milatto 119
Mensile di informazione politica e cultura
Anno VIII - N. 3 - marzo 1984
Si è appreso dalla VV.UU.
marcatelilane ore 21
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L. 500
Direzione - redazioneamministrazioneV* Appeorn ni B MILANO 'rei. 3539458
Milano
Il cittadino chiede e il vigile provvede
L' Uff co della VV.UU. di via Cilea ha provveduto a trasmettere le segnalazioni e le lagnanze dei cittadini del quartiere ai competenti uffici, dai quali si attendono ora adeguate risposte
S M. Nascente: la scuola resterà
Si è appreso dalla VV.UU. (Vigilanza Urbana) che fra le diverse segnalazioni che pervengono ai suoi uffici di via Cilea, da parte di cittadini del quartiere, alcune riguardano questioni di viabilità od attinenti, come, ad esempio, la mancanza di uno specchio parabolico all'incrocio fra le vie Ratti e Gorlini (a Trenno), la mancanza di targhe viarie in numerose vie del quartiere, scarsa illuminazione di incroci ritenuti pericolosi e la mancanza di adeguati parcheggi alle stazioni della M M Croce, Bonola e S. Leonardo. Si ritiene quindi opportuno portare a conoscenza dei cittadini che, a quanto si è appreso, l'ufficio di via Cilea della VV.UU. ha già provveduto da oltre un anno a richiedere ai competenti uffici gli interventi necessari come appresso indicato:
... intanto il doposcuola non funziona
A tre minuti dalla morte nucleare
Il mondo del bambino
per la mancanza di uno specchio parabolicoallo sbocco delle vie Ratti e Beolchi sulla via Gorlini (incrocio senza visuale e pericoloso) ha inviato tre richieste scritte al Comando Vigilanza Urbana, Divisione Traffico;
per la mancanza di targhe viarie nelle vie Torrazza, Appennini, Borsa, Visconti, Mafalda di Savoia, Lampugnano, raccordi vie Croci, Quarenghi, ecc. ha inoltrato tre richieste scritte all'Ufficio Tecnico Divisione Toponomastica;
per una adeguata illuminazione (lampade gialle in zona periferica con nebbia) in taluni incroci del quartiere ritenuti pericolosi ha inoltrato una richiesta scritta all'Ufficio Tecnico Divisione Illuminazione pubblica;
per un adeguamento e ampliamento dei parcheggi alle stazioni MM Croce, Bonola, San Leonardo (parcheggi da lineari a pettine) ha inviato una richiesta scritta al Comando Vigilanza Urbana, Divisione Traffico. Si attende ora un'adeguata risposta dai suddetti uffici.
Nella foto l'incrocio fra le vie Ratti e Gorlini.
Lo sport nella zona
I mestée de la Milan de semper
Secondo il SUNIA Circa 60 alloggi I.A.C.P. sfitti nella nostra zona
Si tratta di alloggi di risulta la cui assegnazione ai primi delle graduatorie fatte in base ai bandi di concorso allieverebbe il problema della casa ed eliminerebbe il pericolo di occupazioni abusive
Nel numero di febbraio di "Milano 19", a pagina 8, è stata pubblicata una breve notizia corredata di fotografia, relativa ad un appartamento di via Quarenghi 34, al Gallaratese, sfitto da diverso tempo ed al quale lo IACPM ha apposto delle inferiate per impedire occupazioni abusive.
Dai dati in nostro possesso risulta che all'interno della terza zona decentrata (S. Siro — QT8 Gallaratese) gli alloggi di risulta, cioè quegli alloggi che si sono liberati per trasferimenti, decessi, ecc. sono circa 60 e se a questo si aggiunge che recentemente la terza zona si è allargata a Quarto Cagnino e al Mac Mahon possiamo tranquillamente affermare che il numero è certamente più alto.
Comprendiamo perfettamente la preoccupazione dello IACPM di correre ai ripari per evitare occupazioni abusive, ma non possiamo certo condivi-
Da parte del CdZ 19 Per via Cimabue chiesto un incontro con il Comune
Servirà per riesaminare tutti gli aspetti della viabilità attorno al Monte StellaDenunciato l'atteggiamento provocatorio del capo gruppo democristiano
In merito alla chiusura, da parte dell'Amministrazione comunale, della via Cimabue, al QT 8 ed alle polemiche sorte in seguito a tale provvedimento (di cui abbiamo riferito nel numero scorso, il Consiglio di Zona ha approvato il seguente documento predisposto dal suo Dipartimento al territorio.
Il Consiglio di Zona 19 ha tempestivamente esaminato la richiesta avanzata da un gruppo di cittadini che hanno proposto la chiusura dell'imbocco nordovest della via Cimabue.
Nella seduta del 12.12.1983, infatti, il Cd. Z ha consapevolmente confermato il parere
Al Gallaratese Sta per decollare il Centro Commerciale
Una dichiarazione del presidente del Consiglio di Zona
Dopo un viaggio non breve si riuscirà finalmente a far decollare il Centro Commerciale al Quartiere Gallaratese. È un "servizio", meglio dire una serie di servizi aggregati o integrati fra di loro, che da troppo tempo gli abitanti del Gallaratese attendono.
Se ne era parlato nel periodo delle lotte (chi si ricorda la tenda?) per vitalizzare la spina cen-
trale oggi sta per diventare realtà. Il Comune di Milano (l'Assessorato all'Urbanistica e quello al Commercio) ha lavorato con il Consiglio di Zona e con gli operatori privati che costruiranno il Centro, per quattro anni al perfezionamento degli accordi complessivi che regoleranno la realizzazione dell'opera e la sua gestione. (segue in ultima)
espresso dalla Commissione Pianificazione Territoriale che rimanda ogni determinazione in merito ad un esame adeguatamente approfondito dei problemi viabilistici nel loro complesso, nonché alle proposte in atto per l'attrezzatura dell'incrocio Cimabue/ Sant'Elia da realizzarsi utilizzando i contributi per oneri di urbanizzazione.
Sorprendentemente, da parte dell'Amministrazione Comunale si è provveduto, in tutta fretta, a bloccare l'accesso in questione, senza tener conto sia del parere espresso dal C.d.Z. sia delle esigenze di accesso al
quartiere gravitante sulla via Cimabue, i cui abitanti hanno giàfatto pervenire un documento di vibrata protesta.
Se si tiene conto che per un caso analogo riguardante la pedonalizzazione della Via Quarenghi si è seguita una procedura corretta e necessariamente complessa, che ha richiesto numerose consultazioni con tutte le parti interessate, per pervenire a decisioni esecutive che, ad oltre un anno di distanza, non si sono ancora concretizzate, si deve ritenere perlomeno affrettato l'intervento operato sulla via Cimabue. (segue in ultima)
derne il metodo. Esiste in modo drammatico a Milano, come in tutta Italia, il problema delle abitazioni, degli sfratti, delle giovani coppie in cerca di casa ed è inconcepibile che lo IACPM tenga sfitti, all'interno del suo patrimonio, degli alloggi che non sono certamente soltanto i 60 della terza zona, ma sicuramente molti di più se si tiene conto che l'Istituto amministra complessivamente 120.000 alloggi.
La soluzione, dicevamo, deve essere diversa e come SUNIA non ci stancheremo mai di ripeterla e di mettere in campo tutte quelle iniziative che la possano realizzare.
Dal momento che esistono delle graduatorie fatte in base ai bandi di concorso gli alloggi di risulta debbono essere assegnati nel più breve tempo possibile ai primi in graduatoria, che è un metodo molto più efficace e più giusto per evitare occupazioni abusive e che permetterebbe allo IACPM, il cui deficit è ormai noto a tutti, di riscuotere le quote di affitto anziché spendere denaro per impiantare inferriate.
E certo che soluzioni di questo tipo non sono certamente realizzabili con l'attuale struttura estremamente centralizzata e burocratica dello IACPM, ma passano attraverso un suo reale decentramento potenziando e dotando di maggiori poteri le Commissioni di gestione democratica che sono adesso relegate ad un ruolo puramente burocratico e consultivo ed i cui compiti non sono certamente quelli che il SUNIA aveva richiesto fin dalla loro lontana costituzione.
A tutto questo si aggiunge che la recente Legge regionale non accenna minimamente a queste commissioni, contribuendo così a relegarle ad un ruolo di scarsissima importanza.
Evidentemente simili impostazioni non possono essere accettate e vanno radicalmente riviste.
Ci si aspettava forse che la Legge regionale prevedesse al suo interno una normativa per questo tipo di assegnazioni e (segue in ultima)
Il punto Forse non ricordano
Il decreto craxiano sul taglio su scala mobile, e quindi, in pratica, sulla decurtazione dei salari, è un fatto gravissimo, che ha, a quanto ci risulta, un solo precedente risalente al 1927, quando Mussolini, allora capo del governo, decretò la decurtazione dei salari prima del dieci e poi del venti per cento.
La gravità del decreto craxiano sta, a nostro avviso, non soltanto nella riduzione (malgrado le affermazioni contrarie del governo) del potere di acquisto dei lavoratori, ma anche e ancor più nel fatto che esso può aprire la strada a interventi anche più massicci e gravi sui diritti acquisiti dai lavoratori stessi attraverso una libera e democratica contrattazione sindacale. Con l'emissione del decreto sul taglio della scala mobile le prerogative sindacali e lo stesso sistema democratico
sono stati intaccati nel profondo. Ora più nessuno può sentirsi al riparo da capricci o anche solo da decisioni avventate di governanti attuali o futuri. In ciò sta il carattere awenturistico della decisione governativa. È quanto dovrebbero tener presente quanti hanno asserito che sono stati soltanto i comunisti a promuovere ed organizzare scioperi, cortei e manifestazioni di protesta e che se non ci fossero stati i comunisti a fomentare gli animi tutto sarebbe rimasto tranquillo.
Evidentemente costoro ignorano. o forse fingono di non ricordare, che anche contro i tagli salariali mussoliniani del 1927 oltre diecimila mondine scioperano dal 28 giugno al primo luglio. E nel 1927 scioperare comportava rischi non da poco.
dal fascismo a piazza Fontana
y.
E d'improvviso ... il caldo fu
Caro Direttore, nello scorso mese di novembre, il tuo giornale pubblicava un articolo dal titolo "Al freddo anche quelli che hanno pagato tutto" nel quale si denunciava sia il grave atteggiamento delle imprese Mobil-Agip-Esso, sia quello dello IACP debitore alle tre su menzionate ditte di ben 34 miliardi di arretrati per fornitura di gasolio, che avevano deciso di risolvere l'annoso problema le prime, non fornendo più gasolio, il secondo, lasciando tutto l'inquilinato al freddo, previa esposizione di "liste di proscrizione" per di più inesatte (specie per S. Siro che ha la più bassa percentuale cittadina di morosità) di inquilini morosi nelle singole portinerie. Tutto ciò avveniva mentre già dal 15 di ottobre, nell'edilizia privata, funzionava il necessario servizio di riscaldamento. Poi improvvisamente il caldo fu! Ed ora di che ci accorgiamo? Che da vari mesi il servizio di riscaldamento nelle case IACP di S. Siro (ma solo qui o in tutti i casegguati IACP di Milano) funziona ininterrotamente giorno e notte con grandi saune degli inquilini e la coerenza e lo sperpero di sempre!!
1° Coerenza perché così facendo allora gli innumerevoli manifesti che riproducono l'ordinanza del Sindaco con data 30 novembre affissi a Milano che limitano a 14 ore giornaliere l'accensione degli impianti di riscaldamento (da scegliersi dalle ore 5 alle 23) vista la necessità di ridurre i consumi energetici,
Morire per la Patria ... fumando
non hanno alcun senso o come al solito, essendo provato ogni giorno di più che i cittadini non sono uguali davanti alla legge, hanno solo senso e obbligo per chi abita negli stabili privati. Ma allora devono spiegarci perché si lascia tanto sprecare a chi crede di risparmiare seguendo il parere degli esperti che circa questo problema avranno relazionato al Sindaco!
2° Sperpero perché non si capisce come solo i privati possano riscaldarsi sufficientemente con 14 ore giornaliere mentre chi abita nello IACP abbisogni di ben 24 ore. A quale cifra ammonterà il debito dello IACP verso le imprese a inizio gestione '84?
Forse che vale il detto "chi più spende meno spende?" E se quest'anno si era ventilato di non accendere per i famosi 34 miliardi di debito, quest'altro anno, si dirà "chi troppo vuole, nulla stringe" e così dicendo si imporrà il freddo totale tanto se ne è incamerato (di caldo) ad esuberanza quest'anno?
O forse dobbiamo ritenere che in fondo in fondo lo IACP è coerente dato che la delibera del Sindaco esenta dalla disposizione alle 14 ore gli edifici adibiti a ricovero o cura di minori o anziani.
E a dire il vero il degrado degli stabili dello IACP è tale che ci ricorda molto la tristezza dei ricoveri! Gratta, gratta la verità salta sempre a galla!!
Mirella Gasparini
Ci scrivono dalla Zona 2
Egr. sig. direttore di Milano 19, quanto è stato pubblicato sul suo giornale nel numero di settembre 1983 a pagina 6, "Poste pubbliche o private il servizio non cambia", oltre a condividere pienamente il contenuto dell'ar-
milano19
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ticolo ed elogiare il suo giornale per l'eccezionale veste rispetto a tutti i confratelli delle altre zone milanesi (molte zone sono totalmente prive di qualsiasi foglio informativo) è per me un invito a segnalarle un fatto insolito.
L'agenzia Rinaldi, legata da interessi e da tempo fiduciaria della S.I.P., recapita regolarmente le fatture della concessionaria telefonica anche senza indicazioni particolari quali la sigla della scala o l'indicazione dell'interno mentre respinge altra corrispondenza, anche di banche, pretendendo un più accurato richiamo dell'indirizzo anche se il Comune di Milano non lo pone sui documenti non ritenendolo ovvio. (Altrettanto non posso dire della pubblica amministrazione postale).
Ebbene: nessun inquilino di via Carlo de Cristoforis, 2 — Milano ha potuto pagare la bolletta del telefono prima del giorno 3 gennaio, poiché l'agenzia Rinaldi le ha consegnato proprio quel giorno, anche se il timbro "Rinaldi — Recapito Stampe" (una fattura commerciale è una stampa qualsiasi?) recava la data del 21/12/83; l'inizio del periodo di pagamento era il 2/1/84, la bolletta è stata recapitata il giorno dopo.
Faccio notare che via C. de Cristoforis, 2 è centrale, non ha la scusante di ulteriori indicazioni ed ha un servizio di portineria; da ciò deduco che l'agenzia Rinaldi fa il suo sacrosanto comodo (o almeno i suoi adepti) e quanto a velocità non compete neppure con le tartarughe. Lettera firmata
immensi (da noi è addirituttura uno scandaloso monopolio di Stato).
Questa mia lettera non vuole essere un monito per chi fuma, ma un ennesimo invito alla riflessione.
Ma pensateci un po', smettere di fumare! È una parola eliminare un vizio che è entrato nel sangue! La nicotina è prepotente come la morfina, come la cocaina; le si dà meno importanza perché la maggioranza degli uomini è intossicata, perché le sigarette sono fonte di guadagni
Mancava un "non"
Egregio Direttore, ho letto con notevole ritardo il numero di gennaio di Milano 19, ed ho notato che la lettera della sig.a Gabusi e mia del 13.12.83 è stata pubblicata senza un "non" che cambia totalmente il senso del nostro scritto.
Infatti al par. 2) noi abbiamo scritto "... piuttosto che coloro che non hanno il senso civico ...". Poiché in questo modo il senso risulta capovolto, ritengo doverosa una "errata corrige". Distinti saluti.
Giuliana Filippazzi
A proposito di Moscato bianco
Caro Milano 19, non è che in questi mesi trascorsi io non abbia avuto niente da dire sui famosi 4 passi in cantina, ma mi sembrava di essere diventata un po' troppo polemica o "rompiballe" come tu preferisci.
Purtroppo questa volta non posso fare a meno di scriverti per chiarire un poco le idee a chi legge i 4 passi in cantina.
Questo mese si parla di MOSCATO BIANCO generalizzando il discorso cosa impossibile da farsi quando si parla di vini; ti riporto qui sotto l'elenco dei vari Moscati esistenti sul mercato
Italiano:
Aosta: Moscato di Chambave
Piemonte: Moscato naturale
d'Asti D.O.C. Moscato d'Asti Spumante (chiamato Moscato d'Asti, Asti Spumante o Asti D.O.C.)
Lombardia: Moscato Trentino
D.O.C. Oltrepo Pavese D.O.C.
Trentino: Moscato di Trani
Trani: Moscato di Trani
Sicilia: Moscato di Siracusa
Moscato di Noto
Moscato Passito di Pantelleria (chiamato comunemente Passiti di Pantelleria)
Sardegna: Moscato di Campidano
Come vedi sono tanti e ognuno di essi ha caratteristiche organolettiche diverse perché provengono da Regioni, climi, terreni completamente differenti e per ognuno l'analisi olfattiva e degustativa avrà sue caratteristiche ben distinte.
Purtroppo il discorso sarebbe troppo lungo e ti occuperebbe troppo spazio tu che chiedi lettere sempre brevi.
Ti saluto come sempre tua amica nel vino
Gabriella Bavaro
Qui in Italia quando sono in gioco gli interessi dello Stato si può lecitamente rovinare la salute dei cittadini. Com'è bello morire per la Patria fumando le sigarette che lo Stato ci vende per lucrare i suoi miliardi annui e disperderli poi nei mille rivoli sconosciuti e dileguantisi come neve al sole!
È mio dovere ora dire a tutti: se potete smettere di fumare sarà una grande soddisfazione della vostra vita e ne ricaverete benefici immensi. Il vostro sistema nervoso sarà più calmo: sì, perché è un'illusione pensare che fumando ci si scarichino i nervi! Al contrario, il fumo li eccita.
Avrete anche la possibilità di evitare malattie polmonari.
Ricordate che il fumo è apportatore di cancro, specie alla gola e ai polmoni. Inoltre cesserete di essere complici dell'immorale Monopolio di Stato e risparmierete denari.
Luigi Sivieri
Comunicati e ... comicità
La Zona 19 parteciperà numerosa al Concorso Internazionale di Pittura, Grafica, Scultura e Fotografia "Michelangelo".
Per il problema che ci riguarda ogni fotoamatore, per ogni stampa a colore e/o in bianco e nero dovrà versare una quota di lire 15.000 mentre per ogni diapositiva l'importo sarà di lire 20.000.
Ai premiati non verrà inoltrato alcun comunicato prima della Cerimonia di Premiazione, alla qualeÅ ,)trà partecipare con il siii4 versam o di L. 100.000, dico centomi alire, pro-capite.
Stiamo prendendo adesioni per rapinare una Banca! Leoclema
corsi del "Tempo libero"
È iniziato il secondo trimestre dei corsi del tempo libero per adulti, organizzati dal Ministero della Pubblica Istruzione e dagli Enti Locali (Comune, Provincia, Regione).
Nel vasto elenco delle discipline proposte si può trovare la risposta alle esigenze culturali e professionali per ogni categoria di persone: lavoratori, disoccupati, pensionati, studenti, casalinghe ecc. Chi scrive fa parte di quest'ultima categoria: infatti dopo aver valutato le materie ed i programmi ho scelto di iscrivermi al corso di "Taglio e cucito" che si svolge nella nostra zona presso la scuole media Casati di Via Ojetti 13.
Le lezioni iniziate in ottobre hanno la durate di sei ore settimanali, pomeridiane e serali, a giorni alterni. Il programma prevede ad ogni trimestre il taglio e la confezione di un capo diverso: gonna, pantaloni, corpino.
Ho iniziato questa esperienza con lo spirito e l'entusiasmo di chi affronta un utile diversivo per il proprio divertimento e per essere autosufficiente nelle piccole esigenze personali e della famiglia.
Nel gruppo della classe del primo turno serale, dalle 18 alle 20, mi sono trovata subito bene. Siamo in nove di cui sette ragazze dai 20 ai 30 anni: Antonia, Antonella, Daniela, Franca, Gabriella, Luisa, Maria, impiegate, la signora Pietrina, dipendente dello stabilimento Alemagna e la sottoscritta.
Le lezioni sono tenute dalla signora Gabriella Dolci, la nostra brava e paziente insegnante sempre pronta e disponibile con tutte.
Sotto la sua valente guida ognuna di noi è riuscita a confezionare due o anche tre gonne prima delle vacanze natalizie. Ogni capo ultimato rappresenta per noi una conquista della nostra abilità.
Il corso è inoltre per noi un'ottima opportunità di incontro e di dialogo, componenti immancabili per costruire un clima di collaborazione, serenità e amicizia nell'ambito della classe.
Neda Mattioni Garavelli
Fare e disfare
Caro Direttore mi chiedo e chiedo come mai il Comune di Milano abbia organizzato e messo in atto l'indagine relativa ai mezzi pubblici al servizio dei cittadini.
Sarà stato fatto al solo scopo di appesantire le spese comunali di 600 e passa milioni occorrenti per portare a termine tale sondaggio o si interessa veramente dei problemi dei milanesi?
Se si interessa veramente alle necessità dei cittadini perché ha chiuso il raccordo che da Piazza Kennedy immetteva direttamente al Gallaratese, obbligando gli abitanti della zona ad allungare il percorso e quindi creare maggiori ingorghi?
Non sarebbe stato meglio sentire prima il parere degli utenti?
Al Comune di Milano l'ardua decisione di fare e disfare, aprire e chiudere le strade, il tutto in modo democratico!!! Saluti distinti. A.V.
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0-§ j -ìa infilano 19 milano 19 - pagina 2 0 O o Ä Ä marzo 1984
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E il pane bisognava portarselo da casa
I milanesi non si lasciano incantare dalle iniziative demagogiche del podestà-prefetto
di Gian Piero Pagetti
L'I I marzo 1944 Piero Parini, che ricopriva nello stesso tempo le cariche di podestà (capo del comune) e di prefetto (capo della provincia) di Milano, ordinò che i minori introiti derivati all'ATM dallo sciopero conclusosi tre giorni prima fossero rifusi, mediante trattenute sulla paga, dai tranvieri, ai quali addebitò anche i danni causati, non solo all'Azienda tranviaria, dai suoi camerati fascisti che in quei giorni di astensione generale dal lavoro si erano tanto maldestramente sostituiti ai manovratori alla guida dei tram milanesi.
Evidentemente Parini era alla ricerca di quattrini, tanto che quello stesso giorno riunì a Palazzo Marino i direttori delle banche cittadine per lanciare un prestito obbligazionario (che prenderà da lui stesso il nome) di un miliardo di lire: una cifra astronomica a quei tempi. Quattro giorni dopo il CLNAI emise una dichiarazione per precisare che tale prestito non sarebbe stato riconosciuto dal "prossimo governo di liberazione"e che anzi il possesso di cartelle del "prestito Parini" avrebbe potuto essere considerato una prova di adesione al governo fascista da parte dei loro detentori, che perciò avrebbero potuto essere chiamati a risponderne. Ma la dichiarazione del Comitato di Liberazione trovò spazio soltanto sulla stampa clandestina, che, per forza di cose, aveva una tiratura ed una diffusione limitate ed una periodicità non costante. Venne invece ignorata, e c'era da aspettarselo, dalla stampa "legale", quella cioè che appariva regolarmente nelle edicole, che comprendeva all'epoca le solite testate dei quotidiani milanesi: "Corriere della Sera", "La Sera" (scomparso nel dopoguerra), "L'Italia" (quotidiano cattolico della Curia milanese in vendita anche nelle chiese) e"La Gazzetta dello Sport". Un altro quotidiano milanese, l'"Ambrosiano", si era visto invece cambiare la testata in "Repubblica fascista" dal suo direttore Carlo Borsani, che in tal modo gli fece perdere, in un sol colpo, lettori e credibilità.
E i giornali legali" si limita-
vano a pubblicare soltanto ciò che era gradito, o quanto meno non sgradito, agli occupanti tedeschi e dei loro tirapiedi repubblichini. Così su "L'Italia" del IO marzo 1944 padre A. Bruccolieri, economista politico gesuita, potè con tutta tranquillità pubblicare un articolo dal titolo "La lotta di classe" in cui, criticando un 'foglietto" politico cattolico (clandestino, naturalmente) contenente, a suo parere, "posizioni comuniste", si pronunciava contro "la marcia verso lo statalismo onnipossente", "verso una società brutalmente e artificiosamente livellata", "ossia il regno della mediocrità e della comune miseria" lasciando intendere di preferire una società in cui pochi ricchi (e lui magari tra quelli) lasciassero la miseria agli altri. Dal canto suo il "Corriere della Sera" del 17 marzo 1944 nel dare notizia della partenza di un migliaio di lavoratori italiana "da una piccola località dell'Italia settentrionale divenuta centro di raccolta delle maestranze italiane destinate a prestare la loro opera in Germania", si dimenticò di dire che in realtà quel "centro di raccolta" era un campo di concentramento e quelle "maestranze" erano deportati destinati ai campi di sterminio nazisti.
Dal cielo continuano a piovere bombe
La mattina del 23 marzo 1944, mentre in piazza S. Sepolcro i fascisti milanesi celebravano, con gran schiamazzo ma senza la partecipazione della cittadinanza, la fondazione dei fasci, a Roma, in via Rasella, al passaggio di un reparto della "Feldpolizei" tedesca i gappisti fecero esplodere una bomba, che provocò la morte di 32 gendarmi ed il ferimento di altri, uno dei quali morì poi in ospedale. Ne seguì una notte di terrore a San Vittore, dove il comandante tedesco aveva comunicato che se a Roma non si fosse raggiunto il numero di ostaggi che i nazisti avevano deciso di fucilare per rappresaglia, i mancanti sarebbero stati prelevati dal carcere milanese. Ma poi il destino volle che il sacrifi-
cio e la gloria delle Fosse Ardeatine rimanessero solo ai patrioti delle carceri romane.
Il 25 marzo giunse a Milano il nuovo comandante tedesco, il generale Wening. Il giorno dopo venne comunicato che si potevano liberamente allevare i suini e ci fu chi non mancò di collegare i due fatti commentando:"Ghe voreva propri ch'el rivass on gran porcon per dà via libera a l'allevament di porscei!" e certamente non si riferiva soltanto ai maiali a quattro zampe.
Nè è da escludere che si riferisse ad un altro generale, il generale della milizia fascista Ricci, che proprio in quello stesso giorno tenne a Milano un rapporto ai fiduciari, vicefiduciari e presidenti dell'ONB (Opera nazionale balilla, l'organizzazione paramilitare giovanile fascista) del Piemonte e della Lombardia sul problema dell'arruolamento e dell'inquadramentb militare dei giovani dai 16 ai 18 anni per addestrarli alle armi ed alla rappresaglia antipartigiana nella caserma per loro approntata sin dal 29 gennaio precedente a Milano in via dei Cinquecento, nel cuore del quartiere popolare ed operaio del Corvetto, dove le "fiamme bianche" (così erano chiamati i giovani fascisti) non erano certamente ospiti graditi.
1129 ed il 30 marzo si rinnovò il tragico rituale dei bombardamenti angloamericani: dalle macerie vennero estratti 47 morti e 68 feriti a Milano ed altri 32 morti e 40 feriti a Segrate e Limito. Un massacro inutile che diede soltanto spazio al Corriere della Sera di pubblicare, il 31 marzo, un "fondo" in cui vennero duramente attaccati l'antifascismo e gli scioperi della prima settimana di quello stesso mese, quasi che la guerra l'avessero voluta loro.
Per i milanesi, intanto, miserie e disagi crescevano sempre più. Stando ai dati emessi dalle organizzazioni padronali calcolato cento l'indice di agosto 1943 l'occupazione e le ore lavorate erano scese rispettivamente a 87,5 ed a 97,8. In compenso il costo della vita era salito dai 575 punti di febbraio 1944 ai 641 punti della fine di marzo. Ed era soltanto l'aumento ai prezzi ufficiali! Se si fosse tenuto conto di quelli alla "borsa nera" l'aumento sarebbe indubbiamente risultato molto più elevato.
Senza il permesso niente bicicletta
Il l" aprile la razione di sale venne ridotta a 200 grammi, ma il prezzo venne aumentato di una lira al chilo (non poco a quei tempi) e venne aumentato anche il prezzo dei tabacchi: un bel pesce d'aprile di cui gioirono soltanto i borsari neri I
Dal giorno dopo, in seguito al decreto sulle restrizioni nell'uso dell'energia elettrica che sin dal 26 marzo aveva portato ad una riduzione a cinque giorni della settimana lavorativa nelle industrie ed ad una proporzionale riduzione delle paghe, venne soppresso il servizio tranviario dalle 10,30 alle 11,40
e dalle 14,30 alle 15,40 di ogni giorno. Così per la maggior parte dei milanesi crebbero le occasioni per andare a piedi visto che nelle ore in cui circolavano i tram erano tanto affollati che spesso era praticamente impossibile salirvi o, se per avventura si era riusciti a salire, scenderne e che dal 20 marzo si poteva circolare in bicicletta soltanto se muniti di un apposito permesso: permesso bianco per il giorno, permesso rosa per le ore di oscuramento e divieto assoluto di circolare, anche a piedi, nelle ore del coprifuoco. E per chi non aveva permessi niente bicicletta!
In tal modo tedeschi e fascisti si illudevano di poter bloccare i gappisti milanesi, che spesso si spostavano in bicicletta per compiere le loro azioni e che avevano prontamente provveduto a sostituire il loro primo comandante Egisto Rubini (arrestato il 25 febbraio e suicidatori in carcere per sottrarsi alle torture) facendo arrivare da Bologna Vittorio Ghini, ex combattente della libertà in Spagna.
Intanto, con la complicità dei repubblichini e di delatori prezzolati, i nazisti continuavano ad arestare e a ricercare esponenti della Resistenza, semplici cittadini e, spesso in base a delle liste fornite dalle direzioni aziendali, operai che, essendosi messi in vista come organizzatori ed agitatori, dopo gli scioperi non si erano ripresentati al lavoro. Il 17 marzo 1944 venne arrestato in piazza Fontana Nino Steiner, del Partito d'Azione e capo della missione alleata Lew, il quale morirà un anno dopo in Germania dove, come tanti altri arrestati era stato deportato. Il 24 toccò a don Carlo Elli, della parrocchia di S. Bernardino alle ossa, sorpreso a strappare manifesti di propaganda repubblichina. Ed in quello stesso mese di marzo vennero ariestati anche alcuni componenti del Comitato regionale lombardo, tra cui il comandante Gasparotto, e del CNL di Milano, tra i quali Mario Damiani.
Ma i milanesi con cessavano di dimostrare, in vari modi, la loro avversione per "toder" (tedeschi) e repubblichini.
In quei tempi a Milano i tram circolavano con affissi sulle fiancate dei manifesti che rappresentavano un milite repubblichino con il dito puntato e la scritta: "E tu che fai?", ma spesso accadeva che ad una fermata un gruppo di donne si accalcasse attorno ad un tram e prima che esso ripartisse qualcuna scriveva sul manifesto la risposta: "Prepariamo la rivoluzione".
Era un genere di scherzi che non andava a genio a tedeschi e fascisti, ai quali certamente andò di traverso anche la notizia data il 19 aprile dal Corriere della Sera secondo cui per la diffusione di "La riscossa proletaria" (un giornale clandestino) venivano usate buste intestate "Sindacati fascisti lavoratori industria" e "Curia arcivescovile di Milano".
In quello stesso periodo la federazione milanese del Parti-
to comunista, il cui comitato federale era all'epoca composto da Giovanni Parodi (poi catturato dai tedeschi il 7 maggio e barbaramente torturato), Luigi Grassi, Agenore Vallini, Gillo Pontecorvo e Giovanni Brambilla, elaborò un documento che analizzava l'organizzazione del PC1 in città ed in provincia, settore per settore, valutando la consistenza dei comunisti e delle altre forze politiche fabbrica per fabbrica, esaminando anche statisticamente lo stato di mobilitazione delle forze antifasciste. Ed in quello stesso mese di aprile 1944, su iniziativa comunista, si costituì nel compartimento di Milano il Comitato di Agitazione dei ferrovieri i cui primi componenti furono Luccioli, Bovani, Molteni, Alberti, Ferrari e Buccianti per il Partito comunista, Narratone, Brivio, Borie e Mattiella per il Partito socialista e Marmori per il Partito d'azione.
Giù dal 4° piano per sottrarsi all'arresto
Il 23 aprile 1944 il Comune istituì le mense collettive, i "canili", come subito le ribattezzarono i milanesi, sistemate in baracche di legno sparse quà e là in vari punti di Milano, dove, al prezzo fisso di 5 lire per pasto, più i bollini della tessera annonana, naturalmente, venivano serviti, in piatti di latta, un primo (solitamente una brodaglia pomposamente chiamata minestra, ma talvolta anche della pasta stracotta che pretendeva di essere una pasta asciutta) ed un magro secondo, il tutto ovviamente scondito. E il pane bisognava portarselo da casa!
L'idea delle mense collettive era stata del solito Parini, che voleva in tal modo dimostrare di essere sensibile ai problemi dei suoi concittadini e che due giorni prima nel presentare come podestà il bilancio di previsione del Comune aveva invocato dal prefetto, che era lui stesso,"autonomia amministrativa per i grandi Comuni, la cui iniziativa locale e l'alto senso di responsabilità son stati soffocati dalla centralizzazione precedente, soprattutto in una città come Milano".
Non risulta che il Parini prefetto abbia mai risposto al Panni podestà, ma il 27 aprile l'ingegner Guido Andreoni venne nominato nuovo podestà di Milano al posto di Parini, che continuò a restare prefetto.
Quello stesso giorno in piazza S. Babila venne arrestato Teresio Olivelli, esponente del gruppo cattolico che faceva capo al "Ribelle", giornale clandestino da lui stesso fondato. Internato a Fossoli Olivelli venne poi deportato in Germania, dove morirà in un lager.
Il 29 aprile Vincenzo Costa subentrò nella carica di federale fascista di Milano a Dante Boattini, che a sua volta era subentrato al defunto Aldo Resega.
1130 aprile un nuovo violento bombardamento aereo angloamericano causò gravi danni e numerosi morti e feriti alla peri-
feria di Milano. la Quinta sezione (aeronautica) della Breda venne quasi completamente distrutta, ma né i bombardamenti di quel giorno, né i numerosi arresti precauzionali attuati sin dai giorni precedenti dai fascisti poterono impedire le manifestazioni del 10 maggio per la Festa dei Lavoratori. Alla Breda il Comitato di agitazione lanciò il suo appello:"Morte all'invasore tedesco ed ai traditori fascisti". Alla Bicocca una bandiera rossa venne issata sulla torre della Pirelli. Alla CGE gli operai resero omaggio ad una immagine di Giacomo Matteotti ed in molte altre fabbriche milanesi vi furono scioperi e manifestazioni.
Naturalmente agli scioperi ed alle manifestazioni seguirono gli arresti. Il 7 maggio venne arrestato e deportato Ettore Gobbi già responsabile del Partito comunista alla Breda e poi addetto ai collegamenti di partito nell'alto milanese. Il 25 maggio i fascisti presero il generale Robolotti, comandante del Comitato militare del CLN di Milano. Verso la fine del mese fu la volta di Emanuele Caironi. Con lui era l'operatore radio Leandro Galbusera, che nel fuggire perse documenti e materiale radio. Nel tentativo di recuperarlo rischiò di farsi arrestare anche Enzo Boeri, che aveva impiantato a Stresa una radio trasmittente clandestina in contattc con gli alleati e con collegamento giornaliero, a mezzo di staffette, con Milano, rischiò di essere anch'egli arrestato.
Un'altra stazione radio trasmittente clandestina era stata allestita a Milano, in via Pier Capponi, a Porta Magenta, da Sandro Beltramini. Ma il 20 di maggio i fascisti la localizzarono e vi fecero irruzione sorprendendovi il responsabile delle trasmissioni Sergio Tavernari e l'operatore Gastone Piccinini, i quali piuttosto che farsi prendere si gettarono dal 4° piano. Tavernari mori. Piccinini, invece, si ruppe la colonna vertebrale e fino alla Liberazione resterà all'ospedale di Niguarda sotto stretta sorveglianza.
Ed in quello stesso mese di maggio 1944 si venne a sepere che a quella data a Milano 101.850 famiglie avevano presentato domanda di risarcimento per danni alle cose subiti in seguito ai bombardamenti per un totale di 4 miliardi e 75 milioni di lire e che erano stati loro "elargiti" complessivamente anticipi per 210 milioni di lire. Vale a dire che di fronte ad un danno medio di oltre 40 mila lire ogni famiglia aveva avuto in media un anticipo di sole duemila lire, un po' meno del cinque per cento del danno subito.
(18 - continua - Le puntate precedenti sono state pubblicate a partire dal numero di settembre 1982)
Nella foto in alto accanto al titolo, una delle mense collettive allestite a Milano dal Comune nel
1944. Sotto cartelli indicatori tedeschi affissi ad un semaforo in Piazza del Duomo.
marzo 1984 pagina 3 - milano 19 MILANO DAL FASCISMO A PIAZZA FONTANA 574.
Perché bisogna salvare la pace
In tre minuti può scoccare l'ora della morte
nucleare
11 contrasto tra le due superpotenze, USA e URSS, ha raggiunto ormai una soglia oltre la quale c'è solo la prospettiva dello sterminio
La pace è in pericolo e la gente se ne rende conto qualunque sia l'orientamento politico, religioso e culturale. E si rende conto che sarebbe saggio — considerato il sostanziale equilibrio nucleare tra Est e Ovest — bloccare la corsa insensata al riarmo atomico e destinare a usi pacifici le folli spese per gli armamenti.
La situazione internazionale è oggi così grave che chiunque sia in grado di compiere un qualsiasi passo per allontanare il pericolo della guerra ha il dovere di agire. La preoccupazione suprema è oggi quella di assicurare alla razza umana la possibilità di continuare ad esistere. Le questioni in cui gli interessi dell'Ovest e dell'Est coincidono sono però assai più importanti di quelle in cui essi divergono. Il movimento per la pace non può essere un movimento di parte perché ha molte anime e di tutte c'è bisogno. Tutti i popoli vogliono la pace.
Erice Agosto 1982: Scienziati illustri come Zichichi, Kapitza (Nobel), Velikov, vice presidente dell'Accademia sovietica delle Scienze, Teller e tanti altri firmano un manifesto per la pace al termine d'un convegno sulla scienza, la tecnica e la pace.
Roma 29 novembre 1982: Mons. Bernini, presidente Commissione episcopale "Justitia et Pax", afferma"Temiamo che la nuova base missilistica di Comiso segni l'inizio del riarmo atomico in Europa". E i vescovi: "Ogni presa di posizione contro il riarmo atomico e il commercio delle armi, che tende a risanare la bilancia commerciale vendendo morte ai popoli più poveri, va vista come un contributo effettivo alla pace dell'umanità". Nella loro importante presa di posizione a favore della pace, i vescovi americani, recentemente e concordi col Papa, si sono rivolti a istituti di istruzione e di ricerca per avviare studi sulla pace: "Studi scientifici dedicati alla guerra, alla sua natura, alle sue cause, ai suoi strumenti, ai suoi scopi, ai suoi interessi, sono pieni di insegnamenti in ordine alle condizioni della pace ..."
Lecco 8 giugno 1983: Rasetti e Vadacchino, fisici del Politecnico di Torino, tengono alla Camera del Lavoro un'interessante e chiara conferenza sugli aspetti, tecnologici e strategici delle nuove armi cui seguirà una mostra itinerante della Regione Piemonte.
Comiso 8 agosto: Cariche della polizia contro i pacifisti. Roma 2 ottobre: Appello di intellettuali italiani per la giornata della pace del 22 ottobre a Roma. Vi si afferma: Il contrasto tra le due superpotenze USA e URSS ha raggiunto ormai una soglia oltre la quale c'è solo la prospettiva dello
La scienza deve servire la pace È criminale chi lavora per fare armi nucleari
Lo afferma il prof. Franco Rasetti, della Scuola di fisica di Fermi, che ha rifiutato di partecipare ad un gruppo di ricerca per le bombe atomiche
sterminio"e si auspica "una iniziativa sovietica che avvi la riduzione del vantaggio di cui l'URSS gode nel campo specifico dei missili di teatro in Europa".
20 Settembre: Intervista del GR1 sui missili in Europa, sugli equilibri Est-Ovest e sulla bilancia del terrore al prof.
John Steinbruner, responsabile degli studi politici della Brookings Institution di Washington (USA), uno dei più prestigiosi e responsabili centri di incontro e di ricerca di scienziati, di politici e di intellettuali, non solo americani: "Sul terreno militare l'Occidente è ancora in posizione vantaggiosa, pur all'interno di una situazione sostanzialmente bilanciata. Noi abbiamo armi più piccole rispetto ai sovietici ma le abbiamo più sofisticate e più mobili, per cui siamo più pronti dei sovietici ad affrontare qualsiasi evenienza ... i Pershing 2 sono missili terribilmente provocatori e vulnerabili ... l'URSS reagirà costruendo nuovi sistemi nucleari mobili, in grado di colpire sia l'Europa che gli Stati Uniti ... questa nuova corsa agli armamenti può essere evitata con una straordinaria iniziativa politica. Ma è l'Occidente che deve prenderla ... (se no) a Ginevra non ci sarà accordo.
8 ottobre: "Die Welt": Gli USA non considerano i missili anglofrancesci nel calcolo dell'equilibrio nucleare!"
Secondo il libro"Paura degli amici" del socialdemocratico tedesco Oskar Lafontaine, in 20 mesi i cervelli elettronici dei comandi militari americani hanno commesso ben 147 errori, segnalando altrettanti attacchi nemici inesistenti. Allarmi per risposte immediate che potevano trascinare l'umanità nel baratro. Anche i sovietici, dopo l'installazione dei Pershing 2, hanno solo pochi minuti per scoprire loro eventuali errori e decidere se effettuare oppure no la rappresaglia nucleare totale.
Inoltre in USA, secondo James Muller della Harvard Medical School, dal 1975 al 1977 circa il 4% di uomini che avevano accesso alle armi nucleari e alla loro custodia sono stati esonerati per abuso di alcool e di droga (marijuana, eroina ed LSD) e per negligenza. Il rischio di una guerra nucleare accidentale e per errore cresce col numero delle armi e quindi col maggior numero di persone che hanno accesso ad esse. Più ci si arma e meno si è difesi.
Parigi fine ottobre: Convegno sul tema"Scienza e pace: la risposta dei Nobel". Il premio Nobel americano George Wald critica lo "scandaloso arricchimento dell'industria bellica americana degli armamenti e l'installazione dei Pershing in Europa" mentre il Nobel per la fisica
per signora
Owen Chamberlain, che partecipò alla costruzione della bomba di Hiroshima, afferma: "1 Pershing non devono essere installati in Europa, perché non sono affatto un'arma destinata alla nostra sicurezza, ma costituiscono la base stessa del pericolo di guerra. I Pershing aumentano la probabilità di una guerra nucleare e ciò per due ragioni: il tempo brevissimo di avvertimento, appena 6 minuti, di cui dispone il nemico e la loro fantastica precisione".
25 ottobre. TG2 Dossier sulle "Armi nucleari." Situazione di overkill: una parte può distruggere l'altra decine di volte; per ognuno di noi sono disponibili 3 tonnellate di alto esplosivo. Nel mondo esistono più di 50 mila testate nucleari, di cui 15 mila in Europa, di potenza distruttiva complessiva un milione di volte maggiore della bomba di Hiroshima. Il 18 settembre è avvenuto l'ultimo collaudo positivo dei Pershing 2 e ora saranno installati in Europa 108 Pershing 2 e 464 Cruise, dei quali 112 a Comiso. L'addestramento del personale americano per la base nucleare di Comiso è in corso in Arizona, "terra di sogni e di chimere" dove una volta cantavano mille capinere In ottobre si diplomeranno e dopo un corso di addestramento e perfezionato realistico si trasferiranno in Sicilia, presumibilmente nel marzo 1984. Ognuno dei 7 storni di Cruise avrà 16 missili; sarà composto da 22 veicoli in convogli dispersi su 100 km con 2 bottoni verdi per eseguire presidiati da 2 ufficiali americani pronti sempre a sparare nel buio.
I Pershing 2 sono dotati di testa nucleare manovrabile come i Cruise e colpiscono il bersaglio con precisione chirurgica potendo così distruggere missili in postazione fissa (silos) e centri vitali dell'avversario con colpi improvvisi e destabilizzanti mancandogli il tempo per la risposta. Pershing 2 e Cruise sono di classe diversa (molto più precisi e pericolosi) rispetto agli SS 20 sovietici e sono nuove armi nucleari per attacchi di sorpresa dai confini dell'URSS. Secondo Mc Namara, ex ministro della difesa degli USA con Kennedy, in Europa c'è già un eccesso di armi e"lo spiegamento dei Pershing 2 e dei Cruise non è necessario e non aumenterà la sicurezza dell'Europa occidentale e della NATO" ("DerSpiegel" del 17 ottobre 1983).
8 novembre:Ribellione pacifista: La Corte d'appello di Milano conferma l'assoluzione degli "obiettori fiscali": detrazione dalle tasse del 5,5% per gli armamenti destinandolo a usi pacifici.
12 novembre: Il Papa agli scienziati: Disertate i laboratori dove si fabbrica la morte" (Discorso alla Pontificia accademia delle scienze). 14 mila fisici di tutto il mondo — tra i quali 33 premi Nobel americani, asiatici, europei dell'ovest e sovietici — hanno diffuso un appello per l'immediato congelamento delle armi nucleari e per un'intesa immediata che valga ad arrestare la sperimentazione, la produzione e l'installazione di armi nucleari e dei relativi sistemi di lancio.
Milano novembre: Liceo scientifico Vittorio Veneto: Oleg Sciogolev del Consolato sovietico — in un'assemblea promossa dal Comitato per la pace — afferma che l'URSS è circondata da basi americane e che ogni famiglia sovietica ha avuto almeno un morto nella seconda guerra mondiale.
15 novembre:il "New York Times" riferisce di un rapporto segreto preparato per il Congresso USA dal Dipartimento della difesa secondo cui l'arsenale nucleare americano, relati-
vamente agli ordigni a medio raggio e a quelli installati su navi e sommergibili, comprende 10.800 testate di cui 5.845 dislocate in Europa.
Roma Camera dei deputati 16 novembre: Una mozione della sinistra che chiede il rinvio dei lavori a Comiso viene respinta con 356 voti contro 218. A favore hanno votato anche una quindicina di deputati del pentapartito e contro i deputati del MSI e la maggioranza.
20 novembre: 75 milioni di americani vedono la morte nucleare col film-documentario inedito "The day after", il giorno dopo Hiroshima. 29 novembre: Sull'ultimo numero della rivista americana "Newsweek'", con l'articolo "Che cosa possono fare gli Stati Uniti" Mc Namara propone un piano in 18 punti per ridurre i rischi di un conflitto nucleare.
Al punto 9 propone il ritiro immediato di metà delle 6 mila testate americane immagazzinate nell'Europa occidentale e al punto 12 il blocco unilaterale dei sistemi d'arma destabilizzanti da primo colpo e che non hanno valore di deterrenza come la bomba a neutroni e i Pershing 2, utili come armi di "decapitazione" e che possono provocare attacci preventivi e contromisure.
10dicembre:Manifestazione a Milano per la pace e il disarmo dei partigiani e dei deportati nei campi di sterminio nazisti. Roma 14 dicembre: Mammucari scrive che le radici del riarmo nucleare antisovietico sono sempre quelle del Patto A nticomitnern.
Milano 21 dicembre: Manifestazione unitaria a catena umana per la pace tra i Consolati USA e URSS.
Commercio delle armi: Per il quinquennio 1978-1982 l'Italia si è collocata al 5" posto nella vendita di armi, specie al Terzo Mondo.
18 dicembre: Dibattito su "1984" di Orwell: Secondo padre Balducci le parole guerra, difesa e vittoria non hanno più senso oggi che la specie umana può autodistruggersi e deve perciò compiere un nuovo salto evolutivo, trasformarsi per non morire e creare una nuova civiltà.
31 dicembre 1983: Le prime batterie di euromissili americani in Germania e in Inghilterra diventano operative. Poi toccherà ai Cruise "italiani" di Comiso. altra base di primo colpo e di rappresaglia. Tre esperti americani precisano con "The nuclear weapons data book 1983" l'attuale pazzesca corsa al riarmo nucleare e con armi sempre più sofisticate e micidiali.
Richard Garwin, fisico eminente allievo di Fermi e consulente scientifico militare di tre presidenti americani, conferma una sua opinione già espressa un anno prima su `Der Spiegel" e cioè che non c'era bisogno di installare in Europa i Pershing 2 e i Cruise con base a terra. Abbiamo già una sufficiente capacità di rappresaglia e se avessimo bisogno di aumentarla potremmo utilizzare i sottomarini.
Il "Bullettin of atomic scientists", cui collaborano scienziati USA e di gran parte del mondo, avverte che sta per essere minata"l'unica vera sicurezza ottenibile a questo punto della storia: la reciproca deterrenza,fondata sulla consapevolezza che ingaggiare un conflitto nucleare significa commettere un suicidio nazionale. Le lancette dell'orologio della morte nucleare sono spostate a tre minuti dalla fine.
Il Parlamento e il Governo italiani rivedano e revochino la decisione avventata di installare i missili a Comiso. Tutti possiamo sbagliare! Oliviero Cazzuoli
Siamo lì, che ascoltiamo distrattamente i programmi che Mamma Rai quotidianamente ci propina, e tra una pubblicità e un oroscopo improvvisamente sentiamo una frase che dobbiamo per forza annotarci: "Considero i fisici che hanno lavorato per le armi nucleari come i più grandi criminali del mondo".
Questo è parlar chiaro. Chi mai parla così?
È il professor Franco Rasetti, della Scuola di Fisica di Enrico Fermi, interpellato per telefono dall'intervistatore di un programma pomeridiano, presso la sua casa in Belgio, dove lo scienziato risiede con la moglie, belga.
Franco Rasetti riassume per gli ascoltatori (peccato non avere il registratore) molte vicende della sua ormai lunga vita. Ha ottantatrè anni essendo nato nel 1901 in Umbria, e dal 1918 ha frequentato l'Università di Pisa proprio con Fermi, che fu per quei quattro anni suo compagno e amico.
Professore di spettroscopia all'Università di Roma dal 1931, Franco Rasetti partecipò fino al 1938 alle esperienze sulla radioattività indotta dai neutroni, con Fermi, e poi nel 1939 lasciò l'Italia prevedendo giustamente la rovina bellica.
Si trasferì in America, se abbiamo ben compreso in Canadà, dove compì inizialmente ricerche di spettroscopia atomica e molecolare, e in particolare studiò sistematicamente l'effetto Raman nei gas.
Gli si deve la determinazione della vita media dei mesoni "XY" in moto (1941) che permise di verificare per la prima volta la dilatazione del tempo prevista dalla teoria della relatività.
Queste note le rileviamo e trascriviamo direttamente dal-
l'Enciclopedia Rizzoli Larousse vol. XII, e lo facciamo per far comprendere che la frase che ci aveva colpiti in apertura del servizio radiofonico del 20 gennaio scorso, aveva un suo notevole peso e valore in quanto pronunciata da persona "competente".
E questarsona, apprendiamo, ha rifiutato a suo tempo, di partecipare a un gruppo di ricerca per le armi nucleari, proposta ricevuta da un governo del Nord America, ed ha preferito lasciare la fisica fondamentale in quanto "La scienza ha prodotto molto per la guerra ma non può fare niente per la pace" (sono parole sue).
Al professor Rasetti sono rimaste altre ampie possibilità tra le scienze naturalistiche per le quali ha sempre avuto molta propensione: geologia, paleontologia, ancor oggi quando torna in Italia passa molto del suo tempo a fotografar orchidee o in ricerche analoghe.
A noi resta il dovere di additarlo come esempio di "costruttore di vera pace". Una frase come quella pronunciata dal Rasetti, scienziato atomico e non uomo della strada, va messa in cornice e vogliamo ripeterla: "Considero i fisici che hanno lavorato per le armi nucleari come i più grandi criminali del mondo".
Ci piacerebbe che il Nobel per la pace andasse a quest'uomo che per le proprie convinzioni morali ha rifiutato "anche" i certamente lauti compensi, che forse appagano tutta quella schiera di potenziali assassini che inventa e costruisce la morte atomica, in contrasto con i principi basilari della convivenza umana. Il nostro premio ideale per la pace lo dedichiamo al suo nome.
B.F.
tra comunisti,
Si è svolto in gennaio. presso la Federazione milanese del PCI, un incontro di reciproca informazione tra una delegazione delle chiese Metodiste e Valdesi, composta da Valdo Benecchi, Umberto Beltrali e Giampaolo Ricco, rappresentanti il Consiglio di chiesa metodista, e da Jolanda De Bernardi e Luigi Ranzani rappresentanti il Consiglio di chiesa valdese, ed una della Federazione provinciale milanese del PCI guidata dal segretario Roberto Vitali.
Nell'incontro si sono affrontate in primo luogo le questioni
delle Intese costituenti la nuova regolamentazione dei rapporti tra la Repubblica italiana e le chiese rappresentate dalla Tavola valdese. La discussione si è poi sviluppata intorno alle problematiche relative all'impegno per la pace ed alla necessità di una riflessione sull'identità spirituale dell'Europa e delle sue matrici culturali ed ideali rispetto alle quali si è concordemente convenuta la possibilità di ulteriori incontri per dar luogo, insieme ad altre forze di diversa ispirazione ideale e religiosa, ad iniziative comuni di rilevante interesse culturale.
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Nella federazione milanese del PCI Incontro
valdesi e metodisti
Festa della donna: una dura conquista
L'8 marzo 1945 alla Borletti
Sfidando i fascisti le lavoratrici della grande fabbrica milanese dedicarono quella giornata al ricordo di Lina Salvetti, eroica protagonista della Terza Brigata G.A.P.
Caduti fanno scempio arrogandosi il diritto di uccidere proditoriamente, identificandosi coi nazisti e i fascisti repubblichini.
Per questo voglio ricordare il mio 8 marzo di 38 anni fa, quando l'essere trovati con un ramo di mimosa era reato, e raccontare del mio incontro con una vera eroina, una contadina valtellinese, caduta per darci quella libertà di cui oggi troppi abusano.
Allora abitavo in via Paravia, a San Siro, e avevo conosciuto Lina Selvetti nell'aprile 1944, quando, ricercata a Milano, fui inviata in Valtellina a "cambiare aria".
sud dalla Val Gerola alla Valsassina. Il fronte nord, al comando di Nick, diventerà poi la 40a Matteotti e il fronte sud, al comando di Al, la 55a Rosselli.
Una sera del giugno 1944 aspettavo Lina vicino alla stazione di Morbegno. Da più di un'ora c'era il coprifuoco e Lina tardava. D'un tratto rabbiose scariche di mitra lacerarono il silenzio e temetti per la sua vita.
Oggi noi possiamo celebrare la festa della donna in piena libertà e il successo delle nostre iniziative dipende dalla nostra capacità di intendere il messaggio di rigore morale, di impegno civile, di democrazia e di tolleranza della Resistenza. In un clima ben diverso fu vissuto 1'8 marzo 1945 nell'Italia ancora occupata.
Quelli che oggi parlano di "repressione" non hanno vissuto quegli anni, quando sciope-
rare o essere trovato in possesso di una sola cartuccia o di un'arma arrugginita e inservibile significava la morte nel migliore dei casi la galera fascista, di fronte alla quale le prigioni di oggi sono luoghi di villeggiatura. I "nuovi eroi" con mandanti e garanti — rossi o neri che si dipingano — sono volgari assassini. Terroristi che della libertà conquistata col sacrificio di tutto un popolo e di tanti
Lina aveva 23 anni e faceva la contadina. Con spontanea semplicità mi ospitò nella sua casa a Villapinta di Ardenno Màsino, offrendomi un materanno di foglie e di granturco.
Fu la sosta di un giorno. Poi raggiunsi il gruppo di patrioti dislocati sui molti sopra Buglio e ripresi la mia attività partigiana.
Il 25 maggio. dopo un intenso lavoro di preparazione, in risposta al bando intimidatorio fascista si costituì la 2a Brigata Garibaldi Lombardia che operava su due fronti: a nord da Sondrio alla Val Chiavenna e a
Lucciole in pieno sole
Due persone timorate se lo bisbigliavano sottovoce in un ambiente dove la parola prostituta non si pronuncia quasi mai.
Ho avuto conferma dal giornale: era vero. Una prostituta sarebbe andata a parlare in un istituto di scuola superiore, liberamente invitata a discutere con altri esperti su una realtà che lei sola poteva vivere dal di dentro. Fantastico, ho pensato, ma non ce la farà. Infatti, il veto. E mentre i giorni passano (scrivo ai primi di febbraio) sui giornali proseguono le polemiche, si fanno assemblee e dibattiti, poi vederemo.
Non mi meraviglia affatto che gli uomini non vogliano che la prostituta parli, né quella né altre, né lì né altrove. Ma che le donne su questo argomento non ragionino con la loro testa, e proseguano con l'atteggiamento dispregiativo e
oscurantista conculcato loro dagli uomini (a tutto loro pro) mi provoca amarezza. Perché non conoscere la verità? Gli uomini sono "sempre" solidali fra di loro, perché le donne no? Se pensassimo bene a certi problemi, quanti giudizi si ribalterebbero. La prostituta che parla in pieno giorno alle nuove generazioni, che splendida opportunità per "capire" il problema, per cancellare le illusioni, per cercare soluzioni più civili. È un problema antico: ebbene? Mettiamo i dati sul piatto e si deciderà. Ma come farlo se a metà dell'umanità fa comodo così e all'altra metà viene insegnato che "non le riguarda"?
Si è letto, in quelle coraggiose inchieste fatte da donne per le donne (derise, le donne e le inchieste, si sa, dagli uomini) che ai tempi in cui lo stato gestiva il commercio del sesso una valida
ELETTRODOMESTICI
T.V. HI-FI
CASALINGHI
professionista soddisfava in una sera anche cinquanta (50!) clienti, il che sta a dire che pressappoco in un mese i clienti potevano essere millecinquecento che per dodici mesi fa diciottomila prestazioni.
"La via facile" dicono gli uomini beneficiari, che forse poi stanchi del solito ménage vanno con i voli charter a prostituire le bambine e i bambini delle ex colonie. Che eroi. Lo credo che i papà delle figlie quindicenni (vedi Corriere del 5/2) preferiscono non mandarle a "quella lezione" (che non sarebbe stata certo di sesso ma di costume): il maschio ne sarebbe uscito troppo malconcio e chissà forse la femmina avrebbe potuto incominciare a domandarsi se stando dalla parte della "morale" non era per caso complice di un'antichissima ingiustizia.
B. B.
Con Io svilupparsi del mo' vimento partigiano nacque l'esigenza di un collegamento organico operativo tra le formazioni di montagna e territoriali operanti in provincia di Como, in Valtellina e parte del bergamasco. Fu così che ai primi di settembre del 1944 si costituì il Comando Raggruppamento Divisioni d'Assalto Garibaldi Lombardia.
lo fui trasferita nel lecchese come segretaria e responsabile del servizio collegamenti di quel Comando. Non avevo più occasione di incontrare Lina ma sapevo che la sua casa era un centro di smistamento di uomini e materiali per le formazioni partigiane della Bassa Valtellina e che di giorno e di notte Lina continuava ad arrampicarsi sulle montagne con la gerla sulle spalle carica di viveri, armi, munizioni, indumenti e medicinali.
Seppi anche che, riuscita a fuggire dalla sua casa assediata dai fascisti, era stata inviata a Milano perché ormai "bruciata" in tutta la Valtellina.
Nel gennaio 1945 — dopo il grande rastrellamento di dicembre su tutto il fronte delle formazioni del Raggruppamento, l'arresto a Lecco del Comandante Lario (generale Umberto Morandi) e il tentativo di arresto del Capo di Stato Maggiore Odo (Ulisse Guzzi) — ricercata io stessa, mi rifugiai a Milano.
Mi fu affidata la responsabilità del 30 Settore dei G.D.D. (Gruppi di difesa della donna e per l'assistenza ai combattenti della libertà) nella cui giurisdizione c'erano molte fabbriche tra le quali la Borletti, una delle più grandi e con una forte e combattiva organizzazione clandestina.
L'8 marzo 1945, quando alla Borletti presidiata dai fascisti celebrammo la festa della donna, seppi che Lina era caduta eroicamente il 4 febbraio durante un'azione della 3a Brigata
G.A.P.. (Per i giovani vorrei ricordare che la parola G.A.P. significava "Gruppi d'azione patriottica" e non "Gruppi d'azione proletaria" come si chiamano alcuni gruppi terroristici odierni.)
Quindi ci parve allora giusto dare un significato particolare alla manifestazione, dedicandola all'olocausto della nostra compagna.
Esponemmo all'ingresso della fabbrica una sua fotografia con un grande mazzo di mimose e un nastro tricolore con la scritta:
Caduta per la libertà
Con una interminabile sfilata, operaie e operai commossi, sfidando l'ira fascista, resero degnamente gli onori alla partigiana Lina Selvetti.
Anna Gentili
Nella foto: con ceste e gerle cariche di viveri, armi, munizioni, indumenti e medicianli molte donne, durante la Resistenza, si arrampicavano sui monti per rifornire i partigiani.
Ciao! Allora, hai sentito Spadolini?
Chi? EI balon?
No. Il ministro della difesa.
E allora? Te se ricordet minga quand, in temp de guerra, dopraven i baloni per la difesa contra i aeroplani?
Ma erano palloni frenati!
Perché? EI Spadolini, invece, l'é sfrenaa?
Beh... Quanto meno spesso non ha freni quando parla.
Te voeut di che l'è vun de quei che quand che tacchen a cicciarà la desmetten pù?
No. Non ha freni non tanto per quanto parla, ma per quello che dice.
E se l'è ch'el dis sù?
Beh, ad esempio ha detto che Craxi non sa usare i bottoni.
Se ved ch'el gh'ha la lampo.
La lampo per che cosa?
Per sarass sù la patta di bragh. Te voraret minga ch'el vaga in gir cont la patta averta!
Ma Spadolini non parlava dei bottoni dei pantaloni.
De quai el parlava, allora? De quei del gilè?
No. Neppure di quelli del gilè.
Allora de quei del la gippa?
E neanche di quelli della giacca. Parlava dei bottoni giusti per trovare piena rispondenza nell'amministrazione pubblica.
Ah, hoo capii! Te podevet dimmeli subit ch'el parlava di bottoni di campanei!
E come facevo a dirtelo se mi interrompi sempre?
Chi? Mi?
Si, tu!
Ti te buscet! Comunque second mì el Spadolini el se sbaglia.
E perché?
Perché purtropp el Benito...
Quale Benito?
EI Craxi, no!? Bellino allora!
Va ben, ciamell pur come che te voeut ti, ma lassum parlà
D'accordo, parla, ti ascolto.
Disevi che purtropp el Craxi on botton l'ha imparà subit a schisciall. E come!
Di che bottone parli?
De quell pussee frust de tucc.
E quale sarebbe questo bottone più consumato degli altri?
Quel che tutti schiscen semper per fagh pagà tuttcoss a operari, impiegaa e pensionaa.
Ti riferisci al taglio della scala mobile?
E el te par on taij de nient?!
Ma Craxi è stato costretto a farlo.
Perché? Ghè l'ha forsi ordinaa el dottor?
No, ma perché si è convinto che era necessario ridurre il costo del lavoro.
Si, per fagh on piasé a i sò amis padroni.
Ma chi te lo ha detto?
Mi t'el disi. Altrimenti s'el voreva tajà ona spesa el podeva tajà quella di padroni.
Cosa vorresti dire?
Che anca i padroni costen! E anca pusse che i operari!
Ma Craxi ha anche detto che i prezzi amministrativi quest'anno aumenteranno non più del dieci per cento.
Per forza! I ha giamò cressuu prima.
E ha anche detto che presenterà un disegno di legge per bloccare l'aumento dell'equo canone.
Sì, ma per fagh ciappà de men a i padroni el se la ciappa comoda e poeu, magara, a la fin fin el farà nagott. Per tajagh i pagh a i operari, invece, l'ha faa a la svelta: l'ha firmaa subit on decrett come l'aveva faa el crapon nel vintisett.
Ma non vorrai dire che Craxi è come Mussolini!
Mah! Intanta anca lù el gh'ha on bel crapon luster...
E con questo?
E poeu anca el Craxi, come el Mussolini, prima el gh'ha taja i pagh a i operari e poeu l'è andaa a firma el Concordaa...
Ma Craxi è socialista!
Per quell anca el Mussolini l'era staa socialista prima de fondà el fascio! E poeu... te set se te disi?
Cosa? Che a mì el Craxi pussee che on socialista el me par on ravanell.
E perché un rapanello?
Perché l'é ross de foeura, ma bianch de denter... E gh'anca el ris'c che se el marsciss el diventa negher! Ciao, te saludi! el barbee
1984 pagina 5 - milano 19
marzo
El canton del barbee
FIORI e PIANTE ai GALLARATESE servizi accurati per tutte le circostanze da SERGIO e DORETTA VITALI Via UGO BETTI 46/D Tel. 3087170 Il rapanello
Il mondo del bambino
Il bambino irrequieto
Sotto questo titolo un po' generico vorremmo parlare di quel fenomeno tanto diffuso nei bambini e nei ragazzi che è l'instabilità psicomotoria. Si sa che nel bambino, dai primi stadi di sviluppo fino al due-tre anni, le attività motorie e mentali sono intimamente fuse: il bimbo parla e gioca, conosce e pensa con tutto il corpo; inoltre, ogni sua esperienza motoria è, insieme, un'esperienza affettiva. Solo attraverso il suo apparato motorio, infatti, egli nesce, nei primi stadi di età, a formarsi un'immagine del mondo e a stabilire con esso un contatto positivo. Ecco perché eventuali errori nell'educazione motoria del bambino (come il fre- .--nare certe sue spontanee esigenze esplorative o distruttive, ovvero il pretendere da lui azioni premature rispetto allo stadio evolutivo in cui si trova) si riflettono invariabilmente anche sul suo sviluppo affettivo. Dai quattro anni in su, fin verso gli otto-dieci anni, si assiste ad una progressiva tendenza all'inibizione e al controllo di questa importante attività: le stimolazioni che il bambino riceve, anziché scaricarsi immediatamente nella sfera motrice, si propagano nel campo della coscienza e si traducono in rappresentazioni, che poi suscitano comportamenti adeguati. Lo psichismo non è più fuso con la motilità, ma si differenzia da essa e viene gradualmente a dominarla.
Se ciò non accade, per svariate cause che vedremo subito, il bambino presenta quel tipico comportamento, tanto fastidioso per gli adulti, caratterizzato da irrequietezza continua, associata a discontinuità dell'attenzione: egli tocca tutto senza scopo apparente, manca di costanza nel gioco, vive in uno stato di continua attività disordinata, è incapace di mantenere un'azione intrapresa, di adeguarsi ad un ritmo, di reagire in modo costante; sembra in preda a un incessante bisogno di muoversi, di cambiare, di spostarsi, di agitarsi. A volte quest'affannosa e capillare agitazione sembra avere una fisionomia espressiva: certi bambini instabili sembrano sempre sul punto di fuggire; oppure i loro gesti esprimono tendenze aggressive, mentre in altri appaiono impegnati a limitare e reprimere la propria persona e quindi i propri sentimenti di ostilità verso l'ambiente; altri ancora nella loro irrequietezza sembrano cercare un contatto con
Lo stradario 19 NOVITA'
Strade e piazze alla spicciolata
l'ambiente circostante con tutto il loro corpo. È anche questo, un tipo di linguaggio che esprime un'angoscia profonda e che chiede di essere decifrato.
Generalmente in questi bambini, che come si vede sono gli immaturi dal punto di vista evolutivo, anche se intelligenti e spesso molto intelligenti, le difficoltà più grosse si scatenano al momento dell'ingresso nell'ambiente scolastico, un ambiente che, così com'è oggi da noi, pretende dal bambino disciplina, attenzione, recettività. Allora succede qualcosa di ben più grave: al disturbo iniziale si aggiunge il disturbo reattivo: all'irrequietezza che denunciava forse solo un ritardo nella maturazione facilmente recuperabile si sovrappone l'irrequietezza provocata dalla repressione ambientale, e così la guarigione è resa molto più lontana e difficile. Così il bambino diventerà irritabile, distraibile e ribelle ovvero anche apatico e passivo di fronte ai compiti proposti.
diante le funzioni motorie nei primissimi anni di vita. Una motilità inibita (sotto l'aspetto costruttivo o distruttivo, espiorativo o manipolativo) dà luogo sempre a disturbi a carico dell'espansività motoria. Di qui l'importanza di lasciare al bambino piccolo la possibilità di manipolare e distruggere i suoi balocchi, di esplorare l'ambiente senza costringerlo ore ed ore entro il box, di lasciargli, quando è più grandicello, la libertà di costruire e di montare da sé, sia pure con l'aiuto dell'adulto, anche i giochi più complessi (quando gli regalate il trenino elettrico, non fateglielo trovare già bell'e montato!) e, quel che più conta, di accompagnare affettivamente queste sue condotte con espressioni di gioioso apprezzamento.
Un'altra causa di instabilità motoria può essere l'eccitabilità e l'ansia materna: madre e bambino si condizionano a vicenda, e spesso rriequietezza fisica del bimbo esprime sul piano motorio l'intima inquietudine della madre.
Anche situazioni di disunione familiare, di incoerenza educativa, di cambiamenti frequenti di residenza che gli adulti stessi non siano capaci di affrontare con serenità, possono causare nel bambino comportamenti di questo tipo. E naturalmente anche fenomeni sociali di più vasta vasta portata; si sa che nell'ultima guerra i bombardamenti, gli sfollamenti, i viaggi disagevoli e la mancanza di sicurezza hanno prodotto una generazione di "disturbatori" che purtroppo sono stati trattati soltanto come fonti di disturbo e non come vittime di un disordine di cui non erano responsabili.
Uruguay, via Leggiamo insieme come il "Calendario-Atlante De Agostini 1984" ci presenta questa repubblica sud-americana:
Repubblica Orietal del Uruguay
Repubblica unitaria, indipendente dal 1828. In base alla Costituzione, approvata per referendum nel novembre del '66, che ha abrogato la precedente del 1952, caratterizzata dall'istituto del "Colegiado", il potere esecutivo è affidato al Presidente della Repubblica il quale viene eletto dal corpo elettorale a maggioranza semplice dei voti. Il Presidente, che dura in carica 5 anni e assume l'ufficio il primo marzo successivo alle elezioni, presiede il Consiglio dei Ministri, composto di undici membri di sua scelta e nel quale il suo voto ha valore prevalente in caso di parità.
La funzione legislativa è affidata all'Assemblea Generale che si compone in due Camere entrambe elette per quattro anni a suffragio universale diretto e con sistema proporzionale: Senato (31 membri) e Camera dei Deputati (99 membri).
Il 27-6-1973 (tre mesi prima di Pinochet in Cile) (n.d.r.) il Presidente della Repubblica J.M. Bordaberry (eletto nel 1971) attua, con l'aiuto delle Forze armate, un colpo di stato e, sciolto il parlamento, assume i pieni poteri. Il 26-6-76 viene a sua volta destituito dai militari, che istituiscono un Consiglio della nazione, organo supremo, composto da 46 membri militari e civili, cui compete, fra l'altro, la scelta del Presidente il cui mandato è quinquennale.
L'attuale Presidente della Repubblica è il gen. Gregorio Alvarez Armelino eletto 1'1-9-8I.
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Cause e rimedi Ma consideriamo quali possono essere le cause di questa turba del comportamento per cui il bambino manifesta un'eccessiva stimolazione al movimento in un'età in cui dovrebbe averne raggiunto il controllo. le cause possono essere le più diverse: congenite, acquisite, condizionate dall'ambiente, e dan-' no luogo a manifestazioni svariate, che sono state dagli studiosi variamente classificate. Qui ricorderemo le più comuni. Anzitutto, di fronte ad un disturbo nell'evoluzione del sistema motorio dobbiamo sempre chiederci fino a che punto il bambino abbia avuto la possibilità di esprimersi e di stabilire un contatto con l'ambiente me-
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Talvolta l'irrequietezza motoria denuncia chiaramente un tentativo di compensazione di carenze affettive, un bisogno insoddisfatto di tenerezza: questi bambini passeggiano su e giù toccando gli oggetti e talora rompendoli, non solo con le mani, ma con tutto il corpo, in una ricerca disperata di contatto: ricorderete il piccolo protagonista del libro e del film "Incompreso".
Quando queste cause ambientali si assommano ad un substrato già esistente di ipereccitabilità costituzionale, il comportamento sarà ancora più disturbante.
La scuola: uno scafandro Come aiutare e guarire questi bambini? La scuola, come abbiamo visto, esercita in genere su di essi un'influenza negativa e pericolosa. L'atteggiamento da assumere sarà proprio il contrario di quello che essa pretende. Anzitutto occorrerà preoccuparsi di soddisfare quelle esigenze di espansione personale e di contatto affettivo che nella storia del bambino fossero rimaste eventualmente insoddisfatte. Questo spetterà in primo luogo alla famiglia, ma anche la figura della maestra o del maestro può avere un ruolo importante in questo senso.
Inoltre bisognerà offrire al bambino un tipo di scolarizzazione che preveda un variare di occupazioni, in modo a poterne gardualmente e quasi per gioco educare le capacità attentive. Sarà consigliabile anche proporgli dei compiti che esigono più intuizione che concentrazione. Molto importante si rivelerà il lavoro di gruppo, in cui l'irrequietezza del bambino potrà inizialmente disturbare ma dovrà poi cedere all'autodisciplina suggerita da necessità di convivenza e di cooperazione.
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L'autorità dovrà essere ferma ma assolutamente comprensiva e, nella fermezza, sufficientemente duttile. Non dare mai al bambino l'impressione che il programma, il rendimento, l'orario, l'ordine siano cose più importanti della sua felicità. Questo, d'altronde, dovrebbe essere il criterio conduttore di chiunque voglia insegnare qualcosa ad un bambino.
Rita Gav
L'Uruguay è quindi governato da una dittatura di stampo fascista che condiziona pesantemente la cultura e l'economia; i militari si appoggiano sui grandi proprietari terrieri e sull'aiuto dei grossi capitali dell'economia occidentale.
Questo piccolo stato sudamericano (grande circa la metà dell'Italia) conta oggi poco meno di tre milioni di abitanti, la cui metà risiede nella capitale Montevideo. I.'Uruguay è la riva sinistra del Rio de la Plata, l'immensa foce dei Rio Paranà.
L'economia si basa essenzialmente sul grande allevamento bovino in primo luogo, quindi sull'agricoltura (cereali) e sul commercio del legname.
La nostra via Uruguay si trova nel quartiere Gallaratese e si sviluppa, con andamento semicircolare, quasi al confine nord del quartiere stesso. Grandi costruzioni abitative vi si affacciano quasi lungo tutto il suo percorso. Un notevole gruppo di negozi, tutti raccolti in un basso edificio, provvede al rifornimento di quest'area popolatissima. Vi ha pure sede un complesso scolastico di notevole entità.
Esquilino, piazza
Uno dei sette colli di Roma. Il più vasto come superficie, era, e rimane tutt'oggi, uno dei quartieri più popolari dell'Urbe.
Fu incorporato nella città del re Servio Tullio, per le sue numerose sorgenti d'acqua. In latino "Esquilliae" significa "sobborgo", ma è anche un aggettivo da cui derivano, colle esquilino, porta esquilina, ecc. Oggi costituisce un grosso quartiere centrale della Roma moderna.
Piazza Equilino è situata in zona S. Siro ed è una delle cinque piazze sulla dirittura che da P.zza Zavattari corre verso via Novara, dividendo la zona delle opulente ville a nord dei grandi complessi di case popolari a sud, cambiando nome di piazza in piazza. Sull'angolo tra le vie Stratico e Zamagna si erbe la trande chiesa cattolica dedicata alla Beata Vergine Addolorata nata dal progetto dell'architetto Forlati.
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mijano 19 - pagina 6
marzo 1984
OPPIONI
BAGNO
n
I mestée de la Milan de semper Fioraia, fiorista, fiorée trì nomm per on mestée
Parlando di formaggiaio si arriva obbligatoriamente in corso San Gottardo, l'antichissimo "Borgh di formaggiatt", denso di mera milanesità
di Arcano
"Ferrovie?", ferroviere; avevo omessa involontariamente questa voce che come tante altre è generica; infatti per "ferrovie?' in milanese è indicato tanto chi fa il manovale quanto il capotreno; ovviamente nell'ambito dell'ambiente di lavoro c'è tutta una costellazione di richiami che si rifanno alle singole categorie: "foghista (fuochista), "manovrador" (manovratore), "frenador" (frenatore) ecc.
Mestiere internazionale, mondiale; con tutti i rischi che esso comporta sia per il personale viaggante sia per il personale di stazione o di deposito; nella filosofia di coloro che lo svolgono "on mestée come on alter." (Un mestiere come un altro). "Finanzier", finanziere; voce che è comune sia al militare o
civile che presta servizio presso la Guardia di finanza o Intendenza di finanza sia per colui che ha un proprio ufficio finanziario e tratta finanziamenti. Da non confondere con la voce "finanziador" che è in tal caso usata anche per chi finanzia una tantum o a più riprese, una qualsiasi iniziativa, impresa, società sportiva o ente benefico. "Fiorista"; noi usiamo la voce quasi sempre per chi vende fiori al mercato, per la strada, sulle bancarelle presso i cimiteri ed anche per quel gerente o proprietario di negozio specializzato nella vendita oltre che di fiori di piante ornamentali in vasi. Per estensione invece "fiorista" è anche colui che dipinge
Dialettologia milanese (6) "Ghe", un vero rebus, è tutto da spiegare
Particella pronominale, avverbio, negazione parziale, prefisso nella declinazione dei verbi ausiliari.
Chiarita la singolarità della seconda persona per via di quell'abbinamento di particelle pronominali "ti te" nella declinazione dei verbi richiamo l'attenzione per una forma identica, sia scritta sia parlata e sempre riferendosi alla seconda persona singolare, ma solo per il tempo presente, dei verbi essere e sapere.
"Ti te see (o seet)." Vale tanto per la forma italiana "Tu sai" anche nella forma rovesciata "Sai tu" o "Sei tu". Al proposito l'anonimo meneghino indica di usare per il verbo sapere la diversificazione ottenibile inserendovi la particella pronominale "er come "Ti te '1 see" (Tu lo sai) che non si presta per il vebo essere; la particella "el" si scrive quasi sempre apostrofata per evitare l'urto delle due vocah.
Nel milanese le due forme scritte "ghe" e "gh" sono importantissime e costituiscono un vero rebus per chi non ha confidenza con il nostro dialetto; alternativamente possono essere particelle pronominali, avverbiali, negative e prefisso nell'uso dei verbi ausiliari essere o avere.
Con una serie di esempi potremo osservare assieme queste particolarità funzionali di uso comunissimo. "Ghe pensi mi!" (Ci penso io!); "Ghe dàa el sò zio." (Glielo ha dato suo zio.) "Cossa gh'è?" (Cosa c'è?); "Cossa te gh'ee?" (Cosa hai?); "La ciav ghe l'hoo mi." (La chiave ce l'ho io.) "Ghe n'è pù." (Non ce n'è più.); "Gh'emm pressa." (Abbiamo premura); "Gh'hin pocch danée." (Ci sono pochi soldi.); "El ghè pù." (Non c'è più.) "Gh'han &t che ghe voreven quatter mes, ghe n'hin passàa sett, ma gh'è de speccià ancamò." (Ci hanno detto che ci volevano quattro mesi, ne sono passati sette, ma c'è da aspettare ancora).
Leggendo alcuni brani milanesi può capitare di notare una forma congiuntiva di pronomi plurali col verbo avere sbagliato; infatti alcuni scrivono "Indove l'è che ghe-j-a metti?' (Dove glieli metto?) allo stesso modo con cui scrivono 'Chi ghe-j-a dàa i giornaj" (Chi glieli ha dati i giornali?).
Nel secondo esempio l'esatta
esclusivamente fiori ed anche il produttore di fiori artificiali in carta, stoffa e, in questi nostri tempi moderni, in plastica; erroneamente c'è chi accenna al "fiorista" anche quando si tratta di floricultore, quegli che coltiva i fiori ed opera innesti con amorosa cura per ottenerne qualità più durature e più belle accrescendo ovviamente anche i! guadagno. Ebbene, noi in milanese abbiamo questa distinzione: "fioraia" la donna che vende i fiori per strada o al mercato; "fiorée" è l'uomo che svolge lo stesso compito; "fiorista" sono coloro, uomini o donne che fabbricano fiori artificiali o che dipingono essenzialmente fiori; "fiorista" chi ha negozio di fiori, chi confeziona corone o cuscini o cofani per esequie e commemorazioni ed anche chi li coltiva e ne commercia all'ingrosso.
gozi specializzati ne posseggono un vasto campionario per i modelli più diffusi, ne eseguono su commissione e misura estendendo la loro attività anche alle coperture delle vetture lasciate in strada, le esterofile "capote". "Fotografo"; mestiere moderno che in taluni casi assurge a vera e propria arte ed altamente progredito nel breve volgere di tempo come la sorella minore, ma non meno affinata, cinematografia.
d'arte davanti al cui ingresso il gallerista teneva alto per il collo un pittore che aveva nelle mani dipinto, pennelli e tavolozza; una vistosa scritta ammiccava in relazione alla vignetta: "Galleria: quì non si strozzano galli, si strozzano i polli!".
forma scritta, per l'evidenza del verbo avere, deve essere "ghe-j ha"; nel primo esempio invece se scriviamo "ghe-j-e" diventa femminile (gliele) mentre l'interpretazione maschile o femminile pur nella forma tronca viene evidenziata dalla declinazione del verbo che segue quello ausiliario o dall'oggetto o dal soggetto.
Ricorrendo ancora agli esempi osserviamo casi diversi che sono del massimo interesse per coloro che vogliono capirci chiaro in questo ... ginepraio: "J ciav ghe-j hoo portàa (Le chiavi gliele ho portate io.) "J ciav ghe-j a metti chi." (Le chiavi gliele metto qui.) "J ciav te ghe-j ee ti?" (Le chiavi le hai tu?)
"J ciav chi l'è che ghe-j ha?" (Le chiavi chi le ha?) "Te ghe-j-e dàa j ciav?" (Gliele hai date le chiavi?).
Talvolta, specie in componimenti poetici, si ricorre alla forma apostrofata che non serba difficoltà enormi una volta capito il criterio d'applicazione; "Ghl aveva scondùu". (Gliele, o glieli, aveva nascoste/ i.) "Ghl hoo dàa el mes passàa." (Gliele/ i ho date/ i il mese scorso).
L'anonimo milanese con precisione indica "gh'i" per glieli e "gli j" per gliele, dimostrandolo con l'uso dei rispettivi articoli plurali: "i mas'c (i maschi) "j femmin" (le femmine).
Infine, per quanto riguarda "ghe, gh'", è l'unica forma milanese che trasgredisce il precetto di "ir per gli e vale anche per le particelle pronominali ci e ce e a volte le.
"Se", oltre ad essere usato quale particella condizionale, in milanese equivale a volte a cosa italiano quando è in inizio di frase, come negli esempi: "Se te voeuret?" (Cosa vuoi?) "S'el t'ha ditt el Gaetan?" (Cosa ti ha detto Gaetano?) "Se rè quel robb chi?" (Cos'è questo aggeggio?) "Se t'è vegnùu in ment?" (Cosa ti è venuto in mente?). Notiamo che quasi sempre la forma è interrogativa; inoltre "se" in milanese sostituisce si dell'italiano ad eccezione come detto del condizionale e dell'affermazione.
(continua)
Tanto per rompere con la monotonia di queste mie note dirò ai lettori dello scioglilingua che avevo coniato per un venditore ambulante di fiori assiduo frequentatore di osterie: "Peder fiorée, bevidor de vin bon, fàa on fiorètt a San Tomàs: l'ha minga mantegnùu e adess el nas el gh'ha el color violett d'on fioron. El dis Peder fiorée che se lù el desmètt, in sul nas ghe se forma el fiorétt!" (Pietro fioraio, bevitore di vinòbuono, ha fatto un fioretto (voto) a San Tomaso; non l'ha mantenuto ed ora il naso ha il colore violetto di un fiorone (qualità di fico). Dice Pietro fioraio che se lui smette, sul naso gli si forma il fioretto! (Naturalmente il fioretto del vino, quella muffa biancastra di quando si altera).
"Formaggiatt", formaggiaio; produttore, commerciante all'ingrosso e venditore di formaggi. La voce era stata accennata in occasione dell'altra similare "casée", caciaio; in milanese "formaggiatt" è riferito modernamente a tutti coloro che operano nel settore caseario sia produttivo sia commerciale, l'estensione vale anche per quei venditori ambulanti che si ritrovano sui mercati.
L'antichissimo "Borgh di formaggiatt", l'attuale corso S. Gottardo, qui a Milano, era un tempo ricchissimo di caseifici e depositi di formaggi; a questi depositi facevano ricorso le massaie per acquistare per pochi centesimi "ona scossarada de raspadura" (una grembiulata di trucioli di crosta di formaggio); i tempi e le usanze di allora unitamente ad una maggiore indigenza facevano sfruttare al massimo ciò che di sfruttabile c'era.
Per chiarezza, per i lettori più giovani, dirò che l'operazione "raspadura" (raschiatura) dei formaggi veniva effettuata saltuariamente per la conservazione degli stessi durante la lunga stagionatura e forse lo fanno tuttora; ma scartata la parte più esposta della crosta di gruviera grana non commestibile, il sottostrato veniva asportato per un altro mezzo centimetro e le massaie ne acquistavano per metterne sulla polenta e sui risotti o minestroni, golosa leccornia dei tempi in cui si conosceva una povertà ... maiuscuola.
“Foeudrador", foderatore, colui che commercia in foderami, che esegue lavori di foderatura; noto è il foderatore di tele di dipinti antichi o comunque avariati a cui fanno spesso ricorso i restauratori; il vocabolo deriva da "foeudra", fodero.
Ora il settore si è esteso anche al campo dell'automobile e ne-
L'alto livello delle apparecchiature, ancora più perfezionato dall'ausilio dell'elettronica, ha portato questo mestiere nelle prime posizioni sia in campo giornahstico sia in quello pubblicitario ed editoriale in genere.
Il "fotoreporter" di alta professionalità si aggiudica discreti guadagni e gode di certa fama; ma alle spalle c'è tutto un congegno fatto di ricerca e di esperienze connesso ad un particolare fiuto, tempestività, sincronia, gusto dell'immagine; lo stesso dicasi anche di quei veri maestri della fotografia che si applicano con tutta l'anima al di sopra d'ogni guadagno.
Resiste la figura del vecchio fotografo, anche quello con l'apparecchiatura stereotipa a cassetta per lastre, così come resiste il fotografo ambulante delle piazze, pronto ad immortalare una coppia di innamorati o un bambino che da il becchime ai piccioni o che passeggia con la madre in tenuta carnevalesca; resiste ancora nonostante il diffuso dilettantismo.
"Voo dal fotografo", così si dice sia quando si debba ricorrere ad esso per necessità di fotografie formato tessera sia quando ci si deve andare a comprare una pellicola o a ritirare materiale fotografico sviluppato e stampato da terzi.
"Frigorista", addetto alla costruzione, manutenzione e riparazione di frigoriferi, i "frigidér", che hanno sostituiti "i giassiroeu"; come per altri mestieri recenti non esiste la voce diversificatrice milanese (vedi fotografo) ed anche la figura del frigorista è ormai relegata ai costruttori o conduttori d'impianti di grandi frigorie. Va comunque sottolineato, già che siamo nella milanesità, che la voce attinente il frigorifero, grande o piccolo che sia è "frigidér" e non come qualcuno enuncia "frigorifer" oppure "frigor"; il vocabolo, pur se relativo al primo ventennio del secolo, deve la sua origine, oltre che al francesismo tipico di altri vocaboli milanesi, come ad esempio "chaffeur" per autista, al fatto che la prima ditta costruttrice ed importatrice in Italia è stata la "Fngidaire". "Galleria d'arte", gallerista; qualcuno ha avuto espressioni amare alquanto in riferimento sia alle gallerie sia ai galleristi e non soltanto il baritono-pittore Giuseppe Zecchillo, in un articolo su un noto settimanale a grande tiratura dal titolo "La mafia della pittura", ma anche altri.
Ci fu persino chi fece circolare in pubblici locali adiacenti la zona di Brera un manifestino su cui era raffigurata una galleria
Erano i tempi in cui cominciarono a proliferare le gallerie d'arte, che in breve da una ventina che ce n'erano a Milano diventarono oltre cinquanta tra note e meno; anche tra pittori ci sono i nobili e i paria; spesso i valori artistici sono però inversi al censo di appartenenza sul piano sociale.
Dimenticavo il mestiere! Il gallerista, come del resto ho già detto in occasione precedente, non sempre è persona che ha studiato a fondo l'arte, particolarmente di questi tempi.
Ve ne sono d'improvvisati, ex corniciai, ex pitton e scultori; ma ne restano pure tra i veri mercanti d'arte, quelli che agli artisti hanno dato veramente una mano ed hanno saputo valorizzare gente di merito pur facendo il loro interesse.
Mestiere è mestiere, c'è chi lo fa bene e chi ... si arrangia; nel caso specifico è noto che certi galleristi pensano al lato economico quale aspetto prioritario, la qual cosa ha dato modo ad un critico d'arte non prezzolato di esprimersi così: "Certuni galleristi sono degli illusionisti, la loro azione è illusione, la loro galleria la fucina degli illusi."
"Gasista", generico modo di indicare quegli operai che lavorano nelle aziende fornitrici di gas, fatta eccezione per il letturista dei contatori; data la pericolosità delle fughe di gas, la sua invisibilità e l'odore non sempre avvertibile è indubbia la capacità personale degli addetti.
Per pura curiosità, poiché saranno in molti a non saperlo, dirò che nel gergo della mala milanese "gasista" è indicato un individuo subdolo, pericoloso facilmente esplosivo.
"Gelateria", "gelatée"; esistono negozi la cui licenza è molto estesa e permissiva sino al superalcolico, mentre ve ne sono di quelli più attinenti la voce relativa all'insegna.
per
Alcuni proprietari o gerenti sono veramente abili nel preparare il prodotto, altri attingono alla grande industria; i gelatai artigiani e nomadi sono oggi molto meno numerosi di un tempo ed anche i chioschi all'aperto, eccezioni a parte, vendono in gran parte gelato confezionato.
Parlando del "Gigi della gnaccia" e del "castegnatt", in questa rubrica, avevo appunto accennato al fatto che durante la stagione estiva questi ambulanti si trasformavano in "gelatèe ambulant", con il caratteristico triciclo a pedali ed i coperchi lucidissimi e cuneiformi lavorati e sbalzi che ricoprivano le sorbettiere ed in fianco la caratteristica cassetta vetrata con i misurini e le "ostie" per le "parigine", mentre alte pile di coni sembravano enormi baffi spioventi.
Tutto cambiato; uomini, cose, usanze si sono eclissati o stemperati, direi quasi dileguati ... come il gelato.
"Infermée e infermera"; una voce che è stata involtariamente trascurata o solo accennata in occasione del discorso che riguardava i medici: prestatori della loro opera in ospedali, cliniche, ambulatori, pronto soccorso, unità sanitarie ed ogni altro luogo che lo esige hanno spesso compiti ingrati.
Lunghi tirocinii, non sempre retribuiti alla stregua di altri mestieri che richiedono minore professionalità, anzi talvolta pagati meno di un'inserviente; un mestiere di vocazione, di pazienza.
Ci sono infermieri/ e diplomati che assistono privatamente e riescono ad ottenere qualche risultato soddisfacente, ma è una minoranza.
Nella scanzonata bonarietà commista ad un acuto senso dell'umorismo i milanesi motteggiavano gli iniziandi del mestiere "sbusacùu" (bucasedere) perché preposti alle iniezioni. oppure "schisciabugnon (schiacciabubboni, schiacciaforuncoli) se preposti ad occuparsi delle piccole medicazioni; ciò nonostante il frizzo è permeato del più grande rispetto.
(continua)
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marzo 1984 pagina 7 - milano 19
CRONACA
Divertimento e cultura al Circolo di Lampugnano
Cosa si può fare questa sera? Già, dove andiamo? ...
È incredibile come, in questo ultimo periodo si siano moltiplicati i locali tipo vecchia osteria, o birreria, o panineria che dir si voglia. Solo per rispondere a quella domanda.
Ed è incredibile come tanta gente, in questa Milano ritenuta "fredda", senta questo grande bisogno non solo di divertirsi, ma anche di stare insieme, di parlare, di ritrovarsi in una dimensione più umana e familiare.
Sì, ma dove andare e cosa fare?
Forse è un argomento più pressante per la nuova generazione, che ha bisogno di costruire intorno a sé un ambiente che le permetta di vivere e costruire ciò che vuole.
In ogni modo, è un problema che accomuna un po' tutti, chi più, chi meno; ed è su questo che ci si sforza di darsi gli spazi adeguati.
Infatti nei nostri quartieri, anzi, nel nostro quartiere, non sono certo molti i luoghi e gli spazi di questo tipo.
Eppure, quando si torna dal lavoro, o dalla scuola, si sente il bisogno (oltre che di riposare) di passare dei momenti allegri e in compagnia.
Il risultato, però, è che tante volte ci si trova al bar, che diventa un punto di incontro, ma che indubbiamente non è in grado di offrire un modo diverso di organizzare il proprio tempo libero. Diciamo che, come minimo, è limitato.
Quindi, entra il ballo il problema principale.
Come costruire un luogo che funga da bar e che dunque dia da bere, faccia panini vari, abbia magari i viedo-games e il biliardo, ma che riesca anche ad organizzare varie iniziative che aggreghino e divertano la gente che lo frequenta?
Si è provato a rispondere in vari modi.
Nella nostra zona, come sappiamo, questa sfera è appannaggio soprattutto delle cooperative, che hanno, però, un piccolo problema: sono forse troppo legate alla vecchia tradizione e fanno quindi fatica ad adeguarsi al nuovo modo di vivere la vita e il quartiere.
L'esigenza c'era allora come oggi, ma oggi la città è cambiata e noi, siamo cambiati.
Ed è con questo spirito che in questi mesi, come certo avrete letto, abbiamo ripercorso la strada delle varie cooperative della nostra zona; per cercare di trovare quel "trait-d'union", tra il vecchio modo di stare in questo quartiere e quello nuovo che va delineandosi.
Questo sia sulla casa (e quindi le cooperative edificatrici), sia sul modo di spendere i propri soldi (e quindi le cooperative di consumo) e oggi sul modo di divertirsi (i circoli ricreativi).
Venerdì scorso abbiamo fatto visita al circolo ricreativo di Lampugnano, in Via Diomede, ed abbiamo parlato con Moroni, che ne è il presidente.
Iniziative per la pace e il disarmo
Il Comitato per la Pace Zona 19 nell'ambito di azioni volte a sensibilizzare ropinione pubblica sui pericoli della guerra nucleare e sulla necessità dell'affermarsi di una cultura di pace, ha promosso una raccolta di firme sulla proposta di denuclearizzazione che vuole essere una testimonianza della volontà pacifica dei cittadini che con le loro firme danno vita a un pronunciamento morale di fronte ai drammatici pericoli che attraversa l'umanità.
A sua volta il Consiglio di Zona 19 ha approvato, il 13 Febbraio scorso, il seguente Ordine del Giorno:
Droga: prevenire prima che occorra reprimere
Se è vero che il Parco di Trenno sta diventando una piazza importante per lo spaccio ed il consumo delle droghe pesanti a Milano occore dare risposte diverse da quelle date finora
"Che ne sarà del Parco?": era in prima pagina, il titolo del nostro giornale del mese di dicembre che affrontava il problema droga al Parco di Trenno a seguito di una lettera di alcuni inquilini degli stabili di Via Giorgi N° 9-1 1-13-15 inviata all'Ente Locale ed alle Forze dell'Ordine per porre rimedio ai problemi di ordine pubblico che si verificano per la presenza di "persone dedite all'uso ed allo spaccio di stupefacenti".
Con le loro specificità, i 250 soci di questo circolo, hanno affrontato le questioni di cui abbiamo parlato.
Vi vogliamo informare sul lavoro svolto dal circolo e lo sforzo compiuto, da esso, alla luce di questi problemi.
Innanzitutto lo spazio di questo circolo è organizzato in questo modo: bar, una sala con i tavoli per giocare a carte, il biliardo e la sala da ballo.
Il calendario delle attività va dalla "befana" dei bambini, alla festa degli anziani a quella dell'uva.
Ci sono poi varie feste ed attività: festa delle donne (in Marzo) carnevale dei bambini (in Febbraio) corsa ciclistica (il 28 Febbraio) gita sociale (in Maggio) le feste nazionale del 25 aprile e del maggio, che vengono organizzate con un impegno particolare per riuscire a parlare e a discutere con tutta la gente del quartiere.
In questo periodo, poi, si apre un ciclo di incontri con le donne di Lampugnano, in cui si parlerà di tutte le tematiche
femminili: anticoncenzionali, rapporti sessuali, la gravidanza, ecc. Questo, con l'assistenza di un ginecologo.
C'è, inoltre, la sala da ballo, che è aperta il Giovedì e il Sabato. Nelle sere di Lunedì e Mercoledì si è organizzata una scuola di boogie-woogie ed infine, il Venerdì, la scuola di liscio.
Insomma, tutte queste iniziative, sono lo sforzo che il circolo ricreativo di Lampugnano sta facendo, per riuscire a raggiungere ed a coinvolgere tutta la nuova popolazione arriva nel quartiere con la costruzione di nuove case.
Come si diceva prima, traitd'union, tra i vecchi soci col loro patrimonio e i nuovi con le loro proposte.
Gli obiettivi, quindi, sono questi: una comprensione che porti ad avere comune tra vecchia e nuova generazione; migliorare e continuare ad offrire alla zona un punto di riferimento, in cui ci si possa riconoscere e nella quale ci si possa divertire ed incontrarsi, per costruire intorno a sé, un ambiente più generoso ed umano.
Franco Tosi
Istituto per il Turismo: i lavoratori protestano
I lavoratori A.T.A. (Amministrativi Tecnici Ausuliari) degli istituti scolastici Professionali Alberghieri e Tecnici per il Turismo hanno reso noto che anche quest'anno si ripresenta il problema molto grave della riduzione dell'organico in quanto, come già per l'anno scolastico in corso, il Ministero della Pubblica Istruzione ha congelato il numero degli organici a quello dell'anno scolastico 1982-83.
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Fatto rilevare che, prendendo ad esempio, il terzo Istituto per il Turismo di Piazza Stuparich, attualmente su 46 classi 27 sono sperimentali e pertanto hanno bisogno di laboratori e classi speciali, i lavoratori ATA hanno respinto l'assurda discriminazione ministeriale nei confronti dei suddetti istituti, che, aggrava il lavoro del personale che opera in queste scuole in continua espansione.
"Le gravi tensioni internazionali, i pericoli di guerra nel mondo e il permanere della rottura delle trattative Est-Ovest, preoccupano grandemente i cittadini di ogni ceto, generazione, idea politica e religione. Occorre il congelamento immediato della progettazione, sperimentazione, produzione ed installazione di qualsiasi arma nucleare, chimica e battereologica; premessa questa perché possano riprendere le trattative per la riduzione degli armamenti nucleari e convenzionali, fra USA e URSS, associando anche i Paesi Europei dell'Est e dell'Ovest, dirottando invece risorse per lo sviluppo e contro la fame nel mondo.
Il Consiglio di Zona 19, composto da rappresentanti eletti dai cittadini, vuole esprimere la volontà di pace, dichiarando !'indisponibilità ad accettare armi e componenti nucleari sul proprio territorio e nel territorio della nostra città ed auspica che i consiglieri delle altre zone si prouncino in tal senso.
Il Consiglio di Zona 19 chiede che l'i-Comune di Milano proponga analoghe dichiarazioni, congiunte, alle otto città gemellate con Milano:
Lipsia (Rdt), Leningrado (Urss), Shanghai (Cina), Francoforte (Rft), Birmingham (Gb), Osaka (G), Lione (F), Dakar (Senegal).
Chiede inoltre che il Comune di Milano proponga iniziative di pace all'A. N. C. I. ed alle Associazioni dei Comuni delle grandi città europee e del mondo".
Portieri in festa
I portieri festeggiano il nuovo contratto nazionale di lavoro e l'ottenimento dell'indennità di malattia. Sabato 17 marzo 1984 - ore 20.30 Festa Provinciale presso la Camera del Lavoro di Milano, con la partecipazione de "Gli Amis de Gratasoi e Falvio Olivari - chitarrista, cantante, fantasista.
Al piccolo Teatro con Milano 19
30 Marzo 1984
Lorenzo e il suo avvocato
di Carlo Bertolazzi. Regia di Lamberto Puggelli con Tino Carraro
Il nostro giornale organizza per venerdì 30 marzo 1984 una serata al Piccolo Teatro in ocr sione della rappresentazione di "Lorenzo e il suo avvocato" dello scrittore milanese
Carlo Bertolazzi, protagonista Tino Carraro.
Per l'occasione il prezzo del biglietto sarà di L. 10.000 (anziché L. 16.000) posto unico.
Le prenotazioni si ricevono presso la redazione di Milano 19 il mercoledì sera dalle 21 alle 23 oppure telefonando a Fanuzzi tel. 3084168.
Ora per l'ampiezza del fenomeno, vogliamo continuare a parlare di droga non solo sotto l'aspetto dell'ordine pubblico, ma delle possibilità di intervento sul fenomeno a livello sociale e sanitario, ad esempio con la prevenzione.
Sicuramente la lettera dei cittadini ha smosso le forze di polizia intensificando i controlli; nella prima settimana di febbraio, in via Lampugnano una pattuglia della volante, ha notato un giovane sospetto in attesa di qualcuno a bordo di una Talbot "Samba". Effettuando un controllo sotto il sedile sono state ritrovate dieci buste di eroina pronte per essere vendute ai tossicomani della zona, mentre altri 35 grammi di droga erano stati nascosti sotto il tappettino; Marco Tullio Cipullo di 28 anni, è finito in carcere anche perché in casa, in Via Cimarosa 4, nascondeva altri 60 grammi di eroina pura.
Ora non resta che chiudere, per quanto riguarda l'aspetto della repressione dello spaccio della droga, l'intensificazione di questi atti da parte dei CC e della PS; ma questa non è l'unica cosa che si deve fare.
Se è vero che il Parco di Trenno sta diventando o forse lo è già diventato una zona o piazza più importante di Milano per lo spaccio ed il consumo delle droghe pesanti, occorre dare risposte diverse da quelle date precedentemente. A Milano si sono formate varie zone di spaccio: Piazza Vetra, Via Odazio, Gratosoglio, Baggio, ora il Parco di Trenno; ogni volta si è parzialmente risolto il problema mandando via i frequentatori della zona, ma esso si riproponeva subito drammaticamente via via in altre zone, senza quindi incidere di fatto su di esso. Ora si sta riproponendo la stessa cosa: uno spazio ampio, questa volta agli estremi margini della metropoli, facilmente raggiungibile, nella vicinanza di un quartiere (Gallaratese) dove l'emarginazione e la disgregazione hanno già precedentemente favorito l'uso di droghe leggere da parte di molti giovani.
Nella nostra zona già vi erano vie, strade, spiazzi dove l'eroina era di "casa" specialmente a S. Siro: i giardinetti di Via Harar, le cantine delle case popolari, Piazza Selinunte, ora il fenomeno ha assunto proporzioni gigantesche. Ci rammarichiamo nel ricordare come già 2 anni fa fosse sorto il Comitato contro le tossicomanie che aveva denunciato questi pericoli, ma rimanendo inascoltato si è esaurito spegnendosi.
Ed ancora la gente, la cittadinanza lo sa che a pochi metri dal Parco, in Via Novara esiste da più di 2 anni, la condotta medica che distribuisce il metadone. Quali difficoltà ha al suo interno, quali collegamenti ha e se li ha con gli Enti Locali di zona? Come sta procedendo il piano di prevenzione nel territorio una volta iniziato a discutere?
Sono queste le domande che poniamo. La tossicodipendenza è un fenomeno complesso; passa attraverso mille canali, famiglia, sentimenti, crisi di valori, lavoro, suola, disgregazione, emarginazione: ci sentiamo innocenti o colpevoli, riteniamo sia stato fatto tutto o che si fà tutto quello che si può fare?
Nel nostro paese vengono prese alcune iniziative molto interessanti; pensiamo ad esempio solo nel campo della repressione: le madri che prima a Roma ed ora anche a Milano stanno denunciando gli spacciatori o l'iniziativa della Questura di Pavia che ha messo a disposizione un numero telefonico (il 33.333) dei cittadini per segnalare luoghi dove si spaccia. Ma intanto è bene ricordarlo, mentre crescono le iniziative di lotta alle tossicomanie, l'indice di mortalità nell'84 nei primi venticinque giorni, è addirittura il triplo rispetto a quello dello stesso periodo dello scorso anno. Dal 1° gennaio ad oggi i decessi per droga sono stati infatti 38 contro i 12 degli stessi giorni dell'83.
Questo non vuole essere un articolo episodico che affronta il problema in termini scandalistici ma piuttosto esso nasce come stimolo perché non vorremmo riparlarne in termini molto più drammatici fra alcuni anni. Nei prossimi numeri affronteremo il lavoro che si è potuto fare fino ad ora da parte della condotta medica di Via Novara, dalla Commissione sanità del Consiglio di Zona, dagli organi di polizia ma più di tutto auspichiamo di poter aprire un dibatitto tra le forze politiche, culturali, sociali, sportive, le madri, le famiglie dei tossicodipendenti per capire se ancora una volta si fanno parole ma non fatti.
11 13 febbraio scorso il Consiglio di Zona 19 ha approvato, su proposta del consigliere comunista Rosanna Magni Ferri, il seguente Ordine del Giorno poi inviato al Sindaco di Milano, agli Assessori del Demananio, all'Edilizia Popolare al Decentramento e al Bilancio ed al presidente della Commissione casa Assegnazione Edilizia Popolare.
"Porgo all'attenzione del Consiglio di Zona il grave fatto che l'Amministrazione Comunale non abbia ancora definito le pratiche per l'assegnazione degli appartamenti ristrutturati di Via Pinerolo 40, agli abitanti dei due stabili interni sempre di Via Pinerolo.
Faccio presente che:
1° gli stabili interni sono in condizione antigieniche gravi, entra l'acqua dai tetti le cantine sono allagate e le crepe non si contano;
2° nell'Aprile Maggio '83 le famiglie sono state invitate dall'Amministrazione Comunale a produrre la documentazione per l'assegnazione degli appartamenti rimessi a nuovo.
Chiedo che il Consiglio di Zona intervanga nel più breve tempo presso gli Assessorati competenti perché: si assegni subito gli appartamenti ristrutturati agli aventi diritto e abitanti nelle case di Via Pinerolo; conoscere a che punto è la pratica delle ristrutturazioni degli stabili sopracitoti (progettostima - costo e impegno a bilancio); andare ad una trattativa con il Consiglio di Zona, perché nel progetto sia riservata una parte da destinare a Comunità Alloggio, dato i bisogni della Zona".
CENTRO ASSISTENZA TECNICA AUTORIZZATO
milano 19 - pagina 10 marzo 1984
Mauro Penco
Cosa si aspetta ad assegnare gli appartamenti?
marzo 1984 pagina 11 - milano
A scuola con i burattini
È stato presentato dagli operatori culturali Daniela Vitali e Edoardo Rossotti il programma dettagliato del corso di burattini che si terrà presso il Centro Comunitario di Trenno via Lampugnano 145 dagli animatori del Centro Tempo Libero di Trenno.
Il tipo di corso proposto si rivolge alle classi della scuola media. Viene sottolineato che obiettivo principale dell'iniziativa è quello di soddisfare alcune esigenze quali: socializzazione, responsabilizzazione, riscopena (o scoperta) del lavoro manuale e della creatività, aspetti questi importanti per la scuola.
La durata del corso varia a seconda delle capacità e necessità dei ragazzi; da una precedente verifica risulta che quindici incontri permettono di portare a termine il lavoro.
Ogni corso si concluderà con uno o più spettacoli ed è in questa fase che si ritiene possano essere coinvolte le scuole elementari e materne della Zona 19 visto che i burattini sono adatti a questo tipo di pubblico. Inoltre è importante per i ragazzi verificare con un pubblico intressato la riuscita del proprio lavoro e, con la loro collaborazione, creare in altri punti della Zona dei momenti di spettacolo per tutti i cittadini, se le condizioni lo permetteranno.
Il corso è anche corredato da un libro prodotto direttamente dagli animatori intitolato appunto "Burattini". Per ulteriori chiarimenti ed accordi rivolgersi presso il Centro Tempo Libero di Trenno oppure presso il Consiglio di Zona 19.
In via Osoppo a San Siro
Un'agenzia Unipol per la nostra zona
Aperta anche al sabato per essere al servizio della gente - Previsti altri recapiti nella zonaConsulenze gratuite
È stata recentemente aperta nella nostra zona, in Via Osoppo n. 13 a San Siro una nuova Agenzia della Compagnia Assicuratrice UNIPOL S.p.A.
Perché proprio nella nostra zona? E con quali obbiettivi? È quanto abbiamo chiesto al Rag. Gino Mazzola. titolare della stessa, che così ci ha risposto:
"Le oltre 120.000 presenze nella nostra zona, divise fra le diverse fasce di lavoratori, unitamente ad una certa disinformazione nel settore ed alla mancanza di qualificata consulenza, imponevano, a mio avviso, l'apertura di questa Agenzia nata all'insegna dello spirito anticorporativistico.
I buoni risultati ottenuti dalla Compagnia anche in altre zone ad alta densità abitativa e lavorativa, come la nostra, mi hanno spinto a creare questo punto di incontro che, unitamente ad una buona qualificazione tecnica, in special modo nel ramo pensionistico, vuole offrire una consulenza, completamente gratuita, a tutti
La scomparsa di Don Leandro
coloro che avessero problemi di qualsiasi natura inerenti questo abbastanza complicato settore.
Per il raggiungimento di questi obiettivi è mia intenzione offrire al pubblico una apertura degli uffici con orari prolungati rispetto alle tradizionali Agenzie ed il sabato mattina, nonché il servizio domiciliare anche serale. Non appena possibile sarà sperimentata la presenza serale dei nostri consulenti in seno ai circoli di zona e / o altri locali che mi saranno messi a disposizione nei punti, come ad esempio il quartiere Gallaratese. dove la massiccia presenza di cittadini potrebbe gradire ed usufruire di tutti i servizi in orari di svincolo da impegni di lavoro.
Per maggiormente contribuire, se mi sarà concesso, risponderò su questo stesso mensile di informazione ai quesiti di carattere generale che verranno posti indistintamente presso i locali della mia Agenzia Via Osoppo n. 13 (Tel. 4080980) o indirizzati alla Direzione del giornale.
Si sono svolti sabato 18 febbraio u.s. con una folta partecipazione di popolo, i funerali di don Leandro Bianchi, parroco della chiesa Regina Pacis, improvvisamente ed immaturamente scomparso. Ai parenti ed alla comunità parrocchiale le condoglianze di Milano 19.
Ebbi occasione di conoscere don Leandro in occasione dei lavori preparatori per la venuta di papa Woitvla. Come atto referente, per l'intervista concessami per Milano 19, ebbi a donargli una musicassetta con incise composizioni di Krzysztof Penderecki, uno degli autori musicali preferiti dal Papa.
Non usò molte parole per ringraziarmi, essendo don Leandro molto conciso, ma notai in Lui una certa emozione, e non molto nascosta.
Forse qualcuno la ritroverà riordinando i suoi effetti personali.
Giulio Fantuzzi
È ormai in piena fase di organizzazione l'edizione 1984 dei "Due giorni con lo sport", che da anni coinvolge un gran numero di studenti e sportivi della nostra zona.
Per la prima volta quest'anno, la competizione vedrà anche la partecipazione, in una classifica separata, di società sportive.
Domenica 4 marzo si terrà ad Ardesio (BG) una gara di atletica leggera valida quale III Prova del Trofeo Cariplo.
Le ragazze della squadra di pallacanestro femminile dell'Unione Sportiva Atlas La Tampa hanno concluso con risultati al-
terni la fase eliminatoria dei campionati per la categoria Juniores.
Nell'ambito del campionato di basket organizzato dalla Federazione Italiana Pallacanestro per la Categoria "I Divisione" si svolgeranno nel mese di marzo i seguenti incontri al Palazzetto del centro Scolastico Onnicomprensivo di via Trenno:
7/4 Arci Trevisani/GS Settembrini
28/4 Arci Trevisani/Austro Basket. Entrambi gli incontri avranno inizio alle ore 19.15.
Sai pescare? Ami il gusto della competizione? Ti piace la vita all'aria aperta?
Se finora hai risposto di sì, la Società Pesca Sportiva La Vittoria" è ciò che fa per te.
Attivissima da sempre, anche quest'anno "La Vittoria" si è impegnata nell'organizzazione dell'ormai tradizionale gara di pesca in acque interne che periodicamente viene proposta.
La competizione avrà luogo sul fiume Adda (località Pizzighettone) il giorno primo Apri-
le, e trattandosi di pesci non si poteva scegliere giorno migliore!
La partecipazione è aperta a tutti, per le iscrizioni e per maggiori informazioni ci si può rivolgere presso la Cooperativa "La Vittoria" di via F. Giorgi 15 tutti i giovedì dalle 21 alle 23 entro il giorno 22 marzo '84 oppure telfonando al sig. Alessandro Bovo che risponde al numero telefonico 6071947. Affrettatevi: chi dorme... non piglia pesci!
Sport flash Pesca Da Trenno all'Adda
19
MERCATO COMUNALE Via Chiarelli Gli esercenti del Mercato Comunale invitano la loro clientela ad osservare i prezzi esposti che sono veramente un contenimento all'inflazione. Nel frattempo Vi rinnovano l'invito a RISPARMIARE approfittando delle sempre più frequenti OFFERTE SPECIALI ACQUISTO + RISPARMIO INFLAZIONE MERCATO COMUNALE di via Chiarelli orario: dalle ore 8.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.30. Lunedì pomeriggio chiuso.
Campionato Nazionale Studentesco Sport a scuola fra tanti dubbi
La formula però suscita già perplessità negli ambienti sportivi
Grazie alla collaborazione tra il Comitato Olimpionico Nazionale Italiano, il Ministero della Pubblica Istruzione e le Federazioni Sportive, nasce il Campionato Nazionale Studentesco 1983-1984. Questo campionato sostituirà la categoria "Under 19" dei Giochi della Gioventù, grazie alle esperienze raccolte negli anni scorsi e sarà parte di una progressiva riforma dello sport giovanile che porterà, negli anni a venire, alla costituzione della Federazione Italiana Sport Scolastici (FitaSS).
Rispetto al regolamento che organizzava i Giochi della Gioventù si possono notare alcune differenze che evidenzieremo illustrando le norme inerenti al campionato di pallacanestro, affini per finalità e modalità a tutti gli altri, ma che saranno di utile esempio.
La prima differenza sta nelle date di svolgimento del Campionato stesso che si articolerà in fasi successive che si concluderanno entro dei periodi predeterminati e cioè: la fase Provinciale dovrà concludersi entro il 15 maggio; la fase Interprovinciate entro il 30 novembre; la fase Nazionale entro il 15 dicem-
bre. Altri criteri innovativi saranno quelli inerenti allo svolgimento delle fasi Interprovinciali e Nazionali.
La prima, infatti, si svolgerà ad eliminazione diretta, secondo un tabellone di tipo tennistico, con incontri di sola andata tra le vincenti delle fasi Provinciali.
Gli abbinamenti delle città sul tabellone seguiranno criteri di viciniorità e avranno valore biennale, onde permettere ad ogni squadra di giocare in casa. La fase procederà ad eliminazioni successive finché non siano rimaste 8 squadre, quelle che parteciperanno alla fase nazionale.
La Fase Nazionale si svolgerà secondo un girone "all'Italiana" che determinerà citiamo semifinaliste da cui si giungerà alle finaliste e alla vincitrice.
Il campionato si articolerà, in due categorie: "assoluti" (a cui potranno partecipare tutti gli studenti delle scuole medie superiori) - "Under 1T' (a cui potranno partecipare solo gli atleti minorenni).
Al di là del regolamento, che ci interessa relativamente, ci pare di cogliere delle storture nel-
Istituto Nazionale Confederale 00,, Assistenza
tutte le pratiche sono gratuite
l'idea stessa della composizione e di come verrà affrontata.
Ci sembra infatti che lo sport a scuola dovrebbe rivestire significati più formativi e meno competitivi, lasciando alle società sportive il compito di organizzare il settore agonistico.
Si tratta di un'iniziativa senza dubbio simpatica e che, forse, grazie allo spirito quasi campanilistico che anima i giovani in queste competizioni, potrebbe anche portare, in un certo senso, ad amare di più la propria scuola, se non altro per averne sostenuto i colori in occasione di gare sportive.
Ci pare però che l'obiettivo sia da spostare sull'opportunità di realizzare quest'iniziativa, specie in scuole in cui non vi siano insegnanti di educazione fisica preparati ad allenare atleti che già giocano ad alto livello e che non hanno certo bisogno di nozioni di base.
A queste perplesità risponderà senz'altro (e speriamo in modo positivo) lo svolgimento dei giochi che, in ogni caso, attendiamo con l'interesse da sportivi che da sempre ci distingue.
Mauro Sancetti
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Uno dei più celebri durante la Belle Epoque e attualmente restaurato, è carico degli splendori di fine secolo È dotato di piscine, palestra, sauna. sala giochi, boutique. In pieno centro sul lungomare.
PARTENZA: 7 aprile 1984 - DURATA: 8 giorni
Quota individuale di partecipazione: L. 195.000
Diritti d'iscrizione: L. 10.000 comprensivi di assicurazione Europ Assistance.
Programma di viaggio in autopullman:
1° giorno: Partenza dalla zona (luogo da definire) alle ore 12. soste durante il percorso ed alle ore 19,30 arrivo ad Abazia. Sistemazione nelle camere riservate, cena e pernottamento.
Incontro con i responsabili della Zenith Parati
Quando calcio fa rima con buoni risultati
Conclusa la fase eliminatoria del campionato di calcio seniores organizzato dal Coni Acsi
Si è conclusa la fase eliminatoria del Campionato di calcio Seniores organizzato dal CONI( ACSI.
E da notare la netta affermazione ottenuta dalla Zenit-Parati, una squadra della nostra zona, che da tempo coglie importanti risultati.
In questa occasione ci siamo incontrati con il presidente della società, per avere informazioni su questa giovane, ma già affermata squadra...
D. Presidente com'è nata l'idea di sponsorizzare la squadra?
R. All'inizio i ragazzi mi hanno chiesteo delle magliette pubblicitarie e hanno iniziato a fare delle partite in tornei estivi, hanno proseguito così per qualche tempo e dopo ho visto questo gruppo sempre più affiatato che dopo deludenti risultati iniziali, ha iniziato a fornire prestazioni sempre più incoraggianti. Abbiamo deciso quindi di iscrivere la squadra ad un regolare campionato ed anche qui, dopo un paio di stagioni con risultati alterni, abbiamo finito per diventare protagonisti di primo piano.
D. Presidente, quale futuro ha questa squadra?
R. Per il gruppo che si è venuto a creare questa squadra potrebbe, a mio avviso ed a parere di alcuni tecnici che hanno più volte seguito gli incontri, partecipare a campionati di serie superiore, ma poiché questi campionati dovrebbero giocarsi nel pomeriggio della domenica, molti nostri giocatori sarebbero in difficoltà in quanto sono tutti ragazzi che lavorano, alcuni sposati e quindi difficilmente accetterebbero di desti-
nare il pomeriggio della domenica al calcio attivo.
D. Deve dedicare molto tempo a questa squadra?
R. Veramente non troppo; più di me se ne occupano l'amico Michele Guzzi, il tecnico Ruggero Francavilla ed i signori Nicola Lo Russo, Del Plavignano Fiore ed Emilio Fullone che con passione seguono più da vicino la squadra.
D. Presidente quali risultati si aspetta?
R. Diciamo che non solo io, ma tutti i componenti della squadra, giocatori, tecnici e dirigenti si aspettano, unitamente ai nostri amici tifosi, la vittoria del campionato. Vedremo poi se sarà il caso di partecipare a qualche importante torneo estivo ed anche qui per fare la nostra bella figura.
Il poco tempo a nostra disposizione si è ormai concluso: porgiamo uscendo una domanda all'allenatore, Signor Ruggero Francavilla...
D. Quali sono le difficoltà principali che incontra nella conduzione della squadra?
R. Cosa vuole, si ha che fare con un gruppo certamente di bravi ragazzi, ma ognuno ha propri pregi e difetti. Il mio compito è di amalgamare un po' tutte queste cose anche se a dire il vero sono favorito dall'amicizia che lega questi ragazzi.
Direi proprio che alla base dei nostri positivi risultati c'è questo spirito di amicizia che unisce tutti noi dal Presidente, dirigenti e giocatori e soprattutto dei nostri tifosi che ci seguono dappertutto, mai negandoci il loro caloroso apporto.
Resta ormai solo il tempo per salutarci e per augurare a questa giovane società nuovi successi che, peraltro, sarebbero più che meritati per il valore di questi ragazzi. Intervista raccolta da Liliana Paglione
dal 2° al 7° giorno: Giornate complete a disposizione, possibilità di escursioni facoltative o cure specializzate. Serate con intrattenimento danzante.
8° giorno: Dopo la cena partenza per Milano dove l'arrivo è previsto per la prima mattinata della domenica.
La quota di partecipazione comprende: Viaggio a/r in pullman G.T.: Ü sistemazione in camere doppie con servizi e pensione completa in hotel. dalla cena del giorno di arrivo alla cena del giorno della partenza; Ü assistenza turistica in loco di personale parlante italiano: Ü tasse e percentuali di servizio.
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marzo 1984
La loro fama di "nocivi" va ridimensionata
Vita dura e difficile per gli ultimi lupi italiani
Eppure proteggerli vuol anche dire proteggere l'ambiente naturale e quindi, alla fine, noi stessi
Chi è veramente il tanto odiato e temuto Lupo, che ha eccitato, come plochi altri animali, la fantasia e l'immaginazione umana, che hanno creato su di lui leggende, superstizioni e credenze straordinarie. giustificata la sua fama?
Fortemente in regresso in gran parte del suo areale (Eurasia e America del Nord) a causa della caccia indiscriminata, appartiene alla famiglia dei Canidi, ordine dei Carnivori. In Italia, dove vivrebbe una sottospecie separata. Il lupo appennino (Canis lupus italicus), ne sopravvivono circa 180-200 esemplari, dall'Appennino Toscano alla Sila.
L'organizzazione sociale del Lupo è tra le più evolute nel mondo animale ed è strettamente correlata con l'alimentazione. Infatti, grazie alla coesione del branco nella predazione, questi Canidi riescono ad avere la meglio su animali molto più grossi di loro (un bue muschiato può pesare fino a 400 Kg.). In Italia sembra che i branchi siano costituiti solamente da gruppi familiari, di 56 individui al massimo, e questo è chiaramento connesso con la disponibilità di cibo. Importantissima è la sua opera di mantenimento degli equilibri naturali: indirizzando principalmente la sua predazione su individui malati, vecchi e giovani, mantiene infatti le popolazioni di ungulati sane.
All'interno del branco vige una stretta gerarchia, sia per i maschi che per le femmine, che viene mantenuta inalterata mediante comportamenti ben prcisi. Il maschio alfa, il capobranco, si può facilmente individuare dai suoi atteggiamenti di imposizione, così come si possono riconoscere gli individui subordinati da quelli di sottomissione.
Come esempio si può citare la posizione della coda, tenuta alta dai dominanti e abbassata dai sottomessi. Questa alta socialità ha fatto
sì che il Lupo potesse essere addomesticato dalle tribù nomadi di cacciatori del Paleolitico. Attraverso la riproduzione selettiva si è arrivati alle razze canine odierne.
Gli accoppiamenti avvengono sola nto tra la coppia alfa (una sorta di "regolazione delle nascite") e dopo una gestazione di circa 60 giorni, a Maggio, nascono da 3 a 8 piccoli. Questi, raggiunta l'età di un anno, lasciano il territorio dei genitori in cerca di altre zone dove creare a loro volta dei nuclei familiari. I territori sono ben definiti e i loro confini sono marcati dai branchi con la deposizione ripetuta di escrementi in luoghi specifici.
Pur protetto dalla legislazione venatoria italiana, il Lupo appenninico non sembra esente da pericoli che potrebbero portarne il numero a livelli critici di sopravvivenza. Tra questi, il problema del randagismo canino, particolarmente sviluppato nell'Italia centro-meridionale, pur rappresentando una potenziale riserva di cibo, cani rinselvatichiti con una mole particolarmente cospicua possono accoppiarsi con il Lupo producendo ibridi fecondi.
Ciò mette in pericolo la purezza genetica di questa già rara e minacciata specie. Inoltre, al Lupo vengono spesso addebitati gravi danni subiti dalle greggi ad opera di questi cani. La sua fama di "nocivo" va
La ricetta di Caterina
Il risotto alle melanzane
Questo risotto è una vera leccornia, e ripaga ampiamente del tempo che richiede per la sua preparazione: un'ora.
Affettare due grosse melanzane nel senso della lunghezza, salarle e lasciarle sgocciolare per una decina di minuti.
Tritare un mezz'etto di prosciutto e affettare fine una cipolla, insieme far soffriggere con burro e olio.
A questo punto mettere della polpa di pomodoro setacciata e lasciar cuocere. Metà di questa salsa va messa da parte in una scodella, in quella restata nella casseruola si aggiunge il riso, si lascia insaporire poi si aggiunge del brodo caldo, come nel solito risono.
Questo però andrà tolto dal fuoco ancora ben al dente, e si mette la solita noce di burro crudo e il formaggio grattuggiato.
Le fette di melanzane vanno asciugate dalla loro acqua e fritte in olio ben caldo, appoggiandole su una carta assorbente dopo scolate, indi salarle.
Imburrare una pirofila, versarvi metà del riso, uno strato di melanzane e fettine di mozzarella, fiocchetti di burro e basilico tritato.
Rifare l'operazione e sopra l'ultimo strato versare la salsa rimasta indietro, spolverizzando con un po' di parmigiano.
Far gratinare in forno caldo per circa un quarto d'ora. Se avete ospiti, state certe che ritorneranno.
Io seafThle di n'E
Storie di Lombardia tra chiese e conventi francescani
In 550 pagine e 400 tavoleSilvana Editoriale
Poesie d'amore e disamore di Giuliano Casonato
ridimensionata anche per quanto riguarda gli attacchi a persone e le sue calate nei paesi, frutti della fantasia umana.
Altre fonti di notevole disturbo per la sua sopravvivenza sono il bracconaggio cui è ancora soggetto, il frazionamento del suo areale di distribuzione che non permette uno scambio genetico tra i vari nuclei e la modificazione ambientale dovuta allo sfruttamento di aree finora disabitate.
Dal 1971 è stata lanciata dal WWF Italia una campagna per la salvaguardia del Lupo appenninico, a cui il passato non ha certo riservato una facile sopravvivenza. Auguriamoci che il futuro sia migliore per questo splendido e fiero animale: proteggerlo vuol anche dire proteggere l'ambiente naturale che ci circonda e quindi, alla fine, noi stessi.
Maurizio Locati Consigliere regionale WWF Lombardia
Poesia e diapositive alla Galleria
Meneghina
Si è svolta il 23 febbraio scorso presso la Galleria d'Arte Meneghina via Paolo Sarpi, 22 di cui la direzione artistica è affidata alla signora Margherita Biagi con la consulenza di Giuseppe Sabino, si è svolta una manifestazione di poesia abbinata alla proiezione di bellissime diapositive.
La poetessa Maria Graziella Paganelli, già insignita dell'onorificenza della Sciarpa Europea "Alessandrina" della Pace ha recitato poesie in lingua ed ha presentato il libro "Improvviso" pure di poesia, secondo volume della collana "Presente" delle edizioni II Quadrato.
In dialetto meneghino si è invece esibito il poeta milanese Arcano, con qualche vivace pezzo del suo nutrito repertorio, anticipando anche parte del contenuto del libro in corso di stampa "La barca di coijon".
Un itinerario, forse inconsueto, attraverso la storia e la cultura della nostra regione: così si potrebbe rapidamente presentare il volume che raccoglie studi e ricerche prossimi dal settore cultura e informazione della Regione e che testimonia della rapida espansione nel corso del Duecento e nei secoli successivi del francescanesimo in Lombardia. Una storia importante, non solo per quanto riguarda la religione e i rapporti sociali, ma anche per le implicazioni ovvie sul terreno politico e per quello, forse meno ovvie ma ancora più tangibili, sul terreno urbanistico e artistico.
Il volume illustra le linee e le persistenze di quella espansione: nei testi e soprattutto nelle immagini e nella cartografia se ne ricostruisce una immagine che assume oggi un particolare valore artistico.
Il libro si suddivide in due capitoli fondamentali: quello che si riferisce alla storia dell'ordine francescano e che cita le esperienze di Milano, Pozzuolo, Saronno, Gallarate, Varese, Bergamo, Lodi dal tredicesimo al diciottesimo secolo e quello che tratta dell'urbanistica.
Chiese e conventi, spesso pcoo considerati nelle tradizionali storie dell'arte e certamente dimenticati nei comuni percorsi turistici, vengono così rivisitati, ma sottolineato le incidenze che tali insediamenti ebbero per quanto riguarda lo stesso assetto del territorio, attraverso consistenti opere di bonifica, di irrigazione, di irregimentazione delle acque, come fu nel caso delle Grazie e del sistema fluviale nel mantovano.
Il volume, pubblicato a cura della Silvana Editoriale, raccoglie, nelle sue 550 pagine, sia i contributi portati ad una tavola rotonda (organizzata per far luce su una pagina poco nota di storia lombarda in occasione del centenario francescano) da Edith Pasztor, Angiola Maria Romanini, sia il frutto delle ricerche condotte sul campo da trentasei studiosi coordinati da Pierluigi De Vecchi, Luigi Pellegrini, Aurora Scotti, Lucia Sebastiani e Gigliola Soldi Rondinini. Le ricerche sono illustrate con oltre 400 tavole, costituite da un ampio apparato di documenti e da foto appositamente realizzate.
Un libro di poesie non si può aprirlo in un momento qualsiasi. si deve attendere: che nessuno ci interrompa, che non suoni il citofono e tantomeno il telefono, iena domestica che ci divora a ingordi bocconi, incatenati al filo, il braccio anchilosato, non c'è scampo.
E così certe emozioni, quali quelle di una buona lettura, ce le dobbiamo preordinare al sicuro da interferenze, offrircele e gustarcele, farle nostre.
Per chi galoppa tutto il giorno, avendo il viziaccio di lavorare, il momento migliore è la sera, i familiari dispersi nelle varie camere, non un passo in corridoio, caro il nostro scrittore, a noi.
Giuliano Casonato ha intestato questa sua nuova raccolta "Poesie d'amore e disamore" e già ci sembra originale, ma da lui c'era da aspettarselo, da quando abbiamo avuto il piacere di scoprirlo, e conoscerlo di persona, lo attendiamo al varco (degli esisti poetici) sapendo che non ci offrirà mai delle cose banali.
Al concorso "La pace come slogan" del 1982 Casonato ha presentato quella indimenticabile poesia breve, risultata la prima classificata, che qui vogliamo ricordare: "Vorrei comperare un fustino/ di polvere di pace/ e detergere le mani di Caino/ e fare il bucato/ a macchie antiche del cuore".
Vien da sé che un tocco simile di vera poesia faccia convergere l'attenzione sull'autore, che non si smentiva con la prima raccolta pubblicata da Rebellato "Commensale della sera" così come in questa nuova sua fatica, le "Poesie d'amore e disamore". Giuliano Casonato è contenuto nel suo dire, accenna e lascia intuire, non deborda mai in quella inarrestabile marea di parole che sono il limite qualitativo di tanti, troppi pseudo-scrittori o pseudo poeti che sono forse sì lirici ma non posseggono il dono del senso della misura. Saper chiudere al momento giusto, rara virtù.
Casonato non è ermetico, nemmeno quando è brevissimo il suo dire. Egli non si serve di questa furbesca formula per far finta di saper dire, in realtà per non dire niente. Si esprime con sobrietà e tocca una gamma assai estesa di situazioni e sentimenti, orditi sul tessuto poetico con sicurezza narrativa, senza sbavature o contorsioni, senza sfoggio di elo-
quenza né di retorica o compiacimento. Troviamo invece molta facilità di espressione, per cui la lettura scorre veloce e, come già detto a proposito del "Commensale della sera", si entra in sintonia con l'autore, se ne percepisce la vibrazione interiore.
In un'altalena di sentimenti, amore e disamore come annunciato nel titolo: ecco le situazioni varie ed alterne che hanno colpito lui, poeta, ma anche noi, lettori occasionali.
È bello che sia proprio un uomo, e non la classica donna sognatrice, ad avere la voglia e il coraggio di "dichiararsi" con tanta sincerità.
E che parli soprattutto d'amore.
Amore come sogno, incorporeo ectoplasma simile a una nuvola (Ho voluto bene). Amore come delusione delle attese (Come Medusa).
Amore come rifiuto (Le lacrime sono) o come diversità (Ho tolto) o come condanna (Ho creduto) o ancora come promessa (Il tuo sorriso - Noi due).
E disamore. Disamore per fragilità di sentimenti (Non fidarti) o per ambigua liberalità (II mio cuore ha). Ricordi d'amore (Ho nascosto) e incomprensioni (Non versare lacrime), desideri ben precisi (Prendo l'amore) e atteggiamenti nuovi (Non so più) per una nuova valutazione dello stare insieme (lo e te).
Che strano, per il poeta questa "Voragine nuova/ di sete" che gli si è aperta nel cuore per aver confuso parole con tenerezze (Ho scambiato) e l'incomunicabilità (Volevo parlarti) o le distanze per le reciproche posizioni "Mentre, tu dicevi/ terribili parole assennate/ io cercavo nel cielo/ il carro d'Astolfo /. E ho visto le nuvole/ partorire a fatica/ una luna di sangue".
Dette da un uomo, parole di questa intensità affettiva ci trasportano in una dimensione desueta. Afflitte da prosaicità coniugale che rasenta spesso la barbarie dell'animo, quante donne stupiranno scoprendo parole come queste "Lungo il fiume stasera! mi è parso riconoscere/ impossibili tracce/ dei tuoi passi d'amore". Eh sì. alla poesia di Casonato bisogna riservare dei momenti speciali. Dei momenti di abbandono. Rari. E ancora più graditi. B. Buttafava
marzo 1984 pagina 13 - milano 19
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Le tecniche pittoriche (16)
Pittura murale al silicato e decorazione col pastello
Uno dei segreti dell'antica alchimia rivelato da studiosi bavaresi e dimostratosi uno dei più validi sistemi di pittura murale
L'usuale intonacatura va trattata con miscela di pomice in polvere, latte di calce e finissima segatura per ottenere una buona elasticità dell'impasto.
Spazzolare bene il muro e lavarlo con acqua carbonata per ottenere una presa uniforme e sicura.
I pastelli da usare è bene prepararseli impastando le terre e i pigmenti con colla d'amido in ragione di 25 grammi in un litro d'acqua con l'aggiunta di una soluzione composta da 10 parti di alcool puro e 2 parti di fenolo nella misura di 20 gocce per litro d'acqua per garantirsi da formazioni di muffe.
Il primo dovere di un artista è quello di proteggere nel tempo le proprie opere, mettendo di sé il meglio per evitarne una rapida disgregazione; di ciò vanno dimentichi quegli artisti disinformati che nulla sperimentano credendo sia il tempo a ciò dedicato sottrazione a quello impiegato per dipingere.
Eastlake, che si presume sia uno pseudonimo, cita uno statuto dell'antico governo olandese in cui esplicitamente viene scritto: "Il genio dell'artista è patrimonio della nazione, è quindi tenuto a garantire il più a lungo possibile la durata delle sue opere, dei materiali che usa".
Molti stati e corporazioni stabilirono il precetto che un artista doveva far uso soltanto di materiale scelto ed imponevano la tecnica che avesse maggiore durata.
Gli antichi alchimisti chiamavano "alkaest" un preteso dissolvente universale per la pittura murale ora conosciuto come silicato.
Per indurire pietre calcaree porose e friabili o rendere uno strato gessoso della durezza del marmo o per attenutare la capacità assorbente dei mattoni viene usato silicato di potassa di cui più avanti daremo la formula di preparazione.
Se questo silicato viene spruzzato su pittura murale a secco esso diventa solida per effetto della trasformazione della calce grassa su cui è eseguita in calce idraulica; su di essa si forma uno strato di silicato di calcio per la combinazione col carbonato di calce.
Ne risulta così un composto che indurisce rapidamente all'aria ed è imputrescibile, impermeabile e di vitrea trasparenza.
Studi su questa tecnica di pittura furono intrapresi nel 1825 da Von Fuchs e poi perfezionati da Rechnagle e da Keim a Monaco, con la sua applicazione per pitture murali sia all'esterno sia all'interno con ottimi risultati.
Alcuni artisti hanno lavorato su fondi murali preparati per la pittura al silicato usando pastelli che hanno poi fissato spruzzandovi sopra una soluzione di silicato diluita a 25-30° dela scala Baumé; anche questo esperimento fu soddisfacente.
La preparazione del silicato si ottiene miscelando (in pro-
Al Circolo della Stampa
... E gli spunti dell'Enotecnico
Matrimonio felice tra la "casoeula" lombarda ed il "barbera" piemontese. Testimoni Bonassisi, 11 Giornale e Milano 19
Lunedì 6 Febbraio, al circolo della Stampa, è stato organizzato, dagli Amici del Vino, un pranzo tradizionale lombardo: "la casoeula"
È inutile spiegarlo ai Lombardi, ma diciamo ugualmente che la casoeula o poscindra o anche bottagin è una gustosa pietanza lombarda a base di guanciale, zampetti, cotenne e testina di maiale unitamente a bistecche di lombo, spuntatura e salsiccia; il tutto cotto in scarso brodo con vene, aromi vari e con pepe abbondante o quasi a secondo del gusto; va servita preferibilmente con polenta.
porzione 100) 36 parti di potassa, 54 parti di finissima sabbia di quarzo polverizzata e 10 parti di carbone in polvere; in un crogiuolo da fornace si pongono a fusione per otto ore circa e quindi vi si aggiunge acqua distillata già bollente ed il tutto deve ancora bollire per circa quattro ore, aggiungendo altra acqua distillata bollente sino all'ottenimento di un liquido sciropposo incolore.
L'intonaco deve essere costituito da una parte di calce e da otto parti di sabbia finissima impastate con acqua; quando è ben prosciugato deve essere lavato con una soluzione di fluosilicato per rendere la superficie porosa e opaca con lo scioglimento di residui cristallini di carbonato di calcio.
Trattando successivamente la superficie con silicato essa diventa molto dura e perfettamente assorbente; a questo punto ci si può cimentare con la fase di pittura.
I colori devono essere impastati con silicato nella densità oscillante tra i 23 e i 25 gradi della scala Baumè, tenendo conto che un eccesso di silicato è denunciato da chiazze lucide mentre la pittura deve essere uniformemente opaca; il diluente per il silicato deve essere sempre acqua distillata.
Il fissaggio viene eseguito a mezzo di vaporizzatore con una miscela a caldo di silicato alla densità di 30° Baumè.
Da notare che la pittura al silicato può trovare la sua applicazione anche su lastre di zinco, ferro esente da ruggine, vetro, pietra, gesso, stucchi e cemento; i colori al silicato vengono usati per navi, baraccamenti, scenari teatrali e persino interni di ambulanze per l'alto coefficiente ignifugo.
Laddove veniva indicata la mescolanza dei colori con silicato v'è da chiarire che i colori debbono essere macinati molto finemente ed impastati prima con acqua distillata; è il colore già pronto come per l'affresco al quale devesi aggiungere il silicato; il muro deve essere sempre umidificato prima di apporvi i colori con vaporizzatore e acqua distillata.
Per la pittura murale a pastello occorrono particolari cautele nella preparazione del muro e dei colori.
Per il bianco è da scartare la biacca per la velenosità e la tendenza all'annerimento (carbonato basico di piombo) ed anche la creta facilmente scomposta dagli agenti atmosferici; meglio quindi ricorrere al solfato di bario mescolato con ossido di zinco nel rapporto tre a uno per renderlo un poco più coprente.
Gialli: tutte le ocre, la terra di Siena naturale, cadmi e i cromati di zinco; bruni: terre d'ombra naturali e bruciate; rossi: ocre bruciate, rosso inglese, terra rossa di Venezia, rosso di cadmio; azzurri: cobalto e oltremare; verdi: verde d'oltremare, malachite, ossidi di cromo; neri: tutti i carboni o terre naturali nere di Venezia, di Roma, di Russia.
Il lavoro eseguito come le normali opere a pastello su carta e cartoni necessita di un più denso strato di colore in modo particolare le tinte chiare; l'eventuale eccedenza è facile da rimuovere e le sfumature si ottengono facilmente sfregando con le dita.
Per fissativo una delle ricette consigliate è la seguente: preparare un composto di 25 grammi di caseina, 6 grammi di borace e mezzo bicchiere di acqua distillata ben rimestato; dopo quattro ore vi si aggiunge altra acqua distillata sino ad ottenere un volume di tre quarti di litro ed un quarto di litro di alcool puro; si rimesta energicamente e si usa con vaporizzatore.
Le dosi sono indicative e possono ovviamente essere aumentate nei rispettivi rapporti dei componenti a seconda della superficie sulla quale viene eseguito il dipinto.
Nel concludere questa parte delle pitture murali, (che non sono tutte purtroppo poiché delle antiche non pervennero a noi precise informazioni e gli studiosi su molte non concordano per i materiali usati) informiamo coloro che ne fossero interessati che possono rivolgere domande su particolari che riguardano questa rubrica scrivendoci in redazione.
(continua) Il Gruppo Sirio
Nella foto particolare deWaffresco "Marzo"; sala dei Mesi, Palazzo Schifanoia, Ferrara. Autore Francesco Del Cossa 1467.
È stata una serata riuscitissima ed azzeccata perché testimoni di un gemellaggio Lombardo-Piemontese veramente favoloso; la casoeula è stata servita con un "tris" di Barbera, annate: 1981, 1982 ed un novello 1983, ed il tutto illustrato egregiamente da un gastronomo famoso qual'è Vincenzo Bonassisi.
Sono stato invitato a presentare il Vino Barbera nelle sue diverse classificazioni per denominazione di origine. Fiore all'occhiello dei diversi tipi di vino del Piemonte, è stato purtroppo (e dico purtroppo con mio sommo rincrescimento), declassificato dalla clientela e calcolato solo un vino per ubriaconi. Il nome Barbera venne sempre dato in passato a tutti quei vini prodotti con diverse uve di vigneti misti e prodotti con un'intensità di colore talmente forte che, quasi, non-
Quattro passi in cantina
Il Barbera d'Asti
a cura di Leo Clema
Dare una successione ai vini dà tavola (in sintesi) è molto importante e occorre ricordarsi sempre che (avendo degli ospiti) un vino leggero precederà sempre un robusto; un vino giovane precederà uno vecchio ed uno meno importante sarà servito sempre prima di quello più importante.
I vini si differenziano per zone di origine, per vitigno, per annata ecc., ma cumulativamente i vini bianchi secchi si adattano con antipasti, uova, prosciutto, minestre non tanto saporite, pesce in bianco, paté.
Per fare sempre onore agli spiti, puntualizziamo che i vini bianchi secchi e aromatici si "sposano" con antipasti, minestre asciutte o in brodo, non salate, pesce arrosto o alla griglia.
I vini rosati con minestre asciutte al sugo di carne, formaggi, pesce al cartoccio, arrosto, umido, pollo, coniglio, salumi.
I vini rosati leggeri con piccione, vitello, frattaglie, minestre asciutte con salse piccanti.
I vini rossi di corpo con carni di maiale, bolliti, umidi, selvaggina e cacciagione.
I vini rossi invecchiati con arrosti, gligliate, carni rosse, selvaggina da pelo e per finire i vini rossi spumanti con dolci dessert, frutta.
Il Vino del Mese: Barbera d'Asti
Colore:rosso rubino intenso da giovane, granata dopo l'invec-
chiamento
Sapore:asciutto e/ o anche leggermente amabile, di corpo, armonico con l'invecchiamento, gradevole di gusto pieno
Gradazione: 12
Acidità totale minima: 6 per mille
Invecchiamento: un anno; qualora il vino sia ottenuto da uve aventi una gradazione alcoolica minima complessiva naturale di gradi 12,5 e sottoposto ad un periodo di invecchiamento non inferiore ai due anni, di cui almeno uno in botti di legno di rovere o di castagno, può portare in etichetta la qualificazione "superiore"
Accostamento gastronomico:arrosti, formaggi piccanti, piatti "forti", bolliti, quaglie, lepre, brasati, stracotti
Temperatura: 18-22 °C.
L'abecedario del vino:
Pesante: vino ricco di corpo, con forte struttura ma con scarsa acidità
Piccante: vino con eccessiva quantità di anidride carbonica.
Povero:vino con scarso colore, privo di corpo e di sensazioni olfattive.
Pronta beva: vino da consumarsi in breve tempo e per il quale è sconsigliato l'invecchiamento.
Pungente: vino con alta acidità ed acolicità. Si può riferire anche al contenuto eccessivo di anidride carbonica.
Quieto: Vino con assenza di bollicine effervescenti di anidride carbonica.
passava la trasparenza del bicchiere (si soleva dire da tagliarsi con il coltello), sempre miscelato a vini del meridione come il Manduria o il Brindisi, perciò vino di tutti i gusti, ma mancante di gusto di barbera, della sua fragranza e del classico gusto caratteristico dell'uva che lo produce veramente.
barbera è caratteristico per:
Colore: rosso rubino più o meno intenso Sapore: asciutto, intenso, amarognolo, austero di corpo, di acidità lievemente spiccata, leggermente tannico, sempre armonico.
Odore: vinoso intenso, caratteristico, con profumo delicato che ricorda la viola ed anche la marasca.
Gradazione alcoolica: tra i 12 ed i 13°
È vino di grande invecchiamento e con il tempo il colore prende delle sfumature tendenti al granato, il sapore ingentilisce e diventa armonico, con leggero gusto di goudron, ed il profumo tende al fragrante, all'etereo.
Dei barbera si distinguono: Barbera d'Asti - Barbera del Monferrato - Barbera dei Colli Tortonesi.
La differenza tra questi è solo data nella distribuzione delle uve in aggiunta nella vinificazione; mentre il Barbera di Asti viene solo prodotto con uva barbera, al Barbera del Monferrato si può aggungere uve di Freisa, di Grignolino, di Dolcetto nella dose massima dal IO al 15%, al Barbera dei Colli Tortonesi si aggiungono uve di Freisa, Bonarda, Dolcetto fino ad un massimo del 15%. In questi ultimi due vini si sente inoltre un lievissimo profumo di lampone e di rosa, preso dalle uve in aggiunta. È ripreso (in quanto nei tempi indietro già si faceva), l'intedirnento di estendere ai Barbera una tipizzazione dei D.O.C. nei tipi: Storico e Vivace per armonizzare i gusti moderni nella beva della clientela. Per il classico accostamento di questo vino ai piatti forti di carni, arrosto, stracotti, stufati, selvaggina, spiedi di maiale, formaggi piccanti e stagionati c'è il Barbera Storico: tranquillo, stabile, rosso rubino, possibilmente con un po' di invecchiamento, bevuto alla temperatura di 20° centigradi.
Ai piatti leggeri, agli spaghetti, agli spuntini di merenda, accostiamo il Barbera Vivace, leggermente frizzante, giovane di rosso rubino, chiaro, morbido, bevuto tra i 16° ed i 18° centrigradi di temperatura. Sono queste semplici ed affrettate nozioni sul Barbera, ma, io, per concludere consiglierei un buon bicchiere di questo vino prima di ogni pasto, perché:"Un bicchier di barbera prima della minestra, fa sempre veder il medico dalla finestra. Lorenzo Passaggio
trillano 19 - pagina 14 marzo 1984
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di Luciana Perillo
Spero proprio di non incorrere nella scomunica parlando pubblicamente di astrologia, dopo che la Chiesa cattolica ha incriminato oroscopi e materie esoteriche in genere. Forse non sapeva, la Chiesa, che uno dei suoi più grandi padri, Aurelio Agostino, più noto come Sant'Agostino, era un patito di questa "peccaminosa" scienza. Buon per Lui, altrimenti, invece di salire agli onori degli altari, sarebbe sprofondato tra le fimme infernali. Comunque, da convinta fautrice del libero arbitrio, io vado avanti per la mia strada. Prima di parlare del segno del mese, i "Pesci", vorrei sottolineare che il segno zodiacale di appartenenza dà un quadro generale, seppure abbastanza rilevante, delle peculiarità del carattere, ma non è certamente approfondito e particolareggiato quanto un oroscopo personale, che richiederebbe molto tempo e l'esatta conoscenza di svariati elementi. Non bisogna quindi essere troppo scettici se un Bilancia non ha temperamento artistico o un Capricorno è loquace ed estroverso. Per ogni individuo, si devono tenere presenti molti fattori, come le caratteristiche ereditarie e l'ambiente familiare. Potrà essere d'aiuto conoscere l'ascendente, la ricerca del quale, vi assicuro, non comporta acrobazie di alta matematica. Tranne la data di nascita e l'ora esatta della stessa, che dovrete sapere voi, un buon libro di astrologia darà tutti i dati necessari per cercarlo. L'ascendente simbolizza il nostro comportamento esteriore, mentre il segno zodiacale indica il temperamento, quello cioè che sentiamo in noi. Se l'ascendente si trova nello stesso segno zodiacale, le caratteristiche del segno saranno sempre più accentuate. Se si trova in segno diverso, si avrà un certo contrasto di pensieri e azioni (il che può portare ad un migliore equilibrio).
E adesso veniamo a noi. Svagati, indecisi, sfuggenti, molto ricettivi, i Pesci (21 febbraio - 20 marzo) sono un segno doppio e mobile. 11 suo elemento è l'Acqua, il pianeta dominante è Nettuno, signore delle profondità marine. I Pesci sono psicologicamente fragili, attratti da tutto ciò che è occulto, dotati di forte intuito, rifuggono spesso le proprie responsabilità. Sono degli insicuri, perciò, chi vive loro accanto, deve evitare di distruggere quel poco di fiducia che hanno in se stessi. Sarebbe importante per il nativo dei Pesci (forse più che per gli altri segni) intraprendere una attività che lo attiri e lo stimoli davvero. Di solito al Pesce è congeniale una professione che richieda intelligenza, discernimento, intuizione. Ricchi di immaginazione e sensibilità, potranno ottenere risultati lusinghieri scrivendo o dipingendo, se solo avranno la costanza di dedicarvisi regolarmente. Sono inoltre ottimi fotografi. L'organo legato a questo segno sono i piedi. Tra i nativi troviamo eccellenti ballerini e buoni camminatori anche se non sono degli sportivi. Grandi appassionati di musica e teatro, sono spesso soggetti a nervosismo, astenia, disturbi gastrici. Potrebbero mangiare in modo regolare e regolato. I pesci sono degli edonisti, non raramente ambigui e masochisti, all'occorrenza tranquillamente bugiardi. Soprattutto su questo segno, la droga esercita un'attrattiva particolare. Perciò un bimbo (o una bimba) Pesci va seguito con particolare attenzione e con una certa fermezza, non facendogli mancare l'amorevole appoggio di una famiglia unita e incoraggiandolo sempre nelle sue inclinazioni, per farne un adulto sereno e consapevole. Ciao, ci risentiamo la prossima volta e naturalmente... che le stelle vi siano propizie.
Marzo
1-8 marzo - Iniziano i grandi scioperi generali dei centri industriali del nord. Paralizzata la produzione di guerra. Hitler ordina di deportare il 20% degli scioperanti e, anche se l'ordine non viene eseguito, migliaia di lavoratori sono arrestati e deportati in Germania.
7 marzo - Ha inizio il ciclo primaverile dei rastrellamenti contro le formazioni partigiane nelle Valli di Lanzo.
13 marzo - L'Unione Sovietica, prima fra i paesi alleati, riconosce il governo Badoglio. Proseguono i rastrellamenti tedeschi in Val Corsaglia, Val Sotto e Valle del Tanaro. Impegnati IO mila soldati tedeschi con colonne motorizzate e mezzi blindati.
18 marzo - A Roma il CLN centrale approva a maggioranza (contrario La Malfa con una ferma pregiudiziale antimonarchica) un ordine del giorno nel quale si afferma che l'esigenza fondamentale del paese è rappresentata dalla costituzione di un governo veramente democratico, con l'e-
(L'angolo della poesia)
Opera prima di Francesco Vighi
sclusione delle forze e degli interessi rappresentati da uomini compromessi con la dittatura e la guerra fascista.
22 marzo - Il I Raggruppamento motorizzato assume il nome di Corpo Italiano di Liberazione (CIL)
23 marzo - A Roma i gappisti fanno esplodere in Via Rasella un carica di tritolo che investe una colonna di militari nazisti. Trentatré rimangono uccisi e trentotto feriti.
24 marzo - Alle Fosse Ardeatine, località nei pressi di Roma, sono uccisi dai nazisti 335 antifascisti di ogni condizione sociale e di fede politica e religiosa diverse, a rappresaglia dell'attentato gappista di Via Rasella.
I. Bonomi si dimette da presidente del CLN centrale per il rifiuto del Pd A di firmare il documento votato il 18 marzo.
28 marzo - Gli alpini del battaglione Piemonte (CLN) conquistano e conservano, dopo aspri combattimenti le posizioni del monte Marrone.
Dal manoscritto opera prima di Francesco Vighi, estraiamo alcune liriche a nostro giudizio molto interessanti. Il giovane Vighi, che si interessa da pochissimo alla poesia, nei suoi scritti rivela doti di fantasia che gli permettono di uscire dal limite personale per abbandonarsi alla pura invenzione. Beninteso, poiché egli sa scrivere egregiamente, potrà in futuro dedicarsi anche alle introspezioni e addivenire alle sue conclusioni esistenziali, seguendo il percorso-tempo che gli è riservato.
Ma poiché il Vighi ha anche la qualità dell'originalità, ci piace sottolineare quel tanto di estro, di immaginazione che se ben coltivate sapranno dare ottimi frutti.
In qualche modo, molte di queste che sono oggi poesie potrebbero domani trasformarsi in sceneggiature, in teatro, per una loro capacità di maturazione, più corale, più esplicita.
Osserviamo con attenzione: "/l filo"
C'è un filo di lana grossa rosa che tiene insieme
Maria. C'è un filo di lana sottile rosso che tiene insieme
Teresa. C'è un filo di spago verde che tiene insieme il fratello di Giorgio. C'è un filo di naylon bianco che tiene insieme Paolo e Paolo con la sorella di Adamo. C'è un filo di canapa color corda che tiene insieme Re Artù.
Sara piange. È tenuta insieme da un filo di vetro trasparente.
Poi ci sono i racconti completi, con tutti gli elementi narrativi, le descrizioni vivaci, i personaggi simbolici che cambiano e arricchiscono la visione temporale delle cose. Ecco "Come trovai l'era di Jane"
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È ancora in corso di svolgimento la mostra del Gruppo Sirio riservata ai soci, per festeggiare i quindici anni di vita nel quartiere Gallaratese. L'esposizione, aperta nei giorni 25-26 febbraio e 3-4 marzo, ha preposto al pubblico, veramente numeroso, le opere migliori di ciascun partecipante. I nomi degli
artisti sono: Arcano, Brusi, Elsa Castiglioni Bottoni, Doris Consonni Canetti, Mario Fiocco, Salvatore Gatto, Alfredo Longobardi (Delain), Aldo Nicolò, Gian Piero Pagetti (Pag), Gianfranco Ronchi, Tina Samarani, Cesare Segaburgo, Stefano Fusi, Maria Zalantai e Antonino Nativo.
Vagai per lunghi sofferenti millenni di tempo finché un giorno dietro una siepe rosa macchiata di blu, vidi il fatato giardino di Waldebar Varcai, silenziosamente, nel silenzio la soglia e d'improvviso gli uccelli sbocciarono in canto! C'erano giacigli dorati vestiti di festa, vasi argentati traboccanti di nitidia pura acqua piovana, scrigni di bronzo aperti che liberavano bagni di luce. Una sinfonia di canti e di colori, di piante e di fiori ...
Al centro del Giardino di Waldebar, in una campana di cristallo, il Tulipano Azzurro ...
Sollevai la campana timoroso e commosso, tremante e tutto tacque d'improvviso. Guardai tra i petali di rugiada del Tulipano Azzurro e la vidi ...
Ci sembra importante segnalare ancora una volta il programma della Galleria Prima, di Via Mosé Bianchi 25, che prosegue nel suo intendimento di portare anche "fuori centro" della buona pittura e quindi proporla non solo agli acquisti, ma proprio alla conoscenza.
11 3 febbraio è stata la volta di Attilio Rossi, troppo noto per tentarne la presentazione, che oltre tutto ci richiederebbe intere pagine di curriculum artistico. Presente il Maestro alla vernice, si sono potute godere le primizie del suo esplicare circa le opere presenti e anche in merito alla grande mostra conco-
mitante al Circolo della Stampa. Alla Galleria Prima Attilio Rossi ha esposto fino al 26 febbraio, mentre per quanto riguarda marzo, è in calendario con termine al 18/ 3 una nostra conoscenza già recensita su queste pagine: il pittore Sergio Giannini residente in Zona 19 e molto noto nella cerchia dei più interessanti pittori milanesi contemporanei.
Una mostra, quella di Giannini alla Galleria Prima, che si consiglia di non perdere. Gli orari sono: feriali 16/ 19.30 e al sabato anche 10/ 12.30, chiuso il lunedì.
B. F.
Piangevo mentre mi sentivo trasformare, accogliere in lei, impregnare di quel flusso celeste e infinito che mi risvegliava; e rinascevo finalmente tutt'uno con l'Era di Jane.
Che dire a un giovanissimo che prova l'impulso di esprimersi attraverso la difficile arte della poesia? Scrivere, scrivere e ancora scrivere. Confrontarsi con altri, capire chi è poeta chi scrittore, il che è diverso. Avere il coraggio di far recitare i propri versi ed ascoltare: se è vera poesia, "tutti" la sapranno captare, se ne commuoveranno, ne conserveranno il ricordo.
B.
È accaduto 40 anni fa Per non dimenticare
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B.
Distratti e confusionari sotto il segno dei Pesci
Segnalazioni d'arte Mostra di pittura e scultura a Garegnano
á
Sergio Giannini espone alla Prima
Via Cimabue
Il Consiglio di Zona 19, pertanto, richiede, con urgenza, un incontro con l'Amministrazione Comunale al fine di individuare un assetto complessivo per la viabilità interessante la via Cimabue, atto ad inquadrare correttamente i provvedimenti parziali e settoriali, in un quadro valido delle nuove opere integrative, in corso di studio, da realizzarsi nel settore e segnatamente: il proposto incrocio a due livelli in corrispondenza della via Sant'Elia ed i collegamenti in sovrappasso pedonale con la Zona 20.
Si auspica, infine, che con l'occasione possa essere finalmente definita la realizzazione della pedonalizzazione del tratto della via Quarenghi come stabilito.
Durante il dibattito che ha preceduto l'approvazione di tale documento il capo gruppo della DC al Consiglio di Zona 19, Aldo Martellosio, anziché entrare nel merito della questione ha mantenuto un atteggiamento demagogico e provocatorio infarcito di frasi volgarmente offensive specie nei confronti del vice sindaco di Milano Elio Quercioli, che oltretutto non era presente al dibattito.
A proposito di tale atteggiamento il presidente del Consiglio di Zona 19, arch. Danilo Pasquini, ha inviato ai capi gruppi consigliari, ai responsabili politici di zona del PCI, del PSI, del PSDI, del PRI, del PLI, della DC e di DP ed al segretario cittadino della DC una lettera in cui, espressa la convinzione che "le battaglie politiche vanno combattute", ma che"farle degenerare nell'insulto alle persone non sia né corretto né civile", stigmatizza "ancora una volta i metodi ormai da troppo tempo tenuti dal
Consigliere Martellosio nel corso delle sedute del Consiglio", affermando che"se la democrazia ha un valore, lo ha certamente perché si basa sul confronto dialettico tra i partiti che ne formano l'ossatura e non sulla lite fine a se stessa e sulle intemperanze caratterriali dei rappresentanti di partiti".
A tale lettera è seguito, a Palazzo Marino, un incontro di chiarimento al quale è mancata soltanto la DC, che ha successivamente affermato di non essere stata avvisata di tale incontro.
È stato comunque stabilito di indire un nuovo incontro, "tecnico" questa volta, con l'Assessore alla Viabilità Vittorio Korack per riesaminare, nel loro insieme, tutti gli aspetti della viabilità attorno al Monte Stella.
che in essa si svolgono, soprattutto nella vicina Fiera Campionaria di cui è prevista l'espansione.
E attività di lavoro (uffici aziendali e professionali) che richiameranno anche durante il giorno persone in quartiere, rendendolo vivo, rimuovendo quell'aspetto di dormitorio che ancora ha.
Voglio sottolineare a questo punto il significato politico di questa prossima realizzazione.
Infatti con la Metropolitana, che ha in fase di realizzazione il prolungamento al Molino d'Orino, e con il Centro Civico, al cui interno si è lavorato tutto l'inverno, il Centro Commerciale corona uno sforzo compiuto tra l'Amministrazione Comunale e privati che va oltre i 150 miliardi investiti nel quartiere Gallaratese (pari a circa 3 milioni per abitante).
Altri commenti non servono; rimane la soddisfazione di riuscire a realizzare questi interventi, e anche un po' di rincrescimento per il tempo che è stato messo per arrivarci, che sembra troppo; ma chi va piano va sano e va lontano.
Centro Commerciale 60 alloggi
Il Presidente
Consiglio di Zona 19
Arch. Danilo Pasquini
Il Consiglio di Zona ha lavorato con le rappresentanze sociali e politiche del Gallaratese per individuare — al di là delle attività commerciali prevedibili — altre funzioni, collocabili nel centro, utili alla vita del quartiere e a quella più ampia della zona e della città.
Così le Poste avranno la possibilità di aprire i loro uffici — degni di una "città" quale è il Gallaratese —; gli sportelli bancari avranno più spazio; la Unità Socio Sanitaria locale potrà avere una propria sede, autonoma e spaziosa, che meglio potrà aiutarla a rendere i suoi servizi di tutela della salute e di prevenzione delle malattie.
Altre funzioni sono previste (come la ristorazione e la ricettività) che integreranno il quartiere con la città e con le attività
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così nell'attesa si sono messe le inferriate agli alloggi sfitti, poi ci si è accorti che la speranza era andata delusa ed allora si dovrà probabilmente andare ad una norma transitoria per l'istituzione di una commissione e nel frattempo centinaia di alloggi continueranno ad essere sfitti per chissà quanto tempo contribuendo ad aumentare la rabbia sacrosanta di chi vive sulla propria pelle il dramma della casa. SUNIA
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