Milano domani 10

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MENSILE DI CULTURA POLITICA E ATTUALITA'

In questo numero

SLITTA DI QUALCHE MESE LA COPERTURA DELLA

ROGGIA CERTOSA

EPISODI DI TEPPISMO

COSTRINGONO A DEVIAZIONI LA "45"

MANIFESTAZIONI ALL'IACP

DEGLI ABITANTI DI VIA ZAMA

PROVOCATORIO ATTENTATO IN VIALE UNGHERIA

Che cosa succede al bar Toledo?

EROINA E SPARI "FACILI"

pag. 2

pag. 3 pag. 4 pag. 5

MIGLIAIA DI FIRME PER IL CONSULTORIO FAMILIARE pag. 5

LA "TAZZINA" DI CAFFE'

A 250 LIRE? pag. 6

LA POSTA DEI LETTORI pag. 11

Bar Toledo, in via Zante 21; ore 2,30 circa della notte fra Sabato 5 e Domenica 6 marzo. Quattro spari, quattro fori ben visibili nelle saracinesche, che rompono anche una vetrina e colpiscono un lampadario all'interno del bar. Chi è stato? Pcrchè? Omertà. 11 gestore dà risposte evasive a chi gli chiede che cosa è successo: "Sono stati i bambini mentre giocavano con i sassi", si è sentito rispondere un signore. Ma i fori provocati dalle pallottole sono ben evidenti nelle saracinesche. Chi, o che cosa, si nasconde dietro questo bar? Perchè riceve ogni tanto minacce di attentati, o, come in questo caso, li subisce?

Il bar Toledo, purtroppo, è famoso nella nostra zona, e non solo qui "l'Espresso" del I agosto 1976 infatti ha pubblicato un apticolo denunciando il bar Toledo come punto da cui parte lo spaccio d'eroina nella zona Ungheria): c'è chi dice che si tratta di un bar frequentato da consumatori e spacciatori di droga, di un posto dove si può fumare indisturbati l'hashish e dove si può anche avere l'opportunità di farsi un "buco di ero". Ma se tutto ciò si sa, perchè non si fa niente, perchè le autorità non fanno nulla per bloccare questo vergognoso

GIA' INIZIATI I LAVORI DI RIPARAZIONE DEL TETTO

spaccio di droga? Quest'estate, ad esempio, pare che ci fossero dei poliziotti incaricati di controllare che non venisse consumata droga all'interno del bar. Sembra invece che si siano verificati strani episodi di connivenza tra poliziotti, drogati e spacciatori. "Una ragazza è uscita del gabinetto del bar dopo essersi fatta un "buco" di eroina, e i poliziotti le hanno visto uscire da una tasca dei pantaloni un cucchiaino e una siringa. Le si sono avvicinati e le hanno detto: "Per questa volta non ti facciamo niente, ma la prossima...",..mi ha raccontato un ragazzo che ha assistito a questa scena. Francamente a noi sembra si tratti di un episodio incredibile, perciò proprio per far cessare queste "voci" è necessario un intervento deciso. C'è chi racconta ancora che proprio i poliziotti incaricati di sorvegliare i presunti drogati e di sorvegliare i posti dove la droga viene spacciata o consumata, dicano in giro: "Noi conosciamo benissimo tutti i posti dove i drogati vanno a "t'arsi", e potremmo anche sorprenderli e arrestarli, ma a noi non ce ne frega niente." Se queste cose vengono riferite - e con quale danno per la polizia stessa è facile immaginario - può darsi che qualche cosa di vero ci sia.

Se quindi lo spaccio di droga all'interno del Toledo si verifica veramente, è probabile che l'attentato subito la notte fra il 5 e il 6 marzo sia da attribuire a un "regolamento di conti", come si dice nel gergo della malavita, tra spacciatori d'eroina. F' necessaria perciò una mobilitazione da parte dei cittadini del nostro quartiere affinchè si faccia piena luce su quello che accade all'interno del Toledo, e questi fatti non rimangano più avvolti da una cortina fumogena, e perchè ci sia una reale azione da parte delle autorità competenti.

V' chiaro del resto che una semplice azione della polizia non basta: il bar potrebbe essere chiuso, un po' di gente arrestata, ma questo non serve, o per lo meno non basta. Per combattere la grande piaga dell* droga, per chiudere realmente bar come Toledo, è necessario creare all'interno del quartiere, e in tutti i quartieri conte il nostro della periferia milanese, strutture sociali nelle quali i giovani si possano riunire per maturare e crescere, senza doversi ritrovare in squallidi bar dove si può anche correre il rischio, per cercare di vincere la propria solitudine, di cadere tra le braccia della droga.

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Intervenire subito per salvare la cascina Monluè

A colloquio con Giulio Polotti, Assessore al Demanio pubblico (a cura di Adriano Zagato)

Contemporaneamente all'appello per salvare la cascina Monluè lanciato sul numero scorso di "Milano domani" si è mosso il nostro Consiglio di zona. Già il 23 febbraio è stata scritta una lettera all'Assessore al Demanio comunale Polotti con la richiesta di intervenire urgentemente per fare le riparazioni necessarie: il 14 marzo il Consiglio di zona ha inviato un fonogramma col quale declina ogni responsabilità per danni a persone derivanti dai possibili cedimenti che possono verificarsi nella stalla e il 16 marzo e stata inoltrata la richiesta di incontrare l'Assessore Polotti per discutere insieme gli interventi necessari. Qualche giorno prima inoltre c'era stato l'intervento del Circolo culturale "5 Giornate", mediante una lettera del suo Presidente E. Valieri al coordinatore della Commissione per Monluè Ezio Giovannetti, con la quale si sollecitavano tutti i possibili interventi per fare le urgenti riparazioni al tetto della stalla.

Per quanto ci riguarda abbiamo ritenuto utile intervistare l'Assessore Giulio Polotti, dal cui Assessorato dipendono le cascine milanesi. Dalle sue dichiarazioni risultano evidenti le difficoltà che si dovranno superare per ottenere un rapido intervento riparatore.

- Che cosa pensa di fare in relazione alla minaccia di crollo del tetto della stalla della cascina Monluè?

- L'Assessorato ha istituito una commissione il cui compito è di studiare la situazione di tutte le 33 cascine di Milano. Tutte queste cascine sono già state vincolate nel Piano Regolatore, per cui non è più possibile fare

di esse ciò che si vuole. Per quanto riguarda la zona 13 non c'è solo la cascina Monluè, ma anche alcune cascine all'interno del parco Forlanini. Questo piano prevede una serie di interventi prioritari per il finanziamento dei quali stiamo proprio ora trattando con la Regione.

- Queste trattative consentono di prevedere un inizio dei lavori di ristrutturazione abbastanza rapidamente?

- I tempi-purtroppo non sono rapi' di. Ormai da 6 - 7 mesi stiamo cercando di ottenere un finanziamento regionale, o mediante una legge speciale o attraverso leggi già esistenti. Infatti finora non abbiamo presentato al Consiglio di zona il piano di ristrutturazione proprio perchè non sappiamo ancora quali saranno le disponibilità finanziarie per poter intervenire.

- Nel bilancio 1977 ci sono finanziamenti per le cascine?

- Non ci sono stanziamenti per le

cascine nel 1977; per questo le trattative con la Regione riguardano un programma di finanziamento poliennale. Nei prossimi giorni avrò un incontro con la Commissione culturale della Regione alla quale illustrerò il piano già pronto e richiederò i necessari finanziamenti.

Ritornando alle cascine del parco Forlanini colgo l'occasione per rendere noto che la loro sistemazione si inserisce in un ampio progetto che vedrà il centro Saini "elevato" a facoltà universitaria per la formazione di insegnanti di educazione fisica e la creazione di un nuovo orto botanico in collaborazione con la faColtà di agraria: in questo modo l'orto botanico ora esistente nella zona Brera-Garibaldi sarà ceduto al Comune ed aperto al pubblico come giardino. In una delle cascine del Forlanini abbiamo poi intenzione di aprire una galleria d'arte contemporanea con opere che un privato ht intenzione di donare al Comune di Milano. Il progetto prevede anche la recinzione e l'illuminazione delle cascine in modo da garantirne il rispetto. Nella cascina Monluè in particolare pensiamo di collocare delle botteghe artigiane tradizionali (legno, pelle, ceramica), per cercare di stimolare la ripresa di queste attività.

- Per quanto riguarda il piano a medio termine che Lei ci ha ora illustrato siamo perfettamente d'accordo. Ma la cascina Monluè minaccia ora di crollare. Che cosa pensa di fare?

- Stiamo accelerando la nostra azione per iniziare i lavori di recupero. Se non abbiamo fatto interventi occasionali è solo per difficoltà finanziarie, tuttavia ogni lavoro che faremo dovra

essere un'anticipazione del piano generale, non semplice manutenzione ordinaria: ciò per non sprecare denaro pubblico.

- Tuttavia nel caso specifico di Monluè il tetto della cascina sta crollando. Ci sono richieste di pronto intervento da parte del COnsiglio di zona. Come pensa di affrontare l'urgenza del problema?

- Per evitare il pericolo immediato del crollo del tetto spero di poter far fare, in accordo con la Ripartizione

Edilizia residenziale, un intervento immediato. Come ho detto le grosse difficoltà derivano dalle scarse disponibilità finanziarie. Comunque proprio il 25 marzo scorso mi sono recato a visitare Monluè e il 5 aprile ho avuto l'incontro col Consiglio di zona al quale ho riferito in merito alle possibilità di intervento. Non faccio quindi promesse finchè non sarò sicuro delle disponibilità finanziarie: preferisco non parlare delle ultime "pietre" piuttosto che delle prime.

In edicola il 15 del mese (luglio e agosto esclusi) ANNO III - n. 4 APRILE 1977 L.200

Vivere a Monluè vecchio

Slitta di qualche mese la copertura della roggia Certosa

Inverno 1976-77. La stradina che da via Fantoli porta a Monluè è diventata l'argine del Lambro. La suddivisione del terreno in piccoli orti è là, sul pelo dell'acqua: spuntano gli steccati disegnando un complicato labirinto. Tavole, cavoli marci, contenitori di plastica di tutte le dimensioni e grandezze galleggiano in un'aria greve. Anche il vecchio borgo, laggiù in fondo, sembra galleggiare. Ora, quasi a primavera, il paesaggio è cambiato. L'acqua è defluita e i rimasugli dell'alluvione, appiccicati a terra da una fanghiglia grigia, sparsi in un disordine casuale, danno il senso dell'abbandono. Qualche orto è stato arato e seminato e pare impossibile che da tanto putridume possa ancora crescere e raccogliersi l'insalata. Fuori, vicino al muro rosso della sua trattoria, trovo il signor Mondelli. Gli spiego il motivo della mia visita e non fa davvero fatica a parlare del suo Monluè. "Una volta - mi dice - il Lambro era un fiume amico. I milanesi si fermavano sulla spiaggetta qui dietro e facevano il bagno in un'acqua che si poteva bere. C'era pesce buono e bastavano poche gettate per accontentare i clienti. Adesso guardiamo per aria che non piova troppo! E' diventato troppo facile trovarsi quel putridume sulla soglia di casa... qui sta andando tutto a ramengo... Quelli là - e mi indica la direzione degli ortihanno chiuso i canali di scolo e quando il Lambro esce dall'argine l'acqua si ferma tutta qui. Le fogne, invece di avere uno sbocco a valle del paese, ce l'hanno a monte. Basta una piccola piena che scoppiano! Il tetto della cascina grande ha ceduto... Insomma, se chi ha la competenza non ci mette mano, addio Monluè... Noi però resistiamo. Io sono l'ultimo discendente dei Mondelli e la trattoria è qui dal 1424. La gente ama questa trattoria di campagna a poche centinaia di metri da via Mecenate. Gente importante mi suggerisce di lasciarla così, mi raccomanda di non cambiare. E io qui ci sto bene. Preferisco far bistecche a Monluè che andare in Mercedes sul lago di Garda. Me lo potrei permettere! ". Gli credo.

Entriamo, mi offre un caffè.

Dentro l'atmosfera è di una domenica di paese, voglio dire di altri tempi e luoghi. Vedo Catenoni il postino Renato, e molti altri. Attacco con Renato, ma il nostro non è un colloquio a due. Continua a salutare a destra e a manca, a offrire frizzantini, a fotografare gli amici ai tavoli. Nel frattempo tenta di spiegarmi che in quel posto sono tutti amici, ma veramente amici. Si ritrovano la domenica anche se abitano lontano, a passare qualche ora con i compagni di sempre. "Vedi" - mi fa - qui c'è quella che chiamate aggregazione! Se alla gente togli i luoghi dove è

sempre vissuta, gli amici cha aiutano, si trova come sperduta! Ecco, la città è piena di gente sperduta, senza radici". "Viafaccio io - per te pare che esista solo Monluè. Anche in città è possibile, deve essere possibile un modo di stare assieme, però bisogna battersi per ottenere luoghi e spazi dove...". "Lei, che ha la penna in mano - mi interrompe uno che poi si presenta per il signor Primo - adesso deve scrivere quello che "gli" dico io! Anzi, venga con me così lo può vedere con i suoi occhi! " Usciamo e mi porta a casa sua, dietro la chiesa. Renato viene con noi. Tra la casa e il gabinetto che è fuori esiste un dislivello rilevabile anche ad occhio nudo. "Quando il Lambro vien fuori, io per andare al cesso devo mettermi gli stivaloni da pesca, e non le dico cosa galleggia qui attorno. Adesso andiamo a casa che vedrà qualcos'altro". Entriamo, tutto pulito e dignitoso. "Qui, vicino al letto, ci metto la bagnarola perchè dal soffitto ci piove! " e mi fa vedere in alto la larga macchia di umidità. "Hanno aggiustato un po' qui, un po' là, ma diamine! , i tetti si riparano prima dove ci abita la gente! Adesso le spiego perchè qui fuori con un temporale si allaga tutto". Seguiamo un fossato asciutto lungo la tangenziale ed arriviamo alla stradina. Il fossato passa sotto e subito dopo viene interrotto da un ponticello in terra con una minima arcata. "Come fa a passare qui sotto l'acqua - sbotta il signor Primo - ma con quelli bisognerebbe ragionare con la dinamite! ", ed è facile capire a chi si riferisce. Proseguiamo nel giro di perlustrazione, sino alla botola stradale della fogna che salta con le piene del Lambro, sino all'argine del fiume che è stato ridotto a stradicciola e quindi abbassato favorendo il debordare dell'acqua, sino all'aia dove è possibile vedere la grande cascina con la trave del tetto tranciata di netto. Interviene Renato. "Quest'anno o ci si rimbocca le maniche per la ricostruzione di Monluè o va tutto giù! C'è un grande inganno al quale non bisogna credere: il folklore di questo borgo, è bello così! Balle! Qui esistono problemi grossi, e bisogna risolverli per quello che sono! Altro che folklore! ". E' tardi, li saluto. Strada facendo mi chiedo come mai questi problemi non siano saltati fuori prima. I mugugni non hanno mai risolto niente... certe situazioni vanno esaminate assieme... Ecco, organizzarsi bisogna per raggiungere degli obiettivi precisi, unirsi per lottare e cambiare. Intanto, andando incontro all'edificio tutto vetro e acciaio della Fabbri Editori, mi lascio indietro il borgo di campagna con i suoi problemi. Due aspetti emblematici della realtà di oggi...

Emanuele Vaglieri

La copertura della roggia Certosa già appaltata e i cui lavori dovevano iniziare proprio con l'arrivo della bella stagione; minaccia di slittare di qualche mese. L'impresa costruttrice, nonostante gli accordi esistenti con il Comune, si rifiuta di dare inizio ai lavori chiedendo che gli venga affidato un anticipo di circa il 50%dell'intero costo della realizzazione. Senza questa somma, l'impresa afferma di non essere in grado di acquistare le attrezzature particolari che le consentano di dare inizio ai lavori. AI di là della crisi economica, che effettivamente riduce la flessibilità dell'attività imprenditoriale, la posizione assunta dalla società appaltatrice è di ricatto: facendo leva sull'attesa che c'è nella popolazione di Ponte Lambro e, più in generale, sull'attenzione che la Giunta ha dimostrato verso i problemi igienici, e direi anche idrici del quartiere, tenta di strappare l'anticipo rompendo glì accordi che fino ad ora ci sono sempre stati fra l'Amministrazione e le società appaltatrici. Va detto anche che proprio la stessa impresa ha ottenuto in passato l'appalto di altri lavori senza avanzare simili richieste, che colgono il Comune in un momento di particolare crisi finanziaria (come del resto le Amministrazioni della totalità degli Enti locali). Come sbloccare dunque la situazione? Il Comune sembra

orientato verso due soluzioni. La prima è di insistere presso l'impresa perchè dia inizio, con lo stabilizzarsi del tempo, ai lavori di copertura impegnandosi naturalmente a fare avere al più presto un anticipo, procedura che richiede anche una deliberazione della Giunta. Se non andrà in porto questo tentativo, la volontà dell'Amministrazione comunale è di interpellare le altre società che seguono nella gradua-

toria l'impresa appaltatrice. Questo dovrebbe consentire, con un buon margine di certezza, la realizzazione della copertura, anche se a costi,maggiori. Come si vede, proprio ora che i lavori dovevano iniziare, un serio ostacolo ritarda un'opera di interesse collettivo attesa da tanti anni da un intero quartiere.

25 APRILE. Anche quest'anno la ricorrenza della Liberazione conferma l'attualità dei principi della Resistenza: lotta al fascismo e alla provocazione comunque camuffata, ricerca della unità fra tutte le forze democratiche per far uscire l'Italia dalla crisi. Pubblichiamo, nel ricordo dei partigiani, l'opera che Gigi Valsecchi ha preparato in esclusiva per il nostro giornale.

Sabato 23 aprile alle ore 10 il nostro Consiglio di zona si riunirà appositamente per incontrare gli alunni e gli insegnanti delle scuole medie, nell'ambito delle iniziative per celebrare la Resistenza.

(1411t2naD"eS 2 PER LE RICHIESTE DELL'IMPRESA APPALTATRICE DI UN'ANTICIPAZIONE DEL 501.

Episodi di teppismo notturno costringono a deviazioni la « 45 »

LA VIA PECORINI PRIVA DEL TRASPORTO PUBBLICO

possa provocare simili disagi alla popolazione del quartiere, senza che le autorità competenti e le forze che operano in zona siano in grado di prevenire le loro azioni.

In questi mesi altri preoccupanti fatti di delinquenza minorile si sono verificati in particolare nel quartiere Forlanini-Monluè.

Oramai da più di un mese, gli abitanti delle case di via Pecorini sono costretti a rientrare a piedi dopo le nove di sera. Dall'inizio di marzo infatti, la "45" ha modificato il suo percorso durante le ore.notturne, passando direttamente da via Dalmazia così da privare una parte del quartiere del normale servizio di trasporto pubblico. Per cercare di ridurre al minimo i disagi alla popolazione sono state istituite due fermate facoltative in corrispondenza dell'inizio e della fine della via. Motivo di questa variazione è l'agitazione promossa dagli autisti della "45" in accordo con le organizzazioni

sindacali di categoria per protestare contro i ripetuti atti di teppismo che da alcuni mesi si verificano nei loro confronti.

E' accaduto infatti che alcuni automezzi dell'A.T.M. che percorrevano la via Pecorini, siano stati fatti segno a lancio di uova, sacchetti d'acqua e sassi da parte di alcune bande di teppisti che di notte si aggirano nel quartiere. A questo sono seguiti scherzi di cattivo gusto e minacce in alcuni casi con uso di coltelli, da parte di individui saliti sugli autobus. "La situazione era insostenibile" - ci ha detto un autistaogni sera rischiavamo di essere aggrediti e minacciati anche con le armi. In

queste condizioni era impossibile lavorare. Era in pericolo la nostra stessa incolumità fisica." Da quando abbiamo modificato il percorso, - ci ha risposto un membro della Commissione Interna del deposito di via Palmanova da cui parte la "45" .- le cose vanno un po' meglio. Se non si ripeteranno nuovi episodi di teppismo tra breve potremo tentare di riprendere i! normale servizio. Del resto pensiamo che i disagi alla popolazione siano ridotti al minimo anche per l'orario durante il quale si verifica la variazione. In genere il servizio reso dalla "45" nelle ore notturne è molto scarso. In-

DIBATTITO SU: "A COSA SERVE UN GIORNALE DI ZONA"

tanto nuove aggressioni ci vengono segnalate dai nostri autisti in via Zama ai danni della "66". Presumiamo che gli autori di tali episodi siano gli stessi." Oltre alla tutela della propria incolumità, il personale chiede di apportare alcune modifiche alla via Pecorini in modo da permettere ai mezzi pubblici un passaggio più sicuro, attualmente ostacolato dall'insutTicente larghezza della carreggiata a causa delle file di automobili in sosta sui due lati della strada sebbene la sosta sia vietata su un lato. A noi resta da domandarci come sia possibile che piccoli gruppi di teppisti

Il Consiglio di Zona si sta interessando delle denuncie di alcuni genitori i cui tigli sono stati aggrediti da gruppi di ragazzi più grandi e derubati dei soldi e degli oggetti di valore che avevano con sé (orologi, catenine, ecc.). I bambini sono stati avvicinati e costretti con la violenza a non reagire. Ricercare le cause che Vanno alla base di simili episodi di teppismo, i cui protagonisti sono per lo pio giovani di età inferiore ai diciotto anni e uno dei compiti che il Consiglio di Zona, le forze politicne e sociali devono porsi con urgenza, per dare una risposta ai fenomeni di- disgregazione ed emarginazione da cui nascono questi coniportamente; fenomeni che interessano quelle fasce sociali più deboli, maggiormente esposte alle conseguenze 'della crisi economica e morale che stiamo attraversando. Illudersi di superarti questi problemi solamente attraverso misure di vigilanza più severa o azioni repressive è, a mio parere, sbagliato. La strada da seguire è quella di un'azione che, oltre a tutelare efficacemente la sicurezza dei cittadini, sia di prevenzione e di recupero e sappia incidere direttamente sulle cause sociali che sono all'origine di questi fatti.

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L'utilità delle critiche dei cittadini

giornale. Uno dei primi è stato Don Giancarlo Cercda il quale pur non sentendosi di esprimere un giudizio globale su "Milano domani" ha affermato che "l'iniziativa è bella e interessante" tanto che si è riproposto di tenersi d'ora in avanti sempre aggiornato. E' una promessa, e noi l'abbiamo "presa sul serio". Le prime domande non potevano che riguardare la funzione e un giudizio generale sul giornale. "Globalmente ne penso bene", dice Lucio Armari, abitante in via Mecenate, "essenzialmente per due motivi: rispetto cd ammiro coloro che producono uno sforzo intellettuale ed anche fisico (immagino le ore impiegate in redazione, con compensi non certamente "congrui") rivolto all'informazione e formazione del prossimo. Apprezzo chi, indipendentemente dalle colorazioni politiche, cerca di evidenziare, analizzare e dibattere quei problemi vicini alle portinerie e agli usci delle nostre case". Per svolgere una "funzione veramente copleta", continua il Sig. Armari, "debbono essere evidenziate il più possibile "tutte" e le più diverse e contrastanti opiniohi".

ciò non significa che esso svolga bene la funzione di giornale di zona. Il problema di fondó a mio parere sta nel contatto con i cittadini che andrebbe approfondito e accuratamente sviluppato. Occorrerebbe aggregare di più e cercare più partecipazione attraverso specifici articoli sul giornale o incontri tra redazione e cittadini per la discussione comune dei problemi."

Interventi su "A cosa serve un giornale di zona" sono ormai più volte apparsi sulle pagine di "Milano domani", attraverso interventi dello stesso Comitato di Redazione o di rappresentanti di partiti politici della zona. Non si era però quasi sentita la voce dei cittadini, cioè di coloro ai quali il giornale è indirizzato.

Naturalmente questa nostra prima "inchiesta", per ovvii motivi di spazio

e di tempo, non può che essere l'inizio di un discorso che il giornale apre con il suo pubblico. Il Comitato di Redazione infatti pur intendendo mantenere la sua autonomia e la sua indipendenza, ribadisce il fatto che "Milano domani" è e vuole essere un giornale aperto al contributo di tutti. Ci siamo così rivolti ad alcuni cittadini e lettori sicuri (perchè abbonati) o supposti del "nostro"

Tra le sue proposte troviamo infatti quella di "esporre con interventi differenziati (pluralistici)" opinioni e risultanze relative ad un medesimo fatto. La classica "tavola rotonda" che lascia al lettore le conclusioni.

Per Maurizio Paganotto "essendo il giornale relativamente nuovo e quindi mancante della necessaria esperienza occorrono inevitabili ritocchi e mi glioramenti, ma nel complesso è posi tivo". Tuttavia "nonostante il 50 per cento degli articoli riguardano problemi o comunque argomenti relativi alla zona

A questo punto penso vadano però fatte alcune precisazioni. Innanzi tutto per chi lavora o collabora a "Milano domani" non solo i compensi non sono congrui, ma non ci sono per nulla. Grazie a questo fatto, alle vendite (compiute anche mediante diffusione dagli stessi componenti della redazione) agli abbonamenti, alla pubblicità, il giornale fa fronte a tutte le spese. I componenti della redazione sono tutte persone clic lavorano o studiano, scrivere: dare vita a questo giornale vuol dire per loro avere qualcosa da dire, e credere che sia importante farlo conoscere agli altri, cercando di far nascere attorno a questioni che riguardano i cittadini tutti un dibattito che sia democratico e pluralistico. Dunque certamente informazione e non 'formazione" dei lettori. Proporre semmai temi che siano di stimolo, che favoriscano la partecipazione o che rispondano a quelle che sono le reali esigenze dei nostri lettori.

Abbiamo per questo motivo chiesto se ci sono state delle rubriche, articoli o inchieste chc hanno particolarmente interessato o se eventualmente si volevano formulare delle proposte. Il Sig, Giuseppe Zanuti, anch'egli di via Mecenate, chiede la pubblicazione di una carta geografica della nostra zona, che indichi le farmacie, le poste, le banche, i confini della zona ecc.

Secondo Ermanno Eugeni occorrereb-

be invece un maggiore "approfondimento del problema giovanile, non solo nel senso di una semplice informazione "ma nell'indicazione di "proposte" che permettano di risolvere certi problemi preminenti "da verificare e confrontare giorno per giorno con i giovani". Inoltre, una maggiore documentazione sul lavoro compiuto 'dal Consiglio di Zona (proposta questa che mi sembra abbiamo già posto in attuazione negli ultimi numeri). Per Maurizio Paganotto invece "bisognerebbe porsi la domanda: quali sono i problemi quotidiani dei cittadini della zona? da qui risalire ad articoli che interessino da vicino le tasche e i problemi degli abitanti della zona" (indicazione dei mercati rionali ecc). "Più spazio alle istanze sindacali" al= ferma invece Lucio Armari il quale gradirebbe inoltre "interventi tecnici .e specifici portati da esperti il più possibile specializzati" riguardo ai problemi di trasporto, urbanistica, scuola e salute, che riguardano la nostra zona e "che si prestano a versioni politiche e di parte". Maggiore critica al comportamento poco civile di alcune persone che vivono nel nostro quartiere, per esempio teppismo, sconcio sulle mura delle nostre case, presa di posizione giusta nei confronti degli zingari", secondo il Sig. Mariano, il parrucchiere di piazza Ovidio. Per Susanna Tane sono invece risultate di particolare interesse "le inchieste sui cibi, sui problemi della droga, sul consultorio". E la lista potrebbe qui continuare ancora a lungo: te proposte che ci sono pervenute sono veramente tante, ma per forza di cose abbiamo dovuto pubblicarne solo alcune.

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G.

Finalmente in azione

Placate le polemiche e terminato il rodaggio, i nuovissimi "jumbotram" sono entrati in azione nei giorni scorsi. Come era stato annunciato da tempo, i primi automezzi abilitati alla circolazione sono stati impegnati lungo il percorso della linea "24", permettendo ai cittadini della zona 13 di servirsi del moderno mezzo di trasporto che da alcuni mesi sfrecciava senza passeggeri lungo viale Ungheria, via Mecenate e

via Marco Bruto provocando curiosità e preoccupazioni. I tumori erano stati alimentati da una certa stampa secondo la quale i "jumbo-tram" non avrebbero potuto funzionare per una serie di inconvenienti tecnici. A questo proposito "Milano domani" aveva avuto modo di spiegare nel numero scorso, come questi limiti tecnici (a cui ovviamente è giusto cercare un rimedio) non sembravano talmente seri da pregiudicare l'entrata in funzione

dei "jumbo". Proprio in questi giorni infatti gli studenti e i lavoratori che ogni mattina si dirigono verso il centro cittadino hanno avuto la gradita sorpresa di vedere i mezzi dell'ATM fermarsi lungo le banchine ed aprire le porte ai passeggeri. Stando ai primi giudizi dei cittadini, l'impiego dei "jumbo-tram" è giudicato estremamente positivo per un sollecito smaltimento del traffico di passeggeri nelle ore di punta.

Richiesto il locale dell'ex centrale termica del Forlanini

L'attività della Commissione Educazione

Uno dei compiti importanti del Consiglio di Zona è quello di mantenere rapporti costanti col mondo della scuola e di rappresentare un punto di riferimento per i vari ordini di scuola così da consentire lo scambio delle reciproche esperienze al fine di superare le difficoltà che spesso sono comuni.

Ad affrontare questi compiti è chiamata soprattutto la "Commissione Educazione" della quale possono fare parte tutti coloro che sono interessati ai problemi scolastici: in essa operano già alcuni rappresentanti dei Consigli di Circolo delle scuole elementari e dei Consigli di Istituto di scuole medie della zona.

In concreto di che cosa si occupa la Commissione? Nelle sue riunioni settimanali (il mercoledì sera, presso il Centro Civico di Viale Ungheria) vengono trattati problemi di vario genere.

Il 25 e 26 gennaio ad esempio è stata esaminata l'organizzazione del "servizio di igiene mentale" per i bambini fino a 14 anni (di esso abbiamo già scritto su "Milano domani".) Il 23 febbraio la discussione ha riguardato l'esame della situazione scolastica a Ponte Lambro: le carenze anche derivate dall'aumento della popolazione del lotto 25 richiedono una esatta rilevazione delle necessità future in modo da consentire di affrontare il problema sulla base della conoscenza esatta della situazione e non in modo casuale. Nel corso di numerose riunioni tenute nel mese di marzo si sono svolti gli incontri con i rappresentanti delle scuole della zona in merito alle opere di manutenzione necessarie. In questo settore infatti il Consiglio di Zona può decidere: è indispensabile pertanto che questi lavori siano da esso approvati per poter essere eseguiti. Ma per rispondere alle domande che ci siamo posti ("che cosa fa il Consiglio di Zona? ") prendiamone in esame l'attività svolta negli ultimi due mesi.

Dal giorno della nomina del nuovo Presidente Sergio Poggio (il 13 Gennaio scorso) il Consiglio di Zona ha preso in esame numerosissime questioni. Dalla nomina dei propri rappresentanti nel Comitato di gestione del nido di Via Zama, alla richiesta delle Suore delle Poverelle di Bergamo di aver assegnato un alloggio nelle

nuove case del lotto 64 in via Salomone (il 3 febbraio); dalla richiesta di far abbattere le opere edilizie abusive costruite in via Salomone su un'area di proprietà pubblica, alla condanna del clima intimidatorio esistente nel circolo delle scuole elementari DecoratiMeleri-Zama (il 4 febbraio). In questa stessa riunione il Consiglio di Zona ha preso l'importante decisione di richiedere all'IACP la gestione dei locali dell'ex centrale termica del quartiere Forlanini. In una zona come la nostra, completamente sprovvista di strutture ricreative e sociali, è evidente l'importanza di ottenere il controllo di un locale di oltre 400 mq,: il "meccanismo" si è mosso, ora e necessaria la pressione dei cittadini per ottenere la disponibilità e la ristrutturazione di questo salone.

Il Consiglio di zona si è interessato anche delle occupazioni abusive delle case di Ponte Lambro: il 17 febbraio infatti ha richiesto l'immediato sgombero degli alloggi occupati per far cessare il continuo clima di tensione provocato da queste occupazioni provocatorie il cui unico risultato è quello di dividere i lavoratori rendendo ancora più difficile la risoluzione del grave problema della casa.

Vivacissima e affollatissima è stata poi la riunione del 3 marzo nel corso della quale sono stati fortemente criticati gli incidenti verificatisi in viale Ungheria il 26 febbraio (dei quali abbiamo già parlato il mese scorso): è evidente l'utilità che un organismo democratico come il Consiglio di Zotia dibatta pubblicamente fatti come questi con l'obbiettivo di fare chiarezza e consentire il superamento dei contrasti e favorire il ricrearsi di un clima più sereno all'interno del quartiere.

Il 10 marzo infine il Consiglio si è occupato delle condizioni della Cascina di Monluè facendo le prime proposte per evitarne il deperimento totale: anche in questo caso si tratta delle prime decisioni in merito ad un problema che deve coinvolgere i cittadini e per il quale anche "Milano domani" si sta battendo. Per questi motivi è necessario che tutti i cittadini si interessino delle attività del Consiglio di zona. Per quanto ci riguarda faremo ogni sforzo per informare la popolazione e nello stesso tempo stimolare l'azione del Consiglio.

MANIFESTAZIONE ALL'IACP

Continua la lotta degli abitanti di via Zama per avere le nuove case

Una delegazione di massa di inquilini delle case minime di via Zama, organizzati nel SUNIA, accompagnati dal Presidente e da Consiglieri del nostro Consiglio di Zona ha manifestato nei giorni scorsi davanti agli uffici dell'IACP in viale Romagna per avere finiti nel cosiddetto Lotto 64. Una loro rappresentanza è stata ricevuta dal vicepresidente dell'IACP il quale si è impegnato, a nome dell'Istituto, a fare subito alla Regione la richiesta che

gli alloggi del Lotto 64, costruiti per risanare il quartiere di via Zama, vengano riservati alle famiglie delle case minime in modo che queste possano essere demolite (la delibera per la demolizione è già stata predisposta dall'Assessorato ai Lavori pubblici e fatta pervenire al Consiglio di Zona).

Il problema degli inquilini di via Zama, infatti, è quello di poter entrare negli alloggi nuovi non appena questi siano finiti. A tale

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scopo, appunto, premono perchè l'IACP ottenga presto dalla Regione il nulla osta per le assegnazioni alle famiglie delle case minime. Nell'incontro col vicepresidente dell'IACP è stata anche decisa la formazione di una commissione mista IACP-Consiglio di zona-Comitato di quartiere SUNIA - zona in decentramento dell'Istituto per predisporre sia le assegnazioni che il trasferimento dai vecchi ai nuovi alloggi.

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Socialisti e comunisti del Forlanini a congresso

Aperte al pubblico le assemblee del PSI e del PCI che si sono tenute in questi giorni

Grande tensione unitaria al Congresso della sezione Forlanini del PSI che si è tenuto il 18 marzo in via Mazzucotelli.

socialisti della sezione Forlanini... ritengono che la presentazione dei due documenti contrapposti (della Federazione milanese del PSI, n.d.r.) non sia l'espressione di due diverse posizioni politiche ma il frutto di divisioni strumentali, determinate in misura prevalente dall'esigenza di vedere tutelate posizioni personali o di gruppo": in questo modo infatti inizia il documento congressuale approvato pressoché all'unanimità da coloro che hanno preso parte al Congresso. Dediserio quindi di "fare politica" in modo nuovo, volontà di affrontare e risolvere i problemi che ci troviamo dinnanzi.

'bene ribadire che la vecchia politica è finita per sempre2 il centro sinistra è sepolto e che si e entrati in una fase nuovo che dobbiamo costruire con la nostra azione quotidiana": così infatti continua il documento già citato e chiaramente indica che per i socialisti "l'alternativa è al potere democristiano, quindi di sinistra".

Per questi motivi "appare evidente che l'attuale governo Andreotti ha ormai del tutto esaurito anche le limitate funzioni di momento di riflessione delle forze politiche nella prospettiva di un nuovo equilibrio". Questa nuova situazione, secondo i socialisti del quartiere Forlanini, dovrebbe vedere "La sinistra nel suo complesso... disponibile all'assunzione di dirette responsabilità di fronte ai lavoratori ed al Paese coinvolgendo tutte le forze interessate ad una politica più avanzata".

Altro punto su cui i socialisti della sezione Forlanini pongono l'accento è sul concetto che "un nuovo modo di fare politica si realizza essenzialmente con la partecipazione di tutti i cittadini alla gestione delle cose pubbliche".

Dovranno quindi svolgersi al più presto le elezioni dirette dei Consigli di zona perchè "non è più procrastinabile la realizzazione del nuovo decentramento". Il documento di cui stiamo

Migliaia di firme per il Consultorio familiare di via Meleri

Consegnata la petizione all'Assessore alla Sanità

riferendo alcuni punti essenziali tratta altri argomenti (i giovani, i diritti civili), così come i numerosi interventi che si sono succeduti durante i lavori congressuali, anche se l'accento è stato posto piu si' problemi di carattere generale che non su quelli specifici. In modo diverso è invece strutturato il documento congressuale approvato all'unanimità dai comunisti della sezione Scotti al termine del loro congresso tenuto in via Mecenate 25, il 18 e 2 febbraio. Infatti in esso si analizza la situazione politica generale: "il governo Andreotti... deve essere considerato una soluzione di transizione"; "la grave crisi economica... impone al piu presto... di formare un governo di ampia unità democratica, nella convinzione che solo attraverso la collaborazione fra tutte le forze politiche e sociali sia possibile uscire dalla crisi." L'analisi però si concentra di più si fatti specifici: la situazione giovanile; la battaglia per l'emancipazione femminile che "non si esaurisce nelle lotte per i diritti civili, ma deve porsi come obiettivo il diritto ad un lavoro stabile e qualificato, lo sviluppo dei servizi sociali ed affrontare la tematica della parità in tutti i campi". la situazione politica a Milano viene ampiamente discussa e si sottolinea come appaia isolata "la posizione di chiusa opposizione della DC, all'interno della quale tuttavia esiste la possibilità che si aprano spazi di riflessione". la stessa concretezza si ritrova nella parte del documento che tratta dei problemi della zona 13 e dei compiti dei comunisti: ecco allora che si parla del Piano Regolatore,, del Consultorio familiare del quale occorre "ottenere la rapida realizzazione" della scuola con le sue carenze, del problemi delle case di Ponte Lambro e via Zama. Su questi argomenti ci sono stati anche molti interventi di comunisti per riferire dell'attività svolta e del molto che ancora resta da fare. Modi diversi quindi quelli dei socialisti e dei comunisti del quartiere Forlanini di porsi dinanzi ai problemi, ma entrambi tesi a migliorare le condizioni di vita degli abitanti della zona 13.

Provocatorio attentato in Viale Ungheria

Nel clima di provocazione, creatosi dopo i tragici fatti di Bologna (uno studente ucciso dalla polizia) e di Roma (provocazioni di gruppetti delle cosiddette "autonomie"), va inquadrato l'attentato avvenuto tra sabato 12 marzo e domenica 13 in viale Ungheria al 19.

Lo svolgersi dei fatti è abbastanza confuso perchè gli ignoti attentatori hanno sbagliato tutto: se l'obbiettivo dell'attentato era la sezione Kennedy della D.C. hanno sbagliato scala e hanno colpito il muro di una sezione del P.S.D.I. inutilizzata da anni. Dunque una estrema confusione. Questo può far pensare che gli attentatori non siano del quartiere, e che gli stessi abbiano voluto fare un'azione dimostrativa visto che gli unici danni sono alcune bruciacchiature al muro della cantina della scala.

Non è un caso, come dicevo sopra, che questo attentato sia avvenuto sabato 12 marzo: c'è qualcuno che vuole portare indietro l'Italia di anni, che persegue questo obbiettivo da quel tragico 12 dicembre dcl '69. Ciò che si verifica nel nostro paese in questi ultimi tempi non sono altro che alcuni momenti di quella che è chiamata "strategia della tensione", e quello che è successo in viale Ungheria non è che uno dei tanti episodi che accadono ogni giorno in Italia.

Dobbiamo sconfiggere questo disegno se vogliamo salvare la democrazia italiana, dobbiamo sviluppare l'unità delle forze democratiche in modo da isolare coloro che vorrebbero portarci allo scontro, facendo così il gioco dei vari De Carolis e Montanelli.

Il 4 marzo, al Centro Civico di v.le Ungheria, ha avuto luogo una affollatissima riunione sul Consultorio familiare di via Meleri, indetta dalle commissioni femminili del PCI e della PGCI di Zona. Dall'assemblea è venuta la proposta di sollecitare in qualche modo l'Assessore alla sanità Sirtori, perchè affronti in tempi rapidi le molte difficoltà che ostacolano l'apertura di questo servizio.

Quanto esso interessi la popolazione, ed in particolare le donne, lo si è potuto constatare dalla risposta data alla "petizione". Molte persone, soprattutto giovani e casalinghe, di diverso orientamento politico, si sono per la prima volta mosse nella raccolta delle firme, girando di casa in casa; organizzando pubblici centri di raccolta, spiegando a molti cosa dovrà essere il Consultorio. Al-

cune fabbriche hanno aderito all'iniziativa e se ne è parlato in assembleee nel corso delle quali si è sottolineato come questo servizio debba essere aperto, oltre che agli abitanti, anche ai lavoratori della zona.

Alcuni si sono meravigliati che tra i più solleciti animatori di questa raccolta di adesioni ci fossero i comunisti: "Ma la Giunta non è rossa? ". "Una Giunta democratica di una città come Milano, non può essere lasciata sola a decidere" ci dice Angelo Pimpini, segretario della sezione Scotti-Forlanini del PCI, al quale abbiamo girato la domanda. "Sono i cittadini, che devono orientare le scelte, appoggiandola o stimolandola di volta in volta. Il decreto governativo Stammati, con il blocco della spesa pubblica ed il divieto di assumere nuovo personale ha certo ritardato l'apertura

del Consultorio. Con la sua iniziativa, la popolazione vuole però sottolineare all'Assessore Sirtori, che questo è un servizio importante. Lottare contro l'aborto per mezzo della prevenzione non può essere solo uno slogan, ma anche un impegno concreto che il Consiglio di Zona ha fatto suo appoggiando petizione".

"Firmare? Ma a me il Consultorio non interessa", è stata la risposta di qualche cittadino. "Non per me, che sono vecchia, ma per i giovani, perchè non ripetano le mie esperienze", ha detto una pensionata. Due mentalità a confronto, due modi diversi di porsi di fronte al nostro quartiere. o.

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Il censore di zona La «tazzina » a 250 lire?

Talvolta c'è chi fa lunghi viaggi, e ricchi di avventurose tribolazioni, per poter vedere ed applaudire celebrità note ma irraggiungibili. Noi, abitanti di zona 13, avevamo la fortuna di avere a portata di mano (bastava andare in via Zante 21) una di queste Celebrità e non lo sapevamo. Di Lui ha parlato diffusamente la stampa nelle scorse settimane (e del "Centro culturale" da Lui presieduto) e perciò siamo ora orgogliosi di abitargli vicino, quasi coinquilini. Di chi stiamo parlando, vi chiederete? Del Cav. Uff. Franco Emide, Giornalista-Pubblicista, naturalmente, il Difensore della Legge e dell'Ordine di cui abbiamo già avuto modo altre volte di narrare le gesta.

Quale eroica impresa ha Egli compiuto questa volta? Infaticabile Studioso quale Egli è, mentre noi poveri illetterati ci preoccupavamo della crisi economica, della disoccupazione, degli episodi di violenza e provocazione che troppo spesso si verficano nel nostro paese, e magari anche del Consultorio familiare che cerchiamo di ottenere per la zona, il nostro Eroe studiava con attenzione le opere letterarie recentemente pubblicate e in particolare soffermava il Suo Sapere su quelle della cui moralità fosse lecito dubitare. E' cosi che Franco Emide denuncia il libro"Paura di volare" di Erica Yong, scrive direttamente (come leggiamo su "L'Espresso" del 13 marzo) al procuratore della Repubblica dell'Aquila ottenendo da quest'altro Difensore della Moralità pubblica il sequestro del libro stesso (particolare interessante da rilevare: del libro uscito in Italia tredici mesi fa sono già state vendute oltre 100 mila copie).

Di questo fatto ha scritto diffusamente la stampa: su "Il Corriere della Sera" del 9 marzo, ad esempio, leggiamo in una corrispondenza da New

York che l'autrice del libro, interrogata in proposito, si dice "divertita" per il fatto che il Nostro sia rimasto "colpito da parolacce molto sporche" scritte nel romanzo. Non abbiamo letto in quale modo ha riferito l'episodio il "New York Times" nè il "Times" di Londra, certo è che la "Pravda" ha duramente attaccato l'autore della denuncia ben temendone le doti di difensore della Morale e della Religione. Per questo protestiamo, perchè non accettiamo ingerenze straniere. L'indipendenza nazionale val bene un sequestro librario!

Facciamo i conti esatti sul costo di un caffè

Al pubblico lire 200, questo lo sanno tutti, ma all'esercente quanto costa una "tazzina" di caffè?

Il caffè al commerciante costa lire 8.000 al chilogrammo più 6% di IVA fanno lire 8.480; lo zucchero costa lire 542 più 3% di IVA fanno lire 558 al chilogrammo.

La legge prescrive che per una "tazzina" di caffè si usino 6 grammi di polvere, nel migliore dei casi se ne adoperano 5 grammi soltanto. Quindi 5 grammi di caffè costano lire 42,4 a questi va aggiunto il costo di 15 grammi di zucchero cioè lire 8,3 per un totale di 50,7 lire. Ammesso che il commerciante versi regolarmente l'IVA allo Stato il prodotto costa circa lire 50, a queste va aggiunto un 60% (sul costo del prodotto) per le spese di gestione ed arriviamo a lire 80. Questo è il costo della "tazzina" di caffè di un bar a conduzione familiare. In un pubblico esercizio con personale dipendente le spese di gestione raddoppiano il costo del prodotto; in questo caso la "tazzina" in questione raggiunge il costo di 100 lire.

Nel caso in cui il costo del caffè salisse a lire 10.000 al chilo come alcuni prevedo, il costo vero della "tazzina" passerebbe a 100 e 125 lire e l'utile mensile sarebbe comunque sempre molto alto. Nel mese di marzo la Confederazione dei pubblici esercizi si è più volte riunita per il problema del costo del caffè e, asserendo che all'esercente la "tazzina" costa lire 170 intende portare il

costo al pubblico a lire 250. E' evidente che questo ulteriore aumento se verrà messo in atto non farà che favorire le speculazioni dei grossi bar del centro che non corrono il rischio di veder diminuito il consumo della bevanda in questione. Al contrario gli esercenti periferici con le evidenti difficoltà di smercio che deriveranno loro sono tutt'altro che favorevoli a questo inaudito aumento.

P.S. Noi non abbiamo letto il libro, forse perchè siamo occupati in altre cose. Se qualcuno comunque desidera conoscere opere "sospette" di pornografia e oscenità può rivolgersi a Franco Emide il quale, riteniamo, ha di esse fornita la biblioteca... naturalmente al solo scopo di denunciarle e farle ritirare dalla circolazione. a.za.

Mediamente un bar di periferia a conduzione familiare ogni giorno fa 250 caffè, con un utile mensile di lire 500.000. Un bar del centro con personale dipendente arriva ad una media di 800 caffè giornalieri, con un utile netto di lire 2.000.000 mensili. E il bar non vive di solo caffè, ma vende centinaia di altri prodotti!

Un'azienda che cresce nonostante la crisi

A colloquio con Edoardo Elmi - Amministratore delegato della CALEPPIO S.p.A.

Dalla stampa rileviamo che la CALEPPIO S.p.A., un'azienda della nostra zona, prevede, nel suo programma di potenziamento, l'insediamento di un nuovo stabilimento al Sud.

Per tale ragione ci siamo recati presso gli uffici della CALEPPIO in via Cavriana dove ci ha ricevuto l'Amministratore Delegato, Sig. Edoardo Elmi.

- Sig. ELMI, come è nata l'idea di questo nuovo insediamento a Sulmona?

- Nel 1975 abbiamo varato un piano di ristrutturazione e di rilancio aziendale nel quale è stato largamente coinvolto tutto il personale dell'azienda e, quindi, anche il sindacato interno e quello centrale.

Questo piano prevedeva investimenti industriali per l'ammodernamento degli impianti, creazione della nuova

Direzione Marketing per il rafforzamento della presenza Caleppio sui propri mercati, e l'ammodernamento degli uffici di sede.

Tale piano è stato ampiamente rispettato ed i risultati ottenuti stanno a dimostrare che l'indirizzo deciso con grande coraggio - anche se poteva essere definito anticonformista in rapporto alla crisi che travaglia l'economia italiana - è quello giusto.

E' stato, dunque varato il piano biennale 1977/78, nell'ambito del quale è stato necessario modificare la struttura aziendale, in modo da renderla maggiormente efficiente.

Il piano 1977/78 prevede poi un importante sviluppo della Divisione Prodotti Finiti poichè l'anno scorso gli ordini hanno superato largamente la nostra capacità produttiva. Abbiamo, quindi ritenuto opportuno seguire un po' quelle che sono le linee economiche nazionali, per altro approvate e caldeggiate anche dal sindacato, che suggeriscono, oltre al mante-

nimento del livello occupazionale al Nord, l'incremento dei livelli occupazionali al Sud.

Da qui la decisione di fare questo nuovo stabilimento a Sulmona in Abruzzo.

- Può descrivermi brevemente la Vostra Produzione?

- La CALEPPIO ha, come obbiettivo, la produzione di laminati termoplastici con l'impiego di resine quali il polistirolo, l'acetato di cellulosa, il

- C'è una ragione particolare per la quale è stata scelta Sulmona?

- Sì. C'era, infatti, stata segnalata un'azienda - precedentemente fallitache veniva gestita dai lavoratori con grande difficoltà. Per una serie di complicazioni non ci è stato possibile rilevare questa azienda. Ne abbiamo però rilevato l'organico, per cui oggi, presso lo stabilimento di Caleppio, opera già un primo contingente di 30 lavoratori in attesa che il nuovo stabilimento venga pronto. Per altro, riteniamo che, almeno sotto questo punto di vista, la scelta sia stata buona, poichè questi lavoratori dimostrano una notevole capacità e caparbietà. - La CALEPPIO esporta?

- Quest'anno abbiamo esportato il 48% della nostra produzione e stiamo organizzando una rete di distribuzione anche in nuovi mercati, per cui riteniamo di superare il 50Thall'esportazione nel prossimo anno.

politene, il moplen, che vengono utilizzati: per l'industria del mobile, per l'industria del giocattolo, per l'industria del freddo, e di prodotti finiti ricavati dai laminati di nostra produzione.

Tali prodotti finiti - i casalinghi - sono conosciuti da tuttle donne italiane ed europcee con il marchio ROBEX.

- A Sultnona cosa produrreste?'

- A Sulmona produrremo casalinghi per i quali la richiesta è altissima e per i quali abbiamo dei mercati potenziali che oggi non possiamo servire quali l'America, il Giappone, la Grecia ed altri del Medio Oriente.

- Avete fiducia nell'andamento della situazione in Italia?

- Siamo un'industria italiana ed il nostro dovere è operare costruttivamente in Italia al di là di quella che può essere la situazione contingente che, anche se per molti aspetti, non ispira fiducia, non è poi nemmeno tale da lasciarsi prendere dal panico ed allarmarsi più del necessario.

6 MILANO DOP1"1 zona13
Lo stabilimento Caleppio di Settala

Anche il teatro serve per cambiare la società

Fra poche settimane potremo rivedere Dario Fo alla televisione (sul II canale, naturalmente! ) dopo l'assenza che durava da anni.

Abbiamo pertanto voluto recarci da Fo per chiedergli che cosa rappresenta per lui questa rinnovata esperienza di lavoro.

Perchè torni in televisione dopo tanti anni?

- Il fatto di aver deciso di fare questo lavoro in televisione non è stata un'elargizione del potere e prima di arrivare a questa decisione abbiamo fatto molte discussioni tra di noi, abbiamo fatto dei dibattiti ed è venuto fuori che era importante farlo. Ad esempio ci sono dei testi, che hanno quindici anni di vita e che i giovani non conoscono, che erano continuamente perseguitati dalla censura. Adesso la battaglia sarà imporli e io penso che il fatto di riuscire a far vedere a cinque milioni di persone "Mistero Buffo" sarà un grosso choch. Ci saranno delle reazioni da parte del potere molto grosse e avremo insulti, interpellanze e articoli sul giornale come per Canzonissima. In questo caso noi dobbiamo saper usare le contraddizioni che ha il potere per aprirci degli spazi, altrimenti diventiamo dei velleitari, degli aristocratici, dei giuristi che se ne stanno in una rocca. Bisogna, però, usare tutto con molta ac-

cortezza e tenersi le spalle libere per poter scappare. Mao ad esempio diceva che quando si fa un attacco la cosa importante non è tanto attaccare ma* sapere quando si deve scappare.

- Quale pensi sia la funzione del teatro popolare nella società d'oggi?

- Il problema prima di tutto è che cosa si intende per "popolare", perchè su questo termine si è giocato con molta ambiguità. Si è fatto anche il gioco populista, di teatro popolare inteso per tutti, cioè si è pensato molte volte allo spettacolo come servizio.

Paolo Grassi ad esempio dice che il teatro è come il tram: ci può salire l'ingegnere, la vecchietta, il generale. l'operaio, il bambino, la suora e via dicendo. Ora noi diciamo che il teatro è espressione molte volte della cultura dominante che è quella naturalmente legata alla produzione, Allora popolare è il teatro legato alla classe del popolo minuto, La ricerca del teatro popolare a mio avviso significa riprendere le istanze, i bisogni, le lotte che una certa classe porta avanti. E allora esistono tanti problemi da discutere che vanno dall'occupazione, alle fabbriche messe in smantellamento, ai sottoccupati, ai disoccupati, al lavoro nero, al lavoro a domicilio, al problema dei pendolari, al problema delle carceri, alla droga, al problema delle donne, cioè a tutto ciò che è contro la classe dominante.

Questo a mio avviso vuol dire fare il teatro popolare.

- In che posizione ti poni nei confronti delle lotte che si stanno portando avanti?

- Prima di iniziare a scrivere un testo non bisogna solo fare un'inchiesta ma anche mettersi al servizio del popolo. Deve esistere non soltanto una verifica ma un raccogliere le esigenze direttamente dalla fonte. Per far questo è necessario partecipare alle lotte direttamente in prima persona: non stare in seconda o terza fila. E allora per noi una cosa molto importante è andare nelle fabbriche occupate, nelle case occupate a fare degli spettacoli e magari fare l'occupazione insieme alla gente, stare nelle carceri come fa Franca e come fanno altri compagni.

- Che rapporti tieni coi tuoi collaboratori?

- Noi siamo un'associazione dove tutti hanno la stessa paga e lo stesso impegno, lo non faccio solo Io scenografo, l'autore, l'attore e il regista ma qui ci sono molti lavori da fare e li si fa insieme. Il lavoro manuale a núo avviso nel teatro è un lavoro fondamentale: io ad esempio collaboro a fare le maschere, dipingo i costumi, mi preoccupo di tante cose che sono di carattere materiale.

(a cura di Paola Buonriposi)

appunto storici una certa valutazione. In questa linea i primi film di cui voglio raccomandare la visione sono tutti quelli di Eisenstein (1898-1948). Qualunque appassionato di cinema conosce almeno questo nome e sa che fu uno dei grandissimi (insieme a Pudovkin, Vertov e Dovzenko) del cinema sovietico. Difficile non conoscere almeno la sua opera più famosa, quella "Corazzata Potemkin" (ma la traduzione potrebbe essere anche "incrociatore") citata quasi ovunque in qualunque circolo del cinema. Gustosa la sua citazione in "C'eravamo tanto amati" di Scola dove Roberto Satta Flores mima una delle scene più famose del Potemkin (la carrozzina che cade dalle scalinate in seguito al bombardamento). Opera stralciata dicevo ma che, tutto sommato, non passa nei circuiti cinematografici con la sufficiente frequenza che un'opera del genere merita. Forse qualcuno degli appassionati più giovani trova (e una mia ipotesi) che questo celebratissimo capolavoro è sì eccezionale ma non ha lo stile asciutto e potente di un "Congiura dei bojardi" o di un "Ivan il Terribile" (dello stesso IÜisenstein). Questi due film - che po è uno solo diviso in due parti - sono incentrati sulla figura di Ivan IV detto il Terribile che fu zar dal 1533 al 1584 e operò importanti trasformazioni in politica estera e soprattutto interna.

cento che lotta contro - i mongoli. "Stacka" (Sciopero) è un film giovanile di Eisenstein. Certo non è un'opera matura e perfetta come le successive ma è viva e ricca di fermenti pur essa. Argomento: uno dei primi scioperi organizzati nella Russia zarista e come tale duramente represso dalla polizia. "Ottobre" infine e la rievocazione, insieme lirica e drammatica, della rivoluzione di ottobre. Film da non perdere assolutamente, Lasciamo ora Eisenstein altrimenti questa rassegna del film politico diventa la rassegna di un solo regista.

Tra i film in qualche modo direttamente politici italiani emergono a mio avviso, tanto per fare qualche titolo: "Paisà" (1945-1946) di Roberto Rossellini sulla liberazione italiana e la lotta partigiana, E' un film che e da vedere doppiamente: come italiani e come appassionati del cinema, Altra citazione d'obbligo (ma quanti hanno dimenticato questi film, sepolti come sono da quintali di pomo-pellicole? )

Per comodità, per convenzione o semplicemente per abitudine siamo abituati a classificare i film secondo un certo "genere".

E' almeno in parte un'operazione arbitraria ma che risponde a certe esigenze di catalogazione tanto necessarie di fronte ad una produzione cinematografica che allinea tanti titoli diversi. Arbitraria di diceva perchè, per esempio, è difficile dire quali sono veramente i film politici. Al limite qua-

lunque film è politico, anche quello di Karatè (che anzi è portatore, in genere, di una ideologia reazionaria). Noi abbiamo inteso invece dare a questo termine un significato "classico", occupandoci di quei film che in qualche modo trattassero delle forme di organizzazioni politiche di una certa società presente, passata o addirittura futura. In genere il film politico si muove, almeno secondo me, da narrazioni storiche e dà di determinati fatti

Due film assolutamente splendidi molto interessanti anche da un punto di vista storico. Senza dilungarmi in considerazione critiche o contenutistiche (che risulterebbero comunque inadeguate date l'estrema bellezza ed importanza delle opere) non posso che raccomandare allo spettatore attento di cercarle (se già non l'ha fatto) nei circuiti d'essai. Dirci di non aspettare il loro passaggio in tv, almeno per la "Congiura", che ha una bellissima parte a colori: Sadoul scrive che la pellicola a colori era una preda di guerra sottratta ai tedeschi (parte del film infatti fu girata durante la seconda guerra mondiale). Sempre di Eisensteici sono almeno altr3 film immancabili: "Alexandcr Ncvski" (1938): "Sciopero" (1924) e soprattutto "Ottobre" (1927, conosciuto anche come "I dieci giorni che sconvolsero il mondo"). II primo, che ha qualche affinità con "Ivan", e la storia di un principe russo del milledue-

è "Roma città aperta", dello stesso regista, che vanta una splendida interpretazione di Anna Magnani. Argomento: episodi della guerra partigiana che solo raramente lo stesso cinema italiano saprà trattare con altrettanta arte. Sullo stesso argomento del film di .Rossellini (che inaugurò il neorealismo) altre importanti opere di Nanny Loy ("Un giorno da leoni"); Aldo Vergano ("Il sole sorge ancora") e più recentemente Giuliano Montaldo ("L'Agnese va a morire", dal bel libro della Viganò).

Sempre per limitarci all'Italia va ricordato l'eccezionale contributo ad un cinema d'idee (e quindi politico) di Francesco Rosi. Il suo capolavoro resta, probabilmente, "Salvatore Giuliano" che affronta ancora i problemi denostro paese partendo dagli anni dell'immediato dopoguerra. Film che

cito perchè non lo vedo apparire come meriterebbe nelle programmazioni anche dei ciclub democratici. Incredibile è anche la strana assenza di "All'armi siam fascisti! '(1962) Di Lino del Fra, Cecilia Mangini, Lino Miocichè indispensabile per capire (con materiale di prima mano) i problemi dell'Italia 1911-1961. Film di montaggio, benissimo riuscito e a lungo osteggiato dalla censura. Tra i film direttamente politici di Luchino Visconti io privilegerei "Lterra trame", lucido ritratto della sfortunata lotta di alcuni pescatori siciliani contro gli speculatori che li taglieggiano. Film essenziale, vibrante e sincero di un autore importante certo ("Senso" del 1953 su un episodio risorgimentale) ma che negli ultimi anni era apparso troppo magniloquente. Le citazioni potrebbero continuare, nonostante il genere politico sia obbiettivamente povero di buoni titoli. Preferiamo dare uno sguardo all'attualità asservando che non si tratta poi di un panoramo così nero. Per esempio è finalmente apparso all'Arcadia "San Michele aveva un gallo" dei fratelli Taviani ("Sotto il segno dello scorpione", "Il fuorilegge del matriminio", "Un uomo da bruciaré", "I sovversivi" e più recentemente "Allosanfan").

E' un film assolutamente eccezionale, direi il più bel film politico italiano di questi ultimi dieci anni: forse mi sbaglio, ma è bello sbagliare su una pellicola così indimenticabile.

Fermato per alcuni anni "S. Michele", che parla di una spedizione alla Pisacane prima dell'unità d'Italia, è anche una riflessione lucidissima sulla rivoluzione, sull'utopia e sulla vita in ultima analisi.

(Del cinema politico americano, francese e di altri buoni esempi anche italiani parleremo in una delle prossime occasioni).

Domenico Colella

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In preparazione un film sulla droga

Una proposta di lavoro: il super-otto

Decine e decine di milioni di telespettatori europei socialdemocratici e benpensanti borghesi, si sono "trionfati" del documento che le televisioni di tutta Europa, quella italiana compresa, hanno trasmesso sul presunto lager sovietico.

Questo documento, tra i più riusciti per creare ulteriori confusioni è più grossolani equivoci circa la direzione del comunismo, è stato girato in Super otto (S8).

Per questo ci preme parlare del S8 che ha, in modo eccezionale, le caratteristiche per una gestione democratica e che ancora una volta, come succede per tutti gli altri "media" (strumenti di comunicazione di massa) rischia di essere recuperato ad esclusivo utilizzo del sistema.

In altri paesei europei e soprattutto negli Stati Uniti il S8 è già considerato seriamente, e soltanto il provincialismo più ostinato degli Dei della produzione cinematografica e televisiva italiana continuano ad ignorarlo, Naturalmente tutto questo non è che il prodotto dì una gestione politica, economica e culturale di sudditanza nei confronti degli Stati Uniti.

Questa indifferenza, ad ogni modo, ci permette di creare nostri spazi informativi e culturali

veramente alternativi; ed anche se il sistema, prima o poi, riuscirà a recuperare l'utilizzo del S8 non potrà eliminare la gestione democratica del mezzo per la quale stiamo lavorando.

Le traballanti immagini dell'assassinio di J.F. Kennedy, i crudi reportages sul Vietnam, il presunto documento sul lager sovietico, al di là delle speculazioni politiche, non hanno insegnato nulla a "Mammativu". Infatti la RAI armincredibili troupe per i servizi più scontati. Non è solo dando una grossa cinepresa a 12 persone distribuite in scala gerarchica che si produce cinema: lo si produce dando 12 cineprese a 12 persone che vivono il documento da filmare.

E' sulla base di questo modo di operare che il circolo Concetto Marchesi sta tentando di pra durre un film sul problema della droga.

Questa esperienza, aperta a tutti coloro che vogliono collaborare, permetterà di creare un momento di lavoro sociale, politico e culturale veramente gestito da coloro i quali sono costretti a subire le pseudinformazioni che ci propinano dall'alto, Di questo tentativo e dei suoi sviluppi parleremo nel prossimo numero.

&n pittore al mese)

Gino Fossali è un pittore cadorino, che però già da una quindicina di anni abita a Milano Da tempo risiede in via Mecenate dove ha pure lo studio. Il suo iter pittorico inizia da quando, a soli 17 anni, partecipa per la prima volta a una mostra, presentando quadri in uno stile vagamente surrealista con istanze metafisi-

che, successivamente superate. Un secondo momento è quello espressionistico. Forse proprio l'incontro con la complessa realtà milanese lo porta ad avvicinarsi al "sociale" e a presentare la situazione umana in termini più politici. Si tratta non solo di una personale a Venezia sul dramma del Vajont nel 1965, ma

Ciclocross: che passione!

Claudio Amorotti, anni 17 vincitore della maglia tricolore 1977 categoria debuttanti di ciclocross abita nella nostra zona, in via Pecorini, 7. Gli ho posto alcune domande sullo sport che pratica e sul tipo di vita che conduce.

Iniziò a correre nella primavera del 1975 sotto la guida di Ferri Romano (sette volte azzurro e campione italiano di ciclocross nel 1957) anch'esso abitante nella nostra zona.

Col tempo la passione sostituì il divertimento che aveva caratterizzato le prime "pedalate" e Claudio affrontò la prima gara (su strada) nel marzo del 1975.

La stagione del ciclocross dura da settembre a marzo mentre negli altri mesi i corridori gareggiano su strada.

Claudio Amorotti si allena di pomeriggio due volte alla settimana al parco Forlanini, gli altri giorni lavoro presso il pastificio della madre. E' iscritto al quarto anno del I Liceo Artistico: l'allenamento non richiede sforzi eccessivi ma è alquanto difficile conciliare lo studio, lo sport ed il lavoro. Questi sacrifici non sono stati vani: Claudio ha raggiunto infatti una meta molto importante nella sua (speriamo lunga) carriera sportiva vincendo la maglia tricolore in una magnifica competizione che si è tenuta il 27

febbraio a Cavaso del Tomba (in provincia di Treviso) che ha visto la partecipazione di circa quaranta concorrenti. Con queste brevi note abbiamo presentato un abitante della

zona, un nostro vicino di casa, un giovane come tanti, forse solo dotato di un po' più di buona volontà.

Gino Fossali

anche del quadro "violenza in Algeria" esposto a Milano nello stesso periodo. Al presente la deformazione dell'immagine si è trasformata in un totale smembramento della stessa alla ricerca di forme nuove, capaci di esprimere meglio quella che è la interpretazione dell'oggetto stesso, così come lo

sente il pittore Nelle ultime opere la realtà in quanto tale si presenta comdeformatdallviolenza sociale e si pone pertanto il problema di ritrovarla nella sua forma più naturale, nei suoi elementi essenziali, al di là delle manipolazioni. Si tratta di una ricerca di tipo formale, oltre che contenutistico,

che si esprime attraverso un nuovo utilizzo di forme e colori, tuttavia l'accento è posto essenzialmente sui contenuti e in particolare sull'angoscia del quotidiano. Non a caso, data l'esigenza di comunicare in modo immediato, Fossali opera nel campo della grafica, e del pastello a olio, più facilmente recepibili del quadro.

"Un'opera d'arte, credo, nasce da un profondo bisogno di comunicare. Comunicare sensazioni che si formano nel profondo di un artista attraverso le sue esperienze nel quotidiano contatto con la realtà, e si cristallizzano in forme e colori che il pittore usa per esprimersi, e per far partecipi tutti del sentire la realtà e la sta ria che sono di tutti.

Il lavoro nasce sviluppandosi su un'idea base compositiva, in cui inserire figurazioni simboliche atte ad esprimere il senso vivo della realtà. La scelta di tali figurazioni simboliche cade di volta in volta su un particolare oggetto o ambiente, personaggio o qualsivoglia branca di attività umana... Questo rettangolo, o quadrato, che tu vedi, è l'insieme, di forme e di colori che mi sono suggeriti da problemi esistenziali che sono i tuoi, i miei, di tutti noi.

Puoi rappresentare la ruota di un autocarro, la bottiglia vuota sul tavolo di un'osteria, un pesce viscido appena pescato, un agglomerato apparentemente informe di uomini-oggetti- ambienti, e ti ritrovi sempre fra le mani la tua realtà, quella di tutti i giorni, che vivi sulla tua pelle."

Tutto ciò trova pieno riscontro nelle opere di Fossali. Non a caso, del resto, si tratta di un pittore democratico, impegnato nel sociale, pieno di sensibilità per i problemi del decentramento e della cultura di base Gianni

8
Gino Fossali: Sarah nel laboratorio
m.v.

ANCHE QUEST'ANNO I GRANDI EVASORI FISCALI HANNO DENUNCIATO CIFRE IRRISORIE

Ma quell'industriale è un autoriduttore!

Indagini a campione verranno effettuati dagli organi statali su una rosa di contribuenti appartenenti a categorie "sospette" - E' possibile l'intervento dei Comuni - Aspetti positivi e negativi nella proposta di utilizzare nell'accertamento gli organismi di quartiere.

Con un'ottima battuta qualcuno li ha definiti gli autoriduttori delle tasse. Medici, avvocati, giornalisti, notai, commercianti, industriali e molte altre categorie che vivono anche (o esclusivamente) di entrate non direttamente accertabili, sono stati in questi giorni nell'occhio del ciclone. C'è stato chi ha voluto andare a vedere i famosi tabulati dell'Intendenza di Finanza dove sono riuniti tutti i contribuenti con le loro relative denuncie fiscali, sputando nome per nome e portando alla luce i personaggi pubblici.

Sorprese non ce ne sono state: nel senso che onguno ha mantenuto fede all'abitudine di denunciare il meno possibile, anche a costo di offuscare l'immagine di potenza e di ricchezza ostentata quotidianamente. Ci sono stati certo gli esempi clamorosi, come il presidente dell'Inter Ivanoe Fraizzoli che ha denunciato al fisco pochi milioni, di circa un settimo inferiore alla dichiarazione di un suo dipendente, centravanti nella squadra di calcio.

Ma di queste frodi sono pieni i tabulatibasta un po' di intuito e molta pazienza e il caso clamoroso esce allo scoperto. Come ad esempio quel commerciante in carni con villa, piscina e automòbili di lusso che ha dichiarato di lavorare in perdita denunciando quindi un reddito di mezzo milione annuo.

Eppure i mezzi per condurre degli accertamenti abbastanza approfonditi ci sarebbero: dal più elementare sistema delle indagini a campione in una cerchia di professionisti, imprenditori e altre categorie "sospette" (l'azione viene portata avanti già da quest'anno su un numero limitato di cittadini scelti da un calcolatore); all'operazione inversa, vedere cioè quali sono le dichiarazioni fiscali dei proprietari di grosse barche, autovetture (non dimentichiamo che in Italia l'importazione e la vendita delle Rolls-Royce sono in continuo aumento) e altri beni di lusso. Già questo tipo di interventi potrebbe portare insieme ad un approfondito accertamento sui contribuenti designati anche una maggiore incisività sovvenzionamento delle attività statali. Proprio al fine di garantire l'indispensabile fonte di reddito da ridistribuire in servizi sociali (che si è dimostrata insufficiente perchè grava in modo ingiusto quasi esclusivamente sui lavoratori a reddito fisso), anche gli Enti locali stanno studiando il modo di intervenire nell'attività di accertamento dei redditi fiscali. Già in passato c'erano state delle proposte perchè venissero istituiti nei quartieri dei consigli tributari, ma l'indicazione era andata perduta perchè presentava anche aspetti negativi non di poco conto. La questione comunque, anche su questo punto è ancora aperta.

Lo spreco del tempo libero

L'adoperare con intelligenza il tempo è il segreto dell'essere liberi

Per esempio gli stadi calcistici, delle vere bolgie, dove si scaricano le tensioni e le frustrazioni accumulate durante la settimana lavorativa; dove le sconfitte della vita vengono illusoriamente ripagate dalle vittorie della "squadra del cuore". Il calcio è molto caro alle classi dominanti perchè, oltre a tenere occupata la domenica, di calcio si parla appassionatamente per tutta la settimana facendoci scordare i veri problemi che ci affliggono. Per i più giovani ci sono le discoteche, un'altra imponente struttura di aggregazione. Anche qui l'illuSione di stare con la gente, ma sotto i martellanti e caotici suoni di una musica svuotata di ogni contenuto: solo risultato è la solitudine e l'incomunicabilità. Anche qui, attraverso il ballo diventato ormai frenetico, la falsa liberazione dalla logica repressiva di questa società. Anche le sale cinematografiche rispecchiano in pieno gli stessi intendimenti I films che troppo spesso vengono proiettati hanno come denominatore comune il sesso e la violenza. Il sesso riscuote grande successo, e ciò dimostra le carenze di una società che mancando di una vera educazione sessuale, ha ancora parecchi tabù. La violenza nei films dimostra come le classi dominanti vogliono innestare una matrice individualistica ed aggressiva facendo perdere ogni valore alla vita umana.

piacimento il dopolavoro.

Per un migliore ed autonomo utilizzo del tempo libero occorrono strutture adeguate a queste purtroppo in molti quartieri mancano. Le uniche valide ed attrezzate sono egemonizzate dalle parrocchie che difficilmente le mettono a disposizione per i bisogni della collettività. Comunque nella nostra zona esistono dei Circoli culturali e dell'e cooperative (in via Mecenate, 25, in via Bonfadini, 84 e a Ponte Lambro) dove con pochi mezzi a disposizione si cerca, con iniziative culturali e ricreative, di offrire agli abitanti della zona un modo nuovo e soprattutto popolare per trascorrere insieme il dopolavoro. L'importante comunque non è solo subire passivamente queste iniziative, occorre invece partecipare attivamente con contributo di idee, di lavoro, e di carica emotiva. Così facendo, non solo si ha. la possibilità di recitare una parte da protagonista, e quindi più stimolante, ma si evitano i possibili condizionamenti. In questo modo nel tempo libero si può realizzare un "lavoro" che si armonizzi con i nostri desideri: l'adoperare con intelligenza il tempo è il segreto dell'essere veramente liberi.

Un problema che affligge le classi dominanti per quanto riguarda i rapporti con i lavoratori, è quello del tempo libero che questi ultimi posseggono. E' indiscusso che il progresso tecnologico ha portato ad una progressiva riduzione delle ore lavorative e questo è un fattore che può essere estremamente positivo, dipende dalla sua utilizzazione. Il tempo libero per le classi dominantiassume un significato più di disdetta che di liberazione. Questo non è certo esplicitamente

dichiarato, ma con una attenta analisi si può certamente indovinarlo. E' meglio che l'uomo sia il più possibile sotto il giogo del lavoro; oppure sempre preoccupato alla ricerca di un impiego qualsiasi, il che psicologicamente ha la stessa efficacia oppressiva, così avrà sempre meno tempo per riflettere sulle proprie condizioni o sul proprio destino. La paura dunque, consiste nel fatto che un eccessivo tempo libero acquisti una proprietà analoga a quella che hanno certi veleni o stupe-

facenti: che in piccole dosi risultano efficaci contro particolari malattie e in dosi più grandi uccidono o rendono imbecilli.

Le attuali classi dominanti si preoccupano che il "tempo libero" rimanga un fattore favorevole alle strutture ed allo spirito che servono a mantenere il loro potere. La prova più significativa di ciò la si può avere analizzando alcune tipiche strutture che vengono messe a disposizione per il tempo libero ed il loro utilizzo.

Alla base del sistema capitalista vi è la produzione che deve essere seguita da un adeguato consumo. Il tempo libero quindi visto come momento importante per alimentare il consumismo, cioè il consumo fine a se stesso, non dettato da bisogni reali e scelte personali. Dopo aver lavorato, e quindi mandata avanti una certa produzione, abbiamo l'obbligo di consumare per favorire l'accumulo di capitale. Guai se non fosse così: si metterebbe in crisi tutto il sistema economico capitalista.

Ma noi dobbiamo ribellarci a questo stato di cose, e dato che non possiamo, almeno per ora, gestire autonomamente l'attività lavorativa, possiamo però già da adesso operare delle libere scelte per utilizzare a nostro

COLORIFICIO VIA BONFADINI, 88 Concessionario dei prodotti BOCCADORO 9 (MILANO DOMANI) zona 13)

(PELANOcacchi)DOMANO Un mese di sperimentazione didattica, animazione, dibattiti

Domenica 13 marzo si è svolto il torneo di scacchi organizzato dal nostro giornale con la collaborazione dei Circoli "Co netto Marchesi" e "5 Giornate".

Il torneo, che ha registrato una buona affluenza di giocatori e di pubblico è stato vinto dal maestro Gay di Arese, che è stato ininterrottamente in testa dall'inizio, perdendo solo la 6a delle 9 partite. Ben più incerta è stata la lotta per i posti d'onore nella quale si sono avvicendati Magnatta, Mascheroni, Caligara e il sottoscritto; alla fine però Magnatta e Mascheroni hanno avuto la meglio grazie a una sconfitta di Caligara e al mio crollo nelle ultime due partite.

Ecco la classifica:

1- Gay punti 8 - 2-Magnatta punti 7 e mezzo (dopo spareggio tecnico)3-Mascheroni punti 7 e mezzo (dopo spareggio tecnico) - 4-Caligara punti

7- 5-Cereda punti 5 e mezzo - seguono

in ordine: De Sena, Grassani, Villasanta, Taglioretti, Bonardi, Badiali, Buccianti, Fiorucci, Lari, Pandini, Abbondi, Spanò, La Jacona, Domizio, Cassano, Borriero, Filizzola, e Campari. Un elogio e un grazie particolare va al Sig. Bernoni che ha diretto il torneo in modo veramente ottimo, facendo i sorteggi dei turni in modo veloce e preciso.

Mi auguro che questa manifestazione non sia fine a se stessa, ma che ad essa ne seguano altre.

Ora passo a darVi la soluzione del problema pubblicato nello scorso numero:

1-Ag8-Dh8; 2-Te8 -Rd4; 3-Af7; -Dh7; 4-Ag6 e vince. Propongo un nuovo problema: collocari pezzi nel seguente modo: Bianco - Pd7-Rc6-Cb4-Ag2 NeroAh2-Tg8-Ra8 Il bianco muove e matta in 3 mosse.

Loris Cereda

L'interesse destato dalla conferenza-dibattito tenuta dal Prof. Belgrano il 25 màrzo scorso in una scuola materndella nostra zona sul tema "I giochi didattici nella scuola materna" ci fanno ritenere utile rendere noto il "Progetto scuola" proposto dalla Danese dal 15 aprile al 14 maggio.

Di che cosa si tratta? L'iniziativa è presentata come "un modello di attività creative per i bambini dai 3 ai 7 anni". Tutte le iniziative si terranno in piazza San Fedele 2 secondo il programma sotto indicato.

15 Aprile, ore 18.00 - Inaugurazione presentazione della ricerca condotta per la realizzazione della nuova serie di giochi "II Simbolismo". Autori e

collaboratori: G. BELGRANO, B. MUNARI, S. GRAZZANI, L. MARZOT

16 Aprile, ore 26.00- Progetto Scuola: strumenti/gioco per programmare in modo creativo l'attività didatticaG. BELGRANO, pedagogista

Educazione visiva e processo cognitivo ALBERTO MUNARI, psicologo

19 Aprile, ore 20.30- Uso dei materiali didattici ed apprendimento linguistico e logico/matematico

RICCARDO LUCCIO, psicologo, LIVIA GODZEK BELLOMO, Ispettrice

Tecnica Ministero P.I., MARISA MANACORDA, insegnante.

27 Aprile, ore 20.30 - Le attività di gioco dei bambini e la struttura educativa degli ambienti interni ed esterni Tavola rotonda con C. BOSELLI, G.

BULGHERONI, G. MORPURGO, architetti, G. BELGRANO, pedagogista, B. MUNARI, designer. 4 Maggio, ore 10.00 - Animazione con i bambini coordinatore IARD: attività sensorio/motoria

10 Maggio, ore 10.00 - Animazione con i bambini coordinatore GIOVANNI BELGRANO: apprendimento dei linguaggi

13 Maggio, ore 10.00 - Animazione con i bambini coordinatore BRUNO MUNARI: educazione visiva

Dal 15 Aprile al 14 Maggio tutti i giorni - domenice lunedì mattino esclusi - è aperta al pubblico la mostra del materiale didattico progetto scuola

Pillola: dibattito fra le donne del quartiere (Piccolacronaca)

"Mi trovavo benissimo, non avevo disturbi. L'ho presa per 5 anni senza problemi e sotto controllo medico, facendo periodicamente tutta una serie di esami per il fegato, la .circolazione, la prevenzione dei tumori. Ora però ho una serie di disturbi che mi costringono a cambiare metodo.

LA 2a STRAFORLANINI

Quante sono le coppie, in Italia, che hanno risolto completamente il problema della pianificazione familiare? Secondo i sondaggi, sono poche. Alla stessa conclusione è arrivato il gruppo di donne, che si è riunito il 26 marzo al Circolo Culturale "5 Giornate" per discutere sull'argo-

mento. Al centro dell'attenzione, la pillola, che viene vissuta da tutte come il metodo più accettabile, purché però offra completa garanzia di non causare effetti collaterali negativi. Su questo punto invece l'esperienza delle donne è éontrastan -

(nota di medicina)

te. Non sono tanto la nausea, n mal di testa a preoccupare, quanto l'atteggiamento del medico curante. Molti medici esprimono dei dubbi che influenzano la donna, altri la prescrivono senza perplessità, ma anche senza seri controlli, e questo è altrettanto sospetto.

L'avevo adottata, perché era l'unico sistema che, anche secondo il parere medico, mi andava bene", è la preoccupata dichiarazione di una delle intervenute. Cosa risponde la medicina alle persone (e non sono solo casi sporadici) che si trovano in questa situazione? Nel dibattito sull'aborto, la maggior parte degli interventi politici considera la pianificazione familiare un problema solo per le donne afflitto da pregiudizi o ignoranti. E' davvero così? Le donne presenti a questo dibattito non hanno saputo suggerire nessuna soluzione alla donna che aveva esposto il suo problema. Non essendo medici era naturale che non potessero risponderle. Saprà il Consultorio familiare fare di più? Sarà un dispensatore di pillole e di gratuito ottimismo, oppure approfondità, con tutta una serie di colloqui e desami medici, qual'è il metodo più adatto a ciscuna coppia e a ciascuna donna?

Una bella giornata di sole ha favorito la 2a Straforlanini, organizzata dal Milan Club Forlanini, che si è svolta il 27 Marzo scorso. Ben 602 i partecipanti, giovani e meno giovani, i quali hanno dato vita ad una marcia non competiti% di 12 Km allegra e vivace che speriamo possa ripetersi in altre occasioni.

MOSTRA MERCATO DI QUADRI

Il 2 e 3 Aprile si è tenuta in Via Mecenata la periodica "accrochage" di primavera organizzata dal Circolo culturale "5 Giornate". Numerosa la partecipazione dei pittori ed altrettanto folta la presenza dei cittadini, molti dei quali hanno acquistato i quadri esposti. Il prossimo appuntamento sarà in autunno.

ESPOSIZIONE DI MINERALI

Il 3 Aprile si è tenuta presso la gioielleria MZ di Via Mecenate 8 una esposizione di minerali. La mostra, visitata da numerose persone, è stata da tutti apprezzata per la qualità dei minerali esposti.

IL MANICOMIO SMOBILITA

L'Ospedale Psichiatrico di Trieste a settembre sarà ufficialmente chiuso. Questa decisione è stata comunicata alla stampa dal suo direttore, Franco Basaglia, e dal Presidente, Gualtiero Zanetti, dell'Amministrazione Provinciale da cui, per legge, l'Ospedale dipende.

Sarà la conclusione, logica e coerente, di un lavoro alternativo in atto da cinque anni che è partito dalla critica al significato dell'istituzione manicomiale e dal rifiuto ad usare esclusivamente strumenti terapeutici codificati ed è giunto a scoprire e ad attuare modalità diverse di risposta al disagio psichico, tese unicamente al recupero dei degenti in vista del loro reinserimento nel contesto sociale.

Condizioni indispensabili sono state, da un lato la sintonia d'intenti tra amministratori, operatori-Basaglia ha avuto con sé quasi tutti i medici ed oltre il 50 per

cento del personale paramedico dell'Ospedale - ed utenti, dall'altro il significativo appoggio e sostegno delle forze popolari, politiche, sindacali e culturali che hanno consentito di superare le istanie frenanti realizzate dagli interventi dell'autoritàà giudiziaria e da certe reazioni dell'opinione pubblica. Condizione favorente è stata la limitata competenza territoriale, essendo la provincia di Trieste quasi sovrapponibile come territorio alla città, che ha consentito agli operatori un lavoro più agevole ed intenso, sia nell'Ospedale che nei centri operativi esterni. Nell'arco di cinque anni il numero dei ricoverati è sceso da 1200 - due terzi dei quali coatti, vale a dire sottoposti a ricovero definitivo con decreto del Tribunale - a 500 dei quali 400 presenti in qualità di "ospiti". Sono cioè assistiti dimessi dall'Ospedale perchè guariti ma che volontaria-

mente vi rimangono ricoverati, in appartamenti appositamente attrezzati, perchè privi di mezzi di sussistenza. Aspettano soltanto delle case in cui poter abitare e che si stanno allestendo, mentre hanno recuperato una sufficente capacità economica, essendo stati aiutati ad entrare in possesso delle pensioni, dei sussidi, degli averi di cui, come ogni altro cittadino avevano diritto. Hanno inoltre costituito una "Cooperativa di lavoro" - pulizie, facchinaggio, riparazioni - con uno statuto ed una amministrazione autonomi che non solo assicura loro già da ora una buona indipendenza economica, ma rappresenta anche la possibilità, spesso insostituibile di avere un'occupazione ed un'attività. Resterà in funzione alla fine un solo reparto con 40 - 50 posti letto per il ricovero nei casi di improvvisa ed intensa manifestazione di sofferenza psichica; re-

parto che in futuro verrà sostituito con normali ricoveri all'Ospedale Civile, come un qualsiasi altro soccorso sanitario urgente. Il progressivo svuotamento dell'Ospedale è proceduto in parallelo con la chiusura dei reparti o con la loro trasformazione in strutture - centri per la rieducazione ed il reinserimento, asilo, centro sociale per incontri, teatro, concerti - che molto hanno contribuito a creare nell'Ospedale un clima nuovo e diverso. La chiusura dell'Ospedale sarà pertanto solo un momento formale, in qui l'asse portante dell'assistenza sarà costituito dai cinque centri di igiene mentale, già funzionanti sperimentalmente, che diverranno punti di riferimento, centri di socializzazione, di scambio e di incontro in cui la specificità della psochiatria, fornita dalle équipes che vi operano, sarà solo uno dei molteplici aspetti della risposta che riceverà

chi non riuscendo a sopportare la propria sofferenza psichica, chiederà d'essere aiutato a capirne il significato e ad alleviarla.

"La malattia mentale - ha scritto Basaglia ripetendo un suo preciso convincimento è un disadattamento sociale, da curare sullo stesso terreno sociale; il manicomio tendeva a distruggere l'uomo con una assistenza anche vergognosa; i disadattati devono invece essere aiutati a mantenere una loro personalità, ad avere titolo per contare nella vita sociale e farlo valere nei confronti degli enti dai quali abbiano diritto di ricevere lavoro, pensione o quanto altro necessiti per il reinserimento nella vita sociale e produttiva. Ma, per ottenere questo, bisogna in primo luogo distruggere la logica manicomiale, sostituendola con queste nuove e più umane condizioni dell'assistenza psichiatrica".

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Cla posta dei lettori) isolia 13)

Lettera aperta a Milano domani

Ci riferiamo all'articolo apparso sul vostro mensile di marzo intitolato "A Carnevale ogni pestaggio vale".

Noi ragazzi dell'oratorio S. Galdino ci sentiamo parte interessata e ci permettiamo quindi di esprimere il nostro giudizio. Siamo d'accordo con voi di stigatizzare la zuffa che si è scatenata a carnevale durante la sfilata dei carri. Stimiamo il fatto tanto più grave in quanto avvenuto alla presenza di tanti bambini nel momento in cui si voleva unirli nella gioia di una festa. Se poi a provocare l'incidente fossero stati dei "fedeli" cristiani, quelli che "varcano la sog'ia della chiesa" il nostro giudizio sarebbe ancora più pesante del vostro. Cristiani del genere fanno più male alla Chiesa dei suoi stessi nemici.

Ma tu, giornale Zona 13, ti sei accertato della loro identita cristiana?

E ti pare giusto coinvolgere nella loro responsabilità tutti i fedeli praticanti?

Ci pare che tu abbia un po' il dente avvelenato nel giudicare l'operato e le iniziative della Chiesa fino a travisare la realtà.

Non è proprio vero che il prete non ha avuto nulla da dire, anzi ha messo accanto all'opera del vigile il suo contributo perchè la sfilata riprendesse con regolarità ed alleghi, come in effetti è avvenuto.

O tu dimentichi tutto il pomeriggio di festa per perderti in quei pochi spiacevoli minuti? Già il titolo ci dà questa impressione riguardo al tuo modo di vedere le cose. Anzi pare proprio che tu provi piacere a descrivere minuziosamente il fatto increscioso come se si trattasse di un "dramma", per non dire di un autentico giallo. Ci siamo chiesti il perchè di questo tuo atteggiamento -

Forse quello spirito aggressivo e po-

Riconosciti e vinci

lemico che ti impedisce di essere sereno ed obiettivo e che pure denunci nella Chiesa e nell'uomo "schiavo del suo gioiello" ha preso anche il tuo cuore. Così da "farti scorgere la pagliuzza che è nell'occhio di tuo fratello senza farti vedere la trave che c'è nel tuo".

Ilgiornalino dell'oratorio di S. Galdino

Quando ho scritto l'articolo cortesemente pubblicato su "Milano Domani" (e che quindi non rispecchia, credo, le idee della redazione) nonpensavo che suscitasse una risposta da "inserto" nel giornale dell'oratorio S. Galdino di Via Zama. Di ciò sono contento proprio perchè denota non solo l'importanza della presenza di "Milano Domani" nella nostra zona, ma anche l'attenzione di alcuni settori cattolici alla vita di ogni giorno partendo dai più futili (ma non per questo meno importanti) episodi. Mi si accusa di avere il dente avvelenato contro la Chiesa, quasi contro tutti i fedeli: questo non è vero. Mi dispiace soltanto di non aver potuto assistere all'intero pomeriggio cosa che mi avrebbe permesso di avere una visione più completa della vostra iniziativa. Per quanto riguarda invece il fatto specifico da me descritto non posso che confermare il contenuto, peraltro non smentito dai ragazzi di S. Galdino. Infine sarei grato se "Milano domani" e la Parrocchia di S. Galdino organizzassero assieme (una volta tanto! ) una discussione fra tutti gli abitanti del quartiere proprio sui valori morali che oggi la società ed il sistema in crisi ci propongono, g,.f.r.

Vita li quartiere

Abbiamo ricevuto una lunga lettera che ci ha fatto pervenire il signor Giuseppe Zanuti abitante in via Mecenate, ne/la quale sono descritti alcuni momenti di vita del quartiere.

Pubblichiamo solamente alcune parti della lettera scusandoci per questo con il signor Zanuti e ringraziandolo per il contributo dato.

"La Scuola media Francesco D'Assisi di via Dalmazia ha organizzato in occasione del Carnevale 1977, una corsa campestre alla quale hanno partecipato con entusiasmo gli scolari delle classi prime, seconde e terze, chi cimentandosi direttamente, chi invece ai bordi del percorso o affacciati alle finestre (durante la mattina le lezioni erano sospese) ad incitare a gran voce i propri beniamini.

Durante tutta la mattina i genitori dei ragazzi hanno seguito i loro piccoli campioni impegnati per ottenere il miglior piazzamento.

L'iniziativa per la quale dobbiamo ringraziare il Preside, prof. Giuliano Bonati ed il Consiglio d'Istituto è stata accolta da tutti con grande entusiasmo. Alle classi vincitrici, la prima F, la seconda B e la terza H sono state consegnate le coppe ed ai ragazzi pri-

Camminando per la zona 13 a caccia di immagini, il nostro fotografo ha scattato questa foto. Alle fortunate "vittime" del suo obiettivo indiscreto "Milano Domani" offre un mese di notorietà e sei mesi di abbonamento al giornale.

I vincitori devono telefonare al 726601 (ore 20-20.30) per farsi riconoscere.

Chi sarà la fortunata "vittima" del prossimo mese?

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mi classificati alcune medaglie ricordo".... "Nel pomeriggio una sfilata di carri allegorici è partita dalla diocesi di San Galdino in via Zama, alla quale hanno partecipato ragazzi e bambini di tutte le età che ha percorso le vie del quartiere invitando i passanti ad unirsi per festeggiare allegramente il Carnevale. La maggior parte dei partecipanti (specialmente ai più piccoli) indossava simpaticissimi costumi. Chi vestito da Moschettiere del Re, chi da Robin Hood, chi da Principessa o da Biancaneve, tutti insieme davano alla sfilata tanto colore e vivacità. In totale erano sci i carri, tra i quali era difficile scegliere il migliore, preceduti da una bamnda di 15 elementi che suonando continuamente faceva affacciare gli abitanti della zona ad ammirare quell'allegra sfilata"... "Durante il percorso, ai bambini sono stati distribuiti coriandoli, stelle filanti, maschere e chiacchere (quelle da mangiare s'intende).

Tutto è durato circa tre ore, tre piacevoli ore trascorse in armonia, che a molti hanno fatto dimenticare un po' i dispiaceri della vita".

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1~1111111~1~111111~1. I familiari della compianta I familiari della compianta I k

Necrologi

In questa parte di "Milano Domani" abbiamo pensato di mettere a disposizione uno spazio per chi volesse annunciare la morte di un congiunto o ricordarne a distanza di tempo la scomparsa. Telefonare al 737726.

nell'impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutti coloro che hanno preso parte al loro dolore e partecipato alle estreme onoranze. 24 febbraio 1977

nell'impossibilità di farlo singolarmente. ringraziano tutti coloro che hanno preso parte al loro dolore e partecipato alle estreme onoranze. 24 febbraio 1977.

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