ittiliaitto 119
Mensile di informazione politica e cultura
Anno VIII - N. 2 - febbraio 1984 L. 500
L'elemento cardine è la partecipazione al governo della città
Mensile di informazione politica e cultura
Anno VIII - N. 2 - febbraio 1984 L. 500
L'elemento cardine è la partecipazione al governo della città
Milano dal fascismo a piazza Fontana
Le cose fatte e quelle da fare in un'attenta analisi del presidente del Consiglio di Zona
Debito pubblico: la colpa è degli anziani?
Al termine della prima legislatura che ha visto i Consigli di Circoscrizione eletti, si dovrà fare il punto — oltre che sulla politica delle cose — soprattutto sulla presenza delle Circoscrizioni nel contesto delle assemblee elettive che formano l'assetto istituzionale della nostra Repubblica. E soprattutto, della loro funzione e della loro capacità complessiva di governo della cosa pubblica.
Non sarà facile dare giudizi. Ma alcuni punti fermi si potranno individuare, ad esempio: i poteri; il coordinamento con i Consigli comunali; la qualità di governo della cosa pubblica, a prescindere dalle maggioranze che reggono i Consigli — siano essi comunali o circoscrizionali.
Si rischia una "guerra per errore"
PiazzaBonola sarà sistemata?
I tre punti ricordati sono valutabili indipendenti e interdipendenti fra di loro. Ma la convinzione che deriverà da quelle analisi sarà che la legislatura 1980-1985 passerà alla storia come una sorta di "sacro esperimento". Sicuramente, essa sarà la base concreta per inserire la "questione decentramento" nelle grandi città nel quadro più ampio della riforma degli Enti locali e della costituzione dei governi delle aree metropolitane, da troppi anni ormai sul tappeto.
Se poi da oggi alle prossime elezioni amministrative avremo già risolto questo nodo importante, dal 1985 in poi il termine "Decentramento" perderà quel significato che questi 15 anni di presenza a Milano gli hanno dato; significato per alcuni ancora legato a forme arcaiche di proteste, per altri a riforme non attuate, per altri ancora a un'immagine di piccole repubbliche presidenziali delle quali, però, la partecipazione consapevole al governo della città è elemento cardine e lo sarà ancora per molto tempo.
Guerra dei parcheggi al S. Leonardo?
Lo sport nella nostra zona
I mestée de la Milan de semper
La politica delle cose in zona 19 non è liquidabile in poche battute. Ma una sintesi di essa ci si sforza di farla indicando due filoni di lavoro: a) le questioni
del territorio; b) la politica dei servizi.
Il territorio: non è pianificazione ma attuazione e controllo democratico delle previsioni di PRG, fatti che in parte cambieranno l'immagine della zona. Circa 520.000 metri cubi di interventi privati, previsti e programmati nel PPA, che possono dare dai 15 ai 20 miliardi di oneri di urbanizzazione con i quali (si spera tutti) attuare opere pubbliche pregresse (Centro sociale Harar, viabilità, scuola a Figino, impianti sportivi, verde); il Centro Commerciale al Gallaratese ormai maturo a decollare e, realizzato, a soddisfa(segue in ultima)
Perché la revisione per il Gallaratese?
Alle insinuazioni di un articolista de l'Avvenire risponde l'assessore all'Urbanistica ed al Piano Regolatore Maurizio Mottini
e delle via Lampugnano, Trenno, Omodeo
La Sezione G. Di vittorio del PC1 il 20/ 12/ 83 ha tenuto un dibattito pubblico, presso il salone sociale dell'Ecer, sul tema: "La sistemazione urbanistica della Cascina Cottica e delle Vie Lampugnano, Trenno, Ornodeo". Hanno partecipato Maurizio Mottini, Assessore all'Urbanistica del Comune di Milano, Danilo Pasquini presidente CdZ 19 e Claudio Calerio, capogruppo PCI al CdZ.
La presenza di un nutrito numero di cittadini del quartiere Gallaratese ha animato il dibattito che si è soffermato principalmente su due temi fondamentali:
1 problemi urbanistici del quartiere.
I problemi dell'assistenza sanitana.
Soddisfazione hanno generato tra i cittadini presenti le noti-
Perché l'Amministrazione comunale ha fatto chiudere al traffico la via Cimabue nel tratto che, provenendo dagli svincoli delle autostrade nord si immette nel QT8?
È la domanda che molti cittadini si sono posti ed hanno posto all'Amministrazione comunale, al Consiglio di Zona alla Vigilanza Urbana ed ai Vigili del Fuoco.
A tali domande ha risposto l'Amministrazione comunale illustrando i motivi che hanno portato alla chiusura della strada in questione.
Le motivazioni addotte non hanno però convinto gli abitanti del QT8 e della zona Fiera, che hanno ribattutto con una lettera alla stampa. (a pagina 8 e 9)
zie relative alla sistemazione della Cscina Cottica e delle Vie Lampugnano, Trenno, Omodeo utilizzando gli oneri di urbanizzazione e i contributi provenienti dalle concessioni edilizie di nuove costruzioni che sorgeranno in Zona.
Si tratta di una soluzione globale che restituisca un aspetto urbano delle aree compreso tra le Vie sopracitate con la formazione di una piazza su cui affacceranno alcuni servizi commerciali e artigianali oltre alla sistemazione delle vie adiacenti: allargamento della Via Ornodeo e nuovo tracciato della Via Trenno.
In attesa che tali sistemazioni saranno attuate è stato proposto un senso unico dall'incrocio pericoloso e con scarsa visibilità.
Notevole interesse ha suscita-
to la notizia del prossimo funzionamento in Via Ojetti del Distretto Sanitario con l'assistenza agli anziani anche se permangono notevoli difficoltà soprattutto di collegamento con il mezzo pubblico tra le varie attrezzature sanitarie su cui gravitano i cittadini del Quartiere.
Il dibattito ha evidenziato che gran parte delle disfunzioni potrebbero essere alleviate con una migliore redistribuzione, anche sui nuovi tratti di viabilità, utilizzabili dai mezzi pubblici di superficie: si potrebbe così più facilmente collegare il quartiere dell'Ospedale S. Carlo, la SAUB di Via Novara ecc.
Inoltre gli interventi dei participanti hanno messo in evidenza la necessità che rAmmi(segue in ultima)
È apparso nel dicembre scorso sul quotidiano cattolico "Avvenire" un articolo a firma G.T., in cui sotto il titolo "Molti interrogativi sulla revisione del piano particolareggiato al Gallaratese" si afferma che "il Piano Particolareggiato del Gallaratese sta per essere rivisto alla "chetichella", senza una precisa delibera di revisione" e che"si stanno ricalcolando gli standard urbanistici di un piano approvato nel '73 e reso vigente nel 1980; e col ricalcolo degli standard molte localizzazioni riviste e molte soluzioni, apportate dai progettisti con la collaborazione e la partecipazione degli abitanti del quartiere di fatto disattese. E prime fra tutte le strutture parrocchiali le cui aree sembrano andare in fumo!". Dopo aver posto vari interrogativi, senza dar loro alcuna risposta, e dopo aver insinuato (ma con quali prove?) che dietro al piano commerciale al Gallaratese possano esservi operazioni non del tutto corrette (quali?), restessore dell'articolo si chiede ancora "Cosa c'è di reale dietro tutte queste manovre (quelle da lui indicate con punti interrogativi, n.d.r.) che non trovano giustificazione alcuna?", per poi affermare che (segue in ultima)
La proposta di presentare formalmente la candidatura del Presidente della Repubblica Sandro Pertini al premio Nobel per la pace, accolta con favore da tutti i partiti politici italiani (fatta eccezione soltanto per il MSI, il che fa onore a Pertini), non può che avere anche il nostro convinto e caloroso consenso.
L'impegno di Sandro Pertini per la pace è difatti a tutti noto ed è un impegno che nasce da una sensibilità e da una preoccupazione vivissima e profonda, che non si limita ad un appello generico, ma non esita a cimentarsi coraggiosamente con i nodi concreti e drammatici da sciogliere per garantire la pace.
E tale impegno Pertini lo ha dimostrato ancora una volta nel suo recente messaggio di fine d'anno,anche se ha suscitato le critiche di qualche esponente democristiano e social-
democratico, giunti persino ad affermare che esso apriva problemi istituzionali. Ma quali problemi? Il fatto che il messaggio non coincidesse con il pensiero di questo o quell'esponente di partiti di governo non è certamente motivo sufficiente per impedire a Pertini di parlare. Del resto basterebbe chiedere alla gente cosa ne pensa dei problemi da lui sollevati della pace, della guerra, del Libano, del lavoro, della disoccupazione giovanile. Siamo certi che la maggior parte di quanti lo hanno ascoltato gli sono grati perché egli ha parlato senza infingimenti, al di fuori del linguaggio politico corrente, con l'onestà e la voce di un'indiscussa saggezza che gli sono proprie e che legittimano ampiamente la candidatura di Pertini al premio Nobel per la pace.
Dal 4 al 12 Febbraio 1945, Stalin, Churchill e Roosevelt riuniti a Yalta per definire la politica da seguire, dopo la resa della Germania, decisero la divisione del mondo in due blocchi di influenza. Questa divisione conteneva i germi di un futuro pieno di oscure calamità, infatti la pace era condizionata dall'egemonia dei due blocchi contrapposti e nemici da sempre. Si sono trovati uniti solo nella lotta al nazismo ed alla criminalità Hitleriana.
Finita e vinta la guerra contro i nazifascisti, i due sistemi presero la loro strada con le stesse divergenze di prima. Da una parte l'URSS uscì dalla guerra stremata con venti milioni di morti, città importanti ed industrie distrutte e con il peso delle nazioni, sotto la sua influenza, nello stesso stato di distruzione.
Dall'altra parte gli USA, con il loro territorio intatto e con una potenza economica industriale ingigantita dalla produzione bellica e con i suoi surplus in grado di aiutare i paesi occidentali nella ricostruzione post-bellica.
Nessun aiuto fu dato all'URSS che pure ne aveva immenso bisogno; di ripiego, però, si iniziò una sfrenata propaganda contro l'ex alleato.
A Fulton (Usa) nel 1946 Churchill coniò per la prima volta l'espressione "cortina di ferro" contro l'URSS.
Il 4 Aprile 1949 si costituì il Patto Atlantico (Nato) con l'adesione di dodici paesi: Usa, Francia, Italia, Inghilterra, Belgio, Olanda, Danimarca, Norvegia, Portogallo, Lussemburgo, Canadà e con accordi aggiunti del 22 Ottobre 1951 aderirono anche la Grecia, la Turchia e la Germania.
Gli alleati occidentali, dato il peggioramento dei rapporti internazionali e l'inizio della guerra fredda, furono indotti a cercare, nella Germania occidentale occupata, un alleato e pronta-. mente l'industria tedesca, invece di essere smantellata, fu aiutata. Nella sostanza si trattò di un'alleanza militare che dura tuttora ed è giudata dagli Stati Uniti con espliciti intendimenti antisovietici. Nella realtà oltre ad accettare ed imporre la guerra fredda con la divisione dei blocchi contrapposti come cosa naturale, il Patto Atlantico ha esercitato ed esercita una funzione reazionaria all'interno dei singoli stati, appoggiando regimi reazionari (Caramanlis in Grecia, Salazar in Portogallo, Mendes in Turchia) e gli Usa hanno avuto ed hanno una funzione preminente; il comando supremo è stato costantemente americano.
L'Unione Europea Occidentale (compreso il Regno Unito e la Germania Occidentale) creata nel 1954 dalla CEE, con compiti politici e militari, decise l'armamento atomico nei paesi aderenti al Patto e nel 1957 si passò all'attuazione con un cammino sempre più costante fino ad arrivare a Comiso.
Dall'altra parte non si è stati fermi ed il 4 Maggio 1955 venne stipulato il Patto di Varsavia (in contrapposizione al Patto Atlantico) con URSS, Polonia, Cecoslovacchia, Romania, Bulgaria, Repubblica Democratica Tedesca, Ungheria ed in un primo tempo anche con l'Albania.
L'ONU con sede a New York fu istituita nel mese di giugno del 1945 con l'intento di perseguire i seguenti scopi: mantenere la pace e la sicurezza internazionale, sviluppare relazioni amichevoli fra i popoli in base al principio della eguaglianza dei diritti e dell'autodecisione, promuovere la cooperazione nel campo economico, sociale, culturale ed umanitario. L'ONU è un ente dotato di diritto internazionale; non è un'organizzazio-
ne supernazionale giacché gli stati membri nei rapporti reciproci continuano ad agire come soggetti di diritto internazionale.
L'ONU è diretto da un consiglio di sicurezza composto da undici membri di cui cinque permanenti (Usa, Urss, Inghilterra, Francia e Cina) e sei membri non permanenti eletti a rotazione biennale. I cinque membri permanenti hanno diritto di voto. L'ONU però non è riuscito a fermare la micidiale corsa all'armamento nucleare e nemmeno ad evitare gli scontri cruenti che dal 1945 au u&y, io insanguinato il mondo; vedi Corea, Vietnam, Libano, Grenada, Afghanistan ed altre guerre e guerricciole, tante da enumerarle ma tutte causa di migliaia di morti e di distruzioni.
L'amara realtà è che oggi la pace è in serio pericolo. La corsa all'armamento nucleare si è fatta affannosa ed il riarmo atomico ha acquistato dimensioni facilmente immaginabili, rispetto a qualche anno fa. La spesa per la fabbricazione di armi sempre più sofisticate e micidiali raggiunge oggi circa i 700 miliardi di dollari e tale somma va a scapito dell'economia degli stessi paesi.
Le spese militari unite al predominio del dollaro rappresentano un vero sperpero di risorse e lo stesso armamento provoca processi di inquinamento e deterioramento dell'ambiente, impedendo la soluzione di altri problemi che interessano tutta l'umanità.
Facciamo appello a tutti gli uomini di buona volontà perché si operi al fine di evitare il pericolo di una guerra nucleare.
Tutti, indipendentemente dall'ideologia e dalla fede religiosa, donne, giovani, studenti e lavoratori si uniscano in un grande movimento per fermare la mano ai guerrafondai e perché non prevalga la guerra ma bensì la pace, bene supremo dell'umanità.
Ognuno si renda consapevole e partecipi alle lotte per la pace e che una moltitudine di donne, giovani, uomini scenda nelle piazze per fermare la mano dei fautori di guerra. Si al disarmo generale e completo! No alle armi atomiche dell'Est e dell'Ovest!
Pace, libertà e benessere per tutti i popoli del Mondo.
Gianni BeltramiCarissimo Direttore, faccio riferimento alla lettera apparsa sul Vostro Giornale di Gennaio sotto il titolo "Euromissili e Pace", per protestare circa l'autorizzazione della Chiesa di aver permesso da parte del vescovo di Ragusa monsignor Rizzo la benedizione per la costruzione nella base missilistica di Comiso di una chiesa da quattro miliardi, come riferiscono alcuni giornali, e con i dovuti dubbi circa l'utilizzazione del tempio.
Vorrei conoscere, a proposito, cosa ne pensa il clero delle nostre parrocchie, visto che la battaglia che stiamo conducendo per la denuclearizzazione della nostra zona è incompatibile con la benedizione vescovile nella base di Comiso.
Penso che il vero cristiano abitante nella zona debba sentirsi offeso e senta ripugnanza per questo incongruente intervento della chiesa che non trova nessuna qualificata giustificazione.
Erennio TerenziAl momento del pensionamento e per effetto dell'inflazione la pensione si riduce quasi di un terzo rispetto all'ultima retribuzione, scendendo poi nei successivi 4 o 5 anni anche al disotto di un terzo della retribuzione che il pensionato avrebbe percepita in costanza di rapporto di lavoro. Da ciò la necessità di agganciare costantemente le pensioni al variare delle retribuzioni e di renderle del tutto indipendenti dall'anno di pensionamento per risolvere in modo giusto e secondo la Costituzione repubblicana il problema dell'adeguamento.
A proposito della modifica apportata dalla Camera alle norme della legge finanziaria sulle pensioni ho letto su "l'Unità" del 19 e 20 dicembre che la compagna Adriana Lodi ha ribadito l'esigenza di fronteggiare i rischi di un appiattimento delle pensioni" e di sostenere "un sistema di indicizzazione che, senza manomettere la scala mobile, faccia leva sulla dinamica salariale per ridistribuire gli aumenti da essa conseguenti, invertendo la tendenza all'appiattimento".
Lo stesso Pallanti in aula ha riconosciuto che "l'attuale sistema appiattiva eccessivamente le pensioni medio alte" ma che il nuovo meccanismo di indicizzazione provoca una sperequazione che la Lodi incentra nel fatto che "per aumento del costo della vita riceveranno di più i pensionati (con pensioni superiori alle 800 mila lire) rispetto ai lavoratori dipendenti".
E ciò considera un pasticcio.
Su questo punto non sono d'accordo proprio per quanto la Lodi dice e cioè che "noi non consideriamo troppo alte le pensioni di 800 mila o di 1.500.000 lire mensili quando esse sono state ottenute con molti anni di lavoro ad elevati contributi".
Con gli attuali meccanismi le pensioni, pur essendo retribuzioni differite e quindi instangibili, diminuiscono di fatto e fortemente nel tempo il loro potere reale di acquisto, negando cosi ai pensionati veri il sacrosanto diritto a una vecchiaia serena conquistata con una vita di duro lavoro. Mentre andrebbe realizato il principio che le pensioni devono mantenere invariato nel tempo il potere d'acquisto inizia-
Sui numeri di ottobre e dicembre 1983 di Milano 19 si è parlato di due argomenti che stanno a cuore a tutti gli abitanti dei caseggiati che si affacciano su quella che viene definita "strada di nessuno". Finalmente, per quanto concerne il primo argomento, la grossa vettura Citroèn ricettacolo notturno d'indesiderati è sparita dalla postazione occupata per più mesi con grande soddisfazione degli inquilini ed automobilisti.
Il secondo argomento era costituito dall'illuminazione della suddetta "strada di nessuno" nel tratto buio che da via Quarenghi porta oltre la centrale termica.
Il grido di esultazione, giustificato da 17 anni di disagio e d'attesa, sta arrocchendosi; hanno scavato e predisposte le sedi dei pali, poi hanno rifatto il manto al marciapiedi e poi più nulla.
Dopo due mesi di è aperta un'altra fossa (forse un contrattempo tecnico?) quasi d'angolo della strada incriminata, tra il 30 e il 32 di via Uruguaj con un poco di disagio aggiuntivo specie per i pedoni; che sia la volta buona? Per il corrente anno speriamo proprio che... luce sia fatta! Con vivo ringraziamento a Milano 19 per l'ospitalità.
Ebudi CostantinaAbbonatevi a Milano I 9
le. In altre parole le pensioni dovrebbero essere proporzionate alla quantità e qualità del lavoro svolto e mantenere invariato nel tempo il potere d'acquisto iniziale, aumentando cioè quando e di quanto aumentano le retribuzioni dei colleghi in servizio. Dopo almeno 35 anni di lavoro e di versamenti contributivi, un anziano deve avere una pensione non mangiata dall'inflazione e dai cosiddetti meccanismi perversi ma sempre uguale all'80 per cento della retribuzione del collega in servizio di pari grado e anzianità, indipendentemente dall'anno del pensionamento. Questo fondamentale precetto etico economico dovrebbe essere attuato dai partiti, dai sindacati e dal governo se vogliono essere credibili e per ragioni di giustizia per restituire ai pensionati veri ciò che è stato loro tolto indebitamente finora. Tra tutto e niente c'è una via di mezzo ed è importante che si principi a far qualcosa per riparare palesi ingiustizie a danno dei pensionati senza sempre rimandare alle calende greche con argomenti da azzeccagarbugli. Sono anni che si sente dire che occorre una politica economica adeguata e il riordino in tempi brevi dei sistemi previdenziali e pensionistici per evitare di far pesare sul fondo pensioni i costi della Cassa integrazione, del prepensionamento, delle pensioni baby e dei fondi autonomi, realizzando una netta separazione tra previdenza ed assistenza ed eliminando sprechi, parassitismi e pensioni fasulle.
Ma i pensionati veri, nonostante il trascorso anno i nternazione dell'anziano, sono ancora in attesa di giustizia, non di demagogia. (lettera firmata)
Nel precedente numero (Gennaio '84) ho letto con particolare e doverosa attenzione, la breve rubrica intitolata "per non dimenticare, è accaduto 40 anni fà". Si tratta, come lo stesso titolo sta ad indicare, della rievocazione di alcuni episodi di lotta partigiana awenuti nel corso del mese di Gennaio 1944, episodi che appartengono al glorioso patrimonio storico del nostro secondo Risorgimento. Ebbene, la lettura dei fatti ricordati, sia pure come sintetica rimembranza, mi h convinto della opportunità di riportare nella dovuta evidenza, l'episodio che, a giudizio di chi scrive, rappresenta senza ombra di dubbio, il punto più elevato del sacrificio consapevole, per il raggiungimento di un ideale di libertà e progresso sociale. Mi riferisco all'infame massacro dei gloriosi 7 Fratelli Cervi, avvenuto nelle prime ore del mattino del 28 Dicembre 1943, all'interno del poligono di tiro di Reggio Emilio. La storia dei popoli che hanno lottato e lottano per la loro emancipazione, è colpa di episodi di sanguinosi sacrifici, ma l'epopea dei Cervi è, e rimarrà la piu emblematica come esempio luminoso di eroismo collettivo di tutta una famiglia. Ed è appunto per mantenere vivo il loro ricordo ed onorarne la memoria che moltissimi Comuni, grandi e piccoli, hanno ritenuto doveroso intitolare una via o una piazza ai Fratelli Cervi. Purtroppo nel novero dei Comuni e delle Istituzioni che hanno tangibilmente assolto a tale doveroso impegno, non figura la città che qualcuno aveva definito la Capitale della Lotta Partigiana, cioè, Milano. Infatti, nonostante siano tascorsi 40 anni, dagli episodi citati, la nostra Città e tutt'ora priva di una targa
viaria con inciso il nome della Familia più perseguitata d'Italia. Probabilmente la Commissione Comunale di toponomastica, soffre di una grave forma di amnesia, in materia di storia della Resistenza.
Pertanto, considerati i poco incoraggianti precedenti, sarebbe quanto mai opportuno che le Associazioni Patriottiche e Partigiane, ed in primo luogo l'Anpi Provinciale, si facessero promotori di una iniziativa intesa a sollecitare le competenti Autorità Comunali, alla soluzione del problema di cui sopra. Non è mai troppo tardi per non dimenticare! Mi si scusi lo sfogo.
V. FiocchiScrivete lettere brevi, indicando con chiarezza nome, cognome ed indirizzo. Chi desidera che in calce non compaia Il proprio nome ce lo precisi. Le lettere non firmate, o siglate, o con firma illeggibile, o che recano indicazioni come un gruppo di..." (che non rechino almeno una firma) non vengono pubblicate. La redazione si riserva di accorciare gli scritti pervenuti che risultassero troppo lunghi.
Nella notte tra il 31 dicembre 1943 ed il 1° gennaio 1944 gli unici botti che udirono a Milano furono gli spari dei tedeschi e dei fascisti che pattugliavano le strade, ma quelli erano la musica di ogni notte. I milanesi, o almeno la maggior parte di loro, non avevano non soltanto bottiglie di spumante da stappare, ma neppure voglia di festeggiare ramvo di un nuovo anno di guerra, che la città si accingeva ad affrontare con duecentomila tra senzatetto e sinistrati, trecentomila sfollati e dagli ottanta ai centomila accampati alla meno peggio tre le macerie in case gravemente lesionate. Ed anche gran parte dei più fortunati, di quelli cioè che la casa l'avevano ancora, non se la passavano molto meglio, costretti com'erano a vivere in stanze dalle pareti spesso solcate da profonde crepe e dalle finestre i cui vetri andati in frantumi erano stati sostituiti da fogli di carta, da cartoni o, nel migliore dei casi, da tavole di legno compensato, che non riuscivano ad impedire di entrare al gelo invernale, contro cui, generosamente quanto vanamente, cercavano di lottare povere stufe alimentate con carta di giornale prima fatta macerare in acqua, poi strizzata e compressa con le mani in palle che, una volta essicate, mal sostituivano l'introvabile carbone.
La miseria era dappertutto, visibile, palpabile quasi. Un paio di scarpe la scuola di gomma, sintetica naturalmente, a "carro armato" costava ufficialmente, ossia al prezzo a cui in teoria si sarebbe dovuto poterlo acquistare con la tessera, 1.500 lire. Ma era molto più di quanto un operaio guadagnasse in un mese. E poi con la tessera era pressoché impossibile trovare le scarpe così come altri generi, tra cui, non di rado, le stesse magre razioni alimentari.
Alla borsa nera, ossia al mercato clandestino (ma neanche tanto), era invece possibile trovare di tutto, naturalmente a prezzi notevolmente più alti. Ogni giorno dalle campagne arrivavano in città, muniti di misteriosi (si fa per dire) lasciapassare, generalmente firmati da qualche gerarca fascista ma non di rado anche da qualche uffuciale tedesco, camion varici di farina, patate, carne, pollame, uova ed ogni altro ben di Dio (era proprio il caso di dirlo in quei tempi!).
E mentre pochi gerarchi e borsari neri si arricchivano sempre più sulla pelle e sulla fame dei milanesi, nella città distrutta la vita continuava. Un'amara ironia aveva preso il posto dell'umorismo. L'aereo solitario che quasi ogni giorno appariva indisturbato in cielo (e che avrà sulla coscienza molte inutili morti) era stato battezzato 'Pippo", forse dal titolo di una canzone allora in voga, quella che faceva "Ma Pippo, Pippo non lo sà...", o forse perché si era diffusa la voce che a pilotarlo fosse un italo-americano.
Cinema e teatri erano stati riaperti, sia pure con l'obbligo di terminare gli spettacoli almeno mezz'ora pnma dell'inizio del coprifuoco, e sui palcoscenici del teatro di rivista ebbero in quei tempi un momento di successo (per mancanza di concorrenti, dissero i più maligni), il comico Nuto Navarrini e la sua soubrette Vera Rol: un po' di sesso e tanta propaganda "repubblichina".
Ma ancora maggior successo avevano quanti, i più tra amici intimi, ma alcuni anche all'osteria, resi magari più coraggiosi da un generoso bicchier di vino, balzavano su una sedia e, imitando la voce stentorea di Hitler, proclamavano seccamente: "Che caghen se poden! Se poden no se purghen!" oppure, sempre con lo stesso tono di voce, declamavano la "Patafiada per dobbià in ciav ironega i discors de Hitler" (tiritera per imitare in chiave ironica i discorsi di Hitler), una "bosinada" di anonimo (forse per motivi di sicurezza) autore meneghino che diceva: "Cameraden deutschen e italienischen! Malàa de fever negra squas che s'cioppen I a furia de mangia domà kartoffen I e fà la cura de ciappal nel lischend l'ora del riscatt adess l'è 'rivada,1 tua' j malnatad del passàa se paghend fior
Il più grande sciopero scoppiato in Europa nella seconda guerra mondiale - La dura reazione tedesca
di Gian Piero Pagetli
de Mon che nei calzon se caghen1 el cùu s'el strengen con la limonada. / Quej che da semper j busecch ne rughen/ hin l'istess .de quei carogn che tameghen1 pien de merda fin al coli che soffeghen I e se pissen indoss disend che suden. / Se purghen i cameraten ch'hin stiteghd col panscion pien d'aria loffen, scorengen I e j mudand ch'hin negher de giald se tengen... / onor e odor del voster duce mitegh. I pussée denter nel merdam pastrugnend s'incropen, campa„nen, sfissien e spuzzend borios ne l'orbas pù negra se crussen I de scond al mondj vergogn che repugnen. I Fan la goèra ben savend che la perden, /. paro!! se strasen e al vent se butten I e a menagh el torron a tucc segutten/ fin a quand i cameraden s'immerden. / Canten Lili Marlen intant che pissen/ e sora /'Asse del camer scagassen,1 la negra camisa sul cùu se passen, / )inscì che coni i lor lordum marscissen. / Per tucc quej paroll insensào che disen, nel tremend brusor del bus dove ruzzen I ne l'Appelius de PE. LA. R. se scusen... / sogn de gloria che ne la merda slisen”. (1)
Non è il momento di stare alla finestra Continuava intanto la lotta clandestina contro tedeschi e repubblichini. Agli inizi del mese di gennaio del 1944 venne costituito a Milano il Comitato Segreto di Agitazione Interregionale Piemonte-Lombardia-Liguria.
Nella notte del IO gennaio i gappisti assaltarono la Casa del fascio di Sesto San Giovanni. Il giorno dopo a Verona vennero fucilati, dopo un processo durato appena due giorni, i gerarchi fascisti Ciano, genero del "duce", De Bono, Pareschi e Gottardi ritenuti colpevoli di "tradimento" da un tribunale "repubblichino" per aver votato, nella seduta del gran consiglio del fascismo del 24 luglio 1943 a favore della mozione Grandi contribuendo così alla caduta di Mussolini. Ma la notizia della fucilazione lasciò indifferenti i milanesi, che non nutrivano simpatia alcuna ne per i gerarchi fucilati, nè per i loro fucilatori.
In quello stesso mese di gennaio del 1944 a Milano, in una spoglia e gelida saletta del convento dei Servi di Maria adiacente alla chiesa di San Carlo in Corso, nell'omonima piazzetta lungo l'allora distrutto corso Vittorio Emanuele, vennero gettate, auspici due religiosi, padre Camillo De Piaz e padre Davide Maria Turoldo, le basi unitarie per la costituzione del Fronte della Gioventù (che prendeva il nome da una pubblicazione clandestina uscita un paio di mesi prima e che nulla avrà mai a che vedere con romonima organizzazione neofascista creata anni dopo dal MSI) come organiz7a7ione unitaria dei giovani impegnati nella lotta di Liberazione.
Alla riunione, ovviamente clandestina, parteciparono Eugenio Curiel, giovane scienziato triestino, comunista, già confinato dal fascismo a Ventotene, Gillo Pontecorvo, comunista, Alberto Grandi, cattolico, studente al Politecnico milanese, e Dino del Bo, organizzatore dei gruppi giovanili della DemoGrazia cristiana e proveniente dall'Università cattolica del Sacro Cuore. Curiel, teso, cosciente dell'importanza dell'avvenimento, espose una bozza di intesa e di programma, da lui stesso preparata, circa i fondamenti che dovevano ispirare la nuova organizzazione. L'adesione fu piena anche perché in precedenza vi erano state riunioni e discussioni con i rappresentanti dei giovani socialisti, del Partito d'Azione, dei liberali, con studenti genericamente antifascisti, ragazze, sacerdoti, giovani dell'Azione cattolica, cattolici comunisti, giovani dei Comitati contadini e di altre organizzazioni democratiche giovanili che confluirono nel Fronte della Gioventù, il cui contributo alla lotta di Liberazione verrà ampiamente documentato da centinaia e centinaia di giovani, tra cui lo stesso Curiel, che cadranno sotto il piombo nazifascista.
Il 22 gennaio 1944 gli angloamericani sbarcarono ad Anzio per puntare su Roma e molte speranze si riaccesero.
11 31 gennaio a Milano il CLNAI proclamò che, una volta cacciati tedeschi e fascisti, in Italia "non vi sarà posto per un regime di reazione, sia pure edulcorata, ne per una democrazia zoppa. R nostro sistema politico, sociale ed econmico non potrà essere se non una democrazia schietta ed effettiva. Del governo di domani il CLN è una prefigurazione", che tra tutti i partiti che componevano il Comitato dí Liberazione Nazionale il Partito comunista aveva la stessa autorità degli altri e che occorreva perciò combattere contro ogni tendenza anticomunista ed antioperaia allignante dentro e fuori gli ambienti del CLN, perché sopra le posizioni ed i propositi di partito occorreva "riaffermare l'unità del patto di riscossa e di rinnovamento democratico che lega i cinque partiti. Chi opera contro uno di essi, opera contro il patto. Rivolgiamo questa diffida soprattutto a certi ambienti industriali e finanziari" e che "non si può stare oggi alla finestra. O con noi e con l'Italia, o contro di noi oggi e domani. La via buona è una sola".
I fascisti sfasciano centosessantasei tram
n3 febbraio 1944, in piazzale Dateo angolo via Uberti, i gappisti compirono un attentato contro Camillo Santamaria Nicolini, questore fascista di Milano, che però ne uscì vivo.
11 10 febbrario su molti muri di Milano apparvero dei manifesti del Comitato Segreto di Agitazione Interregionale Pie-
monte-Lombardia-Liguria, nei quali venivano specificate le rivendicazioni economiche dei lavoratori e richiesta la cessazione delle violenze contro gli operai. Due giorni dopo, il 12 febbraio, il governo repubblichino, quasi volesse dare una risposta alla prima parte di quel manifesto, decretò la "socializzazione" della gestione delle aziende: estremo, disperato, demagogico tentativo di Mussolini di accattivarsi le simpatie delle masse operaie. Pia illusione! Nelle fabbriche milanesi, dopo gli scioperi del dicembre 1943 e lo scontato mancato mantenimento delle promesse fatte dai tedeschi in quella occasione, l'agitazione operaia continuava, tanto da indurre il Corriere delal Sera a scrivere, il 6 gennaio 1944, che "in questi ultimi giorni mestatori comunisti hanno tentato di turbare in talune aziende il tranquillo svolgersi del lavoro. Le autorità italiane e germaniche, in stretta collaborazione tra di loro, e con l'appoggio delle forze armate, hanno immediatamente in modo energico reagito adottanto le misure atte a garantire il tranquillo proseguimento del lavoro. I responsabili, subito identificati, sono stati arrestati e contro di essi verranno adottate inesorabilmente severe punizioni".
In realtà si trattava di scioperi a volte anche brevi, di qualche ora od anche meno, indetti quasi ogni giorno, stabilimento per stabilimento, officina per officina, singolo reparto per singolo reparto persino, dai rispettivi comitati segreti di agitazione di fabbrica (cui aderivano unitariamente lavoratori comunisti, socialisti e di altre correnti politiche o comunque antifascisti), spesso senza alcun collegamento tra di loro.
I comunisti pensarono che sarebbe stato un duro colpo per la macchina militare tedesca se si fosse riusciti a collegare tali movimenti e a farli sboccare in un grande sciopero generale in tutta l'Italia occupata. Avanzarono la proposta ai socialisti, al Partito d'Azione, a lavoratori e dirigenti della Democrazia Cristiana, ne discussero in sede sindacale ed anche nel Comitato di Liberazione Alta Italia. Non mancarono i dubbi, le perplessità sulla possibilità di riuscire, ad organizzare un sciopero generale in tutta Malia occupata, che cominciasse lo stesso giorno dappertutto. I comunisti invece erano ottimisti e spingevano per attuarlo, ma volevano che lo sciopero generale fosse unitario e ciò imponeva loro la necessità di tener conto delle obiezioni.
Dopo alcuni rinvii lo sciopero venne alfine fissato per il primo marzo 1944. Per otto giorni Milano rimase paralizzata. Tutte le fabbriche si fermarono. Si astennero dal lavoro anche i tranvieri e per sostituirli vennero impiegati militi fascisti, ma il risultato fu disastroso: 166
carrozze sfasciate. Persino la tipografia del Corriere della Sera rimase bloccata e per tre giorni il quotidiano milanese non poté uscire malgrado la presenza in città dello spietato Brigadefuehrer Zimmermann. Alla Borletti gli scioperanti uscirono dalla fabbrica in corteo ed anche gli studenti di molti istituti e delle università milanesi aderirono allo sciopero appoggiato e sostenuto dai gappisti, che fecero saltare una cabina di alimentazione di una parte della rete elettrica cittadina, divelsero tronchi di binari tranviari e ferrovieri, tagliarono linee della corrente elettrica, immobilizzarono carri armati tedeschi. Malgrado i tentativi dei tedeschi di far rientrare gli operai in fabbrica sotto la minaccia delle armi e di esecuzioni sommarie, lo sciopero si protrasse fino all'8 marzo. Fu il più grande tra tutti quelli che scoppiarono in Europa nel corso della seconda guerra mondiale. In tutta l'Italia occupata dai tedeschi vi presero parte complessivamente circa un milione e duecentomila lavoratori, di cui 350 mila nella sola Lombardia. Lo stesso Ministero degli interni della repubblichetta di Salò ammise in un suo comunicato, credendo di sminuire lo sciopero, che a Milano avevano scioperato 169.338 operai: una cifra indubbiamente al di sotto della realtà, ma comunque sempre ragguardevole in un regime di occupazione tedesca e di terrorismo fascista. "È stato - scrisse il IO marzo 1944 il giornale clandestino la Nostra Lotta - il più grande sciopero generale sotto il regime di occupazione nazifascista ed ha affermato clamorosamente la volontà popolare di farla finita con la guerra hitleriana che insanguina il nostro paese ed il mondo intero e di mobilitare tutte le forze per cacciare d'Italia i tedeschi ed i fascisti che vogliono obbligare i nostri figli a lavorare ed a morire per una causa straniera iniqua e già irrimediabilmente perduta".
"Avrei vergogna se non ravessi fatto"
La reazione tedesca non tardò a farsi sentire. Anche se non venne attuato rordine di Hitler di deportare il venti per cento degli scioperanti, sin dal 3 marzo cominciarono gli arrresti di migliaia e migliaia di lavorarori, per i quali cominciarono giorni terribili tra la speranza della liberazione e la minaccia incombente delal fucilazione o della deportazione.
Dalla fine di febbraio, infatti, erano cominciate le deportazioni in Germania anche dei detenuti politici di San Vittore. E finire in carcere in quei tempi era cosa quanto mai facile. Bastava poco: un sospetto, un'occhiata ritenuta irriguardosa nei suoi confronti da un qualsiasi milite repubblichino, la non osservazione del decreto del 24 dicembre 1943 del Ministero del
lavoro repubblichino per la chiamata al lavoro obbligatorio degli uomini dai 16 ai 60 anni, una spiata, una soffiata magari di un astioso collega di lavoro o di un vicino di casa.
Lo stesso tristemente famoso capitano Saeveke, comandante delle SS tedesche che avevano il loro quartier generale, con tanto di celle e camere di tortura, all'Hotel Regina, in via Manzoni, uscì un giorno, durante un interrogatorio, con una frase di questo genere: "Voi ve la prendete con noi: prendetevela invece con i vostri concittadini. Ogni giorno sulla mia scrivania si accumulano pacchi di denunce contro patrioti".
E dal ruolo di assistente a quello di detenuto passò anche suo Maria Antonietta Alfieri, superiora presso la sezione femminile del carcere di San Vittore. Sospettata di mantenere contatti tra i detenuti e le loro famiglie all'esterno, venne pedinata, arresta e brutalmente perquisita. La trovarono in possesso di alcunezyxwvutsrqponmlkjihgfedcbaZYXWVUTSRQPONMLKJIHGFEDCBA decine di messaggi. Allora la fecero spogliare e la sottoposero alle più raffinate torture morali. Poi, dagli insulti, raguzzino tedesco passò alla provocazione. "Non avete vergogna - le disse - voi che siete religiosa e cristiana a fare questo?". Avrei vergogna - gli risposte seccamente la religiosa - se non lo avessi fatto".
(17 - Continua - La puntate precedenti sono state pubblicate a partire dal numero di settembre 1982)
Nella foto alcuni membri del comitato segreto di agitazione della Breda durante una riunione clandestina nel 1944.
a) "Camerati tedeschi e italiani!! Malati di febbre nera quasi che scoppiano a furia di mangiare soltanto patate! e fare la cura di prenderlo nel sedere;" l'ora del riscatto è arrivata, l tutte le malefatte del passato si pagano:l _fior di fifoni che nei calzoni si caccano/ il culo si stringono con la limonata. Quelli che da sempre le budella ci rimestano/ sono uguali di quelle carogne che puzzano oltremodo pieni di merda sino al collo quasi da soffocare! e si orinano addosso dicendo che sudano. Si purgano i camerati che sono stitici3 col pancione pieno d'aria pétano, scorreggiano I e le mutande che sono nere di giallo si tingono... / onore e odore del vostre duce mitica
E più addentro nel merdame pasticciano, s'incrostano. emanano fetore, asfissiano, ammorbano3 boriosi nelforbace più nera si crucciano I di nascondere al mondo delle vergogne che ripugnano. Fanno la guerra ben sapendo che la perdono.! le parole si sprecano e al vento si buttano! ed a rimestare barbosamente a tutti continuano/ fino a quando i camerati s'immerdano. Cantano Lili intanto che orinano! e sopra l'asse del cesso scacazzano, l la nera camicia sul culo si posano. di modo che coni loro merdumi marciscono. Per tutte quelle parole insensate che dicono, nel tremendo bruciore del buco da dove spingono, nell'Appelius dell'E I.A. R si scusano... sogni di gloria che nella merda si elidono".
Aumenta il rischio della "guerra per errore"
Da una conferenza tenuta dai fisici Mario Rasetti e Mario Vadacchino argomenti per chi lotta per la pace, il disarmo ed il superamento dei blocchi
Ho letto l'intervista al prof. Steinbruner sui Pershing 2, definiti vulnerabili e provocatori, della superiorità occidentale sull'Unione Sovietica nella "bilancia del terrore" e della necessità di un'iniziativa politica dell'occidente per evitare la nuova corsa agli armamenti dato che il problema dei nuovi missili sarebbe un problema interamente politico.
Infine, gli Stati Uniti proporrebbero un equilibrio delle testate nucleari in Europa a 300 occidentali contro 300 sovietiche, non cancolando i 162 missili anglofrancesi, mentre l'Unione Sovietica proporrebbe la distruzione degli SS 20 eccedenti quelli britannici e francesi in cambio della non istallazione dei missili Usa Pershing 2 e Cruise in Italia e in Europa.
Ogni discussione sugli armamenti nucleari, chimici e batteriologici e sugli equilibri delle forze riguarda tutti noi e la stesa esistenza del genere umano.
Perciò sarebbe necessaria nell'interesse della democrazia e della pace — una corretta ed essenziale informazione anche tecnica per mettere il pubblico in grado di giudicare da sé e in modo autonomo. Questo è quanto sostengono Mario Rasetti e Mario Vadacchino, fisici del Politecnico di Torino, che l'8 giugno scorso tennero a Lecco, su invito della Camera del Lavoro, un'interessante e chiara conferenza sugli aspetti tecnologici e strategici delle nuove armi. Nella trascrizione da nastro non corretta sono subito descritte le armi nucleari — cioè le bombe A o a fissione, le bombe H e N ò a fusione - coi loro terribili effetti termici, meccanici e radioattivi e i mezzi di trasporto o vettori coi quali queste armi sono portate sugli obiettivi.
Per avere un'idea su queste terribili armi basti pensare che una bomba media di oggi da un megatone equivalente a un milione di tonnellate di tritoloe che è circa 50 volte più grande delle due bombe di Hiroshima (70.000 morti) e di Nagasaki (40.000 morti), quando scoppia libera in un decimilionesimo di secondo un'energia che è un miliardo di volte la potenza elettrica istallata negli Stati Uniti; che nella palla di fuoco del fungo atomico, dove avviene la reazione di fusione nucleare come all'interno del Sole e che tiene accese le stelle, vi sono temperature di milioni di gradi capaci di accecare persone a 60 / 70 km di di-
Per sconfiggere l'ideologia della guerra sono necessarie ragioni documentate e conoscenze critiche che mettano radici profonde
Si dice "insegnare la pace".
Ed è chiaro che, in questi temivi, il proposito, per quanto generoso, è poco più di uno slogan da corteo. Come si può, dunque, concretinarlo nella quotidianità della vita scolastica?
lità con cui gruppi sociali ristretti riescono a diffondere l'ideologia della guerra.
Storia -Analisi dei documenti sulle distruzioni materiali e sui costi umani delle guerre, e di quelle moderne in particolare.
stanza; che si forma un'onda d'urto con velocità di 400/500 Km al secondo nell'epicentro dell'esplosione con fall out eierribili radiazioni ionizzanti capaci di rendere inabili gli edifici per migliaia di anni, di incenerire gli essere viventi e di trasformare la Terra in un deserto radioattivo.
Quando Reagan parla di guerra nucleare limitata, pensa naturalmente che questa avvenga in Europa e non negli Stati Uniti.
In questi 40 anni tra Urss e Usa c'è stato un equilibrio basato sulla deterrenza nucleare nel senso che nessuna delle due nazioni era sicura di sopravvivere a una vittoria.
Ma questa situazione apparentemente di pace si va deteriorando e i rischi di guerra nucleare, al di fuori della volontà delle parti, stanno crescendo in modo pauroso.
L'efficacia delle bombe atomiche rispetto alle bombe convenzionali è dimostrata dai grandi bombardamenti del 1945 con decine di migliaia di morti su Dresda, Tokio, Hiroshima e Nagasaki.
Il potere deterrente strategico di una nazione - cioè la capacità di distruggere la nazione che eventualmente l'attaccasse - si basa su tre elementi: missili intercontinentali lanciati da terra (lcbm) o da sottomarini (Slbm) e bombardieri.
Gli Stati Uniti hanno il 54% delle proprie testate nucleari montate su sottomarini, il 21% su missili basati a terra e il 25% su bombardieri.
L'Unione Sovietica ha il 79% delle proprie testate nucleari montate su missili intercontinentali basati a terra e il 21% su sottomarini, non avendo sviluppato bombardieri in grado di raggiungere gli Stati Uniti.
È chiaro perciò che l'Unione Sovietica non possa accettare la proposta di Reagan di ridurre del 30% i missili delle due parti basati a terra e che i generali dicano che il nemico è più forte quando chiedono più soldi per armarsi di più. Ma chi è veramente il più forte?
Sicuro è che ciascuno dei due può distruggere la vita sulla Terra 10 o 15 volte e che negli arsenali nucleari vi sono migliaia di megaton di potenziale distruttivo e migliaia di testate nucleari pronti all'uso. I missili basati a terra sono conservati in pozzi di protezione detti silos e la probabilità (o letalità) che ha una bomba di distruggere un silos dipendente dalla precisione di tiro e dell'elettronica del razzo vettore.
Le armi poco precise scoraggiano il primo attacco, non riescono a distruggere tutti i missili del nemico e sono essenzialmente difensive.
Se l'avversario mi attacca io non ho bisogno di sparare nei silos, che in ogni caso sono vuoti perché i missili nemici ormai mi stanno arrivando addosso, e uso la deterrenza sparando sulle città, che sono obiettivi grossi. Quindi le armi poco precise sono ormai adatte a essere usate in un atteggiamento difensivo.
Le armi molto precise sono invece armi che permettono con un primo colpo, danno la speranza, l'illusione e talora un'elevata probabilità di disarmare l'avversario.
Aumentando la precisione dei missili balistici aumenta la capacità di distruzione dei silos e aumenta il pericolo per la pace perché aumenta la tentazione di sferrare il primo colpo.
Un missile balistico intercontinentale Icbm impiega 30 minuti per fare 10.000 Km, i razzi funzionano per 6/ 7 minuti, poi si staccano e la testata nucleare non può più modificare la sua traiettoria e va diritta all'obiettivo con una precisione di qualche centinaio di metri.
Il missile a testate multiple indipendenti Mirv, con sistema di guida inerziale e razzi di controllo, sgancia una dopo l'altra le bombe nucleari sugli obiettivi.
Il dividere il potenziale esplosivo in tante testate presenta un enorme progresso nella capacità distrutiva.
Nei missili a testate multiple indipendenti Marv ogni testata ha delle alette e un sensore che individua l'obiettivo in fase terminale e vi dirige sopra la testata, fino all'ultimo metro e con precisione massima.
Questa precisione la si ritrova nel missile americano Pershing 2 che è il missile più preciso attualmente in funzioe con sistema radar e calcolatore di riconoscimento del terreno e di guida fin dall'obiettivo con uno scarto massimo di 20/25 metri.
Si prevede di metterne 112 in Germania e in 6 minuti raggiungerebbero l'obiettivo mentre i missili sovietici intercontinentali impiegherebbero 30 minuti, se non fossero distrutti prima di poter partire. Ciò pregiudica ovviamente tutte le difese sovietiche.
Il missile Cruise ha invece una precisione di circa 40 metri e segue rotte elusive potendo partire da Comiso in sicilia, puntare su Madrid, tornare indietro, girare e colpire per esempio Mosca.
Certo è il destino dei Paesi europei con basi di lancio di missili offensivi Pershing 2 e Cruise che come pedoni nel gioco degli scacchi si sacrificherebbero per il re oltre Atlantico in un ipotetico e non augurabile confronto nucleare.
Com'è possibile, mi chiedo, un equilibrio tra armi nucleari offensive e difensive? i, Non sarebbe giust'ecterunico interesse della pace thendiale e nel ricordo dell'unità antifascista internazionale che permise la vittoria sul nazismo, ntrovare lo spirito della Resistenza e costringere tutti i governi a vietare la costruzione e istallazione delle armi offensive come i Pershing 2 e Cruise e procedere al disarmo e al controllo e graduale eliminazione di tutte le armi nucleari e di tutti gli strumenti di morte?
Secondo esperti americani questi missili sono molto pericolosi per l'equilibrio del mondo anche perché dai satelliti non
si vede se sono armati con armi convenzionali o armi nucleari. Centinaia di falsi allami da oggetto in volo hanno portata l'umanità più volte sull'orlo della guerra anche negli ultimi mesi: un incendio nei pozzi petroliferi di Bakù fu interpretato dai satelliti americano come il lancio di una salva di missili e un branco di anatre sul Canada scambiato dai radar per uno stormo di bombardien a bassa quota, avendo le armi missilistiche americane le loro basi al confine Stati Uniti-Canada ed essendo puntate verso l'Unione Sovietica attraverso il Polo nord.
Secondo molti una guerra nucleare, sparate le prime bombe, si ridurrebbe a un assurdo caos nel quale nessuno sarebbe più in grado di controllare la traiettoria di questi missili e alla testa di tutto non sta la scienza in sè ma decisioni politiche precise e la forza del movimento pacifista mondiale.
Oliviero CazzuoliUna prima proposta viene dal CIDI, il Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti. Si tratta di una serie di indicazioni - ancora appena abbozzate - che materia per materia tentano di dare corpo ad un principio di fondo: "Come docentiafferma il documento - non abbiamo il compito di trasmettere parole d'ordine o esortazioni moralistiche, mentre sono necessarie ragioni documentate e conoscenze critiche che mettono radici profonde".
Vediamo, in estrema sintesi, queste proposte (chi volesse il documento completo può richiederlo al CIDI, via San Raffaele 3, Milano).
Geografia - Analisi degli squilibri mondiali. Non si tratta di minimizzare conflitti e tensioni, quanto di conoscerne le ragioni di fondo per ipotizzare soluzioni non fondate su atti di forza (pace collegata a giustizia e sviluppo).
Sociologia - Illustrazione dei meccanismi della paura reciproca e dei rischi di risposta incontrollate. Analisi delle moda-
Educazione Civica - Approfondimento dell'art. Il della Costituzione, i diritti umani, l'ordinamento sovrannazionale.
Filosofia - Teorie che pongono la ricerca della pace tra i compiti fondamentali dello Stato, teorie della tolleranza, verifica critica della "eticità della guerra".
Letteratura - Costruzione di alcuni itinerari di letture attinenti al tema, utilizzando anche opere non strettamente necessarie.
Materie scientifiche -Costruzione di unità didattiche interdisciplinari per affrontare il rapporto umanità-risorse, difesa dell'ambiente-lotta per la vita, coscenza dei diritti della specieaggressività individuale e di gruppo, energia convenzionale - energia nucleare, la terra come ecosistema.
Il CIDI, intanto, invita tutti coloro che abbiano elaborato materiale o progetti sul tema pace a mattersi in contatto con i suoi uffici.
Un atteggiamento inutilmente polemico ha fatto da sfondo ad una manifestazione organizzata a Milano dalraltra faccia della pace".
Uno slogan che richiama alla memoria la faccia nascosta della luna, quella oscura e sconosciuta prima dell'inizio dell'avventura spaziale. La cosa che infatti non va sembra essere la ricerca tenace ma degna di miglior causa di ciò che separa piuttosto che di quello che dovrebbe unire tutti coloro che vogliono camminare sulle vie della pace pur con le molte e diverse storie personali e collettive lasciate ormai alle spalle di fronte alla urgenza di dichiarare la pace. Non si dovrebbe infatti più dire, anche perché non risponde a verità, che le manifestazioni del 22/23 ottobre a Roma, in Europa e nell'emisfero occidentale, sono state a senso unico, unilaterali, insensibili alla violazione dei diritti umani. È invece necessario denunciare a voce alta e assieme tutti le situazioni di ingiustizia e di illibertà che in qualunque parte del mondo si manifestano.
Due importanti occasioni per incontrarsi e riflettere sulla pace ancora oggi negata a troppi uomini e popoli, sono state offerte recentemente a Milano da Mani Tese e dalle riviste Listy, l'Ottavo giorno e Critica sociale, che hanno voluto affrontare rispettivamente i grandi e drammatici temi della fame e delle "immagini" della pace.
Il convegno di studio di Mani Tese "la fame interpella ritomo" ha riproposto ancora una volta, con notevole efficacia e doloroso sgomento, "la vergogna del secolo": costruiamo, ha detto Mons. Nervo, il nostro benessere sullo sfruttamento dei poveri, mentre dovremmo finalmente avere il cuore aperto verso il Sud e i lontani per andare oltre l'atteggiamento assistenziale. Va dunque ripensato il discorso dello sviluppo e il rapporto Nord/ Sud per individuare quali sono nel nostro tempo le cose indispensabili e necessarie che tutti gli uomini hanno ormai il diritto di avere. Si devono perciò utilizzare le enormi risorse continuamente dirottate verso gli armamenti
per lottare contro la fame, per riuscire a far fronte senza indugi almeno ai più grandi e urgenti bisogni dell'umanità.
Si deve però purtroppo riconoscere che l'Italia è arrivata un po' troppo in ritardo sulla scena internazionale per dare il suo contributo a risolvere le questioni della miseria e del sottosviluppo, anche se ora c'è un fiorire spontaneo e notevole di gruppi di volontariato e c'è anche una coscientizzazione crescente dei giovani fondata sui valori della solidarietà e dell'amore. Se riuscissimo finalmente a far scoppiare la pace, il futuro sarebbe veramente più roseo per tutti (Galbraith). Ha inoltre affermato Padre Martini: quello della fame è un problema che sfida l'intelligenza oltre che il cuore dell'uomo ed è quindi necessaria una nuova conoscenza della realtà, una rinnovata presenza e azione della Chiesa nei Paesi in via di sviluppo dove si vivono grandi sofferenze.
A sua volta Mons. Camara, con un intervento lucido appassassionato, si è chiesto cosa si può fare per vincere la fame, visto che stiamo andando verso il 2000 con una popolazione di 7 miliardi di persone da sfamare e nutrire.
"Quando si sogna insieme è l'inizio di una realtà": si deve puntare allora sui giovani parlando con la testimonianza della nostra vita, ascoltare gli umili e gli analfabeti che sono anche loro uomini capaci di pensare, lavorare per il supplemento dei diversi "mondi", creare un movimento mondiale contro la disoccupazione, umanizzare la nuova rivoluzione industriale, essere insomma discepoli della parola di Dio.
Più difficile è stato il dialogo nell'altro "Incontro internazionale" quello sui movimenti dell'Est e dell'Ovest a confronto, anche se l'impegno e la passione sono stati gli stessi: la ricerca continua, oltre tutti gli ostacoli, della pace e insieme la difesa dei diritti dell'uomo e la conquista della democrazia.
Ha giustamente sottolineato uiri Pelikan che proprio per la universalità delle lotte per la pace esse devono essere aperte a
tutti coloro che vogliono portare il loro contributo per aiutare ogni popolo a decidere il proprio destino.
Nel grande coro della pace stanno ormai entrando infatti anche le voci dei movimento autonomi e indipendenti dell'Est.
Si deve scendere in campo aperto per la difesa dei diritti civili e per rilanciare il dialogo e la distensione tra Est e Ovest da fondare sulla tolleranza e sulla solidarietà, di fronte alle minacce dell'egemonia dei blocchi e delle armi nucleari piazzate sullo scenario europeo.
La preoccupazione per il destino del mondo e per la vita delle generazioni presenti e future è comune: ci sono le nuove priorità dettate dalla situazione storica attuale, quali la pace, la giustizia, la libertà.
L'obiettivo è un disarmo graduale, ma completo, delle due superpotenze e il diritto all'autodeterminazione dei popoli: la pace in Europa è minacciata da ogni parte e non può essere comunque costruita sui missili o sull'oppressione. Si deve quindi andare oltre gli equilibri di Yalta e le dichiarazioni di Helsinky per superare l'assurdo antagonismo tra Est e Ovest, con la creazione di una Europa libera dal nucleare e dal dominio, "dagli Urali all'Atlantico", dalla "Sicilia alla Scandinavia".
Non va tradita l'attesa e la speranza dei giovani che la libertà e la pace sono, malgrado tutto, ancora possibili se si riuscirà ad emergere dall'attuale stagnazione dei sistemi politici esistenti attraverso uno scambio permanente di opinioni e di proposte tra i vari movimenti che si battono per i diritti civili e la pace.
Su queste grandi questioni della riconciliazione tra Est e Ovest e del dialogo tra Nord e Sud, il dibattito deve continuare senza soste oltre gli schemi ideologici e di parte, per coinvolgere un numero sempre maggiore di persone disponibili e interessate a quella grande sfida del nostro tempo che è la spetinza della pace nella giustizia e nella libertà per ogni uomo in qualunque luogo della terra.
Giovanni GarutiLi accusano di pesare troppo per i loro diritti alla pensione e all'assistenza: chissà che qualcuno non inventi una "Premiatissima" in televisione con tanto di premi a chi vuole scomparire
La Grande Voragine del Debito Pubblico è, com'è noto, provocata per grande parte dalla previdenza, e cioè dal fatto che in Italia ci sono troppi anziani i quali vivono più a lungo di una volta e ai quali deve essere pagata la pensione. La popolazione anziana, secondo unanimi previsioni degli esperti, è destinata ad aumentare nei prossimi anni, cosicchè si profila all'orizzonte un insostenibile aggravio per la finanza pubblica.
Consapevole di questo grave stato di cose, mi permetto di sottoporre alla cortese attenzione dei pubblici poteri, e in primo luogo del ministro del Lavoro, di quello del Tesoro e di quello della Sanità una proposta capace di rappresentare una soluzione radicale del problema. Si tratta, in sostanza, di invitare gli anziani a lasciare volontariamente questo mondo.
A tale scopo, visto il successo dei concorsi a premi, soprattutto di quelli che si avvalgono della televisione (sia quella di Stato che le private) propongo di lanciare un concorso intitolato "Suicidissima", riservato a tutti i cittadini italiani di ambo i sessi i quali abbiano raggiunto o superato il sessantesimo anno di età.
I nomi di tutti coloro che porranno volontariamente fine ai propri giorni saranno raccolti e memorizzati in appositi elenchi provinciali e in un elenco centrale. Settimanalmente, nel corso di una trasmissione televisiva che andrà in onda in prima serata e sarà trasmessa a reti unificate, saranno estratti cinque premi di lire 50 milioni cadauno che andanno ai legittimi eredi dei defunti, i cui nomi saranno sorteggiati alla presenza di un funzionario dell'Intendenza di Finanza.
La trasmissione televisiva settimanale seguirà, grosso modo, lo schema di altre collaudate trasmissioni ("Canzonissima" "Fantastico 4", "Premiatissima"), basata cioè su canzoni, balletti, sketch dedicati, in larga misura, all'oltretomba presentato in modo nuovo, privo di terrificanti richiami alle fiamme eterne, illustrato come una specie di grande e bellissimo giardino pubblico dove uomini e donne passeggiano, giocano a tombola, cantano, assistono a
spettacoli televisivi e dal quale ogni tanto si affacciano per gettare uno sguardo pieno di costernazione su questo nostro mondo pieno di guai e di tribolazioni. Si potranno, così, ascoltare frasi di questo genere: "Pensa, Teresa, che volevamo ancora stare laggiù. Meno male che siamo venuti via!". "Quarda che fila alla posta! Meno pale che ci siamo liberati dell'INPS". Sarebbe opportuno, senza però eccedere, avvalersi nella trasmissione settimanale delropera di medium per parlare con alcuni defunti scelti a caso nell'elenco centrale, per far dire loro quanto sono soddisfatti della scelta fatta.
Naturalmente il concorso "Suicidissima" dovrà essere preceduto e affiancato da una grande campagna promozionale che si avvalga del contributo della radio, della televisione, dei quotidiani, dei periodici e delle riviste specializzate. Potranno essere utilizzati versi di celebri poeti che si richiamano alla morte come: "Non è vero che sia la morte/ il peggior di tutti i mali/ è un sollievo pei mortali/ che son stanchi di soffri?' (Metastasio); oppure, commentando la scena di un signore (o di una signora) che si lascia annegare in un mare azzurro, lievemente increspato dal vento. "E il naufragar m'è dolce/ in questo mare" (Leopardi). Potranno essere mobilitari illustri scienziati i quali, in brevi ma persuasive di-
chiarazioni da inserire nella trasmissione settimanale o in altre trasmissioni, spieghino agli anziani l'opportunità di morire finché si è ancora vivi e vegeti, naturalmente ricorrendo all'ausilio di filmati che illustrino la triste condizione di anziani ammalati, specie se ricoverati in ospedale o ospiti di case di riposo o, peggio ancora, abbandonati a se stessi dai figli ingrati.
Uno slogan, che potrebbe rivelarsi efficace è: "Non hai potuto scegliere quando nascere. Scegli almeno quando morire."
In un momento di rilancio patriottico seguito alla vittoria della nazionale di calcio ai mondiali, potrebbero essere utilizzati, con una lieve modifica, i famosi versi: "Chi per la patria muor — vissuto è assai", aggiungendo: "E se non muore presto — per l'INPS sono guai". Un altro slogan che potrebbe rivelarsi efficace è: "Che brutto pensiero, la morte! Meglio toglierselo presto".
Per evitare il susseguirsi di tristi spettacoli (impiccati, annegati, cadaveri sfraccellati dopo un volo dalla finestra o da un ponte, facce sfigurate da un colpo di pistola alla tempia eccetera) si potrebbe immettere sul mercato un farmaco capace di assicurare una morte rapidissima e indolore. A tale farmaco, esente da ticket, potrebbe essere dato un nome che suona come una liberazione, "VAFF", che sta per mitridisulfurvaffanculli-
pratiche per pensioni di vecchiaia, sociali, di invalidità reversibilità, eccetera. assistenza in caso di infortuni e malattie professionali maternità, assegni familiari malattia, versamenti volontari recupero contributi ricongiunzione, disoccupazione
I.N.C.A. - C.G.I.L.
Via Uruguay, 11/2
Lunedì dalle 9,30 alle 12
Ciao! Allora hai sentito Andreotti?
Quali? Quell conti spalasc de lottador?
Quale con le spallacce da lottatore?
Quel ch'el fa el minister de foeura via.
Il ministro degli esteri, vorrai dire?
Si, proprio quell lì.
E ti pare che abbia le spalle da lottatore?
Beh... Magara l'ha ciappaa ona piovuda ... e con l'umidità ghe s'hinn strengiuu on poo
Mmm... Lasciamo perdere, và, che è meglio!
Se t'el diset ti...
Dimmi, piuttosto, l'hai sentito o no?
'Me foo a savell se te me diset minga quand'è che mi avarev dovuu sentili.
Quando è andato negli Stati Uniti.
A ciappà ordin dal Reagan?
E perché dovrebbe essere andato a prendere ordini?
E allora se l'è andaa là a fà.
na, troppo difficile da pronunciare davanti al farmacista.
A tutti gli eredi dei suicidi iscritti negli elenchi provinciali verrà corrisposta "una tantum" di lire dieci milioni, oltre al rimborso delle spese sostenute per i funerali fissate in una cifra stabilita da un'apposita commissione interministeriale. La sera del 6 gennaio di ogni anno, nel corso di una grande serata al Teatro delle Vittorie in Roma e che sarà anch'essa trasmessa alla TV a reti unificate e in mondo-visione avrà luogo l'estrazione dei premi: 500 milioni al primo estratto, 350 al secondo, 250 al terzo, 200 al quarto, 150 al quinto, 100 al sesto e via a scalare, fino a trenta premi di consolazione dell'importo di lire 25 milioni cadauno. Alla serata parteciperanno il presidente del Consiglio, i tre ministri interessati, dirigenti degli istituti previdenziali, un rappresentante delle imprese di pompe funebri, il presidente della Confindustria, il celebra economista Cesare Zappulli, il noto giornalista e scrittore Alberto Rocnhey (il cui volto, fra l'altro, sembra il più adatto alla circostanza), il notissimo commentatore politico Arrigo Levi (se riuscirà a farlo uscire dal suo tradizionale riserbo), e altri personaggi importanti.
Lo spettacolo sarà presentato da Mike Bongiorno il quale, ad ogni nome di suicida estratto per i premi, griderà "Allegria!". Dovrà trattarsi di uno spettacolo senza precedenti che invogli gli anziani a seuire l'esempio dei loro coetanei suicidi. Le spese per il concorso e la relativa campagna promozionale saranno ampiamente compensate dal notevolissimo risparmio nella erogazione delle pensioni e nella spesa sanitaria, particolarmente rilevante per gli anziani.
Nel caso che qualche ultrasessantenne, ancora prigioniero di ideologie superate, decidesse di suicidarsi rinunciando all'una tantum" di dieci milioni e alla possibilità che i suoi eredi partecipino ai premi di "Suicidissima", ai suoi congiunti, ogni 2 novembre, ricorrenza dei defunti, verrà consegnata una targa con la scritta: "La Patria riconoscente — a X Y — che è vissuto con poco — ed è morto — per niente".
Ennio ElenaA confrontare gli obiettivi della nostra politica estera con quelli della politica estera americana.
E se l'è che l'è saltaa foeura?
Beh, ha detto che abbiamo obiettivi comuni.
Tee visi che gh'avevi reson mi?!
In che senso avevi ragione?
Nel sens che el Reagan el gh'ha dit guai deven vess i noster obietiv e lù, l'Andreotti, l'ha sbassaa el coo e l'ha dit "signorsì".
Chi ti dice che abbia abbassato la testa?
E se te voeut ch'el faga vun coni ona faccia de basabanch come la soa?!
Ammettiamolo pure, ma chi ti dice che abbia detto signorsì.
E se te voeut che l'abbia dit se de no?
Beh, avrà fatto valere le nostre ragioni ...
Qual?! Se hinn ormai quasi quarant'ann che in Italia femm domà quel! che voren i american! E poeu, t'ee minga vist
Cosa
L'èstaa assee che el Pertini el disess on quaicoss che el gh'andass minga tanto a geni al Reagan che subit gh'hinn saltaa in coo.
Ti riferisci al messaggio di fine d'anno di Pertini?
E al gibilèe che l'ha traa in pèe el segretari democristian. De Mita, vuoi dire?
Sì, propri quel! lì.
Ma poi ha detto che non ce l'aveva con Pertini.
E già, l'ha faa anca lù el pentii. L'è de moda al di de incoeu fall!
Cosa intendi dire?
Che cont tanti pentii che gh'emm in gir, gh'era de spettassel che on dì o l'alter el saltass foeura anca on democristian pentii.
Ma magari è stato capito male.
Si, la scusa l'è bona, ma el giughett l'è vecc. Quale giochetto?
De dì i robb in manera minga tropp ciara, in manera che se nissun dis nient l'è andada. Se invece on quaidun el reclama ... allora la colpa l'è de quei che hann capii mal.
E tu pensi che De Mita abbia tentato di fare un simile giochetto?
Mi pensi nagott ... Però, a pensagh sù ben: l'era assee che nissun trovass on quaicoss de dì sora quell che lù l'ha dit, che forsi torsi nun incoeu gh'avarevem on pentii de men! Ciao, te saludi! el barbee
femminili non emerge. La donna chiede informazione corretta, che tocchi i suoi problemi concreti: casa, assistenza sanitaria, ospedaliera, figli, scuole ecc. Nelle redazioni dei quotidiani le suddivisioni sono rimaste statiche. Vi sono comunque delle redattrici che elaborano le informazioni e ne fanno la cronaca, e oggi la prosa di una dorkna è riconoscibile, l'uomo di solito la considera inferiore, giudica come debolezza le caratteristiche di affettività e di potere (in-
teso come fascino) della donna in genere. E proprio al momento presente, in cui la donna riconosce e rivendica il bisogno di parlare anche dei sentimenti.
Non ci sarebbe più bisogno che la donna restasse legata al "suo" giornale come a una amica più informata cui chiedere non solo informazione ma anche correttezza, puntualità e rispetto, rispetto del desiderio di non fermarsi alla superficie ma arrivare in fondo alle questioni.
B.B.
Le difficoltà economiche che l'Italia sta attraversando sono quotidianamente sulle prime pagine dei giornali. Indipendentemente dalle diverse valutazioni, sia sulle cause di questa situazione che sui provvedimenti che è necessario prendere per superarla. una argomentazione è comune a tutti i commentatori: l'esigenza di maggiori risparmi. Esistono poi alcuni settori merceologici, particolarmente "poveri" dal punto di vista del contenuto intrinseco
dei prodotti trattati, per i quali questo imperativo del risparmio diviene una necessità impellente.
Ad introdurre una conversazione radiofonica dedicata allo Spazio-Donna in un giovedì di dicembre (ore 14.30, Radio 2) ci costringe all'attenzione una frase che la donna in particolare dovrebbe ripetersi spesso: "Non si possono far valere i propri diritti se non li si conoscono fino nei dettagli".
E come farlo, se le informazioni cui attinge la donna sono quelle che sono? Ecco il discorso sulla stampa, su cosa rappresenta la donna nel quotidiano, il giornale.
Il giornale, la lettura abitudinaria della stampa e la sua preparazione quotidiana, è ritenuto ancora appannaggio maschile. Fino a ieri. alla donna era al più riservato il posto della rubrichetta, della moda, la cucina, il lavoro a maglia o di sartoria. La presenza fisica di una donna in redazione era considerato elemento conturbante e sovente veniva allontanata con dei pretesti.
Oggi la donna non la si trova più solo nelle pubblicazioni settimanali dedicate esclusivamente a lettrici.
La spallata più decisiva è stata data dai movimenti femministi, e alcune rivendicazioni si sono trasformate in leggi.
A differenza del primo femminismo che affermava l'uguaglianza della donna con l'uomo, l'ultimo femminismo rivendica una diversità che suppone una eguaglianza di diritti. Certo, vanno messe in chiaro alcune situazioni. Pur consapevoli di essere portatrici di valori nuovi e diversi, pare che ancora manchi la voglia di solidarizzare fra donne, nel rapporto diretto.
Ecco che nella stampa appositamente indirizzata alla donna il confronto con la lettrice si mantiene serratissimo, con qualità di fedeltà e sincerità notevoli. Lo specifico femminile esiste, tuttavia ancor oggi sfogliando un quotidiano si vede che è maschile. Lo spazio per i ruoli
Nello scorso mese di dicembre avevamo scritto in merito alla possibilità fornitaci dall'art. IO della Legge 392 (Equo Canone) di autogestire la conduzione di riscaldamento nelle case private, con la promessa di darvi dettagliati ragguagli sul concreto risparmio che da questa esperienza ne avevamo tratto direttamente. Eccoci qua, puntuali e felici per di più di potervi indurre a ripetere questa esperienza sull'onda del nostro notevolissimo risparmio.
Lo specchietto che vi mostriamo riproduce fedelmente il nostro bilancio consuntivo della voce riscaldamento di questi ultimi tre anni.
Nell'anno 80/ 81 come potete vedere, vi è solo il costo totale senza la quantità dei litri consumati dato che in quell'anno la conduzione del riscaldamento non era ancora in autogestione, ma ad appalto a calore e quindi non ci era possibile verificare questo dato; nel secondo anno, pur avendo iniziato l'autoge-
Serv. riscaldamento anno 1980/1981 anno 1981/1982 anno 1982/1983
CAMICERIE
stione, avevamo mantenuto l'appalto fuochista con la medesima ditta che ci aveva gestito il servizio di riscaldamento ad appalto calore per anni ed anni. Pur avendo effettivamente notato una inversione di rotta, ci siamo comunque accorti che abbisognava modificare defitivamente questo rapporto ambiguo: ecco così che lo scorso anno con l'aiuto del S. U.N.I.A.; siamo passati ad una vera autogestione che consisteva anche in una nuova conduzione anche per quanto concerneva l'assistenza tecnica del fuochista.
Siamo così giunti al bilancio 82/83 e come potete notare i risultati sono stati più che ottimi. Abbiamo sostanzialmente risparmiato nell'arco dei 180 giorni di erogazione ben 8.538 litri di gasolio.
Per la prima volta, grazie ad aver utilizzato, all'interno di una legge senz'altro perfettibile, un articolo che tuttavia applicato e gestito è dalla parte dell'inquilinato, siamo riusciti ad ave-
re un rimborso nel conguaglio annuale di un totale di L. 4.500.000.
Dite poco per un caseggiato di soli 21 inquilini? Noi alla luce anche degli aumenti del prezzo del gasolio che ancora in questi ultimi giorni sono avvenuti, pensiamo che far applicare le leggi vigenti, oltre che essere prova di coerenza democratica, sia anche per le nostre tasche, motivo di conforto!
Confidiamo di avervi sollecitato e vi invitiamo, se volete informazioni ed assistenza al riguardo per il prossimo anno a telefonare in questi primi mesi dell'84 al S.U.N.I.A. in modo da poter tranquillamente trasformare il vostro appalto calore in una economica autogestione.
Le sindacaliste sono a vostra disposizione nella sede del S.U.N.I.A. di zona che è situata in via Cucchiari, 6 ed il cui numero telefonico è: 38.93.57.
N.P. e M.G.
Vediamo ad esempio quello che succede nel settore delle bevande analcooliche e delle acque minerali. Si tratta di un mercato sostanzialmente stagnante con una tendenza dei consumi, per quanto riguarda le bibite, in leggero decremento (nei mesi di giugno-luglio 1983 la diminuzione dei consumi è stimata intorno al 4.5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno).
Inoltre questi consumi si spostano sempre più dal bar alla famiglia: i consumi presso il bar sono calati del 79;, le vendite effettuate dai negozi di alimentari sono aumentate del 5%. Questi pochi dati dimostrano, e spiegano, come incida la crisi economica sui consumi degli italiani.
Ebbene, in una situazione di questo genere assistiamo ad un fenomeno paradossale. Da circa due anni infatti sono in commercio dei nuovi imballi in un materiale plastico denominato PET (poli-etilentereftalato) che alle indubbie caratteristiche di robustezza e maneggevolezza unisce quelle di costo elevatissimo. sia della materia prima che soprattuto di investimento di impianti.
Nonostante questi problemi di costo. si tratta di un mercato in espansione. non solo nelle aree europee "forti". ma anche in Italia che certamente forte non è. Basti intatti pensare che ogni volta che il consumatore getta uno di questi vuoti butta via circa 300 lire. somma questa che, a prescindere da considera-
zioni di tipo ecologico, egli ha già pagato al momento dell'acquisto del prodotto. Diverso è il caso delle bottiglie di PVC (poli-vinil-cloruro), più leggere ed economiche. quindi da non confondere con quelle di PET. Ci sembra si tratti di un esempio macroscopico di ineducazione del consumatore che, in questo settore merceologico, non è isolato. Infatti un altro problema fondamentale di questi prodotti sono i costi di distribuzione. Trattandosi di prodotti, come le acque minerali. pesanti ed ingombranti (ma di modesto valore economico). è evidente come le spese di trasporto incidano fortemente sul loro prezzo finale. Eppure tra le acque minerali più vendute (e a prezzi più elevati) ci sono quelle fortemente pubblicizzate e pertanto distribuite su tutto (o quasi) il territorio nazionale con una incidenza dei costi di trasporto intorno al 25-35% del prezzo finale del prodotto.
Anche in questo caso si tratta di un esempio di ineducazione del consumatore che ci sembra interessante segnalare in quanto esistono, in ogni Regione. acque locali di qualità altrettanto elevata che è possibile consumare senza pagare un sovrapprezzo-camion assolutamente ingiustificato.
Quelli citati sono solo alcuni esempi. e in un settore merceologico particolare. ma tuttavia di importanza primaria per i nostri consumi alimentari quotidiani. che a nostro parere dimostrano quanta strada c'è da fare per creare una coscienza ed una educazione al consumo più economicamente motivate e. in ultima istanza. più razionali.
Mimmo CasucciAncora una volta siamo costretti a riportare una triste notizia, che riguarda la nostra zona, la solitudine e l'indifferenza sono le costanti, anche perché analoghi fatti si sono già verificati.
Mercoledì 4 gennaio, colto da un collasso in seguito ad uno stato di ubriachezza, Gabriele Canepa di 37 anni, è stato rinvenuto cadavere in una cantina delle case popolari di via Ricciarelli 16, nella quale da tempo si rifugiava. Il cadavere del Canepa è stato ritrovato dopo alcuni giorni. Poiché gli amici non avevano più sue notizie, un conoscente ha avvertito la volante. Sfondata la porta dello scantinato, iL Canepa è stato ritrovato riverso sul pavimento con alcune ferite alla testa, causate dalla caduta a terra.
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Lo ricordavamo in precedenza, non è la prima volta che registriamo fatti di questo tipo; due anni fa, sempre a S. Siro, fu trovata cadavere dopo alcuni giorni una anziana pensionata, nessuno si era accorto della sua assenza, solo l'odore del corpo in decomposizione aveva fatto sorgere i sospetti. Sicuramente le condizioni di vita sono peggiorate negli ultimi tempi, droga, violenza e mancanza di punti di riferimento, fanno sì che il quartiere di S. Siro sia sempre
più un quartiere spento ed anonimo.
Si può fare qualcosa?
M. P.
Da venerdì 20 gennaio è iniziato il servizio di informazione per gli automobilisti milanesi. I vigili urbani raccolgono informazioni sul traffico nelle venti zone di Milano e le mettono a disposizione alle radio private. I dati saranno più numerosi negli orari di punta, e cioè: la mattina alle 8, a mezzogiorno e nella tarda serata.
L'iniziativa sarà così d'aiuto agli automobilisti milanesi che muniti di radio potranno essere informati tempestivamente sulle zone di traffico intenso e scegliere i percorsi alternativi consigliati.
Vi segnaliamo alcune delle radio che hanno aderito all'iniziativa dell'assessorato ai trasporti ed al traffico del comune, le radio sono: Radio Regione, Radio Popolare, Radio Città, Radio Meneghina, Radio Montecarlo.
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I mestée de la Milan de semper
Le voci delle merci si sono moltiplicate, ma i prodotti dell'artigianato tengono ancora banco e sono sempre richiesti di Arcano
"Cartée", cartolaio, o "cartera", cartolaia, sono i riferimenti a coloro che gestiscono una cartoleria e l'accenno era stato fatto in occasione della citazione del "cartée" quale fabbricante di carta; in quella orrasione "cartera" stava per cartiera e non cartolaia pur se la voce è la stessa e tale in entrambi i casi si scrive.
Nella bottega del "cartée" si vendono tutti gli accessori per la
scuola, carta da lettere, registri ed anche balocchi e libri non di testo; per ragioni ... tattiche quasi tutte queste botteghe sono ubicate nelle vicinanze di scuole.
"Casalinghi", tipo di bottega di nuova impronta; riunisce articoli che una volta erano eslcusivi del "piattée" (piatti, tazzine, vasellame, orci, pentolame in cotto, ecc.) ed anche del "moletta", voce con cui, oltre all'arti-
La caratteristica della seconda persona singolare nella declinazione dei verbi e l'èccezione riguardante quelli ausiliari
Dunque le preposizioni articolate, in alcuni casi considerano anche "di" per "dei" italiano e "dj" per "delle", al di là di considerazioni della preposizione semplice "di".
Anche gli articoli in dialetto milanese hanno particolare prerogativa rispetto la lingua italiana; vediamo subito che "el" è articolo maschile singolare usato in funzione di "il" e "lo", quindi "el fioeu", il ragazzo; "el zio", lo zio; "el martell", il martello; "el scopell", lo scalpello e così via.
"La" è lo stesso dell'italiano; i plurali invece sono differenti e moltissimi sono gli errori commessi, secondo l'anonimo milanese, sempre che si voglia fare della dialettologia scritta "sincera".
"Le", articolo plurale femminile va scritto "j" per non confoderlo col maschile "i"; la donna, "j donn"; i maschi, "i mas'c". A questo punto si ha una vera rivelazione sull'articolo plurale maschile "gli" per quelle parole che, come nella lingua italiana, iniziano per vocale oppure per "zeta" o ancora per "esse impura", cioè seguita da consonante.
E l'esempio che ne segue non può non lasciare sorpresi tutti coloro che sino ad oggi hanno errato involontariamente scrivendo grosse bugie grafiche: "ij amis, ij spazzacamin, ij zulù, ij scheletri, ij s'ciopp, ij zii, ij sgabei, ecc"; che tradotti sono: gli amici, gli spazzacamini, gli zulù, gli scheletri, gli schioppi e scoppi, gli zii, gli sgabelli, ecc.
Si noti infine come alcune parole che non hanno la stessa radice italiana nella traduzione dal milanese possono costituire eccezione che conferma la regola, e richiedono semplicemente il plurale "i"; esempio scossàa", i grembiuli; "i zergant", i gerganti (quelli che usano il gergo) "i sgonfion", i raccontafrottole, ecc.
Eccezioni dunque, ma a cui devesi stare attenti ... per non infrangere la regola! Molte parole milanesi hanno una pronuncia sibilante in particolare quando resse" è apostrofata, nello scritto, ed illustra quel raggruppamento "sch" (ed a volte anche no) della forma scritta italiana ignorata dal dialetto.
Senza complicazioni descrittive passiamo subito a fare degli esempi sia laddove è all'inizio di parola, sia che si trovi nel corpo di essa; "ris'c, s'ciarida, vis c, s'ciav, s'ceppà, s'cèna, mes'cià.
giano ambulante noto a tutti, veniva indicato il-gestore di negozio di "coltelleria" nel quale si vendono posaterie, coltelli professionali per macellai e salumieri, forbici di uso domestico e professionale, cesoie da giardiniere, rasoi a mano, lame da barba, ecc.
Vero è che anche la plastica ha invaso il settore dell'utensileria dometica e quindi nel negozio di casalinghi figurano accessori per la casa che richiederebbero intere pagine per l'elencazione e la descrizione.
"Coltelleria", è comunque un genere di negozio che è rimasto ed ha a sua volta allargata la gamma dei prodotti da proporre ai clienti e, per inciso, provvede alla molatura di forbici, taglieri (la popolarissima mezzaluna) coltelli, lame da pialla, cesoie, trinciapolli, ecc.; questo servizio di affilatura è motivo della dizione "moletta" anche per il coltellinaio, negoziante di coltellerie e affini.
gia, collanti, spatole, ecc...) ci si può rivolgere a cuore aperto al colorificio, ma quando si tratta di colori in polvere, colle in grani o pezzatura, solventi ed oli propri d'uso artistico è meglio andare al negozio di articoli per "belle arti" che a Milano sono situati in prossimità dei licei artistici e dell'Accademia di Brera.
Però, è bene dirlo con chiarezza, vi sono colorifici molto ben forniti anche di materiali di pregio o "indispensabili" a quegli artisti, specie pittori, che vogliono esclusivamente prodotti base sia per i colori sia per mestiche o vernici che preparano da loro stessi.
ecc. che corrispondono a: rischio, schiarita, vischio, schiavo, rompere, schiena, mescolare, ecc. Ci sono poi identiche eccezioni quando il raggruppamento "sch" della lingua italiana vede comparire la consonante "g" in vocaboli come "s'giafr, schiaffo, "s'gigottà", agitare, "s'giassà", sciogliere il ghiaccio, "s'giaccà", scagliare, buttare, "s'giandos", fragile, oppure "s'giss" che ha molti significati quali gremito, ripieno, folto, denso ed anche piccante, frizzante, eccezionale, lussuoso (che s'giss! Che lusso!). Alcune particelle pronominali e possessivi del dialetto milanese nella prima persona singolare sono esattamente l'inverso della forma italiana sia nello scritto sia nella pronuncia come nell'esempio: "Mì sont minga segur, ma me par ch'el mè vesin el gh'abbia de rantipatia per mì." (lo non sono sicuro, ma mi pare che il mio vicino abbia dell'antipatia per me.) Notiamo in questa frase come "mi" ha valore per l'italiana forma "io" e "me" ed il milanese "mè" è possessivo (mio), mentre la forma "me" milanese vale per la corrispondente italiana "mi" (a mè); sembra un rompicapo, ma è chiarissimo!
Nella declinazione dei verbi, di qualsiasi tempo e forma, la seconda persona presenta sempre la topica di "ti te" che nessuno studioso ha mal esaurientemente spiegata e neppure contestata; però c'è da aggiungere che la seconda persona singolare anche in alcune forme discorsive si differenzia dalla forma italiana per reterna presenza della particella pronominale "te": inoltre la finale dei verbi ha consonante "t".
Qualche esempio non guasta: "Ti te scrivet." (Tu scrivi.)
"Ti te cantevet." (Tu cantavi.)
"Ti te vorarisset." (Tu vorresti.)
"Ti te sarisset stàa." (Tu saresti stato.) "Ti te me ciamaret." (Tu mi chiamerai.) Ed ancora: "Ti te m'ee ciamàa." (Tu mi hai chiamato.)
Vogliano i lettori notare la sostanziale differenza di forma degli ultimi due esempi per via della presenza del verbo ausiliario avere; i verbi essere e avere (ausiliari) possono essere scritti per la seconda persona singolare sia con consonante "t" finale sia senza e sono gli unici: "Ti te see (seet)." (Tu sei.) "Ti te gh'ee (gWeet)." (Tu hai.) (conthtua)
"Ceramista"; non sempre la bottega che vende ceramiche artistiche, soprammobili, lampade ed oggettistica varia in ceramica è gestita da chi lavora propriamente questa materia.
In ogni caso viene così definito il gestore del negozio; "el ceramista", colui che lavora direttamente la creta a mano o al tornio e provvede anche alla cottura, lavorando in pezzi unici o in serie, è un artigiano artista e completa la sua opera decorando direttamente i suoi prodotti, aiutato a volte da "lavorant".
In voce di ceramica decorata c'è da chiarire che "sopra smalto" è intesa la decorazione effettuata su materiale già trattato con cristallina e lucido, mentre "sotto smalto" è la decorazione sii creta cotta in prima cottura sulla quale a volte un osservatore estraneo troverebbe a ridire per ... lo scostamento dei colori che si trasformano invece, rimanendo indelebili, dopo la cottura finale.
"Cesteria"; bottega del "cavagnatt", ma con un ricco assortimento di elaborati in giunco, midollino, vimini, paglia di canna, bambòo, ciniglia, ecc. Ceste e cestini per fiori, frutta, pasticceria, confetteria, articoli da regalo, arredi da giardino, dondoli, poltrone.
La cesteria è venduta a volte con altri articoli: corderia, scale ad uso domestico, scope, piumini, zerbini ed altro; una fusione parziale di tre dei mestieri già citati in questa rubrica e cioè, "el cordée", cavagnatt", "el vendidor de scovin".
In qualche negozio l'oggettistica è di alto ... censo artistico in grande varietà di lampadari, stuoie, lampade a stelo, culle, letti, panieri di ogni foggia e grandezza con esemplari veramente unici, testimonianze d'un artigianato ancora vivo e di una tenace cultura contadina.
Colorificio; "el colorista".
Una bottega che assomma articoli di genere vario, utili ad imbianchini, verniciatori, casalinghe, decoratori ed anche pittori, scultori, scenografi.
Oggi che l'ampio spettro di tecnologie e merci ha immesso sul mercato centinaia di tipi di materiali e che la moda del "fai da te" ha contagiato migliaia d'italiani il prontuario di merci d'un colorificio si compone di altrettante voci.
Ho citato pittori, scultori, decoratori e scenografi; per merci il cui pregio non presenta differenze sostanziali (gesso, ra-
Per contro ci sono colorifici sprovvisti di trementina veneta, copale, dammar, magnesia in polvere, olio di noce e di spigo o rosmarino. Tutto materiale che hanno soltanto quei negozi il cui titolare è un vecchio "colorista".
"Cornici ed affini"; in tempi odierni ci sono negozi che vendono esclusivamente cornici, forse per il fatto che pittori dilettanti ce ne sono legioni ed il benessere o comunque il potenziale d'acquisto non è più basso come una volta.
Qualsiasi negozio di vetraio, "invedriée", artigiano di cui ho già parlato, esegue anche cornici; ma ci sono ex corniciai che sono diventati "galleristi" d'opere d'arte; una trasformazione che da una precisa idea del moltiplicarsi di ... artisti.
Corniciai dunque, non sempre vetrai, ed in qualche caso anche supermercati della cornice; oltre a cornici standard e su misura trattano anche stampe e disegni, litografie, riproduzioni famose e non, per l'arredo spicciolo o per amatori poveri.
Oltre ai negozi ci sono gli artigiani e le industrie che si sono specializzate in produzione di aste per cornici; c'è tra l'altro la specializzazione in "tondi e ovali" il cui costo è di gran lunga superiore alla tradizionale cornice rettangolare. In milanese corniciaio si dice "cornisatt", corre un aneddotto al riguardo, coniato da un buontempone, per dileggiare un corniciaio fallito. "Gh'era ona volta on corni' satt milanes ch'el gh'aveva per amis tanti pittor che cont i quader ghe pagaven j spes, perché de ghej ghe n'aveven manch per lor. Quand l'ha cercàa de vendi vareven nient, inscì l'ha dovùu deciarà fallimenti' (C'era una volta un corniciao milanese che aveva per amici tanti pittori che con i quadri gli pagavano le spese, perché di quattrini non ne avevano manco per loro. Quando ha cercato di venderli non valevano niente, così ha dovuto dichiarare fallimento!)
"Edicola", edicolante, "edicolant", "giornalatt"; ne ho già accennato in occasione d'un parente più povero: "el strillon". Oltre a quelle stradali ci sono quelle delle stazioni ferroviarie e dei metrò e quelle che sono insediate in veri e propri negozi; mestiere dall'orario lungo, con breve pausa settimanale e scarse festività annuali.
Ha il vantaggio della non deperibilità della merce e la possibilità di resa dell'invenduto; la conducibilità è molte volte familiare ed è uno dei mestieri che risente meno di flessioni economiche di tanti altri; difficile da ottenere la licenza, ma di li-
mitato rischio di capitale. "Drogheria", droghiere, "fondeghée"; la bottega, nel dialetto milanese, prende nome dallo stesso gestore. infatti nella comune dizione si dice: "Voo dal fondeghée", (vado dal droghiere). Sono anni ormai che il mestiere non ha più la caratteristica originaria; molti prodotti sono venduti impachettati, sigillati o imbottigliati ed i tempi in cui lo zucchero veniva venduto in cartoccini anche di 50 gr. ed il caffé ad once non sono poi remoti. Anche il petrolio venduto sciolto, la soda, lisciava pomice, ecc. sono prodotti che il nuovo sistema distributivo e le leggi hanno relegato ai ricordi.
Elettricità, idraulica; il negozio di vendita di parti di ricambio, fatta eccezione per i grossi distributori, quasi sempre sono appartenenti a "elettricisti-trombée" cioè artigiani che fanno l'elettricista e l'idraulico e posseggono attrezzature sia per impianti, riparazioni o rifacimenti; al banco in negozio ci sta magari la moglie o un congiunto quando l'artigiano è fuori per lavoro.
L'evoluzione del moderno vivere e "rarraggiamento" d'una buona parte delle genti odierne ha ridotto l'intervento per riparazioni, ma nel caso di assoluta necessità, in particolare per la parte idraulica, la sua presenza diventa un vero preziosismo; c'è da augurarsi di avere gli impianti sempre in ordine e non incontrare, avendone bisogno, "on taccon" un rappezzatore di scarse capacità.
Sia del "trombée" sia delrelettricista ho parlato in una delle precedenti pagine di questa rubrica.
Ci sono invece negozi e mapnini che trattano esclusivamente la vendita di materiale elettrico, lampadari, elettrodomestici ed anche radio televisori, ecc. Una voce di richiamo può essere soltanto "vendidor de material elettriche similar"; i rimanenti elettrodomestici, televisori e registratori sono troppo moderni. Erboristeria; "la bottega de l'erborista" tornata in auge in tempi modernissimi; i negozi da qualche anno si sono moltiplicati e gareggiano nel proporre i prodotti della natura per svariati motivi.
Dalla cura dei capelli ai pro-
blemi della linea, dalla cura della cellulite ai rimedi naturali per la bellezza ed a quelli d'una speciale alimentazione; un ritorno all'uso di tisane, sciroppi, medicamenti, creme, balsami, tinture e persino purganti.
Un mestiere da specializzati indubbiamente, ai confini con la farmaceutica, dove però la comunissima crusca costa tre volte più della più pregiata farina! Oppure, volendo pignolare, dove alcuni preparati per la cosmetica hanno il componente base d'origine esotica; per alcune signore vale la pena di provare a sottrarre qualche ruga anche se ciò comporta una perdita di tempo e una spesa in più. Farmacia, farmacista; "speziée". Negozio noto, al quale ognuno si augura dover ricorrere il meno possibile; ai tempi correnti è tanto diverso rispetto le origini.
Ci sono farmacie che hanno in vendita prodotti per l'igiene come una comune profumeria; prodotti di dietetica (anche non decisamente medicali) e persino di ortopedia.
Vi sono poi balocchi per la prima infanzia che ad un signore hanno fatto esclamare convintamente: "Adess j speziée venden anca pigott e beléer (Adesso i farmacisti vendono anche bambole e giocattoli!) S'insinua a questo punto il desiderio di parafrasare un noto detto milanese coniandone uno affine: "speziée fa el tò mestèe!" Sarà spropositato come pensiero, ma visto che la pertosse adesso si cura con un giretto in aeroplano chissà se un giorno in farmacia venderanno aerei?
"Ferramenta", in milanese "ferraressa"; dalla minuteria meccanica agli attrezzi più raffinati anche questo negozio ha subito una notevole trasformazione merceologica; dai comuni chiodi alrutensileria di grande impiego, serrature, padellame, porte corazzate, automatismo per cancelli radiocomandati e moltissimi materiali per carpenteria ... domestica.
Anche colui che gestisce il negozio è indicato "ferraressa"; l'eventuale commesso viene invece individuato nel dialetto milanese come nella frase seguente: "El fà el commess de ferraressa". (Fa il commesso in un negozio di ferramenta). (continua)
Nella foto: 1905, l'interno di una cesteria a conduzione familiare.
Siamo pensionati che partecipiamo alla vita attiva della "Lega" e da questa "Lega" parte una vibrata protesta perché, da 40 anni ad oggi, non si è mai fatta o visto una tavola rotonda in TV composta di anziani e degli stessi di tutte le professioni o mestieri.
Possibile, che con la sua sensibilità, non abbia mai proposto una tale riunione?
Noi anziani siamo abbastanza indignati di questo programma fatto dal pentapartito, per questa ragione chiediamo una tavola rotonda in TV, di solo anziani, per portare un valido contributo a modificare questo annoso sistema, che mette a dura prova tutti i cittadini Italiani, ed in particolare i Pensionati.
Nella risposta che lei darà a questa "Lega" sia sincero e non ci prometta niente che non si possa fare, lei conosce la miseria e grossi sacrifici, bene, ora gli anziani stanno ancora facendoli dopo 40 anni di democrazia ... sappiamo di vivere in una società capitalistica e tutto può essere modificato o rovesciato, da qualunque punto di vista, ma ad arrivare a certe ristrettezze, pensiamo sia cosa grave.
Il nostro contributo e solo per portare a conoscenza dei
Ministri gli errori che di continuo stanno facendo, senza rendersene conto minimamente.
Cosa serve agli anziani, che dopo lunghe lotte e sacrifici di lavoro vanno in Pensione?
Istituzioni valide e senza pregiudizi da parte degli enti, la pensione regolare, i soggiorni a prezzi moderati, la sanità con tutti gli apporti di salute, senza pagare le specialità, come attualmente si sta facendo a carico di chi ne ha più bisogno.
Noi confidiamo in una sua risposta, a queste nostre richieste, coinvolgendo e se ciò è fattibile, tutte le Leghe Pensionati d'Italia, di modo che queste tavole rotonte in TV, siano arricchite da tutti ed in modo specifico dai più umili mestieri alle grandi professioni.
Senza dubbio i Ministri del pentapartito, non sono minimamente a conoscenza, altrimenti anche essendo in una società capitalistica il loro comportamento sarebbe diverso e molto più democratico.
Ci scusiamo, per averla disturbata, ma crediamo anche che una tavola rotonda, con chi ha contribuito nel bene e nel male a costruire questa società, abbia il diritto di dire la propria opinione.
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Si tratta di una squadra della nostra zona, che ha la sua sede in via Ricciarelli, a San Siro
Per la prima volta una squadra lombarda, si è aggiudicata la vittoria nella coppa interregionale di calcio organizzata dall'ACS1-CON I. Si tratta della Zenit-Parati, squadra che nella nostra zona ha sede (via Ricciarelli 39), campo di allenamento (via Trenno 49) e che ai margini della nostra zona disputa i suoi incontri casalinghi (Campo Kennedy).
Era chiaro dunque che ci interessassimo dell'attività di questa simpatica società.
La squadra è nata nel 1979 grazie all'amore dello sport del presidente Sig.Opipari, proprietario dell'azienda Zenit Parati, appunto, e dell'attuale allenatore, il sig. Francavilla, valida guida tecnica per una società ambiziosa.
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Il frisbee, il simpatico disco colorato da lanciare, che da qualche anno è diventato uno strumento di svago e passatempo per centinaia di ragazzi in Italia, può divenire un attrezzo sportivo vero e proprio?
La risposta è sì; per le sue caratteristiche peculiari, infatti, il frisbee può essere ritenuto un attrezzo in piena regola; uno strumento finalizzato alla coordinazione, alla potenza, allo sviluppo del senso del moto reciproco dei componenti di una squadra.
Da questa considerazione è nato dunque un corso per insegnanti di educazione fisica sull'uso del frisbee quale attrezzatura didattica; lo sport che si vuole inserire nelle scuole è "l'ultimate", competizione estremamente didattica a squadre, simi-
le al basket e al calcio per schemi, giocabile sia al coperto che "out door".
Il corso per gli insegnanti è stato organizzato dalla frisbee Sport Italia, che cura gli allenamenti in palestra e all'aperto, organizza i campionati italiani e le partecipazioni a quelli internazionali e che ora ha programmato questo inserimento del "disco volante" nelle scuole.
Le lezioni si tengono all'ITSOS di Bollate al lunedì (20/ 22) e al giovedì (18/ 20) e alrITSOS di Cernusco (Giovedì 20/22).
Potrebbe essere una novità simpatica in un mondo, quello dello sport, in cui la disorganizzazione e l'insipienza programmatica sono all'ordine del giorno per quanto riguarda coloro che si occupano di istruzione sportiva nelle scuole.
Scuola: mentre il ministro tace
Il silenzio ministeriale rischia di far peggiorare la già pessima situazione della scuola pomeridiana milanese
Il ministro Falcucci tace. Ed il fatto — in sé tutt'altro che disdicevole — sta suscitando non poche preoccupazioni in quanti da tempo attendono quella deroga alla legge 270 grazie alla quale si potrebbe in parte risolvere i problemi della LAC, cioè delle libere attività complementari, cioè, ancor più volgarmente, del doposcuola. Il provvedimento ministeriale, dato quasi per scontato dai più ottimisti prima della lunga sosta natalizia, ancora non è giunto negli uffici del provveditorato, né pare sia intenzione del ministro promulgarlo in tempi utili.
Il che significa che la situazione della scuola pomeridiana milanese è destinata a restare tale qual è, vale dire pessima.
Proviamo a riassumerla. Secondo gli ultimi dati forniti alle organizzazioni sindacali dal provveditore Enzo Giffoni, mancano, per un regolare funzionamento delle LAC, circa 500 insegnanti, cioè nientemeno che il 70 per cento del fabbisogno. Com'è noto, la legge 270 prevede che le attività complementari siano coperte dal cosiddetto organico sovrannumerario, in più, cioè rispetto all'organico ufficiale. Tale "sovrappiù", secondo la legge, doveva essere coperto in parte tramite trasferimenti ed in parte dal personale in ruolo uscito dai concorsi riservati de-
Una caratteristica della Zenit Parati è infatti quella di essere una piccola squadra, ma non certo una squadretta, in cui domini il disordine, l'attività è infatti curata nei minimi particolari con un'attenzione quasi da squadra professionistica.
La Zenit Parati, si trova però in questo momento in una situazione purtroppo comune a quella di molte altre società sportive.
I ragazzi di questa squadra hanno infatti dimostrato, più che ampiamente, di essere in grado di disputare il campionato organizzato direttamente dalla Federazione Italiana Gioco Calcio che presenta, ovviamen-
te, maggiore competitività, ma anche maggiori riconoscimenti. A questo progetto, si oppone però ('indisponibilità di avere un campo in esclusiva da gestire che permetta loro di estendere l'attività anche a livello giovanile (per ora hanno solo una squadra Seniores) e di disputare il campionato, per cui questa struttura è necessaria.
Per il momento la Zenit Parati continua a partecipare al campionato ACSI nel quale continua a mietere successi. Nonostante infatti manchino ancora cinque giornate di campionato, la squadra, si è già qualificata alla fase successiva di questa competizione che, attraverso fasi locali, arriverà a stabilire le finaliste che si contenderanno il titolo nazionale dilettanti in una filiale, che si svolgerà a Milano a primavera inoltrata.
Sarebbe molto bello vedere una squadra della nostra zona cogliere un traguardo così significativo, magari proprio allo Stadio di San Siro, dove si pensa verranno disputate le finali, raggiungendo così un traguardo mancato l'anno passato proprio all'ultimo incontro. Rinnovando i migliori auguri a questa società, di cui ci interesseremo certo ancora in seguito, concludiamo questo spazio dedicato ad una squadra, sicuramente giovane, ma destinata a cogliere risultati futuri molto significativi.
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finiti nella stessa legge 270. E accaduto, invece — in virtù di mali storici aggravati dalle forti propensioni clientelari di questo ministero — che i trasferimenti largamente prevaricassero, con l'inevitabile risultato di rigonfiare l'organico sovrannumerario nelle province meridionali (dove peraltro le attività complementari sono assai scarse) e di risecchirlo, in quelle settentrionali (dove, al contrario, la scuola pomeridiana è ben funzionante ed il fabbisogno di insegnanti fortissimo).
La cosa grave in sé, diventa gravissima se si guarda alle prospettive. Il prossimo anno, infatti, dovrebbe vedere — sempre che, almeno in questo campo, il ministro mantenga gli impegni — l'inizio del "tempo prolungato", esperienza unificante, appunto, in sostituzione dei vari tipi di scuola pomeridiana oggi esistenti. E, poiché non appare improbabile che anche il tempo prolungato sia destinato, nei piani del ministro, ad essere coperto dall'organico sovrannumerario, l'attuale silenzio della Falcucci può essere facilmente interpretato come una sorta di attacco preventivo contro le ipotesi di rinnovamento che si stanno dischiudendo. Secondo la logica di sempre: cambiare tutto perché tutto resti come prima.
11.1.1.111~
...e mille cose per la casa!
Non si tratta però di favolosi ingaggi, bensì di atti di violenza - Inadeguate le contromisure adottate finora
Le autorità dimostrano un crescente interesse e una crescente preoccupazione nei confronti dei sempre più frequenti casi di lanci di monetine dirette agli arbitri nel corso di incontri di pallacanestro.
Cerchiamo, una volta per tutte, di chiarire gli occhi a coloro (e sono molti) che hanno capito poco di tutta questa faccenda, indicando anche quelli che, secondo noi, dovrebbero essere i rimedi da prendere.
Il verificarsi di episodi triviali come il lancio delle monetine sugli arbitri ha inizio circa un anno fa, in corrispondenza del cosiddetto "terzo boom" della pallacanestro in Italia, quello che per intenderci ha portato alle finali di campionato un pubblico di circa 15 mila spettatori.
Le tifoserie cestistiche, infatti, per non correre il rischio di venire soffocate in casa da un possibile tifo prevaricante portato dalla squadra in trasferta, si sono rivolte ai club di tifosi organizzati di calcio per avere da essi un aiuto, sotto il segno del comune spirito di campanile.
Tutto ciò ha portato ad avere incassi record e partecipazioni mai viste agli incontri, ma ha portato, purtroppo, anche ad avere un pubblico di spettatori che non avevano quasi mai visto un incontro di basket, né tantomeno, vi avevano mai giocato, con il risultato di portare alle stelle lo spirito difazione già insito nei tifosi.
Sarebbe però troppo facile dare tutte le responsabilità di questi fatti ad una presunta ignoranza del pubblico, sarebbe troppo facile e, senza dubbio, errato.
1/ tifoso che contesta, infatti è ormai anche quello che un minuto prima discuteva delle possibilità di varianti sulla zona I2-2 opzione Shot-gun o sul gioco sui centri dei Sixers, quello deluso e amareggiato dall'incompetenza arbitrale e dall'intf ficienza della Lega che organizza il campionato.
A livello di Federazione è infatti molto tempo che non si fa nulla per migliorare la qualità degli arbitraggi, in un campionato che è secondo solo a quello dei formidabili "Pro" americani, si trovano arbitri mal pagati e mal preparati, con risultati tipo quello di cambiare nello spogliatoio un risultato, annullando come fuori tempo un canestro validissimo o quello di sospendere una partita a 24" (sì, proprio secondi!) dalla fine per intemperanze del pubblico reso effervescente da un arbitraggio pessimo.
Come si può rimediare a questa situazione?
Finora si è agito all'italiana, rafforzando i dispositivi d'ordine perché si ha un'evidente paura di scavare fino in fondo alle cose. Si arriva così all'assurdo di
È nata nella nostra zona una squadra di Football americano
dover essere perquisiti (uomini e donne) da poliziotti insofferenti e maneschi e di dover bere in fretta e furia il contenuto di eventuali latine considerate possibili corpi contundenti (anche se all'interno del palazzetto funziona un bar ampiamente fornito di bibite contenute nei suddetti involucri) o di dover lasciare a casa le chiavi di troppo che si hanno in tasca (anche se a nessuno è mai venuto in mente di fermare il sottoscritto che ha sempre le tasche piene di spiccioli). Nessuno ha pensato che designando con più cura gli arbitri e utilizzando seriamente i fondi federativi per la promozionedello sport si riuscirebbe a porre freno a questa situazione: si è ormai entrati in un ordine di idee tale che il tifoso, vedendo l'arbitro e la sua provenienza, sappia già (e con largo anticipo) stabilire il risultato dell'incontro. Penso che se si iniziasse a fare qualcosa seriamente, a partire dalle società piccole, per risolvere questo problema si approderebbe "brevi tempore" ad una soluzione efficace. Cosa ci si può aspettare però da una federazione che ci ha impiegato anni ad accorgersi che i vecchi canestri in dotazione alla serie A erano molto pericolosi in rapporto alle nuove dimensioni del gioco? Nulla, nulla come quello che è stato fàtto fino ad oggi per questo. Fermata da burocratismi elefantiaci, manie di grandezza e sete di denaro, la nostra Federazione di Pallacanestro è stata completamente latitante su questo argomento, così come su molti altri. Che aspettino ulteriori e ancor più gravi episodi di violenza per decidere di esser pagati un po' troppo per non fare nulla per lo sport in Italia? Effegi
Il football americano sta vivendo un momento di particolare sviluppo in molti paesi, tra questi anche l'Italia. Ci si può rendere facilmente conto di ciò analizzando i dati inerenti le squadre (sia quelle che già partecipano al campionato ufficiale sia quelle in formazione) e quelli che riguardano il crescente pubblico che assiste agli incontri di questi "Supermen".
A riguardo delle squadre in formazione. ci pare opportuno ricordare l'esperienza di un gruppo di ragazzi della nostra zona che, consapevoli dei problemi organizzativi, tecnici e finanziari che si sarebbero trovati ad affrontare, hanno deciso di formare una squadra. Circa quaranta atleti si allena regolarmente tutti i lunedì e govedì dalle 20.30 alle 22.00 presso le palestre del centro scolastico omnicomprensivo di via Trenno 49. Un preparatore lsef cura il loro allenamento fisico, mentre la parte tecnica, gli schemi di gioco e la selezione dei giocatori
sono affidate ad un esperto allenatore che, con impegno, cerca di assolvervi al meglio.
La squadra, inoltre, dispone di un organo dirigenziale che si occupa della ricerca degli Sponsors, sostegno di vitale importanza per le squadre di Football Americano, dati gli alti costi delle attrezzature e delle divise dei giocatori e delle prospettive future. I Pitoni, infatti, questo è il nome della squadra, hanno la speranza dì entrare nel Cam-
Proseguono presso la sede del circolo di San Siro dell'UDI (Unione Donne Italiane), in viale Mar Jonio 7, i corsi di yoga e di ginnastica iniziati nell'ottobre scorso.
pionato Nazionale dell'85 e di effettuare amichevoli nella seconda metà dell'84.
Il loro progetto è anche di rendere questo sport il più accessibile a tutti, sempre sottointeso che si abbia le qualità fisiche necessarie. Chi sia interessato o desideri avere ulteriori informazioni può rivolgersi in palestra durante le ore ed i giorni di allenamento.
Massimo Pattano
L'attività del centro di via Getti, 62 per l'avviamento alla ginnastica, all'atletica pesante e alle arti marziali
Cercando di fare il punto sulla situazione delle varie possibilità di fare sport nella nostra zona, riferendosi al Gallaratese, va menzionata la palestra di via Getti 62, che da qualche anno svolge attività che è giusto conoscere.
Per primo ci interessiamo dei corsi di mantenimento, cioè di quei corsi per adulti, al mattino interamente frequentati da donne, alla sera misti con differente
numero di adesioni, talvolta in maggioranza uomini, talvolta di entrambi i sessi.
Nel visitare la palestra, che nelle sue prime attività si serviva di un ambiente piuttosto piccolo, ed era quindi accessibile a un minor numero di frequentatori, vediamo che ora le attrezzature sono collocate in un locale di misure regolamentari, fornito di tutte le strutture igieniche indispensabili, docce e perfino la sauna finlandese.
Come abbiamo già avuto modo di riferire i corsi di yoga, aperti a tutti, si tengono il martedì ed il venerdì di ogni settimana in due turni, dalle ore 18.30 alle 19.30, e dalle 19.45 alle 20.45. Chi volesse parteciparvi può rivolgersi, per l'iscrizione o per maggiori informazioni, direttamente alla sede del circolo UDI ogni martedì e venerdì dalle 19 alle 20 oppure telefonare al mattino al numero 4036574 chiedendo di Luciana. I corsi mensili di ginnastica si tengono invece al venerdì, dalle 8.45 alle 9.45 ed ogni lunedì. dalle 18.30 alle 19.30.
Essi sono indirizzati a tutti: ai bambini, con particolare attenzione ai soggetti con lievi forme di scogliosi; nonché ai lavoratoli. alle casalinghe ed agli anziani con particolare riguardo agli affetti da forme reumo-atropatiche. Per i pensionati sono previsti sconti sulle quote di iscrizione e chi volesse maggiori informazioni può telefonare a tl. 40391 15, o ad Anna. tel. 4039095.
ca, con visita, normalmente, presso il Centro di via Tunisia alla Cozzi.
E stato organizzato per il 25 gennaio un incontro di calcio femminile tra le nazionali d'Italia e Germania, da svolgersi allo stadio "G. Meazza" di San Siro.
La partita è stata promossa dalla Federazione Italiana Calcio Femminile con il patrocinio del Comune di Milano. Non si tratta, però, di un fatto squisitamente sportivo, la metà dell'incasso della serata sarà infatti devoluto a favore di iniziative contro la violenza negli stadi, fenomeno sempre più preoccupante dei nostri tempi.
L'opera assume dunque un significato sociale di indubbio
valore, oltre a quello puramente sportivo; non dimentichiamo però che le due nazionali sono tra le migliori nel mondo e che, onestamente, le calciatrici italiane stanno riscuotendo migliori risultati dei loro colleghi uomini.
Ci pare dunque assolto sino in fondo l'obiettivo posto dall'assessore Valentini: "È necessario sensibilizzare soprattutto le giovani generazioni sul valore della convivenza civile, dello sport quale svago, quale occasione di confronto e non di scontro di gruppi rivali".
E quindi comprensibile come questa Associazione sportiva chiamata J.S.D. (Judo Syonen Dan) affiliata alla F.I.L.P.I. e al C.O.N.I. possa svolgere in forma ottimale le attività previste che sono appunto oltre alle ginnastiche di mantenimento generale e i pesi, anche lo yudo, l'aikido e il quvanki-do (kung-fu vietnamita) svolgendo corsi formativi, ricreativi, agonistici, di difesa personale e di sempre in forma, corsi come si diceva adatti a persone di ogni età e di entrambi i sessi con specificità e suddivisione per bambini, ragazzi e adulti. I costi sono a livello popolare, gli istruttori sono qualificati e provengono dalle varie federazioni, il coordinatore e insegnante tecnico dei corsi è Michele De Martino, diplomato all'accademia nazionale italiana judo U.E.J.; per le iscrizioni (in sede, via Getti 62) è prescritto il normale certificato medico, di carattere generale per l'attività amatoriale o quello di idoneità per attività agonisti-
La ginnastica, si diceva, è appannaggio degli adulti, in quanto i bambini hanno più motivazioni se inseriti nello judo, ed in merito ai corsi del mattino (lunedì e giovedì in tre turni divisi tra le nove e le dodici oppure martedì e venerdì) vi sono signore che frequentano già da cinque anni, e che per niente al mondo rinuncerebbero alle loro due ore settimanali di esercizio fisico riconoscendo i molti benefici ricevuti da questa pratica che oltre agli aspetti socializzanti e psicologici dell'uscire e del trovarsi insieme a svolgere attività di comune interesse, hanno riscontrato benefici salutari notevolissimi, ai quali non vorrebbero, appunto, rinunciare. I due corsi serali misti, il primo alle 18.30 e il secondo alle 19.30, sono accessibili anche a lavoratori che al termine delle ore d'ufficio vogliono trovare un ambiente adatto a una pratica sportiva guidata e continuativa. senza gli inconvenienti che talvolta si riscontrano in altre analoghe organizzazioni.
Segnalando questa associazione intendiamo proprio far conoscere un servizio di cui la cittadinanza sente necessità, e che può accogliere molte nuove adesioni per differenti esigenze e necessità, il tutto senza spostarsi dalla propria zona di abitazione, in un clima familiare molto invitante.
Il 5 Febbraio si terrà presso la località Magnago il Campionato Regionale individuale di atletica leggera per le categorie allievi /e. cadetti /e, ragazzi /e. Nella stessa giornata si terrà il Campionato Regionale di Società per la categoria ragazzi /e.
Le gare varranno quale seconda prova del Trofeo Cariplo e del Concorso "esercito-scuola". P prevista una forte partecipazione da parte dei giovani atleti della nostra zona.
Inizieranno il giorno 21 febbraio alla piscina del Centro Scolastico Onnicomprensivo di via Trenno 49 i corsi di nuoto organizzati dall'AC'SI in collaborazione con il CONI. Per maggiori informazioni ci si può rivolgere presso il centro stesso.
I giorni 5 e 18 febbraio si svolgeranno rispettivamente alle ore 15.00 gli incontri San Leonardo / San Giovanni Rho e San LeonardoNabor. entrambi validi per il campionato di pallacanestro femminile categoria allieve. Gli incontri si svolgeranno al Palazzetto di via Trenno 49.
In un'epoca di crisi e di malessere generali spuntano come funghi legioni di indovini, ma sono credibili?
Quando il deserto del Sahara era verde e cioè circa settemila anni fa, gli indigeni, antichissimi nostri progenitori, i cavernicoli dell'età della pietra, prima d'iniziare una battuta di caccia (che per quei tempi era ad alto rischio per la vita umana) compivano un rituale magico.
Ci sono pervenute stupende incisioni e pitture rupèrti, ancora oggi in ottimo stato di conservazione, raffiguranti scene propiziatorie per la caccia, insediamenti di animali e uomini, con l'evidente scopo di tramandare ai posteri qualcosa della loro remota vita.
Il gesto magico di questi primitivi (praticato ancora oggi da alcune tribù dell'Africa) consisteva nel disegnare sulla sabbia il profilo dell'animale da abbattere. Naturalmente la preda era raffigurata sempre colpita a morte.
Tale rito doveva sortire un effetto liberatorio (dalla paura) e nel contempo agire come una sorta di esorcismo contro le forze immanenti della natura. E così spronati e sorretti dall'atto magico, questi uomini, si sentivano protetti e immunizzati contro le forze avverse del destino.
Perché questa premessa, si chiederà qualcuno, se l'argomento da trattare è l'Astrologia? Personalmente trovo che vi siano delle analogie comportamentali tra l'uomo della preistoria e quello d'oggi.
Forse in noi, quando vi sono motivi di insicurezza o conflitti interiori, paure varie, ecco che dal nostro inconscio atavico emergono delle memorie ancestrali che ci spingono a cercare appoggi nella sfera dell'occulto.
L'Astrologia è uno di questi sostegni.
Siamo alle soglie del XX secolo, l'era atomica è passata e siamo nel mezzo dell'era spaziale e computerizzata; l'uomo ha raggiunto il più alto grado di civiltà, eppure, nonostante il benessere ostentato e l'apparente sicurezza, egli non esita a cercare ed accettare l'illusione di qualche forza occulta che gli faccia da stampella.
Nel sottobosco del mistero vi è un proliferare di "Maghi", "Veggenti" "Ast rochiromanti", addirittura sorgono "Centro Studi specializzati" nelle più disperate discipline esoteriche; "Chiaroveggenza" "Pranoterapia" "Divinazione" ... e via di questo passo.
Il filone magio tocca tutti i settori: dai politici, ai titolari di azienda, dalla impiegata alla frustrata casalinga. Tutti, chi più chi meno, sono soggiogati dal fàscino del mistero, dei poteri soprannaturali e occulti di questi pseudo sensitivi, specialisti, i più, nel formulare l'oroscopo personale basato sull'Astrologia.
Siamo in epoca di crisi generale, il malessere serpeggia e nidifica in tutte le strutture sociali. Non vi è mito che non sia stato abbattuto e i valori morali sono alquanto allentati. Vi è la corsa al consumismo per un benessere solo edonistico. Si avverte la precarietà della vita di fronte alle minacce di guerre nucleari... ed ecco sorgere, come contropartita, legioni di indovini, cui spetta, il privilegio di risolvere ogni tipo di problema! Questo a sentir loro naturalmente.
L'altro giorno ho letto sul Corriere della Sera un annucio pubblicitario incredibile, ne stralcio qualche parola.
"Sua Santità ... (modesto anche) risolve tutti i problemi dei governanti di tutto il mondo ... " ecc. ecc. Questo guru indiano dal sorriso sornione (c'era anche la foto) è a disposizione per qualsiasi consultazione e assicura completa riservatezza ... prè-
vio un contratto redatto da una società legale internazionale di comune gradimento in concomitanza con una banca internazionale. " ... E qui i pesci abbocheranno...
Alla mattina, prima di uscire di casa, è d'obbligo e anche piacevole ascoltare l'oroscopo della radio e illudersi che chissà, forse in quel giorno si potranno concludere importanti affari e magari incontrare il grande amore con cui iniziare una love stori'. Sappiamo che non è vero...ma ciò sollecita la fantasia e la speranza in un colpo di fortuna ... non si sa mai.
Mi hanno regalato una rivista specializzata in oroscopi, leggendola ho riso di cuore!
Trascriverò qualcosa nella speranza di divertire il lettore.
Sembra che le sorti del mondo dipendano dal pianeta Plutone, anzi la rivista elabora delle enunciazioni per i prossimi vent'anni. (Ma di che ci preoccupiamo?)
Incredibile. Come può questo pianeta, ultimo nel grandioso sistema solare, scoperto nel 1930, di natura freddissimo e coperto di ghiaccio, avere delle influenze e interferire sul destino singolo degli uomini? Mistero. La rivista sostiene che "Plutone cambierà la nostra vita".
Come, Non si capisce bene. Ho dato una scorsa al mio oroscopo personale (uno degli innumerevoli proposti dal giornale) ed ho scoperto che: "Ho paura della verità e odio le scatenate", "Questo mese regalerà molto ai Bilancia che avranno una grande possibilità di scelta in amore. 11 movimento di Plutone è di buon auspicio sulla vita della coppia, perché sarete portati a rifiutare le relazioni tortuose o quelle costruite solo sull'attrazione sessuale... (Non c'è che dire).
Alla domanda: "Sei anche serpente?" Ho guardato con sgomento le date di nascita suggerite dalla rivista, la mia non c'era, meno male!
"L'ascendente",cioè la costellazione che si affaccia sull'orizzonte nell'ora della nascita e influisce sulla parte istintiva del nostro essere e che secondo molti astrologi è più importante del sole e serve per indicare le caratteristiche della personalità ... Ebbene nonostante la mia buona volontà nel sommare cifre e date, non sono mai riuscita a capirlo!
A questo punto trovo giusto dare l'esatta collocazione all'Astrologia perché, come scienza esotenca, ha un suo valore ben definito. Qui parleremo dei simboli dello zodiaco.
La meravigliosa bellezza degli astri che scintillano nella infinita vastità notturna della volta celeste, è sempre stata motivo di meditazione profonda. Molti secoli prima che Abramo e i suoi pastori vagassero per i de-
Iniziamo con questo numero una nuova rubrica, dedicata agli appassionati di astrologia. Sempre più numerosi sono coloro che ritengono le stelle e la loro posizione nel firmamento, responsabili di un certo influsso sugli uomini e sulle cose. Benché l'astrologia sia materia antica di millenni, ancora oggi incontra opposizioni di ordine scientista più che scientifico. È utile ricordare che i personaggi come Galileo, Newton, Einstein, furono convinti assertori di tale disciplina (e vorremmo chiamarla scienza). Non mi sembra assurdo affermare che l'astrologia può essere considerata una guida per una migliore conoscenza di noi stessi e delle persone che ci sono vicine. In questa rubrica ci interesseremo dei vari segni zodiacali, per rilevarne le principali caratteristiche positive e negative. Per chiarire meglio il discorso sui diversi segni, occorre dare qualche delucidazione preliminare. La fascia dello Zodiaco è divisa in dodici parti, ognuna delle quali è dominata da un segno.
serti dell'Arabia, altri pastori avevano scrutato il cielo stellato durante le silenziose veglie notturne, contemplando le infinite costellazioni che brillavano nella volta celeste. Essi avevano allora congiunto le stelle con ipotetiche linee tracciate sul firmamento in modo da ottenere figure particolari con disegni immaginari. Riempirono così il cielo di segni che assunsero denominazioni simboliche.
Tali denominazioni vennero assunte dalla mitologia allora imperante, sia quella greca che quella latina.
Vennero quindi rappresentati da segni i quali avevano un significato proprio, che venne poi attribuito alla costellazione designata con quella denominazione. Si ebbero pertanto segni con i relativi simboli.
Ariete:simbolo del sacrificio, in quanto è rappresentato dalle corna del caprone che guida e protegge il gregge. È pure il simbolo delle forze vitali che si sviluppano a primavera.
Toro: simbolo delle forze procreatrici della natura. È rappresentato testa del Bue Api, animale sacro agli Egiziani.
Gemelli: simbolo della forza dell'unità di azione, rappresentato dai gemelli Castore e Polluce.
Cancro: simbolo dell'"essenza delle forze vitali" che con la fecondazione portano la vita è rappresentato graficamente dalla Dea Iside che si rispecchia in sé stessa.
Leone:simbolo del coraggio e dell'orgoglio è rappresentato dalla coda del leone, re della jungla.
Vergine:simbolo dell'abbondanza dei raccolti, rappresentato dalle spighe, che coronano Cerere, l'antica dea latina delle messi.
Bilancia:simbolo dello spirito di giustizia, rappresentato da una libbra, antico mezzo di misura o della bilancia.
Scorpione: simbolo del peccato e della redenzione, nella sfera celeste corrisponde al campo della morte.
Saggitario: simobolo della violenza, già assunto dal centauro Chirone, precettore di Achlle e di Ettore.
Capricorno:simbolo del peccato e dell'espiazione, è rappresentato graficamente da un animale mitologico, metà capro e metà pesce.
Acquario: simbolo del movimento, rappresentato da due linee curve parallele, quasi a ricordare le onde del mare.
Pesci: simbolo del misticismo, rappresentato da due pesci ritti sulla coda, i corpi uniti, le teste divergenti. Esso divenne assunto dai Cristiani come simbolo della loro religione.
Ecco spiegato, in sintesi i segni, dello zodiaco.
Doriska
vernato da Urano e Saturno. Questi pianeti donano ai nativi del segno un'intelligenza lucida e pratica, mentre l'elemento Ana li rende spiriti brillanti e anticonformisti, individualisti al massimo. Il carattere socievole ed espansivo tende spesso all'esibizionismo. Cortesissimi ed aperti al dialogo, si interessano molto agli altri, lieti di aiutare chi si trova in difficoltà, mantenendo interiormente un certo distacco e freddezza di giudizio. Sensuali e un poco egocentrici, è difficile che si facciano ottenebrare da grandi amori o grandi dolori. Scarsamente inclini al matrimonio, inteso nel senso classico del termine, in essi sarà sempre vivissima la sete d'indipendenza, la voglia di vivere la propria vita in libertà, senza eccessive restrizioni di ordine familiare. I partners ideali po-
trebbero essere il vivace Sagittario, la Bilancia rilassante e romantica, oppure un altro Acquario. Le professioni adatte all'irrequieto segno sono quelle che richiedono mobilità fisica, contatto umano, originalità. L'Acquario governa la circolazione. Altri punti deboli sono le vertebre e la spina dorsale: consigliabili quindi massaggi per favorire la circolazione e cercare di dormire senza cuscino. Inoltre una dieta ricca di elementi depurativi, grandi spremute di agrumi, cibi naturali. Eccovi tratteggiato il profilo abbastanza fedele dell'Acquario, in cui i nativi del segno potranno forse riconoscere qualcosa di sè.
Arrivederci al prossimo mese e per il momento ... che le stelle vi siano propizie!
Luciana PerilloA loro volta i segni sono divisi in quattro gruppi di tre (triplicità) corrispondenti ai quattro elementi fondamentali che costituiscono l'universo: Fuoco, Terra, Aria, Acqua. Sono anche divisi in tre gruppi di quattro (quadruplicità), cui vengono dati i nomi di Cardinale, Fisso, Mobile. Elementi-base nell'astrologia sono i pianeti (tra cui includiamo il Sole e la Luna), poiché ognuno esercita un influsso particolare sui tre regni naturali. L'astrologia attribuisce una diversa natura ad ogni segno che, a seconda del suo elemento e del pianeta-signore che lo governa, presenta peculiarità e tendenze differenti dagli altri.
Questo mese parliamo dell'Acquario (21 gennaio - 20 febbraio), segno d'Aria, fisso, go-
Veramente c'è chi non sa fare la crema pasticcera, con cui farcire paste e torte? Eppure è semplice: mezzo litro di latte
50 gr. di farina bianca
100 gr. di zucchero
3 tuorli d'uova
Sbattere i tuorli con lo zucchero, quando la crema è ben montata aggiungere la farina poco a poco e mescolare con cura. Aggiungere delicatamente il latte già caldo, poi mettere al fuoco fino a quando inizia il primo bollore.
Attenzione a questo punto: toglier subito dal fuoco perché è già pronta. Se ci si sbaglia, la crema si disferà. Meglio prestare molta attenzione e spegnere al momento giusto. Felici merende!
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BUONO GENNAIO DAL 19 AL 31
BUONO FEBBRAIO DAL 18 AL 29
OTTIMO MARZO DAL 18 AL 31
Per vini amabili, dolci e aromatici
OTTIMO APRILE DAL 16 AL 30
Per tutti i vini ed in modo particolare i rossi da invecchiamento
BUONO MAGGIO DAL 16 AL 29
BUONO GIUGNO DAL 14 AL 28
BUONO LUGLIO DAL 14 AL 27
Il periodo migliore per l'imbottigliamento dei vini è la primavera (marzo) e l'autunno. Le giornate migliori per imbottigliare sono quelle con alta pressione atmosferica, asciutte e fresche, mentre l'influenza della luna ha un unico fondamento nel fatto che nel periodo di luna nuova si ha in genere alta pressione e quindi condizioni favorevoli all'imbottigliamento.
I vini che hanno residui zuccherini, se imbottigliati in primavera, formano spuma con conseguente deposito sul fondo della bottiglia.
Non va, in modo assoluto, trascurato la scelta dei tappi di sughero, perché da essi dipende molto il buon esito di un imbottigliamento.
I tappi vanno sterilizzati con una soluzione al 2% di metabisolfito o anche lubrificati in glicerina, che essendo un alcool ha il vantaggio di non lasciare tracce oleose sul vino.
Il Vino del Mese:
Rosato dei colli Morenici del Garda (Mantova)
Colore: rosato brillante
Profumo: fresco con fondo di mandorla
Sapore: gradevole - morbido
Gradazione; 11,50
Invecchiamento: non prescritto
Accostamento gastronomico: antipasti - fritture - bolliti e zuppa di pesce
Temperatura: 12/ 14 oC
L'abbecedario del vino:
Morbido: vino con caratteristiche piacevoli, vellutato, rotondo
Muto: si dice di un vino senza alcuna caratteristica.
Neutro: vino senza caratteristiche emergenti, ma di buona struttura con moderata acidità.
Nobile: caratteristiche positive di un vino che lo fanno contraddistinguere dagli altri.
Oleoso: vino colpito dalla malattia del filante
Ossidato: vino che a causa dell'ossidazione si presenta di colore alterato, privo di freschezza e più scuro del colore normale.
Passante: è il vino di tutti i giorni, leggero ma bevibile
Pastoso: vino ricco di glicerina, corpo e struttura con modesta acidità ma pieno e piacevole.
Persistente: vino che con persistenza marca le sensazioni gustolfattive.
Cincin
BUONO AGOSTO DAL 12 AL 25
OTTIMO SETTEMBRE DAL 11 AL 24
Per vini di alta qualità invecchiati e maturati in botte
BUONO OTTOBRE DAL 11 AL 23
BUONO NOVEMBRE DAL 9 AL 21
BUONO DICEMBRE DAL 9 AL 21
Parlare di scheda organolettica di un vino è come fare la radiografia o la storia di quel vino. Gli elementi di valutazione vanno ricercati nella limpidezza e colore relativamente al1"aspetto visivo" del vino mentre la finezza, l'intensità e la franchezza ne determinano "il bouquet" (profumo) ed infine il corpo, l'armonia e rintensità di un vino ne stabiliscono il "sapore". Bere un bicchiere di vino ponendosi dei problemi non è distensivo ma è errato non porsene alcuno. Una certa ricerca va fatta all'atto in cui si versa il vino e dopo dovuti allenamenti si potrà bere vino senza porsi punti interrogativi perché basterà uno sguardo, un'annusata ed una leggerissima sbattuta al contenuto per determinare la qualità.
Basti pensare ad un semplicissimo accorgimento per definire il vino e le sue qualità; fate roteare il vino lungo le pareti del bicchiere (non decisamente colmo) e al momento del fermo se il vino procurerà archetti lungo le pareti del bicchiere si stabilirà che il vino è buono; se poi ogni archetto finirà in un'unica goccia si potrà dire che il vino è ottimo.
Gli accorgimenti sono tanti ma serve anche tanto allenamento nell'assaggiare il vino per poterne stabilire i valori.
È importante non ingurgitare con avidità ma dare importanza all'aspetto, al profumo ed infine al gusto.
Il Vino del Mese: Patriglione (negro amaro e malvasie nere) di Brindisi Colore: rosso rubino intenso Profumo: vinoso, tende a bouquet composto, etereo, ampio Sapore: senza alcuna asperità.
graduamente amarognolo, pieno carattere, di notevole razza.
Gradazione: 14,5% vol.
Invecchiamento: adatto a lungo invecchiamento
Accostamento gastronomico: carni rosse allo spiedo e alla griglia, selvaggina, cacciagione, pollame nobile ed infine interiora di agnello (piatto tipico pugliese).
Temperatura: 20 °C
L'abecedario del vino:
Goudron: si dice di un vino con sensazioni catramose caratteristiche di tipi rossi austeri e di lunga vita.
Grasso: è il tipico vino ricco di glicerina con sensazioni viscose che ricordano l'unto.
Grossolano: il vino con caratteristiche pesanti, duro, e con eccesso di corpo.
Iridescente: indica un vino bianco con velature e se illuminato con luce diretta ne riflette diversi colori
Leggero: un vino con poco colore, scarso alcool e quasi privo di corpo ma armonicamente piacevole e sapido.
Liscivioso: un vino con scarsa acidità e tannicità
Magro: un vino povero di corpo, aroma e profumi
Malato: dicasi di un vino che si presenta torbido nel colore e alterato nell'odore e nel sapore Mattonato: si dice di un vino rosso con lungo invecchiamento e comunque con conservazione al di sopra della normalità.
Marcaptano: un vino con riccheza di composti solforati che si originano con l'idrogeno solforato, formatosi dall'anidride solforosa per essere stato a lungo a contatto con le fecce.
Cincin
Come si forgiò l'esercito popolare spagnolo di Vittorio
Vivaldi - Editore La Pietra
L' I I dicembre 1983 "l'Unità" ha pubblicato una lettera di Steve Nelson, National Commander Veterans of Abraham Lincoln Brigade di New York, con la quale i reduci della Brigata Abramo Lincoln, che inquadrava i volontari inglesi e statunitensi durante la guerra civile di Spagna, esprimevano profondo cordoglio per la scomparsa di Vittorio Vidali, il leggendario Comandante Carlos del famoso Quinto Reggimento, e fedeltà agli ideali antifascisti.
Il Primo maggio 1976 a Mosca, in occasione della tradizionale parata per il lavoro e la pace, incontrai due veterani americani della Brigata Lincoln che avevano combattuto a fianco del popolo spagnolo per la pace, contro la criminale aggressione fascista a sostegno della quale Mussolini aveva inviato 150 mila soldati italiani e Hitler aveva inviato 50 mila soldati tedeschi, mentre i volontari della libertà accorsi spontaneamente a difendere la Repubblica spagnola furono 35 mila. Delle gloriose brigate internazionali fecero parte Hemingway, Ehrenburg, Ivens, Renn, Fox, Longo, Nenni e appunto Vidali, esponenti della vecchia guardia dei Nenni, dei Longo, dei Pertini, dei Parri, dei Terracini, padri della nostra Repubblica nata dalla Resistenza. Di Vidali consigliamo ai nostri giovani lettori (ed anche ai non più giovani) il libro 11 Quinto Reggimento. Come si forgiò l'esercito popolare spagnolo" edito da La Pietra, dedicato ad "Antonia Portero, miliziana diciottenne del 5° Reggimento, delegata politica di compagnia dell'XIa Divisione dell'Esercito Popolare, caduta nella battaglia di Guadalajara mentre guidava i suoi compagni alla conquista di posizioni occupate dagli invasori fascisti". Il ricordo della fraternità
d'armi e di ideali di allora e della seconda guerra mondiale contro la barbarie nazifascista è tut-
tora indispensabile per salvare la pace e far progredire il mondo.
di Anna Maria Poloni Centro letterario del Lazio, Aprile 1983
L'autrice di questa raccolta poetica è romana, per nascita e residenza, e non abbiamo il piacere di conoscerla, almeno personalmente, anche se il suo nome l'abbiamo già incontrato per la sua grande attività in campo letterario.
Il suo corriculum è molto pieno, sia di collaborazioni a Riviste specializzate, sia di premi di Poesia, di cui alcuni molto importanti, cui si aggiungono numerosi e favorevoli giudizi della critica competente ed introdotta. Ha riportato i maggiori consensi il suo primo volume di versi intitolato "Sillabe" del 1964, salutato come una voce nuova e toccante nel quadro della produzione di quel periodo, e dopo nove anni la Poloni si è ripresentata con "Quattro tavole in croce", per poi attendere fino al 1983 per presentare questo meditatissimo "Fatica di vivere", con la sua poesia scavata di dentro, ripescata da una interiorità che sa di sofferenza vera, di quotidiano superamento.
Lei stessa la ammette (a pag. 34: "lo" L'universo/ è pieno di me. / Non per orgoglio,/ per sconfitta./ "Diversa"! fra i "diversi"! oggi/ urlo/ rassegnata a vivere.
Ci sarà forse qualcosa che rende eroica all'autrice l'accettazione di una certa realtà, che intuiamo pesante, ma c'è di sicuro uno scopo validissimo per vivere, o forse più di uno. Intan-
to, la Poesia, così coltivata, nutrita, fiorente direttamente dall'anima, Poesia che ricambia in misura molto alta. Fatica di vivere: certamente, ma per quanti! E per i poeti c'è anche la possibilità di alzare la propria voce e lasciare un ricordo dei propri pensieri, di aver raccolto un'eco. E a questo proposito prendiamo a caso, senza un metodo, qualche lirica della Poloni, lasciando che la sue stesse parole trovino la giusta strada verso i sentimenti dei lettori. "Non volevo/ per te essere un sogno. / Volevo essere un amore/ che ti donasse il sogno. (pag. 23) - Dentro giorni impietosi/ riusciamo a vivere/ scorticando ogni giorno/ la Speranza. (pag. 29) - L'amore non ha misura,/ la sua angoscia/ è la coscienza/ di non poter donare di più. (pag. 33) - Anche l'amore/ a volte è vissuto/ con lo stesso stupore/ d'una vita che nasce. (pag. 37) - L'onda che gioca/ a nascondino/ con la riva,! si concede e si nega/ come te. (pag. 40)". Questo breve stralcio delle frasi poetiche di "Fatica di vivere" danno un saggio di quello che è il solco letterario seguito da Anna Maria Poloni, che ha in cantiere diverse altre opere letterarie tra cui un dramma in versi. A tutta la sua produzione futura auguriamo i meritati riconoscimenti.
Una meravigliosa proposta per i cittadini della zona SOGGIORNO PRIMAVERILE A
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Uno dei più celebri durante la Belle Epoque e attualmente restaurato, è carico degli splendori di fine secolo. È dotato di piscine, palestra, sauna, sala giochi, boutique
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PARTENZA: 7 aprile 1984 - DURATA: 8 giorni
Quota individuale di partecipazione: L. 195.000.
Diritti d'iscrizione: L. 10.000 comprensivi di assicurazione Europ Assistance.
Programma di viaggio in autopullman: 1° giorno: Partenza dalla zona (luogo da definire) alle ore 12. soste durante il percorso ed alle ore 19,30 arrivo ad Abazia. Sistemazione nelle camere riservate, cena e pernottamento.
dal 2° al 7° giorno: Giornate complete a disposizione, possibilità di escursioni facoltative o cure specializzate. Serate con intrattenimento danzante.
8° giorno: Dopo la cena partenza per Milano dove l'arrivo è previsto per la prima mattinata della domenica.
La quota di partecipazione comprende: Viaggio a/r in pullman G.T.: Ä sistemazione in camere doppie con servizi e pensione completa in hotel, dalla cena del giorno di arrivo alla cena del giorno della partenza: • assistenza turistica in loco di personale parlante italiano: • tasse e percentuali di servizio.
Documenti richiesti: Passaporto in regola.
e prenotazioni:
B. ButtafavaRosato dei colli morenici del Garda
Al contrario della vera tecnica dell'affresco, cioè in quella denominata "a buon fresco" questo sistema permette di lavorare su vecchio intonaco e su ampie superfici senza dovere preparare la porzione di muro giornaliero di intonaco e quindi senza giunti.
Il muro deve essere comunque esente da macchie d'umidità e di affioramenti di salnitro, esente da screpolature o ingobbamenti.
Il muro va bagnato bene al momento dell'esecuzione della decorazione; il monaco Teofilo consigliava l'acqua pura, altri acqua di calce, comunque è con acqua di calce che vanno impastati i colori con lo stesso processo usato per la pittura a "buon fresco".
Non è tecnica indicata in luoghi vicini a complessi industriali e siderurgici per il fatto che fumi, esalazioni gassose e scorie che si mescolano all'atmosfera deteriorerebbero presto la decorazione.
Questo tipo di pittura può essere ritoccato con colori a tempera molto fluidi ed applicati a tratti decisi.
Si può anche usare la tecnica di imbiancatura con calce spenta e acqua nel rapporto di uno a tre che rende più luminosi i colori; è bene stendere un primo strato e lasciarlo asciugare perfettamente, quindi stenderne un secondo su cui lavorare quando è ancora bagnato.
Questa tecnica era consigliata da Herman Sachs.
Altre tecniche di pittura murale.
Su muro si può dipingere anche a tempera, in una varietà di sistemi e di preparazioni del muro stesso, ed anche a olio e a pastello.
I lettori che fossero interessati alle puntate precedenti possono richiederle alla redazione di Milano 19 che provvederà al recapito delle copie arretrate (sino ad esaurimento) al prezzo normale di L. 500 a copia.
di impasti per pitture moderne, Paris, 1951, c'è da dire che è indicato per chi opera in questo particolare genere di pittura. Pittura murale ad olio.
È anche questa una tecnica antica di cui ne fa descrizione nell'XI" secolo Arnoldo da Villanova e di cui v'è documentazione anche in Germania, Francia e Inghilterra; in ciò si cimentarono anche Sebastiano del Piombo, il Vasari, Giulio Romano e Gigi Gomo.
Esecuzione di pittura murale ad olio, su pietra lisciata e su muro intonacato, furono per molto tempo l'alternativa all'affresco in zone in cui il clima era particolarmente umido sia in Francia sia in Inghilterra.
Il Vasari sopra l'intonaco preparava uno stucco a base di terra refrattaria, calce, albume d'uova, olio di lino e vi dipingeva con i colori che usava per le tavole o tele.
Sebastiano del Piombo preparava la calcina con mastice e pece greca fusi al caldo e spianava il tutto sul muro con cazzuola arroventata al fuoco; indi dipingeva con colori ad olio scaldati.
Ha usato questa tenica anche su marmo, porfido e pietra con la superba tenacia di chi vuole che i dipinti durino nel tempo.
La mostra fotografica del Circolo fotografico Milanese, allestita presso l'Arengario e patrocinata dal Comune di Milano Assessorato Commercio ed Artigianato, Sport, Turismo e Tempo Libero, ha ottenuto molto successo ed affluenza di pubblico. Keplero. nel 1611, illustrando teoricamente e sperimentalmente i vantaggi di un obiettivo costituito da una lente convergente e da una divergente... ne ha fatta di strada... e la Mostra "Milano effimera e Immagini per 100 storie" ce lo dimo-
Per non dimenticare
stra abbondantemente.
Ogni capacità di agire e produrre basata su una particolare esperienza tecnica e conoscitiva e su un certo grado di personale attitudine (tutti o quasi hanno una macchina fotografica, ma pochi sanno fotografare veramente, e genialità a svilupparla e tradurla in atto viene intesa come arte e l'arte traspare nella maggior parte delle opere di questa bellissima mostra di immagini e testimonianze alla quale ha contribuito in piccola parte anche la zona 19.
L'aver visionato il tutto nelle
ore pomeridiane è tornato a nostro vantaggio. Abbiamo usufruito di quattro ore per mirare e rimirare tale arte, e nella realtà del distacco abbiamo disprezzato il passare del tempo lento ma inesorabile.
Il nostro plauso alla Signora Tucci Caselli, al Sig. Percivalle e agli amici Carnisio, De Giosa, Magni, e Vighi con una calda approvazione per tutti gli autori delle opere esposte.
Leonardo Clema
Nella foto: Magni e Carmisio
Mese per mese fatti ed avvenimenti dal luglio 1943 al maggio 1945
FEBBRAIO 1944
Le tecniche di preparazione dei colori che maggiormente danno garanzia di resistenza sono: tempera ad uovo intero (tuorlo e albume) in emulsione di acqua di calce limpida; la tempera di caseina e la più moderna tempera con colla a base di resine acetoviniliche.
Per ragioni pratiche non staremo ad elencare moltissime altre tecniche di cui diversi trattati parlano, ma che in seguito diedero segni di disgregazione del colore e di rapida consunzione a causa di formazione di muffe; qualche eccezione è data da preparazioni di colla di farina di frumento o di segale sciolte in alcool o mescolate con olio di lino, quindi verniciate per proteggerle dall'umidità.
Secondo i moderni pittori il risultato migliore lo si ottiene su muri trattati precedentemente con collanti acetovinilici ben dosati con acqua ed usando tempere a base di caseina, materia organica azotata che si estrae dal latte, emulsionati con olio di papavero. La colla acetovinilica viene ad essere "richiamata" al momento della stesura del colore ed asciuga con esso imprigionandolo ed evitando formazione di microorganismi.
Quando la superficie è perfettamente asciutta si può verniciare con una miscela di trementina veneta disciolta in alcool puro con aggiunta di olio di lino vecchio e chiarificato e vernice dammar ben fluida in parti uguali. Per la preparazione della tempera, orientativamente. (secondo le quantità necessarie ci si adegua al rapporto indicato) si uniscono ad un litro di latte magro 200 grammi di calce spenta e 125 grammi di olio di papavero rimestando bene sino ad ottenere un liquido ornogeneo.
Va detto che l'uso del latte nella pittura murale è antichissimo; fu usato dai romani e persino dagli indigeni d'America per decorazioni d'interni di capanne. Come colori si possono usare i criteri tipici della pittura da cavalletto, ossia su tavola, cartone o tela; per la diluizione usare solo latte magro e poca acqua di calce.
Uno dei trattati per l'applicazione di tecniche a tempera "Die Ei-tempera" di A. Eibner e Trillich H. è importantissimo, ma è del 1926, edito a Miunchen. Di A. Fasani, "Elements de peinture murale", con prefazione di Le Courbisier, che tratta
La tecnica di stucchi a base di pece greca, mastice, polvere di marmo o mattone, olio di lino e vernice densa (trementina veneta, copaive, dammar o miscele) posati con spatola calda sulla superficie da dipingere fu poi usata da molti pittori.
Lo scopo principale era quello di difendere il dipinto da affiorazioni di salnitro ed evitare la sfarinatura dei colori per effetto delle variazioni di temperatura specie per opere eseguite su muri esterni.
Encausto su muro.
Anche questo tipo di decorazione murale nacque dalla scarsa possibilità d'eseguire affreschi in zone dal clima umido.
Preparato il muro con una miscela di olio, copale e cera stesa a caldo si procede all'esecuzione del dipinto con lo stesso criterio dell'encausto su tavola o su tela.
La protezione del dipinto è affidata alla verniciatura finale a base di cera pura fusa in alcool bollente che viene poi fatto in gran parte evaporare; quindi si unisce trementina, si emulsiona bene e si filtra prima dell'uso.
Quando la verniciatura è perfettamente essicata si passa un panno morbido ed il dipinto diventa ancora più brillante. Si può anche eseguire l'encausto su grossa tela e poi applicarlo al muro previamente preparato, con tutti gli accorgimenti e le rifiniture per la sua buona conservazione.
Il Gruppo SirioNella foto: Milano - Cappella Portinari in S. Eustorgio - La Vergine - Vincenzo Foppa, secolo XV
A Milano, in piazzale Dateo, attentato dei Gappisti al questore fascista Camillo Santamaria Niccolini. In Abruzzo i partigiani della "Banda della Maiella", al comando di E. Troilo, combattono a fianco degli inglesi a Pizzoferrato.
A Roma, in una cella di via Tasso dove era stato rinchiuso dalle SS tedesche, Gianfranco Mattei, docente universitario, nato a Milano l'I I dicembre 1916, ridotto in fin di vita da continue torture, si dà lui stesso la morte impiccandosi, dopo aver scritto a matita, sul retro di un assegno circolare, un biglietto (che riproduciamo qui a lato) per i suoi genitori.
A Roma, nel carcere di Regina Coeli, Leone Ginzburg muore torturato dalla Gestapo.
IO. Il Comitato segreto di agitazione Interregionale di Piemonte, Lombardia e Liguria in un manifesto specifica le rivendicazioni economiche e chiede che cessino le violenze nazifasciste contro gli operai.
Restituiti dal governo militare alleato all'amministrazione del governo italiano i territori posti a sud della province di Salerno, Potenza e Bari e quelli della Sicilia.
Il governo "repubblichino" approva il decreto sulla "socializzazione della gestione delle aziende, che dovrebbe dimostrare ai lavoratori la vocazione anticapitalistica del regime fascista.
A Megolo, nella bassa Valdossola, sulla ferrovia del Sempione, dopo averne minato i binari, cadono, in uno scontro con i tedeschi il capitano Filippo Beltrami ed altri partigiani, tra cui Gaspare Pajetta.
15. Un violento bombardamento aereo alleato distrugge l'abazia di Montecassino, non consentendo tuttavia agli alleati la conquista della posizione.
22. A Modena vengono fuci-
Il C.F.M. e le sue immagini Milano effimera
Le tecniche pittoriche (15)
Parliamo di affresco a secco e di altre tecniche murali
Lo si trova nei quadri di Antonio Maronati, che vive e lavora a Castel Cabiaglio (Varese)
È inverno. Siamo a metà tra la passata vacanza e quella che verrà. Penso al mio verde Varesotto e chissà perché a quel pittore che l'estate scorsa "non" ho conosciuto a Castel Cabiaglio, dove però ho visitato la sua mostra, dopo aver visto la riproduzione di un suo lavoro sulla Prealpina.
Era Agosto, si va in campagna anche per gironzolare smemorati tra colli e boschi, però in certi casi si resta incuriositi e si dice "vado".
Nella sala del Circolo ricreativo, il pittore non c'è. t la solita stanza con i tavolini per chi gioca a carte e si beve un bicchieretto in pace, fuori il sole eccezio-
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Giorgio Cavazzutti - Leonardo
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nale dell'83, con i suoi riverberi e le sue vampe.
Alle pareti, ecco i quadri di Maronati, con vera sorpresa notiamo che sono quasi tutti di piccole dimensioni e sviluppati nella forma neutra del quadrato.
Eppure in quelle piccole superfici l'abilità del pittore suggerisce una profondità immensa, abitato da oggetti talvolta ironici, talvolta fantastici, o inquietanti, o sgomentevoli. Alcune di quelle visioni inducono a un senso di panico, così inserite in quelle prospettive atemporali, e forse perciò acquistano tanta pregnanza. Molte di queste opere sono eseguite a matita, anzi in punta di matita, con una sapienza da miniaturista piuttosto rara da trovare. Apprendiamo dai presenti che Maronati impiega anche un mese per ciascun lavoro, e la cosa non ci meraviglia affatto, osservando l'accuratezza del-
l'esecuzione. Ma in più ci affascina quella densità di significati che arricchisce il contenuto di quel qualcosa in più che distingue l'opera d'arte.
C'è ad esempio un Fossile di Sirena, che è uno straordinario busto femminile, un inno alla bellezza e alla perfezione delle forme, e pur nel monocromo è più vivo e respirante di tanti nudi pittorici, magari multicolorari ed iper-realistici.
La farfalla (quella della riproduzione sul giornale) nella versione dell'originale è "palpabile" e assolutamente "vera" con un'ombra altrettanto vera ed evanescente, e al basso vi è spazío e presenze simboliche, e il tutto sarebbe da guardare e ammirare e gustare come merita.
Da un succinto ciclostile introduttivo alla mostra, appren-
Vorrei dipingere il mondo, la gente. la terra ricoperta di fiori. i fiumi quando sono in piena, la luna in una notte stellata quando tutto tace. Ti affacci a una finestra solo la luna. lenta, si muove in quella serata.
diamo che questo artista ha vissuto anche a Milano, dove ha recentemente esposto alla Galleria del Naviglio. Peccato che ci fosse sfuggito, nelle nostre periodiche "crociere" da mostra a mostra. Ora però Antonio Maronati risiede in questo tranquillo paese sotto al Brinzio, e non dubitiamo che l'atmosfera e i cicli stagionali siano favorevoli alla realizzazione di questo genere di opere. Una al mese: stiamo appunto pensando che ne avrà fatte almeno sei, di nuove, e ci auguriamo di poterle vedere, la prossima estate, con anche quelle che ora avrà in gestazione nella mente, e che farà, con calma, mentre fuori spuntano i bucaneve e le primule, e i boschi ricominceranno a respirare.
Bruna Fusi"Poiché mi sono accorto che non solo gli stranieri, ma anche i miei concittadini non conoscono le meraviglie di Milano, ho pensato che si dovesse aiutarli afarsene un'opinione, in modo che, aprendo gli occhi, vedano e, vedendo, capiscano che città sia questa e quanto sia degna di ammirazione". Sono parole, nella bella traduzione di Maria Corti, dell'introduzione al "De Mognalibus Mediolani" (Le meraviglie di Milano) che il monaco Bonvesin de la Riva scrisse verso la fine del secolo tredicesimo. A questo libro, vero e proprio elogio di una città e di un libero Comune, già allora in qualche modo "metropolitano" e centro di gravitazione di traffici, di interessi, di arti e mestieri organizzati alla grande, il pittore Luigi Biffi ha dedicato un ciclo di intensi disegni esposti presso la nuova Galleria ll Caso-
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- Neuropsichiatria
- Radiologia e Roentgenterapia
- Fisiochinesiterapia (Radar, Marconi, Ultrasuoni, forni Bier bagniluce, Ionoforesi, stimolazioni elettriche, massaggi, ecc.
ne di Trezzano sul Naviglio.
Non è la prima volta che Biffì affronta questo genere di ispirazione, volta ad una milanesità profondamente avvertita e vissuta come rivisitazione di una complessiva realtà cittadina. Una ispirazione, un tema generale che non hanno nulla di 'f9kloristico" o di campanilistico, ma che invece si riferiscono in profondità ai dati »ridanti di una particolare "cultura dell'uomo", insieme ottimi.stim e disincantata, pragmatica, ma anche capace di immaginazione e di utopia, quali in un certo senso è stata ed ancora è quella milanese.
L'anno scorso, infiltri, l'artista aveva realizzato un suggestivo ciclo sulla poesia di Delio Tessa. Quest'anno, con il Bonvesin, il discorso ciffimda molto più lontano nel tempo, in una dimensione che la distanza rende quasi trasognata
ed in l'affetto per la città "magnifica" idealizzata dall'antico cronista diviene pretesto per una straordinaria galleria di personaggi e situazioni ad alta densità umana, efficacissima, nella quale la trasfigurazione poetica gioca a piene mani sui materiali dell'immagine e riesce a gettare un ponte (fatto, appunto, di immaginazione e di sogno) tra passato e presente, tra storia e cronaca. Sono disegni, insomma, con i quali l'artista non ha inteso operare ricostruzioni archeologiche, o, peggio, di un ambiente desunto da situazioni letterarie, ma ha invece realizzato con disegni in qualche caso davvero stupendi una sorta di vivissima evocazione della continuità delle radici della nostra storia, ancora oggi presenti nella nostra avventura quotidiana.
Giorgio Seveso
Il nostro giornale organizza per venerdì 30 marzo 1984 una serata al Piccolo Teatro in occasione della rappresentazione di "Lorenzo e il suo avvocato" dello scrittore milanese Carlo Bertolazzi, protagonista Tino Carraro.
Per l'occasione il prezzo del biglietto sarà di L. 10.000 (anziché L. 16.000) posto unico.
Le prenotazioni si ricevono presso la redazione di Milano 19 il mercoledì sera dalle 21 alle 23 oppure telefonando a Fantuzzi tel. 3084168.
Organizzato da "Spazio Monte Amita"
Con la collaborazione della Regione Lombardia, l'Agfa Gevaert, la Photo Discount e Milano 19, il gruppo "Spazio Monte Amiata" organizza il 111° Concorso Fotografico con tema predominante "La Donna nella Città".
Si può partecipare anche con tema libero inviando le proprie opere (fotografie in bianco e nero, a colori o diapositive) a "Spazio Monte Amiata" via Cilea 106 e/ o via Falck 53, non oltre il 21 febbraio prossimo.
Le opere con l'iscrizione e la quota di partecipazione vengono ricevute anche direttamente in portineria che rilascia le do-
Il mondo è felice, tutto silenzio. Ti vien voglia di scrivere ma non trovi le parole, sono tante tante non c'è principio né fine.
Il mondo è troppo grande per poterlo dipingere non trovi i colori soltanto pensieri. e sospiri. Vorresti camminare. ma la strada è troppo lunga non troveresti la fine.
Ti metti a pensare. pensi e ripensi quante cose vuoi far ma non hai tempo perché la tua vita non basta a dipingere il mondo. ma cerca di sperare in un tuo ritorno che forse non c'è.
(Marinella Samaritani)Terra sconvolta dal degrado umano cammina l'uomo veso la sua rovina lasciandosi dietro sentieri di dolore. Vittima terra di false ideologie subdola ovunque serpeggia la violenza che reca in sé il seme della guerra. Naufraga terra strappata alla pace per queste lotte assurde e repentine scorre sangue innocente. Per la follia degli uomini che seco ti trascina nella spirale buia di terrore e morte sgorga il tuo pianto, terra. Si illuminino dunque gli spiriti spenti di chi fomenta rodio fratricida, si risvegli l'umana coscienza sopita perché nel mondo possa esservi pace.
Luciano Perdilo (Poesia vincitrice al premio "Città di Cinisello Balsamo")
Spazi angusti dell'animo che invano cerca pace in chi pace rifugge: è solo esistenza. Frammenti di luoghi remoti ancorati nell'oblio dell'inconscio. Spazi d'amore respinti, stralci di vita invisi. inappagati: è solo esistenza. Passato, presente? No. Sterile dualismo di un futuro morente negli anfratti dell'essere: è solo esistenza.
Enrico Perillo
Fiocchi di neve abbracciarti sugli occhi buttarti palle di neve sui capelli rincorrerti sulla bocca sorridente e farti cadere sulle spalle. sentirti ridere Cammino felice come un ragazzo... affondando Nevica forte sul velluto bianco stasera a Milano e mi perdo in un sogno: ed io mi sento forma - pensiero: tanto giovane vorrei saperti vicino come questa oppure lontano prima neve di dicembre: ma non troppo così bella per cercarti così aspettata. correrti incontro
Doris Canetti Consonni
vute ricevute. La mostra delle foto iscritte avverrà nei giorni 25 e 26 febbraio dalle ore I O alle 23 mentre il 26 alle ore 17 avverrà la premiazione delle opere scelte.
Del concorso precedente (1983) si può dire un gran bene per serietà organizzativa, per le opere premiate e per le coppe e targhe offerte; casualmente abbiamo avuto occasione di presenziare alla premiazione dell'anno scorso ed i meriti vanno a favore di questo terzo programma. E un bell'invito per tutti gli appassionati di fotografia. Cleo
re buona parte dei servizi pregressi e futuri del celebre quartiere; il Centro Quartiere del QT8; gli impianti sportivi a Trenno e in via Cilea; il Centro Tennis per il Cral dipendenti comunali. Sono queste opere che una ad una andranno in porto fin dai prossimi mesi in un quadro coordinato. Sono opere alla cui progettazione lavorano anche uomini famosi e che quindi andranno a qualificare questa periferia urbana non solo dal punto di vista dei contenuti dei servizi sociali e culturali o per le attività che ospiteranno, bensì anche da quello dell'immagine.
I servizi: sono stati aperti negli ultimi tre anni due biblioteche rionali (via Lampugnano 145 e via Uruguay); il Centro Territoriale di recupero per portatori di handicap; il SIMEE di zona; gli asili nido di via Cechov e di via Paravia; sono in preparazione il secondo servizio domiciliare per anziani (al Gallaratese), la ludoteca, e una biblioteca al San Siro.
Le attività culturali promosse dal Consiglio di zona 19 (62 milioni l'anno) hanno subito un rallentamento per la questione dell'agibilità. Infatti, le leggi del 1982 per la sicurezza nei locali di pubblico spettacolo vengono, non si sa bene per quale motivo preciso, applicate genericamente a ogni iniziativa promossa dal Consiglio di zona 19 in locali comunali ricavati tutti da ex edifici scolastici (piazza Segesta, via Lampugnano 145, via Betti 189, via Ojetti 20, via Uruguay, 26/6).
Le attività promosse dal Consiglio di zona sono attività di educazione permanente preva-
lentemente rivolte agli anziani e non attività di spettacolo inteso in senso tradizionale. Fermarle, applicando la legge in modo generalizzato, crea difficoltà al Consiglio di zona e rimostranze sempre più vive tra i cittadini della Zona. Si spera da una parte l'uso più intelligente della legge dello Stato, dall'altra che gli organi preposti alle agibilità sollecitamente emanino le loro sentenze. Diversamente si avrà un malcontento diffuso e la partecipazione dei cittadini, tanto preziosa all'Amministrazione comunale, avrà un ulteriore calo difficilmente recuperabile.
Danilo PasquiniPresidente Zona 19
S. Siro - QT8 - Gallaratese"come già detto il P. P. (Piano Particolareggo n.d.r.)del Gallaratese è "piano" approvato e vigente, conseguentemente senza una specifica delibera di previsione motivata, il "piano" è attuabile, concludendo infine che "sulla faccenda del piano particolareggiato del Gallaratese contraddittorie sono le notizie e nebulose le prospettive, anche perché è chiaro il tentativo di far passare tutto sotto silenzio".
A tale articolo l'Assessore alrUrbanistica ed al Piano Rego-
latore del Comune di Milano, Maurizio Mottini, ha risposto esaurientemente con una lettera al quotidiano "Avvenire", e per conoscenza all'Ordine dei Giornalisti, in cui è scritto:
"L'articolo "Molti interrogativi sulla revisione del piano particolareggiato al Gallaratese" ubblicato il 10112 u.s., letto con stupore e sconcerto da chi scrive e dai responsabili tecnici e amministrativi del Settore urbanistica della Civica Amministrazione, contiene una serie di illazioni e di sospetti senza alcun supporto e argomentazione.
Non so se esistono gli estremi della diffamazione o della calunnia secondo la norma penale. Ne mi preme per ora accertarlo.
Voglio invece sollevare un problema di deontologia professionale dell'estensore dell'articolo e dei responsabili del quotidiano che l'hanno pubblicato.
Qual'è la notizia? Che è stato avviato uno studio per la revisione del Piano particolareggiato del Gallaratese, revisione per la quale nessuna norma fa obbligo di deliberare preventivamente i contenuti o la stessa ipotesi di revisione. Per sapere i motivi che hanno dato avvio a questo studio era sufficiente rivolgersi agli uffici dell'Amministrazione o alla Zona 19. Si sarebbe potuto accertare quanto segue:
I) la revisione delpiano particolareggiato trova le sue motivazioni nella rapida obsolescenza di alcune previsioni, qua li, per esempio, quelle dei complessi scolastici, che, giustificate al momento dell'impostazione del P. P. stesso da scelte ideologiche, si sono poi dimostrate inadeguate in ragione soprattutto al calo delle nascite dovute anche al limitato avvicendamento dei nuclei familiari ed all'esodo delle giovani coppie.
2) L'opportunità, di fronte alla inadeguatezza delle risorse economiche pubbliche, di aprire la disponibilità delle aree della spina centrale, in larghissima
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maggioranza già di proprietà pubblica, anche a servizi di pubblico interesse a gestione privata e quindi di adeguare lo strumento esecutivo alla esigenze delle iniziative private.
La necessità di rivedere l'impianto della mobilità in funzione del trasporto pubblico dato il verificarsi del punto critico raggiunto dalla M.M. in corrispondenza della stazione di Pagano.
Il rapido modificarsi della realtà territoriale dell'immediato intorno del quartiere Galla ratese che determina nuovi effetti indotti, sotto il profilo urbanistico, al suo interno.
Quanto al presunto carattere clandestino dello studio si poteva raccogliere qualche notizia come ad esempio:
sin dalla prima imposta zione dello studio di revisione del P.P. vigente, l'Ufficio Urbanistico ha instaurato rapporti informativi e collaborativi con i rappresentanti del Consiglio di zona 19.
La fase iniziale dello studio di revisione del P. P. è stata di carattere istruttorio analitico di verifica delle componenti urbanistiche: le risultanze di queste prime valutazioni sono, dal mese di luglio scorso, a disposizione del Consiglio di Zona 19. Infine per quanto concerne le attrezzature religiose previste nel P. P., rivolgendosi all'Amministrazione Comunale oppure all'Ufficio Nuove Chiese della Curia Arcivescovile si poteva apprendere che:
1) ancor prima di iniziare gli studi di revisione sopradetti, erano stati tenuti regolari contatti con l'Ufficio Nuove Chiese della Curia Arcivescovile di Milano per la definizione più puntuale delle aree previste dal P. P.: - per la previsione della Parrocchia S. Leonardo, feventuale mantenimento dell'attuale sede stradale, in difformità alla rettifica indicata dal P. P. vigente, riduce leggermente la dispo-
nibilità dell'area ipotizzata che" tuttavia mantiene un'entità valutata sufficiente anche dalla Curia, previsione quindi confermata.
Per la Chiesa di S. Romano, la verifica più puntuale del posizionamento dell'Olona e della linea MM sconsigliano la conservazione della conformazione, prevista attualmente, dell'area destinata a detta struttura e quindi impongono di modificarne le dimensioni geometriche senza ridurne sostanzialmente l'entità di traslarne leggermente fubicazione.
Per la Chiesa di S.Ilario è in corso di verifica, con la collaborazione della Curia, la ulteriore specificazione delle strutture religiose da prevedere, fermo restando la loro collocazione di massima che risulterà definitivamente precisata con la scelta d'impostazione del tessuto via rio, anche in questo punto suscettibile di revisione rispetto alle indicazioni del vigente P. P. Insomma c'erano tutte le possibilità di fare del giornalismo (notizie e commento) anziché della maldicenza".
nistrazione Comunale e il CdZ procedano celermente alla soluzione e all'attuazione di una serie di piccoli interventi, vecchi e nuovi che attualmente sono causa di disagi per i cittadini tra cui segnaliamo i seguenti:
I) Realizzazione del passaggio pedonale tra via uruguay e via Quarenghi (tra la scuola elementare e l'asilo) con cui si facilita il raggiungimento della stazione della MM Uruguay.
2) Asfaltatura del passaggio pedonale quotidianamente utilizzato anche dagli studenti del Centro Onnicomprensivo, tra via Trenno e il mercato di Via
Chiarelli; I 'occasione permette di risolvere un'altro problema viabilistico: si potrebbe alleviare il carico dei mezzi pesanti di approvvigionamento del mercato stesso, che attualmente percorrono la Via Chiarelli trasferendolo su Via Trenno e restituendo a Via Chiarelli il carattere di strada con funzione residenziale.
Dare una destinazione funzionale alle aree tra la Via Trenno all'altezza della Cascina Cottica e via Ippodromo, attualmente abbandonate e dissestata e spesso ricettacolo di rifiuti.
Dotare le fermate degli autobus soprattutto quelle nelle vicinanze delle stazioni della metropolitana, di adeguate pensiline e rivedere la collocazione delle stesse lungo tutti i tracciati dei mezzi pubblici di superficie del quartiere.
Dotare il quartiere di spazi di affissione in numero adeguato affinché non si incorraÖin violazioni al recente Regolamento Comunale in materia.
Attualmente la carenza di tali spazi non favorisce certamente l'attività e le iniziative dei partiti politici, dei gruppi culturali e delle associazioni che intendono svolgere e svolgono la loro attività nel quartiere.
I cittadinithe hanno partecipato al dibattitto in ultimo, non certo per importanza, hanno sottolineato la necessità di ricercare una soluzione per il depuratore di Via Trenno, in prossimità della scuola materna, spesso maledeodorante, anche interessando del problema rAssessorato alla Sanità.
La Sezione G. Di Vittorio del PCI, anche su richiesta dei cittadini del quartiere Gallaratese, in ordine ai tempi sopracitati, invita il CdZ a farsi carico in prima persona dei problemi illustrati ed inoltrare le adeguate istanze all'Amministrazione Comunale, che ne ricerchi le soluzioni con gli abitanti del Quartiere e ne avvii le attuazioni in tempi brevi.
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