quartiere I
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Greco.PonteSeveso
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GLI ABITANTI DELLA ZONA
Nel corso degli ultimi cento anni la città di Milano, come è noto, è stata interessata da importanti fenomeni migratori. Poco più di quaranta cittadini su cento sono nati a Milano; di essi molti sono figli di immigrati. Secondo calcoli attendibili, la proporzione dei milanesi che hanno (o hanno avuto) entrambi i nonni "nati a Milano" non supera il 15% de:la popolazione. Vi sono state quattro grandi ondate immigratorie. La prima, in ordine di tempo, si è verificata tra il 1886 ed il 1889; essa comprendeva, per lo più, popolazioni provenienti dalle zone rurali della bassa padana e dalle regioni montane dell'alta Lombardia. Si trattava, in larga misura, di lavoratori addetti all'edilizia e ad attività manuali connesse con la trasformazione dell'assetto urbano milanese. Poi, tra il 1905 e il 1916, in conseguenza dell'espansione del settore industriale, si è determinato un forte afflusso di manodopera proveniente, in gran parte, dal Veneto e dall'Emilia. Nel decennio 1926 - 1936, in seguito alla chiusura delle tradizionali vie di emigrazione transoceanica e alla crisi legata alla grande depressione, sono apparsi a Milano i primi consistenti nuclei di immigrati meridionali. Infine, in anni a noi più vicini, tra il 1959 e il 1962, il boom economico ha richiamato nella nostra città grandi masse di lavoratori dalle regioni più povere del Paese.
Le ondate immigratorie hanno coinciso (con la parziale eccezione di quella prodottasi negli anni "30", con periodi di grande espansione dell'economia cittadina. La struttura produttiva milanese ha tratto enor-
mi vantaggi dalla possibilità, che le era offerta, di utilizzare masse cospicue di giovani lavoratori al cui sostentamento avevano provveduto negli anni improduttivi le comunità d'origine. È dunque vero che lo sviluppo di Milano non sarebbe stato così rapido e intenso senza l'apporto degli immigrati. D'altro canto, tale sviluppo, che non trovava sostegno in una razionale programmazione d'interventi, assumeva sovente l'aspetto di uno sfruttamento indiscriminato della manodopera a buon mercato reperibile nelle zone sotto - sviluppate del Paese e si traduceva in un disordine urbanistico suscettibile di pregiudicare gravemente le possibilità di integrazione e di maturazione culturale delle classi lavoratrici. I costi sociali del caotico sviluppo della città sono stati, in altri termini, troppo onerosi sia per i vecchi residenti che per i nuovi arrivati.
Ma l'immigrato non è mai stato respinto o isolato, nè è stato costretto, com'è accaduto in altre città, a vivere in comunità costituite esclusivamente da conterranei. A motivo della sua stessa struttura economicoproduttiva, la metropoli si è "aperta" ai suoi nuovi cittadini, ne ha rapidamente assimilato modi di vita e caratteristiche culturali. I lavoratori immigrati hanno introdotto nel movimento di classe i grandi temi del raccordo tra aree industriali e zone sottosviluppate, tra nord e sud.
In questo quadro interpretativo, si colloca l'analisi della struttura etnico - culturale della popolazione della nostra zona.
BuzziAlessandro
Donato (segue in ultima)
Anno V - Nuova serie - N. 5 - Aprile 1978 - L. 300
Dove andare a scuola? pag. 2
A questi principi si sono richiamati con risolutezza i partiti dell'arco costituzionale, e tra essi con uguale fermezza la DC, nonostante le angosciose difficoltà della sua posizione. A questi principi i partiti dell'arco costituzionale
Nel grave momento che il oggi, con estremo rigore, gli Paese attraversa, si registra- interessi generali della colno con allarme prese di po- lettività nazionale. sizione di uomini politici. di intellettuali, di professionisti, che rivelano una inammissibile incertezza su questioni vitali per la sopravvivenza e l'avvenire della democrazia italiana. Il dramma umano dell'un. Moro è presente alla coscien- devono continuare a rimane- za di noi tutti, ed è di noi re fedeli, se non vogliono tutti l'auspicio per la sua li- tradire la loro funzione di berazione. questi sentimenti difesa intransigente delle isti- non possono e non debbono tuzioni e delle leggi dello Sta- oscurare il dovere, doloroso to democratico. Non si tratta ma non eludibile, di tutelare
di difendere un'astratta dignità, ma di assicurare che non vengano concesse neanche indirettamente garanzie di impunità o legittimazioni o riconoscimenti a coloro che già tanto sangue hanno fatto e ancora seguitano a far scorrere. E non M tratta nemmeno di rimaner sordi alle voci che invocano umanità, ma di impedire che bande di terroristi sanguinari si erigano a contropotere di fronte alla Repubblica democratica, Solo uno Stato che 'non venga meno ai tuoi principi e ai suoi liberi ordinamenti è in condizione di assicurare, in modo efficace. le basi prime della convivenza civile e sociale. contro gli spettri della guerra civile che è evocata dai terroristi e che viene di fatto avallata da ogni irresponsabile cedimento.
Giorni di tensione e nervosismo nelle scuole materne comunali di tutta la città e della nostra zona: ogni giorno, dalla materna di via Arbe a quella di Porta Nuova, e così in tutte le altre, abbiamo assistito a scene inconsuete. In alcune scuole, tra il comprensibile disorientamento dei bambini (da tre a sei anni), tutti gli orari, ingresso, uscita, refezione, sono stati sconvolti. Abbiamo visto padri in tuta blu accompagnare i figlioletti ad ore assurde, alle 9 e 30 del mattino, o riprenderli all'ora della "pappa" per portarli in fretta e furia in fabbrica a mangiare in mensa e poi riportarli indietro per tempo. Oppure vecchie zie e vicine di casa recuperate per l'emergenza impegnate a decifrare comunicati oscuri (e a volte minacciosi) affissi sulle porte d'ingresso. Tutto è cominciato la mattina dell'i 1 aprile: un gruppo di educatrici con l'avallo del Sindacato CISL - enti locali ma senza quello della Federazione Unitaria, ha proclamato una serie di scioperi articolati in alcune ore ogni giorno per ben due settimane. I motivi, che abbiamo letto sui comunicati, si rifanno in generale ai problemi delle scuole materne: sovraffollamento, qualificazione del servizio, attività integrative e didattiche, inserimento handicappati. Parlando però con i genitori veniva fuori un fatto molto più preciso. L'Amministrazione Comunale per i 12.000 bambini presenti in città a luglio, ha deciso di adibire le educatrici anche al servizio "estivo" (con turni di circa 10 giorni ciascuna) e non assumere per l'occasione personale precario non specializzato come è avvenuto in passato. Un genitore particolarmente informato ci chiariva poi che questi dieci giorni in più porteranno le educatrici a lavorare circa 200 giorni in tutto l'anno perchè oltre al normale mese di ferie di tutti i lavoratori degli enti locali, le educatrici hanno sempre beneficiato di un mese in più, oltre ai
'ponti" scolastici di Natale e Palqua, le feste abolite e i due giorni a disposizione del Provveditore.
"Vero è che si tratta di un lavoro del tutto particolare e delicato" affermava in via Fara una giovane madre, "ma l'orario è di 30 ore settimanali e quasi mai i bambini sono tutti presenti. Noi genitori siamo disposti a discutere tutti questi temi di riforma e miglioramento del servizio, sia per le educatrici delle materne sia per i nostri figli. Però tirare fuori ora queste motivazioni, solo per far fumo negli occhi e difendere il "luglio", ci sembra scorretto e strumentale".
Il personale docente delle scuole materne però rifiuta questa interpretazione di questa
Greco: operazione verde pag. 3
Speculazione: via Ressi e dintorni pag. 3
Cronaca fotografica del 25 Aprile 1945 nella zona 2 pagg. 4-5
Scuole superiori: dove va il "movimento"? pag. 6
Maggio buffo al Teatro Verdi pag. 7
agitazione. Il luglio è solo una goccia che ha fatto traboccare il vaso hanno scritto in un manifesto affisso in tutte le scuole. Il disagio della categoria è profondo e comprensibile, le carenze e le insufficienze nella scuola italiana, non solo in questo settore, sono note nella loro gravità. Si tratta di vedere se questo tipo di lotta contribuisce a risolvere i gravi problemi della scuola o non rischia di creare divisione tra i lavoratori scatenando una sorta di 'guerra tra poveri': per tentare di salvare e rinnovare la scuola è necessario un impegno comune di lavoratori e cittadini teso a individuare la soluzione che garantiscano un servizio efficiente e qualificato.
Luigi TomassoIn difesa dello stato democratico
Anna Mereu Rina Gobbi (PSI)
Coordinatrice (PCI) Maria Varlese (PSI)
Rosy Napoliello (PCI) Silvana Rossi (PSI)
Rita Glave (PCI) Carlo Fracchioni (PSI)
Anna Maria Calderoni (PCI) Roberto Mori (PRI)
Enrico Panzeri (DC) Bruno Rapino (PRI)
Alberto Rosso (DC)
Giovanni Cernuschi (DC) Guglielmo Tizzoni (ind.
Pietro Nuccio (DC) Lino Zambonin (ind.
Dario Postè (DC) Luigi Gallo (ind.
Arnaldo Novelli (PSDI) Adele Confalonieri (ind.
Bruno Crippa (PSDI) Gianantonio Sesti (ind. e le rappresentanze di: CUZ (l'organismo di zona del sindacato unitario), l'Associazione Imprese Edili, CIM (Centro igiene mentale per adulti della Provincia), SIMEE (Servizio di igiene mentale dell'età evolutiva), SMAL (Servizio medico ambiente e lavoro) e SOS zona 2 (servizio volontario di ambulanze e pronto soccorso), SIAM (Servizio di igiene e psicologia mentale per adolescenti.
Anche se non ha funzioni deliberanti, la Com misione sanità ed ecologia esprime pareri e prooposte da sottoporre alla discussione e approvazione del Consiglio di Zona: è quindi un centro di raccolta di dati sul quartiere e sulle esigenze della sua popolazione e uno strumento di lavoro per intervenire nella realtà della zona.
Funzione che la commissione si avvia a svolgere in misura sempre più importante anche se in passato il suo funzionamento è stato spesso discontinuo o addirittura burocratico.
Ora invece gli incontri o gli interventi diretti degli operatori socio - sanitari sono sempre più frequenti ed hanno permesso di verificare con dati concreti e con testimonianze "di prima mano" e di denunciare le gravI carenze delle strutture socio - sanitarie del nostro quartiere e il disagio che tali carenze procurano ai cittadini. Carenze che sono pesanti soprattutto nel settore della medicina per l'infanzia, per la cura degli handicappati, nel settore geriatrico, cioè dell'assistenza agli anziani, e per le donne. E il disagio è grave per tutti i cittadini, ma soprattutto per le donne che nella maggior parte dei casi sono sole di fronte a questi problemi.
Recentemente si è formata una sottocommissione per l'apertura del consultorio familiare — previsto sia da una legge nazionale, sia da una legge regionale — e per affrontare i problemi legati alla sua gestione sociale. I lettori di Quartiere e Politica sanno che, proprio per l'impegno della Commissione sanità e del Comitato interpartitico per l'utilizzo dell'area Brown Boveri a servizi sociali, il discorso è già andato abbastanza avanti: l'obiettivo del consultorio è stato indicato come principale e più urgente e la sede è stata individuata proprio in un edificio dell'area Brown Boveri. Per accelerare i tempi, c'è stato un incontro con la Commissione sanità della zona 9 che ha recentemente ottenuto l'apertura del con-
Un primo passo verso una efficace collaborazione fra il decentramento amministrativo (Consiglio di Zona) e il Consiglio Distrettuale Scolastico si è concretato in questi giorni per portare a soluzione un grosso problema di mancanza di strutture che si trascinava da anni nella nostra zona.
Mi riferisco alla situazione pesante che si verificava puntualmente ogni anno all'atto delle iscrizioni alla scuola media inferiore.
Le scuole medie inferiori che opereranno nel territorio del distretto 25 (zona 2 del decentramento) per il prossimo anno scolastico '78 - '79 saranno le seguenti: LOTTO 46 — CAGLIERO (sperimentale a tempo pieno) — UNGARETTI ROSA GOVONI — TOMMASEO.
settimana del mese
Lunedì: 18.30 Comitato interpartitico per il TIBB.
21.00 Commissione bilancio.
Martedì:
21.00 Commissione casa.
Mercoledì: 18.00 Ufficio di presidenza. I rappresentanti del Consiglio di Zona ricevono i cittadini.
Giovedì: 21.00 Consiglio di Zona. settimana del mese
Lunedì:
18.30 Comitato interpartitico.
21.00 Commissione scuola.
Martedì:
18. Commissione stampa.
21.00 Commissione commercio.
Mercoledì:
21.00 Capigruppo.
21.00 Commissione sanità.
Giovedì: 21.00 Commissione lavoro.
21.00 Commissione cultura. settimana del mese
sultorio in via Cherasco, dopo un intenso lavoro di preparazione, un importante impegno e una mobilitazione unitaria dei cittadini.
La commissione ha saputo inoltre coinvolgere il Presidente e l'amministrazione dell'Ospedale Fatebenefratelli e, ad una recente riunione della sottocommissione, anche il Dottor Brambati ha assicurato la propria colaborazione.
La Commissione sanità si è inoltre occupata dei danni spesso provocati dallo straripamento del Seveso promuovendo un incontro con l'assessore all'ecologia del comune di Milano per sollecitare misure preventive adeguate.
L'assistenza pediatrica è l'ultimo problema affrontato: l'ufficio ripartizione del Comune infatti ha inviato a tutte le commissioni sanità il "Progetto di massima per l'istituzione del servizio pediatrico di base". Il giudizio su questo progetto è stato largamente favorevole perchè vi si prospetta in maniera precisa e dettagliata un piano di intervento per potenziare il servizio medico pediatrico, riducendo i costi di gestione e riqualificando la spesa pubblica con l'importante obiettivo di fornire un servizio migliore soprattutto attraverso interventi preventivi. Interventi preventivi particolarmente necessari nella nostra zona in cui ci sono quartieri come l'Isola o la zona di via Sammartini in cui i bambini più piccoli, quelli in età neo-natale o pre-scolare presentano fenomeni patologici legati a fattori socio-ambientali.
Molti infatti sono i bimbi malnutriti, ammalati di reumatismi e di gastroenterite: sono malattie che si contraggono con una cattiva nutrizione e vivendo in ambienti umidi e malsani.
La commisione sanità si è ora impegnata a individuare la zona più adatta nel nostro quartiere per la localizzazione del consultorio pediatrico anche per l'impossibilità di utilizzare la sede del consultorio ex OMNI di Via Tarra che, con un eufemismo, tutti dicono inagibile.
La scuola Cagliero oltre alle iscrizioni dal suo bacino di utenza riceverà anche quelle di alunni di tutta la zona che intendano frequentare questo tipo di scuola.'Gli alunni del bacino di utenza Cagliero che non intendano frequentare questo tipo di scuola, potranno iscriversi alla media del Lotto 46 che per il prossimo anno scolastico '78 - '79 (in attesa della costruzione della nuova scuola) comincerà a funzionare presso la scuola elementare Bottelli (al mattino), le iscrizioni di questa nuova scuola si ricevono presso la segreteria della scuola elementare Muzio. Questa sistemazione per l'anno scolastico '78 - '79 permetterà [eliminazione dei gravi scompensi degli anni passati relativi a questo problema.
Elia FumagalliLunedì: 18.30 Comitato interpartitico.
21.00 Commissione bilancio.
Martedì: 21.00 Commissione casa.
Mercoledì: 18.00 I rappresentanti dei Consigli di Zona ricevono i cittadini.
21.00 Commissione urbanistica.
Giovedì: 21.00 Consiglio di Zona. settimana del mese
Lunedì: 18.30 Comitato interpartitico.
21.00 Commissione scuola.
Martedì: 21.00 Commissione sport.
Mercoledì: 21.00 Riunione dei capigruppo.
21.00 Commissione sanità.
Giovedì: 21.00 Commissione cultura.
Parecchi ragazzi hanno risposto al nostro invito con disegni e vignette.
Per questo numero abbiamo scelto: "Arlecchino" (a destra) di Andrea Sirtori anni 5, via Rimembranze Greco, 39 e "Attentato" di Alessandra Martignoni, anni 5 Piazza Greco, 10.
QUARTIERE GRECO
All'inzio degli anni sessanta Milano era tutta un fiorire di cantieri. Eravamo in pieno boom economico e l'edilizia assolveva al suo compito tradizionale di volano dell'economia nazionale.
Le case sorgevano nel giro di poche settimane, ieri si scavavano le fondamenta e domani i primi inquilini traslocavano.
Nella nostra zona un intero quartiere è sorto così nel giro di un paio d'anni, si tratta delle vie Ressi, Cagliero e delle strade vicine.
A questo punto forse qualcuno ci chiederà perché ci interessiamo di queste case, in una rubrica in cui finora si era sempre parlato di vecchi stabili fatiscenti.
Abbiamo visto nella precedente puntata come il lavoratore non abbia un sistema unico per controllaré se la ditta versa i contributi per ra pensione, e che deve servirsi di una serie di documenti diversi: libretto personale INPS, estratti conto, busta paga, dichiarazioni della ditta, eccetera.
compreso nel decennio precedente, il lavoratore deve chiedere alla ditta di pagare i contributi attraverso il riscatto. Se la ditta si rifiuta, essendo prescritto il decennio, il lavoratore deve chiedere l'intervento della magistratura: solo il giudice può infatti, nei casi "fuori decennio" ordinare il pagamento dei contributi omessi. Se la ditta non esiste più al.lavoratore non resta che chiedere all'INPS di versare, sempre attraverso l'operazione di riscatto, la contribuzione omessa.
Può sembrare uno slogan ed è invece una iniziativa con solide basi e la cui nascita risale ormai a quasi due anni fa durante la discussione che accompagnò l'adozione da parte del Comune del nuovo P.R.G. di Milano.
La sezione del PCI "Bontadini" di Greco nel formulare le osservazioni riguardanti il quartiere, che furono poi inviate come contributo al Consiglio di zona, individuò alcune aree destinate a verde pubblico nel nuovo PRG e per diverse ragioni inutilizzate ed addirittura in alcuni casi in grave stato di abbandono. Prima fra tutte l'area delimitata dalle vie Emilio De Marchi,S. Raffaele Delle Ande, area di notevole interesse e con caratteristiche ideali, per la presenza di prato ed alberi di alto fusto per la quale è stata proposta una utilizzazione a giardino e spazio giochi per la collettività.
Ma lo spunto per agire in modo concreto ce lo diede la nascita in quartiere della "Consulta di Greco" un organismo democratico voluto dai cittadini e dai lavoratori del quartiere ed aperto alle idee ed ai contributi di tutti; organismo al quale i cittadini hanno aderito con entusiasmo. Una associazione neonata dun-
que ma con alle spalle già una significativa vittoria per quanto riguarda la scuola del lotto "46", sul cui rapido inizio dei lavori la Consulta si è impegnata ed ha preso posizione promuovendo assemblee pubbliche e recandosi anche in Comune di Milano presso il competente Assessorato per protestare contro ingiustificati ritardi dell'inizio dei lavori stessi.
L'iniziativa "verde pubblico per Greco" vede quindi finalmente la luce in questo spirito di collaborazione fra cittadini e parte concretamente sabato 15 e domenica 16 aprile con una raccolta di firme, una mostra fotografica e l'esposizione di elaborati grafici in piazza Greco; seguiranno successivamente in stretta collaborazione con il Consiglio di zona, dibattiti pubblici anche in relazione all'uso sociale ed al recupero produttivo dei capannoni industriali presenti sull'area verde.
Una verifica importante dunque per l'attività della Consulta ma soprattutto un impegno di tutti i cittadini per contribuire a rendere più umana e, perchè no, un po' meno grigia la nostra città.
Roberto MaccabrunlQuesto avviene perchè, a nostro avviso, gli stabili di via Cagliero sono come quelli di via Bordoni il simbolo di ciò che per moltissimi anni è stata la politica della casa a Milano, basata sulla speculazione incontrollata. In certi casi lasciando marcire letteralmente gli stabili per mancanza di manutenzione ed in altri, come appunto nel quartiere di cui ci stiamo occupando, costruendo enormi caseggiati tutti uguali, uno accanto all'altro, senza verde nè spazi sociali. Questo perché le leggi dell'espansione economica capitalistica (vedi consumismo) spingevano la gente ad acquistare freneticamente cose sempre più nuove ed apparentemente sempre più belle, ma che in realtà avevano il solo scopo del profitto economico. Infatti, se osserviamo ad esempio le case di cui parlavamo prima, possiamo facilmente notare che sono vere e proprie cellette di un immenso alveare piccolo borghese, nel quale si vive a stretto contatto di gomito (da alcune finestre si guarda negli appartamenti di fronte che distano pochi metri) e nel quale si manifestano le alienazioni tipiche delle grandi metropoli, in cui l'individuo si sente annullato è sparisce nella massa anonima.
Molto spesso però il "salto" nei contributi viene scoperto dal lavoratore al momento della pensione, quando l'INPS respinge la domanda e comunica che in un certo periodo ci sono delle settimane senza assicurazione. In ogni caso il lavoratore che scopre una mancanza di contributi deve immediatamente accertarsi che non vi sia stato un errore materiale (come ad esempio una doppia posizione assicurativa costituita per la medesima persona a causa di un errore nel cognome o nel nome) oppure uno smarrimento di tessere assicurative.
Se dopo queste indagini risulta senza possibilità di dubbio che c'è stata una omissione contributiva, cioè risulta che la ditta non ha pagato i contributi il lavoratore ha due comportamenti da seguire.
A - ENTRO IL "DECENNIO" Sé il periodo scoperto è compreso nei dieci anni precedenti il lavoratore deve denunciare la ditta all'Ispettorato del Lavoro all'INPS.
Dopo gli accertamenti l'INPS costringe l'azienda a pagare i contributi e li accredita sulla posizione del lavoratore. Se la ditta è fallita o ha cessato la propria attività, il lavoratore ha diritto all'automaticità delle prestazioni, perchè la legge prevede che in questi casi si ha diritto alla pensione.
B - FUORI "DECENNIO"
Se il periodo scoperto non è
Quanto costa il riscatto
Il calcolo è il medesimo per tutti i tipi di riscatto, mentre ovviamente è diversa la documentazione da presentare nei vari casi.
L'INPS fa due calcoli "fittizi" di pensione: uno come se il periodo da riscattare fosse stato versato regolarmente; uno con i contributi effettivamente versati: dalla differenza tra i due importi di pensione si determina attraverso apposite tabelle ministeriali la cifra da versare, che sarà ovviamente tanto più alta quanto maggiore è la retribuzione, l'età del lavoratore ed il periodo da riscattare.
Quando conviene il riscatto In pratica conviene quasi sempre; comunque l'INPS comunica al lavoratore il costo dell'operazione e se non si ritiene conveniente si può rinunciare.
Si ricorda ai lettori che tutti i venerdì dalle ore 18 alle ore 19 va in onda la RUBRICA PENSIONI DI RADIO REGIONE (canale 91 in modulazione di frequenza) a cura di Luigi Tomasso. Per chiarimenti ed informazioni i lettori possono telefonare al 73.86.993 e al 73.86.610.
San Michele, a Milano, non è soltanto l'arcangelo dalla spada fiammeggiante; è anche il simbolo dello sgombero, del trasloco. Il 29 settembre infatti, giorno dei santi Michele e Gabriele scadevano - e per la maggior parte scadono ancora - i termini dei contratti di locazione urbani. Molti pigionanti non erano in grado di pagare "el ficc" nella misura maggiorata richiesta dal padrone di casa; così, come ricorderanno i lettori più anziani, la città, specie nei rioni popolari, si riempiva di carretti, spesso tirati a mano, carichi di masserizie che si spostavano da una casa all'altra. Era la povera gente che faceva "San Michele".
Il problema dell'alloggio, bisogno primario tradizionalmente affidato alla libera contrattazione, è sempre stato acutissimo nella nostra città, come del resto nelle altre. Quando, nell'immediato dopoguerra il nodo venne drammaticamente al pettine, in mancanza di una organica e lungimirante pianificazione edilizia si tamponò la situazione col blocco dei fitti, poi rinnovato innumerevoli volte: un provvedimento che nella sostanza scontentava tutti.
Quando si incominciò a parlare di equo canone, parve che la questione potesse essere avviata a soluzione; ma la legge ha subito vari rinvii e non è stata ancora approvata. Dovrebbe esserlo a breve, ormai: il 30 giugno prossimo scade l'ultimo termine per il bloc-
co, ma la situazione non è certo la più favorevole al mantenimento degli impegni parlamentari e al rispetto dei termini.
Per questo il S. U.N.I.A. — Sindacato unitario nazionale inquilini e assegnatari — invita ora tutti i lavoratori inquilini ad una decisa mobilitazione di massa per fare approvare la legge sull'equo canone entro e non oltre il 30 giugno. Tra le varie iniziative a sostegno delle proprie richieste il sindacato degli inquilini ha promosso una petizione al Presidente della Camera Ingrao, alle sedi centrali dei partiti dell'arco costituzionale e per conoscenza al Presidente del Senato e al Sindaco di Milano.
La petizione, dopo aver dato atto come di un fatto positivo che finalmente, dopò anni di proroghe destinate a salvaguardare sempre meno gli interessi degli inquilini il Parlamento si avvii ad approvare per la prima volta in Italia una Legge generale di regolamentazione dei fitti, chiede che, vista la gravità della situazione edilizia "siano rispettati i tempi già definiti per la approvazione della legge (entro cioè il 30 giugno) e che unitamente venga approvato il piano decennale per la casa, indispensabile per garantire a tutti i cittadini un alloggio secono le proprie disponibilità economiche". Rilevata tuttavia la necessità che venga approvata una legge sui fitti che, pur transitoria, salvaguardi sin d'ora gli interessi degli inquilini (in atte-
sa dell'aggiornamento dei catasti) la petizione conclude richiedendo: — norme precise che regolamentino il rilascio dell'appartamento, garantendo all'inquilino la disponibiità di altro alloggio pubblico o privato, nonchè la graduazione degli sfratti; una durata per tutti i contratti pari al periodo transitorio della legge; l'intervento del magistrato per la mediazione delle situazioni di sfratto;
un sistema più favorevole all'inquilino nel conteggio dei canoni e nel compito delle spese; il rilascio ai Comuni di poteri per ordinare l'occupazione di urgenza e il diritto di prelazione sugli alloggi sfitti o invenduti da molto tempo.
Il testo completo della petizione può essere richiesto alla sede del S. U.N.I.A., in Corso di Porta Romana 43.
Enrico Confalonieri
il vostro nuovo vicino dicasa
Questo, del '78 è un 25 Aprile di angoscia, di incertezza, di sgomento ma anche di unità, di consapevole impegno, di fiducia nella democrazia e nella vita che va difesa per farla migliore. Questi sono i valori della Resistenza, i sentimenti del popolo che hanno gettato nell'isolamento morale e materiale gli sgherri fascisti, gli squadristi assassini delle Brigate rosse e anche chi predica l'indifferenza e un'impossibile neutralità fra la Repubblica e i terroristi. Vogliamo ricordare il 25 Aprile con una breve cronata fotografica di episodi accaduti nella nostra zona e di uomini valorosi e modesti che costituirono l'anima di quel magnifico esercito senza uniforme che fu il movimento partigiano.
costituiti a Milano nel novembre 1943, aderirono donne di ogni ceto sociale e di ogni fede politica e religiosa. Presenti e attive anche nella nostra zona, ricordiamo fra le altre Gina Bianchi, Luigia Roi, Ebe Caimi Bazzoni, Pina Carò, Ida Fogarolo, Gina Fucino, Ginetta Ferretti, Enrica Papa, Piera Schierano, Lina Arnaboldi, Rosa Cassetta.
Il 15 Luglio 1944 i tedeschi fucilano per rappresaglia alla stazione di Greco i ferrovieri Siro Marzetti, Carlo Mariani e Antonio Colombo denunciati dai fascisti. Il Corriere della Sera del 16 luglio 44 commenta cinicamente "I sabotatori italiani sono troppo vili per combattere al fronte dove migliaia di soldati tedeschi e italiani sacrificano la loro vita per la protezione della Patria. Ieri come punizione sono state fucilate tre persone che erano state arrestate come noti comunisti. . . Se dovessero accadere altri atti di sabotaggio verranno fucilati altri comunisti ed elementi ribelli". Nella foto: Maggio 1945, i ferrovieri di Greco ricordano i compagni caduti.
La lapide collocata dal Consiglio di Zona 2 per ricordare l'attività del CLN all'Istituto salesiano di via Copernico.
Il sacrario eretto in piazza Tito Minniti il 25 Aprile 1961 ricorda significativamente il centenario dell'Unità d'Italia, la lotta di Liberazione e i cinque morti di Reggio Emilia, vittime del tentativo di involuzione reazionaria del governo Tambroni nel 1960.
Progresso Coscelli, il commissario politico "Nino" delle S.A.P. e della 8° Divisione di Sesto S. Giovanni, protagonista degli scioperi del 43/44 alla Pirelli Bicocca, stimato dirigente operaio, è stato fra i perseguitati politici negli anni cinquanta quando era in atto la feroce repressione poliziesca di Scelba.
Roberto Bandiera, ferrarese, nato nel 1896 e morto nell'agosto del 1974, militante antifascista più volte arrestato per la sua attività clandestina a Milano, confinato nel 1937 e inviato nel campo di concentramento d'Istonio Marina da dove viene liberato il 25 luglio del '43. Fondatore della sezione "Carlo FerrettiPonte Seveso" del PCI. La sua vita è raccontata in forma autobiografica in un bel libro "Il passo del Reno" che l'editore Vangelista ha pubblicato nel '71.
partigiani dell'Orsola sfilano in piazza del Duomo dopo la Liberazione. Giovani donne appartenenti al "Gruppi difesa della donna" in viale Zara nella primavera del 1945. Ai "Gruppi",•
c.
Una delle più belle figure di combattente antifascista fu il popolano dell'Isola Carlo Milanesi recentemente scomparso. Era nato a Foligno il 28 ottobre del 1891 e aveva preso parte al Congresso di Livorno nel 1921 che doveva segnare la nascita del Partito comunista d'Italia. Nel 1924 fu candidato alle elezioni politiche e nel 1926 partecipò come delegato della corrente di "Ordine Nuovo" al Congresso di Lione. Dopo le leggi eccezionali fu più volte arrestato e perseguitato e nel 1943 inviato nel campo di concentramento di Fossoli, poi a Bolzano dove lo raggiunse la Liberazione. Uomo colto e generoso, pieno di umanità popolare è ricordato dai cittadini dell'Isola con grande affetto. Si costruiscono barricate in via Federico Con falonieri.
Partigiani in una azione di sabotaggio in viale Lunigiana. Nell'attività clandestina si distinsero uomini semplici come Pietro Ghelli,
Il monumento dedicato di 43 caduti partigiani dell'Isola, eretto in via Melchiorre Gioia nell'area verde di fronte al Palazzo del Comune. La -Sezione dell'ANPI che porta il nome del
Luigi Pea
Nato a Zorlesco di Casalpusterlengo, nel Lodigiano, il 20 Agosto 1897, di estrazione contadina, Luigi Pea all'età di,10 anni rimane orfano del padre. Dopo aver svolto svariati mestieri per sostenere la madre e allevare i fratelli minori, viene assunto all'ATM di Milano e qui inizia la sua attività politica che continua sino al 1930, anno in cui viene arrestato per "attività sovversiva e per aver raccolto fondi per il Soccorso Rosso". Impri gionato e torturato, viene poi condannato dal Tribunale speciale fascista a tre anni di confino.
Scontata la pena, rientra a Milano dove, per cinque anni, subisce la condizione di sorvegliato speciale e l'interdizioni ai locali pubblici.
Dal 9 Marzo 1943 diviene componente attivo del 3i GAP "Garibaldi" che opera a Milano.
Nel Marzo 1944, in occasione degli scioperi dei tranvieri, viene arrestato e tradotto alle carceri di S. Vittore, quindi trasferito a Bergamo e rinchiuso, assieme ad altri compagni in una caserma, per poi venire, infine, deportato in Germania, nel campo di sterminio di Gusen II dove muore, trucidato dai nazisti, il 30 Marzo 1945.
Antonio Bietolini
Antonio Bietolini nasce a Perugia il 13 Giugno 1900. Operaio metalmeccanico, membro dell'organizzazione comunista clandestina, nel 1933 è condannato dal Tribunale speciale a 4 anni di reclusione. Nel 1934, nuovamente processato è condannato a 13 anni. Liberato con la caduta del fascismo, dopo aver svolto a Milano e a Lecco un valido e intenso lavoro clandestino per l'organizzazione di gruppi di patrioti ed essendo stato riconosciuto quale elemento pericoloso per i nazifascisti è costretto a lasciare la Lombardia e portarsi nel Veneto, ove gli viene affidato l'incarico di formare, in concomitanza con le forze partigiane, dei nuclei di resistenza territoriale. Biettolini entra così in contatto la Brigata garibaldina "Stella" verso la fine del giugno 1944 e ad essa aderisce. Pochi giorni dopo e precisamente il 2 Luglio viene arrestato a Valdagno (Vicenza) insieme ad altre esponenti del CLN locale. Riconosciuto collaboratore del movimento clandestino, viene, con gli altri sei compagni, condannato morte. La condanna viene eseguita, mediante fucilazione, il 3 Luglio 1944 nel recinto di Tiro a segno di Valdagno.
Carlo Ferretti Carlo Ferretti nasce a Milano il 30 Maggio 1940 e risiede, al momento dell'ultimo arresto, in via Ponte Seveso 19. Giovane socialista, alla scissione di Livorno, passa al PCI. Viene arrestato, la prima volta, il 16 Giugno 1927 detenuto a S. Vittore a disposizione del Tribunale speciale vi rimane fino al 17 Agosto 1927. Dimesso dal carcere, impiegatosi alla Società del Linoleum, continua la sua attività politica clandestina, membro della 184.ma Brigata Garibaldi, IV divisione, fino al 16 Novembre 1943, giorno in cui viene arrestato per opera dei repubblichini e dei carabinieri a Castione della Presolana (Bergamo) e da questi consegnata alle S.S. tedesche e rinchiuso nel carcere di Clusone per cinque mesi.
Nell'Aprile 1944 viene trasferito alle carceri di S. Vittore e quì trattenuto per due mesi.
Il 4 Agosto 1944 viene deportato in Germania, nel campo di eliminazione di Mauthausen (Gusen -H) dove muore di stenti il 17 Febbraio 1945.
Andrea Bontadini
Nato a Milano ìl 12 Gennaio 1895 nella casa di via Progresso 22 a Greco, Andrea Bontadini, giovane socialista, si iscrive al Partito comunista d'Italia nel 1921, anno della fondazione del Partito nuovo, rivoluzionario degli operai e dei proletari italiani. Per la sua attività politica viene subito arrestato, nello stesso 1921 è rinchiuso per 9 mesi, nel carcere di S. Vittore.
Operaio della Orto di Greco; membro attivo della organizzazione clandestina comunista assume importanti incarichi nel settore della propaganda antifascista divenendo uno dei più attivi e preziosi diffusori de l'Unità clandestina.
Appartenente alla 3a GAP "Garibaldi", dopo aver scontato, nel 1943, alcuni mesi di carcere, viene nuovamente arrestato in fabbrica, alla Dell'Orto, il 10 Maggio 1944, rinchiuso a S. Vittore e, quindi, deportato in Germania il 17 Settembre 1944 dove muore, nel Campo di sterminio di Mauthausen, il 24 Dicembre 1944.
Pagina a cura di Sergio Dugnani
partigiano Almo Colombo rivendica da anni, interprete della volontà popolare, il trasferimento del monumento nel centro del quartiere operaio. Fra i partigiani più prestigiosi dell'Isola ricordiamo ancora Madè, Cancian, i fratelli Menoghini, Siro Marzetti. Si snidano i cecchini fascisti nascosti sui tetti delle case in via Carlo Farini. Combattenti coraggiosi furono Pietro Schierano, Vladimiro Husu, Severino Zana, Pietro Verecondi, Giulio Besana, Angelo Maggioni, Attilio Muti."Quartiere e politica" nel numero di febbraio ha iniziato un viaggio nella realtà giovanile della zona 2. Lo riprendiamo, perchè dei giovani non ci si può interessare unicamente quando avviene qualche fattaccio che monopolizza l'attenzione generale. Nella prima tappa della nostra inchiesta abbiamo fatto parlare il Centro Sociale Lunigiana, l'S.O.S. e l'Oratorio dei Salesiani di via M. Gioia. In questa seconda puntata abbiamo spostato il nostro obiettivo all'interno delle scuole superiori della zona: circa tremila giovani frequentano tre istituti: lo Zappa, il X I.T.C, il liceo Cremona. Si parla spesso dello sfacelo della scuola e delle necessità di salvarla e di rinnovarla profondamente. Cosa avviene nelle scuole superiori della zona? Cosa è rimasto del mitico '68 tra gli studenti? Cosa si sta facendo per tentare di strappare le istituzioni scolastiche e in ultima analisi i giovani al caos? Che interessi hanno? Che problemi sentono? Abbiamo rivolto questi interrogativi ai gruppi presenti nelle nostre scuole. Hanno risposto l'Associazione degli studenti, Comunione e liberazione, la Federazione giovanile comunista, Pdup - Manifesto, Democrazia proletaria.
Gabriele (QeP) A dieci anni di distanza cosa rimane del sessantotto nelle vostre scuole? Il movimento degli studenti di oggi che caratteristiche ha rispetto a quello di dieci anni fa?
Aldo (FGCI Cremona) Nel '68 il "movimento degli studenti" era più omogeneo e si muoveva su parole d'ordine più unitarie. Ma c'è soprattutto una differenza culturale: allora si lottava contro un certo tipo di cultura per crearne una alternativa. Oggi invece è diverso: con la crisi economica, che è anche crisi ideale, morale e politica, che stiamo vivendo si è incrinata la certezza in quei valori che muovevano i giovani. Non è più chiaro a questo "movimento" ciò che vuole ottenere. Alcuni gruppi di studenti oggi si battono addirittura contro la cultura in generale, non solo contro questo tipo di cultura o sull'uso che se ne fa. Basta pensare alla vicenda del "sei politico" che rappresenta il rifiuto della cultura e della scuola per un sei assistenziale e un pezzo di carta.
Fabio (PDUP Manifesto - Cremona) Mi sembra che il discorso sia molto più complesso. La figura sociale dello studente è cambiata. Non basta dire che nel '68 c'erano i grandi ideali e ora solo quelli piccoli. Allora il movimento studentesco era formato da studenti con un ruolo, una collocazione sociale ben definita. Invece adesso lo studente, è soprattutto un disoccupato.
Lorenzo (CL - Cremona) La contestazione giovanile ha messo in evidenza che c'era una frattura o meglio una lacerazione tra quello che si studiava e la vita. Di qui l'esigenza di nuovi contenuti e di smascherare la fiducia nell'ordine capitalistico che la società voleva imporre. L'unità che nel 68 c'era tra gli studenti ora è scomparsa perchè in parte la contestazione è stata assorbita. Dieci anni di egemonia della sinistra nella scuola non hanno risolto i problemi. Il sessantotto ha rischiato di essere tradito proprio da quei movimenti che l'hanno proposto.
Gabriele (QeP) Ma gli ideali sessantotteschi come sono presenti nel '78?
Fabio (PDUP - ManifestoCremona) Di allora è rimasto poco e non poteva essere altrimenti. Si assiste allo sgretolamento e all'agitarsi convulso di certe forze che pretenderebbero di essere eredi di quella tradizione, ma che, in questa situazione, sono capaci di dare solo risposte inadeguate: il sei politico, il pezzo di carta anche se poi non si sa a cosa serva. La scuola va vista all'interno di una società in cui il problema decisivo è la disoccupazione. Per uscire dallo sfascio della scuola non basta
esorcizzare la violenza o chiamare a salvare la democraziaanche se è un momento che deve essere affrontato — nè abbandonarsi ancora una volta alle riflessioni sulla selezione o sullo studentismo di vecchia lega. La trasformazione della scuola può venire solo dalla trasformazione del mercato del lavoro.
Alessandra (D.P. - Zappa) La proposta del sei politico e della lotta alla repressione ha significato riprendere una lotta del '68, pur su contenuti diversi. Cos'è adesso la scuola? Dovrebbe essere uno strumento di cultura, ma non lo è. Chi studia di più, chi ha voti migliori è chi si adatta di più allo stato delle cose. Cosa si studia a scuola? Ragioneria, diritto, tecnica.... ci si adegua cioè all'attuale mercato del lavoro. Noi non ci limitiamo a chiedere la promozione garantita. Ma, visto che questa scuola non ci dà niente e poi ti trovi fregato, e ci metti 7 - 8 anni per fare il liceo o l'istituto tecnico, vogliamo avere almeno la sicurezza per potere fare quel minimo di attività che ci interessa al di fuori della classe. Con questo però, ci interessa cambiare questa scuola secondo le nostre esigenze: è importante che ognuno studi quello che gli va bene.
Claudia (QeP) Ma allora intendi il sei politico come un momento di denuncia?
Alessandra (D.P. - Zappa) lo non dico "la scuola è in sfascio e noi la vogliamo sfasciare di più".
Ci interessa invece ristrutturare questa scuola secondo le nostre esigenze. In particolar modo non ci interessa la valutazione. Se uno studia per farsi una cultura, non c'è bisogno che ci sia uno che ti valuta.
Gabriele (QeP) Dal '69 siamo già arrivati al sei politico. La vicenda del Correnti che ripercussioni ha avuto nelle vostre scuole?
Marco (Associazione degli studenti - Cremona) Al Cremona la condanna è stata abbastanza unanime. Si è capito che non è così che si cambia la scuola. Noi invece abbiamo promosso un convegno su "Riforma e sperimentazione" e in seguito un'assemblea cittadina alla sala della Provincia: questo non per dire "noi siamo i più bravi" ma perchè abbiamo voluto dare un concreto contributo di proposte.
Giorgio (PDUP ManifestoCremona) La questione del sei politico è stata affrontata male. I partiti dèlla sinistra l'hanno visto come un simbolo della violenza. La nuova sinistra dall'altra parte l'ha condannato — non serve a niente —, ma non sa proporre niente altro. Di fronte alla incapacità di fromulare contenuti
nuovi si ritorna alla selezione. Non ci sono neppure ribellioni per dei 5 o dei 7 in condotta. Li si accetta, scagliandosi a parole e in separata sede contro i professori, ma non c'è una risposta politica.
Alessandra (D.P. - Zappa) Allo Zappa ci sono state assemblee di corso, di classe e generali su questi temi e sono emerse due opinioni. La prima è che il sei politico ci fa comodo, risolve i nostri problemi; la seconda è che è giusto essere valutati e anche rimandati dai professori se si è studiato poco o al limite anche se non si ha la parlantina sciolta. E questo per me è tragico! Tuttavia è emersa anche la volontà di imparare a studiare, ma studiare quello che ci va bene.
Aldo (FGCI - Cremona) lo non condivido quest'idea di cambire la scuola secondo le nostre esigenze. Ma quali esigenze? Vanno verso una trasformazione positiva o negativa? Il sei politico per esempio va contro l'esigenza fondamentale di una scuola che dia ai giovani gli strumenti e la possibilità professionale e anche culturale per un futuro più libero. Non è cioè l'esigenza di quei giovani che vanno ad espropriare la bottiglia di whisky, chiedono la promozione garantita o di andare al cinema pagando metà del biglietto. La scuola deve sì dare degli spazi ai giovani per fare delle cose che a loro interessano. Ci sono però anche esigenze della società e del mercato del lavoro che devono essere rispettate: società e mercato che devono essere peraltro profondamente modificati. Non chiediamo certo che i giovani vadano alla catena di montaggio. Il problema è quello di una nuova professionalità.
Gabriele (QeP) In che modo vi ponete il problema della riforma della scuola? Cosa fate per avviarla, partendo dalla realtà della vostra scuola?
Marco (A.S. - Cremona) La difficoltà più grave è data dal crollo della fiducia negli studenti. Molte volte si rinuncia a cambiare la scuola, si cade nel 6 politico perchè altre strade sono state tentate, ma siamo partiti male e si è finito per restare con un pugno di mosche dopo tanti dibattiti. Ora si tratta di dimostrare che la sperimentazione non è un sogno, ma qualche cosa che si può fare.
Aldo (FGCI - Cremona) Anche se può sembrare utopistico, bisogna cercare di attuare la sperimentazione in tutte le ma-
terie di insegnamento e anche introdurre delle materie nuove.
Tutto però è ancora sulla carta.
Lorenzo (CL - Cremona) Il monte ore (alcune ore settimanali per sperimentare un nuovo modo di studiare, ndr) e la sperimentazione fanno parte dell'immagine di una scuola che parte dal basso e vanno bene.
Voglio però sottolineare che non esiste una cultura neutra che ieri ha risposto alle esigenze capitalistiche e domani potrebbe rispodere alla nuova idolatria marxista. Bisogna perciò valorizzare le vari culture, vanno scelti gli argomenti e i metodi di lavoro secondo l'interesse degli studenti. Altrimenti l'interesse per il monte ore verrebbe meno, anche perchè ora che è stato concesso dal ministro, c'è chi dice che non vale più la pena di farlo.
Giorgio (PDUP Manifesto - Cremona) Bisogna unire la scuola al mondo del lavoro. Esiste la prospettiva delle leghe dei disoccupati; a Roma l'esperienza sta maricando, a Milano invece stenta ad avviarsi anche perchè le forze politiche non sono coinvolte e la "sinistra rivoluzionaria" non l'ha presa come un'occasione di rilancio del movimento.
Claudia (Qep) Ma in pratica cosa pensi si debba fare?
Giorgio (PDUP manifesto - Cremona) È importante promuovere momenti di incontro con gli operai perchè esiste una frattura. Il documento del PCI sulla scuola mi pare voglia rinchiudere gli studenti all'interno della scuola. E la "sinistra rivoluzionaria" con la sua polemica nei confronti del sindacato rischia di aumentare la frattura con gli operai.
Claudia (QeP) Qualche anno fa c'era tra i giovani un grande interesse per i problemi internazionali che si ha la sensazione sia andato via via spegnendosi. Che importanza hanno questi temi oggi tra i giovani?
Aldo (FGCI - Cremona) Proprio questa mancanza di tensione internazionalista è una delle differenze più marcate tra l'attuale movimento degli studenti e quello del '68. Sono caduti i miti della Cina, di Cuba, dell'Urss e c'è come un vuoto. Bisognerebbe accentuare il carattere ideale della nostra battaglia, inserendo alcuni temi generali: uguaglianza, fratellanza, nuova qualità della vita, libertà.
Giorgio (PDUP ManifestoCremona) Credo ci sia la tendenza a rinchiudersi in sè nella propria fede politica, quasi nel proprio guscio. Un esempio ci
viene dalle elezioni francesi che sono state poco seguite.
Claudia (QeP) Come sono vissute le disuguaglianze sociali tra i giovani? In modo maggiore o minore rispetto ai contrasti tra generazioni?
Aldo (FGCI - Cremona) Le differenze di classe tra i giovani sono meno sentite a livello di studenti perchè sono più attutite. Però ritengo sbagliata per esempio la tendenza di A.O. che ritiene gli studenti una classe compatta ("siamo tutti studenti, viviamo le stesse condizioni, siamo tutti rivoluzionari"). Non si tiene conto delle differenze di classe: una differenza esiste tra chi durante la settimana di autogestione è andato a sciare e chi è venuto a scuola.
Giorgio (PDUP - ManifestoCremona) Il contrasto maggiore è tra la gente politicizzata che passa la domenica in un certo modo e quelli che la passano in discoteca.
Aldo (FGCI - Cremona) I conflitti di generazione incidono meno perchè sono vissuti in famiglia. Quelli di classe invece sono vissuti sul piano politico.
Gabriele (QeP) Il '68 ha voluto anche dire voglia di maggior democrazia e partecipazione. Come sono vissuti nelle scuole oggi questi ideali?
Aldo (FGCI - Cremona) Le assemblee vanno piuttosto male, non sono più sentite come una volta, sono spesso usate a fini di gruppo. Tempo fa abbiamo assistito a delle cose aberranti:
I'M.L.S. litigava con A.O. per decidere chi aveva tirato fuori per primo le pistole quando, durante una manifestazione la polizia ha portato dentro 7 ragazzi dell'M.L.S. L'assemblea deve essere il momento decisionale e il collettivo invece quello della discussione.
Giorgio (PDIUP ManifestoCremona) Il grave è che gli ultimi contenuti della nuova sinistra sono state le sprangate in testa, e allora sono venute fuori assemblee e collettivi sulle sprangate in testa. Temi come quello delle leghe dei disoccupati non interessano. Il problema è di far venir 'fuori nuovi contenuti.
Monica (Movimento degli studenti X I.T.C.) Manca una coscienza politica, la gente non si interessa. Si viene a scuola per le lezioni e basta. I collettivi sono visti come un pretesto per non fare scuola, per saltare il compito in classe. Sono sempre gli stessi che parlano. Al X I.T.C. non esiste quasi una vita politica.
Gabriele (QeP) Come è possibile ciò nella patria della con-
"C'ERA UNA VOLTA IL '68" ~ I GIOVANI DELLA ZONA: LE SCUOLE SUPERIORI
quartiere e politica
testazione?
Nadia (FGCI X ITC) I primi anni c'era molto entusiasmo, poi tutto è finito. Gli studenti vengono a scuola solo per avere un titolo che è fasullo: i contenuti dello studio sono assurdi, ci presentano ancora l'immagine della segretaria 1 modello.
Claudio (CL - Cremona) Oggi la maggior parte degli studenti va a casa e i bar si riempiono. Nelle assemblee c'è solo uno scontro ideologico.
Lorenzo (CL - Cremona) Non si risolve il problema con nuove forme di partecipazione. Vanno bene quelle che ci sono. L'importante è che riunioni, collettivi, assemblee diventino momenti partecipativi dove ogni gruppo, ogni entità, ogni partito, ogni individuo abbia la possibilità di portare non solo schemi prefissati ma contributi originali. Sui contenuti è possibile incontrarsi.
Nadia (FGCI X I.T.C.) Uno dei più grossi limiti del movimento degli studenti è che abbiamo sempre cercato il confrontoscontro tra le organizzazioni politiche presenti nella scuola. In realtà non siamo mai andati al confronto reale con gli studenti.
Negli scorsi anni ad esempio anche in occasione delle elezioni scolastiche, spesso non ci si preoccupava di presentare programmi e piattaforme, ma soltanto di controbattere quelli di C.L. perchè non volevano aderire alle nostre liste. Quest'anno per la prima volta noi della FGCI abbiamo steso una piattaforma. Abbiamo presentato una nostra lista perchè abbiamo contenuti e metodi di lotta diversi a rispetto ad altri. Però anche in questa occasione durante l'assemblea più che spiegare agli studenti programmi e obiettivi è nata una polemica con I'M.L.S. sulla presentazione di liste separate. Conclusione: gli studenti se ne sono andati.
Gabriele (QeP) Quali sono gli obiettivi che state portando avanti all'interno dei vostri gruppi?
Lorenzo (C.L. Cremona) Comunione e Liberazione non è un movimento politico: quando ci troviamo non discutiamo di tattica politica. Siamo un movimento ecclesiale e come primo obiettivo abbiamo la rinascita della fede, anche all'interno della scuola. Gli obiettivi politici vengono di conseguenza.
Gabriele (QeP) Ma sul tema specifico della scuola?
Lorenzo (C.L. - Cremona)
L'immagine di scuola che abbiamo è pluralista. Oltre alla libertà di insegnamento ci deve essere la libertà di educazione.
Gabriele (QeP) Quali sono gli obiettivi che vi siete posti?
Giorgio (PDUP - ManifestoCremona) Abbiamo puntato molto sullo sciopero per l'occupazione del 5 aprile per cercare di finire bene quest'anno un po' disgraziato. Vogliamo continaure a mobilitare gli studenti sul tema del rapporto scuola - lavoro, leghe dei disoccupati ecc.
Lorenzo (C.L. - Cremona)
Non abbiamo ancora fatto niente all'interno della scuola, anche perchè ci basiamo solo sulle nostre forze, gli studenti per ora dimostrano di essere qualunquisti. Noi abbiamo la volontà di studiare in un modo diverso, se riusciremo, porteremo la nostra esperienza nei collettivi, rifiutando però i discorsi solo teorici.
Marco (A.S. - Cremona) Una battaglia decisiva si gioca su un serio utilizzo del dieci per cento delle ore da dedicare alla sperimentazione, anche per ridare fiducia agli studenti. Altro obiettivo, anche se a lunga scadenza, è quello di lottare per una maggiore democrazia nella scuola. Pensiamo anche all'autoregolamentazione dei momenti di dibattito. Queste ci sembrano condizioni primarie per una riforma della scuola.
Seconda parte a cura di Gabriele Belotti e Claudia Borsano
IL VERDI DI SERA
ore 21,15 L. 3.000, riduzione L. 200
dal 1° al 7 maggio
"I COMICI DELL'ARTE-LAZZI E STRAPAZZI" con la Cooperativa "Quellidigrock"
dal 9 aI 14 maggio
"ORATORIO PROFANO DEI TRE SOLDATI ERRANTI" con il Collettivo di Parma
dal 16 aI 21 maggio
"ZOMBIE DI TUTTO IL MONDO UNITEVI A NERVI" con Gianfranco Manfredi e Ricky Gianco regia di Velia Mantegazza
La Cooperativa "Quelli di grok", fino al 7 maggio tiene cartellone al Teatro Verdi con lo spettacolo "I Comici dell'Arte-Lazzi e Strapazzi": una rappresentazione carica di vitalità sull'epoca e sui personaggi della Commedia dell'Arte che illustra la trasformazione dei giullari, personaggi da piazza, in maschere.
Subito dopo il Collettivo di Parma è ospite della sala di via Pastrengo con una novità per Milano: si tratta dell' "Oratorio profano" dei tre soldati erranti" che ha già ottenuto importanti successi nella regione Emilia-Romagna. Un ritorno atteso e sicuramente gradito è quello di Gianfranco Manfredi e Ricky Gianco che con il loro spettacolo "Zombie di tutto il mondo unitevi a Nervi" hanno ottenuto nell'ottobre scorso il tutto esaurito. Potremo riascoltare canzoni come "Dagli appennini alle bande", "Un tranquillo festival pop di paura", "Ultimo mohicano" ecc. e una fastosa rievocazione del periodo del "rockand-roll" che ebbe in Elvis Presley l'esponente di maggior rilievo. Lo spettacolo di Gianco e Manfredi è diretto da Velia Mantegazza, che ne ha anche ideato rambientazione scenica: un gran mare di carta che si rigonfia via via che lo spettacolo si svolge, fino a sopraffare i due interpreti.
La nostra zona si arricchisce di un altro centro associativo e culturale dell'ARCI: la specificità è che si tratta di un circolo che oltre a tutte le normali attività ARCI servirà di sostegno alle strutture di RADIO REGIONE, l'emittente locale democratica che da alcuni anni trasmette nella nostra città; RADIO REGIONE svolge un ruolo importante nel panorama delle emittenti locali: infatti essa riprende in diretta tutte le manifestazioni politiche e sindacali di maggior rilievo cittadino e sviluppa i propri
programmi su temi di impegno culturale e civile. Anche le scelte musicali sono sempre di alto livello e numerose le rubriche fisse: medicina, veterinaria, mondo cooperativo, sport, e la rubrica pensioni, in collaborazione con Quartiere e Politica.
Nei prossimi numeri riporteremo le iniziative dei Circolo e i programmi di Radio Regione che, ricordiamo ai lettori, trasmette ogni giorno, 24 ore su 24, dal Canale 91 in modulazioni di Frequenza.
c'è il rimedio per i vostri capelli:
"LA LINFA VITALE DELLA PRIMAVERA"
una nuova stagione per la vostra capigliatura
dalla prima:
Nella zona 2 i '<nati a Milano" incidono sulla popolazione complessiva nella misura del 39,31%, valore nettamente inferiore a quello (41,49%. calcolato per l'intera città. A parte questa eccezione. le cifre ci dicono che l'origine etnico - culturale degli abitanti della nostra zona è abbastanza simile a quella dell'intera popolazione milanese. Si può solo osservare che talune componenti della "vecchia immigrazione" (identificabili con le correnti venete ed emiliane) sembrano avere un peso lievemente superiore nella zona; per converso, il gruppo dei pugliesi (che costituisce senza dubbio il nucleo più importante della recente immigrazione a Milano) è sotto - rappresentato. I motivi del fenomeno vanno ricercati nella persistenza di vecchi insediamenti residenziali in gran
Posizione nella prof. Italia e condizione non prof. Sett.
Imprenditori, liberi pro fessionisti, dirigenti 3,49
Impiegati 16,57
Operai, Apprendisti, Lavoratori a domicilio 11,29
Lavoratori in proprio e coadiuvanti 5,15
TOTALE IN
POSIZIONE
PROFESSIONALE 36,50
Casalinghe 22,79
Studenti e scolari 18,13
Ritirati dal lavoro 12,17
Bambini 8,98
Altri in
condiz. non prof. 1,43
TOTALE IN CONDIZIONE
NON PROF. 63,50
TOTALE 100,00
Le differenze tra i dati riferibili ai singoli gruppi sono assai sensibili. Per una corretta interpretazione delle cifre bisogna però ricordare che tutti i bambini nati a Milano sono classificati come "settentrionali", il che spiega in parte i dislivelli tra le proporzioni della popolazione in posizione professionale (e, ovviamente, in condizione non professionale) imputabili a ciascun gruppo.
Si noterà tuttavia facilmente il netto divario tra la condizione socio - economica dei "meridionali" ed "insulari" e quella dei cittadini originari dell'Italia Settentrionale, dell'Italia Centrale e dell'estero. Questa varietà di situazioni si collega all'eterogeneità degli insediamenti residenziali esistenti nella nostra zona.
Abbiamo detto che la nostra città non ha mai respinto l'immigrato, che, anzi. essa lo ha rapidamente assimiliato. Ci sembra che in gusto processo di inserimento dei nuovi arrivati nella vita e nel costume milanese vi sia-
parte dell'area meridionale (Isola Garibaldi) e occidentale (Farini - Valtellina) della zona. La frequenza abbastanza elevata di persone nate in Piemonte, Liguria. Toscana e Lazio, si spiega invece con l'apporto che queste regioni hanno sempre dato ai ceti imprenditoriali, dirigenziali e impiegatizi di livello mediosuperiore, stanziati in numero cospicuo nei quartieri alti situati nel settore nord - orientale della zona (Villaggio Giornalisti, Quartiere Maggiolina).
Ma come si esprime il contributo che i vari gruppi di immigrati residenti nella zona danno all'economia della Città? Cerchiamo di analizzare, sia pure in via di approssimazione, il profilo professionale, dell'immigrato. Anche in questo caso ci esprimeremo in cifre percentuali.
Camminando per la zona 2 a caccia dl immagini la nostra fotografa ha scattato questa foto. Alla fortunata "vittima" del suo obiettivo indiscreto "Quartiere e politica - Zona 2" offre un mese di notorietà, un anno di abbonamento al giornale e un libro.
La signorina Irma Spais via M. Gioia, 64 si è riconosciuta nella fotografia pubblicata su Quartiere e Politica di marzo. Complimenti dalla Redazione.
Da un lato c'è una società sufficientemente evoluta per non cedere a rozzi pregiudizi, dall'altro vi sono più o meno inconsce affermazioni della superiorità di un modo di vita urbano che tende a frantumare i valori propri della comunità d'origine degli immigrati. Sarebbe bene invece che quei valori continuassero ad esistere e ad operare in un pluralismo di modelli di comportamento suscettibile di favorire una ricca articolazione della vita culturale della città.
Questo obiettivo è, però, difficilmente perseguibile là dove, come nella nostra zona, l'origine etnico - culturale dei cittadini simbolizza l'appartenenza a ceti sociali profondamente diversi tra loro, oltre che per ovvie distinzioni o contrapposizioni di interessi, per una caratterizzazione degli insediamenti residenziali che lascia ben poco spazio a possibilità di convivenza tra gruppi di cittadini appartenenti a strati sociali diversi.
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