersi a marciare.
Chi corre, chi trotta e chi cammina dopo l'urlo della massa alla partenza. Il tutto per la conquista di una medaglia o di un trofeo.
Questa moda iniziata qualche anno fa, sembra ormai avere attecchito seriamente, tanto che si è formata anche un'associazione, I'A.G.A.P. (Associazione Gruppi Amatori Podismo) che fissa un proprio ca-
Una novità ha debuttato al T.Q.: lo spettacolo di fine anno della scuola elementare Monte Velino. La rappresentazione, condotta dallo stesso Direttore, proponeva numeri di vario genere: scenette inventate dagli stessi alunni, canzoni, balletti, favole di Esopo in dialetto veneto, mimato dai bambini e recitato dal Direttore o cantate. Non ci sentiamo di fare la recensione di uno spettacolo di bambini, nato per passare un po' di tempo insieme in allegria.
Desideriamo soltanto sottolineare la buona volontà e l'entusiasmo di insegnanti e attori e invitare semmai a spettacoli più brevi e non così sovraffollati di numeri e di spettatori.
Il pubblico infatti, composto da genitori e da altri alunni della scuola, un po' per le ragioni sopra citate e un po', forse, per poca abitudine al teatro, era alquanto rumoroso. Ma, al di là della cronaca, quello che ci interessa mettere in risalto è l'inziativa in sé.
II T.Q. è un teatro, o, meglio ancora, suggerisce come dovrebbe essere un teatro: una struttura aperta che, oltre a presentare spettacoli
famosi, accoglie, qualche volta, compagnie di dilettanti e ora anche le scuole. E questo è importante. molto più di quel che sembri a prima vista: vuoi dire avvicinare al teatro gente che, forse, se non fosse per vedere i propri figli, non ci sarebbe mai andata, vuoi dire abituare i bambini al teatro, con tutto quello che ciò implica e che non deve essere la smania di esibirsi. Vuol dire insomÜ ma creare l'abitudine a venire al T.Q.: si impara la strada e si torna per assistere ad altri spettacoli o per partecipare alle molteplici iniziative che ruotano attorno ad esso.
Il teatro diventa quindi un punto di aggregazione, un luogo per incontrarsi, per conoscersi, per comunicare, per produrre qualcosa insieme.
Ecco perché plaudiamo all'iniziativa di portare i bambini delle scuole al T.Q., sia per assistere agli spettacoli, sia per raccontare essi stessi le loro storie, e che siano il più genuinamente loro che sia possibile.
Viale Umbria 66
SPECIALITA salsiccia -bresaola - cacciatori
lendario di partecipazione alle marce settimanali, organizzate un po' dovunque, assicurando un certo coordinamento di partecipazione livellando i prezzi di iscrizione.
Qual'è la molla che spinge tutta questa gente così disparata per età, capacità di risultati, estrazione sociale, a mettersi in maglietta e mutandine e a cimentarsi per le strade cittadine o per i viottoli delle campagne. dell'hinterland? Le magliette, i trofei e i premi ad estrazione?
lo che mi ci sono messo proprio per la curiosità, ora continuo, e non per i premi o per la pretesa di arrivare prima di chi so che mi supererà e comunque di parecchio. Ma perchè, pur nella fatica che comporta
fare quei chilometri trotterellando, possibilmente senza mai fermarmi, provo a me stesso che entro certi limiti, con la sola forza e resistenza, senza dover aver bisogno di qualche cosa che mi porta come l'automobile riesco a liberarmi dai legami che impongono al mio corpo la forza di gravità e una vita che non privilegia di certo l'esercizio fisico. Ma c'è un'altra ragione, forse più sottile. Ed è che quel desiderio di far scorrere la strada sotto i propri passi, in quell'appropriarsi dell'ambiente che ci sta attorno, nel tendere insieme a tanti altri diversi da noi verso un unico traguardo, c'è un senso di ottimismo, un senso di vitalità che si afferma e che accomuna.
Alfredo Varesi.
viale molise 49 - telefono 585238
Imp. Tito n. 5 Coiffeur Pour Dames «Flavio» Via C. Visconti n. 14
- Telerie Ä P.zza Tito (ang. F. degli Organi) Lavanderia Autom. Calatozzo - Via C. Visconti n. 10 - Botta Edoardo Polleria Ä Via Degli Organi 9 - Boutique Carmen Shop - Via Cervignano (ang. P. Martini) Nora acconc. estetica - P.zza Imp. Tito n. 6 Bottega dell'Arte di Zagaria -
Martini n.1
- Cartoleria Gioc. Rovida R. Ä P.le
Martini n. 1
- Franco Mazzone Ä Vini preg. - Pie
Martini
- Cartoleria P. Parenti - Via Fàa di Bruno n. 20
- Cartolibreria Moras Ä P.zza Insubria n. 11 Silvestrini Gioc. Mob. Bic. - P.zza
Imp. Tito n. 8
- Latteria Capelli Ä Via C. Visconti
16 - Salumeria Castelli L. Dell'Orto Ä
V.le Molise n. 51
- Calz. Anna di Castiglioni - Via Faà di Bruno n. 20
- Salumeria Lupo Pasini F. - P.zza Insubria n. 11
Parrucch. per Signora Rosy Via
Faà di Bruno n. 2
- Tintoria D'Alessio - Via C. Visconti
n. 18
- Farmacia Insubria - P.zza Insubria (ang. Via Sebino 2)
Moda Giovane di Segni Ä P.zza Imp. Tito n. 8 Panif. Past. «Bregolin» - P.zza Insubria n. 7 Tessuti Martini di Segale - Pie F. Martini n. 1
- Merceria Fraschini - Pie Insubria
Merceria Amedei Alice - Via Caroncini n. 1
- Conf. Tina Ä Via T. Livio n. 22
- L'Arredocasa dei F.11i VassalliVia Caroncini n.1
Ditta Alvigini Claudio - Via C. ViÄ sconti n. 4 Idroelektra . Via T. Livio n. 22
Abbigliamento Pepperita Via CaÄ
8 Casalinghi Ruffini - Viale Molise - Merceria di Via Paolo Maspero Latteria Orlandi - Via del Turchino
- Salumeria F.11i Calignani Ä Via C.
Visconti n. 14
Parrucch. per Uomo e Signora
Via Caposile n. 4
Frutta e Verdura Benitt: Via Carabelli n. 2
Drogheria di Lauro Lena Via Faà
di Bruno n. 20
Confezioni Dialy Ä Via C. Visconti
n. 16
- Torrefazione Cofital - Via C. Visconti n. 18
L'Albero del Riccio e il C.T.L.
In occasione della Festa di Calvairate è apparso, su una delle bancarelle del mercatino de Calvairà, «L'oca gioco in zona 4», appositamente ideato e stampato a cura della Cooperativa li Dialogo.
Si tratta di un originale gioco dell'oca presentato in una veste tipografica decorosa, firmato da una nota e valente grafica e contenuto in un pratico tubo di cartone che racchiude anche i dadi e può anche essere appeso in casa come si usa con poster.
E' semplice da giocare e possono divertirsi bambini e gli adulti ed è posto in vendita al simbolico prezzo di L. 2.000. Il gioco ha riscosso molto successo ed ha suscitato l'interesse di tanti acquirenti (in particolare degli insegnanti delle scuole di zona) perché in esso sono rappresentati luoghi caratteristici della zona e perché, giocando, si apprendono notizie, storia, problemi che ci riguardano. Abbiamo a disposizione ancora un certo numero de "L'oca gioca in zona 4" e vi cons:gliamo di non perdere questa favorevole occasione per richiedercelo direttamente. Vi informiamo, inoltre, che alcune edicole e qualche negozio di zona, si sono offerti di distribuire i giochi, a sostegno de "Il Dialogo". Buon divertimento!
NUMERI ESTRATTI ALLA GRANDE LOTTERIA DELLA FESTA DI CALVAIRATE
Un quartiere in festa una festa per gli abitanti di tutto un quartiere
La «valutazione» di una iniziativa è sempre una cosa difficile, perché ci si trova davanti a tanti aspetti e non è possibile tener conto seriamente di tutti; di solito, posto che tirare le somme è comunque doveroso, si prende la scorciatoia, limitandosi a fare la conta degli intervenuti per stabilire se è andata o meno bene..
E' un tipo di valutazione che può avere un significato solo per iniziative che si ripetono, in quanto esiste la possibilità di un effettivo giudizio in relazione ad eventuali diminuzioni o incrementi di partecipazione rispetto alle volte precedenti.
E' un tipo di riscontro certo non possibile nel caso delle quattro serate organizzate sul tema «Conoscere la magistratura» dal Dialogo al T.Q.; non solo, infatti, manca ogni possibilità di riferimento ad esperienze precedenti, che non esistono, ma neanche è possibile far raffronti con una generica capacità di mobilitazione degli organizzatori, in quanto non si è fatto ricorso alle forze politiche o ad altri tipici canali di mobilitazione della gente.
Eppure, credo si debba ugualmente dare dell'iniziativa una valutazione sostanzialmente positiva, sotto il duplice profilo della partecipazione numerica e della qualità del dibattito.
Rispetto al grosso rischio, infatti, di ritrovarsi in una struttura ampia come T.Q. in quattro gatti, indubbiamente è da ritenere più che soddisfacente l'affluenza nelle quattro serate. Non si è mai avuta la sensazione del fallimento o di stare facendo una cosa inutile e senza interesse: tutt'altro, se si pensa alla natura dei temi trattati e alle scontate carenze organizzative e di pubblicizzazione. Ma, come si diceva, ancora più positiva diventa la valutazione se rapportata al dibattito che l'ha caratterizzata. Anche sotto questo profilo si era rischiato, chiamando in questo momento dei magistrati ad impostare le quattro serate, di avere una partecipazione tutta motivata da istintiva solidarietà: c'è il terrorismo che uccide, ci sono dei magistrati che parlano, bisogna dimostrargli che non sono isolati e abbandonati a se stessi, che la gente in definitiva è dalla loro parte. La gente invece — ed è da sottolineare con soddisfazione perché su tale ipotesi si era deciso di lan-
ciare l'iniziativa — è venuta proprio perché interessata agli argomenti in discussione in ciascuna serata. Lo dimostrano la vivacità del dibattito ed il numero delle domande e la loro varietà. Lo dimostra altresì una certa variazione nella composizione degli intervenuti alle quattro serate, corrispondente alla particolare natura dei temi trattati: le scuole, quando si è parlato di minori, e gli operai — troppo pochi questi, rispetto alle attese —, quando si è parlato di diritto e tutela del lavoro.
Ma la maggior soddisfazione nasce nell'aver avuto ragione a rischiare, andando controcorrente rispetto ad alcuni luoghi comuni: il terrorismo ha bloccato ogni fermento positivo nel paese e ha condizionato negativamente l'interesse della gente, spingendola a rinchiudersi in casa e a rifuggire momenti di partecipazione.
Bene. Anche se è evidente che una iniziativa come questa, proprio per la sua intrinseca limitatezza, non può essere portata a prova del contrario, comunque va rimarcato come, almeno in questo caso concreto, si è dimostrato quanto tutto ciò fosse perlomeno discutibile. La gente è venuta, il terrorismo è sostanzialmente restato fuori dal T.Q., le relazioni ed il dibattito sono restati nell'ambito delle questioni istituzionali proposte e hanno interessato.
E' un aspetto che va sottolineato, perché c'è una grossa tendenza a rigettare sulla gente — termine che troppo spesso è usato con una punta di tono dispregiativo — colpe certo non sue.
In questi ultimi anni, si è fatto un gran parlare di Stato, istituzioni, di magistratura e polizia, di garantismo e repressione. Partiti politici e giornali hanno letteralmente martellato i cittadini, richiamandoli ad una sorta di «obbligo morale», al «senso dello Stato» e alla «fiducia nelle istituzioni democratiche e nei valori antifascisti»: è quasi ovvio che si sia finito col generare una certa stanchezza e col perdere di credibilità, con l'evidenziare sui temi istituzionali una profonda frattura tra paese ed addetti ai lavori, tra esigenze reali e sterili ideologismi.
La gente non è stanca di politica, ha anzi una gran voglia di contare ed essere presente: è stanca di essere oggetto di manovre che non capisce e che sente estranee, di
viale umbria 94 tel. 582465 Centro tecnico specializzato per lenti a contatto
essere chiamata a deleghe in bianco. La sua vera esigenza è saperne di più, anche e soprattutto in tema di questioni istituzionali: conoscere i meccanismi di funzionamento ed i compiti dei vari apparati è il primo presupposto per giudicare e scegliere su un proprio autonomo convincimento e non su un odioso ammaestramento ed indottrinamento altrui. La decisione di ciclostilare e diffondere gli schemi illustrativi delle quattro serate vuole essere un seguito coerente dell'iniziativa, che intanto è positiva in quanto non si esaurisce in se stessa. Il tema dello Stato e delle istituzioni è ben più ampio del ristretto ambito (garantismo o repressione?) in cui lo si è spesso voluto costringere in questi ultimi tempi e, soprattutto, è molto meno distante dai problemi immediati della gente di quanto possa sembrare. E' in tale ottica che, come «Dialogo», intendiamo muoverci e chiediamo di darci una mano, ad evitare di parlare a noi stessi, indicandoci temi specifici da approfondire e questioni da trattare. Ma questo dopo, passata l'estate. Buone vacanze.
Fabio ViparelliI socialisti della Zona 4 intendono ringraziare quanti hanno dato il loro consenso al PSI nelle schede per la Circoscrizione.
Al di là dei numeri che indicano un successo del Partito, ed alla legittima soddisfazione dei militanti che in questi anni hanno lavorato nel quartiere, riteniamo necessario ricordare due cose.
Primo: il nostro impegno alla realizzazione del programma che abbiamo presentato agli elettori e che è nato dai problemi reali della gente.
Secondo: l'invito agli abitanti, sia quelli che ci hanno votato che gli altri, a partecipare alla gestione della Zona. Chiediamo loro, in sostanza, di contribuire alla vita del Quartiere ed alla soluzione dei suoi problemi. Come? Attraverso gli strumenti che già esistono e che si possono utilizzare meglio: la mezz'ora riservata al pubblico all'inizio delle sedute del Consiglio di Circoscrizione, le pagine de «Il Dialogo» il giornale di zona, le assemblee tilizzati.
Il dopo 8 giugno ha posto le forze politiche di sinistra di fronte a due problemi di grossa portata, il primo è come e su quali prospettive si andrà a governare le amministrazioni locali, l'altro è come ampliare la partecipazione delle masse alla vita politica del paese dopo l'allarmante dato del 17% di astenuti.
In questo modo si possono riassumere dopo il risultato elettorale le posizioni espresse dalle forze politiche di sinistra: da una parte il PSI che è disponibile alla formazione di giunte di sinistra dove ciò è possibile, ma con altrettanta disponibilità dove questo non è attuabile ci si riversa in formule amministrative di centrosinistra o di pentapartito, senza alcuna preoccupazione di quali spaccature crei questo ail'interno della sinistra.
Esame della vista gratuito
Per il PCI il problema si pone in altri termini, poiché da una parte dove è presente in forza maggioritaria non sono chiari quali siano i programmi delle amministrazioni locali, se solo gestire i fondi con le mani pulite, oppure utilizzare queste risorse in modo costruttivo che vadano ad una riqualificazione del tessuto territoriale per non creare quegli squilibri che rendono ingestibile ed incontrollabile l'evolversi del paese, causando danni inestimabili del tipo di Seveso, Manfredonia, ma anche della morte lenta di centinaia di piccoli comuni, e di migliaia di ettari di terreni inu-
Al contrario dove è all'opposizione esiste meno chiarezza su quali obiettivi la si fa, se è per governare con la logica delle poltrone oppure è il volere rompere un blocco di potere speculativo e mafioso che tanti danni ha causato al paese in trenta anni di Governo. Per una forza come D.P. i problemi non sussistono, l'obiettivo è quello di sfruttare l'opposizione per garantire l'efficenza di tutto, senza porsi il problema di come cambiare i rapporti di forza all'interno del quadro nazionale.
Cosa dice il PDUP è stato chiaro in campagna elettorale e viene ribadito oggi dopo che a livello nazionale abbiamo avuto un risultato soddisfacente con 8 consiglieri regionali un consigliere comunale a Milano e vari consiglieri di zona. Quello che per noi è prioritario rispetto alle forze della sinistra e come sulla base di un programma politico si vada a delineare quali sono e saranno gli sviluppi del paese, sia in politica internazionale, nazionale, ed economica.
Occorre oggi andare a rivedere i rapporti internazionali con i paesi del terzo mondo e come sulla base di scambi di tecnologia e materie prime si possa andare a costruire un nuovo ordinamento economico. Problemi come occupazione, casa, fonti energetiche, debbono essere risolti in modo diverso da come lo sono stati fino ad og-
pubbliche e le feste che vengono organizzate nel Quartiere, e le sezioni del partito. In queste sedi invitiamo i cittadini a criticare costruttivamente l'operato dei consiglieri con proposte, suggerimenti e indicazioni di problemi da risolvere.
La democrazia, per noi socialisti, non si misura in numeri e percentuali, ma si verifica e soprattutto si realizza con i fatti concreti. Questa è la ragione per cui il PSI, ringraziando gli elettori che lo hanno votato, li invita a controllare l'uso che nei possimi cinque anni verrà fatto del loro voto. Un controllo partecipato, nel senso di non attendere le prossime elezioni per esprimere eventuali dissensi, ma di intervenire tutte le volte che lo riterranno necessario. Il voto non può essere solo una delega in bianco, ma è soprattutto una possibilità di partecipazione, ed è in questa ottica che intendiamo utilizzare i maggiori consensi ottenuti.
PSI Zona 4 Sez. Morandi, Faravelligi, che come unico scopo avevano quello di accumulare capitale, a scapito del servizio offerto. L'elezione diretta dei C.d.Z. dà l'opportunità alle forze politiche, sociali ed ai singoli cittadini di determinare le politiche e le scelte più confacenti agli interessi del quartiere. Limitare queste funzioni del C.d.Z. è fare una scelta contro la democrazia; vanno quindi ampliati i poteri e le disponibilità finanziarie per poter operare. Il PDUP si impegna in questa battaglia, invita abitanti del quartiere a partecipare alle commissioni e seguire e far sentire la propria voce in C.d.Z. perché è qui che si determinano le scelte che miglioreranno o peggioreranno la vita della zona. Il PDUP riconferma la propria volontà nel contribuire affinché il C.d.Z. 4 si determini. no le condizioni di una maggioranza che veda la DC all'opposizione. L'unità delle forze della sinistra può su un programma chiaro salvaguardare gli interessi della nostra zona. L'attacco all'occupazione che è già stato fatto in questa zona alla Varta-Lamprom Lagomarsino, e che ha visto il C.d.Z. assente come se questi non fossero problemi del quartiere fa capire come occorra far sì che questo C.d.Z. direttamente aletto si ponga in modo diverso ed accanto ai lavoratori per l'occupazione e lo sviluppo della zona contro gli interessi speculativi dei padroni; è questa una battaglia che noi come PdUP condurremo affinché le strutture decentrate che fanno politica nella pratica vadano sempre più a rappresentare gli interessi dei cittadini e dimostrino che fare politica non è sempre una cosa sporca, come un partito di governo come la DC ci ha sempre insegnato contro gli interessi dei lavoratori, ma è occuparsi della propria vita.
La Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegalità costituzionale dell'art. 3 del decreto luogotenenziale del 18.1.45 n° 45 nella parte in cui è prevista la perdita della pensione di reversibilità per le figlie che contraggono matrimonio.
La decisione in argomento elimina una disparità di trattamento tra orfani ed orfane fondata esclusivamente sul sesso; infatti l'orfano, titolare di pensione di reversibilità, in caso di matrimonio non perdeva il diritto alla pensione.
A seguito della sentenza, le figlie pensionate di reversibilità, per il decesso del genitore cui erano a carico, manterranno questo diritto quando contrarranno il matrimonio, ancorché siano esse invalide, minorenni o studentesse. Coloro che, per effetto del suddetto regio decreto legge, hanno perduto a suo tempo la pensione in argomento, potranno chiederne il ripristino all'INPS, presentando apposita domanda; la decorrenza della pensione ripristinata sarà dal primo del mese successivo alla data della pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale sulla Gazzetta Ufficiale.
Riversibilità al marito
Anche al marito superstite non invalido è stato riconosciuto il diritto alla pensione di riversibilità a seguito del decesso della moglie.
E' questo in sostanza quanto fa seguito alla sentenza n° 6 di questo anno della Corte Costituzionale;
essa infatti ha dichiarato illegittima la norma dell'art. 13 del regio decreto legge 14.4.39 n° 636 nella parte appunto in cui è detto che «se il coniuge superstite è il marito la pensione è corrisposta solo nel caso che esso sia riconosciuto invalido al lavoro».
Va però precisato che il diritto alla pensione di riversibilità per il marito superstite non invalido era già stato introdotto dalla legge 9.12.77 n° 903, ma questo diritto poteva essere fatto valere solo nel caso in cui il decesso della moglie fosse avvenuto dopo la entrata in vigore della legge per gli eventi precedenti il diritto non sussisteva. La Corte ha d'ufficio dichiarato la illegittimità di questa norma; essa infatti era in contrasto con la sentenza di cui sopra, la quale estende la sua efficacia, oltre che per i periodi successivi l'entrata in vigore a detta legge, anche per quelli anteriori.
In relazione alla legge 9.12.77 n° 903, avente come oggetto la «Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro», il Consiglio di Amministrazione dell'INPS ha deliberato che i contributi figurativi per interruzione obbligatoria per gravidanza di cui all'art. 56 del regio decreto legge 1827 del 1935 siano accreditabili anche al padre lavoratore; questo, naturalmente, in alternativa alla madre lavoratrice o quando i figli sono affidati esclusivamente a lui e per questo appunto egli si assenta dal lavoro: per un periodo di sei mesi, entro il primo anno di vita del bambino, ovvero durante le malattie del bambino di età inferiore ai tre anni. In relazione a quanto sopra i contributi figurativi per maternità sono accreditabili anche in caso di ado-
zione o di affidamento pre adottivo, in alternativa alla lavoratrice, al padre adottivo o affidatario.
Come previsto dalla legge 33/80, dal 1° luglio ha inizio la scala mobile semestrale per le pensioni infatti ad esse si applicherà quella perequazione automatica, in percentuale ed in cifra fissa, che fino lo scorso anno avveniva una sola volta con decorrenza gennaio.
Sempre a partire dal 1° luglio e limitatamente all'anno 80 la legge in argomento ha inoltre stabilito: un ulteriore maggiorazione ((la precedente ha avuto decorrenza dal 1° di maggio) a titolo di anticipazione pari a lire 10.000 mensili solo ai titolari di pensione integrata al trattamento minimo, qualora la pensione sia stata attribuita con un numero di contributi obbligatori effettivi non inferiori a 781: elevazione a lire 142.950 mensili dell'importo del trattamento minimo di pensione delle gestioni speciali (artigiani, coltivatori diretti, coloni, mezzadri, esercenti attività commerciali):
ai titolari di pensione d'invalidità integrata al trattamento minimo, delle gestioni speciali, che non abbiano raggiunto l'età del pensionamento per vecchiaia (65 se uomini, 60 se donne) viene attribuito un aumento mensile pari a lire 10.000; ricordiamo: limitatamente all'anno 80; d) viene elevato a 100.000 mensili l'importo della pensione, non reversibile spettante: ai ciechi civili i (art. 2, 27.5.70 n° 382), ai mutilati ed invalidi civili con totale o parziale inabilità, nonché l'assegno di assistenza per i sordomuti (art. 1, I. 27.5.70 n ° 382).
Franco Colombo
Tempo d'estate tempo di gelati; anche se le statistiche dicono che in Italia il suo consumo è in continua ascesa per l'aumento dei consumi invernali. La ragione di questa crescita va ricercata nel fatto che la produzione di gelato è quasi completamente di tipo industriale e facilmente disponibile tutto l'anno; l'organizzazione di vendita capillare ed un'abile campagna pubblicitaria fanno il resto. Ma non è comunque di questo che vorremmo parlare ora, quanto invece delle proprietà uel gelato come alimento. Cominciamo subito dalla classificazione dei gelati oggi disponibili: 1) al latte 2) di frutta 3) predosati; le differenze fra questi tre tipi sono di carattere nutrizionale in quanto diversi sono i componenti usati per la loro preparazione e precisamente i gelati al latte sono preparati con zucchero, latte, acqua, succhi di frutta e altri aromi e sviluppano circa 200 calorie; i gelati di frutta, invece, contengono solo acqua, zucchero e succhi per cui il loro apporto calorico, mancando il latte, è molto più basso, circa 100 calorie; infine il gelato predosato, quello che viene distribuito nelle macchinette fuori dai bar, contiene: acqua, zucchero, latte, crema di latte e succhi; l'aggiunta della crema di latte aumenta la quantità di grassi presenti e quindi il suo apporto calorico è più elevato, circa 220 calorie. Mentre il gelato alla frutta può essere paragonato all'ingestione di una mela odi una pera, come apporto calorico per gli altri due tipi,
invece, il loro consumo è paragonabile all'ingestione di circa 80 grammi di pane. Ne tenga conto chi si fa problemi di linea oppure chi ritiene che i propri bambini mangino troppo poco: nel bilancio calorico giornaliero vanno considerati tutti i solidi e i liquidi ingeriti, compresi quindi i fuori pasto. E veniamo ora alle differenze tra il gelato artigianale e quello industriale. Evidentemente non si può generalizzare un confronto a tutti gli artigiani ed a tutte le industrie produttrici per cui si possa dire con certezza che uno è migliore dell'altro; è certo però che qualche giudizio sicuro si può dare sulle condizioni igienico-sanitarie del prodotto posto in vendita. Sotto questo aspetto il gelato industriale dà sicure garanzie di igienicità in quanto gli ingredienti sono preventivamente pastorizzati e tutte le linee di lavorazione sono ormai automatizzate e al riparo da inquinamenti provenienti dall'ambiente; inoltre sui prodotti finiti e posti in commercio viene esercitato il normale controllo degli organismi preposti (Laboratorio Provinciale di Igiene e Profilassi). Sui gelati artigianali, invece, come anche su quelli industriali venduti sfusi, grava l'incognita dell'inquinamento ambientale, cioè le condizioni igieniche del locale in cui avviene la vendita, ed i possibili sbalzi termici cui va incontro il prodotto; se non vengono rispettate precise norme igieniche e di temperatura, il gelato va assai facilmente incontro ad inquinamento
Le malattie di origine cardiovascolare (infarto cardiaco, trombosi cerebrale, ecc.) sono in aumento. Se si confrontano i dati del ventennio 1952-72, si nota che sono quadruplicate. Negli ultimi tempi, in Italia, circa 250.000 persone all'anno muoiono per malattie cardiache e vascolari, il che significa più del 35% dell'intera mortalità nazionale, quindi più ancora dei tumori o degli incidenti.
La causa principale di queste malattie è già nota da moltissimo tempo: si chiama aterosclerosi. Questo nome è stato coniato dai primi anatomici che, osservando le arterie di soggetti deceduti per cause diverse, notarono frequentemente sulla parete interna la presenza di placche giallastre rilevate, che al taglio sembravano contenere grasso, e che rendevano rigidi i vasi stessi; unirono quindi due parole greche «atheré», che significa «pappa» e «scleròs», che significa «duro».
L'aterosclerosi in sé non può essere considerata una malattia, in quanto, chi più chi meno, tutti ne siamo affetti in maniera progressiva, a partire dalla più tenera età. E' necessario sottolineare quindi che non è una condizione eslusiva dell'età avanzata, anche se le sue espressioni cliniche, e prime fra tutte quelle a carico del cuore, si manifestano generalmente dopo la quarta decade. Infatti, studi condotti su soldati americani deceduti in Vietnam fornirono una drammatica prova dell'estensione dell'aterosclerosi: il 45% ne era affetto e il 5% in maniera già grave; l'età media di questi soggetti era di 22 anni. Segni aterosclerotici sono stati riscontrati recentemente perfino in neonati.
essere prevenuta proprio riducendo questi fattori di rischio. Dell'ipertensione abbiamo parlato nel numero di marzo del «Dialogo»; tratteremo ora brevemente della cieta. La dieta è strettamente correlata con i livelli di grassi nel sangue. Le abitudini alimentari in molte civiltà occidentali si sono modificate nel corso degli ultimi decenni ed hanno portato a regimi dietetici in cui la quantità di grassi animali è andata aumentando a scapito dei vegetali e di alimenti più poveri. Si è visto infatti che i grassi animali (carni rosse, burro, latte, uova e la maggior parte dei formaggi) aumentano il livello di colesterolo nel nostro organismo. Allo stesso modo una dieta troppo ricca di zuccheri, provoca l'aumento di un altro tipo di grassi: i trigliceridi. Sia il colesterolo che i trigliceridi sono implicati nel meccanismo di formazione della placca ateroslerotica. Una dieta equilibrata, iniziata già nella prima infanzia è il primo elemento importante da prendere in considerazione per ridurre al minimo i rischi delle più comuni malattie cardiache e cerebrali. Anche quando, in età avanzata, si riscontrano dei livelli alti di grassi nel sangue, la dieta assume un decisivo ruolo di prevenzione primaria. Spesso il regime dietetico, per quanto severo, non è in grado di provocare dei drastici abbassamenti del colesterolo. Bisogna però considerare che una diminuzione del 10% dei livelli di colesterolo ematico, può ridurre di 1/4 il rischio di infarto. Invece una dieta povera di zuccheri è da sola un ottimo mezzo per riportare alla norma i livelli di trigliceridi.
batterico, in quanto i suoi componenti rappresentano un ottimo terreno di coltura per i microorganismi e quindi possibilità di infezioni intestinali. Per quanto riguarda invece la qualità delle materie prime ormai le differenze si vanno assottigliando in quanto anche gli artigiani si servono sempre più di «basi» di produzione industriale, tuttavia le maggiori differenze si riscontrano a carico degli aromi impiegati, normalmente più abbondanti nei gelati artigianali e quindi più gustosi; ma questo gusto più marcato è dovuto anche ad un'altra ragione: la quantità di aria inglobata. Infatti il gelato per raggiungere la sua consistenza caratteristica a partire da una miscela liquida deve «montare» inglobando aria: nel gelato industriale essendo possibile raggiungere condizioni tecnologicamente molto più spinte è più facile inglobare un quantitativo di aria maggiore ed è quindi chiaro che più aria si immette meno miscela di base è necessaria per raggiungere il volume di una confezione; e di conseguenza un gusto meno marcato, e soprattutto un costo eccessivo: infatti il gelato industriale viene venduto a volume e non a peso per cui si finisce per pagare l'aria allo stesso prezzo della materia.
E' una delle tante carenze della nostra legislazione in materia di alimenti.
Roberto GiangiacomoL'aterosclerosi è una patologia ad origine complessa e multifattoriale, cioè dovuta all'azione combinata di diverse cause di natura ereditaria e ambientale. Esistono intere popolazioni che non risentono affattp dell'incidenza di malattie cardiovascolari, p. es. i Masai, pastori nomadi del centro-Africa, o gli Eschimesi; viceversa popolazioni che ne sono particolarmente colpite, come i Finlandesi e genericamente i cittadini delle nazioni più industrializzate. Questo si può in parte spiegare con il fatto che le civiltà cosiddette avanzate, costringono ad un sistema di vita tale da aumentare quei fattori di rischio che concorrono allo sviluppo dell'aterosclerosi. Questi fattori, principalmente, sono: 1) aumento dei grassi nel sangue (colesterolo e trigliceridi): 2) fumo: 3) obesità: 4) diabete: 5) vita sedentaria: 6) stress: 7) ipertensione: 8) alimentazione sbagliata. Prevenire l'aterosclerosi significa prevenire le malattie cardiovascolari. A sua volta l'aterosclerosi può
In conclusione, una dieta «preventiva» in questo senso si deve basare sulla sostituzione delle carni rosse con le carni bianche (pollo, tacchino) e con il pesce (dotato dello stesso potere nutritivo della carne di bue, ma povero in colesterolo!) Preferire i condimenti vegetali (olio di oliva per le cotture e olio di semi da usare crudo) ai grassi animali (burro, strutto...). Aumentare il consumo di verdure, mentre gli adulti con problemi di alti livelli di colesterolo possono ridurre il consumo di uova, latte e formaggi. La diminuzione degli zuccheri, poi, non si deve limitare ai dolciumi, ma anche al pane, alla pasta, ecc.
In un periodo di crisi energetica, ci sembra utile ricordare che, secondo gli studi di ricercatori americani «se 146 milioni di individui obesi mangiassero 600 calorie di meno per un periodo di 68 giorni, l'energia economizzata rappresenterebbe l'equivalente di 4,9 miliardi di litri di benzina!»
Dopo il periodo dedicato alle feste popolari (come dicevamo nel numero precedente) si è avviata al Teatro Quartiere una nuova fase di sperimentazione, se così vogliamo chiamare la gestione diretta degli abitanti della zona e della Commissione Cultura del Consiglio di Zona, che negli anni passati pare abbia dato dei buoni risultati, dicono.
Lo dicono le cifre, lo dicono i risultati, il frutto delle esperienze degli anni passati sta maturando. La gestione diretta, la partecipazione democratica nel vero senso della parola sui fatti concreti e non quello basato su tesi fumose e campate per aria; questo è Teatro Quartiere.
Vi abbiamo visto quest'anno, Io spettacolo del Teatro delle ombre greche di Manthos Athineos, spettacolo allegorico in musica basato su antiche tecniche di burattini, accompagnate dalla mostra delle figure del Teatro delle ombre, riguardante 500 figure risalenti al 1900, visitata da oltre 600 persone. La grande Festa di Calvairate, che anche quest'anno, nonostante il tempo impietoso, ha confermato la partecipa-
zione che la contraddistingue e le permette di assumere quel suo carattere di sagra paesana di cui la gente di questi tempi ha bisogno e va cercando. Durante i dieci giorni della festa abbiamo apprezzato per il suo valore i gruppi della «Lionetta», giovane formazione di musica celtica dell'area italiana; «L'Assemblea Teatro» di Torino con il suo magnifico spettacolo su trampoli alti quattro metri che, in un pomeriggio sul quale incombeva un minaccioso temporale, hanno intrattenuto circa settecento persone, che avvolte !n questa atmosfera da Transilvania lo seguivano attorno al campo da basket trasportati dall'entusiasmo, tra il vento e le note di una musica coinvolgente che portava a mete lontane, e sotto le ombre minacciose di questi giganteschi pierrot. Inoltre una serie di spettacoli realizzati da gruppi giovanili musicali e compagnie teatrali di giovani dilettanti. Arriviamo poi alla «Milano d'estate 1980», con una rassegna cinematografica su «Umorismo satira e commedia», che ha visto la proiezione di alcune pellicole molte popolari, quali: la vecchia commedia «Hellzapop-
ping», la brillante commedia «Mimì metallurgico», il simpatico «Il paradiso può attendere» ed il satirico «In nome del Papa Re». La partecipazione a questa rassegna è stata ottima, segno che forse, nella periferia milanese c'è ancora posto per certe pellicole e non solo per sale a «luce rossa». Segue questa rassegna, quella sugli «scrittori e il cinema», preceduta da due pellicole dedicate al cinema di Alfred Hitchcock. Avremmo voluto dare maggior spazio a quest'ultimo regista ma, la miopia di alcune case distributrici, le leggi del mercato cinematografico legate solamente al puro commercio e ad interessi di cassetta, non ce l'hanno permesso. Chiudiamo questo primo bilancio in attivo, un bilancio che non riporta solamente feste popolari, ma la dimostrazione e la consolidazione di questo clima familiare che sta attorno al centro polivalente di zona.
Ivan GiovannucciTutta la cascina Colombé deve diventare luogo di incontro dei giovani e degli anziani della zona.
E' compito del C.d.Z. operare perché ciò si realizzi presto.
La «mini-allievi» della Ausonia 1931. Da sinistra, in piedi: Maiocchi, Gerli, Valente, Cenni, Bramani, Scuto, Gaeta; accosciati: Filoccamo, Filippi, Rizzo, De Fanis, Amabile, Papetii. A completare la formazione manca Dario Guerrini, non presente al momento della foto.
In una meravigliosa cornice di sole e di pubblico, si è conclusa presso il campo sportivo «Aureggi» Via Lombroso 103, il torneo calcistico «Stili Italia».
Le compagini che hanno dato lustro a questo torneo, riservato alla categoria mini-allievi, erano le finaliste di girone del campionato milanese ed includevano ovviamente il campione milanese in carica, la soc. Vigentino.
Grosso merito pertanto, per la squadra allenata magistralmente dall'amico Cavestri, il disputare, con l'avversario di sempre, la soc. San Donato, la finale per il 1° e 2° posto. La partita, al di là dello striminzito risultato numerico, ha segnato l'indubbia supremazia dei
nero-verdi dell'Ausonia 1931 che hanno meritatamente condotto in porto anche questa fatica, fregiandosi di questo ennesimo «fiore all'occhiello». La cerimonia delle premiazioni si è svolta in un'atmosfera di disciplina ed entusiasmo alla presenza di autorità calcistiche m ilar-si nonché con la partecipazione di illustri cittadini della zona, quali i neo-eletti consiglieri Maggi e G uerrin i. I loro interventi sono stati toccanti ed estremamente centrati e le promesse fatte, di 'aiuto nella soluzione del problema campo dell'Ausonia 1931, hanno ridato ai giocatori, ai dirigenti, ai genitori, cioè a tutti coloro che amano ed operano nella società, una ventata di speranza e
di nuovo entusiasmo. La società Ausonia vuol ringraziare tutti coloro che, direttamente od indirettamente, hanno contribuito e contribuiranno a mantenere esistente e viva questa realtà sociale e dà appuntamento agli sportivi tutti per settembre quando ricomincerà l'attività agonistica.
L'Ausonia, ricorda che la «scuola di calcio», riservata alle leve dal 1966 al 1973, comincerà a funzionare ai primi di settembre ed invita pertanto, tutti coloro che fossero interessati, a presentarsi per quell'epoca al campo sportivo di via Lombroso 103. Rammentiamo che l'attività è svolta a puro titolo gratuito. G. Migliavacca
Sulla cascina Colombé sono stati sprecati fiumi di parole senza arrivare a nessuna conclusione.
Un piano, varato tempo fa dal Comune, dichiarava la Colombé cascina di un certo valore economico e culturale ed in questo contesto essa andava ristrutturata e con opportuni interventi destinata alla comunità. Dalla presentazione di questo studio-piano ne è passato del tempo! La cascina Colombé di Sopra è stata oggetto di alcuni lavori di restauro: il tetto è stato interamente rifatto, però essa viene ancora adibita a scopi diversi da quelli prefissati. Attualmente, solo un angolo dell'ampio porticato è riservato alla Cooperativa Animazione Centri Tempo Libero (C.T.L.) che ha avuto dal Comune di Milano l'incarico di gestire il servizio di animazione nei Centri Tempo Libero creati in occasione dell'anno del fanciullo. Il resto della cascina è occupata dalla impresa Ponti per conto della Divisione Strade e viene usata come deposito materiale e spogliatoio per i dipendenti.
Ora più che mai esiste l'esigenza di adibire la cascina per attività culturali-ricreativo e non come magazzino.
Il parco Emilio Alessandrini è diventato una realtà e l'illuminazione ha reso tutta l'area luogo sempre più frequentato. Il Teatro Quartiere, struttura polivalente, funge da polo su cui ruotano una miriade di attività; in questa nuova ottica non è più possibile rinviare il recupero totale della cascina. Se il Teatro Quartiere, con una capienza di 800 posti, è il luogo ideale per spettacoli e attività di ampia portata, è indispensabile che la Cascina Colombé diventi una struttura di supporto per iniziative minori. In essa può trovare collocazione un laboratorio musicale per dare la possibilità ai giovani di esprimersi, conoscere la musica e realizzare delle idee. La cooperativa C.T.L. dopo due anni di lavoro ai margini della cascina, ha diritto ad un diverso e più ampio spazio. All'interno della cascina bisogna creare dei laboratori di artigianato quali la lavorazione della creta e del legno in modo da permettere al gruppo CTL di continuare ad operare in zona con la collaborazione delle scuole.
Nell'ampio cortile, ora occupato da mucchi di asfalto, ghiaia ed altro materiale per la segnaletica stradale, possono trovar posto dei campi di bocce per dare modo a tutti gli appassionati di rinverdire quella tradizione bocciofila che questa zona vantava. Gli anziani principali frequentatori di questi campi, otre a fare del moto ed avere l'occasione per stare assieme, diventerebbero degli utilizzatori-custodi della struttura durante l'intero arco della giornata.
Se l'impresa Ponti ha diritto ad un magazzino, non è certo la Cascina Colombé il luogo più adatto; all'interno del macello comunale non mancano certo gli spazi a disposizione. A dire il vero, nei precedenti tentativi fatti per il recupero della cascina mancava un interlocutore diretto, tanto evanescente era il nostro Consiglio di Zona, tanto lontana era l'Amministrazione comunale. Adesso che il Consiglio di Zona è emanazione diretta della volontà dei cittadini, chiediamo proprio a questo rinnovato organismo la volontà politica e la forza per realizzare quello da noi richiesto. Certi del valore di questo spazio e della necessità del suo completo recupero, non siamo più disposti ad attendere; una risposta deve essere data subito senza indugi.
Anche il sindaco è preoccupato dell'abbandono in cui sono lasciate le case popolari
Caro Maggi, in occasione di una sua venuta In zona, il Sindaco Carlo Tognoli, ha potuto constatare «de visu» come la soppressione del servizio di portierato In molti caseggiati dei quartieri popolari, abbia portato diffuso malcontento nell'inquilinato, e aggiungo io una conseguente morosità, date le disfunzioni che la mancanza di detto servizio ha prodotto e che sono ben elencate e sottolineate in una lettera che il Sindaco stesso ha scritto al Presidente dello IACPM, Nuccio Abbondanza.
Quest'ultimo ha risposto a Tognoll con una sua lettera nella quale viene precisata il perché si è dovuto sostituire la figura del custode e come dovrebbe essere ristrutturato il servizio di portierato nella sua intierezza.
Non aggiungo per ora alle due lettere, quella del Sindaco e quella del Presidente dello IACAM, che ti invio con preghiera di pubblicazione su «Il Dialogo», alcun commento da parte mia. Mi auguro soltanto che la conoscenza e la maggior informazione su un problema che è scottante nella nostra zona, possa essere di aiuto e di stimolo per l'inquilinato dei quartieri popolari, a studiare e definire proposte di soluzione per tale problema da sottoporre all'attenzione dei competenti responsabili.
Cordiali saluti.
Con riferimento all'articolo pubblicato sull'ultimo numero de II Dialogo nel quale il SUNIA (sindacato inquilini) chiedeva interventi per ridurre il costo del «servizio bagni» agli abitanti meno abbienti del quartiere, l'Assessore all'Assistenza e Sicurezza Sociale Carlo Cuomo ha inviato al SUNIA la seguente lettera.
Cari compagni ed amici, ho letto con attenzione la Vostra richiesta di contributo economico volto a diminuire il costo del «servizio bagno» ai meno abbienti del Quartiere. Ritengo innanzi tutto che il problema meriti un'attenta considerazione, oltre che dagli organismi a cui è stata indirizzata la lettera, anche dallo I.A.C.P.M., proprietario del Quartiere in questione. Sino al rinnovo del Consiglio Circoscrizionale, le varie Commissioni zonali non potranno assumere alcuna decisione, ma ritengo importante iniziare subito un lavoro di indagine sulle famiglie che avrebbero necessità di usufruire dell'eventuale contributo. Tale indagine può essere iniziata anche in queste settimane, avendo modo di coinvolgere tutti gli utenti del Quartiere e, i più qualificati per condurla potrebbero essere proprio i Vostri organismi. Questa quantificazione è tanto più necessaria se si vogliono valutare positivamente gli sforzi economici che la futura Amministrazione dovesse eventualmente sopportare.
3ie
Vello Piccioni
Caro Presidente, ricevo ripetutamente proteste di inquilini delle case dell'Istituto rimaste prive di portineria.
Verificando le situazioni di diversi quartieri ho potuto constatare che effettivamente l'assenza di un servizio di portierato determina varie conseguenze negative: disagio nella consegna della posta, carenza di pulizia nelle parti comuni dei caseggiati, accesso incontrollato ai cortili e alle scale che portano nelle abitazioni, con conseguenze per la sicurezza dei cittadini.
So che l'Istituto sta assumento iniziative per alleviare queste difficoltà; ritengo tuttavia, che la questione andrebbe rivista in modo completo, tenendo conto che viviamo in tempi molto difficili, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza delle persone.
Le sarò grato perciò se, con la sensibilità che Le è abituale, vorrà prendere in considerazione non solo e non tanto questa richiesta, ma le esigenze degli inquilini delle abitazioni di edilizia popolare. Ringrazio e saluto molto cordialmente.
Carlo Tognoli
3oF
Caro Tognoli, colgo l'occasione della Sua del 4.6 c.a. per una compiuta informazione sul problema della ristrutturazione del servizio di portierato negli stabili dello IACPM.
La ristrutturazione del servizio, ovvero la sostituzione della tradizionale figura del custode a tempo quasi pieno con la figura del pulitore e del sorvegliante operanti con orario di lavoro «normale»
è stata sancita dal contratto nazionale di lavoro dei dipendenti degli Istituti Case Popolari nel 1977 per iniziativa di tutte le organizzazioni sindacali. Gli Istituti quindi altro non fanno che applicare il contratto nel rispetto dei diritti acquisiti dai lavoratori.
Ciò è purtroppo fonte transitoria di disagio per l'Inquilinato, disagio che dovrà essere superato sviluppando le iniziative di autogestione, che abbiamo avviato già in numerosi quartieri con la libera scelta degli utenti: portiere sì o portiere no; proprio da parte degli inquilini.
Ci si rende ben conto che la figura della custode tradizionale è stata e spesso è insostituibile, essa fa parte di un certo modo di abitare che a Milano, come in tutte le metropoli, va gradatamente scomparendo, non senza rimpianto.
La ristrutturazione prevede due presenze sostitutive che, proprio perché assegnate a più fabbricati, perdono il carattere di familiarità della custode tradizionale. Superato il primo periodo di transizione sono peraltro certo che, con la collaborazione degli inquilini, si riuscirà a rendere soddisfacente il nuovo servizio transitorio, che è stato aggravato purtroppo dal cambio di vie e numeri civici. Per quanto riguarda l'immagine di maggior sicurezza che dava la figura del custode, vi è da constatare come comprensibilmente sia difficile, in questi (empi, chiedere a chichessia di affrontare i nuovi e più acuti rischi di certa disgregazione sociale e violenza che stanno alla base, tra l'altro, della richiesta sindacale di ristrutturazione.
Non resta che aggiungere a quanto sopra il massimo di solidarietà per le iniziative che Ella ha preso per una più diffusa vigilanza urbana (per esempio il vigile di quartiere) e per un aumento e qualificazione dell'organico delle forze dell'ordine a difesa dei nostri quartieri popolari. Molto cordialmente. Nuccio Abbondanza
Sono giunti in redazione altri abbonamenti a Il Dialogo. Ringraziamo i nostri lettori che continuano a sostenerci e pubblichiamo di seguito l'elenco delle sottoscrizioni giunteci sino al 24 giugno 1980:
Il periodo elettorale è passato: ora vogliamo constatare se tutte le promesse fatteci diventeranno una realtà! Questo avremmo voluto dire al sindaco e al presidente dell'I.A.C.P. se avessero potuto accettare il nostro invito all'assemblea tenutasi il mese scorso al centro sociale di viale Molise e fossero intervenuti per ascoltare le nostre più che giustificate richieste. Vogliamo rendere ancora una volta noto che il nostro comitato inquilini è vivo più che mai e pronto a battersi per gli interessi di tutti gli abitanti delle case dell'istituto popolare. Abbiamo in programma di portare avanti, con tutte le nostre e le vostre forze la grave questione del portierato che ci ha resi vittime di un disordine inaccettabile per il vivere civile che ognuno di noi deve avere.
Il degrado e l'incuria devono cessare, però dobbiamo essere tutti uniti a chiederlo. Solo se non ci lasceremo dividere potremo portare avanti la nostra lotta che altro non è che il diritto di abitare, finalmente, in case e non in ghetti! Di tutti i nostri incontri futuri con l'I.A.C.P. (che giocoforza avverranno dopo le ferie) vi renderemo edotti affinché tutti insieme si possano risolvere i gravi problemi in cui l'I.A.C.P. con il suo assenteismo ci ha lasciato a dibatterci.
Il comitato inquilini
I.A.C.P. Calvairate-Molise
L. 100.000: Dragone U.
L.50.000: N.N.
L. 20.000: Guida L.
L. 10.000: Vivaldi O.; Zucca E.; Kruska S.; Etter; Marroccu A.; Lorenzotti; N.N.; Consiglio di Fabbrica LAMFROM; Gervasini A.; Notari A.
L.6.000: N.N.
L. 5.000: Da Rin F.; Novembrini V.; Malaccari; Catena C.; Olivieri F.; Sacchi A.; Corneo D.; Olmari M.; Gobbi L.; Giuffrida G.; Annoni E ; De Donno F.; Bardelloni B.; Noel; Masotta G.; Tasca T.; Lorenzini G.; De Bernardi; Dondi; Cavorso P.; Gilioli G.; Crovetti R.; Filippone G.
L. 3.500: Cella R.
L. 3.400: N.N.
L. 3.000: Romeo I.; Dell'Aira A.; Hashix A.; De Vecchi F.; Rossi G.; Pazzi I.; Visioli E.; Vicini A.; Lonedo; Zanni M.; Beri I.; Capochiaro G.; Rozzoni F.; Macchetta A.; Troiani L.; Pezzini I.; Scialandrone A.; Roccon M.; Romano
T.
L. 2.500: Scaglioni E.; Costa M.
L. 2.000: Ripatonda L.; Pedone F.; Casati A.; Cherubelli; Bosetti C.; Fraquelli C.; Rossi-Birolli R.; Pannelli L.; Brambilla M.; Valtolini G.
L.
Mi auguro che nel prossimo mese tutto il problema possa essere valutato glo balmente, anche con gli organismi cit coscrizionali per arrivare ad una definizione positiva del problema. Con i migliori saluti.
Carlo CuomoUn gruppo di cittadini della zona (ben 145!) hanno inviato all'Assessore Korach (Traffico e viabilità), alla Azienda Trasporti Municipali, al Sindaco e, per conoscenza, al nostro giornale una lettera nella quale propongono uno spostamento delle fermate della linea 84 e della linea 37 in modo che sia meglio servita la via Ciceri Visconti.
Ne riportiamo il testo:
«... i sottoscritti, abitanti in via Laura Ciceri Visconti e vie adiacenti, dopo anni di paziente attesa, coscienti del loro buon diritto chiedono all'Ing. Korach di riesaminare l'opportunità di istituire una fermata delle linee 84 e 37, provenienti dal centro, più vicine alla via Laura Ciceri Visconti. Allo scopo di meglio illustrare tale necessità, che richiede solo un po' di buona volontà e nessun onere particolare, chiedono pure la cortesia di un incontro, possibilmente in loco, dove sarà facile dimostrare la fondatezza di quanto si chiede». Seguono 145 firme.
Come tutti gli anni il Consiglio di Circolo della Scuola Elementare di via Monte Velino ha recentemente esaminato le richieste di concessione in uso dei locali della scuola per l'anno scolastico 1980181.
Ci siamo purtroppo dovuti rammaricare del fatto che la maggior parte delle richieste si riferivano a corsi a pagamenti di attività sportive o di lingue straniere.
Tali iniziative, se pur pregevoli, non rispondono appieno alle esigenze di promozione sociale e culturale cui la scuola, anche attraverso attività extrascolastiche, dovrebbe rispondere.
Riteniamo doveroso pertanto segnalare a tutte le strutture operanti nella zona, ed in particolare al Consiglio di Zona, che la Scuola di via Monte Velino può ancora offrire, in orari extrascolastici, una grande disponibilità di aule, nonché di un teatrino e di una sala di musica. Solo a titolo di esempio indichiamo alcune attività che potrebbero essere proficuamente svolte nella scuola: corsi di lingue straniere organizzati dal Comune; corsi di 150 ore per il conseguimento della licenza media da parte di adulti; iniziative di carattere musicale. Attraverso queste ed altre iniziative si potrà conseguire l'obiettivo di rendere la scuola una struttura pubblica pienamente utilizzata al servizio dei cittadini. Confidando in una pronta risposta del quartiere a questa offerta Vi porgiamo i nostri migliori saluti.
Il Direttore Didattico Enzo Bertinazzo Il Presidente del Consiglio di Circolo Marco VighiCosa chiedono i cittadini della zona di Piazza Salgari! che detta piazzetta venga recintata come Piazza Cuoco, in più con le catenelle, in quanto è diventato quel poco di giardinetto il convegno e il deposito delle moto e macchine. In più è pericoloso per i bambini perché passa il tram e non è nemmeno tirato un filo di ferro per evitare che i bambini giocando finiscano più volte sulle rotaie, e le moto o motorette continuino ad andare in avanti ed indietro. Siate cortesi, provvedete e date disposizioni a chi di competenza per sistemare e definire questo schifo, e che noi poveri vecchietti possiamo stare seduti e respirare un pochino di aria in santa pace.
E che i Vigili incominciano a multare tutti quei scavezzacolli con le motorette, che sono villani e prepotenti e rumorosissimi. In anticipo vi ringrazio ed invio cordiali saluti e tanti auguri per il bel giornaletto che leggo sempre con tanto piacere. Francesco Balletti
Con questo numero anche il Dialogo va in ferie.
La pubblicazione del periodico della zona 4 riprenderà con il numero che giungerà nelle famiglie i primi di ottobre.
La redazione e la segreteria restano chiuse nei mesi di luglio ed agosto.
A tutti i nostri lettori i migliori auguri di buone vacanze.
Uno dei primi frutti freschi dell'anno è la ciliegia (Cerasus Vulgaris L.). Di solito sono i bambini a portare a casa la grande notizia: «Il nostro fruttivendolo le ha!». E proprio perché sono le prime, sono irresistibili: belle, rosse, lustre, invitanti!
Per conservare o preparare questo splendido frutto ogni donna ha le sue ricette preferite, più o meno complicate, ma di solito tutte gustose. Tra le mie una è molto semplice da fare; io la chiamo «Ciliege al sole». Ogni tipo di ciliegia è adatta per questa preparazione, ma il risultato sarà migliore se si utilizzeranno ciliegie grosse e sugose o amarene. Pulire bene le ciliege, tagliare una parte del gambo in modo che ne resti solo un centimetro attaccato al frutto e riempirne uno o più vasi di vetro a chiusura ermetica, versare sulle ciliege tanto zucchero quanto basta a ricoprirle, badando che si riempiano anche gli spazi tra un frutto e l'altro. Chiudere il vaso ed esporlo al sole fino che a poco a poco lo zucchero si sarà sciolto e un sugo denso e rosso avrà ricoperto le ciliege.
Durante questa operazione aprire una o due volte il vaso per un attimo, onde far uscire eventuali gas che si fossero formati con la fermentazione. Le ciliege così preparate con il loro sciroppo saranno ottime da sole, sul gelato e con il pane, ed avranno il vantaggio
che, non essendo alcooliche, potranno essere consumate tranquillamente anche dai bambini o da chi soffre di fegato. Quando si consumano le ciliege non si gettino i piccioli: freschi o secchi servono a preparare un thé molto diuretico e quindi ottimo coadiuvante nella cura dell'idropisia, della renella, dei disturbi renali e del fegato. A tale scopo si facciano bollire per 15 minuti gr. 30 di piccioli in 1 It. d'acqua. Questo thé dolcificato con miele, può essere consumato a piacere
durante la giornata.
E' bene anche sapere che la ciliegia è un frutto relativamente povero di principi nutritivi e può essere consumato in abbondanza anche dalle persone preoccupate per qualche chilo in più.
Inoltre la polpa di ciliegie spalmata sul viso e sul collo, rallenta il processo d'invecchiamento della pelle e la ringiovanisce, spianando a poco a poco le rughe.
L'erborista di Via Ciceri Visconti
Polline, miele e pappa reale
produzion 9. eazyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBArtigianale r
la nostra esperienza a vostra disposizione
Erborista responsabile ROSAMARIA FRANCHI
Via Ciceri Visconti 16, TEL. 5452862
Erbe officinali ed aromatiche per la salute e la bellezza del corpo, del viso, dei capelli
12 il dialogo
PROMEMORIA PER IL NUOVO CONSIGLIO DI ZONA
Pochi ci crederanno, ma questa è Via Varsavia. Tutto questa sporcizia è abbandonata giorno dopo giorno sulla via adiacente uno dei mercati generali più "moderni" d'Europa.
La nuova Città Annonaria sarà il vero problema dei prossimi anni per la zona. I cittadini vogliono garanzie reali e concrete su quello che "succederà" fuori dalle "mura" di questa città. Come sarà il traffico, i parcheggi, gli svincoli stradali, gli spazi verdi, il rapporto popolazione-mercati. Tutte domande che attendono risposta.
Periodico della zona 4 Vittoria - Romana - Molise
Viale Molise 5 - 20137 Milano Telefono 5.460.880 c/c Postale 57644205
La Cascina Colombe di sopra al parco Alessandrini è di proprietà comunale. L'azione dei cittadini l'ha sino ad oa preservata dalla distruzione.
Una parte di portico è già usata da bambini e ragazzi, il resto (la parte più significativa) è ancora in uso as una impresa stradale. A quando la completa consegna al quartiere?
CONFEZIONI via ennio 30 te1.5464671[len, Costumi da bagno
di alta moda per donne e bambine
PRENDISOLE E ABITI
A L. 9900
CAMICETTE IN COTONE
A L. 6500
Sono anni che si parla di un parcheggio per i camion. Bisogna risolvere il problema della sosta inoperosa degli autotreni che, tra l'altro "rubano" e danneggiano il poco verde che esiste in zona.
La casa del Consigliere di zona Iginio Rossi è stata allietata dalla nascita di Caterina. Alla piccola, ad Anna e ad Igino i complimenti e gli auguri di tutta la redazione e degli amici della zona.
Specialista pedicure, callista curativa unghie incarnite Diploma riconosciuto Ministero P.I.
Istituto Ortopedico G. Pini
Via Mantova 8 (ang. c.so Lodi), tel. 5062348 (ore pasti). Filobus 90-91 - Tram 13-20 - APERTO ANCHE AGOSTO
EDITRICE Il dialogo - Informazione e cultura
Cooperativa a r.l. Viale Molise 5 - 20137 Milano Autorizzazione del Tribunale di Milano n 200 del 11-5-1973
DIRETTORE RESPONSABILE Gian Mario Maggi
COMITATO DI REDAZIONE Luigi Bianchi, Massimo Gallo, Fabio Malgaretti, Maurizio Rebutti, Alfredo Varesi.
SEGRETERIA Lunedì Mercoledì Venerdì al pomeriggio
PUBBLICITA' Massimo Gallo
Maurizio Rebutti
Mary Rinaldi
STAMPA Rotografica Via Ciovasso 4 - Milano
TIRATURA 25.000 copie
Costo unitario L. 300
Associato all'U.S.P.I. Unione Stampa Periodica Italiana
Questo numero è stato chiuso in tipografia Martedì 8 Luglio 1980.