Fabbrica Lambro44

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IL VOTO PER a CONSOLIDAMENTO DELLA DEMOCRAZIA E PER II RINNOVAMENTO DELLA SOCIETÀ

IL SOCIALISMO CON IL P. C. I.

I recenti clamorosi avvenimenti (incidenti dell'U marzo u.s. a Milano, caso Feltrinelli, vicenda Rauti-Freda-Ventura) hanno offerto il pretesto alla stampa cosiddetta d'informazione di riprendere l'aberrante teoria degli « opposti estremismi », strumentalizzandola cinicamente, com'è suo costume, ai fini della propaganda elettorale.

Viene così imputato al nostro

Partito — ed in prima fila, in questa menzogna, si colloca la D.C. — d'aver fatto da copertura all'estremismo di sinistra e si mette l'accento sulla parola « sinistra », nel tentativo di coinvolgere il P.C.I. negli assurdi e provocatori disegni dei gruppi extraparlamentari.

I rapporti del nostro Partito con questi gruppi sono sempre stati di vivace e rigorosa polemi-

LOTTARE COSTRUENDO

Sappiamo del vivo interesse che ha suscitato la lettura del nostro ultimo numero e ringraziamo innanzitutto i lavoratori che ad esso hanno voluto dedicare parte del loro tempo libero.

Era nostra intenzione dedicare questa edizione interamente alla campagna elettorale illustrando i punti salienti del programma col quale il nostro partito si presenta al corpo elettorale per chiederne ancora maggior fiducia. Eravamo spinti a questa scelta dalla necessità che il partito comunista italiano ha di dare par ticolare cura alla divulgazione dei suoi programmi e della sua azione anche in questa maniera capillare. Soprattutto in considerazione dell'« eccezionale spazio » che gli organi d'informazione (televisione, radio) ben controllati e diretti dal partito di maggioranza, la Democrazia Cristiana, riservano al secondo partito d'Italia, che riceve il consenso del 27% del corpo elettorale. Aggiungasi il modo come viene presentata all'opinione pubblica la nostra azione, con la collaborazione in questo, della quasi totalità dei quotidiani e periodici, proprietà ormai assoluta dei maggiori gruppi capitalistici del nostro paese.

Ma nel nostro partito si insegna che l'impegno a conoscere e contribuire alla soluzione dei grandi problemi è indissolubilmente legato all'importanza di quelli aziendali, del quartiere, della città, della Regione perché è in questi luoghi che il comunista si lega all'operaio, all'impiegato, al tecnico, al contadino, al professionista, all'esercente, impara

a conoscerne le idee ed i bisogni trasmette la propria volontà àI risolverli assieme; ecco percht anche in questa eccezionale occa-1 sione abbiamo voluto mantenere la consueta impostazione.

Alla Innocenti Meccanica è in corso una dura lotta: i lavoratori sono duramente impegnati dalla resistenza ingiustificata dell'Intersind, manovrata da un ministro democristiano il quale sta illustrando il significato della definizione del stlii partito. « La Democrazia Cristiana è un partito di centro che va verso sinistra » (si vede che lungo la strada ha trovato delle buone osterie. Speriamo non sia ormai alcolizzato e sia solamente una solenne sbornia).

All'Innocenti Motori si sono risolte con lotte meno cruente problemi aziendali, ma permane in tutti l'incertezza del domani: in questo periodo scoppiano tante bombe, ne potrebbe scoppiare una anche qui ma con conseguenze ben più gravi. Altri problemi rimangono insoluti.

Allora, prima di ogni cosa, qui è il nostro posto, con amici e compagni socialisti, cattolici e democratici.

Ecco perché invitiamo i nostri militanti a mantenere ed approfondire ancor più il legame coi compagni di lavoro, a confrontare democraticamente le nostre scelte con le loro, a fare propri i loro bisogni e le loro difficoltà, a dimostrare la nostra volontà e serietà a costruire perché essi abbiano sempre piú fiducia nel nostro partito.

ca, anche se riconoscemmo che, pur tra limiti e contraddizioni, questi movimenti contestatari esprimevano una crisi di alcuni ceti sociali (piccola borghesia, studenti, intellettuali). Ma quando questi gruppi affrontarono il terreno dello scontro sociale e politico, della coscienza e dell'organizzazione delle masse, ignorando i processi reali della lotta di classe, noi comunisti denunciammo subito e con chiarezza questi errori di analisi, che rivelavano come neppure la fondamentale lezione leninista consistente nel riferire sempre l'azione rivoluzionaria all'analisi concreta di una situazione concreta fosse stata compresa da costoro, che pur si definiscono leninisti.

Questo brusco distacco dalla realtà dello scontro sociale fa quindi entrare in crisi questi gruppi e la loro esperienza si esaurisce ed involve fino alle attuali punte regressive. La crisi inizia dapprima nelle Università e, in seguito ma rapidamente, anche nei rapporti più generali con il movimento delle masse.

Così questi gruppi (« Manifesto » compreso) giungono ad affermare che ogni prospettiva rivoluzionaria passa obbligatoriamente attraverso la crisi del Partito Comunista nel suo rapporto con la classe operaia e, più in generale, attraverso la crisi di tutti gli istituti operai esistenti, primo fra tutti il sindacato, giudicato riformisti e subalterni alla borghesia.

Ma ben più grave è l'involuzio-

ne dei comportamenti politici, ideologici e pratici: vengono travisate nozioni di grande valore storico, teorico e pratico come « avanguardia », la lotta politica giunge all'atto provocatorio, diventa un insieme di azioni che si esauriscono in se stesse. Il concetto stesso di « rivoluzione » diventa un sussulto spontaneo, un confluire di spinte anarchiche sul terreno delle fabbriche e delle piazze, eludendo del tutto i problemi del potere politico, del fare politica.

Non è un regresso solo teorico, ma anche pratico, in cui tutto si confonde e si disperde in azioni senza principio, nelle quali ogni cosa diventa lecita: perfino i contatti più ambigui (vedi ad es.

« Lotta Continua » a Reggio Calabria e la recente conferenza stampa di « Potere Operaio » sul caso Feltrinelli), _nei quali tutte le maglie dell'organizzazione si aprono ad infiltrazioni provocatorie. Valga per tutte la manifestazione dell'U marzo a Milano, conclusasi tragicamente con l'uccisione di un ignaro passante, manifestazione nella quale fu provata la presenza di provocatori.

A cosa servono queste manifestazioni, soprattutto a chi giovano? Di certo non alla causa dei lavoratori. La verità è che ormai questi gruppi sono diventati agenti della separazione tra studenti e movimento operaio: nel loro comportamento e nella loro ideologia è diventato impossibile riconoscere una connotazio(continua a Pa/. 4)

I. S. R. M. O. Sesto S. G.-Milano A CURA DELLA CELLULA P. C. I. FABBRICA INNOCENTI MAGGIO 1972

LA LOTTA ALL'INNOCENTI MECCANICA

Continua l'intransigenza del Ministero delle P.S.

Non sappiamo quale sarà la situazione della lotta quando il nostro giornaletto sarà distribuito: felicemente conclusa o più aspra; ma sin d'ora si possono fare delle considerazioni sugli aspetti politici e sugli atteggiamenti dei protagonisti.

Punto fermo è certamente la valutazione positiva al modo come è stata elaborata la piattaforma, basata essenzialmente sulla più vasta partecipazione dei lavoratori, operai ed impiegati. Questa partecipazione aveva fondamento in una duplice convinzione: che la semplice appartenenza ad una azienda del gruppo

I.R.I. — « Ora siamo statali » si diceva — avesse una volta per sempre risolto il problema della sicurezza del lavoro; di poter condurre e conclu-

della capacità professionale acquisita e del diritto ad un tenore di vita decoroso. Per l'impiegato specie quello tecnico, con la verifica di decine e decine di posizioni nell'ambito di ogni categoria, l'inquadramento significava la fine di un sistema di aumenti di merito clandestini ed individuali basati il più delle volte su valutazioni non oggettive.

Di qui l'atmosfera di convinzione e di serietà con la quale l'azione ha preso avvio; atmosfera mantenutasi sino alla rottura delle trattative seguita alle due fasi dell'introduzione del criterio dell'inquadramento sostitutivo e dell'unificazione delle piattaforme Innocenti e S. Eustacchio.

Quasi quattro mesi di lotta dura con sacrifici economici non in-

sei Direzione e dell'Intersind. Ci si è così trovati di fronte alla ripetizione dell'atteggiamento che il Ministero delle Partecipazioni Statali da tempo tiene nelle controversie sindacali. Sostituendosi alle organizzazioni padronali private, in un rovesciamento completo delle parti ma componente di uno stesso gioco, le Partecipazioni Statali, manovrate dal Ministro democristiano Piccoli — l'uomo giusto al posto giusto — assumono la funzione di avanguardia per frenare, stroncare l'azione del movimento sindacale utilizzando a tale scopo, e questo è l'aspetto più vergognoso, il pubblico denaro.

Il quadro così si completa: i lavoratori ora hanno preso coscienza della natura dello scontro, la lotta si inasprisce perché matura la determinazione di portare

più da giovani alla prima esperienza sindacale, sta zuperando la « prova del fuoco » in maniera encomiabile.

Così agendo si avrà sempre costruito: i risultati non potranno essere che positivi.

Prime idee per il nuovo ciclo di vita del HAMLI

Il precedente articolo ha messo in evidenza due problemi a momenti della vita del nostro fondo di assistenza: a seguito delle conquiste raggiunte col nuovo contratto 112zionale per l'indennità di malattia ed infortunio si è creata una situazione finanziaria che chiude un ciclo di attività, ne impone uno nuovo: di qui la necessità di proposte concrete; la riforma sanitaria, che le future lotte dei lavoratori realizzeranno, fa si che sin da oggi l'attività del F.I.A.M.L.I. sia ad essa legata.

Compito quindi dei lavoratori è quello di porsi allo studio di questi problemi e ricercare indirizzi a concrete soluzioni. Ciò potrà più facilmente realizzarsi se intorno ad essi riusciremo a creare un movimento di partecipazione, di discussione e di elaborazione. Sarà questo un compito della commissione di assistenza eletta dai consigli di fabbrica.

dere le vertenze sindacali nella maniera più facile e più rapida avendo come controparte il potere pubblico anziché quello privato.

Di qui la natura qualificata delle richieste, in particolare quella dell'inquadramento. Con questa l'operaio, che per la eliminazione del lavoro straordinario aveva scoperto l'effettiva valutazione della propria opera e la contemporanea impossibilità a risolvere l'elementare problema familiare in tutti i suoi aspetti; intendeva chiedere una definitiva collocazione che tenesse conto

differenti condotta con la continua verifica della validità delle richieste e la valutazione degli atteggiamenti della Direzione e dell'Intersind.

Ed è su questa valutazione che si è cominciato a dubitare della giustezza del fondamento di una controparte più arrendevole. Eppure le controproposte dei Consigli di Fabbrica erano state tuttaltro che « fantascienza »: potevano essere la base di una ragionevole trattativa.

Ed ecco il discorso allargarsi, alla ricerca di una causa che non poteva essere nelle giustificazio-

avanti e fino in fondo le richieste.

Crediamo sia questo il senso delle approvazioni espresse nell'ultima assemblea.

Noi comunisti nell'impegno a dare tutto il nostro apporto invitiamo i lavoratori a dimostrare la propria maturità attraverso metodi di lotta leali e democratici, a non prestarsi a provocazioni che possono creare giustificazioni a chi non ne ha alcuna, a serrarsi intorno al Consiglio di Fabbrica il quale merita l'approvazione incondizionata. Appena eletto, formato per lo

Noi comuisti intendiamo partecipare a questo dibattito proponendo qui all'attenzione dei lavoratori alcune osservazioni, idee ed ipotesi di lavoro: ricreare fiducia e ridare nuovo impulso al nostro ambulatorio: si sentono troppe lamentele per il decadimento delle prestazioni da « medico della mutua ». Non si chiedono miracoli ma il lavoratore deve uscire dall'ambulatorio soddisfatto; studiare l'organizzazione per un'assistenza preventiva globale a favore dei figli dei dipendenti nel periodo dell'infanzia. Questa particolare attenzione deriva dalla necessità di curare la loro formazione fisica che avviene in un ambiente che va sempre più inquinandosi, con una alimentazione che tende ad allontanarsi dalla genuinità e con un ritmo di una intensità anormale; gettare le basi per la realizzazione di provvedimenti che eliminino definitivamente le sperequazioni ancora esistenti nelle prestazioni tra operai ed impiegati; studiare l'organizzazione e la realizzazione di una casa di soggiorno per dipendenti e familiari che necessitano di un periodo di riposo; studiare col contributo di medici, sindacalisti e parlamentari la realizzazione di una organica pubblicazione che porti a conoscenza di tutti i lavoratori i contenuti fondamentali, le caratteristiche e le strutture della riforma sanitaria perché attorno ad esse si crei una approfondita discussione e verifica in relazione alle esigenze di ognuno.

leggeteediffondete igUnità

Organo del P. C. I.

Lettera all'ALPINO

COSTI E RICAVI

Caro Signor Alpino, telegiornale, radio e giornali la onorano continuamente, specie in questo periodo di campagna elettorale, dando largo spazio ai suoi discorsi sia per la sua carica di Ministro delle Partecipazioni Statali, alla quale sembra caparbiamente affezionato, sia e soprattutto per le sue teorie per la soluzione della crisi politica ed economica del nostro paese. Ormai ripetutamente ascoltate gli italiani le conoscono a memoria.

Oltre alla regolamentazione dello sciopero è costante il suo richiamo alla necessità per le aziende di riequilibrare costi e ricavi. Se i costi per scioperi e aumenti salariali continuano a salire non può esserci rimunerazione del capitale e quindi competitività di prezzi. Occorre quindi respingere ogni richiesta dei lavoratori incominciando da quelle aziende controllate dal suo ministero. E noi queste teorie le stiamo verificando con una lotta che si protrae ormai da mési. Ma lei che è addentro nelle segrete cose dovrebbe anche sapere (e lo sa perché ne è l'artefice) come va l'«andazzo » in queste aziende. Lei finge di non sapere e noi invece ne raccontiamo solo una ad esempio. Alla Breda di Milano in due anni è stata cambiata per ben tre volte la direzione del personale. Ogni direttore (forse ognuno aggregato ad una delle tante correnti che compongono il suo monolitico partito) s'è portato il suo codazzo di raccomandati che ha lasciato poi alla sua partenza sicché oggi dove c'era un impiegato, ce ne sono tre a portare il loro contributo alla soluzione del problema « costi e ricavi ». Fenomeni simili e di altra natura ma con identici effetti accadono nella maggioranza delle aziende che il suo ministero controlla. Alla nostra consorella S. Eustacchio, a detta di un membro di quel consiglio di fabbrica pare che persinb la moglie « bella » faccia punto per avanzamenti di grado. (Perché compagni del Consiglio di Fabbrica non tenerne conto nel nuovo inquadramento).

E allora, signor Alpino, come la mettiamo? Perché non volge lo sguardo da quella parte? Se lei cominciasse a buttare fuori quelle tribù di compagni suoi e dei partiti... democratici noi potremmo cominciare a prenderla per persona seria. Comunque se lei dovesse decidersi noi senz'altro, almeno su questo problema, potremmo darle una mano.

Arrivederla, signor Alpino, ed un consiglio: alla televisione sorrida qualche volta, da uomo sicuro quale lei vuole essere, come del resto fa sempre il suo amico Ugo La Malfa. Quello sguardo preoccupato ha dato, nell'ultima trasmissione, la sensazione che gli argomenti di Gian Carlo Paietta avessero colpito nel segno.

CRAL: PROBLEMI DA AFFRONTARE

UNA BIBLIOTECA PER TUTTI

Altra amara eredità della gestione commissariale!!! Quell'armadio contenente i libri continuamente spostato ora per far spazio alla mostra fotografica, ora per l'esposizione dei giocattoli o per i trofei delle sezioni bocce e caccia, dà proprio la sensazione dell'interesse che ne avevano il signor commissario ed il bibliotecario. Gli scaffali impolverati e non completamente occupati, i volumi che sembrano appoggiarsi quasi per sopravvivere, danno l'impressione che il loro uso si sia fermato nel tempo.

Trascurare questa attività è stata una grave mancanza che va addebitata in particolare a chi ne aveva la responsabilità diretta, al quale va inoltre un richiamo per avere permesso l'alienazione di opere di pregevole valore. Ne vale la scusante della presenza imperante, in quel periodo, di un

direttore del personale la cui formazione si ispirava alle teorie scelbiane del « culturame ». Compito e dovere essenziale per un bibliotecario è quello di trasmettere nel futuro tutte le opere di cui una biblioteca sia venuta in possesso. Ora il problema deve essere affrontato da zero e non sarà certamente tra i più facili che i consiglieri eletti dovranno affrontare.

adeguato stanziamento alla sezione culturale.

Nella scelta dei titoli bisognerà costantemente tenere presente che la biblioteca dovrà essere per tutti i lavoratori, quindi senza limitazione preconcetta né verso la letteratura, né verso la scienza più rigorosa, né verso il facile, né verso il difficile. In essa ci dovrà essere « il seme di tutto ».

Noi comunisti che all'amore ed al dovere verso la cultura siamo in ogni momento chiamati dal nostro Partito, che alla necessità del continuo arricchimento delle nostre conoscenze ci richiama costantemente il pensiero di Gramsci e di Togliatti vogliamo sensibilizzare i lavoratori alla soluzione di questo problema perché anche la biblioteca sia un luogo di incontro, di discussione, di confronto.

MENSA: FINALMENTE LA VERITÀ

Con la suddivisione dell'azienda in due settori il problema della mensa, da parte direzionale, viene ad essere visto da quattro occhi anziché da due.

Abituati da anni a controlli da comandanti di reggimento di fanteria, a vaghe generiche promesse, ma soprattutto al ripetersi sempre più frequente di casi di cibi avariati, mal cotti ed al disordine igienico (specie della mensa meccanico-auto) i lavoratori hanno voluto conoscere il parere della nuova Direzione.

Così il dott. Barbagelata è stato invitato ad una ispezione alla mensa del settore meccanico.

« Questa mensa è uno schifo »: ecco il giudizio nelle testuali parole del direttore del personale.

Vede, dott. Barbagelata, i lavoratori della Innocenti, da lungo tempo, sono allevati con tale « schifo » con effetti al loro fisico che lei certo può ben immaginare.

Finora tutte le proteste non Un piccolo ed eroico popolo lotta da decenni per l'allermazione della sua libertà ed indipendenza.

Ha già vinto politicamente la sua battaglia, ora umilia militarmente la più grande potenza imperialistica del mondo, gli Stati Uniti d'America, che reagisce con selvaggi bombardamenti terroristici su popolazioni inermi.

Noi riteniamo che dapprima bisognerà dare alla biblioteca una sede fissa ed adeguata con una piccola sala di lettura e di consultazione, nella quale i lavoratori che vogliono ampliare e completare la propria cultura, approfondire la propria umanità, soprattutto per non lasciarsi alienare, possano ritrovarsi e confrontare le deduzioni sulle opere consultate. Occorrerà simultaneamente affrontare il problema del suo arricchimento attraverso un hanno portato a miglioramenti. La Direzione ha continuato nella sua politica di spesa e conseguente scelta di gestione.

Ma ora sembra che uno spiraglio si sia aperto. Il dott. Barbagelata non si è limitato a tale grave realistica constatazione; ha fatto delle promesse. Sostituita la persona addetta al controllo ha prospettato una soluzione in due tempi:

nuova e diretta gestione al momento della suddivisione della mensa auto e meccanica; successivamente, costruzione di nuovi locali con servizi più igienici e razionali.

« Siamo alle solite promesse? », si domandano i lavoratori. Noi riteniamo che si debba dar credito ad esse perché il dott. Barbagelata ha la facoltà e la possibilità di realizzare quanto ha promesso. Ai nostri organismi sindacali il compito di controllare che ciò si effettui nel più breve tempo possibile.

Intanto invitiamo la Innocenti Autoveicoli a riflettere sul giudizio espresso del dott. Barbagelata e cominciare a far sul serio una volta per sempre. Innanzitutto cambiando le persone addette al controllo che nella sostanza si sono limitate a prendere atto delle denunce dei lavoratori. Poi a ripensare alla sostituzione della gestione Bertazzoni prendendo contatti con la Direzione del settore meccanico per un accordo sulla gestione diretta.

I LAVORATORI a GOVERNO

CON 1A FORZA DEL P.C.I.

.WMCM .A'Sì , o0PCS": SE; •••
VOTA COMUNISTA

COOPERAZIONE

La "COOP„: alternativa al monopolio privato della distribuzione •

In altra parte del nostro giornaletto viene trattato il pròblema della mensa aziendale, argomento importante che introauce quello più generale del carovita. Il costo aella vita nei suoi due aspetti fondamentali: alimentazione ed abbigliamento, è una costante preoccupazione dei lavoratori poiché da una parte il suo costante aumento, dall'altra La mancata volontà delle forze politiche al potere ad affrontarlo in maniera radicale e soprattutto nell'interesse di chi Lavora, hanno reso sino ad oggi vani i tentativi di soluzione.

D'altra parte la situazibne attuale è una realtà oggettiva che si comprende solamente risalendo alla vera causa. Se i due settori base, la produzione e la distribuzione sono diretti dall'iniziativa privata il cui scopo è il maggior profitto, tutti gli aumenti, di qualsiasi natura, del costo devono essere pagati da chi acquista e quindi dai lavoratori.

Il movimento operaio ha sempre cercato - di contrastare questa dura realtà. Lodevole e coraggiosa è stata in tal senso la lotta del movimento cooperativo che però non è mai riuscito a limitare il potere distributivo privato.

Il nostro partito che anche in questo campo si è sempre posto

Il volto del fascismo h sempre lo stesso

Senza commento da « Il Giorno »:

Ascoli Piceno, Il aprile

Aperte minacce contro i cittadini rei di non tollerare le violenze neofasciste sono state proferite dall'onorevole Grilli, candidato nelle liste del MSI, durante. un suo comizio a San Benedetto del Tronto. A coloro che lo ascoltavano, il deputato missino ha detto tra l'altro: « State calmi fino all'8 maggio. Dopo, camerati, li andremo a trovare ad uno ad uno nelle loro case. Tanto, sappiamo i loro nomi, cognomi e indirizzi ».

La federazione del PSI di Ascoli Piceno — precisando che le minacce sono dirette contro alcuni dei suoi militanti — ha indirizzato una protesta al prefetto.

in evidenza con lo spirito di sacrificio dei suoi militanti, ha compreso che era venuto il momento di cambiare: occorrevano idee nuove ma soprattutto una nuova collocazione a livello più alto.

Mentre il monopolio privato passa all'apertura ai grandi unità ai vendita, certamente non sulla linea del contenimento dei prezzi e quindi senza alcuna funzione catmieratrice; -la necessità ai un movimento cooperativo come alternativa alla ristrutturazione capitalistica del settore distributivo diventa una necessità per il Paese intero.

Nell'Emilia e nella Toscana accanto alle insegne del monopolio privato STANDA, UPIM, SMA, ecc., appare quello della COOP. Oggi la sua azione si va estenaendo in tutta Italia.

Quali le sue caratteristiche?

A differenza di quanto avviene nelle grandi catene monopolistiche non c'è il pròfitto. Alta fine dell'anno gli eventuali utili di bilancio vengono distribuiti ai soci come ristorno; Nel corso dell'anno nelle cooperative viene svolta una intensa attività culturale e sociale;

Autogestione: termine nuovo e ricco di fascino. I soci che sono dei lavoratori delle fabbriche, degli uffici e delle campagne sono i veri protagonisti. Essi lavorano gratuitamente rubando ore al tempo libero. Il carattere assembleare si manifesta nei tre momenti fondamentali della vita della cooperativa: il bilancio di previsione, quello consuntivo e nelle scelte più importanti;

Politica di vendita (quali le campagne sulla carne, sulla frutta e sui prodotti della cooperazione agricola) e degli acquisti (la COOP-Italia sta diventando un vero e proprio colosso).

Si sta quindi costruendo un sistema di aziende democratiche ed autogestite gigantesco, capace di rendere un servizio ai consumatori e di inserirsi come componente fondamentale della battaglia contro il carovita, per la difesa del salario dei lavoratori e delle loro conquiste.

Ecco perché noi comunisti invitiamo i lavoratori dell'Innocenti nel loro quartiere e nei loro paesi a diventare soci di questo movimento o promotori per la costituzione di nuove cooperative con caratteristiche nuove: ad essere anche in questo campo di attività "dei protagonisti.

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ne di sinistra. Questo dobbiamo denunciarlo con forza: questi gruppi non sono di sinistra!

Basti pensare che si dichiarano astensionisti, cioè contro le elezioni, e nello stesso tempo si richiamano a Marx ed a Lenin!

Ciò è frutto di una grave confusione mentale, che si presta alle provocazioni ed ai giochi avversari: solo chi non conosce neppure i principi elementari del marxismo può pensare di trovare nel pensiero di Marx qualsiasi giustificazione delle tattiche astensionistiche ed extraparlamentari. Il voto è inteso da Marx come la conquista di un'arma di lotta per ottenere riforme e contendere il potere alla classe dominante. La rinuncia ad usare l'arma del voto non è una posizione d'avanguardia, come credono i gruppi che oggi si presumono avanguardie, ma è una posizione di retroguardia.

La dialettica moderna della lotta di classe sta nella partecipazione antagonistica, nella lotta cioè contro la società borghese utilizzando i mezzi che essa è costretta a fornire, nella lotta contro la istituzioni borghesi all'interno delle istituzioni borghesi. Il marxismo quindi rifiuta l'astensionismo e considera dovere del vero proletario partecipare alle lotte parlamentari in nome di una logica antagonistica a quella del « sistema ».

Negare questo dovere significa rinnegare il marxismo ed ignorare il pensiero di Lenin, il quale affermava che bisogna comunque imparare a lavorare legalmente nei parlamenti e negli istituti più reazionari. « La partecipazione alle elezioni parlamentari è obbli-

gatoria per il proletariato rivoluzionario ».

Ci pare d'aver chiaramente dimostrato che per Marx e Lenin l'astensionismo è peggio che un assurdo, è un servizio reso alla borghesia. Perciò, con obiettività, affermiamo che i gruppi extraparlamentari non sono né avanguardie rivollizionarie né, tantomeno, movimenti di sinistra, perché svolgono un'aperta e palese funzione provocatoria e di denigrazione nei confronti del movimento operaio organizzato.

Soltanto unendosi al movimento operaio organizzato, al Partito Comunista Italiano che ne è l'espressione più alta, è possibile battere il fascismo, le forze conservatrici, il grande padronato. Ogni altra scelta è destinata alla sconfitta. Il nostro Partito è una forza diversa dalle altre, « che quando parla di governo intende un mutamento reale e di fondo nei programmi, negli indirizzi generali e nei rapporti di forza tra le classi sociali e gli schieramenti politici » (Enrico Berlinguer). Noi comunisti poniamo quindi la prospettiva di una svolta democratica: perciò non ci rivolgiamo soltanto agli operai, ai contadini, ai giovani, alla povera gente, ma anche a vasti strati intermedi.

Lavoratori dell'Innocenti! Chiediamo una estensione di fiducia e di consensi per il Partito Comunista, perché questa è la sola garanzia che il Paese può avere! Voto al P.C.I. per l'affermazione degli interessi e delle aspirazioni dei lavoratori, per il consolidamento della democrazia, per il rinnovamento della società, per la libertà dei popoli, per la vittoria della pace e dèl socialismo nel mondo.

PER IL P.C.I. SI VOTA COSÌ 3'4„‘ Per la Camera 4"1"" (schedacoloregrigiochiaro) P.C.‘• Per il Senato [schedacoloregiallopaglierino) Non disperdere voti. Vota e fai votare in ogni scheda un solo simbolo - VOTA COMUNITSA! PER IL SOCIALISMO CON IL P.C.I. (Continuazione da pag. 1)

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